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quella , ita che pure: è stata ed è tuttavia fonte
preci11ua e spesso unica di tanti beni, non pure
pnssati, ma presenti ezia ndio. Nè solo, come av-
venne in altri tempi al sorgere delle eresie e degli
scismi, taglia se stesso fuori del tronco quasi ramo
inntile, ma pone la !;cure a lla radice prima dell'al-
bero che è la Chiesa, e si sforza di inaridirne il
succo ,·itale, perchè In rovina di lei sia più sicura
ed essn più non rigermini.
• In quest'errore, che è il massimo del nostro
ts·mpo e la fonte onde dimanano gli altri tutti, sta
l'origine di tanta pere.lita della eterna salute deg-li
uomini e di tante rovine in fatto di religione che
aneliamo lamentando, e delle molte altre che te-
miamo ancora, se al male non si ponga rimecliu.
Si nega cioè ogni ordine soprannaturale, e però
l'intervento divino nell'ordine della creazione e nel
governo del mondo e la possibilità del miracolo ;
tolte le quali cose è necessario scuotere i fonda-
mr-nti della religione cristiana. S'impugnano perfino
gli argomenti, onde si dimostra l'esistenza di Dio,
riliutando con inaudita temerità e contro i primi
principi della ragione la forza invincibile della
prova, che dagli effotti asc:ende a lla causa , che è
Dio, e :illa no1.ione ~lei suoi attributi, lnfmili. /111-
perocc/Jè k i11vìsibili cost• di lui, dopo rrea/Q il
mondo, per le cosefatte comprendendosi si veggono.
a11cke l'eterna poleuf!a. e il dimJ10 essere di lui (r).
Resta quindi aperto l'adito agli altri errori gr,wis-
sirni, eg11almcllle ripug nanti alla retta ragione e
perniciosi ai buoni costumi.
» Di fauo la gratuita negar.ione del princ1p10 so-
prannaturale, proprin della scien.=a difizlso 1wi11e (2),
diviene il postulato di una critica storica egual-
mente falsa. Tutto ciò che si riferisce in qunbiasi
rnoc.lo al l'ordine soprannarnrale, perchè o gli appar-
tien<l, o lo costituisce, o lo presuppone, o perchè
solo in esso trova la sna spiegazione, è cancellato
senz'altro esame dalle pagine delln storia . T.ile è
la divinità di Gesù Cristo, la sua incarna~jone per
opera dl!llo Spirito Santo, la sua resurrezione per
virtù propria e<l in genernle tutti i dogmi della
nostra fede. l'osta cosi la scienza sopra una falsa
da, non v'ha più legge critica che la ritenga, ed
ess:t cancella n capril!cio dai libri l'ia nti tutto ciò
che non le garba o crede contrario alla tesi pre-
stabilita che vuol dimostrare,. Tolto infatti l'ordine
sopra1111nturale, la storia delle origini della Chiesa
deve fabbricaT$i su tutt'altro fondamento, e però i
novatori rimaneggiano a proprio talento i monumenti
della storin, tr;\\undoli n dire quel che essi vogliono,
non quel che intesero gli autori.
,, ;llolti rest:1110 presi per modo dall'apparato
straordhtorio rli crndizione che si ostentn e dalla
foria apparentemente convincente délle prove ad-
dotte, che o perdono la f<.-de o se ne sentono gra-
vemente scossi. V'ha pure di quelli, che fermi
nella loro fede, accusano la scienza critica come
demolitrice, mentr'es:,a è per sè innoceme ed ele-
mento sicu ro di ricerca, qunnrlo sia retw111cnte ap-
plicata. Nè gli uni nè gli altri si avvedono del falso
presupposto, onde pigliano le mosse, vogliam dire
b scienza di falso nome, In quale logicamente li
spinge a c-onclusioni e~ualmcnte false.
-. :--1: meno lagrimevoli ,;ono i guasti, che da quella
neg'1J.ione provengono a lla vita morale degli ind i-
,·i<lui e della società civile. Tolto il principio, che
uulla di divino esista oltre questo mondo visibile,
assolutame11te non v'hn pili ritegno alcuno :ille
sbrigliate passioni, anche phi bas_.;e ed indegne,
(r) Ad Rom. 1, 21 122.
(J) 1·im, VI, 20.
donde asservili gli amrn1 si gittano a disordini
d'ogni sp..cie. Abba11do110/li lddio ai desideri dd
loro cuore, alla immo11dezza; co.rt elle di.umori110 in
se st/>ss,i i corpi loro (1). Voi ben vedete, o Vene-
rabili Fratdli, come wramente trionfi per tatto la
peste dei depravati costumi, e come l'auloritù ci-
vile, là dove non ricorra agli aiuti dell'anzidetto
ordine soprannaturale, non sia punto capace d i
frt!narla . An7,i l':111torità 11011 sarà p1111to capace cli
sanare gli altri mali, se si dimenlica o si nega che
ogni potere viene da Dio. li freno unico d'ogni
governo è allora la forza; la quale però, n è CO·
stantcme11te si nùopera, nè sampre r>nò aversi alla
mano ; però il 11opolo si va logorando come per
u11 occulto malessere, d'ogni cosa è sconte:nto, pro-
clama il dirino di agire a suo arbitrio, attiua le
ribl•llioni, ,;uscita le rivoluzioni degli Stata, talvolta
turbolentissime, mette sossopra ogni diritto umano
e divino. Tolto di mezzo lddio, ogni ri!;petto alle
leggi civili, ogni riguardo alle istiturioni anche più
necessarie vien meno; s i pone in no n cale la giu-
stizia; si calpesm la stessa libertà proveniente dal
naturale diritto; si giunge perfino a distruggere In
com pagine s tessa della famiglia, che è il fonda-
mento primo ed inconcusso delln compnl{ine so-
ciale. Ne segue, che a' tempi ostili a Cristo, si
rende più d iffici le l'applicare i rinicdl potenti, tlnl
Redentore messi in mano alla. Chiesa, 11 fine di con-
tenere i popoli nel loro clovefe. "
f III. - Necessità d1 ritornare a Ocsù Cristo e di
ridestare la vita soprannaturale in ogni ordine
della società.
« E nondimeno non vi ha salvezza al mondo se
non in Cristo : /mj,erocrhè non /1au11i SQ/to al cielu
t1lt1'0 nome dato {l_ifli uomini, merce del quale ab
biamo noi ad esst·re salvali (2). A questo Cristo
convien dunque tornare. Ai suoi piedi convien di
nuovo prostrarsi per ascoltare dalla sua bocca di-
vina le parole di vita eterna; poichè egli solo puù
additarci la via della rigenerazione, egli solo inse-
g na rci la verità, egli solo re~tituirci la vita. EJ(li
appunto ha deuo : lo sono la via e la t•trilà e l,1
.•ifa (3). Si <'.! tentato novellamente di opcraru qung--
g-iù senza di lui; si è cominciato a metter su l'etli-
licio, rigettando la pietra angolare, come I•. \\pos111l•1
Pietro rampogna\\'a ai Crocilissori cli Cristo. Ed
ecco cli nuovo la costrulla mole si sfascin e ricade
in capo agli edificatori e li stritola. ~fa Gesù ri
mane pur sempre la pietra angolare della società
umana, e dl nuovo s i verilica che fuori cli lui 11011
vi ha salveua : (]unta è la pietra rie-dl<1f,1 da ·•oi
che fi1l>bricale, la quale è àfre,mta /,•stata d,•ll'a11-
J(Olo, 11t in alm1t altro J sa/11/e (4).
» Di qui di le~gcri riconoscerete, o \\'em:rauili
Fratelli, l'assoluta necessità che ci stringe lutti di
risuscitare con la massima energfa ddl'animo e con
tutti i me1.zi che possiamo di~porre. co<kstn vit;,
soprn1111aturnle in ogni ordine della società: net
povero operaio che suda da mane n sera per gut1-
dagnarsl un tozzo di p:rne e nei grandi d<!lla terra
che reggo~o i destini delle na1.ioni. ..11
*** I nostri buoni Cooperatori preghino e, per
quanto possono, si adoperino in ogni guisa,
perchè siano tradotti in atto i santi ammae-
s tramenti del Romano Pontefice.
(1) Atl Rom. 11 20.
12) .Id. IV, 12.
(3) !001111. Xli', 6.
(4) Aci. n •, 11 1 12.