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Direzione nell' Oratorio Salesiano . - Via Cottolengo, N . 32, TORINO C }-
SOMMARIO - Lettera. di ringraziamento del sac . Gio .
Bosco ai Cooperatori e Cooperatrici - Le Porte della
Patagonia aperte ai Missionarii Salesiani - Lettera
Salesiana - Notizie sull'Oratorio della Croce - Gra-
zia ottenuta per l'intercessione di Maria SS . Ausilia-
trice - Storia dell'Oratorio di S . Francesco di Sales
- La nuova Chiesa in Bordighera presso Ventimi-
glia - Pastorale di Lorenzo Battista Biale, già vescovo
di Ventimiglia - La Regina del Madagascar e il Cat-
tolicismo - Proclama della medesima Regina - In-
dulgenze speciali poi Cooperatori Salesiani .
LETTERA DI RINGRAZIAMENTO
del Sac . G. BOSCO
Ai COOPERATORI e COOPERATRICI .
Benemeriti Cooperatori e benemerite Cooperatrici,
Come già vi fu annunziato, la Lotteria,
che fin dal principio dell'anno corrente io
raccomandava alla vostra carità, é felice-
mente terminata .
Per la qual cosa io sento il dovere di
ringraziarvi dell' aiuto, che mi avete pre-
stato pel suo buon esito, sia coll' inviare
doni, sia col ricevere e smerciare biglietti,
e colla presente ve ne ringrazio di tutto
cuore .
Era certamente impossibile che tutti quelli,
i quali vi presero parte, venissero favoriti
dalla sorte ; ma chi non vinse alcun pre-
mio, ha nondimeno da consolarsi nel pen-
siero di avere colla sua limosina concorso
ad un' opera buona ; ha da consolarsi so-
prattutto nella speranza di riceverne da
Dio il centuplo in questa vita e un premio
imperituro nell'altra .
Dal canto mio vi assicuro l'aiuto delle
povere mie preghiere, e di tutte le persone
che vivono nelle nostre case ; soprattutto
pregheranno per voi tanti poveri giovanetti,
ai quali Iddio per -mezzo vostro provvede
vitto e vestito, mentre noi ci occupiamo
per dar loro quell'istruzione e quella edu-
cazione, che li ha da rendere buoni cristiani
e probi cittadini .
Intanto ho il bene di farvi sapere che
il 19 dei corrente mese, giorno consecrato
alla Purissima Vergine, si farà un servizio
religioso nella Chiesa di Maria Ausiliatrice
in Torino, per implorare le benedizioni del
ielo sopra di voi, sopra le vostre famiglie,
C
e sopra i vostri interessi spirituali e tem-
porali . Si celebrerà una messa assistita da
tutti i nostri giovanetti tanto studenti quanto
artigiani, con una Comunione generale, e
con altre speciali preghiere .
In fine nella speranza che, nel sostenere
le nostre opere di beneficenza a pro di
tanta povera gioventù abbandonata, il valido
vostro appoggio non mi verrà meno neppure
per l'avvenire, colgo questa propizia occa-
sione per professarmi con alta stima e pro
fonda gratitudine
Vostro obbligatissimo Servitone
Sa,c . GIOVANNI B osco .

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LE PORTE DELLA PATAGONIA
aperte ai Missionari Salesiani .
Viva Dio! Viva Maria! Viva il Papa! Dopo
un lungo e disastroso viaggio, che ricorda
quelli degli Apostoli , i nostri Missionari
Americani, coll' impareggiabile Monsignor
Antonio Espinosa, dato loro per compagno
dall'Arcivescovo di Buenos-Ayres, son pe-
netrati in Patagonia , vi hanno conver-
tito e battezzato molti pagani, ed offerto
così a Gesù Cristo i primi frutti di quelle
terre, state finora infeconde, perché prive
della rugiada della divina parola .
Le porte della sterminata Patagonia sono
adunque aperte ai Salesiani, i quali possono
ripetere il detto dell'Apostolo Paolo : Ostium
mihi apertimi est magnum et evideas . Vo-
glia il Cielo far si, che essi non abbiano
da aggiungere : Et adversarii multi , e
molti nemici ci attendono .
Pertanto noi abbiamo una prova non dub-
bia che Iddio cominciò ad esaudire le fer-
vide aspirazioni di quei petti generosi ; che
Maria Ausiliatrice li ravvivò del materno
amor suo ; che le benedizioni del grande
Pio IX, e dell'inclito e degno suo Succes-
sore Leone XIII, produssero il loro effetto .
Grazie adunque ne siano rese a Dio,
alla Vergine ed al Papa ; lode ed applauso
altresì ai coraggiosi campioni, cui non cu-
pidigia di oro 'e di gloria, ma verace amor
di Dio e del prossimo, spinse colà .
Riserbandoci di ritornare altre volte su
questo argomento, pubblichiamo per ora
la seguente lettera di D . Costamagna, che
ci dà importanti e pur gradite notizie .
LETTERA SALESIANA
Patagones, 23 Giugno 1879 .
CAR .` E REv .` D . Bosco MIO PADRE IN G . C .,
Avvi un proverbio che dice : Lontano dagli
occhi, lontano dal cuore . Buon per me che ciò
non é di fede, del resto mi troverei ben negli im-
brogli . Il fatto sta che quanto più io mi allontano
da D . Bosco, tanto più sento viva in questo po-
vero mio cuore la sua memoria . Oh ! lasci che
in questo giorno , vigilia del di Lei onomastico ,
in cui le migliaia di Salesiani e Cooperatori vanno
a gara per attestarle il loro amore e la loro rico-
noscenza, il più lontano di tutti i suoi figli dia pure
uno sfogo all'interno affetto, e sia appunto la stia
voce come una lontanissima eco delle innumere-
voli, che oggi costì in Torino acclamano la bontà
del loro tenerissimo Padre .
Credo che V . R .za avrà ricevuto la lettera, che
Le mandai dal Carrhué, dove Le manifestavo tutto
quel poco di bene, che Monsignor Espinosa ed i
Salesiani fecero e desiderarono di fare . Ora non
mi resta che tesserle la lunga istoria del rima-
nente di questa nostra Missione . Dico lunga, ma
dovrei dire lunghissima, mentre per venir fin qui
a Patagones abbiam fatto circa mille miglia, ed
impiegammo più d'un mese nel tragitto .
Abbia adunque la pazienza di ascoltare , ché
sarò al possibile breve, limitandomi ad accennare
le cose più importanti .
E per essere conseguente non mi fermerò a di-
pingere la fame, che, si figuri, vorrebbe una pa-
gina intera per essa sola, o almeno una bella pit-
tura fatta su di un fondo del più schietto color
giallo, o, come dicono qua, amarillo . S'immagini
se io ho tempo da perdere a dire che essa, monna
fame, ci accompagnò fedele su tutti i nostri passi,
e che noi per acchetarne i latrati dovemmo darle
a divorare or carne di cavallo , or di leone , or
d'altro peggiore eziandio . . . . ; non vo' dirne nulla
e basta . Lo stesso dicasi della Politica . Io non
son uomo da apprezzare certi fatti e certi diritti,
che uomini sedicenti civilizzati vorrebbero avere
su altri, cui chiamano barbari . . . . ; imperocché vo-
lendo io far certe appreziazioni temerei di spro-
positare, quindi . . . acqua in bocca e silenzio .
Partimmo dal Carrhué sul finire di Aprile , e
seguimmo animosi il viaggio un po' sul carro, un
po' in carrozza, e il più a cavallo , camminando
ora tra l'avanguardia, ora tra la retroguardia di
un piccolo esercito, che s'andava formando ed au-
mentando a misura, che ci avanzavamo sulla linea
di frontiera .
Persuasi che l'orazione é la chiave d'oro che
apre il Cuore del buon Dio, noi recitammo ogni
giorno l'Itinerarium Clericorum, ed Egli non solo
ci regalava d'un tempo tranquillo e sereno in tutto
il lunghissimo viaggio, cosa ammirabile per la
stagione in cui eravamo, ma ci difendeva ancora
dalle tigri e dai leoni , cui spesse volte fugò al
nostro cospetto ; impediva che cadessimo nelle
mani di Indi armati , e col paterno onnipotente
suo braccio ci soccorreva, perché il cavallo •n on
ci rovesciasse o rovinassimo col cocchio in qual-
che precipizio . Deo gratias ! !
Passammo nelle fortezze di Puan e Forte Ar-
gentino ; fortezze terribili . . . che i nostri Piemon-
tesi di Gianduia non penerebbero a prendere a
pomi cotti . Colà battezzammo un'ottantina di par-
goletti e ragazzini non ancor pervenuti all'uso di
ragione ; seguimmo quindi la via del deserto in
compagnia non solo dell'esercito , ma di frazioni
di alcune tribù di Indii , che per ordine del mi-
nistro dovevano trasportare a Choele-Choel i loro
toldos, per formare su quei nuovi confini un popolo
nuovo .
Terminò finalmente la pianura, che fino allora
parevaci non dover più finire , e comparvero i
monti e le colline del Piguey e del Curumalàn ,
monti e colline che molto al vivo ricordavanmi i
Becchi di Castelnuovo d'Asti, e le catapecchie di

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Mornese ; ma per quanto io cercassi coll'anelante
mio sguardo, non mi fu dato di scorgere una ca-
sipola od anche solo una capanna, che mi parlasse
del povero ma tanto caro tetto natio del mio Don
Bosco, o dell'antico mio amato nido di Mornese ;
deserto e sempre deserto, ecco ciò che dovevamo
trovare per un mese consecutivo .
Seguimmo la marcia molto lentamente a causa
della brevità del giorno, e dei monti di sabbia
detti Médanos, che dovevamo superare . Ci appro-
fittavamo quindi delle varie fermate per istudiare,
pregare, cantare, ed anche per trattenerci un po'
coi soldati , alcuni dei quali già ci avevano pro-
messo di far la santa Pasqua non appena fossimo
arrivati al Rio-Negro, e frattanto volevano o una
medaglia, o una corona, o uno scapolare per avere
una difesa, essi dicevano, dai colpi di lancia e di
palla degli Indii . Questi ultimi quantunque gene-
ralmente combattano con freccie e lancie, tuttavia
già sanno maneggiare i remington,chepotrn
carpire ai soldati Argentini, o procurarsi di altro
modo in qualche paese di confine . I soldati di cui
parlo sono buoni provinciali , che sanno ancora
sgranare la Corona colla stessa mano con cui u-
sano la spada , e , per non saper leggere , non
hanno ancora avuto la fortuna disgraziata di bere
alla fonte di certi giornali dal sacco nero , e di
cibarsi del pane, che si appresta da certe catte-
dre di pestilenza . Altri militari, graduati, dal cuore
putrefatto , corrotti e corruttori , che non sanno
aprir bocca che per dire una qualche bestialità ,
o eruttare immonda lava , mostrano compassione
dei primi e li chiamano infelici . Ma non importa ;
godansi pure costoro la loro felicità , chè a noi
veramente non fa invidia alcuna . Non dirò con
questo che tutti i graduati fossero della stessa fa-
rina, no ; tra di essi v' avevano cuori ben fatti ,
che ci usavano tutte le attenzioni , e cercavano
eziandio la nostra compagnia . Quello che di più fa-
ceva loro impressione era il vedere il disinteresse e
coraggio con cui noi avevamo intrapreso questa
Missione . - Ma perché , o Padri , domanda-
vano, esporsi alle difficoltà di questa campagna ?
- E saputo del perchè, e del modo eziandio con
cui noi argomentavamo di istruire e battezzare gli
Indii, maravigliati soggiungevano : - Come ? Loro
sanno suonare l'Harmonium ed hanno già imparato
l'idioma Indio ? - Oh bella ! rispondeva io dan-
domi del tono, e non sanno loro signori che noi
siamo figli di D . Bosco? E che D . Bosco non ci
allevò su addormentati come marmotte, ma sve-
gliati, e capaci di fare un po' di tutto ? ma
intendiamoci , a fare un po' di tutto ciò , che é
bene, perché Egli é l'uomo di Dio . - Da quanto
pare vogliono un gran bene al loro D . Bosco ! -
Figuriamoci ! Quanto a me tengo sempre il suo
piccolo ritratto qua sul mio cuore , e non passa
giorno che, per animarmi all' ardua impresa , io
non lo guardi, e guardandolo non mi paia di leg-
gere sul suo labbro ridente la parola che Egli nei
tempi andati solevami dire, cioé : Coraggio, o Gia-
como, estovir,ec .
Di questo modo il riandar la memoria del
nostro buon Padre, e il narrarne la vita ad
altri, ci aiutava a passare allegramente quei
giorni, che senza di questo ci sarebbero paruti
eterni .
L'undici di Maggio, dopo d'essere passati per
valli e monti, lagune e torrenti, arrivammo final-
mente al Rio Colorado, fiume che poco più poco
meno può essere grande come il nostro Po costi
a Tomino . Sulla sua sponda e nell' aperto campo
celebrammo la S . Messa .
Erano già due settimane che più non ci era
stato dato di trovarci in compagnia del nostro caro
Gesù in Sacramento ; s'immagini quindi la nostra
consolazione, quando, là in mezzo all' orrido de-
serto, non solo potemmo dire : Aroravimus ubi
steterunt pedes Ejus, ma potemmo di più rice-
verlo nel nostro cuore, e qui rinchiuso domandar-
gli tra le altre grazie questa , che presto quella
terra infelice potesse essa pure vedere la gloria
e parteeipare delle grazie del Salvatore di tutti !
Aperiatur terra et germinet Salvatorem , ripe-
temmo ad una voce col cuore traboccante di spe-
ranza ed amore . A quella Messa assistettero le
truppe, e due musiche s'alternarono in quel frat-
tempo a conciliare in tutti una gran divozione .
In seguito battezzammo una quarantina di bam-
boli e ragazzini sopraggiunti con altre truppe , e
ci disponemmo al passo del Rio . Credevamo di
non riuscirvi così presto, eppure colla benedizione
di Dio nello spazio di due ore lo passammo in più
di due mila persone e circa cinque mila cavalli,
senza che ci accadesse la menoma disgrazia . Gua-
dammo ancor noi il Rio come tutti gli altri, cioé
inginocchiati sul dorso del cavallo che nuotava ,
ed afferrandoci con ambe le mani alla sella .
Seguimmo quindi camminando sulla sponda de-
stra del Rio, rimontandolo verso la sorgente . Par
cosa incredibile, ma é pur vera : la terra, che an-
davamo , per così dire, discoprendo, non offriva
omai al nostro sguardo che orride spine, e se non
erano spine erano bronchi, erano cardi selvatici,
erano triboli . A questa vista e in quel silenzio del
deserto ci pareva d'udire ancora la parola di ma-
ledizione che sta registrata nel Genesi : Maledicta
erit terra spinas et tribulos perminabit tibi.
Questo continuo non veder altro che cespugli di
spine faceva sì, che quando si scorgeva qualche
albero d' alto fusto sulla sponda del Rio , gli si
correva tosto sopra collo sguardo , quasi ad esa-
minarlo . Cercammo inutilmente un frutto, chè la
stagione non era delle frntta . Solo ne trovammo
uno carico di drappi , o meglio dire , cenci, cui
gli Indii avevano appesi come altrettanti voti . E
questo non già perché reputassero quell' albero
una divinità , ma perché lo credevano la sede o
l'abitazione degli dei o spiriti buoni , cui inten-
dono placare o rendere propizii con quelle offerte .
Ciò non vuol dire che gli Indii non credano in un
Dio Supremo . Vi credono essi , e lo chiamano
Gúnechen, e volesse il cielo che tutti i Cristiani
avessero tanto rispetto pel Dio vero , come gli
Indii l'hanno pel loro Gúnechen ! Questi non sanno,
per es ., appressare il labbro a nissuna specie di
bevanda senza prima versarne alcune goccie in os-
sequio a Gúnechen . Ma ! ! E come faremo noi ,
poveri Missionarii, a persuadere a questa povera
gente , che il nostro é il solo vero Dio , mentre

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vedono ed odono tutto giorno alcuni Cristiani, che di
questo Dio non parlano se non per disprezzarlo ,
e che si vergognano di fare anche un minimo atto
di religione ? Eh l
che il cielo ce la mandi
buona, mio caro D . Bosco !
Finalmente a forza di andare arrivammo ad un
punto, in cui il cammino riuscì più arduo che mai,
a causa dei monti e dei foltissimi boschi di spine,
che quasi orrido manto questi monti coprivano .
Allora io, che di pazienza non conoscevo più che
il nome, e che per altra parte era già uso a dor-
mire a cielo scoperto, o, come dicon qui, al raso,
domandai e ottenni di accompagnarmi coll'avanguar-
dia, che, lasciando il convoglio dei carri, si sarebbe
inoltrata ed avrebbe anticipato l' arrivo al Rio-
Negro . Camminai per tre giorni a cavallo tra quei
benedetti boschi, facendo a tutt'uomo per non la-
sciarmi mettere l'abito in brandelli ; ed ecco che
il 23 di Maggio verso le 4 di sera sento dire che
si é perduto il sentiero, quel sentiero appunto che
dal Rio Colorado ci doveva condurre al Rio-Ne-
gro . E mentre tutti il cercavano con pena affan-
nosa, io me ne stavo soletto, seduto sul margine
del Rio , e principiava a recitare i primi Vespri
della Solennità della nostra Madonna Ausiliatrice .
Ma giunto al Saepe dum Christi, ecco presentar-
misi davanti in un attimo i dì che furono, l'edi-
ficazione ed inaugurazione di cotesto mirabile Tem-
pio , le sensazioni religiose che nello stesso io
provai, la grandiosa e sublime musica della Bat-
taglia di Lepanto e del Sancta Maria, il loro
felice autore D . Cagliero, il carissimo D . Bosco,
lo stuolo delle Figlie di Maria Ausiliatrice, il loro
prodigioso moltiplicarsi sotto gli auspizii di una
tanta Madre, il tripudio che in quell'ora appunto
si farebbe in tutte le case di D . Bosco, ed io in-
vece trovarmi in un deserto in compagnia di po-
chi soldati , e pe'r soprappiù avendo perduto il
sentiero . . . . ! !
Allora fu che non potei più resistere, perdetti
di vista il Breviario , ed i miei occhi si riempi-
rono di lagrime . Ma tosto mi feci animo ripen-
sando che Maria SS . Ausiliatrice era pur sempre
la mia buona Madre , ed anche colà in quel de-
serto, anzi colà più specialmente mi avrebbe pre-
stato il suo soccorso . Infatti ben presto udii le
voci : Hemos hallaro el sendero ; abbiamo tro-
vato il sentiero ; e fidente me ne andai dal Co-
mandante Moritan, nostro amico e protettore , e
gli manifestai la grande mia speranza che Maria
SS . Ausiliatrice mi avrebbe all' indomani pagata
la festa, facendomi arrivar con loro al Rio-Negro .
Non avevo sperato invano . Al mattino, 24 Mag-
gio, alzatomi in sull'albeggiare, e scossa la brina
che era caduta su quello, che io dovevo chiamar
mio letto, riscaldatomi ad un buon fuoco, montai
a cavallo allo spuntar del sole, ed ora trottando,
ora galoppando per circa 40 miglia , giungevo a
Choele-Choel ; ed alle 4 e 314, precisamente nel-
l'istante in cui il sole si nascondeva dietro la
Cordigliera delle lontane Ande, io metteva pié a
terra ; e sulla sponda del Rio-Negro, che é quanto
dire sulle porte della Patagonia , cui detto Rio.
divide dalla Pampa , riposavo le stanche mem-
bra ed intonava dal fondo del mio cuore l'inno
di grazie alla nostra cara Madre Maria Ausilia-
trice .
Ah ! dubiti chi vuole ; per me non v' ha dub-
bio alcuno . E questa Gran Madre che l' anno
scorso ci liberò dalle fauci di morte là nell' O-
ceano nell'occorrenza della Novena della sua fe-
sta , ed é questa Gran Madre ancora che adesso,
precisamente nel giorno di sua festa conduceva
questo povero Salesiano sul luogo della Missione
da tanti anni sospirata . Ah qual dei Salesiani passò
più allegramente questa festa ? Quale dei Salesiani
è più obbligato verso questa buona Madre ? Io
senza dubbio !
All'indomani lasciando che tutti gli altri cele-
brassero la festa patria del 25 Maggio, cercai to . .
sto i miei Indii, prigionieri di guerra, per cate-
chizzarli . La miseria nella quale li trovai è qualche
cosa di straordinario . Seminudi erano alcuni, non
avevano altro che una pelliccia di agnello per co-
prirsi ; non avevano toldos, ma dormivano all' a-
perto senza alcun riparo ; una lurida vescica, che
riempievano d'acqua, faceva loro uffizio di botti-
glia e di bicchiere nello stesso tempo . Poveretti !
Al vedermi arrivare mi circondarono tosto, uomini
e donne, ragazzi e ragazze, e tutti insieme face-
vamo un gruppo così originale , che il Ministro
stesso un giorno volle vedere , e comandò se ne
cavasse la fotografia .
Le confesso , o caro D . Bosco, che anche qui
come in Carrhué, al primo avvicinarmi, sentii tre-
marmi il cuore, . . . e chi sa come me la caverò, . . .
e mi capiranno ? e mi ascolteranno ? Mi racco-
mandava intanto, secondo il solito, all'Angelo Cu-
stode di ciascheduno di essi, e principiava col far
eseguire loro il segno della Croce, ed a far gri-
dar da tutti : Viva Gesù ! ! Ah ! chi può dire un
centesimo della gioia che prova un povero Mis-
sionario quando ode la parola Gesù pronunziata
dal labbro di poveretti , che mai non conobbero
finora questo loro unico Redentore ? ! Certo è che
in quell'istante uno si dimentica affatto di quanto
ha dovuto patire per raggiungere sì nobile meta .
Dopo alcuni giorni eccoti arrivare i carri, e con
essi Monsignor Vicario ed il ch . Botta da me tanto
sospirati- . Cominciammo allora il fuoco su tutta
la linea : istruzione ai ragazzi adulti , istruzione
alle donne Indie, istruzione ai soldati Indii, e tutto
questo più volte al giorno , ché il tempo per la
partenza dei carri per Patagones premeva, e per
altra parte pareva che la testa dei poveri Indii
non si volesse ammollire tanto presto sotto i colpi
dei nostri martelli . Santa pace ! si figuri che dopo
tre o quattro giorni di spiegazione sui misteri prin-
cipali, alla domanda per es . : Chi è il Padre E-
terno, le rispondono che è l'inferno ! ! . . . Miseri-
cordia ! ! La prego quindi a non far le meraviglie
se qualche volta, e per l'orribil freddo che faceva
in quell'aperto campo, freddo che ci agghiacciava
l'acqua nelle ampolle della Messa due minuti dopo
di avercela posta, e per il poco risultato che ve-
devamo , e per l'opposizione che cominciavano a
farci alcuni Capi , noi ci sentivamo come cadere
le braccia ; ma pensammo a Gesù, che affamato
e stanco ed al sollione di mezzogiorno si affatica
per convertire la Samaritana , che era un' anima

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sola, e per ciò che spetta a me in particolare io
pensai al mio D . Bosco cui vedo da 21 anni, mar-
tire della fatica , non cercar altro che anime da
salvare ; pensai ai miei Confratelli, che già cad-
dero sulla breccia , vittime dello stesso zelo ; a
quelli che vi durano ancora quai forti campioni ;
e a questi e ad altri simili riflessi restammo ria-
nimati a continuare . Accadeva pure che qualche
Indio ci dicesse di non volersi far Cristiano, ma
facendogli vedere che noi eravamo venuti da tanto
lontano specialmente per lui, e senza nessun mo-
tivo di guadagno materiale ; che d'altronde l' e-
sempio di cattivi cristiani, che aveva sott'occhi ,
nulla provava contro la nostra SS . Religione, men-
tre costoro, se non si convertono , vanno a bru-
ciar nel fuoco eterno, annuiva facilmente , e do-
mandava di essere battezzato come tutti gli altri .
Deo gratias ! Amministrammo il S . Battesimo
dapprima a 60 adulti , poi ad altri 40 , poi ad
altri ed altri ancora . Ed oh ! che dolce consola-
zione era la mia, o caro Don Bosco , quando ad
alcuno di quei catecumeni poteva imporre il bel
nome di Giovanni o di Leone, il nome cioè dì chi si
può chiamare adesso Padre degli Indii ! Non trala-
sciammo in questo frattempo di ricevere le con-
fessioni di alcuni buoni soldati, e di dar loro la
s . Pasqua nella nostra gran Basilica, che era una
povera tenda militare .
Ma molti ostacoli sorsero ben presto ad impe-
dire la nostra impresa . Il freddo sempre crescente,
il deteriorarsi della mia salute e di quella di Mon-
signor Vicario, l'opposizione suaccennata, .la par-
tenza dei carri per Patagones, e sovratutto la ob-
bedienza che ci chiamava al più presto, prima allo
stesso Patagones, indi a Balia Bianca per la Mis-
sione e Visita Pastorale, che Monsignor Espinosa
doveva fare in luogo di Monsignor Arcivescovo ,
furono tutti motivi questi di lasciar la Missione di
Choele-Choel più presto di quanto avremmo voluto .
Ma si tornerà ancora in questo campo, e non si
lascierà perdere il seme gettato ; così lo speriamo .
Prima di partire, Monsignor Vicario cantò una
Messa solenne in ringraziamento . Vi prese parte
tutto l'esercito in parata militare col signor Mi-
nistro alla testa . Si finì la funzione con un so-
lenne Te Deum, che cantammo accompagnato dal-
l'Harmonium, ed il fotografo ritrasse il tutto in
un eccellente gruppo .
Montammo in seguito sui nostri cavalli, e c'in-
camminammo alla volta di Patagones sempre co-
steggiando il tortuosissimo Rio-Negro, così chia-
mato dal color delle sue acque, come il Colorado
riceve il nome dal rossiccio delle sue . Dopo sei
giorni di viaggio arrivammo ad una colonia di
Indii chiamata Concesa, diretta dal bravo signor
Antonio Recalde . Questo signore ci ricevette con
tutte le attenzioni, e ci supplicò che , lasciato il
convoglio dei carri, ci fermassimo alcun tempo a
battezzare e dir la prima Messa nella sua nuo-
vissima colonia . Lo contentammo, e, fermatici colà
circa due giorni, battezzammo 50 e più ragazzini ;
dicemmo la S . Messa due volte, e promettemmo
tornare al più presto a prenderci cura dei 1000
Indii, che compongono la colonia .
Il Recalde alla sua volta ci trattò assai bene .
Diede a Monsignore il suo letticciuolo ed a me la
branda di Aurelio I re di Patagonia, e prima di
partire ci preparò uno squisito agnelletto arrostito
per fortificarci nel viaggio ; ne mangiammo una
porzione ritti in pié come gli antichi Ebrei , e
montammo a cavallo coll' intenzione di raggiungere
i carri, che ci avvantaggiavano di due giorni . Lo
stesso signor Recalde ci volle accompagnare per
mostrarci la via, anzi mise a nostra disposizione
i suoi 14 cavalli, dimodoché si può dire che non
andavamo correndo , ma volando, e sette ore e
mezzo dopo la partenza da Concesa già avevamo
fatto 18 leghe, cioè 54 miglia, ed eravamo arri-
vati alla Guardia Mitre , dove stava il convoglio
dei carri . Colà altra opposizione . . . Vogliamo che
si fermino qui, vogliamo ; a Patagones ci andranno
_in altro tempo, qui c'é da battezzare, da istruire,
da far cessare scandali e benedir matrimonii .
Ma già si era convenuto con quei di Patagones
sopra il giorno di apertura della Missione, quindi
é che detta la S . Messa e battezzati alcuni bimbi,
promettemmo di tornar dopo la S . Missione , e
senz' altro rimontammo i nostri briosi cavalli , e
sette ore dopo avevamo già divorato altri 54 mi-
glia, ed eravamo finalmente giunti al tanto sospi-
rato Patagones . Qui è dove vedemmo di nuovo
come son fatte le case, non avendo visto per l'ad-
dietro se non capanne e tende, e (lui è dove pre-
sentemente stiamo dando la S . Missione, che è la
prima che si sia data dopo che Patagones esiste .
Patagones ha poco più di cent'anni di vita . Ha
una popolazione di circa 4000 anime, che sta si-
tuata sulle due sponde del Rio-Negro a sette le-
ghe di distanza dall'Atlantico . A sinistra del Rio
prende il nonne di Carmen di Patagones , dalla
Vergine del Carmelo, il cui simulacro questi Pa-
tagonesi carpirono ai Brasilesi in una battaglia na-
vale, ond'è che per ischerzo la chiamano la loro
Cautiva, ossia prigioniera ; a destra poi prende
il nome di Mercedes di Patagonia, perché si trova
già tra i confini della Patagonia . Non avvi che
un Sacerdote per la cura di tutte queste anime,
e ciò che é peggio ire Mercedes il maestro é un
Protestante, e quivi comincia pur troppo ad aver
vita una chiesa dell'eresia .
Noi adesso siamo alloggiati nella bella casa del
buon padre Savino Lazzarista, che ci fu compa-
gno di naufragio l'anno scorso . Concorrono a te-
nerci allegri oltre 1 buon Parroco anche il sa-
crestano , che è Antonio Calamaro , un nostro
allievo del Collegio di Lanzo nativo di Voltri, cui
io non conosceva più a causa della sua gran barba
rossa . Mentre io scrivo egli sta cantando nel cor-
tile l'Inno Onomastico di D . Bosco di 14 anni fa
Suonino a festa e giubilo - Le trombe e le cam-
pane - E l'eco ne ripetano - Le spiaggie più
lontane - Lodanro Lui che provvido - Conforta
alla virtù, ecc . ; ed il domestico del P . Savino ,
che è buon Savoiardo , e mi parla il Piemontese
in modis et in formis .
Ma a dir la verità per tenerci allegri ci vor-
rebbe ben altro ; ci vorrebbe concorso ad udir la
parola di Dio, e ci lascian deserte le chiese, ci
vorrebbero dimostrazioni di pietà, e non vi scor-
giamo che spaventosa indifferenza ! Non c'è fede

1.6 Page 6

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in questo popolo, o se la c' é, é ben addormen-
tata ! Che il buon Dio volga loro presto un' oc-
chiata di misericordia , e coroni i nostri deboli
sforzi con una qualche conversione ! Siamo ancora
nel bel mese del SS . Cuor di Gesù , e vogliamo
gettare tutta la nostra speranza in questo abisso
di misericordia .
Ogni giorno finita la Predica o il Catechismo
nel Carmen, montando sopra una barchetta , at-
traversiamo il Rio, che è molto più largo del Co-
lorado, ed andiamo a spezzare il pane della parola
di Dio a quei di Mercedes . Quelli che ci danno
un po' più da fare ed anche un po' più di spe-
ranza sono i giovani Indii , ai quali prima di fi-
nire la S . Missione daremo il S . Battesimo .
Per ora non Le dico più altro di questa Mis-
sione ; se sarà il caso in altre lettere Le farò sa-
pere il risultato tanto della Missione di Patagones
come di Bahia Bianca, e della Guardia Mitre, dove
andremo prima di passare a Bahia , se il vapore
S . Rosa , che pur troppo dovrà essere il nostro
vapore marittimo, ci darà tempo .
Del resto, o carissimo D . Bosco, da quanto Le
ho detto finora ben avrà argomentato la Messis
multa, che ci sta preparata sulle due sponde del
Rio-Negro , tanto nella Pampa come nella Pata-
gonia per lo spazio di migliaia di miglia . Oh !
come sarebbe provvidenziale per tutti questi po-
veretti, se noi Salesiani avessimo una Casa Madre
delle Missioni qui in Patagones , e mentre i no-
stri chierici si prendessero cura delle scuole del
paese, i preti percorressero le varie colonie e tribù
del deserto !
Non è cosa impossibile per noi, se Dio conti-
nua ad aiutarci, e se i Cooperatori Salesiani pre-
stano volentieri il loro braccio . E vero che pre-
sentemente lo sguardo di D . Bosco sta rivolto al
Paraguay, che non si trova in miglior condizione ;
è vero pure che le nostre forze sono pressochè
esauste, e la borsa esausta del tutto ; ma chi non
ispererà in qualche concorso soprannaturale, men-
tre finora si andò sempre avanti, si può dire, a
forza di prodigi? ! Laonde , o caro D . Bosco, se
Monsignor Arcivescovo di Buenos-Ayres Le farà
qualche petizione riguardo a questa Missione, La
prego a volerla esaudire, che é cosa la più santa
e la più salutare .
Intanto la mia lunga tiritera avrà finito per an-
noiarla ; abbia un po' pazienza ; é tanto tempo che
non La vedo più , che non odo più la di Lei a-
mata voce , che non godo più dell' incantevole
e magico sorriso del di Lei labbro, ond' é che
non la finirei . Ah ! si abbia cura della salute, o
caro Padre, sì che possiamo ancor vederla una
volta noi poveri Americani ! Non é più necessa-
rio che Lei lavori , ma deve riposare , ed aver
molto riguardo all'inferma sua vista, onde almeno
possa vedere come lavorano i figli di D . Bosco .
La prego a salutare tutti i miei Confratelli di
costì, cui mi par mill' anni di non aver più ve-
duto .
Mi saluti D . Albera mio caro compagno, amico
e confratello con tutti gli altri confratelli che
hanno il cognome colla iniziale A .
Saluti D . Borsetti , il mio caro compatriota, e
Direttore del Bollettino Salesiano, e tutti gli altri
della stessa iniziale .
Saluti D . Cagliero il nostro primo padre Ame-
ricano, e tutti gli altri della stessa iniziale .
Saluti D . Durando il nostro Grammatico, e gli
altri della stessa iniziale .
Saluti D . Francesia il celebre ed indimentica-
bile mio Professore carissimo , e gli altri della
stessa iniziale .
Saluti D . Ghivarello il nostro Astronomo, e gli
altri della stessa iniziale .
Saluti D . Lazzero , il simpatico a tutti, e gli
altri della stessa iniziale .
Saluti D . Monateri e D . Nicolao Direttore di
Vallecrosia, e gli altri, ecc .
Saluti D . Oberti e D . Paglia, e gli altri, ecc .
Saluti la Ruota maestra dell'Orologio Salesiano
da Lei fabbricato e diretto , cioé il nostro caris-
simo fratel maggiore D . Rua, e gli altri, ecc .
Saluti D . Sala, D . Tamietti, D . Vota, D . Za-
none e gli altri, ecc .
Mi saluti tutti gli altri Confratelli non compresi
nella precedente enumerazione , tutti i Coopera-
tori Salesiani e Cooperatrici, e le nostre sorelle,
le fortunate Figlie di Maria Ausiliatrice, e il mio
buon fratello Luigi e parenti tutti .
Ma come potrà farmi questo grato servizio di
salutarmeli proprio tutti ?
É presto fatto : S'intima al caro D . Lemoyne
di dar riposo per alcuni giorni alla sua penna, e
si manda a portare i miei poveri saluti a chi di
ragione,. In questo modo questo mio carissimo an-
tico Direttore, oltre al riposarsi, troverebbe forse,
nei diversi viaggi che farà, nuovi argomenti per
le sue sempre belle ed importanti elocubrazioni .
Adesso finisco davvero . Preghi per noi , caro
Padre D . Bosco, chè senza la preghiera, che noi
stessi facciamo o altri faccia per noi , dovremo
sempre cantare l'invanum laboraverunt .
Anche Luigi Botta e Monsignor Vicario Anto-
nio Espinosa si raccomandano alle di Lei preghiere,
e vogliono una benedizione . - Sì , li benedica ,
ma non si dimentichi che Colui, il quale più abbi-
sogna di questa benedizione, é il povero
Suo affezionatissimo figlio in G . C.
D . GIACOMO COSTAMAGNA .
NOTIZIE SULL'ORATORIO DELLA CROCE
Lucca 16 luglio 1879 .
M . REv . D . RUA,
Le confido schiettamente che scrivo volentieri
alla S . V ., perchè , quantunque sia in mezzo a
mille eccupazioni, tuttavia trova ancora il tempo
di darmi la consolazione d'una qualche notizia
del nostro caro D . Bosco e di cotesta casa . Ne
la ringrazio , e la prego a continuarmi questo
favore .
Del resto le cose nostre vanno tanto belle, da non

1.7 Page 7

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aver né cuore, né parole sufficienti per lodarne
il buon Dio . Le scuole serali cessarono col mese
di maggio, ma quei buoni giovinotti vollero as-
sicurato il posto pel prossimo novembre . Spesso
vengono a vederci, a ringraziarci e qualche volta
a confessarsi . Le scuole diurne continuano con
una quarantina di alunni, tutti poveretti .
La nostra Chiesa, più che mai frequentata ,
.giunge a stancarci per le molte confessioni che
occorre ascoltarvi . La gente v'interviene molto
volentieri alle funzioni . Una cosa si ode a dire
spesso, che nella Chiesa della Croce si sta bene,
perché non si parla, nè si ride, ma si prega .
Tutte le sere uno stuolo di ragazzi viene alla
benedizione, facendo *così una bella corona al Re
del cielo .
L'oratorio conta circa 200 giovanetti , i quali
regolarmente intervengono al catechismo , alle
funzioni domenicali, alla confessione e comunione .
Se ne potrebbe avere di più , ma il cortile non
ne è capace . Una volta al mese fanno anch'essi
l'Esercizio della buona morte . Domenica scorsa,
per esempio, era fissata per questa santa pratica .
Quindi sabbato sera eravamo tre a confessare, e
vi fummo trattenuti sino allo ore dieci . Dio ne
sia benedetto !
Circa 26 dei nostri ragazzi sono amm essi alla
Comunione (perché qui è uso non ammetterli se
non ai 13, 14 o 15 anni) . Ebbene, domenica mat-
tina alle ore 6 e mezzo già n'erano disposti nel,
presbitero ben 24, che si preparavano a far la
Comunione durante la Messa che si celebra pel
popolo . . . . Immagini l'effetto , la commozione dei
fedeli alla vista del numero, della compostezza
di quei giovanetti artigiani di Lucca, che stavano
per compiere quella grande azione ! Alcuni fedeli
ne piangevano di contentezza, e ne benedicevano
il Signore e l'Oratorio .
Domenica 29 giugno si andò ad un paese che
ha nome S . Michele di Moriano, a 4 miglia to-
scane da Lucca . Si partì sulle ore otto del mat-
tino . Per la via canti, evviva e cose simili ; alle
10 e mezzo si cantò la S . Messa in musica . Il
popolo era estatico . Erano accorsi in gran nu-
mero anche di lontano . Si desinò lassù, nella
villa del Rev . chierico Volpi, nostro Coopera-
tore, si fecero le funzioni della sera, si canta-
rono le litanie e il Tantum ergo in musica, e
verso notte ritornammo a Lucca . Sulla via erano
schierati contadini e villeggianti , mentre i ra-
gazzi entro una nuvola di polvere camminavano
cantando . Un biroccio da 12 posti veniva dietro
raccogliendo quei piccolini che erano stanchi .
Ora senta una bella grazia che ci ottenne Maria .
A questo legno mancava in avvertente mente un
acciarino per chiudere la ruota entro il suo asse .
Veniva di gran carriera ed i miei cari fanciulli
cantavano allegramente . Se per disgrazia usciva
la ruota, sarebbero stati tntti massacrati per la
inevitabile caduta ; ma la Vergine SS ., a cui ave-
vamo cantato una lode prima di partire, vi tenne
la mano e ci salvò . Ne sia sempre lodata , e si
degni di continuarci la sua materna protezione .
In quella festa non si ebbe a lamentare nè una
parola, né un'azione, nè un tratto che ne potesse
rendere meno consolante la memoria . E dire che
erano un 150 ragazzi di quelli, che D . Cagliero
ben ricorderà per sempre
Per domenica prossima sono invitati i nostri
piccoli musicanti a fare un servizio a San Leo-
nardo in Treponzio, dove canteranno la Messa di
San Luigi, e vespro e litanie e motetti . La se-
conda domenica d'agosto andranno a cantare in
S . Pietro Somaldi, dopo a S . Bartolomeo in Val-
lebuia, poi altrove ; sicché il Chierico Baratta,
nostro maestro di musica, è continuamente in
moto .
Queste passeggiate religiose fanno del bene
all'anima ed al corpo, servono a far conoscere
l'Oratorio e vi affezionano sempre meglio i ra-
gazzi, stimolandoli a frequentarlo per essere istruiti
ed educati . Difatto, essi vi sono così affezionati,
che non parlano d'altro che di Oratorio e di Sa-
lesiani . Poco fa uno scalpellino si lagnava per-
chè un suo giovanetto non fa che parlare dell'O-
ratorio . « Tutte le volte, diceva, che noi si sta
zitti, egli è sempre nell'Oratorio e coi suoi mae-
stri . Pare impossibile! » Un giovane sui 19 anni
era all'ospedale . Domandato se voleva confes-
sarsi, rispose : Sì, ma dal Direttore della Croce .
Avvertito questi , andò . Ma dove trovare il gio-
vanetto in mezzo a tanti letti, a tanti infermi?
La difficoltà fu sciolta presto . Il Direttore non
aveva fatto che pochi passi nell'ospedale, che
sentì a gridare : « Sig . Direttore, sig . Direttore . »
Era il nostro Marcurelli, che così faceva rizzare
la testa a tutti i malati cine potevano alzarla,
chiamando il suo Direttore . Egli si confessò la-
sciando così tra gli infermi la più bella impres-
sione . Ora stiamo preparando un ex-militare a
fare la prima Comunione .
Non so se per questi od altri motivi, ma pare
che il demonio minacci qualche disturbo all'Ora-
torio . In questo caso la Madonna ci aiuterà . Io
poi non farò che rispondere come il nostro Don
Bosco nei primi tempi del suo istituto ; come Don
Bosco, dico, che, dopo il nostro divin Salvatore,
sarà il modello, cui terremo rivolti gli occhi e
cercheremo d'imitare . Abbiamo però in Lucca
molte ottime persone che ci vogliono bene, seco-
lari ed ecclesiastici , e primo fra tutti il degnis-
simo nostro Pastore, Mons . Arcivescovo, e que-
sto ci basta .
Nella nuova magnifica casa possiamo andare
quandochessia . Già è aperta la porta di comuni-
cazione, e del tutto sgombera, ma non andiamo
ad abitarla definitivamente, se non quando avremo
qualche ragazzo interno, perché la casa non fu
presa tanto per noi , quanto pei giovani arti-
gianelli .
Il locale, come dico, é magnifico, signorile,
elegante in parte, ma presto lo renderemo demo-
cratico . Penso però di conservarlo meglio che posso,
perchè lo sciupare è sempre male .
Le buone religiose di San Nicolao ci hanno re-
galato 8 piccoli letti in legno , che per ora pos-
sono servire . In seguito bisognerà pensare anche
a questo .
Ho poi bisogno da D . Bosco e da Lei certe
norme per l'avvenire ; ma lascio, perché presto

1.8 Page 8

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vi saranno gli Esercizi, e allora ci parleremo e
c'intenderemo di tutto .
Preghi, di grazia, ottimo Sig . D . Rua, e faccia
pregare per noi e per me in particolar modo .
I miei figliali ossequii al nostro Padre comune
D . Bosco e a tutti i confratelli ed amici . Sono
Di V . S . M. Rev .da
Ubb .mo ed affez .m9m
SaC . GIOVANNI MARENGO .
GRAZIA OTTENUTA
per l' intercessione di Maria SS . Ausiliatrice.
Se la S . V . lo crede opportuno , bramerei
che questo favore, che io attribuisco all'interces-
sione di Maria Ausiliatrice , fosse reso pubblico,
in testimonianza della mia viva e profonda rico-
noscenza ; ed anche perché serva ad accrescere
in altri la confidenza nella possente protezione della
Madre di Dio .
Intanto, affinché Maria Ausiliatrice si degni di
proteggere sempre la mia famiglia nei suoi biso
gni spirituali e temporali , unisco a questa mia
una tenue offerta pel decoro del suo Santuario .
La riverisco con tutto rispetto, e mi sottoscrivo,
VITTORIO CAFFÚ .
Villanova d'Ardenghi, addì 20 agosto 1879 .
I nostri lettori sentiranno con piacere che Maria
Aiuto dei Cristiani quotidianamente rendesi pro-
pizia a coloro , che con intera confidenza sotto
questo titolo la invocano .
La lettera seguente , che tra tante altre sce-
gliamo, é una prova luminosa della sua bontà . Le
grazie frequenti poi, che si dicono ricevute per
sua invocazione, persuadono ogni dì più che il
suo Santuario di Torino, dove viene in particolar
modo venerata, è pure un luogo di sua materna
predilezione, come tanti altri resi ormai celebri
nel mondo pei favori innumerevoli e strepitosi,
che Ella vi dispensa, a malgrado di chi ne sente
dispetto e non vi crede .
REVERENDISSIMO SIGNORE,
Il giorno 3 del mese di agosto, una mia fi-
glia, d'anni dieci, perdette subitamente l'uso della
parola . Il medico, per cui mandai immediata-
mente, peritissimo nell'arte sua, la . trovò in pes-
simo stato . Egli é inutile il dire che tutta la
famiglia si trovò immersa nella più grande coster-
nazione .
Tutti ì mezzi immaginabili , atti a salvare la
fanciulla, furono impiegati ; ma vedendo che nulla
le giovava e il male andava peggiorando, pen-
sammo di ricorrere al cielo . Si accese pertanto
una lampada dinanzi l'immagine venerata di Ma-
ria, raccomandandole la piccola inferma .
Ma le ore passavano , ed il male progrediva
rapidamente, quantunque frequenti fossero le vi-
site del medico, che più non sapeva a quale ri-
medio ricorrere . Perduta ogni umana speranza
e scorgendo che la ragazza non avea più che
poche ore di vita, ci siamo prostrati ai piedi di
Maria, invocandola, più fervidamente che mai,
quale Ausiliatrice dei Cristiani , e demmo prin-
cipio ad una novena, recitando tre Salve Regina .
Non fu vano il nostro ricorso ; poiché questa
buona Madre celeste cominciò a mandarci qualche
raggio di speranza, e poco tempo dopo ci otteneva
la grazia compiutamente . Verso le ore nove mia fi-
glia si addormentò ; alle tre si risveglò tranquillis-
sima, e si mise a parlare senza il menomo sintomo
di male . Allorché il medico tornò a visitarla, le
disse : « Ti ho veduto sulla fronte il pallor della
morte ; tu l'hai scampata bella ! »
STORIA DELL'ORATORIO DI S. FRANCESCO DI SALES
CAPO X .
La presa di possesso del nuovo Oratorio e la
grande basilica . - Un buon effetto . - Con-
solante avviamento . - Metodo tenuto all'Ora-
torio . - L'abile pescatore . - Un merlo colto
nella gabbia. - La partenza della sera .
Il signor Pinardi aveva data la parola al no-
stro D . Bosco di preparargli il sito per la dome-
nica vegnente , e la mantenne . Vedendo che il
lavoro a farsi era molto e premeva, egli chiamò
operai per iscavare e trasportare terreno ; mura-
tori per rompere e innalzare muraglie ; falegnami
per fare palchetti ; e non bastando vi posero an-
cora la mano egli stesso e il buon Pancrazio ;
sicché si può dire senza tema di esagerare che in
una settimana si fece il lavoro di un mese . Per
la qual cosa al mattino della domenica di Pasqua
12 Aprile 1846 il locale era in ordine : una lunga
rimessa per uso di Cappella , ed un cortile pei
divertimenti .
Ad una cert'ora trovandovisi ormai una buona
parte dei giovani, D . Bosco vi ci fece trasportare
dal Rifugio , ove si conservavano, gli attrezzi di
Chiesa e di ricreazione , e così insieme con lui
prendemmo possesso del nuovo Oratorio . Anzi fin
dal giorno prima avendo preparato l' occorrente
e domandato all'Arcivescovo la debita autorizza-
zione, D . Bosco in quel mattino istesso benedisse
e dedicò al divin culto il modesto edifizio , e vi
celebrò la santa Messa assistita da noi, dai vicini
e da altre persone della città . L'Arcivescovo an-
cora per mostrare la sua soddisfazione e per darci
un segno di benevolenza rinnovò a D . Bosco le
facoltà già concesse per nostro vantaggio quando
ci raccoglievamo al Rifugio , cioé di celebrare
messa, dare la benedizione , amministrare Sacra-
menti , predicare , fare tridui , novene , esercizi
spirituali, promuovere alla Cresima ed alla Comu-
nione, non che di soddisfare al precetto pasquale
come se fossimo nella propria parrocchia .
Giova dare qui una breve descrizione della no-
stra Cappella . Era dessa una camera lunga da

1.9 Page 9

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quindici a sedici metri, e larga da cinque a sei .
Aveva per pavimento un palchetto di legno, fatto
in fretta e collocato alla meglio, per le cui fes-
sure potevano passare non solo i topi, ma anche
i gatti , che davano loro la caccia . Per volta a-
veva un soffitto fatto a stuoja coperta di gesso .
E l'altezza sua ? Questa, a dir vero, era qualche
cosa di meno che quella di S . Pietro a Roma !
Per darne un'idea basti il dire che quando Mon-
signore Arcivescovo veniva per amministrarvi la
Cresima o per compiervi qualche altra funzione,
salendo, secondo il rito, sulla piccola cattedra, do-
veva tener bassa la testa per non urtare nella
volta colla punta della mitra . Ecco dunque la
grande basilica che ci servì pel divin culto circa
sei anni .
Quantunque il nuovo locale non avesse tutta la
capacità per noi necessaria, nondimeno, essendo
appigionato con un contratto formale, liberava Don
Bosco dalla inquietudine di dover di quando in
quando emigrare da un luogo all'altro con grave
disturbo , e nel mentre si prestava ai nostri più
urgenti bisogni . Tuttavia anche qui da prima si
fecero innanzi non poche difficoltà , non già per
parte del padrone, ma per causa di una casa im-
morale, che ci sorgeva da presso, e pel così detto
albergo della Giardiniera, attuale casa Bellezia,
dove soprattutto nei giorni festivi si raccoglievano
i buontemponi della città . Ma per la vigilanza del
nostro D . Bosco , e per la intiera nostra sotto-
missione ai suoi ordini , non ne soffrimmo alcun
danno ; anzi la nostra ricreazione chiassosa , i
canti e le grida ottennero poco dopo un buonis-
simo effetto ; fecero cioé riguardare quello sic-
come un sito inopportuno al mal fare, e finirono
per far chiudere la casa, e trasferire altrove l'al-
bergo . Così senza che noi ce lo pensassimo il no-
stro Oratorio in Valdocco operava fin da princi-
pio ciò che l' acqua benedetta : faceva paura al
diavolo, e metteva in fuga i suoi seguaci .
Intanto il sito stabile , i segni di approvazione
del Superiore ecclesiastico , le solenni funzioni ,
che andavansi celebrando nelle feste più belle ,
certi regalucci somministratici dai benefattori, la
musica che si- faceva ognor più scelta , le varie
sorta di giuochi e trastulli , come salti , corse ,
bussolotti, corde , bastoni, e tenta altre novità ,
cui sapeva immaginare l'industriosa mente di Don
Bosco, e dar vita il suo gran cuore , attiravano
all' Oratorio fanciulli e giovinotti da tutte parti .
Prova ne sia che poco tempo dopo noi oltrepas-
savamo i settecento, sicché in tempo delle sacre
funzioni occupavamo ogni angolo della Chiesa ,
del coro e della stessa sacrestia , che era una ca-
mera pigionata dalla parte di mezzodì della Cap-
pella . Parecchi ecclesiastici presero pure a ritor-
nare ; quindi, oltre all' intrepido teologo Borelli,
venivano a prestare sovente l' opera loro Don
Giuseppe Trivero, il teologo Giacinto Carpano, il
teol . Giuseppe Vola , il teol . Roberto Murialdo ,
il caro D . Pietro Merla , il teol . Chiaves , e
più altri di cui ci é sfuggito il nome . Per tutte
queste ed altre ragioni l'Oratorio in Valdocco prese
ben presto un avviamento molto consolante .
Il metodo, che si usava allora nella sua dire-
zione, é presso a poco il medesimo, che si segue
ancora oggidì nell' Oratorio di S . Francesco di
Sales in Torino , e in ogni altro, che da questo
abbia avuto origine . E' pregio dell'opera il farne
qui un breve cenno per norma di tutti . Nei giorni
festivi di buon mattino si apriva la Chiesa , e si
dava cominciamento alle Confessioni, che duravano
sino al tempo della messa . Questa era fissata alle
ore otto ; ma per soddisfare a tutti quelli , che
desideravano di accostarsi ai Santi Sacramenti ,
non di rado veniva differita sino alle nove ed an-
che p :ù tardi, perché al povero D . Bosco toc-
cava il cantare, come si dice, e portare la croce .
Durante la messa qualcuno assisteva i giovani ,
ed altri con voce alternata recitava le orazioni, e
la preparazione alla Santa Comunione . Terminato
il Santo Sacrifizio, e toltisi i sacri paramenti ,
il nostro D . Bosco saliva sopra una bassa cat-
tedra , e ci faceva un po' di predica . Dap-
prima egli ci spiegava il Vangelo ; ma poscia
diede principio ai racconti della Storia Sacra,
che continuò per oltre a 20 anni . Questi rac-
conti ridotti a forma semplice e popolare, ve-
stiti dei costumi dei tempi, delle circostanze dei
luoghi e dei nomi geografici, piacevano molto
ai piccoli ed ai grandi, e mentre c'istruivano nella
religione e nella storia si prestavano benissimo a
infondere nei nostri cuori odio al vizio ed amore
alla virtù . Usciti di Chiesa, e fatto un poco di ri-
creazione, cominciava la scuola festiva , che du-
rava sino a mezzogiorno . E questa era l'occupazione
del mattino .
Ad un'ora pomeridiana ricominciavano i diver-
timenti colle bocce , stampelle, fucili e spade di
legno, e con altri giuochi di destrezza e di gin-
nastica . Alle due e mezzo entravamo in Chiesa ed
aveva luogo il Catechismo . L' ignoranza dei gio-
vani in generale era grande ; ma questa invece
di scoraggiare D . Bosco lo stimolava a farsi tutto
a tutti e a moltiplicarsi , per così dire , onde
istruirci secondo il bisogno . Da principio, intonando
il Pater , niuno sapeva rispondergli , sicché toc-
cavagli di sostenere le due parti . Avveniva ezian-
dio non di rado che mancasse or questo ed or
quell'altro Catechista, e talora parecchi insieme ;
ed allora per non lasciarci privi d'istruzione egli
o ci raccoglieva tutti intorno a sé, oppure si di-
videva un po' per una classe, e un po' per l'altra,
facendo così l'uffizio di tutti . Finito il Catechismo
si recitava la terza parte del Rosario . Più tardi
si prese a cantare l'Ave Maris Stella, poi il Ma-
gnificat,iDindxt,l nfine altri Salmi con an-
tifone , e nello spazio di un anno ci siamo fatti
capaci di cantare l'intiero Vespro della Madonna .
A queste pratiche teneva dietro un sermoncino ,
che per lo più consisteva nel racconto di un e-
sempio , in cui si personificava un vizio od una
virtù, che si voleva far abborrire od amare . Ogni
cosa aveva termine col canto delle Litanie e colla
benedizione del SS . Sacramento .
Compiute le funzioni di Chiesa , . cominciava il
tempo libero , in cui ciascuno poteva occuparsi
secondo il proprio gusto. Perciò quelli, che an-
cor non sapevano le orazioni , o che sebbene a-
dulti non erano tuttavia promossi alla Comunione

1.10 Page 10

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si appartavano e ricevevano una lezione speciale
di Catechismo ; altri forniti di bella voce atten-
devano al canto ed alla musica ; gli analfabeti si
applicavano alla lettura ed alle belle lettere ; la
maggior parte poi se la passava allegramente sal-
tando, correndo, e giuocando .
Non è però da credere che la nostra ricrea-
zione fosse pel nostro D . Bosco un tempo di riposo,
anzi si può dire che questo fosse il tempo della
sua maggiore sollccitudine, il tempo delle sue mi-
gliori pescagioni . E come ciò? Oltre al vigilare
che non ci facessimo del male, egli in quell' in-
tervallo, più o meno lungo secondo la stagione ,
si avvicinava or a questo or a quell'altro dei gio-
vani , e come se avesse da confidargli una cosa
in segreto gli si accostava all'orecchio, e con inar-
rivabile bontà e dolcezza diceva ad uno : Quando
verrai a confessarti? Vieni, che io ti aspetto sa-
bato sera ; e intanto se lo faceva promettere . -
Ad un altro domandava : Vai ancora in quel tal
posto , o con quel tal compagno? Fammi il pia-
cere, non ci andar più ; e ne riceveva parola . -
Ad un terzo : Ho udito che ti é sfuggito di bocca
una bestemmia ; sta attento a non dirla più ; e
la raccomandazione non veniva più dimenticata .
- Avrei bisogno che mi facessi un favore, sog-
giungeva ad un quarto, ad un quinto ; me lo fa-
resti tu ? - Ben volentieri, e quale sarebbe ? -
Che domenica prossima conducessi quel tuo com-
pagno ai Sacramenti con te . E così via dicendo .
Con queste ed altre simili esortazioni fatte a cia-
scuno come in confidenza , D . Bosco si provve-
deva una turba di giovanetti, che al sabato ed alla
domenica venivano ad assediare il suo confessio-
nale, ed a compiere le pratiche di pietà con una
divozione edificante, e intanto si rendeva padrone
dei loro cuori, da poterli dirigere e governare a
suo talento .
Accadeva pur qualche volta che taluno dei più
disgraziati non si arrendesse così tosto a queste
industrie amorose ; ed allora egli ad altre si ap-
pigliava non meno efficaci . A questo proposito ci
sovviene del fatto seguente . Un giovanotto sui 17
anni era stato più volte invitato a far Pasqua ;
ma ei si contentava di promettere, e non teneva
mai la parola . Una festa dopo le sacre funzioni ,
mentre rosso in faccia e molle di sudore era tutto
intento ad una ricreazione vivacissima, D . Bosco
lo chiama a sè in tutta fretta, e lo prega a vo-
lersi recare con lui in Chiesa per aiutarlo in un
affare . Quegli oltremodo contento di servire Don
Bosco lasciò prontamente il suo giuoco, e voleva
accompagnarsi con lui nell' arnese in cui si tro-
vava, cioè in manica di camicia . - Così no, gli
disse D . Bosco ; ma mettiti la giubbetta ; ed ei
la vestì . Entrato in Cappella , Egli lo con-
dusse in coro presso ad un inginocchiatoio . Il gio-
vane, che non aveva ancora capito, si disponeva
a prenderlo per trasportarlo - Lascialo, lascialo,
disse il buon prete - Ma dunque che cosa vuole
che io faccia 1 - Voglio che ti confessi - Che
mi confessi Z . . . Ma io non sono preparato - Lo
so - Dunque ? - Dunque preparati, e poi ti con-
fesserai come mi hai promesso più volte - Ot-
timamente, esclamò egli allora ; ne aveva proprio
bisogno . Lei ha fatto bene a pigliarmi in questo
modo, altrimenti per timore dei miei compagni io
non sarei ancor venuto . - Intantoché D . Bosco
recitava una parte di Breviario , il giovinotto si
preparò, e poi fece di buon grado la sua confes-
sione seguita da un divoto ringraziamento . D'al-
lora in poi egli fu uno dei più assidui a compiere
i suoi doveri religiosi, e coll'esempio e pur colle
parole vi attirava ancora gli altri . Raccontando
poscia questo episodio ai suoi compagni diceva
« Udite un grazioso stratagemma che usò D . Bo-
sco per cogliere questo merlo nella gabbia » e
nel descriverlo ci faceva rider tutti .
Una scena pur singolare era in sul far della
notte la nostra partenza dall' Oratorio . In quel-
l'atto pareva che una calamita potente ci tenesse
come legati a D . Bosco . Ognuno gli dava le cento
volte la buona sera, e non mai si risolveva di par-
tire da lui . Aveva egli bel dire : « Andate, figli
miei , andate, perché si fa notte , e i parenti vi
aspettano » tutto era inutile . Per metterci in via
era necessario che si movesse egli pure, e ci ac-
compagnasse per un buon tratto . Generalmente si
faceva così : Recitate le orazioni e l'Angelus Do-
mini, ci radunavamo a lui d'intorno, e poscia sei
dei più robusti facevano con le loro braccia come
un trono, sopra cui era giuocoforza che D . Bosco
si ponesse a sedere . Allora messici in ordine a
più file lo portavamo cantando sino al circolo detto
comunemente il Rondò . Là giunti, D . Bosco scen-
deva dal trono, si cantavano ancora alcune lodi,
l'ultima delle quali era sempre Il lodato sempre
sia il nome di Gesù e di Maria . Fattosi in fine
un profondo silenzio, egli augurava a tutti buona
sera ed una buona settimana, e tutti con quanta
voce avevamo in gola rispondevamo : Buona sera;
viva D . Bosco . Dopo ciò , ciascuno si recava in
seno alla propria famiglia, mentre alcuni dei più
grandicelli si fermavano per accompagnarlo sino
a casa , il più delle volte per la stanchezza più
morto che vivo .
LA NUOVA CHIESA IN BORDIGHERA
PRESSO VENTIMIGLIA .
Nei numeri precedenti del Bollettino abbiamo
fatto cenno della nuova Chiesa da edificarsi in
Vallecrosia presso Bordighera, diocesi di Venti-
miglia . La bella circolare che ne diramò in pro-
posito Monsignor Reggio da noi pubblicata, di-
mostrò il bisogno di questo sacro edifizio nel
mentre che con acconcie parole eccitò la pietà dei
fedeli a concorrervi secondo le loro forze .
In questi giorni ci venne tra mano anche la
lettera che il compianto Monsig .LorenzBial
suo antecessore scriveva stillo stesso argomento
sin dall'anno 1875 ; e crediamo molto opportuno
metterla sotto gli occhi dei nostri Cooperatori,
affinché sempre meglio si persuadano dell'impor-
tanza e della necessità di quest' opera .

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2.1 Page 11

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LORENZO BATTISTA BIALE
PER LA DIVINA MISERICORDIA,
E PER GRAZIA DELLA SANTA SEDE APOSTOLICA
VESCOVO DI VENTIMIGLIA
Amministratore apostolico dell' Abazia del Principato di Monaco, ecc.
Al Ven . Clero, e Dilett . m ° popolo della Città e Diocesi ed a
tutti coloro che amano il bene di Nostra Religione SS . Sa-
lute e spirito di carità in N . S . G . C .
Se coloro, che lo Spirito Santo pose a reggere
la Chiesa di Dio , debbono avere gran cura del
gregge loro affidato, per istretto dovere incombe
più specialmente lero di tutelare quelle peco-
relle, che per avventura si trovassero in pericolo
di perdere il più prezioso dei tesori, la fede .
In tale dolorosa condizione versa appunto sgra-
ziatamente una frazione notabile della nostra Dio-
cesi, donde in Noi il dovere di vigilare e prov-
vedere .
Tra Ventimiglia e Bordighera esiste una vasta
pianura detta Piani di Vallecrosia, poco abitata
in passato , ed ora coperta di frequenti caseg-
giati, che costituiscono una vera popolazione .
I protestanti accortisi, che in questa località
non havvi né Chiesa, nè scuola pubblica, attrat-
tivi anche dall'amenità del luogo e dalla dolcezza
del clima, furono solleciti di recarvisi, di aprirvi
una cappella pel culto di loro setta, un convitto
con iscuola maschile e femminile , ed un ospizio
pei poveri, che incautamente e per opera di ge-
nitori snaturati vi fossero ricoverati .
Non é dire quanto lusinghiere ed insidiose siano
le condizioni di accettazione ; scopo principale
però si é di far ai ricoverati abbandonare la re-
ligione dei loro maggiori ed indurli a seguire
l'errore ; e la maggior parte, di regioni lontane,
ma parecchi anche del vicinato già si lasciarono
adescare .
Obbligati Noi pertanto dal nostro pastoral mi-
nistero di provvedere al grave ed urgente biso-
gno, abbiamo da alcuni anni fondate in quel luogo
due scuole cattoliche, l'una maschile, l'altra fem-
minile, e, se non altro, abbiamo tolto a quelli
abitanti il pretesto di mandare i loro figli, in
mancanza d'altra, alle scuole d'errore .
In vista dell' ognor crescente popolazione però
volendo dare all'opera nostra uno sviluppo mag-
giore ed un fondamento che perduri anche dopo
di Noi, ma specialmente volendo opporre al pro-
selitismo protestante un antemurale permanente,
ci siam rivolti a quel venerando Sacerdote ed apo-
stolo della gioventù che è il Rev . m° D . Giovanni
Bosco di Torino , pregandolo che ci voglia pre-
star mano al cominciamento ed al buon progresso
dell'opera ; ed egli di buon grado accettò di prov-
vederci alcune Suore del suo Istituto , che ven-
gano a prender cura delle fanciulle : più di in-
viare alcuni suoi Sacerdoti e maestri non solo per
l'istruzione dei giovinetti, ma altresì per ciò che
riflette l'istruzione religiosa del popolo, per l'am-
ministrazione de' Sacramenti : per compiervi in
una parola le funzioni tutte proprie d' una cura
d'anime . A tal uopo abbiam preso a pigione nel
bel centro di quella località un corpo di casa,
ove i prelodati Sacerdoti e Suore risiederanno
per l'istruzione ; e pel servizio religioso fu pre-
parato una cappella provvisoria .
E' però di tutta necessità costrurre in quella
pianura una Chiesa con edificio atto a provvedere
a tutte le esigenze suenunciate, e a queste spe-
riamo por mano entro il più brieve termine, ap-
poggiandoci alla Provvidenza del Signore che mai
vien meno nella necessità .
Ma una grave difficoltà nasce dall'assoluta man-
canza di mezzi pecuniari, cui è forza procac-
ciarci ; si sa d'altra parte che l'esimio Sacerdote,
che proponiamo all'opera nostra, vive della ca-
rità dei fedeli .
Laonde Noi sentiamo il dovere e il bisogno di
adoperarci con tutti quei mezzi che sono a Noi
possibili, di venirgli in aiuto, eziandio raccoman-
dando l'opera alla pubblica beneficenza, come ap-
punto con la presente facciamo .
Pertanto pel grande amore che il Salvatore no-
stro portò alle anime nostre, caldamente racco-
mandiamo al Venerabile Clero ed ai fedeli dilet-
tissimi di questa nostra diocesi , e a tutti quelli
che amano il bene della religione e la salvezza
delle anime, specialmente alle persone facoltose
ed agiate, di venirci in aiuto con tutti que' mezzi
che il caritatevole loro cuore saprà ispirare, ag-
giungendo che l'opera, cui Noi imprendiamo, fu
già benedetta dal S . Padre Pio IX e da Lui inco-
raggiata con generosa offerta ; locchè per Noi
forma il più lusinghiero argomento, perché debba
progredire e compiersi felicemente .
Notiamo qui alcuni modi con cui ognuno pué
concorrere a tanto bene :
1° Con offerte in danaro di qualunque anche
tenue somma .
2° Con suppellettili di scuola, mobili di casa,
arredi e paramentali sacri, ecc .
3° Con commestibili di qualsiasi genere, con
legnami per la Chiesa e locale annesso, ecc . ecc .
Le quali offerte si potranno far pervenire o
al Sacerdote D . Giovanni Bosco in Torino, o ai
Direttori delle varie sue case, indicando esser
destinate per l'opera mentovata .
Intanto a Voi, Ven . Fratelli e Figli in Cristo
carissimi, e a tutti i pii oblatori auguriamo ogni
bene celeste e terreno, e con tutta l'espansione del
cuor Nostro compartiamo la pastorale benedizione .
Ventimiglia, dalla Nostra Residenza, il giorno
dell'Immacolata Concezione 8 dicembre 1875 .
PS . La presente lettera sarà letta al popolo
della nostra Diocesi in una delle Domeniche
susseguenti al giorno in cui sarà pervenuta ai
RR . Parrochi e Curati succursali , sullo zelo
dei quali contiamo,perchélatuveng
accompagnata da quelle migliori esortazioni
sia pubbliche che private, che possono influire
sul buon successo dell'opera, e perché in detta
Domenica si raccomandi in Chiesa una limo-
sina .
LORENZO, Vescovo .
Can . E . VIALE, Segretario .

2.2 Page 12

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LA REGINA DEL MADAGASCAR (1)
E IL CATTOLICISMO .
La Regina del Madagascar ha recentemente
promulgato un nuovo Codice, il cui esordio, de-
gno di un Principe cristiano, contiene i seguenti
brani che riguardano la propagazione della ve-
rità : « Io Ranavalona Manjaka, Regina del Mada-
gascar, ringrazio in prima il Sommo Iddio per
l'Evangelio di Nostro Signor Gesù Cristo pre-
dicato sulla mia terra e nel mio regno ad istru-
zione del mio popolo, e per farci conoscere Dio
e possedere la vita eterna . E a Dio ch'io appog-
gio il mio regno . - Proibizione di ritornare a-
gli idoli . Proibizione di osservare tale o tal altra
superstizione
Nel giorno di Domenica i Ma-
dagascarini non devono occuparsi di nessun la-
voro manuale - Tutti i Madagascarini devono
la Domenica riunirsi nelle chiese o nei templi per
le preghiere
Nessuno ha diritto di uccidere
il suo simile . Bisogna necessariamente osservare
l'unità e stabilità del matrimonio . La poligamia
ed il divorzio sono interdetti . Il governo giudi-
cherà chi si sarà reso colpevole in questa mate-
ria . La rapina sotto tutte le sue forme e tutti
gli inganni nel commercio saranno severamente
puniti . - I bianchi di qualunque religione essi
siano, possono alloggiare e costrurre dei luoghi
di riunione per le preghiere e per le scuole . »
E tutte queste prescrizioni sono appoggiate da
una severa sanzione penale .
PROCLAMA
della medesima Regina .
Il Semaphore di Marsiglia pubblica il testo se-
guente d'un proclama diretto dalla regina di Ma-
dagascar ai suoi sudditi :
Io, regina Ranavalona, per la grazia di Dio e
la volontà del popolo, regina di Madagascar, pro-
tettrice del mio regno, ecc . ecc .
Io vi dico ciò che segue, gente dell'Iboina .
Sono lieta che il vangelo di Gesù Cristo sia
diffuso nel mio regno per rendere saggio il mio
popolo, mediante la cognizione del vero Dio . Ala
non sono solo le genti dell' Imerina che l'hanno
appreso, poiché é giunto anche a voi, genti del-
l'Iboina, e in modo tutto speciale ne ringrazio
Iddio .
E ora, vi faccio conoscere il numero di scolari
che si trovano in ciascuna delle vostre città . Io
ho fatto stampare questo quadro onde voi tutti
possiate vederlo e acciò siate persuasi che vedo
e odo tutto . Perché, in verità, vedo e odo tutto,
per la ragione che tutti i miei sudditi sono altret-
tanti occhi e orecchi per me . E quando ho esa-
minato il numero dei vostri figli che vanno a
scuola, ho notato che ve ne restano ancora po-
chissimi, in confronto della popolazione dell'Iboina .
In conseguenza, mandate i vostri figli ad istru-
irsi, perché sarà un bene tanto per voi quanto
per loro, sarà il mezzo per tener conto del vo-
stro bestiame, del vostro danaro, della vostra pro-
prietà, e sarà anche un mezzo d'avanzamento,
perché io sono una sovrana che ricompensa col
bene quelli che lo meritano .
E voi, padri e madri, siate operosi, perché
seno lieta di vedere saggi i miei sudditi . E una
cosa che vi profitterà quella che vi raccomando
di fare, perché, se fosse una cosa che vi potesse
far del male, non ve l'ordinerei . Ma io so che ciò
sarà per voi una causa di prosperità, e per que-
sto insisto onde voi tutti vi ammaestriate . E in
conseguenza siate tutti diligenti, perché quantun-
que non comprendiate ora la dolcezza della scienza
e della saggezza, ve ne accorgerete quando la
possederete .
Così ha detto
La Regina RANAVaLONA
Regina di Madagascar .
INDULGENZE SPECIALI
poi Cooperatori Salesiani.
Ogni Cooperatore può acquistare indulgenza ple-
naria una volta al giorno, da applicarsi alle anime
del Purgatorio, recitando la terza parte del Ro-
sario di Maria Vergine avanti al SS . Sacramento,
e non potendo avanti al divin Sacramento, reci-
tandola innanzi al Crocifisso .
Indulgenza plenaria ogni volta che si accosta
alla santa Comunione .
Può altresì lucrare moltissime indulgenze ple-
narie nel corso del giorno mediante la recita di
sei Pater, Ave e Gloria, secondo la mente del
Sommo Pontefice . E queste indulgenze applicabili
alle anime purganti, le può acquistare toties quo
ties, ossia tutte le volte che recita i suddetti
Pater, Ave e Gloria in qualunque luogo, senza
bisogno di Confessione e Comunione, purché sia
in grazia di Dio .
Oltre a queste un' altra plenaria ne può gua-
dagnare ogni Domenica, e nei giorni qui sotto
notati, purché confessato negli otto giorni, e co-
municato, visiti una qualche Chiesa, pregandovi
secondo l'intenzione del Sommo Pontefice .
Mese di Ottobre.
1 . Beata Lodovica di Savoia .
2 . Santi Angeli Custodi .
4 . S . Francesco d'Assisi .
5 . Solennità del SS . Rosario di M . V .
8 . Santa Brigida .
í2 . Maternità di Maria Vergine .
19 . Purità di Maria .
23 . S . Giovanni da Capistrano .
28 . Santi Apostoli Simone e Giuda .
(1) Il Madagascar è una grand'isola dell'Affrica stata
fino a questi ultimi tempi soggetta all'idolatria .
Con permesso dell'Aut . Eccl . - FERRARI GIUSEPPE gerente respons .
Tip. di San Vincenzo de'Paoli. Sampierdareaa 1879.