BS 1930s|1931|Bollettino Salesiano Settembre 1931

Anno LV.   1° SETTEMBRE 1931 (IX)   Numero 9.

BOLLETTINO SALESIANO

PERIODICO MENSILE PER I COOPERATORI DELLE OPERE E MISSIONI DI DON BOSCO   -

SOMMARIO: Il Servo di Dio Don Michele Rua. - Partenza di nuovi Missionari. - Cinquantenari Salesiani. - La Crociata Missionaria. - Notizie di Famiglia. - Lettera di D. Giulivo ai giovani. - La festa del Beato Don Bosco. - Tesoro spirituale. - Dalle nostre Missioni. - Grazie del Beato Don Bosco. - Culto e grazie di Maria Ausiliatrice. -- Necrologio.

Il Servo di Dio Don Michele Rua

Salutiamo con gioia la pubblicazione del « primo » volume della Vita di Don Michele Rua (1) che il nostro Don Angelo Amadei ha ora offerto agli ammiratori del primo successore di Don Bosco. È un grosso volume di circa 850 pagine, a cui seguirà - speriamo a breve scadenza - il « secondo» che lo completa.

Su questo ora pubblicato converge intanto l'avidità spirituale di molte anime che conobbero, amarono e venerarono il Servo di Dio, per rintracciarne la grandiosa figura e rievocarne le virtuose imprese. Se l'affetto non ci fa velo, crediamo di non errare dicendo che il chiaro Autore ha fatto opera veramente pregevole che risponderà al vivissimo desiderio dei lettori.

D. Angelo Amadei, oltre al merito di aver raccolto su Don Michele Rua una documentazione amplissima che permette di contemplarlo nella sua luce più piena, ha pur quello di farsi intendere da tutti con la sua narrazione chiara e piana, sì che tutti possono edificarsi ai sublimi esempi di virtù che rifulgono nella vita del primo successore di Don Bosco.

Una vita di tal genere non era nè facile nè agevole a scriversi; e passeranno forse ancora molti anni prima che altri, sull'abbondante materiale raccolto da Don Amadei, tenti una narrazione più completa e più organica. E ci pare che la bella fatica di Don Amadei meriti plauso ancor più per non essersi dissimulato le svariate difficoltà che essa presentava. Ne sono una prova queste pagine di prefazione che offriamo ai lettori del Bollettino, tanto più volentieri perchè presentano in una bella sintesi la grandiosa figura di Don Michele Rua.

Ventidue anni sono omai trascorsi dal suo luminoso tramonto e la cara immagine ci è sempre dinanzi, l'eco della sua voce è sempre chiara e potente, e gli esempi suoi suscitano, in quanti lo conobbero, sempre più viva ammirazione. Il nome di Don Rua vivrà immortale, come il nome di Don Bosco, perchè non ne fu solo il successore, ma l'integratore attivissimo e fedele.

Iddio non fa le cose a metà. Nell'affidar all'Apostolo della gioventù dei tempi nuovi un còmpito, che esigeva un tempo più lungo della vita di un uomo, gli pose accanto Michele Rua, perchè questi, fin da ragazzo studiandolo nelle opere, nelle parole e nelle idee, s'imbevesse appieno del suo spirito e divenisse capace di ultimare e perfezionare ciò che Don Bosco non avrebbe potuto. Infatti, per ventidue anni ancora - tanti quanti il venerato Don Rua ne sopravvisse a Don Bosco - in Lui continuò a vivere il Padre.

Di qui la sua grandezza.

La fronte di Don Bosco risplende già di quell'aureola di spirituale Paternità, onde vanno gloriosi i più insigni Fondatori. È tutto un Popolo di figli e di figlie e di divoti, d'ogni parte del mondo e d'ogni condizione sociale, che lo chiama Padre; ed è una santa Paternità, come lo dimostrano i Processi canonici in corso, per esaminare la vita, le virtù e i miracoli della prima Superiora Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice da Lui fondate, Madre Maria Mazzarello (1837-1881), di Domenico Savio (1842-1857), il modello dei suoi alunni, e dei sacerdoti Don Andrea Beltrami (1870-1897), Don Augusto Czartoryski (1858-1893) e Don Luigi Mertens (1864-1920).

Ma su tutti - com'aquila vola - sublime sta Don Rua.

Egli non va posto nella schiera dei semplici seguaci di Don Bosco, anche i più fervorosi, chè li precede tutti qual perfetto modello ed esemplare; quindi debbono studiare Lui pure quanti voglion conoscere ed imitare Don Bosco, perchè Egli solo compì su Don Bosco uno studio che nessun altro compì, nè Potrà compiere.

Per quarant'anni vivere accanto al Padre, ed osservarlo e studiarlo di continuo con la coscienza di vivere con un santo, d'ascoltare un santo, di studiare un santo, fu la vocazione di Don Rua e l'acceso crogiolo, per cui l'amore e il fervore lo spogliarono di ciò che aveva di proprio e lo conformarono all'esemplare, cui consacrò il cuore, la mente, la vita

A cotesto studio intrapreso nell'adolescenza, quando - com'Egli ripetè tante volte - « gli faceva più impressione l'osservare Don Bosco, anche nelle cose più minute, che leggere e meditare qualsiasi libro divoto », a cotesto lungo studio, fatto direttamente sul modello, Don Rua deve la sua caratteristica perfezione, la sua particolar grandezza morale. Nè la morte del Maestro ne lo distolse; tanto viva gliene restò nell'anima la figura, che il pensiero, come prima lo sguardo, continuò ad aver fisso in Lui. « Se faremo tesoro dei suoi consigli e fedelmente ne seguiremo le virtuose pedate, Lo rivedremo in cielo»: fu il programma che lanciò a tutti il giorno che Don Bosco morì; e per ventidue anni ancora Egli altro non fece che modellarsi su Don Bosco e ricopiarlo.

Per questo, morto il Maestro, attorno a Lui, come attorno a Don Bosco, si volse con unanime slancio l'affetto dei Salesiani, avvinti dalle delicatezze del suo cuore di padre, grande come quello del Fondatore. Attorno a Lui, come attorno a Don Bosco, attratti dal fulgore delle sue virtù, corsero anche le moltitudini bramose di vederlo, udirne la parola, riceverne la benedizione. Iddio stesso, dal giorno che gli affidava l'eredità di Don Bosco, parve donargli in modo più luminoso il suggello di quei doni straordinari, i quali, sebben gratuiti, formano dopo la testimonianza delle virtù, la Prova più convincente per identificare le anime singolarmente virtuose, sulle quali posa, con infinita compiacenza, lo sguardo divino.

È convinzione universale che Don Rua fu un altro Don Bosco. Sebbene l'ufficio di discepolo e di ausiliare gli abbiano naturalmente delineato un'impronta diversa, come il mandato di Padre e Maestro diede a Don Bosco la sua, le anime furon gemelle, cioè egualmente eroiche nella pratica della virtù ed ambedue meravigliose nell'ardore della carità; e la Vita di Don Rua ci dirà com'Egli sia riuscito - a prezzo di eroica perseveranza - a ricopiare di Don Bosco l'ardente proposito di consacrar ogni istante alla gloria divina ed alla salute delle anime, l'accesa carità per il prossimo e la più edificante severità con sè, l'attività prodigiosa e il serafico raccoglimento in Dio, l'ardore perennemente giovanile per ogni santa iniziativa ed un'uguale predilezione per la gioventù, e la stessa paternità spirituale, sempre vigile, sempre affettuosa, sempre affascinante.

Il segreto, poi, della sua santità va ricercato nella pietà e nella umiltà. Aveva una fede capace di trasportar le montagne, una speranza senza confini, una carità da serafino. Bisognava vederlo in preghiera, all'altare, sul pulpito! Le parole gli sgorgavano dal cuore semplici e piene d'unzione e d'efficacia. Ed era d'una umiltà eroica!. Non cercò mai se stesso, mai la sua gloria; solo e sempre quella di Dio e di Don Bosco.

Non v'ha dubbio che è gran merito di Don Bosco l'aver formato Don Rua. Quel profondo teologo torinese, tanto apprezzato per il fine discernimento degli spiriti, che fu Mons. Giovanni Battista Bertagna, tessè il più bell'elogio del Maestro e del Discepolo con queste parole: « Se a prova della santità di Don Bosco non ci fosse altra testimonianza, altro argomento, che il fatto di aver plasmato Don Rua, per me basterebbe questo per canonizzarlo ».

Era, dunque, un dovere il pubblicare una Vita di questo gran Servo di Dio, ampia e documentata...

Il « primo volume » va dal 1837 al 1898, ed è distribuito in quattro parti, ognuna delle quali rappresenta un periodo ben distinto della vita di Don Rua: basta badare ai titoli per avere un'idea netta dell'epoca speciale a cui si riferiscono:

I. 1837-1860: Alla scuola di Don Bosco. I1. 1860-1879: Primo aiutante di D. Bosco. III. 188o-1888: Tutto di Don Bosco.

IV. 1888-1898: Successore di Don Bosco (Primo Periodo).

Gli amici e cooperatori nostri troveranno nella vita di Don Rua un largo richiamo a quella di Don Bosco: ed è naturale. Ma ciò servirà a meglio unire due esseri che quaggiù ebbero un unico spirito, un'unica missione, un unico fine... e vorremmo dire un'unica aureola di gloria.

(1) Sac. ANGELO AMADEI, Il Servo di Dio Michele Rua, Vol. I, pag. XV-848, Società Editrice Internazionale, I,. 25.

Partenza di nuovi Missionari.

Basta l'annuncio di un avvenimento perchè la curiosità pigli il sopravvento e formuli tutta una serie di legittime domande. Ogni annuncio presenta sempre dei lati oscuri che stuzzicano il desiderio altrui di conoscere e sapere oltre i limiti che lo circoscrivono. A questo noi pensiamo, nel dare oggi ai nostri ottimi Cooperatori e alle zelanti Cooperatrici la notizia, che sul principio di ottobre nel Santuario di Maria Ausiliatrice avrà luogo la consueta funzione della « partenza dei missionari salesiani ».

Benchè sia ormai cosa in programma di tutti gli anni, ci sembra già di sentire sulle labbra dei nostri amici le solite domande: - Quanti sono quest'anno i missionari partenti? Dove sono diretti? ecc. A un mese e più di distanza dall'avvenimento, anche i dati più certi si possono per molte ragioni modificare: pure, in linea generale, si può dire con certezza che i missionari partenti saranno non meno di 130, senza contare le Figlie di Maria Ausiliatrice, e saranno diretti a tutte le nostre missioni dell'Asia, dell'America e dell'Africa.

Fantasie di calcoli.

La prima spedizione di dieci missionari salesiani allestita dal Beato D. Bosco nel 1875 parve uno sforzo grandioso; e senza dubbio lo fu per quei tempi. Oggi i missionari sono 130, il numero è più che decuplicato; ma considerato in rapporto alle varie missioni è ancora poca cosa, e noi vorremmo poter fare molto, molto di più.

Se i Cooperatori ci assisteranno con la loro generosa carità, speriamo di anno in anno far più e meglio. I promettenti Istituti Missionari, che il Sig. D. Rinaldi ha aperto in Italia e all'Estero, fra breve daranno concreti risultati: ma perchè questo avvenga è necessario che tutti i buoni ci aiutino nella formazione dei 1200 e più aspiranti missionari attualmente accolti nei vari istituti. Essi sono un peso non indifferente pel nostro Rettor Maggiore, il quale se coraggiosamente moltiplica i sacrifizi, spera che in un'opera come questa, che è tutta di utilità per la Chiesa, sarà sostenuto dai benemeriti Cooperatori.

Il Bollettino Salesiano da alcuni anni ha bandito la «Crociata Missionaria » con un risultato certo assai lusinghiero, senza per altro aver toccato la mèta prefissa. Si ricorderà che l'appello era per 1000 Borse da servire alla formazione missionaria di altrettanti aspiranti: or bene, questi già superano il numero calcolato, mentre le borse sono rimaste di molto sotto il livello desiderato. Ciò non è dovuto a cattiva volontà, bensì alle condizioni presenti che sono gravose per tutti.

Ed eccoci, benemeriti Cooperatori, alla considerazione di un'altra realtà della massima importanza.

Arduo problema e pratica soluzione.

Il Beato Don Bosco confessava, dopo allestita la prima spedizione, che senza la generosa carità dei Cooperatori non avrebbe potuto compiere quell'impresa. Se era gravoso per Don Bosco il provvedere a tante necessità per dieci missionari, la gravità fu sentita dopo ancor più a misura che il numero dei missionari andò aumentando. Per Don Bosco e pei suoi Successori fu sempre arduo il problema delle spese di viaggio dei missionari in partenza; problema oggi tanto più complicato e per il numero e per le distanze.

Pensate dunque che significa il viaggio di 130 persone! Vogliamo ricordare un caloroso appello che Don Rua, primo successore di Don Bosco, rivolgeva nel gennaio 1889 ai Cooperatori Salesiani a proposito delle spese di viaggio di missionari che allora non erano inferiori alle duecento mila lire. Come vi faremo fronte? si chiedeva. « Dopo Dio e Maria SS. Ausiliatrice, scriveva, la mia speranza sta riposta nella generosità e nel buon cuore delle persone che bramano di fare il bene... Ma come raccogliere una somma sì cospicua? Sta scritto che l'unione fa la forza: Vis unita fortior... Il povero offra l'obolo da povero: il negoziante la moneta proporzionata: il ricco e possidente sia alquanto più generoso. In tal modo, come con tante gocce d'acqua si formano i ruscelli, i fiumi, il mare, così noi con tante limosine, qua e là raccolte, metteremo insieme la somma richiesta dalla sacra spedizione (1) ».

Saggie e opportunissime parole che noi rivolgiamo a tutti gli ottimi nostri Cooperatori perchè vengano in aiuto del nostro Rettor Maggiore in questa grave contingenza.

Vogliano i benemeriti Cooperatori e le zelanti Cooperatrici impressionarsi di questa realtà importante e urgentissima, e senza indugio offrano secondo l'ispirazione del loro buon cuore l'obolo della loro carità. « Iddio, scriveva ancora Don Rua, rivolgendosi ai singoli Cooperatori, che vede tutto e non lascia senza premio neppure un bicchier d'acqua dato per amor suo, ricompenserà generosamente la sua carità e generosità

La ricompenserà in questa vita colla sua divina grazia, colla pace in famiglia, colla prosperità negli affari, colla buona riuscita nell'educazione dei figli, col far meglio fruttare le opere del suo zelo, colla sana e lunga vita, e via dicendo. Egli la ricompenserà poi certamente nell'altra vita, con un premio che non avrà fine. Date et dabitur vobis: date e vi sarà dato. Mensuram bonam, et confertam, et coagitatam et su supereffluentem, dabunt in sinum vestium: misura giusta, e pigiata, e scossa, e colma, sarà versata in seno a voi. Chi fa questa promessa è Dio medesimo, che non manca mai alla sua parola, e che, essendo onnipotente, ha mille mezzi per adempirla in vostro vantaggio ».

(1) Cfr. Il Servo di Dio Michele Rua di D. ANGELo AMADEI, pag. 834-435.

CINQUANTENARI SALESIANI

Il cinquantesimo di fondazione dell'Istituto Salesiano di Faenza.

Il 16 novembre 1881 giungevano a Faenza i tre Salesiani che Don Bosco aveva inviato per l'apertura dell'Oratorio Festivo: essi erano D. G. B. Rinaldi, D. Foschini e Paolino Bassignana. Accolti alla stazione da zelanti parroci, ammiratori dell'opera salesiana, furono accompagnati nel Borgo Durbecco nei locali di S. Antonino che il Rev. parroco D. Babini aveva adattato per Oratorio salesiano.

Il 20, domenica, l'Oratorio fu aperto con un centinaio di giovanetti, che la domenica successiva crebbero a 200, e quindi a 300. Più prospero inizio non poteva avere quell'opera, e forse per questo diede sui nervi a parecchi repubblicani. Il periodico La Montagna stampava: «Nel Borgo Durbecco in uno dei soliti covi clericali, si preparano 30o nemici d'Italia! »: e dovunque si cominciò a parlare dei Salesiani, Non tardarono le prime dimostrazioni ostili e le più basse calunnie.

A dissipare ogni dubbio, ogni incertezza, informato degli avvenimenti, D. Bosco andò il 13 maggio a Faenza ad esporre il suo programma in una conferenza che tenne nella chiesa dei Servi. Contro il parere e la volontà di molti che temevano gli avversari e i giornali, egli volle parlare in pubblico affinchè da tutti si conoscesse il programma che egli aveva affidato da svolgere ai suoi figli, e da tutti si riconoscesse che non si trattava affatto di congiurare.

Le parole di Don Bosco rischiararono ogni dubbio; i buoni compresero la nobile missione che i Salesiani si proponevano, e questi rinfrancati dalla parola del padre ripresero con lena a svolgere l'opera loro. Non per questo il cielo si rasserenò; altre dure e dolorose prove sopravvennero e vi fu chi con mano sicaria cercò di distruggere la bella opera appena incominciata.

Visto che non si riusciva a cacciare i Salesiani, si pensò di aprire in città un «ricreatorio laico » che fosse in antagonismo coll'opera salesiana e la proposta passò a pieni voti in Consiglio Comunale. Ma nello stesso tempo che veniva inaugurato il ricreatorio, D. Rinaldi acquistava nuovi locali in città e la sera del 19 novembre 1884 occupava la casa Ghirlandi per realizzare un suo bel sogno; vicino all'Oratorio il Collegio.

Sorsero così le Scuole professionali di arti e mestieri, la Schola cantorum che prestava servizio nelle varie parrocchie per le feste solenni, la banda, la scuola di educazione fisica con una palestra bene attrezzata.

Poi venne costruita la chiesa, il nuovo collegio, e le benefiche istituzioni si moltiplicarono, mentre le ire si assopivano, e fecero sentire la loro influenza salutare nella vita faentina.

Celebrare il cinquantenario dell'Opera Salesiana in Faenza, era doveroso. I nostri confratelli l'hanno fatto degnamente con una serie di festeggiamenti: il 19 aprile con lo scoprimento di una lapide ricordo in Borgo Durbecco; il 17 maggio con una conferenza nella chiesa dei Servi seguita da un triduo e dalla festa di Maria Ausiliatrice celebrata nella stessa chiesa, e chiusa con la solenne processione; il 30-31 di maggio con la commemorazione del Cinquantenario, alla quale parteciparono con vivo entusiasmo i Cooperatori faentini e gli ex allievi, formando una simpatica corona intorno al Sig. D. Giuseppe Vespignani, rappresentante del Rettor Maggiore, agli Ispettori Salesiani Don Antoniol e D. Besnate, ai direttori D. Treggia e D. Finco, e a distinte personalità, quali il Comm. Zoli, il Can. Direttore Don Liverani, il Conte Avv. Zucchini, il Comm. Ballarini, ecc.

Il Comm. Avv. Masera tenne una brillante conferenza seguita da una magnifica accademia nella quale vennero offerti doni pregevoli a benefizio delle Missioni Salesiane: ricordiamo in modo speciale la Borsa Missionaria presentata dal Sig. Antonio Bracci a nome degli ex allievi e intitolata al primo Direttore D. G. B. Rinaldi; una artistica stola presentata come dono a Rettor Maggiore dalla Sig.ra Anna Masolini, presidente delle Dame Patronesse; una splendida pergamena presentata da Aldo Spada, presidente del Circolo Don Rua, esprimente la gratitudine faentina al B. Don Bosco per aver inviato colà i suoi Salesiani; e finalmente l'offerta gentile della Commissione Diocesana delle Missioni, di arredi sacri, che avevano formato una stupenda mostra assai lodata, per le missioni salesiane.

Il Cinquantesimo segni per l'opera salesiana di Faenza una tappa di più fecondo lavoro e di più splendide vittorie.

Cinquantenario della Casa di Firenze.

La ricorrenza cinquantenaria dell'apertura dell'Istituto Salesiano a Firenze è stata da quei nostri confratelli festeggiata nel corso dell'anno con una serie di manifestazioni tutte intonate a sentimenti di riconoscenza verso Dio per la visibile protezione accordata alle opere salesiane fiorentine. Non mancarono in mezzo secolo le prove; talora furono anzi così gravi da far temere uno schianto, ma in quei momenti si rivelò più che mai provvida l'assistenza divina. A riaffermare questa gratitudine verso Dio e l'affetto verso il Beato D. Bosco, che personalmente pensò alla fondazione della casa di Firenze, si trovarono intimamente uniti confratelli e alunni, cooperatori ed ex-allievi, e i parrocchiani della Sacra Famiglia, oggi più stretti all'opera nostra col nuovo tempio magnifico, da poco aperto al culto, che è il cuore di tutte le istituzioni salesiane.

La benedizione del S. Padre inviata per mezzo di S. Em. il Card. Pacelli, accompagnata dall'augurio « che come la protezione così lo spirito del B. Giovanni Bosco facciano sempre dell'Istituto efficace mezzo di cristiana salute per la gioventù », fu alto e ambito riconoscimento del «lungo, paziente e provvido lavoro felicemente compiuto » in questo cinquantennio.

Le feste cinquantenarie cominciarono sotto ottimo auspicio il primo giorno di marzo nella chiesa di San Gaetano con una conferenza del prof. D. Stefano Trione.

Il 4 marzo la ricorrenza cinquantenaria dell'apertura della prima sede fu festeggiata nella sede stessa ove si trovano ora le Figlie della Carità. Il Rettore vi celebrò la Messa e la sera D. Trione parlò delle Scuole professionali, alla istituzione delle quali i Salesiani tendono per elevare il tono culturale e tecnico dei lavoratori.

Il 19 marzo, festa di San Giuseppe e ricorrenza cinquantenaria dell'apertura del primo oratorio festivo, nuove solenni funzioni coll'intervento dell'Abate Tarani dei Vallombrosani.

Finalmente il 26 aprile, solennità del Beato D. Bosco, fu festeggiata alla presenza di S. E. Mons. Gabriele Vettori, vescovo di Pistoia e Prato, e fu una vera festa di tutto il popolo della parrocchia della Sacra Famiglia e di tutti gli allievi, ex allievi e cooperatori salesiani.

Il mese di Maggio fu particolarmente fervido di cerimonie in onore della Madonna e culminò il 24, solennità di Maria SS. Ausiliatrice, in onore della quale fu tenuta una devota e splendida processione con lampioncini multicolori. Partecipò e chiuse la bella giornata S. E. Mons. Giuseppe Signore.

Due importanti riunioni furono tenute nel mese di maggio dagli ex-allievi e dai Decurioni salesiani. La prima va ricordata per una simpatica deliberazione presa su proposta dell'ex allievo Avv. Franchini, di fondare a ricordo del Cinquantenario un « patronato » pel mantenimento colle offerte libere degli ex allievi di un povero fanciullo nella casa salesiana. Anche la adunata dei Decurioni riuscita mirabile per l'affiatamento e per lo spirito di iniziativa concretò, prima di sciogliersi, proposte assai pratiche sulla propaganda del culto del B. D. Bosco e sull'aiuto da porgere alle opere salesiane; proposte che vennero integrate dalle zelanti Cooperatrici presenti con l'aggiunta di altre proposte di considerevole importanza, riguardanti la fondazione di Comitati di Signore per la lavorazione di biancheria e paramenti sacri, la raccolta di medicinali per gli ambulatori missionari, la propaganda del Bollettino Salesiano e di Gioventù Missionaria, ecc.

Come si vede non si è trattato dunque di una serie di feste dedicate alla contemplazione del passato: ma di utili riunioni in vista dell'avvenire. Il passato insegna a condizione che si metta a profitto per l'avvenire: e questo fanno perfettamente tutti quanti cooperano alle molteplici iniziative salesiane.

In questi anni si è compiuta la grandiosa chiesa, ora si mira a fare al più presto il campanile, contemporaneamente le Scuole professionali. Così l'opera salesiana è tuttavia in atto, vive, cresce e fiorisce.

Cinquantenario a S. Isidro.

Le Figlie di Maria Ausiliatrice hanno commemorato il cinquantesimo anniversario della fondazione della casa di S. Isidro (Argentina). L'accademia commemorativa raccolse intorno alle zelanti suore il fior fiore della cittadinanza, e l'esimia signora Celina Bustamante De Belaustegui che le chiamò ad intraprendere la dolce missione di istruire e salvare la gioventù di S. Isidro. Assai vibrante fu il discorso della segretaria della Commissione Sig.na Petrona Gugliada, che con brillante parola rievocò l'arrivo delle prime quattro suore di D. Bosco, una delle quali -- Sr. Emilia Borgna, che fu la prima direttrice - è tuttora vivente nel Brasile: esse giunsero accompagnate dall'arcivescovo Mons. Federico Anevros e dal Rev.mo Signor D. Vespignani che fu il loro primo cappellano. La storia dirà un giorno i sacrifizi che costò quella fondazione, le molte conquiste di anime che in cinquant'anni compì, e il crescente affetto con ci li benefattori circondarono quell'istituzione, che recò al popolo di S. Isidro un nuovo soffio di vita.

NOVITÀ !   NOVITÀ ! ALL'AUSILIATRICE.

È stata pubblicata una nuova musica facile e di grande effetto del M° Magri, intitolata

All'Ausiliatrice Stella del mare per harmonium e per banda. Si vende al prezzo di lire 3 la copia. Le partine a 0,25, a beneficio dell'Opera Salesiana di GROTTAFERRATA (Roma), che ne è la depositaria.

LA CROCIATA MISSIONARIA

BORSE COMPLETE.

66 Borsa FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE offerta con slancio di generosità dalle benemerite Figlie di Maria Ausiliatrice nel giorno onomastico del Sig. D. Rinaldi.

67 Borsa SAN GIUSEPPE (4a) a cura della benemerita signora G. L. : alle lire diecimila versate nel novembre 193o, aggiunse in giugno L. 5.00o e in agosto completò con altre L. 5.000 la borsa da lei intitolata a s San Giuseppe », fiduciosa che Maria Ausiliatrice e il Beato Don Bosco l'aiutino e la consolino sempre nei suoi bisogni spirituali e materiali.

68 Borsa PIO XI (2a) nella parrocchia retta dal Rev.do Giuseppe McLaughlin a Forest Hills-New-York, nel 1930 fu raccolta la somma di L. 20.000 per la Borsa S. Giuseppe (5a) da noi pubblicata: nel 1931 si è raccolta la presente che viene intitolata a Pio XI (2a). Va dato merito speciale al Rev.do Parroco, che le ha raccomandate ai suoi parrocchiani, se, in due sole mattine fu possibile formare le due borse sopraccennate.

BORSE DA COMPLETARE.

Borsa MONS. F. ALBERT - Silvia Calvetti, 5o -- N. N. (Lanzo) 100 - Totale L. 5365.

Borsa ANIME DEL PURGATORIO - Sorelle O. C. S. in memoria del loro caro papà, 25 - S. B. (Valenza), 200 - T. P., 5 - A. Z., 15 - Vito Origli, io - N. N. (Ferlago), 7o - A. Maria Porta, 5o - Maria de Luise, 100 - N. N. a mezzo Arciprete D. Stefano Robino, 500 - N. N. (sacrestia), 5o Ida Buscaglia Vercellone, 200 - Bice Bertocchi Marabini, 50 - Emilia Gobbi, Ko - Giuditta Trezzi V. Facconi, 15o - Trezzi Rosina, i5o - Ida Facconi Berlonghi, 69 - Francesco di Rienzo, 5o - Brentegani Maria, 16 - M° Cantrigliano Luigi, 100 - Bianca Viale Conio, 20 - Angiolina Moscone, 5o - Ascanio Pasquini, 100 - Bertora Adele, io - Totale L. 14.003.

Borsa B. DON BOSCO - Solavagione Margherita, io - Oliveri Geronima, ioo - Berlè Celestino, 15 - Gandi Maria, 5o -- Berruto Domenico, i 5 -- Calliari Bianca, 25 - Lrebino Maria, 5 - Sebastiano D'Urso, 40 - C.P.S., 5o - Teresa Bruzzetti, 18,35 - R. Benvenuti, 20 - Crevacori A., io - Elisa Vachino, io - Chiaratti Erminio, io - Marenzi Carmelina, io - Francesca Sulis, i5 - Giuseppina Fanari, 5 - Bacis Francesco, 250 - Giulia k. Tonelli, ioo - Murey Angela, 1o - Geooa. Benedetto Domenico, 5o - Righctti Rina e Giulio, io - Lucia Giario, io - Una mamma, 5 - Colomba Saglia Musini, 20 - Umberto Poggi, insegnante, io - Maria

Chioso, io - Bice Bertocchi Marabini, 25 - Giuditta Trezzi V. Facconi, 15o - Trezzi Rosina, i5o - lda Facconi Berlonghi, 6o - Clotilde Ved. Ghidini, ioo - Del Bono Corti Clelia, 200 - Pulcherio Anna, 5 - N. N. Roma, 5o - Nina Gheno, 200 - Raffaele Can. Basti, ioo - Gaetano e Sandrina Motta, 5o - Sorelle Ansaldi (raccolte da pie persone), 150 - D. Alfredo Celesia, 5 - Maria Fea Giacca, 20 - Marta Agostini, 25 - Tagliavini Umberto, 30 - Giuseppina Pisano, 20 - Pompilio e Fausta Cardini, ioo - Totale L. 15.192,85.

Borsa D. ANDREA BELTRAMI (4a) - Prof. Castelli D. Giuseppe, 1.ooo - Benedetto Orlandi, 5o - Totale L. 1867.

Borsa BENEDETTO XV - Teol. D. Dutto Spirito, 25 - Pia persona, io - Totale L. 370.

Borsa D. G. BERTELLO - Convegno Ex-allievi (1931) 1085 - Allievi, Ammiratori, 370 - Ing. N. N., 300 - Dott. Gandini (Breme), 500 -Don Capra (Frassineto), 100 - Fam. Borello (Chiusa S. M.), 100 - Rag. Mazzucco (Ticineto), 100 - Fani. Coppo (Desana), 5o - Dott. Bisoglio (Confienza), 25 - Fam. Torri (Torino), io - Massara-Crosio (Vigevano), io - Totale L. 19.000.

Borsa D. MAGGIORINO BORGATELLO - Saletta Maria, 25 - Totale L. 2006,65.

Borsa DON CARA VARIO - De Antoni Lucia, io - Totale L. 111o.

Borsa D. V. CIMATTI - Rossi Dionigi con l'intenzione che D. Bosco benedica le sue nozze, 53 - Totale L. 299.

Borsa D. A. CONFORTOLA - Versate dall'Istituto di Firenze, 36,30 - Totale L. 2,18,50.

Borsa MONS. E. COPPO - L. M. Bocca, 1oo - Totale L. 2054.

Borsa CORTEMILIA - Toppia Delfina, 5 - Totale L. 13.980.

Borsa DECURIONI D'ITALIA -Can. Titomanlio Sabino, 25 - Totale L. 1535.

Borsa D. G. DE SCALZI -- Versate dal Direttore dell'Oratorio, 200 - Totale L. 3150.

Borsa DIVINA PROVVIDENZA - N. N., 100 - Luigina Guerra, 15o - Totale L. 2590,50.

Borsa DON BOSCO EDUCATORE (2a) -- Rina Garaccioni, 20 - Cesare Bonelli, 25 - Betta rag. Guido, io- Betta rag. Guido, 15 -Sac. Vito Quadrini, io - Totale L. 19.759,50.

Borsa DON BOSCO (Firenze) -- Giuseppe Mecacci, 5 - Versate dall'Istituto di Firenze, 237,70 - Totale L. 5175,80.

Borsa DON BOSCO PADRE DEGLI ORFANI - Ricavo dal libro di A. Moi, Ricordi di Infanzia,120.

Borsa D. BOSCO PROTETTORE DEI GIOVANI - Maria Valeria Monti, io - N. N. (Valfenera) a mezzo teol. D. S. Cocito, 35   Totale L. 539.

Borsa D. BOSCO SALVATE I NOSTRI FIGLI - Bertora Assunta, io - Dondoli B. Domenica, 5o - Rebuzzini Dott. Felice, 30 - Ester Gagliardi Di Francia, 1000 - L. 5487,00.

polo, 5oo - Luciano Angiolina, 200 - Rosati Fernanda « un acconto a Maria per speciale protezione avuta «, 5o -- I Ceretti (Intra), 200 -Olivero (porteria), 5o - Rivolo Eugenia, 25 - Baravaglio Caterina, 1o0 - Cotassa Lora, io - Zirondi Eugenio, 2 - Pipino Gaspare, ioo - Redaelli Edoardo, 5 - Cerutti Dorotea e C., 100 - Bardini Maria, 12 - Totale I,. i>.8;5.

Borsa GIUBILEO E RICONCILIAZIONE - Dott. Francesco Casalbore, 5o - Totale L. 2700.

Borsa D. L. GIUDICI - Versate dall'Istituto di Firenze, 80 - Totale L. 1748,25.

Borsa IMMACOLATA - Semin. Giuseppe Caliò, raccolte tra piccoli amici, 6o - Totale L, 16o.

Borsa INFANZIA ABBANDONATA - Bertora Assunta, io - Luigi Merlo, partecipando alla esultanza per le prossime nozze d'oro del Sig. D. Riualdi, 7000 - Totale L. 3272,50.

Borsa D. A. LAJOLO -N. N., 20 - Totale L. 270.

Borsa « L'ESEMPIO DI D. BOSCO » - Iniziata dal Sig. A. C., implorando la benedizione del Beato sulla sua famiglia, con L. 8oo.

Borsa MADONNA DELLE GRAZIE (Pinerolo) - Raccolte dalla Sig.ra Fava Maria di Pinerolo, 700 - Bresso Delfina. 20 - Totale L. 3448,50.

Borsa MAMMA MARGHERITA (2a) - Bertora Adele, io - Coniugi M. L., ioo - Burello Rosina, io -- Lucia Ved. Biffi, 200 - Matilde Avunti, 1o - Totale L. 5oo.

Borsa MARIA AUSILIATRICE.(24a) - Sorelle O. C. S. pregando per la guarigione della mamma,

Borsa ETERNO PADRE - N. N. (Roma), 5o - Totale L. 382.

Borsa EUCARISTIA IN PERPETUO - Clotilde Ved. Ghidiui, 1oo - Totale L. 2626.

Borsa EUCARISTICA DEL PICCOLO SERAFINO GUSTAVO BRUNI (4a) - Rossi Rosa, 6o - Maria Vittorio di Falcone, 62 C. Carolina, 5oo - F. Tr. 25 - Boscaglia C., 5o - Martina Villette, io - Tanzi Maria, 25 - Vedova Massazza, 5o - Nina Laura, 5 - Pellas Prato, 20 - Degrandi Giuseppe, ioo - Da diversi, 5oo. Tutte a mezzo di Don A. M. Anzini per grazie o per impetrare grazie -- N. N. 20 - Totale L. 14.468.

Borsa P. G. FRASSATI - N. N. (Torino), 25 - N. N., 55 - Totale L. 2785.

Borsa FRIULANA - Sac. A. Armellini, ioo - D. B. Dal Bianco (raccolte da varie persone), 65o - Totale L. 5300.

Borsa « G. - M. A. - D. B. » - Antonia Toneguzzo, 198 Antonia Toneguzzo, 190- Antonia Guzzo, 665 - Totale L. 3672.

Borsa C. GARNERO - Bruno Remigio, io - Valessano Giov., io - Sorelle Protti, io - Totale L. 1475.80.

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Borsa D. F. GIRAUDI - Luigi Ing. Billi ex disce

25 - Solavagione Margherita, 20 - Oliveri Geronima, 5o - Marta Maria, 10 - Montabone S., 20 - Lina Mazzotti, 15 - Boglia Bonardo Teresa, io - Ernestina Calgari, 36,70 - Bice C. Bertola, 5o - Prof. G. B. Zenezzo, 25 - Isotta Moglie, io - Maria Vola Gera, io - Sanlorenzo Angiolina, 200 - Lyda Bariotti, 5o - Ernesta e Teresa Blandini, ioo - Angelina Taccone, 5 - V. T., ioo - Ida Fassio, 5o - Colomba Saglia Musini, 20 - Giuseppe Fusarini, io - Maria Chioso, lo - Bice Bertocchi Marabini, 25 - Clotilde Ved. Ghidini, ioo - Del Bono C. Clelia, 5o - Antonietta Cavinato, 5o - Carminati Battista, 5 - Franco Antonietta, 20 - Sem. Agostino Zagni, 15 - G. Fusarini, 15 - Iolm A. P. Carbonara, 114 -- Vito Trincucci insegnante (raccolte col Bl. 49447), 72 - Totale L. 9096,20.

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Borsa MONS. G. MARENCO - Sig.ra Spingardi, 400 - Proi Giuseppina, 20 - A mezzo sig. Canali, 500 - Totale L. 6243,50,

Borsa MONS. GIUSEPPE NOGARA, Arcivescovo di Udine - Giordani Sabina, , - Fornasier Maria Micoli, 5 - Della Vedova Teresa, 2 - Borroni Emilia, 2 - Caterina Savio, io - Surza Guido, io - Brisighelli Giulio, 6 - N. N., per un lieto evento in famiglia Battaglia, 25 - N. N. 5 -offerte raccolte a mezzo sig. Peressutti G. Batt. in Sesto al Reghena: Peressuti G. Batt., 5 - Monai Maria, 5 - Peressutti Fausta, 5 - Peressutti Domenico, í - Falcona Luigia, 3 - Peressen Maria, 3 - Peressutti Ugo, 3 - Peressutti Enrico, 3 - Peressutti Annibale, 3 -- Peressutti Domenico. 3 - Segato Maria, 3 - Gasperotto Assunta, 3 - Pallova Norma, 3 - Segato Stefano, 3 - Collesiani Lucia, 3 - Peressutti G. Battista, 3 - Falcona Osvaldo, 3 - Luit Teresa, 3 - Monai Daniele, 3 - Zamparo Adriana, 3 - Monai Antonio, 3 - Monai Antonia, 3 - Monai Pietro, 3 - Monai Teresa, 3 - Falcona Luigi, 3 - Cozzi Mons. Luigi, 3 - Ros Egidio, 3 - Milani Erminio, 3 - Ros Vittorino, 3 - Bor taluzzi Giuseppe, 3 - Valvasori Orfano, 2 - Rosso Don Luigi, 2 - Sabina Giordani, 5 - 5. B. riconoscente al Beato D. Bosco, io - N. N., 2 - Polga Giovanni e Palmira, 5 - Di Gaspero Dott. Francesco, io - Colpi Gaetano, 2 - Umberto Rossi, lo - B. T., io- Ottavio Battaglia, 5 - Borroni Bruno, 5 - Famiglia Fiascaris in memoria del nipote Fausto Sburlino, io - Totale L. 6042,35.

Borsa PATROCINIO S. GIUSEPPE - Maria Prato Maccagno, io - Pia persona a mezzo Don Felice Mussa, io - Totale L. 16o5,oo.

Borsa PICCOLI AMICI DI D. BOSCO - Antonini G. Maria, 25 - Arcangela Fabbri a nome dei suoi piccoli cari alunni, 15o - Totale L. 169o.

Borsa PIO X - Carola Fagiuoli, 15 - Caprile Luigi, 40 - Olivero Maria, io-Totale L. 10,232.

Borsa D. L. PISCETTA - N. N. 5o - A. Manfrino, nel dì della prima comunione del figlio Lionello, 25 - M. Grame, 5o - Dal Sig. D. Finco, direttore Istit. Sales. di Modena, 600- Totale L. 11.8o1,8o.

Borsa FRATELLI PORRINI D. SILVIO E D. CARLO - omaggio di generosi benefattori nella fausta ricorrenza delle loro nozze d'argento sacerdotali, L. 10.5oo.

Borsa PRINCIPESSA CLOTILDE - ,.Alcune ragazze torinesi affinchè la santa Principessa protegga sempre il Re e tutta la Famiglia Reale », io - Totale L. 8.270.

Borsa PRINCIPI DI PIEMONTE - Carrera Agostina, io - Totale L. 1474.

Borsa REGINA DI MONDOVI' - Icardi Domenico (raccolte col salvadanaio del suo negozio), 36 - Totale L. 1102.

Borsa D. R. RICCARDI - Sacco Rosetta, 5 - R. L. (Torino), ioo - Teodorico Teresa, io - Mons. Vincenzo Lezè, 25 - N. N. ricordando il compianto D. R. R. nel giorno del di lui onomastico, invoca protezione, 20 - Romagnoli, io - Peronino Caterina, ioo Canonica Margherita, 5o - Elda e Alberto, So - Famiglia Broccardo, 5 - Ing. Valentino e Anna De Martini, 20 - Adele Chiarpotti, 5o - Totale L. 13.648,30.

Borsa D. F. RINALDI (3a) - Luigi Gelli, 100 - Totale L. 7934,85.

Borsa DON MICHELE RUA (3 a) - D. G. Morbi, ioo - T. V. (Lacchiarella), io - Totale L. 1438.

Borsa. SACRA FAMIGLIA - Coniugi Ester e Francesco Callierotti, 30 - Luisa Paolella, 6 - Totale L. 986.

Borsa SACRO CUORE DI G. CONFIDO IN VOI! (2a) - Giovanna Minotti, 100 - Caterina Coato, 100 - Marta Maria, io - Maria Talamonti, io - Zemira Mazzotti, 5 - Mario Viarengo, 100 - Pia persona, a mezzo sac. P. Angelini, «in suffragio dell'anima a lei più cara », 1000 -Zanoni Aurora, 15 - Emilia Gobbi, 5o - N. N., 5o - N. N., 500 - Giovanni Cicchitto, 5o - Canal Giorgio, io -- Morelli Lucina, 3o - Ermanno Ceccarelli, io - Canal Giorgio, 5 -Grazia Argentiero, io - Totale L. 3256.

Borsa SACRO CUORE DI G. SALVATECI (2a) - Bussi Giuseppina, 20 - Bruno Ines, io Totale L. 6347,60.

Borsa SAVIO DOMENICO (4 a) Lilli, 33 - Clotilde Garosei Armissoglio, 30 - Montabone S., 5 - Totale L. 4572,70.

Borsa SCUOLA CRISTIANA - Giuseppe Patrizi, 30 - Totale L. 130.

Borsa S. ANTONIO -- Del Fabro Oliva, 47 - Totale L. 2984.

Borsa S. BENEDETTO - Funari Emidio, 7 -Totale L. 237.

Borsa S. CARLO -S. G., 180 - versamento anteriore della stessa persona, 1840-Totale L. 3184,95.

Borsa S. COLOMBANO - Ferretti Colombano, io - Totale L. 1030.

Borsa S. EMERICO (2a) - Dall'Ispettoria Ungherese, 6oo.

Borsa S. FAUSTINO -- Z. Pia Panza, 12 - Totale L. 613.

Borsa S. FILOMENA - Avolio Giovanni, L. - Buccheri, 3 - Rizzo Luigi, 2 -- Totale L. 1707.

Borsa S. CAETANO - Giuseppe Fusarini, i5 - Totale L. 4166.

Borsa S. GIUSEPPE - Pina Ballario, 40 - Totale L. 51.52.

Borsa S. MARGHERITA DA CORTONA -- Valer Angela a nome di varie persone, 5a - Totale L. 4697,80.

Borsa S. MICHELE - Berrino Maria, io - Famiglia Borsalino, io - Bodrati Giannina, 15 - Bodrati Clementina, ; -- Bodrati Marcellina, 5 - Bodrati Angelo, 7 -- Zeme Linda, 2 - Piacentini Pinnina, 2 - Prevignano Maria, i - Mantelli Carolina, i - Ferrari Nina, i - Romeo Lucia, 1 - Totale L. 2410.

Borsa S. RITA DA C. - N. N., io - N. N. (sorelle V.), 1oo   Totale L. 2190.

Borsa S. TERESA DEL B. G. (10a) - Oliveri Geronima, 5o - Sac. G. De Maria, 5o - Dott. Pasquale Mazzola, 25 - Maddalena Serratrice, 5 - Uniberto l'oggi, insegnante, 10 - Maria Vinante Bragagna, 5o -- Bignotti Giacomo, io - Dott. Pasquale Mazzola, 25 - Berger D. Paolo, 20 -Madnreri Celestina. 2 - Rag. Manlio Prina, 20 - Polo Albina, 25 - N. N. (Confienza), 100 - Totale L. 11.449,50.

Borsa S. VENANZIO - Zannoni Aurora, io -Totale L. 1010.

Borsa TU ES PETRUS - Una studente torinese

in memoria della sua cara nonna, 10o.

Borsa SUOR VALSÈ TERESA-La Gioventù Missionaria del Convitto Manifattura di Legnano,

300 - Totale L. 1105,50.

Borsa VANGELO DI GESÙ - P. M. G., Mondovì,

25 --- P. Q., 30 - Racca Ester, ioo - C.R.T., 500 -- N. N. a mezzo Ada Mulinarci, 5o - Ada Mulinarci raccolte fra i bimbi delle Scuole Pie, 20, - Totale L. 11.770.

Borsa « VERCELLI » - Can. Orsenigo Riccardo, 5o - Baronessa Enrichetta Cantonoceva, 5 -Giuseppina Ardizzoia, 15 - Totale L. 6720.

Borsa MONS. LUIGI VERSIGLIA ---- Boleslao Workiewich, 25 = Pozzi Pietro, 5o -- Munarini Denima, 40 - Carolina- Tassoni, 2o,50 - -Sac Giuseppe Rampinini (raccolte coi blocchi); 65o

- Cassini Giovanni, io Totale L. 13.697,50,

Borsa MONS. VERSIGLIA E D. CARAVARIO - Guenzani Gina, 100 - Rodi Margherita ved. Pioli, 100 - Anna Nicolosi, 10 - Raccolte da Serra Margherita (libr. 09588), 204 - Gasparoli Camilla, 50 - N. N. (sacrestia), 10 - Raccolte dalla sig.na Teresina Gastaldi, 27,50-- Rev. Sig. Pievano del Villaretto, Don Viglianco, 100 - Minetto, impresari, 20 - Girando Maddalena Villaretto, 12 -Fenoglio Chiaffredo, commestibili, io - Dott. Cav. Castagno, io - Maestro Dellasette, io - Magg. Dellasette, io - Beltramo Pietro, macelleria, 5 - Fenoglio Enrico, calce, 5 - Domenichina Castagno, 5 - Margherita Gosso, 5 - Roetto, 5 - Sorelle Beriachetto, 5 - Depetris Maria: San Bernardo, 5 - Perassi, 4 - N. N., 5 - Grandi Anna, 2 - Giovara, albergatore, 2 - Bruno Giovanni, bigliettario, i -- Sorelle Girando Celesta e Teresa, 12 - N. N. 5 - Fenoglio Meghi, 1o - Mattalia Irma, 5 - Totale L. 1565,50.

NOTIZIE DI FAMIGLIA

52 Sacerdoti Salesiani ordinati dall'Arcivescovo di Torino.

Un'imponente funzione si è svolta nella basilica di Maria Ausiliatrice il 5 luglio: S. E. l'Arcivescovo conferiva i sacri ordini a ben 52 diaconi dell'Istituto Internazionale Salesiano Don Bosco e ordinava 36 suddiaconi dello stesso Istituto. La bella cerimonia, durò quattro ore circa, alla presenza di una grande folla. Gli ordinandi appartenevano a diverse nazionalità. S. E. l'Arcivescovo, compiute le ordinazioni rivolgeva ai nuovi leviti ed al pubblico un nobile e affettuoso discorso sulla missione del sacerdozio, pronto a tutto, anche al sacrificio, per la difesa della verità.

I nuovi ordinati all'uscita dalla basilica, vennero accolti da scroscianti applausi.

Il Presidente del Messico visita le Scuole Salesiane.

Le Scuole Professionali salesiane della Città di Messico (Capitale), hanno avuto una visita ufficiale dal Presidente della Repubblica.

Il 27 maggio, accompagnato dal ministro della guerra e della marina, il generale Gioachino Amaro, e da molti ufficiali, il Presidente Ing. Pasquale Ortiz Rubio, arrivava all'istituto, accolto dal direttore, che lo accompagnò a visitare i singoli laboratori e tutte le scuole.

Compiuta la visita, gli alunni, con a capo la banda musicale, si radunarono in bell'ordine innanzi all'Ecc.mo visitatore, al quale rivolsero dapprima un riverente saluto, poi con un vivacissimo dialogo espressero i sentimenti della loro riconoscenza per l'onore ricevuto e schiettamente manifestarono tutta la soddisfazione per l'educazione che ricevevano alla scuola del Beato Don Bosco.

Una sincera ammirazione che brillava anche sul volto del Presidente e di quanti lo accompagnavano fu pari alla cordialità, con la quale egli e il ministro si congratularono con i superiori per il florido andamento dell'istituto. Prima che partissero venne loro offerto un vermouth d'onore, presente tutta la comunità. La notizia della visita ebbe la più cara accoglienza in tutta la città.

Premiazione all'Istituto Pio XI.

L'Istituto Professionale ''Pio XI, che tanta fama s'è acquistata fin dal primo anno di vita da essere reputato il migliore del genere oggi esistente in Italia per i programmi educativi, per la razionale distribuzione delle aule e per le attrezzatissime officine, ha visto per la prima volta compiersi alcune cerimonie: quella dell'apertura di una interessante mostra dei lavori eseguiti e del programma didattico-professionale in svolgimento nel corso del quinquennio, compiutasi alla presenza del Gr. Uff. Scanga, del Ministero dell'Educazione Nazionale e di altre distinte personalità, e quella ancora più fastosa della premiazione degli alunni, avvenuta il 19 luglio.

Nell'ampio cortile, assai bene ornato, era il palco delle autorità che facevano corona all'Eminentissimo Card. Pietro Gasparri. Intervennero il Comm. Contaldi per il Ministero della Educazione Nazionale, il conte e la contessa Capello, Mons. Genuardi, vescovo eletto ausiliare di Palermo, il generale Turano, il Prof. Mario Marinucci ispettore generale del Ministero di Agricoltura, l'Avv. Angelini Rota giudice istruttore della Città del Vaticano, ecc.

Dinanzi a un folto pubblico si è svolto un interessante programma musicale dalla locale «Schola cantorum» e dalle bande dell'Istituto e della Scuola di agricoltura, la quale ha avuto i più alti elogi dal Prof. Marinucci, che l'ha additata come esempio fra le migliori. Il direttore D. Rotolo ha quindi riassunto in un simpatico discorso questi primi mesi di vita del Pio XI, notando che i dieci alunni che nell'8 settembre 1930 inaugurarono la cappella, erano al 15 del mese stesso divenuti cento, emigrati dall'Ospizio del S. Cuore di via Marsala: il 10 di ottobre il numero si era semplicemente duplicato. Il vastissimo fabbricato accolse così in pieno una festosa e operosa massa di alunni, che han dato prova della loro abilità e della esperienza dei capi di arte con l'ammirata esposizione dei lavori nei vari reparti. Parlando dell'attigua scuola di agricoltura ricorda che, essendo sorta per gli orfani dei contadini morti in guerra, oggi ridotti a 22, accoglie altri 70 allievi che si può dire faccian vita comune con i 20o dell'Istituto, che il Governo nazionale ha onorato di molte visite da parte di autorità che si recano anche ad ammirare l'ordine, la disciplina e il fervore di lavoro che anima questa vasta fucina, donde escono giovani educati all'amore della religione e della patria. Sembrava già grande, forse troppo grande questo monumentale edificio: eppure, non sembra sufficiente; ebbene se ci sarà bisogno, come ce n'è - disse D. Rotolo -allargheremo le nostre mura. La premiazione si è svolta animatissima e fra continui applausi. Infine a nome del Pontefice, il Cardinale Gasparri ha impartito la benedizione.

La Casa di formazione D. Bosco negli Stati Uniti.

Sua Eccellenza Mons. Pietro Fumasoni Biondi, Delegato Apostolico negli Stati Uniti, si recò da Washington alla cittadina di Newton N. J., nei dintorni di New York, per benedire la nuova Casa di formazione intitolata a « Don Bosco », ed eretta dai nostri Cooperatori e amici in omaggio a lui.

La presenza del rappresentante del Papa, del Vicario Generale della Diocesi di Newark Mons. Duffy, di una larga rappresentanza del clero secolare e regolare, di molti amici nostri e di vari gruppi di allievi delle nostre scuole e parrocchie degli Stati di New York e New jersey, fu come il segno esterno dell'intima importanza della ceremonia.

Essa fu ben rilevata dalle parole di Sua Eccellenza, preludenti ad un nuovo impulso di vita salesiana negli Stati Uniti, da quelle eloquentissime di Mons. Duffy sull'efficacia propria del sistema educativo di Don Bosco e da quelle del nostro Don Patrizio O'Leary, che sviluppò con filiale entusiasmo la definizione della nuova Casa data dal venerato Rettor Maggiore: « un luogo in cui i chiamati americani alla nostra vita, svestito lo spirito del mondo, rivestiranno quello di Cristo che vuole apparire negli Stati Uniti sotto le sembianze di Don Bosco».

E sembra che l'ora di Don Bosco sia proprio suonata anche su questo grande paese.

Al periodo di 3o anni di vita feconda, ma limitata con prevalenza ad attività parrocchiali tra i nostri immigrati, succede un nuovo periodo in cui Don Bosco prenderà il suo posto di educatore nelle forme svariate del suo programma e coll'irresistibile fascino dei suo metodo.

Chi conosce, sia pure alla superficie, i bisogni spirituali degli Stati Uniti, i pericoli della gioventù, massime tra le classi inferiori, è assolutamente convinto che Don Bosco sarà qui un provvidenziale conquistatore.

Di fronte alle caratteristiche condizioni locali, sarebbe prematuro il pronosticarne le vie: ma Don Bosco saprà trovarle, numerose, larghe e trionfali.

Ci voleva il punto di partenza, ed ecco che egli se lo fissò, come un frutto della sua Beatificazione, sulle ridenti colline del New jersey, non lungi dalla metropoli di New York.

Egli provvide in buona parte alle spese complessive e chiamò e chiama a raccolta una larga schiera di vocazioni che innesteranno la sua caratteristica attività su quella già così esuberante di questo paese.

Don Bosco ha fatto, fa e farà la sua parte. Tocca ora ai nostri Confratelli ed Amici degli Stati Uniti di cooperare con lui.

Alla Scuola Salesiana di San Francisco (California).

Nell'auditorium della nostra scuola di San Francisco il 5 giugno ebbe luogo la premiazione degli alunni che superarono l'esame. Vi assistettero il R. Console Generale Comm. Manzini e un scelto uditorio, che applaudirono calorosamente il programma dell'ameno trattenimento. Le medaglie per la Scuola d'Italiano furono donate dal R. Governo Italiano e distribuite dallo stesso Console. Col nuovo anno l'insegnamento dell'Italiano sarà esteso a tutte le io classi; cosicchè i nostri connazionali troveranno la scuola grandemente utile pei loro figli.

Premiazione scolastica a Messina.

L'Istituto S. Luigi di Messina, ormai risorto magnifico in un sito ameno dalle rovine dell'immane terremoto del 19o8 e inaugurato l'anno scorso con grande solennità, ha avuto quest'anno il suo battesimo, e possiamo dire splendido battesimo, nella premiazione degli alunni alla chiusura delle scuole. Autorità ecclesiastiche, civili e militari intervennero alla cerimonia del 29 giugno, per testimoniare l'immutata, affettuosa simpatia . verso un'opera che in Messina produsse un bene incalcolabile nei suoi 4o anni di vita, pur tra alterne vicende di floridezza e di lotta.

I risultati degli studi furono coronati da brillanti risultati che ancor una volta fecero palese la vitale efficacia del sistema educativo instaurato dal B. Don Bosco; ed è bastato che il Direttore Don Conti nel suo discorso di apertura segnalasse all'ammirazione del pubblico due alunni di quinta ginnasiale promossi con l'intera esenzione dalle tasse, ed altri due con la semi esenzione, perchè i presenti con la netta percezione del profitto realizzato dagli alunni esplodessero in un frenetico applauso. E la realtà di questo profitto l'ebbero sotto i loro occhi nella disinvolta e artistica declamazione e nelle complesse ed entusiasmanti evoluzioni ginnastiche, eseguite sotto la direzione del Prof. Angelini. Per ultimo due telegrammi furono letti all'assemblea prima che si sciogliesse: entrambi pervasi di caldo affetto e di stinta profonda per l'Istituto S. Luigi esprimevano il rincrescimento del R. Provveditore Reina e dell'Arcivescovo Mons. Paino di non poter trovarsi presenti alla cerimonia.

Lettera di Don Giulivo ai giovani.

Carissimi,

Lo splendido monumento del S. Cuore di Gesù, . sorto in Roma sul campanile della Basilica omonima, dono degli alunni dei Salesiani delle Americhe al B. Don Bosco, e di cui vi scrissi un mese fa, continua a suscitare ammirazione e plausi da quanti lo contemplano.

In modo particolare se ne allietò il S. Padre Pio XI, che lo vede molto bene dal Vaticano, e ne benedisse di cuore i giovani donatori.

Ora, Carissimi, tocca a noi unirci con i nostri amici delle Americhe, e divenire ferventi divoti del S. Cuore di Gesù e farlo regnare nei nostri cuori.

Recentemente a Budapest, meravigliosa capitale dell'Ungheria, trovandosi due sacerdoti del Beato D. Bosco nella piazza centrale di fronte al palazzo del Parlamento, si videro venire innanzi quattro giovanetti zelatori del S. Cuore di Gesù. Vestivano essi la divisa dell'Associazione del S. Cuore, dai colori della bandiera nazionale bianco, rosso e verde, e postisi sull'attenti, salutavano militarmente i due Salesiani esclamando: « Cor Jesu sacratissimum, adveniat Regnum tuum ». Baciavano poscia la mano ai due sacerdoti e se ne ritornavano ai loro giuochi.

I due sacerdoti ne restarono molto edificati.

Bellissimo episodio che ci predica l'amore al S. Cuore di Gesù. Non basta, o cari giovani, il monumento di Roma, innalzate ancora un monumento del S. Cuore di Gesù in ogni vostro cuore. Regni Gesù nelle vostre menti, nei vostri a etti, in tutta la vita vostra e crescerete degni cristiani, ottimi cittadini, liete speranze della religione e della patria.

Addio.   D. GiuLivo.

La festa del Beato Don Bosco

RIMINI. - Preparata da un triduo predicato dall'oratore D. G. Mazzoli di Cesena, la festa rivestì il carattere di grande solennità per la partecipazione di tutte le associazioni e di Monsignor Vescovo che si degnò assistere pontificalmente alla Messa solenne. Bellissima la processione del pomeriggio colla statua di Maria Ausiliatrice e colla reliquia del Beato.

CASALCERMELLI. - La prima festa del Beato a Casalcermelli, dove sono note ed ammirate le opere di D. Bosco per merito del Prevosto D. Ferraris, antico allievo dell'Oratorio, la festa, diciamo voluta e organizzata dalla buona popolazione, riuscì un trionfo del grande educatore. Il triduo predicato da Padre Callisto da Costanzana dispose degnamente gli animi alla solennità: anche l'Avv. Torriani impressionò soavemente la popolazione con opportune conferenze sul Beato illustrate da proiezioni luminose. La festa riuscì splendida colla partecipazione di tutto il popolo alla comunione generale, alla Messa solenne e alle funzioni pomeridiane. Molto gustato fu il panegirico detto da D. Zerbino salesiano e a tarda sera la proiezione di una film missionaria che attirò le simpatie di tutti alle Missioni Salesiane. Giunga il nostro plauso al Rev.mo Prevosto, alle Autorità e al Comitato che tanto si adoperarono perche la festa fosse di grande onore al Beato.

MASSA DI CARRARA. - Il 19 aprile si inaugurava a Massa nella Cura di S. Giacomo, presenti i rappresentanti dei Circoli di plaga, il nuovo Circolo «Beato D. Bosco» con una speciale benedizione del S. Padre, e veniva benedetto un grande e splendido quadro del Beato e collocato in chiesa presso l'altar maggiore al canto dell'inno. La sera del 23 fu predicato dal Rev.mo Curato Can. Azzi il triduo solenne in onore del Beato. La funzione riuscì splendida e devotissima e vi concorsero con entusiasmo non solo i giovani, ma una folla di devoti che cominciano ad avere pel nostro Beato una speciale preferenza.

SCALETTA (Messina). - Riuscitissima e solenne la festa celebrata a Scaletta, con la preparazione di un triduo predicato dal Rev.mo Parroco Sac. Mariano Frassica. Grande fu il concorso dei fedeli alle sacre funzioni del 26 aprile e specialmente numerose le sante comunioni. Le Figlie di Maria Ausiliatrice dell'Istituto che, coadiuvate dal zelante Parroco, ebbero l'iniziativa della festa, vollero chiudere la giornata con una magnifica accademia e colla processione serale della reliquia a cui partecipò con vivissima gioia tutta la popolazione.

VARESE. - La festa dell'Apostolo della gioventù svoltasi alla Casa-famiglia delle Figlie di M. A. e preceduta da fervoroso triduo predicato dal salesiano D. Lettieri, non poteva avere esito migliore. Alle varie funzioni del mattino e specialmente in quelle del pomeriggio la folla dei devoti stipò la cappella dell'Istituto ed ascoltò con santa avidità la dotta parola del Rev.mo Prevosto D. Alessandro Proserpio, che chiuse con la benedizione e con porgere la reliquia al bacio dei fedeli.

MILANO. - Nella parrocchia di S. Agostino le feste si sono svolte con concorso ed edificante pietà, alla S. Messa della Comunione generale, celebrata da S. E. Monsignor Maurilio Fossati, Arcivescovo di Torino. Solenne ed imponente assai la celebrazione della Messa cantata, coll'accuratissima esecuzione della musica del Goller, a quattro voci.

Tenne un ascoltatissimo e suggestivo discorso sul Beato, Mons. Enrico Montalbetti della Metropolitana. Nel pomeriggio, dopo la solenne funzione religiosa, nel salone-teatro si svolse la riuscitissima adunanza generale e di chiusura del Congresso parrocchiale. La seduta venne aperta dal presidente del Consiglio parrocchiale, egregio prof. Lino Vanotti, con un'accurata ed interessante relazione generale delle attività del Consiglio e delle varie Associazioni che da esso dipendono. Di tutto diede sentita lode il Canonico Don Bandera, rappresentante della Giunta Diocesana; e a lui seguì il Prevosto Don Ramelli, plaudendo al già fatto ed eccitando alla perseveranza ed al continuo progresso in un campo di tanto prezioso e necessario apostolato pel maggior trionfo di Dio nella parrocchia.

TRIESTE. - All'Oratorio salesiano di Trieste la festa di Don Bosco assurse a grande solennità per l'intervento entusiastico di allievi, exallievi e benefattori dell'Opera, sia nella chiesa dell'Oratorio, sia nella chiesa di S. Antonio Nuovo, dove poterono raccogliersi parecchie migliaia di devoti per assistere alle grandi funzioni in onore del Beato. A sera nel teatrino dell'Oratorio grandissimo fu pure il concorso per il trattenimento musico-drammatico.

TERNI. - La festa del Beato nell'artistica chiesa di S. Francesco, con la partecipazione di S. E. Mores. G. B. Rosa, arcivescovo di Perugia, riuscì quanto mai imponente. Giovani e fedeli si accostarono in gran numero alla santa Comunione. Mons. Rosa parlò più volte alla folla devota dando con la sua nota eloquenza risalto alle virtù del B. Don Bosco e rendendolo più caro all'affetto degli uditori. La benedizione di chiusura fu impartita da Monsignor Vescovo della Diocesi, che tanto ama D. Bosco e le sue opere.

TREVIGLIO. - La festa assunse all'Istituto Salesiano di Treviglio una doppia solennità per la ricorrenza della « Messa d'Oro » del Rev.mo D. Venerio Nardi, sacerdote salesiano; vi parteciparono numerosissimi invitati. Disse il panegirico il Sig. D. Luigi Poggi della Diocesi di Massa Carrara, nipote di D. Nardi, tratteggiando la figura del sacerdote cattolico e del sacerdote salesiano sulle orme del Beato Don Bosco, fulgido eroe di abnegazione, di sacrificio e di carità nell'educazione della gioventù e nella civilizzazione dei popoli.

La giornata si chiuse con una brillante accademia.

FRASCATI. - Il secondo anniversario della ricorrenza del Beato Don Bosco è stato celebrato a «Villa Sora » con solennità anche esterna e civile.

Gli allievi si prepararono alla celebrazione con un triduo, che nella vigilia ebbe il suo svolgimento più adeguato in un'ora di adorazione a Gesù Sacramentato, predicata da Monsignor Greco, del Collegio degli assistenti ecclesiastici di Roma.

Il 26, domenica, la Messa della Comunione riuscì un generale tributo di pietà filiale verso il Beato. Anche la Messa cantata fu dimostrazione dell'abilità e valentia della scuola corale e del suo perfetto affiatamento.

La seconda parte della lesta si svolse con non minore solennità nel pomeriggio, con l'intervento di S. Em. il Card. Lega, del Comm. Francesco Aquilanti della R. Università di Roma, oratore ufficiale, e delle rappresentanze giovanili di tutta la diocesi. Assisteva pure uno stuolo elettissimo di personalità.

L' Eminentissimo con le preci di rito benedisse il nuovo vessillo della sezione aspiranti, che si intitola al Beato e rivolse parole nobilissime sopra il valore di questo simbolo, inneggiando a Don Bosco e alle altissime idealità dei suoi figli.

Il trattenimento si chiuse col Canto a Don Bosco del Maestro Pagella eseguito dalla massa degli alunni. Ma le soavi emozioni suscitate, siam certi, avranno un'eco ben più profonda e duratura nell'animo dei presenti e specialmente dei giovani.

NAPOLI (Vomero). - Grandiosa ed entusiastica la festa celebrata alla parrocchia salesiana del S. Cuore di Gesù. Alunni del collegio, oratoriani e fedeli accorsero alla predicazione del triduo fatta dal Sig. D. Trione; per la festa si ebbe poi la bella fortuna della Messa di un novello sacerdote che S. Em. il Card. Ascalesi aveva ordinato la vigilia. Le funzioni della giornata, solennizzate da varie circostanze e avvivate dalla parola elettrizzante del Sig. D. Trione, trassero alla chiesa una moltitudine che onorò davvero il Beato colle migliori disposizioni.

Anche alla Pia Casa dei sordomuti affluirono personalità, clero, ordini religiosi, benefattori, benefattrici, ex-alunni ed estimatori dell'Opera Salesiana per celebrare la festa del Beato. Le funzioni riuscirono solenni e vi presero parte attiva il Rev.mo Parroco di Montesanto e Mons. Buonomo, rettore di S. Giacomo.

SUNBURY (Australia). - La prima festa in onore del Beato Don Bosco a Sunbury (Australia), riuscì solennissima e spettacolosa.

Un buon numero di zelanti Cooperatori coadiuvarono il Direttore del collegio, Don Patrizio O'Grady, nell'organizzazione della bella festa, che riuscì il più grande avvenimento religioso nella storia dello Stato di Vittoria.

Nonostante il fatto che il collegio disti 25 miglia da Melbourne, una Processione del Santissimo ben preparata, in onore del Beato, attirò una folla da 25 a 30 mila persone che vennero da luoghi lontanissimi. Nove treni speciali portarono parte della gente da Melbourne fermandosi nella proprietà, vicino al luogo della processione. Si contarono circa 4 mila automobili di tutte le specie che riempirono i vasti piazzali ad essi riservati e riversarono su Sunbury una fiumana di gente. Era uno spettacolo commoventissimo. Le case e le vie erano addobbate riccamente : due archi trionfali e due altari vennero eretti all'aperto.

Il tempo, da cui tanto dipendeva il successo della processione, fu il più favorevole che si potesse desiderare. Dalla torre del castello sventolava - la prima volta nella storia di questa nazione - una enorme bandiera pontificia; fatto che i residenti di qui e tutti gli amici venuti da lontano salutarono con gioia.

Il Santissimo venne portato in processione. dall'Ecc.mo Arcivescovo di Melbourne Dr. D. Mannix, accompagnato da Monsignori, da gran numero di sacerdoti del clero regolare e secolare e distintissimi membri del laicato cattolico. Le « Figlie di Maria » di 35 parrocchie e le organizzazioni religiose mandarono rappresentanti e bandiere. I Rev.di Padri del SS. Sacramento di Melbourne portarono la loro Guardia d'onore al completo. La Banda del collegio, aiutata da amplificatori, accompagnò il canto che continuo ed unisono si levava da tutti i punti della processione. Una compagnia cinematografica prese un film sonoro dell'avvenimento, che ben riuscito attirò altre folle di pubblico ai teatri per vederlo.

Dopo la processione si tennero brevi discorsi d'occasione. Distintissimi ed applauditissimi oratori furono Sua Ecc. l'Arcivescovo ed il Direttore. Tutti poi furono unanimi nell'esprimere la loro grande gioia di aver partecipato ad una dimostrazione tale in onore del Beato

Don Bosco. La festa produsse una grandissima impressione in tutti coloro che ebbero occasione di vederla, e fu apportatrice di nuove benedizioni. Per una settimana dopo la festa di « Rupertswood » i giornali cattolici e la gente non parlarono quasi d'altro. Ci auguriamo che il Beato D. Bosco continui a benedire e proteggere questa importantissima fondazione che dovrà esser il centro e punto di partenza per il futuro sviluppo dell'Opera Salesiana in quelle immense regioni.

CAIRO (Egitto). - A solennizzare il Beato Don Bosco l'Istituto Salesiano di Rod el Farag aveva dedicato la giornata del 26 aprile con funzioni sacre mattutine presenziate da S. E. Rev.ma. Mons. Valerio Valeri, delegato apostolico di Egitto, e con un trattenimento musico-drammatico organizzato nel pomeriggio.

Il pubblico, notabilità e famiglie simpatizzanti italiane, superò tutte le previsioni degli organizzatori e partecipò con qualche disagio, ma con viva gioia a tutte le cerimonie.

Terminato lo spettacolo drammatico, il pubblico passò nella palestra dove la banda militare composta di elementi del 17° e 21° lancieri eseguiva un programma musicale con la autorizzazione del col. lord J. N. Butler sotto la direzione del M° Francis j. Allsebroeck.

LUGANO. - La festa del Beato a Lugano riuscì splendidamente e vi contribuì colla sua predicazione e con conferenze il missionario nostro Don Dalmasso. Ben svolte le varie funzioni religiose della giornata con intervento di Mons. Poretti, arciprete della cattedrale, e della corale « Concordia ». Nel pomeriggio, per soccorrere le missioni del Beato, le Patronesse dell'Oratorio inaugurarono una grande lotteria, seguita sul tardi da un trattenimento drammatico-musicale.

Esempi da imitare.

Il Rdo. D. Scaffidi Antonino, parroco di S. Angelo di Brolo (Messina), ci invia un'offerta, accompagnata da queste belle parole che trascriviamo testualmente : In suffragio della Signora Ziino Maria il figlio Giovanni e i fratelli inviano l'offerta di lire cento in cambio di fiori che marciscono.

Torino, 22 aprile 1931-IX. Spett. Istituto Salesiano per le Missioni, Torino Via Cottolengo, 32

Le Famiglie: Fubini e Montalcini, E. Segre Ovazza, Levoni, Pegasano, Imberti, Rossanigo, Camuri, Filippi, Ovazza, Gallina, Cèmi, Do, Stramesi, Vandone, Prusso, per onorare la memoria del compianto amico e coinquilino Sig. Raselli Giovanni, in ossequio al desiderio da lui espresso, in luogo di fiori devolvono L. 375 a favore di codesto Spett. Istituto.

Con distinto ossequio.   Ugo C.

TESORO SPIRITUALE

I Cooperatori salesiani, i quali, confessati e comunicati, divotamente visiteranno qualche chiesa o pubblica cappella, o se viventi in comunità la propria cappella privata, e quivi pregheranno secondo l'intenzione del Sommo Pontefice, possono lucrare l'indulgenza plenaria (come dal Decreto della Sacra Congregazione delle Indulgenze 2 ottobre 1904).

OGNI MESE:

1) in un giorno scelto ad arbitrio di ciascuno;

2) nel giorno in cui faranno l'esercizio della Buona Morte;

3) nel giorno in cui si radunino in conferenza.

NELLE FESTIVITÀ:

Settembre:

8 Natività di Maria Vergine. 12 Nome di Maria.

14 Esaltazione della S. Croce.

15 I sette Dolori di Maria Vergine. 29 S. Michele Arcangelo.

Ottobre:

7 Madonna del Rosario.

11 Maternità di Maria Vergine.

16 Purità di Maria SS.

RICORDARE

che ogni giorno, con la sola condizione d'essere in grazia di Dio, i Cooperatori salesiani, che durante il loro lavoro o in mezzo alle loro occupazioni uniranno il loro cuore a Dio per mezzo d'una breve e pia invocazione, possono acquistare:

1) Per una invocazione qualunque, a loro scelta, un'indulgenza plenaria.

2) Per tutte le altre, 400 giorni d'indulgenza, ogni volta.

NB. - I Cooperatori, impediti per malattia di portarsi alla chiesa, possono acquistare le indulgenze sopraddette, recitando in casa cinque Pater, Ave e Gloria.

La sacra Penitenzieria Apostolica il 13 novembre 1930 ha arricchito di speciali indulgenze un'invocazione, uscita dal cuore del Beato Don Bosco e solita a recitarsi nelle case salesiane.

Ai Salesiani, ai loro alunni, agli ex-allievi, ai Cooperatori Salesiani ed agli ascritti alla Pia Associazione dei devoti di Maria Ausiliatrice, che avranno recitato l'invocazione Cara Madre, Vergine Maria, fate che io salvi l'anima mia e l'Ave Maria per tre volte, concede:

1. Indulgenza parziale di 300 giorni, ogni volta, purche siano almeno di cuore contrito.

2. Indulgenza plenaria, alle solite condizioni, una volta al mese, se per tutto il mese avranno recitato ogni giorno la invocazione suddetta.

L'indulto vale per sette anni.

DALLE NOSTRE MISSIONI

Notizie dal Messico.

Da bordo del Cristoforo Colombo 9 maggio 1931.

Amatissimo Sig. D. Rinaldi,

Ieri l'altro partii dalla terra benedetta che è sotto la speciale protezione della Madonna di Guadalupe, apparsa ripetutamente sul colle del Tepeyac sulle soglie della grande capitale messicana. Quattro secoli sono trascorsi da quell'epoca (12 dicembre 1531-1931) e tutto il popolo messicano con ammirabile entusiasmo si prepara a celebrare cristianamente il sacro centenario.

Missioni per uomini, per signore, per giovani, per gente di servizio; pellegrinaggi parrocchiali e regionali; pubbliche accademie e Congressi mariani sono già all'ordine del giorno. È insomma un fervore particolare di rinnovamento cristiano nell'imminenza della storica data. Anche le nostre Case del Messico organizzano un grandioso pellegrinaggio pel 24 ottobre, che, a Dio piacendo, riuscirà imponente e devoto.

Il 26 aprile al Collegio di Messico, nella ricorrenza della festa del Beato Don Bosco, abbiamo tributato un segno di riconoscenza ai rappresentanti delle varie nazioni, dove l'opera di D. Bosco è più sviluppata e più gradita. I nostri piccoli artisti fecero prodigi e commossero coll'esecuzione perfetta dei vari inni nazionali, col saluto alla bandiera messicana e a quella d'Italia, di Cuba, del Cile, dell'Argentina, del Paraguay, della Colombia, ecc. e coll'ornare di allori le fronti di nazioni celebrandone le benemerenze e il valore.

* *

Il 5 maggio - festa nazionale pel Messico e quarto centenario della fondazione di Puebla - i nostri alunni della capitale si unirono a quelli di Puebla per partecipare alle grandiose feste.

S. E. il Presidente Pasquale Ortiz y Rubio, col Ministro della Guerra, passava in rivista 10.ooo uomini di truppe. Nello sfilare esse erano precedute da una colonna di giovani, 30o dei quali erano nostri allievi con bande in testa. Al mattino avevano ricevuto la santa Comunione e pregato con fervore di affetto per l'avvenire della loro Patria. Il portamento disinvolto, marziale nell'elegante divisa, la perfetta esecuzione di movimenti, entusiasmarono tanto la moltitudine che assisteva, che li coperse di fiori e applaudì freneticamente al loro passaggio. Dopo aver sfilato i nostri si erano portati per godere il resto dello spettacolo in un punto non troppo comodo e poco ombreggiato. Tosto alcuni allievi della Scuola Nazionale si avvicinarono e rivolsero loro cortese invito perchè entrassero nella Scuola e di là si godessero la sfilata senza prendersi un colpo di sole. E dissero coloro che avevano fatto l'invito: - Così ci aiuterete ad accogliere degnamente S. E. il Presidente, quando finita la parata, verrà ad assistere all'inaugurazione della nuova bandiera della nostra scuola.

L'invito fu accolto con riconoscenza. Finita la parata il Presidente andò alla Scuola Nazionale e i nostri alunni in perfetta formazione di squadra gli resero onore: dopo la semplice cerimonia, le nostre due bande di Puebla e di Messico eseguirono brillantemente l'inno nazionale. Sua Eccellenza fu assai soddisfatto dell'improvvisata ed ebbe pei nostri alunni parole di vivo compiacimento. Due giorni dopo, sapendomi imbarcato per partire alla volta di Cuba, mi inviava per radio il suo saluto.

Voglia, amato Padre, benedire questi suoi figli lontani e in modo speciale il suo dev.mo

Sac. LUIGI PEDEMONTE Ispettore.

Tra i Cinesi del Siam.

Amatissimo Padre,

Nel 1927, lasciando la Cina per la missione del Siam, mi fu detto che vi avrei trovati molti Cinesi e ne provai un senso di viva gioia. Volere o no, nove anni di vita missionaria nell'Impero Celeste, di cui quattro proprio nel distretto (oh come ricordo quei posti) dove furono immolati il forte Monsignor Versiglia ed il pio D. Caravario, mi avevano grandemente affezionato alla terra del mio primo apostolato.

Che mi avessero detto il vero, me ne convinsi subito a Swaton. Il nostro bastimento si fermò in quel porto un paio di giorni e, quando partì, un'immensa turba vi formicolava ammonticchiata sul ponte, diretta come noi a Bangkok. Più di mille quella volta! poi, decine di migliaia in un mese; tutti in cerca di lavoro e di un poco di pace. Ora a quattro anni di distanza, le scrivo proprio di ritorno da una non breve escursione tra questi cari emigrati Cinesi che formano al presente le nostre migliori speranze.

La prima escursione.

Ho compiuto il giro in compagnia del nostro D. Caccaglio, il quale naturalmente si è accontentato di parlare coi gesti e col sorriso, ed ora trovasi alle prese, con serietà, coi caratteri di Confucio e minaccia di prendersi in una prossima gita apostolica una lodevole rivincita.

Dopo il siamese, il cinese; più tardi il malese, l'indiano, il cariano... anche in questa terra benedetta il problema delle lingue spaventa; eppure bisogna affrontarlo, se in qualche modo si vuol lavorare; e lo stanno affrontando con fede e amore i suoi amati figli del Siam.

Nella foresta.

Ci siamo spinti, questa volta, fino a 4o km. circa nella foresta, nella parte nord della provincia di Raiaburi, un po' in autocarro e un po' a piedi. Autocarri nella foresta? Sicuro. E anche dove vi sono le risaie. A forza di andare e venire la strada si fa quasi da sè; quando si incontrano dei fossi vi si stendono su due assi e via senza tanti complimenti; se il terreno è disuguale basta rassegnarsi alle scosse e tutto va bene. Il male si è allorquando si scende; uno si sente mezzo fracassato e si tocca istintivamente addosso per persuadersi che è ancora intero. Mi pare ancora di udire il buon D. Caccaglio che ogni tanto mi gridava: «attento, se si attacca lì ci lascia qualche pezzo di veste o peggio ». Alludeva al parapetto del camion che correva tra una selva di spinosi bambù per una strada impossibile.

I cristiani ci aspettavano pieni di santa letizia; da due anni non vedevano più il missionario. Le loro case sono grosse capanne di bambù con forte recinto intorno al vasto cortile, per impedire l'ingresso alle bestie feroci; i terreni intorno sono coperti da immense piantagioni di tabacco. Una sola famiglia, quella che ci ospitò, ne aveva nove mila piante.

Chiesto loro come mai si fossero spinti così lontano, ci dissero che il tabacco esaurendo in fretta le risorse della terra, dopo alcuni anni (cinque al massimo) sono costretti a cercarsi un altro luogo e liberatolo col fuoco dalle piante e dalla boscaglia, dissodarlo pazientemente. È allora che si vedono gli immensi falò terribili e maestosi. Preparatolo, vi portano la loro casa e ricominciano il loro lavoro. Chi conosce la buona volontà, la costanza cinese, lo spirito di intraprendenza, non se ne meraviglia, ma comprende anche la sempre crescente difficoltà dell'assistenza spirituale.

Il nostro soggiorno nella foresta, fu assai incantevole. La preghiera che si diffondeva nel silenzio della sera come al primo spuntar del sole, la pietà con cui tutti si accostarono ai sacramenti, le serate passate seduti sugli scanni parlando di Dio per lunghe ore sotto la volta stellata del cielo, che bel ricordo, amato Padre, e che divina regale ricompensa al nostro umile lavoro, alla nostra stanchezza. Nella semplicità maestosa della natura si sente il Signore. E anche il dormire su dure assi e l'adattarsi al loro vitto, e il rinunciare a certe piccole comodità della vita, ed il camminare sotto un sole che non ha pari in Europa, tutto conferisce un senso di gioconda poesia in quei momenti; si sovrabbonda di gioia.

Nella foresta ci torneremo, l'abbiamo promesso, nel mese dell'Ausiliatrice.

L'ultima tappa.

La ultima tappa del nostro viaggio apostolico, fu ad un centro di puri Cinesi akka, otto famiglie, una cinquantina di persone. A noi si era unito anche il buon D. Bosso ed il caro confratello coadiutore Opezzo, uscito da poco dal noviziato. Bella giornata! Vecchi e giovani, piccoli e grandi tutti a messa e ai sacramenti; fuori dalla gioia perchè dacchè erano in Siam, per la prima volta veniva celebrata la santa Messa nella casa loro. L'altare da essi improvvisato con pia devozione, aveva la sua tovaglia bianca e i fiori delicati dei campi, vivi della vivezza del sole orientale, simbolo parlante dell'affetto e della bellezza di quei cuori. Piccole oasi del Signore, davvero, dove l'operosità gioconda, la severità dei costumi, la rettitudine nell'azione, sono una apologia vivente della perenne giovinezza del, cristianesimo che innalza e trasforma quelli sui quali si innesta.

Pranzo cogli stecchi.

Arrivata l'ora del pranzo, fatto all'apostolica con quei cari amici, nè noi avevamo presi con noi gli utensili per mangiare, nè essi avevano mai sognato di procurarceli. Dunque era necessità aggiustarsi cogli stecchetti... Il sottoscritto tanto tanto se la cavò per una certa pratica fatta in Cina, ma i miei tre compagni, con quegli arnesi tra le dita, tentando di prendere qualche boccone, stringevano invece il vuoto! Ad un tratto però il riso ed il chiasso aumentarono. Che era successo? Qualcuno pur non rinunziando del tutto agli stecchi, aveva preso l'eroica risoluzione di aggiustarsi con altri stecchetti dati dalla Provvidenza, ma la comune allegria approvò anche l'infrazione a una stretta regola di galateo.

Ritorno.

La benedizione di tutte le case pose fine alla nostra escursione. Erano passate tre settimane nelle quali avevamo cercato di seminare a piene mani il buon seme e ciascuno ritornava alla propria residenza tra i cari confratelli che ci aspettavano con impazienza per udire il racconto delle nostre avventure, e godere della nostra intima gioia. Ora però un problema si impone: raccogliere i giovani in modo particolare in qualche centro, in una specie di catecumenato, per formarli veramente alla vita cristiana e dar loro almeno il sufficiente di istruzione per le relazioni ordinarie della vita. Quando? Come? Dove trovare i mezzi per pagare qualche maestro che conosca la loro lingua? Lei che sa le nostre strettezze, faccia giungere, amato Padre, il nostro grido, che invoca un aiuto, alle anime buone e generose; se no si perde inesorabilmente il frutto di tante pene e sudori.

Sac. GAETANO PASOTTI Missionario al Siam

UN NUOVO LEBBROSARIO

I nostri missionari della Prefettura del Luapula (Congo Belga) nei primi dell'anno, hanno fondato presso le foci del Luombwa un nuovo lebbrosario. Il Prefetto Apostolico, Mons. Sak, rivolge ora un appello ai cooperatori perché gli vengano in aiuto nella sua caritatevole impresa.

L'installazione di una lebbroseria suppone la creazione di un villaggio con case, scuole, cappella e ospedali. Il mantenimento dei lebbrosi sarà in gran parte a carico della missione. Una quarantina di malati sono già raccolti e uno dei nostri missionari li assiste nelle loro dolorose necessità. Quale bella opera curare e consolare gli affetti da questo terribile male! Parecchi dei lebbrosi raccolti sono già cristiani e ricorderanno nelle loro preghiere, le persone caritatevoli che li hanno soccorsi.

Altre notizie riassunte.

Dal Siam.

La festa del giuramento. - Ogni anno nella Missione del Siam si fa la solenne chiusura del corso di religione. I giovani delle nostre scuole ogni giorno attendono allo studio e alla spiegazione del catechismo e, in fine dell'anno, subiscono il relativo esame: il corso di religione dura 7 anni, al termine dei quali c'è l'esame di « compiuto corso catechistico » con prova scritta e orale. Chi supera questo esame con 9o su 100 è ammesso ad uno speciale giuramento.

Qaest'anno, a Bang-Nok-Kuek, 49 giovani riuscirono diplomati e di essi vennero ammessi al giuramento quattro ragazzi e tre ragazze - invece dei due ammessi ordinariamente ogni anno.

La cerimonia del giuramento è preceduta da tre giorni di esercizi spirituali. I candidati, recanti in mano un grosso cero, e un mazzo di fiori, entrano processionalmente in chiesa fra due fitte ali di fedeli accorsi, assistono alla messa solenne nella quale si accostano alla S. Comunione. Dopo la messa vi è per turno, classe per classe, l'adorazione del Sacramento. Nel pomeriggio, prima della Benedizione, i candidati al giuramento, si presentano a due a due alla balaustra, al Superiore in piviale offrono il cero e con la destra sul Vangelo dicono: « Io rinunzio al demonio, alle sue opere, alle sue pompe: giuro di essere fedele per tutta la mia vita alla dottrina di G. C. ».

Come è desiderata e attesa questa suggestiva cerimonia.

Dal Rio Negro.

Ridicola superstizione scomparsa. - Fra le tribù indigene del Rio Vaupés ed affluenti vige una superstizione che ha del ridicolo e dell'ignorante. Quando nasce un bambino, il padre deve riposare per cinque giorni nella amaca, senza fare nulla, nè parlare colla moglie nè guardare il figlio. Questo riposo e silenzio è compiuto scrupolosamente, affinchè le sue forze passino al neonato. Guai se il padre non si assoggetta a questa regola! (del resto è molto comoda, trattandosi di mangiare, bere e dormire; il più difficile è il mantenere il silenzio, cosa per i selvaggi un po' penosa). Il figlio non potrebbe vivere, non avendo ricevuto le forze del genitore.

Mentre l'uomo riposa, la donna che ne avrebbe maggior bisogno è subito in faccende per le cure del bambino e se non può attendere alle cure domestiche, si farà aiutare da qualche parente o vicino, ma si guarderà bene dal chiamare il marito o incomodarlo per qualunque cosa.

Questa ridicola superstizione - come tante altre - è ora scomparsa da Taracuà, per esser riuscito il missionario a far comprendere agli indi che non è così che si ha da fare alla nascita di un bambino.

Un giorno si presentò un tucano al missionario e gli domandò:

- Mi è nato un bambino: devo andare a riposo, o restare in piedi? Mi dicono che se non mi metto nella rete fra 5 giorni il bambino morirà: tu, padre, che dici?

- Non devi credere che andando a riposo per 5 giorni tuo figlio vivrà... Resta in piedi e attendi alle cure della famiglia, come fanno gli uomini nella Patria mia...

- Ma essi pregano (i selvaggi pensano che noi abbiamo comunicazione con Dio e da Lui siamo protetti!).

- Prega anche tu e vedrai che il Signore ti aiuterà.

Così fece. Poveretto, quanti rimproveri dovette sentirsi dai vecchi, ma non cedette. Più volte al giorno andava in chiesa a domandare protezione pel suo bambino: e la sua fede fu premiata. Dopo i cinque giorni il bimbo non morì, fu portato alla Missione pel Battesimo e crebbe sano e robusto.

Il fatto ebbe una ripercussione in tutte le famiglie e contribuì ad abbattere una delle più tenaci superstizioni.

Dal North Arcot.

Da una lettera di S. E. Mons. Méderlet, arcivescovo di Madras, apprendiamo che a Vellore si è aperta il 1° luglio u. s la Training School (Scuola Normale) per la formazione di Maestre e Catechiste, della quale si sentiva un gran bisogno nella Missione del North Arcot. Le pratiche per l'approvazione della scuola, lunghe e difficili, sortirono un felice risultato: e ne ringraziamo vivamente il Signore. Ma rimane ancora insoluto il problema finanziario per consolidare la nuova istituzione. Il Governo, accordando l'approvazione, ha dichiarato a Mons. Méderlet di non potere, almeno per quest'anno, accordare alcun sussidio, e la Scuola (apertasi con 27 alunne del corso Magistrale e 15o dei corsi inferiori) a carico esclusivo della Missione, confida nella carità delle anime buone.

L'ottimo Arcivescovo di Madras, scriveva lepidamente che sarebbe disposto a vendere la sua magnifica barba pur di poter far fronte alle spese più vive e dare all'Istituzione una solida base, convinto com'è che essa è destinata a fare del gran bene alle anime. Il B. Don Bosco non mancherà di ispirare qualche anima generosa per aiutare in sul nascere questa santa impresa.

Vellore (India), 11-2-1931

Rev.mo Padre,

Penso le farà piacere qualche breve notizia sulla nostra vita a Vellore, centro dell'estesissima Missione del North Arcot. Le dirò subito che il lavoro missionario a Vellore abbraccia la cura della Parrocchia, cinque scuole diurne e quattro serali per i maschi; un orfanotrofio maschile e uno femminile, il Piccolo Seminario, la scuola industriale per falegnami, due dispensari per la distribuzione gratuita di medicine e la cura degli infermi, l'Opera della Santa Infanzia e altre opere secondarie.

La nostra attività parrocchiale si estende a cristianità lontane fin dieci e quindici chilometri dal nostro centro.

Si lavora ad intensificare la vita cristiana dei 2.000 cattolici, e a formare nuovi cristiani tra gli oltre 50.000 infedeli, con istruzioni domenicali, catechismi nelle scuole, e con la solenne pompa del culto cattolico per quanto è possibile.

Abbiamo ora istituita la Compagnia del SS. Sacramento ed il Circolo Don Bosco. Il nostro Arcivescovo della vastissima Archidiocesi di Madras, S. E. Mons. E. Méderlet lavora con impegno per aprire nuove scuole in tutti i luoghi dove le condizioni finanziarie e particolari lo permettono.

Se n'è aperta una in questi giorni a Pallikonda, paese completamente infedele, ma che in pochi anni si spera di poter convertire; un'altra si aprirà a Vellore. Qui il fabbricato adibito a scuola è divenuto insufficente, e si è cercato di rimediare con una tettoia costruita con foglie di palma; ma crescendo di giorno in giorno il numero degli alunni che la frequentano, si sarà presto obbligati ad altri ampliamenti. Anche la scuola femminile, tenuta dalle Figlie di Maria Ausiliatrice, è assai frequentata.

Il giorno 24 gennaio, consacrato a Maria SS., il nostro instancabile Arcivescovo ebbe la promessa dalle autorità governative del riconoscimento e dell'approvazione della scuola industriale per falegnami; e il giorno 28, vigilia della solennità del nostro patrono, il decreto venne effettivamente firmato, Ora si lavora per ottenere a Vellore il riconoscimento e l'approvazione governativa di una scuola normale per la formazione di buone maestre cattoliche.

L'attività di S. E. Mons. Méderlet saprà ottenere anche ciò che umanamente parlando è molto difficile ad ottenere.

Stiamo ora fabbricando la Apostolic School Don Bosco destinata a raccogliere giovani orfani o abbandonati, aspiranti al sacerdozio o ad essere un giorno buoni maestri e catechisti. Già una sessantina sono raccolti nella casa parrocchiale, e dormono, alcuni addossati in una piccola stanza, altri in una veranda all'aperto, altri sui banchi del laboratorio dei falegnami. Se vi fossero mezzi e locali, il numero dei ricoverati verrebbe presto imponente. Anche il nuovo fabbricato è dovuto ad una impellente necessità. La Divina Provvidenza vede le difficoltà in cui ci troviamo, e la nostra buona volontà: non mancherà di aiutarci.

Un'altra opera sta pure sorgendo in Vellore: quella della Santa Infanzia. A tale scopo si sta riparando una vecchia casa che servirà egregiamente. Ma per tante opere necessita il personale. Pensi, amato Padre, che al presente vi è un solo sacerdote, un coadiutore e quattro Figlie di Maria Ausiliatrice.

Gli ultimi confratelli venuti cominceranno in questo mese a lavorare in altre parrocchie della vasta missione, che reclamano il loro zelo apostolico.

Voglia inviarci altri rinforzi e intanto ci ottenga dal Signore una speciale benedizione pel lavoro che ci siamo assunto, affinchè frutti bene copioso a queste povere anime.

Don EUGENIO SCAGNETTI.

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Da Ranipet (Missione di North Arcot) il missionario D. LADISLAO KLIMCZYK invia al Sig. D. Rinaldi queste altre notizie:

« La parrocchia comprende cinque villaggi con pochi cattolici e oltre cento villaggi tutti pagani o con pochi protestanti (di sètte americane). Complessivamente i cattolici superano 16oo, ma lasciano molto a desiderare in fatto d'istruzione religiosa: da molti anni non avevano comodità di avvicinare il sacerdote che una volta o due all'anno, e vivevano perciò come pagani.

Da che sono in Ranipet ho visitato almeno tre volte tutte le famiglie cattoliche, completando la statistica, e dando loro brevi istruzioni sulle cose più essenziali. Si comprende facilmente che l'avvenire è nella gioventù, perciò ci industriamo di aprire il maggior numero di scuole. A Ranipet nella mia povera casa ho aperto una scuola normale (la Don Bosco Boys' School) con una cinquantina di ragazzi: fra questi è stata fondata la Confraternita del Bambino Gesù, sotto la protezione di Savio Domenico, con una ventina di alunni cattolici, che sono di uno zelo meraviglioso per la conversione dei compagni.

Le Suore di S. Carlo Borromeo. venute dal Belgio, hanno aperto un dispensario, un orfanotrofio con una ventina di fanciulle, ed una scuola frequentata da un centinaio di bambine. Altre scuole sono fiorenti in Arcot e in Alapakkan: due altre sorgeranno fra breve in due villaggi, se la Provvidenza mi fornirà i mezzi necessari.

Il 13 luglio S. E. Mons. Méderlet in occasione della visita ha potuto amministrare 21 battesimo di adulti, 96 prime comunioni e 194 cresime: sono i primi frutti delle nostre fatiche e speriamo che cresceranno sempre più coll'aiuto del Signore ».

Grazie ricevute per intercessione del Beato D. Bosco

Un caso raro di guarigione completa in persona di un mio figlio - Gabriele di anni 10 - debbo segnalare e attribuire al Beato Don Bosco.

Il piccolo si ammalò di morbillo nel dicembre u. s., del quale parve guarito a breve scadenza; poi sopravvennero alcune febbri altissime, fra i 39° e i 40°, che durarono due o tre giorni, lasciando il ragazzo apparentemente rimesso in salute. Ma non per molto tempo. Le condizioni generali di lui non guadagnarono; anzi si delinearono certamente non soddisfacenti; stato di stanchezza, di malinconia e poi di prostrazione, finche la mattina del 5 gennaio il bambino improvvisamente accusò uno strano tremore al braccio sinistro, seguito da dolori acuti che aumentarono con rapidità suscitando un giustificato allarme nel medico curante dott. Francesco Schiavo il quale il giorno dopo consigliò un consulto (prof. dott. Rietti).

I sanitari in un primo tempo temettero, per nuovi gravi fenomeni verificatisi, trattarsi di un caso di meningite o, quanto meno, di encefalite e allora fu chiamato un altro consulente (dott. prof. Ravenna) il quale stimò parimenti il caso gravissimo con diagnosi di encefalite tossica e con prognosi riservatissima tanto da rispondere ad una mia angosciosa domanda: «Qualcuno si salva; attacchiamoci a questo filo di speranza ». Dei tre egregi sanitari, autorevolissimi per larga scienza ed esperienza, allego le dichiarazioni.

Lo stato dell'infermo andò intanto aggravandosi (oltre alla mancanza della parola già manifestatasi fin dal principio della malattia, afonia quasi completa, dilatazione della pupilla, assenza o quasi dei riflessi, delirio, stato convulsivo degli arti, ecc.) cosicchè ogni speranza sembrò perduta. Ma in tanta ansia e in tanto dolore, con animo trepidante eppure fiducioso, io e tutti di mia famiglia elevamelo il pensiero al grande Protettore dei bambini, il Beato Don Bosco, formulando modesto ma fervido voto a lui dedicato perche intercedesse la grazia di salvarci il nostro caro, mentre un'amica di famiglia, specialmente devota al Beato, l'ottima signorina Maria Pia Bignozzi, ci recava una sacra reliquia del Beato stesso da porgere all'infermo e iniziava una novella. La signorina ci disse poi con viva commozione di aver sognato l'immagine di Don Bosco che, sorridente, le segnava sopra un lunario la data del 17 gennaio, interpretando essa tale gesto un presagio lieto che appunto il 17 il bambino avrebbe riacquistato la parola, segno questo indubbio di principio di guarigione. Questo fatto fu segnalato premurosamente al medico curante ed ad altre persone presenti col medico in casa mia.

E. avvenne infatti ciò che era stato con grande ansia sperato. Il bambino, dopo aver accennato a un lieve, promettente miglioramento, il giorno 16 fece capire di voler presso di sè un quadretto del Beato e lo strinse al petto in atto di amore; abbozzò poco dopo qualche sillaba e il 17 parlò, si può dire, speditamente, per essere dichiarato il 20 completamente guarito e potendo in tale giorno lasciare il letto per riprendere la vita di prima.

Altro fatto impressionante. Il giovane dottore Welmir Lopicich, ortodosso e indifferente per ogni pratica religiosa, fu talmente colpito dalle vicende svoltesi che fece, durante la malattia e poi, solenne promessa di convertirsi alla fede cattolica.

Il dott. cav. Schiavo, la signorina Bignozzi, il dott. Lopicich ed altri oculari testimoni sottoscrivono con me la presente a conferma sulla loro coscienza di quanto ho riferito.

Ferrara, 29 gennaio 1930.

Prof. Ugo Vasi - Doti. Giuseppe Ravegnani - Maria Bignozzi - Dott. Lopicich Welmir- Dott. Francesco Schiavo - Cesare Cavicchioli - Brunelli Ida - Giuseppe Vasè.

Dott. FRANCESCO SCHIAVO Medico Chirurgo.

Ferrara, 29 gennaio 1930

Via de' Romei, 40.

Dichiaro che il bimbo Gabriele Vasè è stato gravemente malato di encefalite tossica postmorbillare a tipo meningeo. Le sue condizioni furono gravissime e la prognosi fu riservatissima, anzi quasi catastrofica, di cui guarì perfettamente in pochi giorni.

Dott. FRANCESCO SCHIAVO.

Prof. Dott. FERNANDO RIETTI

Studio: Via Armeri, 18.

Ferrara, 28-1-30.

Attesto che il bambino Gabriele Vasè è stato affetto da una forma di encefalite post-morbillosa assai grave, e per la quale la prognosi era estremamente riservata. Attualmente egli è guarito senza reliquati.

F. RIETTI.

Dott. Prof. FERRUCCIO RAVENNA Primario dell'Arcispedale «S. Anna»

Via Voltapaletto, 15

Ferrara, 29-1-30 (VIII E. F.).

Attesto di aver visitato per due volte in unione col collega Dott. Schiavo il giovanetto Gabriele Vasè e di avere riscontrato in lui sintomi di encefalite sviluppatisi in successivo ad una forma morbillare.

La sindrome si mantenne grave e di prognosi riservata per parecchi giorni, in capo ai quali si pronunciò un rapido e progressivo miglioramento.

F. RAVENNA.

Eravamo una famiglia protestante. - Vicende della vita ci avevano fatto allontanare dalla nostra città (Roma) e condotti in un paese della provincia dove gestivamo una azienda editoriale. Ma la non troppo rigida rettitudine del socio unito a noi, portò al fallimento dell'impresa. Tentammo allora di ritornare a Roma e ci mettemmo alla ricerca di un locale onde mettere i mobili e di un'assistenza legale per la definizione della vertenza per difendere i nostri interessi lesi. Ma purtroppo per un mese intero bussai inutilmente a tutte le porte. Andai a Roma a piedi parecchie volte (54 km. fra andata e ritorno), scongiurai, pregai tutti gli uomini che potevano aiutarmi: nulla. Dalla nostra Chiesa non ottenemmo nemmeno una parola di conforto, malgrado essa avesse avuto a sua disposizione tutto quello che poteva salvarmi da un disastro. E il disastro avvenne. Il forzato soggiorno nel paese mi fece perdere una quantità di provvidenze sociali e sindacali che trasferendomi a Roma prima del Na tale avrei potuto ottenere. In quei giorni tristi, disperati e tragici ci giunse anche il sequestro dei mobili per mancato pagamento della pigione ed il padrone di casa ci dette due giorni di tempo per far sospendere la vendita, dietro pagamento del dovuto. Come fare? Ecco una ispirazione venirmi alla mente. Andai all'Istituto salesiano e parlai col prefetto. Mi consigliò di riporre la mia fiducia nel Beato Giovanni Bosco. Tornato a casa, insieme alla famiglia, pregammo il Beato perche ci liberasse da una sì triste distretta.

Dopo due giorni, ecco venire il padrone di casa a dirci che aveva meglio riflettuto e rinunciava al sequestro, al denaro, a tutto; che io potevo andarmene tranquillo; e per di più la sua moglie ci donò un cesto con frutta, olio, patate, polenta, ecc.! Non eravamo ancora rimessi dalla sorpresa che la posta ci portò un dono di 100 lire dalla direzione de L'Osservatore Romano che era stato interessato per noi. Di più ci giunsero altre 200 lire da persone le quali fino a quel giorno avevano sempre negato il loro aiuto!

L'evidenza dei fatti è fuori discussione. In breve partimmo e ci trasferimmo a Roma, dove appena giunti ci recammo alla Procura dei Salesiani prima e al Vicariato dopo, per chiedere di tornare in seno alla Chiesa Cattolica, abiurando la fede protestante che insegna a misconoscere l'aiuto dei Santi.

Questa nostra conversione, frutto di sincero esame di coscienza, è uno slancio di riconoscenza verso l'Eterno dispensatore di grazie; ci auguriamo sia di esempio a tanti nostri fratelli che insistono ancora a vivere nell'errore e nel pregiudizio anticattolico. Ora siamo a Roma, e malgrado la disoccupazione renda difficoltosa la vita, pur tuttavia il sereno dell'anima e la gioia del cuore, che ci dà la vera fede, ci è di aiuto mentre la Divina Provvidenza ci fa giungere aiuti continui che ci ricolmano di riconoscenza verso il Beato che tanta intercessione e misericordia ha usato per noi.

Roma, febbraio 1931.

ANASTASIO e ANITA MARIANi.

Pietro, un grazioso bimbo di un anno, era stato colpito da gravissima polmonite doppia, prima al polmone sinistro e, poi superata la crisi, al polmone destro. Appena da Zurigo il padre m'informò del pericolo che il nipotino correva, mi diedi premura di raccomandarlo alle preghiere dei Salesiani di Valdocco, mentre pregavamo noi pure di qui il Beato supplicandolo della grazia e che la stessa fruttasse il bene spirituale al padre del bimbo, nel senso di rimanere tanto grato e riconoscente alla Vergine e a D. Bosco da riconfermare sempre più nell'animo suo la religione e avvicinarsi ai Sacramenti. E gli mandai per espresso la reliquia del Beato, raccomandandogli vivamente di aver fiducia in Don Bosco e di applicare la reliquia al bambino.

Da Zurigo il figlio mi rispose con la lettera che qui trascrivo:

« Carissimo papa, io debbo confessare che la guarigione del mio piccolo Pietro è stata un miracolo... La Reliquia da te speditami mi è pervenuta la mattina dopo la notte in cui Pietro aveva superata la crisi ed era quindi già sfebbrato.

» Quando Teresa mi portò la tua lettera con la Reliquia io, stupidamente dissi: - È arrivata un po' in ritardo... - sicuro ormai che Pietro era fuori pericolo, perchè il medico la sera precedente mi aveva detto che quella era la notte decisiva, trattandosi della seconda polmonite, e cioè, quella del polmone destro, e precisamente della seconda ed ultima crisi in cui si decideva la vita del bambino. La notte in cui cadde la febbre, per paura che al bambino mancasse il cuore, a causa della estrema debolezza, telefonai al medico il quale venne subito e gli fece una iniezione di canfora, assicurandomi che il pericolo era scomparso e che dipendeva solo dalle nostre cure ed attenzioni... Ecco ora il fatto straordinario che il medico medesimo, uno fra i più bravi specialisti pei bambini di Zurigo, non ha potuto spiegare e dice: - È un miracolo!

» Debbo però dirti che lui non crede ai miracoli essendo ebreo e che per miracolo intende dire: un fatto straordinario non previsto e non prevedibile.

» Ritorno al fatto. Dopo una mezz'ora circa dell'arrivo della Reliquia e conseguentemente dopo una mezz'ora della frase di stupido scetticismo, da me profferita: - È arrivata un po' in ritardo il bambino venne assalito da fortissima febbre e si abbattè in un modo tale che lo credetti presso a morire... Immagina il mio stato d'animo, che da padre puoi ben comprenderlo...

» Nella massima disperazione, telefonai ancora al medico, che accorse subito e temette che fosse sopravvenuta la pleurite... e mi disse chiaramente: - Può morire questa notte...

» Col cuore spezzato dal tremendo dolore, presi allora la Reliquia del Beato Don Bosco e la collocai tra il petto e la maglia del bambino, poi mi inginocchiai presso al suo capezzale e pregai fra i singhiozzi, come non avevo mai pregato... promettendo che se Pietro guariva sarei andato a fare la S. Comunione. Non so quanto tempo rimasi in ginocchio, non so quanto tempo pregai e come pregai...

» Alle 2 del pomeriggio (ore 14), toccai la fronte del bambino e con mia grande gioia e meraviglia, era fresca ed il bambino era sudatissimo... Misi subito il termometro: non aveva più febbre...

» Quando la sera venne il medico, rimase stupito e non voleva quasi credere; stette circa mezz'ora a visitarlo e non seppe cosa dire... nè come spiegare la realtà del fatto evidente.

» Debbo essere grato a Dio ed al Beato Don Bosco che mi hanno ridato il mio Pietro, senza il quale sarei impazzito dal dolore insieme a sua madre; ma debbo essere grato anche a voi, papà e mamma, che tanto avete pregato per il mio caro Pietro; e ancora più, che, a mezzo vostro, conobbi la via più sicura per arrivare a Dio... Vi abbraccio con la mamma e vi chiedo la santa benedizione. Tuo figlio Pilì ».

Termini Imerese.

Dott. PIETRO BENINCASA.

Esprimono pure la loro riconoscenza al Beato Don Bosco i seguenti:

N. N. (Perugia) pel ravvedimento di una persona cara.

Sac. Mario Pità, a nome del fratello Ing. Pità Francesco, ringrazia per la guarigione del nipotino Goffredo, di 6 anni, assalito da attacco di appendicite nell'aprile 1929. Operato urgentemente fu trovata la peritonite in sviluppo e il caso si presentò disperato. La zia si rivolse a D. Bosco con la promessa di un'offerta e il bimbo guarì perfettamente.

M. Giovannini (Verolengo) colpita da influenza e da grave esaurimento, si raccomandò al Beato Don Bosco con la promessa di un'offerta, e si sentì subito migliorare e presto guarì.

Sacco Mario e Delfina (Mango d'Alba). Dovendo il figlio Erminio, undicenne, subire due operazioni per paralisi infantile, si rivolsero al Beato D. Bosco per avere esito felice: e il Beato soddisfece le loro speranze. Alla distanza di 10 mesi constatando il progressivo benessere del fanciullo pubblicano la grazia e inviano l'offerta promessa.

Erminia Mayol Gallo (Roma) ci scrive: « Una pia signora, conoscendo le atroci sofferenze che a 22 anni soffrivo per un male ribelle ad ogni rimedio e la mia ripugnanza all'operazione assolutamente necessaria, mi esortò di chiedere la grazia all'intercessione del B. Don Bosco. Al compiersi della novena mi sentii la forza di sottostare all'operazione che, riuscita felicemente, mi ridiede la perfetta salute. Invio la somma promessa... ».

Olmo Lucia Grasso (Santhià) affetta da un po' di tempo da un'indisposizione agli orecchi che l'aveva privata dell'udito, si rivolse con fiducia al Beato e ottenne in breve la guarigione.

N. N. (Torino) aveva subito grandi danni per un incendio e la Società Assicuratrice non era disposta a risarcirli. Ricorse allora al Beato con promessa di un'offerta, e subito venne esaudita nelle sue richieste.

Una Figlia di Maria (Torino) in ringraziamento ed in attesa di una grazia completa dal Beato.

A. Z. O. (Torino) in ringraziamento di grazia ricevuta offre L. 20 per l'altare del Beato.

Una mamma. Dovendo il figlio presentare la tesi di laurea, per un succedersi di difficoltà tutto sembrava perduto. La mamma disperata si rivolse al Beato e nella stessa giornata tutto venne appianato.

Giuseppina Caratti B. T. (Visone d'Acqui) è riconoscente per averle guarita quasi istantaneamente la figlia, che, cadendo, si era fatto tanto male a un ginocchio da non potere più reggere in piedi. Fece ricorso al Beato dando a baciare la reliquia alla figlia, la quale guarì subito e da parecchi mesi non ha sofferto più nessun disturbo.

D. P. Vezzano (Crosara) dovendo subire un'operazione, si teneva una complicazione per segni manifesti di nefrite; e il timore crebbe ancor più dopo fatta l'operazione. Ma al finire della novena al B. Don Bosco ogni sintomo, con meraviglia dei medici, scomparve, e in pochi giorni l'infermo si trovò completamente guarito.

Righelli Bruno Saga (Negrar). Il suo tenero bimbo di un mese non voleva nutrirsi e andava deperendo: i medici non sapevano trovare rimedi. Venne alla mamma l'ispirazione di raccomandare il bambino al B. Don Bosco. Le cose cambiarono subito e il bimbo ora è sano e prosperoso.

Toso Antonietta (Nervesa) per guarigione completa da sciatica ottenuta coll'intercessione del Beato.

R. P. La sua consorte accusava forti dolori alle spalle e al petto. Temendo una catastrofe, prima di farla visitare da un sanitario, volle rivolgere una preghiera a D. Bosco; ed ebbe la soddisfazione di sapere che non vi era nulla di grave, ma un semplicissimo effetto nevralgico.

I. N. (Bassano). Da 13 anni sofferente di appendicite cronica mai non seppe risolversi a farsi operare. La continuità delle sofferenze la decise a pregare il Beato e promettergli che se nel 1930 avesse potuto guarire di quel malanno avrebbe fatto celebrare una messa all'anno al suo altare. L'8 dicembre l'operazione fu fatta con esito felice e in breve si trovò risanata.

C. M. (Villanova di Casale) camminando s'infisse un chiodo nel piede e malgrado le cure dei medici, sentì aumentare di giorno in giorno i dolori coll'enfiagione della gamba. Invocò allora il Beato D. Bosco e si trovò guarita.

N. N. (Macerata). Tormentata da dubbi circa la riuscita di un importantissimo affare, si rivolse all'intercessione del Beato e ottenne immantinente quanto desiderava.

Amelia Pappati (Cividale). Avendo un carissimo zio colpito a 85 anni da bronco-polmonite con nefrite, dopo aver deposto sotto il guanciale una reliquia del Beato e avergli dato da inghiottire un filetto della stessa, iniziò con lui una novena. Prima che fosse terminata, aveva la consolazione di sa pere l'infermo fuori di pericolo; ed oggi, malgrado l'avanzata età, sta bene.

Dina Baldi Morano per grazia ricevuta offre L. 50.

G. B. Vercelletto (Isola di Rovegno) colpito da grave bronco-polmonite e dichiarato in imminente pericolo di morte dai medici, dopo fervide preghiere rivolte dai familiari a Don Bosco migliorava e in breve ritornava in perfetta salute.

Una devota (Verla) per un efficace e urgente aiuto ottenuto dal Beato in un momento di grande bisogno.

CULTO E GRAZIE DI MARIA AUSILIATRICE

Festa al Collegio San José di Sant'Anna (Salvador).

Nello spazioso cortile del Collegio S. José il 14 maggio, presenti molti Cooperatori e Cooperatrici, si svolse una magnifica festa. L'occasione fu data dalla benedizione di una bella statua di Maria Ausiliatrice: volle compiere la suggestiva cerimonia S. E. Mons. Villanova y Melendez, vescovo diocesano, fra la più viva commozione del pubblico: quindi ebbe principio una graziosa accademia in onore di Maria Ausiliatrice durante la quale discorsi e poesie si alternarono con canti e suoni. Molto applaudite furono le evoluzioni ginnastiche del gruppo di 100 esploratori nella loro splendida divisa.

Dopo l'accademia la bella statua fu processionalmente trasportata nel Santuario e salutata ancora con un fervido discorso di Monsignore, che per meglio testimoniare il suo affetto devoto alla Madonna volle lasciare una generosa offerta da servire alla diffusione del culto di Maria Ausiliatrice.

Il ringraziamento di un bimbo. - Ho appena quattro anni, ma conosco il Beato Don Bosco e Maria Ausiliatrice e voglio loro tanto bene perché mi hanno guarito dalla difterite, dal morbillo e da bronco-polmonite. Io ringrazio i miei Protettori e con me i miei genitori che tanto li hanno pregati di ottenermi la guarigione e in segno di riconoscenza inviano l'offerta promessa per le Missioni Salesiane.

Soligo.

BEPPINo TANDURA.

Guarito da convulsioni. - Il mio Giovannino di 7 anni fu per il passato assai tribolato da convulsioni che il medico diceva di origine nervosa e che fecero temere dell'esistenza del povero bambino. Dopo un periodo di tregua esse riprendevano con più violenza, riducendo il figliuolo irrigidito e fuori dei sensi.

Fui consigliata di ricorrere a Maria Ausiliatrice con qualche promessa adatta alla mia povera condizione: e feci quanto mi venne suggerito. La grazia tanto sospirata mi pare sia venuta dalla bontà di Maria: il mio bimbo da 18 mesi non ebbe più alcun attacco del terribile male, si sente bene, frequenta la scuola e tiene carissima al collo la medaglia della Madonna Ausiliatrice.

Candiolo.

OsELLA DOMENICA.

Liberata da risipola orecchiale. La mia bambina Rosanna di due anni e mezzo colpita da risipola orecchiale, non essendo stato conosciuto il male, deperiva ogni giorno, mentre cresceva il gonfiore, con forti dolori. Vedendo che i mezzi umani mancavano al bisogno mi rivolsi con fede a Maria Ausiliatrice e al B. D. Bosco, facendo dare alla piccina una benedizione. Nella notte il male scomparve completamente con stupore di tutti.

Riconoscente per la grazia ricevuta, uri assunto l'obbligo delle riparazioni e decorazioni della statua di M. Ausiliatrice esistente nella nostra Parrocchia.

Piano Isola d'Asti.

BRIGNOLO NATALINA.

Liberata da un'infezione. - Per un'infezione sopravvenutami alla mano destra mi trovai in pericolo di morte. Con viva fede mi rivolsi a Maria Ausiliatrice e a Don Bosco mettendomi un'immagine sopra, ed incominciando fervorosamente una novena. Oh grande bontà di Maria! al quarto giorno ero dichiarata fuori pericolo. Riconoscentissima promisi una piccola offerta annuale che spero sempre adempiere per le Missioni Salesiane.

Saluzzo.

GARNERONE L.

La mamma risanata dalla sua infermità. - Un deperimento lento e costante da parecchio tempo, nonostante le cure più intense, aveva ridotto la mia buona, carissima mamma, in condizioni gravissime. Due colleghi illustri chiamati a consulto, incerti sulla eziologia di tale forma, avevano diagnosticata una anemia assai grave, consigliando tutto ciò che la medicina più moderna prescrive. E la cura fu iniziata: ma nello stesso tempo, memore dell'aiuto divino in altre occasioni già ottenuto da Maria Ausiliatrice, iniziavo una novena promettendo un'offerta per le opere salesiane e la pubblicazione della grazia sul Bollettino se la mamma fosse guarita. Dopo pochi giorni (e ciò anche per intercessione del Beato Don Bosco di cui una reliquia feci portare alla cara ammalata) il quadro della malattia era totalmente cambiato: le forze e il colorito ritornarono e il miglioramento continua tuttora, tanto da permetterle di lasciare già il letto per qualche ora.

Fiducioso che la guarigione definitiva sia presto ottenuta, mantengo la promessa, invocando ancora e sempre sulla mia buona mamma le benedizioni e la protezione di Maria Ausiliatrice e del Beato Don Bosco.

Dott. CESARE SCARSI.

Esprimono pure la loro riconoscenza a Maria Ausiliatrice e al Beato Don Bosco i seguenti:

C. F. (Cereda) dopo un anno di disoccupazione del figlio diciottenne potè vederlo coll'aiuto di M. A. occupato. Avendo altri cinque figli al lavoro implora dalla Madonna che essi abbiano a trarre il sufficiente per sopperire ai bisogni della famiglia e si è votata ad offrire intanto alla Vergine L. 10 mensili.

P. P. (Torino) riconoscentissima per grazia ricevuta, adempie alla promessa fiduciosa di avere sempre la protezione di M. A. e del Beato.

C. A. G. offre L. 3o a M. A. e al B. ringraziando e implorando protezione sulla famiglia, specie sul figlio militare.

Grazia Coco (Catania). Nel marzo tre dei suoi cinque figli furono colpiti da grave infezione di scarlattina e difterite. Parevano inutili rimedi e cure. Una notte che s'era aggravato alquanto uno di essi, la povera mamma si rivolse a Maria Ausiliatrice supplicandola a risanare i suoi cari figliuoli. e fu presto esaudita.

Falco Maria (Cordova-Argentina) per grazia ricevuta offre a M. A. 20 pesos.

Spinelli Maria (Torino) per scongiurata operazione in una grave malattia.

P. L. (Torino) per speciale grazia ricevuta da M. A.

G. C. ved. B. Da 20 giorni una persona della sua famiglia si era fisso in mente di non mangiare e si era ridotta in uno stato ormai disperato. Raccomandò l'inferma alla protezione di M. A. e del Beato e la vide recedere dalla sua ostinazione e con alcune cure guarire perfettamente.

Can. Giuseppe Messina ci scrive: « Il cooperatore Nicolò Rizzo ebbe il figlio Andrea, studente di medicina, gravemente colpito da febbri tifoidee che lo tennero in stato disperato per due mesi. Quando ogni speranza svanì, il padre si rivolse a M. A. e al B. Don Bosco e con meraviglia vide l'ammalato migliorare sensibilmente e guarire ».

N. N. (Biccari) per grazia speciale ottenuta coll'intercessione di M. A. e del Beato.

Una cooperatrice (Biccari) coll'aiuto di M. A. e del Beato vide terminare felicemente un affare che l'aveva tenuta inquieta per parecchi anni.

Chiesa Maria (Rivanazzano). Nell'ottobre del 193o ebbe il bambino di 11 anni gravemente colpito di infiammazione intestinale e peritonite. Non fu tentata l'operazione ritenendola i medici molto incerta. La mamma raccomandò il bambino a M. A. e al B. Don Bosco e al terzo giorno cominciò il miglioramento che lo riportò alla primiera salute.

A. C. Da un anno il marito era disoccupato e ultimamente tutta la famiglia s'era trovata in critiche condizioni. Venne allora l'ispirazione di una novena a M. A. e al Beato Don Bosco. Poco dopo il marito trovava impiego presso una distinta Casa, assicurando così il sostentamento della famiglia.

Carmela Zanetti (Soligo) è riconoscente per una grazia ottenuta ad una persona cara.

Serafina Turi. Afflitta da varie malattie ricorse a M. A. e al Beato con un triduo di preghiere nel Santuario di Torino, e fu presto guarita.

A. Monateri. Con riconoscenza ringrazia infinitamente Maria SS. Ausiliatrice e il Beato D. Bosco per grazia ricevuta, e implora la loro continua protezione sulla sua famiglia.

Carmelita B. (Roma) per intercessione di M. A. ottenne che fosse revocato il provvedimento di licenziamento preso a suo carico, per ragioni di economia, dalla Società dalla quale dipende.

L. A. Da quattro anni piangeva il traviamento del figlio. Lo affidò alla protezione di M. A. che glielo ritornò buono e amorevole.

Marianna Steffanes Finzan in gravi preoccupazioni ricorse a M. A. e ottenne la grazia importantissima desiderata.

Mary Botta (Piatto B.) per la guarigione di un nipotino colpito da grave difterite.

Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice o dal Beato D. Bosco, e alcuni, pieni di riconoscenza, inviarono offerte per la celebrazione di Sante Messe di ringraziamento, per le Missioni Salesiane o per altre opere di D. Bosco, i seguenti:

Angeleri E., Assauto M. Rossi, Anzalone Vita A., Agirato C., Actis L., Agliò M., Andrione B., Auregli E., Arnaldi L., Addati E., Almerici A., Allara P., A. M. (Savona), Allamandi G., Alzona C.

Barbero Gallenca C., Brusco A., Botta A., Brussino M., Bertone M., Bozzone A., Barone L., Bertola M., Borgera A., Biglione A., Biava G., Bonato Cap. C., Boni G., Bonola S., Bellando L., Bernasconi A., Brambilla A. e G., Bordone G., Bommartini M., Brunori M., Bellardone E., Butti B. M., Bruno Dott. A,, Barabino Suor R., Bacchetta B., Bagliani A., Barmasse Sorelle, Bernini E., Bensi M., Bourgeois Sorelle, Baina C., Bulatico (N.), Barattero S., Boetti D. G.

Cardano G., p. gr. ric., Coniugi De Stefanis, Coniugi Monateri, Camoleto, Corrado V., Colombo D., Capisano O., Coniugi De Regibus, Cordonato A., Coniugi Filippa, Capriano A., Caramelli S., Casula C., Canavesio M., C. L., Calvo S., Capello A., Chablaz G., Cina B., Campora G., Castagna C. B., Castagnero M., Calvi V., Caruso B., Ciancio M., Chiarena G., Caldarola A., Corti D. C., Cardarelli G., Criscione M., Caluso M., Cosenza S., Ciriani S., Caraffa Dott. T., Consorti D. G., Cimenti L., Capello E., Cuori I., Celli G., Colombo O., Calzino M., Carminati P., Carcò A., Cimenti F., Capelli Famiglia, Cornero M., C. N. N. (Pralormo), Collini G., Costa Famiglia, Cavallera I., Carletto C., Chicco G., Carena N.

Damonte I., De Fassi A., De Magistris M., Devalle., Diana Assini, D. A., Devota, Del Dora, Della Ferla March. A., Della Torre R., Di Natale S., David L., Doriguzzi C., Della Giunta C., Della Torre S., Dublan M., Dellavalle T.

Einaudi P. per ottenuta guarigione.

Forchiero M., Fornero, Filippi C., Facciano E., Fumagalli Ch. G., Fantesini L., Ferrero M., Fantini I., Fossati G., Fusari N., Franzotti C., Fontana A., Foschini A., Frascoli M., Fronico T., Ferretti T.

Giorgi T., per gr. ricevuta, Gramaglia Pezzi M., Gay D., Giusiano M., Gastone, Gamba C., Ghetti ing. L., Ghelli Pier P., Grammari L., Grandis E., Giraudi T., Gasparetto T., Gonella T., Gusmeroli P., Grassi Modo M., Greppi O., Gattuso T., Galluzzo G., Garzotti E., Gallesio G., Garoppi E., Gatti S., Garbatti L., Gobbo Ter., Guerra L., Guidali M., Gatti C., Gandelli V., Galbiati C., Gatti F., Gilardi N., Gambalesta E., Gemina A., Ghirardi L., Galbiati Carlotta, Ghione A., Grosso T., Garelli N., Garelli M., Galli E., Grondona F., Giacosa M., Galletto Geom.

Henriot Virginia.

Isotta Comba, Isnardi Maria, Ivaldi Maria, Ivaldi Virginia, Iacov A.

Leoni L., Lionetto C., Lucchesini F., Lelli F. L., Lusano A., Lazzaroni E., Lando P., Lo Russo Dott. F., beva M., Lanzarini D. E., Lispi A., Locatelli D. S., Lusso Ant., Lusso Am.

Maccagno G., Migliarino C., Marini T., Marino A., Moreno M., M. M. (Carmagnola), Marchesi P.,

Maria T., Marocchino M., Miglio Perinetti G., M. G., Masera Gabriele G., Morra D., Morone E., Molinari M., Membretti G., Monti E., Magnaghi A., Marzocchi V., Malugari Suor B., Martinotti Famiglia, Martinet G., Mollo E., Morandi D. L., Marra C., Montebruno M. T., Mazzoleni L., Muzio E., Maronati F., Manno N., Magliano A., Mottini I., Messina G., Mottura Famiglia, Marchisio A., Martini Mori. e Mat., Massimino M.

N. N. (S. Vito) per gr. ric., N. N. (S. V. Vicenza), N. N. (Mathi) p. gr. ric., N. N. (Torino) L. 100, Nossen G., N. N. (Torino) L. 5o, N. N. (Torino) L. 135, N. N. L. 25, N. N. L. io, Negri L., Nicosia R., Nesi N., N. N. (Challant), Noero C., Navalesi A., Natali A., N. N. (Trinità), N. N. (S. B. Carmagnola), N. N. (Casalcermelli).

Ottolenghi M., Ottino F., Odorizzi A., Olivieri G.

Pavesio D., Pasteris R., Pezzana M., Pereno Fr. P. F., Prinetti Fr., Peghini, Pistino Costa R., Pandini P., Pardocelli G., Pinna Don G., Pardini M., Pondrano M., Pagani T., Pagliano L., Previtera ing. cav. G., Piazza A., Pallavicini A., Putzcla G., P. R. (Fenestrelle), Pellegrini M., Palmisano R., Pilloni D. G., Pacchetti Osculati G., Pasquino P., Pagliano L., Poletti C., Paltrinieri C., Porto M., Peracchi C., Poverelle G., Prando M., Porporato U., Pellegrino T.

Quarro Clotilde, Quarello F.

Rosa D., Rognolli C., Ravioli F., R. C.C., Ravasio M., Rovelli A., Rigotti N. per gr. ric., Rango A., Rossini M., Roasio prof. G., Roetto R., Rognone C., Rolandi sorelle, Restani F., Rosso M., Raccaglia R., Re V., Ronconi A.

Savarino F., Sandrone M., Sabena, Stradella C., Scalenghe, Sironi M., S. M. N., Sarasso A. e S., Scarella E., Sibilla G., Sberca C., Sopranin M., Sarti G., Sampietro G., Superiora Orsoline, Sardo S. A., Secca A., Stella M., Santa G., Squillace A., Saracco B.

Tessiore L., Turina V., Tuninetti M., Testa M., Tabacco T., Travastini C., Torresi A., Tomasi L., Torre R., Tartara E., Trapletti A., Turletti Sorelle.

Vaschetto M., Veggiotti M., Valoti C., Vignato G., Vitale M., Vannella M., Viganoni C., Villa Suor M., Verna R. e G.

Zenino A., Zalone M., Zanotti R., Zucca T., Zerbi A., Zalla C., Zini M., Zanetti A., Zaniol A., Zearo G.

Trovateci nuovi Cooperatori

«L'Unione dei Cooperatori Salesiani (così il Beato Don Bosco) non lega alcuno in coscienza, e perciò vi possono partecipare le famiglie secolari o religiose, e gli Istituti o Collegi n. Le condizioni stabilite dal Beato Don Bosco per essere ascritti all'Unione dei Cooperatori Salesiani, sono:

« 1. Età non minore di 16 anni.

« 2. Godere buona reputazione religiosa e civile.

« 3. Essere in grado di promuovere, o per sè o per mezzo di altri, con preghiere, offerte, limosine o lavori, le Opere della Pia Società Salesiana ».

NECROLOGIO

Sac. Vicario ANTONINO BUCALO.

Passò al cielo dopo 77 anni di vita, durante i quali zelò con tutte le sue forze la gloria di Dio e il bene delle anime. Vicario di Novara di Sicilia fu legato da costante amicizia alle opere salesiane che amò di vivo affetto.

P. CELESTINO ALLISIARDI, S. J.

Uomo di santa vita lasciava l'esilio per la patria celeste il 6 luglio, a 84 anni. Ebbe un affetto vivissimo per le opere salesiane, alle quali indirizzò due dei suoi nipoti, ed aiutò efficacemente i Salesiani nella fondazione della Parrocchia del S. Cuore di Gesù in Roma. Era il confessore del Papa Pio XI.

EMILIA PONTE.

Nell'agosto 1923, alla vigilia dell'Assunta, veniva colpita a 12 anni da un male gravissimo, che per sette anni fu la sua croce durissima, portata con ammirabile rassegnazione cristiana. Molto si pregò la Madonna per la sanità della pia giovane e anch'essa tanto pregò, recandosi al Santuario di Maria Ausiliatrice nel 1927, a quello di Lourdes nel 1929 e a Caravaggio. Ma la Madonna, dopo una completa purificazione in terra, l'ha voluta con sè in cielo il 24 maggio, mentre la mamma, per l'Emilia, innalzava fervide preghiere nel santuario nostro di Torino.

Sac. PIETRO TRIBERTI.

Spirava a Mombarone il 6 giugno, lasciando largo rimpianto di sè. Anima mite irradiò carità e dolcezza: sacerdote esemplare visse di fede, di pietà, di sacrificio: parroco zelante consacrò la sua vita al bene spirituale dei suoi figli, guidandoli con l'esempio della sua virtù e col conforto della sua industriosa carità.

FILOMENA GABBAN.

Si spense serenamente in Fornaci di Pergine. Anima untile e pia, amò le opere salesiane e missionarie; ed ebbe la più viva divozione verso Maria Ausiliatrice e il Beato Don Bosco, a cui non cessò di raccomandarsi anche quando era estenuata dalla violenza del male. Volle in punto di morte beneficare ancora le opere nostre, da lei tante volte beneficate in vita.

ESTER MICHELINI.

Chiudeva santamente la sua vita a 79 anni, lasciando un caro, edificante ricordo della sua pietà e della sua profonda e squisita bontà. Fu zelante cooperatrice delle opere salesiane di Bologna e si adoperò per lo sviluppo delle medesime colle sue preghiere e colla sua intensa attività.

Cooperatori defunti:

Avico GIORGIO, Vigevano (Pavia).

AZZARio TERESA Ved. GRAZIANO, Torino. BALDIN GAZZOLA LUIGIA, Altivole (Treviso).

BALocco ROSA VICINO, Vercelli.

BELLINI Dott. Comm. EMILIO, Torino. BERGESE GIUSEPPE, Fossa no (Cuneo). BONGIORNO CAROLINA, Comitini (Agrigento). BONi Avv. CESARE, Notaio, Cascina (Pisa). BoNo ADELINA MASSADRO, Chivasso (Torino). BONORA TERESINA, Torino. CARDARELLI ANDREA, Sacro/ano (Roma). CASTELLANO GIUSEPPE, S. Giusto Canavese (Aosta). CASU EMMA, Tolmezzo (Udine). CHIARA FRANCESCO, Trofarello (Torino). CHIARA TERESINA, Torino. CHILETTI GIUSEPPE, S. Pietro in Fida (Modena). COLCONI MARIA, Bagnatica (Bergamo). COTTONE GIOVANNINO, Termini Imerese (Palermo). DoDi LEONILDE COSTANTINO, Cadeo (Piacenza). DOLFINI ANTONIA, Bagnatica (Bergamo). DONATI LUCIA, Vigo Lomaso (Trento). DORO Avv. GIULIO, Vittorio Veneto (Treviso). FACCHINI ANTONIO, Tivoli (Roma). FAGNONI ANGIOLINA, Torino. FAILLA GUARINO FRANCESCA, Vizzini (Catania). FERRARi ANTONIETTA ZANONE, Prato Sesia (Novara). FORNI PIERINO, Sondrio. GABOTTO MARGHERITA, Locarno Sesia (Novara). GAIETTo EMERENZIANA, Torino. GALLO ANNA, Torino.

GINO CLOTILDE, Torino.

GIROMINI ALFONSO, Gargallo (Novara). GONDOLO Contessa CAROLINA, Torino. GUANTI D. BARTOLOMEO, Torino. KLINZ UMBERTO. Fiume. LAGRASTA D. LUIGI, Canora (Bari). LARICE NORINA, Tolmezzo (Udine). MARCHETTI GREGORIO, Torino.

MASCHI Dott. Sommacampagna (Verona). MESTURINI EDVIGE, Ticineto (Alessandria). MEzzETTI D. GAETANO, Cassano (Bologna). MoLINARI D. ANT., Parroco, Calumet, Mich. (Stati U . ). MARINO GIULIA, Bra (Cuneo).

MORTISA ROSALIA APOLLONIO, Cortina d'Ampezzo. PASQUARELLO MARIETTA AICHINO, Varengo (Aless.). PESOTTA MARIA, Bagnatica (Bergamo). POGGI MARIA in ZUNINO, Sassello (Savona). PONA ANTONIO, Iseo (Brescia). RIVA AGNESE, Torino.

RINALDI MASSIMINO, Darzo (Trento). RIVOIRA Avv. MASSIMILIANO, Torino. SARDELLI RINA, Mercatale (Firenze). SCHIAVI CAMILLA, Torino. SivIERO GIOVANNI, Casoni (Vicenza). SPADA FELICE, Marano (Verona).

STRINGA D. DOMENICO, Prevosto, Fortunago (Pavia). ToNIAZZI FORTUNATA, Tolmezzo (Udine). TURCO GIOVANNI, Canicatti (Agrigento). VAULA CARLO, Caselle Torinese (Torino). VIOLA GIUSEPPINA, Brandizzo (Torino). ULTA NICOLAO fu PIETRO, Varengo (Alessandria). ZORZI D. Pio, parrroco, Pasian di Prato (Udine).

Presentiamo vivissime condoglianze alle famiglie, raccomandando ai suffragi dei nostri Cooperatori gli amici defunti.