che aveva fatto male, e in faccia allo stesso fra-
tello e a due testimonii , fatti venire apposita-
mente dal professore Don Bonetti, ritrattai quello
che aveva fatto, dichiarando che prima di uscire
io voleva prendermi un poco più di tempo per
riflettervi seriamente . Allora mio fratello si partì
disgustato, e col mio scritto alla mano andò dalla
pubblica autorità per indurla a farmi uscire
dal mio rifugio . Ma fin dal mattino seguente,
26 agosto, io prevenni il colpo, e per evitare
nuovi disturbi e sbigottimenti alle povere Mona-
che, uscii dalla loro casa e mi recai ad abi-
tare presso una buona signora che mi fa da
madre .
« In quel giorno stesso mio fratello, un cugino,
un loro compagno e questore si presentarono alla
casa delle Suore, e non trovandomi se n'andarono
non senza recare prima gravi disturbi e disgusti
a' miei ospiti . Al domani, 27, avvertito, si portò
all'Oratorio di S . Francesco di Sales il Procura-
tore del Re, a cui presentatami dichiarai la mia
volontà risoluta e libera di rimanere dove mi
trovava, ed a lui mi raccomandava perché tute-
lasse la mia tranquillità . Il mio interrogatorio fu
consegnato in apposito verbale da me sottoscritto .
Ciò fatto, il Procuratore se n'andò, convinto che
io non subiva pressione alcuna .
« Io credeva che tutto fosse finito ; ma mi era
ingannata . Il 3 del corrente, fin dal mattino per
tempo, guardie di pubblica sicurezza, le une in
divisa, le altre travestite, circondano la mia casa
ospitale, e ad un corto punto sento a picchiar la
porta da parer che la si voglia sforzare . Non fu
aperta ; ma lascio pensare a chiunque quale ef-
fetto io ne risentissi . Basta il dire che sveglia-
tami come atterrita, mi assalirono le convulsioni
e stentai a rimettermi in calma . Intanto la vista
delle guardie appostate , le dicerie della gente
bene o male informata attirarono sul luogo più
centinaia di persone , e sembrava che si volesse
prendere d'assalto la mia abitazione . No di certo,
io non mi sarei mai creduto, che per farmi cat-
tolica avessi dovuto vedere di simili cose e pro-
vare tante strette al cuore . Ma il ripeto, Dio mi
aiutò e mi diede un coraggio che da me non avrei
a vuto .
« Qui non é ancora il tutto . Erano circa le 9
d el mattino quando, all'improvviso, mi vennero
innanzi due signori, che si annunziano l' uno pel
Prefetto di Torino, l'altro pel Procuratore gene-
rale, e mi espongono lo scopo di loro venuta . Vol-
lero essere soli a parlare con me . Raccolte alla
meglio le mie forze, e invocato in cuor mio l'aiuto
del cielo, non potei trattenermi dal far osservare
ai due rappresentanti della pubblica autorità come
io aveva già subiti due interrogatorii per la stessa
cagione , uno dei quali pochi giorni prima dal
Procuratore del Re, e che perciò non sapeva darmi
ragione come fosse ancora necessario che io ne
subissi un terzo . I due signori, dopo di aver udita
la mia volontà , e come io era sempre rimasta
libera e tuttora lo fossi , e che lo scritto di al-
cuni giorni prima mi era stato come strappato
dal fratello, senza che io ne potessi prevedere
gli effetti, fecero venire alla mia presenza la
mia famiglia, cioè il padre, il fratello e la so-
rella (1) .
« Sarebbe troppo lungo se volessi qui riferire
tutto quello che si disse da una parte e dall'al-
tra . Quello che mi fece molto specie si fu l'udire
dalla bocca del signor Prefetto di Torino l'augu-
rio che egli fece alla mia famiglia, che io ritor-
nassi in seno di lei per calmarne il dolore . In
quell'istante mi venne in pensiero che ancor egli
fosse un israelita . Debbo però testificaro che am-
bedue quei personaggi mi trattarono con molto
bel garbo, soprattutto il Procuratore generale, il
quale con savio e pacato ragionamento fece os-
servare ai miei parenti come io, essendo mag-
giorenne , godeva dalla legge stessa il diritto di
essere lasciata libera nella scelta della mia reli-
gione .
« Tuttavia pareva che rincrescesse ,
sepcialmnte al signor Prefetto, di non potermi distac-
care da questa casa ; e , malgrado ch' io avessi
protestato e riprotestato che non vi aveva sofferto,
né vi si soffriva violenza di sorta, nondimeno egli
mi suggerì e cercò di persuadermi che conveniva
io ne uscissi e andassi a ricoverarmi in qualche
altro Istituto . - Io non ne conosco altri, gli ri-
sposi, fuorchè quei di D . Bosco . - Sarà mio im-
pegno di cercargliene uno di suo gusto, per esem-
pio quello delle Figlie dei militari , mi replicò
il signor Prefetto - Ma che bisogno di mutare
domicilio? Io qui non sono più colle Monache, e
non vi è neppur motivo a sospettare che mi vo-
glia far cristiana per consiglio di loro . - Ma
qui ella si trova tuttora presso persone che hanno
attinenza coll'Istituto di Don Bosco ; e poi la vita
che ella deve qui menare non è conforme alla
di lei condizione . Io invece saprò trovarle un luogo
che le presenti tutte le comodità . Anche i suoi
parenti vi aderiscono . Non é egli vero ?domandò
poscia rivolto a loro . - Si, rispose mio padre ;
anzi sono disposto a pagare la dovuta pensione .
- Infine si conchiuse che il Sig . Prefetto avrebbe
cercato il sito, o poi me ne avrebbe avvertita .
Ora sto aspettando quello che sarà per accadere .
« Ma , prima di terminare questa narrazione ,
vorrei domandare : - Sotto il nostro Governo
una figlia maggiorenne , la quale voglia mutare
religione ed abbia più volte dichiarato avanti la
pubblica autorità che nella sua deliberazione non
subisce violenza alcuna , e si trova liberamente
nella casa di un libero cittadino per farsi istruire,
questa figlia, dico, ha sì o no il diritto di essere
lasciata libera e tranquilla ? Se sì, perchè mai da
alcuni giorni in qua altro non si fa che darmi la
tortura con interrogatorii l'uno sopra l'altro, come
se si volesse prendermi in parole ? Perché vo-
lermi indurre a mutar domicilio con tanta insi-
stenza, come se in questo io non fossi libera, men-
tre ho protestato che sono liberissima ? Perché
farmi circondare la casa di guardie quasi per as-
sediarmi ? Alcuni dicono bensì che queste sono
poste per tutelare la mia libertà ; ma altri as-
(1) La famiglia Bedarida è composta del padre, di uno
zio, di due fratelli e quattro sorelle ; ma in questo luogo la
giovane intende di patire solamente di quelli, che si tro-
vavano presenti in Torino, venuti appositamente da Nizza .