PERIODICO MENSILE DEI COOPERATORI DI DON BOSCO
ANNO XLI - N. 6 1 GIUGNO 1917
SOMMARIO
Nuovi trionfi di Maria Ausiliatrice. - L'ultima festa titolare. -- Un tempio votivo a Treviso.
La consacrazione di Mons. Aguilera, Vicario Apostolico di Magellano.
Ad Iesum per Mariam. - Da una lettera del S. Padre Benedetto XV all'Em.mo Card. Segretario di Stato.
Per la storia della Pia Unione - Maria Barbiano di Belgioioso Ved Zucchi Pecoroni.
Come trattare i fanciulli all'Oratorio?
Solenne incoronazione di Maria Ausiliatrice a Rodeo del Medio nella Repubblica Argentina (Lettera del Sac. Achille Pedrolini).
Concorsi per le „Letture Cattoliche".
Il Culto di Maria Ausiliatrice: Pel 24 corrente - Grazie e favori - Plebiscito di amore e di gratitudine.
Riconoscenza al Ven. Don Bosco.
Pel tempio votivo in onore di Maria Ausiliatrice a Castelnuovo d'Asti.
Note e Corrispondenze: Istituti ed asili per orfani di guerra: Monte Oliveto, Pinerolo - Cavaglià - Alessandria - Grugliasco.
Necrologio e Cooperatori defunti.
REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE - VIA COTTOLENGO, 32 - TORINO
Nuovi trionfi di Maria Ausiliatrice
IL Santuario di Maria Ausiliatrice in Torino fu aperto al divin culto il 9 giugno 1868; quindi il giorno 9 di questo mese compiono 49 anni dal memorabile evento, di cui spunta l'Anno Giubilare.
Cinquant'anni del Santuario di Maria Ausiliatrice !... Quante sacre memorie, quanti ricordi! Il più caro è quello del fondatore, il Ven. Giovanni Bosco. Ultimati gli scavi, egli stesso volle scendere in essi per benedirli e collocarvi con privata cerimonia la prima pietra delle fondamenta. Era l'anno 1864. Nel 1865, compiute le fondazioni, egli volle che fosse solennemente benedetta la pietra angolare e compì il sacro rito Mons. Oddone, Vescovo di Susa, essendo l'Archidiocesi di Torino tuttora vacante per la morte dell'indimenticabile Mons. Fransoni ; e sulla pietra benedetta volle gettata la prima calce dal Principe Amedeo di Savoia, Duca di Aosta. Compiuta, come per incanto, nel breve giro di tre anni la costruzione del sacro edifizio colle spontanee offerte dei fedeli riconoscenti alla Vergine per molti favori, nell'accennato 9 giugno 1868, subito dopo l'Arcivescovo consacrante, il Ven. Don Bosco saliva pel primo all'altare pregando - Dio sa con quale fervore- le più ricche benedizioni su quelli che avevano cooperato all'erezione del tempio e su quanti, nel volger dei secoli, si sarebbero quivi prostrati per implorare l'aiuto di Maria. Se il Venerabile attribuiva alla bontà della Madonna, invocata colla recita di un'Ave innanzi di cominciare la prima lezione di catechismo a Bartolomeo Garelli, ìl prodigioso sviluppo dell'Opera Salesiana, quali tesori di grazie non deve egli aver chiesto e ottenuto durante la prìma messa fervorosamente celebrata nel tempio di Valdocco a favore dei suoi figli, de' suoi benefattori, e di tutti i devoti di Maria Ausiliatrice ?
Entro queste mura benedette si era raccolta col Padre tutta la famiglia Salesiana d'allora - cioè Salesiani ed alunni di Torino, di Mirabello e di Lanzo - e gli occhi misericordiosi di Maria Ausiliatrice si piegavano su di essa in benedizione. Era tanto combattuta, prima ancora che avesse stabile forma, la Pia Società Salesiana; e in breve, coll'aiuto di Maria, trionfò d'ogni ostacolo. Infatti, nove mesi dopo, il 1° marzo 1869, l'immortale Pio IX emanava il decreto della sua canonica approvazione.
Da quel giorno le domande d'ascrizioni alla nuova Società e le richieste di fondazioni salesiane in ogni parte, cominciarono a moltiplicarsi ; ed ecco, mercè l'accresciuto numero dei soci; ì nuovi collegi di Cherasco nel 1869 e d'Alassio nel 1870, l'ospizìo di Genova-Marassi nel 1871, l'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice a Mornese e il Collegio
« Valsalice » a Torino nel 1872 ; e nel 1874 l'approvazione definitiva delle Costituzioni della Pia Società, cui, nel 1875, tennero dietro le prime fondazioni salesiane all'estero, a Nizza Marittima, e a Buenos Aires e S. Nicolas nella Repubblica Argentina.
Fu dopo l'erezione del Santuario di Valdocco, dopo che Don Bosco ebbe tributato alla celeste sua Madre e Ispiratrice e Patrona quest'eccelso imperituro omaggio, che la Vergine alzò più visibilmente il suo manto a difesa del suo Divoto ; che, sereno e instancabile, proseguì a stabilire una lunga serie di opere meravìgliose, alcune delle quali, benchè così aspramente combattute da dover restare, a comune giudizio, inesorabilmente soffocate nel nascere, ebbero tutte lo stesso prodigioso sviluppo. E questo non può non attribuirsi a Lei, che nelle lotte più tremende, volle affermare a tutti, con strepitosi prodigi, che Iddio era col suo Servo.
Noi, pur attenendoci all'ambito dell'augusta Basilica, restiamo come oppressi dalla maraviglia, sol che cì facciamo a rievocare gli anni trascorsì.
Come non ricordare con stupore le innumerevoli schiere di pellegrini, affluenti a Valdocco nelle feste titolari, che, devote, s'inginocchiavano ai piedi del Venerabile, chiedendo di essere da Lui benedette nel nome di Maria Ausiliatrice ?
Come non ammirare con santa letizia le falangi giovanili, che omai da mezzo secolo si susseguono senza interruzione ai piedi della celeste Regina, allietando dei loro cantici la quotidiana frequenza alla Mensa Eucaristica?
Come non ricordare le lagrime, che Maria Ausiliatrice vide cader sulla bara di Don Bosco posata ai suoi piedi in quel memorando 2 febbraio 1888, quasi l'Opera iniziata da lui avesse a venir meno per la sua scomparsa.... e, compiute le esequie, la piena letizia che innondò in quel medesimo giorno il cuore di tutti colla certezza d'aver acquistato un grande protettore in paradiso; mentre ai figli - non più orfani - sorrideva dello stesso sorriso di Don Bosco un altro Padre, che giunse a felicemente ricopiarlo, il venerando Don Michele, Rua, di santa e sempre cara memoria?
Come non ricordare il vivo tripudio per le feste giubilari dell'Opera Salesiana nel 1891, l'apoteosi della Pontificia Incoronazione della Sacra Immagine nel 1903, il trionfo dei funerali di Don Rua nel 1910, e l'entusiasmo egualmente grande, pur nel ridotto programma dei festeggiamenti, della data centenaria della Festa di Maria Ausiliatrice?
E chi può ritrarre la pietà e il fervore delle suppliche innalzate ogni dì, ma specialmente nelle accennate ricorrenze, ai piedi della dolcissima nostra Madre, a partire dal 9 giugno 1868; e, in pari tempo, calcolare il numero delle grazie e delle materne benedizioni da Lei concesse ai suoi figli?
Se poi, seguendo i vari drappelli di Missionarì Salesianì che, benedetti da Don Bosco, da Don Rua e da Don Albera, partirono dal Santuario di Valdocco per recarsi in ogni terra di Europa e di America, e in molti punti di Africa e di Asia, dove innalzarono monumenti e nuovi templi ed altari alla stessa Celeste Regina, volessimo enumerare questi nuovi troni di gloria, che per munificenza e splendore gareggiano collo stesso Santuario di Valdocco, perchè anche da essi la Vergine Ausiliatrice diffonde a piene mani segnalate grazie e favori, chì non resterebbe sbalordito nell'ammirare le copiose benedizioni materne, che maturano tanto bene in mezzo a popoli civili e selvaggi, fra innumerevoli schiere di emigrati, e specialmente fra lieti eserciti di fanciullì, che sotto la bandiera di Don Bosco cantano ìnni a Gesù in Sacramento, vigile custode al loro candore, e alla Vergine Madre, di cui go dono di essere e di sentirsi amantissimi e amatissimi figli?
Sorgente e centro di tanta vitalità cristiana, di questa rigogliosa vita di fede, di questo vivo movimento attorno i Tabernacoli Eucaristici, fu ed è il Santuario dedicato a Maria Ausilìatrice dal Ven. Don Bosco. Non era quindi possibile che il « Bollettino Salesiano », che narra mensilmente i prodigi della bontà di Maria Ausiliatrice, non sciogliesse un inno di giubilo al sorgere dell'anno giubilare del sacro Tempio, donde Ella cominciò a benedire più intensamente all'Opera del Ven. Dori Bosco e a tanta parte del popolo cristiano. Il dovere della riconoscenza è superiore ad ogni preoccupazione, e noi dobbiamo prepararci a commemorare la data cinquantenaria.
Se sarà sorto il giorno della pace, certo sarà più lìeto l'inno del ringrazìamento. Ma se anche, in suo giusto, consiglio, Dio vorrà che i popoli cristìani continuino ad umiliarsi innanzi a Lui in preghiere propiziatorie, rinnoveremo con maggior fervore le suppliche più devote innanzi a Gesù in Sacramento, esposto all'altare di Maria Ausiliatrice, supplicando entrambi ad esaudirci. Poichè, giova ricordarlo, era intima convinzione di Don Bosco, che nuovi e più segnalati benefizi di Maria SS. Ausiliatrice all'umanità avrebbero attirato ai suoi piedi, a sciogliere l'inno del ringraziamento, tutti i popoli della terra
Le ultime Feste Titolari.
Le feste celebratesi in onore di Maria Ausiliatrice nella sua augusta Basilica, rivestirono anche quest'anno quella grandiosa imponenza, di cui primo e principal fattore è l'onda immensa di popolo che vi accorre per la pietà che esso dimostra. Già nel corso del mese, specialmente nella novella e nei singoli giorni festivi, che nel Santuario - è bene notarlo - sono da tempo considerati come altrettante principali solennità dell'anno - si prevedeva facilmente che, nonostante i disagi e le preoccupazioni di ogni famiglia nell'ora presente, Maria Ausiliatrice avrebbe riscosso, dai Torinesi e dai forestieri, il consueto solenne tributo.
Le solenni Quarant'Ore, ininterrotte, iniziate il martedì 22 maggio, con messa cantata e devota processione del Santissimo Sacramento nell'interno dell'Oratorio, furono la preparazione più acconcia alla festa. Per tre giorni e due notti il tempio fu gremito di popolo orante. Erano persone devote e intere famiglie, convenute da ogni parte della città e molte anche di fuori, e militari in gran numero, e pii istituti ed associazioni religiose che convenivano in corpo alle ore solenni di adorazione. La prima notte diresse il ciclo di preghiere e di pratiche devote l'Associazione per l'Adorazione notturna, con a capo il rev.mo P. Cesarini, affezionato ex-allievo.
La vigilia (23 maggio), con intervento di varie Scholae Cantorum di pii istituti della città, si cantò messa per la pace. Nelle prime ore del pomeriggio accorsero in gran folla al Santuario le Madri cristiane, recando i loro bimbi ai piedi di Gesù in Sacramento. Certo su più di mille pargoli innocenti, compresi gli alunni di varii Asili d'Infanzia, invocò le benedizioni celesti il Successore di Don Bosco, l'amatissimo nostro Superiore D. Albera.
La seconda notte il Santuario fu ancor più affollato per la Veglia Santa in preparazione alla festa di Maria Ausiliatrice. Anche molti di quelli che avevano vegliato la notte precedente vi presero parte cori nuovo fervore, dando il più edificante spettacolo. Basti il dire che le Sante Comunioni distribuite nella Basilica il giorno della festa e i due giorni precedenti, in cui si tennero le Quarant'Ore, furono più di ventimila.
Le Sacre Funzioni del giorno solenne si svolsero conformemente all'orario pubblicato. Pontificò ai Vespri e alla Messa cantata il Vescovo di Tortona, Sua Ecc. Rev.ma Mons. Pietro Simon Grassi. Il rev.mo sig. Don Albera, nostro Rettor Maggiore, e Sua Ecc. Rev.ma Mons. Costanzo Castrale' celebrarono le Messe della Comunione generale. L'Em.mo Card. Arcivescovo ebbe la squisita bontà recarsi al Santuario per impartire la benedizione solenne.
La predicazione, soda e piena di dignità e di fervore, del rev.mo Mons. Faustino Lotteri di Piacenza, ebbe degna corona nello splendido panegirico; e non meno efficace fu la parola eloquente e popolare del nostro Don Brezza.
Il Santuario, fino a tarda ora, fu continuamente gremito di torinesi e di forestieri, accorsi in gran numero, malgrado le difficili comunicazioni ferroviarie. Anche alle camerette del Ven. Don Bosco fu un continuo pellegrinaggio. Vani sacerdoti ebbero il loro lavoro tutto il giorno nell'impartire alle turbe devote la benedizione di Maria Ausiliatrice. L'ultima preghiera ripetuta nel Santuario da tutto un popolo fu il S. Rosario per i nostri soldati, con particolare ricordo pei defunti, per i feriti, per i prigionieri.
Le preghiere della solennità, come quelle fatte durante le Sante Quarant'Ore, furono offerte a Maria Ausiliatrice per i bisogni della nostra Patria e la pace delle Nazioni.
La straordinaria affluenza si protrasse fino alla domenica di Pentecoste, in cui ebbero luogo solennissime funzioni, anche a chiusura delle Feste Titolari.
Cantò messa il nostro Rettor Maggiore, il rev.mo sig. Don Albera. La sera, dopo il canto dei Vesperi, salì in pulpito per la conferenza ai Cooperatori Salesiani Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Giuseppe Castelli, Vescovo di Susa. La parola calda, e facile ed eloquente insieme, dell'affabilissimo Prelato, che additò in Gesù Sacramentato e in Maria Ausiliatrice i primi Cooperatori di Don Bosco, dopo aver scultoriamente delineato la figura e l'opera del Ven. Fondatore, scese efficace insieme colla più viva esortazione a cooperare, sull'attento uditorio che stipava la Basilica. Dopo il canto del Te Deum lo stesso Mons. Vescovo di Susa poneva il suggello ai festeggiamenti, colla benedizione solenne di Gesù in Sacramento.
Le Ouarant'ore.
Delle solenni Quarant'ore compitatesi questo anno nel Santuario di Maria Ausiliatrice l'egregio Avv. Antonio Simoni così scrisse nel « Momento » del 25 maggio:
« Mentre uomini di Stato e di guerra, Governi e popoli, s'affannano alla vana ricerca di una forza umana che li tragga da questa lotta spaventosa, e li avvii verso un domani fatto di amore e di giustizia, verso un domani nel quale non la forza bruta delle armi, ma il rispetto reciproco, la libertà, la lealtà formino la base della vita delle nazioni, una folla immensa si è raccolta nel Santuario sacro a Colei che nella terribile pugna di Lepanto fu invocata come l'Aiuto dei Cristiani, ed a Lei ha innalzato preci perchè ancora una volta doni alla bandiera d'Italia la vittoria dalla quale deve scaturire la pace. Tutta questa folla (non solo di donne, ma di giovani ardenti, di operai temprati alla fatica, di soldati che sanno l'impeto della battaglia), non ha sentito gravarsi le pupille dal sonno nella lunga veglia dinanzi all'altare, perchè, guardando il simulacro di Colei che invocava, sentiva rinascere in cuori una speranza dolce, una certezza confortatrice. Quanti dolori, quante preoccupazioni, quante sofferenze, erano unite entro le mura di quella chiesa!!! Eppure, per ognuna di esse, per ogni cuore sanguinante, la Vergine aveva una potenza consolatrice, un linguaggio benefico, una parola che non si cancella.
» Mai affetti di madri, di spose, di soldati, di cittadini, si son fusi con maggior slancio, con più intima unione, e mai, credo, con maggiore fiducia si è pregato per la grandezza della Patria. Non erano i clamori delle bande, nè i canti popolari, ma l'ascensione delle anime che ai piedi di Maria Ausiliatrice ponevano le invocazioni per questa Italia nostra, così cara al canore di Maria...
»Ancora una volta, quindi, nelle ore più angosciose, di fronte alle situazioni che paiono sfuggire alla forza della mente umana, ecco la Fede trovare la via dei cuori, scuoterli, vincerli con la sua bellezza, cantare quell'inno giocondo che nessun'altra idea, nessun altra forza può far risuonare sull'insanguinata superficie della terra, nei sanguinanti cuori dei popoli ».
La musica .
» Il giorno di Maria Ausiliatrice - continua il « Momento » venne eseguita la Messa a quattro voci dispari del comm. G. Tebaldini, maestro direttore della Cappella di Loreto, sotto l'abilissima direzione del maestro cav. G. Dogliani. Sedeva all'organo il valoroso maestro don G. Pagella.
» La Messa ebbe una squisita interpretazione, che mise in chiara luce tutte le bellezze del pregevolissimo lavoro, il cui stile imitato e fugato ha qua e là schietto sapore palestrianino.
» Il giusto equilibrio delle voci, la classicità della forma e delle movenze, l'elevatezza dell'ispirazione, la nobiltà della frase musicale intimamente legata al testo liturgico, l'artistica funzione affidata all'organo, sono tutte qualità che emergono all'audizione della Messa dell'illustre compositore.
» La Schola Cantorum del cav. Dogliani mostrò di continuare nelle sue sane e gloriose tradizioni. Quanto sarebbe desiderabile che altre numerose Scholae Cantorum cercassero di seguirne in qualche modo le traccie ! ».
Ecco il programma musicale eseguito:
23 MAGGIO. - Ai primi Vesperi Sacerdos et Pontifex del M° Don G. Pagella. - Vespro di Maria Ausiliatrice del M° Cav. G. Dogliani. - Inno « Saepe dum Christi » di Sua Em. il Card. Giovanni Cagliero. - Magnificat del M° G. Cordans. - Litanie del M° Don G. Pagella. - Tantum Ergo del M° Don G. Pagella.
24 MAGGIO. - Sacerdos et Pontifex del M° D. G. Pagella. - Missa solemnis del M° Comm. Giovanni Tebaldini, direttore della Cappella della S. Casa di Loreto. Parti variabili in gregoriano. - Vespri: Dixit e Salmi del M° Cav. G. Dogliani. Inno « Saepe dum Christi » del M° G. Pagella. - - Magnificat del M° Comin. L. Bottazzo. - Litanie del M° G. Pagella. -- Tantum Ergo di Sua Em. il Card. G. Cagliero.
IN ONORE DI MARIA AUSILIATRICE
Una splendida prova della diffusione ognor crescente che prende il culto di Maria SS. Ausiliatrice è il Tempio Votivo che verrà eretto in suo onore nella città di Treviso.
Ne lanciava l'idea quell'Eccellentissimo Vescovo, Mons. Andrea Giacinto Longhin, il giorno di Pasqua. Accolta con entusiasmo da ogni veto di persone, il piissimo e zelante Pastore ne faceva formale promessa alla Vergine Ausiliatrice il giorno della festa del S. Patrono della Diocesi (27 aprile u. s.) alla presenza del venerando Capitolo, del Clero della città e del Su burbio, delle Autorità Cittadine, di numerose rappresentanze di tutte le parrocchie della diocesi e di immensa folla di popolo.
« Gradite, o Madre benigna - così terminava la formola della promessa l'Eccellentissimo Vescovo - la umile offerta della città e diocesi di Treviso, che oggi per bocca di me, povero Vescovo, ad esempio dei nostri avi, nelle angustie dell'ora che incalza, si affida pienamente al vostro patrocinio e ripete fin da oggi l'invocazione che ripeterà sotto le vòlte del nuovo Tempio : Auxilium Christianorum , ora Pro nobis ».
Il glorioso titolo di Maria Ausiliatrice - disse Mons. Longhin in una tenera allocuzione premessa all'offerta - « oggi per opera del Ven. D. Bosco è circonfuso della luce di strepitosi portenti ed è insieme auspicio di grandezza, di civiltà, di vera gloria».
Il nuovo tempio sorgerà, come quello di Valdocco, in uno dei nuovi quartieri della città, in uno dei nuovi centri più popolosi e più abbandonati, dove oggi pulsa grande movimento di vita cittadina.
Registriamo, con purissima gioia, la bella e santa iniziativa, e la raccomandiamo vivamente ai Cooperatori della città e della diocesi di Treviso. Anzi, per quella famigliarità che ci unisce nell'affetto a Don Bosco, voi vogliamo far loro una proposta
« Non potrebbero essi formare un Comitato, allo scopo di raccogliere libere offerte dai singoli Cooperatori della Diocesi, e con esse far eseguire - sul modello di quello della Basilica di Torino - il quadro di Maria Ausiliatrice, da porsi in venerazione nel nuovo Tempio? »
Ci sembra, che alla santa proposta debba arridere largamente la benedizione di Maria Ausìliatrice con quella dell'Ecc.mo Vescovo di Treviso, mercè il consenso di quei Cooperatori !
VICARIO APOSTOLICO DI MAGELLANO,
Un telegramma da Santiago (Cile) ci reca la fausta notizia dell'avvenuta consacrazione di Mons. Abramo Aguilera, Vescovo Tit. di Isso e Vicario Apostolico di Magellano.
Ci manca ogni particolare della solenne cerimonia. Sappiamo solo che ebbe luogo in Santiago, la domenica immediatamente precedente alla festa di Maria Ausiliatrice, 20 u. s.
In attesa di notizie, mentre rinnoviamo al giovane Prelato i migliori auguri di copiosi frutti di civiltà e di fede nel campo già coltivato con tanto zelo dall'indimenticabile Mons. Fagnano, gli chiediamo venia se... ci permettiamo di pubblicare urta sua letterina, diretta ad un suo amico e confratello di Torino. In mancanza di un ritratto qualunque della sua persona, offriamo ai lettori un autentico ritratto dell'animo suo.
Molto reverendo ed amatissimo Don ***.
Eccomi col cuore nelle mani per ringraziarla sentitamente delle sue congratulazioni ed auguri in occasione della mia nomina a Vicario Apostolico di Magellano e Vescovo Titolare di Isso.
Se il sig. Don *** ama l'onore della nostra carissima Pia Società, La prego proprio di voler continuare ad impetrarmi dal Signore una misericordia tutta speciale. Nel quadriennio passato insieme a Roma, potè la S. V. accorgersi di quanta divina misericordia abbia bisogno il povero suo confratello, ora, contro ogni umana previsione, subitamente « nimis honorificatus » dalla S. Chiesa e dalla Congregazione. Se, quindi, le preghiere dei buoni Salesiani non mi propiziano il Signore, povero me !... povero Vicariato!... povere anime !...
Dice bene lei, che il mio nuovo campo d'azione, sebbene più vasto, è ben più difficile e penoso di quanto ebbi sinora... E appunto questo che mi fa tremare e mi riempie di spavento. Mi faccia dunque la carità di compatirmi e di pregare, affìnchè non faccia troppi e troppo grossi spropositi.
Lei, tanto buono, Lei così vicino al Santuario di Maria Ausiliatrice ed alle Tombe di Don Bosco e di Don Rua, non vorrà ricordarsi di quest'ultimo suo amico e servitore ?
Mi sembra tutto un sogno !
Eppure non c'è che da sgambettare, nevvero ? Dirò con Don Camillo Ortuzar: « A Dios rogando y con el mazo dando ». Figlio di ubbidienza, da questa mi prometto ogni bene. Oh ! non per niente sta scritto: « Vir obediens, loquetur victoriam ».
L'articolo del « Momento» di Torino, del 6 di gennaio, sul nuovo Vescovo Salesiano, è addirittura troppo... troppo encomiastico per me... e ho dovuto nasconderlo... Ne avvantaggi la Pia Società... io ne sento vergogna. Perchè non si accontentano di dire che la Pia Società si è degnata sollevarmi dal nulla ? In quanto a me mi accontenterei di questo: che si sapesse essere io disposto a sacrificarmi tutto per la S. Chiesa ed i miei santi Superiori di Torino e del Chilì. - Tutto il resto mi confonde. - Se però mi capitasse d'incontrare l'articolista, lo bacierei in fronte per la sua squisita carità cristiana.
Finisco, pregandola nuovamente di voler compatirci, di ricordarmi nelle sue preghiere, e di credermi sempre suo devotissimo, quantunque misero amico,
in G. e M.
Sac. ABRAMO AGUILERA..
(Da una lettera del Santo Padre al Cardinale Segretario di Stato).
Il 27 Aprile 1915, con la Lettera diretta al Rev. P. Crawley-Boevey, Noi estendemmo a tutti coloro, i quali consacrassero la loro casa al Sacratissimo Cuore dì Gesù, le Indulgenze due anni prima concesse per tale atto di pietà dal nostro Predecessore Pio X, di venerata memoria, alle famiglie della Repubblica Cilena. Ci arrideva allora, vivida e serena, la speranza che il Divin Redentore, chiamato a regnare visibilmente nei focolari domestici, vi diffondesse gl'infiniti tesori di mitezza e umiltà del Suo Cuore amantissimo e preparasse tutti gli animi, ad accogliere il paterno invito alla pace, che Ci proponevamo d'indirizzare nel Suo Augusto Nome ai popoli belligeranti ed ai loro Capi nel primo anniversario dello scoppio della attuale terribile guerra....
Ma la Nostra voce affannosa, invocando la cessazione dell'immane conflitto, suicidio dell'Europa civile, quel giorno ed in appresso rimase inascoltata! larve che salisse ancor più la fosca marea di odî dilagante tra le Nazioni belligeranti, e la guerra travolgendo nel suo spaventevole turbine altri paesi, moltiplicò le rovine e le stragi.
Eppure, non venne meno la Nostra fiducia! Ella lo sa, Sig. Cardinale, che ha vissuto e vive con Noi nella ansiosa attesa della sospirata pace. Nell'inesprimibile strazio dell'animo Nostro e tra le lagrime amarissime, che versiamo sugli atrocì dolori accumulati sopra i popoli combattuti da questa orribile procella, Noi amiamo sperare ornai non più lontano l'auspicato giorno, nel quale tutti gli uomini, figli del medesimo Padre Celeste, torneranno a considerarsi fratelli. Le sofferenze dei popoli divenute pressochè insopportabili, hanno reso più acuto e intenso il generale desiderio dì pace. Faccia il Divin Redentore, nell'infinita bontà del Suo Cuore, che anche negli animi dei governanti prevalgano i consiglì di mitezza, e che, consci della propria responsabilità innanzi a Dio e innanzi all'umanità, essi non resistano più oltre alla voce dei popoli invocante la pace!
A tal fine salga. a Gesù, pìù frequente, umile e fiduciosa, specialmente nel mese dedicato al suo Cuore Santissimo la preghiera della misera umana famiglia e ne implori la cessazione del terribile flagello. Si purifichi ciascuno più spesso nel salutare lavacro della sacramentale Confessione, e all'amantissimo Cuore di Gesù, congiunto al suo nella Santa Comunione, porga con affettuosa insistenza le sue suppliche. E poichè tutte le grazie che l'Autore d'ogni bene si degna compartire ai poveri discendenti di Adamo, vengono, per amorevole consiglio della Divina. Provvidenzà, dispensate per le mani della Vergine Santissima, Noi vogliamo che alla Gran Madre di Dio in quest'ora tremenda più che mai si volga viva e fidente la domanda dei Suoi afflittissimi figli. Diamo, quindì, a Lei, Signor Cardinale, l'incarico di far conoscere a tutti i Vescovi del mondo il nostro ardente- e vivo desiderio che si ricorra al Cuore di Gesù, trono di grazie, e che a questo trono si ricorra per mezzo di Maria. Al quale scopo Noi ordiniamo che, a cominciare dal primo dì del mese di giugno, resti fissata nelle Litanie Lauretane l'invocazione: « Regina Pacis - ora pro nobis » che agli Ordinarii permettemmo di aggiungere temporaneamente col Decreto della Sacra Congregazione degli Affari Ecclesiastici Straordinarii in data del 16 novembre 1915.
Dal Vaticano, 5 maggio 1915. BENEDICTUS PP. XV.
PER LA STORIA DELLA PIA UNIONE
Maria Barbiano di Belgioioso Ved. Zucchi Pecoroni.
Lungamente provata da fiero indomabile morbo, il 15 del p.p. aprile, serena e pia si addormentava nel bacio del Signore la Contessa Maria Barbiano di Belgioioso, Ved. Zucchi Pecoroni. Donna di eletti sensi di fede e carità ardente, affinate da rara profonda umiltà, fu tale fin da giovinetta in seno alla sua illustre famiglia, nobilissima non meno pel sangue che per insigni cristiane virtù, doveera l'esempio dei fratelli e delle sorelle, il conforto dei piissimi genitori. L'ottimo padre suo, per non pochi anni campione invitto dell'azione cattolica in tempi difficili, caro ai Sommi Pontefici Pio IX e Leone XIII, l'aveva cresciuta degna di lui e del casato.
Intelligentissima, Maria Barbiano di Belgioioso, informò il cuore a vera e soda pietà, appresa sulle ginocchia materne, ed arricchì la mente di nobili ed utili cognizioni, non per vana pompa, da cui aborriva l'innato suo modesto candore, ma per vieppiù impreziosire il suo spirito di fede e di carità, che tanto edifica nella nobildonna esemplarmente cristiana.
Sposa al compianto Avvocato sig. Francesco Zucchi Pecoroni, ricco di censo e di specchiati costumi cristiani, gli fu subito mirabile compagna per angelica bontà, si che il marito tutto ripose in lei il cuor suo. Sì felice unione non ebbe da Dio il conforto di prole, e ciò fu per essi semplicemente un ricordo che Dio li chiamava ad adottare in figli per amor suo tanti poveri, orfani, e derelitti. Infatti, illuminati dalla fede divina, essi profusero loro con evangelica carità le proprie ricchezze, di cui si dicevano semplici amministratori! Tutti gli Istituti di beneficenza ed altre pie Opere di Milano li annoverarono tra i loro benefattori. Ma, sopra ogni altro, l'Istituto di S. Ambrogio e la Chiesa di S. Agostino sono debitori alla munificenza di quelle anime elette.
Quando il nostro Venerabile Padre fu a Milano per l'ultima volta, nel 1886, essi furono tra i fortunati che poteron presentarsi al Ven. Servo di Dio ed esserne benedetti con speciale affetto. Però non conoscevano ancor bene l'Opera sua e non la conobbero appieno se non qualche anno dopo, per mezzo del Bollettino Salesiano, loro offerto da un pio sacerdote, presso cui villeggiavano in un aprico paesello della Valtellina.
Non ci volle altro. Entrambi compresero subito il fine provvidenziale della missione di Don Bosco, e cominciarono a soccorrerla in segreto, inviando a Torino generose offerte per gli orfani, per le missioni e pei lebbrosi.
Sorse poco dopo in Milano il Comitato Salesiano, di cui anima e vita fin dall'inizio fu l'Eccellentissimo Arcivescovo di Ravenna, Monsignor Pasquale Morganti, allora Rettore Spirituale del Seminario Maggiore. Orbene, mentre questi, mirabilmente coadiuvato dall'opera pia, intelligente ed instancabile del primo nucleo delle nobili signore del Comitato, vere madri di carità, attendeva a raccogliere offerte per un istituto capace di più centinaia di poveri fanciulli abbandonati, ecco che, sconosciuti, un giorno gli si presentano i coniugi Zucchi e depongono nelle sue mani un'ingente somma, per la quale si potè, senza indugio, por mano ai lavori così visibilmente benedetti dalla divina Provvidenza. Invano l'instancabile Sacerdote cercò di conoscere i generosi oblatori ; essi imposero il più assoluto silenzio, paghi di esser ricordati al Signore nelle preghiere dei beneficati.
E il 15 maggio 1897, nel pieno tripudio delle feste pel XV Centenario di S. Ambrogio, s'inaugurava, col nome del grande Patrono e come ricordo di tanto avvenimento, il nuovo Istituto Salesiano. Sono presenti Cardinali - tra cui Giuseppe Sarto, poi Papa Pio X di venerata memoria - ed Arcivescovi e Vescovi, Senatori e Deputati, e tutte le Autorità civili e militari; e confusi tra la folla, vi assistono, modestamente lieti, l'Avv. Zucchi e la sua nobile signora.
Il nuovo fabbricato è presto insufficiente al bisogno: i primi 15o alunni dànno le migliori speranze: urge ingrandirlo. E scoppiano le terribili giornate di maggio dell'infausto '98; e Milano inorridisce allo spettacolo di giovinetti incoscienti, travolti miseramente in quei tumulti di sangue e di rivoluzione.
Il buon avvocato Zucchi non geme inutilmente su tanta rovina, e depone nelle mani del direttore dell'Istituto una nuova generosissima somma, in nome pure della moglie, per subito por mano alla seconda parte dei fabbricato, e così accogliere un maggior numero di giovani abbandonati. Ma anche allora non vuole che silenzio profondo sopra la sua beneficenza: sole, raccomanda di pregare per lui e per l'amata consorte, da tempo colpita da lenta inesorabile malattia.
Più non vien meno la loro generosità all'umile opera nostra, che si ingrandisce di giorno in giorno, largamente aiutata da altri nobili e caritatevoli cuori, ammirati di tanta virtù cristiana.
Il pio benefattore, prossimo a raccogliere il premio riservato da Pio ai ricchi che tesoreggiano i loro beni pel Cielo, se lo assicura con nuove munifiche elemosine ai poveri, alle Chiese ed agli Istituti di carità, prontamente eseguite in silenzio dalla stia nobildonna, a lui ispiratrice e ognor compagna inseparabile nelle opere buone, e in fine angelo di conforto egli estremi momenti, resi meno penosi al more te dalla virtù della consorte. Questa, insieme con lui, rassegnata, offre il duro sacrificio al Signore colla promessa, pur di riabbracciarlo in Cielo, di continuar senza interruzione le opere caritatevoli cui attendeva il compianto marito, come se questa fosse un'eredità preziosissima, a lei legata in memoria e suffragio di lui.
E più e meglio ella adempì la sacra promessa. La malattia, che da più anni inesorabilmente la travagliava, combattuta invano da valenti sanitari di Milano e fuori, a poco a poco la riduce a tale, .che dapprima non può più muoversi da sola, poi è costretta a non uscir più di casa e starsene quasi immobile, sempre seduta. E da quattro a cinque lustri ella sostiene questo lento martirio, che tra indicibili sofferenze e dolori fa conoscere sempre più la bellezza dell'anima sua, paziente, ilare e serena, sì che quanti l'avvicinano per confortarla ne ritornano confortati essi stessi da tanta virtù cristiana, che viene additata a modello dai sacerdoti che vanno spesso a visitarla e che ella accoglie tutti con venerazione e riconoscenza.
Non un lamento dalla sua bocca; ma sempre mite e benevola prega il Signore che tanto soffrire sia a merito dell'anima sua ed in suffragio di quella del compianto marito. Quanto più il suo corpo va di giorno in giorno deperendo, tanto più il suo spirito e la sua intelligenza risplendono di bontà e di candore con tutti. Fine e delicata nel giudicar avvenimenti, cose e persone, con grazia ne scusa e compatisce i difetti, contenta di essere utile con un buon consiglio, con un conforto, con un aiuto, sempre inspirati a rara prudenza e saggezza cristiana. Quale tenerezza materna non effonde pei bisogni dei nipoti e pronipoti, cui con opportune ed amorevoli esortazioni raccomanda assiduamente di esser buoni cristiani! Nè minore è il suo affetto per le buone sorelle, che or l'una or l'altra sono a visitare la virtuosa inferma, la quale è lieta di condividere le gioie e le pene delle loro loro famiglie con sempre nobili ed elevati sentimenti dì fede e di carità, che attinge nella Comunione frequente e quasi quotidiana, per esser sempre meglio unita a Gesù nel patire, e nella soda lettura ascetica che fa ogni giorno. In tal modo si prepara all'ora suprema e l'affretta non solo con santi desiderii, ma con sempre nuove e generose offerte di carità, le quali, diceva sorridendo, le avrebbero aperte più presto le porte del Paradiso.
Calma e tranquilla, come il placido tramonto d'incantevole giornata, raccolta piamente in Dio, da lei ricevuto poco prima con rinnovato fervore, la domenica dopo Pasqua 1917 essa spirava la bell'anima, non senza un ultimo riconoscente addio alle sorelle, ai nipoti ed a quanti sono presenti alla sua morte santa, che pietosi e riverenti ne compongono la candida salma, che par emani le celestiali virtù del suo spirito puro ed eletto, virtù che le innalzano un monumento perenne di gratitudine nel cuore degli innumerevoli beneficati raccolti in tanti pii Istituti dalla generosissima carità, profusa in vita ed in morte dalla compianta Donna Maria e dal suo degno marito. Primi fra tutti sono i Salesiani, e specialmente l'Istituto S. Ambrogio in Milano, che coll'unita Chiesa di S. Agostino parleranno ognora eloquentemente della loro fede ed esemplare pietà, e del loro caritatevole amore per la gioventù povera ed abbandonata, che vollero cresciuta nel santo timor di Dio.
L'insigne Cooperatrice Salesiana volle modesti i suoi funerali; non fiori, non discorsi, nè partecipazioni; e sulla porta della Chiesa queste semplici sue parole: Preci e sacrifici - per l'anima di Maria Barbiano di Belgioioso, Vedova Zucchi Pecoroni.
E preci e sacrifici dal giorno della sua morte preziosa più non cesseranno di essere offerti al Signore per lei e pel marito da Sacerdoti e Religiosi e da centinaia di giovinetti, che avranno imparato ad amare e benedire in loro i ricchi docili alla voce di Gesù Cristo nel versare per amor suo ricchezze e bontà in cuore al povero, e nel sottrare gelosi al mondano rumore la fiorita lor carità, perchè nell'umile silenzio splenda più luminosa e cara agli occhi di Dio e ne promuova la gloria ad edificazione ed esempio di tutti. Eleemosinas illorum enarrabit omnis Ecclesia sanctorum: le loro elemosine saranno ricordate in perpetuo da tutta la Chiesa dei santi.
Condoglianze affettuose alle sorelle, ai nipoti e parenti della piissima estinta, a nome di tutti i Salesianì, del Comitato Salesiano Milanese, dei giovinetti dell'Istituto S. Ambrogio, e particolarmente di chi, nello scrivere con filiale riconoscenza queste linee, non intese venir meno alla specchiata umiltà della compianta Donna Maria, ma ritrarre, sebbene in modo scolorito, a edificazione di tutti, questo modello di Cooperatrice che visse unicamente per Dio, pel marito e pei poveri.
II.
Bisogna farli stare allegri.
Scopo principale degli Oratori è di dare alla gioventù quell'educazione religiosa che, per mille motivi, mai non riceverebbe altrove. Ma per poterla educare, bisogna attirarla all'Oratorio, e per attirare la gioventù all'Oratorio è indispensabile il darle comodità di divertirsi onestamente. Dirò altra volta di quelle attrattive, che sono necessarie per mantenere assidua la frequenza dei giovani più grandicelli; oggi insisto sulla necessità dei divertimenti per la gioventù in generale, e pel maggior contingente dei giovani che frequentano la maggior parte degli Oratori,
Fare giocar bene i fanciulli, avvicinarli a noi con questa attrattiva, spesso rinnovata, non è certo il solo mezzo che adopera l'Oratorio, ma è il principale; senza questo mezzo i fanciulli non verrebbero a noi, o, se venuti, si allontanerebbero ben presto.
Il gioco non è solamente un mezzo, ma è anche il secondo scopo di un Oratorio. Forse questo pensiero ha bisogno di una, spiegazione per essere ben compreso.
È necessario adoperare i mezzi più efficaci per condurre i fanciulli a Dio; ma se questi mezzi diventano uno scopo, ì nostri sforzi per raggiungerlo saranno certamente maggiori. Non si teme nè il tempo, nè la fatica, nè la spesa, quando ciò occorre per conseguire un fine ritenuto importante.
I nostri giovani hanno diritto di divertirsi, è proprio della loro età. Tuttavia, per la malizia del demonio, i piaceri della fanciullezza sono spesso occasioni di peccato. Se i fanciulli giocano fra di loro, basta, un solo di loro, corrotto, per guastare gli altri; se giocano per le vie o piazze, si trovano nella possibilità dì cadere; se vanno ai divertimenti pubblici, il demonio tende loro mille lacci.
Poveri giovani, circondati, lungo la settimana, da cattivi esempi e da più perfidi consigli, respinti spesso dai loro parenti che essi disturbano, obbligati a domandare alla pubblica via un po' di spazio per divertirsi pian pianino, finiscono per farsi prendere come la mosca dal ragno, con pericolo di non uscire più dalla tela. Se dunque noi vogliamo salvare queste anime, conviene che seguiamo, in un certo senso, il nostro secolo, penenetrandoci del suo spirito per combatterlo colle sue armi. Se i nostri Oratori non avessero altro scopo che di far giocare innocentemente i nostri fanciulli, non avremmo perduto tutto il nostro tempo; una sola anima, preservata dal male, l'aver evitato anche un sol peccato mortale, sarebbe già un frutto prezioso, degno compenso a tutti i sacrifici.
Questo pensiero ci colpisce profondamente ogni volta che vediamo lo zelo di quei giovani che hanno consacrato la vita a questo umile ministero. Quando si vede il loro amore, il loro zelo, la loro prudenza, sembra che gli angeli abbiano a contemplarli con compiacenza dall'alto de' cieli; che i loro angeli custodi abbiano a giudicarli con amore riconoscente per il bene che essi fanno alle anime dei loro fratelli minori; e come vi sono maledizioni per coloro che scandalizzano le anime tenerelle, così vi devono essere, e vi sono certamente, grazie speciali per coloro che li strappano ai pericoli d'un mondo corrotto. - « Fanciulli miei - diceva il P Allemand ai suoi giovani di Marsiglia - giocate bene, e voi farete piacere al vostro buon Angelo Custode».
Non si può e non si deve dimenticare un altro vantaggio per l'Oratorio; i giuochi possono mantenere per parecchi anni lo spirito di semplicità fra i giovanetti...
Fate che un giovanetto non conosca, durante la settimana che la scuola o l'officina, che alla festa partecipi ai divertimenti onesti che non gli diano troppo tempo per le conversazioni, se egli non vorrà tutto giudicare, se sarà persuaso di non sapere tutto, egli diverrà davvero uomo assennato, e i suoi frutti più lieti matureranno a loro tempo.
Non ci dilungheremo di più sopra questo argomento; perchè ci sembra che altri troveranno da sè medesimi tutto ciò che si potrebbe aggiungere in questa' materia così importante. Divertire, ricreare, occupare i giovani nei loro ozi è una grave. necessità sociale. Le città, gli stati l'hanno compreso, facendo enormi sacrifici per venire in aiuto a pubblici divertimenti.
Perchè l'Oratorio non è conosciuto?
Perchè le migliaia di lire che si spendono per costruire teatri, e per aprire ovunque cinematografi, non passano agli Oratori, che divertirebbero, senza tali spese, migliaia di giovani e di operai, con assai maggior vantaggio morale, educativo?
Questi voti, propugnati dall'Eco degli Oratori di Milano, non hanno bisogno di commento, ma forse hanno bisogno di essere praticati. Don Bosco non voleva che si mettesse alcun limite alle ricreazioni dei suoi alunni, oltre i limiti imposti dall'igiene e dalla morale, e diceva e raccomandava sempre : « Le ricreazioni più animate sono le più utili per i giovani, tanto dal lato fisico, conte dal lato morale ; perciò si dia loro ampia libertà di giuocare, di correre e di saltare!... »
Certo per attirare i giovani, per intrattenersi piacevolmente con loro, non bisogna aver paura delle loro grida di gioia e dei loro schiamazzi Diceva D. Bosco: - « Bisogna che i giovani non solo siano amati, ma che essi stessi conoscano di essere amati. E bisogna che siano amati anche in quelle cose che a loro piacciono, col partecipare alle loro, infantili ricreazioni, se si vuole che imparino a vedere l'amore in quelle cose che naturalmente piacciono poco: quali sono la disciplina, lo studio della mortificazione di sè stessi; cose che essi debbono imparar a fare con slancio ed amore».
Don SIMPLICIO
REP. ARGENTINA.
Solenne incoronazione di Maria Ausiliatrice a Rodeo del Medio. (Lettera del M° D. Achille Pedrolini).
Rodeo del Medio, 24 febbraio 1917.
Rev.mo Sig. Don Albera,
Chi le scrive è un umile suo figlio che ama tanto la celeste Patrona delle Opere Salesiane, ed avendo assistito alle feste celebratesi in suo onore nel Santuario di Rodeo del Medio nell'Argentina, si fa ardito inviarle - sebbene un po' in ritardo - la presente relazione pel Bollettino. Non deve mancare nel nostro caro periodico un ragguaglio qualsiasi di un importantissimo avvenimento, qual fu l'incoronazione di Maria SS. Ausiliatrice, di questa buona Madre, che tiene alto lo scettro sulle Case e Missioni Salesiane dell'Argentina, che tutto debbono alla sua benedizione.
La divozione a Maria Ausiliatrice nel Santuario di Rodeo del Medio ha gettato le più profonde radici. Il sacro tempio, splendidamente decorato con affreschi e pitture, riscuote venerazione in tutta la Provincia e in ogni parte della Repubblica. Sicchè, quando si lanciò l'idea di coronare il simulacro della Vergine Ausiliatrice che troneggia sull'altar maggiore, affluirono a gara oro e argento e pietre preziose, con cui si gettarono ed ornarono le due corone e lo scettro, che riuscirono vere opere d'arte, in istile del rinascimento.
Nessun omaggio rigetta questa tenera fra tutte le madri, ma è certo che le tornano più graditi gli ossequii di cuori puri, mondi dal peccato. Per questo fu provvido pensiero quello di far precedere l'atto solenne dell'Incoronazione da una Santa Missione che fu predicata con zelo dai Padri dell'Immacolato Cuor di Maria, in differenti punti dell'estesissima Parrocchia. I frutti furono oltremodo consolanti, e davvero che i buoni parrocchiani di Rodeo del Medio, di Fray Luis Beltrán e di Barcala nel giorno del trionfo della loro eccelsa Madre e Patrona, con ragione potevano contare di deporre sull'augusto capo di lei un duplice diadema -quello di oro, preparato dall'arte, e quello non meno prezioso, della riconoscenza, prodotto dall'amore. Nè meno preparati vi accorsero migliaia di pellegrini dalla Capitale della Provincia e dai dintorni, chè innumerevoli furono coloro che si accostarono ai santi Sacramenti in preparazione ai giorno solenne.
La cerimonia si svolse l'8 ottobre 1916. Questo giorno rimarrà in mezzo a noi per più ragioni solenne e memorando, specialmente pel santo e nobilissimo fine che ebbero le grandiose manifestazioni di amore e riconoscenza che lo distinsero. Mai, come in quel giorno, si elevarono qui all'Ausiliatrice dei Cristiani con maggior fede e devozione la prece della riconoscenza e la supplica per l'afflizione; mai, come in quel giorno, echeggiarono alte le lodi in onore della Gran Madre che Don Bosco c'insegnò ad invocare qual nostra Ausiliatrice; mai, come in quel giorno accorsero i pellegrini a questo Santuario.
Lunghi treni speciali vi condussero i pellegrini delle Parrocchie della Capitale, i Collegi Religiosi, le varie Confraternite e i Circoli Antichi allievi di Don Bosco e della Gioventù Cattolica. Presiedeva questa prima falange di circa quattromila pellegrini lo zelantissimo Pastore di Cuyo, Mons. Giuseppe A. Orzali, accompagnato dagli Ecc.mi Mons. Marco Zapata, Ausiliare di Cuyo, Mors. Innocenzo Davila, Ausiliare di Cordoba, Mons. Agostino Piaggio, Vicario dell'Armata, e da moltissimi altri esimi personaggi del Clero secolare di tutta la Provincia. Ad essi s'erano unite larghe rappresentanze del Clero Regolare, dei Francescani, dei Domenicani, dei Mercedarii e dei Missionari, insieme col rev.mo nostro Ispettore Don Giuseppe Vespignani, nonchè una sezione del 16° Reggimento di Fanteria colla sua banda musicale.
Erano appena usciti di stazione questi primi pellegrini per dirigersi al vicino parco « General Ortega », che arrivavano altri quattro treni, a pochi minuti l'uno dall'altro, da differenti punti della Provincia, conducendo altri quattromila fedeli. La voce del zelantissimo Vescovo Diocesano, fattasi udire per mezzo di una bellissima Pastorale, in data 11 giugno, ad ogni punto della vastissima Diocesi, non poteva esser meglio accolta dal Clero e da tutti i fedeli!
Il parco « General Ortega », gentilmente concesso dal proprietario, Tenente Generale Rufino Ortega, buon amico dei Salesiani, fu il luogo prescelto per l'incoronazione. Nel punto migliore all'ombra di annose quercie, e altissimi pini, e frassini, ed eucaliptus, in una magnifica cornice di fiori dai smaglianti colori e dai soavissimi profumi primaverili, s'era disteso un gran tappeto, riservato alle dignità del Clero e del Laicato Cattolico, alle Dame d'onore di Maria Ausiliatrice, ai Cooperatori Salesiani e agli Antichi Allievi di Don Bosco.
In alto, dietro il magnifico altare, preparato da mano maestra, sotto un ampio baldacchino tutto di velluto e damasco, circondata dagli stemmi di tutte le Nazioni, che volevano significare l'affratellamento di tutti i popoli nel rendere tributo di amore e di venerazione alla Madre di tutti i Cristiani, sorgeva maestosa l'inconoranda Ausiliatrice.
E venne il momento sospirato! Quando l'illustre Pastore di questa Diocesi, coi Vescovi assistenti, ascese fin presso la Vergine benedetta e depose sul capo del Bambino Gesù e poscia sul capo di lei il prezioso diadema e collocò nelle mani benedette dell'Augusta Regina dell'universo lo scettro prezioso, altissimi applausi e voci di esultanza si sprigionarono dai petti dell'immensa moltitudine presente. In pari tempo la banda militare del 16° Reggimento di Fanteria e quella della nostra Scuola Don Bosco, attaccavano una marcia trionfale, alle loro note si univano gli altissimi squilli dei clarini degli Esploratori « D. Bosco », spari di mortaretti e bombe, e le sei sonore campane del Santuario, dono della Colonia Italiana.
Fu un momento indimenticabile. L'imponente dimostrazione di pietà e di amore, che Clero e Popolo Mendozino tributò alla Grande Ausiliatrice dei Cristiani, rimarrà eterna negli annali della Provincia.
Cessata la spontanea ovazione alla Vergine Incoronata, un coro di mille e più voci intonò l'inno composto per la circostanza, che riuscì di bell'effetto (1).
Compiuto il sacro rito l'ill.mo Mons. Orzali diè principio alla messa pontificale, che si celebrò nello stesso luogo, mentre la nostra Schola Cantorum, coll'aiuto di alcuni artisti di Mendoza, eseguì scelta musica con molto impegno.
Al Vangelo salì il pulpito il rev.mo Mons. Agostino Piaggio, che disse delle glorie della Madonna di Don Bosco. Dalla S. Scrittura e dai Padri, della storia dell'umanità, provò simboleggiati prima, effettuati di poi, gli aiuti che l'eccelsa Regina del Cielo venne continuamente dispensando alla derelitta discendenza di Adamo e alla Chiesa di Gesù Cristo, infervorando il devoto uditorio colla sua calda parola che, robusta e chiara, arrivava anche ai più lontani, animando tutti a confidare sempre in Colei che Dio ci diede per Madre ed a invocarla con pienezza di fede Ausiliatrice dei Cristiani.
Finito il Pontificale, scortata dal 16° Reggimento Fanteria, dai ginnasti, dai battaglioni degli Esploratori di Don Bosco di Mendoza e di Rodeo del Medio, seguita dagli Ecc.mi Vescovi, da tutto il Clero, da molte Confraternite, e assistita più da vicino da alcuni paggetti d'onore - essendo la Madonna di Don Bosco soprattutto l'Ausiliatrice della gioventù -- in mezzo a due compatte ali di popolo festante, e in un continuo rinnovarsi d'applausi, di cantici, di suoni e di preghiere, sopra di un automobile ornata con una squisitezza superiore ad ogni encomio, l'Incoronata Regina venne riportata al nostro Santuario e collocata sul suo trono. Di là ricevette gli omaggi dei divoti in tutto il giorno, fino ad ora assai tarda, cioè fin quando l'Ecc.mo Mons. Zapata non impartì la trina benedizione.
Il dì seguente con un concorso superiore ad ogni aspettativa continuarono i festeggiamenti. Celebrò all'altare della Madonna l' Ecc.mo Mons. Marco Zapata, che distribuì numerosissime Comunioni. Seguì il Pontificale solenne dell'Ecc.mo Mons. Davila. L'oratore del giorno fu il rev.mo Mons. Isidoro Fernandez, Vicario Generale di Cuyo, che, preso a tema dell'eloquentissimo discorso le parole del Libro di Giuditta », « Tu honorificentia populi nostri », ricordò le glorie della Vergine Santissima, rilevando i prodigi per cui la Madre di Dio, chiavata Ausiliatrice dei Cristiani, da Don Bosco fu eletta a Patrona delle sue Opere.
Il giorno 10 celebrò la messa della Comunione Generale Mons. Davila, e tenne il Pontificale solenne Mons. M. Zapata. Al Vangelo ascese il pergamo Mons. Davila, il quale fatta, una rapida rassegna dei prodigi operati da Maria SS.ma dalla culla stessa dell'umanità ai giorni nostri, la dimostrava la prediletta del Signore, e chiamava tutto il popolo cristiano, specialmente quello che in qualche modo appartiene alla famiglia salesiana, il prediletto di Maria.
Negli altri giorni dell'Ottavario seguirono altre funzioni solenni. L'ultimo giorno vi pellegrinavano a piedi, percorrendo più di venti chilometri, tutti gli antichi allievi di Don Bosco di Mendoza. Già da varii anni molti membri di quel Circolo fiorentissimo rendono questo omaggio alla Madonna di Don Bosco, che impararono a venerare fin dai loro teneri anni. Coincidendo quest'anno il 15 ottobre col giorno fissato per l'annuo Pellegrinaggio, numerosi più che mai essi furono a manifestare la loro divozione a Maria Santissima e nel modo più commovente, poichè tutti, nonostante il lungo cammino, si mantennero digiuni e si accostarono alla S. Mensa. Interprete dell'ammirazione di tutto il popolo per questo atto di vera pietà, compiuto dagli ex-allievi, fu il rev.mo Can. Teol. Don Giovanni Videla Cuello, Segretario Vescovile, il quale, nell'entusiastica allocuzione che loro diresse dopo il Vangelo della Messa solenne, si congratulò per la doppia manifestazione di fede e di devozione data da essi a Gesù Sacramentato e alla Vergine Santissima, e li animò a continuare con raddoppiata lena nella via intrapresa, senza doppiezze e senza alcun umano rispetto.
In fine, pieno il cuore di tutti per tante emozioni provate, dal Santuario, gremito di popolo, altissimo salì a Dio l'inno del ringraziamento.
Abbiamo fondata ragione di sperare che la Vergine Ausiliatrice avrà accettata, benigna, il riverente omaggio di tanti suoi figli, e che sarà per ricambiarli con abbondanti favori celesti. Chi scrive, lo sente vivamente nell'anima e non può trattenersi dall'esprimere il più fervido voto perché, serbando impressi in cuore il ricordo di quei giorni memorandi, tutti si conservino sempre più devoti dell'Ausiliatrice dei Cristiani, e in tal modo continuino a meritarsi la sua materna protezione!
L'assicuro, amato Padre, che nel rendere questi onori alla pietosa e benedetta Madre di Dio, non abbiam mancato, come c'insegnò Don Bosco, di pregarla fervorosamente per il Sommo Pontefice e per tutta la Chiesa. Il pensiero della lunga lotta che insanguina l'Europa trasse dal nostro cuore i più fervidi voti anche per la pace. Ella non può credere quanto si preghi a questo fine in tutte le case salesiane della Republica. Si affretti il Signore ad esaudirci e l'Opera di Don Bosco continuerà, dalle care terre d'Italia donde il Signore suscitò il grande Apostolo della gioventù, quell'irradiazione benefica di vera civiltà cristiana, di cui sono pure splendidi frutti, quelli che maturarono in questo lembo dell'Argentina, sotto il manto di Maria Ausiliatrice.
Mi benedica, amatissimo sig. Albera, accolga gli ossequi di tutti questi confratelli e Cooperatori, e mi creda sempre
Suo dev.mo figlio in G. C.
Sac. ACHILLE PEDROLINI.
(1) Sappiamo che il compositore dell'inno fu lo stesso scrivente, il carissimo D. Achille Pedrolini, direttore della Colonia Agricola Salesiana di Rodeo del Medio, anima e vita di questa grandiosa manifestazione di amore alla Madonna. Che la Vergine Ausiliatrice gli doni forza e salute per poter continuare a promuovere il suo culto, come ha fatto fin qui, con tanto zelo e coi sì splendidi risultati !
Indulgenza plenaria
1) il 16 giugno, Sacro Cuore di Maria;
2) il 24 giugno, Natività di Maria Santissima; 3) il I° luglio, Preziosissimo Sangue di N. S. Gesù Cristo;
4) il 2 luglio, Visitazione di Maria Vergine.
Otto furono gli zelanti scrittori che trattarono il tema: La gioia d'essere cristiani, assegnato pei nostro III° Concorso (V. Bollettino Salesiano,
3° Supplemento pei Sacerdoti). Riportiamo qui i motti dei manoscritti, tenendo conto, quanto ci è
possibile, dell'ordine d'arrivo:
1° « Pax hominibus bonae voluntatis »; 2° Ad maius pietatis incrementum ; 3° Alleluja;
4° filali nunquam habent veram laetitiam; 5° Bene agere et laetari; 6° Leggimi; n'avrai sollievo;
7° « Amor che nuove il sole e l'altre stelle » ;
8° Pax.
Esaminati codesti lavori, crediamo di poter affermare che i migliori (s'intende per le nostre LETTURE CATTOLICHE) sono i due contraddistinti dai motti Pax e Bene altere et laetari. Aperte le rispettive buste, ne abbiamo conosciuti gli autori. Sono il M. R. Sac. GIACOMO BERTETTI, Professore nel Seminario Vescovile d'Ivrea, ed il M. R. Sac. PIETRO BORMETTI, Parroco di Rasura (Sondrio). A loro le nostre vive congratulazioni.
Però, non intendiamo di proclamarli vincitori.
Il lavoro del Prof. Don BERTETTI è certamente preferibile e meritevole del premio, per sodezza e ricchezza di contenuto; ma, pur essendo molto ben scritto, si presenta in una forma piuttosto affaticante, per i lettori popolani. Invece, il lavoro del M. R. Parroco D. BORMETTI è d'una popolarità encomiabilissima. Noi vorremmo che i due valentuomini si accordassero per mettere insieme, l'uno, il quadro e, l'altro, la cornice. A un lavoro che fosse frutto della loro collaborazione daremmo subito il premio. Abbiamo fiducia che i due zelanti Sacerdoti accoglieranno il nostro consiglio.
E ora, un altro concorso: il quinto. Ecco il tema
Preti benefattori.
AVVERTENZE:
1a Non si faccia un lavoro polemico; invece s'espongano, oggettivamente, serenamente, i fatti che dimostrano come e quanto gli ecclesiastici beneficarono, in ogni secolo dell'era cristiana: crediamo che la divisione naturale del lavoro sia quella suggerita dalle varie specie di benefici fatti al prossimo dagli uomini di Chiesa ;
2a Il fascicolo delle LETTURE CATTOLICHE abbia non meno di 9o pagine, e non superi le 1oo pagine dell'attuale suo formato;
3a Ciascun manoscritto sia contrassegnato da un motto, che si dovrà ripetere sopra una busta chiusa, nella quale sia stato messo l'indirizzo esatto del concorrente;
4a Il vincitore avrà in premio tanti libri, editi dalla Libreria S.A.I.D. Buona Stampa, pel valore di L. 1oo, a norma del catalogo;
5a Il lavoro premiato diverrà proprietà esclusiva della suddetta Libreria Editrice. L'autore avrà, gratuite, cento copie;
6a I manoscritti non pubblicati, se richiesti dagli Autori entro un mese dalla notificazione dell'esito del concorso, saranno restituiti; non richiesti, vulcano tradentur;
7a Il tempo utile per la spedizione dei manoscritti scade il 3o novembre 1917.
Torino, 1° giugno 1917. La Direzione delle Letture Cattoliche VIA COTTOLENGO, 32.
P.S.- Pel IV° Concorso-Gesù Cristo benefattore dell'individuo. della famiglia, della Società - abbiamo ricevuto finora i manoscritti segnati coi motti seguenti: Christus vincit! - Pertransiit benefaciendo et beneficentiae eius non erit finis.-Antofilo. - Heri, hodie, ipse et in saecula. - Humilitas. - Salva nos; perimus! -Juvenilia.- Pertransiit benefaciendo et sanando omnes. - Pax vobis. - Bene omnia fecit.
PRO-MEMORIA
Tutti quanti, Salesiani, allievi e Cooperatori, proponiamoci di recitar ogni giorno, finchè non spunti il giorno della pace, le preghiere che consigliava il nostro Venerabile Fondatore a quanti desideravano di ottenere qualche grazia da Maria Ausiliatrice, cioè: « Tre Pater, Ave e Gloria a Gesù Sacramentato, colla giaculatoria: Sia lodato e ringraziato ogni momento il santissimo e divinissimo Sacramento, ovvero: Cor Jesu Sacratissimum, miserere nobis; » e « tre Salve Regina a Maria Ausiliatrice, colla giaculatoria: Maria, Auxilium Christianorum, ora pro nobis «.
Se tutti quanti saremo fedeli nel compiere queste preghiere, potremo esser sicuri che le benedizioni celesti cadranno copiose su ciascuno di noi e delle nostre famiglie, e affretteremo davvero l'aurora del giorno desiderato.
(Dalla lettera del sig. D. Albera, ai Coop. Sal., in data 1° gennaio 1917).
NEL SANTUARIO Il 24 di ogni mese, si ripetono, mattino e sera, devote funzioni in onore di Maria Ausiliatrice. Al mattino, ha luogo la messa della Comunione Generale, seguita dalla Benedizione col SS. Sacramento: alla sera si compie in forma solenne l'adorazione pubblica innanzi al SS. Sacramento.
Vogliano i benemeriti Cooperatori e le pie Cooperatrici unirsi sempre in ispirito a queste sacre funzioni mensili, le quali hanno due fini principali: pregare secondo le intenzioni del Santo Padre e affrettare il ristabilimento della pace fra le nazioni.
Ogni sera alla benedizione col SS. Sacramento si continua sempre a far pubbliche preghiere per la pace. Il Signore nella sua infinita clemenza, per intercessione di Maria SS. Ausiliatrice, le esaudisca a sollievo di tutti i popoli della terra.
GRAZIE E FAVORI *)
Da morte a vita.
Da molto tempo mi sentivo stanca, indebolita di forze, a causa di continue emorragie che mi rendevano molto sofferente. Le cure molteplici non valsero ad arrestare il male ed io mi vidi costretta a tenere il letto. Il medico curante constatò la presenza di un tumore e non nascose la gravità della malattia, e, dietro consulto, dichiarò necessaria l'operazione.
Stremata di forze, incapace a ritenere cibo alcuno, già prevedevo la fine dei miei giorni e mi rassegnavo al volere divino. Solo supplicavo il buon Dio e la Vergine Santa ad assistermi ed infondermi confidenza nella loro bontà per prepararmi al gran passo. Intanto, la mia buona sorella, fiduciosa nella protezione della Vergine Ausiliatrice e del Ven. D. Bosco, iniziava con me una novena per la mia guarigione. Trasportata in Torino alla Casa Madre per l'operazione, mentre si stava da tutti trepidanti sull'esito di essa, la Madonna diede subito prova della sua bontà e l'operazione ebbe esito felicissimo con , meraviglia dei dottori.
Ora, pienamente ristabilita, ringrazio Maria Ausiliatrice e il suo servo D. Bosco, rendendo pubblica la grazia ottenuta; mentre raccomando di ricorrere al loro valido aiuto quanti si trovassero nelle angustie spirituali e nelle infermità corporali. La sorella, riconoscente, ha soddisfatto la promessa.
Biella-Barazzetto, 17 aprile 1917.
RONCO LUCIA LEONILDA,
Suora di S. Giuseppe.
RENO (PARMA) - 26-iv-1917. - Pieno il cuore della più viva riconoscenza per insperata guarigione da male ribelle ad ogni cura, dopo cinque lunghi mesi di acute sofferenze, mi sento spinta a render pubbliche grazie alla Grande Ausiliatrice, che non restò sorda alle mie preghiere fervide, continue e fiduciose, avvalorate dall'efficace intercessione del Ven. Don Bosco, per la cui beatificazione dal primo assalto del male a tutto oggi (e continuerò sempre) recitai speciali preghiere. Sì, io ripeto a tutti, afflitti, infermi, tribolati: Ricorrete a Maria SS. Ausiliatrice, fate vostro avvocato Don Bosco, e non resterete delusi nei desideri e nelle speranze
CLOTILDE MARCHINI, Cooperatrice.
TRINITÀ DI MONTALDO TORINESE - 29-V-1917. - Erano sette mesi che non avevamo più notizie d'un nostro caro che si trovava al fronte. Le speranze nostre erano ormai deluse, finchè ricorremmo con fiducia alla Madre Celeste promettendo di far pubblica la grazia, se avessino saputo qualche cosa. Oh ! bontà di Maria Ausiliatrice, non avevamo ancor terminato la novena e dal Comando del Reggimento ci veniva comunicato che il nostro caro era prigioniero.
R. M. C.
CONEGLIANO VENETO. - 9-1-917. - Cómpio una
promessa col rendere pubbliche grazie a Maria Santissima Ausiliatrice per avermi ottenuta una grazia grande negli ultimi mesi dell'anno 1916. Disperatissima per una malattia elle invase il mio buon marito, fui consigliata di rivolgermi a questa potente Madre, invocandola sotto il titolo di Aiuto dei Cristiani. Subito mi rivolsi al rev.mo Don Paolo Albera per una novena e contemporaneamente feci un'offerta per i suoi orfanelli. Constatai che il giorno stesso che venne incominciata la novena mio marito scriveva che la sua triste situazione s'andava rischiarando, fiducioso in una prossima guarigione. Grazie a Maria SS.ma e al Ven. Don Bosco, potè uscire dall'ospedale in cui trovavasi e raggiungere quindi il suo battaglione. Di tutto questo sono riconoscentissima a Maria Ausiliatrice che invoco tutt'ora per mio marito, e rendendole pubbliche grazie La prego a proteggerlo sempre anche in avvenire.
Una sposa, ex-allieva del Collegio Femminile « Don Bosco»
TORINO - 24-1V-1917. - La mia Augusta, in seguito a disturbi di cui non sapevamo spiegarci la cagione, passata a consulto di celebri dottori della città, dovette essere trasportata all'Ospedale Maggiore per una pronta e difficile operazione.
In preda alla più grande trepidazione per la salute dell'unica figlia, scrissi al fratello Salesiano perche volesse pregare per la guarigione dell'infelice nipote.
Egli incominciò subito una novena al Venerabile Don Bosco, perchè ci intercedesse da Maria SS. Ausiliatrice la sospirata grazia, invitando noi pure a fare altrettanto, con promessa di rendere poi pubblica la grazia a maggior gloria della SS. Vergine e del suo Servo.
Ora la malata non solo ha superato la dolorosa crisi, ma, grazie alla Madonna del Ven. Don Bosco, di cui canterò sempre le lodi, gode perfetta salute.
BAGGIO ANGELA, nata BOCCASSINO.
SAN PAOLO (BRASILE) - IV-1917. - Da diversi
giorni mi trovavo in gravi imbarazzi e non ne potevo uscire in alcun modo. Pensai allora a ricorrere alla Vergine SS. Ausiliatrice, promettendole di fare pubblica la grazia. Ella, così buona e miracolosa, subito me la concesse. Ora col cuore pieno di gratitudine adempio alla promessa fattale; e mentre invoco da Maria SS. la sua celeste benedizione e protezione per me, e per tutta la famiglia, invito tutti i bisognosi a ricorrere a questa celeste Madre che tanto ama e aiuta i suoi devoti.
E. T.
S. FAUSTININO. - 29-xII-916. - Colto da gravissima malattia che mi fece venire quasi in fin di vita, perchè le mie condizioni di salute erano molto gravi, con un buon consiglio di un mio zio pure Salesiano, pieno d'una vera fede mi rivolsi a Voi, o Ausiliatrice e vero conforto dei Cristiani, tenendomi sicuro d'una pronta guarigione. La finucia che io ho sempre avuto in Voi, Vergine del Ven. Don Bosco, non mi fu vana: mi ha ridonata la mia salute sì da disimpegnare le mie occupazioni; e anche altre grazie ho ricevuto insieme. Nel rendere pubblica testimonianza della riconoscenza che Vi devo, o Ausiliatrice, Vi invio questa misera offerta di L. 20, implorando la vostra benedizione sopra un mio fratello che si trova sotto le armi, e su tutta la mia famiglia riconoscente.
GIOVANNI VENTURI.
CASALMONFERRATO. - 24-III-1917. - Col cuore riboccante di viva gratitudine rendo grazie a Maria Ausiliatrice, che esaudì benigna la nostra fidente . preghiera.
Ad un mio carissimo fratello ammalato era stata dichiarata inevitabile per la sua guarigione un'operazione chirurgica. Si fa tosto ricorso alla potente Ausiliatrice, ed Ella, qual Madre tenera e pietosa, accolse la nostra supplica guarendo, sollecitamente e completamente, il caro infermo, senza bisogno di operazione alcuna, come fu constatato dallo stesso medico curante.
Mentre, con animo riconoscente, invio a nome della famiglia una tenue offerta per Tuo santuario, Ti prego, o Vergine Ausiliatrice, di continuare la materna tua protezione sui miei cari tutti.
Suor G. S. Figlia di Maria Ausiliatrice.
CONEGLIANO VENETO. 24-111-1917. - O
Maria! Chi a Te ricorre con viva fede, con vero spirito di devozione, ed implora il tuo favore, non può che rimaner tocco dalla Tua grazia !
Colpita da grave malattia, si temeva dovessi soccombere, perchè il male, invece di diminuire, si andava sempre più aggravando e complicando.
Ricorsi con viva fiducia a Maria Ausiliatrice e la buona Madre mi ridonò la primiera salute.
Per questi e molti altri benefici, che la Madonna di Don Bosco si degnò concedere a me ed a mia sorella, io sciolgo a Lei l'inno della riconoscenza più profonda, unendo debole offerta.
IDA PAPESSO.
Plebiscito di amore e di gratitudine.
Il numero ridotto di pagine ci costringe a sopprimere in questo mese l'elenco dei graziati. Erano più di quattrocento ! un vero plebiscito di amore e di riconoscenza a Maria Ausiliatrice. In compenso abbiamo deposto i loro nomi sui benedetto suo altare!...
RICONOSCENZA AL VEN. DON BOSCO
Nello svolgere questa rubrica, torniamo a protestare solennemente che non intendiamo contravvenire in nessun modo alle disposizioni pontificie in proposito, non volendo dare ad alcun fatto un'autorità superiore a quella che merita una semplice testimonianza umana, né prevenire il giudizio della Chiesa, della quale - sull'esempio di D. Bosco - ci gloriamo di essere ubbidientissimi figli.
Da quando, dopo esserci consacrati al Sacro Cuore, abbiamo scelto il Ven. D. Bosco a nostro intercessore presso il Signore dolcissimo, che sappiamo così male amare e servire, le prove della nostra famiglia si sono addolcite e in momenti più oscuri un'improvvisa luce ci ha mostrata la via, e una forza che certo non era in noi ce l'ha resa facile. Senza enumerare le piccole continue grazie quotidiane, in tre circostanze gravi la protezione di Don Bosco ferventemente invocata si è manifestata.
Nella prima una causa vinta con circostanze che hanno messo in chiaro molte nascoste verità, ha reso la pace a una povera vecchia madre provando l'irrecusabile innocenza del figlio.
Nella seconda un brutto inizio di lotta d'interessi in famiglia è stato vinto nel più caritatevole modo e mai fra quelle persone orgogliose e violente è regnato tanto affettuoso accordo.
Nella terza un padre di numerosi figli, trovandosi in condizioni penose e difficili e nell'incertezza sulla scelta della via del dovere, ha visto spianarsi innanzi prodigiosamente quella che doveva essere la sua; poiché volontà, interventi, decreti umani, tutti non provocati e nemmeno sperati, hanno concorso negli stessi giorni a chiarirgli ciò che doveva e poteva nel bene della sua famiglia.
Io vorrei che queste mie povere parole buttate giù in fretta perchè il tempo mi manca, perfino per servire come dovrei la povera famiglia e gli ammirevoli soldati che si rivolgono , a me, fossero pubblicate per conforto di chiunque sente la necessità di appoggiare le proprie preghìere a quelle di un santo.
Pregando, secondo insegna Don Bosco, la luce si fa nelle anime e si sente che la grazia temporale che più s'invoca, è nulla a confronto di quella della fede.
Il povero e ottimo padre di famiglia su accennato, si trova a riparare e a riedificare una fortuna che pareva annientata da tremendi colpi. Se riuscirà, lo dovrà all'intercessione di Don Bosco. Incaricata da lui, prego voler celebrare una S. Messa di ringraziamento. Non chiedo scusa per la poverissima offerta. Essere fra quelli che aiutano le sante opere di carità dei Figli di Don Bosco, è un nostro sogno che Egli può realizzare... Intanto preghiamo che altri siano ispirati e che la nostra gioventù e i nostri bambini siano sempre in maggior numero attirati a Dio dalla carità salesiana.
Mercato S. Severino (Salerno), 2o-IV-1917.
March. MARIA IMPERIALI DI FRANCAVILLA nata CORSI.
Con animo, pieno di riconoscenza, ringrazio pubblicamente, come da promessa fatta, della grazia prodigiosa ottenuta, ad intercessione del Ven. Don Bosco. L'anno scorso, in marzo, mio figlio Gino, trovavasi in condizioni gravi di salute, colpito da pleurite secca, ed accusava una doglia fortissima nel respirare, che era una pena vederlo, da non trovare riposo, nè giorno nè notte. Io, tutta dolente, invocai con gran fervore il Venerabile, e promisi, che se mio figlio guariva, avrei fatta una tovaglia per altare, per la Chiesetta votiva dei Becchi, e avrei pure recitato in mia vita, ogni giorno, le preghiere da Lui indicate. Venuto il medico per il consulto, con sua gran meraviglia e nostra lo trovò perfettamente guarito, come per incanto, e fattolo alzare in sull'istante da letto, gli ingiunse di andar fuori a fare una passeggiata per la città. E così fece, senza più sentirsi il menomo disturbo. Ora mando il lavoro terminato e qui accludo lire due, perchè sia celebrata una S. Messa, pregando il Venerabile D. Bosco ad intercedere dal Cielo che il mio Gino (che trovasi soldato in zona di guerra) mi sia ritornato sano e salvo. In fede
S. Antonio di Porto Mantovano, 17-4-1917. ISALBERTI PLINIA.
Una mia bimba di pochi mesi fu colta da catarro intestinale e il malanno si prolungava ad onta delle cure energiche, suggerite da valenti psichiatri. Nella grande agitazione in cui mi trovava, pensai di ricorrere al Ven. Don Bosco e chiesi a Gesù Sacramentato questa grazia per sua intercessione. Pochi giorni dopo l'ottenni intera e completa, ed ora la cara piccina è sana e fiorente. Nel pubblicare la presente, imploro l'aiuto delle comuni preghiere per ottenere un'altra grazia desideratissima.
Bologna, 9 febbraio 1917.
Una Cooperatrice Salesiana.
A CASTELNUOVO D'ASTI
I lavori del Tempio votivo proseguono alacremente. La costruzione del coro e della Sacrestia, che era stata aggiornata, è già a buon punto; anche la torre campanaria, che si eleverà a più di trenta metri da terra, ha raggiunto i due terzi di altezza. Similmente, fervono nell'interno i lavori di sistemazione. Non possiamo tuttavia prevedere quale possa essere il giorno della solenne inaugurazione.
Rose e Gigli.
I bimbi e le bimbe dell'Istituto S. Giuseppe di Mosella (Messina) inviano l'obolo di L. 10 per il Santuario dei Becchi con animo di contribuire all'acquisto della statua di Maria Ausiliatrice, implorando protezione sulle loro famiglie.
Maria Gavosto di Marcorengo offre L. 1 pel felice esito negli studi.
I bimbi Giuseppino e Virginia N... di Rovello inviano L. 5, implorando dalla buona Ausiliatrice protezione al papà che trovasi in trincea.
Quattro fratellini, senza madre, a mezzo di Pia Brusadini, inviano L. 7 pel Santuario dei Becchi, affinché Maria SS. Ausiliatrice conceda loro speciali grazie per crescere virtuosi, e alla detta signora rassegnazione ai divini voleri.
Il bambino Giorgino Beccherle di Caprino Veronese invia L. 10 per l'erigendo Santuario, supplicando Maria S. S. Ausiliatrice a guarirgli la madre inferma.
Da Parigi la piccola Lilina Strada manda L. 10 per l'erigendo Santuario dei Becchi, perchè la dolce Ausiliatrice la cresca buona come un angioletto e le ritorni presto il caro babbo militarizzato a Torino.
Felice Porta di Mirabello Monferrato offre alla Celeste Ausiliatrice il piccolo obolo di L. 1, perchè lo preservi da ogni pericolo.
Carmelína Pissinis di Moncrivello invia L. 1 per la Chiesa dei Becchi, pregando la Madonna a tenerla sotto il suo manto e a benedirla negli studi.
Annina Coni-Etzi di Nuraminis offre L. 5 pel Santuario erigendo ai Becchi, in ringraziamento alla cara Ausiliatrice di una grazia concessa ai genitori, e la supplica a proteggerli sempre in ogni bisogno.
Pio Sacco di S. Nicolò Comelico offre L. 5, frutto dei suoi piccoli risparmi, affinchè, per intercessione di Maria SS. Ausiliatrice e del Ven. Don Bosco, sia sempre protetto con i fratelli minori e i parenti.
Giuseppina e Giulietto... di Torino mandano L. 12 pel Santuario dei Becchi, perchè Maria Ausiliatrice li benedica, li assista e li protegga fino al Paradiso.
Luisita, Edoardo, Telesforo, Emilia, Elena e Maria Gattone di Sasso Alessandrino, offrono L. 5 acciacchi Maria SS. Ausiliatrice salvi il caro babbo tra i pericoli della guerra.
Mamme e insegnanti devote.
M. Bono di Moncrivello offre L. 1 pei Becchi per ottenere la protezione di Maria SS. Ausiliatrice su tutti i suoi cari.
Maria Regis di Moncrivello manda L. 5, affinchè Maria Ausiliatrice protegga e benedica i suoi figli, specialmente il primogenito che trovasi al fronte.
A. B. di Roma la l'offerta di L. 5 per la Chiesa dei Becchi, per ottenere dalla cara e celeste Regina una speciale benedizione.
Teresa Carelli di Castelnuovo Calcea offre L. 2 per il tempio votivo ai Becchi, pregando la Madonna del Ven. Don Bosco a proteggerla colla nipote Esterina.
Antonia Borgogno di Narzole, a nome dei suoi bambini Lucia e Giovanni, offre L. 2 a Maria SS. Ausiliatrice affinchè questa Madre Celeste protegga il loro babbo che trovasi al fronte, facendolo tornare incolume.
Eugenia Persiani di Biscione, a nome della nipote Anna Maria Paris, manda L. 10 per il tempio votivo ai Becchi, supplicando la Vergine Benedetta a tenerla sempre sotto il suo manto materno e a preservarla da ogni pericolo.
Una Figlia di Maria di Aquate offre L. 1 alla Celeste Ausiliatrice, perchè protegga i suoi cari, specialmente i militari combattenti, e le conceda materna protezione.
Teresa Cianfrioli di Castellamare Adriatico offre L. 2, implorando aiuto e protezione per sè e per due nipoti che trovansi al fronte.
B. F. M. di Riva di Chieri compie la promessa fatta, coll'inviare un'offerta al Santuario dei Becchi, e supplica la Celeste Regina a concederle altre grazie.
A. V. di ***, offre L. 5 per il Santuario dei Becchi in ringraziamento di una grazia, ottenuta da Maria SS. Ausiliatrice per intercessione del Ven. Don Bosco, in modo meraviglioso.
Francesco Viazzi di Spigno Monferrato (Cascina Masseria) manda L. 5 pel Santuario dei Becchi per grazia ottenuta da Maria SS. Ausiliatrice per intercessione del Ven. Don Bosco, supplicando ambidue a continuargli la loro protezione.
Teresa Lombardi di Borgomanero invia L. 5 pel tempio votivo dei Becchi, implorando da Maria SS. Ausiliatrice assistenza materna.
Preci e ringraziamenti.
N. N. di Varazze offre con gioia L. 5 pel caro Santuario dei Becchi, riconoscente per grazia ricevuta.
Bozzo Fortunato di Varazze, invia con fede L. 10 pel tempio votivo dei Becchi, pregando Maria Ausiliatrice a far da buona mamma, ai suoi figliuoli.
Vitale Martinelli e Maria Pradella di Valdidentro-Semogo fanno l'offerta di L. 5 pel tempio votivo dei Becchi, in segno di gratitudine a Maria SS. Ausiliatrice per la materna protezione accordata ai figli soldati, supplicandola di egual favore in avvenire.
Bianco Maria, di Torino manda L. 2 per grazie ricevute e implora la protezione di Maria Ausiliatrice e del Ven. Don Bosco su tutta la famiglia, specialmente su una cara persona che si trova al fronte.
Bolle Maria di Orbassano, offre L. 1 per la Chiesa ai Becchi per ottenere la protezione della Vergine Ausiliatrice.
Lina Bernasconi di Varese invia L. 2 pel Santuario di Maria Ausiliatrice ai Becchi per grazia ricevuta. e promette offerta maggiore, se la Madonna farà ritornare sana e salva una persona a lei cara.
Adalgisa Biginelli di Novara offre L. 2 pel Santuario ai Becchi, in ringraziamento di grazia ricevuta.
Pel caro Santuario dei Becchi offrono con gioia e speranza infinita Candero Giuseppe L. 5, Carolina Febraro L. 5 e Teresa Graglia Bosco L. 10, tutte di Capriglio.
Il sig. N. N. di Moncrivello, avendo ottenuto una grazia molto importante per intercessione di Maria Ausiliatrice, manda L. 100 per il Santuario che si sta erigendo ai Becchi.
Avendo Maria Ausiliatrice salvato più volte dalle granate nemiche il mio caro marito, invio L. 5 per la nuova Chiesa dei Becchi, perchè Maria Ausiliatrice voglia continuare a proteggere insieme ai miei due bambini, e tutti i miei cari. - Una Cooperatrice di Castiglione Falletto.
La zia T. F. invia L. 2 pel Santuario dei Becchi, affinchè Maria Ausiliatrice faccia crescere buone le tre nipotine Teresina, Ida e Itala, e ritornare sano e salvo dalla guerra il loro caro papà.
Folghera Alessandrina di Orbassano offre L. 4, per grazia ricevuta e perchè la Vergine protegga il marito al fronte.
G. C. Cooperatrice Salesiana, in riconoscenza al Ven. Don Bosco il cui nome benedetto invoca in ogni necessità, offre il tenue obolo di L. 2 con promessa di essere sempre buona e di recarsi in pellegrinaggio al nuovo, Santuario dei Becchi.
Una pia persona, Cooperatrice Salesiana, riconoscente a Maria Ausiliatrice e al Ven. Don Bosco per grazia ricevuta, offre L. 5 pel nuovo Santuario, colla ferma speranza di ottenere una grazia tanto desiderata.
La nonna B. A. di *..., mette ai piedi della Vergine Ausiliatrice l'offerta di L. 2, perchè i suoi nipotini crescano buoni.
Giovanni Pedussia di Torino offre L. 5 per grazia ricevuta e per soddisfare ad una promessa.
Secondo Bertagna di Castelnuovo d'Asti manda L. 10 implorando dalla Madre Celeste ogni benedizione.
Orsolina Ricci di Marina di Pisa, invia L. 5 in ringraziamento degli scampati pericoli della guerra del fratello bersagliere, che si trovò più volte in prima. linea esposto al fuoco nemico e la supplica a continuargli la sua protezione.
Edvige Manici di Reno invia una piccola offerta pel nuovo Santuario dei Becchi, implorando aiuto e protezione dalla Madonna di Don Bosco.
Una devota di Maria Ausiliatrice offre L. 3 pel Santuario votivo, in ringraziamento di un buon impiego ottenuto.
Il Sac. Raffaele Sedda, Vicario di S. Antonio Ruinas, offre L. 10 pel tempio votivo di Maria SS. Ausiliatrice, implorando da Lei, per l'intercessione del Ven. suo apostolo Don Bosco, la guarigione dei suoi occhi.
N. N. di Comacchio, a mezzo del Direttore dell'Oratorio Salesiano, offre L. 10 per l'erigenda Chiesa dei Becchi per grazia ricevuta da Maria SS. Ausiliatrice, da cui ne spera un'altra colla guarigione di una persona gravemente ammalata da dieci anni.
N. N., ex-allieva delle Figlie di Maria Ausiliatrice di Mirabello Monferrato, riconoscente alla protezione avuta dall'Ausiliatrice di Don Bosco, manda pel suo Santuario dei Becchi L. 5.
La Famiglia Beffa di Trofarello, riconoscente della continua protezione che la Vergine SS. Ausiliatrice le elargisce in ogni sua necessità, invia di gran cuore la tenue offerta di L. 5 pel nuovo Santuario dei Becchi.
Un soldato di Pontestura offre L. 1 per la Chiesa dei Becchi, affinchè Maria SS. Ausiliatrice lo salvi nei pericoli della guerra.
Suor Maddalena Villa, da Varese, riconoscente a Maria Ausiliatrice per grazia concessa ad una giovane alunna, offre L. 5 pel Santuario dei Becchi, pregando sì buona Madre a voler sempre proteggere le varie opere sorte nel suo nome benedetto.
Suor Maria Rossino, Figlia di Maria Ausiliatrice in Trofarello, con animo commosso e riconoscente alla Madre Celeste ed al Ven. Don Bosco, a nome del fratello Giovanni, graziato, invia L. 30.
Carlo Raimondi di Castellanza Milanese, riconoscente alla Vergine SS. Ausiliatrice, per avergli ottenuto un esito felice nella pericolosa operazione d'un occhio, manda L. 5 pel Santuario dei Becchi.
Rossi Anna di Certosa di Rivarolo Ligure, con alcune compagne, per ottenere la conversione di un'anima cara, offre per la Chiesa dei Becchi L. 10, con fiducia di essere esaudite.
La Famiglia Pirovano di Renate (Brianza), riconoscente a Maria Ausiliatrice ed al Venerabile Don Bosco per grazia ottenuta mediante la loro intercessione, adempie la promessa di un'offerta di L. 5 per la Chiesa dei Becchi.
Collegi - Convitti.
Le Figlie di Maria Ausiliatrice di Civitavecchia, grate e riconoscenti alla celeste Madre per l'esperimentata sua protezione, implorando il suo aiuto costante sulle opere loro e sui bimbi affidati alla loro diurna assistenza, offrono L. 10 pel tempio votivo di Castelnuovo d'Asti.
L'Istituto Salesiano « Alessandro Manzoni» di Borgomanero, manda la sua 4a offerta in L. 38,90 per ottenere una benedizione speciale sopra gli alunni dalla Celeste Ausiliatrice.
Dalla tomba del Venerabile gli alunni convittori della Scuola Normale « Valsalice » di Torino offrono con grato animo L. 40 pel Santuario in costruzione presso la culla di Don Bosco, invocando dalla sua Madonna una benedizione che li accompagni in tutta la vita.
ISTITUTI ED ASILI PER ORFANI DI GUERRA
Dal "Libro d'oro" di Monte Oliveto.
Sono già 5o gli orfani di guerra nell'Istituto Don Bosco di Monte Oliveto presso Pinerolo, che, assistiti dalla paterna sollecitudine dei Figli di Don Bosco, conducono una vita felice e lieta. Non manca loro la salute e l'allegria, e neppure una volontà docile agli avvisi e ai consigli dei loro educatori, cosicchè - secondo le informazioni avute dal Direttore - i loro progressi nello studio e nella condotta sono consolantissimi. Quei cari figliuoli hanno soprattutto l'anima aperta e sensibile alla pietà. Pregano volentieri, pregano bene, fanno già con incantevole fervore la Comunione quotidiana, cui sarebbe - per loro - grave sacrifizio il rinunziare. Anzi la santa Comunione, la santa Messa, la benedizione col SS., le funzioni e le lodi sacre, ogni pratica religiosa insomma, formano, per loro, le occupazioni predilette della giornata, anche perchè nella preghiera essi possono, nel modo più pratico ed utile, manifestare ai loro benefattori il sentimento della loro viva riconoscenza. La sventura che li visitò troppo precocemente li ha resi sommamente sensibili ad ogni più piccolo benefizio che ricevono, dimostrandosi così doppiamente degni e meritevoli della carità dei buoni.
Questi poveri figli -- cui non è più concesso il sorriso della mamma o la carezza paterna meritano veramente di essere i prediletti, i beniamini della carità cristiana!
Anche la Divina Provvidenza, che li ha raccolti in questo Istituto, spesso li fa oggetto di speciali preferenze, con amorevoli tratti che commuovono. Nulla finora è loro mancato -non ostante i tristi tempi che attraversiamo perchè non sono mancati i benefattori, piccoli e grandi, che hanno provvisto loro tutto quello di cui abbisognavano, e lo hanno provvisto con uno slancio di carità e di generosità, delle quali fanno testimonianza le lettere che accompagnano le offerte.
Il Direttore di un Istituto Salesiano così esprimeva il suo rammarico nel non poter largamente beneficare gli orfanelli di Monte Oliveto: « La S. V. saprà come pure l'Istituto, cui presiedo, è ospizio di beneficenza; anche il sottoscritto gira e scrive per avere effetti ed elemosine. Tuttavia accludo la tenue offerta, augurandomi di mandare altro, se il Signore sarà abbondante verso questa Casa ».
Un altro Direttore scriveva: « Vorrei concorrere largamente in denaro, ma quest'anno ci troviamo in assai cattive acque e risentiamo noi pure tutte le conseguenze della guerra. Potessi almeno concorrere con indumenti, ma neppure in questo posso fare quello che vorrei, perchè tutto fu dato a profughi bisognosi. Eppure qualche cosa vogliamo fare e, per ora, le farò spedire quanto più è possibile, sperando in migliore avvenire ».
Un buon signore, cui era morta una sorella adorata, madre di tre bambini, scriveva a sua volta: « In questa dolorosa ricorrenza le invio lire 10, volendo anch'io contribuir al bene di cotesti fanciulli che hanno perduto il babbo in guerra e che la carità cristiana raccoglie. Rev. Padre, faccia sì che i buoni orfanelli preghino la Vergine SS. perchè protegga e benedica i miei cari nipotini che perdettero la mamma, nell'età in cui sentivano maggiormente bisogno della sua guida ».
Come questo buon signore - anche altri - in caso di morte di qualche parente - ne hanno voluto suffragare l'anima, soccorrendo i poveri orfanelli di Monte Oliveto.
E le offerte - specie le piccole - fatte con lo spirito cristiano di farsi con esse un merito davanti a Dio, sono assai frequenti. Ed anche qui « l'obolo della vedova » ha cari episodi delicatissimi. Ad es. una buona donna, non potendo dare altro soccorso, offriva la sua opera per rammendare la biancheria e i vestiti; e non sapeva che ci offriva un aiuto preziosissimo. Similmente un'altra buona donna, che non volle - a qualunque costo - svelare nè il suo nome nè il suo domicilio - offriva - un giorno - un grosso involto quasi con la vergogna di chi offre troppo poco. E ci portava sei foderette e una coperta veramente provvidenziali, perchè ne eravamo affatto sprovvisti, e quel giorno un nuovo orfanello era giunto all'Istituto.
Altre volte la Provvidenza ci soccorre al momento preciso in cui si abbisogna del suo aiuto.
E se coloro che possono poco, fanno quel poco che loro è possibile, anche altri che gode più largamente dei beni di fortuna soccorre più largamente con elemosine in denaro e in indumenti (1).
Continueremo altra volta a spigolare da questo libro d'oro della carità, ma fin d'ora non vogliamo tacere di un buon Cappellano militare che organizzò fra i soldati combattenti al fronte una colletta per gli orfani di Monte Oliveto, colletta che fruttò una graziosa somma, che i buoni soldati offersero sacrificando forse qualche legittima o necessaria soddisfazione.
Come sentiamo perciò il bisogno di inviare a tutti il più caldo ringraziamento! Come sentiamo il bisogno di ripetere a tutti i nostri benefattori che la loro carità, mentre è stimolo ai Salesiani a moltiplicare la loro attività e il loro zelo, concorre nel modo più diretto e più sicuro all'educazione di anime belle e care a Dio!
Il Collegio Salesiano di Cavaglià e i figli dei richiamati (2).
Occupato, come sempre, da affari di ufficio, potei finalmente domenica lasciare la città, e accogliendo l'invito di un'antica conoscenza, volli fare una gita ehe aveva per mèta il lago di Viverone.
Discesi al borgo di Cavaglià, ove l'amico doveva sostare per una breve visita ad un ragazzo riceve-, rato nel Collegio Salesiano, di cui io non solo ignoravo lo scopo, ma ben anco l'esistenza. Ci dirigemmo alla volta dell'Istituto. Questo, eretto su una delle posizioni più elevate del paese, a pochi passi dal maestoso tempio Cavagliese, non offre esternamente specialità di stile. Vi accorgete però di essere davanti a un Istituto, se considerate la nettezza della facciata che rispecchia esternamente la pulizia e l'ordine che si riscontrano perfetti nel suo interno. Entrammo accolti da un reverendo che c'invitò ad accomodarci nel parlatorio, ove più mattiniere di noi, erano già accorse alcune mamme. Un tocco di campanello ci avvertì che incominciava la messa domenicale; la solennità di Pasqua ci tolse ogni rispetto umano e, all'invito se volevamo approfittare, seguimmo il reverendo nella devota ed artistica cappella,
Uno spettacolo insolito trasse la mia attenzione verso il presbiterio. Coinvolto in un bosco di verde, appariva candido e misticamente bello lo splendido altare in marmo bianco. Disposti con gusto squisito fra i massicci candelieri di bronzo dorato, v'erano numerosi vasi di pensieri appena sbocciati e di viole mammole: tutto l'insieme offriva un colpo d'occhio meraviglioso che impressionava il senso ma scuoteva pure l'anima ed invitava a pregare. Accolti dal suono giulivo dell' « armonium », fieri nei loro abiti di festa, entrarono ordinati e col sorriso sul volto i settanta piccoli collegiali. Una trentina dei più piccoli, dai sei agli otto anni, stava disponendosi per la prima Comunione. Raggianti in viso, questi sfilarono nei banchi parati a festa per la circostanza. Seguii quella funzione e tra l'avvicendarsi dei canti e dei suoni, io dimenticavo me stesso, la mia vita: io tornavo bambino: in quel sacro recinto il mio cuore batteva all'unissono cori quello deii piccoli ricoverati, non sentivo più la guerra, ma godevo una grande pace. Con divoto sermoncino il Direttore che celebrava, invitò i fortunati bambini ad accostarsi a Gesù, amico delle delle anime loro. Ricordò loro ciò che dovevano domandare al Re Divino che stava per entrare nei loro cuori. Lasciò infine alcuni ricordi, che divenuti fermi propositi fecero di. Savio Domenico, l'angelico alunno del Ven. Don Bosco, un eroe di virtù e di santità.
Terminata la commovente e simpatica cerimonia, si uscì nel vasto cortile, ove un grido di festa accolse i piccoli innocenti. Alcuni pochi tosto volarono fra le braccia dei loro cari presenti alla funzione; gli altri, i più, privi di tale conforto, si sperdevano fra la massa dei loro fratelli di collegio. Tale contrasto mi fece effetto un poco, tanto che, appena uscito il Direttore e fatta conoscenza, mi permisi, fra l'altro, di domandargli se tali bambini fossero orfani.
« Veda, mi rispose gentilmente, quasi tutti sono figli di richiamati, e molti, per di più, orfani della mamma. A più di uno, anzi, abbiamo dovuto procurare un po' di corredo raggranellando qua e là dai nostri benefattori qualche soldo. Si vorrebbe fare di più, ma siamo nell'impossibilità assoluta, essendo quasi tutti bisognosi assai. »
Così dicendo il Direttore volle che visitassi la casa. Mi condusse nel teatrino, ove appresi, con meraviglia, che i piccoli attori avevano già dato saggio di se con alcune rappresentazioni ricavando così qualche lira di offerte, destinata a soccorrere i loro compagni più indigenti. e dimenticati. Mi accompagnò di sopra, e confesso di aver trovato di che rallegrarmi per l'ordine perfetto con cui erano disposti i bianchi lettini. Credevo dover risalire altri piani, invece m'accorsi che quello era l'unico. Godei entro me stesso, pensando che nella maggior parte dei Collegi ed Istituti bisogna salire un'infinità di scale con immenso fastidio: tale comodità costituisce un vero pregio di quell'istituto. Vidi le aule scolastiche, il salone dello studio capace di un'ottantina di ragazzi, ambienti tutti che han nulla da invidiare a quelli di tante nostre scuole urbane, così per l'igiene come pel materiale d'insegnamento, completo per una scuola, come quella, di cinque classi elementari... '
Voglia Iddio suscitare anime generose che vengano in aiuto di tanti poveri giovani, figli di chi più ha diritto alla carità pubblica... - M. B.
L'Asilo „Orfani di guerra" delle Figlie di Maria Ausiliatrice in Alessandria.
Ad Alessandria, nella Villa Borsalino, in via XX Settembre, la rev. Superiora Generale dell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice Suor Caterina Daghero apriva, fin dall'anno scorso, fidando sulla carità dei Cooperatori e delle Cooperatrici, un asilo per orfani di guerra, inferiori ai sette anni. Presentemente sono trenta i piccini che godono della carità e delle cure amorevoli delle Suore di Don Bosco.
E ci piace riferire come tra le ex allieve della Casa Centrale delle Figlie di Maria Ausiliatrice di Nizza Monferrato, sparse per tutta l'Italia, su invito della Rev.da Madre Elisa Roncallo, si è iniziata una gara di cristiano patriottismo per soccorrere detti poveri orfanelli. Le offerte, in maggior parte, vengono raccolte tra i fanciulletti affidati alle cure delle Ex-allieve. È tutta una piccola e grande carità di alunni e di maestre, devoti all'Opera del Venerabile D. Bosco.
Belle e toccanti sono le parole con cui ciascuna allieva accompagna l'offerta. Ne spigoliamo alcune:
La ringrazio infinitamente dell'occasione che Ella mi offre per farmi degli avvocati presso Dio. Mando il modesto obolo e vi unisco il cuore. - L. P.
La ringrazio, la ringrazio di essersi ricordata di me. Voglio essere sempre la loro figliuola; sempre la modesta ma fervente cooperatrice delle, Opere del Ven. D. Bosco. Senta la mia gioia nell'aderire e gradisca l'affettuoso sentimento che accompagna il tenue obolo. - E. B.
Nell'angosciosa attesa di notizie da mio marito, prigioniero in Austria, invio l'obolo della mia carità per sollevare altre gravi sventure non inferiori alla mia. -- A. P. G.
Sono lieta di cooperare con le amatissime Superiore a bene di un'opera provvidenziale, ispirata da Dio e nutrita di cristiano patriottismo secondo lo spirito del Ven. D. Bosco. - C. D. P.
Le mie piccole alunne, ai loro piccoli infelici fratelli di Alessandria, invocando le benedizioni della Vergine Ausiliatrice su loro e sui loro cari. - C. D.
Invio una tenue somma per gli orfani di guerra, e raccomando alle preghiere delle mie Superiore l'anima del compianto mio padre. - A. P.
(1) Una di queste persone ha voluto unire alla generosità l'umiltà più squisita: ci ha fatto pervenire la sua offerta con queste semplici parole: a Maria SS. Aiuto dei Cristiani, confido in Voi. - N. N. ».
(2) Riferiamo queste impressioni dal Biellese del 17 aprile u. s.
Da qualche anno, consigliate dal rev.mo nostro Rettor Maggiore, le Figlie di Maria Ausiatrice andavano pensando alla fondazione di un' istituto maschile, nel quale potessero accogliere tutti quegli orfanelli e poveri fanciulli inferiori ai sette anni, che ci vengono di frequente raccomandati.
Di fronte alla necessità di alcuni di essi, reclamanti, per le conseguenze della guerra, il più sollecito ricovero, esse presero a raccogliere nel loro Istituto di via Maria Ausiliatrice in Torino, alcuni bambini raccomandati dal Comitato Torinese dell'Unione fra le Donne Cattoliche e da altre buone Signore, finchè, raddoppiate le solecitudini, poterono avere a loro disposizione, per l'ideato Istituto, una splendida villa di proprietà del signor Conte di Collegno a Grugliasco, presso Torino.
L'allestimento del locale è omai compiuto. Grazie alla generosità di esimie Cooperatrici, sono già pronti quaranta nuovi lettini in ferro bianco, ed anche il resto della necessaria suppellettile, poco alla volta, col generoso concorso di anime caritatevoli, si va e... si andrà provvedendo. L'inaugurazione ufficiale dell'Istituto è quindi vicina.
Del resto ciò che maggiormente importa è già all'ordine: vogliam dire... diciannove frugolini, temporaneamente ospitati nell'accennato Istituto di Torino, dove sono spesso visitati da egregie Cooperatrici, che hanno scritto le prime pagine d'un altro Libro d'oro della carità cristiana. Anche in questo libro, -- a cominciare dal prossimo luglio - facciam conto di leggere qualche pagina ogni mese, per riferirne ai lettori.
I cari frugolini - alcuni dei quali hanno una storia assai pietosa - ogni giorno del mese di Maria Ausiliatrice, vestiti a festa, pellegrinarono in corpo al vicino Santuario. Qui, prostrati ai piedi dell'altar maggiore, pregavano con tanto affetto e con tanta gravità infantile che era un incanto a vederli. Con gli occhi fissi sul quadro di Maria Ausiliatrice, ogni giorno, ricordavano alla Madonna e poi a Gesù Sacramentato - alcuni dei quali hanno già ricevuto nel loro cuore - tutti i loro cari, vivi e defunti, tutti i nostri soldati, tutti i morti in guerra, e in fine con indicibile fervore pregavano per la pace.
I buoni Torinesi, che amano conoscere questi piccini, possono vederli ancora a Torino, dove si fermeranno fino alla seconda metà del mese, quando saranno condotti a Grugliasco. Il loro indirizzo è quello già indicato: Via Maria Ausiliatrice, N. 1.
In questi ultimi giorni la morte ci ha rapito molte care persone, che ebbero con Don Bosco o colle sue Opere le più, cordiali attinenze.
Dolenti che il ristretto numero di pagine ci obblighi a rinviare ad altro mese i brevi cenni necrologici che avevamo preparati, ne vogliamo almeno avvisate le benemerite Famiglie, alle quali Presentiamo le più umili scuse, insieme colle più vive condoglianze e l'assicurazione di suffragi.