PERIODICO MENSILE DEI COOPERATORI DI DON BOSCO
ANNO XLVI - N. 10 OTTOBRE 1922
SOMMARIO
Il programma dei nostri giovani, tracciato del S. Padre, Partenza di nuovi Missionari.
Istituto "Card. Cagliero,, per le missioni estere salesiane. Altro prezioso incoraggiamento del S. Padre. - " Opera veramente grande e provvidenziale quella del Venerabile Fondatore della grande Famiglia Salesiana".
Un episodio gentile a bordo dei "Giulio Cesare".
Parlando con Don Bosco: - Gli Oratori festivi e la Religione nell'educare.
L'Opera di Don Bosco al Congresso dell'Aia. Due nuove Chiese.
Nel Cinquantenario dell' Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice. - Congresso e Unione Nazionale delle Ex-Allieve dell'Argentina.
Consacrazione di un nuovo Vescovo Salesiano.
Scuola femminile "Maria Ausiliatrice" a Shiu-Chow. Dalle lettere dei nostri Missionari.
Episodi Missionari: Il "San Fu" ha una medaglia prodigiosa.
Procuriamo buone vocazioni al Sacerdozio.
Culto di Maria Ausiliatrice.- Nel Santuario. - 17 Battesimi a Macao - Grazie e graziati.
Centenario di S. Francesco di Sales.
Note e corrispondenze: - A Valdocco. - Dalla Spagna: Congresso Nazionale di Ex-Allievi. -- La Superiora Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice, - Notizie varie: In Italia, all'Estero.
Necrologio e Cooperatori defunti.
REDAZIONE c AMMINISTRAZIONE - VIA COTTOLENGO, 32 - TORINO (9)
L'Assemblea Generale della Gioventù Cattolica Italiana, tenutasi in Roma dall'8 al 10 settembre, fu coronata da una solenne udienza pontificia e da un luminoso discorso del S. Padre Pio XI, che tracciò il programma dei giovani cattolici.
Figli dell'Apostolo della Gioventù, potremmo noi non accogliere nelle nostre pagine la parte sostanziale dell'ammirabile discorso? Eccola per i nostri giovani, per i nostri Circoli, per i nostri Ex-Allievi, per i direttori dei nostri Oratori e Collegi, per tutti i salesiani.
Per i giovani più ardente è la lotta del male contro il bene. - La milizia di Dio.
La parola divina ha detto che la vita dell'uomo è milizia: militia est vita hominis super terram. Se la vita è milizia per ogni uomo, molto più lo è per il cristiano. Perchè contro il cristiano combattono forze molto maggiori. Contro il cristiano combattono tante armi e tante insidie, e combattono specialmente contro i giovani. Il giovane mira a ciò che è alto, a ciò che è grande, e perciò nella giovane età più ardenti sono i tumulti dell'animo e più ardente è la lotta del male contro il bene. Sono perciò più gravi i pericoli, più insidiosi e perversi sono i nemici. Basta ricordare la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita, delle quali parla l'Apostolo, e poi quella fascinatio nugacitatis quae transvertit sensum sine malitia, cioè quel fascino di vanità che talvolta travolge i sensi anche più immacolati e santi, per comprendere la gravità dei pericoli ai quali la gioventù è più esposta di ogni altra età, e contro i quali essa deve più energicamente combattere, se non vuole più vergognosamente soccombere. Ecco la milizia, ecco l'esercito, ecco le battaglie, le grandi e sublimi battaglie di Dio, della fede, della vita cristiana. Ecco la nobile milizia della vita nostra alla quale Gesù stesso ci ha chiamato, quando ha detto: Venite post me, venite dietro di me, ed ha soggiunto: non veni pacem mittere sed glàdium: non son venuto a portare la pace ma la guerra. Ed è in questa guerra che vi siete gettati con tutto l'impeto vostro, o giovani cattolici, con tutto l'ardore che vi ispira la fede nella Chiesa e l'amore fervido per Gesù Cristo.
i giovani devono precedere in tutte le vie della perfezione cristiana.
Ed è in questo senso che si può parlare anche di avanguardia. Se c'è l'esercito, ci deve essere pure l'avanguardia. Ed io ricordo con intima e paterna compiacenza di averli salutati più d'una volta i drappelli di avanguardia, di averli veduti nel loro lavoro di preparazione e di averli incuorati al loro nobile e grande dovere, nobile e grande perchè animato dal proposito di andare avanti e di precedere là dove l'esercito è chiamato ad incedere. Se voi dunque, o giovani cattolici, volete essere avanguardia, dovete precedere in tutte le vie della perfezione cristiana; precedere nella più alta e generosa professione della fede; precedere con più chiara e profumata purezza di virtù cristiana; precedere con più generosità in tutti i doveri che la disciplina richiede, quella disciplina senza la quale non v'è ordine, non v'è forza, non v'è possibilità di vittoria. Questo nobile proposito di vita, esemplarmente cristiana è la base degli statuti della vostra Società, ed in esso voi troverete il fine da raggiungere nella vostra azione e che da solo basterà, perchè da solo è capace corrispondere ad ogni altra necessità della vita e dell'opera vostra.
Prima di tutto la formazione cristiana della vita individuale.
Non politica, non economia sociale, dico perfino non cultura, ma prima di tutto la formazione cristiana della vita individuale. Questo è ciò che richiedono gli statuti della vostra istituzione, la formazione e la restaurazione della vita individuale cristiana. Ottimo scopo, perchè corrisponde a quello che lo stesso divino Maestro disse: quaerite primum regnum Dei , cercate anzitutto il regno di Dio - quel regno di Dio del quale ancora Gesù ha detto che è in voi, regnum Dei intra vos est - e tutto il resto verrà da sè, haec omnia adiicientur nobis. Quando le coscienze saranno cristianamente formate, atteggiate, istruite, il resto verrà da sè; e qualunque questione si presenti sarà da esse trattata col tocco di un'anima cristiana ed avrà soluzione cristiana.
Questa mattina, o nostri carissimi figli - voi e tutti quelli che voi rappresentate, che vedo alle vostre spalle... - vi abbiano tutti portato all'altare del divino sacrificio ed abbiamo pregato in modo tutto particolare per voi. Abbiamo chiesto a Gesù che ti suggerisse una parola che utilmente potessimo rivolgere a voi in quest'ora così divinamente bella. E il Divino Maestro mi suggerisce quelle - tra le sue parole tutte divine; divinissime - che Egli rivolgeva ai suoi ascoltatori sulla montagna, e che, perchè divine, hanno traversato i secoli trascorsi e traverseranno ancora quelli avvenire.
Tra le parole di Gesù, le divinissime: « Purezza e carità ».
Beati mundo corde, quoniam ipsi Deum videbunt, beati quelli che hanno mondo il cuore perchè essi vedranno Dio. La mondezza della vita, la purezza della conversazione cristiana, o miei cari giovani - lo so e con tanto maggiore giubilo lo dico in quanto lo so - è la vostra maggiore aspirazione, è la vostra maggiore gloria. Ed è precisamente questa che dà alla vostra conversazione cristiana il valore di un apostolato. Custodite questo immenso tesoro, questa grazia che dà uno splendore nuovo al vostro sembiante giovanile, una energia nuova alle vostre menti, una forza nuova alle vostre anime perchè non si lascino travolgere dal male, e che può dare anche al vostro corpo quella perenne giovinezza che è anche essa, talvolta ricompensa della virtù. Perchè se alla virtù si aggiunge saldezza di membra, se, come dice l'antico adagio, si verifica la mens sana in corpore sano, ne risulta evidentemente un aumento di forze, e la saldezza dell'animo nella saldezza delle membra può esercitare la sua utile efficacia verso coloro - non ne mancano mai - per i quali, come già disse il Poeta, è ragione la forza.
Beati misericordes, quoniam ipsi misericordiam consequentur, beati i misericordiosi perchè essi troveranno misericordia. Abbiamo tutti immenso bisogno di misericordia. Tutti abbiamo occasione di perdonare, e abbiamo non soltanto occasione, ma ragione di chiedere e implorare misericordia da Dio.
Beati mites, quoniarn ipsi possidebunt terram, beati coloro che sono miti perchè saranno essi i padroni della terra. È vero. È la risposta blanda e mite che frange la ostinazione dell'errore. È la moderazione invitta che rimane alla fine padrona di tutte le contese. Lo ha detto anche con tanto felice espressione il nostro caro S. Francesco di Sales, quando ha osservato che per prendere una mosca vale più una goccia di miele che un barile di aceto.
Beati pacifici, quoniarn filii Dei vocabuntur, beati i pacifici perchè sono essi i figli di Dio che meritano questo nome. Ed io lo so che voi aspirate a questo titolo e vi gloriate di chiamarvi figli del Papa, figli del Vicario di Dio sulla terra. Per essere figli di Dio bisogna essere pacifici a somiglianza di Lui, buon Padre, che fa sorgere il suo sole sui buoni e sua tristi, su quelli che lo adorano e su quelli che lo bestemmiano, che fa bene a tutti, anche a quelli che non gli serbano che ingratitudine e sconoscenza.
Come vedete, intorno alla purezza - intorno a questa magnifica regina delle anime, ammirazione del cielo e della terra - è chiamato il complemento fattivo di tutte le carità, la carità misericordiosa, la carità mansueta, la carità pacifica, e si potrebbe seguire ad enumerarne delle altre. Ne manca una sola, e per essa non c'è proprio posto, la carità armata...
Ai Sigg. Cooperatori.
1) I benemeriti Cooperatori e le benemerite Cooperatrici nell'inviare al nostro Rettor Maggiore Rev.mo Sig. D. FILIPPo RINALDI, Via Cottolengo 32, Torino, 9, lettere ed offerte per le Opere Salesiane e per il « Bollettino », abbiano la cortesia, per essere riscontrati con prontezza, di specificare chiaramente il loro nome, cognome, e indirizzo.
2) Volendo unire commissioni particolari, ad es. per il Santuario, o per il « Bollettino » (come celebrazione di S. Messe, tridui e novene di Benedizioni all'altare di Maria Ausiliatrice; ovvero pubblicazione di grazie ed altre notizie per il « Bollettino »), abbiano la bontà di scriverle in fogli a parte, intestati: per il « Santuario », ovvero: per la « Redazione del Bollettino ».
3) Si rammenti, di grazia, che questa cura di scrivere le commissioni in foglio separato è particolarmente necessaria, se si tratta di ordinazioni librarie e di oggetti religiosi presso la Società. Editrice Internazionale, Corso Regina Margherita 174-176 (cioè presso la Società che stampa il «Bollettino »), essendo essa un ente a sè.
4) Tutti, qualora ne vengano a conoscenza, abbiano la cortese premura di avvisarci degli eventuali duplicati che nel gran numero d'indirizzi occorrono nella spedizione del « Bollettino », nonchè della morte di Cooperatori o Cooperatrici, cui ne vedessero continuato l'invio, e, ciò pure, in foglio a parte, intestato: per l'« Amministrazione del Bollettino ».
5) Anche per qualsiasi correzione d'indirizzo, si abbia la bontà di staccare e rinviare debitamente corretto il biglietto stampato o dattilografato dell'indirizzo primitivo, e ciò per evitare a noi un improbo lavoro di lunghe ricerche ed anche facili errori, causa le frequenti omonimie.
6) Nel proporre l'ascrizione di nuovi Cooperatori (facilissimo modo, questo, di cooperazione) si voglia prima riflettere se essi saranno realmente di aiuto alle Opere Salesiane, cioè se sono in grado e se intendono colle loro elemosine, coll'opera personale e colla preghiera, di aiutare i Salesiani nel promuovere l'educazione cristiana della gioventù, le vocazioni religiose e sacerdotali e missionarie, l'assistenza agli emigrati, e le Missioni tra i popoli infedeli.
7) In fine teniamo a dichiarare a quanti c'inviano relazioni di grazie e favori per aver fatta promessa di pubblicarli a mezzo del « Bollettino », che non ci è dato di accontentarli tutti come vorremmo, non essendo proprio possibile pubblicare per esteso tutte le relazioni, e per mancanza di spazio, e perchè molte non hanno che un'importanza relativa. Per questo motivo si pubblica ogni mese l'elenco dei graziati.
La domenica 29 agosto, come abbiamo già accennato, si ripeteva solennemente ai piedi di Maria Ausiliatrice la sempre cara e commovente cerimonia di addio ad un bel drappello di Missionari.
Erano quaranta sacerdoti, chierici, laici e catechisti salesiani, inginocchiati in appositi banchi nel presbitero, e quaranta Figlie di Maria Ausiliatrice, subito fuori della balaustra e in recinto ad esse riservato, che, con la gioia nel cuore e la commozione in viso, attiravano gli sguardi e le preghiere di una moltitudine di devoti che stipavano la basilica.
Dopo il canto dei vespri salì in pulpito il rev.mo Don Ermenegildo Carrà, Ispettore delle Missioni Salesiane del Matto Grosso, il quale - dopo aver accennato allo scopo della cerimonia - disse della carità di Don Bosco, che non contento di aver iniziato tante opere giovanili in patria volse lo sguardo alla misera sorte delle tribù selvagge - dello zelo con cui il Card. Cagliero, Mons. Lasagna, Mons. Fagnano ed altri illustri missionari risposero all'invito del Venerabile - della parte attiva che prendono allo sviluppo delle missioni le Figlie di Maria Ausiliatrice, che nell'anno cinquantesimo dalla fondazione del loro Istituto si recano ad aprire nuove case in Cina, nell'India, al Congo Belga, a Cuba, nell'Equatore e in Polonia - della generosità che sprona tutti i nuovi apostoli - e dell'abbondanza delle divine benedizioni sulle loro opere e su quanti li sorreggono quotidianamente, colla preghiera e con l'elemosina, nella santa missione.
La benedizione eucaristica venne impartita dall'E.mo Card. Cagliero. Subito dopo cominciò la cerimonia dell'addio. L'Eminentissimo benedisse e distribuì a tutti i Missionari il S. Crocifisso, poi prese la parola e, con accento vibrato, che si sentiva in ogni parte della basilica, disse loro:
Ecco una cerimonia solenne, che si celebra omai da 5o anni, e ogni anno, nel Santuario di Maria Ausiliatrice! Gloria a Lei, gloria al Suo Servo, che ci annunziò chiaramente come la Madonna gli avesse detto che da questa sua casa: « Haec est Domus mea! », sarebbe uscita la sua gloria : « Inde exibit gloria mea! »
Cerimonia sempre commovente, che mi ricorda la benedizione che ricevetti anch'io, quà, col mio drappello, quando partirono per l'Argentina.
Ripeto quindi a voi, ciò che dissero a noi Pio IX e Don Bosco: « Euntes docete ». Andate, insegnate.
La vostra è missione divina, non è una spedizione scientifica, o finanziaria: Andate, insegnate!
L'andare è dei negozianti, dei commercianti, degli affaristi, è di tutti. Voi, invece, andate e insegnate.
Che cosa insegnerete? Iddio, Gesù Cristo; che Dio ci ha creati per il cielo. Giunti al luogo delle vostre residenze, ripetete ai popoli : Appropinquavit in vos regnum Dei!
Predicate il regno di Dio! Molte anime non conoscono ancora questo regno, perche non sanno che vi è un Re che è sopra tutti i Re della terra, e che tutti abbiamo un'anima cui attendono destini immortali.
Andate adunque: io vi accompagno col desiderio e col cuore, e vi prego da Dio la grazia che non abbiate mai a dimenticare il fine per il quale andate, che è di predicare il regno dei cieli.
Il Ven. Don Bosco, da questo stesso altare, al primo, al secondo, al terzo drappello additava un mezzo infallibile per salvare le anime. « Propagate l'amore a Gesù Sacramentato e la divozione a Maria SS. Ausiliatrice, e vedrete che cosa sono i miracoli ». I miracoli li vedrete anche voi, conce li abbiamo veduti noi: tanti popoli convertirsi docilmente al Vangelo.
Ricordate anche la raccomandazione di Don Bosco: « Andate ai figli e convertirete anche i genitori! ». Con questo mezzo noi abbiamo ottenuto frutti mirabili. Tutte le vostre preghiere, tutto il il vostro zelo, tutta la vostra attività, tutto il vostro spirito di sacrifizio, abbiano adunque particolarmente di mira la salvezza della gioventù. Questa è la particolarità dei Missionari di Don Bosco; e per guadagnare la gioventù, innamoratela di Gesù in Sacramento e di Maria Ausiliatrice.
Il cammino che dovete percorrere è dovunque difficile e pieno di pericoli, come ai tempi dell'Apostolo: e ci vuole la fede di Pietro e la carità di Paolo per superarli.
Ma non tenete! Maria Ausiliatrice è con voi, Don Bosco è con voi! Oh da quanti pericoli siamo stati liberati noi per la misericordia di Dio e la protezione di Maria Ausiliatrice! Anche a voi avverrà altrettanto, se sarete zelanti Missionari.
Pronti al sacrifizio, amanti della preghiera, ricordatevi che non appartenete più al mondo, nè ai parenti, nè alla Patria che abbandonate, dal momento che vi siete schierati, sotto la Croce, al servizio di Dio. Il Missionario è l'ambasciatore di Dio; e Dio concede la grazia della conversione ai popoli, quando nei suoi ambasciatori regna lo zelo per la sua gloria, quando brilla in essi una vita pura, spirituale, divina. I popoli stessi si arrendono più facilmente alla parola del Missionario, quando lo vedono condurre una vita, che non è di questo mondo, perchè anch'essi, prima ancora di aprire il cuore all'amore del Vangelo compren dono se chi parla loro è un uomo di cielo o un miserabile della terra.
Andate: il Signore sia con voi e gli Angeli suoi vi accompagnino! Tornate ogni giorno col pensiero a quest'altare, dove spesso cinquemila Salesiani e cinquemila Figlie di Maria Ausiliatrice si prostrano in ispirito. Tornate qua col vostro pensiero e troverete sempre nella nostra Madre, Maria Ausiliatrice, il vostro rifugio in ogni istante e l'aiuto in ogni pericolo.
Una commozione profonda si leggeva sul volto dei partenti, ed anche l'affollato uditorio appariva in preda alla tenerezza.
Il Rettor Maggiore don Rinaldi intonò le preghiere dei pellegrinanti, e, in fine, circondato dagli altri superiori, accolse ad uno ad uno tra le sue braccia i partenti, sussurrando al loro orecchio, con delicata bontà, un ultimo saluto, un ultimo pensiero salutare. Già il mattino, sull'esempio del venerato don Rua, il buon Padre li aveva radunati nella cappella attigua alla camera dove don Bosco morì, e aveva celebrato per loro, e indirizzato ad essi care parole di ricordo.
Il popolo fece ala riverente al passaggio dei partenti, rivolgendo a tutti, Salesiani e Figlie di Maria Ausiliatrice, cristiane parole di saluto e la promessa di ferventi preghiere. Noi li ringraziamo di cuore, e rinnoviamo a tutti il fiducioso appello di pregare ogni giorno per i nostri Missionari, convinti che le benedizioni divine scenderanno più abbondanti su tutte le opere loro.
Come abbiam detto lo scorso mese, già prima erano partiti altri drappelli di nuovi missionari salesiani per varie parti. Un nuovo drappello partirà entro l'anno per il nuovo Vicariato Apostolico di Kimberley nell'Australia.
Cari Cooperatori, per queste ed altre urgenti e dispendiose iniziative il nostro Superiore si trova in gravi strettezze: vogliate, con fraterna premura, venirgli generosamente in aiuto.
Ogni offerta sia diretta al rev.mo don FILIPPO RINALDI, Rettor Maggiore dei Salesiani. - Via Cottolengo, 32, TORINO (9).
Convegni d'azione salesiana.
Il 19 settembre u. s. si tenne a Torino in Valsalice un Convegno di Direttori Diocesani dei Cooperatori, e il 20 n'ebbe luogo un secondo all'Oratorio, al quale parteciparono molti Sacerdoti, nostri ex-allievi.
Dello scopo per cui vennero indetti, dello studio che si compì, delle deliberazioni che si presero, diremo convenientemente nel prossimo numero.
La ricorrenza del III° Centenario dalla fondazione di « Propaganda Fide » parve invito provvidenziale all'effettuazione di un disegno che si andava maturando, e che il miglior modo per noi di partecipare alle feste centenarie fosse di aprire un Istituto dedicato, tutto e solo, alla formazione di detto personale. La celebrazione delle nozze sacerdotali di diamante del nostro E.mo Card. Cagliero fu pure una provvidenziale coincidenza per consacrare questa data così cara a tutta la famiglia salesiana, intitolando l'Istituto da Lui, che delle Missioni Salesiane fu iniziatore, padre e maestro.
A questo scopo - col nuovo anno scolastico 1922-23 - venne aperto in Ivrea, provvisoriamente, l'Istituto « Card. Giovanni Cagliero » per la formazione intellettuale, morale e religiosa del personale per le Missioni Salesiane. Ad esso possono indirizzarsi tutti coloro che si sentono chiamati alle Missioni, e non solo i sacerdoti o chierici, ma anche quei secolari che aspirano a prestar l'opera loro come catechisti, o addetti alle occupazioni e ai molteplici impieghi che nelle Missioni occorrono.
L'Istituto « Cardinal Cagliero » ha già inaugurato una sezione studenti, nella quale sono accettati giovani dai 14 anni in su, a patto che aspirino alle Missioni. Il corso degli studi corrisponde, nell'insieme, al programma del corso ginnasiale, con opportuni adattamenti sia per la durata che per le materie d'insegnamento, a secondo dell'istruzione e della capacità degli allievi. L'accettazione è gratuita. Sono a carico degli alunni solo le spese di vestiario e di cancelleria per la durata del tempo di prova.
Si fa viva raccomandazione agli Ecclesiastici tutti, ai Cooperatori, agli Ex-Allievi, ai Circoli cattolici, alle opere di propaganda religiosa e a tutte le persone alle quali deve stare a cuore la causa della Chiesa Cattolica e la salute delle anime, perchè ci vengano in aiuto cercando, consigliando ed indirizzandoci tutti coloro nei quali vedano un germe di soda vocazione missionaria.
* *
Per le domande di accettazione, per informazioni, ecc. rivolgersi al Sac. FILIPPO RINALDI, Rettor Maggiore, Via Cottolengo 32, Torino, 9 - o al Direttore dell'Istituto Card. Cagliero per le Missioni Estere Salesiane, (Torino) Ivrea.
Altro prezioso incoraggiamento del S. Padre
Opera veramente grande e provvidenziale quella del Ven. Fondatore della grande Famiglia Salesiana».
Nel mese di luglio u. s. il rev.mo Don Giuseppe Vespignani, Direttore Generale delle Scuole Professionali e Colonie Agricole Salesiane, già Ispettore delle Case Salesiane dell'Argentina, aveva la ventura di umiliare al S. Padre l'obolo degli allievi e oratoriani ed ex-allievi, e delle allieve e oratoriane ed ex-allieve, dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice in quella nobile Repubblica. L'offerta, in ragione d'una lira per ogni oblatore, sommava a 35.000 lire, e tornò carissima al S. Padre, che si degnò chiamarla « omaggio proprio significativo, molto significativo », « sia perchè tradizionale, avendo origine in un esempio ed insegnamento del Ven.le Don Bosco, sia per il numero grande degli offerenti », cui accordò, insieme ai loro cari, la più ampia benedizione.
Non contento di ciò, a mezzo dell'E.mo Card. Segretario di Stato, Sua Santità tornava a ringraziare gli oblatori, rispondendo all'indirizzo, col quale Don Vespignani, nell'umiliare l'offerta nelle Auguste sue mani, l'aveva accompagnata.
Segreteria di Stato di Sua Santità.
Dal Vaticano, 25 luglio 1922. Rev.mo Sig. Direttore,
È con una gioia e soddisfazione non comune che il Santo Padre ha preso conoscenza di quanto la S. V. Rev.ma gli ha esposto nella sua affettuosa lettera del io corrente mese.
Viva commozione ne ha provato Sua Santità, quantunque già fossero noti alla Medesima i meravigliosi successi delle Opere Salesiane nella Repubblica Argentina, successi che richiamano alla mente la parabola evangelica del grano di senapa, cresciuto sì da diventare un albero, nelle fronde del quale gli uccelli del cielo trovano ombroso asilo. Opera veramente grande e provvidenziale quella del Venerabile Fondatore della grande Famiglia Salesiana. E così si accrebbe essa e si moltiplicò, perchè sempre fecondata dalle benedizioni di Dio e del suo Vicario. Tale incremento è motivo di grande consolazione per il Sommo Pastore delle anime, che vede estendersi ed ampliarsi il dolce Regno di Cristo.
Giunga quindi alle 35 mila carissime pecorelle salesiane dell'Ovile di S. Pietro sparse nell'Argentina il cordiale ringraziamento del Santo Padre, il Quale in attestato di paterna affezione e come pegno dei più eletti favori del cielo, ai figli lontani, non meno cari di quelli che Gli fanno corona da vicino, imparte di tutto cuore l'implorata Apostolica Benedizione.
Con sensi di distinta e sincera stima mi professo di V. S.
Aff .mo per servirla
P. Card. GASPARRI.
Rev.mo Sacerdote Giuseppe Vespignani Direttore delle Scuole Professionali dei Salesiani di Don Bosco. - Roma.
Togliamo dal « Corriere del Mare », pubblicato a bordo del « Giulio Cesare » della Navigazione Generale Italiana (Anno I, n. 23, 17 luglio 1922) la cronaca della consegna dello scudo argentino, opera degli alunni del Collegio Pio IX di Buenos Aires, al piroscafo suddetto.
Erano a bordo S. E. il Ministro d'Italia Conte di Felizzano con la sua signora, il presidente del Consiglio di amministrazione della Navigazione . Generale Italiana on. Senatore Conte San Martino di Valperga Maglione con la nobile contessa Magda, il rev. don Valentino Bonetti, Ispettore dei Salesiani, il direttore del Collegio Pio IX D. Serriè, il signor Elena vice gerente dell'Italia-America di Buenos Aires, Suor Maddalena Promis ispettrice delle Figlie di Maria Ausiliatrice nell'Argentina, e un gran numero di signore, che occupavano tutto lo spazio della sala dei festeggiamenti non occupato dallo schieramento dei molti e fieri esploratori di Don Bosco, con musica e bandiere delle rappresentanze degli Istituti Salesiani di Buenos Aires.
Prese la parola il salesiano cav. Don Michele Tonelli. « Io non so - disse - se prima d'ora le Signorie Loro hanno mai osservata la stretta analogia che corre tra la civile missione di progresso della nostra magnifica flotta, - in questo momento nobilmente rappresentata dalla sua maggiore unità, il « Giulio Cesare » - e l'altra missione, tutta spirituale, e non perciò meno fautrice di civiltà e di patriottismo che svolge su queste spiagge generose l'Istituzione Salesiana del Venerabile piemontese Don Giovanni Bosco.
» Questa istituzione, così ricca e varia nelle sue molteplici iniziative, che ha raggiunto in meno di 10 lustri uno sviluppo stupefacente... ha avuto sin dal suo inizio - per espressa volontà del suo fondatore e padre - una stretta relazione di somiglianza con quanto intende - con opulenza di mezzi ed arditezza di genio - la Navigazione Generale Italiana: importare cioè in Argentina una forte corrente di energie di lavoro e di pensiero, di cui l'Italia nostra è ricca a dovizia - corrente che per l'eterno riflusso delle cose, torna poi in Patria, con un vantaggio comune ed una più ampia e diffusa conoscenza di questo paese, che ha un divenire immensamente ricco e provvidenziale. Una tale civile missione si compie in modo superbamente elogistico per la nostra gente. Nelle fertili campagne e nelle città popolose - nelle officine, negli stabilimenti, nelle banche - nei maestosi edifici e nei monumenti artistici: in tutta questa geniale creazione, non è chi non veda l'opera assidua, costante ed amorosa dei fratelli nostri emigrati.
» E non io dirò dei felici risultati della analoga missione spirituale che il Venerabile Don Bosco affidava al piccolo drappello che partiva dal Santuario di Maria Ausiliatrice - in Torino - l' 11 novembre 1875, per queste terre allora in massima parte ignote. Le parole di Don Bosco sono storiche. Ai primi suoi figli missionari Ei non si contenta di raccomandare i selvaggi e gli infedeli, ma aggiunge: « Vi raccomando con insistenza particolare la posizione dolorosa di famiglie italiane che numerose vivono in quei paesi ed in mezzo alle stesse campagne. Andate, cercate quei nostri fratelli, cui la miseria o sventura portò in terra straniera... »
» Quel testamento d'amore fu il programma che informò poi la grande opera delle Missioni Estere Salesiane. Dappertutto esse integrarono il loro carattere naturale di missioni colla cura degli Italiani. E sorsero qui le case, i collegi, le scuole d'arti e mestieri, le scuole d'agricoltura, gli oratori, le chiese ed anche gli ospedali, e comitati d'assistenza ed i segretariati: una vasta fioritura di opere perchè lo spirito di Don Bosco era aperto a tutte le manifestazioni del progresso civile, e le cercò e le volle. Era, in una parola, un uomo moderno. E quest'istinto di modernità Egli trasmise e trasfuse nella sua istituzione.
» Ed ecco il perchè del coro unanime di animirazione e di plauso che l'Opera di Don Bosco riscuote al di qua ed al di là dell'oceano. Armonia veramente sorprendente di lodi e sanzione autorevolissima... Ieri soltanto: mentre qui uno dei più gloriosi figli d'Italia, S. E. il Generale Caviglia, aveva per l'Opera Salesiana parole di alto elogio e di approvazione sincera - in Torino, ospite ambito, il Dottor Marcello Alvear, presidente eletto di questa nobile Nazione, ripeteva simiglianti elogi al Superiore Generale Don Filippo Rinaldi.
» Signori, l'armonia di pensiero nei due insigni ammiratori ed esponenti illustri dei due paesi, è indice sicuro dell'armo ria di ideali e di affetti, realizzata da tempo dal modesto missionario salesiano.
» Per le sue origini italiana, la nostra Società, riconosce volentieri il molto che deve all'ospitalità generosa ed amica, e sa amare d'amore fattivo l'Argentina, quale sua seconda Patria - e nell'insegnamento e nella beneficenza tutti affratella - italiani ed argentini - in un sol amplesso e sa di essere dagli uni e dagli altri riamata. Ciò facendo, crediamo servire utilmente ambedue i paesi, persuasi che la politica migliore è e sarà sempre la politica evangelica dell'amore.
» Ed eccovi, o Signori, spiegato il perchè dell'omaggio, modestissimo nella forma, ma d'un significato profondo, che la Istituzione Salesiana osa offrire nella persona dell'illustre signor Presidente del Consiglio di Amministrazione della Navigazione Generale Italiana - Senatore Conte Enrico San Martino e dell'onorevole Signor Comandante Cavalier Francesco Schiaffino - al « Giulio Cesare », la nave superba che raccoglie in sè la triplice supremazia della mole, della velocità e della bellezza. Il nostro omaggio eccolo: lo Scudo Argentino lavorato con intelletto d'amore nelle officine del Collegio Pio IX. Perchè il nostro cuore esulta di italico fervore e sente raddoppiarsi i vincoli di riconoscente affetto verso gli ospiti gentili che - nei dì della gloria - a fianco della bandiera azzurra e bianca si onorano di inalberare il nostro tricolore vessillo. Così - noi vorremmo - che con italica cavalleresca cortesia, nel più grande palazzo galleggiante d'Italia, avessero un posto d'onore i colori patrii della nazione sorella, fulgesse rutilante il glorioso Sol di Maggio! ... »
Rispose per la Navigazione Generale Italiano l'onorevole Conte di San Martino, accennando al grande sforzo fatto dalla Navigazione Generali Italiana nel mettere in servizio fra l'Europa ed il Sud America il magnifico e insuperabile « Giulio Cesare», che sarà prestissimo seguito dal gemelle Duilio ».
« Applauditissimo - scrive il Corriere del Mare - l'accenno al Venerabile don Bosco che il Conte ebbe la fortuna di conoscere personalmente. Egli con poche scultoree parole ne evocò la figura: e parve a molti in quel momento sentire aleggiare nella magnifica sala, tutta bianca e oro, lo spirito di Don Bosco, tutto bontà ed amore, e che la cerimonia assumesse un carattere religioso...
Sono state allestite varie serie di cartoline delle nostre Missioni della Patagonia e della Terra del Fuoco, e della Cina, ad uso nostro e dei nostri amici e Cooperatori. Si vendono assortite al Prezzo di L. 1.5o alla dozzina - e di L. 10 al cento - franche di porto. - Richiederle all'Ufficio di Propaganda Missionaria - Via Cottolengo, 32, TORINo, 9.
Parlando con Don Bosco.
Gli Oratori festivi e la Religione nell'educare
2o dicembre 188o.
Dovevo ringraziare Don Bosco di avermi mandato le sue Suore Salesiane e dargli conto dell'impianto dell'Asilo di Melazzo.
Mi recai all'Oratorio alle 3, e, caso fortunato, lo trovai in casa. Mi precedeva il parroco di S. Carlo e siamo entrati insieme. Don Bosco mi ha subito riconosciuto ed accolto cortesemente, ho ceduto il passo al parroco che era giunto prima di me, ed aspettando nella sua modesta saletta li udivo discorrere di opere buone e di soccorsi a poveri orfani abbandonati.
Io intanto guardavo un quadro, ove erano rappresentati i benefattori dell'umanità: S. Caterina da Siena, il Cottolengo, Pio IX e cento altri: un giorno vi si metterà anche Don Bosco.
Uscito il parroco, entrai alla mia volta e, ringraziato Don Bosco per avermi concesso le Suore, gli riferii che le cose erano assai ben avviate: i bimbi dell'Asilo erano già in numero di trenta e le figlie iscritte al laboratorio sessantasette; se ne doveva limitare ìl numero per la ristrettezza del locale.
- Mi rallegro di cotesti risultati, vedrà che si potrà fare del gran bene.
- Non basta; alla domenica le suore raccolgono in casa tutte le, figlie del paese, le trattengono, giuocano e saltano con loro, le fanno cantare, pregare e le conducono ordinate alla Chiesa.
- Le riunioni domenicali sono cagione di bene immenso, come già le dissi altra volta; il laboratorio ed anche l'asilo producono vantaggi grandi, ma limitati: le riunioni della domenica hanno un'influenza assai più estesa, impediscono molto male, togliendo le figlie adulte dalle occasioni e dalle lusinghe di giovani scapestrati... Veda, qua, alla domenica, pochi anni or sono era uno spettacolo orribile... S'incominciarono a levar via tutti i giovani, attirandoli e trattenendoli all'Oratorio; poi vennero anche le figlie, ed ora fanno ressa nella chiesa, si accalcano sulla porta, e talvolta ore ed ore alla pioggia, per la speranza di udire qualche brano della parola di Dio.
- È questo dovuto alla grazia ed all'aiuto divino in modo visibile, poichè umanamente ciò non sembrerebbe altrimenti possibile.
- Sì, all'aiuto di Dio, ma questo non manca se si lavora davvero e con fiducia. Anni sono venne a trovarmi Lord Palmerston; arrivò alle 10 del mattino e si trattenne qua sino alle sei della sera, visitando minutamente ogni cosa e chiedendo conto di tutto, con quella precisione e quell'interesse che sono propri degli Inglesi. Ciò che eccitò maggiormente la sua meraviglia si fu di vedere la sala di studio, la quale conteneva cinquecento giovani, ed in cui regnava il più alto silenzio. « Come mai, diceva egli, potete voi ottenere simile risultato da giovani raccolti sulla strada, forniti di scarsissima educazione? ». « Con un mezzo di cui voi non potete disporre ». « Ma quale? deve essere desso assai potente, poichè non avete assistenti nè custodi ». « Colla Confessione, risposi, e colla frequente Comunione e coll'assistere alla S. Messa ». Palmerston si fece serio e rispose: « Sì, la Confessione è un gran mezzo di moralizzazione e noi abbiamo già seriamente pensato a ristabilirla nel nostro paese ». « Ella è indispensabile alla salute delle anime, ma voi non la potete avere. Se non avessimo la Confessione, per tenere in freno questi giovani, bisognerebbe stare in mezzo allo studio con un bastone e ad ogni minimo rumore dare una bastonata al disturbatore; si otterrebbe forse, a questo modo, qualche cosa, ma le grida dei pazienti turberebbero nondimeno il silenzio ». E Palmerston rispose: « Avete ragione »; e, rivolto al Segretario: « Scrivete: per mantenere la disciplina: o Confessione o bastone ». Tutti i visitatori che spesso capitano fra noi, italiani, francesi, tedeschi, questi ultimi in ispecie profondi osservatori, ripetono le stesse domande e ne riportano le stesse conclusioni (1).
» Sono pochi giorni che alcuni membri della Giunta Municipale di Roma si recarono dal Ministro Villa ed espostogli che D. Bosco (2) aveva ricevuto dal S. Padre l'incarico di fondare un collegio al Castro Pretorio e di edificarvi la Chiesa del S. Cuore di Gesù domandavangli in qual modo dovessero contenersi di fronte a cotesto nuovo istituto che avrebbe preso probabilmente grandi proporzioni. Il ministro li ascoltò qualche tempo in silenzio; e poi rispose: Don Bosco fa del bene a molti giovani togliendoli dal mal fare e dando loro l'istruzione. Egli non si occupa di politica. Lo lascino fare.
- Il Municipio di Roma, dissi alla mia volta, conta già parecchi membri che sono buoni cattolici e che favoriranno a tutto potere l'opera sua; anche fra gli altri che la pensano diversamente, ve ne sono molti che l'aiuteranno; ma ve ne sono alcuni che invasi da rabbia diabolica tentano impedire qualunque specie di bene, pur di nuocere al Cattolicismo. Cotesti scristianizzatori vorrebbero sbattezzare l'Italia e la metterebbero volentieri a fuoco, pur di riuscire a svellerne la religione.
- Purtroppo, egli è per questo che ne conviene andar prudenti e guardinghi, semplici come le colombe, ma prudenti come i serpenti. Don Bosco si mantiene sempre scrupolosamente nella legalità: date a Cesare tutto ciò che è di Cesare; niente di più, ma niente di meno. Guai se Don Bosco commettesse un'imprudenza! troppi giovani si troverebbero ricacciati sulla strada. Ed infatti Don Bosco si attiene ai programmi, segue i testi prescritti; vogliono che faccia leggere Macchiavelli, ed io lo faccio leggere ai miei giovani.
- Ma loro date l'edizione purgata.
- Oh, volete, forse, che io insegni il male ai miei giovani? Oh, non sarà più lo scritto, lo stile, il pensiero di Macchiavelli, perchè avrò levato dal libro quelle parole o quelle frasi che possono turbare le menti o corrompere i cuori?...
Mi accomiatai da don Bosco, ricevendo da lui e ricambiandogli gli auguri delle feste natalizie. Scesi a salutare Don Cagliero che fu oltremodo lieto di sentire le buone notizie dell'Asilo di Melazzo. Mi disse che partiva il 22 con una spedizione di missionaria diretti alla Patagonia. Egli però sarebbesi fermato a Gibilterra, donde a Siviglia per fondare in quei dintorni un nuovo collegio.
Vero granello di senapa, l'opera di D. Bosco, da umile pianticella, si è fatta un grande albero, che ha disteso le sue robuste radici da un capo all'altro di questa nostra terra italiana e che ricopre omai coi suoi rami i due emisferi...
Marchese VITTORIO SCATI (1).
(1) Don Michele Rua attesta che il Ven. Don Bosco, essendo in colloquio col Vescovo di Liegi Mons. Doutreloux, e venendo a parlare dell'importanza ed efficacia della Comunione frequente per l'emendamento della vita, specialmente dei giovani, e il loro avviamento alla perfezione cristiana, ad un tratto esclamò: È là il gran segreto! e ciò disse con tale sentimento di fede e di amore da commuovere il Vescovo suo interlocutore (nota della Redazione).
(2) Don Bosco usava la terza persona parlando di se stesso (nota dello scrittore).
(1) Da relazione autografa, datata . Torino, 24 aprile 1891 ».
Volete voi che le perdite delle cose di questo mondo non vi affliggano? Non desiderate molto ciò che non avete, nè amate troppo ciò che possedete.
S. Francesco di Sales.
Dal 30 luglio al 4 agosto si tenne all'Aia (Olanda) un Congresso Nazionale ed Internazionale' di persone che si occupano dell'educazione della gioventù. I Salesiani vi furono rappresentati da due delegati, inviati dal nostro Rettor Maggiore per far conoscere in Olanda l'opera di Don Bosco. I due confratelli assistettero alle diverse sedute del Congresso, e un d'essi, che prese la parola nella sezione della « Gioventù abbandonata », davanti ad un pubblico numeroso costituito da membri eminenti del clero e del laicato, rievocò le origini dell'opera salesiana e il suo rapido sviluppo nei vari rami d'azione, e si fermò ad illustrare ampiamente lo spirito e il sistema educativo di Don Bosco, fatto di bontà e dolcezza, di vigilanza paterna e continua, e di pietà amabile e vissuta. A comprovarne l'efficacia ricordò la fioritura delle Unioni Ex-allievi e a rilevare l'intima bontà evangelica dello spirito del Fondatore accennò alle sei Cause di Beatificazione, che la Pia Società Salesiana ha in corso. La parlata, ricca di fatti e di realtà, fu ascoltata con vivo interesse, e cinquecento libretti su « Don Bosco e le sue Opere » stampati in olandese, andarono letteralmente a ruba, mentre un gran numero di presenti, fra cui anche vari protestanti, espressero vivamente la loro ammirazione per un'opera, che, come dissero, « con vero rincrescimento, non avevano conosciuto prima ».
Due nuove Chiese.
La prima domenica di questo mese verrà solennemente inaugurata la bella chiesa annessa all'Oratorio « Michele Rua » in Borgata Monterosa a Torino, e dedicata alla Madonna del Rosario. A capo del movimento dì preparazione è l'attivissima Unione di Padri di Famiglia, fiorente nell'Oratorio. Raccomandiamo ai Cooperatori Torinesi di accorrere in quel giorno alla nuova chiesa. Faranno un'amena passeggiata e vedranno coi propri occhi il bene che fa quell'Oratorio.
La quarta domenica di questo mese verrà aperta al divin culto la nuova chiesa del S. Cuore di Gesù a Casalmonferrato. Un apposito comitato di Cooperatori lavora alacremente per preparare i solenni festeggiamenti che accompagneranno la cerimonia nei giorni 21-22 e 23 ottobre. Tra l'altro, si terrà un Congresso ad onore del S. Cuore di Gesù, che si prospetta animatissimo. Da tutto il Monferrato, dove da vari mesi il nostro confratello Don Ernesto Coppo, coadiuvato da altri sacerdoti salesiani, va tenendo conferenze nelle parrocchie per diffondere la Pia Unione del S. Cuore di Gesù, si prevede larga affluenza di Congressisti.
II.
Ispettoria Romana. (I)
L'Ispettoria Romana delle Figlie di Maria Ausiliatrice abbraccia 23 Case, disseminate in 7 Regioni (Lazio, Marche, Umbria, Campania, Puglie, Basilicata, Sardegna), più una all'Estero, a Scutari nell'Albania.
Le prime fondazioni.
Il primo seme fu gettato nel 1891 a Cannara, diocesi di Assisi, dove veniva affidata alle Suore di don Bosco la direzione delle scuole elementari e dove esse iniziavano in pari tempo un Educandato e l'Oratorio festivo.
Nello stesso anno un altro piccolo nido si formava a Roma presso l'Ospizio del S. Cuore per attendere alla guardaroba dell'Ospizio e della Chiesa e al Catechismo festivo per le fanciulle della parrocchia: e l'umile opera prese subito sviluppo per l'efficace cooperazione della signora Sofia Mariani, che nel 1898 cedeva alle suore anche una sua casa in Civitavecchia, nella quale, come in altra, aperta contemporaneamente all'ombra del Santuario della Madonna del Buon Consiglio in Genazzano, fiorivano una scuola di lavoro e di studio, l'Asilo infantile e l'Oratorio festivo.
Nel 1899 le Figlie di Maria Ausiliatrice accettavano anche di farsi madri ed educatrici delle numerose giovanette studenti, che il compianto D. Benvenuto Cantalamessa accoglieva nel Convitto da lui fondato in Ascoli Piceno, nelle Marche. Quest'opera, benedetta da Dio, prospera tanto che le giovanette ivi accolte, alunne delle diverse scuole secondarie, hanno raggiunto il numero di 16o, e accanto ad essa trova protezione e conforto anche un buon numero di giovinette operaie che, frequentando i laboratori dell'Istituto, di cucito, ricamo e maglieria, viene preparandosi cristianamente alla vita.
Nel 1900 s'aprivano due altre case nell'Umbria; a Bettona con un ricovero per piccole orfane e poveri vecchi, e l'istruzione di alcune classi nella Scuola Comunale e la cura della cucina economica; e a Todi con un educandato e una scuola. E di propria iniziativa entrambe le case vi aggiungevano l'opera dell'Oratorio festivo, per cui da 22 anni molte fanciulle furono sottratte ai pericoli delle strade, istruite nella Dottrina Cristiana, e preparate a divenire angeli provvidi dei domestici focolari.
Costante sviluppo
Così l'umile arboscello fecondato dalla grazia celeste, crebbe in albero maestoso, al cui rezzo trovano onesto svago e religiosa istruzione molte giovinette; e i suoi rami si estesero anche nella Sardegna, dove, per opera del munifico e zelante Mons. Jngheo, Vescovo d'Iglesias, le Figlie di Maria Ausiliatrice si stabilivano fin dal 19o2, a Sanluri, nella casa da lui gratuitamente ceduta per loro abitazione. Con sì valido aiuto s'iniziava una scuola di lavoro, poi un asilo e un oratorio; e l'opera continua fiorente beneficando 925 alunne tra giovani oratoriane, bambini e fanciulle interne ed esterne.
In Sardegna, a questa, fece seguito la casa di Santulussurgiu nel 1907, che oggi ha 75o alunne tra oratoriane ed esterne; e quella di Guspini nel 1914, dove, oltre alle 344 esterne, trovano nell'Oratorio caro ritrovo altre 450 giovinette.
Nè mancavano altri ampliamenti. Napoli sin dal 1905 vide sorgere sulle ridenti colline del Vomero un convitto per giovinette, alunne delle Scuole Normali della città; ed un esternato con 315 alunne. Inoltre, nello stesso anno l'Associazione Nazionale Italiana affidava alle Suore di don Bosco un orfanotrofio, con unito ricovero per vecchi, a Scutari nell'Albania. Quest'opera assai contrastata, dispersa nel periodo della guerra, riattivata poi, produsse e produce tuttora lenti, ma salutari frutti non solo di bene morale, ma di vera civilizzazione, poichè le Figlie di Maria Ausiliatrice cercano di trasfondere nell'anima di quelle fanciulle il senso della loro dignità, mentre si studiano di sottrarle alla schiavitù di certe usanze che le farebbero vittime per tutta la vita.
La stessa Associazione Nazionale nel 1911 chiamò le Suore alla direzione d'altra opera di carità in favore dei poveri emigranti, a sorvegliare e aiutare i partenti dal porto di Napoli, dove, essendo grande il numero di coloro che emigrano, l'ufficio delle Figlie di Maria Ausiliatrice è veramente provvidenziale, perchè, nelle lunghe soste che donne e fanciulle fanno presso il Segretariato, vengono istruite nella Dottrina Cristiana, così che spontaneamente tutte si accostano ai SS. Sacramenti, e mentre alcune ricevono per la prima volta la S. Comunione, altre regolarizzano il loro matrimonio. Ad esempio, nel 1921, sebbene il Segretariato sia rimasto chiuso per alcuni mesi per divieto d'emigrazione, furono tuttavia 587 le emigranti ivi accolte, amorevolmente guidate, e confortate nel dolore.
Un'altr'opera, caritatevole, veniva attivata in Civitavecchia nel 1912, allo scopo di proteggere le giovani che, scese dai treni o dai piroscafi, sono, nei primi tempi, senza alloggio e senza lavoro.
Nel 1914, nelle vicinanze di Napoli, a Marano, venne aperta una Scuola Complementare con classi elementari, Educandato ed Asilo; e sommano a 603 le alunne interne ed esterne che ivi ricevono educazione e istruzione.
Nel 1917 anche il montuoso paese di Castelgrande cominciò a gustare i benefici effetti della carità per olezzo delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Il rev. D. Alfonso Cianci, di santa memoria, insigne benefattore del proprio paese, apriva ed affidava ad esse un orfanotrofio, che dapprima incontrò non lievi difficoltà, ma ora dà le più liete speranze, anche per l'aiuto prestato dal rev. P. Quaremba, il quale, con generosa carità, vi divide col rev. fratello del compianto D. Cianci le fatiche e lo zelo.
Recentemente due altre case si aggiunsero alle esistenti: quella di Frascati, ove le Suore prestano l'opera loro in aiuto alla casa salesiana; e quella di Noicattaro (Bari) in un fiorente calzificio, con un Oratorio, già frequentato da 360 fanciulle.
Le Figlie dì Maria Ausiliatrice in Roma.
Ma dove è particolarmente fruttuosa l'opera delle Figlie di Maria Ausiliatrice dell'Ispettoria Romana, è in Roma stessa, nelle 6 case aventi ciascuna un carattere particolare dovuto al quartiere in cui sorge, e dove hanno vita le opere più svariate: Collegi-convitti, Orfanotrofi, Asili infantili, Asili per l'infanzia abbandonata, Corsi giornalieri di studio, ecc. ecc. con un totale di 850 alunne; mentre nelle Scuole professionali di cucito, ricamo, maglieria e sartoria, con annessi reparti di lavanderia e stireria, oltre 200 operaie trovano ogni giorno, col pane della vita, una salvaguardia per la loro virtù.
Altr'opera provvidenziale, dovuta quasi interamente alla munificenza del S. Padre Pio X, è quella dei « Dopo Scuola », ai quali intervengono costantemente ogni giorno più di 70o alunne, provviste, dalla carità pontificia, di biancheria e di quanto può loro occorrere per il lavoro e per il disimpegno dei compiti scolastici. Anche la scuola serale di lavoro e di studio, con 90 assidue, e la scuola festiva per le donne di servizio, con 50 inscritte, sono un mezzo efficacissimo di bene, apprezzato dalle stesse frequentanti.
Il lavoro delle Figlie di Maria Ausiliatrice si svolge con zelo ancor maggiore nei giorni festivi, giacchè in tutte le case, in alcune specialmente, straordinaria è l'affluenza agli Oratori. Ogni domenica sono 1700 fanciulle, che vengono istruite nelle verità divine e preparate seriamente alla vita, mentre altre 1950 ricevono in alcune chiese della città, e in qualche scuola comunale che ne ha fatto richiesta, regolari lezioni di Catechismo; alla quale opera è da aggiungere quella dei Catechismi particolari in preparazione alla 1a Comunione e quella degli Esercizi Spirituali che si tengono ogni anno, non solo per le alunne delle diverse Case, ma anche, in un corso straordinario e in occasione della S. Pasqua, a vantaggio delle signorine Insegnanti e frequentanti le Scuole di Magistero, che v intervengono con grande profitto, in numero di 150. Per queste ha pur luogo un Corso regolare di Religione durante l'anno scolastico.
Altr'opera salutare, che provvede insieme al benessere fisico e morale di molte giovinette operaie, è quella delle Colonie Alpine e Marine, cui le Figlie di Maria Ausiliatrice si dedicano con vero amore. Così per la munificenza del Sommo Pontefice, di S. M. La Regina Madre, di S. M. la Regina Elena, di parecchie Banche della città, e di benemerite ed illustri Famiglie del patriziato romano, ogni anno esse possono procurare - gratuitamente - due mesi di soggiorno al mare a un gran numero di giovani operaie, le quali, secondo le necessità della loro salute, vi si alternano per 15 e 20 giorni.
Benefattori augusti.
Fra i generosi benefattori che largamente sostengono l'opera delle Figlie dell'Ausiliatrice in Roma, sarà sempre ricordato, con profonda riconoscenza, il Santo Padre Benedetto XV, che nel breve corso del suo operoso pontificato confortò con la sua paterna benevolenza le varie opere dell'Istituto, incoraggiando sempre e provvedendo i mezzi di accrescerle e moltiplicarle. In questo modo sorsero un grandioso salone, che da Lui prese il nome, nella casa S. Famiglia in Via Appia Nuova, perche servisse per il teatrino ed il cinematografo delle Oratoriane, e un intero braccio di fabbrica nell'Orfanotrofio Gesù Nazareno allo scopo di aprire un ricovero a un numero maggiore di povere orfanelle.
Anche il S. Padre Pio X aveva largheggiato in beneficenza, e dal suo nome s'intitola il vasto salone, fatto costrurre per la casa di S. Giuseppe in Trastevere, che serve di Teatrino nei giorni festivi e di Dopo scuola durante la settimana.
Le Ex-Allieve.
L'opera delle Figlie di Maria Ausiliatrice non raccoglierebbe frutti duraturi, se lo spirito del Venerabile Fondatore non continuasse a trasfondersi nelle anime di quante crebbero, in giovine età, sotto l'egida sua ai puri ideali cristiani; ma lo scopo è ampiamente raggiunto, giacchè e le giovinette che entrano nella vita, e quelle che si formarono una famiglia, tornano volentieri a raccogliersi attorno alle educatrici di un tempo, per essere ancora sorrette e guidate nella vita fatta più difficile e faticosa. Nell'Ispettoria la Federazione delle Ex-allieve è fiorente di 2636 associate, che si riuniscono di quando in quando per attuare nel miglior modo quanto fu stabilito nei Convegni Regionali del 1914 e 1921, e intervennero in larga rappresentanza al II° Convegno Internazionale tenutosi a Torino nel 192o e al III° testè tenutosi a Nizza, riportandone forte eccitamento per una vita cristiana ed operosa, quale esigono le infinite necessità attuali.
Così anche dall'Ispettoria Romana lo spirito del Venerabile Don Bosco si diffonde, a mezzo delle sue Figlie e delle loro Ex-allieve, attraverso a una moltitudine di opere, inforniate alla sua inesauribile carità.
(1) Facciamo conto di continuare un breve ragguaglio delle varie fondazioni delle Figlie di Maria Ausiliatrice in Italia e all'Estero, perché i Cooperatori e le Coopera. trici si uniscano a noi in occasione del cinquantenario della fondazione dell'Istituto nel ringraziare il Signore e Maria SS. Ausiliatrice per le benedizioni ad esso accordate. - V. Boll. di luglio u. s.
Il Congresso si tenne a Buenos Aires, con rappresentanze di varie nazioni, dal 22 al 24 maggio, u. s., preceduto da un'accademia musico-letteraria e accompagnato da due solenni cerimonie: l'incoronazione del quadro di Maria Ausiliatrice, carissimo all'intero Istituto, perchè è quello davanti al quale la Serva di Dio Suor Maria Mazzarello e le prime quattordici Suore vestirono l'abito religioso e pronunciarono i primi voti; e l'inaugurazione di un busto della stessa Serva di Dio.
Il Congresso si svolse nella maniera più solenne, sotto la presidenza del Nunzio Apostolico l'Ecc.mo Mons. Alberto Vassallo di di Torregrossa, del Vescovo della Plata Mons. Alberti, di S. E. Mons. De Andrea, del Governatore dell'Archidiocesi Mons. Duprat, e di altri illustri personaggi.
I festeggiamenti culminarono in una grandiosa manifestazione, che si svolse per le vie della città. Oltre 6ooo allieve, ex-allieve ed oratoriane, unite ad un migliaio di signore e signorine, precedute dalle bande dei Collegi salesiani Pio IX e Leone Leone XIII, si recarono in corteo al Palazzo del Governo a cantar l'inno nazionale.
Invitato dalle Dame Cooperatrici dell'Opera di Don Bosco, l'Ecc.mo sig. Presidente Dott. Ippolito Irigoyen si affacciò coi Ministri per assistere alla imponente sfilata. L'ispettrice Suor Maddalena Promis, invitata a salire accanto al Presidente, indicava il passaggio delle singole squadre, e due salesiani illustrarono l'origine e le finalità degl'Istituti di Don Bosco. Il Presidente espresse la sua alta soddisfazione, e promise di visitare quanto prima il Collegio Pio IX in Almagro e quello delle Figlie di Maria Ausiliatrice.
« El Pueblo » del 29 maggio u. s. pubblicava un entusiastico commento su questa sfilata, che da tutto il popolo che stipava le vie e i corsi, fu detta « ammirabile, imponente, degna del più cordiale applauso ».
L'Unione delle Ex-Allieve delle Figlie di Maria Ausiliatrice nell'Argentina conta 6ooo ex-alunne, distribuite, secondo il numero dei Collegi, in 24 sezioni, attivissime. Tra le varie opere ricordiamo: la Rivista dell'Unione, ottima pubblicazione di carattere letterario-pedagogico-sociale, che serve di stimolo e di vincolo di unione fra le ex-alunne e porta in numerose famiglie una lettura sana e piacevole; la pia pratica dell'Esercizio della buona morte e gli Esercizi Spirituali che si tengono ogni anno in Almagro; la lega contro la moda indecente, che si è fatta promotrice di moralità tra tutte le signore argentine; la creazione di posti gratuiti per il Corso Normale, allo scopo di procurare un diploma a quelle fanciulle povere, che dànno fondata speranza di buona riuscita; l'Opera delle vocazioni religiose che si studia di far entrare ogni anno nell'istituto una fanciulla che appaia degna di questo favore; ed infine il pellegrinaggio annuale delle ex-allieve al santuario della Vergine di Lujan, che è la Patrona della Repubblica del Plata.
Oltre queste opere d'indole generale, ogni sezione ha la propria caratteristica.
La sezione di Almagro, che da sola conta 1600 ex-allieve, rappresenta l'organizzazione e promuove la diffusione della cultura. Conta 25o catechiste diplomate; ha una biblioteca di 8oo e più volumi, e provvede in modo speciale alle borse di studio.
I centri di Bernal e Bahia Bianca consacrano di preferenza le loro energie allo sviluppo dell'oratorio festivo.
Le sezioni di Rosario, Barracas, Avellaneda e Bocca, centri eminentemente operai, attendono alle scuole serali; e le loro ex-allieve con disinteresse ed abnegazione ammirabili prestano la loro opera intellettuale e professionale a fine d'impartire a centinaia di povere fanciulle, con l'istruzione conveniente, un'educazione cristiana.
La sezione Brasile si occupa di preferenza del sostegno e della diffusione della Rivista, senza scemare, per questo, protezione ed aiuto al Collegio e all'Oratorio annessi.
La caratteristica invece della sezione di Maldonado è la beneficenza, per far fronte alle elargizioni insidiose dei protestanti, che cercano di far proseliti in quel quartiere col denaro.
Moròn lavora alla diffusione della buona stampa. Mendoza fa del suo meglio per sostenere il povero Collegio. La Plata dà maggiore importanza alle scuole domenicali. Uribelarrea consacra il suo zelo alla sistemazione delle famiglie disperse nella campagna; mentre le case della Patagonia e della Terra del Fuoco svolgono il loro apostolato nel soccorrere l'infanzia abbandonata.
I vani centri vengono così esercitando un apostolato vigile e generoso, che studia i bisogni particolari, proprii del luogo, ove sorge la sezione e vi si consacra con vera abnegazione e con santo entusiasmo. Animata ogni ex-allieva da quella fiamma di carità che l'educazione di Don Bosco le ha acceso nel cuore, sente vivo il bisogno dì svolgere, nella propria sfera e secondo le proprie forze, la sua missione sociale; e giunge, per essere laica, dove nè suore, nè sacerdoti potrebbero arrivare.
Così l'Unione delle ex-allieve dell'Argentina è il compimento dell'opera delle Suore. Rappresenta le braccia della Congregazione delle Figlie di Maria Ausiliatrice, che si protendono fuori dell'istituto, oltre il collegio e l'oratorio, nelle campagne, nelle officine, nei tugurii, negli stessi bassifondi sociali per portare, ovunque il bisogno lo domandi, un pane che sfami il poverello, un sussidio che salvi un'orfana, una parola che conforti l'amarezza di chi soffre, un raggio che dissipi le prevenzioni settarie e gli errori funesti, un sorriso che inviti i fratelli traviati a compiere la loro rigenerazione col ritorno ad una vita cristiana.
- S. E. Mons. Ottavio Ortiz, Vescovo di Chachapoyas (Perù) -
Togliamo dall'Osservatore Romano del 6 settembre u. s.:
Solenne e grandiosa è riuscita la cerimonia della consacrazione del nuovo Vescovo di Chachapoyas, Monsignor Ottavio Ortiz, della Pia Società Salesiana.
Essa seguì per le mani del Nunzio Apostolico, nella nuova e magnifica chiesa salesiana di Maria Ausiliatrice. Alcuni Canonici della Metropolitana e vani sacerdoti Salesiani parteciparono alla sacra funzione; gli alunni del Seminario fecero il servizio dell'altare; e la Schola Cantorum del Collegio Salesiano eseguì abilmente le parti musicali del sacro rito.
Vi intervennero: Sua Ecc.za il Signor Presidente della Repubblica, che fu anche padrino della Consacrazione, accompagnato dai Ministri del Culto e della Guerra, e dalla sua Casa militare; l'Arcivescovo di Lima, oltre i due Vescovi assistenti alla Consacrazione; membri della Legislatura, del Corpo diplomatico e consolare, e del potere giudiziario e militare; il Sindaco e il Prefetto di Lima; rappresentanze delle Associazioni ed Unioni pie, del Clero secolare e regolare, di Comunità religiose, di scuole, collegi ed altre istituzioni cattoliche; ed anche, in buon numero, distinte signore della città. Vi concorse pure una stipata folla che prese posto nelle tre navi, e parte dovette contentarsi di rimanere nell'entrata e nell'atrio dell'ampio e solido tempio. Fu davvero commovente il momento in cui l'Ecc.mo signor Presidente della Repubblica, recatosi dinnanzi all'altare, consegnò al Consacrante ed aiutò egli stesso a collocare nel dito del novello Pastore il ricco anello che gli offriva in ricordo, come prova di affetto e di stima, e in. attestato pubblico di adesione alle istituzioni della Chiesa ed ai Rappresentanti di essa. Terminata la funzione, tutta quella massa di devoti prese come d'assalto il novello Vescovo, ansiosa di baciargli il sacro anello, e di felicitarlo augurandogli ogni prosperità. Monsignor Ortiz, con quella squisita bontà di modi che tanto gli è propria, e visibilmente commosso, tutti ringraziò e su tutti fece scendere di gran cuore la sua prima benedizione episcopale.
Più tardi, ad una colazione offerta al nuovo Vescovo, S. E. il Presidente gli rivolgeva significative parole di augurio.
« Appartenete, Monsignore, - egli disse fra l'altro - ad una società religiosa che, al prestigio morale, che adorna altri Ordini, onore e prestigio anch'essi del Cattolicismo, unisce il preclaro titolo di lavorare dentro delle sane e feconde orientazioni moderne. Nutriamo, perciò, tutti la ferma convinzione che alla ricca e misteriosa regione di Chachapoyas saprete apportare le nobili virtù che incarnò il Venerabile Don Bosco, e conquistare alla Croce gli allori e profitti di annue che sempre ottennero, in mezzo alle selve e tra ogni sorta d pericoli, i Missionari che in modo mirabile seppero riunire le caratteristiche di ministri di Gesù e di operai della scienza, e che sanno collegare l'alto concetto del patriottismo e quello della fede religiosa. Andate, Monsignore, a spargere la luce con i vostri saggi esempi e ad inculcare i salutari insegnamenti della civiltà con quella abnegazione di cui avete dato tante prove. Ministro di pace e di lavoro, la vostra opera disinteressata incontrerà sempre favore presso i poteri pubblici, e contribuirà, con più efficacia che qualunque altro potere, al risorgimento religioso e politico della regione, che è orgoglio e speranza del Perù. Per voi, Monsignore; per il sicuro esito della vostra evangelica missione: Salute! »
Monsignor Ortiz a Chachapoyas.
Da un telegramma giunto a Lima, si sa che Mons. Ortiz, partito da quella città accompagnato da tre Sacerdoti Salesiani e da due Redentoristi (questi ultimi per uno speciale corso di predicazione), dopo 22 giorni di viaggio giunse in Chachapoyas, ed ha preso possesso di quella Diocesi.
Gli si è fatto dal Clero, dalla società e dal popolo un entusiastico ricevimento. Il Prelato percorse le strade principali della città in mezzo a deliranti acclamazioni, ascoltando i discorsi di benvenuto, pronunciati al suo indirizzo da varii oratori, in nome del popolo e delle istituzioni del luogo. Una vera pioggia di fiori cadde sul capo del nuovo Pastore in tutto il percorso. Nella Cattedrale, dopo le cerimonie di rito, Mons. Ortiz diresse la sua dolce parola al suo popolo, per rendergli grazie dell'affettuoso e solenne ricevimento con cui era stato accolto, e presentando al tempo stesso il saluto che l'Ecc.mo signor Presidente della Repubblica inviava per suo mezzo a tutta la popolazione Chachapoyana.
La città era tutta imbandierata. Tutte le classi si affrettarono a significare a Monsignor Ortiz le loro vive simpatie e la loro docilità ed adesione, organizzando anche numerose feste e trattenimenti in suo onore.
All'inclita Società Salesiana, così meritamente apprezzata e premiata dalla Santa Sede, ed alla quale appartiene ora l'onore di questo novello Pastore della Chiesa ed infaticabile apostolo di Chachapoyas, sinceri rallegramenti; alla Diocesi di Chachapoyas che, con l'andata di Monsignor Ortiz, vedesi benedetta con il santo e proficuo ministero dei cari Figli e delle care Figlie del venerabile Don Bosco, le virtuose Suore di Maria Ausiliatrice, congratulazioni e voti cordialissimi; ed all'egregio e zelantissimo Monsignor Ortiz personalmente l'omaggio delle nostre più fervide preghiere per un fecondissimo episcopato.
Fin qui il corrispondente dell'Osservatore Romano
(Lettera del Missionario don Guarona al rev.mo Don Rinaldi)
Shiu-Chow (Canton), 15 maggio 1922.
Amatissimo Padre,
Colle felicitazioni e l'espressione della nostra devozione filiale per la sua elezione a Rettor Maggiore, le giungano care queste notizie della nostra missione.
Il 9 gennaio 192o, data eternamente memoranda per i figli di Don Bosco lavoranti nella Cina, per la solenne consacrazione dì Mons. Versiglia, ci metteva in comunicazione diretta colle autorità di Canton, ed in particolare col Governatore, il gen. Chan Kuei Ming, che fu guadagnato all'opera nostra, cui promise e diede tutta la sua alta protezione.
Non poche furono le questioni che si poterono trattare favorevolmente mercè il suo intervento; e in modo speciale noi gli saremo gratissimi per averci finalmente concesso il terreno su cui sorgeranno tutte le opere vitali della missione (l'Episcopio, il Seminario, le Scuole Professionali), terreno regolarmente acquistato all'asta pubblica, ma contestato e negatoci sempre dall'antico governo di Canton.
Tali atti di alta benemerenza ci facevano sperare di goder a lungo della protezione d'un sì munifico benefattore, quando avemmo la sorpresa di conoscere le dimissioni date dal gen. Chan Kuei Ming da governatore di Canton.
È scoppiata la guerra.
La guerra è scoppiata tra il Kwang-tung ed il Kiang-si; ed il lealissimo generale non avendo l'animo di aggravare il suo popolo con nuove tasse, aumentandone la miseria, si ritirò dignitosamente.
Le truppe hanno omai invasì i nostri bei distretti, togliendoci quella pace, che per pochi mesi ci permise di attendere con lena al nostro lavoro.
La città di Shiu-Chow fu per più di 15 giorni letteralmente invasa da soldati, che si aqquartieravano nelle botteghe e residenze private, senza curarsi affatto delle rimostranze dei cittadini, usando anzi violenza con chi reclamava contro tali infrazioni di domicilio. Una famiglia di nostri buoni vicini fu costretta ad uscir di casa e rifugiarsi presso i parenti in un vicino sobborgo, non potendo le figliuole adattarsi a convivere con una ventina di soldatacci, che vi avevano preso stanza.
Il panico fu generale e la nostra residenza fu il rifugio dei cristiani ed amici, che domandarono ospitalità per sè e per ciò che avevano di più prezioso.
Per diversi giorni non comparvero più gli erbivendoli, e i macellai non furono sufficienti a provvedere il necessario ai soldati, sicchè furono tenuti a digiuno forzato ed i poveracci non ebbero più riso da sfamarsi, essendo aumentato straordinariamente il prezzo.
Eran più di 5o mila i nuovi inquilini ed il peggio si fu quando dovettero ripartire, che gettarono il terrore ovunque per cercare chi agguantare a portare i loro carichi: contadini, professionisti, negozianti e professori, che mai avevano sottoposto le spalle al tam (al carico). Nessuno fu rispettato, e solo chi aveva denaro alla mano e poteva pagare una conveniente tassa a chi l'agguantava, potè essere esente.
Come Dio volle, la bufera, passò, ma si dovettero registrare non pochi atti barbarici, tra cui il grave ferimento d'una contadina che si oppose a portare il carico, e la morte d'un commerciante che si strangolò per non cadere nelle mani dei soldati.
Cominciamo a respirare, ma le stesse scene si ripeteranno a Jan Fa ed a Chi Hing, di dove ci giungono le più allarmanti notizie.
In simili frangenti noi siamo più che mai stretti sotto il manto dell'Ausiliatrice, cui ci affidiamo con illimitata fiducia, sollecitando le preghiere delle anime buone.
Anche la lotta religiosa.
Alla guerra civile s'aggiunse anche la guerra religiosa, scatenatasi nel mese scorso con una nutrita propaganda contro le istituzioni europee nell'intento di isolarle e crear loro un'opinione pubblica avversa.
Il motivo fu trovato in un Congresso-proclama delle associazioni protestanti Y. M. C. A., che tendeva a creare una federazione generale. I cinesi, soliti a mettere gli europei tutti in un fascio, non badarono guari alla differenza tra i Ki Toc Kao (protestanti) e i Tin Tchu Kao (cattolici), e non mancarono dimostrazioni ostili ai pacifici missionari, solo intenti alla evangelizzazione di questi poveri pagani.
Amatissimo Padre, però anche in mezzo a tali contrarietà noi, figli di Don Bosco, dobbiamo quotidianamente registrare le meraviglie, che l'Ausiliatrice va operando nella nostra missione. Eccone una prova.
Come sorse la prima scuola femminile.
Il 1° aprile u. s. fu giorno di festa straordinaria a Shiu Chow: si inaugurò la prima Scuola femminile « Maria Ausiliatrice ».
Dagli inizi della missione si pensò sempre alla cura diretta del sesso femminile, ma la mancanza di suore, che ne prendessero la direzione, ce ne fece sempre differire l'attuazione finchè sorse di per sè stessa.
Una domenica del dicembre 1919 dopo la messa, la mamma d'un colonnello, ottima cristiana, mi presentava una giovine donna sulla trentina, la quale, dopo i rispettosi convenevoli:
- Padre, mi disse, desidererei comprare un catechismo.
- E che ne vuoi fare?
- Studiarlo per poter entrare nella religione. - Conosci la nostra religione? - Sì, me ne parlò diverse volte la A Po (indicandomi la cristiana), anzi in casa è da lungo tempo che abbiamo distrutti gli idoli. - Ottimamente; vieni dunque, nei tempi liberi, e la Ku Neong ti insegnerà la Dottrina. - Dammene una copia, che la studierò da me.
- Conosci tu i caratteri? domandai con meraviglia, essendo rare, qui nell'interno, le ragazze che li sanno.
- Sì, li conosco un pochino...
Le diedi un catechismo che tenevo in mano e si mise a leggerlo correntemente non solo, ma a spiegarlo, cosa che mi stupì assai.
- Dove hai studiato? ripigliai.
- Al Foc Yim Tong (dai protestanti); ottenni il diploma due anni or sono e poscia insegnai nel collegio stesso.
- Ed ora non insegni più?
- No. Mi volevano costringere ad entrare nella loro religione; ed essendomi io rifiutata, mi licenziarono. Apersi una scoletta in casa, e dò lezioni private.
- Bene; studia il catechismo, e comincia ad imparare gli usi cristiani, e poi vedremo.
La raccomandai alle cure della fervente cristiana e d'allora non mancò più alle funzioni religiose e dimostrò impegno nello studio della religione. Di tanto in tanto conduceva qualche amica e nelle principali solennità veniva con tutte le alunne (una quindicina), che cominciarono a conoscere la missione e ad innamorarsi della statua di Maria Ausiliatrice, che le guardava dall'alto della sua nicchia.
A Pasqua ed a Pentecoste insistette per essere battezzata, ma si volle provare la sua fede ed assumere le possibili informazioni. A Natale dell'anno scorso non fu più possibile differire e la buona maestra riceveva, con immensa gioia, il santo battesimo dalle mani di Mons. Versiglia, che le pose nome Lucia; e tale felicità toccava pure alla sua bambina di 8 anni, la piccola Maria, che sotto la guida materna aveva appreso magnificamente il catechismo.
La cerimonia impressionò assai le alunne, presenti in corpo, le quali, in seguito, presero ad intervenire più numerose alle funzioni domenicali; anzi alcune recitavano già bene le preghiere, ed il coro delle donne ebbe così un bel rinforzo.
Monsignore stava preparando le valigie, quando comparve un giorno la maestra, e:
- Tchu Kao (Vescovo), dice, le mie alunne sono assai aumentate ed altre si vogliono iscrivere col nuovo anno (a febbraio), ma non ne posso accettare di più, essendo la mia casetta stipata. Non potresti aprire una scuola al Tin Tchu Tong? (alla Missione).
Monsignore rimase un po' perplesso e poi disse: - Ci penserò e ti darò una risposta.
Ce ne parlò infatti e fummo un po' tentennanti; ma alla fine non solo si convenne di accettare la proposta, ma di fabbricare subito un locale ad hoc.
Maria Ausiliatrice gradì la decisione ed una ottima cooperatrice di Macao, donna Leonora Marques, si assunse metà la spesa, sicchè si poterono cominciare i lavori in febbraio e farne la solenne inaugurazione il 1° d'aprile.
La festa inaugurale
Fu un avvenimento che condusse un po' di mondo alla residenza, mettendovi un'insolita animazione. Le alunne avevano pensato per tempo a pavesare l'aula e ad inghirlandare il bel quadro di Maria Ausiliatrice, posto nel mezzo della parete centrale.
Gli 8o alunni dell'orfanotrofio S. Giuseppe di Ho Si v'intervennero in corpo, e coi loro canti rallegrarono il numeroso uditorio, che non fu avaro di lodi e battimani. Dopo la benedizione di rito si svolse un interessante programma musico-letterario, in cui le composizioni dei giovani s'intrecciarono ai discorsi dei maestri, essendo molto ascoltato il Wong Sin Shang, che trattò della elevazione cristiana della donna. Dopo parole di circostanza del sottoscritto, le alunne offersero uno squisito the agli intervenuti, nel tempo stesso che si sparavano numerosi petardi.
Le alunne sono ormai una trentina e intervengono liberamente, quasi tutte, alle funzioni festive; anzi non poche domandarono di studiare il catechismo.
L'uso locale porta che ogni scuola abbia il suo distintivo, di cui si fregiano gli scolari; e la nostra scelse la croce greca, ed è stupendo veder In contrade pagane scolarette e signorine andar per la strada con la loro croce bianca al petto sulla quale è inciso il nome della scuola « Maria Ausiliatrice! » Possa questa ingenua professione di fede guadagnare alle buone giovinette numerose amiche, le quali ottengano dal Signore la decisiva conversione di tante ottime cinesi e delle loro famiglie!
In attesa delle Figlie di Maria Ausiliatrice.
Amatissimo Padre, solo la speranza che Mons. Versiglia tornando dall'Italia ci conducesse le Suore, ci decise ad iniziare tale opera, che sarà il primo campo di azione delle desideratissime Figlie di Maria Ausiliatrice. Lascio quindi immaginare a Lei il piacere prodotte in tutti noi dal telegramma che ci annunziava con tutta semplicità « Verranno Suore ».
Nel cinquantenario dalla loro istituzione, non potevano le Figlie di Maria Ausiliatrice rendere alla loro Celeste Protettrice, cui è anche dedicata la nostra missione, omaggio più bello e devoto; e noi, plaudendo alla loro decisione, mentre invochiamo speciali benedizioni sulle fortunate che prime offriranno il loro cuore e le giovani energie per l'inizio della loro istituzione in questa immensa repubblica, ci diamo già attorno a preparare, con l'aiuto dei benefattori, una conveniente dimora.
Desidererei parlarle, amato Padre, anche della scuola di catechiste, ma ad un'altra volta.
Il giorno del suo onomastico sarà ricordato in modo particolarissimo dai suoi figli della Cina lontana, i quali mentre Le augurano un lungo e fecondo Rettorato, son felici di ripeterle tutta la loro filiale devozione, materiata nella completa dedizione al multiplo lavoro missionario.
Colla benedizione di Maria Ausiliatrice ci mandi anche la sua, che ci renda stabili nel santo lavoro, e ci conservi buoni ministri di Dio e veri figli di D. Bosco.
Baciandole la mano, di Lei, Amatissimo Padre,
Dev.mo e obbl.mo figlio Sac. GIOVANNI GUARONA.
Dalle lettere dei nostri Missionari
Ringraziamo ex corde i cari confratelli, che, annuendo al nostro desiderio di dar ampie notizie missionarie in ogni numero del Bollettino, hanno cominciato a metterci in grado di poterlo attuare con alto gradimento dei nostri lettori. A loro, e a quanti li imiteranno, il nostro grazie cordiale, accompagnato dai più santi auguri.
Non domandiamo lunghe relazioni; ove queste sono necessarie, sieno le benvenute; ma preghiamo tutti a tenerci al corrente del lavoro che si compie, delle difficoltà che incontrano, e dei manipoli che raccolgono con la grazia di Dio.
L'inaugurazione della residenza di Lin-Kong=Hau.
Scrive il Missionario Don Gaetano Pasotti:
Merita di essere ricordato il 30 marzo 1922, giorno dell'inaugurazione della nuova residenza di Lin-Kong-Hau. Costruita su disegno di Don Frigo e dedicata a S. Raffaele, per voto fatto da Mons. Versiglia, quando nel 1918 la prima nostra schiera salpava i mari perigliosi, essa racchiude in sè una importante ricordanza storica.
Posta a ridosso di una collinetta, lungo la ferrovia Canton-Shiu-Chow, alla confluenza del LinChow con il Pak-Hong, è naturale rifugio per i confratelli che lavorano nella sezione Nord-Ovest, e potrà tornar utile anche ai Missionari di Canton per penetrare nei distretti confinanti colla nostra missione, e forse servire come punto di appoggio per la conquista del Vong-Nyen.
La cerimonià dell'inaugurazione fu semplice e improntata a schietta gioia di famiglia. Vennero da Shiu-Chow Don Guarona e il buon Sturm. Don Guarona celebrò la messa, ascoltò le confessioni, disse il discorso richiamando la figura. dell'Arcangelo Protettore, e benedisse i locali. Il nostro Sturm tenne allegri gli intervenuti, alternando artistiche flautate a pezzi di grammofono. Il numero dei presenti fra cristiani e catecumeni salì a una sessantina, reclute nuove in generale di questi ultimi due anni. Ma anche i commercianti, gli addetti alla stazione e le autorità del luogo parteciparono alla gioia comune, sparando con discreta profusione i tradizionali petardi. Non potevano mancare i bimbi, il fiore delle nostre speranze, e quanti ce ne sono a Lin-Kong-Hau vennero, portando la nota chiassosa, e non sognando d'essere alla fine donati di graziosi regalucci.
Catecumeni esemplari.
Dal Missionario Don Galdino Bardelli
Lin-Chow è una località assai importante. La cristianità è ancora agli albori e conta poco più di sessanta membri. È opinione comune che la diffusione del Santo Vangelo nelle città cinesi sia sempre riuscita difficile; ma non è impossibile un lavoro efficace e fecondo, nonostante l'insufficienza di mezzi. Mi conforta in questo pensiero l'esperienza quotidiana, con cui constato che il cinese semplice e onesto, una volta penetrato dalle divine verità e convinto della bontà della causa, è pronto a cooperare col missionario ed è cooperatore zelante.
Ho un catecumeno barbiere, analfabeta, tanto che riesce impossibile a fargli capire un carattere. Vista la sua buona volontà, mi misi attorno per insegnargli egualmente il necessario, sebbene in forma ridotta. A prezzo di sforzi, ora egli sa dell'obbligo festivo, che non trascura mai; conosce quasi tutta la dottrina del battesimo e parecchie orazioni. Ogni giorno è qui alla missione, e con una fede degna dei migliori cristiani narra esattamente quel poco che sa, attirando altri a Dio. Suo argomento prediletto e più forte è che dobbiamo salvar l'anima, e che adorando Dio crescono gli uomini buoni e diminuiscono i cattivi. È un vero propagandista, che, per la sua semplicità e bontà, è ascoltato volentieri. Spero di poterlo presto battezzare.
Altro catecumeno è un vecchietto di oltre 6o anni. Quando apprese i primi rudimenti religiosi, distrusse da sè gli oggetti di superstizione, poi, non sapendo come adorare Dio con culto esterno, piantò un bastone dinnanzi alla porta di casa, vi appiccicò un foglio con la scritta: Tien-ciu (il Signore del cielo), e sotto tracciava una croce. Richiesto del perchè, mi rispose che, a sera, là dinnanzi rende i suoi omaggi a Dio come meglio sa. Questi uomini di tanta semplicità intuiscono la religione e adempiono con esattezza ed impegno il loro dovere. Il buon vecchietto conosce appena qualche carattere; eppure vuol studiare... e recita il catechismo con una cantilena che moverebbe al riso, se non strappasse l'ammirazione.
Gradatamente, ma con costanza, il regno di Dio in Lin-Chow si dilata.
Terza Pasqua di Missione.
La prima Pasqua in Cina - 1920 - la passai a Chi-Heng, fra letto e lettuccio, col ginocchio incomodato. La cristianità, battezzati e catecumeni compresi, sommava a 11 individui. Indizio veramente apostolico!
Celebrai la seconda - 1921 coi vecchi cristiani di Fong-Tong,, ancora sotto il benefico influsso della prima visita del nuovo Vicario Apostolico, Mons. Versiglia. Gli orizzonti incominciavano allora ad aprirsi, la favella a sciogliersi e l'udito ad assuefarsi agli accenti musicali della nuova lingua, tanto lontana dalla materna. Centocinquanta comunioni consolarono quella mattina il mio cuore. Era il segno dell'espansione del regno di Dio nelle anime.
La Pasqua di quest'anno mi colse in un campo quasi nuovo, fra i cristiani di Cian-Kong, che hanno l'aria di saperla più lunga del Missionario in fatto di religione, sebbene in pratica siano non poco zoppicanti. L'avvicinarli presenta molta difficoltà, perche la maggior parte del giorno sono fuori di casa, e, se il missionario non va a loro, essi non se ne curano. Tuttavia con frequenti visite alle case nelle ore dei pasti e ai disoccupati e bighellonanti nel tian-ha (o casa comune), potei concludere qualche avvicinamento.
Contemporaneamente la cristianità di Lin-EuChau richiedeva urgenti e solerti cure. Da cinque anni ormai, distrutta la cappella dai Nordisti, i poveri cristiani erano rimasti isolati, senza un luogo in cui riunirsi. Per più di un mese vi mandai il catechista Tau-Sem, ed io pure vi andavo a sere alternate, rimanendovi fino al mattino seguente e prendendo la via del ritorno dopo aver celebrato la Santa Messa. La cristianità di Lin-Eu-Chau è agli antipodi di quella di Cian-Kong. Tanto questa è apatica e indifferente, altrettanto quella è piena di buona volontà e di sante disposizioni. Poveri, rozzi, ignoranti, essi conducono una vita da veri facchini. Eppure anche dopo una giornata di stenti e di fatiche, si trovano immancabilmente tutti riuniti per imparare le orazioni. È uno spettacolo commovente, ed anche compassionevole, vedere quella povera gente, curva sul catechismo, sforzarsi per imparare i caratteri, gridarli, urlarli a voce spiegata per meglio imprimerli nella memoria, studiarli alla sera per dimenticarli, o quasi, all'indomani. Il Signore compensi con grazie abbondanti la loro buona volontà!
La solennità di Pasqua scosse tuttavia anche i freddolosi cristiani di Cian-Kong. Celebrai le funzioni della Settimana Santa secondo che ci è permesso dal « Memoriale dei Riti », e con sommo stupore e piacere constatai un numero di presenti maggiore di quello che m'aspettavo. Certe facce poi non le avevo mai viste. Deo gratias! È proprio vero che nella Chiesa Cattolica le sacre cerimonie non sono una delle ultime attrattive! Alla Via Crucis, fatta in modo solenne davanti ai nuovi quadretti, i ragazzi delle scuole cantarono lo Stabat Mater in cinese. Poi la mattina di Pasqua la cappella fu parata a gran festa dalla solerte Ku-neong, cui i ragazzi diedero man forte. Saliti come scoiattoli sulle cime dei giganteschi alberi superstiziosi, ne tagliarono abbondanti rami sempre verdi, cosicchè festoni e vasi lussureggianti adornarono la casa di Dio. La cappella si riempì di cristiani; ed anche qualche pagano, giunto all'ultimo momento da Nam-Yong, vi fece capolino. Fede? Credo poca; piuttosto desiderio di protezione nella prossima temuta guerra. Poche, ma volenterose voci giovanili eseguirono la Messa degli Angeli, ed oltre 90 Comunioni coronarono la grande solennità. Alle 10, in sedia pagata dal solerte e pomposo capo cristiano A-Schiu, giunsi alle case di Leang-Pai: dove duecento e più cristiani da circa un'ora mi attendevano, raccolti nel tian-ha, mutato in elegante cappella. La funzione, causa l'ora tarda, fu spiccia,
Vi ritornai in serata per dar comodità di confessarsi, e al lunedì di Pasqua un buon numero si accostarono alla Mensa Eucaristica.
Don UMBERTO DALMASSO.
Dalla Missione del Rio Negro.
Il caro Don Balzola, c'invia queste belle notizie sulla Missione del Rio Negro e sullo spirito di fede, che si diffonde a poco a poco in quelle popolazioni.
Grazie a Dio, la missione procede regolarmente nel suo cammino, con progresso costante e visibile. I giovani della scuola superano ormai i 100 e continuano ad aumentare. Splendide, come la festa di Maria Ausiliatrice, quelle del Corpus Domini e del Sacro Cuore, in cui pellegrinammo al monte S. Gabriel, su cui s'erge la gran Croce che domina tutt'intorno la foresta. Ciò che maggiormente mi colpì in quelle circostanze, e ch'io ritenni di buon augurio, fu la partecipazione degli Indi di tribù diverse, come Macus, Tucanos, Piràtapuis, ecc. del Rio Uaupés, del Tittiè e persino del Papurys. Eran discesi fino a noi per lavorare e guadagnarsi di che vivere e vestirsi. Il fatto è sintomatico e degno di rilievo, perchè si vede che un senso nuovo scuote anche le tribù più lontane e selvagge; e d'altra parte, pur restando in S. Gabriel, noi possiamo istruire bene, più che non sia possibile in un'escursione, questa gente, che, ritornando ai propri focolari, porteranno nell'anima il buon seme di Dio e annunzieranno essi stessi la Buona Novella ai compagni.
Ritornando Mons. Massa, apriremo un centro di missione anche fra di loro, per approfittare delle buone disposizioni e renderne stabili i primi frutti.
Intanto si lavora molto per preparare la casa alle Suore, in luogo incantevole, il più bello del Rio Negro. Vicino fabbricheremo l'ospedale e una scuola per le ragazze, secondo i disegni del zelantissimo Prefetto Apostolico.
Dal basso Rio Negro.
Don Marchesi ci dà notizie poco liete del basso Rio Negro, dove non risiede ancora alcun missionario. Scrive:
Ho ancora nel cuore l'impressione dolorosa della mia prima escursione nel basso Rio Negro. Quante anime infelici! Quanta ignoranza in fatto di religione! Quanta corruzione! Ma come accorrere in aiuto a quesi infelici? Un viaggio di quando in quando in queste immense regioni dà ben poco frutto: dobbiamo moltiplicare le residenze. Dove si stabilisce il missionario, si raccolgono le famiglie, si costruiscono i municipi, ed all'ombra della chiesa e delle scuole fioriscono anche le regioni desolate. Mi diceva un ottimo uomo di Barcellos: « Quando di qui uscì il Missionario e si chiuse la chiesa, cominciammo a decadere in tutti i sensi: e decadiamo ancora... Finche non ritornerà il sacerdote e non si riaprirà la chiesa, non si cambierà la nostra dolorosa situazione.
Il "San Fu" ha una medaglia prodigiosa
Stavo per congedarmi dai numerosi catecumeni di Son Lom Thien e ritornare alla residenza principale di Cian Kong, quando si presentò un cristiano, che, inchinandosi, mi disse: - Padre, ti prego di venire a Ku Hang (borgo poco distante), ove una famiglia vuol farsi cristiana. - E mi additò un uomo sulla quarantina, che si curvò in profonda genuflessione. « Costui spera certo un favore dal missionario » pensai io, e difatti, dopo i primi convenevoli prescritti dall'etichetta cinese, mi disse:
- Padre, ti chiederei per favore una medaglia.
- Una medaglia? Ma sai che cosa sia ? O non la confondi forse con uno dei tanti idoletti che adorate?...
Sorridendo, il cristiano interloquì: - Egli vorrebbe dire che è venuto a pregarti d'inscriverlo con tutta la famiglia fra i catecumeni, e di passare a casa sua per intrattenerti alquanto.
- E non sai quanto sia prezioso il mio tempo?
Con volto dolente e lo sguardo supplichevole, il pagano scongiurò:
- Padre, se sapessi! Ho una figlia diciottenne, che da vari mesi è invasa dal demonio, soffre dolori acutissimi, spasimanti, e temo che da un momento all'altro non abbia a rimaner vittima dello spirito maligno. Son ricorso a tutti i mezzi, con larga profusione di danaro. Ho invitato il sacerdote degli idoli, il bonzo, i monaci di Budda, e persino il sacerdote del diavolo. Son venuti, han fatto molti esorcismi e scongiuri, hanno preteso una bella somma di denaro, mi hanno mangiato vari polli, ma la mia povera figlia non è per nulla migliorata; anzi fu invasa da uno spirito più crudele che la strazia più barbaramente ancora. Questo buon cristiano mi ha detto che se noi adoriamo il vostro Dio e imponiamo a mia figlia una medaglia, certamente guarirà.
- E tu, Antonio, chiesi al cristiano, come hai saputo della giovane indemoniata?
- Stavo coltivando un campo, quando sentii delle strida acute di donna. Alzai sorpreso lo sguardo e vidi con stupore una giovane tutta sconvolta fuggire velocemente tra i seminati, gridando: « Il demonio! Viene il demonio! ». Impietosito corsi al soccorso, e capitai così in casa sua. In mezzo al trambusto e alla desolazione, mi venne tosto in mente quanto il Padre aveva molte volte insegnato circa la potenza di Maria Ausiliatrice, e allora volto ai circostanti: « State attenti a ciò che dico io, esclamai. Io conosco il mezzo più efficace per ottenere la guarigione di questa giovane. Io adoro un Dio onnipotente, e il San Fu, che predica la mia religione, ha una medaglia prodigiosa, di cui il demonio ha molta paura, e davanti alla quale fugge atterrito ».
- E per questo, concluse il pagano, son venuto qui, o Padre, a chiederti la medaglia.
- Ho capito finalmente di che si tratta. Ma bada. Per aver la medaglia, bisogna che tu creda alla nostra santa religione. Devi quindi distruggere gli idoli e quanto hai di superstizioso, lasciare i riti passati e ascoltare e credere ciò che il Missionario t'insegnerà. Allora avrai la medaglia, e Maria Ausiliatrice guarirà tua figlia.
Il pover'uomo m'ascoltava colle mani giunte e ad ogni mia parola assentiva col cenno del capo : - Farò tutto come dici... ma salva mia figlia.
Sentii in quel momento invadermi il cuore una pietà grande e profonda. Parevami non solo di poter liberare una povera giovane dal male, ma di trarre alla luce della fede tutta una famiglia. Non so: spontaneamente mi venne in mente il ricordo di Gesù che per le contrade di Galilea cacciava i demoni: e in quell'istante, nell'immensa solitudine della Cìna pagana, sentii più grande la forza e la dignità mia di sacerdote di Cristo. E una speranza divina m'inondò l'anima. Mormorai con fede una preghiera: chiamai il catechista e la catechista, e mi avviai verso la casa dell'indemoniata. Cammin facendo continuavo a pregare il Signore ad usare misericordia verso un'infelice. Antonio frattanto mi raccontava di fatti consimili avvenuti in altre donne, ritenute ministre del diavolo. Divenute sua preda, esse interrogano gli spiriti circa avvenimenti passati, e, a chi le paga bene, li narrano con precisione, insieme, s'intende, con una serie di luride menzogne, cui i pagani credono goffamente. Così si propaga il culto del diavolo.
Giunti a destinazione: « Signore, la pace vostra sia in questa casa », mormorai; e mi si presentò la giovane. In quel momento ella non era in preda a convulsioni, ma sul volto le si leggeva una lunga serie di sofferenze: aveva gli occhi anormali, stralunati, estremamente lucidi, che cercavano sopratutto di sfuggire il mio sguardo.
Il catechista incominciò a insegnare il segno di croce agli uomini e la catechista fece altrettanto colle donne. Ne spiegarono il significato e insistettero sulla necessità di bandire le pratiche superstiziose, di adorare il vero Dio e di servire a Lui solo. Nel frattempo io distrussi gli idoli, benedissi la casa e distribuii i catechismi. Alla fine interrogai l'indemoniata sulle cose spiegate dalla catechista, e se credesse davvero alla potenza della Madre di Dio. Avutene risposte soddisfacenti, le imposi la medaglia della nostra Celeste Protettrice, nella trepida attesa di tutti i presenti!...
Da quel giorno sono passati tre mesi e la giovane è rimasta sempre tranquilla. Libera completamente da ogni persecuzione diabolica, gode un ottimo stato di salute ed è una fervente catecumena con tutti i membri della famiglia.
Così Maria Ausiliatrice si fa amare e venerare anche in Cina, e guadagna a sè e conquista i cuori, su cui il demonio credeva d'aver eretto, incrollabile, il suo regno!
Cian-Kong (Nam Yung), 10 marzo 1922.
D. STEFANO Bosio Missionario Salesiano.
Il Sommo Pontefice Pio XI ha inserito nelle Litanie dei Santi una nuova invocazione per l'incremento delle Missioni Cattoliche, subito dopo l'invocazione: Ut cuncto populo christiano, ecc. (1).
L'introduzione di questa supplica nella liturgia è quanto mai opportuna in quest'anno trecentenario di Propaganda.
Ecco il testo della nuova invocazione: « Ut omnes errantes ad unitatem Ecclesiae revocare, et in fideles universos ad Evangelii lumen perducere digneris: Te rogamus, audi nos ».
E cioè: O Signore, « perchè vogliate richiamare all'unità della Chiesa tutti gli erranti, e guidare alla luce del Vangelo tutti gli infedeli, noi Vi preghiamo, ascoltateci ».
Il S. Padre ha pur ordinato che in tutte le Diocesi venga celebrata ogni anno, in un giorno da stabilirsi dai rispettivi Ordinari, la Messa votiva « pro Fidei propagatione (2) », dimostrando ancor una volta che la Chiesa di Gesù Cristo aspetta da Lui solo, e lo affretta con la preghiera più ardente, il trionfo completo del Regno di Dio sulla terra.
Perchè non scegliere un tal giorno per celebrare la « Festa Missionaria »?
(1) Decreto della S. C. dei Riti 22 marzo 1922. (2) Idem.
La cosa più santa che possa fare un cristiano è quella di cooperare con Dio alla salvezza delle anime: - e un mezzo efficacissimo per cooperare con Dio alla salvezza delle anime è quello di moltiplicare nuove vocazioni sacerdotali e missionarie.
Memori della parola di Gesù « Pregate il Padrone della messe, perchè mandi dei lavoratori nel suo campo », e delle vive raccomandazioni di don Bosco, voi pure, o cari Cooperatori, pregate perchè il Signore si degni suscitare, assistere, maturare e santificare le vocazioni allo stato ecclesiastico, ma nello stesso tempo adoperatevi per svilupparle.
Come? direte voi. Eccovi qualche consiglio
Cercatele nelle famiglie buone.
Non è raro trovare fra il popolo qualche famiglia dove il sentimento di educazione religiosa tramandato dai vecchi è così sentito e radicato che le premure dei nonni, del babbo e della mamma per l'educazione cristiana dei figli sono tali da oltrepassare l'ordinario. Chi conosce a fondo qualcuna di queste famiglie, vede con quale vigilanza sì veglia sui figliuoli - quali cure premurose sa inventare l'amore materno quando è illuminato dalla fede, - quali mezzi meravigliosi di pedagogia suggerisce l'affetto al cuore di una madre, - quanto essa fa perchè il contatto contagioso della gioventù corrotta non contamini il suo tesoro, - con quanta frequenza gli rivolga consigli, lo conduca alla Chiesa, lo avvicini ai Santi Sacramenti e preghi per lui, - con quanta trepidazione vegli sulla sua virtù. Queste famiglie modello rassomigliano a piccoli giardini coltivati e ben custoditi, dove i fiori, difesi dai venti e dalle intemperie, si aprono placidamente ai benefici raggi del sole.
Il celeste agricoltore predilige questi giardini, e spesso si inoltra fra queste aiuole e vi coglie qualche fiore per trapiantarlo nel giardino chiuso del Santuario, ed è questa la divina ricompensa che spesso Egli riserba alle cure sollecite delle famiglie cristiane.
Queste famiglie, è vero, si ritrovano con frequenza fra la gente del basso popolo, ma si vedono spesso anche nelle case più agiate. Il buon Pastore di anime, il buon Cooperatore, la zelante Cooperatrice, osservino e studino; poi avvicinino, assecondino, e incoraggino; e aiutino, i figli e i genitori, come meglio possono, segnalando i casi che ritengono atti per noi, ai nostri direttori e allo stesso nostro Rettor Maggiore.
Nel Santuario, il 24 del mese, si compiono, mattina e sera, devote funzioni in onore di Maria Ausiliatrice. Al mattino ha luogo la messa della Comunione generale, seguita dalla Benedizione Eucaristica - alla sera, alle 20, un'ora di adorazione predicata; e sono particolarmente i divoti di Valdocco, con le associazioni della Parrocchia, che con vivissima fede accorrono alla devota funzione.
Vogliano i buoni Cooperatoti e le pie Cooperatrici unirsi, ad essi, in ispirito.
Echi della Festa titolare.
Diciassette battesimi a Macao.
Ci scrivono da Macao, in data 17 giugno u. s.
La divozione a Maria SS. Ausiliatrice qui a Macao si è rapidamente diffusa, specie in questi ultimi tempi. I buoni Macaesi hanno imparato ad amare la Madonna di Don Bosco e sono frequenti le novelle e i tridui, che fanno celebrare al suo altare. E raro entrare nella cappella del nostro orfanotrofio e non trovarvi qualche anima divota prostrata ai piedi della Vergine, innanzi alla quale ardono quasi quotidianamente candele votive.
La festa quest'anno fu celebrata con straordinario concorso. Durante la novena, alla messa delle 8 e alla benedizione della sera, preceduta da breve fervorino in cinese e dal canto delle Litanie, i devoti andarono sempre aumentando.
Nel pomeriggio del 24 viaggio si aprivano i festeggiamenti con una rara, commoventissima funzione; il battesimo di 17 alunni, che ben a ragione si possono chiamare « figli di Maria ».
L'alba del 25 maggio sorse brillantissima, dopo alcuni giorni di pioggie dirotte; la Vergine sorridea da un trionfo di olezzantissimi fiori, appositamente fatti arrivare da Hong-Hong dai solerti Cooperatori, che presero pure l'iniziativa di addobbare la chiesetta.
Alla messa della comunità i neofiti, raggianti di gioia, nelle loro simpatiche divise facevano corona all'altare, offrendo alla Vergine le primizie della loro fede. Alla Comunione disse appropriate parole il Missionario D. Giovanni Guarona, che distribuì il pane degli angeli a quei cuori, da poco mondati dalle acque battesimali, ed ai più che 20o compagni.
Poco dopo accorsero alla cappella i Cooperatori portoghesi per assistere alla messa celebrata dal
Governatore della Diocesi, il rev.mo P. Antonio Cardoso, ed udire la conferenza tenuta dallo stesso D. Guarona, il quale svolse il tema: « Cooperazione Salesiana », e chiuse con un caldo appello alla cooperazione missionaria in quest'anno giubilare massimamente. Il caro don Garelli salì l'altare alle 1o,3o; ed i piccoli cantori, coadiuvati dai confratelli, superarono se stessi eseguendo a meraviglia la Messa di S. Francesco di Sales del M°. don Pagella. Nel pomeriggio qualunque europeo avrebbe provato vivo stupore all'udire gli alunni cantare con disinvoltura i salmi dei vespri, in seguito ai quali D. Canazei disse il panegirico in cinese, cui tenne dietro la processione e poi la benedizione col Santissimo.
A notte una bella illuminazione ed il concerto musicale radunò di nuovo molta gente, che s'unì agli alunni nel lodare la Vergine Ausiliatrice, che in quel giorno benedetto rese felici molti cuori.
GRAZIE E FAVORI (*)
Maria Ausiliatrice l'ha guarito!
Donato Edward, tenero fanciullo, ammalò di nefrite, dalla quale, fatte quattro ricadute, fu da ultimo dai medici dichiarato inguaribile. Il 24 luglio 2920 la famiglia fu avvertita d'urgenza dello stato aggravatissimo del bimbo, degente presso l'Ospedale Maggiore di Milano. Non v'erano più speranze, la morte era sicura...! Ma dove non possono arrivare medici e medicine umane, può arrivare la celeste Ausiliatrice. Comincio la novena, promettendo a Maria la pubblicazione della grazia e qualche offerta per le Opere Salesiane. Al secondo giorno un lieve miglioramento, e in seguito la scomparsa d'imminente pericolo. Dopo quindici giorni il bambino fu portato a casa dall'opedale, con un mese di vita, a detta dei medici curanti... Continuai le preghiere e... passò il mese ed il bambino migliorava sempre. I medici, meravigliati, gli concessero al più ancor un anno di vita. E per un anno, infatti, non più visite mediche, non più medicine, ma solo una fede viva in Maria.
Oggi, 24 luglio 1922, si compie l'anno; e il bambino sta ottimamente, grasso e paffuto e vivace a tutta prova; ed io, con tutta la famiglia riconoscente, pubblico la grazia e faccio la mia offerta per le Opere Salesiane.
Milano.
E. DONATO.
S. AMBROGIO. - 16 - VIII - 1922. - Colpita da male che non perdona, mi trovavo agli estremi senza speranza alcuna. Straziata dal dolore di dover lasciare orfani otto figliuoletti, e per di più nella più squallida miseria, mi rivolsi alla Madonna di Don Bosco pregandola ad aver pietà della mia famiglia, promettendo di far pubblicare fa grazia. Oh prodigio! Subito potei alzarmi, andare in chiesa a ringraziare la Madonna ed ora sto sempre abbastanza bene e con mio grande conforto posso accudire i miei bimbi: perciò innalzo l'inno di ringraziamento a Te, o Ausiliatrice nostra, e mando una minima offerta.
C. FRANCHINO
BOLZANETO. - 25 - VIII - 1922. - Era il 17 maggio u. s., giorno memorando, dolorosissimo, in cui portavano alla sepoltura il mio ottimo sposo. Sfinita dalla stanchezza e straziata dal dolore, dovetti mettermi a letto e tosto venni colpita da bronco-polmonite fulminante con complicazioni allarmanti. I miei giovani figli, ciechi dal dolore, intorno al mio letto gridavano da far pietà. Il medico curante non voleva pronunziarsi, ma aveva fatto capire che il caso era disperato. Allora mi rivolsi, come già altre volte a Te, o Ausilio dei credenti, e una speranza soave confortò il mio cuore, raccolsi le mie forze e dissi ai miei figli: Tranquillizzatevi, non vi lascerò completamente orfani, sento che non morrò: Maria Ausiliatrice me ne fa sentire la certezza. Infatti dopo otto giorni lasciai il letto ed ora riconoscente sciolgo il mio voto pubblicando la grazia e inviando una tenue offerta.
Continua, o Vergine Santa, la tua valida protezione su me e sopra i miei diletti figliuoli.
TOMASINA RONCO Ved. BANCHERO.
BOLZANO. - 20 - VII - 1922. - Col cuore pieno di vivissima riconoscenza mi affretto a mandare un'offerta, promessa alla dolce Madonna di Don Bosco, qualora mi avesse esaudita. La Madre celeste mi ascoltò ed io vorrei che tutti leggessero nel Bollettino le grazie concessemi. Nel settembre 1921 mi aiutò in una circostanza disperata; poi mi guarì dal tifo nel gennaio 1922, poi ottenni la cittadinanza italiana nel luglio 1922, cosa di somma importanza, potendo io così continuare la mia missione di maestra in questa regione. Lo so, che la Madonna sola poteva aiutarmi nei tre casi difficili e vorrei che tutti, come me, in ogni dolore ricorressero a Lei, Aiuto dei Cristiani.
Fu una cooperatrice salesiana che mi suggerì di rivolgermi alla Madonna di Don Bosco, ed io non cesserò mai di lodare la intercessione materna di Maria Ausiliatrice.
ELENA WINKLER.
CANICATTÌ (Girgenti). - 24 - VII - 1922. - Nello scorso inverno il mio caro nipotino, un tesoro di bimbo di sei anni appena, fu colpito da grave malattia che l'inchiodò a letto.
Vedendo che riuscivano vane le cure dei medici, mi rivolsi con fede a Maria Ausiliatrice, sapendo per mezzo del Bollettino Salesiano, le grazie e i favori che concede ai suoi devoti. Feci e feci fare la novena alla Gran Madre, sicura di essere esaudita; e non erano terminate ancora le preghiere che il povero bimbo incominciò a migliorare con stupore di tutti.
Ora, completamente guarito, rendiamo vive grazie alla nostra Ausiliatrice unendo tenue offerta e pregandola a voler sempre aiutare e proteggere intera la mia famiglia.
MARY SPOSITO nata DI FRANCO.
TORINO. - Maggio 1922. - Con animo grato e riconoscente rivolgo alla mia buona Madre Celeste il grazie più sentito ed affettuoso per avermi miracolosamente preservata da una operazione agli occhi, alla quale medici specialisti giudicavano dovermi sottoporre. Nel momento più grave e doloroso pregai con fede la Vergine Ausiliatrice colla promessa di far pubblica la grazia sul Bollettino Salesiano. Essa, sempre buona, non solo mi volle risparmiare l'operazione, ma mi permise ancora di potere nell'impiego, che oggi lui tiene occupata al tavolino tutto il giorno, adempiere discretamente il mio dovere senza che la mia vista ne soffra.
Grazie, Maria, mi affido tutta a te in questa vita, colla speranza di contemplarti per sempre in Cielo.
C.
SCORDIA. - 28 - VIII - 1922. - Sciolgo la mia promessa alla Vergine SS. Ausiliatrice che imparai ad amare con tenerezza negli anni più belli della vita nel sacro recinto dell'Istituto Maria Ausiliatrice di Catania. In un momento di forte esasperazione per importantissimi affari, quando il cuore era spezzato, le lagrime venivan giù copiose e nessun mezzo umano era valido, ricorsi alla Madre Celeste, che, da vera Madre, non mi negò il Suo valido aiuto e tosto gli affari cambiarono aspetto e andarono così delicatamente bene che io sento il dovere di gridare: Deo gratias et Mariae!
Una cooperatrice.
TORINO. - 24 - VI - 1922. - Grazie, o Maria Ausiliatrice! Col cuore ripieno della più viva riconoscenza adempiamo la promessa di pubblicare la grazia che ci hai ottenuto dal tuo divin Figlio.
L'unica nostra figlia Giuseppina, di quattro anni, fu presa, nello scorso maggio, da violenta difterite, che in un paio di giorni la ridusse in fin di vita. Trasportata all'Ospedale, i sanitari riscontrarono il caso pressochè disperato. Allora, più che mai, si riaccese la nostra fede, e tosto cominciammo la novena consigliata dal Ven. Don Bosco. Al termine la bambina era fuori di pericolo, e ora è sana e salva. Grazie, a Te, o Maria Ausiliatrice, che ce l'hai ridonata. Accetta l'offerta della nostra riconoscenza imperitura.
Coniugi CANTONI.
Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice e alcuni, pieni di riconoscenza, inviarono offerte per la celebrazione di Sante Messe di ringraziamento, per il Tempio erigendo alla Sacra Famiglia, per le Missioni Salesiane, o per altre opere di Don Bosco, i seguenti:
A) - A. C., A. G. di Codogno, A. G. d'Ivrea, A. G. di Pirri, A. L., A. V., Abbene d. Giuseppe, Adamoli Giovanni, Aimo Francesco, Airoldi Costanza in Reseghino, Albanello d. Lorenzo, Albertini Maria, Alessio Angelo, Alghisi Anna, Alghisi Barberina, Alunni del Collegio Salesiano di Borgo S. Martino inviano per « Gioventù Missionaria, una graziosa offerta, Ambrois Celestina, Ambrosetti Giuseppina, Amico Filomena in Valenti, Ammirati Luisa, Anastasi Antonino, Antonietti Clotilde, Atzori Teodora, Avanzini Maria.
B) - B. E., B. G., Bacile Vito, Badalotti Cecilia, Bafile Elisa, Bagnati Clara, Bailestrero Domenico, Balzari-Giulia, Barberi Adelaide, Barile Maria, Basso Carlotta, Battocchio Giovanni, Batzella Maria, Beccherle Elena, Begali Paola, Bellati Maria, Bena Paolina, Benassi Maria, Benilli Giolitti, Bergamini Nina, Bergelli Cesarina, Berra Giuseppina, Bertone Amedeo, Besenval Cesarina, Béthaz Giuseppina, Biasia Lucia in Incao, Bologna Matilde, Bonafede Ernesta, Bonetti Luciano, Bonetti Maria, Bontempi Giovannina, Bordonetti Margherita, Boretti Ida, Borello Maria, Borghino Maria, Borrifacino Remigio, Bortolani Orazio, Bossolasco Alessio, Bottani Maddalena, Bovio Francesco, Braga Maddalena, Bressan d. Matteo, Brovedani Lucia, Brovia Carlo, Bruce Ersilia, Burchianti suor Agnese, Busevello Teresa.
C) - C. Luigi, Cadario Olinda, Campochiaro Giuseppe, Canegallo Celestina, Canepa Delfina, Canonica Margherita, Capitolo Livia, Carena Emilia in Torti, Carbonelli Chiarina, Carletti Maria, Carozzi Guido, Bice Cattaneo, Cavagna Giuditta, Cazzedda Giovanna, Cembran Luigi, Cerchi Benigna, Chiadò Domenica, Cherubini Oliva, Chiapetta Anna Maria, Chiarloni Giulia, Ciccarelli Pina, Cima Ines, Ciriani Bice, Coletti Alessandro, Colla Chiarina, Colombo Pietro, Colombo Rosa, Corra Giacomo e Margherita, Coniugi Arensi e Ligabò, Corallo Maria, Cordini Adele, Cremonini Augusto, CrescentinoAmerio. Crippa Bambino.
D) - Dagna Matilde, Danna Giovanni, Darni Annunziata, De Giuli Paolina in Monetti, Deiana Lucia, Delleani Maria, Dell'Orbo Vincenzo, Demartini Mario, Demurtas Grazietta in Vacca, De Villas Colomba, D'Abbraccio Vincenzo, Di Marco Carmela, Din d. Pietro, Donadon Teresa in Dalla Cia, Donati Augusto, Dondero Adele, Dumont Marcinella.
E) - E. Donato, Epifanio Carolina, Erculiani Dora, Ex-allieva Figlie di M. A. di Perosa Argentina.
F) - F. G. A. S., Fabbri Nella, Fabris Angela, Fael Maria in Coromer, Fagiuoli Carolina in Ducati, Falcone Santo, Famiglia Stoppino, Fangareggi Antonio, Fantin Ermenegildo, Farinetti Emilia, Farinetti Francesco, Fassi Teresa, Fenus-Col Antonio, Ferlo Maddalena, Ferrari Giuseppina, Ferrari Scipione, Fin Gaetano, Fioretti Rina, Formento Giovanna, Fortina Donato, Fosson Maria, Franchino C., Franco Maria, Frattini Emiliaf Frigerio Flora, Fumagalli Maria.
G) - Gandini Angela, Gandolfo Alfonso, Ganzella Sofia in Nicolai, Garrone Eugenia, Gasparini Maria, Gavosto Marcellino, Gazz'ola d. Giuseppe. Gentilini Giuseppina, Giandanino Giuseppe, Giobbio Francesca, Giro Marina in Bisi, Giuriani Virgilio, Giussani Maria, Gleyeses Giuseppe, Gozzi Rita, Grana Maria, Grazio Emiliano, Grippaldi d. Vincenzo, Grossi Amalia, Grossi Edvige, Grumelli Emma, Grumi Teresita.
I) - Immoville suor Emma, Ingarano Andrea, Isola Giovanni, Isola Luigi, Isola M.
L) - L. A., L. T. M., Landi dott. Nicola, Lanfranco Novelli, Lanza Francesco, La Rosa Maria, Lazzarini Pinna, Locatelli Angela, Lo Curzio Lina, Lonardi Anna in Fasoli, Lorini Giuseppe e famiglia, Luisoni Laura.
M) - M. N., Maffeis Caterina, Magnone Federica, Manzi Agnese, Mapelli Clotilde, Marabutti Giuseppe, Marchisio Maddalena, Marchisio Maria, Marino Giuseppina, Manno Giulia, Martignoni Domenica, Maschi G., Massa Margherita, Massara Grazia, Matto Anna Maria, Maumary cav. Raul, Medda Teresa, Melioli Giovanna, Mensi d. Giuseppe, Merlo Giuseppe, Merlo Luigia, Micanzi Martina, Micheli Mario, Micono Caterina, Miai Grazia, Milanese Delfina, Mioni Giuseppe, Mizza Giovanni, Moggiatto Caterina, Moja Giacomo, Moia Rosina, Moisio Annetta, Moisio Leopolda, Mondino Elisabetta, Montanaro Caterina, Moroni Regina, Morosoli P., Mosconi Maria, Mosconi eh. Valentino, d. Moussanet, Muratore Carlo, Mussio Carola.
N) - Natoli Antonino, Navarra Giovina, Negroni Carmela. Nicoli Faustina.
O) - Oberti Elisa, Oddone Rosa, Onni Lucia, Opezzi Matilde, Orsini Alfredo.
P) - P. F. F. A., Palatini Elena in Brusoni, Palazzolo Onorina, Panza Basilio, Pardo can. Nicolò, Pasquale Giovanna, Pasolli Augusta, Pastore Giuseppina in Cassina, Patrucco Ernesto, Pecoraro A., Pecoraro Pasquale, Pecorelli Maria, Pegoli Maria, Peirano Domenica e Maria, Pellarini Giulia, Peloso Maria, Peratini Zoramma, l'eriti Angelo, Peroni Angelo, Perricone Antonino, Perna don Raffaele, Peterle Giuseppina, Pia Angelo, Piano Erminia, Picca Grazia in Bronta, Piccardi Cecilia, Piccini Serena, Picconi Emilia in Pagliano, Picone Giuseppina, Pieri Maria, Pietraperzia Ignazio, Pio Ritiro del Carmine di Massa-Carrara, Pisano don Raffaele, salesiano, Pizzigati Maria, Platoni Rosina, Pologna Giuseppina, Pontana Lucia in Lovato, Pozzi Angela.
Q) - Quaranta Gastina, Quaranta M. e famiglia, Quarello Clemente, Queirolo Antonio.
R) - R. M. Rabotti cap. Augusto, Radaelli Rosalia, Raimondi Caterina in Scarantino, Rame Salvatore, Rancan Caterina in Perufrò, Ranzolini Margherita, Rapuzzi Olga, Raspino Maria, Ravetto Angela, Razzini Annunziata, Realini Carolina, Ribourt Giulia, Riccardi Camilla, Riconda Teresa in Vigliano, Rivera Rosa, Romagnoli Virginia, Romelli Bartolomea, Ronco Tomasina ved. Banchero, Rora Palma, Rosati Francesca, Rosti Alessandro, Ruffino Maria, Ruffino Rosa, Ruggi Luisa, Rusconi G.
S) - S. B., Sailer Giacomo, Saitta dott. Antonino, Saleri Bortolo, Salvi Luigi, Sauna Mariantonia in Mulas, Saracco coniugi, Satta Albino, Saviotti Olga in Galati, Selva Isidoro, Seneca Giovanni, Serra Gigina, Scaltriti don Enrico, Scartata Giovannina, Sisti Mario, Sorelle Gatta, Mattis, Penna, Scaduto, Tagliafico, Spagnoli Arma, Speziale Cesarina, Speziale Maddalena, Spiga Anna, Sposito Maria in Di Franco, Storato G. M., Stuto Ambrogia, Suor Alvisia Maculan.
T) - T. C. ved. A., T. M., Tardelli Erinna, Tartarini chierico Pietro, Tavallini Matilde, Tavella Teresa, Teobaldi Lucia, Tessa Teresa, Testa Antonietta, Thiebat Vittorina, Tieppo Emma, Tomatis Luisa, Torelli Manetta, Tornari Angela, Torrengo Anna, Totino d. Vincenzo, Travostino Maria in Bianco, Tronconi Adele, Trudu Can. Giovanni, Turotti Battista.
U) - Ubertalli Edvige, Urbani Teresa.
V) - V. D., Vallenzasca Rita, Valsasna Luigia, Veglia Margherita, Vendramin Angela, Venturello Laura in Banchieri, Venturini Mario, Venzo Veronica, Verna Riccardo, Verri Maria, Vertua Francesco, Vianelli Clelia, Viassone Angela, Viola Luigi, Viola Pietro, Viscardi Caterina e Famiglia, Visini Pietro, Vitali e famiglia, Voi Maddalena.
W) - Winkler Elena.
Z) - Zambelli Giuseppina, Zampieri Giuseppina, Zanetti Mario, Zanoni Giulia, Zift Ortensia in Frighetti, Zoba Angiolina in Debaudi, Zunini Margherita in Poggio, Zunino Edoardo.
Domenica 29 corrente si compie un anno dalla morte del II° Successore di Don Bosco, il rev.mo
Don PAOLO ALBERA.
Nel Santuario di Maria Ausiliatrice si celebrerà solennemente la Messa anniversaria il giovedì prima, 26 ottobre. Vogliano i buoni Cooperatori unirsi al doveroso omaggio.
Tra le feste che si vanno celebrando in tutte le nostre case ad onore di S. Francesco di Sales in occasione del III Centenario dalla sua morte, degne di rilievo son quelle che ebbero luogo a Malta dal 29 giugno al 9 luglio u. s.
S'iniziarono con una grandiosa tornata commemorativa, in cui la figura di San Francesco di Sales venne illustrata da versi e canti, da un elaborato
La domenica 9 luglio la grandiosità dei riti pontificali, la musica con orchestra, la Comunione Generale, l'Ora Santa di Adorazione, furono degne della centenaria ricorrenza. Bella corona di tutti i festeggiamenti fu la solenne processione di chiusura per le vie della Sliema cui prese parte Mons. Vescovo Portelli, recante il SS. Sacramento, preceduto da lunga teoria di bimbi e circoli, associazioni, Scuole, Istituti, con bandiere e orifiammi; di numerosissimo Clero regolare e secolare in pianeta, seguito da eletta schiera di Giudici, Magistrati e gentiluomini in abito di gala, e da distinte Dame, e di molto popolo orante.
Tutta quella gran folla gremì poi letteralmente discorso con proiezioni luminose detto dal senatore Mons. Can. D. Galea e da un riuscitissimo bozzetto storico « Torna la Croce! ». Il trattenimento svolto nel Teatro della Iuventutis Domus, riccamente ornato per la circostanza, si chiuse con un luminoso quadro finale. Presiedeva S. Ecc. Mons. Vescovo Fr. A. Portelli, cui faceva corona elettissimo popolo.
Dal 2 al 9 luglio si svolsero importanti funzioni religiose, parte nella Cappella dell'Istituto San Patrizio, parte in quella dell'Oratorio salesiano, ricche di palme e fiori, di addobbi e di iscrizioni. Durante la settimana ufficiarono a turno il rev.do Clero delle Parrocchie di Sliema e dintorni e le varie Comunità Religiose locali; e tutti i discorsi dei vari oratori furono improntati a grande elevatezza di forma e praticità di insegnamenti: e negli ultimi giorni si susseguirono commoventi comunioni generali dei Cooperatori, delle Cooperatrici, delle Dame Patronesse, degli ex-Allievi e di Istituti, Collegi, Scuole, Circoli e Associazioni.
l'ampio atrio dell'Oratorio Salesiano per il canto del Te Deum e la finale Benedizione Eucaristica. Quando con magnifico e poderoso canto corale si elevò l'inno del Tantum Ergo, vibrò possente ed alta la fede di tante anime in Dio, quasi ultimo omaggio a. S. Francesco di Sales, che fu tanto innamorato della SS. Eucarestia e del Cuore SS. di Gesù.
Nella lieta circostanza il Comitato dei festeggiamenti non dimenticò le opere di carità, e il sabato 8 luglio compì una larga distribuzione di pane ai poveri. Nè mancò neppure la nota gaia, nelle serate di sabato e domenica, con due brillanti trattenimenti, svolti all'aperto nell'atrio dell'Oratorio.
Nel Santuario di Maria SS. Ausiliatrice e in tutte le case Ispettoriali il periodo più solenne dei festeggiamenti si svolgerà dal 28 dicembre p. v., (che è la data tre volte centenaria della morte del glorioso Patrono) alla prossima solennità del 29 gennaio.
A Valdocco.
Il 23 e il 24 agosto l'Oratorio di Valdocco aveva l'onore di ospitare Sua Eminenza Rev.ma, il sig. Card. CAMILLO LAURENTI, e le LL. EE. RR.me Mons. GIOVANNI BATTISTA NASALLI ROCCA, Arcivescovo di Bologna, Mons. APOLLONIO MAGGIO, Vescovo e Principe di Ascoli Piceno e Mons. CARLO MENICATTI, Vescovo tit. di Tani, diretti al Santuario di Lourdes.
Gli ospiti venerandi visitarono con grande interesse l'Oratorio, la Basilica e le camerette del Ven. don Bosco e di don Rua. L'E.mo Cardinal Laurenti salì anche a Valsalice. A loro, dall'intimo del cuore, rinnoviamo l'espressione dei più vivi ringraziamenti per l'onore che ci hanno procurato.
DALLA SPAGNA.
Congresso Nazionale Ex-Allievi.
Nel luglio scorso si svolse a Barcellona un Congresso nazionale degli ex-allievi spagnuoli, cui presenziò, come delegato del nostro Superior Maggiore, il rev.mo don Gìuseppe Vespignani, Direttore Generale delle Scuole Professionali Salesiane.
La grande adunata ebbe un esito lusinghiero per lo spirito veramente salesiano che la informò, e per la buona volontà dimostrata da tutti i congressisti. Anche fuori delle assemblee continuavano le conversazioni e discussioni amichevoli su temi importanti, come la Comunione frequente, la devozione a Maria Ausiliatrice, la penetrazione e diffusione dello spirito di Don Bosco in ogni Unione.
L'animazione e il desiderio di rendere ogni ex-allievo un attivo cooperatore salesiano fu grande, e ne scaturi saldo il proposito di volgarizzare il Regolamento della Pia Unione con opportune conferenze sulle grandi linee che il Venerabile Fondatore tracciò come base della cooperazione salesiana.
Una nota gentile di ricordi fu portata dal venerando Don Giovanni Branda, il primo direttore salesiano che Don Bosco inviò alla Spagna. Il bianco ottuagenario, tuttora ricco di attività e resistenza, storia vivente delle prime case spagnuole, fu fatto segno a grandi dimostrazioni d'affetto, cui egli corrispose narrando con semplicità i prodigi e i fatti provvidenziali di Don Bosco nell'espansione della Pia Società.
Tutti i Congressisti infine si recarono in pio pellegrinaggio al celebre santuario di Monserrato e allo storico tempio nazionale del Tibi dabo, dove l'Associazione Nazionale venne consacrata al Sacro Cuore di Gesù.
La Superiora Generale delle Figlie di M. Ausiliatrice.
L'8 settembre u. s. si radunava a Nizza Monferrato, nella Casa Madre dell'Istituto, l'8° Capitolo Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Le componenti l'importantissima adunanza, che sotto la presidenza del rev.mo nostro Rettor Maggiore, qual Delegato Apostolico dell'Istituto, doveva trattare e trattò gli argomenti più vitali per la prosperità delle molteplici opere iniziate e da iniziare, per prima cosa procedeva all'elezione della Superiora Generale, e risultava rieletta all'unanimità la rev.ma Suor Caterina Daghero.
Suor Caterina Daghero succedette alla prima Superiora Generale, Suor Maria Mazzarello, morta in concetto di santità il 14 maggio 1881. È quindi la seconda Superiora Generale. E nata a Cumiana, provincia di Torino, e conta 66 anni. Auguri di ancor lunga e prospera vita per il bene del religioso Istituto, particolarmente alle sue cure affidato.
NOTIZIE VARIE
In Italia.
S. PIER D'ARENA. - CINQUANTENARIO DELL'ISTITUTO DON Bosco. - L'umile istituto, che a Marassi, presso Genova, conobbe le prime fatiche sacerdotali del compianto Don Albera e n'ebbe i primi ardori apostolici, divenuto poi, con l'aiuto della Divina Provvidenza, un'ampia e vasta officina di studio e di lavoro, festeggia quest'anno il suo cinquantenario di vita benefica in S. Pier d'Arena, dove venne trasportato nell'autunno del 1872.
Le feste connuemorative, indette per la prima metà di agosto, riuscirono solenni e grandiose, sebbene venissero rinviati a giorni migliori lo scoprimento della lapide commemorativa e il convegno degli ex-allievi.
Per una fausta coincidenza venne contemporaneamente festeggiata la Messa d'oro del venerando Don Luigi Bussi, che da lunghi anni regge la parrocchia di S. Gaetano, annessa all'Istituto.
I festeggiamenti culminarono la domenica 13 agosto. La chiesa era affollatissima. Presero parte alle sacre funzioni anche le LL. EE. Mons. De Amicis e Mons. Olivares, che si acquistò con la sua affettuosa parola vive simpatie. Il discorso ufficiale fu detto da Don Zerollo, uno dei primi ex-allievi, che ebbe vibrate parole di gratitudine.
Nel pomeriggio, dopo le funzioni religiose, si tenne nel teatrino' la commemorazione ufficiale, alla presenza di un gran numero di persone d'ogni ceto. Vari furono gli oratori inneggianti alla duplice ricorrenza e all'opera altamente educatrice compiuta dall'istituto. Coronò il trattenimento l'offerta di preziosi doni per la chiesa.
Per l'occasione fu pure inaugurata una riuscitissima esposizione professionale, che richiamò una folla di ammiratori e di competenti. Si calcolano a più di 30.000 i visitatori. L'esposizione si estese alle varie arti che s'insegnano nell'istituto. Gli ebanisti e falegnami occuparono due sale con mobili eleganti e solidi, presentati nella genesi di fabbricazione, in modo che il visitatore potesse seguire il processo costruttivo ed ammirare con quale serietà lavorino gli allievi.
Degli oggetti esposti dai fabbri-meccanici vennero fatti segno a speciale considerazione i lavori in ferro battuto, che riportavano il pensiero ai nostri ferrai medioevali, che a forza di maglio e d'incudine sapevano foggiare oggetti d'ornamentazione, eleganti e belli.
Nel reparto di tipografia degne di nota le impressioni a policromia, eseguite con sicurezza e disinvoltura.
Molto plauso ebbe la mostra dei legatori, che presentarono lavori rievocanti le antiche rilegature preziose, in cui il genio monacale e la pazienza certosina profondevano tesori di buon gusto.
In altro reparto sarti e calzolai andarono a gara nell'esporre confezioni solide ed eleganti, svelte nel taglio e nella forma.
La mostra, ripetiano, ha incontrato vive simpatie. Tra le impressioni dei visitatori fu raccolta a volo la frase di due operai, osservatori minuti ed attenti: « Qui si lavora! » E il compendio più espressivo degli elogi tributati. Anche il locale giornale socialista « Il Lavoro » così si esprimeva: « Benchè contrari, per principio, alla scuola confessionale, non possiamo tacere la nostra ammirazione per l'istituzione da noi visitata, del cui carattere popolare e sinceramente democratico non possiamo che compiacerci «.
BOLOGNA. - NELL'ISTITUTO SALESIANO DI VIA GALLIERA ad iniziativa del Comitato femminile di azione salesiana la domenica 7 maggio si celebrò una simpatica festa di beneficenza con intervento delle primarie autorità cittadine: il Prefetto, l'Arcivescovo, il Comandante del Corpo d'Armata, il Procuratore Generale ed altre notabilità, che portarono una parola di plauso e d'incoraggiamento agli alunni - circa trecento - i quali davano il loro saggio annuale.
Interessantissima l'esposizione delle scuole professionali. I numerosi intervenuti ammirarono gli oggetti messi in mostra nei diversi reparti di arti e mestieri: e seguirono con soddisfazione i saggi ginnastici, il concerto e le altre attrattive, che concorsero a render gaia e festosa la riunione, rivolta, con una pesca e lotteria, a scopo di beneficenza. Per la lieta circostanza offersero bellissimi doni il S. Padre, le LL. MM. il Re e la Regina Madre, S. A. R. il Conte di Torino, S. E. Mons. Arcivescovo, nonchè il sig. Prefetto e il sig. Commissario Prefettizio.
All'Estero.
COSTANTINOPOLI. - ALL'ISTITUTO BARTOLOMEo GIUSTINIANI. - Ci scrivono: - L'Istituto Salesiano di Costantinopoli ha chiuso l'anno scolastico-professionale con una festa solenne, presieduta da S. E. il Marchese Garroni, Ambasciatore d'Italia, circondato dal Console Generale Nuvolari, da Mons. Cesarano, Vicario Generale della Delegazione Apostolica, e dal fior fiore della Colonia Italiana. Prestò servizio d'onore la fanfara del 313° Reggimento di Fanteria.
Fino a un anno fa, l'Istituto era ancora adibito a caserma delle Truppe alleate; merita quindi special considerazione il molto che si è fatto a prò degli alunni, suddivisi nelle quattro classi elementari e nella Scuola professionale di sartitagliatori, cui l'anno prossimo verranno aggiunte la prima tecnica e le scuole dei falegnami e dei calzolai, e, appena i mezzi lo permetteranno, anche quella dei fabbri-meccanici.
L'anno scolastico-professionale fu allietato da varie festività di famiglia, civili e religiose, alle quali, come a Natale, a S. Francesco di Sales, a Maria Ausiliatrice, e a S. Luigi, si associarono con piacere molti ammiratori e cooperatori.
Il 14 giugno S. E. l'Ammiraglio Pepe mise a disposizione dell'Istituto una vedetta, su cui tutta la comunità si recò all'isola di Princhipo, toccando, al ritorno, Antigoni. Fu una giornata piena e indimenticabile. Il Comandante e i singoli ufficiali e gli stessi marinai furono di una gentilezza squisita.
ROSARIO (Argentina). - VISITA ILLUSTRE: - Ci scrivono: « Il 20 maggio il General Caviglia fu ospite dei Salesiani. Ricevuto dal Direttore Don Santolini e da tutto il personale insegnante, al suono della marcia reale e fra gli applausi degli alunni in tenuta di esploratori, l'ospite illustre si assise tra le autorità. Il Direttore pronunciò un discorso inneggiando all'Italia, patria di Don Bosco, di santi e d'eroi, ed i giovani, eseguirono applauditi saggi ginnastici, seguiti da un dialogo di circostanza, che terminò con getto di fiori. Il Generale fu sensibilissimo al cordiale ricevimento, ebbe lu singhiere parole per l'Opera Salesiana che conobbe in molte città, e, dopo aver baciato per tutti gli alunni quello a lui più vicino, partì fra le acclamazioni e gli applausi ».
Durante il suo viaggio in America, il Gen. Caviglia sostò in altri collegi nostri, riportandone gradita e favorevole impressione.
DALL'URUGUAY. - ATTIVITÀ PRODIGIOSA. - L'Ispettore Don Gamba, in data 31 agosto u s., ci manda queste consolanti notizie:
Di questi giorni si collocò la pietra fondamentale di una nuova Casa Salesiana, la quinta nella sola Capitale dell'Uruguay. È chiamata « Collegio della Divina Provvidenza », ed infatti lo sarà per la numerosa popolazione lavoratrice, rimasta finora in quel posto quasi senza assistenza religiosa. Il sito è incantevole; da esso si domina tutta la baja di Montevideo, colla grossa città adagiata dolcemente a sinistra sulle colline circostanti e a destra il celebre « Cerro » (colle), che sorge dal mare all'altezza di un cento quaranta metri, quasi a vigilare l'entrata del porto e la prossima capitale.
Il nuovo collegio sarà davvero salesiano fin dal suo nascere, per la povertà della sua culla e perchè questa sarà subito circondata da turbe di poveri giovinetti, massime nei dì festivi. Ne informeremo a suo tempo i lettori del Bollettino.
Mentre quest'opera nasce, sono in pieno sviluppo i lavori edilizi nei quattro altri collegi della Capitale ed in quello di N. S. del Rosario in Paysandu. Così Iddio, anche e proprio in quest'epoca di tanta crisi finanziaria, trova le sue vie per le imprese che non hanno altro fine che Lui e la salvezza delle anime.
Mi limito a qualche cenno.
L'edifizio della Casa Ispettoriale « Talleres Don Bosco » ebbe in questi due ultimi anni, su disegno del nostro architetto D. Ernesto Vespignani, un meraviglioso impulso. Sui due piani del fabbricato anteriore, ne furono costrutti altri due della lunghezza di metri 90 per 14 con due prolungamenti ad angolo nelle estremità di 35 metri, per la stessa larghezza. E dal centro del piano superiore si leva ancora fino all'altezza complessiva di metri 30 una torricella, da cui la vista abbraccia tutto intorno un vasto e magnifico panorama. Credo di non essere ingannato dal cuore, se affermo che fin d'ora l'edifizio si presenta tra i più belli e comodi che noi possediamo.
Nel prossimo Collegio del Sacro Cuore si termina in questi giorni un artistico tempio, aperto fin dallo scorso anno al culto di Maria Ausiliatrice. Misura metri 4o di lunghezza per 18 di larghezza e venne costruito su disegno dell'architetto Luigi Fernandez, nostro ex-allievo. È in stile del rinascimento. Ora si pensa alla rinnovazione dell'annesso Collegio, conforme alle urgenti esigenze del posto centrale che occupa nella città.
E non molto distante, in uno dei quartieri più popolari, si sta pure costruendo un ampia chiesa, accanto al nostro collegio S. Michele, con la quale si potrà provvedere almeno in parte alle gravi necessità spirituali di quella vasta parrocchia affidata alle nostre cure.
Finalmente, nel sobborgo detto « Bella vista », ove da vari anni funziona un esternato con annessa cappella dedicata alla Madonna del Rosario, è prossima ad essere terminata una nuova chiesa, cori capacità sufficiente per i bisogni del numeroso vicinato.
Ecco una succinta rassegna (in cui ometto per ora i lavori di ultimazione del nostro collegio di Paysandù) delle imprese materiali che son esponente dello sviluppo meraviglioso dell'opera nostra in questa piccola repubblica. Iddio ci aiuti a terminarle ed a corrispondervi collo slancio dello zelo e con la purezza dello spirito del nostro Venerabile Padre!
- Credo opportuno d'aggiungere qualche cosa sulla recente visita a questo paese del Gen. Enrico Caviglia, e sulla parte che noi avemmo nei solenni festeggiamenti che l'accompagnarono.
Il nostro confratello Don Pittini venne chiamato a far parte del Comitato di ricevimento e nel programma ufficiale s'inchiuse una visita ed una colazione al Collegio Pio IX di Villa Colon. Nel gran pranzo di gala, offerto dalla Colonia Italiana all'« Hòtel del Parque » toccò pure al nostro Don Pittini a porgere al Generale un saluto in nome delle regioni liberate; ed il suo discorsino improntato alla più schietta italianità (Don Pittini è di Udine) tornò particolarmente caro al vincitore di Vittorio Veneto e a tutta la Colonia, che lo vide riprodotto integralmente nei giornali.
Fin qui il carissimo Don Gamba.
A proposito della visita del Gen. Caviglia in America, togliamo da una corrispondenza all'Osservatore Romano.
« Durante la sua breve permanenza all'Uruguay, il generale Caviglia visitò, ricevuto ovunque con le più entusiastiche e festose accoglienze, i nostri principali istituti cattolici, e particolarmente i Collegi salesiani.
» Dalle notizie apparse sui giornali ci risulta che anche all'Argentina ed al Chilì l'illustre ospite ebbe verso le Case religiose la stessa deferenza. Dappertutto si recò personalmente, fra le prime visite, ad ossequiare le autorità religiose, e non mancò di onorare con la sua presenza i Collegi tenuti da Congregazioni religiose italiane. I Collegi, da parte loro, fecero splendide accoglienze al loro glorioso connazionale, che portava a queste nostre Repubbliche il saluto della patria lontana. La cosa è tanto più significativa in quanto che fra le persone più autorizzate, che esercitano una notevole influenza sulle colonie italiane dell'Uruguay e dell'Argentina, non mancano individui che credono di non poter fare del patriottismo se non ostentando un volgare settarismo: individui arretrati, che non si sono accorti del cambiamento dei tempi, e che seguono ostinatamente quella meschina e disgraziata politica di calunnie e di odii, oggi tramontata anche in Italia.
» Il generale Caviglia, ad ogni modo, nelle sue larghe visite, deve certo avere constatato la vitalità rigogliosa, l'opera altamente benemerita e l'enorme influenza nelle nostre Repubbliche delle
Congregazioni religiose, e particolarmente della Pia Società Salesiana di Don Bosco; deve avere notato che sono proprio queste Congregazioni quelle che, all'estero, tengono alto il decoro della Patria e ne rendono benedetto il nome; mentre altri, che vorrebbero passare per i corifei dell'italianità si servono, molte volte, del patriottismo per interessi personali e con il loro anticlericalismo volgare non fanno che danneggiare la buona riputazione del popolo italiano. E da augurarsi che, al suo ritorno in patria, il generale Enrico Caviglia, nella sua lealtà di soldato, e con l'autorità della sua parola, renda alle Congregazioni d'Italia questa giusta testimonianza e questa lode meritata ».
5. FRANCISCO DI CALIFORNIA. - PER IL NUOVO TEMPio DEI SS. PIETRO E PAOLO. - Sotto la presidenza dell'Arcivescovo S. E. R. Mons. Hanna si è costituito un Comitato esecutivo per la costruzione del nuovo tempio dei SS. Apostoli Pietro e Paolo, a tre navate, sormontato da due campanili, lungo 5o metri e largo 30. I primi lavori s'inaugurarono la domenica 7 maggio alla presenza dell'Ambasciatore d'Italia, S. E. Rolando Ricci, ricevuto a suon di banda, insieme con il Sindaco della città, il Console italiano, comm. V. Fileti, ed altri personaggi. Il parroco Don Piperni, salesiano, impartì la benedizione di rito, e il presidente del Comitato esecutivo, comm. S. B. Fugazzi, presentò con opportune parole l'Ambasciatore, ,il quale tenne un applaudito discorso, esprimendo la sua ammirazione per i Salesiani e per la Colonia italiana di S. Francisco.
Terminata la cerimonia inaugurale, gl'invitati visitarono la cripta attuale e i locali della vecchia chiesa, dove gli allievi svolsero un interessante programma.
Su proposta di uno zelante membro del Comitato esecutivo si è costituito il Club dei mille, che sarà composto di mille membri volenterosi e disposti a versare entro un dato spazio di tempo la somma di 1oo dollari ciascuno, a benefizio della nuova chiesa. La volontà attiva e solerte del Comitato ci è pegno del felice risultato della santa iniziativa.
- Il giovedì seguente ebbe luogo in onore dell'Ambasciatore un grandioso ricevimento, promosso dai nostri confratelli, al quale parteciparono in folla gl'Italiani della colonia.
S. E. Mons. Gio. Battista Rossi.
Morì santamente il 2o agosto u. s.. Pio, dotto, affabile, predicatore facile ed efficace, sapeva bandire la divina parola con mirabili frutti di benedizione. Parroco di Castelnuovo d'Asti, zelò con tutta l'anima l'erezione di un monumento a Don Bosco sulla piazza maggiore e di un tempio a Maria Ausiliatrice presso l'umile casetta natìa del Venerabile, predicendo che sarebbe divenuto il Santuario caro e frequentato da tutti i paesi circostanti.
Vescovo di Pinerolo dal 1895, continuò, anche in mezzo alle cure pastorali, a predicare con gran zelo entro e fuori la diocesi, pubblicò vari volumi di prediche e catechismi e conferenze, e dopo aver celebrato il Giubileo Sacerdotale ed Episcopale tra le più belle dimostrazioni di affetto e di venerazione, si spense, per vecchiaia, a 84 anni. Pace al venerato Pastore.
Preghiamo anche per i Cooperatori:
ACETO Silverio Luigi, † a Triora
AGOSTI Isaia, † a Capriolo (Brescia) AMATO Suor Maria Geltrude, † a Mistretta AMORETTI Lorenzo, † a Porto Maurizio APICELLA D. Francesco, † a Cava dei Tirreni ASCALONE Albina, t a Maglie (Lecce) AssoNI Giacomo, + a Capriolo (Brescia) BAGIO Domenica, † a Nova Padova (Brasile) BALLABIo Giuseppine Ved. LANZANI, † a Barlassina BALLABIO Maria, † a Barlassina BARBLTIS D. Francesco, t a Benevagienna BARDELLI Dott. Egisto, † a Moneglia (Genova) BELLI Angelo, † a Capriolo (Brescia) BELON Ved. Maria, † a Mussolente (Vicenza.) BENIGNO D. Giacomo, † a Verdello p. Arcene BERETTA Alessandro, † a Verdello p. Arcene BERTOLLO Ved. Giovanna, † a Mussolente (Vicenza) BERTOLLO Valentino di Pietro,, † a Mussolente BIANCHI Vincenzo, † a Matraia (Lucca) BIASIN Pietro, † a Illasi (Verona) BONETTI Francesco, † a Capriolo (Brescia) BoNGINI Pancrazio, † a Parabiago BoNi D. Giovanni, † a Branzi (Bergamo) BONOLLO Attilio, † a Mira-Porte (Venezia) BONOMI Felice, † a Gardone V. T. p. Inzino BoR Maria, † a Settimo Rottaro (Torino) BoRTOIATTO Luigi, † a Prata di Pordenone BRESSAN Gerolamo, † a Villaverla (Vicenza). BRESSI Ottavio fu Francesco, † a Torino BRUNETTA Francesco, † a Azzano Decimo (Udine) BUSNARDO Maria Ved. FAVERO, † a Mussolente CAFFERATA D. Antonio, † a Sestri Levante CAMISASSA D. Giacomo, † a Torino CANDIDA Alberto, † a Settimo Rottaro (Torino) CASTELLO Stefano, † a Moneglia (Genova) CATERINUSSI Bernardo, t a Tramonti di Sotto CEREBOTANI Antonio, † a Lonato (Brescia) CHIAROLINi Gina, † a Esine (Brescia) CIGNETTI Cat. Ved. GIACHETTI, † a Set. Rottaro CIMA Giovanni, † a Settimo Rottaro (Torino) CIMA Margherita, † a Settimo Rottaro (Torino) CISCATO Giovanni, † a Marano Vicentino (Vicenza) CoLOMBo Ambrogio, t a Barlassina (Milano) CORAZZA Giuseppe, † a Prata di Pordenone COTTI Ugo, † a Ferrara
DALLA CROCE D. Antonio, † a Monteforte d'Alpone DAL PRA Domenico, † a Marano Vicentino DAL SANTO Francesco, † a Marano Vicentino DE AMBROSio Giacomo, † a Finalpia (Genova) DELBUONO Luigi fu G. B., + a Quiliano (Genova. DELBUONO Margherita, † a Quiliano (Genova)
DEI, SAVIO D. Antonio, † a Fossalta di Portogruaro DE TONI Pietro, † a Marano Vicentino (Venezia) FACCA Antonio, † a Azzano Decimo (Udine) FERRARIO Carlo, † a Parabiago (Milano) FERRARIO Filippo, † a Parabiago (Milano) FERRARIS Giorgio, † a Breme (Pavia) FERRARIS Giuseppina, † a Verdello p. Arcene FIORAVANZO Antonio, + a Dueville (Vicenza) FLORIO D. Bortolo, † a S. Tornio (Malo (Vicenza) FONTANA Adele Maria, † a Trapani FORESTIERO Caterina, † a Macello (Torino) FO ESTIERO Matilde, † a Macello (Torino) FRANCISCHINA Vittoria, † a Alice Castello (Novara) FRASCHINA Gabriele, † a Manno (Svizzera C. Ticino) GAY Merope, † a Spezia (Genova) GALBIATI Amedeo, † a Barlassina (Milano) GALFRÈ Michele, † a Cuneo.
GALLIANO Simone, † a Cogoleto (Genova) GALIMBERTI Antonio, † a Barlassina (Milano) GALLIZIA Giovanni, t a Mombercelli p. Vinchio GARLINI D. Giacomo, † a Verdello p. Arcene GEDDA Marchesa Ved. FEDERICI, † a Spezia GENOVA Maddalena, † a Pozzale (Pieve di Cadore) GIACCARDI Francesca, † a Cherasco (Cuneo). GIACCHETTI Carlo D. Cesare, † a Settimo Rottaro GIANOTTI Felicita, † a Settimo Rottaro (Torino) GNISCI Domenico, † a Montauro (Catanzaro) GONZALES Mercedes, † a Los Fequez (Venezuela) GOLTARDI Giacomo, † a Capriolo (Brescia) GRASSI Antonio, † a Barlassina (Milano) GRONDENE Elisa, † a Dueville (Vicenza) GUALTIERO Giovanni, † a Marano Vicentino LANCELLOTTI Domenica, † a Gardone p. Inzino BANDI Alessandro, † a Lucca
LANZANI Antonio, † a Barlassina (Milano) LEGNANI Enrico, † a Barlassina (Milano) LODA Angela fu, Vincenzo, † a Adro (Brescia) LONGHI Pietro, † a Barlassina (Milano) LONGONI Luigia, † a Barlassina (Milano) LORENZETTI Luigi, † a Bevilacqua (Verona) MASSEZZINI Vitale, † a Campo Tartano (Sondrio) MANCINI Egilda, + a S. Pellegrinetto Vergemoli MANCUSO Carmelo fu Giovanni, † a Licata MANGANO Teresa, + a Firenze
MANTICO Pietro, † a Valvasone (Udine) MARCHETTI Carlo, † a Capriolo (Brescia) MARCIONNI Ved. Caterina, † a Brissago (Svizzera) MARIANI Francesco, † a Barlassina (Milano) MASARATO Angelo, † a Nova Padova (Brasile) MAZZOI,A Luigia, † a Intra (Novara)
MENEGAT Francesco, † a Nova Padova (Brasile) MENEGON Paolo, † a Tramonti di Sotto (Udine) MIGLIARO Luigi, † a Moneglia (Genova) - MONTERONE Angelo, † a Moneglia (Genova) MORGANDO Paolina Ved. MALCOTTI, † a Alba MoTTA Agostina ANDREAZZI, † a Airolo MURATORI Bortolo, † a Capriolo (Brescia) NEGROPONTE Gregorio, † a Pio vene (Vicenza) NOTARO Giov. Batt., † a Cogoleto (Genova) NOVARETTI Domenica, † a Biella (Novara) OSSOLA D. Samuele, † a Valganna p. Bedero
PACCHIOTTI Margherita, † a Giaveno (Torino) PAGANINI Carlo, † a Parabiago (Milano)
PANE Giuseppe, t a Castellalfero (Alessandria) PANE Giuseppe † a Torino
PELI Giuseppe di Giacomo, † a Gardone p. Inzino PERBALLINI Eugenio, † a Illasi (Verona) PERON Davide, † a Villanova di Canapo S. Pietro PEROTTI D. Giuseppe, † a Balme (Torino) PETRETTI Illuminato, † a Matraia (Lucca) PIGAT Antonio, † a Azzano Decimo (Udine) PERO D. Filippo, † a Assoro (Catania) POLETTO Mons. Giacomo, † a Rubano (Padova) POLI Avv. Giovanni, † a Torino
PREVOSTO Agnese n. BUAROTTO, t a Settimo Rott. PROVEDEI, Luigi, † a Fossalta di Portogruaro RAMPONI Giuseppe, † a in S. Pietro in Casale RECAGNI Giuseppe, + a Capriolo (Brescia) RICAGNI Giuseppe, † a Breme (Pavia) RIGIETTI D. Riccardo, † a Lonato (Bréscia) RIVARA Emanuella, † a Moneglia (Genova) ROLLANDI Francesco, † a Moneglia (Genova) ROSSETTI Sante, † a Mareno di Piave (Treviso) RUBIN Sara, † a Montgalda (Vicenza) SALOGNI Angelo, † a Capriolo (Brescia) SANCASCIANI D. Luigi, † a Bucine (Arezzo) SARACCÓ Luigi, t a Scalenghe (Torino) SCIOLLI Olimpia, † a Torino SCOTTA D. Luigi, † a Monza (Milano) SICCARDI Avv. Giov Batt., † a Porto Maurizio SPINELLI Concetta, † a Niscemi (Caltanisetta) STRAFORELLO Margherita, † a Porto Maurizio TARUFFI D. Paolo, † a Soliera (Fivizzano) TAVENA Tito, † a Parabiago (Milano) TOGNELA Maria di Stefano, † a Villa di Tirano TOMMASI Pietro, † a Colle Umberto (Treviso) ToNINi Domenico, † a Gardone p. Inzino TORI Andrea, † a Fezzano (Portovenere) ToRI Comm. Domenico, + a Fezzano (Portovenere) TORRIELL D. Costantino, † a Genova TREzzI Luigi, † a Barlassina (Milano) TURCIIETTI Luigi, † a Tavernella (Massa Carrara) TURRA Carlo, † a Capriolo (Brescia) TURATI Domenico, † a Barlassina UGOLINI Lino, † a Taverna di Montecolombo VACCHINO Maria, † a Settimo Rottaro (Torino) VACCHINO Paolina, † a Settimo Rottaro (Torino) VADORA Carlo, † a Final Pia (Genova) VESENTINI Speranza, † a Illasi (Verona) VEZZOLI Orsolina, † a Capriolo (Brescia) VIGLIERCIO Dott. Pietro, † a Toirano (Genova) ZANDEGIACOMI Antonia, † a Gaiarine (Treviso) ZANGONI Michele, † a Bevilacqua (Verona) ZANONE Rosa fu Carlo, † a Ronco Biellese (Novara) ZOLA D. Edoardo, † a Fubine (Alessandria) ZUCCARI ROTA Contes. Adelia, † a S. Vito al Tagl.
Bisogna fare il bene e farlo allegramente, perchè allora è doppio bene: attristarci per i proprii difetti è un aggiungerne degli altri.
S. Francesco dl Sales.