PERIODICO MENSILE PER I COOPERATORI DELLE OPERE E MISSIONI DI DON BOSCO
Anno L. TORINO - DICEMBRE 1926 Numero XII.
REDAZIONE ' E AMMINISTRAZIONE : VIA COTTOLENGO, N. 32 - TORINO (109)
SOMMARIO: Le feste e gli auguri. - Nuovo drappello. - Operai evangelici. - Echi dell'Esposizione Missionaria Salesiana. - Per il trionfo di Cristo Re. - Cina: La cerimonia della distruzione degli idoli. - Rio Negro (Brasile): Un Natale in missione. - Don Bosco e la pecorella smarrita. - In memoriam: S. A. R. e I. la Principessa Laetitia di Savoia-Napoleone. - Le meraviglie di Maria Ausiliatrice. - Azione Salesiana. - Notizie brevi. - Le nostre pubblicazioni periodiche. - Il Centenario della Canonizzazione di S. Luigi Gonzaga e di S. Stanislao Kostka. - Per la Vita del Cardinal Cagliero. - Cooperatori defunti. - Indice generale per l'anno 1926.
Dicembre è il mese dell'Immacolata e delle dolci Feste Natalizie.
L'8 dicembre 1841 è una data memoranda per la Famiglia Salesiana.
In quel mattino, la Madonna conduceva a Don Bosco una povera pecorella sperduta, la pecorella che doveva iniziare il gregge e l'ovile.
Chi non conosce il commovente incontro di Don Bosco col giovinetto Garelli ?
Il Ven. Servo di Dio, riconoscente alla Vergine, ha celebrato sempre con il massimo splendore la bella festa della Sua Immacolata Concezione.
Dopo l'Immacolata, il Natale, il dolce Natale, la Festa di Gesù Bambino e degli auguri.
Don Bosco approfittava del Natale per ripetere, insieme a' suoi giovani, l'inno della riconoscenza agli amici e ai benefattori, che, durante l'anno, l'avevano seguito, accompagnato e sostenuto nel suo arduo cammino.
Dall'Oratorio partivano i ringraziamenti e gli auguri natalizi di D. Bosco e dei suoi piccoli ricoverati, ringraziamenti e auguri sentiti, sinceri, infiorati di preghiere, di sante promesse e di celesti benedizioni.
Così fecero sempre i suoi degni Successori, Don Rua e Don Albera di santa memoria.
Così continua a fare il veneratissimo Rettor Maggiore Don Filippo Rinaldi (che il Signore conservi ancora per molti e molti anni al nostro affetto!) inviando a tutte le famiglie benefattrici dell'Opera di Don Bosco gli auguri più belli di Natale e Capo d'Anno, invocando su ciascuna le grazie e i favori del Cielo.
Gli auguri di Don Rinaldi sono gli auguri di Don Bosco.
Come Don Bosco Egli li invia di gran cuore; come Don Bosco li invia per mezzo di Gesù Bambino, nell'ora solenne, in cui risuonerà pei cieli fioriti di stelle e popolati di angeli, l'inno giocondo della pace.
Il buon Padre vi augura la pace, o amici e cooperatori: la pace a voi e alle vostre famiglie.
Natale è il, giorno della pace. Venga, l'amabile Angeletta, apportatrice del divino sorriso e dell'incantevole tenerezza del Bambino Gesù. Venga e stenda le sue ali sul mondo che la sospira: sul mondo irrequieto e scontento sparga i fiori fragranti della soave fratellanza.
Natale! E giorno, è notte di pace. Brillano i cieli, tripudiano gli angeli can tando l'inno divino della pace. La letizia erompe dal cielo, si sprigiona dalla terra, mentre sulla terra scende il re del cielo.
Gesù scende e si posa in una rozza e fredda mangiatoia. La povera cunella, riscaldata e illuminata dalla dolcezza e dalla tenerezza di Maria, diventa la cuna dell'immensa famiglia umana: la Vergine Madre si fa sorella di tutte le madri; il Bambino, il Figlio di Dio, il Bambino di tutti. Tutti chiama, tutti vuole al suo cuore. Per tutti è venuto...
II mondo ha così il suo Presepio.
Come sarebbe buona e gioconda la vita quaggiù, se il centro del mondo fosse la cuna di Gesù!
Ma, ahimè, molti non la conoscono, la rigettano la rozza cunella di Betlem! Non vogliono, molti uomini, la candida umiltà del Presepio. Cercano la pace e amano la guerra.
Travolti dall'irresistibile ventata di fraternità e di amore che trionfante passa ogni anno, al Natale di Gesù, sugli uomini e sulle cose, s'indugiano, gli sperduti, un istante a guardare la Stella... Ma poi, riprendono il cammino, respingendosi nel buio.
Non tutti così. Molti sono gli uomini di buona volontà, che vogliono e cercano la pace, facendosi ambasciatori di pace.
Pax et bonum! E il grido sublime del Poverello d'Assisi, che ha fatto tremare tanti cuori.
Pax et bonum! E il saluto, l'augurio dei santi. È il saluto e l'augurio natalizio di Don Bosco, che tutta la sua vita ha spesa a ridare la gioia e la pace.
L'augurio, così bello e così caro, Don Bosco, messaggero di pace, lo ripete oggi, per bocca del suo Successore, a tutti i figliuoli della sua grande famiglia: «trionfi in ogni cuore Gesù, re della pace!».
Giorno di festa.
Domenica, 10ttobre, come già abbiamo annunziato, un nuovo drappello di Missionari Salesiani e di Suore di Maria Ausiliatrice si sono raccolti ai piedi della Madonna, nel Santuario di Valdocco, per la funzione d'addio. Erano più d'un centinaio, destinati nei vari centri di missione, da raggiungere il più presto, per rinforzare le file dei fratelli che già lavorano sul campo dalla Provvidenza assegnato ai Figli di Don Bosco.
La solenne e commovente cerimonia ha richiamato, come ogni anno, un'imponente folla di fedeli fatta in gran parte di Cooperatori, di Cooperatrici, di amici, di ammiratori e di benefattori dell'Opera Salesiana, desiderosi di dare, col saluto e l'augurio, il sincero attestato di stima e venerazione ai Missionari Salesiani pronti a mettersi in cammino.
Il 10 ottobre fu per l'Oratorio di Valdocco una giornata di festa e di schietta esultanza. Festa? E come si può far festa, mentre i figli lasciano la Casa Paterna e abbandonano la famiglia per andare al di là dei mari, in paesi sconosciuti, donde forse non ritorneranno mai più ? E possibile far festa nell'ora triste della separazione?
Chiedetelo a ogni cuore che arde di carità per i fratelli, che da lontano alzano supplichevoli la voce e stendono le braccia, poveri schiavi, chiedendo soccorso: chiedetelo a quelli che partono, col cuore ripieno di questa dolce carità, chiedetelo a quelli che restano, fidenti nell'opera e nei frutti di questa santa carità che cerca e vuole le anime, se è possibile far festa nell'ora del supremo distacco.
I cuori non possono piangere, alla partenza del missionario; e se gli occhi danno lagrime, saranno lagrime di allegrezza. Perchè partono ? dove vanno i banditori della Buona Novella ?
Non le ricchezze, non le avventure, non il desiderio dei beni miserabili della terra spingono sulla nuova via i Figli di D. Bosco, ma bensì l'ardore degli apostoli, la fede degli apostoli, la carità degli apostoli, che partono in nome di Dio, e vanno sul campo voluto da Dio, per l'estensione del regno di Dio.
E così ha pianto di gioia il Ven. Don Bosco, abbracciando a uno a uno i figliuoli del suo primo animoso drappello; così hanno versato lagrime di consolazione i suoi Successori, che tanto sviluppo hanno dato alle missioni, D. Rua e D. Albera, nel giorno benedetto della partenza dei loro missionari; così ha gioito nella commozione il veneratissimo Superiore Generale Don Rinaldi, che delle Missioni è anima e vita, stringendo nell'abbraccio paterno i suoi prediletti figli partenti.
Ogni anno, da cinquant'anni, l'Oratorio di Valdocco, la Casa Madre della Congregazione, rimasta la fortunata stazione di partenza di missionari per ogni punto del globo, ha tripudiato con canti e musiche e solenni manifestazioni di affetto intorno ai Figli della grande Famiglia Salesiana nell'ora commossa dell'addio.
Perchè rattristarsi, se chi parte è felice nella visione confortatrice del campo da seminare, della messe da raccogliere per il Padre che sta nei cieli?
Pecorelle sperdute aspettano il pastore; affamatii languenti chiedono chi spezzi loro il pane di vita. Avanti!
Forse il campo che attende è arido, deserto... Che importa? Oggi il primo solco, qualche spiga isolata... Domani i manipoli, i covoni saranno la letizia del buon lavoratore e della sua famiglia.
Avanti
«Vieni e seguimi» ha detto un giorno Gesù a Pietro: « lascia la barca, lascia le reti ». Pietro ubbidì. Con Pietro, Filippo, Andrea... Ai dodici, venuta l'ora, Gesù ha detto: « Andate, vi ho scelti, ho scelto voi, perchè andiate e portiate frutti, e i vostri frutti rimangano! ».
Gli Apostoli si dispersero, ma la loro fu una feconda e rinnovatrice dispersione.
Così ha fatto e fa Don Bosco: chiama: « venite! » e poi, nel nome di Dio, pel trionfo del suo Regno, manda: « andate! ».
Avanti!
Il seme cade, sotto gli occhi del divino Padrone del campo e della messe. Germoglierà. E questa la speranza, che anima quelli che vanno, che conforta quelli che restano, sempre disposti a cooperare con tutte le forze e i mezzi in ispirito di fraterna carità con quelli che sul campo combattono e vincono pel trionfo di Gesù Cristo Re.
La voce dell'apostolo.
Questa speranza brillava, la sera del 10 ottobre, negli occhi dei cari missionari pronti al distacco; illuminava il volto calmo e sereno e la gioia commossa delle generose Figlie di Maria Ausiliatrice, destinate a portare il sorriso della fede e della carità alle pecorelle lontane. Questa speranza risuonò viva e sicura nella parola ardente, animatrice e confortatrice dell'ardimentoso Missionario dei Kivari Don Carlo Crespi.
Cantati i vespri, Don Crespi salì sul pergamo, e, con accenti di profonda commozione, così incominciò.
Era l'11 novembre dell'anno 1925, giorno sacro in tutto il mondo salesiano, per la celebrazione del cinquantenario memorando, e noi, missionari dell'Equatore, lo volemmo festeggiare, non con bandiere, non con canti, non con tripudi solenni, ma coll'introdurre nelle Missioni quelle ancelle di carità, che sono le Suore di Maria Ausiliatrice.
Iniziammo perciò una di quelle faticose escursioni che valgono centinaia di giorni di digiuni e di penitenza, e migliaia di colpi di disciplina.
Partiti di buon mattino, e varcata l'alta Cordigliera flagellata dai venti, verso sera arrivammo al primo tanko, un gran caseggiato di legno in piena foresta e dedicato al grande apostolo Monsignor Costamagna.
Stanchi, colle membra rotte, intirizziti dal freddo, sdraiati per terra come soldati al campo, ci unimmo in spirito ai grandiosi festeggiamenti di Torino e ci pareva, o Vergine Santa, di vedere la tua Sacra Effige tra lo splendore di centinaia di luci, ci sembrava di udire come trasmesse da spiriti invisibili un coro sublime di angeli osannanti alla tua gloria, ed un grande vegliardo, il più grande dei missionari salesiani, il Cardinale Cagliero, imporre ad una eletta schiera di apostoli il Crocifisso della Redenzione e ripetere colla maestà di Gesù, agli Apostoli: euntes docete omnes gentes, baptizantes eos in nomine Patris, et Filii et Spiritus Sancti.
Momenti solenni di pace e d'amore, di gioia interna sublime, di dolce nostalgia, sacra partecipazione di un'infinita serie di trionfi, che Dio ha decretato per l'esaltazione dei suoi servi fedeli.
E chi di noi avrebbe mai potuto immaginare che a distanza di pochi mesi i nostri cari superiori avrebbero organizzata una documentazione così bella di opera missionaria, e che, dopo il supremo sforzo dell'anno scorso, aprissero già un secondo cinquantenario con l'invio di ben altri 7o generosi apostoli, pronti ad accorrere in aiuto delle migliaia, che già combattono le sante battaglie del Signore?
A questo punto l'oratore rievoca la memoria del compianto Card. Cagliero, scomparso, ma vivo ancora nella fecondità dell'Istituto che da lui prende il nome e che, con le sue vigorose opere sussidiarie sparse in tutte le parti d'Italia ed anche fuori, ha potuto già inviare all'estero, in tre anni, ben 150 missionari e circa 8oo ne sta formando:
8oo, che, come colombi ambasciatori della Buona Novella, ansiosi aspettano lo squillo di tromba per volare a quel nido, che è diventato il centro delle loro nobili aspirazioni.
Parla del rapido sviluppo delle Missioni Salesiane e di due nuovi campi d'apostolato accettati, proprio in questi giorni, nella valle dell'Orenoco e a Puerto Vello (Brasile), e delle vive suppliche provenienti dall'India e dal Siam per l'inizio dell'Opera di D. Bosco.
E continua:
Permettete che io approfitti di questa grazia speciale che mi ha fatto il Signore, per parlare della missione alla quale sento un vivo affetto di predilezione, la missione dei Kivari nell'Equatore.
Il calice della salvezza.
Don Bosco una sera del 1887, già vecchio cadente, volle discendere nel Santuario dell'Ausiliatrice per l'ultimo abbraccio fraterno ai Missionari che si recavano nell'Equatore, e nell'ultima lettera ai benefattori, nel gennaio del 1888, annunziava la nuova fondazione, ed aggiungeva che i missionari avrebbero estesa la loro azione a migliaia di selvaggi sparsi nella grande foresta amazzonica.
Infatti, nel 189o i primi missionari fondavano la prima Casa sotto i migliori auspici; ma subito dopo sopraggiungeva il vaiuolo, che faceva strage tra i selvaggi, nel mentre si spargeva la voce che l'avevano portato i figli di Don Bosco. E una sera di dicembre, mentre tutti stavano in Chiesa cantando il Magnificat - era la novena di Natale - s'ode una voce lugubre e lamentevole: - Al fuoco! al fuoco!
Tre selvaggi della Kivaria di Ramon approfittando dell'oscurità della notte, mentre nella chiesa si svolgevano i Sacri Riti, incendiarono la gran casa di legno dei missionari. In un baleno il fuoco prese proporzioni gigantesche. Il vento lanciava le fiamme contro la Chiesa, minacciando di tutto distruggere. Nell'ora tragica il Missionario Padre Francisco piglia con fede ardente l'Ostensorio e le Sacre Specie e si volge verso le fiamme. Iddio benedetto ebbe compassione e la sua casa fu risparmiata; ma intanto ormai le fiamme avevano distrutto ogni cosa. Potete immaginarvi il momento terribile di tristezza, di povertà e di ansia pel futuro.
Narrato questo drammatico episodio, l'oratore passa a descrivere una tragica scena svoltasi fra gli stregoni di Arapicos e conclude rievocando con grande commozione la sua prima partenza per le Missioni.
L'inno della riconoscenza.
Ricordo la mia partenza da Genova il 22 marzo dell'anno 1923. Dopo tante lotte e tanti dolori per trionfare della mia vocazione, mi sembrava ancora impossibile di poter realizzare l'ideale che segretamente nutrivo nel cuore da anni. Quando, tolti i ponti che ancora ci tenevano avvinti alla terra natia, il bastimento incominciò a muoversi, l'anima mia fu pervasa da una gioia così travolgente, così sovrumana, tosi ineffabile, che tale non l'avevo mai provata in nessun istante della mia vita, neppure nel giorno della mia prima Comunione, neppure nel giorno della mia prima Messa.
In quell'istante cominciai a comprendere che cosa era il missionario e che cosa a lui riserbava Iddio. Molti intorno a me piangevano dirottamente. I fazzoletti sventolavano, salutando. Su centinaia di volti si leggeva il profondo dolore della separazione. Nessuno, credo, aveva in quell'istante, come me, il cuore così traboccante di gioia. Eppure io aveva lasciata una madre e dei fratelli carissimi; lasciavo la culla della Congregazione, lasciavo dei superiori tanto cari, sapevo di non andare ad una festa, ma nell'ignoto, in una regione ove tanto avrei sofferto; eppure ricordo che, non potendo più resistere alla gioia, e trattenere un inno di riconoscenza al Signore, sgorgante da tutte le fibre del mio essere, scesi nella deserta sala dei concerti, mi sedetti al piano, ed intonai un grandioso pezzo lirico che tutta interpretasse la infinita gioia del mio cuore. Pazzia ? Sì, santa pazzia, incomprensibile per coloro che mai hanno sentito il sorriso di Dio; non però per i missionari, che hanno ascoltato le mistiche parole di Gesù e che per un ideale divino hanno saputo abbandonare tutti gli ideali mondani.
Tra pochi istanti una nuova schiera di missionari da questo Tempio, come già dal Cenacolo Santo, si disperderà per tutte le parti della terra. O tutti voi, che qui mi ascoltate, pregate fervidamente, affinchè Iddio ci conservi la santa vocazione e ci renda degni della nostra santa missione; affinchè nessuna perisca delle anime, che nei suoi eterni decreti Iddio ha voluto che si salvassero per mezzo nostro, affinchè ci faccia baldi campioni della fede, fino alla morte, fino al martirio.
L'arma della salvezza.
Terminata la conferenza, che fu seguita con profonda commozione dall'uditorio, l'Arcivescovo di Torino, Mons. Gamba, impartì la Benedizione col SS. Sacramento. Quindi, recitate le preghiere dei pellegrinanti, procedette all'imposizione del Crocifisso a tutti i missionari partenti e loro rivolse una fervida allocuzione:
Eroi della fede di Cristo, partite e portate fino agli ultimi confini della terra il Vangelo e lo spirito di Don Bosco, imitandone le virtù eroiche e l'ardente zelo apostolico. Noi vi accompagneremo col pensiero, col nostro affetto, colle nostre preghiere, affinchè possiate superare colla grazia di Dio tutte le difficoltà che si opporranno allo svolgimento dell'opera vostra: faccia Iddio che possiate salvare tante anime redente dal Sangue di Cristo, il cui ricordo portate nel Crocifisso che vi ho imposto.
Dopo il paterno e dolce saluto del Pastore, il Rev.mo Don Rinaldi e tutti gli altri Superiori del Capitolo Salesiano procedettero al commoventissimo abbraccio dei partenti, dando a ciascuno un particolare ricordo.
Il Signore accompagni i generosi figli di Don Bosco, benedica le loro fatiche, conceda loro, per la sua gloria, di poter raccogliere abbondantissima messe.
Operai evangelici.
Dopo la chiusura dell'Esposizione Missionaria Salesiana una nuova schiera di Figli di Don Bosco è partita, sospinta da un grande desiderio di salvare delle anime.
La Mostra di Torino assume così il significato di una breve e necessaria sosta, che rinfranca e sprona sul nuovo cammino.
È bene, infatti, volgersi di tanto in tanto a riguardare il lavoro compiuto, non per trarne motivo di orgoglio, ma per rendere grazie a Dio, che sostenne i cuori nelle opere ardue e quotidiane, li fece assidui e sicuri, pronti e fedeli davanti ai pericoli e alla morte.
L'Esposizione di Torino ha offerto, a coloro che seguono l'opera missionaria in genere e salesiana in specie, documenti vivi e inconfutabili d'una grande ed efficace attività.
In ogni parte del mondo l'anima cattolica giunge, e, agitando la Croce, nel nome di Gesù Cristo, vince.
I continenti più tenebrosi vedono sorgere nel loro cielo la luce del cristianesimo e la salutano come un'alba che non avrà tramonto.
I martiri bagnano delle loro lagrime e del loro sangue le infide contrade, ma il cuore sacerdotale non ha sgomenti. La virtù del sacrificio è un'ala della fede, la mano che .protegge la fiamma.
I Missionari vanno lontani, incontro all'ignoto, ma l'addio alla patria così cara, porta dietro le lagrime, una sua profonda letizia; purchè i Missionari siano certi che qui rimangono dei fratelli, che per essi trepidano, per essi pregano, e li seguono col pensiero acceso d'affettuose ansie, e li sostengono con la carità del loro cuore.
Allora la Patria diventa un solo grande amore in Cristo, un amore così alto, che, spezzata la cerchia di ogni confine, investe le terre più lontane; e i mari, anzichè separare i popoli, come libere strade li congiungono, e il cielo nel suo arco in un solo abbraccio li accoglie.
Così vanno i Figli di Don Bosco, armati della Croce come d'un giovane albero da cui pende il Gran Frutto, e del Rosario della Vergine come d'un pugno di grani da seminare.
Lontani, nella solitudine di sè stessi, i cuori avranno forse momenti d'abbandono, e le ferite di tutti gli addii si riapriranno e sanguineranno. Ma Gesù dalla Croce mostrerà la fiamma delle sue ferite e dirà loro: venite e toccate, se non credete: Io ho sofferto per tutti!
O Croce, albero di gioia e di salute, nella tua ombra, che è luce, anche il pianto disseta e il dolore è letizia!
Fratelli che partite, in voi è la fiamma dell'apostolo, e portate in fondo al cuore la verità della legge, come il pane in fondo alla sacca, e andate per cento strade a spartirlo con chi ha fame.
Così ogni cuore, da voi consolato, si toglie in libertà dalle bassure e contempla una cima, su cui, tra una festa di candide ali, siede in trionfo il Dio vero.
ARCIVESCOVADO DI TORINO Torino, li 8 Ottobre 1926.
Rev.mo Sig. D. Filippo Rinaldi
Rettor Maggiore dei Salesiani - Torino.
Gli eccellentissimi Vescovi del Piemonte raccolti presso il Santuario della Consolata, per le annuali loro Conferenze, il 5 corrente, prima di separarsi, ebbero un pensiero di viva compiacenza e sincera ammirazione per il meraviglioso sviluppo delle Missioni Salesiane e soprattutto per il gran bene da esse compiuto, nell'uno e nell'altro Emisfero, durante questo primo cinquantennio della loro fondazione, come eloquentemente ha dimostrato la Mostra Missionaria, l'anno scorso presso il Vaticano e quest'anno in Torino stessa.
L'Episcopato perciò, memore e grato verso la veneranda e benemerita Congregazione Salesiana per il bene che essa fa anche nelle rispettive Diocesi piemontesi, specialmente colla cura della gioventù nei Collegi e negli Oratorii maschili, affidava al sottoscritto il gradito incarico di esprimere alla S. V. Rev.ma, che ne è il Superiore Maggiore, le sue più sincere felicitazioni per la fausta ricorrenza del cinquantenario, e unanime faceva voto che Iddio spanda le sue migliori benedizioni de rore coeli et de pinguedine terrae sopra questa opera provvidenziale delle Missioni, che sta tanto a cuore al Sommo Pontefice ed è diretta a far conoscere e regnare Gesù Cristo, che è Via, Verità e Vita, in mezzo ai milioni di infedeli, che sono tuttora avvolti fra le tenebre dell'errore e sepolti nelle ombre di morte spirituale.
Si degni la S. V. Rev.ma gradire questi sentimenti e voti dei Venerandi Pastori Subalpini unitamente agli ossequii miei particolarissimi, coi quali ho l'onore di professarmi
Di V. S. Rev.ma
Dev.mo Aff.mo in C. G.
GIUSEPPE GAMBA, Arcivescovo.
Per il trionfo di Gesù Cristo Re.
La nuova festa, istituita dal regnante Pontefice, Papa Pio XI, a divino suggello dell'Anno Santo, e celebrata nell'ultima domenica di ottobre con rinnovato fervore da tutto il mondo cattolico, ha segnato una data radiosa, un vero trionfo per la gloria di Gesù Cristo nostro Signore e nostro Re.
La nuova e bella festa ha portato un risveglio universale di anime e di cuori, che hanno cantato con entusiasmo e riconoscenza, la potenza e l'amore di Colui che ci ha redenti e che sopra di noi regna e impera.
Questo benevolo movimento di popoli verso Gesù Cristo e la sua Chiesa è speranza di tempi migliori.
La maggior parte degli uomini avevano allontanato Gesù Cristo e la sua santa legge dalla pratica della loro vita, dalla famiglia, dalla cosa pubblica (1).
Ne seguì l'inevitabile smarrimento dell'umanità e un disastroso turbamento.
E forse possibile andare, nel buio, per la diritta via, senza la fiaccola che ne rischiari il cammino ?
Chi segue me non cammina nelle tenebre ha detto Gesù, l'eterna guida, l'eterna fiaccola del mondo.
Eppure Gesù fu, da molti e in ogni tempo, rigettato, respinto.
Il suddito ha forse il diritto di rigettare il suo re ?
Gesù Cristo è nostro Re.
L'ha proclamata Egli stesso davanti a Pilato, la sua divina regalità.
- Adunque tu sei re ? - chiese il giudice iniquo.
- Sì, tu lo dici, io sono re! - rispose tranquillamente Gesù.
I Profeti, gli Apostoli, il Cristianesimo hanno inneggiato allo splendore e alla sovrana maestà del Re dell'universo.
Dall'oriente all'occidente risplende lo scettro di Gesù Redentore su tutte le genti.
Gesù Cristo è re delle anime; l'ha detto: Il mio regno non è di questo mondo... Io sono re delle anime...
Gesù ha il diritto di regnare sulle menti, perchè è la Verità; sui cuori, «per quella carità che sorpassa ogni comprensione umana e per le attrattive della sua mansuetudine e benignità »; sulla volontà, perchè suprema Autorità.
Gesù è re mansueto; noi siamo suoi sudditi, ma suoi amici.
Eravamo schiavi: ha spezzato le nostre catene, ci ha sollevati e ci ha detto, stringendoci al suo cuore divino: « non servi, ma amici ». Amici, fratelli, eredi del suo regno: sempre con Lui, inseparabili da Lui: Gesù la vite, noi i tralci; Gesù il corpo, noi le membra...
Da Lui incominciò la grande, l'universale famiglia cristiana. I buoni hanno accettato il dolce e nuovo vincolo della divina fratellanza con Gesù; i cattivi no. Molti uomini orgogliosi e malvagi hanno chiuso gli occhi alla Luce e hanno levato il grido della ribellione: « non vogliamo che regni su di noi! ».
Era ancora in cuna, il Bambinello, avvolto in miseri pannolini, in una scura e fredda grotta, e la voce di minaccia risuonava al di fuori per soffocare i suoi primi vagiti:
- E nato il Re dei Giudei?... Dov'è questo re ?... Io l'ucciderò! -
E il crudele Erode ordinò un massacro di piccoli innocenti.
Pilato, trent'anni dopo, da una tribuna, mercanteggiava sogghignando maliziosamente la divina Regalità di Gesù:
- Che fare di Gesù, re ? - Sia crocifisso! -
E l'insensato lo gettava in pasto alla folla cieca e briaca.
Gesù divenne il re da burla, lo zimbello. Fu beffeggiato, fu schiaffeggiato. Poi fu appeso!
Ferito nelle mani, lacerato nei piedi, con la fronte grondante di sangue vermiglio, il Re mansueto rispondeva agli schernitori con palpiti di compassione e di amore.
- Ave, rex Iudeorum! -- urlava la plebaglia schiamazzante.
- Padre, perdonali!... - gemeva Gesù morente.
Sul calvario, come nella Grotta, Gesù, re mansueto è venuto a portare il perdono, l'amore.
Non volle trono e reggia, sulla terra, perchè il suo regno non era un regno terreno: una stalla, una mangiatoia; poi, il Calvario e il tronco di croce: ecco la sua reggia e il suo trono.
Non volle regnare, quando gli uomini cercavano di rapirlo e farlo re; non era suonata l'ora. Gesù era venuto a redimere le anime, per regnare sulle anime. Compiutasi la tragedia del Calvario, consumato il Sacrificio, Gesù incominciò a regnare.
E allora Satana, l'eterno nemico, delle anime, gli suscitò contro la guerra: guerra atroce, nefanda.
Dopo la furia giudaica, la ferocia tirannica che fece scorrere fiumi di sangue, dando a Gesù milioni di martiri.
Persecuzioni e stragi, scismi ed eresie, attacchi aperti, opposizione accanita, calunnie, contumelie, tutto fu messo in opera dagli empi nella lotta secolare contro Gesù Cristo Redentore e Signore.
Al grido pauroso dei nemici di Gesù non vogliamo che regni su di noi ! un altro grido s'è elevato potente, il grido di battaglia dei fedeli discepoli, « Cristo vince, Cristo regna, Cristo impera! ».
Da una parte gli eroi della Croce, da l'altra i segnati dall'unghia di Satana.
Gesù combatte non col ferro, non col fuoco; non per distruggere, ma per edificare.
Il vessillo che sventolano i suoi irresistibili battaglioni, passa trionfante segnacolo di pace e celeste vittoria.
I soldati di Gesù vestono la divisa del Re Pacifico, la divisa di Paolo di Tarso, l'Apostolo delle genti: « cintura di verità, corazza di giustizia, elmo di salute, scudo della fede, spada dello spirito». E la loro arma formidabile è la Croce.
La santa milizia, i crociati della fede avanzano guadagnando terreno, riparando rovine, estendendo il regno di Gesù, Signore e Redentore del mondo fino agli ultimi confini della terra. Nuovi condottieri preparano e lanciano sul campo sempre nuovi battaglioni nei nome di Gesù Cristo e del suo fedele Vicario.
I Santi, ecco i condottieri.
I sacerdoti, ecco i legittimi comandanti.
Don Bosco, con i suoi Cooperatori, ecco una eletta schiera che da cinquant'anni combatte al trionfo della Chiesa e di Gesù Cristo Re.
Quale è il compito dei Cooperatori Salesiani? Quale il loro programma?
« ...I Cooperatori Salesiani (1), plasmati da Don Bosco idonei ai bisogni attuali, tutto (debbono) tentare, per ricondurre Gesù e le sue dottrine nell'individuo, nella famiglia, nella società, nella vita privata e pubblica, nelle scienze, nelle arti, insomma (debbono) impiegare ogni loro forza materiale e morale per instaurare tutto in Gesù Cristo, programma inalberato da Don Bosco fin dalla metà del secolo scorso e sancito come unico dal sommo Pontefice Pio X nella sua prima Enciclica ».
I Cooperatori di Don Bosco formano come il Terz'Ordine della Società Salesiana. Il loro scopo è « la perfezione loro individuale con una vita veramente cristiana e il loro contributo alla salvezza degli altri specialmente della gioventù ».
Il Cooperatore Salesiano è un buon soldato che lavora, sotto la bandiera di D. Bosco, per l'avvento del regno di Dio, per la salvezza delle, anime, per la vittoria della Croce.
La nuova festa perciò è per i Cooperatori Salesiani un motivo d'intima gioia e un potente stimolo a raddoppiare di zelo per cooperare con Don Bosco al trionfo di Gesù Cristo Re.
(1) Enciclica di Pio IX Quas primas.
(1) Manuale dei Cooperatori Salesiani, pag. 17.
Con questo numero del "Bollettino" spediamo anche il CALENDARIO SALESIANO. Saremo riconoscenti a quanti ci verranno in aiuto per pagarne le spese.
La cerimonia della distruzione degli idoli.
(Relazione del Sac. Carlo Braga, Missionario Salesiano in Cina).
Ho accennato nelle mie puntate sull'orfanotrofio di Ho-Si, ad una distruzione degli idoli felicemente compiutasi alla festa di Maria Ausiliatrice, ma di volo, mentre merita un cenno speciale.
La distruzione degli idoli.
Fra le innumerevoli difficoltà alla conversione del popolo cinese c'è anche questa. Essendo generalmente gente povera e corta di mezzi, quando necessitano di costruirsi un cascinale capace di alloggiare una decina di famiglie dello stesso ramo, tutti quelli del medesimo cognome offrono denaro; materiale e mano d'opera, col patto che l'altare delle superstizioni sia di uso comune; nessuno, senza il mutuo consenso, può modificarne lo scopo. Generalmente ogni anno, per la commemorazione dei loro morti, si radunano in lieto simposio ed offrono pollami e porchetti arrostiti e vino all'altare degli avi, prima di affondare i denti e consolare i vivi.
Nel caso nostro mancava il consenso di quattro famiglie i cui bisnonni, novant'anni addietro, avevano aiutato alla costruzione di uno dei più vasti cascinali. Sapevo inoltre che diversi dei loro padri, erano stati, anni addietro, facile preda dei missionari protestanti, che li avevano battezzati e legati in una specie di società di mutuo soccorso, che fruttava loro il tenue interesse di una lira. Poca cosa in sè, ma pel cinese, che calcola sulla sapeca e cura il grano di riso, rappresentava un'altra non trascurabile difficoltà.
Alla festa di Maria Ausiliatrice che noi, per comodità dei cristiani e dei confratelli, avevamo trasferita alla domenica 28 maggio, mancavano ancora quattro giorni, il tempo sufficiente a maturare gli avvenimenti, a fissare i propositi. Non bisognava riposare sulle posizioni conquistate. Pregai subito gli ambasciatori della buona novella di recarsi al lontano villaggio dai loro remoti parenti e fare presso di loro opera di convinzione; li pregai pure di condurmi, il giorno dopo, i loro nonni, di passare casa per casa, famiglia per famiglia, ed ottenere consensi, per compiere la nostra santa impresa con più letizia e con effetti più duraturi.
Due giorni dopo ecco giungere in collegio il piccolo senato di Ho-Si: otto vecchietti arzilli e sorridenti, appoggiati, più per posa che per necessità, ad una canna di bambù, che serve da bastone, da pipa e da scacciacani.
Come distintivo portavano annodato ad un occhiello della giubba, invece del garofano e della rosa, com'è costume nostro, uno straccio incolore che voleva essere il moccichino.
Erano tutte mie vecchie conoscenze; tutti, chi più chi meno, avevano avuta necessità del mio minuscolo ambulatorio farmaceutico; chi per ribelli piaghe ai piedi, chi per l'asma; chi per il batticuore, chi pel rossore maligno agli occhi, chi per tumori.
E si capisce che accudendo alle loro corporali infermità, cercavo anche di medicare e di guarire l'infermità e le debolezze dell'anime loro col somministrare, tra una facezia ed un complimento, un po' di alimento spirituale.
Li accolsi dunque con tutta l'espansione del cuore e della voce e del cerimoniale cinese, chiamandoli tutti Pak-fu (pro-zii) e dando loro i segni della più alta stima e deferenza.
Complimenti e cortesie e cordialità da ambo le parti.
Quando, gradino per gradino, ben afferrati alla ringhiera, sorretti e sostenuti dalle mie braccia, da quelle degli allievi più robusti, ascesero al primo piano e si furono accomodati, durai fatica a mettere loro in mano l'immancabile tazza di tè. Appena l'offrivo, la respingevano con ambe le mani, come l'etichetta prescrive, e mi ripetevano più volte: - Bèvilo tu, bèvilo tu!... - e si sprofondavano, in inchini e salamelecchi sgargianti.
Io godevo nel trovarmi a contatto con gli elementi genuini della vecchia Cina e vidi il colore tradizionale delle loro abitudini patriarcali. Complimenti per le venerande ca nizie, per la loro barba giallognola e rada; poi si venne al sodo, ma non subito. Solo dopo diversi e svariati discorsi, tutti di cose liete, non ostante che essi, tratto tratto, si lamentassero dei tempi nuovi, delle nuove usanze, dei nuovi metodi di governo e soprattutto dei giovani, che non sanno più obbedire, tutti furono consenzienti, non senza aver prima esposte le loro difficoltà ed i loro timori ed i loro pregiudizi.
Distruggendo gli idoli avremo tutti mal di pancia, avremo la peste negli animali, fuoco nelle case, ci creperanno tutti i bufali.
Ed io ad assicurarli che non avrebbero sofferto nulla, che pel mal di pancia avevo rimedi già esperimentati efficacissimi: - E poi, soggiunsi, se aveste pure da subire qualche vendetta del diavolo scornato, non le soffrireste volentieri per la salvezza dell'anima vostra ? per meritarvi il paradiso?
A questo punto il più vecchio, sordo come una campana fessa, mi si avvicina e volendo farmi una confidenza mi urla nelle orecchie:
- Padre, io sono convinto di tutto, ma ho una difficoltà: se mi faccio cristiano, quando morrò (e sarà tra breve) non ci sarà maognet (il gran concorso), nessuno verrà a fare le prostrazioni, le adorazioni. Il maognet è espressione quasi intraducibile: concorso di gente, sparo di mortaretti, orchestra, allegria, un baccanale, un carnevale, senza ballo però.
- Oh vecchio prozio, non preoccuparti di questa faccenda. Ah! che maognet quel giorno! che baccano! che chiasso! Invece di due pive gracchianti, di un paio di nàcchere e piatti, verremo noi con la banda, e suoneremo così forte da svegliarti, se possibile, dal tuo placido riposo. Ed il sacerdote ti aspergerà di acqua benedetta, ti profumerà con l'incenso, e invece di due candelette, cento ceri!
In quell'ora i musici stavano provando alcune marcette; mandai subito a chiamare Michele (allora aspirante salesiano) che venisse col suo basso e strillasse due boati nelle orecchie del mio nonnetto. Appena videro lo strumento dalla bocca larga e maestosa, mi chiesero se era una spingarda od una bombarda contro i pirati. Avute le più rassicuranti spiegazioni, dissi al giovinetto di urlare qualche nota. Ai primi latrati, il mio vecchietto spalancò occhi e bocca, rimase come estatico, come fuori di sè; e, palpando lo strumento, come se fosse un cagnaccio pericoloso da ammansire, mi batteva con l'altra le spalle: - Hao, hao, hao! - Ed io a martellare il ferro caldo: - Neppure l'ultimo mandarino ha avuto l'onore del maognet che avrai tu! Pensa che chiasso! Venticinque strumenti!...
Presi gli ultimi accordi e fattili lieti, ci accomiatammo soddisfatti.
La cosa camminava troppo liscia e mi pareva impossibile che il demonio non ci mettesse la coda ed una punta della sua rabbia. Le famiglie del lontano villaggio avevano dato l'assenso, e pareva che tutto veleggiasse placidamente in porto. Ed una sera, un cotale che sapeva di lettere, durante un banchetto funebre, avendo i commensali parlato della loro prossima entrata in religione, saltò su a dire: - Non è bene che distruggiamo le tavolette degli antenati; fatta la distruzione non c'è più ragione di radunarci annualmente e perderemo così il sollievo di un pranzo squisito. - E là, tra i fumi del vino bollente e le eccitanti bevande, le stolte parole trovarono eco in altri cuori e quasi si venne ad una scissione. Il capo dei cristiani,. saputa la cosa, si portò subito sul posto e, con buone ragioni, tirò tutti dalla sua e fece tacere l'azzeccagarbugli, che rinunciava al paradiso per uno zampetto di porco.
L'ottimo catechista, che conosceva bene i suoi polli, il mattino seguente si recò per tempissimo dal suo contradditore, lo ragionò di nuovo e per fargli vedere la sincerità dei suoi sentimenti, lo chiamò da quell'istante A Ko! (fratello maggiore).
Dopo averlo mezzo convinto, lo condusse da me perchè gli chiarissi le idee. Si mise in casco e toga; la toga aveva almeno quattro lustri ed il casco se non era antidiluviano, era antilucano; si comprò due soldi di sigarette, si lucidò con un poco di grasso di maiale i due baffetti, li tirò lunghi e rigidi ad arco sulla bocca e poi sul mento: e venne, si presentò, mi strinse la mano (segno dei tempi), fece atto di piena sudditanza, di completa sottomissione, ma non mi parve nè sincero, nè convinto, non ostante ch'io gli avessi rivolto parecchi Lao Sing Sahg (vecchio maestro), e carezzate le orecchie con diversi complimenti.
Pensai, congedandolo, alla tremenda minaccia: Deus superbis resistit... ed all'altra più consolante promessa: Intellectum dat parvulis... ai piccoli di cuore, ai semplici di animo.
Vinte e spianate altre difficoltà, si aprirono le cateratte del cielo e fu un diluviare di acqua per due giorni consecutivi. La pioggia minacciava di guastare e impedire la festa, chè, quando qui piove a rovesci, le strade sono tutte trasformate in torrenti, e non ci sono gli ingegneri per livellarle, riè tanto meno gli spazzini municipali per tenerle sgombre e pulite.
L'inaugurazione della banda "Valtellina".
Avevamo riserbato per quella cara solennità il battesimo di gloria della nostra Banda « Valtellina ».
I nostri piccoli suonatori avevano superato se stessi: il 7 marzo si era iniziata la scuola di banda ed il 17 aprile avevano già imparato due marcette. Un récord per questi paesi: l'amore verso Maria Ausiliatrice, l'entusiasmo della riuscita, li aveva talmente animati che per la sua festa ne avevano pronte altre due.
L'ho chiamata Banda « Valtellina » non per gretto campanilismo, ma per dovere di riconoscenza verso i valtellinesi che, con prontezza e generosità, segno della loro vivissima fede, mi avevano provveduti tutti gli strumenti.
Quando nel 1919 Monsignor Versiglia, il giorno dopo il mio arrivo a Macao, mi pregò di presentargli una lista di strumenti per piccola banda, mi parve tale una stranezza, che dubitai volesse scherzare. Non avevamo in missione case, scuole, collegi, nulla; io ero impreparatissimo per lingua e capacità. L'esperto missionario lesse negli occhi la meraviglia, la perplessità, e: - Animo, non si spaventi. Come Giosuè espugnò Gerico al clamore delle tube, così noi vinceremo molte battaglie e guadagneremo molte anime a suon di tromba. - Quello che allora mi parve un sogno è oggi consolante realtà. La prontezza con cui gl'intelligenti cinesini, alcuni dei quali di non ancor 11 anni e fino allora ignari completamente di musica, avevano appreso teoria e pratica, mi ha ancor oggi dello straordinario, tanto più che a tale fatica mi ero accinto in altri luoghi d'Italia e mai con così pronto e consolante risultato.
La prima volta che riuscii a cucire assieme una breve sonatina, il nostro Orfanotrofio divenne il ritrovo di tutto il villaggio di Ho Shi. Chi scappava di casa, chi dalla scuola, chi dalla barca, chi dalla officina, chi dagli orti, chi dal mercato; e la presenza di tanta gente, e i complimenti, le esclamazioni entusiastiche che sfuggivano loro ad ogni nota, invece d'impressionare e render timidi i suonatori, li entusiasmava solleticando il loro amor proprio che nel Cinese, piccolo e grande, è sensibile più del dovere.
Mentre liete armonie s'effondevano pei campi e richiamavano simpatie e plausi, la Madonna faceva risuonare ascose armonie nel cuore di sei orfanelli, che la vigilia della festa ricevettero il santo battesimo.
Non tutti i neofiti portano a quest'atto sublime preparazione e convinzione, raccoglimento e fervore, ma io non potrò mai dimenticare il contegno, la gioia, la fede, il trasporto, la compunzione di quei miei primi cari figli. Oh con quale composta e fidente devozione seguivano e gustavano le cerimonie così piene di significato! Oh con che dolcezza mescolarono le loro lacrime all'acqua salutare che li rendeva figli di Dio!... Nelle risposte al sacerdote c'era tutta la loro anima vibrante d'amore! « Gesù, aiutami a salvare l'anima mia, quella dei miei genitori e parenti. Gesù benedici e conforta il Papa, il nostro vescovo! Gesù benedici la Cina, convertila, convertila al tuo amore! Gesù proteggi la Società Salesiana! Maria Ausiliatrice, rendi ogni bene ai nostri benefattori, facci trovare tutti in paradiso con Don Bosco!... »
Queste e simili espressioni sgorgavano dal loro cuore non appena rigenerati alla grazia; e non sapevano staccarsi dall'altare. La fede, l'amore coloriva e trasfigurava i loro volti e dava nuova espressione ai loro occhi. Noi, con tutta l'ansia offrimmo a Maria quei primi fiori del nostro Orfanotrofio e non ci parvero indegni di sì cara Madre.
Compiuta la funzione e sfogata la piena degli affetti, le note squillanti della banda e lo sparo dei mortaretti accolsero in trionfo i nuovi cristiani; d'improvviso le densissime nubi si squarciarono e brillò fulgidissimo, per pochi minuti, il sole, come a coronare di splendore e di letizia la nostra festa.
Oh! se quel giorno avessi potuto, rivestendoli della veste candida dell'innocenza battesimale, ricoprire la loro povertà di un abito nuovo! La festa sarebbe stata più compitamente cristiana, più vivo sarebbe stato in loro il ricordo, più profonda, più duratura l'impressione! Ma in queste lontanissime regioni, dove le risorse locali sono, per ora, quasi nulle, e tutto ci viene d'oltre mare; dove la mancanza di tempo, perchè assillati, premuti sempre da un lavoro ogni dì più incalzante, sfiniti dalle fatiche quotidiane, non permette di scrivere e di suscitare e sollecitare elemosine... l'affrontare quella spesa non mi fu permesso dalle finanze. E non avendo nemmeno caramelle, nè cioccolato, nè dolci, nè leccornie, feci sedere quei cari bimbi a mensa con noi e si mangiò tutti dello stesso riso!
Ma fin da quella sera fecero la preparazione per andare alla distruzione degli idoli; lucidarono gli strumenti, prepararono le divise, ripassarono il canto, riprovarono le cerimonie, sgranchirono le gambe con un poco di ginnastica.
La notte piovve a più riprese, e sentii più volte i giovani, che s'alzavano per scrutare il tempo e per pregare. Sì, per pregare; e, se come ho già narrato, tutto andò a meraviglia, se gli animi si arresero, se si superò ogni ostacolo, se svanì ogni opposizione, io l'ascrivo alla grazia del Signore, chiesta a Maria Ausiliatrice e al nostro Venerabile Padre, dalle preghiere dei nostri orfanelli, specialmente dai sei che il dì innanzi, per la prima volta, si erano appressati alla Mensa Eucaristica.
Sac. CARLO BRAGA
Missionario Salesiano.
Il giorno 24 dicembre arrivarono alla nostra Missione di Taracuà 15o indi di diverse tribù.
Alcuni viaggiarono un'intera settimana, per passare il Natale con noi.
La nostra Casa pareva, e pare tuttora, l'accampamento degli Ebrei nel deserto.
Intorno alla mia capanna, in cui dormono gli indietti da noi raccolti e ricoverati, ardono tutta a notte più di trenta fuochi. Presso i fuochi sono sospese le amàche degli indi.
Nove dei nostri cari selvaggetti fecero la loro prima Comunione nella Messa di mezzanotte. Uno spettacolo commovente. Parevano angioletti.
E difficile descrivere la gioia di questi cari fanciulli della foresta, i primi che si accostavano a ricevere Gesù.
Nei primi due banchi si trovavano allineati i piccoli comunicandi, con i loro vestitini nuovi; subito dopo venivano i compagni; più indietro gli uomini in calzoni e camicia; infine la folla che stipava gli angoli della povera cappella.
Tutti osservavano con la più alta meraviglia.
Io mi sentivo profondamente commosso, nel vedere come alcune donne, fissando le belle statue del Sacro Cuore e di Maria Ausiliatrice, mandavano dei baci con le mani, e le mamme presentavano i figliuoli, alzandoli sulle braccia.
Don Marchesi fece loro una predichetta in tucano, spiegando il dolce mistero dell'Incarnazione di Gesù.
Gl'indietti cantarono per la prima volta la Messa degli Angeli.
Indicibile era la nostra commozione nel sentire risuonare nel silenzio della notte, in mezzo alla foresta, il canto angelico: « Gloria in excelsis Deo e infine il solenne salmo: « Laudate Dominum omnes gentes » di don Lorenzo Perosi.
La funzione riuscì benissimo. Gli indi esprimevano la loro sodisfazione e allegrezza ripetendo con entusiasmo: Anù Pai (bello, bello, Padre!).
Il giorno di Natale ne battezzammo una cinquantina, piccoli e adulti. Altri stanno preparandosi.
Don ANTONIO GIACONE Missionario, Salesiano.
Vi invito a seguirmi nella sagrestia della chiesa di S. Francesco d'Assisi in Torino. Molte care memorie vi si accumulano suscitando intorno un'aura di commossa riverenza.
Era l'8 dicembre 1841, il dì dell'Immacolata Concezione della Gran Madre di Dio.
Non vi ripeto l'episodio dell'incontro di Don Bosco con il povero giovinetto Bartolomeo Garelli.
Fu allora che dalla bocca del Venerabile cadde la parola che pesa come la prima pietra della grande Casa Salesiana; la parola che va con grandi, invisibili ali, illuminata di tutta la carità cristiana, per i pascoli più lontani, e passa tra pastori e gregge e li richiama e li guida verso il cuore di Lui.
- Egli è un mio amico!
La parola ha in sè la stessa luce e dolcezza di quella che fiorì sulle labbra di Francesco d'Assisi: fratello!
Chi non vede il largo gesto di Don Bosco ora che richiama il fanciullo spaurito? Chi non sente la voce di lui che ripete la dolce parola che, certamente, per la prima volta risonava in quel cuore?
- Nessuno ti maltratterà, tu sarai mio amico...
Don Bosco sente il bisogno d'approfondire la dolcezza di quel nome in un cuore che fino allora era stato circondato di tutte le avarizie come d'una ghirlanda di spine.
- Faremo il catechismo.
L'apostolo moveva il primo passo sulla grande via.
- E quando? - chiede al ragazzo già suo. - Quando lei vuole.
- Stassera?
- Sì.
- Vuoi anche adesso?
Ecco l'alacrità nel ministero per non lasciare che il tempo muti in fredda cenere la brace che arde nel cuore.
Di quanta luce foste illuminata, o piccola cameretta dietro la chiesa di S. Francesco, così presso al tabernacolo di Gesù!
Stesa la mano, Don Bosco dovette accarezzare la testa scarruffata del piccolo Garelli e sentire il tepore di quei capelli come della lana incolta d'una pecorella che giungeva a lui umida di lagrime, smarrita, impaurita, verso i pascoli della sua carità; e dovette ancora mirare, come nel sogno della sua fanciullezza, in cammino verso di lui tutto un gregge anelante la sua carità. Tra il biancore di quelle lane nereggiavano forse velli irsuti di lupacchiotti e ardevano occhi non tutti profondamente sereni.
Fidente nella protezione della Vergine, Don Bosco sperò di farli mansueti.
La preghiera, la dolcissima Ave Maria ch'egli prima d'incominciare il catechismo, innalzò al cielo aveva tutte le ansie e tutte le speranze. Il suo cuore si dilatò paternamente in quel desiderio di sacrificio e di bene.
Così, - come S. Francesco a Greccio costruiva una cuna di paglia e v'invitava ad abitarla Gesù Bambino, - Don Bosco faceva del proprio cuore una grande e tepida capanna e chiamava ad abitarla uno dei tanti fanciulli sperduti lungo la via.
La prima casa salesiana fu dunque il cuore di Don Bosco; e dietro alla prima pecorella smarrita, ch'egli portò a salvamento, altre vennero, e ognuna rivisse col cuore rifatto e andò pel mondo con in bocca un ramoscello d'ulivo che aveva la fragranza di pace.
Sua Altezza Imperiale e Reale la Principessa LAETITIA di SAVOIA NAPOLEONE, Duchessa d'Aosta, colpita da improvviso malore, è spirata in Moncalieri, la mattina del 25 ottobre, alle ore 6,45.
Il gravissimo lutto di Casa Reale ha avuto una generale, profonda, sincera rispondenza nel cuore di tutti gl'Italiani e in modo speciale della buona popolazione torinese, che per la defunta Principessa nutriva un affetto e una devozione tutta particolare.
Ben a ragione fu detto che e la figura di Lei era familiare a tutti, e che ognuno, a qualunque classe sociale appartenesse, ricco o povero, grande o piccino, era avvezzo a considerare l'Augusta Donna come una cara persona unita alla vita, alle gioie, ai dolori, alle speranze della collettività non solo da legami ufficiali, ma da una costante benevolenza, da un infaticato interessamento ».
La Principessa Maria Laetitia, figlia unica della piissima Principessa Clotilde, ne aveva ereditato soprattutto la generosità inesauribile del cuore.
Maria Laetitia passò beneficando.
Avvicinava e soccorreva in svariate opere di bene materiale e morale i poveri, gli umili, i derelitti. Da molti anni quasi tutte le opere di beneficenza torinesi facevano capo a Lei, che non si appagava di concedere la desiderata sua Presidenza Onoraria, ma direttamente e indefessamente s'interessava di tutto quanto concerneva il loro andamento e sviluppo.
La benefica Principessa ebbe sempre verso le Opere del Ven. Don Bosco premurosa carità. Appunto per questo, quando sorse, circa 30 anni fa, il Comitato delle Patronesse Salesiane Torinesi, che divenne poi il Comitato Centrale delle Dame Patronesse delle Opere del Ven. Don Bosco, fu dal Rev.mo Sig. Don Michele Rua, di felice memoria, pregata di accettarne la presidenza onoraria, ufficio ch'essa non solo accettò, ma che si prese particolarmente a cuore, come ben lo dimostrava la sua preziosa assistenza e operosità. Si teneva al corrente di tutto il lavoro, che dal Comitato si svolgeva; a quando a quando dava al Consiglio di Presidenza opportune direttive; interveniva assiduamente alle Adunanze annuali del Comitato, nelle quali con grande praticità faceva proposte, esortazioni, e molto efficacemente animava al lavoro. Presenziava regolarmente ai trattenimenti di beneficenza che si promovevano dal Comitato a favore delle Opere Salesiane, e sovente vi contribuiva con generose elargizioni e preziosi doni.
Incitava le Signore a lavorare. Se lontana, ci teneva ad essere informata d'ogni cosa, e dimostrava quanto l'interessava il lavoro delle Patronesse.
Durante gli anni di guerra si era volontariamente ritirata da ogni esteriorità per attendere personalmente alla cura dei grandi mutilati ricoverati nel Real Castello di Moncalieri. Ma in seguito aderiva volentieri all'invito che le veniva rivolto dal Ven.mo Rettor Maggiore o dal Comitato, e prendeva parte ogni anno alle adunanze per l'Esposizione d'Arredi Sacri o per le Missioni Salesiane.
Nel 1922 fu in borgata S. Paolo per l'inaugurazione del nuovo tempio di Gesù Adolescente, e prese parte all'atto solennissimo come Madrina, mentre fungeva da Padrino il Senatore Cattaneo, allora Sindaco di Torino.
Per la prima volta una Principessa di Casa Savoia si recava in Borgo S. Paolo dopo i dolorosi fatti del 1917. Ed era una gara fra i ragazzetti per giungere fino a S. A. per baciarle la mano; ed Ella lasciava fare, sorridendo, mentre gli astanti osservavano, meravigliati della trasformazione operata in sì breve tempo dai Salesiani in quel grande quartiere della periferia di Torino.
La buona Principessa vi ritornava lo scorso anno, il giorno dei Santi, per la prima Messa solenne, che si celebrava nell'artistico tempio, consacrato il giorno innanzi. Mentre si avviava alla chiesa, avendo a fianco il Rev.mo Sig. D. Rinaldi, alludendo all'invito che le era stato rivolto dalle Figlie di Maria Ausiliatrice per l'inaugurazione della loro nuova Casa, « Maria Mazzarello » in Borgata S. Paolo fissata alla domenica seguente, e poi alla Solenne Commemorazione del 50° delle Missioni Salesiane, il 12 novembre, a Valdocco, diceva sorridendo:
- Faremo proprio un triduo di feste Salesiane. -
Il giorno 12 nov. fu l'ultima volta che la vedemmo a Valdocco, alla conferenza del Card. Maffi. Mentre quel giorno, per la prima volta all'Oratorio s'acclamava S. A. R. il nostro giovane Principe Ereditario, la Principessa Laetitia godeva di quel trionfo Salesiano, dello scrosciare d'applausi, che si tributavano al Principe di Piemonte, per il quale ella nutriva una speciale affezione.
Molte furono le volte che S. A. venne all'Oratorio di Valdocco per assistere a Conferenze di illustri Oratori o per riunioni accademiche, e sempre accettava l'invito con benevolo gradimento.
Dalle sue espressioni, dallo sguardo e dal sorriso che irradiavano la sua fronte, si comprendeva come l'Augusta Signora era donna non solo di cuore, ma anche d'intelligenza non comune. La sua conversazione non era di pura convenienza, ma svelava la sua profonda conoscenza di molte cose e, faceva apprendere come alle opere buone dava volentieri la sua ammirazione, il suo appoggio e la bontà del suo cuore, che nascostamente, nella solitudine di Moncalieri, aveva sofferto, traendo forza e coraggio dalle virtù e dalla pietà di colei che, anche fra quelle mura aveva sofferto e pianto, la santa Madre sua, Clotilde di Savoia.
E come Lei, come la Madre sua, Maria Laetitia ha cercato il compenso più dolce e più sublima su questa terra: l'amore dei poveri, le benedizioni dei sofferenti. Come Lei, come la Madre sua, avrà da Dio il divino compenso, che Gesù ha promesso e assicurato a coloro che usano carità ai poveri e ai sofferenti: il cielo.
Sulla sua tomba la Famiglia Salesiana s'inginocchia, e offre il suo tributo di riconoscenza: prega...
I Cooperatori Salesiani che, dopo essersi confessati e devotamente comunicati, visiteranno qualche chiesa o cappella pubblica, come pure quelli che vivendo in comunità visiteranno il loro Oratorio e vi pregheranno secondo l'intenzione del Sommo Pontefice, possono acquistare
L'indulgenza plenaria
Ogni mese:
1) Un giorno a scelta nel mese.
2) Il giorno in cui faranno l'esercizio della Buona Morte.
3) Il giorno in cui assisteranno alla Conferenza Salesiana mensile.
Ogni giorno:
Dal 1 Novembre 1926 al 1 Gennaio 1927.
21 novembre: Presentazione della SS. Vergine
22 novembre: Santa Cecilia.
8 dicembre: Immacolata Concezione della;
Beatissima Vergine Maria. Ricordare anche...
che ogni giorno, con la sola condizione d'essere ingrazia di Dio, i Cooperatori Salesiani, che durante il loro lavoro o in mezzo alle loro occupazioni uniranno il loro cuore a Dio per mezzo d'una breve e pia invocazione, possono acquistare:
1. Per una invocazione qualunque, a loro scelta, un'indulgenza plenaria.
2. Per tutte le altre, 400 giorni d'indulgenza,, ogni volta.
NB. - I Cooperatori, impediti per malattia di portarsi alla chiesa, possono acquistare le indulgenze sopra dette, recitando in casa cinque Pater,
Ave e Gloria.
Fermiamoci qui, o cristiano, a considerare il tesoro prezioso che porti teco, che è l'anima tua, per cui Dio si è fatto uomo, ed in pari tempo consideriamo che gran male sia il peccato, poichè per riparare le conseguenze di esso, il Figlio di Dio ha dovuto lasciare le delizie del cielo, assoggettarsi a tutte le miserie della nostra vita e finire con la morte di croce.
FAVARA (Sicilia).
La domenica 18 luglio corrente Favara fu consacrata a Maria SS. Ausiliatrice, la buona Madre del nostro Oratorio e dei nostri fanciulli. Sin dalla vigilia le nostre vie furono percorse ed allietate dalla musica cittadina. A sera una splendida illuminazione alla veneziana, formante una lunga, fantastica galleria, rese animatissima la già frequentata passeggiata.
Dopo il Vespro, al quale partecipò tutto il R. Clero, ebbe luogo lo sparo dei fuochi di artificio. Ma l'entusiasmo per la Madonna di D. Bosco ebbe la sua splendida affermazione la domenica con la Comunione generale, con l'accorrere di straordinaria folla, col commovente piovere delle offerte al taumaturgo simulacro e specialmente allorchè la Vergine bella passò ancora-una volta a benedire la nostra città.
Oh! la dolce Ausiliatrice tenga sotto il suo manto materno questa opera a Lei tanto cara, perchè ai suoi piedi si formino le nuove generazioni alla gloria di Dio ed alle fortune d'Italia.
CHERASCO.
Cherasco ha celebrato le feste di Maria SS. Ausiliatrice in modo superiore ad ogni aspettativa.
Mercoledì 25 settembre giunse fra noi S. E. Mons. Re, vescovo di Alba, fatto segno alle più devote dimostrazioni di affetto e venerazione da parte dei Rev.di Parroci e Sacerdoti locali, nonchè del Comitato dei festeggiamenti e dalla popolazione. Nel giorno seguente fu solennemente consacrata da Mons. Vescovo la nuova Cappella, che campeggiava sullo sfondo della navata destra della parrocchia di S. Martino. Funsero da padrini il nob. sig. conte Carlo Galli di Mantica, nostro esimio Commissario prefettizio e la signora Teresa Chicco Robert, priori e patroni della festa.
Giovedì, 26 ebbe principio il triduo e la Corte di Maria, i quali si svolsero in forma devota e solenne. Il predicatore prof. D. Guido Favini, salesiano, colla sua facondia persuasiva e chiara, seppe infervorare ed entusiasmare l'uditorio.
II giubilo e la festività esplosero spontanei alla domenica. Accompagnato dall'architetto cavaliere ing. Vallotti, giungeva l'amatissimo e ven. dott. Don G. B. Francesia, già parroco e rettore a Cherasco. Alla Messa solenne, ai Vespri, al Panegirico, alla Benedizione la vasta parrocchia venne letteralmente stipata dai cittadini e dai borghigiani dei dintorni. A notte, sul vasto piazzale e nelle ampie vie adiacenti si ebbe una riuscitissima luminaria. Durante il concerto musicale furono cantate a voce di popolo le lodi di Maria. Fra tale la calca e la folla, che non essendo più possibile il rientrare in chiesa, la Consacrazione e la benedizione di Maria Ausiliatrice si effettuarono sulla piazza stessa. L'arciprete D. G. Calorio, dopo brevi ed eloquenti parole pronunciò ad alta voce la formula della Consacrazione, seguito fra il religioso silenzio da tutto il popolo commosso e plaudente.
Aggiungeremo che il ven.do D. Francesia giunse fra noi latore di una pregiata onorificenza al nostro concittadino prof. Gino Bernocco, l'anima della festa, che fu recentemente fregiato da S. S. Pio XI della croce di Cavaliere « Pro Ecclesia et Pontifice ».
Auguriamo che il ciclo delle onoranze della Madonna di D. Bosco rimanga scolpito nella mente e nel cuore dei Cheraschesi, che si perpetui e sia impulso e spinta a bene operare per la gloria di Dio, per la Patria.
GRAZIE E FAVORI
Guarigione prodigiosa.
Invio l'offerta di L. 5oo per le Opere Salesiane come tenue tributo di viva riconoscenza a Maria Ausiliatrice e a D. Bosco al cui intervento attribuisco una grazia straordinaria avuta nella mia famiglia in questi giorni.
Mia moglie infatti, affetta dal morbo di Adison da parecchi anni, era giunta alle estreme conseguenze di questa inesorabile e dolorosa malattia. S'era ormai formata una infezione generale con peritonite diffusa: tutto l'organismo era in preda a fortissimi dolori, e ridotto ad uno scheletro. I medici dichiaravano che non c'era da sperare più nulla e avevano sospesa qualsiasi medicina limitandosi solo a farle iniezioni di Ovocanfol per sostenere la resistenza dell'organismo e a somministrarle dei calmanti per attenuare la sensibilità, negli insopportabili dolori che preludevano la sua fine.
In tali condizioni disperate abbiamo cominciato in famiglia una novena a Maria Ausiliatrice, unitamente al Rev.do Parroco, che con assidue ed amorose premure non mancava di visitare giornalmente l'ammalata.
Pure in quell'occasione per una felice combinazione uno dei Padri Salesiani del vicino Collegio di Mogliano Veneto, venne a dare alla sofferente una speciale benedizione a nome di Maria Ausiliatrice e di D. Bosco. Fin dal principio della novena, si riscontrò qualche sollievo nell'inferma, sebbene alternato con momenti di recrudescenza del male. Questa però non tolse nè diminuì il fervore della nostra preghiera. La nostra fede in Maria Ausiliatrice e in Don Bosco era anzi sempre più viva. Finita una novena ne cominciammo un'altra e fu in questa circostanza che scrissi a Codesta Opera raccomandandole speciali preghiere degli orfanelli, e allora il male cominciò a ritirarsi, quasi direi precipitosamente: la paziente potè godere il riposo della notte, sentire gradatamente scomparire i dolori, riprendere il funzionamento degli intestini, riavere l'appetito, entrare insomma sulla fine della seconda novena in una normale convalescenza, fino a poter alzarsi dal letto.
Il giorno dell'Ottava dell'Assunzione, ebbe i chiari sintomi della scomparsa di ogni infezione intestinale con una evacuazione che la liberò da una atonia ostinata, dolorosa e allarmante da ben cinque giorni; il giorno della Natività potè portarsi in chiesa parrocchiale a ringraziare la Madonna nella funzione della sera, e oggi, giorno del Nome di Maria potè presenziare alla Santa Messa.
Non possiamo non riconoscere la speciale protezione materna di Maria Ausiliatrice e di D. Bosco, e fiduciosi, che il morbo Adison abbia totalmente a scomparire, nell'entusiasmo della nostra riconoscenza mandiamo l'offerta per gli orfanelli, riservandoci di venire presto a Torino in pellegrinaggio di ringraziamento al Santuario di Maria Ausiliatrice e alla tomba di Don Bosco.
Viva Maria Ausiliatrice! Viva Don Bosco!
Treviso, 12 settembre 1926.
Devotissimo
ANTONIO ZANTA.
Colpita da febbre gravissima che non accennava a scomparire, mi raccomandai alla Madonna. I miei tre bambini con la nonna (cooperatrice salesiana) e i parenti fecero una novena all'Ausiliatrice. Nei giorni della novena mi sentii meglio e potei alzarmi guarita. Sia benedetta oggi e sempre la Vergine del Cielo!
Agosto 1926.
Signora BALBIS ALBINA di Varengo.
Il 29 Luglio u. s. il mio marito Manenti Ernesto cadde gravemente ammalato. Chiamai subito il medico, il quale lo dichiarò affetto da bronco polmonite con infezione. Gli si prestarono tutti i rimedi del caso, ma inutilmente. Il povero sofferente tormentato da violentissima febbre, lottava tra la vita e la morte.
Col cuore angosciato, mi rivolsi alla Madonna Ausiliatrice, che si venera nella nostra Chiesa dei Morti, con promessa di fare pubblicare la grazia sul Bollettino e dare un'offerta per le Opere del Venerabile Don Bosco, se la Madonna mi avesse ridonato il marito, dichiarato dal medico curante perduto per sempre. Maria SS. Ausiliatrice esaudì
la mia povera preghiera. Infatti, come per incanto la febbre cessò e in meno di tre giorni il povero moribondo lasciò il letto e con meraviglia di tutti fu completamente guarito. Ora è più di un mese che ha ripreso regolarmente i suoi lavori di campagna come prima.
Con animo riconoscente adempio la mia promessa e insieme col mio marito rendo grazie infinite alla Vergine Ausiliatrice del Venerabile Don Bosco.
Treviglio, 18 settembre 1926.
MANENTI CAROLINA.
La mia bambina di 3 mesi cadde gravemente ammalata di polmonite doppia, e non trovando cure mediche che la potessero guarire, mi rivolsi con fede alla Madonna di Don Bosco con una novena e la promessa d'una offerta come ringraziamento, se fosse guarita. Al 30 giorno della novena la mia piccola Cecilia riebbe completamente la salute cori sommo stupore del medico e di tutta la famiglia, per cui volentieri faccio pubblicare la grazia ottenuta e compio la promessa fatta. Sia sempre benedetta la Madonna del Ven. D. Bosco!
La Moglia - S. Felice, 5 Giugno 1926.
BERUTTO LUCIA.
Da alcuni mesi la mia piccola Maria-Teresa si trovava affetta da grave infezione intestinale. Dopo di aver consultato diversi professori e visto che le cure mediche non portavano alcun miglioramento, mi rivolsi con fiducia al Ven. D. Bosco e alla cara Maria Ausiliatrice promettendo, se venivo esaudita di pubblicare la grazia e inviare un'offerta.
Dopo molti giorni di ansie e di timori ebbi il conforto di vederla ritornare alla primitiva salute; ed oggi, colla più viva riconoscenza adempio la promessa fatta inviando L. 5o e supplicando la buona Ausiliatrice a voler sempre proteggere la cara mia piccina.
Savigliano, 6 Settembre 1926.
LENA FRANZA.
La nostra piccola Giuditta, d'anni sei, verso la metà di aprile cadeva gravemente ammalata. Dopo alcuni giorni di cura durante i quali speravamo che la malattia si risolvesse felicemente, di colpo la piccina s'aggravò. La febbre si fece altissima. Allarmati chiamammo a consulto, con il medico curante, un vecchio e bravo professore. La diagnosi ci lasciò in penosissima attesa per parecchi giorni. Il dottore non osava sentenziare. Finalmente si pronunciò gettandoci nello sgomento e nell'angoscia. Si trattava di una forte laringite, la quale compiva inesorabilmente e rapidamente il suo corso fatale.
Desolatissimi, viste vane le cure umane, ci rivolgemmo fiduciosi alla Vergine Ausiliatrice, perchè si degnasse strappare alla morte il nostro caro angioletto. Inviammo anche un'offerta per le Opere Salesiane di Torino, promettendo di recarci al Santuario di Valdocco, a ringraziare la Madonna della grazia che chiedevamo fiduciosamente pregando e piangendo.
Miracolo! Tornato il dottore e visitata attentamente la bambina, con nostra sorpresa e gioia, affermò che, il pericolo di morte era scomparso e che si trattava non più di laringite, ma di infiammazione generale.
Fece cambiare la cura della nostra malatina, e questa, dopo pochi giorni, si trovò non solo fuori di pericolo, ma completamente guarita.
La piccolina è felice e rende grazie con noi alla Madonna.
Coniugi CAIRONI.
Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice e alcuni, pieni di riconoscenza, inviarono offerte per la celebrazione di S. Messe di ringraziamento, per le Missioni Salesiane, o per altre opere di Don Bosco, i seguenti:
A) - Abbate Luisa, Agnelli Ilario, Agnolutto Basilio, Albini Francesca, Altoé Giovannina, Amico Concettina, Ansaldi Attilia, Arbizzoni Elisa, Armas Letizia, Armigliato Antonio.
B) - B. G., Bagna Maria, Baratta Caterina, Barbera Maria, Becchis Tarsilla, Belotti Davide, Beltrame Angelina, Benassi Anna, Beneduci Angelo, Bernardini Maria, Bergamaschino Luigi, Bergamini Angela, Bertone Giuseppa, Bice 'chi Paola, Bidone Carlo, Bignotto Maria, Bionda Clementina, Biscu Francesca, Bistagnino Teresa, Bodrito Guido, Bolla Letizia, Bolzani Maria, Bonifacino Remigio, Bono Maria, Bonola Nereo, Bosetti Chiara, Bottazzi Beatrice V.a Nota, Boveri Carlo, Bricalli Pasquale, Brovia Beatrice p. g. r. ad intercessione di D. Bosco, che voglia continuare la sua protezione su tutta la famiglia, Brugnatelli Carletto, Bruni Michelina in Bienna, Bruno Marietta, Buazzelli Elena, Buonocore Maria.
C) - Calabrese can. Giacomo, Campisi d. Angelo, Cannavò Anna, Cappai Irene, Carta Erminio, Caravaglio Raffaele, Cartasso Maria in Firpo, Casolari Francesca, Castellani Assunta, Cattaneo Agnese, Cavallero Giovanni, Cavalli C., ex=allievo dell'Oratorio Salesiano di Torino, Cazzola Domenico, Ceccarelli Enrichetta, Cera Anna Maria, Ceroni Emilia, Colonibatto Adolfina, Congiu Francesco, Colombo Marietta in Cigolino, Conter Germano, Cora Rosa, Corbellini Lidia in Marenghi, Costoloni Assunta, Crosara Ivona, Cusumano Antonietta.
D) - D. G., Daffara Fiorendo, Dalla Pozza Maria, Dall'Osso Maria, Daniele Vincenzo, De Ambrosi Giuseppina, De Bernardo Orsola, Defasse Isabella, De Gasperi Carlotta, Della Rocca Caterina, Della Vedova Cesare, De Vita Adele, D'Ambrosio d. Pasquale, D'Angelo Giuseppina, Dodoni Angela, Ducà Cataldo, De Luca Franceschina.
E) - Ercoli mons. Luigi.
F) - F. D., Fabbri Nella, Fabris Regina, Famiglie Ferro, Massobrio, Noara, Fancello Maria, Farinetti Santina, Fasciolo Emma, Felise Rosina, Fenu Antonio, Ferraro Caterina in Vercellotii, Festini Assuero, Fichera Marianna in Marletta, Figini Pietro, Filippi Alessandro, Finocchiaro Giuseppina, Fiorito Francesco, Folto Olimpia, Formento Giovanna, Fossa Eugenia, Fracchia Angela, Franzoni Maria, Frenero Maria, Frigerio Augusta.
G) - G. C., G. M., Gallina Giuseppina, Gallarà Veronica, Gelmini Maria, Gentilini Emma, Germano Francesco, Ghiacchino Caterina, Ghirardi Marianna, Grappiolo Paolina, Guino Felice.
J) - Jacolenna Anna.
I) - I. V., Imola Barbara, Incutti Francesco, Isola Giacomo.
L) - L. P., L. V., Lago Nanna, La=Grasso Rosa, Lamperti Rachele, Lanfranchi Silvio, Lanza Caterina in Castellari, Lenzu Chiara, Lo Bosco Giulia, Lucchini Maddalena.
M) - M. B., M. L., M. M. di Rivarolo Ligure, M. M. di Volvera, Magni Celestina, Majolatesi Asteria, Malatesta Rina, Manfredi Elena, Manfredini Lucia, Marcato Anna in Corno, Marchioni Luisa, Marenco Giovanna, Marengo Vittorina, Marinola Vincenzo, Martinez Sanna, Massidda Pieranna, Massidda Raffaella, Messina Isaia e Rosa, Micheli Maria, Minich Emma, Misti Anna in Marchetti, Mo Angelo, Mogna Matilde, Moletta Antonio. Monisio Teresa, Moraldo Gio. Battista, Morali Basiglia in Milesi, Moricca Lina, Moschetto Anna.
N) - N. N. di Avigliana, N. N. di Bardonecchia, Cisterna d'Asti, Cumiana, Gordona, Gravellona Toce, Lagnasco, Livorno Toscana, Palazzolo Acreide, Sordevolo, Torbera, Torino, Natale Graziella, Nicoli Faustina, Nicolini Carmela, Nicolis Pietro, Nielli ing. Carlo.
O) - Olca Amalia, Omarini Caterina.
P) - P. B., Pagano Teresa in Cogo, Pane Angela, Parruello Giuseppe, Paruzzi Giuseppe e Teresa, Pasini Domenica, Pasquale Giovanni, Passatore Carolina, Passerini Angelica, Peddis Maria, Pedrini Maria, Penna Francesca, Perardi Domenica, Perlo Maddalena, Pertile Angela, Petitti Margherita, Picchetti Giuseppina, Prandi Leopoldo, Prosperi Maria, Puiatti Silvia.
R) - R. M., Raimondi Felicina, Reboli d'Antonio, Rembado Argentina, Repetti Domenica in Fovari, Riccardi Emilia, Richetta Ester, Righetti Carolina, Rigola Marianna, Rinaldi Maria, Rizzotto Clara, Romano Caterina, Ronco Rosa, Rondano baria in Borgatello, Rossi Maria, Rossotto Teresa in Lagna.
S) - S. T. B. Figlia di Maria Ausiliatrice di Samarate, Sala Giuseppe, Salemi ch.o Sebastiano, Salesiano, Savoia Lucia, Savoini can.o Angelo, Savorani Maria in Collina, Seghetti Luigi, Sestero Albertina, Salvo Vitina in Lo Presti, Santoro Filomeno, Santuz Maria, Scala Anna, Selva Caterina in Pomi, Signorino Gigi, Simonotti Giuseppina, Siri Elvira, Solarino Francesca, Soldano Elvira, Sorelle Fabbiano, Clerico=Porro, Nateri, Piasco, Spada Ernestina, Spreafico Paolina, Suor Maria Sista Giorda, di S. Anna e della Provvidenza di Torino, Suor Emilia Pichino Figlia di M. Aus. e Direttrice dell'Asilo di Arignano, Superiora delle Maddalene di Torino.
T) - Taggiasco Teresa, Taricco Teresa, Testa Lorenzo, Tedoldi Margherita, Teppese Luigia, Teri Marianna, Testa Battista, Tomasello Maria, Torres Elisa, Torrisi Grazia, Toti Tecla.
V) - Vaja d. Giuseppe, Valla Anna, Vesando Anna, Vescoz Elisa.
Z) - Zaniboni Domenica in Panigada, Zannini Domenica, Zarattani Giuseppina, Zardini Angelina, Zuanetti Antonia.
La Santa Vergine si costituì ella medesima protettrice dei giovanetti più poveri ed abbandonati...; perciò ottiene ai loro benefattori e alle loro benefattrici molte grazie spirituali ed anche temporali straordinarie.
DON Bosco.
TORINO. All'Oratorio Festivo di Valdocco.
Il Circolo Giovanile Cattolico « Auxilium » del primo Oratorio Festivo fondato dal Ven. D. Bosco in Valdocco ha voluto in quest'anno solennizzare il suo ventennio di fondazione con una serie di manifestazioni una migliore dell'altra. Eccole: Una settimana di Studio in cui si trattarono dai più esperti oratori del campo nostro palpitanti problemi d'indole culturale-etico-sociale; il Congressino Missionario; la fondazione dell' « Auxilium » periodico mensile della vita del Circolo; una borsa perpetua di Studio « Filippo Rinaldi » per un allievo missionario oratoriano; la ripresa delle scuole serali oratoriane d'avviamento professionale; una grande serata francescana; e infine - iniziativa più geniale di tutte - una magnifica esposizione, dove, in un'apposita sala del Circolo, fanno bella mostra di sè i frutti più belli del genio e dell'ingegno dei soci ed ex-soci del Circolo, dei giovani oratoriani e degli antichi allievi.
Scopo: valorizzare la cultura dei singoli e maggiormente innamorarli allo studio delle arti e delle scienze.
La «mostra» è riuscita divisa in tre grandi sezioni:
1a. Sezione.
LETTERATURA. - Prose, poesie, commedie, drammi.
ARTE. - Disegni, sculture, pitture, lavori di plastica, fotografie, trafori, pezzi musicali.
TECNICA. - Manufatti, lavori al tornio, aggiustaggi, fucinature, apphcazioni elettriche, ecc.
2a. Sezione.
DIDATTICA. - Comprende saggi delle classi oratoriane diurne e serali, cioè: disegni spontanei, pagine calligrafiche, dettati, descrizioni, sviluppi di solidi e componimenti.
3a. Sezione.
SCAUDISTICA. - Sono lavori propri di tecnica scaudistica di iniziativa personale tutti utili e integranti l'istruzione avuta nel Reparto (il XIX Valdocco).
Spiccano in cornici di risalto particolare i lavori riguardanti il Cinquantenario delle Missioni Salesiane, la celebrazione dell'Anno francescano e del Centenario Aloisiano.
Solenne fu l'inaugurazione di questa Mostra tanto geniale e unica nel genere. C'erano, oltre ai Superiori locali, il signor D. Rinaldi, il nuovo Direttore dell'Oratorio interno sig. Don Rotolo, l'Assistente Ecclesiastico federale Can. Pittarelli, il Presidente della G. C. diocesana Avv. Guglielminetti, il Comitato Centrale delle Patronesse - Sez. 1. Orat. festivo, - e molti professori e artisti della città accorsi per avere un'idea di questa esposizione di giovani. E tutti ebbero parole di compiacimento, di lode, di plauso incondizionato; specialmente commosso era il sig. D. Rinaldi al pensiero dei risultati mirabili raggiunti dal Circolo « Auxilium » che egli stesso fondava 20 anni or sono. Promise che sarebbe ritornato per presiedere alla distribuzione dei premi che un'apposita giuria assegnerà ai più degni, ed espresse il voto - che facciamo nostro - di vedere presto altri Circoli far propria la bella, nuova, geniale iniziativa del Circolo « Auxilium ».
LU MONFERRATO.. Cinquantenario Salesiano.
In Lu, gentile e ridente paese del Monferrato, che ha il vanto di aver dato i natali al terzo successore del Ven. D. Bosco, il Rev.mo Don Filippo Rinaldi, è pure fiorente l'opera salesiana, che si svolge per mezzo delle Figlie di Maria Ausiliatrice, le quali hanno l'asilo, l'oratorio, il laboratorio e le scuole comunali.
Si compirono 5o anni dacchè le Figlie del Ven. Don Bosco furono chiamate in paese dalla bontà dei genitori di Don Pietro Rota, Missionario reduce dall'America. La data memoranda venne ricordata con solennità speciali. Innanzi tutto con una giornata missionaria nella quale il Sac. Don Crespi, reduce dall'Equatore, sia in chiesa, sia nel teatro dell'Istituto Sacra Famiglia, parlò ad una turba di gente incitando ad amare le missioni ed a soccorrerle. I giorni 2, 3, 4 settembre un solenne triduo fu predicato da Monsignor Evasio Colli, ex-allievo dell'Asilo, ammiratore delle opere del Ven. Don Bosco. Il grande oratore lumeggiò l'opera del Venerabile esplicata dalle Figlie di Maria Ausiliatrice, e incitò tutti alla riconoscenza verso la Madonna ispiratrice di tanto bene.
Domenica, 5, fu una giornata trionfale per la venuta del Rev.mo Don Rinaldi, per le splendide funzioni svoltesi in Chiesa e per l'interminabile processione in cui si portò in trionfo la statua di Maria Auxiliatrice.
Nell'Istituto, alla presenza delle Autorità e di tutto il paese venne inaugurata una lapide, ricordo del primo cinquantenario e di chi si adoperò per avere dal Venerabile le Figlie di Maria Ausiliatrice.
Parlarono Don Bisoglio, Prevosto di Lu, l'Avv. Masera, che tenne una smagliante conferenza, Don Rinaldi, che ringraziò i suoi concittadini, Don Pietro Rota, che ringraziò per la riconoscenza dimostrata dal paese verso i suoi genitori. Negli intermezzi le alunne dell'oratorio e i bambini dell'asilo eseguirono diversi canti, che furono molto gustati dalla popolazione.
La festa lasciò una profonda impressione in tutti e un senso di grande riconoscenza per le Figlie di Maria Ausiliatrice, che da cinquant'anni lavorano per il bene di Lu.
GENZANO.
La domenica 19 Settembre, giorno onomastico di S. E. il Cardinale Granito Pignatelli di Belmonte, nell'Oratorio Salesiano di Genzano di Roma si svolse il I. Congresso Diocesano degli Aspiranti. Numerosissimi i giovani accorsi dai vari circoli dilla Diocesi di Albano.
La giornata si iniziò con una fervorosa Comunione generale.
Nella prima seduta furono trattati i seguenti temi: L'Eucarestia, la Vergine, il Papa, le Missioni e l'Aspirante.
Nell'adunanza pomeridiana un giovane del Circolo Savio Domenico dell'oratorio di Genzano, lesse una interessante relazione sul tema: Savio Domenico e l'Aspirante dimostrando come Domenico Savio sia perfetto modello a tutti i giovani nell'amore all'Eucaristia, alla Vergine, al Papa, alle Missioni.
Al termine della relazione, tra il generale entusiasmo della numerosa assemblea, Savio Domenico fu solennemente proclamato Modello dei giovani Aspiranti della diocesi di Albano, e si fecero voti perchè il Consiglio superiore della Gioventù Cattolica Italiana voglia anche proclamarlo al più presto Modello perfetto di tutti i giovani Aspiranti d'Italia.
In occasione di questo 1°. Congresso degli Aspiranti si svolse ancora la premiazione della gara Catechistica.
Tra gli altri figuravano i bei doni del Cardinale e di Monsignor Tardini, assistente generale della G. C. I., che furono assegnati ai giovani genzanesi, vincitori della gara.
In una lettera inviata al Rev.mo Direttore dei Salesiani di Genzano, il 26 sett., la Federazione diocesana di Albano, dopo aver ringraziato vivamente i Salesiani per la cordiale e più che squisita accoglienza fatta ai giovani Aspiranti, così si esprime:
Il Signore rimeriti centuplicatamente tanta loro carità e conceda loro di veder fruttificare abbondantemente l'opera di costante e indefesso apostolato che svolgono tra i giovani; apostolato che già un primo frutto riportò così bello nella preparazione mirabile con la quale i candidati al Concorso Catechistico si sono presentati all'esame...
CHILI. Solenne consacrazione episcopale.
Monsignor Arturo Jara Marques, creato vescovo titolare di Archelaide nel Concistoro segreto del si giugno, fu solennemente consacrato il 29 dello stesso mese nella chiesa salesiana della Gratitud Nacional del Chili.
Vescovo consacrante fu l'Eccellentissimo Nunzio Apostolico Mons. Masella, assistito da Mons. Aguilera, salesiano e da Mons. Leon Prado, vescovo di Linares. Tra i padrini volle figurare anche il Presidente della Bolivia, facendosi rappresentare dal Ministro di quella Repubblica nel Cile D. Edoardo Diez di Medina.
Nel banchetto che i Salesiani offersero al nuovo Prelato e alle personalità che l'accompagnavano, parlarono il Sig. Ispettore Don Paolo Peruzzo, il, nuovo Vescovo e il Nunzio di S. Santità.
In un colloquio privato, poi, parlando della sua vocazione religiosa, Monsignore fece questa importante dichiarazione:
« Correva l'anno 1894 ed io doveva entrare nel seminario di Santiago. Tutte le pratiche per la mia accettazione erano finite ed io potevo considerarmi già come seminarista. In quel tempo uno dei miei fratelli frequentava il ginnasio nel Patronato di S. Giuseppe che in quello stesso anno fu affidato ai Salesiani sotto la direzione di Don Giovanni Raffaele Salas, la cui fama è da tutti conosciuti. Dovetti fare compagnia a mio fratello nel Patrono di S. Giuseppe e là conobbi Mons. Fagnano e il Padre Salaberry. Monsignor Fagnano produsse in me tale buona impressione, che mi determinò a passare dal Seminario alla Congregazione Salesiana.
« Questo fatto acquista speciale interesse ora che sono chiamato a succedergli nel Vicariato di Magellano e mi fe' concepire la lieta speranza di seguire le orme di quel sant'uomo che mi aprì la porta della Congregazione Salesiana. Sono contento di rendere questo omaggio alla memoria di così illustre maestro ».
SALTA (Rep. Argentina).
In occasione del 2°. Centenario della Canonizzazione di S. Luigi, si stanno celebrando nelle Case Salesiane grandiose feste in onore di questo santo che D. Bosco propose come modello ai suoi giovani. In Salta assunse il carattere di uno straordinario avvenimento. Al mattino gli oratoriani, che sono oltre 5oo, si unirono agli alunni interni e in massa parteciparono al banchetto Eucaristico passando poi il resto della giornata in edificanti esercizi di pietà alternati con ogni sorta di divertimenti, lotterie, musica e canti.
Alla processione solenne, fatta colla statua del Santo, ed alla Benedizione Eucaristica, si contarono sino a 2500 ragazzi.
Il Direttore dovette riconoscere che l'esito consolante di questa festa è dovuto alla cooperazione benevola e costante del Ten.te Colonello Cuello, del Vice-Parroco de la Merced e di un bel gruppo di Ex-allievi di Don Bosco dedicati a far fiorire l'Oratorio. come pure ai distintissimi Padrino e Madrina della festa Sig. Enrico Clement e Sig.ra Giovanna de Clement, Sig.na Maria Toranzos e Sig.ne Quijano.
HONDURAS (Centro America). - Nel Collegio Salesiano S. Michele si riunirono a convegno gli ex-allievi delle due città di Tegucigalpa e Comayagùela.
L'Assemblea rivestì un'importanza eccezionale per la presenza del Signor Presidente della Repubblica, il quale volle così mostrare in quale stima tenga l'Opera Salesiana e quanto speri dall'effettuazione del programma degli antichi allievi di Don Bosco per il bene della patria.
CORDOBA (Argentina). - Con grande solennità si è fatta, nel Collegio Pio X, l'inaugurazione di due nuovi laboratori costruiti recentemente per le scuole professionali.
Tra gli altri personaggi si degnò presenziare all'inaugurazione il Governatore della provincia Dr. Ramón J. Càrcano.
Benedetti i laboratori, il signor Telesforo Ubios, presidente dei Cooperatori Salesiani, pronunciò un discorso d'occasione, rilevando l'importanza dell'Opera che realizza la scuola salesiana a beneficio della gioventù specialmente povera e abbandonata.
BARCELLONA (Sarrià). - Fu inaugurata solennemente un'artistica nuova chiesa, con una grandiosa e devota processione del SS. Sacramento e uno straordinario concorso specialmente di fanciulli e di fanciulle.
BOGOTÀ (Colombia). - I Salesiani di questa generosa Repubblica hanno intrapreso la costruzione di un grandioso Santuario Nazionale di N. S. del Carmine, Patrona speciale della Colombia.
ROSARIO (Argentina). - Nel fiorente collegio San Josè si celebrò una grande giornata missionaria, preceduta da un Congresso al quale presero parte artigiani, studenti interni ed esterni: la giornata fruttò, specialmente col suo banco di beneficenza, la bella somma di lire dodicimila, che furono inviate a Torino.
URUGUAY. - Nel mese di Novembre si compirono cinquant'anni da che i Salesiani misero piede per la prima volta nell'Uruguay. Si preparano grandiosi festeggiamenti. Ne parleremo ampiamente nei prossimi numeri.
ESTROEDER (Argentina). - In quest'anno si inaugurò con grande solennità il nuovo Collegio Card. Cagliero costruito in meno di un anno dalla generosa popolazione.
ALESSANDRIA (Egitto). - Fu benedetta la prima pietra dei nuovi laboratori salesiani da Mons. Nuti, delegato apostolico.
SAN PAOLO (Brasile). - Il nostro collegio del Sacro Cuore è uno dei più grandi del Sud-America. L'anno passato contava 1.700 allievi. Mons. Mourao, che l'ha in parte costruito e ne fu il direttore fino alla sua elevazione episcopale, ha inaugurato e benedetto il 31 maggio u. s. un nuovo edificio, per esterni, a due piani, con 24 sale.
PUERTO DENADO (Patagonia Argentina). - In questa località, situata nel territorio di Santa Cruz, il Ministro della Pubblica Istruzione ha presieduto ultimamente all'apertura del Collegio Salesiano S. Giuseppe. È il regalo degli amici e benefattori del luogo a P. Beauvoir, un vecchio e benemerito missionario salesiano della Patagonia, in occasione delle sue nozze d'oro sacerdotali.
QUITO (Equatore). - L'Oratorio festivo annesso alla casa salesiana prese tale sviluppo, che il Municipio stesso ne fu impressionato, e votò una somma non indifferente per costruire una cappella e una sala di riunioni più appropriata. Nel giorno di Maria Ausiliatrice si contarono 1500 presenze. Nel corso di questi ultimi anni 70o bambini furono preparati alla prima comunione.
BORGO SAN MARTINO (Alessandria). - Un gruppo di ex-allievi della fiorente « Unione » del Collegio S. Carlo, in occasione della loro gita annuale al celebre Santuario della Guardia (Genova), prima di lasciare Sampierdarena, dove erano stati ospitati con signorile generosità dal sig. Ispettore, Don Paolo Valle, fecero una colletta a favore del Laboratorio Falegnami ebanisti incendiato, la quale fruttò la somma di lire 975.
IL RE ALL'ISTITUTO SALESIANO DI FIRENZE, PER L'INAUGURAZIONE DELLA TARGA AI CADUTI E PER LA POSA DELLA PRIMA PIETRA DELLE SCUOLE PROFESSIONALI.
IL SOLENNE INGRESSO DEL NUOVO PRIMATE DI POLONIA A POZNAN, Mons. Augusto Hlond, ARCIVESCOVO SALESIANO.
Al prossimo numero relazione ampia e degna dei due straordinari avvenimenti.
Don Bosco vide con chiaro occhio la necessità di dare alle famiglie letture periodiche intimamente buone e capaci di elevare gli spiriti a sani concetti di bene. A questo fine iniziò, condusse e raccomandò quelle
LETTURE CATTOLICHE
che ancor oggi, dopo 74 anni di vita, visitano mensilmente tante famiglie fedeli e portano il profumo del mese in cui nascono e la buona sostanza cristiana.
Ogni fascicolo di Letture Cattoliche tratta un argomento di attualità, e d'interesse vivo: ovvero traccia la biografia d'un santo, d'un benefattore; o critica c confuta, con logica onesta, serena, disinvolta idee e persone del mondo che procedono divergendo dalla Verità.
GIOVENTU' MISSIONARIA
è un altro periodico salesiano mensile, illustrato, d'argomento esclusivamente missionario. Esso propaga e illustra tra i giovani, tra le famiglie, ovunque l'attività che i figli di Don Bosco svolgono per la redenzione delle popolazioni che vivono nell'errore e per il riscatto delle anime alla Religione di Cristo.
L'Amico della gioventù, è invece il nostro periodico che va ai giovanetti dei collegi ed è tutto animato di belli ardori, e di freschi entusiasmi e porta su ogni pagina il sigillo d'una letizia intima, vera, quale volle Don Bosco, quale tutti gli educatori e missionari portano nel cuore e mettono in ogni parola, vera divisa del loro apostolato.
Sono, quelli, citati, i periodici che il Bollettino raccomanda a tutti coloro che seguono e confortano del loro aiuto la grande opera di Don Bosco. Si noti: tutti sono destinati alla gioventù e alla famiglia. Questi grandi beni che ornano e custodiscono il cuore degli uomini, furono intesi, nella loro delicata bellezza, da Don Bosco, educatore. In essi vide un grande campo d'attività e di lavoro. Don Bosco capì che la buona stampa era per questo campo una vanga dalla punta d'oro.
Prendete, leggete... e fate leggere!
Una voce misteriosa invitò il traviato Agostino a leggere nelle lettere di S. Paolo il rimprovero della propria vita peccaminosa e il rimedio per la salvezza. Egli ubbidì e fu salvo.
Alle molte madri, sorelle e famiglie che ci scri vono trepidando per la vita dei giovani lanciati nelle grandi città allo studio o al lavoro, il nostro Bollettino ripete le parole che salvarono Agostino.
Prendete e leggete e poi fate leggere!
Che cosa?
Quella pubblicazione che da sette anni con cura e con fatica pubblicano i Salesiani e che si chiama
LA RIVISTA DEI GIOVANI.
L'esperienza ha dimostrato che un giovane, il quale legga mensilmente i fascicoli di questa rivista, non può sviarsi verso la leggerezza della vita o verso gli errori del pensiero. La Rivista offre, infatti, il pane buono e sostanzioso della verità, sotto i due aspetti che fra loro si armonizzano a formare il giovane: cultura soda e vita cristiana. Essa è l'unica Rivista formativa d'Italia. Abbonate quindi i giovani che sono lontani da voi; fate che ogni 15 del mese arrivi a loro la parola che illumina e che salva. Avrete così provveduto al vostro imperioso dovere che è quello dì continuare l'opera educativa anche da lontano.
Per abbonarsi basta mandare L. 12 all'Amministrazione della Rivista dei Giovani, Corso Regina Margherita 174, Torino, 1o9.
A semplice vostro cenno l'amministrazione manderà numeri di saggio, gratis.
Il Centenario della Canonizzazione di S. Luigi Gonzaga e di S. Stanislao Kostka.
TRE SANTI GIOVANI.
S. Luigi Gonzaga, S. Giovanni Berchmans, S. Stanislao Kostka: sono tre gemme purissime che brillano nei fasti della Compagnia di Gesù. Ognuna di esse ha un suo tono di santità, una sua personalità che non si confonde ma insieme si ornano della giovinezza come di un dono che fa più squisita la loro dedizione a Dio.
Basta un fiore a profumare un giardino e la Compagnia di Gesù ne ha espresso tutta una siepe: hanno questi il candore dei gigli, la purezza delle stelle, l'ardore degli angeli. Non c'è ombra su di loro, nè dietro loro. Il raggio della grazia li attraversa. Il loro cuore è una fiamma che, per innalzarsi verso il cielo arde il corpo che la contiene perchè tutto sia combusto in quella pienezza d'amore. In terra sono rimasti non cancellati dai secoli, i segni della loro carità, umiltà, povertà, purezza, amor di Dio e del prossimo, orme del loro cristianesimo in azione; ma in cielo ogni preghiera suggerita al loro cuore da un attimo di dolore o di penitenza è fiorita ed orna i giardini della delizia celeste di frutti che hanno il sapore dell'eternità.
Pei giovani questi tre santi sono tre fuochi che brillano su una stessa cima. Per giungere fino a loro la via è una sola e diritta. Bisogna lasciar sanguinare il cuore in silenzio, accettare con pazienza il dolore, cercare l'umiltà quanto più l'istinto chiede, la vanità e l'orgoglio.
Ma ciò che i Santi raggiunsero spontaneamente, semplicemente, a noi, non alimentati dal fuoco che li arse, costa certamente una disciplina lenta, assidua, continua.
Intanto vediamo di possedere nella verità storica i profili di coloro che accettiamo come modelli di vita spirituale conoscendone i profili attraverso la cronaca dei loro giorni mortali.
Raccomandiamo alla lettura i seguenti volumetti:
Sac. GIOVANNI B. FRANCESIA. - Vita di S. Luigi Gonzaga narrata ai giovani. Volumetto in formato oblungo di pagine 100. - L. 1,2o: Franco: L. 1,35.
E. MAURIZIO MESCHLER S. J. - S. Luigi Gonzaga Patrono della Gioventù Cattolica. Unica versione italiana autorizzata a cura del P. Celestino Testore S. J. Vol. in-16 di pagine 33o e con illustrazioni fuori testo L. 10 - Franco: L. 10,6o.
GIUSEPPE FANCIULLI. - S. Luigi Gonzaga. Vita narrata ai giovani. Volumetto di pagine 17o L. 5 - Franco: L. 550.
Ven. Sac. GIOVANNI Bosco. - Cenni sulla vita di S. Luigi Gonzaga - Le sei Domeniche e la Novena - Regolamento della Compagnia di S. Luigi. Volumetto di pagine 6o L. 1,50 - Franco: L. 1,60.
Sac. SALVATORE ROTOLO. - Don Bosco e la devozione a S. Luigi Gonzaga. A glorificazione di S. Luigi nel II centenario della canonizzazione. Volumetto di pagine 8o L. 3 - Franco: L. 3,30.
Palestra della virtù. Compagnia di S. Luigi Gonzaga. Manualetto pei confratelli L. 0,30. Franco L. 0.4o.
GIAMPIETRO DoRE. - Santo Stanislao Kostka. Vita narrata ai giovani. Volumetto di pagine 170. L. 5 - Franco: L. 5,50.
Can. LORENZO. GENTILE - Tre Santi modelli e protettori della gioventù: S. Luigi Gonzaga - S. Giovanni Berchmans - S. Stanislao Kostka. Volumetto di pagine 13o L. 3 - Franco: L. 3,30
P. L. CROS S. J. - Vita di S. Giovanni Berchmans d. C. d. G. Versione italiana sulla quarta edizione francese con ritocchi e aggiunte e numerose illustrazioni per cura del P. Celestino Testore S. J. L. 15 - Franco: L. 15,75.
PER LA VITA DEL CARDINAL CAGLIERO.
È stato incaricato dal Rev.mo Don Rinaldi un Confratello Salesiano di scrivere sollecitamente la vita del compianto Cardinale.
Ora il nostro Superiore Generale prega caldamente i Salesiani, i parenti, gli amici, gli ammiratori dell'indimenticabile Estinto di annotare quanto stimano degno di memoria intorno alla sua vita e inviarlo a lui direttamente, Via Cottolengo 32, Torino.
Il Signor D. Rinaldi confida che si terrà nel massimo conto questa sua preghiera, contando molto sull'interessamento dei buoni Cooperatori e delle zelanti Cooperatrici.
ANEDDA Rosa Ved. CANNA, † Seni (Cagliari). ARIETTI Carlo, † Torino.
BELLARDI Agnese Ved. AMICIZIA, † Monterotondo (Roma). BENA Paola, † Torino.
SERRINO Catterina, fu Michele † S. Michele d'Asti (Aless.). BOLLA Stefania, † Torino.
BOMBARA Matilde, † Poirino (Torino).
BONINCHI Domenica, t Edolo=Mu (Brescia). BRicco Teol. Avv. Giovanni, † Torino. BRizio D. Francesco, † Torino.
BURELLI Marianna n. GONANO, † Fagagna (Udine). CARLETTI Maria, † Branzi (Bergamo). CAULA Maria n. MARA, † Beinette (Cuneo). CAVA Giuseppe, † Oakland Calif. (U. S. -Am.). CHESINI Albina, † Mamme (Verona). CHESINI Maria Angela, f Mamme (Verona). CIBELLI Agata, † (Vesto) Macone (Brescia). CORTINOVIS Pietro, † Celana (Bergamo). CossANo Bartolomeo, † Lamporo (Novara). CRISTO.ORi Antonietta Ved. PETRIS, † (Padova). CuFFoLo D. Valentino, † Tarcento (Udine). DAL SANTO D. Giov. Batt., † Boccon (Padova). FABIANI D, Lorenzo, † Vitiano (Arezzo). FEBNANDEZ Marianna, † Druogno (Novara). FERRARA Teresa, † S. Maria Versa (Pavia). FIORE Giovanni, † Torino.
FLORA Amalia, † Stiava (Lucca).
FUMAGALLI Clemente, † Severa (Como). GABELLA Antonio, † Foglizzo (Torino). GUITTI Angela, † Macone (Brescia). GiRAUDi Giuseppe, t Vercelli (Novara). GROSSI Can. D. Giovanni, † Torino. HEZZEN Dott. Cav. Giuseppe, † Roma. INCLINATI Sabina, † Piantarizza (Pavia).
LUIGI Cav. Gelso, † Bagnone (Massa Carrara). MANZONI Costanza, + Poirino (Torino). MARCONi Avv. Elvio, † Torino. MAROCCO Marta, † Poirino (Torino).
MARTIN Antonia, † Mogliano Veneto (Treviso). MAZZINI Ciro, † Genova.
MAZZONETTo FACCO Maria, † Marsango (Padova). MORACE Filomena Ved. CARIDI, † Siderno Marina (Reg.Cal.). MOTTA Luigi, † Brugherio (Milano). NEPI Assunta, + Montevarchi (Arezzo). OMODEI Pietro, † Masone (Brescia). PANATI Egidio, † Masone (Brescia). PAOLINI Leonzio, † Revere (Mantova). PECCI Conte Riccardo, † Roma. PERCIVALLE Leopoldo, † S. Maria Versa (Pavia)., PEROTTI Margherita, † Brosso (Torino). PERSICHINI Luigi, † Città della Pieve (Perugia). PEZZUTO Donato, † Roma.
POROLI Maria Ved. PAVONI, † Monte Celio (Roma). RICHARD Chiaffredo, + Bellino (Cuneo). ROHR Simone, † Trento.
RUELLA Enrichetta, † Quargnento (Alessandria). SALDINARI Mons. Domenico, † Ciano (Modena). SARTORI Antonio, † Spezia.
SERRA Luigia Maddalena, † Poirino (Torino).
SMANio Aurelia Girando, † Cologna Veneta (Verona). TOMMASI Prof. Giovanni, † Castino (Caserta). TORELLI Teresa, † Borgo S. Martino (Alessandria). VERGANI Teresa, † Ca' de Stefani (Cremona).
GENNAIO.
Il Cinquantenario del «Bollettino* . . . . Pag. 1 Il Sac. Filippo Rinaldi ai Cooperatori . . , n 2 Ascoltiamo Don Bosco n 7 Anime riconoscenti al Venerabile Don Bosco . e 8
Care e tristi notizie del Congo 10
Un anno di lavoro nell'Assam n io
Don Bosco ha detto! e 11 Aurora di redenzione tra i selvaggi del Gran Ciaco del Paraguay e 12 Le gravi strettezze dei nostri Missionari . . n 14
Tra gli Italiani emigrati in Australia e 16
Cooperatori zelanti 17
Le meraviglie di Maria SS. Ausiliatrice e 18 X Congresso Internazionale Salesiano . . . e 21
Per la festa di San Francesco di Sales e 23 Nel Consiglio Superiore della Società Salesana e 24
Nuovi Vescovi Salesiani I 24
Convegni e Conferenze Salesiane e 26
Notizie varie z6
Cooperatori defunti e 27
ILLUSTRAZIONI - Il Ven D. Bosco (in copertina) e
Suor Bianca Bozza graziata dal Ven. Don Bosco e 8
La stessa tra le alunne e le consorelle 4 9
Aspiranti Missionari Salesiani nel Paese di Gesù e I i S. A. R. il Principe Ereditario del Belgio nella missione del Katanga ' 13 Orfanotrofio di Ho= Si (Cina). L'arrivo della posta 17 Soldati che acquistarono il giubileo nella Basilica Salesiana di Roma y 19 L'Oratorio festivo e la scuola salesiana professionale dei falegnami a Betlemme n 25
FEBBRAIO.
Per una data Centenaria I 29 Don Bosco in un discorso del Card. Parocchi . . .~ 31 In suffragio di S. M. la Regina Madre . . 36
Ascoltiamo Don Bosco 36
Anime riconoscenti al Ven. Don Bosco . . 37 I particolari della strage dei negri nel Congo Belga 39
Una conferenza di Don Balzola e 39 Una medaglia ricordo del Cinquantenario delle Missioni e 40
Cooperatori zelanti > 40
I Salesiani nella capitale del Bengal . . . . 1 41 Il fiorire della Missione Salesiana dell'Assam , 43 La situazione dei nostri Missionari in Cina I 45 Le meraviglie di Maria SS. Ausiliatrice . . . i 48 La consacrazione di Mons. Hlond . . . . * 51
Convegni e Congressi Missionari e 51
Notizie varie ' 52 Necrologio delle Figlie di Maria Ausiliatrice e 55
Cooperatori defunti + 56
ILLUSTRAZIONI -- S. Paolo del Brasile ed Istituto Salesiano del S. Cuore di Gesù (in copertina) Villa La Moglia (Chieri=Torino) . Pag. 34 Villa La Moglia (Chieri=Torino) La cappella dell'Istituto * 35 Alunni dell'Orfanotrofio di Ho=Si a colazione . . * 38 Ponte costrutto dai nostri su un braccio del Rio
Colorado in Fortin Mercedes » 44
I nostri chierici in una pagoda a Shiu=Chow (Cina) » 47 I tre primi salesiani indigeni della Cina . . . » 49
Monsignor Augusto Illond * 51 S. Paolo del Brasile - Ex=allievi attorno a Don Vespignani Giuseppe » 53
MARZO.
» Vorrei abbracciare lo stato ecclesiastico + . , * 57 Per la Beatificazione del Ven. Don Bosco . . . » 6o Anime riconoscenti al Ven. Don Bosco . . . . » 62 In preparazione al Congresso Internazionale . . » 63 Atti della S. Sede » 65 Nuovo Vicario e nuovo Prefetto Apostolico . . . » 67 Dalle lettere degli ultimi Missionari . . . . » 67
Tra i Bororos » 68 La situazione dei nostri Missionari in Cina . . . » 69
Gli + amici » di Domenico Savio 72 Un appello appassionato e commovente dal Rio
Negro * 74 Le meraviglie di Maria SS. Ausiliatrice . . . » 76
Cooperazione missionaria » 78 In suffragio di S. M. la Regina Madre . . . » 79
Notizie varie » 79
Necrologio 82
Cooperatori defunti » 84
ILLUSTRAZIONI - Margherita Bosco affida il piccolo Giovanni a Don Calosso (in copertina)
Bamberga (Baviera) Nuovo Istituto Salesiano e solenne cerimonia inaugurale + 61
Shiu=Chow : I nostri cinesini anche recitando l'Angelus ricordano a Maria Ausiliatrice tutti quanti i loro Benefattori! 7o e 71
Torri e fortezze di rifugio durante le invasioni dei pirati nel Vicariato Apostolico di Shiu= Chow (Cina) » 73
Borgomanero (Novara) Il nuovo Collegio Salesiano in costruzione » 75
S. A. R. il Principe di Piemonte tra gli Orfani ed Orfane di guerra raccolti dalle Figlie di M. A. + 81
APRILE.
Il Cardinale Giovanni Cagliero » 85 Degno alunno e seguace di Don Bosco . . » 86 Missionario e Vicario Apostolico . . . . » 90
Civilizzatore della Patagonia » 94 Visitatore, Delegato Apostolico e Principe di Santa Chiesa » 100
La morte » 103
Estreme onoranze » 104
Ave Princeps!... Vale, frater! » 105 Le meraviglie di Maria SS. Ausiliatrice . . » 107 Orario delle funzioni del mese mariano nella Basilica di Torino » io8 In preparazione al X Congresso Internazionale » 109
Associazioni Zelatrici Missionarie Salesiane . . » 110
Pro Missioni Salesiane Pag. 110
Necrologio 111
Cooperatori defunti » 112
ILLUSTRAZIONI - S. Em. il Card, Giovanni Cagliero (in copertina)
1 funerali del Card. Cagliero; il Clero + 91
Autorità e popolo » 97
Verso il Verano » 99 La venerata salma del Card. Cagliero nella camera ardente » 103
II « nostro,> Cardinale » 105
Maria SS. Ausiliatrice 107
MAGG 10.
Le nostre Celebrazioni Cinquantenarie . . . + 114 Il Ven. Don Bosco e il culto della SS. Eucaristia » 116 Ultime notizie dal Rio Negro (Brasile) . . » 119 Dalla Cina: ai lettori del a Bollettino » . . , » 120 L'avvenire dell'Orfanotrofio di Scianghai » 121 Quattro Angeli di più in Paradiso! . . » 122 Dalla nuova Missione Salesiana del Giappone . » 124 Quanti... chiamano i Salesiani! » 127
Anime generose » 127
Allività Salesiana nella Patagonia » 128 Il Santo Padre e le Missioni Cattoliche . . . . » 130 Anime riconoscenti al Ven. Don Bosco . . . » 132
Le meraviglie di Maria SS. Ausiliatrice . . » 133 Il Rev.mo Sig. D. Rinaldi ritornato dalla Spagna » 137
In memoria del Card. Cagliero » 137
Notizie varie » 138
Necrologio e Cooperatori defunti » 140
ILLUSTRAZIONI - Maria SS. Ausiliatrice (in copert.) Tong=Hen=Zen e la Compagnia di S. Giuseppe » 121 Giuseppe Wong=Cu=Yin, Carmelo Ku=Tin=San, Simone Wong=Sam, Giacomo Wong=Siu= Meng » 123 I nostri missionari diretti al Giappone . . . . » 124 S. E. Mons. Combaz, Vescovo di Nagazaki, tra i nostri Missionari » 125 Comitato promotore del nuovo Collegio « Card. Cagliero » a Stroeder (Argentina) . . . » 129 Posa della prima pietra del nuovo Collegio a Stroeder » 131 Alunni del Seminario delle Missioni Salesiane di Fortin Mercedes (Patagonia) 135 Aspiranti Missionari Salesiani di Fortin Mercedes (Patagonia) » 138
GIUGNO.
Le nostre Celebrazioni Cinquantenarie . . . . » 141 L'inaugurazione dell'Esposizione Missionaria . . » 142 La festa del 24 maggio » 144 Per la celebrazione del Centenario Aloisiano . . » 146 La visita del nostro Rettor Maggiore alle Case Salesiane di Spagna » 147 Il Ven. Don Bosco e il culto della SS. Eucarestia » i So La religione di Gesù nel Giappone . . . . » 154 Dalla nuova Missione Salesiana del Giappone . . » 158 Le meraviglie di Maria SS. Ausiliatrice . . . » 160 In preparazione al X Congresso Internazionale . » 163 I Congressi Regionali di Catania e di Roma . . » 163
Commemorazione del Card. Cagliero a Roma » 164
L'Omaggio di Firenze a Don Bosco . . . . Pag. 166 Nella patria del Venerabile 167 La prima pietra dell'Opera Salesiana in Brescia . » 167
Necrologio e Cooperatori Defunti » 167
ILLUSTRAZIONI - Ingresso all'Esposizione Missionaria Salesiana (in copertina)
I Principi all'inaugurazione della Mostra . . . » 142 Dopo la visita inaugurale » 143 Esposizione Missionaria Salesiana - II parco . . » 145 Madrid - Le L.L. M. M. si avviano alla cerimonia nel sobborgo de los Cuatro Caminos . . . * 148 Madrid - Sua Maestà il Re pone la calce sulla prima pietra del nuovo Tempio » 149 Madrid - Le L. L. M. M. il Re e la Regina di Spagna e il Sig. Don Rinaldi . . . . » 151 Barcellona - Il Sig. D. Rinaldi nella villa Marti y Codolar » 153 Il Sig. D. Rinaldi tra gli alunni del Collegio Salesiano di Matarò » 161 Roma - Commemorazione del Card. Cagliero . » 164 Roma - Il palco degli E.mi Porporati e l'oratore Mons. Salotti * 165
LUGLIO.
X Congresso Internazionale dei Cooperatori Salesiani
Preghiamo per i Missionari e favoriamo le vocazioni missionarie
La seduta inaugurale del Congresso e Autografo dei S. Padre
Il Ven. Don Bosco e le Missioni Salesiane . . . » 175 Mezzi materiali » 179
Stampa Missionaria 18o
Opere Missionarie Pontificie » 181
Necessità della preghiera - 181 Le Missioni Cattoliche elemento di coltura e di educazione giovanile » 182
I Missionari sono troppo pochi » 183 Propaganda Missionaria ed azione giovanile . . » 185
Solenne adunanza di chiusura * 186
All'Esposizione Missionaria Salesiana . . . » 191
Il 24 giugno » 195
Per la Causa di Don Bosco » 196
ILLUSTRAZIONI - Esposizione Missionaria Salesiana (in copertina)
Visite all'Esposizione durante i giorni del Congresso
X Congresso Intern.le dei Cooperatori Salesiani
- Dopo la prima adunanza 173 Direttori diocesani, Decurioni ed ex= allievi . » 173 Durante una lezione d'agricoltura - e -Una vera ancella di carità » 177 Le Missioni d'America
Cina - Un funerale pagano . . . . » 182 Congo Belga - Una seduta giudiziaria . . . . » 183 Gruppo di sanitari torinesi benemeriti delle nostre Missioni * 187 Sala per conferenze e proiezioni cinematografiche » 189 Le LL. AA. RR. il Principe di Piemonte e la Princlpessa Adelaide alla fiera di beneficenza . * 191
AGOSTO.
Il Cinquantenario dell'Unione dei Cooperatori e del « Bollettino Salesiano » . . . . Pag. 197 Mostra di arredi sacri e Conferenze , . , . » 201 Congressi Missionari » 202 Il Ven. D. Bosco e il culto della SS. Eucarestia » 204
Un'escursione apostolica nell'Assam » 208 Come il Signore protegge i nostri Missionari . » 211
Dai dintorni di Tanjore » 214 Le meraviglie di Maria SS. Ausiliatrice . . . » 215
San Luigi e il Ven. Don Bosco » 218
Il Primate di Polonia u 218
Nuovo Vescovo Salesiano » 218 La Causa della Serva di Dio Maria Dom. Mazzarello » 218
Notizie varie a 21 q
Necrologio » 223
Cooperatori defunti » 224
ILLUSTRAZIONI - Nuova chiesa salesiana ad onore di S. Giuseppe a Ho=Si (Cina) (in copertina) Auto=cappella per le Missioni della Patagonia . . » 199 Interno dell'auto=cappella » 199 Esposizione Missionaria Salesiana - Il salone degli arredi sacri » 203 L'Em.mo Card. Ascalesi al Congresso Missionario di Napoli » 203 Autorità, Arcivescovi e Vescovi al Congresso Missionario di Lódz (Polonia) » 205 Lódz - Corteo dalla Cattedrale all'Istituto Salesiano per il Congresso Missionario . . . » 210 Macao (Cina) Nuovi battezzati nel Cinquantenario delle Missioni Salesiane » 213 Nuovo Santuario di Maria Ausiliatrice in Cartago » 217 La nuova Cappella eretta dai Salesiani nelle vicinanze di Tanjore (India) '» 219 Mons. Hlond, Arcivescovo di Gnesna e Posnania » 221 Il nuovo edificio per le Scuole Professionali Salesiane di Verona » 221
SETTEMBRE.
Il Cinquantenario dell'Unione dei Cooperatori e del « Bollettino Salesiano » . . . 225 Ricordando il Ven. Don Bosco » 229 Un'escursione apostolica nell'Assam 232
Dalle lettere dei nostri » 233 Pagine vive di vita missionaria . . . . » 234
Preghiamo per i Missionari , » 237 Dalla nuova Missione del Giappone . , » 238
La povera missione dei Kivari » 240 Le meraviglie di Maria SS. Ausiliatrice » 241 Anime riconoscenti al Ven. Don Bosco . . . » 244
La Causa di Don Bosco » 245 Convegni salesiani . . . » 245 Ai piedi dei S. Padre . . . . » 245 Nozze d'oro Sacerdotali » 245
Cooperazione Missionaria > 245 Notizie varie » 246 Necrologio - Salesiani e Cooperatori defunti . : » 250
ILLUSTRAZIONI - Un gruppo dei 700 giovani già preparati alla prima Comunione nell'Oratorio Festivo di Quito (in copertina)
Esposizione Missionaria - Indi Lenguas e Ciamacocos Pag. 228 Esposizione Missionaria - La Messa all'aperto . » 229 L'assidua frequenza giovanile al nuovo Oratorio Festivo di Quito * 231 Dopo la Messa parrocchiale alla Colonia Salesiana del Sangradouro » 231 Figlie di Bororos e di civilizzati della Colonia S. Giuseppe al Sangradouro
Gli E.mi Gasparri, Galli, Billot, Mori, Verde e Capotosti alla Commemorazione Aloisiana all'Ospizio del Sacro Cuore in Roma . . . . » 239
Il nuovo « Ginnasio Don Bosco » erigendo a Pordenone » 247
OTTOBRE.
Cooperare * 253 Un bell'esempio di cooperazione missionaria . » 255
Don Bosco e il S. Rosario » 257 La vita nelle nostre Missioni: Il primo Oratorio festivo nell'Assam » 260 Il culto dell'Ausiliatrice a Broome . . . . » 263 Episodio missionario: Tra i Kivari . . . . 264
Dal Panamà » 265
Per il Messico » 266 Anno Francescano e Aloisiano . . . » 267
Nel mondo salesiano » 268 Le grazie di Maria SS. Ausiliatrice . . . . » 274
Libri buoni * 277
Cooperatori defunti » 279
ILLUSTRAZIONI - Tra i selvaggi Kivari (Equatore) - Una lezione di Catechismo (in copertina) Esploratori palestinesi e giovani catechisti dell'Oratorio festivo di Bologna al monumento di Domenico Savio a Mondonio » 255 I « Becchi » di Castelnuovo d'Asti - La culla del Ven. Don Bosco Apostolo del S. Rosario . . » 258 Shillong (Assam) - I Superiori e i Novizi della nostra residenza » 261
Madre e figlia di Broome (Australia) » 263
Kivari a caccia » 265 S. E. il Maresciallo Luigi Cadorna visita l'Esposizione Missionaria » 269 Esploratori palestinesi della Scuola Salesiana di Caifa a Roma davanti a S. Pietro . . . » 271 Il Generale Nobile tra i Salesiani di S. Francisco » 273
NOVEMBRE.
I Nostri Morti » 281 Il Programma del « Bollettino Salesiano » . . » 282 La solenne chiusura dell'Esposizione Missionaria Salesiana » 283 Come si può aiutare le Missioni Salesiane . . . » 293
Ricompense del Cooperatore » 293
Nozze d'oro Sacerdotali » 294 San Francesco d'Assisi e i giovani . . . . » 295 Le grazie di Maria SS. Ausiliatrice . . . . » 296
Partenza di Missionari » 297
Dalle Case Salesiane + 298 Alle Zelatrici e Cooperatrici Salesiane . . . » 303
Per l'apostolato del Santo Vangelo . . » 303
Libri buoni Pag 305
Per la Vita del Cardinal Cagliero » 305
Salesiani e Cooperatori defunti 306
ILLUSTRAZIONI - Esposizione Missionaria Salesiana inaugurata il 16 maggio e chiusa il 6 ottobre (in copertina) S. E. Mons. Gamba e Vescovi piemontesi alla solenne cerimonia di chiusura dell'Esposizione 285 S. E. Mons. Giuseppe Gamba e Don Rinaldi escono dall'Esposizione 287 S. A. R. il Duca di Genova esce dal Teatro dopo la solenne cerimonia di chiusura 287 Esposizione Missionaria - Famiglia indigena del Katanga 289 Esposizione Missionaria - Pappagalli americani . 291 S. E. il Generale Etna appone la sua firma sul registro dei visitatori » 292
Il Rev.mo Sig. D. Giuseppe Vespignani . . . » 294
Scuola Mandolinistica a Valdocco » del primo Oratorio festivo di Don Bosco » 299 S. A. R. il Principe di Piemonte tra gli Orfani di guerra dell'Istituto Salesiano di Palermo . . » 301 S. E. il Maresciallo Luigi Cadorna tra i giovanetti dell'Oratorio Salesiano di Trieste . . . . » 302
B. Plokhorts - Gesù entra in Gerusalemme . » 304
DICEMBRE.
Le feste e gli auguri » 309 Nuovo drappello
Operai evangelici » 314
Echi dell'Esposizione Missionaria Salesiana . » 314
Per il trionfo di Cristo Re » 315
Cina: La cerimonia della distruzione degli idoli » 317
Rio Negro (Brasile): Un Natale in missione » 320
Don Bosco e la pecorella smarrita . . . . » 321 In memoriam: S. A. R, e I. la Principessa Laetitia di Savoia= Napoleone » 322
Tesoro spirituale 323 Le meraviglie di Maria Ausiliatrice . . . . » 324
Azione Salesiana » 327
Notizie brevi » 330 Le nostre pubblicazioni periodiche . . . . » 331 Il Centenario della Canonizzazione di S. Luigi Gonzaga e S. Stanislao Koska . . » 332 Cooperatori defunti » 333
Indice generale per l'anno 1926 » 333
ILLUSTRAZIONI - Pax! (in copertina).
Il presepio » 310 Missionari Salesiani presenti alla funzione di partenza: 10 ottobre 1926 » 311
Gesù Cristo Re » 315 Cerimonia per la distruzione degli idoli cinesi , 319 S. A. R. e I. la Principessa di Savoia= Nopoleone, Duchessa d'Aosta » 322 Mons. Arturo Jara, Vicario Apostolico di Magellanes » 328 Salta (Argentina) - Festa di S. Luigi . . . » 329 Gran Paradiso - Sulla vetta fu collocata la targa a Maria Ausiliatrice » 331 '