BS 1920s|1922|Bollettino Salesiano Dicembre 1922

BOLLETTINO SALESIANO

PERIODICO MENSILE DEI COOPERATORI DI DON BOSCO

ANNO XLVI - N. 12   DICEMBRE 1922

SOMMARIO

Il Sac. Filippo Rinaldi ai Cooperatori e alle Cooperatrici. Del problema morale nell'educazione. Per la beatificazione del Ven. Giuseppe Cafasso.

Il Papa « al diletto popolo d'Italia ». - Il S. Padre e gli ex-allievi di Don Bosco.

Il Tempio del Sacro Cuore a Casalmonferrato. Al Congresso Missionario di Pamplona. In suffragio di Don Albera.

Il primo Congresso Nazionale in onore del Sacro Cuore di Gesù. - I deliberati.

Episodi missionari: - Come scrive un indio civilizzato. Procuriamo buone vocazioni al Sacerdozio. Indimenticabile trionfo mariano. Congresso Eucaristico giovanile.

Il nuovo Orfanotrofio di Shiu-Chow (Relazione del Missionario D. Carlo M. Braga). - V. L'inaugurazione. - Vi. I trionfi del sistema educativo di Don Bosco.

Culto di Maria Ausiliatrice.- Grazie e graziati.

Note e corrispondenze: - Centenario di S. Francesco di Sales. - Per il Tempio di Gesù Adolescente. -

Gli ex-allievi di Polonia. -- Notizie varie: Villastellone,

Nizza Monf., Diano d'Alba, Parma, Napoli, Rawson. Necrologio e Cooperatori defunti. Indice dell'annata.

REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE - VIA COTTOLENGO. 32 - TORINO (9)

IL SAC. FILIPPO RINALDI

Rettor Maggiore della Pia Società Salesiana - con tutti i Salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice, e i giovinetti e le giovinette alle loro cure affidati - è lieto di presentare ai benemeriti Cooperatori, alle benemerite Cooperatrici e alle loro famiglie, i più fervidi auguri per le prossime Feste del Santo Natale e del Capo d'Anno.

Nella novena di preparazione e nella più santa di tutte le notti, in cui gli Angeli - nel dare ai Pastori di Betlem il giocondissimo annunzio che era nato Gesù - inneggiarono anche alla nuova era di pace che si apriva per l'umanità, più accesa e insistente che mai sarà la nostra preghiera per la pace nelle coscienze, nelle famiglie, nella patria nostra e nel mondo intero.

Oh! la pace con tutte le sue gioie, intime e rigeneratrici, venga e regni sovrana in noi e in mezzo a noi !

Ecco, o benemeriti Cooperatori e Cooperatrici l'augurio che v'invia, dell'intimo del cuore, il Successore di Don Bosco, mentre rispettosamente vi raccomanda i suoi Orfanelli, gli Aspiranti allo Stato Ecclesiastico, le molteplici Missioni affidate alla Pia Società, gli Oratori Festivi e tutte le Opere Salesiane.

Dal primo giorno della Novena di Natale fino all'Epifania, tutte le sere, gli alunni dell'Orfanotrofio Cattolico di Gesù Bambino a Betlemme, accompagnati dai Superiori, si recano a visitare il Santo Presepio, e deponendo nel luogo ove nacque Nostro Signor Gesù Cristo il libro dei propri Benefattori pregano fervorosamente secondo le loro intenzioni. Nell'Album della carità dell'Orfanotrofio di Betlemme sono pure iscritti, collettivamente, tutti i Cooperatori e le Cooperatrici Salesiane; quindi anche per voi, o cari Cooperatori e benemerite Cooperatrici, dal 15 corrente al 6 gennaio si eleveranno al cielo particolari preghiere proprio nella S. Grotta ove nacque il Divin Redentore!

Del problema morale nell'educazione

Il compianto Don Francesco Cerruti - che dal 1886 al 1917 fu stimatissimo direttore generale degli Studi e delle Scuole della Pia Società Salesiana - l'anno prima di morire, nel 1916, scriveva a tutti i figli di Don Bosco:

« Sotto varie denominazioni (questione sessuale, problema sessuale, istruzione sessuale, educazione sessuale, educazione nuova et similia) si va agitando, anche più intensamente da alcuni anni, nella scuola e nella stampa, nella conversazione come sul giornale, una questione gravissima. Devesi nell'educazione del bambino, del fanciullo, del giovane procedere per gradi, oppure per salti? Condurlo passo passo, o lanciarlo senz'altro nel vortice della vita? Fargli conoscere le cose di mano in mano che la sua intelligenza ne è capace, o avviarlo subito anche a quello a cui egli ancor non arriva, nè può ancora arrivare? Contenerlo in una prudente riservatezza, o squadernargli senz'altro tutti i misteri della natura e i traviamenti che troppo spesso la desolano, sicchè subito tutto sappia e tutto conosca? »

E propostosi il quesito « Quali erano le idee di Don Bosco sul sistema morale, a cui deve essere informata l'educazione della gioventù? » così proseguiva

« E dico educazione della gioventù, giacchè di questa sola, cioè dell'educazione puerile e giovanile, intendo parlare, non delle altre sorta di educazione, perchè è questa, attorno a cui sopratutto si svolgono le questioni odierne. Ora Don Bosco fu costantemente un modello di delicatezza morale nelle parole, nel tratto, nel portamento, in ogni sua azione. Lo sguardo aveva vivo e penetrante. Ma questo sguardo era sempre puro, verginale. Obbligato, nella missione sua, a trattare con persone di ogni età, di ogni condizione, di ogni categoria sociale, con l'uno e con l'altro sesso, non fu mai che da lui uscisse una parola, una frase, non dico scorretta, ma neppure impropria. Certi vocaboli. un certo frasario che chiamano scientifico ed è tante volte semplicemente grossolano, Don Bosco non avrebbe mai nè usato, nè permesso di usare. Giammai in lui un gesto, un movimento, un contegno che anche da lungi fosse contrario a modestia. Il suo volto sereno, amabile, calmo, anche fra le più terribili bufere della vita, era una rivelazione della serenità e del candore verginale dell'anima sua.

» E quel che la persona, tali erano e sono i suoi scritti. Sono circa un centinaio le opere fra edite ed inedite, ed oltre a tre mila le lettere, che si conoscono, di D. Bosco; opere trattanti talvolta materie delicatissime, lettere indirizzate anche a persone di mondo. Orbene, in nessuna di esse voi troverete mai cosa alcuna, anche solo sconveniente, in fatto di delicatezza morale. Questa testimonianza non sono io solo che gliela rendo, che pure ebbi la fortuna di vivere con lui oltre a 3o anni, dall'11 novembre 1856 al 31 gennaio 1888, e partecipar alla sua intimità. Ma è una testimonianza rèsagli concordemente da quanti altri lo conobbero, da quanti godettero pure della stessa intimità e ne conoscono le opere. Si può bene applicare a lui quello che fu detto del nostro Divin Maestro, che, cioè, in fatto di castità Don Bosco fu incensurabile, inappuntabile.

» Quel che faceva egli, Don Bosco insinuava negli altri, specialmente nei giovani. Anche in. questo egli si modellò su Gesù Cristo, che prima. praticava, poi insegnava agli altri; prima l'esempio, poi il precetto (1). Di qui la cura vigile, incessante, instancabile perchè i suoi figliuoli, com'egli chiamava i suoi giovani, i figli del suo cuore si formassero a questa delicatezza morale, e l'attenzione somma di tener lontano da essi qualsiasi cosa potesse anche da lungi offuscare questa delicatezza. Ne fan fede la Biblioteca della gioventù italiana, la Collezione de' classici latini e greci e i due Dizionari, latino l'uno, italiano l'altro, opere tutte da lui ideate e caldeggiate allo scopo non già di restringere, nè di impoverire il patrimonio della lingua, ma bensì di non offrire a pascolo di un'età inesperta, ardente, raggirabile facilmente dalla foga dell'immaginazione e dalla prepotenza de' sensi, quello che nelle sue mani sarebbe altrettanto veleno: puritas suprema lex osto. Di qui l'affetto, la stima particolare che nutriva per quelli in cui vedeva sovranamente brillare la più bella delle virtù, testimonio quell'angelo in carne che fu Savio Domenico, e la severità somma verso coloro che con le parole, con gli scritti, con le opere, in qualsiasi snodo, attentassero direttamente o indirettaniente alla purità, chè tale era il vocabolo che egli generalmente usava, invece di quello più esteso di castità, nel trattare co' giovani. - Non saran pure le vostre parole, diceva egli insistentemente, nè pure le. vostre azioni, se non saranno anzi tutto puri i vostri pensieri, i vostri desiderii, i vostri sguardi, i vostri affetti.

» E a chi lo consigliava a parlar pure del vizio contrario alla purità; a metter sott'occhio al giovane le brutture che gli toccherà pur di vedere, come se nella natura non esistessero che delle brutture; a prepararlo (è la frase stereotipata) alla vita, come se la vita fosse sola e tutta tradimento e fango, rispondeva franco: no. Procurate che i giovani conoscano bene, non già solo superficialmente, le verità della nostra S. Religione insieme co' doveri che vi sono annessi; fate che si educhino a tempo e coscientemente alle pratiche religiose e ad una condotta morale soda e profondamente radicata. Entrati nella vita sapranno tener il loro posto; gli atti buoni ripetuti costituiscono le abitudini buone e le buone abitudini formano il carattere cristianamente adamantino. Potranno bene, coll'avanzar degli anni, incontrare ostacoli, pericoli d'ogni fatta; ma questi sapranno superarli. Avranno magari le loro crisi, più o meno lunghe, più o meno burrascose; ma queste crisi si risolveranno più presto o più tardi, felicemente. Sotto la cenere non muore il fuoco della vita. Offrite invece al fanciullo, al giovane, massime libertine sotto pretesto che dovrà pur conoscere quel che si dice nel mondo; presentategli esempi licenziosi, perchè di questi dovrà pur vederne nella vita; lasciategli libero il freno allo sfogo dei sensi sotto le pompose insipienti frasi che la libertà è medicina a sè stessa e l'eccesso conduce al rinsavimento, ed allora pel fanciullo, pel giovane, salvo un miracolo, sarà tutto perduto; non avrà più una tavola di salvezza, a cui aggrapparsi nelle tempeste della vita ».

E più avanti aggiunge:

« Non so quanti più di Don Bosco abbiano sentito il bisogno, il dovere dell'istruzione giovanile; di lui che non costruiva chiesa senza che questa avesse accanto la scuola popolare; di lui che aperse scuole serali e festive per analfabeti o poco più, quando di scuole serali e festive non si aveva quasi l'idea; di lui che per l'istruzione professionale del povero popolo, per la gente di campagna, come egli scrisse, pubblicava nel 1849 « L'aritmetica e il sistema metrico decimale », il quale doveva andar in vigore negli Stati Sardi entro il 1850, e gl'insegnamenti contenuti in quel trattatello popolarizzava co' modi più industriosi. Ma egli non avrebbe mai preteso la matematica da chi non è ancora in grado di sapere la numerazione, nè la filosofia da chi non sa ancora i primi elementi del sapere, nè aperto i segreti della natura a chi della natura non è ancora intellettualmente atto a intendere neppure il nome. Insomma la gradazione e la convenienza, che son le prime e principali doti di un insegnante, eran le doti che Don Bosco sentiva e praticava egli pel primo e voleva dagli altri praticate. Non si tratta di voler mantenere il fanciullo nell'ignoranza; non si tratta di nascondergli quel che egli verrà pure a sapere, non si tratta di occultismo, frase, giornalistica ora in voga; no. Si tratta invece che egli sia guidato gradatamente nelle sue cognizioni; si richiede che egli sappia quel che è capace di sapere, intenda quando e quanto egli sarà in grado d'intendere e non di fraintendere. La natura è figlia di Dio; ma è coperta da un velo, il quale va sollevato a poco a poco, di mano in mano che le nostre forze intellettive riescono a capire, a ben leggervi entro. Guai al padre, allo scrittore, al maestro che pretenda alzarlo questo velo, incompostamente o prima del tempo! Egli porterà una vera tempesta nelle facoltà fisiche intellettuali e morali del figlio, del lettore, dello scolaro; tempesta che lo renderà infelice per tutta la vita ».

Oggi, ad assicurare ai giovani la conservazione del prezioso tesoro della purezza lavorano con gran zelo anche non pochi valentuomini, ma diffonditori dell'altro metodo, assai pericoloso, come quello che per lo meno fa troppo assegnamento sulla rettitudine dell'intelligenza e sulla forza della volontà dei giovani. Evidentemente, Don Bosco era contrario a questo metodo; e tale, in questi ultimi giorni, si è dichiarato anche uno degli scrittori della sua vita, il Senatore Filippo Crispolti (1). Le sue parole, indirizzate ad uno dei sostenitori del pericoloso sistema, sono così serene e insieme forti e convincenti, che, sebbene non lo accennino, ci sembrano il miglior commento al metodo e al pensiero di Don Bosco in un punto di tanta importanza:

Ella con franca delicatezza, sulla scorta di serii psicologi e pedagogisti moderni, invoca che i fanciulli, e per mezzo dei genitori, o ,di savie persone scelte da questi ultimi, o di direttori spirituali, vengano prudentemente iniziati in qualche modo alla conoscenza dei misteri della vita. Dopo aver detto che la virtù male si basa sull'ignoranza; che questa non è a lungo presumibile; che chi vuol metterla a guardia dell'innocenza ha bensì uno scrupolo nobile, ma uno scrupolo, osserva che si tratta di impedire con una iniziazione onesta, quella che è da aspettarsi e che deriva il più delle volte da mezzi disonesti e perniciosissimi. Difatti, secondo il suo ponderato criterio: « L'iniziazione viene ai giovanetti in più modi, per via di celie e lazzi inverecondi, di conversazioni con compagni maliziosetti, di parole, bisticci e ghiribizzi, che si rapportano al mistero sessuale e del quale l'adolescente vuole spiegato oppure cerca di spiegare a se stesso il senso, che poi rumina. Questa iniziazione si svolge sotto le forme più ignobili, più ingegnose, più capziose e da tutti i lati, con tutte le forare; col giornale, col libro, col disegno specialmente caricaturesco, con gli annunzi, con le mille occasioni che offrono la piazza e la strada ».

Ora, a me sembra che gli scrittori ai quali Ella s'attiene non mostrino d'intendere, per quanto Ella ne trae, tutta la complessità del problema.

Noi siamo dinnanzi ad un fanciullo di famiglia costumata, la. quale si preoccupa di serbarlo rigorosamente nel buon costume; altrimenti Ella non incontrerebbe in quella famiglia di tali scrupoli, e sarebbe una perdita di tempo la sua di suggerire con quali cauti modi e per carezzo di quali sicure persone si avrà da aprirgli gli occhi. Dato un tal fanciullo, così bea circondato, non si può supporre che egli sia del tutto all'oscuro intorno al bene ed al male, se pure egli lo è intorno alle ragioni ultime di questo bene e di questo male. Il ritegno, insegnatogli dalla natura e reso più forte da tutto ciò che la madre gli à inculcato circa l'obbligo della compostezza delle membra, fa sì che egli sappia dover serbare certi stretti riguardi per non far del male. Il pericolo quindi che crescendo un po' negli anni egli ceda per ingenuità ad impulsi di cui non conosce l'origine e il fine o pervertisca in sè tali impulsi; il pericolo cioè che egli lo faccia perchè nessuno gli abbia suggerito la morale necessità dei riserbo, non esiste. Anche a fanciulli i quali per trista precocità abbiano incominciato ad agir male, ed abbiano poi perduta l'idea che quel male è mi male, come avviene sovente quando si è inoltrati nel vizio, basta dire: « Vi condurreste così se i vostri genitori vi vedessero? », perche essi riconoscano che la propria supposizione di non far nulla di brutto è l'artifizio d'una coscienza addormentata e falsificata. Quindi coloro che raccomandano una tal quale iniziazione ai segreti dell'essere perchè i fanciulli non si guastino senza saperlo, è superfluo. Nessuno di essi si guasta perchè ignori l'obbligo di non guastarsi.

Con quest'innata o prodotta conoscenza sommaria del male, ammesso che il fanciullo abbia serbato, come è da pregarne Iddio, la propria innocenza fino al giorno in cui una persona adatta al delicatissimo ufficio gli riveli qualche cosa di più, che effetto produrrà questa rivelazione? Essa gli dirà che ciò che a lui doveva soltanto sembrare turpitudine, non avente altra causa ed altro fine che la malizia, è invece, in certe forme, qualche cosa che corrisponde ad una legge naturale, interessante la durata dell'umanità, e che serbata nell'ordine inviolabile della famiglia può essere sacra.

Con ciò la sua mente inesperta, che vedrà nelle cose rivelategli non l'annunzio d'una colpa che era già saputa, ma l'attenuazione o la cancellazione di ciò che in tutto credeva colpevole, trarrà un impulso maggiore al ritegno, che ad ogni modo l'età gli rende in tutti i modi obbligatorio, o piuttosto non vi vedrà una mezza ragione d'allentare la rigida severità di cui prima gli avevano fatto un dovere?

Ma sia pure che egli non tragga dall'improvviso insegnamento un tale cavillo, credete voi, che l'essere stato istruito da . maestri degni lo salvi dal pericolo di farsi dare più luce e commenti ulteriori da compagni discoli o da letture furtive? Anche se di certe cose il fanciullo non sia istruito da persone buone, ma da tristi compagnie o da scritti perversi, ciò che è istruzione rivelatrice si compie in un giorno. I giorni successivi sono dedicati a continuare nella maliziosa illustrazione di ciò che si è rapidamente imparato. Perchè dunque, trascorsa quell'ora in cui l'istruzione si sia ricevuta onestamente, dovremo esser sicuri che il fanciullo non cadrà in tentazione di farsi istruir meglio e trattener corrottamente da amici o libri perniciosi?

Ecco perchè, anche riconoscendo gli ottimi intendimenti di coloro i quali vogliono far cessare certe ignoranze fanciullesche, anche ammettendo che il pericolo delle buone rivelazioni sia scarso, io non so persuadermi che ne debba derivare un bene necessario, sicuro e notevole...

« Don Bosco - insiste Don Cerruti - voleva allontanato dal fanciullo, dal giovane, tutto quello che potesse essergli di nocumento alla formazione morale; voleva che non fosse esposto a letture, a condizioni, a cimenti superiori alla sua età e alle sue forze. Per lo meno, scrive Quintiliano, attendete che egli sia arrivato ad età provetta; che sia pervenuto a quel vigore d'intelletto e di volontà che ne ponga al sicuro la moralità ».

E il fedele interprete del pensiero educativo di Don Bosco terminava la sua esortazione « con una preghiera agli educatori salesiani. La setta anticristiana ha scritto sulla sua bandiera il motto: lilia pedibus contèrite. Or bene alla bandiera della setta opponiamo la bandiera di Don Bosco; al motto di essa il motto di D. Bosco: lilia manibus exornate! »

(1) Coepit facere et docere: Act. Ap. I, I.

(1) Vedi nel Momento di Torino, dei 7 novembre u.s.: Argomenti spinosi.

Per la beatificazione del Ven. Giuseppe Cafasso.

Martedì 24 ottobre 1922, presso l'E.mo e R.mo Signor Cardinale Gaetano Bisleti, Ponente della Causa di beatificazione e canonizzazione del Ven. Giuseppe Cafasso, Sacerdote secolare, direttore del Collegio Ecclesiastico di Torino, si è tenuta la Congregazione dei Riti Antipreparatoria, nella quale dai R.mi Prelati Officiali e dai Consultori teologi della medesima, si è discusso il dubbio su due miracoli, che si asseriscono da Dio operati per intercessione dello stesso Ven. Servo di Dio, i quali vengono proposti per ottenerne la beatificazione.

Nell'annunziare questo nuovo passo della Causa del Venerabile, noi preghiamo Iddio che essa raggiunga presto la mèta desiderata.

Il Papa " al diletto popolo d'Italia ".

Il Santo Padre ha inviato ai RR.mi Arcivescovi e Vescovi d'Italia questa nobilissima lettera:

Venerabili Fratelli,

Salute ed Apostolica Benedizione.

Ora sono pochi mesi solamente, dinanzi ai mali ed alle lotte fratricide che funestavano il nostro diletto Paese, vi rivolgevamo un caldo appello, esortandovi a dirigere particolarmente la Vostra Pastorale sollecitudine all'opera di pacificazione degli animi e dei cuori. Ben sappiamo con quanta premura avete risposto al Nostro paterno invito: ma purtroppo la tanto desiderata tranquillità non è ancora tornata in mezzo al diletto popolo di Italia, e l'animo Nostro è di nuovo profondamente addolorato alla vista dei mali ognor più gravi che ne minacciano il benessere materiale, morale, religioso, ritardando sempre più il risanamento delle profonde ferite, doloroso strascico dei lunghi anni di guerra. Fedeli, pertanto, a quella missione di carità affidataCi dai' Divin Redentore, Noi sentiamo imperioso il bisogno di indirizzare nuovamente a quanti sono cittadini d'Italia una parola di carità e di pace. In nome di quella fratellanza che tutti unisce nell'amore a questa terra così benedetta da Dio, in nome specialmente di quella fratellanza più nobile, perchè soprannaturale, che nella religione di Nostro Signore Gesù Cristo congiunge i figli d'Italia in una sola famiglia, Noi a tutti gridiamo colle parole di S. Stefano (Act. VII, 26): « Viri, fratres estis; ut quid nocetis alterutrum? ». E Voi, Venerabili Fratelli, vogliate raddoppiare di zelo nell'opera santa di pacificazione, così alacremente intrapresa. Esortate tutti quelli che sono affidati alle vostre cure, a mitigare e, se occorre, a sacrificare pel pubblico bene i propri desideri, ispirandosi ai principi cristiani dell'ordine, ed a quei sentimenti di carità, di mansuetudine e di perdono, dei quali il Divino Maestro ha fatto ai suoi fedeli legge suprema. Ritornino essi sinceramente a Gesù Cristo (Eph. II. 14), « qui est pax nostra », perchè solo amando Lui si ameranno anche tra loro e nella fraterna cooperazione contribuiranno a quella generale prosperità della quale poi tutti godranno i frutti.

Di questa tanto desiderata riconciliazione sia intanto pegno ed auspicio la Apostolica Benedizione che di cuore impartiamo a Voi, o Venerabili Fratelli, al Vostro Clero e a tutti i fedeli alle vostre cure affidato.

Dal Vaticano, li 28 ottobre 1922.

PIUS PP. XI.

In ossequio al nuovo appello del S. Padre, torniamo a raccomandare ai nostri Cooperatori di far opera di pacificazione coll'esempio, colla parola, e colla preghiera. Assecondino compatti le disposizioni prese o che si prenderanno dai Rev.mi Ordinari e da tutti i Pastori di anime, ed essi stessi con ferventi preghiere invochino ogni giorno questa grazia grande della pacificazione degli animi, offrendo al Santissimo Cuore di Gesù e a Maria Ausiliatrice le sante Comunioni e tutte le opere buone.

Particolarmente il 24 del mese rinnovino pubbliche e private istanze alla « Benedetta che fu in ogni tempo l'aiuto dei Cristiani », scongiurandola perchè, corre regna sovrana in tanti nostri Santuari, Ella trionfi e regni colla materna sua carità nel cuore di tutti gli Italiani.

Al pio intento si può ripetere la bella preghiera composta e arricchita di 300 giorni d'indulgenza dal S. Padre Benedetto XV (1).

Il Santo Padre e gli ex-Allievi di Don Bosco.

Il 25 ottobre il S. Padre riceveva in privata udienza l'avv. cav. Felice Masera, Presidente della Federazione Nazionale degli Ex-Allievi di Don Bosco. Sua Santità volle essere dettagliatamente informato del come funzionano le singole Associazioni e Federazioni Nazionali, e si rallegrò vivamente dell'azione che svolgono molte Unioni, bene organizzate, in Italia, nella Spagna e nell'Argentina.

Avendo il cav. Masera espresso il pensiero di recarsi nel prossimo anno nell'Argentina per una serie di conferenze di propaganda e per meglio allacciare i vincoli con quelle Associazioni, Sua Santità se n'è vivamente compiaciuta, elogiando il bene che i figli di D. Bosco compiono in quella Repubblica ed augurandosi che tutte le Associazioni, locali e nazionali, degli Ex-Allievi Salesiani, si uniscano sempre meglio in unità di intenti e in intimità di rapporti per svolgere compatti lo stesso programma assegnato dal Ven. Don Bosco alla Pia Unione dei Cooperatori Salesiani.

Il Santo Padre ebbe anche parole di particolare elogio per gli Ex-Allievi dei Salesiani di Polonia, avendone constatato personalmente i generosi propositi; ed ha impartito di gran cuore una particolare benedizione Apostolica a tutte le Associazioni degli Ex-Allievi di Don Bosco e ai singoli inscritti.

(1) Ved. Boll. di settembre 1921.

Il Tempio del S. Cuore a Casalmonferrato

Le feste per l'inaugurazione del nuovo tempio salesiano, eretto in onore del S. Cuore di Gesù a Casale Monferrato, riuscirono imponenti per la grandiosità con cui si svolsero, e per la parte che vi ebbero gli abitanti della città e dei sobborghi e numerosi fedeli accorsi dai paesi del Monferrato.

Il nuovo Tempio.

Il nuovo tempio è sorto su disegno dell'illustre architetto torinese cav. Ing. Giuseppe Gallo.

È un maestoso monumento d'arte. Lungo 50 metri, largo 20, è a tre navate. La centrale è a volta; le laterali a soffitto inclinato colla pendenza del tetto. Il presbitero è fiancheggiato da doppi coretti, divisi da colonnato. Nello sfondo del presbitero si svolge un piccolo coro e sovr'esso un ampia nicchia, nella quale sorge la maestosa statua del S. Cuore, alta tre metri, con a piedi un altarino, al quale si potrà celebrare in circostanze speciali. Sopra le arcate, tra le navate laterali e la centrale, è praticata una galleria a giorno, attraverso alla quale si scorge il soffitto inclinato, tuttora rustico e privo di quegli ornamenti che dovranno renderlo di effetto decoroso.

La facciata che dà su una piazzetta, sulla quale si svolge un'ampia gradinata, è a paramento con parti in pietra artificiale, ed ha tre porte, mancanti ancora delle parti decorative. Sulla porta centrale corre una galleria praticabile, nel cui centro è la nicchia per la statua al S. Cuore, e due piccole gallerie corrono pure sulle porte minori.

Il campanile sorge al mezzo della parte posteriore, sopra la gran nicchia del S. Cuore. Sotto il presbiterio è da tempo aperta al divin culto la, cappella votiva dei caduti.

Il tempio non è ancor del tutto ultimato. Il pavimento provvisorio è in piastrelle di cemento, mentre dovrà essere a disegni in mosaico a grossa: macchia.

Le finestre, anch'esse provvisoriamente munite di vetri unicolori, attendono i vetri dipinti, che darannoo all'ambiente la giusta intonazione.

Un primo saggio di decorazione, al quale in seguito dovrà essere intonato tutto l'edificio, è stato applicato per ora alla grande nicchia del Sacro Cuore di Gesù.

In preparazione.

A preparare gli animi al fausto avvenimento S. E. Rev.ma il Vescovo Mons. Albino Pella diramò per la circostanza un'apposita Pastorale. Diceva il venerato Presule

« Casale è divenuta oggetto di santa invidia. E ben a ragione, L'inaugurazione di un Tempio al S. Cuore di Gesù, è un fatto che rallegra ogni anima cristiana ed è pegno sicuro di immensi favori che sgorgheranno da quella che è la sorgente di tutte le grazie.

» Sia dunque ringraziato il Signore, a Lui la gloria e l'onore.

» Siano ringraziati i Figli di Don Bosco che con tanto ardimento, superando innumerevoli. difficoltà e quasi contro ogni speranza, han sa-. puto condurre a termine il magnifico Santuario

» Sieno ringraziati tutti i benefattori che cooperarono alla santa impresa. È doveroso che col più vivo entusiasmo ne celebriamo la inaugurazione...

» La luce e le fiamme che si sprigionano da quella fornace ardente di amore divino che è il S. Cuore, varranno senza dubbio ad illuminare tante menti ottenebrate dall'errore e ad accendere nel cuore degli uomini quel mutuo amore che ci porterà la pace, la prosperità, il benessere temporale e la felicità eterna ».

L'inaugurazione.

L'inaugurazione ebbe luogo il 21 ottobre, dopo un triduo solenne predicato in Cattedrale dal nostro Don Trione.

La cerimonia della benedizione rituale venne compiuta dall'Ecc.mo Mons. Pella, alla presenza del nostro Rettor Maggiore D. Rinaldi, dell'ill.mo sig. Sindaco della città, Comm. Avv. Manacorda, del Sotto-Prefetto, dell'ing. Gallo, del Conte Sacchi, del Cav. Giorcelli, del Cav. Ruzzi, e del Comitato intiero dei festeggiamenti.

Il sacro rito fece scorrere come un'onda di sincera letizia e di nuova vita cristiana in tutta la città.

Affollata e devotissima l'adorazione notturna che seguì la sera dell'inaugurazione. Commovente lo spettacolo dei molti giovani e uomini accostantisi alla S. Comunione, alla Messa celebrata dal Vescovo di Alessandria, S. E. Mons. Milone.

Il Tempio per tutta la notte fu pieno di popolo orante.

Alle 7,30 celebrò il sig. Don Rinaldi, ed alla S. Comunione si ripetè lo stesso spettacolo di pietà e di fede.

Alle ore 9.30 doveva effettuarsi una solenne processione dalla Cattedrale al Valentino; ma la pioggia, che dalla notte cadeva insistente, costrinse i convenuti ad avviarsi isolatamente, seguiti dai Vescovi e dal Rev.mo Capitolo, al nuovo Santuario, dove alle 10,3o ebbe luogo la Messa solenne, pontificata dal Vescovo Diocesano, assistito dal Vescovo di Alessandria e da Mons. Aguilera, Vescovo tit. d'Isso, e dal nostro Rettor Maggiore. .

Il nuovo Tempio era gremito, e lo stesso spettacolo di fede si rinnovò alle funzioni del pomeriggio.

Le feste si protrassero solennissime per tutto l'Ottavario. Il 23 venne dedicato al Congresso e il 24 a Maria SS. Ausiliatrice, che ha un bell'altare nel nuovo tempio. Il 25 le sacre funzioni vennero celebrate dai RR. PP. Francescani di Casale e di Crea. Il 26, giovedì, fu la giornata della gioventù e le sacre funzioni vennero celebrate dai nostri Confratelli di Borgo San Martino e di Trino. Il 27 ufficiarono i RR. PP. Camilliani, il 28 i Signori della Missione.

La domenica 29, ultimo giorno dei festeggiamenti, pontificò alla messa e ai vespri S. E. R. Mons. Umberto Rossi, Vescovo di Susa.

Il 30 ottobre si celebrò nella cripta un solenne funerale per tutti i benefattori defunti.

Alla splendida riuscita delle feste hanno efficacemente concorso le belle esecuzioni musicali.

Al sabato, alla benedizione del nuovo tempio, ed alla domenica, il servizio affidato alle Scholae cantorum dei due Seminari e degli Istituti Femminili fu disimpegnato egregiamente.

Le sezioni Ceciliane di Alessandria, Asti, Casale, dirette dal Cav. D. Rolle e dal M. R. D. Nebbia di Asti eseguirono ai vespri di lunedì eccellente musica polifonica; e alla sera, nel salone Don Bosco, dinanzi a numerosissimo pubblico svolsero un ricco programma di musica classica.

Nei giorni seguenti diedero ottimo saggio anche le Scholae Cantorum dei PP. Francescani e dei Collegi nostri di Borgo S. Martino e di Trino.

Al Congresso Missionario di Pamplona.

Nello scorso settembre si svolse a Pamplona (Spagna) un grande congresso missionario in onore di S. Francesco Saverio. Vi parteciparono insigni personalità del mondo missionario e la nostra Pia Società vi fu rappresentata dai nostri Vescovi Missionari Mons. Versiglia e Mons. Comin. Essi ebbero l'onore di portare processionalmente la preziosa reliquia del braccio di S. Francesco Saverio.

Mons. Versiglia parlò dell'azione evangelizzatrice che i Salesiani conducono molto vicino alla regione in cui spirò S. Francesco, alla cui tomba pellegrinano sovente coi loro alunni; descrisse il mondo cinese, le difficoltà che s'incontrano per cristianizzarlo, i frutti già ottenuti, le speranze concepite, e terminò invocando le preghiere di tutti i buoni perchè si avveri presto il sogno di S. Francesco Saverio con la conversione di tutta la Cina.

Mons. Comin illustrò l'ambiente in cui il jivaro passa la vita, gli ostacoli che incontra l'opera del missionario per la mancanza di comunicazioni e per l'indole dell'indio, ostile alla civiltà nostra, e le incipienti speranze.

I nostri Vescovi Missionari furono pure a Madrid, a Siviglia, a Santander, a Cadice, ad Alicante, a Barcellona, ed in altre città, ricevuti con grande venerazione; e dappertutto perorarono la causa delle loro Missioni.

In suffragio di D. Albera.

Il 26 ottobre - come avevamo annunziato - alle ore 10 si celebrava nella Basilica di Maria SS. Ausiliatrice il 1° Anniversario dalla morte del compianto Don PAoLo ALBERA, II° Successore di Don Bosco.

Il tempio era parato a lutto e pieno dei nostri giovani dell'Oratorio, di Valsalice, di S. Giovanni e del Martinetto, di affezionati Cooperatori e di altre pie persone. Presso l'umile tumulo, circondato da grossi candelabri e da molti ceri, presero posto i Membri del Consiglio Superiore della Pia Società, e, in appositi banchi, la Superiora Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice con molte altre Suore. Erano presenti anche le cento orfanelle di guerra educate all'ombra del Santuario. Celebrò il rev.mo signor Don Rinaldi.

C'era nel cuore di tutti l'angoscioso ricordo dell'improvvisa quantunque attesa scomparsa di Don Albera, di colui che raccolse la grande eredità del Ven. Don Bosco e del venerando Don Rua, alla quale dedico tutte quante le sue energie, in tempi difficilissimi. E dal cuore di tutti saliva fervida al Signore e a Maria SS. Ausiliatrice la prece per il riposo e il gaudio eterno all'operoso e intemerato Ministro di Dio.

Così la sua immagine viva perennemente in mezzo a noi come quando era in vita e, come allora, ci richiami ad ogni istante agli eroici esempi di virtù lasciati da Don Bosco e dal suo I° grande Successore! Perchè, come la sorgente e l'alimento perenne dell'alta santità di D. Rua fu nel ricopiare Don Bosco e nel raccomandare ìnstancabilmente ai suoi lo stesso studio e lo stesso fervore d'imitazione, così la gloria più pura di Don Albera fu quella di aver compreso la grandezza e l'eroismo morale di Don Rua e di avercene, in quasi tutte le sue lettere, proposto all'imitazione i mirabili esempi, insieme con quelli del Venerabile Fondatore.

E ciò facciano, in perpetuo, i Salesiani, le Figlie di Maria Ausiliatrice, gli Ex-Allievi, gli Allievi e i Cooperatori: il compianto Don Albera ne godrà, come della più cara e gloriosa conquista!

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Il Momento di Torino, del 29 ottobre, consacrava alla memoria del nostro defunto Rettor Maggiore, un lungo elogio, che fu pubblicato anche da altri giornali.

Anche a None, che giustamente si gloria di aver dato a Don Albera i natali, ebbe luogo un solenne Uffizio funebre ad iniziativa di quel zelantissimo Priore Mons. Vigo, il quale ha ideato di fondare in paese un'opera di beneficenza che porterà il nome di Paolo Albera.

IL PRIMO CONGRESSO NAZIONALE in onore del Sacro Cuore di Gesù

Ideato e voluto dal nostro Rettor Maggiore don Rinaldi per festeggiare l'anno trecentenario dalla morte di S. Francesco di Sales, che della divozione al S. Cuore di Gesù fu nobile araldo e precursore, si tenne in Casalmonferrato nei giorni 22-23 ottobre, quasi a corona dei festeggiamenti per l'inaugurazione del nuovo Tempio; e per la cordialità con cui si svolse e la praticità dei voti che si deliberarono, ci sembra che porti degnamente il titolo di I° Congresso Nazionale del S. Cuore. Faccia Iddio che la buona semente seminata da questo I° Congresso nasca e fruttifichi copiosi frutti di benedizione in tutto il mondo. È il voto del S. Padre nello splendido Autografo che, in data 10 ottobre inviava a don Rinaldi, come a Presidente Effettivo del I° Congresso Nazionale del S. Cuore, e che noi abbiam pubblicato integralmente lo scorso mese:

« Fra i primi risultati di questa solenne celebrazione sia il ritorno dell'umanità traviata al Cuore dolcissimo di Gesù, esempio di mitezza, di mansuetudine e di amore. E questo il principale voto dell'animo Nostro, giacchè siamo profondamente convinti che ispirandosi gli uomini a questo divino esemplare, cesseranno ben presto le cause delle presenti ostilità che tingono le città di sangue fraterno, e si inizierà la tanto sospirata èra di tranquillità e di pace universale. Voglia il buon Gesù esaudire la preghiera che a tal fine gli rivolgiamo incessantemente, e conceda nella sua grande misericordia che i lavori del prossimo Congresso valgano ad orientare tutti gli animi verso il suo Cuore Sacratissimo, il quale va ripetendo ognora con amore infinito: Venite ad me omnes, qui laboratis et onerati estis, et ego reficiam vos ».

Le adesioni

Non appena si lanciò l'idea del Congresso, da tutte le parti cominciarono ad affluire al Comitato promotore splendide lettere di adesione, con pratiche osservazioni e suggerimenti sui temi proposti, da E.mi Cardinali, Ecc.mi Arcivescovi e Vescovi, e Superiori d'Ordini e Congregazioni e di parecchie Associazioni cattoliche.

Aderirono gli E.mi Cardinali Ascalesi, Cagliero, La Fontaine, Lualdi, Maffì, Nava, Prisco, Richelmy; - le LL. Ecc. gli Arcivescovi di Vercelli, Milano, Ferrara, Modena, Genova, Cagliari,

Siracusa, Vigevano, Lanciano, Fermo, Acerenza e Matera, Oristano, Cosenza, Bari, Sorrento, Chieti, Manfredonia, Cesarea del Ponto - gli Ecc.mi Vescovi di Acerra, Aequapendente, Acqui, Alessandria, Alghero, Anglona e Tursi, Ariano, Asti, Anversa, Biella, Bobbio Caltagirone, Caltanisetta, Carpi, Castellaneta, Cava e Sarno, Ceneda, Cesena, Città della Pieve, Colle Val d'Elsa, Corneto Tarquinia, Cortona, Cremona, Cuneo, Fossano, Fossombrone, Gallipoli, Girgenti, Gozo, Gubbio, Iglesias, Imola, Isernia e Venafro, Ivrea, Larino, Livorno, Mantova, Massa Carrara, Massa Marittima, Melfi e Rapolla, Modigliana, Mondovì, Nepi e Sutri, Nocera dei Pagani, Nola, Noto, Novara, Ozieri, Patti, Pescia, Piazza Armerina, Pozzuoli, Rimini, S. Marco e Bisignano, Squillace, Segni, Termoli, Terni e Narni, Tricarico, Trieste. Veroli, Vicenza; - il Rev.mo D. Idelfonso Schuster, O. S. B., Abate di S. Paolo fuori della Mura, ecc.

L'E.mo Card. Lualdi scriveva: - Al Primo Congresso Nazionale Italiano del S. Cuore mando la mia prima adesione e il plauso cordiale.

Si avveri in tutta la estensione della Cristianità ed in tutta la intensità degli affetti e delle opere la profezia e promessa « Omnia traham ad Meipsum »

La condizione apposta « Cum exaltatus fuero », condizione sacrilegamente apposta dal deicida, poniamola noi santamente, innalzando Gesù sopra le nostre menti, i nostri cuori, le opere nostre, le nostre famiglie, le nostre città, le nostre nazioni ed il mondo intero.

In alto! In alto!... sopra tutto e sopra tutti il nostro Gesù, il nostro Dio umanato: e quel Cuore Santissimo ci accoglierà, ci terrà uniti a Lui, ci trasformerà in Lui. E sentiremo la vita « abscondita » con Gesù, potremo e dovremo dire: « In ipso vivimus, movemur et sumus ».

L'E.mo Card. Cagliero: - « Sorgono presso il sontuoso Santuario, in risposta alle chiamate del S. Cuore di Gesù, Oratorio e organizzazioni varie per pargoli e giovani, un apposito Istituto per vocazioni ecclesiastiche e religiose, pie unioni e organizzazzioni atte a diffondere largamente la Divozione al S. Cuore; il Santuario stesso accoglie ogni giorno famiglie e popolo per far ardere tutti dei sacri palpiti del Divino Amore, e nella Cripta sottostante le fiamme del Divin Cuore discendono premurose a confortare in caro amplesso le Anime Sante del Purgatorio. Che cosa ci vuole di più per appoggiare il programma del Congresso? »

L'E.mo Card. Maffi formulava « col Congresso i voti più ardenti per il regno di quel Cuore, dal quale può venire l'amore degli uomini, a tutti gli uomini, in una santa ed universale carità ».

S. E. Rev.ma l'Arcivescovo di Vercelli rilevava i benefici frutti della divozione al S. Cuore: -

« Questa divozione è indubbiamente la regina di tutte ed è, come la chiamava il dotto e pio Cardinale Pie, la quintessenza del cristianesimo. È la divozione che la Provvidenza Divina volle riservare proprio a questi nostri tempi così difficili, come frutto di singolare misericordia, per richiamare il mondo alla via della salute

Sua Ecc. Mons. E. Piovella, Arcivescovo di Cagliari: - « Abbiam bisogno, diceva, di fuoco d'amor divino per guarire l'odierna società. Venga questo Congresso e parli del S. Cuore alla gioventù, alle famiglie, alla società, perchè tutti gustino le dolcezze tue e s'arrendano ai suoi desideri ».

Il rev.mo P. Galileo Venturini S. J., Vice Direttore Generale per l'Italia dell'e Apostolato della Preghiera e, inviava la sua fervida adesione al primo Congresso Italiano del Sacro Cuore, in nome dei novecento cinquanta mila Ascritti all'Apostolato della Preghiera, in nome delle cento cinquanta mila famiglie italiane finora consacrate al Sacro Cuore di Gesù, in nome dei cento mila piccoli Crociati ».

Le sedute.

Il Congresso s'inaugurava la domenica sera dopo i vespri, dinanzi a più migliaia di persone.

Per il primo prende la parola S. E. Mons. Albino Pella, Presidente Onorario, ed addita, in tutta la sua realtà la miseria morale che in questi anni, che volevano essere di benessere, si è venuta accentuando. « È venuto a mancare, esclama, il solo sostegno su cui il mondo si può reggere, è venuta a mancare la leva potente che sola lo può sollevare e; e richiama il suo gregge all'amore del Cuor di Gesù, non potendo in nessun altro amore trovarsi la rigenerazione. Si augura che il Congresso, che egli benedice, ritorni i suoi figli a questo amore.

Dopo Mons. Pella, parla il rev.mo nostro Rettor Maggiore don Rinaldi, Presidente effettivo, il quale illustra l'opportunità del primo Congresso del Sacro Cuore presso una Casa salesiana. Don Bosco, e, dopo lui, i suoi figli, nella società presente si son dati specialmente all'educazione della gioventù. Ora alla gioventù si deve andare colla bontà, e il miglior mezzo è d'ispirarsi al Cuore di Gesù che ebbe per loro tanta predilezione. Divozione a Gesù, da parte dei giovani, perchè Egli ha possente attrattiva; divozione al Cuor di Gesù da parte degli educatori, perchè sappiano trattare i giovani colla finezza di Colui che ripete sempre: Sinite parvulos venire ad me!

Le parole dei due Presidenti sono accolte colla più devota attenzione e si viene alla trattazione dei temi:

Cinque furono i temi e cinque gli oratori-relatori: il dott. don Michele Gregorio, salesiano; Mons. Luigi Condio, il salesiano dott. D. Secondo Rastello, il Can. D. Evasio Colli, e

P. Giulio Picco, S. J.

Le singole sedute furono affollate di sacerdoti e di laici, e riuscirono molto interessanti. È facile dedurlo dalla opportunità e praticità dei temi e dei deliberati, che pubblichiamo per intero; e perché abbiano a diffondersi largamente e prontamente a mettersi in pratica raccomandiamo ai RR. Sacerdoti, ai Maestri e alle Maestre, agli Educatori e ai Genitori quelli che li riguardano direttamente.

I deliberati.

Sinite parvulos... Istruzione religiosa ed educazione cristiana della gioventù (Catechismi, Oratori festivi, Compagnie religiose, Circoli giovanili, ecc.).

Ricordando le predilezioni evangeliche del Divin Salvatore per la gioventù;

Considerando quanto la conoscenza e l'amore dj N. S. Gesù Cristo e del suo Divin Cuore valgano a infondere e nutrire nei giovani i santi entusiasmi delle più elette virtù;

Considerando quanto a ciò possano concorrere tutte le istituzioni dedicate all'istruzione e all'educazione della gioventù, animate da queste,, spirito di pietà;

Il Congresso fa voti che:

1. quanti lavorano in mezzo alla gioventù si studino, specialmente nell'impartire l'istruzione religiosa, di far ben conoscere ed amare N. S. Gesù Cristo, le tenere finezze della sua paterna bontà e particolarmente le ardenti fiamme del suo Divin Cuore per la santificazione delle anime.

2. Diffondano tra i giovani, oltre i Vangeli, le Vite di N. S. Gesù Cristo scritte apposta per loro e quelle altre pubblicazioni dirette a coltivare l'amore allo stesso N. S. Gesù Cristo e la divozione verso il suo Santissimo Cuore.

3. Zelino instancabilmente la frequente Comunione e la suddetta divozione al S. Cuore di Gesù nelle forme e manifestazioni più adatte, giovandosi all'uopo della fondazione delle Compagnie di San Luigi, del SS. Sacramento, del S. Cuore, e dei piccoli Rosarianti, che abbiano regolarmente le brevi loro conferenze ascetiche settimanali: delle Congregazioni Mariane e dei così detti Gruppi Eucaristici, che possono essere l'avanguardia della divozione al S. Cuore di Gesù.

II.

Estote perfecti... Messis quidem multa... Vocazioni religiose, ecclesiastiche e missionarie. Come promuoverle, coltivarle e sostenerle.

Considerando:

1. che il grande sospiro del S. Cuore di Gesù è il Regno di Dio nelle anime;

2. che il mezzo più efficace per instaurare questo Regno è il promuovere le vocazioni religiose, ecclesiastiche e missionarie;

3. che mai come al presente, per le difficoltà dei tempi e per la scarsezza di sacerdoti e di missionari, è sentita urgente la necessità di dette vocazioni;

Il Congresso fa voti che:

1. I divoti del S. Cuore di Gesù cooperino con la preghiera, con la parola e con l'opera a promuovere le vocazioni religiose, ecclesiastiche e missionarie, e a sostenere le opere varie sorte a questo scopo (istituti religiosi, seminari, istituti di formazione per Missionari, borse di studio ecc.);

2. Nelle famiglie, negli istituti educativi e in tutte te opere destinate all'istruzione e all'educazione della gioventù si curino con particolare studio allo stesso intento la purezza dei costumi, la pietà religiosa e la frequenza della Confessione e Comunione, sollecitudini, queste, indispensabili per favorire le vocarioni; si parli sovente e con vivo entusiasmo della bellezza e dell'eccellenza della vita religiosa, del sacerdozio e dell'apostolato missionario; si diffondano libri e riviste, che trattino bene di questi argomenti, si promuovano tra i. giovani attraenti conferenze e feste o giornate missionarie.

2. Si diffondano con zelo la Crociata Eucaristica dei fanciulli, la Gioventù Missionaria, il Piccolo Clero, l'Opera Salesiana di Maria Ausiliatrice per te vocazioni ecclesiastiche di adulti e altre consimili istituzioni, specialmente dirette a favorire le suddette vocazioni,

III.

Venite ad me omnes... Gesù nella famiglia e nella società..

Ricordando il lamento del S. Cuore di Gesù a S. Maria Margherita Alacoque: « Ecco quel Cuore che ha tanto amato gli uomini e ne è così poco riamato, perchè è troppo poco conosciuto »;

Considerando che a diffondere questa conoscenza, giova mirabilmente lo zelo dei suoi divoti nel praticare una pietà dolce e serena e una carità mite e soave, inspirata al suo Sacro Cuore, come quella di S. Francesco dì Sales e del Venerabile Don Bosco;

Considerando quanto giovino anche ad attirare le anime all'amore di Gesù Cristo le grandiose funzioni eucaristiche, le feste in omaggio al Sacro Cuore di Gesù;

Considerando quanto giovino, come autorevolmente osservò Papa Benedetto XV di f. m., la Consacrazione delle famiglie al S. Cuore di Gesù e l'apostolato della Preghiera a diffondere e consolidare il Regno di Gesù Cristo nelle famiglie e nella società;

Il Congresso fa voti che:

1. Con zelo ardente, con parola famigliare, con la stampa, le predicazioni e altri svariati modi si faccia conoscere N. S. Gesù Cristo, la sua dottrina, i suoi Sacramenti, la sua Chiesa e specialmente il suo spirito e il suo Cuore;

2. Individualmente s'informi la pietà e la vita cristiana alla serena mitezza e soave carità del Sacro Cuore di Gesù, per guadagnargli un maggior numeri di cuori, con l'efficace attrattiva dell'esempio, nelle vita di famiglia, in società e specialmente nell'educazione della gioventù, come tra gli altri fecero San Francesco di Sales, S. Filippo Neri e il Ven. Don Bosco;

3. Si cooperi a rendere ognor più grandiose le solenni sacre funzioni, specialmente le adorazione e processioni eucaristiche e le pie pratiche e feste e onore del S. Cuore di Gesù;

4. Si zelino la diffusione e l'organizzazione dello Consacrazione delle famiglie al S. Cuore di Gesù e dell'Apostolato della Preghiera ovunque (nelle Parrocchie, istituti educativi, Circoli, Oratori, Congregazioni...) e vi si facciano sorgere centri, segretariati zelatori e zelatrici, a norma dei rispettivi regolamenti .

IV.

Le Associazioni e le Pie Pratiche della Divozione al S. Cuore di Gesù.

Considerando:

1. che le pie associazioni e le pratiche di pietà furono sempre, nella Chiesa, un mezzo efficacissimo a perfezionare gli individui e a edificare santamente le masse;

2. che avendo la Divina Provvidenza riservato alle necessità di questi ultimi tempi la divozione al S. Cuore di Gesù e che le associazioni e pie pratiche a questa relative sono in particolar modo atte a ricondurre gli uomini all'amore di Gesù Cristo e alla pratica d'una vita sinceramente cristiana;

3. che perciò tali associazioni e pie pratiche tornano elemento prezioso di pietà e fervore, non solo in ogni individuo e famiglia, ma anche in ogni chiesa e pio istituto;

Il Congresso fa voti che:

1. I fedeli siano istruiti sull'importanza ed efficacia delle associazioni e pie pratiche relative alle divozione al S. Cuore di Gesù;

2. Presso ogni chiesa almeno parrocchiale e in ogni religioso istituto siano regolarmente introdotte e curate tali associazioni e pie pratiche;

3. Si dia in modo particolare la massima diffusione e all'Apostolato della Preghiera e all'Unione locale dei devoti del S. Cuore, come centri promotori delle altre associazioni e pie pratiche riguardanti la stessa divozione (Guardia d'Onore, Nove Uffizi Primo Venerdì del mese, Consacrazione delle Famiglie, Crociata Eucaristica dei Fanciulli, Crociata del SS. Sacramento, Comunione Riparatrice...),

V. Le promesse del Sacro Cuore di Gesù.

Considerando:

1. che le Promesse rivelate dal S. Cuore di Gesù a Santa Maria Margherita Alacoque, adatte ai bisogni di ogni anima, offrono il modo di guadagnare all'amore di G. C. anche i cuori più restii

2. che dalla migliore conoscenza delle medesime deriva un accrescimento maggiore nella divozione al Cuore Santissimo di Gesù;

3. che il S. Cuore di Gesù ha più volte mostrato la più grande misericordia con quella dei Nove Primi Venerdì del mese.

Il Congresso fa voti:

1 Si propaghino quegli opuscoli, ad esempio il Messaggero del S. Cuore, che avendo di mira questa divozione, illustrano tali promesse;

2. I sacerdoti le spieghino ai fedeli;

3. Si propaghi ovunque la pratica del Primo Venerdi del mese.

Altre proposte.

Altre proposte vennero lanciate ed approvate dal Congresso. Tra le più importanti ricordiamo queste:

I) di promuovere e favorire speciali corsi di predicazione ad onore del S. Cuore di Gesù;

II) di spiegar bene nelle istruzioni religiose la Sacra Liturgia, e specialmente la S. Messa, dove tutto parla di Gesù e del suo divino amore per noi;

III) di diffondere l'uso di collocare sulle porte delle case, o sugli usci delle camere, piccole immagini o emblemi del S. Cuore.

Le sedute furono presiedute dagli Ecc.mi Mons. Pella, Vescovo Diocesano, Mons. Spandre, Vescovo di Asti, Mons. Milone, vescovo di Alessandria e Mons. Aguilera, Vicario Apostolico di Magellano.

All'ultima seduta prese parte anche l'E.mo Card. Agostino Richelmy, Arcivescovo di Torino, fatto segno ad una vibrante manifestazione di simpatia. Terminato il lungo, fremente applauso del pubblico, Don Trione porse a Sua Eminenza il saluto dei congressisti e lasciò la parola all'Eminentissimo. Si era altermine dei lavori.

Sua Eminenza dà la sua approvazione incondizionata a tutte quelle opere che intendono diffondere la cara divozione al S. Cuore. Egli è venuto per mettere al Congresso l'« amen » , non con significato di fine, ma di poderoso inizio di pratica propaganda e di reale affermazione del culto del S. Cuore. Ringrazia la Pia Società Salesiana, in modo speciale Don Rinaldi che si fece promotore del Congresso, e termina col grido che dovrà raccogliere tutta l'umanità: « Viva Gesù Cristo! »

Il grido è raccolto entusiasticamente dai congressisti. Quindi l'Eminentissimo, preceduto dai vescovi e da numeroso clero, sale al tempio rigurgitante di folla, e tiene dal pulpito una tenerissima allocuzione, invocando sui presenti, sulla città, sull'umanità tutta quanta e benedizioni celesti. La solenne cerimonia si chiuse con la benedizione eucaristica.

Per voi e per i vostri figli,

Qual è quella famiglia dove non entri oggi un giornale o un periodico? E questo è il mese, in cui si fanno o si rinnovano gli abbonamenti. Cari lettori, ricordate l'obbligo morale che avete, come Cooperatori Salesiani, come ammiratori e imitatori di Don Bosco, di portar individualmente il vostro contributo al trionfo dell'ideale cristiano anche in questa forma, evitando la cattiva stampa e favorendo la buona.

Sostenete e favorite, dappertutto, il Quotidiano e il Settimanale cattolico. Molte volte lo zelo e la buona volontà di quelli che presiedono all'azione cattolica vengono a naufragare per mancanza d'appoggio, non trovando corrispondenza, non venendo assecondati.

Non dimenticate le LETTURE CATTOLICHE, fondate dal Ven. Don Bosco, le quali continuano ogni mese quella missione di cultura e di propaganda popolare, che per 7o anni guadagnò loro le più larghe simpatie. Le Letture Cattoliche di Don Bosco dovrebbero entrare in tutte le famiglie dei Cooperatori.

Ai vostri figli studenti dei Corsi Superiori, o laureati e diplomati di recente, raccomandate la RIVISTA DEI GIOVANI, che si pubblica ogni mese dalla stessa Società Editrice Internazionale, appositamente per la loro cultura cristiana.

I vostri figliuoli minori, studenti di ginnasio o di tecnico o delle scuole elementari superiori, abbonateli all'Amico DELLA GIOVENTÙ, egregio quindicinale, edito dai Salesiani di Catania.

Per i piccoli consigliamo e raccomandiamo tanto il CORRIERINO di ROMA, settimanale ed illustrato, che si pubblica dall'Opera Nazionale della Buona Stampa.

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E ricordatevi anche del " Bollettino ".

Come sapete per pratica, il « Bollettino » non ha un abbonamento fisso, cioè non importa l'obbligo di una somma, grande o piccola, a scadenza determinata; ma accoglie con riconoscenza qualsiasi offerta in qualunque giorno dell'anno.

Le offerte siano indirizzate al nostro venerato Superiore Rev.mo Don FILIPPO RINALDI - Oratorio Salesiano - Via Cottolengo N. 32 - Torino 9.

Episodi missionari.

Come scrive un indio civilizzato.

N. D. R. - La breve corrispondenza è di un bororo convertito alla Religione e alla Civiltà dai nostri Missionari, Thiago Marques Aipobureu. Il caro giovane non è sconosciuto ai nostri lettori. Venne in Italia nel 1913, in compagnia del Missionario don Antonio Malan, ora Vescovo e Prelato di Registro do Araguaya, e fin d'allora diede ottimo saggio di mente e di cuore, come attestavano, tra l'altro, varie sue letterine da noi pubblicate nel Bollettino di dicembre di quell'anno medesimo.

Nella Colonia dell'Immacolata Concezione.

È un onore e un piacere per me prender in mano la penna per descrivere le festicciuole che abbiam celebrato in questa Colonia dell'Immacolata Concezione. Sarà una descrizione molto semplice, ma l'invio volentieri, parendomi che possa piacere.

Prima in ordine di tempo fu l'onomastico di Suor Angelina: 3o maggio. Già ai primi vespri non poche donne si erano confessate e con loro una turma di uomini, che il giorno seguente ricevettero Gesù, pregandolo che premiasse largamente l'eroica carità ed abnegazione dell'ottima Direttrice e delle altre Figlie di Maria Ausiliatrice.

All'uscir dalla cappella fummo a riverire la rev.da Direttrice, che gradì gli omaggi e invitò tutti a una gustosa colazione con dolci.

Nel pomeriggio ebbe luogo una modesta accademia, in cui si declamarono alcune brevi composizioni dalle « piccole bororos, che hanno pure un cuore », com'esse cantavano offrendo fiori.

Questa festa non fu che la preparazione a un'altra più solenne e imponente: quella di Maria Ausiliatrice.

Per renderla più brillante vennero dalla Colonia del Sacro Cuore i revv. D. Antonio Colbacchini e D. Giovanni Crema, con una schiera di Bororos.

Giunsero alla mattina del giorno stabilito. Fin dalla prima aurora uomini, donne e fanciulli correvano, direi quasi, istintivamente alla cappella, così ben parata, che non sembrava più la nostra povera chiesetta di tutti i giorni.

Comincia la S. Messa, accompagnata da canti festosi e da devote preghiere. Nel momento dell'elevazione si sente un raccoglimento profondo, che è prova di un'intima convinzione cristiana, quale non ho visto molte volte nei centri civilizzati.

Alla distribuzione del Pane Celeste tutti gli uomini e le donne battezzate, che potevano accostarsi alla Mensa Eucaristica, ricevettero la S. Comunione nel loro cuore, ben sapendo che questo è il modo migliore per onorare e piacere alla Madonna.

Alle 8 ebbe luogo la Messa solenne, celebrata dal rev.do Don Giovanni Crema, durante la quale i nostri piccoli cantori eseguirono la Missa de Angelis.

E festività esteriori non se ne fecero?

Sì. Sebbene sprovvisti dei mezzi facili nelle grandi città, i buoni Missionari sanno come fare perché i Bororos siano soddisfatti nelle grandi occasioni. E così tutti ricevemmo gratis carne fresca, dolce, arrosto, e altre leccornie. Guadagnammo pure vari premi alle gare di tiro coll'arco: divertimento molto gradito e sempre ricco di attrazione e di festa.

A sera venne impartita la benedizione solenne, dopo la quale Don Colbacchini ci annunziò che nel giorno seguente, 5 giugno, si compivano le nozze d'argento di missione dell'infaticabile sig. Secondo Russo.

Son 25 anni che questo zelante salesiano lavora, quasi di continuo in mezzo ai Bororos, per la loro civilizzazione, e anzitutto per la salvezza delle loro anime. Giustizia e riconoscenza esigevano un omaggio verso questo buon religioso, che nutre in cuore un amore sincero per gli Indi. « Iddio retribuisca con grazie abbondanti tanti sacrifizi », ecco quanto abbiamo implorato con tutta l'anima nella nostra cappellina, ai piedi di Maria Santissima.

Su queste umili feste ha particolare risalto quella del Padre, ch'io riferisco in ultimo, solo perchè ultima in ordine cronologico. E sarebbe invero un'ingiustizia passare sotto silenzio un giorno così bello per chi ci vuol bene e ci stima, come il nostro caro ed amato Don Cesare Albisetti, che da tanti anni vive con noi, lavorando per il nostro bene morale e materiale.

Da tempo aspettavamo un tal giorno ansiosi di mostrare all'ottimo Direttore i nostri sentimenti di affetto in modo sensibile ed esteriore. E pensammo di mostrarglielo in forma nuova, offerendogli per la circostanza le armi, gli strumenti e gli ornamenti della nostra antica vita.

Tra i nostri molti e vari doni spiccava un superbo e magnifico arco, degno di un fiero cacico. Vi erano pure uno splendido « parico » intrecciato con penne di araras e di altri pappagalli, in forma circolare per servire di corona al capo, e vari strumenti della nostra antica musica, uno dei quali così.., moderno, che al primo soffio di fiato emise, glorioso e trionfante, un topolino, che per un istante ci fece dimenticare la solennità del momento,

Come omaggio gli offrimmo anche una bella corona di Comunioni, perchè Dio doni nuove forze ed energie per continuare l'attuale difficile missione, tanto al buon Padre, come a tutti gli altri Salesiani, che abbandonando i genitori e la patria sono venuti, a sacrificarsi in queste lontane foreste per noi, per la nostra elevazione. Iddio li ricompensi e ce li conservi per molti anni.

THIAGO MARQUEs AIPOBUREU.

Procuriamo buone Vacazioni al Sacerdozio.

Cerchiamole nei fanciulli divoti.

Cerchiamo e non perdiamo di vista i fanciulli divoti, assidui alle preghiere, e che si accostano volentieri ai Santi Sacramenti con frequenza. Se incontriamo dei ragazzi che entrano in chiesa prima che vi arrivino i loro compagni, o ne ritardano l'uscita dopo le funzioni, e solo per attendere alla preghiera dinanzi al SS. Sacramento, o all'altare della Madonna, e li vediamo star in chiesa con particolare compostezza e senza quelle distrazioni comuni alla giovane età, avviciniamoli e coltiviamoli. Un ragazzetto raccolto, devoto, che prega volentieri, è un terreno molto adatto allo sviluppo del germe sacro della vocazione. Un ragazzo che prega, ordinariamente è un ragazzo casto, perchè una delle prime cose che l'impurità allontana dal cuore è l'amore alla preghiera; preghiera devota, spontanea e ben fatta, mal s'accorda con l'immodestia. Il Divina Maestro pascitur inter lilia.

Ancora. Alle volte, dopo la prima Comunione, si scorgono nell'anima di un ragazzo dei cambiamenti singolari: più frequenza alla chiesa, più devozione nella preghiera, più serietà e raccoglimento, e fuga costante dei compagni cattivi... È l'indizio di qualche grazia speciale. Quando Gesù si unisce ad un'anima, specialmente la prima volta, non lo fa mai a mani vuote, tocca a noi a studiare e scoprire se fra le grazie lasciate dall'Ospite divino nell'anima del fanciullo non ci sia anche quella della vocazione. Stiamo certi che è in tali circostanze che Gesù sparge molte volte questi semi preziosi, e tocca a noi, se zeliamo la gloria di Dio, riconoscerli, e coltivarli, e svilupparli, perchè non vengano calpestati, o non restino soffocati sotto il terreno

Ancora. In quel ragazzo che frequenta con assiduità il catechismo, che ogni volta sa benissimo la sua lezione, il premio tocca sempre a lui e nelle gare è sempre il primo, c'è qualcosa di speciale. Senza dubbio la sua buona volontà ha del singolare. Ebbene, studiamolo.

Altri indizi si possono avere dalla stima e dal rispetto che un fanciullo ha per i sacerdoti e dell'amore per la vita religiosa, che costituisce per lui un'attrattiva, un desiderio, anche se non pensi alla possibilità di effettuarlo.

Quando uno o più di questi indizi si trovano nel medesimo soggetto, non perdiamolo di vista, lavoriamo attorno a lui, prudentemente, assiduamente, e i buoni germi non tarderanno a svilupparsi.

Indimenticabile trionfo mariano

Il direttore dell'Oratorio Salesiano di Loreto ci scrive:

« È forse bene si sappia che nello storico trionfo del ritorno della Madonna in mezzo a noi - nel nuovo simulacro, voluto da Benedetto XV e incoronato dal Santo Padre Pio XI - gli alunni di questo Oratorio Salesiano non han dimenticato i loro compagni e benefattori, sparsi in tutto il mondo. A dir vero, noi non abbian mancato di far notare ad essi la fortuna che avevano di esser presenti alle indimenticabili feste, ed essi, come in parte furor lieti di contribuir col canto al trionfo della Madre celeste, così andarono tutti quanti a gara nel ricordare nella Santa Casa di Nazareth, insieme coi parenti ed amici loro, i compagni e benefattori loro di Torino e di tutto il mondo. Anzi, a questo scopo, si accostarono tutti anche alla S. Comunione in Santa Casa, raccomandando alla Vergine Lauretana, in primo luogo il nostro Rettor Maggiore don Rinaldi e gli altri Superiori, poi tutti i nostri Missionari. Credo che farebbe piacere anche ai Cooperatori quest'umile accenno... »

Con altra lettera lo stesso Direttore ci fa sapere che anche la IIa domenica di ottobre, « quando la veneranda statua della Madonna, incoronata dal S. Padre, dopo una solennissima processione per la città venne definitivamente collocata nella nuova artistica nicchia allestita dentro la Santa Casa », quei buoni giovinetti si son nuovamente ricordati dei loro compagni e di tutta la Famiglia

Salesiana. E insieme ci assicura che sarà suo dovere di ricordare ad essi di ripetere una preghiera devota anche il giorno 10 corrente, in cui si festeggia la Venuta, ossia la traslazione della veneranda casetta, che ospitò la S. Famiglia.

***

Nell'assicurare i piccoli amici di Loreto che noi e i loro compagni di Torino non mancheremo, di ricambiarli affettuosamente ai piedi di Maria. Ausiliatrice, crediamo di far cosa gradita ai lettori del Bollettino, specie a quelli che soli fuori di Italia, se riferiamo dalla Civiltà Cattolica la breve relazione del viaggio trionfale che accompagnò la nuova statua della Madonna da Roma a Loreto. È una pagina che sarà letta con vero diletto; e, riportandola, noi pensiamo di far cosa gradita a Don Bosco e a Don Rua, il quale, nella sua fede ardente, tanto desiderò e pregò e fece pregare perché i figli di don Bosco potessero stabilirsi nel paese di Gesù e anche presso la Santa Casa che albergò a Nazareth la Sacra Famiglia.

La grandezza del Santuario di Loreto sta qui, nella Santa Casa. Ciò spiega la venerazione che esso gode in tutto il mondo come primo Santuario Mariano, e, conseguentemente, l'entusiasmo che suscitò, attraverso l'Italia, il passaggio della nuova Immagine della Madonna, che andava a prender il posto dell'antichissima, perita, com'è noto, in un incendio.

Il S. Padre Pio XI la volle benedire e incoronar di sua mano il 5 settembre: il 6 la volle esposta nella Basilica di S. Maria Maggiore, e il 7, con treno pontificio formato di 18 automobili, la volle accompagnata a Loreto.

Ed ecco il resoconto del viaggio, secondo la Civiltà Cattolica, in data 28 settembre.

« Le 18 automobili che dovevano accompagnare la statua a Loreto si misero in moto alle 4,40 del giorno 7 corr. proseguendo serrate fino al piazzale di ponte Milvio; poi, distaccandosi alquanto, volgono a destra sempre per la via Flaminia inoltrandosi per la campagna, e destando nel passaggio l'entusiasmo delle popolazioni che accorrono a salutare la Vergine, mentre le campane dei vari borghi suonano a festa.

» Così si tocca Prima Porta; si fa breve sosta a Scrofano per la folla che occupa la strada; si oltrepassa Riano, Castelnuovo di Porto al saluto dei mortaretti tra due ali di fedeli con ceri accesi; a Morlupo, a Rignano, a Sant'Oreste, a Civita Castellana, a Otricoli, a Narni, ad ogni borgata, ai crocicchi di campagna, ovunque passa la Vergine, è un trionfo di addobbi, di arazzi e di tappeti di verzura, di suoni, di spari, di canti e di evviva. A Terni, la folla, che già da quattro ore stava in trepida attesa, scompagina il corteo e lo preme e lo chiude si dappresso, che lo tiene prigioniero per un'ora. Si ripetono le stesse scene a Collestratte, a Papigno, a Torreorsina, ad Avrone, a Montefranco, a Ferentillo, dove col popolo plaudente si trova l'E.mo Card. Merry del Val sceso da Rieti. Così attraverso alla vallata della Nera, per Scheggino, Castello, Piedipaterno, Borgo Cerreto, Triponso si arriva a Visso alle 13,30. Immensa folla con alla testa l'E.mo Card. Gasparri, Legato Pontificio, il Card. Sili ed altri autorevoli personaggi, si fanno incontro al corteo, che si dirige verso la piazza del Duomo. I Sediari pontificii sollevano la statua e la portano sulla scalinata della cattedrale; si canta il Magnificat, mons. Migliorelli pronuncia un discorso in lode della Vergine, del Papa e del suo Legato; quindi s'impartisce la Benedizione con l'immagine della Madonna tra l'entusiasmo della folla. Si riparte alle 15, e le dimostrazioni si rinnovano nel passaggio del corteo sempre più intenso; a Pievetorino aleggiano per aria i primi aviatori che spargono fiori alla loro Patrona; a Camerino, a Castel Raimondo, a Sanseverino la folla invoca la benedizione con la statua. Intanto si è fatto notte; e ai soliti segni di tripudio si aggiungono i fuochi di gioia accesi su tutte le alture fino all'estremo orizzonte, i razzi lanciati nel cielo, le luminarie delle vie per cui passerà la Vergine di Loreto. A Tolentino, il simulacro si ferma per benedire il popolo davanti alla basilica di S. Nicola fantasticamente illuminata; quando si giunge a Macerata è mezzanotte, ma tutti sono corsi incontro alla Vergine attraverso alle vie illuminate, echeggianti dello squillo di tutte le campane, mentre al passare della Vergine e degli E.mi Cardinali Legato, Ranuzzi de' Bianchi, Vico, Tacci e Sili, i soldati del 128° Fanteria presentano le armi, e la banda intona la marcia reale. Si riparte alle 0,30 del giorno 8, dopo avere impartita al popolo la benedizione con la statua; alle 1 si tocca Recanati che da ore e ore attende il corteo e adesso lo saluta coi canti, con gli evviva, coi razzi di gioia, e alle 2 finalmente si giunge a Loreto.

» Gli 8o.ooo pellegrini, accorsi per il fausto avvenimento, si erano riversati per le strade del percorso. All'arrivo del corteo, i soldati presentano le armi, i Cardinali Vico e Tacci scendono col Card. Legato, e si mettono accanto alla sacra immagine, che viene collocata su un'apposita macchina e recata a spalle dei Sediari al convento delle Clarisse, dove le suore la rivestono degli abiti donati da Maria Teresa d'Austria. Quindi per piazza Leopardi e via dei Coronari la processione va alla Basilica, sostando alquanto sulla gradinata maggiore, donde il Card. Legato imparte la benedizione apostolica. Entrato il sacro simulacro nella Basilica, incominciano le messe e le comunioni durate per tutta la mattina. Alle 10, il Card. Gasparri circondato dagli altri Cardinali, dai prelati, dal Capitolo e dal clero lauretano, esce sulla gradinata atteso dalle autorità civili e militari, impartisce la benedizione rituale a varie squadriglie di velivoli volteggianti per l'aria, e rientra per il pontificale a cui assistono i Cardinali, più di trenta vescovi e prelati, numerosi ufficiali aviatori, il prefetto di Ancona, il generale Tiscorni comandante di Divisione. Terminato il pontificale, il Card. Gasparri torna al Palazzo apostolico per impartire al popolo la benedizione come cardinale Legato a latere; e con ciò hanno fine i solenni festeggiamenti strettamente religiosi ».

Che la Vergine Santa coll'incanto della sua devozione richiami il popolo nostro all'autore di Gesù Cristo e all'osservanza evangelica! Allora sarà un'era di vera prosperità e di pace!

Un falò opportuno.

A proposito della Madonna di Loreto ci scrivono i nostri da ANCONA: - « Si avvicina la festa della Venuta, cioè della traslazione della Santa Casa di Loreto, che qui viene ricordata con fuochi artificiali e con grandi falò. Anche noi, conce si è fatto negli anni passati, prepariamo per la sera del 9 dicembre un grande falò in omaggio della Patrona della regione Picena. I nostri amici sanno che in quel falò si bruciano tutti i libri cattivi che anime zelanti vanno raccogliendo in mezzo alle famiglie, dove, rimanendo, produrrebbero del gran danno. Già abbiamo rivolto il nostro appello a tutti quelli che volenterosi si prestano a raccogliere libri cattivi, giornali pornografici e quanto possono trovare che debba distruggersi, per fare omaggio alla cara Madonna di Loreto nel giorno della Venuta: e confidiamo che il falò di quest'anno abbia ad essere molto più grande di quelli degli anni passati ».

Portare Iddio nella lingua con belle parole, portarlo nel cuore con buoni affetti, non è il tutto; ma bensì portarlo come Simeone, tra le braccia, con le opere.

S. Francesco di Sales.

Congresso Eucaristico giovanile.

Un vero avvenimento, sebbene abbia avuto luogo nell'intimità di famiglia, fu il Congresso di tutte le Compagnie religiose fiorenti negli Istituti Salesiani dell'Argentina, tenutosi a Bernal dal 17 al 19 luglio u. s.

Bernal è la casa di formazione del nuovo personale salesiano. Nell'ampio cortile il 9 marzo u. s. veniva inaugurato un artistico monumento a Domenico Savio, che ricorda nelle linee architettoniche quello di Don Bosco in piazza Maria Ausiliatrice ed ha la statua dell'angelico giovane, identica a quella eretta a Mondonio d'Asti presso la casa ove finì santamente la vita.

A Bernal quindi, meglio che altrove, conveniva che si radunassero i numerosi rappresentanti di tutti gli Istituti Salesiani, il fior fiore dei nostri alunni, per animarsi al più tenero amore verso Gesù in Sacramento, che il giovinetto Domenico Savio, alla scuola di Don Bosco, amò così teneramente da passar le lunghe ore in estatica adorazione innanzi al S. Tabernacolo.

E si volle, giustamente, che il Congresso avesse altri due scopi: I) di adesione al Congresso Internazionale Eucaristico, tenutosi poco prima a Roma; II) di Omaggio Nazionale argentino a Gesù in Sacramento, per implorare le celesti benedizioni sulla Nazione, su tutte le Opere Cattoliche, in particolare sulle Opere Salesiane.

L'ordine con cui si svolse fu semplicissimo: i tre giorni vennero divisi in due parti distinte. Le tre mattine vennero consacrate alle manifestazioni religiose, messa, comunione e adorazione, nella quale si alternarono i membri delle varie compagnie a cominciare da quelle del SS. Sacramento e del Piccolo Clero, a quelle dell'Angelo Custode, di S. Luigi, di S. Giuseppe, e di S. Cecilia. Nei pomeriggi poi si tennero le assemblee di studio, nelle quali si svolsero terni assai importanti, come la Comunione frequente, la pratica delle altre grandi devozioni eucaristiche, lo spirito di pietà nelle singole Compagnie, la vita liturgica, l'amore al Papa, l'eccellenza delle vocazioni religiose e sacerdotali.

Le adunanze, dirette e presiedute dall'Ispettore e da altri superiori, ebbero un esito lusinghiero, perchè bene ispirate alle stesse finalità spirituali che le singole Associazioni si prefiggono.

Il Congresso ebbe l'onore di una particolare benedizione del S. Padre con questo telegranma:

Reverendo Ispettore Salesiano, Bernal. - Roma, 12 luglio. - Occasione solenne congresso con cui numerosi rappresentanti Collegi Salesiani fanno eco recente Congresso Eucaristico Internazionale Roma, Augusto Pontefice imparte di cuore singoli congressisti Apostolica Benedizione che valga intensificare e preparare trionfo Santissima Eucaristia. - CARD. GASPARRI.

E grandioso e solenne fu l'immediato trionfo eucaristico. Tra gli accorsi venne indetto un concorso letterario-eucaristico sui temi del programma del Congresso, e ai migliori lavori vennero assegnati cospicui premi.

L'ultima assemblea fu un imponentissimo trattenimento musico-letterario, svolto dai giovani stessi, ad onore di Gesù in Sacramento; e l'ultimo atto una devota processione eucaristica per i cortili dell'Istituto, alla quale prestarono servizio d'onore le bande municipali dei Collegi Pio IX e Leone XIII. In seguito l'ispettore Don Valentino Bonetti, con opportune parole, preparò ancor meglio i giovani alla consacrazione di se stessi e di tutte le Compagnie al S. Cuore, e l'atto imponente si compi innanzi a Gesù in Sacramento.

L'opportuno Congresso non mancherà, ne siam certi, di segnare un risveglio di vita eucaristica tra quelle falangi giovanili.

Vita illustrata del Venerabile Don Bosco.

La Libreria Salesiana di Roma ha intrapreso la pubblicazione in cartoline illustrate degli episodi più caratteristici della Vita del Venerabile Giovanni Bosco, scritte dal Sacerdote D. G. B. Lemoyne. Le cartoline saranno raggruppate a serie di 10 ciascuna: e l'intera collezione comprenderà oltre 10 serie.

A nessuno può sfuggire l'importanza eccezionale di questa pubblicazione che ha per scopo di far conoscere sempre meglio l'opera del Fondatore della Pia Società Salesiana divulgando con questo mezzo, tutto moderno, gli episodi più belli della sua vita così ricca di avventure e d insegnamenti morali e pedagogici. E le nuove cartoline hanno anche un'importanza artistica, essendo lavoro originale del noto scultore Domenico Mastroianni, il quale colla sua arte squisita, di cui ha dato prova nella Vita di Gesù Cristo, nella Storia dei Vecchio Testamento, ed in altri moltissimi lavori, si è creata una fama mondiale.

La prima serie (dieci cartoline) è già pronta, ed è vendibile a Lire 2.

Per le ordinazioni rivolgersi alla LIBRERIA SALESIANA EDIRICE, ROMA (21) Via Marsala 42: alla SOCIETÀ EDITRICE INTERNAZIONALE, TORINO (9), Corso Regina Margherita 174, o alle sue filiali di Milano, Parma e Catania; e a tutte le Librerie, Salesiane.

Il nuovo orfanotrofio di Shiu=Chow

(Relazione del Missionario D. Carlo Maria Braga)

v. L'inaugurazione. (Vedi Boll. di settembre u. s)

Il 17 aprile, festa del Patrocinio di S. Giuseppe, venne fissato per la solenne inaugurazione dell'Orfanotrofio.

Tutti i cristiani e catecumeni, tutti gli sparsi amici ritornarono all'istituto trasformato completamente, abbellito, ingrandito, tutto ornato di festoni, di fiori, di archi fatti coi rami di canfora. Sventolavano sulla terrazza le bandiere d'Italia, di Cina, del Papa; bandiera sotto la quale, come attorno alla croce, le genti di tutte le nazioni si sentono affratellate perchè figlie di uno stesso padre.

Verso le sette del mattino giunse Monsignor Versiglia, accompagnato da Don Guarona, da Don Pasotti, accolti all'approdo delle barche e seguiti lungo la via con grande festa, tra l'immancabile sparo dei mortaretti e dei petardi.

Monsignore celebrò la Santa Messa nella cappella provvisoria, povera quanto la casa di Nazaret ; l'altare aveva per portafiori . delle scatole di latta, e per candelieri delle bottiglie rivestite di carta rossa; il faldistorio del Vescovo era uno sgabello di bambù. Servivano all'altare i chierichetti del collegio, che in quindici giorni avevano apprese le risposte in latino. Si cantarono alcuni mottetti in canto gregoriano, con soddisfazione anche delle orecchie cinesi che vanno gradatamente gustando le dolcezze della nostra musica. Don Pasotti tenne in cinese il discorso di circostanza seguito con commossa attenzione da tutti. Terminata la S. Messa Monsignore benedisse i locali fra il prolungato sparo delle rusticane artiglierie. Oh con quale ardore uscivano dalle nostre labbra le preghiere, l'invocazioni : Benedic et santifica, domum istam... Conserva domum istam immaculatam in aeternum!

Compiuta la sacra cerimonia i cristiani e tutti gli intervenuti vollero rendere omaggio a Monsignore, il quale, sorridendo, ci ricordò che si riproduceva dopo tanti anni e nelle medesime circostanze quanto era toccato in sorte a D. Bosco quando inaugurò l'oratorio in Valdocco; quell'oratorio che a molti pareva stazione finale ed invece divenne il capo-linea, la stazione centrale dalla quale partirono a migliaia i pacifici conquistatori delle Pampas e della Patagonia. Tutti sentivamo che anche per noi di Cina l'inaugurazione dell'Orfanotrofio non era una mèta, ma un punto di partenza, era un preparare il lievito cristiano per movere la gran massa pagana.

I cristiani organizzarono un numeroso e rumoroso banchetto, nel quale i nostri alunni ebbero il posto d'onore. Richiamata dal fragore degli spari accorse moltissima gente a curiosare, a vedere, a prendersi il lusso di salire sino alla terrazza, con tanta gioia e con tale animo, come se per noi si trattasse di fare un volo in areoplano. Non mancarono i più squisiti complimenti e le congratulazioni dei visitatori, a cui noi, secondo l'etichetta cinese rispondevamo: - Non siamo degni di tanto: è una piccola casa, fatta di paglia!

Un tondo mercante di suini, salito, non senza fatica, al secondo piano, respirando a pieni polmoni, ci chiese se potevamo concedergli in affitto una stanza, là in alto, « Perchè, diceva lui, qui la vita si allunga di dieci anni ».

Quando Monsignore si licenziò da lui, mi disse piano all'orecchio: - Ma che sorta di commercio fa il tuo Vescovo ? Ha speso un capitale e accoglie ragazzi poveri, e non vuole soldi da loro. Vedrai che farà fallimento!...

Assicurai il bravo commerciante che il fallimento non si sarebbe fatto mai, perchè avevamo dei tesori inesausti e sicuri in cielo e cuori generosi in terra.

Confusi fra tanta gente, vennero anche i poveri del villaggio ed ebbero anch'essi la loro parte di gioia materiale nel comune gaudio. Ricordo una povera vecchia, la quale, quando ebbe riempita la scodella di riso e di verdura, avuto i dolci e un sorso di vino caldo, trovatasi confusa e racconsolata per tanta improvvisa fortuna, non sapendo chi ringraziare, guardò al quadro di Don Bosco, che pendeva dalla parete e tocca dal sorriso paterno e dolce del Padre, illuminato da quella vivida fiamma che traluce dallo sguardo del nostro Venerabile Fondatore, posò ogni cosa, e fece davanti a lui gli inchini e le prostrazioni e i ringraziamenti. Io osservai la scena e gioii vivamente per il semplice e sentito omaggio, reso dalla povertà alla carità di Don Bosco.

E venne pure, dopo l'omaggio del povero, il tributo di riconoscenza del ricco. Giunse a visitare la casa la moglie ricchissima di un ex-mandarino, una vecchietta curva e diafana, dai piedini piccolissimi: camminante assai a disagio, appoggiata al braccio di una nipotina, mi chiese il permesso di salire sino all'ultimo piano. Dopo i diversi complimenti d'uso, l'accompagnai a visitare tutti i locali. Prima di congedarsi, stando nella sala a pian terreno, mi disse tutta lieta: - Padre, ti ringrazio tanto per i bei giochi, che hai insegnato ai miei nipoti. Da quando vengono qui a divertirsi si son fatti più buoni. - E non è questo un bell'omaggio al sistema educativo di D. Bosco?

La giornata trascorse tra la più viva allegria intima e spontanea nei piccoli e nei grandi. Verso sera Mons. Versiglia coi confratelli ripassò il fiume e, trovatomi solo coi ragazzi, trovai oppor tuno chiudere la giornata santamente ai piedi di Gesù Sacramentato per far loro ripetere, davanti all'altare, il proposito di Savio Domenico: - La morte ma non peccati ! - Cercai di scolpir meglio che mi fu possibile nelle menti e nei cuori dei giovani questo concetto: La casa vostra è stata benedetta! non profanatela mai col peccato!

VI. I trionfi del sistema educativo di Don Bosco.

Ma è tempo che venga a parlare di ciò che ci stà più vivamente a cuore: del come e con che frutto si è applicato il sistema preventivo ai ragazzi cinesi. Se non temessi del mio povero giudizio, dell'ottimismo con cui è sempre bene riguardare uomini e cose, lui crederei in dovere di affermare che Don Bosco ha capiti e conquistati e tramutati anche i cuori cinesi, influendo efficacemente sulle menti e sugli animi. Credo vera e piena di fede la felicissima frase di Don Garelli « che è riserbato proprio allo spirito di D. Bosco chiamare da potenza latente ad atto lietamente operante, quanto di meglio giace in fondo al cuore della gioventù di ogni razza e di ogni paese ».

Fu sempre nostro sforzo e nostra gioia il tenere innanzi allo sguardo le norme sapienti del Padre, applicandole come fu possibile alla nostra infermità, alle esigenze del clima e del carattere, e i risultati furono soddisfacenti.

In tutto l'anno non ci fu necessità di castighi e si doveva andar guardinghi anche dal semplice rimproverare. Una sera, dando la buona notte, dissi loro che ero rimasto un poco spiacente, perchè avevano dimenticata una raccomandazione fatta la sera innanzi, e il mio non fu un rimbrotto, un rimprovero, fu semplicemente un dirmi non molto contento di loro.

Giunti in camera, si inginocchiarono come di solito per salutare Maria Ausiliatrice ed attendevo che si alzassero per coricarsi. Passò un buon quarto d'ora e nessuno si mosse: sentivo un lieve sospirare, un singhiozzare sommesso. Lì per lì non seppi darmene chiara ragione, e credetti bene mandarli a riposo.

Si alzarono prontamente, si avvicinarono al letto, si inginocchiarono nuovamente e stettero a pregare, ad attendere per lo spazio di un rosario. Allora solo lui capacitai di ogni cosa, e quando a ciascuno diedi, sottovoce, la buona notte e dissi una parola affettuosa, li rividi lieti e giulivi.

Sono gli allievi che hanno cura della pulizia, dell'ordine, della manutenzione di tutto l'Orfanotrofio; fanno da cuochi, da ortolani, da spaccalegna, da sarti, da pantofolai, con gioia e vivo interesse: amano il collegio più della loro casa, si sentono liberi figli nell'ordine e nel rispetto alle poche regole. Quando a luglio si credette opportuno rinviarli al loro villaggi, perchè facessero praticamente conoscere l'opera nostra, giunto il momento di separarci, tutti hanno pianto. Due orfanelli mi supplicarono di tenerli con me, perchè dicevano, che a casa ci sono troppi pericoli Don Lareno venne in mio aiuto e li tenne con sè tutta l'estate.

Il piccolo Kiao-Tei figlio di uno zelante catecumeno povero e tapino, giunto da poco tempo in collegio, sentiva la nostalgia del suo bufalo e la malattia si fece più acuta, quando la mamma venne a trovarlo: piangeva perchè voleva tornare a casa. Bastò che gli dicessi: « E tu hai cuore di partire e lasciarmi solo? », perchè si rasserenasse subito, soffocasse le lagrime, ed ancor oggi è con noi a tenerci allegri co' suoi motti arguti.

Il vispo A-Fuk, durante le vacanze, appena giunto in famiglia, cadde ammalato con febbre altissima e nel delirio non ebbe un pensiero, un richiamo, un accenno a chi lo circondava, alla madre carissima che lo vegliava insonne da parecchie notti, ma chiamava ripetutamente ed angosciosamente il missionario lontano che l'aveva accudito, compatito, tante volte: « Oh padre, voglio andare in paradiso! ».

Un giorno, giocando, con loro, io caddi malamente e mi slogai un piede. Tutti mi furono attorno, e contrariamente a quanto succede fra i cinesi che in simili occasioni fanno le più matte risate, nessuno si lasciò scappare il minimo sorriso. E la sera, un piccino, prima di coricarsi, mi chiese. « Padre, il piede ti duole molto? Stasera ho pregato molto per te, perchè il Signore ti faccia guarire presto. » E il buon Dio deve aver ascoltata la sua preghiera, perché il giorno seguente potei ripigliare il gioco! Alle volte non oso chiamare selvagge, incivili, anime che hanno di queste delicatezze, e mi chiedo quali frutti di bene e di santità potranno dare, se accudite, indirizzate, vegliate, amate, illuminate.

Don Bosco aveva promesso di incontrare i suoi figli in Cina: non poteva farlo prima e lo fa oggi. Egli quotidianamente ci viene a incontrare. I veri educatori non siamo noi: sono Maria Ausiliatrice e Don Bosco.

Le nostre deboli forze non possono riuscire a maturare frutti, a fecondare l'opera educativa. È l'amor dei ragazzi alla Madonna, al nostro venerato Padre, che compie in loro una vera trasformazione. Basta dire che una cosa piace alla Vergine, che si sforzano di attuarla, e basta accennare che una cosa dispiace alla Madre nostra, che si impegnano di evitarla. Hanno celebrato il mese di maggio con vero fervore, con trasporto, con animo, e ne hanno ricavato consolante profitto. Giorno per giorno constatavo il loro progredire.

Il giorno della festa l'hanno solennizzato con entusiasmo, cantando le lodi di Maria in cinese ed un Tantum Ergo di Don Pagella; hanno visitata la Madonna frequentemente e la sera hanno fissati sulla carta i propositi formulati innanzi all'altare dell'Ausiliatrice. Più lieto di ogni altro era un marmocchietto di dieci anni. Gli chiesi il motivo di tanta sua gioia. Mi rispose:

- Sono contento, perchè in questo mese non ho commessi peccati!

Sac. CARLO MARIA BRAGA

Missionario Salesiano.

IL CULTO DI MARIA AUSILIATRICE

Nel Santuario, il 24 del mese, si compiono mattina e sera, devote funzioni, in onore di Maria Ausiliatrice. Al mattino ha luogo la messa della Comunione generale, seguita dalla Benedizione Eucaristica - alla sera, alle 20, un'ora di adorazione predicata; e sono particolarmente i divoti di Valdocco, con le associazioni della Parrocchia, che con vivissima fede accorrono alla devota funzione.

Vogliano i buoni Cooperatori e le pie Cooperatrici unirsi, ad essi, in ispirito.

Echi della festa titolare.

Valenza di Spagna è divotissima di Maria Ausiliatrice, e la festa titolare in quel Santuario è sempre un avvenimento. Quest'anno fu preceduta da una notte di adorazione. Al sorgere del giorno varie bande musicali percorsero le vie, e l'arrivo di numerose schiere di pellegrini che giuri-,g evano cantando accrebbe l'entusiasmuo ea il fervore. Molti provenivano da centri lontani, in cui la devozione a Maria SS. Ausiliatrice ha preso il più consolante sviluppo. Ogni gruppo aveva qualche dono particolare da offrire alla Madonna, e qualche grazia speciale da chiedere: e tutti portavano sul petto la medaglia di Maria Ausiliatrice, cui prima di partire si erano consacrati. La messa solenne si celebrò nel vasto cortile del collegio, atteso il gran concorso di popolo. Imponente e devotissima la processione; la sfilata durò due ore, e tutta la città vi prese parte.

GRAZIE E FAVORI (*)

Da morte a vita.

Coll'animo vivamente compreso da gratitudine, mando la relazione di una grazia ricevuta dalla Vergine Ausiliatrice con preghiera d'inserirla sul Bollettino.

Ai primi di agosto dell'anno scorso 1921, mia figlia Rosa veniva colpita da febbre altissima, con dolori al capo e malessere generale, che in breve si palesò per un gravissimo tifo. A rendere più triste la situazione, si aggiunsero nel medesimo tempo bronco-polmonite, pleurite, e segni di meningite con otite, che resero la povera inferma completamente sorda ed insensibile, e, per più settimane, in preda a straziante delirio.

Il dottore curante e distinti medici chiamati a consulto dichiararono il caso gravissimo e quasi disperato, dubitando fortemente della guarigione. Oppressa dal dolore, e nel timore di perdere per sempre la mia cara figliuola, mi rivolsi con tutta la fede alla SS.ma Vergine venerata costi nel Santuario di Valdocco, alla quale nutrii sempre gran devozione, esortando pure la cara inferma a raccomandarsi alla Sua potente protezione, e promettendo un'offerta pel Santuario e di far inserire la grazia ricevuta, nel « Bollettino » mensile. E la nostra pietosa Mamma Celeste veniva prontamente in nostro aiuto, esaudendo le nostre suppliche e quelle di altre buone persone, ridonandomi perfettamente risanata colei che dai medici era stata dichiarata prossima alla fine. Contro ogni umana speranza, come per miracolo, mia figlia è risorta a vita novella, senza risentire nessun disturbo della gravissima malattia subita. Ora, dopo un anno della guarigione ottenuta, compio il voto fatto, mandando la somma promessa, e pregando di far noto a tutti i devoti della SS.ma Vergine la potenza del Suo Patrocinio, per crescere in tutti i cuori la fiducia e l'amore a Maria Ausiliatrice.

La Santa (Monza), 19 ottobre 1922.

GIUSEPPINA DAELLI.

TORINO. - 7 - xI - 1922. - Con animo riconoscente rendo vive grazie alla cara Madonna Ausiliatrice, che mi ha salvato da un'operazione tanto pericolosa. Mi rivolsi a Lei e al Ven. Don Bosco e fui esaudita. Prego e spero che Maria Ausiliatrice e il Ven. Don Bosco mi continuino la loro protezione anche in avvenire, preservandomi da ogni disgrazia; e intanto adempio con gioia la promessa.

GIOVANNA GALLETTO.

PATERSON (Stati Uniti N. A). - 4 - VII - 1922. - Da vari anni a motivo di disturbi di stomaco mi trovava nell'impossibilità di nutrirmi, per cui era soggetta a molte sofferenze fisiche e a nulla mi valevano i rimedi.

Consigliata da una Figlia di Maria Ausiliatrice ricorsi alla Vergine Ausiliatrice, promettendo di fare pubblicare la grazia, se otteneva la guarigione, e di farle un'offerta. Maria Ausiliatrice non fu sorda alle urie preci, mi ottenne quanto da lungo tempo desideravo, e posso attendere ai miei doveri. Riconoscente, compio la promessa.

SALVATRICE DI STEFANO.

DAL CENTRO AMERICA. - 24 - X - 1922. - Per la morsicatura di un animale velenoso, mi si era gonfiato un piede; il dottore della casa mi aveva visitata e applicato parecchie medicine, ma invano; la gonfiezza aumentava di giorno in giorno, e lunghe strisce rosse mi arrivavano fino al ginocchio, cagionandotisi acuto dolore.

Una sera, in cui lui sentivo molto afflitta, mi rivolsi alla Venerata Ausiliatrice, applicai una medaglia benedetta sulla parte ammalata e incominciai fiduciosa il S. Rosario. Oh bontà di Maria! Sentii subito che il dolore s'affievoliva; al mattino seguente osservai, commossa, che la gonfiezza era diminuita, e in pochi giorni fui completamente guarita.

Sia benedetta per sempre Maria Ausiliatrice)

Una Figlia di Maria Ausiliatrice.

GUARATINGUETÀ (Brasile). - 15 - VIII - 1922. - Ogni volta che ricorro a Maria SS. Ausiliatrice, sono sempre maternamente esaudita. Fra le molte grazie ottenute in questi ultimi tempi, debbo ringraziarla di varie di cui promisi la pubblicazione, se veniva esaudita. Tre volte chiesi la guarigione di persone auriche, una delle quali già trovavasi in agonia: e tutte guarirono!

Trovandosi una persona, cui mi legano stretti vincoli di amicizia, in situazione molto triste, ricorsi alla Vergine Ausiliatrice, e questa Madre potente tolse la causa di ogni inquietudine.

Mi trovai in circostanze difficilissime, nelle quali prevedeva disgusti per altre persone care. Non sapendo come fare, ricorsi a Maria SS. Ausiliatrice, supplicandola a venire in aiuto. In brev'ora ogni angustia scomparve.

Nel giugno del 1921 la Direttrice di questo Collegio venne colpita dalla febbre spagnuola, e siccome questa si prolungava insistente e temevasi che le lasciasse serie conseguenze, s'incominciò la novena raccomandata dal Ven. Don Bosco con promessa di pubblicare la grazia. Fummo anche allora esaudite, e invitiamo quanti soffrono a ricorrere al potente aiuto della Vergine Ausiliatrice.

Una Figlia di Maria Ausiliatrice.

S. PAOLO (Brasile). - 21 - III - 1922. - Il mio carissimo papà venne attaccato dalla terribile grippe pneumonica e, siccome i medici tenevano il caso come disperato, gli furono amministrati gli ultimi Sacramenti. Ricorsi, piena di fede, a Maria SS. Ausiliatrice e feci la novena raccomandata da Don Bosco. Oh gioia! ottenni la desideratissima grazia: il mio buon papà guarì perfettamente.

Sr. NAZAR MARIA.

S. PELLEGRINO. - 27 - IX - 1922. - Avendo coni nesso nel disbrigo dei miei affari d'ufficio un involontario errore di L. 7000, fui avvertito dai miei superiori che l'ammanco era gravato tutto su me. Da dieci mesi lui trovavo perciò in una continua e penosa apprensione, non sapendo come rimediare all'errore commesso. Come per ispirazione pensai di rivolgermi a Maria SS.ma Ausiliatrice e al Ven. Don Bosco, e incominciai una novena. Non ero ancora giunto al nono giorno di preghiera che la forte somma di denaro mi venne restituita da chi molti mesi addietro l'aveva da me erroneamente ricevuta. Ringrazio con tutto il cuore la SS.ma Vergine Ausiliatrice e il D. Bosco B. O.

TORINO. - I - XI - 1922. - Avevo necessità di trovare un impiego pel mio figliuolo: pregai con cuore: mi affidai a Maria Ausiliatrice, e l'impiego fu trovato. Offro, come promisi, la mia offerta, e prego di pubblicare la grazia.

Una devota di Maria Ausiliatrice.

Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice e alcuni, pieni di riconoscenza, inviarono offerte per la celebrazione di Sante Messe di ringraziamento, per il Tempio erigendo a Gesù adolescente e alla Sacra Famiglia, per le Missioni Salesiane, o per altre opere di Don Bosco, i seguenti.

A) - A. B. C. T., A. T., Actis Giseppina. Adami Marco, Albero Rosa, Alberzoni Giovanna, Alescandre Giovanna, Altieri Everardo e Pino, Ameglio A., Antonini Maria, Ardenna Ester, Ardenna Maria, Arrigonì Antonio, Asteggiano Giuseppe, Atzeni Giuseppa in Cocco.

B) - Bagni d. Antonio, Ballocco Rosa, Barbarossa Maria, Barbero Carolina, Barbieri Nirta, Barili Rita in Balbiani, Barroero Rosa, Bartoloni Bernardino, Bartolotta Luisa in Di Benedetto, Basili Celestina, Battaglia Giuseppina, Beltrami Marietta, Benedetto M., Berretta Maria, Bernardi Maria, Bernardis Alba, Berti Maria in Ferraci, Bertola Luigia, Bertone Maria, Besenval Cesarina, Bessone Mara. Biava Giovanna, Bizzotto :Marco, Bocca Clelia in Turco, Boccardini Angelica, Bocchini Camillo, Boero Valentina, Boi Giovanna il Salis, Bolli Isidorina in Zarri, Bonfiglio don Santi, Bono, Borello Giuseppina, Bosio Massimo, Brembilla Bice, Broggi Giovanni, Brughelli Filomena, Butera Bernardo.

C) - C. A. M., C. C., Calabrese Antonina in Fragale, Caldiero Francesco, Calegari Maria, Callegari Pietro. Calvi Giuseppe, Cantoni Francesca in Albini, Cappa Maria, Caputo-Nicolosi Giuseppe, Cara Raffaella, Caratti Caterina ved. Vigorelli, Carretta Caterina, Carissimi Cleofe, Carletti Marina in Pinzatti, Carli Amalia in Amordini, Carineli Luigia, Castorani Filomena, Cazzavillan Elia, Celle Angela, Celle Paolo, Cena Ciuseppe, Cena Maria ved. Bocca, Chiappino Giacomo, Chiapponcelli Luisa, Chichisola Caterina, Cipriani Cipriano, Cividin Lino, Claus D , Cocuzza Antonietta in Bosio, Colao Antonia, Colao Vittorio, Colaprico Giovanni, Colombo Virginia, Coiucci Caterina e Maria, Comis Luigia in Conte, Coniugi Guglielmotto, Consonai Angelina, Cont Iolanda, Cooperatrice di ***, Cornetto Teresa, Corsini Lucrenzia, Cortuto Claudio, Corvaia Elisa in Tita, Costa Carlotta, Costa Maddalena, Costamagna Anna, Costantino Domenica, Creuia Pietro, Croce Giuseppe, Crosara Maria, Crosara Odila, Cugnasca Ida in Cariboni, Cumbo ch. Calogero, Cutaia Croce.

D) - D. S. A., Daelli Giuseppina, Daelli Antonio, Dagnes Pietro, Damonte Antonio, Daverio Italia, Della Giacoma Giuseppe, Della Godenza Primo, Delleani Nina, Delù Lidia, Desirello Anna, Destefani Margherita, De Tornasi Teresa, Devalle Marco Devecchi Antonietta.

E) - E. C. di Gordona.

F) - F. G. A. S., Fabris Virginia, Famiglie Ciccarelli, Costamagna, Martini, Faravelli Elisabetta, Fedrizzi Anna, Feletti Rosa, Ferrero Maddalena, Ferrini Antonietta in Vanetti, Ferro Prof. Pietro, Fioretta Maria, Forlani Maria, in Dedé, Fortunato Carolina, Fracchia Anna, Francescato Ida, Franceschini Vincenza in Vercelli.

G) - Gabaccia Antonietta, Gaffurri Nìna, Gagliardi Giuseppe. Galata Luigi, Gariglio Bonifacio, Gavinelli Adele in Brusati, Gazzillo Antonietta, Gemme Luigia, Genghini Teresa, Gh. C., Ghinzani Eugenia in Calvi, Ghiozza Angela, Ghirardelli Maria, Ghisu Luigia in Listra, Gianasso Lorenzo, Gigli Ferrucio, Gino C. studente in medicina, Giovannini Oiivero, Girardello Irene, Girometta Amelia, Giustiniani Giulia, Goglio Maria, Gorrini Rosa, Grandi Lina, Graziano Adele, Grinover Luigina, Guabello Ines in Cornetto, Guarini Concetta, Guazzoni Maria in Rigali, Guberti don Giovanni, Gurini Margherita.

I) - Iacoponelli Antonina.

L) - Lagorio Giuseppe, Lana Caterina in Saglia, Lana Silvina, Lanfranchini Giovanni, Legranzi Angela, Leo Francesca, Lesa Letizia, Lissoni Adele, Loda Marietta in Alghisi, Lodatti Leonardo, Luccarelli Adelaide, Lucchi Maria in Giacobazzi, Lunati Adele in Mantello.

n) - M. A., M. T., Maccono Maria, Maggio Rosa, Maggiore Anna in Sorrentino, Magliano suor Concetta, Magni Eugenia, Mainardi Maria Malatesta Rina, Manaigo Anna Maria, Manassero Eugenia, Mangosio Carlo, Mannesi Santo, Maranna Prof. Alessandro, Marconi Luigia, Marongin Teresa, Marras ch. Pietrino, Massasa isabella, Mattio Teresa, Mazzotti Teresa, Mecatti d. Luigi. Medea Rosina, Mereta Modesta, Mezzano Giovanni, Mezzeria Frina, Migazzo Maria, Milesi Lucia, Mina Regina, Mirata Mariannína in Carcò, Manari Augusta, Mongrandi Giuseppina, Morene Ermelinda, Mura Cav. Raffaele, Mura Savina, Mussio Anna.

N) -- Nabacino Alma, Narciso Adolfo, Narciso Michelina, Nassuato Luigia, Negri Giseppe, Negruzzi Angela, Nicolis Maria.

O) - Occelli Paolo, Oliva Bianca, Orsata Antonio, Orsi Rita in Lasagna.

P) - P. I. I. A., Pagliasotti Margherita, Pagliotti Maria in Giachino, Palma Maria, Panzeri ch. Alessandro, Pasent Albina, Pastorelli Maria, Pastorino Maria, Pecchia Carolina, Pedrelli Augusta, Pernigotti Adele, Pezzotta Ernesta, Pia P. Piazza Giovanni, Pippione Giuseppa, Piras Maria, Pizzuto Rachele, Pompignoli Maria, Pontorino Lucia, Promis Caterina in Ruata, Puiatti Giovanni, Pulella Isabella.

R) - Radaelli d. Lorenzo, Rainelli Teresa in Lana, Randi Rita, Raspino Maria, Ravagnan Luigi, Regazzoni Ildegardo, Rembado Apoilonia, Repetti Erminia in Brigatti, Revelli Modesta, Rocchina Federico, Rodolfi Caterina, Roletti Anna, Roselli Elena, Rosso Elisabetta, Rosso Elvira, Ruffiero Maddalena.

S) - S. V. Sacchetto Isabella, Salvadei Cecilia, Salvoni Marcella in Manfredi, Sangiovanni Gioseppina, Santi Giacomo, Savio Teresa, Scarlata Maria in Cimino, Segafredo Giacomina, Siccardi Clotilde in Daniele, Simili d. Vincenzo, Siri Brigida, Sogno Domenica, Sosa. Angeli, Sotti Mary in Chierighin, Spiandorello Letizia, Stefanelli Rosina in Crisafulli.

T) - T. M., Tagliafico Margherita, Tarelli, Ester, Tavallini Matilde, Tedoldi Margherita, Teobaldi Girolamo, Tassarolo Antonio, Thiebat Maria, Tirchi Teresa, Tognolini Giovanna, Tosatto Clemente, Travanni Federico, Traversi Elena in Clementi, Troia Giuseppina, Tropea Marietta in Maesoni, Trapenna Ada, Tucci Maria in Torelli, Turco Matilde.

C) - Urso Vita in Calo.

V) - Vaglio Maria in Tanet, Vai Agnese, Valdata Giovannina, Valenti Ida, Valle Maria, Vendramin Angela, Verrando Giuseppina in Amerigo, Vignolo Francesco, Vilardo Don Luigi, Vittiman Iolonda, Vitucci Annina,

Z) -- Z. E., Zanetta Angela, Zanzi Elio, Zappareddu Caterina, Zin Domitilla in Vignato, Zoccoletti Anita, Zorzi Silvia.

X) - N. N. di Alcamo, Bardonecchia, Civitavecchia, Girgenti, Milano, Mombello Torinese, Novoli, Nuraminis, Padova, S. Bartolomeo del Cervo, S. Sebastiano Curneo, Verrayes,

NOTE E CORRISPONDENZE

Centenario di San Francesco di Sales.

Il 28 corrente compiono trecent'anni dalla morte di S. Francesco di Sales.

E vivo desiderio del nostro Rev mo Rettor Maggiore che la data trecentenaria - in conformità del programma dei festeggiamenti pubblicato fin dal novembre 1921 - venga solennemente ricordata in tutte le Case Salesiane; e che, dappertutto, Salesiani e Cooperatori, sì preparino a celebrare più solennemente che è posssibile la prossima festa annuale del glorioso Patrono.

A Torino, il 28 corrente si terrà una solenne Commemorazione civile dell'amabilissimo nostro Patrono nel teatro dell'Oratorio e nello stesso giorno si celebreranno Solenni Pontificali nella Basilica di Maria Ausiliatrice.

Per il Tempio di Gesù Adolescente.

Ai giovani che popolano i Collegi, le Scuole e gli Oratori Salesiani, in Italia e all'Estero, rinnoviamo il fiducioso appello, che volgemmo loro nello scorso mese, di concorrere all'erezione del Tempio che si sta costruendo ad onore di GESU ADOLESCENTE a Borgo S. Paolo in Torino. Cominceremo fin dal prossimo gennaio a pubblicare gli elenchi delle adesioni.

I GENITORI consiglino i figliuoli a metter in serbo una piccola somma al nobilissimo scopo, imponendosi qualche utile mortificazione; e nell'inviare l'offerta della famiglia, specifichino le loro particolari intenzioni e quelle dei propri figliuoli.

I MAESTRI E LE MAESTRE promuovano una colletta tra i loro alunni, esponendo il fine santo al quale è destinata e i vantaggi preziosi che ne riceveranno: e, inviando l'offerta, specifichino il nome e le intenzioni della scuola.

I DIRETTORI DI ORATORI, COLLEGI ED ISTITUTI, E GLI ASSISTENTI ECCLESIASTICI DI CIRCoLI GIOVANILI zelino il devoto omaggio in mezzo alla gioventù cui presiedono, a mezzo di piccole sottoscrizioni, o di spontanee offerte individuali, e abbiano la bontà di trasmetterle anch'essi colle accennate indicazioni.

L'appello è rivolto anche alle Direttrici di Oratori, Collegi, e Istituti delle Figlie di Maria Ausiliatrice e a quante anime buone si occupano dell'educazione cristiana della gioventù maschile e femminile.

I NOMI DEGLI OBLATORI saranno scritti in appositi registri che si conserveranno nel nuovo Tempio. In uno o più registri verranno accolti i nomi dei giovani e le loro intenzioni; in altri le Scuole, i Collegi, gli Oratori, i Circoli, e gli Istituti; in altri le Famiglie.

LE OFFERTE sieno inviate direttamente al Rev.mo Don FILIPPO RINALDI - Via Cottolengo N°. 32 - Torino - 9.

GLI EX-ALLIEVI DALLA POLONIA.

1° Convegno Nazionale degli ex-allievi.

Ci scrivono: « Il giorno 2o agosto 1922 resterà memorando per tutti gli ex-allievi salesiani di Polonia. Dal 1911 avevamo già presso il collegio di Oswiecim un'Unione di ex-allievi, piena di vita; ma la guerra interruppe ogni nostro lavoro, ed ogni relazione coi compagni e superiori divenne impossibile. Bisognava quindi ricominciare da capoE fin dall'11 giugno u. s. si radunava a Oswiecim un gruppo di ex-allievi, i quali, pieni di entusiasmo, decisero di mettersi al lavoro per organizzare quanto prima un Convegno generale degli ex-allievi salesiani della Polonia. E il Congresso ebbe luogo il 2o agosto, imponente per il numero dei convenuti.

Erano presenti trecento ex-allievi di tutti i collegi: quelli di Oswiecim i più numerosi, poi quelli di Przemysl, di Daszawa, e persino molti dei Collegi di Valsalice, Lombriasco e Ivrea, uno dei quali, il prof. Koninski, ancor dei tempi di Don Bosco.

Dopo varie discussioni si venne alla risoluzione di fondare, oltre quella esistente in Oswiecim, altre tre Unioni: a Varsavia, Cracovia e Przemysl; e le tre nuove Unioni furono subito un fatto compiuto.

Pieni di entusiasmo per mettere in pratica gli ideali di Don Bosco abbiamo lasciato il collegio

nella speranza di poter radunarci più sovente. Così nella Polonia risorta, siamo risorti anche noi e ci siamo uniti ufficialmente alle schiere dei seguaci del Venerabile ».

NOTIZIE VARIE

In Italia: VILLASTELLONE (Torino).

Nuovo Oratorio.

Il 13 giugno u. s., cedendo alle istanze di due ottime cooperatrici, abbiamo aperto un nuovo Oratorio in Villastellone, intitolato a Maria Ausiliatrice. Per bontà di Dio è già grande il bene che si è fatto in pochi mesi, e maggiore quello che si prospetta in avvenire. È notato da tutti il cambiamento di quei giovinetti: non si vedono più, come prima, volar sassi per le strade, nè si sentono più bestemmie. Il paese ne è ammiratissimo e dà al nuovo Oratorio il suo miglior appoggio. A Sant'Anna si fece un banco di beneficenza che fruttò tanto da provvedere i primi giuochi, compreso un passo volante e una giostra.

La carità del sistema educativo di Don Bosco ha guadagnato, in nodo particolare, i giovani più grandicelli. Il 29 ottobre, alla presenza di S. E. Rev.ma Mons. G. B. Pinardi, Ausiliare dell'E.mo Card. Richelmy, recatosi a Villastellone per l'amministrazione della S. Cresima, s'inaugurò il Circolo Giovanile S. Ferdinando, così chiamato in memoria del sig. Ferdinando Assom, padre delle fondatrici dell'Oratorio, signorine Carolina e Giuseppina Assom.

Il Circolo S. Ferdinando ha già 25 soci effettivi e 4o aspiranti. I membri del Consiglio direttivo sono gli aiutanti del Direttore, e lo coadiuvano nell'assistenza dei compagni minori dappertutto, nella cappella, nel teatrino, e nelle ricreazioni. Mores. Pinardi assistette a una graziosa accademia e si congratulò vivamente coi bravi giovanotti e coi 2oo ragazzi.

Si è anche fondata, tra i piccoli, la Compagnia di Domenico Savio. Gli stessi genitori, vedendo ed apprezzando la buona educazione dei figli, pensano di riunirsi in apposita Lega, per dar buon esempio alle famiglie e intensificare la missione provvidenziale dell'Oratorio.

NIZZA MONFERRATO. All'Oratorio Salesiano Sant'Antonio.

Dobbiamo allo zelo e alle simpatie di quei nostri cari ex-allievi ed allievi che si preparano, auspice il Circolo Domenico Savio, a commemorare solennemente, nel prossimo anno 1923, il 25° anno di fondazione dell'Oratorio, il compimento di due opere importanti: il nuovo Teatro, capace di 8oo persone e il vasto Campo del calcio, assai ampio e cintato, dove i giovani potranno, insieme con lo spirito, ritemprare anche il corpo con sane ricreazioni.

La Voluntas, fiorente nel Circolo Domenico Savio, si è fatta promotrice, in occasione delle feste inaugurali del Teatro e del Campo, di una . serie di grandiose manifestazioni sportive e di rappresentazioni drammatiche, precedute dalla benedizione della propria bandiera.

Per quattro giorni festivi consecutivi si svolsero i festeggiamenti: 22 e 29 ottobre, 4 e 5 novembre, col favorevole appoggio delle autorità e di pressoche tutta la cittadinanza. Così d'ora innanzi un maggior numero di giovani saranno attirati all'Oratorio, dove potranno divertirsi e ricevere una sana istruzione e formazione cristiana.

DIANO D'ALBA. Visita del Sig. Don Rinaldi.

Dal 5 al 12 novembre u. s. Diano d'Alba ha festeggiato il Cinquantenario dell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice e il XXV° della filiale istituzione locale, con l'inaugurazione di un nuovo corpo di fabbrica che permetterà, in forma più ampia e regolare, il funzionamento dell'Ospedale e delle Scuole Elementari Femminili, affidate alle Figlie di Maria Ausiliatrice, e l'apertura di una Casa-famiglia per signore.

Diano d'Alba è un altro paese divotissimo di Maria Ausiliatrice, la cui immagine, benedetta dall'indimenticabile Don Rua nel 1900 campeggia sovrana sull'altar maggiore della Chiesa Parrocchiale. Nei 25 anni dacchè la divozione di Maria Ausiliatrice si è radicata nel paese, meravigliose sono le benedizioni che se ne raccolsero. Basti ricordare le numerose vocazioni ecclesiastiche e religiose suscitate. Prima che in Diano avesse culto Maria Ausiliatrice, una sola era la suora nativa del paese, e oggi sono trentotto, quasi tutte Figlie di Maria Ausiliatrice. Di giovani avviati allo stato ecclesiastico non ve n'erano che due: di religiosi non si parlava neppure: ora i sacerdoti e i religiosi nativi di Diano sommano a trentatre, dei quali 14 aggregati alla Società Salesiana.

Era quindi ben giusto che il Successore di Don Bosco prendesse parte agli accennati festeggiamenti; e il sig. Don Rinaldi, cedendo alle istanze di quel zelante arciprete che è il Teol. D. Giuseppe Falletti, si recava ad Alba la sera di sabato 4 novembre, dove fu ospite graditissimo di quell'Ecc.mo Vescovo, e la mattina della domenica seguente entrava in Diano accoltovi trionfalmente da tutte le Autorità, dal Clero, dal Sindaco e dall'intera popolazione. Alle 10.30 celebrò la messa solenne nella parrocchia; alla sera, dopo i vespri, benedisse i nuovi locali. Il lunedì cantò messa di requiem per tutti i benefattori e Cooperatori definiti; quindi presiedette il Convegno locale dei Cooperatori Salesiani, ai quali parlò, ascoltatissimo, l'avv. cav. Felice Masera. Il nostro venerato Superiore parlò più volte alla buona popolazione, e ricordando la visita fatta a Diano dal I° Successore di Don Bosco, rievocò anche le profetiche parole di Dori Rua sullo sviluppo che avrebbe preso in paese la divozione a Maria Ausiliatrice.

PARMA. Corso di mutualità e cooperazione.

Il Comitato organizzatore dell'Ufficio del Lavoro e Azione Sociale di Parma indisse, d'intesa colla Federazione Generale residente in Roma, una settimana d'insegnamento, dal 18 al 24 settembre, assegnando a tal uopo quarantacinque borse gratuite per iscritti, provenienti la maggior parte da ex-combattenti e mutilati, delle Associazioni Cattoliche. Essendo i collegiali in vacanza fu scelto per sede il nostro Istituto S. Benedetto, dove convennero i giovani dalle tre provincie di Parma, Piacenza e Modena, ad ascoltare le lezioni impartite con rara competenza dall'avv. Cav.Mazzucco, Segretario Generale della Federazione Nazionale, dal Comm. dott. Pio Benassi del Consiglio Superiore del Lavoro, dall'on. Lanzerotti e da altri valentuomini.

Noi non ci occuperemmo di questo, sebbene importante avvenimento, se le parole di alta lode e di riconoscenza rivolte pubblicamente e ripetutamente in varie circostanze del corso e specialmente nella solenne premiazione e chiusura all'Opera nostra, non ci imponessero il dovere di una parola di ringraziamento per la affettuosa cordialità con cui furono espresse e per la posizione sociale di questi eccellenti signori amici nostri.

Cominciando dal Presidente dell'Ufficio Provinciale dott. Nando Vietta, e passando ai signori sopra citati Comm. Maestri, cav. Avv. Mazzucco, On. Ing. Lanzerotti, al comm. Avv. Amorth, primo Consigliere di Prefettura, e all'Avv. Valenti, fu tutto un inno alla memoria del non dimenticabile Col. Stanislao Solari, così benemerito del risveglio dell'agricoltura scientifica nazionale, e del suo grande interprete e divulgatore il sac. Dott. Carlo M. Baratta; e neppur fu tralasciato un affettuoso cenno al cav. uff. Andrea Accatino che fu per un ventennio direttore della Rivista d'Agricoltura.

Le lodi di Don Bosco acquistavano sulle labbra degli illustri personaggi un rilievo tutto particolare, come pure la constatazione da essi fatta dell'amore con cui la Società Salesiana si è messa in questo nuovo campo di operosità, quali sono le scuole di agricoltura.

Non mancò neppure, autorevolissima, la parola dell'On. Micheli, ex-ministro di agricoltura, che volle prender parte alla visita che insegnanti ed allievi fecero alla vicina Scuola Agricola Stanislao Solari, aperta tre anni fa dai Salesiani nella vicina Montechiarugolo.

NAPOLI. Alla fiera campionaria.

La Pia Casa dei Sordomuti, che mantiene, nelle sue sezioni, maschile e femminile, 130 giovani, prese parte alla fiera colle sue scuole di ebanisteria, calzoleria, sartoria, pittura, scultura e ricamo, nelle quali lavoravano i sordomuti e le sordomute, destando curiosità e interesse dei passanti, anche per la chiarezza e precisione con cui rispondevano alle loro domande. Elegante nelle sue linee architettoniche, il reparto fu detto della più sacra carità e fu sempre affollatissimo, destando sincera ammirazione per la seria organizzazione e lo spirito di abnegazione che mostrava. Ricordiamo tra i visitatori illustri l'E.mo Card. Giorgi, l'Arcivescovo Mons. Zerza, l'Arcivescovo di Giamaica, gli on. Rodinò, Colosimo e Bosco-Lucarelli, il Gen. Arena, il Comm. Fuschini, Presidente della Deputazione Provinciale di Benevento, il Principe di Forino ed altri illustri personaggi.

All'Estero:

RAWSON.

Sviluppo dell'Opera Salesiana.

L'OPERA di Don Bosco, col Collegio Salesiano e l'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, si va simpaticamente affermando nel centro del Territorio del Chubut (Rep. Arg.). Numerosi gli alunni, ottimi gli esiti in fin d'anno, sempre crescente la stima delle autorità e della popolazione. Il 24 maggio e il 9 luglio, feste patrie, i due istituti presero parte alle dimostrazioni ufficiali civili e religiose. Il battaglione giovanile « Rawson » e il reparto Esploratori Don Bosco nella loro bella uniforme prestarono giuramento al palazzo del governo, davanti al Governatore che ebbe parole di alto elogio per i figli di Don Bosco.

Il 15 agosto anche gli ex-allievi, in unione con quelli di Trelew celebrarono la loro festa sociale. Al piattino si accostarono tutti alla S. Comunione, e il missionario D. Calveria tenne loro un discorso di circostanza, animandoli al lavoro per il trionfo sociale di N. S. Gesù Cristo. Al pranzo vari oratori esaltarono la bontà del sistema educativo di Don Bosco, e il sig. Governatore ebbe nuove parole di encomio per i missionari, in modo particolare per il venerando missionario Don Bernardo Vacchina, che spese le sue migliori energie per la redenzione morale del Chubut.

NECROLOGIO

Comm. Avv. Carlo Bianchetti.

Nativo di Locarno, dalle Scuole dei Barnabiti di Monza passò all'Università di Torino, ove si fermò e visse la sua vita esemplare, brillante ed operosa. La sua morte, avvenuta il 9 novembre u. s. fu un lutto per tutte le opere di carità cittadine, alle quali portava cure personali. Le corsìe dell'ospedale San Luigi e del Cottolengo lo vedevano quasi quotidianamente. Negli ultimi giorni diceva ai figli: - Non voglio vedere persone. Ma se vengono i miei poveri, fateli venire al mio letto! - Colpito da malattia, parve riaversi; invece mancò improvvisamente, lasciando nel dolore la famiglia, gli amici, i beneficati. Amò entusiasticamente anche l'Opera Salesiana, ed ebbe una grande venerazione per Don Bosco e i suoi Successori.

Ai figli suoi, e in modo speciale all'avv. Luigi Bianchetti e all'on. avv. Saverio Fino, suo genero, le nostre condoglianze, e a quanti seppero la sua bontà l'invito ad unirsi a noi nelle preghiere di suffragio.

Dott. Emilio Lamarca.

L'Opera di Don Bosco della Repubblica Argentina ha fatto due gravissime perdite: la prima fu quella del Dott. Emilio Lamarca.

Uomo di carattere adamantino e di eminenti virtù religiose e civili, oratore insuperabile, scrittore terso e vibrato, consacrò all'azione religiososociale tutta la vita. Per il trionfo della Fede zelò instancabilmente ogni opera buona e combattè il male, sempre, serenamente, e con tutta l'anima. Organizzatore instancabile, ideò e fondò la Lega Popolare Cattolica Argentina, che, benedetta da tutto l'Episcopato, compie oggi un gran bene in quella Repubblica.

Il Dott. Lamarca era anche un entusiasta cooperatore salesiano. Ammiratore di Don Bosco e zelatore dell'incremento dell'Opera sua, fin dal 19oo tenne un memorando discorso al II° Congresso Internazionale dei Cooperatori Salesiani, che ci acquistò le più alte simpatie, e continuò sempre ad aiutarci con la propaganda e coll'appoggio più cordiale. Il Signore doni all'anima sua il premio di tanto lavoro, sostenuto per il trionfo della buona causa.

Ernestina Bullrich de Mosquera.

Altra gravissima perdita per l'opera di Don Bosco nell'Argentina fu quella della signora Ernestina Bullrich de Mosquera.

Donna di profondi sentimenti cristiani, cooperò con tutta l'intelligenza e tutte le sue sostanze al trionfo di Gesù Cristo, lavorando nella Lega Argentina delle Dame Cattoliche, nelle conferenze di S. Vincenzo de' Paoli e in altre pie associazioni: e le sue preferenze furono per l'Opera di Don Bosco fin da quando, nel fiore dell'età, lesse la vita del Venerabile.

Apparteneva al Comitato delle Dame Patronesse di Buenos Aires, fin dalla fondazione, attiva e inseparabile compagna di lavoro dell'indimenticabile prima presidente Enrichetta Alais Vivot, alla quale succedette.

Per dire del suo amore all'Opera Salesiana basti accennare che quando si stabili la fondazione del Collegio Leone XIII per gli orfanelli di Don Bosco, come ricordo del II° Congresso Internazionale dei Cooperatori Salesiani, la compianta signora, dopo aver dato la sua efficace cooperazione personale, non badando alle critiche di chi non conosceva l'Opera nostra si offerse ad elemosinare l'obolo, dell'alta società in compagnia di altre distinte signore. E con qual gioia parlava di quel collegio, ove ora si educano più di 6oo fanciulli! con qual ansia materna rinnovava ogni anno le dure fatiche della colletta per il loro pane quotidiano!

Una delle più care soddisfazioni l'ebbe negli ultimi giorni, quando ricevette una lettera dal rev. Don Giuseppe Vespignani, Direttore delle Scuole Professionali della nostra Società, che le presentava il nuovo Ispettore Salesiano e l'assicurava che i Salesiani di Torino e tutti i loro alunni pregavano Maria Ausiliatrice chiedendo per lei e per la sua famiglia fortezza e rassegnazione nel dolore, e, se fosse volontà di Dio, il miglioramento nella sua malattia.

Ma la signora Bullrich de Mosquera aveva compiuta la sua missione quaggiù e volava al premio eterno il 4 settembre u. s.

Pace all'anima sua benefica e nobilissima.

Preghiamo. anche per i Cooperatori:

ALLAMANDRi Esperia, † a Cuneo.

BARGAGLI Angelina, † a Siena. BELLACHIOMA Cesare, † a Perugia. BELLoNI Angelo, † a Parabiago. BERTOLASI Leone, † a S. Bonifacio (Verona). BONATTo Bernardo, † a Frassinetto Canavese. BoSELLI Liberata, † a Parma. BRUNELLo Ginevra, † a Schio. BRUNO G. B., † a S. Vittoria d'Alba (Cuneo). CALCINI Maria, † a Omegna (Novara). CIERI Can.co Nicola, † a Aquila. CLERICI Giuseppe, † a Gorla Minore (Milano). CoLOMBo Don Michele, † a Limbiate (Milano). COSTAMAGNA SICCA Anna, † a Benevagienna. CRESTA FERINO Serafino, † a Villa Castelnuovo. CRISTANDO Salvatore, † a Catania. DONATI Cav. Salvatore, † a Roma. FAVETTi Giuseppina, † a Settimo Milanese. FILIPPINI Margherita, † a Edolo (Brescia). GATTONI Can.co Giovanni, † a Borgomanero. GERINI Maddalena, † a Arnasco (Genova). GNAVI Can.co Michele, † a Ivrea. IORIO Mous. Pietro Arcivescovo, † a Pagani. LORA Lucia, † a Schio.

LovERA Don Giacomo, † a Dronero (Cuneo). MOLINERI Orsola, † a Casale Monferrato. MATTERO Can.co Angelo, † a Alassio.

PENNA PROVERA Angelina, t a Trino Vercellese. PIOSSASCO D'AIRASCA Conte Alberto, † a Torino. RETTANI Maria, † a Pregola (Pavia). RICCONO Don Filippo, † a Borgofranco d'Ivrea. ROLLONE-BECCARIA Emilia, † a Vercelli. Rossi Don G. Pietro, † a Montalto Ligure. RUZZA CORTESIA Anna, † a Cittadella (Padova) SCARSI Albertina, † a Rocca Grimalda. SOLA Elisabetta, + a Carmagnola. TESTA Genoveffa, † a Torino. VIANO Caterina, † a Rivalta Torinese. ZoGLi Margherita, + a Comacchio.

Indice dell'annata 1922.

Notificazioni e documenti.

Il Sac. Filippo Rinaldi ai Cooperatori e alle Cooperatrici di Don Bosco, 1, 141, e 309. XXXI Gennaio, 8.

Per l'Università del S. Cuore, 17.

III Centenario di S. Francesco di Sales, 7, 29, 329. Nel III centenario della S. Congregazione di Propaganda Fide, 32; Discorso del S. Padre, 226. Un monumento a Benedetto XV, 33. Ai nostri cari Cooperatori, 85.

£1 nuovo Successore di Don Bosco, 113, 142.

Il Santo Padre ai Salesiani di Vienna, 150.

La sovrana bontà del S. Padre verso i figli di Don Bosco, 169.

Le nostre giornate missionarie: Dono e autografo pontificio al Card. Cagliero, 170.

Memoranda udienza pontificia, 172.

« Lavoro e preghiera »: preziosissima indulgenza, concessa al S. Padre Pio XI, 197.

Un affettuoso discorso del S. Padre, 199. Predichiamo l'amore fraterno, 225. Una zelatrice alle zelatrici, 243.

Autografo del S. Padre per il Giubileo delle Figlie di Maria Ausiliatrice, 247.

il programma dei nostri giovani (PP. Pio XI), 253. Altro prezioso incoraggiamento del S. Padre, 257. Procuriamo buone vocazioni al Sacerdozio, 271, 282, 322.

Pio XI alle Figlie di Maria Ausiliatrice, 287.

Pio XI al sig. Don Filippo Rinaldi, Presidente del I Congresso Nazionale del S. Cuore di Gesù, 290. Il S. Padre al « diletto popolo d'Italia «, 313. Il Tempio del Sacro Cuore a Casalmonferrato, 314. Il I Congresso Nazionale in onore del S. Cuore di Gesù: - Le adesioni, le sedute, i deliberati, 317. Del problema morale nell'educazione, 310.

Cooperazione salesiana.

Alle Presidenze dei Circoli giovanili e delle Unioni ex-allievi ed ex-allieve, 59.

Il VII Convegno dei Direttori Diocesani, 283.

Convegni d'azione salesiana: Torino, 9, 165. - Vercelli, 10. - Penango Monferrato, 11. - S. Benigno e Foglizzo Canavese, 11. - Intra, 36. - Talavera de la Reina (Spagna), 59. - Faenza, 220. - Casalmonferrato, 221. - Milano, 248. - Schio, 248. - Nizza Monf., 248.

Nuovi Oratori festivi, 117. - Leghe padri di famiglia, ivi. - Unioni padri di famiglia, 118. - Comitati d'azione salesiana, ivi. - Nel seminario di Brescia, 165. - Un nuovo salone pro Oratorio ad Intra, 248. - Sala Don Bosco a La Valle, ecc. ecc., 248. - Ved. anche a pag. 14. 58.

Relazioni varie.

In suffragio di Don Albera, 11, 44, ,o6, 274, 316.

L'inaugurazione di una lapide a Don Rua, 13. Nel centenario dell'indipendenza peruviana, 42.

Il Tempio di Gesù Adolescente a Borgo S. Paolo, 59,

135, 164, 191; Posa della Ia pietra, 202, 281, 331. Viva il Santo Padre Pio XI, 6o. - Cenni biografici, ivi.

In morte di Benedetto XV, 33, 64. Dal paese di Gesù, 79, 296.

Il primo Nunzio della risorta Polonia, 88. I grandi trionfi di maggio, 145.

Trecento derelitti minorenni nelle case di missione in Patagonia, 148.

Il tempio della Sacra Famiglia a Firenze, 164, 219. Una memoranda cerimonia alla Scuola pratica d'agricoltura in Roma, 179.

La festa della riconoscenza, 200.

Il nuovo Presidente dell'Argentina, 204.

Per il 600 di sacerdozio del Card. Cagliero e di D. Francesia: i festeggiamenti, 205, 304.

Opera pontificia di soccorso pei bimbi di Russia, 228. Due storiche feste scolastiche in Roma, 238. Episodio gentile a bordo del « Giulio Cesare «, 25 7. L'opera di Don Bosco al Congresso dell'Aia, 26o. Nuove Chiese salesiane: Torino (Monterosa), Livorno Toscana, Casale Monf., Choele Choel, 260, 258. Indimenticabile trionfo mariano, 323. Congresso Eucaristico giovanile, 325.

Figure degne di memoria.

Mons. Giovanni Marengo, 15. Mons. Pasquale Morganti, 34.

Missioni Estere.

ASSAM: Impressioni di viaggio (D. P. Bonardi), 41. - Verso l'Assanl (D. L. Mathias), 74. - L'arrivo dei nostri all'Assam (D. L. Mathias), 90. - La nuova missione dell'Assam (D. L. Mathias) 125. - Nell'orfanotrofio di Shillong, 296.

CINA: Una visita ai distretti del Vicariato di ShiuChow (Mons. Luigi Versiglia): I) Nam Hong e Chi Heng (continua), 18. II) Ying Tak, 37, 70. III) Lin Chow e Jeong Shan, 94, 124. - Il nuovo orfanotrofio di Shiu-Chow (D. C. Braga I, 119; 11, 153; III, 182; IV, 233; V, 32b; VI, 327. - Scuola femminile Maria Ausiliatrice a Shiu-Chow (D. G. Guarona), 265. - Notizie varie, 268. - Mentre infuria di nuovo la guerra (D. G. Guarona), 291. - La Pasqua 1922 a Shek-ki (D. I. Canazei), 295.

CONGO BELGA: Una caccia all'ippopotamo. 19.

Rio NEGRO: Verso lo sviluppo della missione (D. G. Balzola), 68. - Consolanti notizie, 100, 269. - Una processione a S. Gabriel, 295

EQUATORE: Un fatto nuovo nella vita dei Kivari (D. S. Duroni), 151.

Episodi missionari.

« Padre, insegna anche a me il latino a (D. B. Lareno), 100.

Il battesimo di due moribondi (D. C. Albisetti), 129. L'infanticidio in Cina (Mons. L. Versiglia), 159. Un angelo di più in Paradiso (D. C. M. Braga), 184. Un giglio del campo (D. G. Beraldi), 213. «Battezzami almeno!... Battezzami presto!... »

(D. G. Guarona), 236.

Il « San Fu » ha una medaglia prodigiosa (D. S. Bosio), 270.

Come scrive un indio civilizzato, 321.

Altre notizie Missionarie.

7 e nostre Missioni, 57.

Cooperazione missionaria, 86. - Crociata missionaria, 116. -Propaganda missionaria, 57, 130, 185, 2oo. - Gioventù missionaria, 152. - Istituto Card. Cagliero » per le Missioni Salesiane, 218, 251, 256. - Aiutate le Missioni, 247. - Triduo missionario, 249. - Feste o giornate missionarie, 249. - Partenza di nuovi missionari, 255. - Preghiere per le missioni, 271. - - In memoria del missionario Don Matteo Gavotto, 293. - Al Congresso Missionario di Pamplona, 316.

Il Culto di Maria Ausiliatrice.

Nuovo Privilegio alla Basilica di Maria Ausiliatrice, 20. - Per la festa titolare: una constatazione consolante, 102. - La consacrazione delle nuove campane del Santuario, 89, 131. - Festa titolare nel Santuario, 146. - Echi della festa titolare, 186, 215, 240, 272, 328.

Agliano d'Asti si consacra a Maria Ausiliatrice, 299.

Grazie e favori, 20, 48, 76, 103, 132, 16o, 188, 216, 241, 272, 300, 328.

Fatti e detti di D. Bosco.

Da famigliari colloqui con Don Bosco (Memorie della March. Passati), 229,

Gli Oratori festivi e la Religione nell'educare (March. Vittorio Scati), 259.

Note e corrispondenze.

Nuovi Vescovi Salesiani, 14, 53, 220, 264. 8 Dicembre 1841, 23.

Centenario di S. Francesco di Sales: Torino, 31, 8o, 163, 329. - Roma, 8o. - Catania, e altrove, 1o5, 164; Malta, 275.

I Giubilei del Card. Richelmy, 52. 115.

La Causa del Teol. Leonardo Murialdo, 52. Mons. Elvezio Oliveira, 59.

Conferenze di propaganda, 81, 137. Una cara cerimonia, 89.

Congressi Eucaristici, 93, 116.

Messe di diamante, 116.

Il nuovo Delegato Ap. delle Filippine, 135, 164. Echi del centenario dantesco, 135 Il tempio di S. Francesco di Sales, 158.

Inizio del Processo Canonico per la Causa di Beatificazione di D. Rua, 164.

Esercizi spirituali, 173.

Date giubilari: Varazze, 191. - Alassio, 191. Esposizione di arredi sacri, 58, 201.

Al giovane clero, 222. - In memoria di Pio X, 222. L'Em.mo Card. Cagliero, Gran Cordone dell'Ordine Mauriziano, 232.

Ospiti illustri a Valdocco, 276.

La Superiora delle Figlie di Maria Ausiliatrice, 276.

Il Gen. Caviglia in America, 278.

Il sepolcro di S.. Stefano, 298.

Ingresso di Mons. Ortiz a Chachapoyas, 303.

Lu Monferrato a Don Rinaldi, 3o3. - Diano, 332. Per la beatifica, ione dei Ven. D. Cafasso, 312.

Negli Istituti delle Figlie di M. A.

Cinquantenario dell'Istituto delle Figlie di Maria

Ausiliatrice: I) Ispettoria Monferrino-Ligure, 175 - II) Ispettoria Romana, 261. - III) Ispettoria Lombarda, 297.

San Nazzaro, 53. - Torino, 53, 178. Commemorazioni e feste cinquantenarie, 12, 137, 178, 221; a Nizza Monf., 244; 298.

III Congresso Internazionale Ex-allieve: I deliberati, 246.

Congresso e Unione Nazionale Argentina, 263.

Tra gli Ex-Allievi.

L'adesione compatta degli ex-allievi alla Cooperazione Salesiana, 24.

Convegni e iniziative, 81, 101, 121, 191, 250, Congresso Nazionale Spagnuolo, 276, 304. Convegno ex-allievi sacerdoti di Torino, 286. Convegno Nazionale Polacco, 331.

Tra gl'Italiani all'estero.

Il gen. Badoglio a S. Francisco di California, 66. Una missione alla Colonia Vignaud, 67.

Notizie varie: In Italia.

Asti, 82. - Bari, 166, 251. - Bologna, 277. - Cagliari, 251. - Casale Monferrato, 25. - Catania, 55. - Chieri, 53. - Diano d'Alba, 332. - Firenze, 54. -Frascati, 251. -Milano, 25, 250- Montechiarugolo, 192. - Napoli, 192. - Nizza Monferrato, 3- 2. - Parma, 54. 333. - -- Pedara, 251. - Perosa Argentina, io6. - Ravenna, 55. - Rimini, 166. - Roma, 166, 250. - S. Pier d'Arena, 191, 276. - Savona, 166. - Verona, 26, 25o.

All'Estero.

Alessandria d'Egitto, 107. - Asunción, 55. - Buenos Aires, 26, 138, 192, 305. - Costantinopoli, 277. - Esseri, 167. - Malta, 138. - Medellin, 138. -Monaco, 26. - Montevideo, 278 - Rawson, 333. - Roulans, 138. - Rosario, 277. - Santiago, 55, 138. - Santa Tecla, 82. - Tanjore, 1o8. - Viedma, 138, 167. - Villa Colón, 278. - S. Francisco di California, 279. - S. Paolo (Brasile), 306. - Tucuman, 306.

Necrologio.

E.mo Card. De Cabrières, 55 E.mo Card. Valfrè di Bonzo, 223.

Ved. anche pag. 27, 56, 82, 109, 139, 167, 193. 223, 252, 279. 306.

Salesiani defunti, 110, 307.

Figlie di Maria Ausiliatrice defunte, 193.