ANNO XI - N.2 Esce una volta al mese. FEBBRAIO 1887
DIREZIONE nell'Oratorio Salesiano. - Via Cottolengo, N. 32, TODINO
SOMMARIO - ARrivo dei Missionarii a Montevideo. - La diffusione dei buoni libri. - Le nostre Missioni: I° La Terra del Fuoco; II° Abboccamento tra un figlio di Sayuhueque e Monsignor Cagliero; III° Partenza di Missionarii per le Cordigliere e per la Terra del Fuoco; IV° Battesimi di Indii; V° La benedizione del Santo Padre; VI° Corrispondenza del Brasile; VII° Incoraggiamenti di un illustre e antico Missionario. - Grazia di Maria Ausiliatrice. -I° Centenario di S. Alfonso M. de' Liguori. - Varietà - Bibliografia.
Un dispaccio di D. Lasagna capo dei trenta missionarii Salesiani che partirono da Marsiglia il 14 del passato dicembre, annunzia al veneratissimo loro Superiore D. Bosco che tutti giunsero felicemente a Montevideo sabbato 8 gennaio. Siam lieti di poter dare questa notizia che certo tornerà gradita ai parenti ed agli amici dei missionarii e delle Suore di Maria Ausiliatrice che facevano parte della spedizione.
Fu detto dallo Spirito Santo che chi trova un amico trova un tesoro, e amico e tesoro è sempre un buon libro. Se la parola dell'uomo giunge al cuore per le vie dell' orecchio, la parola del libro vi giunge per la via degli occhi. Se il libro da un lato non ha quella forza intrinseca della quale è fornita la parola viva, da altro lato presenta vantaggi in certe circostanze anche maggiori. Il buon libro entra persino nelle case ove non può entrare il sacerdote, è tollerato eziandio dai cattivi come memoria o come regalo. Presentandosi non arrossisce, trascurato non s'inquieta, letto insegna verità con calma, disprezzato non si lagna e lascia il rimorso che talora accende il desiderio di conoscere la verità; mentre esso è sempre pronto ad insegnarla. Talora rimane polveroso sovra un tavolino o in una biblioteca. Nessuno pensa a lui. Ma viene l'ora della solitudine, o della mestizia, o del dolore, o della noia, o della necessità di svago, o dell'ansia dell'avvenire, e questo amico fedele depone la sua polvere, apre i suoi fogli e si rinnovano le mirabili conversioni di S. Agostino, del beato Colombino e di S. Ignazio. Cortese coi paurosi pel rispetto umano, si intrattiene con essi senza dare sospetto a veruno ; famigliare coi buoni è sempre pronto a tenere ragionamento ; va con essi in ogni istante, in ogni luogo. Quante anime furono salvate dai libri buoni, quante preservate dall'errore, quante incoraggiate nel bene. Chi dona un libro buono, non avesse altro merito che destare un pensiero di Dio, ha già acquistato un merito incomparabile presso Dio. Eppure quanto meglio si ottiene. Un libro in una famiglia, se non è letto da colui a cui è destinato o donato, è letto dal figlio o dalla figlia, dall'amico o dal vicino.
Un libro in un paese talora passa nelle mani di 100 persone. Iddio solo conosce il bene che produce un libro in una città, in una biblioteca circolante, in una società d'operai, in un ospedale, donato come pegno d'amicizia.
Per questi motivi raccomandiamo caldamente ai nostri lettori e cooperatori la diffusione dei buoni libri , in quella maggior scala che potranno. Si rende tanto più necessaria quest'opera di carità in quanto che l' empietà e l'immoralità oggi giorno si attiene a quest' arma formidabile della stampa, per fare strage nell'Ovile di Gesù Cristo, per condurre e trascinare in perdizione gli incauti e i disubbedienti. Opponiamo dunque arma ad arma, libri a libri. É questa una delle precipue imprese dalla Divina Provvidenza affidata eziandio alla pia Società dei Cooperatori Salesiani, e vi preghiamo caldamente a non trascurarla. Continuatela col vostro buon esempio tra le famiglie dei vostri amici e conoscenti, facendo anche di loro altrettanti apostoli di questa diffusione. Le nostre librerie vi faranno tutte quelle facilitazioni che saranno possibili, perchè da parte nostra vogliamo concorrere con tutte le forze e con ogni sacrifizio in quel cammino, che omai battiamo da quarant'anni. Il Signore coronerà il nostro zelo e la nostra carità, e con un po' di solerzia troveremo centuplicati i nostri meriti per la vita eterna.
La Terra del Fuoco.
Dall'egregio giornale L' Unità Cattolica noi ricaviamo la seguente lettera per le preziose notizie che dà sulla Terra del Fuoco.
« Buenos-Aires, 10 Ottobre 1886.
» Signor Direttore dell' Unità Cattolica,
» Non dispiacerà ai vostri lettori qualche notizia su terre quasi sconosciute al mondo civile, sulle quali però si fissava di preferenza in questi ultimi tempi lo sguardo paterno del Gran Padre della Cristianità, Leone XIII. Accenno alla Terra del Fuoco, ultimo paese del continente americano, eretto che è poco dalla Santa Sede in Vice-prefettura apostolica, affidandola ad un benemerito ed attivissimo sacerdote della Congregazione Salesiana, la quale da parecchi anni sta evangelizzando con gran frutto la Pampa Argentina e la Patagonia.
» Trovasi la Terra del Fuoco fra il grado 52,41 e il 55,11 di latitudine australe, e forma un vero laberinto di canali, stretti, seni, baie, golfi, isole e penisole. La coprono alte e nevose montagne, verdi e folti boschi finora inesplorati; ma il suo aspetto varia secondo le diverse parti. Le coste dell'ovest e del sud sono aride e tristi; più favorite dalla natura quelle del nord e dell'est. Il clima è generalmente freddo, nebbioso e tempestoso. Il piemontese Giacomo Bove, che per incarico del Governo Argentino ne esplorò una piccola parte delle coste e qualche isola nel 1882, assicura che, nei giorni più caldi d'estate, il termometro non passa mai i 12° centigradi. L'inverno però non vi è così rigoroso, come si crede comunemente, perchè a ugual latitudine l'emisfero australe è sempre meno freddo del boreale; ma si può dire che è un inverno continuo, specialmente pei violentissimi venti polari, che quasi continuamente vi soffiano.
» La Terra del Fuoco fu così chiamata da Magellano, per i molti fuochi che vide accesi in essa da' suoi selvaggi abitanti. Più tardi si credette fosse chiamata così per i suoi numerosi vulcani, ma pare che questi non siano molti, perchè si conobbe che il pennacchio di fumo, che pareva sorgesse da quasi tutti i suoi monti, non era altro che nebbia, la quale, ritirandosi colà quasi improvvisamente all'apparir del sole sulle cime più alte, prende quella forma.
» La Terra del Fuoco è quasi tutta posseduta dal Chilì, e solamento una parte all'est appartiene alla Repubblica Argentina, la quale possiede anche nel punto più meridionale di quell'immenso arcipelago l'isola degli Stati, lunga 67 chilometri e larga 15 con bella vegetazione, boschi e colline alte dai 500 agli 800 metri sul livello del mare. Di quest'isola il Governo Argentino ha fatto di recente un luogo di deportazione; vi stabilì perciò un governatore e vi eresse un faro. Eccettuando questo punto, la spaggia di Hopparo all' est, dove gli Inglesi formarono un piccolo stabilimento per le loro navi, che si dedicano alla pesca delle balene, e la così detta missione protestante di Usciumaia, tutta la Terra del Fuoco è abitata da selvaggi. D'Orbigny li calcola in quattromila, ma il loro numero sfugge ad ogni controllo, perché, eccettuando poca estensione di coste , questo intricatissimo arcipelago è del tutto inesplorato. Questi selvaggi provengono dalle Ande occidentali e dalla Patagonia, e sono divisi in tribù. Le principali sono quelle degli Acaluffi, che vivono sparsi dal Capo Pilar all'isola Stewart, e quelle degli Oua e Iagan, i quali abitano le isole al sud del Canale di Beagle. Secondo le più recenti relazioni, gli Acaluffi sarebbero in numero di tremila, gli Oua duemila, i Iagan circa tremila. Abbrutiti dal vizio precoce e dalla poligamia , sono laidi a vedersi, tanto più che anch'essi si dipingono il viso a varii colori. Faccia piatta, fronte bassa, zigomi salienti, occhi a mandorla come i Chinesi, testa grossa, gran ventraia, corpo e gambe magrissimi, piccoli e brutti, ecco il loro tipo fisico.
» Chi scrive li ha veduti. Vivono miseramente e unicamente di pesca, corrono di continuo il mare nelle loro leggiere piroghe, dormono in mal costruite capanne di rami intrecciati, e tengono quasi continuamente grandi fuochi accesi per arrostire il pesce e riscaldar le membra intirizzite e mal coperte da mantelli di pelle di foca o di guanaco , che ottengono in cambio dai loro fratelli Tehuelches della Patagonia. Sono buoni cacciatori, ed armati di freccie dalla punta di osso o di selce e della fionda, dan la caccia ai moltissimi e svariatissimi uccelli che svolazzano nelle loro foreste. Son così destri nel maneggio della fionda, che a trenta metri colpiscono con essa il più piccolo uccellino; e colla freccia dalle spiaggie od anche dalle loro canoe feriscono la foca in mare. La loro indole non è feroce, e il loro carattere è suscettibile d' incivilimento. Quanto a religione, pare che adorino due Spiriti, l'uno buono, l'altro cattivo, e che per amicarseli rendano ad ambedue il medesimo culto: al buono perché continui a beneficarli provvedendoli di copioso cibo; al cattivo perché non li molesti e non li danneggi nelle loro persone e nelle loro famiglie. Credono, come i Patagoni, che le malattie siano prodotte dal cattivo spirito che entra nel corpo umano, ed hanno i loro stregoni che lo scongiurano. Non sembrano però molto tenaci delle loro superstizioni, e c'é da sperare che non sarà difficile guadagnarli a Gesù Cristo, Santo Nome che certamente non dev'essere nuovo fra loro, perché nel 1846 avvenne caso, che ben si può chiamare provvidenziale, e come il presagio di tempi migliori.
» Spinta dai venti, passava quell'anno per quei mari deserti L'Arca dell'Alleanza, nave francese comandata dal capitano Marceau, ottimo e fervoroso cattolico, il quale gettò l'àncora nella baia di Port-Galant , aspettando il vento favorevole per continuare il viaggio. Ben presto si avvide che selvaggi numerosi accorrevano dall'interno delle terre ad ammirare il suo bastimento; ed avendoli egli con segni cortesi invitati ad entrarvi, ben presto gettatisi sulle loro piroghe furono a bordo, dove furono regalati di abiti ed alimenti. Il buon comandante aveva seco il suo cappellano, il quale, cogliendo l'occasione, mostrò a quei poveri selvaggi il Crocifisso e fece loro intendere che questo era il Salvatore del mondo, morto per tutti gli uomini della terra, e si chiamava Gesù. Poi, fatti radunare i marinai, fece loro cantare a più riprese i santi nomi di Gesù e di Maria , e li fece imparare a cantare dagli stessi selvaggi. Ornò poi una loro piroga di una croce e vi fece incidere gli stessi augusti nomi a prora, chiamandola così la piroga Gesù-Maria. Allora al buon capitano Marceau venne un nuovo pensiero. Fece costrurre dai suoi uomini una gran croce alta trenta piedi, vi appese molte medaglie, e poi egli, il cappellano ed i marinai sbarcarono a terra, e in divota processione, a capo scoperto e cantando le divine lodi, la piantarono alla presenza dei selvaggi in luogo eminente, dove il cappellano la benedisse, facendo intendere agli indigeni che si inginocchiassero e cantassero Gesù Maria, il che fecero subito con vero piacere. Ma L'arca dell'Alleanza, e con essa il suo cappellano, dovettero ben presto partirsi da quei lidi abbandonando a se stessi i naturali, che li salutarono cantando Gesù e Maria.
» Ecco in qual maniera il Salvatore del mondo e la sua Madre Santissima presero già, quaranta anni sono, possesso di quelle terre, nelle quali nessun altro sacerdote cattolico non è più entrato, che si sappia.
» Il Governo Argentino comincia ora a pensare a quelle sue lontanissime possessioni, e pare che dovrebbe darsi tutta la sollecitudine per impiantarvi presto una Missione cattolica ed aiutare con tutte le sue forze il nuovo prefetto apostolico, al quale il Santo Padre, nel suo gran cuore che abbraccia il mondo intero, ha affidato quelle terre inospitali. La Missione cattolica in poco tempo formerebbe di quei selvaggi abbrutiti, utili sudditi della Repubblica, e riducendoli a vita fissa, insegnando loro colla vera religione l'agricoltura ed i mestieri della vita civile, in pochi anni cambierebbe quei deserti in giardini. Ma disgraziatamente non è così...
Nello stabilimento inglese della Terra del Fuoco, al quale si è già accennato, vive comodamente da 25 anni colla sua mogliera, ben pagati e provveduti dal governo Britannico un tal Bridges, inglese, protestante e missionario, non di Gesù Cristo, ma della regina Vittoria. Pare che in venticinque anni, e cogli abbondanti aiuti del suo Governo, avrebbe dovuto convertire alla lettura della Bibbia almeno la metà degli isolani della Terra del Fuoco. Ebbene, mirabile potenza del proselitismo protestante, in venticinque anni, con migliaia di sterline che riceve di stipendio ogni anno, con abbondantissime derrate che gli somministrano i bastimenti inglesi, il missionario protestante, la sua missionaria ed i loro missionariotti non riuscirono che ad aggruppare intorno a sè quaranta selvaggi, lasciandoli per giunta quasi nudi come li trovarono, e facendosi da loro servire come da' facchini e bifolchi ! E queste notizie si hanno da varii capitani ed altre persone degne di fede, delle quali, al bisogno, si potrebbero citare i nomi e le qualità.
» Or bene, questo Bridges, appena sentì parlare della creazione di una prefettura apostolica nel territorio da lui sfruttato, volò a Buenos-Aires, e quivi aiutato dai suoi correligionari e dalla Massoneria, presentò una petizione al Congresso Argentino, domandando niente meno che otto leghe quadrate di terra in proprietà nella sua Missione, come ricompensa dei servigi da lui resi alla civiltà (sic!) ed alla Repubblica (sic sic!) in quelle remote regioni !
» Nessuna persona di buon senso avrebbe pensato che sarebbe favorevolmente accolta una simile petizione, per varie ottime ragioni. Dapprima, perché la Costituzione Argentina prescrive che gli Indii, gli indigeni, i selvaggi siano inciviliti, procurando la loro conversione al Cattolicismo e non al protestantesimo. Secondariamente, perché il sedicente missionario protestante è semplicemente uno speculatore, che arricchisce se stesso e la propria famiglia. Ma vi è una terza ragione, che avrebbe dovuto pesar molto nelle bilancie della politica argentina. Questo Bridges è niente altro che un agente del Governo inglese , che , per non parere, innalzava sulla sua residenza la bandiera argentina. quando passavano di là bastimenti argentini ; innalzava bandiera chiliana quando passavano di là bastimenti del Chilì; ma quando non passavano nè gli uni nè gli altri, manteneva semplicemente inalberata la bandiera inglese ! Tanto è vero, che quando il nuovo Governatore argentino dalla Terra del Fuoco prese possesso del suo territorio, facendo a bella posta una piccola sorpresa al furbo Missionario della regina Vittoria, lo colse col vessillo issato della Gran Brettagna, che gli intimò immediatamente di ammainare. Chi ha memoria ricorderà il tentativo fatto, or son pochi anni, di innalzare bandiera inglese al Ciubut nella Patagonia; e poi non sono lì le isole Malvine, che nel 1833, per un colpo di mano dell'astuta Albione, dalla sera alla mattina di argentine diventarono britanniche ?
» Queste ed altre ragioni furono messe in chiarissima luce nel Parlamento Argentino, colla solita eloquenza infervorata dai due grandi affetti di religione e di patria, dai deputati cattolici Estrada e Goyena, quande in questi ultimi giorni vi si tolse ad esame la subdola petizione. Ma, senza far caso a ragioni politiche e religiose, ad amor di patria, allo stesso proprio interesse, seguendo solamente le ispirazioni della stampa liberale, che si era affrettata a crear l' opinione in favore del ministro anglicano, e i mandati imperativi della setta anticristiana, il Parlamento Argentino concedeva le otto leghe di terreno all'agente della regina Vittoria.
» E tanto più mostruosa appare questa concessione, quando si consideri che le Missioni cattoliche della Patagonia, in soli sei anni hanno costrutto due belle chiese, aperto quattro Collegi, uno dei quali d'arti e mestieri, con gravi sacrifizi di personale e di denaro, fondato varie pie Associazioni, percorso più volte in cerca degli Indii infedeli i deserti patagonici da un lato fino oltre al Rio Colorado, dall'altro fino al misterioso lago Nahuel-Huapi ed alla cima delle Ande a 300 leghe circa da Càrmen de Patagones (la lega argentina vale cinque chilometri e 154 metri)...
I poveri figli di D. Bosco, ai quali. sono interamente ed unicamente affidate queste Missioni, indebitati fino agli occhi, stremati di fatica, vivono nella penuria, pur continuando a spargere generosamente i loro apostolici sudori; ed il missionario protestante, ben pagato dal suo Governo e rifornito d'ogni ben di Dio, godendosi le delizie della famiglia, arricchendosi ogni dì più col lavoro de' suoi poveri convertiti, o, per meglio dire, pervertiti, riceve in premio delle sue niente nobili speculazioni, otto leghe quadrate di terreno argentino, che coperte di armenti gli frutteranno milioni. Pastore di pecore e vacche e non di anime, come lo chiamò un deputato!
II.
Abboccamento tra un figlio di Sayuhueque e Monsignor Cagliero.
Il 9 di luglio del 1886 entrava nel parlatorio della nostra casa di Patagones un figlio del Cacico Sayuhueque accompagnato da suo cognato e dall' interprete sig. Giovanni Salvo, e chiese di parlare con Sua Ecc. Ill. Mons. Cagliero. Mentre si cercava di Monsignore, un salesiano condusse i forestieri a visitare la nuova chiesa, che si sta bellamente dipingendo e il nostro collegio. Ritornati al parlatorio, dove già trovavasi Monsignore, il figlio del Cacico, servendosi dell'interprete gli parlò così
- Signore, anzi tutto le presento gli ossequii cordiali di mio padre e di tutta la nostra gente, che ora trovasi in riposo e buona salute. Noi conosciamo alquanto la religione dei cristiani e sappiamo apprezzare i Ministri di Dio e specialmente il signor Vescovo. Per questo siam venuti a visitarlo e salutarlo. - Quindi trasse di tasca un biglietto di visita del comandante Vincenzo Saciar, nel quale raccomandava a Monsignore un suo protetto, figlio di Sayuhueque, acciò lo ricevesse nel nostro collegio in qualità di esterno, perchè lo si educasse.
Monsignore, con quell' affetto e amorevolezza che sono i suoi distintivi, gradì la visita, e letto il contenuto del biglietto, dissegli che il collegio restava aperto pel suo fratellino, e che lo inviasse quando desiderava, e aggiunse : - Quando Ella ritorni, presenti le mie felicitazioni a suo padre e al sig. Comandante , e dica loro che siam qui per servirli, sia mandando qualche sacerdote perché insegni ai fanciulli le cose di Dio , sia per aiutarli in tuttochè possiamo.
- Lo so, rispose il figlio di Sayuhueque, essi fanno molto in favore della gente nostra. Perciò noi molto ci siam rallegrati nel. vedere come i sacerdoti abbiano battezzato i nostri figliuoli e bambini della tribù.
- Bene, bene, disse Monsìgnore. E a quanto ammonta la loro popolazione?
- Siamo millesettecento tra grandi e piccoli.
- Bagattella ! Essi sono molti numerosi.
- E vero, signore.
- E vi ha con voi altre tribù più numerose ?
- Sì, signore : quella di Yancuche che conta quasi ottocento uomini.
- Son molti fra di voi i già cristiani?
- Si, signore; i maggiori di età non lo sono ancora, ma i bambini già son cristiani, giacché furono battezzati recentemente quest'anno da due giovani missionarii. Fra i maggiori fu fatto cristiano in Buenos Aires mio padre, essendo ancor giovane , e gli posero il nome di Valentino Alsina.
- Benissimo , dica a suo padre che bisogna che andiamo, il padre Domenico ed io, a passare qualche tempo colà, e che può darsi pure che gli invii due suore per insegnare alle fanciulle. Allora prepareremo a ricevere il battesimo tutti coloro che vorranno; purché essi ci tengano apparecchiato qualche stanza ove riunire la gente, affine di poterla istruire.
Detto ciò , Monsignore gli porse la mano per congedarsi, ma quegli prese un contegno come di chi ha tuttavia altro a dire : - Se mi permette, signore, dosidero dirle una parola ancora.
- Perchè no? Ella è padrone, parli pure liberamente.
- Signore, vengo a farle una proposta da parte di mio padre, il quale le fa sapere che desidera ch'ella gli invii un sacerdote che si stabilisca colà e insegni ai fanciulli.
Monsignore che non si aspettava da quell'uomo una domanda di tal genere, restò sorpreso e commosso dol suo buon cuore, e gli rispose
- Benissimo, molto mi piace questo desiderio di istruirsi ed educarsi; bisogna che facciam tutto. Le mandoremo un sacerdote, il quale, benché per adesso non possa fermarsi definitivamente, verrà soventissimo a visitarvi.
- Le son molto riconoscente , signore , dìsse il figlio di Sayuhueque ; questo ci è necessario perché già viviamo fra cristiani e perciò dobbiamo educarci.
Monsignore ripetendogli gli augurii e incaricandolo nuovamente dei saluti a suo padre e al comandante sig. Vincenzo Saciar, si congedò da lui, ordinando ad un salesiano che vedesse se abbisognavano di qualche cosa. Passarono quindi al refettorio, ove fu loro servita una modosta refezione. Si partirono molto riconoscenti, e promisero che ritornerebbero altra volta a visitare Monsignore ed a conferire con lui.
D. PICCONO.
III.
Partenza di Missionarii per le Cordigliere e per la Terra del Fuoco.
MIO CARO DIRETTORE,
Mi licenzio da te, o carissimo, per alcuni mesi, ma non per anni. Dopodomani parto per la Missione delle Cordigliere e del Chilì. Il comandante dolla squadra del Rio Negro sig. Rivadaura mi esibì il passaggio gratis sul vapore Limay per il cammino di 100 leghe, cioè sino a Baca, dove già si trovano Don Milanesio e D. Panaro con trenta cavalli e dove ci aspetta il Cacico Sayuhueque per istruire e battezzare la sua numerosa tribù.
Viene Zanchetta per domestico e due peones per i cavalli. D. Daniele e D. Pestarino verranno dopo di noi a stabilirsi tra questi Indii neofiti per istruirli e farli buoni cristiani.
Don Fagnano è qui giunto da Buenos Aires col vapore Villarino e partirà colla squadra di esplorazione e 25 soldati, per la Terra del Fuoco. Abbiamo inaugurata la partenza con un pranzo al quale fui invitato dal suo comandante Spoor, sotto il bel padiglione di quattro grosse noci, la cui ombra qui per nulla è nociva e col zeffiro placido della nostra primavera
Nel solo mese di ottobre fui consolato con circa mille comunioni, fatte nelle due sponde del Rio Negro dai ragazzi, dalle ragazze e dalle signore addette all'apostolato del Sacro Cuore. La semente germoglia
Saluta D. Bosco, tutti gli amici e specialmente il signor Can. Molinari, il Capitolo e tutti gli abitanti del caro Oratorio. Prega pel tuo aff.mo
Patagones, 12 novembre 1886.
+ GIOVANNI Vescovo.
IV. Battesimi di Indii.
Patagones, 19 novembre 1886. REV. E CARISS. sIG. D. Bosco,
Monsignore è partito la mattina del venerdì 12 novembre alle ore 7 sul vaporino Limay della piccola Scuadrilla del Rio Negro, dopo averci benedetti tutti dalla nave. Il tempo era bellissimo e, miracolo , non spirava il solito vento. Monsignore sarà nel Chilì , Deo adiuvante, in febbraio o marzo. Starà fuori 5 o 6 mesi.
Due ore dopo sul Villarino partiva pure Don Fagnano, che, come le scrissi già, fa parte della Commissione esploratrice delle Terre del Fuoco ed isole adiacenti.
Sbarcherà nel golfo S. Sebastiano al nord-est dell' isola principale, ed ha speranza di correrla tutta in quattro mesi. Mentre riconoscerà il punto più favorevole per stabilire la sua Missione, farà di tutto per la conversione di quei poveri selvaggi. Ha fatto un altro debito di lire cinquemila per recar seco una quantità di vestiti da regalare, per attrarre con questo mezzo i selvaggi o almeno entrare in relazione con loro. La tribù degli Oua, in mezzo ai quali ei va, è ostile ai cristiani, avendo già messo ostacolo allo sbarco dei soldati combattendo con archi, freccie e fionde , e forse si opporrà alla Missione. Spera egli però di essere ben ricevuto per le preghiere che si sono fatte al fine di ottenere da Dio la loro conversione, e perché dice di sentirsi spinto da una forza superiore ad intraprendere questa missione. É persuaso essere questa la volontà del Signore. Il suo progetto è di piantar la tenda in mezzo agli Oua che vivono nel centro dell'isola e sul versante orientale di una catena di monti cho deve dividerla in due parti.
I nostri Missionarii pertanto sono in pieno movimento !
Rimangono qui in Patagones D. Piccono per la cura della parrocchia e la direzione del collegio e, per un mese, D. Daniele, cui si prepara un Rancho in Chinchinal con gli Indii di Sayuhueque, od in Roca o Malbarco, come lo troverà meglio l'amatissimo Monsignore.
In Viedma sono attualmente D. Fazio e Don Pestarino per la parrocchia e le scuole. Al ritorno di D. Remotti, che sta dando una missione in varii punti del Rio Negro, partiranno D. Daniele e D. Pestarino per raggiungere Monsignore, D. Milanesio, D. Panaro ed i tre catechisti, ed aiutarli nell'istruire e battezzare i 1500 Indii del nominato Sayuhueque.
Il povero scrivente rimane al timone della barca, sostituto del gran Capitano. Monsignore mi nominò coram populo : Gobernador de las Misiones del Vicariado durante su ausencia con todas las facultades y privilegios que él tiene comunicables de Roma. Piaccia a Dio non devii dal cammino tracciatomi e rimanga fedele alla consegna ricevuta. Bisogna che mi metta davvero a lavorare con zelo, per mantenere acceso quel poco d'amor di Dio che Monsignore seppe destare in molti cuori, affinchè ritornando abbia da noi consolazioni e non disgusti. Eppoi un po' di gusto ce l'ho anch'io nel potere amministrare oltre agli altri sacramenti quello eziandio della Cresima, facoltà che egli ha comunicabile e che mi delega insieme con tutto il resto. Non tutti possono dire io ho cresimato senza essere Vescovo ! Non è vero ? E se, come spero, alcuno cresimato da me andrà in cielo cinto di nuova aureola di gloria , quanto non pregherà per me lassù. Intanto ho disposto che fino al ritorno di Monsignore si aggiunga nella Messa la colletta pro fidei propagatione e un Pater, Ave e Gloria per lo stesso motivo nelle orazioni comuni.
Ciò posto, desidererà V. S. carissima, alcune notizie intorno agli Indii battezzati in Bahia Blanca, qui, ed in Viedma, di cui ho fatto cenno in una mia anteriore: le darò pertanto una breve relazione di tutte e tre queste funzioni.
Il 27 di agosto passato , ricevuta dall' amatissimo Monsignore la benedizione, partiva il nostro D. Milanesio con due catechisti per una Missione nella zona del Rio Colorado e lungo le sue rive. Durante il non breve tragitto di 250 leghe per quel deserto, ebbe a soffrire la sete, non trovandosi altra acqua che salmastra e nauseante, quale non bevono gli stessi cavalli. Da Patagones a Colorado è inutile cercare un sol pozzo d'acqua dolce. Andò in giro di stazione in stazione e quasi di Rancho in Rancho , adattandosi necessariamente alle signoresche esigenze di quella povera gente, e facendosi tutto a tutti pur di tirar qualche anima a Dio.
Al solito celebrò la s. Messa in capanne e rare volte in camerette decenti. Colla costanza e colla pazienza riuscì a radunare una piccola clientela di ragazzi Indii e di alcuni adulti , per istruirli nella religione e disporli ai SS. Sacramenti.
Se in questa Missione al Colorado non raccolse gli abbondanti frutti che desiderava, ciò nondimeno seminò assai, e la parola di Dio non cade mai invano. A suo tempo frutterà, ed altri, come Ella ci disse, verrà a mietere dopo di noi.
Già terminata l'opera sua colà, preparavasi al ritorno, quando giungevano telegrammi a Monsignore, in cui vivissimamente pregavalo il signor D. Francisco Oreira, parroco di Bahia Blanca ed amico nostro e zelante Cooperatore salesiano, a voler mandargli qualche missionario in aiuto per la solenne festa della Madonna della Mercede , Patrona di quella città nascente.
D. Milanesio era a mezzo cammino; a lui pertanto comunicossi l'ordine di trasferirsi colà. Egli approfittando della Corriera postale che passava per quel punto, lasciati i cavalli in custodia a' due catechisti, giungeva in Bahia la sera del 23 settembre , vigilia della solennità. I due catechisti sono due giovani che egli trasse dal Chilì l'anno scorso e lo servono ammirabilmente.
Confessò quella sera stessa e la mattina susseguente buon numero di fedeli , tra cui molti connazionali nostri, cui distribuì la s. Comunione.
Disse alla sera il panegirico della Mercede con universale soddisfazione, ed il sig. D. Francisco volle cedere pure a lui l'onore della preminenza nella processione.
L'indomanì portaronsi ad una Estancia alquanto fuori dell'abitato, ove attendevano il missionario una cinquantina di Indii della tribù di Ancalao.
La padrona, donna Merced Ancalao, india già cristiana, li ricevette cortesemente ed affrettossi di far avvisare tutta la sua gente, per presentarla, e stabilire l'ordine dell'istruzione, che Don Milanesio si proponeva dar loro per alquanti giorni.
Per comodità di quei selvaggi che sospiravano il giorno di poter ricevere il santo Battesimo, si aggiustò in due luoghi distinti una cameretta decente ove radunarli.
Nulla le dirò qui, carissimo sig. Don Bosco, della buona volontà, attenzione ed infantile docilità di quella povera gente : in ciò danno dei punti a tanti nati ed educati , come suol dirsi, nel mondo civile.
D. Milanesio fu coadiuvato dal signor parroco e dal suo vicario, i quali, mentre egli catechizzava, andavano a raccogliere qualche riottoso e negligente e glielo conducevano.
Mancami eziandio il tempo per narrarle dei lepidi episodii accaduti e di non pochi motti arguti, atti a dimostrare la naturale intelligenza e svegliatezza di spirito dell'indio patagone.
Passati così otto giorni in istruirli intorno alle verità di nostra s. Religione , credette D. Milanesio potersi ornai ammetterli al s. Battesimo, e fissò quindi il luogo e l'ora della funzione. La Estancia di Donna Merced e di buon mattino.
Donna Merced terrebbe al s. Fonte le donne, quale madrina; ed il sig. parroco sarebbe padrino di quelli fra gli uomini che altro non n'avessero.
Divisi quindi, come prescrive il Rituale, in due gruppi, nella capanna stessa della padrona ridotta a cappella, diedesi principio all'atto solenne.
E prima di versar loro sul capo l' acqua santa della rigenerazione, domandavasi a ciascuno nel loro idioma : Cupa cùchaloncogeymu ? « Vuoi essere cristiano ? » Ed essi rispondere con aria contenta e sorridente : Mai, Padre ; Si, Padre.
Esortolli tutti a pentirsi delle loro colpe ed a promettere di voler per lo innanzi vivere da buoni cristiani, per meritarsi di star dopo morte sempre con Dio, al che rispondevano commossi Mai, Padre, cùpamun ; « Si, lo vogliamo, » e li battezzò tutti in numero di 48. Tra questi eranvi tre donne della complessiva età di più che due secoli e mezzo. Due di 80 anni ed una, per nome Francisca Raninqueo, di soli 110 anni.
Nella successiva settimana occupossi in prepararli alla prima Comunione, la quale fecero con somma divozione, divisi eziandio in due gruppi.
Celebrossi la santa Messa prima nel Rancho di donna Merced, dal sig. Parroco per gli uni; e poi in quello di D. Bernardo Mordaglia, italiano, negoziante in quei luoghi, dal vice-parroco per gli altri, trovandosi D. Milanesio occupato nel far loro ripetere alcune preghiere e giaculatorie in indio, prima e dopo la s. Comunione.
Essendo qui costume radicato di tomar mate appena aperti gli occhi, ci volle tutta la buona volontà ed autorità della señora Merced e di Don Bernardo per tener digiuni quei neofiti fin dopo la Messa. Quella proibì di accendere il fuoco, questi tenne chiuso il negozio.
Terminata la sacra funzione e distribuite alcune medaglie ed immagini ai 65 Indii, tra maschi e femmine, che avevano preso parte ad essa e comunicato, tornaronsene i tre ministri di Dio contenti e soddisfatti alla parrocchia , laudantes et benedicentes Deum, e quando posero piede in essa, trovaronvi donna Merced con altri de' neofiti, che prevenutili, vollero offerir loro alcune uova, in segno di riconoscenza, e pregavanli a visitarli qualche volta ancora.
Questa Missione di un mese diede per risultato N. 54 battesimi di Indii adulti e 8 di bambini ; 6 matrimoni e 160 comunioni.
Per la parte spettante a Bahia Bianca , dobbiamo una parola di affettuosa riconoscenza al zelantissimo sig. D. Francisco Oreira ed al valente suo coadiutore D. José Arrosa per l' aiuto grande prestato, le attenzioni avute e la cordialità veramente fraterna con cui sempre accoglie i Missionarii Salesiani al loro passaggio per colà. Merita un posto speciale co' Benefattori nostri , nel cuore di V. S. e di tutti i Salesiani.
Onorevole menzione si merita eziandio donna Merced al cospetto di Dio e della Chiesa. Così scriveva di lei D. Milanesio : « Questa donna indigena appartenente alla famiglia del Cacico Ancalao, godendo grande autorità presso i suoi compaesani, ci giovò molto. C'imprestò la casa per le sacre funzioni, gettando tutte le sue masserizie nel cortile, ci radunava la gente e l'incoraggiava a farsi cristiana. Come gli Indii nella loro favella danno del tu a tutti, così ella nella sua semplicità dava del tu a me ed agli altri sacerdoti. Un giorno mentre invitava il parroco a scendere dalla carrozza e ad entrare in sua casa gli diceva: - Quanto tu sei buono per essere venuto a visitarmi.
- Sì, siamo venuti per vedere il modo di battezzare i suoi paesani che sono infedeli.
- Sta bene ; e me li battezzi gratis ?
- Si, gratuitamente, perchè il missionario non esige paga nessuna per questo.
- Molto bene; dimani all'ora che m'indicherai io radunerò qui tutti coloro che non sono battezzati.
Nell'atto di battezzare, quando mancava il padrino di uno o di più, quella buona indiana diceva al parroco o al viceparroco che assistevano:
- Questo e quello non hanno il padrino ; tu farai il piacere di far loro da padrino; è vero ?
E quelli a contentarla, e donna Merced a guardare con aria di compiacenza i suoi paesani e a sorridere. Volendo essa corrispondere al beneficio che quella povera gente riceveva, non avendo altro , ci portava di tempo in tempo una mezza dozzina di uova. Che il Signore benedica la semplicità ed il buon cuore di questa donna e le renda il centuplo dì ciò che ha fatto per la missione. »
Mentre D. Milanesio dava la missione agli Indii di Bahia, in Viedma e qui ci occupavamo attivamente all'istruzione di altri Indii, della tribù di Sayuhueque. Sono le braccia atte al lavoro, che il Governo impiega, parte nel fare strade ed altre opere nella capitale, così detta, del territorio del Rio Negro, e parte nel costruire un Dique ed in riparar le avarie dei vaporini della Scuadrilla nazionale.
Una cinquantina di giovanotti e d' uomini nel fior dell' età e delle forze e che dall' apparenza darebbero non poco fastidio alle armi argentine, se fossero tuttavia liberi e padroni di sè sul loro cavallo.
Meritano lode le autorità mìlitari di Viedma che permisero al missionario di avvicinare ed istruire pazientemente queste povere creature nei proprii toldos per alquante domeniche , unico giorno di riposo ; ma un encomio specialissimo meritano sopratutto le autorità della Scuadrilla Nazionale di Patagones pel modo gentilissimo e cavalleresco con cui risposero all'invito di Monsignore.
Rivestirono appositamente i loro 23 soggetti con uniforme nuovo, ed ordinati e puliti da parer più che Indii , altrettanti marinai europei, ogni giorno all'ora convenuta, mandavanceli accompagnati nella chiesa parrocchiale, lasciandoli - a nostra disposizione tutto il tempo desiderato.
Giunto Don Milanesio, prese sopra di sè quest'opera, per esser necessario fare in indio la istruzione , e tanta fu la buona volontà, attenzione e docilità di que' cari giovanotti, che in tre giorni furono sufficientemente preparati pel santo Battesimo, non solo, ma e per la Confermazione e per la prima Comunione.
Fissato il 24 di ottobre, giorno di domenica per la funzione, poco dopo l'Ave Maria, giunsero in parrocchia i battezzandi ed i padrini loro, il signor Comandante in secondo della Scuadrilla, con un ufficiale di ordinanza, il quale li assistette poi quale padrino della Confermazione insieme con l'antico amico nostro sig. Marcellino Crespo, uno dei primi abitatori di queste terre.
Ordinaronsi in semicerchio , notaronsi i nomi cui volevansi imporre, e poscia, assistito da altro sacerdote e da un acolito , D. Milanesio stesso compì il sacro rito.
La Chiesa intanto andava affollandosi di fedeli, e terminato il battesimo , già Monsignore stava aspettando all'altare, rivestito pontificalmente, per amministrar loro il sacramento della Cresima. Quindi, deposto il piviale e rivestita la pianeta, diè principio alla s. Messa, durante la quale era commovente l'udire le voci di que' neofiti, ripetere nel loro idioma le preghiere che D. Milanesio andava suggerendo in preparazione alla s. Comunione.
Imponente e tenera sì da strappare le lagrime a chi non è senza cuore fu il momento della Comunione. I 23 fortunati neofiti, con aria grave, occhi modesti e portamento devoto, avvicinaronsi alla balaustrata , e prostrati innanzi al SS. Sacramento , ripeterono tre volte il Domine, non sum dignus, suggerito loro in indio. Bisognava trovarsi lì a presenziare l'atto col qualo un Dio fatto uomo e ridotto per amore alle umilissime sembianze di pane, si univa con quelle anime da soli pochi momenti lavate nelle acque salutari del Battesimo e fortificate coll'Unzione sacra del s. Crisma ! Certe commozioni si sentono, ma non si possono descrivere.
Diretti sempre da D. Milanesio , fecero devotamente il ringraziamento a voce alta, e terminato il s. Sacrifizio della Messa, Monsignore rivolse loro alcune brevi ed infocate parole per animarli a continuare nell'innocenza della vita e nei buoni propositi fatti. Queste esortazioni vennero subito dopo riprodotte in indio dallo stesso D. Milanesio.
Finiva per tal modo la funzione in Chiesa. All'uscire giubilanti tra gli evviva dei nostri giovanetti, furono accompagnati in una salotta o refettorio, ove insieme coi loro padrini e con Monsignore passarono una mezz'orotta allegramente, prendendo un buon cioccolatto loro offerto per sdigiunarsi.
In questo frattempo Monsignore distribuì a ciascuno dei presenti la medaglia di Maria Santissima Ausiliatrice, che tutti ricevettero con riconoscenza dalle sue mani, non escluso lo stesso padrino, il comandante sig. Oliva Ippolito, il quale con essa tra le mani volle rimanere nella fotografia di questo bel gruppo; eziandio nel congedarsi la mostrava a tutti con vera soddisfazione quale preziosa memoria di un così solenne e bel giorno.
Ai neofiti fu poi concessa una assai più lauta ed abbondante razione, e tutto il giorno di libertà, che essi usarono passando il Rio negro e portandosi ai toldos de' loro compagni, per esortarli ad accorrere volenterosi l'indomani alla chiesa, a partecipare di quel santo giubilo da loro provato.
L' indomani infatti ci portammo di buon mattino in Viedma per il battesimo degli altri 24 Indii della stessa tribù di Sayuhueque.
Era padrino il Comandante della guarnigione del Rio Negro e madrina la sua signora.
Trovammo che già eransi disposti in due file lungo la nave della chiesa e stava D. Milanesio notando i nomi da imporsi a ciascuno.
Quale strettezza ci diede al cuore il veder tanta miseria !
Uomini dai 30 ai 50 anni, con molti segni di patimenti e non senza alcune ferite, ricevute forse pochi anni or sono quando liberi di sè formavano il terrore di queste terre, miseramente ravvolti in poveri stracci, sudici, mal calzati, e taluni appena con soli calzoni e camicia !
Non potè contenersi a quel miserando spettacolo l' animo ardente di Monsignore, e sul momento, mandò a comprare una dozzina di ponchos, che egli stesso colle sue mani adattò poscia, mentre si proseguivano le cerimonie del battesimo , sulla persona de' più miserabili.
La funzione fu in tutto simile alla già sopra descritta ; e dopo la Messa, essi pure si raccolsero in una saletta, ove con Monsignore, il Comandante e la sua signora furono serviti di cioccolatto e regalati con la medaglia.
Impressionato profondamente da questo spettacolo, il Comandante , che è uomo posato e di studii, esclamò : Qui si rivela la divinità del cristianesimo ! Qui si apprende l'utilità della cattolica Religione, che avvicina e concilia, senza distruggerle nè sminuirle, le diverse condizioni della società, nobilitandole.
Presasi in seguito la fotografia di questo secondo gruppo, Monsignore congedò i suoi cari neofiti invitandoli a gridare con lui : - Viva Leone XIII; viva il Padrino ; viva la Madrina; cui spontaneamente essi aggiunsero: - Viva Monsignore !
Il Comandante commosso diede ordine che si raddoppiasse quel dì la razione e fossero lasciati in riposo.
Simili funzioni vorremmo poterle ripetere frequentemente, carissimo sig. D. Bosco, e sarebbe questo l'unico mezzo di prosperare della vera prosperità queste povere terre.
Avrei voluto in questa mia spedirle alcune fotografie rappresentanti i gruppi di Indii stati battezzati, ma colla Regina Margherita giunse pure a Buenos Aires un brutto forestiero , il coléra, e sembra che abbia trovato alla Boca e in altri siti ove posarsi. Temendo perciò che la mia lettera le giunga tagliuzzata e bucherata ritengo le fotografie per tempi migliori. Il lavoro che abbiamo è una cuccagna pel paradiso , solo interrotta dallo visite frequenti dei creditori e dagli avvisi delle scadenze delle cambiali.
Mentre scrivo penso che il tempo magnifico col quale partì Monsignore sia stato mandato dal Signore appositamente per lui, giacché dopo quel giorno il cielo si rannuvolò e incominciò a bagnare per bene la povera Carmen de Patagones.
Quasi quasi siamo diventati animali acquatici. Ci piove in casa da tutte parti. Acqua nel dormitorio, acqua nelle scuole , acqua nel refettorio, acqua di sopra ed acqua di sotto. E bisognerà pure in qualche modo riparare i guasti di questi sformati temporali, se non vogliamo restar sotto le rovine di queste misere catapecchie ! Quindi spese e sempre spese Ma non importa ! Il demonio non l'ha da aver vinta per quattro o cinque migliaia di scudi, dico io
Intanto ci raccomandiamo tutti di cuore perché ci aiuti col potente soccorso delle sue orazioni, e ci raccomandi eziandio ai nostri ottimi e caritatevoli Cooperatori Salesiani; mentre a V. S. ed a tutti imploriamo dal buon Gesù e da Maria Santissima Ausiliatrice le più elette benedìzioni per le feste natalizie ed il buon fine e capo d'anno.
Suo aff.mo in G. e M. Sac. ANTONIO RICCARDI.
V.
La benedizione del Santo Padre.
Prima di partire per la Missione delle Cordigliere e del Chilì Mons. Cagliero Giovanni riceveva dal Cardinal Vicario la seguente lettera, che lo riempiva di consolazione e lo eccitava ad affrettarsi nella sua escursione apostolica.
ILL.MO E REV.MO MONSIGNORE,
Aderendo alle brame di V. S. Rev.ma compiei sollecitamente il gradito incarico di riferire al S. Padre i felici progressi di codeste Missioni de' buoni Salesiani. Il cuore del sommo Gerarca ne fu visibilmente commosso e consolato ed ebbe parole d'encomio per la S. V. Rev.ma e per tutti quelli che con zelo veramente apostolico la coadiuvano nel propagare il regno di Gesù Cristo; mentre loro impartiva l'implorata benedizione.
Io poi nel parteciparle i sentimenti sovrani , con Lei precipuamente mi congratulo dell'operato, e disposto a quanto si può attendere dal mio ufficio di Protettore, auguro a codeste Missioni sempre maggiore incremento , in quella che a Lei, Monsignore , con profonda ed affettuosa stima bacio riverente le mani.
Di V. S. Rev.ma
Roma, 23 agosto 1886.
Dev.mo in G. C.
L. M. CARD. VICaRIO Prot. dei Sal.
VI. Corrispondenza del Brasile.
AMAT. E VENERAT. PADRE,
Sono felice di poterle offerire due presenti, che spero saranno ben graditi al suo cuore paterno.
Il primo consiste in otto fotografie della città di S. Paolo e suoi dintorni, veduti dal collegio, del Liceu de Artes e Officios, del Santuario del S. Cuore, di un gruppo dei nostri giovanetti e infine de' sei salesiani che stanno formando una bella corona al loro D. Bosco. Da queste fotografie Ella potrà aver un'idea del bel campo che la Provvidenza ci diede a lavorare e del poco personale per l'impresa.
Il santuario del S. Cuore col liceo sulle sponde del rio Tieté, lungo il quale vivono orde di selvaggi... in una provincia dove a migliaia si contano gli schiavi... in una città dove abbondano i ragazzi abbandonati... è certo l'opera della Provvidenza... Spero che il Rev. Sig. Ispettore Don Lasagna avrà eloquentemente patrocinato la santa causa e ritornerà provvisto di mezzi e personale. Fin d'ora invio a Lei, amatissimo Padre, i miei più vivi ringraziamenti per la parte che mi tocca e che, spero, sarà quella di Beniamino.
Ora qual sarà il secondo presente? E un'ottima notizia a darle.
Il 15 del p. p. novembre, avemmo l'alto onore di ricevere una visita delle loro Maestà l'Imperatore e l'Imperatrice del Brasile, accompagnate dal Ministro di agricoltura, dal Presidente della Provincia e altri personaggi. Sua Maestà D. Pedro II, malgrado la sua età avanzata, volle tutto visitare; la chiesa, le quattro officine, le scuole, i dormitorii, la fabbrica, il cortile col terreno annesso , chiamandomi minute informazioni dei giovani e del metodo d' insegnamento. Rimasi commosso alla bontà del suo tratto, tanto più quando mi disse ben due volte che « amava molto la nostra opera » che « conosceva D. Bosco e la sua Congregazione ».
Uno dei nostri orfanelli recitò con molto gusto un piccolo complimento, presentando alle loro Maestà il lìbro dello osservazioni metereologiche di Colon, preparato all'uopo col ritratto dei giovani del liceo, e si cantò un inno semplice ma di aggradevole effetto, al dire di altri, perchè nemo est iudex in propria causa. Io poi offrii alle loro Maestà il diploma di Cooperatori Salesiani, che ricevettero con molta bontà, e così si partirono lasciandoci non dubbie prove di simpatia per la nostra opera. Il 15 di novembre del 1886 figurerà fra i giorni faustissimi pel nostro liceo.
Questi erano i due regali da presentar a Lei, amatissimo Padre, come strenne del s. Natale de' suoi figli di S. Paolo. Voglio , per altro aggiungere qui altre buone notizie.
Il 28 di ottobre fu pure giorno bellissimo per noi. Essendo venuto a passarlo con noi il nostro venerato Vescovo diocesano , ebbe luogo il primo certamen-letterario-musicale dei nostri alunni, dopo il quale Monsignore ci diresse parole di incoraggiamento.
Il buon principio e i progressi del liceo del S. Cuore di S. Paolo hanno fatto venire l'acquolina in bocca ad altri signori delle due città di Tanbaté e Campinas, i quali vorrebbero vedere un fac simile colà e quindi vorrebbero una promessa di personale...
Avant'ieri (30 nov.) cominciammo la novena dell' Immacolata con istruzione e benedizione la sera e catechismo, per preparare una trentina di ragazzi alla prima Comunione e preparare interni ed esterni per l'indulgenza del giubileo.
L'assicuro che io sono edificato del fervore di molti giovanetti e di molte persone che accorrono al nostro santuario.
Veneratissimo Padre, vorrei poterle mandare ogni giorno regali e buone notizie che potessero pagarle in parte i sacrifizi che continuamente fa per noi.
In mancanza di altre notizie avrei sempre quella che già tante volte Le ho dato e che Ella tanto si compiace di sentirsi ripetero... che cioè, i suoi figli in questi lontani paesi sempre pensano a Lei, pregano per Lei... : in mancanza di altri regali sempre ho quelli, che Ella più di ogni altro desidera, di nuovi cuori di figli che entrano nella già così grande famiglia dei Salesiani, o degli alunni, o dei Cooperatori... che sono suoi.
Tutti ci inginocchiamo a' suoi piedi per augurarle le buone feste del Natale, per prometterle prcghiere e comunioni particolari nelle prossime solennità e ricevere la sua paterna benedizione.
Sempre sempre in Gesù e Maria tutto suo
S. Paolo, 2 dicembre 1886.
Affmo. e ric.mo figlio
D. L. Giov. GIORDANO.
VII.
Incoraggiamenti di un illustre e antico Missionario.
M. REv. Sig. COL.MO,
Assai di buon grado accetto e pienamente aderisco alla proposta che V. R. volle fare di me a Cooperatore Salesiano, per l'opera santa o veramente umanitaria delle Missioni americane.
I bisogni d'ogni fatta, quaeque ipse miserrima vidi, tra' quali versano tanti nostri infelici fratelli inconsapevoli all'intutto di Dio e di anima, di colpe e di meriti, di Redenzione e d'avvenire, e di quelle prosperità che uomo attinge da una vita intelligentemente laboriosa e onesta ; il fiore della mia salute , il meglio delle mie forze conserrato nei 19 anni trascorsi quale missionario Commissario Generale e Prefetto apostolico nell'Impero del Brasile, nella Repubblica del Paraguay e in Africa ad evangelizzare quei popoli selvaggi , e migliorare ad ogni costo di quelle tribù erranti le condizioni di vita ; mi dànno il dritto di supporre, che pochi al par di me, pochissimi, meglio sappiano debitamente valutare l'opera eroica da cotesta Pia Casa Salesiana generosamente intrapresa, e dallo zelo e solerzia di V. R. provvidamente sostenuta.
L'appello alla carità dei Cooperatori m'intenerì, mi commosse leggendolo : tutto un cumulo di memorie mi piombò sull'anima; e ripensai quei tapini digiuni dello spirito non men che del corpo, e lo spettacolo di quelle campagne squallide per manco di coltura, e la pericolosa nudità, e la straziante ignoranza! Mi sembrò sentire il rantoloso lamentare del morente; le querele del più debole oppresso dal più forte, e la voce trepida della madre affamata, che chiede soccorso pe' figli affamati !... Oh ! benedetto Gesù Cristo , che ci ha dato modo di poter correre al soccorso della umanità languente ; benedetta quella mano che versa un obolo per un tanto scopo; e benedetta l'opera Vostra, o incomparabile apostolo della carità, che colla parola , collo scritto , e più, colle opere vi studiate - in tempi di freddo egeismo e di sordido interesse personale - la santa favilla della carità ridestare negli animi de' cristiani.
Povero di professione, perché figliuolo, sebbene indegno, del Poverello di Assisi, io non mi sono lasciato prendere mai alla tentazione di voler possedere ricchezze; e se taluna fiata mi sono fatto lecito di vagheggiarne lo specioso pensiere, era il pio desiderio di erogarle tutte pel bene delle Missioni che me lo legittimava e faceva vedere santo. Questo dico per addimostrarvi il gradimento della nomina, in virtù di cui godo vedermi segnato all'albo de' benefattori de' lontani fratelli, e la grande estimazione in che ho l'opera, che V. R. con tanto impegno caldeggia. E a testimone dell' uno e dell'altra ecco il mio tenuissimo obolo : è l'obolo della vedova, o del povero cappuccino, il quale, tra le strettezze in cui versa, se è dolente di cosa, la è quella di non avere le forze pari al cuore e alla volontà di giovare comechessia altrui.
Coi sensi della più alta stima mi onoro riverirvi, raccomandandomi alle vostre orazioni.
Sono di V. R.
Bovino, dal Palazzo Episcopale, li 9 dicembre 1886. Obbl.mo dev.mo in G. C.
+ F. SaLVATORE M° BRESSI dei MM. Capp. Vescovo di Bovino.
Carissimo D. Bosco,
Mi scrive da Rimini una pia madre di famiglia, Cooperatrice Salesiana, pregandomi di fare iscrivere nel suo Bollettino una grazia segnalata, ottenuta per l'intercessione di Maria SS. Ausiliatrice. Fu colpito dal terribile morbo del colera, che in Rimini infieriva nello scorso mese, un suo figliuolo; e questi, ridottosi a casa sparuto e mezzo morto, la madre non conobbe altro rimedio, che ricorrere subito a Maria Ausiliatrice, con promessa che se avesse ottenuta la grazia, l' avrebbe subito resa pubblica nel Bollettino Salesiano.
E prima di porre a letto il figlio, con pietosa industria, senza nulla dire, pose sotto il guanciale una medaglia da Lei benedetta, ed ecco, che appena posò quegli il capo sul guanciale, esclamò tutto allegro : « Oh come sto bene! Non ho più nulla, questo è un prodigio, mi sento rinascere da morte a vita ! » e balzò tosto dal letto e si mise franco a camminare.
Lieta la madre di adempire la promessa fatta, anche più lieta e riconoscente, confida di qui a non molto di poter fare iscrivere sul Bolettino medesimo la grazia di una buona confessione fatta
da persona che le sta moltissimo a cuore mercè l'intercessione della buona Madre Ausiliatrice, alla quale tanto confidentemente si raccomanda, ed alle speciali preghiere di Lei, dilettissimo Padre D. Bosco.
Sacerdote
SISTO CANDIOTTI.
23 Ottobre 1886.
Siccome in ogni tempo ebbe la Chiesa a combattere dure battaglie contra ogni sorta di nemici, che a volta a volta cercavano di distruggerla, così in ogni tempo la mano di Dio Onnipotente scelse e formò Apostoli, maestri del popolo cristiano, i quali con l'esempio e la dottrina fossero alla Chiesa angeli di conforto, e sostegno contro i suoi più terribili avversari.
il secolo xviii, ebbro di errori e di colpe, volle con empia voce intonare il canto di agonia e di morte alla Cattolica Chiesa, ma Dio non mancò di suscitare spiriti eccelsi per far morire la sacrilega canzone sul labbro del bestemmiatore. Tra questi spiriti eccelsi., tra questi gloriosi atleti che sopra gli altri capirono la condizione dei loro tempi, e si fecero eroi per sostenerli contro l'abisso, cui andavano incontro, fu S. Alfonso Maria de' Liguori.
Nell'agosto del prossimo anno 1887 si celebrerà il primo centenario della morte di questo illustre Dottore. Volendo anche noi concorrere in qualche modo a far conoscere questo gran Santo e a far ricavar frutto dalle sue dottrine, ci venne il pensiero di far pubblicare nella collana delle Letture Ascetiche le Opere Spirituali di S. Alfonso M. de' Liguori: mentre a meglio eseguire siffatto assunto le Letture Ascetiche, che si pubblicavano ogni due mesi, usciranno ogni mese a cominciare dal Gennaio 1887.
Raccomandiamo ai nostri cooperatori questa Collana di Letture Ascetiche.
PROGRAMMA
1° La Biblioteca di Letture Ascetiche darà in luce nel 1887 in uno stesso formato tascabile, le Opere Ascetiche che vennero scritte dal sommo maestro di scienza cristiana
S. Alfonso Maria de' Liguori.
2° ogni mese pubblicherà un volume di circa 300 pagine in 32°, il quale verrà rilegato in tela, e così spedito ai proprii associati.
3° il prezzo annuo d'associazione è di L. 12 , e dovrà
essere spedito alla Libreria Salesiana di S. Benigno Canavese, dalla quale tutti gli associati riceveranno in dono coll'ultimo fascicolo la vita del Santo, appositamente scritta per l'occasione, e finamente rilegata.
4° A coloro che mossi da carità cristiana vorranno farsi centro di dieci associazioni, verrà spedita ogni volta una copia gratis in più.
5° Anche quelli che non potendo raccogliere dieci associazioni, raggiungessero almeno il numero di 5, riceveranno un dono e per segno di ringraziamento una copia elegantemente rilegata della Vita di S. Agostino, altro gran maestro della scienza e della vita cristiana, di cui pure corse quest'anno il centenario.
Durante l'ultima rivoluzione che fu per sobbissare Parigi , accadde che un buon prete fu chiamato per confessare un infermo. Due uomini mascherati lo fecero entrare in una carrozza, e bendatigli gli occhi, lo condussero in un dei più remoti quartieri della città: poi introdottolo nella camera del morente , lo lasciarono solo con lui. Finita la confessione, i due mascherati afferrano il prete, lo menano nel fondo d'un sotterraneo e puntandogli una pistola nel petto , gli intimano di rivelare i segreti che il moribondo gli avea conferiti. Il prete ricusa , solo domanda cinque minuti per raccomandare la sua anima a Dio. A questa risposta i due sconosciuti intascano l' arma, fanno risalire il prete in vettura, e riconducendolo a casa sua gli dicono ch' essi con quella prova avean voluto soltanto assicurarsi se egli avrebbe custodito il segreto, risoluti di freddarlo solo che avesse un po' tentennato. - Si vede , rispose il prete, che loro signori non conoscono la virtù dei sacramenti, nè quel che sia Sacerdote Cattolico (Dal Corriere delle Alpi).
PROF, LUIGI BOTTARO
FEDE E POESIA
Parte 1a e 2a Dio Creatore Dio Redentore C. 60 Parte 3' Dio Santificatore . . . . » 60
Sampierdarena , Tipografia e Libreria S. Vincenzo Torino, libreria Salesiana e presso i principali librai
Questi due volumetti, benchè vendibili separatamente, non formano che un'opera sola, divisa in tre parti. Nella prima le opere di Dio Creatore , nella seconda i misteri altissimi d' un Dio Redentore, nella terza i mirabili mezzi, coi quali Iddio santificatore ha rigenerato la terra, danno occasione all' illustre autore di elevati pensieri, di nobili entusiasmi, che spesso si traducono in ardenti e affettuose preghiere. Ogni articolo prende occasione da nn testo per lo più dei salmi o dei cantici e contribuiscono ad abbellirlo le più alte ispirazioni dei nostri grandi poeti. Son libri che levano l' anima in alto , cioè a Dio e le fanno pregustare gaudii che non sono di questa terra. Essi raggiungono mirabilmente l'intento che l'Autore si è proposto, e ch'egli esprime con queste belle parole : « far sì che l' anima nelle creato cose trovi naturalmente Iddio e occasione di benedirlo e lodarlo... e dalle cristiane credenze colga facilmente la poesia, l'affetto, i santi entusiasmi che siano aiuto alle opere amorose e sante ».
Raccomandiamo dunque con tutto ardore questi due volumetti, che possono operare i più grandi e salutari effetti nell'anima dei cristiani lettori.
Avendo più volte raccomandato in queste pagine gli scritti dell'Egregio Prof. Luigi Bottaro, siamo lieti di annunziare che i nostri elogi hanno avuta la più autorevole conferma possibile, nel gradimento manifestato per essi dal S. Padre Leone XIII. e dall' affettuosa benedizione ch' Egli impartiva all'Autore. Noi ne prendiamo occasione per raccomandare altresì vivamente i due Periodici dallo stesso autore fondati e diretti, dei quali pure abbiamo tenuta parola altra volta, unendo la nostra voce a quella dei più autorevoli giornali cattolici.
LA DONNA E LA FAMIGLIA.
Questo periodico destinato, come lo dice il titolo, alle famiglie e sopratutto alle madri, congiunge mirabilmente l'utile al dolce, alternando articoli di educazione e di istruzione co' più dilettevoli racconti, dialoghi, commediole per famiglia ; annunzia e procura i migliori libri che escono in Italia o all'Estero.
E redatto in somma talmente da escludere i giornali cattivi o pericolosi che s'introducono nelle case sotto pretesto di soddisfare a questo o a quel bisogno delle famiglie.
Allo stesso intento offre pure a chi li vuole disegni di ricami ed ogni altro lavoro femminile, modelli per j abiti e acconcie spiegazioni per eseguire con tutta facilità ed economia non disgiunta dal buon gusto e dalla modesta eleganza.
I prezzi sono modicissimi L. 8 all'anno pel giornale solo, L. 12 per chi vuole i detti annessi di mode e lavori, L. 13 per avere anche l' elegante Strenna che si pubblica ogni anno.
IL CONSIGLIERE DELLE FAMIGLIE.
È come un'appendice del precedente e tratta di una maniera più pratica e immediata d'economia domestica, d'igiene, di buon governo e tenuta della casa, di quanto insomma concerne il benessere morale e materiale delle famiglie.
Esce due volte al mese al prezzo di L. 4 annue ; ma si può associare per una sola volta al mese; al prezzo di L. 2.
Tutti coloro a cui spediamo questo Bollettino possono associarvisi, pagando una sola lira per averlo tutto l'anno due volte al mese, inviando alla Direzione del Consigliere delle famiglie a Genova una lira (anche in francobolli) o aggiungendovi la fascia colla quale ricevono il Bollettino Salesiano. Allo stesso indirizzo si può ricorrere pel giornale la Donna e la famiglia.
Programmi gratis a chi ne desidera.
MARGHERITA BOSCO
É questo il titolo di un prezioso racconto (1) di 185 pagine, pubblicato a cura de' figli dell'Oratorio di San Francesco di Sales in Torino, e scritto con tanta soavità di intreccio, con tanta semplicità di immagini e con un crescendo d'interesse meraviglioso, che non appena ne hai cominciato la lettura, sentirai vivissimo stimolo di finirla tutta in una volta.
La pubblicazione di questo racconto deesi ad un tributo di riconoscenza de' figli Salesiani di Torino a quella piissima donna , che il celebre apostolo vivente della Chiesa cattolica in Italia, D. Giovanni Bosco, loro amantissimo ed amatissimo Superiore, ebbe per madre.
Dalle pagine auree di questo racconto si rileva la cooperazione che Margherita Bosco prestò al caritatevole suo figliuolo nella fondazione del famoso Oratorio torinese, la vita semplice e casalinga ch'ella trasse, sempre costante nella pratica del bene, sempre vigilante nell'educazione dei figli, sempre rassegnata e previdente nelle angustie della vita , sempre risoluta in tutto ciò che il dovere lo imponeva. Margherita non fu ricca, ma ebbe un cuore di regina, non fu istrutta in scienze profane, ma ebbe un'educazione perfetta nel santo timor di Dio. E dicesi bene nella prefazione al detto racconto : « Il corso dei giorni di Margherita fu come quello di un limpido ruscello che senza fragore scendendo dal colle nativo, va vivificando colle sue onde le erbette e i fiori de' suoi margini, terminando col perdersi silenzioso fra le acque del fiume ». Margherita infatti, mentre finiva in seno a Dio la sua tarda età, lasciava dopo di sé fiori olezzanti di virtù e germi di fiori. Fortunati que' figli che ebbero da Dio la gloria di possedere tali madri !
Se i lettori vorranno procurarsi la fortuna di leggere tale racconto, dove i xxxix capi in cui si divide , son tante perle, e l'ultimo specialmente che tratta della morte di Margherita riesce a piegare i cuori più duri alla virtù, ce ne sapranno grado.
(Dalle Letture Domenicali di Palermo).
(1) MARGHERITA Bosco. - Racconto edificante ed ameno pel sac. G. B. Lemoyne. - Torino, Tip. e Libreria Salesiana. - Prezzo cent. 80.