D . Bosco . Molti fatti avremmo in pronto da rac-
contare a questo proposito, ma desiderando di se-
guire, per quanto ci è possibile, l'ordine crono-
logico, ci limitiamo per ora al fatto seguente, che,
fin dall' esordire delle mal concepite libertà, pose
a repentaglio la vita di lui, e quindi la esistenza
del nostro Oratorio .
A pochi metri dalla nostra Cappella, verso mezza
notte , sorgeva in allora un basso muriccio , che
la separava dagli orti e dai prati di Valdocco,
i quali si estendono tuttavia sino alla destra sponda
della Dora , seminati di fabbriche , case e pa-
lazzi . Or bene nella primavera di quell'anno, una
domenica a sera, i giovani dell'Oratorio erano già
tutti raccolti nelle rispettive classi di Catechismo,
e D . Bosco istruiva i più adulti in coro . Egli
stava spiegando loro l' immensa carità di Gesù
Cristo nel farsi uomo, patire e morire per noi ,
quando un furfante , armato di archibugio carico
a palla, spinto non sappiamo da quale spirito ma-
lefico , appostatosi dietro al mentovato muriccio,
appunta l' arma alla finestra del coro , e spara
nello stomaco a D . Bosco ; ma, la Dio mercé, il
colpo andò fallito . Il proiettile veloce come il ba-
leno gli passa tra il braccio e le coste, gli strac-
cia la veste, e va a percuotere nel muro della Cap-
pella, facendovi un largo guasto . Questo fatto sa-
crilego destò uno spavento indescrivibile in tutti
i giovani, eccetto in D . Bosco, il quale sorridendo
disse : Se la Madonna non gli faceva sbagliare
la battuta mi avrebbe colpito ravvero, ma colui è
un cattivo musico . Poi guardandosi la veste forata
soggiunse : Oh ! povera mia veste ! mi rincre-
sce per te, che sei l'unica mia risorsa . Questa
giovialità di D. Bosco, e il vederlo sano e salvo
da quel vile attentato , ci rinfrancò tutti . Molti
stringendoglisi attorno singhiozzavano e piange-
vano di consolazione ; altri gli bagnavano le mani
di caldissime lagrime ; tutti poi colla più grande
espansione del cuore ringraziammo Iddio pietoso
di avercelo così mirabilmente conservato .
Nel corso di questa istoria noi avremo occa-
sione di narrare più altri iniqui attentati contro
la vita di D . Bosco, allora soprattutto quando e-
gli incominciò a scrivere le Letture Cattoliche,
e a confutare gli errori dei protestanti . Noi toc-
cheremo con mano, che se questo amico e padre
della gioventù è tuttora superstite , lo dobbiamo
intieramente a Dio, che ha sempre vegliato sopra
di lui in modo affatto provvidenziale, e lo ha di-
feso e protetto più volte anche maravigliosamente .
Intanto crescendo ogni dì più i pericoli di per-
vertimento tra gli incauti giovanetti, D . Bosco,
il Teol . Borelli e i loro aiutanti crebbero altresì
di ardore e di zelo per loro vantaggio . D . Bosco
vide allora più che mai il bisogno di ricoverarne
un numero maggiore nell'incominciato Ospizio, e
di vie meglio assicurare l'opera dell'Oratorio fe-
stivo . Per tale effetto cercò di comperare tutta
la casa Pinardi ; ma non gli riuscì, perché quel
signore domandava nientemeno che sessanta mila
lire, prezzo davvero esorbitante . In quel frattempo
essendo venuta in vendita la casa Moretta, D . Bo-
sco l'acquistò coll'intenzione di trasportarvi l'O-
ratorio e allargarvi l' Ospizio . Fatto il contratto
e sborsatone il prezzo , si diede mano a riattare
i membri secondo il bisogno . Ma dopo alcuni e-
sperimenti si venne a constatare che i muri, per
materia cattiva e peggiore costruzione, non reg-
gevano ai lavori, e fu giuoco forza di soprassedere .
Poco di poi D . Bosco vendette la casa suddetta
con notabile vantaggio, ricomperandola in questi
ultimi anni per farne l'abitazione delle Suore di
Maria Ausiliatrice e l'Oratorio festivo per le ra-
gazze , e soprattutto per togliere di là peccati e
scandali , come si dirà a suo tempo . Col danaro
ricavatone egli acquistò invece una giornata di
terreno (38 are), che é quel sito medesimo, dove,
dopo altre rivendite e ricompere, sorgono oggidì
la Chiesa di Maria Ausiliatrice e i laboratorii de-
gli artigiani coll'annesso cortile .
Visto di non poter avere sì presto una casa si-
cura, dove meglio rassodare e ingrandire il suo
Istituto, D . Bosco si rassegnò, aspettando tempo
migliore . Intanto di mano in mano che scadevano
gli affitti egli appigionava dal signor Pinardi le
camere e loro adiacenze a prezzo eziandio elevato
per non avere disdette . Per questo mezzo egli
rendeva ognor più tranquilla la vicinanza dell'O-
ratorio , togliendogli le pericolose soggezioni , e
portava sino a 30 i giovanetti ricoverati, scelti
tra i più abbandonati e pericolanti .
Or non sarà discaro che diciamo quale fosse la
maniera di vita dei primi ospitati . Al mattino alzati
di letto più o meno di buon'ora, secondo la stagione,
e fatta pulizia, noi discendevamo in Cappella, ascol-
tavamo la Messa di D . Bosco, recitando durante la
medesima le orazioni e la terza parte del Rosario .
Alcuni di maggior pietà facevano anche la santa
Comunione . Affinché tutti avessero comodità di
compiere questo atto solenne , D . Bosco o alla
sera o al mattino per tempo prestavasi di buon
grado ad ascoltare le confessioni di coloro, che
desiderassero di riconciliarsi . Questo si pratica
tuttora nell'Oratorio, con immenso vantaggio spi-
rituale e conforto dei giovanetti .
Terminata la Messa, ognuno si recava in città
presso il rispettivo padrone , lavorando chi da
sarto, chi da calzolaio, chi da, falegname, legatore,
muratore, e via dicendo, perchè non si ebbero i
laboratorii interni se non nel 1856 . A mezzodì
tornavamo a casa pel pranzo . Allora ciascuno, dato
di piglio ad una scodella o ad un pentolino di terra
cotta, si accostava al pajuolo, e la buona mamma
Margherita, e talora lo stesso D . Bosco colla me-
stola alla mano ci distribuiva la minestra . Questa
era per lo più riso e patate, e più sovente castagne
bianche cotte insieme con farina di meliga , che
formava come una poltiglia, manicaretto per noi
ghiottissimo . Anche la polenta la si metteva nella
scodella : ma in quel caso o la si spruzzava di
cacio gratuggiato, o la si aspergeva con qualche
intingolo, lasciandovi scorrere talvolta un pezzet-
tino di salciccia o di merluzzo cotto, soprattutto
nelle principali solennità . Romantico era poi il
nostro refettorio . Dispersi qua e colà nel cortile,
seduti quale sopra un trave, quale sopra un sasso,
questi sulla scala, quegli sulla nuda terra, davamo
fondo a quel ben di Dio, che ci somministrava la
industriosa carità di D . Bosco . E per bere? Sca-