PERIODICO MENSILE DEI COOPERATORI DI DON BOSCO
ANNO XLI - N. 2 I FEBBRAIO 1917
SOMMARIO
Ai Cooperatori Salesiani: Opere raccomandate: I) La Consacrazione delle Famiglie al S. Cuore di Gesú - II) Opera di assistenza dei mutilati in guerra.
Per un contributo alla „Vita di Don Rua—.
Il Giubileo Sacerdotale del Sac. Dottor Francesco Cerruti: Il nostro omaggio - L'omaggio di Saluggia - L'omaggio di Alassio.
Concorsi per le „Letture Cattoliche,,.
La generosità di un sacerdote e le nostre Missioni della Cina.
Il diploma di Cooperatore inviato a un illustre Prelato. Come attirare i giovani all'Oratorio.
Dall'Equatore: Per un nuovo villaggio - I misteri della selva: sete di vendetta e di sangue (Lettere di D. A. Del Curto).
Nuovo assetto ecclesiastico della Patagonia.
Il Culto di Maria Ausiliatrice - Nel Santuario di Valdocco - Grazie e favori.
Riconoscenza al Ven. Don Bosco.
Pel tempio votivo in onore di Maria Ausiliatrice a Castelnuovo d'Asti.
Note e corrispondenze: Tra gli emigrati - Tra i figli dei popolo - Negli Istituti delle Figlie di Maria Ausiliatrice - Notizie varie - Libri nostri. Necrologio e Cooperatori defunti.
REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE - VIA COTTOLENGO, 32 - TORINO
I.
La Consacrazione delle famiglie al S. Cuore di Gesù.
Abbiam già accennato nel num.° di giugno u. s. (1) alla consacrazione delle famiglie al S. Cuore di Gesù. Ma poichè, e nei giorni presemi di preghieraa e di speranza, e nei Interi della pace e della restaurazione sociale, siffatta consacrazione ci sembra della più alta opportunità, noi torniamo di proposito sull'argomento.
Una delle riforme piú urgenti nell'ora presente è quella della famiglia. L'indebolimento dello spirito cristiano, l'amore del godimento, la ricerca esclusiva degli interessi materiali, l'educazione comunemente atea o antireligiosa, la diminuzione del principio d'autorità, l'abbandono delle pratiche di religione da parte dei genitori, la cui vita non è piú un sacro esempio pei figli, sono altrettanti veleni che infettano oggidí la famiglia.
(1) Ved. pag. 162.
Il riconoscere la Sovranità assoluta di G. C. sugli individui e sulle famiglie, col ridonargli in esse il, posto d'onore che gli compete. Egli stesso ci invita a questo atto con una delle sue piú consolanti promesse:
« Benedirò le case, ove l'immagine del mio Cuore sarà esposta e onorata ».
Il riconoscimento di questa sovranità d'amore del S. Cuore di Gesù nel focolare domestico, mediante l'esposizione della sua immagine e la consacrazione solenne delle famiglie a questo Divin Cuore, è stata ed è tutt'ora per gran numero di esse il principio e la sorgente di grazie straordinarie, spirituali e temporali.
Non chiudiamo la porta del nostro cuore e della nostra casa a favori e benedizioni cosí preziose, ma facendo regnare il Sacro Cuore nel focolare domestico, obblighiamolo a mantenere le sue magnifiche promesse. Nostro Signore invitò pure le nazioni, per mezzo della Beata Margherita, a consacrarsi ufficialmente al suo Divin Cuore, promettendo grandi benedizioni per questo atto solenne.
Se non sarà dato a noi di vederne il compimento, non potremmo raggiungerne lo stesso scopo pratico consacrandogli le singole famiglie? In questo modo si preparerebbe e s'inaugurerebbe il trionfo del regno sociale del S. Cuore sulle nazioni.
Il riconoscimento di questa Sovranità sulle famiglie ha preso dapprima in America, quindi in Europa, e ora anche in Italia, una straordinaria diffusione. Già da vari anni fu organizzata a tale scopo un'apposita Opera di propaganda a Valparaiso per cura del R. P. Matteo Crawley-Boevey, zelante Cooperatore Salesiano, il quale cosí scriveva nel giugno 1914:
« In sei anni di lavoro, quasi due milioni di « famiglie hanno riconosciuto, con una consacrazione ufficiale, la sovranità del S. Cuore.
» Quest'opera è stata due volte approvata a Roma. L'episcopato del Cile, con una lettera collettiva vi diede pure la sua solenne « approvazione, seguita da quella di 1o6 Arcivescovi e Vescovi di diverse nazioni. I frutti di conversione ottenuti in seguito a questa consacrazione sono numerosissimi e straordinari.
« Nelle missioni, di campagna, si procura « per mezzo del Parroco di consacrare ad una « ad una tutte le famiglie della Parrocchia al « S. Cuore ed a ogni istante si vedono degli ammirevoli ritorni alla fede. In tre settimane « due zelanti sacerdoti consacrarono circa « duemila famiglie al S. Cuore. I risultati furono « ben ottanta conversioni di cristiani che ave« vano perduta la fede e che da venti, quaranta « e fino sessant'anni, non si accostavano piú ai « SS. Sacramenti. N. S. mantenne pienamente « la Sua promessa (1) ».
(1) Lettera del P. Matteo Crawley-Boevey SS. CC. alla Presidente Generale dell'Unione fra le Donne Cattoliche d'Italia, data da Valparaiso - Giugno 1914.
Nel maggio u. s. il rev.mo P. Matteo CrawleyBoevey fu a Torino, nostro ospite carissimo, e tenne una conferenza nella Cappella del Collegio S. Giuseppe per iniziativa del Comitato Torinese dell'Unione Donne Cattoliche. L'illustre oratore e apostolo della divozione al S. Cuore di Gesú commosse i presenti con la narrazione della sua portentosa guarigione da una malattia dichiarata inguaribile, che l'aveva colpito a Paray-Le-Monial, con la qual grazia egli deve al Sacro Cuore di Gesú la seconda grazia della conversione dei suoi genitori dal protestantesimo anglicano.
Narrò quindi come undici anni fa, dopo la sua guarigione, si fosse recato a Roma, sol per chiedere al Santo Padre il permesso di fare la propaganda della divozione al Sacro Cuore di Gesú ; e che Papa Pio X, di santa memoria, gli dava il conforto non solo di annuire, ma d'affermargli il dovere di questo nobile apostolato, al quale egli si è dedicato con fervore inestinguibile, percorrendo in questo decennio le principali contrade dell'America e dell'Europa, convinto di compiere null'altro che l'effettuazione di una domanda fatta dal Salvatore stesso alla Beata Margherita Maria Alacoque.
Spiegò quindi come la consacrazione della famiglia al Sacro Cuore di Gesú non debba farsi tanto in chiesa, quanto nella casa stessa, dove la famiglia vive, soffre e lotta, collocando ufficialmente l'immagine di Gesú in posto nobile, in modo ch'Ei risieda come sovrano nella casa : ed intorno a questa effige si raduni la, famiglia nelle solennità religiose e nei momenti critici ad implorare il Salvatore come amico, come padre, come fratello.
Rilevò come oggi malignamente si tenti da molti di bandire Gesú dalla Società e come occorra farlo regnare socialmente. Si cerca di detronizzarlo, pervertendo la famiglia : e noi dobbiamo ricondurlo sul trono, principiando dalla famiglia.
Rievocò i molteplici miracoli e le conversioni avvenute pel Sacro Cuore di Gesú; mise in rilievo i progressi raggiunti da questa divozione e terminò con un fervido appello a vieppiú diffonderla e praticarla.
In Italia esiste per ogni piú ampia informazione un
Segretariato Generale dell'Opera della Consacrazione delle Famiglie al S. Cuore in Via della Scrofa 7o, Roma; e n'è Direttore Generale il rev.mo P. Anzuini S. J. Università Gregoriana, Via del Seminario 12o, Roma.
Come si fa praticamente questa consacrazione?
1° - Si sceglie un immagine o una statua del' S. Cuore, e le si destina e prepara un posto d'onore nella sala o nella camera ove si raduna abitualmente la famiglia.
2° - Si stabilisce un giorno, preferibilmente festivo, o caro per la famiglia, in cui tutti i membri della medesima, possibilmente, faranno la Santa Comunione; si procura di avere un Sacerdote che benedica, colla formola di rito, l'immagine ornata di fiori e lumi; dopo di che egli, od in sua assenza, il capo di casa, od altra persona delegata all'uopo, in presenza di tutta la famiglia riunita, legge ad altra voce una formola di consacrazione.
Il Sacerdote può dire una parola di circostanza; e si può chiudere la divota funzioncina con qualche preghiera o lode al S. Cuore.
Quelle famiglie che desiderano stringersi con piú forti e soavi vincoli d'amore e di fedeltà al S. Cuore, per consolarlo della freddezza e delle ingratitudini degli uomini, e assicurarsi una maggior abbondanza di grazie speciali, firmano un documento o attestato della loro consacrazione, in cui con un patto d'amore s'impegnano ad una esatta osservanza della Legge di Dio e della Chiesa, e a rifuggire da tutto ciò che ad esse si oppone.
Sarà poi cosa ottima rinnovare ogni anno questa Consacrazione nella festa del S. Cuore, che deve diventare una festa di famiglia.
Due cose si raccomandano alle famiglie consacrate al S. Cuore:
1° - La frequenza ai SS. Sacramenti, specialmente nel 1° venerdí d'ogni mese.
2° - Lo zelo per la diffusione di questa Consacrazione in altre famiglie di parenti e conoscenti.
Si diffonda pertanto, e con grande impegno, questa solenne consacrazione delle singole famiglie, anche dai nostri Cooperatori, colla certezza che non possono far cosa piú gradita al S. Cuore di Gesù.
Il Sommo Pontefice Benedetto XV la raccomanda caldamente, sperando ottenerne grandi benedizioni sulle famiglie, e un rinnovamento di fede e di vita cristiana in tutta la nostra Italia e nel mondo intero.
I Sommi Pontefici Pio X, di venerata memoria, e Benedetto XV (con Breve del 24 aprile 1915 diretto al Fondatore dell'Opera della Consacrazione delle famiglie al Sacro Cuor di Gesú) hanno concesso le seguenti indulgenze:
1° Indulgenza di 7 anni e 7 quarantene a tutti i membri della famiglia che, almeno contriti di cuore, assisteranno piamente alla cerimonia della solenne consacrazione al S. Cuore di Gesú della propria famiglia;
2° Indulgenza plenaria agli stessi, se, confessati e comunicati in quel giorno, visitano una chiesa o un Oratorio pubblico e vi recitano alcune preghiere secondo l'intenzione del Sommo Pontefice.
3° Indulgenza di 300 giorni agli stessi se, nel giorno anniversario della consacrazione, essi la rinnovano davanti l'immagine del S. Cuore.
L'atto di consacrazione.
Il Segretariato Generale di Roma propone il seguente
Signore Gesú, dègnati visitare, insieme alla tua Vergine Madre, questa casa: colma i suoi avventurati abitanti delle grazie promesse a quelle famiglie che consacrate particolarmente al culto del tuo Cuore amantissimo, ne collocano al posto d'onore la sacra Imagine e ti proclamano. lor Sovrano d'amore.
Tu stesso, o Salvatore del mondo, rivelandoti alla tua serva Margherita Maria, la richiedesti di spandere sulla terra un u omaggio di aurore solenne ed universale al tuo Cuore Divino, il quale, pur avendo tanto amato gli uomini, è da questi così mal corrisposto ».
In riparazione dell'abbandono e dell'apostasia pervadente in tante povere anime, questa famiglia, assecondando la tua dolce chiamata, ti proclama, o Cuore Divino, suo assoluto Sovrano, e ti consacra in modo irrevocabile le sue ore di gioia, le sue ore di pena, le sue fatiche, i suoi riposi, il presente e l'avvenire; pregandoti di voler prendere da oggi assoluto dominio su tutto quel che appartiene a questa famiglia, e in modo speciale su coloro che la compongono.
Benedici adunque, o dolcissimo Gesú, coloro che tu vedi qui presenti, e, con loro, gli assenti, i lontani, i defunti, e dègnati stabilire in questa casa, te ne supplichiamo, per amore della Immacolata tua Madre, l'impero della tua carità. Rinvigorisci in tutti i suoi membri lo spirito di fede, di purezza, di santità; vincola a Te queste anime, staccandole sempre più dal inondo e dalle sue transitorie follie, apri loro, o Signore, la ferita del tuo dolcissimo Cuore, e, come in un'arca di salvezza, custodisci in essa ciascuno di questi fedeli, i quali dopo averti appartenuto in terra, saranno nei secoli eterni tua dolce eredità. Così sia.
La famiglia recita quindi col Sacerdote il Credo, e un Pater. Ave, Gloria, e una Salve Regina ; e in fine il Sacerdote imparte a tutti la sua benedizione.
II.
OPERA DI ASSISTENZA dei mutilati in guerra.
Ai benemeriti Cooperatori - che hanno per programma l'esercizio della carità - e che secondo lo spirito di Don Bosco debbono favorire ogni opera buona, raccomandiamo la lettura e la diffusione di queste pagine, tolte da una, conferenza, tenuta in molte città, dal ch.mo Sig. Commendatore, Dott. Prof. Ferdinando Battistini, di Torino.
Desti la parola dell'esimio professore, che si gloria di appartenere allo stuolo dei Cooperatori Salesiani, quell'adesione che egli invoca per un'opera altamente civile e morale, ed eminentemente cristiana.
« Di fronte al cataclisma immane, che scalza ogni legge morale e sociale e sembra travolgere in un crollo ogni alto ideale che formava dapprima movente e mèta di progresso, la mente a tratti si perde smarrita. Ci si domanda se la civiltà nostra, dopo aver culminato ad altezze superbe, sia destinata a sfasciarsi al pari di civiltà antiche, e se come avviene nelle convulsioni geologiche che trasformano in deserto plaghe prima fiorenti - sia da paventare il ritorno alla barbarie di età passate, la cui visione ci appare viva pure nella lontananza del tempo, traverso le testimonianze della storia.
» Per buona ventura, quantunque l'orizzonte si presenti tuttora chiuso e tenebroso, si può guardare con serena fidanza all'avvenire, sicuri che la bufera terribile non varrà a distruggere quanto venne faticosamente conquistato nel campo del progresso civile e sociale.
» Infatti la società moderna, di fronte al cozzo tremendo, ha dimostrato di possedere una somma di sane energie che sono germe fecondo di rinnovamento morale e sicura garanzia di vitalità.
» Alla forza cieca, brutale e distruggitrice della guerra, che passa fra le rovine e le stragi, si contrappone una forza di sublime elevazione morale.
» Prima di tutto la guerra esalta lo spirito di sacrifizio.
» Chi può misurare la grandiosità immensa del sacrificio compiuto in questi mesi? Esso è incominciato nelle case col primo distacco, colla prima generosa offerta di tutto quanto vi ha di più caro, coll'abbandono degli affetti, delle abitudini più dolci, di quanto forma l'agiatezza, la lusinga, il conforto della vita. Si continua andando incontro a fatiche, difficoltà, disagi di ogni specie. Si compie, si eleva affrontando le insidie, ì pericoli. Si sublima ad eroismo, a martirio, coll'offerta del corpo e della vita. E lo stesso sacrificio accompagna e segue i combattenti lontani nelle case dove si trepida, dove l'ansia tortura e dove si aspetta
E allo spettacolo della morte che passa imperiosa e stronca tante giovani vite, l'angoscioso problema dell'oltre tomba, che lascia indifferenti nel turbine della vita ordinaria, s'impone con tutta la sua forza ed agita le coscienze. Così l'uomo, purificato traverso le virtù del sacrificio e del dovere, spoglio di ogni egoismo, cerca, sente, prega Dio
» Altro effetto morale della guerra, assai confortante, è l'esaltamento dello spirito di fratellanza.
» La guerra è un pericolo, una minaccia terribile. Confonde d'un tratto e livella tutte le classi sociali, travolge tutti in un impeto di entusiasmo e di fede, tutti accomuna in un ideale nella stessa trepidazione, nelle stesse ansie, negli stessi dolori. Così lo spirito di pietà si associa e cresce vigoroso accanto allo spirito di sacrificio. E la comunanza delle pene avvicina i cuori e induce a maggior compassione verso chi soffre. Il dolore è una grande scuola di pietà e di amore. Soltanto chi non l'ha mai conosciuto non è disposto a vederlo e compatirlo negli altri...
» Così noi vediamo il rapido sorgere e il fiorire rigoglioso di tutte le forme di assistenza civile rivolte a chi è lontano di fronte al nemico, e a chi nella casa, rimasta deserta, sente tutto il peso della tristezza e dell'abbandono (dag. 3-5) »
L' Opera di assistenza dei mutilati in guerra.
« Fra le manifestazioni più moderne di fratellanza e più degne di richiamare l'attenzione, perchè destinata a continuare oltre la guerra, è l'opera di assistenza dei mutilati.
» Presso di noi, iniziata or fa un anno in Torino sotto gli auspici dello'pera pia di San Paolo; per benemerito impulso del Commendatore Geisser e del Conte Salvadori, si è rapidamente concretata in una Commissione esecutiva sotto la presidenza alacre del Sen. Foà, e ha incontrato ovunque larghissime simpatie e valido appoggio finanziario in enti pubblici e in privati di ogni ceto (Pag. 5) ».
E il chiarissimo Professore, con grande lucidità e con parole improntate a vera carità cristiana, prende a svolgere l' importantissimo tema. Gioverà anche ai lettori conoscerne le linee generali e Bisogna cercare di dare al mutilato, accanto ad una piccola rendita che segni il compenso della sua inferiorità fisica, un capitale di cognizioni che gli permetta di mettere nuovamente in valore la sua persona e lo renda capace di lavoro (pag. 9)». « L'istruzione o la rieducazione professionale dei mutilati di guerra è praticamente possibile applicando quanto l'esperienza ha già dimostrato attuabile per gli storpi e per le vittime del lavoro (pag. 1o) ».
« Ormai, per quanto con metodi diversi in tutti i paesi, le opere di assistenza per i mutilati di guerra fanno convergere tutti gli sforzi nell'intento di rimettere il mutilato, per quanto è possibile, in grado di riprendere la vita normale di lavoro e trasformarlo in forza operosa che riprenda la sua funzione nel complesso ingranaggio della vita sociale (Pag. 11) ».
« Voi mi direte: lo scopo è senza dubbio bellissimo; ma, come raggiungerlo? Com'è possibile trasformare una persona che ha perduto un braccio, una gamba o, peggio, due arti, in un essere ancora capace di produrre lavoro e di guadagnare? Lascio di proposito in disparte la questione dei ciechi, che trova più facile soluzione, poichè per essi si possono utilizzare gli Istituti già fiorenti nel nostro paese.
» Allo scopo si riesce essenzialmente con due mezzi:
« 1° Cercando di sostituire fin dove è possibile gli arti perduti con arti artificiali;
» 2° Educando il mutilato a correggere, a superare con adatto esercizio l'inferiorità dei suoi mezzi fisici, educandolo a compensare questa inferiorità con un aumento di energia morale, di valore e di abilità professionale, di coltura intellettuale (pag. 12) ».
« Ciò che si deve essenzialmente aver di mira è trasformare il mutilato in un individuo capace di lavoro. Per raggiungere questo scopo l'apparecchio ortopedico è semplicemente un mezzo e d'importanza relativamente secondaria. Quello che occorre soprattutto è l'educazione della volontà. A migliorare l'avvenire dei mutilati molto ha concorso il perfezionamento negli apparecchi, ma anche e assai più il perfezionamento nell'individuo, nell'educazione del suo carattere e nella sua forza di volontà (pag. 17) ».
« Si tratta in fondo non solo d'istruire, ma essenzialmente di educare e di promuovere per mezzo del lavoro l'elevazione morale del mutilato (pag. ;6) ».
Perciò l'egregio Conferenziere conchiude: - Sosteniamo tutti quest'opera.
Sosteniamo quest'opera.
« L'appoggio morale possiamo darlo tutti cercando di favorire in ogni modo impiego e lavoro ai mutilati volonterosi.
» Tutti indistantamente possiamo e dobbiamo far molto per questi infelici imparando a stimarli e inculcando nei nostri figli un senso di profonda ammirazione, di grande rispetto e di amore per questi eroi che, dopo aver combattuto sul campo della gloria, avranno voluto e saputo combattere contro sè stessi, contro gli ostacoli creati dalla loro invalidità, e avranno voluto e saputo imparare in condizioni particolarmente difficili.
» Sì, specialmente ai nostri figli dovremo inculcare questi sentimenti, perchè per essi sarà più grande il dovere della riconoscenza. Molto a proposito e con fine senso educativo, il Municipio di Torino ha ordinato che gli allievi delle scuole elementari diano riverenti il saluto ai gloriosi mutilati di guerra che incontrino per via.
» In verità per chi, se non per i figli, se non per queste testoline brune e bionde di cui ognuno ha portato scolpita nel cuore la cara visione anche nel momento della più dura lotta, hanno combattuto i nostri cari soldati?
» Quando si potranno leggere quei mirabili documenti umani che sono le lettere dalla fronte, quelle lettere dai grossi caratteri, scorrette nella forma e che pure rivelano non di rado, con un lirismo che può far invidia a molti letterati di professione, la nobiltà dell'animo, le più sublimi virtù e la più pura poesia del nostro popolo, si vedrà che un pensiero solo domina e sostiene i combattenti: soffrire, affrontare ogni sacrificio, perchè ai figli siano risparmiate così terribili prove... Quindi per i figli maggiore e più grave il sacrosanto dovere di riconoscenza verso i mutilati di guerra (pag. 36-37) »
« ...L'opera, intenta a sollevare dalla sua sventura l'invalido di guerra, è molto complessa.
» Incomincia colle prime medicazioni sul campo di battaglia, continua colle cure negli ospedali, si perfeziona negli istituti specializzati che tendono a riparare i guasti delle ferite e a ridonare, per quanto è possibile, la funzione, si completa nei convalescenzari
» Fin qui è opera dello Stato, ormai quasi completamente organizzata.
» Per riuscire in quest'opera gigantesca e degna del progresso dell'epoca nostra, opera che in tempi di pace dovrà continuare rivolta alle vittime del lavoro, occorrono tre elementi essenziali: progressi della scienza, denaro, aiuto morale.
» Sui primi si può fare sicura fidanza. I risultati parlano coll'eloquenza dei fatti. Il denaro, se non si affievolisce lo slancio generoso dei primi mesi, non mancherà. Il più difficile a ottenersi è l'appoggio morale, specialmente dalle masse. A provocarlo tutti possiamo e dobbiamo portare il nostro contributo con larghezza, nel limite del possibile, e tutti avremo concorso a un'opera altamente civile e morale.
» Soltanto in questo modo ognuno di noi, incontrando qualche mutilato di guerra, potrà affrontarne lo sguardo e acquietarsi di avere, sia pure lontanamente, assolto al debito di riconoscenza... (pag. 38) ».
*
NB. - 1) Chi ne faccia richiesta con cartolina postale a risposta pagata, indirizzata 32, via Monte di Pietà, Torino, riceverà gratis un esemplare di questa conferenza.
A scopo di propaganda, la stessa verrà ceduta, per diecine o centinaia, al prezzo di L. 0,30 ogni esemplare.
2) Il Comitato Piemontese per l'assistenza ai lavoratori mutilati in guerra ha istituito un Ufficio di collocamento per tutti i militari (ufficiali, graduati, soldati), mutilati o storpi. che cercano occupazione. A detto Ufficio di collocamento che si trova in Torino, via Rosmini, n. 6 (presso la casa di rieducazione professionale dei mutilati) possono rivolgersi tutte le persone interessate.
PER UN CONTRIBUTO ALLA "VITA DI DON RUA"
I sigg.ri Cooperatori e le sigg.re Cooperatrici che hanno personalmente conosciuto il veneralo DON RUA, di sempre cara memoria, e che di Lui serbano vivo il ricordo per qualche fatto o dello altamente edificante che gioverebbe, a illustrare la mirabile sua figura di „Sacerdote" e „Successore del Ven. Don Bosco", sono caldamente pregati - qualora non avessero risposto agli inviti nostri anteriori - a notificare quanto credono di esporre, e con cortese sollecitudine, al Rev.mo Sig. D. Paolo Albera, Superiore dei Salesiani, Via Cottolengo, n. 32 - Torino.
Come detta il cuore, diamo il promesso ragguaglio della dimostrazione di affettuosa esultanza tributata ad uno dei nostri amati Superiori, perchè i confratelli lontani l'attendono con vivo desiderio, e perchè è giusto, anzi doveroso, che ne resti un'eco gioconda in queste pagine.
Il prof. Don Francesco Cerruti, Direttore generale degli Studi e delle Scuole della Pia Società Salesiana, nell'anno scorso celebrava un triplice giubileo: il giubileo della sua professione religiosa, il giubileo della sua laurea in belle lettere, il giubileo della sua ordinazione sacerdotale.
IL NOSTRO OMAGGIO.
L'anno cinquantesimo di sacerdozio si compiva il 23 dicembre u. s., e fu questa la data che vollero commemorare, privatamente sì ma affettuosissimamente, i Superiori e gli alunni dell'Oratorio Salesiano, del Seminario delle Missioni Estere e della Scuola Normale Pareggiata „Valsalice", del Collegio Pareggiato S. Giovanni Evangelista e delle Scuole Professionali Don Bosco al Martinetto in Torino.
La gioconda dimostrazione ebbe luogo la sera del 23 dicembre: e benchè, come abbiam detto, siasi svolta in forma intimamente famigliare, tuttavia se ne occupò anche la stampa.
Riferiamo dal Momento:
« Le feste salesiane hanno sempre un aspetto di solennità grandiosa che attrae anche chi non ha troppa famigliarità con quel mondo di belle cose e di persone buone che il genio e la santità di Don Bosco han dato all'umanità. Ma se tanto fascino esercitano le solennità salesiane, celebrate dinnanzi a schiere di autorità ed a folla di spettatori, non meno belle nella loro spontaneità sono le riunioni intime di famiglia, quando nella oramai storica Casa Madre di Valdocco, intorno ad un venerato Superiore, come nidiata garrula di figliuoli intorno al patriarca, s'aggruppano giovani e anziani, allievi e maestri, artigianelli e studenti, per festeggia re giulivi una data che segna un periodo felice nella storia dell'uomo e contemporaneamente nella storia della grande istituzione di Don Bosco.
» E così fu ieri nel teatro salesiano di Valdocco, ove, in platea, come nelle tre ampie gallerie, la folla degli allievi, degli artigianelli, dei chierici, dei sacerdoti, affratellati tutti in una mirabile confusione di affetto, inneggiava con canti, suoni, applausi ed ovazioni ad uno dei primi allievi, coadiutori e prosecutori dell'Opera del Venerabile Don Bosco, al prof. Don Francesco Cerruti, che ieri appunto con l'intima soddisfazione di un'anima che ha la visione chiara e serena del bene compiuto colla grazia di Dio, celebrava il suo cinquantesimo anno di sacerdozio.
» Sul vasto, elegante palco, lo circondavano sorridenti di cordiale letizia, condividendo con luì la gioia d'un'ora soave di care rimembranze, tutti i Superiori della Casa Salesiana, con a capo il venerando Rettor Maggiore Don Albera. Il consigliere comunale professor cav. Piero Gribaudi rappresentava gli ex-allievi; ed il benemerito cav. Melle, che per tanti anni fu Sindaco egregio di Saluggia, rappresentava la terra natia del festeggiato.
» La Banda musicale interna e la Schola Cantorum, sotto la direzione del maestro cav. Giuseppe Dogliani, eseguirono con mirabile accordo lo splendido inno « O di Don Bosco figlio », composto dallo stesso maestro.
» Il sac. dottor Bartolomeo Fascie, Ispettore delle Case Salesiane della Liguria, parlò quindi di Don Cerruti con quell'eloquenza spontanea e vivace, che sgorga da un cuore ispirato da sentimenti di ammirazione profonda e di venerabondo affetto.
» E a Don Cerruti inneggiarono con forbite prose e con armonici versi uno studente, un artigianello, un seminarista delle Missioni estere di Valsalice, un allievo di teologia di Foglizzo, un altro delle Scuole Pareggiate del Collegio San Giovanni, un alunno delle Scuole Professionali del Martinetto; ed infine, Don Cerruti, avanzandosi tra le ovazioni, parlò di sè, de' suoi sentimenti di oggi, de' suoi ricordi del passsato, delle figure care che solcarono il cielo, de' suoi anni giovanili, come angeli custodi de' suoi passi nella vita; e le sue parole, calme, serene e modeste, furono un inno di riconoscenza a Dio, alla ottima mamma che lo guidò bambino, a Don Bosco che gli fu padre spirituale, a mons. Calabiana che lo consacrò sacerdote, e ad una falange di maestri e di compagni, ora scomparsi dalla faccia della terra, ma vivi sempre nella sua memoria.
» L'opera di Don Cerruti - conchiudeva l'ottimo quotidiano di Torino, il Momento - nascosta sotto il velo della modestia, fu grandiosa per la vastità del campo in cui si svolse e pei frutti che ne ridondarono all'Italia e alla Fede. Basti ricordare che egli fu colui che diede il tono a tutta la parte didattica della multiforme opera di Don Bosco; organizzò numerosi collegi salesiani in Italia e all'estero; all'estero propugnò sempre l'incremento e lo studio della lingua italiana. Come direttore generale degli studi fu sempre a contatto con tutte le Autorità governative e seppe sempre difendere la libertà della scuola... »
Le cerimonie religiose.
Degna corona dell'affettuosa dimostrazione fu lo splendore col quale sì svolsero nella Basilica di Maria SS, Ausiliatrice le funzioni religiose.
Di quella medesima sera il venerando don Cerruti impartì solennemente la benedizione eucaristica, e all'indomani cantò messa. Il Santuario era affollato. Col popolo devoto erano accorsi anche illustri amici ed ammiratori del venerato figlio di Don Bosco. Il nostro Rettor Maggiore Don Albera lo assistè in piviale; ed erano ai fianchi di lui, come sacri ministri, il rev. don Nicolao Cibrario, parroco al Torrione di Bordighera, e il rev. prof. don Paolo Ubaldi, Libero docente nella R. Università di Torino. I nostri alunni, che già si erano accostati alla S. Comunione pregando ogni più eletta benedizione pel venerato superiore, assisterono alla cara cerimonia con visibile compiacenza e raccoglimento.
Le adesioni.
All'esultanza nostra si associarono, con lettere e telegrammi, quasi tutti i Collegi salesiani. Ricordiamo le adesioni, affettuosissime, delle Case di Borgo S. Martino, di Alassio, e di Roma.
Borgo S. Martino sentì il bisogno di prender parte speciale al doveroso tributo, e a ragione. D. Cerutti, per sette anni, fu professore e direttore degli studi nel Collegio S. Carlo che da Mirabello, nell'autunno del 1870, fu appunto trasferito a Borgo S. Martino, donde egli partiva per recarsi a fondare il Collegio Municipale di Alassio. 9, a Borgo S. Martino egli volle cominciare le feste cinquantenarie di sacerdozio, recandosi appositamente colà per la solennità dell'Immacolata, accoltovi con la più viva riconoscenza da quell'ottimo direttore prof. Don Giovanni Battista Rinaldi e dagli altri confratelli e da tutti gli alunni.
Da Roma l'Ispettore D. Arturo Conelli inviava il seguente fonogramma:
« A i motivi generali, che oggi avvicinano maggiormente i cuori di tutti i Salesiani al Cuore del più anziano Superiore Capitolare l'Ispettoria Romana aggiunge quelli particolari di sentirsi da lui Particolarmente sorretta ed aiutata in ogni occasione - sapientemente guidata ed assistita nel pareggiamento della propria scuola normale maschile - più frequentemente confortata di sua presenza, per consiglio ed affetto, nella sede di Roma. E, quindi con sentimenti di speciale gratitudine e gioia che l'Ispettoria Romana accorre plaudente alla celebrazione del triplice giubileo di Lei, facendo voti e innalzando fervidissime preghiere per la sua preziosa conservazione e fiorente longevità. -- Ispettore Don Concili ».
Il Collegio e la città di Alassio, non contenti di aver già festeggiato - come a suo tempo riferimmo -- il triplice giubileo di don Cerruti, nuovamente prendevano parte vivissima alla sua letizia. La testimonianza più solenne gli venne dalla città, come diremo.
L'OMAGGIO DI SALUGGIA.
Saluggia, la patria del prof. D. Francesco Cerruti, quando seppe che la notte del S. Natale egli si sarebbe recato a cantar la S. Messa nella sua chiesa prepositurale, come aveva fatto cinquant'anni fa, si commosse intimamente, e gli diede tale attestato di stima e di affetto, che non sarà così presto dimenticato.
Ci scrivono:
I festeggiamenti religiosi.
Lo zelante Prevosto Don Antonio Carando aveva sapientemente disposto un triduo di predicazione e tutta la popolazione accorse ad ascoltare il prof.
Don Alberto Caviglia, che ci volle preparare alla Comunione generale con cui avremmo attestato la nostra stima e la nostra esultanza al venerando concittadino, che aveva ottenuto dalla bontà del Pontefice Benedetto XV la facoltà che i suoi conterranei potessero fare la santa Comunione nella notte del Santo Natale.
E difatti, alla mezzanotte, una folla enorme gremiva il tempio prepositurale e stipava completamente il coro di uomini, mentre il presbitero e le due sagrestie erano talmente occupate dai giovani dell'Oratorio, che i sacri ministri a stento potevano passare.
La messa fu cantata dal numeroso coro maschile che solennizza le funzioni parrocchiali, e, alla Comunione, tre Sacerdoti Salesiani contemporaneamente distribuirono per più di mezz'ora il Pane Eucaristico, in coro, in presbitero e alla balaustra. Non è andato lontano dal vero chi ha affermato che si ebbero, fra la notte ed il mattino del S. Natale, duemila comunioni! Fu una splendida missione.
Don Cerruti proseguì la celebrazione delle altre due messe, sempre attorniato da fitto popolo.
A mezzogiorno, con delicato pensiero, il signor Prevosto volle presso di sè il rev. Don Cerruti e pochi intimi, fra i quali Mons. Giovarmi Borgomanero, mandato espressamente da Mons. Giuseppe Gamba, Vescovo di Novara e Amministratore dell'Archidiocesi di Vercelli, per dire la parte che Sua Eccellenza prendeva ai festeggiamenti giubilari.
Non vi furono brindisi, perchè non si trattava di un banchetto, ma il Prevosto diede sfogo alla piena di affetti che gli riempivano l'animo con brevi parole e Non faccio un discorso - disse - intendo solo di compiere un sacrosanto dovere che m'incombe, quello di porgere all'illustre festeggiato i più sentiti ringraziamenti del cuore, in nome mio e dei suoi concittadini, per l'alto onore che con gentile e delicato pensiero Egli volle farci quest'anno, degnandosi di recarsi, come in famiglia, a passare santamente e lietamente il Natale coi suoi e nel contempo chiamarci partecipi della gioia e delle delizie spirituali del suo triplice giubileo. Quanto sia stata da noi apprezzata questa sua delicatezza e preferenza lo dimostrò il concorso veramente straordinario alla Messa ed alla Comunione della notte testè scorsa, e ciò non ostante il contingente considerevole di quanti trovansi sotto le armi. L'auspicata vostra ricorrenza giubilare, o illustre Professore, segnerà certamente un avvenimento glorioso nella vita religiosa del nostro paese, che registrerà nella sua storia a caratteri d'oro ed indelebili, il maggior impulso ed incremento di fede e di ardore che esso vi lascierà impresso, auspice la Benedizione Papale che voi in oggi ci impartirete. Esso fu per noi come una missione speciale in momenti tristi, difficili, dolorosi. E parmi ci arridano compiacenti e benedicenti dal Cielo la bontà angelica di vostra mamma Antonia, la cui semplicità aurea e profondamente religiosa esercitò tanto fascino ed influsso benefico nella vostra formazione morale, nonchè la figura austera, radiosa, combattiva del mio venerato predecessore Don FQritana, il quale, profondo conoscitore dei tempi e degli uomini, nella sua penetrazione intuitiva... hunc elegit Dominus... v'iniziò alla carriera degli studi e del sacerdozio, affidandovi al grande e meraviglioso apostolo di quei tempi, Don Bosco, il quale fu più volte ospite benevolo di questa casa, che conserva con venerazione due suoi scritti.
» Che Voi abbiate degnamente corrisposto alle sollecitudini di mamma Antonia, all'aspettativa del Prevosto Fontana, al lavorio di Don Bosco, lo dimostra la vostra brillante carriera, la vostra posizione sociale, i vostri scritti apprezzati in tutta Italia, l'odierna solennità commemorativa, il plebiscito , il trasporto , il giubilo dei vostri parenti, amici, ammiratori, beneficati, di tutti i compaesani. Oh! che Dio ne sia benedetto! e concedendoci tempi migliori, continui ad elargirci uomini tempre e glorie di questa fatta, che possano efficacemente cooperare ai nobili ed elevati destini di Saluggia! »
Monsignor Borgomanero espresse la gioia di ritrovarsi con Don Cerruti dopo tanti anni che l'aveva conosciuto a Costantinopoli, in una visita di lui alle Case Salesiane d'Oriente; gli presentò l'omaggio di Sua Ecc. Mons. Gamba e della Federazione Giovanile Cattolica di Vercelli, e protestò la sua ammirazione per l'intera Società Salesiana.
Don Cerruti, a sua volta, ringraziò con l'animo commosso, specialmente per il ricordo della sua santa madre e assicurò che nella sua Messa Giubilare egli aveva ricordato a Dio le persone tanto care dei suoi Saluggesi, specialmente il munifico nostro Prevosto.
Dopo il canto dei vespri solenni, ufficiati da Mons. Borgomanero, il rev. Don Cerruti parlò dal presbitero all'immensa folla che aspettava da lui la Benedizione Papale. Sciolse un ringraziamento filiale al cuore magnanimo di Papa XV, che gli concesse l'ambita facoltà di benedire in suo nome il popolo di Saluggia, illustrò gli effetti della Benedizione Apostolica, indi, con voce commossa, benedisse il popolo.
I festeggiamenti civili.
Verso sera tutta la popolazione si riversò nel magnifico teatrino dell'Oratorio Parrocchiale affidato ai Salesiani, ove si successero, nel salutare il venerando Don Cerruti, il direttore sac. prof. Pietro Piccablotto e il dott. D. Alberto Caviglia, che, lette le numerose adesioni, rievocò lo spettacolo dell'imponente funzione della mezzanotte e l'augurio e la raccomandazione già fatta nel triduo, elle a goder vera, durevole pace, bisogna ascoltare la voce di Gesù: Via, Veritas et Vita.
Applauditissimo prese quindi la parola Mons. Borgomanero, quale rappresentante di Monsignor Gamba e dei Saluggesi che, a suo mezzo, offersero al loro concittadino il loro obolo per la Messa d'oro, con preghiera di destinarlo parte all'erigenda chiesetta votiva dei Becchi a Castelnuovo, parte all'Istituto degli orfani di guerra, aperto dai Salesiani a Pinerolo.
La presentazione del cospicuo obolo della Messa d'oro e di una magnifica pergamena, miniata dal prof. D. Caviglia, nella quale si leggevano due preziosissime epigrafi dettate dal Can. Romano Pastè, e i nomi degli offerenti, diè luogo ad un'indicibile esplosione di entusiasmo. Il nostro signor Prevosto deve avere provato nobilissima soddisfazione, essendo egli stato il promotore di tutte le onoranze.
Seguì un trattenimento cinematografico-letterario, cui prestarono gentilmente il loro concorso per la parte artistica il Teol. Musso dell' Unitas di Torino, e per la parte letteraria i soci del Circolo Giovanile e i giovani dell'Oratorio
Un'altra dimostrazione solenne si ebbe all'indomani, nell'Aula Municipale, per disposizione dell'Assessore Anziano, presente il Consiglio al completo, il Cav. Geom. Cambursano, il Cav. Leone, il Cav. Vallino, Segretario capo del Comune, i maestri Della Mula e Tione, le maestre delle scuole elementari, i rappresentanti della vicina frazione di Sant'Antonino, il sig. Momo, il sig. Longhino, il sig. Boggio, il sig. Vallino, una schiera di ragazzi e ragazze delle scuole elementari, e le rappresentanze del Circolo Giovanile, della Società Operaia, della Società di Mutuo Soccorso, della Società dei Veterani, tutte con bandiera e in posti riservati, i parenti del festeggiato - che nella solenne circostanza gli fecero dono di un magnifico stolone - e alcune distinte famiglie.
Come giunse il sig. Don Cerruti, accompagnato dal Cav. Francesco Melle, scoppiò. un lungo applauso, indi prese la parola l'Assessore Anziano, in nome del Sindaco assente. E lieto di attestare l'affetto che la patria Saluggia ha sempre conservato pel figlio lontano, di cui esalta i meriti e cui prega gradire l'omaggio che ufficialmente gli si vuol tributare. « La bella e ridente cittadina di Alassio, esclama, vi ha proclamato, o prof. Don Cerruti, suo cittadino onorario! Noi ne godiamo ma, vogliamo che sempre voi siate il nostro cittadino vero e ossequiato». E dà lettura di una nobilissima lettera in cui il Prevosto, assente con suo dispiacere per ragioni di salute, inviava il suo coadiutore Don Tappari a rappresentarlo. « Plaudo ex corde - scriveva i i Prevosto - alle onoranze civili che oggi questo onorevole Municipio, per iniziativa gentile della S. V., giustamente tributa al degnissimo Saluggese Prof. Don Francesco Cerruti in occasione del suo triplice giubileo, a questo illustre e glorioso rampollo della nostra terra, invidiatoci quasi dalla ridente città di Alassio, il cui Municipio riconoscente volle testè conferirgli ad unanimità la Cittadinanza onoraria. »
Il cav. Notaio Giovanni Vallino, segretario-capo del Comune, annunzia e legge una bellissima lettera dell'Ora. Sen. Avv. Giovanni Faldella, in cui il venerando ed acuto scrittore alterna il dolce e sano e sincero misticismo della sua anima col sempre vivo e sempre elevato concetto di patria. « Voi... celebrando la poetica messa di Natale all'altare, che Vi vide chierichetto virente ed estatico, Voi al suono e al canto della pastorale, che nello stellante silenzio notturno si eleva a Gesù Bambino, Voi, al ricordo dei vostri umili genitori, Voi, dinnanzi alla scala spirituale della vostra ascensione nelle lettere e nel sacerdozio, quale larghezzaa e quale pienezza varia di visioni, ricettere e nell'anima vostra. Tutta Saluggia presente Vi ammira con pio orgoglio!.... »
Il rev. Don Tappari illustra le benemerenze di parecchi sacerdoti saluggesi e conchiude che i meriti di Don Cerruti sorpassano quelli degli altri ecclesiastici, perchè il bene operato in cinquanta asini d'insegnamento e di sacerdozio non fu limitato ad una parrocchia, o un paese, ma esteso al mondo intero.
Il signor Tione, maestro anziano, parla a nome dei colleghi d'insegnamento.
Il prof. Umberto Barberis, che ai motivi personali di gratitudine aggiunge « il grato compito di parlare a nome della Società. Operaia di Mutuo Soccorso e dei Veterani », ha un caldo ringraziamento per la Pia Società Salesiana: « Li vediamo noi pare i Salesiani (esclama fra le approvazioni generali), a darci esempi di pazienza incredibile, di instancabilità prodigiosa, di zelo travolgente. I nostri figliuoli pregheranno per Voi, che adoperandovi perchè essi venissero a dirigere questo Oratorio, loro facilitaste il compimento di ogni dovere di cittadino e di cristiano. »
Il maestro Giacomo Della Mula, con frasi nobilissime, presenta i primi fogli di un egregio suo lavoro : Saluggia nella Storia, e prega Don Cerruti a gradirlo, col fervido voto che le gesta gloriose degli antenati si ripetano nelle novelle generazioni ai benefici raggi di una gloriosa pace universale.
Don Cerruti, evidentemente commosso, ringrazia tutti gli oratori delle parole da loro pronunciate, specialmente a lode dell'Opera di Don Bosco. Ringrazia la popolazione che volle prendere tanta parte ai suoi festeggiamenti giubilari e l'assicura di aver sempre avuto un fervido amore, come alla piissima madre, così alla sua terra natale. Esprime anche la sua riconoscenza al Sen. Giovanni Faldella pei sentimenti comunicati con la sua nobile lettera. Ripete l'augurio vivissimo, che già aveva espresso in chiesa prima d'impartire la Benedizione Papale, cioè che Saluggia conservi sempre il vanto di rocca del Cattolicismo, e quindi padri e madri mantengano essi e trasmettano ai loro figli intatto il prezioso tesoro della Fede. Al maestro Giacomo Della Mula che volle approfittare di quel ricevimento per presentargli l'opera da lui caldeggiata, porge parole cordialissime di grato compiacimento e termina raccomandando la concordia fra tutta la popolazione della sua diletta terra natale.
In fine venne servito un sontuoso rinfresco e la geniale imponente manifestazione si sciolse fra reiterati applausi.
L'OMAGGIO DI ALASSIO.
Ecco la nobilissima lettera del Sindaco di Alassio, annunziante al sig. D. Cerutti la deliberazione del Consiglio Comunale - approvata ad unanimità e per acclamazione - con la quale gli venne conferita la Cittadinanza onoraria di quella incantevole città, cui è intimamente legato il ricordo di Don Bosco e di alcuni dei suoi primi discepoli
COMUNE DI ALASSIO
Ho l'onore di comunicare alla S. V. Reverendissima che il Consiglio Comunale ha unanime approvato per acclamazione la seguente proposta:
« Il 25 corrente Saluggia festeggia il suo illustre figlio Prof. Sac. Francesco Cerruti, Direttore Generale degli Studi nei Collegi Salesiani.
» L'opera del Prof. D. Cerruti come educatore è nota in Italia tutta ed è altamente apprezzata come lo attestano le unanimi dimostrazioni di stima e di affetto che nel suo 5o° anno d'insegnamento ha ricevuto; e l'amicizia di eminenti personaggi, primo tra tutti S. E. Boselli.
» Come letterato preclaro, ricordiamo il suo Vocabolario della. Lingua Italiana, giunto ora alla settantesima edizione, il mirabile studio sulla vita di Vittorino da Feltre, ed altri apprezzati lavori meritamente lodati.
» Egli ha sempre lavorato, cultore eruditissimo della Lingua nostra, per la sua diffusione all'Estero; e ne fanno fede i suoi replicati ordini ed eccitamenti a che nei numerosi Collegi che la benefica Associazione Salesiana possiede in tutte le parti del mondo, sia sempre insegnato sopratutto il culto alla Lingua Italiana e all'italiana civiltà.
» Ma noi Alassini ricordiamo Don Cerruti fondàtore e per ben 23 anni Direttore del fiorente Collegio. che ha servito e serve a far conoscere il nome di Alassio in tutte le provincie d'Italia, donde qui convengono i giovani desiderosi di seria e sana istruzione.
» È noto l'affetto del Prof. Don Cerruti per Alassio; molti di noi ricordiamo che per cinque anni nell'occasione della distribuzione dei premi egli tenne elevato discorso, illustrando le glorie di Alassio; ed i suoi discorsi, pubblicati in molteplici copie, ebbero larga diffusione, contribuendo efficacemente alla rinomanza della nostra città.
» Coll'affetto di antichi allievi e di ammiratori siamo lieti che Alassio si associ alle onoranze che il Comitato di Saluggia, sotto la Presidenza del Sen. Faldella, gli tributa: e come attestato di stima e di riconoscenza verso il Prof. Sac. Francesco Cerruti che tanto degnamente rappresenta la benemerita Società Salesiana, proponiamo che Egli sia proclamato Cittadino Onorario di Alassio. »
Nel partecipare alla S. V. Rev.ma il, solenne atto doverosamente compiuto da questo Consiglio Comunale, mi è grato esprimere i scusi della mia particolare soddisfazione, cogli auguri più fervidi a nome di Alassio per l'illustre suo nuovo Cittadino Onorario.
Il Sindaco G. AIRALDI.
Noi Chiudiamo questi appunti sulle onoranze rese all'amatìssimo sig. D. Cerruti nel suo Giubileo Sacerdotale col pregare il Signore a concedere una fiorente longevità al venerando Direttore delle Scuole Salesiane, perchè possa perfezionarle ognor più secondo la mente e il cuore del Venerabile Don Bosco!
Al secondo concorso per le letture Cattoliche, annunziato il 1° maggio 1916 dal Bollettino Salesiano (Supplemento pei Sacerdoti), presero parte quattro concorrenti. Il tema assegnato era: « L'educazione dei figli. - Una parola serena ai genitori cristiani ». E questo è il titolo dato ai loro lavori da tre concorrenti; un egregio scrittore, che elenchiamo secondo, perche fu il secondo a mandarci il suo manoscritto, preferì il titolo: Da pupo a uomo.
Ecco l'elenco:
1. Motto: Verbo et opere;
2. » X Y;
3. » In labore requies ;
4. » Microfilo.
La Commissione esaminatrice, dopo diligente esame, ha giudicato degni del premio i manoscrittii contrassegnati coi motti: In labore requies e Micro filo. Aperte le buste, risultarono vincitori del Concorso i Reverendissimi Signori D. Giacomo Bertetti, Prof. nel seminario vescovile d'Ivrea, e D. Pietro Boggio, Rettore di S. Lorenzo, a Ivrea.
A loro le nostre congratulazioni cordiali.
Ora, sebbene molti nostri amici, che scriverebbero volentieri, siano occupati nelle caserme, negli ospedali, in zona di guerra, invitiamo a un altro Concorso.
Ci preme che, anche per opera nostra, il nostro popolo conosca di più, perchè possa amarlo di più, il nostro divino Redentore, Gesù Cristo, che, non è molto, si osò bestemmiare orrendamente, Perciò il tema sia:
GESU' CRISTO BENEFATTORE DELL'INDIVIDUO, DELLA FAMIGLIA, DELLA SOCIETÀ.
AVVERTENZE
1a Non si faccia un lavoro polemico; invece, si espongano i fatti oggettivamente, serenamente, e con la semplicità, l'affettuosità che ammiriamo nel S. Vangelo;
2a il fascicolo delle Letture Cattoliche abbia non meno di 90 pagine, e non superi le 120 pagine dell'attuale suo formato;
3a Ciascun manoscritto sia contrassegnato con un motto, che si dovrà ripetere sopra una busta chiusa, nella quale sia stato messo l'indirizzo' esatto del concorrente;
4a Il vincitore avrà in premio tanti libri, editi dalla Libreria della S.A.I.D. Buona Stampa, pel valore di cento lire, a norma del catalogo;
6a Il lavoro premiato diverrà proprietà esclusiva della suddetta Libreria Editrice. L'autore avrà, gratuite, cento copie;
6a I manoscritti non pubblicati, se richiesti dagli Autori entro un mese dalla notificazione dell'esito del concorso, saranno restituiti; non richiesti, vulcano tradentur;
8a Il tempo utile per la spedizione dei manoscritti scade il 31 maggio 1917. Torino, 1 gennaio 1917.
La Direzione delle Letture Cattoliche. Via Cottolengo, 32.
I.
La generosità di un Sacerdote e le nostre Missioni della Cina.
REVMo SIG. D. ALBERA,
Sacerdote per grazia di Dio, ho sempre sentito, insieme colla più viva riconoscenza a N. S. Gesù Cristo, il più ardente desiderio di cooperare, con la grazia sua, a trasmettere ad altri l'insigne benefizio ricevuto. Vagheggiavo il pensiero di lasciare, morendo, un altro sacerdote che fosse, non oserò dire, il mio continuatore (perchè tutti siamo continuatori del sacerdozio di N. S. Gesù Cristo) ma almeno una vocazione coltivata, sviluppata e sorretta da me in ciò che riguarda il lato materiale. Dal giorno memorando in cui ebbi la fortuna di salire all'altare, mi sono sempre domandato: - Se Gesù Cristo, Sacerdote eterno, ha voluto perpetuare il suo Sacerdozio tra gli uomini, come potremmo noi meglio zelare le più care aspirazioni del suo cuore, se non studiandoci di perpetuare in una serie di altri sacerdoti la grazia che abbiamo ricevuto per l'imposizione delle mani? Chi non vede che se tutti i preti facessero cosi, verrebbero felicemente a moltiplicarsi, ad ogni generazione, le vocazioni al Sacerdozio?
Assillato da questa idea, avea deciso di scegliere un fanciullo di teneri anni e farlo educare a mie spese, ed aiutarlo a formarsi nello spirito sacerdotale, non tralasciando cura alcuna finchè la sacra ordinazione non ne avesse fatto un ministro di Dio, che raccogliesse quel vigore di zelo che in me sarebbe andato inevitabilmente declinando per l'età e per gli acciacchi. Il mio proposito era di lasciare un erede del mio carattere sacerdotale, formato da me, cui volentieri avrei lasciato le mie sostanze con raccomandazione di ripetere con altri quello che io avrei fatto con lui.
L'idea mi pareva buona e santa, ma le difficoltà per attuarla mi parvero pur così gravi che non riuscii mai a superarle. Dove trovare un buon ragazzo che mi desse certezza di sicura corrispondenza alle mie intenzioni? E se, dopo lunghi anni di sacrifizi e di cure, io venissi ad accorgermi di aver lavorato invano? Non si son veduti molte volte buoni giovanetti, avviati dai parenti o dagli zii per la via del Santuario, tornare al secolo e divenire empii e libertini, nemici sistematici della Chiesa e della Religione?
Vagheggiai allora il pensiero di rimettermi
intieramente al compianto Don Rua, affidandogli ciecamente quel poco che avrei potuto disporre a questo intento, persuaso che i Salesiani un sacerdote, ed anche un missionario, avrebbero saputo formarlo meglio di me senza alcun dubbio.
Ma io mi domandavo ancora: - Un sacerdote e un missionario, dopo essere stati formati con tante sollecitudini, non vedono bene spesso anch'essi limitata la loro attività e quindi il frutto spirituale, per la necessità in cui si trovano di dover pensare al necessario sostentamento, o ai mezzi indispensabili per vivere? Leggendo, ad es., nel Bollettino Salesiano i gravi sacrifizi e le spese continue che debbono incontrare i loro missionari della China per fare un po' di bene, chi tosto non comprende che essi potrebbero far molto bene di più, se non fossero alle prese colle difficoltà materiali?
« Oh! perchè, mi son chiesto allora, non converrebbe pensare a sollevare da siffatte preoccupazioni delle cose temporali tutti almeno i missionari, affinché fossero unicamente instantes orationi et ministerio? Non fu questo il programma tracciato dai primi Apostoli, direttamente formati da N. S. Gesù Cristo? Se in antico si fondavano benefici per canonicati e cappellanie, che van purtroppo scomparendo, oggi perchè non si potrebbe fare altrettanto in favore dei missionari con garanzia di durata maggiore?
Ed ecco ciò che mi sono proposto di fare: -Fondare un beneficio per un Missionario Salesiano della Cina, con queste sole obbligazioni:
1) di una messa mensile secondo le mie intenzioni, mia vita durante;
2) di duecento messe di seguito dopo la mia morte;
3) di un'annua messa di suffragio per me e per tutti i miei defunti, presente la cristianità cui attenderà il Missionario che godrà del mio beneficio, e ciò durante l'Ottavario dei morti in perpetuo.
Per attuare questo mio disegno credo che un capitale di 15 a 20 mila franchi potrebbe bastare, cioè potrebbe fornire il reddito annuale necessario per mantenere un Missionario in Cina. Se la S. V. Rev.ma approva, senz'altro io son disposto a inviarle la somma convenuta, anzi la prego a voler accettare, perchè, così, io sarei sicuro di aver risolto il problema nel modo più semplice e migliore. Nel modo più semplice, perchè non avrò più alcuna sollecitudine per veder effettuato il mio desiderio; nel modo migliore perchè immediatamente uno dei buoni missionari salesiani della Cina entrerà in possesso del nuovo beneficio, ed anch'io immediatamente comincerò e poi continuerò a partecipare del bene che egli, e, dopo lui, tanti altri missionari andranno operando in quelle terre, sino alla fine del mondo.
Nella fiducia, ripeto, che la S. V. Ill.ma vorrà fare buon viso a questa proposta, e allo scopo che anche altri si sentano animati ad imitarla, non ho difficoltà, a patto che Ella taccia il mio nome, di vedere pubblicata questa mia nel prossimo N.° del "Bollettino, o del « Supplemento al Bollettino » destinato ai Sacerdoti, del quale, non voglio nasconderlo, si è servito il Signore per decidermi a questo passo.
Caldamente raccomandando me e tutte le mie intenzioni alle sue preghiere, ho l'alto onore di professarmi
Di Lei, rev.mo Sig. D. Albera, gennaio 1917.
Dev.mo Servo e Confratello in G. C. Un prete delle Marche.
II.
Il diploma di Cooperatore inviato ad un illustre Prelato.
INTERNUNZIATURA APOSTOLICA Satiago de Chile
Santiago, 19 novembre 1916.
REV.MO SIG. D. ALBERA,
Annunziatomi colla sua venerata lettera, del 10 ottobre p. p., ho avuto ieri la consolazione di ricevere il Diploma di Cooperatore Salesiano che Ella con tanta bontà si è compiaciuto di inviarmi.
Non saprei esprimerle con parole tutta la mia gratitudine e riconoscenza per questo tratto di sua gentilezza. Voglia il Cielo che, mentre Ella mi rende partecipe di tesori spirituali concessi a coloro che fanno parte di questa Pia Unione, possa nella pochezza delle deboli mie forze rendermi sempre più degno del segnalato favore con cui Le è piaciuto distinguermi contro ogni mio merito. Sia questo attestato di paterna benevolenza, pegno per me di celesti favori, di cui tanto abbisogno pel disimpegno dei miei doveri nel posto certamente non facile, che per volontà della Santa Sede, occupo, benchè indegnamente da circa tre anni.
De' suoi ottimi figli ed egregi amici miei, i Salesiani di questa Republica, posso dirle che, come ovunque, sono sempre gli amici più sinceri e devoti che ha il Rappresentante Pontificio.
Il bene che fanno è immenso, e sono lieto poter dar loro questo testimonio del mio particolare affetto e della mia più cordiale stima. Iddio benedice d'una maniera visibile l'Opera loro a favore degli emigrati; ed io mi faccio un dovere di ringraziarla sinceramente per l'ottima accoglienza che Ella si compiacque di fare alla mia proposta di affidar loro l'assistenza religiosa, morale ed anche, per quanto possibile, materiale, dei nostri connazionali.
Grazie a Dio anche le trattative per l'erezione di un Vicariato Apostolico in tutto il territorio di Magellano, con giurisdizione completamente indipendente da quella del Vescovo di Ancud, sono state coronate, dopo sormontate non lievi difficoltà, da felice risultato. Ieri l'altro ho avuto il piacere di ricevere un venerato dispaccio dell'E.mo Sig. Card. Segretario della S. C. Concistoriale, con cui mi rimetteva copia del Decreto di erezione dell'anzidetto Vicariato. Di tutto ne sia data gloria al Signore che sì bene ha disposto le cose a sua maggior gloria ed a vantaggio dell'inclita Società Salesiana.
Voglia, Rev.mo signor Don Albera, ricordarmi d'una maniera speciale ai piedi di Maria SS. Ausiliatrice, e con me anche i miei cari genitori che non rivedo da circa otto anni, e tre miei cari fratelli che trovansi al fronte continuamente esposti a tanti pericoli:
Baciandole con profonda venerazione le sacre mani, la saluto con tutto l'affetto, ed ho il piacere di professarmi
Di Lei, Rev.mo Sig. Don Albera, dev.mo aff.mo servitore
FRANCESCO VAGNI Incaricato d'affari della S. Sede in Cile.
I Cooperatori Salesiani, i quali confessati e comunicati divotamente visiteranno qualche Chiesa o pubblica Cappella, o se viventi in comunità la propria Cappella privata, e quivi pregheranno secondo l'intenzione del Sommo Pontefice, possono lucrare Indulgenza, plenaria:
ogni mese:
1) in un giorno scelto ad arbitrio di ciascuno; 2) nel giorno dell'esercizio della Buona Morte; 3) nel giorno in cui si radunino in conferenza;
dal 10 febbraio sl 25 marzo:
1) il 22 febbraio, Cattedra di S. Pietro in Antiochia ;
2) il 25 marzo, Annunciazione di Maria SS.ma.
Al prossimo numero la relazione delle Feste in onore di S. Francesco di Sales.
II.
Andandoli a cercare.
Don Bosco, per accrescere il numero dei suoi ragazzi, andava a cercarli.
Incontrando qualche piccolo vagabondo lo fermava e, con grande amorevolezza, gli rivolgeva qualche domanda: come si chiamasse, dove stesse di casa, se sapesse le orazioni del buon cristiano, o almeno il Pater, l'Ave, o il segno della S. Croce. Se il ragazzo rispondeva di no, lo conduceva con bel garbo in un lato della via, e con molta pazienza, lì su due piedi, l'ammaestrava per qualche istante: in fine lo invitava all'Oratorio.
Così faceva, ogni volta che gli pareva conveniente, con quanti giovanetti incontrava per le vie, per le scale e soprattutto nelle piazze, e nei viali e nei prati che allora circondavano la città. Alle volte, unicamente per questo, si aggirava nei mercati e presso le officine, entrava nelle botteghe e nei caffè, e saliva fin sui ponti di case e palazzi in costruzione. Egli era di una garbatezza, e insieme di un coraggio singolare. E quasi sempre gli stessi genitori, o i padroni, o gli impresari e i capomastri, approvavano calorosamente i suoi inviti e spronavano i giovani ad ascoltarlo.
Uno dei suoi primi compagni di studi a Chieri, don Garigliano, narrò quest'episodio:
-- Accompagnava un giorno Don Bosco per Torino, quando giunti innanzi alla chiesa della Trinità in via Doragrossa (ora via Garibaldii, c'imbatteranno in un giovanotto, malvestito e arrogante nell'aspetto.
Don Bosco lo salutò amorevolmente, lo fermò e: -- Chi sei tu? -- gli chiese.
- Chi son io?... E Lei che cosa vuole da me? Chi è lei?.,. rispose il giovane.
- lo vedi, replicò Don Bosco, sono un prete che voglio tanto bene ai giovani, e li raduno alla domenica in un bel luogo presso la Dora, e poi dò loro delle cose buone, li diverto, ed essi mi portano molta affezione; io sono Don Bosco. Ma adesso che io ti ho detto chi sono, ho diritto di sapere chi sei tu.
-- Io sono... un povero giovane disoccupato, senza padre e senza madre, e cerco d'impiegarmi.
- Ed io ti voglio aiutare... Come ti chianti?
- Io mi chiamo... - e disse il nome.
- Bene, ascolta: domenica ti aspetto con i miei giovani... Vieni, ti divertirai, poi io ti cercherò il padrone... ti farò stare allegro.
il giovane fissò per qualche istante il Venerabile, poi gli disse bruscamente: - Non è vero[
Don Bosco allora trasse di tasca una pezza da dieci soldi e gliela pose in mano dicendo: - Si... sì... è vero; vieni e vedrai.
Quegli guardò commosso la moneta e disse: - Don Bosco... verrò... Se domenica manco, mi chiami: Busiard (bugiardo).
E andò e continuò assiduo a frequentare l'Oratorio, e credo (ci diceva Don Garigliano) che poi fu uno dei sacerdoti della loro Società, perchè lo incontrai nell'Oratorio vestito da Chierico.
Don Bosco soleva dire:
- Il prete per far molto bene bisogna che unisca alla carità una grande franchezza.
E certo ci voleva grande franchezza ed eguale carità per recarsi, quasi tutti i giorni (com'egii faceva quando non aveva ancora fondato stabilmente l'Oratorio) o sulla piazza del mercato a. Porta Palazzo, o lungo i viali, in cerca di crocchi. di giovanetti. Molti si domandavano da principio: -- Chi è quel prete! - ma presto lo conobbero tutti, e lo presero a stimare ed amare appunto perchè si occupava della gioventù.
Un giorno, presso casa, s'incontrò in un giovanotto, birbante matricolato. Don Bosco gli rivolge un sorriso e il saluto:
- Buon giorno, rispose colui col capo basso.
Sono molto contento d'averti incontrato. Oggi devi farmi un piacere...
Se posso, volentieri.
Sì che puoi... Vieni a pranzo con me.
Io a pranzo con Don Bosco?
Sì, tu: oggi son solo.
Ma lei si sbaglia: mi scambia con un altro.
No, no... Non sei il tale ?
Sissignore.
Dunque, vieni.
Ma lei prendersi quest'incommodo per me...
Nessun complimento... è cosa decisa... vieni.
Non ho coraggio di venir così... come mi trovo... con questi abiti sudici e le mani sporche.
- Non fa nulla, non fa nulla.
- Ma forse... mia madre mi aspetta.
- La manderò ad avvertire.
In breve, il giovanotto fu costretto a cedere: pranzò con Don Bosco e, da quel giorno, cambiò vita e diventò galantuomo.
Fin quando non potè fondare l'Ospizio per i giovani più abbandonati, quante volte il Venerabile conduceva a casa sua qualche povero giovane e lo faceva sedere al suo fianco e con lui divideva la sua povera mensa !
Andiamo in cerca dei giovani, trattiamoli con carità cristiana, interessiamoci di loro, dei loro affari spirituali e temporali, e li vedremo divenire - con l'irresistibile eloquenza dei fatti - i migliori propagandisti dell'Oratorio.
DON SIMPLICIO,
EQUATORE Per un nuovo villaggio.
(Lettera del Sac. Albino Del Curto al Vicario Apostolico Mons. Giacomo Costamagna).
Indanza, 31 agosto 1916.
ECCELLENZA REV.MA ED AMATISSIMO PADRE,
L'importante opera di colonizzazione di questi boschi entra nella sua prima fase. Ho ripartito il terreno in trenta parti in ragione di cinque ettari per ogni famiglia e in maniera che ogni proprietà corre in senso longitudinale da occidente a oriente a partire dalla sponda sinistra del torrente che bagna la casa di Missione. In questo modo ognuno dei trenta proprietari è padrone di un campo a una stessa vicinanza dalla chiesa ; e così fra poco, coll'aiuto di Dio, se tutto procede bene, potremo contemplare all'intorno una bella corona di abituri. Come vede V. Ecc., la cosa è importante nella storia di questa Missìone, e merita di essere trattata a parte e con calma, quando la mia testa e le mie ossa, fiaccate dal lungo viaggio, ripiglino un poco di forza.
Arrivo in questo momento da Mendez, dove lasciai D. Martinez in ottime condizioni di salute e con tutto lo slancio dei suoi primi lavori apostolici. Anche Brioschi sta bene e si mostra quanto mai soddisfatto e giustamente orgoglioso in mezzo dell'enorme squarcio di ripida montagna trasformata in ameno giardino sotto l'energia del suo forte braccio lombardo.
Anche D. Torta ha fatto miracoli (in così poco tempo) in quelle estreme solitudini. Senza dubbio quella Missione, ben condotta, ha un bell'avvenire.
Io non Le ridico, amatissimo Padre, le pene indicibili di questo nuovo viaggio: Fra andata e ritorno sono già sei volte che provo tutta l'amarezza di questa via di 8o chilometri in una foresta la più inospite e selvaggia che esista sotto la cappa del cielo! Che notti! Quali stenti e sofferenze! Non un tetto benigno! non una persona amica! Non c'è un sentiero ! Lo stretto ed interminabile orifizio, aperto fra giunchi e roveti dal selvaggio nelle sue scorrerie, è pressochè impraticabile, e noi andavamo tra quegli spini come una triste comitiva condannata a passare fra un esercito di manigoldi. ognuno dei quali avesse avuto l'incarico di distribuire ai miseri passanti morsicature e graffiature. Alle ferite, appena rimarginate dopo la terribile camminata a Palmas, si sono aggiunte nuove ferite, e per colino di ogni dolore mi sopravvenne questa volta, con maggior insistenza, il colico, che come un punteruolo di acciaio mi rimane inchiodato da due anni, effetto delle continue pioggie di questi boschi, quando non avevamo ancora una casa sicura.
Anche il povero D. Torta, portatore della presente, le dirà a voce quanto non si può dire per iscritto.
Ci benedica e ci sostenga colle sue efficaci preghiere.
Con filiale ossequio e speciale affetto, di V. Ecc.
Obbl.mo figlio in C. J. Sac. ALBINO DEL CURTO.
I misteri della selva. Sete di vendetta e di sangue.
(Altra lettera del Sac. Albino Del Curto).
Indanza, 10 ottobre 1916.
VENERATISSIMO MONSIGNORE E PADRE AMATISSIMO,
I desideri di V. Ecc. Sono per me un comando. Mi faccio quindi premura di rispondere ad un quesito di etnografia, che riguarda questi selvaggi.
Pesiamo noi dire di essere arrivati sulla soglia del mistero? Chi sarà quel vecchione dalla faccia nera, che il jivaro invoca col nome di Passuka, che comunica una virtù speciale pei malefizi, che eccita alla vendetta, e che determina la guerra senza fine in questi boschi?
Noi osserviamo i fatti, ed i fatti sono chiari. Lo stregone, già iniziato nell'arcano da un brujo provetto, si ritira nell'ombra più remota della foresta. Dalla scorza di una pianta che sembra euforbiacea (forse la banisteria « caapi » secondo il caro D. Allioni di f. m.), ha tolto il sugo che è di un effetto narcotico potente. Un tremito lo invade sotto l'azione della bevanda; la sua pupilla si dilata, e nella furiosa convulsione gli si presenta il genio malefico che lo istruisce e lo infiamma di un furore satanico.
Il giovane selvaggio rimane in uno stato catalettico per lo spazio di otto o dieci giorni, dal quale si risveglia coi suoi neri progetti. Da quel dì si fa terribile. Tutta la razza riconosce in lui una virtù sovrumana. Egli è l'unico dio temuto nella foresta.
Di questi stregoni ve n'ha un gran numero, e tutta la vita di questa razza si avvicenda al capriccio dei maghi, agitati non si sa se dallo spirito infernale o dall'incubo del loro cuore depravato.
Noi osserviamo i fatti; però la loro causa è ancora dietro la porta del mistero, sempre chiusa come nel corso dei secoli passati; e coloro che volessero procedere senz'altro alle conclusioni, senza la Perfetta conoscenza della lingua e dei costumi, pretendono di far cammino senza lume nella oscurità della notte.
Checchè sia di tutto questo, certo si è che, non è molto, doveva io essere vittima di questa terribile religione dei sogni.
Passuka aveva parlato ad uno stregone di Yunganza.
- Là ai piedi del Catasgo (1) vive un Padre gli disse. - Lo conosci?
- Lo conosco.
- Egli è un commediante! Vuole la pace nei boschi e la predica ai quattro venti, mentre la vendetta gli bolle nel cuore. Sappiate che egli ha consigliato la morte di Masciumar. Fate avvisare Masciurnar, e ditegli che si allontani dalla Missione.
Vostra Eccellenza non può aver dimenticato Masciumar, la primizia dei suoi sudori apostolici nella sua visita alla Missione di Indanza; colui che in compagnia del suo buon padre Pakunda e di tutta la famiglia assistette durante una settimana alle istruzioni religiose di V. Ecc... Ahimè! Che sarà di noi quando la bufera sarà scoppiata? Scoppiò infatti; però Iddio vigilava sulla nostra esistenza. Masciumar ha già deposto il suo furore; ha dato fede alle mie parole; egli non tardò ad avere una prova della mia amicizia sincera.
Quando la truppa armata irruppe nella regione di Indanza per castigare gli eccessi del capitano Wisuma, che, coll'aiuto dei suoi sbirri, pareva minacciare la vita dei signori Rios, chi intervenne per la pace? Chi persuase i soldati a deporre le armi ed abbandonare i boschi senza che si torcesse il capello di un selvaggio e si toccasse una foglia dei loro orti? Masciumar, l'amico intimo di Wisuma, non lo dimenticherà mai; e tutto questo egli va ripetendo ai principali del luogo, riconoscendo in ciò la sincerità del mio affetto per la tribù.
Ma se Passuka ha l'impero della selva, non ha bisogno del concorso dello stregone per tendere lacci alla nostra vita. In un viaggio a Mendez, dopo aver dormito tante notti nel fango puzzolente della strada, potei finalmente far uso dell'hamaca gentilmente inviatami da Guayaquil, dalla grande benefattrice nostra, Maria Angelica Noboa. Mi trovava in una casa jivara sconosciuta. Dopo il catechismo ad un gruppo di selvaggetti, recitate le orazioni, distesi le mie stanche membra sul sospirato letto aereo, sostenuto a diritta ed a manca da due colonne di legno che formavano l'appoggio di un apparato rettangolare, sul quale i selvaggi fanno seccare le loro pentole di creta. Ma ecco che la piattaforma rovina trascinando seco il vasellame di terra cotta che s'infranse nel suolo, mentre un nembo di terribili Amazzoni, dagli occhi lampeggianti, si scagliava verso di me nella pienezza del loro furore. Non est ira, super iram mulieris, dice il Savio. La Dio mercè potei, prontamente, por mano a vari oggetti di molto prezzo, e solo questi, presentati allo stuolo di quelle megere, scongiurarono il gravissimo pericolo nel quale mi trovava.
Di maggior effetto drammatico fu il curioso incidente nella terribile notte di Yulupaza presso l'Upano.
La oscurità era densa; però, attorno attorno, qualche tizzone acceso spandeva un fioco bagliore ai piedi dei selvaggi, che dormivano profondamente. Mi era necessario caricare la macchina fotografica, e quella luce scialba me lo impediva. Accesi la mia lampada, ed in compagnia di Giovanni uscii di casa e mi internai nella compatta oscurità del bosco.
Giovanni, diss'io alla guida, se i selvaggi vedessero questa luce rossa, forse si spaventerebbero. Dormivano tutti?
-- Sì, Padre, dormono come marmotte.
Non era così. C'era il jeemba (1) che vigilava. Egli aveva osservato tutto: aveva seguito alla chetichella i nostri passi. La macchina misteriosa., e sopratutto quella rossa luce... infernale, che oscillava nel buio compatto della notte, scosse talmente la sua fantasia, che in un tratto svegliò tutto il vicinato, dando avviso che un àbbominevole stregoneria si stava macchinando contro la loro vita. Tutti gli uomini impugnarono le armi, mentre le donne ed i fanciulli cercavano un sicuro asilo nelle viscere del bosco.
Accortomi del pericolo, volai in un batter d'occhio alla casa dove si trovava per fortuna il capitano, il quale, persuaso dalle mie parole, fece deporre la disperata ferocia di quei selvaggi.
Il cielo ci protegge visibilmente.. So che V. Eccellenza per tre volte al giorno, nel Santuario
di Maria Ausiliatrice del Sigsig, fa elevare pubbliche preghiere per i tre centri della Missione. Oh! sì! preghi per noi, e preghi pei nostri selvaggetti, affinchè Passuka non ce li rapisca!
Di V. Eccellenza Rev.ma,
Dev.mo ed obbl.mo figlio in G. C.
Sac. ALBINO DEL CURTO.
(1) La montagna d'Indanza.
(1) Il capo di casa.
Nuovo assetto ecclesiastico.
Dalla lettera del sig. D. Albera, pubblicata nello scorso numero del Bollettino, i lettori hanno appreso che nella Patagonia furono soppresse le antiche circoscrizioni ecclesiastiche, che la dividevano iu un Vicariato ed in una Prefettura Apostolica. Primo ed ultimo Vicario Apostolico' della Patagonia Settentrionale e Centrale fu quindi Mons. Giovanni Cagliero, ora Cardinale di Santa Chiesa; e primo ed ultimo Prefetto Apostolico della Patagonia Meridionale e della Terra del Fuoco fu il compianto Mons. Giuseppe Fagnano.
La Patagonia Argentina fu divisa tra varie diocesi : il territorio del Neuquén venne annesso alla diocesi di S. Giovanni di Cuyo; i dintorni di Patagones alla diocesi della Plata; il rimanente, cioè i territori del Rio Negro, del Chubut, di S. Cruz e della Terra del Fuoco, all'Archidiocesi di Buenos Aires.
L'Arcivescovo di Buenos Aires ha poi suddiviso quell'immensa regione in varie Vicarie Foranee, affidandole alla Pia Società Salesiana. Anche il Vescovo di La Plata fece di Patagones una Vicaria e un'altra ne stabili il Vescovo del Cuyo nel territorio del Neuquén, affidandole essi pure ai Salesiani.
Nella Patagonia Cilena, invece, fu eretto un nuovo Vicariato Apostolico, che venne dalla S. Sede affidato alla Pia Società Salesiana.
* *
Nel Bollettino di novembre u. s., abbiamo pubblicato il resoconto dell'Ispettore nostro D. Luigi Pedemonte all'Arcivescovo di Buenos Aires stillo stato religioso delle Vicarie Foranee della Patagonia, appartenenti a quella Archidiocesi. Ora, perchè i benemeriti Cooperatori abbiano un'idea completa del presente stato religioso di tutta la Patagonia, offriamo loro, nei passi più interessanti, gli altri resoconti, che riguardano l'anno 1915, e che furono inviati ai rispettivi Vescovi di La Plata e di Cuyo.
La Vicaria di Patagones,
La Vicaria Foranea di Patagones venne eretta il 12 febbraio 1915 da Sua Ecc. Rev.ma Mons. Giovanni N. Terreno, Vescovo di La Plata.
Vicario Foraneo è il rev. don Pietro Bonacina. Egli scrive:
Arrivai a Patagones il 24 febbraio u. s. per prendere possesso di questa Vicaria.
Carmen de Patagones conta attualmente 4000 abitanti, e 10 mila son quelli del Comune.
Ho trovato la Parrocchia assistita da quattro Sacerdoti Salesiani; due particolarmente addetti alla cura d'anime, gli altri due incaricati dell'annesso Collegio e Oratorio Festivo, e insieme di aiuto ai pruni per l'amministrazione dei SS. Sacramenti, la predicazione e le funzioni religiose.
Questo Collegio parrocchiale, intitolato a San Giuseppe, ebbe nel 1915 23 allievi interni, di cui otto orfani, e 194 esterni; e l'Oratorio festivo, in media, venne frequentato da 150 ragazzi. Assai attive furono le compagnie di S. Luigi Gonzaga e del SS. Sacramento: la prima, diede alla Parrocchia una bella Schola Cantorum, e la seconda il pie-. colo clero pel servizio religioso.
Altro fattore importante di educazione religiosa e civile è il Collegio delle Figlie di Maria Ausiliatrice, che nel centro del paese possiedono un locale spazioso per alunne integre ed esterne. Di queste 27o frequentano le scuole e i vari laboratori, e 300 l'Oratorio festivo. La Cappella consacrata a Maria Ausiliatrice, una delle ultime opere dell'infaticabile e zelante apostolo di queste terre, il Cardinale Giovanni Cagliero, può contenere comodamente cinquecento persone.
Parecchie son pure le Associazioni femminili che le Suore accudiscono per fomentare la pietà, la frequenza ai Sacramenti e l'adempimento dei doveri cristiani alla domenica. Sono più di 200 le Ex-Allieve, cioè tutto il fior fiore di questa. popolazione; le Figlie di Maria sono una settantina, - e numerose son pure le Aspiranti.
A queste associazioni giovanili bisogna aggiungerne altre, come quelle del Sacro Cuore, di Maria Ausiliatrice, di S. Giuseppe, di S. Antonio e le Vincenzine, le quali tutte sono di grand'aiuto al Sacerdote nel preparare gli ammalati al gran passo, e nel, cercare di alleggerire le miserie di tante povere famiglie.
Alle accennate si devono aggiungere due altre associazioni ; quella del Circolo degli Operai, e quella degli Ex-Allievi....
La relazione passa a dire della solennità con cui si svolsero le feste religiose:
Alla Settimana Santa la chiesa non poteva contenere il grati numero di fedeli accorsi da diversi lontani luoghi della campagna, e al Giovedì Santo la Comunione fu quasi generale.
Le feste patronali del 16 luglio e la terza domenica di ottobre furono colpe sempre, precedute da una novena, con prediche di missione... Per la festa patronale del 16 luglio s'ebbero 1200 Comunioni.
La, data centenaria della nascita del Venerabile Don Bosco fu, come ovunque, un vero plebiscito d'amore in onore dell'Apostolo della gio-
ventù e di queste Missioni ; per quella ricorrenza s'inaugurò un busto del Venerabile.
Patagones però abbisogna ancora di un tempio conveniente:
Ci manca una chiesa parrocchiale più grande; quell'attuale è relativamente piccola, chè è formata sol da una delle navate laterali del progettato tempio, la cui pietra fondamentale si mise il 29 giugno 1891. Il compimento del disegno esige non meno di 100,ooo pesos; v'è un Comitato femminile che si studia di raccogliere qualche aiuto, ma con poco esito.
Sarebbe desiderabile che il Governo Nazionale e Provinciale concorressero in parte alle spese, essendo un'opera d'importanza capitale per il progresso morale e religioso di questo centro.
Fin qui il Vicario Foraneo. L'Ispettore don Pedemonte aggiunge:
Un Missionario Salesiano percorse nel 1915 i margini del Rio Colorado, che presentano un aspetto sconsolante dopo le innondazioni del dicembre e gennaio u. s.
Penosa impressione ci causa la presenza d'individui sospetti, che, coll'abito talare, ingannano la buona fede delle famiglie nella campagna. Sono d'origine asiatica, e giunsero persino a simulare grottescamente l'amministrazione dei Sacramenti, e, di più, qualcuno attentò anche all'onestà delle famiglie. L'autorità giudiziaria fece poco, vedendo questi intrusi muniti di carte e permessi avuti non si sa come,
I benefici influssi della Missione stabilita sui margini del Colorado, nell'antico Fortín Mercedes, s'estendono a tutto il Nord di Patagones e nel limite Ovest fino al territorio del Rio Negro.
Le famiglie di questa regione domandano insistentemente un collegio per l'educazione cristiana delle ragazze. Il Signore faccia sì, che si compia quanto prima questo loro desiderio.
L'azione apostolica dei missionari di Fortín Mercedes si estende, benchè in minori proporzioni che altrove, alle stazioni ferroviarie della linea che da Bahia Bianca va a Patagones; ove sono molti coloni, attratti dalla feracità del suolo, specialmente per la coltivazione del grano.
La benedizione dei Vescovo.
Ben soddisfatto del modo con cui è amministrata la Vicaria Foranea di Carmen de Patagones dal R. D. Pietro Bonacina della Pia Società Salesiana, rendiamo grazie a Dio pei frutto dei lavori apostolici realizzati in quella Vicaria e siamo riconoscenti alla Società Salesiana per la cura diligente che presta a quella parte sì importante della nostra Diocesi.
+ GIOVANNI NEPOMUCENO
Vescovo di La Plata.
Il Territorio del Neuquén.
La Vicaria Foranea del Neuquén venne eretta da S. E. Rev.ma Mons. Giuseppe Americo Orzali, Vescovo di S. Giovanni de Cuyo, in data 16 no vembre 1914. La relazione inviata al prelodato
Mons. Vescovo è dell'ispettore Don Luigi Pedemonte.
L'avvenire brillante che riserva la Provvidenza. a questa porzione del gregge della E. V. Ill.ma, fa fa sì che i figli di Don Bosco intensifichino l'opera loro per assicurate al regno di Gesù Cristo il trionfo in queste regioni, che formeranno una delle più belle e ricche provincie dell'Argentina..
Otto Missionari Salesiani svolgono la loro azione apostolica dai principali puliti del territorio del
Neuquén: Chosmolal, Junín de los Andes e Neuquén.
L'antica Missione di Chosmalal estende la sua azione benefica alla popolazione dell'antica capitale e per 4o leghe all'intorno. Il Rev.do D. Gavotto percorre ad una ad una quelle balze andine portando gli aiuti e i conforti religiosi a tutte quelle cascine e borgate.
Nel 1915 percorse approssimativamente 500 leghe amministrando 400 battesimi, 300 cresime, 36 matrimoni e 1488 Comunioni.
La malattia del direttore della Missione Don Panaro non permise di fare di più.
La Missione di Junín Los Andes, affidata a D. Milanesio, ha sofferto assai a causa dello stato economico e più che tutto per la seria malattia che minacciò la vita del direttore della Missione. La visita della campagna, per questo, non ebbe luogo ; in compenso s'intensificò l'opera di assistenza religiosa a Junín de los Andes, dove si celebrarono con grande solennità le principali feste dell'anno, specialmente il mese e festa di Maria SS. Immacolata.
Il Collegio della Missione contò 26 alunni, quasi tutti indigeni, docili, buoni e intelligenti, tanto da smentire col fatto le asserzioni che la razza indigena è inferiore e quasi inutile.
Le zelanti Figlie di Maria Ausiliatrice hanno trovato forze non comuni per affrontare i lavori e le privazioni della vita della Cordigliera, accettando una fondazione che si occupa in quelle remote terre dell'educazione delle giovani, preparando così le madri cristiane pei domani.
L'anno scorso frequentarono il Collegio 45 ragazze, di cui ventuna a carico totale della Missione.
La Cappellania e Missione di Neuquén, Capitale del territorio, è di fondazione recente, e concentra i suoi sforzi nel nucleo principale della popolazione destinata ad essere la base d'una pittoresca e ricca cittadina, con scalo e stazione obbligatoria pei commercio delle Cordigliere e del sud delle Ande, fino ai bellissimi laghi della Svizzera Argentina e le ubertose e feracissime vallate della pre-Cordigliera Rionegrina e Chubutense.
Durante tutto l'anno le funzioni religiose furono celebrate con gran concorso di fedeli e numerose comunioni. Il Cappellano e Vicario foraneo ci assicura che le pie associazioni dell'Apostolato della Preghiera e di Maria Ausiliatrice hanno un gran merito nel visibile aumento di pietà nella popolazione.
Anche nelle pubbliche carceri si potè far molto, assecondati dalle Autorità e dalla direzione. Fu pei loro benevolo appoggio che i risultati della Missione, predicata dal sac. Giovanni Beraldi, furono consolantissimi
Il numero totale di battesimi amministrati nel 1915 fu di 729, il che, facendo un calcolo approssimativo, corrisponderebbe appena alla metà delle nascite. C'è da notare che molte famiglie del Chilì, che abitano in quella Cordigliera, portano a battezzare i loro figli in territorio di giurisdizione chilena. Tuttavia l'accennata sproporzione si deve anche attribuire, in gran parte, alla scarsità di Missionari che percorrano la campagna, e perciò io raccomando ancora una volta il Piccolo Seminario della Missione, unica speranza per l'avvenire cristiano della Patagonia e della regione delle Cordigliere del Sud del Neuquén.
In fine, a completare il resoconto di questa Missione, l'Ispettore rimorda gli studi importanti di Don Milanesio sopra gli idiomi parlati qua e là dai superstiti indigeni di questo territorio. Sebbene essi non siano lavori finiti, tuttavia sono un buon contributo per uno studio più completo sulla filologia americana.
Interessante lavoro per le scienze naturali si deve pur ritenere l'opera postuma «Attraverso l'alto Neuquén » del nostro compianto D. Lino Carbajal, vittima del suo slancio nell'ascensione alla cima del Domingo. Noi abbiamo molti manoscritti e molte memorie di viaggi che si potrebbero utilmente pubblicare, se qualche anima generosa ci aiutasse a coprire, almeno in parte, le spese di stampa.
L'approvazione del Vescovo.
Al rev.mo Don Luigi G. Pedemonte, Ispettore delle Missioni della Patagonia - Viedma.
Con viva soddisfazione ho letto il rapporto statistico della Vicaria Foranea del Neuquén, riguardante l'anno 1915.
il racconto dei lavori apostolici, realizzati mercè sacrifizi incalcolabili, mi conferma una volta di più nel concetto che ebbi sempre dei Sacerdoti Salesiani, cioè che sono indefessi operai della causa cattolica, che è pur quella della vera civiltà nella patria nostra.
Cotesta idea mi persuase di affidare al loro zelo ben noto una così importante porzione della mia vasta Diocesi.
Con gratitudine e compiacenza invio quindi alla S. V. e agli indefessi compagni nell'apostolica opera la mia parola di stimolo e particolarmente
ai direttori delle Missioni di Chosmolal, Junín des los Andes e Neuquen, che sotto la direzione del Vicario Foraneo D. Soldano, evangelizzano con esito sì consolante quelle lontane regioni. Un mio sentito ricordo alla venerata memoria di D. Lino Carbajal, vittima del suo slancio ed amore alla scienza.
Finalmente una calda parola di ammirazione alle Figlie di Maria Ausiliatrice che, vincendo pericoli e privazioni senza numero, sono propagatrici dell'educazione e gettano le basi dell'organizzazione sociale in quei remoti lembi del territorio patrio.
Colla mia benedizione fraterna, sono della S. V. R.da, con i sensi della maggiore considerazione
GIUSEPPE AMERICO
Vescovo di Cuyo.
GRANADA (Nicaragua). - Suor Concettina Versaci, Figlia di Maria Ausiliatrice, scriveva da Granada in data 14 maggio u. s.: - « Nelle scorse vacanze ebbi la gioia di preparare vari indii di Las Fuentes (proprietà del sig. Ramón Cuadra), a ricevere i SS. Sacramenti della Confessione e Comunione e parecchi anche il sacramento del matrimonio. Quest'ultimi erano già avanzati in età e quasi tutti erano circondati da figli e nipotini. Tutti i giorni io andavo a cavallo fino alle loro capanne, parlavo loro del buon Dio e dei Sacramenti che presto avrebbero ricevuti. E il 3 corrente fu per me di grande consolazione. Piú di venti ragazzi han fatto la prima Comunione, molte àltre persone si sono accostate ai SS. Sacramenti dopo moltissimi anni che non si confessavano; e vari hanno anche benedetto il loro matrimonio. Fra tutte han fatto la Comunione 72 persone. Il Vescovo di questa città ha avuto tanta bontà di venire a cavallo fino a Las Fuentes a celebrare la S. Messa e amministrare i SS. Sacramenti. La funzione fu commoventissima. Dopo di essa tutti fecero allegramente colazione all'ombra di palme gigantesche... ».
Raccomandiamo ai benemeriti Cooperatori e alle benemerite Cooperatrici gli eccezionali bisogni delle Missioni Salesiane. Quasi ogni giorno dalla Patagonia e dalla Terra del Fuoco, dall'Equatore e dal Brasile, dall'India e dalla Cina giungono al Sig Don Albera le suppliche più commoventi di quei nostri Confratelli che, dopo aver fallo i più generosi sacrifizi per consacrarsi all'apostolato, lo vedono men fruttuoso per mancanza di mezzi. Oh ! se potessimo aiutarli!...
PRO-MEMORIA
Tutti quanti, Salesiani, allievi e Cooperatori, proponiamoci di recitar ogni giorno, finchè non spunti il giorno della Pace, le preghiere che consigliava il nostro Venerabile Fondatore a quanti desideravano di ottenere qualche grazia da Maria Ausiliatrice, cioè. « Tre Pater, Ave e Gloria a Gesù Sacramentato, colla giaculatoria: Sia lodato e ringraziato ogni momento il santissimo e divinassimo Sacramento, ovvero: Cor Jesu Sacratissimum, miserere nobis; tre Salve Regina a Maria SS. Ausiliatrice, colla giaculatoria: Maria, Auxilium Christianorum, ora pro nobis ».
Se tutti quanti saremo fedeli nel compiere queste preghiere, potremo esser sicuri che le benedizioni celesti cadranno copiose su ciascuno di noi e delle nostre famiglie, e affretteremo davvero l'aurora del giorno desiderato.
(Dalla lettera del sig. D. Albera ai Coop. Sales. in data 1° gennaio 1917).
NEL SANTUARIO Il 24 di ogni mese, si ripetono, mattino e sera, devote funzioni in onore di Maria Ausiliatrice. Al mattino, ha luogo la messa della Comunione Generale, seguita dalla Benedizione col SS. Sacramento: alla sera si compie in forma solenne l'adorazione pubblica innanzi al SS. Sacramento.
Vogliano i benemeriti Cooperatori e le pie Cooperatrici unirsi sempre in ispirito a queste sacre funzioni mensili, le quali hanno due fini principali: pregare secondo le intenzioni del Santo Padre e affrettare il ristabilimento della pace fra le nazioni.
Ogni sera alla benedizione col SS. Sacramento si continua sempre a far pubbliche preghiere per la pace. Il Signore nella sua infinita clemenza, per intercessione di Maria SS. Ausiliatrice, le esaudisca a sollievo di tutti i popoli della terra.
GRAZIE E FAVORI (*)
Grazie, Vergine Ausiliatrice !
Nel novembre del 1914 il carissimo, unico mio fratello, padre di un'innocente creaturina, fu sorpreso da grave, penoso malore. Soffriva fisicamente, ma forse più ancor moralmente, perchè, dato il genere del male, non si fidava più a uscire di casa da solo. Furono consultati vari valenti dottori, e tutti dichiararono essere la la malattia incurabile. Nell'angoscia del cuore, ci rivolgemmo alla Vergine Ausiliatrice con una novena e la promessa d'offerta al suo Santuario e la Vergine Potente subito ci appagò. Prima che finisse la novena, il male istantaneamente disparve e più nol sorprese con stupore degli stessi dottori.
Ancor una volta però Maria SS. volle provar la nostra fede. Nella primavera del 1915 il caro fratello fu assalito da forte gastrica, da polmonite doppia e da una complicazione di tanti mali, che neppur i Dottori sapevano spiegare. La febbre, sempre oltre a 40°, e un mal di capo terribile tenevano il caro inferno sempre fuor di sè, in un continuo vaneggiamento. Si rinnovò la promessa d'un'offerta all'Ausiliatrice, di pellegrinare al suo Santuario, di pubblicare la grazia, e si cominciò una novena.... L'ammalato s'aggravava sempre più, minacciava la meningite, e i dottori lo davano perduto. Con più fede s'incominciò una seconda novena e la Vergine di Don Bosco trionfò contro ogni umana speranza. Si notò nell'infermo un miglioramento alla fin della novena, e in breve egli fu in piena convalescenza. Quanti il videro in quello stato disperato, confermano la guarigione miracolosa. In ottobre egli si portava al Santuario a ringraziare la Vergine Ausiliatrice e ad adempiere le sue promesse.
Chiamato in seguito al servizio militare, prese parte a vari combattimenti ed ora trovasi prigioniero di guerra in Austria.
Ausiliatrice Potentissima, confortalo e proteggilo fino al giorno in cui sano e salvo farà ritorno all'amata famiglia!
Roppolo Biellese, 24 settembre 1916.
Sr. CEFFA GIUSEPPINA.
O A quanto è riferito in queste relazioni s'intende non doversi altra fede, da quella in fuori che meritano attendibili testimonianze umane.
Rovello. - Pochi giorni fa ho spedito L. 5 in ringraziamento alla Vergine Ausiliatrice, che il 2 novembre dell'anno corrente mi salvò la vita. Sì, durante un grande combattimento sul Carso, la Vergine mi salvò; la sua medaglia fu veramente scudo per me. Ora, trovandomi in licenza, sento il dovere di onorare e di ringraziare Colei che mi ha sempre aiutato e benedetto.
25 dicembre 1916.
CARLO ROBBIANI.
Borgomanero.- Noi tre, qui sottoscritte, contemporaneamente fummo ammalate nel mese di maggio e giugno p. p., e tutte e tre di malattie diverse, abbastanza gravi, ostinate e pericolose.
Ispirate, d'accordo abbiam fatto separatamente la novena a Maria SS. Ausiliatrice, che Don Bosco consiglia; ed oh! bontà divina! tutte e tre fummo esaudite ed ora riconoscenti ci affrettiamo a far pubblicare la grazia, come avevamo promesso, e mandiamo ciò che ognuna aveva destinato per le opere sante di Don Bosco. Desiderio nostro sarebbe di poter dire a tutti: Se avete bisogni, tanto spirituali come temporali, accettate il consiglio di Don Bosco; e la cara Maria Ausiliatrice intercederà dal buon Dio tutto ciò che desiderate, perchè lo si chieda con amore e con fede.
24 novembre 1916.
ZERBONI - ROSSIGNANI - GIROMINI.
Livorno. -- Abbisognavo di una grazia specialissima, che per delicatezza della cosa stessa non credo opportuno spiegare. Mi rivolsi al S. Cuore di Gesù e promisi di fare a mie spese il Simulacro per il suo Santuario in costruzione a Livorno per iniziativa dei Salesiani. Nel medesimo tempo mi rivolsi con fiducia alla Madonna sotto vari titoli, fra cui anche quello glorioso di Ausiliatrice. Più volte mi recai al suo Santuario in Torino, e la pregai perchè, per sua intercessione e dei santi miei avvocati, mi ottenesse dal Cuore SS. di Gesù la grazia tanto sospirata.
Gli ostacoli umani non mancarono, ma la potenza della Madonna e dei miei protettori fiaccò ogni opposizione ed ottenni la grazia desideratissima.
In fede
Dicembre 1616.
ALBERTO QUIRICI.
Torino. - Con animo grato, ringrazio pubblicamente la S. Vergine Ausiliatrice delle grazie concessemi nell'anno trascorso; e segnatamente per quella, ottenuta ad intercessione del Venerabile Don Bosco, della guarigione di mia madre. La SS. Vergine, a cui con animo affranto, ma pieno di fede, ricorsi, volle mostrarsi salute degli infermi e consolatrice degli afflitti, facendo sì che l'amata genitrice ricuperasse la completa salute.
3o dicembre 1916.
ANGIOLINA COLLINO CAMERANA.
X*** - Quanto è buona Maria Ausiliatrice! Persona a me cara trovavasi da circa 25 anni unita soltanto in matrimonio civile. Nonostante le continue suppliche e preghiere ch'ella faceva al marito per
indurlo all'atto religioso, mai l'ottenne. Un giorno m'incontrai colla suddetta e, vedendola scoraggiata, la esortai ad aver fiducia in Maria Ausiliatrice. Incominciò una novena, ne fece una seconda, poi una terza, e all'ultimo giorno di questa tornò da me addoloratissima perchè non poteva ottenere nulla. Che fare? La presi e la condussi in chiesa, ove si pregò: indi, ella fece ritorno a casa, disposta a far un altro tentativo per riuscire nell'intento, e così fece.
Oh! prodigio di Maria Ausiliatrice! Il marito aveva smesso le sue idee, e, dicendosi disposto all'atto religioso, si preparò, si accostò ai Santi Sacramenti, e fece paga la sua buona consorte. Sia benedetta l'Ausiliatrice dei Cristiani!
Dicembre 1916.
Una Figlia di Maria Ausil.
Concepción (Paraguay). - Si trovava gravemente ammalata ed in pericolo di vita la nostra ottima Direttrice. In tale frangente ci volgemmo con fervide suppliche alla nostra Celeste Madre Maria Ausiliatrice.
Facemmo celebrare una S. Messa all'altare di Maria SS. e le promettemmo pubblicare la grazia, per propagare la sua divozione. Da quel momento l'inferma cominciò a migliorare lentamente e dopo alcuni giorni potè riprendere tutte le sue occupazioni.
Settembre 1916.
Le Figlie di Maria Ausiliatrice.
San Salvador (Centro America).- Da più di un anno ero travagliata da tenaci febbri palustri; invano l'arte medica sforzavasi di combatterle, ché nei primi mesi di quest'anno mi assalsero con più violenza e tenacità che mai, minandomi l'esistenza e rendendomi inutile per qualunque occupazione.
Vedendo vani gli umani rimedi, e consigliatane dalle Superiore e Consorelle, ricorsi a Maria SS. Ausiliatrice, colla promessa di pubblicare la grazia nel Bollettino Salesiano. Oh bontà di Maria! Ben cinque mesi, son trascorsi diggià, e neppure una volta mi si ripetè l'antico malore. Siine adunque mille volte benedetta, Madre amorosissima, ed oltre la salute del corpo, dègnati pur concedermi la grazia di lavorare molto a pro' delle anime.
4 ottobre 1916.
Una Figlia di Maria Ausiliatrice.
Rossiglione.- Certa Porta Giulia, colpita da grave bronco-polmonite, era ridotta agli estremi. Proprio nel momento che i medici la davano perduta e le si amministravano gli ultimi Sacramenti, raccomandatasi con gran fede a Maria Ausiliatrice con promessa di pubblicare la grazia se le concedeva la salute, subito si sentì migliorare, ed oggi in piena salute ringrazia, commossa e riconoscente, la Madre Celeste.
8 dicembre 1916.
La Direttrice del Convitto Operaie.
Paralupo di Scaldasole.- Spedisco un vaglia di L. 20, come da promessa fatta a Maria SS. Au siliatrice per grazia ricevuta da una mia bambina di quattro anni e mezzo, colpita da polmonite.
Cominciai la novena e, nel quarto giorno, la mia bambina cominciò a star bene e il settimo giorno la febbre cessò immediatamente. Anche la mia Angioletta continuava a baciare l'immagine di Maria SS. Ausiliatrice, poi la deponeva sotto il guanciale, e continuamente diceva: « Madonna fammi guarire ». Appena guarita disse: « Ecco, la Madonna m'ha fatto guarire! » E rivolta a me aggiunse «Tu, mamma, fa' il regalo alla Madonna! Hai capito? » Ed io, riconoscente a Maria SS. Ausiliatrice, voglio adempiute le mie promesse!
29 dicembre 1916.
MARIA POLLINI.
Pachino (Siracusa). - Accludo lire venticinque per grazia ricevuta da Maria Ausiliatrice.
Giuseppe Assennato, ammalatosi gravemente al fronte di «febbri malariche terziarie e menengite », era stato spedito dai medici in un ospedale di Milano. La sorella, dopo una fervorosa novena a Maria Ausiliatrice, ottenne la guarigione completa del fratello ed in ringraziamento offre la somma di L. 25 per il tempio votivo ai Becchi.
26 novembre 1916
MARIA ASSENNATO.
Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice e alcuni pieni di riconoscenza inviarono offerte per la celebrazione di S. Messe di ringraziamento, per l'erigendo Santuario dei Becchi, per le Missioni Salesiane, o per altre Opere di Don Bosco, i seguenti:
A) - A. A. di Grava, 2 - A. P. G. di Campagnola dell'Emilia, 2-A. T. di Sommariva Bosco, 2 - A. V. di Torino, io - Accomo Agnese - Actis Saveria in Grosso, 5 - Agnifili Elia, 5 - Agugliana Francesca in Bertola, 6 - Aguzzi Caterina, io Albanesi Alessandro - Albergotti Ondina, 15 - Alberto Maddalena, 5 - Alemani Ida, 2 - Aliberti Eufrosina - Aliberti Virginia - Allegretti Matteo, 2 - Allemand Antonio - Amantea Maria, 5 - Amaretti Teresina, 2 - Andenna Luigi, 25 - Andorno Ida - Andreini Venceslao, 2 -- Andreoletti Rosa, 2,50 - Andriana Marcello, 15 - Angeloni Assunta, 5 -Anzi Pia, 15 - Apostolo Felice, io - Appiani Rosa - Ardito Giuseppe, 5 - Ardusso Giovanni, 6 - Aresi Amalia, 2 - Arlenghi Celestina, 5 - Armano Luigia, 2,30 - Arnaud Giorgio, 5 - Arnaudo Assunta, io - Artaz Clementina ved. Enriù, 2 - Ascagni D. Angelo, arciprete di Moriondo Torinese, 5 - Assennato Maria, 25 -Avesani Silvia, io - Avogadro Angelo e Damiani Maria, coniugi, 5o.
B) - B. G. di Castelrosso, 8 - B. L. di Torino, 5 - B. T. di Brissogne, 5 - Rigati. Gina in Passeri a, io - Baldovino Maria, io -- Balduino Lucia, 3 - Balestrini Maria, in - Bambino Renzi di Montegridolfo - Banco Teresa in Fresia, 50 -- Barberis Giuseppe, 3 - Barbero Angela, 3 - Barbieri Armando, 5 - Barbieri Teresina, 5 - Barra Anna ved. Basilio Elisabetta, 5 - Battistoni Giovanni - Baudini Baudino avv. Cesare, io - Bechis Rosa - Bedeschi Monica, 7 - Bellina Giovanni, 3 - Bellinato Maria, io - Belomo Margherita in Boniolo, 5 - Benedetto Giovanni, i5 - Benni Dina, 2 - Bensa Elisa, 30 - Bensa Franco, 20 - Bensi Ginesio, 2 - Benzi Dante, 2 - Berretta Maria ved. Pandini, 2 per Meriggi Camilla - Bernardelli Battista, 2 - Bernardi Battista, soldato, 7 - Bertini Adriana, io - Bertolo Giovanni, 5o - Bianchetti Emilia, 2,50 - Bianchetti Emilia, 2,50 - Bianchi Angela, 3 - Bianchi ved. Caterina, i5 - Bianchi Maria in Meriscotti, 5 - Bigotti Giacomina, 5 --- Blasi Virginia - Ristagnino Maria, 5 - Bonao Luigi, io - Boine Maria, 5o --- Bolfo Giovanni, 3 - Bollero Maria, i,5o - Bologna D. Angelo, io - Bonacina Maria, io - Bonfadini Santina, a - Borgatello Audina, 5 - Borgiotto Eulalia in $urici - Boschetto Pulc} eria in Guardabbene, 20 - Bosco Maria, io - Bosio Caterina, 2,50 - Bosio Caterina, 2 - Botteri Giovanni, 4 - Bottero Bartolomea, 3 - Roveri D. Antonio, 5 -Bovio Paolina, io - Bozzano Giuseppe, 5 - Brignone Davide, 35 - Brunetti M., 5 - Bruno Giuseppe, 5 - Bugada Angelina in Ferracini, 1000 - Bursio Battista, io - Burzio Giacinta ved. Manghetti, 2 - Bussi Teresa, z - Bussi Carolina, 6,5o.
C) - C. E. di*..., 5 - C. B. di*..., 50 - C. P. di Cavallermaggiore, per gli Orfanelli di Monte Oliveto di Pinerolo offre L. 200, affinchè preghino per tutte le sue intenzioni - C. R. di*... - C. T. R. di Zumaglia, 5 - Cabagnoli Carlo, 5 - Cafisi Longo Baronessa Agatina, io - Caggioli Martina, 5 - Calandrelli Aureliana in Devincenzi, 5 - Campodonico Angiolina, 5 - Canarellia Virginia, 5 - Canegallo Siro, 5 - Can. Giovanni Grossi, 30 - Calderara Lucia, i - Callegari Valentina, 5, - Camisa Giovanni, 5 - Capitanio Maria, 5 - Cappa Maria, 5 - Cappetlini Marianna, 10 - Capponi Innocenza - Capra Giovanni, io - Caprarelli Secondini, 2 - Caprini Maria in Bezzacolo, io - Capuana Giuseppa ved. Sidoli, 2 - Capurro Giulia, i, 5o -- Caravario Rosa e fan., 5 - Carbella Giuseppina, i - Cardinale Maria, 2 - Carlini Gio. Battista Insegnante, io - Carossi Clementina, 32 - Carpoca Maria, i - Caruselli Maria Cooperatrice Salesiano, 2 - Caruso Benedetta, 4 - Casalone Giuseppina, 5 - Casolari Francesca, 13 - Castagnero Guglielmo, 5 Cattaneo Bice, 2 - Cattaneo Antonietta, 5 - Cattaneo Maria in Fornara, io -- Caudano Domenica ved. Simondetti, 6 - Cavagna Maria, 5 - Cavanna Ermenegilda, 5 - Cazorzi Elisa, 5 - Cecconi Francesco - Cecutti D. Giuseppe, io - Celesia Celestina ved. Porfirio, 2 - Celesta Lorenzo, 20 - Celeste Rosa in Palma - Ceriana Domiziana, 2 - Ceriana Enrichetta, 2 - Cerruti Carolina in Sartorello - Cesano Carolina ved. Terra, 2 - Ceserani Ettore, 5 - Chiesa Maria Santina, 5 - Chiusagrande Ermelinda - Claro Giuseppe, 5 - Coco Mimi, 2 - Coggiola Carlo, io - Cola Samaritana, 17 - Colla Chiarina, 3 - Colognesi Luigi, io - Colombo Maria, 5 - Convoli Vittore, 6 - Conchatre Carolina, 2 .- Condo Lucia, 5 - Conte Antonelli, 5 - Cooperatrice Salesiana di Carovigno, 2 - Coniugi Rosa, 8 - Cordero Clelia e Giovanna, io - Coriasco Agostino, 2 - Corso Can. D. Giuseppe, 5 - Corso Adele in Vieceli, io - Cortarelli Vincenza in Boffalora, 4 - Cortese Alessandrina, i - Cortini Francesca - Costa Maria ved. Merin, 30 - Costa Vincenzo fu Antonio - Covani Marianna, 6 - Cravino Giuseppe, io - Cremonesi Giovanni, 5 - Cretier Gedeone, i - Cumonisi Augusta, io.
D) - D. A. di Entraque, 2 - D. M. F. C. di Varallo Sesia, 5 Dagna Rosa, 5 - Dagnes Pietro, io - Dalcorno Pia, 2 -- Debenedetti Abbondio, 4 - De Leonardis Antonietta, 5 - Dell'Angelo Vittorina, io - Della Mula Grato, 20 - Della Valle Dora, 2 - Demarchi Angiolina, 6 - Demarchi Ermelinda, 5 - Demarchi Flavia, 6,50 -- De Mario Marianna in Del Candido, 12 - Dematteis Lucia, 5 - Demo Giuseppe, 5 -- De Nicola Clodomira in Ferrero, 5 - Depaolis Teodolinda in Gaglioffi, 3 - Depretis Maggiorina, 3 - Destefanis Clementina - Destefanis Genoveffa ved. Soria, 2 - De Toni Michele, 2 - Devota di Maria Ausiliatrice di Lercarafriddi, io - De Zuliani Lucia ved. Termini, io - D'Onofrio Clotilde, 5 - Di Amilcare Sebastiano - Di Luca Adele in Santini, 5 - Dodi Chiarina, 5,50 -- Domenichini Alessandra, 2 - Donelli Giovanni, 5 - Donna Giovanni Battista, 3 - Dovinelli Antonietta, 2 - Dreolini Gaudenzia in Boniscontro, 3 - Durandoni Serafini in Bonelli, 5.
E) - E. C. di Torino - Ebrousse Caterina ved. Germanetti, 2 - Ecclesia Celestina ved. Marinelli, 2 - Eco Angelo, io - Egle Spina, 6- Elia Vincenza, i - Enrichetti Faustina ved. Salvabene, - Ermanini Giovanni.
F) -- F. E. M. di Alessandria, io - F. G. di Monasterolo di Savigliano, 20 - F. M. di Domodossola, i - Fabbriàni Giuseppina, 3 -- Fabiicio Francesca in Ciriani, 5 -- Facca Eleonora, 5 - Falconét Edvige, 5 - Falconieri Amalia., 25 - Famiglia Cerruti, 5 - Famiglia Masera di Trofarello, 25 - Famiglia Melle, 5 - Famiglia Peirani, 2 - Famiglia Maddalena, io - Fenati Angelina, 5 Ferrari Antonietta, 5 -- Ferrari Eva, 5 - Ferrari Gio. Battista, 15 -- Ferraris Pietro, 3 - Ferreri Teol. Baldassare, 2 - Ferrero Antonietta, ved. Fusinato - Ferrero Caterina, 5 - Fichera Giuseppe, io - Figlia di Maria di Dogliani, 2 - Figlia di Maria di Monasterolo - Filipponi D. Alessandro, 25 - Fillietroz Giuseppe, io - Fin Giulia, 5 - Finocchiaro Rosina, 2 - F ortani Maria ved. Dedè, 5 - Fossati Mario, 2 - Fracchia Marianna, 6 - Francesconi Vittoria, 5 - Francino Adele, io - Franco Filomena, 5 - Franzoni Maria, io - Frascotti Cristina, 5 - Fratelli Careno, 5 - Fratellini Grosso Ottavio e Attilio, 2,50 - Fratelli e Sorelle Pasquini di Torino, 5 - Frola Angela, 5 - Fronterrè Concettina, io - Fubini Alcibiade - Fugassa Emilia, 5.
G) - G. M. di Barone Canavese, 50 - Gagliardino Pietro, 5 - Gallo Antonietta, 15 - Gallo Andrea - Gallo Giovanni, 5 - Gamondi Maria, z o - Gandolfi Aurelio, 2 - Gangemi Annetta, 5 - Gatti Secondina, 5 - Gerardo Carolina - Ghidini Rosalinda, 3 - Ghiglione Ambrogio, 5 - Ghirardi Anna, 5 - Gianetti Antonia, 5 - Gianotti Filippa ved. Canestrini - Giardino Timoteo - Giarola Biagio Soldato, 2 - Giordani, 50 - Giordano Eraldo, 20 - Giorgelli Avondio - Giovando Nicola, 20 - Giovane di Montecchia di Crosara, o - Giovannini Modesta, i5 - Giovannino Guglielmo, 20 - Girardi Giacomo e Vittoria, 50 - Girola Ch. Giuseppe, 5 -- Giudici Albina in Bodratti - Giuliani Margherita, 5 - Giusiana Veronica - Givoletto Camillo, 2 - Glendi Angela in Simonelli, 5 - Goad Giuseppe, 8 -- Gori Can. Prof. D. Ugo, 5 - Graglia Serafina ved. Nicoletti - Grasselli Rosalia - Gribaudo Ing. Gustavo, 5 - Griffa Luigi - Guala Ch. Giovanni, soldato al fronte - Guala Luigi e Antonio coniugi, 8 - Guardalben Ettore, 200 - Guardiano Cappuccino di Troina, 5 - Guglielmino Giovanni, 5 - Giudicini Anna in Bendini, 5
I) - Inclinati Gedeone, 7 - Inghilleri Giovannina, 7,25 -- Invrea Matilde, 4 - Ivaldi Edvige io - Isola Giacomo Antonio, 6o.
L) - Lanaro D. Gio. Battista, 1.5 - Lance Marianna, 2 - Lanutti Ida, 3 - Lanza Carlo e Raffaele, io - Lanza Margherita fu Antonio, 2 - Lazzaro Caterina, i - Lisdero Maddalena ved. Girlero, 4 -- Litteri Giuseppina, 5 - Lorenzi Giustina, io Lovera Antonietta in Descalzi - Lucchese Silvia, 5 - Lugari Palmina, 2.
M) - M. F. di Lugo in Romagna, soldato, 50, per scampato pericolo combattendo al fronte - M. e G. G. di Ronsecco Vercellese, 20 - D1. P. S.. di Ozieri, 5 - M. V. di Brusasco, io - M. V. R. Arrigoni, 5 - Macario Marietta, 7 - Maddonini Giuseppe, 2 - Maestroni Battista, r - Magnolini Secondina, 2 - Magnabosco Anna, io - Maioli Clelia, io - Maisello Orsola, 5 - Malgaroli Felicita, 2,50 - Malcotti Concettina, 25 - Malvicino Maria, 5 Manfredini Carolina, 15 - Mangeri Giuseppina, 5 - Mangola Emilia, 5 - Manzoniani Antonietta ved. Calandra, 4 - Maragliano Emilia, 3 - Marchesi Maria, 5 - Marchi Maria, i - Marchi Stefanina in Costis, 6 - Marchini Clotilde, 3 - Marenco Rina, 20 -Mariano Luigina - Marinetti Damiano maniscalco, 5 - Maroni Virginia, 3 - Marsegaglia Felicita ved. Gianelli, 2 - Martinengo Giuseppina in Martinengo, 4 - Marezzi Augusta, 20 - Masè Giuseppina, 91,8o -- Masnaghetti Giuseppina, io -- Massanini Domenica, 4 - Massara Casimira, 5 - Massironi Luigi, 5 - Massoletti Amedeo, 5 - Massolino Camilla, 2 -Mazza Maria, 5 - Mazzarano Angelina, 5 - Mazzonzelli Bernardo, 5 - Mealià Maria - Mezzadonna D. Giovanni, 5 - Mezzaro Giovanni Maria, 20 - Micheli Ida, r5 - Miconi-Teonilla, 5 -Miloni Benedetto, 2 - Minella Costantino, 25 - Mirandola Erminia, 5 - Mocellini Teresa, 17 - Monticone Vincenzo - Mori Dirce - Morinelli Augusto, 2 - Motta D. Giuseppe, io - Murgia Giuseppe, 3.
N) - N. N. di*..., r - N. N. di*..., 5 - N. N. di Occiano, 2 - N. N. di Borgomasino, 20 - N. N. di Buguggiate, 3 - N. N. di Calendasco, 2 - N. N. di Camandona, 5 - N. N. di Castelnuovo d'Asti, io -N. -N. di Centallo, 25 -N. N. di Messina, 5 - N. N. di Milano, io, a mezzo di Mons. Carlo Graffy per grazia ricevuta e intercessione del Ven. Don Bosco - N. N. di Montalenghe, a - N. N. di Novi Ligure, 50 - N. N. di Ravenna, 2 - N. N. di Rossiglione - N. N. di Tigliole d'Asti, io - N. N. di Torino, 5 - N. N. Cooperatrice Salesiana di Zanco di Villadeati, 5 - N. N. di Zevio, 6 - N. B. F. di Etroubles, 4. - Necco Cesira, 2 - Nelli Maria in Guarneri, 20 - Nolli Ines in Bellotti, 50 - Nulli Giulia in Maneroi, i.
O) - Obertone Adolfo, 5 - Occhipinti Biagio, 15 - Olivieri Caterina, 2 - Olivieri Giuseppe Uboldo, i 5 - Olivieri Irma ved. D'Antona, 5 - Omarini Caterina, 3 - Omedé Margherita Cooperatrice Salesiana, 3 - Orlandi famiglia, io - Ospedale Maria Seconda, 3 - Ottolenghi Cornelia ved. Perrone, 3.
P) - P. G. di Giaveno, i o - P. R. L. di Torino, -- P. T. di Villadeati, 2 - Paiazzo Pietro, io - Paioletto Vincenzo, 5 - Pallavidino Francesca, 5 - Pamares Enrico Teobaldo, 5 - Pane Angela. 6 - Panseti Calogero, 5 - Parodi Luigia, 5 - Pasero Elisabetta, 5 - Pasquini Maria, 5 - Paviato Giuseppe, 5 - Pedemonte Teresa, 5 - Pelfini Angelina in Binda, io - Pelizzari Giorgio, 3 - Pellerino Andrea, 2 - Penati Caterina ved. Redaelli, 5 --' Pennisi Salvatore, Capitano in Zona di Guerra, 5 - Perazzini Amalia, 12 - Pericoli Maria, 5 - Fertile Angelo, 5 - Piaggia Amalia in Rubino, 20 - Piani D. Ernesto, 50 - Piantanida Giovannina, 5 - Pianti Anna, 1,o5 - Piattino Clara, i - Piazza D. Luigi, 300 - Piazza Margherita, 15 - Piglioni Giuseppe - Pinto Concettina degli Esposti, 5 - Piubello Ang- la, 5 - Poggio Marcella, 5 - Poletti Luigia in Sacchi, 2 - Pollini Maria, 20 - Poltroneri Bernardo, 5 - Poncini Cesare, 2,50 - Porati Rina, 2 - Porta Giulia a mezzo Superiora del Convitto Operaie di Rossiglione Ligure, 5 - Porrà Giuseppina, 2 - Poscafassi Apollonio - Pozzoli Adelina, i - Priora Suore Carmelitane, io -- Priotteschi Antonio, 2 - Puddu Assunta in Todde, 6.
Q) - Quaranta Antonio, 3 -- Quaranta ved. Genoveffa, 2 - Queivazza N. in Vallebona, 25 - Quinsod Alessandro, 5.
R) - R. A. dì Sanluri - R. B. di Torino, 25 -Rabezzana Giuseppina ved. Veronelli - Raggi Romolo, soldato in Zona di guerra, io - Ragneri Amalia, 120 - Raiteri Giulia - Rainello Agatina, 6 - Ramezzana Felice, io - Ramondetti e Famiglia, 4,50 - Ramponi Giustina, 5 - Rasario Domenico, 2 -- Rava-Ronco Francesca in Natrizio, 2 - Re Maria, io - Reggio Maria, 3 - Regno Anna, 1 - Renaldi Margherita, 8 - Renzi Augusto, 50 - Renzi Albina, 5 -- Ricca Clementina in Gobbi, 5 - Riccardi Luigi di S. Damiano al Colle, 20 - Riccardi Luigi di Villa Marone, 5 - Ricchetto Augusta - Righetti Amelia, 2 - Righetti Arma, 2 - Riva Giovanni, 3, 40 - Rivalta Teresa, 2 - Roaro Antonio e Sartori Maddalena coniugi, 3 - Robbiani Carlo, soldato, 5 - Rocca Vincenzo, io - Rolla Matilde, 5 - Romano Maria, 5 - Rosari Mario, 2, 5o - Rosati Concettina, 5 - Rossignoni Cesare, 5 - Rossi D. Antonio, 3 - Rossignoli Adele, 15 - Rota Cristina, 2 - Rotellini Margherita in Carletti, 2 - Roveda Maria, 2 -- Rubin Elisabetta, 3 - Ruffilli D. Antonio, 1o - Rumbado Angelo, io - Russi Lorenza, 30.
S) - S. A. di Sanluri - S. T. A. di Camartina, 2 Sacchi Maria, io - Saggiorato Elvira, io - Salini Giuseppina, 5 - Salussoglia Maria in Difredi, i - Sangiuliano Veronica, 3 - Sant'Agata Giulietta .in Borello, 2 - Santachiara Cesira, 5 - Santi Amedeo,. io - Santopadre Emilia, i,5o - Sarteur Maria, 5 - Sartorello Alessandrina in Pulcinella, 5 - Sartoris Maria, 5 - Scalerandi Maria, 3 - Scarafiotti Genoveffa in Veretto, 2 - Scarpa Vincenzo Dini, 2 - Scassa Pietro, io - Scavarda Rosa, 5 - Scotto Francesca, io - Scrofani Giuseppina ved. Blandini, 15 -- Secondino Claudio, 44,75 - Seminari Maddalena, io - Sentieri Regina in Zigabó, 5 - Serra Pietro, 3 - Sferazza Giuseppina, 31 - Sfondini Antonia, 5 - Sguazzini M. in Refossi, 25 - Signorini Famiglia, 5 - Silvanetti Ortensia - Silvestrini Lena in Ceroni, 65 - Solaragione Laura, i o - Soldan Giuseppe, 5 - Soldato di Bagolino dalla Zona di guerra, io - Soldavini Elvira in Calvi, 5 - Sorelle Cesarea, 2 - Sorelle Pignone, 25 Sormani Bortolo Tobia, 5 - Spada A. ex-allieva nei Collegi di Maria Ausiliatrice - Spagnoli Iride, 5 - Spampinato Alfonso, 2 Spironelli Giuseppina in Scudo, io - Storace Erminia, 5 -- Storti Angelina, 5.
T) - T. C. di Volvera, 30 - T. M. di Perosa Argentina, 2 -'1'. O. di Firenze, io - Tagliabue Ida, 5 - Tamburino Giuseppe, 5 - Tasini Giovarmi, soldato in zona di guerra, .5 - Temofonte Guglielmina in Terenzio, 4 - Teobaldini Giovanni -• Terrana Antonino, 4 - Terretti D. Alfonso, io - Tessitore Mario, io - Tocci Caterina in Micheletti, 5 --- Torretta Cav. Alfonso, 5 --- Torta Giuseppe - Fosco Margherita in Cavaglià, 25 -- Tosi Rosa, 5 - Tosa Rosa, io - 'l'ovini Eugenio, 5 -- Travostino Teresina, 5 - Trezzi D. Ambrogio - Trivero Luigia - Trotta Felice, farmacista, 25.
V) - Vaccarini Gismonda in Lusselli, 2 - Vaccaroni Caterina, io - Valcavi Brigina, 3 - Valente Maddalena, 7 - Valentini Isolina, io - Valinotto Michele, 5 - Vallenzasca Giuseppina ved. Zerboni, 25 - Valperga Pietro, a mezzo del Teol. Stradella, 5 - Valperta Pietro, io - Valpiani Ida in Orioli, io - Vatteone Catterina, 20 - Vayra Caterina in Demagistris, 15 - Venieri Clotilde, io - Vento Giuseppina in Difiglia, 5 - Venturelli Agata, 4 - Venturi Giovanni, 25 - Venturini Angelo fu Luigi, 42 - Verdasio Giuseppina, 5 - Verderone Pacifica in Bosso, 2 -Verga Amos, 5 - Vernoni Lorenzina - Verona Maria, io - Viano Maria, 2_- - Vianzoni Auto-. reietta ved. Cattaneo, 3 - Viganò Teresina, 2 - Vigliardi Tommaso, 3 - Villa Andrea, 5 - Viola Virginia in Ravagnoli, 5 - Volta Maria, io.
W) - Wilhelmo Maria, io.
Z) - Z. B. dell'Emilia, 5o -- Z. D. M. di Locarno (Cantori Ticino), 12,5o - Zacco e Famiglia, 25 - Zambaretti Teresa ved. Catramini, 2 - Zandigiaconli Angelina, io - Zaninetti Alessandro, del 7° Bersaglieri, 6 - Zappata Avv. Giuseppe, 5 - Zerbino Fortunato, io - Zibetti Emilia, 5 - Zuccanti Annunziata, 2.
Nello svolgere questa rubrica, torniamo a protestare solennemente che non intendiamo contravvenire in nessun modo alle disposizioni pontificie in proposito, non volendo dare ad alcun fatto un'autorità superiore a quella che merita una semplice testimonianza umana , né prevenire il giudizio della Chiesa, della quale - sull'esempio di D. Bosco - ci gloriamo di essere ubbidientissimi figli.
Fra le migliaia di ammiratori e devoti che presero parte alla commemorazione della nascita del Ven. Don Bosco in Valsalice il giorno 15 agosto 1915, ci furono pure i sottoscritti coniugi Giuseppe e Margherita Comollo, domiciliati in Torino. Durante la funzione religiosa, essi, per suggerimento di una zelante Cooperatrice Salesiana, votarono al Ven. la loro bimba di pochi giorni, gravissimamente ammalata.
Il Dottore curante rilasciò la seguente dichiarazione : « Il sottoscritto, Medico Chirurgo in Torino, dichiara d'aver visitata e curata nel mese di agosto 1915 la bimba Comollo Camilla di giorni 35, affetta da gravissimo catarro gastro enterico con frequentissime scariche alvine e in tali condizioni da potersi ritenere inevitabile e prossima la morte. In fede: Torino, 31 maggio 1916. - Il Medico Chirurgo Doti. G. GembeTernex. »
Due giorni dopo, cioè il 17 agosto, la bimba improvvisamente guari. I genitori son persuasi di dover ascrivere questa grazia alla intercessione del Ven. Don Bosco; e andarono in pellegrinaggio a Valsalice nel mese di maggio u. s., conducendovi la bimba graziata in segno di riconoscenza.
Torino, 24 giugno 1916.
Coniugi Gius. e MARGA. COMOLLO (1).
Ringrazio il Venerabile Don Bosco per la protezione con cui volle salvare il mio proprio unico figlio, pilota aviatore, in un raid al quale prese parte come mitragliere, vincendo un velivolo nemico in un duello aereo a tremila metri, e discendendo incolume, proprio nel giorno stesso che io mi recava, come uso settimanalmente, alla tomba del Venerabile in Valsalice.
Voglia D. Bosco continuare sul mio aviatore la potente sua intercessione presso quel Dio che non confonde mai chi pone in Lui ogni sua fiducia.
Torino, dicembre 1916.
Una madre riconoscentissima.
Nello scorso inverno, mio padre fu quasi sempre ammalato, e per ben due volte lo vedemmo in pericolo di vita. In momenti di angustia suprema, con la fiducia nel cuore, invocai l'aiuto di Maria Santissima Ausiliatrice, ad intercessione del Ven. Don Bosco... E infatti la mia fede non fu vana, ed il caro infermo risorse miracolosamente da morte a vita.
Con animo profondamente grato, adempio la fatta promessa di far pubblicare nel Bollettino l'ottenuta grazia, e intanto invio piccola offerta per le Opere Salesiane, riserbandomi a riandarne altra per la erigenda Chiesa che sorgerà nella casa dove nacque il Venerabile. Ho posto nella stanza di mio padre un'effige di Don Bosco, e benchè indegna, lo prego sempre di cuore, a continuare su di me, su la famiglia tutta, che a me si unisce nel rendergli azioni di grazie, la valevole efficacissima sua protezione.
Carpegna (Pesaro), 8 dicembre 1916.
AMALIA FALCONIERI DI CARPEGNA.
Nell'ottobre dell'anno scorso veniva colto da una paralisi facciale che rendendomi immobilizzata la parte sinistra della faccia m'impediva d'attendere alle mie occupazioni sacerdotali. I medici da me consultati dissero che era un male che non doveva durare meno di sei mesi e non esclusero che io avessi ad avere quel malanno per tutta la vita, non assicurando la guarigione dopo i sei mesi. Avendo letto nel Bollettino i prodigi ottenuti mediante l'intercessione del Venerabile D. Bosco, mi affidai completamente a Lui, incominciando una novena, promettendo la pubblicazione della grazia sul Bollettino Salesiano ed un'offerta per Maria SS. Ausiliatrice. La novena non era ancor terminata ed i nervi facciali incominciarono a riprendere i loro movimenti. Dopo alcuni giorni ero completamente guarito e potevo riprendere le mie occupazioni.
Da codesto istante io rendo sempre vivis siine grazie alla Vergine Ausiliatrice ed al suo Venerabile Servo.
Venegono Inferiore, gennaio 1917.
Sac. AMBROGIO TREZZI.
Mi trovavo malato da tredici mesi ad un rene e alla gamba sinistra, non potevo camminare, soffrivo giorno e notte, e insieme soffrivo ancora per diabete.
Ho provato la scienza dei dottori, e il mio male prendeva qualche miglioramento, poi ricadevo di nuovo: non vi era alcun rimedio, ero sempre da capo. Ed ecco giungere il mese di Maria Ausiliatrice. A Lei innalzai di cuore una preghiera quotidianamente, mentre la mia famiglia, a mia insaputa, faceva una novena e mi metteva indosso una reliquia del Venerabile Don Bosco.
La grazia tanto desiderata mi fu concessa. Maria Ausiliatrice e Don Bosco esaudirono le nostre preghiere. Sparirono il mal di rene e il diabete: sono guarito. Mi affretto a mantenere le mie promesse e pieno di riconoscenza dico grazie a Maria Ausiliatrice e al Ven. D. Bosco, che non potrò mai ringraziare come il mio cuore desidera.
Torino, 9 giugno 1916.
GIUSEPPE PORTA.
Da due anni versava in critiche condizioni finanziarie, accompagnate da dispiaceri fortissimi. Ho invocato il Ven. D. Bosco ed ho recitato quotidianamente la novena alla Madonna Ausiliatrice, consigliata dal Venerabile, per ottenere l'assestamento degli affari e la pace perduta. Ora tutto è accomodato con sacrificio sí, ma la pace è ritornata. Grazia grande questa, che io con le lagrime di riconoscenza attribuisco al Ven. D. Bosco, che ho sempre con fede invocato.
Un'altra importante grazia spero da questo mio protettore per continuare nella pace in famiglia. Non lascierò a questo fine di far la novena.
Adempio intanto alla promessa fatta di pubblicare le grazie ricevute, mandando la meschina offerta di L. 1oo per le istituzioni del Venerabile.
Follina (Treviso), 8-8-16.
ELEONORA BUGO Ved. BERNARDI.
Il giovane Valperga Pietro, d'anni 24, di Revigliasco Torinese, afflitto da un terribile male (effetto di sofferte artriti), che gli deformava orribilinente un occhio, causandogli grave dolore al capo e minacciando la facoltà visiva, ebbe ricorso alla Vergine Ausiliatrice colla novena suggerita dal Ven. D. Bosco, per ottenere la sua assistenza nella cura cui intendeva assoggettarsi.
E che '-t Vergine gli abbia accordata l'implorata assistenza ben fu subito provato dalla diagnosi sapiente fatta dal dottor oculista fin della prima visita, dallo sparire dopo 24 ore dei dolori di capo, dal rapido miglioramento, e infine dalla felice guarigione dell'occhio già così malato.
Riconoscentissimo a Maria Ausiliatrice, il graziato offre L. 5 per le Missioni Salesiane, implorando altra preziosissima grazia.
Torino, dicembre 1916.
Teol. STRADELLA, Coop. Sales.
NOTA IMPORTANTE. - A quelli che ricorrono all'intercessione del Ven. Don Bosco, e vorremmo ,, a gloria di Dio e del suo Servo - che fossero molti, rinnoviamo una raccomandazione.
Molti ricordano l'entusiasmo che circondava il. Venerabile, allorchè egli passava benedicendo per le nostre città e per altre città di Francia e Spagna, e insieme ricordano l'onda di viva e pratica pietà che si diffondeva al suo passaggio nelle anime. Era una pioggia di benedizioni celesti. Vogliamo che tornino quei giorni? vogliamo, cioè, che molte anime tribolate siano confortate dalle sue benedizioni? vogliamo che il loro moltiplicarsi attiri altre anime al servizio di Dio?
Affrettiamo dal Signore il giorno della glorificazione del buon Padre, il giorno in cui l'oracolo infallibile del Vaticano gli decreterà gli onori degli altari. Da ventinove anni la sua immagine, come la sua memoria, si diffonde e s'imprime sempre più tra i popoli; ma quando apparirà cinta dell'aureola dei beati, essa rinnoverà senza dubbio le antiche meraviglie e le perpetuerà sino alla fine dei secoli. Sono molti, ornai, i fatti che dimostrano essere egli sta o un prediletto, un inviato del Signore.
Ebbene, a cooperare efficacemente a cotesta glorificazione di Don Bosco, raccomandiamo:
I) Si preghi e si preghi molto, da tutti e quotidianamente, perchè Iddio misericordioso e Maria SS. Ausiliatrice benedicano la Causa di Beatificazione del Venerabile.
II) Agli afflitti ed agli infermi - sopratutto quando si tratta di casi umanamente disperati - si consigli la stessa preghiera insieme colla fede più viva nella intercessione di Don Bosco, chiedendo al Signore, che, se a Lui piace glorificarlo, moltiplichi - per sua intercessione - e grazie prodigiose e miracoli.
III) Nel far ricorso si rinnovi sempre, in modo esplicito, la fede nell'intercessione del Venerabile, e non si associno al suo nome nè quello della Beata Vergine nè quelli di santi o di altre anime che sappiamo o crediamo potenti presso il trono di Dio. È questa una precauzione dà osservarsi scrupolosamente, perchè resti provato che il fatto miracoloso è dovuto all'intercessione di Don Bosco.
Possiamo però, anzi consigliamo a farlo, pregare la Vergine Ausiliatrice affinchè voglia unire le sue preghiere alle nostre, Ella che tanto amò e protesse così visibilmente Don Bosco su questa terra, perchè voglia ottenerci che il Signore lo glorifichi al cospetto di tutta quanta la Chiesa.
IV) Le relazioni di queste grazie e prodigi, ottenuti coll'invocazione del Venerabile, si inviino, corredate da attestati di medici e altre autorevoli persone, al Successore di Don Bosco: Rev.mo Sac. Paolo Albera, Rettor Maggiore della Pia Società Salesiana; Via Cottolengo, 32, Torino.
I lavori del tempio votivo da dedicarsi a María Ausiliatrice presso la casetta natale del Ven. Don Bosco, a Castelnuovo d'Asti, procedettero sin qui senza interruzione. Se m'assistere il vostro zelo nel promuovere offerte tra le famiglie cristiane per quest'impresa, allo scopo a voi noto di consacrare alla Beata Vergine particolarmente i bambini, perchè Ella doni loro una benedizione che li accompagni sino alla morte, ho piena fiducia che potremo inaugurare il nuovo tempio nel prossimo agosto.
(Dalla Lettera del Sig. Don Albera ai Coop. Sales. in data 1° gennaio 1917).
Rose e Gigli.
L. 12, offerta dei bambini e bambine delle nostre Scuole ed Asilo, per ringraziare Maria Ausiliatrice che li preservò finora, insieme colle famiglie, da ogni pericolo. Campione: Suor M. Manassero.
I bimbi dell'Asilo G. Gamboa di Quargnento unitamente alle Oratoriane inviano L. 17,50. tenue offerta per l'erigenda Chiesa dei Becchi, perchè la Vergine Santa protegga e taccia tornare presto dal fronte i loro cari.
Siamo due fratellini che ci raccomandiamo a Don Bosco, e mandiamo l'offerta di L. 5 per la Chiesa dei Becchi.
Gina Vigo, orfana di madre da poco più di un anno, accolta dalla buona famiglia Barizzone di Bolzaneto, invia la sua piccola pietruzza in L. 2 per l'erigendo tempio dei Becchi, invocando la celeste protezione di Maria Ausiliatrice sulla famiglia che affettuosamente l'accolse.
Maria Luigia Milani di Giussano Brianza offre il piccolo obolo di L. 5 per l'erigenda Chiesa dei Becchi, perchè la cara Madonna protegga l'amato sui papà tra i pericoli della guerra.
Le sorelline Imelde, Otella, Melina e Ottorina Mori da Ventoso (Emilia), offrono L. i per la Chiesa dei Becchi, pere è la cara Madonna le tenga sotto le sua protezione.
Elisa Montanari di Ventoso (Emilia) L. 0,50, invocando protezione sul babbo che trovasi al fronte. Una bambina di Alassio invia L. 5 per la Chiesa dei Becchi, affinchè D. Bosco e Maria SS. Ausiliatrice le ritornino sano e salvo dalla guerra l'amato fratello.
I fratellini Boano Benedetto, Giuseppe e Carlo di Govone mandano L. 3 per il tempio votivo dei Becchi, implorando una benedizione speciale sopra la famiglia, specialmente sul babbo soldato.
I bimbi dell'Asilo Rossi di Premosello aggiungono L. 4,6o alla prima offerta, perchè la cara Ausiliatrice li cresca buoni e protegga i loro cari genitori al fronte.
I fratelli Battaglia di Cassolnuovo offrono L. 4 invocando dall'Ausiliatrice celesti favori e protezione materna.
I bambini dell'Asilo di Vanzaghello offrono pel Santuario dei Becchi L. 10, pregando la Celeste Ausiliatrice a proteggere i loro cari nei gravi pericoli della guerra.
Piccoli amici di Don Bosco e di Maria Ausiliatrice.
Sono L. 5, per la Chiesa dei Becchi, della bambina Cerrano Maria da Pontestura. Maria Ausiliatrice, crescetela buona e virtuosa, corize la desidera la mamma!
R. T. ed M. V. di Torino, offrono L. 2, pregando e sperando.
I bimbi Quagliotto Giovanni, Amelia e Gabriele da Pontestura mandano L. 3 per ottenere grazie da Maria SS. Ausiliatrice, specialmente pel babbo che è alla guerra.
Sono L. 5 che a nome di mio figlio Pierino Silvio, di mio fratello Francesco Torres, e dei miei nipoti Lorenzo Luigi ed Erminio con i cugini Primo, Giovanni e Pietro invio pel Santuario dei Becchi, affinchè Maria Ausiliatrice li abbia tutti sotto la materna sua protezione. - Margherita Torres di Roma.
Rina Gallone e 1 fratellino Giuseppe, di Pontestura, mandano L. 1 pel Santuario dei Becchi, affinché Maria Ausiliatrice renda loro sano e salvo il papà, ora prigionierò.
Le due sorelline Rosina e Claudina Imerico di Pontestura offrono L. 1,5o. in ringraziamento e perchè Maria Ausiliatrice salvi il loro padre, prigioniero di guerra.
I fratellini Primo, Casimiro e Carlo Zurletti offrono L. 1,50 per la Chiesa alla Vergine Ausiliatrice da erigersi presso Castelnuovo d'Asti, perchè la Vergine si degni coronare di un esito felice i loro studi in questo anno, e conceda loro la grazia del ritorno di una persona cara.
Mamme e insegnanti devote.
N. N. di Diano d'Alba offre L. 5 per l'erigenda Chiesa dei Becchi, in attestato di riconoscenza a Maria SS. Ausiliatrice e per altre grazie.
Rossi Margherita da Campione Garda manda L. 35 ricavate da un orologio, messo a lotteria da una buona mamma di due bambine, che ha il marito richiamato sotto le armi da pizi di un anno. Con questa offerta essa intende ringraziare Maria SS. Ausiliatrice per la protezione accordatagli fin qui, e supplicarla a scamparlo sempre dai pericoli, e a proteggerla con le sue bambine.
N. N. di Bagnolo Piemonte L. 5 e Botto Teresa di Pontestura, L. i, con liete e sante speranze.
Fedele Dessi di Guspini invia L. 2 pel nuovo tempio a Maria Ausiliatrice, per grazia ricevuta.
Lampis Marietta di Guspini, L. 2, implorando da Maria SS. Ausiliatrice che le ritorni salvo il marito che da due anni si trova al fronte.
Una povera madre di Bagnolo Piemonte invia L. 1 per ottenere la guarigione da Maria Ausiliatrice.
E L. i che Albina Martinotti offre per la Chiesa dei Becchi, supplicando la Vergine Ausiliatrice che le ritorni salvo il marito, che da due anni si trova al fronte.
Nel primo anniversario della prima Comunione dei fratelli Carlo e Alberto la mamma Teresina Barbieri di Osimo, manda questa piccola offerta di L. 5 per il tempio votivo dei Becchi, affinché Maria Ausiliatrice continui la sua protezione e sia larga di favori a lei e ai figli.
Angiolina Bollo di Cerrina Monferrato invia L. 5 per la Chiesa dei Becchi, pregando la Vergine Ausiliatrice, perchè faccia crescere buoni e nel santo timor di Dio i suoi figli Francesca e Luigino.
Rosa Bechis, dell'Istituto delle Rosine in Torino, dona diversi oggetti pel Santuario dei Becchi, implorando dalla Vergine Ausiliatrice aiuti e conforti.
Preci e ringraziamenti.
I soldati Giuseppe e Giovanni Rima di Diano d'Alba, con ogni loro fiducia nella materna protezione di Maria SS. Ausiliatrice, offrono L. 2 per il Santuario dei Becchi.
Suor Ivaldi Chiarina di Parma, a nome di vari militari, feriti ed ammalati, manda L. 5 per il tempio votivo dei Becchi.
N. N. da Trino Vercellese offre L. 5, implorando una grazia segnalatissima per intercessione di Don Bosco.
Le allieve del Laboratorio di Bagnolo Piemonte, inviano L. 15 pel nuovo Santuario, in ringraziamento alla Vergine Ausiliatrice per aver loro conservato il lavoro.
Maddalena Genovesio, di Bagnolo Piemonte, invia L. 3 per la Chiesa dei Becchi, affinchè Maria SS. Ausiliatrice le continui il suo aiuto in questi tempi di tanti dolori, e le protegga tutta la famiglia e il caro fratello che trovasi al fronte.
Parecchie devote di Maria Ausiliatrice di Renate Brianza, ammiratrici delle Opere Salesiane, offrono L. 5 per la Chiesa votiva, implorando benedizioni sui loro cari esposti ai pericoli della guerra.
Zia Pia offre L. 10 pel Santuario dei Becchi implorando una benedizione speciale di Maria Ausiliatrice ai tre nipotini Bianca, Filippo e Giovanni Battista.
La signora Del Giudice-Zandonella di Conegliano Veneto, L. 5 pel Santuario dei Becchi implorando speciale protezione della Vergine Ausiliatrice sulla propria famiglia.
Margherita Follis in Aimino, di Borgomasino, prostrata ai piedi di Maria SS. Ausiliatrice, fa una seconda offerta di L. 1,5o, supplicandola perchè non venga meno la sua celeste protezione al suo Giovanni chiamato sotto le armi.
Maria Benedetto di Borgomasino, offre L. 2 pel nuovo, Santuario dei Becchi, perchè la Vergine Ausiliatrice mantenga incolume il suo Giovanni e cresca buoni la sua Marietta e il piccolo Luigino.
M. O di *... offre L. 3 pel tempio votivo dei Becchi per diversi favori ottenuti da Maria Ausiliatrice,. supplicando perchè le care nipotine A., C. e L., crescano sane e robuste e sotto la sua santa protezione.
A. V. di Torino offre L. io alla cara Ausiliatrice pel Santuario votivo dei Becchi ringraziandola dei suoi celesti favori e pregandola a continuare la sua protezione su lei e sulla famiglia.
S. G. soldato, dall'Ospedale Militare di Novara, manda L. 8 per l'erigenda Chiesa dei Becchi, sciogliendo con giubilo un voto a Maria SS. Ausiliatrice.
Una pia signora di Premosello offre L. 1, pregando la Vergine Ausiliatrice di nuovi favori.
La famiglia Maura di Trofarello, con vivissima riconoscenza e profonda fiducia di speciali benedizioni dalla cara mamma celeste, offre L. 25 pel Santuario erigendo dei Becchi.
C. E. di *... invia L. 5 per la nuova chiesa dei Becchi, invocando da Maria Ausiliatrice protezione sul marito esposto ai pericoli del fronte e sulla sua bambina.
Il soldato Bernardi Battista, del 3° Alpini, Zona di Guerra, invia L. 4 per l'erigendo Santuario votivo dei Becchi, ringraziando la Vergine Ausiliatrice dei bene fizi ricevuti e supplicandola a proteggerlo anche in avvenire.
Sono L. 5 per la chiesetta dei Becchi messe insì erne con alcune cinquine da un soldato della seconda Comp. Sanità, residente ad Alessandria.
Sono L. 3 di Ida Terzolo di Torino, pel caro Santuarietto dei Becchi.
Giovanni Battista Rivoira, ex-allievo del i' Oratorio di D. Bosco, offre L. 5 per il Santuario dei Becchi, riconoscente a Maria Ausiliatrice per grazie ricevute ed implorando una speciale benedizione sui figli Francesco e Margherita.
Dai Collegi e Oratori.
Giovannina Blundocanto alunna del Collegio delle Figlie di Maria Ausiliatrice a Pachino (Siracusa), riconoscente al Ven. Don Bosco, invia L. 5, con la fiducia che il buon Padre voglia continuare a proteggere l'amato suo fratello!
Le Oratoriane di Premosello, offrono L. 2o,7o pel Santuario dei Becchi, chiedendo a Maria Ausiliatrice grazie e benedizioni su loro, sulle loro famiglie, e sui loro cari esposti ai pericoli del Fronte.
L. 9, 30 sono una terza offerta degli alunni del Collegio A. Manzoni di Borgomanero pel Santuario votivo di Maria Ausiliatrice, dalla quale implorano una speciale benedizione sui loro studi e sui loro fratelli e genitori militari.
Dall'Estero.
Le alunne e le Oratoriane delle Figlie di Maria Ausiliatrice nella Repubblica dell'Equatore mandano L. 30, invocando ogni benedizione sulle amate famiglie e sulla loro patria diletta.
Una preghiera.
Saremo obbligatissimi agli egregi nostri Cooperatori, se nelle loro lettere avranno la bontà d'indicarci ogni volta il loro indirizzo „completo".
Questa delicata attenzione ci risparmierà molto tempo, col profitto di maggior sollecitudine nel dar loro il dovuto riscontro.
TRA GLI EMIGRATI
BUENOS AIRES. - Grandioso pellegrinaggio di ventimila italiani a Lujan. - Togliamo dal Corriere d'Italia questa corrispondenza da Buenos Aires:
A 5o chilometri dalla Capitale s'innalza il grandioso Santuario di Lujàn, che è mèta continua di pellegrinaggi che partono da ogni punto della Catale e della Provincia. Recentemente vi convennero i cattolici italiani. Fu una dimostrazione imponente. Gli accorsi raggiunsero i 20.000: mai si era vista una folla così enorme.
Il pellegrinaggio aveva due scopi: l'implorare dalla Regina del Cielo la vittoria delle armi italiane e l'adesione dei Cattolici Italiani alle feste centenarie argentine per l'Indipendenza Nazionale.
Presidente del Comitato organizzatore fu l'infaticabile Cav. Domenico Repetto. Direttori Spirituali i sacerdoti D. Giuseppe Vespignani ispettore dei Salesiani e D. Michele Tonelli, Direttore salesiano dell'Italica Gens. Ad essi specialmente si deve la magnifica riuscita del pellegrinaggio.
I pellegrini si riversarono a Lujan su numerosi treni speciali. Là giunti poterono assistere alle diverse funzioni religiose, che si svolsero ininterrottamente sino alle 8 del pomeriggio, alla solenne processione per le vie della città, ai vibranti discorsi dei Rev. D. Nicolò Fasolino e D. Andrea Calcagno.
Assai consolante fu il numero delle comunioni.
Alle funzioni diede, con la sua presenza, lustro e decoro il nuovo Nunzio Apostolico Mons. Alberto Vassallo di Torregrosa.
L'animazione nella ridente cittadina fu vivissima per tutta la giornata. I maggiorenti del Comitato del pellegrinaggio si radunarono a banchetto nell'Albergo della Pace, ove pronunziarono discorsi il cav. Domenico Repetto, il prof. Ottorino Bonfanti, l'avv. Matteo Bracale e il sig. Wilfrido Pintos.
Furono spediti telegrammi al Santo Padre, al Presidente della Republica, al Ministro d'Italia, all'Arcivescovo della Capitale e al Vescovo Diocesano. Notevole la risposta del Ministro Comm. Cobianchi che dichiara « di associarsi cordialmente ai voti ed alle preghiere dei cattolici connazionali »
MANGA (Montevideo) - Festa italiana nell'Uraguay. - Leggiamo nel Corriere d'Italia,: « Monatevideo, dicembre. - Anche quest'anno il Collegio Salesiano di Manga presso Montevideo è stato onorato dalla visita del R. Ministro d'Italia nell'Uruguay, marchese Francesco Maestri Molinari, visita che giovò a rinvigorire negli alunni, che ivi si preparano alla vita salesiana, l'amore all'Italia, culla dell'opera di Don Bosco, e lo studio della lingua italiana.
Il R. Ministro giunse qui col suo seguito verso le 11 ant. del giorno 19 in una splendida automobile del coram. Bonaventura Caviglia, uno dei più cospicui membri della colonia italiana di Montevideo. Fu accolto sul piazzale esterno del Collegio con fragorosi applausi degli alunni e degli italiani ivi accorsi, mentre la banda musicale degli artigiani del Collegio D. Bosco di Montevideo suonava la marcia reale italiana.
Il Ministro visitò subito col massimo interesse l'annessa scuola salesiana di agricoltura, che in soli due anni dalla sua fondazione definitiva ha fatto mirabili progressi sotto l'abile direzione del Sac. Paolo Peruzzo. Percorse le vigne, passò sotto le lunghe file degli olivi in fiore, tra le piantagioni dei pometi, ammirandone lo spettacolo così bello in questo trionfo di primavera; si informò minutamente dei metodi seguiti nell'elaborazione dei vino e dell'olio; esaminò gli strumenti agricoli di tipo moderno, destinati a famigliarizzare gli alunni con le invenzioni più recenti nel genere; prese minuto ragguaglio del metodo d'insegnamento teorico-pratico, e del metodo d'agricoltura che viene preparando lo stesso Direttore Salesiano. In una parola dimostrò di aver compreso tutta l'importanza di questa scuola, ed il suo promettente avvenire in un paese in cui l'agricoltura sarà sempre più una fonte inesauribile di ricchezza.
Nel pomeriggio, nel teatrino del Collegio si svolse un trattenimento drammatico-musicale con un programma totalmente italiano. Fu rappresentato il dramma in quattro atti dal titolo: « I pirati ferraresi » preceduto da un dialogo storico, in cui si ricordarono le condizioni politico-sociali in Italia nella prima metà del secolo xvi. Negli intermezzi vennero declamati brani dei « Colloqui » di Giosuè Borsi, scritti alla vigilia della partenza per il fronte, e vari saluti degli alunni al Ministro. Richiamò in modo particolare l'attenzione quello detto da un allievo della Scuola Agricola che, oltre ai saluti, offriva a nenie dei compagni al rappresentante d'Italia le primizie dei frutti del loro lavoro, ossia alcune bottiglie di buon vino, simbolo, come egli disse, della generosità dello spirito italiano; alcune di olio e di miele, simbolo della bontà e della dolcezza; ed un bel mazzo di fiori, simbolo della gentilezza dello spirito italiano. Era il caso di ripetere: «Cose e non solo parole ». Musica di Verdi e di Donizetti fu assai bene eseguita dal coro del Collegio, alternatosi con la banda musicale, che suonò vani pezzi con quella maestria che l'ha resa così popolare nell'Uruguay.
La festa riuscì assai bene e di molto gradimento degli illustri intervenuti.
TORINO-VALDOCCO. -- L'Albero di Natale pei giovanetti poveri dell'Oratorio Festivo, e segnatamente pei figli dei richiamati, non smentì, neppure quest'anno, la bella fama che l'indimenticabile Don Pavia gli era andato acquistando nei lunghi anni del suo fecondo apostolato.
Preparato con cura solerte e zelo indefesso dalle signore Patronesse dell'Oratorio, con a capo la presidente signora Arrò-Pavia e l'egregio suo consorte cav. Luigi, ebbe esito molto lusinghiero.
Presiedeva il rev.mo Don Albera, assistito dal Direttore, cui facevano corona il Comitato delle Patronesse al completo e numeroso pubblico. Il soldato maestro Turchetti disse un indovinato discorso, inneggiando a D. Bosco e all'opera provvidenziale degli Oratori. Seguirono canti e musica e un brioso dialogo di circostanza, dopo cui ebbe luogo la distribuzione dei doni ai giovani più bisognosi. Venticinque ebbero un vestito completo confezionato su misura; altrettanti un paio di scarpe o di zoccoli; altri cento, e più, altri capi di vestiario ciascuno.
Don Albera chiuse il grazioso trattenimento con parole di plauso alle patronesse e a quanti cooperarono a rendere meno dura la stagione invernale ai poverelli di Gesù Cristo, e indirizzò ai giovani paterne parole d'incoraggiamento alla pietà, allo studio e al lavoro ed alla riconoscenza.
PORT CHESTER (New-York). - Un nuovo Oratorio. - Ci scrivono:
Dietro vive istanze del rev. Sac. Pasquale Maltese, al principio dell'anno 1912 l'Ecc.ma Curia Arcivescovile di New-York cedeva ai Salesiani la parrocchia della Beata Vergine del Rosario per gli Italiani in Port Chester N. Y., fondata dallo stesso Sac. P. Maltese.
Essendo la borgata di Port Chester molto sparsa, e la Colonia Italiana divisa in due quartieri, l'uno abbastanza lontano dall'altro, si vide necessaria la erezione di una Cappella a Washington Park, nel quartiere cioè senza chiesa, per dare così l'opportunità alla popolazione di attendere ai loro doveri religiosi almeno alla domenica. Tale chiesetta fu eretta in lui ampio terreno a prato, appartenente ad una chiesa americana limitrofa, e fu benedetta la domenica delle Palme dell'anno 1915.
Visto che lo spazio non mancava, si pensò di aprire un Oratorio festivo attiguo alla Cappella, con diversi giuochi pei ragazzi. Si diede l'incarico al rev. Don Pietro, Salesiano, il quale diresse i lavori d'impianto, compiendone lui stesso gran parte. Il rev. Parroco americano permise che s'occupasse una buona parte del suo terreno, che fu isolato con cinta di ferro; lui bravo Ccoperatore Salesiano fece una generosa offerta; la Compagnia dei Telefoni ci fornì due grandi pali da telegrafo per il a passo volante »; un negoziante di legnami ci donò dei travetti per l'altalena a corde; il popolo concorse con un bazar e la Chiesa parrocchiale della
B. V. del Rosario suppli il resto. Così il 12 ottobre u. s., Columbus Day, che è festa civile ad onore del grande navigatore italiano, si inaugurò il nuovo Oratorio, chiamandolo « Don Bosco's Festive Oratory ».
Fin dalla Pasqua del 1916, si ufficia la Cappella come una chiesa parrocchiale: vi è prima messa per gli adulti, indi per gli oratoriani: ed alla sera si dà la Benedizione. Ogni domenica viene uri chierico Salesiano dal vicino Collegio di Hawthorne, per assistere i ragazzi e guidare le preghiere durante la S. Messa. Il popolo del quartiere è soddisfattissimo ed i ragazzi aumentano ogni domenica, confermando così la grande utilità ed efficacia degli Oratori festivi.
NEGLI ISTITUTI DELLE FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE
TORINO. - Una premiazione scolastica. - Ci scrivono: «Nel. Bollettino converrebbe far cenno, a titolo di encomio e insieme di buon esempio, della carità che spiega uno dei Consiglieri comunali di questa città, per mezzo delle zelantissime Figlie di Maria Ausiliatrice.
» Io fui presente alla premiazione delle allieve delle scuole serali femminili di Bertoulla e della Sezione Monterosa, istituite dalla provvida iniziativa e dalla bene intesa munificenza del consigliere Luigi Grassi, e ne ho il più dolce ricordo.
» Era stato scelto all'uopo l'ampio padiglione, sorto nel cortile degli edifizi di via Candia, 9, per gli asili infantili dei figli dei richiamati. Il pubblico che presenziò alla cerimonia era pubblico scelto di invitati e pubblico irrequieto e gaio di bimbi; in grande numero, le mamme e le sorelle dei piccoli che gli asili di Luigi Grassi ospitano ed educano da oltre lui anno.
» Aprì la funzione un coro di liete voci infantili; poi la bimba Emilia Coda, degli asili di Bertoulla, recitò coli squisito garbo una commovente poesia. Seguì la distribuzione dei premi; e la consegna di essi alle premiate fu intercalata da una bella improvvisazione del consigliere comunale sig. Luigi
Crassi, il quale rivolse alle allieve delle scuole femminili di cucito sentite parole di incitamento e di lode, così per l'opera svolta a prò loro e della propria educazione, come per l'opera cui esse mirano, a prò della famiglia e della società. Chiuse con una vibrante invocazione alla pace.
» A nome delle allieve e delle loro famiglie, la giovanetta Rita Martinengo - dell'Asilo di Bertoulla - ringraziò il signor Luigi Grassi della sua operosa,e benefica opera di padre e di cittadino.
» La festa. continuò con la dizione di un dialogo in versi, detto da alcune giovanette premiate, con la consegna delle altre menzioni onorevoli, e un coro di voci bene intonate che cantò il popolare « Va' pensiero... » riscuotendo entusiastici applausi.
» Ebbe poi la parola il rev.mo don Filippo Rinaldi, dell'Istituto dei Salesiani, il quale espresse parole di commosso compiacimento per la dolce intimità e per l'alto significato della cerimonia e rivolse nobili parole alle giovanette, ricordando loro i doveri di figlie e di future madri, esaltando la famiglia e la sublimità dei suoi fini.
» Una festa simpaticissima e sopratutto edificante!...
Dall'Italia.
L'ingresso di Mons. Luigi Olivares in Diocesi. - Abbiamo ricevuto la prima lettera pastorale indirizzata dal nuovo Vescovo ai fedeli delle diocesi riunite di Sutri e Nepi. E un documento di una semplicità evangelica, pieno di umiltà e insieme di dottrina e dei più santi propositi, che fa pronosticare i lieti frutti coi quali Iddio premierà lo zelo forte e mite del nuovo Pastore. Mons. Olivares fece il suo ingresso in Sutri la domenica 14 gennaio, accolto con gioia da tutta la popolazione. Tutto il percorso era cosparso di mortella e lauro; le finestre e i balconi addobbati; numerosissime bandiere nazionali sventolavano da tutte le abitazioni.
I Giovani del Circolo D. Bosco di Pisa, sotto la guida e mercè lo zelo del loro Direttore Don Garlaschi, hanno costituito una sezione corale nella quale apprendono numerose laudi sacre che si recano a cantare nelle solenni funzioni delle chiese pisane. Così a più riprese nella chiesa di S. Eufrasia, così pel Capo d'Anno nella Prioria di S. Sisto dinanzi al mirabile presepio, e poi a S. Nicola per la fesa del Nome SS. di Gesù.
A Savona la sera di Natale, dopo le funzioni per gli oratoriani, la festa fu sopratutto dei soldati. All'ora della libera uscita in breve le vaste sale dell'Oratorio si riempirono di bersaglieri, di artiglieri, e di altri soldati, cui venne distribuito con abbondanza panettone e vino. Tutti si recarono poi in cappella per la Benedizione, ove il rev. Don G. B. Ricci rivolse loro acconce parole di circostanza. Passati in fine nel teatrino, assistetterd a un interessante spettacolo cinematografico.
Anche a Cuorgnè continua fiorente la Casa del soldato, istituita in apposito locale del Collegio, E sempre molto frequentata, e i cari soldati, oltre ad altre comodità, vi trovano pur quella di potervi avere gratuitamente tutto quanto può loro occorrere, per la corrispondenza. A cura della stessa, Casa del Soldato si diedero due riusticissime Serate Ricreative nel Teatro Comunale per tutto il Distaccamento di Cuorgnè, coll'intervento del Comandante e degli Ufficiali, delle Autorità cittadine e di altri distinti signori.
Dall'Estero.
A Buenos Aires, il 9 dicembre u. s. l'Arcivescovo Mons. Espinosa, assistito dall'Ispettore D. Vespignani e dal parroco don Bonetti, benedisse solennemente la nuova Chiesa ed Oratorio Festivo, intitolati a S. Pietro, in Calle Australia 1151, nella parrocchia di S. Giovanni Evangelista alla Boca. Il nuovo tempio, largo im metri e lungo 44, è sorto su disegno dell'architetto don Ernesto Vespignani, e grazie, sopratutto, alla generosità della sig.a Domenica Pancari di Frumento, zelante cooperatrice, che volle così suffragare il suo amatissimo sposo, sig. Pietro Frumento, morto a Genova quattro anni fa. Varie bande musicali e gli Esploratori « Don Bosco » del Collegio S. Giovanni Evangelista resero più simpatica la data memoranda.
A Concepción di Chile si è formato un Comitato per raccogliere denaro per gli orfani della guerra, raccolti a Monte Oliveto. Don Albera ha ringraziato quelle generose benefattrici dei nostri cari orfanelli, che pregheranno per loro.
Nuova fondazione. - Ad Ayagualo (S. Tecla, nella Rep. del Salvador) si è sondato un istituto per l'Opera dei figli di Maria Ausiliatrice, cioè per le vocazioni degli adulti allo stato ecclesiastico. L'Istituto sorge sopra una collina, in un clima sanissimo e posizione incantevole.
LIBRI NOSTRI
Novità letteraria.
Il nostro confratello prof. Dott. PAOLO LINGUEGLIA, direttore-preside del Collegio Municipale di Alassio ed autore di varie opere, scritte a diletto e a istruzione della gioventù (1), pubblicava l'anno scorso un nuovo volume dal titolo : Principi di letteratura interiore, che a parer nostro sarà lette con piacere e con frutto dai giovani delle classi superiori delle Scuole Medie, e da quelle còlte persone che s'interessano di novità letterarie. Il lavoro è veramente nuovo, anzi originale. Ecco alcuni dei lusinghieri giudizi pervenuti all'Autore.
Una lettera dell'Em.mo Card. Arcivescovo di Bologna dice:
Bologna, 17-IV-1916.
« Rev.mo Signore,
« Ho ricevuto l'anno passato le splendide sue conferenze sulla Vita di Gesù; ma non avendo trovato la direzione sua, nulla ho potuto fare, nè le congratulazioni, nè i ringraziamenti. Lo faccio ben volentieri oggi, accoppiando 'le une e gli altri. a quelli che devo fare per il nuovo suo lavoro sulla Letteratura interiore. Esso è veramente nuovo, non solo perchè stampato or ora, ma perchè ha preso nel trattare il vecchio argomento letterario via completamente nuova.
« Non credo che l'operetta possa valere per testo di scuola, ma come libro di lettura e d'interiore formazione sono sicuro che potrà giovare assai.
« Continui per questo a lavorare, sostituendo noi vecchi che nel campo letterario abbiamo dovuto appendere le armi al tempio, e tenga alto l'onore del clero anche in questo campo, in cui esso ha sempre lasciato un nome glorioso.
«Benedico di cuore alla S. V., al Collegio che presiede, e mi professo
Dev.mo
+ GIORGIO Card. GUSMINI Arcivescovo.
L'On. Paolo Boselli:
Torino, 25 maggio 1916. « Ch.mo Professore,
« Il suo libro, prole senza madre creata, non si legge senza soffermarsi e pensare. Tutto lo agita una vibrazione di poesia, ora sorridente, ora gagliarda, ma tutto risponde in esso a un principio di dottrina profondamente meditata.
« È un libro di ispirazione ideale, di sentimento animatore ed è un libro di ragione letteraria e di filosofia umana, storica, civile, sociale e divinatrice.
« Chiudendo il volume rilessi quanto ne scrissero uomini preclari, il cui giudizio emerge e domina.
«Io ripeto nell'idea loia quanto essi dissero: non lo faccio colla penna per non dir male ciò che essi espressero con perspicuità, con efficacia.
«Invece di un nuovo trattato di Rettorica, ella seguì una visione di idealità e la forma è rapida e acconcia e vivace così come il concetto è peregrino.
« Sì, faccia dei poeti, come Lei intende farli, e gioverà ai tempi presenti. I Liguri sono poeti negli ardimenti, nell'intelletto che ha grazia, nella praticità, nel cuore.
« La sua Estetica assurge vittoriosamente al di
superiore di Religione di Parma. - Discorsi e conferenze: 2 volumi. - Saggi critici di poesia religiosa. - Pagine di Arie e di Letteratura, ecc. ecc.
vino, all'aria di-Dio; in terra sa le voci del dolore e le lagrime delle cose; e annunzia per l'avvenire la poesia confederalista, canto di civiltà nuova e canto dell'Italia sempre bella, adorata e più che mai grande, educata e felice.
« Accolga coi ringraziamenti gli ossequi del suo
« obbl.mo
« P. BOSELLI ».
S. M. la Regina Madre
Bordighera, 1 settembre 1916. « Signor Professore,
« Giunse a suo tempo a Sua Maestà la Regina Madre il distinto ed elegante esemplare del vo lume, inviatole in omaggio, dal titolo: Principi di Letteratura interiore.
«L'offerta di Lei, mossa da un gentile quanto devoto pensiero, è giunta oltremodo gradita alla Maestà Sua, che, sensibilissima al cortese invio. mi incarica di ringraziarvela e felicitarmi nel tempo stesso con Vossignoria del geniale lavoro compito. clic, più che un tentativo, è una bella affermazione in un campo del tutto nuovo di studi letterari.
« Adempiuti i graziosi voleri Reali, La prego gradire, Signor Professore, la protesta dei miei distinti sentimenti.
«Il Cavaliere d'onore di Sua Maestà « GUICcIOLI »
Al carissimo Confratello cordiali rallegramenti.
(1) Ricordiamo: Novelle di Liguria. - Tra il vecchio e il nuovo: Novelle. - Racconti marinareschi. - L'età d'oro di Borgovecchio: storia di un paese di montagna; 3 volumi. - Inarco Claudio Marcello. Scene storiche della guerra cartaginese. - Per la dignità umana. - Racconti di poggio e di costiera. - Phidur: Racconto orientale. - Girovagando.- Ricordi di viaggi e gite. - Vita di Gesù. Conferenze tenute alla Scuola
Dott. Attilio Toccalli.
A Sondrio, la seconda domenica di ottobre, con una morte santa coronò una vita interamente spesa a servizio della religione e nella pratica della carità, il dott. Attilio Toccalli, popolarissimo non solo in città, ma in quasi tutta la Valtellina.
« Il dott. Toccalli - scrive il Corriere di quelle valli - spirito eminentemente pratico ed equilibrato, animo profondamente religioso e praticante fino allo scrupolo non poteva rimanere estraneo all'esplicazione pubblica e sociale della religione, e vi si dedicò con tutto l'entusiasmo del suo cuore retto, tenendosi sempre però lontano dalle intemperanze eccessive.
» Vi fu un tempo in cui tutta la nostra azione era concentrata in lui ed alcuni altri pochi amici. il nostro movimento venne poi allargandosi, ma il dott. Toccalli rimase per molto tempo l'anima dirigente. Fondò e presiedette la Cassa Rurale Cattolica; diede la sua opera attiva ed intelligente alla fondazione della Banca Piccolo Credito e ne fu per molto tempo consigliere attivo ed oculato; presiedette per molti anni l'Unione Democratica-Cristiana-Valtellinese, ma dove specialmente fece rifulgere la sua attività fu nella locale Conferenza di S. Vincenzo. I poveri erano la sua predilezione, la carità silenziosa la sua partita. »
Anche i Figli di Don Bosco godettero assai della sua carità. L'Istituto Salesiano di Sondrio lo ricorderà sempre come suo primo benefattore. Per questo noi abbiam pianto la sua morte e largamente suffragato l'anima sua benedetta. Ora vogliano anche i lettori pregarle da Dio il premio riserbato alle anime belle e-privilegiate.
S. E. Mons. Emilio Parodi.
Nato a Genova, fu per tredici anni Parroco di Staglieno. Entrato quindi nella Congregazione della Missione, fu visitatore della provincia Piemontese e direttore delle figlie della Carità. Consacrato nel 1905 Arcivescovo titolare di Pessinunte e dato coadiutore all'Arcivescovo di Sassari, un anno dopo prese definitivamente possesso dell'Archidiocesi, succedendo a Mores. Marongiu: e non tardò ad attrarre a sè l'affetto della popolazione, ammirata delle sue virtù d'apostolo.
Purtroppo però, la sua fibra, da qualche tempo esausta da un lavoro eccessivo, era scossa dall'embolismo, che gli vietò l'uso della parola e della guano destra. Alla debolezza fisica supplì allora la forza dell'animo sostenuto dalla fede; e con mirabile pazienza attese alla sua santificazione, prima a Ittiri, poscia a Zinola, ove spirò santamente il 21 dicembre u. S.
Fu grande ammiratore e Cooperatore delle Opere Salesiane. Lo raccomandiamo vivamente alle preghiere dei lettori.
Francesco Genta.
Passò a miglior vita il 21 agosto u. s. a Diano d'Alba colla serenità dei giusti, nella veneranda età di 84 anni. Padre a tre figlie di Maria Ausiliatrice, questo buon Cooperatore visse sempre una vita proba, laboriosa e benefica: e per 22 anni presto' con gran zelo i suoi servizi di economo alla casa nostra di Nizza Monferrato. Noi siamo convinti che egli già goda la pace dei giusti, tuttavia, e per sentimento di amicizia e di gratitudine, e per conforto della sua degna famiglia, lo raccomandiamo affettuosamente alle preghiere di tutti i Cooperatori.
Baronessa Rosina Alessi Coffari.
Munita dei conforti religiosi, dopo breve malattia rese l'anima bella a Dio, la festa della Natività di Maria Vergine a S. Giovanni Gemini. Donna veramente cristiana, affettuosa con tutti, di sentimenti delicatissimi e nobili, cattolica convinta e praticante, benefica coi poveri, ha lasciato inconsolabili il consorte, i figli e i congiunti e il più vivo desiderio di sè in quanti la conoscevano.
Che Iddio ne abbia accolto l'anima benedetta ed esemplare!
Nelle nostre preghiere facciamo anche un fraterno ricordo per l'eterno riposo dei seguenti Cooperatori defunti:
Amiotti Bergonzi Domenica - Torino.
Balerna Catterina - S. Maurizio Canavese. Barone cav. Stefano - Spezia. Benedetti Isidoro Valentini - Trevi.
Besozzi V.- Galli Giovanna - Somma Lombarda. Binelli D. Antonio - Asti. Bocca D. Antonio - S. Giorgio Lomellina. Boccalatte Angela - Sampierdarena. Bon D. Emilio - Treviso. Brentana Ottavia - Chiari. Gretto Nicolao - Montanaro. Cantara Alberto - Torino.
Carturo Mons. Bartolomeo - S. Trovaso di Pregans. Cilento Maria - Napoli.
Cilibrasi cap. Alberto - Alimena. Cioni can. D. Michele - Firenze.
De Brinelli Ch. Giuseppe - Centrale (Vicenza). Delù Delfino - Lecco.
Ferutti Virginia V.a Albasio - Trino. Griglio D. Bartolomeo - Airasca. Lombardi D. Martino - Nozza. Marinello Teresa - Conselve. Monforte Nicolò - Ali. Osenga Anna V.- Osenga - Trino. Pagani Fìorina - Marcalo. Penna D. Michele - Moasca. Piani Angela - Rocchette (Piovene). Perovano Maria in Colombo - Novara. Reina Sorelle - Como. Rulla Angela V.a Minazio - Trino. Sala Giacomo fu Pietro - Grosio. Secondi Paolo - Bereguardo. Sono Dionisia - Breganze. Stellino Matilde - Torino.
Toninelli Maria - Treppio (Sambuco Pistoiese). Toracca can. D. Attilio - Spezia. Aicardi Concetta - Varazze.
Beretta Rosa - Mergoscia (Svizzera, Canton Ticino). Bigliatti Lisetta - Sassello. Bondi P. Enrico - Perugia. Borea can. D. Filippo - Ventimiglia. Camegliacci Mario - Milano. Campanella Pozzi Catterina - Alessandria. Camporini Galli Erminia - Como. Capra D. Bartolomeo - Roretto. Carcano Carlotta - Milano. Catione Carlo - Milano.
Casseri prof. D. Giuseppe - Roccagorga.
Castelletti Antonia n. Debiasi -S. Martino di Conegliano. Corsi Giuseppe - Milano.
Crivelli cav. Pier Pio - S. Severino Marche. De Angelis Clementina - Foggia. Demichelis D. Angelo - Moncalieri. Delmistro Giov. Battista - Maniago. Di Croce Giuseppe - Brescia. Floridi cav. Pietro - Otricoli. Foini D. Francesco - Como. Folco D. Francesco - Savona. Foresta V.a Giuseppina - Leonforte. Furlan Arnaldo di Abramo - Teolo. Galli Albino - Rhò (Milano).
Gidoni Edvige V.^ Storarè - Cognola di Padova. Guerra Osvaldo - Tarzo (Ceneda). Landoni Carlo Romeo - Castellanza.
Maniago V.- Filomena - Cortina d'Ampezzo (Belluno). Marsengo D. Giovanni - Mondovì. Miglietti Sebastiano - Occhieppo Inferiore. Nalet Faoro Giovanni - Arsiti (Belluno). Nasi Teresa - Rivoli.
Pagan Angela - Chioggia. T'ozio Cesare - Alassio.
Ratti Opizzoni contessa Cristina V.a Quilico - Ivrea. Serra'Antonio - None (Torino). Sessa Gian Filippo - Milano. Vergnani Emilio - Chieri. Zaberto Eugenia - Milano. Amico Roxas Emma - Catania. Barbero Bartolomeo - Bibbiana. Barbero Luigi fu Carlo - Bellinzago. Beccaro cav. Giovanni - Acqui. Becchio Anna fu Domenico - Carmagnola. Bodoira cav. Lorenzo - Torino. Bongiovanni Antonio -- Acqui. Botoschi Carolina n. De Bernardis - Oglianico. Calliano Domenica - Alice Castello. Casalini Mons. D. Pietro - Alessandria.