Anno LV. 1° MARZO 1931 (IX) Numero 3.
PERIODICO MENSILE PER I COOPERATORI DELLE OPERE E MISSIONI DI DON BOSCO
SOMMARIO: L'Enciclica "Casti Connubii". -- Le catacombe di San Callisto. - Domenico Savio verso la gloria. - In onore dei Transvolatori dell'oceano e del Card. Leme. -- Tesoro spirituale. - Azione salesiana e notizie. - La Crociata Missionaria. - Spigolando dai giornali. - Dalle nostre Missioni: Nella Colonia del Sangradouro - Dalla missione assamese - Dalla Cina. - Festeggiamenti al Beato Don Bosco e Grazie. - Culto e Grazie di Maria Ausiliatrice. - Lettera di Don Giulivo ai giovani. - Necrologio.
L'Enciclica sul Matrimonio cristiano, che Pio XI annunziò nel suo discorso agli Eminentissimi Cardinali la vigilia di Natale, è comparsa con la data del 31 dicembre. Sul chiudersi dell'anno, per tutte le nazioni così gravido di disagi, l'alta parola del Vicario di Gesù Cristo ha commosso tutto il mondo segnalando un'altra crisi e altri bisogni, denunciando altri disordini e pericoli: quelli, ben più profondi, che toccano l'ordine religioso e morale, e investono il fondamento stesso della famiglia e della società civile.
Il magistrale e opportunissimo documento rispecchia ancora una volta la sapienza e la sollecitudine del Vicario di G. C. nell'illuminare e raddrizzare le vie alla società noderna per ritrarla dalle aberrazioni in cui la sospingono il materialismo, le passioni e l'irreligiosità. L'assoluta franchezza della parola del Pontefice e l'intrepida intransigenza delle sue intimazioni al secolo corrotto, hanno riscosso l'approvazione anche della stampa profana e non cattolica, riconoscendo onestamente l'importanza capitale che la parola del Papa ha su un argomento così intimamente legato alla prosperità morale dei popoli.
L'Enciclica può considerarsi divisa in due parti: la dottrina cristiana ed i modi con cui viene offesa e praticamente violata.
Noi non facciamo che segnalarne l'intima struttura, per invogliare tutti a leggere il documento nella sua integrità e a convenientemente meditarlo (1).
Il solenne documento tratta del matrimonio cristiano in ordine alle condizioni, ai bisogni, ai disordini presenti della famiglia e della società.
Traccia del medesimo sono le parole di S. Agostino: « Tutti questi sono i beni per i quali le nozze sono buone: la prole, la fede, il sacramento ».
Il S. Padre le parafrasa, le illustra e le spiega sapientemente rifacendosi all'Enciclica di Leone XIII sullo stesso argomento comparsa cinquant'anni or sono.
(1) Il Centro Diocesano milanese della Federazione degli Uomini Cattolici ha pubblicato l'Enciclica Casti connubii in elegante fascicolo, degno della più ampia diffusione. È in vendita in tutte le librerie cattoliche al prezzo di L. 1.
SCHEMA GENERALE.
L'eccellenza del matrimonio cristiano.
Tutta la prima parte dell'Enciclica è diretta a dimostrare la santità, l'eccellenza, l'indissolubilità del matrimonio cristiano, che, da contratto che era, fu da Cristo elevato alla dignità di sacramento, e quindi non soggetto ad alcun umano capriccio o umana autorità. Espone quindi i beni umani e divini che si accompagnano al matrimonio cristiano (i tre beni, secondo S. Agostino); in modo che il coniugio cristiano non mira soltanto alla procreazione, ma anche alla educazione della prole; comporta non solo la mutua assistenza temporale, bensì ancora il vicendevole perfezionamento morale; e si fonda sulla inviolabile unità che ha la sua sanzione dalla qualità di sacramento.
Assurdità abbominevoli.
La seconda parte denuncia le aberrazioni e le false dottrine che oggi con ogni mezzo si diffondono contro la santità del matrimonio cristiano. E non solo ci si deve guardare da coloro che apertamente giungono a tutte le ultime conseguenze di una sfrenata libidine, ma ugualmente da coloro che, coscienti o no, insidiano subdolamente all'integrità della dottrina della Chiesa su questo argomento. Innanzi tutto quelli che negano l'istituzione divina del Sacramento del matrimonio, con l'inevitabile disastrosa conseguenza di abbandonarlo ai capricci delle passioni umane, tanto che certuni ora propugnano il matrimonio temporaneo, quello di esperimento e quello amichevole e arrivano perfino a chiamare le leggi civili in soccorso e sanzione delle loro abbominevoli teorie.
Il S. Padre passa ad enumerare e a biasimare le insidie che si tramano contro il matrimonio, i delitti che si commettono contro la prole, le perverse licenze che escono dalla fedeltà coniugale, e mentre ricorda ai coniugi la santità del loro reciproco affetto e la rigida norma che G. Cristo prescrisse nel Vangelo, ricorda pure la giusta eguaglianza dei diritti e dei doveri sia della donna che dell'uomo, pur restando sempre l'uomo il capo della famiglia.
Il Santo Padre tratta infine degli attentati al Sacramento, coi matrimoni misti, col matrimonio così detto civile e col divorzio, auspicando che in tutte le nazioni sia ridato all'istituto sacro del matrimonio quel carattere di santità che gli è proprio.
E sotto questo aspetto considera l'esagerata valutazione dell'educazione fisiologica in confronto di quella morale e spirituale, la prudente preparazione alle nozze, le provvidenze sociali per soccorrere le famiglie povere e il salario familiare.
L'esempio dell'Italia.
Il Papa indica ancora quali doveri spettino ai pubblici poteri, in armonia con la Chiesa, per difendere l'unità e la santità della famiglia e la retta educazione della gioventù. A questo proposito reca l'esempio illustre del Concordato con l'Italia, che riconosce al sacramento del matrimonio, disciplinato dal diritto canonico, gli effetti civili. .
Termina augurandosi che l'esercizio d'una vita veramente cristiana, con l'aiuto della grazia divina, valga a far mettere in opera questi insegnamenti, « sicchè rifiorisca e prosperi nei matrimoni cristiani la fecondità illibata, l'inconcussa stabilità, la sublimità del sacramento e la pienezza delle grazie ».
* *
Il pallido schema dell'Enciclica da noi riferito lascia intravedere l'importanza reale che essa ha. Dovrebbe essere un dovere di tutti i cattolici leggerla attentamente e, facendo eco alla parola del Papa, dar risonanza ai suoi insegnamenti, col praticarli scrupolosamente e col richiamarvi insistentemente l'attenzione degli amici e conoscenti, fuorviati dagli errori e dai disordini moderni.
La vasta eco avuta nel mondo, l'aver gli stessi giornali protestanti di America pubblicato per disteso l'Enciclica, e soprattutto i giudizi che di essa ha dato la stampa non cattolica, sono buone ragioni per renderci più prezioso questo documento pontificio universalmente accolto come opportunissimo al momento attuale e di gravità senza pari.
DIFFONDETE
Tra la gioventù: GIOVENTU' MISSIONARIA. Periodico illustrato mensile sulle Missioni Salesiane. - Abbonamento annuo: L. 6,20.
Tra i giovani studenti delle Scuole superiori: RIVISTA DEI GIOVANI. Rivista mensile. - Abbonamento annuo: L. 12,50.
Tra le famiglie: LETTURE CATTOLICHE. Volumetti mensili di letture edificanti. - Abbonamento annuo: L. 12,50.
Tra i devoti di Maria Ausiliatrice: MARIA AUSILIATRICE. Periodico mensile del Santuario. -- Abbonamento annuo: L. 5.
Dalla lettera annuale del Rev.mo Rettor Maggiore i nostri Cooperatori già hanno appreso che il Santo Padre si è degnato affidare alle cure dei Salesiani le Catacombe di San Callisto in Roma. Siamo lieti di poter ora pubblicare un articolo, che il Rev.mo Mons. Giulio Belvederi, segretario del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana e membro della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, ha scritto appositamente pel nostro Bollettino, e che assai bene illustra i principali monumenti di quell'insignissimo cimitero cristiano.
A quanto egli scrive, e di cui vivamente lo ringraziamo, aggiungiamo solo che nella vasta regione cimiteriale di San Callisto parecchie aree rimangono ancora in parte o del tutto inesplorate, e noi ci auguriamo che, in un tempo non lontano, con i mezzi che la generosità dei buoni vorrà fornire, si possano riprendere e completare gli scavi, facendo nuovamente ritornare alla luce latta quella immensa necropoli, così ricca di monumenti insigni per la scienza e per la pietà cristiana.
Gli inizi del cimitero papale.
Nessun cimitero cristiano dell'antichità può giustamente vantare, come il Cimitero di San Callisto, di essere stato il cimitero papale de' primi tempi della Chiesa.
Fino dalla fine del primo secolo, sotto a un grandioso mausoleo, uno di quei tanti che fiancheggiavano la Via Appia, la regina viarum, era stato scavato un piccolo ipogeo, che si eia sviluppato lentamente con piccole e brevi gallerie cimiteriali, non oltrepassando i limiti di una modesta area funeraria.
Accanto a questo primo gruppo di gallerie cimiteriali sui primi tempi del secondo secolo un nobile membro della famiglia dei Caecilii, i cui possedimenti erano assai vasti lungo la via Appia, convertitosi al Cristianesimo, fece scavare un altro ipogeo.
Fu appunto questo ipogeo, che, dopo essersi notevolmente sviluppato nel secondo secolo, venne donato alla Chiesa, la quale vi stabilì il sepolcreto papale, e ne affidò l'amministrazione ad un liberto di nome Callisto, che entrato nella via ecclesiastica, era stato consacrato dal santo Pontefice Zefferino diacono della Chiesa Romana.
E all'avvedutezza e all'abilità pratica del nuovo amministratore, che più tardi divenne pontefice e morì martire della fede, è proprio a lui che si deve l'ordinamento e la nuova sistemazione giuridica di questo primo possesso della Chiesa Romana: e quindi meritamente il cimitero porta il nome di San Callisto.
Diventato così il cimitero della Chiesa, in quanto tale, prese notevolissimo sviluppo. Il De Rossi distingueva in questo Cimitero, oltre le due regioni già ricordate, quella di Lucia a e dei Cecilii, una terza regione, detta da lui di Santa Sotere; una quarta regione, più grande, formatasi nel quarto secolo, chiamata « regione liberiana » da Papa Liberio; e infine una quinta regione, detta di Papa Marco e di Balbina, cui sono forse congiunti i piccoli cimiteri di Marco e Marcelliano e di Papa Damaso.
Però, è bene dirlo subito, l'importanza del Cimitero è determinata specialmente dalle primitive regioni sepolcrali, le quali contengono le preziose stanze e cripte oggetto della venerazione di tutti i fedeli attraverso i tempi e termine di tanti e pii pellegrinaggi.
La Cappella dei Papi.
La più importante tra le cripte è quella detta la Cappella dei Papi. Undici Papi furono qui deposti, tutti del secolo III e in buona parte martiri della fede: Zeffirino (199-217), Urbano I (222-230), Ponziano (230-235), Antero (235-236), Fabiano (236-250), Lucio I (253-254) Stefano I (254-257), Sisto Il (257-258), Dionisio (259-268), Felice I (269-274), Eutichiano (275-283).
Dei loro epitaffi, messi sopra i loculi che erano scavati lungo le pareti della Cappella, non si conservano che quelli di Antero, di Ponziano, di Fabiano, di Lucio e di Eutichiano, ma sopra quelli di Ponziano e di Fabiano oltre, la designazione della loro autorità episcopale, vi è pure la sigla di Martyr, ad attestare tutta la grandezza della loro missione e della loro fine gloriosa per il gregge di Cristo.
Sul fondo della cripta dietro al piccolo altare ove oggi si celebra la santa Messa, vi è ancora la preziosa iscrizione, che il De Rossi ha ricomposto dai numerosi frammenti che rinvenne nella cripta al momento della scoperta, e che il santo Pontefice Damaso aveva composto a ricordare le glorie veramente insigni e venerande di questo sacro cimitero. In questa iscrizione, forse la più bella di Papa Damaso, la pietà e la venerazione del santo Pontefice si manifestano nel senso di una profonda umiltà:
Confesso, egli dice, che avrei voluto io pure deporre la mia salma in questo sacro luogo, ma non l'ho fatto nel timore di profanare con le mie ossa le ceneri di queste nobili e sante persone.
Un'altra iscrizione damasiana nella Cappella ricordava un altro grande avvenimento, il cui epilogo doloroso e glorioso insieme si era avuto in questo cimitero: il martirio del santo Pontefice Sisto II. Papa Sisto II fu infatti decapitato in questo cimitero, durante la persecuzione di Valeriano, e la memoria del suo glorioso martirio, oltre che essere ricordata dall'iscrizione damasiana, si mantenne viva per qualche tempo anche per la visione della cattedra stessa su cui era assisto il Pontefice al momento del martirio.
La cripta di Santa Cecilia.
Sull'angolo sinistro dell'ipogeo papale, attraversando un brevissimo e stretto corridoio, si apre l'accesso dell'altra cripta importante di questo cimitero: la cripta di S. Cecilia.
La salma della Santa, che dev'essere stata portata in questo luogo dopo aver sofferto il martirio, fu deposta in una grande nicchia che si vede a sinistra dell'entrata, e qui rimase fino al principio del nono secolo, quando la venerata spoglia fu di qui levata e trasportata in Trastevere nella Basilica che porta il suo nome. Nell'anno 1599 fu fatta una ricognizione della salma dal Card. Sfondrati, e a questa assisteva pure il grande artista milanese Carlo Maderno, che fece una riproduzione della salma sul marmo, ormai divenuta celebre. La statua del Maderno trovasi ora a S. Cecilia in Trastevere, e a San Callisto, per la pietà di una ricca persona, sulla prima tomba della Santa ne fu messa una copia.
Ma se la tomba primitiva della Santa rimase per molti secoli abbandonata, quando sulla metà del secolo scorso il De Rossi la ridonò alla pietà e alla scienza con la scoperta che ne fece, possiamo ben dire che la cripta portava ancora la testimonianza della venerazione e del culto che il popolo fedele aveva tributato, sulla sua tomba, per tanti secoli alla Santa Martire. Accanto alla tomba esiste ancora una piccola nicchia, ove bruciava una lampada alimentata da oli preziosi. La parete ove è stata scavata la tomba era incrostata da mosaici e da lastre di marmo, poi più tardi decorata di pitture. L'immagine della Santa appare in alto decorata dal nimbo e vestita come imperatrice. Numerosi graffiti ricordano i pii pellegrini che, specialmente dal quarto al nono secolo, sono venuti a visitare e a pregare su questa tomba.
Le Camere dei Sacramenti e altre tombe insigni.
Vorremmo ricordare ancora le preziose memorie cristiane conservate in quella piccola regione cimiteriale ove, lungo una stretta galleria, si aprono le così dette Camera dei Sacramenti, chiamate appunto così perchè le antichissime pitture che decorano le pareti di queste stanze rappresentano in maniera simbolica ma altrettanto evidente la dottrina dei Sacramenti del Battesimo, Penitenza ed Eucarestia.
In luogo non molto discosto pare fosse la tomba del Papa S. Melchiade, morto nel 314. Un poco più lontano è invece la cripta del santo Pontefice Eusebio, morto martire della fede nel 310, cui fa riscontro la cripta dove è stato deposto un altro santo Pontefice, Caio, che cadde durante la prima persecuzione diocleziana.
Cimitero veramente di santi e di martiri è questo: accanto alle nobili e sante figure già ricordate, è da annoverare anche quella del santo Pontefice Cornelio quivi deposto e la cui iscrizione perpetua la memoria della sua fine gloriosa, avendo lui pure data la testimonianza del sangue per la causa del Cristo.
La tomba di San Tarcisio.
Su questa regione benedetta e santificata dal sangue di tanti generosi Eroi Cristiani, si leva anche una piccola chiesa, a tre absidi, cella trichora, ove oggi è stato collocato un busto marmoreo del grande Giovanni Battista De Rossi, al quale si deve se, sulla metà del secolo scorso, si riebbe alla luce questo veneratissimo monumento della vita cristiana dei primi tempi.
Innanzi all'abside centrale sono ancora gli avanzi di un sepolcro che fu in grande venerazione nelle età passate: sono gli avanzi della tomba del santo pontefice Zefferino, colui che ebbe in dono dalla Gens Caecilia l'area cimiteriale ove oggi è il Cimitero di San Callisto, e che accomunò al suo il sepolcro di un'altra anima generosa, la quale offrì essa pure il sangue alla causa di Cristo. La pietà cristiana ricorda con viva commozione il martirio di San Tarcisio, il giovane accolito, che nei primi passi della vita ecclesiastica seppe per Gesù Eucarestia raggiungere la stessa palma di vittoria e la stessa aureola che ornarono la fine del Santo Pontefice, fondatore del Cimitero della Via Appia Antica.
E a questa grandezza spirituale e a questa freschezza e purezza di amore per Cristo viene a ritemprarsi il pio visitatore quando si reca su questa terra benedetta, per venerare le memorie sante quivi custodite e oggi affidate alla cura dei Figli del Beato Don Bosco.
Mons. GIULIO BELVEDERI.
Una sera del settembre 1862, parlando con alcuni dei suoi giovani Salesiani, Don Bosco fece loro questa confidenza:
« Vi assicuro che avremo degli alunni elevati agli onori degli altari. Per poco che Domenico Savio, morto cinque anni or sono, continui a fare dei miracoli, io non dubito che, se posso istradare la sua Causa, la Chiesa riconoscerà un giorno la santità di lui » (1).
A 74 anni dalla morte di Domenico Savio la parola di D. Bosco sta per realizzarsi: il 5 del prossimo maggio sarà tenuta in Vaticano la Congregazione Preparatoria di Beatificazione del santo giovinetto.
Per tale occasione chiediamo ai nostri amici speciali preghiere perchè il sapiente giudizio della Chiesa abbia a rispondere alle speranze di tanti devoti ammiratori del pio alunno di Don Bosco e possa la figura di lui, nel fulgore d'una gloria immortale, risplendere come un affascinante modello alla gioventù dei nostri tempi.
Ci pare opportuno rievocare un pensiero che esprimeva il compianto Card. Giorgio Gusmini, in una commemorazione di Domenico Savio a Bologna nel 1917, dicendo che nelle Lettere Postulatorie della Causa di Beatificazione del Savio, scritte da Cardinali e Vescovi, è lo stesso concetto che aveva certo in mente il Santo Pontefice quando firmava il Decreto d'introduzione della Causa, concetto che è nella Biografia di Don Bosco e in tutte le altre che si scrissero dopo fino all'ultima più grandiosa e completa, quella di Mons. Salotti; ed è questo che Domenico Savio dev'essere glorificato, perchè è il vero modello della gioventù dei nostri tempi (SALoTTI, Capo XXIV).
Le linee maestre della splendida, simpaticissima figura di Domenico Savio, concludeva il Card. Gusmini, sono queste due: « la più profonda, la più operosa religiosità, che lo tenne legato in maniera ammirabile a Dio, dal primo all'ultimo momento della sua vita, derivando da quella sorgente di ordine di santità la forza per distinguersi per la costumatezza più sicura, per la più splendida purezza della sua vita.
La gioventù dei nostri giorni ha bisogno di specchiarsi in questa nobilissima figura di giovane e rinfrancare la propria fibra alla vista di tanto splendore di grandezza spirituale e morale. Il cuore dei giovani nostri ha bisogno di sollevarsi fino a Dio e sentirsi strappato alle catene delle passioni con l'amore di Dio che è santità e purezza: solo allora sentirà entusiasmo per tutto ciò che è santo, soprattutto per la purezza del costume, che è la stella più fulgida che rende bella e amabile la gioventù nei baldi eroismi della sua fioritura.
Domenico Savio perchè ha respirato le aure del mondo moderno ed è passato fra la moderna corruzione, non solo senza macchia ma sollevandosi alla più elevata perfezione morale, è degno dell'imitazione della gioventù che vuole rassomigliargli nell'entusiasmo per tutto ciò che è santo e puro ».
Colle preghiere dei buoni, la parola di Don Basco sarà realizzata, e la Chiesa ponendo l'aureola dei santi sul capo di Domenico Savio additerà alla gioventù il protettore da imitare.
(1) Cfr. AUFFRAY, Le Bienheureux Don Bosco, pag. 357. Segnaliamo ai nostri Cooperatori questa bella vita di D. Bosco (in francese); è tra le più attraenti pubblicatesi in occasione della Beatificazione di D. Bosco. Un bel volume di pagine 56o, L. 20.
Patriottica cerimonia in onore dei "Transvolatori dell'Oceano" e del Cardinal Leme.
I giornali hanno dato giorno per giorno notizie della transvolata dell'Atlantico, compiuta dal Gen. Italo Balbo e dai suoi eroici compagni. La crociera meravigliosa ha avuto il suo epilogo in una solenne cerimonia patriottica svoltasi a San Paulo il 25 gennaio.
Il Gen. Balbo col seguito si era recato al collegio dei Salesiani, dove era concentrata tutta la colonia italiana per donare al card. Sebastiano Leme una ricchissima croce d'oro. Gli aviatori al loro arrivo sono stati salutati dalle acclamazioni delle migliaia e migliaia di persone che gremivano il vasto cortile del collegio. La dimostrazione si è prolungata intensamente con crescente entusiasmo. Poco dopo è giunto il cardinale al quale si è recato incontro il gen. Balbo. L'eminente porporato ha ricambiato affettuosamente il saluto del Quadrumviro, quindi ha preso posto in un piccolo trono elevato nel cortile dove ha voluto tenere alla sua destra il ministro Balbo. Il presidente delle associazioni cattoliche italiane di San Paulo, Perazzolo, ha pronunziato un discorso invitando gli astanti a rivolgere il pensiero a Benito Mussolini che con la Conciliazione ha pacificato le coscienze di tutti i cattolici italiani. Subito dopo il console Mazzolini ha consegnato al cardinale la croce offertagli dalla colonia italiana.
Salutato da imponenti ovazioni ha parlato poi il ministro Balbo, il quale, dopo avere accennato al sentimento fondamentalmente cattolico del popolo italiano, ha detto che, con la Conciliazione, Benito Mussolini ha riportato la pace nelle coscienze italiane e ha esaudito le aspirazioni del popolo. Venendo poi a parlare della crociera, il generale Balbo ha detto che tre motori ideali hanno guidato e sorretto l'impresa, permettendole di concludersi felicemente: Dio, Patria, Famiglia: le tre fedi sulle quali si basa la felicità e si prepara l'avvenire dei popoli. L'oratore ha concluso salutando con alte parole il porporato di San Paulo, che la colonia italiana così degnamente ama e onora.
Tra il religioso silenzio degli astanti ha quindi parlato il card. Leme, che ha espresso la sua gratitudine per l'omaggio resogli e ha elevato un inno di ammirazione al gen. Balbo e ai suoi compagni di volo. Dopo avere ricordato il nobile telegramma inviato dal quadrumviro Balbo alla madre, telegramma divenuto pubblico per indiscrezioni giornalistiche, il cardinale ha detto che un'altra madre ringrazia il grande figlio italiano, ed è la madre brasiliana. Chi ama la madre ama Dio, e Dio protegge coloro che audacemente operano con purità di cuore. Continuando, il cardinale ha esaltato la politica religiosa di Mussolini e il nuovo spirito che egli ha imposto e diffuso in Italia. Passando poi a ringraziare la colonia italiana per il ricco artistico dono fattogli, il cardinale ha detto che la Croce si trova incastonata tanto nella bandiera brasiliana quanto in quella italiana, e che egli vede oggi con emozione due bandiere fuse in una sola nel palpito di amore e di ammirazione che sulle due terre circonda i transvolatori. « Raccogliete - ha concluso il porporato - tutti i fiori di tutti i giardini e portateli al vostro cardinale, perchè egli li doni a Italo Balbo e ai suoi eroi ».
Un delirio di acclamazione ha coronato le ultime parole del cardinale Leme, mentre il grido di « Viva l'Italia! Viva Balbo! » prorompeva dalla massa vibrante. La folla, in preda a vivissimo entusiasmo, si è stretta attorno al cardinale e al generale Balbo, ai quali il gruppo degli aviatori ha cercato di fare riparo. A un certo punto, però, gli aviatori non hanno potuto più trattenere la folla, che voleva portare in trionfo il quadrumviro e il cardinale. Questi a stento, prendendo per il braccio il gen. Balbo, ha potuto fendere la calca e lasciare il collegio, dove hanno continuato per lungo tempo a echeggiare gli inni patriottici e gli evviva rivolti agli aviatori italiani.
I Cooperatori salesiani, i quali, confessati e comunicati, divotamente visiteranno qualche chiesa o pubblica cappella, o se viventi in comunità la propria cappella Privala, .e quivi pregheranno secondo l'intenzione del Sommo Pontefice, possono lucrare l'indulgenza plenaria (come dal Decreto della Sacra Congregazione delle Indulgenze 2 Ottobre 1904).
L'INDULGENZA PLENARIA.
Ogni mese:
1) in un giorno scelto ad arbitrio di ciascuno; 2) nel giorno in cui faranno l'esercizio della Buona Morte:
3) nel giorno in cui si radunino in conferenza.
NELLE FESTIVITA.
Marzo:
19 S. Giuseppe.
25 Annunziazione di Maria Vergine. 27 Sette Dolori di Maria. 29 Domenica delle Palme.
Aprile:
2 Giovedì Santo.
5 Pasqua di Risurrezione.
RICORDARE:
che ogni giorno, con la sola condizione d'essere in grazia di Dio, i Cooperatori Salesiani, che durante il loro lavoro o in mezzo alle loro occupazioni uniranno il loro cuore a Dio per mezzo d'una breve e pia invocazione, possono acquistare:
1) Per una invocazione qualunque, a loro scelta, un'indulgenza plenaria.
2) Per tutte le altre, 400 giorni d'indulgenza, ogni volta.
NB. - I Cooperatori, impediti per malattia di portarsi alla chiesa, possono acquistare le indulgenze sopraddette, recitando in casa cinque Pater, Ave e Gloria.
Festa e conferenza a Torino.
Come di consueto, l'annuale festa di S. Francesco di Sales si è celebrata con solennità nella Basilica-Santuario di Maria Ausiliatrice in Torino. Vi hanno partecipato in gran numero i Cooperatori nostri torinesi, assistendo alle magnifiche funzioni celebrate coll'intervento di S. E. Mons. Milone, vescovo di Alessandria e di larghe rappresentanze del Clero.
La sera del 2 febbraio nella chiesa di S. Giovanni Evangelista ha tenuto la conferenza ai Cooperatori il nostro missionario D. Dalmasso, teste ritornato dalla Cina. Con parola facile il conferenziere - che in Cina portò le catene di una dura prigionia in mano dei comunisti e scampò alla morte per una grazia del B. Don Bosco - interessò i Cooperatori delle vicende di quella nostra missione. Premesse notizie generali della vasta e popolatissima regione del Kuang Tung, a noi sotto tanti aspetti ancora ignota nelle sue ordinanze familiari e pubbliche, nelle sue superstizioni religiose, il missionario venne poi a prospettare i frutti evangelici che annualmente si ottengono in quel vasto paese, dove la religione cattolica rivela tanta vitalità e forza d'espansione, nonostante le difficoltà e i torbidi attuali. Espose episodi commoventi di eroismi missionari ignorati e ricordò con particolari impressionanti il sacrificio, che fecero di sè, Mons. Versiglia e D. Caravario, or è un anno.
La parola di D. Dalmasso è stata accolta dal numeroso uditorio con la più viva soddisfazione.
Un nuovo tempio a Bari.
Il 2 gennaio si è iniziata a Bari la costruzione di un magnifico tempio dedicato a Gesù Redentore. Vi hanno messo mano i nostri confratelli fidando nella generosa carità di tante anime buone di Bari e della Puglia. Esso sorgerà attiguo all'Istituto Salesiano popolato da 250 alunni fra studenti e artigiani - tra i quali sono 150 orfani di guerra - e sorgerà ove lo vagheggiò un pio sacerdote di venerata memoria, il can. Don Beniamino Bux. Sarà un omaggio che i Salesiani offriranno a Gesù Redentore nel 1933 quando in Bari avrà luogo l'undicesimo Congresso Eucaristico Nazionale.
Bari, la Puglia tutta, che sempre risponde con slancio alle nobili iniziative, sarà unanime nel concorrere all'erezione di questa chiesa che con la sua mole, con le sue linee semplici ed austere sarà degna della gloriosa tradizione di religione e di arte per cui va celebre la regione.
Giubileo sacerdotale di Mons. Colli.
Abbiamo letto con viva soddisfazione su L'Osservatore Romano la splendida dimostrazione data a Mons. Colli dall'intera Diocesi di Acireale nell'occasione del suo Giubileo Sacerdotale: tutte le feste riuscirono un'esaltazione del Sacerdozio e un fervido omaggio di anime devote a Gesù Sacramentato. L'occasione fu altresì propizia per alcune fruttuose adunate nelle quali dal clero si discusse sui mezzi per svolgere un'azione più intensa nelle rispettive parrocchie con i Consigli Parrocchiali, con l'Azione Cattolica e coi Circoli Giovanili. Il 28 dicembre S. E. Mons. Colli celebrava in cattedrale la sua messa giubilare indossando paramenti avuti in dono e usando il calice d'oro offertogli dall'Azione Cattolica.
Alle 15 quanto di più nobile, di più autorevole è nella diocesi: arcipreti, parroci, podestà, segretari politici, tutte le autorità cittadine, civili, politiche, ecclesiastiche, militari gremivano il teatro Bellini insieme ad una folla immensa. Vi era pure il vice-prefetto, comm. Tommaselli in rappresentanza di S. E il prefetto ed il comm. Vagliasindi segretario federale, i quali si recarono al Palazzo Vescovile ad ossequiare S. E., e accompagnarono Monsignore al Bellini.
Il podestà di Acireale cav. Grassi di Mangano, anche in nome degli altri podestà della diocesi e dei segretari politici tutti presenti porse il saluto deferente e devoto al Vescovo. Seguì Mons. Vicario generale D'Amico il quale offrì in nome del clero diocesano un ricco anello con 25 brillanti, simbolo dell'unione sacra tra il Vescovo ed il clero, suscitando vivi applausi.
Parlò poi il presidente della Giunta Diocesana P. G. Timpanaro che a nome dei 7000 organizzati offrì un ricco « album » ed un artistico calice fabbricato con oro ed argento offerto dagli stessi tesserati. Da ultimo il presidente del Collegio dei parroci urbani offrì una ricca ed artistica pergamena con parole di omaggio e di devozione.
Commosso Monsignor Vescovo volle ringraziare anzitutto il rappresentante del prefetto ed il segretario federale, il signor podestà di Acireale e tutti i signori podestà con i segretari politici venuti dalla diocesi; ringraziò poi il suo clero, la Giunta dell'Azione Cattolica, il popolo tutto e per esprimere in un modo duraturo la sua riconoscenza alla diocesi, dichiarò di fondare una borsa per il mantenimento d'un chierico povero in seminario. E poiche a lui è stata offerta una somma anche di lire 10.ooo, egli fonda una seconda borsa per il mantenimento d'un altro chierico povero intestata a S. E. Mons. Cento, che pure celebra il suo giubileo sacerdotale. Le due offerte e tutto il discorso vennero accolti da battimani.
Il Te Deum chiuse in cattedrale il ciclo delle feste, ben ideate e ben degne dell'illustre Prelato, il quale ha, con delicatissimo pensiero, voluto che i poveri partecipassero alla festa della diocesi, facendo distribuire a 7o povere famiglie un pacco e pervenire ad altrettante sussidio in denaro.
Ci è caro rinnovare a S. E. anche dalle colonne del Bollettino l'augurio più cordiale dei Figli di D. Bosco pel suo Giubileo.
Visite illustri alle Catacombe di S. Callisto.
Nei pochi mesi dacchè i Salesiani hanno in custodia le Catacombe di San Callisto, oltre alla numerosa folla di visitatori, che ogni giorno percorre in pio pellegrinaggio quelle sacre gallerie, si sono avute alcune visite illustri, particolarmente degne di rilievo.
Così nella prima metà di dicembre visitavano le Catacombe i Principi del Giappone S. A. I. il Principe Nobuhito e S A. I. la Principessa Kikuko.
Il 2 febbraio poi si ebbe l'ambitissimo onore della visita di S. M. la Regina Elena d'Italia, accompagnata dalla sorella S. A. I. la Granduchessa di Russia.
Le Auguste Visitatrici, guidate dal Direttore e da altri nostri confratelli, si indugiarono lungo tempo nell'osservare i centri più importanti del cimitero, e nel partire si degnarono esternare l'alto loro compiacimento per la visita compiuta nel sacro luogo.
Esposizione professionale a Bogotà.
Il 16 novembre il Ministro dell'Educazione nazionale di Colombia, Sig. Dott. Carbonel, ha inaugurato nel collegio salesiano Leone XIII di Bogotà l'esposizione didattico-professionale di quelle nostre scuole professionali, per celebrare il centenario del « Liberatore » Bolivar. Migliaia e migliaia di visitatori sfilarono pei vasti saloni ammirando e altamente lodando il sistema didattico professionale che rende così apprezzate le nostre scuole di arti e mestieri pei figli del popolo.
Conferenza missionaria a Mondovì.
La locale sezione della Dante Alighieri ha preso l'iniziativa di una conferenza missionaria ed ha chiamato a tenerla il nostro missionario D. Garelli, proveniente da Shanghai, il quale ha fatto passare davanti all'eletto uditorio un film sulla Cina attuale, illustrandolo colla sua parola.
L'Unione Monregalese, facendo la cronaca dell'avvenimento, scrive: « Le cose vedute e sentite furono tante!... Esse ci hanno dato un'idea esatta degli ultimi venti anni di storia di quell'immenso glomerato politico che si chiama Repubblica Cinese, uno dei quattro più grandi Stati della terra, per superficie; il più grande del mondo, per popolazione; il più antico che abbia saputo portare, dal 2ooo avanti Cristo ai nostri giorni, la sua anima plurimillenaria, senza interruzione di dominii stranieri, arricchita dai portati di una civiltà in continuo progresso, fino a sfociare nell'ultima rivoluzione, che abbatte la monarchia ed inaugura la Repubblica, col programma di mettere alla pari colle civiltà occidentali la massa dei 400 milioni di Cinesi.
Il Dott. D. Garelli ha vissuto gli ultimi dodici anni del vasto dramma, che ha distrutto tanto dell'antico, e purtroppo ha distrutto anche molto di quello che le Missioni avevano creato dal 1843 ad oggi. E ciò non per i principi della nuova Costituzione repubblicana, ma perchè, obbligata la Cina ad appoggiarsi ad una Potenza Europea, la Russia, ha importato nel suo movimento innovatore, le idee areligiose ed antireligiose del bolscevismo russo. Indi il disordine ed il travaglio interno di quel popolo essenzialmente religioso.
Nel teatrino salesiano di Livorno.
L'11 gennaio si è inaugurato il nuovo teatrino all'Istituto salesiano di Livorno, con una attraentissima accademia. Per la circostanza intervennero S. Ecc. Mons. Piccioni, vescovo diocesano, e le autorità primarie della città. Monsignore benedisse i locali e trasmise solennemente le insegne dell'Ordine di San Silvestro ad un ottimo benefattore delle Opere salesiane, il Sig. Bartolomeo Locatelli. Seguirono vibranti discorsi. intercalati da musica e recitazioni. S. E. Monsignor Vescovo chiuse il trattenimento con parole ispirate a grande benevolenza verso l'opera nostra.
Un benemerito.
Ultimamente è apparsa sui giornali la notizia che il Salesiano Don Michelangelo Rubino era stato chiamato a Roma per assumere la carica di ispettore dei Cappellani della Milizia, nominato Console, e fregiato delle insegne di Grand'Ufficiale della Corona d'Italia. Il conferimento di questa nuova onorificenza è avvenuto il 30 novembre u. s, alla Scuola Pratica di Agricoltura al Mandrione in Roma. Compì la cerimonia Mons. Bartolomasi, Vescovo Castrense, e vi parteciparono amici e cinque Cappellani dell'Ufficio Castrense. Mons. Bartolomasi compiendo la cerimonia ebbe parole di fraterno affetto per D. Rubino, del quale rievocò le benemerenze patriottiche che si era acquistate, facendo anche risaltare bellamente come Don Rubino all'amore intenso per la Patria avesse congiunto l'amore intenso a Don Bosco, alla Congregazione Salesiana e al grande apostolato della gioventù. E concludeva dicendo che questi tre amori e questi tre ideali avevano sempre brillato in tutte le singole gesta dell'ottimo Salesiano come venivano a brillare in quel petto queste altre nuove e fulgenti insegne che il Vescovo Castrense aveva la gioia e l'onore di appuntarvi di propria piano.
Missioni e scienza.
« Ha visto ora la luce - scrive L'Amico del Popolo di Belluno - una magnifica pubblicazione di alti studi scientifici, edita dalla Società Editrice Internazionale di Torino, la quale dimostra, all'evidenza, quale prezioso contributo diano le Missioni italiane al progresso delle ricerche originali scientifiche, geografiche, biologiche, botaniche, geologiche, etniche, ecc.
Si tratta d'una pubblicazione, riccamente illustrata, della Serie dei contributi scientifici, 7a della serie, dal titolo: Licheni della Patagonia e di altre regioni dell'Argentina (raccolti dai missionari salesiani), dovuta alla chiarissima signora dott. prof. MARIA CENGIA SAMBO, già docente di botanica presso l'antica Università di Urbino.
Questa pubblicazione, se, da un lato, segna un prezioso contributo botanico, dall'altro, vale a fare apprezzare, sempre più, nell'America del Sud, l'Italia nei suoi scienziati.
Conferenza salesiana a Saluzzo.
Trovandosi a Saluzzo S. E. Mons. Olivares, vescovo Salesiano, per la consacrazione episcopale di Mons. Margaria, vescovo eletto di Civita Castellana, Orte e Gallese, per soddisfare il desiderio dei buoni Cooperatori di Saluzzo, tenne nella chiesa di S. Nicola una conferenza sulle Opere missionarie del B. Don Bosco. Il pubblico numeroso dimostrò vivamente interessarsi all'avvincente argomento seguendo l'Ecc.mo Oratore con la massima attenzione e dimostrandosi generoso nelle oblazioni « Pro Missioni ».
Il Ministro della Guerra Argentina visita un collegio salesiano.
Il generale Francisco Medina ha partecipato ad una festa svoltasi il 10 dicembre a sera nel Collegio Salesiano « S. Giov. Evangelista » alla Boca (Buenos Aires). Ricevuto dai Superiori e dagli alunni con entusiastiche dimostrazioni, il Ministro si degnò di assistere ad una gara ginnastica, al termine della quale volle esprimere con un magnifico discorso la soddisfazione sua di aver partecipato alla cara festicciuola e prese lo spunto, da quanto aveva ammirato, per esaltare l'Opera salesiana che - egli disse - aveva saputo conquistare il cuore degli Argentini; e manifestò la sua più calda simpatia per i superiori, da lui conosciuti e apprezzati per le virtù religiose e civili.
BORSE COMPLETE.
43. Borsa GIUSEPPINO CAUDANO fondata dal papà e mamma in memoria dell'angioletto perduto.
44. Borsa RICALDONE D. PIETRO (2a) completata Somma precedente: L. 15.970,50. Burla Lorenzo, 3 - Gianni Delfina, 5 - N. N. in ricordo di un povero estinto, 20 - Angelino Giuseppina in mem. defunti, 5o - Toselli Luigi, 5 - Boccalatte Giov., io - Scarrione Gius., 25 - Ricaldone Pietro, 25 - Rota Giacomo, io - Maestro Pietro Capra, io - Zemide Orsola, io Ricaldone Remo e Frane., 5o - Baldi Pio, io - Zavanone Ermanno, 15 - Porta Enrico, io - Giarola Gerolamo, 5o - Raiteri Virginia Vedova Negri, 25 - Boccacci Ferdinando, 25 - Raffaldi Vittorio, 5 - Ricaldone Gius., io - Burdino Gius., 5 - Rota Pietro, io - Castellaro Guglielmo, io - Castellaro Secondo, 5 - Cattana Secondo, 3 - Castellaro Aventino, S - Castellaro Gioachino, 5 - Nano Massimo, 5 - De Giovanni Valerio, 5 - Falaguerra Felice, 20 -- Fratelli Penna, 5o -- Provera Giovanni, 5 -,Sisto Vincenzo, 5 - De Anibrosi Pietro, 30 - De Battisti Pietro, 15 - Ragna Federico, io - Provera Giov., io - N. N., 40 - Caprioglio Mario, 5 - De Battisti Domenico, So - Porta Amedeo, So - Porta Emilia, 20 - De Ambrosi Gius., 5 - De Ambrosi Vincenzo, 5 - Fumarco Colombo, 20 - Zenude Evasio, io - Betti Angelo, 5 - Fratelli Broni, 20 -- Baldi Luigi, 5 - Rogna Luigia e Ang., 15 - Baldi Vincenzo, 15 - Bisoglio Albino, 5 - N. N., 5 - Peracchio Luigi, 5 - Zeppa Gino, 6 - Provera Edoardo, 25 -- Castellaro Pietro, 2 - Acuto Paolo, 5 - Volpi Primo, 5 -- Castellaro Gius., 15 - Baldi Dino, 7 - Fumarco Federico, 15 - De Bernardi Martina in Masucco, io - Castellaro Secondo, 25 Falaguerra Ville., 5 - N. N., io - Provera Salvina-Ciotta, 20 - Baldi Gerolamo, 5 - Bambini, Pierino, Luisa, Maria Teresa di Ing. Provera, 3034 - Totale L. 20.000,50.
45 Borsa RUA D. MICHELE (2a) completata. Somma precedente: L. 19.603,85.
Gonella Giuseppina (lib. 10.681 ), 28 - Dutto Giov., So -- M. V. Chiari, 6 - Perossi Alessandrina, 200 - Emilia Dumontel, 25 - Grigolli Guido, 5 - Giuseppe Calecella, ioo - Totale L. 20.017,85.
BORSE DA COMPLETARE.
Borsa ALIQUO' GR. UFF. LUIGI - Somma precedente: L. 7000 - Versate in gennaio, 2000 - Totale L. 9000.
Borsa ANIME DEL PURGATORIO - Somma precedente: L. 9508 - Quilico D. Sebast., io - Pasquini Teresa e figli per ottenere suffragio ai suoi morti, ioo - M. Nora Trevisani, 20 - Cristofolini Giustina, 150 - Maria Canepa, 5o - Maria Ronchi, 25 - Elvira Beazzi, 25 - Agnes Innocenza, 25 - Francesca Ubertis, 25 - Totale L. 9938.
Borsa BEATO D. BOSCO (13a)-Somma precedente: L. 4250 Lucia Fogolin a nome di suo fratello D. Giacomo testè defunto, 1oo - Giacchino Nicolina, 5 - Ersilis Bosetti. 5 - Cassano Margherita, io - Giulia Regogliosi, 16 - Elisa Suor Polledri a nome di una pia cooperatrice, 1ooo - Rag. Pompilio Cardini, 100 - Francesco Munizzi, 25 - M. Fea Olga, ioo
Caliari Bianca, 5o - Franchini Anna Ferrari, io - Dott. G. Pepino, So Sac. P. G. Pennino per Novelli Stefano, 25 - Derchi Luigina, 20 - Lina Manassero, io - Bonfatti Rinaldo, io - Gobbi Cav. Francesco, 20 - Giuseppe Pernice, io - Rag. Manlio Prina, io - Sorelle Di Francesco, io - Quatraro Maria Santa, io - Milanesi Santina, io - Angiolina Onesti, io - G. Callerio, 5o - Er. Mettino Villa, io - Sarasino M. V. Bertinetto, 100 - Damigella Edv. Falconet, 25 - Marocco Maria, 20 - Giani Lucia, io - C. M. per grazia ricevuta riconoscente a D. Bosco, 100 - N. N., 25 - Lina Tonali Bondioli, 100 -- Manessi Orsola, 7 - Antonietta Agus., 5 -- Totale L. 6558.
Borsa BELTRAMI D. ANDREA (4 a) - Somma precedente: L. 615 - Orlandi Benedetto, 50 - Beltrami Mario, 20 - Totale L. 685.
Borsa BORGATELLO DON MAGGIORINO - Somma precedente: L. 1746,65 - Covino Carolina, Zoo - Totale L. 1846,65.
Borsa COLLE SALVETTI - Somma precedente: L. 4885 - Giovanoli Silvio, 300-Totale L. 5185.
Borsa CONFORTOLA D. A. - Somma precedente: L. 472,40 - Versate dalla Casa Salesiana di Firenze, 531,10 - Totale L. 1003,50.
Borsa CORTEMILIA - Somma Precedente: L. 13.970 - N. N., -5 - Totale L. 13.975.
Borsa CRISTO RE (3a) - Somma precedente: L. 1035 - E. Gatti, So - Totale L. 1085.
Borsa DIVINA PROVVIDENZA - Somma precedente: L. 161o.5o - Sorelle Manferoce, So - Accamo Agnese, 100 - Totale L. 1760,50.
Borsa DON BOSCO EDUCATORE (2a) - Somma precedente: L. 17.267 - Antonio Orlando, io - Angelina Dalla Torre, 5 - Emilia e Francesca Ramponi, 25 - Cesare Bonelli, 24 - Botta Guido, 20 -- D. Carlo Lana (raccolte), 111,50
- Totale L. 17,462,50.
Borsa DON BOSCO (Firenze) - Somma precedente: L. 169o,40 - Versate da Cooperatori fiorentini. 82 - Totale L. 1772,40.
Borsa D. BOSCO, SALVATE I NOSTRI FIGLI - Somma precedente: L. 3967 - Erminia Spriano, 200 - Totale L. 4167.
Borsa ETERNO PADRE - Somma Precedente: L. 200 - N. N. (Carmagnola), 5o - N. N. raccomandando un povero ammalato, 20 - Totale L. 270.
Borsa FRANCESIA D. G. B. (2a) - Somma precedente: L. 200 - Bianco Maria, 5o - Totale L. 250.
Borsa FRASSATI PIER GIORGIO (2a) - Somma precedente: L. 2515 - Plinio Vassalli, 35 - Giannina Facchini, io - Aroldo Verdiani, 15 - Totale L. 2575.
Borsa G. - 11. A. - D. B. (2a) - Somma precedente: L. 1849 - Antonia Toneguzzo, 570 - Totale L. 2419.
Borsa GESU NEI. PRESEPIO - Somma precedente: L. 141,30 - Guidotti Viola (raccolte), 109 -- Totale L. 250,30.
Borsa GIRAUDI D. FEDELE - Somma precedente: L. 7509 - Bruno Angiolina, 5o - Maroni Sebastiano, 300 - Della Valle Attilio, 100 -
Becchis Luigi, 15 - Famiglia Costa, 5o Bianco Maria, 50 - N. N. (Porteria), 25 -
Vittè, io - Totale L. 8109.
Borsa GIUBILEO e RICONCILIAZIONE -
Somma precedente: L. 2300 - Dott. Francesco
Casalbore, 100 - Totale L. 2400.
Borsa GIUDICI D. LUIGI - Somma precedente:
L. 168,10 - Versate dagli ex allievi di Firenze,
142 - Totale L. 310,10.
Borsa GUIDAZIO D. PIETRO (2a) - Somma precedente: L. 385 - Stangoni Luigi, 100 - Notaio Giuseppe Lutati, 500 - Totale L. 985.
Borsa MADONNA DI CASTELMONTE - Somma precedente: L. 1500 - N. N., 25 - Totale L. 1525.
Borsa MADONNA DI LORETO - Somma precedente: L. 1511,o5 - Sac. Michelangelo Capra per incarico di pie persone, 70 - Totale L. 158 1,05.
Borsa MAMMA MARGHERITA (2a) - Somma precedente: L. 145 - Matilde Avunti, 5 - Giovanni Scuri, io - Totale L. 16o.
Borsa MARIA ADDOLORATA = Somma precedente: L. 250 - Francesco Munizzi,. 25 - Totale L. 275.
Borsa MARIA AUSILIATRICE (24a) - Somma precedente: L. 3263,50 - P. P. Per segnalatissima grazia ricevuta dalla Madonna e implorando la di Lei continua protezione sulla propria famiglia ma specialmente sui tre nipotini L. 1000 - Cassano Margherita, io - Sac. G. B. Ricci, 5o - Mario Gavazzeni, 25 -M. A. Palermo, 25 - Maria Romerio, 10 -Cavinato Antonietta, 90 -- Col. Prof. Zavattaro Cav. Pietro, 5o - Mantellino Gioconda, 5o - D. Edoardo Moreschi, 5o - Er. Meltino Villa, 10 - Bice Caretta Bertola, io - Teresa Monaco Ved. Faraone. io -- Filomena Silvani, 5o -- Francesco Munizzi, 25 - Perodo Domitilla 10 - Vittoria Saglia Colombini, 5o - Totale L. 4788,50.
Borsa MARIA AUSILIATRICE e S CECILIA - Una pia persona di Castagnole Piemonte, L. 1000.
Borsa MAZZARELLO M. MARIA - Somma precedente: L. 300 -- Botti Davide, 5o - Clotilde Guglielmini, 5o - Traverso Giuseppina, 20 - Totale L. 420.
Borsa NASSO' D. MARCO (2a) - Somma precedente: L. 4951 - Sac. Cesare Ossola, 5o - Totale 1,. 5001.
Borsa NOGARA MONS. GIUSEPPE ARC. DI UDINE -- a cura degli ex-allievi di Udine in omaggio all'Arcivescovo - Somma precedente: L. 4368,65 - Mussolini Giovanni in suffragio della compianta signora Rossi Domenica cooperatrice salesiana benemerita, 100 - D. Angelo Venturini, 30 - N. N. a mezzo mons. Pasquale Marghreth, 200 - Famiglia Colpi Gaetano, 3 - N. N., 20 - Loria Maria, i Civanzo (fot. pellegrinaggio Torino), 38,50 - Famiglia Colpi Gaetano, 5 - Elisa Punazzi, 5 - N. N., 5 - N. N , 10,70 - Volpetti Iolanda, io 5o - N. N., 5 - Loria Roberto, 5 -- Buracchio Luigi, 5 - Benedetti e Anerrini, 20 - N. N., 5 - Battaglia Ottavio, i -- Saro Angelo, 5 -- N. N., 2 - Totale L. 484935.
Borsa PICCOLI AMICI DI D. BOSCO - Somma precedente: L. 1225 - Arcangela Fabbri a nome dei suoi piccoli alunni, ioo - Gattone Pietro, io - Totale L. 1335.
Borsa PIO X - Somma precedente: I,. 7277 - Pia Maschi, 20 - Giulio Buffa, 25 - N. N. (Caserta), 100 -- G. Fusarini, 5o - Totale L. 7472
Borsa PISCETTA DON LUIGI - Somma precedente: L. 818o - Mons. Cogliolo, 5o - Dott. A. Giannone, 1000 - Giuditta Piscetta, 50 - Cav. Pietro Annone, 500 - N. N., 5o - Don
Carlo Marra (Susa), io - N. N., ioo - Totale L. 9940.
Borsa PRINCIPI DI PIEMONTE - Somma precedente: L. 1430 - Flecchia Domenica, 25 - Totale L. 1455.
Borsa RICCARDI D. ROBERTO - Somma precedente: L. 11.430,60 -- Lovisone Giuseppina, io - Totale L. 11.440,60_
Borsa RITA DON MICHELE (3a) - Delfina Vercesi, 20 - Vittorio e Maria M. offrono in suffragio del caro fratello Enrico, e per ottenere le grazie spirituali e temporali di cui più abbisognano, 5o - Elisabetta Bertinetti, io - Carolina Sartirana, 500 - Dott. Giuseppe Nicolello, ioo - Totale L. 680.
Borsa SACRO CUORE DI G. CONFIDO IN VOI
-Somma precedente: L. 13.705 - Sac. Oreste Gambini, 5 - Martinelli Dialma, 5 -Angelina Moscone, 100 - Cecilia Bezzi, 10 - Erminia Spriano, 5o -- Bruno Ines, 5 - Totale L. 13.880.
Borsa SCAPARONE D. GIOVANNI - Somma precedente: L. 13.683,50 -- Dalla casa di Gorizia, 910 - Totale L. 14.584,50.
Borsa S. ANGELA MERICI - Somma precedente: L. 630 - N. N. (Desenzano), 20 - Totale L. 65o.
Borsa S. ANNA - Somma precedente: L. 10.o6o - Chiaratti Erminia, io - Totale L. 10.070.
Borsa S. ANTONIO DI PADOVA - Somma precedente: L. 2445 - Savasino Maria V. Bertonetti, ioo - Totale L. 2545.
Borsa S. BENEDETTO - Somma precedente: L. 215 - Sac. Ettore M. Bigi, 5 - Totale L. 220.
Borsa S. CARLO - Somma precedente: L. 1154,95 - Veny Iraldo, 10 - Totale L. 1164,95.
Borsa S. FRANC. SAVERIO - Somma precedente: L. 1915 - Dalto Giulia, 5o - Totale L. 1965.
Borsa S. MARGHERITA DA CORTONA - Somma precedente: L. 4426,05 - Mons. Giuseppe Laurenti, 55 D. E. Riva, 25 - D. Antonio Zanchi, 11,95 - Sig. Crocicchia, io - N. N., 20 - Piccola lotteria fra i Seminaristi di Nepi, 75 - Totale L. 4622,80.
Borsa S. RITA DA CASCIA - Somma precedente: L. 1025 - Sorelle N. N., 100 - Totale L. 1125.
Borsa S. TERESA DEL B. G. (10a) - Somma precedente: L. 10.136,50 - Trabucco Maria, Zoo - Rina Fantoni, 5o - Aurelia Del Lupo, io - Teresa e Giacomina Ferrara, 110 - Giacomelli Virginia, 5o - Dott. Pasquale Mazzola, 25 - Lina Mazzotti, 20 - Francesco Munizzi, 25 - Ines Guabello, 11 - Dosio Matilde, io - Totale L. 10,54750.
Borsa VERSIGLIA MONS. LUIGI - Somma precedente: L. 10.127,50 - Antonucci Maria, 15 - Bernardini Giuseppe in riconoscenza al B. Don Bosco, L. 100. - Totale L. 10.242,50.
Borsa VERSIGLIA e CARAVARIO - Somma precedente: L. 6o1 - Sac. Terrasi Nicolò, io - Can. Raffaele Basti, 5o - Ch. Giuseppe Bovarini, io -- Totale L. 671.
Fiore di carità.
Leggiamo nella Gazzetta del Mezzogiorno
Gli Ufficiali di Artiglieria, Genio e della Capitaneria di Porto del Presidio di Bari, in luogo del tradizionale banchetto di Santa Barbara, versarono L. 494 per gli Orfani di Guerra all'Istituto Salesiano del a Redentore ».
Il nostro ringraziamento agli ottimi Ufficiali, che han voluto privarsi di un'ora di onesta allegria, per concorrere all'educazione di quei giovani, che diedero alla Patria il loro amato genitore.
Mons. Celso Costantini e la Cina.
Mons. C. Costantini, reduce dalla Cina, intervistato da L'Osservatore Romano, si è espresso con queste belle parole, a proposito dei Cinesi e dei Missionari in Cina:
« Il popolo cinese è buono, è moralmente sano; credo che sia il popolo più pacifico della terra. È lavoratore e sobrio, e non domanda altro che di poter lavorare in pace, poco curandosi delle ideologie politiche e democratiche, che sono l'affare di una minoranza di intellettuali e di militari.
» I Missionari scrivono ora in Cina una delle pagine più gloriose della storia delle Missioni: e non vi è distinzione fra esteri e Cinesi, fra religiosi dell'una e dell'altra Congregazione. Tutti sono mirabili di pazienza, di coraggio, di zelo. Si sono pure avuti splendidi esempi di fortezza cristiana da parte dei fedeli, tra cui alcuni hanno affermata col sangue la propria Fede.
» Le sofferenze dei Missionari e del popolo cinese e le belle speranze per un fecondo lavoro, dopo che la bufera sarà passata, meritano di suscitare la più grande simpatia in favore di quelle Missioni. Credo che mai sia passato, per le Missioni della Cina, un tempo tanto interessante come il presente. La Cina si trasformerà con noi o contro di noi: i Missionari, pure a prezzo del proprio sangue, non desistono dal lavoro affinchè la Cina si trasformi con Cristo, in salutem, e non diventi preda dell'Anticristo; cioè del bolscevismo. Ed essi, più di ogni altro, sono ora degni di essere sostenuti dalle preghiere e dai soccorsi dei fratelli cristiani di tutto il mondo ».
Orfanotrofio rovinato dal terremoto.
Il nostro vecchio Orfanotrofio di Krishnagar (Bengala, India), è stato completamente rovinato dal terremoto; i danni ascendono a circa 20.000 lire. Siamo però lieti di non dover piangere delle vittime umane. Tanto i trenta orfanelli che lo occupavano, quanto i venti operai che lavoravano vicino, furono in grado di mettersi in salvo; solo due operai restarono leggermente feriti. Per ora i piccoli orfanelli dormono in casa del Vescovo, la cui più grande camera fu trasformata in dormitorio.
(Da L'Osservatore Romano del 3o gennaio).
Una via al Beato Don Bosco a Roma.
In seguito al parere espresso dalla commissione consultiva per la nomenclatura stradale, S. E. il Governatore di Roma, ha provveduto al conferimento del nome alle strade di nuova costruzione ed al riordinamento di quelle già esistenti.
È stato dato il nome di Via Don Bosco alla nuova strada che fiancheggia il nuovo edificio dell'istituto salesiano professionale « Pio XI » e che congiungerà la via Tuscolana con via del Mandrione, riservando di dare a suo tempo altro nome alla designata via Giovanni Bosco sul Monte Mario.
Il Beato Don Bosco ricordato nelle Scuole Comunali di Savona.
Per lodevole disposizione della Direzione didattica comunale, sabato, 31 gennaio, anniversario della morte del Beato Don Giovanni Bosco, in tutte le Scuole Elementari Comunali di Savona dagli Insegnanti fu ricordata agli alunni la bella, cara figura del grande Apostolo e Patrono della Gioventù.
Reverendissimo Sig. D. Rinaldi,
Con molto piacere anche quest'anno le mando una riassuntiva relazione di quanto, con la grazia del Signore, abbiamo potuto fare in questa residenza missionaria del Sangradouro. Con molto piacere, ripeto, perchè queste mie poche righe, dovrebbero essere un inno di ringraziamento alla Madonna ed al Beato D.Bosco la cui protezione ci sostenne e più ci animò nel cammino non sempre coperto di fiori.
Abbiamo avuto la consolazione di vedere la vita religiosa mantenersi e svilupparsi non solo qui nella residenza, ma anche nella vasta parrocchia che per circa due mesi il Sac. Amato Decleene percorse apostolicamente raccogliendo un consolante manipolo di battesimi, confessioni, comunioni; seminando la buona parola; conservando e riattivando il sacro fuoco della religione.
Ed il buon popolo, anche quello delle miniere diamantifere, corrisponde; e se nello scorso anno si inaugurarono due cappelle, quest'anno se ne inaugurò una terza in uno dei più importanti centri minerari della zona.
Qui alla sede della missione vediamo riunirsi gli abitanti circonvicini (vuol dire 30-40 e più chilometri di distanza) per assistere alle principali feste dell'anno, solennizzate nel miglior modo possibile, mettendo in primo luogo la consolante frequenza dei Ss. Sacramenti. Nè si trascura la pompa del culto esterno; ed è bello vedere i piccoli Bororo in veste talare e rocchetto, assistere alle messe solenni, ai vespri, alle processioni, sostenere i canti nelle varie funzioni aiutati, in questo, anche dalle alunne delle Figlie di Maria Ausiliatrice.
Ogni festa è completata da una proiezione luminosa o cinematografica sempre di carattere strettamente religioso, oppure una accademia, come ultimamente si fece alla vigilia della festa dell'Immacolata, durante la quale le alunne Bororo e civilizzate delle Suore diedero uno splendido saggio catechistico. L'entusiasmo col quale vi si erano preparate, fu straordinario; perfino durante il lavoro tenevano davanti il catechismo che andavano ripetendo. L'esito della gara fu tale che, le vincitrici per ogni gruppo essendo varie, si dovette ripetere fra di esse una seconda gara.
I bei premi destarono desiderio di una simile prova anche fra i Bororo adulti che vogliono prepararsi per una gara catechistica. La Madonna dia loro anche la forza di praticare quanto impareranno. Poveretti! Quanto pare pesante ad essi il giogo di Gesù. Ma i frutti della divina grazia sempre si palesano; a poco a poco, Gesù entra nelle loro menti e nei loro cuori; ogni festa è una scossa salutare, specialmente quelle della Madonna.
Avemmo quest'anno la visita di varii gruppi di Bororo, di quelli vaganti nella zona alternando la vita fra i civilizzati e le selve. Assai compassionevole è il loro stato sia fisico che morale; quantunque sia un bel fastidio la loro presenza, pure si accolgono alla missione sempre volentieri, tanto più che non pochi di essi sono cristiani; vi passano un tempo, poi la maggior parte se ne va, portando seco qualche buona impressione che darà frutto a suo tempo.
La chiusura dell'anno scolastico fu caratterizzata da una bella esposizione dei lavori eseguiti dalle alunne fra cui spiccava un bel camice con superbo pizzo, che fu offerto alla chiesa parrocchiale.
Anche per la parte materiale, vi è ben da ringraziare il Signore. Con la volonterosa cooperazione dei Bororo, con eroica pazienza e costanza guidati dal confratello Secondo Busso, non solo si potè avere il necessario per vivere tutta la Colonia, ma attendere a molti altri lavori e miglioramenti. Per tutto l'anno lavorò una fornace di laterizi che fornì mattoni e tegole per il rinnovamento di una buona parte della residenza. Si conservò in buono stato la nostra autostrada che ci unisce a Cuiabà con riparazioni o rinnovazioni di ponti. Nè va passata sotto silenzio l'officina di falegname del confr. Carlo Colombo che, assieme ad un intelligente e volonteroso Bororo, arricchiva la chiesa di banchi, di un bell'altare in mogano massiccio con altri legni rari e provvedeva alla residenza mille altre cose necessarie.
Da questi brevi cenni, credo avrà, amato Padre, un'idea del movimento della missione. Se anche il personale aumentasse, invece di diminuire!... potremmo fare più e meglio.
Sangradouro, 12 Dicembre 1930.
Devot.mo e obbed.mo
Don ALBISETTI CESARE, Missionario Salesiano
(Note di D. Vendrame). Shillong, 13 ottobre 1930.
Amat.mo Padre,
Scrivo a Lei perchè in Lei, cuore della grande Famiglia salesiana, la parola dei figli acquisti un valore e da Lei, dal suo cuore, giunga ai cari cooperatori e simpatizzanti dell'Opera salesiana.
Amato Padre, c'è qui un popolo infedele che si avvia decisamente e rapidamente alla fede. Bisogna tendergli la mano, e presto; bisogna andargli incontro con ogni mezzo perchè quel movimento che va giornalmente accentuandosi, continui e si intensifichi fino al completo trionfo di Cristo sul regno di Satana. Ed eccone i dati.
Il 1926 in questo solo distretto centrale di Shillong per la grazia di Dio, poteva registrare .too nuovi battesimi da 150 circa che erano annualmente. In seguito il movimento ascensionale andò sempre intensificandosi finche quest'anno 1930 si poterono contare oltre 1260 (milleduecentosessanta) battesimi, mentre altre migliaia d'anime vanno risolutamente preparandosi ad entrare nell'ovile di Cristo per trovare qui la vera felicità dopo le lunghe sofferenze sotto l'iniquo servaggio di Satana.
L'apostolato della preghiera.
Che cosa è che ha operato il prodigio? Lo dico a conforto e ad incoraggiamento di molti.
È « l'apostolato della preghiera che in questi anni col movimento missionario provocato dal grande Pontefice delle Missioni, va sempre intensificandosi nel mondo cattolico. Sono le preghiere qui in Missione di tante anime buone e dei 200 e più giovanetti dei due orfanotrofi che vivono tutti in un'atmosfera di intensa religiosità e spirito missionario. E soprattutto il forte gruppo dei nostri buoni chierici e novizi che non potendo ancora consacrarsi all'apostolato esteriore vivono la vita ugualmente attiva del l'apostolato missionario, colla preghiera, colla mortificazione, coll'inmtolazione intima, segreta, ma appunto perche tale più feconda. Ed i fatti non sempre ordinari, ne sono una testimonianza.
Il grande Pontefice delle Missioni ed il Beato Don Bosco in terre di Missione?
Sento il bisogno di raccontare questo piccolo episodio della mia vita missionaria anche perchè ridondi a gloria di due grandi i cui nomi furono irrevocabilmente legati insieme dalla storia: Pio XI e Don Bosco.
Ritornando da una escursione missionaria poco fa, mi soffermai in un'ottima famiglia per avere un po' di ristoro nel corpo e nello spirito. I cinque fratelli, privati pochi mesi or sono anche della madre che qualche anno fa li aveva condotti alla fede, nonostante la sventura e la povertà conservano tutta la freschezza della loro fede e tutta la giovialità che è frutto della pace intima e la gioia interiore nel sentirsi cristiani. Fui accolto come sempre festosamente e mentre la piccola Lina volle per sè l'ambizione di preparare un po' di cibo - un po' di tè, due uova e qualche... patata lessa -- io seduto familiarmente con loro attorno al fuoco sopra un rudimentale sedile alto una spanna da terra, raccontava loro le piccole avventure del viaggio e parlava loro del consolante moviniento di conversioni. Anch'essi, riandando i giorni felici della loro venuta alla fede, ebbero la loro piccola storia da raccontare ma la più bella, la più interessante fu quella del fratello maggiore già padre di due graziosi bambini.
« Padre, incominciò egli, vuol sapere come io mi sono deciso a venire in chiesa ed a ricevere il battesimo? Non gliel'ho ancora raccontato. Ricorda che quando mia madre ed i fratelli ricevettero il battesimo, io stesso chiesi ed ottenni il catechismo piccolo e grande. Lo lessi, lo meditai ed in seguito convinto della verità ne sentii forte il bisogno di farmi cristiano, ma mai mi decideva di venire in chiesa e prepararmi al Battesimo. - Quando una notte in sogno, mi si presentò un personaggio di maestoso aspetto ma dal volto atteggiato a grande affabilità e paternità il quale decisamente mi disse: - E perchè non ti fai cristiano? Ma fatti cristiano, fatti cristiano. - Io mi schermii dicendo che non ero ancor ben deciso e che non avevo ancora capito bene i misteri della religione, ma egli insistette con voce insinuante: - Vai in chiesa e capirai ogni cosa, ma fatti cristiano, fatti cristiano.
» In seguito a questo soglio mi decisi senz'altro a venire in chiesa. Assistei con commozione alla santa messa ed appena terminata la funzione religiosa passai nell'ufficio parrocchiale per mettermi nelle sue mani. Nell'attesa di parlare con lei, osservo le varie immagini appese alle pareti ed una mi colpì profondamente. - Chi rappresenta quell'immagine? - chiesi ai vicini. - Il papa regnante, Pio XI. - E lui, è lui, esclamai, che ho visto nel sogno, proprio lui, con quello sguardo, con quel vestito, così senza cappello. - E mi disposi senz'altro pel battesimo ».
Ebbe uni po' di sosta rimanendo come in atteggiamento se dovesse o no parlare, poi riprese: « E qualche mese fa ebbi un altro sogno. Mi parve di trovarmi a Shillong in una grande riunione dii fedeli, quando vidi comparire Don Bosco in persona proprio come è rappresentato nelle immagini. Egli sale rapidamente sopra un'automobile e parte dirigendosi verso la Bhoy Country (è la regione più malsana e più selvaggia della terra Khasi ed è infestata da elefanti, orsi e tigri). Poco dopo vedo anche il padre (missionario) salutare il popolo e partire verso la stessa direzione. Non passò molto tempo da quelle partenze ed ecco una moltitudine grande di popolo venire da quella regione per partecipare alla solenne processione del Corpus Christi e fu tanta la moltitudine che superò quella di tutti gli altri paesi insieme. Ricordai, concluse egli, e riandai col pensiero alle vicende di questo sogno quando qualche tempo fa sentii parlare del grande movimento di conversioni nella zolla di Iapugar ed altrove (Bhoy Country) dove sapevo non esservi prima di Pasqua nemmeno un cristiano ». E tacque.
- E non hai avuto altri sogni? - lo richiesi.
- No, nessun altro.
- Ma proprio nessuno?
- No, confermò egli, non sono solito sognare.
Lascio ai benevoli cooperatori ed amici ogni commento, a me basti attestare la veracità del racconto.
Un altro episodio.
Ecco un altro fatto che starebbe ad attestare la grande efficacia della preghiera. Una vecchia presso che centenaria, deformemente curva per gli anni, ha l'occasione di vedere e di incontrarsi nel paese (dista circa 20 km. dalla Missione) col padre e mostra tosto un vago desiderio di farsi cristiana. Ma una notte sogna, e quel sogno la conferma nel suo pensiero.
« Mi parve di trovarmi seduta vicino a casa, racconta essa, quando vidi salirmi ai piedi ed alle gambe delle sanguisughe schifose. (È degno di nota far osservare che nel concetto Khasi, le sanguisughe sono il simbolo del peccalo). Feci uno sforzo, e quantunque stentatamente, potei distaccarle e liberarmi da tutte quelle bestie importune. Ma tosto che ne fui libera ecco che me le vedo risalire in numero maggiore. Feci un nuovo sforzo e dopo qualche tempo potei per una seconda volta liberarmene. Ma con mia dolorosa sorpresa e grande sconforto me le vidi salire per una terza volta e più numerose ancora e più grosse. Mi vennero meno le forze e me ne rimasi lì seduta e scoraggiata senza vedermi dinanzi nessuna via di salvezza. Ma ecco comparirmi dinanzi un signore che vedendomi in quello stato, mi domandò che cosa stessi facendo. Gli raccontai brevemente la mia storia, e manifestai la mia impotenza a liberarmi da quegli animalacci importuni, e tutto il mio sconforto. Mi esortò a tentare ancora una volta. - Impossibile, risposi, non ci riesco più. - Ebbene vuoi che lo faccia io? - riprese. - Ma sì, faccia pure. - Ma lo vuoi proprio sul serio? Hai fiducia? - insistè. - Ma sì, faccia, faccia pure - confermai io. Ed ecco allora che quel signore mi si avvicina. Tocca appena la parte piagata ed infestata dalle sanguisughe e a questo tocco, come per incanto, tutte scompaiono, e mi sentii pienamente guarita ». Qui finisce il sogno.
Ma un giorno, invitata con dolce insistenza dal missionario, completamente ignaro ancora del sogno; e stuzzicata dalla curiosità sale in auto e viene a Shillong in occasione di una grande festa. Fin dal sabato sera visita la chiesa, passa quindi a visitare la Missione, passa di meraviglia in meraviglia, quindi tocca dalla grazia, profondamente commossa conclude: « Oh sono giunta nella casa di Dio; non partirò di qui senza essere prima battezzata e fatta cristiana... ». Si poteva in coscienza rifiutare il battesimo? Ah no! Il buon Dio l'aveva preparata, ed il mattino seguente veniva rigenerata dall'acqua battesimale mentre dal volto lasciava trasparire una gioia celestiale. Era felice. Ma la sua gioia fu piena quando nel pomeriggio dello stesso giorno il buon Dio le faceva conoscere il benefattore del sogno. Era il tempo del trattenimento pubblico nel grande cortile delle scuole. Superiori, chierici, orfani, e grande affluenza di popolo, cattolici, protestanti, pagani. Nessuno mancava; tutte le religioni e tutte le razze della piccola città cosmopolita erano largarrente rappresentate. Anche la vecchia neobattezzata era là a guardare stupita tutto quel piccolo mondo affatto nuovo per essa; quando ad un tratto il suo sguardo si ferma sopra uno dei chierici e fra la sorpresa dei vicini come trasportata da una gioia intensa e repentina che non sa dominare: « E lui, è lui, esclama, è quello il signore che ho visto nel sogno e che mi ha liberato dalle sanguisughe! ». Una spiegazione? Forse le preghiere di quel buon chierico, mai visto prima e distinto da essa fra cinquanta, le avranno ottenuto la grazia della fede e del battesimo. Due settimane dopo figli e nepoti si facevano battezzare tutti in gruppo per partecipare colla nonna alla gioia di sentirsi cristiani.
E così sono cento, centocinquanta, fino a centonovanta che mensilmente guidati dalla grazia divina, vengono a farsi rigenerare nelle acque battesimali. Agli individui seguono le famiglie, alle famiglie i paesi, e tutti, per vie differenti se si vuole, ma mossi tutti da un unico scopo, vengono a cercare nella vera Chiesa di Cristo, pel tempo e per l'eternità, pel corpo e per lo spirito quella pace, quella vera felicità che invano hanno cercato sotto l'abbominevole giogo di Satana o nel caos delle sètte protestanti.
(Continua).
Rev.mo figlio Sac. C. VENDRAME, Missionario salesiano.
Vi presento un bel gruppetto di cristiani cinesi, che avrebbero tutti una storia interessante da raccontare; a me preme ora parlarvi d'uno di essi, il maestro Chin, bel giovinotto robusto dai folti capelli che siede tenendo tra le ginocchia il suo bambino il quale sorregge in una mano la caratteristica pipa, lunga più di un metro.
È cristiano nuovo, battezzato di recente, e si dimostra doppiamente riconoscente alla Chiesa Cattolica non solo perchè da essa fu istradato sulla via del Cielo, ma anche perche, per mezzo mio, gli salvò la vita sottraendolo ad una sicura fucilazione.
Originario di una regione dove il comunismo agricolo si sviluppò rapidamente e si macchiò di orribili massacri sulla pacifica popolazione, egli come tanti altri fu coinvolto nella lotta. Quando i bolscevichi ebbero la peggio e cominciò la reazione, due fratelli del Chin vennero presi e fucilati, non saprei dire se giustamente o no. Ed anche il nostro maestrino Chin che, benche pagano, insegnava in una mia scuoletta, venne imprigionato sotto l'accusa di appartenere al partito del comunismo.
In quei giorni io ero lontano e attendevo a fare gli Esercizi Spirituali. Appena mi fu possibile corsi a Nam Yung ad occuparmi di lui: il caso era troppo grave e sarebbe stato per la Missione una macchia se si fosse venuto alla fucilazione di un maestro delle sue scuole.
Raccomandai l'affare al B. Don Bosco e, dopo aver tentato inutilmente varie altre vie, risolvetti di presentarmi direttamente al Presidente del Tribunale straordinario, che giudicava i reati di comunismo. Trovai le cose molto male avviate, perchè in quei giorni di esasperazione un nonnulla bastava a perdere irrimediabilmente un uomo, anche un semplice indizio era sufficiente per la fucilazione due ore dopo che un individuo veniva catturato.
Discutemmo insieme il caso Chin per varie ore: tutto tirai in ballo ber difendere il mio maestro, tanto più che sapevo in modo certissimo che egli si era sempre tenuto fuori del comunismo. Finalmente coll'aiuto di Dio il buon senso vinse, il Presidente fu convinto dell'innocenza del maestro e revocò la sentenza di fucilazione.
Chin riconobbe una grazia di Dio nella sua liberazione e volle ricevere subito il battesimo e mettere a servizio della Chiesa la vita che il missionario gli aveva salvata.
SaC. UMBERTO DALMASSO, Missionario Salesiano.
SESSANT. - Sessant, che si gloria di avere un missionario salesiano in Giappone, ha celebrato anche solennemente la festa del Beato D. Bosco. Una gradita sorpresa ebbero quel giorno i fedeli quando recatisi in chiesa per accostarsi ai Ss. Sacramenti, trovarono l'altare magnificamente addobbato e sormontato da un bel quadro del Beato, dono di un generoso benefattore. La comunione generale, l'affluenza dei fedeli alla Messa cantata furono veramente straordinarie: molto gustati l'inno a Don Bosco e il panegirico di D. Berra. Il cattivo tempo non permise la magnifica processione che la gioventù di Sessant aveva preparato col più vivo entusiasmo: non per questo però verranno meno, e sulla gioventù e sui fedeli, le benedizioni del nostro caro Beato.
TERRICCIOLA. - La solennità celebrata in onore del Beato non poteva riuscire più devota e più attraente, anche per l'associazione alla festa di Maria Immacolata. Furono due giorni di fede e di entusiasmo: ne sono stata una prova la comunione generale, e l'affluenza straordinaria di popolo a tutte le funzioni. Del Beato parlò al devoto uditorio D. Pedussia, il quale, oltre alle prediche, tenne anche una brillante conferenza con proiezioni luminose.
CECINA. -- Preannunziata dall'Arciprete Mons. Angelo Gennai, si è celebrata a Cecina la festa in onore di D. Bosco, con solennità e mollo profitto spirituale. Le funzioni religiose ebbero uno straordinario concorso di popolo, durante le quali parlarono di Don Bosco l'Arciprete D. Fortunato Pacini e D. Pedussia. La giornata si chiuse con una riuscitissima conferenza con proiezioni sul Beato e sulle sue Opere, e fruttò un buon numero di nuovi cooperatori.
CAVALLERMAGGIORE. - La festa di D. Bosco nella parrocchia di S. Maria della Pieve fu celebrata con divozione ed entusiasmo.
Le funzioni religiose si svolsero con gran solennità e richiamarono al tempio una folla di fedeli, che furono assai lieti di udire dalle labbra del salesiano D. Gullino le grandezze di Cristo Re e quelle del suo fedele milite D. Bosco.
Alla sera nel cortile dell'Oratorio fu scoperto un busto del Beato, benedetto dal Rev.mo Sig. Pievano. Al discorso ufficiale del salesiano Don Ferrari, seguì quello del Vice Presidente del Circolo S. Giuseppe e del Rev.mo Pievano che espresse il ringraziamento più vivo a quanti cooperarono alla riuscita della festa. Davanti a quel busto, parecchie persone anziane ricordavano di aver veduto D. Bosco a Cavallermaggiore, quando era venuto a predicare nella festa di S. Giuseppe forse nell'anno 1877; erano con lui i suoi giovani venuti a piedi da Torino, che eseguirono il canto nelle funzioni.
FORLI'. - Preceduta da un triduo, in forma di esercizi spirituali, predicato dal Rev.mo Don Solfrini, parroco di Massa, con la partecipazione di Mons. Vescovo Diocesano, si svolse ai Cappuccinini la festa del Beato. Monsignore al Vangelo parlò con vivo trasporto del bene fatto da D. Bosco cogli oratori e colle missioni. Nel pomeriggio tutte le associazioni giovanili della città si raccolsero nel nome di D. Bosco in adunata intorno al Presidente Avv. Matteucci, il quale parlando loro del Beato formulò l'impegno che la festa di lui annuale avesse carattere cittadino. Riversatasi in chiesa tutta la gran folla di giovani sentì ancora dal Rev.mo D. Solfrini l'incitamento a praticare i sapienti consigli del Beato.
GAMBASSI. - Con l'intervento delle associazioni giovanili e di gran folla di fedeli, anche a Gambassi si è celebrata la festa del Beato. Dopo la seconda Messa vi è stata la benedizione dei bambini: con quale slancio le buone mamme collocarono i loro figli sotto la protezione del Beato! Nel pomeriggio coll'intervento dei Circoli di Varna e Catignano si ebbe la benedizione di 40 distintivi di Aspiranti alla G. C. I. La bella giornata si chiuse con una conferenza nel Teatro-Cinema alla presenza di tutte le autorità.
CRUSINALLO (Novara). - Anche Crusinallo, che da un trentennio gode l'opera benefica delle Figlie di Maria Ausiliatrice e da sei anni un loro fiorente noviziato, volle tributare al Beato D. Bosco solenni onoranze. Il ciclo delle feste ebbe inizio la domenica 26 ottobre con la benedizione della statua del Beato, da parte del Rev.mo Sig. Arciprete, Can. D Luigi Lapidari, che in quel giorno celebrava, con magnifica e cordiale partecipazione di tutti i suoi figli, la sua Messa d'Oro. Martedì 28 l'Avv. Masera tenne una brillante conferenza, ed il giorno seguente ebbe inizio il triduo, predicato dal Missionario Dott. D. Sante Garelli, che seppe trasfondere la sua sentita pietà e la sua ardente passione di .missionario al foltissimo e devoto uditorio. In due serate di beneficenza a pro missioni » il carissimo D. Garelli potè esperimentare l'entusiasmo e la generosità dei buoni Crusinallesi per le missioni salesiane. I frutti spirituali furono altrettanto abbondanti. La domenica 2 novembre fu giornata di trionfo, specialmente nella grandiosa processione con la statua e la reliquia del Beato fino al cortile dell'Istituto, ove si conchiuse con la solenne benedizione del SS. Sacramento. Commovente il momento in cui la processione sostò davanti al monumento dei Caduti, ed il celebrante Don Garelli benedisse alla memoria dei nostri eroi. Lode al Comitato distintissimo ed a tutta Crusinallo.
RAVENNA, la dolce morta, si è ridestata nel nome e per la gloria di Don Bosco, e si è riversata nella meravigliosa Basilica di Sant'Apollinare ad ascoltare le voci ed i canti celebranti il novello Beato!
Primo il Missionario Salesiano Dott. Sante Garelli vi ha predicato un riuscitissimo triduo conclusosi coll'interessante conferenza Nel turbine della rivoluzione cinese al rinnovato Teatro Alighieri ! Serata indimenticabile quella del Teatro Alighieri! ove una strabocchevole folla, anzi tutta Ravenna, ha calorosamente applaudito e il Fondatore dei Salesiani e il missionario, fondendo in mirabili applausi l'omaggio alla Patria con quello alla Religione.
Poi, sempre nella suaccennata Basilica, il Salesiano Don G. Favini ha predicato il triduo precedente la solennissima celebrazione del Beato : ed il triduo tenuto in forma semplice e piana, ricco di aneddoti su Don Bosco ha trovato consensi e uditori cordiali e numerosi.
Notevole e per il nome del chiarissimo oratore Monsignor Giovanni Mesini e per la qualità degli uditori (erano tutti gli studenti e gli insegnanti delle scuole medie ed elementari di Ravenna), è stata la Conferenza su «Don Bosco educatore » tenuta nella mattinata del 29 in Sant'Apollinare. E Don Bosco sorridente nella sua gloria, tra giovinetti che a lui appassionatamente si stringono (così come l'ha ritratto l'insigne scultore Gaetano Cellini nel monumento di Torino), ha sorriso di schietta letizia a tutta questa nostra gioventù studiosa e brava che ha voluto rendergli onore.
Ma il clou, la giornata memorabile è stata la domenica 3o novembre! La Basilica, più fulgente nei suoi splendidi mosaici per la luce d'innumerevoli lampadine, tutta viva di verdi piante e di innumerevoli fedeli, che al mattino per tempo si sono accostati a ricevere l'Ostia santa, ha echeggiato, durante il Pontificale di S. E. Mons. Lega Arcivescovo e Principe di Ravenna, delle nobili e appassionate note della Messa « Cantate Domino » a tre e quattro voci del M. Refice, espressamente orchestrata dal M. D. Quinche e mirabilmente eseguita dalla nostra Schola Cantorum, sotto l'efficace direzione del Maestro Don Casadio..
Tutte le Autorità Religiose, Civili, Politiche e Militari hanno voluto prendere parte all'apoteosi del Beato. Presenti tutti i Rev.di Canonici della Cattedrale ed il Collegio dei Rev.di Parroci, l'Ill.mo Sig. Podestà On. Comm. Calvetti, il Presidente del Tribunale Avv. Conte Zorzi, il Vice-Podestà Cav. Triossi, il Cav. Ferri Intendente di Finanza, il Cav. Favini, i rappresentanti di S. E. il Prefetto e del Generale Comandante la Divisione, ecc., ecc. Insomma tutta Ravenna intellettuale e popolare intorno a Don Bosco così, come già un giorno, lui vivente, popolo ed autorità gli si stringevano attorno a Torino, a Roma, Lanzo, Parigi, Marsiglia, Barcellona, ecc.
Nel pomeriggio panegirico di Don Favini, Te Deum e Tantum Ergo a sei voci del Palestrina; e alla fine tra l'attenzione e la commozione della strabocchevole folla che non pur gremiva la vasta Basilica, ma riempiva, fuori nella nebbia, il pronao, ecco scoppiare vibrante, giocondo l'Alleluia dell'Haendel, degno coronamento all'esaltazione del Beato.
Un'eco delle belle feste, riuscite di là d'ogni aspettativa, la si è avuta nel discorso dell'Ing. Castellucci agli Ex-Allievi, in occasione della loro radunata annuale. Il Castellucci ha particolarmente accennato allo squisito equilibrio tra qualità naturali e doni soprannaturali di cui godeva il Beato D. Bosco.
Ma benefica conclusione delle feste per un verso, e inizio d'una promettente primavera salesiana dall'altro la si è avuta l'8 dicembre con l'apertura del nuovo Oratorio nel locale della Casa Salesiana in Via Alberoni, 6. Benedica il Beato Don Bosco, benedica Iddio questa data 8 dicembre 1930, come fu benedetta quella dell'8 dicembre 1841 nella chiesa di S. Francesco d'Assisi in Torino.
CANELLI, che vanta da parecchi anni una Istituzione Salesiana, ha celebrato con solennità straordinaria la festa del Beato Don Bosco.
Lo zelantissimo Vicario M. R. Don Carlo Benazzo ha messo a disposizione la chiesa parrocchiale che venne addobbata sfarzosamente ed artisticamente illuminata. Sull'altare maggiore, affascinante, il novello Beato per tre giorni ebbe dalla folla dei cittadini tributo di venerazione e di preghiere.
Il triduo venne predicato dal M. R. D. Favini. Una funzione speciale attrasse la gioventù delle scuole ai piedi dell'Apostolo: e fu uno spettacolo di fede e di pietà Eucaristica che venne poi rinnovato dai genitori nel giorno della festa, riuscita oltremodo imponente, e per le Comunioni e per la solennità della messa cantata dal M. R. Sig. Vicario, ed allietata dalla esecuzione di scelta musica liturgica della Scuola di canto dell'Istituto di S. Chiara, e, sopra tutto, per la funzione del pomeriggio che culminò in una splendida processione con la reliquia del Beato a cui partecipò tutta la cittadinanza, con a capo l'Ill.mo Sig. Podestà e tutte le autorità Politiche e Civili.
ATRIPALDA. - Prima tra tutte le città della verde Irpinia ha tributato al Beato solenne manifestazione di fede e di amore, attraverso un triduo di conferenze con proiezioni luminose. Il sac. salesiano D. Fabbri che le tenne fu ascoltatissimo dal pubblico, che gremiva la grandiosa chiesa di S. Ippolito, bramoso di conoscere a fondo la vita del Beato, della quale aveva dato una sommaria idea il Ch. Alfonso Capaldo con l'altra conferenza tenuta mesi prima nel Teatro-Cinema.
Dopo l'ultima conferenza seguì un fervorino sulla divozione al B. D. Bosco e la suggestiva funzione della benedizione e del bacio della sacra Reliquia. Per ultimo una magnifica lotteria coronò il triduo dei festeggiamenti. A questi prese parte l'aristocrazia della città e vi si associò anche l'Opera Nazionale Balilla col suo Presidente Prof. V. Pentangelo, grande ammiratore delle opere del Beato. Raccogliendosi poi l'offerta per le Missioni, S. E. Mons. Vescovo che assisteva, nel dare la sua munifica, esortò le associazioni giovanili a farsi promotrici generose della diffusione del regno di Dio.
All'Estero.
BUFFALO (Stati Uniti). - La sacra missione predicata da S. E. Rev.ma il Vescovo missionario salesiano Mons. Ernesto Coppo alla chiesa di S. Giuseppe, chiusa colla festa del Beato D. Bosco sarà sempre ricordata negli annali della colonia italiana di Lochport. La Missione ebbe principio la sera del 7 dicembre u. s. colla benedizione del quadro del nuovo Beato, sorridente dall'alto dell'altare maggiore, circondato di luci, di fiori e soprattutto da tanta gioventù e da tanti generosi cuori, a lui devoti.
Numerosissimo sempre l'uditorio accorso da tutte le parti della città, nonostante il tempo rigido, per ascoltare ed apprendere dalla parola facile e convincente di S. E. tante cose istruttive ed edificanti del Beato. Mons. Coppo parlò in lingua italiana per gli adulti e capi di famiglia, in inglese per la gioventù italo-americana. La Sacra Missione si chiuse la domenica III di Avvento, 14 dicembre colla Festa del Beato D. Bosco.
Al mattino alla Messa celebrata da S. E. Mons. Coppo tutte le associazioni della Parrocchia, in divisa e coi propri stendardi si accostarono in massa alla Santa Comunione. La Messa solenne in musica venne eseguita con arte e perfezione dalla Scuola della Parrocchia.
Celebrò il Rev. Parroco Teol. Cav. Don Giacomo Carrà, ex alunno della Casa Salesiana di Sampierdarena che nell'anno 1886 ebbe la felicità di servire la S. Messa al Beato D. Bosco nella chiesa di S. Gaetano. Infra Missam tessè le lodi del Beato e dell'opera sua S. E. Mons. Coppo, il quale colla sua singolare e ardente oratoria commosse vivamente lo straordinario uditorio. Alla sera S. E. tenne l'ultima predica di chiusa e impartì la Trina Benedizione.
Il Beato D. Bosco dal Cielo assista questa cara colonia di Lochport e tutti gl'Italiani d'America, affinchè siano sempre degni figli della Chiesa e della adorata patria lontana, e un giorno tutti santi cittadini della patria celeste.
Un grande miracolo - scrive una signora al Rettor Maggiore - si operò nella persona della mia cara madre, per mezzo di Maria SS. Ausiliatrice e del suo servo il Beato Giovanni Bosco, ai quali sarò eternamente riconoscente per la grazia concessami, che ho promesso di trasmettere per la sua pubblicazione, acciocche serva ad aiutare la promozione della Causa di Santificazione del nostro caro Beato Don Bosco.
Era il 14 settembre del passato anno, e trovandosi la mia cara madre inferma per una neumonia, con quaranta gradi di temperatura, sputando sangue (fatto caratteristico di questa infermità), stordita e con forti dolori al costato, ed avendomi i dottori Aguillar e Lopez assicurato che l'ammalata era grave, mi rivolsi a Maria SS. Ausiliatrice, mia amatissima Regina e Madre, pregandola. che per i meriti del suo servo il Beato Giovanni Bosco concedesse la salute a mia madre. Essendosi degnata ascoltare le mie suppliche testifico in questa lettera, che collocai sul petto dell'inferma una delle medagliette toccate dal corpo di Don Bosco, che si degnò inviarmi la S. V. e la immagine dell'urna che contiene il suo corpo.
Sino al mattino del giorno 14 settembre, la mamma stava molto male; però dopo incominciò a stare meglio e allo spuntare del giorno 15 non aveva più nulla, come per incanto; questo solo era rimasto come dimostrazione palpabile del male sofferto: una debolezza grande ed un visibile pallore. Il dottor Aguillar mi disse che era veramente un miracolo, e come tale lo attesto con questa mia lettera.
Manila (isole Filippine).
PAULITA FARRES DE MACHUcA.
Ero già nel più profondo dolore per una gravissima perdita: mia moglie che dopo appena 25 mesi di matrimonio se ne volava al Cielo il 30 maggio scorso affidando alle mie cure un tenero bambino appena nato, quando una seconda sventura mi avrebbe certamente colpito se Don Bosco non fosse venuto in mio aiuto.
Il piccolo Rino infatti il 23 dello scorso novembre si ammalò improvvisamente di bronco-polmonite. Repentinamente il suo stato peggiorò in modo veramente impressionante tanto da destare in me e nei parenti serie preoccupazioni. Pure il medico curante più d'una volta lo diede gravissimo, nei 10-11 giorni del suo male, tanto da chiedere al suo capezzale fin dal principio, i parenti più lontani.
Quali giornate di ansia furono per me, provato già da tanto dolore! Ma un filo di speranza rimase sempre in me, poichè confidava in Don Bosco. Infatti fin dall'inizio della malattia feci celebrare al suo altare in Novara alla chiesa di Maria Ausiliatrice una S. Messa, e nel contempo appesi al collo del bambino una sua medaglia benedetta.
All' 11° giorno infatti Rino quasi istantaneamente guarì; così venne premiata la mia Fede.
MARIO BoLAMPERTI, Coop. Salesiano.
Nell'inverno del decorso anno I929 ammalai, non so di qual male, perchè mai mi si è fatta conoscere la diagnosi e nel maggio dello stesso anno fui costretto ad assoggettarmi al ferro chirurgico.
Seppi più tardi che il medico curante temeva che ne potessi uscire. Contemporaneamente ammalò la mia sorella, ed anche per lei il responso medico fu poco lusinghiero.
La situazione si prospettava grave: la famiglia era ed è composta di noi due soli ed ambedue eravamo infermi. Vedendo che la umana scienza non dava speranze, ci rivolgemmo al cielo ed interponemmo il novello Beato Don Bosco. Recitammo devotamente la sua novena e gli promettemmo di deporre sulla sua urna gloriosa il fiore della riconoscenza. Il Beato ci ha ottenuta la guarigione ed ecco ora noi a mantenere la promessa.
Ravenna.
Canonico GIUSEPPE Bosi, LUIGIA Bosi.
Tre grazie meravigliose, ci scrive un amico, ha ottenuto Don Bosco a tre devoti, ai quali fu donata la reliquia del Beato.
La prima l'ho data a un mio conoscente di 25 anni, ammalato di tisi polmonare. L'esame radiologico aveva dato una dimostrazione disastrosa dei suoi polmoni: uno era del tutto crivellato, l'altro incominciava a crivellarsi. I medici l'avevano dato quasi inguaribile. Non potendo la famiglia sostenere le spese di una cura radicale, fu costretta di metterlo nel padiglione dei tisici annesso al nostro ospedale; ma in quell'ambiente tanto peggiorò che il medico stesso si decise di riportarlo a casa. Finalmente nel marzo scorso potè entrare - noti, gratis - in un sanatorio, ed ora si trova bene e spera di uscirne presto.
La seconda reliquia l'ho data a un dottore, che in seguito alla guarigione volle farsi Cooperatore salesiano. Colpito da appendicite in forma acuta, vicino al giorno dell'operazione, s'aggiunse una tale debolezza di cuore che dovette essere rimandata. Quando si fece, andò benissimo e in pochi giorni potè rimettersi alle sue ordinarie occupazioni.
La terza la tenne addosso la mia mamma. Nell'inverno scorso essa si accorse di avere una glandola ingrossata presso il braccio sinistro: visitata dal medico sentì dirsi che avrebbe dovuto ricevere una piccola incisione. Non volendo subire quest'operazione ella si pose al collo la reliquia del Beato e lo pregò con fede ardente. La decisione definitiva del medico venne differita di 8 giorni durante i quali la glandola cominciò a diminuire sinche scomparve e ora alla distanza di un anno non si è più rinnovata.
Il medico rimase meravigliato e disse che in quel caso era difficilissimo che la glandola avesse a scomparire e pur non essendo cristiano praticante, aggiunse di ringraziare Iddio che l'aveva fatta guarire. S. G.
Da nove anni, e, cioè, fin dalla nascita, il mio bambino Giuseppe soffriva di continuata atonia intestinale, ribelle ad ogni cura.
Venti mesi fa, nell'occasione della Beatificazione di D. Bosco, lo condussi a Valsalice per implorar la guarigione dinanzi alla salma del novello Beato.
Da quel dì restò istantaneamente liberato dal male e senza più ricadute fino ad oggi. Compio la promessa di far pubblicare la grazia segnalata, unendo una piccola offerta per l'altare del Beato dal quale attendo altre grazie.
Torino, 15 dicembre 1930.
DALMA CANTATORE ved. PASTORE.
Colpita da sordità e dolori continui Silvia Troncoso di Christi, Cooperatrice salesiana, doveva subire una difficile e pericolosa operazione al timpano dell'orecchio. La signora, afflitta oltremodo dal suo male che la tormentava, promise al Beato D. Bosco 1oo scudi per la Causa della sua Canonizzazione, se le otteneva la guarigione, senza necessità di operazione.
Un giorno mentr'essa raccoglieva fiori nel suo giardino per adornare un'immagine di Maria, si sentì all'improvviso completamente guarita. La sordità e i dolori scomparvero come per incanto, ed i medici si videro nella necessità di abbandonare la proposta operazione. Questa stessa signora, poco tempo fa, fondò una Borsa Missionaria Salesiana.
Concepcion (Cile).
CLEMENTE KORDA.
Una paralisi aveva colpito il mio Paolino di sei anni, dopo appena un mese che aveva incominciato la scuola.
Siccome le condizioni del bambino peggioravano sempre, il dottore mi consigliò di condurlo a Piacenza da uno specialista, il quale confermò trattarsi di una paralisi, e mi aggiunse che si sarebbe in seguito ripetuta più forte. Desolata incominciai una novella al Beato e tosto il mio bambino cominciò a migliorare. La ricaduta non vi fu, e, terminata la novena, il bimbo era guarito perfettamente. Da un anno egli continua a star bene.
Castelsangiovanni.
GIUSEPPINA ZINARDI.
Colpita da polmonite acuta bilaterale, con altre complicazioni mia sorella Fiorentina, andò rapidamente aggravandosi, sicche la notte del 23 dicembre era orinai giunta agli estremi.
Il medico dichiarò che difficilmente si sarebbe potuta salvare per lo stato debole del suo cuore.
Mi rivolsi con gran fiducia al Beato D. Bosco, chiedendogli la grazia della sua guarigione. Intanto la cara ammalata aveva voluto ricevere i Sacramenti ed aspettava rassegnata la sua fine.
Io presi una piccola reliquia di D. Bosco, la ravvolsi in forma di pillola e gliela feci inghiottire, invocando il Beato a calde lacrime.
Dopo appena pochi minuti, mia sorella che stava continuamente con gli occhi chiusi, sollevò un po' lo sguardo e, con voce piena di speranza mi disse: - Non piangere più, sorella mia, D. Bosco mi ha fatto la grazia; sento in me una voce che mi rassicura... « non morirai ».
E difatti cominciò subito a migliorare, con grande meraviglia di tutti.
Ora essa è perfettamente guarita ed io sciolgo il mio voto di riconoscenza al Beato D. Bosco, inviando una piccola somma per le Opere Salesiane.
Soverato, maggio 1930.
VIRGILIA PISANI.
Il sottoscritto, medico chirurgo in Soverato, dichiara che nella fine dello scorso dicembre, chiamato a visitare Pisani Fiorentina ebbe a diagnosticare un grave attacco di polmonite massiva.
Aggiunge che per la gravità dell'insufficenza cardiaca, dovuta in gran parte alla forma tossiemica, ebbe a prognosticare imminente il pericolo.
Senonchè nella visita del 24 mattina, riscontrò che, contrariamente alle previsioni, le condizioni locali e generali della degente, si erano improvvisamente cambiate in meglio. Dott. CARLo DE PACE.
Efficace intercessore. - La nostra amatissima mamma nei primi giorni del mese di luglio u. s. s'era ammalata seriamente, in seguito a una lunga gastrica, dolori intermittenti e colore quasi sempre itterico. Il medico curante, che ogni giorno veniva a visitarla pronunziò trattarsi di calcoli biliari e conseguente itterizia. Si succedettero giorni di dolori spasmodici al fegato e brevi periodi di calma, in cui però ben poco ella poteva nutrirsi per la difficoltà di digerire. Si sarebbe tentata un'operazione se la sua età di 64 anni non l'avesse impedita. I giorni 10-11-12 agosto culminarono in una crisi gravissima in cui il medico curante e un secondo chiamato a consulta, non potevano far altro che calmarle qualche minuto i dolori con iniezioni e constatare il suo stato pericolosissimo. Gli ultimi Ss. Sacramenti erano già stati amministrati alla diletta inferma. Ma in famiglia avevano fatto la novena al B. Don Bosco e la si prolungava colla fiducia più ardente di ottenere la guarigione. Innumerevoli persone s'erano unite alle nostre preghiere. Mamma aveva sotto il guanciale l'immagine del Beato, vestiva la biancheria ch'era stata a contatto dell'urna del medesimo e sebbene rassegnatissima al volere di Dio, anch'ella invocava con noi la protezione del gran santo. Ed il gran santo ci ottenne la grazia sospirata. I dolori calmarono via via, presto potè la mamma incominciare a nutrirsi senza più alcuna difficoltà. per la digestione; riprese un colore bianco roseo, da qualche anno insolito ed in quindici giorni potè alzarsi da letto. Ora sta così bene, ed ha un aspetto così fresco che non si direbbe sia stata ammalata. I medici se ne mostrarono meravigliati; noi ringraziamo il B. D. Bosco che della consolantissima meraviglia è stato l'efficace intercessore.
Famiglia ISAIA GIOVANNI.
Uno scampato pericolo ascrivo all'aiuto del B. Don Bosco. Ecco come avvenne il fatto: dal soffitto di una piccola stanza, improvvisamente si staccò l'intonaco di calce e cemento, per un tratto di circa 2 metri quadrati, precipitando con gran fragore. Mio marito, che stava scrivendo ad un tavolo, cadde in mezzo ai grossi blocchi d'intonaco, perchè uno di questi pesantissimo aveva smosso violentemente la sedia, su cui era seduto dopo averlo urtato nel dorso. Se lo avesse colpito alla testa, lo avrebbe senza dubbio ferito gravemente. Un altro blocco spezzò un tavolino. Mio marito non ebbe che, una leggera scalfittura, e si rimise subito dallo spavento. Grazie dunque al nostro caro Beato!
GIUSEPPINA FAES.
Un male strano colpì mia sorella l'inverno scorso; non poteva più tollerare alcun cibo; vomito continuo, forti dolori al torace l'avevano ridotta in uno stato da far pietà. Il medico curante tentò tutti i mezzi, l'assistette con una premura speciale, ma inutilmente. Il mio cuore però non poteva rassegnarsi alla triste sorte di perdere la sorella; mi rivolsi con la più illimitata fiducia a Don Bosco, lo pregai con tutto l'ardore dell'animo mio, lo feci pregare da altre pie persone e promisi di mandare un'offerta per l'Opera Salesiana. Mia sorella intanto fu trasportata all'ospedale a Torino e là quei valenti professori dichiararono d'essersi trovati rare volte davanti a malati simili e non dettero alcuna speranza di poterla salvare. Ma più la scienza si mostrava impotente, più la mia fiducia in Don Bosco cresceva. Intanto il male progrediva; la catastrofe sembrava imminente. I medici ricorsero allora ad un ultimo disperato tentativo e mia sorella fu sottoposta a tre consecutive operazioni. Le furono tolti 150 calcoli biliari al fegato, fu operata alla vescichetta del fiele e in ultimo di appendicite. Per una settimana ancora la paziente stette tra la vita e la morte; indi si manifestò un miglioramento lento, ma continuo che la portò in pochi mesi a perfetta guarigione. Il Beato Don Bosco m'aveva esaudita.
Cornegliano d'Alba.
BATTAGLIANO MARIA in BERGADANO.
Una fiera polmonite mi colpì nel novembre. La malattia si complicò per il formarsi di un ascesso polmonare per cui dovetti essere trasportato all'Ospedale di Perugia dove alla radioscopia fu confermata la diagnosi con prognosi grave.
Mi rammentai di D. Bosco, ed il giorno di Natale ebbi un miglioramento. Dopo 6 giorni osservato di nuovo alla radioscopia, il male era quasi totalmente scomparso, con grave stupore degli stessi medici curanti.
Attribuii il miracolo al B. D. Bosco; ed il 4 maggio sciolsi un voto che avevo formulato, quello cioè di partecipare al Convegno degli Ex allievi ove pubblicamente resi nota la grazia avuta, gridando evviva al padre amatissimo e venerato che non mi aveva abbandonato.
Gualdo Tadino.
Dottor GuIDo GuBBIOTTI.
Tre giovani artigiani dell'Oratorio raccontano come furono graziati da D. Bosco.
Da due mesi atroci dolori alla mano ed avambraccio sinistro, mi tormentavano, e venni sottoposto ai raggi X. Il Professore dichiarò trattarsi di tubercolosi ossea, e mi ordinò bagni di mare e di sole, riposo assoluto per un anno e mezzo, lasciandomi poca speranza di guarigione perfetta.
Consigliato, intrapresi con i miei compagni parecchie novene al Beato Don Bosco, e dopo un mese di cure guarii completamente potendo riprendere il mio lavoro. PARENGO AGOSTINO, Legatore.
La sera del 27 gennaio dopo le preghiere, recitato un Pater, Ave e Gloria al Beato D. Bosco, saliva le scale del dormitorio, alquanto stanco ed assonnato; ma appoggiatomi alla sbarra di un finestrone, perduto l'equilibrio, precipitava dall'altezza di otto metri battendo violentemente sopra rottami di ferro. Portato d'urgenza in infermeria, potei da me stesso svestirmi e mettermi a letto. Fui subito accuratamente visitato ma non mi venne trovata la minima ammaccatura. Il mattino seguente fra la comune sorpresa e meraviglia, mi alzai non sentendo alcun dolore, per recarmi al lavoro. RINALDI FRANco, Meccanico.
Il 12 marzo lavorando nel mio laboratorio dei fabbri, mi sfuggì di mano un grosso scalpello di ferro colpendomi gravemente all'occhio destro. Medicato provvisoriamente alla nostra infermeria, fui subito condotto da un celebre oculista, il quale appena mi esaminò, dichiarò subito il caso gravissimo, concludendo essere necessaria e urgente l'estrazione dell'occhio ferito per non compromettere l'altro. Il mio infermiere ed i miei genitori costernati si opposero a tale decisione. Intanto da tutti noi e dai miei compagni di infermeria si incominciò una novena al B. D. Bosco implorando fervidamente la sua intercessione. Dopo parecchie visite il dottore disperava sempre di salvare l'occhio, e diceva: « Se fosse mio figlio, già glielo avrei cavato ». Tali parole mi spin sero a incominciare con più fervore un'altra novena al nostro caro Padre D. Bosco.
Dopo lui mese di cure tra la speranza ed il timore, l'oculista notò un marcato miglioramento nell'occhio e non credendo a se stesso, esclamava: « questo è un vero miracolo ». Infatti con alcuni giorni di convalescenza potei ritornare al lavoro completamente guarito. FIORITO MICHELE.
Esprimono pure la loro riconoscenza al Beato Don Bosco:
Iolanda e Carlo Cimossa, grati per due grazie insigni, implorando la protezione del Beato sul loro Franco offrono L. 20.
Dott. Giuseppe Perruchon (Torino) per grazia ricevuta.
T C. (Torino) per protezione in momenti dolorosi e gravi.
Paviolo Albina (Torino) per l'ottenuta guarigione dei bimbi.
Febraro Prosperina (Castelnuovo D. B.) assalita da violenti febbri tifoidee e persa ogni fiducia nei mezzi umani, ricorse al Beato ricuperando presto la primiera salute.
Abbonata (Locarno) per la protezione ottenuta sulla sua famiglia.
N. N. per promessa fatta al Beato del 5 % sul provento di un affare scabroso, versa L. 1150.
Rag. Lorenzo Claro (Roma) licenziato da una Società per scioglimento della stessa, ricorse con fiducia al Beato ed ebbe il conforto di trovare subito la desiderata occupazione.
Scapino Matteo per la guarigione da tifo e polmonite doppia.
Morone Eugenia, ex allieva (Nizza Monf.) offre anello d'oro e orologio in segno di riconoscenza a D. Bosco per averla scampata da pericolo di morte.
Luisa Mazzucchi (Torino), fattasi visitare da un valente e bravo dottore, fu trovata affetta da fibroma intestinale e nell'urgente necessità di una operazione. Durante la quale sentì la particolare assistenza del Beato, a cui si era raccomandata, e dal quale riebbe completa la salute.
Baetti Radegonda (Rancate) invia offerta, riconoscente al Beato per segnalatissima grazia ottenuta colla di lui intercessione.
Giuseppina S. (Faenza) ammalata di forte anemia e trovando inutili le cure, si rivolse con novene al Beato, riavendo così la sanità perduta.
Melis Giovanni (Nebida). Ingiustamente accusato da malevoli e minacciato nella sua onorabilità, si affidava alla protezione del Beato e dopo venti mesi di lotta era pienamente assolto e reintegrato nel suo servizio.
Vigliani Maria (Torino) per grazia concessa al figlio Paolo.
M. C. per grazia ricevuta.
Yeno Maria coll'aiuto del Beato vide dissipati i mille ostacoli che si opponevano ad una grazia tanto desiderata.
C. A, per grazia ricevuta.
Coniugi Guino (Arignano). Una loro bambina di due anni fu colpita da paralisi nel 1928 e resa incapace di qualunque movimento. Raccomandata al Beato con una novena, la piccola comnciò subito a piegare la gambetta e andò sempre migliorando fino ad oggi in cui è quasi completamente guarita.
Emilia G. (Settimo), avendo la figlia colpita da tubercolosi, pregò con fervore il Beato perché la risanasse, e in breve tempo la ebbe ristabilita.
Sac. Pasquale Richetta (Bogotà) assalito con violenza da ripetuti attacchi di enterite acuta, applicò sulla parte dolente una reliquia del Beato raccomandandosi con viva fede: il reale cessò istantaneamente e più non si rinnovò.
Eleonora Zavattero Pia (Montegrosso) per la guarigione del nipote Bellora Nino colpito da meningite, bronco-polmonite con altre complicazioni che l'avevano ridotto in fin di vita.
Salini Andreoli Maria (Brescia), colpita da fortissima otite e ricoverata all'Ospedale per l'operazione, nel frattempo aveva cominciato la novena a D. Bosco. Una notte si addormentò placidamente e al mattino si trovò libera affatto dal male che da lunghi giorni la tormentava.
Angioletta Roggero (Bubbio) per guarigione da forti dolori coll'applicazione della medaglia del Beato.
N. Santoro (Monsampolo) pel ricupero di una valigia con preziosi, smarrita dal figlio in ferrovia.
F. C. per grazia ottenuta.
Coniugi Gaggero per la guarigione della bambina affetta da bronchite e risipola, mediante l'intercessione del Beato.
T. M. (Torino) pel buon esito degli esami del figliuolo.
Stefania Piga (Calangianus) chiese a D. Bosco la vita di un padre di 8 figli, morente, e D. Bosco risanò il poveretto ormai agli estremi.
Cristina Palleschi (Roma) per la guarigione del bambino di 10 anni, che dopo un'operazione alla gola, era stato colto da influenza e febbri, e, dopo un periodo di miglioramento, da una nuova ricaduta.
Aghemo Felicita (Fossano) per grazia ricevuta, coll'allontanamento di persone moleste..
Gina Piloni (Momo) per la guarigione del suo piccolo, minacciato di cecità fin dai primi giorni della sua esistenza: colla protezione del Beato è guarito perfettamente.
Angelina Cutrufello Bonaccorsi si ammalava con acutissimi dolori al rene sinistro: si temeva l'avvelenamento al sangue. Malgrado le cure affettuose dei dottori curanti, l'inferma si aggravava per debolezza al cuore: in quei momenti di ansia un'ottima signora recava un'immagine del Beato all'inferma, che, coll'invocarlo, sentì un principio di miglioramento che andò sempre crescendo.
Apollonia Balestra (Peco) colpita da grave agitazione ed esaurimento si raccomandò al Beato perchè la proteggesse e scampasse da una disgrazia, e fu pienamente esaudita potendo ritornare a casa e riprendere le sue occupazioni.
Giuseppina Riva per grazia ricevuta.
Tosi Teresina (Lonato) avendo il piccolo Rino colpito da tifo con febbri altissime lo raccomandò con fervore al Beato con promessa di un'offerta: subito cominciò il miglioramento, cui seguì la completa guarigione.
L'ANGELUS DOMINI
Raccomandiamo vivamente di non trascurare l'uso pio della preghiera al suono delle campane nelle tre Ave Marie del giorno: come nota il Manzoni:
Te quando sorge e quando cade il die
e quando il sole a mezzo corso il parte saluta il bronzo che le turbe pie
invita ad onorarte.
È una costumanza che purtroppo anche nelle famiglie cattoliche va miseramente perdendosi; eppure persino delle prodigiose conversioni si narrano nei fasti della Chiesa, operate da questo pio uso.
L'Angelus Domini come oggi è in uso ha per suo istitutore il grande Dottore S. Bonaventura, che lo aggiunse alle tre Ave Maria già in uso fin dal 1096 per disposizione di Urbano II al mattino e alla sera al fine di implorare il materno aiuto della Vergine ai Crociati. Gregorio IX nel 1221 raccomandò le tre Ave Maria anche al mezzogiorno. Il pontefice Benedetto XIII, domenicano, concesse l'indulgenza di 100 giorni e la plenaria una volta al mese. Pio VII, oltre quelle indulgenze, ha concesso, a quanti vi avrebbero aggiunti tre Gloria Patri in onore della SS.ma Trinità, altri 100 giorni. Leone XIII con Decreto Urbis et Orbis 3 aprile 1884, confermando le medesime indulgenze, benignamente tolse la condizione che la preghiera fosse recitata in ginocchio qualora si sia impediti: e per coloro che non la sapessero la mutò con la recita di Cinque Ave Maria.
Il pontefice Clemente XII l'11 agosto 1736 la medesima indulgenza ha concesso per tutti coloro che all'ora di notte avessero recitato o il De profundis o un Pater, Ave, Requiem:
Guarita da grave infermità. - Il 5 febbraio ricevetti la notizia che una zia era gravemente inferma. Mia mamma che l'assisteva, mi esortava a pregare e a far pregare l'Ausiliatrice dai bimbi innocenti per scongiurare una catastrofe che avrebbe lasciato orfani tre giovani esistenze. Coi bimbi e colle ottime sorelle cominciai con viva fede la novena suggerita dal nostro Beato Padre e, al termine, ebbi la notizia che l'inferma era fuori di pericolo. Oggi essa gode florida salute, e con la famiglia e la sottoscritta, esprime la più viva riconoscenza alla Vergine per la grazia ricevuta con tanta sollecitudine.
Borghetto B.
Suor MAZZUCCO MARIA
F. di M.A.
Assistenza confortatrice. - L'anno scorso, nell'epoca degli esami, per un esaurimento di forze mi vidi inabile a sostenere quella fatica. Mi raccomandai fiduciosa a Maria Ausiliatrice e la buona Madre mi diede una calma insperata e forza di volontà da sostenere felicemente gli esami e ottenere uno dei primi posti. Accetti Maria la mia affettuosa gratitudine e accolga ancora una nuova domanda che le rivolgo: di proteggere dal Cielo la sua figlia riconoscente e concederle un'altra grazia che segreta e fidente Le consegna.
S. Paolo (Brasile).
UN'Ex ALLIEVA - Collegio S. Agnese.
Violenta emorragia. - Da quattro giorni nostra mamma si trovava malata per violenta emorragia, e il medico e il professore avevano giudicato il caso gravissimo. La notte dal 23 al 24 maggio scorso, l'ammalata si aggravò e, conscia del suo stato, come nei giorni precedenti aveva chiesto il Santo Viatico, volle ricevere l'Estrema Unzione. Al mattino, sabato 24, festa di Maria Ausiliatrice, la mamma ci supplicò di pregare la Madonna. A qualcuno di noi venne in mente di fare la novena di Maria SS. Ausiliatrice consigliata dal Beato D. Bosco, e senz'altro ci inginocchiammo e cominciammo la preghiera. Senonchè appena recitata la prima parte del Pater, l'ammalata ebbe un attacco del suo male che credevamo fatale. Fortunatamente però la crisi fu presto superata e noi potemmo continuare la novena. Da quel momento cominciò a migliorare gradatamente tanto che di lì a poco potè rialzarsi ed ora dopo quasi sei mesi se non può dirsi perfettamente guarita, sta assai bene.
Genova-Voltri.
Famiglia Rossi.
Un mestolo d'acqua-bollente. - Da una pentola in ebollizione trassi un mestolo d'acqua, ma nel vol-
tarmi, essendomisi gettato addosso un nipotino di 19 mesi, gli rovesciai involontariamente sulla faccia l'acqua bollente. È facile immaginare il mio dolore, la mia disperazione, temendo che avesse a soffrirne nella vista. Mi raccomandai in quel momento a Maria Ausiliatrice, promettendole un'offerta per le Opere Salesiane. Il bimbo, grazie alla Madonna, guarì perfettamente senza rimanere leso da quella scottatura.
Cavala.
GENTILI ZENAIDE.
Una grazia straordinaria. -- La signora Vercelli Maria di Vinchio mi narrava:
« Ogni anno ero solita ricevere da Maria SS. Ausiliatrice un segno particolare della sua protezione, alla quale avevo affidata la mia famiglia. L'8 giugno dell'anno scorso, vigilia dell'apoteosi del Beato Don Bosco in Torino, mio figlio Franco d'anni 18, da lunghi mesi lentamente consumato da febbre continua, postuma di pleurite, improvvisamente mi disse: Mamma, sono guarito, dammi da mangiare e poi vado al lavoro. Fu così, poichè d'allora in poi non ebbe più bisogno nè di medici nè di medicine.
» E in quest'anno 1930, continua la signora, pensavo fra me, chissà quale grazia sarà per farmi la Madonna. E venne non solo la grazia, ma il prodigio.
» Il 29 ottobre u. s. la mia Angela, di anni 12, andò attinger acqua al pozzo, profondo 18 metri, con tre metri di acqua sorgiva e che dista dalla casa oltre quaranta metri. Mentre accudivo le mie faccende udii un grido. Mi affacciai a vedere che cosa fosse avvenuto. Chiamai la figlia, che non rispose. Intuii quanto era accaduto, gridai al soccorso e invocai di cuore quello del Beato Don Bosco. Trascorsero una quarantina di minuti, prima che giungesse al fondo del pozzo il salvatore, Fiandrotti Giovanni ». La bambina completò il racconto al salesiano D. Stefano Pavese: « Fui per fermare il tornio che mi aveva preso la mano. Perdetti l'equilibrio e mi trovai d'un tratto nel vuoto. Mi copersi gli occhi con le mani e precipitai capofitta nell'acqua, senza battere nelle strette pareti. Una sola volta andai sotto; una forza misteriosa parve portarmi a galla, dove rimasi agitando colle mani la superficie dell'acqua. Come nella caduta, conscia di me stessa pregavo: « Dio, Maria, aiutatemi », e la forza misteriosa continuava a sorreggermi ».
Quando la mamma se la vide restituita sana e salva tra le braccia e vide la gioia e la commozione dei numerosi presenti, non potè trattenere le lagrime. La figlia invece, serena e tranquilla, la consolo: «Mamma, non piangere, non vedi? la Madonna mi ha salvata! ».
La grazia fu completa, poiche il dottore, nella diligente visita che le fece non trovò lesioni e la fanciulla nè allora nè poi ebbe a soffrire il più lieve disturbo.
Ed il sottoscritto che con altri confratelli ha udito il racconto dalla bocca degli interessati e veduto il pozzo, dove sarà posto un ricordo del prodigio, sente il dovere di unirsi alla famiglia della graziata per dire a quanti leggono la potenza della Vergine Ausiliatrice e la bontà del nostro Beato Fondatore.
Nizza Monferrato.
Sac. GIOVANNI BRANDA.
Esprimono pure la loro riconoscenza a Maria Ausiliatrice e al Beato Don Bosco i seguenti:
N. N. (Chivasso) implorando protezione da M. A. Cappa Celestina (Torino) per riuscita operazione chirurgica.
Chiaramello Cecilia (Torino) per guarigione ottenuta.
Famiglia Montanaro (Novello) per la guarigione del padre, colpito da forte bronco-polmonite, e di tre figli colpiti da tifo.
Anita M. (Torino) per la guarigione della mamma senza intervento chirurgico.
Borio Gius. e famiglia (Novello) per grazia ricevuta.
Porta Carlo e famiglia (Mathi). Il loro piccolo Giuseppe fu, nel maggio, colto improvvisamente da convulsioni ripetute che lo portarono in pericolo di morte. Benedetto con la benedizione di M. A. e raccomandato fiduciosamente a D. Bosco dai genitori, cominciò a riaversi e a migliorare sensibilmente: entro 24 ore egli era fuori pericolo.
Angelina Vaccari e Emma Passetto (Valparaiso) per grazia ricevuta.
Celestina Zanetta (Dagnente) in un momento in cui poteva ricevere danno da una disgrazia ricorse a M. A. e al B. e vide prontamente scongiurato ogni pericolo.
Una famiglia (Settimo Torinese), in un momento delicato, trovandosi la mamma malandata di salute ricorse al Beato e n'ebbe protezione efficace.
Rosa Canova, per il buon esito degli esami del figlio.
G. V. (Dogliani), per guarigione della sorella da dolori reumatici assai forti.
M. T. M. per la guarigione ottenuta da M. A. da forte enterite e principio di peritonite.
D. Agostino Gastaldi invia offerta a nome di N. N. per aver ottenuto detta persona di esser liberata da pessima pratica e aver trovato ottimo impiego.
A. P. T. (Milano) per avere la desiderata pace in famiglia per grande rovescio perduta.
S. M. (Dolcè), avendo la madre colpita da male che sembrava incurabile, la raccomandò a M. A. e al B. e potè vederla completamente risanata.
Famiglia Rocchio (Vinadio) per grazia invocata e ricevuta da M. A. e dal Beato D. Bosco.
Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice o dal Beato D. Bosco, e alcuni, pieni di riconoscenza inviarono offerte per la celebrazione di Sante Messe di ringraziamento, per le Missioni Salesiane o per altre opere di D. Bosco, i seguenti:
Angeleri G., Airaldi D. F., Avalle D., A. P., Andenna E., Aimone E., Asquini I., Aimasso T., Allasia R., A. e M., Arduino M., Antonini M., A. R. (Pinerolo).
Bocca Suor Z., Bagnasco L., Bestesaghi C., Bellocchio sorelle, Bagnasco A., Bo M., Benassi C., Barattini P., Baudin S., Bianco C., Bertotto A., Bisaccia G., Borsotti B., Barbieri C., Bareux Cl.,
Bricalli A. e V., Barcellini A., Bocca Pr., Blasi AL, Barbero G., Buvatti A., Bagnoli Zuccolo A., Bagnoli A. M., Bocca I,., Barale M., Boldrini S., Bellazzi M., Brunelli F., Brandino C.
Cattane S., Casti E., Capra G., Cocchiara A., Cavallotto M., Costa M., Cucchiara Em., Cugusi M., Cibrario E., Catella E., Ceva R. ved. Vignolo, Carlino A., Cerutti D. P., Cantoni Sui., Carrera L., Caravaggi A., Caccamo C., Caprioglio R., Cesarìni A., Carderelli G., Cavalieri L., Colombo B.
D. M., Deinarco M., Dapporto F., Daniele A., Dani P., Di Bella A., De Razza F., De Marco A., Diletti Dott. E., De Vecchi M., Damonte S., Demo Garzino \\i., De Andreis B. Martinenghi.
Franzi I.., Finello C., Franceschi V., Frioli L., Ferrarini G., Fonnenton A., Fugazzi A., Ferrara I., Francione N.
Gamba M., Giraudi Suor E., Giacchino N., Graziani R., Giacomasso D., Galetti V., Gasco C., Granipini B., Guida M., Gamboso R., Gatti M. F., Guidetti G., G. S. di Castelfranco, Gervasoni B., Giraudo A., Garavelli R. Borgognone, Gallesio St., Gastinelli Coniugi.
Hein Placida.
I. C. (Busto A.), Isola G.
Li Calzi C., Larcher T., Losa A., Loggias A., Lombardo T., Lucchini L., Lupi G., Lanzanini D. E.
Mabritto sorelle, Mambrini Mario L., Malgarini E., Maccioni, Maffietti O., Melissari A., Masa M., Martini A., Massa M., Montaldo E., Musto D., fioretto M., Marmo G., Mutti M., Moise G., Mazzocchi F., Masotti G. B., Meini Nape B., Moriondo D., Marra Marc., Musso M.
N. N. (Bergamo), Nobili Dott. G., N. N. (Dogliani), Nodari M.
Orsini L., Onesti Ori.
Pianta Cl., Pezzana B., Pastrello P., Pagetti E., Pancrazi G., Pellegrino C., Porta G., Perinetti D., Pia P., Porta B., Permasilico E., Porzio G., Paggi I,., Prati S., Portolan L., Pegorari C. e A., Piazza D., Poggi M., Perona A., Pilotto Mons. R., Papini M., Pecchio e famiglia, Piccione I., Piacentino M., P. L. (Torino), Pagella L., Pistoni M. Terzi, Peracchione D., domandando grazia al Beato.
Quaglia Francesco.
Ruggiero C., Cav. Uff. Dott. A. Raele, Ricca sorelle, Raggio D., Rizzo G., Rossi M., Rotondi G., Rossi Cl., Raldi G., Ronconi A., Rossi T., Rizzetti A.
Suore di C. (S. Maria), Strangelini G., Stroppiana C., Salva dei M., Simonetti I., Silvestri D., Sertorio A. M., Scudo V., Simoncini V., Sorace G., Suino Fr., Sanzo M., Sicchieri A., Santus G., Sbernini E., Soldini M., Seghesio Giov., Santanchè D. A., Santero P., Schiavino L., Sardelli V.
Taverna Cl., Trotto Er., Trivello M., Tomasi Al.. Torelli N., Tesio A., Toni L., Tebaldi E., Torriano E., Dott. Torrione e famiglia, Topini Gilda, Togliatti C., Todisco T. (offre paio orecchini), Tricorni C. Giustiniani.
Villar Ant., Vallini Fr., Valfredi N., Volpi R., Villa M., Vismara Olcese N., Vianelli A. D., Vignaroli Cl., Villareale R., Vasino M., Valli coniugi, Vercellino M., Vallarino M.,
Zini M., Zahesti L., Zegna E.
NOVENA consigliata dal Beato Don Bosco per ottenere grazie e favori da Maria SS. Ausiliatrice.
1. Recitare per nove giorni: Tre Pater, Ave, Gloria al SS. Sacramento con la giaculatoria: Sia lodato e ringraziato ogni momento il Santissimo e Divinissimo Sacramento, tre Salve Regina a Maria SS. Ausiliatrice con la giaculatoria: Maria Auxilium Christianorum, ora pro nobis.
2. Accostarsi ai SS. Sacramenti.
3. Fare un'offerta secondo le proprie forze per le Opere Salesiane.
4. Aver molta fede in Gesù Sacramentato e in Maria SS. Ausiliatrice.
Carissimi,
Mi chiederete forse: - Possiamo anche noi giovani farci Cooperatori Salesiani?
Sì e no; cioè tutti, potete cooperare all'Azione Salesiana, ispirandovi allo spirito e all'operosità propria della « Pia Unione dei Cooperatori Salesiani » e averne merito: ma per essere « Soci effettivi » della Pia Unione e goderne le rispettive Indulgenze, bisogna avere raggiunta almeno l'età di 16 anni. I più giovani però possono esserne degni Aspiranti.
Coraggio adunque! O Aspiranti o Soci leggete tutti il Bollettino Salesiano e fatelo leggere ad altri, procuratevi il Regolamento della Pia Unione e mettetelo in pratica; inoltre quelli che già hanno la dovuta età, si facciano inscrivere alla Pia Unione, e riceveranno il rispettivo Diploma e il Bollettino Salesiano, se già non l'hanno in famiglia.
Sappiate però bene che i Cooperatori Salesiani sono come Terziari del Beato Don Bosco, che si propongono di imitare il Beato nelle sue virtù e nel suo santo apostolato; Aspiranti o Soci siate tutti seguaci e ferventi imitatori del Beato Don Bosco e vi farete Santi anche voi. Qual cosa più bella in questa vita che fare del bene, santificare se stessi e santificare gli altri? Questo fece il Beato Don Bosco e questo debbono fare i suoi amici e seguaci. .A voi essere tutti amici veri e fedeli seguaci del Beato!.
Il Cielo vi aiuti e le compiacenze del Beato Don Bosco siano sempre con voi.
Addio.
Affezionatissimo
Don GiuLIvo.
LA VITA DI GESÙ dell'Abate VITO FORNARI
Eccoci ad annunziare un libro che pareva ormai destinato alla severa ombra delle biblioteche e, per sua mole, impotente a trovare chi lo portasse in degna veste tra gente di fede e di studio: la Vita di Gesù dell'Abate VITO FoRNARI. - Libri tre in cinque volumi di complessive pagine 165o, presso la SocIETA' EDITRICE INTERNAZIONALE DI TORINO: L. 75.
L'opera esce ora coi tipi della S. E. I., ricca di decoro e di maestà editoriale, a riprendere il posto che le compete tra spirito e vita moderna. Un posto veramente alto e distinto perche, dopo essere costata all'autore - uno de' più chiari pensatori dell'8oo - trent'anni di sublimi fatiche, è ancora, considerata, anche dall'ultima critica, un capolavoro tale da lasciar dietro, a notevole distanza, le opere consimili che la precedettero e la seguirono nel tempo.
La Vita di Gesù del Fornari s'indirizza a quanti pensano e pensando, l'animo pieno di ammirazione, allo spettacolo delle creature e di tutto l'universo, restano insoddisfatti, perche non vedono il loro pensiero adeguare pienamente lo stesso universo. Qui essi trovano la ragione; qui si rivela l'intima essenza delle cose, come un'aspirazione a un compimento divino, che non è in esse, e che solo ci è dato trovare nella divina persona del Verbo di Dio, che unisce a sè l'umanità e con l'umanità, e per mezzo di essa, l'intero universo.
Nè le anime più semplici, che non dànno opera alla speculazione, si troveranno a disagio giacchè il secondo libro è più da vicino indirizzato a esse, raccontando la vita di Gesù tra noi, dalla nascita all'ascensione.
E come nel libro primo ci balza dinanzi, nella tace del Cristo, l'opera dei sei giorni della creazione e le aiutate sorti dell'umanità pel primo peccato e la promessa della salute, così nel secondo vediamo Gesù che opera la salute.
Nel primo libro seguiamo inoltre l'opera dei patriarchi e il riverbero della loro storia nella storia profana; l'opera grandiosa della civiltà antica che cade e risorge, passando da un popolo all'altro insino a che, raggiunta una forma più alta, s'incontra, nella persona dei due grandi apostoli e dei primi cristiani, in Roma con Cristo, a cui inconsapevolmente anelava. Così vediamo la storia intrecciata con l'opera di Dio e del popolo eletto, da cui il Figliuol di Dio nacque uomo, compiendo l'antica promessa.
Nel libro secondo, che descrive, come si è detto, l'opera della salute, l'animo dell'autore innamorato di Gesù, ne descrive con immensa soavità e pienezza la figura umana, rivelatrice della divinità a lei strettamente congiunta nell'unità della persona divina. Attorno a Gesù s'illuminano nella loro vera luce quanti ebbero relazioni con Lui: dalla Donna unica e sola, Madre di Dio e vergine perpetua, a quelli che Le erano prossimi; dagli apostoli, discepoli e amici di Lui ai più accaniti nemici; dalle anime schiette, pie, semplici, anche se di pagani, agl'ipocriti e settari che lo crocifissero.
Il libro terzo ha più schiettamente ragione di una filosofia della storia e della religione, da san Pietro e san Paolo sino ai nostri giorni. Si vede la Chiesa nata da Gesù, come un seguito della vita di Lui, acquistare piena coscienza di sè nella Pentecoste, svilupparsi e allargarsi nel mondo, guidata dallo spirito di Gesù, stabilire impersonata nel suo capo visibile, il Vicario di Cristo, il suo centro in Roma, ove mirava l'appello di Paolo a Cesare, fatto di capitale importanza nella storia non pure religiosa, ma di tutto il genere umano; si seguono le sue vicende attraverso i regni del mondo, la cui opera o favorevole o contraria fa capo da ogni parte; si studia la sua opera religiosa e civile, legislatrice divina in religione e patrona della civiltà; si tenta sull'unico libro profetico del nuovo testamento, l'Apocalisse, protendere lo sguardo, quanto a mente umana può essere concesso, verso l'avvenire..
L'incanto dello stile è meraviglioso e ognuno che si disponga alla lettura è subito attratto dalla viva parola, dall'eloquenza che l'autore vi prodiga; dai pensieri alti e smaglianti, dalle immagini sublimi di cui il Fornari nutre ed infiora la prosa. Un'opera come questa può saziare di spiritualità, d'arte, di saggezza, di bontà tutta un'esistenza. Cattolici, italiani! leggetela.
Mons. FRANCESCO FABERJ Canonico della Basilica Vaticana.
Spirava a Ronca dopo aver tollerato con edificante rassegnazione la lunga malattia che l'afflisse in questi ultimi mesi; anzi l'illustre Prelato accettò il male dalle mani di Dio come una grande grazia » e si dispose piamente alla sua ultima ora. Questo nostro carissimo amico, che tante prove ha dato di affetto alle Opere Salesiane come Direttore Diocesano dei Cooperatori Romani, era ricco di elette qualità che lo resero degno di rilevanti incarichi di fiducia: fu Prefetto agli Studi nel Seminario Romano e quindi all'ufficio di Segretariato del Vicariato. E quanto bene egli compì per le anime!
GRAZIANO DIVINA.
Uomo di fede e onestà a tutta prova svolse la sua lunga vita nell'esercizio delle virtù cristiane e nell'educazione cristiana della famiglia, lieto di offrire al Signore due dei suoi figli nella Congregazione Salesiana. Amò con cuore ardente le Opere di D. Bosco, propagandole ed aiutandole con entusiasmo. Spirò colla serenità del giusto il 23 dicembre a Borgovalsugana.
S. E. Generale CLETO ANGELOTTI.
Il giorno 25 gennaio, con i conforti che dà la Fede, si spegneva nella sua villa di Moncalieri, vigilato dal tenero affetto della consorte, gentildonna Elvira, questo protettore e cooperatore insigne dell'Opera Salesiana.
- Era buono - disse con accento di grande cordialità e commozione il Rev.mo Can. Agostino Parigi nel cimitero di Torino, prima che il feretro scendesse nel sepolcro - era buono!
Era buono! Parola semplice, ma che riassume la definizione più alta che di un uomo possa darsi: bontà vuol dire sincerità e lealtà nei contatti sociali, ripugnanza a tutto ciò che è volgare, assenza di orgoglio, sensibilità e delicatezza d'animo alle sofferenze dei nostri simili, cognizione e pratica del bene.
Alla consorte illustre il soave conforto della cristiana rassegnazione; al grande scomparso il riposo eterno nella luce di Dio.
MARIA FILIPELLO Ved. MARCHISIO.
Il Bollettino ha il dovere di tessere un breve elogio di questa ottima Signora anche per una ragione particolare: era una assidua lettrice del nostro periodico fin dal primo numero. Conobbe Don Bosco e Mamma Margherita e serbò sempre pel nostro Beato e per le Opere sue quell'affettuosa simpatia che nelle famiglie Filipello-Marchisio è tuttora una tradizione gloriosa. La signora Maria amò prodigare all'Opera Salesiana, oltre l'affetto più tenero, la più squisita carità in svariati modi e in tutte le occasioni; particolarmente amava beneficare le nostre Missioni e le opere missionarie. A questa carità inesauribile la spingeva l'alto senso cristiano che informava la sua vita, e la profonda virtù che arricchiva il suo cuore. La morte, avvenuta il 3 gennaio, la ricongiunse in cielo allo sposo e ai figli che l'avevano preceduta.
Ai figli, Monica, Dorotea e Can.co Giuseppe, ai fratelli Mons. Vescovo di Ivrea, Cav. Giuseppe e Comm. Dott. Filipello le nostre sentite condoglianze e l'assicurazione di fervide preghiere.
GIACOMO CARLEVARIS.
Sincero, costante cooperatore delle Opere Salesiane, con squisito senso di carità le beneficò generosamente, nutrendo per esse un'affettuosa venerazione. La sua vita, chiusasi, a 78 anni, santamente il 13 gennaio in Vercelli, lascia il ricordo imperituro di forti esempi di virtù, da lui praticate con meravigliosa costanza.
ANTONIETTA BOSCO nata LOVERA.
Fervente Cooperatrice e Patronessa dell'Opera Salesiana a Monterosa (Torino), il 4 gennaio, giorno sacro al SS. Nome di Gesù, spiccò il volo da questa valle di pianto per vivere eternamente beata nel dolce e adorabile cuore del nostro buon Signore, confortata da tutti i carismi di N. S. Religione e dalla Benedizione di Maria SS. Ausiliatrice, cotanto raccomandata dal Beato Don Bosco di cui la cara defunta era profondamente devota.
LAURA MARCHINI RE.
Lasciò la terra pel Cielo l'11 gennaio dopo breve malattia, sopportata con rassegnazione esemplare. La sua vita, tutta consacrata ai doveri della famiglia, poggiò sulle basi di una profonda pietà e di una virtù non comune. Cooperatrice da molti anni, volle assicurarsi il Cielo anche con la beneficenza a pie istituzioni, seguendo l'ispirazione della sua ardente carità.
AGOSTI LUIGI, Livo (Trento).
ALBERTINI FILOMENA, Modena. ANASTASI ANTONINO, Bronte (Catania). ANDREOLETTI Prof. GIOVANNI, Casale (Alessandria) ANDRIOLO ANGELA, Sarmego (Vicenza).
ANGELI SANTINA Ved. PAROLINI, Albino (Bergamo). ANGELINI LEONARDA, Galatina (Lecce). ARESE LUCIA Ved. FIORITI. BALDACCI SANTE, Savignano (Forlì). BALESTRO ALICE, Montecchio Magg. (Vicenza). BARATTA FEDERICO MARTA TERESA, Ali Marina. BENUCCI PAOLO POMPILIO, Roma. BERTERO CARLO, Ovada (Alessandria). BERTOLINI ANGELA, Carcoforo (Novara). BERTUCCI FRANCESCA, Brugnato (Spezia). BIANCHI SILvio, Pisogne (Brescia). BO CATTERINA, Bergamasco (Alessandria). BOLOGNA Geom. GIULIO, Agliano d'Asti (Aless.). BONACCHI DoMENICo, Serravalle Pistoiese (Pistoia). BOZZETTI ToMASO, Martignana di Po (Cremona). Bozzo TERESA, Vanzone (Novara).
BROCCA ANTONIETTA, Candia Lomell. (Pavia). BRUNA DI PALMA Ch. ANTONINO, Licata (Agrig.). CALVETTI MARIANNA, Cigole (Brescia). CAMPASSO GIUSEPPINA, Casanova Elvo (Vercelli). CAMPISI CONCETTA n. ASCIUTTI. Caolonia (Reggio). CANDELPERGHER FLERIDE, Rovereto (Trento). CAPIAGHI TERESA, Gaggino Faloppio (Como). CAPRIOGLIO-MARIETTA e MALVINA, Borgo S. Martino. CARDANI MARIA SIOCCO, Castagnaro (Verona). CARRARO LUIGI, Torriglia (Genova). CERUTTI FiLIPPo, Borgomanero (Novara). Suor CERVICELLI GIACINTA, Torino. CHEsINI GAETANO, Montano Veron. (Verona) CLERICI CAMILLO, Oddalengo Grande (Alessandria). CIULLA LUCIA Russo Pietraperzia (Caltan.). CoDEMO Mons. UGO, Treviso.
COLOMBO DELFINA in TRIULZI, Legnano (Milano). COSSALI CATTERINA, Parrè (Bergamo). CORRADINi ELISA RIGHI, Boretto (Reggio Em.). DALLERA LUIGI, Isola S. Antonio (Alessandria). DEMATTEIS G. BATTISTA, Oglianico (Torino). DE TOMA Cav. GIOVANNI, Varallo Sesia (Vercelli). DI S. GIUSEPPE Bar. CARLO EM, Palermo. M. R. D. ANTIMO Di STEFANO, Rapagnano (Ascoli). DIVINA GRAZIANO, Borgo Valsugana (Trento). DONADI M.A ANGELINA n. FERRERO, Verona. EMIDI ENRICO, S. Quirico (Grosseto). FABBRO MARIA n. CHASSEM, Ayaz (Aosta). FARESIN CATTERINA, Segalù Sabdrigo (Vicenza). FAVRE BARBARA, Champoluc (Aosta). FAZZARI Can. FRANCESCO, Gerace (Reggio Cal.). FERRARI D. GIusEPPE, Colombaro (Brescia). FERRETTI LUIGIA, S. Sebastiano Curone (Aless.). FISIOLI GIUSEPPE, Luignano (Cremona). FORNAINI ZAIRA, Firenze.
Foschi D. NICOLA parr. Rauchio (Forlì). FOSCHI FRANCESCA, Sarsina (Forlì). FRANCO MATTEO, Bra (Cuneo).
GALUPPI ALFONSO, Alatru (Frosinone).
GASPARRO VITA V. AMICO, Ceglie Messapico (Brind.). GHIELMETTI LUIGI, Gaggino (Como). GHISALBERTI CAPITANio TERESA, Vilminore (Berg.). GIRIMONDI BERNARDO, Deglio S. Bartol. (Imperia). GIUDICE FANNY MAZZOLETTI, Genova. GROSSO CATTERINA, Era (Cuneo). LOMBARDI Rag. Cav. ATTILIO, Milano. LORENZETTI CELESTINA, Rho (Milano). LUALDI Cav. LUIGI, Novara.
MAGLIA MARIA MAINARDI, Casalbuttano (Cremona). MARGARITA TERESA, Castelrosso (Torino). MARNATI ROMEO, Garbana (Pavia). MARTIGNENE BATTISTA, Bard (Aosta).
MARTINO COLOMBINA V. CAIMATTI, Camo (Cuneo). MARTINOTTI LUIGI, Corniolo (Alessandria). MASNADA MARIA, Sottorivolo Selcino (Bergamo). MASSIDA M.A FRANCESCA, Santulussurgiu (Cagl.). MATTEI NOEMI, Fucecchio (Firenze). MONACI ANGELA, Branzi (Bergamo). MORESCHETTI FRANCESCA, Cedegolo (Brescia). MORLACCHI NAZZARO, Parabiago (Milano). MURA ANNA, Cagliari.
NEGRI ERNESTA, Luignano (Cremona).
OTTAVIANI D. LoDOVICO parr., Montereale (Aquila). PAIRAZZi GIOVANNI, Cimamulera (Novara). PARZANI MARIA, Adro (Brescia). PASINI D. ANTONIO, Riomaggiore (Spezia). PASTORINO FRANCESCO, Rossiglione (Genova). PERNA Can. RAFFAELF, Comiso (Siracusa). N. P. PERTINI VIRGINIA, Villa Faraldi, (Imperia).
PEZZINI GAETANO, S. Agostino (Ferrara).
PEZZONI BAITA LUIGIA. Busto Arsizio (Milano), PICCONI Avv. ALESSANDRO, Imperia I. PIRAS GIUSEPPE, Pimentel (Cagliari).
PIVA TERESA Ved. MATTEI, Mercatino Marecchia. POLTRONERI FRANCESCO, Scaldasole (Pavia). PONTI GIO. BATTISTA, Centenara (Novara). RAVERA LUIGI, Novara.
LAVINA GIUSEPPE, Lequio Tanaro (Cuneo). RE PAOLINA, Vicolungo (Novara). RioLFo CAROLINA, Torino.
Rocco FILOMENA, Gambatesa (Campobasso). ROLANDO AGOSTINO, S. Vincent (Aosta). ROSINA TERESINA, Recalmuto (Agrigento). Rossi RoDIsdE, Magnacavallo (Mantova).
RUGGERI GIUSEPPINA SBARRA, Legnano (Milano). RUSCRENA ABELE, Torino. RUSCHENA ANTONIETTA in NEGRI, Vignale (Aless.). SALMOIRAGHI CLEMENTINA, Castelletto Ticino (Nov.). SALOMONE GUGLIELMO, Nicosia (Catania). SANSONETTI Mons. GIOACHINO, Vernole (Lecce). SARACCO FRANCESCO, S. Lorenzello (Benevento). SASSELLI ANGELO, Pratolungo di Pettenasco (Nov.). SAVOLDI MARIA, Ghedi (Brescia). SCARRONE LUCIA, S. Maurizio (Alessandria), SCHIAFFINO LUIGIA SCHIAFFINO. Genova. SCOPPA Ten. Colonn. GIUSEPPE, Palermo. SIGNORIS CALLEGARIS MARIETTA, S. Sebastiano Cur. SIGOLA BENEDETTA. Costa Volpino (Bergamo). SPEZIA ANGIOLINA PICCONI, Predimulera (Novara). SPINELLO D. GIUSEPPE, Parr., Niscemi (Caltaniss.). SPREAFICO ERMINIA, Galbiate (Como). TARDITI LORENZO, Novello (Cuneo). ToGNELLA GIUSEPPE, Arsago (Varese). ToGNi NOEMI BOTTACIN Merano (Bolzano). TROMBETTA D. ALESSIO. Roccaforte di .Mondovì. TRUCCO FRANCESCA GARAVELLI Predosa (Aless.). VANINI AGNESE. Carona (Bergamo). VANONCINI CLOTILDE, Ponte S. Pietro (Bergamo). VANNUCCI FRANCESCO, Nave (Lucca). VIsINI BATTISTA, Ghedi (Brescia). VIELMETTI BARBERA, Preghena (Trento). VENDRAME CAROLINA ved. MoNTINi, Ceneda (Trev.). VINCENTI SORELLE, Agliè (Aosta). ZoNATO Gio. BATTISTA, Montebello (Vicenza).
Presentiamo vivissime condoglianze alle famiglie, raccomandando ai suffragi dei nostri Cooperatori gli amici defunti.
Il suffragare i defunti non è solo il fare del bene a quelle anime, anticipando loro il Paradiso, ma è eziandio fare un bene a noi medesimi, poiché, colla carità che loro usiamo nel suffragarle, acquistiamo meriti presso Dio e ci rendiamo benevoli quelle anime, le quali, giunte in cielo, certamente porgeranno a Dio calde preghiere per noi e ci assisteranno con la loro valida protezione in tutti i nostri bisogni spirituali e temporali. - Beato Giov. Bosco.