Anno LV. 1° AGOSTO 1931 (IX) Numero 8.
PERIODICO MENSILE PER I COOPERATORI DELLE OPERE E MISSIONI DI DON BOSCO
SOMMARIO: Il valore d'un Decreto. - Nuove importanti costruzioni. - I Congressi delle Compagnie religiose. - Omaggi a Don Bosco. - Notizie di famiglia. - La Crociata Missionaria. - Dalle nostre Missioni: Equatore - Giappone. - Festeggiamenti al Beato Don Bosco. - Grazie del Beato Don Bosco. - Culto e Grazie di Maria Ausiliatrice. - Necrologio.
La Congregazione del Sant'Uffizio si è pronunciata il 21 marzo 1931 con un solenne Decreto su una questione che tanto ha interessato in questi ultimi tempi educatori e pedagogisti. Essa ha ora dichiarato che il metodo di educazione sessuale diretta non può approvarsi ed ha avuto parole di biasimo pei fautori di tale metodo.
«Vogliamo intrattenerci un poco - scriveva L'Osservatore Romano nel n. 73 - su questo decreto, che concerne una materia per tanti anni e tanto largamente discussa anche nel nostro campo e con atteggiamento diverso... I termini del Decreto suonano così: "Nell'educazione della gioventù si deve assolutamente seguire il metodo fino ad oggi usato dalla Chiesa e dagli uomini santi... Si deve cioè promuovere anzitutto una completa, solida e ininterrotta educazione religiosa della gioventù maschile e femminile eccitando in essa la stima, il desiderio, l'amore della virtù angelica, inculcandole con la massima cura la perseveranza nella preghiera, la frequenza ai sacramenti della Penitenza e dell'Eucaristia, una filiale devozione alla Beata Vergine, Madre della purità, il completo abbandono alla sua protezione, lo studio più diligente nell'evitare le letture pericolose, gli spettacoli turpi, le conversazioni dei malvagi ed ogni occasione di peccare. Pertanto in nessun modo si può approvare ciò che, segnatamente in questi ultimi tempi, è stato scritto e pubblicato, anche da alcuni autori cattolici, per propugnare il nuovo metodo'
La condanna del nuovo metodo è chiara, tassativa, assoluta, senza la minima attenuazione. La battaglia contro il senso deve condursi in modo indiretto: si tratta di assaltare una posizione pericolosissima e difficilissima, e l'unico mezzo per riuscirvi è quello di aggirarla. È un abisso, che dà vertigini inebrianti, onde affacciarsi ai suoi margini anche soltanto per misurarne la paurosa profondità, significa esporsi al pericolo, sicuri di essere inghiottiti. È come il canto malioso delle sirene nel mito di Omero: udirlo ed esserne irresistibilmente attratti e dar con la nave nelle secche, è tutta una cosa: non resta quindi che il saggio partito di Ulisse, il quale turò le orecchie ai proprii compagni con la cera ed egli si fece legare all'albero della nave. Ma quando dagli abissi insidiosi si levò la melodia ammaliatrice, il costretto eroe si dibatteva e smaniava: simbolo profondo! Persino l'antica saggezza pagana aveva capito tutta la falsità dei metodi moderni diretti, propugnati purtroppo in parte anche da alcuni cattolici.
Tutto lo sforzo educativo deve invece convergere ed esaurirsi in due punti: in una fervida, robusta, continua terapia religiosa, e nella fuga pronta, risoluta, totale delle occasioni pericolose. Il vecchio consiglio del Santo: nella battaglia del senso vincono i poltroni, ha ancora tutto il suo valore e la sua efficacia. Altri metodi o sono concessioni pagane o fatali illusioni.
Questa gagliarda opera di vigilanza cristiana e di terapia spirituale, quando sia veramente come deve essere, offre per sè sola tutte le possibili garanzie di sicurezza e di vittoria; e l'esperienza è lì a dimostrarlo con esempi vigorosi e luminosi, di ieri e di oggi: esempi che, ieri, si chiamavano Luigi Gonzaga e, oggi, Contardo Ferrini.
Tuttavia questo cristiano metodo tradizionale, a cui la Chiesa richiama energicamente, non soltanto non esclude, ma include essenzialmente il monito cauto e preventivo, che nelle ore critiche, nel momento e nel modo più opportuno, può e deve esser dato, sussurrato dalla istintiva discrezione di una madre, dalla vigile prudenza di un educatore, soprattutto, nel mistero e nel ministero sacramentale, dall'intuito sacro del sacerdote. L'Enciclica sulla educazione della gioventù ne fa esplicito ricordo con le seguenti parole: « In questo delicatissimo argomento, se, attese tutte le circostanze, qualche istruzione individuale si rende necessaria, a tempo opportuno, da parte di chi ha da Dio la missione educativa e la grazia di stato, sono da osservare tutte le cautele, notissime all'educazione cristiana tradizionale ».
Questi cauti e sapienti moniti individuali appartengono dunque all'educazione cristiana tradizionale, ossia al metodo antico. Ciò è tanto vero che l'Enciclica stessa cita in proposito un finissimo educatore del tempo di S. Carlo Borromeo e grande amico del Pastore milanese, il Cardinal Silvio Antoniano, che riassunse in sè il migliore umanesimo cristiano, e che dettò un libro di pedagogia dopo tre secoli ancora vivo, onde fu sempre ristampato e Paravia ce lo ha ridato nel 1926; vogliamo dire: Dell'educazione cristiana e politica dei figlioli.
Ci sembra utilissimo e istruttivo riprodurre qui il capitoletto 81 del II libro (pag. 219-220, ediz. Paravia), che l'Enciclica reca parzialmente. S'intitola: Della cautela che si deve usare nel ragionare della castità, ed è così concepito: « Tale e tanta è la miseria nostra, e l'inclinazione al peccato, che spesse volte dalle medesime cose che si dicono per rimedio dei peccati si prende occasione d'incitamento allo stesso peccato. Pertanto importa sommamente che il buon padre, mentre ragiona col figliuolo di materia così lubrica, stia bene avvertito, e non discenda ai particolari ed ai vari modi con i quali quest'idra infernale avvelena tanta parte del mondo, acciò non avvenga che invece di estinguere questo fuoco, lo desti e lo accenda imprudentemente nel petto semplice e tenero del fanciullo: nella qual cosa conviene parimente che i predicatori e i padri spirituali siano molto cauti. E, generalmente parlando, mentre ancora continua la fanciullezza, basterà usare quei rimedi che con l'effetto stesso introducono la virtù della castità e chiudono l'ingresso al vizio... noti entrando col fanciullo in lungo discorso. Ala tosto che col crescere degli anni vi sarà una maggiore maturità e discernimento, e che la buona educazione precedente avrà armato il giovinetto in modo, che non vi sarà tanto pericolo da scoprirgli in parte le qualità di questo nemico e crudele oppugnatore della gioventù, potrà talora il buon padre andar discorrendo col figliuolo della castità, acciò s'innamori perfettamente di questa bellissima virtù e prenda in odio ed a schifo il vizio della libidine... ». Certo « il buon padre » del nostro pedagogista manca oggi in molte, troppe famiglie cristiane; certo la fede era allora nel popolo più profonda e la immoralità viziava soprattutto le classi alte, nè questa era pubblicamente organizzata in forme estese, audaci, pacifiche come oggi. Il decreto del Sant'Uffizio e l'Enciclica, cui esso si appoggia, non ignorano evidentemente queste cose, le presuppongono anzi: ciò significa che il buon metodo tradizionale, invece di esser mutato, deve essere intensificato in tutta la sua portata, comprese le caute e sapienti ammonizioni individuali, da farsi a tempo debito da chi ne è in grado.
E qui è conveniente una riflessione di indole più generale. L'errore pratico, per cui, deposto ogni riserbo cristiano, si dice e si osa tutto, discende in linea logica da un vecchio errore filosofico, per cui, in nome di un ottimismo, non si sa se più falso o se più stolto, s'ignora nell'uomo il disordine della colpa originale e si proclama il diritto al libero sviluppo di tutti gl'istinti. Purtroppo la grande vita, quale oggi si vive e si descrive, obbedisce più o meno a questo disastroso errore, e le sue ripercussioni d'ogni specie, non hanno mancato di attingere anche la famiglia e il costume cattolico. Certe abitudini familiari, certe forme di abbigliamento introdottesi anche nelle nostre case e nelle nostre chiese, certi metodi letterari accettati in parte anche da scrittori cattolici, se non s'ispirano a quel falso principio, ne accolgono parzialmente le conseguenze pratiche. Siamo giusti: rimanendo in casa nostra, considerando certe abitudini, scorrendo certe pagine di libri, scritte magari con i più fervidi intendimenti cattolici, non vien fatto spesso di pensare che anche fra noi si dimentica che questa vecchia carne porta le stigmate del peccato originale?
Il decreto del Sant'Uffizio, che colpisce in pieno un metodo educativo errato, è anche necessariamente un richiamo a quel riserbo cristiano in tutte le forme della vita, del costume, dell'arte, che fu la gloria delle età migliori, espressa anzitutto nel mirabile esempio e nelle esperienze dei Santi, come nell'austera probità di famiglie venerande, la cui tradizione, grazie a Dio, non è del tutto estinta. F
Una grandiosa statua del Redentore sulla Basilica del S. Cuore a Roma.
Allorchè per incarico del pontefice Leone XIII di f. m. il Beato Don Bosco erigeva il Santuario del Sacro Cuore in via Marsala, il tempio votivo internazionale, dovuto ai disegni del conte Francesco Vespignani, architetto dei SS. PP. AA., rimaneva incompleto nel campanile.
L'architetto, aveva infatti ideato a suo complemento una cuspide degna della grandiosa costruzione settecentesca ed un orologio. Per molti anni il campanile rimase senza la progettata rifinitura, fino a che, poco tempo fa (tra gli alunni salesiani dalla lontana America del Sud, e precisamente dell'Argentina) fiorì il nobile proposito di dotare il campanile di un'opera scultorea bene intonata architettonicamente, raffigurante il Divino Titolare della bella basilica.
Il progetto, che voleva essere l'espressione dell'omaggio di riconoscenza dei figli d'America verso il Beato Don Bosco, nell'anno in cui la Chiesa decretava al grande apostolo dei giovani l'onore degli altari, è stato curato nell'attuazione dagli ingegneri gr. uff. Angella e Spazzacampagna, i quali provvidero con grande amore e riconosciuta perizia alla finitura della parte superiore del campanile, su disegno dell'architetto romano Giorgio Francisco. Così preparato, il campanile potè ospitare la monumentale statua del S. Cuore.
La statua, dell'altezza complessiva di m. 6,5o, è in rame sbalzato e cesellato a mano, completamente dorato a foglie d'oro zecchino.
Il bozzetto, dovuto all'arte dello scultore prof. Enrico Cattaneo di Torino, è stato sviluppato a Milano nel laboratorio dell'artigiano conm. Riccardo Politi.
Il peso complessivo è di circa sedici quintali, coll'armatura di ferro a guisa di traliccio.
Il Divin Salvatore è ritratto in atto benedicente, con l'atteggiamento tutto proteso in un dolce invito verso i tesori di pace e di ristoro che racchiude nel suo cuore.
La bella immagine sovrasta colla sua aurea mole i tetti dei grandi fabbricati disseminati nel popoloso rione, le tettoie della vicina stazione Termini, recando nelle multiformi voci di cui l'intenso movimento popola la zona, la soavità di un richiamo salutare ed ineffabile per ogni animo.
LA BENEDIZIONE DELLA STATUA.
Prendendo occasione della presenza in Roma del Rettor Maggiore Sig. D. Rinaldi, venerdì 19 giugno, si svolse la cerimonia privata della benedizione della statua. La funzione, benchè di carattere strettamente privato, non è stata disgiunta da solennità: vi assistevano gli alunni dell'Ospizio del S. Cuore, dell'Istituto Professionale Pio XI, e della Colonia Agricola del Mandrione; Mons. Federico Emanuel, il Sig. Don Giraudi economo generale, D. Tomasetti procuratore generale, l'ispettore D. Festini, il parroco D. Brossa e i Direttori dei tre istituti salesiani di Roma.
Dopo la messa celebrata dal Sig. D. Rinaldi all'altare maggiore della Basilica, dal cortile il nostro venerato Rettor Maggiore ha impartito la benedizione alla bella statua che domina, fulgente nel sole, tutta l'imponente mole dell'Ospizio e della Basilica. Terminata la benedizione ha preso la parola D. Trione, il quale ha pronunciato un elevato discorso d'occasione, spiegando il significato dell'omaggio offerto dagli allievi salesiani argentini, ed esprimendo loro vivi ringraziamenti.
Inaugurazione della cattedrale di La Kafubu.
Nella nostra Prefettura Apostolica del Luapula (Congo Belga) si è benedetta e inaugurata a La Kafubu la nuovissima cattedrale. Non più capanna di tronchi e di foglie, ma una massiccia costruzione che speriamo resisterà anche alla voracità delle termiti. Per l'inaugurazione era presente il rappresentante del nostro Rettor Maggiore, il Sig. D. Candela, membro del Capitolo Superiore, e vi intervenne pure S. E. il Governatore di Elisabethville accompagnato dalla sua distinta signora e S. E. Mons. Hemptinne.
S. E. Mons. Sak, assistito da missionari salesiani, benedisse il nuovo bellissimo tempio e in una felice allocuzione rievocò i primordi della missione ed ebbe parole di vivo e grato ricordo per l'aiuto prestato ai Salesiani da Mons. Hemptinne dei Benedettini. Ricorrendo in quel giorno la festa di Don Bosco, alla funzione parteciparono col più vivo entusiasmo numerosi ex-allievi e divoti del Beato. La giornata, dal mattino alla sera, fu un continuo alternarsi di cerimonie svariate e attraenti, fino alla rappresentazione dell'ultima ora appositamente preparata dai missionari e che riuscì brillantemente col concorso dei bravi allievi moretti.
La nuova cattedrale è perfettamente ultimata entro e fuori: se qualche cosa rimane a fate, non è cosa di molto rilievo. Le vaste proporzioni del tempio, la decorazione policroma del coro e della navata, gli conferiscono un'aria di raccoglimento e di preghiera, la cui attrattiva non mancherà di avvincere sempre più la popolazione indigena ai missionari che si adoperano in ogni modo per promuovere il benessere materiale e spirituale.
Nuovo tempio a Messina.
Il 3o-31 maggio fu solennemente benedetta e inaugurata con la festa di Maria Ausiliatrice la nuova chiesa parrocchiale di «S. Leonardo in S. Matteo », nel popoloso rione della GiostraVilla Lina. I voti, le speranze dei Salesiani e della popolazione messinese, dopo i lunghi anni che decorsero dall'immane terremoto del 1908, sono stati appagati per merito principalmente dello zelante arcivescovo di Messina, S. E. Mons. Angelo Paino.
E l'Eccellentissimo Arcivescovo, che si degnò benedire il tempio e inaugurarlo con la messa da lui celebrata, godette pel primo, e con diritto, l'ineffabile consolazione di vedere una folla straordinaria di gente matura e di teneri bimbi ricevere dalle sue mani il dono divino della S. Comunione.
Il nuovo tempio, a tre navate, di stile romanico, è un vero gioiello d'arte, e suscita l'ammirazione di quanti hanno finezza di gusto e s'intendono d'arte sacra; poichè nell'armonia delle sue linee gravi e solenni, e nella leggiadra sobrietà della decorazione, raccoglie lo sforzo di valenti artisti, che hanno gareggiato nel portarvi il tributo della propria attività e competenza: vogliamo dire dell'architetto progettista Carlo Saladino Del Bono da Palermo, dell'Ing. Comm. Barbaro Francesco, direttore dei lavori, dei valorosi imprenditori Cardillo, del Signor Pietro Gulli e del Prof. Russo Giovanni da Messina, che ha dipinto in un superbo affresco il profetico sogno di Don Bosco, contemplante estatico il meraviglioso sviluppo dell'opera sua sotto l'egida di Maria Ausiliatrice.
Nel pomeriggio di domenica, la processione solenne del simulacro di Maria Ausiliatrice, in mezzo agli osanna di una marea fluttuante di popolo, in un trionfo di fiori e di luci, fu il degno epilogo delle indimenticabili giornate. A sera il concerto musicale, protratto fino a tarda ora, ed i giuochi pirotecnici, la cui eco fece rimbombare le gole delle pendici peloritane, chiusero la festa lasciando in tutti quella ineffabile dolcezza che sogliono lasciare gli avvenimenti di serena spiritualità.
Questa rapida rassegna dei Congressi delle Compagnie religiose, tenutisi per volere del nostro venerato Rettor Maggiore pressochè in tutte le parti del mondo (persino nei paesi di missione), è doverosa; essa è una specie di glorificazione di questa «istituzione» sgorgata dalla feconda iniziativa del Beato D. Bosco. Nella ricorrenza della Beatificazione, tutte le Opere del nostro Fondatore ebbero la loro speciale esaltazione; solo le Compagnie rimasero nell'ombra. Ora è il loro turno.
Per apprezzarle nel loro giusto valore e per comprendere quale importante ruolo esse abbiano nel complesso del sistema di D. Bosco per l'educazione cristiana della gioventù, ricordiamo quelle eloquenti parole che l'esperimento di 18 anni già metteva sulle labbra del Beato, quando nel gennaio 1876 diceva: « I,e Compagnie religiose si possono chiamare: la chiave della pietà - il mezzo di conservazione della moralità - il sostegno delle vocazioni ecclesiastiche ». Queste affermazioni del Beato non
hanno nulla perduto del loro valore: noi abbiamo constatato quale rigoglio di reviviscenza le Compagnie hanno avuto dalla recente beatificazione di Don Bosco, vedremo ancor meglio nei prossimi anni quale fecondità di risultati esse sapranno produrre, dopo essersi ritemprate agli ideali luminosi e previdenti del Beato. I Congressi miravano appunto a questo: di richiamare la nostra gioventù alle norme vivificatrici del Padre, perchè vi attingesse 11uosa linfa vitale.
Il buon esempio -- come abbiamo già ricordato in un numero del Bollettino --- è venuto dal Collegio Pio IX di Buenos Aires; esso conta al suo attivo tre Congressi del genere (18981916-1922) ed ha voluto con l'ultimo del 1930 aprire la simpatica rivalutazione di questi valori di famiglia che compendiano uno dei meriti più alti del nostro Beato Fondatore. Ed ebbe a conforto della sua iniziativa le calorose approvazioni del Nunzio Pontificio Mons. Filippo Cortesi, del Sig. D. Rinaldi, dell'Episcopato Argentino e di autorevoli personalità straniere.
Per avere una giusta idea di ciò che fu il Congresso del 1930 diremo elle in esso erano rappresentate le Compagnie religiose di 22 case di quella Ispettoria, con:
14 COMPAGNIE DEI. SS. SACRAMENTO con un complessivo di 533 soci (al 1930) e di 8872 soci dall'anno di fondazione.
19 COMPAGNIE DI S. LUIGI con un complessivo di ii16 soci (al 1930) e di 25575 soci dall'anno di fondazione.
16 COMPAGNIE DELI'ANGELo CUSTODE con un complessivo di 770 soci (al 1930) e di 21.625 soci dall'anno di fondazione.
6 COMPAGNIE DI S. GIUSEPPE con un complessivo di 194 soci (al 1930) e di 6058 soci dall'anno di fondazione.
Un piccolo mondo aggregato a 55 compagnie, con 2633 associati (62.120 dall'anno in cui fu fondata la prima compagnia -- 1875 - appena i nostri missionari misero piede nell'Argentina).
E la statistica, eloquente per sè, si è di molto avvantaggiata dopo il Congresso; segno anche questo che giovano a qualche bene queste rassegne dell'attività spirituale giovanile.
Volendo ora ricordare i Congressi svoltisi in Italia, cominciarlo da quello di CATANIA (per l'Ispettoria Sicula) cui assistette coli vivo collipiacimento l'Ecc.mo Arcivescovo di Catania; « il Congresso, scriveva il Rev.mo Ispettore D. Orto, è stato il coronamento degno di tutto il fervore di preparazione in tutte le case, particolarmente delle giornate. I,a manifestazione solennissima ebbe carattere religioso ed eucaristico nella Messa del mattino e nella processione eucaristica del pomeriggio».
Anche quello di ESTE (per l'Ispettoria Veneta) fu aperto con l'adesione e la benedizione di Monsignor Vescovo di Padova, e riuscì animatissimo per la discussione proficua di temi che non mancheranno - attuati - di rinvigorire la pietà cristiana nei giovani associati.
Il Congresso di MILANO (per l'Ispettoria Milanese-Emiliana) ebbe un esito oltremodo felice, cori svolgimento di temi adatti alla speciale condizione dei giovani. I. 'ottimo Ispettore, dandone notizia al Sig. D. Rinaldi ed esprimendo la sua soddisfazione per la fruttuosa riuscita del Congresso, aggiungeva un pensiero che merita di essere fatto conoscere: «Tutti - egli scriveva - sono partiti tanto soddisfatti e desiderosi che simili adunanze abbiano a ripetersi ogni anno. Nel mio intimo, ero un po'... incredulo nella efficacia pratica di simili adunate; ho dovuto ora convincermi che sono una vera cura ricostituente per il buon spirito nelle case e per conservare le nostre belle tradizioni ».
L'Ispettoria Ligure ha pure tenuto il suo a SAMPtrRDARrNA. Tutti i congressisti, prima di iniziare le loro discussioni, si accostarono alla Mensa Eucaristica, ed ebbero una benedizione dell'Enr. Cardinale Minoretti, Arcivescovo di Genova. Tutti pervasi da sublime elevazione spirituale, seppero i Congressisti lasciarsi reciprocamente un ricordo che stimolava al fervore e alla volontà energica di una vita cristiana, come la desiderava il Beato Don Bosco.
A NOVARA il Congresso delle Compagnie dell'Ispettoria novarese si svolse onorato dalla presenza di S. E. Mores. Giuseppe Castelli, vescovo diocesano e di tutti i Direttori delle case salesiane. '-I lavori cominciati con l'invocazione dell'aiuto divino col canto del Veni Creator seguito dalla Benedizione eucaristica proseguirono coli entusiastica soddisfazione. E l'entusiasmo `non fu solo (lei piccoli congressisti ma anchee dei grandi: Monsignor Vescovo sentì il bisogno di esprimere la sua grata sorpresa con parole calorosissime e ringraziare per la sua iscrizione a socio onorario delle Compagnie.
Tra i voti che più furono acclamati dai congressisti segnaliamo questi tre specialmente:
1) Che i soci si distinguano soprattutto per la frequenza ai SS. Sacramenti.
2) Vi sia in ogni Istituto un luogo di radueanaza con quadro dei soci, l'ef(gie del Patrono della Compagnia, bibliotechina ascetica, periodici cattolici e missionarii, vite del Beato Don Bosco, Domenico Savio, ecc. Nella Cappella del Collegio poi non manchi il quadro col diploma di erezione canonica delle Compagnie.
3) S consideri la festa del; Papa festa generale delle Compagnie.
Anche a ROMA il Congresso giovanile delle Compagnie ebbe particolare carattere di solennità dalla presenza e-dalla partecipazione dell'E.mo Cardinale Hlond, Primate di Polonia: ed è stata una visione consolali tissima di tutto quell'apostolato spirituale che un giorno zeleranno i nostri allievi.
Le funzioni religiose propiziatorie, compiute da S. E. il Card. Hlond e dall'Ispettore D. Festini, furono seguite nel pomeriggio da un'imponente adunata di 700 giovani di fronte al monumento del Beato D. Bosco, nel cortile dell'Ospizio S. Cuore, che alternando canti e suoni alle proficue discussioni, assolserc',.il loro cómpito tra il più fervido entusiasmo. Tutte le case dell'Ispettoria::erano rappresentate da un buon nucleo e dai singoli Direttori.
Il congresso, apertosi coi paterni incoraggiamenti dell Em.mo Cardinale Hlond, fu chiuso con un vibrante discorso di S. E. Mous. Guerra che confermò i voti formulati nel Congresso coli la sua pastorale benedizione.
Anche dall'Estero ci sono pervenute alcune relazioni: citiamo a titolo oli onore quella proveniente da VIGNAUD (Argentina). Il Congresso durò quattro giorni e diede agio ai giovani oratori di trattare con una certa abbondanza temi veramente informativi dello spirito delle varie Compagnie; per esempio, -l'obbedienza, la delicatezza nei costumi, la pietà, cerimonie e canto sacro, ecc. Le magnifiche giornate, chiuse da una brillante accademia, destarono in tutti i partecipanti il più intenso entusiasmo.
A PUEBrA (Messico) il Congressino delle Compagnie riuscì pure felicemente. Vi presero parte 22 rappresentanti e gruppi degli otto Collegi ed Oratori e con gli associati di Puebla discussero con vero profitto i temi all'ordine del giorno. Una speciale Commissione di congressisti si recò a ' nome dei compagni a far atto di ossequio all'Ecc.mo Arcivescovo, al Governatore dello Stato e al Presidente del Municipio; il loro atto riuscì graditissimo alle varie autorità che ebbero parole di lode per l'attività di quei bravi giovinetti. La Presidenza del Congresso chiuse l'adunanza con l'invio di un messaggio a tutte le Compagnie dei Collegi e Oratori d'America, perchè volessero associarsi spiritualmente al grandioso pel legrinaggio che l'Opera di Don Bosco al Messico organizzerà al prossimo 24 ottobre alla Madonna di Guadalupe, per offrirle i propri sentimenti di filiale e riconcscente affetto.
All'Oratorio di Monterosa (Torino).
Il rg aprile la Sezione ex-allievi dell'Oratorio Monterosa (Torino) ha offerto e inaugurato un busto del Beato a ricordo del decennio della sua fondazione. Alla gaia festa parteciparono il Sig. Don Rinaldi, l'Ispettore D. Persiani, e il Comnr. Grassi con la sua consorte. Dopo la messa, ebbe luogo la bella cerimonia suggellata dalla paterna parola del Sig. D. Rinaldi.
Una via a Genera] Roca.
Il sig. Uriburu, Governatore del Rio Negro (Patagonia), scrivendo una nobilissima lettera al Sindaco di Roca, approvava l'idea di battezzare col nome di D. Bosco una via della cittadina patagonica e aggiungeva: « E un, atto di omaggio e di giustizia all'Opera apostolica e di civilizzazione cristiana compiuta non solo nel territorio del mio governo, ma in tutto il paese dalle missioni di Don Bosco. Varie città della Repubblica, e ultimamente la Capitale del Rio Negro, offrirono identica testimonianza di riconoscenza verso i Salesiani: credo perciò opportuno che, ricorrendo il cinquantesimo anniversario della fondazione di Roca per mezzo della spedizione al Deserto inviata dal Geli. Giulio Roca, la quale era accompagnata da sacerdoti salesiani, cotesto Municipio renda questo omaggio come atto di riconoscenza della città all'opera meritevolissima di D. Bosco ».
Un elogio americano.
Mons. Tomaso Shahan, già Rettore dell'Università, cattolica di ll'ashington, una delle più colte personalità del clero americano, visitando Torino nel 1925 ebbe occasione di conoscere e ammirare le opere del Cottolengo, della marchesa Barolo e di Don Bosco; e scrisse in un articolo dal titolo: Grandi eroi di eari`hà dell'Italia cattolica, le sue impressioni, riprodotte nel pregevole settimanale diocesano di Torino, L'Armonia. Stralciamo la parte che riguarda il Beato Don Bosco per portarla a conoscenza dei nostri Cooperatori.
Vicino di soglia (al Cottolengo) sorge lo stupendo Istituto del Beato D. Bosco, creato da questo Apostolo di carità qual domestico rifugio e vero riformatorio per la gioventù abbandonata di Torino ed eventualmente di tutta Italia.
Ricopre un'estensione simile alla Piccola Casa del B. Cottolengo, ed è parimenti una meravigliosa città di dormitori, cortili di ricreazione, officine.
In queste ultime l'intrattabile gioventù, v ittinma incosciente dell'odierno vangelo economico-sociale e della nostra vita moderna, è collocata in ambiente cristiano, in un'atmosfera di rispetto, di amore vicendevole del quale non ha idea questa nostra età di ferro.
Le manifatture d'Italia, senza parlare di quelle numerose di Torino, e la città della Fiat », sono ripiene in certo qual modo da queste scuole di arti e mestieri di Don Bosco, e da altre simili sparse in tutta la penisola.
Questo santo affatto italiano fu il primo moderno apostolo del metodo preventivo nella riforma della gioventù. Egli creò per le migliaia di alunni senza tetto e abbandonati una calda atmosfera religiosa, specialmente ne' suoi Oratori domenicali e scuole serali.
Egli visse co' suoi scolari letteralmente come il loro padre; i suoi esempi, i suoi intimi colloqui erano i loro migliori libri, al pari della sua attività e ingegnosità.
Egli s'innalza (li tutta la testa al disopra di tutti i pedagoghi del XIX secolo. Eppure in mezzo a tutte queste creazioni si stenterebbe a credere come mai il suo genio caritatevole abbia trovato il tempo per scrivere e pubblicare ioo libri a guida secolare e religiosa per il piccolo mondo di giovani italiani che condusse al più alto livello (grado) di religione e di patriottismo.
Don Bosco fu beatificato nel 1929 da Pio XI che lo aveva conosciuto e riverito mentre era ancora in vita.
E, dopo aver detto delle opere della marchesa Barolo, soggiunse:
Q leste tre opere sopra citate di carità furono fondate da individui, e due di esse traggono la loro sussistenza dalla simpatia e generosità del popolo italiano.
Esse riflettono, per conseguenza, al vivo la profondità e l'intensità della carità cristiana che per tanti secoli ha onorato il cuore italiano, carità che in modo così cospicuo spicca nella vita di tutti i suoi santi, e che oggi si (esemplifica) traduce nel devoto e disinteressato sacrifizio di un esercito di cristiani operai da un capo all'altro della penisola.
Come si conosce imperfettamente la meravigliosa carità della Roma papale, di Napoli, Milano e Firenze e di molte altre città dove numerose e antiche opere di carità rimontano a secoli passati, a fondazioni medioevali, alcune delle quali ancora oggi attive nel loro posto prirniero, come Santa Maria;, della Consolazione a Firenze (fondata e dotata dal padre della Beatrice di Dante) e le,-cui grandi porte si sono regolarmente aperte per, 6oo anni onde permettere nn ingresso visita generale ai malati!
Meraviglioso è -pure in molti casi l'originale dotazione di tali opere (terre, case, diritti e proventi), che ha sopravvissuto malgrado le innumerevoli guerre e rivoluzioni che per tanti secoli fecero dell'Italia un solco insanguinato. TOMASO SHAI-IAN.
Esercizi per Signore, Signorine, nell'Isfifuto delle Figlie di M. A. in Nizza Monferrato.
Dal 3 al 7 settembre p. v. nell'Istituto delle Figìie di Maria Ausiliatrice in Nizza Monferrato, verrà dettato, da Sacerdoti Salesiani, un corso di Esercizi Spirituali per Maestre, pie Signore, Signorine, ex-Allieve e Cooperatrici salesiane.
Le Esercitando verranno alloggiate nell'Istituto. in carriere ariose e belle a letti con tende. La retta è fissa in L. 40 per tutta la durata del corso. Chi desiderasse qualche riguardo speciale, o per il vitto o per la camera, potrà averlo dietro richiesta e con relativo compenso.
Le domande per la partecipazione ai Santi Esercizi con la specifica del proprio desiderio siano rivolte alla Rev.da Direttrice dell'Istituto
N. S. delle Grazie - NIZZA MONFERRATO (Alessandria) prima del 3o agosto.
Festa del Rettor Maggiore.
La festa del venerato Rettor Maggiore ha avuto una importante variante: mentre gli altri anni veniva celebrata il 24 giugno, festa di S. Giov. Battista, a partire da quest'anno verrà d'ora innanzi celebrata il 9 giugno, data che ricorda non più l'onomastico, ma il trionfale trasferimento della salma del Beato D. Bosco da Valsalice a Valdocco.
L'accademia riuscì simpatica e soddisfacente. Svariati doni vennero offerti da Cooperatori ed amici al Rettor Maggiore Sig. D. Rinaldi, tra cui una ricca pianeta, dono di Sua Santità Pio XI. Il pubblico salutò l'annunzio del prezioso dono con un vibrante applauso all'indirizzo del Papa, sempre pieno di benevolenza pei figli di D. Bosco.
Decennio di una scuola agricola.
La scuola agricola parificata « Stanislao Solari » di Montechiarugolo ha celebrato il suo primo decennio di vita, con la partecipazione di autorità, di competenti e di ex-allievi. Tenne il discorso ufficiale il Prof. Coram. Pio Benassi direttore della Rivista di Agricoltura. Dopo la celebrazione, autorità e partecipanti visitarono le aule scolastiche, il gabinetto di fisica e chimica, il deposito di macchine, il pollaio e il podere, dove venne inaugurato un impianto moderno di irrigazione a pioggia, e il nuovo R. Osservatorio meteorologico, riportandone la più gradevole impressione.
Nuova chiesa.
A Stroeder (Patagonia) si è avuto il io maggio l'inaugurazione della nuova chiesa parrocchiale salesiana. Per la fausta occasione il novello sacerdote D. Antonio Consonni cantò la prima messa, presente gran folla accorsa anche dalle zone vicine. Un nuovo tempio e un nuovo sacerdote sono sempre una bella fortuna, specie poi per la Patagonia.
M. Maria Mazzarello in Egitto.
All'oratorio festivo del Cairo, diretto dalle Figlie di Maria Ausiliatrice di Eliopolis, il 24 maggio venne commemorato il cinquantesimo anniversario della morte di Suor Maria Mazzarello, la prima Superiora delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Fu una commemorazione improvvisata dall'affetto riconoscente delle allieve dell'oratorio, ma non mancò di tornare graditissima ai partecipanti, fra i quali era il R. Console Col. Liberati.
Scuola meccanica al Cairo.
I Salesiani del Cairo, festeggiando la ricorrenza del 24 maggio, hanno rivolto alla cittadinanza un appello per essere coadiuvati nell'organizzazione delle Scuole Professionali all'Istituto di Rod el Fava;, specialmente di quella di meccanica, che si propongono di aprire nel prossimo ottobre. L'appello è per l'acquisto di 6 macchine di prima necessità. La cittadinanza non rimarrà sorda all'invito: anche i giornali arabi hanno dato l'annuncio dell'apertura della scuola con parole di vivo encomio.
Mostra professionale a Milano.
Le Scuole Professionali salesiane di Milano sono solite ogni anno aprire la Mostra dei lavori eseguiti dai proprii allievi. La Mostra di quest'anno, aperta solennemente da S. E. il Prefetto della Provincia e durata una settimana circa, è stata visitata da una folla che l'ha trovata veramente interessante e sorprendente. Il Prefetto e tutte le Autorità che avevano assistito all'apertura, hanno avuto parole di vivo elogio per gli organizzatori della Mostra e hanno formulato fervidi voti perchè le Scuole Professionali, aiutate dalla generosità dei buoni, possano presto avere una sistemazione definitiva nei nuovi laboratori progettati, perchè innumerevoli giovani abbiano modo di apprendere l'arte e insieme una sana morale.
Messe per i viaggiatori.
Coll'inaugurazione della nuova grandiosa stazione di Milano, i Salesiani che ufficiano la monumentale chiesa di S. Agostino, vicinissima alla stazione, hanno disposto per comodità dei viaggiatori un orario di messe festive dalle 5 alle 11,30. I viaggiatori troveranno pressochè ad .ogni ora comodità di ascoltare la S. Messa e soddisfare al dovere cristiano.
Posa della prima pietra dell'Opera Salesiana a Brindisi.
Il e6 maggio è stato per Brindisi giornata memoranda essendosi solennemente posta la prima pietra della chiesa dedicata al S. Cuore e dell'Istituto Salesiano. La città ha partecipato alla =bella cerimonia con entusiasmo, addobbando e infiorando con quanto di meglio poteva avere l'ampia via Mesagna che porta all'erigenda opera.
Oltre ad una fiumana di popolo, vollero gentilmente intervenire alla cerimonia le LL. EE. Rev.ine l'Arcivescovo di Taranto e i Vescovi di Monopoli e Calinda. Le Autorità tutte erano presenti: S. E. il Prefetto, il Podestà, il Presidente del Tribunale, il Procuratore del Re, l'Intendente di Finanza, i Comandanti della Difesa Marittima, del Porto, del Presidio, il Presidente della Giunta Diocesana e i Presidenti delle varie organizzazioni dell'Azione Cattolica, il Questore, il Vice Segretario Federale, ecc. ecc.
La. Contessina Grazia Balsamo, generosa fondatrice dell'Opera, era circondata dal fratello Conte Salvatore, dalla sorella Donna Michelina Balsamo in Leonetti, che furono rispettivamente il padrino e la madrina_ della cerimonia. L'Opera Salesiana vi era rappresentata dal Sig. Ispettore D. Simonetti, dal suo Segretario D. Piacente e dai 'Direttori di Bari e di Taranto.
Compì il sacro rito S. E. Mons. Valeri, Arcivescovo di Brindisi, il quale firmata la pergamena unitamente a tutte le Autorità presenti, la pose nella pietra angolare che scese nel posto preparato, tra i canti e gli applausi degli astanti e tra una pioggia di fiori.
Al termine della funzione D. Simonetti disse un breve ma caloroso discorso col quale significava tutta la sua piena gioia nel., vedere incoininciata un'opera che con l'aiuto di Dio farà tanto del bene.' Additava all'armnirazione ed alla gratitudine della città la- grande benefattrice,, che profonde tt.tto il suo patrimonio per questa nobile, opera. Lesse infine una lettera del Rettor Maggiore D. - Rinaldi.
S. E. Mans. -Valeri aggiunse paterne parole di ringraziamento al Signore, alla: Contessina Balsamo, alla Congregazione Salesiana.
Finita la cerimonia tutte le Autorità sono state invitate in casa del Conte Balsamo, signorilmente ricevute dalla nobile famiglia, per festeggiare non solo la benedizione della prima pietra, ma anche il battesimo del loro quarto figliuolo, a cui hanno imposto il nome di Giovanni in onore del Beato D. Bosco.
"Don Bosco è giunto!"
Leggiamo sotto questo titolo nel Seminarium di Susa:
<~ Il titolo, ognuno potrebbe credere che ci sia stato suggerito dal noto inno di Don Rastello e che sempre fa sussultare i grandi ed i piccini delle nostre pievi ogni qual volta viene cantato in coro, nelle belle adunate.
» No, francamente. E Don Bosco, è proprio lui in effigie che è giunto a noi nella nostra cappelletta, recato sulle braccia generose di due fervidi Salesiani, i predicatori degli Esercizi. t giunto: fatto santamente significativo per un ambiente di educazione sacerdotale come è il nostro; e quel ch'è più, regalato ed offerto dallo stesso Successore del Beato, il Rev.mo Don Filippo Rinaldi, Rettore della Pia Società Salesiana.
» La nostra accoglienza è stata unanimemente lieta e santa, pur fra le silenziose e severe giornate degli Esercizi; e subito l'abbiamo pregato, e inneggiato a lui, il santo genio della giovinezza... ».
Il magnifico quadro su tela e cornice d'oro antico venne solennemente benedetto e inaugurato il 28 marzo.
Alla funzione raccolta ed , intima, intervennero S. E. Monsignor Vescovo, il Rev.mo Monsignor Rettore il Can. Blanc, i1 Prof. Teol. Scarabello e i due predicatori Don Spriano e Dcn Favini. Premesso il canto di un inno al B. Don. Bosco, il Rev.do Don Favini, col suo (lire smagliante e convincente, in una mirabile sintesi fece rifulgere alla mente degli ascoltatori la vita del Beato Don Bosco nella stia preparazione al grande suo apostolato; la sua vita considerata nell'intimità dell'anima, vita di fede e di grande fede, vita di pietà alimentata colla SS. Eucaristia, colla devozione alla Madonna, e colla più grande venerazione verso il Papa; vita di apostolato molteplice, che doveva fare di lui il più grande apostolo della gioventù. Terminato il discorso, Mons. Vescovo impartiva- la benedizione rituale al quadro nuovo del Beato, e tosto i chierici e seminaristi facevano echeggiarele loro voci per esaltare il Beato, coll'Iste Confessor.
Nel pomeriggio giunse anche il Prefetto Generale della Pia Società Salesiana, il Rev.mo Don Pietro Ricaldone accompagnato dall'Ingegnere salesiano Vallotti, ricevuti in Vescovado e tosto condotti, da Mons. Vescovo stesso, a visitare il Seminario e la Cattedrale.
L'accorata preghiera di un amico.
Ai Decurioni Salesiani d'Italia
Ultimo fra voi, nella santa gara per la Crociata delle Borse Missionarie, fui ispirato dalla potente Ausiliatrice dei Cristiani e dal fedele suo figlio Beato Don Bosco, ad intitolarne una: I Decurioni Salesiani d'Italia.
È passato oltre un anno e la borsa non raggiunge ancora la bramata cifra! Sento perciò il bisogno di rivolgermi ai tanti Decurioni Salesiani d'Italia e invitarli a condurre a termine questa bella impresa.
Il pensiero di avere un Missionario, anzi molti, che decennio per decennio, con la nostra Borsa verranno educati, dev'esserci di sprone in questa opera santa e grandemente meritoria. Del bene che essi compiranno, delle anime che salveranno, saremo ancor noi partecipi. Se chi salva un'anima, salverà la sua, quanto più noi avremo a sperarlo per aver cooperato alla salvezza di molte? Il sacrifizio che noi faremo nel versare volonterosamente la nostra quota, sarà alleggerito dal concorso di tutti: vis unita fortior. Che dirò poi delle grazie che attireremo su di noi e che ci verranno delle mani dell'Ausiliatrice e del Beato D. Bosco?
Pensiamo a questi incalcolabili beni spirituali e animiamoci tutti a dare compimento all'opera che può procacciarli. C. S. T.
Decurione Salesiano.
BORSE COMPLETE.
61. Borsa GIOVANNI e MARIA in suffragio del venerato diletto Padre e dell'amato Consorte.
62. Borsa LODOVICO-ANTONIO in suffragio dell'adorato figlio, la mamma desolata.
63. Borsa S. ROCCO fondata da Cooperatori e Allievi dell'Istituto Salesiano di Sondrio.
64. Borsa BEATO DON BOSCO fondata da una pia persona di Bergamo.
65. Borsa S. EMERICO (completata)
Somma precedente: L. 13.100 - Versate dall'Ispett. Ungherese L. 6.9o0 - Totale L. 20.000.
BORSE DA COMPLETARE.
Borsa ALIQUO' Gr. Uff. LUIGI - Somma precedente: L. 12.000 - Altri tre versamenti entro il mese di maggio e giugno, 3.000 - Versate il 10 luglio, L. 2000 - Totale L. 17.000.
Borsa ANIME DEL PURGATORIO - Somma precedente: L. 11363 -- De Ambrosis Matilde, 45 -
N. N. (sacrestia), 100 - Carignano Lucia, 5 - Lento Maria, z - Briod Virginia, 100- A. di Montezemolo, 10 - L. M., 100 - Famiglia Maranga, 100 - Maria Antonietta Perroni, 5o - Serri. A. Ferrillo (raccolte), 28,20 - N. N. (Chieri), 5o - Totale L. 11.953,20.
Borsa BEATO DON BOSCO (13a) - Somma precedente: L. 10.115 - Oddone Isabella, 15 - Una pia signora, 6,50 - Coniugi M. S., 5o - Bosio Teresina, raccolte fra amiche di Pralafera, 15 - Oddone Isabella, 15 - N. N. (sacrestia), 25 - Ida Fattucci, 20 - Rossetti Ines, 10 - N. N. (sacrestia), 25 - Matilde Pelmoro, 5o - Peretti Giovanni, 20 - Famiglia Meotto, 20 - Mattè Margherita, 5o - Ottavia Marchisio Scagliotti, 50 - Rina Garaccioni, 25 - G. D. C. (Gressoney), 25 - Maria Minatelli Guseo, 20 Amelia Corsi, 10 - Tronconi Maddalena, 8 - Avv. Egidio Scaldaferri, 1115 - G. C. M. Celio, 1000 - Italo Gius. Desideri, 5o - Parroco Ferrari D. Giov., 25 -- Tagliavini Umberto, 30 - Delfina Roggero, 5o - S. D. (Torino), 25 - Totale L. 12.869,50.
Borsa BORGATELLO D. MAGGIORINO - Somma precedente: L. 1921,65 - Sorelle Costa, 20 - Bollo Elisabetta, 20 - Bollo Angela, 20 - Totale L. 1981,65.
Borsa DIVINA PROVVIDENZA - Somma precedente: L. 2330,50 - N. N. (sacrestia), io - Totale L. 2340,50.
Borsa DON BOSCO EDUCATORE (2a) - Somma precedente: L. 17.644,50 - Emma Mazza, 25 - Scovero Alessandro, io - Totale L. 17.679,50.
Borsa DON BOSCO PROTETTORE DEI GIOVANI -Somma precedente: L. 255 - Sormanno Adolfino, 27 - Antonietta Satta, 12 - Olivero Rosina, 100 = M.a Tacca Maria, 10o - Totale L. 494.
Borsa PIO X - Somma precedente: L. 10.142 - Giulio Buffa, 25 - Totale L. 10.167.
Borsa PISCETTA D. LUIGI - Somma precedente: L. 10.621,8o - Discetta Antonietta, 5 - N. N. (a mezzo D. Calvi), 1oo - Sig. D. Rubino, 5o -N E. (a mezzo Mons. Gladiolo), 5o - Augusta Mauri, 250 - Totale L. 11.076, 80.
Borsa REGINA DI MONDOVI' -- Somma precedente: L. 946 -- Raccolte dalla Sig.ra Olga Ric chieri, 1oo - Famiglia Ricchieri, 20 - Totale L. 1o66.
Borsa D. P. RICALDONE (3a) - Somma precedente: L. 125 - Giovanola Angelo, 5o - Totale L. 175.
Borsa RICCARDI D. LORENZO - Somara precedente: L. 13.018,30 - N. N. (sacrestia), 5o - Varii a mezzo Sig. D. Nai, 105 - Serafino Germano, 25 -N. N. (Torino), 5 -Totale L. 13.203,30.
Borsa RUA D. MICHELE (4a) - Somma precedente: L. 1323 - Castellini Giuseppe, 5 - Totale L. 1328.
Borsa SAVIO DOMENICO (4a) - Somma Precedente : L. 4491,10 - Bosio Teresina, raccolte da varie, 3 - N. N. a mezzo Vincenza Poggio Gaveglio, 10 - Totale L. 4504,10,
Borsa S. CUORE DI GESÙ CONFIDO IN VOI (2a) - Avanzo Borsa completata: L. 621 - N. N., 500 - Celestina Lettry, 10 - Assunta Marseglia
Saraco, 20 - A. di Montezemolo, 1o - Parroco Ferrari D. Giovanni, 25 - Totale L. 1201. Borsa S. CUORE DI GESÙ SALVATECI (2a)
- Somma precedente: L. 599760 - N. N. (sacrestia), 200 - Orcel Antonio Luigia, 100 - Clelia Giordana, 20 - Totale L. 6317,60.
Borsa S. ANTONIO DA PADOVA - Somma Precedente: L. 2883 - N. N. (sacrestia), 25 - Clelia Giordana, 25 - Ditta A. Stua (Luxor), 54 - Totale L. 2937.
Borsa S. FILOMENA - Somma precedente: L. 1687 - Filomena Vadalà (Agrigento), 10 - Totale L. 1697.
Borsa S. FRANCESCO DI SALES - Somma precedente: L. 1210 - Anita Lami, 150 - Totale L. 1360.
Borsa S. FRANCESCO SAVERIO - Somma precedente: L. 1965 - N. N. (sacrestia), 25 - Totale L. 1990.
Borsa S. GIOACHINO -- N. N. L. 5o (sacrestia).
Borsa S. GIUDA TADDEO - Somma precedente: L. 115 - Filatico Virginia, 5oo - Cassitto Umberto, 5oo - Totale L. 1115.
Borsa S. GIUSEPPE (3a) - Somma precedente: L. 5055 - L. B. (Monza), 5o - Virginia Giacomelli, 7 - Totale L. 5112.
Borsa S. GIUSEPPE (speciale) - iniziata per conto di una pia persona con la somma di L. 2000.
Borsa S. LUIGI - Somma precedente: L. 3100 - La piccola Rosetta Provera, 5000 -- Totale L. 8100.
Borsa. S. MICHELE - Somma precedente: L. 2325 - Clelia Giordana, 25 - Totale L. 2350.
Borsa S. RITA - Somma Precedente: L. 2130 - M. M. - C. S. per la conversione di un' anima, 50 - Totale L. 2180.
Borsa DON BOSCO SALVATE I NOSTRI FIGLI - Somma precedente: L. 4397 - Orlandi Maria, 10 - Preyet Oliva, p. gr. ric., 100 - E. N. ringraziando e invocando il B. pei proprii figli, 100 - Totale L. 4607.
Borsa ETERNO PADRE - Somma precedente: L. 280 - Sola Antonio, 10 - Sola Anna, 10 - Rossi Giuseppe, 10 - Stopinatto Caterina, 2 - Rossi :Maria, 10 - Gherardi Anna, io - Totale L. 332.
Borsa EUCARISTICA DEL PICCOLO SERAFINO GUSTAVO BRUNI - Somma precedente: L. 13,o66 - Martini Luigi, 25 - Totale L. 13.091.
Borsa FRASSATI P. GIORGIO - Somma precedente: L. 2695 - Righetti Elvira, 10 - Totale L. 2705.
Borsa FRIULANA - Somma Precedente: L. 4450 - Sac. Antonio Armellini, 100 - Totale L. 4550.
Borsa GIRAUDI D. FEDELE - Somma precedente: L. 9571 - Due antichi discepoli, 5oo - Cooperatori e cooperatrici (Vische), 15o - D. Actis Michele Pievano ex discepolo, 250 - Dalla Casa ungherese Szombathely, 100 - Totale L. 10.571.
Borsa GIUBILEO E RICONCILIAZIONE - Somma Precedente: L. 2550 - Dott. Francesco Casalbore, roo - Totale L. 2650.
Borsa LASAGNA MONS. LUIGI - Somma Precedente: L. 6519,70 - Ferrero Ernestina ved. Mazzetti, 25 - Totale L. 6844, 70.
Borsa MAMMA MARGHERITA (2a) - Somma precedente: L. 195 - Sorelle Monasterolo, 25 - D. Enrico Stegani, 25 --- Teresa Celloni Dagnino, 15 - Totale L. 260.
Borsa MARIA AUSILIATRICE (24a) - Somma precedente: L. 5943,50 - Coniugi M. S., 50 Abrate Stefano, 1ooo - Matilde Peloso, 5o - De Giovanni Giuseppa., 10 - N. N. (sacrestia), 5oo - Famiglia Santomartino, 1 ; Luigi Rossi, 200 - N. N. (Roma), 5o -- S. D. (Torino), 25 - Totale L. 7843, 50.
Borsa MAZZARELLO Suor MARIA - Somma precedente: L. 430 - Bosio Teresina raccolte tra amiche, 10 - Totale L. 440.
Borsa MONS. G. NOGARA (Arcivescovo di Udine) - Somma precedente: L. 5573,35 - Geometra Bertuzzi in morte Rina Botto, 5 - Avv. Botto Annibale in morte Sig.ra Liuzi Cosattini Eugenia, lo - Umberto Rossi, 125 - Ottavio Battaglia per un lieto evento in famiglia, 5o - Gruppo ex-allievi D. Bosco di Udine per un lieto evento in famiglia Battaglia, 20 - Avv. Botto Annibale per un lieto evento in famiglia Battaglia, 5 - N. N., 1o - Totale L. 5798,35.
Borsa PARROCCHIALE M. AUS. - Somma precedente: L. 1986, 40 - Dalle cassette del Santuario, 412,85 - Totale L. 2399,25.
Borsa PATROCINIO S. GIUSEPPE - Somma precedente: L. 1290 - Dr. Alberto Bianchi, 200 - Prof. Irene Bonamore, 25 - Callierotti Francesco, 20 - Nava Giuseppina, 5o - Totale L.1585.
Borsa PLAZZOTTA ANTONINO - Somma Precedente: L. 3000 - I parenti in memoria e suffragio, 1200 - Totale L. 4200.
Borsa S. TERESA DEL B. G. (10a) - Somma precedente: L. 11.257,50 - Raccolte da Bosio Teresina, 15 - N. N. (sacrestia), 25 - Righetti Elvira, io - Antognini Dolivia, io - N. N. (sacrestia), 5o - D. Corradini C., io - Pergolesi. Ferruccio, 1oo - P. P. Bologna, 40 - Totale L. 11.507, 50.
Borsa VALSÈ Suor TERESA - Somma precedente: L. 8oo - Raccolte da Bosio Teresina, 5,50 - Totale L. 8o5,50.
Borsa STEFANIA MARGOTTI ed ELENA TURBIL (iniziata dalla Sig.ra Angiolina Ferroglio-Degiovanni) - Massimina Clerici-Carle, 25 - Ferdinando Ferroglio, 5 - L. G. Ferroglio, 5 - Ing. Luigi Ferroglio, 10 -- Angela Degiovanni, 20 - Angiolina Ferroglio Degiovanni, 150 - Cav. Rag. Pietro Ferroglio, 5oo - Clelia Gillardi-Toja, 20 - Maria Casorio-Toja, 20 Maria Frola-Pons, 10-Angela Cavagnera, 5 -
Rosa Ferrero, 3 - Annetta Grosso, io - Iolanda Gujot-Margary, 5o - Gilberte e Florence Griva, 20 - Massimina Clerici-Carle (2a offerta), 100 - Cesarina Marisio, 5 - Palmina DaneoDaneo, 5o - Elsa Pons-Panizzardi, 2 - C. Delgrosso, io - Famiglia Margotti, 5oo-Avv. Giulio Turbil, 100 - Silvia Margary-Turbil, 5o - Massimina Clerici-Carle, 20 - Malvina Rippa-Peracca, 100 - Massimina Clerici-Carle (4a offerta), 25 - Elsa Pons-Panizzardi (2a offerta), 5 - Angela Degiovanni (2a offerta), 10 - Contes. Secondina Candiani, 5 - Angiolina Ferroglio-Degiovanni (2a offerta), 26 - Peppo Baroli, io - Livia Cuniberti-Brun, 10 - Olga Denina, io - Attilla Torelli, io - N. N., 25 - Contessa Maria de la Forest, 30 - N. N., 5 - Gilda Airenti, io - Ing. Luigi Ferroglio (2a offerta), 20 - Massimina Clerici-Carle (5a offerta), 25 - Angela Degiovanni (3a offerta), 10 - Totale L. 2025.
(Lettera di Mons. Domenico Comin).
Amatissimo Sig. D. Rinaldi,
Non posso reprimere nel mio cuore le impressioni provate in questo secondo mio viaggio alle Missioni del Vicariato dopo il ritorno dall'Italia: bona mixta malis come sempre, cose che da un lato ci fanno confidare in un progresso lento ma sicuro, dall'altro ci fanno mirare tremanti all'orizzonte che di giorno in giorno si presenta più complicato e difficile.
Sulla strada Pan-Mendez, che come ricorderà da anni costituisce un nostro sforzo continuato e una aspirazione di tutto l'Equatore, con soddisfazione posso dirle che siamo vicini alla conclusione. Il buon Don Albino Del Curto, che ha profuso in questa grande opera la sua intelligenza e le sue forze fisiche e morali, attende da settimane la coronazione e il giusto tributo generale di ammirazione per la sua abnegazione. Oggidì le zone, una volta incolte e selvose della vallata del Rio Negro, hanno già dato ospitalità e vita comoda a molti coloni. Vi si vede un susseguirsi di casette e di coltivazioni tropicali: è la vita che trova sfogo, che si apre la via e si allarga.
Che consolazione poter oggi arrivare a cavallo fino alla cresta della collina prospiciente la missione di Mendez, mentre alcuni anni fa si dovevano fare acrobazie inaudite per giungere all'incipiente colonia!
Frattanto che pena prova il Vicario Apostolico nel passare per la nuova colonia del Copas, già proclamata come civile, vedere inginocchiarsi davanti quei coloni che domandano con lagrime un sacerdote che li assista, e rivedere d'un colpo d'occhio tutte le altre necessità del Vicariato, sempre le stesse e sempre impellenti, senza potervi provvedere!
Un'opera grandiosa.
Poco tratto ormai della vecchia strada o sentiero ci separa dalla Missione di Mendez, cui si accede per, un colossale ponte sul fiume Namangosa, anch'esso opera nostra, opera che, calcolate le difficoltà locali, costituirà sempre una superba affermazione della civiltà che penetra nelle foreste equatoriali. È lungo 86 metri, alto 48 e formato da una serie di cavi di acciaio che lo renderanno sempre più sicuro.
Ho avuto la persuasione, arrivando nella Missione, di assistere ad un'evoluzione incantevole: e una ridda di pensieri mi portò agli inizi della Missione, ai primi sudori di sangue, alle prime speranze. Oggi possiamo constatare che si incomincia a raccogliere qualche piccolo frutto, se non giunto a perfetta maturità, tale che dà certezza di arrivare a quella.
In quest'anno scorso si amministrarono 26 battesimi, parte dei quali preceduti da regolare catecumenato e, ciò che è più importante, con l'assicurazione del completamento della loro istruzione religiosa. Trenta prime Comunioni e questo solo fra Kivari e Kivarette! Mi creda, amato Padre; quando sulle labbra tremanti dei nuovi fedeli, colle mie mani porgo Gesù-Eucaristia, dimentico tutto il peso dei miei anni, tutte le veglie e fatiche inerenti alla mia carica, e il cuore mi si commuove. Ciascuna di queste anime, che come corolle s'aprono al bacio di Gesù, ha la sua storia intessuta di sacrifici, intrecciata di eroismi piccoli in sè, grandi nella fede.
Quando alla domenica seguente al mio arrivo alla Missione si radunarono le cinque famiglie cristiane kivare, che già hanno suggellato il loro amore con il Sacramento di Cristo e nelle loro case vivono della vita cristiana a loro possibile, le visuali s'aprono, amato Padre, e involontariamente si sogna. È Dio che si degna raccogliere i nostri sudori o che vuole benedire in questo secolo delle Missioni, le preghiere dei nostri Benefattori?
E la Chiesa arriva ora anche per essi là dove fino a poco tempo addietro pareva impossibile. Commoventi descrizioni quelle che mi hanno fatto i buoni Missionari di morti placide, rassegnate, cristiane, dopo aver ricevuto i Santi Sacramenti! Il vecchio centenario Cioncio, vissuto nelle lotte e peripezie della vita randagia e selvaggia, pochi momenti prima di morire dice al Missionario che gli parla del Paradiso e di Dio: - E potrò lassù vivere tranquillo? Se è così, voglio morire cristiano.
Consolantissimo pure lo sviluppo materiale della Missione. Le mando la prima fotografia della Missione e quelle fatte pochi mesi fa. Veda in quest'ultima gli stenti, i sacrifici e le privazioni dei miei poveri Missionari, che, per trovarsi alla testa della civilizzazione, non risparmiano industrie e sacrifizi; ho visto in questi giorni fin dove arriva la loro pazienza per incamminare e formare le generazioni nuove kivare alla fede e alla civilizzazione. Li ammirai nel lavorare gli orti e non disdegnare che penetri fino a loro anche l'attraentissimo gioco del foot-ball.
Bisognerebbe che Le facessi passare in rassegna il molteplice lavoro dei Salesiani e delle Suore. Di una cosa non posso tacere ed è del bene che nella Missione si fa per mezzo dell'ambulatorio medico e dell'ospedale, ancora in miniatura. Nella nostra povertà e nella man canza di mezzi adatti non numeriamo grandi cose, ma è pur consolante constatare che in un anno si sono prestate più di millecento cure ai poveri selvaggi e più di duemila ai coloni.
Le ho esposto sommariamente ciò che di più consolante ho trovato in Mendez. Mi potrebbe domandare: -
E i mezzi per tutto ciò? Questo è opera di Dio. Io stesso ne rimango meravigliato: ma quando la mia fantasia, vaga per il da farsi, e sento i desiderata dei poveri missionari; quando tocco con mano le impellenti necessità, allora il cuore s'impicciolisce. Chi ci darà persone atte e zelanti? Chi ci fornirà ancora i mezzi per attuare tanti disegni?
In Mendez, oltre al personale, occorrono mezzi. Si è dovuto aprire a Cininlì, a una giornata di distanza, una residenza provvisoria, ma si dovrà convertirla in stabile per contrastare la propaganda protestante fra centinaia di famiglie kivare. Ho veduto in Mendez pigiati in un corridoio fedeli e infedeli per ascoltare la santa Messa: è urgente fabbricare colà una chiesa, sia pure di legno, ma tale che dia facilità a tutti di partecipare alle sacre funzioni. Inoltre in uno degli ultimi giorni di mia permanenza in Mendez un vento forte si portò via buona parte del tetto di una casetta adibita a dimora dei kivaretti: così di giorno in giorno si moltiplicano le imperiose necessità.
Il Signore voglia concederci la grazia che non abbia mai a mancarci la carità dei buoni e l'affettuoso ricordo del nostro venerato Rettor Maggiore.
Mons. DOMENICO COMIN Vicario Apostolico.
Rev.mo ed Amat.mo Padre,
Il desiderio ardente dei nostri cuori fu realizzato, e per volere di Dio e per la volonterosa cooperazione di tanti, fu realizzato in forma che non era possibile sperare migliore.
Motivi della processione eucaristica.
La nostra povera Missione, alla fine dell'anno scorso si era consacrata al S. Cuore di Gesù, ma desiderava dare a Gesù Eucaristico una solenne pubblica manifestazione della sua riconoscenza per i numerosi benefici ricevuti; voleva rassodare la fede dei cristiani ancora troppo esigui di numero con un pubblico atto di adorazione a Gesù in pieno centro pagano; voleva in una forma più tangibile chiamare i poveri pagani al vero Dio; voleva chiaramente dire a Gesù portato trionfalmente per le vie della nostra Miyazaki: O Gesù, i Vostri poveri missionari hanno fatto e fanno quel che possono per la conversione di tanti pagani... fate qualche cosa anche Voi... Più vicino a tante anime, fatele vostre e salvatele!
La manifestazione ha avuto nel nostro Don Antonio Cavoli, l'ideatore e l'organizzatore mirabile; nelle Figlie di Maria A. lavoratrici indefesse; nei Confratelli tutti e cristiani collaboratori volonterosi; nei colleghi di apostolato la speranza confortatrice, desiderosa di glorificare Gesù; negli amici lontani aiuti insperati.
Non sarà temerità ?
Il trionfo di Gesù, dato l'ambiente pagano, lo scarso numero dei cristiani, la povertà delle nostre risorse materiali, poteva sembrare problematico, condizionato a circostanze numerose e complesse, poteva sembrare una temerità... Dire la febbrile ansia dei preparativi degli ultimi giorni in mezzo all'infuriare della pioggia e del vento; le amare delusioni di mancati arrivi di personaggi o di cose, che avrebbero dovuto accrescere splendore alla manifestazione; gli inevitabili bastoni tra le ruote, consci o inconsci, proprio quando si ha bisogno di concludere... è più facile immaginarlo che tentare di descriverlo
Le eleganti disposizioni della Provvidenza.
Ma Gesù ha convertito gli ostacoli in mezzi, le contraddizioni in aiuti; e la realtà fu che i cristiani si infiammarono, ed aiutati dal missionario, compirono miracoli di propaganda e di lavoro e specialmente di preparazione interiore; da parte dei pagani stessi, le autorità della provincia e della città concessero volentieri il permesso e la polizia assolse inappuntabile il servizio d'ordine; le associazioni commerciali misero a disposizione le ornamentazioni per le vie dove doveva passare Gesù; la società elettrica illuminò gratuitamente il gran piazzale (gentilmente concesso) su cui si eresse il monumentale altare per la benedizione; la società ferroviaria permise sulla piazza della ferrovia l'erezione di una gran piramide commemorativa che ricordasse il grande avvenimento a quanti arrivavano di quei giorni a Miyazaki; le ditte e negozi fecero per l'occasione la gran vendita; le famiglie davanti alle cui case si domandò il permesso di porre ornamenti, rispondevano al missionario (oh santo effetto degli Oratori di D. Bosco!): Voi lavorate per i nostri figliuoli...
Siamo ben contenti di manifestarvi anche in questo modo la nostra riconoscenza... Insomma è questo, o amato Padre, il vero miracolo di Gesù. Ha attratto a suo servizio, a sua gloria le forze pagane - ha raddoppiata l'energia d'azione della comunità cristiana di Miyazaki (poco più di 400 cristiani su una popolazione di oltre 55.000 abitanti pagani) -- ha coordinato in armonia d'azione il lavoro d'apostolato dei missionari, l'aperta professione di fede dei cristiani, la gentile cooperazione dei pagani.
Intervenuti lontani e vicini.
La nostra povertà, senza l'aiuto di tutto e di tutti, non ci avrebbe permesso di onorare degnamente Gesù. Volevamo perciò aver vicino quanti più amici fosse possibile, che aiutassero la nostra insufficienza, ma ancor più volevamo che i più intimi amici fossero partecipi del bene, che ne sarebbe ridondato alle anime.
Il Collegio di Alassio ed il solerte comitato delle Zelatrici Salesiane di quella città, all'avanguardia della manifestazione, ci inviarono una generosa offerta. Lei, nostro amato Padre, volle essere il più vicino a Gesù, e ci regalò il bel calice e la patena. I bravi liceisti di Valsalice vollero portare Gesù, e regalarono l'ostensorio. Il gagliardetto per i giovanotti del Circolo fu magnifico dono del Collegio di Frascati. Lo stendardo Savio Domenico per gli aspiranti al Circolo, fu offerto dall'Oratorio S. Luigi di Torino, e quello per la Compagnia S. Luigi fu caritatevole dono della casa di Faenza. La magnifica bandiera del Papa per i nostri chierici, fu una commovente affermazione d'affetto per la nostra missione del Collegio Man fredini. E la carità dei benefattori giunse al colmo coll'atto generoso del Comm. Lo Pahong di Shanghai, che accompagnato dal figlio e da uno dei capi dell'azione cattolica, in Cina, si degnò presenziare alla festa, portando in regalo a Gesù lo splendido ricco baldacchino e l'ombrello di rito per accompagnare il Santissimo.
Gli indovinatissimi e sgargianti costumi dei paggi e delle paggette furono lavorati con intelletto d'amore dalle Figlie di Maria A. e dalle signorine del Patronato internazionale e giovani di via Giulio, Torino. La ditta Tappi a mezzo del Sig. Giorcelli e la ditta Gervasoni di Pinerolo ci vennero pure in aiuto con magnifici doni di stoffe. O amici e benefattori della, missione Salesiana giapponese, gioite del trionfo di Gesù, che vi ringrazia e vi benedice per laa generosa carità. Ed erano presenti in ispirito tante altre anime, che pregavano per la buona, riuscita della manifestazione - numerosi ordini religiosi femminili - persone che impedite di presenziare, offrirono al Signore quel sacrificio. E furono presenti i nostri vicini di apostolato, fratelli in Cristo di otto nazioni, rappresentanti dei Francescani del Canadà e di. Polonia, dei Padri delle Missioni estere di Parigi, dei Domenicani spagnuoli, dei Trappisti, del clero indigeno di Miyazaki, dei Missionari di Osaka, capitanati dal loro Ecc: Vescovo Mons. Castanier. Apostoli del grande Re, accorsero con entusiasmo, ravvivato dal desiderio di glorificare Gesù e di aiutare i poveri figli di D. Bosco.
Appunti di cronaca.
I cristiani con una sacra missione di nove giorni si preparano seriamente ed efficacemente. Alla sera della vigilia nel salone della città, come preparazione, si tiene una brillante serata di musica e discorsi. Due valenti oratori venuti da Tokyo intrattengono il pubblico numeroso su importanti problemi: « Scienza e religione. L'attuale momento mentale dei Giapponesi di fronte alla civiltà ed alla religione ». - Il 17 maggio, giorno di S. Pasquale Baylon, protettore delle opere eucaristiche cattoliche, dopo il solenne pontificale, si inizia la processione eucaristica. Favorita da un tempo ideale, si svolge ordinata, devota, sentita nell'anima di tutti i partecipanti, la lunga sfilata di 800 persone. Precedono i nostri ragazzi pagani della scuola domenicale (Oratorio) cantando e sventolando la simpatica bandiera nazionale: accorsero non meno di 300. Seguono le varie forze organizzate delle nostre cristianità, precedute dal rispettivo gagliardetto e bandiera, e intramezzate da gruppetti di angeli, che attirano l'attenzione del pubblico, che si accalca lungo il percorso e con curiosità mista a grande rispetto segue lo svolgersi della manifestazione. I più piccoli, la compagnia di S. Luigi e di S. Teresa, gli aspiranti del Circolo Savio Domenico, le figlie di Maria, i fanciulli della prima. Comunione, e le Figlie di Maria A. e le aspiranti. Procede lenta un automobile, ornata splendidamente, da cui fanciulle bianco vestite lanciano fiori. Segue il clero formato dai nostri seminaristi indigeni di Nakatsu, dai chierici nostri dello studentato filosofico, dai sacerdoti (una ventina) e fra i turiboli esalanti nuvole d'incenso, circondato dai paggi, dagli angeli, incede Gesù, che guarda certo con amore questo suo popolo - queste povere anime ammalate - questa missione a lui consacrata, e come un tempo pertransiit benefaciendo et sanando omnes, avrà operato certo miracoli di carità e di grazia a piene mani. Sarebbe certo interessante aver potuto fissare in qualche modo lo stato d'animo dei singoli partecipanti (missionari sacerdoti, missionari in preparazione, cristiani, pagani), come i numerosi fotografi tentavano di cogliere i lati più suggestivi della manifestazione. Sarebbe certo la pagina più bella e più interessante. Oh Gesù li conobbe... li avrà fissati ognuno, come imperituro ricordo, come ricompensa, come inizio di una vita nuova o di apostolato e di conversione! Si avanzano le schiere dei giovani: ecco la nostra tipografia di Oita: ecco i nostri aspiranti ai circoli giovanili; ecco i nostri baldi giovani di Miyazaki, di Tano, di Takanabe, ecco l'Unione Padri, l'Unione Madri Cristiane, e attorno e dietro uno stormo di popolo che segue, che s'accalca, che vuol vedere la nuova mai veduta manifestazione. - Non mancano tra la folla le autorità, le persone altolocate e distinte, che, e di persona, a voce e per iscritto e sui giornali manifestarono in seguito la lode, l'ammirazione incondizionata, e prima fra tutti il capo della città che a funzione finita venne alla missione per congratularsi per la magnifica manifestazione.
Tra i canti dei sacerdoti, dei nostri oratoriani, di tutta la cristianità, accompagnati da una discreta banda, formata per l'occasione di suonatori dei vari teatri, tra lo sparo festoso dei petardi si giunse al gran piazzale, ove si è riversata la moltitudine pagana. E dall'alto del suo trono Gesù contempla e benedice...
E come l'andata, il ritorno. Tra le vie pavesate a festa, con festoni e bandiere, tra una fantasmagoria di colori, visibile solo nelle vie giapponesi, si ritorna alla chiesa, oggi insufficiente a contenere tutti. Sulla soglia i nostri cari oratoriani pagani, agitando con grazia le bandierine dai colori nazionali, ritmando con gioia Inni e Canti sciogliamo, o fedeli, salutano Gesù mentre dal cuore di noi tutti esplode l'inno del ringraziamento, Magnificat, e tentiamo così di congiungere in un impeto d'amore colle parole della nostra buona Mamma Maria la lode, il grazie riconoscente a Gesù, trionfatore dei cuori.
Nel pomeriggio fu un vero pellegrinaggio di pagani alla chiesa, e a sera sull'imbrunire sul gran piazzale, attorno ai cristiani, ai missionari, si affollano a migliaia i pagani. Si cantò, si pregò, si tennero discorsi, si distribuirono libri e foglietti di propaganda cattolica a profusione (il nostro Don Cavoli aveva preparato un magnifico libretto sull'Eucarestia, 10.ooo copie esauritissime!) mentre il cielo veniva solcato dai caratteristici fuochi d'artificio (fiori e stelle) giapponesi.
Ciò che più ha colpito i nostri cari pagani, e che ci fa capire di che cosa ha sete il loro cuore è la serietà, l'ordine, lo splendore della manifestazione, ed assai più la devozione e la fede, l'atto di fede viva, sentita, che vedevano in quanti parteciparono. Ce l'hanno detto chiaramente in un'adunanza familiare alla missione, cui parteciparono una sessantina dei principali esercenti, giornalisti e notabili della città indetta per dimostrare la nostra riconoscenza per il deferente aiuto prestatoci.
Con la manifestazione eucaristica, i dati dell'importante problema furono pesti nelle coscienze di molti pagani. Quale sarà il successo? E il segreto di Dio, pur già vedendone risultati consolanti. La giornata di domenica, che segna certo una data delle più gloriose nella storia della Missione di Miyazaki, fu un trionfo. Eu certo il coronamento naturale di mesi e mesi di lavoro di preparazione, ma mi piace anche pensarlo, fu il risultato dei lavori di tutti i missionari, che ci hanno preceduto in questa terra di missione, che in mezzo a difficoltà di cui non abbiamo idea, hanno incominciato a dissodare questa terra di Miyazaki; fu il risultato di lunghi e sacrificati loro sforzi; fu il risultato delle preghiere di tante anime buone e della carità dei benefattori... I poveri Salesiani hanno raccolto quanto la Provvidenza ha loro preparato... Nel campo dell'apostolato missionario, specie in Giappone, il Missionario non è solito raccogliere a sera ciò che ha seminato il mattino
Grazie a Dio, grazie alla Vergine A. nostra e a. D. Bosco, grazie ai benefattori ed amici lontani (è colla vostra carità che possiamo fare qualche cosa), grazie agli amici vicini. Amato Padre, ci benedica, ci aiuti in tutti i sensi, affinchè Gesù trionfi in tutte le anime a noi affidate.
D. V. CIMATTI Missionario Salesiano.
MARATEA. -- I devoti e i Cooperatori Salesiani, numerosi a Maratea, vollero il 26 aprile solennizzare la festa del Beato, con la messa della Comunione, con la messa cantata, nella quale Mons. Crispino, Decurione dei Cooperatori, con calda parola ha illustrato la vita esemplare del Beato. In ultimo vi è stata la Benedizione del Santissimo a chiusa della bella giornata che ha lasciato in tutti il desiderio di ripeterla ogni anno alla ricorrenza della festa del Beato.
PORDENONE. -All'Istituto Salesiano l'apostolo della Comunione fu onorato il 26 aprile con una Comunione generale: agli allievi s'erano uniti per la circostanza gli oratoriani e un eletto stuolo di Cooperatori e Cooperatrici. Alla messa solenne, cantata dal Vicario Generale della Diocesi, disse il panegirico il Direttore diocesano dei Cooperatori il prof. D. Luigi Janes. Nel pomeriggio ebbe luogo la commemorazione civile nel maggior salone del Collegio, presenti autorità ecclesiastiche, civili e militari, tenuta dal prof. dott. Giovanni Ponti del R. Liceo Marco Foscarini di Venezia.
CAVAGLIÀ. - La festa si svolse parte all'Istituto Salesiano e parte nella vasta chiesa parrocchiale, partecipandovi il popolo al completo. Per la circostanza, gli ex-allievi accorsero numerosi portando in tutte le funzioni una nota di vibrante entusiasmo.
S. TECLA (El Salvador). - La prima festa liturgica del Beato non passò inosservata a S. Tecla nel Centro America. Agli alunni ed ex-alunni dell'Istituto Salesiano si unirono con slancio i Cooperatori e ammiratori del Beato; e la festa riuscì d'una solennità senza pari. Vi parteciparono distinte personalità, tra le quali ricordiamo S. E. Mons. D. Juan Antonio Duenas vescovo di San Miguel, S. E. il Sottosegretario all'Istruzione Pubblica, il Governatore politico del Dipartimento, il Comandante gen. Baraona. A sera fu benedetta una artistica statua del Beato e con essa si svolse una devota processione nei cortili del Collegio S. Cecilia. La giornata fu chiusa con una splendida illuminazione del collegio stesso.
S. FERMO DELLA BATTAGLIA. - Don Bosco, ebbe a S. Fermo un vero trionfo. Un bel, gruppo, lavorato in Val Gardena, raffigurante D. Bosco con Savio Domenico e Bartolomeo Garelli fu offerto all'Istituto Cesare Somaini dal Rettore dott. D. B. Catelli; e benedetto da un sacerdote salesiano, venne esposto per tre giorni nel santuario di Fermo. Ivi si svolse il triduo coronato da tante prime comunioni. Il giorno di chiusura, oltre le solenni funzioni, riuscì trionfale il corteo per il trasporto dell'artistico gruppo all'Istituto Somaini: intervennero S. E. Mons. Alessandro Macchi, sacerdoti, Istituti, Associazioni e fedeli. Monsignore parlò ripetutamente al popolo esaltando le virtù del Beato e additando il suo apostolato tra la gioventù.
TODI. - Nel Santuario di Maria SS. del Campione si è celebrata la prima festa del Beato. Per la circostanza, ad iniziativa delle Figlie di Maria Ausiliatrice, che da 31 anni lavorano al bene della gioventù femminile della città, si è inaugurato un bel quadro del Beato, eseguito a Torino dal prof. De Mayo. La festa, preparata da un triduo, ebbe lustro dall'intervento di Monsignor Vescovo che fu soddisfattissimo nel vedere lo straordinario numero di comunioni e di partecipanti alle sacre funzioni.
VOLTERRA. - Nella cattedrale di Volterra la festa del grande Apostolo della gioventù fu allietata da uno straordinario concorso e dal più vivo entusiasmo.
Alla Messa cerimoniale del Rev.mo Protonotario Apostolico Mons. Angelo Pierattini, Vicario Generale della Diocesi, una vera folla di fedeli, e in prevalenza uomini e giovanetti, si accostarono al banchetto eucaristico, infervorati dalle parole del celebrante, che col cuore sul labbro parlò dell'amore a Gesù che deve infiammare gli animi e i cuori di tutti, come infiammò l'anima e il cuore del Beato. La Schola cantorum del Seminario accompagnò la suggestiva funzione con mottetti classici, eseguiti alla perfezione, e più tardi, eseguì la Messa a 3 voci pari del M° Bagnoli, celebrata da Mons. Can. Ulderico Sardi.
Alla sera dopo i vespri si svolse nelle navate della chiesa la processione della reliquia in presenza d'una folla straordinaria. Mons. Pierattini, di ritorno all'altar maggiore, parlò nuovamente al popolo rilevando la commovente manifestazione e comunicando la benedizione di Mons. Munerati che, quantunque lontano, era spiritualmente presente tra il suo popolo esultante nel nome di Don Bosco.
Anche l'Oratorio S. Filippo volle dedicare una giornata a glorificare il Beato.
NOCI (Bari). -- La festa del Beato nella chiesa stazionale di R. Patronato del Purgatorio, dove si venera l'effigie e la reliquia di Don Bosco, riuscì bellissima. Grande fu il concorso di concittadini al triduo di preparazione, alla Messa cantata, alla funzione del pomeriggio, in cui tessè il panegirico il P. Benedettino D. Prospero, seguito dal Te Deum e dalla benedizione eucaristica impartita dal Primicerio G. B. Notarnicola, che fu l'organizzatore della bella solennità.
VILLARDORA. -- La prima festa del Beato fu fatta coincidere col decennio della fondazione del Circolo « Margherita Bosco » e la coincidenza fu motivo a tutti di santo entusiasmo per celebrarla devotamente. Tutto il paese ha risposto mirabilmente all'invito del Rev.mo Priore e il 10 maggio ha offerto in onore del Beato una comunione generale, ed ha partecipato unanime a tutte le solenni funzioni. Specialmente imponente riuscì la Messa solenne. Nei pomeriggio poi, l'intervento dei circoli dei paesi vicini aumentò considerevolmente la folla dei devoti alla benedizione eucaristica e alla commemorazione di Margherita Bosco, tenuta dal Rev. Teol. D. Paglia di S. Maria di Avigliana, oratore brillante che seppe efficacemente rilevare la bella figura della madre e del figlio immortale.
ALESSANDRIA. -- Nel collegio di S. Giuseppe e nell'attigua chiesa parrocchiale di S. Maria del Castello si è celebrata con solennità la festa liturgica del Beato. E vi ha partecipato una gran folla di popolo che la vasta e artistica chiesa del Castello era incapace di contenere Grandiosa specialmente riuscì la processione del pomeriggio per le vie della parrocchia, tra suoni e canti, prova dell'immutato e ardente affetto che il popolo alessandrino ha per il Beato della sua terra.
RIMINI. Nella chiesa di Santa Croce la festa del Beato si è svolta colla partecipazione entusiastica delle associazioni cittadine e con l'intervento di S. E. Monsignor Vescovo, di Mons. Mauri, preposto del Capitolo e direttore dei Cooperatori di Rimini, e del clero. Splendida la processione del pomeriggio, che nella piazza della stazione di Mercatino ha sostato mentre Mores. Mauri impartiva la benedizione. Fruttuosissimo il triduo di predicazione del valente oratore D. Gius. Mazzoli di Cesena, che nel pontificale della festa tessè un magnifico panegirico del Beato.
PIEVE DI REVIGOZZO (Piacenza). - L'Arciprete D. Giuseppe Polledri, che per tre anni fu alunno dell'oratorio all'ombra della Basilica dell'Ausiliatrice e che ebbe la grazia segnalatissima di conoscere personalmente il B. D. Bosco, volle l'anno scorso introdurne la divozione in parrocchia. Quest'anno si incominciò a celebrarne la festa, che il 26 aprile riuscì quanto mai solenne e decorosa, anche perchè preceduta da un triduo di predicazione che ebbe a disporre gli animi alla venerazione del Beato e farlo conoscere. Vi intervennero gli ex-allievi delle parrocchie vicine, i quali durante la processione vollero avere l'onore di portare essi stessi il quadro, e al mattino cantarono la S. Messa. Si intuisce che questa piccola parrocchia di alta collina diverrà luogo di convegno per gli ex-allievi, e centro da cui la divozione al Beato si irradierà su tutta la vallata.
SAN SALVADOR (Centro America). - Al collegio Maria Ausiliatrice di San Salvador la festa di Don Bosco doveva necessariamente riuscire vibrante di entusiasmo e di intensa divozione, perchè quelle buone alunne delle Figlie di M. A. sono da tanto tempo piene di riverenza e affetto verso il Beato. Sanno quasi tutte la vita del Grande a memoria per il numero di volte che se la son fatta narrare o che l'han letta, e in più hanno preso l'abitudine cara di interessare il Beato a tutte le loro faccende, le loro pelle, i loro bisogni. Ricorrono a lui per ogni genere di necessità. Se lo pregano, lo amano. Perciò non c'è stato bisogno di esortazioni per metterle sulla via dell'entusiasmo perchè si disponesserò a celebrare solennemente la sua festa. Lo zelante arcivescovo Mons. Alfonso Belloso y Sanchez volle riservarsi l'onore di porgere a quelle anime fervorose il gran dono dell'Eucarestia nella messa appositamente celebrata, e fu vivamente sorpreso e consolato di vedersi accolto da 24 bambini della Scuola Materna componenti il « Piccolo Clero » in sottana e berretta rossa con cotta bianca; e proce dere cauti cauti verso l'altare e formare al Vescovo la più simpatica e devota corona. Poi vi fu la messa cantata con panegirico ascoltato con avidità, interesse e soprattutto con frutto spirituale. Nel pomeriggio D. Bosco ebbe l'esaltazione più cordiale in una magnifica accademia, dove la sua opera venne prospettata al numeroso pubblico sotto una luce veramente atta a conquistargli la simpatia di tutti.
MAGALLANES (Cile). -- Circa 6o anni fa, Don Bosco in una delle sue profetiche visioni dalle terre Patagoniche passò a quelle Magellaniche, e vide con piacere i suoi figli al lavoro. Il sogno oggi è realtà. Dal cielo Don Bosco osserva con gioia l'allegra gioventù magellanica che sotto la guida dei Salesiani. inneggia a Lui.
Quest'anno, anche in quelle remote regioni si è celebrata la festa in suo onore, e con molto entusiasmo. Fu preceduta da una fervorosa novena, durante la quale la folla di devoti andò sempre crescendo, attratta dalla valentia dei predicatori, dalle splendide esecuzìoni musicali della nostra Schola cantorum e dalla sontuosità delle cerimonie religiose. Mons. Jara, Vicario Apostolico, che tanto cooperò colla sua presenza e colla sua ardente parola alla preparazione della festa, fu confortato dal vedere il numero straordinario di S. Comunioni e il devoto contegno dei fedeli. La prima festa del Beato lasciò in tutti un rigoglio di fervore e una grata soddisfazione spirituale.
VIENNA. -- Si è celebrata il 6 maggio la festa del Beato per i nostri connazionali, ed è riuscita oltre ogni previsione. Gli Italiani intervennero numerosi, con le autorità italiane al completo, alla messa solenne, mentre i giovani del Circolo D. Bosco per la loro pietà e per l'attività spiegata furono a tutti di grande edificazione.
L'esercizio della "Via Crucis".
Un decreto della Sacra Penitenzieria Apostolica rende noto che il Santo Padre Pio XI si è benignamente degnato di concedere agli infermi che non possono compiere, senza grave incomodo e difficoltà, il pio esercizio della Via Crucis nè nella maniera ordinaria, nè nel modo stabilito da Clemente XIV, recitando cioè venti Pater, Ave e Gloria, tutte e singole le indulgenze comunque annesse allo stesso pio esercizio, purché possano baciare o anche solo guardare con amore e contrizione, qualche crocifisso benedetto a questo scopo e presentato ad essi dal sacerdote o da qualche altra pia persona, e recitando qualche breve preghiera o prece giaculatoria in memoria della Passione e Morte di Nostro Signore Gesù Cristo.
Un forte malore colpiva la mia figliuoletta Lucchini Stella. Il medico dichiarò trattarsi di bronco polmonite e meningite; con imminente pericolo di morte.
La famiglia, all'annuncio, cominciò con grande divozione e fiducia una novella al Beato Don Bosco. Il dì seguente il medico, passando per la visita, domandò all'entrare in casa se la bimba fosse morta: gli fu risposto che la bimba sembrava stare assai meglio del giorno precedente.
Il medico la visitò, e sorpreso constatò il miglioramento reale. Al termine della novella la fanciulla era del tutto guarita ed in forze.
Terno d'isola. LUCCHINI GIUSEPPE.
CERTIFIco
che la bambina Lucchini Stella di Giuseppe d'anni 6 il giorno 3 marzo 1931 cadeva ammalata di broncopolmonite con meningite e che superò felicemente il grave male. Dott. GIuLio LOGLIO.
Due belle grazie concesse alla nostra famiglia Dapprima, nel 1929, D. Bosco ci ha ottenuto la guarigione della mamma che ai primi di marzo, - gravemente colpita da attacchi d'epatite, con dolori acutissimi e alta temperatura, e nell'impossibilità pei suoi 76 anni di sottostare alla necessaria operazione chirurgica - era ridotta agli estremi. Il 19 marzo 1929, festa di S. Giuseppe, mentre in Roma veniva letto il Decreto di Beatificazione dì D. Bosco, noi ravvivammo le nostre preghiere e la nostra confidenza nel Beato, il quale si degnò ben presto di esaudirci. Il 3o marzo, festa di Pasqua, la mamma già poteva lasciare il letto e rendere più gioconda la festa con la sua presenza fra noi.
Nel 1931 anche mia sorella Giulia sperimentò la potente protezione del Beato D. Bosco. Sul principio di febbraio, l'influenza che l'aveva colpita, si sviluppò in otite, quindi in mastoidite con gravissimo pericolo di meningite. Dovette portarsi a Torino in una clinica, passando prima a Valdocco per raccomandarsi fiduciosamente al Beato Don Bosco. Era in uno stato compassionevole, quasi cieca, con febbre altissima. Dovette malgrado la sua debolezza sottomettersi ad una operazione dolorosissima: coll'aiuto del Beato l'operazione ebbe felicissimi risultati e l'inferma potè trovarsi in breve fuori d'ogni pericolo.
Racconigi. S. M. E FAMIGLIA.
Nella Basilica di Maria Ausiliatrice in Valdocco, presso l'urna del Beato Don Bosco un fatto prodigioso ha destato il 6 maggio la commossa ammirazione dei pellegrini che affluivano numerosi a venerare il Beato.
Fra un gruppo di questi pellegrini, reduci da Lourdes, e che nella mattinata erano passati in devoto corteo alla Metropolitana per venerare la S. Sindone, si trovava la signora Nina Pilenga Lanfranchi, da Urgnano, diocesi di Bergamo. Da un anno detta signora era affetta da un morbo progressivo agli arti inferiori che le rendeva assai difficile i movimenti ed assolutamente impossibile salire le scale senza essere sorretta. Dopo aver pregato presso l'urna del Beato, sentì improvvisamente riavere le sue forze, tanto che potè rialzarsi senza difficoltà; e, accompagnata dal suo prevosto, il sig. D. Bonaita Giov. Battista, salì senza soverchia fatica le quattro scale che portano alla cameretta di Don Bosco, dove, inginocchiata ai piedi del letto del Beato pregò con fervore e si sentì ad un tratto perfettamente guarita. Con tutta agevolezza, fra la commozione sua e dei presenti, scese le scale in compagnia del suo prevosto per recarsi in sacrestia, ove rilasciò regolare deposizione del fatto, firmata pure dal pio sacerdote.
Ritornò nel pomeriggio a ringraziare il Beato, manifestando la più viva riconoscenza a Dio, che per intercessione del suo Servo, le aveva concesso una grazia così segnalata.
Torino, 6 maggio 1931.
Firmato: NINA PILENGA LANFRANCHI e Sac. BONAITA Giov. BATTISTA, prevosto-parroco di Urgnano (Bergamo).
Affetta da peritonite e da altri mali sopraggiuntisi, la nostra Carolina di 9 anni era in fin di vita. Appena colta dai dolori, il 30 settembre, il medico non tardò a qualificare i sintomi di appendicite acuta; dopo un consulto fu subito trasportata all'ospedale di Legnano ove il valente prof. Losia le riscontrò di già la peritonite locale, per cui fu sottoposta immediatamente ad atto operatorio.
Medici e professore temettero il decesso della piccola durante l'operazione per il suo accentuato deperimento, e coscienziosi non ci occultarono la triste prospettiva. Fu allora che, consigliato dalle Figlie di M. A., ricorsi con fede al Beato Don Bosco, e la protezione del Beato di cui portava una medaglia benedetta, non tardò a manifestarsi.
L'operazione andò bene, nonostante che durante l'atto operatorio i distinti dottori riscontrassero la peritonite generale, anzi il volto della paziente da cadaverico si era fatto roseo ed io sentii che il Beato veramente proteggeva la uria piccina.
Da otto giorni tutto procedeva a meraviglia, quando una bronco-polmonite venne di nuovo a gettare l'ammalata in condizioni assai gravi. Nuovi tentativi da parte dei dottori, che nessun mezzo risparmiarono, con l'ansia di strapparla alla morte: nuove trepidazioni da parte mia, che accrebbero il fervore delle invocazioni al Beato Don Bosco.
Medici, suore e infermiere assistevano amorevolmente la figliuola, ma sembrava che la morte non volesse decidersi ad abbandonare la sua preda, ed ecco un altro più crudele morbo sopraggiungere. Un empiema pleurico bilaterale venne a minacciare quella piccola esistenza già tanto tormentata. Si pensò ad una seconda operazione presso le costole, ma si conobbe che sarebbe riuscita vana per essere il pus troppo sparso; e benchè la scienza umana sembrasse aver ornai esaurito i suoi mezzi, i valenti dottori tentarono con iniezioni e con estrazioni a mezzo di siringhe di liberare l'inferma dal pus.
Invocai maggiormente e feci invocare dalle Suore di M. A. il Beato, il quale fin da principio aveva infusa tanta speranza nel mio cuore da essere convinto della guarigione della mia cara; infatti dopo poco tempo la febbre era diminuita, e il pus rimasto dopo le estrazioni prodigatele, miracolosamente scomparso. Così sotto la protezione di Don Bosco la piccina scongiurò anche questo crudele ed accanito morbo. In ultimo, una fistola all'intestino, fortunatamente attigua alla ferita, mi preoccupò nuovamente. Ma per miracoloso intervento del Beato e per le solerti cure che i dottori prodigarono, unitamente alle buone suore e infermiere, dopo tre mesi di degenza all'ospedale la figliuola tornò a casa convalescente ed ora è quasi completamente guarita.
Sento il dovere di ringraziare Don Bosco, alla cui protezione debbo la guarigione della figlia.
Castellanza. Coniugi SALMOIRAGHI FERDINANDO e LUCIA.
Esprimono pure la loro riconoscenza al Beato Don Bosco
Un'anima addolorata offre L. 100 in ringraziamento avendo ottenuto parte delle grazie desiderate.
Giovannini Anna Sansoè (S. Giusto) raccomandò con fede al Beato il suo bambino di quattro anni ridotto agli estremi e vide premiata la sua grande fiducia. Dopo un sonno profondo il bimbo si svegliò fuori pericolo e presto si rimise in salute.
A. R. per la guarigione del nipote colpito da polmonite.
Bertolotto Lucia per scongiurata operazione di appendicite.
N. N. (Conegliano d'A.) per importante grazia ricevuta.
Cecilia Raima (Caluso) per il felice esito di un'operazione alla sorella stremata di forze, che ha ripreso così la primiera salute.
Signora S. L. (Torino) colpita da forte anemia coll'aiuto del Beato D. Bosco ne uscì in breve quasi ristabilita.
Bosco Giov. (Carmagnola) in seguito a grave caduta, colpito da emorragia, si trovò in pericolo di vita; ma guarì con la protezione del Beato.
Stragiotti Enrico (Genova) risanato da grave malattia coll'intercessione del Beato, esprime la sua riconoscenza con una generosa offerta e col mettersi sotto la protezione di Lui.
Ostino Maria e Oreste per grazia ricevuta offrono L. 50.
Chiarla Domenica (Torino) per grazia ricevuta.
Decio Lucio Boolo (Torino) rende pubblicamente noto di aver ricevuto dal B. Don Bosco una grandissima grazia per salute.
Coscia Teresa (Torino) ricorsa al Beato per ottenere un impiego al figlio fu esaudita l'ultimo giorno della novena.
Traversa Margherita (Torino) ringrazia il Beato per l'ottenuta guarigione del nipotino Maccagno Giacomo, colpito da paralisi.
Lucia Martinelli (Milano) dal dì che leggendo la vita del Beato attinse una più fervida fede e un più vivo spirito di preghiera, prese a raccomandare alla protezione del Beato se stessa e le cose sue, nè cessò di invocarlo in mezzo alle prove più dure: e fu pienamente esaudita e aiutata.
Famiglia Lajolo (Acqui). Colpito il loro figlio Andrea, padre di due bambini, da polmonite e bronchite diffusa, versava in grave pericolo. L'infermo, che portava sempre coli devozione la reliquia del Beato D. Bosco, venne raccomandato alla sua protezione dalla famiglia e dalle Suore e bambini dell'Istituto Santo Spirito, con la promessa d'una offerta per le opere salesiane. In poche ore il male ebbe una felice risoluzione e l'ammalato si avviò rapidamente alla guarigione.
Anna Facchini (Milano) preoccupatissima per non poter attendere al suo piccino e alle cure della casa per una distorsione ad lui piede, implorò dal Beato la grazia di veder scomparso il suo male: e fu esaudita nel modo desiderato.
Famiglia Cerreto coll'aiuto del Beato sistemò felicemente gli affari e vide risanata la persona che pel suo stato di salute cominciava a destare inquietudini.
Orsola Maria (Villadora) chiese al Beato la grazia di vedere un nipote riconciliarsi con la propria madre, e fu esaudita: poi quella di essere essa stessa liberata da una bronco-polmonite, e si trovò presto guarita.
Teresa Bettinelli - (Sampierdarena) si rivolse fidente al Beato per la risoluzione felice di una causa intricata, difficile, in cui non si vedeva nessun spiraglio di luce. Quello che non poterono tutte le forze umane, lo ottenne il Beato. Grata invia l'offerta promessa per le opere salesiane.
Pietro Callegaris (Savona) nel febbraio si metteva a letto e il medico dichiarava di trovarlo in uno stato di tale gravità da non sperare guarigione. Una persona della famiglia cominciò a raccomandare alla protezione del Beato l'infermo, che tosto prese a migliorare.
Famiglia Bruno (Torino) ringrazia il Beato per l'insperato impiego ottenuto da un congiunto e invia offerta per le Missioni.
Bocca Teresa dopo breve preghiera nella cameretta di D. Bosco constatò essersi dileguato un male ad una gamba che da 6 mesi l'affliggeva.
Armando Teresa ved. Calvo (Torino) aveva il figlio colpito da polmonite e pleurite e dovette ricoverarlo all'ospedale quasi senza speranza di guarigione. Con gli altri di famiglia cominciò una novena a D. Bosco e a M. A. e il figlio guarì completamente.
Tessiore Luigina Cotta (Ceva) ricorse al Beato per assistenza in due dolorose operazioni per ascesso e mastoidite, e il Beato, guidando a felice esito l'opera dei chirurgi, aiutò l'inferma a risanare e a sopportare con rassegnazione anche la perdita della mamma avvenuta nel frattempo.
Giaseppina Curioni (Cedrate) ricorse con novena al B. Don Bosco in un gran frangente: accusata da persona a lei debitrice, in capo alla novena vide riconosciuto il suo giusto diritto e poco dopo potè riscuotere il suo credito.
N. N. (Villarosa) avendo il fratello gravemente colpito da terribile malattia che in pochi giorni lo trasse in fin di vita, mentre attendeva uno specialista da Palermo, una sorella, divota di D. Bosco, raccomandò caldamente al Beato il fratello. La crisi si risolse poco dopo felicemente, per cui lo specialista trovò l'infermo bene avviato verso la guarigione.
Regina Pancerasa (Taranto) affetta da tifo, seguito da encefalite e disturbi renali si trovò in pericolo di morte. S'iniziò un triduo nella chiesa salesiana e nella camera dell'inferma davanti alla reliquia di Don Bosco, e al secondo giorno si trovò fuori pericolo.
E. T. offre L. 200 al Beato per ringraziamento di varie grazie ottenute nella persona della figlia, di una madre, di un padre di famiglia, e di un figliuolo.
Giuditta Felloni Pellizzi (Torino) mentre lavava un vestito in un recipiente colmo di benzina, avendo la fantesca acceso un fiammifero vicino, si trovò avvolta dalle fiamme. Con un semplice asciugamano potè, coll'aiuto del Beato, miracolosamente spegnere il fuoco sopra la sua persona riportando ustioni di poca entità.
Rina Regalia applicò al suo piccolo Vittorio di circa 2 anni, che spasimava colpito da otite, un'immagine del Beato: istantaneamente il bimbo volle gli si togliessero le fasciature, dicendo: - Via, via; più niente! - Ed è completamente guarito.
Pier Paolo Ghelli è riconoscente per assistenza negli esami felicemente superati.
Renzo Bertero ringrazia della protezione avuta dal Beato nel corso dell'anno scolastico felicemente chiuso.
Ermenegilda Bertero pel buon esito degli esami d'ammissione.
E. M. (Caronno Ghiringhello) scrive: « Verso il 24 giugno dello scorso anno una mia cugina era in pericolo di morte. Essendo lontana, attendevo di momento in momento la notizia della sua fine. Chiedendo notizie, acclusi nella lettera la novena di Don Bosco ed esortai ad avere fiducia in lui.
» Ricevuta la novena, l'ammalata volle comunicarsi per viatico e attese fiduciosa nella protezione del Beato. Da quel momento cominciò un lieve miglioramento; poi in brevissimo tempo l'ammalata si ristabilì completamente «.
P. Paolo Leotta dei Filippini (Acireale) scrive: « Una pia signora, che molto contribuì per la Borsa Missionaria Mons. Gennardi, era affetta da un gran male di mola per cui si rendeva necessaria un'operazione dolorosissima. Il chirurgo dentista avrebbe dovuto venire il giorno appresso. Frattanto la signora in preda al dolore si raccomandò al B. Don Bosco e piena di fiducia applicò alla guancia un'immagine del Beato. Ne sente sollievo e poco dopo si accorge di avere in bocca la radice della mola, da se stessa staccatasi «.
Carissimi,
Viva i nostri amici delle Americhe! Gli alunni dei Salesiani e le alunne delle Figlie di Maria Ausiliatrice del nuovo Continente ebbero sei anni or sono una felicissima idea.
Celebrandosi allora il Giubileo d'oro dei primi Missionari Salesiani inviati colà dal B. Don Bosco, vollero che in omaggio allo stesso Beato sorgesse a spese loro una grandiosa statua del S. Cuore di Gesù sulla cima del campanile della Basilica da lui eretta al Castro Pretorio in Roma.
Ecco che oggi brilla al bel sole di Roma la splendida statua dorata del S. Cuore di Gesù benedicente a Roma, all'Italia, al mondo intero, Il riuscitissimo monumento sarà testimone della bontà e della riconoscenza di quei generosi cuori giovanili, cresciuti all'ombra della bandiera del B. Don Bosco nella lontana terra americana.
Questo esempio torni pure a voi di caldo incoraggiamento nel prendere e sostenere nobili iniziative a favore delle Opere e Missioni Salesian in omaggio al Beato loro Fondatore.
Il S. Cuore di Gesù, per intercessione d 'Maria Ausiliatrice e del B. Don Bosco, benedica largamente la vostra ardente giovinezza e; vi prepari ad un felice avvenire.
Addio.
Aflezionatissimo
D GIULIVO.
Chiesa di M. A. a Savona.
Non vogliamo tediare con lunghe descrizioni: diciamo soltanto che ovunque si svolsero ordinate, entusiastiche, magnifiche feste in onore di M. Ausiliatrice; e in molti luoghi ebbero il perfezionamento di una splendida processione, nella quale rifulse tutta la devozione e l'affetto per la Madonna di D. Bosco. Così avvenne a Pinerolo (Monte Oliveto), a Pordenone coli la partecipazione di S. E. Monsignor Vescovo, a Piacenza nell'Oratorio S. Cuore per merito dello zelante direttore D. G. Veneziani, a Terni con l'intervento di S. E. Mons. Boccoleri Vescovo Diocesano, che ripetutamente parlò con l'eloquenza, di cui Dio l'ha favorito, ai giovani e al popolo sulla divozione alla Madonna, ecc.
Altrove, come a Savona, Maria Ausiliatrice ebbe omaggio anche migliore con la dedicazione di una chiesa eretta in suo onore, che testimonia l'ardimento generoso con cui promotori e popolo hanno voluto edificare la nuova Casa del Signore per il bene di tanta gioventù.
« Ardimento -scrive il Letimbro del 31 maggio - ne è occorso e non poco: D. Santolini, direttore dell'Oratorio, gli ex-allievi, le signore cooperatrici, hanno saputo iniziare e portare a termine in meno di un anno l'opera grandiosa, che per oltre sei lustri aveva assillato tanti nobili cuori. Si è giunti alla mèta fidando sull'aiuto di Don Bosco e facendosi un poco imitatori di lui, che in assoluta povertà aveva un giorno intrapreso in Torino la costruzione della sua magnifica Basilica Mariana. E sulla protezione di Don Bosco si fa tuttora non vana fidanza per sopperire alle somme cospicue, che i lavori hanno richiesto e per dotare decorosamente il nuovo tempio di quanto è necessario al culto cattolico.
» Bella e vasta è la chiesa: i savonesi ne potranno ammirare il vano armonico e luminoso e ogni artistica particolarità: sentiranno di essere veramente in un luogo di preghiera, degna sede al trono di gloria della Vergine Ausiliatrice.
» Artisti, imprese e maestranze hanno dato l'opera loro con giusta comprensione del fine e con ogni più lodevole cura. Citeremo l'impresa del cav. Giuseppe Stura di Sampierdarena con il suo assistente tecnico Pietro Bremide per la parte edilizia; il prof. Eufemio Lo Martire di Torino per le ornamentazioni pittoriche - attualmente eseguite nel solo soffitto la ditta Roggero per le decorazioni in stucco della facciata e dell'interno ; la ditta Parodi e la ditta Mazzanti rispettivamente per i lavori in legno e in ferro battuto; la ditta Grondona per il pavimento; la ditta Sardi per le vetrate, ecc.
» Un elogio particolare è da rivolgere al chiarissimo comm. ing. Nicolò Campora, che in collaborazione col figlio ing. Marcello ha progettato e diretto i lavori, donando con la valorosa sua attività professionale un segno di verace attaccamento alle opere del Beato Don Bosco.
» Le caratteristiche della nuova chiesa sono: croce latina ispirata nello stile al romanico modernizzato: misura trenta metri di lunghezza, tredici in larghezza e raggiunge i diciannove metri con lo sviluppo delle cappelle laterali. La volta a cassettoni, decorata dal prof. Lo Martire, è alta quattordici metri. Oltre al Sancta Sanctorum, in cui troneggia la immagine della Vergine Ausiliatrice, la chiesa ha due cappelle laterali, che saranno dedicate a S. Giuseppe e al Beato Don Bosco. Una vasta tribuna, elevata sopra l'ingresso, serve per cantoria. La facciata è adorna di un'artistica vetrata e di un grazioso pronao in pietra ».
La nuova chiesa fu benedetta e inaugurata da S. E. Monsignor Vescovo di Savona, presenti le autorità e il rappresentante del Rettor Maggiore, Sig. D. Bartolomeo Fascie. Per tutta la giornata fu mèta di continui pellegrinaggi di devoti, lieti di avere finalmente un tempio, dedicato a Maria Ausiliatrice, nel quale presentare alla Madonna di D. Bosco le loro suppliche e i segni del loro amore.
Efficacia di una novena. - Erano i primi del maggio 1930 e proprio quando grande era la mia attività e il mio fervore di opere ed ottima sembrava la mia salute, proprio allora venivo colpito da una violenta pleurite.
Da quel giorno cominciò il mio doloroso calvario che compendio in queste sole parole: cento giorni di letto.
Ma quando finalmente, dopo tante preghiere e tante cure, dopo tanti timori e tante speranze, la malattia fu vinta e stavo per iniziare il periodo della mia lunga convalescenza, ecco ammalarsi la mamma, in conseguenza anche di tutte le fatiche sostenute per la mia assistenza.
Abbiamo passato momenti di dolori indescrivibili e fu appunto allora che con gran fede iniziammo una speciale novena a M. SS. Ausiliatrice, domandando la grazia della salute per la mamma e per me. E le nostre suppliche non rimasero inascoltate.
Uno dei primi chirurghi chiamato a consulto trovò inutile ricorrere alla temuta operazione, dichiarando che la mamma sarebbe guarita ugualmente; ed infatti prima ancora che la novena fosse finita la mamma era fuori pericolo e pochi giorni dopo potevamo insieme recarci a Venezia e iniziare così la nostra cura marina.
Ora un anno è passato e la mia lunga convalescenza spero abbia ad essere terminata.
Ma intanto il posto che mi dava lavoro prima d'ammalarmi, non l'ho più.
Maria SS. Ausiliatrice quindi, faccia completa la grazia; abbia a conservarci sempre la riacquistata salute, abbia a ridarmi il lavoro che mi è necessario e mi guidi sempre in modo da farmi compiere fedelmente la volontà divina.
Verona, maggio 1931
Ing. ANGELO FONTE-BASSO
Cooperatore Salesiano.
Guarito dal tetano. -- Un mio cugino nel viaggio scorso, in seguito a ferita lacero contusa, fu colto da un'infezione di tetano, e giudicato così grave dai dottori che « solo un miracolo avrebbe potuto salvarlo». Fu trasportato d'urgenza all'ospedale mentre noi lo raccomandammo con viva fede a Maria Ausiliatrice; e dopo qualche settimana passata tra la vita e la morte, cominciò a migliorare fino a completa guarigione.
Genova. ANGIoLINA MOLINARI.
Una minaccia scongiurata. - Una grave disgrazia minacciava la mia vita. Mi rivolsi fiduciosa a Maria Ausiliatrice, come a Colei che mi avrebbe salvata.
Ed Ella accolse amorosa le mie preghiere e m'esaudì. Le mie labbra non sanno trovare parole adatte al ringraziamento, ma Ella, che vede tutte le cose, mi legge nel cuore.
San Martino. LETIZIA FOSSATI
ex allieva insegnante.
Liberata da pene di spirito. - Ringrazio Maria Ausiliatrice per avermi liberata da pene orribili che mi opprimevano lo spirito. Quando entrai la prima volta nella bella chiesa di Santa Clara in Cuneo, funzionata dai Salesiani, e posi il mio sguardo sul quadro dell'Ausiliatrice, a Lei mi sono raccomandata per l'intercessione del Beato D. Bosco e in breve si dileguarono tutte quelle pene che producevano in me un grande scoraggiamento e profonda tristezza.
Cuneo, 13-6-931. LuciA LANDRA.
Scampato da grave pericolo. --- Ero appena sbarcato a Montevideo, di ritorno dalla bella Italia, e mi dirigevo dalla casa dei miei genitori verso la città quando improvvisamente un automobile mi urtò lasciandomi a terra come morto. Era quasi notte, il luogo solitario, rimasi a terra senza aiuto per quasi due ore. Quando rinvenni potei farmi capire da alcune guardie municipali che in quel momento passavano di là, le quali fermarono il primo automobile che transitava. Per buona sorte nell'auto era un dottore che mi visitò per bene e mi trasportò velocemente al primo ospedale. Era il Venerdì Santo.
I dottori dell'ospedale tennero consulto ed esaminata alla radio la mia testa, deliberarono la trapanazione del cranio per il lunedì dopo Pasqua. Mentre avveniva l'operazione io non cessavo dall'invocare Maria A. e Don Bosco. Mi dissero poi i dottori che nell'operazione vi era pericolo di una emorragia cerebrale, ma i miei celesti protettori non permisero che mi accadesse tanto male, mi assistettero ed aiutarono a rimettermi in salute. A Maria Ausiliatrice e al Beato Don Bosco esprimo ora la mia profonda riconoscenza.
Montevideo.
Sac. GERVASO GIUSEPPE. Salesiano.
Guarito da flemone. - L'ing. Giuseppe Tortelli, affetto da flemone settico, in seguito al giudizio di vari medici primari che scorgevano nel malore un vero caso disperato, vedeva prossima la fine dei suoi giorni mortali. Benchè le vicende della malattia si presentassero aspre e dolorosissime, la fede del malato, delle sue sorelle e della famiglia tutta in Maria Ausiliatrice era vivissima. Ed ebbe il suo premio. In seguito all'operazione il flemone subito disparve e dopo pochi giorni l'inferno si ritrovò perfettamente guarito.
Le sorelle esprimono ora la loro riconoscenza a Maria Ausiliatrice inviando un ricco bracciale d'oro con un orologio d'oro a braccialetto e pregano la Madre celeste di continuare sulla famiglia la sua potente protezione.
Novoli.
Sac. DOMENICO MAZZOTTA
Decurione Salesiano.
Esprimono pure la loro riconoscenza a Maria Ausiliatrice e al Beato Don Bosco i seguenti:
Un gruppo di devote, con unanime slancio di riconoscenza e crescente devozione alla Vergine Ausiliatrice e al Beato D. Bosco, inviano una modesta offerta in ringraziamento per l'ottenuta guarigione di un dilettissimo infermo.
le. B. A., versando in grave angustie, si rivolse replicatamente a M. Ausiliatrice e al Beato D. Bosco e ottenne quanto desiderava.
L. G. colpita da influenza ebbe come residuo debolezza allo stomaco da non digerire più nulla. Si rivolse allora con una novena al Beato e alla Vergine Ausiliatrice con la promessa di offrire L. 75 alle missioni; e si sentì molto migliorata.
Famiglia N. N. ringrazia M. A. e il B. per due grazie molto segnalate e fa una generosa offerta al Santuario.
Isotta Comba Ristis colpita contemporaneamente all'unica sua figliuola da influenza grave e trovandosi priva dell'assistenza di persone della famiglia, nel suo smarrimento si rivolse alla Vergine Ausiliatrice e al Beato Don Bosco. Perfettamente ristabilite con riconoscenza offrono L. 100.
N. F. N. offre L. 5o in riconoscenza a M. A. e al B. Don Bosco implorando la loro protezione.
Luigina Viretto (Giaveno) colla promessa di un'offerta a Maria A. e a Domenico Savio implorò una protezione speciale pel buon esito di un'operazione e fu pienamente esaudita.
Famiglia Viretto (Giaveno) è grata a M. A. e al B. Don Bosco per aver potuto conservare l'impiego in momenti in cui tutto ne faceva prevedere la perdita.
Fiorio Luigia per grazia ricevuta invia offerta di L. 100.
Maria de Marta (Torino) per l'ottenuta guarigione della mamma invia offerta pro Missioni.
Musso Antonio (Castelnuovo D. Bosco) offre una catena d'oro per grazia ottenuta alla sua bambina.
Anna Alloatti. Colpita una sua figlia da anemia acuta, la raccomandò alla protezione di M. A. e del B. Don Bosco e la vide ben tosto migliorare. Confida che la Madonna gliela risanerà completamente.
N. N. in un caso disperatissimo invocò M. A. e D. Bosco ricevendone assistenza preziosa.
Elia Guglielmo (Poirino-Isola Bella) invia offerta di L. 100 per grazia ricevuta.
Antonia Roggero (Pinerolo) ringrazia M. A. e il B. per l'ottenuto miglioramento e, inviando offerta, implora la completa guarigione.
Coniugi Giudici (Milano) avendo la piccola Angela di 17 mesi in gravissimo stato per bronchite con complicazioni, ricorsero con una novena a M. A. e al Beato (del quale collocarono una reliquia sotto il capezzale dell'inferma). La notte seguente la piccina cominciò a calmarsi ed entrare in via della guarigione.
Pasquero M. (Corneliano d'Alba) colpita da doppia polmonite accompagnata da straordinario esaurimento, già si era in famiglia perduta la speranza della guarigione: ma raccomandatasi l'inferma a M. A. e al Beato si riebbe e guarì perfettamente.
Aurora Zamboy Gervasi (Corigliano O.). Il suo Piero di 9 anni era grave per pleuro-bronco-polmonite, con febbre altissima. Lo raccomandarono al Beato, oltre la mamma, anche i Salesiani e le Figlie di M. A. e appena cominciato il triduo l'infermo prese a migliorare da essere fuori pericolo alcuni giorni dopo.
Lucia Carbone (Torino) colpita da disturbi gastrici dovette abbandonare l'impiego e ricorrere a tutti gli specialisti per oltre un anno; ma senza ottenere giovamento alcuno. Consigliata dalla mamma di ricorrere nel 1929 al Beato D. Bosco, incominciò la novena. Nel giugno sognò una notte che il Beato le poneva sorridente una mano sul capo infondendole speranza. E difatti risanò completamente.
Vignale Monf. Una madre ringrazia M. A.
Actis Luigia (Torino) per tre grazie segnalate ricevute con l'intercessione di M. A. e di D. Bosco.
Sorelle N. N. (Torino) per l'ottenuto ottimo anno scolastico inviano offerta per le opere di D. Bosco.
Barolo Teresa V. Gavinelli (Gargallo). Ridotta in fili di vita da una gravissima infezione alla mano destra, rende grazie a Maria Ausiliatrice e al Beato Don Bosco che la salvarono ed offre in segno di gratitudine L. 100.
Famiglia Sarasino (Racconigi) per la guarigione del figlio Gino, ottenuta coll'intercessione di M. A. e del Beato fa offerta di L. 100.
Maria in Anselmo ringrazia M. A. per ottenuta guarigione da una grave malattia e la prega continuare su lei e famiglia la sua protezione.
Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice o dal Beato D. Bosco, e alcuni, pieni di riconoscenza, inviarono offerte per la. celebrazione di Sante Messe di ringraziamento, per le Missioni Salesiane o per altre opere di D. Bosco, i seguenti:
Avenati A. e Cl., Assauto Fr. (anello d'oro), Allenato Doni., Airaudo Edoar., Antonelli Mar., Ancina, Audenino Ern., Aghigo Mar., Albani Em., Abrigo Gius., Assereto Luig., Anarratone Clem., Aspesani ing. Cani., Archieri Ali., Avancini Ces., Ardusso Gabr. (orologio d'argento), Actis dott. M., Aprà Matil., Amparone Aut., Angonnova Margli., cimo Mar., A. N. G. (Cagliari), Asquino Madd., Ancellote Vitt., Alciati Pier., A. L. (Valenza),
Azzaro Pier., A. D. (L. 5o), Agliot Mar., Airale Mar., Apostolo D. Ang. per gr. rie.
Bonetti Mar., Buzai Att., Baiano Alin., Bosco Cat., B. T., Braccio Fr., Bianchini Ali., Baracco Cl., Bongiovanni Ali., Bima Dom., Bevilacqua Alb., Barni Olim., Bugni M., Blanc Luc., Borgogno Cat., Bernardi Olg., Bastero Ad., Bacci N. (catena d'oro), Barcellini Piet., Bordese C., Bacchiotti Mar., Bonetto Ter., B. F. (Genova), Berta Ang., Borcaro Id., Bosco Nar., Bagnato Luig., Bramino Let., Bossati Gius., Bocca Ter., Bodrito Giov., Becchis Mar., Bottazzi Carol., Bronzini Gius., Buzzoni Bonogli Maf., Biechi Em., Boniva C., Baldi Mat., Barbieri Luig., Bella Margh., B. F., Bosca Maria p. gr. ric., Bruna Ang. p, gr. ric., Bodo, Bonino Andr., Bonfanti Teres., Brasso Carol., Boiero Gius., Baldovan, Botta Virg., Brusa Mar., Barale Ter., Bosio Albert., Bagnetto Mar., Biolasco Cat., Bianchetti Cornel., Bosio Piet., Bonino Luc., B. A.
Clinetti Cat., Castellano Mar., Colombano Batt., Catalano Fr., Coniugi Torneta, Calosio Margh., Clerico Margh., Cerutti Gin., Cuffia Tom., Cavallero Mar., Cadano Fior., Ciocchetti Ant., Castalgini Silv., Chiotti Em., C. G. (Varazze), Capriogli Gius., Castagna, Canepa Dom., Cesano Ed y., Casale, Cucco Ant., Candino Ter., Carbone Lue., Carletti Dor., Castiglioni Cec., Campostello Marg., Carrero Frane. per gr, rie., Casetta Luigi, Coniugi Rosso, Castellino Ali., Curato Luig., Campora Stel., Cattaneo Teres., Castelli Teres. (L. 200), Cervis Angelo (un anello d'oro), Calino Giov., Cavallero Gasp., Cattaneo Gius., Corsi Vinc., Canavero Cena Adel., Carturier Pasq., Coniugi Baravalle, Coassolo Teres., Carità Giacomo, Colombano Emil,
De Giuli Ang., Domelino Giac., Dalio sorelle, De Leone Ang., Danieli Giov., Detoma Mar., Della Santa, Donato Mar., De Panis Sev., Dalla Fina, Davico Giust. (catenella d'oro), Direttrice Asilo (Villanova), Darelli Cl., Sig. Destefanis Maresc., Dolando An., De Parris Severina, Dent Dom., Dall'Amico Alf., De Mori Ali., Davanzo Luis.
Famiglia Sarasino, Famiglia Viretto, Fra Lina, Famiglia Gatti, Ferreri Ern., Fassero Ali., Fassetta Madd. (catenella d'oro), Ferrero Cat., Famiglia Della Valle, Famiglia Bertetti, Faletti Margh., Famiglia Caprioli, Faletti Gius., Famiglia Cunetto, Famiglia Castagnero, Filippi Giust. (croce d'oro), Famiglia Dona, Fusari Giova, Famiglia Rossetti, Famiglia Pecchio, Figallo Col., Fomagnana Quint., Famiglia Petitti, Famiglia Pomice, Famiglia Ancellote, Fiano D. Ang., Frola Teres., Fracchia sorelle, Ferraris Garbati Zam e famiglia, Filippi Dlargh., Ferrero Ben., Famiglia Fiorito, Frabsca Lepori Mar.
Giovannini Emer., Gerbino Ali., Graziano Mar., Gilardino sorelle, G. M., Girella Carol., Graziano Ter., Guidetti Ros., Gaggiano Ters., Grando Giul., Giacchino Teres., Gattiglio Ag., Gioanola Sant., Garetto Mieli., Gribaudo Mar., Garlando Sec. (braccialetto, fermaglio e spilla oro), Giovannini Margh., Gallo Giul., Gabetti Mar., Garrone Gin., Gianotto Alb., Geranzani, Grosso Vitt., Giacometti Mar., Galliano Giov., Gatti Erm., Grattini Gius., Gerotti Erm., Gori Rin., Goitre, Garino Luis., G. B. (L. io) p. gr. ric., Gonella Aless., Gandione Mar., G. Ria cardi, Giorulli Am., Guanardo Erg. offre oggetti d'oro, Girando Madd., Giuliana Batt., Giacono
Fcl., Gallarà Cat., Garetto Mar. (spillone d'oro Gorino Ter., Graglia Angiol., Gazza Torxm.
Kubis can. Gius.
Isnardi Gina, Isaia Giov.
Leporati Scol., Lanfranco Dom., Lesca Nat., l,osano Ang., Lamberti Fort., Lunghi Ang., Lepori Ass., Lanfranco Mar., Lanfranco G. B.
Maffini Fran., Monasterolo sorelle, Musso Carni., Musso Giust., Mazzini Ang., Manolino Ali., Miglio Clem., Merlo Carol., Magnano Mar., Moglia Mar., Mussano Perletti Gius., Mino Ang., Manfredi Cat., Morello Erm., Malfatto Luc., Maffi Genov., Marchetti Mar., Milano Cl., M. S., Migliardi Mar., Marchisio Cat., Migliavacca Mar., Manfredi Mar., Micotti Mar., M. T., Moncucco (varie offerte per Savio Dom.), Masoero Vinc., Mina Agn., Montano Elis., Martinetto Luc., Martinetto Pasq., Martoni sorelle (Cavour), Masciochi Catt., Mauro Virg., Manfredi Pier., Massa Vitt., Morsa Mar., Miletto Lud., Martini Enr., Marchi Bonf., Margarita Paol., Maffeo Ang., Miglio Gius., Miletto Lodovica Ravoira.
NN. N. (per causa Savio Dom.), N. N., Nebbia Ang., N. N., N. N. (Pinerolo), N. N. (Roma), Negromanti Maria, Nervo Ros., N. N. (S. Giusto) p. gr. rie., N. N. (L. 7), N. N. (L. 20), N. N. (L. io), Navarese Mar., N. N. (L. 6u), N. N. (L. 25) N. N. (L. 5), N. N. (Susa L. 20), N. N. (L. 5o), N. N. (L. 5), . N. (4), N. N. (Pormaso), N. N. (i), Nigra Margher.
Pistola Vitt., Panza Mar., Pavesio Ang., Prando Cat., Pistone Cat., Pozzi Mar., Peroni Luig., Patrucco Alb., Pasquale Gin., Pussetti Cat., Peglia Paol., Pasquero Mar., Pastore Erm., Pavesio Doni., Piovano Emil., Pautasso Frane., Pistarino Anton., P. 0., Pretti Mar., Parigi Alic., Piaggio Gius., Peghini Em., Peyror Pulciano Ter., Penazio Giul., Ponzetto, P. N. (Orbassano) p. gr. rie., Poggi Margh., Peyretti dott. Michel., Pancerasa Reg., Pasquale Fr., Pagliassotti Babb., Prato Michel., Pautasso Frane., Ponzetti Mar., Poletti Giac.
Q. L. (Orbassano), Quarello Mar.
Rastelli Ang., Rava Mar., Renaudi Ter., Roccia Fil, e Mar., Robotti Frane., Rapetti Sant., Ronco Fretti Gius., Riviera Frane., Ramolino Matil., Racca Frane., Renoldi L. E. (braccialetto d'oro), Roccia Giov., Robliolo Giov.
Scita Gius., Sacchi Vitt., S. D. C., Scoffoni Giov., Salvadori Pier., Sala avv. Guid., Strada Rom., Serafini Carol. (vari oggetti d'oro), Spillere Giul., Stragiotti Enr., Sanguinetti Madd., Sirotto Adr., Sala Carl., Sartori Ter., Saletto Ang., Speranza Ir., Stigli Mar., Santoro Onor., Sartorigi, Saluzzo Cel., Salzella Marin., Spalla Ett., Stiglia Mar.
Tibaldi Ant., Taglia Ern., Toselli Margh., Tassera Mar. (fermaglio oro), Trucco 'Per., Tardito Gius., Tenti Gius., Termignone Cost., Tabusso Malv., Tanesi E. Matta, Tanesi Adel., Torello Madd., Tomassone Giov.
Vogliano Ter., Varaldo Fr., Viola Clel., Vincenti Dom., Verchietti M., Valsania Bart., Volante Luig., Vernetti Est., Vercellato G.B., Valsesia Maur., Vallinotti Mich., Vecchini Piet., Vercelli Ad., Vania Elisab., Vercelli Firm., Valino Doni., Vagliotti M., Vespa Nino.
Ughetto Felic., Ughetto Cel.
Zinna Frane., Zola Ang., Zanna Dom., Zanchi Ant,
GIOVANNINI FRANCESCO.
Volava al cielo da Casabianca di Verolengo il 29 aprile, a 93 anni. La sua vita di religione e di virtù non conobbe riposo nè debolezze di fronte agli svariati doveri: in questo egli lasciò esempio edificante a quanti lo conobbero. Fu lieto di vedere due dei suoi figli consacrarsi al Signore nella Congregazione Salesiana, e uno di essi raggiungere il sacerdozio, mentre l'altro lo precedeva all'eternità, sacrificandosi per la Patria nel 1918. E fu sempre affezionato cooperatore delle opere salesiane.
DOMENICO MARABINI.
Direttore dell'Istituto dei Ciechi di Bologna, e già Direttore Sezionale delle scuole elementari, fu un uomo di alto intelletto, di cuore nobile, ardente, intrepido per il trionfo della morale e della giustizia, ispirando sempre gli atti della sua vita alle norme della sua fede cristiana. Sentì profondamente la sua missione educativa, che svolse fra la stima e l'ammirazione di tutti, e che lo spinse alla più affettuosa simpatia per l'Opera di Don Bosco. Chiuse la vita accettando con sublime rassegnazione cristiana le sofferenze della lunga malattia, lasciando bell'esempio di virtù cristiane.
MARIA GIORGI ved. VERSIGLIA.
A poco più di un anno dalla morte del figlio Mons. Luigi Versiglia, barbaramente assassinato in Cina, il 10 maggio è spirata serenamente a 82 anni questa «mamma », che provò all'ultimo della sua vita il più acerbo dolore. La sua fede cristiana la sostenne sempre in mezzo a tutte le prove, offrendole occasione di meriti eccelsi presso il Signore, che ora avrà premiato degnamente la sua grande virtù. Mentre presentiamo a Dio in suffragio dell'anima sua le nostre preghiere, porgiamo alla famiglia vivissime condoglianze.
CAROLINA VIELMI.
Zelantissima Presidente delle Figlie di Maria e delle Opere Missionarie aveva chiesto al Beato la grazia della guarigione, ma ebbe quella di una santa morte. Chiuse così una vita di molto merito per l'apostolato della scuola svolto con impegno cristiano per 4o anni, e per il buon esempio offerto con scrupolo ai piccoli e ai grandi.
BIAGETTA MACCAGNO.
Anima retta, sempre pronta ad ogni opera di pietà e carità cristiana, non ebbe, in tutta la sua vita, altro desiderio che quello di glorificare il Signore e spargere del bene attorno a sè. Per le Opere Salesiane ebbe sempre una speciale predilezione. Divotissima di Maria Ausiliatrice e del
B. Don Bosco, essa li invocava quotidianamente, e con maggior frequenza nell'ultima malattia.
Si spense serenamente il 14 giugno u. s., esaltando, con mirabile, edificante vivacità, le tenerezze della misericordia di Dio, ed esortando i presenti a meritarsi le gioie di una morte beata coli fervide opere di bene.
AICARDI Mons. ENRICO, Parma..
ANToNIoTTI D. LUIGI, Gareggia (Massa Carrara). ASSALINO COLOMBA ved. MAZZINI, Pitelli (La Spezia). BAVA NICOLINA, Premolo (Bergamo). BELLENGHI LUIGIA ved. VESPIGNANI, Resina (Nap.). BERNERO ADELE, Rapallo (Genova). BERTONE TERESA ved. GERMANO, Acquafredda (Cun. ). BONALUMIEL FELICITA, Brugherio (Milano). BoNI Can. LUIGI, Parma. BRIANZA SORELLE, Pinerolo (Torino). BRUSA DOMITILLA CASSONE, Moncestino (Aless.). BUSSI ROSA, Varallo Sesia (Vercelli). CALLIGARIS ORSI ERNESTA, Acqui (Alessandria). CALTABIANO INDELICATO FORTUNATA PIERINA, Risposto (Catania).
CASSINI SEVERINO, Varengo (Alessandria). CENTONZE LUIGI, Monteroni (Lecce). CIVETTINi ERMINIA, Legnago (Verona).
COLLEONI CAROLA SALVI, Torre de' Roveri (Bergamo). CONTE RIPA comm. ALFONSO, Torino. COTTIGNOLA MARIA BEZZI, Brisighella (Ravenna). DAGNES BATTISTA, Emarese (Aosta). GAMONDO PAOLA, Torino. GINAMI MARGHERITA, Cividate Camuno (Brescia). GIORDANENGO ANNA, S. Stefano Corvasca (Cuneo). GIOVANNINO FRANCESCO, Casabianca (Torino). GIUGNI CLELIA, Locarno (Svizzera). GUALLINI FRANCESCA, S. Biagio di Garlasco (Pavia). LAIOLO GIACOMO, maestro, Albissola (Savona). NARDUZZO DOMENICO, Farra di Soligo (Treviso). NUVOLONE GIUSEPPINA Maestra, S. Maurizio Can. (Torino).
ORECCHIONI MATTIA, S. Maria d'Arzachena (Sass.). PASSALACQUA CELESTINA, Parma. RABAGLINO FRANCESCA, Torino. RICCARDI MARINA, Imperia I. RoCCHIETTI Can. Mons. MAURO, Torino. SEGHEZZi GESUINA, Ranica (Bergamo). STERNI GIUSEPPE, Schio (Vicenza). TARAGLIO MARIA, Torino. TURCO EVASIO, Castelnuovo d'Asti (Aless.). VELA Sac. CARLO, Roma. VENZINA GIACOMO, Arona (Novara). ZAMBELLI ROSA, Volano (Trento).
Presentiamo vivissime condoglianze alle famiglie, raccomandando ai suffragi dai nostri Cooperatori gli amici defunti.