PERIODICO MENSILE PER I COOPERATORI DELLE OPERE E MISSIONI DI DON BOSCO
ANNO L TORINO - GENNAIO 1926 NUM. I
REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE: VIA COTTOLENGO, N. 32 .. TORINO (9)
SOMMARIO: Il Sac. Filippo Rinaldi ai Cooperatori e alle Cooperatrici Salesiane. - Ascoltiamo Don Bosco. - Anime riconoscenti al Venerabile. - Care e tristi notizie dal Congo. -- Un anno di lavoro nell'Assam. - Don Bosco ha detto!... - Aurora di redenzione fra i selvaggi del Gran Ciaco del Paraguay. - Le gravi strettezze dei nostri missionari. - Tra gli Italiani emigrati in Australia. - Cooperatori zelanti. - X Congresso Internazionale Salesiano. - Per la festa di S. Francesco di Sales. - Nel Consiglio Superiore della Società Salesiana. - Nuovi Vescovi Salesiani. - Convegni e Conferenze. - Notizie varie. - Cooperatori defunti.
Nel 1876 - e precisamente il 9 maggio - Don Bosco otteneva dal Santo Padre Pio IX, di ven. memoria, la sanzione apostolica all'Unione dei Cooperatori Salesiani - e nell'agosto del 1877 pubblicava il primo numero del " BOLLETTINO SALESIANO ", che da questo mese inizia l'Anno Cinquantesimo.
Nel 1877 i numeri del Bollettino si limitarono a cinque, da agosto a dicembre. Il primo e secondo numero uscirono col titolo: Bibliofilo Cattolico o Bollettino Salesiano, (anno III, n. 5, agosto 1877 - anno III, n. 6, settembre 1877); - il Bibliofilo era una pubblicazione periodica della Libreria Salesiana di Torino; - e di quell'anno medesimo si ristampava il n. di settembre, ridotto a 4 pagine, col titolo proprio " Bollettino Salesiano, anno I. n. 1, settembre 1877" - e ad esso, nei mesi seguenti, tennero dietro regolarmente i numeri di ottobre, novembre , e dicembre. - Il n. di gennaio 1878 recava già la scritta : "anno secondo".
In realtà, quindi, il "BOLLETTINO SALESIANO", benchè la data cinquantenaria della pubblicazione - esattamente -- vada dall'agosto-settembre del 1926 al luglio del 1927, entra fin da questo mese nell'Anno Cinquantesimo, e per la fausta ricorrenza speriamo, fin dal prossimo numero, di pubblicarlo interamente con nuovi caratteri.
Era da un po' di tempo che vari Cooperatori ci pregavano di dare al periodico un carattere meglio leggibile, e vogliamo pienamente accontentarli.
Così ci fosse dato di sempre migliorarne la redazione, per renderla più cara e fruttuosa! E questo il nostro proposito; e confidiamo che vorrà assisterci ed aiutarci a conseguirlo il nostro Ven. Padre, di cui, in quest'anno, ad illustrazione di varie date per noi memorande, ci faremo un dovere di rievocare più frequentemente la dolce memoria, perchè essa - come mostra l'esperienza - è omai tra il popolo dei nostri lettori l'argomento che meglio di ogni altro riesce a maturare quei frutti salutari, che egli stesso, il Venerabile, nella vivezza del suo zelo sacerdotale si ripromise dalla pubblicazione del " Bollettino salesiano ".
Torino, i gennaio 1926. Benemeriti Cooperatori,
Benemerite Cooperatrici,
Se a tutti il primo giorno dell'anno è un invito ad elevare a Dio l'inno del ringraziamento, per i figli di Don Bosco è un invito ed un obbligo speciale. Sull'esempio del Venerabile Padre noi siamo soliti rivedere, come in un quadro, tutte le benedizioni che il Signore ci ha accordate nell'anno precedente. E fino a quando, io mi domando, i Salesiani avranno questa fortuna ? Fino a quando noi toccheremo con mano la particolar assistenza divina sulla nostra famiglia? « Finchè, ci ammoniva D. Bosco, i Salesiani ameranno il lavoro e la temperanza.... Quando cominceranno tra noi le comodità e le agiatezze, la nostra Pia Società avrà compiuto il suo corso. Il mondo ci riceverà sempre con piacere, fino a tanto che le nostre sollecitudini saranno dirette ai selvaggi, ai fanciulli più poveri, più pericolanti della Società. Questa è per noi la vera agiatezza, che niuno ci invidierà e niuno verrà a rapirci... ».
Siamo fedeli agli insegnamenti ed agli esempi di Don Bosco, e il Signore accorderà sempre nuovi incrementi all'Opera Salesiana.
Le celebrazioni cinquantenarie.
Abbiamo iniziato le Celebrazioni Cinquantenarie della partenza dei primi Missionari e le continueremo sino al termine di quest'anno scolastico, per dovere e con frutto. Si tratta del Cinquantenario dell'espansione salesiana.
Prima ancora che il 1° drappello dei Missionari ponesse piede nella Repubblica Argentina, lo stesso Ven. Fondatore si recava in Francia per l'apertura della prima casa salesiana all'Estero, a Nizza Marittima. In Italia fiorivano appena, con quelle di Torino, tre altre case in Piemonte, a Borgo S. Martino, Lanzo e Mornese, ed altre tre in Liguria, a S. Pier d'Arena, Varazze ed Alassio; piccolo era ancor il numero dei Salesiani e più esiguo ancora quello delle Figlie di Maria Ausiliatrice; e tuttavia, abbracciando nell'ardore della sua carità il mondo intero, sul tramonto del 1875 Don Bosco schiudeva ai suoi le porte dell'Europa e del Nuovo Continente, nell'ansia di avvicinare altre schiere giovanili civili e selvagge, per guadagnarle a Dio.
Il Signore destò a favore delle iniziative di Don Bosco l'appoggio più cordiale del Sommo Pontefice Pio IX e dei suoi Successori, e di Governi e d'intere Nazioni.
Come non ricordare le istanze che fecero per avere i Salesiani la Colombia e l'Equatore ?
Anche la Francia ha negli annali dell'Opera Salesiana e nella vita stessa di Don Bosco più d'una pagina commovente. Nell'ultimo decennio del viver suo, il Venerabile si fece un dovere di recarsi ogni anno in Francia, seminando nel none di Dio benedizioni e prodigi, e raccogliendo nel nome della fede e della carità molte offerte e singolari trionfi. Immense moltitudini lo avvicinavano commosse, appellandolo il nuovo San Vincenzo de' Paoli e dicendolo santo come il Curato d'Ars; ed egli ripeteva umilmente ai suoi, e con le lacrime agli occhi: « Come scherza il Signore! solleva un povero dalla polvere e lo fa ministro delle sue benedizioni. Se questa gente sapesse chi è Don Bosco, se l'avesse visto, fanciullo, guidare al pascolo un piccolo armento, non farebbe tanto chiasso! Eh!... scherzi della Divina Provvidenza! »
E quell'entusiasmo non si spense alla sua morte, ma continuò e crebbe tanto da poter affermare che tra le prove più tangibili dell'intervento divino nelle vicende di questi ultimi cinquant'anni è anche l'espansione dell'Opera di Don Bosco. Sommano omai a 1100 le case dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice aperte in tutte le parti della terra; e più numerose ancora ed insistenti sono le richieste di nuove fondazioni. È sempre il Signore che accende tanto entusiasmo ed ispira a molti il pensiero di accrescerlo, o con le offerte, o con le proprie forze chiamandoli alla sequela del Venerabile.
Nell'anno passato sommarono a più di quaranta le nuove fondazioni: e a duecento e ventiquattro i nuovi missionari e le nuove missionarie, e a ben più di mille i nuovi ascritti all'Istituto Salesiano ed a quello delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Come non vedere in così vasta e rapida espansione la mano di Dio, e non riandare le parole che l'11 e il 12 novembre u. s. a Valdocco correvano sul labbro di tu ti nello splendore delle nostre Commemorazioni Cinquantenarie: « Cent'anni fa il sogno nascosto di un umile pastorello!... Cinquant'anni fa il pio sospiro di un santo sacerdote!.... Oggi una nuova affermazione dell'espansione del regno di Dio sulla terra!.... »
Vi assicuro, o Benemeriti Cooperatori e Benemerite Cooperatrici, che a questi pensieri noi ci sentiamo pervasi da un'immensa tenerezza; e mentre benediciamo Iddio che ci ha chiamati sotto la bandiera del Venerabile e rinnoviamo i più sentiti ringraziamenti agli Augusti ed Eminenti Personaggi, alle Autorità Governative, Civili ed Ecclesiastiche, e quanti si unirono a noi nelle solenni celebrazioni, rinnoviamo anche il proposito di vivere dello spirito di Don Bosco e di calcar fedelmente le sue orme.
LE FONDAZIONI DEL 1925.
Più di quaranta furono le nuove case (oratori, istituti, collegi, residenze), aperte con l'aiuto di Dio dai Salesiani e dalle Figlie di Maria Ausiliatrice nel 1925,
a) Fondazioni Salesiane.
Le nuove fondazioni salesiane furono 20: tre in Italia, due nella Spagna, una in Portogallo, una in Inghilterra, una in Polonia, due in Germania, una in Ungheria, due in Egitto, una nelle Indie, due nell'Argentina, una nell'Uruguay, due nel Paraguay, una nel Centro America.
In Italia si aperse un Oratorio Festivo, con annessa chiesa pubblica, a Taranto - un altro oratorio festivo a Brescia, - ed una nuova casa per la formazione di nuovo personale a La Moglia, una splendida villa presso Chieri.
Nella Spagna si ebbe un nuovo oratorio festivo a Madrid al Paseo de Extremadura, - ed una casa per la formazione di nuovo personale a Terrancon.
Nel Portogallo un importante oratorio festivo ad Evora.
Nell'Inghilterra, un collegio, con scuole secondarie, a Bolton.
In Polonia un'identica fondazione a Sohotorv.
In Germania un oratorio festivo, con annessa pubblica chiesa, ad Amstetten, ed un ospizio con scuole elementari e professionali ad Helenenberg.
In Ungheria si inaugurò un ospizio con studentato filosofico e scuole elementari e medie, e professionali ed agricole, ad Eszter gom-Tabor.
L'Egitto vide aprirsi una scuola italiana ad Ismailia ed un oratorio festivo al Cairo.
A Calcutta, nell'India, s'iniziò una residenza per oratorio festivo e scuole professionali il giorno stesso in cui si compiva la data cinquantenaria dalla prima spedizione dei Missionari.
Nell'Argentina si apersero nuove scuole agricole a La Trinidad - e ad Huetel.
Nell'Uruguay si fondò un collegio con oratorio festivo a Sayago.
Nel Paraguay si stabilì la prima residenza di missione a prò degli indi del Ciaco nell'Isla Tagativa-Puerto Napegue - ed una Scuola agricola ad Ypacaraí.
E finalmente si ebbe una nuova fondazione a Masaya nel Centro America.
Chi considera il numero, la distanza e lo scopo vario di queste case, non può non ammirare la speciale assistenza divina, che ci permise anche, come ho accennato, d'inviare un forte contingente di nuovo personale alle varie residenze di missione, alle quali quanto prima se ne aggiungerà un'altra nel Giappone, verso la quale salpava un eletto manipolo di operai evangelici il 29 dicembre u. s.
b) delle Figlie di Maria Ausiliatrice:
Anche l'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice ebbe un'ampia fioritura di case nel 1925.
Le accenno, sommariamente, raggruppandole secondo lo scopo e, precisamente:
Sei nuovi Giardini d'infanzia e Laboratori ed Oratori festivi: a Villanova di Casale (Alessandria) - a Legnano (Milano) - a San Saba in Roma - a San Severo (Foggia) - a Villa S. Giovanni (Reggio Calabria) - a Pozzallo (Siracusa);
Due orfanotrofi: «Ernesto Lombardo» a Carrara - e « Ninci » ad Arezzo;
Sette Convitti-operai: a Villar Pellice - al Martinetto (Torino) - a Vigliano - a Cessato Biellese - a Vercelli - a Cassolnovo Molino (Novara) - a Roma-Viscosa - e a S. Giovanni Teducci presso Napoli;
E, di più, l'assistenza domestica della casa salesiana d'Ivrea; e, su proposta dell'Eminentissimo Card. Alessio Ascalesi, Arcivescovo di Napoli, la direzione interna degli « Istituti Riuniti Professionali » in quella città.
Oltre queste 17 case in Italia, ne apersero 8 all'Estero. Assunsero l'assistenza domestica del collegio salesiano di Hechtel nel Belgio; - fondarono nuovi Collegi-esternati in Campos e S. José dos Campos nel Brasile, - ad Alta Gracia nell'Argentina, - a Los Andes nel Chilì, - a Messico capitale, - e due nuove residenze in terre di missione, la prima nel Congo Belga, l'altra a Taracuá nella Prefettura Apostolica del Rio Negro (Brasile); - ed inviarono, contemporaneamente, nuovi rinforzi di personale alle residenze di missione già esistenti.
Chi non scorge anche nell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice l'abbondanza delle benedizioni celesti?
PROPOSTE PER IL 1926.
A meritare più copiose le divine benedizioni nel nuovo anno, che cosa dobbiamo fare ?
Il 9 maggio prossimo venturo compionsi cinquant'anni dacchè il Sommo Pontefice Pio IX, di venerata memoria, con relativi Brevi Apostolici, sanzionava due istituzioni provvidenziali, che il Ven. Don Bosco, pieno com'era di zelo per promuovere sempre più largamente il bene delle anime, aveva lungamente studiato; e cioè la vostra Unione, o cari Cooperatori, e l'Opera di Maria Ausiliatrice.
Con l'Unione dei Cooperatori Salesiani Don Bosco mirò ad associarsi il maggior numero di ferventi cristiani che l'aiutassero a coltivare la stessa messe evangelica, che aveva affidato alla Società Salesiana.
Con la seconda ideò un mezzo praticissimo per soddisfare il più vivo desiderio del suo cuore.
Al ricevere continue richieste di aprire nuove case e collegi per l'educazione della gioventù e d'iniziare nuove missioni tra gl'infedeli, Don Bosco vide il bisogno di trovare copiosi mezzi e di moltiplicare le braccia per riuscirvi. « I poveri Salesiani - scriveva in uno dei primi schemi dell'Unione dei Cooperatori -- che chiamò anche Associazione Salesiana e Associazione di opere buone - non possono accorrere a tante necessità; e perciò, mentre fanno quanto possono dal canto loro, si rivolgono a quanti amano la nostra santa Cattolica Religione e la salvezza delle anime; e li invitano, anzi li scongiurano, per amor di Nostro Signor Gesù Cristo, a voler dar mano e seco loro cooperare nelle opere speciali di carità, che formano lo scopo di questa Congregazione. Moltiplicate così le braccia, si spera di estendere la coltura di più vasta e copiosa messe, e riportare, quindi, maggior frutto a gloria di Dìo e a vantaggio delle anime ».
E tracciava ai Cooperatori le grandi linee del programma d'azione: - nel promuovere la vita cristiana nelle famiglie e nella società, le vocazioni allo stato ecclesiastico, la buona stampa, e ogni opera di carità verso i fanciulli pericolanti.
Non contento di questo, perchè - con S. Vincenzo de' Paoli - riteneva che «non si può fare opera migliore, che contribuire a fare un prete», ideava contemporaneamente un'altra, associazione diretta a promuovere esclusivamente le vocazioni ecclesiastiche e l'intitolava: « Opera di Maria Ausiliatrice ». « Quest'opera - scriveva - è posta sotto gli auspizi della S. Vergine Ausiliatrice, perchè Maria dalla Chiesa è proclamata magnum et singulare in Ecclesia praesidium; e perchè in questi tempi Iddio, concedendo innumerabili grazie a chi invoca l'augusta sua Madre sotto il titolo di AiuTo DEi CRISTIANI, concederà certamente anche questa di provvedere alla Chiesa buoni ministri».
E accuratamente definiti i disegni delle due opere, li presentava all'approvazione ed alla benedizione di vari rev.mi Ordinari; e con le più ampie commendatizie dei Vescovi di Albenga, Acqui, Alessandria, Casalmonferrato, Tortona, Vigevano, e dell'Arcivescovo di Genova, li umiliava al Santo Padre.
Le due idee, ottime in sè e praticamente esposte, non potevano non incontrare l'approvazione più entusiasta.
«Quell'uomo del Signore, che è il Sacerdote Don Giovanni Bosco, Superiore Generale della Religiosa Congregazìone dell'Oratorio di S. Francesco di Sales avente sua sede in Torino - scriveva Mons. Ferrè Vescovo di Casale - mi ha comunicato il programma di due nuove Associazioni, che egli sarebbe intenzionato di attivare per il bene spirituale del popolo cattolico.
« La prima porterebbe il titolo di AssoCIAZIONE DI OPERE BUoNE, e formerebbe come una specie di terz'ordine della Congregazione Salesiana, avente per fine principale la vita attiva, l'esercizio della carità del prossimo e, specialmente, dell'istruzione ed educazione cristiana della gioventù. La costituzione di quest'associazione, gli uffici proposti e gli obblighi prescritti, mi sembrano facili ad eseguirsi, informati ad una soda pietà, e fecondi di sommi vantaggi spirituali.
» La seconda sarebbe intitolata OPERA Di MARIA AUSILIATRICE PER LE VOCAZIONI ALLO STATO ECCLESIASTICO. Anche il programma di quest'opera parmi assai ben concepito e tale da potersene sperare preziosissimi frutti.
» Se si considerano che i bisogni urgentissimi della cattolica società in questa nostra tristissima epoca sono di promuovere efficacemente le vocazioni allo stato ecclesiastico miseramente dappertutto trascurate ed incagliate, in modo che si prepari alla Chiesa un numero sufficiente di sacerdoti ben istruiti e zelanti, il quale basti alle molteplici esigenze del santo ministero per la santificazione dei popoli fedeli e per la conversione di quelli che giacciono ancora avvolti nell'eresia e nell'infedeltà, ed a promuovere nella società cattolica lo sviluppo della vita spirituale, quasi ormai generalmente languida e sopita, e specialmente ad accrescere e dilatare nel popolo la religiosa istruzione, penso che le due associazioni del piissimo sacerdote Don Bosco possano dirsi i mezzi suggeriti dalla Provvidenza per dare valido eccitamento allo spirito della fede e della carità, per rimediare con questo ai gravi disordini che ora si deplorano nella popolazione cattolica, e preparare un vicino splendido trionfo alla Chiesa di Gesù Cristo ».
E il Santo Padre commendava con copiosissimi favori spirituali le due opere il 9 maggio 1875.
Sono dunque cinquant'anni che il Signore concretava gli ardenti desideri del Venerabile con moltiplicargli i mezzi e le braccia per fare del bene, e colmando delle più elette benedizioni quanti andarono a gara nel rispondere ai suoi. inviti. Potremmo noi, o miei cari Cooperatori, pensare ad altri modi di più opportuna ed efficace cooperazione nel nuovo anno ? Non vi pare che assecondando con tutta la buona volontà lo scopo delle due associazioni che il Signore ispirava al Venerabile sul dilatarsi dell'opera sua, potremo dire di aver compreso l'intima ragione del Cinquantenario dell'espansione salesiana e di averlo commemorato nel modo più pratico e conveniente ? Io, quindi, mi limito ad una raccomandazione: « Aiutateci a moltiplicare i mezzi e le braccia per fare del bene! »
Il primo dovere dei Cooperatori Salesiani.
A cotesta urgente necessità mira, in primo luogo, l'Unione dei Cooperatori Salesiani.
Convien ricordarne sommariamente lo schema vitale, mirabile nella sua ampiezza e nella sua semplicità.
« Quest'associazione - sono parole di Don Bosco - è intitolata UNIONE CRISTIANA O DI OPERE BUONE, perchè ha per fine di associare tutti i buoni, affinchè uniscano le loro forze, aiutandosi vicendevolmente nel fare il bene...
» Suo scopo generale è di stabilire una maniera di vivere da buoni cristiani, che desiderano sinceramente di salvare l'anima propria e nel tempo stesso di procurarsi al cuore quella pace che invano si cerca nel mondo....
» Chiunque ha compiuto 16 anni, può farsi ascrivere a questa associazione purchè abbia ferma volontà di conformarsi alle regole in essa proposte ».
E le regole, semplici e pratiche, voi le conoscete; ne avete un esemplare. Chi le osserva come meglio può, vive intimamente unito al Ven. Don Bosco ed ai suoi figli, e forma con essi una famiglia, che ha «per fine principale la vita attiva nell'esercizio della carità verso il prossimo e specialmente verso la gioventù pericolante».
Quali gli obblighi ?... Come sapete, tassativi nessuno; ma « ogni socio - notate bene, sono parole' del Regolamento - coi mezzi materiali suoi proprii, o con beneficenze raccolte presso persone caritatevoli, farà quanto può per promuovere e sostenere le opere dell'Associazione... ».
Non mi dilungo su questo argomento, a voi noto e che vi verrà convenientemente illustrato nel « BOLLETTINO » in occasione della ricorrenza Cinquantenaria; ma credo bene di ricordare il dovere dei Cooperatori di far capo al Centro dell'Associazione.
È questo il segreto del suo valore e della sua costante attività: i Cooperatori debbono corrispondere direttamente col Centro dell'Opera Salesiana, col Rettor Maggiore: « I Cooperatori - dice chiaro il Regolamento - non hanno alcuna obbligazione pecuniaria, ma faranno mensilmente, oppure annualmente, quella oblazione che detterà la carità del loro cuore. Queste offerte saranno indirizzate al Superiore in sostegno delle opere promosse dall'Associazione ». E i Zelatori, le Zelatrici, i Decurioni, i Condirettori e Direttori diocesani, devono attenersi alla stessa norma. Dal Superiore Generale, secondo i particolari bisogni, devono accogliere le norme di azione, e tutti inviare a Lui direttamente l'obolo libero della loro carità individuale e le offerte che si raccolgono in occasione delle pubbliche e private conferenze. Se tutti si faranno un dovere di attenersi a questa linea fondamentale, umanamente è assicurato il fiorire dell'Opera Salesiana.
E questo io invoco con grande fiducia, specialmente quest'anno. Le particolari strettezze in cui mi trovo per le spedizioni dei nuovi Missionari, per tante altre opere in corso, e, particolarmente, lasciate che lo dica, per le centinaia di aspiranti alla vita missionaria interamente a nostro carico, mi hanno mosso a quest'appello, che era pure un richiamo voluto dalle circostanze e necessario per conservare alla vostra Unione provvidenziale tutto il suo valore.
Per le vocazioni ecclesiastiche.
Una delle forme di azione, espressamente raccomandate dal Ven. Don Bosco, è di coltivare le vocazioni ecclesiastiche. « Siccome in questi tempi si fa gravemente sentire la penuria di vocazioni allo stato ecclesiastico, così coloro che ne sono in grado prenderanno cura speciale di quei giovinetti ed anche degli adulti che forniti delle necessarie qualità morali e di attitudine allo studio, dissero indizio di esservi chiamati, giovandoli coi loro consigli, indirizzandoli a quelle scuole, a quei Collegi o a quei piccoli Seminari, in cui possono essere coltivati e diretti a questo fine. L'OPERA DI MARIA AUSILATRICE tende appunto a questo scopo». Mentre Don Bosco poneva questo articolo nel Regolamento dei Cooperatori, contemporaneamente fondava anche l'Opera ivi accennata, all'unico scopo di procurare nuove vocazioni non solo alla Società Salesiana, ma anche alle Diocesi, alle Missioni Estere, e agli altri Istituti Religiosi.
E, grazie a Dio, oggi, in ogni Ispettoria Salesiana, fiorisce qualche casa dei Figli di Maria Ausiliatrice, e tutte con consolantissimi risultati. Anche l'Istituto Cardinal Cagliero, aperto nel 1922 per gli Aspiranti alle Missioni Salesiane, sorse secondo il programma dell'Opera di Maria Ausiliatrice e si va felicemente circondando di altre case congeneri. L'età degli aspiranti era stata stabilita da Don Bosco sui 16 anni, ed ora, in più luoghi, si è opportunamente creduto di ridurla di un anno, cioè ai 14 anni compiuti: ma dovunque è lo stesso spirito che li aduna e a tutti s'imparte la stessa educazione.
Un'iniziativa, così opportuna e così cara a Don Bosco, merita e dev'essere più largamente appoggiata e divulgata; ed ogni Cooperatore ed ogni Cooperatrice Salesiana non solo deve darle il nome, ma impegnarsi di trovarle molti associati. Osservatene la semplice costituzione:
« Gli associati od iscritti all'Opera di Maria Ausiliatrice si dividono in tre categorie: Oblatori, Corrispondenti e Benefattori.
» 1. - Oblatori: si obbligano per due soldi al mese, oppure per un franco all'anno. Pei Sacerdoti basta che celebrino una S. Messa cedendone la limosina a beneficio dell'opera ». Così nel programma di fondazione. Presentemente, stante il ribasso della moneta, si accetterebbero con riconoscenza quattro soldi al mese, oppure due franchi all'anno. Chi non può compiere quest'opera buona ?
» 2. - Corrispondenti: in onore dei dodici Apostoli si fanno capi di una o più dozzine di oblatori, ne raccolgono le offerte e le indirizzano al Superiore dell'Opera. I Corrispondenti ricevono con riconoscenza anche qualunque piccola offerta, fosse anche di un soldo all'anno.
» 3. - Benefattori: a piacimento fanno qualche offerta in danaro o in natura, p. e., in, commestibili, in biancheria, in libri e simili.
» Quelli che dichiarano di assumerne le spese, possono a loro scelta inviare un allievo all'Istituto, purchè sia nelle condizioni accennate dal programma (1) ».
Come vedete, è un'opera che merita di essere diffusa universalmente, e se avrà davvero per vostro mezzo, o cari Cooperatori, l'appoggio e la diffusione che si merita, apporterà, senza dubbio, incalcolabili vantaggi alla Chiesa ed alla Civile Società. Chi può valutare il bene di cento, duecento, e mille nuove vocazioni ?... e il mantenere cento, duecento, e mille nuove vocazioni non tornerà difficile ai Cooperatori Salesiani, se sapranno essere solidali anche in questo, dimostrando, ancor una volta, l'unanime e fattiva ammirazione che hanno per ogni iniziativa di D. Bosco.
Conclusione.
Ed ecco quale deve essere la vostra migliore celebrazione cinquantenaria: - mettere in grado l'umile Successore di Don Bosco ad impiantare in Italia e all'Estero, presso popoli civili e in mezzo a tribù idolatre, nuovi centri di attività salesiana, e in pari tempo allestire nuove schiere di Sacerdoti e di Missionari. Questa è la celebrazione che invoca Don Bosco dal cielo e che riuscirà particolarmente cara alla Celeste Ispiratrice e Patrona delle Opere e Missioni Salesiane e al Cuore Sacratissimo di Gesù.
Quest'anno il 24 del mese e la solennità di Maria Ausiliatrice rivestiranno in tutte le Case Salesiane il carattere specifico di un ringraziamento solenne a Chi assistè così visibilmente il Venerabile Don Bosco, e continua la stessa materna assistenza all'Opera sua. In maggio si adunerà a Torino un Congresso Internazionale di Cooperazione Missionaria. E con una festa ancor più solenne ad onore del Sacro Cuore di Gesù noi suggelleremo dappertutto la nostra celebrazione cinquantenaria. Vogliate, o cari Cooperatori, unirvi cordialmente a noi nelle varie manifestazioni; nelle quali avrete un ricordo speciale. Facendo così, noi confidiamo di sciogliere in qualche modo il debito della riconoscenza anche verso di voi, che siete gli strumenti di cui Dio si serve per venirci in soccorso, perchè sarà nostro impegno di pregare e di raccomandare preghiere secondo le vostre intenzioni ai nostri allievi e alle nostre allieve, e a tutte le anime buone che possiamo avvicinare.
Ma anche noi ci ripromettiamo dalle vostre preghiere la grazia di corrispondere sempre meglio alla nostra vocazione.
Pregate, in modo speciale, anche per la Causa di Beatificazione del nostro Venerabila Fondatore. La glorificazione di Lui che non cercò altro sulla terra che la gloria di Dio e la salvezza delle anime, ed inculcò e raccomandò lo stesso programma ai suoi Figli ed alle sue Figlie spirituali, infonderà senza dubbio una vitalità maggiore all'opera sua.
Pregate anche per le Cause degli altri nostri Servi di Dio, particolarmente per quelle di Domenico Savio, modello degli allievi di Don Bosco, e di Madre Maria Mazzarello, prima Superiora delle Figlie di Maria ausiliatrice.
Pregate, in fine, per me, che vi ricordo ogni giorno nella S. Messa e son lieto di ripetermi con la più viva riconoscenza,
di Voi, benemeriti Cooperatori e Benemeriti Cooperatrici,
Devotissimo Servitore
Sac. FILIPPO RINALDI.
N.B. - Il Bollettino Salesiano, durante l'anno illustrerà opportunamente anche l'Opera di Maria Ausiliatrice, rilevandone lo scopo e la facilità della diffusione.
(1) Per altre informazioni e programmi rivolgersi alla Direzione dell'Opera di Maria Ausiliatrice, Via Cottolengo, 32, Torino (9).
Proponi l'esatta osservanza dei precetti di Santa Chiesa, approvando quanto il Papa approva e condannando quelle cose che il Papa condanna.
Ogni fedele cristiano si adoperi per amare, rispettare le disposizioni dei superiori ecclesiastici. Guardiamoci dall'essere di quelli che avendo spesa la loro vita in tutto altro studio che in materia ecclesiastica, si fanno lecito di censurare detti o fatti dell'autorità della Chiesa, bestemmiando così quelle cose che la loro ignoranza non capisce. « Guardatevi, dice il Signore, guardatevi dall'intaccare i sacri ministri con fatti o con parole: Nolite tangere Christos meos; perchè quanto si fa o si dice contro di loro, è parimente contro di me stesso: Qui vos spernit, me spernit».
Chi vuole acquistare il vero spirito di divozione, mostri gran rispetto e riverenza per le cose di religione, guardandosi bene dal parlarne per burlarsene o screditarle.
Non lasciamo mai di andare alla predica nei giorni festivi.
Se abbiamo la scienza senza l'umiltà, non saremo giammai figliuoli di Dio, ma bensì figli del padre della superbia, del demonio.
Un devoto atteggiamento della persona, la riserbatezza nel parlare, sono le due basi sopra cui noi possiamo formarci un carattere cristiano e religioso, procurando però che le parole e le azioni siano sempre regolate secondo le massime del Vangelo.
Chi non si cura di acquistare questa eguaglianza e questa tranquillità di spirito, non avrà mai con sè lo spirito del Signore: Non in commotione Dominus.
Imparino i padri e le madri e gli altri superiori a reprimere quei trasporti di collera che li signoreggiano; piuttosto usino affabilità e dolcezza colle persone loro affidate, soprattutto quando trattasi di dar consigli in fatto di religione, e si vedrà che le loro correzioni e i loro avvisi saranno assai più efficaci.
Chiunque ha persone a sè affidate, procuri siano istruite nella verità della Fede; e dove scorge negligenza, si armi di santo zelo, affinchè si tolga l'ignoranza della verità della religione, e si toglieranno in tal modo altresì i disordini del peccato.
Facciamo del bene mentre siamo in tempo.
Se poi nel lavorare per la gloria di Dio ci toccherà sopportare fatiche e tribolazioni di qualsiasi genere, diciamo con S. Paolo: « Ciò che soffro è cosa di un momento, ma il premio, la ricompensa che Dio mi darà in cielo, durerà in eterno ».
Ven. GIOVANNI Bosco.
Nel parlar di Don Bosco e di qualsiasi altro nostro Servo di Dio intendiamo sempre protestare, come protestiamo solennemente, di non voler contravvenire in niun modo alle pontificie disposizioni in proposito, non intendendo dare ad alcun fatto un'autorità superiore a quella che merita una semplice testimonianza umana, nè di prevenire il giudizio della Chiesa, della quale - sull'esempio di Don Bosco - ci gloriamo di essere ubbidientissimi figli.
Don Bosco protegge i Missionari.
Viva il Ven. Don Bosco! Nel 5o° delle Missioni Salesiane, egli volse lo sguardo pio ai suoi figli del lontano Matto Grosso e li rallegrò con un tratto di paterna bontà, ottenendo dal Signore la sanità ad una suora, Figlia di Maria Ausiliatrice.
Da più di cinque anni Suor Bianca Bozza giaceva presso che immobile, affetta da tisi ossea spinale, che le aveva paralizzato ogni movimento delle gambe, sulle quali non poteva più reggersi, ed era costretta a passare i suoi giorni tra il letto e l'amaca, tesa presso il letto medesimo.
Non s'era tralasciata nessuna delle cure possibili; e il male ribelle faceva della povera suora una vittima in continuo e lento sacrificio. S'era pensato di farla trasportare alla città di Cuiabà, ma come realizzare la cosa ? Unico modo di trasportarla sarebbe stato a spalle d'uomo, dentro un'amaca; ed avrebbe resistito ad un viaggio di 350 chilometri, in luoghi deserti, e pieni di boschi? Non restava che porre ogni cosa nelle mani della Divina Provvidenza.
E Suor Bianca s'era rassegnata al nuovo apostolato. Provava delizia nell'orazione, e conforto nel far fiori ed altri ornati per la nostra cappella, e nell'intrattenersi con i piccoli Bororos che le davano la consolazione di dir loro qualche buona parola e la distrazione dei loro innocenti trastulli.
Perduta ogni speranza nei mezzi umani, anche a detta di valenti medici, consultati per iscritto fin nella nostra Italia, si pose ogni fiducia nel Signore, interponendo sempre ed esplicitamente l'intercessione del Ven. Don Bosco.
Preghiere in modo solenne si fecero specialmente nello scorso giugno e in agosto, quando, durante la visita ispettoriale, si celebrò una vera giornata eucaristica, facendo dolce insistenza a Gesù, affinchè volesse, ridonando la sanità a Suor Bianca, glorificare il Ven. Don Bosco.
Fu una giornata di fervide orazioni, che, se non ottennero subito la grazia sospirata, pure lasciarono in tutti la gioia più soave ed una maggior fiducia. E Suor Bianca continuava la sua vita di vittima.
Ma il prodigio venne.
Si era nel pomeriggio della domenica 30 agosto u. s. quando d'un tratto si sente un insolito gridio e un batter di mani, segni di straordinaria allegrezza nella residenza delle Suore. Sulla porta di entrata una ragazzetta bororo sta gesticolando e gridando, e, a stento, si arriva ad intendere: « Suor Bianca si è levata, cammina!»
Chiamato un altro confratello, corriamo a veder Suor Bianca; ed era proprio lei, in piedi, sorridente fra le sue consorelle, fra le giovani alunne, in preda a viva commozione.
Ci raccogliemmo tutti nella cappella per una prima preghiera di ringraziamento, e poi in casa, dove non si fece che commentare il fatto. Suor Bianca invitata a volerci raccontare l'accaduto, non sa che ripetere: « Oh! mi sono sentita d'un tratto in forze e mi sono levata senza nessuna difficoltà. Sono poi passata in cappella, e poi son venuta fra voi! Sto bene, non mi sento nessun male ».
Merita di essere rilevato quel: « Mi sono levata senza difficoltà». Non molti giorni prima l'inferma annuendo al desiderio della rev. Ispettrice, tentò di alzarsi. Dall'amaca pose i piedi in terra, ed aiutata da due consorelle che la sorreggevano una per parte, tentò di rizzarsi, ma non potè; e restò curva fra le loro braccia, e fu subito costretta a riadagiarsi fra i cuscini dell'amaca, presa da forti dolori.
Da un'oleografia appesa alla parete sorrideva a tutti il Ven. Don Bosco. Una bororina, indicandolo alle altre: «Ecco, disse, ecco là Don Bosco!... come ci guarda! È lui che ci ottenne la guarigione di Suor Bianca! Viva Don Bosco!... »
Alla solenne benedizione col SS. Sacramento accorse tutta la Colonia per elevare concorde l'inno del ringraziamento e vi assistè anche la graziata...
Dopo la funzione, tutti si strinsero attorno a lei; e gli indi l'osservavano con rispetto e, direi, con venerazione. Ogni tanto le dicevano: « Cammina, vogliamo vederti a camminare». Ed uscivano nella più schietta espressione di allegria ed ammirazione.
E Suor Bianca, che per più di cinque anni se n'era stata immobilizzata dal male, da un mese e mezzo vive della vita comune delle altre consorelle missionarie, prova della bontà del Signore che volle mostrare di proteggere il missionario che in Lui confida e per Lui lavora, e volle insieme glorificare il suo servo fedele, il Ven. Don Bosco.
Sangradouro, (Colonia S. Giuseppe), 9- X-1925.
Don CEsaRE ALBISETTI, Miss. Sal
Crediamo bene di aggiungere anche il racconto della graziata:
Il 27 agosto la rev. Ispettrice, prima di partire venne con materna bontà a farmi una visita. Più che mai si mostrò penata del mio stato e mi disse di fare una novena a Don Bosco e dopo questa un'altra e così di seguito fino ad ottenere la grazia. Di più promise a Don Bosco che se fossi guarita mi avrebbe lasciata sempre nella missione.
Pareva che Don Bosco aspettasse solo questa promessa. Incominciai la novena e tosto notai un piccolo miglioramento. Al 3° giorno e precisamente il 3o agosto, due mesi dal giorno in cui con tanta fede si era impegnato il Venerabile ad ottenere la grazia, nel pomeriggio andai a riposarmi, e, stando quasi assopita, mi sentii scossa da questo pensiero: « E se mancasse alla beatificazione di Don Bosco solo questo miracolo ?... » Nel momento istesso un'insolita energia mi fece balzare dalla rete, e sola, senza l'aiuto del bastoncino, ritta sulla persona, incominciai a camminare e perfino a correre su e giù per la stanza. Passai in Cappella e mi inginocchiai davanti a Gesù Sacramentato per ringraziarlo di voler così glorificare D. Bosco!...
Dal Congo Belga abbiamo la cara notizia che sommano a 22 i giovani neri che attendono allo studio del latino, come aspiranti al sacerdozio; e che recentemente, anche S. A. R. il Principe Ereditario del Belgio, Leopoldo, Duca di Brabante, che ebbe la bontà di visitare la Missione, particolarmente la residenza « Don Bosco » a La Kafubu, ne ripartì entusiasta per il lavoro dei nostri e lo spirito che anima quei convertiti.
Il 22 dicembre ci giunse quest'altra notizia:
« Abbiamo avuto un grave dispiacere nel nostro territorio. Un nero, cattivo, protestante della sètta dei Battisti - i Protestanti hanno i loro propagandisti anche nel Katanga - ha ucciso 100 neri, nella nostra Prefettura, che non volevano farsi battezzare da lui... Fu una vera desolazione! Ad 8o chilometri da Kiniama, furono trovati 89 cadaveri nelle foreste!... Ho fatto dire ai nostri poveri neri, che avrei mandato dei Missionari per far loro scuola, e, così, avrebbero potuto mettersi sotto la loro protezione. Ma il personale?... »
La lettera di Mons. Sak ha la data del 16 novembre u. S. - Ci mancano altri particolari. - Raccomandiamo intanto la cara Missione alle preghiere dei Cooperatori.
Il rev.mo Mons. Luigi Mathias, Prefetto Apostolico dell'Assam, ci manda il prospetto del lavoro compiuto nella Prefettura Apostolica dall'agosto del 1924 all'agosto del 1925.
Totale della popolazione 8.200.000 Numero dei cattolici 7.307 Catecumeni 1.774 Missionari salesiani sacerdoti 12 Missionari coadiutori 8 Missionari chierici 24 Figlie di Maria Ausiliatrice 5 Irish Christian Brothers 9 Suore di N. S. di Loreto 9 Suore di N. S. delle Missioni 20 Catechisti indigeni 87 Numero della cristianità 171,
OPERE VARIE.
Numero delle chiese 10 Numero delle cappelle 46 Numero degli oratori festivi 2 Numero degli orfanotrofi 4 Numero degli orfani 219 Numero delle scuole professionali 8 Collegi per Europei 1 Convitti per Europee 2 Scuole maschili 4 Scuole femminili 2 Totale degli allievi 1.187 Maestri secolari 61 Maestre secolari 10 Asili per vecchi 2 Associazioni 8 Membri di dette associazioni 283 Farmacie 4
LAVORO COMPIUTO DAL 1° AGOSTO 1924 AL 1° AGOSTO 1925.
Giornate in viaggi apostolici 613 Prediche 1.170 Istruzioni catech. ai fanciulli 2.605 Istruzioni ad adulti 915 Istruzioni fatte dai catechisti 5.277 Battesimi 775 Cresime 180 Confessioni 34.422 Comunioni 102.865 Estreme Unzioni 53 Matrimoni tra fedeli 77 Matrimoni misti 3 Funerali 79 Corsi di esercizi spirituali 19 Tridui e novene 33 Visite ad ospedali 154 Visite ad infermi 672 Medicine distribuite 12.295
E il Prefetto Apostolico annota:
Confrontando la statistica dell'anno in cui i nostri giunsero in Assam (ved. Boll. di novembre 1923) con la presente, si scorge l'aumento di circa 3.500 tra cristiani e catecumeni, e precisamente 2.686 nuovi battesimi! E bisogna notare che le continue occupazioni per l'organizzazione della Missione assorbisce la maggior parte dei Missionari, costringendoli a sacrificare, temporaneamente, la vera vita missionaria per affrettare un avvenire alla Missione. Aiuto, aiuto!...
Il sig. Don Rinaldi ha accolto paternamente il grido di soccorso ed il mese scorso partivano per l'Assam altri nuovi Missionari ed aspiranti Missionari.
Don Bosco ha detto: « A suo tempo si porteranno le nostre missioni in Cina... Non si dimentichi che noi andiamo per i fanciulli poveri ed abbandonati »; e noi, umili missionari, constatiamo quotidianamente che nostro retaggio speciale sono proprio « i fanciulli poveri e abbandonati ».
Ecco A Fat.
-- Thien chu pau yu, Sin fu! (Iddio ti protegga, Padre!)
- Thien chu pau yu, A Fat.
E il giovinetto mi guarda con aria interrogativa e rinnova il saluto cristiano. Gli rispondo di nuovo: ed egli:
-- Thien chu pan yu, Sin fu!...
Nel saluto, ripetuto per la terza volta, sento che quel piccolo cuore ha qualche cosa da confidarmi e: - Mio piccolo A Fai, che hai?
I suoi occhi vispi, umidi di pianto, hanno un guizzo e con un sospiro che mi dice tutta l'anima sua: - Voglio stare con te, Sin fu!...
Dovetti farmi forza per non lasciartisi vincere dalla commozione. Gli feci osservare che per il momento non potevo, ma presto l'avrei accontentato.
Mi lasciò quasi piangendo. All'indomani, eccomelo di nuovo davanti, con un'aria più decisa.
- Non sei andato al pascolo stamattina? gli domandai.
- Sì, ma ho lasciato il bufalo sulla montagna, perchè... io voglio stare con te. Il mio padrone è entrato nella religione dei protestanti, gli altri adorano il diavolo, io voglio adorare il vero Dio, voglio entrare nella vera religione!
E mi prende per un dito, quasi per dirai: « Ora non ti lascio più! »
Scendo dai parenti e si combina: A Fat verrà col Missionario. La sua storia è assai triste.
Orfano di padre, quando incominciava a gustare le dolcezze dell'amore materno, i pirati gli rapivano la mamma, di cui non seppe più nulla. Se gli domandate della mamma, vi guarda con un'aria che vi colpisce: forse rivede la scena crudele dì quella macabra notte...
Nato nel dolore, vissuto fra gli stenti e le lagrime, piccolo fiore di montagna, minacciava di avvizzire innanzi tempo, se il Signore non l'avesse trapiantato all'ombra della sua casa, dove alla luce della carità cristiana riprende nuova vita.
Ricordando le parole del Ven. Padre, ascoltando la voce del cuore, il Missionario ha raccolto il piccolo fiore, fidente che una scodella di riso ci sarà sempre anche per lui, e che la Divina Provvidenza susciterà cuori generosi, che l'aiuteranno a fare sbocciare il piccolo fiore non solo, ma anche a cavarne buoni frutti.
Cuantung (Cina).
Sac. BENIAMINO RONCHI
Missionario Salesiano.
(Relazione dei Missionario Salesiano Don Emilio Soza Gaona al Sig. Don Rinaldi).
Puerto « Napegue » (Alto Paraguay) ottobre del 1925.
Carissimo e venerato Padre,
Non so dirle la gioia con cui le trasmetto le prime notizie di questa missione, apertasi finalmente tra i poveri selvaggi del « Gran Ciaco » del Paraguay.
Ella che sa gli ostacoli di ogni specie, opposti dalla natura e dagli uomini all'impianto della Missione ed i tentativi sempre frustrati negli ultimi anni, può misurare la soddisfazione che provo nello scrivere queste righe dalla sede, sia pure modestissima, della nostra Missione intitolata a Maria Ausiliatrice.
Approdammo a questo isolotto del fiume Paraguay, insieme col caro confratello Gregorio Acosta, il 31 di gennaio u. s., anniversario della morte del nostro venerato Fondatore.
Ci attendeva un buon amico, il signor Giovanni Cabriza, residente da vari anni nell'isola. Vi era pure un gruppo di selvaggi « Einzlet » (Lenguas), la cui tolderìa si vede in lontananza, sulla sponda del fiume.
L'anno scorso, passando qui col signor Ispettore, Don Riccardo Pittini, egli celebrò in loro presenza il Santo Sacrificio al rezzo di un grande albero e promise loro la nostra venuta definitiva per quest'anno.
E il nostro arrivo fu l'attuazione di quella promessa.
Prima di tutto si pensò ad una piccola Cappella, che costruimmo con tronchi di palme su di una prominenza, in previsione delle piene periodiche del fiume.
Sul povero altarino si collocò una bellissima statua di Maria Ausiliatrice, dono gentile dei nostri confratelli dell'Argentina, che divenne subito la nostra Regina e Protettrice.
Indi pensammo ad una piccola residenza per noi.
Il primo trionfo del "Sistema preventivo".
Frattanto i selvaggi, particolarmente i più giovani, cominciarono a venirci d'intorno, vincendo un po' alla volta la loro caratteristica diffidenza e ritrosìa. Era il primo frutto del tratto famigliare insegnatoci da Don Bosco.
Per cattivarceli di più li invitammo a mangiare da noi, con loro grande soddisfazione.
Quattro tronchi di palme e la cucina fu bell'e pronta. Mettemmo a bollire in una gran pentola carne secca con fagioli e granturco che pestano nel cavo da loro stessi praticato in un vecchio tronco d'albero. Aggiungemmo alcune gallette ed acqua fresca del fiume, e fu per loro un pranzo squisito.
Per la carne abbiamo acquistato un certo numero di vacche e vitelli, che pascolano liberamente nell'isola, contrassegnandoli con apposita sigla.
La nostra azione non doveva, naturalmente, limitarsi al loro stomaco. Ma era necessario partire dallo stomaco per giungere all'anima.
E lentamente vi andiamo giungendo. Ogni giorno si fa loro un po' di scuola di canto, di lettura, di scrittura, e sopratutto di catechismo.
Dopo qualche mese di scuola già si nota, massime in alcuni, un sorprendente progresso. Venne a visitarci il signor Ispettore e si compiacque all'udirli cantare qualche lode alla Madonna ed al Sacro Cuore, e nell'assistere ad un breve esame.
Cominciano anche a soffiare in alcuni vecchi strumenti per formare una piccola banda di musica: e nelle ore libere, che per loro son molte, si dànno con gioia al gioco del calcio, correndo da pazzi dietro alla palla.
Ma non tutte le ore sono libere. Oltre al tempo di scuola, ne impiegano alcune in coltivare un po' di terra, sotto la nostra direzione; e la conoscenza e la pratica dell'agricoltura avrà un influsso decisivo sulla loro misera condizione.
La tolderia.
La notte la passano alla tolderìa, che esercita su loro un'attrazione prepotente. E si capisce, perchè è il centro di tutta la loro vita.
Ordinariamente sono gruppi di 15 o 20 famiglie, legate da vincoli di sangue o dalla semplice convivenza.
Anche la nostra non ne ha di più per ora.
Si fissano sempre in prossimità delle acque del fiume o di qualche laguna.
E la ragione è chiara.
La meschinissima tettoia ampia e bassa, aperta ad ogni vento, meno a quello freddo del Sud, fatta di tronchi di palme, di rami e di frasche, è spesso abbandonata, quando lo richiede una ragione un po' seria; per esempio la morte di uno di essi.
Ogni famiglia vi ha il suo posto col miserabile corredo, col codazzo di cani magri e famelici, loro perpetui compagni, e col fuoco sempre acceso per cuocere qualche cosa o per riscaldarsi.
Lì si aggirano di continuo in una sordida promiscuità, nudi i minorenni, seminudi tutti, sempre e solo preoccupati del misero alimento che la pesca o la caccia o qualche servigio reso ai cristiani può loro produrre.
Eppure, massime tra i nostri « Einzlet », non ostante una sì grande abbiezione, vi è una impronta di gentilezza d'anima e di corpo, una gioia spensierata che palpita nelle abitudini della loro vita, intessuta di feste, di canti e di balli; perfino un abito di pudore, caratteristico delle donne; un congiunto insomma di qualità che destano nel missionario fondate speranze di redenzione.
E ciò malgrado la sterilità della Missione protestante, fondata da oltre trent'anni da pastori scozzesi a 1oo chilometri di qui, nel cuore del Ciaco.
Ma le loro risorse spirituali si esauriscono, anche tra l'abbondanza delle materiali, nella incompresa e fredda lettura della Bibbia e nel ritualismo senz'anima della loro setta.
Noi, oltre alla fonte inesausta della grazia divina, ricorreremo alla forza inesauribile del nostro Sistema preventivo che sa le vie del cuore, anche se è il cuore di un selvaggio. Un frutto recente.
Già ho accennato anteriormente ai primi frutti.
Ed eccone un altro più consolante.
Quattro o cinque giovanotti, di quelli che frequentano la scuola e già ammogliati, mi chiesero di aiutarli a costruire una casetta prossima alla Cappella per ciascuna delle loro famiglie.
Può supporre, caro Padre, con quanto piacere li secondai.
È il primo passo serio dalla pagana promiscuità del « toldo », all'indipendenza della famiglia, base angolare della cristiana civiltà.
Di qui, a quando a quando, facciamo delle lunghe escursioni sul Paraguay, coll'intento di una visita affrettata ai centri di popolazione, che attirano dall'interno del Ciaco verso le sponde del fiume, numerose carovane di selvaggi. Anche queste visite periodiche lasciano cadere sulle loro anime la prima semenza.
Non neghi, caro Padre, una benedizione sui nostri lavori, ed una specialissima sul suo figlio in Don Bosco
Sac. EMILIO SOSA GAONA Missionario Salesiano.
Son tante, e d'ogni genere, perchè svariate le opere alle quali si dedicano in ogni genere di apostolato, massime per la gioventù.
Son veramente molti i bisogni dei nostri Missionari, e così diversi per la varietà dei luoghi, e, vorremmo dire, insospettati... per l'ardore della carità e le strettezze d'in mezzo alle quali arditamente si slanciano al lavoro, come provvisti di tutto... E fin qui è Don Bosco che rivive nei figli, ai quali risuonano impellenti le sue parole: - L'ottimo è nemico del bene! Non rinviate a domani, quando avrete tutto il necessario, l'inizio di un'opera urgentemente richiesta dalla gloria di Dio e dalla salvezza delle anime, ma incominciatela oggi, se potete; incominciate subito a far qualche cosa, procurando di farla nel modo migliore.
Ma, anche in questo, ci vuole prudenza; e noi scriviamo queste parole, per espresso desiderio del sig. Don Rinaldi.
Nel mese scorso volava al Paradiso un piissimo nostro missionario, Don Giovanni Deponti, che fin dal principio dell'anno era tornato dall'Assam in Italia, nella speranza di guarire da un grave malore, sopraggiunto ad interrompere il suo apostolato...
Ricordate il Missionario che vi scriveva dall'Assam: « Chi vuole adottare un orfanello ?... » Era Don Deponti e il piccolo U Jiri, e tanti altri orfanelli, e piccoli e grandi Assamesi, verseranno amare lagrime nell'apprendere la sua scomparsa....
Quanta pena nel vederlo le ultime volte recarsi all'altare nel Santuario di Maria Ausiliatrice! pareva Nostro Signore sotto il peso della Croce! Quanto ha sofferto! Si sperò sempre di salvarlo: si tentò ogni cura, ma inutilmente.... e morì col pensiero rivolto al cielo e ai suoi Assamesi, per quali non lascerà di pregare! Era un'anima bella!
Ebbene, in marzo, egli consegnava al sig. Don Rinaldi questa lettera:
Nei colloqui che ebbi con lei, già le esposi i più urgenti e grandi bisogni dei nostri missionari di Assam. Ora, nella pace di questa casa di cura, mi ricordo di altri bisogni, minori se vuole, ma pure urgenti, e pei quali, partendo dall'Assam, ho promesso di interessarmi: e per mantenere la parola, eccomi a Lei.
Chi legge o sente parlare dell'India indovina tante cose, tante necessità; ma difficilmente immagina che anche in India si debba soffrire il freddo! Eppure è così: e non deve fare meraviglia quando si riflette che alcune delle località dove noi abitiamo sono circa a duemila metri sopra il livello del mare e che ci troviamo ai piedi della grande catena dell'Imalaia! D'inverno anche in Assam c'è bisogno di coprirsi bene.
A questo proposito il nostro caro Mons. Mathìas mi diceva un giorno: » Andando in Italia si ricordi di procurarci un centinaio di coperte di lana. Ci sono alcuni dei nostri che soffrono il freddo la notte; ed in guardaroba non c'è più uno straccio. Se ne ricordi e provveda».
Ed io, in un orecchio, le potrei dire che le coperte, in vero, c'erano in casa. Ma c'erano anche gli Orfani di S. Antonio - che crebbero fino al centinaio - e battevano i denti più forte dei nostri; e ci fu chi ne perorò la causa con un calore pari ai suo gran cuore: e le coperte presero la via dell'Orfanotrofio.
Un altro bisogno ho osservato a Shillong negli ultimi giorni di mia permanenza.
Il termometro centigrado segnava zero; sull'erba e sugli arbusti la brina era alta due dita, e dei nostri giovani dell'Orfanotrofio, che ogni mattina fanno dieci miniati di strada per recarsi alla Chiesa, solo due avevano ai piedi un paio di pantofole.
- Via! dissi a Don Bonardi, con la confidenza con cui può parlare un compagno di collegio ad un amico di vecchia data; via! questa è una crudeltà!
Il confratello, mestamente ritira la testa fra le spalle, e:
- Capisco, soggiunge, ma come si fa a provvedere
- Uomo di poca fede! ribatto io, contento di potergli ritorcere una volta tanto il rimprovero ch'egli lui aveva rivolto le cento volte. Uomo dì poca fede! Credi tu che i benefattori dei nostri orfani sopporterebbero di vedere soffrire così i loro protetti ? Parla, e le poche lire per comperare un paio di pantofole ad un tuo orfano non ci sarà chi te le neghi.
Mi dica, Padre, ho dato un buon consiglio ?
Un'altra scenetta, ove domina la stessa luce. Ero a Gauhati, di passaggio, per prendere la via di Calcutta e del rimpatrio. La direttrice, Suor Vallino, mi dà lettere e commissioni pei Superiori, e vuole che anche le altre suore mi affidino quante commissioni stessero loro a cuore.
Dissi ad una: - Che debbo dire ai superiori ? - Che sto ottimamente: che son felice. - Proprio come in Paradiso ? - Piccole sofferenze, si capisce, non mancano mai.
- Ad esempio ?
Fu un po' sconcertata dalla mia domanda: naturalmente preferiva che l'atto buono fosse noto solo a Dio. Insistei che parlasse e parlò:
- Di notte soffro il freddo; non posso riposare!
- Diamine! non ha coperte? - Sinceramente, no.
- Nessuna?
- Ne aveva una: ma venne un'orfanella che non aveva nemmeno un lenzuolo...
Vede, amato Padre? Pensano agli altri e non ci sarà chi pensi a loro?
Il Signore, che pur potendo provvedere a ciascun uomo il bisognevole, si compiace di somministrarlo a mezzo dei suoi ministri, per poter premiare coloro che praticano la carità cristiana, non può non benedire i missionari Assamesi e quanti loro somministrano i mezzi per far del bene.
Fin qui il compianto Missionario. È superfluo il dire che il sig. Don Rinaldi provvide immediatamente; noi, invece, vogliamo aggiungere, e schiettamente, che anche il caro Don Deponti deve aver patito nell'Assam; e forse, e senza forse, il malore che lo trasse alla tomba fu causato dal troppo lavoro e dalle tacite sofferenze...
Cari Missionari, usatevi i dovuti riguardi: anche Don Bosco, da buon padre, ci raccomandava tanto di aver cura della salute...
L'anno scorso, in un supplemento al « Bollettino» comunicavamo a un bel gruppo di Cooperatori un'altra lettera di D. Deponti, che ripetiamo in questo numero, perchè al bisogno, cui si accenna, è ancor da provvedere...
Eravamo da poco tempo arrivati a Raliang, quando una quindicina di persone si presentarono timidamente alla casa del Missionario, e domandarono di poter visitare la chiesa. Annuii, anzi io stesso mi disposi per accompagnarli. Furono colpite dalla grandiosità dell'edifizio che, per quanto povero, è sempre pei nativi qualche cosa di straordinario; ma sopratutto i loro sguardi furono attratti dai grandi ed espressivi quadri della Via Crucis.
Al cristiano, talvolta, ormai abituato a sorvolare sui misteri della Passione di N. S. Gesù Cristo, non fa più alcuna impressione questa serie di quadri narranti la tragedia del Calvario. Ma questo non accade a chi per la prima volta vede una « Via Crucis ».
Me ne chiesero la spiegazione: ed io fui ben lieto di parlar loro di N. Signore, seguendo ordinatamente i diversi quadri. Non conoscevo ancora bene la lingua; ma uno degli astanti, protestante ed alquanto più istruito degli altri, volentieri si prese a farmi da interprete ed a ripetere più chiaramente quanto andava dicendo.
In principio la cosa non portò nulla di straordinario, ma presto m'accorsi dalle espressioni di meraviglia e di dolore che uscivano da quegli sguardi e da quelle labbra, che da un quadro all'altro l'interesse andava facendosi sempre più vivo.
E la compassione mostrata dai visitatori si andò via via impossessando anche di me, sicchè, giunti all'ottava sezione, com'ebbi detto del lamento di Gesù alle pie donne: « Non piangete sopra di me, ma sopra di voi stesse», ed ebbi commentato quelle parole dicendo che lo stesso lamento Gesù lo ripete in ogni istante anche a tutti gli uomini che s'accontentano di piangere la sua morte senza convertirsi a lui, fui preso anch'io da tanta commozione, che non potei più continuare. E ne venne una scena, che non potrò dimenticare giammai. Ogni espressione di meraviglia e di dolore cessò affatto per dar luogo ad un pianto salutare, che dalle donne si propagò ai fanciulli ed agli uomini; e da quel momento si continuò la Via Crucis, e più nessuno parlò. Qualche singhiozzo mostrava la eloquenza di quei quadri e la perfetta comprensione del mistero. Così si giunse alla quattordicesima stazione; si diede ancora un'occhiata alla chiesa, e si uscì.
Le parole non furono molte neppur fuori. Mi dissero del loro desiderio di farsi cattolici, ed io li incoraggiai a riflettere e a pregare, e con un'immagine ed una medaglia a ciascuno li congedai.
Ritornarono qualche domenica dopo per darmi il loro nome come catecumeni; ed in attesa di mandar loro un catechista, il protestante, mio interprete, si prestò a far egli stesso un po' d'istruzione catechistica a quei suoi compaesani ancor pagani.
Più tardi, si unì loro anche un buon catechista; ed ora, alla distanza di circa due anni dal giorno di quella singolare « Via Crucis » tutti quei quindici visitatori son divenuti cattolici; anzi Mawkaiew, roccaforte del protestantesimo, con un pastore e tre protestanti, oggi conta circa quaranta ferventi cristiani che, sebben perseguitati in mille modi dalle sètte, son lieti di professare a fronte alta la loro fede.
Ella vede, amatissimo Padre, quanto abbiano influito, accanto al lavorio della grazia, i bei quadri della Via Crucis, che abbiamo a Raliang.
Ebbene ?!... Avremmo bisogno di una bella Via Crucis per la nuova chiesa di Maria Ausiliatrice, eretta a Nongbah...
Ciò che il caro Don Deponti chiedeva per Nongbah, è reclamato da molte altre cappelle; quindi, se invece di una, fossero cinquanta e cento le anime generose che rispondessero all'appello, le assicuriamo che la loro carità diverrebbe in altrettanti centri di Missione un espressivo e permanente richiamo all'Immolazione Divina per la redenzione del genere umano.
(Lettera di Mons. E. Coppo, Vicario Ap. del Kimberley).
Carnarvon, 15 settembre 1925. Rev.mo sig. Don Rinaldi,
Ella sa che per compiacere S. E. Rev.ma il Delegato Apostolico e i Vescovi di Australia ho dovuto visitare i nostri connazionali, sparsi un po' dappertutto su questo Continente, ma specialmente nello Stato di Queensland; ed ora ho il piacere di significarle che ovunque fui accolto colla massima gentilezza, non solo dagli Italiani, ma pure dagli Australiani, a cominciare dalle autorità religiose e civili. Coll'aiuto di Dio ho potuto predicare missioni in tutti gli Stati Continentali e fondare per gli Italiani una Società, che mira al loro bene spirituale, morale ed economico, e che ha già una ventina di sezioni nei centri principali, mentre il Capitano Lubrano di Sidney ha gentilmente concesso che il settimanale Italo-Australiano, da lui fondato varii anni fa in quella metropoli, ne divenisse l'organo ufficiale.
Duolmi che il vapore postale, che sta per partire, non mi dia il tempo di accennare al bene, che coll'aiuto di Dio, si è già potuto compiere per mezzo di questa Società; ma il Dottor Santini e l'Onorevole Lancellotti che sono rispettivamente Presidente e Vice Presidente della Sezione di Sydney, testè partiti per l'Italia, potranno dargliene, a voce, ampia relazione.
A Fremantle predicai l'ultima missione agli Italiani, e riuscii a formarvi una sezione importantissima, specialmente perchè quello è il primo porto a cui approdano i nostri piroscafi; ed i nostri connazionali là più che altrove sentono il bisogno di incontrare chi li accolga e diriga.
Da Fremantle partii per il Kimberley l'11 del p. p. agosto. Il giorno seguente giunsi a Geraldton, dove il Vescovo mi volle suo ospite durante le poche ore di fermata, e mi offrì gentilmente il suo automobile per visitare gli italiani residenti in quella graziosa cittadina.
Il piroscafo partì puntualmente di quello stesso giorno; e non ebbi tempo nè di predicare, nè di organizzare una sezione della Società; ma ho potuto constatare che gli Italiani residenti a Geraldton sono pochi e quasi tutti addetti alla pesca.
Due giorni dopo il piroscafo entrava nel porto di Carnarvon, dove fui festosamente ricevuto dal confratello D. Lopez e dai rappresentanti della parrocchia.
Giungendo la vigilia della festa dell'Assunzione a Carnarvon, mi fu dato d'iniziare la missione da me promessa nella solennissima festa dell'Assunta. La parrocchia di Carnarvon fu affidata ai Salesiani al principio dell'anno scorso ed ha il privilegio di essere una delle più estese parrocchie del mondo. Il suo territorio potrebbe contenere almeno tre volte tutta l'Italia, ma la popolazione si riduce a poche centinaia di persone: e gli italiani vi sono rappresentati da pochi operai. Vi pascolano, in quella vece, milioni e milioni di pecore che formano la ricchezza di questa regione, con la loro lana eccellente.
Il caro nostro Don Lopez, approfittando della mia presenza, partì per l'interno, in compagnia di un ottimo parrocchiano, per visitare i cattolici sparsi nelle sconfinate campagne, dove da molto tempo non era stato alcun sacerdote.
Restai così solo a custodire il piccolo gregge spirituale di Carnarvon, mentre il zelante confratello raggiungeva i suoi parrocchiani addetti alla custodia di un immenso numero di pecore.
Fino a pochi anni fa, la lana era trasportata a questo porto su carri colossali trainati da una lunghissima doppia fila di cammelli, divenuti assai preziosi; ed ora gli autocarri sono sopravvenuti a far loro una spietata concorrenza ed i poveri cammelli son tornati una merce ordinaria. Un cammello prima costava fino a 90 sterline, ed ora non vale 20 lire. Così passa la gloria del mondo anche per i cammelli di Carnarvon.
Aveva stabilito di partire per Broome, sul piroscafo Guascogna l'11 corrente. Ero stato ripetutamente assicurato all'ufficio della Navigazione che quel piroscafo sarebbe passato per Broome. Lascio perciò immaginare a Lei quale effetto abbia prodotto in me la telefonata con cui, quasi al momento della partenza, mi si annunziò che il piroscafo doveva cambiare rotta lasciando da parte lo scalo di Broome. Sapevo che avrei perduto tempo e pace protestando; e mi rassegnai a restare nel paese della lana fino all'arrivo del Centauro, fratello del capriccioso Guascogna. Mio nonno, buon'anima, mi ripeteva spesso che la pazienza porta pace e scienza; e non volli perdere un'occasione propizia per provare se quel vecchio avesse ragione. Mentre attendo che il Centauro mi porti a Broome, dove nel passato maggio scendeva il nostro De Pinedo, toccando lì per la prima volta il continente Australiano, ricordo che egli scese pure qui a Carnarvon e fu proprio mentre io stava per partire da Sydney che egli giungeva in quella metropoli.
Quell'intrepido aviatore ha lasciato in Australia un ricordo altamente onorato per il suo coraggio e per la sua fede. Interrogato sulla ragione della sua riuscita rispose: - Prima di partire da Roma passai tre volte per la Porta Santa nella Basilica di S. Pietro, ed ho pregato lungo tempo con fervore per la riuscita di questa impresa.
Voglia il buon Dio che tutti gli Italiani facciano altrettanto prima di lasciar la patria e che giungendo in questa terra lontana non dimentichino mai che se vogliono riuscire nel volo del progresso, e più che tutto nel volo alla felice eternità, non devono mai dimenticare i doveri del buon cristiano.
Gradisca i più cordiali rispetti di questi confratelli, specialmente di chi si rafferma
Suo Dev.mo in G. C,
+ ERNESTO COPPO,
Vicario Apostolico del Kimberley.
Un sacerdote genovese scrive al sig. D. Rinaldi:
La lettura del suo appello - nelle prima pagine del Bollettino di dicembre - ad una generosa affermazione di cordiale e fraterno appoggio alle Opere e Missioni Salesiane per recenti spedizioni di 224 Missionari e la splendida e ispirata parola dell'Em.° Card. Maffi mi strapparono le lagrime di gioia e mi fecero benedire alle meraviglie del buon Dio, alla prodigiosa protezione costante della SS. Vergine Ausiliatrice, alla santità del nostro caro Ven. Don Bosco, e mi spinsero a inviare la mia povera offerta nonostante che già altra recente nelle sue mani direttamente e in quelle di Don Balzola ebbi a fare.
Questa nuova offerta, benchè minima e modestissima, Le dica, Ven.mo Padre, l'intensa preghiera e l'augurio del mio cuore, che rivolgo con fervore a Maria SS. Ausiliatrice e a Don Bosco da cui è accompagnata: «Possano tutti i Benefattori, Cooperatori e lettori del « Bollettino », sentire in loro lo stesso impulso che io provai alla lettura di queste testimonianze, gloriose e più durature del bronzo, dell'Opera di Dio, e contribuire con offerte più generose alla grande Opera della Redenzione con l'estensione del Regno di Dio in tutto il mondo.
Benedicano l'augurio ed esaudiscano questa fattiva, preghiera il Cuore SS. di Gesù, la Vergine Ausiliatrice, il Ven. Don Bosco e tutti i Santi suoi figli, cooperatori ed amici, che gli fanno corona!
La Santa Vergine Maria continuerà certamente a proteggere la nostra Società e le Opere Salesiane, se noi continueremo la nostra fiducia in Lei e continueremo a promuovere il suo culto. Le sue feste e più ancora le sue solennità, le sue novene, i suoi tridui, il mese a Lei consacrato, siano sempre inculcati in pubblico e in privato, con foglietti, con libri, colle medaglie, colle immagini, col pubblicare o semplicemente raccontare le grazie e le benedizioni che questa nostra celeste Benefattrice ad ogni momento concede alla sofferente umanità. Ven. GIOVANNI BOSCO.
GRAZIE E FAVORI
A quanto è riferito in queste relazioni s'intende non doversi altra fede, da quella in fuori che meritano attendibili testimonianze umane.
Maria SS. Ausiliatrice e Don Bosco vi otterranno qualunque grazia.
Duramente colpiti dalla guerra, orbati di padre, si trascorreva i giorni nella pace e nel lavoro.
Un'altra dura prova ci doveva colpire; il giorno 7 ottobre, il nostro amatissimo fratello Mario rimaneva vittima di un incidente ferroviario; colpito al capo, strappato dalla sua locomotiva, veniva scaraventato a parecchi metri di distanza; venne raccolto quasi esanime e trasportato all'ospedale.
Nella caduta aveva riportato ferite multiple alla testa ed alla mano, con frattura della scatola cranica e conseguente commozione cerebrale; le condizioni sue vennero dichiarate disperate dalla scienza medica.
Noi tutti, educati alla scuola dei figli di Don Bosco, ricorremmo alla sua Madonna, alla Vergine Ausiliatrice, ricorremmo a Lui, al Venerabile Maestro, iniziammo la novena, promettemmo di ascrivere la guarigione, se si fosse ottenuta, alla loro intercessione, promettemmo una piccola offerta, secondo le nostre forze, alle Opere Salesiane.
Dopo un giorno di completa assenza di sensi, dopo sette giorni di completa amnesia, il figlio e fratello nostro carissimo entrò rapidamente sulla via della guarigione; poi fece una brevissima convalescenza, ed ora, completamente guarito, senza conseguenze, può continuare il suo servizio di macchinista ferroviario.
Grazie, Ausiliatrice! Grazie, Don Bosco! Teneteci sotto la vostra protezione santa, benediteci sempre.
Trento, 5-XII-x925.
Per la Famiglia
Rag. Ezio ZANGHELLINI,
Presidente Unione Ex Allievi, Trento.
PRE LE MISSIONI... - Nove anni or sono, venni improvvisamente colpito da grave malattia, il diabete; e, dopo molte preghiere, ottenni finalmente la guarigione da Maria SS. Ausiliatrice, proprio al termine della novena, consigliata dal Ven. Don Bosco. Poco tempo fa, nuovamente colpito dal crudele malore, mi rivolsi ancora alla Vergine Augusta, e fui nuovamente esaudito.
Pieno di riconoscenza, invio una tenue offerta per le Missioni Salesiane, sulla quale veglia amorosa e potente la Vergine Ausiliatrice.
Beinasco, settembre 1925.
GIUSEPPE TORTA.
MI HA RIDONATO LA FIGLIUOLA! - Quanti giorni di ansie e quante notti insonni! L'unica mia figliuolina Lina, colpita da duro sfibrante male, si era fatta un'ombra; più non aveva che un fil di vita, e me la vedevo spegnersi di giorno in giorno.
Ricorsi alla Vergine SS. Ausiliatrice. Tutti in famiglia pregamelo di cuore e con noi pregarono pure le socie del Circolo e molte anime devote della Madonna del Ven. Don Bosco.
E la grazia venne!
Il 20 giugno la cara piccina, dopo tre lunghi mesi di sofferenza potè rialzarsi, poi si rinvigorì, ed ora tutta vispa bacia con trasporto l'immagine della cara Ausiliatrice, ed è la gioia dei suoi.
Riconoscentissima, ringrazio la Vergine Santa, inviando la tenue offerta promessa. Nel prossimo maggio verrò con la figliuola in devoto pellegrinaggio a sciogliere personalmente l'inno della perenne gratitudine.
Visone d'Acqui, 20 ottobre 1925. CATERINA SQUILLO.
GRAZIE, o MARIA AUSILIATRICE. - Ero stata colpita da forte convulsione al cuore che mi obbligò a mettermi a letto. Passati alcuni giorni, vedendo che il male andava sempre peggiorando, decisi di andare all'ospedale, dove mi trovarono gravissima e tutti temevano di perdermi. Per tre giorni continuai a respirare a forza di ossigeno. Addolorata, ricorsi con fede a Maria Ausiliatrice e al Ven. Don Bosco; e il male cominciò a diminuire, e il miglioramento si accentuò e mi trovai fuori pericolo. Ringrazio di cuore Maria Ausiliatrice, e invio l'offerta promessa.
GRAGLIA MARIA MARGHERITA SARACCO.
A SCIOGLIMENTO DELLA NOSTRA PROMESSA. - Il 3 febbraio dell'anno scorso mio fratello Carlo s'ammalò d'influenza, e dopo pochi giorni venne colpito da un reuma cardiaco in forma acuta. Fu ricoverato all'ospedale il 9 dello stesso mese e ne uscì il 14 giugno tanto migliorato che ora può recarsi al lavoro. Preghiamo la Madonna a continuargli la sua protezione e intanto sciogliamo la promessa.
TERESINA CANAVESE.
Ottennero pure grazie da Maria S.S. Ausiliatrice e alcuni, pieni di riconoscenza, inviarono offerte per la celebrazione di Sante Messe di ringraziamento, per il nuovo Tempio a Gesù Adolescente e alla Sacra Famiglia, per le Missioni Salesiane, o per altre opere di Don Bosco, i seguenti:
A) - A. G., A. L., A. M., Abate R., Agatti R, Agonal M., Aguglia C., Albergoni G., Albione R., Aletto
L., Aliprandi d. A., Allemand O. in Pellerin, Allievi A., Alliod A. in Cravel, Aluffi E., Amadeo L., Ambaldo G., Amico F. in Valenti, Andreoni M., Angeleri G., Angelini d. L., Apostolo F., Arese M., Arona P., Arrigoni E. in Sangalli, Asperti B., Atzei S., Audisio L., Avara E.
B) - B. D., B. S., Balilani C., Bacci d. E., Badino A., Baglione M., Baitta L. P., Baldi d.r P., Baldini C, Balestiero D., Ballauri T., Baranchetti T., Barbera F., Barberis V., Bardellino A., Barili G., Bartezaghi G., Basilio C., Batzella P., Bavutti A., Bechar C., Bellasio G., Bellini G., Benetti L., Beretta M., Bergognini O., Bertetto M., Bertola C., Bessone A., Bessone E. in Piacenza, Biago O., Bianchi G., Bianco L., Bianco M., Biglietti A., Binetti D., Binetti R., Blandino A., Blaudino G., Bo G., Boccalatte R., Boero P., Boggio L., Bogino L., Boglio E., Bollo M., Bombardieri A., Bonacini M., Bonetto G., Bonino L., Bono G., Bordignon d. G., Bordin G., Borello M., Borgnana v.a R., Boscaglia U., Bove d. C., Bruna A., Bruvo O., Buffolo A., Burello A., Burini M., Bussi P.
C) - C. C., C. E., C. M., Calcamoretti V., Camera G., Campanin M., Campanini Z., Cangia G., Canonico L., Canteri R., Canuto d. V., Cappellazzi L., Cappello L., Capra L., Caprioglio E., Caprioglio T., Caputo rag. L., Canuto G. in Nicolosi, Cardoni S , Gargnino G., Cainevali P., Carmel T., Carrer A., Casagrande E., Casali E., Casalone P., Cassassa M., Castagneto A'1., Castellano G., Cattaneo C. Della Valle, Cattaneo L., Cauda M., Cavalà cav. F., Cavallotto A., Caviglio R., Ceccarelli E., Ceri, sola M., Cerotti T., Cervetti T., Cesari G., Cesaro G., Chialvo M., Chialberlando L., Chiassoni T., Chiesa P.. Cima C.. Cima S., Civella M., Claretto C., Clavenna dV., Clerchi G., Coccia G., Coccone V., Cocuzza S., Coletti M., Collessn A., Colombo E., Colombo M., Colombo S., Cornetto C., Concialdi S., Conciai C.; Coniugi Cravino, Rubeo, Strattai Cooperatrici Salesiane di Aosta, Catania, Cavour, Massa Superiore e Torino; Coppia S., Corazza A., Corbo G., Corna A., Cortassana N., Cortelazzo M., Costa G., Costantinì C., Covi E.
D) - D. C., D. L., D. SI., D. P., D. R., D. T. B., Da Cattra G., Daciani C., Da Ponte P., Da Prà P., Darbesio M., Dieghi A.,. De Marco A., De Nicolai R,, Di Salvo P., Di Stefano P., Divizia A., Donò G., Duca A.
E) - Ege S., Ellena A.
P) - F. N., F. R., Fabbri N., Facciotto A., Falcione A., Famiglie Bebone, Ricci, Bezzato Gallero, Borsano, Cuttavia-Croce, Gabriello, Mazzia, Ossola, Ottonello., R., Radorelli, Savignone; Farò M., Favagrossa F., F ivre D., Felappi R., Ferrarese A., Ferraris L., Ferraris M., Ferrea S.. Ferrea T., Ferrero M,, Fichera M. in Mailetta, Fioretti M , in Billi, Flora A., in Puppin, Forgianti M., Forti R., Frachey, Franceschina M , Franchi B., Franchini C., Franchini cap. V., Francia G., Fianco M., Franco V., Fucotti A., Fugazzi E,, Fumagalli C., Fumero G.
G) -- G. B. F., G. G., G. N., Gallina d. G., Gallizio R., Gallo E., Gallo P.. Gangi A., Garan N., Garbi P., Carino N., Gastaldello A., Gatti V., Gattino T., Gazzelli M., Ghiani M., Giaccone G., Giaele B., Gini N., Giorcelli A., Giordano L., Giuffrè A., Giufffrida M , Glendi M., Gnosso G. M., Goffi C , Gogg a 13., Goy E. in Carena, Gorgerino A., Gorini E., Gozzano IVI , Gramegna E., Grandi E., Grattagliano R., Grisella M. in Corà, Groppi I., Grossi G., Guadagnini C. in Lee, Guastelli M. in G relli, Gusmeroli A.
J) - Jez Ester.
I) - Iglesias G., Isose AI., Indelicato A.
L) - Lamberto-Carlini, Lana M. in Piffero, Laurenti L., Lanfranchi V., Lasagna M., Lavacopi E., Lazzara R., Leana M. A. in Zingale, Leoni A., Lo C. in Monaco, Lo Giudice V., Le Donne C., Lombardi m.o A.
M) - M. C., AL E. B., M. M., M. P., Malatesta R , Malinverni E. in Cavallini, Manca M. A. in Pilo, Manetti F., Manissero M., Mansutti M., Marantelli C., Marchini L. in Re, Marini F., Maraschini A., Massobrio P., Marzeno M„ Mazzucchi F., Mauri ch. R., Mauri F., Melotti G., Mensio L., Mereghetti R., Messina P., Meturini G., Migliavacca N., Miglietti M., Milani V., Mina G., Miotto A., Mirabile G., Mirone C., Mongiano I., Mocogni P., Monta M.
N) - M. A., N. N. di Gherasco, Dogliani, Lurago d'Erba, Orcinio Superore di Zoppola, Seregno e Torino; Nani E., Nassano C., Nebbia M., Necco D. in Petrazzi, Megrini A., Negro R., Nepote D., Nicotera b.ssa A., Nilla G. Nodari G., Nucci R..
Q) - Oddone M., Ognibene T., Olcesa E., Olearo S., Olivari E., Olla d. L., Omodei AI.
P) - P. S. Z., Palenzona G.. Paluselli M., Panero F., Panighetti C. in Pelucchi, Pascut A., Pasquariello P., Pasquino O., Passa F., Passionista m.a G , Patritti M-, Pedroli F., Pelle G., Pellegrini A., Pellegrino M., Pellissier F., Pennacchi M., Peona E , Peraratti C. ved. De Ambrogio Perez G., Perinetti m.o D., Persicetti V., Perucca E., Pesce F., Petterle F., Peverelli G., Piazza U., Piazza V., Piergallini F., Pietrogrande M., Pigazzi M., P.lia T., Pignatta M., Pilone A., Pinna ch. G. M., Piralla V., Pigazzi R., Pizzini E., Pizzotti G., Podda A., Podestà R., Polese M., Polver C., Ponzani M., Ponzo d. D., Porati M., Porro G., Prato A., Predelli B., Prevedello C., Previtali G., Prosio S., Provenzano M., Pugliesi E., Puglisi coniugi, Pugno E.
Q) - Quazzo F.
R) - R. A., R. S., Rago A., Rabino G. in Grillo, Ragusa V., Rajneri A., Rapetti E., Raspo C., Ravaglia D., Raviola P., Redi P., Reggio G., Regis V., Reinero P., Reita L., Revelìi C., Richini R., Rigo M„ Rinaldi M., Riulfi L., Rizzo C., Rizzo R., Rodinò B., Rodinò G., komanin F., Rontelli F., Rossi M., Rossi in o C., Rosso C., Rota B.. Rota G., Rubavi M. G., Rubatto M., Ruhin R., Raffino T., Rtritgeri A., Ruggin L., Ruotolo F.
S) - S. C., S. L., Sacco P., Saglia D. in Calavita, Salmoiraghi F., Santa P., Santuz V., Savo T., Sartori M., Sassone M. in Bosso, Scatolini A. e consorte, Sciara G., Sgarbino C., Signorini I., Silvelli C., Smojver E., Solaro C.. Sollina M.; Sorelle Cavallo, Clerici, Gallo, Savignone e Ziliotto; Spadotto AL, Spaini d. M., Speziar B., Spinoglio T., Stella G., Stori A., Sturzo C., Stato A., Suor Ad,nese del Bambino Gesù, Suor Zenaide.
T) - T. A , T, B., T. C., T. V., Tamburini N., Taranda C., Tardito G., Tartaglia C., Tartara E. ed E., Terzoni L., Tesio F., Tessarolo E. in Borgo, Testore L. in Novo. Tiberti M,, Tiboni C., Tomarello M.. Tomy A. v.a Fantoni, Tonchi G., Tonengo F., Toppi P., Torboli L., Torchio M., Torregrossa L., Tortarolo G., Traversa E., Tren D. in Zanz, Treves A., Tronci C., Trosello M., Truffi C., Tuna I.
V) - Valenti A., Valetti M., Valleire G. B., Vallone R , Valsecchi E., Vanazzi R., Vanzini C., Vanzo M., Vandano G., Vercetlana R. in Ronco, Vercelli A. in Marcorengo, Verga A. Vernier V., Vesci C., Vettori M., Terzetti O., Viaggiani A., Vinci R., Viassone P., Villa T. v.a Ferrario, Visintainer E., Vitale C.
Z) - Zanetta B., Zanoni G., Zanotto d. A., Zerboni L,
Ogni giorno fate vostra l'intenzione assegnata agli ascritti all'Apostolato della Preghiera e il 1° venerdì del mese, sacro al Cuore di Gesù, e il 24 sacro a Maria SS. Ausiliatrice, raccomandate anche l'intenzione speciale da noi proposta.
Intenzioni per il mese di Gennaio.
Intenzione quotidiana:
« IL GIUBILEO ESTESO A TUTTA LA CRISTIANITÀ ».
Il Giubileo Maggiore è stato esteso a tutta la Cristianità. PER L'ANNO INTERO. « Questa, con qualche altra inusitata larghezza » parve al S. Padre « opportunamente da concedersi, sia come meglio rispondente alle condizioni dei tempi, sia come una qualche ricompensa alla generosa pietà » con la quale i popoli risposero all'invito a pellegrinare nell'Anno Santo a Roma. Che le intenzioni del S. Padre sieno coronate del più felice successo.
Per il 1° venerdì e il 24 del mese
« LE MISSIONI SALESIANE ».
Preghiamo Maria SS. Ausiliatrice per i Missionari Salesiani e per tutte le anime, redente e irredente, affidate alla loro carità.
Ai nostri cari Missionari l'augurio di ogni bene e di ogni consolazione in quest'anno giubilare per tutto il mondo e commemorativo delle Missioni Salesiane, con l'assicurazione più cordiale di coadiuvarli nel miglior anodo che ci è possibile nella propaganda del bene che fanno e che vorrebbero fare.
Procurino i benemeriti corrispondenti - specialmente tutti i RR.mi Capi-Missione - di accompagnare le loro relazioni al nostro Rettor Maggiore con fotografe relative, per LA REDAZIONE DEL BOLLETTINO.
(Cooperazione Missionaria).
Dal 25 al 27 del prossimo maggio, a Torino, presso la Basilica di Maria SS. Ausiliatrice, si adunerà il X Congresso Internazionale dei Cooperatori Salesiani, che sarà il I° Congresso Generale « pro Missioni Salesiane ».
Il primo e il terzo giorno avranno luogo mattina e sera adunanze di sezione, e il secondo giorno speciali adunanze di Direttori Diocesani, Decurioni, Zelatori e Zelatrici della Pia Unione dei Cooperatori Salesiani.
Ogni giorno, poi, vi sarà un'adunanza generale con discorsi sui temi:
a) Il Ven. Don Bosco, Fondatore delle Missioni Salesiane, e i suoi primi Missionari;
b) Quadro attuale delle Missioni Salesiane;
e) Il Sistema Educativo del Ven. Don Bosco nelle Missioni Salesiane;
d) Propaganda Missionaria Salesiana;
e) Cooperazione spirituale;
f) Cooperazione materiale.
Le linee dei temi che si tratteranno nel Congresso, che si prevede imponente per la partecipazione di numerose rappresentanze di Cooperatori ed Ex-allievi anche dall'Estero, son tracciate in questo schema di
PROGRAMMA. Cooperazione Missionaria Salesiana. I.
La Cooperazione più importante.
Considerando:
1) che ogni bene viene da Dio, e che Dio lo concede a chi prega; che per compiere un'opera buona è necessario l'aiuto di Dio, e che questo è tanto più necessario quanto più l'opera è grande ed ardita; e che nessun'opera è così grande come quella che continua la missione stessa di Gesù Cristo coll'estensione del Regno di Dio su tutta la terra;
2) che Gesù stesso c'insegnò a ripetere ogni giorno i più ardenti sospiri del suo Cuore: sanctificetur nomen tuum; adveniat Regnum tuum; fiat voluntas tua:
Ricordando,
1) che Maria SS. Aiuto dei cristiani fu l'Ispiratrice ed è la Patrona delle Missioni Salesiane; 2) che il Ven. Don Bosco assicura che quanti desiderano grazie da Maria Ausiliatrìce aiutino le Missioni Salesiane e saranno sicuri di ottenerle:
Il Congresso vivamente raccomanda:
1) di organizzare preghiere ed offerte di opere buone a favore delle Missioni Cattoliche in generale e delle Salesiane in particolare;
2) di promuovere allo stesso scopo corone e turni di Sante Comunioni e di visite al SS. Sacramento e a Maria SS.;
3) d'indire e celebrare periodicamente Giornate Missionario «pro Missioni Salesiane»;
4) di propagare la divozione a Maria SS. Ausiliatrice come patrona delle Opere e Missioni Salesiane (1).
II. Vocazioni Missionarie.
Ricordando:
1) che Gesù ripete sempre « La messe è molta, ma gli operai sono pochi »;
2) che è bensì Iddio che chiama allo stato missionario come chiama al sacerdozio ed allo stato religioso, ma che si serve generalmente dei mezzi umani per far conoscere la sua volontà, e il più ordinario di questi mezzi è la parola viva e l'invito e il consiglio dato dal sacerdote, o da qualche altra pia persona;
3) che Dio non manca di suscitare in ogni luogo nuove vocazioni, ma bisogna che queste siano raccolte e diligentemente coltivate;
4) che non mancano nemmeno Istituti Missionari a così nobile scopo:
Il Congresso raccomanda:
1) di rivolgere ogni giorno una fervente preghiera al Padrone della messe, perchè mandi nuovi operai e nuove operaie nel suo campo;
2) di far conoscere il bisogno di Vocazioni Missionarie in generale, e di Vocazioni Missionarie Salesiane e delle Figlie di Maria Ausiliatrice in particolare;
3) di cercare e coltivare nuove Vocazioni Missionarie nelle famiglie, nelle scuole e negli Istituti educativi, negli Oratorii, nei Circoli ecc.;
4) d'incoraggiare gli aspiranti e le aspiranti alle Missioni e facilitare loro la via al conseguimento del santo ideale, aiutandoli a superare le eventuali difficoltà di famiglia e di ambiente, mettendoli in comunicazione con gli Istituti « Card. Cagliero » e « Caterina Daghero » o con altri istituti di aspiranti alla vita missionaria, Salesiani e non Salesiani, secondo le attitudini e le inclinazioni dei singoli aspiranti.
III. Mezzi materiali.
Considerando:
1) che lo sviluppo dell'azione missionaria, dopo la grazia di Dio, si ottiene in proporzione dei mezzi materiali di cui il Missionario può disporre;
2) che le Missioni Salesiane vengono iniziate, vivono e si sviluppano col contributo dei Benefattori e Cooperatori;
3) che le stesse per il quotidiano sviluppo che provvidenzialmente assumono, abbisognano di continui aiuti sempre maggiori;
4) che ad assicurare loro un ampio e perenne affluire di elemosine, giova un'organizzazione saggia e ben ordinata:
Il Congresso fa voti:
I) che per iniziativa dei Direttori Diocesani e Decurioni e a cura degli stessi Cooperatori e delle Cooperatrici, sorgano nei grandi e nei piccoli centri Comitati d'azione «pro Missioni Salesiane», ove non esistono ancora i Comitati o Gruppi d'Azione Salesiana.
2) che in ogni paese siano almeno designati alcuni zelatori o alcune Zelatrici con l'incarico diretto di curare gli interessi delle Missioni Salesiane;
3) che si promuova e si raccomandi il confezionamento, la raccolta e la spedizione al Rettor Maggiore dei Salesiani, di lini e indumenti sacri e di vestimenta ed oggetti per neofiti e neofite;
4.) che nei grandi centri si curi l'apertura e il normale funzionamento di Laboratori allo stesso scopo; ricordando, in Italia, di spedire annualmente, dopo un'opportuna espozizione locale, tutti gli oggetti al Rettor Maggiore dei Salesiani, e dall'Estero un elenco esatto degli oggetti medesimi, perchè egli possa, in conformità dei bisogni, provvedere alla ripartizione a favore delle singole Case di Missione dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice.
5) che si faccia uso costante di ogni altra forma opportuna per raccogliere offerte ed altri mezzi materiali, come ad esempio trattenimenti, conferenze, banchi di beneficenza, lotterie, salvadanai, ecc. ecc.
IV. Propaganda.
Considerando:
1) che per lo sviluppo d'ogni iniziativa è necessaria e indispensabile la propaganda, che quanto più intensa è la propaganda, tanto maggiore è lo sviluppo, perchè, come si semina, così si raccoglie;
2) che tutte le Missioni Cattoliche avrebbero, in breve, un incremento molto maggiore, se più largamente se ne divulgassero le sublimi idealità religiose e civili e la continua necessità elle hanno di appoggio e di soccorsi;
3) che i Cooperatori hanno assunto, se non l'obligo, almeno l'impegno di appoggiare in
ogni modo lo sviluppo e l'incremento delle Missioni Salesiane;
Il Congresso raccomanda ed insiste:
1) che i Cooperatori diffondano la conoscenza dell'Apostolato Missionario in genere e delle Missioni Salesiane in specie (origini, sviluppo, metodo, campi di azione, istituti educativi, le molteplici iniziative a pro' degli emigrati, ecc.);
2) che opportunamente parlino dei risultati e dei bisogni delle Missioni Salesiane nelle conversazioni famigliari e in ogni altra favorevole occasione;
3) che appoggino, come meglio possono, ogni iniziativa a favore delle medesime;
4) che si studino, individualmente o riuniti in gruppi o comitati di azione, di guadagnare alle Missioni Salesiane l'appoggio delle Organizzazioni Missionarie diocesane e locali, delle Autorità Ecclesiastiche e Civili, di persone influenti, ecc.;
5) che propaghino tra le famiglie il « Bollettino Salesiano » che è l'organo ufficiale delle opere e Missioni del Ven. Don Bosco, e « Gioventù Missionaria» specialmente tra i giovani e le istituzioni giovanili;
6) che promuovano Conferenze Missionarie Salesiane sì pubbliche che private, con e senza proiezioni luminose.
V. Opere Missionarie Pontificie.
Ricordando:
in omaggio ai desideri più volte espressi dagli ultimi Sommi Pontefici e specialmente dal Regnante Pio XI, Gran Papa Missionario, l'importanza capitale delle Opere Missionarie Pontificie nelle finalità specifiche di ciascuna, e cioè:
I) che la Propagazione della Fede mira ad iniziare nuove Missioni e a sostenerle tutte con la preghiera, con le vocazioni e con le offerte.
2) che la Santa Infanzia è un'associazione di bambini che contribuiscono alla salvezza dei bimbi infedeli;
3) che l'Opera di S. Pietro Apostolo si propone di provvedere mezzi adeguati per la formazione del Clero indigeno;
Considerando:
1) che il Ven. Don Bosco, anche dopo iniziate le Missioni Salesiane, zelò sempre presso i suoi alunni e benefattori le prime due Opere suaccennate allora esistenti;
2) che precorse, col metodo e con speciali sollecitudini a favore dei piccoli indigeni, anche la terza Opera suddetta;
Il Congresso fa voti:
1) che in ogni diocesi e in ogni parrocchia i Cooperatori Salesiani gareggino con i più zelanti cristiani nel promuovere le tre Opere Missionarie Pontificie;
2) che sull'esempio del Ven. Don Bosco ne zelino efficacemente la conoscenza e l'appoggio tra i parenti e i conoscenti, e i giovani e gli adulti.
VI. Stampa.
Considerando:
1) che la stampa missionaria ha una missione gloriosa e, in qualche modo, divina;
2) che diffonde l'altissimo valore apologetico delle Missioni, le quali ridestano la fede tra i lettori, facendo conoscere la divina vitalità e fecondità della Chiesa Cattolica, la potenza della Croce di Gesù Cristo, la santità del sacerdozio cattolico, la mirabile attività degli Ordini Religiosi;
3) che accende sensi generosi, specialmente nei cuori dei giovani, ed è un antidoto sicuro contro l'apatia e l'indifferenza, effetti di cattive letture;
4) che è un mezzo frequente nelle mani di Dio per suscitare nuove vocazioni;
Il Congresso:
mentre fa voti che si curi sempre meglio la redazione dei periodici missionari,
Inculca e raccomanda:
1) che i Cooperatori diano alla stampa missionaria la maggior diffusione, specie tra il popolo e la gioventù;
2) che diffondano il «Bollettino Salesiano» e il periodico « Gioventù Missionaria» e ne zelino la lettura.
VII. Azione giovanile.
Rilevando:
l'importanza dell'educazione missionaria nei Collegi, Oratorii e Circoli giovanili, sì maschili che femminili:
1) quale coefficiente di cultura etnografica e complemento di studio apoplogetico e storico della Religione Cattolica;
2) quale mezzo efficacissimo per formare le coscienze dei giovani a sentire e vivere gli interessi della Chiesa coree interessi proprii e a prepararli per l'età matura a quell'apostolato che è dovere di ogni cristiano;
3) quale via per arrivare ad una generazione di cattolici che ritengano loro primo obbligo il concorrere più generosamente e largamente con aiuti materiali e morali alla dilatazione del Regno di Cristo;
Il Congresso fa voti:
1) che in ogni Collegio, Oratorio e Circolo Giovanile, sia maschile che femminile, si formi una Biblioteca Missionaria;
2) che le Tipografie Salesiane concorrano a darle vita con una progressiva collezione di libri di argomento missionario, sul tipo delle benemerite Letture Amene ed Educative;
3) che la gioventù dei Collegi, Oratori e Circoli e delle Scuole, sì pubbliche, che private, sia invitata ad ascriversi all'Associazione « Gioventù Missionaria » per abituarla ad offrire speciali preghiere, e le stesse occupazioni e piccoli sacrifizi per la conversione degli infedeli;
4) che gli ascritti a « Gioventù Missionaria» abbiano negli Istituti e negli Oratori, come le altre compagnie Religiose, un'adatta conferenza settimanale o quindicinale;
5) che i più attivi e capaci degli Ascritti a « Gioventù Missionaria» sieno invitati a formare il « Circolo Missionario» per il buon esempio e per diretta azione;
6) che s'inculchi a tutti di fare una comunione settimanale, quindicinale o mensile, per le Missioni e i Missionari;
7) che in ogni Collegio, Istituto ed Oratorio, sì maschile che femminile, prima del termine dell'anno scolastico si tenga un Congressino Missionario, per raccomandare allo zelo degli alunni e delle alunne una facile e attiva propaganda in favore delle Missioni Cattoliche in generale e delle Missione Salesiane in particolare, durante il periodo delle vacanze.
Per la Festa di San Francesco di Sales.
Preghiamo i Revv. Sigg. Direttori e Condirettori Diocesani, Decurioni, Zelatori e Zelatrici a voler provvedere a tempo per la miglior celebrazione della solennità del nostro Titolare e la Conferenza, pubblica o privata, prescritta dal Regolamento della Pia Unione in detta circostanza.
Il rev.mo sig. Don Rinaldi, nello scorso mese, ha loro inviato una circolare, nella quale ringraziandoli dell'opera prestata per l'incremento dell'azione salesiana, particolarmente per la riuscita dei Convegni diocesani e regionali, li pregava a dare in quest'anno tutto il loro appoggio alla propaganda missionaria.
L'argomento, quindi, della Conferenza potrà essere ispirato dalla lettera annuale dello stesso Rettor Maggiore a tutti i Cooperatori (Cfr. le prime pagine di questo numero del Bollettino) ove insiste sul dovere di tutti i Cooperatori di dare il miglior appoggio diretto alle Opere e Missioni Salesiane nel Cinquantenario della Pia Unione, e di associarsi e cercare nuovi associati all'Opera di Maria Ausiliatrice per le Vocazioni Ecclesiastiche, come il più opportuno contributo alla celebrazione dei Cinquantenario delle Missioni Salesiane.
Tutte le offerte - individuali e collettive - sieno premurosamente inviate al rev.mo sig. DON FILIPPO RINALDI, Rettor Maggiore del Salesiani, Via Cottolengo, 32, Torino (9).
(1) Ad esempio, diffondere l'Associazione dei Divoti e la pia pratica del 24 del mese; celebrare il mese, la novena e la Festa annuale con processione solenne; divulgare le sue immagini, quadri e statue, in piccoli tabernacoli nelle famiglie e in piloni campestri, i suoi altari nelle chiese, le sue medaglie, ecc.
Nel Consiglio Superiore della Società Salesiana.
Il rev.mo sig. Don Rinaldi ha chiamato al Consiglio Superiore della Società Salesiana il rev.mo DON ANTONIO CANDELA per coprire il posto del compianto Don Piscetta fino alle nuove elezioni; - e ha dato come coadiutore al venerando Teol. Don Giulio Barberis, Direttore Spirituale, il rev.mo DON PIETRO TIRONE.
Don Antonio Candela, nato ad Orano il 2o dicembre 1878, ha 47 anni. Entrato in Società nel 1894, nel 1901 passò nella Spagna, e fu ordinato sacerdote in Siviglia nel 1904.
Nel 1908 accompagnò Don Ricaldone nella visita straordinaria alle case dell'America del Sud; nel 1912 fu nominato Ispettore delle Case Salesiane del mezzogiorno di Spagna.
Ultimamente si trovava in Francia, alla Navarra. Pio, umilissimo, di criterio fine e versatile, Don Candela darà all'Opera Salesiana un prezioso contributo, che sotto vari aspetti colmerà il vuoto lasciato dall'indimenticabile Don Piscetta.
Don Pietro Tirone, nato a Calliano nel Monferrato il 25 luglio 1875, ha 5o anni. Entrò nell'Oratorio di Torino l'ultimo anno della vita di Don Bosco, nell'agosto del 1887. Fu ordinato sacerdote nel 1898, e visse la sua vita salesiana sempre all'estero. Fu il primo maestro dei nuovi ascritti alla Società in Polonia, e per dodici anni Ispettore di quelle importantissime Case.
Don Tirone porta al Consiglio Superiore la lunga esperienza di una vita attivissima in una gran parte dell'Europa, che oggi si schiude in uno slancio sempre più promettente all'espansione salesiana.
Ai nuovi membri del Consiglio Superiore l'assicurazione di un affettuoso ricordo nelle preghiere dei Cooperatori.
Nuovi Vescovi Salesiani.
Nel Concistoro del 14 dicembre il S. Padre Pio XI preconizzava per la Chiesa Cattedrale di Katowic, recentemente eretta, Mons. AUGUSTO HLOND, della Società Salesiana, Amministratore Apostolico della Slesia Polacca; ed annunziava la nomina già fatta per Breve, di Mons. ENRICO MouRAo, della Pia Società di S. Francesco di Sales a Vescovo della Chiesa Cattedrale di Campos, anch'essa recentemente eretta.
La consacrazione di Mons. Augusto HLOND avrà luogo il 3 corrente.
Mons. Augusto Hlond nacque a Brzenskowitz, diocesi di Breslavia, il 5 luglio 1881. Conta quindi 44 anni. Entrò giovanissimo nelle nostre case. Compì gli studi di ginnasio a Lombriasco presso Torino, dove per vari anni, prima che l'Opera di Don Bosco iniziasse le sue fondazioni in Polonia, vennero educati più centinaia di giovani polacchi, che correvano entusiasticamente ad arruolarsi sotto la bandiera salesiana.
Nel 1897 vestì l'abito chiericale per mano di Don Rua; nel 1900 conseguì la laurea di filosofia a Roma, all'Università Gregoriana; e nel 1905 ricevette l'ordinazione sacerdotale a Cracovia.
Dotato di preclarissime doti di mente e di cuore, e nominato direttore della prima casa salesiana di Vienna, ebbe particolarmente in mira due cose - due raccomandazioni particolari di Don Rua - di far bene apprezzare in quella capitale il sistema preventivo, tanto caro, e giustamente, al nostro Venerabile Padre - e di divulgare gli esempi mirabili di Domenico Savio, perchè la gioventù s'invogli d'incitarlo: - e fu così unanime il consenso di lodi presso i famigliari e gli estranei, specie tra le prime Autorità Ecclesiastiche e Civili, che riscosse il giovane direttore, che Don Albera lo nominava Ispettore delle Case Salesiane dell'Austria.
A dir vero, la Società Salesiana fece una gravissima perdita, quando nel 1922 il S. Padre Pio XI, che durante il suo soggiorno in Polonia come Nunzio Apostolico ebbe agio egli pure di conoscere il cuore e la mente di Don Hlond, lo nominò Amministratore Apostolico della Slesia Polacca, ora eretta in diocesi, della quale Mons. Hlond sarà il primo vescovo.
Mons. MouRAo venne consacrato il 18 ottobre u. s. da S. E. R. Mons. Enrico Gasparri, Nunzio Apostolico del Brasile, oggi Cardinale di S. Chiesa.
La cerimonia si svolse nella cattedrale di Campos, affollata di fedeli di ogni condizione sociale. Conconsacranti furono Mons. Benedetto de Souza, Vescovo d'Espirito Santo, e Mons. Emanuele Gomes de Oliveira, Vescovo di Goyaz.
La schola cantorum - del Collegio S. Rosa di Nictheroy eseguì la parte musicale.
Nel pomeriggio ebbe luogo un'imponente adunanza nel teatro Trianon, in omaggio al Nunzio Apostolico e al nuovo Vescovo.
Mons. Enrico Mourào nacque a Rio il 28 no vembre 1877. Terminò gli studi di ginnasio nel Collegio Salesiano di Nictheroy ed entrò nella Società Salesiana nel 1893. Inviato a Roma, conseguì la laurea di filosofia all'Università Gregoriana, e ritornato al Brasile, vi compì gli studi teologici e il 30 novembre 19o1 fu ordinato sacerdote.
Per sette anni, dal 1915 al 1922, fu direttore del Collegio del S. Cuore di Gesù in S. Paolo, che sotto la sua direzione salì a più di 18oo alunni tra studenti e artigiani interni, e studenti esterni.
Nominato Amministratore della nuova diocesi di Campos, si sobbarcò al delicato ufficio il 15 luglio 1924 e lo compì con tanta competenza che dal S. Padre venne nominato primo Vescovo della nuova diocesi.
In occasione della sua consacrazione Mons.. Mourào ha pubblicato un'immagine-ricordo, nella quale protesta genuflesso - adesione di mente, unione di volontà e sincero e filiale affetto - a Sua Santità Papa Pio XI, il «Papa Missionario »; ed assicura le sue prime preghiere e le prime benedizioni ai suoi cari diocesani - dopo chè la Sacra Unzione, nonostante la sua nullità personale, l'ha collocato tra i principi del popolo di Dio.
Mons. Mourào darà al suo governo pastorale un'impronta eminentemente salesiana, e farà rivivere nella pienezza del sacerdozio lo spirito del Ven. Don Bosco.
Convegni e Conferenze Salesiane.
Sulla fine di settembre e nell'ottobre u. s. ebbero luogo in Sicilia vari Convegni di decurioni e direttori presieduti dall'ispettore salesiano Don Segala: e precisamente a Catania per quell'archidiocesi e le diocesi di Acireale, Caltagirone e Nicosia; a Palermo per le archidiocesi di Palermo e di Monreale e la diocesi di Cefalù; a Mazzara per le diocesi di Mazzara del Vallo e di Trapani; a Noto per le diocesi di Noto e di Siracusa; a S. Cataldo per le diocesi di Caltanisetta e Piazza Armerina; a Canicatti per la diocesi di Girgenti.
A vari prese parte anche il nostro Don Balzola; e la celebrazione del Giubileo delle Missioni Salesiane fu il tema che incontrò dappertutto maggiori simpatie, e dappertutto si deliberò di continuare e intensificare il movimento a vantaggio delle Missioni e Vocazioni missionarie.
Un particolare degno di rilievo fu l'entusiasmo con cui si aderì all'appello del sig. Don Rinaldi, presentato dal relatore Don Fasulo, di tenere un Congresso regionale in preparazione al í Congresso dei Cooperatori Salesiani che avrà luogo in Torino nel prossimo maggio, secondo le direttive ripetutamente diramate dal Comitato Promotore; e di accompagnarlo con un'Esposizione regionale di oggetti destinati alle Missioni, ad iniziativa del Comitato Dame Patronesse di Catania, caldeggiata in vari convegni dalla segretaria signorina Irene Papale. Il Congresso Regionale e l'Esposizione avranno luogo in Catania.
Il Direttore diocesano di Marsala, prof. Don Francesco Chiaramonte, fece la proposta d'invitare tutti i revv. Quaresimalisti dell'Isola a dedicare un discorso al Cinquantenario delle Missioni Salesiane.
Egual fervore di simpatia hanno suscitato le conferenze tenute da Don Fasulo a Lanuvio, Ariccia (nel palazzo del principe Chigi), Isernia, Casacalenda, Vinchiaturo, Agnone, Teano, Pomigliano d'Arco, Sorrento (nella Basilica Pontificia di S. Michele), Salerno (nella sala degli Stemmi nell'Episcopio), Bella, Castelgrande, Montescaglioso, Cosenza (nella Sala Don Bosco), Monteleone, Serra S. Bruno, Soverato Marina, Caulonia, San Gregorio di Catania, Castellamare del Golfo, Sciacca, Ribera, S. Cataldo, Canicatti:
Promosse da appositi Colpitati, incoraggiate da Autorità e dagli Ecc.mi Vescovi che le onorarono del loro intervento, riuscirono altrettante celebrazioni del Giubileo delle nostre Missioni.
ROMA. - Più di 1200 soldati acquistano il Giubileo nella Basilica del S. Cuore.
I soldati della guarnigione di Roma ottenevano dal S. Padre, ad iniziativa del benemerito Comm. Avv. Pulvirenti, direttore della «Casa del Soldato », speciali e straordinarie concessioni per l'acquisto del Santo Giubileo. In vista dei loro obblighi e delle ristrette possibilità, venne loro concesso di acquistare il Giubileo con una sola visita, confessione, messa e comunione, nella Basilica Salesiana del S. Cuore al Castro Pretorio. Le autorità militari di Ronfa con ogni maggior concessione facilitarono l'iniziativa. E la domenica 13 dicembre più' di 1200 soldati, artiglieri, reparto attrezzi, bersaglieri, cavalleria pesante, cavalleria leggera, fanteria, granatieri, allievi ufficiali, sot'ufficiali ed ufficiali, compivano le pratiche giubilari. Celebrò la S. Messa Mons. Ghezzi, Vescovo di S. Sepolcro, e Mons. Panizzardi, Ordinario Castrense, rivolse loro un'allocuzione, lodandoli per l'atto di pietà e il gran numero e rilevando l'importanza ed il vantaggio spirituale che ne ritrarranno fra i pericoli della vita militare e per il loro avvenire.
Terminata la S. Comunione annunziò che Sua Santità Pio XI, come per gli altri pellegrini, aveva concesso la medaglia ricordo a tutti gli intervenuti, che venne dispensata nel cortile, insieme con la colazione.
La giornata fu completata con un trattenimento cinematografico ed una conferenza del cav. Passamonti sopra Giosuè Borsi.
BUENOS AIRES. - A ricordo del I° Cinquantenario dell'arrivo dei Salesiani.
A Buenos Aires e nelle altre città dell'Argentina che hanno fondazioni salesiane si è comme morata solennemente la data dell'arrivo dei primi Salesiani a quella Repubblica.
A S. Nicolàs de los Arroyos la cerimonia fu onorata dalla presenza di S. E. R. Mons. Alberti, Vescovo di La Plata. Parlarono il dott. Crisanto M. Servini, e il capitano Fumo H. Posada e il dott. Emanuele García Reynoso. I signori Carlo Campora e Paolo Lanza, zelanti cooperatori, che diedero il ben venuto ai primi Salesiani che il 21 dicembre 1875 entravano per la prima volta a S. Nicolàs, furono decorati della Croce pro Ecclesia et Pontifice, loro concessa dal S. Padre.
La cerimonia più solenne ebbe luogo a Buenos Aires il 31 ottobre, con la posa della prima pietra di un nuovo istituto.
Buenos Aires ha già sette Case Salesiane e sei delle Figlie di Maria Ausiliatrice, e tuttavia la nuova «Casa del Fanciullo », che verrà intitolata a Domenico Savio, era da tempo sospirata per il suo fine tutto speciale. La Casa del Fanciullo accoglierà 5oo fanciulli dei più poveri ed abbandonati, dall'età di otto ai dodici anni, per prepararli convenientemente alla vita, avviandoli poi, secondo le loro inclinazioni, alle altre nostre Case dove compiranno la loro educazione.
La benedizione e la posa della prima pietra del nuovo Istituto si svolse in forma solennissima. Compì il sacro rito S. E. R. Mons. Alberti, Vescovo di La Plata, e fecero da padrini e madrine S. E. il sig. dott. Marcello T. de Alvear, Presidente della Nazione e la sua Signora, e S. E. il dott. Giuseppe L. Cautilo, Governatore della Provincia di Buenos Aires e la sua signora.
Erano presenti anche le LL. EE. i Ministri degli Esteri, del Culto e di Giustizia, e della Pubblica Istruzione, e le rappresentanze di tutte le associazioni di Beneficenza della capitale. Il dott. Bas, Presidente dell'ultimo Congresso internazionale Salesiano, illustrò lo scopo del provvidenziale istituto e assicurò la cooperazione di tutti i Cooperatori ed ammiratori dell'Opera di Don Bosco per condurlo a compimento qual monumento del Cinquantenario dell'arrivo dei Salesiani all'Argentina.
Prese quindi la parola il dott. Alfaro Aràoz, e: « L'istituzione, egli disse, che fonda quest'opera, ha i suoi titoli di nobiltà riconosciuti in tutto il mondo. I discepoli e i successori di Don Bosco hanno valorizzato le loro scuole e il loro sistema educativo in ogni parte, con una splendida e lunga prova; e nel nostro paese non solo sono stati i pionieri e gli iniziatori dell'insegnamento professionale nelle nostre città: ma hanno anche dedicato alle popolazioni ancor selvagge dei nostri territori, in fiorenti scuole e colonie agricole; il loro spirito di abnegazione e di lavoro intelligente e continuo! ».
* Opportunamente, i nostri cari Confratelli di Buenos Aires e dell'Argentina continuano a promovere pellegrinaggi al Santuario di N. S. di Lujàn. Sul finir dell'anno scorso 3.500 furono gli alunni da loro guidati ai piedi della Vergine; più di 20.000 gli Italiani; e 2.200 gli Ex-allievi, accorsi fin da Viedma (Patagonia) e dall'Uruguay. In occasione di quest'ultimo pellegrinaggio veniva conferita al Presidente della Federazione Nazionale degli Ex-allievi Salesiani dell'Argentina, sig. Giuseppe L. Ferreccio, la Commenda dell'Ordine di S. Gregorio Magno, ottenuta ad istanza dei nostri all'instancabile e benemerito cooperatore, dal S. Padre Pio XI.
S. E. Mons. DISMA MARCHESE. - Vescovo di Acqui, raddoppiò per l'opera Salesiana quella benevolenza cordiale, di cui ci aveva dato molte prove. Pastore pio, operoso, zelante, non cercò altro che la gloria di Dio e il bene delle anime, e ricco di meriti volò al cielo profondamente compianto. Le Figlie di Maria Ausiliatrice, in modo speciale, si associano al dolore dei Genovesi e dei diocesani, memori della squisita carità che ebbe per il loro Istituto.
Contessa ANNA GERMINI ZAVAGLI. - Dalla nobiltà dei natali attinse maggior perfezione per l'adempimento dei suoi doveri di figlia, sorella e sposa, e forza non comune per superare le aspre vicende della vita. Per lunghi anni, con zelo ed attività maravigliosa, fu Presidente delle Dame Patronesse delle Opere Salesiane a Bologna. La sua dimora ospitale era tutta adorna di lavori eseguiti da lei: disegni, pitture, ricami, dolci figure miniate, in cui rivelava un'anima squisita di artista, ed un dolce cuore paziente. Di buon mattino, ella era intenta a dipingere e allestire con le sue proprie mani innumerevoli doni per l'annuale fiera benefica a pró dei nostri orfanelli. Volò al cielo il 9 dicembre u. s.
Nobildonna GIOCONDA PIAVI in PALERMI. - Donna e sposa esemplare, si spense in Ascoli Piceno, lasciando la più cara memoria. Tutti i suoi ideali erano materiati di bontà e di fede; e compi mille opere buone, nutrendo particolar amore per l'opera salesiana. Forte nei dolori e nel sacrifizio, fu insieme larga di conforto con i dolenti e i bisognosi. Era nipote del compianto Mons. Ludovico Piavi, Patriarca di Gerusalemme.
ANGIOLINA LOTTERO Ved. CLARIS. - Donna di sodi principi cristiani e d'insigni virtù domestiche, morì dopo penosa malattia sopportata con esemplare rassegnazione il 21 novembre 1925 in Savona. Madre del salesiano Don Dario Claris, che fu una delle vittime del terremoto di Messina del 1908, ebbe per i figli di Don Bosco un amore speciale e fu tra le più ferventi dell'Opera nostra.
Conte ENRICO DI SEYSSEI, D'AIx . - Nato a Torino il 10 gennaio 1843, mori, più che ottantenne, a S. Remo. Cuore retto e generoso poneva le sue delizie nell'aiutare i bisognosi, specie i giovani, che amava veder crescere cristianamente.
Come venne a conoscere l'Opera Salesiana, non lasciò più di aiutarla, affidandoci, a sue spese, vari alunni, due dei quali fattisi missionari, l'uno sacerdote, l'altro maestro d'arte, gli procurarono speciali consolazioni. Moltiplichi il Signore coteste anime generose, che ritengono com'una delle più belle forme di carità cristiana l'educare cristianamente la gioventù.
MARIA ANTONIETTA CINGOLANI, nata dei Marchesi Spinola. - Nessun elogio può rispecchiare i meriti che questa grande donna si acquistò, occupandosi per 25 anni dei poveri del Testaccio. Il suo apostolato fu intelletto d'amore, eroismo cristiano, generosità principesca. Con santa gioia seguì il miglioramento religioso-morale del quartiere, ed ogni buona associazione ed istituzione l'ebbe lavoratrice fervente e quasi madre benefica. E il Testaccio, che in massa devota e mesta prese parte al trasporto della salma dell'insigne benefattrice, il 5 settembre, nel tempio di Santa Maria Liberatrice, con solenni e pii suffragi le attestava perenne riconoscenza.
Nobil Donna NICOLETTA Muzio Ved. CARRETTO. - Spirò in Bardineto (Genova) nella bella età di anni 93. Donna di fede e zelante Cooperatrice, leggeva quotidianamente: e ciò fece sino all'ultimo giorno, la vita del Ven. Don Bosco del Lemoyne; che era il suo libro preferito, dopo il libro delle preghiere. Ed ogni sera recitava anche con divozione singolare il Santo Rosario. Chiese ella stessa gli ultimi Sacramenti e spirò santamente com'era vissuta.
Preghiamo anche per:
ALA Luigi, † Cantoira (Torino).
ALBERICO Giuseppe, † Sarreguensines (Francia). ALBEZZANO Maria, † Vinchio d'Asti (Alessandria). ANTONELLI Comm. Vincenzo, † Roma. - AANTONINO Bianco di Pasquale, † Catania. ANTONiLo Desideiro, † S. Didero (Susa). BATTAGLIONI Annetta CRAVERO, † Bra. BELFANTI Attilio, † Concamarise (Verona). BERNARDINI Mons. Francesco, † Visso (Macerata). BESSONE Elisabetta, † Torino.
BONAFEDE Ernesto, † Valenza (Alessandria). BORASio-ROLLONE Emilia, † Vercelli (Novara). BOZZELLI Ida, † Cainpo Canavese (Torino). BRAIDA-FABBRIS Anna, † Conegliano (Treviso). BREDA Pietro, † Carlos Barboza (Brasile). BRUGNERO Germano, † Vazzola (Treviso). BRUNO Martino, † Tregnago (Verona). CACCIARI Bianca, † Bologna.
CAMMANA Nicola, † Caxia Nova Padova (Brasile). CANONICA Margherita, † Niella Belbo (Cuneo). CAPELLI Luigi, † Volpedo (Alessandria). CAPELLI Martino, † Nembro (Bergamo). CARLOTTO Giovanni, † Carlos Barboza (Brasile). CATTANI Marchese Domenico, † Bologna. CERRUTi Letizia, † Montechiaro d'Asti. CHIARA Don Alfonso, † Carpignano Sesia. CHIESA Luigia, † Orbassano (Torino). CIOCCA Virginia SPIALTINI, † Sairano (Pavia). COLOMBO Maria, † Nole Canavese (Torino). CORRADI Elisabetta BESSONE, + Torino.
CORSI DI BOSNASCO V.a PRATO, † Torino.
COSTA prof. don Stefano, † Lanzo (Torino). CRUCI don Paolino, † Trestento (Udine). DEL FRATE Clementina, † Colorno (Parma). DE MARCHI Padre Giov. Antonio, † Torino. DE MATTEIS Lidia, † Croglio (C. T.). DENASIO Luigia, † Carmagnola (Torino).
DE VITO don Gius. Antonio, † Provvidenti. DIOLI Zeffirino, † Caspoggio (Sondrio). FACTA Teresa, † Leynì (Torino). PANCIOTTO Mauro, † S. Mauro Torinese. FANCON Angela, † Malo (Vicenza). FENOCCHIO Elisa V.a OREGGI, † Prelà. FLORIDA Can. don Rosario,- † Comiso (Siracusa)_ FoRLI Elisabetta, † Vergemli (Massa Carrara). FRACASSO Ginevra, † Verona. GAOSo Luigia, † Negrar (Verona). GARRONE Teresa di Luigi, † Caltignaga. GARBEROGLio Giuseppe, † Vinchio d'Asti. GERMIANO Giacinto, † Biella (Novara). GRAFFy Anna, † Milano. GRAiF Caterina, † Brez Traversara (Trento). ISOLA Giuseppe, † Isola di Rovegno (Pavia). LAJOLO Antonio fu Giovanni, † Vinchio d'Asti. LONZA Michele, † Volvera (Torino). LUNARDI prof. don Luigi, † Parma. MACARIO Matteo, † Lovere (Bergamo). MARASCO Rosa fu Fortunato, † Soveria Romelli. MARCHINI Maddalena V.a PAGANI, † Bologna. MARINO D. Alberto, † Salerai (Trapani). MASTRO Luigia, † Aldeno (Trento). MELoNi don Salvatorangelo, † Suni (Cagliari). MICHELONI Federico, † Carpenedolo (Brescia). MIGHETTI don Giacomo, + Torazzo (Novara). MONGIAT Pietro, † Tramonti di sotto (Udine). MoNTi don Giuseppe, † Como.
MORI-BANTI don Cav. Adriano, † S. Maria in Monte. MozzoNE Celestina, † Niella Belbo (Cuneo). NICOLETTI Enrichetta, † Barbeano di Spilimbergo. NICoLis Clelia, † Nogarole Rocca (Verona). NODARI Colomba, † Malonno (Brescia). NOSEDA Giuseppe, † Como. PALUMMBO don Ignazio, † Salerai. PASSERINI-BAGATTINI Gina, † Seriate (Bergamo). PEDERZINI don Francesco, † Crevalcore (Bologna). PEIRONE cav. Pietro, † Peveragno (Cuneo). PELLEGRINI-GALLI Giovannina, † Milano. PERETTI cav. Angelo, † Torino. PES-ARRU Cecilia, † Mogoro (Cagliari). PIANCINO Maria n. GUGLIELMINO, † Montalenghe. PIT Nadolina, † Caxia Nova Padova (Brasile). PoLETTI Genoveffa, † Livorno (Toscana). PRAVETTONI Carlo, † Lainate (Milano). RABAGLIATI Adeliade, † Montemagno. RATTAZZI don Achille, † S. Damiano d'Asti. RATTI Anna, † Vinchio d'Asti (Alessandria). REGGIORi Maria v.a BOLTACCHI † Cannero. RICCARDI Carlo, † Roddi (Cuneo).
RICCI Mattia, † Bollano (Spezia) (Genova). Rizzo don Nicolò, † S. Quirico (Udine).