Anno LV. 1° GIUGNO 1931 (IX) Numero 6.
PERIODICO MENSILE PER I COOPERATORI DELLE OPERE E MISSIONI DI DON BOSCO
È col cuore ripieno della più viva esultanza che comunichiamo la fausta notizia alla famiglia salesiana tutta.
Sì, il 23 del prossimo dicembre l'amatissimo nostro Rettor Maggiore entrerà nel suo cinquantesimo di sacerdozio!
La Messa d'Oro del terzo Successore del Beato Don Bosco susciterà palpiti di affetto e di giubilo filiale in migliaia e migliaia di cuori in ogni paese, nelle regioni più remote, ovuuque siavi una casa, una missione, un gruppo di Cooperatori, di Ex-Allievi, un ammiratore del Beato Don Bosco.
La data memoranda dovrà essere solennizzata con speciali festeggiamenti che faremo noti appena ne sia ultimato il programma.
Frattanto anticipiamo un pensiero, espressione, ne siam certi, dei palpiti, delle aspirazioni di molti cuori.
I nostri benemeriti Cooperatori e benemerite Cooperatrici hanno appreso con gioia il decreto della Sacra Congregazione dei Riti che annunzia la riassunzione del Processo per la Canonizzazione del Beato Don Bosco. Noi preghiamo, facciamo voti ardenti che albeggi quanto prima il giorno della santificazione del nostro Fondatore e Padre.
Ma, al tempo stesso; conoscendo a prova l'ardente amore che Don Rinaldi ha pel Beato Don Bosco, pensiamo che, in previsione e preparazione del fausto avvenimento, nessun omaggio gli sarebbe maggiormente gradito, nelle sue Nozze d'Oro dell'Altare da innalzarsi in luogo degno, nella Basilica di Maria Ausiliatrice, in onore del grande apostolo della gioventù.
Andremo così incontro al vivo desiderio già espresso dal venerato Rettor Maggiore nella lettera indirizzata ai Cooperatori nel gennaio del 1929: " Bisogna preparare nella Casa Madre dell'Opera Salesiana una degna accoglienza a Don Bosco per il giorno che sarà, come speriamo, elevato agli onori degli altari. Egli dovrà avere non solo un altare bello e decoroso, ma anche un posto capace di accogliere i suoi figli e i numerosi devoti che accorreranno ad invocarlo ".
All'appello del Padre risponderanno con santo entusiasmo i figli devoti.
Ma di queste care iniziative ne parleremo più ampiamente nei prossimi numeri del "Bollettino".
Frattanto invitiamo tutti, Salesiani e Figlie di Maria Ausiliatrice, Cooperatori e Cooperatrici, Ex-Allievi e Alunni, Benefattori e ammiratori del Beato Don Bosco a pregare pel nostro venerato Signor Don Rinaldi e a preparare alacremente una comune efficace azione per far sì che sia una consolante e pronta realtà l'omaggio che vogliamo offrire al Beato Don Bosco e al suo terzo Successore.
Un caro avvenimento registra la cronaca dell'Oratorio: il 7 maggio, sotto il porticato che fiancheggia la famosa «Cappella Pinardi », è stato inaugurato un artistico medaglione in ricordo di quell'impareggiabile sacerdote che fu il Teol. G. B. Borel, il più affezionato tra i primi amici e collaboratori del Beato D. Bosco.
La bella figura di questo virtuoso sacerdote, per volere del nostro Rettor Maggiore D. Rinaldi, non sarà più solo ricordata nei libri che rammentano il Beato D. Bosco: dal 7 maggio essa ha un posto degno sotto il tetto di questa casa che conobbe il suo zelo e le sue fatiche, il suo grande amore e le sue ansie; e ricorderà ai posteri le virtù del suo cuore nobilissimo e la purissima amicizia con cui onorò il grande educatore della gioventù.
Carissimo per le sue rare qualità a Mons. Fransoni, arcivescovo di Torino, era stato da questi prescelto all'ufficio di direttore spirituale nelle istituzioni fondate dalla marchesa Barolo, e fu appunto a lui che si rivolse il Cafasso perchè volesse accettare presso di sè, nella Pia Opera del Rifugio, Don Bosco che, per aver finito ormai gli studi al Convitto Ecclesiastico, correva pericolo di venir destinato vice-parroco in qualche parrocchia con rovina dell'Oratorio festivo che egli aveva così bene avviato nella chiesa di S. Francesco d'Assisi. Il Borel mise a disposizione di Don Bosco una camera e lo propose alla Marchesa Barolo quale direttore spirituale per l'Ospedaletto di Santa Filomena che essa doveva aprire. In quella camera Don Bosco trasportò il suo Oratorio ed ebbe nel teologo Borel non solo un aiutante prezioso, ma un esperto consigliere : fu il Borel che abituò il Beato a questuare per poter provvedere ai bisogni della opera nascente, ed egli l'aiutò nella riuscita facendogli qualche volta il battistrada per introdurlo presso famiglie agiate e benefiche.
Divenuto amicissimo di D. Bosco che riconosceva strumento della Provvidenza per la salvezza di tanti giovanetti, il Borel lo raccomandava alle autorità, ne prendeva le difese quando lo vedeva osteggiato, lo confortava con la sua parola piena di speranza in mezzo alle prove e persino aveva cure premurose per la salute di lui. Quando l'Oratorio dovette emigrare il 13 luglio 1845 dal Rifugio alla chiesa di S. Martino ai Molini il Borel, che antecedentemente aveva incoraggiato i giovani a non sbandarsi e a non sfiduciarsi, andò a predicar nel nuovo sito e fece loro un sermoncino vivace, spiritoso che mise tutti di buon umore.
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Lo zelante teologo Borel godeva la piena fiducia di Don Bosco che gli aveva dato l'incarico di condurre le pratiche per la scrittura del contratto di affitto di casa Pinardi; e il Borel firmò per Don Bosco pronto a sopportare tutte le eventuali conseguenze di un tale atto, ma egli era persuaso che nell'opera degli Oratori la Provvidenza non avrebbe abbandonato Don Bosco. E ne ebbe una prova poco dopo. Il Servo di Dio doveva al Pinardi lire 300 per fitto arretrato. Il creditore lo incalzava a pagare. Don Bosco, non avendo a chi rivolgersi, chiese quindici giorni di tempo. In quello spazio il cav. Renato d'Agliano si presentò al teologo Borel, domandandogli se conosceva un certo Don Bosco, che si occupava di poveri giovani; desiderava fargli un'offerta, ma non erasi mai imbattuto in lui. Avute dal teologo le informazioni richieste, il Cavaliere gli consegnò un rotolo contenente in scudi d'argento la somma di lire 300, con preghiera di consegnare a Don Bosco.
Quanti ricordi del teologo Borel potrebbe rievocare la cappella Pinardi, dov'egli teneva quelle sue istruzioni piene di brio, con cui incatenava l'attenzione del suo irrequieto uditorio! Egli che vedeva crescere ogni domenica le falangi giovanili nelle adiacenze di casa Pinardi, fu il primo ad approvare il progetto della fondazione del secondo oratorio di S. Luigi a Porta Nuova, e fu pure il primo ad avere le intime confidenze del Beato sull'avvenire dell'opera sua: per questo egli rimase fedele a Don Bosco in quel memorabile 1848 quando tutti gli altri lo avevano abbandonato e trovò tempo, malgrado le molteplici occupazioni, per predicare le istruzioni nei primi esercizi spirituali che il Beato inaugurò nell'Oratorio.
Lo zelo del teologo Borel si spingeva più oltre. « Viveva parcamente: - si legge nel bellissimo opuscolo del CERiA: Il teologo G. B. Borel e il Beato Don Bosco - gli faceva la cucina un servitore bramoso di studiare da prete: appunto per secondarne il desiderio egli l'aveva preso con sè, nascondendo la propria carità sotto quell'insignificante servigio e mandandolo alle scuole dell'Oratorio. Orbene una veneranda Suora del Rifugio, che li conobbe entrambi, dice che talvolta esse domandavano al buon uomo che cosa avesse ordinato per pranzo il suo padrone, e quegli invariabilmente rispondeva: - Cipolle cipollarum! - Un giorno costui si azzardò a muovergli qualche osservazione su tanta parsimonia di mensa e il virtuoso sacerdote, quasi parlando fra sè e sè: - Quanto più si risparmia a tavola, disse, tanto più si può aiutare Don Bosco! - La medesima Suora ricorda, che esprimendogli taluna la propria ammirazione per la stragrande laboriosità di lui, il teologo, accennando con la mano all'Oratorio e a colui che dentro vi lavorava, esclamò: - Quello là, sì! Ma io! ».
Quanto amasse Don Bosco lo dimostrò la sera del 25 marzo 1869. Don Bosco tornava da Roma dopo lunga assenza. Il teologo Borel, gravemente infermo nell'ospizio del Rifugio, sentendo nell'Oratorio il suono della banda e gli evviva e i battimani, capì che era arrivato Don Bosco e profittando del momento che chi lo custodiva l'aveva lasciato solo, balzò dal letto, si vestì, scese le scale tenendosi alle pareti e appoggiandosi ad un bastone, uscì dal Rifugio, percorse il tratto di via Cottolengo ed entrò nell'Oratorio. Attraversato a stento e barcollando il cortile, giunse sotto i portici mentre Don Bosco, attorniato da tutti i giovani, metteva il piede sul primo gradino della scala che conduceva alle sue camere.
-- Oh Don Bosco! oh Don Bosco!... - si sforzava di gridare con voce fioca il teologo. I giovani fecero largo.
- Oh teologo! rispose Don Bosco voltandosi prontamente
- La Pia Società è approvata?
Sì, è approvata!
- Deo gratias! Ora muoio contento! - Non aggiunse parola, ma, voltandosi, tornò com'era venuto, rientrò in casa sua e si rimise a letto.
Si riebbe alquanto, ma non fu più che l'ombra di se stesso.
Ben presto riprese a deperire e la sera del 9 settembre 1873 rese la sua bell'anima a Dio.
Don Lemoyne - ricorda il Ceria nel citato opuscolo - fra le carte di Don Bosco trovò un elogio del teologo Borel, scritto da « un esimio sacerdote torinese». Eccone il tratto più saliente: « Vidisti virum velocem in opere suo? Ecco la prima idea che mi venne in mente quando cominciai a conoscere più da vicino il Rev. D. Borel, di sempre cara memoria. Si può dire di lui, senza tema di errare, che era un valoroso bersagliere di S. Chiesa: correva da una parte e dall'altra a far acquisto di anime, senza mai rifiutarsi a qualunque opera del sacro ministero, purchè avesse il tempo: e per avere questo tempo, faceva. di notte giorno colle più lunghe veglie. Mai nessuna vacanza, dicendo che nella vita dei Santi non trovava il Capo delle Vacanze. Per ricreazione, dopo aver pranzato, si metteva subito a scrivere suppliche sopra suppliche alle autorità o ai ricchi signori per chiedere soccorsi in nome dei poverelli che ne lo richiedevano; oppure andava a visitare gli infermi, a portare elemosine, a concertare con altri sacerdoti il modo di poter fare del bene per mezzo di sante missioni, esercizi spirituali, dialoghi catechistici. Per questi ultimi, al dire del suo grande amico Don Cafasso, era forse il miglior oratore di tutta la diocesi per la sua facilità nel parlare il piemontese, per i proverbi, i frizzi, le frasi argute che gli fiorivano sulle labbra, e per la chiarezza nello spiegare qualunque difficoltà dottrinale, servendosi delle similitudini più appropriate all'uopo: tanto più quando si trattava di parlare alla gioventù che era la sua delizia ».
Nella casa dove morì, il teologo Borel aveva fatto scrivere sotto un'immagine di S. Francesco di Sales il motto: Omnibus omnia factus. Fu quello anche il programma della sua vita: farsi tutto a tutti per condurre tutti a Dio
Un monumento - Una lapide a Mathi.
Il 22 febbraio si è inaugurato a Mathi un monumento di Don Bosco. L'avvenimento fu motivo di entusiastiche dimostrazioni da parte di tutto il popolo e dei paesi vicini. Dal piazzale della stazione sfilò imponentissimo il corteo pel viale Domenico Borla alla piazza della Concordia dove fu collocato il busto nella facciata della chiesa di S. Rocco: esso venne scoperto fra un tripudio di suoni di bande e fra inni di lode, alla presenza delle autorità e associazioni cittadine.
Benedetta l'effigie di Don Bosco dal Rev. Prevosto di Mathi, il Cav. Bechis Commissario Prefettizio presentò l'oratore Avv. Lavinio Gianotti che illustrò la missione svolta dal Beato colle sue opere di carità; a lui seguì l'ispettore salesiano Don Persiani ringraziando autorità e popolo.
Quindi il corteo si diresse alla cartiera del Comm. G. Bosso per lo scoprimento di una lapide che egli fece murare sulla facciata esterna della casa, abitata dal Beato, quando la cartiera era ancora proprietà dei Salesiani. Il Comm. Bosso pronunziò belle parole in lode di Don Bosco ricordando che la cartiera salesiana -- la seconda fondata in Italia - era documento delle coraggiose iniziative del Beato e in essa raccolse fin dal 1876 un manipolo di onesti e intelligenti operai che avviò ad un'industria che anche oggidì è vanto dell'Italia. Ricordò che nel 1882 D. Bosco all'annunzio che era scoppiata la caldaia lisciviatrice disse risoluto: - D. Bosco non è l'uomo che, dopo aver fatto il primo passo, dia indietro... Avanti! - e il Comm. Bosso protestò di voler continuare queste belle tradizioni del Beato. Chiuse la bella manifestazione l'Avv. Gianotti inneggiando all'opera di Don Bosco.
Il quadro nella Parrocchia di Eschelbach.
Ci scrivono le Figlie di M. A. da Eschelbach (Germania):
« Il 18 novembre u. s., giorno onomastico del Rev. Parroco Dott. Otto Denk, il Signore ci ha procurato una cara soddisfazione.
» Da tempo era una pia, tacita aspirazione d'ognuna di noi, quella, di vedere esposta anche nella chiesa parrocchiale di Eschelbach, la mite, attraente figura del nostro Beato; ed ecco, quando meno ci pensavamo, il sullodato sig. Parroco, mentre ci esprime il suo gradimento e la riconoscenza per le preghiere e la santa Comunione fatta da tutta la comunità in tale ricorrenza, ci fa palese il desiderio di avere, quasi a protettore dei suoi parrocchiani, il nostro amato Padre, nella fiducia, che avrebbe attirato su di essi le divine benedizioni.
» Lo stesso giorno, nel pomeriggio adunati nel nostro cortile i bimbi dell'asilo, e buon numero di esterne, le postulanti, le figlie di casa e le Suore, il bellissimo quadro del Beato fu portato in trionfo verso la parrocchia, e collocato in luogo conveniente fra la più viva compiacenza del degnissimo Parroco. Intonato il noto simpatico inno Don Bosco, la gloria dei cieli, ecc., e recitata una fervida prece invocando sulle anime la protezione del Beato, ritornammo liete e giulive alla nostra casa ».
Un nuovo Istituto Missionario dedicato al Beato Don Bosco.
Alla bella corona di Istituti Missionari Salesiani, sorti in questi ultimi anni nel Piemonte a Torino, ad Ivrea, a Cumiana, a Penango e a Bagnolo, si è aggiunto il 26 aprile quello di Gaeta.
Due anni or sono celebrandosi il Centenario Francescano, alla presenza di Principi di Casa Savoia, di ammiragli, generali, senatori, deputati e di un grande pellegrinaggio, proveniente da tutta la diocesi, fu riaperto al culto il monumentale tempio di S. Francesco d'Assisi, il quale, per elargizione popolare, venne restaurato e salvato dalla rovina.
Poiche la chiesa non aveva rendite proprie, S. E. l'Arcivescovo Casaroli, coadiuvato da personalità politiche ed ecclesiastiche, ottenne che il tempio, con l'annesso ex convento, passasse in consegna ai Salesiani.
Questa geniale soluzione ha portato in circa un anno alla complessa trasformazione del grande ex convento in un istituto per Missionari Salesiani di alta importanza, per il numero degli allievi che esso è destinato a raccogliere.
L'Istituto, completamente trasformato dal solerte Direttore D. Tommaso Masera con magnifiche aule, vasti dormitori, muniti di illuminazione, bagni, refettori, palestre aperte nel vasto podere di recente acquistato e di quant'altro può essere necessario, già ospita i primi nuclei di alunni, mentre il tempio, officiato dai Salesiani, richiama un gran numero di fedeli.
L'inaugurazione fu preceduta da un ciclo di solenni funzioni in onore del Beato, svoltesi colla partecipazione di fedeli, di Istituti religiosi, del Clero, degli alunni delle pubbliche scuole, delle rappresentanze delle associazioni della Diocesi e di tutte le autorità. L'artistica chiesa di S. Francesco di Assisi fu sempre gremita, specialmente nei giorni del Triduo solenne, predicato dal teologo D. Matteo Fasano Cappellano Capo dell'Aviazione; e si palesò in tutta la sua intensità la vivissima divozione già sbocciata nel cuore dei Gaetesi per Maria Ausiliatrice e pel Beato Don Bosco.
Ai Vespri pontificali della vigilia intervenne S. E. Monsignor Angelo Bartolomasi Vescovo Castrense, che si degnò tessere il panegirico del Beato il giorno della festa durante il solenne pontificale dell'Arcivescovo Mons. Casaroli.
Nel pomeriggio l'Istituto Missionario « Don Bosco » fu inaugurato con un magistrale discorso di S. E. il Senatore Pietro Fedele, cui tennero dietro altre cerimonie non meno vibranti di entusiasmo, come l'inaugurazione della nuova via intitolata al Beato e la processione della reliquia.
Una conferenza a Pisa.
Nell'aula della R. Università ha tenuto il 10 aprile una dotta conferenza su Don Bosco educatore e pedagogista, il prof. N. Padellaro, R. Provveditore agli Studi del Governatorato di Roma.
V'intervenne un pubblico veramente distinto di autorità, professori, signore e signori, tra cui notammo: il Rettore Magnifico, commendator prof. Armando Carlini, Mons. Adolfo Braccini per S. I, il Vicario Capitolare, Mons. E. Attuoni, il Cav. Iacoponi per il Podestà di Pisa, il comm. Besi per la Real Casa, S. E. l'ammiraglio Pardini, il prof. Picotti, l'avv. comm. Amerigo Lecci, il prof. L. bandi e vari avvocati, ingegneri e professionisti.
L'avv. comm. Lecci presentò con la facondia che lo distingue l'egregio oratore: e l'oratore assolse magistralmente il còmpito che si era prefisso, seguito dalla più viva attenzione del colto uditorio.
Il prof. Padellaro, che ha studiato in teoria ed in pratica il sistema pedagogico creato da Don Bosco, lo ha fatto rifulgere nella sua vera luce ed essenza: Don Bosco non ha lasciato scritti esclusivamente pedagogici; ma le sue nonne pedagogiche sparse qua e là, in lettere, regolamenti, disposizioni, contengono quanto e più dei trattati dei pedagogisti: egli qui si manifesta veramente educatore di anime. I regolamenti per le case salesiane, gli insegnamenti ai direttori ed ai superiori, il modo di attuare e dirigere gli oratorii festivi per i figli del popolo, sono altrettanti manuali di pedagogia infiammata dall'amore che li ha dettati e vivificata da sessant'anni di esperienza che ne ha fatto il miglior collaudo, con fecondi risultati.
Poi il chiaro professore illustrò Don Bosco come scrittore, prendendo in esame tutte le sue opere, dalle maggiori alle più piccole. L'uditorio ricavò grande profitto dalla bella conferenza, e si congratulò calorosamente coll'oratore, il quale ha accresciuto con questa illustrazione le molte sue benemerenze verso l'educazione cristiana e l'opera di Don Bosco.
Nel cinquantesimo anniversario della sua morte.
Il 28 novembre 1928 il Tribunale Ecclesiastico per la Causa di Beatificazione procedeva alla ricognizione dei resti mortali della Serva di Dio MARIA MAZZARELLo, prima Superiora Generale dell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Si compiono in maggio cinquant'anni dalla sua santa morte; e nel decorso di un mezzo secolo la figura di questa donna si è fatta più fulgente, più viva, più cara. I suoi quarantaquattro anni passati sulla terra rivivono oggi con la freschezza di dolci ricordi nel cuore delle sue Figlie e degli ammiratori della sua alta virtù.
Il Canonico D. Giovanni Rapetti, professore nel Seminario di Acqui, abbozzando in un brillante discorso commemorativo l'analisi del progresso spirituale di Maria Mazzarello dai primi sforzi alla sublime perfezione raggiunta attraverso la preparazione, il tirocinio e l'attuazione dell'apostolato che Dio le volle affidare, vede nella vita di lei «due pietre miliari » che delimitano tre periodi ben distinti con caratteristiche spiccate, con speciali episodi, con un proprio spirito. E sono: la sua entrata tra le « Figlie dell'Immacolata » quando toccava i 17 anni, e l'entrata a 35 anni sotto la regola di Don Bosco con quello stuolo che fu, dopo pochi mesi, il primo nucleo delle Figlie di Maria Ausiliatrice (1).
Fino ai 17 anni Maria Mazzarello ci appare solo nel candore della sua ingenua pietà. Ci viene a mente, pensando di lei, quel bel ritratto che il Goethe tracciava della fanciulla pia, virtuosa, presentandola in preghiera ai piedi della Vergine, illuminata dal riverbero della sua purezza divina. La Mazzarello fu così: sentì la dolce attrattiva della pietà e la crescente delicatezza verso l'ineffabile grazia di Dio: due stimoli efficacissimi per determinarla alla fedeltà costante alle pratiche di pietà e allo sforzo sempre più generoso nel dominarsi in quelle debolezze della prima età, che pure maturano tante funeste abitudini della vita se non vengono a tempo contrastate e corrette. Gli anni della sua giovinezza si abbelliscono così di edificanti episodi: rinunzie di gola, resistenze alle vanità, vittorie sui sentimenti di alterigia e di orgoglio, amore all'umiltà e al sacrificio: e dànno uno spiccato rilievo all'inclinazione sempre più viva, sempre più forte di un'intima unione con Dio e di generosità nel compiacerlo.
Nella Pia Unione delle Figlie di Maria Immacolata, istituita a Mornese nel 1854, la Mazzarello trovò aperto un vasto campo di apostolato e con slancio di fervore vi si dedicò senza indugi e senza restrizioni. Cominciò allora un tirocinio dei più fruttuosi e, sotto l'abile guida di D. Domenico Pestarino, la sua virtù ebbe nuovi elementi per un vigoroso sviluppo; sì che in tante cose fu d'uopo che il buon prete la moderasse.
Che il Signore divenisse ogni dì più il centro d'attrazione di quest'anima, sulla quale irradiava la luce di sante ispirazioni, lo svelò essa stessa quando sentì che le Figlie dell'Immacolata per fare il voto di purezza domandavano il permesso al confessore: Maria Mazzarello confidò allora di averlo già fatto fin da piccola ignorando che ci volesse un permesso. L'intimità con Gesù esisteva da un pezzo, forse fin dal giorno della sua prima comunione, e si era fatta più viva con i quotidiani slanci della pia giovinetta.
Il Signore la secondava volgendo in favore di lei le più disparate occasioni. Un furto di 700 lire, patito dal padre alla cascina di Valponasca, l'indusse a stabilirsi in Mornese... «Da un male mi viene un bene», pensava Maria Mazzarello, vedendo in quella disposi zione la comodità che le veniva offerta di poter compiere a suo agio i doveri di pietà, mentre prima non poteva che portarsi in spirito alla chiesa da cui era troppo distante.
Però un ostacolo vedeva ai più vasti disegni che si profilavano ai suoi 2o anni: avrebbe voluto essere tutta di Dio, ma era necessaria alla famiglia che aiutava assai colla sua attività; ed ecco contrarre nella caritatevole assistenza dei malati il morbo che, dopo averla portata all'orlo della tomba, ne affievolì talmente le forze da renderla inabile ai lavori della campagna. La prima volta che dopo la malattia entrò in chiesa così parlò al Signore: « Se nella vostra bontà volete concedermi ancora alcuni anni di vita, fate che io li trascorra ignorata da tutti e, fuorche da Voi, da tutti dimenticata ». Si sente in questa preghiera la sua profonda umiltà e il suo tenero amore verso Dio.
Rimessasi dalla malattia, dovette cercarsi un nuovo campo di attività; pensò di imparare da sarta, a 23 anni, ma senza il miraggio di un lucroso avvenire, solo con l'intento di poter così giovare a tante ragazze. E vi si sentì spinta anche da un sogno fatto in quel tempo: passando sull'altura di Borgo, allora eremo deserto, fu stupita di vedervi un grande fabbricato, dove essa si trovava a capo di suore e di fanciulle. Che voleva farle intendere il Signore con quel sogno? Don Pestarino al quale lo raccontò, la chiamò fantastica e le proibì di più pensarci: ma per quanto cercasse di mettere in pratica il consiglio del sant'uomo, quel pensiero sempre ritornava a lei con le attrattive più seducenti.
Alla cugina Petronilla - la prima compagna che Dio le pose accanto - essa confidò i suoi disegni: « impareremo da sarta, metteremo su laboratorio, accetteremo delle fanciulle per addestrarle al cucito, ma con l'intento principale di insegnar loro a conoscere e ad amare il Signore... E ogni punto da noi dato sia un atto di amor di Dio! ». Con l'approvazione di D. Pestarino, la Mazzarello dava principio alla nuova forma di apostolato che tanto aveva desiderato nel 1861: durò pochi anni, ma servì nei disegni di Dio a perfezionare quell'anima nella virtù ed esercitarla in quelle disposizioni di cui avrebbe avuto necessità nella missione alla quale era destinata.
Nei momenti più decisivi Dio suole aiutare le anime predilette inviando loro incontro uomini prudenti e saggi, il cui consiglio è come la viva eco della voce divina. Dio mandò incontro alla Mazzarello il Beato Don Bosco.
Non è il caso di narrare in disteso le vicende che portarono a questo incontro: con poche parole diremo solo che nel 1862 D. Pestarino conobbe Don Bosco in Acqui e gli parlò delle buone Figlie dell'Immacolata di Mornese. Don Bosco invitò l'amico a Torino e lo rimandò « salesiano » a Mornese con l'incarico di consegnare a Maria e a Petronilla due medaglie dell'Ausiliatrice. Tale il primo contatto di D. Bosco: fu anche la prima volta che la Mazzarello sentì a parlare del Beato.
L'anno dopo (1863) D. Bosco mandò a quelle buone figliuole un orario o programma di vita e nel 1864 andò a Mornese egli stesso... Da quel momento fu il padre e l'ispiratore di quelle anime. Anche sul colle di Borgo, D. Bosco mise mano nel 1867 a edificare il Collegio, veduto in sogno dalla Mazzarello: doveva servire per collegio maschile, ma sul più bello il «veto » della Curia di Acqui mandò a monte il disegno. Il collegio ormai c'era e le Figlie dell'Immacolata che si trovavano un po' a disagio nella casa ceduta da D. Pestarino, andarono ad abitarlo nel 1871, quando D. Bosco si decideva a por mano all'istituzione delle Figlie di Maria Ausiliatrice.
Il 29 gennaio 1872 l'esigua schiera eleggeva la sua prima Superiora nella persona di suor Maria Mazzarello con 21 su 27 voti: e il 5 agosto coli altre 1o compagne faceva la sua profes sione religiosa a Mons. Sciandra, vescovo di Acqui, presente Don Bosco. Il primo capitolo generale del 1874 (14 giugno) confermò madre Mazzarello nella carica suprema che conservò fino alla morte (14 maggio 1881).
Docile alla grazia questa donna virtuosa si era ben preparata all'alta e delicata missione che Dio le assegnava.
Tutta la pianta è nel germe. L'albero dell'Istituto che oggi stende i suoi rami nel mondo intero, era tutto là, piccolissima cellula, in Mornese, ed il nucleo di quella cellula, la Mazzarello. Nessuno sapeva la virtù di quel germe: Don Bosco sì, lo piantò, lo irrigò, Dio gli diede incremento. Nessuno meglio della Mazzarello intese il soffio potente di vita che D. Bosco voleva in quel germe trasfondere. Essa l'interprete più vigile e sicura delle sue norme: essa l'esecutrice più docile, più pronta, più esatta. Essa saprà e vorrà viver la regola del fondatore e presentarla alle altre, vivente e fulgente in se stessa. In quella regola essa vede la via diritta della santità consumata. Parrebbe a se stessa una fedifraga, se non ne toccasse le cime più eccelse. E le raggiunse (1) ».
La sua vita religiosa fu di appena un decennio; non fu intessuta di cose straordinarie, ma non per questo sarebbe più facile darne l'esatto profilo spirituale. Per dire che si dica, nel giudicare della vita, delle virtù e delle opere dei santi di Dio, è necessaria una parola di autorità che sappia collocare nella giusta luce soprannaturale i meriti tanto più difficili a valutarsi quanto più la vita fu umile e senza strepito di opere grandi.
Anche di madre Mazzarello non sapremmo fare miglior elogio di quello che di lei ha fatto la Chiesa nel decreto 19 maggio 1925 per la. Commissione dell'introduzione della Causa di Beatificazione. «La Serva di Dio, nell'ufficio di Superiora Generale che ottimamente resse fino alla morte, fu umile, paziente, donna forte, madre amabile delle sue figlie, esempio mirabile di osservanza religiosa e di opere sante, alla quale furono come al capo congiunti tutti i membri dell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice con un cuor solo ed un'anima sola... ». Queste le caratteristiche della sua santa vita che mirabilmente seppe trasfondere nelle sue Figlie, sì da renderle un motivo di gloria per il B. Don Bosco che presagì il prodigioso sviluppo dell'Istituto. I lettori potranno valutare appieno la bellezza di questo elogio scorrendo le vite che della Mazzarello scrissero il Maccono (1) e il Cassano (2) dov'è documentata la sua virtù religiosa.
Noi chiuderemo questi cenni formulando l'augurio che presto la Chiesa confermi col suo giudizio la fama di santità che circonda la figura di madre Mazzarello; anche da essa avrà un riflesso di luce più vivo la già bella e immortale figura del Beato fondatore.
(1) Can. G. RAPETTI. Commemorazione di Suor Maria Mazzarello (1930), pag. 4.
(1) Can. Giov. RAPETTI. Commemorazione del 14 maggio 1930, pag. 20.
(1) Vita di Suor Maria Mazzarello prima superiora dell'Istituto delle Figlie di Maria SS. Ausiliatrice: L. 10, presso l'Istituto delle Figlie di M. A. Piazza Maria Ausiliatrice, 5 - Torino.
(2) L'Angelo di Mornese. - L. 8. -- In vendita come sopra.
La cronaca dei festeggiamenti in onore del B. Don Bosco non abbiamo potuto esaurirla nel corso di due anni ed ora, per la ricorrenza della sua festa, riprende con mirabile entusiasmo ovunque. Riprendiamo dunque sul Bollettino i sommari resoconti delle manifestazioni dando la preferenza alle località dove si sono svolte per la prima volta o dove rivestirono carattere speciale: se non faremo cenno delle altre, i nostri corrispondenti non si sentiranno offesi, perché potranno pensare - e penseranno giustamente - che non si ha da creare nel Bollettino una rubrica perpetua delle feste in onore del Beato e che riproduca lo stesso fatto con una ripetizione esasperante.
AREZZO. - Da un anno è stato aperto l'Oratorio Salesiano di Arezzo: la festa del Beato ha assunto un carattere particolarmente solenne, preceduta da un triduo, con predicazione quotidiana del Rev.mo Mons. Adolfo Braccini di Pisa. La traslazione della reliquia del Beato dall'Oratorio Salesiano di piazza S. Gemignano alla Cattedrale è riuscita una solenne manifestazione di fede. Tutte le funzioni svoltesi in Cattedrale il giorno 26 attrassero una vera moltitudine di popolo devoto, specialmente la Messa della Comunione generale, il pontificale di S. E. Mons. Mignon e la processione del pomeriggio. In questa occasione oltre al concorso del Rev.do Clero, vi fu quello preziosissimo della Schola Cantorum del seminario e della Paolo Aretino diretta dal maestro Coradini, che diedero esecuzioni ammirabili.
S. LEO (Arezzo). - Altra festa entusiastica si svolse a S. Leo per iniziativa del decurione salesiano e Parroco D. Gino Pellegrini. Il 31 gennaio, anniversario della morte del Beato, S. Leo accolse con tripudio la reliquia portata dal Direttore dell'oratorio salesiano di Arezzo in auto scortata da giovani ciclisti: ad un chilometro dalla chiesa si organizzò un superbo corteo che la accompagnò fra inni alla parrocchia dove venne esposta. Il dì seguente tutta la popolazione tributò al Beato un ossequio di viva pietà con numerosissime comunioni, e con partecipare a tutte le funzioni, avvivate del ricordo del Santo dalla parola vibrante di Mons. Eugenio Vallega.
CIMETTA. - Dopo un efficacissimo triduo predicato dal parroco di S. Martino di Conegliano, la festa del Beato riuscì una solenne manifestazione di pietà. Le Comunioni numerose, l'intervento della buona popolazione alle funzioni della giornata, l'indugiarsi di tutti nella preghiera presso la reliquia del Beato furono indizi commoventi della profonda divozione che entusiasmava le anime dei Cimettesi. La giusta curiosità di conoscere più ampiamente la vita del Beato fu appagata dal professore Iannes con il brillante panegirico e, nel pomeriggio, da una riuscitissima conferenza a proiezioni del sig. D. Signorini, Direttore salesiano di Pordenone.
Così degnamente codesta parrocchia ha voluto onorare il grande moderno apostolo della gioventù, affidando alla sua protezione la fanciullezza del paese, per l'educazione della quale la Figlie di Maria Ausiliatrice spendono con trasporto tutte le loro energie, attingendo le direttive per la delicata missione dal tesoro di insegnamenti lasciato dal loro santo Fondatore.
SUTRI. - Nell'antichissima città di Sutri per iniziativa del Presidente federale della gioventù cattolica sig. Raffaele Spinucci, assecondato dalle famiglie più cospicue, si svolgeva una graziosa festa in onore del Beato Don Bosco, resa più bella e grandiosa per l'intensa cooperazione dei Circoli maschili e femminili. La popolazione intervenne numerosa cogli alunni delle scuole, al triduo di funzioni e di predicazione tenuta in cattedrale da S. E. Mons. Olivares per far conoscere le virtù e le opere del Beato.
Il corteo del 9 marzo con l'intervento di autorità e associazioni, dopo il pontificale del mattino, riuscì di straordinaria imponenza, chiuso dal solenne Te Deum e dalla trina benedizione. Poi nel cortile e giardino dell'Episcopio il Prof. Salvatore Salvatori, ex allievo salesiano, con dotta e persuasiva parola ha tenuto una smagliante conferenza sul Sistema educativo del Beato. :La festa ebbe termine con una illuminazione generale della cittadina.
QUARGNENTO (1). - D. Bosco insieme a D. Bonetti nel 1878 accompagnò a Quargnento le prime Figlie di Maria Ausiliatrice che dovevano aver cura dell'asilo, delle scuole elementari, del laboratorio e dell'oratorio: era ben giusto che Quargnento esaltasse con riconoscenza il Beato che i vecchi padri ancora ricordano e rivedono sul pulpito della chiesa parrocchiale in atto di parlare con tanta unzione al popolo da commoverlo fino alle lagrime. Alla festa, celebratasi nel luglio del '29, intervenne anche S. E. Mons. Aquino Corréa, arcivescovo di Cuiabà nel Matto Grosso, che assistette pontificalmente alla messa solenne e tenne alla sera un'interessante conferenza sulle missioni del Matto Grosso, mentre il Vicario della Diocesi di Alessandria, Mons. Giuseppe Villa, disse il panegirico del Beato al quale era carissimo.
La festa rinvigorì il senso di affetto già così vivo e profondo per le opere del Beato, e accrebbe in tutti la fiducia nella sua protezione.
(1) Questa relazione ci è pervenuta soltanto ora: e dall'America del nord : ciò servirà di spiegazione ai nostri lettori.
PIAZZA ARMERINA. - Il 21 dicembre a Piazza Armerina si svolse una magnifica processione, omaggio solenne e devoto al Beato D. Bosco, che S. E. Rev.ma ed Ill.ma mons. Mario Sturzo fece riprodurre in un bel quadro dal valente pittore Mario Vaccaro da Caltagirone, per farne dono alla chiesa di S. Giovanni, cappella semipubblica delle Figlie di Maria Ausiliatrice.
La devota processione mosse dal palazzo vescovile; vi presero parte i Rev.mi Canonici della Cattedrale, Parroci, Sacerdoti, il Seminario, Circoli e Associazioni, e i Cooperatori della città.
Nella chiesa di S. Giovanni Mons. Fondacaro benedisse il quadro e il Rev.do D. Rosario Carbone tenne un vibrante discorso; la bella cerimonia si chiuse con la benedizione eucaristica e col bacio della reliquia del Beato.
TUQUERRES. - Vanno segnalate le gentili, spontanee partecipazioni di Tuquerres alla festa del Beato, celebrata dalle Figlie di Maria Ausiliatrice il 24 maggio: il Sindaco ha comunicato l'ordine del giorno approvato dal Consiglio Comunale di associarsi con entusiasmo alla festa e di mettere a disposizione in quella circostanza la Banda Bolivar; la Società Girardot, associazione di operai e industriali, nella solenne riunione per commemorare l'VIII anniversario della sua fondazione, ha scelto a patrono della Società il Beato D. Bosco, e dichiarato membro onorario la Superiora del Collegio Maria Ausiliatrice.
Grazie ricevute per intercessione del Beato D. Bosco.
Guarisce da una meningite. La mia bambina di 18 mesi, colpita da meningite, fu dichiarata da vari dottori inguaribile e in pericolo evidente di morte. Una pia signora devotissima di Don Bosco, sapendo la mia angoscia, mi esortò di chiedere la grazia al Beato. Collocò la immagine di lui sotto il guanciale, e una medaglia nella cuna; e incominciammo la novella.
Il dottore la stessa sera mi disse di non illudermi: nella notte però io notai un miglioramento. Lo constatò anche il dottore, ma lo ritenne il miglioramento che precede la morte.
Non mi perdetti di animo e sperai ancor più perché il miglioramento continuava: anche il dottore ne fu meravigliato.
Oggi la bimba è perfettamente guarita e ritornata al suo stato normale.
Vigevano.
RuBINI PIERA NEGRI.
Il Beato Don Bosco ha protetto l'operazione. In seguito a gravi disturbi per ulcera allo stomaco e dopo aver consultato più professori, fui ricoverato al policlinico, padiglione 3°, per assoggettarmi ad una penosa operazione. Ma, al momento di sottopormici, il pensiero della famiglia e dei figli mi fece rinunziare ed uscii dal policlinico per vedere se con altre cure potevo scongiurare l'atto operatorio. Ma, persistendo il male, fui costretto a tornare in clinica; mi rivolsi allora con grande fiducia al Beato Don Bosco, perche guidasse la mano del medico e lui desse la forza di andare incontro all'operazione con animo sereno. Le mie speranze non furono vane; l'operazione riuscì bene e dopo dodici giorni potei tornare in famiglia. In riconoscenza, invio L. 100.
Roma, aprile 1930.
STANISLAO CICERONI.
Prodigiosa guarigione da otite. La mia figlia Augusta all'età di 5 anni ebbe la scarlattina in forala così grave che ne restò col timpano dell'orecchio destro roso, e delicatissima nella sua complessione. Ogni anno doveva sottostare a cure infinite per l'orecchio. Nel novembre 1929 ammalò di otite tanto gravemente da dover lasciare il collegio e subire un'accurata visita da un distinto professore di Torino, il quale giudicò esser necessaria l'operazione, appena fosse calmato il dolore.
La mia bambina continuò per tre giorni e tre notti a gemere e a gridare da sembrare impazzita e da destare in tutti una grandissima pena. Visitata ancora dal professore, questi constatò la presenza del pus e decise di operarla in quello stato.
Io ero fuori di me all'idea dell'operazione, una non vedevo altra soluzione. Nella mia angoscia invocai il Beato D. Bosco perchè ottenesse un po' di tregua alla mia bimba, la quale subito cominciò a pregare il Beato, di cui era molto devota, ed a baciare la reliquia che le avevo collocato sotto il guanciale.
Dopo un quarto d'ora l'udii gridare fra le lagrime un appello disperato a Don Bosco... Mi avvicinai al letto e con gran meraviglia vidi la mia Augusta calmarsi e poco dopo addormentarsi. Erano le 3 di notte e mi aspettavo di sen tirla gridare più forte dopo quei minuti di quiete: invece continuò a riposare svegliandosi solo a mezzogiorno. Le sue prime parole furono: « Non ho più alcun male: Don Bosco mi ha guarita! ».
Nel pomeriggio il professore constatò che la malata non aveva più bisogno delle sue cure e si meravigliò fortemente della totale scomparsa del pus: « Ieri - diceva -- lo sentivo sotto le mie dita, ora non vi è più la minima traccia ».
Sei giorni dopo la figlia tornava nel Collegio M. Ausiliatrice di Giaveno. D'allora non solo è guarita dall'otite che l'aveva tormentata per tanti anni, ma sente benissimo dall'orecchio e, inoltre, si è così irrobustita da non apparire più quell'essere delicato che abbisognava di cure infinite.
Riconoscente ringrazio il Beato della segnalata grazia e lo prego di voler continuare la sua protezione, con quella di M. A. su me e su tutta la uria famiglia.
Torino, aprile 1931.
RoSA TUNINETTI.
Colpito da bronco-polmonite doppia e acuta, il 15 gennaio dal medico curante fui subito dichiarato in pericolo di vita, tanto che richiesto il Sacerdote, questi credette opportuno amministrarmi tutti i Sacramenti dei moribondi.
La visita diurna del R. D. Paolo Cavagnero, mio intimo amico, si chiudeva con la Benedizione di Maria Ausiliatrice. Un altro amico, il R. P. Costantino Gallo, cappuccino, pure nelle sue visite quotidiane, chiusesi sempre con una Benedizione, vista al mio capezzale l'Immagine-Reliquia del Beato D. Bosco, regalatami dal Rev. D. Luigi Nai, mio ex Direttore a S. Benigno Canavese, la prese e la pose sopra la parte malata dicendo che quello era il suo posto.
L'indomani di questa imposizione tutte le ansie de' miei cari si dileguarono perche la malattia aveva preso un corso benigno e presto fui ristabilito.
Lanzo Torinese.
LUIGI CAZZAGON Segretario Cotonificio.
La Domenica 1° febbraio, dopo le funzioni parrocchiali si stava svolgendo nel cortile dell'Oratorio fra i ragazzi che lo frequentano, una partita di calcio. Alcuni giovani dell'Oratorio stesso da una terrazza prospiciente nel Circolo, stavano assistendo allo svolgimento del gioco. Quando ad un tratto la balaustra della terrazza in calcestruzzo, a cui si appoggiavano i giovani, cedette, cadendo nel sottostante cortile e trascinando i giovani dall'altezza di ben quattro metri.
La cosa era molto seria. I feriti erano sei più o meno gravi: quello che presentava però maggiore gravità, che non dava più segni di vita, era un giovanetto di 17 anni, Vergani Giuseppe, a cui venne impartita d'urgenza l'assoluzione temendosi una catastrofe da un momento all'altro. Il sottoscritte subito accorso provvide pel trasporto del giovane in casa sua e mentre andava suggerendo al ferito parole di conforto e giaculatorie, si ricordò del Beato D. Bosco e a lui si raccomandò con viva fede e fiducia grande. Presa una reliquia del Beato Don Bosco che teneva presso di se, la fece baciare al giovane e gliela mise sotto il capezzale
Il medico accorso d'urgenza lo fece trasportare con un altro ferito all'ospedale di Bergamo, dove venne ricoverato con prognosi riservata con sintomi e segni evidenti di commozione cerebrale.
La notte trascorse in continuo pericolo grave con vomito e delirio. Invece con meraviglia di tutti, anche degl'infermieri, coli grande consolazione dei parenti e dei dirigenti dell'Oratorio, verso le 9 di lunedì, l'infermo si è svegliato completamente guarito, e al momento del suo risveglio domandò d i mangiare e di essere trasportato a casa sua.
Il Beato Don Bosco ci ha fatto parecchie grazie nel caso descritto: ci ha dato la guarigione di tutti i feriti, specialmente del più grave, e fece si che nessun ragazzo fosse colpito dal materiale, del peso di parecchi quintali, che cadde nel sottostante cortile.
Ho promesso al Beato Don Bosco di far pubblicare la grazia, di inviare una generosa offerta per le sue Opere e di adoprarmi per diffondere il suo culto.
Ranica, 11 febbraio 1931.
Sac. DONADONI ANTONIO, ex allievo.
Una guarigione prodigiosa. Trasmetto l'unito vaglia bancario di L. 1000 quale adempimento al voto da me e dalla mia signora fatto al Beato Don Bosco.
Mio figlio di ventisei mesi, ammalato di polmonite diaframmatica bilaterale con setticemia era giudicato da me e da uno specialista, chiamato d'urgenza, in fin di vita.
I presenti tutti erano certi della sua fine quando ci venne l'ispirazione di raccomandarci al Beato Don Bosco formulando il voto. Deponemmo l'effigie con reliquia del Santo presso il piccolo moribondo e dopo poche ore si verificava il, per me, grandissimo miracolo.
Briga (Cuneo).
Dott. ENRICO GARACCIONI, ex allievo salesiano.
Ciò che può la fiducia in Don Bosco. Nella prima decade del luglio scorso, mia moglie, fu affetta da una otite violentissima che le ha dato per quattro o cinque giorni dei dolori spasmodici con temperature 40°,5 e 41° rendendola in pericolo, causa il timore della meningite; e fu necessario chiamare uno specialista di Rimini, il dott. Covilli Faggioli, il quale avrebbe dovuto farle la perforazione della membrana timpanica se nel tragitto da Rimini-Longiano (km. 22) non si fosse fortunatamente aperta da sè. In seguito a ciò il dolore incominciò a diminuire, la temperatura a scendere, sicchè la credevamo quasi ristabilita, sebbene ogni tanto sentisse dei dolori alla nuca e precisamente alla mastoide. Allora andammo dal suddetto specialista per una nuova visita: egli ebbe il dubbio trattarsi di mastoidite, e per assicurarsi di ciò volle farle fare la radiografia, dalla quale risultò esservi alla mastoide sinistra del pus. Era dunque necessario e di urgenza un intervento chirurgico.
Mia moglie, Venturi Emilia, non volle saperne di operazione e, sebbene sentisse qualche dolore ed avesse qualche linea di febbre, si rifiutò ai mezzi chirurgici; ma fiduciosa nel Beato Don Bosco si raccomandò caldamente a lui, si applicò sulla parte malata la sua immagine giorno e notte e come per incanto cessarono i dolori, ritornò l'udito perfetto, sicché dopo breve tempo si trovò completamente ristabilita.
Longiano.
FERNANDO VICINI.
Esprimono pure la loro riconoscenza al Beato Don Bosco:
Coniugi Costa per la guarigione del loro Sergio di 19 giorni, colpito da intossicazione delle vie respiratorie e dichiarato dal medico in pericolo di morte. Riconoscenti offrono il loro obolo per le Missioni.
Cambiesi Giuseppina (Novara) per una distorsione al piede sinistro con lacerazione di tendini, immobilizzata per 8 presi nell'ospedale, ebbe poco sollievo dalle cure praticatele: raccomandatasi al Beato e applicato al piede un fazzoletto che aveva toccato l'urna di Don Bosco in breve si vide guarita.
Direttrice Figlie M. A. (Atlantic City) invia riconoscente offerta di L. 100 per grazia ottenuta dal Beato pregandolo di continuare la sua protezione sulla casa e sulla scuola.
Suor M. D. Da tempo sospirava il ritorno alle pratiche di pietà di un parente e l'ottenne dal Beato con 29 novene. Il 24 maggio detta persona riprendeva l'uso dei Santi Sacramenti.
Giuseppina Sarta per la guarigione del fratello Pietro, che, colpito da bronco-polmonite con l'aggiunta di complicazioni, era giunto agli estremi. La sua morte sarebbe stata una grande sciagura per la famiglia e Don Bosco, pregato con fede, ottenne la desiderata grazia.
Emilia Roberti (Napoli) per aver liberato il suo piccolo in un attacco di tosse che pareva volesse soffocarlo.
Alunne normaliste (Cuiabà) pel felice esito degli esami e pel conseguimento del sospirato diploma.
Benedicta Zoé Figueiredo (Cuiabà) ringrazia in modo speciale per il buon esito degli esami, pur sentendo grandi difficoltà negli studi per un'indi sposizione di esaurimento.
O. V. La sua bambina di un anno facendo i priori passi dimostrava di essere incapace a reggersi con la gamba destra: il medico, visitata la piccina, sospettò fosse colpita da paralisi e riservò un giudizio definitivo dopo alcuni giorni. Intanto la mamma cominciò una novena al Beato e vide subito un miglioramento, ed anche il dottore sgombrò col suo giudizio ogni timore.
Suor Carolina Manfredi (Bahía Bl.) per essere stata libera da gravi conseguenze in una pericolosa caduta su un mucchio di pietre.
Teresa Pece (Bergamo) per la guarigione della figlia ottenuta coll'intercessione del Beato senza bisogno di operazione.
Concettina Guerrieri (Modica) per aver potuto rimettersi, coll'aiuto del Beato, da un forte esaurimento con male cardiaco.
Coniugi Tamagnoni per grazia ottenuta offrono L. 100.
N. N. per la promozione della figlia al concorso regionale del Piemonte coli la pronta occupazione conseguita.
Suor B. M. (F. M. A.) da circa 6 anni colpita da infiammazione al sacco lacrimale, avrebbe dovuto subire un atto operatorio. Una notte colta da acuti e atrocissimi dolori all'occhio sinistro, vi applicò la reliquia del Beato, supplicandolo di cuore. Fu subito esaudita e da un anno non sentì più incomodi di sorta.
L. F. (Genova). Come da sua promessa ringrazia perennemente il Beato Don Bosco per aver colla sua potente intercessione, in un campo di enormi avversità in materia d'impiego, ottenuto dopo due anni di avventiziato, l'ammissione nel ruolo stabile.
Luigia Rigamonti Longoni (Milano) con una novella al Beato ottenne di veder dissipati i gravi dispiaceri che affliggevano il marito.
Scotti Dott. Antonio. Sua sorella suora da alcuni mesi lamentava forti dolori alla regione sacro-lombare. Visitata da specialisti e medici, fu giudicato il caso gravissimo e senza speranza di guarigione. Ma le preghiere dei parenti, delle consorelle e dell'inferma rivolte con fiducia al Beato ottennero la grazia: i dolori scomparvero completamente.
Michelone Anastasia (Costanzana) da più mesi inferma ed impossibilitata a qualsiasi domestico lavoro si raccomandò al Beato D. Bosco, promettendo, se guariva, di provvedere alla chiesa parrocchiale una statua del Beato. La grazia le fu presto accordata.
Dott. Ciro Formicola (Portici) rende pubblica la grazia ottenuta, per intercessione del Beato, con la guarigione di una sua sorella, colpita da gravissima influenza con complicazioni.
Candida Galiotto (Nova Padova, Brasile) scrive: Era ai primi di agosto del 1929 quando mi cominciò un dolore alle guancie che dopo otto giorni prese a spurgare dal naso e dalla bocca. Consultai il medico locale che pronosticò una fistola e altri mali, con la conseguenza della necessità di un'operazione. Pregai il Beato D. Bosco con una novena, unitamente alla famiglia, e appena finitala mi sentii subito migliorare: in pochi giorni ero guarita.
N. N. (Torino) afilitto unitamente alla sua famiglia da grave disgrazia finanziaria, che avrebbe potuto avere anche altre conseguenze di indole giudiziaria, si rivolse fidente al Beato don Giovanni Bosco, e contro tutte le speranze ebbe la sospirata grazia.
Riccio Maria (Torino) per l'ottenuta guarigione dal male che l'aveva ridotta ira gravissimo stato.
Signore e signorine che desiderano alloggio e pensione accurata e tranquilla durante la cura alle terme, possono averla presso l'Istituto Santo Spirito delle salesiane del Beato D. Bosco. Per schiarimenti e programmi rivolgersi alla Direzione: Istituto Santo Spirito - Acqui.
Bang Nok Khuek, 12-3-1931.
Amato Padre,
Dopo la giornata missionaria per l'opera della propagazione della fede e santa infanzia tenuta in tutte le residenze con consolante corrispondenza, abbiamo organizzata qui a Bang Nok Khuek, la giornata pro clero indigeno.
L'idea ci fu suggerita dalla circolare di S. E. Monsignor C. Salotti Segretario di Propaganda fide, a cui come spetta il merito di aver risuscitata la vitale questione (formazione del clero indigeno) con tanta vivezza di sentimento e praticità di intendimenti, così credo tornerà di conforto il sapere che la sua parola è stata appresa con profonda riconoscenza dai figli di D. Bosco del Siam.
Mi piace dirle subito, amato Padre, che la giornata fu organizzata dall'unione giovani cattolici della nostra incipiente missione e specie dal circolo S. Francesco Saverio formato in gennaio coi soci della Compagnia del SS. Sacramento del passato anno. Molte molte comunioni al mattino, molte preghiere nella giornata, chiesa zeppa alla messa solenne. I giovani educati nelle nostre compagnie, come voleva il Beato Padre nostro, si trasformano con spontaneità naturale in apostoli. Quel giorno poi, la loro gioia era più piena e visibilmente traboccava, perchè un loro compagno di 19 anni oriundo della città di Bang Kok vestiva, alla loro presenza, l'abito chiericale, per essere propagatore del regno di Dio nella cara terra a noi affidata.
Lascio immaginare la commozione di tutti (era la prima volta che vedevano simile cerimonia) e specie del buon papà, persona molto colta, venuto apposta con altri suoi figli, per assistervi. All'uscir di chiesa, ognuno voleva vederlo, parlargli, congratularsi con lui, ma i nostri birichini, mentre qualche mamma protestava, se lo presero e lo condussero in una aula della scuola per sentire la sua parola, per battergli le mani lungamente, pieni di santo entusiasmo, per suonare colla loro banda un inno di gloria al Signore, ed a lui che al Signore si donava.
Tra i presenti c'era anche il padre di un altro piccolo seminarista, Bum Xom, che sta facendo la 2a ginnasiale. Lo fissò più volte; pareva trasecolato. All'uscire lo presi per mano e gli dissi: « Fra quattro anni, se piacerà al buon Dio, ripeteremo la stessa funzione per tuo figlio, non è vero? ». Egli mi guardò con un sorriso di gioia, poi una lagrima gli sfiorò il ciglio... « Ma sì, ma sì ! vada, vada pure anch'esso », mormorò. Anche una figlia voleva consacrarsi a Dio ed egli la stava ostacolando in tutti i modi, non potendo comprendere una decisione così incrollabile davanti al suo grande affetto. Ora la figlia è qui ed attende le buone Suore di Maria Ausiliatrice, per seguire la sua vocazione. Povero papà! Essa mi riferì che quando partì di casa, si mostrò burbero, non disse una parola; forse non poteva parlare: ma penso che ora cominci anch'egli a provare l'immensa gioia (la gioia che vien dal Cielo) del suo sacrificio.
Un altro frutto della indimenticabile giornata. Durante la messa il nostro caro D. Casetta aveva fatto (in siamese) una bella predica sulla vocazione ed aveva anche insistito sul dovere dei parenti di non porvi ostacoli.
Pochi giorni dopo una santa mamma gli si presentò e disse : « Padre, sono vedova, ho due figli; uno è già in seminario, quest'altro domanda di seguirlo. Eccolo. Il Signore lo chiama, io glielo dono. Non posseggo terreni. A me ed alle due figlie che restano, provvederà Iddio ».
Iafet ha cominciato, così, il 1° corso ginnasiale. Sembra di vedere le mamme del nostro Piemonte, quando con generosità commovente davano i loro figli al Beato D. Bosco. Che il Signore ti benedica santa e coraggiosa genitrice!
Amatissimo Padre, noi vediamo, con profondo senso di gratitudine verso il Signore, la giovinezza nostra alla testa di tutto un movimento di bene; lo sogniamo più vasto, più forte in avvenire. Per mezzo dei giovani si fa pure del bene ai grandi, ai genitori, e ne sentivo persin l'eco a Bang Kok, nel passato mese, in famiglie a noi sconosciute ancora, che mi dicevano, per averlo inteso, il pensiero di molti padri e molte madri di qui, consolati dalla maggior bontà, dalla pronta ubbidienza e da più grande amore al lavoro dei giovani dei nostri oratori e delle nostre scuole.
Ella ci benedica tutti e dica ai nostri Benefattori le nostre strettezze, incredibili davvero in questo momento, non solo per le tante opere che dobbiamo sostenere ed organizzare, ma anche per molti orfani e moltissimi poveri cristiani che ci stendono la mano.
Aff.mo in C. I.
Sac. GAETANO PASOTTI.
(Lettera inviate da Don Rouby a S. E. Mons. Comin). Macas, 4 dicembre 1930. Eccellenza Reverendissima,
Conforme alle disposizioni di V. E. abbiamo fatto varie escursioni fra i kivari che abitano nella regione sulla sponda sinistra dell' Upano, e particolarmente nella zona detta Sevilla de Oro.
Ogni mercoledì andiamo a Sevilla e alla sera tutti i kivari dei dintorni si raccolgono nella povera cappella, che essi hanno spontaneamente costruita; dapprima erano una quarantina, e ben presto aumentarono fino a sorpassare il centinaio. Si dicono le preghiere, indi si fa loro una breve istruzione; e al mattino durante l'adunanza generale si fa oltre una mezz'ora di catechismo. Mentre io catechizzo gli uomini, il ch. Trampuz fa altrettanto coi fanciulli e Suor Domenica Barale colle fanciulle: nel frattempo l'altra Figlia di M. A. Suor Maria Troncatti attende alla cura degli ammalati. Nei primi tempi i kivari ebbero qualche diffidenza sospettando che volessimo loro togliere i figliuoli; ma ora sono pienamente rassicurati sul conto nostro e ci dimostrano gran confidenza.
Noi però non eravamo paghi di avvicinare un piccolo numero dei nostri indii, volevamo conoscerli tutti quanti si trovano disseminati per la vastissima pianura. Stabilimmo quindi con Don Giacomo Stal e le Suore di effettuare una perlustrazione più ampia su tutta la parte percorsa dai fiumi Yuquipa e Seipa affluenti di sinistra dell' Upano. Oltre al seme della parola divina sparso nei cuori dei selvaggi, abbiamo potuto compiere opera di carità curando malati in buon numero: e fare una Statistica approssimativa degli abitanti che superano i 500. Presso tutte le kivarie abbiamo trovato ottime disposizioni a ricevere la fede.
Lungo il Seipa le capanne sono numerose e assai vicine da formare un discreto paese, cosa insolita presso i kivari; e tutti ci hanno accolti con feste. Nella casa di Iucat, il nostro arrivo provocò dimostrazioni di cordialità che non ci saremmo aspettate ; i kivari dei dintorni si raccolsero per udire le istruzioni catechistiche e tanto vi presero gusto, da insistere calorosamente perchè fissassimo tra essi la nostra definitiva dimora. Quei poveri figli della foresta provarono una viva soddisfazione nel pregare e nell'apprendere il catechismo, rivelando al tempo stesso quanta attitudine avessero a profittarne. Ma dovemmo pure separarci da essi, con la speranza di rivederli presto e forse stabilirci tra le loro kivarie.
Veda, Monsignore, di far pervenire in questa missione altri volonterosi operai: la messe ci pare davvero matura e sarebbe una pena vederla andare a male per mancanza di mietitori.
Obblig.mo e dev.mo
D. A. Roubv
Missionario Salesiano.
Lin Chow, 1° marzo 1931. Amatissimo Sig. D. Rinaldi,
Avrà già saputo dai giornali dell'invasione di Lin Chow da parte dei comunisti. Il mattino del 12 gennaio, uscendo di chiesa, fui avvicinato dal maestro Ma che senza complimenti di sorta mi fece cenno di seguirlo in silenzio. Entrai con lui nel refettorio e dopo aver egli chiuso porte e finestre mi disse:
- Padre, un telegramma giunto or ora al Governatore della città annunzia l'arrivo di un forte gruppo di comunisti... saranno a Lin Chow, al più tardi, fra quattro giorni...
La notizia mi sembrò a tutta prima una fiaba.
- Tu, Padre, che pensi di fare? La minaccia è reale; è il Direttore delle scuole che ci ha comunicato la terribile notizia...
- Io?! Non farò nulla; resterò qui e poi sarà quel che Dio vorrà...
- No, Padre. Ti consiglierei di prendere ciò che ha qualche valore in casa, nasconderlo e ritirarti in qualche villaggio della campagna. Noi vedremo che cosa accadrà e ti informeremo.
Dopo qualche ora venne per comunicarmi la stessa notizia il Direttore delle scuole. Che cosa fare? Con Don Geder discutemmo sulla situazione e ci appigliammo a qualche provvedimento: chiusi in una scatola i documenti, che vennero seppelliti sotto il pavimento insieme ad alcune bottiglie di vino per la Messa. Fummo costretti a ciò anche perchè, essendo le vie infestate da pirati, non era prudenza portare dietro queste cose.
Due giorni dopo i comunisti erano sulle bocche di tutti e già correvano macabri racconti di persone uccise, case bruciate, esodo di abitanti, ecc. I nostri ragazzi prepararono rapidamente il fagotto e non ci fu verso di far intendere qualche ragione. Tutti erano sotto un incubo spaventevole e fuggivano in tutte le direzioni.
La domenica, 18, i cristiani vennero numerosi alla messa e ne approfittai per esortarli alla confidenza verso Maria Ausiliatrice che dal Cielo li avrebbe protetti e dimostrato, anche a Lin Chow, la sua potenza.
Verso le 11, arrivato D. Parisi, si dispose tutto in previsione di ciò che potesse accadere: la biancheria della chiesa divisa in fagotti fu affidata ai cristiani, la casa fu data alla custodia di un brav'uomo, e cedendo alle pressioni che ci venivano fatte dai cristiani, ci ritirammo nella vicina cristianità di Kitham.
I comunisti giunsero difatti da Toung Pi ed entrati nella nostra residenza ruppero la statua di S. Giuseppe, rovesciarono il tabernacolo, asportarono la biancheria trovata, ma non toccarono alcune bottiglie di vino da messa perche portavano l'etichetta tuk yok (= veleno!).
Il 21 essi si erano accampati in una pagoda vicinissima alla nostra residenza e non potendo entrare in città essendo sbarrate le porte, erano penetrati nella residenza chiedendo al custode del Shin fu (missionario) e notizie sui cristiani del luogo: ma il custode se la cavò da buon diplomatico senza compromettere nessuno. Noi avemmo danni abbastanza lievi: non così la città che dovette sborsare ai comunisti oltre 200.000 lire e lamentare un incendio che gettò sul lastrico 12o famiglie distruggendo un gran numero di case.
I nostri cristiani toccarono con mano la protezione della Madonna non avendo subìto vessazioni di sorta. Maria Ausiliatrice continui a proteggerci.
Sac. A. DE AMIcIs
Missionario Salesiano
Ancora comunisti !...
Amatissimo Padre,
Ormai è passato un anno dacchè Monsignor Versiglia e D. Caravario ci hanno lasciato ed è da un anno che i pericoli crescono. Siamo nelle mani della Divina Provvidenza: avvenga pure di noi qualunque cosa.
Bande di comunisti pullulano da tutte le parti. Ultimamente una forte banda molestò la regione di Lin Chow, terrorizzando tutti; indi passò nel mio distretto. Proprio quel giorno attraversavo la montagna da Ian Fa al territorio di Lok Chong. Ero solo. Lungo la strada venni informato che presso Lok Chong si era svolta una battaglia tra i comunisti e le truppe regolari e si temeva che i comunisti vincessero. Affrettai il passo, ma in mezzo a quel succedersi di monti non riuscivo a vedere oltre i venti o trenta metri. Io ero sicuro che i comunisti in caso di vincita e di passaggio libero avrebbero battuto il mio sentiero.
Fu un'ora di trepidazione. Arrivato alle falde della montagna presi coraggio; ma non avevo fatto cento metri che in un piccolo villaggio vedo un parapiglia: un assalto di comunisti. Cambiai rotta e invece di avviarmi alla residenza, mi indirizzai ad un villaggio cristiano, prendendo la via dei campi. Dopo più di mezz'ora tra tanti stenti e paure, arrivai colà tutto infangato e stremato di forze. Ivi trovai le due mie catechistesse e il servo che erano scappati dalla residenza di Leu ha mettendo in salvo la roba di chiesa e qualche altro oggetto.
Il villaggio era pieno di fuggiaschi. Nel piccolo oratorio pubblico, ove tenevo il Santissimo, era un via vai di devoti che andavano a raccomandare al Signore se stessi, le loro so stanze, il loro avvenire e l'avvenire della Santa Chiesa. Alle preghiere della sera ogni angolo di quell'oratorio era gremito. Dopo le preghiere ho dato la benedizione col Santissimo. Con che devozione han pregato i miei cristiani, con che spirito religioso hanno assistito alla benedizione non si può dire a parole. Si deve notare che questo gruppo di cristiani Pac San costituisce la cristianità più fervente, più attaccata alla Chiesa, che abbiamo nel Vicariato. Ha già dato un sacerdote indigeno e molte catechistesse alla nostra Religione. Quella sera, nel sermoncino li esortai ad aver sempre più fiducia nella Divina Provvidenza che non lascia perire il fiorellino del campo, e neppure quelli che si abbandonano completamente nelle sue braccia.
Durante la sera e nella notte continuarono ad accorrere i fuggiaschi. Da loro abbiamo saputo che i comunisti dopo una breve sosta a Leu ha, dove alcuni sono penetrati nella nostra residenza senza arrecare nessun danno, sono partiti pigliando la via di Jan Fa, proprio quella che una mezz'oretta prima io avevo percorsa. Ma fattosi troppo tardi e temendo qualche imboscata sull'alto della montagna sono tornati sui loro passi ed hanno alloggiato proprio a dieci minuti dal villaggio dove mi trovava. In quel villaggio, da cui era scappata tutta la gente, i comunisti si son trovati assoluti padroni e hanno svaligiato ogni casa portando via riso, galline, anitre, maiali, ecc. L'indomani, prima dell'alba, sono partiti lasciando ogni ben di Dio nelle pentole, ma i paesani, per paura di esser avvelenati, hanno tutto buttato. Io passai la notte tranquilla protetto dalla Provvidenza, e l'indomani dopo aver confessato qualcuno, e detta la Santa Messa, ritornai alla mia residenza di Leu ha, dove trovai tutto in ordine come aveva lasciato giorni innanzi.
Dopo una perlustrazione alla casa, feci una corsa alla città di Lok Chong, dove trovai Don Battezzati, tornato allora allora da Pet Heung da cui aveva tratto in salvo oggetti di chiesa e ogni cosa di utilità. La città ebbe i suoi giorni di vero panico, ma non sofferse nulla da parte dei comunisti, perchè essi non vi poterono entrare, ed anche perche avevano la mira ad altro: quella di scappare nel Kiang Si e unirsi agli altri comunisti, rifornirsi di armi e munizioni per continuare la lotta civile.
Come vede, amato Padre, anche la missione di Shiu Chow ha avuto i suoi giorni di trepidazione e continua ad averli e non sa sino a quando dureranno. Però noi tutti siamo al nostro posto; anche D. Cucchiara è già al suo posto di vigile sentinella a Lin Chow.
La nostra buona mamma Maria SS. Ausiliatrice, il beato D. Bosco, ed anche i due altri nostri protettori Monsignor Versiglia e Don Caravario, ci assistano e proteggano.
Loh Chong, 7 marzo 1931.
Sac. MUNDA VINCENZO.
Miyazaki, 1° gennaio 1931. Amatissimo Padre,
Mi pare di poter dire che il Signore voglia diffondere sulla nostra missione un'aurora di vita nuova.
L'anno nuovo si apre con una ventina di battesimi; colla fondazione in provincia di Miyazaki di nuovi centri di istruzione religiosa (Hirolse, Kobayashi) e colla nuova residenza del nostro studentato filosofico a Takanabe; coll'inizio di varie altre opere (di cui riferirò a tempo opportuno) destinate a rassodare fondazioni iniziate e svilupparne nuove, e la Provvidenza in forme sempre nuove ci viene in aiuto per la carità dei nostri benefattori. Ma non ci è di minore consolazione il felice arrivo del nucleo di rinforzo (1 prete, 3 chierici e 3 Suore Figlie di Maria Ausiliatrice) inviatoci dalla generosità dei Superiori. Oh come incominciano a delinearsi le speranze future... e si sogna... e si affretta col desiderio e col lavoro la realtà dell'avvento del regno di Dio per queste anime.
Vita di felicità pagana.
Intorno a noi ferve in questo momento la festività del Capo d'anno, E più che in Europa, per lettera, con visite, cori riunioni e con donativi si scambiano auguri di felicità. Si augura e si cerca questa nei copiosi pasti fra gli intimi parenti e nelle libazioni. La si vuole ricordata nei tradizionali ornamenti davanti alle case: un ramo di pino, legato insieme al bambù ed al ciliegio rammenta a tutti la vigoria, la forza e la longevità della famiglia raffigurata cresciuta nella rettitudine della condotta, raffigurata nel bambù che produce numerosi polloni e che si erge dritto al cielo: l'anima giapponese raffigurata nel ciliegio che apre i suoi fiori profumati al sorgere del sole. Sull'uscio di casa sono riuniti in guisa da formare uno stemma paglia di riso, felci e pesci, raffiguranti l'abbondanza dei prodotti della terra. Nel mezzo spicca l'arancio simbolo della trasmissione di tutta questa felicità alle generazioni della famiglia.
Canti e danze si fanno nella casa o su palchi improvvisati nelle vie, affollate più del solito, più variopinte nella fantasmagoria dei colori della réclame dei negozi e dei rinnovati vestiti delle persone. Accanto a grossi fornelli, sui quali cuoce il riso, due o quattro uomini battono il riso con grossi martelli di legno in mortai, cantando in rituro cadenzato, e formando il desiderato moci, pasta che si stira e foggia in forme svariatissime, e che rappresenta uno dei doni e dei cibi prediletti di capo d'anno. È insomma un agitarsi di persone, un fervore di vita nuova, manifestata in modo speciale dai fanciulli che mettono in mostra i regali ricevuti, utilizzano subito i nuovi giuochi - la palla, le birille, il volano, il cervo volante che in foggie stranissime solca in ogni direzione il cielo - e dove cade la neve costruiscono fantocci caratteristici e si riscaldano lanciandosi pallate o giuocando ai nostri giuochi di sport invernale che ben conoscono.
Vita nuova cristiana.
I nostri cristiani in occasione del capo d'anno Hanno aggiunto alle forme sociali della vita giapponese quelle della vita cristiana. Si sono consacrati con noi al S. Cuore e a Miyazaki durante le Quarant'ore tenute in questa circostanza, hanno tenuto compagnia a Gesù pregandolo per loro, per la missione e pei suoi numerosi amici e benefattori, per la patria loro. Rinnovati tutti nello spirito ci ottenga il Signore la propagazione del suo regno nelle anime e la pace promessa agli uomini di buona volontà. Coll'augurio cordiale di buon anno agli amati Superiori, ai fratelli ed allievi tutti, ai cari cooperatori, e specialmente a Lei, armato Padre, voglia ricordarci e benedirci in modo speciale.
D. V. CIMATTI. Missionario Salesiano.
a cui si apporrà in una targa il nome della persona offerente.
Cassetta in legno L. 16o Pianeta a doppio indritto drappo oro e seta viola » 200
Camice, cingolo, rocchetto 65 3 tovaglie e piccola biancheria per la Santa Messa » 40
Pietra sacra > 20
Calice coppa d'argento » 90 Teca per il SS. Sacramento . . . » 20 Patena e piattino per ampolline > 25
Vasetto per Olio Santo » 33 Crocifisso, candelieri, ampolline . . 0 25 Asperges, scatola ostie, cartegloria » 32
Rituale » 30
Messalino e porta-messale » 55
Totale L. 805
BORSE COMPLETE.
51 Borsa Famiglia DELL'ANGELO fondata dalla signora Riva Zamberletti per mezzo della Rev.da suor Maddalena Riva del Monastero Agostiniano del Monte di Varese.
52 Borsa SANTA RESTUCCIA morta nel 1930, in memoria e per suffragio dell'anima sua. La borsa è fondata da una pia famiglia palermitana che vuol serbare l'incognito.
53 Borsa Don GIUSEPPE LAZZERO fondata dalla famiglia Vacchina, in suffragio della moglie e della mamma Vacchina Rosa nata Corino, a mezzo del sig. Giuseppe Vacchina.
54 Borsa S. VERGINE DI OROPA fondata da una pia persona a suffragio di Silvio Corona e Pia Ferrero Corona.
55 Borsa MEDAGLIE D'ORO DELLE MISSIONI SALESIANE.
J. e I, R, per onorare i grandi Pionieri e per le famiglie degli offerenti.
BORSE DA COMPLETARE.
Borsa ANIME DEL PURGATORIO - Somma precedente: L. 10.058 - Guadagnini V. Jettolini in memoria dell'ottimo consorte, 20 - Paolo Daffau in memoria e suffragio della sorella Anna, 1000 - Sac. Calogero Cascio, 30 - Canepa Maria V. Tavella, 25 - Oddo Ernesta, 20 - Oddo Ernesta (altra offerta), 20 - Avv. Carlo Bonomi, 20 -- Volpato Maria, 20 - Ghinozzi e Cristofolini (Merano), 100 - Prato Teresa, 5o,- Totale L. 11.363.
Borsa BEATO DON BOSCO (132) - Somma precedente: L. 8745 - Francesco Munizzi poi suoi cari defunti, 25 - Francesco Munizzi (altra off.), 25 - Cavalli Giuseppina, 1oo - N. N. (Roma), 300 Coniugi Antoniotti, 100 E. M. Acqui, 5o - M. U. (Genova) riconoscente a D. Bosco, 5o - Dott. P. Prandi e famiglia, 50 - Giambona Emma, 5o - Sebastiano D' Urso, 40 - Peretti Giovanni, 25 - Cav. Arturo Bigagli, 25 -F. Sulis, 20 - D. Attilio Roncon (e raccolte tra pie persone), 20 - Francesca Sulis (altra offerta), 20 - Maria Carnelli, 15 - Pasquali Bruna, 10 - Bracco Serafina, 5 Giovanni Marchesi, 10 - Spagarino Carlino, 5 - E. M. (Acqui) (altra off.), 5o - Umberto Viola, 1oo - Tina Sponza, 5o - Torriglia Pietro, 5o - Morei Angela, 10 - Augusta Polli, 10 - Salzella Marina, 5 - Rita Cellai Bonopera, 50 - Assunta Cipiccia a nome del fratello Gaspare, 100 - Te tale L. 10.115.
Borsa D. BELTRAMI ANDREA (4a) - Somma precedente : L. 685 - A. D. C. L., 132 -- Totale L. 817.
Borsa BENEDETTO XV Somma precedente: L. 235 - Natalina Silva Rolfi a protesta e riparazione delle molte ingiuste calunnie contro quel santo martire dalla guerra, ioo - Totale
L. 335.
Borsa BORGATELLO D. M. - Somma precedente: L. 1856,65 - Bovino Giovanni, 55 - Antonini Maria, 10 - Totale L. 1921,65.
Borsa CALCAGNO D. LUIGI - Somma precedente: L. 101o - Giuseppe Calcagno (varie), 25 - Totale L. 1035.
Borsa CARRANZA PIOQUINTA DE S. JERONIMO (Nueva S. Salvador) fondata dalla signora omonima, 10.640.
Borsa DIVINA PROVVIDENZA - Somma predente: L. 2000,50 - Mariani Denando, 30 - N. N. (sacrestia), 100 - Guerra Luigina, 200 - Totale L. 2330,50.
Borsa DON BOSCO EDUCATORE (2a) - Sommaprecedente: L. 17.584,50 - Giuelli Cecilia, io - Luisa Vignoli, io Betta rag. Guido, 15 - Nervi Pierina, 1o - Gonella Teresa, 15 - Totale L. 17.644, 50.
De Borsa DON BOSCO, SALVATE I NOSTRI FIGLI - Somma precedente: L. 4282 - Egilda Pavrato, 5o - Parietti Teresa, 20 - Adriana Marco, 15 - L. Rizzi 15. (Monza), 30
o -
Totale L. 4397.
Borsa EMIGRATI ITALIANI Somma -Precedente: L. 485 - Morelli Giovanni (Hayange), 6o - Totale L. 545.
Borsa EUCARISTICA DEL PICCOLO SERAFINO GUSTAVO BRUNI (4a) - Somma precedente: L. 11.405 -- Elena Lagomarsino Friscone, 5o - Musso Giuseppina, 25 - Caterina Viazzi Chiara, 20 - Pellas Elena, io -- Bianca Roella, 100 - Carmelina Balocco, 20--- Rev.da Superiora Generale Suore Prezioso Sangue di Monza, so, offerte dai bambini del Circolo Gustavo Brini - Don Arnoldo Konig, Parroco di Schoenau Bz. Koln, 451 Danzi Maria, 100 - Signora Giaccone, io -- Giuseppe Coretti, 100 Anna Valle, io - Sr. Fr, 5 - Mario Malè, i5 - Bonetti Fanny, 20 - Ida Ghiglione, 100 - Lorevzo Pedemonte, z5 - Caratti Alfonso, 5o - Don Nino Parravicini, 500 - Tutte a mezzo del sac. G. M. Anzini per grazie o per impetrare grazie - Totale L. 13.066.
Borsa D. FRANCESI. (2a) - Somma Precedente: L. 250 - Lovazzano Cristina, 20 - Totale L. 270.
Borsa FRASSATI PIER GIORGIO (2a) - Somma precedente: L. 2615 - Miranda Volo, 25 - Ciarlo Maria, 5 - Giovanna Assandri, 50 - Totale L. 2695.
Borsa G. - M. A. - D. B. (2a) - Somma precedente: L. 2419 Antonia Guzzo, 2oo - Totale L. 2619.
Borsa GIRAUDI D. FEDELE - Somma precedente: L. 9014 - Don Luigi Piazza, 100 - B. M. ex allievo, 200 -- N. N. (vari a mezzo porteria), 70 - Alessio Emilia, 5 - Bordini Maria, 12 -- Guercio Itala, io -- Guercio Luigia, io
- Masocco Rita, io- Palomba Anna, 75 - Pellerino Angela, 5 -- Piasentini, io - Saguto, io - Valpreda Margherita, io - Teresa Clara, io - Rigoletti Amalia, 20 - Totale L. 9571
Borsa GIUBILEO E RICONCILIAZIONE - Somma precedente: L. 2400 - Dott. Francesco Casalbore, 15o - Totale L. 2550.
Persa GUIDAZIO D. PIETRO (2a) - Somma precedente: L. 1000 - Rosa Guidazio, 15 - Totale L. 1015.
Borsa LAJOLO D. AGOSTINO - Somma precedente: L. 25o - Zandrino Rosetta e Tina, 20Ameno Agata, 30 - Totale L. 350.
Borsa MAMMA MARGHERITA (2a) - Somma precedente: L. 185 - Matilde Avunti come atto
di riconoscenza al Beato D. Bosco per grazia, io - Totale L. 195.
Borsa MARIA ADDOLORATA - Somma precedente: L. 350 - Francesco Munizzi a suffragio dei suoi cari defunti, 25 - Francesco Munizzi (altra off.), 25 - Totale L. 400.
Borsa MARIA AUSILIATRICE (24a) - Somma precedente: L. 5648,50 - Francesco Munizzi, 25 - Francesco Munizzi (altra off.), 25 -- T. C. (Alessandria), 100 - G. Fusarini, 25 - Bice Caretta B., io - Galiani Alfonso, io - G. R. (Moncalieri), 100 - Totale L. 5943,50.
Borsa NASSO' D. MARCO (2a) - Somma precedente: L. 5001 - G. M. e sorelle Nassò, 5 - Totale L. 5006.
Borsa NOGARA MONS. GIUS. ARCIVESCOVO DI UDINE - Somma precedente: L. 5001,35 - Federazioni ex allievi di Udine, Ottavio Battaglia, Buttolo Regina, 25 - Saro Angelo, 5 - Giovanni Polga in morte Rina Botto, 5 - Polga
Maria in morte Rina Botto, 5 - Filodrammatica ex allievi e Cooperatori Salesiani in morte Rina Botto, 25 - Unione ex allievi D. Bosco di Udine in morte Rina Botto, 10 - Fabretto Giuseppe in morte Rina Botto, 5 - Candolini avv. Agostino in morte Rina Botto, io - Ottavio Battaglia in morte Rina Botto, 5 - Umberto Rossi in morte Rina Botto, io - Giovani operaie friulane del Convitto Rivetti di Vigliano Biellese, in occasione dell'onomastico di Sua Ecc.za l'arcivescovo Mons. Giuseppe Nogara di Udine, 330 - Sabina Giordani, io - Avv. Botto Annibale in morte Mons. Giovanni Nogara, io - Unione ex allievi D. Bosco di Udine in morte Mons. Giovanni Nogara, io - Avv. Annibale Botto in morte Ines Cosmi, 5 - N.. N., 5 -- N. N., 20 - Avv. Botto Annibale per odorare la memoria di Giovanni Princisgh, 15 - Id. in morte Leo nardo Canciani, io - Id. in morte sig.ra Candolini, io - Id. in morte sig.ra Gubitta, io - Id. in morte sig. Bearzotti, io - L'Unione ex allievi di Udine in memoria della compianta sig.ra Pertoldi Ersilia ved. Marchi, io - Gruppo ex allievi D. Bosco di Udine in memoria della mamma dell'amico Marchi, io - Saro Angelo in memoria del fratello Umberto, 5 - Totale L 5571,35.
Borsa PARROCCHIALE M. AUS. - Somma precedente: L. 1577,40 - Dalle cassette del Santuario, 409 - Totale L. 1986,40.
Borsa PIO X - Somma precedente: L. 10112 - Carola Fagiuoli, 3o - Totale L. 10142.
Borsa PISCETTA D. LUIGI - Somma precedente: L. 10.310 - Sig.a Vassalli (Riva S. V.), 17,30 - Margherita Grana, 60 - Caterina De-
martini, 5 - Rosetta Garbarino, i -- Mazilia Garbarino, 5 - Pallnira Garbarino, 5 - Margherita Mangini, i Maria Peretti in Garbarino, 4 - Olga Bisordi, i - Fiorinda Mangini, 2 - Serena Mangini, 2 - Rosa Mangiai, i -- Rosa Garbarino, io - Nazareno Garbarino, i,5o - Maria Rodegno, 2 - Asinina Maugini, 3 - Maria Moreschi, 2 - Pasqualina Segale, 2 - Fiorinda Segale, 2 - Teresa Ferretti, 5 - Anna Segale, i - Margherita Mediago, 5 - Enrichetta Bortano, 2 - Maria Demartini, 2 - Rosetta Repetto, 4 --- Maria Demartini, 2 - Rosetta Demartini, 1o,,o Don Davide E., io - N. N. (Cuba), ioo - N. N. a mezzo Madre Maria Bertoni, 14,50 -- Don Bernardini, 10 - Don Sacchetti, io -- Madre M. Bertoni, io - Totale L. 10.621,80.
Borsa PRINCIPI DI PIEMONTE- Somma precedente: L. 1455 - Andrea Ch. Oberti, 9 - Totale L. 1464.
Borsa REGINA DEL SOGNO - Somma precedente: L. 2600 - Antonio Vella, 100 - Totale L. 2700.
Borsa REGINA DI MONDOVI' - Somma precedente: L. 846 - Maria Agnese Zoppi, 5 - Giovanni Gregorio, io - Zappino Irene Zoppi, 20 - Danni Paola, 5 - Olga Richieri, io - Famiglia Danni, 15 - Natalina Seghesio Richieri, 20 - Adelina Aymar, 15 - Totale L. 946.
Borsa RICCARDI D. ROBERTO - Somma precedente: L. 1 - Riviera Giovanna a suffragio della mnamma, 1o --- Ayassa Paolo, 20 - Comm. Giuseppe Zoppis per l'aulico amatissimo, loco - Can. penit. D Luigi 1'onchiroli, 5o - Totale I,. 13.018,30.
Borsa RUA D. MICHELE (4a) - Somma precedente: L. 875 - Macciotta Luigina, 50 ---Mare Vaia, 398 - Totale L. 1323.
Borsa SACRA FAMIGLIA - Somma precedente: L. 85o - Gilardi Giovanni, 10o -- Totale I,. 95o.
Borsa SACRO CUORE DI G. CONFIDO IN VOI! -- Somma precedente: L. 16.o56 - L. C. (Alessandria), 100 - Olivari Maddalena, io - N. N. (Vallese), 300 - Llena Morali Buffa, 20 - Ceccarelli Ermanno, 20 - Avv. Gaetano Ceola, 20 Borrino Maria, io - Canal Giorgio, io --- Dell'amore Giovanna Egizia, lo - S. L. in riparazione della bestennnia, io - Maria Teresa Vachino, io - Gabriele Ricchini Clotilde, 5o - Totale L. 16.626.
Borsa S. ANNA - Somma precedente: L. 10.075 -Ida Merusi, 5 - Totale L. 1o.o8o.
Borsa S. ANTONIO DI PADOVA - Somma precedente: L. 2670 - Antonio Ciarleglio, 13 - Gioachin Modesto, io - Antonio Ciarleglio, io Ditta A. Stua (Luxor), 36 - Ditta A. Stua (febbraio), 58 - Ditta A. Stua (marzo), 36 - Totale L. 2833.
Borsa S. EMERICO-Somma precedente: L. 12.100 - Ispettoria ungherese, loop- Totale L. 13.100.
Borsa S. GIUDA TADDEO - Somma precedente: L. 85 - Eugenio Marrè, 25 - M. A., 5 - Totale L. 115.
Borsa S. GIUSEPPE (3a) - Somma precedente: L 4985 -- Tavella Maria, 5o - Giudici Maria, 2o - Totale I,. 505 5.
Borsa S. LUIGI - Somma precedente: L. 3000 - Can. penit. D. Luigi Ponchiroli, 100 - Totale L. 3100.
Borsa S. MICHELE -- Somma precedente: 1,. 2305 - D. Beniamino Ciamer, 20 -- Totale 1,. 2325.
Borsa S. RITA DA CASCIA -- Somma precedente: L. 1125 - Teresa Cargnelutti, 5 - N. N., 1000 - Totale L. 2130.
Borsa S. TERESA DEL B. GESÙ (io,) - Somma precedente: L. 10.987,50 - Francesco Mnnizzi a suffragio dei suoi cari defunti, 25 - Francesco Munizzi (seconda off.), 25 - Dott. Pasquale Mazzola, 30 - Dott. Pasq. Mazzola (altra off.), 30 - Maria Teresa (St-Louis), 100 - R. Q., 5o - Gonella Teresa, io - Totale 1,. 11.257,50.
Borsa VANGELO DI GESÙ - Somma precedente: L. 1o.66o - C. R. T., ioo - Ida Ghiglione, 100 - Totale I,. io.86o.
Borsa MONS. L. VERSIGLIA - Somma precedente: L. 12.342 - Prof. Domenico Onelli, 20 - Colomba Palmarini V. Bruno, 490 - Can. Michele Curatolo, 5o - Totale 1,. 12.902.
Borsa VERSIGLIA E CA RA VARIO - Somma precedente: L. 781 - Parolin Cecilia, 1; - Emilio Mariconda, 15 -- Datta Maria, io --- Totale L. 321.
Ci scrive da New York il Rev. D. A. Moi informandoci che intende devolvere alla fondazione di una borsa missionaria a. DON Bosco PADRE DEGLI ORFANI, il ricavo di un bel libro da bui composto e intitolato RICORDI D'INFANZIA.
Mentre esprimiamo vivissime grazie all'amico per la sua nobilissima intenzione, segnaliamo che il libro è in vendita al prezzo di L. 12. Per acquisti rivolgersi al Rev. Sac. Pietro Cossu - Via Cottolengo, 32 - Torino.
CASSETTA - CAPPELLA
a cui si apporrà in una targa il nome della persona o delle persone offerenti.
Cassetta in legno con Tabernacolo . . . L. 350 Piviale e velo omerale u 260 Due pianete a doppio indritto e stola . » 300
Càmice, cingolo e rocchetto » 65
Tre tovaglie di tela lino » 40 Piccola biancheria per la S. Messa . . » 40
Pietra sacra » 20
Calice coppa d'argento » 90 Pisside e teca pel SS. Sacramento . . . » 67
Raggio per la Benedizione » 77
Turibulo e navicella » 75
Vasetto per Olio Santo » 33 Crocifisso, candelieri, ampolline . . . » 15 Asperges, scatola ostie, cartegloria . . » 33
Messalino e porta-messale » 55
Lampadina e campanello » 20
La festa del Beato Don Bosco a Torino.
Il Santuario di Maria Ausiliatrice è stato ancora una volta testimone della profonda devozione che nutre il popolo torinese per il Beato Don Bosco.
Nei giorni del triduo - predicato mattina e sera dal Sacerdote Salesiano Don Nano, da S. E. Mons. Rossi, vescovo di Susa, e dal Maestro Can. Don Giocondo Fino - a tutte le funzioni assistette con devota pietà una folla di fedeli, che nel giorno della festa si alternò in numero stragrande dalle prime messe dell'alba fin oltre la solenne benedizione della sera. Specialmente durante la messa e i vespri pontificali di S. E. Mons. G. B. Pinardi la chiesa di Maria Ausiliatrice fu incapace di contenere i devoti accorsi che si accalcavano sulla piazzetta prospiciente e nei cortili laterali. Nell'interno il Santuario-Basilica, gremito fino all'inverosimile, presentava un magnifico colpo d'occhio nel fulgore di luci e addobbi, nell'effusione deliziosa di canti liturgici di celebri autori sotto l'abile direzione del maestro Scarzanella. Con che godimento spirituale il devoto uditorio abbia ascoltato lo smagliante panegirico, detto dal piissimo Vescovo di Susa, è facile pensare, dopo l'affluenza che vi aveva determinata nei giorni del triduo la sua dotta e affascinante parola; e la figura del nostro Beato Fondatore e Padre dalla limpida oratoria di Sua Eccellenza balzò più viva e più amabile trovando in tutti i cuori una profonda risonanza di affettuosa devozione.
Chiuse le riuscitissime funzioni S. E. Mons. Maurilio Fossati, Arcivescovo di Torino, impartendo la benedizione Eucaristica, vivamente confortato dall'imponente spettacolo di fede di un popolo in esultanza attorno all'urna del Beato D. Bosco.
Il tema di " Compagnie Religiose ".
Abbiamo accennato alla cronistoria delle COMPAGNIE RELiGIosE istituite da Don Bosco nei suoi istituti: aggiungiamo ora una breve considerazione sull'influenza benefica da esse esercitata sull'animo dei giovinetti. Ce ne viene offerta l'occasione da quanto si è svolto nella casa madre dell'Oratorio il 12 aprile u. s.
Ricorreva in quel giorno l'ottantacinquesimo anniversario della presa di possesso di Valdocco da parte di Don Bosco. Da quel
lontano aprile del 1846, Don Bosco nella stabile dimora di casa Pinardi potè attuare man mano tutte le iniziative che l'esperienza gli mostrava più opportune e più decisive per l'educazione cristiana dei suoi giovanetti: e una delle prime che egli attuò, fu quella delle Compagnie Religiose, che in poco più di un decennio pervasero di un soffio di nuova vita il piccolo mondo dell'Oratorio.
In Valdocco la data fu solennizzata con una serie di funzioni alle quali parteciparono in gran folla ex allievi, tutti i membri delle Compagnie e una larga rappresentanza di Istituti delle Ispettorie dell'alta Italia. Un numero del programma della giornata comprendeva anche il Congresso delle Compagnie Religiose, indetto dal sig. D. Rinaldi. Vari opportunissimi temi furono trattati nella adunanza antimeridiana e pomeridiana: ma ciò che emerse ben chiaro, la nota diremmo universale di queste Compagnie - che benchè vecchie di oltre 8o anni non hanno già fatto, come si direbbe, il loro tempo - fu la rivelazione di perenne capacità a preparare assai bene alla vita cristiana e civile i giovani con ciò che inculcano e coi mezzi che offrono. Dovunque, in Italia e all'estero, esse hanno contribuito a plasmare ottimi cristiani e ottimi cittadini.
Nella lunga esperienza fatta, si può facilmente individuare quelle influenze decisive che esse hanno esercitato sull'animo dei giovani e che noi riteniamo prime basi di una seria preparazione alla vita cristiana e civile: e sono:
1) Lo stimolo efficace dato da esse allo sviluppo della pietà.
2) L'abitudine innestata nei giovani alla pratica dei doveri della vita cristiana.
3) L'emulazione del buon esempio, nell'esercizio della virtù e nell'adempimento dei doveri quotidiani.
4) L'amore ad un apostolato, che più non si dimentica per le gioie provate.
Onesta la considerazione che affiorava alla nostra mente seguendo il vivo dibattito di idealità sante che i membri delle Compagnie Religiose avevano ingaggiato il 12 aprilg, e che confermava il giudizio nostro sulla perenne fecondità dell'iniziativa del Beato Don Bosco, opportuna e utile ieri conce oggi, perchè rivolta a bene delle anime giovanili che hanno ovunque gli stessi slanci e le stesse debolezze.
In onore di Domenico Savio.
A Porto Recanati si è svolta il 15 marzo una entusiastica commemorazione di Domenico Savio, allo scopo di diffondere nel popolo la conoscenza della vita dell'angelico giovane e innalzare preghiere per affrettare la sua glorificazione. Preceduta da una comunione generale e dall'adorazione del Santissimo, la commemorazione fu tenuta dal sac. Amori Alessandro e seguita dalle scene drammatiche, che s'intitolano a Domenico Savio e che furono egregiamente interpretate.
Inaugurazione di un nuovo collegio a Paysandù.
Paysandù, che da oltre 5o anni conosce ed apprezza l'opera educativa che in essa hanno svolto con tanto successo i nostri confratelli dell'Uruguay, si è arricchito di un nuovo collegio salesiano, dedicato al Beato Don Bosco. Sorge nei quartieri del porto e si rivela subito per la sua mole imponente ed artistica, offrendo un bell'esempio per l'impulso edilizio in quella zona bisognosa di rinnovarsi. La cerimonia dell'inaugurazione riuscì una magnifica glorificazione di Don Bosco, fondatore della
Congregazione Salesiana, e fu compiuta col concorso di Cooperatori ed ex allievi sotto la presidenza dell'Ispettore P. Peruzzo, accompagnato dai primari superiori dell'Ispettoria.
Tra gli Italiani di La Poudrette.
Indubbiamente è assai meritoria l'opera di assistenza che zelanti sacerdoti compiono verso i nostri connazionali all'Estero, in Europa e in America. Essi hanno la qualifica di « missionari » e lo sono difatti per lo zelo che spiegano nel coltivare tra i nostri connazionali il sentimento religioso e nel tutelarlo contro gli innumerevoli pericoli che incontrano in paesi estranei.
L'opera di Don Bosco offre anche per questa bella missione il suo contributo di energie che in America, in Africa, ed anche in Europa ottiene stupendi risultati. Eccone uno recente.
Il settore di Lione (Francia) ha per direttore un Salesiano, il Sac. Don Bono che si prende cura degli Italiani svolgendo tra essi opera di assistenza materiale e soprattutto morale e religiosa. Per la Pasqua egli ha organizzato tridui di predicazione italiana per preparare i nostri emigrati al dovere cristiano di accostarsi ai Sacramenti. Riuscitissimo fu quello tenutosi a La Poudrette in Vaulx-en-Vélin. La Poudrette è un paese eminentemente industriale a distanza di 3/4 d'ora di tram da Lione; vi si fabbrica la seta artificiale e vi lavorano oltre 6oo italiani frammischiati a spagnuoli, polacchi, russi, iugoslavi, armeni, ecc. Il triduo predicato da un missionario salesiano, Don Livio Farina, fu coronato dalla Pasqua fatta con vivo senso di pietà dalla totalità di quei nostri fratelli.
Una lapide.
Con una manifestazione imponentissima, ch'è stata una vera dimostrazione popolare, a cura dell'unione ex-allievi è stata inaugurata una lapide in piazza Carlo Alberto di Livorno - una delle più vaste e più aristocratiche piazze d'Italia - sulla faccia della casa n. 2, dove il 15 aprile del 1858 don Bosco, di passaggio da Livorno, fu ospite dell'allora Istituto Vittorino da Feltre, diretto dal compianto prof. Francesco Pera, che fu un'illustrazione della città. Il Vicario Generale Monsignor Marcucci ha benedetto il ricordo marmoreo. Vi assistevano autorità, istituti, associazioni, una folla eccezionale di ogni gradazione sociale. Ha tenuto il discorso ufficiale l'avv. Lecci di Pisa. Prestava servizio la banda dell'istituto salesiano. Ecco l'epigrafe dettata da Paolo Boselli:
In questa casa - dove nel nome di Vittorino da Feltre - Francesco Pera - esercitava missione educatrice - cara benefica al genio al cuore - del popolo livornese - venne il dì 15 aprile 1858 - con mistico consenso augurale benedizione - Don Giovanni Bosco - mentre edificava l'opera sua a preparare le vie - per le quali si attingono - le vere grandezze - fede e lavoro. PAOLO BOSELLI.
Il Card. Ascalesi all'"Italica Gens ".
La piccola casa di Marina Nuova a Napoli, ove per guidare, sostenere, incoraggiare alle virtù non solo della religione, ma anche della patria e della società, le infaticabili Suore del Beato Don Bosco accolgono amorosamente e provvidamente le signorine universitarie, tutta linda ed adorna, piena di animazione, di ansia, accolse il Card. Ascalesi che si era degnato recarvisi per la chiusura degli esercizi spirituali, e lasciar loro preziosi ricordi. Sua Eminenza visitò e benedisse i locali, dopo di che una studentessa a nome di tutte gli rivolse un bell'indirizzo di ringraziamento per il gran bene che egli da anni compie per la patria e la religione a Napoli; per la benevolenza e la protezione che accorda alla gioventù studiosa.
Pregò inoltre Sua Eminenza di voler sempre accordare la sua benevolenza a quel Convitto Universitario che seguendo le finalità di Don Bosco, tanto bene apporta alla società moderna.
Un Oratorio in formazione.
A Lanus, città dell'Argentina che conta varie migliaia abitanti, i salesiani hanno dato vita a una specie di oratorio, non ancora ufficialmente aperto, ma che per l'affluenza di giovanetti (da 6oo a 8oo) già si raccomanda per una sistemazione regolare. Le due fotografie ci presentano il considerevole numero di prime comunioni sia dei giovani che frequentano l'Oratorio S. Giorgio, sia delle giovinette che furono all'uopo preparate dalle ottime cooperatrici di Lanus. Così l'8 dicembre u. s. la festa di Maria Immacolata fu una giornata di gioia per centinaia e centinaia di anime innocenti.
NOVENA consigliata dal Beato Don Bosco per ottenere grazie e favori da Maria SS. Ausiliatrice.
1. Recitare per nove giorni: Tre Pater, Ave, Gloria al SS. Sacramento con la giaculatoria: Sia lodato e ringrazialo ogni momento il Santissimo e Divinissimo Sacramento; tre Salve Regina a Maria SS. Ausiliatrice con la giaculatoria: Maria Auxilium Christianorum, ora pro nobis.
2. Accostarsi ai Ss. Sacramenti.
3. Fare un'offerta secondo le proprie forze per le Opere Salesiane.
4. Aver molta fede in Gesù Sacramentato e in Maria SS. Ausiliatrice.
Libera da molestie spirituali. Soffrivo assai spiritualmente per scrupoli e pensieri che avrei voluto cacciare dalla mia mente esaltata. Provavo poi un'aridità tale che non sentivo sollievo neppure nella preghiera ed ero come se fossi stata circondata da una muraglia altissima. Consigliata di fare una novena al Beato Don Bosco ed a Maria Ausiliatrice, la feci con promessa di offerta per le Opere Salesiane se fossi stata liberata da questa molestia. Attualmente mi sento discretamente tranquilla e confido che Maria SS. ed il Beato Don Bosco mi vorranno continuare il loro aiuto perchè io possa trovare quella completa e continua pace dell'anima anche in mezzo alle inevitabili tribolazioni.
Candiolo.
EMILIA FERRARIS.
Rimedio efficace in una desolante situazione. - Quattro fratelli, colpiti un dopo l'altro della medesima malattia, gettarono la famiglia in una profonda desolazione. Allorché i genitori mi avvisarono dell'accaduto, mi sentii spinto a pregare pei cari infermi il Beato Don Bosco e Maria Ausiliatrice con grande confidenza e fiducia. Dopo due novene consecutive al Beato, aspettavo con ansia la notizia, ormai certa, della loro guarigione; ed il Beato Don Bosco fu sollecito nell'esaudire le mie preghiere. Qualche giorno appresso seppi che gli ammalati erano migliorati, e anche un'ammalata che da quaranta giorni era oppressa da febbre continua, cominciò per la prima volta a sentirsi sollevata.
Albinea. Seminarista DavoLI RoBERTo.
Guarito prodigiosamente. - Era la fine dell'armo scolastico, quando vidi entrare in casa il figlio, abbattuto, incapace quasi di reggersi e con una tosse assai sospetta. Spaventata lo feci immediatamente visitare. Il dottore credette opportuna una radiografia, dalla quale rilevò che entrambi i polmoni erano ingombri di catarro e riscontrò pure il bacillo della tisi. Mi lasciò poche speranze perchè il figlio, robusto, doveva aver fatto una pleurite senza rilevarlo.
Mi rivolsi subito con una novena a Maria A. e al Beato Don Bosco e mandai un'offerta al direttore del collegio di mio figlio pregandolo di volere presentare lui pure speciali preghiere alla Madonna. Intanto il dottore nella seconda e terza visita, non riscontrando tracce sanguigne nelle espettorazioni, si mostrò soddisfatto e lieto.
Dopo 7 mesi di cure il dottore trovò il figliuolo in buonissimo stato e affermò che la guarigione di lui aveva del prodigioso. Mio figlio ha ora ripreso la scuola e sta bene.
Ringrazio di cuore la grande bontà di Maria, Aiuto dei cristiani, e la prego di continuare sulla naia famiglia la potente sua protezione.
Tirano. M. P.
Il babbo guarito da tifo. - Nell'agosto del 1930 il nostro genitore si ammalò di tifo intestinale maligno, e dovette essere trasportato d'urgenza all'Ospedale Mauriziano. Malgrado le cure sapienti e sollecite dei Sanitari, il terribile male rincrudiva. Ci rivolgemmo allora, con grande fiducia a Maria Ausiliatrice ed al Beato Don Bosco, per ottenerne la guarigione.
Sopravvennero gravi complicazioni, e la catastrofe sembrò talora imminente; ma colla potente intercessione della Madonna e di Don Bosco il male fu vinto, ed il babbo potè finalmente essere dichiarato fuori pericolo, con viva soddisfazione di quanti cooperarono alla sua guarigione.
Ora, essendo egli perfettamente ristabilito, sciogliamo la promessa fatta, rendendo pubblica la grazia ottenuta.
Torino.
Famiglia di TRABBIA QUINTO.
Guarigione implorala e ottenuta. - Còlta improvvisamente da influenza con complicazione polmonare mi rivolsi con viva fede a Maria Ausiliatrice e al Beato Don Bosco implorando la guarigione. Il giorno dopo il reale non si diffuse e ebbi la gioia di vedermi convalescente in pochi giorni.
Ringrazio vivamente la Vergine Ausiliatrice e il Beato Don Bosco; mai verrà meno in me sì bella divozione.
San Michele.
CLORINDA FERRARI.
Guarita da polmonite bilaterale. - Il 18 dicembre del 1930 si fermò a letto una mia cugina con una polmonite crupale. Soffriva molto e il male si faceva sempre più grave. Si sperava al settimo giorno di vederla sollevata; invece al sesto giorno la polmonite divenne bilaterale, e le condizioni dell'inferma si fecero così gravi che anche il dottore primario disse di non nutrire più speranze.
Fiduciose sempre in Maria SS. Ausiliatrice, con grande meraviglia di quanti hanno assistita l'inferma, la videro guarire molto bene.
Ed ora, riconoscentissima a Maria Ausiliatrice, invia l'offerta promessa.
Milano.
Sorelle ABBIATI.
La grazia di ricevere Gesù. - Una persona a me carissima, quotidiana frequentatrice della Santa Comunione, da lui anno era degente a letto e, per la natura della malattia, da parecchi mesi non poteva ricevere nel suo cuore Gesù. Il 24 marzo u. p., commemorazione di M. SS. Ausiliatrice, nel ringraziamento dopo la Comunione, con grande fervore mi raccomandai alla Madonna e al S. Cuore di Gesù, pregando istantemente onde ottenere da essi una grazia così insigne. Quel giorno stesso, e quel giorno solo, l'inferma si trovò in così buone condizioni di corpo e di mente da poter ricevere il SS. Viatico e l'Estrema Unzione, andando poi, così almeno per la sua vita di bontà si può sperare, a celebrare la miglior Pasqua in Cielo il giorno 4 aprile, sabato santo. Di cosi grande favore voglio rendere pubbliche grazie al S. Cuore di Gesù e a M. SS. Ausiliatrice, e, invocando suffragi per quell'anima buona, quale segno tangibile della mia riconoscenza, faccio l'offerta di una tenue somma.
Torino, 24 aprile 1931
Dott. E. RAMONDO.
Una grazia singolare. - Una suora francescana di Gesù Bambino, già avanzata negli anni, per essersi improvvisamente sprofondato un pavimento a terrapieno, precipitò nel vuoto dall'altezza di 12 metri. La poverina, nel cadere, invocò fidente: Auxilium Christianorum, ora pro nobis. Dopo un febbrile lavoro, fu estratta e portata all'ospedale in istato tanto grave, che ricevette gli ultimi Sacramenti. Mentre da tutti si pregava con fede, portai all'ospedale la Reliquia del Beato D. Bosco, che fu ricevuta dall'ammalata con vivissima fede e venerazione. Dopo qualche giorno la poverina migliorava sensibilmente e, guarita perfettamente, tornava alle sue occupazioni.
Napoli, 26-4-31.
Sac. ANNIBALE SANTORO, Salesiano.
Esprimono pure la loro riconoscenza a Maria Ausiliatrice e al Beato Don Bosco i seguenti:
Due sorelle della provincia di Verona offrono una tovaglia d'altare per le missioni in riconoscenza a M. A. e al Beato per grazia ricevuta.
A. G. riconoscente a M. Ausiliatrice e al Beato Don Bosco, per averla guarita da un'otite senza atto operatorio, e averle impedite conseguenze sicure, di una noiosa forma influenzale, invia tenue offerta.
Melania de Cieco (Grimaldi) per riconoscenza a M. A. di averle guarito rapidamente il bambino scottato in modo assai grave dall'acqua bollente.
Cherubini Maria (Pisogne) per la guarigione del marito, da bronco-polmonite ridotto agli estremi„ ottenuta coll'intercessione di M. A.
Baronessa Atenasio per la guarigione di un piccolo nipotino assai grave, con preghiere fervide a. M. A. e al Beato.
Caterina De Oliveira (Corumbà- Brasile) per la guarigione di un cugino (José Jorge da Cunha) affetto da grande infiammazione alla gola e dolori acutissimi; dopo aver invocato l'aiuto di Maria Ausiliatrice, si sentì subito migliorato e, pochi giorni dopo, completamente ristabilito. Offre pel Santuario di Maria Ausiliatrice di Valdocco L. 67,50.
N. N. pel Santuario di Maria Ausiliatrice L. 6,75.
C. C. (Cooperatrice Salesiana) riconoscentissima a M. A. e al Beato D. Bosco, per grazia ricevuta e implorando la loro protezione su sè e sulla sua famiglia, offre L. 225 per le Missioni.
Coniugi Varetto (Torino) riconoscenti a Maria SS. ed al Beato Don Bosco per la completa guarigione ottenuta dal Signore della loro bambina Maria, gravemente ammalata di bronco-polmonite.
Teresa Moro (Rognano). Un conoscente di famiglia, per una operazione chirurgica subita, versava in gravi condizioni. Raccomandò l'infermo al Beato D. Bosco e a M. A. e subito si verificò un miglioramento, seguito dalla perfetta guarigione.
V. T. (Milano) rende pubbliche grazie alla Vergine SS. Ausiliatrice ed al Beato Don Bosco per averla prontamente soccorsa in un istante di grave angoscia e senza umano rimedio.,
Ghirardelli Battista (Alpepiana) raccomandò a M. A. e al Beato il suo piccolo bambino di tre mesi gravemente malato ed ebbe il conforto di vederlo in pochi giorni conmpletamente guarito.
Albera Giuseppe (Savigliano) avendo il figlio Antonio colpito da polmonite doppia in pericolo di morte, dopo essergli stati amministrati i Sacramenti, lo raccomandò con una fervida novena a M. A. e al Beato Don Bosco e con la promessa di un'offerta per le missioni. Al terzo giorno della novena cominciò il miglioramento che proseguì fino a guarigione completa.
M. A. esaurita da gravi preoccupazioni, fu colpita, negli anni scorsi da varie malattie, e mai invano ricorse a Maria Ausiliatrice.
A. G. riconoscente perchè coll'intercessione di M. A. e del Beato ha veduto finalmente in via di guarigione il fratello dopo tanti mesi di sofferenza; e invia offerta pro missioni.
Giuseppina M. Piovano colpita da grave malattia nello scorso inverno ricorse a M. A. e al Beato implorando la guarigione che ottenne per loro intercessione.
Tabarelli Giuseppina (Perlago, Trento) assalita da forti dolori al ventre e insieme affetta da gran debolezza di cuore, riuscendo vani tutti i rimedi tentati dal medico, ricevette i Sacramenti temendosi da tutti una catastrofe imminente. Ricordando le tante grazie avute da Maria SS. in quei momenti si raccomandò, unitamente alla famiglia, alla potente Ausiliatrice cominciando una novena. Dopo 17 ore il cuore riprese regolarmente a funzionare. Avrebbe dovuto subire una difficile operazione, ma anche questa fu risparmiata essendosi rivelata efficace la cura tentata dal dottore. Ora è perfettamente guarita e invia offerta in segno di riconoscenza.
Ghirardello Giulietta (S. Rocco, Brasile) per la guarigione, ottenuta per l'intercessione di Maria, del nipotino ammalato gravemente di infiammazione intestinale.
Avendo poi recato la reliquia del Beato D. Bosco ad un giovane di 15 anni infermo di polmonite, questi nel baciarla sentì un principio di miglioramento che proseguì da quel giorno fino alla convalescenza.
Lisa Maria (Poirino) per la guarigione di una sua sorella, ridotta agli estremi, e che solo un miracolo poteva salvare: colla protezione di M. A. e del Beato l'ammalata si riebbe e guarì.
Adelaide Calmes (Milano) colpita da influenza epe poi ebbe un seguito di cinque complicazioni diverse, si rivolse con fede a M. A. e al Beato Don Bosco: e fu presto esaudita rimettendosi completamente in salute.
Un'ex-allieva delle Figlie di M. A. nel febbraio dello scorso anno cadde gravemente ammalata: poco dopo si ammalò anche gravemente la mamma e il medico disperò della salute di entrambe. La figlia raccomandò la mamma a M. A. e al Beato di cui è molto devota: anch'essa a sua volta fu oggetto delle preghiere di parenti e conoscenti. Entrambe ora sono rimesse in salute e ringraziano M. A. per la benevolenza loro dimostrata.
Maria Rubado (Cisano) riconoscente a M. A. per la salute ottenuta a persona cara.
Toia Caterina (Torino) pel felice esito di un'operazione chirurgica.
G. M. per la guarigione del figlio.
Chialastri Antonietta (Roma) per grazia ricevuta a intercessione di M. A.
Emmanuel Francesca (Cocconato) chiese a M. A. e al Beato la guarigione del marito che soffriva atroci dolori di capo con altissime febbri; ed ebbe il conforto di un miglioramento seguito rapidamente dalla guarigione.
Forno Mezzano Rita (Crescentino) ringrazia Maria e il Beato per la guarigione della piccola Edda.
Rita Boetto (Bagnolo) coll'aiuto di M. A. e dei Beato fu libera da un violento male di denti che l'aveva torturata per una settimana.
Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice e dal Beato D. Bosco, e alcuni, pieni di riconoscenza, inviarono offerte per la celebrazione di Sante Messe di ringraziamento, per le Missioni Salesiane o per altre opere di D. Bosco, i seguenti:
Andretto Fr., Aguti E., A. S. (Cuorgnè), Atzeni Ang., Azzarone P., Assennato S., Angelico R., Ali tomoli M. Baratta, Acquarone Att, Artusio G.,
Avalle O. e 5., Ardoino Albertoni I., Amato M., Alemanni M., Averono Ang., Alvaro C., Arata El., Ardissone famiglia.
Beltrami Bossi M., Borzone de' Paoli M., Bizzotto A., Bagnatti R., A. Barberis canonico p. gr. rie., Bocchio Rosita, Bini Marg., Bertoloni Em., Berti arcip. E., Badano T., Bertoli G., Bottazzi Fr., Bocca E., Berlingieri I,., Biscozzi T., Berrino M., Bahini Ali,, Bissaro A., Barile G., Bianco Ant., Bruno Lorenzi, Bellora P., Bolla G., Bergia Famiglia, Berra C., Bertallo M., Bertozzo Ang., Bonecchi L. e G., Bonfante G., Berguet Ser., Bernini D., Bazzana S., Brambilla I., Brisighella R., Bonfante G., Bruna Or., Benazzo M., Battistini I., Ballarati C., Bellito M., Bennicelli G.
Carcano M., Cucchiani V., Caligaris O. Rivalta, Caizzi Giaizzi, Carnaghi E. e A., Castellini Albertono B., Clerici Molteni G., Cavalli G., Cerina Depan R., Celle Fr., Chiarot M., Croce I., Colombo Is., Confalonieri F., Coronelli An., Carmignani F., Chemin Cat., Casalo Fr., Cesari Gius., Ceretti L., Cerutti T., Cazzaniga Car., Costa Ben., Castelli famiglia, Carrara Masia Gli., Cappa An., Corrao Carro., Concina D. Gius., Casalone D., Canna E., Cominell L., Crottini R., Casalone Er., Cavalli G. p, gr. rie., Carena L., Coatti Em., Corsi Irene, Carrera Franc. p. gr. ric.
De Stafani Tamborini L., Delfante M., Dondero Notar A., Delpiano V., De Serafini Cav. Gius., Della Chiesa M., Denti S., Degl'Innocenti Chiti G., Dusi P., De Mario M., Danusso Madd., Deval Fr., Del Sole Ida.
Ellena R., Erculiani D., E. A. M.
Femminis prof. Alf., Fiano M., Farinelli Palm., Falli M., Ferri L., Forenza Ant., Fabi Ang., Fossati Cl., Fugazza Maria, Ferreri R., Fedeli I,., Ferroni M. A., Foldini Ang., Fiammingo T., Ferracini fratelli, Faccioli Al., Fracchia M., Fassino E., Favati S., Fontana L., Facchetti M., Follador Er., Ferino Em., Filippi Ang.
Gagliardo P., Giuliano Margh., Giro Bisi Mar., Grossi Am., Giacobbi Fanton Madd., Giraudo R., Guaitani dott. Giov., Garaccioni R., Giuliari avv., Giov., Girola V., Ghevio M. Cominetti, Gerola De Lauretis P., Giav Levea And., Giovo Gius., Gialli Isab., Gennuso Vin., Gola M., Gallo Ang., Giordanelli Ferr., Galvagno Cristina.
Tulio Maria, Ianuarii Gina, Iacmolli I,. e Margh.
Levet I,., La Pergola M., Lattanzi G., Loiacono Isab., La Gioia Gen., La Piana Gr., Lupano M., Leonetti Margh.
Maggi Ant., Mazzoni Pizzini I. e V., Mariti Prima, Mattarollo G., Mezzanzanica P., Meinini Gius., Menicatti P., Malinverui Cavallini En., Moschetto An., Melesi Margh., Miranda Carni., Malinverni B., Moretti L., Morelli Giov., Mari Lid., Mazzoleni Ter., Maria Teresa G. in ringraziamento, Moriondo Ter. p. gr. rie., Meregaîli Rosa, Mazza R., Mazza Pescali M., Migliardi Al., Mugione Vinc., Micheletti P., Margarini P., Manassero M., Mezzano rag. Gugl., Mombello Ang., Musso Coniugi, Marchesi L., Milani L., Mottini Margh, Mazzucchi Ad., Mantero Or., Razzolino Salv., Monti Ter., Magro sac. Em., Massa Vin., Maragnoni Es., Mazzini Virg.
Nicosia R., Navoni Vin., N. N. (Belpasso), Ne-
gri Ser., Negro Lor., N. N. riconoscente al Beato, Nalbone Carm., N. N. (Trento), N. N. offre L. 200 per una conversione ottenuta coll'intercessione del Beato, Nicolotti Fr., N. N. (Asti), N. N. (S. Giusto Canav.) con offerta di L. 40, N. N. (Chesio di V.) p, gr. rie.
Ottotrini Madd., Orlandi famiglia, Oberti Carm., Occhiena Virginia per essere stata guarita dal tetano invia offerta per M. A. e pel Beato D. Bosco.
Petigax El., Pizzi Don C., Pasquali G., Parascandolo M., Patruno Porro Carm., Piva En:., I'ennisi Giov., Pegnoni Cenni Val., Prodeani Sil., Pilloni Sil., Prandi Dott. P. e famiglia, Picco Fr., Piolanti N., Pansera Not. Luigi e famiglia offre L. 20o per grazia ricevuta a intercessione del Beato, Platania Cali Ang., Pezzotti Erni., Pini Art., Perotti Don Gr., Palumbo I,., Prandi R., Preyet 01., I'ontremoli cali. Stef., baronessa di Purolifi, Ponziani Lor., Persegoni Clot., Perazzo R., Panza D. Att., Perini R., Pusateri Ang., Pezzati Nat., fiotti Em., Piasca sorelle, Pisoni Erm., Piras Don Fr., Poire Gius., Poletti Frane.
Quaranta Em. p. gr. rie., Quaglino Aut., Quarello Felicita.
Ricotti Isab., Raso Gius., Raiteri M., Rambaldi Gil., Rudelli M., Reggio Gius., Ricci Ter., Ranco L., Ruotolo Fr., Rasini M., R. Fr. p. gr. ricevi. L. 15o, Risicato Pagano Cic.
Scardnelli En., Sburlati Fr., Splendori An., Società A. Vedar, Sanito M., Scapinelli Ines, Stradella Alda, Sciandra Fed., Simili M., Scelsi Mar., Bedeschi Mar. e Clem., Stucchi Giust., Serra M., Scarniggia Bian., Sale Demoz Val., Schivalocchi P., Salomone Fr., Soro Virg., S. D. (Ticino), Sorrento prof. L., Salini Macchi Gius., Soro Giul., S. B. (Milano), Salatini G. B., Salvetti Ben., Sasso M., Sellan Eug., Scalvini Laur.
Troglio Mar., Toffaletti Don Mar., Tosi Lius., Toscani Fr., Tarditi Delf., Traverso L. e G., Toso Fior., Taggiasco M., Tessione R. per gr. ric., Torre Nat., Taverna Em., Tomaselli P., Tatacelli Santoru Ad., Tufariello Ant., Toffolo suor Delf.
Una mamma (Asti).
Vaschetti M., Viganò Vismara Ali., Viglino fratelli, Vassallo Esil., Villani B. e L., Vallory Fol., Vierin L. I.
Zanetta Don Andrea, Zibellini Don Angelo, Zanon Fortunata.
Rev.mo P. BOLOGNANI Abate Benedettino di Finalpia.
Superiore e parroco della Badia di Finalpia era da tutti stimato altamente pel suo sapere e per le sue virtù religiose: ben lo attestarono i funerali resi solenni dalla partecipazione di ogni ceto di persone. Fu sempre in cordiali rapporti di amicizia colla famiglia salesiana e nutriva ammirazione affettuosa pel Beato D. Bosco e per le opere sue.
S. E. Mons. EMILIO COTTAFAVI Vescovo di Tarquinia e Civitavecchia.
Bella tempra di Vescovo, pio, zelante del bene delle anime, lasciò di sè un ricordo indelebile ovunque svolse la sua feconda attività: a Reggio Emilia, in Calabria dove fu inviato nel 19o8 da Pio X per compiere le ricostruzioni delle chiese distrutte dal terremoto, a Civitavecchia come Pastore della Diocesi, che riorganizzò saggiamente facendovi rifiorire la vita parrocchiale e la cristiana istruzione ed educazione della gioventù. Chiamò a Civitavecchia i Salesiani, affidando loro la nuova parrocchia della Sacra Famiglia: e per le opere del Beato D. Bosco ebbe un affetto veramente di Padre.
Sac. GIOVANNI GUERRA.
È morto a Pindapoy in missione il 23 gennaio u. s., giorno commemorativo di Maria Ausiliatrice, della quale egli era devotissimo. Nel 1928 era stato inviato dai Superiori a dirigere quella « Colonia agricola Gentilini » dopo aver diretto altri Istituti della Repubblica Argentina lasciando ovunque un'orma incancellabile della sua giovialità, del suo amore al lavoro, della sua abilità nel maneggio degli affari e soprattutto della sua grande bontà di cuore.
Era insomma un degnissimo figlio del Beato Don Bosco.
Torinese di nascita, era partito per l'Argentina nel 1895, pochi anni dopo di essere stato ordinato sacerdote: fu direttore nel Collegio di Almagro, poi di Cordoba dove fondò il collegio Pio X, cominciando con l'oratorio festivo che gli attirò le simpatie di tutti e dotando quell'importantissima sede di tante belle istituzioni rivolte al bene specialmente dei nostri emigrati: ricordiamo la Società Cattolica Popolare Italiana, il Circolo Cattolico di Studi, l'Associazione di Maria A., il periodico Vita Coloniale. Lasciò Cordoba nel 1921 tra il cordoglio generale per andare a S. Nicolas dove restaurò il tempio e ampliò il primo dei Collegi Salesiani in America.
«Padre Gherra » era popolarissimo: il suo nome passava di bocca in bocca, con ammirazione dei buoni, con rispetto degli avversari i quali han sempre dovuto riconoscere i meriti indiscussi dello zelante sacerdote.
DOMENICA MACCIO Ved. PASTORINO.
Donna di vivissima fede, che prodigò tutte le sue materne sollecitudini nell'educare cristianamente la famiglia e instillare colla parola e coll'esempio l'amore a Dio. Spirò serena a 82 anni, assistita dai due figli sacerdoti D. Pietro e D. Paolo che essa diede volentieri alla Congregazione Salesiana. Cooperatrice fervente e Terziaria francescana si gloriava di aver conosciuto parecchi dei Superiori Salesiani e di essere stata salutata una volta da D. Rua di santa memoria col titolo di Madre fortunata! per aver dato due figli a D. Bosco.
Mons. LUIGI Can. GRILLI.
Santa vita e santa risorte quella di Mons. Grilli, integerrimo sacerdote, zelante propagatore del culto di Maria per 40 anni nella sua Lugo. La Madonna avrà premiato l'amore con cui egli l'amò e la be nevolenza grande che portò alle opere di D. Bosco di cui fu insigne benefattore. Spirava da santo il 14 marzo.
Cav. ANTONIO OCCHIONI.
Chiudeva la sua attivissima vita a 87 anni, il 9 marzo in Mogliano (Marche). Dotato dal Signore di tante belle doti, ispirò sempre le sue azioni ai principii della fede ; occupò con decoro cariche pubbliche rifulgendo per la sua grande dirittura morale, e promosse con zelo mirabile opere di apostolato cattolico, lasciando in tutti edificazione profonda. Non dimenticò mai di essere un cooperatore salesiano ed ebbe sempre per le opere di D. Bosco ammirazione e affetto vivissimo.
Damigella LUCIA FERRERO.
Spirava il 25 marzo a Bricherasio a 85 anni.
Donna di grandi benemerenze nel campo dell'apostolato cattolico, chiuse santamente una vita tutta consacrata alla virtù, rimpianta da quanti la conobbero ed apprezzarono. Maestra zelante disimpegnò con intento veramente cristiano il suo ufficio, educando alla fede intere- generazioni. Fu benefattrice insigne delle opere cattoliche, favorì tante vocazioni ecclesiastiche e religiose, aiutò le missioni e promosse tutto il bene possibile tra i suoi comparrocchiani.
Fu naturalmente anche una fervida cooperatrice delle opere salesiane.
Mons. GIAN LUIGI BARGE.
Nato a Torino, era stato assunto da Mons. Valfrè come segretario prima a Cuneo, poi a Como, e là rimase per molti anni. Fornito di larga cultura, di carattere leale ed espansivo, e soprattutto di virtù, godette la stima e l'affetto di quanti ebbero a trattare con lui. Fornito pure di larghi mezzi, largì il suo concorso a tutte le buone iniziative, confortò molte sventure, beneficò con generosità gli Istituti di carità ed aiutò la stampa cattolica. Con questi meriti egli si presentò serenamente a Dio. Da buon cooperatore favorì in tanti modi le opere di Don Bosco, a cuì portava sincero affetto.
VANZULLI GIOVANNI.
Spirava a 95 anni il 24 febbraio u. s. La sua vita veramente cristiana lasciò in ogni momento il più edificante esempio di virtù e di operosità; fu un benemerito nel campo dell'azione cattolica. Dei dieci figli che il Signore gli ha dato, fu lieto di consacrargliene due in religione e di essi Pietro è nella Congregazione Salesiana.
ALMERICI MADDALENA ved. CREMIEUX, S. Renzo (Imperia).
ARNOLDO TERESA, Revò (Trento). AUDAGNA CAMILLA, Frossasco (Torino). BAGNASACCO LUIGI, Torino.
BALDACCINI DANIELE, Cannara (Perugia). BASALISCO FILOMENA, Rionero-Volture (Potenza). BIROLI MORONI ANTONIETTA, Novara. BODESSA MARIA LA ROSA.
BoiDi CLOTILDE, Alessandria.
BONDI PIETRO, Reu (Massa-Carrara). BORDIN DoRINA, Montagnana (Padova). BRUNELLo GIOVANNI, Valrovina (Vicenza). BRUSATAZZI ANGELINA, Breda (Mantova). CALARCA PIETRO, S. Giovanni Gemini (Agrigento). CALLIERi DOMENICA, Cavour (Torino). CANCLINI DOMENICA, Premadio (Sondrio).
CIOTTA PAOLO notaio, Campobello di Licata (Agri.). CLEMENTI ANTONIO, Rogno (Bergamo). Cocco ETTORE, Lacera (Verona). COLOMBO AUGUSTO Gius., Paternò (Catania). CREMONESI GIOVANNI, Liomello (Pavia). CRIVELLI GIOVANNI, Crema (Cremona). DEL, GRANDE GIUDITTA, Roma. DORIA GIUSEPPINA, Brindisi. DOTTA ANGELA, Cortemilia (Cuneo). FADDA STRAGUZZI ROSARIA, Isili (Nuoro). FALLETTI cav. LuIGI, Montechiaro d'Asti (Aless.). FELICIAN ANTONIETTA, Montagnana (Padova). FIGARO cap. GIO. BATTISTA, Camogli (Genova). GIORDANO ENRICO, Boves (Cuneo). GISMONDI ENRICA, Genova. GRAZIANI ANNA, Cotignola (Ravenna). LASIO TERESA, Milano.
MANICA VIRGINIA, Castellano (Trento). MARCHETTI MARIA ved. BELLASIO, Vercelli MARINONI CAROLINA, Biassono (Milano). MORINO ANNA, maestra, Cornegliano (Cuneo). MASCAZZINI MAURO, Buscate (Milano). MACCUI D. BERNARDO, Lissone (Milano). MAFFEI D. PIETRO, Varigotti (Savona). MATTEI LUCIO, Samprugnano (Grosseto). MORA LAURA, Sopraponte (Brescia).
MUZZANI MORANDI BONACOSSI ELENA, Malo (Vic.). NOBIL PUDDU FILIPPO, Siddi (Cagliari).
OBINU COCCO GIOVANNI, Scarso Montiferro (Nuoro). OGLINA MADDALENA, Omegna (Novara). PALENI D. CELESTE, Cusio (Bergamo). PANTALEONE ORSOLA CIPOLLA e avv. cav. GENNARO, Villalba (Caltanissetta).
PENNELLA MADDALENA SARTORI, Torri Sabina
(Perugia).
PERRONE NATALINA, Ospedaletti (Imperia). PROTO FRANCESCO, Pallagorio (Catanzaro). RAFFAGLIO rag. ANTONIO, Breno (Brescia). RIZZOLI DINA, Vignola (Modena).
ROMANO FEDERICO DOMENICO, Caulonia (Reg. C.). SALVI CAROLA, Torre dei Roveri (Bergamo). SASSO CRISTOFORO, Finalmarina (Savona). SOAVE GIACOMO, Castelnuovo Belbo (Alessandria). SuPPO LORENZO. Torino.
SUSIN PIETRO, Arten (Belluno). VAILATI MARIA, Treviglio (Bergamo). VANZULLI GIOVANNI, Gerenzano (Varese). ZACCHERA NINETTA in DULICCHIO, Arona (Nov.). ZUNINO FRANCESCA GRATAROLo, S. Martino (Sav.).
Presentiamo vivissime condoglianze alle famiglie, raccomandando ai suffragi dei nostri Cooperatori gli amici defunti.