PERIODICO MENSILE PER I COOPERATORI DELLE OPERE E MISSIONI DI S. GIO. BOSCO
Anno LIX - N. 9 SETTEMBRE 1935 - XIII
SOMMARIO: Santifichiamo la festa! - Sotto la cupola dell'Ausiliatrice. - Dalle nostre Case. - Tesoro spirituale. - Il Cardinale Giovanni Cagliero. - Dalle nostre Missioni. - Crociata Missionaria. - Per intercessione di Maria Santissima Ausiliatrice e di S. Giovanni Bosco. - Echi delle feste di Don Bosco Santo. - Lettera di Don Giulivo ai giovani. - Figure degne di memoria: Don Bernardo Vacchina. - Necrologio.
È il richiamo accorato che il Santo Padre non cessa di ripetere di fronte alla dilagante profanazione del giorno festivo che lo spirito pagano dei nostri tempi ha ormai scristianizzato in tanti posti con l'eccessiva mania di spassi e di divertimenti. Fin dall'inizio di quest'anno il Vicario di Cristo ha invitato l'Azione Cattolica ad una vera crociata d'apostolato perché il giorno del Signore ritorni al gran fine voluto da Dio, e tutte le anime cristiane lo consacrino a quell'omaggio di pietà filiale di cui la misericordia dell'Onnipotente si accontenta e che noi dovremmo arrossire di limitare. Nell'udienza concessa ai dirigenti della Gioventù di A. C., dopo la settimana di studi, il 27 aprile u. sc., rallegrandosi dei buoni propositi dei figli prediletti, e deplorando la leggerezza con cui i cattivi cristiani trascurano il precetto divino, Egli ha pure autorevolmente richiamato tutte le coscienze al pensiero stesso di Dio, ricordando due testi scritturali che vanno seriamente meditati:
Il pensiero di Dio riguardo al giorno festivo.
« ... forse non ci si ferma abbastanza - disse il S. Padre - a considerare ed a riflettere se e quanto prema al cuore di Dio onnipotente questa santificazione ed a considerare l'ultima causa e l'ultimo perchè. Noi abbiamo infatti veduto come gli schemi delle relazioni tenute nella Settimana riportavano parecchi testi scritturali, ma non ne abbiamo veduto citati due che sono di un significato tutto particolare in quanto guidano alla ricerca del pensiero stesso di Dio. Anzitutto è già di un particolare significato il primo comparire del precetto della santificazione della festa nella grande legge del Decalogo che è il caposaldo del volere divino. C'è però qualche cosa di più particolare. Vi sono cioè nella Sacra Scrittura delle parole che lo Spirito di Dio pone sul labbro e nel cuore degli empi, anzi proprio nel cuore, quasi che essi fossero timorosi di farle salire al labbro e le nascondessero quindi nel mistero del cuore:
Dixit insipiens in corde suo: non est Deus. (Disse lo stolto nel suo cuore: Dio non c'è).
È una delle rarissime volte in cui Iddio coglie le parole dell'empio e proprio nel cuore dell'empio stesso. Ebbene l'empio ora non cerca più il nascondimento del cuore, ma pronunzia alta la negazione di Dio: senza Dio. Qualche cosa di simile, si può ritrovare per quanto riguarda la santificazione della festa. C'è infatti il Salmo 73 che richiama le imprese degli empi, dei nemici di Dio, con una espressione analoga: Qui oderunt Te... dixerunt in corde suo: quiescere faciamus omnes dies festos Dei a terra (Ps. LXX. 8): (Coloro che ti odiano han detto in cuor loro: sopprimiamo le feste di Dio sulla terra...). Evidentemente l'occhio e il cuore di Dio hanno una attenzione particolare sopra questa empietà e sopra questo delitto, per cui è giusto domandarsi quale è la ragione propria ed il perchè del posto che ha tale precetto nella legge divina.
C'è un altro passo che dà veramente tutto intero il pensiero di Dio, parlando di certi abusi che i sacerdoti permettevano malmenando i sacrifici che i buoni fedeli portavano al tempio, provocando di conseguenza una diminuzione dei sacrifici stessi e perciò del culto divino. Ed è proprio questo che al Signore ripugna, quando dice dei figliuoli di Eli che si erano resi colpevoli di queste malversazioni: Erat peccatum grande nimis, quia retrahebant homines a sacrificio Domini: il loro peccato era gravissimo, perchè distoglievano il popolo dal far sacrifici al Signore (I Re, II, 17): perchè impedivano, raffreddavano, diminuivano i sacrifici offerti a Dio, e lo stesso culto di Dio.
Ecco dunque il fondo del pensiero divino e la grande realtà del giorno del Signore destinato e consacrato al culto di Dio.
Il giorno festivo è destinato al culto di Dio.
Il giorno del Signore è infatti - ha proseguito il Santo Padre, analizzando il carattere e le esigenze del giorno festivo - il giorno destinato al culto di Dio, alla preghiera, preghiera pronunziata, preghiera operata, ma pur sempre preghiera. Ora il culto di Dio è il primo e più essenziale dovere della creatura, è quello che la creatura dovrebbe fare in ogni momento della sua vita, perchè ogni momento della sua vita non è che una prolixitas creationis, una creazione continuata. E questo culto, che troviamo anche presso i popoli primitivi, non è altro che una preghiera di adorazione, di ringraziamento, di propiziazione, di impetrazione. Di adorazione, perchè la creatura è nulla ed il Creatore è tutto; di ringraziamento perchè il Creatore l'ha fatta essere; di propiziazione perchè la povera creatura con tutta la buona volontà non arriverà mai ad essere quello che dovrebbe essere e nella miseria congenita ha sempre necessità della misericordia di Dio; di impetrazione come è naturale a chi tutto ha ricevuto da Dio, niente può avere se non da Lui, tutto spera da Lui.
La Santa Messa è il centro del giorno festivo.
La preghiera è dunque una necessità essenziale del creato. Allora si capisce meglio il perchè del giorno festivo ed il dovere di santificare la festa, dovere grande, essenziale, che avvince la creatura al Creatore. Ma quanti possono, anche con buona volontà, efficacemente ricordarsene alle prese coi doveri e le necessità della vita, doveri sociali, familiari, pubblici, professionali? Veramente, come trova posto questo dovere che invece dovrebbe assorbire tutto il posto? E allora non c'è che la soluzione trovata dalla sapienza di Dio. Tutti gli altri giorni, ha detto Iddio misericordioso e benigno, per i vostri bisogni, per i bisogni della vostra vita; un giorno per i miei diritti, per i vostri doveri verso di me. Ecco il giorno festivo. Ecco quello che era il giorno festivo nell'antica legge, ecco quello che è specialmente nella nuova legge, perchè proprio la santificazione della festa culmina e diventa essenziale nella partecipazione al Santo Sacrificio della Messa, che è la soddisfazione piena, adeguata e doverosa di tutti i doveri della creatura verso il Creatore, inestimabile beneficio portato da Gesù Cristo come rinnovazione incruenta ma reale del Sacrificio della Croce; partecipazione che sarà tanto più meritoria, quanto più sarà consapevole, quanto più saprà penetrare nel pensiero dell'Offerente divino, espresso attraverso l'azione liturgica...
Iddio non può essere indifferente - ha protestato il Vicario di Cristo - se individui e tanto più popoli interi si mostrano ignari delle Sue sovrane volontà e negligenti di questi loro doveri verso di Lui Creatore e Signore. Ed è perciò che anche Noi abbiamo spesso pensato se questa grande tribolazione che tormenta il mondo in ordine alla produzione, questo malessere così profondo, non sia proprio un castigo di questa negligenza, di questo spregio dei diritti di Dio...
Il Santo Padre ha chiuso il Suo dire segnalando la nazione più celebre pel rispetto ufficiale del riposo festivo, ed esortando quei giovani a dispiegare la massima attività nel nobile apostolato, che noi vorremmo affidare anche ai nostri cari Cooperatori e alle nostre pie Cooperatrici. Se Don Bosco ha aperto tante chiese ed ha curato tanto le sacre funzioni, si fu proprio per attirare i fedeli alla osservanza del precetto divino della santificazione della festa coll'assistenza divota alla santa Messa, e la partecipazione all'istruzione religiosa e alle altre funzioni. E non potrebbe dirsi vero Cooperatore salesiano chi non adempisse a questo sacro dovere e non esercitasse tutta la sua influenza per farlo adempiere dai familiari e dipendenti.
Adoperiamoci adunque quanto possiamo perchè il giorno festivo sia proprio sempre il giorno del Signore; e ne avremo gioia e benedizioni in questa vita e la ricompensa eterna nell'altra.
Favoriamo soprattutto la frequenza dei giovani agli Oratori festivi: la provvida istituzione del nostro Santo che la Chiesa impone ormai a tutti i Parroci e raccomanda in particolar modo all'Azione Cattolica, per curare l'osservanza del III Comandamento fin dagli anni più teneri della fanciullezza. E non accontentiamoci di mandare i giovanetti, ma sosteniamo gli stessi Oratori con tutti i mezzi possibili perchè possano compiere tutta quell'opera di formazione cristiana che Don Bosco, ispirato da Dio, ha messo in programma.
Coopereremo così alla grande causa di Dio che è la salvezza delle anime e la gloria Sua.
Il caldo mese di luglio ha visto cadere quasi tutta l'antica abside della basilica di Maria Ausiliatrice e, sgombrate le rovine, sono omai cominciati i preparativi per le fondamenta dell'ampliamento. I pellegrini, che affluirono in comitive nei giorni festivi ed alla spicciolata lungo la settimana, hanno potuto ammirare la mole dei lavori, e noi confidiamo che ritornando alle loro case animeranno nuovi cooperatori a venirci in aiuto per le ingenti spese. La registrazione dei pellegrinaggi ha subìto qualche irregolarità per la temporanea assenza dei confratelli accorsi agli Esercizi spirituali nelle diverse case; tuttavia troviamo segnati i pellegrinaggi parrocchiali di Comabbio (Varese), Lugano, Malgesso (Varese); quello degli Oratorii delle Figlie di M. A. di Legnano e di Mathi; alunni dell'Oratorio S. Luigi di Pavia; parrocchiani di Sala di Barro (Como) col parroco che celebrò messa all'altare dell'Ausiliatrice; 15o pellegrini di Monza che ascoltarono la messa all'altare del Santo, ecc.
Le tre prime domeniche del mese, fu un gran fervore in tutto l'Oratorio. La Basilica ha vissuto ore di pietà intensa nello splendore di solenni funzioni. Suggestiva fra tutte quella delle sacre Ordinazioni dei nostri studenti di teologia compiuta la mattina del 7 luglio dall'Em.mo Card. Arcivescovo Maurilio Fossati. Sessantaquattro chierici ricevettero il suddiaconato, e 41 diaconi furono elevati alla dignità sacerdotale. Erano rappresentate quasi tutte le nazioni in cui si svolge l'Opera salesiana. Lo stesso Eminentissimo Principe aveva tre giorni prima conferito gli ordini minori ed il diaconato ad un altro centinaio di confratelli nella cappella dell'Istituto Teologico Internazionale. Lungo la settimana i novelli sacerdoti si succedettero all'altare della Madonna, a quello del Santo, nella cappella Pinardi e nella cameretta ove morì Don Bosco, a celebrare le loro prime Messe ed a deporre i loro santi propositi di attività sacerdotale. Mentre in basilica S. Eminenza teneva le sacre Ordinazioni, l'Oratorio si affollava di Ex-allievi per l'annuale convegno che fu allietato quest'anno dalla prima Messa cantata da uno di essi nella cappella di S. Francesco di Sales.
La domenica 14, tutto l'Oratorio celebrò, insieme colla parrocchia, la festa esterna del Sacro Cuore di Gesù con devote funzioni ed esecuzione di ottima musica liturgica. I giorni feriali furono invece giorni decisivi tanto per gli artigiani come per gli studenti, perchè fissati per gli esami finali che ebbero in generale un esito felicissimo, come potemmo constatare, la domenica 21, dopo le sacre funzioni, quando conforme la tradizione, nell'ampio salone-teatro si svolse l'accademia finale e la premiazione. La presiedette il sig. Don Fascie, il quale tenne anche ai giovani il discorso d'occasione. Il folto pubblico dei parenti, cooperatori ed amici fu largo di applausi ai Principi di buona condotta, a tutti i premiati ed a tutti i promossi. Ma la cara giornata fu anche la giornata di addio. La stessa sera e il giorno seguente, un dopo l'altro, i 700 alunni lasciarono l'Oratorio per tornarsene alle loro famiglie. Una trentina tra studenti di IV ginnasiale ed artigiani dell'ultimo corso hanno ascoltato la voce del Signore attraverso il cuore di Don Bosco ed hanno dato il nome alla Società Salesiana. Nel prossimo autunno essi raggiungeranno le case di formazione per divenire degni figli di Don Bosco.
Colla partenza degli alunni artigiani e studenti non si è spenta però la vita della CasaMadre, la quale infatti si popola quotidianamente dei giovani esterni che frequentano l'Oratorio festivo e la rallegrano della loro gioia e della loro pietà. Nè il movimento dei pellegrini ha subìto alcuna stasi perchè troviamo notati nella seconda quindicina di luglio comitive da Ubaldo, da Bulgorello di Cadorago, da Agrate, da Lugano, da Novi Ligure; 20 Guides de France; 5o turisti di Grenoble; Donne Cattoliche di Saronno; Giovani di A. C. di Solaro; e Giovani Scouts di Parigi.
Il Bollettino poi ci ha fatto una vera sorpresa! È comparso in un formato più ampio, copertina a due colori, caratteri nuovi... Forse i nostri Cooperatori non se l'aspettavano. Ma la S.E.I. ce la preparava da tempo. Preoccupata della grande tiratura (170.000 copie solo l'edizione italiana e quasi altrettanto fra le altre cinque edizioni che si stampano a Torino, francese, spagnuolo, inglese, portoghese, lituano) ha provvisto una modernissima rotativa che stampa contemporaneamente testo e copertina a due colori, e sforna, pronte per la spedizione, quasi 30.000 copie al giorno. Un gran guadagno di tempo che ci permetterà di essere un po' più a giorno colla corrispondenza se i nostri Direttori e Decurioni saranno solleciti nell'inviarci le notizie più importanti della vita salesiana dei singoli centri. L'edizione verrà rapidamente migliorata sì da segnare anche dal lato tecnico un notevole progresso.
La nuova macchina è stata installata in un ampio salone, tutto luce, dedicato al regnante Sommo Pontefice Pio XI, la cui dolce e paterna figura domina in benedizione da un artistico medaglione di bronzo.
Alta onorificenza del Governo Italiano a S. E. Mons. Ferrando.
Il 19 maggio u. s. a Calcutta, nella sua residenza, il R. Console Italiano ha consegnato solennemente a S. E. Mons. Stefano Ferrando, vescovo di Krisnhagar, le insegne della Commenda della Corona d'Italia, alla presenza di tutti gli ufficiali italiani e di illustri personalità. Coll'alta onorificenza il nostro Governo ha inteso riconoscere il prezioso lavoro svolto da S. E. nel decennio di vita missionaria a Shillong e ricordare anche il suo valore di ufficiale nella grande guerra. Lieti dell'autorevole apprezzamento delle sue apostoliche fatiche, auguriamo a S. E. il miglior successo nella nuova missione.
GAETA - Inaugurazione di un monumento a Don Bosco.
In occasione della festa di S. Gio. Bosco, il 5 maggio u. s., dopo il triduo predicato dal salesiano Don Beccuti ed i solenni pontificali tenuti da S. E. Mons. Arcivescovo nel superbo tempio di San Francesco, nel cortile dell'Istituto fu inaugurato un grazioso monumento donato dall'Arcivescovo salesiano S. E. Mons. F. Guerra. Coll'Ecc.mo Arcivescovo intervennero autorità e personalità distinte, ed una folla di devoti e di Cooperatori. Tenne il discorso ufficiale l'avv. Angelo De Stefano nel corso di una riuscitissima accademia preparata dai nostri allievi missionari.
GENOVA - Il cinquantesimo di fondazione del Comitato Dame-Patronesse.
Nel giugno u. s. il Comitato Dame-Patronesse di Genova ha celebrato solennemente il io cinquantennio di vita laboriosa a favore delle nostre missioni, con una magnifica esposizione di arredi sacri, che destò l'ammirazione dei numerosi visitatori, ed ebbe l'onore e la gioia della benedizione dell'Em.mo Card. Arcivescovo Dalmazio Minoretti. Accolto, il giorno 27, dall'Ispettore salesiano D. Antoniol e dal Direttore del nostro Istituto di Sampierdarena, dal Presidente degli Ex-allievi e dalla Presidente della Pia Opera, S. Eminenza passò in rassegna tutti gli oggetti esposti, compiacendosi vivamente colle Dame-Patronesse pel lavoro compiuto nei cinquant'anni decorsi e traendo dalla magnifica esposizione salutari incoraggiamenti all'incremento del provvido apostolato.
Una pia funzione di suffragio aveva precedentemente raccolto le Dame nella chiesa dei
Sordo-muti ove l'Ispettore salesiano celebrò la santa Messa per le anime delle Patronesse defunte e Don Panciatichi portò il commosso ringraziamento e la benedizione del Rettor Maggiore. Con felici auspici il Comitato ha quindi ripreso la sua attività benefica a pro delle nostre Missioni che godranno così incessantemente dell'aiuto materno di tante buone signore.
NAPOLI - Pia Casa Arcivescovile per sordo-muti. -Dopo un venticinquennio.
Nel giugno scorso, nella festa del Padre, i Salesiani della Pia Casa dei Sordo-muti vollero ricordare una data che non poteva passare inosservata: il venticinquesimo di loro assistenza ai poveri minorati.
Autorità e popolo furono larghi di consensi e ammirazione. Il S. Padre, l'Em.mo Cardinale Ascalesi ed il nostro Rettor Maggiore inviarono speciali benedizioni. La Maestà del Re Vittorioso, S. A. R. il Principe di Piemonte, S. E. l'Alto Commissario per la città e Provincia di Napoli e S. E. il Duca Niutta, Regio Commissario al Comune di Napoli, aderirono alla celebrazione con preziosi messaggi. L'indimenticabile giornata si iniziò con solenni funzioni religiose.
Tenne pontificale Mons. Giovanni Buonomo, rettore della R. Basilica di S. Giacomo degli Spagnuoli, e Mons. De Angelis, parroco di S. Luigi in Portici, seppe, nel forbito discorso di circostanza, abbinare le due date celebrative, concludendo che il sistema educativo di Don Bosco dovrebbe essere da tutti praticato per operare frutti abbondanti e duraturi nella difficile arte dell'educare. La cerimonia civile si svolse nel tardo pomeriggio. Facevano corona all'Em.mo Cardinale Ascalesi autorità e personalità distinte del clero e del laicato. L'avv. prof. Francesco Degni della R. Università di Messina ricordò con accenti commossi gli umili inizi dell'Opera e il lontano 1909, quando la benemerita istituzione venne affidata ai Salesiani; indi passò ad elogiare il metodo dei figli di Don Bosco e la carità di tutti quelli che concorsero al sostenimento della Istituzione.
Quando i Salesiani, per provvida disposizione testamentaria del benemerito Mons. Alfano, e per illuminata disposizione del compianto Card. Prisco, ne assunsero la direzione, l'Istituto non possedeva che una meschinissima rendita annuale di lire 1190,60 la quale non era neppure bastevole al pagamento delle imposte sui due fabbricati di
Napoli e di Casoria. La casa era tutta da restaurare, da trasformare, da ampliare. Aule anguste e irregolari, laboratori tisici, e tutto lo stabile in pericolo di rovina fin dalle fondamenta.
Peggiori erano anche le condizioni morali.
I ricoverati, lungi dal ricevere una vera e sana educazione dagli istitutori, rimanevano viziati nella mente e nell'animo finché giunti all'età di quindici anni, venivano licenziati dall'Istituto, e abbandonati, senz'arte o mestiere, a se stessi. La Pia Opera falliva in tal modo dolorosamente, per assenza assoluta di vero spirito educativo, agli stessi nobilissimi fini per i quali era stata istituita. In tali deplorevoli condizioni, i figli di Don Bosco, pur intuendo quanto difficile, spinoso e pieno di responsabilità fosse il compito ad essi affidato, confidando totalmente nella divina Provvidenza, si accinsero coraggiosamente all'opera urgente e salutare di restaurazione. Ed ecco in breve migliorata tutta la vita materiale e morale dell'Istituto. Ecco come per incanto ampliate le aule scolastiche, le camerate, i laboratori, la cappella, la portineria; ecco altresì restaurati, trasformati i locali della casa filiale di Casoria, bisognosa anche essa di aiuti e miglioramenti. Ecco aumentate le volontarie offerte della pubblica carità per il mantenimento e l'incremento della Pia Opera; ecco accresciuto, conseguentemente, il numero, per lo innanzi così esiguo, dei ricoverati che al giungere dei Salesiani erano appena 19.
Ecco applicati nuovi criteri educativi e istruttivi, i primi col sistema preventivo di Don Bosco, i secondi con la sostituzione razionale della voce alla mimica convenzionale e col perfetto avviamento tecnico all'esercizio di arti e mestieri mediante laboratorii completamente attrezzati alla moderna e affidati a provetti dirigenti. Se ne videro gli ottimi risultati alla grande mostra di Firenze dove la Pia Casa meritò la medaglia d'oro. Ecco, insomma, nel volger di poco tempo, l'Istituto, che per assoluta esiguità di mezzi e per morale insufficienza di persone, sembrava destinato, a breve distanza dalla sua modestissima origine, a scomparire, conquistare invece una vita così salda, così rigogliosa, così promettente che le si possono auspicare con ben fondata certezza i più luminosi progressi per l'avvenire. Ne può essere una confortante e sicura garanzia l'ulteriore progressivo miglioramento sia materiale, con i restauri del piano superiore dell'edificio e con i continui lavori di sistemazione della casa filiale di Casoria; il miglioramento economico con la maggiore diffusione del Periodico Charitas destinato a raccogliere le offerte generose degli assidui benefattori della Pia Opera, e con la istituzione indovinatissima della Befana, resa solenne in questi ultimi anni dall'augusto intervento di S. A. R. il Principe di Piemonte, mirante anch'essa a promuovere una nobile gara di beneficenza a pro dell'Istituto; il miglioramento morale col riconoscimento giuridico (R. Decreto 22 maggio 1927) della Pia Casa come scuola pubblica per sordo-muti, con l'apertura dell'Oratorio festivo per gli esterni e la formazione del comitato di Dame Patronesse, di cui S. A. R. la Principessa di Piemonte si è benignamente degnata di accettare l'alto Patronato.
Il commosso discorso raccolse unanimi consensi; quindi autorità e pubblico passarono in cappella pel canto del Te Deum e la benedizione eucaristica impartita dal Vicario generale della Archidiocesi Mons. De Nicola, con l'assistenza di S. E. il Cardinale Ascalesi.
ROMA - Il primo lustro di vita dell'Istituto professionale "Pio XI".
La domenica 14 luglio il nostro Istituto Pio XI chiuse il quinto anno scolastico con la celebrazione tradizionale della festa di San Luigi, e la consegna non solo dei premi di profitto e di buona condotta, ma anche, per la prima volta, dei diplomi di compiuto tirocinio professionale agli alunni che hanno felicemente seguito il corso regolare.
L'Ispettore Don Festini celebrò la Messa della Comunione generale e il direttore don Rotolo la Messa solenne, rivolgendo ai giovani commosse parole di plauso e di esortazione, e chiudendo col Te Deum e la Benedizione eucaristica.
Nel tardo pomeriggio il grande cortile «Don Filippo Rinaldi » e gli altri adiacenti si animarono di autorità, benefattori, amici e parenti dei giovani per la solenne premiazione.
Presiedette la cerimonia l'Eminentissimo Cardinale Fumasoni-Biondi che, dopo aver visitato nei laboratori alcuni confessionali, superba opera di ebanisteria per il nuovo tempio parrocchiale di Maria Ausiliatrice, prese posto sul palco salutato da applausi frenetici, mentre la banda dell'istituto eseguiva la marcia sinfonica del Nicoletti: al Polo Nord. Attorno a Sua Eminenza era un eletto gruppo di autorità e personalità tra cui le LL. EE. il Marchese Eduardo Persichetti Ugolini di Castelcolbuccaro, ministro di San Domingo presso la Santa Sede e il conte Maggiorino Capello, Ministro del Nicaragua presso la Santa Sede, Mons. Luttor, Consigliere ecclesiastico della Legazione di Ungheria presso la Santa Sede, il comm. Solivetti, in rappresentanza del ministro dell'Educazione Nazionale; il comm. Montuori che rappresentava S. E. il Prefetto di Roma: il comm. Morelli in rappresentanza del Governatore; l'ing. Ombrun-Mendon Ugo, ispettore della Federazione Fascista Laziale dell'artigianato; il direttore generale dell'Opera Orfani di guerra; il col. Ventriglia; i Monsignori Borgia e Fidecicchi; il comm. Beccari; il comm. Gessi; il comm. Sgonga, le autorità politiche del quartiere. S. E. l'on Federzoni, Presidente del Senato del Regno, aveva inviato un telegramma di calorosa adesione.
La Schola cantorum eseguì le Acclamazioni del Ghedini, a sei voci; quindi uno degli alunni licenziati lesse un devoto indirizzo di omaggio a Sua Eminenza, esprimendo la gratitudine dei giovani ed i loro propositi e ringraziando i figli di Don Bosco per la formazione da essi ricevuta.
Quindi il Direttore illustrò l'alto significato della giornata e, ringraziate le alte autorità del ministero dell'Educazione Nazionale pei favori concessi alle nostre scuole, tracciò un rapido quadro della benefica attività dell'Istituto che vuol portare nelle anime giovanili tutto il bene possibile sviluppando non solo le intelligenze e le capacità tecniche, ma il senso del dovere e l'amore alla virtù, sì da rendere alle famiglie dei giovani che siano ottimi cristiani, ottimi cittadini e valenti operai, ricordando anche il programma di Don Bosco: essere sempre all'avanguardia del progresso; programma che l'augusto titolare dell'Istituto, il Papa Pio XI, non tralascia mai di ricordare quando riceve i giovani allievi.
Calorosi applausi salutarono la più simpatica iniziativa dell'Istituto, il corso di pre-aviazione svolto dal colonnello Ventriglia ed i trionfi riportati dagli allievi che hanno seguito i corsi di caposquadra dell'O. N. B. ed hanno partecipato alle gare provinciali dell'Artigianato conseguendo due campionati. Uno dei giovani è stato anche ammesso ai campionati nazionali.
Don Rotolo chiuse il suo discorso con un pensiero di devoto omaggio al Sommo Pontefice e pregò infine il Card. Fumasoni di avvalorare con la benedizione del Signore i buoni propositi degli allievi e l'attività dei maestri.
Alla proclamazione dei « Principi di condotta» seguì la premiazione degli alunni ai quali l'Em.mo Cardinale Fumasoni-Biondi, tra applausi incessanti, impartì la santa benedizione.
BRASILE (Bélem). - La nuova Casa Ispettoriale delle Figlie di Maria Ausiliatrice.
La nuova Visitatoria «Maria Ausiliatrice», del Brasile-Nord, istituita l'estate scorsa, ha aperto a Bélem (Parà) la sua Casa Ispettoriale.
L'inaugurazione ebbe luogo il 20 gennaio u. s., e fu una festa per tutta la città, che vi concorse con segni di vera simpatia per l'Opera incipiente. S. E. Rev.ma l'Arcivescovo, Mons. Antonio de A. Lustosa, che tanto si adoperò per avere in Bélem una Casa delle Figlie di Maria Ausiliatrice, celebrò nella cappella dell'Istituto la S. Messa, assistita da varie autorità locali, dai RR. Padri Gesuiti e Francescani e dalla rappresentanza di altre Congregazioni maschili e femminili del luogo, e rallegrata dal canto di sacri mottetti, eseguiti da un gruppo di signorine della città. Al Vangelo, S. Eccellenza, rivolse al numeroso uditorio, la sua fervida e vibrante parola di figlio di S. Giovanni Bosco, illustrando l'opera e lo scopo delle Case delle Figlie di Maria Ausiliatrice, con mirabile efficacia.
Dopo Messa, S. Eccellenza benedisse un bel quadro del nostro Santo Fondatore, posto sull'altare, poi passò a benedire la casa che, posta sotto la particolare protezione di S. Giovanni Bosco, dovrà ospitare tanta gioventù.
Nello stesso giorno si inaugurò l'Oratorio festivo, con un bel numero di fanciulle e giovinette.
Le Figlie di Maria Ausiliatrice furono confortate da una affettuosa gara di benevolenza che fin dai primi giorni concorse all'arredamento della casa, mentre lo stesso Arcivescovo e le ottime Suore di Sant'Anna avevano già provvisto gli arredi sacri.
CINA (Aberdeen). - Una nuova Scuola Professionale affidata ai Salesiani.
Il 25 marzo u. s. lo stesso Governatore di Hong Kong Sr. William Peel, accompagnato dalla Signora e dai membri del comitato esecutivo, ha inaugurato ufficialmente la nuova Scuola professionale affidata ai Salesiani, aprendo con chiave d'oro, fra una festa indimenticabile, il cancello d'ingresso. Autorità ed invitati, fra cui erano S. E. il Vescovo Mons. Valtorta, l'Ispettore generale di Polizia, ed il Console Germanico, col nostro Ispettore D. Braga, passarono quindi alla visita del magnifico edificio, sostando nel salone principale pei discorsi inaugurali. Dopo un breve indirizzo in cinese del sig. Li Yau-tsun, levatosi a parlare il Governatore espresse il suo compiacimento per le nuove scuole destinate a segnare una tappa importante nello sviluppo industriale di Hong Kong e, congratulatosi cogli insigni benefattori dell'opera, specialmente coi sigg. Li Yau-tsun e Ho Tung, ebbe parole di grande simpatia pei figli di Don Bosco:
« Fortunatamente - egli disse - i Salesiani accettarono di dirigere la nuova scuola e ciò basta per garantirne il perfetto funzionamento. Son noti gli ottimi risultati da loro ottenuti in tal campo a Hong Kong e a Macao. La loro opera educativa a vantaggio della povera gioventù merita la più grande ammirazione. Nel 1932 il mio amico D. Bernardini gentilmente mi donò una copia della biografia di S. Giovanni Bosco, fondatore dei Salesiani. La lessi d'un fiato viaggiando verso l'Europa e la trovai più interessante di tanti romanzi. Egli fu senza dubbio il più grande educatore del secolo scorso e la benefica efficacia della sua opera è ormai estesa a tutto il mondo. Egli abborriva quello spirito di alterigia e di malintesa dignità che scava un abisso fra superiori e dipendenti, fra insegnanti ed allievi. In tutti gl'istituti salesiani si nota invece una simpatica familiarità e apertura di cuori fra educatori ed educandi, com'io stesso ho potuto constatare visitando sovente la Scuola Profess. S. Luigi in Hong Kong. Quindi - ripeto, - è un vero privilegio e una garanzia di successo l'aver affidato questa nuova istituzione alla Società Salesiana. E io mi ritengo altamente onorato per aver aperta ufficialmente questa scuola prima di lasciare definitivamente questa Colonia».
Le parole del Governatore furono accolte da entusiastici applausi che dissero il consenso generale e la fiducia comune nel successo della nuova opera.
EQUATORE (Cuenca). - Il Presidente della Repubblica visita la nostra Casa.
Graditissima sorpresa fu la visita del Presidente della Repubblica Josè M. Velasco Ibarra alla nostra Casa il 14 marzo u. s. L'accoglienza fu tanto più cordiale quanto meno preparata. Studenti di Filosofia e Novizi si precipitarono in cortile applaudendo entusiasticamente, al colmo della gioia. Alle scuse del Direttore, spiacente di non aver potuto preparare una festa ufficiale: « Non importa - rispose S. E. - mi piace di più la vostra bella spontaneità! ». E, rivolte ai chierici brevi parole di lode e di ammirazione, passò a visitare il grandioso edificio per scuole di arti e mestieri che si sta erigendo grazie alla generosità di un insigne benefattore cuencano. S. E. n'uscì ammirato, pregustando la gioia della educazione professionale che presto i figli di Don Bosco potranno dare così agevolemente alla gioventù, e se ne compiacque vivamente. Con superiori e chierici posò per un gruppo fotografico, quindi riprese la via del ritorno, lieto di aver sorpreso, come desiderava, i figli di Don Bosco sul campo di lavoro.
INGHILTERRA (Shrigley). - Un santuario a San Giovanni Bosco nel centro dell'Inghilterra.
Più di mille pellegrini provenienti da varie parti dell'Inghilterra, la domenica della SS. Trinità, salivano il colle di Shrigley, nei dintorni di Macclesfield, per rendere omaggio a San Giovanni Bosco nell'occasione della benedizione della prima pietra del Santuario che si sta per erigere a lato del fiorente Collegio Missionario salesiano, in onore del santo Fondatore.
Compì la cerimonia il Vescovo diocesano S. E. Mons. Moriarty assistito dai canonici e da cospicui membri del clero regolare e secolare appartenenti alle diocesi di Shrewsbury, Salford e Nottingham. Illustrando quindi al popolo il sacro rito S. E. espresse tutta la sua gioia per la costruzione del nuovo tempio, proprio nel cuore della Inghilterra, nuovo conforto ed incoraggiamento per i cattolici Inglesi che vedono le sacre terre, in cui i padri hanno tanto pregato e sofferto per la fede, ripopolarsi di Chiese e di Santuari.
« San Giovanni Bosco - ha detto tra l'altro - insieme al suo discepolo Ven. Domenico Savio appartenne a quella schiera di Santi italiani che hanno tanto desiderato la conversione dell'Inghilterra. Il loro esempio deve essere uno sprone pei cattolici inglesi ad affrettare quel giorno con le loro preghiere e soprattutto col loro buon esempio: poichè questi sono gli unici mezzi con cui si può sperare di ricondurre la patria alla fede antica. Quando questo tempio sarà compiuto - concluse il Vescovo - non si dimentichino i Salesiani di fare incidere sulla facciata queste parole: San Giovanni Bosco, pregate per l'Inghilterra! ».
La cerimonia si chiuse col canto, a voce di popolo, dell'Inno a San Giovanni Bosco su parole di Padre Martindale, S. J., e musica di Don Pagella, accompagnato dalla Banda del Collegio, la quale, verso sera, allietò i pellegrini con concerto di scelta musica. Il nuovo Santuario sorgerà sopra un imponente terrazzo a lato del Collegio. Di forma ottagonale - con sette altari - nel suo puro stile romanico-inglese richiamerà alla mente i migliori santuari edificati in Inghilterra nei gloriosi tempi in cui la Chiesa Cattolica dominava sovrana.
Così l'Inghilterra che San Giovanni Bosco ha amato intensamente, anche per incoraggiamento del piissimo suo allievo Domenico Savio, si appresta a glorificare il nuovo Santo con un Santuario inspirato nella sua architettura alle sue migliori tradizioni.
PORTOGALLO (Lisbona). - Il Ministro d'Italia all'Istituto Salesiano.
Il 18 maggio u. s. il Ministro d'Italia S. E. il comm. Tuozzi ha fatto visita ufficiale alle nostre Scuole Professionali di Lisbona, accolto entusiasticamente dal Visitatore D. Carrà, dal Direttore D. Semplici, superiori e giovani al suono della « Marcia Reale » e «Giovinezza ». Uno degli alunni diede a S. E., in perfetto italiano, il benvenuto a nome dei compagni; quindi tutti raggiunsero i rispettivi laboratori offrendo un magnifico saggio dell'educazione e del progresso tecnico raggiunto. Il Ministro si intrattenne cordialmente per quasi un'ora, con visibile soddisfazione, e lasciando l'Istituto ebbe parole di viva compiacenza con tutti i Salesiani.
Per la Causa di Beatificazione del Servo di Dio Professor GIUSEPPE TONIOLO Cooperatore Salesiano
L'Ecc.mo Arcivescovo di Pisa ha ordinato la raccolta degli scritti del Servo di Dio prof. Giuseppe Toniolo. Essendo egli stato uno dei nostri più affezionati Cooperatori, ne informiamo anche tutti i Cooperatori e le Cooperatrici salesiane perchè quanti hanno avuto qualche relazione col Servo di Dio o posseggono qualche suo scritto ne diano relazione, entro il 31 dicembre 1936, allo stesso Ecc.mo Arcivescovo, oppure al Promotore della Fede Mons. Adolfo Braccini, canonico della Primaziale di Pisa. Invitiamo poi tutti a pregare il Signore pel buon esito della causa stessa.
L'ISTITUTO SALESIANO PER LE MISSIONI con sede in TORINO, eretto in Ente Morale con Regio Decreto 13 gennaio 1924, n. 22, può legalmente ricevere Legati ed Eredità. Ad evitare possibili contestazioni si consigliano le seguenti formule:
Se trattasi d'un Legato:
« ... lascio all'Istituto Salesiano per le Missioni con sede in Torino a titolo di legato la somma di Lire... (oppure) l'immobile sito in... ».
Se trattasi invece di nominare erede di ogni sostanza l'Istituto, la formula potrebbe esser questa:
« Nomino mio erede universale l'Istituto Salesiano per le Missioni con sede in Torino, lasciando ad esso
quanto mi appartiene a qualsiasi titolo ». (Luogo e data).
(Firma per esteso).
(1) N.B. I Direttori dei nostri Istituti ed i corrispondenti dei nostri Cooperatori sono vivamente pregati di trasmetterci con sollecitudine le notizie più importanti della vita e dell'azione salesiana nei singoli centri, perchè il Bollettino, ove siano di interresse generale, ne possa far cenno, in quanto lo spazio lo consente. Ma non si accontentino di mandar cronache di giornali che riescono tante volte inesatte. Abbiano invece la bontà di stendere espressamente almeno i dati schematici con precisione e indirizzino al Direttore del Bollettino Salesiano, lingua italiana, Via Cot†olengo 32, Torino io9. Una cura particolare esige la spedizione delle fotografie, indispensabili ad illustrare tante opere. Se non giungono in buono stato è impossibile approfittarne.
Benedetto XV nell'imporre il cappello cardinalizio all'Eminentissimo Cagliero salutò in lui il degno figlio di Don Bosco. Nessun altro elogio sarebbe potuto tornare più gradito al novello Porporato, la cui costante ambizione o aspirazione fu di fare in ogni cosa onore al Padre. In questo programma di vita bisogna cercare il segreto e la ragione della sua grandezza. Ecco la conclusione alla quale si arriva dopo aver letto i due volumi, in cui il salesiano Don Cassano ha raccolto con diligenza e presentato ordinatamente copiose notizie intorno al quasi nonagenario Principe della Chiesa (1).
Figlio di Don Bosco il Cardinale Cagliero si sentì nel fondo dell'anima dai 12 agli 88 anni. Orfano di padre, Don Bosco lo menò seco dal nativo Castelnuovo, lo mantenne, lo istruì, lo educò o, per dirla con una parola sola, lo formò. Il fanciullo aveva sortito da natura un ingegno aperto e pronto e un'anima di fuoco con un'indole tutt'altro che malleabile. La bontà paterna e lungimirante del santo educatore, guadagnandosene l'affetto, se ne cattivò la volontà e ne fece quello che gli piacque. Per la vita e per la morte il Cagliero fu tutto di Don Bosco. - Quanto io ho, quanto io sono, ripeteva ancora nella più tarda età, tutto debbo a Don Bosco.
Queste professioni orali di filiale pietà avevano dietro di sè la conferma dei fatti. Nelle sue opere il Cagliero si studiò di rispecchiare fedelmente gli esempi paterni, facendo propri i tre grandi amori di S. Giovanni Bosco: amore alla Congregazione, amore alla Chiesa, amore alle anime. Nella biografia sopra annunziata non c'è pagina, che non contenga qualche suo detto o atto riferentesi ad alcuno di quei tre superni ideali.
Riguardo alla Congregazione, basti dire che, come noi sappiamo con certezza, egli ancora nell'ultima sua rapida malattia, dicendo secondo il costume le preghiere del mattino e della sera, cominciava sempre così: « Vi adoro, mio Dio, vi ringrazio di avermi creato, fatto cristiano e salesiano ». Le sue lettere conservate nei nostri archivi rivelano un attaccamento straordinario alla religiosa famiglia, ch'ei vide sorgere e crescere, e alla cui dilatazione assiduamente collaborò con il consiglio e con l'opera. Era suo convincimento che la forma di vita assegnata da Don Bosco alla sua istituzione fosse quanto di meglio si potesse desiderare ai giorni nostri per santificarsi e per santificare ; onde non si stancava di ripetere ai Salesiani che non badassero a quello che facevano altri, ma stessero attaccati alle loro tradizioni, evitando così di alterare la loro fisionomia e di cadere nel genere comune.
Don Bosco fu servo fedele della Chiesa e del suo Capo visibile. Per quanto vi fosse di modernità nella sua concezione della vita religiosa e della pedagogia cristiana, nulla poterono mai su di lui le novità che anche lontanamente prescindessero dagli insegnamenti della Chiesa e dalle direttive del Papa. Il Cagliero calcò anche in questo le orme del suo grande Padre. È difficile trovare un sacerdote o un prelato che più di lui nutrisse spiriti profondamente ecclesiastici e papali. La nuova biografia ce ne somministra prove in abbondanza. Non senza commozione si leggerà, per esempio, la sua umile docilità nel rinnegare pubblicamente l'indirizzo di tanta sua produzione musicale solo per aderire appieno alle prescrizioni di Pio X in materia di musica sacra.
Che al pari di Don Bosco egli sia stato un infaticabile cacciatore di anime, lo sa molto bene chi lo conobbe da vicino e lo apprenderà con ammirazione chi si farà a leggere il lavoro di Don Cassano. Si può asserire che qui sta la sua ragione di essere come sacerdote, come Vicario Apostolico, come rappresentante della Santa Sede nelle cinque repubbliche dell'America Centrale, come Vescovo di una diocesi suburbicaria.
Non è possibile seguire nelle sue varie fasi la multiforme attività di questo atleta del bene senza ammirarne la perfetta dedizione a Dio per mezzo di Don Bosco nell'unico intento di servire la Chiesa. Ma nel medesimo tempo si deve benedire il Signore che al Santo del secolo XIX abbia dato virtù di trarre dal nulla e plasmare stupendamente uomini così completi sotto ogni aspetto, quali vediamo essere stati quelli di cui seppe circondarsi per condurre a buon termine la missione mondiale affidatagli dalla Provvidenza.
Tra queste sue mirabili creature signoreggia la personalità del Cagliero. Molto egli ricevette dal Padre; ma è pur molto quello che al Padre egli rese, avverandosi sovranamente in sì degno figlio di Don Bosco il motto scritturale: Gloria patris filius sapiens.
(1) GIOVANNI CASSANO, Il Cardinale Giovanni Cagliero, 2 voll. - Società Editrice Internazionale, Torino. Lire 20.
I Cooperatori che, confessati e comunicati, visiteranno una chiesa o pubblica cappella pregando secondo l'intenzione del Sommo Pontefice (i Religiosi e le Religiose, la loro cappella privata) possono acquistare l'indulgenza plenaria:
Ogni mese:
1) In un giorno del mese a loro scelta.
2) Il giorno in cui fanno l'Esercizio di Buona Morte. 3) Il giorno in cui partecipano alla Conferenza mensile salesiana.
Nel mese di Settembre anche:
1) Il giorno 8: Natività di Maria SS. 2) Il giorno 12: SS. Nome di Maria.
3) Il giorno 14: Esaltazione di Santa Croce. 4) Il giorno 15: Sette dolori di Maria SS.
5) Il giorno 29: Dedicazione di S. Michele Arcangelo.
GIAPPONE.
Ricordi dell'Anno Santo in Missione. Rev.mo ed amat.mo Signor D. Ricaldone,
L'alleluja pasquale di quest'anno, che ci richiama Don Bosco, non è stato per noi tutti meno ricco di consolazioni e frutti spirituali. L'Anno Santo l'abbiamo davvero santificato meglio che potemmo. Anzitutto con una vera campagna di preghiere, individuali e collettive, rassodate efficacemente da tridui, missioni, esercizi spirituali tenuti in ogni residenza per dar comodità a tutti i nostri fedeli di lucrare per sè e per le anime del purgatorio le indulgenze concesse. E tutti ne approfittarono abbondantemente: sia quelli che risiedono nei centri, sia quelli dislocati in luoghi lontani, ebbero il conforto delle pratiche del santo Giubileo. Era edificante vedere il contegno di tutti, e il desiderio di molti di moltiplicare le pratiche a favore delle sante anime purganti... fino a dieci, venti e più volte.
Tutti poi lo vollero concludere col solenne triduo finale in unione di spirito col S. Padre e con tutto il mondo cattolico ai piedi di Maria.
Ma era anche nostro desiderio concretarne il ricordo in una forma utile, che perpetuasse in qualche modo i benefici effetti della Redenzione. Ed ecco che si potè realizzare il disegno, tanto desiderato, di una chiesa ad Oita. Il tenace e diuturno lavoro di propaganda del nostro Don Marega, la carità generosa di alcuni nostri benefattori d'Italia e d'America, ebbero il meritato premio, e noi abbiamo la consolazione di avere una bella chiesetta, capace di oltre duecento persone, in luogo della povera stanza adibita finora. E fu colla più grande commozione del mio cuore, che nel giorno solenne di Pasqua, anniversario della Canonizzazione di Don Bosco, fra il giubilo di tutta la cristianità di Oita, adunata al completo, potei benedire la nuova chiesa ed offrirla a Gesù Redentore, quale omaggio di tutta la nostra Missione a Lui, conforto, guida, sostegno dei missionari. Pensavo alla gioia del S. Padre e della Chiesa; nella nuova Cappella i frutti della Redenzione si possono largamente e comodamente distribuire. Pensavo al nostro Don Bosco e lo pregavo instantemente che volesse Lui presentare a Gesù l'omaggio dei suoi poveri figli Salesiani in Giappone. Pensavo a San Francesco Saverio, cui la Chiesa è dedicata, a Lui che proprio a Oita gettò le basi di quell'apostolato fecondo che diede al grande impero giapponese il Cattolicismo.
Vi sono momenti nella vita in cui l'espressione dei sentimenti pur fortemente sentiti è inesprimibile. Vorrei poterle comunicare la pienezza della gioia provata; vorrei poter esprimere adeguatamente ai benefattori l'intima e profonda riconoscenza; vorrei dire che si è pregato, e quanto. Mi piace di più in pochi istanti di silenzio raccolto pensare al bene che ne verrà alle anime dalla nuova chiesa; al merito immenso che si sono fatto quanti vi hanno concorso; al nostro debito di riconoscenza, che si estinguerà solo in Paradiso.
Ma vicino a Gesù Redentore non può mancare la Sua e nostra Madre Maria. Ecco perchè accanto alla nuova Chiesa, come vago giardino, è sorto, rinnovato, rimesso a nuovo l'Asilo « Stella del Mare » della Missione. È riuscito il più bello della città e già lo frequentano una ottantina di allievi. Ma non si può pensare a Maria Ausiliatrice senza pensare ad una relazione col nostro Don Bosco. E proprio in occasione della sua festa a Tokyo ho benedetto la pietra fondamentale del Noviziato Salesiano, base del futuro sviluppo della nostra Pia Società in questa grande Nazione. Fu una funzione familiare, allietata dalla presenza di S. E. Auriti, Ambasciatore d'Italia, che si degnò passare la mattinata alla Scuola professionale Don Bosco.
La fine dell'Anno Santo fra noi dunque fu contrassegnata da una chiesa, fonte di redenzione per tante anime; dal rinnovamento e ampliamento di un giardino d'infanzia, prima tappa di formazione di anime, che si incamminano verso la vita; dall'inizio di costruzione di un Noviziato, prima tappa di formazione di anime che intendono di consacrarsi generosamente e totalmente a Dio per servirlo e per cooperare con Lui alla salvezza delle anime.
Per il Missionario Salesiano in Giappone è gran conforto, se si pensa alle difficoltà dell'apostolato in questa terra di martiri, difficoltà risentite ancor più in questo momento di squilibrio mondiale, che si ripercuotono in forme caratteristiche fin qua. La Provvidenza che guida gli avvenimenti umani per il bene, ci permette intanto di continuare la nostra propaganda di carità. Il giorno 26 aprile con decreto dell'Autorità civile ecco riconosciuto ufficialmente il nostro Ospizio: è un primo passo alla stabilizzazione dell'opera, la quale viene sempre più affermandosi. Ce lo dicono gli elogi, le visite che autorevoli persone vengono facendo ai poveri vecchi e ai buoni orfanelli, la carità che incomincia a farsi dal pubblico e il plauso incondizionato della stampa locale. Oh, davvero che la carità apre le porte e i cuori ed è la forma di apostolato al momento attuale più efficace, più compresa e relativamente più facile. Quanto più fra religione, patria, famiglia e scuola si potrà stringere una forte, amichevole e costante relazione, tanto più potremo fare del bene: se no, saremo semplicemente intrusi, sopportati e peggio. È quanto ci sforziamo di realizzare: farci prima di tutto degli amici.
Accennavo alle visite delle autorità, alle opere della Missione. Il nuovo Prefetto della Provincia di Miyazaki, aderendo al nostro invito, accettò di visitare l'Ospizio: s'interessò dei singoli ricoverati, e partito di là soddisfatissimo, si degnò di fermarsi pure a lungo fra i nostri cinquanta seminaristi, che esortò caldamente a prepararsi alla vita di apostolato collo studio assiduo e colla preghiera ardente, per aver la possibilità di realizzare in pieno il binomio fede e patria. Anche rappresentanti dell'Autorità militare tennero magnifiche conferenze ai nostri seminaristi, mentre i cristiani di Miyazaki, proprio nel genetliaco di S. M. l'Imperatore, accanto alla chiesa, inaugurarono un'asta altissima (16 metri) su cui issare nelle grandi solennità la bandiera nazionale. Un generale tenne il discorso commemorativo, mentre la massa, accompagnata dal concerto del Seminario, intonava il maestoso inno della patria, ed in seguito si riversava in chiesa per pregare su di essa le benedizioni di Dio.
Voglia amatissimo Padre, pregare per noi, affinchè i frutti dell'Anno Santo perdurino in perpetuo a vantaggio di tante anime, a stimolo di conversioni, a connubio saldissimo di religione e patria. È la necessità massima del momento, che imploriamo da Dio e che suggeriamo ai nostri amici di implorare con noi.
Miyazaki, Aprile 1935.
Suo aff.mo Mons. VINCENZO CIMATTI Prefetto Apostolico.
ASSAM
Congresso Eucaristico a Tezpur. Amatissimo Padre,
Mentre Le scrivo, mi sento ancor nell'orecchio i cantici e le preghiere di ben 3000 neofiti raccoltisi nei giorni scorsi qui a Tezpur per un piccolo Congresso Eucaristico e i festeggiamenti in onore di Don Bosco.
Due anni fa, quando aprivamo questo nuovo centro missionario sull'Alto Bramaputra, nessuno avrebbe mai immaginato che in sì breve spazio di tempo avremmo potuto ottenere risultati tanto consolanti. L'impresa a cui allora ci accingevamo era una delle più ardue e difficili perchè dovevamo penetrare nella roccaforte dell'induismo ed affrontare ostacoli di ogni genere.
Ma il nostro buon Padre - a cui è dedicata questa stazione missionaria - non ci abbandonò. Egli fu con noi in quei primi giorni di lotta e guidò i nostri passi verso le prime conquiste. In quel tempo occupavamo una povera casetta presa in affitto, del tutto incapace ad ospitare le varie opere missionarie. Giunse il giorno della sua glorificazione e quel giorno stesso prendevamo possesso di un magnifico fabbricato situato in posizione incantevole presso la sponda del fiume. Ciò che nessuno avrebbe mai sognato, era diventato improvvisamente una consolante realtà. Tutti gli ostacoli erano crollati dinanzi ad una benedizione di Don Bosco Santo!
Qualche tempo fa, qui su questa storica collina convennero « dal monte e dal piano » i nostri ferventi neofiti e catecumeni in occasione dei festeggiamenti al nostro Santo presenziati da S. E. Mons. Mathias. Tezpur - la città pagana - venne invasa dalla massa dei cristiani che accorsero a cantare la fede a Gesù Sacramentato e la loro riconoscenza all'Uomo inviato da Dio, il cui nome era Giovanni. Nulla spaventò i nostri cristiani: nè le distanze, nè le intemperie, nè i disagi. Tutte le vie che conducevano alla « Città del sangue » risuonarono del grido cristiano: « Yesù ki barai! » (Sia lode a Gesù!). Giunsero coi tamburi in testa, sventolando festanti le loro bandiere... - un vero esercito vittorioso!
Per tre giorni fu un alternarsi di riunioni per le discussioni di vari soggetti di vita e di azione cattolica. Era bello mirare là, seduta sul verde tappeto della collina quella massa di popolo che pendeva dalle labbra del missionario, come un giorno i Figli d'Israele ascoltavano le parole di vita eterna che uscivano dalle labbra del Divino Maestro. Da questo Congressino noi ci ripromettiamo frutti consolanti e un avvenire ancor più radioso per la Chiesa di Cristo.
Il sabato si tenne una pubblica commemorazione di Don Bosco nel centro della città con intervento di tutte le autorità cittadine. Anche il mondo pagano si chinò riverente dinanzi alla dolce figura di Don Bosco!
L'ultimo giorno poi segnò un vero trionfo di fede e di entusiasmo. Di buon mattino, un centinaio di catecumeni adulti piegarono la fronte sotto l'acqua rigeneratrice del Battesimo e ben 5oo neofiti, nel Sacramento della Confermazione, divennero soldati di Cristo.
Verso il tramonto, mentre il sole scompariva in un trionfo di porpora e d'oro dietro le vette immacolate dell'Himalaya, Gesù Eucaristico uscì sopra un carro trionfale per l'apoteosi finale. Tremila braccia agitavano la simbolica torcia; tremila cuori palpitavano all'unissono. Sembrava un sogno! A stento potevamo trattenere le lacrime... Che spettacolo!
Mussulmani ed Hindù si fermano riverenti e conquisi. Un canto si eleva solenne: « Raja hi jutana... » (Ecco, arriva il Re!). Ed al passaggio del Divino Sovrano sembra che le snelle palme che fiancheggiano il percorso si chinino, riverenti, mentre le acque del laghetto riflettono in un tripudio di gioia la luce delle fiaccole... «Lumen Christi!... » Oh, venga presto la Luce di Cristo ad illuminare queste tenebre ed ombre di morte! Ad uno squillo di tromba tutti cadono in ginocchio. In alto brilla l'Ostensorio d'oro e Gesù benedice tutta quella moltitudine prostrata ai suoi piedi e quell'altra - immensa - ancor prostrata dinanzi agli «dei falsi e bugiardi». Poi la processione continua solenne e maestosa in un alternarsi suggestivo di canti e preghiere. Ad una svolta della via l'occhio contempla uno spettacolo di bellezza indicibile. È una scia luminosa che si muove in un tripudio osannante verso la collina della Missione. Sull'entrata brilla in un intreccio meraviglioso di lampioncini multicolori un nome a tutti caro « Don Bosco Santo ». È una festa degli occhi; meglio: una festa del cuore! Mons. Mathias intona l'inno di ringraziamento. Poi ancora una volta l'Ostia viva « di pace e d'amor » si leva in un'ultima benedizione... Scoppiano i petardi; prorompono grida di gioia; le note della Banda risuonano festanti il « Christus, vincit ». La folla risponde in un coro possente e l'eco si sperde al di là del Bramaputra come un fremito di vita nuova... È la vittoria di Cristo Re... Khrist raja ki jay!...
Tezpur, giugno 1935.
Sac. LUIGI RAVALICO Missionario Salesiano.
BORSE COMPLETE
Borsa GRATITUDINE VERSO I GENITORI DEFUNTI - Fondata da un sacerdote siciliano. Borsa SACRO CUORE DI GESÙ CONFIDO IN
VOI (4a). Offerta da Mazzi Ceva Celestina. Borsa REGINA DI MONDOVÌ - Fondata da N. N.
Borsa BOSSI COMM. GIOVANNI, a cura di Ida Maria Bossi - Somma prec.: 15000 - A compimento, 5000 - Tot. L. 20.000.
BORSE DA COMPLETARE
Borsa PATROCINIO DI S. GIUSEPPE (2a) - Somma prec.: 3307 - Bianchi Giuseppina, 5o - Tot. L. 3357.
Borsa PIO X (2a) - Somma prec.: 987 - Buffa Giulio, 25 - Tot. L. 1o12.
Borsa PISCETTA DON LUIGI (2a) - Somma prec.: 470 - Piscetta Margherita, 1o - Tot. L. 480.
Borsa REGINA DEL SOGNO - Somma prec. 5000 - Antonio Vella, 300 - Tot. L. 5300. Borsa RICALDONE DON PIETRO (3a) - Somma preci 3002,50 - N. N. Palermo, 300 - Margarita Moretta, 20 - Canossa Teresa, 100 - Tot. L. 3422,50.
Borsa RICCARDI DON ROBERTO - Somma prec.: 18763,20 - Teresa Teodorico, 10 - Famiglia Bianco, 15 - Tot. L. 18788,20.
Borsa RINALDI DON FILIPPO (5a), a cura della casa salesiana di Perosa - Somma prec.: 12.500 - Nuove offerte, 1000 - Tot. L. 13.500.
Borsa ROSINA TURCO SAVODI DI CASTELNUOVO DON BOSCO, a cura del Sac. Anzini Abbondio - Somma prec.: 4065 - Felicita Contessa Schiari Riccardi, 50 - Piccole viole, 100 - Tot. L. 4215.
Borsa RUA DON MICHELE (3a) - Somma prec.: 3055 - A. G., 25 - Tot. L. 3080.
Borsa SACRA FAMIGLIA - Somma prec.: 3111 - Gilardi G. B. 100 - Tot. L. 3211.
Borsa SACRO CUORE DI GESÙ CONFIDO IN VOI (3a) - Somma prec.: 1374 - G. G. C., 250 - N. N. 5 - Belloni Mario, 25 - Tot. L. 1654.
Borsa S. GIOVANNI BOSCO (2a) - Somma prec.: 3696,60 - B. P., 200 - Marenzi Carolina, 5 - Isoardi Don Giovanni, 3 - Zani Marina, 5 - Piero Grenni, 25 - R. Z., 55 - Triulzi, 10 - Rina e Giulio Rigoletti, io - Tot. L. 4009,60.
Borsa SAVIO DOMENICO (4a) - Somma prec.: 6665,70 - A. G., 25 - Gay Giacomino, 1o - Tot. L. 6700, 70.
Borsa S. GIUDA TADDEO - Somma prec.: 2850 - Manacorda Ernesta, 5 - Zani Marina, 5 - Tot. L. 286o.
Borsa S. MARCO, a cura della Casa salesiana di Venezia (Istituto Coletti) - Somma prec.: 10.8o2 - Offerte varie 65 - Tot. L. 10.867.
Borsa S. RITA DA CASCIA - Somma prec.: 2991 - Zani Marina, 5 - Tot. L. 2996,
Borsa S. TERESA DEL BAMBINO GESÙ (11a)
- Somma prec.: 5572,60 - N. N. 200 - Roletto Ernesta, 5o - Tot. L. 5822,60.
Borsa S. VALERIO - Somma prec.: 2810 - Scudo Giuseppe, 10o - Tot. L. 2910.
Borsa UBALDI DON PAOLO - Somma prec.: 3155 - Sac. Edoardo Besana, 15 - N. N. 1o - Mezzagora Eugenia, 100 - Giudice Guglielmo, Zoo - Pozzi Francesco, 200 - L. F. 100 - Ex allieve R. Università di Torino, 210- Tot. L. 3890.
Borsa VERSIGLIA E CARAVARIO - Somma prec.: 11022,50 - R. T. 10 - Chiotasso Francesco, 10 - Colombo Savorè, 15 - Tot. L. 1105750.
Borsa VIOLA ANGELA LINA - Somma prec.: 10679 - G. C. M. 15 - Offerte varie, 515 - Tot. L. 11.209.
Borse iniziate e che attendono di essere completate.
Agrigento (2a), L. 185 - Albarello Don Domenico, L. 1494 - Albera Don Paolo (3a), L. 2795 - Aliquò Ing. Domenico, L. 18.ooo - Anchieta, L. 803,30 - Anes P. A., L. 1700 - Antolini Franco e Bruno, L. 12.000 - Avv. Fausto Santo Belluschi, Brescia,
L. 13.772,90 - Alberto e Raoul D'Alberto, L. 11o.
(Segue).
Parecchie grazie. - Tante volte ho fatto ricorso a Maria SS. Ausiliatrice ed a S. Giovanni Bosco, di cui sono divotissima, e fui sempre consolata. Ma l'intervento dei miei celesti Patroni è stato particolarmente sensibile alla nascita dei miei due bambini di cui il secondo porta il nome di Giovanni per ricordarci continuamente il caro Santo. Due anni or sono mio marito fu sorpreso dal tifo e fu ancora grazia di Maria Ausiliatrice e di Don Bosco se ottenne rapida e completa guarigione. L'ultima grazia l'abbiamo ottenuta recentemente coll'assistenza della nostra bambina in una difficile operazione. La nostra riconoscenza sarà eterna.
Tirino, 28 giugno 1935. ELENA PICCO PAVESIO.
Salvo da certa morte. - II nostro Giovannino, di 18 mesi, fu colpito da una fiera polmonite e s'aggravò tanto che il dottore disperava di salvarlo.
Nella notte dal 12 al 13 febbraio per 3 ore consecutive non fece che smaniare e strillare come un ossesso, mentre noi, ai piedi della culla; invocavamo col cuore straziato ma fiduciosi Maria Ausiliatrice e San Giovanni Bosco perchè ci salvassero il nostro tesoro. All'improvviso Giovannino si calma, cessa di strillare e posa il suo sguardo sorridente sul bel quadro di D. Bosco appeso accanto alla culla. La grazia è ottenuta. Al mattino il dottore dichiara scomparso ogni pericolo. Promettendo eterna riconoscenza, inviamo offerta per le Opere salesiane.
Carmagnola, febbraio 1935.
Coniugi MORESCHI PIERINA e Rocco.
Guarito da grave malore. - Mio figlio, dott. Nullo, colpito da febbre intestinale riuscì a dare l'esame di laurea pur essendo in cattive condizioni di salute. Quando poi avrebbe dovuto subire l'esame di Stato allora s'ammalò nuovamente e gravemente, ma Maria Aus. e Don Bosco Santo vegliavano su di lui; la febbre scomparve pochi giorni prima dell'esame che ebbe esito felicissimo. Riconoscente porgo offerta ed attendo un'altra grazia.
Reno (Parma), 5-3-1935. FABBRI NELLA Cooperatrice salesiana.
Un prodigio. - Il 29 giugno 1934, dopo un solenne triduo di festeggiamenti, si è inaugurato nella nostra chiesa esterna un bellissimo quadro di S. Giovanni Bosco. La festa riuscì imponente per il numero straordinario di Sante Comunioni e per la magnifica processione che accompagnò il glorioso Santo alla nostra chiesa tra un trionfo di luci e di fiori.
Una settimana dopo, nel giorno 8 luglio, S. Giovanni Bosco compensava la grande fede di questo popolo con un vero prodigio.
Eravamo intente a preparare il salone per un'accademia di omaggio a S. E. Mons. Mazzella, quando sentimmo altissime grida e un parlare concitato. Temendo qualche disgrazia, scendemmo a precipizio e seguendo la voce che continuava altissima, ci trovammo in chiesa, ove il buon Dio ci voleva a constatare la grande potenza che il nostro Santo Fondatore ha in Cielo.
Prostrata innanzi al quadro, con le braccia tese verso il Santo, una povera donna gridava singhiozzando: « Don Bosco finiscimi la grazia, finiscimi la grazia! ». In piedi, innanzi a lei, stava una bimba di circa 8 anni, commossa e tremante, con tutta la semplicità della sua anima di piccolo fiore dei campi nello sguardo puro.
Abbiamo rivolto alla mamma, qualche parola di conforto, ed ella ci ha detto che abitava nella campagna a cinque miglia da Martina Franca e si chiamava Aquaviva Grazia in Nucci. Quella sua bimba, Nucci Comasia nata a Martina il 21 gennaio 1926, essendo stata paralizzata alle gambe, non si reggeva affatto. Stava quasi sempre a letto e quando si muoveva, si trascinava a carponi.
Nella notte dal 5 al 6 luglio essa aveva sognato un prete che si chiamava Don Bosco, il quale le aveva detto: « Vieni nella mia chiesa che ti devo sanare le gambe ». La mamma, povera e analfabeta, che non sapeva chi fosse questo Don Bosco, a tutta prima, non aveva posto mente al sogno della figlia, ma quel giorno, tanto per togliersi uno scrupolo, era venuta a Martina a piedi, portando la bambina in collo, per domandare ove abitasse quel prete così bravo.
Giunta in città, seppe che Don Bosco non era solamente prete, ma anche gran Santo, e le fu indicata la nostra chiesa e il nostro quadro. La bambina riconobbe il prete del sogno, e la mamma si sedette in un banco con la figlia sulle ginocchia e lì pianse e pregò a lungo. Ad un tratto sentì nell'anima la persuasione che D. Bosco l'avrebbe esaudita, perciò disse: « Figlia mia, core di mamma, proviamo, chissà... Tu potessi stare in piedi !... » La scese a terra e vedendo che si reggeva, si mise a gridare: a Don Bosco finiscimi la grazia! ». Infatti la bimba stava in piedi, ma non camminava.
Allora abbiamo fatto venire in chiesa le orfanine e insieme alla gente accorsa alle grida della donna, s'incominciò a pregare forte. Venne anche Monsignor Caroli, il quale, messo il rocchetto e la stola, iniziò una Novena ad alta voce. Si pregava e si piangeva da tutte.
Intanto l'ottima nostra Direttrice, Sr. Carmela Nicotra, piena di fede e di carità, tentava di far camminare la bambina. Prima la sorresse, poi la guidò solamente con la mano sù e giù per tutta la chiesa, infine la lasciò sola, ed essa venne spontaneamente ad inginocchiarsi davanti al quadro, per finire la novena con gli altri. Fu un momento di tremito generale la bimba aveva acquistato l'uso delle gambe e noi ci sentivamo venire meno per l'emozione. Si fecero molte preghiere di ringraziamento, e, siccome era quasi mezzogiorno, si diede alle poverette un po' di pranzo, mentre due signorine esterne andavano a comprare un paio di scarpette, perchè la bimba aveva ai piedi soltanto le calzette bianche, non potendo sostenere il peso delle scarpe.
Gliele calzammo e se ne andò a casa, camminando abbastanza bene. Ora resiste anche ad una lunga strada, però trascina un pochettino la gamba destra.
Ha già fatto la sua Prima Comunione e, siccome la mamma l'ha lasciata a Martina, presso alcuni parenti, frequenta la nostra scuola e sovente la troviamo dinanzi al quadro di S. Giovanni Bosco, che l'ha così miracolosamente guarita.
Martina Franca, giugno 1935.
Sr. GIUSEPPINA VIGNA, F. M. A.
Attesto la veridicità del fatto come sopra.
Sac. FEDELE CAROLI. Il Dottor E. Scatigna depone:
Avendo visitata la bambina Nucci Comasia, insieme al Dr. Speziale di Taranto, sembra, dall'andatura, dai movimenti esagerati di estensione della gamba sulla coscia, dalla ipotrofia dei muscoli dell'arto malato, dall'anammesi, che ho potuta raccogliere dai parenti, che detta bambina abbia avuta in precedenza una paralisi infantile, guarita per un fatto soprannaturale anche perchè la piccina, per le misere condizioni famigliari, non ha fatto uso di medicinali. Dott. ERN. SCATIGNA.
Ringraziano ancora Maria SS. Ausiliatrice e S. Giovanni Bosco:
Dr. G. F. (Torino) per ottenuti insperati miglioramenti nella carriera e per grazie spirituali.
Cavaliere Giuseppina (Niscemi) per ricuperata salute dopo una grave malattia intestinale.
M. G. (Genova) per la gioia di una robusta e cara bambina.
Pedrocco Vio Carla (Venezia) per la ricuperata salute del figlio Tonino.
Brusco Flavia (Alice Bel Colle) con devota e filiale riconoscenza rende vive grazie alla SS. Vergine Ausiliatrice e a D. Bosco Santo che in occasione di grave malattia di cuore la confortarono e le ridonarono la primiera salute.
M. P. T. (Novara) per l'immediato ritorno alla calma, al contatto dell'immagine di D. Bosco, di una figliuola sorpresa da dolorosa crisi di disperazione in seguito a malattia e forti emorragie.
Nodari Maddalena (Longhena di Mairano) per la guarigione del babbo di 91 anni. che, colpito da bronco-polmonite, guarì al contatto delle immagini di Maria Aus. e di D. Bosco Santo.
Schergna Grazia (Strembo di Trento) per la guarigione della nuora dopo lunghe sofferenze e per aver scampato dalla folgore un figlio che stava al volante durante un furioso temporale.
Pavignano Clelia (Biella) per l'ottenuta guarigione di una fiera polmonite che l'aveva ridotta in fin di vita e per altre grazie straordinarie.
Baldi Argia (Arezzo) per la protezione del fratello Don Ferruccio che, caduto dall'altezza di 5 metri, ne uscì incolume senza conseguenze di sorta.
Raiteri Edoardo (Calliano Monferrato) perchè colpito da encefalite e ridotto in fin di vita, ottenne miglioramento appena invocato, colla famiglia, l'aiuto di Don Bosco Santo.
Bona Bianco Luigina (Cossano Belbo) per l'ottenuta guarigione di una bambina.
Scala Gina (Lugo di Grezzana) per la guarigione della figlia Maria affetta di erisipela.
Nina Nervo in Morra (Rivoli) per la duplice grazia di aver salva la propria vita e quella della sua bambina, ambedue in pericolo, nell'ora sospirata delle gioie materne.
Gilardi Giuseppe per la perfetta guarigione ottenuta dopo 10 anni di fortissimi dolori, causati da una sacralizzazione vertebrale, solo per l'interessamento paterno di San Gio. Bosco.
M. R. Cooperatore salesiano (Torino) per la guarigione da bronchite e da pleurite.
Gatti famiglia (Viarigi) per la protezione e assistenza ottenuta in penose circostanze della vita e per la guarigione concessa ad una inferma spedita da vari professori.
Tavella Renato per ottenuta guarigione dopo una novena di preghiere.
Torta Maria per un lieto evento, invocando continua protezione.
Surglione Carla (Mombello) per ottenuta guarigione giudicata dal medico miracolosa.
Ternaghi famiglia (Roma) per la salvezza di un bimbo da certa morte.
Ratti Ezio (Montechiarugolo) per la ricuperata salute del fratellino Egidio malato di broncopolmonite e pleurite.
C. M. per segnalatissima grazia ricevuta. Marescotti Maria di Francesco (Cascina S. Andrea di Alessandria) per grazia ricevuta.
Grasso Enrichetta (Genova) per grazia ricevuta. Del Piatto Franco per guarigione da peritonite. Toesca Adelina per l'ottenuto impiego al figlio
Giulio, superando gravissime difficoltà.
Chiappero Dino ex-allievo (Caluso) per molte grazie ricevute.
Leberdi Adele ved. Pace per l'ottenuta promozione di tre nipoti.
Soressi Maria (Carpaneto) per la guarigione di un eczema sviluppatosi 2o anni fa.
Bossi sorelle (Milano) per la sistemazione di interessi dopo le angustie di una causa che si trascinava da anni.
Viale Maria per una grazia sospiratissima. Prioris Prassede (Torino) per una grazia segnalatissima.
Zola Libera per la guarigione della diletta figlioccia mamma di due teneri bimbi, invocando continua protezione.
Ricci Francesco (Roma) per l'improvvisa guarigione di un mal di gola che gli rendeva penosa la respirazione di notte.
Musso famiglia per evitata operazione e perfetta guarigione del piccolo Renzo.
Bianco Massa Anna (Montaldo di Mondovì) per l'ottenuta guarigione del piccolo Bruno sofferente per grave infezione intestinàle.
A. L. T. (Padova) per una segnalatissima grazia.
Petrinetto Marina (Torino) ringrazia M. Aus. pel lavoro ottenuto mediante una benedizione ricevuta secondo la formula lasciata da Don Bosco Santo.
Bacher Federica (Ortisei) per improvvisa guarigione da gravissima malattia.
N. N. (Arezzo) per grazia ricevuta.
Trifari Guglielmo per l'ottenuto impiego del figlio. A. L. (Moncucco Torinese) per grazia ricevuta. Donalisio V. (Torino) per aver ritrovato un oggetto prezioso.
Famiglia S. per grazia ricevuta.
Ricci Virginia (Pietracolora) per guarigione da violenta bronchite e liberazione da una grave debolezza di cuore.
Pene Luigia ved. Castello (Torino) per l'ottenuta guarigione di un grave malore.
Famiglia N. N. B. (Agliano) per l'ottenuta guarigione, senza operazione, del nipote malato di gola.
Franchelli Roggero Antonietta riconoscente a Maria Aus. e a Don Bosco Santo per grazia ricevuta. Porge offerta e invoca continua protezione.
Calamai Albina (S. Quirico di Vernio) per l'intervento sensibile di Maria Aus. e di D. Bosco Santo nella cura e nella guarigione del figlio Vinicio prima da malattia nervosa e poi da sinovite e duplice frattura al ginocchio, causata da caduta.
Garessi Maria per assistenza negli studi.
Sciano Maria (Torino) per guarigione da forti dolori lombari.
Aldo Retteuna e sorella per diverse grazie e soprattutto per la guarigione della mamma da grave malattia.
Scalabrino Giuseppina per l'intervento di S. Gio. Bosco in una grave operazione.
B. A. (Chiavari) per guarigione da lunga malattia ormai disperata.
V. A. ved. B. per aver evitato un'operazione e per altre grazie.
R. C. (Venaria Reale) per sollievo da grave pena morale, in attesa di grazia completa.
A. R. per la ricomposizione di interessi di famiglia.
Una divota per sufficiente sollievo da mal-di gola.
Lavino Giuseppe e Amelia (Cambridge-Mass. U. S. A.) pel felicissimo esito di pericolosa operazione chirurgica sostenuta dall'angelo della famiglia.
N. N: (Foglizzo) per grazia ricevuta, invia offerta invocando da Maria Ausiliatrice e da Don Bosco Santo altri favori.
Una figlia di Maria per l'ottenuta guarigione da un fibroma, senza intervento chirurgico.
Rosso Don Francesco per varie grazie ricevute.
N. N. (Casale Monf.to) per grazia ricevuta.
N. N. (Tortona) per aiuto e incoraggiamento ricevuto in una dura e amara prova.
N. N. per segnalatissima grazia ricevuta, inviando offerta pel riscatto di un cinesino.
N. N. per l'ottenuta guarigione del figlio colpito da fiera polmonite.
N. N. per la guarigione di un nipotino.
N. N. invocando protezione sui due figli porge importo per riscatto di due bimbi infedeli.
La cooperatrice Masella Matilde da Piedimonte. grata e riconoscente ringrazia pubblicamente San Giovanni Bosco per averle ridonata la sua figliuola completamente guarita dopo grave malattia.
Teresa e Anna Vittoni (Domodossola) riconoscenti per la guarigione della sorella Emma, colpita da grave infezione al braccio destro, inviano piccola offerta, con la promessa di ricordare sempre le Opere di S. Giovanni Bosco.
N. N. (Tortona) ringrazia Don Bosco Santo per la segnalatissima grazia ottenuta.
N. N. (Carignano) per felicissimo esito di operazione chirurgica.
N. N. per grazie ricevute invocando continua protezione.
N. N. (Foglizzo) per l'ottenuta assistenza in delicati affari commerciali.
N. N. per la guarigione di un figlio colpito da encefalite.
N. N. (Merano) per la guarigione del fidanzato da grave malore.
N. N. (Trento) per l'ottenuta assistenza e conforto durante la sistemazione di gravi affari legali.
Cooperatore salesiano (Rufina) per le due segnalatissime grazie ottenute.
N. N. (Messina) per il felice esito di atto operatorio seguito da guarigione perfetta.
Una devota di San Giovanni Bosco per l'ottenuta guarigione di male d'occhi.
N. N. (Castelfranco dell'Emilia) per il ristabilimento in salute della mamma.
S. G. per l'ottenuto ravvedimento di un giovane discolo.
F. V. (Canale S. Bovo) per speciale grazia ottenuta.
M. C. G. (Varese) per segnalatissima grazia ricevuta.
Dott. L. G. (Mestrino) per felicissimo esito di esame di stato.
Z. D. per scampata operazione chirurgica e ottenuta guarigione.
F. U. per favori ottenuti invocando protezione e assistenza particolare.
M. G. R. per conversione di persona carissima avvenuta nella notte precedente il suo trapasso.
C. P. per il felicissimo esito di grave operazione chirurgica subita da un bimbo.
N. N. per l'ottenuta sistemazione di una delicata situazione familiare.
P. M. (Torino) per ottenuta guarigione del padre che colpito da fiera polmonite già era ridotto agli estremi.
C. P. (Milano) per la grazia della guarigione concessa ad un bimbo.
Dott. V. G. (Castagnola - Svizzera) con devota e filiale riconoscenza ringrazia Don Bosco Santo che lo guarì di una terribile neurastenia, dovuta all'eccessivo lavoro intellettuale, che lo preoccupava grandemente con grave scapito delle sue mansioni.
L. M. (Torino) per essere stata guarita due volte da San Giovanni Bosco.
M. D. per l'ottenuta guarigione di una nipotina colpita da dolori articolari.
V. G. per una grande grazia ricevuta e ne implora, fiduciosa, un'altra.
G. C. V. per segnalatissima grazia ricevuta inviando offerta per l'altare del novello Santo.
B. A. per aver potuto riavere con sè persona di sua fiducia.
E. Z. per aver ottenuto il coraggio necessario nel sottoporsi a grave ed inevitabile operazione chirurgica ben riuscita.
G. A. M. per la guarigione della figlia, che colpita da gravissime malattie era ridotta in fin di vita. Don Bosco Santo invocato fiduciosamente impetrò da Maria Aus. la miracolosa e duratura guarigione.
F. A. (Cassano Spinola) per la guarigione della figlia.
G. A. (Casale Monf.to) ringrazia Don Bosco Santo che gli salvò da certa morte il suo giardiniere che, raccogliendo frutta, era caduto dall'altezza di 4 metri riportando una leggera commozione cerebrale e viscerale e contusione renale con travaso di sangue ai reni e ai polmoni.
Una mamma (Genova) per l'ottenuta guarigione di un figlio, che era l'unico suo sostegno, da grave esaurimento e crisi nervose.
A. C. (Torino) per aver potuto conchiudere un matrimonio tanto desiderato.
B. G. (Rovigno d'Istria) colpito da emorragia interna causata da un'ulcera duodenale ha potuto evitare l'operazione e guarire perfettamente per la
potente intercessione di San Giovanni Bosco, al quale con devota fiducia si era rivolto recitandone la novena.
B. G. per l'ottenuta guarigione della mamma colpita da bronchite, polmonite e da forte mal di denti: guarì dopo 5 mesi di sofferenze applicando la reliquia di San Giovanni Bosco sulle parti malate.
F. R. ex-allievo e famiglia (Salizzole) ringrazia dopo ben sette anni per due grazie ricevute.
N. N. (Terlago) riconoscente a Maria Aus. per la guarigione della figlia e per il collocamento del figliuolo, ringrazia la cara Madonna di Don Bosco Santo e spera che la Santa Vergine continuerà la sua protezione su di lei e sulla sua cara famiglia.
M. T. (Torre Bairo) riconoscente per grazia ricevuta ringrazia pubblicamente e invoca assistenza e protezione.
C. C. (Lu) per l'ottenuta guarigione della nipotina affetta da catarro bronchiale.
L. C. (Torino) per l'ottenuta guarigione, senza operazione, di un bimbo malato di tonsillite.
N. N. (Torino) per il ritorno della pace in famiglia dopo molti mesi di burrasche.
Una suora per ottenuto sollievo da indisposizione fisica.
Coniugi Bosco (Rivalta T.) per grazia ricevuta in seguito ad operazione subita dal figlio.
Majocchi Antonietta per segnalatissima grazia ottenuta.
Squillario Luigi e fam.a (Piatto) con infinita riconoscenza ringrazia per straordinaria grazia ricevuta.
Baruffaldi fam.a (Andezeno) per varie grazie ricevute e per l'evitata operazione alla mamma.
Moriondo Teresa (Torino) rivoltasi con fiducia illimitata a Maria Aus. e al suo fedel servo San Giovanni Bosco ottenne, contro le previsioni dei dottori operanti, il felicissimo esito di operazione subita da una sua sorella.
Una Figlia di M. Aus. (Torino), colpita da grave infezione al sacco lacrimale, guarì senza operazione per intercessione di M. Aus. e di Don Bosco Santo.
Una Patronessa (Torino) ringrazia commossa per l'ottenuta guarigione, da mal di gola, di una bambina e di bronco-polmonite di un'inferma settantenne.
A. R. (Torino) per essere stato consolato in gravi angustie.
N. N. (Selve Marcone) per l'ottenuta guarigione del padre e di una sorella.
Rossi Iolanda (S. Casciano dei Bagni) protesta tutta la sua riconoscenza a San Giovanni Bosco per una grazia segnalatissima ottenuta, e prega il caro Santo a volerle continuare la sua valida intercessione presso la gran Madre di Dio, Maria SS. Ausiliatrice.
M. B. (Torino) per l'ottenuta guarigione del fratello.
N. N. (Sanico) per evitate disgrazie e per ottenere varie grazie.
M. M. (Bellinzago) per grazia ottenuta a persona cara.
M. R. (Verona) per aver ottenuto la pace del cuore dopo angosciose tentazioni di disperazione.
Altri trionfi di S. G. Bosco in Sicilia.
Il nostro infaticabile Don Fasulo, che nella sua propaganda attraverso l'Italia e all'Estero ha dedicato particolari cure al movimento salesiano in Sicilia, inviato dal Rettor Maggiore nell'Isola, per promuovere ed incoraggiare le feste in onore di S. Giovanni Bosco, ha trovato ovunque la più cordiale ed entusiasta corrispondenza. Città e popolazioni, associazioni religiose e civili, hanno risposto con tanto slancio che, dopo le feste trionfali celebrate a Catania, a Palermo, a Messina, e nelle altre città dove sono istituzioni di Don Bosco, abbiamo avuto la gioia di altri trionfi anche nei centri dove non sono Salesiani e Figlie di Maria Ausiliatrice, per iniziativa e merito particolare dei decurioni, ex-allievi e Cooperatori salesiani.
Feste di eccezionale solennità, in nobile gara, si sono svolte ad Erice, Poggioreale, Favara, Racalmuto, Canicatti, Agrigento, Caltanissetta, Mazara del Vallo, Siracusa, Cefalù, Sciacca, Piazza Armerina, Acireale, Augusta, Aci S. Antonio, Licata, Gela, Riesi, Termini Imerese, Montemaggiore Belsito, Ali Marina, Noto, Enna, Alcamo, Porto Empedocle, Petralia Soprana, Gange, Alimena.
Promosse da larghi ed eletti comitati, furori tutte precedute da tridui con duplice predicazione al mattino ed alla sera.
Si sono viste dovunque ampie chiese divenire insufficienti a contenere la folla dei fedeli e, a chiusura di imponenti processioni svoltesi fra vie affollate, addobbate, illuminate, raccogliersi nelle piazze moltitudini strabocchevoli, migliaia e migliaia di persone, osannanti a D. Bosco Santo.
Dappertutto straordinaria l'affluenza ai santi Sacramenti.
Numero simpatico, caratteristico nel programma di ogni festa, è stato l'omaggio delle scolaresche.
Gli alunni delle scuole primarie e secondarie, inquadrati, guidati dai presidi, dai direttori didattici e dal corpo insegnante, si sono recati in massa nelle chiese a rendere omaggio all'Apostolo della Gioventù.
Durante le feste, oltre le prediche in chiesa, D. Fasulo tenne anche, in teatri pubblici, interessanti conferenze con proiezioni luminose illustranti la figura e le Opere del nostro Santo.
Piena, fervida, anche la partecipazione delle Autorità civili e politiche con a capo gli Ecc.mi Prefetti, i Segretari Federali e i Podestà che, dovunque, hanno messo a disposizione le bande cittadine.
Fra i numerosi labari e vessilli delle associazioni religiose e civili, a capo dei cortei, o dietro le statue del Santo, portate su carri trionfali, si sono sempre visti i gonfaloni dei municipi retti da valletti o guardie in alta tenuta.
L'inno « Don Bosco trionfa », ripetuto dalle masse, è diventato popolare in tutte le plaghe della Sicilia.
Delle singole, imponentissime manifestazioni hanno pubblicato ampie, relazioni e fotografie numerosi quotidiani.
Dolenti che lo spazio non ci consenta di più, diamo almeno qualche dettaglio caratteristico.
Ad Erice le feste, promosse dal decurione salesiano Sac. D. Giuseppe Messina, si svolsero nella chiesa di S. Martino (16-19 agosto 34);
A Poggioreale (11-14 ottobre); a Favara (18-21 ottobre), a Racalmuto (25-28 ottobre), nelle chiesemadri, ad iniziativa degli arcipreti D. Girolamo Conte, D. Salvatore Pirrera e D. Giovanni Casuccio, decurioni salesiani.
A Canicatti parteciparono alle feste (7-11 nov., 34) l'Arcivescovo S. E. Mons. Fiandaca, S. E. Mons. Peruzzo Vescovo di Agrigento, che celebrò il pontificale, gli Ecc.mi Vescovi salesiani Mons. Coppo e Mons. Cognata, S. E. il Prefetto e il Segretario Federale, l'Ispettore Salesiano Don Orto, e i Podestà della plaga con larghissime rappresentanze. Quattro bande rallegrarono la processione cui parteciparono più di 30 mila persone.
Il trionfo di Canicatti si rinnovò ad Agrigento (14-8-nov.) e a Caltanissetta (22-25 nov.).
Le feste promosse da Cooperatori ed ex-allievi, con a capo i due direttori diocesani Mons. Angelo Ficarra, e Can. Giov. Calamoneri, si svolsero nelle Cattedrali. I due Ecc.mi Vescovi diocesani, Mons. Peruzzo e. Mons. Jacomo, tennero pontificale con omelia. Vi assistettero tutte le autorità, che parteciparono anche alle processioni. La grande piazza della stazione ad Agrigento, e la piazza Duomo di Caltanissetta, rigurgitanti di popolo, alla fine delle processioni, offrirono spettacoli meravigliosi.
A Favara, Racalmuto, Canicatti, Agrigento, Caltanissetta la statua di S. Giovanni Bosco fu portata su un carro trionfale.
Anche a Mazara del Vallo le feste (22-25 novembre) promosse dal direttore diocesano, Parr. Don Luciano Fiorentino, e da un comitato onorario con a capo S. E. Mons. Ballo, si svolsero in Cattedrale.
Predicò il triduo S. E. Mons. Coppo. La processione fu rallegrata dalla banda municipale e dalla banda degli orfanelli dell'Istituto Don Bosco di Marsala.
A Siracusa le feste, promosse dall'Arcivescovo S. E. Mons. Baranzini, coadiuvato dal direttore diocesano, Can. Giuseppe Cannarella si svolsero nella vetusta storica cattedrale. Intrecciarono le lodi del nostro Santo l'Arcivescovo e S. E. Mons. Bargiggia, Vescovo di Caltagirone.
Dal 13 al 16 dicembre, le feste si svolsero in un'altra storica cattedrale, il Duomo normanno di Cefalù, per iniziativa dell'Ecc.mo Vescovo Mons. Cagnoni cui furono fervidi collaboratori Mons. Misuraca e l'Abate Barberi, direttore diocesano - e nella chiesamadre di Sciacca, per iniziativa dell'arciprete Don Nicolò Licata, decurione.
A Cefalù partecipò l'Ospizio salesiano di Palermo, colla schola cantorum e colla banda; a Sciacca predicò Mons. Coppo e intervenne l'Ispettore D. Orto.
Dei festeggiamenti svoltisi a Piazza Armerina (17-20 gennaio, 35), l'iniziativa fu presa dal Rev.mo Prevosto Giuseppe La Vaccara e dal Capitolo della Cattedrale, incoraggiati dall'Ecc.mo Vescovo, Mons. Mario Sturzo.
La domenica alla Messa solenne, in cui la schola cantorum del Seminario eseguì scelta musica con accompagnamento di orchestra, assistettero da un apposito palco le Autorità cittadine.
Un autorevole quotidiano dando la relazione della festa di S. Giovanni Bosco celebratasi nella cattedrale di Acireale (31 gennaio - 3 febbraio 35), scrisse« Domenica 3 febbraio è stata una giornata memoranda che passa alla storia... ».
Ne fu promotore S. E. Mons. Russo. Vi parteciparono l'Arcivescovo di Siracusa e S. E. Mons. Cognata.
Processione trionfale. Davanti alla statua, la reliquia del Santo, chiusa in un'artistica urna di argento, fu portata da sei sacerdoti in pianeta rappresentanti sei ordini religiosi. Colla banda del Dopolavoro comunale, sfilò in processione la banda salesiana dell'Ospizio S. Cuore di Catania.
Le feste ad Augusta, promosse da ex-allievi e dal Can. Cannava, si svolsero (7-10 febbraio) nella chiesa del patrono S. Domenico.
Vi intervenne l'Arcivescovo di Siracusa.
All'entusiasmo della città, parteciparono anche i trecento detenuti della casa di pena.
D. Fasulo tenne per loro, in un vasto salone del penitenziario, una conferenza con proiezioni sul Santo. I reclusi la seguirono col più vivo interessamento, applaudirono con commozione e, negl'intermezzi, cantarono a coro gl'inni di D. Bosco.
A Licata, in occasione delle feste, celebratesi nella chiesa-madre (21-24 febbraio) ad iniziativa del Prevosto Mons. Angelo Curella, decurione salesiano, fu benedetta e portata in processione una nuova statua in legno del Santo, dono munifico dell'ex-allievo avv. La Lomia. Parteciparono alla processione S. E. Mons. Peruzzo e un gruppo di Canonici della Cattedrale di Agrigento.
Le feste di Gela svoltesi nella chiesa-madre (2528 aprile), ad iniziativa dell'arcidiacono Don Francesco Capici, ebbero degna corona in una processione grandiosa, cui parteciparono 2o mila persone.
Simile manifestazione si ebbe a Riesi (2-5 maggio), dove le feste si svolsero nella chiesa basilicale di S. Maria della Catena, ad iniziativa del Parroco, D. Ferdinando Cinque, decurione, e del zelatore Sac. Angelo Minasola.
A Termini Imerese le feste (9-12 maggio) furono promosse dall'arciprete Mons. G. Formusa, decurione. Colle altre cerimonie svoltesi nel grandioso duomo, numero caratteristico nel programma fu la benedizione di tutte le automobili della città nel pomeriggio della domenica, prima della processione. Questa riuscì una vera apoteosi... L'effigie del Santo fu portata, su un vistoso e profumato trono di fiori, dagli studenti del R. Liceo-Ginnasio.
Non potevano riuscire più piene e più fervide le feste celebratesi nella chiesa-madre di Montemaggiore Belsito, grazie allo zelo dell'Abate Mons. Raffaele Arrigo, decurione.
Furono distribuite dinanzi all'altare del Santo 3000 comunioni. Affettuoso l'omaggio delle scuole cui fu dato D. Bosco come particolare patrono.
Nella devota cerimonia furono benedetti e consegnati al corpo insegnante i quadri del Santo destinati a tutte le aule scolastiche. Bella, il mattino della domenica, la cerimonia della prima comunione a 6o fanciulli e fanciulle.
Ad Alì Marina furono celebrate feste di plaga (23-26 maggio) promosse, oltrechè da un largo comitato cittadino, dagli Arcipreti, dai Podestà e dai Segretari Politici di Furci, Roccalumera, S. Teresa Riva, Scaletta Zanclea.
In processione fu portata una nuova statua del Santo sopra un carro trionfale ornato di fiori.
Le feste celebratesi nella cattedrale di Noto (30 maggio - 2 giugno), furono promosse da un comitato composto di tutte le autorità cittadine con a capo il Vescovo, S. E. Mons. G. Vizzini, che vi prese affettuosa, vivissima parte.
Fu benedetta e portata in processione una nuova statua del Santo in legno ; opera dell'artista notinese Sig. Mario Senia, dono del Can. Prof. Antonino Schermi. Maraviglioso lo spettacolo offerto dalla piazza del municipio al termine della processione. Una marea di popolo gremiva la vasta piazza e la monumentale scalea della cattedrale.
Simile spettacolo si rinnovò ad Enna (6 - 9 giugno). Le feste, promosse da un comitato di cui era presidente il decano Dr. Mario Arengi ed anima il Sig. Giuseppe Fiorenza, zelatore salesiano, si celebrarono nel duomo.
Il giorno della festa, alla Messa solenne assistettero, da apposita tribuna, il Vice-Prefetto, in rappresentanza di S. E. il Prefetto, assente dalla città, il Segretario Federale, il Podestà e le altre autorità cittadine.
Nel pomeriggio la processione dal duomo si recò nella chiesa del Carmine dove, a cura dell'Arciconfraternita omonima, S. Giovanni Bosco ha, all'esterno, una nicchia e, nell'interno, un altare.
Il magnifico, fervido movimento sviluppatosi in Sicilia nel nome ed in onore di S. Giovanni Bosco e che si va estendendo ad altre città dell'Isola generosa, è frutto della buona organizzazione dei Cooperatori salesiani.
ANDRIA. - Lo zelo di S. E. Mons. Bernardi e la carità del compianto can. primicerio D. Sabino Troya procurarono alla città di Andria l'opera dei figli di Don Bosco che in breve si acquistarono la benevolenza di tutti. Lo dimostrarono eloquentemente le feste celebrate lo scorso aprile ad onore del Santo. Preparate accuratamente da un duplice comitato in cui figuravano le massime autorità e le più distinte personalità, furono favorite dall'eloquenza di P. Rosario da Campobasso, predicatore del triduo.
Il giorno della festa, 28 aprile, nella bella chiesa parrocchiale salesiana dell'Immacolata, S. E. Mons. Bernardi tenne il solenne pontificale, assistito dal Capitolo, alla presenza di autorità ed immensa folla, e compì l'investitura del nuovo parroco D. Savarè. P. Rosario disse il panegirico e la cappella del M° De Fidio eseguì la musica liturgica.
Nel pomeriggio, nonostante la pioggia, anzi in ringraziamento, si fece la solenne processione cui parteciparono associazioni e popolo. Lo stesso Ecc.mo Arcivescovo cantò infine il Te Deum e, prima della benedizione, rivolse una fervida allocuzione implorando sulla città e diletta diocesi l'assistenza di D. Bosco Santo.
CASTELFERRERO (Alessandria) ha celebrato la festa di Don Bosco Santo il 16 maggio u. s. dopo un triduo di predicazione tenuto dal salesiano Don Giovine. Il Prevosto locale ebbe la corrispondenza di tutta la popolazione che non solo accorse alle prediche ed alle sacre funzioni, ma soprattutto ai santi sacramenti, preparandosi così degnamente al grande trionfo del Santo culminato nella solennissima processione.
FAGNANO CASTELLO (Cosenza). - Ad iniziativa della famiglia Calvano, domenica 28 aprile, nella chiesa di S. Pietro, venne dedicata una artistica edicola a S. Giovanni Bosco.
Vi parteciparono, oltre all'intera popolazione, tutte le autorità cittadine, le associazioni locali, religiose, civili e di Azione Cattolica.
In assenza di Mons. Vescovo, impossibilitato all'ultimo momento, celebrò la Messa l'Arciprete D. De Gregorio, che al vangelo illustrò magistralmente la vita del Santo.
Al termine della cerimonia, la famiglia promotrice fece larga distribuzione di immaginette e ricordi del Santo.
La bella cerimonia ebbe termine con la consacrazione della gioventù di Fagnano al Santo educatore.
SAN SEVERO. - Nella vetusta cattedrale, splendidamente addobbata, S. E. Mons. Durante, vescovo diocesano, ha benedetto, la sera del 20 giugno u. s., la statua del Santo che la signora Giuliani-Morrone ha regalato per l'Istituto salesiano cittadino. Quindi Don Fasulo iniziò la predicazione del triduo, che proseguì frequentatissimo, suscitando indescrivibile fervore. Oltre a Mons. Vescovo diocesano, che tenne il solenne pontificale di chiusura e presiedette la grandiosa processione, intervennero anche gli Ecc.mi Vescovi di Foggia, di Lucera e di Ascoli e Cesinato che si alternarono nelle principali funzioni cui parteciparono a turno, colla massa del popolo, le scolaresche e le associazioni cattoliche, ex-allievi, patronesse e cooperatori delle Opere salesiane. Disse l'omelia S. E. Mons. Consigliere. Tutte le autorità civili, politiche e militari assistettero ufficialmente tanto al pontificale quanto alla processione. In preparazione l'avv. Di Stefano, Primario del Foro di Napoli, aveva tenuta una dotta conferenza nell'Oratorio delle Figlie di Maria Ausiliatrice, e nel corso del triduo Mons. Vescovo aveva benedetto anche il labaro dell'associazione Donne di Azione Cattolica. Il frutto più consolante si ebbe ai santi sacramenti cui Don Bosco attrasse le anime col fascino irresistibile della sua santità eucaristica.
EQUATORE - CUENCA. - Cuenca, l'Atene dell'Equatore, patria di poeti e di eminenti uomini di stato, la città eucaristica e mariana per eccellenza, ha coronato tutte le feste celebrate nella Repubblica ad onore di D. Bosco Santo, specialmente in Quito, Guayaquil e Riobamba, con una vera apoteosi.
Zelanti comitati di cooperatori, cooperatrici ed ammiratori delle Opere salesiane elaborarono il vasto programma che si svolse poi egregiamente dal 26 aprile al 5 maggio u. sc. nel bel Santuario di Maria Ausiliatrice.
Alla vigilia della novena, il 25 aprile, l'Associazione provinciale dei Professionisti, alla quale appartengono uomini di tutte le idee, volle l'onore di una solenne commemorazione civile che fu tutta una glorificazione di Don Bosco e dell'opera dei Missionari Salesiani nelle foreste dell'Oriente Equatoriano. Concorso straordinario. L'Associazione colse anche l'occasione per conferire la medaglia d'oro ai due nostri missionari Don Albino Del Curto e Don Carlo Crespi. Chiuse l'accademia il dott. Remigio Crespo Toral, Rettore dell'Università e sommo poeta dell'Equatore, con una elevata esaltazione del nostro Santo.
Per favorire la partecipazione più larga della popolazione, i giorni della novena furono così distinti: la giornata dell'orfano, quella dell'operaio, del con tadino, della gioventù, dei bambini, delle bambine, delle Figlie di Maria Ausiliatrice con le loro istituzioni, ecc. Oblati, Redentoristi, Gesuiti, Domenicani, vari Canonici della Cattedrale e l'Ispettore salesiano Don Montaldo si avvicendarono nella celebrazione della Messa Solenne cui parteciparono successivamente tutte le Congregazioni Religiose femminili con le loro opere. Le varie « Scholae cantorum » degli Istituti Religiosi si divisero il programma delle esecuzioni liturgiche e sul pulpito salirono i migliori oratori del Clero secolare e regolare gareggiando nel cantare le glorie del Santo.
La Domenica 28, S. E. Mons. Domenico Comin, Vicario Apostolico di Mendez e Gualaquiza, consacrò il nuovo, artistico altare marmoreo del Santuario che si erge devoto ed elegante dominando tutta la navata centrale.
Il triduo s'aperse con una Messa campale celebrata dallo stesso Ecc.mo Mons. Comin alla presenza di una folla di giovani di tutte le scuole cittadine. Alla Comunione distribuita all'aperto s'accostarono pure, con edificante contegno, dieci giovani Kivari, nei loro costumi, che Monsignore volle espressamente condurre dalle foreste orientali perchè l'omaggio a Don Bosco fosse completo. Fu un momento di profonda emozione. Nulla della ferocia indomita della selva; e invece un fervore ammirabile di pietà eucaristica.
Dopo la Messa campale S. E. scoperse e benedisse il monumento a Domenico Savio, tutto in marmo locale, eretto nel cortile della Casa Salesiana, tra i vivissimi applausi della gioventù presente e le marcie trionfali delle bande. Mons. Comin pontificò ancora alla vigilia. Il giorno della festa pontificò invece S. E. Mons. Daniele Hermida, Vescovo Diocesano, con assistenza del Capitolo cattedrale. Disse le glorie di Don Bosco Santo con eloquenza affascinante il P. Ramón Gavilanes, Provinciale dei Mercedari, uno dei più eminenti oratori della Repubblica, accorso appositamente da Quito. La « Schola cantorum» dello Studentato Filosofico salesiano eseguì la classica Messa del Lotti a tre voci intercalata da scelti mottetti polifonici. Sia il panegirico che i canti furono radiodiffusi; alcuni altoparlanti installati nella vasta piazza del Santuario permisero l'audizione alla moltitudine che non capiva nel tempio.
Nel pomeriggio un corteo trionfale attraverso le principali vie della città coronò magnificamente le grandiose feste. Fu una apoteosi. I giornali calcolarono circa 20.000 persone. Aprivano la sfilata migliaia di ragazzi e ragazze, seguivano le fiorenti associazioni operaie cattoliche della città, la gioventù cattolica, il clero, le autorità e una folla sterminata di popolo. Davano al corteo un pittoresco aspetto quattro carri allegorici raffiguranti la vita di Don Bosco e l'Opera salesiana nel mondo. Le principali bande della città precedevano le varie sezioni al suono dell'inno « Don Bosco ritorna ». Terminato il corteo, un improvviso acquazzone obbligò parte della folla a pigiarsi nel Santuario dove, dopo un solennissimo Te Deum e la trina Benedizione eucaristica impartita da Mons. Comin, il direttore della casa, Don De Angeli, salì il pulpito e ringraziò con commosse parole autorità, clero e popolo della imponente manifestazione tributata al Padre dei Salesiani.
Cordialissima la partecipazione dell'autorità civile che, nella persona dell'Ecc.mo Governatore di Cuenca, sig. Arizaga, assistette a tutte le principali funzioni svoltesi in chiesa e fuori.
Gratitudine profondissima avranno sempre i Salesiani dell'Equatore verso l'ecc.mo Vescovo Diocesano che si degnò di pubblicare una Pastorale invitando tutta la diocesi a partecipare alle feste, e ordinando il canto del Te Deum in tutte le parrocchie il giorno 5 maggio.
Don Bosco, santo eucaristico e divotissimo di Maria, nella città eucaristico-mariana non poteva avere trionfo più bello.
TUNISIA: TUNISI. - Triduo solenne in Cattedrale dal 25 al 28 febbraio u. s. con predicazione di D. Fasulo e pontificale di S. E. l'Arcivescovo Mons. Lemaitre, Primate dell'Africa. Folla numerosissima anche alle conferenze tenute dallo stesso oratore nella sede della « Dante » alla presenza del Console Generale, nella sala del «Dopolavoro » e nel teatrino dell'Oratorio San Paolo.
Carissimi,
Nella seconda metà di giugno, dalla cava «Piastrone » di proprietà della ditta Giorgini di Massa, è sceso solennemente il blocco di marmo, del peso di 65 tonnellate, che, in questi giorni, il Canonica sta trasformando artisticamente nella grandiosa statua di San Giovanni Bosco destinata alla Basilica di San Pietro in Roma. Ho detto solennemente perchè l'operazione si è compiuta alla presenza di immensa folla e fu consacrata dalla preghiera degli operai. Prima infatti di iniziare la difficile e pericolosa discesa dell'enorme blocco sulla ripida via della lizza, tutti quei forti lavoratori vi si disposero intorno, si scopersero il capo e recitarono ad alta voce il Pater noster. Fu un gesto spontaneo, commoventissimo ed eloquentissimo. Nessuno aveva mai suggerito quella preghiera, durante altre operazioni del genere. Mai quelle cave avevano visto una scena così bella! Chi l'avrà ispirata ? « Don Bosco » ci scrisse un amico quello stesso giorno. Don Bosco, il quale continua a salvare le anime, ed esercita il suo fascino potente anche quando queste meno se l'aspettano. Oh, quel Pater, quanto varrà all'anima dei buoni operai di quella cava! Ma quanto vale anche per noi. L'episodio c'insegna a non incominciare mai nessuna azione, anche la più indifferente, senza rivolgere la nostra preghiera al Signore per averne la sua benedizione. Imparate per tempo, o cari giovani, a dir sempre una preghiera prima e dopo lo studio ed il lavoro, prima e dopo i pasti, prima e dopo di qualunque impresa. Vedrete allora che le vostre cose andranno meglio, e le azioni, anche più ordinarie, acquisteranno davanti a Dio un valore soprannaturale che apprezzerete in punto di morte. Imitate il Ven. Domenico Savio che un giorno rifiutava piangendo di porsi a tavola perchè un commensale si era assiso al pasto senza neppur farsi il segno di croce, come se non fosse un cristiano. Così renderete preziosa la vostra vita e farete del bene a quanti vi vedranno compiere cristianamente tutte le vostre azioni. State allegri e pregate anche
pel vostro aff.mo DON GIULIVO.
DON BERNARDO VACCHINA.
Ex-Provicario Apostolico della Patagonia Centrale e Vicario Foraneo del Chubut.
In Buenos Aires, nel nostro Collegio S. Giovanni Evangelista, si è spento serenamente a 76 anni di età, il 4 maggio u. s. un veterano della spedizione missionaria del 1879, formato da Don Bosco con particolare affetto, il salesiano D. Bernardo Vacchina. Nato a Revignano d'Asti il 19 marzo 1859 da Secondo e da Teresa Sellino, era entrato all'Oratorio di Valdocco nel 1871. E quivi, vestito l'abito ecclesiastico nel 1876, trascorse tre anni nell'insegnamento finchè partì per l'America del Sud, addetto prima al nostro Collegio di Villa Colón nell'Uraguay, e poscia assunto dall'Internunzio Mons. Matera come suo segretario in Buenos Aires ove venne ordinato sacerdoté nel 1882. Come sacerdote prestò l'opera sua nel nostro Collegio Pio IX e nella Parrocchia di S. Giovanni Evangelista alla Boca. Ma il suo zelo e la sua carità meritavano un campo più vasto e nel 1887 venne nominato Provicario Ap. della Patagonia Centrale.
Fu quindi per tanti anni il braccio destro del compianto Card. Cagliero, con cui divise non solo le fatiche dell'apostolato ma anche la non facile impresa dell'organizzazione del Vicariato.
Dalle Pampas alla Cordigliera il suo nome suona tuttora in benedizione legato per sempre alla gloria della evangelizzazione e civilizzazione degli Indi. Per trent'anni ininterrotti Don Vacchina si prodigò indefessamente nel sacro ministero, ed il Bollettino, ha documentato, con parecchie corrispondenze, la sua prodigiosa attività missionaria tanto come Provicario Apostolico, quanto come Vicario Foraneo del Chubut. Ultimamente dovette rassegnarsi ad un relativo riposo che gli tornò più caro alla Boca ove il ricordo dei suoi primi anni di ministero sacerdotale gli aveva preparato un'atmosfera di affettuosa venerazione. E fu un vero plebiscito di affetto l'omaggio che gli si rese tre anni or sono in occasione della sua Messa d'Oro.
Alla Boca gli acciacchi fiaccarono la sua fibra robusta commovendo, al suo transito, autorità e popolo. La sua vita rifulse d'una semplicità e d'un candore ammirabile nell'esercizio delle più eroiche virtù apostoliche, adorne sempre d'una spiccata giovialità salesiana che dissimulava gli innumerevoli sacrifici e l'opprimente lavoro. E la sua morte patriarcale, tra i conforti religiosi e le preghiere dei salesiani, dei giovani e del popolo, fu degna corona di tanto apostolato.
In una lettera del 31 gennaio 1881 Don Bosco gli aveva scritto fra l'altro: « ... Ti ricordo ogni giorno nella S. Messa... prima che tu vada al Paradiso noi ci rivedremo e ci parleremo... Dio ti benedica, mio caro e diletto figliuolo Vacchina; fatti animo: il paradiso è un gran premio, bisogna guadagnarlo ad ogni costo... ». Non sappiamo se il Santo gli abbia fatto qualche visita straordinaria. Certo fu di grande conforto al suo cuore la visita del venerando Don Orione che oggi rinnova tante meraviglie del suo Padre e Maestro Don Bosco. E certo è pure che Don Bosco amò D. Vacchina con affetto speciale ed in lui ripose la sua paterna confidenza fin dai primi anni del suo chiericato.
Chi legge le «Memorie Biografiche » di Don Bosco s'incontra nel volume XIII in un titolo grazioso: Storia di un chierico. È la storia del chiericato di D. Vacchina. Sette pagine, 825-832, che riempiono l'animo di ammirazione e di commozione. Aveva vestito l'abito da pochi mesi, quando Don Bosco, ascoltata la sua confessione settimanale, gli disse: « Aspetta un poco. Ho pensato di incaricarti della scuola di prima ginnasiale inferiore. Che ne dici? ».
«Oh, Don Bosco! - esclamò il chierichetto tremando tutto - Io non sono che un ragazzo vestito da chierico. Non ne sono capace, creda ».
« Le cose della prima ginnasiale non le sai ? » riprese il Santo.
« Oh, vorrei vedere! ... ».
« E se le sai, puoi anche insegnarle. Poi io stesso ti aiuterò o ti dirò a chi devi rivolgerti per consiglio. In mia camera ti dirò il resto ».
Glielo disse infatti, accennandogli anche le ragioni per cui sostituiva l'insegnante in corso e lo confortò con queste parole: « Ogni volta che ti trovi imbrogliato vieni da me. Ogni mese portami un compito corretto, e fa come hai visto fare ». Il poveretto ci si mise con tutta l'anima sgobbando giorno e notte fra difficoltà straordinarie, ma colla soddisfazione di un ottimo successo agli esami finali.
Finiti i quali sperava di godersi un po' di vacanze al paese nativo. Ma quando si presentò a Don Bosco per averne il permesso si ebbe una graziosa negativa, addolcita più tardi da parole misteriose: « Tu le vacanze le farai con me! ». Senonchè i giorni passavano e le vacanze non cominciavano mai. Ed egli un bel giorno prese il coraggio a due mani e domandò al buon Padre: « Signor Don Bosco, quando e dove faremo le vacanze ? »
« In Paradiso ! - rispose il Santo - Non ti piace ?... In Paradiso insieme... ».
« Oh, ma da qui a quel tempo... » obbiettò Vacchina.
« E chi ti assicura tanto tempo ? » conchiuse Don Bosco.
Il poverino rimase interdetto e più non fiatò. L'esempio del Padre, che non riposava mai, informò poi tutta la sua vita, e ci dà ragione di sperare che oggi l'intrepido missionario goda davvero le sue vacanze con Don Bosco in paradiso.
C'è però ancora un episodio di quegli anni, che merita di essere ricordato perchè rivela, collo zelo del pio chierico, la delicatezza di Don Bosco nell'educare la pietà dei suoi giovani. Vacchina, persuaso di fare cosa gradita a Don Bosco ed al Signore, aveva esortato i suoi allievi ad impegnarsi per un turno eucaristico lungo la settimana, in modo che ogni mattina parecchi di loro si accostassero alla santa comunione. I giovani non se lo fecero dire due volte. Senz'altro ognuno scelse il giorno che più gli piaceva e promisero tutti di essere fedeli. Allora il solerte maestro, procuratosi un elegante foglio di carta con pizzo, fiori e dorature, vi scrisse i nomi degli allievi distribuiti in sette gruppi e corse tutto giulivo da Don Bosco, perchè approvasse e apponesse la sua firma. Il Santo lo guardò amorosamente, ne encomiò lo zelo in promuovere la frequente comunione, ma: « Io lì non metto firma » disse.
« Oh, perchè, signor Don Bosco, se è cosa tanto buona?».
« Buona, buonissima - conchiuse il Santo -ma dev'essere spontanea. Ora, vedi, se io mettessi la firma, i tuoi scolari potrebbero supporre che Don Bosco comandi la comunione, e questo non è il nostro modo. Anche tu, se alcuno dei tuoi giovani non fa la comunione nel dì stabilito, non lo sgridare; anzi non ti far scorgere che li osservi. Esortare, esortare, e niente più ».
Di qui si comprende il successo della educazione di Don Bosco anche nel campo della pietà cui seppe conservare tutto l'incanto e la purezza della spontaneità, mentre pur comunicava la sua fiamma eucaristica con tanto zelo e con tanto amore. E si comprende anche come Don Bosco potesse improvvisare così giovani educatori, quand'egli sapeva essere maestro così saggio e prudente per tutti. Senza dubbio il caro Don Vacchina deve al Santo la fortuna d'una formazione così fervida e così delicata; ma s'egli ha compiuto tanto bene nel sacro ministero si è anche perchè seppe apprezzare e seguire fedelmente i consigli e le direttive di quel Padre che non gli concedeva vacanze in terra per accrescergli il gaudio della gloria in cielo.
D'ARCHINO G. BATTISTA, coad. da Villafranca Piemonte (Torino), † a Roma (S. Cuore) il 25-VI-1935 a 94 anni di età.
Veneranda figura di coadiutore sentì la vocazione salesiana mentre era fornitore di generi alimentari al nostro Istituto Sacro Cuore in Roma, e nello stesso Istituto trascorse tutta la sua vita religiosa.
Quando fu presentato la prima volta a D. Bosco, il Santo, sentendo che era un buon tenore, gli chiese: « E... canti bene?». « Signor Don Bosco - rispose - io della mia voce me ne son servito solo per cantar le lodi del Signore ». Il Santo conchiuse: « Se canterai bene, andrai in Paradiso ! » Tempra di lavoratore, lavorava tanto che un giorno Don Bosco sentì il bisogno di domandargli se faceva in tempo a compiere le pratiche di pietà. « Signor D. Bosco - rispose - mi alzo presto, e tra me e l'Angelo Custode cerchiamo di sbrigare tutto 5. In realtà la sua vita fu una continua edificazione.
MORTINI D. NICOLA, sac. da Sabbioneta (Mantova), † a Nictheroy (Brasile) il 3-V-1935 a 55 anni di età.
Partì ancora chierico per le missioni e trascorse dieci anni al Mato Grosso logorando nell'apostolato la sua salute che richiese poi un lavoro più moderato in collegi regolari, ove si prodigò generosamente nel sacro ministero finchè lo sorprese improvvisa la morte.
VIGGIOLO D. GIOVANNI, sac. da Buenos Aires (Argentina), † a Buenos Aires il 22-V-1935 a 62 anni di età.
Era uno dei confratelli più benemeriti ed esemplari della Ispettoria, caro a tutti pel suo buono spirito e lo zelo indefesso nella cura delle anime che rese prezioso il suo apostolato soprattutto nella Pampa.
PARKER D. ENRICO BERNARDO, sac. da Londra (Inghilterra), † a Farnborough (Inghilterra) il 22-11-1935 a 46 anni di età.
RAU ANSELMO, ch. ascritto da Carhué (Buenos Aires), † a Bernal (Argentina) il 22-V-1935 a 19 anni.
ITALIANO D. ORAZIO, sac. da Catania, † a Messina (S. Luigi) il 6-VI-1935 a 31 anni di età.
DI VICO FRANCESCO, ch. ascritto da Mirabello Sannitico (Campobasso), † a Portici (Napoli) il 3o-VI-1935 a 17 anni di età.
S. Em. Rev.ma il Sig.
CARD. PIETRO LAFONTAINE Patriarca di Venezia.
Si è spento serenamente a Villa Fietta del Grappa il 9 luglio u. s. dopo aver retto per vent'anni con ammirabile saggezza ed illuminato zelo pastorale la Chiesa di San Marco. Nato a Viterbo il 29 novembre 186o, e compiti gli studi nel seminario diocesano raggiunse il sacerdozio nel 1883, ed ebbe subito la cura della pupilla degli occhi del suo Vescovo, la cura dei giovani chierici cui si prodigò successivamente come professore, direttore spirituale e rettore. La fama della sua pietà e prudenza giunse presto a Roma che, nominatolo dapprima Missionario Apostolico, prese ad affidargli delicate missioni coronate dalla visita apostolica per la riforma dei seminari nel Beneventano. Pio X nel 1905 lo preconizzò Vescovo di Cassano Jonio e, cinque anni dopo, lo chiamò a Roma come Segretario della S. Congregazione dei Riti, trasferendolo alla sede titolare di Caristo che, qualche anno più tardi, avrebbe raccolto il nostro compianto ed eroico Vicario Apostolico Mons. Versiglia. Come segretario della S. Congregazione dei Riti Mons. Lafontaine curò anche gli interessi più cari della Società salesiana, quali le cause dei nostri Servi di Dio. Ed a contatto con tanti documenti della santità di Don Bosco e dei suoi Figli migliori s'accese di quella ammirazione e venerazione che dimostrò poi così solennemente nelle feste di beatificazione e canonizzazione del nostro santo Fondatore e nei progressi della causa del ven. Domenico Savio. Nominato Patriarca di Venezia il 5 marzo 1915, venne elevato alla Sacra Porpora l'anno seguente, 4 dicembre 1916. E fu il Patriarca provvidenziale della diocesi bersagliata per cielo e per mare nella grande guerra. Impavido sotto tempeste di bombe il Cardinale Lafontaine non lasciò mai la sua sede, prodigando tutta la tenerezza della sua carità di padre e di pastore a sollievo dei sofferenti.
Il suo gran cuore ebbe conforto per tutti. Il Governo gli riconobbe anche con alte onorificenze le insigni benemerenze acquistatesi in quegli anni; il popolo rispose con un plebiscito di affetto e di venerazione che culminò in occasione delle feste più care, come in quella del suo giubileo episcopale d'argento, e che assurse ad un'apoteosi nell'ora dei suoi funerali, quando la salma dell'indimenticabile Patriarca venne tumulata nel Tempio Votivo al Lido colle tremila salme dei difensori di Venezia.
E noi che abbiamo goduto in tante circostanze delle predilezioni del suo cuore paterno, mentre ne serbiamo in benedizione la cara memoria, lo raccomandiamo caldamente ai suffragi di tutti nostri Cooperatori.
S. E. Rev.ma MONS. GIOVANNI PRANZINI Vescovo di Carpi.
A sessant'anni un male inesorabile ha stroncato la sua preziosa esistenza, dopo averla lungamente travagliata con indicibili sofferenze, che il pio vescovo seppe sopportare con ammirabile rassegnazione ed offrire a Dio pel bene della sua diletta diocesi. Eletto ingegno, cuore apostolico, svolse dapprima il suo ministero sacerdotale nell'archidiocesi di Bologna ove nel 1921 ricevette la consacrazione episcopale. Tre anni dopo fu trasferito alla sede Vescovile di Carpi e quivi trascorse oltre un decennio prodigandosi generosamente nella cura del popolo e del clero cui donò l'esempio magnifico delle più eminenti virtù pastorali. Divotissimo di Don Bosco, nutriva per le Opere salesiane un affetto straordinario.
S. E. Rev.ma MONS. ETTORE LODI Ausiliare dell'Em.mo Card. Arciv. di Bologna.
Improvvisamente, il 5 luglio, nella canonica di S. Apollonio di Serravalle, ove s'era portato pel sacro ministero, si è spento il venerando Ausiliare dell'Arcivescovo di Bologna che da dieci anni, elevato alla sede titolare di Messene, aveva aggiunto alle fatiche dell'insegnamento in Seminario ed agli altri delicati uffici, anche le cure pastorali. Contava 76 anni, tutti spesi fino all'ultimo per la gloria di Dio ed il bene delle anime.
Uomo di pietà viva, profonda e sentita, dallo spirito di pietà attinse l'impulso e l'energia per quella mirabile fioritura di opere preclare di virtù e di sapienza che hanno impreziosito la sua nobile e fulgida esistenza. Anche quando l'infermità della carne e il peso degli anni avevano infiacchito il suo corpo, l'anima mantenne sempre alacre e giovanile, grazie appunto all'intensa e soda pietà che lo sorreggeva. Aveva l'abitudine santa di svolgere frequentemente tra le dita gli umili grani del Rosario e di trattenersi a lungo in profonda adorazione dinanzi al santo Altare al cospetto di Gesù in Sacramento, ove egli attinse la forza e la costanza nella diuturna opera di educazione e di magistero a beneficio del clero e del laicato, che in lui riconoscono uno dei più eletti e colti ingegni della Chiesa bolognese.
La sua memoria vive in benedizione presso il clero e presso il popolo dell'Archidiocesi che venerava nel piissimo Vescovo un vero modello di virtù pastorale. Noi poi non potremo mai dimenticare le innumerevoli prove d'affetto ch'egli si degnò di prodigare con bontà squisita alle Opere salesiane cui lo legava la profonda ammirazione della santità di Don Bosco.
Can. D. CESARE SORBONE. In Genova, dove spese la sua vita prodigandosi generosamente nel sacro ministero, apprezzatissimo soprattutto per la direzione spirituale, fu sorpreso dalla emorragia cerebrale che lo trasse alla tomba, il 6 luglio u. s. Apprese l'amore a Don Bosco ed alle sue opere nella famiglia patriarcale che, mentre curava la sua vocazione, regalava al Santo per l'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice ben cinque figliole di cui la maggiore è l'attuale Vicaria generale, M. Enrichetta Sorbone. Ed agli esempi del nostro Fondatore, il buon canonico ispirò sempre il suo ministero, coronato di preziosi frutti per la gloria del Cielo.
PALIERI GIUSEPPE † a 76 anni di età. Affezionatissimo cooperatore passò la sua vita fra innumerevoli prove che seppe sopportare con cristiana rassegnazione, dando mirabili esempi di fede e di pietà. Il Signore gli ha chiesto anche l'estremo sacrificio prima dell'ordinazione sacerdotale del suo figliuolo ; ma egli è morto contento di averlo offerto a Don Bosco.
Altri Cooperatori defunti.
Anfossi Antonio, Carmagnola (Torino) - Arduini Simoni Elvira, Bagnacavallo (Ravenna) - Antassi Giuseppina, Mede (Pavia) - Badellino Lucia, S. Vittoria d'Alba (Cuneo) - Becchis Luigia, Trofarello (Torino) - Bergoglio Margherita Ved. Elia, Santena (Torino) - Bianco Cecilia ved. Coassolo, Cantalupa (Torino) - D. Borello Amabile, Arcip. di Somano d'Alba (Cuneo) - Carpeggiani Giacomo, Scandicci (Firenze) - Chesini Teresa, Fumane (Verona) - Corni Marco, Gagliano del Capo (Lecce) - Correnti Giuseppe, Misilmeri (Palermo) - Dal Negro Bonfà Carlotta, Venezia - Di Francesco Santo, Catania - Facini Abramo, Fumane (Verona) - Faini Comm. Grand. Uff. Federico, Roma - Livoti Rosario, Mazzarrà S. Andrea (Messina) - Lombezzi Giulia, S. Sepolcro (Arezzo) - Lupo Fiorenzo Francesco, Palestro (Vercelli) - Pasinatto Maddalena, Tezze
(Vicenza) - Patrucco D. Eugenio, Casale Monf. (Aless.) - Piazzesi Assunta, Firenze - Poiana D. Luigi, Ontagnano (Udine) - Rontini Rosa, Firenze - Rossi Elisa, Esanatoglia (Macerata) - Torres Elisa, Venezia - Vallauri Maddalena, Fossano (Cuneo).
Ci hanno segnalato grazie ottenute per intercessione di Maria SS. Ausiliatrice o di S. G. Bosco, e alcuni hanno anche inviato offerte per la celebrazione di Sante Messe di ringraziamento, per le Missioni Salesiane o per altre opere di D. Bosco, i seguenti:
Albano Ida, Alessio Carolina, Ardetti Felicina, Aureli Frumento Emanuelina.
Bassi Teresa, Bentivegna Giuseppina, Berra Rita, Bertoldi Giorgio, Bonaudo Alberto, Bosco, Bottali Santina, Bottero Anfossi Luigina.
Calvetti Anita, Cappa Giuseppe, Casetta Ernesto, Catella Caterina, Cattaneo Giulia, Cattaneo Rivela Teresa, Cavatorta, Cengo Gustavo, Cerano Gina, Colombatto Margherita, Corvi Pina, Costantino Avv. Pietro, Cremonesi Attilio, Curtaz Serafino.
Damiani Motola Annunziatina, Decugis, Delmastro, De Martini Francesco fu G. B., De Michelis Teresa, Domanda Mario, Donato Laura.
Falzone Rosa, Federici Maddalena, Ferreri Cav. Dr. Ubertino, Ferrero Giacomo, F. G. I. Franco Irene ved. De Bartoli.
Gaiani Maria, Gaido Teresa, Gattico Angela, Gioannini Carlo, Giordana Francesca, Giuranna Licignano Assunta, Grassotti Giustina, Grillo Serafino.
Jacono Caruso Teresa fu Antonio.
Marchesi Angiolina, Mariani Armando, M. B. Mensa Silvia, Metaldi Giuseppe, M. M., Mosso Orsola, Mulas Mossa Angelica.
N. N. di Pirano.
Occhiena Guido, Orlandi A.
P. famiglia, Pallone Giuseppe, Pedrelli Don Arturo, Perino famiglia, Podestà Rina.
Raitano Felicetta, R. C., Reinero Letizia, Rova Teresa, R. T.
Salvo Ugo Caterina, Saltoris Teresa, Scala Enrichetta, Scavarda Maria Antonia, Sciano Maria, Seggiano Pietro, Seimandi Teresa, Serafini Carla, Solari Teresa.
T. I., Tonetta Maria.
Zambelli Oliva.
In fiduciosa attesa:
Raccomandiamo caldamente alle preghiere di tutti i nostri Cooperatori, le seguenti persone e le loro particolari intenzioni:
Abrate Domenico, Calvi D. G. B., Chiabò Augusta, Cuneo Stefania, Demichelis Carlo fu Luigi, Engelfried, Falzone Rosa, Gianasso di Castelnuovo D. Bosco, Maffei Federico, Milza, Ogliaran, Quaranta, Testa Magri Teresa, Vaschetto Maria, Zublena.