PERIODICO MENSILE DEI COOPERATORI DI DON BOSCO
ANNO XLVI - N. 11 NOVEMBRE 1922
SOMMARIO
Il Tempio di Gesù Adolescente a Borgo San Paolo in Torino.
Procuriamo buone vocazioni al Sacerdozio.
VII Congresso di Direttori diocesani. -- Brevi norme per l'azione individuale e collettiva dei Cooperatori.
Convegni di Ex-Allievi Sacerdoti.
Pio XI alle Figlie di Maria Ausiliatrice.
Nuove Chiese Salesiane. - Tempio del Sacro Cuore a Casalmonferrato. - Chiesa della Madonna del Rosario in Borgata Monte Rosa a Torino. - A Livorno. - A Choele Choel.
"Torni l'umanità traviata al Cuore dolcissimo di Gesù": Autografo del S. Padre al rev.mo Don Rinaldi.
Mentre infuria di nuovo la guerra in Cina nelle vicinanze dì Shiu-Chow.
Trentatre anni ai piedi delle Cordigliere (in memoria del Missionario D. Matteo Gavotto).
Dalle lettere dei nostri Missionari: - Dal Rio Negro. - Dall'Heung-Shan. - Dall'Assam.
Dal Paese di Gesù: - Il sepolcro di S. Stefano.
Nel Cinquantenario dell' Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice. - Echi delle feste giubilarí.
Culto di Maria Ausiliatrice.- Grazie e graziati.
Note e corrispondenze: - Lu Monferrato a D. Rinaldi. - L'ingresso di Mons. Ortiz in Chachapoyas. - Echi delle feste giubilari del Card. Cagliero e di D. Francesia. - Gli Ex-Allievi. - Notizie varie.
Necrologio: Salesiani e Cooperatori defunti.
REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE - VIA COTTOLENGO, 32 - TORINO (9)
I lavori del nuovo tempio che si sta erigendo dai Salesiani a S. Paolo in Torino non vennero mai interrotti, e la bella mole si slancia alta e maestosa.
A quando il compimento e il giorno dell'inaugurazione?
Borgo S. Paolo lo sospira come un caro avvenimento. I mille giovani dell'Oratorio, i trecento e più padri di famiglia stretti in compatta associazione, altrettante madri cristiane e mille e mille altre anime sitibonde di verità si augurano che il faustissimo giorno non sia ritardato, ma invece si affretti, per quanto è possibile, promettendo riconoscenza imperitura a quanti cooperano alla santa ma costosissima impresa, anche con un mattone.
La gloria del nuovo tempio, per il bene che permetterà di compiere nel luogo dove sorge, si delinea già fulgida nell'avvenire: ma una gloria ancor più grande lo avvolgerà come in un'aureola di luce e di amore, sorgente dall'Italia nostra e da tutto il mondo, per il nome particolarmente caro che avrà, dovendo essere consacrato a Gesù Adolescente e alla Sacra Famiglia.
La mente pia rivede l'umile casetta dove il Figlio di Dio, fatto uomo, passò l'adolescenza; contempla la dolce immagine, umile e divinamente bella, della Vergine che gli fu madre; fissa con profonda ammirazione lo Sposo di lei, che passa il giorno nel lavoro per provveder il necessario a Gesù e alla Madre sua: e, commossa, si ferma a guardare Gesù adolescente, delizia e amore di Maria e di Giuseppe e di quanti lo conoscono, specie dei giovani, chè dei giovani specialmente è modello divino.
Fabbricare una chiesa, una vasta chiesa, in questi tempi di tante strettezze, e vederla sorgere felicemente con ininterrotta continuità, ci par lieto augurio, sopratutto quando si ha di mira di richiamar con essa la gioventù e il popolo ai sublimi esempi del divino Esemplare dei giovani e della Sacra Famiglia di Nazaret. Beati coloro di cui si serve la Divina Provvidenza per realizzare il pio disegno! vorremmo che vi cooperassero in qualche modo tutti i nostri amici e benefattori.
Per questo, a nome del veneratissimo nostro Rettor Maggiore Don Rinaldi, lanciamo dapprima ai nostri giovani, a quanti popolano í Collegi,. le Scuole e gli Oratori Salesiani, in Italia e all'Estero, e, se ci fosse possibile, a tutta la Gioventù Cattolica, quest'appello:
« Giovani, a Torino, poco lungi dal luogo che fu culla dell'Opera di Don Bosco, si sta innalzando dai suoi figli un nuovo Tempio, che sarà intitolato a Gesù Adolescente. A Valdocco è onorata la Madre, nel nuovo Tempio avrà particolarissimo culto il suo Figlio Divino. E a Lui, o giovani, al vostro Divino Modello, dal giorno che il Tempio sarà aperto al divin culto, quotidianamente si eleveranno particolari preghiere per quanti avranno contribuito all'erezione del sacro monumento e insieme perchè scendano le grazie più elette sulle schiere giovanili educate alla scuola di Don Bosco. Non volete voi, anche con minima offerta, assicurarvi quest'insigne favore?
» I vostri anni giovanili passano in breve... e chissà quante e quali vicende vi riserba l'avvenire! Assicuratevi, con un mezzo così facile, le speciali benedizioni del Signore per tutta la vita ».
E ci volgiamo anche a tutte le Famiglie Cristiane, particolarmente a quelle dei Cooperatori, e diciamo ad esse:
« O Famiglie Cattoliche, a Torino prosegue alacremente la costruzione di un Tempio che verrà intitolato al Divino Adolescente e alla S. Famiglia di Nazareth. Perchè non acquistate tutte un titolo alla particolare protezione di Gesù, di Maria e di Giuseppe, cooperando voi pure all'erezione del sacro edifizio? Quante grazie non invocheranno per voi, particolarmente per l'educazione cristiana dei vostri figliuoli, le fidenti preghiere che centinaia di figli del popolo eleveranno ogni giorno nel nuovo Tempio per tutte le famiglie cristiane, ma in special modo per quelle che avranno contribuito alla sua erezione! È un impegno, un formale impegno, che prende a questo scopo il Successore di Don Bosco ».
All'opera dunque, e voglia Iddio che l'anno che volge al termine e quello che sta per sorgere vedano affluire le offerte in modo che si possano sollecitare i lavori e compiere al più presto il sacro edifizio.
Facciamo assegnamento sullo zelo e sulla buona volontà di tutti.
I GENITORI si diano premura di consigliare i figliuoli a metter in serbo una piccola somma al nobilissimo scopo, imponendosi qualche utile mortificazione: e nell'inviare l'offerta della famiglia, specifichino, di grazia, quella dei propri figliuoli e le loro particolari intenzioni.
I MAESTRI E LE MAESTRE promuovano una colletta tra i loro alunni, esponendo il fine santo al quale è destinata e i vantaggi preziosi che ne ricevono; e, inviando l'offerta, specifichino il nome e le intenzioni della scuola.
I DIRETTORI DI ORATORI, COLLEGI ED ISTITUTI, E GLI ASSISTENTI ECCLESIASTICI DI CIRcoLI GIOVANILI zelino il devoto omaggio in mezzo alla gioventù cui presiedono, a mezzo di piccole sottoscrizioni, o di spontanee offerte individuali, e abbiano la bontà di trasmetterle anch'essi colle accennate indicazioni.
Quest'appello è rivolto anche alle Direttrici di Oratori, Collegi e Istituti delle Figlie di Maria Ausiliatrice e a quante anime buone si occupano dell'educazione cristiana della gioventù femminile.
I NOMI DEGLI OBLATORI saranno scritti in appositi registri che si conserveranno nel nuovo Tempio. In uno o più registri verranno accolti i nomi dei giovani e le loro intenzioni, in altri le Scuole, i Collegi, gli Oratori, i Circoli, e gli Istituti, in altri le Famiglie.
LE OFFERTE sieno inviate direttamente al Rev.mo Don FILIPPO RINALDI - Via Cottolengo N°. 32 - Torino - 9.
Cerchiamole nei fanciulli amanti di servire all'altare.
Spesso i fanciulli che Dio sceglie per il sacerdozio, sentono nell'anima un desiderio, e quasi un fascino verso le funzioni del sacro ministero, anche per quelle che richiedono sacrificio e abnegazione. Spesso la S. Messa, la predicazione, il decoro del culto, la conversione dei cattivi, la lotta contro i nemici del bene, sprigionano scintille di entusiasmo e generosi propositi in piccole anime, che diventano l'oggetto dello sguardo compiacente di Dio. Queste scintille hanno dei bagliori che non possono sfuggire nemmeno ad occhio umano, specie di chi sa che questi principalmente sono i frutti che deve dare il sacerdozio e che il seme li deve contenere in potenza e in germe.
Anche l'affezione e l'amore, non passeggero, ma duraturo, ai servizi dell'altare possono dar un po' di luce sull'avvenire di una vocazione, specialmente quando il fanciullo adempie i piccoli doveri con serietà composta e devota e corre in chiesa ad ogni suono di campana, per prestarsi ad ogni servizio.
In questo caso non sarà difficile sentir dire che quel ragazzetto, nell'intimità della famìglia, ama ricopiare ciò che ha veduto in chiesa, erige il suo altarino e dinanzi ad esso imita la celebrazione della Messa, e svolge da solo o coi fratellini qualche sacra funzione. La mamma e il babbo, buoni cristiani, in fondo all'animo ne godono e scorgono qualche barlume di una cara speranza..: « Chi sa? forse un giorno... », e la mamma specialmente comincia a sperare...
Anche al Sacerdote zelante, anche al Cooperatore desideroso di procurare la maggior gloria di Dio e il bene delle anime, è lecito concepire queste speranze...
Forse Gesù, nel vedere quel fanciullo intorno al suo altare, ha posato su lui il suo sguardo misericordioso, gli ha detto al cuore qualche parola, che il fanciullo, pur nella sua spensieratezza infantile, ha sentita, ma non ben intesa... e tocca ad una mano esperta a coltivare il seme divino che già dà segni di vita.
Vigilate, osservate, o zelanti Cooperatori, scoprite questi germi di vita religiosa ed ecclesiastica, e coltivateli con amore, perchè si sviluppino felicemente (1).
(1) Questi pensieri vengono tolti, sostanzialmente, dal libretto di mons. Mennini, Rettore del Pontificio Seminario Calabrese: Reclutiamo le Vocazioni, esortazioni e consigli secondo le norme del Nuovo Codice di Diritto Canonico.
Ebbe luogo il 19 settembre a Valsalice. V'intervennero i Direttori diocesani di Acqui, Aosta, Asti, Cuneo, Ivrea, Pinerolo, Saluzzo, Susa, Alessandria, Biella, Novara, Vercelli, Brescia, Como, Cremona, Lodi, Mantova, Pavia, Venezia, Vicenza, Verona, Genova, Savona, Borgo S. Donnino, Massa Carrara, Livorno e Girgenti, con vari sacerdoti di Torino e alcuni Decurioni e Condirettori, accorsi da Villeneuve, Somma Lombarda, Gattinara, Chieri, Moncalieri, Rivoli, San Benigno, Bosconero.
Il Convegno fu onorato anche dall'intervento di S. E. Rev.ma Mons. G. B. Pinardi in rappresentanza di Sua Eminenza il Card. Arcivescovo di Torino, e dalla presenza di alcuni egregi cooperatori laici, il cav. avv. Felice Masera, il cav. prof. Rodolfo Bettazzi e l'on. avv. Saverio Fino. E si svolse ordinato e cordialissimo.
Le adunanze.
La prima ebbe luogo nel mattino. Esordì il rev.mo sig. Don Rinaldi congratulandosi cogli intervenuti, così numerosi e così ragguardevoli. Dopo averli ringraziati della benevolenza che hanno per i figli di Don Bosco, rilevò i gravi bisogni dell'Opera Salesiana nel duplice campo dell'educazione della gioventù e delle Missioni Estere. Particolarmente su queste il venerato Rettor Maggiore richiama l'attenzione, osservando come insieme colla Patagonia e con la Terra del Fuoco, che furono le prime terre da evangelizzare affidate a Don Bosco, oggi i suoi figli devono anche provvedere ai bisogni dei Matto Grosso e del Rio Negro nel Brasile, del Cuantung nella Cina, dell'Assam, del Congo Belga, e, prossimamente del Vicariato di Kimberley nell'Australia.
« Per far fronte a tanti bisogni, diceva Don Rinaldi, abbiam creato un'opera nuova, l'Istituto Card. Cagliero per le Missioni Estere Salesiane: ma sentiamo anche particolar bisogno del vostro aiuto. Per questo vi abbiamo chiamato a raccolta: per far tesoro dei vostri consigli, e trovar modo, col vostro aiuto, d'intensificare e coordinare l'azione stessa dei nostri benemeriti Cooperatori e di tutte le zelanti Cooperatrici ».
E si venne senz'altro allo studio e alla discussione dei temi proposti, sotto la presidenza del rev.mo Don Ricaldone, Prefetto Generale.
Nell'adunanza del mattino si trattò dell'azione individuale dei cooperatori: in quella del pomeriggio dell'azione collettiva.
Oltre i deliberati, che riferiamo qui appresso, emersero dalla discussione tanti altri voti, che furono una prova tangibile della cordialità con cui seguono le nostre cose i Cooperatori.
Si applaudì, ad esempio, all'universalità e, come si disse, alla schietta cattolicità della carità di Don Bosco, che volle accentrati al Superiore i Cooperatori, per poter - col mezzo loro - correre più facilmente, più prontamente e più efficacemente in aiuto dove urgenti e gravi necessità lo richiedano.
Si ripetè più d'una volta il desiderio di avere a quando a quando nelle parrocchie, per brevi corsi di predicazione, e sopratutto per le Conferenze della Pia Unione, sacerdoti salesiani.
S'insistette sull'utilità di diffondere la conoscenza e la lettura della vita di Don Bosco e del Bollettino Salesiano.
Si parlò con entusiasmo del prossimo Cinquantenario della fondazione delle Missioni Salesiane e della convenienza di pensare, fin d'ora, al modo di celebrarlo solennemente.
Si ricordò e si applaudì il concetto di Don Bosco che i Cooperatori Salesiani devono essere i più attivi e ferventi Cattolici nelle loro città e paesi, zelando localmente ogni forma d'azione religioso-sociale, pur astenendosi sempre dalla politica.
S'insistette, col più alto interesse, stilla convenienza di divulgare, a mezzo della stampa locale e periodica, l'Opera Salesiana, lo spirito che l'informa, e i vantaggi che se ne raccolgono con la grazia di Dio.
Si espresse ripetutamente il desiderio di moltiplicare i convegni locali, massime dei direttori e decurioni e sacerdoti, e s'illustrò l'opera santa e i vantaggi che si ricava da un attivo lavoro per far adottar nelle scuole pubbliche e private i libri di testo, preparati da salesiani e da cooperatori, editi a cura della Società Editrice Internazionale di Torino, Milano, Parma e Catania.
L'adunanza del mattino si chiuse con la parola di Don Rinaldi, il quale si rallegrò dell'interesse con cui si era svolta e, ricordando l'attaccamento del Ven. Don Bosco alla Cattedra Apostolica e la riconoscenza che l'intera Famiglia Salesiana deve al Sommo Pontefice Pio XI per il prezioso favore delle Indulgenze concesse al lavoro unito alla preghiera (Ved. Boll. di agosto u. s. ), propose un telegramma di devozione e di ringraziamento a Sua Santità anche per la benedizione accordata al Convegno.
L'adunanza pomeridiana ebbe termine con la parola di S. E. Mons. Pinardi che portò al Convegno il saluto e la benedizione di Sua Eminenza il Card. Arcivescovo di Torino, e si rallegrò cordialmente nel constatare come l'azione individuale e collettiva dei Cooperatori Salesiani concordi mirabilmente coll'attuale programma d'azione religioso-sociale, raccomandato a tutti i Cattolici.
Or ecco
I deliberati.
Il VII Convegno dei Direttori Diocesani dei Cooperatori, adunatosi nel settembre 1922 in Torino-Valsalice, nel vivo desiderio di divulgare, in vista degli eccezionali bisogni dell'ora presente, il programma d'azione assegnato dal ven. Don Bosco ai Cooperatori, dopo aver diligentemente raccolto e sintetizzato quanto di meglio e di pratico fu detto nei Convegni precedenti, nei Congressi Internazionali,e negli stessi Manuali Direttivi, coll'approvazione del nuovo Rettor Maggiore D. Filippo Rinaldi, raccomanda ai singoli Direttori, Condirettori, Decurioni e Cooperatori l'osservanza di queste
BREVI NORME PER L'AZIONE INDIVIDUALE E COLLETTIVA DEI COOPERATORI SALESIANI. I. Azione individuale.
Ricordando che per essere Cooperatore, secondo le esplicite dichiarazioni del Venerabile D. Bosco, bisogna che in qualche modo, o con preghiere, o con offerte, o con opere personali, ciascuno contribuisca allo sviluppo dell'Azione Salesiana:
Constatando che il programma assegnato dal Ven. Don Bosco ai Cooperatori Salesiani è divenuto fortunatamente il programma d'azione assegnato ai cattolici nell'ora presente, in modo che si può dire esser venuto il tempo, in cui, secondo la parola del Venerabile, il nome di Cooperatore è ornai sinonimo di buon Cattolico, poichè a tutti i cattolici oggi è inculcata l'azione religioso-sociale, l'assistenza giovanile, la diffusione della buona stampa, la coltura delle vocazioni, il sostegno delle Missioni estere, ecc. ecc.
Il VII Convegno dei Direttori Diocesani dei Cooperatori raccomanda ai singoli Cooperatori, e raccomanda pure ai Decurioni, Condirettori e Direttori Diocesani, ai Comitati di Zelatori e Zelatrici che li coadiuvano e ai singoli Zelatori e Zelatrici di promuovere in mezzo ai Cooperatori lo svolgimento del seguente programma:
I) Ogni Cooperatore faccia ogni giorno qualche preghiera particolare per le Opere Salesiane, perchè Maria SS. Ausiliatrice le benedica e le sviluppi sempre più in proporzione dei bisogni dei tempi.
II) Ogni Cooperatore procuri di aiutarle, come meglio può, inviando le proprie offerte ordinarie e straordinarie, direttamente al Superiore Generale a in sostegno delle opere promosse dalla Associazione », in conformità del Regolamento della Pia Unione (capo VI, n. 3).
III) Ogni Cooperatore diffonda, ad ogni occasione, la conoscenza, lo spirito, l'azione e i bisogni dell'Opera di Don Bosco in genere, i particolari bisogni delle Case Salesiane più vicine, e tutte le iniziative della Società Salesiana, cominciando dalla stessa Pia Unione dei Cooperatori col procurarle nuovi membri, il Culto di Maria SS. Ausiliatrice, l'Associazione dei suoi Divoti e la pia pratica del 24 del mese, l'Opera di Maria Ausiliatrice per le vocazioni degli adulti allo Stato Ecclesiastico, l'Istituto « Card. Cagliero » per le Missioni Estere Salesiane, la conoscenza delle varie Missioni Estere affidate alla Società Salesiana, l'Opera del Sacro Cuore di Gesù per 6 messe quotidiane perpetue tanto per i vivi come per i defunti, la diffusione e l'adozione della stampa salesiana, ecc. ecc.
IV) Ogni Cooperatore sostenga in pari tempo, come meglio può, le opere locali conformi al programma della Cooperazione Salesiana, prestandosi ad esempio per l'insegnamento del Catechismo nelle Parrocchie e negli Oratori Festivi, zelando l'incremento dei Circoli Giovanili e lo sviluppo delle Opere Diocesane della Buona Stampa, delle Vocazioni, della Propagazione della Fede, della Santa Infanzia, ecc. ecc.
II.
Azione collettiva.
Essendo l'azione collettiva dei Cooperatori Salesiani affidata e raccomandata ai Decurioni, ai Condirettori, ai Direttori Diocesani e ai gruppi o Comitati di zelatori e zelatrici che li coadiuvano - poichè il Decurione ha la direzione dei Cooperatori nei piccoli centri, il Condirettore nelle città e anche nei paesi dove sono più Decurioni, il Direttore Diocesano nelle città arcivescovili e vescovili:
il VII Convegno dei Direttori Diocesani compendia il programma d'azione dei Direttori, Condirettori e Decurioni dei Cooperatori Salesiani in queste semplicissime norme:
I Direttori Diocesani, i Condirettori e i Decurioni
1) In ogni adunanza ricordino ai Cooperatori che la Pia Unione è un compimento o un'appendice della Pia Società Salesiana, e che per esserlo veramente deve viverne lo spirito, e perciò tutti i Cooperatori hanno il dovere di contribuire in qualche modo all'incremento dell'Opera Salesiana.
2) Si facciano un dovere di promuovere regolarmente, nel modo che riterranno migliore, le due Conferenze annuali prescritte dal Regolamento, e si valgano dell'occasione per procurare alla Pia Unione nuove ascrizioni.
3) Inviino con cortese sollecitudine al Rettor Maggiore le offerte raccolte in tali adunanze.
4) Zelino la corrispondenza diretta dei Cooperatori col Superiore Generale, in modo che egli possa riceverne regolarmente, e sopratutto in casi eccezionali, l'aiuto necessario, tanto per il mantenimento delle opere iniziate, quanto per intraprenderne delle nuove, ovunque ne ravvisi urgente bisogno, secondo lo spirito del Venerabile Fondatore.
5) Si circondino di Zelatori e Zelatrici, finendoli in Comitati d'azione salesiana:
I) per venire più efficacemente in aiuto alle Opere e Missioni Salesiane, mediante conferenze di propaganda, sopratutto nei luoghi dove l'Opera Salesiana non è ancora o è poco conosciuta - trattenimenti di beneficenza - borse di studio a prò dell'Istituto Cardinal Cagliero - preparazione e invio di lini, arredi sacri e paramenti per le Chiese e Cappelle degli Oratori festivi e delle Missioni Salesiane, ecc. ecc.
II) per svolgere il programma d'azione tracciato dal Regolamento della Pia Unione, giovandosi delle norme direttive approvate dall'8° Congresso, tanto per l'azione religioso-sociale in conformità dei bisogni locali, sopratutto col diffondere la divozione a Gesù in Sacramento e a Maria SS. Ausiliatrice e l'amore al Papa, quanto per zelare nuove vocazioni ecclesiastiche, religiose e sacerdotali, la diffusione della buona stampa, l'adozione della stampa salesiana nelle scuole, e ogni opera rivolta all'educazione cristiana della gioventù in genere e l'assistenza dei giovani più poveri e abbandonati, secondo gli esempi e le raccomandazioni del Ven. Don Bosco.
III) per far opera di propaganda, a mezzo della stampa quotidiana e periodica, dello spirito del Ven. Don Bosco, che il S. Padre Pio X si augurava di « veder diffuso in ogni città e villaggio », e insieme dei gravi e sempre nuovi bisogni dell'Opera Salesiana, nonchè dei modi pratici con cui, a seconda dei casi e dei luoghi, le si può venire efficacemente in aiuto.
6) Assecondino, come meglio possono, i Convegni di plaga e diocesani e interdiocesani, indetti dai Direttori e dagli Ispettori Salesiani, e i Congressi regionali e nazionali e internazionali, promossi dal Rettor Maggiore e dall'Ufficio Centrale.
7) Per sè, o a mezzo di un Zelatore ovvero di una Zelatrice, comunichino alla Redazione del Bollettino quelle notizie e relazioni che giudicano tornare di comune eccitamento ed edificazione: curino la revisione dell'elenco dei Cooperatori del luogo quando ne sono richiesti; inviino cortesemente all'Amministrazione del Bollettino, insieme col nome e cognome e indirizzo dei nuovi Cooperatori, anche le indicazioni di ogni cambiamento di indirizzo e il nome e cognome dei Cooperatori defunti.
La gita ai " Becchi".
Il Convegno si svolse, come abbiamo detto, con intima cordialità, in una vera fusione di anime.
Il rev. Don Fritz di Verona, « perchè tutti i convenuti potessero partire più infiammati di amore per Don Bosco e sempre più penetrati dal suo spirito » propose una gita alla casetta natia del Venerabile. La proposta fu accolta da entusiastici applausi e si compì nel pomeriggio del 20 settembre.
Quei venerandi sacerdoti - canonici, parroci e monsignori - sostarono un momento a Castelnuovo ai piedi del Monumento al Venerabile, e subito proseguirono per i Becchi, dove Mons. Barberis di Novara, assistito da Mons. Corona di Massa Carrara e da Mons. Bolzoni di Borgo S. Donnino, impartì solennemente la Benedizione Eucaristica nel graziosissimo tempio votivo, e il Prefetto Generale Don Ricaldone tenne una breve allocuzione sull'umiltà delle origini e sull'espansione raggiunta dall'Opera Salesiana.
Poi visitarono con grande interesse l'umile casetta di Don Bosco e le care adiacenze, dove tutto parla dell'infanzia cosi umile e operosa del Venerabile.
L'andata si compì per Castelnuovo; il ritorno per Buttigliera e Riva di Chieri, patria del Servo di Dio Domenico Savio. Nel ritorno la carovana sostò a Chieri, dove visitò l'Oratorio Salesiano, la chiesa di S. Domenico e il Seminario.
Echi del Convegno.
Il Direttore Diocesano di Livorno, Mons. Mario Marcucci, che è pur Vicario Generale della diocesi, ne dava ai Cooperatori questo ragguaglio:
A Nel giorno 19 settembre si è tenuto in Torino a Valsalice, presso la Tomba del Ven. Don Bosco, il VII Convegno dei Direttori Diocesani dei Cooperatori, al quale io pure ho avuto la fortuna d'intervenire. Dire della ospitalità gentile, cordiale, generosa dei Salesiani non è così facile come si creda; tanto essi hanno saputo far rivivere in se stessi lo spirito e la bontà del loro Ven. Fondatore, che hanno suscitato in noi il più vivo, il più sincero entusiasmo, col desiderio di lavorare con sempre maggior ardore per la grande causa salesiana a vantaggio della gioventù, per la salvezza delle anime. Vorrei provarmi a ridire l'intima soddisfazione, la spirituale dolcezza provata nel prostrarmi ai piedi di Maria Ausiliatrice nel grande suo Santuario in Valdocco ed al suo magnifico Altare celebrare la S. Messa per tutti i nostri buoni Cooperatori e Benefattori; nel visitare quelle stanze già abitate dal Ven. Don Bosco, ove tutto ricorda la sua umiltà, il suo zelo, la sua meravigliosa attività, e celebrare nelle camere stesse ove Egli, pieno di meriti, lasciò questa terra per volarsene al Cielo; nell'inginocchiarmi sulla Tomba, che custodisce il suo venerato corpo a Valsalice e finalmente nel visitare quella umile casetta a Castelnuovo d'Asti, nella Frazione dei Becchi, ove quel Grande ebbe i natali, e donde ebbe i suoi inizi la grande Opera Salesiana, che riempie il mondo di meraviglia e ci fa esclamare con santo entusiasmo: - Digitus Dei est hic - qui è il dito di Dio! - Vorrei ridir tutto questo, ma sento che la mia parola è troppo inadeguata ad esprimere i miei dolci sensi e lascio a voi immaginarli, farli vostri e così accendervi anche voi di zelo per cooperare a queste Opere per la educazione della gioventù, per la formazione di buoni cittadini e per la salvezza delle anime... ».
CONVEGNO di ex=allievi sacerdoti.
Indetto dal Segretariato Regionale Piemontese, si tenne all'Oratorio il 2o settembre.
Il Segretariato, considerando che assai difficilmente i sacerdoti possono intervenire agli annuali convegni, soliti ad effettuarsi in giorno festivo, indisse per i soli sacerdoti un convegno speciale. E riuscì magnificamente. Oltre cento gli ex-allievi intervenuti, cui si unirono i Direttori Diocesani e i Decurioni dei Cooperatori.
Presiedette il Rettor Maggiore Don Rinaldi, assistito dal sig. D. Ricaldone e dell'avvocato cav. Masera, Presidente Regionale e Nazionale.
L'avv., Masera spiegò il perchè del Convegno, facendo notare come esso non era una particolarità esclusivista quasi costituzione di casta a sè, ma preludesse ad altri convegni di tal forma, associanti ora gli ex-allievi insegnanti, ora gli operai, ora i tecnici, ecc. per discutere alcune particolari loro esplicazioni.
I temi in discussione furono:
1° L'organizzazione degli ex-allievi. - Avv. Cav. Felice Masera.
2° L'azione salesiana del sacerdote ex-allievo. - Can. Teol. Gribaudo.
I due relatori svolsero esaurientemente il proprio tema: quindi si aperse la discussione. Vennero votati questi ordini del giorno.
Sul 1° tema:
a) Che ogni anno il Segretariato Regionale indica un convegno di ex-allievi sacerdoti.
b) Le modalità del convegno siano fissate dal Segretariato regionale d'accordo con una commissione di ex-allievi sacerdoti.
c) Che ogni ex-allievo sacerdote faccia ricerche e invii comunicazione degli ex-allievi residenti nel suo comune, o parrocchia, e possibilmente costituisca un centro locale, che può assurgere ad unione ove gli ex-allievi sono numerosi.
Sul II° tema:
a) Gli Oratorii festivi, nei quali il sacerdote ex-allievo esplica la sua azione, siano fregiati dell'effigie di Don Bosco e di Savio Domenico, e si tenga ogni anno una commemorazione di Don Bosco e di Savio Domenico, diffondendo la vita di quest'ultimo scritta da Don Bosco.
b) Che nella stampa periodica parrocchiale (bollettini, foglietti, ecc.) di tratto in tratto si parli di Don Bosco e dell'opera sua.
e) Gli Oratorii festivi e le associazioni che dipendono dall'ex-allievo vengano inscritti come enti alla Pia Unione dei Cooperatori Salesiani, e in essi non manchi mai la vita di Don Bosco, e il «Bollettino Salesiano» (1).
d) Si celebri nella parrocchia il 24 di ogni mese in onore di Maria Ausiliatrice, e in forma solenne il 24 maggio, prendendone occasione di parlare di Don Bosco e dell'opera sua.
L'ex-allievo sacerdote, potendo, ovunque si trovi il 24 maggio, parli al popolo di Maria Ausiliatrice e dell'opera di Don Bosco.
Tutti i presenti presero impegno di eseguire senza restrizioni quanto fu deliberato.
Inviarono affettuose adesioni le Loro Eccellenze Mons. Spandre, vescovo di Asti, Mons. Gamberoni, arcivescovo di Vercelli, e Mons. Pinardi, Ausiliare dell'E.mo Card. Richelmy.
Chiuse l'adunanza Don Rinaldi con parole piene di affetto, felice di veder esaudito uno dei desideri del suo cuore.
L'omaggio al S. Padre.
Il Santo Padre, informato dal rev.mo Don Rinaldi che si sarebbe tenuto il VII Convegno dei direttori e decurioni dei Cooperatori Salesiani e un Convegno di sacerdoti ex-allievi, e pregato d'inviare l'Apostolica Benedizione, mandò questo prezioso telegramma:
Sac. Filippo Rinaldi, Torino:
Occasione Convegno direttori e zelatori Pia Unione Cooperatori Salesiani e sacerdoti ex-allievi Don Bosco, Santo Padre formando fervidi voti prendano sagge efficaci deliberazioni in vista attuali grandi bisogni gioventù popolo, loro invia di gran cuore Benedizione Apostolica, auspicio abbondanti grazie celesti. - Card. GASPARRI.
Si rispose al S. Padre in questi termini.
Santo Padre - Roma. - Direttori, Zelatori, Cooperatori e Sacerdoti ex-allievi salesiani, raccolti Convegno Valdocco, gratissimi Vostra Santità benedizione inviata, rinnovano fermo proposito azione efficace bisogni presenti gioventù popolo, promettono inculcare esempio Venerabile Don Bosco devozione filiale Sede Apostolica, ringraziano commossi preziosa indulgenza concessa intera Famiglia Salesiana unendo lavoro preghiera. - Don RINALDI.
La benedizione del S. Padre avvalori i buoni propositi e fecondi le sante energie di cui furono seme l'uno e l'altro Convegno.
(1) Ved. nel Bollettino di marzo u. s. (pag. 59) Norme direttive per l'aggregazione dei Circoli Giovanili e delle Unioni Ex-allievi ed Ex-allieve alla Pia Unione dei Cooperatori Salesiani.
Il 6 agosto il Santo Padre riceveva in udienza le Figlie di Maria Ausiliatrice di Roma con le loro Novizie, che si umiliavano ai suoi piedi per implorare una speciale benedizione apostolica per tutte le Missionarie e i noviziati dell'Istituto.
Sua Santità annuì paternamente, e allargando il favore a tutte le Figlie di Maria Ausiliatrice e alle anime loro affidate, rivolgeva alle presenti, con tenerissima paterna bontà, queste preziose parole:
Siamo lieti di darvi la Nostra Benedizione ed intendiamo che essa sia non solo in nome di quel Signore che è il donatore d'ogni bene, ma anche nel nome del vostro ven. Padre Don Bosco e di quella Madre Divina, che dà all'Istituto, al quale voi appartenete, quel nome che esprime tenerezza materna ed aiuto perenne invincibile.
Voi, o Figlie di Maria Ausiliatrice, o Novizie, o Professe, rivestite da poco del sacro abito, o da poco appena unite al Signore col vincolo sacro dei Voti, o già da anni lanciate nella missione immensa, voi tutte, nel nome della Celeste Madre, portate già con voi stesse ogni benedizione; questo spiega l'espandersi meraviglioso delle Opere vostre in questo primo periodo di vita, e certo continuerete a rendervi degne della benedizione divina, se ciascuna di voi procurerà di compiere sempre, diligentemente e generosamente, quella parte di missione che le è affidata.
La benedizione Nostra intendiamo giunga a tutte e singole le vostre sorelle, che certo la celebrazione di una data tanto solenne per il vostro Istituto unirà in ispirito nella Casa Centrale, ed in primo luogo a colei che, quale vostra Superiora Generale, il Signore ha con sì mirabile disposizione conservata a vedere, non solo il cinquantenario dell'Istituto, ma ancor più il suo propagarsi ed estendersi prodigioso; giunga a tutte quelle che in ogni campo ed in ogni lavoro, dai più umili e facili a quelli più ardui e difficili nelle Missioni lontane, in ogni parte del mondo, diffondono la luce divina e propagano il regno di Dio; e giunga ancora a tutte le anime a voi dal Signore affidale, a tutte coloro che più o meno direttamente e copiosamente riceveranno da voi aiuto e luce per la loro eterna salvezza.
Compia Iddio la benedizione paterna!
Preziosissimo autografo dei S. Padre al nostro Rettor Maggiore.
Il nuovo tempio del Sacro Cuore a Casalmonferrato.
Venne solennemente inaugurato nei giorni 21-22-23 ottobre u. s. con un riuscitissimo Congresso Nazìonale ad onore del Sacro Cuore di Gesù, ed ebbe l'onore di un magnifico Autografo del S. Padre, che pubblichiamo più innanzi.
Ci spiace di non poter dare - non volendo ritardare la stampa di questo numero - quell'ampio ragguaglio che vorremmo, e delle feste inaugurali e del Congresso. Non mancheremo di farlo nel prossimo mese.
Inaugurazione della chiesa della Madonna del Rosario in Borgata Monte. Rosa a Torino.
La chiesa sorge sul lato destro della fronte principale dell'Oratorio « Michele Rua ». Disposizioni assegnate dal piano regolatore della città hanno vincolato la sua struttura di pianta, da rendere la facciata fuori del suo asse interno longitudinale. Nondimeno, data la buona distribuzione degli elementi che la compongono, essa è riuscita varia, elegante, e di ottimo effetto estetico, con la sovrapposizione della cella campanaria, innestata come simbolo di gloria nel suo centro. L'interno si conpone di una sola nave larga più di 10 metri, lunga 40, divisa da cinque lesene, dalle quali a m. 4,25 dal pavimento sporgono robuste controlesene, che ricevono gli archi e le volte a crociera. Sopra il vestibolo sorge la tribuna, ampia, capace di 100 cantori. Lungo i lati interni, interrotti solamente per i pilastri separanti la navata, verranno riprodotti in 10 quadri i fatti più salienti della vita di Maria SS. L'altar maggiore è costituito da due parti, di cui l'anteriore porta la mensa e il tabernacolo, e la posteriore la statua della Vergine, al centro d'una nicchia formata d'archivolti girati sopra sei colonne. Lo stile si può assegnare nelle sue linee generali allo stile romanico, ampiamente dominato da una massima spontaneità d'ispirazione.
La nuova chiesa venne inaugurata la prima domenica di ottobre.
La vigilia S. E. R. Mons. Costanzo Castrale, Vescovo titolare di Gaza e Vicario Generale dell'archidiocesi, alla presenza del rev.mo nostro
Rettor Maggiore Don Rinaldi, di altri sacerdoti e un gran numero di giovani e dei loro genitori, e di vari ragguardevoli cooperatori e numerosi fedeli, benedisse il sacro edificio e procedette alla consacrazione dell'altare, dedicato, come tutto il nuovo graziosissimo tempio, alla Vergine Santa, sotto il titolo di N. S. del Rosario.
Il 1° ottobre vi celebrò la prima messa il rev.mo sig. Don Rinaldi, distribuendo un gran numero di Sante Comunioni, e a tutte le messe, compresa quella cantata alle 10.3o dal rev.mo Curato del Regio Parco, il nuovo tempio fu gremito di fedeli. La Schola cantorum locale eseguì, egregiamente, musica del Perosi con accompagnamento d'orchestra.
Nel pomeriggio, dopo il canto dei vespri, tenne il discorso di circostanza il ch.mo prof. Don Bartolomeo Fascie, direttore generale degli studi della nostra Pia Società: e impartì la benedizione eucaristica il sig. Don Rinaldi.
Un gran banco di beneficenza, allietato da concerti della banda musicale dell'Oratorio, e un grazioso trattenimento drammatico richiamarono lungo tutto il giorno e a sera molta e molta gente, che ebbe unanimi parole di elogio per il bene che si compie da pochi salesiani a tanti giovinetti in quell'estremo lembo della città e anche alle loro famiglie.
Il 2, a notte, proseguì nella nuova chiesa la funzione del mese del Rosario, con predica del nostro confratello Don Albino Carmagnola, che richiamò ogni giorno ai piedi della Madonna delle vittorie di Lepanto e di Vienna molti fedeli, giovanì, donne e uomini, avidi di ascoltare la parola di Dio.
Non si poteva inaugurare con migliori auspici la nuova desideratissima chiesa!
Il tempio del S. Cuore di Gesù a Livorno in Toscana.
Fervono i lavori di quest'altro tempio magnifico in onore del Sacro Cuore di Gesù, ed è nostro vivo desiderio che non abbiano ad essere più interrotti.
Il bel tempio votivo dev'essere portato a termine nel più breve tempo possibile non solo per alte ragioni di riconoscenza verso i caduti per la patria, ma anche per urgenti motivi spirituali, perchè sarà la parrocchia dei Quartieri Popolari di Livorno.
Un tempio al S. Cuore nel cuore della Patagonia.
Mentre a Casale Monferrato e a Livorno sorgono due magnifici tempi al Sacro Cuore, che racchiudono in sè memorie venerate di caduti e voti ardenti di pace e prosperità per l'Italia e per tutto il mondo, nel centro stesso della Patagonia un altro ne sorge, legato a gloriosi e indimenticabili ricordi, che risalgono ai primi tempi delle missioni salesiane d'America.
Nel 1879, quando si compì ai comandi del generale Giulio Roca la celebre spedizione del deserto, il nostro compianto Mons. Giacomo Costamagna, allora semplice sacerdote, accompagnava come cappellano le truppe argentine. Essendosi staccato involontariamente dall'esercito, si spinse avanti e raggiunse con l'avanguardia le sponde del Rio Negro, a Chocle Choel, il 24 maggio 1879, festa di Maria SS. Ausiliatrice, ma non potè celebrare la S. Messa, non avendo con sè l'altare portabile. Dopo otto giorni, giunto il corpo di spedizione, rizzò l'altare e là stesso, quasì nel cuore della terra che il Signore riserbava all'apostolato della Pia Società Salesiana, celebrò il primo Santo Sacrifizio. Era il primo venerdì di giugno.
Il nuovo tempio sorge nello stesso luogo e sarà dedicato al S. Cuore, per consacrare a lui l'inizio e tutta la vasta rete di opere missionarie, suscitate dai salesiani in Patagonia.
La posa della prima pietra venne compiuta l'anno scorso, dallo stesso Mons. Costamagna, con grande solennità, presente un eletto stuolo di autorevoli personaggi. Furono padrini il Ministro Argentino dell'Industria, Dott. Salaberry, e i sigg. Beniamino Barreto Muniz e Giovanni Onagoity; e madrine la signora Rosa Tornquist e figlia signorina Mercedes.
La chiesa misura m. 4o di lunghezza per 12 di larghezza. Sarà la sede della vasta parrocchia, che abbraccia un'estensione di 6o Km. quadrati, con una popolazione di 3000 abitanti.
Le mura sono appena fuori terra; non raggiungono un metro d'altezza. È altresì in progetto la costruzione, intorno intorno, di 14 cappellette per le 14 stazioni della Via Crucis.
L'impresa che indubbiamente sarà fonte di particolari benedizioni del Sacro Cuore sulle nostre missioni, richiede notevoli mezzi per esser condotta al termine: e noi la raccomandiamo vivamente alla generosità dei Cooperatori e di quanti nutrono speciale affetto e simpatia per le Missioni della Patagonia, che furono così care al Ven. Don Bosco.
AL DILETTO FIGLIO Don FILIPPO RINALDI
RETTOR MAGGIORE DELLA PIA SOCIETA SALESIANA PRESIDENTE EFFETTIVO DEL PRIMO CONGRESSO NAZIONALE DEL SACRO CUORE DI GESU' IN CASALE MONFERRATO
PIO PAPA XI. Diletto Figlio, Salute ed Apostolica Benedizione.
La devozione profonda che nutrimmo fino dai primi anni della Nostra vita al Cuore Santissimo di Gesù, centro di amore eterno ed infinito, e sorgente viva di ogni consolazione per la misera discendenza di Adamo, non poteva lasciarci indifferenti all'annunzio che la Pia Società Salesiana del Ven. Don Giovanni Bosco, nella propizia circostanza dell'inaugurazione del Tempio salesiano dedicato al S. Cuore in Casale Monferrato, ha indetto il primo Congresso Nazionale in onore del Cuore Sacratissimo di Gesù, nella medesima città.
A tale annunzio pertanto ha esultato di santa letizia l'animo Nostro, e ben volentieri abbiamo preso visione del programma del Congresso, riconoscendo l'opportunità e l'importanza dei temi che saranno svolti durante il medesimo. D'altra parte il ben noto zelo dei figli di Don Bosco, promotori del convegno, e le alte personalità che ne costituiscono le Presidenze onoraria ed effettiva, Ci permettono di Pregustare fin d'ora la gioia di un esito felicissimo, dal quale molto Ci attendiamo per il bene delle anime ed a vantaggio della umana società.
Fra i primi risultati di questa solenne celebrazione sia il ritorno dell'umanità traviata al Cuore dolcissimo di Gesù, esempio di mitezza, di mansuetudine e di amore. È questo il principale voto dell'animo Nostro, giacchè siamo profondamente convinti che ispirandosi gli uomini a questo divino esemplare, cesseranno ben presto le cause delle presenti ostilità che tingono le città di sangue fraterno, e si inizierà la tanto sospirata era di tranquillità e di pace universale. Voglia il buon Gesù esaudire la preghiera che a tal fine gli rivolgiamo incessantemente, e conceda nella sua grande misericordia che i lavori del prossimo Congresso valgano ad orientare tutti gli animi verso il suo Cuore Sacratissimo, il quale va ripetendo ognora con amore infinito; « Venite ad me omnes, qui laboratis et onerati esce, et ego reficiam vos ».
Intanto in auspicio dei celesti lumi e in contrassegno di Paterno metto impartiamo con effusione di animo l'Apostolica Benedizione a te, Diletto Figlio, come a tutti i tuoi zelanti collaboratori ed in Primo luogo al Diletto Figlio Nostro il Signor Cardinale Richelmy, Arcivescovo di Torino, ed al Venerabile Nostro Fratello Albino Pella, Vescovo di Casale, Presidenti onorari, nonchè agli altri Vescovi che prenderanno Parte a questa dimostrazione di fede e di amore, ai membri del Convitato organizzatore, ai singoli Congressisti ed a tutti coloro che hanno contribuito e contribuiranno in qualsivoglia maniera al buon esito del Congresso, a glorificazione del Cuore dolcissimo di Gesù ed a vantaggio delle anime redente dal suo preziosissimo Sangue.
Dal Vaticano, li 10 Ottobre 1922.
PIO PP. XI.
Ai Sigg. Cooperatori
1) I benemeriti Cooperatori e le benemerite Cooperatrici nell'inviare al nostro Rettor maggiore Rev.mo Sig. D. FILIPPO RINALDI, Via Cottolengo 32, Torino, 9, lettere ed offerte per le Opere Salesiane e per il « Bollettino », abbiano la cortesia, per essere riscontrati con prontezza, di specificare, chiaramente, il loro nome, cognome, e indirizzo.
2) Unendo commissioni particolari, ad es. per il Santuario, o per il « Bollettino » (come celebrazione di S. Messe, tridui e novene di Benedizioni all'altare di Maria Ausiliatrice; ovvero pubblicazione di grazie e altre notizie per il « Bollettino »), abbiano la bontà di scriverle, possibilmente, in fogli il parte, intestati: per il « Santuario », ovvero: per la « Redazione del Bollettino ».
3) Rammentino poi, di grazia, che questa cura di scrivere le commissioni in foglio separato è particolarmente necessaria, se si tratta di ordinazioni librarie e di oggetti religiosi presso la Società Editrice Internazionale, Corso Regina Margherita I74-176 (cioè presso la Società che stampa il Bollettino »), essendo essa un ente a sè.
4) Abbiano anche la gentilezza di avvisare; degli eventuali duplicati che nel gran numero d'indirizzi ci sfuggono nella spedizione del « Bollettino »), e di darci avviso di quei Cooperatori o Cooperatrici defunti, cui vedessero ancora. continuato l'invio del periodico e, ciò pure, in foglio a parte, intestato: per l'« Amministrazione del Bollettino ».
Avremmo voluto celebrare più solennemente il 3° Centenario della S. Congregazione di Propaganda Fide, ma ci dovemmo accontentare del programma acconsentito dalle critiche circostanze di guerra e dal ristretto numero dei cristiani di Shiu-Chow (città).
I timori veri e reali di esser accalappiati a portare il tam trattenero i cristiani della campagna dall'intervenire; ma in compenso il concorso generale di quelli della città giunse a riempire la cappella.
Si premise il triduo alla festa di Pentecoste e l'affluenza alla S. Messa e alla benedizione fu maggiore, di quanto ci aspettavamo. Una famiglia, composta di 2o membri, per la prima volta venne in chiesa al completo e credo che nessuno abbia mancato di accostarsi ai SS. Sacramenti. Le comunioni in complesso furono una quarantina, numero mai raggiunto dopo che una gran parte dei cristiani cominciò a frequentare la cappella dell'Orfanotrofio. La presenza di Don Frigo, arrivato alla vigilia, permise un programma discreto. Egli celebrò la messa della comunità, seguita dal sermone del giorno, ed io cantai la messa solenne, tenni il discorso di circostanza, ed impartii la benedizione papale dopo quella del Santissimo.
Anche ad Ho-Si celebrammo lo stesso triduo alla sera; e la festa rese più forti e stabili i numerosi catecumeni, moltiplicatisi nei torbidi guerreschi, che servono magnificamente nei disegni della Provvidenza a far pervenire in molti cuori la luce del Vangelo. Furono giornate di sante emozioni che prepararono il cuore ai dolorosi avvenimenti dei giorni successivi.
La tranquillità e la pace fu rotta, infatti, dall'inizio delle ostilità. Io dovevo scendere per affari a Canton, ma all'ultimo momento partì in vece mia Don Braga, che si spinse fino a Macao, dove dovette forzatamente rimanere alcuni giorni per i torbidi di Canton. Le truppe di Chan Kuing Mina avevano occupato la città sotto gli ordini del gen. Ip Ku ed obbligato il Presidente San Yat Sen a ritirarsi su d'una nave da guerra, dalla quale egli fece bombardare la città.
I consoli gl'intimarono di desistere ed allora egli si ritirò presso Wong-Fo, dove cominciarono e continuano i colloqui per comporre la vertenza.
A Shiu-Chow frattanto eravamo senza notizie, per la rottura delle comunicazioni, e solo dopo 10 giorni il primo treno ripartì e ci ricondusse Don Braga.
Shiu-Chow era da tempo il quartier generale per la spedizione del Nord. Il 18 giugno, per ingiunzione del gen. Yon, subordinato di Chan, tutti gli impiegati con la poca scorta rimasta si diedero a precipitosa fuga, imbarcandosi su giunchi di Narro Jung, ma non poterono proseguire, causa la fortissima corrente del fiume. In città si diffuse subito un panico generale per l'assenza delle truppe, ed allora in fretta si armò la guardia cittadina.
Il 2o mattina si udirono le prime scariche di fucileria, preannuncianti l'arrivo delle truppe di Canton. Fu un precipitarsi di gente, fra cui un deputato, capo gabinetto di Sun, per chiedere aiuto e protezione, e un chiudersi rapido di porte, uno sprangamento di usci e finestre; poi... silenzio sepolcrale... in tutta la città.
Nei pomeriggio incominciarono le perquisizioni e i saccheggi. Tutte le case, dove erano stati dei soldati, furono violate: vennero scassinate e fracassate le porte, e abbattuti i muri in cui si credeva fosse nascosto del denaro. Nella casa del nostro vicino durarono circa un'ora a dar colpi accaniti per sfondare la porta, mentre gli inquilini per altra via scendevano piangendo alla missione. Quando la soldatesca se n'andò col bottino, sottentrarono i vagabondi e i curiosi, che finirono il vandalismo sotto gli occhi dei padroni.
Nella nostra residenza nessuno osò metter piede; ma non furono pochi i falsi allarmi delle donne spaventate. Solo verso sera una pattuglia tentò di entrare per la via della scuola. Accorsi con Don Fochesato ai ripetuti colpi, e i malandrini furono non poco sorpresi di trovarsi di fronte a due barbe. Composero lì per lì una storiella di fucili nascosti... di ordini di perquisizione... Domandai loro il rescritto: non l'avevano; chiesi la matricola personale, non l'avevano. Allora, tanto per accontentarli, imposi che si fermassero alla porta e che uno solo mi seguisse disarmato in casa. Don Fochesato tenne a bada la scolta, ed io condussi in giro il messere. Non avendo trovato nulla, se' n'andarono borbottando.
Poco dopo un avviso dei capo di polizia mi pregava di prendere con noi il mandarino. Lo accolsi e l'ospitai nella camera stessa di Mons. Versiglia.
In complesso la giornata fu nera, ma senza veri guai. Temevamo assai di più per la notte; invece passò tranquilla, per cui, fidente, il mattino dopo feci una capatina all'orfanotrofio, dove, in quiete perfetta, erano all'oscuro di tutto.
Sulle pubbliche vie, chi lo crederebbe? i soldati stavano vendendo il grasso bottino del giorno precedente ed il popolino numeroso mercanteggiava coi ladri e si procurava vestiti e coperte nuove a pochi soldi.
Nel pomeriggio ordini draconiani ed esecuzione sommaria di tre soldati misero un po' di freno e di calma. Con Don Dalmasso feci visita al gen. Yon, che ci provvide di alcuni Proclami di protezione per le residenze. Anzi egli stesso venne poco dopo alla missione e ci pregò di renderci intermediari per recapitare due lettere ai generali in guerra nel Kiang-si.
Don Dalmasso partì su d'una barca messa a sua disposizione, accompagnato dai nostri auguri di riuscire nella missione pacifica.
Due giorni dopo, a Shiu-Chow si sparse la notizia che le truppe del Kiang-si tornavano a Nam Yung. Incominciò subito una fuga all'impazzata. I treni che discendevano erano stracarichi di gente, in cerca di rifugio contro il pericolo, fin allora immaginario. Ma la città andò spopolandosi e si stentava già a trovare il vitto quotidiano, quando un ordine tardivo, ma salutare, proibì ogni partenza. Anche da Chi Hing giungeva notizia di simile diserzione degli abitanti, che vedevano pericoli per tutto e accettavano come verità sacrosante le fole fantastiche dei bontemponi. Il Comando militare fece giustiziare un propalatore di false notizie, e fu come una buona doccia nei giorni d'estate. La calma durò poco, e lo spavento aumentò di nuovo quando si prese a dire che le truppe cantonesi, che s'erano dirette verso Chi Hing, ripiegavano su Shiu-Chow e che discendevano pure le milizie dal Kiang-si. Allora il terrore e il panico diventò generale.
In mezzo a tanto trambusto noi vivevamo fiduciosi d'esser ancor una volta testimoni delle meraviglie di Maria Ausiliatrice.
Approfittando di una breve tregua fra gli eserciti nemici, celebrammo pure nel vicino orfanotrofio la festa del S. Cuore, con molto slancio e fervore, accresciuto dal battesimo di alcuni alunni e da un gran concorso di cristiani. Non bastò la cappelletta, e si dovette convertire lo studio in cappella. La messa solenne fu accompagnata dalle voci argentine dei nostri cari bambini, che m'infusero un senso di commozione al canto del « dona nobis pacem ».
Seguì un'accademia musico-letteraria, con cui chiudemmo l'anno scolastico, sotto l'ampio porticato. Il pubblico fu ammirato del progresso dei nostri alunni qui diretti dall'attivissimo Don Braga. Il giorno seguente si rinnovò una sentitissima funzione: il pellegrinaggio degli alunni a Shiu-Chow, ai piedi di Maria Ausiliatrice, in ringraziamento delle grazie ricevute durante l'anno e in pegno di nuove benedizioni per le vacanze. Vollero cantar messa, fecero la comunione generale e ognuno depose ai piedi della Madonna un proposito ed un fioretto.
Fummo commossi fino alle lagrime di fronte a tanta tenerezza, a tanta pace e gioia spirituale, che si apriva in mezzo a pungentissime spine, e tra avvenimenti dolorosi.
Alle 3 pomeridiane dello stesso giorno infatti le prime cannonate ci annunziarono che le ostilità si erano riprese, per cui nessuno degli allievi potè partire, tranne quelli di Ying-Tak, accompagnati da Don Pasotti.
I soldati cantonesi, che si erano spinti fino a Tai-Kiau, appena avvistate le truppe di Sun Yat Sen ripiegarono verso Shiu-Chow ed occuparono tutte le alture circostanti, piazzandovi le loro mitragliatrici e i loro cannoni.
Ci trovammo così sul campo delle operazioni, ed ogni giorno il nostro orecchio era rintronato dalle cannonate e dal sibilo delle palle.
Una vera battaglia si ebbe il 12 luglio. Cominciò il fuoco al tramonto del giorno precedente, continuò nutritissimo tutta la notte e si spense solo verso mezzogiorno. Sulla nostra residenza i proiettili fischiavano incrociandosi: gli spari echeggiarono nelle nostre stanze, dalle quali sentivamo distintamente il vociare e l'urlo incomposto dei soldati.
Fu un giorno di grande pericolo, ma, grazie a Dio, per noi passò senza vittime e senza alcun danno. In seguito il centro di maggior accanimento e di battaglia si spostò verso Kiau-Te: ma non cessarono le intimidazioni e le molestie provocate dagli areoplani, che quotidianamente vengono a farci visita.
Mentre scrivo, durano le alternative di vittorie e di sconfitte: piccole scaramucce, che pare preludino ad una battaglia decisiva, poichè una parte belligerante, si dice, ha le vie di comunicazione e di rifornimento sbarrate.
I nostri ragazzi, sotto la guida di Don Braga, pregano e pregano l'Ausiliatrice dei Cristiani, Regina della pace, perchè anche su queste contrade abbia a splendere finalmente la luce vera che è venuta ad illuminare tutti gli uomini.
Shiu Chow, 21 luglio 1922.
DON GIOVANNI GUARONA
Missionario Salesiano.
(1) Da una lettera del Missionario D. Luigi Guarona a S E. Mons. Versiglia.
In memoria del Missionario Don Matteo Gavotto
Chos Malal, 7 agosto 1922.
Rev.mo Padre,
Le scrivo col pianto agli occhi per la morte del carissimo Don Matteo Gavotto. L'infaticabile missionario, che da 33 anni percorreva assiduamente le vallate dell'estesissima parrocchia di Chos Malal, universalmente amato e desiderato, si è spento placidamente e santamente il 29 luglio u. s., assistito da Don Trovesi, da me a da alcuni buoni amici, nel momento in cui terminavamo le orazioni della buona morte. A un forte campione di Cristo che abbiam perduto, una tempra robusta di lavoratore, un'anima accesa del più puro amor di Dio.
Don Gavotto era tutto zelo, era il missionario perpetuamente in cammino per queste terre. Neppur dal 1918 quando, dopo la morte di Don Panaro, fu incaricato della parrocchia e della direzione di questa casa, egli seppe astenersi dal fare escursioni nell'ampio territorio, per portare agli umili e ai dispersi la sua parola buona di apostolo e di padre.
Ebbi la fortuna di accompagnarlo sovente. Ricordo come un giorno, nell'ultimo giro di missione verso l'alto Neuquen, venne sorpreso da così acuto dolore al cuore, da restarne quasi morto. Riavuto alquanto, si rimise subito in viaggio, come se nulla fosse.
La sua opera sacerdotale era molto desiderata ed apprezzata. Correvano sovente, anche da lontano, a richiederlo per confessare infermi gravi, sperduti nei casolari delle Cordigliere o del campo; ed egli non frapponeva indugio alla richiesta; era sempre pronto a partire e a cambiar itinerario, e partiva immantinente, qualunque fosse la distanza e il tempo: « Si tratta di salvar un'anima » diceva, « si tratta di salvar un'anima! »
Mi raccontava che nel primo anno di permanenza a Chos Malal, chiamato a confessare un ammalato distante tre giorni di viaggio a cavallo, fu colà sorpreso dalle forti nevicate, che lo bloccarono e tennero prigioniero per più di un mese, in mezzo a disagi d'ogni specie. E ciò diceva con tutta semplicità, senza lagnarsi, solo per ammonirmi come bisogna esser pronti ad ogni cosa.
E molti furono i pericoli, anche mortali, e le dolorose peripezie, da cui nei lunghi anni di vita intensamente apostolica, vissuta su per gli aspri monti e attraverso le profonde valli andine, scampò per una specialissima protezione della Divina Provvidenza.
Una volta, nel passar il Neuquen, dirimpetto a Chos Malal, in compagnia del compianto Don Agosta fu travolto col cavallo dalla rapida corrente del fiume, e solo dopo essere stato trascinato sott'acqua per 15o metri fu tratto in salvo, più morto che vivo, dal sig. Pietro Zuniga, lo stesso che li aveva accompagnati al fiume e che, dopo aver portato alla riva Don Agosta, che vi lasciò la vita, era corso in aiuto di D. Gavotto, dato ormai come perduto e annegato.
Nel 1903 durante gli straordinari nubifragi e i conseguenti allagamenti dei fiumi patagonici, trovandosi egli in missione a Fortin Guanaceo sul fiume Arileo, nel cuor della notte fu svegliato di soprassalto da una voce misteriosa, che a lui parve fosse quella di Don Agosta, la quale gli ripetè per tre volte: « Fuggi subito, perchè la casa sta per crollare ».
Egli si alzò ed uscì, e, pochi minuti dopo, la casa, investita dalle onde del fiume in piena, rovinava con grande strepito. Aveva svegliato e recato in salvo con sè il giovinotto che l'accompagnava, e preso il calice e l'altare portatile. Null'altro! E quella notte, una notte freddissima, la trascorse mezzo vestito in un pendio, al riparo di una piccola tenda, sotto la quale l'acqua correva a rigagnoli.
Un altro grande spavento provò quando, or son molt'anni, dovendo, per recarsi a confessare un infermo grave, passare il Neuquen, grosso di acque, per poter continuare il cammino si cacciò in una specie di sacco di cuoio attaccato a un fil di ferro e si lasciò tirare all'altra sponda. Proprio quando era in mezzo al fiume, la corda con la quale lo tiravano si ruppe, ed egli restò entro il sacco per più d'un'ora, senza poter avanzare, nè retrocedere; finchè, con estremi sforzi delle mani e grave pericolo di andare a fondo, riuscì a nuotare alquanto fino a giungere ad afferrare un estremo della corda che dalla sponda gli venne gettata.
Altre volte cadde da cavallo, e sovente in luoghi scoscesi e pericolosissimi, venendo trascinato lungamente a terra, col piede impigliato nella staffa. Ma queste e tant'altre peripezie ed avventure dolorose o pericolose non valsero mai a' scemare il suo zelo e a diminuire il suo fervore; lo rinfrancavano invece nell'ardi mento e nella confidenza in Maria Ausiliatrice, cui fin dal 189o ascriveva la guarigione da una mortale influenza. Anche quando rimaneva contuso e perdeva sangue, riprendeva ilare e sereno il solitario suo cammino colla fede di un santo.
Il caro estinto aveva una memoria privilegiata per tenere il nome dei luoghi e degli abitanti della vasta parrocchia, e raramente dimenticava le fattezze delle persone che avesse avvicinato anche una volta sola; e anche per questo in ogni parte lo si vedeva circondato da una commovente aureola di benevolenza, frutto della sua grande bontà d'animo e semplicità di cuore. Il rimpianto suscitato dalla sua perdita fu assai grande.
Di lui, della sua vita attivissima e pia, della sua opera sacerdotale ed apostolica, parlarono qui in Chos Malal il sig. Presidente municipale nell'atto della sepoltura, e a Buenos Aires, fra gli altri, i due grandi giornali « La Prensa » e « La Nacion ».
Con la morte di Don Panaro prima, ed ora con quella di Don Gavotto, un gran vuoto si è fatto in questa casa e anche nel nostro cuore... I veterani delle nostre missioni se ne vanno! Iddio li prende con sè, per formare a Don Bosco una fulgida corona di anime belle nel prossimo cinquantenario della fondazione delle missioni salesiane! A noi non rimane che la preghiera e il pianto, e lo stimolo ad imitare esempi così eroici di zelo, di attività, di sacrifizio. Iddio benedica il nostro lavoro e insieme mandi nuovi operai in Patagonia, in questo primo campo di lavoro affidato ai Missionari Salesiani.
Mi ricordi, amatissimo Padre, nelle sue preghiere, e mi creda
Aff.mo figlio in G. C. SERAFINO M. SAMBERNARDO,
N. D. R. - Il compianto don Gavotto era nato a Roccaforte di Mondovì il 14 settembre 1848. Entrò nella nostra Pia Società già adulto, nel dicembre del 1880. Il 23 ottobre 1884 vestì l'abito chiericale per mano di Mons. Cagliero, e il 22 dicembre del 1888 fu ordinato sacerdote dall'E.mo Card. Richelmy, allora Vescovo d'Ivrea.
Pio, umile, mortificato, laborioso, zelantissimo, noi siamo certi che egli ha già ricevuto il premio guadagnato con tanti meriti. - R. i. P.
Sono state allestite altre serie di cartoline delle nostre Missioni del Matto Grosso, sul tipo di quelle della. Patagonia e della Terra del Fuoco, e della Cina, ad uso nostro e dei nostri amici e Cooperatori. Si vendono assortite a L. 1.5o alla dozzina - e L. 10 al cento - franche di porto. - Richiederle all'Ufficio di Propaganda Missionaria - Via Cottolengo, 32, TORINO, 9.
Dalle lettere dei nostri Missionari.
Ringraziamo ex corde i cari confratelli, che, annuendo al nostro desiderio di dare ampie notizie missionarie in ogni numero del Bollettino, hanno cominciato a metterci in grado di poterlo attuare con alto gradimento dei nostri lettori. A loro, e a quanti li imiteranno, il grazie più cordiale, e santi auguri.
Non domandiamo lunghe relazioni: ove queste sono necessarie, sieno le benvenute: ma preghiamo tutti a tenerci al corrente del lavoro che si compie, delle difficoltà che incontrano, e dei manipoli che raccolgono con la grazia di Dio.
DAL RIO NEGRO (Brasile).
Una processione al Monte S. Gabriel.
Il caro Don De Britto ci scrive in data 15 giugno: S. Gabriel è un monte ripido e scosceso, che sorge di fronte alla città omonima. L'amato Ispettore Ron Rota, quando fu qui nel 1920 per condurre la seconda squadra di missionari, dopo aver pregato nella cappella, osservando il monte sormontato dalla croce disse che quel luogo sarebbe divenuto mèta di pellegrinaggi. In verità molte persone già vi si dirigevano per adempiere qualche voto, o per pregare più intimamente Iddio. Oggi siamo stati noi i primi a salirvi in vera processione, col duplice scopo di risarcire il Sacro Cuor di Gesù dei peccati dei mondo e di implorare benedizioni speciali sulle missioni cattoliche, e massimamente su quelle salesiane, secondo l'invito del Santo Padre Pio XI. Tutto il popolo di S. Gabriel e dintorni, avvertito precedentemente, ai primi rintocchi dell'Ave Maria si riunì davanti alla chiesa.
Era la festa del S. Cuore. L'ora mattutina e là moltitudine schierata destava nell'anìmo fervori e sensazioni nuove.
Con la benedizione del Signore, iniziamo la sfilata. Precede la croce, seguita dai fanciulli della nostra scuola, recanti lo stendardo del Sacro Cuore. Poi viene la folla.
Don Marchesi, in testa, intona cantici e lodi, e gli risponde Don Balzola che chiude il corteo. Per tutta l'aria risuonan le invocazioni: « Sancta Maria, ora pro nobis ». È il popolo che canta a gran coro le litanie. Lo spettacolo è bello. La salita faticosa snoda la massa di fedeli, che si stende in lungo nastro ondeggiante sui fianchi del monte. Anche a noi canta nell'anima un inno di ringraziamento a Dio, che ha fecondato il nostro lavoro.
La vetta è raggiunta. Squillano le note della fanfara, e i melodiosi concenti, che si fondono coll'ultima invocazione delle litanie, invitano a maggior divozione. Sopra un granito colossale s'eleva una gran croce. È quella stessa che Don Balzola, quattro anni or sono, ha portato lassù sulle sue spalle. Il vecchio missionario, vigoroso ancora nonostante i 6o anni compiuti, ha voluto oggi salir digiuno per celebrare i divini misteri. Tutti sono in ginocchio. Comincia la S. Messa. Un canto grave e solenne s'innalza dal popolo e si perde nell'immensità della foresta. Preghiamo il Signore perchè sia misericordioso e ci aiuti a diffondere la sua luce in queste remote regioni. Quando s'alza l'Ostia Santa, sentiamo la divine benedizioni scendere su noi e una voce ci ripete più forte: « Andate e predicate il nome mio a tutte le genti ».
La messa è finita. Il sacerdote leva la mano a benedire. La folla si ricompone e riparte festosa nel ricordo del I° pellegrinaggio al monte S. Gabriel. Scendiamo anche noi coi nostri giovani, cantando. Lo sguardo si perde nell'orizzonte azzurro, tinto leggermente del verde scuro della foresta lontana, verso il Rio Amazzoni, ai confini del Venezuela e della Colombia.
Ed alla mente ritornano con insistenza le parole di Giacobbe: « Santo è questo luogo... Qui veramente è il Signore ».
DALL' HEUNG-SHAN. La Pasqua 1922 a Shek-Ki.
Il confratello Don Ignazio Canazei, Missionario nell'Heung-Shan, al sud, di Macao, ci dà queste curiose notizie:
Dagli odierni nemici di Gesù si è tentato in questi ultimi tempi di organizzare un chiassoso movimento anticristiano, facente capo nientemeno che al sig. Wong Tsing Wai, ministro dell'istruzione del governo cantonese, il quale dichiarava il Cristianesimo fonte di ogni male, nemico del progresso, condannato a morire, anzi degno di essere al più presto estirpato.
Tal soffio nefasto ebbe naturalmente la, sua ripercussione nell'Heung-Shan, distretto che pretende di essere alla testa di tutto il movimento moderno cinese, e quantunque i più direttamente colpiti fossero i protestanti, tuttavia, per il carattere generale anticristiano, non potevamo non sentirei toccati sul vivo anche noi, che come cattolici siamo i veri ed autentici cristiani. Ben venne perciò la Pasqua, festa della vittoria e del trionfo. E come già Don Bosco si servì di tutti i mezzi per combattere i nemici della religione, così noi a Shek-ki, che in ordine di tempo è la prima missione salesiana in Cina, approfittammo della solenne circostanza per dimostrare che la piccola comunità non teme per nulla di dichiararsi apertamente cristiana, nonostante le insinuazioni maligne e minacciose del ministro d'istruzione cinese.
Trovavasi in quei giorni di passaggio a Shek-ti una piccola comitiva di acrobati e saltimbanchi, con a capo un fiero cristiano, e li invitammo a dare per la sera di Pasqua un saggio nel cortile. In men che si dica, si stamparono e distribuirono 30o biglietti d'ingresso gratuiti, ed alle 19 la missione era gremita di persone d'ogni ceto. Tutti ammirarono i saggi spettacolosi degli acrobati, ed ascoltarono deferentemente le tre conferenze, che si tennero negli intermezzi, e che ribattevano naturalmente le calunniose accuse circolanti contro il Cristianesimo.
E quasi non bastassero gli argomenti degli oratori, il buon Dio si volle servire della voce dei pargoli per lodare e predicare la sua esistenza e onnipotenza. I piccoli acrobati, quantunque non cristiani, fecero di tanto in tanto e così bene delle brevi allusioni cristiane, che tutti, pagani compresi, approvarono con lunghi e calorosi applausi. E il colmo dell'entusiasmo si ebbe quando una bambinetta di tre anni, sospesa a circa sei metri d'altezza entro un gran vaso di terra cotta, sostenuto dai piedini della mamma, fra lo stupore e la silenziosa paura degli spettatori, facendosi il segno di croce e giungendo le manine in alto esclamò: « Tin Thu Po Yan! Il Signore ci protegga! »
Come un sol uomo tutto il pubblico scattò in piedi, battendo fragorosamente le mani e ripetendo: « Il Signore ci protegga! ».
Cessato l'applauso e l'entusiasmo, che fruttò alla bambina 5 dollari, salì inaspettatamente al palco il presidente dell'associazione emigranti, sig. Siu Kon Lo, un giovinotto sui 25 anni, razionalista teorico e neutralista in materia di religione, il quale tenne un forte e vibrato discorso sulla necessità dell'educazione in Cina, inspirata ai grandi ed immortali principi cristiani.
Anche la voce degli avversari, non solo quella dei fanciulli, si era levata a glorificare Iddio; e quella sera più che mai avevo il cuore ripieno della consolante certezza e verità di quelle divine parole: « Io son con voi... Non temete... Le porte dell'inferno non prevarranno... ».
DALL'ASSAM.
Nell'Orfanotrofio di Shillong.
I pochi Missionari dell'Assam si sono divisi in quattro centri: a Shillong, nella sede della Prefettura Apostolica e nell'Orfanotrofio di S. Antonio, a Gauhati e a Raliang.
L'Orfanotrofio accoglie 49 giovani interni, e l'annessa Scuola media, alla quale la Missione provvede con cinque insegnanti, conta circa 15o alunni.
« Qui - scrive il missionario Don Paolo Bonardi - Maria Ausiliatrice è la regina. Il suo quadro campeggia nello studio tra Don Bosco e Domenico Savio, che mostra il cartello « la morte ma non peccati » in lingua khassi. Dinanzi alla nostra cara Madonna recitano le orazioni della sera ed ogni giorno i giovani le portano i fiori, e la vigilia delle ricorrenze mariane le accendono delle candele.
Anche nelle scuole e nelle- camerate vi sono le immagini di Maria Ausiliatrice di Don Bosco e Domenico Savio: e prima di coricarsi tutti s'inginocchiano a recitare tre Ave Maria con la giaculatoria « Ko Mari, ko nongiarap ki Khristan, to duwai na ha bynta jong ngi! » (Maria, Auxilium Christianorum, ora pro nobis).
Abbiamo tradotto, stampato e cantato il «Mira il tuo popolo » - « Noi vogliam Dio » - « Lodate Maria » - ecc., e stiamo ultimando la stampa del « Libretto delle preghiere », in lingua khassi.
I nostri giovani cantano magnificamente, in italiano, l'inno di Don Bosco del M. Pagella « Cantiam di Don Bosco fratelli le glorie » e questo canto speriamo di poter presto accogliere l'atteso rinforzo di Missionari.
Ogni sera si dà la « Buona notte » ai giovani, parlando spesso di Maria Ausiliatrice, di Don Bosco e di Domenico Savio: e i ragazzi vi prendono molto interesse.
Ieri ho domandato a un ragazzo dai 11 ai 12 anni, che dovrà esser presto battezzato: « Ebbene, che nome sceglierai pel S. Battesimo? » ed egli, franco e sorridente, come chi manifesta lui partito preso, mi rispose subito: « mi chiamerò D. Bosco! ».
Voglia il Signore benedirci tutti ed estendere il regno suo e il regno di Maria SS. Ausiliatrice!
DAL PAESE DI GESÙ.
Il Sepolcro di S. Stefano.
Ci son pervenute notizie dettagliate di una preziosa scoperta compiuta nella Scuola Agricola Salesiana di Bét-Gemal, presso Gerusalemme. Si tratta della vestigia e degli avanzi di un'antichissima chiesa a tre navi, che par quella costrutta sul luogo dove per tre secoli circa giacque sepolto il corpo di S. Stefano protomartire.
Il periodico Verbum Domini, cioè il bollettino mensile edito del Pontificio Istituto Biblico, nel numero di ottobre u. s. dà, con gioia, come probabilissima la cosa. Quando questa sia riconosciuta autentica dai dotti palestinologi che si son recati sul posto per farne uno studio accurato, non mancheremo di illustrarla convenientemente ai nostri lettori.
III. Ispettoria Lombarda (1).
S'era allo scorcio del 19o5. E aprire una Casa in Milano era un bisogno che s'imponeva con urgenza. Le Case inauguratesi in Lombardia, in breve spazio di tempo si erano moltiplicate ed accennavano a moltiplicarsi ancora con le fiorenti opere di Scuole elementari private e pubbliche, Scuole di lavoro diurne e serali, Giardini d'infanzia, Catechismi Parrocchiali, Oratori festivi, Convitti di operaie per giovani adette ai lavori negli stabilimenti serici e cotonieri, ecc.; una vera fioritura di opere, un campo vastissimo di lavoro fra la gioventù che numerosa accorreva alle Figlie di Maria Ausiliatrice. Ne veniva, come necessaria conseguenza, il bisogno di raggruppare le Case della regione attorno ad un centro dal quale potessero ritrarre più sicuro movimento, con maggior efficacia di bene.
La compianta Economa Generale Madre Angiolina Buzzetti, accompagnata da Suor Clelia Guglielminotti preposta al governo della nuova Ispettoria, si recarono a Milano per le pratiche al caso: e dopo avere visitato una quantità di appartamenti, più o meno adatti, finalmente poterono appigionare un appartamento di Casa Manzoni, in Via Moscova, N° 10, nei pressi della chiesa parrocchiale di S. Bartolomeo, dove, fin dal 15 novembre 19o5, due prime suore salivano al piccolo appartamento posto al 2° piano, seguite nei seguenti giorni da due altre, tutte pronte agli inevitabili disagi e sacrifici che seco portano, specialmente negli inizi, le opere destinate dalla Divina Provvidenza a fruttificare copiosamente. Cinque giorni appresso, appena il tempo necessario per poter collocare alla meglio i primi mobili indispensabili, vi giungeva a condividere i primi stenti l'Ispettrice, accompagnata in sede dalla Vicaria Generale, suor Enrichetta Sorbone.
La Provvidenza non mancò di vegliare amorosamente sulle suore prescelte ad essere come il fondamento dell'opera, le quali incominciarono dapprima a tenere i catechismi nella vicina Parrocchia, poi ad accogliere, in qualità di pensionanti, alcune signorine venute a Milano per impiego.
Il Successore del Ven. don Bosco, l'indimenticabile don Rua, di santa memoria, trovandosi di passaggio a Milano pochi mesi dopo, e precisamente nei primi di giugno del 19o6, volle recarsi personalmente a visitare le suore nel piccolo appartamento, che di quei giorni accoglieva le prime 7 signorine pensionanti. Il buon Padre si rallegrò vivamente dell'opera incipiente e volgendosi alle signorine disse con accento della più intima persuasione: « Voi siete il fondamento del nuovo Istituto di S. Monica; siate la buona semente! Voi siete le 7 allegrezze della Madonna e di S. Giuseppe e i 7 dolori del demonio... La casa è molto ristretta, ma siate buone, e meriterete la grazia di averne presto una più grande... »
Come sorse la nuova Casa Ispettoriale.
E il Signore disponeva che il rev. D. Giovanni Riva, allora Preposto della Chiesa del Suffragio un'estesa Parrocchia fuori Porta Vittoria, insistesse per avere le Figlie di Maria Ausiliatrice, cui desiderava affidare i catechismi e l'oratorio festivo.
Trascorse ancora qualche anno, proprio nel sacrificio e nel lavoro, mentre alle Case della Lombardia venivano unite quelle del Veneto e dell'Emilia, con la formazione di una sola Ispettoria, canonicamente eretta con Decreto 7 febbraio 19o8, col titolo di Ispettoria Lombarda - Veneta - Emiliana della S. Famiglia.
Erano così raggruppate 42 Case, sparse nelle provincie di Milano, Pavia, Como, Sondrio, Brescia, Vicenza, Padova, Treviso, Udine, Piacenza, Parma, Modena e Ravenna; sicchè, approssimandosi la scadenza del contratto d'affitto col proprietario di Via Moscova era necessario trasferire il centro in una Casa più ampia, capace almeno di accogliere un maggior numero di suore e pensionanti; e verso la Pasqua del 1910 venne trasferita la sede ispettoriale in Via Copernico N. 18, Casa Grossi, nelle vicinanze della nostra Chiesa di S. Agostino.
Ma anche qui i locali furono presto insufficienti, e la nuova casa mancava della comodità necessarie all'impianto di un Oratorio festivo, opera senza la quale ogni casa salesiana o delle Figlie di Maria Ausiliatrice è realmente incompleta. Il Ven. D. Bosco, che con l'Oratorio iniziava le sue opere, ha trasfuso nella prima e nella seconda famiglia da Lui fondata, una predilezione tutta particolare per l'Oratorio.
Il sullodato don Riva continuava nelle sue istanze, e alfine, l'8 settembre 1912, pochi mesi dopo la sua morte, si svolse la solenne cerimonia della benedizione per la posa della prima pietra dell'erigendo Istituto Maria Ausiliatrice in via Bonvesin: e nel novembre dell'anno seguente l'Ispettrice, con una parte delle Suore del Pensionato S. Monica di Via Copernico, si trasferiva nella nuova casa canonicamente eretta in noviziato, e il 2 dicembre dello stesso anno, presente la Madre Generale Suor Caterina Daghero, Sua Eminenza il Card. Ferrari, di santa memoria, ne benediceva solennemente la Cappella con parole di plauso e di incoraggiamento.
Da quel giorno, in brevissimo tempo, sorsero e divennero fiorenti l'oratorio festivo, lui bel noviziato con annesso postulato, il giardino d'infanzia, il dopo scuola, i catechismi parrocchiali; e già si andava sistemando un secondo pensionato per signorine, quando dolorosamente scoppiò la guerra, durante la quale altre case s'inaugurarono in provincia di Bergamo, nella Svizzera, a Gorizia ed altrove, donde la necessità di staccare da questa Ispettoria almeno le Case della Lomellina, per l'impossibilità che ne sarebbe derivata all'Ispettrice di poterle visitare tutte nell'anno.
Durante la guerra.
E la guerra creò nuovi bisogni e suggerì nuove opere di carità, cui le Figlie di Maria Ausiliatrice si dedicarono con gran zelo. Alcune Case, tutte od in parte, furono convertite in Ospedali Militari, dove la Maestra d'Asilo, l'Assistente dei Convitto e la Direttrice si trovarono cambiate in zelanti infermiere ed angeli confortatori. Nelle Case poi ove il lavoro solito non venne bruscamente interrotto, si continuava alacremente in quello, supplendo magari i posti rimasti vuoti ed imponendosi ciascuna il nuovo onere d'occuparsi nella direzione o nel lavoro di improvvisati laboratori, nei quali si confezionavano camicie, calze, passamontagne, bende, ecc. ecc., insomma tutto quanto il corredo che poteva occorrere ai combattenti.
Anche la casa di Via Bonvesin doveva portare il suo contributo speciale, e l'Ispettrice offriva cordiale ospitalità a piccole bimbe dei richiamati, dai 3 ai 12 anni, cui la partenza del babbo e le infelici condizioni di salute della mamma avrebbero lasciate senza appoggio e senza guida. Più tardi, essendo cresciuto il numero delle piccole ricoverate, venne sospesa l'opera del pensionato e le stesse novizie, previa l'approvazione della competente Autorità, vennero trasferite altrove.
Nel novembre del 1917, quando tutte le Suore di Vigonovo, S. Polo, Cimetta, Godega, Montebelluna, Conegliano Convitto operaie e Conegliano Collegio, furono costrette a fuggire con le educande e convittrici che non potevano più consegnare ai parenti, la Casa ispettoriale si mutò in una grande stazione di arrivo, dove, provveduto ai primi bisogni delle arrivate, venivano dirette ad altre case, per dare ricetto alle altre che si attendevano con ansia febbrile, e grazie ad una, speciale protezione di Maria Ausiliatrice, una dopo l'altra tutte quante giunsero in salvo.
Dopo la guerra.
Spuntata l'aurora della sospirata pace e ritornate con sacrifici inauditi a rivivere nei luoghi liberati, tutte le Suore furono subito circondate da un piccolo popolo di sventura cui si dedicarono con rinnovate energie e con tutta la tenerezza suggerita dalla carità.
A Milano intanto si faceva sentire il bisogno di una nuova opera. Molte bimbe erano rimaste orfane del babbo, e un comitato di pie e benemerite signore domandava venissero accolte nell'istituto 60 orfane di guerra in luogo delle bimbe dei richiamati, che ritornarono alle proprie famiglie. E così fu fatto, mentre il noviziato da Borgo Cornalese veniva definitivamente trasferito a Bosto, presso Varese, nella villa del benemerito Comm. Avv. Cunietti.
Anche le Case dell'Ispettoria tornarono, a poco a poco, a funzionare in modo normale, cosicchè le cifre che riassumono oggi le opere cui si dedicano le Figlie di Maria Ausiliatrice, dicono eloquentemente quale e quanta ne sia l'attività.
Un po' di statistica.
Attualmente le Case dell'Ispettoria LombardoVeneto-Emiliana sono 56. Le giovinette che frequentano assiduamente gli oratori raggiungono la bella cifra di 11.553 - i bimbi e le bimbe dei catechismi parrocchiali sono 6.277 - le alunne delle scuole pubbliche e private sommano a 4.253 - i bimbi dei giardini d'infanzia salgono a 3.168 - le pensionanti studenti e impiegate 356 - le orfane 67 - le alunne educate nei Convitti operai 2.103 - le accolte nelle Colonie estive 458. In più luoghi le Figlie di Maria Ausiliatrice prestano servizio nelle Case Salesiane - a Tirano hanno un ampio ricovero che accoglie una quarantina di vecchi. A Varese dirigono il Segretariato dell'Opera Bonomelliana, e nell'Ospedale di Magenta, senza tener calcolo delle migliaia di persone cui attendono nelle ore dell'ambulanza, vegliano annualmente su più di 500 malati.
Nè va dimenticata la Federazione delle ex-Allieve, che dopo il periodo bellico torna a rifiorire in 26 sezioni ben organizzate, con un numero complessivo di 8.283 inscritte.
Voglia Maria SS. Ausiliatrice, nostra celeste Madre e Patrona, vegliar sempre sulle Figlie sue e sulla cara gioventù alle loro cure affidata: ispiri alle anime buone il soccorso fecondo della preghiera e ai cuori generosi quello di offerte indispensabili per l'Istituto, il quale volge anche esso, con speciale affetto, il suo pensiero alle Missioni, dove centuplicato sarebbe il bene che potrebbe compiere, se più copiosi avesse i mezzi.
Echi delle feste giubilari.
In varie case dell'Istituto la data giubilare venne festeggiata con opere nuove, in favore della gioventù o ad onore della Madre Celeste. A Punta Arenas si eresse a Maria Ausiliatrice un nuovo tempio; a Mornese e ad Acireale si è innalzato un monumento. Quello di Acireale è elegantissimo: ricorda, in piccolo, quanto ad architettura, quello di Don Bosco a Torino. Alla Spezia s'inaugurò un nuovo Oratorio e un dopo-scuola; a Gerusalemme e a Batataes (Brasile) un nuovo salone teatro.
Vigevano, Vigonovo, Bosto, Casino Boario e Bellavo decorarono per la circostanza le loro cappelle; Bellano offerse una preziosa corona alla Madonna.
Altri omaggi, e cioè inaugurazioni di statue e quadri, imponenti processioni e funzioni solenni, vivificate da un grande concorso di popolo, si svolsero in molti luoghi, come a Napoli, Cogno, Oulx, Bessolo, Premosello, Scrofiano, Tortona, Cammarata, Giarole, Rosignano, Roppolo Castello, Baldichieri, Bobbiate, Rossiglione, Fontanile, Retorbido.
A Tigliole d'Asti l'Associazione delle Dame di Maria Ausiliatrice, forte di 25o madri di famiglia, inaugurò solennemente il proprio vessillo.
A Biumo Inferiore si compì il battesimo di una giovane protestante di 15 anni e si benedisse una nuova bandiera.
Altrove si tennero saggi catechistici, o le sacre funzioni furono rese più solenni dalla presenza di eminenti personalità ecclesiastiche, come a Roma dagli E.mi Cardinali Cagliero e Marini, a Palermo dall'E.mo Cardinale Lualdi, ad Acqui, Casale, Novara, Civitavecchia, Ascoli Piceno e Pistunina di Messina dagli Ecc.mi Vescovi locali, ad Alessandria d'Egitto dal novello Vicario Apostolico, Mons. Iginio Nuti. Casinalbo vide quasi tutti i suoi abitanti accostarsi alla S. Comunione; e schiere di devoti pellegrinarono da Trofarello e da Bagnolo per ringraziare e invocare la Madonna di Don Bosco nel suo Santuario di Torino.
Medellin (Colombia) e Lima (Perù) assistettero allo sfilamento per le loro vie di schiere immense di gioventù inneggiante a Maria Ausiliatrice, portata in trionfo. A La Merced, (nel Perù) il 24 maggio, per volere di popolo, fu celebrato come giorno festivo. A Callao (anche nel Perù) si festeggiò contemporaneamente il venticinquesimo dell'Istituto locale, con un convegno delle ex-Allieve, una delle quali, confondatrice dell'Oratorio, fu decorata con medaglia d'oro per l'assidua e ininterrotta frequenza.
Tutte le case poi, con sacrifizi e iniziative speciali, raccolsero e inviarono offerte per la Casa « Maria Mazzarello » in costruzione a Borgo 5. Paolo in Torino, uno splendido Istituto, che sarà il ricordo duraturo di questo I° Cinquantenario.
Agliano d'Asti si consacra a Maria Ausiliatrice.
Ad Agliano d'Asti, in occasione delle feste cinquantenarie dell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, il 2o agosto, ad iniziativa del prevosto Teologo D. Sebastiano Ferrero, furono celebrate solenni feste, rese più splendide dall'intervento di una folla enorme, composta dalla popolazione di tutto il paese e da quella dei dintorni, con a capo le LL. EE. mons. Spandre, Vescovo diocesano e Principe, mons. Versiglia, Vescovo salesiano in Cina, e altri illustri personaggi.
Tutte le sacre funzioni riuscirono imponenti. Alle 6 vi fu la Comunione Generale dei genitori e alle 8, celebrante Mons. Vescovo, la Comunione generale della gioventù: e le sante Comunioni superarono d'assai il migliaio. Alla messa solenne per la prima volta prestò servizio di canto la Scuola Femminile, egregiamente.
Le funzioni del pomeriggio riuscirono un'imponente dimostrazione di fede e di amore a Maria SS.ma. Dopo i vespri solenni, gli Ecc.mi Vescovi preceduti. dal clero, dalle Compagnie religiose e da tutto il popolo si portarono sulla piazza, dove erano ad attenderli il Consiglio Comunale al completo e i Circoli cattolici con bandiera. L'egregio signor Sindaco, Giacomo Trinchero, rivolse agli illustri Presuli vibranti parole di omaggio e si disse fiero di poter anche, qual capo del paese, gridar alta la fede del popolo di Agliano pel conseguimento dei più santi e nobili ideali. Le sue parole riscossero unanimi applausi.
Nel frattempo giunsero altre associazioni con bandiera, e l'interminabile processione mosse verso l'Asilo-Oratorio, dove, nel cortile superiore, in un trionfo di festoni, di bandiere e di fiori, su di un carro magnificamente addobbato si ergeva maestosa la statua dell'Ausiliatrice ricoperta di una candida tela. L'aspettativa della moltitudine, accorsa anche dai paesi vicini, divenne vivissima. S. Ecc. Mons. Spandre salì sul carro, tolse il velo e apparve la splendida immagine, salutata da frenetici evviva. E subito Sua Eccellenza benedisse la statua, le impose la corona e lo scettro, e disse brevemente della fondazione e dell'opera svolta dall'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, sciogliendo un inno di lode al Ven Don Bosco.
Al suono festoso della banda il corteo si riordinò e infilò le vie del paese lietamente pavesate. Giunta la processione in piazza, tutta la popolazione si accalcò dinnanzi al monumento dei caduti in guerra, dove si fermò il carro. Salì allora ai piedi della Vergine il rev.mo Prevosto che invitava il popolo a compiere degnamente il grande atto della consacrazione a Maria Ausiliatrice, e pregava l'Ecc.mo Mons. Vescovo diocesano a pronunziarne la formola. Le singole parole dell'atto solenne, dette con voce vibrante, scesero sul popolo infocate, impressionanti. Tutto Agliano, in un cuor solo e un'anima sola, in quell'istante si prostrò ai piedi di Maria. Quando Mons. Vescovo domandò al popolo se prometteva sudditanza alla Vergine, fu un grido solo : « Sì, lo promettiamo. » Seguì la Benedizione Eucaristica.
Alla sera, dopo una devota accademia preparata dalle ex-Allieve ed oratoriane, Mons. Versiglia tenne una Conferenza sulle Missioni Salesiane in Cina, lasciando soavi impressioni. L'illuminazione al locale dell'Asilo-Oratorio e i fuochi artificiali posero termine alla memorabile giornata. Mai si erano svolte in Agliano feste così grandiose.
Il giorno seguente, 21, si rinnovò all'Oratorio la cara funzione dell'imposizione dello scettro al simulacro della Vergine che colà si onora, per mano di Mons. Versiglia.
Vivi rallegramenti al rev. Clero locale, in primo luogo all'ottimo sig. Prevosto, che acquistò la bella statua, e consacrò ogni energia per la riuscita della festa; e il più cordiale plauso al signor Sindaco, al Consiglio Comunale, alle Associazioni e a tutto il paese, per l'indimenticabile atto di divozione.
Ricevemmo, con piacere, un attestato ufficiale della consacrazione compiutasi, per deporlo nel Museo di Maria Ausiliatrice.
Nel Santuario, il 24 del mese, si compiono mattina e sera, devote funzioni in onore di Maria Ausiliatrice. Al mattino ha luogo la messa della Comunione generale, seguita dalla Benedizione Eucaristica - alla sera, alle 20, un'ora di adorazione predicata; e sono particolarmente i divoti di Valdocco, con le associazioni della Parrocchia, che con vivissima fede accorrono alla devota funzione.
Vogliano i buoni Cooperatori e le pie Cooperatrici unirsi, ad essi, in ispirito.
GRAZIE E FAVORI (*)
Viva Maria Ausiliatrice, nostra speranza!
Educato nel Collegio Pio IX di Buenos Aires, i buoni e zelanti Salesiani istillarono nel mio cuore una così viva devozione a Maria SS. Ausiliatrice e una così sicura fiducia nel suo gran potere e nella sua materna bontà, che quanto più m'inoltro negli anni, sempre più sento la protezione che Ella dispensa a me ed ai miei cari, conce ne fanno fede grazie e favori, ottenuti per la sua intercessione e per quella dei suoi due Servi, il Ven. Don Bosco e l'angelico giovinetto Domenico Savio.
E in modo specialissimo la Vergine Ausiliatrice mi volle dimostrare la sua potente protezione nel ridonare la completa sanità alla mia figliuoletta Maria, di anni 11.
Ammalatasi gravemente verso la fine del marzo scorso, di febbre tifoidea intestinale complicata con bronchite, come ebbero a dichiarare i credici curanti, essa peggiorò sempre più, nonostante tutti i rimedi dell'arte, tanto che si temeva dover soccombere, e fu chiesto un sacerdote per gli ultimi aiuti religiosi.
Ma la mia fiducia in Maria Ausiliatrice mi dava certa speranza che la cara bambina non mi sarebbe rapita dalla morte. Io le facevo spesso baciare l'immagine di Lei con quella di Don Bosco e di Domenico Savio. Cominciammo intanto in famiglia la novena di Don Bosco e promettemmo di confessarci e comunicarci nella Cappella dei Salesiani di Rosario.
La mattina del 23 aprile, proprio al principio del mese di Maria Ausiliatrice, recatomi colla mia moglie all'Ospedale Italiano di Rosario, ove per consiglio del medico era stata trasportata la cara ammalata, le Suore furono assai liete di dirci che essa era migliorata assai, come noi stessi potemmo costatare. Il miglioramento proseguì giorno per giorno, il 14 maggio la riportammo a casa, e ora è perfettamente risanata, vispa ed allegra come prima della malattia.
Desideriamo che sia perpetuata nel Bollettino Salesiano la nostra vivissima gratitudine all'eccelsa Vergine di Don Bosco, mentre ci proponiamo propagarne sempre più la devozione, come fonte inesausta di grazie e favori.
Rosario di S. Fe (Argentina), 8 giugno 1922.
FRANCESCO LANZA Ex-Allievo di Don Bosco.
FIUME. - 7 - x - 1922. - Avevo una persona molto cara al mio cuore, però di fisico debole e delicato, e sottoposta a vita faticosa: io tremava, perchè la vedeva deperire di giorno in giorno. La consacrai a Maria SS. Ausiliatrice e la abbandonai nelle Sue SS. mani, pregando caldamente questa buona Madre celeste a salvarla. Fui pienamente esaudita: oggi la vedo forte, robusta, capace di affrontare ogni fatica, e fra breve si rallegrerà del dolce nome di madre. Maria SS. Ausiliatrice, grazie! continuate a benedirla colla sua famiglia.
Una divota di Maria Ausiliatrice.
Acqui. - 6 - x - 1922. - Ricaduta in grave malattia che, a giudizio di più specialisti dell'arte, doveva inesorabilmente condurmi alla tomba e strapparmi, in ancor giovane età, alla mia diletta famiglia, al marito e ai figli, mentre tutti disperavano ormai della mia guarigione, in un momento di abbattimento penoso, a Te, Ausiliatrice, affidai la mia causa, la mia guarigione, per la mediazione del Venerabile Don Bosco e dell'angelico suo discepolo, Savio Domenico. E Tu, o Madre cara, accogliesti le nostre preghiere che questi grandi intercessori ti presentavano e mi ridonasti la salute, che ora godo da due anni, solo per grazia tua!
E grazie per l'altro favore non meno grande: l'incolumità di mio marito travolto fra le ruote di lui automobile! E grazie ancora per l'assistenza tua, vigile e continua, sui miei figli! Oh! tutti ricorrano con fiducia a Te, sempre buona, sempre pronta ad aiutarci!
MARIA GALLO PANARA.
NIZZA MONFERRATO. - 18 - IX - 1922. - Luigi Salazar di Santuario (Colombia) aveva una sorella ammalata, cui i medici non davano più speranza di guarigione. Per consiglio d'una cugina, figlia di Maria Ausiliatrice, la raccomandò alla Madonna e le mise una reliquia del Ven. Don Bosco sotto il guanciale. Subito la febbre cominciò a diminuire e con meraviglia, anche dei medici, la malata entrò in convalescenza, e riacquistò la primiera salute. Riconoscentissimo, il fratello invia una piccola offerta.
Anche la signora Pulvia de Arenas di Guapotà (Colombia) attesta la sua riconoscenza per la guarigione di una bambina che si trovava sull'orlo della tomba, causa una terribile infermità allo stomaco. Ricorse a Maria Ausiliatrice, e fu esaudita. Riconoscente invia una piccola offerta per gli orfanelli di Don Bosco.
L'Ispettrice delle Figlie di M. A. di Colombia.
CHATILLON (Aosta). - 11 - X - 1922. - La mia bambina venne dolorosamente colpita da meningite. I medici la davano irreperibilmente perduta. Ricorsi a Maria SS. Ausiliatrice, e guarì. Grazie, o Vergine potente e misericordiosa, grazie! E proprio vero che mai si ricorre invano alla tua intercessione.
A. GARAU.
MILANO. - 26 - Ix - 1922. - Improvvisamente colpita da fortissime febbri e colla minaccia di dover anche subire, per altro disturbo, una grave operazione chirurgica, mi ero tanto avvilita che non avevo più pace, tanto più che dispiaceri famigliari ebbero a colpirmi in detto critico periodo.
Il pensiero pel mio bambino mi diede un po' di coraggio, e mi rivolsi con fede alla Vergine Ausiliatrice ed al Ven. Don Bosco. Fui esaudita, sono ora fuori di pericolo; e, come aveva promesso, invio una piccola offerta, sperando di far di più in tempo migliore. Sia ringraziata da tutti la bontà della Vergine.
Profondamente convinta che la buona Madre mi continuerà la sua assistenza, mi confido nuovamente a Lei per altra grazia che mi sta tanto a cuore, e prego tutti i devoti a volermi aiutare nel pregarla.
MARIA BOCCARDI CASTOLDI.
ACQUI. - 20 - IX - 1922. - Mentre dall'alto di una scala a piuoli pulivo i vetri della nostra Cappella, a circa cinque metri dal pavimento, mi accorgo che la scala si muove e scivola lentamente.
Atterrita per l'imminente pericolo, invoco ad alta voce la nostra Madre Ausiliatrice, e la scala, che avrebbe dovuto precipitare di colpo, continua a strisciare lungo la parete fino a due metri da terra; rea poi si rivolta bruscamente e lui sbalza al suolo. Una gamba mi rimane presa fra gli scalini che vi strisciano sopra, portando via completamente i muscoli e lasciando scoperto l'osso per una lunghezza di parecchi centimetri. La grave ferita avrebbe potuto avere serie conseguenze, ma la Madonna mi protesse in modo evidente. Dopo la disinfezione e la medicatura, io potei attendere subito alle mie occupazioni, e la ricostituzione stessa dei tessuti fu rapida e completa:
Siano grazie a Te, Ausiliatrice potente!
Suor CAROLINA FOLLINO.
ASTI. - 24 - Ix - 1922. - L'anno scorso il 22 agosto, mia sorella Letizia, s'ammalò improvvisamente. Il giorno seguente le sue condizioni di salute s'aggravarono, fu sottoposta ad un'operazione difficile e pericolosa e il suo stato fu dichiarato disperato. In quel momento, così triste per la mia famiglia, già due volte duramente provata dalla sventura, col cuore che si spezzava dal dolore, memore della potenza e della grande bontà della Vergine Ausiliatrice e del Ven. D. Bosco, incominciai una novena, mettendole al collo una reliquia del Venerabile e promettendo un'offerta e la pubblicazione della grazia, se fosse guarita. Trepidante attesi e le mie preghiere furono ben presto esaudite.
L'operazione, riuscì bene; l'infezione di cui tanto si temeva, non si manifestò; e alcuni giorni dopo, la cara malata, fu dichiarata fuori pericolo.
Riconoscente, adempio la mia promessa, ringraziando vivamente la Vergine SS. e il Ven. D. Bosco d'averla conservata al grande affetto della famiglia, e pregandoli a volerci sempre proteggere e benedire.
E. M. Ex-allieva.
FAENZA. - 24 - IX - 1922. - Coll'animo riconoscente rendo vive grazie alla cara Madonna Ausiliatrice per un favore straordinario ricevuto. Nell'agosto del 1921 mia figlia fu colta da febbri insistenti e tosse; essa deperiva di giorno in giorno ed il medico, dopo attento esame, dichiarava il caso abbastanza grave, come ebbe a riconoscere un professore specialista, chiamato a consulto. Affranta, mi rivolsi subito alla Vergine Ausiliatrice, e la pregai e feci pregare acciò ridonasse la salute a mia figlia, promettendo di pubblicare la grazia sul Bollettino Salesiano, e di fare un'offerta per le missioni di D. Bosco. A poco a poco cessò la febbre, la tosse, la debolezza, e, con meraviglia di tutti, degli stessi medici curanti che dissero miracolosa la guarigione, riebbi in breve la mia cara figliuola più robusta di priora. Eccomi a compiere il voto. Viva Maria Ausiliatrice !
Una Cooperatrice Salesiana.
SUNA (Lago Maggiore). - 7 - Ix - 1922. - Sulla fine dello scorso anno, nostro papà era ridotto in pessime condizioni di salute da un insidioso carcinoma, che veniva minandone l'esistenza. Il giudizio della scienza era ben chiaro: i giorni di nostro papà eran contati; nè si poteva pensare ad un atto operatorio, data la sua avanzata età. S'incominciò allora una nuova cura; rea la nostra speranza, la nostra fiducia, al disopra della cura, fu posta tutta nella benedetta Ausiliatrice. E Maria Ausiliatrice non ci ha abbandonati: gli effetti del carcinoma furono neutralizzati; e nostro papà riprese a migliorare sensibilmente e durevolmente, sicche oggi disimpegna ancora tutte le occupazioni della sua professione.
Alla Vergine benedetta tutta la nostra riconoscenza; e il nostro obolo agli orfanelli del Ven. Don Bosco. Famiglia GIROLDINI.
BRESCIA. - 26 - IX - 1922. - Papà, da parecchi anni diabetico, si era in questi ultimi tempi aggravato, e dolori atroci al piede lo tormentavano giorno e notte. Furono chiamati a consulto due dei migliori professori, e questi trovarono indispensabile l'amputazione dell'arto dolorante per poter arrestare il cancro.
Fu condotto in una clinica e operato immediatamente. Tutto pareva che fosse andato bene e l'animo si apriva alla speranza, quando soppraggiunse l'infezione. Altre celebrità sanitarie chiamate furono d'accordo nel constatare lo stato di papà disperato.
Pazzi di dolore, ci rivolgemmo a Maria Ausiliatrice e a Don Bosco, e dopo la prima novena il caro infermo cominciò a migliorare, pregammo ancora e sempre con fede, e Maria Ausiliatrice ci ha esauditi. Papà è guarito, e noi tutti, pieni di riconoscenza, rendiamo grazie alla cara Madre del favore ottenuto.
La Famiglia GATTINONI.
Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice e alcuni, pieni di riconoscenza, inviarono offerte per la celebrazione di Sante Messe di ringraziamento, per il Tempio erigendo alla Sacra Famiglia, per le Missioni Salesiane, o per altre opere di Don Bosco, i seguenti:
A) - A. C. G., Abbadessa del Monastero di S. Chiara di Urbino, Abbate Letizia, Abbona Paola, Accornero Maria, Agosto Luigi, Albert Anna, Albertoni Filomena, Albonetti Pietro, Alghema Teresa, Allamano Costanza, Ambivero Maria, Ancona Ernesto, Angius Felice, Annetta M., Arcioli Anita, Arman Rosa in Chissi, Armas Giuseppe, Avanzati Nicola, Avenia Rosalia.
B) - B. F., B. L., B. R., Badeletti Margherita, Baralis Maddalena, Barbero ch. Luigi, Barbieri Adriano, Barilotti Ettore, Bassi can. Benedetto, Bazzana d. Giovanni, Belgrado Albonico, Bellanna Maria, Bellorti Giuseppina, Beltramo Vittoria, Benedetto M., Bertolani Alfonso, Bertolin Letizia, Bevilacqua Paola, Bianchini Maria in Baffoni, Billicchi Caterina, Binna Concetta, Biasi Rosa, Boane Maria, Bocchi Benedetta, Bocchio Rosita, Boggero Giustina, Boi Giovanna in Salis, Bolla Margherita, Bologna Raffaele, Bolognesi Nazareno, Bontempi Francesca, Bosetti Erina, Bottiglioni Angela, Bozzi Anna, Box Maria, Brau Virginia, Broccoli Lelio, Brondolo Antonina, Buccola Rosaria in Malta, Buonanni ch. Gennaro, Boscaglia Anita.
e) - C. A. A., C. F. di Randazzo, Calmo Giacinta, Calciati Angelo, Calsamiglia Luigia, Calvo Ernesta, Cammarata ch. Giovanni, Campailla Emma, Campochiaro Tina, Cantergiani Maria, Cantone Maria in Vola, CaputoNicolosi Giuseppe, Cardinale Sarina in Parini, Carena Maria, Carli Imelde, Casolo Clotilde, Canna Laura, Cavazzoni Elvezia, Cencig-Soee cav. Antonio, Cera Anna, Chezzi Giovanni, Chironi Maria, Chiolerio Antonio, Chiti Albertina, Ciarrocchi Adele, Clarey Innocente, Cocchi Maria, Coggiola Giovanni, Coggiola Lucia in Baracco, Colombo Luigia, Colossi Lucia, Conciai Firmino, Coniugi Rosso Luigi ed Annetta, Contino Vittoria, Costa Giuseppina, Cotta Marianna, Cozzi Nerea, Cresta Luig a, Cretier Gedeone, Crivellano Amalia, Crosiglia Eufrosina, Cuneo Giovanni, Cutri Vincenzo e Caterina.
D) - D. T., Dallora Luigia, Darbesio Maria, De Castello Arpalice, De Poi Carlotta, Del Bianco Pietro, Della Rovere Chiara, Della Scala Amalia, Depretis Domenica, De Piccoli Maria, De Torna dott. Giacomo, De Villa Clorinda, Devoto Lisa in Cortese, Di Mortillar Rosa, Di Stefano Francesco, Divizia Amelia, Dona Giovanna, Dondeynaz Antonio.
E) - Erbetta Maria.
F) - Falala Carmela, Famiglie Boccalatte, Cattaneo, Cesana, Gattinoni, Giroldini, Gramalia, Patrucco, Restagno, Farina Maria, Favretto Luigi, Ferrari d. Giovanni Battista, Ferrero Luigia, Ferrero Luigi, Ferrero Margherita, Figlie di Maria Ausiliatrice di Guspini, Filippi Teresa, Fontana Teresa, Forastelli Ubertina n. Conte, Fornara Carlo, Fornengo Luigia, Fossati Clara, Francesetti Maddalena, Friz Marianna, Fundaro Saverio, Furlani Pia.
G) - G. C. T., G. V., Gaio Teresa, Gallardo Maria, Gambino Boria, Gardenghi Leone, Gaspari Maria, Gendre Giovanni, Gerbino Elisa, Gervasutti Teresa, Ghiani-Boi Salvatore, Ghirardelli Maria, Giansiracusa Iole, Giro Marina in Bisi, Giudice Teresa, Gollino Margherita, Golonelli Maria, Gorlero Eugenio, Grappiolo Paolina, Gravellona Giuseppina, Grossi Pierina, Grua Angela, Guatteri Palma, Guerrasio Cristina, Guidoni Famiglia,
1) - lanin Lelia, Ians Maria e Teresa, Isola Domenica, Ivaldi Maria.
L) - Laboranti Maria, Lamperti Ludovica in Devecchi, Lanza d. Giuseppe, Lanza Teresa, Larqua Teresa, Lastreto Anna in Bianchi, Lazzarini Giovannina, Leone Antonino, Leorio Luigia, Licalsi Luigi, Lodero Angelina in Immordina, Longhitano Pasquale, Lucani d. Giuseppe, Luzzi Maria.
Ml - M. A., M. B. R., M. F., Macchi Rosina, Macchi Maria, Macer Anna, Maggiora Giuseppina, Magistri Caterina, Maino Gina in De Biasi, Mancini Elena, Mandolari Angelina, Mangini Agnese, Mannuzza Ida, Martinello Teresa, Martignone Eleonora, Martinetto Rosa e Maddalena, Masueri Margherita, Mattiello Eufemia, Mazzoletti Teresa, Mazzone dott. Giacomo, Mazzucco Angelo, Meaglia Cristina, Menga Nicola, Merli Gila, Mieli Giuseppina, Miglia José, Migliorini Mario, Mocellini Stefano, Molinari Giuseppina, Molteni Virginia, Montanus Edelweis, Monti Amelia, Morghen Giuseppina, Morini Delfina, Mularoni Vincenzo, Musmeci d. Giovanni, Mussalin Giovanna, Muti Michele.
N) - N. C., Natali Giulia, Nicoli-Cristiani Ercole.
O) - Odiard Clotilde in Tavelli, Oliva d. Lucio, Olmi Rosa, Omodeo Giuseppe.
P) - P. F. F. A., Pagliasotto Margherita, Pallante Aurora, Paparo Barone Antonio, Parotta Rosaria, Pedretti Giuseppe, Pellegrini Alma, Pellerin Euclide, Pelucchi Clotilde, Peroni Teresa, Piasco Costanzo, Piaggeschi Rosa, Pianetti Conterio, Piantoni Amabile, Piazza Giuseppina in Redaelli, Piccardo Stefano, Piccin Augusta, Pisciavi Maria, Pirtan Giovanni, Podda Giuseppe, Pons Maddalena, Poreilo Maria, Prandi Giuseppina, Prasso Carolina, Prevedello Antonio, Profeta Maria, Putzu Fedele.
R) - R. B., Raffaglio Clotilde in Vacchelli, Ramponi Dosolina, Ravetto Angela, Reforgiato Domenico, Regaldi Maria, Regoli Gina, Restagno Marta, Righi Ida, Rinaldi Francesca, Riotto Regina, Ripalsetti Clara, Roi Maddalena, Rossi Livia, Rossi Luigia, Rossignoli Giacinto, Rota Maria, Ruggeri Antonia.
S) - Sacchi A. G., Sacchi Amelia, Sala Dorina, Salvi Giuseppe, Santacaterina Elisa, Santelli Francesco, Santuz Antonio, Savino Giovanni, Scalvini Giorgio, Scarantino Caterina in Raimondi, Secci Delfina, Segale Fiorinda, Serra Maria, Somaschini Carlotta, Sorlullo Nunzia, Sosio d. Giuseppe, Stecco Lucia, Suor Erminia Sanna.
T) - Tagliabue Paolina, Tampieri Tudina, Taroni Lucia, Tavallini Matilde, Termine Angelina, Testa Anna, Tettamanti Giuseppina, Timossi Elisa e Sebastiano, Tirelli Teresa, Tita Elisa in Corvaia, Tognarelli Lucia, Tomezzoli Ida, Tosa Agnese, Treccia Angiolina, Tropea Agostina in Maesoni, Trosello Maria, Torelli Luigi.
V) - Vaccari Romeo, Vagliengo Maria e Teresa, Vaidesalici Livia, Vallenzasca Giuseppina in Zerboni, Valori d. Dario, Varetto Giuseppina, Verdasio Virginia, Vernazza Adele, Virgone Rosaria, Viviano Angela.
Z) - Zanni Marietta, Zucca Pietrina, Zuina Angela e Maria.
X) - N. N. di Cassolnuovo, Clusone, Fossarmato, Gorreto Pavese, Grava di Alessandria, Massa Lombarda, Milano, Mirabello Monferrato, Mombello Torinese, Morgeux, S. Zenone Po, Sondrio, Spirano, Stellanello, Travacò del Trentino.
Lu Monferrato a Don Rinaldi.
Ci scrivono:
Il 14 e 15 ottobre u. s. saranno scritti nella storia di Lu a caratteri d'oro. Il rev.mo D. Filippo Rinaldi, Successore di Don Bosco, venne ad onorare la patria di una visita, ed ebbe un'accoglienza trionfale, alla quale parteciparono il Clero, il Sindaco ed il Consiglio Comunale al completo, e tutta la popolazione. Il corteo, imponentissimo, sfilò alla Parrocchia di S. Maria Nuova, dove diede il benvenuto all'illustre concittadino il Prevosto Can. D. Bisoglio. Don Rinaldi, commosso, ringraziò dal pulpito, ascrivendo tanto entusiasmo all'attaccamento che Lu ha per il Ven. Don Bosco, il quale per quattro volte venne e si fermò nel paese.
Il 15, domenica, festa religiosa devotissima. Innumerevoli le Sante Comunioni. Gremito il tempio alla Messa solenne e ai vespri, dopo i quali parlò di nuovo il sig. D. Rinaldi e parlò, con tenerezza, di Maria Ausiliatrice, della sua potenza e della sua bontà, di cui anche Lu è direttamente partecipe da molti anni, mercè l'opera delle sue Figlie. A sera accademia commemorativa, e lunedì conferenza salesiana con proiezioni. L'una e l'altra sera, illuminazione della torre con Evviva a Don Rinaldi.
Fu, davvero, una festa grandiosa, entusiastica, alla quale, come abbiam detto, Lu ha partecipato ufficialmente, con tutte le Autorità, popolo e associazioni. A lungo ne vivrà la memoria.
L'ingresso di Mons. Ortiz nella diocesi di Chachapoyas . (Perù).
Togliamo dall'Osservatore Ronzano del 10-11 ottobre u. s. questa nuova corrispondenza sull'ingresso del Vescovo Salesiano Mons. Ottavio Ortiz nella diocesi di Chachapoyas.
Il giorno 3 luglio Mons. Ortiz partì da Lima. Il viaggio fu lungo e penoso; quasi tre giorni in piroscafo da Lima, o meglio dal vicino porto del Callao, fino a Pacasmayo, poi cinque giorni di treno, quindi più di 8 giorni continui attraverso alle Ande maestose. Questa fu la parte del viaggio più penosa; non strade, ma sentieri alpestri, talvolta anche impraticabili.
La cordigliera delle Ande da Jauja, cittadina centrale del Perù, parte verso il nord dividendosi in tre grandi catene che si devono successivamente attraversare. L'altura si chiama con parola quichua (lingua degli indigeni) jalca o regione fredda, ed hanno ragione.
L'ultima altura si chiama « La jalca grande «, perche è la più alta, 4.700 metri circa, ed anche la più lunga; la chiamano anche calla calla (taci taci) perchè, attraversandola, bisogna tener la bocca chiusa per il forte vento, freddo. Quando l'attraversò la carovana vescovile, al vento ed al freddo, si aggiunse la pioggia.
In ogni piccolo paesello però la gente veniva a ricevere Monsignore con grande entusiasmo e sentimenti di fede, pregandolo perchè si fermasse in ogni luogo; non essendosi sempre potuto rifiutare, il viaggio durò 21 giorni invece di 16. Finalmente il 23 luglio si arrivò a Chachapoyas.
La città da molto tempo aspettava Monsignor Ortiz e perciò una folla straordinaria, venuta anche dai paesi vicini e lontani, lo ricevette con una grande festa di fede. L'amministratore della Diocesi, Canonico Rameno Reina, il Capitolo della Cattedrale, il signor Sindaco Emanuele Castro, e altri insigni personaggi della città vennero a cavallo incontro a Monsignor Vescovo in bellissima sfilata di cavalcanti, fiancheggiati da una folla grande di popolo acclamante con entusiasmo. Fin dalle prime case della città incominciarono alcune fanciulle a dare il benvenuto al Vescovo con bellissimi discorsi a nome di tutta la numerosa popolazione.. Fu subito necessario che il festeggiato scendesse da cavallo, perchè era materialmente impossibile continuare per la grande moltitudine di gente che affollava le strade. A questo punto il ricevimento prese un carattere veramente straordinario; gli archi di trionfo si succedevano di tratto in tratto, da una casa ad un'altra correvano tappezzerie dai più svariati colori, e una pioggia infinita di fiori cadeva dalle finestre, affollate di gente, come una primavera sopra al nuovo Vescovo, che poteva appena avanzare dovendosi arrestare a ogni istante per soddisfare al desiderio della folla.
Il lunghissimo percorso fu un solo ed interminabile trionfo; Mons. Ortiz visibilmente commosso benediceva tutto il popolo. Arrivati alla chiesa di Betlemme, Monsignore si vestì con gli abiti pontificali e, dopo le preci di rito, continuò insieme al corteo verso la Cattedrale...
Terminata la cerimonia religiosa, il popolo accompagnò il Vescovo fino al suo palazzo, dove rimase fuori, conce guardia di onore, oltre le dieci della notte...
Echi delle feste giubilari di Don Francesia e del Card. Cagliero.
Il rev.mo don G. B. Francesia, la domenica 2 luglio celebrava una delle sue Messe di diamante in patria. S. Giorgio Canavese indisse per la circostanza un Convegno giovanile, al quale accorsero numerosi circoli, in gruppo e in rappresentanze, da tutto il Canavesano. La spaziosa chiesa parrocchiale fu appena sufficiente a contenere, insieme col popolo, i giovani convenuti fin dal mattino. Don Francesia cantò messa solenne, e benedisse le nuove bandiere del Circolo maschile e dell'Oratorio locale.
Il Clero di S. Giorgio gli offerse in omaggio la stampa, in elegantissimo opuscolo, di un poemetto intitolato « La Madonna di Misobolo », composto da Don Francesia fin dal 1913 e da lui inviato in dono al Santuario suddetto, « coll'intenzione di raccomandare ai compatrioti di non distaccarsi mai dalla tenera pietà degli avi, e che in mezzo a tutte le traversie della vita, mentre si attende ai materiali guadagni, non si perda mai di vista gl'insegnamenti del cielo, e che la divozione a Maria, ne è come il filo d'oro ».
Il poemetto, in 5 canti, quattro dei quali illustrano la duplice incoronazione della sacra immagine venerata nel Santuario, è scritto in versi scorrevoli, che si leggono d'un fiato, coree d'un fiato furono scritti. Il poeta dice che ne avrebbe lette volentieri le bozze, ma gli si volle fare un'improvvisata; infatti, nella dedica, i Sacerdoti, suoi compaesani ed ammiratori, « plaudendo al suo eletto ingegno, al suo cuore pieno di amore per la terra natia, della quale è vanto » gli chiedono « venia dell'indiscrezione », e gli « presentano e offrono », elegantemente stampato, l'inedito lavoro.
Il festeggiato ebbe caro il ricordo, e carissimo gli fu pure l'omaggio che la patria gli rese dopo messa e nel pomeriggio, con un'agape popolare di più di duecento coperti e tutta una moltitudine di giovani accorsi dai vicini paesi in solenne dimostrazione (1).
L'E.mo Card. Cagliero si recò a celebrare una messa a Castelnuovo la domenica 17 settembre e le onoranze che gli tributarono i Castelnovesi furono improntate a quella simpatica semplicità ed intimità che è solo possibile fra le mura del paese natio.
Il valoroso propagatore della Fede ebbe a Castelnuovo una dimostrazione che più di ogni altra poteva essere cara al suo gran cuore di apostolo, I suoi compaesani, che egli ama e dai quali è amato senza misura, sentirono che per stringersi più dappresso al loro Cardinale, dovevano circondarlo presso l'altare: quindi assieparono la mensa eucaristica.
E tutti i buoni Castelnovesi si fecero onore e presero intima, attiva parte ai fèsteggiamenti; ma vogliamo accennare in particolare al Circolo Giovanile Cattolico, che in massa (una settantina di giovani) si portò a ricevere la S. Comunione dalle mani del Cardinale, il quale fu particolarmente commosso di questa manifestazione. Pel cuore del Cardinale Salesiano fu questo il più delicato omaggio di venerazione e di amore, come dichiarò egli stesso.
La Chiesa parrocchiale, gremita a tutte le Messe del mattino, si riempì di nuovo alla Messa solenne con assistenza pontificale, durante la quale il rev.mo Vicario con mirabile discorso commemorativo rievocò la grandezza dell'opera e della figura del Cardinale di Castelnuovo.
Con solennità si svolsero anche le funzioni del pomeriggio: vespri, processione dell'Addolorata, allocuzione del Cardinale, detta con foga e forza veramente giovanile, e benedizione solenne.
All'indomani le feste avevano una geniale chiusura: la benedizione di una grande campana offerta dal Cardinale stesso al Santuario dei Becchi.
La cerimonia ebbe luogo verso le 10 antimeridiane nella piazzetta del Santuario, di fronte alla casetta di D. Bosco, alla presenza di una numerosa folla, accorsa anche dai paesi più vicini.
Padrina al sacro rito fu l'egregia signora Damerino. Compiuta la benedizione, prese la parola il prof. D. Secondo Rastello, il quale rivolse all'Eminentissimo brevi parole di ringraziamento a nome della popolazione e dei salesiani, e terminò augurando che quel bronzo sacro abbia a sonar presto l'apoteosi. sacra del Venerabile che ebbe lì accanto i natali, cioè la sua beatificazione.
Con questo dono e con questo rito il Missionario che consacrava per tanti anni la sua voce alla diffusione della Fede e della carità di Gesù Cristo, ha voluto lasciare nella sua terra, nella patria di D. Bosco, suo Padre, lo squillo sacro di una campana, che sia come l'eco perenne della sua parola apostolica, invitante le turbe umane all'ovile di Gesù Cristo.
(1) Il poemetto La Madonna di Misobolo è vendibile presso la Società Ed. Internazionale di Torino a L. 3.
Congresso Nazionale Spagnuolo.
Ci è caro tornare sul Congresso Nazionale spagnuolo, di cui già parlammo, per accennare alcune iniziative e proposte che attestano la praticità e bontà dello spirito animatore del convegno.
Degne di particolar rilievo sono le conclusioni del tema sull'azione da svolgersi, individualmente e collettivamente, dagli ex-allievi.
Ribadito il concetto religioso dell'associazione e l'ideale che ogni ex-allievo dev'essere un esemplare vivente dello spirito di Don Bosco, l'assemblea accentuò un forte richiamo all'osservanza degli obblighi che ne conseguono. Fece in modo speciale rilevare il dovere e la necessità di aiutare e diffondere la buona stampa, di accostarsi con frequenza ai SS. Sacramenti, di attuare la pratica della comunione generale e dell'esercizio della buona morte la prima domenica o il 24 del mese, d'indire annualmente gli esercizi spirituali.
Fece pure il voto che in seno ad ogni unione sorgano sezioni missionarie e catechistiche, e si formi un gruppo di volenterosi, che si prendano a cuore la visita dei compagni infermi, affinchè nessuno muoia senza i conforti religiosi, e si pongano a disposizione delle autorità ecclesiastiche per il maggior splendore del culto, per sostenere gli oratori festivi, per dar vita a quelle religiose associazioni che tanti frutti di buon esempio spargono nelle famiglie e nella società.
Per stimolare e formare i soci a quest'attività e perchè questa si consolidi nelle varie contingenze della vita, ogni associazione dovrebbe procurare di stabilire centri di studio, o almeno di tenere corsi di conferenze con carattere istruttivo, sociologico e morale, ed istituire borse di studio e di lavoro, casse di risparmio e di mutuo soccorso, ed altre forme di previsione sociale.
Il congresso espresse infine il desiderio che gli ex-allievi ritornino sovente ai loro collegi di educazione, per prender viva parte alle feste che visi celebrano, per illustrare con conferenze ai giovani dei corsi superiori i pericoli che li attendono all'uscire dall'istituto, e nel tempo stesso vigilare per ottenere la loro immediata iscrizione come soci. Così ogni unione sarà un focolaio di sante attività.
All'Estero.
BUENOS AIRES. - OSPITE ILLUSTRE. - Sul finir di agosto, il collegio Pio IX ebbe la gradita visita del Rettore dell'Istituto Cattolico di Parigi, S. E. Mons. Baudrillart. Nell'ampio cortile insieme con gli alunni dei corsi elementari e nazionali del Collegio Pio IX l'attendevano anche quelli del Collegio S. Francesco di Sales, e tutti salutarono l'arrivo di Sua Eccellenza col canto dell'inno salesiano. Tre alunni gli rivolsero un saluto in italiano, in spagnuolo e, in francese.
Il dotto Prelato gradì il gentile omaggio, e sorse a ringraziare. Esortò i giovani all'amore allo studio e alla pietà, cioè alla vita laboriosa illuminata dalla fede cristiana.
In seguito visitò l'istituto e la bella chiesa annessa, e, prima di partire, sotto gli autografi dell'on. Orlando e del gen. Caviglia, scrisse nell'album dei visitatori queste parole:
Nello stesso anno mi è toccata la fortuna di visitare la casa salesiana francese della Loire, che fu il castello del R.P. La Chaise, confessore di Luigi XIV, l'Oratorio e le opere annesse di Torino con la stanza indimenticabile del santo Fondatore Don Bosco; e oggi, in fine, le meravigliose opere salesiane di Buenos Aires.
Come non essere amici di coloro che fanno tanto bene, primieramente alla classe operaia, e poi anche alle altre classi sociali!
Benedico di tutto cuore i Salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice, gli alunni e particolarmente i futuri insegnanti, i cooperatori e le cooperatrici. Che Dio ricompensi i loro sacrifizi.
+ Baudrillart, Vescovo Tit. d'Imeria, dell'Accademia di Francia.
BUENOS AIRES. - UN'ALTRA VISITA PREzIosIssIMA. - Il confratello don Luigi Macchi ci manda, con cortese sollecitudine, ragguaglio dello splendido omaggio, che la gioventù cattolica di Buenos Aires ha reso all'E.mo Card. Gasquet, il 6 settembre u. s.: - Venticinquemila giovani, dell'uno e dell'altro sesso, sfilarono per Corso Alvear davanti al palazzo della signora Maria Unzué de Alvear, dove era ospite l'Eminentissimo. I collegi salesiani - per voce concorde della stampa - con i loro Esploratori di don Bosco, con le loro bande, stendardi e bandiere, furono la nota più bella dell'interminabile corteo. L'Eminentissimo ne fu profondamente commosso.
E « La Patria degli Italiani » del 7 settembre dà questi particolari della visita fatta da Sua Eminenza al Collegio Pio IX:
« Ieri mattina alle ore dieci S. E. il card. Gasquet visitò il Collegio Pio IX e quello di Maria Ausilia trice. Fu ricevuto al suono dell'inno pontificio tra l'applauso dei duemila allievi presenti. Ossequiato dal rev.mo Don Bonetti, ispettore salesiano per l'Argentina, che presentò le commissioni delle dame cooperatrici, degli ex allievi e i direttori dei vari collegi della capitale, S. E. prese posto su un palco dove accanto alle bandiere argentine e pontificie erano intrecciate le bandiere italiane e inglesi.
» Don Tonelli, in italiano, portò all'illustre ospite il saluto di tutti i Salesiani dell'Argentina; riferì una predizione del giovane Domenico Savio, alunno di Don Bosco, che preannunziò la progressiva conversione dell'Inghilterra al cattolicismo e ricordò come la prima processione tenuta a Londra dopo oltre `loo anni di apostasia fu fatta dai salesiani che portarono in trionfo la statua di Maria Ausiliatrice.
» Seguì un giovane dell'istituto che disse in inglese la riconoscenza degli allievi per la visita di S. E.
» Il card. Gasquet, facendo da interprete D. Bonetti, rispose in inglese, dicendo come dalle relazioni del card. Cagliero conosceva già l'Argentina e la grande opera svoltasi dai salesiani e si disse ben lieto di conoscerla personalmente.
» Dopo una visita all'istituto S. E. passò al vicino Collegio di Maria Ausiliatrice dove fu ricevuto con lo stesso entusiasmo dalle reverende suore e dalle alunne. Al saluto rivoltogli in inglese da un'allieva S. E. rispose con bontà paterna; poi passò ad una visita alla cappella, e abbandonò il collegio tra l'entusiasmo più vivo ».
« La benedizione dell'Eminentissimo - termina il nostro corrispondente - non mancherà di apportarci segnalatissime grazie ».
S. PAOLO (Brasile). - SACRA MISSIONE. - Venne predicata con gran successo e ottimi frutti nella nuova parrocchia salesiana del Buon Ritiro. Oratori furono quattro valenti Padri Redentoristi. S'iniziò con il trasporto trionfale del quadro di Nostra Signora dell'Apparizione, che ha grande venerazione presso quelle popolazioni. Circa 30.000 persone seguirono la sacra effigie per le vie della città, cantando inni e lodi alla Madre di Dio.
Nel corso delle missioni si succedettero speciali funzioni, che ne accrebbero la pietà e il fervore. Grande impressione produsse la messa per i militari del presidio, che vi accorsero numerosissimi, la benedizione di 2000 bambini, l'erezione di una croce-ricordo.
L'Arcivescovo S. E. Mons. Leopoldo Duarte impartì la Cresima a circa 5000 bambini.
Anche ai poveri carcerati giunse il benefizio spirituale, poichè anche ad essi vennero tenute alcune istruzioni, e, in fine, celebrata la S. Messa alla quale assistettero tutti, insieme col personale direttivo, con a capo il Ministro di Giustizia. Un bel numero di carcerati si accostò anche alla S. Comunione.
Il giorno più solenne fu quello dedicato al SS. Sacramento esposto solennemente all'adorazione. Turme di fedeli si succedettero alla sacra mensa e nella preghiera ad ogni ora, e verso notte l'accompagnarono in solennissima processione, fra miriadi di luci e canti armoniosi.
Frutto immediato della sacra missione fu la costituzione di una lega cattolica maschile, la quale conta già zoo inscritti, e della Pia Unione delle Figlie di Maria Immacolata.
La fruttuosissima predicazione si chiuse con un pellegrinaggio al santuario di Penha. Più di tremila fedeli vi presero parte, percorrendo il lungo tragitto a piedi, in segno di penitenza, recitando salmi e preghiere. Giunto il corteo al Santuario, venne celebrata la S. Messa e distribuita la S. Comunione, dopo di che i pellegrini tornarono alla spicciolata alle loro famiglie, recandovi i santi propositi di una fede irrobustita al pensiero delle cose eterne.
TUCUMAN (Argentina). - UNA GRANDIOSA DIMOSTRAZIONE POPOLARE si svolse il 6 agosto u. s. in onore del sig. Manuel Garcia Fernandez, il munifico donatore della somma necessaria per la costruzione di un ampio collegio salesiano d'arti e mestieri in Tucumàn. Il Governo stesso e il Prefetto della provincia parteciparono alla dimostrazione.
Al festeggiato venne offerta la Gran Croce di Beneficenza da parte di S. M. il Re di Spagna, dove perdette il figlio, al cui nome viene intitolato il nuovo istituto, e insieme un graziosissimo album, pegno della stima e della riconoscenza imperitura di tutta Tucuman per il suo benefattore.
Vari oratori rilevarono la grandezza dell'atto generoso, massime nelle presenti strettezze; ne mancò la nota gentile, recata da un giovane dell'istituto salesiano, che disse al vegliardo tutta la devota ammirazione degli orfani educati nei collegi di Don Bosco, e il loro proposito e desiderio di addolcire, con preghiere e affettuosi ricordi, la sua vecchiaia, rattristata da lutti famigliari.
I lavori di costruzione del nuovo istituto e Tullio Garcia Fernandez » proseguono alacremente, sotto la direzione dell'ing. G. B. Tinivella, su disegni dell'architetto comm. Don Ernesto Vespignani.
Can. Giacomo Camisassa.
Il Can. Giacomo Camisassa, una delle più belle figure del Clero torinese, forte tempra di lavoratore, che alla gloria di Dio diede le sue preziose energie per tutta la vita, si è spento la sera del 18 agosto.
Nativo di Caramagna Piemonte, dopo aver compiuti gli studi ginnasiali all'Oratorio Salesiano, entrò nel Seminario Arcivescovile, dove venne ordinato sacerdote nel 1877.
Dotato d'ingegno aperto e sicuro, ottenne brillantemente i titoli accademici nella Pontificia Facoltà di Torino, e per acclamazione fu eletto
Dottore Aggregato in Teologia e più tardi Dottore Collegiato della Facoltà di Ambe Leggi.
Giovane sacerdote, per il suo carattere e spirito d'intraprendenza, fu dal venerando Canonico Giuseppe Allamano, Rettore della Consolata, scelto a compagno di lavoro. E infatti gli restò ai fianchi per 42 anni, collaboratore fedelissimo nello svolgimento delle più sante iniziative. Con lui nel 1900 fondò l'Istituto delle Missioni della Consolata, che, rapidamente sviluppatosi, compie un gran bene nel Vicariato Apostolico del Kenya e nelle Prefetture del Kaffa e dell'Iringa. Per constatare personalmente l'opera dei Missionari, e recare ad essi la sua parola di conforto e d'incoraggiamento, il compianto Canonico si portava nel 1911 nel Kenya, come Visitatore Apostolico, accolto trionfalmente dalle turbe nere.
E merito suo anche la fondazione del periodico « La Consolata », diretto a diffondere la divozione alla Vergine Consolatrice e a sostenerne le omonime opere missionarie, e ne tenne la redazione fino alla morte.
Operoso, d'intuito geniale, di virtù non comuni, egli contribuì attivamente anche ai restauri dell'antico e venerato Santuario Torinese e ad accrescergli quel decoro e quello splendore, che lo rende tanto caro ai divoti.
Giunto al termine della vita, guardò con serenità la morte che gli andava incontro inesorabile, pur dicendo al Signore: « Se la mia opera è ancor necessaria, non ricuso la fatica! » . Ma il Signore lo volle con sè, e i suoi ultimi istanti furono un lungo, dolcissimo bacio al Crocifisso.
Una prece affettuosa per il venerando estinto, così benemerito della buona stampa, del culto mariano e del decoro della Casa di Diol
ARMELONGHI Sac. Eugenio, nato a Lugagnano d'Arda, † a Parma il 12 - 9 - 1922, a 62 anni. Insegnante per molti anni e direttore, per le sue belle qualità di mente e di cuore godette l'ammirazione e l'amore dei confratelli e di quanti lo conobbero. La sua memoria vivrà in benedizione, sopratutto nel collegio di Modena, di cui fu primo direttore.
BIELLI Sac. Alberto, nato a Torino, + a S. Gregorio di Catania il 15 - 7 - 1922, a 64 anni. Prudenza, operosità e semplicità di vita erano le doti preclare del caro estinto, che diede tutto se stesso per il bene delle anime e della nostra Pia società.
BOSSO Sac. Domenico Giuseppe, nato a Roncaglia (Casale M.) † a S. Paolo (Brasile) il 26-6-1922, a 4o anni.
Pio ed attivo, lavorò molto per coltivare il germe della vocazione ecclesiastica e religiosa in mezzo ai giovani, ai quali per il suo carattere aperto e gioviale era carissimo.
Bovio Sac. Giovanni, nato a Bellinzago Novarese, † a Vercelli il 30 - 3 - 1922, a 64 anni.
Di scrupolosa esattezza nell'adempimento dei doveri, univa alle virtù dell'umiltà e dell'obbedienza una pietà calma e profonda, che traspariva da ogni sua azione. Dolorosissima fu la malattia che lo trasse alla tomba, ma la sopportò con animo invitto per amor di Dio.
BozzANO Sac. Luigi, nato a Ovada, † a Torino il 23 - 5 - 1922, a 6o anni:
Sali al sacerdozio in età avanzata e visse la vita, umile ed esemplare, in svariati uffici, dirigendo anche dei lavori edilizi. Morì affranto da male acutissimo, nella Piccola Casa della Divina Provvidenza.
BRoNZINI Ch. Giovanni Carlo, nato a Buenos Aires, † ad Almagro il 3 - 9 - 1922, a 24 anni.
Di carattere forte e vivace, ma di animo puro e candido, aveva fatto concepire di sè le migliori speranze. La sua morte fu pianta da quanti lo conoscevano.
CAVAGNA Ch. Luigi, nato a Calliano Monf., † a Chieri il 3 - 9 - 1922, a 32 anni.
Inchiodato a letto, e per lunghi anni, da triste malattia, quando vicina gli arrideva la mèta del sacerdozio, accettò con eroismo il supremo sacrifizio, e fece una morte da santo.
GAIDO Sac. Bartolomeo, nato a Murello (Cuneo), + a Roma il 29 - 4 - 1922, a 55 anni.
Morì improvvisamente, ma era sempre preparato alla morte! Sacerdote intimamente pio, di bontà umile e cortese, aveva il culto del dovere eseguito con prontezza. Queste sue doti gli valsero la fiducia di molti confratelli ed amici, che gli affidavano con fiducia la direzione dell'anima loro. Quanti furono allievi dell'Ospizio del S. Cuore di Gesù, lo riguardavano con venerazione e lo ricordano con affetto. Non per nulla l'Unione Ex-allievi gli si fece promotrice di particolari suffragi. Il caro don Gaido fu anche, sin dal principio, il segretario diligentissimo e, potremmo dire, il propagandista zelante della Pia Opera del S. Cuore di Gesù per la celebrazione di sei messe quotidiane: e a noi è caro il pensare che gli spirituali vantaggi che egli così ha procurato a tante anime, gli abbiano assicurato l'ingresso immediato in paradiso.
GALLI Ernesto, nato a Borgo S. Donnino, † a Roca (Rio Negro) il 4 - I - 1922, a 47 anni.
Sua delizia era il fermarsi - quando poteva - lunghe ore in chiesa, davanti al SS.mo Sacramento, pregando per le nostre missioni, che amava tanto.
MAGNETTI Sac. Cav. Luigi, nato a Torino, + a Fossano il 22 - 3 - 1922, a 42 anni.
Era direttore del Collegio-Convitto Civico di Fossano. Mite e gentile con tutti, affettuosissimo e premuroso con gli alunni, godeva le simpatie e la fiducia dei parenti e delle autorità in snodo straordinario. La sua morte, inattesa e nel fior dell'età, fu un lutto cittadino. Il suo ricordo vivrà a lungo, caro e benefico, tra le pareti del Convitto.
MERLO Giovanni, nato a S. Lazzaro Reale (Liguria), † a S. Paolo (Brasile) il 9 - 5 - 1922, a 49 anni.
Umile e pio, esatto nelle pratiche di pietà, era ammirabile per l'ordine e il decoro che portava nella Casa di Dio, affidata alle sue cure.
MICHALSKI Sac. Giuseppe, nato a Cernowitz (Bucovina), † a Skawa il 27 - 6 - 1922, a 38 anni.
Modestia, umiltà, e viva devozione a Maria Ausiliatrice, furono le caratteristiche del caro confratello. Preposto alla fondazione della casa di Skawa, le diede in breve un impulso vigoroso, quando la morte spezzò la giovane esistenza.
NANO Ch. Cesare, nato a Vische (Torino), + a Chieri il 2 - 7 - 1922 a 29 anni.
Caro giovane, pio, mite, colto, e adorno di ogni virtù religiosa, dopo aver servito la patria durante la guerra e coronato gli studi con una bella laurea alla R. Università di Torino, sentì venir meno le forze, e fu colto dal male che non perdona. Era amato da tutti per la semplicità dell'animo profondamente buono.
PERRAMON Sac. Francesco, nato a Seuri (Lérida), + a Baracaldo (Spagna) il 25 - 2 - 1922, a 58 anni.
Da una tenera divozione al S. Cuore di Gesù traeva uno zelo ardente per le anime. Al suo lavoro indefesso si deve in gran parte lo sviluppo delle case di Baracaldo, di Vigo, e una nuova fondazione in Bilbao.
RODRIGUEZ Ch. Francesco, nato a Exaltación de la Cruz (Buenos Aires), † a Rodeo del Medio il 29 - 4 - 1922, a 23 anni.
Venuto a noi dagli oratori festivi, si consacrò ad essi con slancio e sacrifizio, trovando le sue delizie nell'insegnamento catechistico e nella preparazione dei giovinetti alla prima Comunione.
SZERSEN Ch. Stefano, nato a Tropovei (Jugoslavia), + a Roma il 25 - 9 - 1922, a 27 anni.
Ascritto all'ultimo corso di teologia, si preparava con amore al sacerdozio, quando venne colto dalla morte alla vigilia delle sacre ordinazioni. Come è vero che bisogna star sempre preparati!
WIECZOREK Stanislao, nato a Popowo Ignacewo (Polonia), † a Klecza Dolna Il 3 - 9 - 1922, a 51 anno.
Venuto a noi in età avanzata, portò con sè l'esperienza e la calma degli anni maturi, che impreziosì coll'acquisto delle più care virtù religiose. Nutriva per Don Bosco un culto tenerissimo.
Preghiamo anche per i Cooperatori:
ACTIs DEL GERBO D. Carlo, + a Lombardore.
AIMO Teresa, † a Orbassano (Torino). ALONGE Mariano, † a Burgio (Girgenti). ANDREOLA D. Benedetto, † a Caravaggio (Bergamo). ARENA Savina, † a Acireale. BASSI GUALZINI Generosa, † a Mantova. BAUDINO Pietro, + a Cavour.
BENSI Francesca, + a Quargnento.
BOLOGNA Luigia, † a Agliano d'Asti. BoNIFAI Anna Agnese, † a Alassio. BoRIN Caterina, † a Coldogno.
BosCHiNi Rosina, † a Solza (Bergamo). Bosisio Giuseppina, + a Asso (Como). BUONGIOVANNI Sac. Luigi, † a Rosolini (Siracusa). CARDANONE Cav. Gennaro, † a Parenti (Cosenza). CARGNINO Domenico, † a Borgaro Torinese. CARLI Emilia, † a Breganze. CANUTO ROMAGNA Erminia, + a Moncalieri. CASSINELLI Teresa, t a Castagnito (Cuneo). CAVALLARI Rag. Giuseppe, † a Moncalieri. CERA Luigi, † a Lonigo. CERISARA Fulvio, † a Valli dei Signori. CIPOLLA Luigi, † a Villalba (Caltanisetta). CORVINELLI Antonio, † a Limosano (Campobasso). CRESPI Biagio, † a Marrallo (Milano) CUROTTO Domenico, † a Buenos Aires.
DE FEO Cav. Nicola, † a Omignano Cilento (Saler.). DEPALMAS Vittoria, † a Sassari (Sassari) DoFAN Elisa, † a Arzignano (Vicenza). FOSCHINI ved. Rossi, † a Lugo.
GALLI DELLA LOGGIA nobil. Clotilde, † a Torino. GATTI Don Giovanni, † a Roncello (Milano). GIBILISCO Don Salvatore, † a Solarino (Siracusa). GUFFANTI Can. Alessandro, + a Tortona. FANDOLINO Don Matteo, † a Castronovo (Palermo). IGHINA Domenico SACCO, † a Molare.
MAINA Don Ermenegildo, † a Vescovato (Crem.). MASCASOLI n. MOISE, † a Roma. MARTONE Donato, † a Civitavecchia. MARVASI Stanislao, † a Arzignano. MASCARETTI Don Stefano, † a Lodi. MEAZZINI Maria, † a Lodi MERLO Avv. Giuseppe, † a Canelli. MILANI Don Pietro, † a Castiglione d'Adda. Morsi MARCASSOLI Angela, † a Roma. OLIVERO Maria, † a S. Bartolomeo (Cuneo). ORANGO Don Domenico, † a S. Lorenzo al Mare. PENNA PROVERA Angelina, † a Trino Vercellese. PEzzoLi Maria, † a Rovetta (Bergamo). POCHETTINO Domenico, † a Castellazzo Bormida. PRATI Margherita, † a Prun (Verona).
Ricci Don Ferdinando, † a Spinadesco (Cremona). RonIANI Mons. Giuseppe, † a Pitigliano (Grosseto). RONCHETTI Maddalena, + a Galbiate. SPADA Lucia, † a Faenza. S VERGNINi Giovanna, † a Caravaggio. SIMONINI Annunziata, † a Virgoletta. (Massa Car). SORMANI Lucia, + a Roncello (Milano). SPADA Can. Emilio, † a Faenza. STEFENATTi FABRIS Maria, † a Codroipo (Udine). TAGLIERINI Ing. Antonio, † a Lodi. TESTA Don Antonio, + a Strevi. TOLETTINI Bartolo, † a Preseglie (Brescia). TREMONTi Angela, t a Udine. VASCHETTO Teresa, † a Castagnito (Cuneo). VIALE D. Giacomo, † a Rocch. Nervina (Porto M.). VOLONTARIO Maria, † a Fenegrò. ZANNONI Orsola, + a Samprugnano (Grosseto.