BS 1910s|1913|Bollettino Salesiano Agosto 1913

ANNO XXXVII - N. 8   PERIODICO MENSILE   I AGOSTO 1913

BOLLETTINO SALESIANO

PERIODICO DELLA PIA UNIONE DEI COOPERATORI SALESIANI DI D. BOSCO

SOMMARIO: I fini primari dell'Opera Salesiana 1) Gli Oratori festivi . . . 225 Il nostro Superiore ai piedi del S. Padre . . . . 229 Il viaggio di D. Albera nella Spagna    231 Tesoro spirituale . 237 Per il Monumento a D. Bosco: Il bozzello prescelto - Il significato del Monumento   . . 238 DALLE MISSIONI: Cina: La bontà di Maria Ausiliatrice - Id.: Ancora fra i pirati - FIORI E FRUTTI: v) Spavalderia e protezione celeste - Spigolando - Un monumento a Maria Ausiliatrice

Il CuLTo Di MARIA SS. AUSILIATRICE: Pel 24 corrente - Nuove Chiese e Cappelle - Grazie e graziati.. . .   245

NOTE E CORRISPONDENZE: Avvertenza - A Valdocco: il 29 giugno, ecc. - Tra i figli del popolo - Negli Istituti delle Figlie di Maria Ausiliatrice - Notizie varie: In Italia; all'Estero . . . . 250

Cooperatori defunti    254

I fini primari dell'Opera Salesiana.

I.

Gli Oratori festivi.

L'ORATORIO festivo di Don Bosco è un'istituzione tutta sua che si differenzia da ogni altra consimile tanto 5 per la finalità cui tende, come per i mezzi che usa. Secondo Don Bosco l'Oratorio non è per una data categoria di giovani a preferenza degli altri, ma per tutti indistintamente dai sette anni in avanti ; non è richiesto lo stato di famiglia o la presentazione del giovane da parte dei parenti: unica condizione per esservi ammesso è quella di venire con la buona volontà di divertirsi, istruirsi e di compiere assieme con tutti gli altri i doveri religiosi. Cause di allontanamento d'un giovane dall'Oratorio non possono essere nè la vivacità di carattere, nè l'insubordinazione saltuaria, ne la mancanza di belle maniere, ne qualsiasi altro difetto giovanile causato da leggerezza o naturale caparbietà; ma solo l'insubordinazione sistematica e contagiosa, la bestemmia, i cattivi discorsi e lo scandalo. Eccettuati questì casi, la tolleranza del superiore deve essere illimitata. Tutti i giovani, anche i più abbandonati e miserabili, devono sentire che l'Oratorio è per essi la casa paterna, il rifugio, l'arca di salvamento, il mezzo sicuro di divenire migliori sotto l'azione trasformante dell'affetto più che paterno del Direttore.

« Questi giovani (scriveva D. Bosco nel 1843, cioè proprio quasi all'inizio dell'Opera sua) hanno veramente bisogno di una mano benefica che prenda cura dì loro, li coltivi quindi alla virtù, li allontani dal vizio. La difficoltà consìste nel trovar modo di radunarli, loro poter parlare, moralizzarli. Fu questa la Missione del Figliuol di Dio: questo può solamente la sua santa religione. Ma questa religione che è eterna ed immortale in sè, che fu e sarà sempre in ogni tempo la Maestra degli uomini, contiene una legge così perfetta, che sa piegarsi alle vicende dei tempi e adattarsi all'indole diversa di tuttì gli uomini.

» Fra i mezzi atti a diffondere lo spirito di relìgione ne' cuori incolti e abbandonati si reputano gli Oratorii festivi... Quando mi sono dato a questa parte del sacro ministero intesi di consacrare ogni mia fatica alla maggior gloria di Dio ed a vantaggio delle anime, intesi di adoperarmi per fare buoni cittadini in questa terra, perché fossero poi un giorno degni abitatori del cielo. Dio m'aiuti a potere così continuare fino all'ultimo respiro di mia vita ».

E il Signore l'aiutò non solo a continuare fino all'ultimo respiro della vita in questa sua apostolica aspirazione, ma a perpetuare prodigiosamente in mezzo ai popoli con trarre fuori dal suo cuore magnanimo la Pia Società Salesiana, che nata nel suo Oratorio e per l'Oratorio, non può vivere e prosperare se non per questo.

L'Oratorio festivo è l'anima della Pia Società Salesiana.

Epperò l'Oratorio festivo di Don Bosco che si dilata sempre più, riproducendosi in mille luoghi e tempi diversi, ma sempre unico nella sua natura, è l'anima della nostra Pia Società. Se siamo veri figli d'un tanto Padre, dobbiamo conservare questa preziosa vitale eredità nella sua genuina integrità e splendore. Dappertutto dove si trovano figli di D. Bosco deve fiorire il suo Oratorio aperto a tutti i giovani, per poterli radunare, parlare loro, moralizzarli e renderli degni cittadini della terra non solo, ma, soprattutto, degni abitatori del cielo.

Quantunque la nostra Pia Società metta a mano a svariatissime imprese, conviene però che tutte mirino a produrre il frutto prezioso e naturale della Società stessa, che è l'Oratorìo festivo: facendo altrimentì non meritiamo d'essere considerati quali veri figli del Padre. « Attorno ad ogni Casa Salesiana deve sorgere un Oratorio festivo » scrisse pìù volte nelle sue lettere edificanti il desideratissimo nostro D. Rua, al quale stava tanto a cuore quest'Opera che la anteponeva ad ogni altra. « Se volete procurare una grande consolazione al vostro Rettor Maggiore e rallegrare Don Bosco che dal cielo vi guarda, non vi stancate di prendere amorosa cura di quei giovanetti che Dio manda ai nostri Oratori » ...

Io stesso ho esperimentato più volte quanto godesse il buon Padre quando gli si parlava degli Oratori festivi e del gran bene che si andava compiendo in essi. Anzi posso aggiungere che più volte ebbi la fortuna di procurargli una simil gioia, perchè nelle mie molteplici visite alle Case e specie in quelle di America, potei quasi dappertutto toccar con mano come i desideri di D. Rua a riguardo degli Oratori venissero eseguiti con grande amore...

Fui perciò sommamente lieto che il primo Congresso da me presieduto quale Rettor Maggiore sia stato quello degli Oratori festivi e delle scuole di Religione. Parvemi felice auspicio con cui D. Bosco e D. Rua si degnarono pormi in mano direttamente la Magna Charta della nostra Congregazione per chè la facessi praticare in tutta la sua ampiezza. In quelle adunanze compresi una volta più tutta l'importanza di quest'Opera prediletta a D. Bosco e quanto lungo cammino ci resta ancora prima di raggiungere la mèta intravveduta dal Venerabile Padre nei suoi sogni della salvezza della gioventù di tutto il inondo per mezzo dell'Oratorio festivo. E perchè più efficace fosse l'eccitamento comune a quest'Opera santa ed urgente, fatto compilare uno studio accurato intorno ai voti, alle proposte e deliberazioni del V Congresso e dei quattro precedenti, non esitai a sobbarcarmi alla non indifferente spesa della sua pubblicazione e relativa gratuita diffusione presso tutte le nostre Case e presso tutti gli Ecc.mi Vescovi e Rev.mi Parroci d'Italia i quali l'accolsero assai benevolmente...

Da tutto questo voi comprenderete facilmente quanto mi stiano a cuore gli Oratori festivi e come desideri che vadano moltiplicandosi di giorno in giorno. Ve lo confesso candidamente : il più bel giorno per me è quello in cui mi si dà notizia che sorge per opera nostra un nuovo Oratorio festivo. Non solo tutte le case dovrebbero farne nascere uno, compiendo così il voto ardente del cuore dell'indimenticabile D. Rua, ma se le circostanze di luogo e di tempo lo permettessero, anche più Oratori potrebbero essere appoggiati alla medesima casa impiegando in essi e sacerdoti e chierici e coadiutori perchè si esercitino in cìò che è parte principale dello scopo della nostra Pia Società...

Il segreto della prosperità di un Oratorio.

Un Oratorio festivo ben costituito deve trovare tra i giovani più adulti od altri buoni secolari i suoi naturali catechisti e gli speciali incaricati per il buon ordine generale. E ciò ha formato uno dei voti più ardenti dell'ultimo Congresso degli Oratori festivi, voto che feci mio con entusiasmo perchè pienamente conforme al cuore del nostro Fondatore. Spetta alla prudenza, alle industrie, al tatto fine e più di tutto all'amore del Direttore il formarli e renderli apostoli fra i loro compagni, come sempre usò Don Bosco nei suoi primi Oratori. E il Direttore vi riuscirà a meraviglia se sarà costante nel radunare a breve conferenza settimanale il suo personale per determinare insieme tutto il da farsi nell'Oratorio. Potendo, si preferisca tenere la detta conferenza al sabato sera, perchè così il Direttore potrà già dire a ciascuno quanto deve fare all'indomani. Così tutto procederà bene senza pericolo di dover lamentare gl'inconvenienti che sogliono accadere quando gli aiutanti inferiori non sanno con precisione cosa fare e come regolarsi. Eccetto nelle sue linee generali, l'Oratorio festivo deve recare con se la nota della varietà che attira e lega i giovani; ora questa nota la deve porre il Direttore, ma la deve rendere sensibile a mezzo dei suoi aiutanti. In questo sta tutto il segreto della prosperità dell'Oratorio. Quando un Direttore non saprà più con sante industrie vestire a festa tutte le domeniche il suo Oratorio o quando, pur avendo belle iniziative, non le sa comunicare ai suoi dipendenti se non a scatti e solo nell'ora dell'esecuzione, allora l'Oratorio diverrà una piccola babele ed i giovani cominceranno a stancarsi e a non più frequentarlo.

Don Rua diceva un giorno ad un Salesiano che inviava ad aprire un Oratorio festivo : « Colà non v'è nulla, neppure il terreno e il locale per radunare i giovani, ma l'Oratorio festivo è in te, se sei vero figlio di D. Bosco, e troverai bene dove poterlo piantare e far crescere in albero magnifico e ricco di bei frutti ». E così fu perché in pochi mesi sorgeva bello e spazioso l'Oratorio, gremito da centinaia di giovani, i più grandi dei quali erano divenuti in breve gli apostoli dei più piccoli... Certo l'Oratorio ha bisogno di personale e di soccorsi, ma non ne sono essi i principali fattori. Datemi un Direttore ripieno dello spirito del nostro Venerabile Padre, assetato di anime, ricco di buona volontà, ardente di affetto e di interessamento per i giovani, e l'Oratorio fiorirà a meraviglia anche mancando di molte cose.

Lo stesso D. Rua dopo aver accennato ai molteplici e salutari frutti che si erano ottenuti in pìù Oratori, continua: « Ma voi potreste credere che si possono contare sì liete cose solamente di quegli Oratori che possiedono un locale adatto, cioè una cappella conveniente, un vasto cortile, un teatrino, attrezzi di ginnastica e giuochi numerosi ed attraenti. Certamente son questi mezzi efficacissimi per attirare numerosi i giovanetti agli Oratori, e perchè i buoni principi seminati nei loro cuori mettano profonde radici: tuttavia debbo dirvi con la più viva gioia che in più luoghi lo zelo dei confratelli ha supplito alla mancanza di questi mezzi. Si cominciarono degli Oratori in quel modo stesso che D. Bosco al Rifugio : una scuola od una misera sala serviva di cappella, mentre piccolo spazio di terreno senza riparo serviva di cortile e a tutto: sembrava affatto impossibile continuare: eppure i giovanetti, allettati dalle belle maniere dei Salesiani, accorsero numerosi. L'interessamento che loro si mostrava, strappò loro dalle labbra queste parole: Altrove noi troveremmo vaste sale, ampi cortili, bei giardini, giuochi d'ogni fatta: ma noi amiamo meglio venir qui ove non c'è niente, ma sappiamo che ci si vuol bene.»

Per quanto si abbia a desiderare che l'Oratorio sia abbondantemente fornito di ogni sorta di comodità e di divertimento al fine di accrescere il numero degli allievi, pure tutto questo non deve mai essere disgiunto dalle pìù industriose sollecitudini per renderli buoni e ben fondati nella religione e nella virtù. Non si creda che nel predicare basta dir loro quanto si presenta alla vostra niente: siano preparate le istruzioni, le spiegazioni del Vangelo, perfino i catechismi; dite loro cose adattate ai loro bisogni e nel modo più interessante che per voi si possa, per la santificazione individuale e per la restaurazione di tutte le cose in Gesù Cristo. Quando un Direttore di Oratorio festivo avrà raggiunto questo risultato che ogni domenica vi sia un certo numero di Comunioni, può star certo che al suo Oratorio non avrà più soltanto dei ragazzetti, ma giovanotti affezionatissimi che saranno il nerbo delle Compagnie e dei Circoli e di tutte quelle opere di perfezionamento che devono abbellire l'Oratorio come i frutti la pianta...

Il Barone Manno due anni or sono per sintetizzare tutta la meravigliosa attività di Don Bosco che mai diceva basta, ebbe un richiamo classico e disse: Nil actum reputans, si quid superesset agendum. Anche noi non crediamo di aver fatto alcunchè, fino a tanto che ci resti a fare qualche cosa per il perfezionamento progressivo dell'Oratorio festivo. Il lavoro che ci resta a fare è grande ancora, e però prepariamo per il primo Centenario della nascita del Venerabile Padre, un risveglio di intensa attività negli Oratori festivi per ritornarli, ove mai occorresse, alla loro vera finalità santificatrice, eccitando in ciascuno di noi il desiderio vivo di lavorare in essi e di farli fiorire in ogni opera buona e salutare. Sarà questo il più bel monumento che possiamo innalzare a Don Bosco per quella data memoranda e cara.

(Continua).

(1) Il rev.mo nostro Rettor Maggiore Don Albera, in data 31 maggio u. S., inviava a tutte le Case Salesiane un'importantissima lettera sui a tre fini primari e nobilissimi che prefisse all'Opera sua il Venerabile Fondatore e che armonizzano talmente fra loro da divenire per la vita della nostra Pia Società quasi inseparabili ». Essi sono: « gli Oratori festivi, le Missioni e le Vocazioni ecclesiastiche ».
Trattandosi di argomenti così importanti, ci facciamo un dovere di riferire dalla lunga lettera quelle pagine, che possono giovare anche ai nostri Cooperatori.

Il nostro Superiore ai piedi del S. Padre

IL 9 giugno u. s. il nostro Superiore Generale D. Albera aveva la fortuna di prostrarsi ai piedi del Vicario di Gesù Cristo. La bontà con cui il S. Padre l'accolse e trattenne a famigliare colloquio e la brama vivissima che hanno i nostri lettori di conoscere tutto ciò che riguarda comecchessia il Sommo Pastore della Chiesa Cattolica e le nostre cose, ci persuadono a dare un qualche ragguaglio di quella cara udienza ; e noi siano felici di farlo quasi colle parole stesse del nostro venerato Superiore.

Il rev.mo sig. D. Albera fu ammesso alla presenza del S. Padre, come abbiamo detto, ìl giorno 9 giugno, alle 10 3/4. Sua Santità lo ricevette con un'aria sorridente che lo liberò subito da quella specie di trepidazione e sbalordìmento che si prova nel trovarsi ad un tratto davanti ai Vicario di Gesù Cristo. Invitatolo con bontà ad alzarsi e a sedere, scherzando gli chiese : -Avete voi il dono della bilocazione ? In questi giorni si parla di voi come presente al Congresso di Musica Sacra di Torino, e voi invece siete in Roma.

- Santo Padre, rispose D. Albera, assistevo in ispirito al Congresso di Musica, ma i miei cari confratelli ebbero la bontà di nominarmi sovente, sicchè i lontani leggendo i giornali avranno creduto che io fossi presente.

- Bene, disse il Santo Padre. Ora siete qui con noi, dateci, delle nuove delle cose vostre.

- Padre Santo, riprese D. Albera, desiderava venire a Roma per prostrarmi ai Vostri piedi e protestare in nome mio e di tutti i mieì confratelli tutta la nostra venerazione e illìmitata ubbidienza a Vostra Santità.

- Conosco, soggiunse il Papa, i vostri sentimenti ; e non occorre che vi fermiate a manifestarmeli.

- Voleva pure assicurare V. Santità che abbiamo pregato molto per la sua sanità, e ci rallegriamo di vedere che Vostra Santità sta meglio e che ha ripreso le sue occupazioni.

- Grazie, rispose il Santo Padre, ho solo il rincrescimento di non poter far di più per aiutare le vostre Opere.

- Eppure, protestò D. Albera, noi siamo veramente meravigliati che tra tante sollecitudini Vostra Santità abbia potuto far tanto per noi. Basti ricordare le Scuole del Testaccio... basti ricordare anche ciò che fa continuamente per le buone Figlie di Maria Ausiliatrice che lavorano nei più bisognosi rioni di Roma.

- Vi aiuto volentieri, perchè vedo che lavorate quanto potete.

- Santo Padre, per la grazia di Dio si va facendo qualche bene. Le nostre scuole e collegi sono rigurgitanti di fanciulli, i nostri Oratori assai frequentati. Secondo le raccomandazioni di Vostra Santità la Comunione è frequente e per molti quotidiana. I Catechismi si fanno con tutto l'impegno. Anche il Canto della Chiesa, secondo i Vostri desideri, è promosso, come lo prova anche il Congresso di Musica Sacra tenutosi a Torino in questi giorni. Ho visitato le Case di Austria, d'Inghilterra, del Belgio e della Spagna. Grazie a Dio, ovunque ho trovato che si conserva assai bene lo spirito di Don Bosco e che l'attività dei Salesiani non venne meno... In Spagna abbiamo 32 case e nel visitarle ho constatato che i Salesiani sono ben visti da tutte le Autorità. Ovunque io passava mi vedeva accolto con entusiasmo dal popolo e dalle Autorità tutte. Venivano a ringraziare pel bene che andiamo facendo in favore della classe più povera specialmente.

Il S. Padre lo interruppe varie volte per dire che ciò è naturale, quando si lavora per i fanciulli poveri e abbandonati; e soggiunse che non si meravigliava di ciò che fecero gli Spagnuoli, essendogli noto quanta fede abbia quella Nazìone.

Il nostro Superiore, vedendo con quanto interessamento il Vicario di G. C. ascoltava le sue parole, si fece coraggio a continuare, dicendo che la Pia Società pareva non avesse tanto rìsentito la scomparsa del compianto D. Rua, perchè il nuovo Rettor Maggiore aveva la fortuna di essere assistito da un Consiglio Superiore veramente prezioso, animato dalla miglior volontà di continuare l'Opera di D. Bosco e di D. Rua, e che supplisce largamente a ciò che manca al nuovo Superiore...

Sua Santità lo interruppe con una graziosa facezia e un sorriso tutto pieno di bontà e dolcezza.

Glì chiese poi se avessimo sempre vocazioni e nell'udìre che esse in vero erano alquanto diminuite, soggiunse

- Ciò non mi meraviglia. Succede la medesima cosa nelle diocesi e nelle altre comunità religiose (e ne enumerò le cause). Non lascìatevi scoraggiare! Continuate a coltivare le vocazioni meglio che potete!

Al sig. D. Albera parve allora opportuno accennare al movimento così consolante che si vede fra i nostri antichi allievi che si riuniscono in una Federazione che fa sperare dì divenire assai numerosa, avendo aderentì in ogni nazione. Disse come in ogni casa da lui vìsìtata ebbe la grata sorpresa di vedersì circondato daglì antichi allievi e che anche il dì prima, l'8 giugno, aveva appunto assistito all'adunanza di circa 20o antichi alunni del S. Cuore in Roma.

Il S. Padre sorridendo gli chiese se aveva loro dato da pranzo; e alla risposta affermativa

- Bene, esclamò, così si doveva fare

Parlando quindi di Roma, assicurò il nostro Superiore che i nostri confratelli, specialmente al Testaccio, hanno già fatto un bene molto grande ; ripetè che gli rincresceva di non poter fare di più per aiutarci, dovendo pensare a cinque nuove chiese nei quartieri di Roma. Nella città sono numerosissime le chiese, ma nei sobborghi mancano e tocca al Papa a provvedere per la salvezza di quelle anime.

In fine poi, quantunque fosse stabilito che dopo le udienze private nessuno del seguito della persona ricevuta in udienza, verrebbe ammesso dal S. Padre, Egli stesso chiese al nostro Rettor Maggiore se aveva qualcuno in sua compagnia, che desiderasse di essergli presentato.

Rispondendo D. Albera che stavano attendendo il Teol. Don Giulio Barberis Catechista Generale, il dott. D. Dante Munerati Procuratore Generale e il Direttore della Casa Salesiana di Nazareth, il S. Padre suonò il campanello perchè fossero introdotti ; e quando questi si presentarono, con parole improntate alla più paterna affezione, diè loro l'Anello a baciare, disse che accordava a tutti la sua Apostolica Benedizione, augurandosi che la nostra Pia Società possa continuare la sua missione ovunque ha piantato le sue tende, e ripetè ciò che aveva gìà detto a Don Albera, che intendeva di benedire il Capitolo Superiore, tutti i Salesiani, le Figlie di Maria Ausiliatrice, i giovani e tutti i Cooperatori.

Profondamente commossi gli avventurati figli di Don Bosco ricevettero l'Apostolica Benedìzione e dopo di aver baciata ancora una volta la mano al Vicario dì G. Cristo si ritirarono con gli occhi pieni di lagrime, confusi a tanta bontà. L'udienza aveva durato 23 minuti.

Il sig. D. Albera, attraversando le sale e discendendo dal Vaticano, non finiva di ripetere

-Oh! quanta bontà, dimostrò il S. Padre per i poverì figli di D. Bosco ! quanto ama la Pia Società Salesiana ! Come dobbiamo riamarlo e pregare per Lui

Preghiamo sempre per il S. Padre, sopratutto in questo mese, che segna il principio dell'anno XI del suo glorioso Pontificato. Il Signore lo conservi ancora lungamente, e in buona salute, all'amore, alla venerazione e al bene dì tutti i cristiani !

Il viaggio di D. Albera nella Spagna

Dalle lettere famigliari del prof. D. Clemente Bretto (1)

A Carabanchel Alto.

Salamanca, 8 aprile.

Verso le sei partimmo per Carabanchel Alto. Don Albera fu ricevuto all'ingresso del paese dalle autorità e da tutto il popolo a suon di musica. Avanzandosi lentamente, arrivò fino alla nostra Casa, dove stavano i Chierici e gli alunni schierati. Un evviva più fragoroso scoppiò a questo punto e la gente si riversò tutta in cortile. Gli si lessero alcuni indirizzi ed anche il parroco volle dargli in pubblico il benvenuto. Egli rispose brevemente, commosso... A cena quei buoni chierici, ascritti e confratelli, improvvisarono una cordialissima accademia che fece profonda impressione al sig. D. Albera, il quale ringraziò tutti con parole improntate a paterno affetto.

Il mattino del 31 marzo disse la messa della comunità, e convennero a visitarlo i parroci di Carabanchel Alto e di Carabanchel Basso coi loro coadiutori, nonchè parecchi antichi allievi di Utrera, ecc.

Giunse anche l'Auxilium della nostra Casa di Madrid e die' il saggio ginnastico che non aveva potuto dare nella capitale a causa della pioggia.

Quindi si entrò nel teatrino dove erano raccolti molti sacerdoti, l'Alcalde, cioè il Sindaco, il Tenente Alcalde, e cooperatori e cooperatrici, accorsi alcuni fin da Madrid. Si lessero componimenti in latino, italiano, spagnuolo, portoghese e greco, frammisti a canti e suoni, e si terminò colla rappresentazione dell'Ad Golgotham di D. Francesia.

Nei due giorni seguenti Don Albera fece e ricevette molte visite, rinsanendo sempre oggetto delle più filiali dimostrazioni di quei buoni chierici fino alla partenza.

Ritornato a Madrid, fece visita al Capitano Generale Azcàrraga, passò alla casa nostra dove lo aspettava la Marchesa De Campo Sagrado, poi fu a congedarsi dal Vescovo, e andò a vedere lui terreno che vogliono regalarci pei buoni uffici del Notaio Bofarull.

Il 3 aprile partiva per Salamanca ossequiato alla stazione dal Nord da una folla di signori.

A Salamanca e ad Avila.

A Medina cambiammo linea e a Cantalapiedra incontrammo un confratello con alcuni sacerdoti e secolari del paese venuti in commissione per salutare Don Albera. Uno di quei sacerdoti montò in in treno e ci accompagnò a Salamanca. A Petroso incontrammo alla stazione un'altra commissione venuta per salutare Don Albera e due di quei signori salirono in treno con noi. A Cornecelio una commissione molto più numerosa di sacerdoti e signori salutò Don Albera e invase il treno e venne fino a Salamanca donde era partita.

Alla stazione di Salamanca ci attendeva un'onda di signori. V'era il Vicario Capitolare, il can. Provisor Generale, il Cappellano del Reggimento, il Superiore dei Gesuiti e parecchi altri sacerdoti, l'Alcalde, il Presidente della Deputazione Provinciale, un Deputato provinciale, il Colonnello della Zona militare, alcuni tenenti colonnelli e capitani ed altri militari, il Direttore dell'Istituto Generale e Tecnico, una dozzina di Professori dell'Università e dell'Istituto, il Presidente delle Conferenze di S. Vincenzo De' Paoli, il Comitato dei Cooperatori e molti altri signori e una folla interminabile di popolo, sebbene il tempo fosse cattivo.

Fatte le presentazioni, Don Albera salì sull'automobile di Don Matías Blanco e gli altri in quella di Don Juan Blanco e in molte altre carrozze, e ci avviammo al Protectorado. Fiancheggiavano l'automobile del sig. D. Albera i giovani ginnasti delle nostre due Case colla loro bandiera. Giunti nella via ove sta la casa, vedemmo una calca immensa, tra la quale stavano le Figlie di Maria Ausiliatrice colla rappresentanza delle loro alllieve. Un giovane indirizzò al sig. D. Albera un caloroso saluto, poi a poco a poco tutti passarono in chiesa, dove si cantò il Te Deum e si diede la benedizione.

Il 4 e il 5 furono due giorni faticosissimi: tanti furono quelli che vollero essere ricevuti dal nostro Rettor Maggiore! La sera del 5 vi fu un grandioso trattenimento, onorato dalla presenza del Rettore dell'Istituto, dei Colonnello Governatore della Zona militare, e di varii altri ufficiali, professori di Università, Deputati, canonici, parroci, altri sacerdoti e religiosi, e uri numero grande di signori.

Il discorso pronunciato dal Dr. D. Domingo Miral, professore dell' Università, fu veramente magistrale.

Il mattino del 6 (domenica) D. Albera andò a dire la S. Messa nella chiesa dell'altra nostra Casa, a S. Benito, ove accorse una gran quantità di fedeli e vi fu una comunione numerosissima anche di persone distinte, compresi parecchi professori di Università. Poi andò a visitare la Scuola di Don Lui Sevilla, Parroco di S. Juan de Barbales, retta sul sistema di Don Bosco.

Verso le sei tornò in S. Benito. La chiesa era gremita. Pronunciò un magnifico discorso il sac. Don Manuel Marin. Anche D. Albera disse alcune parole, poi diede la benedizione col SS.mo Sacramento e distribuì una grandissima quantità di medaglie.

Il giorno 7 (lunedì) si andò ad Avila a visitare le reliquie di Santa Teresa. Un gruppo di Cooperatori combinò la gita e ci accompagnò. Don Albera era nell'automobile di Casa Vega, ed altre due automobili lo seguirono. I RR. PP. Carmelitani lo ricevettero con gran deferenza, ed il parroco fece suonare le campane al suo arrivo. Detta la messa all'altare della Santa, i Padri ci condussero nel loro Convento per la colazione. Indi si tornò alla Chiesa delle Carmelitane, ove ci mostrarono varie reliquie tra cui un braccio ed il cuore della Santa che si conservano in urne distinte. Vedemmo pure la cella ove S. Teresa stette ammalata ed anche l'altra ove morì; e dato uno sguardo alla stupenda basilica in costruzione, tornammo a Salamanca.

L'entusiasmo che dimostrarono i buoni Cooperatori di questa città fu insuperabile. Non contenti di circondare in ogni istante il nostro Rettor Maggiore, 1o8 di essi concepirono l'idea di dare un pranzo a Don Albera e a tutti i Salesiani ed oggi 8 aprile la misero in effetto in modo insuperabile. Intervennero all'agape il Vicario Capitolare, parecchi Canonici e sacerdoti e molti professori di Università, Avvocati, Consiglieri, possidenti, operai ecc. ecc. Non si ammisero brindisi, ma vi fu chi fece, per così dire, l'offerta a Don Albera del cuore di tutti; quindi si alzò il Vicario a constatare il cambiamento che si nota nei ragazzi dopo la presenza dei Salesiani. L'agape si chiuse fra i battimani più cordiali che si possano immaginare.

Nè finirono qui le gentilezze. Dopo che Don Albera ebbe preso un po' di riposo, alcuni affezionatissimi Cooperatori ci vollero ad ogni costo accompagnare a vedere alcuni monumenti. Vedemmo la Chiesa di Santa Croce, quella delle Agostiniane, il palazzo de los Gauchos, la Cattedrale al di fuori (era già chiusa), il Convento dei Domenicani ed il Collegio di Calatrava retto dagli Agostiniani; e dappertutto l'amatissimo nostro Superiore fu ricevuto con grande venerazione.

A Bejar e di nuovo a Salamanca. Orense, 15 aprile.

Partimmo da Salamanca il mattino del 9 aprile (mercoledì) alle ore 5 e 20. Non ostante l'ora incommoda il sig. Avellino García ed il sig. Luis Huebra erano alla stazione e ci accompagnarono fino a Bejar, dove arrivammo un po' dopo le otto.

Là pure si ebbe un ricevimento imponente. Vi erano tutte le autorità ecclesiastiche, civili e militari, i rappresentanti degli uffici pubblici, delle varie industrie locali, della stampa, degli antichi allievi e molto popolo. Per recarci alla Casa nostra attraversammo la via principale e vedemmo i balconi imbandierati e gremiti di gente.

Alla porta dell'istituto due colonne di allievi fecero una grande ovazione, poi si entrò nel teatrino dove un giovane diede il benvenuto a Don Albera, e si cantò un bell'inno. Quindi parlò l'Alcalde a nome di tutti e D. Albera passò a celebrare la messa, dopo la quale si cantò il Te Deum, con grande entusiasmo.

Il giorno 10 (giovedì) disse la S. Messa agli esterni delle nostre scuole, i quali fecero la comunione generale...

Là pure fu dato dai Cooperatori un pranzo in omaggio a Don Albera, e vi convennero l'Alcalde, l'Arciprete, il Giudice, e quanto di più eletto v'è in Bejar. Il presidente dei Cooperatori, l'Arciprete, un Deputato Provinciale, il Giudice e l'Alcalde pronunciarono brindisi affettuosissimi.

A sera vi fu un trattenimento, al quale accorsero anche il Comandante Militare della piazza e moltissimi signori e distintissime signore. Parlò egregiamente per i Cooperatori il Notaio Don Felipe Gomez Moñibas, ed il Dottor Don Ramiro Arrayo ci riempì tutti di ammirazione. Canti, suoni, dialoghi e poesie, in spagnuolo e francese, furono applauditissimi.

Il mattino dell' 11 aprile (venerdì) Don Albera disdisse la S. Messa ai Cooperatori e Cooperatrici che si accostarono in gran numero alla S. Comunione.

Fra le molte visite ricorderò quella al Santuario della Virgen del Castañar dove i padri Francescani custodi ricevettero D. Albera con cordiale ossequio.

Alla sera tornammo a Salamanca, ove il nostro Superiore si fermò ancora due giorni, per aver agio di poter ringraziare almeno alcuni dei nostri più benemeriti Cooperatori. Recatosi a far visita al Rettore dell'Istituto Generale, fu oggetto di cordiali ovazioni per parte degli allievi, che in quel momento erano nei corridoi per un respiro tra una lezione e l'altra. Il Rettore gli mosse incontro, lo introdusse nel suo ufficio, gli presentò i professori, e gli fece visitare tutto l'Istituto, specialmente il Museo di Storia Naturale e il Gabinetto di Fisica che è stupendo.

Il mattino del 13 aprile (domenica) detta la messa della comunione per tutti gli allievi, si dispose a partire per Orense.

A Orense.

Alle due e mezzo le carrozze di Doña Gonzala e Don Francisco De la Caucha furono a prenderci, per trasportarci alla stazione, ove erano accorsi l'Alcalde, parecchi del Clero, il Comandante militare, professori di Università, Rettore e professori dell'Istituto e un numero grandissimo di altri distintissimi signori, Cooperatori e Cooperatrici, e molto popolo. E Don Albera non fu salutato solo in partenza, ma ci fu chi volle accompagnarlo fino a Cantalapiedra e chi fino a Medina. A Cantalapiedra un gruppo di Sacerdoti e di egregi signori furono alla stazione per ossequiarlo nei pochi minuti di fermata.

A Medina dovemmo sostare alcune ore e, rimontati in treno, arrivammo ad Orense circa le 9 del mattino di lunedì 14 aprile. Passati subito all'istituto, celebrammo la S. Messa. Durante quella di Don Albera si cantò il Te Deum. Subito dopo cominciarono e seguirono tutto il giorno le visite.

Il mattino del 15 aprile (martedì) celebrò la S. messa per i giovani e per i Cooperatori distribuendo un gran numero di comunioni. A sera vi fu trattenimento al quale intervennero il Vescovo, l'Alcalde, parecchi canonici, e Superiori di Comunità Religiose, ufficiali e molti altri distinti signori, tanto elle il vasto salone tu rigurgitante e insufficiente. In ultimo prese la parola il Vescovo dimostrando tutto il suo affetto all'Opera salesiana.

A Vigo.

Vigo, 21 aprile.

Ossequiati alla stazione di Orense dall'Alcalde, da vari Canonici, e da altri sacerdoti ed ottimi Cooperatori, trovammo alla stazione di Guillarey il parroco di Cela che volle vedere Don Albera; e alla stazione di Redondela salirono in treno con noi l'Arciprete di Vigo ed i Direttori delle nostre due Case, venuti apposta incontro al Superiore.

Alle cinque si arrivò a Vigo, accolti in trionfo; una moltitudine di signori e di autorità, tra cui il Generale Governatore Militare e il Comandante del Distretto di Marina, attendevano Don Albera nell'interno della stazione e fuori era un'onda immensa di popolo, mentre dalle finestre e dai balconi delle case si agitavano cappelli e fazzoletti per salutare il Superiore generale dei Salesiani. Don Albera, montato nella carrozza del Municipio coll'Alcalde e il Governatore Militare, scortato dai nostri ginnasti in bicicletta, e seguito da una lunga fila di automobili e di carrozze, si diresse alla Casa Salesiana, ove i giovani disposti nell'ampio cortile imbandierato lo applaudirono entusiasticamente.

Entrati in Chiesa si cantò il Te Deum, e si diede la benedizione col SS. Sacramento; e poco dopo giunse il Vescovo, accompagnato dal Can. Decano.

Il 17 aprile (giovedì) D. Albera disse la S. Messa ai giovani interni ed esterni nella cappella del Collegio con numerosissime comunioni; restituì varie visite e ricevette quelle delle Associazioni Cattoliche di signori e di signore, e dello stesso Governatore Civile della Provincia, accorso appositamente da Pontevedra.

Questi, insieme col Vescovo, col Governatore Militare e il Comandante del Distretto di Marina, l'Alcalde, l'Arciprete, il can. Decano e Deputati provinciali, Giudici, Professori, Direttori di istituti ed altri distintissimi signori verso l'una si raccolsero tutti attorno Don Albera; e il sig. Don Antonio Lopez De Neira, presidente della Deputazione provinciale, un simpatico vecchietto di più di 8o anni, protestò di non avere mai assistito in vita sua ad un'adunanza ove tutte le autorità fossero unite come in quel momento, e: « Tutti siam venuti qui, diceva, unicamente per dire ai Salesiani che li amiamo.» Alle 5 si passò nel salone del Circolo Cattolico Operaio per l'Accademia, imponentissima, alla quale presero parte il Vescovo, il Governatore e tutte le Autorità sopra nominate con un numero stragrande di signori.

Il mattino del 19 aprile (sabato), coll'automobile del Comandante di Artiglieria Don Eduardo Sausto, Don Albera passò alla seconda nostra Casa di Vigo, la parrocchia del Sacro Cuore di Gesù, ove disse la Santa Messa ai giovani esterni ed ai Cooperatori ed ebbe un bel ricevimento.

Il mattino del 2o aprile (domenica) disse la S. Messa nel Collegio di S. Matías per gli antichi allievi che vi accorsero lieti da tutte le parti, persino dalla Coruña, e vi fu una numerosissima comunione. Terminata la Messa, benedisse la bandiera del Collegio e rivolse alcune parole ai convenuti.

Non è possibile enumerare le visite di eminenti personaggi, ricevute e restituite...

A Santiago e a La Coruna.

Santander, 28 aprile.

Da Vigo il 21 aprile passammo a Pontevedra, dove si restituì la visita al Governatore; quindi continuammo per Santiago; molti Cooperatori avevano pregato Don Albera a volter sostare, almeno brevemente, nella città che si gloria del sepolcro dell'Apostolo San Giacomo. Quando si entrò nella stazione, pioveva, e tuttavia erano ad attenderlo l'Alcalde, il Can. Teologo D. Leopoldo Eijo, e professori di Università, dell'Istituto, molti sacerdoti, e i giovani dei collegi. « A il padre dei giovani, si disse, e quindi mandiamogli incontro i nostri figliuoli ». Erano non meno di 400 giovani, che con un popolo immenso accolsero Don Albera al grido fragoroso, altissimo e commovente di Viva Maria Auxiliadora! Viva Don Bosco! Viva Don Albera! Viva l'Opera Salesiana!

Ospitati in Casa di Don Marcellino Aladin Arrospide, Don Albera quivi ricevette molte visite particolari, come quelle dei Gesuiti, dei Francescani, dell'Alcalde, del Rettore dell'Università, del Can. Penitenziere, e di una Commissione di nostri antichi allievi.

Il mattino del 22 aprile (martedì), disse messa nella cripta della tomba del Santo Apostolo, poi visitammo la Cattedrale e il Cardinale, il quale ci parlò della fondazione di una Colonia Agricola alla Cernada e siccome volle che si vedesse il terreno, abbastanza distante dalla città, il Can. Teologo, Don Manfredini ed io andammo a vederlo, mentre Don Albera si fermò per recarsi al Seminario e fare altre visite.

Intanto giunsero da Coruña il Marchese di San Martino, il Direttore Diocesano dei cooperatori ed altri signori con due automobili, desiderosi di avere Don Albera nella loro città. Salutati gli ospiti e gli altri benevoli signori di Santiago, partimmo.

A qualche distanza da Coruña ci venne incontro un'altra automobile con l'ex-Alcalde Don Zavier Ozares Pedrosa ed il sig. Campoamar della Giunta del Patronato delle Scuole Popolari. Scendemmo a Casa Ozares, dove trovammo radunati molti giovani delle scuole, le rappresentanze di tutte le Associazioni Cattoliche, l'Abate della Collegiata, i Padri Francescani, i Domenicani, molto Clero e le rappresentanze della stampa.

Il giorno 23 Don Albera disse la Messa nella Collegiata facendo un bel sermoncino ai molti intervenuti, poscia tornò in Casa Osares, ove poco dopo venne il Conte di S. Martino con altri in commissione ad offrirgli le Scuole Popolari Cattoliche Gratuite.

Alle 4, nei locali di queste, vi fu una bella Accademia; e all'indomani affettuosissima fu la partenza. Salimmo in treno alle nove, diretti a Santander, dove arrivammo dopo 23 ore di viaggio.

A Santander.

La stazione era gremita di persone e spari di bombe eccheggiavano sonori. Il Vescovo, l'Alcalde, il Vicario Gen. e Consiglieri Municipali, Deputati provinciali, rappresentanze di tutti gli ordini religiosi, nobili signori e professori, antichi allievi, erano ad attenderci nell'atrio...

Di fuori stavano molte automobili e carrozze venute apposta. Don Albera sali nell'automobile del sig. Don Josè Maria De Peredo col Vescovo e coll'Alcalde; e si avviò alla nostra casa di Calle Viñas. Precedevano l'automobile ove stava D. Albera i ragazzetti usseri di Maria Ausiliatrice a cavallo e lo fiancheggiavano i ginnasti ciclisti. Di mano in mano che ci avvicinavamo, l'onda di popolo si faceva sempre più grande e prorompeva in prolungati evviva.

Pari allo splendore del ricevimento fu l'entusiasmo di quel giorno e dei giorni seguenti.

Alle quattro ci fu una solenne Accademia alla quale intervenne anche il Governatore Civile della Provincia insieme col fior fiore di Santander...

I quattro giorni che D. Albera restò in questa città, parte nella nostra Casa dell'Alta e parte nell'altra di Calle Vinas, furono alternati da continue fatiche e dai più cordiali omaggi all'Opera Salesiana.

La domenica gli ex-allievi indirono spontaneamente un banchetto al quale invitarono l'amato Superiore; quindi si discese alla Casa di Calle Viñas dove il Battaglione Infantile della Carità ed il Battaglione dei nostri ginnasti vollero dare uno spettacolo attraentissimo con stupende evoluzioni militari. Il cortile era gremito e le ovazioni e i battimani a quei bravi giovinetti furono veramente entusiasti.

Il Vescovo Mons. Sanchez de Castro volle il dì seguente il sig. D. Albera con sè, trattandolo colla massima cordialità; lo condusse a fare un giro attorno alla città perchè ne ammirasse il panorama da ogni parte, e in fine lo portò a visitare il Seminario che è abbastanza fuori di città. Nel ritorno passò presso la nostra casa dell'Alta e là si accomiatò da noi. Non è facile il dire quanto l'egregio Prelato stimi Don Albera ed ami la Pia Società Salesiana.

A Baracaldo (Bilbao).

Sarriá, 9 maggio.

Al partire da Santander si ripetè la scena imponente dell'arrivo. Trovamo alla stazione il Vescovo, il Tenente Alcalde per l'Alcalde assente, il Vicario Generale, ecc. ecc. e vi erano anche vari Militari di alto grado e il Delegato di Azienda. Sotto la tettoia stava anche il battaglione infantile di Maria Ausiliatrice. Al muoversi del treno scrosciarono gli evviva, il battaglione presentò le armai e tutti salutarono, finchè il treno non si sottrasse allo sguardo.

Verso le quattro arrivammo alla stazione di Bilbao, ove una bell'accolta di distintissime persone si trovò a dare il benvenuto a Don Albera che, passò dal treno alle automobili venute da Baracaldo per condurci al nostro collegio.

Nell'avvicinarci a Baracaldo vedevansi le vie farsi sempre più animate, finche giungemmo alle adiacenze della nostra casa rigurgitanti. Erano ad aspettarci tutte quante le Autorità, l'Arciprete, l'Alcalde, Consiglieri Municipali, il Giudice, i rappresentanti delle Società industriali, della stampa, ecc. Entrati in casa i giovani intonarono un bell'inno, poi l'Arciprete in nome proprio, del Clero e di tutte le autorità ebbe eloquenti parole di saluto.

Il 3o aprile Don Albera disse la messa dei giovani; il primo maggio celebrò anche per il pubblico distribuendo la santa comunione per più di quaranta minuti, e più tardi assistette in presbitero alla messa cantata.

Nel pomeriggio seguì un imponente convegno. L'ampio salone dell'istituto si gremì di autorità, distinti signori e cooperatori e benefattori, alcuni venuti anche da Bilbao. Un bel discorso di Don Federico Zabala, il saluto degli Antichi alunni, i canti in lingua basca e una rappresentazione drammatica interessantissima, composta da un antico allievo, strapparono entusiastici applausi...

Ad Huesca e a Saragozza.

Giungemmo alla stazione di Saragozza verso le quattro e v'incontrammo il Direttore Don Nervi venuto da Huesca, che ci presentò il Direttore dei Coop. Sales. e la Presidente delle Dame di Maria Ausiliatrice di Saragozza con alcuni parenti, venuti per fare la prima conoscenza con D. Albera.

Ci si disse che il Governatore Civile di Huesca aveva proibito si facessero solenni ricevimenti a D. Albera, per timore non succedesse qualche inconveniente, perchè qualche giorno prima, in uno scontro fra Carlisti e Repubblicani, uno era stato gravemente ferito. Con tutto ciò si trovavano alla stazione il Vescovo, e Consiglieri Comunali, Canonici, sacerdoti, ed altri distinti signori e molta gente, e si gridò anche Viva D. Alberai

Giunti al Collegio la banda diede fiato alle trombe e gli evviva volarono alle stelle. A stento, per la gran calca, il Vescovo, Don Albera e i sacerdoti arrivarono fino all'altare della nostra cappella, mentre dall'orchestra si cantava la Salve Regina.

Di quella stessa sera venne anche il Governatore Civile della Provincia a fargli visita...

All'indomani (domenica 4 maggio) Don Albera disse la messa pei giovani e pel pubblico facendo un gran numero di comunioni, alcune delle quali a bambini che vi si accostavano per la prima volta.

Verso le 17 1/2 vi fu un grazioso trattenimento, al quale accorsero tanti signori e signore che l'amplificato teatro e le sue adiacenze non poterono capirli... Era uno spettacolo!

Imponente, quantunque non si volesse nessuna esteriorità, fu anche il saluto alla partenza. Le carrozze che ci conducevano furono circondate da giovani che correndo applaudirono durante tutto il percorso. Alla stazione c'erano tutte le Autorità; il Vescovo, Tenenti Alcaldi, Consiglieri, canonici, sacerdoti, ecc. compreso lo stesso Governatore che ossequio nuovamente D. Albera. V'era anche un gran numero di Cooperatori, tre dei quali salirono con noi per accompagnarci fino a Tardiente. Mossosi il treno si gridò ripetutamente viva Don Albera, mentre i nostri allievi per poterlo salutare fino all'ultimo, erano corsi innanzi fin dove avevano potuto, sícchè per lungo trattto ad ogni passaggio a livello ne vedemmo e sentimmto un bel gruppo che ripetevano il grido: Viva D. Albera.

Arrivammo a Saragozza la sera verso le 8 1/2, e fummo ospiti della famiglia Navarro.

Il mattino dopo (mercoledì 7 maggio) dicemmo tutti la S. Messa all'altare della Madonna del Pilar, poi fummo a visitare la Chiesa del Pilar, ed altre belle Chiese della città. Alla sera vi fu una commovente funzione, con sermoncino di D. Albera, nella Parrocchia di S. Gil, ove si trova una bellissima statua di Maria Ausiliatrice, mercè lo zelo di Doña Aurea Navarro, Presidente delle 6oo ascritte all'Arciconfraternita dei divoti di Maria Ausiliatrice. È ammirabile lo slancio di divozione e il tenero culto che raccoglie la Vergine sotto questo titolo a noi così caro, all'ombra stessa del venerando Santuario del Pilar, che è celebre in tutto il mondo.

A N. S. di Monserrato.

Partiti da Saragozza la mattina dell'8 maggio, arrivammo a Monistrol di quella sera verso le 7. Ivi con sorpresa trovammo Don Aime che ci aspettava col sig. Sebastian Martí Codolar il quale ci condusse, in automobile al Monastero di N. S. del Monserrato. L'Abate mosse incontro a Don Albera con molta deferenza e lo condusse nel tempio, dove un coro di fanciulli intonò la Salve.

Il mattino dopo (9 maggio, venerdì), Don Albera disse la S. Messa all'altare principale della Madonna e noi in altri vicini. Poi l'Abate ci accompagnò a visitare quei luoghi che sono veramente meravigliosi e per la configurazione stessa del monte e per gli edifici che la pietà cristiana seppe edificare su quelle alture.

A Sarrià.

Alle 9 1/2 partimmo e a mezzogiorno eravamo a Sarrià. Accolti a festa, Don Albera ebbe assai da fare per attraversare la lunga fila di giovani che gli baciavano la mano e lo applaudivano...

Gerona, 15 maggio.

Restammo a Sarrià fino al 13 maggio. Fin dalla prima sera un gran numero di Cooperatori, si raccolse attorno il nostro Rettor Maggiore, che il giorno 11, solennità di Pentecoste, presiedette un'adunanza delle Ex-allieve delle Figlie di Maria Ausiliatrice, e il giorno dopo salì al Tibi Dabo, coll'automobile della Famiglia Codolar. Nel discendere si corse rischio di un grave inconveniente, avendo urtate l'automobile con il tram; ma all'infuori di alcuni guasti alla vettura, non si ebbero, per grazia di Dio, a lamentare altri inconvenienti.

Il 13 maggio, ossequiati da tutti i nostri alunni e dalle allieve delle Figlie di Maria Ausiliatrice, e da molti cooperatori e cooperatrici con a capo la Famiglia Codolar, si partì per Gerona.

9 Gerona.

Arrivammo qui verso mezzogiorno ricevuti dal Direttore e da altri confratelli, con il Canonico Penitenziere, il Canonico Teologo, un Professore dell'Istituto, il Superiore dei Maristi, il Presidente della Società di S. Vincenzo De Paoli e parecchi altri Cooperatori e Cooperatrici. Fatte le debite presetazioni, salimmo in carrozza e ci dirigemmo alla nostra Colonia. I giovani ricevettero Don Albera a suon di banda, sotto i portici inghirlandati.

Il mattino del mercoledì (14 maggio) D. Albera disse la messa della Comunione, alla quale intervennero coi giovani anche persone esterne, quindi assistette alla messa cantata.

Alle quattro e mezzo vi fu una bella Accademia riuscita egregiamente; nessuno avrebbe creduto che questi giovani potessero far tanto! Il discorso del sac. Dott. Don Anselmo Herrans, professore del Seminario, dimostrò quanto è conosciuta e stimata l'Opera salesiana. Il concorso del Clero, dei Cooperatori e delle Cooperatrici, fu proprio grande; specie se si considera la distanza ed il tempo che faceva. Terminata l'Accademia tutti passarono in Chiesa per la benedizione, che Don Albera impartì col SS.mo Sacramento.

Stamattina (giovedì 15 maggio) egli ha celebrato in casa la Messa della Comunità e dopo colazione è andate a far visita a vari benefattori. Il tempo è poco propizio; piove molto. Stassera alle 9 partiremo e alle 10 e 1/2 di questa notte ripasseremo i confini della Spagna...

Così lunedì prossimo alle 7 e 38 arriveremo a Sampierdarena e diremo messa ; ed alle 11 e 26, Don Albera, D. Aime ed io partiremo per Torino dove speriamo arrivare alle 15 e 12.

* *

L'amatissimo nostro Superiore giungeva infatti a Torino il giorno indicato, col ritardo però di poche ore non avendo permesso i nostri confratelli di Sampierdarena che proseguisse il viaggio così rapidamente, senza prendersi un po' di riposo.

All'Oratorio egli fu accolto con vivissima gioia da tutti, Superiori e Confratelli ed alunni. Tutti resero grazie a Dio, dall'intimo del cuore, pel suo felice ritorno: erano più di 4 mesi e mezzo che egli era partito!

TESORO SPIRITUALE

Indulgenza plenaria dal 10 agosto al 10 settembre:

1) il 15 agosto Assunzione di Maria SS.ma;

2) il 16 agosto, festa di S. Rocco;

3) il 24 agosto, festa del Purissimo Cuore di Maria; 4) l'8 settembre, Natività di Maria SS.ma.

Per Monumento a D. Bosco

Il Bozzetto prescelto.

Il Comitato Esecutivo per il Monumento a Don Bosco, fra i quattro bozzetti presentati al secondo Concorso, ha scelto - nell'adunanza plenaria del 9 luglio u. s. -quello del professor Gaetano Cellini di Torino.

Riserbandoci di parlarne diffusamente in seguito, ne diamo fin d'ora l'esposizione illustrativa colle parole stesse dell'autore.

« Ho voluto che la figura di Don Bosco s'innalzasse tra un gruppo di bimbi, perchè Don Bosco fu sopratutto un grande benefattore della gioventù.

» Da lui poi si dipartono nel mio bozzetto, come si dipartirono nella vita, tant'altri beneficati, per raccogliersi divoti sotto la protezione della Madonna Ausiliatrice e di Gesù Sacramentato.

» È risaputo che Don Bosco propugnò specialmente queste due principalissime divozioni. Ed ecco sotto l'Ostia Santa un lavoratore, un artigiano, che, educato alla scuola di Don Bosco, ritorna ora, fatto uomo, all'Eucaristia, per attingerne il conforto ben noto: ecco ritornare anch'esse allo stesso Pane dei Forti le madri, già educande dalle Figlie di Maria Ausiliatrice: una, mentre il suo bimbetto si slancia con vivissimo desiderio verso il Signore, lo bacia affettuosamente, quasi per infondergli nell'anima innocente la divinità attinta nella Santa Comunione; un'altra donna nel ritorno a Dio s'è accasciata, e, per averne l'intercessione sporge a Don Bosco il suo pargoletto.

» Vanno a Maria Ausiliatrice, anzi, sono giunte a lei, che fu la sovrana Patrona di Don Bosco, le fanciulle, va, e il contrasto è voluto, un fiero selvaggio, vinto così dall'eccellenza della Vergine da prostrarsi supplice, commosso dinnanzi a lei: anche quì si attarda nel giungere, un lebbroso, che ricorda il massimo eroismo dei discepoli di Don Bosco.

» Retro, ho ricordato le manifestazioni più importanti della grande Opera benefica, con i bassorilievi:

» 1. Di tipografi-impressori, rappresentanti delle scuole professionali;

» 2. D'alcuni giovani agricoltori, raccolti nella recita dell'Angelus, nei campi d'una Colonia agricola;

» 3. D'un Sacerdote che riceve in un porto straniero gli emigrati.

» Tutta l'opera filantropica di Don Bosco fu religiosa: per questo ho voluto nel mio lavoro, dinanzi, un gruppo che, quasi sintesi, potesse rappresentare l'umanità chinata al bacio della Croce, offertale dalla Fede ».

Nel prossimo numero speriamo di poter pubblicare il disegno del bozzetto prescelto.

Il significato del Monumento.

« La cara immagine del grande Apostolo della gioventù dei tempi nostri - scrive il cav. Arturo Poesio in Federazione - non soltanto regna venerata, con tenerezza di filiale amore, nei cuori di quell'eletto esercito di uomini che consacrano la loro vita nel perpetuare ed estendere l'opera da Lui iniziata, ma è impressa, con indelebili caratteri, nelle anime di uno sterminato stuolo di ex-Allievi, di ogni nazione, di ogni età, di ogni condizione sociale, i quali si gloriano di attestare davanti al mondo intero gli inapprezzabili benefici da Lui ricevuti. Essa domina in innumerevoli aule scolastiche, dove a tutto un popolo di fanciulli vien largito, insieme colla cultura scientifica, il dono preziosissimo di una educazione spirituale impareggiabile; vigila in mille e mille laboratori e colonie agricole, dove, sotto l'egida di quella fede che ha nobilitato e santificato il lavoro, viene impartito agli operai ed agli agricoltori del domani, insieme coll'istruzione intellettuale, quel perfetto insegnamento professionale, che del genio educativo di Don Bosco fu una delle intuizioni più luminose; è custodita, come sacro talismano, nelle primitive capanne degli Indii, perduti nelle foreste e nelle pampas, ai quali, in nome di Lui, è stata portata la rigenerazione spirituale e la civiltà; sorride benevolmente agli emigranti dalla patria, che sprezzati e traditi, ricevono in terra straniera il sussidio ed il conforto concesso affettuosamente in nome della comune « carità del natio loco », e ritrovano, col suono della patria favella, le memorie salutari della fede avita, e il desiderio santo del derelitto focolare domestico.

» In tutti e dappertutto la cara effigie del modesto sacerdote di Valdocco, suscita una folla di dolci ricordi, di pensieri puri, di elevati sentimenti, presentandosi come personificazione e simbolo delle più grandi virtù, circonfusa di un nimbo di gloria, che apparirà in tutto il suo splendore quando essa sarà innalzata su quel Monumento che la gratitudine e l'amore stanno preparando.

» Eretta quasi sotto la protezione della fulgida maestà della Vergine Ausiliatrice, dominante dall'alto, sullo sfondo di quel tempio che Egli Le edificava, e circondata dall'imponente massa di quegli edifici che sono prova luminosa della gigantesca opera da Lui compiuta, la figura di Don Bosco si presenterà in una luce veramente degna della sua grandezza.

» Passeranno avanti al Monumento quegli spiriti eletti, ai quali la diuturna pietà, la purezza della vita e lo studio delle divine verità, hanno data la scienza e l'amore della perfezione cristiana, e considerando il dimesso aspetto di quel modesto sacerdote, che, povero e perseguitato, ha compiuto per la salvezza delle anime un lavoro di una immensità inesplicabile, si inchineranno riverenti ad un modello così prodigioso di quel che possa la natura fidente nella grazia, in umiltà perfetta e nell'olocausto generoso e costante di tutto il proprio essere alle ispirazioni celesti.

» Passeranno dinnanzi quella statua i grandi ed i potenti che sanno « di che lagrime grondi e di che sangue » ogni umana gloria e quanto fuoco d'odio e di invidia ne accompagni il breve lampo, e piegheranno pensosi il capo davanti ad una gloria vera e perenne, acquistata colla carità e colla dolcezza, e celebrata per spontaneo entusiasmo di cuori riconoscenti, in un concorde coro di benedizioni e di amore. Passeranno gli studiosi, i pensatori e gli educatori, forse coll'anima assiderata dal gelo del dubbio o della negazione del soprannaturale, e, convinti per la sfolgorante evidenza dei fatti, della potenza inarrivabile del sistema educativo di Don Bosco, rispettosi abbasseranno la fronte davanti a Lui, divinatore e fattore di nuova sapienza pedagogica e sociale pel miglioramento morale ed economico della società.

» Passeranno davanti a quel Monumento l'umile donna del popolo ed il modesto operaio, e, innalzando con confidente compiacenza lo sguardo verso la gloriosa immagine di quell'autentico figlio del popolo che, elevatosi a sì sublime altezza, volle serbare immutato nella sua vita il carattere della semplicità e povertà originaria, benediranno sommessamente a Lui, che per la elevazione morale, intellettuale e materiale del popolo, ha compiuta l'opera più vasta ed efficace dei tempi nostri.

» Passeranno davanti al Monumento gli affaticati figli della Società Salesiana, quando dai quattro angoli della terra verranno a confortare il loro spirito nella casa paterna, e soffemandosi sul limitare di essa, davanti alla figura del più amato dei Padri, sentiranno, nella contemplazione della sua gloria, più palese la nobiltà sublime della missione da Lui ereditata, e poi, fatti più alacri, riprenderanno il cammino con rinnovato proposito di lavoro, con quello stesso spirito da cui egli fu animato. Ma sopratutto passeremo avanti al Monumento noi exAllievi quando, chiamati dalla nostalgia dei ricordi giovanili, o attratti da un intimo invito della nostra celeste Madre, andremo a Valdocco, come alla prima e pura fonte delle gioie serene della nostra età più bella, e arrestandoci commossi ai piedi dell'immagine di Colui che ci ha tanto amati, sentiremo rifluire in noi quell'onda di luce di paradiso che egli un giorno ha fatto balenare al nostro spirito e ci parrà di udire in fondo al cuore la sua amorevole voce che, dal vortice tenebroso e fangoso della vita agitata, ci richiamerà alla pace serena di quegli. elevati orizzonti di bene, che in altri tempi già Egli ci additava ».

***

Il 16 corrente segna il 98° Anniversario della nascita di D. Bosco: mancano quindi appena due anni alla ricorrenza centenaria.

AVVISO

Ad evitare ritardi e disguidi, preghiamo i benemeriti Cooperatori e le benemerite Cooperatrici ad inviare ogni offerta per le Opere di Don Bosco unicamente e direttamente al nostro venerato Superiore, Rev.mo Signor D. Paolo Albera, Pia Cottolengo, 32 - Torino (Italia).

DALLE MISSIONI

CINA La bontà di Maria Ausiliatrice.

(Lettera del Rev. P. Burroni al sig. D. Albera).

Pao-King-fu (Hu-nan) 24 maggio 1913, festa di Maria SS. Ausiliatrice.

REVERENDISSIMO PADRE,

NEL 189o, essendo a Torino in qualità di militare della Croce Rossa, aveva l'abitudine di recarmi, appena il poteva, nel bellissimo Santuario di Maria Ausiliatrice. Là, oltre a deliziarmi nell'udire i canti melodici dei figli dell'Oratorio, ogni volta poteva dare sfogo alla mia devozione verso la nostra Madre Celeste ed impetrar da Lei con facilità qualunque grazia avessi domandato. Oh! quante ore di paradiso passai dinanzi alla cara Madonna di Don Bosco

Poi ritornai nel mio convento a Milano; poi fui mandato qua e là in altri luoghi; in ultimo in Cina. Ora son già passati più di tredici anni, durante i quali non mi fu più concesso di poter venire a Torino, a Valdocco, alla Celeste Ausiliatrice. Però in cuor mio non è venuta mai meno la confidenza in Colei, che ama chiamarsi l'Aiuto dei Cristiani, ed ogni volta che ne ho avuto bisogno, ho tosto sperimentato il suo potentissimo aiuto. Senta, fra le altre, una singolarissima grazia ottenuta testè per l'intercessione della Celeste Regina.

Due anni fa il mio Vescovo Mons. Gian Pellegrino Mondaini mi mandava a Pao-King-fu, Prefettura vasta quanto tutto il Piemonte, e mi diceva sorridendo:

- Provi un po' a vedere se le sarà possibile di aprire una Cristianità anche fra fra i durissimi e scaltri Paocinesi!

Partii tosto alla volta di questa città prefettizia, mi misi di lena, e coll'aiuto del Signore dopo un po' di tempo alcune decine di questi abitanti diedero il nome alla nostra S. Religione, presero i libri, si misero a studiare di lena e nei giorni determinati si radunavano in una casetta da me affittata per sentire la spiegazione della Dottrina Cristiana e per recitare le preci.

Io ne era soddisfattissimo e Monsignore, or non è molto, congratulandosi meco, mi autorizzava a comperare un luogo, per potervi a suo tempo, quando cioè si fossero raccolti i mezzi, fabbricare una chiesa al vero Dio.

Ma il demonio, sempre invidioso e sempre nemico del bene, volle provarsi ancora una volta ad impedirlo.

Mentre alcunì catecumeni stavano scrivendo il contratto di compra, corse la voce che quel terreno sarebbe stato adibito al Culto Cattolico. Bastò questo perchè subito il venditore sospendesse ogni ulteriore trattato e andasse ad accusare i catecumeni come mestatori e nemici della Repubblica, che di soppiatto volevano vendere terreno cinese ai, diavoli europei.

Tosto il Sindaco della città fa chiamare il capo dei soldati e gli ordina di catturare quattro dei miei catecumeni e di tenerli ben custoditi fino a che non si sia compiuto il processo a loro carico e condannati a morte. Di più fa spargere la voce che tutti i proseliti del Cattolicismo saranno quanto prima fatti anch'essi prigionieri e severamente puniti.

In quel frattempo io me ne stava tranquillo nella residenza vescovile a fare gli annui esercizi spirituali. Quando mi giunse la lettera del maestro che mi narrava ogni cosa, fu pel mio cuore un vero fulmine a ciel sereno. Ma non mi sgomentai. Uso a simili lotte, ricorsi tosto all'usato e consueto espediente ; dissi a Maria Ausiliatrice:

- Se mi aiutate in questo critico momento, farò di tutto per erigervi un tempietto proprio in Pao-King-fu, dove il demonio non lo vuole!

E scrissi ai catecumeni che pregassero la Madonna, ed essendo quel giorno il 24 aprile, cominciai una pratica devota in preparazione alla festa del 24 maggio.

Ebbene, oggi, solennità di Maria Ausiliatrice, ha termine la pratica devota, ma anche la grazia è ottenuta. I quattro catecumeni sono già stati messi in libertà a sparo di bombarde; il Prefetto ha già emanato un editto di protezione pei cristiani, ed io tengo in mano gli atti di compra di un bellissimo locale nel centro della città!

Reverendissimo Padre, metto questa rela zione nelle sue sagge mani, perchè ne faccia quel meglio che crederà alla maggior gloria di Maria Ausiliatrice. Se Ella si degnerà di raccomandarmi alla carità dei buoni cristiani, faremo sorgere presto una chiesina meno indegna in onore della Madonna di Don Bosco; e se, ad incominciare, la S. V. Rev.ma vorrà degnarsi di mandarmi una tela della grandezza naturale di Maria Auxilium Christianorum, la mia gioia sarà al colmo; nè mancherò di tenerla informata di quando in quando dei progressi di questa nascente missione.

Così Maria Ausiliatrice metterà la sua sede anche in questa poverissima provincia della Cina ed i neofiti di queste regioni, ricorrendo ad Essa come a loro Madre, ricorderanno d'avere dei fratelli in tutti i devoti di Maria, specialmente nei degni seguaci di Don Bosco.

Di V. P. Rev.ma,

Um.mo servo

Fr. INNOCENTE BURRONI, O. F. M.

Ancora tra i pirati (I).

(Lettera del Sac. Giovanni Pedrazzini).

Macau (Cina), 6 giugno 1913. REV.MO ED AMATISSIMO SIG. D. ALBERA,

III l'avrebbe pensato che a sì breve distanza si doveva rinnovare un assalto di pirati ad una nave di Seak-Ki e proprio nel giorno in cui col caro D. Olive me ne veniva a Macau per festeggiare insieme coi confratelli dell'Orfanotrofio, Maria SS. Ausiliatrice. Sia però sempre benedetta la cara Madonna, che anche stavolta conservò illesi i suoi missionarii!

Nel bel giorno di Maria Ausiliatrice, verso le 7 del mattino, prendevamo posto in una delle solite giunche cinesi per venire a Macau.

Il sole che dapprima brillava gaio sul verde della risaia, andò man mano oscurandosi. Alle 11 1/2 filavamo in uno stretto canale nebbioso marginato da due muri in granito ed io scrutando le sponde ripensava alle fasi dell'ultima avventura quando echeggiò e partì dalle rive una nutrita scarica di fucileria. Compresi subito di che si trattava, e mi ritirai in un canto raccomandandomi alla Vergine Santissima.

Il battello che ci rimorchiava, rapido rinculò, i suoi due cannoni sporsero le bocche e due colpi secchi partirono. Un pezzo di muro era crollato, ma la situazione peggiorava. I pirati si erano impadroniti del lungo canapo e sebbene perseguitati dal tiro rapido dei dieci soldati del nostro rimorchiatore erano riusciti ad assicurarlo ai blocchi del granito e cercavano ogni mezzo per impadronirsene.

Restammo così circa due ore spettatori impotenti della lotta tra il vaporino ed i pirati. Questi, forti di circa 15o uomini, sarebbero riusciti nell'intento se i soldati, vedendo inutile la resistenza, tagliata la fune, non fossero fuggiti fischiando.

In quella lotta noi ci eravamo distesi sul pavimento della giunca onde esporre il minimo bersaglio; tuttavia un povero passeggero colpito da due palle alla testa restava disteso in un lago di sangue.

Il nostro intrepido Don Olive accorse a soccorrerlo, anzi prima che perdesse i sensi, riuscì a fargli capire la bella sorte che l'aspettava nell'altra vita se avesse creduto in Dio Trino, in Gesù Cristo Salvatore, ed eccitatolo al pentimento dei peccati riuscì a battezzarlo.

Il servo di D. Olive fu sfiorato al braccio da una palla che si confisse nell'albero maestro della giunca.

Tutti correvano d'un lato all'altro impazziti dal terrore quando comparvero i pirati; anche in questi si leggevano i segni della lotta. Col fucile spianato imposero che nessuno si muovesse, quindi colla velocità del lampo cominciarono a mettere tutto a sacco. Io fui dei primi ad essere frugato.

- Qua, Europeo, mi dissero, tu devi avere molto denaro!

Contemporaneamente con due strappi uno mi aprì la veste fino ai piedi, facendone saltare i bottoni. Tutto mi fu tolto : orologio, valigia, cappello, ombrello, ecc. Non soddisfatti del poco denaro che aveva, mi fecero entrare in una cabina. Che intendevano fare di me? Prendermi ostaggio?

In quel momento un vaporino da guerra passò a tutto vapore. I pirati ne rimasero un po' sconcertati ed accelerarono la rapina; ed io potei uscire inosservato dalla cabina e passare in altra sala, dove si stavano strappando gli orecchini ed i braccialetti a due signore cinesi e si trascinavano alle barche vari prigionieri.

Una fila di barche, piene di valige e d'argento, veniva spinta alla riva. In questo momento anche D. Olive fu circondato e obbligato a consegnar tutto; anzi uno l'afferrò per un braccio per trascinarlo prigioniero nella barca. Don Olive con uno strappo si ritrasse indietro raccomandandosi alla Vergine, e fu la sua salvezza: Maria veniva in soccorso dell'infaticabile Missionario! I pirati si precipitarono nelle barche e in un attimo raggiunsero la sponda.

Un istante dopo si sentivano crepitare le mitragliatrici di due navi da guerra!

Quei ribaldi però, a proteggere la ritirata del bottino, restarono tuttavia per circa mezz'ora dietro le sponde fronteggiando con ardire indescrivibile i soldati. La prima nave da guerra intanto aveva fatto un gran giro per prendere i pirati tra due fuochi, mentre noi rimorchiati da un vaporino militare fummo riportati a Seak-ki ove giungemmo alle 7 di sera perfettamente digiuni.

Qui si seppe che nel combattimento erano morti tre soldati e circa una diecina di pirati; quindici ladri erano rimasti prigionieri e gli altri erano riusciti a fuggire col bottino e con 12 ostaggi.

Ecco, amato Padre, ciò che ci avvenne in questa seconda avventurar che speriamo sia l'ultima.

Alla buona Ausiliatrice che nel giorno della sua festa accorse in nostro aiuto onde non fossimo condotti ostaggi da quei grassatori, vada tutto il ringraziamento di questi suoi ultimi figli !

A Lei, poi, amato Padre, la protesta di continuare intrepidi a lavorare nella missione affidataci da Dio, anche a costo della vita!

Col massimo affetto le bacia la mano il

Suo aff.mo figlio in G. C.

D. GIOVANNI PEDRAZZINI, Missionario Salesiano in Cina.

FIORI E FRUTTI

(Dalle memorie dei nostri Missionari)

V (1). Spavalderia e protezione celeste.

Nell'aprile del 189o, passando fra intricate gole di montagne per andare ad una Missione, trovai un buon uomo che andava armato di revolver.

L'interrogai:

- Perchè portate con voi questo brutto arnese?

- Oh! l'è che in queste parti facilmente si trovano ladri ed assassini, quindi...

- Ho capito. Eppure io, anche in tali frangenti non avrei coraggio d'usar quell'arma. Io penso che in ogni caso potrei servirmi delle buone gambe che Iddio mi ha dato e fuggire a tempo.

- E se non avesse tempo?

- Basta, vi ripeto che non avrei coraggio di ferire nessuno. Addio.

E mi accomiatai da quel buon uomo, che viaggiava troppo lentamente. Chi l'avrebbe detto che poche ore dopo io mi sarei trovato obbligato a fingere di avere una rivoltella, arma che non conosco e che non ho mai preso in mano?!

Infatti arrivato che fui nell'oscuro fondo di un vallone, eccoti sbucare tre omacci, i quali vedendo un prete accompagnato da due servitorelli, cominciarono a scaraventarmi addosso tutti gli insulti immaginabili. Li salutai cortesemente e non ebbi in risposta che un sogghigno beffardo.

Cento passi più in là, dovetti scendere dal mio cavallo, affinchè uno dei miei piccoli compagni aggiustasse alla bestia un ferro che era in procinto di perdersi. Io frattanto cavaì di tasca l'Horae diurnae (eran le tre pomeridiane) per recitare vespro e compieta. Nel vedermi far il segno di croce, il più gradasso di quegli omaccioni, che si erano accovacciati sull'erba, cominciò di nuovo la satanica litania, e questa volta contro Iddio e la preghiera.

Non fo per dire, ma perdetti davvero le staffe, e chiuso il mio libro, gli gridai forte a due polmoni:

- Silenzio! .... io prego per tutti, specie per lei, tanto insolente!

E quegli di rimando:

- Lei mi dice insolente?

- Per l'appunto!

- Ritiri quella parola, o io...

- Impossibile, amico mio! La parola è come una pietra; una volta scagliata non si ritira più.

- E lei dovrà ritirarla!

- Ed io vi dico che non devo ritirarla. Finchè voialtri avete insultato me a vostro talento, non ho detto verbo; ma adesso che incominciate a insultare il buon Dio e le sue orazioni, non posso più tollerare. Non ritiro nulla.

- Va' ad ammazzare quel pretaccio, gli sussurrano gli altri due.

- Sì, sì, ammazzalo, ammazzalo !

All'udire quelle antifone, le mie guide si dileguarono come scoiattoli dietro le rocce, ed io rimasi solo davanti a quei mostri.

- Le ripeto ancora per l'ultima volta, disse quel birbone, o ritira quelle parole, od io l'accoppo.

- Signore, voi fate il gradasso perchè mi vedete soletto in queste foreste, forse senz'armi; ma se ci trovassimo in una città incivilita come Buenos Ayres, Santiago, Lima, ecc. non avreste tanto coraggio. Vi dico ancora, tanto per darvi qualche soddisfazione, che, se non avessi pronunziato quella parola (ora che ho visto l'effetto che vi ha cagionato) non la direi; ma l'ho detta, e il mio carattere di onest'uomo non mi permette di ritirarla.

A questo punto l'omaccione cominciò a correre verso di me coi pugni tesi, sbuffando come un toro ferito. Trovandomi perduto, mi misi a recitare di cuore l'Ave Maria. Ero arrivato alle parole: Sancta Maria, quando mi parve di vedere al fianco il viandante del revolver, che indicandomi l'arma, mi dicesse: « Vede se questo non sarebbe il caso di usarla! » In quella l'omaccione era giunto a cinque passi di distanza, ed io fingendo di levarmi di tasca un arnese qualsiasi (non aveva che il Rosario) gli gridai a squarciagola

- Venite avanti, codardo !

- Ohi ! ohi ! - esclamò fuggendo da me, e raggiungeva i suoi compagni, ai quali, dopo alcuni minuti di sgomento, disse affannato:

- Se quel pretaccio non cavava fuori la rivoltella, gli cavavo l'anima io !

A me parve rinascere in quell'istante stesso. Ricominciai subito i vespri, per ringraziare la cara Madonna, che mi si era mostrata una volta di più Ausiliatrice! Quindi, richiamati i miei valorosi servitorelli, seguii il viaggio fino al luogo della Missione, senza ulteriori ostacoli.

Buenos Aires, 24 maggio 1913.

+ GIACOMO COSTAMAGNA, Vescovo tit. di Colonia.

Spigolando.

Matto Grosso (Brasile). - Dalla Relazione ufficiale diretta dall'Ecc.mo signor Gioachino A. da Costa Marques, Presidente dello Stato, all'Assemblea Legislativa, al principio della seconda Sessione ordinaria della 9a Legislatura addì 13 maggio u. s., togliamo questa pagina sulla Civilizzazione e Protezione degli Indi in quello Stato, nella quale è eloquente il confronto dei risultati ottenuti dalla civilizzazione laica coll'opera infaticabile dei Missionari.

« . . . Continua quest'ufficio (della civilizzazione degli indii) a carico della Società che mantiene in questo Stato un'Ispettoria direttrice dei lavoratori nazionali e protezione degli Indi, fondata il 7 settembre 1911 ed in capo alla quale trovasi il sig. Humberto di Oliveira, giovane intelligente e laborioso. Per varie e molteplici difficoltà che un lavoro di tal natura incontra sempre nei suoi primi passi, la sua definitiva organizzazione, principalmente in uno Stato così vasto di territorio e con pessime e deficienti strade di comunicazione come il nostro, non fu ancora possibile e non si ebbero ancora da questa filantropica istituzione tutti i frutti che in avvenire dovremo da essa aspettarci, se i collaboratori a questa grand'opera si manterranno fedeli con eguale costanza e amore ai lodevoli e patriottici intenti del Governo Federale. Per mancanza di dati e informazioni non vi posso dare notizie particolari sopra i lavori affidati a questa Ispettoria e compiuti nell'anno passato.

» La Missione Salesiana, alla sua volta, continua a fare ogni sforzo per la cristianizzazione e civilizzazione dei nostri indigeni della tribù dei Bororos-Coroados; una delle più terribili nei tempi passati. Nella relazione che mi mandò il suo degno e instancabile direttore Don Antonio Malan, si hanno particolari informazioni sulle tre colonie indigene: del Sacro Cuore, fondata nel 1902, sul torrente Tachos; quella dell'Immacolata Concezione fondata nel 1905 nel torrente Aroy e quella di S. Giuseppe fondata tre o quattro anni or sono sul fiume Sangradouro. Come appare dalla citata relazione e dalle lodi che fanno a queste colonie il cittadino Horazio de Souza, Ispettore di Metereologia, l'Ingegnere Agronomo José Morbeck, allora Ispettore Agricolo Federale e il R. D. Aquino Correa, Direttore del Liceo Salesiano, che sono stati là in questi ultimi mesi, è oltremodo lusinghiero lo lo stato fiorente e prosperoso di queste colonie, tanto riguardo la civilizzazione ed educazione degli Indi, come in fatto di industrie agricole e di altre ancora. Dai quadri uniti alla citata relazione, consta che la popolazione indigena della Colonia Sacro Cuore è di 1o5 uomini e 1o6 donne; quella della Immacolata Concezione, di 64 uomini e 59 donne; quella di San Giuseppe, di 49 uomini e 42 donne; formando così un totale di 218 uomini e 207 donne. Di questa popolazione 230 sono cristiani e 195 pagani e già si contano tra i primi 28 famiglie cristiane. Di essi 95 sanno già leggere e scrivere e 330 sono ancora analfabeti. Nell'Asilo Infantile o nella prima elementare vi sono 42 bambini ; nella seconda elementare 81 e nella terza 12; mentre, complessivamente nelle tre colonie, imparano l'arte o il mestiere di falegname, o di fabbro, di muratore, di conciatore di pelli, di fornaciaio o agricoltore, e di cuoche e tessitrici le ragazze, 112 persone. Il terreno coltivato a fagiuoli, riso, mandioca, bananas, gran turco, canna da zucchero, cotone e frutteti, è, secondo la detta relazione di 270,600 m2. al Sacro Cuore; di 440.000 m2. nell'Immacolata Concezione; di 379.000 m2. in quella di S. Giuseppe. In quest'ultima colonia vi son pure 329 piante di viti e 317 di caffè; nella colonia Immacolata Concezione si hanno 24 piante di viti; e in quella del Sacro Cuore 498 piante di viti, 125 di caffè. Il terreno lavorato coll'aratro si calcola ascenda a 41.000 metri quadrati.

» Oltre queste Colonie, la Missione Salesiana mantiene la Scuola Agricola di S. Antonio a Coxipó da Ponte, a pochi chilometri da questa capitale, la quale si distingue per l'insegnamento teorico-pratico di Agricoltura razionale a ragazzi poveri; ed è pure frequentata da 15 giovani Bororos la Scuola agricola industriale detta della Gratitudine Nazionale a Palmeiras, dove da poco tempo furono collocate diverse macchine mosse da una turbina idraulica. Così valide opere, figlie di un'abnegazione ammirabile, ben meritano appoggio dai signori Deputati e aiuto dal Potere pubblico perchè conseguano il loro scopo colla conquista dei terreni, a vantaggio dell'industria degli abitanti delle selve e della comunanza sociale... ».

Mylapore (Indie, Madras). - Consolanti notizie. - Da una lettera di D. Tomatis spigoliamo : - L'Orfanotrofio va avanti benino. I ragazzi, che erano 14 quando siamo arrivati qui tre anni fa, adesso sono 74 e non possiamo prenderne di più per mancanza di locali; però il locale verrà. Sua Ecc. Rev.ma il Vescovo di Mylapore che ha tanta fiducia nei Salesiani farà presto innalzare la nostra casa di un piano; il Governo Inglese ha già promesso la metà dell'importo e noi presto avremo una casa più grande e circa 15o ragazzi.

Anche i nostri Benefattori locali prendono interesse per l'Orfanotrofio. Il 15 marzo la signora Miller, moglie di un Giudice di Cassazione, organizzò per noi in casa sua una festa di carità, alla quale accorse una folla immensa. Ho visto non meno di sessanta motocars e un gran numero di vetture di lusso e moto-cycles in quantità. Tutta l'aristocrazia inglese vi prese parte. La festa era sotto il patronato del Governatore di Madras, il quale colla sua Signora venne ad onorarla di sua presenza, mostrando il più vivo interesse per tutto ciò che vide. Il risultato della festa fu ottimo. Dobbiamo mille ringraziamenti al signor Giudice e alla sua degna consorte per questa riuscita.

Il 19 marzo, giorno di S. Giuseppe ebbe luogo un'altra festa. Sua Ecc. il Vescovo di Mylapore poneva la prima pietra di una nuova scuola che sarà costrutta a conto della Diocesi col concorso del Governo. Sa dove si fabbrica? Proprio nel nostro giardino in comunicazione immediata col nostro cortile che sarà comune alla casa e alla scuola. Perchè si costruisce così vicino ai Salesiani? Coloro che vogliono far congetture dicono che la scuola si costruisce per noi, e che noi dovremo prenderne la direzione. Altri più liberi dicono addirittura che è pei Salesiani.

Noi facciamo mostra di non capire; però il Vescovo ha grande fiducia in noi e ci affiderebbe volentieri tutta la gioventù di Mylapore... Quello che manca è il personale...

UN MONUMENTO a Maria Ausiliatrice. (1)

Venne eretto nella città di Puntarenas ed inaugurato solennemente il 23 aprile u. s. 1° giorno del mese di Maria SS. Ausiliatrice, quale ricordo dell'anno XXV della fondazione della Casa Centrale delle Missioni Salesiane della Patagonia Meridionale e della Terra del Fuoco.

Il monumento misura 12 metri di altezza e sorge a fianco della chiesa parrocchiale. Consiste in un artistico piedestallo, coronato da una svelta colonna d'un pezzo, in granito lucido di Baveno, con sopra una bella statua di Maria Ausiliatrice, in marmo bianco di Carrara. Sul davanti del piedestallo campeggiano un busto bronzeo di Don Bosco e l'iscrizione: A Maria - aiuto dei Cristiani -- i Cattolici delle Terre Magellaniche; 1912.

Nella parte opposta si ha quest'altra iscrizione: Omaggio all'eccelsa Patrona delle Opere del Venerabile Don Bosco, a ricordo del XXV Anniversario delle Missioni Salesiane in questo Territorio - 1887 - 12 luglio - 1912.

Completano l'ornamento della base tre scudi quello del Chili, quello della Pia Società Salesiana, e quello della città di Puntarenas.

La cerimonia dell'inaugurazione si svolse in forma solenne. Alla presenza di un popolo immenso, Mons. Fagnano benedisse la statua e il Governatore Ecclesiastico pronunziò un eloquente discorso.

Che la Vergine Ausiliatrice benedica a quelle terre e a tutti i loro abitanti, alimentandovi e facendovi prosperare sempre più, insieme coll'industria e col commercio, il sentimento e la pratica della nostra Santa Religione!

(1) Le notizie delle Missioni pubblicate in questo numero sono tutte una prova di più della bontà di Maria Santissima Ausiliatrice per la causa della propagazione della Fede. Siamo perciò lietissimi di farle seguire da quest'altra notizia che è un segno della riconoscenza che nutrono per Lei i Missionari e, con loro, i popoli tutti chiamati alla luce del S. Vangelo.

IL CULTO di Maria Ausiliatrice

Pellegrinaggio spirituale pel 24 corrente,

Invitiamo i devoti di Maria SS. Ausiliatrice a pellegrinare in ispirito al Santuario-Basilica di Valdocco il 24 corrente e ad unirsi alle nostre preghiere.

Oltre le intenzioni particolari dei nostri benefattori, nelle speciali funzioni che si celebreranno in questo mese nel Santuario, avremo questa intenzione generale:

Ricorrendo in questo mese il X° Anniversario dell'Esaltazione del S. Padre PIO X al Sommo Pontificato, imploreremo la sua conservazione ad multos annos, pregando secondo le sue interazioni.

Nuove Chiese e Cappelle.

LA PAZ (Bolivia). - Ci scrivono in data 14 maggio. - Il giorno 2o aprile del 1913 segnerà negli annali del Collegio Don Bosco di La Paz (Bolivia) una data memorabile, per la benedizione di una nuova Cappella in onore di Maria SS.ma Ausiliatrice.

Dopo Dio e la nostra cara Madonna, dobbiamo ringraziare lo zelo, la pietà e la generosità delle Associate all'Arciconfraternita, le quali non risparmiarono alcun sacrificio, pur di dedicare alla loro celeste Patrona una cappella meno indegna.

Alle ore 7.30 giunse al Collegio S. Ecc. Rev.ma Mons. Emmanuele Pena, Vescovo diocesano, accolto all'entrata della nuova cappella col canto del Sacerdos et Pontifex, eseguito dalla nostra Schola cantorum. L'esimio Pastore, indossati gli abiti pontificali, procedette alla solenne benedizione e quindi celebrò la Santa Messa, nella quale si accostarono per la prima volta al Celeste Banchetto 46 nostri allievi interni ed esterni, seguiti da tutti i loro compagni e da numerosissime persone accorse alla commovente cerimonia.

Alle 9.30 il rev.mo sig. D. Avellino Costas, Segretario e delegato di Mons. Vescovo, conferì il Battesimo al giovane Oscar Anderson, che abbandonava la setta luterana per abbracciare la nostra Cattolica Religione, la sola capace di assicurarci l'eterna salvezza.

Seguì la messa solenne celebrata dal sullodato sig. Costas, che infra missam amministrò la 1° Comunione al fortunato neofito. La schola cantorum eseguì abbastanza bene il Kyrie, Gloria e Credo della messa in honorem Sancti Josephi Calasantii del M.° Ravanello e il Sanctus e Agnus Dei della messa Te Deum, laudamus del M.° Perosi.

Nel pomeriggio il degnissimo Vescovo Diocesano conferì la Santa Cresima al neofito ed a varii nostri allievi interni ed esterni, e in fine impartiva col SS.mo Sacramento la trina benedizione.

Terminate le funzioni religiose si passò ad un salone improvvisato, ove si diede un trattenimento in onore di Mons. Vescovo, che partì soddisfattissimo della giornata passata in compagnia dei figli di D. Bosco, che ama e predilige con grande affetto.

GRAZIE E FAVORI

Da morte a vita (1).

Grazie infinite, o Maria Ausiliatrice: è la preghiera fervente, il ringraziamento sentito che esce dal cuore commosso e riconoscente di un padre e di una madre che ora possono riabbracciare, viva e sana, una loro figliuola tredicenne salvata prodigiosamente dalla Aladonna di D. Bosco. Povera Renata! colpita da un complesso di malattie quasi inesplicabili e forti e crudeli, era ridotta in fin di vita nella verde età di 13 anni; il male crescente aveva ornai minata quella giovane esistenza, il fioco lamento di una agonizzante faceva temere da un momento all'altro la catastrofe. Le vennero amministrati gli ultimi sacramenti; ogni speranza umana era svanita; rimaneva solo, specialmente nell'animo dell'addolorata madre, la speranza nell'intercessione della Grande Taumaturga di Torino. Si mette una medaglia di Maria Ausiliatrice al collo dell'inferma, si istituisce in parrocchia come una gara pietosa di preghiere per strappare dalla Madonna la guarigione della giovinetta e Maria Ausiliatrice ascoltò alfine la voce della madre, delle compagne, del popolo; con grande sorpresa di tutti Renata cominciò a migliorare e il terribile male, che la tormentò per un mese e la ridusse agli estremi, quasi per incanto scomparve. Ora la giovinetta è quasi del tutto guarita, gira, parla, mangia, conversa allegramente. Sia mille volte ringraziata Maria Ausilìatrice, che con un nuovo prodigio volle manifestare anche a Lugagnano che Essa è veramente l'aiuto dei cristiani e che non sono mai vane le preghiere di coloro che ricorrono fiduciosi alla sua potente intercessione.

Lugagnano (Piacenza) 20 giugno 1913.

DINA LECCACORVI.

Il sottoscritto dichiara vero ed esatto quanto sopra. In fede

D. CESARE PELIZZARI, Arciprete, Vicario foraneo di Lugagnano.

La preghiera di una madre.

Il mio diletto figlio Raimondo, d'anni quindici, mentre godeva floridissima salute, verso i primi di dicembre u. s. venne colto dal tifo. Le ansie di una madre che ha visto altre volte bianche culle lasciate vuote da' suoi angioletti, diventano più angosciose ancora, quando vede un figlio ammalarsi gravemente sul più bello delle speranze. Con tali ansie appunto vegliai le prime notti accanto al letto del mio Raimondo. Ma il male si aggravò sempre più con grandi minacce. Fu allora che con fiducia mi rivolsi alla Regina dei Cieli, dicendo : « Maria Ausiliatrice, voi sola potete consolarmi ; guarite il mio figliolo... farò pubblicare la grazia sul I3olletiino Salesiano ».

La Madre Celeste ebbe compassione di me e della mia famiglia, perchè da quel giorno l'infermo cominciò a migliorare, ed oggi, completamente guarito, ringrazia con me la gloriosa Madonna di Don Bosco.

Samatzai (Cagliari), 27 marzo 1913.

MARIA MANDIS SITZIA.

Quanto è buona Maria Ausiliatrice!

Da qualche anno mio marito soffriva disturbi tali di stomaco da riuscirgli pesante ed indigesto ogni cibo anche più delicato e fine. Dal suo, volto era scomparso il bel colorito: le sue labbra raramente si schiudevano ad un sorriso e per lo più era taciturno e preoccupato. Si vedeva che soffriva assai.

Dopo aver tentato tutti i rimedi che l'arte medica sa consigliare ; dopo d'essersi adattata a tutte le esigenze d'una cura scrupolosa e metodica, non constatando alcun miglioramento, si era oramai deciso di sottoporsi ad un'operazione chirurgica, quando mi fu consigliato di ricorrere a Maria Ausiliatrice con una novena e con promessa di un'offerta se mi avesse ottenuta la grazia.

Oh bontà di Maria ! Il suo aiuto non si fece aspettar molto. Non avevo ancor finite le preghiere della novena che mio marito già si sentiva meglio, e tale miglioramento andò ognor crescendo nei giorni successivi fino a guarigione perfetta.

Compio quindi la promessa di far pubblicare la grazia ricevuta e mando un'offerta al suo Santuario, invitando tutti coloro che soffrono a porre la loro fiducia in così buona Madre, certi di essere esauditi.

Mulinella, 16 marzo 1913.

MANDRIOLI MARIA PASSERINI.

S. Pier d'Arena. - Una penosa infermità mi travagliava da lunghi mesi e, nonostante le più sollecite cure della mia famiglia, il male ingagliardiva sempre più.

Medici e medicine... tutto provai ! Alla fine mi rivolsi fiduciosa alla Vergine Ausiliatrice, e cominciai una novena in suo onore, promettendole di pubblicare la grazia, qualora me l'avesse ottenuta... e la Madonna del Venerabile D. Bosco mi esaudì!

Ora adempio alla promessa, e La ringrazio pubblicamente dell'ottenuta guarigione.

13 febbraio 1913.

PICCONE COLOMBA.

Faenza. - Ero sposa da alquanto tempo, ma la mancanza di figliuoli e, la quasi certezza di non averne mai, era causa di forti dispiaceri e dissenzi coniugali. Un giorno, quasi disperata, pensai di rivolgermi a Maria Ausiliatrice e le promisi che se mi avesse ottenuta la grazia l'avrei pubblicata mandando insieme un'offerta. Oh bontà di Maria!... Nove mesi dopo veniva alla luce un bel bimbo sano e robusto. Niuna parola può degnamente esprimere la nostra riconoscenza verso di una madre tanto buona che invocata nei casi più dolorosi della vita si mostra sempre consolatrice e Ausiliatrice di chi in Lei confida. Ora abbiamo bisogno di un'altra segnalatissima grazia e non dubitiamo ci verrà concessa dalla sua materna bontà.

Marzo 1913.

Coniugi N. N.

Ciminna (Palermo). - O mia potente Ausiliatrice, ti ringrazio dal profondo dell'anima perchè con la tua valevole intercessione, la mia cara sorella ha sofferto con calma e superò una dolorosa operazione ed ebbe la desiderata e completa guarigione. Accetta il tenue obolo della mia riconoscenza insieme col rendimento di grazie.

Marzo 1913.

ANNA SARULLO.

Cape Town. - I sottoscritti rendono pubbliche grazie a Maria SS. Ausiliatrice, per averli ricondotti salvi fra gli ansiosi loro confratelli dopo quasi tre giorni di assenza, passati fra burroni e precipizi di alta montagna, sotto gli ardori del sole africano, senza una goccia d'acqua, mentre agonizzavano di sete, e cadendo frequenti volte, per isfinimento, da altezze considerevoli. L'assistenza della Celeste amorosa Madre e de' suoi fedelissimi ministri, gli Angeli Custodi, si rese evidentissima in ogni pericolosa circostanza del malcapitato viaggio; per cui la riconoscenza dei due graziati verso Maria e i suoi Angioli, nonché verso le anime buone che ne implorarono il soccorso, sarà imperitura.

24 febbraio 1913.

Sac. GIOVANNI CERUTTI e Ch. GIACOMO CARROLL.

Candiolo Torinese. - Col cuore pieno di riconoscenza vi dico mille grazie, o Maria SS. Ausiliatrice. Erano circa 4 mesi che deperivo di giorno in giorno ; aveva il cuore tanto stanco che preferivo morire. Ma ecco venire in mio soccorso Maria Ausiliatrice, a lei mi rivolsi e con sorpresa mia e della mia cara famiglia tutti i miei mali si arrestarono, per cui in rendimento di grazie grido al mondo intero che a Maria SS. Ausiliatrice non si ricorre mai invano.

Marzo 1913.

CATERINA PONZO.

Novara. - Da lungo tempo la zia soffriva di disturbi molto gravi. I medici già l'avevano dichiarata inguaribile, quando mi sentii animata d'una forte speranza, di ricorrere cioè a Maria Ausiliatrice. Era il mese di maggio: ed io ai piedi di questa buona Madre promisi di pubblicare la grazia sul Bollettino Salesiano, se fossi stata esaudita. Oh, Maria, quanto sei potente !... In pochi giorni la zia guarì. La famiglia in ringraziamento ha già inviato un obolo, ed io unita a questa Ti ringrazio infinitamente e con giubilo adempio la promessa.

3o maggio 1913.

ANGELINA FERRARA.

Brisighella. - La nostra madre, caduta improvvisamente ammalata, fu sottoposta a grave operazione il giorno cinque maggio u. s. La povera paziente ci aveva invitati a ricorrere all'Ausiliatrice per ottenere una felice soluzione del male. Ed infatti, con grande meraviglia dei medici operanti , sebbene sveglia, potè sopportare il taglio chirurgico senza emettere un lamento, e la guarigione fu pronta e perfetta.

Abbia pertanto il pubblico tributo della nostra riconoscenza la potente Regina di Valdocco, per questo e per altri favori, di cui ci è stata larga nella sua bontà.

8 giugno 1915.

La Famiglia POMPIGNOLI.

Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice, e alcuni pieni di riconoscenza inviarono offerte per la celebrazione di S. Messe di ringraziamento, o per le Missioni Salesiane, o per le altre Opere di Don Bosco, i seguenti:

A*) - Acceglio : B. M., i - Acireale : Superiora B. P., io - Acqui : Giulia Galliani, io - id.: Rosina Caminatti, 2 - Africo: Giovanni Ramondini, 5 - Agliano d'Asti : Giuseppe Giovo, 5 - id. Rosa Della Valle in Truffa, 5 - Alba: Teobaldo Magliano, 20 - Albenga . D. Arturo Tambusso, 5 - Alessandria: Giuseppina Fracchia - Aosta Agostina Perron, 5 - Aliminusa : Sac. G. Cicero e e Loreta Cicero - Aragona : Digna Gandolfo, i - Arias (Rep. Argentina): Costanzo Astesano, 52,50 - Artogne : Pietro Micheli, io - Asti : Giovanni Graneri, 2 -Ayas :N. N., 5.

B) - Bahia Blanca : Teresa B. Grimoldi, 20 - Baldissero : V. A. - Balzola : M. M. P., 8 - Bardonecchia : A. P. O. - Barcellona : C. G., 5 - Bassano Veneto : Domenico Brunello, io - Bath Beach (Brooklyn): Lucia Perniciaro, 15 - Beinasco Caterina Colombo - id.: N. T., 2 - Bellinzago Novarese : Giacomina Barbero, 2 - Bessolo Angelina Grassino, 5 - Bianzè Vercellese : Antonio Guda, 5 - Bibiana : Renzo Mosselli - Bivona Alfonsina Puzzo - Bocenago-Trentino : F. M., 5 - Bogotá : Sr. Onorina Lanfranco - Bologna Augusto Palmiri, io - Bonferraro : D. Sante Fenzi, io - Bordighera Torrione : S. A., 5 - Borghetto di Barbara : N. N., 2 - Borgomanero : Cristina Ruga in Gregori, 5 - id.: Teresa Giromini, 8 - Borgomasino : P. O., 3 - Borgo S. Dannino : Vittoria Scaglia, 5 - Borgotaro : Clotide Conti Gasparini - id. : Celestina Gasparini, 5 - Bosa : N. N., 2 - id. Marianna Biddan, 5 - id.: Teol. Solinas Pirisi, 2 - Boves : Arma Cavallo Rovasenda, 5 - id. Caterina Gastenelli, io -id.: N. G. C., io - Bra: D. M., 5 - Brescia : Giovanni Mileri, 3 - Brignano Curone : Amalia Cassola - Bronte : Suor Marietta Costa, 20 - Brusasco : Olimpia Varino, 25 - Brusson : Augusto Vuillermet, 4 - Buriasco Sorelle Demarchi - Bussato : Carolina Rebecchi, 5 - Bussolengo : Teresa Forante, 7.

C) - Cagliari : B. C. S., io - Caldogno : Anna L. B., 15 - Calolzo: Teresa Zangrando Da Col, 5 - Gammarata : Maria Aloisia Trojna, 5 - Camo d'Alba : Maria Bussi, 2 - Canelli : Generina Morino, io - id.: Maria Bosca, 5 - Capriata d'Orba : Maria Torielli, 5 - Caramagna : A. L. M., 5 - Careggine : N. N., 2 - Carmagnola : Giuseppe Canalis fu Lorenzo, 23 - id.: Antonio Cravero, 16 - Casale Monferrato: Giacinta José - Casarza della Delizia : Maria Tomé, 2 - Casenovoli : M. S. C., 20 - Casola : Giuseppe Tecchia, 5 - Cascina Angela De Dionigi, io - Cassine : Margherita Gamalero, 1o - Castagnaro : Maria Carpani Fiocco - Castellano (Trentino): Adele Baroni, 9 - Castelrosso : Teresa Avanzato di Luigi, io - id.: Antonio Lusso, 20 - Castelrotto : Famiglia Soffino, 5 - Castione Veronese : D. Giuseppe Truschelli, 5 - Cavaglio d'A gogna : Pietro Racca - Cesena : Ghita Dalti, 5 - Chivasso : Antonio Lusso fu Lorenzo, 15 - id.: Fratelli Lusso di Giovanni, io - Cigliano Novarese : Antonio Lodetto, 2 - Ciminna : Rosina Calcagno, 5 - Cismon Vicentino : Maria Pelloso, 5 - Colere : Pietro Piantoni, 13-50 - Como : Camilla Gario, 3 - Conegliano Veneto : Collegio Immacolata, io - Corbanese di Tarzo : Teresa Talamini, 5 - Cossato Biellese : Mario Perone, 5 - Costigliole d'Asti: Paolo Carino, 20 - Costigliole di Saluzzo : M. L., 5 - Cromberg : N. N., 5 - Cuneo : E. B., 2 - Curzo : Giovanni Bocca - Cujabá N. N.

D) - Debbia S. Casciano : Palmina Lugari, io - Desio : Calimero Orlandi Arrigoni - id.: Santina Arienti, 5 - Dogliani : Rosa Smeriglio, 35 -

F) - Fasano : Giulia Gigola V. Montinelli, 1o - Filetto : Dodicina Dazzoli, 5 - Firenze : Matilde Pompignoli, 3 - Fonzaso : G. Cerato, 15 - Fossano : Lucia Garello, 6 - Frascati : A. R. - Frazzano : Calabrese Fragale Antonino - id.: Maria Pinitello, 5 - Frisanco : Giacomina Pellegrino, 5 - Front Canavese : Domenica Cavallo V. Tresso, io - Frossasco : O. G., 5.

G) - Gaiarine : Maria Santuz, 4 - Gaillac (Francia): Mme Duboys, 20 - Gaiole in Chianti M. S., 5 - Galliate : Margherita Sguaita, 15 - Gattico Novarese : Maria Bacchetta, 5 - id.: Rosa Bacchetta, 2.30 - id.: Carolina Cristina, 2.50 - Gambulaga : Angelo Garbellini - Gavi : Maria Romanengo-Parodi, 5 - Genola : Antonio Sapino - Genova : Maria Gemma Pedemonte - id.: Elisa Passalacqua - id.: Emilio Ruggeri, 5 - Gerensano : N. N., no - Giaveno : Francesca Cariatore - Gioiella Umbra : A. C., i - Gleris : D. Gaetano Giacomini, io - id.: G. D., io - Gonzaga: Palma Beltrami in Ferrari - Gravellona Toce : Caterina Spadacini - Gressan : D. Luigi Decaroli, 5 - Gubbio: Veronica Bebi, 15.

I) - Isili : Efisia Satta, 2 - Ivrea : Luigia Levrio - id.: Giuseppina Irmonini, 3 - id.: Giuseppe Giordano, 5.

L) - Lanusei : Marianna Lai Stochino, 5 - La Thuile : Cav. I. L., 5 - Lecce : Gaetanella FioccaLegnano: G. R. S., 5 - Locana : Maria Pianetti, 5 - Lodivecchio : Pietro Acquistapace, 5 - Longastrino : Teresa Baroncini, 5 - Losone (Locarno): A. e V. Pedrazzi - Lugano : (C. T.): Cecchina Magatti - id.: Giuseppina Scala Adamini, 15 - Lu Monferrato: Suor Maria Appendivi, 5 - Lusia D. Luigi Miglio, 3 - Lusigliè : Giovanni Vezzetti, 5.

M) - Madonna dell'Olmo : Maria Ferrero, 2 - Madonna di Campagna : M. T. - Malvino : Edvige Ivaldi, 2 - Mantova : Giovanni Gabrielli, io - Marano Ticino : Lena Schietti, 1.5o - Marano Vicentino : Angela Fioretti, 5 - Marcorengo : D. Angelo Dell'Aglio, 3 - Mede : N. N., i - Mensano C. V., 2 - Migliarina a Monte : Garzetti Vittorino - Milano: E. C., io - id.: Un Cooperatore Salesiano - id.: Sofia Fumagalli, 2 - id.: Un ex-allievo salesiano, 5 - Milzano : D. Stefano Galli, 5 - Modena : Maria Botti, i - Modica : Serafino Vanella del Dr. Francesco, 2 - Moggio : Margherita Invernizzi, 5 - Moirano : Guido Ivaldi fu Pietro, io - Molteno : Stella Redaelli, 2 - id.: Giovanni Bezzi, 2 - id.: Rosa Villa, 2 - Mombello Torinese S. M. e S. L., 4 - id.: Giovanna Cerutti - Mombercelli : Francesca Barbero, 3 - Moncalieri Natale Morano, 6 - Moncrivello : T. P., 5 - Mondovì : D. Giuseppe Bosso, io - Monesiglio : Luigia Ferrero, 5 - Monforte d'Alba: N. N., io - Montabone : Carlo Cazzola, io - Montorso Vicentino Luigia Burin, 12 - Morello : Famiglia Giacone, 5 - Morciano : Maria Massari in Gori, 1.50 - Morgex : Zaccaria Châtel, 5 - Mortara : Sorelle Pagani, 5 - id.: H. C., 25.

N) - Napoli : Sebastiano Piccione, 2 - Negarive : Lorenzo Vantini, 2 - Negrar : D. Domenico Brighenti, 2 -- id.: Prassede Riglietti, 2 --Nervi Teresa Baratelli, 2 - Nicastro : Baronessa Anna Nicotera, io - Nizza Monferrato: Margherita Ferrero, 3 - id.: Luciano Bersano - Nova Petropolis (Brasile): Gerolamo Trivisa, io - Novara Domenica Imoda-Gancia, 15 - Novi Ligure Maria Oberti. 5

O) - Oleggio : N. O. P., 0i - Orgiano : D. Attilio Paganotti, 5 - Orsara Bormida : Maria Pronzato, zato, 2 - id.: Antonia Guala, 2 - id.: Michele Farinetti, 5 - id. : Giulio Farinetti, 5 - id. : Biagio Farinetti, 5 - id. : Angiola Morbelli - Ossuccio D. Giovanni Sala, io - Ovada : Delfina Gaviglio.

P) - Padova : Sirio Iacobi, 2 - id.: Virginia Furlan Piaggi, 9 - Palestro : Francesco Calvi, io - Palmanova : Firmina Dentesano in Ciatti, 2 - Pancalieri : Marianna Niccolini, 5 - Parigi : Maria Boffa, io - Paularo : Luigia C. Fabiano, io - Pavia : A. F., 15 - Paysandú (America): Suor Serafina Ballostro, 5 - Perlago (Austria): Giuseppina Zambaldi di Giuseppe, 14 - Perosa Argentina : Dossolina Costabello, 5 - Pianfei : Luigi Baracco, 25 - Piani di Vallecrosia : Caterina Burotti, io - Pianazzo : Lopez Maria Galli, 35 - Pieve del Cairo : Elisa Campanino, 2 - Piobesi Maria Mussetti, - Poirino : N. N., 20 - Polano Comasco : Maria Bellingardi, 5 - Pontecasale Bettino Turri, io - Ponte di Legno : D. Gio. Batt. Signorini, 5 - Pont St. Martin : Maria Bordone, 2 - Pontestura : G. Botto, 9 - Porcen : Domenico Menon, 6 - Portolongone : Anna Pezzucchi - Pralormo : Margherita Dassano, 3 - id.: Battista Casale, 2 - Pralungo Biellese : Carlo Benna, 5 - Prato Sesia : Nassorotti.

R) - Raldon: D. Massimino Girardi, 1o - Ravenna : C. L., 5 - Revere : Formigoni B. - Riomaggiore : E. Milani - Riva di Pinerolo : B. M. - Riva sopra Garda : D. Quirico Pretti, 6 - Rocca Canavese : Domenica Anglesio - Rodallo : Teresa Milanesio, io - Roma: D. Ermenegildo Carrà, 5 - id.: Chierico Francesco Santucci - Rosà : Giacomina Segrafredo, 6 - Rovereto : E. Arlati, 2.

S) - San Genesio Marche : D. Giuseppe Splendori, 5 - S. Fior : Famiglia Romanato - S. Michele Extra : Giuseppe Strapporana, 1.90 - Sannazzaro de' Burgondi : Ernesta Mocchi, 5 - S. Nicolò Comelico : Giovanna Topran d'Agata, io - S. Pellegrino : Giuseppina Smirelli, 5 - S. Pellegrino in Alpe : Lunardi Roberto - S. Pier Niceto Angelina Vermiglia - S. Salvatore Monferrato Emilia Davite, 5 - S. Sebastiano Po : Vittoria Bonfanti, 5 - Sant'Albano : Pietro Cavanna, 2 - StDomingo (Rep. S. Domingo): A. N., 30 - Sta. Caterina di Lusiana : D. Cristiano Cappellari, io - Sta. Margherita : Maddalena Musso-Sta. Venerina rina : Concetta Palazzolo, 2 - Santulussurgio Bonaria Onni di Lussorio - Sardara : Ciccita Spanu 5 - Savona : G. M., i - Seriate : Barbara Perico, 4 - Sesto al Reghena : Giselda Milani, 26 - Settimo Torinese ; Domenico Arduino, 5 - Soave Veronese : Zampieri Maria Soave - id.: Angela Zenari, 200 - Solto : Amadio Bertoletti, 2 - Sondrio : Suor Vittorina, 15 - Smirne : Giovanni Vido, io - Stallavena : Maria Zampieri Ceschi, 7 - Susa Carolina Tomatis.

T) - Taranto : Emilia Coda, 5 - Tarcento : Luigia Armano - Teor : D. Francesco Sbay, 12 -Tonengo : Angela Mattea, 5 - id. : Giovanni e Giugia Armano - Torino : N. N., io - id.: C. F., 2 - id.: T. L., 2 - id. : X. Y. Z., 5 - id. : R. M., i - id.: P. D., i - id.: Contessa G. M., - id. Eugenio Lovazzano, 3 - id.: N. Albertina, 2 - id.: Giuseppe Ferreri, 3 - id.: Ines Lampugnani, 2 - id.: Emilia Bianco, 4 - id.: Maria Schiarensa - id.: Teresa Mensio, 5 - id.: Luisa Gasparini, 15 - id.: Cristina Subry - Torre S. Giorgio : Giovanni e Pietro Marchisio, 8 - Torresina Giorgio Raimondi fu Giuseppe - Tortona : Luigi e Carmela Legé, 5 - Trento (Tirolo): Elisa Dorigoni, 15 - Trino Vercellese : F. O., 28.

U) - Ucceglio : Giuseppina Pezza, 5.

V) - Valdidentro di Torre piano : Caterina Bellotti fu Martino, 6 - Valperga : R. M., 7 - Valsecca : Francesca Bugada, 1o - Varazze : Maria Delfino - id.: B. D., 3 - Vecchiazzano: D. Antonio Brunaccini, 2 - Veneria Reale : Maddalena Sola - Ventimiglia : Teresina Muratore - Vercelli : N. N., 20 - Verona : Vereconda Corsini, 5 - Vicenza : Vittorio Francescato, 7.50 - Villanova d'Asti : N. N., io - Villa S. Sebastiano : Antonio Trucco, 17 - Viù : Maria Chiovatero, 5 - Volvera : M. R.

Z) - Zurigo : Margherita Prohaska.

X) - Luisa Bosio Beccaccio, 5 - G. B., i - N. N., 2 - Tommaso Martini, i - B. C., 10 - Canton Ticino : R. C.

Santuario di Maria Ausiliatrice TORINO-VALDOCCO

Ogni giorno, celebrazione di una santa messa esclusivamente secondo l'intenzione di tutti quelli che in qualunque modo e misura hanno concorso o concorreranno a beneficare il Santuario o l'annesso Oratorio Salesiano. Per ogni corrispondenza in proposito, come anche per Messe o novene o tridui di Benedizioni col SS. Sacramento, rivolgersi al Rettore del Santuario di Maria SS. Ausiliatrice, Via Cottolengo, 32 - Torino.

Ogni sabato, alle 7.30 speciali preghiere per gli associati all'Arciconfraternita di Maria SS. Ausiliatrice.

NB. Nei mesi di agosto e di settembre nel pomeriggio dei giorni festivi vi è una sola funzione alle ore 16,30.

Note e CORRISPONDENZE

AVVERTENZA.

Siam venuti raccogliendo un bel numero di relazioni riguardanti altre Commemorazioni compiutesi pel XXV Anniversario della morte di D. Bosco o le feste di Maria Ausiliatrice. Per poterne dare un resoconto ordinato e completo, le rinviamo al prossimo numero, Pregando quelli che hanno ancora a farci avere relazioni in Proposito, a sollecitarne l'invio.

Per la stessa ragione dobbiamo rinviare il resoconto delle visite fatte dal rev.mo sig. D. Albera ai Collegi e Istituti Salesiani di Napoli, Caserta, Castellamare di Stabia, Genzano di Roma, Frascati, Gualdo Tadino, Trevi, Macerata e Milano, attendendo alcune relazioni.

Congresso di Musica Sacra. - Benedetto dal S. Padre e da molti Eminentissimi Cardinali, Arcivescovi e Vescovi della Penisola, dal 4 al al 5 giugno si svolse nell'Oratorio nostro di Valdocco il XI° Congresso Nazionale di Musica Sacra, in omaggio ai vivi desideri di Sua Santità Papa Pio X per la riforma del Canto Sacro. Sui deliberati dell'imponente Congresso, onorato dall'intervento dell'Em.mo Cardinal Richelmy, del rev.mo P. Angelo De Santi, Presidente dell'Associazione Italiana di S. Cecilia, e di molti egregi Maestri, noi torneremo ponderatamente ricordando qual parte abbiano nel sistema educativo di Don Bosco il canto in generale e il canto sacro in ispecie.

- La domenica 15 giugno la Sezione Operaia Cattolica di Maria SS. Ausiliatrice, che è sorta appena da un anno, inaugurava il suo splendido vessillo sociale. Compì la cerimonia, per delegazione dell'Em.mo Card. Arcivescovo, il Curato Don Riccardi, fungendo da padrino il sig. Secondo Durio e da madrina la signora Laura ved. Colli.

La splendida festa, alla quale convennero con bandiera le rappresentanze di più di 5o Associazioni Cattoliche dell'Archidiocesi di Torino e di altre diocesi del Piemonte, dopo la funzione religiosa del mattino e un cordialissimo banchetto sociale, ebbe nel pomeriggio la sua più splendida affermazione nell'imponente corteo, che, prima dei vespri solenni, percorse in ordine perfetto le vie della Parrocchia.

Ai bravi operai, che dànno affidamento di un nuovo soffio di vita cristiana nei dintorni del Santuario, cordiali rallegramenti!

- Il 29 giugno, - Trasportata dal giorno di S. Giovanni Battista al giorno dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, l'annua dimostrazione di filiale affetto a Don Bosco nella persona del suo Successore, non perdette nulla del suo splendore e del consueto entusiasmo.

L'ossequioso trattenimento, tenutosi la sera della vigilia, fu ricco, come sempre, di squisiti canti e classiche armonie e di schiette dichiarazioni della più viva esultanza. L'inno, dettato con fluida vena dal sacerdote Giovanni Battista Lemoyne, fu degno epilogo di quell'affettuosissima gara di riverenza e di amore. Dopo aver splendidamente cantato la trasmissione dello spirito di Elia ad Eliseo, il venerando poeta soggiungeva:

Il fatto oggi rinnovasi - Di storia e canti degno: - Don Bosco nell'ascendere - Degli immortali al regno - Pieno a te pur, Don Albera, - Lo spirto suo lasciò!

E questo che moltiplica- De' figli tuoi le tende; - Questo che attragge i pargoli - E grati a Dio li rende: - Cui grazie senza numero - La Vergine donò.

Ed i tuoi figli applaudono - Alle opere tue belle; - Tuo nome cento Popoli - Elevano alle stelle; - Del Padre in te rivedono - L'amabile virtù!

All'indomani convenivano attorno il Successore di D. Bosco gli Antichi Allievi dell'Oratorio per la loro 44° dimostrazione; e il sig. Cesare Rossi si faceva loro interprete con un affettuoso discorso.

Per tutto il giorno regnò in casa la letizia più gioconda, e a sera, superiori ed alunni si raccoglievano nuovamente a festeggiare l'amatissimo Padre.

Che il Signore ci dia la grazia di veder Don Bosco in Don Albera per molti e molti anni ancora! Preghino ogni giorno a questo fine anche i buoni Cooperatori!

Tra i figli del popolo.

BORGO S. MARTINO. - Una festa giovanile. - Il 25 maggio l'inaugurazione della bandiera del Circolo S. Giuseppe diè luogo ad uno splendido convegno giovanile. Al mattino dopo la Messa celebrata nel Collegio S. Carlo, alla quale presero parte i Soci del Circolo ed i giovanetti dell'Oratorio Festivo, fatta colazione, la fanfara, la sezione ciclisti e le varie deputazioni attesero con entusiasmo al ricevimento delle Società e dei Circoli aderenti che si riversarono man mano nell'industre paesello, tutto gaiamente imbandierato. Giunsero pei primi i giovani di Frassinello Olivola, quindi la rappresentanza del «Pio X » di Casale con bandiera, il Circolo della Madonna del Tempio, i baldi giovani di Ticineto, le belle squadre di Mirabello e di Occimiano e il Circolo di Villabella con bandiere e la banda di Vignale che rallegrò la festa colle sue armonie e, nel pomeriggio, una schiera di più di 12o Oratoriani di Occimiano.

Al mattino tutti i presenti sfilarono in corteo alla parrocchia, ove quel rev.mo Prevosto impartì la benedizione al nuovo vessillo; quindi passarono in corpo al Municipio, ov'ebbero un ricevimento d'onore. Nel pomeriggio, dopo un lieto banchetto, si svolsero varie gare ciclistiche e calorose partite al foot-ball, fra la gioia degli alunni del Collegio S. Carlo e di tutto il paese.

Alla bella festa giovanile presero parte anche la Società Cattolica ed il Circolo del paese e prestarono servizio i Circoli di S. Salvatore, Valenza, Mirabello ed Occimiano.

MILANO. - All' Oratorio di Via Commenda. - Uno spettacolo di fede fu quello che diedero il 29 giugno i buoni giovani dell'Oratorio Salesiano di Via Commenda, che vollero solennizzare con fervore l'Angelico S. Luigi. Al mattino si unirono numerosi ad un'eletta schiera di neocomunicandi per accostarsi alla Mensa Eucaristica. Celebrava il rev.mo Can. della Metropolitana Ferdinando Pogliani, il quale con infuocata parola li animò tutti alla purezza e candore dell'anima sull'esempio di S. Luigi. Nel pomeriggio, dopo i vespri solenni e la Benedizione Eucaristica, ebbe luogo una riuscitissima accademia con premiazione ginnastica, mentre la banda dell'Istituto S. Ambrogio di Via Copernico rallegrava, nel cortile pavesato a festa, i numerosi accorsi, fra cui l'esimio benefattore il nobile sig. De Capitani. La giornata si chiuse con una serata di gala nel teatrino.

SAVONA. - L'angelico Patrono della gioventù S. Luigi, il 22 giugno ebbe un pio serto di preci e di omaggi, anche nell'Oratorio di N. S. della Misericordia in Savona. La comunione generale, l'offerta dei fiori al Santo, e la processione solenne furono i punti più commoventi della festa, che fu alternata da giuochi svariati e si chiuse con un gentile rinfresco, trattenimento drammatico, illuminazione, fuochi artificiali, e scelto concerto musicale dato dalla nuova banda dell'Oratorio.

CATANIA. - Commemorazione Costantiniana. - L'Oratorio Salesiano San Filippo Neri, (come tante altre nostre Case) ha commemorato il XVI Centenario dell'Editto Costantiniano con una tornata accademia musico-letterararia, nei giorno anniversario dell'Enciclica Rerum Novarum.

La commemorazione ebbe luogo nel grande atrio dell'Oratorio: presente S. E. il Cardinale Nava e un eletto pubblico numerosissimo. Fece servizio d'onore la squadra sportiva Ardor. Canti e declamazioni s'intrecciarono in splendida armonia ad esaltare lo storico avvenimento e le sue benefiche conseguenze. Il discorso, detto dal sig. Angelo La Zara, fu vivamente applaudito.

SAN SEVERO. - All'Oratorio Salesiano i giovani operai festeggiarono il loro Patrono San Giuseppe con quel raccoglimento spirituale che tanto contribuisce a formare in essi una salda coscienza dei loro doveri religiosi e sociali. Mons. Vescovo Pizzi celebrò la messa della Comunità e dopo un fervorino sulle virtù caratteristiche di S. Giuseppe in rapporto all'Eucaristia, distribuì la S. Comunione a circa un centinaio di fanciulli e di giovani. Nelle ore pomeridiane si svolse una riuscitissima accademia, presieduta dallo stesso Mons. Vescovo, con l'intervento di una elettissima schiera di cooperatrici, di cooperatori e di spiccate personalità ecclesiastiche e laiche. Il can. don Luigi Rubino lesse un vivace discorso su S. Giuseppe e l'operaio, tratteggiando la questione operaia e facendo un brillante raffronto tra le idealità della Chiesa di Cristo e le false dottrine della Rivoluzione. Vivissime acclamazioni coronarono la fine delle sue parole come pure i dialoghi delle rappresentanze, le romanze d'intermezzo ed il saluto del presidente della Compagnia di S. Giuseppe, signor Vincenzo Cervone. In ultimo ci fu la distribuzione dei premi che quest'anno consistettero in libri istruttivi di religione e di morale, per desiderio dei giovani stessi. Monsignore chiuse il lieto trattenimento rallegrandosi con i giovani operai dei loro sani propositi e spronandoli a perseverare.

Quindi tutti gli invitati passarono nella cappella dove si chiuse la festa con la benedizione del Santissimo, impartita da Mons. Vescovo mentre una gran folla di giovanetti e di giovani, si pigiava nel cortile illuminato e le note giulive della fanfara salutavano il SS. Sacramento che si levava a benedire quelle care speranze della Chiesa e della Patria.

PARMA. -Gara Catechistica. - Un pubblico scelto e numeroso, fra cui varie Dame Patronesse degli Oratori Festivi, accorse la domenica 1° giugno nella Chiesa di S. Benedetto, ove si svolse riuscitissima la gara catechistica fra i giovanetti dell'Oratorio. Presiedeva il zelantissimo Arcivescovo Mons. Guido M. Conforti, che sì efficacemente propugna l'insegnamento del Catechismo. Dopo alcune parole del Direttore dell'Istituto, Prof. D. Paolo Lin gueglia, e la presentazione di un'artistica pergamena, omaggio dei giovanetti del Collegio che offrivano all'Eccellentissimo loro Pastore una bella numerosa Corona di Comunioni pel suo Giubileo Sacerdotale, cominciò la gara. Esordirono i più piccoli i quali, quantunque affrontassero il pubblico per la prima volta, non si smarrirono, si mostrarono anzi ben preparati e l'unanime approvazione leggevasi nel volto di tutti i presenti.

Dopo un intermezzo musicale in cui si eseguiva l'Ecce Sacerdos Magnus dalla Schola Cantorum del Collegio, si svolgeva la gara dei più grandicelli che maravigliarono tutti i presenti colla sicurezza delle loro risposte, segno evidente di un'ottima preparazione. Solo lentamente vennero assottigliandosi le file dei gareggianti.

Quanto Mons. Vescovo abbia gradito la gara lo dimostrarono le sue paterne parole, con cui esortò i giovanetti ad essere assidui all'Oratorio ed a studiare con amore quell'aureo libro le cui pagine, diceva, furono tutte scritte da Dio. La prima pagina fu impressa nel cuore umano per mezzo dei nostri progenitori, la seconda fu scritta sul Sinai, la terza attraverso i secoli per mezzo dei Patriarchi e dei Profeti, le altre furono dettate dal Figlio di Dio e dai successori di Pietro. Cosicchè, conchiudeva lo zelante Pastore, questo è il più gran libro dell'umanità, il libro della vera scienza.

Sua Eccellenza, dopo aver impartito pontificalmente la Benedizione col SS. Sacramento, volle benedire anche i giovanetti dell'Istituto, schierati nel cortile che l'applaudirono entusiasticamente, attestando così la loro riconoscenza per l'augusta visita.

TRIESTE. - Fiera di beneficenza. - Quando la beneficenza è animata dal soffio puro della carità cristiana, non può non attrarre e convincere chi nutre puri ideali; e le persone illustri per censo, per casato e per gentilezza d'animo, che convennero nei giorni 7 e 8 giugno nel sontuoso palazzo della munifica signora baronessa de Seppi, l'hanno provato.

Nè la fiera di beneficenza poteva essere meglio organizzata ed artisticamente presentata.

La banda dell'Oratorio Salesiano diretta dal M. E. Toffolo, il coro di trenta cantori nella loro elegante uniforme marinaresca, la squadra ginnastica « Salus » dettero saggio della loro valentia, rendendo così il ritrovo più gaio e festevole.

« Ed ora - scrive l'Unione - il ricavo di novemila corone attesta indiscutibilmente la piena riuscita della fiera; dice pure che più grande si fa il desiderio dei buoni di giovare al vero bene della gioventù, perchè troppi sono ancora i giovani che nei sobborghi della nostra città vediamo facile preda di chi, secondandoli in uno sfrenato ma falso desiderio di libertà, li vuole lontani da Dio ed inconsciamente asserviti a mire interessate. Ma le fonti della Provvidenza sono inesauribili, come siamo sicuri è il cuore di coloro che, convenuti nel palazzo di una delle più benemerite persone di Trieste, sentono il dovere civile di cooperare costantemente alla elevazione morale del popolo, educandone la gioventù, per mezzo di una sempre più intensa effusione di carità cristiana, che sola unisce i grandi ai piccoli, i ricchi ai poveri ».

Negli Istituti delle Figlie di Maria Ausiliatrice

CATANIA. - Il primo Convegno regionale delle ex-Allieve degli Istituti delle Figlie di Maria Ausiliatrice in Sicilia. - Ebbe luogo nell'ampio Collegio di Maria Ausiliatrice di Catania nei giorni 17, 18, 19 maggio. Un Comitato, sorto all'uopo, lanciò alle ex-Allieve della Sicilia un caloroso appello, promosse riunioni parziali nei centri più importanti dell'isola, e, per ultimo diramò un Numero Unico Programma che fu accolto con entusiasmo. Difatti le adesioni all'Associazione instituenda e al Convegno non si fecero attendere e furono in numero insperato: basti ricordare che essendosi diramati circa 2700 inviti, si ebbero quasi altrettante adesioni all'Associazione e ben 6oo signore e signorine presero parte al Convegno.

La prima adunanza si aperse solennemente la sera del 17 maggio con un discorso dell'Ispettore dei Salesiani in Sicilia, Dott. D. Bartolomeo Fascie, che rilevò sotto quali buoni auspicii si apriva il convegno. Seguirono belle parole di saluto ella presidente del Comitato, signorina Dott. Anna Geremia, e della signorina Marchisio, una delle rappresentanti delle Ex-Allieve di Torino. Dopo la lettura dei telegrammi di adesione, anche una signorina normalista del Collegio porse il saluto cordiale delle compagne, insieme con i più schietti ringraziamenti.

Il 18 maggio, nelle ore antimeridiane, si svolse la seconda adunanza. La presidente del Comitato Promotore, illustrò il tema: Necessità dell'associazione delle ex-Allieve nell'Isola; quindi sulle conclusioni proposte dalla relatrice s'iniziò la discussione. La seduta si protrasse fino alle 12 e riuscì interessantissima per le obbiezioni sollevate, per gli schiarimenti chiesti, per le utili proposte formolate a fine di meglio precisare il carattere dell'associazione e i mezzi per mantenerla nelle sue direttive.

Dopo il pranzo sociale ebbe luogo la terza adunanza. La signorina Prof. Bettina La Farina di Palermo, relatrice del secondo tema: Compito dell'ex-Allieva, tracciò le linee dell'azione che un'exallieva può compiere nei varii stati sociali mettendo a profitto la sana educazione ricevuta dalle Figlie di Maria Ausiliatrice. La sua parola riscosse entusiastici applausi e lasciò in tutte le convenute la maggiore soddisfazione per la praticità delle proposte che furono approvate all'unanimità.

La signora Bolla, del Comitato Torinese, chiuse la seduta dicendo della bella impressione riportata dal Convegno e della speranza di un avvenire consolante per le ex-Allieve di Sicilia a bene della Religione, della Famiglia e della Patria.

Alle 22 seguì un trattenimento di onore, dato dalle Educande e Convittrici, con canti e suoni e la recita di un bozzetto simbolico « Ausilio » che rievocando nelle anime delle ex-Allieve - a traverso il velo di un simbolo - le glorie della protezione dell'Ausiliatrice, contribuì egregiamente a risvegliare in esse la fiducia di aiuti più abbondanti nell'apostolato che si sono proposte.

La mattina del 19 si raccolsero ancor tutte per assistere alla S. Messa, accostarsi alla S. Comunione e ringraziare Iddio della buona riuscita del Convegno.

ROMA - Corso di Religione. - Nell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice in Via Marghera nell'anno scolastico 1912-1913 fu tenuto un corso di Religione alle signorine maestre e studenti del Magistero e della Università, che vi si ascrissero in numero di oltre sessanta e furono assidue alle lezioni. Il nostro D. Gianferrari, attraverso alla vita e ai miracoli di Gesù Cristo, ebbe di mira lo scopo di dimostrare l'autenticità dei Vangeli e l'origine divina del Cristianesimo, combattendo le obbiezioni che potrebbero sorgere su taluni punti fondamentali: e parlò anche della potente influenza esercitata dal Cristianesimo sul mondo pagano, trasformato dalle sue basi nella famiglia e nella società.

Come a corona dello studio intrapreso sulle sublimi verità che produssero milioni di martiri, il conferenziere celebrò una messa nella cripta di S. Cecilia alle catacombe di S. Callisto, invitando ad assistervi tutte le ascritte al corso, accompagnate dalle suore. L'invito fu accolto con entusiasmo e la Comunione generale fu commovente per l'edificante raccoglimento delle signorine, Quei simboli, quelle iscrizioni, le sacre sigle del monogramma di Cristo, grafite o incise su quelle pietre sepolcrali, riavvicinavano lo spirito delle visitatrici a quei lontani tempi di viva e semplice fede, rappresentata dal profondo significato del simbolo.

Alla chiusa dell'anno di Conferenze intervenne il rev.mo Mons. Faberi, Assessore del Vicariato, che donò a tutte le signorine frequentanti il Corso di Religione, il libro di Monsignor Bonomelli: « Gesù Cristo, Dio-Uomo » e nel discorso di chiusura insistè sul dovere che ha oggi la donna di spingere anche sul campo religioso uno sguardo più profondo, per cui riesca a combattere meglio i gravi errori che cercano di velarle la luce dell'intelletto.

Notizie varie.

In Italia.

ROMA. - La festa di S. Maria Liberatrice al Testaccio. - Rimandata al 15 giugno, perchè fosse onorata dalla presenza del Successore del Venerabile D. Bosco e di D. Rua, segnò una nuova tappa gloriosa nell'ascensione moralereligiosa del buoni Testaccini, i quali fin dai giorni precedenti alla festa, accorsero numerosi al triduo di predicazione, circondando l'altare di Maria, sontuosamente parato di fiori, di preghiere e di lacrime di gioia e riconoscenza.

Alle 7.30 il sig. D. Albera saliva l'altare per la celebrazione della messa della Comunione generale, e la distribuzione dell'Ostia Santa fu lunga ed interminabile: erano uomini e donne, ma più specialmente giovani e fanciulle che alla Mensa Eucaristica andavano ad attingere la forza per crescere gagliardi e robusti nella fede di Cristo. Spettacolo indimenticabile, che commosse profondamente il nostro venerando Superiore!

Alle 10 i sacri bronzi chiamavano nuovamente al Tempio i buoni Testaccini per assistere alla solenne messa in canto, eseguita con ottima musica dalla Schola Cantorum dell'Ospizio del S. Cuore sotto la direzione del M.° Don Antolisei. Dopo di essa, per circostanze sopraggiunte all'ultimo momento, cominciò a sfilare la processione, che tenevasi ordinariamente nel pomeriggio della festa. Precedeva l'Oratorio maschile con la squadra « Excelsior », gli Oratori femminili con gran numero di bimbe bianco vestite, il Circolo femminile, le Figlie di Maria, le Associazioni del S. Cuore e di S. Giuseppe con torcie, il Concerto, quindi i Sacerdoti ed infine portata dai giovani del Circolo e circondata e seguita da una folla immensa, vibrante di commozione e di entusiasmo, la statua della Vergine. Quando Essa apparve sulla porta maggiore della Chiesa, il grido potente di Viva Maria che si sprigionò da quell'immenso popolo, riaffermò ancora una volta tutta la divozione e l'amore dei buoni per la Cara Madre Maria e provò luminosamente la religiosità del Testaccio.

A sera, dopo le sacre funzioni celebrate ancora dal rev.mo sig. D. Albera, il concerto di S. Maria Liberatrice che fin dal mattino aveva prestato servizio, eseguiva uno scelto programma musicale sul piazzale della Chiesa, splendidamente illuminato a luce elettrica, mentre per le vie del Testaccio venivano illuminandosi a lampioncini quasi tutte le finestre dell'abitato, e dall'alto della torre campanaria un potente fascio di vivissima luce si proiettava sul popoloso quartiere, che aveva dato così splendide prove di fede e di amore alla buona e grande Regina del Cielo.

- Il sig. Don Albera visitò con sua grande soddisfazione anche le Scuole e gli Oratori del Testaccio ed ebbe la più festosa accoglienza dal Circolo S. Maria Liberatrice.

All'Estero.

ALESSANDRIA D'EGITTO. - La visita del Governatore. - Ieri (leggevamo nel Messaggero Egiziano del 12 maggio) S. E. Ziwar pascià, governatore di Alessandria, visitò l'Istituto di D. Bosco, ricevuto dal console generale d'Italia, conte Naselli, e da tutto il corpo dirigente ed insegnante del Collegio.

I giovani, in uniforme festiva, con lieto batter di mani salutarono l'illustre visitatore, mentre la banda suonava l'Inno Egiziano. Uno di essi, a nome di tutti, diceva:

« La visita che l'E. V. s'è degnata fare oggi al nostro Istituto ci mostra tutta l'importanza che l'E. V. dà all'educazione della gioventù e la stima in cui tiene l'Istituto D. Bosco che ci accoglie. Di questa stima e più e meglio ancora della loro benevolenza, han sempre circondato l'Istituto D. Bosco, fin dai suoi inizi, tutti coloro che han preceduto l'E. V. nell'altissima carica di Governatore di questa gloriosa città di Alessandria, come pure tutte le altre autorità dell'ospitale e nobile Nazione Egiziana. Fu questa stima e questa benevolenza che han permesso all'Istituto D. Bosco di prosperare nel giro di pochi anni e sviluppare l'opera sua a vantaggio di tanti giovanetti. »

Seguì la marcia reale, e S. E. passò fra le file dei giovanetti delle due sezioni dell'Istituto, studenti ed artigiani. Ritiratisi questi nelle scuole e nei laboratori, S. E. si degnò visitare tutto il locale, ammirandone l'ampiezza, la pulizia, l'ordine...

SMIRNE. - Alla Scuola Italiana. - Spigoliamo dal giornale La Reforme di Smirne, del 4 luglio: « La distribuzione dei premi che ebbe luogo mercoledì sera alla Scuola Commerciale Tecnica Italiana, onorata dalla presenza del fior fiore della Colonia Italiana... fu un trionfo di canti e declamazioni. Il cortile della Scuola era decorato con gusto veramente artistico. Le diverse poesie in italiano, francese, inglese, e tedesco furono declamate coli precisione e grazia mirabile.

» La festa fu presieduta dal Console Generale d'Italia, Comm. Carletti, che aveva ai lati il ViceConsole, barone Indelli, il Canonico Mirzan, Mons. Ruscica, il Cav. Leopoldo Messir, il cav. Pietro Aliotti, il Direttore della Posta italiana ed un pubblico numeroso e scelto... Noi facciamo i migliori auguri per la prosperità della Scuola Reale Commerciale Italiana, il cui diploma dà diritto all'ammissione alle Scuole Superiori di Commercio in Italia ».

COSTANTINOPOLI. - All' Istituto Bartolomeo Giustiniani la domenica 8 giugno ebbe luogo un saggio drammatico-musico-letterario, di cui il giornale La Turquie nel numero del 10 dello stesso mese ha questi ragguagli:

«... Il pubblico che vi assisteva fu così numeroso che la sala non poteva contenerlo comodamente. Fra gli intervenuti ricordiamo Mons. Vicario Generale di S. E. il Delegato Apostolico e molti membri del Clero regolare e secolare, il Comm. Petacci, le signore Nogara e Capriola. Si disse che volendo una riunione famigliare, si erano limitati gl'inviti, e ciò deploriamo vivamente giacchè fra le notabilità della Colonia Italiana e coloro che s'interessano direttamente di opere educative, molti volevano assistere a tale seduta in cui avrebbero potuto rilevare lo sviluppo della novella vita del Collegio Giustiniani e rallegrarsene. Gli alunni, di cui il numero è sempre andato crescendo dalla riapertura dell'Istituto, seppero tener avvinta l'attenzione del pubblico con un programma interessante e molto bene eseguito...

» Due ore passarono presto come quelle che sfuggono allorchè si è assorti in un divertimento tutto intellettuale della più alta soddisfazione. Siffatto godimento ci venne procurato dal fatto evidente che l'adunanza era tenuta in un Collegio che rifiorisce cattivandosi le simpatie dei suoi amici, sia con la solida istruzione e buona educazione degli alunni, sia con queste feste squisitamente preparate e felicemente riuscite. Ci congratuliamo vivamente coi Figli di D. Bosco ».

- Il 22 giugno lo stesso Istituto diè un altro saggio scolastico alla presenza di S. E. il Senatore Marchese Garroni, Ambasciatore d'Italia, circondalo dal sig. Tritoni, Console Generale, dall'Avv. Galli, 1° Dragomanno dell'Ambasciata, dall'Ammiraglio della R. Corazzata Saint-Bon, dal Capitano Meccanico dell'Etruria, e da una schiera di altri egregi signori, laici ed ecclesiastici.

COOPERATORI SALESIANI DEFUNTI.

FACCIAMO particolari suffragi per i seguenti defunti dal 1° aprile 1912 al 1° maggio 1913.

Pettinato Vincenzo - Cesarò.

Pezzoli Angela - Clusone.

Piccino Teresa - Cornegliano d'Alba. Pietrogrande Luigi - Este. Pirovini Francesco - Milano.

Pons canonico D. Valeriano - Pinerolo. Ponzio Maria - Carmagnola. Porta Rosa vod. Rossino - Trino.

Pozzi Margherita ved. Buzio - S. Salvatore M. Prato mons. Leone - Torino. Prato Olimpia - Vigone.

Principessa Maria Elisabetta di Sassonia - Torino. Provera Pasino Ninetta - Mirabellu Monf. Pugneth mons. Giovanni - Trento. Quarella Angela ved. Pescantìna. Reina Amalia ved. Fasciotti - Palermo. Resch mons. Giuseppe -- Venezia.. Ricca U. Giuseppe - Baudenasca. Riggio Prof. Enrico - Butera. Righetti Teresa - S. Pietro Incariano. Rigoni cav. Carlo - Torino. Rizzo D. Giuseppe - Alcamo.

Rondoletti Maddalena - Vinchio. Rossi Filomena - Verona.

Rossi Luigia ved. Goano - Fossano. Rossi comm. teol. prof Pietro - Torino. Rosso Emilia - Vercelli. Rota Teresa - Bergamo.

Sabre teol. Francesco - Front Superiore. Saluzzo Michele Giuseppe - Alessandria. Sampoli Marianna in Gatti - Radda. Sannino D. Pietro - Trezzo Tinella. Vincenti N. -- Ivrea Visentin Sebastiano - Visco.

Vecchiati Giannetta - S. Maria Maddalena. Venturi Benilde - Granarolo. Venturini doti. Antonio - Este. Vernocchi Maria - S. Mamante (Faenza). Verrone Celestina - Torino. Zanotta Ambrogio -- Como. Zazzo G. B. - Venezia. Zelioli Angela - Bobbio. Zucco mons. Leonardo - Udine.

Abbiate Lucia V.a Binelli - Vercelli.

Abrate Lorenzo - Sommariva Perno. Agnoletti Mons. Can. Prof Carlo - Treviso. Albano Francesca - Verolengo. Allisio Domenico - Oncino. Almasio Abramo - Solbiate Olona. Angelino Carlo - Montanaro. Ardizzone Francesco - Torino. Armellini Debora - Paciano. Avanzi Giuseppe - Castelnuovo Veronese. Azzini Francesco - Cà Bianche.

Baldassari Mons. Francesco. vescovo - Imola. Baldisserotto Francesco - Vigasio. Banfi Rosa - Taverne (Svizzera). Baratrin D. Pietro - Fontanigorda.

Barme Federico Pfyffer Von Altishofen - Roma.

Barone Alberto - Trapani.

Barsotti Rosa - Firenze.

Bartolotti Adele V.a Baidi - Roma. Bassignana D. Andrea - Felizzano. Batini Egidio - Vico Pisano. Battazzi Cav. Terzo - Peglio. Batti D. Luigi - Tarsogno.

Beccaro Comm. G. B. - Portomaurizio. Becchis Angelo - Riva di Chieri. Beghini Teresa - S. Pietro Incariano. Bellotti Giovanni - Soncino. Bellotto D. Gaetano - Vicenza. Beniamino Cav. Prof. Vittorio - Torino. Benucci D. Emilio - S. Giminiano. Berardi Cecilia - Mercatino (Talamello). Beretta Giacomo - Rapallo. Beroni Celestina - Torino. Bertani Teresa - Marzana. Bertoia Antonio - S. Lorenzo d'Arzene. Bertolini Antonio - Casarza della Delizia. Bevaglia Carola - Terno d'Isola. Bianchi Martino - Corteno.

Biarese Angela n. Gastaldi - Chiusa di Pesio.

Biechi Mons. Giosuè, vescovo - S. Severino Marche.

Biglino Serafina - Torino.

Bocchese Adele - Valdagno.

Boetti Ferdinanda V.a Curtolo -- Alfiano Natta. Bolla Serafino - Rialmosso (Balma). Poggio Damigella Clotilde - Torino. Bonanni Pietro - Ortona a Mare. Bosio Cecilia - Alpignano. Bottegazzone Ferdinando - Tombisaggio. Bottero Giovanni - Ovada. Bregoli lettino - Pezzaze. Brezza Clelia - La Morra. Bria Gio. Battista - Magliano d'Alba. Bronzi Giovanna - Spezia. Brunelli Regina - S. Pietro Incariano. Buri Cav D. Vincenzo, prevosto - Lucento. Buscaglia Teresa m. Zanocchi - Cegni. Bussi Giuseppe - Como. Campaci Mons. Luigi - Reggio Emilia. Canepa Brigida - Genova.

Cantoni Madre Filomena - Castiglione delle Stiviere.

Cappa Angelo Alberto -- Mortara.

Cappello Margherita - Torino. Capra Carlo - Alfiano Natta.

Casartelli Beatrice - Vighizzolo di Cantù. Caserza Maria V.a Massa - Pozzolo Formigaro. Caudera Can. D. Giuseppe - Aosta. Cazzola Carlo - Montabone. Cei Giovanni - Trino Vercellese. Celidonio Dott. Mons. Giuseppe - Sulmona. Cencio Francesco - Ceretto Langhe. Ceolin D. Giuseppe - Preganziol. Chiarmetta Ambrogio - Torino. Chiesa D. Abele, curato - Pavia. Chiotasso Luigi - Torino. Chianchi Tito - Firenze. Cicerchi Teol. Can. D. G. B. - Loreto. Civilotti Pierina nata Todaro - Alcamo. Clerico Maria - Torino. Cogo Elena. - Sasso (Roccaforte). Colli V.a Gregotti - Tornaco. Comba Michele - Frossasco. Comelli Giuseppe - Grezzago. Comparotto Teresa - S. Pietro Incariano. Comunion Valentina - Conselve. Corbari Isabella - Gazzo (Pieve). Cordone-Zanolo Angela - Roccapietra. Costa Rosa V.a Revello - Muggiano.

Costan d'Avara Filomeno - S. Nicolò Comelico. Cravario Maria V.a Franco - Torino. Cresci Agostino - Vineland (America). Cucito Mons. Alberto - Venezia. Cudia Dell'Orto Francesca - Marsala. Curtino Teol. - S. Bartolomeo di Prarostino. D'Agostino Mons. Andrea, vescovo - Ariano di Puglia.

Dalle Feste Marco - Trieste.

Dannovaro Giuseppe - Genova. De Dionigi Ester - Barzio. De Giorgis Aurelia - Aosta.

De Lyou-Muti Guglielmina - Milano. De Maria Giuseppe - Pratovecchio. Derchi Santo - Spezia.

Di Bella Cav. Raimondo -- S. Gregorio di Catania. Domini Augusto - Satiris di Sotto. Dompè Maria - Fossano. Donini D. Evaristo - Crevalcuore. Ducco Carolina - Torino. Fabiani Tomasina V.a Rolla - Genova. Fabri Massa Rosa - S. Clemente di Romagna. Fagiani D. Francesco - Montelupone. Fantini Stefano - Piazzano. Farmi Prof. Domenico - Bagnacavallo. Fasoli Cristina - S. Pietro Incariano.

Filippello Maria n. Martini - Castelnuovo d'Asti. Filippini Angelo - S. Pietro Incariano. Fontana Giovanni - Verolengo. Frapporti Arduino - Patone (Trentino). Furlan Carola V.a Bruschi - Porto Tolle. Galimberti Elia - Varedo. Gandolfi D. Vittore, prevosto - Montiglio. Gandolfo Giovanni - Olivastri. Gar a Giuseppina - Villata. Garigliano Teresa n. Renaldi - Poirino. Gasperini V.a Clelia - Bologna. Gaudio Giovanni - Vignale Monferrato.

Gazzaniga Teresa V.a Gambisasso - Terno d'Isola. Gennaro D. Giuseppe - Garlasco. Geronimi Can. D. Eugenio - Chiavenna. Gervasi Gesualda - Casola in Lunigiana. Ghislanzoni V.a Geronimi - Olate sopra Lecco. Giacomelli Salvo - Breno. Gita Luigi fu Carlo - Tricerro. Gilardi D. Gerardo - Paganina di Cerea. Giannini Carolina - Canova. Giuganino D. Carlo - Villastellone. Gori Carolina - Reggio Emilia. Grassi Giacomo - Marzano. Grazioli Antonio - Roma. Grazzini Letizia - Firenze. Guìllavo D. Orazio - Pianura. Hugues Prof. Comm. Luigi -- Casale Monferrato. Tocchi Caterina - Bondo di Colzate. Imarisio Rosa - Roncaglia. Invernizzi Margherita - Moggio. Inverti Ozi Zeffirino - Moggio. Lambardi Conte Can. D. Giuseppe - Arezzo. Lasagna Carolina - Biella. Lavelli Maddalena - Torre dei Roveri. Lazzari Maria - Pieve Delmona. Lonardelii Giovanna - Fossano. Lonardi Angela - S. Pietro Incariano. Lora-Totino Carolina - Praj. Lorenzoni D. Antonio - Poianella. Lupotto Giuseppina - Santena. Maga Maria n. Siracero - Scarmagno. Magagnini Nob. Enrico - Iesi. Magnaghì Caterina - Trecate. Magnani Pasquina - Bagnacavallo. Magni Maria - Balerna.

Malocchi Luigia -- Milano.

Malesani Elisabetta V.a Ceola - S. Bonifacio. Manfredi Domenica -- Mondovì Piazza. Manzi Maria - Caramagna.

Marci Teresa V.a Fossati - Castione Veronese. Marchel D. Carlo - Lon (Trentino). Martinetti Camillo - S. Rocco di Premià. Martinucci Maria - Lucca. Maspes Carolina V.a Cositore - Parma. Massimino Marchese Luigi - Peveragno. Massucco D. Bartolomeo - Casorzo Monferrato. Mencacci Amalia nel). Pericoli - Roma. Menegoi Francesco - S. Pietro Incariano. Meriggi D. Siro - Novi Ligure. Merighi D. Luigi, parroco - Gualdo. Micheli Elisetta - Romallo (Trento). Milone Giovanni Alberto - Torino. Miola Veronica - Thiene. Molinari Chiara - R.ma. Monese Antonio - Garda. Monterisi Mons. Ignazio, vescovo - Potenza. Morbioli Egeria - Isola della Scala. Morandi Francesca - Barzesto di Schilpario. Murando Emmanuele - Sampierdarena. Morganti Luigi - Lesino. Morro Maria - Genova. Nale Marco - Urbana.

Negroni Francesco - Lodi.

Nocilla D. Michele --- Caltanisetta. Novelli D. Basilio - Postua. Noti Giovanni - Ciola.

Oddenino Caterina V.a Coda - Torino. Oliboni Andrea - S. Pietro Incariano. Olmi Carolina - Bobbio. Oneda Antonio - Ghedi. Onera Carolina V.a Croce - Genova. Pancelli Ulderico - Torino.

Pandolce D. Giovanni, parroco - Bessica. Paolini Can. D. Francesco - Arezzo. Paroli Caterina V.a Anovazzi - Introbbio. Pavati Ognibene - Urbana. Pavarino Antonio - Cisterna d'Asti.

Peirani Maria n. Prinetto - Gerbido Torinese. Pellicani Giacomina Pirolli - Legnago.