BS 1930s|1935|Bollettino Salesiano Maggio 1935

1° MAGGIO 1935-XIII-N. 5 ANNO LIX

BOLLETTINO SALESIANO

PERIODICO MENSILE PER I COOPERATORI DELLE OPERE E MISSIONI DI DON BOSCO

Sommario: Auxilium Christianorum.. - Il Santuario di Maria Ausiliatrice nel progetto di ampliamento. - La famiglia. - Don Stefano Trione, segretario generale della Pia Unione dei Cooperatori salesiani. - Echi delle feste per la Canonizzazione di Don Bosco. - Lettera di Don Giulivo ai Giovani. - Dalle nostre Missioni. - Crociata Missionaria. - Per intercessione di Maria Santissima Ausiliatrice e di San Giovanni Bosco. - Necrologio.

Auxilium Christianorum

Alla scuola di S. Giovanni Bosco.

All'inizio del bel mese dell'Ausiliatrice ci pare di non poter scegliere parola più efficace di quella dell'Apostolo dell'Ausiliatrice per inculcare ai nostri cari Cooperatori l'incremento della divozione alla nostra dolcissima Madre sotto questo titolo. Ci viene a proposito un sermoncino tenuto dal Santo ai suoi giovani la sera del 20 maggio 1877, prima di augurar loro la buona notte. Sono parole rivolte ai giovani, ma che fanno per tutti i membri della grande famiglia salesiana, tutti figli spirituali di Don Bosco Santo. Eccole:

Questa Madre pietosa concede facilmente le grazie di cui abbisogniamo, e tanto più le spirituali. Essa in cielo è potentissima e qualunque grazia domandi al suo Divin Figliuolo, le è subito concessa. :La Chiesa ci fa conoscere la potenza e la benignità di Maria con quell'inno che incomincia: Si caeli quaeris ianuas, Mariae nomen invoca: Se cerchi le porte del cielo, invoca il nome di Maria. Se per entrare in paradiso basta invocare il nome di Maria, bisogna pur dirlo che Ella sia potente. Il solo suo nome è rappresentato come porta del cielo, e tutti quelli che vogliono entrarvi, debbono raccomandarsi a Maria.

E noi ricorriamo a lei, specialmente perchè ci aiuti nel punto della morte. La Chiesa infatti in altro luogo dice che Maria da sola è terribile come un esercito ordinato a battaglia, che pugna contro i nemici dell'anima nostra. Quantunque nel senso letterale della Sacra Scrittura queste parole si intendano dei nemici della Chiesa, lo spirito della Chiesa stessa le interpreta dei nostri nemici particolari nelle cose dell'anima. Al solo nome di Maria i demoni si dànno a precipitosa fuga. Ella perciò è chiamata Auxilium Christianorum, aiuto dei Cristiani, sia contro i nemici esterni che contro i nemici interni.

Noi principalmente dobbiamo a lei raccomandarci, noi che la sua festa in modo speciale celebriamo come nostra propria, quantunque sia festa della Chiesa universale. Per questo motivo io vi raccomando quanto so e posso, e il mio consiglio sia scolpito nella vostra mente e nel vostro cuore, di invocare sempre il nome di Maria, specialmente con questa giaculatoria: Maria Auxilium Christianorum, ora pro nobis. È una preghiera non tanto lunga, ma che si esperimentò molto efficace. Io l'ho già consigliata a molti e tutti, o quasi tutti, mi dissero che avevano ottenuti felici risultati. Così pure alcuni altri mi assicurarono, i quali senza consiglio di alcuno, ma da per se stessi, avevano presa l'abitudine di recitarla.

Tutti noi abbiamo delle miserie, tutti abbiamo bisogno di aiuto. Quando adunque vogliate ottenere qualche grazia spirituale, prendete come abitudine di recitare di quando in quando questa giaculatoria. Per grazia spirituale si può intendere la liberazione da tentazioni, da afflizioni di spirito, da mancanza di fervore, da vergogna nella confessione che renda troppo pesante la manifestazione dei peccati.. Se qualcuno di voi vuol far cessare qualche ostinata tentazione, vincere qualche passione, schivare molti pericoli di questa vita, o acquistare qualche grande virtù, non ha da fare altro che invocare Maria Ausiliatrice. Queste ed altre grazie spirituali sono quelle che si ottengono in maggior quantità, e che non si vengono a conoscere e fanno maggior bene fra le anime.

Non è a proposito che vi reciti qui moltissimi nomi di quelli che invocandola con questa giaculatoria, ottennero grazie speciali. A quanti avevo consigliato la giaculatoria: Maria Auxilium Christianorum, ora pro nobisl Furono cento, furono mille, parte della casa, parte estranei; e mi sono raccomandato che se non fossero stati esauditi recitando questa giaculatoria, venissero a dirmelo. E nessuno finora è ancora venuto a dirmi di non aver ottenuta la grazia.

Dico male; bisogna che mi corregga: vi fu alcuno, come in quest'oggi stesso, che si venne a lamentare con me di non essere stato esaudito. Ma sapete il perchè? Avendolo io interrogato, mi confessò che aveva avuta bensì l'intenzione di invocare Maria, ma poi non l'aveva invocata. In questo caso non è Maria Vergine che manca, ma noi che manchiamo verso di lei non pregandola: non è Maria che non ci esaudisca, siamo noi che non vogliamo essere esauditi. I,a preghiera deve farsi con istanza, con perseveranza, con fede, con intenzione proprio di essere esauditi. Io voglio che la facciate tutti questa prova e che la facciate fare anche a tutti i vostri parenti e amici.

In questa prossima festa di Maria Ausiliatrice, se venissero a trovarvi, o, se non vengono, scrivendo loro una lettera, o facendo fare commissioni in famiglia, dite loro da parte mia- D. Bosco vi assicura che se avete qualche grazia spirituale da ottenere, preghiate la Madonna con questa giaculatoria: Maria Auxilium Christianorum, ora pro nobis, e sarete esauditi. S'intende che sia recitata colle condizioni che deve avere una preghiera. Se non sarete esauditi, farete un piacere a D. Bosco scrivendoglielo.

Se io verrò a sapere che qualcuno di voi abbia pregato bene, ma invano, scriverò subito una lettera a San Bernardo dicendogli che si è sbagliato nel dire: « Ricordatevi, o piissima Vergine Maria, che non si è mai udito al mondo che da voi sia stato rigettato od abbandonato alcuno, il quale implori i vostri favori ». Ma state pur certi che non mi accadrà di dover scrivere una lettera a S. Bernardo. E se mi accadesse, il Santo Dottore allora saprà subito trovare qualche difetto nella preghiera del postulante. Voi ridete sul mandare una lettera a S. Bernardo. E non sappiamo noi dove si trova S. Bernardo? Non è in cielo?

V'è difficoltà nelle poste - si udì esclamare D. Rua. - Non sanno come recapitarla tale lettera.

Certamente, rispose D. Bosco, che per andare sino alla dimora di S. Bernardo ci vorrebbe un carrozzone postale che corresse molto in fretta e chi sa per quanto tempo. Neppure basterebbe il telegrafo, e, benchè la corrente elettrica percorra in un lampo grandissima distanza, pure in questo caso mancherebbero i fili. Ma noi per scrivere ai Santi abbiamo un espediente più veloce che le vetture, che il vapore, che il telegrafo, e non temete che i Santi non ricevano le nostre lettere e subito, anche se il fattorino fosse in ritardo. Infatti ora, mentre io vi parlo, col mio pensiero, più veloce del fulmine, m'innalzo nello spazio del cielo, vado su, su, sopra le stelle, percorro distanze incomprensibili, e giungo davanti al seggio di S. Bernardo che è uno dei più grandi Santi del paradiso. Fate adunque la prova che vi ho detto, e se non sarete esauditi non troveremo difficoltà a mandare una lettera a S. Bernardo.

Lasciando lo scherzo, vi ripeto che vi scolpiate nel cuore queste parole: Maria Auxilium Christianorum, ora pro nobis: e che le recitiate in ogni pericolo, in ogni tentazione, in ogni bisogno e sempre; e che domandiate a Maria Ausiliatrice anche la grazia di poterla invocare. Ed io vi prometto che il demonio farà bancarotta. Sapete che cosa vuoi dire che il demonio farà bancarotta? Vuol dire che non avrà più alcun potere sopra di noi, non riuscirà più a farvi commettere alcun peccato, e dovrà ritirarsi. Io intanto nel santo Sacrificio e negli altri esercizi di pietà vi raccomanderò tutti al Signore perchè vi aiuti, vi benedica, vi protegga e vi conceda le sue grazie per mezzo di Maria Santissima. (CERIA, Memorie Biografiche di D. Bosco, vol. XIII; pag. 409-411).

Orario delle funzioni mariane nella Basilica di Maria Ausiliatrice dal 23 aprile al 24 maggio.

Giorni feriali: Ore 6: S. Messa, Predica e Benedizione. - Ore 17: Canto di una lode, Predica e Benedizione. - Ore 20: Rosario, Predica e Benedizione. - Oratori: Ore 6,30: Sac. Rufillo Uguccioni, salesiano. - Ore 17: P, Michele Favero, barnabita. Ore 20: P. Alessio Bernardone, cappuccino.

Giorni festivi: Messe ogni mezz'ora fino alle 1 1,30. - Ore 9,30: Messa solenne. - Ore 15: Rosario, Predica (P. Favero), Benedizione. - Ore 16,30: Vespri, Predica (P. Bernardone), Benedizione.

IL SANTUARIO DI MARIA AUSILIATRICE NEL PROGETTO DI AMPLIAMENTO

L'abside della Basilica di Maria Ausiliatrice come verrà trasformata, secondo il progetto di ampliamento, per ospitare le grandi cappelle a fianco dell'altar maggiore e l'ampia nuova sagrestia. La fotoincisione prospetta anche la visione delle due cupole e di tre dei quattro campanili. La cupola maggiore, che si innalzerà di 15 metri sopra l'attuale, coprirà e difenderà quella esistente, che sarà conservata così, come Don Bosco la fece costruire e che continuerà a vedersi nell'interno del Santuario. La cupola minore si innalzerà sopra il nuovo presbiterio e servirà anche a mettere in maggior luce l'altare e il quadro dell'Ausiliatrice.

Rinnoviamo ai nostri cari Cooperatori ed alle nostre pie Cooperatrici la più calda preghiera perchè ci aiutino in questa grande impresa. Per intercessione di Maria Santissima Ausiliatrice e di Don Bosco Santo, Iddio benedica e ricompensi tutti i nostri benefattori.

IN FAMIGLIA

Altissima onorificenza al nostro Rettor Maggiore.

Con decreto in data 6 dicembre 1934, S. M. il Re d'Italia, di motu proprio ha nominato il sig. Don Ricaldone Cavaliere di Gran Croce decorandolo del Gran Cordone dell'Ordine della Corona d'Italia.

Coll'alta onorificenza il nostro amato Sovrano volle riconoscere le particolari benemerenze del sig. Don Ricaldone ed onorare, nella sua persona, tutta la Società Salesiana nell'anno memorando della Canonizzazione del santo Fondatore. La notizia, diffusa dai giornali, ha suscitato vivissima gioia fra tutti i nostri Cooperatori i quali si sentono profondamente grati alla Maestà del Re Vittorioso.

Mons. Mathias Arcivescovo di Madras.

Nel Concistoro del 1° aprile u. s. il Santo Padre ha promosso alla sede arcivescovile di Madras (India) S. E. Rev.ma Mons. Luigi Mathias, salesiano, da sette mesi Vescovo di Shillong.

La notizia ha riempito di gioia tutta l'Archidiocesi che vede succedere al compianto Mons. Méderlet il Confratello prediletto che con lui divise per parecchi anni la direzione e l'organizzazione delle missioni salesiane nelle diverse regioni dell'India, portando i cattolici dell'Assam da 5000 che erano nel 1922 ad oltre 40.000 nel 1934. L'illuminata e fervida attività del nuovo Arcivescovo, nel pieno vigore delle sue forze, dotato di eccellenti virtù pastorali, assicura all'ascesa del Cattolicismo nella vasta archidiocesi indubbi trionfi.

E noi, rallegrandoci con S. E., gli auspichiamo di gran cuore lunghi anni di fecondo ministero episcopale.

Salta e Viedma hanno accolto con gioia i loro Pastori.

Il 17 febbraio u. s. nella Cattedrale di Buenos Aires (Argentina) il Nunzio Apostolico S. E. Mons. Filippo Cortesi, assistito dall'Ecc.mo Arcivescovo Metropolitano Mons. Copello e da S. E. Mons. Lafitte Arciv. di Cordoba, ha consacrato solennemente l'Arcivescovo di Salta S. E. Mons. Tavella ed il Vescovo di Viedma S. E. Mons. Esandi, ambedue della Società Salesiana.

I nuovi Pastori si sono affrettati a raggiungere le rispettive diocesi nel mese di marzo, accolti con indescrivibile entusiasmo dal clero, autorità e popolo, spiritualmente preparati ad apprezzare il gran dono di Dio, il quale provvide così mirabilmente alla cura delle loro anime aprendo la serie dei Pastori delle novelle diocesi con due dei più illustri figli di S. Giovanni Bosco nell'anno stesso della Canonizzazione. Uniti in ispirito ai fratelli di Argentina e con loro festeggiando il fausto inizio della vita canonica delle nuove diocesi, rinnoviamo ai Presuli i nostri migliori auguri, assicurando le più fervide preghiere.

Solenne commemorazione del Ven. Domenico Savio all'Oratorio Salesiano.

La preparazione e la celebrazione delle indimenticabili feste della Canonizzazione di Don Bosco non avevano permesso a suo tempo una degna commemorazione della proclamazione dell'eroicità delle virtù praticate dall'angelico suo alunno, il Ven. Domenico Savio, che il S. Padre Pio XI ha definito il più bel frutto del sistema educativo del nostro Santo. Ma giunse opportuna la notizia della riassunzione della Causa per l'esame dei miracoli e la prospettiva del LXXVIII anniversario della sua santa morte (9 marzo 1857) per fissare la data alla domenica 10 marzo.

Nonostante la ripresa improvvisa della neve, Cooperatori ed Ex-allievi affluirono numerosi, fino a gremire letteralmente cogli alunni interni artigiani e studenti, e le rappresentanze degli Istituti ed Oratori salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice della città, il vasto Saloneteatro dell'Oratorio di Valdocco.

Col Consiglio Superiore dell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice erano varie Ispettrici e Direttrici; ben rappresentata l'Azione Cattolica e la Stampa cattolica. Presiedette il Rettor Maggiore, accolto da vivissimi applausi e dal suono della Banda. Com'ebbe preso posto tra i Superiori del Capitolo e distinte personalità, un alunno della sezione studenti porse il pruno omaggio al Venerabile con un nobile indirizzo, caldo di affet†o e di venerazione. Quindi l'avv. Dino Andreis, ex-allievo salesiano, tenne il discorso ufficiale richiamando con appassionata oratoria giovani e pubblico alla valutazione della grandezza morale del giovinetto quindicenne che avanza decisamente verso la gloria degli altari, frutto squisito del sis†ema educativo di San Giovanni Bosco e modello dei giovani di Azione Cattolica.

La smagliante rievocazione dei tratti caratteristici della vita del Savio fu spesso interrotta da calorosi applausi che si fusero in una fervida ovazione finale. L'inno classico, composto dal M° Vaninetti, raccolse quindi gli animi alla esecuzione fatta dalla Banda, prima che alcuni alunni artigiani invadessero il palco a gareggiare in un vivace dialogo di omaggio al Venerabile. Infine si levò, fra le acclamazioni, il sig. Don Ricaldone, il quale chiuse la cerimonia commemorativa ringraziando l'Oratore ed infervorando i giovani all'imitazione dell'angelico loro compagno che, come Don Rua pei sacerdoti e Madre Mazzarello per le Figlie di Maria Ausiliatrice, si può ben dire il capolavoro di Don Bosco in mezzo alla gioventù.

Per la memoria di Mons. Fagnano.

Il nostro Rettor Maggiore ha incaricato mi confratello di compilare una documentata biografia dell'intrepido apostolo della Patagonia meridionale e Terra del Fuoco, il Prefetto Ap. Mons. Fagnano, e sarà assai grato a quanti gli vorranno trasmettere notizie, informazioni e corrispondenze che possano contribuire a far meglio conoscere il grande Salesiano. Indirizzare a lui personalmente in Via Cottolengo, 32 - Torino (109).

Don STEFANO TRIONE

Segretario generale della Pia Unione dei Cooperatori salesiani.

Non ci par vero che sia scomparsa per sempre da questa terra la cara e veneranda figura di Don Trione che bastava da sola a riempire di gioia e di vita le anime che avvicinava. Nonostante l'età avanzata e l'attività svolta, l'alacrità del suo spirito ci illuse fino all'ultimo che la diafana trasparenza del volto, accentuatasi notevolmente sul finire dello scorso anno, potesse ancora ravvivarsi con un po' di riposo e qualche riguardo. Riposo e riguardi che il Rettor Maggiore gli dovette imporre perchè il suo zelo per la gloria di Dio ed il bene delle anime non vi si sapeva rassegnare neppure quando il progresso dell'anemia generale gli impediva di uscire dalla sua stanzetta. Salì ancora il pulpito di Maria Ausiliatrice il primo venerdì di marzo per l'esercizio della buona morte che predicava ogni mese da tanti anni, ed organizzò ancora la commemorazione del ven. Domenico Savio, il io dello stesso mese. Ma non potè comparire sul palco a presentar l'Oratore ed a parlare della Causa dell'angelico giovinetto come aveva divisato di fare. Di giorno in giorno le condizioni non fecero che peggiorare; tuttavia egli resisteva domandando al corpo, per la celebrazione della santa Messa ed il disbrigo della corrispondenza, un'obbedienza che solo l'abitudine alla virtù religiosa poteva ottenere da un fisico così stremato. Quando finalmente dovette rassegnarsi al letto, l'organismo esaurito non sapeva più valersi delle risorse umane. E apparvero purtroppo inefficaci tutti i sussidi della scienza. Egli allora, conscio della gravità del suo stato, volle disporsi al gran passo con edificante pietà. Chiese del suo confessore, domandò l'Olio Santo ed il Santo Viatico che gli fu recato in forma solenne, volle la raccomandazione dell'anima, che seguì in piena coscienza, poi si raccolse sereno, come un patriarca, ad attendere l'ora di Dio.

Questa, che a tutta prima sembrava imminente, si protrasse invece fino alle 10, 15 del 1 aprile u. s. ora precisa del primo annuale della Canonizzazione di Don Bosco. E parve mirabile disposizione della Provvidenza di Dio a coronare nella forma più sensibile le amorose cure dello zelante Vicepostulatore della Causa del Padre. Così il caro Don Trione si spense lentamente, senza malattia specifica, esaurendo in quindici giorni le ultime energie di quel corpo che la sua anima aveva potenziato a tanta preziosa attività di apostolato.

Il Santo Padre, che aveva confortato di una affettuosa benedizione l'inizio del deperimento, con paterna delicatezza gliela volle rinnovare ancora tre giorni prima che morisse. Anche l'Em.mo Card. Arcivescovo di Torino, memore del gran bene prodigato dal venerando Figlio di Don Bosco alla sua archidiocesi, s'era affrettato ad inviargli la sua pastorale benedizione, mentre distinte personalità del clero e del laicato, Cooperatori e Cooperatrici s'interessavano personalmente con cordiali premure e con fervide preghiere. Fino agli ultimi giorni conservò lucidità di niente e l'uso della parola, effondendosi in pie conversazioni, ed in calde invocazioni al Signore, alla Vergine, ai Santi, alternate da commossi Deo gratias! e da sospiri di Paradiso. L'atonia completa dello stomaco lo ridusse infine ad un languore progressivo che non gli permise piu nè di parlare, nè di assumere cosa alcuna. Una delle ultime parole che disse quando gli domandavamo se volesse qualche cosa, fu: Paradiso! Paradiso! E quando spiccò il volo, fu un transito placido e sereno senza la più piccola contrazione.

Contava 78 anni e quasi 4 mesi, essendo nato a Cuorgnè Canavese, ora provincia di Aosta, archidiocesi di Torino, l'8 dicembre 1856, da Giacomo e da Anna Bisacca. Sotto gli auspici della Vergine Immacolata la sua fanciullezza trascorse illibata in un dolce profumo di pietà eucaristica che gli meritò dal Signore la grazia della vocazione sacerdotale. Accolto da Don Bosco all'Oratorio Salesiano di Torino il 16 ottobre 1869, crebbe alla scuola del Santo, distinguendosi rapidamente per schietta bontà di animo, per abituale serenità di spirito, per angelica purezza e gioconda espansività di carattere, che furono poi sempre le sue doti caratteristiche, e soprattutto per un fervore di pietà singolare che potenziava fin d'allora l'anima sua all'apostolato giovanile con ammirabile slancio e più meravigliosi successi fra i compagni di scuola e fra i piccoli dell'Oratorio festivo. Favorito dal Signore di una voce melodica e di orecchio finissimo era il contralto preferito per gli assolo nelle grandi funzioni della chiesa di Maria Ausiliatrice appena inaugurata; però la sua spiccata inclinazione alla pietà liturgica trovava le maggiori soddisfazioni nel servizio dell'altare e nella Compagnia del Piccolo Clero.

Ricevette l'abito ecclesiastico da Don Bosco nella Cappella del Collegio di Lanzo il 22 settembre del 1872 e nelle mani dello stesso Santo emise i voti perpetui il 6 ottobre del 1876. Nel Seminario di Albano Laziale compì il tirocinio pratico di vita salesiana, conseguendo la patente magistrale a Velletri nel 1878, e terminò anche gli studi teologici coronandoli coll'ordinazione sacerdotale in Roma il 12 luglio 1899.

Leone XIII nella speciale udienza di quel giorno gli suggerì di celebrare la sua prima Messa sulla Tomba del Principe degli Apostoli nella Basilica Vaticana, consigliandolo a chiedere come grazia speciale il dono della parola. Com'egli l'abbia ottenuto lo sanno i nostri Cooperatori che accorrevano alle sue prediche ed alle sue conferenze come ai più deliziosi trattenimenti spirituali.

Trascorse i primi anni del suo ministero sacerdotale nei nostri collegi di Randazzo, in Sicilia, e di Lanzo Torinese. A Randazzo il suo nome è legato alla fondazione dell'Oratorio festivo che, sull'esempio di Don Bosco, egli aperse alla gioventù povera ed abbandonata prodigandosi generosamente alla cristiana educazione dei più poveri tra i piccoli, dei più piccoli tra i poveri. Ma la Provvidenza lo destinava ad uffici ben più importanti.

Nel 1884 Don Bosco, omai declinante, sentiva il bisogno di un interprete fedele, docile e generoso per la formazione spirituale dei giovani studenti dell'Oratorio e per la cura delle vocazioni. E fra tanti salesiani la sua fiducia prescelse Don Trione. Alla scuola del grande Maestro, che gli apriva l'animo suo con una confidenza illimitata, egli divenne il Catechista ideale delle Case Salesiane e l'apostolo delle vocazioni ecclesiastiche, confortando Don Bosco di filiale affezione e della massima corrispondenza. Sono innumerevoli i sacerdoti ed i religiosi che devono a lui la cura particolare della loro vocazione.

Don Bosco ebbe in Don Trione anche uno dei migliori interpreti dei suoi sentimenti conciliativi tra l'Italia e la Chiesa Cattolica. Sono celebri le sue conferenze sul Papato e l'Italia tenute in quegli anni, per consiglio del Santo, in diversi centri del Piemonte allo scopo di favorire quell'armonia di sentimenti che, a distanza di tanti anni, ebbe la gioia di benedire quel dotto sacerdote milanese che nel 1883 si intendeva con Don Bosco anche sulla delicata questione, e che oggi siede sulla Cattedra di Pietro, Vicario di Cristo, Pio XI.

Ma il dono della parola, che Iddio gli aveva con cesso nella prima Messa, doveva trionfare soprattutto nel ministero della predicazione che fu la sua seconda vocazione. Chi ha sentito Don Trione non lo dimentica più. Quella sua eloquenza calda e piena di santa unzione, sempre facile e popolare, e tuttavia informata ad una ieratica aristocrazia che dava subito il senso della sublimità degli argomenti, anche quando ricorreva al dialetto per essere meglio compreso dai piccoli e dal popolo, affascinava le folle, attraverso alla sua voce armoniosa, entusiasmava giovani e vecchi, commuoveva i cuori ai più efficaci propositi di vita migliore. I principali pulpiti d'Italia lo contesero per quasi quarant'anni alle umili cattedre dei nostri Istituti ed Oratori festivi ove Don Trione si trovava sempre a suo agio. Non sapeva rassegnarsi a passare una domenica senza predicazione; e quando l'età inoltrata impose ai Superiori maggior discrezione nel domandargli questa fatica, egli correva spontaneamente sul pulpito dell'Oratorio festivo di Valdocco, accolto dai giovani con festa indicibile, Efficace sempre, era efficacissimo nelle sacre missioni al popolo e negli esercizi spirituali al Clero ed alle famiglie religiose. Coll'eloquenza sana e vigorosa si sentiva il palpito della santità di Don Bosco che vibrava nel cuore di uno dei più devoti suoi figli. Predilesse la sua Archidiocesi con affetto speciale. Era carissimo alla Piccola Casa della Divina Provvidenza, ed il successore del santo Cottolengo il venerando P. Ribero, che abbiamo visto seguire la salma in preghiera, tra le rappresentanze delle massime autorità civili, politiche e religiose, durante il funerale, fu uno dei primi ad accorrere al suo letto a chiedere un'ultima benedizione. Torino non dimenticherà mai quello ch'egli ha fatto per la divozione alla Consolata, per la Causa del Santo Cottolengo e del Beato Cafasso e per l'incremento della vita religiosa nella città e nelle campagne. Egli iniziò e continuò per vari anni sul pulpito di Santa Teresa le celebri conferenze quaresimali per soli uomini che attrassero folle strabocchevoli all'istruzione religiosa ed ai Sacramenti, meravigliando Don Davide Albertario e P. Semeria che si alternarono nella sublime missione.

Apostolo della divozione a Gesù Sacramentato ed a Maria SS., Don Trione era impareggiabile nell'organizzazione ed animazione dei Congressi Eucaristici e dei Congressi Mariani che lo facevano desiderare nelle varie diocesi. L'Arcivescovo di Cagliari gli fece presiedere ancora nel novembre dello scorso anno il Congresso Cateschistico Diocesano e fu tale l'entusiasmo ch'egli seppe suscitare che il popolo gli improvvisò un trionfo memorando congedandolo con un volo in idroplano fino ad Ostia, a 78 anni. Quando la morte venne a bussare alla sua porta era tutto impegnato nell'organizzazione del prossimo Congresso Mariano di Torino, ed al Presidente del Comitato S. E. Mons. Pinardi che lo volle confortare della sua visita e della sua benedizione, dimostrò ancora il più vivo interesse per la riuscita. Preziosa fu poi l'opera sua per la buona stampa. Ottimo pubblicista, collaborava su tutti i giornali e su molti periodici cattolici e non cattolici, ove qualche volta figurava collo pseudonimo di Fra Giocondo, come nelle « Lettere ai giovani » sul Bollettino con quello di Don Giulivo. E veramente portava sempre la gioia con quel suo ottimismo abituale che poggiava su una grande fiducia nella Provvidenza di Dio e nella bontà degli uomini. Le Letture Cattoliche iniziarono la sua collaborazione colla « Vita di S. Basilio » scritta ancora dal Collegio di Randazzo, e la chiusero nel 1930 coi « Fiori Eucaristici ».

Ma il campo specifico della sua attività salesiana fu la Pia Unione dei Cooperatori e quella dei Comitati delle Dame Patronesse. È impossibile riassumere in poche righe il lavoro svolto dal Segretario Generale per la propaganda dello spirito e delle opere di Don Bosco. La prodigiosa fecondità nelle iniziative, la praticità del criterio organizzativo, la santa audacia propria degli uomini di Dio, congiunte ad una rettitudine costante, ad uno zelo ardente per la gloria di Dio e la salvezza delle anime, ad un tatto finissimo cogli uomini di ogni condizione, assicurarono al suo lavoro un successo straordinario.

Bologna e Torino segnarono le affermazioni più solenni coi memorandi Congressi dei Cooperatori; ma tutte le Diocesi d'Italia ed i centri principali di Europa e di America, ove Don Trione trascorse a ravvivare la fiamma dell'apostolato salesiano, hanno sentito l'ardore di quel fuoco che l'alimentava senza esaurirsi mai. Lo stuolo dei Coopera tori raggiunse cifre imponenti per la dinamica attività di Don Trione. E se i Comitati delle DamePatronesse assicurarono alle nostre Missioni il materno annuale soccorso con tanta larghezza, lo si deve allo zelo sviluppato dalla parola di Don Trione in tante pie ed illustri signore. Altra cura speciale di Don Trione fu quella degli Emigrati di cui si occupò con affetto straordinario, per incarico dei Superiori, nelle varie Nazioni d'Europa e di America, organizzando l'assistenza spirituale pei nostri in armonia di accordi colla « Dante Alighieri », coll'« Italica Gens », e con le rispettive associazioni degli altri paesi, provvedendo i nostri centri di confratelli delle varie lingue perchè tutti gli Emigrati di qualsiasi nazionalità potessero trovare nelle Case salesiane la più cordiale ospitalità.

Geloso della pratica fedele del sistema educativo di Don Bosco, Don Trione ne curò la divulgazione con la parola e cogli scritti anche negli ambienti più elevati. Altezze Reali, Eminentissimi Principi di Santa Chiesa, Autorità e personalità distinte del clero e del laicato onorarono di loro presenza le sue conferenze pedagogiche coronandole dei più cordiali applausi.

Ora, speriamo, gli faran festa i Santi, perchè don Trione ha contribuito ad accrescerne la schiera curando le Cause di tanti Servi di Dio.

Vicepostulatore della Causa di Beatificazione e Canonizzazione di Don Bosco, di Domenico Savio, di Don Rua, di D. Beltrami, del Principe Czartorischy, di Pier Giorgio Frassati, egli ha già avuto la gioia di assistere al supremo trionfo del Padre ed alla Venerabilità dell'angelico alunno. Dal cielo continuerà a seguire le Cause degli altri. La sua chiamata proprio nel giorno e nell'ora precisa in cui, l'anno scorso, il S. Padre Pio XI canonizzava Don Bosco, ci fa pensare ch'egli abbia raggiunto subito il premio delle sue fatiche, della sua fede e del suo zelo. Ed il plebiscito di venerazione che ha raccolto autorità, personalità e folla di popolo attorno alla sua bara a Torino ed a Cuorgnè ci parve un'eco della festa del Cielo. Adorando tuttavia gli imperscrutabili giudizi di Dio, continuiamo a suffragare l'anima benedetta del nostro caro Estinto, ispirandoci ai suoi esempi per intensificare il ritmo della nostra vita informata allo spirito di Don Bosco Santo.

* *

Saremo grati a quanti avessero notizie particocolari della sua vita operosa, se le vorranno trasmettere alla nostra direzione.

Echi delle feste per la Canonizzazione di Don Bosco.

Questa rubrica continuerà anche nei mesi venturi, ridotta a poche pagine, per documentare l'universale corrispondenza di autorità e popolo d'ogni paese alla proclamazione pontificia; ma sarà riservata alle feste celebrative della Canonizzazione, non a quelle che annualmente si rinnoveranno alla data liturgica.

AVELLINO. - Il 3 febbraio 1935, nella chiesa dell'Immacolata al rione Speranza, i fanciulli dell'Oratorio festivo e San Filippo Neri » già canonicamente aggregato alla Pia Unione dei Cooperatori salesiani, hanno festeggiata la Canonizzazione di Doli Bosco. Sull'altare maggiore, fra ceri e gigli, sorrideva la soave e paterna imagine del grande Apostolo della gioventù, e spiccava la teca con una reliquia ex carne del nuovo santo. Alla Messa solenne, il direttore don Gionfrida, disse il panegirico di San Giovanni Bosco e fu cantata a voce di popolo, la sempre bella Missa de angelis. Chiuse la festa la Benedizione eucaristica.

BORGOSESIA. - L'iniziativa delle Figlie di Maria Ausiliatrice, grazie al concorso cordiale delle Autorità ecclesiastiche, politiche e civili, raggiunse il massimo sviluppo in un programma grandioso che cominciò a svolgersi nel Convitto il 15 agosto 1934 e proseguì nell'insigne Collegiata col solenne triduo di preparazione, predicato dal salesiano D. Garelli, e infervorato da S. E. Mons. Ernesto Coppo, Vescovo salesiano, il quale celebrò le principali funzioni.

Il giorno 13 fu un trionfo, dalla Comunione generale, alla Messa solenne con assistenza pontificale ed omelia di S. E., alle adunanze speciali dei giovani e delle giovani, degli uomini e delle donne di Azione Cattolica; delle Cooperatrici e dei Cooperatori Salesiani; degli Ex-allievi, e delle Ex-allieve. L'entusiasmo era al colmo quando cominciò ad ordinarsi l'imponente processione cui parteciparono tutte le autorità politiche, civili e militari, istituti, associazioni, organizzazioni patriottiche, scolastiche e religiose, l'Azione Cattolica e numeroso Clero secolare e regolare, con centinaia di vessilli e stendardi.

Per le vie pavesate a festa, varie bande musicali accompagnarono gli inni del santo, finchè giunta la processione in Piazza Frascotti, Mons. Coppo, da un altare improvvisato, prendeva la parola per congratularsi di tanto spettacolo di fede, e Don Garelli impartiva la benedizione col Santissimo Sacramento.

A sera, nel cortile del Convitto Manifattura Lane, sfarzosamente illuminato, l'Avv. Comm. Felice Masera, Presidente Internazionale degli Ex-allievi Salesiani, chiuse la festa colla Commemorazione civile del Santo. In apposita tribuna assistevano tutte le Autorità. Il dott. Enrico Lora, Podestà di Borgosesia ex-allievo salesiano, disse l'ultima calda parola di plauso e di compiacimento, poi la folla sostò a godere l'illuminazione e il concerto della banda cittadina. L'indomani S. E. Mons. Coppo, celebrò ancora una funzione speciale di suffragio pei defunti della parrocchia.

BRA. - La città di Bra dopo aver onorato solennemente il suo illustre concittadino S. Giuseppe Benedetto Cottolengo, volle pure dimostrare il suo amore e la sua devozione a S. Giovanni Bosco, che al Cottolengo fu carissimo.

Le feste, promosse nella parrocchia di Sant'Antonino M. dal Vicario don Bernardino Lisa, riuscirono un'imponente manifestazione di fede e di devozione verso il caro santo.

Predicò il triduo solenne di preparazione dal 24 al 26 gennaio S. E. Rev.ma mons. Paolo Galeazzi, vescovo di Grosseto, mentre il missionario salesiano don Boccassino teneva opportune conferenze alla gioventù.

Imponenti ed edificanti le comunioni generali dei bambini, degli studenti delle scuole medie, degli uomini, durante il corso del Triduo. Sicchè il giorno della festa fu un trionfo di fede specialmente alla Messa di S. E. ed a quella solenne con assistenza pontificale e presenza di autorevoli personalità. Alla processione solennissima i giovani dell'Associazione giovanile della Parrocchia, intitolata a S. Giovanni Bosco, vollero l'onore di portare la statua del Santo per le vie della città pavesate a festa. Don Boccassino portava la reliquia del Santo, preceduto dalle loro Ecc. Rev.me Mons. Paolo Galeazzi e Mons. Coppo, vescovo salesiano, in abiti pontificali.

La magnifica giornata si chiuse con la commemorazione civile tenuta dall'avv. Dino Andreis di Cuneo nel Politeana Boglione, alla presenza delle autorità civili e militari dell'illustre cittadina e di immensa folla.

CAGLIARI. - Il concorso di tutto l'Episcopato Sardo, con a capo lo zelantissimo Arcivescovo di Cagliari, S. E. Mons. Piovella, il quale ha dedicato una magnifica lettera pastorale all'invito e alla preparazione remota dei fedeli; la partecipazione di tutte le autorità politiche, civili, militari e scolastiche; di tutto il clero secolare e regolare e di distinte ed autorevoli personalità dell'Isola; l'affluenza non solo dei cittadini, ma di una folla enorme anche dei centri più lontani della Sardegna, ove palpita l'amore a Don Bosco, diedero alla celebrazione delle feste di Don Bosco Santo dall' 11 al 18 novembre 1934 una grandiosità senza pari. Basta seguire anche solo schematicamente il programma, per convincersi che non esageriamo. Fu una settimana di intenso fervore e di entusiasmo straordinario. La data anniversaria della prima spedizione missionaria, 11 novembre, aperse il ciclo, nell'Istituto salesiano, coll'inaugurazione del nuovo anno oratoriano e la benedizione di un monumento in bronzo al « Santo dei giovani » nel cortile dell'Oratorio. Compì il rito S. E. Mons. Piovella, alla presenza delle autorità, e parlarono il cav. Tului e il direttore del Collegio. Seguì la premiazione catechistica diocesana, quindi la funzione religiosa ufficiale nella monumentale chiesa di Sant'Anna, che continuò ad accogliere folle di fedeli pel settenario predicato da Mons. De Donno.

Le prime cure furono pei carcerati e pei poveri. Il lunedì, preparati da appositi tridui, 500 carcerati e 5o carcerate ricevettero la Comunione dalle mani di Mons. Arcivescovo che trascorse con loro l'ora più bella del mattino, celebrando la santa Messa. L'indomani Mons. Arcivescovo celebrò in sant'Anna la Messa dei poveri, distribuendo la Comunione generale a 700 poveri ed a 30o bambini, assistiti dalle Conferenze di San Vincenzo. Un comitato di Dame-Patronesse, coll'insigne benefattore comm. Raffaele Garzia, provvide un buon pranzo tanto ai carcerati quanto ai 30o bimbi poveri e distribuì copiosi soccorsi alla schiera degli altri 700.

IL CONGRESSO CATECHISTICO E DEGLI ORATORI FESTIVI.

Numero eccezionale e fecondo di santi propositi fu il II Congresso Diocesano delle Scuole Catechistiche e degli Oratorii, indetto dall'Arcivescovo con apposita pastorale e benedetto dal Santo Padre. Fu inaugurato solennemente nel pomeriggio del giorno 13, in San Francesco, sotto la presidenza onoraria dell'Episcopato Sardo e la presidenza effettiva del venerando Don Trione, rappresentante del nostro Rettor Maggiore. Era presente anche il Vescovo di Ancusa Mons. Peri. Mons. Arcivescovo aperse l'adunanza e diede lettura della lettera del Card. Pacelli e della benedizione del Santo Padre; il Presidente della Giunta Diocesana avv. Pinna porse il saluto ai Congressisti e il Direttore del Collegio Salesiano Don Caria, dopo una appassionata allocuzione di Don Trione sull'importanza e sullo scopo del Congresso, svolse il tema fondamentale

S. Giovanni Bosco e l'Oratorio ». Per tre giorni i Congressisti, divisi per sezioni (Sacerdoti, Suore, Uomini, Donne, Gioventù maschile e femminile di Azione Cattolica) trattarono in separate sedi del rispettivo concorso all'opera degli Oratori e delle Scuole Catechistiche, fondendo ogni sera le deliberazioni particolari nei voti generali approvati nelle adunanze plenarie in San Francesco. Alla seconda assemblea plenaria intervennero anche gli Ecc.mi Vescovi di Ales, Ancusa, Tempio ed Ozieri; alla terza si aggiunse il Vescovo di Ogliastra, e, per la chiusa, l'Arcivescovo di Oristano ed il Vescovo di Iglesias. Relatore ufficiale alle adunanze plenarie fu P. Quirico S. J. che svolse i temi: I frutti dell'insegnamento catechistico sono in relazione dell'impegno con cui si imparte; importanza dei sussidii didattici appropriati alla diversità delle scuole catechistiche; dovere e necessità dell'impegno per la formazione dei maestri di catechismo. I Sacerdoti trattarono in particolare: dell'importanza dell'istruzione religiosa dimostrata dai Documenti della S. Sede (relatore S. E. Mons. Serci); necessità di un Oratorio festivo per ogni Parrocchia (D. Trione); come deve funzionare la scuola parrocchiale di Catechismo (S. E. Mons. Morera); cura del Parroco nella formazione dei Maestri di Catechismo (Mons. Ettorre); il Catechismo nelle scuole medie (Mons. Lai); il Catechismo nell'O. N. B. (Mons. Puxeddu).

Le Suore trattarono: delle disposizioni della Santa Sede per le istruzioni catechistiche nelle Case Religiose e per la collaborazione nell'A C. (Mons. Piras); criterii didattici per la scuola di Religione applicabili secondo la diversità degli alunni (Suor Teresa Tombelli F. d. C.); come avviare e coltivare un Oratorio festivo (Suor G. Berra F. di M. A.); la Suora Assistente tecnica di una Associazione di A. C. (Mons. Orrù); scopo precipuo delle Associazioni interne è di formare giovani cristiane praticanti e apostole nelle loro parrocchie (Mons. Ettorre); criteri per attirare le ragazze del popolo nell'Oratorio festivo e santificarle (dott. Piu).

Gli uomini di A. C.: il padre per legge di natura e per precetto divino è il primo maestro di Religione pei propri figli (Mons. Lai); S. G. Bosco amando la gioventù intuì la necessità dell'Oratorio festivo (P. Quirico); cura del padre parchi l'educazione religiosa data ai figli non venga paralizzata o distrutta in casa o fuori (D. Lepori).

Le Donne di A. C.: zelo catechistico della madre per tutti i componenti la famiglia (S. E. Mons. Serci); cura della madre perchè i figli frequentino gli Oratori (Mons. Sanna); impegno delle Donne di A. C. per i fanciulli Cattolici (Mons. Canepa); delicatezze della madre verso i figli e le figlie in certe circostanze decisive (Mons. Piras); la base dell'educazione familiare è la catechistica (Mons. Piras); la madre deve favorire l'Oratorio festivo (Suor Berra).

I Giovani di A. C.: la prima opera di apostolato del G. C. è l'istruzione religiosa per sè e per gli altri (D. Trione); il giovane apostolo tra la gioventù si ispira ai criteri educativi di S. G. Bosco (D. Trione).

La Gioventù femminile di A. C.: l'apostolato catechistico deve essere in cima ad ogni altro (Mons. Sanna); pie industrie perchè tutte le socie fino alle piccolissime frequentino le lezioni catechistiche e si preparino alle gare diocesane e nazionali (Mons. Orrù); criteri didattici nell'impartire le lezioni catechistiche secondo la diversità degli scolari (Suor Tombelli); l'Oratorio è il mezzo più espediente per avvicinare e istruire certe categorie di giovinette (Suor Berra); cura delle dirigenti diocesane e locali per tener pronte schiere ben formate di maestre di Catechismo (Mons. Piras).

Commoventissima l'allocuzione di S. E. Mons. Delrio, arcivescovo di Oristano, da 5o anni Cooperatore salesiano, che ha rievocato i suoi rapporti con S. G. Bosco. I voti più importanti furono quelli per la costituzione di un Oratorio in ogni parocchia, per la massima cura dell'istruzione religiosa della gioventù e per la degna preparazione degli insegnanti; infine l'apostolato delle vocazioni ecclesiastiche e religiose propugnato da Don Trione nel vibrante discorso di chiusa. Per maggiori dettagli rinviamo agli Atti pubblicati dalla Segreteria.

FERVORE CRESCENTE.

Mentre si svolgeva il Congresso, continuavano affollatissime le sacre funzioni, con predicazione in tutte le parrocchie. Nella Primaziale tenne il pergamo S. E. Mons. Miglior, vescovo di Ogliastra; in S. Eulalia., S. E. Mons. Serci, vescovo di Ozieri; in S. Giacomo, S. E. Mons. Morera, vescovo di Tempio; in S. Michele, per soli giovani, Mons. Ettorre. Mercoledì fu la giornata degli Istituti cittadini. Giovedì, quella dei bambini delle scuole elementari: 6000 ascoltarono la Messa del Vescovo di Ales nel cortile dell'Oratorio e offersero un magnifico omaggio floreale provvisto dalle Patronesse, presenti tutti gli Insegnanti. Venerdì, giornata dei Cooperatori e delle Cooperatrici: celebrò l'Ispettore D. Festini. Sabato giornata dello studente, omaggio a Don Bosco educatore da parte degli studenti medii (più di mille) preparati con conferenze nei singoli Istituti: Messa di Mons. Vescovo di Iglesias, nel cortile dell'Oratorio salesiano.

A sera, nel Teatro Civico, commemorazione civile del Santo tenuta da S. E. l'Accademico Orestano, alla presenza degli Ecc.mi Arcivescovi e Vescovi e di tutte le Autorità; pubblico elettissimo.

Con tale preparazione è facile immaginare che cosa sia stata la festa. Comunioni generali fino a tarda ora in tutte le parrocchie. Non bastò la chiesa di San Michele pei giovani e si dovette ricorrere anche a quella dei buoni PP. Gesuiti. Solennissimo il pontificale con Omelia di S. E. Mons. Arcivescovo e assistenza degli altri Ecc.mi Vescovi, autorità, associazioni, popolo immenso.

La processione un'apoteosi: oltre 15o.ooo persone in corteo, e 90.000 ad assistere; tutto l'Episcopato Sardo, tutte le Autorità; musiche, fiori e canti, e un delirio di entusiasmo. L'Arcivescovo Mons. Piovella prese la parola a Piazza Terme ed a Sant'Anna, profondamente commosso di tanto trionfo ad onore di San Giovanni Bosco, e raccolse i palpiti comuni per effonderli in un inno di gloria che chiuse la storica giornata.

CAPRANICA (Viterbo). - Superiori ad ogni previsione riuscirono a Capranica i festeggiamenti a onore di S. Giovanni Bosco, che si svolsero dal 15 al 19 agosto 1934, grazie allo zelo dei numerosi exallievi e Cooperatori.

Si iniziarono il pomeriggio del 15, nella Collegiata, parata a festa, colla benedizione di una magnifica statua del Santo e del nuovo vessillo dell'Associazione giovanile di Azione Cattolica « San Giovanni Bosco », presenti tutte le Autorità e Associazioni cittadine. Subito dopo si snodò il corteo per le vie della città sino alla piazza S. Francesco, ove con alata parola tennero la commemorazione civile il Podestà Comm. Avv. Luigi Buzi e il Comm. Dott. Rag. Augusto Rovigatti.

Il triduo solenne fu predicato dal salesiano Don Lorenzo Gaggino: il concorso, specialmente degli uomini, fu straordinario. Il 19, giorno della festa, numerosissime furono le Sante Comunioni in tutte le chiese, più di mille nella sola Collegiata. Sua Ecc. Mons. Luigi Maria Olivares, vescovo diocesano, tenne il solenne pontificale, e disse l'omelia. Il pomeriggio fu riservato alla processione: la statua del Santo, preceduta da una sua preziosa Reliquia, passò sorridente per le vie principali della città, portata dagli ex-allievi e Cooperatori. Intervennero tutte le Autorità e le Associazioni religiose, civili e politiche. La cara festa si chiuse colla Benedizione Eucaristica impartita da S. E. Mons. Vescovo in Collegiata, e con una spontanea illuminazione delle case a onore del Santo.

CASELLE DI SELVAZZANO. (Padova). - Preceduta da un triduo predicato dal salesiano Don Ubiali, la festa si svolse la prima domenica del settembre 1934 con Comunione generale e solenni funzioni. Tutte le Autorità parteciparono alle sacre funzioni ed alla processione del pomeriggio che riuscì splendidamente, animata dall'entusiasmo dei giovani della Sottofederazione di A. C. convocati apposta per onorare il loro Santo.

CASTELDELBOSCO. - Lo zelo del parroco D. Ducci, favorito da un comitato di devoti, ha trovato piena corrispondenza nella popolazione la quale ha concorso alla provvista di una statua del Santo ed all'erezione di un altare, benedetti il 24 novembre 1934 da Mons. Rosati, vic. gen. di San Miniato. Il giorno seguente, dopo una Comunione veramente generale, Mons. Rosati cantò la Messa solenne e tenne il panegirico. Chiuse la festa una imponente processione cui parteciparono autorità, associazioni e popolo e la banda di Montecastello. A notte illuminazione di tutto il paese.

CHIETI. -- Il Pontificio Seminario Regionale « Piano » celebrò il 20 gennaio la prima festa a Don Bosco Santo, dopo un triduo efficace predicato dal salesiano Don Gaggino, il quale, la sera del 19 tenne nello stesso Seminario una conferenza agli studenti delle Scuole Medie di Chieti.

Comunione generale alla Messa dei Chierici ed a quella degli studenti.

Dopo la Messa solenne, con assistenza, celebrata da Mons. Rettore Domenico Bornigia, ex-allievo salesiano, con musica di Perosi, seguì nell'aula magna la costituzione ufficiale del Gruppo di Cooperatori Salesiani, che è composto di molti chierici i quali per intanto si limitano principalmente ad un aiuto spirituale, per acquistare quello spirito apostolico che era nel Santo.

Chiusa la festa una brillante accademia musicoletteraria con conferenza salesiana tenuta dal predicatore.

CIVITAVECCHIA. - Un solerte Comitato presieduto da S. E. Mons. Luigi Drago, vescovo diocesano e dalle massime autorità civili e politiche ha organizzato i solenni festeggiamenti dal 2o al 27 maggio 1934. Sede delle prime funzioni fu la Parrocchia della Sacra Famiglia ove le associazioni parrocchiali di A. C. si accostarono in massa il giorno 20, alla santa Comunione prima della Messa cantata da Mons. Compagnucci, vicario gen. Nel pomeriggio il cortile dell'Oratorio salesiano si gremì di pubblico per accogliere Mons. Vescovo diocesano il quale da un altare su cui troneggiava la Vergine Ausiliatrice doveva procedere alla benedizione dei bambini, giunti in pittoresco corteo portando in trionfo il simulacro della Madonna. Prima però S. E. benedisse il vessillo dell'Unione Uomini di A. C. ai quali il Presidente della Giunta diocesana rivolse elevate parole di circostanza. Durante la funzione fece servizio la banda « S. Cecilia »; a sera, la « F. Corridoni » trattenne il pubblico al banco di beneficenza pro Missioni salesiane, mentre il nostro Istituto e quello delle Figlie di Maria Ausiliatrice sfoggiavano una graziosa illuminazione.

Mercoledì mattina, nel Teatro Traiano, il dott. comm. Mario Cingolani parlò del Santo educatore agli Insegnanti ed agli alunni delle scuole cittadine; e nel pomeriggio, nella stessa sede, il prof. avv. comm. Francesco Aquilanti, Docente di Filosofia e di Diritto nella R. Università di Roma tenne la Commemorazione ufficiale del Santo alla presenza di tutte le autorità religiose, civili, politiche e militari e di elettissimo pubblico.

Il triduo, in Cattedrale, fu predicato da Mons. Luigi Aiuti. Alle funzioni solenni si successero S. E. Mons. Jara, salesiano, vic. ap. di Magellano e S. E. l'Arcivescovo Mons. Berardi. Il programma musicale fu eseguito, il primo giorno, dalla corale dello Studentato Teologico dei PP. Cappuccini, e, il secondo giorno, da quella femminile delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Venerdì fu la giornata della gioventù femminile, e sabato quello della gioventù maschile che ascoltò la Messa del salesiano Mons. Rubino e poi si raccolse in Piazza Vittorio Emanuele per la benedizione del Labaro della 704 Legione giovanile dell'O. N. B. impartita dallo stesso Ispettore gen. dei Cappellani della M. V. S. N. Tremila giovani sfilarono davanti all'immagine del Santo per l'omaggio floreale. Alle funzioni in Cattedrale fece servizio la corale salesiana e la cittadina.

La domenica 27, celebrò la Messa della Comunione generale S. E. Mons. Cattaneo, arciv. tit. di Palmira. Quindi al « Forte Michelangelo » si raccolsero tutte le forze di terra e di mare, per assistere alla Messa del Cappellano. S. E. Mons. Bartolomasi, Ordinario castrense, illustrò agli ufficiali ed ai soldati la grande figura del Santo. Il solenne pontificale fu tenuto da S. E. Mons. Drago coll'assistenza degli Ecc.mi Arcivescovi Mons. Cattaneo e Mons. Berardi e Mons. Bartolomasi. La schola cantorum dell'Istituto Teologico salesiano di Roma eseguì la musica liturgica. Intervennero tutte le Autorità. Lo stesso vescovo diocesano disse l'omelia. Autorità, associazioni e popolo diedero alla processione del pomeriggio un'imponenza straordinaria. La folla fu tanta che si dovette impartire la benedizione all'aperto da un altare improvvisato davanti alla cattedrale. Decorarono la processione gli Ecc.mi Arcivescovi e Mons. Vescovo diocesano.

FERRARA. - Apoteosi! E la parola che traduce senza iperbole la dimostrazione che Ferrara diede al Santo Apostolo della Gioventù dal 21 al 27 maggio 1934.

Giornate di preghiere e di discorsi in preparazione in tutte le parrocchie della città e del ferrarese fecero affluire una moltitudine di fedeli nel massimo tempio cittadino, ove si celebrò il Triduo solenne.

Ogni giorno ebbe il suo carattere particolare: il primo, fu l'omaggio cittadino alla Madonna di D. Bosco, l'Ausiliatrice; la solennità e la caratteristica processione serale si celebrò nell'ambito delle Parrocchie salesiane di S. Benedetto e del Gesù, ma vi partecipò tutta la città.

Il secondo giorno, fu l'omaggio delle Madri, che convennero al Duomo da tutte le parrocchie. Invitato per la Commemorazione civile che tenne, la sera, alla presenza di tutte le autorità civili, politiche e militari nel Teatro Comunale, S. E. Mons. Bartolomasi parlò a più riprese durante la giornata e tenne un eloquente discorso nel pomeriggio in Cattedrale.

Il terzo giorno, fu l'omaggio dei giovani! Tutta la gioventù ferrarese sfilò lieta e plaudente dinanzi alla figura del Grande Apostolo. La popolazione studentesca gremì due volte le ampie navate del Tempio; e S. E. Mons. Giordani, Vescovo dell'O. N. B. ogni volta, con calda eloquenza, interpretò ed espresse i sentimenti di quelle schiere di giovani che già nelle singole sedi scolastiche avevano udito dalla dotta parola di valorosi Insegnanti gli elogi del Santo Educatore e Maestro.

Il giorno della festa, svoltasi col programma di funzioni religiose, di comunioni generali e di preghiere, caratteristico a tutte le feste in onore di Don Bosco, assurse a vera apoteosi, che ebbe due momenti culminanti: il Pontificale Solenne con breve, ma vibrante omelia di S. E. l'Arcivescovo Mons. Bovelli, e, nel pomeriggio, la processione interminabile e grandiosa, che dal Duomo, snodandosi per le principali arterie cittadine, fra due fitte ali di popolo plaudente, raggiunse il Tempio di S. Benedetto, ove una marea umana, mal contenuta fra le navate e sul piazzale, pose degno suggello di lodi e di venerazione al nostro Santo.

Una fantastica illuminazione della città, quale si usa solo nelle massime ricorrenze patriottiche, riempì di fulgori la notte di quel giorno, che irradiò intorno tanta luce di santità e di apostolato.

All'indomani tutto il Clero della Diocesi, stretto intorno alle LL. EE. Mons. Bovelli e Mons. Menegazzi, si raccolse nella Casa Salesiana ad ascoltare la fervida parola del venerando Don Trione. Questo omaggio del Clero Diocesano fu il più degno e caro epilogo dei festeggiamenti indimenticabili che Ferrara tributò a Don Bosco, nel cui nome già da tanti anni si va educando una buona parte della gioventù locale per mezzo del Collegio e specialmente dell'Oratorio festivo.

Ai festeggiamenti di Ferrara - di cui il merito principale va all'opera indefessa e sagace delle Dame Patronesse e del Comitato composto di Cooperatori, ex-allievi e amici, e all'appoggio generoso di tutte le Autorità provinciali, comunali, politiche e militari - tennero dietro quelli di parecchi altri centri della Diocesi e d'intorni, come Dosso, Boara, Carraro, Sabbioncello; segnaliamo in quest'ultima parrocchia la fondazione di un Oratorio festivo intitolato a Don Bosco ed eretto quale monumento vivo e perenne all'Apostolo della Gioventù. Iniziativa geniale e pratica e degna di essere imitata.

FIUME si è preparata alla festa di Don Bosco con un programma dei più intensi e dei più grandiosi. Dal 18 al 20 ottobre 1934, distinti Oratori predicarono il triduo contemporaneamente in nove chiese della città e della Riviera

Nella chiesa Collegiata dell'Assunta, S. E. Rev.ma Mons. Teodoro Pallaroni, vescovo di Sarsina; nella chiesa dell'Immacolata, Mons. Seretta comm. Luigi, arciprete; nella chiesa Ognissanti a Cosala e nella chiesa dell'Oratorio Salesiano, il Prof. Don Ugo Masotti; nella chiesa SS. Redentore e nella chiesa San Nicolò il Prof. D. Domenico Novasio, salesiano; nella chiesa parrocchiale di Abbazia e nella chiesa parrocchiale di Volosca, Padre Leonardi dei Minori; nella chiesa parrocchiale di Laurana, Don Ugo Fiorini, salesiano.

La domenica mattina, 21 ottobre tutte le chiese rigurgitavano di fedeli per la santa Comunione. La cerimonia più attesa però era la benedizione della nuova chiesa salesiana dedicata a Maria Ausiliatrice, e la compì il Vescovo diocesano S. E. Mons. Santin, alla presenza dell'Arcivescovo salesiano Mons. F. Guerra, di S. E. Mons. Vescovo di Sarsina, delle Autorità civili, politiche e militari, dignità e personalità del clero e del laicato, tra cui graditissimi il sig. Don Fascie, rappresentante del Rettor Maggiore e il grand'uff. Don Michelangelo Rubino.

Subito dopo la benedizione S. E. tenne pontificale e disse una calda omelia in onore del Santo. Rinunziamo a descrivere l'imponente processione del pomeriggio, in cui sfilarono circa dodicimila persone, incolonnate nelle rispettive associazioni ed organizzazioni religiose, patriottiche e di Azione Cattolica, con tutte le Autorità, Clero secolare e regolare al completo, fra lo sventolio di centinaia di vessilli ed il suono di varie musiche, portando in trionfo la reliquia del Santo dalla Cattedrale alla chiesa salesiana. Quivi S. E. Mons. Guerra rivolse all'immensa folla, favorita all'esterno dagli altoparlanti, una fervida allocuzione, e, dopo il canto del Te Deum, l'Eucaristica benedizione coronò l'apoteosi di S. Giovanni Bosco.

FOSSANO, che ospitò più volte Don Bosco vivente e che dal 1890 ha chiamato i Salesiani a dirigere il Convitto civico, ha dato al Santo una dimostrazione di affetto e di venerazione straordinaria con solenni festeggiamenti dall' 11 al 14 ottobre 1934. Il Duomo vide folle di giovani e di fedeli alle varie funzioni celebrate dal Vescovo salesiano Mons. Coppo, da Mons. Vicario Cap. Michele Pellegrino, dal Direttore dei Cooperatori Can. Lamberti e dal Parroco della Cattedrale. Magnifico l'omaggio delle scuole cittadine e della gioventù di A. C. che indisse per la festa il convegno diocesano. Predicò il triduo Don Favini. Tutte le autorità civili, politiche e militari assistettero ufficialmente col gonfalone municipale al pontificale di S. E. Mons. Coppo e parteciparono all'imponente processione del pomeriggio, allietata dalla banda cittadina «Arrigo Boito », al garrire di cinquanta bandiere, fra i canti delle Associazioni di A. C., Istituti religiosi e scolastici, Organizzazioni patriottiche, Clero secolare e regolare che precedevano la reliquia scortata dall'antica nobiltà fossanese e dai goliardi.

Le feste si chiusero l'indomani nell'Istituto, tutto trasformato, ove Mons. Coppo benedisse la nuova cappella ad onore di S. Giovanni Bosco e rivolse parole di ringraziamento a quanti avevano cooperato al trionfo del Santo educatore e specialmente alle Dame-patronesse che vi si erano prodigate con cuore di mamme pei sacri arredi.

GENAZZANO, ha voluto ricordare le glorie e l'Opera di Don Dosco Santo, con un triduo solenne celebrato nel famoso Santuario della Madonna del Buon Consiglio.

E la gioventù femminile, da quasi quarant'anni guidata ed educata dalle Figlie di Maria Ausiliatrice, ha ancora cantato, come in cento città d'Italia: «Don Bosco ritorna tra i giovani ancor - T'invocan frementi di gioia e d'amor ». Ma il canto aveva il ritmo sentito di una vera rievocazione storica, in quanto si sa che Don Bosco nel 1858 è stato veramente a Genazzano con la nobile Famiglia De Maistre e, quivi, accolto con ogni riguardo dai Padri Agostiniani officianti il Santuario, ha celebrato la Santa Messa, ha distribuito la S. Comunione ed ha trascorso lietissime ore. Si invocava pertanto, e con entusiasmo, il ritorno di Don Bosco, recinta la fronte della gloria dei Santi.

La festa fu decorata dall'intervento di due Ecc.mi Vescovi: mons. Bernardo Bertoglio, Ausiliare Diocesano, che volle riservare a sè il Pontificale e che nell'Omelia di circostanza seppe egregiamente inquadrare la vita di Don Bosco sulla parabola dei Vangelo domenicale; e Mons. Federico Emanuel Salesiano, Ausiliare della Sabina, che celebrò la Messa della Comunione generale, regalando ai quasi mille comunicandi un bellissimo fervorino. Vi parteciparono tutte le Autorità con a capo il Podestà il quale, coll'ex-allievo Bartolo Speziani, fu l'anima della festa.

Non va dimenticato il gentile omaggio che le Scuole, nel giorno della vigilia, hanno voluto rendere al grande Educatore. Il Salesiano Don Lorenzo Gaggino, predicatore del triduo, ai 500 tra scolari e scolare presentò Don Bosco fanciullo, modello di fortezza, di ubbidienza e di studio.

La riuscitissima manifestazione ebbe il suo epilogo la sera di domenica, in uno dei grandi saloni del Castello Colonna, gentilmente offerto, dove S. E. il generale Alberto Turano, tracciò di Don Bosco un alato profilo.

A corona della festa trionfale venne cantato il Te Deum, impartita la Benedizione solenne del SS.mo e poi fu data la S. Reliquia al bacio di una enorme folla di popolo.

GROTTAFERRATA, che ospita i Salesiani da 6 anni in una fiorente parrocchia, grazie al valido interessamento di un autorevole Comitato, ha svolto un magnifico programma di feste. Precedette il triduo predicato dal Salesiano D. Giua e da P. Leone da Caluso, la commemorazione civile tenuta dal Direttore dell'Istituto di Studi romani, conte Galassi Paluzzi nella sala comunale gentilmente concessa dal Podestà. S. E. Mons. Bartolomasi celebrò una funzione speciale per gli Avanguardisti in campeggio, illustrando nobilmente la figura del Santo. La vigilia della festa, una imponente processione, cui hanno partecipato autorità ed associazioni ha portato in trionfo la reliquia del Santo per le vie della parrocchia fino alla chiesa abbaziale. Ecc.mi Vescovi, Prelati e Dignitari del clero secolare e regolare si successero all'altare nel corso del triduo. L'Em.mo Card. Michele Lega, Vescovo diocesano, celebrò la Messa della Comunione generale e S. E. Mons. Migliorelli tenne pontificale. Con delicato pensiero il parroco Don Rinaldi provvide anche alla festa dei poveri con abbondanti elargizioni.

INTRA ha celebrato la Canonizzazione di Don Bosco nella Basilica di San Vittore dal 30 maggio al 3 giugno 1934. Predicò il triduo S. E. Mons. Coppo, vescovo salesiano, e S. E. Mons. Castelli, vescovo diocesano, accrebbe la solennità delle feste fissando alla vigilia la visita pastorale. S. E. ebbe in cambio la consolazione di distribuire una di quelle Comunioni generali che Don Bosco ha il segreto di promuovere ed infervorare. Magnifico il pontificale di S. E. Mons. Coppo alla presenza di tutte le autorità civili, politiche e militari e con assistenza di Mons. Vescovo diocesano e di Mons. Colombo, abate mitrato dei benedettini, il quale disse uno smagliante panegirico del Santo. Prima del pontificale S. E. Mons. Castelli benedisse la bandiera del locale Istituto salesiano che dal 1896 va educando falangi di giovani secondo il sistema di Don Bosco. La processione del pomeriggio fu un trionfo indescrivibile. Mosse dal Collegio salesiano, sfilò solenne lungo un percorso di tre chilometri, al suono della banda cittadina e di quella del battaglione Alpini, fra il garrire di cento vessilli e gli applausi della folla, fino alla spiaggia del lago, per tornare al cortile del Collegio, essendo la Basilica assolutamente insufficiente ad accogliere associazioni, organizzazioni, istituti e popolo per la Benedizione eucaristica. Una graziosa illuminazione delle vie principali, della Basilica, del Collegio salesiano e di quello delle Figlie di Maria Ausiliatrice, protrasse la gioia della festa fino a tarda notte. Ma la memoria si perpetua attraverso alla dedicazione della via Don Bosco favorita dal Podestà su proposta del Prevosto, e dell'aula Don Bosco, nelle Scuole elementari, omaggio del Direttore.

ISOLA DEL CANTONE (Genova). - Con una magnifica giornata si celebrò la domenica 25 novembre, la festa di San Giovanni Bosco, preceduta da un solenne triduo predicato da Don Crovetto, parroco di San Fruttuoso in Genova.

Frequentatissime tutte le sacre funzioni e specialmente la Comunione generale.

Speciale omaggio rese al Santo l'Associazione Giov. Cattolica « Silvio Pellico » che volle celebrare il XX di fondazione sotto i suoi auspici.

Dopo le solenni funzioni del pomeriggio, nel teatrino parrocchiale, presenti le autorità, i giovani delle varie associazioni, e le loro famiglie, una bella accademia con proiezioni, declamazioni e canti coronata dalla parola dell'arciprete D. Parolini chiuse la cara festa.

LANZADA. - Anche l'ameno paesello della Valtellina, che da anni nutre un grande amore a D. Bosco, e che ha sperimentato più volte la sua potente intercessione, fece del suo meglio per manifestare il suo tripudio in occasione della Canonizzazione. Durante tutto il mese di marzo, le buone insegnanti delle classi elementari lessero e spiegarono alla scolaresca aneddoti e massime del Santo, mentre nella maggior parte delle famiglie, alla sera dopo il rosario, si recitava la sua novena. Il giorno della Canonizzazione il Parroco D. Bradanini tessè dal pulpito un magnifico panegirico; dopo i Vespri diede a baciare la reliquia ex-carne che era stata esposta alla venerazione tutto il giorno. Quella sera stessa i giovani del paese si costituivano in associazione di Azione Cattolica intitolandosi a D. Bosco santo. E fu la corona di altre manifestazioni non meno significative. Infatti una larga rappresentanza aveva partecipato alle feste di Roma e di Torino. Di ritorno, il Parroco stesso dal pulpito intrattenne per più di un'ora la buona popolazione nel descrivere le magnifiche giornate. In agosto chiusero le feste giubilari del Parroco col porre, nella piazzetta di una delle contrade della Parrocchia in una ben riuscita nicchia un bel quadro del Santo. La funzione della benedizione diede motivo ad una esplosione di entusiasmo e di pietà filiale verso D. Bosco.

In nessuna famiglia, chiesetta, scuola, asilo manca il quadro di D. Bosco santo. Tutti poi vogliono avere l'ambizione di sapere registrato il loro nome nell'Albo d'oro che sarà collocato presso l'urna del Santo, e per questo s'impongono dei sacrifici pur di concorrere col loro modesto obolo all'erezione del suo monumentale altare nella Basilica di Maria Ausiliatrice.

LANZO, orgogliosa di ospitare il terzo Collegio fondato dal Santo e di aver goduto le sue predilezioni, offerse la chiesa parrocchiale per il triduo solenne dal 3 al 6 maggio. Predicò D. Favini, e si successero nelle principali funzioni S. E. Mons. Perrachon, il nostro Mons. Bars, il Vicario Teol. Frasca ed il Direttore del Collegio. Cordialissima la partecipazione delle autorità cittadine e dei parroci viciniori. La processione fu un vero trionfo. La popolazione era stata preparata fin dal giorno della Canonizzazione da un vibrante manifesto del Podestà e rispose davvero con mirabile entusiasmo. L'illuminazione del Collegio rifletteva ogni sera sulla corona dei monti circostanti il caro nome del Santo.

LOMBRIASCO (Torino). - Lombriasco consacrò alla celebrazione di San Giovanni Bosco giorni di indicibile entusiasmo.

La festa venne preceduta da un triduo predicato contemporaneamente in una quindicina delle parrocchie dei paesi vicini: efficacissima riuscì la parola di Mons. Coppo, Vescovo Missionario Salesiano, che nelle sere del triduo si portò nei centri più importanti della zona per alimentare con la sua presenza la sacra fiamma della riconoscenza verso il Santo.

Al mattino del 10 maggio 1934 giorno di chiusura delle feste, la chiesa parrocchiale di Lombriasco era gremita di fedeli, specialmente fanciulli e fanciulle per la Messa della Comunione Generale celebrata da Mons. Coppo.

Alla Messa solenne, cantata dal Parroco con l'assistenza pontificale di Mons. Coppo, la Schola Cantorum della locale Scuola Agraria Salesiana eseguì scelta musica del M° Bottazzo.

Alla sera dopo i Vespri si svolse la solenne Processione che accolse autorità, personalità, organizzazioni civili e politiche, associazioni di A. C. scuole, rappresentanze, società ed una folla di 15.000 persone, giunta dai vari paesi con tutti i mezzi di trasporto, compresi convogli speciali allestiti cortesemente dalla Direzione Generale delle Tramvie Piemontesi.

Fu un vero trionfo segnato dalle marce di sette bande musicali, fra fitte ale di popolo plaudente, Portava la reliquia Mons. Ghirardetti, vic. gen. di Saluzzo ed incedevano pontificalmente i vescovi Mons. Oberto di Saluzzo e Mons. Coppo salesiano,

La mèta fu il grande cortile interno della Scuola Agraria Salesiana tutto pavesato a festa ed illuminato.

Parlarono brevemente S. E. Mons. Coppo, il can. Imberti di Racconigi ed il Parroco locale. Poi S. E. Mons. Oberto impartì la Benedizione con il SS. Sacramento.

Un saggio ginnastico ed una riuscitissima accademia all'aperto coronarono la magnifica giornata.

PIANIGA, terra fertile di vocazioni salesiane ha dedicato alla festa di Don Bosco la Pentecoste del 1934, preparandosi con un triduo predicato dal salesiano D. Lucato ed affollando la Mensa Eucaristica. Devotissime le solenni funzioni e soprattutto la processione cui intervenne tutto il paese con a capo il Podestà. Il concorso generoso dell'Azione Cattolica ha permesso al Parroco di poter provvedere un altare pel Santo che fu proclamato, con palpito unanime, patrono speciale,

PRATO (Toscana). - Prato, che da tanto tempo attende i Salesiani, ha voluto celebrare con grande solennità in Cattedrale, riccamente addobbata, un triduo in onore di S. Giovanni Bosco, nei giorni 28, 29 e 3o dicembre 1934. Predicò il triduo il Salesiano Don Domenico Novasio ed il popolo accorse in folla fin dalla prima sera.

La festa fu distinta dalla Comunione generale, dalla Messa solenne con assistenza, pontificale di S. E. Mons. Debernardi, Vescovo diocesano, ed esecuzioni impeccabili della Scuola Ceciliana « Giuseppe Becherini », alla presenza delle varie autorità cittadine. Lo stesso Ecc.mo Vescovo chiuse la festa con la funzione serale che fu degna corona a tanto spettacolo di fede.

Il 31 gennaio poi, anniversario della morte di D. Bosco, nel vasto salone del Palazzo Comunale gentilmente concesso dall'On. Podestà comm. Rigeli, il . Comm. Avv. Renzo Carena di Firenze tenne la commemorazione civile del santo che riuscì un trionfo per l'eloquenza dell'oratore, la presenza delle autorità ed il concorso di elettissimo pubblico.

RIESI. - Anche a Riesi si è festeggiato con grande entusiasmo e con grande profitto spirituale la festa di S. Giovanni Bosco, il 26 aprile 1934 dopo un triduo predicato da D. Minasola. Commovente l'omaggio dei fanciulli e delle fanciulle di A. C. che dopo la Comunione generale ed il fervorino dell'arciprete D. F. Cinque, sfilarono per il paese osannando al Santo dei giovani.

RIMINI, che nel maggio 1882 accolse Don Bosco come un principe, che ha portato efficace contributo alla sua glorificazione col noto miracolo della Maccolini e che, per opera del compianto Mons. Ugo Maccolini, si onora da tre lustri dell'Opera salesiana, ha reso al Santo un solenne omaggio di riconoscenza e di divozione dal 3 al 9 settembre 1934. Un primo triduo, predicato dall'antico parroco Don Torello, ora a Littoria, nella parrocchia salesiana di Maria Ausiliatrice ebbe il suo epilogo nella grandiosa processione che, nel pomeriggio del giorno 6, trasportò la statua di Don Bosco nello storico Tempio Malatestiano per il triduo ufficiale. Omaggio degli intimi: Cooperatori, allievi, ex-allievi, associazioni di Azione Cattolica, scuole e devoti, presieduto dall'Arcivescovo Mons. Mondaini, che aveva pontificato nella mattinata, e da S. E. Mons. Boccoleri, vescovo di Terni e Narni. Alla porta della Cattedrale l'accolse degnamente il Vescovo diocesano Mons. Scozzoli, col Capitolo Metropolitano, mentre il popolo prorompeva in un « Viva Don Bosco colossale. Salì subito il pergamo S. E. Mons. Giardini, arcivescovo di Ancona per il primo discorso del triduo ufficiale. La benedizione fu impartita da S. E. Mons. Boccoleri, il quale continuò la sacra predicazione nei giorni seguenti. Speciali funzioni e solenni pontificali riempirono le due giornate portando il fervore dei giovani e dei fedeli all'entusiasmo. La festa fu un trionfo eucaristico, S. E. Mons. Scozzoli disse la Messa per le associazioni di A. C., e S. E. l'Arcivescovo di Ravenna Mons. Lega tenne pontificale alla presenza delle L.L. EE. Mons. Mondaini e Mons. Scozzoli, delle Autorità civili, politiche, militari e marinare e di immensa follaLa processione del pomeriggio coronò la grande giornata con uno spettacolo di fede meraviglioso. Dal Duomo, per le vie principali sfociò nel cortile dell'Istituto Salesiano, ove S. E. Mons. Gardini, vescovo di Bertinoro, e poi l'Ecc.mo Vescovo Diocesano si fecero eco di quelle 20.000 persone in un ultimo omaggio al Santo che si risolse in ardente preghiera. A sera, a marina, fuochi pirotecnici e concerto della Banda di Budrio fino a notte.

SALUZZO. - Le feste in onore di San Giovanni Bosco (26-30 sett. 1934), organizzate colla benedizione di S. E. Mons. Vescovo, dal Direttore diocesano dei Cooperatori salesiani, finanziate dalla cittadinanza per zelante interessamento di un gruppo di benemerite signore e signorine, superarono ogni previsione. Una striscia di manifesto nelle feste patronali di S. Chiaffredo che le annunziava a distanza di un mese e un numero speciale del Corriere di Saluzzo, che ne illustrava il concetto e il programma, bastarono perchè tutta la cittadinanza accorresse in un impeto di entusiasmo e di preghiere ad onorare il Santo che Saluzzo si vanta di aver ospitato vivente e di avere ammirato. Vi parteciparono tutte le Autorità con a capo il Podestà Marchese Carlo Del Carretto e tutte le Associazioni religiose e civili; le Direzioni Diocesane di A. C. mobilitarono tutte le organizzazioni dipendenti. Sicchè la vasta Cattedrale che per quattro giorni vide moltitudini di fanciulli e di adulti infervorarsi alla parola del nostro missionario Don Boccassino, fu incapace a contenere tutta la folla la domenica 30 settembre. Fu un vero trionfo di fede e di amore alle Comunioni generali, alle funzioni pontificali celebrate dal Vescovo diocesano S. E. Mons. Oberto e dal Vescovo salesiano Mons. Coppo, e alla Processione finale sonante di canti e di musiche per la città pavesata a festa. Alla sera nel Teatro Civico tenne la commemorazione civile l'Avv. L. Barale di Torino.

SESTI LEVANTE ha tributato solennissime onoranze a S. Giovanni Bosco dal 3 al 10 febbraio u. sc. Promotore e animatore fu lo zelantissimo Arciprete Can. Trofello, ex-allievo salesiano. Due figli di D. Bosco, l'arcivescovo Mons. Guerra e D. Giannini, parroco di N. S. Della Neve di La Spezia, predicarono, ascoltatissimi, un corso di esercizi spirituali in preparazione. Il 7 febbraio, ben 400 alunni delle scuole, guidati dai rispettivi insegnanti, ricevettero dalle mani dell'Arcivescovo salesiano la S. Comunione e ascoltarono la sua parola, vibrante di santo entusiasmo. Il 9 febbraio fu la volta delle Associazioni parrocchiali di A. C. A notte, imponentissima la veglia Eucaristica per soli uomini. durante la quale S. E. Mons. Coppo, Vescovo salesiano, li preparò alla santa Comunione che distribuì egli stesso alla messa di mezzanotte celebrata per speciale concessione. Il 10 febbraio fu la grande giornata. Il gran tempio sfarzosamente addobbato e illuminato, pareva un lembo di Paradiso. Sopra l'Altare Maggiore in un mare di luci e di fiori campeggiava la simpatica figura del gran Santo. S. E. Rev.ma Mons. Bartolomasi, Vescovo di campo, alla Messa della Comunione Generale distribuì il Pane degli Angeli a circa duemila fedeli. Alla Messa Pontificale di Mons. Guerra, assistita pontificalmente da Mons. Bartolomasi e da Mons. Coppo, la cantoria della parrocchia salesiana di La Spezia, eseguì con rara finezza, musica di Franco e di Perosi. Dopo i Vespri Pontificali, Mons. Bartolomasi tratteggiò con pennellate maestre la grande figura del Santo, svolgendo il tema: Don Bosco e la casa di Dio. Il vasto tempio era letteralmente gremito.

Lunedì 11 festa dell'Apparizione dell'Immacolata e sesto anniversario della Conciliazione fu degna appendice alla festa grandiosa. Al mattino vi fu Gina nuova Comunione Generale e un nuovo solenne pontificale. Alla sera S. E. Mons. Coppo chiuse le feste con una conferenza sulle opere missionarie di S. Giovanni Bosco. La Benedizione solenne impartita da S. E. Mons. Guerra pose il suggello alla grandiosa manifestazione.

TORTONA. - Cominciate la domenica 14 ottobre 1934, le splendide onoranze che Tortona ha tributato a Don Bosco Santo terminarono la domenica seguente 21.

L'iniziativa, partita dall'Istituto S. Giuseppe, delle Figlie di Maria Ausiliatrice in Tortona, fu tosto caldamente benedetta da S. E. Monsignor Grassi, Vescovo diocesano, appoggiata dal Gr. Uff. Dott. Antonio Boragno, podestà, dalle Autorità religiose, politiche e civili e accolta con straordinario entusiasmo da tutta la cittadinanza.

Tutto il movimento, preparazione, organizzazione e attuazione, faceva capo ad un eletto Comitato d'onore e ad un attivissimo Comitato esecutivo.

Nei giorni 14, 15, 16 e 17 ottobre, in diversi centri della città, Franco Berra, Don Rolandino, Don Garaventa ed il can. Preti interessarono il popolo con efficaci conferenze di carattere educativo e pedagogico, su Don Bosco e mamma Margherita.

Seguì nei giorni 18, 19 e 20, il Triduo solenne, predicato nella Cattedrale dal salesiano prof. D. Borra, il quale ha portato la sua buona parola ed il suo ministero anche nell'ospedale e nelle carceri.

Nelle ore antimeridiane dei giorni del Triduo le associazioni « Madri Cristiane », « Scolaresche maschili », « Scolaresche femminili » della città, si avvicendarono per rendere speciale omaggio al grande Santo. Celebrarono il Cali. Chiesa ed il can. Leidi.

Per la festa intervenne S. E. Mons. Coppo, Vescovo salesiano, che celebrò la Messa della Comunione generale, e rivolse un vibrante discorso ai fedeli. Lo stesso Vescovo assistette pontificalmente alla Messa solenne cantata dall'Arcidiacono del Duomo, alla presenza di tutte le Autorità civili, politiche e militari.

Dirigeva la Cappella del seminario e la Schola Cantorum dell'Opera di D. Orione il M° Tosini.

Prima della funzione, veniva inaugurata una lapide al palazzo del barone Guidobono Garofoli Cavalchini per ricordare il passaggio del Santo nel 1863.

Alla imponente processione del pomeriggio par teciparono tutte le autorità, associazioni, organiz zazioni, istituti con oltre 300 stendardi, numerosi parroci della Diocesi, 25 podestà dei paesi vicini, parecchie bande musicali e popolo immenso.

A sera, nel Teatro Civico, gremito di scelto pubblico, l'avv. comm. Felice Masera coronava le feste colla commemorazione civile del Santo, applauditissimo.

VOLTERRA, che si onora della giurisdizione di un Vescovo salesiano, S. E. Mons. Munerati, dedicò alla festa di Don Bosco Santo la domenica 22 aprile 1934. Predicò il triduo in Cattedrale Mons. Adolfo Braccini di Pisa. S. E. Mons. Munerati celebrò la Messa della Comunione generale ed assistette al pontificale di S. E. Mons. Niccoli, Vescovo di Colle Val d'Elsa, il quale tenne una magnifica omelia. La Cappella del Seminario eseguì la Missa Pontificalis II del Perosi sotto la direzione di Mons. Marmugi. Presenti tutte le autorità e folla immensa di popolo, che ritornò a gremire il vasto tempio nel pomeriggio per la funzione di chiusa. La pioggia impedì l'uscita della processione, che si svolse tuttavia devota e solenne nell'interno della Cattedrale. Don Bosco sorrideva da un bellissimo quadro donato dalle Cooperatrici salesiane di Volterra. Degna corona alla festa ufficiale fu quella organizzata dai giovani dell'Oratorio S. Filippo, il 3 maggio seguente, ed onorata dalla presenza di S. E. Mons. Vescovo che celebrò la Messa della Comunione generale e decorò la processione del pomeriggio, vero trionfo di giovani al « Santo dei giovani ». A sera S. E. presiedette, ancora, circondato da tutte le autorità, la commemorazione civile del Santo tenuta dal generale Alberto Turano alla presenza di elettissimo pubblico. L'omaggio a Don Bosco ebbe sollecito riflesso sul degno Pastore che, a celebrare il I decennio di Episcopato, si vide circondato dall'affetto e dalla venerazione di autorità e popolo, orgogliosi di veder apprezzato l'intenso apostolato di S. E. anche dalla Maestà del Sovrano il quale lo insigniva dell'onorificenza di Grande Ufficiale della Corona d'Italia. Ad multos annos!

REPUBBLICA DI SAN MARINO. -- Sotto l'alto patronato degli Ecc.mi Capitani Reggenti, i quali hanno personalmente accresciuto lo splendore delle celebrazioni, la Repubblica di San Marino ha tributato solenni festeggiamenti a Don Bosco Santo dal io al 17 giugno 1934. Si iniziarono in Basilica colla benedizione dello stendardo del Santo, che venne subito trasportato da un pittoresco corteo di associazioni, al canto degli inni patrii da Porta San Francesco a Piazza della Libertà ed al Palazzo del Governo ove, nell'aula del Consiglio Principe e Sovrano, l'on. Egilberto Martire tenne la commemorazione civile alla presenza dell'Ecc.ma Reggenza, delle Autorità civili, ecclesiastiche e militari, delle rappresentanze delle associazioni ed organizzazioni patriottiche e religiose, sindacali e giovanili, e di elettissimo pubblico. Dal 14 al 16, il Santuario della B. V. della Consolazione, retto dai Salesiani, vide un concorso straordinario alla predicazione del prof. D. Mazzoli di Cesena, il quale preparò egregiamente le anime all'apoteosi del giorno 17. Grande affluenza alle sante Messe ed alla Comunione fin dalle prime ore; gremita la Chiesa pel solenne pontificale di S. E. Mons. Santi, con assistenza ufficiale dell'Ecc.ma Reggenza e di tutte le Autorità. La Schola cantorum salesiana di Rimini eseguì la Pontificalis I del Perosi. Nel pomeriggio, una processione meravigliosa, presieduta dallo stesso Ecc.mo Vescovo, il quale sostò due volte nell'ampio itinerario a benedire la folla colla Reliquia del Santo. Non potendo il Santuario accogliere tutta la folla dei partecipanti, si dovette improvvisare un altare all'esterno, donde, dopo una fervida allocuzione del predicatore, Mons. Vescovo impartì la Benedizione eucaristica. A notte, spettacolo pirotecnico, tombola e concerto della Banda militare, mentre la folla non si saziava di passare in Chiesa a venerare il Santo.

SVIZZERA: BRISSAGO. - La collaborazione di un gruppo di giovani col clero locale ha assicurato una splendida riuscita alla festa di Don Bosco celebrata il 3 febbraio u. s. Fin dalla vigilia il parroco Don Galli benedisse il quadro del Santo e tutto il popolo accorse alle sacre funzioni, al panegirico ed alla processione, venerandone affettuosamente la reliquia. Speciali conferenze con proiezioni illustrarono ai giovani e al popolo la figura di Don Bosco.

ZURIGO. La prima Commemorazione civile di San Giovanni Bosco. - I nostri Confratelli che dal 1898 attendono nella città di Zurigo alla cura dei nostri cari Emigrati, colla Missione Italiana, hanno avuto la grande consolazione di veder accorrere una folla straordinaria alla prima Commemorazione civile di Don Bosco Santo, nella Casa degli Italiani, la domenica 3 marzo u. sc. Presiedeva il Console generale comm. Dolfini, colla signora, il Presidente del Fascio sig. Marone ed il prof. Zoppi del Politecnico, insieme ai maggiori esponenti della Colonia Italiana e ad elettissimo pubblico.

Presentato dal direttore della Missione D. Varisco, l'on. avv. Giovanni Bertini di Bologna, in un magnifico discorso fece rivivere La tradizione italiana nell'opera di Don Bosco. Vivissimi applausi hanno coronato la splendida orazione che ha saputo avvincere l'uditorio alla grande anima di Don Bosco Santo.

Lettera di Don Giulivo ai Giovani.

Carissimi,

l'Archidiocesi di Torino sta preparando pel prossimo mese di giugno un solenne Congresso Mariano per celebrare il centenario della liberazione della città dalla peste del colera, ottenuta prodigiosamente per intercessione di Maria SS. Consolatrice l'anno 1835. È uno di quei fatti storici miracolosi che hanno il documento delle autorità e delle moltitudini, e che valgono quindi a corroborare la nostra fede e la nostra confidenza in Maria SS. Il Comune di Torino fece voto in quella occasione di restaurare la. cappella sotterranea detta delle Grazie, di erigere la bella colonna di granito cui arde ancor oggi continuamente il lume in piazza Consolata, di celebrare quarantore di preghiera dal 27 al 29 agosto, di assistere ufficialmente ad una messa solenne il 30 agosto per sette anni.

Il voto fu offerto pubblicamente durante la messa celebrata dall'Arcivescovo Mons. Fransoni. All'offertorio, i due sindaci, conte Pallio di Rinco e barone Luca Martin di S. Martino, seguiti dal Corpo Decurionale al completo lo presentarono all'Arcivescovo, scritto su pergamena in un tubo cilindrico d'argento. Dopo la lettura fatta dal Procuratore generale della Città, avv. Angelo Vallone, Mons. Fransoni lo pose sull'altare vicino al calice e continuò la Messa. Il colera, che aveva già fatto strage fin dal 1831 a Parigi e a Lione, diffondendosi in Ispagna, Germania, Inghilterra, era entrato in Piemonte scoppiando a Cuneo il 27 luglio 1831. Vi fece un migliaio di vittime, poi passò a Genova dove ne fece altre tremila, quindi penetrò in Torino nel Borgo Vanchiglia. Ma la Vergine lo arrestò: su 126.000 abitanti, ne morirono appena 120. Il Comune sciolse subito completamente il voto. Il Congresso che ricorda la data centenaria sarà un nuovo omaggio di gratitudine alla Madonna e servirà a diffondere sempre meglio la sua divozione.

E noi preghiamo perchè riesca proprio un trionfo di Maria.

Ma il Card. Arcivescovo Em.mo Fossati, nell'annunciarlo ai fedeli, si preoccupava di consigliare speciali preghiere per ottenere la liberazione da un'altra peste che ci minaccia tutti, in ogni tempo: la peste del peccato. Peste assai peggiore del colera, perchè intacca l'anima nostra fino a sopprimere la vita della grazia di Dio. Unitevi anche voi ai Torinesi per implorarla e raccomandatevi anche voi caldamente alla Vergine Santa, Ausiliatrice dei Cristiani, Consolatrice degli afflitti, perchè vi scampi sempre da questa orrenda peste e vi faccia crescere in età, in sapienza ed in grazia presso Dio e presso gli uomini, sull'esempio del vostro divino modello, Gesù adolescente.

Pregate anche per me, che vi sono sempre aff.mo in G. C.

Don GIULIVO.

*

N. d. R.: Don Giulivo, ossia Don Stefano Trione, è volato in Paradiso, o cari giovani, lasciandovi questa lettera, quasi come testamento. Fatene tesoro e pregate per lui.

DALLE NOSTRE MISSIONI

Rio Negro - Brasile.

Il ricevimento, la conversazione degli indi Tucanos, del Rio Waupes.

Gli indii del Rio Negro non sono nomadi, ma più volte all'anno fanno delle passeggiate per visitare i parenti lontani, gli amici, o prender parte ad una pesca. Durante la secca del fiume, passeggiano di più, per la facilità di trovare pesci, frutta e uova di tartaruga. In generale non hanno mai fretta: il tempo non finisce, dicono essi, quindi se la meta del passeggio non la raggiungono in due o tre giorni, la raggiungeranno in due settimane: questo non importa. Motivo del ritardo può essere una cosa qualunque, come l'incontro di una mandra di porci selvatici, frutta selvatica, pesci o una festa di altri indii cui prendono subito parte...

Viaggiano sempre in canoa, perchè non vi sono strade nè sentieri, essendo la foresta troppo intricata. Arrivando al luogo prefisso, scende dalla barca l'uomo e pel primo si presenta alla capanna; poi lo seguono la moglie ed i figli. Il primo incontro è sempre freddo, senza espansione di sorta. Il padrone di casa saluta il nuovo arrivato con questa domanda: « Atiti mee? » = «Sei arrivato? ». « Sono arrivato » risponde il visitatore. Dicendo queste parole con molta freddezza e senza espansione, si dànno leggermente la mano. Nessuna dimostrazione d'allegria, di contentezza per la visita, nessun abbraccio, nessun bacio, fosse pure la visita più gradita e sospirata; anche se fosse la madre che riceve il figlio vissuto molti anni lontano. Se è un figlio o una figlia, allora prenderà la mano dei genitori per annasarla. Queste le cerimonie del primo incontro.

Il nuovo arrivato si ferma sulla porta della maloca e tutti gli uomini, che si trovano dentro, gli si presentano, gli porgono la mano e fanno la stessa domanda: «Aliti mee? » a cui risponde: «Sono arrivato ». Le donne quasi mai porgono la mano all'uomo; ma ad una ad una si presentano cogli occhi bassi, facendo anch'esse lo stesso complimento. Dopo questo saluto, la donna principale della maloca, prende la pentola della chignapira, pesce cotto con pepe, il cestino del shua, beju o polenta di farina di mandioca, e li depone sulla soglia della maloca perchè il visitatore possa servirsene, ma non gli rivolge alcun invito. Questi si accoccola, strappa tre fette di polenta, le bagna nella chignapira e le divora in tutta fretta senza parlare. Se i visitatori sono molti, si dispongono all'intorno del recipiente e dànno l'assalto alla frugale offerta; in generale quasi sempre tre soli bocconi. Se nella maloca vi è un po' di cachiry (bibita) le donne ne offrono una cuya (scodella fatta col guscio di un frutto) a ogni visitatore, il quale ne beve quanto può, ma tutto in un fiato.

Dopo queste cerimonie comincia la conversazione. Si dice nel Rio Negro che l'indio dorme conversando e conversa dormendo, per significare che è sempre in conversazione e chiacchiera più delle comari. L'argomento non è molto connesso: saltano di palo in frasca come i fanciulli e di solito la nota principale sono le risate sonore, sguaiate e lunghe, proprio da selvaggi. Particolarità degna di nota è questa, che durante la conversazione non si guardano mai in faccia. La posizione migliore è starsene, accoccolati o seduti sul cumono, panchetti di un solo pezzo, alta 15 cm. Dapprima la conversazione, come l'incontro, è fredda, ma se il visitatore reca buone notizie allora si rianima subito, e passa alle frequenti risate; se poi le notizie sono tristi, cioè di morti, vendette o persecuzioni di bianchi, ecc. allora tutti gli ascoltatori ripetono esclamazioni di dolore e tristezza quasi come una triste cantilena. Questa la conversazione in casa.

Quando invece viaggiano, durante giornate intiere, mentre battono il remo, si affaticano e sudano, la conversazione si può dire è continua. Se nel cielo appare qualche nuvolone e lontano rumoreggia il tuono e poi guizzano i lampi, i rematori per turno allontaneranno il temporale passando la mano sotto le ascelle e soffiando sulle dita chiuse, lanciando l'alito contro le nuvole che si accumulano minacciose. Se l'uragano, a dispetto di tanti gesti e scongiuri, si avvicina, essi non si scompongono affatto. Si tolgono il vestito, lo depongono in un canto sotto la tolda e poi nudi aspettano la pioggia con tutta la serenità propria dell'indio che non teme l'imperversare degli elementi, ma li sfida come le belve della foresta. La pioggia torrenziale batte sul groppone, ma essi non rallentano il ritmo dei loro remi, nè perdono il buon umore; se il vento li schiaffeggia e sembra impedire la navigazione, essi ridono degli sbalzi della barca, incoraggiano il timoniere perchè mantenga la direzione e continuano a lottare, a ridere ed a conversare più allegramente di prima. Passata la bufera, inzuppati e intirizziti si asciugano il corpo passandovi le mani, cercano il vestito, l'indossano e riprendono a remare conversando sugli incidenti occorsi, specialmente se qualcuno cadde nell'acqua o se il timoniere non seppe sempre dominare la barca. Sono proprio nati tutti per questa vitaccia; non mutano punto il loro buon umore e la naturale allegria tanto sotto un infernale acquazzone, come sotto i cocentissimi raggi del sole tropicale. Sono così abituati ed esercitati che passano da otto a quindici ore, remando continuamente, conversando, ridendo o zufolando con la maggior naturalezza. Ridono delle cose passate come delle nuove, e una storia ridicola udita già venti volte sprigiona le risa come se la sentissero la prima volta.

Chi non vede in questi indii un'indole buona e socievolissima? Il missionario, obbligato a passare giorni e settimane in una piccola barca, se non fosse rallegrato da questa comitiva, morirebbe d'inedia o di tristezza; invece viaggiando con questi uomini, il missionario passa, alle volte, ore veramente allegre.

D. ANTONIo GIACONE Missionario Salesiano.

Siam - Vatphleng.

Fervore di vita cristiana.

Amatissimo Padre, Le scrivo da Vatphleng.

Vatphleng suona, in siamese, « chiesa del canto». Dedicata al Sacro Cuore, sorge snella e linda tra cocchi e palme, circondata da una rete di canali che al flusso dell'acqua del mare non lontano, prendono l'aspetto di torrentelli e scorrono rapidi e giocondi a dar vita ad orti e piantagioni.

I cristiani, in numero di 700 circa, sono quasi tutti contadini e pescatori. Entrati a far parte del gregge di Cristo in data non lontana, colla grazia di Dio e la sollecitudine del sacerdote, si vanno trasformando gagliardamente secondo lo spirito del Signore. Ne abbiamo avuto una prova nel recente acquisto del S. Giubileo, in massa, con due ore di barca nell'andata e quattro nel ritorno. Spettacolo edificante e commovente. Il passaggio attraverso ai villaggi buddisti, fu una vera predica di incessanti preghiere e canti, al suono della banda. La pioggia, che cadeva abbondante, non scemò un istante l'ardente entusiasmo. Tornarono a Vatphleng sull'imbrunire.

Tutta la giornata si erano astenuti anche dal fumo. Sacrificio ben grande per questi paesi.

Questo saggio di fervore ha completato le ottime impressioni generali che ebbi fin dall'inizio della visita. Ho trovato la chiesa messa a nuovo dal pennello e dall'amore; le scolette povere ancora, ma pulite ed apprezzate per l'educazione e la sodezza dell'insegnamento che s'imparte; il vecchio imbarcadero rifatto; i cortili, ch'eran tutti buchi e pozzanghere, fatti ampi e livellati a furia di barcate di scorza di riso bruciata, bagnata dal sudore dei confratelli; banda, Circolo San Giovanni Bosco,

piccolo Clero, sei aspiranti al Sacerdozio nel piccolo Seminario, compagnie religiose, Azione Cattolica incipiente, ma promettente. Le feste di San Giovanni Bosco e le giornate giubilari, si chiusero con 400 Comunioni, ed una serata di proiezioni fra evviva affettuosi al Santo ed al Papa. Molti pagani alle porte della chiesa seguirono la festa con contegno lodevole. Parecchi cristiani intiepiditi nella religione si sono rinnovati di pio fervore.

Una festa caratteristica fu quella della inaugurazione degli Esploratori, il 20 gennaio. Era il primo gruppo, in tutto il mandamento, che riceveva vita ufficiale.

Intervenne l'Ispettore scolastico il quale quando gli rivolsi il ringraziamento per essere venuto fin da Rajaburi ad onorarci con la sua presenza, « Come potevo mancare - mi rispose - a questo vostro sforzo per opere così utili alla patria? ».

Amato Padre! Il totale degli allievi al nostro arrivo in Missione, anno 1927-28, era così diviso: ragazzi 441, ragazze 450. Ora sono rispettivamente 960 e 666. Credo che il Siam non dovrà mai pentirsi di una gioventù educata cristianamente nel nome di Don Bosco Santo. Benedica intanto i suoi figli che vanno dissodando il duro terreno ed in modo particolare il suo affezionatissimo

Vatphleng, febbraio 1935.

Mons. GAETANO PASOTTI Pref. Apost.

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Borsa ANIME DEL PURGATORIO (3a) - Somma prec.: 6563 - Gaia Eleonora, 5 - Dogliotti Vincenzina, 5 - Ramorino Maria, i - B. C. , 100 --- Caterina Magnani, io - Pozzo Maria, 5 - Bargagli Edvige, 10 - Bargagli Vittoria, 13 - Botto Bartolomeo, 10 - Tot. L. 6722.

Borsa BELTRAMI DON ANDREA (4a) - Somma prec.: 2820 - Famiglia Triulzi, 20 - Tot. L. 2840.

Borsa BERRUTI DON PIETRO, a cura del Cav. Prof. Gino Bernocco - Somma prec.: 445 - Prof. Gino Bernocco, io - Sac. Domenico Bibbò, 242 - Tot. L. 697.

Borsa BORGATELLO DON MAGGIORINO (2a) - Somma prec.: 134,65 - G. C., 100 - Tot. L. 234,65.

Borsa BRONDA MATTEO, a cura dell'Unione ex allievi interni dell'Oratorio Salesiano di Torino - Somma prec.: 196,42 - C. G., 30 -Rissone Marianna, 30 -Tot. L. 197,02. Borsa LESNA CAV. DON SILVIO - Prima offerta, 2ooo. Borsa DIVINA PROVVIDENZA - Somma prec.: 6887,50 - Pozzo Maria, 5 - Boglione Francesco, 5 - Tot. L. 6897,50.

Borsa DON BOSCO EDUCATORE (4a) - Somma prec.: 2232,40 - Rag. Guido Retta, 10 - Tot. L. 2242,40.

Borsa DON BOSCO PROTETTORE DEI GIOVANI - Somma prec.: 3206 - Colosetti Armando, 5 - Tot. L. 3211.

Borsa DON BOSCO SALVATE 1 NOSTRI FIGLI (2a) Somma prec.: 2046,50 - Francesco Saverio Starace, 100 - Giuseppina Figini, 5o - Geom. Mario Pasquini, 5o - Tot. L. 2246,50.

Borsa DON BOSCO E LA CONCILIAZIONE, a cura di S. E. Mons. Ernesto Coppo -- Somma prec.: 5272 - Parrocchia di Lucento (Torino), 5o - N. N. 25 - Tot. L. 5347.

Borsa DOGLIANI CAV. GIUSEPPE, a cura del Sig. Pozzi Francesco - Somma prec.: 200 - Raccolte dal Sig. F. Pozzi, 100 - Tot. L. 300.

Borsa ETERNO PADRE - Somma prec.: 1855,05 - Giuseppina Ligotti, 50 - Tot. L. 1905,05.

Borsa FRASSATI PIER GIORGIO (2a) - Somma prec.: 4242 - Angelini Melchiorre, 5 - Gianolio Luigi, 10 - Gianolio Paola, 10 - Gianolio Giovanni, 5 - Gianolio Giuseppina, 5 --- Riccardo Arbuatti, 20 - Tot. L. 4297.

Borsa GESU', GIUSEPPE, S. ANNA E MARIA, a cura di N. N. di Napoli - Somma prec.: 6oo - I. R. G., 50 - Tot. L. 65o.

Borsa GESU', MARIA AUSILIATRICE, DON BOSCO (2a) Somma prec.: 14600 - Moizo Francesca, 100 - Scovazzi Marietta, 25 - Antonia Guzzo, 269 - N. N. Iseo, 500 - Lanza Raffaele, 20 - Marta Viscardi, 5o - S. Eisenegger, Trento, 30 - Botta Luigia, 10 - Tot. L. 15604.

Borsa GLI EDUCATORI AL LORO SANTO, a cura dell'Ing. Comm. A. Bianchi, Presidente, Unione Don Bosco fra gli insegnanti - Somma prec.: 3094 - A. G. D., 40 - Tot. L. 3134.

Borsa IMMACOLATA (3a) - Somma prec.: 4387 - Soc. Carmelo Carnana, 672 - Tot. L. 5o59.

Borsa MADONNA DELLE GRAZIE - Pinerolo - Somma prec.: 4568 - Balangero Clara, 41,20 - Fava Telesforo, 5o - Ravera Teresa, 2 - S. L. E., 1 - Guido Maria, 5 - S. L., 0,30 - T. G., 5 - N. N., 1o - P. C., i - Genta Caterina, 2 - M. F., 5 - P. P., 5 - Alais Maria, 10 - P. P., 0,30 - F. G., 2,20 - Tot.. L. 4708.

Borsa MAMMA MARGHERITA (35)_ Somma prec.: 1385Contarini Francesco, 10 -Pentenero Maria, 5 - Tot. L. 1400.

Borsa MARIA AUSILIATRICE (26a) - Somma prec.: 6171,30 - Martinotti Adele, 18 - Manusardi Ilia, 30 - Pentenero Maria, 5 - Tot. L. 6224,30.

Borsa MARIA AUSILIATRICE E S. CECILIA - Somma prec.: 2250 - Giuseppina Ciarrocchi, 1o - Tot. L. 2260.

Borsa MARIA AUSILIATRICE E S. GIOVANNI BOSCO (4a) - Somma prec.: 6243 - Bertonasco Natalina, 130 - Gallo Clotilde, 5 - Bertonasco Matilde, 5 - Tot. L. 6383.

Borsa MARIA AUSILIATRICE, a cura del Sac. Ghione Francesco - Prima offerta L. 2000.

Borsa MORGANTI MONS. PASQUALE (2a) -Somma prec.: 264 - Facchini Giannina, 6 - Tot. L. 270.

Borsa NOGARA MONS. GIUSEPPE, Arcivescovo di Udine; a cura dell'Unione ex allievi - Somma prec.: 12304,75 - Lina Della Vedova, 5 - Tot. L. 12309,75.

Borsa PIO X (2a) - Somma prec.: 200 - Sac. Carmelo Carnana, 687 - Pardo Prof. Michele, 90 - Tot. L. 977.

Borsa REGINA DI MONDOVI' - Somma prec.: 3119,70 - N. N. a mezzo Can. Vaglio N., 20 - Tot. L. 3

Borsa RICCARDI DON ROBERTO - Somma prec.: 18403,20 - Ferrero Maria, 25 - Riviera Giovanna, 1o - N. N., So - Ausilia Riccardi, 200 - Tot. L. 18688,20.

Borsa RUA DON MICHELE (3a) - Somma prec.: 2930 - Teol. Don Stefano Ballerio, 50 - Marelli Stefano, 5 - Pisano Adelina, 20 - Tot. L. 3005.

Borsa RINALDI DON FILIPPO (5a), a cura delle Casa Salesiana di Perosa Argentina - Somma prec.: 10934.85 - offerte varie raccolte, 565,15 - Tot. L. 11500.

Borsa SACRA FAMIGLIA - Somma prec.: 3011 - G. B. Gilardi, 1oo - Tot. L. 3111.

Borsa SACRO CUORE DI GESU', CONFIDO IN VOI (3•) - Somma prec.: 1o6,6o - N. N. Vallese, 300 - Mazzini Pierina, 25 - B. R., 500 - Tot. L. 931,6o.

Borsa SAVIO DOMENICO (4a) - Somma prec.: 6620,70 - Associazione Domenico Savio, Alessandria, 25 - Marta Viscardi, 2o - Tot. L. 6665,70.

Borsa S. ANGELA MERICI - Somma prec.: 1025 - A. Manara, 25, - Tot. L. 1050.

Borsa S. BENEDETTO - Somma prec.: 272 - Funari Emilio, 5 - Tot. L. 277.

Borsa S. GABRIELE DELL'ADDOLORATA - Somma prec.: 1o8o - A. Manara, 25 - Tot. L. 11o5.

Borsa S. GIUSEPPE (3a) - Somma prec.: 5692 - Vittoria Parisi, 20 - Benedetto Domenico, 5 - Tot. L. 5717.

Borsa S. GIUSEPPE, in suffragio di Lucia Garlatti - 1° versamento L. 5000.

Borsa S. GIOVANNI BOSCO (2a) - Somma prec.: 667,60 - Pisano Adelina, 20 - Porrini Silvia e Isolina, 1o - Fassio Ida, So - Caudano Maria, Soo - Montano Giorgio, Porto Said, 115o - Tot. L. 2397,60.

Borsa S. RITA DA CASCIA - Somma prec.: 2921 - Zabro Carolina, 5 - Sessa Ernesta, 5 - Tot. L. 2931.

Borsa S. TERESA DEL BAMBINO GESU' (11a)- Somma prec.: 4532,60 - Bignotti, Giacomo, 1o - Tot. L. 4542,6o.

Borsa S. VALERIO - Somma prec.: 2800 - Folghera Alessandrina, 10 - Tot. L. 281o.

Borsa UBALDI DON PAOLO - Somma prec.: 1780 - S. C. 500 - Sac. Cesare Ossola, 20 - L. C. 5o - L. F. V. E., 5o - Raccolte dal Sig. Pozzi Francesco, 100 - Tot. L. 2500.

Borsa VERSIGLIA E CARAVARIO - Somma prec.: 8987 - V. S. 1o - Romeo Romanelli, 5,50 - Tot. L. 9002,50. Borsa VIOLA ANGELA LINA - Somma prec.: 10050 - B. G. Torino, 5 - N. N. Torino, 12 - Tot. L. 10067.

STATISTICA UFFICIALE DELLE MISSIONI AFFIDATE AI SALESIANI al dicembre 1934

Per intercessione di Maria Santissima Ausiliatrice e di San Giovanni Bosco.

NB. - Raccomandiamo ai graziati che nei casi di guarigione specifichino sempre bene la qualità della malattia e le circostanze più importanti. Preghiamo pure di indicare, sempre, cognome, nome e data. Non si pubblicano integralmente le relazioni di grazie anonime.

Una grazia prodigiosa. - Riportiamo testualmente da L'Italia della Domenica di S. Francisco di California del 3 marzo 1935:

Grande impressione e interessamento ha suscitato in questi giorni nella nostra città la notizia della miracolosa guarigione del connazionale Celestino Richeri, ed anche i giornali locali americani l'hanno riportata con larghezza di dettagli ascrivendola ad un vero miracolo compiuto dal Santo Don Giovanni Bosco.

Ancora una volta, ben si può dire, la fede riuscì là dove la scienza si era dichiarata vinta e impotente.

Il male che non perdona. - Da anni, Celestino Richeri soffriva di una di quelle terribili malattie che i medici stessi definiscono come incurabili: si trattava cioè di un cancro maligno agli organi genito-urinari.

Al 28 novembre dell'anno scorso, tre preminenti dottori, due dei quali appartenenti alla Mary's Help Clinic, visitarono accuratamente l'ammalato, e constatato lo stato avanzato del cancro, dichiararono che non vi era più alcuna speranza per il Richeri, e che avendo egli già 73 anni sarebbe stato impossibile il tentare un atto operatorio.

Lo specialista Dr. Morrell Veckie disse alla moglie dell'ammalato, signora Maria Cleofe Richeri, che il marito doveva morire fra poco, e che neppure gli oppiatici sarebbero valsi a risparmiargli le sofferenze dell'agonia.

Il chirurgo Dr. Sherman Tuttle confermò l'opinione del suo collega, aggiungendo che l'infermo non si sarebbe mai più levato dal letto.

La forza della fede. - Nella sua nativa Italia, Richeri aveva conosciuto e venerato Don Bosco, il fondatore dell'ordine dei Salesiani, che come è noto venne canonizzato la scorsa Pasqua.

Il Richeri nella sua gioventù era andato anche, talvolta, a confessarsi da Don Bosco, che in quel tempo conduceva a Torino la sua crociata per la redenzione della gioventù, e che già allora il popolo esaltava come un Santo. Ma ancora prima che la Chiesa santificasse Don Bosco, il Richeri, come milioni di fedeli, lo venerava ardentemente, ed anche qui in San Francisco egli si recava assiduamente nella chiesa italiana dei Ss. Pietro e Paolo, a recitare le sue preghiere davanti all'immagine del Santo.

Quando il Richeri comprese che i medici avevano rinunciato ormai ad ogni speranza di salvarlo, egli non rinunciò però alla sua fede, e mandò a chiamare un Sacerdote italiano che gli impartisse l'Estrema Unzione.

Al Sacerdote che lo confortava nei suoi ultimi momenti, l'ammalato sussurrò con un filo di voce: « La reliquia di San Giovanni Bosco ». Il suo desiderio fu esaudito, e la reliquia gli venne recata e posta nelle sue mani tremanti.

Improvvisamente egli gettò un grido: « Don Bosco, ricordati di me! ».

Salvo! - Quello che avvenne da quell'istante nessuno potrebbe spiegarlo. Ma Celestino Richeri, che era stato inesorabilmente condannato a morire, non morì.

Da quel momento incominciò invece a star meglio, e per la prima volta in 2o anni non ebbe più sofferenze. La forza della sua fede lo aveva salvato. Lentamente ma sicuramente egli riconquistò le sue forze, al punto che in meno di un mese, e cioè per Natale, egli fu in grado di recarsi con le sue stesse gambe nella Chiesa dei Ss. Pietro e Paolo, per inginocchiarsi in segno di ringraziamento davanti al tabernacolo che racchiude la reliquia del Santo.

Lo stupore dei medici. - La guarigione di Celestino Richeri ha sbalordito i medici che anche se non volessero credere al miracolo... devono tuttavia ammettere che la guarigione è stata miracolosa.

Essi rilasciarono un certificato, in cui specificano dettagliatamente i risultati del loro consulto, e affermano che quando essi visitarono l'infermo, il cancro era sviluppato al punto che sarebbe stato assurdo il tentare un'operazione.

I medici concludono il loro rapporto dichiarando che al 25 febbraio scorso essi visitarono novamente il Richeri e non riscontrarono più alcuna traccia del cancro.

Ma se i medici non sanno spiegare la inusuale guarigione, la spiega però in modo assai semplice il Richeri, il quale dice: « A stato San Giovanni Bosco che mi ha guarito. Le sue preghiere hanno sempre guarito e sempre guariranno gli ammalati ».

DOCUMENTI ALLEGATI:

Una dichiarazione della moglie di Celestino Richeri.

« Con la presente intendo notificare il miracolo che Dio operò in noi per intercessione di San Giovanili Bosco e della Vergine Santissima.

» Mio marito soffriva di ritenzione di orina da più di vent'anni. Il 6 novembre il male prese una piega così grave, che, chiamato d'urgenza il Dr. Waldajer, dopo una visita accurata, gli riscontrò un cancro alla vescica, per cui nulla si poteva fare. In seguito lo portai a consultare uno specialista, il Dr. Veckie dell'ospedale Mary's Help, il quale giudicò il caso incurabile raccomandandomi di portarlo a casa e di averne la miglior cura possibile. Quella notte ebbi l'impressione che morisse e chiamai il Dr. Tuttle che fu della stessa opinione degli altri due medici. Essendo stato spedito dai tre medici, al colmo della disperazione, mi recai alla Parrocchia del Divin Redentore e davanti all'immagine della Vergine Santissima implorai: « Madre mia! Tu sei la Vergine di Don Bosco che ho pregato tanto per la salute di mio marito: aiutami a ottenere per mezzo suo questa grazia ». Quindi me ne ritornai a casa e telefonai alla Chiesa salesiana perchè mi fosse fatto il favore di mandarmi il Padre Parolin per assisterlo. Egli venne e applicò una reliquia di San Giovanni Bosco sulla parte ammalata. Il dì seguente ritornò per impartirgli l'Estrema Unzione e di nuovo toccò con la reliquia la parte malata. Da quel giorno mio marito cominciò a sentir sollievo, a migliorare, tanto che potè assistere alla Messa di mezzanotte del 24 dicembre.

Ora si è totalmente ristabilito in salute. Siano rese grazie a Dio, a San Giovanni Bosco e alla Vergine Santissima che ascoltarono le nostre suppliche.

San Francisco, 18 febbraio 1935.

MARIA CLEOFAS MADRID DE RICHERI

457 Castro Street.

ATTESTATI MEDICI.

Febbraio, giorno 25, anno 1935.

A tutti coloro che sono interessati.

Questo è per testificare che il signor Celestino Richeri, abitante in San Francisco Cal., 457 Castro Street, è stato esaminato da me, Dr. Morel Veckie, nell'ospedale di S. Maria il giorno 28 novembre 1934. Il Richeri pareva che soffrisse molto e nel visitarlo si trovò che era affetto da un tumore maligno nelle vie genito-urinarie presso la prostata e la vescica.

Il signor Richeri fu visitato da me, Sherman Tuttle M. D., nella sua casa il 3 e 4 dicembre 1934, e sono perfettamente d'accordo con la diagnosi del Dr. Veckie.

Noi fermamente credemmo che un'operazione sarebbe stata troppo pericolosa.

Il 25 febbraio di quest'anno il signor Richeri fu di nuovo da noi esaminato. Egli dice che è completamente guarito, e la nostra visita non ha trovato residuo alcuno di cancro.

Firmati: Dott. MOREL VECKIE Specialista malattie genito-urinarie dell'ospedale di S. Maria. Dott. SHERMAN TUTTI.E Medico dell'ospedale di S. Maria.

Ridona la salute a due persone care. - Nel marzo dell'anno scorso mia sorella fu ricoverata d'urgenza in una casa di salute e sottoposta a grave operazione chirurgica. Si temeva molto dell'esito; ma, affidata l'inferma a San Giov. Bosco, egli guidò la mano dei professori operanti e tutto riuscì bene, con grande gioia del marito e dei figli.

Altra persona di famiglia, gravemente inferma, guarì anch'essa perfettamente per intercessione del Santo.

Napoli, 19-11-1934

PROTO CAROLINA.

Salva un occhio ad una figlia e ridona la salute ad un'altra. - Avevo due figliuole a Zurigo per ragione di lavoro. La prima, Maria, prese un'infezione ad un occhio e il dottore curante insisteva per l'estrazione. Le spedii una reliquia di Don Bosco Santo consigliandola di applicarla all'occhio malato, ed ecco che al terzo giorno della novena ebbe un notevole miglioramento che scongiurò il pericolo dell'operazione. Al termine della novena, l'occhio completamente guarito, veniva sbendato, fra la gran meraviglia dei professori curanti.

La seconda figlia, Lidia, deboluccia, colpita da influenza con alta temperatura e tosse ostinata; in breve s'era tanto aggravata da rendere impossibile perfino il suo trasporto all'ospedale. L'affidai fiduciosa a San Giovanni Bosco e l'inferma migliorò improvvisamente e s'avviò ad una rapida guarigione.

Riconoscente per le due grazie sì segnalate, offro 25 franchi svizzeri per il battesimo di un bimbo pagano da chiamarsi Giovanni Bosco, ed invito tutti gli infermi e tribolati a porre ogni loro fiducia nel nostro caro Santo.

Locarno, 4-12-1934.

BUETTI MARTINA.

Ridona la salute ad un bambino. - Il mio Francesco, di 18 mesi, fu colpito da grave malore. Sembrava trattarsi di menengite ed invece fu riconosciuto affetto da meningoencefalite.

Visitato da professori primarii tutti furono concordi nel dichiarare che solo un miracolo lo poteva guarire. Lo raccomandai a San Giovanni Bosco perchè me lo risanasse, e quando, festeggiandosi il novello Santo in paese, la processione colla reliquia passò davanti alla nostra casa, esposi il malatino alla finestra. In quel momento egli riacquistò la conoscenza che aveva perduta da ben 40 giorni. Quindici giorni dopo entrava in convalescenza.

Busca, 10-12-1934.

CASELLA EMMA.

Mi guarisce la mamma di 80 anni. - Mia madre ammalò di bronco-polmonite e fu ben presto ridotta agli estremi.

Una buona signora mi consegnò un'immagine con reliquia di San Gio. Bosco consigliandomi a pregarlo per ottenere la guarigione. Si cominciò fiduciosamente una novena, ma l'ammalata peggiorò ancora e s'era ormai perduta ogni speranza di miglioramento. Ma il peggioramento durò poco: in breve l'ammalata cominciò a riprendersi e attualmente gode perfetta salute e desidera siano rese pubbliche grazie al grande Santo consolatore dell'umanità sofferente.

Genova-Pra, 17-12-1934.

FERREA SILVIO.

Mi concede una gratia straordinaria. - Attendevo da parecchi giorni una grazia importantissima, quando una sera mi capita fra le mani il Bollettino Salesiano e una imaginetta di Don Bosco Santo con la reliquia. Allora con grande fiducia mi rivolsi a Lui affinchè interponesse la sua intercessione a mio favore. Non andò guari che la cosa prese buona piega e quantunque la grazia non sia del tutto completa pure mi affretto a ringraziare il nostro gran Santo nella certezza ch'egli la vorrà completare.

Agrigento, 18-12-1934.

Una devota di Don Bosco Santo

Mi guarisce da grave malattia di stomaco. - Da vario tempo soffrivo forti dolori allo stomaco e non potevo prendere nulla per cibo, perchè ogni piccola cosa mi aumentava i dolori. Deperii fino al punto da far pietà a quanti mi vedevano, e nessun rimedio mi giovava.

Un giorno venne a confortarmi una cooperatrice salesiana e mi portò una reliquia di San Giov. Bosco colla preghiera per la novena esortandomi a pregare ed a porre tutta la fiducia possibile nel novello Santo che proprio in quei giorni doveva essere glorificato. Io allora posi proprio ogni mia speranza in Lui, tanto più che mi faceva immensa pena il pensiero di dover abbandonare le mie tre creature in tenera età e già orfane di padre.

Sia da tutti benedetto San Giov. Bosco che mi concesse non solo la guarigione dello stomaco, ma anche un notevole miglioramento nelle finanze di famiglia. La mia riconoscenza sarà eterna.

S. Anna di S. Paulo (Brasile).

DE TAGE ROSA.

Don Bosco Santo mi guarisce. - Dovendo sottostare ad una difficile operazione ne affidai l'esito al nostro caro novello Santo che guidò la mano del professore operante. Dopo un mese entravo in convalescenza seguita da completa guarigione. Tenni sempre indosso la reliquia di San Gio. Bosco ed è tanta la mia riconoscenza verso di Lui che desidero sia resa pubblica la grazia ricevuta.

S. Anna di S. Paulo (Brasile).

LUONGO GIACOSA FELIcINA.

Salva dal pericolo di mutilazione. - Mia sorella

Angelina fu colpita da flemone settico fulminante gassoso alla mano destra e giudicata in pericolo di vita. Avrebbe dovuto sottoporsi all'amputazione del braccio. Invocai con tutta la mia fede San Giov. Bosco e proprio nel giorno della sua glorificazione applicai una sua reliquia alla mano inferma e mediante una riuscitissima operazione mia sorella migliorò e guarì senza bisogno di amputarle il braccio. Lode e riconoscenza eterna al novello Santo!

Napoli.

BERTOLO MARIA.

Mi guarisce di un male incurabile. - Non abbiamo parola per esprimere la nostra riconoscenza a San Giov. Bosco per la guarigione della mamma da una malattia ritenuta incurabile da varie celebrità mediche, anche per le complicazioni ed infezione sopravvenute ad operazione chirurgica, ed ottenuta prodigiosamente per la intercessione del nostro Santo.

Torino   Famiglia SCALABRINI.

Ridona la salute ad un povero giovane. - Mio figlio undicenne da parecchi mesi accusava un male misterioso alla spina dorsale e lo si vedeva deperire di giorno in giorno. Il medico curante dichiarò che l'unico rimedio sarebbe stato un busto di gesso, ma il povero malatino non volle assoggettarsi a quel tormento. Allora con tutta la familia iniziai una fervorosa novena di preghiere al novello Santo protettore della gioventù, ed egli ebbe pietà del povero mio figlio. Difatti alla seconda novena il male diminuì e in poco tempo scomparve del tutto. Sono passati parecchi mesi dalla guarigione e il graziato gode ottima salute.

Murazzo.   GHIGo GIOVANNA. Mi salva il figlio da un'orribile morte. - In un grave accidente stradale tra carri ed automobili mio figlio, che porta sempre con sè la medaglia di San Giov. Bosco, potè salvare la testa ma ne uscì con un piede stritolato. Ricoverato all'ospedale, si temeva la congestione cerebrale e viscerale causa il terribile urto, ma io lo raccomandai subito fiduciosamente al novello Santo. Dopo varie alternative di miglioramenti e di peggioramenti si trattava infine di amputargli la gamba. Ma Don Bosco vegliava e grazie alla sua intercessione si potè evitare la mutilazione: il malato si riebbe fino a guarire completamente ed a camminare speditamente fra la meraviglia di tutti.

Casei Gerola.

PALLENGHI MARGHERITA

Mi guarisce il consorte. - Avendo mio marito da più mesi sofferente di otite acuta che rendeva necessaria un'operazione, scongiurai San Giov. Bosco a guarirmelo senza atti operatori e subito il nostro caro santo mi esaudì concedendomi la grazia tanto sospirata. A Don Bosco non si ricorre mai invano.

Feletto Canavese.

FRANZINO MARIA PIERA.

Ringraziano ancora Maria Ausiliatrice e San Giovanni Bosco:

Bacci Vittorio (Castagneto Carducci) ringrazia l'Aiuto dei Cristiani per la segnalatissima grazia ricevuta.

Fenoglio fama (Ormea) per ottenuto compimento di grazia tanto desiderata.

Chierico Salesiano (Lanusei) ringrazia San Giov. Bosco per la grazia ricevuta.

Farina Antonietta (Tunisi) per evitate operazioni chirurgiche.

Guglielmi Antonio (Schio) ammalatosi improvvisamente temeva una grave malattia e, invocati Maria Ausil. e Don Bosco Santo, in pochi giorni risanò.

Sotgiu Nicolina (Cagliari) per l'ottenuta guarigione da malore improvviso.

Benzi Monzeglio Iria (Torino) per la pronta guarigione di due bambine.

Ex allieva delle Figlie di M. Ausiliatrice (Omegna) pel felicissimo esito di concorso magistrale.

Papandrea Elvira e Rosalia (Messina) hanno inviato cospicua offerta per l'altare di D. Bosco Santo in ringraziamento d'ottenuta guarigione.

D. S. (Verrès) ringrazia la potente Ausiliatrice e San Giovanni Bosco che ridonarono la salute al suo caro marito.

Buffa Caterina (Cavour) per l'ottenuta guarigione di sei vitelli colpiti da polmonite.

Ombra famiglia (Cerrina) ringrazia il nostro Santo pei molti favori ottenutegli da Maria Ausiliatrice.

Castello Caterina (Torino) per evitata operazione di appendicite.

M. R. (Boves) per l'ottenuta guarigione da metrite e per un lieto evento che portò la gioia in famiglia.

B. L. e famiglia (Verrès) ha mandata offerta pel nuovo altare a D. Bosco Santo come segno di profonda riconoscenza per le molte grazie ricevute.

Aguamio Vincenza (Misericordia) per l'ottenuta guarigione, senza operazione, di una sorella sofferente causa un fibroma allo stomaco.

A. M. (Biella) per la particolare assistenza avuta in varie circostanze dolorose della vita.

Marconi Elvira (Roma) per la segnalatissima grazia ricevuta.

Beltramo Adelaide (Pont Canavese) porge vive grazie alla potente Ausiliatrice e a S. Giovanni Bosco che le ridonarono la salute.

M. L. (Bari) per le speciali benedizioni e favori concessi alla mamma negli ultimi giorni di sua esistenza.

Malocchi Antonietta (Pavese Lombardo) commossa e riconoscente ringrazia per la straordinaria grazia ricevuta.

Boero Maria (Torino) per essere stata aiutata e assistita in tante circostanze della vita.

Pellegrini Maria (Udine) pel felicissimo esito di operazione chirurgica.

Cooperatrice salesiana (Svizzera) pel felice esito di grave vertenza giudiziaria e per la speciale assistenza ricevuta in varie altre necessità della vita.

N. N. ringrazia con tutto il cuore S. Giovanni Bosco per averla liberata da persona molesta che, oltre al turbare la pace della famiglia, metteva in pericolo l'innocenza di teneri bimbi.

Una Figlia di Maria Ausiliatrice per l'ottenuta guarigione da un malanno che l'aveva obbligata ad interrompere il suo noviziato.

Borgarello Maria (Trofarello) dopo lunghe sofferenze ottenne la guarigione di un orecchio.

E. V. M. per la grazia ricevuta e invocando continua assistenza.

Torello Dr. Carlo (Bolzano) pel felicissimo esito dell'esame di laurea.

M. Metilde ringrazia commossa D. Bosco Santo per la grazia che si.degnò concederle.

S. B. porge vive grazie a Maria Ausiliatrice e a San Giovanni Bosco pel felice esito di concorso magistrale.

F. M. (Cavallermaggiore) pel buon esito degli esami dei nipoti: invoca continua protezione.

Famiglia Zunino Tissoni (Savona) per aver preservate dalla grandine le loro campagne.

Vaglienti Lucia (Torino) per l'ottenuto buon andamento degli studi di un bimbo.

Corso Paolina (Adrano) per l'ottenuta guarigione di una bambina colpita da male incurabile.

Bronda Rosa (A. Marzano Oliveto) per aver ottenuto la guarigione da una fistola ad un occhio evitando l'operazione.

Ghigliotti A. G. per la ricuperata salute del marito colpito da polmonite acuta.

Famiglia Zorzi per le molte grazie ricevute.

Sorrentino Carlo per aver trovato finalmente impiego dopo tre anni di penosa disoccupazione.

Travaglianti Don Gaetano (Cesarò) per una grazia ottenuta da Don Bosco Santo ad una sua parrocchiana.

Racca Maddalena (Bandito) per essere guarita bene da malattia che era stata dichiarata incurabile.

Espa Stefana (Cagliari) per essere guarita da malattia di fegato dopo sette mesi di sofferenze e non ostante che i medici dessero poche speranze di guarigione.

Maiso Giulio (Alessandria) per avergli conservato in vita il piccolo Ugo che, in procinto di morire, era stato battezzato in tutta fretta. Il caro angioletto, salvato coll'applicazione di una reliquia di Don Bosco Santo, ora sta bene e cresce come un fiore.

Isoardi Domenica per l'ottenuta guarigione da male d'orecchio.

Toriello Anna (Bari) per la guarigione di un bimbo colpito da congestione polmonare.

Amenta Michelina per la prodigiosa guarigione di un fratello affetto da doppia polmonite.

Ch. Rolero Agostino - seminarista (Genova-Voltri) perché, trovandosi gravemente ammalato nel fausto giorno della Canonizzazione di Don Bosco rivoltosi a Lui con tutta fiducia, ottenne prodigiosamente la guarigione il giorno seguente, contro ogni speranza umana.

Angelucci Anna (Pergola) per ottenuta insperata guarigione di una bambina già ridotta in fin di vita per gravissima forma difteritica.

Rossino Farai Luigia per una grazia ricevuta dopo più anni di atroci sofferenze.

Cavallotti Teresa per l'ottenuta promozione del figlio.

Perrone Giuseppina (Torino) afflitta da male d'occhi e da altri disturbi di salute pregò con fede ardente il nostro caro Santo ed ora, migliorata, chiede la completa guarigione.

Begliati Eugenia con infinita riconoscenza porge vive grazie a Maria Ausiliatrice e S. Giovanni Bosco che ridonarono la salute al figlio che, colpito da pleurite guarì dopo 5 mesi di sofferenze e ottenne anche l'impiego che da tanto tempo aspettava.

Olearo Varalda Maria (Casale M.) per l'ottenuta sospiratissima grazia di vedere il figlio promosso maestro.

Pezzini Tonino e sorella (Mantova) per l'ottenuta guarigione.

Cattana Guaschino Virginia (Occimiano) per la guarigione del fratello.

Damiani Caterina per ottenuta protezione e assistenza sul figlio studente di liceo.

Rossi Jolanda (S. Casciano dei Bagni) per una segnalata grazia ottenuta.

Perrino Rosina (Borgo S. Martino) per una scongiurata operazione.

Moranzoni Livieri Anna per l'ottenuta guarigione del nipotino Francesco affetto da ascesso tonsillare.

TESORO SPIRITUALE

I Cooperatori che, confessati e comunicati, visiteranno una chiesa o pubblica cappella pregando secondo l'intenzione del Sommo Pontefice (i Religiosi e le Religiose, la loro cappella privata) possono acquistare l'indulgenza plenaria:

Ogni mese:

1) In un giorno del mese a loro scelta.

2) Il giorno in cui fanno l'Esercizio di Buona Morte.

3) Il giorno in cui partecipano alla Conferenza mensile salesiana.

Nel mese di Maggio anche:

1) Il giorno 3, Invenzione di Santa Croce.

2) »   »   8, Apparizione di S. Michele.

3) »   »   24, Festa di Maria SS. Ausiliatrice.

4) »   », 30, Ascensione del Signore.

NECROLOGIO

Salesiani defunti.

FRACCHIA DON EDOARDO, sac., da Rivarone (Alessandria), † a Torino-Crocetta il 24 marzo 1935 a 64 anni di età. Dopo tanti anni di direzione in varii Istituti ove la sua bella mente e il suo gran cuore prodigarono tesori di bontà ai giovinetti, gli era stata affidata la cura della casetta natia di Don Bosco e dell'annesso santuario dell'Ausiliatrice a Morialdo-Becchis. Il cuore di un figlio non avrebbe potuto far di più per la memoria di un padre. Il suo amore, la sua pazienza ed il suo buon gusto hanno contribuito efficacemente all'incanto di quel sacro luogo. Rifulse per sode, austere virtù sacerdotali, per rettitudine di spirito esemplare e per una grande cordialità.

MAFFEI GIUSEPPE da Sordevolo (Vercelli), † a Torino-Oratorio il 15 marzo 1935 a 58 anni di età. Un grande affetto alla Società Salesiana ed una tenerissima divozione a Don Bosco distinsero tutta la sua vita dedicata all'insegnamento dell'arte meccanica ai giovani artigiani, con una passione ed uno spirito di sacrificio veramente ammirabili.

BONINO DON VINCENZO, sac., da Bra (Cuneo), † a Ibaguè (Colombia) il 28-12-1934 a 53 anni di età. Appena ordinato sacerdote, era corso a prodigare le cure più affettuose ai poveri lebbrosi del lazzaretto di Agua de Dios, e non li avrebbe più lasciati se l'obbedienza non gli avesse imposto, dopo parecchi anni di generosi sacrifizi, l'attività missionaria in altro campo.

GRASSO GIOVANNI, coad. da Solero (Alessandria) † a Este (Padova) il 21-2-1935 a 71 anni di età. Lavoro e sofferenza furono il suo pane quotidiano. La sua vita fu una scuola di fede e di fortezza cristiana.

ARNEODO PIETRO, coad., da S. Damiano Macra (Cuneo) † a Ivrea il 13-2-1935 a 43 anni di età.

MAZZONI D. PAOLO, sac., da Castiglione di Vara (Genova) t a Las Piedras (Uruguay) l'8-9- 1934 a 76 anni di età.

RIVIERE DON FEDERICO, sac., da Valrèas (Francia) † a Marsiglia (Francia il 14-12-1934 a 59 anni di età.

Cooperatori defunfi.

MONS. COMM. PAOLO BORRONI. - † il 6 marzo u. s. Prevosto prima di Mariano Comense, e poi, da 29 anni, di Busto Arsizio, prodigò gli ineffabili tesori di una grande anima e di un eletto ingegno, con cuore di padre più che di pastore, nel sacro ministero, retto sempre da un profondo spirito pastorale e dai sensi della più squisita carità verso gli umili, verso i poveri. Il Governo gli ha riconosciuto insigni benemerenze sociali durante la grande guerra colla Commenda della Corona d'Italia; la Chiesa, colle onorificenze prelatizie fino al grado di Protonotario Apostolico, le sollecitudini pastorali nella cura delle anime, nell'organizzazione dell'A. C. e di tante opere di assistenza spirituale e di carità. Presidente della Commissione Diocesana e della Scuola Superiore Ambrosiana di Musica Sacra, dotato di una voce prodigiosa e coltissimo di musica, fu caro ai più illustri Maestri, come uno dei principali riformatori della musica sacra. Abbiamo ammirato la sua divozione per Don Bosco soprattutto nelle grandi feste dello scorso anno; ma le Opere salesiane godevano da anni la sua affettuosa cooperazione.

CAGLIERO ELISABETTA da Castelnuovo Don Bosco, † il 17-XII-1934. Sposa al nipote dell'Em.mo Card. Cagliero, visse in famiglia lo spirito di Don Bosco, educando saggiamente i figli coll'esempio di nobili virtù cristiane, lieta di offrirne uno alla Società salesiana.

CAN. LUDOVICO QUARTERO, Arciprete di S. Nazaro in Lu Monferrato, † il 6-11 u. s. Don Bosco lo raccolse dalla strada e lo condusse all'Oratorio aprendogli la via del Santuario. La storia della sua vocazione forma una bella pagina del XIV volume delle Memorie Biografiche (pag. 387); ma la sua vita si può dire il più bell'inno di riconoscenza al Santo per lo zelo pastorale spiegato e per lo spirito salesiano che lo fece un apostolo delle vocazioni ecclesiastiche e salesiane.

MONS. GIOVANNI CASAGRANDE CAVAGNER, da 34 anni Arciprete di Rua di Feletto (Ceneda), † il 24-II-1935. Ospite di Don Bosco nel 1886, ancora chierico, seppe apprezzarne la santità della vita e la provvidenzialità delle opere ed informò al suo spirito da vero cooperatore, il ministero sacerdotale, cattivandosi la stima e l'affetto di tutti per la sua pietà e pel suo zelo, per la sua cultura e per la grande bontà del suo cuore

CHIAPPE ANTONIO. -- Chiuse la sua bella giornata di 84 anni, assistito dal figlio salesiano, lasciando alla famiglia edificanti esempi di una vita cristiana adorna delle più elette virtù.

ACTIS ALESIONE ELISABETTA, da Mazzé Tonengo. Donna di grande fede e di pietà esemplare ebbe la gioia di donare due figli sacerdoti al Signore: uno in diocesi, l'altro nella famiglia salesiana.

SPAZIANI CATERINA, madre esemplare, devotissima di D. Bosco, fervida zelatrice delle opere delle Figlie di Maria Ausiliatrice.

GAETANO ALTERIO. - Moriva in Valencia

(Venezuela), il 26 novembre 1934, dopo breve malattia nella quale rifulse la sua rassegnazione cristiana, frutto di quella rettitudine che aveva guidato i suoi 61 anno di vita nell'esercizio delle più elette virtù religiose e familiari.

Cooperatore Salesiano con la parola e con l'opera, diede con gioia due figli a D. Bosco ed altri due ad altre famiglie religiose.

Affezionato al Santo ed alle opere sue, passava nelle case salesiane con la sensazione di trovarsi in famiglia: chiaro esempio di attaccamento che gli valse la consolazione di morire, mormorando il nome di Maria Ausiliatrice, circondato da una decina di sacerdoti tra i quali colui che aveva fatto pervenire i Salesiani nel suolo della Patria.

TERESA MICARA, madre dell'Ecc.mo Nunzio Apostolico in Belgio, † in Frascati a 92 anni di età il 27-2-1935 dopo aver speso la sua lunga vita in tante opere buone, con particolare affetto per quelle di Don Bosco santo.

FILOMENA MACCHIAROLA-D'ALESSANDRO. - † in Gambatesa (Campobasso) all'età di 61 anno, il 16 febbraio u. s.

Donna di elette virtù cristiane, chiamata la mamma di tutti, pregustando la gioia della prossima ordinazione sacerdotale del figlio salesiano, si spense, rassegnata, alla volontà di Dio anche in questo sacrificio, con il S. Rosario in mano ed il nome di Gesù sulle labbra.

BONAVIA CATERINA da Genola (Cuneo). - Sorella del nostro compianto D. Giovenale, amò intensamente l'opera di D. Bosco.

Donna di profonda pietà e schietta vita cristiana amò i fanciulli teneramente e prodigò i suoi beni fondando una borsa Missionaria Salesiana e beneficando largamente l'asilo del suo paese.

Altri Cooperatori defunti:

ANTONINI MARIA, Trecate. - BALDISSEROTTO ANTONIO, Urbana (Padova). - BATTAGLIA MARIA, Villamaggiore (Bergamo). - BECCARELLI ANDREA, Premolo (Bergamo). - BELLINI TERESA ved. PALAZZETTI, Orvieto (Terni). - BERTA, Coniugi, Montalenghe (Aosta). - BETTATI MEROPE, Parma. - BIANCHI MADDALENA, Borgosesia (Vercelli). - BIGHIN DOBRILLA, Chioggia, Venezia). - BIMBATO SANTA, Guiontar (Brasile). - BORGESIO D. Gio. BATTA, Vestigné (Aosta). - BRUNETTI ANNA, Riccione (Forlì). - BRUNO GIUSEPPA ved. GIACCARDI, Torino. - CARNEIL GIUSEPPE, Vigonovo Udinese. - CARTURAN ANTONIO, Urbana (Padova). - CASULA CANDIDA, Sassari. - CAVALLINA CESARE, Cannobbio (Novara). - CIIEMIN Mons. FRANCESCO, Bassano Veneto (Vicenza). - CIPOLLINI FRANCESCO, Pisa. - CORINO P. ALFONSO MARIA, Torino. - DAL CIN CATERINA, Piantano (Treviso). - DE GIOIA D. CORRADO, Molfetta (Bari). - DE PRATI GIUSEPPE, GenovaSestri. - DE SANCTIS MARIA, Elice (Teramo). - EINAUDi GIOVANNA, Fossano (Cuneo). - FERRIA GIUSEPPE, Serralunga d'Alba (Cuneo). - FEZZI TEODOSIO, Pisa. - FRANZONI D. FRANCESCO, Redona (Bergamo). - GALEAZZI ELVIRA, Chioggia (Venezia). - GAMBA TERESA, Torino. - GIRALDI ved. FRANCESCA, Pirano (Pola). - GIRINI PIETRO, Brente Lomellina (Pavia). - GREPPI TERESA, Costanzana (Vercelli). GUGLIELMINO LUIGI, Montalenghe (Aosta). - GuILLAUME LUIGI, Rochemolles (Torino). - Los ORSOLINA, Borgosesia, (Vercelli). - MARMO GIUDITTA, Breme Lomellina (Pavia). - MARTINI NICOLÒ, Cipresso (Imperia). - MAURIELLO Dott. MARIO, Pisa. - MIGLIO TERESA MONCHIERO, Fossano (Cuneo). - MIGLIAVACCA ALBINO, Torino. - MILITELLO MARIA, S. Giovanni Gemini (Agrigento). MINA LUCIA, Villanova d'Asti (Alessandria). - MITIDIERI GIOVANNINA, Lagonegro (Potenza). - MORIONDO DELFINA, Torino. - MOTTO Cav. GIOVANNI, Vignale Monf. (Aless.). - Muccio Can. GIORGIO, Modica (Siracusa). - NARDO ANTONIA, Chioggia (Venezia). - NoCARINA GIACOMO, Borogosesia (Vercelli). - ORELLI PRUDENTA, Villa Bedretto (Svizzera). - PASINI CELESTINA, Milano. - PECORI EMMA, Pisa. - PISANI ANGIOLINA ved. CORBETTA, Novara. - POGGI ELISA ved. MASOTTI, Bologna. - POLETTI ANGELA, Borgomanero (Novara). - PREVITERA GIOVANNI, Riposto (Catania). - QUATTINI LonovICA ved. PARABO, Sannazzaro de' Burgondi (Pavia). - RAMA Cav. LUIGI, Caltanissetta. - RAMUZZANI DOMENICA, Montalto (Reggio Emilia). - RIGHI ZEFFIRA, Figline Valdarno (Firenze). - Rizzo PIETRO, Alba (Cuneo). - RUPPA INNOCENZA, Borgosesia (Vercelli). - SPANO GIUSEPPE, Gerace (Reggio Cal.). - SOARDI D. ANGELO, Grignaghe (Brescia). - TIMPANARO ANTONINA, Agira (Catania). - TONONI GIUSEPPINA GARRONE, Tortona. - ZEARO D. ANTONIO, Lauzzana (Udine). - Loss DON GIACOBBE, Canale di Primiero.

Anime riconoscenti a Maria Ausiliatrice e a San Giovanni Bosco.

Ci hanno segnalato grazie ottenute per intercessione di Maria SS. Ausiliatrice, di S. G. Bosco, e alcuni hanno anche inviato offerte per la celebrazione di S. Messe di ringraziamento, per le Missioni Salesiane o per altre opere di D. Bosco, i seguenti:

A. A., Actis Caporale Maria, Aita Albina, Allemandi, Arditi Evelina, Avonto Luigi.

Baldi Albina, Barberis Aldo, Barberis Ida, Barbero Barbieri Domenica ved. Fernandez, Barcellini Tina, Bariolo Claudina,

Battocchio Caterina, Bava Severina, B. E. F., Benedetto Caterina, Bertone-Bertero, Bertozzo, Bianchi Giovanni e Rosetta, Biga Angelo, Bocchiardi, Boetti Maria, Bolognini, Bonelli Luisa, Bordisso Maria, Bottonelli Regina, Briante Remigio, Brignone Rosetta Pia, Brunelli Maria.

Capello Palmira, Casagrande Lucia, Casale Maria, Castellani Don Lorenzo, Cavaglià Domenica, Cavallo Ernesta, Cavanna Maria, Ceresa Elena, Ceresa Maria, Chiabotto Giovanna, Chiadovra Elena, Chiappello Felicina, Cielo, Condolo Anna, Conti Anna, Corno Aurora, Crespi Maria Vittoria, Croce Corinna C. V. di Torino.

D. A., De Gilio Ing. De Giulio, Dell'oro Busconi Lina, De Vecchi Mario, Domanda.

Falletti M. Palmira, Ferrando Francesco, Ferrero, Filippone Annibale e Maria, Forzani.

Gabanizza Rina, Galli Maria Teresa, Galliano Pierina, Gallo coniugi, Gallo Ida, Gandolfo Pasquale, G. Dott F., G. G., Gianone Alberto, Giusani Rina.

Jacob Adelina, J. G. di Messina, Joamilli Luigi ed Emilia.

Lagarde Luciano, Lagostena Antonio, Larizzato Antonio, Lombardi T.

Malizia Enrico, Mandelli Giovanni, Martoglio Ausiliatrice, Marzio, Massaia Attilio, Mellano Battista, Migliano Teresa ved. Griffa, Milanesio Angelo, Molino Pasquale, Mussa Maria, Mutazzi Adelaide.-

N. A., Napoletano Raffaele, N. G., N. G. di Riva, Nicola Giuseppe, N. N. di Force, Novara Giuseppina.

Oddone Tullio, Olivari Don Stefano, Omodé Ceca Giuseppina, Ossella Rosina, Ossela Francesca.

Pagliassotto Liberata, Panzeri Caterina, Pargoletti Anna, Patrito Cristina, Pederzolli Alice, Penna Concetta, Perlo Margherita, Pernice Giuseppe P. F., Pividori Teresa, Poggi Eugenia, Porello Maria, R. P., Pradello Giuseppe.

Ramondo Giuseppina, R. 'F., Reiteri Edoardo, Reynaudi Luigi, Riba Pietro, Riba Teresa, Rinaldi Agnese, Riva Nella, Rizzetti, R. M. di Asti, Rocca Angiolina, Rocca Luigia, Rosso famiglia, Rosso Maria.

S. A., Sandrone Agnese, Santero Antonia, Sardo Irene, Satta Maria, Sediario Elsa, Solei Teresa, Sonzogno Giuseppina, Spissu Paola.

Tagliero Maria, Tarabollese Paolo, Tavallini Ida, Togliatti Carlotta, Tornato Maria, Trucco Caterina.

Ubezio Corinna.

Vallino Marianna, Vallone Filippa, Vella Maria, Vernazza Emma, Villa Dr. Nando, Viotto Domenica, Vogliano Teresa.

Zanelli Pellegrini Margherita, Zucca Teresa.

In fiduciosa attesa.

Raccomandiamo caldamente alle preghiere di tutti i nostri Cooperatori le seguenti persone e le loro particolari intenzioni:

Armando Giovanni, Aschero, Barberis Ida, Bandino Angela. Beccaria Giuseppe, Bertoglio Giacomina, Berzia Giovanni, Boccaccino Angela, Boero Maria, Brusa Carolina, Cargnino Martina, Ceresa Maria, Demichelis Carlo fu Luigi, Demichelis Elisa, Fabbri Nella, Fabre Eugenia, Favero Lucia, Galvani Lina, Guazzo Maria, Guiducci Maria, Laura Francesca, Licelli Edoardo, Maffei Federico, Massaro Fiorentina, Meda Rosa, M. Matilde, Molina Maria, Neirotti Caterina, Opezzo Dr. Massimino, Ossella Domenica, Ottelli Emilia, Piretto Luigia, Ramasco Olga e famiglia, Salvaneschi Giuseppina, Tosco, Tosi Maria, Trucco Bernardino, Varallo, Venosta Rinaldi Orsolina, Verodia Onorina, Vigna Marina, Vincenti Pietro.

L'ISTITUTO SALESIANO PER LE MISSIONI con sede in TORINO, eretto in Ente Morale con Regio Decreto 13 gennaio 1924, la. 22, può legalmente ricevere Legati ed Eredità. Ad evitare possibili contestazioni si consigliano le seguenti formule: Se trattasi d'un Legato: « ... lascio all'Istituto Salesiano per le Missioni con sede in Torino a titolo di legato la somma di Lire... (oppure) l'immobile sito in... ». Se trattasi invece di nominare erede di ogni sostanza l'Istituto, la formula potrebbe esser questa: « Nomino mio erede universale l'Istituto Salesiano per le Missioni 'ori sede in Torino, lasciando ad esso quanto mi appartiene a qualsiasi titolo ».

(Luogo e data).   (Firma per esteso).