l'anno scolastico, che doveva essere l'ultimo per
lui, ma desiderò fermarsi in mezzo alle sue care
mura del Seminario . I superiori con meravi-
glia e sorpresa soddisfecero tale suo desiderio, e
gli concessero con facilità di fermarvisi quel tempo,
che a lui piaceva, per meglio coltivare lo spirito
di religione, ed apparecchiarsi a quel giorno, che
se da una parte lo riempieva di santa letizia, dal-
l'altra non mancava di suscitargli in cuore con-
fusione e paura santa . Come Mosè, quando Dio lo
eleggeva alla missione di andare in Egitto a libe-
rare il suo popolo, egli sentiva il peso del ministero
sacerdotale ; e l'umiltà in un modo e la divozione
in un altro gli contendevano la pace del cuore .
Il tempo, che gli rimaneva libero dallo studio
delle sacre cerimonie e della rubrica, lo impie-
gava tutto o in letture sacre od in preghiere . Ore
intiere passava davanti al Santissimo Sacramento,
c he serviva per lui come l'ara di salute e di con-
forto nelle lotte della povera anima sua . Diceva
sovente al Signore con le belle parole di Davide
Tunc non confundar ; cum perspexero in omni-
bus mandatis tuis : quando io fisserò bene il mio
sguardo in tutti i vostri comandi, o Signore, non
sarò più confuso .
Gli ultimi esami di Teologia li aveva sostenuti con
lode, sicché i suoi medesimi professori lo dovet-
tero pubblicamente applaudire . Superiori, congiunti
ed amici affrettavano con voti ed augurii il giorno
di vedere il buon Matteo ordinato sacerdote . An-
ch'egli lo desiderava, ma insieme paventava quel
giorno e quell'ora ; e sebbene non avesse nulla
di più caro e di più accettevole al suo cuore, pur
tremava al solo pensarvi, e talvolta ancora pro-
rompeva in copiosissimo pianto . Interrogato po-
scia perché in quei giorni di fervorosa trepida-
zione sentisse tanto affanno in suo cuore , ri-
spondeva che egli meditava quanto fosse non
solo agli uomini, ma agli angeli stessi formi-
dabile il peso del sacerdozio, e come l'augusta
missione non dovesse conferirsi che ad anime
pure, a cuori ferventi, ad intelletti capaci della
scienza delle cose divine . Che parevagli di es-
sere inetto a qualunque ministero ; incontrava
d ifficoltà ad ogni passo . A dir breve egli te-
meva di sé, temeva dell'immenso carico cui stava
per sottomettersi , temeva di tutto . Fu lunga e
tremenda la lotta ; ma vinse finalmente l' ubbi-
dienza al suo confessore, ed egli si preparava fi-
nalmente alle sacre Ordinazioni .
Eran passati i mesi di luglio e di agosto, e nei
primi di settembre, prima di ritornare in Semi-
nario per gli esercizi , che dovevano servire di
ultima preparazione alle Ordinazioni, egli volle
rivedere per un momento la casa paterna, e dis-
porre, secondo il suo cuore e zelo, ogni cosa per
la celebrazione della stia prima Messa . Si suole
in questa occasione, anche dai meno facoltosi, in-
vitare parenti ed amici a partecipare alla festa
santa del Signore ; ancorché, per la misera con-
dizione umana, non manchino gli eccessi, per cui
dovettero intervenire prescrizioni sinodali per fre-
narli, e ridurre le cose nei giusti confini di una
festa non solo religiosa e cristiana, ma veramente
degna della eccellenza della causa .
Sebbene sapesse quanto fossero prudenti i suoi
genitori, volle tuttavia essere lui presente, ed or-
dinare in modo, che il tutto fosse proceduto a co-
mune soddisfazione e di buon esempio . Tra gli
invitati desiderava fosse un suo stretto parente ;
ma per alcune briglie avute qualche tempo prima
con suo padre, questi il voleva assolutamente scar-
tato . Quanto soffrisse il buon Matteo non è a dirsi.
Pensava che la festa della carità non si dovesse ri-
fiutare ad alcuno, e che anzi quel giorno venisse a
segnare pace e concordia . Nei primi dì cominciò
a mettere qualche parola colla mamma , che fu
facilmente del medesimo sentimento .
Sapeva però che il più difficile a guadagnarsi
era il padre, il quale, oltre al danno che si cre-
deva d'aver ricevuto da quel suo rivale e parente,
si vedeva leso nell' onore ; ed a nessun patto non
voleva fare il primo passo verso di lui, tanto meno
poi invitarlo a casa sua ed in giorno di tanta gio-
condità . Gli pareva darsi colpa di un torto che
non aveva meritato, e quasi animarlo a ritornare
all'assalto . Ma queste ragioni non finivano di con-
tentare il cuore del buon Matteo, che alla fine si
fece coraggio, e, presentandosi al suo padre, gli
parlò così :
Caro papà, é omai tempo, che io ritorni al Se-
minario per le sacre Ordinazioni ; ma prima io
voglio, che voi mi concediate un ultimo favore,
che, se costasse anche molto al vostro cuore , io
non dispero di ottenere, e voi non me lo potreste
rifiutare . Ho qui in mano, e gliela mostrò, la lista
di coloro, che nel giorno della prima Messa, ver-
ranno a partecipare alla nostra gioia ; ma non é
ancora compita . ,Io desidero che almeno uno sia
di mia scelta . E un favore che vi chiede il vo-
stro figlio, e nel giorno più solenne della sua vita .
Io conosco troppo il vostro cuore per dubitarne
soltanto ; ma non ho voluto farlo senza il vostro
consenso . So che vi costa assai ; so che forse que-
gli, con la sua poco giusta condotta, se ne rese
indegno ; ma so, che voi siete cristiano, e che vo-
lete farvi veder tale in ogni occasione . Sarà que-
sto anche un mezzo per ottenere da Dio al vostro
figlio maggior copia di benedizioni . Che bell'e-
sempio darete ! Che onore acquisterete al vostro
nome ! Che gloria darete a Dio ! - Voi non mi
direte no, ma lascierete libertà a vostro figlio di
scriverlo su questo foglio . Anzi voi stesso ve lo
scriverete, a totale vittoria sul vostro amor pro-
prio aspramente ferito , ed a scorno del nostro
avversario .
Così dicendo prese la mano di suo padre, e con
pietosa violenza lo condusse al tavolo, perché met-
tesse il nome tanto abborrito . In sulle prime parve
contrario ; balbettò qualche parola, disse che era
impossibile ; e che, anche posto, che egli ve lo in-
vitasse, forse quel tale gli darebbe maggior offesa
col disdire l'invito .
Ma fu pronto Matteo a rispondere, che egli stesso
si obbligava di compiere l'ambasciata, di andarlo
a pregare di far pace, e togliere quello scandalo
in paese, che due parenti, stati tanto tempo buoni a-
mici, ora si odiassero così tenacemente . Insomma
tanto disse e fece, che il padre non poté resistere alla
carità del figlio, e scrisse tra gl'invitati colui, che