Collegiata di Giaveno, uomo rinomatissimo per
dottrina e zelo, e il nostro Don Bosco ; loro aiu-
tante per le confessioni era il sempre caro Teo-
logo Roberto Murialdo, Direttore dell'Oratorio del-
l'Angelo Custode . Affinchè il pio esercizio tornasse
utile ad un maggior numero di anime, si combinò
che vi prendessero parte eziandio i giovani del
paese ; e il bene ottenutone fu grande e per noi
e pii nostri amici .
Qui ci ricorda che nel tempo della ricreazione
D . Bosco s'intratteneva sovente con noi, e andava
interrogando or l'uno or l'altro sopra il soggetto
della predica e sui fatti più importanti . Una mat-
tina egli aveva fatto l'istruzione intorno allo scan-
dalo ; perciò nella ricreazione del pomeriggio tro-
vandosi attorniato da molti giovanetti, tra cui varii
della parrocchia, prese a domandare che cosa avesse
detto . Interroga uno, e non gli risponde ; chiede
ad un altro , e si trova nell' impiccio ; passa ad
un terzo, ad un quarto , ad un quinto, e tutti si
grattano la fronte senza dare una soddisfacente
risposta . Oh! povero me, - esclamò allora D . Bosco!
O io ho parlato in tedesco, o voi avete dormito .
Finalmente salta fuori un ragazzetto : - Io, io,
gridò, mi ricordo - Di che ti ricordi? - Mi ri-
cordo l'esempio del mercante e delle scimmie .
Il racconto, a mo'di similitudine, era stato questo .
Un mercante, portando sulle spalle, dentro un bot-
teghino (in piemontese boita), varie sue merci,
viaggiava dall'uno all'altro paese per ispacciarle .
Una volta tra le altre egli fu sorpreso dalla notte
prima che arrivasse ad una certa città . Era d'e-
state ; in cielo risplendeva la pallida luna, e il
mercante, stanco dal lungo cammino, risolse di
prendere riposo per terra presso ad un albero gi-
gantesco . A ripararsi poi il capo dalla umidità
della notte, egli, aperta la sua cassetta, ne cava
una delle berrette bianche di cui era fornito a dovizia,
se la mette in testa e così si addormenta . Il paese
era la patria delle scimmie, e i rami di quella
pianta n'erano coperti . Le bertuccie veduto quel-
l'uomo colla berretta in capo, tratte dal loro istinto,
lo vogliono imitare . Che fanno? Comincia una a
scendere pian pianino a basso, rovista colle zampe
nel botteghino aperto, ne trae una berretta, se
l'acconcia in testa e risale sull'albero . Allora tutte,
l'una dietro l'altra, fanno altrettanto, e non cessa
il giuoco finché rimane una berretta. Il mercante
dormiva saporitamente, e le scimmie per la prima
volta dormirono ancor esse col berrettino in capo,
siccome delicate signorine . Intanto la notte era
trascorsa . 'Dall'oriente già sorgeva bella e rosseg-
giante la mattutina aurora, annunziatrice dell'a-
stro del giorno, e il nostro mercante svegliatosi
si alza per riprendere il suo cammino . Ma quale
non fu la sua sorpresa ed il suo dolore, quando si
accorse che gli erano state involate tutte le ber-
rette? Povero me , gridò, vi furono i ladri ; io
sono rovinato . Ma osservando meglio e riflettendo
più attentamente, eppure sembra di no, soggiunse ;
se fossero stati i ladri mi avrebbero rubato tutto
e non solo le berrette ; io non ne capisco nulla .
In quell'istante egli solleva per caso gli occhi, e
vede tutte le scimmie imberrettate . Ah ! grida
tosto, ecco le furfanti ; e subito si mette ad im-
paurirle, lanciando sassi per costringerle a rila-
sciargli la sua merce ; ma le scimmie saltando da
un ramo all'altro non si davano per intese . Dopo
parecchie ore d'inutili sforzi, il povero mercante,
non sapendo ormai più quel che si facesse, si mette
le mani nei capelli quasi per disperazione, e getta
rabbiosamente a terra la berretta, che ancor te-
neva in capo . Visto quell'atto, le scimmie fanno
egualmente, e in un battere d'occhio una pioggia
di berrette cade dall'albero a consolare l'addolo-
rato mercante .
I giovanetti, aveva conchiuso Don Bosco, fanno
presso a poco come le scimmie . Se vedono altri
a fare bene, il fanno pur essi ; se il male, lo imi-
tano ancor più presto . Di qui la grande necessità
di mettere sotto ai loro occhi degli esempi edifi-
canti, e allontanarli le mìlle miglia dagli scandali .
Dal vedere poi che tra tante cose, che dette
aveva nella sua predica, i giovani a mala pena
ricordavano certi fatti, D . Bosco si fece un grande
impegno di tessere le sue istruzioni di frequenti
esempi e similitudini , che meglio colpissero la
nostra immaginazione, e per questo mezzo farsi
strada ad illuminare la mente e muovere il cuore ;
e la cosa riuscì con felicissimo esito .
In premio della nostra docilità, ed a sollievo
dell' animo, all' indomani della chiusa dei santi
Esercizi D . Bosco ci condusse a fare una passeg-
giata sino alla Sacra di S . Michele . (1) La banda
musicale di Giaveno ci volle accompagnare per
rallegrarci colle dolci sue armonie . Il tragitto per
l'erta salita fu un divertimento dei più deliziosi .
Il nostro capitano cavalcava un piccolo giumento,
(1) Il Santuario di S . Michele della Chiusa, detto co-
munemente La Sacra di S. M ichele , perchè consacrata
ad onore di quest'Arcangelo, è una delle più celebri Ab-
bazie dei Benedettini in Piemonte . Da semplice romitag-
io che era verso l'anno 940, fabbricato ad ispirazione di
. Michele da un certo Giovanni da Ravenna , uomo di
S
santa vita che s'era colà ritirato , fu mutato pochi anni
dopo da Ugone di Montboisier detto lo Scucito Gentil-
uomo dell'Alvernia in maestosa Chiesa di stile gotico con
un grande Convento annesso per l'abitazione de' monaci .
Ugone, che faceva costrurre a sue spese questo mona-
stero, in penitenza de' suoi peccati, pel cui perdono avea
fatto il pellegrinaggio di Roma, lasciò l'incarico dei la-
vori ad Atverto o Arverto Abbate di Lushate in Fran-
cia ; il quale terminata la costruzione dell'edifizio, chiamò
ad abitarlo i monaci Benedettini che elessero Atverto
stesso per loro primo Abbate . Sparsasi in breve la fama
di lor santità , venne il monastero ad annoverare fino a
300 monaci ; e Papi e Vescovi, Re e Duchi si diedero a
gara nel largheggiare in privilegi e donativi al medesimo .
- Perdutasi però la primitiva regolar disciplina, fu nel
1383 eretta in Abbazia commendatizia sotto il protetto-
rato dei Conti di Savoia e durò tale fino all' invasione
francese, quando col resto fu anche soppressa la celebre
Abbazia . Ristaurata però ed abbellita dei danni del tempo,
per magnificenza di Carlo Felice e di Carlo Alberto, che
vi fecero collocare le ceneri di alcuni principi di Casa
Savoia erigendovi sontuosi mausolei , venne ceduta nel-
l' ottobre del 1828 all' Abbate Antonio Rosmini , che vi
collocò i Padri del suo Istituto della Carità , e che at-
tualmente ancora la posseggono . L' edifizio è posto allo
sbocco della valle di Susa , sulla cima del monte detto
Pircheriano alto 877 metri sul livello del mare e che col
monte Caprasio, che gli sta di fronte, non lasciando nel
mezzo che una valle larga poco più di mille passi , for-
mano la chiusa o gola di Susa, così detta perchè quasi
chiude il passo agli eserciti che per colà scendessero dalla
Francia . È celebre nella storia questo passo per lo stra-
tagemma di Carlo Magno che superata la Chiusa, prese