di quei tempi e in luoghi, dove risuonavano certi
evviva, che non tardarono a mutarsi in grida di
morte, altri, a fine di scaldarci la testa, esterna-
vano idee e propugnavano alla nostra presenza opi-
nioni bizzarre in fatto di religione, e di politica .
Ma Don Bosco, che la vedeva altrimenti, n è si im-
mischiava in cose politiche, non lasciava di far loro
notare che la politica da insegnarsi ai giovani del-
l' Oratorio doveva consistere nell' allontanarli dal
mal fare, renderli buoni cristiani, docili figliuoli
di famiglia , affinché divenissero un giorno utili
ed onorati cittadini . Quindi in corpo non ci lasciò
mai pigliar parte a certe pericolose manifesta-
zioni, e raccomandava ai suoi colleghi di ben guar-
darsi dall' insinuarci nell' animo opinioni e idee
per lo meno inopportune, le quali altro non avreb-
bero fatto che distrarci dai nostri doveri .
A questo proposito ricorderemo qui alcuni fatti .
Un giorno si presentò a Don Bosco il Marchese
Roberto D'Azeglio, e lo invitò con insistenza che
alla testa de' suoi giovanetti volesse partecipare
con tutti gli altri Istituti di Torino ad una festa
spettacolosa in pubblica piazza .
- Signor Marchese, rispose D . Bosco, questo
Ospizio ed Oratorio non forma un ente morale ;
esso non é che una povera famiglia, la quale vive
della carità cittadina ; e noi ci faremmo burlare,
se facessimo di simili comparse .
- Per lo appunto, riprese il nobile Patrizio ;
sappia la carità cittadina che quest'Opera nascente
non é contraria alle moderne instituzioni . Ciò le
farà del bene ; aumenteranno le offerte, ed io stesso
ed il Municipio largheggieremo in sua favore .
- Io la ringrazio del suo buon volere ; ma è
mio fermo proposito di attenermi all'unico scopo
di fare del bene morale ai poveri giovanetti per
mezzo della istruzione e del lavoro, senza ingom-
brare loro il capo d'idee, che non sono da essi .
Col raccogliere giovanetti abbandonati, e coll'ado-
perarmi di renderli alla famiglia ed alla società
buoni figli ed istruiti cittadini, io fo vedere ab-
bastanza chiaramente che l'Opera mia, lungi dal-
l'essere contraria alle moderne istituzioni, é anzi
tutta affatto conforme ed utile alle medesime .
- Capisco tutto , soggiunse il D'Azeglio, ma
lei si sbaglia , e se persiste in questo sistema,
l'Opera sua sarà da tutti abbandonata e si ren-
derà impossibile . Bisogna studiare il mondo, mio
caro D . Bosco, bisogna conoscerlo, e portare gli
antichi e moderni instituti all'altezza dei tempi .
- Le sono riconoscente dei consigli che mi dà,
ottimo signor Marchese, e saprò trarne profitto ;
ma lei mi perdoni, se io non posso coi miei gio-
vanetti fare atto di presenza alla prossima festa .
La S . V . m' inviti a qualche luogo , a qualche
opera, in cui il Sacerdote possa esercitare la sua
carità, e mi troverà pronto a sacrificare sostanze
e vita ; ma io non voglio turbare la mente dei
miei giovani col farli assistere a spettacoli, dei
quali non sono in grado di apprezzare il vero si-
gnificato .
Trovato D . Bosco irremovibile nel suo princi-
pio, il nobile uomo se ne partì, e da quel giorno
non ebbe più alcuna relazione con noi . Ma la cosa
non andò così liscia con alcuni ecclesiastici, che
poco accorti si lasciavano andare a seconda della
corrente . Basteranno pochi cenni .
Un giorno uno di quei signori, adducendo il pa-
rere degli altri, lo invitò che mettesse i calzoni
lunghi . A questa proposta D . Bosco si pose a ri-
dere, e poi rispose : - Cominciate a indurre a
portare i calzoni lunghi il Canonico Anglesio, Don
Cafasso e il T . Borelli . Quando si vedranno questi
tre modelli di Sacerdoti andare vestiti a questa
foggia, chi sa che non ne venga la voglia anche
a me . - Una domenica verso le due pomeridiane
uno dei giovani più fidi ed assennati stavasi in
un angolo del nostro cortile leggendo l'Armonia,
giornale che in quel tempo difendeva la causa della
Religione e della giustizia con una dottrina e for-
tezza, degne del più alto encomio . In quel punto
ecco entrare nell' Oratorio alcuni di quei cotali,
col petto fregiato della coccarda , ed uno di essi
colla bandiera tricolore in mano . Quest' ultimo,
persona per altro di dottrina e di zelo, si accosta
a chi leggeva l'Armonia, e, Vitupero, prese a
gridare ; è tempo di finirla con questi rugia-
dosi . Così dicendo strappa di mano a colui il fo-
glio cattolico, lo fa in pezzi, lo getta per terra,
e sputandogli sopra lo pesta e calpesta furiosa-
mente . Dato questo primo sfogo, si avvicina a
D . Bosco, e tratto fuori di tasca un' altra gaz-
zetta, chiamata l'Opinione, Questo si, che è un
buon giornale, disse ; questo e non altro si do-
vrebbe leggere da tutti gli onesti cittadini . A
quell'atto e a queste parole D . Bosco rimase sbalor-
dito, e, non volendo che si facessero ulteriori scan-
dali in mezzo di noi, lo pregò a riserbare quelle
dispute in privato . No, signore, ripigliò colui ;
oramai non vi deve più essere nè privato né
segreto, ma tutto va posto in chiara luce .
In quel momento il campanello ci chiamò tutti
in chiesa, e D . Bosco sperò che appié dell'altare
gli spiriti si sarebbero calmati ; ma per mala sorte
non fu così . Quel Sacerdote era incaricato di fare la
predica in quella sera, e salito sulla piccola bi-
goncia tirò fuori una diceria deplorabile . Per circa
mezz'ora altre parole non rimbombarono alle nostre
orecchie che emancipazione, indipendenza, li-
bertà ; argomenti, se vuolsi, belli e buoni, ma non da
trattarsi in chiesa . Molti giovani fremevano, altri
ridevano, e taluni alla parola libertà, libertà, face-
vano la rima ripetendo sotto voce in dialetto pie-
montese : torototéla, torototà . Chi di più ne ebbe a
soffrire fu il povero D . Bosco, che in cuor suo ama-
ramente ne pianse . « Questa non me l'aspettava,
andava dicendo in sacristia ; il diavolo me l'ha
fatta troppo grossa . Dio mio, disperdete gl'insani
consigli, e fate che i miei cari giovani non ne
ricevano scandalo . » Terminate le sacre funzioni,
egli intendeva di chiamare a sè il povero traviato,
e in bel modo fargli conoscere il suo fallo ; ma
non ebbe tempo, ché l'altro, appena uscito di cap-
pella, invitò colleghi e giovani ad associarsi con
lui, intonò a squarcia gola un inno popolare, e
con un centinaio di persone uscì dall' Oratorio,
facendo sventolare farneticamente la sua bandiera .
La squadra ribellatasi andò a far sosta presso al
monte dei Cappuccini . Colà fu fatta ed accettata
la proposta di non più intervenire all' Oratorio,