Periodico della Pia Unione dei Cooperatori Salesiani di Don Bosco
ANNO XXVIII = N. 7. Esce una volta al mese LUGLIO 1904.
SOMMARIO -Le Scuole professionali di D. Bosco. 193 Le solennità centenarie della Consolata . 196 Per gli emigrati italiani: A Smirne e nel Sud-Africa . 197 Per la Musica Sacra 199 Consolanti risultati agrari . . . 201 Consigli e proposte agli emigranti italiani . 201 Missioni: Equatore: Mores. Costamagna a Gualaquiza; Colombia: Missione e solenni funzioni a Lazzaretto di Agua de Dios : Come si vive fra i lebbrosi . . 202 Culto e Grazie di Maria Ausiliatrice . 210 Notizie compendiate: A Valdocco: Festa di S. Giovanni Batt.: dall'Italia: Chieri, Catania, Fossano, Lugo di Romagna, Milano, Monterubiaglio, Nizza Monf., Oulx, Perosa Argentina, Roma, Sampierdarena; Dall'impero Austro-Ungarico: Vienna; Dalla Palestina: Nazareth, Betlemme; Da Malta: Sliema; Dalle Azzorre: Angra do Heroismo; Dalle Americhe: Buenos-Aires, Gallegos, Pernambuco, Punta Arenas, New-York . . 216
Necrologia : Mons. Pietro R. Gonzalez ; D. A. Rainoni ; D. F. Casentini ; Il marchese Marcello Durazzo . 222
Cooperatori defunti 223
Dell'insegnamento artistico o professionale
L'ETA' presente guarda con egual simpatia le cattedre e le officine, e stringe con egual calore la mano di un valente operaio e quella di un celebre uomo di studii ; e in questo sia benedetta l'età presente, che va compiendo una giusta rivendicazione, invano invocata da secoli.
Ma chi sa leggere nei tempi andati. trova che simili aspirazioni ebbero culla nel seno della Chiesa. Questa, fin dai tempi apostolici, patrocinò senza posa la causa delle classi lavoratrici, anzi fu questo un segreto della sua gloria e della sua fortezza. Chi negasse le benemerenze del cristianesimo verso la classe operaia e gli studii professionali, negherebbe la luce del sole.
Fra gli ecclesiastici che in questo si resero molto benemeriti, fu pure Don Bosco. Se il suo nome risuona così venerato nel mondo, è appunto perchè sposò la causa degli umili. Sentendosi chiamato dal Signore a venire in soccorso dei fanciulli poveri ed abbandonati, animosamente e senza indietreggiare dinanzi a verun sacrifizio si pose in via. Che fece? Sarebbe piuttosto da chiedere ciò che egli non abbia messo in opera a vantaggio dei suoi figli ! E per limitarci ad un ricordo, fu appunto cinquant'anni or sono, che apriva per loro, all'ombra del suo povero tetto, le prime scuole professionali.
Quanto cammino da quel giorno Quelle scuole, oggi son diventate giganti e formano parte dell'ammirazione di qualunque forestiero che passi alcun giorno a Torino. E quante altre scuole, a queste simiglianti, si son aperte in ogni punto del mondò
La vista di un povero prete, che apriva scuole di arti e mestieri per poveri fanciulli, destò nei nostri paesi un'ammirazione vasta ed operosa; nelle lontane Americhe, ove il fragore delle immense officine degli Stati del Nord erasi fatto udire assai più presto che da noi, la visione d'una scuola di arti e mestieri diretta da preti, fu una rivelazione. I servizi resi all'istruzione e all'educazione dal sacerdozio, per quanto contrastati da alcuni, stanno registrati a caratteri d'oro negli annali d'ogni tempo e d'ogni paese. « Ebbene, perché - si dissero, - non poniamo in mano del sacerdote anche la formazione dell'operaio? » E vescovi e insigni personaggi di fiorenti repubbliche andarono a gara per avere i figli di D. Bosco.
Non saremo noi i nostri panegiristi . ma se ci è lecito nutrire in cuore amore e riconoscenza per chi fu nostro maestro, fondatore e padre, ben possiamo ripetere, che D. Bosco non poteva dare miglior indirizzo alle sue scuole professionali, nè trasfondere ne' suoi figli maggior alacrità a continuare e a diffondere la nobile impresa.
Della cultura religiosa-morale ed intellettuale abbiam toccato ; ci resta una parola circa l'indirizzo artistico o professionale, il punto più importante della trattazione. (1)
Parlino i fatti.
Come per la cultura intellettuale, così per l'insegnamento artistico abbiamo un programma. Alcune case ne avevano già compilati alcuni per loro uso particolare. Valendosi di quei lavori e della propria esperienza, speciali commissioni di maestri d'arte appositamente radunate, compilarono quelli che furono proposti ad ogni stabilimento.
In questi programmi, la serie dei lavori componenti ciascun'arte, disposti in ordine progressivo, fu divisa in tanti corsi (ordinariamente cinque) quanti parvero convenienti gli anni di tirocinio. Ciascun corso poi fu suddiviso in due parti, corrispondenti ai due semestri dell'anno professionale.
Al termine di ogni semestre è prescritto un esame assai diligente. Si assegna per compito a ciascun allievo uno dei lavori compresi nel periodo del programma, che egli sta percorrendo ; e, lasciandolo libero da ogni altro impegno e sorvegliandolo perchè non sia in alcuna maniera disturbato o coadiuvato, si tien conto del tempo, che impiega a finirlo. Consegnato il lavoro, un'apposita commissione composta di valenti maestri della medesima arte, e salesiani e esterni, esamina la difficoltà del lavoro in sè, la perfezione e finitezza con cui fu eseguito, e il tempo impiegato ; inoltre interroga l'allievo circa le norme secondo le quali doveva eseguirsi il lavoro, circa la qualità dei materiali usati e intorno a quelle altre nozioni teoriche, che l'allievo deve aver apprese durante quel periodo di tirocinio. Solo quando un lavoro della difficoltà richiesta è stato eseguito con sufficiente perfezione e in tempo normale, l'alunno è promosso dall'uno all'altro periodo, o dall'uno all'altro corso del tirocinio.
Della bontà del metodo, sapientemente disciplinato e dato alle stampe in questi ultimi anni, ma che in radice era già in vigore nelle nostre scuole professionali, parlarono eloquentemente le annuali esposizioni dei lavori eseguiti dagli alunni. È poco tempo che abbiam detto dello splendido successo di talune di esse, di quella Peruana ad es. alla quale concorsero gli Istituti di Lima, Arequipa, La Paz e Sucre, che in vista dei lavori esposti e dei progressi realizzati ebbero un diploma d'onore e di benemerenza dalla R. Legazione di S. M. il Re d'Italia. E non è ancor spento l'eco della prima Esposizione Generale delle nostre Scuole Professionali tenutasi tre anni or sono presso la tomba di D. Bosco in Valsalice, che si sta già attivamente allestendo la seconda, la quale verrà inaugurata il 20 del prossimo agosto nell'Oratorio di Torino; non per altro fine, che per presentare ai Salesiani ed ai loro Cooperatori un quadro di quello che si va facendo nei molteplici istituti dell'uno e dell'altro continente a beneficio della gioventù operaia, e trarre col concorso di tutti, consigli ed ammaestramenti.
Giacchè, è bene rilevarlo, le nostre Scuole professionali non sono officine o stabilimenti ove si lavori per lucro, ma semplicemente scuole ove non si ha altro scopo che, d'insegnare. Quindi anche esse, al pari delle Missioni e degli Ospizii, abbisognano del soccorso della vostra continua carità, o benemeriti Cooperatori. Di cento, duecento, o trecento alunni, pochissimi son quelli che pagano regolarmente la modesta pensione, tanto modesta che basterebbe appena a provvedere il vitto necessario. E intanto bisogna pur procurare il macchinario indispensabile ad ogni scuola, e molte volte incontrar non lievi sacrifizii pecuniarii per provvedere abili ed onesti maestri. Nè si pensi al guadagno degli alunni; è effimero realmente. Se ve ne sono alcuni che verso la fine del tirocinio dànno qualche utilità allo stabilimento, questo vantaggio è largamente distrutto sia dal mantenimento di questi stessi alunni, che allora passano a carico totale dell' istituto, sia dallo sperpero continuo di materiale per parte dei piccoli apprendisti. Varie edizioni della Salesiana di Torino, tanto per citare un esempio, ebbero le più splendide onorificenze alle Esposizioni d'Europa, cioè il primo
Diploma d'onore alla Italiana di Londra, il Diploma di medaglia d'oro alla Vaticana di Roma, il Diploma di medaglia d'oro all'Internazionale di Bruxelles, il Diploma di medaglia d'oro all'Universale di Barcellona, il Diploma d'onore con stella all'Internazionale di Colonia, il Diploma d'onore all'Internazionale di Edimburgo, ecc., ecc. ; ma sia per la reale difficoltà del lavoro, sia per l'arte tuttora incerta dei piccoli operai, non si può credere di quale dispendio sieno stati quei volumi alla Tipografia Editrice.
E pur da notare che una percentuale del , guadagno settimanale di ciascun alunno è normalmente a lui devoluta, senza tener calcolo dello sciupìo del materiale ; mentre di questa percentuale una piccola parte è messa a disposizione del giovane operaio e il resto è deposto in suo nome o presso la Direzione dell'Istituto o presso una cassa di risparmio, finchè, ad istruzione compiuta, egli non torni in famiglia.
Tale è la cultura e l'ordinamento delle Scuole professionali di Don Bosco. Perciò non sarà mai superfluo nè lo zelo nè la generosità dei nostri Cooperatori, tanto più oggi, che uno dei mezzi più efficaci per salvare la gioventù operaia, è appunto il radunarla all'ombra di queste Scuole provvidenziali, cui sorridono, per bontà del Signore, insieme colla crescente simpatia dei popoli, nuove sfere d'azione e nuovi pacifici ma non meno solenni trionfi.
(1) V. Boll. di dicembre 1903, gennaio e marzo 1904.
TORINO e il Piemonte, riaffermando l'antichissima e profonda loro divozione alla Consolata, diedero tale spettacolo che sarà tramandato con orgoglioso affetto di padre in figlio e registrato con parole di sommo encomio negli annali ecclesiastici.
Le funzioni religiose solennissime s'inaugurarono l'11 giugno, in cui l'Em.mo Card. Richelmy compiva la consacrazione del Santuario, appositamente ampliato, restaurato ed abbellito per la ricorrenza di queste solennità centenarie.
Dall'11 al 18 fu quanto mai commovente il fervoroso accorrere di continui pellegrinaggi.
Il 18 giugno, presenti gli Em.mi sigg. Cardinali, Domenico Svampa, Andrea Carlo Ferrari, Agostino Richelmy, Giulio Boschi e Giuseppe Callegari, ed un'ampia corona di Ecc.mi Arcivescovi e Vescovi venne dall'Em.mo sig. Cardinal Vincenzo Vannutelli, accorso alle feste quale rappresentante del Papa, apposta attorno il capo della Vergine Consolatrice una corona di dodici stelle d'oro e brillanti fra la viva commozione del popolo presente. Presenziarono la santa cerimonia anche gli Augusti Principi e le Auguste Principesse di Casa Savoia, residenti in Torino.
La sera ebbe luogo l'illuminazione della città, che riuscì splendida e generale e fu una gentile ma imponente dimostrazione di fede. Ma ciò che rimarrà indelebilmente scolpito nell'animo di chi la vide sfilare - lunghissima, sfarzosa ed osannante, fra due compatte ale di popolo e per le vie riccamente addobbate - fu la processione generale del 19 giugno, alla quale parteciparono infiniti drappelli di Figlie di Maria e tutto il clero secolare e regolare della città con larghe rappresentanze di quello della diocesi, insieme agli Eccellentissimi Vescovi ed Eminentissimi signori Cardinali che precedevano, acclamati di continuo, la prodigiosa Immagine.
Insomma, dall'11 giugno a tutta l'ottava della solennità della Consolata, ma specialmente nel triduo solennissimo del 18, 19 e 20 fu un continuo spettacolo di edificante pietà e di fervore commovente. Torino e il Piemonte, no, non potevano meglio riaffermare l'antichissima divozione alla celeste Patrona.
A queste feste, com'era nostro dovere, noi ci associammo colla più viva esultanza; e come a tutte le maestose funzioni pontificali dei giorni 18 e 20, gli alunni della nostra Scuola Cantorum diretta dal Cav. M.° G. Dogliani furono fortunati di eseguire sceltissima musica sacra, tra cui il nuovo mottetto « Signum Magnum » del M°. Lorenzo Perosi, e sempre con arte fine e premuroso affetto superiore ad ogni lode ; così alle due nostre scuole di musica istrumentale fu pur concesso di prendere direttamente parte attiva nei giorni e nelle ore più solenni. E la Vergine Consolatrice deve aver gradito il nostro omaggio : poichè in pegno della sua materna compiacenza procurò al nostro Oratorio preziose visite degli Eminentissimi Cardinali che ci lasciarono nell'animo le più soavi ricordanze, e condusse al Santuario di Maria Ausiliatrice un'affluenza continua e divota di numerosissimi pellegrini.
E qui ci piace di aggiungere ancora una parola. I nostri giovani conoscevano già le amabili sembianze dell'Em.mo Card. Ferrari, Arcivescovo di Milano e l'imponente figura dell'Eminentissimo Svampa, e quindi furono ben lieti dì rivederli e di circondarli coi più festosi applausi. Ma essi, dopo aver ammirato anche il tratto paterno e squisitamente affabile dell'Eminentissimo Card. Boschi, arcivescovo di Ferrara non pensavan davvero che avrebbero goduto anche della presenza dell'Em.mo Card. Vincenzo Vannutelli. Invece Sua Eminenza, piena di ammirazione per l'Opera di D. Bosco, venne all'Oratorio la mattino del giorno 19.
Fu ricevuto con grande affetto e con umile riconoscenza. Un nostro sacerdote lesse un breve complimento, gli alunni gli offersero un piccolo ricordo; ma il Rappresentante del Vicario di N. S. G. C. si degnò di rivolgerci un'allocuzione così cordiale e così piena di entusiasmo per D. Bosco, che ci commosse profondamente.
« Mi accorgo, così l'Em.mo, che voi siete contenti della mia presenza: ed io son lieto delle vostre accoglienze. Venire a Torino e non ricordare un nome grande, illustre, e caro a chiunque nutra in cuore il sentimento della carità cristiana non è possibile. E questo nome è quello di Don Bosco!... Son quindi venuto a visitare la casa di D. Bosco !... Tornando a Roma, son certo che una delle prime domande che mi farà il S. Padre sarà questa: - E siete stato a visitare la casa di D. Bosco? - Anzi, se io non fossi venuto, il S. Padre me ne avrebbe mosso lagnanza... » E aggiunse altre espressioni di grande affetto, che ci fecero ancora una volta ringraziare il Signore di averci dato a padre l'umile D. Bosco.
L'Em.mo Card. Callegari recavasi a pregare sulla tomba di D. Bosco a Valsalice, ed aveva la bontà di rivolgere agli alunni del Seminario salesiano affettuose parole. Furono a Valsalice anche gli Em.mi Vannutelli e Svampa, e l'Em.mo Svampa degnavasi di onorare di una visita preziosa anche le Case Salesiane di Chieri. Dall'intimo del cuore ringraziamo la Vergine Consolatrice dì averci dato così care consolazioni.
A Smirne e nel Sud-Africa
A SMIRNE.
La Scuola italiana tecnico-commerciale e la Scuola popolare italiana alla Punta.
IL Prof. Alfonso Datodi, in data 14 maggio, inviava al signor D. Rua queste notizie:
«Cooperatore salesiano da molti anni, desiderava ardentemente di vedere i figli di D. Bosco in questa terra santificata dalla presenza di San Giovanni Evangelista e di S. Policarpo, e bagnata dal sangue di tanti martiri. Questa felicità mi fu data alla fine del settembre scorso, quando le Scuole italiane di Smirne furono affidate ai Salesiani.
Il bene che essi hanno operato dal giorno del loro arrivo supera di molto la comune aspettazione. All'apertura dell'anno scolastico gli alunni della Scuola tecnico-commerciale erano pochissimi : otto o nove i giovani che frequentavano le classi ; ma lo zelo del Direttore della Scuola non tardò a produrre consolanti risultati.
Le varie feste celebratesi all'8 dicembre, per l'inaugurazione della Cappella, per S. Francesco di Sales, per S. Giuseppe, e a Pasqua e a Natale, e la Messa funebre per Umberto I, alla quale assistettero Mons. Arcivescovo, il Console Gen. Barone Acton, il Presidente dell'Associazione Nazionale e i Superiori di tutte le Comunità religiose, attirarono molta gente e contribuirono a far conoscere l'Opera salesiana. Nè mancarono i divertimenti del teatrino e le passeggiate, come faceva D. Bosco.
In seguito a tutto questo, il numero degli alunni aumentò rapidamente e arrivò subito a sessanta, i quali sanno approfittarsi assai bene della educazione che vien loro impartita.
Il campo affidato a Don Martino Recalcati , cioè la Scuola popolare della Punta, è un terreno incolto, pieno di spine. Gli alunni di questa Scuola costituiscono l'elemento più difficile della Colonia Italiana di Smirne. Tuttavia l'impegno del Direttore e la sua singolare attività cominciano a produrre consolanti risultati. Quivi il bene da fare è grande, ma bisognerebbe che le situazioni finanziarie fossero migliori. L'Oratorio festivo manca di tutto. Don Martino, per fare un po' di bene a questi giovani, è quasi ridotto a far quello che faceva D. Bosco nei primi giorni dell'Oratorio di Valdocco, cioè un po' di tutto.
Le fondazioni salesiane di Smirne hanno quindi mestieri di un soccorso straordinario per poter acquistare un locale adatto al bisogno, e allora assai più grande sarà il vantaggio che anche la Colonia Italiana di Smirne riceverà dall'Opera provvidenziale di D. Bosco. »
Nella lusinga di far piacere ai lettori, diamo qui altre consolanti novelle, che furono già riferite anche da qualche giornale italiano, tra cui il valoroso Momento di Torino (31 maggio 1904). Noi le presentiamo con le stesse parole, con cui il Direttore della Scuola tecnico-commerciale, D. Rubino, le comunicava al Direttore Generale delle Scuole Salesiane, prof. D. Francesco Cerruti:
« Domenica (15 maggio), alle ore 10 1/2 col permesso dell'ottimo Comandante della R. Nave Flavio Gioia, Trifari Cav. Eugenio, mi recai a bordo a celebrare la messa. V'assistevano, oltre i 400 soldati, il nostro R. Console Barone Acton, il Marchese Giustiniani Presidente del Comitato dell'Associazione Nazionale e moltissimi Signori e Signore della colonia e tutti gli alunni della nostra Scuola tecnico-commerciale. L'altare fu eretto a poppa della nave. Servirono la messa due bravi marinai. Dopo il Vangelo dissi due parole di circostanza che il Corriere di Smirne volle pubblicare integralmente, come avrà veduto.
» Finita la messa i nostri alunni cantarono il Tantum ergo, quindi fu impartita col SS. Sacramento la Benedizione a tutti i presenti. A funzione finita i signori ufficiali offrirono un lauto rinfresco a tutti gli invitati ed agli allievi nostri, che tennero il miglior contegno. A tutti i marinai ed ufficiali si diè per ricordo un Rosario ed una medaglia di Maria Ausiliatrice.
» Il dì seguente, il Comandante mandò alcuni soldati ad innalzare sul terrazzo della scuola una bellissima bandiera in ricordo della visita a Smirne. Martedì, poi, il Console, il Marchese Giustiniani, il Comandante ed il suo Stato Maggiore vennero a visitare la Scuola e se ne partirono soddisfatti.
» La festa più bella però fu quella di ieri, giovedì. Avendo saputo che molti soldati avevano ancora a fare la Pasqua, animato dalla bontà paterna del Comandante, era andato martedì a domandargli che volesse permettere ai soldati di venire a far Pasqua nella nostra cappella. Appena udì il mio desiderio, fece suonare l'assemblea e diede ordine al Comandante in 2a di chiedere se v'erano dei soldati che desideravano di fare la Pasqua. Risposero all'invito 109 soldati; che consolazione!
» Ieri mattina pertanto, alle 6, accompagnati da varii ufficiali vennero alla Scuola ove trovarono a loro disposizione varii sacerdoti. Si confessarono tutti con divoto contegno, e quindi assistettero alla messa che dissi per loro.
» Il vedermi davanti 109 soldati italiani mi animò a rivolgere loro due parole alla buona. Ed essi, guidati da un nostro confratello, recitarono divotamente le preghiere di preparazione, quindi si accostarono alla S. Comunione. Dopo messa (erano già quasi le 9) feci loro distribuire pane e salame che mangiarono col migliore appetito.
» Stamane poi si chiusero queste belle feste colla 1a Comunione di un soldato ventiquattrenne. Poveretto ! nessuno s'era mai preso cura di lui, ed il Signore volle dare a noi questa consolazione. »
Il 15 maggio, anche gli alunni della Scuola popolare della Punta salivano nel pomeriggio a bordo della R. Nave Flavio Gioia, accolti dal Comandante e dagli ufficiali con la più squisita gentilezza.
Sud-Africa.
CAPETOWN. - II primo giornale italiano. - Riportiamo integralmente dall'ottimo Momento di Torino Una graditissima sorpresa ci hanno fatto gli ottimi Figli di Don Bosco : da Capetown - la città del famoso Capo di Buona Speranza - essi ci inviano il numero di saggio dell'Armonia degli Italiani in Sud-Africa, il primo tentativo di giornale nella nostra lingua, in quella regione.
Il numero reca la data del 24 Aprile, ma dal 31 Luglio l'Armonia, avvenga quel che vuole, si propone di uscire regolarmente, in cinque colonne, con una cronaca particolareggiata ed una redazione regolare di notizie italiane ed interessantissime.
« Desiderio comune è di promuovere l'unione fra gli Italiani : unione foriera di prosperità e mutua protezione ».
L'Armonia ha il suo ufficio all'Istituto Salesiano, 49, Buitenkant Street.
Il console generale italiano cav. F. B. Grimaldi pubblica in questo numero un articolo sull'origine della colonia italiana del Capo; il reggente il consolato d'Italia, dott. E. B. Marpurgo vi scrive su « Gl'Italiani al Transvaal ».
La colonia ebbe origine da emigrati del Piemonte e della Savoia, venuti dall'Olanda dove si erano rifugiati per sottrarsi alle persecuzioni. Un Carlo Molteno di Firenze fu il primo presidente del Ministero costituzionale della Colonia: da lui ha preso il nome la città di Molteno nella provincia Albert.
Fra gl'Italiani a Capetown s'è costituita dal 1890 una società di mutuo soccorso, della quale è anima il sig. Oreste Zaccaria Nannucci.
Molti nostri connazionali hanno lasciata la Colonia per l'Argentina, buon numero hanno persino preferito le incertezze della Colonia tedesca ravvolta in guerra, alla miseria del Capo. Ben 400 dei nostri sono partiti in questi ultimi due mesi.
Il primo lunedì di Marzo si è riaperta la scuola d'inglese per gli Italiani all'Istituto Salesiano. Il registro del primo corso mostra 71 iscritti e la frequenza media è di 52.
Nel medesimo Istituto ha luogo ogni domenica per gl'Italiani una breve istruzione religiosa.
La tipografia salesiana è messa su cogli ultimi perfezionamenti dell'arte di Panfilo Castaldi e del Guttenberg : il numero dell'Armonia che abbiamo sotto gli occhi le fa certamente onore. Essa lavora molto; fra altro ad essa venne affidata la stampa del Catholic Directory per l'Africa del Sud.
Così i Salesiani hanno dato una nuova prova di essere i più valorosi alfieri dell'italianità nelle contrade lontane. -
Le proposte della Commissione Salesiana. - Ancora del Congresso di Buenos Aires.
un trentennio quella della Musica Sacra era anche in Italia una questione vivamente dibattuta. Ma se in pochi lustri, mercè l'opera indefessa di alcuni valorosi, si riuscì a bandire dalla chiesa molti abusi, ad introdurvi molte cose buone, a vedere moltissime pubblicazioni musicali ispirate a religiosa dignità e a serietà artistica, e ad avere non poche buone esecuzioni, ora che la restaurazione è stata solennemente sancita, chi non vede che in più breve tempo ancora si potrebbe vederla universalmente e integralmente in pratica, quando tutti quelli cui spetta vi portassero la loro azione pronta, paziente e generosa?
Per parte nostra, siamo lieti di far di pubblica ragione le principali proposte che la Commissione per il Canto Gregoriano e per la Musica Sacra, costituita sin dallo scorso aprile dal nostro Rettor Maggiore e composta dei nostri migliori maestri, comunicava ultimamente a mezzo del suo Presidente, il Prof. D. Giuseppe Bertello, a tutte le Case Salesiane.
Proposte pel Canto Gregoriano.
1. La compilazione di un piccolo Metodo elementare di Canto Gregoriano ad uso dei giovani allievi.
Il Metodo sarà completato con cartelloni murali illustrativi. Incaricato il Sac. Dott. Baratta di Parma.
2. La compilazione di altro Metodo di Canto Gregoriano ad uso dei Chierici e Maestri di canto. Incaricati i maestri D. Grosso di Marsiglia e D. Pagella di Torino.
3. In aspettativa delle edizioni tipiche vaticane, pubblicare in fascicoletti le parti del Graduale e dell'Antifonario che sono di uso più comune.
La pubblicazione fu iniziata dalla ditta Fiaccadorisalesiana di Parma.
4. Eseguire nelle Messe cantate tutte le parti variabili secondo le prescrizioni liturgiche. Questa esecuzione sia preparata e fatta dal coro medesimo che canta le parti non variabili ; o da un coro, che per numero e bontà di voci non sia inferiore a quello.
5. L'Ufficio della B. V., i Vespri, le Litanie, il Tantum ergo, il Te Deum ed in genere tutti i canti liturgici, quando non sieno in musica, vengano sempre eseguiti secondo le melodie dei libri della sacra Liturgia.
6. Stabilire un certo numero di feste nell'anno, in cui si debba in tutte le Case cantare la Messa in Gregoriano.
Proposte per la Musica Sacra.
1. La compilazione di un largo catalogo di Musica Sacra, che, rispondendo ai bisogni delle Case e Librerie Salesiane, sia in perfetta armonia col Motu proprio pontificio. Tale Catalogo sarà prima riveduto e confermato dall'autorevole Commissione Musicale Pontificia Romana, e poscia presentato al sig. Rettor Maggiore e, se da lui approvato, verrà ufficialmente comunicato a tutte le dette Case e Librerie, salvi sempre i diritti restrittivi delle rispettive Commissioni Diocesane.
2. La pubblicazione di un breve Metodo elementare di Canto corale. Incaricato il cav. Dogliani.
3. Escludere nella educazione musicale dei chierici tutto ciò che può dare indirizzo leggero e profano, incominciando fin dal primo metodo. A questo fine, in attesa di altro metodo più rispondente a tale idea, per ora suggerisce il Metodo Ravanello e Bottazzo (edito da Marcello Capra di Torino).
4. Piuttosto che spendere forti somme in organiharmonium, preferire colle stesse somme di provvedere piccoli organi liturgici.
5. Prima di far provviste di nuovi organi, mandare i progetti alla Commissione.
Finalmente allo scopo di conseguire una sempre migliore e più uniforme interpretazione ed esecuzioue del Canto Gregoriano, si deliberò di tenere, nelle prossime vacanze estive, un corso di istruzioni e di esercitazioni per i maestri di canto.
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Non mancheremo di segnalare ai benemeriti Cooperatori la pubblicazione di ciascuna delle opere suindicate. Intanto fra le buone edizioni musicali, ispirate a religiosa dignità ed a serietà artistica, cioè secondo tutte le norme del Motu proprio pontificio, possiamo indicare quelle del nostro confratello M.° D. Giovanni Pagella (1).
NELLO scorso aprile tenevasi, come abbiam riferito, il I Congresso Argentino di Musica Sacra nella città di Buenos Aires. Se lo spazio non ce lo vietasse vorremmo fin da questo numero riferire le sagge deliberazioni prese in quell'importante assemblea, le quali incontrarono la sovrana compiacenza del S. Padre, come appare da questa compitissima lettera.
Vaticano, 28 maggio 1904. Revmo Sig. DON RUA,
Ho il piacere di significarle che il Santo Padre ha accolto con vivo gradimento le notizie pervenutegli sul felice esito e sulle deliberazioni pratiche del Congresso di Musica Sacra tenutosi per iniziativa dei Salesiani del Periodico S. Cecilia, in Buenos Aires nei giorni 11, 12 e 13 del testè decorso aprile.
La Santità Sua, mentre mi affida il venerato incarico di porgergliene i Suoi rallegramenti, imparte di cuore l'Apostolica Benedizione ai benemeriti Promotori e a quanti cooperarono all'importante convegno.
Manifestatale così la mente dell'Augusto Pontefice, le bacio la mano professandomi colla massima considerazione
Umilissimo Servo
Rev.mo Signor GIOVANNI BRESSAN
DON MICHELE RUA Capp. Segr. di S.S.
Superiore Generale della Congregazione dei Salesiani - Torino
(1) Presso la Libreria Salesiana Editrice di S. Giovanni Evangelista, Via Madama Cristina, 1, Torinoi e presso le altre Librerie Salesiane.
RILEVIAMO dai giornali il Momento, la Gazzetta di Parma e La giovane Montagna che, dietro invito del periodico « La rivista di agricoltura di Parma » un eletto stuolo di cinquanta e più tra professori, grossi proprietarii di terre ed agenti di campagna visitarono nei giorni 6 e 7 del corrente mese le tenute del P. Bonsignori a Remedello Sopra, dei fratelli Bergonzi a Langhirano e del Cav. Biondi a Corcagnano.
La gita aveva per iscopo di constatare una volta di più i risultati del Sistema Solari praticato da anni in detti poderi. Fu per alcuni una rivelazione e per altri, tra i quali il medesimo Col. Stanislao Solari e il nostro D. Baratta ardente propagatore de' suoi principii , una pura e confortante gioia intellettuale nel vedere trionfare alla prova dei fatti dottrine ancora da molti della scienza ufficiale non curate, o derise od anche con poca lealtà combattute. A Remedello « sebbene la grandine abbia recato non lievi danni, parve a tutti meraviglioso il rigoglio della vegetazione, specialmente avuto riguardo alla infelicità del terreno. »
« A Langhirano fu dato di ammirare i poderi vestiti di messi e di vigneti, poderi che offrono uno spiccatissimo contrasto colle colline circostanti povere di vegetazione. »
A Corcagnano i gitanti si recarono collo scopo di visitare il magnifico frutteto; ma non fu meno grande la loro meraviglia nell'osservare i superbi campi di frumento, in cui tutte le varietà dì quel cereale dispiegano una lussureggiante pompa di gambi e di spighe.
Uno straniero, l'ingegnere agronomo Merey, venuto dal Belgio a Remedello per istudiare la pratica agricola, dopo aver visitato parecchie altre nazioni d'Europa, non esitò di dire che in nessun altro luogo aveva trovato una così pratica e vantaggiosa applicazione dell'agricoltura intensiva ed acclamando il Solari ed il Bonsignori disse doversi a loro in particolar modo se l'Italia nostra si trova nelle cose agrarie alla testa del progresso.
Noi ci compiacciamo di questi risultati non solo per l'affetto che portiamo alla nostra patria e per la ferma convinzione che dall'agricoltura debba venire la prosperità economica degli Italiani; ma per la parte che in quest'opera vi ebbero e vi hanno i Salesiani.
Il Bollettino ha dato negli anni scorsi larga ospitalità alle relazioni riguardanti i progressi dell'agricoltura, anzi pubblicò un vero trattato sulla materia, dando sufficiente sviluppo ai principii del Solari (1). A far conoscere tali principii lavorano da tempo parecchi nostri Confratelli in Ispagna, a BuenosAires e fin nel remoto Perù. Ma sopratutto deve essere ricordata agli Italiani la Rivista di agricoltura di Parma, periodico bimensile che persona competente in materia non esitò a dichiarare essere fra i molti periodici agricoli, che si pubblicano in Italia, uno dei meglio redatti. (2). Nè sarà inutile ripetere che a formare degli abili direttori delle aziende agricole, è aperta nel Collegio S. Benedetto in Parma una scuola che va ogni anno aumentando il numero de' suoi alunni e diede già frutti consolanti.
Chi voglia conoscerne il programma, potrà indirizzarsi alla Direzione del Collegio od a qualunque Casa Salesiana.
CONSIGLI E PROPOSTE agli Emigranti Italiani alle Regioni Patagoniche esposti popolarmente dal SAC. DOMENICO MILANESIO Missionario salesiano nella Patagonia Torino - Tipografia Salesiana, 1904 - 0,50 (E).
« Sembra, scrive l'Autore, che la squilla che chiama i popoli alla vita civile, sociale e cristiana, ormai si faccia sentire in tutte le parti, e dove ancora non ha ripercosso il suo eco, non tarderà a farlo udire, portato sull'ali del vapore, del telegrafo, con e senza fili, per risvegliarli dal sonno della loro barbarie, dal torpore e dalla inettitudine, per riunirli sotto la bandiera del comune progresso, e farne, direi quasi, una sola famiglia. A conferma di questa verità, basta dare un'occhiata alle statistiche di questi ultimi anni, ed il testimonio di un mondo intero che si muove, che si agita e che emigra, ce n'è prova irrefragabile. Infatti, mentre tanto nel vecchio, quanto nel nuovo mondo, i grandi e colossali vapori per mare e le molteplici ferrovie per terra, colla loro velocità abbreviano le distanze, ed i popoli vanno ognora più avvicinandosi; mentre il telegrafo ed il telefono li mettono in più facile comunicazione fra loro ; vengono le macchine sotto svariatissime forme e maniere distinte a rimpiazzare in gran parte la mano d'opera dell'uomo, dando per risultato due effetti : il un progresso ed un miglioramento innegabile nella parte materiale ; 20 una superfluità di forze e di braccia, che, ben equilibrate ed occupate, potranno essere di un immenso vantaggio nello sviluppo dell'agricoltura e dell'industria del mondo intero.
» In conseguenza, giacchè non è possibile di contenere la corrente emigratoria, la quale, malgrado la nostra disapprovazione continuerebbe sempre il suo corso naturale, non sarà preferibile, ancorchè fossero necessari gravi sacrifizi, farci protettori dei nostri connazionali, per rendere treno disagevole la loro permanenza in paesi estranei ? »
E l'autore, che avendo esercitato per 23 anni l'apostolico ministero in Patagonia, conosce minutamente quella regione (poichè ne percorse ripetutamente le lande immense e per 27 volte valicò le cime maestose delle Ande), addita precisamente quale ottimo punto d'emigrazione le vaste praterie patagoniche e quelle vallate verdeggianti e lussureggianti di vegetazione, non tacendo le difficoltà, con cui bisognerà lottare.
E un libro senza pretenzioni, che tornerà utile a molti, come torna di lode a chi l'ha scritto, mosso unicamente dal suo gran cuore e da uno zelo vemente apostolico.
(1) Gli articoli usciti sul Bollettino sono ora raccolti in un volumetto del titolo - ACCATINO A. I primi elementi di agricoltura - vendibile presso la Libreria Fiaccadori di Parma al prezzo di L. 0. 25.
(2) li Periodico si pubblica a Parma, piazza S. Benedetto e e l'abbonamento annuo costa L. 4. Presso la sede del periodico è aperto un laboratorio chimico fornito di ricco macchinario e diretto da valenti professori per l'analisi dei concimi, dei terreni e dei prodotti agricoli.
Equatore
Mons. Costamagna a Gualaquiza.
(Relazione del Ch.° Abrahàn Aguilera segretario di Monsignore *).
Eccessi brutali - La "Venganza" - La " Shanza ".
Un capitano, accompagnato dai suoi si recò una sera a Zamora: due di loro chiesero ospitalità in una capanna e furono cortesemente ricevuti. La notte passò tranquilla. Alle 4 del mattino i due ospiti diedero un segnale: si avvicinarono allora gli altri che si erano appostati là presso, e armati fino ai denti entrarono nella capanna. Il capitano, in silenzio, prese a indicare una ad una le sei vittime designate e in men che non si dice cinque ebbero in sull'istante spiccato il capo e il sesto che era riuscito a fuggir nelle selve fu tosto raggiunto e incontrò la stessa fine. Tornati alla capanna, vi appiccarono il fuoco bruciandovi così i cadaveri; e poi portando alte sulle loro lance le sei teste sanguinanti, ritornarono in aria di trionfo alla loro dimora.
Lo crederebbe, amatissimo Padre? chi compì questa pirateria fu il capitano Cayapa, che un anno fa rìcevette dalle mani di Monsignor Costamagna la prima Comunione!....
Ho detto che la vendetta è per loro una virtù; ora aggiungo che è un sacro dovere, la cui trascuranza li renderebbe figli disonorati. Dopo il delitto narrato, i rei si presentarono alla casa della Missìone, non dirò del tutto ìmperturbati, perchè temevano che il P. Francisco li rimproverasse; ma tuttavia persuasi di non aver fatto nulla di male, ma di aver compiuto un dovere. E quando Monsignore riprese in questa visita il capitano, dicendogli:
- Vos, capitan, mucho malo estando: Vos matando, iguanchi corazón teniendo; Vos mismo iguanchi està (Voi, capitano, essere cattivo molto; Voi uccidere, demonio nel cuore avere. Voi medesimo demonio essere) - il capitano rispose:
- Yo matando cobrando pensando. Acaso yo de gusto matando? Yo mio padre vengando. Yo cobrando, ahora mismito bueno viviendo. (Io, uccidendo, far mio dovere credere. Forse io per mio gusto uccidere? Forse io senza motivo uccidere? Io mio padre vendicare! Già aver fatto mio dovere; ora, per mio conto, buono vivere).
Figurarsi! credeva di aver compiuto un dovere! E dire che novantanove su cento son tutti così.
Ma vi ha di peggio. Il colmo della vendetta è ìl far la shanza... E come? Rientrati in casa, prendono la testa dell'ucciso per i capelli, se la pongono innanzi, e la ricoprono di sputi e di vìllanie. Quindi ne fan schizzare dall'orbita le pupille e con appositi strumenti, rottene tutte le ossa ed estrattele a piccoli pezzi pel foro degli occhi, del naso, delle orecchie e pel collo, pongono entro il capo così dissossato una pietra sferica e rovente, che facendo contrarre ogni nervo, riduce la testa alle dimensioni di un'arancia. Poi, sempre con un cinismo incredibile, ne ravviano i capelli arruffati ne ricollocano a posto le pupille, ne ricompongono le livide labbra e la shanza è fatta. La collocano sopra un palo nel mezzo della capanna, e uomìni, donne e fanciulli, bevendo e danzando al suono del pingiù, eseguiscono intorno ad essa orgie infernali. Uno dei nostri che tentò d'infondere in loro terrore per la shanza, sentì rispondersi freddamente: - Qué tenendo? fugando pensando. (Che avere? Giuocare io credere!)
Ma forse a far la shanza, deve spingere i Jivaros anche la speculazione, poiché molti civilizzati vanno cercando queste shanzas, pronti a pagarle a caro prezzo, per collocarle nei musei o conservarle a titolo di curiosità nei loro gabinetti. Monsignore, appena conobbe che durava il nefando mercato, lanciò la scomunica contro chìunque osasse in avvenire comperare o procurarsi in qualunque modo dette shanzas.
L'attività di Monsignore - La chiesa cattedrale!
Appena arrivati a Gualaquiza, senza prendersi un'ora dì riposo, Monsignore prese a dettare gli Esercizi spirituali alle Figlie di Maria Ausiliatrice, facendo contemporaneamente un'istruzione ogni giorno ai Salesiani e agli alunni. Nelle domeniche predicava al popolo due volte; la mattina faceva la spiegazìone del Vangelo, la sera si fermava su qualche punto del Catechismo.
Quando le circostanze lo richiedevano, sedeva con gusto anche all'armonium, per accompagnare il canto dell'ufficio e dei vespri, poichè, come Egli diceva, era bello che là dove i fiumi, gli uccelli e le fiere innalzano un inno maestoso al Greatore, anche il divino canto gregoriano salisse al cielo ìnsieme al tributo della natura inanimata, come la più dolce preghiera del cuore.
Durante il giorno, era sempre circondato daì fanciulli, avidi di ricevere da Taita Ubispu un regalo. E lo avevano infatti; ma dopo una buona mezz'ora di catechismo, che Monsignore faceva più volte ìl dì, servendosi di un manoscritto in lingua jivara. A proposito, debbo pur dirle, che uno dei veri progressi introdottì da Monsignore nella Missione, è di aver provveduto che si componga un catechismo in jivaro, al qual lavoro attendono con amore D. Tallachini e D. Cadena.
Anzi, D. Tallachini ci ha promesso una grammatica e un piccolo dizionario; che saranno, come dice Monsignore, accolti con vera gratitudine non solo dai missionari, ma anche dai dotti e dai linguisti.
La casa della missione è poverissima: povera è pure la chiesa: tuttavia questa presenta nelle domeniche uno spettacolo singolare: quattro cori che pregano ognuno per suo conto e in distinte lingue: ìn latino, in spagnuolo, e in jivaro. Da un lato D. Cadena catechizza in jivaro i suoi cinquanta, sessanta o più neofiti e catecumeni; dall'altro una Figlia di Maria Ausiliatrice suda a far capire una parola alle jivare imbambolate; i fanciullì del collegio recitano le preghiere e l'Officio della B. V.; le educande di Maria Ausiliatrice fanno udire le loro preghiere a traverso una grata che le separa dall'altare maggiore... mentre a un tiro di pìetra due indii rumoreggiano dialogizzando, e un guacamayo fa udire i suoi gracchiamenti... e mai non cessa un istante il rumore di cento sonagli che le indie portano come pendenti alle orecchie. Pare la fine del mondo.
Qualcuno dirà che la Cattedrale di Gualaquiza è qualche cosa! Ecco: quando piove è un pantano, e allora l'intonaco si stacca facilmente; una volta ne cadde un pezzo sulla testa del celebrante, facendogli fare un inchino profondo contro la rubrica; ma alla fin dei conti è davvero qualcosa, poichè vi abita continuamente il buon Gesù, glorioso e trionfante come in cielo. Egli come deve compiacersi dello zelo dei missionari, dovrà talvolta sorridere alle scappate dei selvaggi.
Aneddoti - Astuzia e indifferenza - Ogni speranza è nei fanciulli - Urbanità e pretese.
Oh! quanti aneddoti graziosi e curiosi avrei da contarle, amatissimo Padre.
Il vecchietto Augustin ci diceva:
- Yo bonito Taita Dios rezando. Calzón pidiendo, mote pidiendo. Taita Dios surdu estando: non dando. Va manos estirando... estirando... nada cogiendo. (Io bello, Padre Dio pregare. Calzoni chiedere, mote chiedere. Padre Dio sordo essere: non dare. Io mani stendere... stendere niente prendere).
E con raffinata astuzia soggìungeva:
- Vos non surdu estando! Vos todo regalando!
(Voi, non sordi essere, voi tutto regalare!).
Un giorno, mentre il catechista spiegava il domma dell'inferno, saltò su un jivaro con questa obbiezione:
- Infierno yendo, muerto quemando;.... Qué haciendo? Acaso vivo quemando?.... Muerto quemando. Qué haciendo? (Inferno andare, morto bruciare! Forse vivo bruciare?... Morto bruciare! Che importare?).
Un'altra volta si dimostrava l'esistenza di Dio: e un materialista:
Vos visitando? domandò. Vos viendo? Vos conociendo? (Voi visitare? Voi vedere? voi conoscere?)
Le nostre speranze sono nei fanciulli. Pur troppo che d'interni non ne abbìamo presentemente che tre; ma Ella, sig. D. Rua, saprà ben comprendere quali e quante difficoltà s'incontrìno per averli stabilmente con noi. Ma, affezionati che si siano e accostumati ad un vivere più regolare, gustano immensamente la nuova vita. Joaquin Bosco, José Maria Rúa e il piccolo Katipi non si allontanerebbero più per tutto l'oro del mondo. Mi sovviene che un giorno chiesi ad un piccolo jivarino, ingenuo, franco e spigliato: Vos contento Padres viviendo? (Voi, contento coi Padri vivere?): mi rispose: Sì, Sì; mucho contento estando. Cristiano bueno comiendo, bueno dormiendo, bonito vistiendo. Así mucho gustando. (Sì, sì, molto contento essere, Cristiano bene mangiare, bene dormire, molto bene vestire. Oh! sì, molto piacere).... E difatti non è poco salir dal purgatorio al cielo.
Il cieco Augustin in un'altra occasione dìsse la medesima cosa.
Io gl'insinuava: Mi Cuchito! vos Padres viviendo, Padres muriendo, yaquí yendo! Jivaru viviendo, vos matando, lanza barriga partiendo. Aqui, bueno viviendo.... (Mio Cuchito! voi, tra i Padri vivendo, tra i Padri morendo, cielo andare! Tra i Jivari vivendo, voi uccidere, colla lancia petto aprire! Quì bene vivere....)
Ed egli: Si, mi Padrecito. Cristiano todo teniendo, chicha teniendo, mote teniendo, calzón teniendo, camisa teniendo, espeju teniendo... (Sì, sì, mio piccolo Padre. Cristiano tutto avere! carne avere, cicia avere, mote avere, calzoni avere, camicia avere, specchio avere), anche lo specchio! ed era un cieco che parlava.
- Nada faltando, Cuchito? (Nulla lasciare Cuchito?)
- Una cosa faltando.
- Diciendo....! diciendo!...
- Gallina faltando.
- Ah! Bribón estando vos, Cucho. Vos mucho bribón estri. (Ah! birbone essere voi, Cucho. Voi molto birbone essere).
- Chanza no màs està, taita Padrecito... chanza no màs està. Chanceando.... chanceando (Burla non più essere, il mio piccolo Padre!... burla non più essere... Burlare.. burlare...)
Quanto ad urbanità, ordine e pulitezza sono, per dir così, esemplari. Sanno discriminarsi i capelli, farsi il ciuffo, colorirsi le guancie e ,profumarsi come tanti bellimbusti. Fanno largo uso di collane, di anelli e di braccialetti. Sogliono portar in capo piume vistose come tante leccate signorine; e passano lunghe ore davanti uno specchio per levarsi macchie e correggere qualche deformità. Ecco una prova luminosa che la moda non è figlia.... del buon gusto civile!
Un giorno invitai al refettorio un Jivaro, e dopo avergli posto innanzi un piatto, per levarmi una curiosità , gli dissi:
- Comiendo ! comiendo! (Mangiare ! mangiare !);
- Cuchara trayendo! (Cucchiaio portare!) mi rispose con marcato tono imperativo.
- Manos comiendo: (colle mani mangiare!) insisteì.
Mi cacciò in viso due occhi scintillanti, e più risentito mi ripetè:
- Acaso manos comiendo? Acaso yo mono estando? (Forse mani a mangiare servire ? Forse io scimmia esssere?) Se avesse udito una tale risposta Darwin, chi sa che avrebbe potuto rispondere?...
Ma è più bèlla quella che capitò a D. Mattana. Un indio entrò nella sua camera (oh! che povera camera!) per fargli visita. Occupatissimo, il Padre Francisco non poteva lì su due piedi ascoltarlo, e quindi contìnuò alcun momento il lavoro e poi uscì un istante per non so quale commissione. Chi lo crederebbe? Quando rientrò, l'indio portando le mani ai fianchi e quasi per vuotar quell' inferno di bile che aveva in corpo, contorcendosi tutto gli disse:
- Vos mari posa pareciendo... vos golondrina pareciendo... vos pajaru, Pajàru estando.... Yo viniendo, asiento no habiendo.... donde sentando? Vos yendo, yendo... nada conversando. Así yo mucho verguenza teniendo. Vos mariposa, vos golondrina, vos Pajàru està pensando. (Voì farfalla sembrare... voì rondinella sembrare... voi uccello, uccello essere. Io venire, sedia non avere. ove sedersi? Voi andare, andare... nulla converversare. Così io molto vergogna avere. Voi farfalla, voi rondinella, voi uccello essere pensare).
Ascoltino ora i fotografi. Si trattava di ritrattare un jivaro, ma prima di mettersi in posa, questi richiese:
- Mia cara vos papiru poniendo; que pagando? (Mia faccia voi carta porre; che pagare?)
- Nada pagando (Nulla pagare!)
- Vos suri, vos miserable estando. Tza, tza; no queriendo, no queriendo. (Voi, suri, voi miserabile essere, Tza, tza! non volere, non volere!)....
Se non gli si regalava uno specchio chi sa come andava a finire! Il meno male era una pioggia a ciel sereno!... chè il povero jivaro, quando conversa, lancia a destra e a sinistra nutriti spruzzi salivari che pare un vulcano in attività; e guai a chi si lascia avvicinare di toppo.
Malignità del Capitano Cayapa - Le visite del Pastore - Dolore per la partenza.
Ma è tempo che finisca questa relazione.
Monsignore per dimostrare il suo dispiacere al capitan Cayapa e compagni, non solo fece loro il rimprovero meritato, ma li privò anche della sua visita. Si è scritto che il Jivaro è l'incarnazione dell'indifferenza, ma nessuno mi negherà, che tra i popoli selvaggi, non ve n'ha un altro più interessato di questo. In vano il capitan Cayapa tentava di dissimulare il suo dispiacere di non poter ricevere nessun regalo e diceva: Taita Ubispu bravo estando.... yo tambien bravo esta! (Padre Vescovo bravo essere... io pure bravo essere)... il veleno l'aveva nell'anima. Perchè nessuno dei jivari venisse a visitare il Vescovo e quindi non toccassero ad alcuno i cento e più sucres che Monsignore aveva per regalare, seppe spargere questa fiaba all'altra sponda del Bomboisa: Taita Ubispu cajon viruela traendo. Jivaru visitando, taita Ubisbu viruela saltando, ahí misuro jivaru muerto quedando. (Padre Vescovo, cassone vaiuolo portare. Jivaro visitare Padre Vescovo vaiuolo infestare, ivi stesso Jivaro morto restare). Ma gli abitanti del Bomboisa non prestarono fede alla fiaba e Monsignore ebbe la consolazione di vedere tuttì i suoì figli; anche alcuni dei più lontani vennero a fargli una visita. Tuitza poi e Tandu, Vicente e Nantipa, come quelli che erano gli unici rimasti fedeli alla promessa di non vendicarsi, in ricompensa ebbero la fortuna di una visita del Vescovo nelle proprie case.
Per arrivare alla casa di Tuitza vi mettemmo cinque ore a cavallo. In mezzo a un campo cintato e contornato da platani, yucas e papayas, sorge la piccola casa ovale che rassomiglia ad un berretto cinese. Eguali ad essa son tutte le case della jivarìa. Tuitza ci si fece incontro alla porta colla sua famiglia (12 persone), dicendo: « Jesùs pujàta! Viva Gesù! » Erano qúel giorno con lui Tandu e sua moglie , e il cieco vecchietto Augustin colla guida Nicolas. Come ci fu caro intrattenerci alcun tempo in quella pacifica dimora....
Ma omai era passato il tempo destinato alla visita, con dolore nostro, dei confratelli e degli indii. Due piccoli jivari andavano dicendo a Monsignore: : Taita Ubispu, yendo està! Jivaru corazón.... corazón llorando. Mio corazón mucho Penando. Así corazón pensando. (Padre Vescovo per partire essere! Jivaro , cuore... cuore piangere. Mio cuore molto penare. Così di cuore pensare!) E come se temessero che le continue loro discordie fossero la causa della partenza, aggiungevano: Guerra no màs habiendo. Misa veniendo, macho rezando, no màs peleando, nadie matando... (Guerra non più avere. Messa venire, molto pregare, non più combattere, nessuno uccidere...)
Faccia Iddio che non siano i proponimenti del lupo.
Il giudice politico del territorio di Gualaquiza, ìnviò a Monsìgnore tre dozzine di alfeñiques (pani dolci) pel viaggio. La mattina della partenza, levaticì per tempo, vedemmo che gli indii avevano dormito attorno alla casa della missione per essere sicuri di poter salutare il loro pastore. Appena lo videro in arcioni, corsero a lui egli si inginocchiarono attorno. Monsignore li benedisse ed essi con marcata divozione si fecero ìl segno della croce dicendo ad alta voce: Aparna, Uchìnurna, Espiritu Santuna nahariñam: Nuitiei! (Del Padre, del Figliuolo, dello Spirito Santo, nel nome. Così sia.) Altri stesero ancor una volta le mani per aver regali; ma non avevamo più nulla: bisognerebbe, per contentarli, che la terra producesse regali come l'erba, o che piovessero come l'acqua dal cielo.... Dunque si parte! Dieci o dodici fanciulli, montati a cavallo, ci accompagnano. Le Figlie di Maria Ausiliatrice, schierate fuori della loro casa, si inginocchiano per ricevere l'ultima benedizione...
Le benedica anche il Signore , insìeme con i poveri confratelli di Gualaquiza che conducono una vita di tanto sacrifizio e tutti i figli della foresta.
Il ritorno da Gualaquiza e il nostro viaggio a Quìto spero sarà l'argomento di un'altra lettera.
Intanto gradisca gli ossequi di Monsignore, il quale tra breve si metterà in viaggio pel Centro America e di là , passando per S. Francisco e per New Jork si volgerà all'Europa. Ella poi, amatissimo Padre, abbia la bontà di raccomandare al Signore ed alla carità dei Cooperatori la povera missione di Gualaquiza. Quanto maggior bene si potrebbe fare se non mancassero i mezzi! E anche per questo che torna in Italia Monsignore.
Baciandole affettuosamente le mani, mi professo con massima riverenza,
Suo Dev.mo Figlio in G. e M. Ch. ABRAHÀN AGUILERA Segretario di Mons. Costamagna.
Colombia.
I. Missione e solenni funzioni al Lazzaretto Agua de Dios.
Lettera del Sac. D. Evasio Rabagliati)
Agua de Dios, 3 aprile 1904. VENERATISSIMO PADRE,
Sono qui da 15 giorni, e domani bisogna ripartire per Bogotà, dove è probabile mi aspettino le cavalcature che mi manda il Vescovo di Socorro, per incamminarmi a quella volta e visitare i suoi cari lebbrosi racchiusi nel Lazzaretto di Contratacion.
Erano 18 mesi che non veniva più a questo Lazzaretto di Agua de Dios, e quante cose nuove in questo frattempo! Anzi tutto, trovai qualche centinaio di nuovi lebbrosi, che vennero qui a prendere il posto dei morti o dei fuggiti, questi in maggior numero di quelli e si capisce facilmente. Tra le belle cose lasciate alla Colombia dalla guerra dei 37 mesi, vi è la fame che regna un po' dapertutto; ma principalmente nei lazzaretti. La carità fece prodigi per sostenere queste vere colonìe di ammalatì durante gli ultimi anni; ma essa dovè estendersi tanto, e sopperire a tanti e così urgenti bisogni, che i lebbrosi furono un po' trascurati e dimenticati; è per questo che alcune dozzine di essi, morirono di fame, lenta, quanto si vuole, ma alla fin fine, vera fame. Molti altri per isfuggire il pericolo incorso ai fratelli caduti, decisero di andarsene, chì ai proprii paesi e alle loro famiglie, chi a qualsiasi parte, in cerca di limosine, pur di poter vivere anche stentatamente. Se gli evasi non furono in maggior numero, non fu per mancanza di volontà, ma per impossibilità assoluta. E come potevano fuggire quei poveri lebbrosì, gìà disfatti dal male, o ridotti a veri tronchi di uomini, obbligati a restar in letto già da anni? E tanti altri che non anno più mani, o mancano delle gambe o dei piedi, o han mani e piedi così deformi e voluminosi da parere quelli dell'elefante (di qui il nome dì elefantiasi che si dà a una classe di questi ammalati, poichè hanno la faccia ed i piedi veramente somiglianti a quelli dell'elefante) come potevan fuggire? Ciò malgrado, il Lazzaretto di Agua de Dios, non è per anco deserto; io stesso arrivai a contare ben mille e quindici lebbrosì, ìl giorno che ebbi il piacere di distribuir loro un'abbondante limosina, che le anime buone di Bogotà e di altre parti mi avevano dato a questo scopo.
Come usciva spontaneo dalle loro labbra e più dal loro cuore, quel Dios se lo pague! che mi dicevano tutti al ricevere i 5o pesos che metteva loro in mano! Così, almeno durante gli otto giorni che duró la missione, nessuno ebbe a provare gli stimoli della fame; e con questa piccola carità materiale me li guadagnai tutti; e tutti invero, due eccettuati, risposero docilmente al mio appello di far bene la missione. Parlo degli ammalati. Due soli non vollero neppure entrare in chiesa a sentire le prediche, malgrado gli inviti deglì amici ed il buon esempio di utttì gli altri mille e tredici, lebbrosi, anche i più aggravati dal male, che o nella chiesa pubblica, o nell'ospedale, o nelle loro case-capanne, fecero il loro dovere di cristiani, riconciliandosi col Signore, e guadagnandosi l'Indulgenza Plenaria in forma di giubileo concessa ancora dal Sommo Pontefice Leone XIII.
Il numero delle Comunioni, durante la missione, fu di cìrca quattro mila, compresi i moltissimi sani che vollero prendervì parte, o per guadagnare il Santo Giubileo, o semplicemente per compire il precetto pasquale. Così si arrivò a guarirli tutti della lebbra dell'anìma non potendo toglier loro quella del corpo.
Quei due poverini che non vollero rispondere alla chiamata divina, son più da compatire che da censurare. Probabilmente non entrarono mai in chiesa, e non ricevettero altro sacramento che il Battesimo, più per impossibilìtà fisica che per cattiva volontà, stante le proibizìoni di certe autorità che non permettono assolutamente l'entrata nelle chìese agli attaccati dalla lebbra. Di qui la perdita della fede, della speranza, e di tutte le altre virtù teologali e moralì in tanti di questi poveri ammalati, che poi giunti ai lazzaretti e bene istruiti nella nostra religione diventano veri santi. L'ignoranza li rendeva cattivi senza quasi saperlo; l'istruzione li fa ottimi crìstìani, e come ho detto, quasi santi, come son molti di quelli che io conosco.
Ma son certo che anche quei due ribelli, torneranno presto al buon sentiero; chè è impossibile lungamente resistere alle chiamate divine, le quali nei lazzaretti sono assai più forti e pìù frequenti che altrove, ed al buon esempio che dànno centinaia e centinaia di ammalati , che ricchi di grazia divina, si sentono e si chiamano fortunati e felici anche in mezzo alle loro grandi miserie. Sono dodìci anni che i Salesiani hanno la cura spirituale di questo Lazzaretto, e non vi è ancora un esempìo di un lebbroso che almeno al punto di morte, abbìa rifiutato di riconciliarsi col Signore; tutti si arresero in faccìa alla morte, anche i più restii quando si credevano lungi ancora dalla tomba. Un solo, (il fatto avvenne due anni fa, durante la guerra) cedette alla ten tazione e pensò di suicidarsì; ma ebbe la buona ispirazione di non dare quello scandalo nel Lazzaretto, ed il suicidio successe in un paese vicino, a varie ore di Agua de Dios; benchè io creda che il disgraziato, oppresso dai dolori, si sia tolta la vita non tanto per disperazione, quanto per aver perduto il senno.
Finita la missione si diè principio alle funzioni delle Settimana Santa, che riuscìrono solennìssime ed ebbero grande concorso, anche perchè i cuori di tutti si sentivano in pace con Dio. Incantevole riuscì la processione del Venerdì Santo, nella quale le prime signore del Lazzaretto portarono attraverso le vie principali, la statua della Vergine dei Dolori! Come inteneriva il cuore di noi Salesiani, vedere quel migliaio di lebbrosi precedere e seguìre, tutti cantando o pregando, quella Madre che aveva sofferto assai più di loro! E siccome quasi tutti quei cari amici, appartengono a qualche Congregazione religiosa, così era bello vederli tutti col petto fregiato della medaglia, o collo scapolare della Madonna o del loro Santo Protettore!
Apriva la processione la congregazione deì Luigini; seguivano numerosissime le Figlie di Maria, che durante due lunghe ore non si stancarono un momento di cantare le Litanie Lauretane, venivan poi i soci di S. Giuseppe, quindi le dame del Sacro Cuore e quelle dell'Adorazione Perpetua, più vicino alla statua era la banda di musica composta tutta di giovani lebbrosi. Dietro la statua venivano cinque sacerdoti Salesiani e poi tutto un mondo di popolo, composto di ammalati e di sani non solamente del Lazzaretto, ma anche dei paesi vicini, accorsi a godere di quello spettacolo unico nel mondo, io credo; poichè in nessun luogo io penso, si trovano riuniti insieme tanti lebbrosi frammisti a tanti sani, come in Agua de Dios!
Alla processione tenne dietro il discorso della Soledad detto dal nostro novizio D. Riccardo Aguilera, che per la prima volta visitava quel Lazzaretto, dove trovava, dopo 19 anni di separazìone, un carissimo fratello, che da dodìci anni è il grande amico dei Salesiani di Agua de Dios. Il principio della vocazìone religiosa di questo eccellente sacerdote, fu appunto il pensiero di consacrarsi al bene spirituale dei povei lebbrosi colombiani; e quante lotte dovè sostenere e quanto soffrire per riuscire! Adesso non aspetta altro, e non brama altro che professare quanto prima, e poi partire per qualsiasi Lazzaretto, ove la sua opera possa essere necessaria.
Prima dì conchiudere questa relazione, le dìrò una parola sulle novità che ho trovato in Agua de Dios. La chiesa del Lazzaretto fu del doppio ingrandita, ed abbellita di una graziosissima cupolina nel centro, e di un coro e di un pulpito che potrebbero figurare in qualsiasi altra chiesa di Bogotà; e tutto per opera del nostro D. Crippa, Cappellano del Lazzaretto, durante la guerra dei 3 anni, e quello che mi fece strabiliare, con limosine offerte in gran parte dagli stessi lebbrosi; ìl che vuol dire che delle limosine che la carità dava loro per isfamarsi, essi ne volevano far parte alla loro chiesa, con quanto sacrificio, è facile immaginarlo. Trovai l'Asilo, ìntitolato al nostro Don Michele Unia, quasi finito. Non mancano che le scale per montare al piano superiore, e qualche altro lavoro insignificante, per potere essere inaugurato. Così si potranno ricoverare 150 giovanì lebbrosi orfani, per preservarli almeno dalla lebbra dell'anima. Era questo il più gran desiderìo dello stesso D. Unia quando trovavasi alla direzione del Lazzaretto, e l'avrebbe certamente compito se la morte non l'avesse sorpreso così presto. Come deve sorridere dal Cielo, adesso che l'Asilo è finito! e come deve benedire ai suoi successori nell'apostolato, ed ai benefattori dell'opera sua! Anche questo edificio che costò più dì duecento mila pesos (o scudì), fu fatto tutto durante la guerra, ed i bambini colombiani coi loro cuartillos (centesimi) ne eressero gran parte. Speriamo di poterlo inaugurare prìma della fine dell'anno.
A che sarà destinato quest'Asilo D. Unia?
A ricevere tutti i giovani lebbrosi che fossero orfani od abbandonati. Quellì che hanno ancora l'uso delle mani, saranno destinati a qualche arte od uffizio; quelli incapaci di lavorare, saranno destinati allo studio; e agli uni e agli altri, si insegnerà, speciali modo, quello che pìù loro importa, cioè la scienza di ben vivere e ben morire, posto che ogni altra aspirazione terrena è loro vietata per il miseranda, stato in cuì si trovano. Trovai pure uno della nostra casa, convertito in macellaio, per impedire lo sfruttamento che si faceva dei poveri lebbrosi col prezzo della carne veramente esorbitante. Gli sì fece molta guerra al principio, tanto che per evitare possibili disgrazie, dovè dapprima lasciare; ma poi fu pregato di riprendere l'opera benefica interrotta, con immenso vantaggio materiale dei beneficati, cioè non solo dei lebbrosi del Lazzaretto; ma anche dei sani. Prima il prezzo della carne ammontava ogni settimana; ora non pìù; anzi lo si diminuisce con frequenza, per rendere meno precaria l'esistenza del povero lebbroso chiuso nel lazzaretto.
Trovai pure 3 religiose colpite già dal male, nessuna però contagiata nel Lazzaretto ; vi trovai pure un religioso, che lei conosce di nome, almeno. Trovai anche i poveri confratelli, estremamente sfiniti. Ma di questo le scriverà espressamente D. Aime ed io non posso più dilungarmi, perchè le bestie sono insellate e bisogna partire.
Benedica a tutti questi carissìmi confratelli lebbrosi, e in particolare benedica ogni giorno a questo suo
Devotissimo figlio in G. Cristo Sac. EVASIo RABAGLIATI.
II.
Come si vive fra i lebbrosi.
(Lettera dell'ispettore D. Antonio Aime al sig. D. Rua.)
Bogotà, 17 aprile 1904.
REV.MO ED AMATISSIMO PADRE,
Il caro D. Evasio Rabagliati mi rimise la sua lettera ed ultimamente ho ricevuto quella che V. S. R.ma mi scrisse in data 19 gennaio.
Se sapesse che piacere si prova ogni volta che il corriere ci porta qualche scritto dei nostri venerati Superiori! Quel giorno è per noi, per me in modo speciale, un giorno di festa. Abbiasi , carissimo Padre, i nostri più sinceri ringraziamenti.
Le cose nostre vanno abbastanza bene e dalle singole case della Colombia mi giungono buone notizie. Qui in Bogotà l'istituto è pieno zeppo dì ragazzi: sono oltre 230 e non ne abbiamo di più perchè manca il locale. Tuttì i Confratelli lavorano con molto impegno sia nell'insegnamento sia nell'assistenza, quindi non mancano nè ordine nè pietà; e ciò mi fa sperare che nel prossimo anno potremo aprire nuovamente il noviziato.
L'affare che più mì dà a pensare, si è quello dei Lazzaretti, il cui personale si trova in pessime condizioni di salute.
Pochi giorni fa sono stato ad Agua de Dios, in occasione della Missione, e mi sono convinto della necessità assoluta di cambiare tutti i confratelli di quella Casa, se non vogliamo che soccombano vittime dell'anemia che li consuma. Non esagero, amato Padre, dicendo che il loro aspetto è quasi cadaverico e più triste e doloroso che quello della maggior parte degli stessi lebbrosi. D. Crìppa poi versa in più tristi condizioni
Il lavoro che i nostri fanno in Agua de Dios è così grande e contìnuo che non lascia loro un momento di riposo. D'altra parte è uno spettacolo consolante! Credo che non vi sìa in tutto il mondo una chiesa in cui Gesù Sacramentato riceva maggior culto e dove, relativamente al numero dei parrocchiani, vi sia quotidianamente maggior numero di Comunioni. Le confessioni incominciano per tempo al mattino, e durano sino a notte, con brevissima interruzione. E se sapesse quanto stancano quelle confessioni! Oltre la posizione incomoda, bisogna respirare l'alito puzzolente prodotto dalla terribile malattia , alito che dopo un poco di tempo produce una nausea insopportabile... È proprio degno di ammirazione lo spirito di sacrificio dei nostri cari confratelli addetti ai Lazzaretti.
Nella mia visita ad Agua de Dios ho potuto provar anch'io quanto sia difficile l'esercizio del sacro ministero in quel paese chiamato molto giustamente « il paese del dolore ! »...
A questo aggiunga una temperatura che in media non discende mai dal 35° grado all'ombra, e capirà facilmente come i nostri confratelli si trovino presentemente in così tristi condizioni di salute. Anzi è da attribuire, io credo, ad una grazia di Maria Ausiliatrice, se essi non sono ancor morti per la sfinitezza o non siano rimasti vittima del terribile morbo.
In quanto al lazzaretto di Contratacion le cose stanno ancor peggio. A quanto mi dìcono il clima di laggìù è caldo come ad Agua de Dios, ma molto umido: e là non vi sono case, ma capanne...
Non è quindi a stupire se i nostri Confratelli e le suore siano tutti ammalati. Il povero D. Garbari ha avuto una grave malattia che lo trasse all'orlo della tomba. D. Rizzardi anche si trova spossatissimo.
Informato di questo stato di cose, appena giunsì, mi proposi di cambiare parte del personale di Contratacion, come quello che trovasi in condizioni peggiori; ed ora ho approfittato dell'andata di D. Evasio per mandare con lui Don Cattaneo, il Sudd. Diaz ed il coadjutore Leone Ottavio, perchè cucìni in casa, e così non debbano più aspettare quei nostri confratelli che arrivi loro il cibo dalle Suore, le quali vivono abbastanza lontano. Andò pure a Contratacion la Visitatrice, Suor Brigida Prandi, in compagnia di tre suore, le quali sostituiranno tre altre costrette a tornare a Bogotà per motivi di salute.
A quanto pare, presto sarà finito il nuovo e grandioso lazzaretto ospedale di Medellin, capitale del Dipartimento di Antioquia, dove dovremo mandare almeno tre preti e due coadjutori.
In Agua de Dios è omai ultimata la metà di un grande asilo per ragazzi lebbrosi, ove ocorrerà aprire le scuole professionali di falegnamì, sarti, calzolai e fabbri-ferrai.
Da tutto questo ella capirà, amatissimo Padre, il bisogno estremo che abbiamo di un buon rinforzo di personale, robusto, scelto, di molta pietà e di spìrito di sacrifizio a tutta prova. Per Agua de Dios occorrono due sacerdotì, 2 coadjutori e 4 maestrì d'arte, cioè un sarto, un calzolaio, un falegname, un fabbro-ferraio. Per Contratacion, i sacerdote ed un coadjutore; per Medellin 3 sacerdoti e 2 coadjutori.
Ormai, i Salesiani son considerati in Colombia come specialisti per l'assistenza dei poveri lebbrosi, e quest'idea cresce di giorno in giorno, grazie alla propaganda attiva, insistente, continua del caro D. Evasio Rabagliati. È questa la preziosa eredità che ci ha lasciato il nostro indimenticabile D. Unia. E io son certo che i nostri amati confratelli risponderanno generosamente all'invito.
Dopo tanti... bisogni, una buona notizia. In occasione delle feste Pasquali fui a presentare i nostri augurii all'Eccellentissimo Sig. Presidente della Repubblica, il quale gradì molto il nostro atto e promise di restituirci la visita al prù presto possibile. Infattì, ieri, 16 corr., la nostra casa era onorata dalla presenza del Capo Supremo della Repubblìca, accompagnato dal Ministro della Pubblica Istruzione. Ricevuti al suono delle vibranti note dell'inno nazionale, visitarono tutte le sezioni delle nostre scuole di arti e mestieri, esaminando attentamente i lavori eseguiti dagli alunni nostri. La loro soddisfazione non poteva essere maggiore, cosicchè sul partire Sua Eccellenza mi disse queste testuali parole: « La ringrazio della soddisfazione che mi ha procurato; mi rallegro coi Salesiani del gran bene che fanno con queste scuole alla classe operaia, e prego Iddio perchè faccia sorgere una casa come questa in tutte le principali città della Repubblica. »
Ho pure avuto l'onore di salutare l'Ecc.mo Dr. D. Gioacchìno Velez, antico ambasciatore presso la Santa Sede, e forse destinato a nuove ed alte cariche qui in Repubblica. Ci ricevette con molto affetto; parlò a lungo di Torino, dell'Oratorio, della nostra Casa di Roma. Ci chiamò notizie della S. V. R.ma, ricordò il nostro D. Unia, e il banchetto da lui dato in suo onore: e ci congedò dicendo: « Ricordatevi che io sono Salesiano , e voi trattatemi sempre come tale e pregate per me! »
Voglia il Signore aiutarci colla sua santa grazia, perchè possiamo corrispondere il meno indegnamente possibile alla vocazione che ci ha dato ed alla pubblica aspettazione. Intanto cì benedica tutti ella pure, amatissimo Padre, e benedica specialmente il suo
Aff.mo figlio in G. e M.
Sac. ANTONIO AIME
Per esuberanza di materia siamo costretti a rinviare un'interessante corrispondenza del Sac. Don Maggiorino Borgatello, Parroco di Puntarenas; la daremo riccamente illustrata nel Prossimo numero.
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« La gioventù poco ricorre, per cento ragioni, ai libri originali, nè si ha fondata speranza che altrimenti abbia ad essere in avvenire: diamole adunque uno, dieci, cento libri ove possa trovare il meglio di quanto si andò e si va scrivendo da noi. » Dalla prefazione.
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G. B. TERRiEN S. J. - La Immacolata Concezione - Trad. dal francese - Parigi-Firenze 1904 ; presso la Libreria Salesiana di Firenze.
Sac. Luioi CHIAVARINO - Il Piccolo Galateo, ad uso specialmente degli Istituti di Educazione e delle famiglie - Decima edizione - Torino, Lib. S. Giovanni Evangelista. L. 0,30.
Noi siamo persuasi, che nelle vicende dolorose dei tempi che corrono non ci restano altri conforti che quelli del cielo, e tra questi l'intercessione potente di quella benedetta che fu in ogni tempo l'Aiuto dei Cristiani. Pio PP. X.
Nel Santuario di Valdocco.
Degno dello splendore della festa titolare fu il solenne ottavario che la seguì, durante il quale l'affluenza dei divoti specialmente delle più nobili e distinte famiglie torinesi, fu esemplarmente costante.
La mattina del 25 maggio tutte le preghiere e le sante Comunioni dei nostri giovanetti furono offerte al Signore in suffragio delle anime dei defunti ascritti all'Arciconfraternita dei divoti di Maria Ausiliatrice.
Alle 7,30 celebrò S. E. Rev.ma Mons. Giuseppe Gamba, Vescovo di Biella, il quale ebbe pure la degnazione di regalare agli alunni una commovente ed efficace allocuzione: « Anni sono, così disse Sua Eccellenza, mi trovava anch'io, o giovinetti, su cotesti vostri banchi ; anch'io ripeteva ogni giorno in questo Santuario e innanzi a questa santa Immagine le stesse vostre preghiere: potete quindi immaginare con quale affetto io vi parli... Vorrei lasciarvi un ricordo. E quale? Quello che a noi ripeteva continuamente D. Bosco: Annate, amate Maria! Certo io non so dirvelo con quell'unzione con cui lo diceva a noi D. Bosco ; ma non ve lo dico con minore affetto: Amate, amate Maria!... » E Maria Ausiliatrice, illuminata anche allora da un vivissimo fascio di luce elettrica, lanciato da un potentissimo riflettore collocato sull'alto dell'orchestra, sembrava sorridere di materna compiacenza all'illustre Pastore della Chiesa Biellese, che gloriavasi innanzi a Lei di essere stato un tempo nel bel numero dei giovanetti a Lei particolarmente cari, perchè raccolti all'ombra del suo Santuario.
Ma se volessimo tutte ricordare le altre soavissime particolarità del solenne ottavario, non potremmo finirla così presto; quindi ci contentiamo di segnalare un fatto e di umiliare a chi di ragione i nostri doverosi ringraziamenti.
Il fatto si è, che, dalla festa di Maria SS. Ausiliatrice in poi, mai non venne meno la pietà dei divoti nell'alimentare le dodici lampade che ardono continuamente innanzi la taumaturga Immagine: e questo è per tutti un pegno di fede e di riconoscenza.
Si abbiano poi i nostri migliori ringraziamenti quanti contribuirono allo splendore delle trascorse solennità e specialmente l'esimia Priora, che fu la benemerita Signora Contessa Alessandrina San Martino di Valperga.
- Il 9 Giugno, XXXVI anniversario della consacrazione del Santuario e LXVII compleanno del nostro venerato Superiore Don Rua, con intima festa e con speciale fervore si ricordò da noi tutti la data doppiamente solenne.
- Della straordinaria affluenza e dei numerosissimi pellegrinaggi convenuti al Santuario durante le feste della Consolata, diremo altra volta.
Nelle altre parti del mondo.
COMINCIAMO finalmente a pubblicare l'elenco non breve delle chiese, cappelle, altari, ecc. dedicati in tutto il mondo alla potentissima nostra Ausiliatrice. E perchè abbia a riuscire possibilmente completo, mentre noi non trascureremo alcuno di quei dati che ci vengono favoriti e ci sembrano di vera importanza, facciamo viva preghiera a tutti di fornirci per tempo quelle brevi ed esatte notizie che ci sono indispensabili. Saremo poi doppiamente riconoscenti, a chi avrà la bontà di accompagnare i dati richiesti con analoghe fotografie.
I. Isola Dawson. - S. Raffaele: Una cappella dedicata l'anno 1892 ; ivi: un sottoquadro, collocato nella parrocchia nel 1891. - Buon Pastore: un sottoquadro nella cappella (1-3).
II. Terra del Fuoco. - Missione della Candelara un altare nella parrocchia; ivi: una cappella eretta sopra il Capo Sunday nel 1901 (4-5).
III. Patagonia. - Puntarenas: Una chiesa innalzata nel 1891 ; ivi. un altare nella parrocchia (6-7) ; Gallegos: una cappella eretta nel 1901 ; ivi: un sottoquadro nella parrocchia di N. S. di Lujan, dal 1900 (8-9) ; Viedma: due chiese parrocchiali (10-11); Patagones: due cappelle; una statua nella chiesa parrocchiale (12-14); Priugles: un altare nella parrocchia (15) ; Conesa: la chiesa parrocchiale (16) ; Roca : una cappella (17) ; Chosmalal: un quadro nella cappella (18); Chubut: una cappella (19) ; Junin de los Andes: una cappella (20).
IV. Pampa Centrale. - General Acha: un quadro nella parrocchia; Vittoria: la chiesa parrocchiale (21-22).
Nota. - In tutta la Patagonia Maria SS. Ausiliatrice è tanto venerata che non v'è famiglia cristiana che non ne abbia l'immagine. (Marzo 1903).
RIASSUNTO.
Chiese 5 (di cui 4 parrocchie).
Cappelle 8.
Altari 3. Sottoquadri o statue . . 6.
(Continua).
ORA, venendo a spigolare dalle numerosissime relazioni pervenuteci da tutte parti intorno le ultime solennità di Maria Ausiliatrice; ci sentiamo commossi in fondo all'animo e diciamo con tutta convinzione : « È proprio il Signore, che vuole così largamente diffusa in ogni parte del mondo questa divozione : sia quindi gloria a Lui ed alla nostra Incoronata Regina ! »
- A Genova, secondo il consueto degli altri anni, con intervento della -Schola cantorum dell'Ospizio di S. Vincenzo de' Paoli in S. Pier d'Arena, la festa di Maria SS. Ausiliatrice venne solennizzata nella basilica di S. Siro. Il valente oratore D. Zerollo svolse al numerosissimo ed eletto uditorio questo tema : « L'aiuto costante di Maria Ausiliatrice nell'Opera di D. Bosco dimostra che l'Opera stessa è provvidenziale. »
- A Verona si festeggiò il 26 maggio. Disse la Messa della Comunione generale il conte D. Serenelli, Direttore diocesano dei Cooperatori ; cantò Messa il sac. prof. cav. Giuseppe Scapini e diede la benedizione col SS. Sacramento il Rev.mo Mons. Pietro Bressan. Si eseguì a pieno coro da tutti gli alunni dell'Istituto salesiano la Missa Angelorum. Tenne la conferenza il sac. Gaetano Branzo di S. Michele extra.
- A Schio, col concorso di molti operai e con singolare frequenza ai SS. Sacramenti, la festa di Maria Ausiliatrice si celebrò il 24 maggio. Celebrò la Messa delle 9 lo zelantissimo Mons. Panciera, assistito da Mons. Arciprete e dal clero scledense indi Mons. Andrea Scotton, amico intimo del nostro D. Bosco, tenne la prescritta conferenza, entusiasmando i numerosissimi Cooperatori e Cooperatrici presenti.
- Non meno solenni riuscirono le funzioni celebratesi a Novara nella chiesa titolare. S. Ecc. Rev.ma Mons. Mattia Vicario celebrò la Messa della Comunione generale, alla quale assistette quasi tutto il corpo delle Patronesse di quel nostro Istituto ; ed alla sera lo stesso zelantissimo e dotto Pastore disse un affettuoso panegirico in lode della Vergine Ausiliatrice.
- A Chieri il 30 maggio, similmente nella chiesa titolare, ebbero luogo speciali festeggiamenti. Quantunque fosse giorno feriale, assai numerose furono le S. Comunioni che distribuì alla Messa prima il Rev.mo signor D. Rua ; e furono molti i devoti che accorsero a quella solenne cantata dal Rev.mo Arciprete del Duomo. Alla sera una brillante accademia, vespri e panegirico del Prof. D. Giovanni Battista Francesia. Per la circostanza s'inaugurò buona parte delle artistiche decorazioni di quel bellissimo tempio e si pubblicò il singolar favore concesso dal regnante Pontefice Pio X , che cioè quanti prenderan parte alla funzione che si celebra in onore di Maria Ausiliatrice il 24 d'ogni mese in detta chiesa, potranno lucrar ogni volta, alle solite condizioni, l' Indulgenza plenaria.
- Nel 25 e 26 maggio solennissime feste ebbero luogo anche nel Seminario di Bova Marina, onorate dalla presenza del Vescovo diocesano, del Rev.mo Visitatore Apostolico e dell'Eminentissimo Card. Portanova, Arcivescovo di Reggio Calabria. Celebrò la Messa della Comunione generale il Card. Portanova ; il Rev.mo Visitatore Apostolico cantò Messa solenne ; e nella sera, prima della funzione religiosa, si tenne una compitissima accademia, in fine della quale Sua Eminenza espresse il voto che l'aiuto di Maria abbia a sperimentarsi pronto ed efficace nelle dure prove a cui è sottoposta in questi tempi la Chiesa e ad estendersi in particolare a tutte le Opere salesiane e alla diletta gioventù di quel Seminario.
- Cagliari anche non volle esser seconda ad altre cito, nell'onorare Maria Ausiliatrice. Il Teol. Mario Piu tenne la prescritta conferenza la sera di Pentecoste ; e nel dì 24, con intervento dei RR. Canonici di S. Eulalia e l'opera apostolica dello zelante P. Candido Schirillo e del Rev.mo Canonico Colonna si celebrarono tutte le funzioni con riti solenni.
A Bobbio un nuovo simulacro dell'Ausiliatrice esposto nella Basilica di S. Colombano attirò quest'anno un numero ancor maggiore di divoti. Per la circostanza fu eretta canonicamente l'Associazione dei divoti di Maria SS. Ausiliatrice e Sua Ecc. Rev.ma Mons. Pasquale Morganti, vescovo diocesano, celebrò la messa della Comunione generale e disse un infuocato discorso. Nella seguente domenica si volle recare in processione la nuova statua attorno la piazza di S. Colombano, fra la più viva esultanza di quei buoni cittadini. Le dovute grazie al Rev.mo Parroco di S. Colombano, che c'inviò il frutto di una colletta in lire 32.
- Se lo spazio non ce lo vietasse dovremmo dir pure diffusamente di altre commoventissime feste.
Accenneremo quindi di volo alla bella gara catechistica, con cui si volle festeggiato il 24 maggio nel pio Istituto di S. Anna all'Arenella in Napoli; alla splendida accademia nella Chiesa di S. Giacomo in Terranova di Sicilia per cura dei professori ed alunni di quel R. Ginnasio e Liceo ; nonchè alle imponenti funzioni celebratesi nella chiesa di S. Maria Greca in Putignano di Bari ; ad Ostra con intervento del Vescovo Diocesano, il zelantissimo Mons. Tito M. Cucchi ; nel Santuario di Caravaggio, presenti gli alunni del Collegio salesiano di Treviglio ; a Mantova, per iniziativa dell'Arciprete D. Amos Marchesi; al Firrio nei dintorni di Caltanisetta; a Vicenza nella Chiesa di S. Gaetano ; a Smirne, a Roma, Sàmpierdarena, Sanluri, ecc. ecc. e alle altre molte, degne pur di encomio, svoltesi in altre parti del mondo.
- A Barcellona ad es. la celeste Patrona non poteva riscuotere onori più solenni. La novena fu predicata dai migliori oratori della città, felici di rendere quest'omaggio a Maria. La festa si svolse il 12 giugno, e fu coronata da una solennissima processione, alla quale presero parte quattro bande musicali e numerose rappresentanze di quasi tutte le associazioni religiose di Barcellona. Egualmente solenne fu la festa celebratasi il 23 maggio a Sarrià, nei dintorni di Barcellona.
- Anche a Buenos Aires la festa di Maria Ausiliatrice riuscì consolante. Nella vigilia tenne la conferenza ai Cooperatori Salesiani il Rev.mo Don Giuseppe Vespignani. Nella festa poi pontificò alla messa solenne Sua Ecc. Rev.ma Mons. Mariano Espinosa, Arcivescovo della città; e dopo i vespri, tutti gli alunni dei fiorentissimi istituti salesiani di quella capitale, insieme a numeroso popolo divoto, recarono in solenne processione la prodigiosa statua di Maria Ausiliatrice, già venerata per 20 anni a Parigi. Non è necessario aggiungere che, dopo il congresso di Musica Sacra, non potevasi desiderare un programma musicale più ricco o più conveniente per la solennissima circostanza.
- Dei commoventi pellegrinaggi mensili, che in quest'anno giubilare di Maria SS. Immacolata si raccolgono coli pompa costante ai piedi del monumento di Maria SS. Ausiliatrice in Nictheroy, diremo a parte e diffusamente nel prossimo numero.
Orario delle sacre funzioni nel Santuario di Torino= Valdocco.
1. Luglio - Primo venerdì del mese - alle ore 5,30 messa con esposizione del SS. Sacramento e benedizione - alle 17,30 prima della benedizione, speciali analoghe preghiere.
8 Luglio - Alla messa delle 5,30 e 7,3o ed alla sera alle 19,3o, breve funzione pel Giubileo dell'Immacolata.
10 Luglio - Solennità del SS. Cuor di Gesù - Esposizione del SS. Sacramento dalle 5,30 del mattino alle 7 di sera -- Tutto come nelle solennità - Alle ore 17, vespro, predica e benedizione.
N. B. Gli alunni e le varie compagnie dell'Oratorio si succederanno a fare l'adorazione; ricordandosi in particolar maniera di tutti i benefattori.
24 Luglio - Solenne commemorazione mensile di Maria SS, Ausiliatrice - al mattino come nelle solennità - alla sera alle 2,30 e 4,30, vespri discorso e benedizione.
Nell'anniversario dell'Incoronazione.
Nei primi giornì dello scorso ottobre improvvisamente perdei la voce. Senza farne gran caso trascorsi cosi due mesi; ma infine, consigliato a presentarmi ad uno specialista, lo feci e questi mi disse trattarsi di una forte angina; mi prescrisse gargarismi e polverizzazioni; ma tutto inutile; che anzi nel mese di dicembre, non che migliorare, si verificò un abbassamento di voce ancor più rimarcato. Venni a Torino e mi presentai da uno specialista il quale constatò una paralisi completa alle corde vocali. Si tentò la cura elettrica. Si incominciarono le applicazioni elettriche esterne e interne e si continuò così per un mese; ma con nessun miglioramento. Il dottore maravigliato non sa spiegare tal cosa e mi consiglia di portarmi al paese natio. Andai. Ritornato a Torino e presentatomi nuovamente al dottor curante, questi mi propose di ricominciare la cura elettrica ; lo feci, ma sempre inutilmente. Scoraggiato e triste aveva perduta omai ogni speranza. Vedevo davanti ai miei occhi svolgersi una pagina oscura e dolorosa che mi dipingeva vicino il giorno in cui io avrei dovuto deporre la veste talare; giacché un sacerdote senza voce può far poco nella chiesa. Malgrado i più solidi conforti delle speranze della religione, sentiva in fondo al cuore un infinito rincrescimento per deporre l'abito sacro. Mi sorrideva così soave la vita nel sacerdozio... E la Madonna che m'avea pur soccorso e consolato altre volte, m'aveva proprio abbandonato? Non poteva guarirmi dall'afonia? Una nuova speranza mi sorse in cuore, bella come l'alba di un giorno sereno, dopo una serie di giorni fastidiosi. Faccio voto di incominciare una novena all'Ausiliatrice e di pubblicare la grazia sulle colonne di questo periodico; poi prego ed aspetto. A casa pure sì era incominciata una novena a questo fine. Erano sette mesi e più che io era privo di voce. Intanto spuntava l'alba del 17 maggio, primo anniversario della Pontificia Incoronazione della Madonna di Don Bosco. Nel coro del Santuario, alla presenza di Sua Eccellenza Mons. Gio. Battista Bertagna, del sìg. D. Rua e di altri Superiori Salesiani si stava inaugurando la lapide in bronzo collocata a ricordo dell'Incoronazione. Il Direttore dell'Oratorio, letta ad alta voce l'iscrizione, intona la lode: Noi siam figli di Maria! Anch'io nel coro aspetto e prego fidente. Come all'aurora succede il sole in tutto il suo splendore, così la pia speranza dell'attesa si muta d'un tratto nella gioia piena e sicura d'un imminente prodigio! Come spinto da un consiglio celeste, apro la bocca, e, riacquistata d'un tratto la voce limpida e forte, unisco commosso e piangente il mio canto a quello deglì altri devoti. Il prodigio è compiuto. Il dottore dell'istesso giorno constatò l'avvenuta improvvisa guarigione, e il tono limpido e forte della voce che oggidì continuo ad avere dice e prova a tutti : che molto ottiene chi molto spera in Colei che è invocata vero Aiuto dei Cristiani. Grazie, o potente, o cara Ausiliatrice, fa' che la mia riconoscenza sia pari all'ottenuto favore.
Torino, 20 giugno 1904.
Ch. Gio. MARIA SISMONDO.
Le agonie d'una madre.
Il mio secondogenito figlio, giovane di complessione forte e robusta, il giorno 29 marzo dell'anno corrente, venne colpito da un dolore ad una gamba, ed alla testa, e con ciò obbligato al letto. Dapprincipio il male non sembrava tanto grave : ma trascorsi tre giorni, si aumentò in modo, che fu preso da fortissima febbre tifoidea accompagnata da straziante delìrio che per cinque giorni continui, ad intervalli più o meno lunghi, lo lasciava quasi privo de' sensì. A nulla valsero le cure del valente medico curante, si dovette chiamare un altro suo collega a consulto, e si constatò che il povero giovane era colpito da cinque malattie in una: tifo, polmonite doppia, menengite, mal di cuore, e infiammazione intestinale ; dichiararono quindì difficile la guarigione.
Era il lunedì di Pasqua. Che giorno terribile pel cuor d'una madre! Vedere l'amato figlio, sul fiore degli anni, accasciato da tanti mali, lottare fra vita e morte e non trovare un rimedio. Ma un pensiero mi balenò alla mente; e portò al mio desolato ed abbattuto animo un raggio di speranza. Mi rivolsi con tutto lo slancio del cuore alla Madonna di Don Bosco e feci celebrare una Messa al suo altare, promettendole un'offerta. Bontà e potenza di Maria! Il figlio fu preso come d'assopimento mortale ma nella seguente mattina si risvegliò; a poco a poco cominciò a migliorare, diminui la febbre, il respiro si fece più tranquillo, sicchè ritornò nel suo stato primiero. Ora è fuor di pericolo, e la sua convalescenza dà piena soddisfazione di riaverlo in perfetta salute. Quanto è buona Maria!
Casoni, (Vicenza), 15 maggio 19o4.
Ved. BERTOLLO GIOVANNA.
Prega la Madonna di D. Bosco!
Indisposto da parecchio tempo mi recai a passare le feste di Pasqua al mio paese, sperando che le balsamiche arie delle mie montagne mi ridonassero la salute. Ma furono vane le mie speranze, poichè appena giunto a casa mi dovetti mettere a letto. Dopo un giorno, vedendo che il male aumentava, fu chiamato il medico il quale mi dichiarò affetto da gastrite intestinale acuta. Le sue cure però e quelle del gentilissimo farmacista che passava buona parte del giorno al mio capezzale, non valsero ad arrestare il male, sicchè passai le feste a letto. Il male cresceva sempre, anzi il giovedì dopo Pasqua i miei credevano che fosse, se non l'ultimo, uno degli ultimi giorni di mia vita. Ebbene, io in un momento in cui atroci dolori mi tormentavano, quasi fuori di me esclamai: « Oh! mamma, ma nessun santo viene in mio aiuto? » Mamma allora ricordandosi dei prodigi di Maria Ausiliatrice « Prega la Madonna di D. Bosco, mi dice; essa che ha guarito tanti, guarirà te pure ». Incominciammo una novena e facemmo un voto a Maria. Da quel giorno scomparvero i dolori e dopo poco tempo mi potei alzare da letto. Ora son tornato ai miei studi e mi parrebbe ingratitudine, se non facessi conoscere la grazia ottenuta dalla bontà di Maria Ausiliatrice.
Chieri, 31 aprile 1904
ENRICO BELLOSIO studente liceale.
S. Maurizio Canavese. - Una mia figliuola andava perdendo tutti i capelli e i medici dicevano che era impossibile arrestarne la caduta e che era pure inutile attenderne la ricomparsa, non rimanendo più traccia del bulbo capillare. Assai afflitta al pensiero di vedermi crescere questa bimba così deforme, mi raccomandai a Maria Ausiliatrice ed ora non so come esprimerle la mia riconosceza per aver ridonato alla mia figliuola una folta e splendida capigliatura.
23 aprile 19o4.
Bosio CATTERINA.
Paullo. - Addolorata per la grave malattia del fratello che non lasciava speranza di prossima guarigione, mi rivolsi con fiducia alla nostra Celeste Ausiliatrice. Con sorpresa di tutti, nella prima visita all'ospedale di Lodi trovammmo il caro fratello mirabilmente migliorato tanto che in brevi giorni potè ritornare in famiglia. Adempio la promessa, offrendo a Maria SS. un cuore d'argento.
24 gennaio 19o4.
ROSINA BOTTANI.
Pavia. - Il giovane Reguzzi Pasquale trovandosi da oltre un mese all'ospedale doveva subire l'imputazione d'una gamba, poichè i medici asserivano essere inevitabile tale operazione ad evitare la cancrena. Ma egli con la sua famiglia tanto divota di Maria Ausiliatrice, piangendo si votò alla Madonna di D. Bosco; quindi si fece portare a casa e prima che terminasse la novena era già perfettamente guarito.
7 aprile 1904
Sac. PORTA LUIGI.
S. Nicolas de los Arroyos. - Il sig. Carlo Antonio Vigo, nostro caro amico e fervente Cooperatore salesiano, cadde malato e, disperato dai medici, era in fin di vita. I nostri giovanetti interni ed esterni cominciarono una novena per la sua guarigione. Furono nove giorni di trepidazione ! Ma alla fine il dottor curante con alta sua meraviglia dovette dichiararlo fuori di pericolo. Il graziato volle che in rendimento di grazia si cantasse una messa solenne in onore di Maria Ausiliatrice e comperò e regalò alla Madonna metà della gran piazza che sta dinanzi alla nostra chiesa, la quale d'ora innanzi si chiamerà Piazza di Maria Ausiliatrice.
5 maggio 1904.
D. BARTOLOMEO MOLINARI.
Mantova. - Essendo io caduto malato di bronchite in seguito a frattura del malleolo destro, ho fatto ricorso a Maria Ausiliatrice per conseguire la guarigione, promettendo di fare celebrare 2 sante messe e pubblicare la grazia nel Bollettino, quando l'avessi conseguita. Essendo ora perfettamente ristabilito quanto alla bronchite, adempio la promessa.
21 maggio 2904.
Can. CARLO Z. BONATTI.
Rosà (VICENZA). -È colla più viva riconoscenza che rendo pubblica la grazia ricevuta, or non è molto, da Maria Ausiliatrice. Di ritorno da un lungo viaggio, disceso appena dal treno, fui assalito da repentino malore, che in breve mi ridusse al punto da ricevere gli ultimi conforti della Religione. Mia unica speranza riposi in Maria; a Lei consacrai la mia vita, promisi un'offerta e la pubblicazione della grazia nel Bollettino Salesiano, mentre uguale promessa veniva fatta a mia insaputa da altra divota persona. In poche ore migliorato, potei dopo soli otto giorni celebrare la Messa di ringraziamento all'altar di Maria. Ed ora spedisco la duplice offerta, pregando la Vergine di essermi sempre larga della sua protezione.
17 maggio 1904.
Sac. GIOVANNI FERRARESE.
Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice, e alcuni pieni di riconoscenza inviarono offerte al Santuario di Valdocco per la celebrazione di S. Messe di ringraziamento, o per le Missioni Salesiane, o per le altre Opere di Don Bosco, i seguenti.
A*)- Abbiategrasso: M. G., 50. - Agliano d'Asti: Cocito Antonio. - Airasca (Pinerolo) : Gioina Angela. -- Albino (Bergamo) : N. N., 1. - Alcamo (Trapani) : Leonardo Purvolo, 2. -- Ancona: Guarivo Vincenzo di Antonino. - Avigliana (Torino): Burla Angela.
B) - Barano d'Ischia (Napoli) : lacono Angela, 5. - Id.: Teresa Iacono, 4. - Id.: Agnese Conte, 5. - Id.: M. G. D. V., 1,50. - Bernezzo: Golè Anna, 7. - Borghello di Barbera (Alessandria) Ceretti Luigi. - Borgo Casale : Milanesio Pasqualina. - Bosconero (Torino) : Pesce Catterina. - Busto Garolfo: Giov. Besana, Proposto Parroco, 4
C) - Cagliari: Carpino Battista, 5.- Id.: N. N., 4,80. - Calcinato (Brescia) : D. Vincenzo Bertini, 10. - Id.: Candido Marcoli, io. - Calizzano (Genova): Canonero Luigi, 5. - Calosso: Scaglione Giovanni, detto Bona, per varie grazie ricevute. - Calsavacca (Chivasso) : Sogno Angela e compagne. - Camerata Cornelio (Bergamo) : Boffelli Catterina Oberti. - Camisano Vicentino: Famiglia Boschieri, 3. - Calvencano: Gallinone D. Michele. - Carema (Ivrea): Vairetto Arduina Ved., 5. - Carmagnola: Lucia Milanesio. - Id.: N. N. - Carpignano Sesia: Mossatti Carlo, 2. - Casalbuttano (Cremona) : Marchini Albina, 2. - Cavour: Bertini Maria. - Catania: Calo-ero Straci, i. - Id.: Annetta Motta, 5. - Id.: Sabatino Fiscella, 17. - Id.: Sac. Salvatore Malerba, curato, 5. - Cervignasco (Saluzzo) : Borgognone Angela. - Chiavarti (Genova) : N. N., io. Chivasso: Cena Alessandro. - Cicogno (Torino) Delaurenti Pietro, 3. - Cesena (Vicenza) : D. A. Frandotto, in nome di Angelo Ambrosini, 5. - Colla: Benoni Anna, 5. - Colognola ai Colli: Bosi Rosina, 4. - Conio: Gario Camilla, 5. - Id.: Diac. Michele Robba, 2. - Cuorgnè: Sorelle Frasca. - Id.: F. Lucia. - Cuneo: Ratti Maria. - Id.: Rosso Giuseppe. - Id.: N. N., 3, per due grazie.
D) - Domodossola (Novara) : Avv. Zuccola, 5.
F) - Ferrara: Masini Virginia, 3. - Firenze: R. M., agente di custodia, 5. - Forlì: Giuseppina Conti, 5. - Frossasco (Pinerolo) : Bianciotti Teresa. - Id.: Bonansea Angela.
G) - Gavirate: Papa Modesto, S. - Gattinara: Angela Colombo. - Genova: Davidina Viganego, 2. - Id.: N. N., 10. - Giaveno: Sonetto Olimpia. - Givars (Francia): Salvatore Ferdinando. - Grezzana (Verona) : Signorini Maria, 3. - Grano (Bergamo): N. N. e famiglia, 5. - Guidizzolo: Aldina Daeder, 2.
I) -- Iglesias (Cagliari) : Giuseppe Cessa, ro. - Irnia: Ruffini Giovanni, io. - Ivrea: Maestri Giuseppina, 10.
L) - La Loggia (Torino) : Griffa Giovanni. - Loznbriasco: Defassi Lucia. - Id.: Ch. Antonio Franco da Peveraguo, 5. - Id.: Ch. Francesco M. Congin, per varie grazie. - Lusans (Udine) : Luigi Andreutti, 5.
M) - Magliolo: Maria Staricco, 5. -- Marcano (Magenta) : Sangalli Giovanni, 2. - Mazzarino (Sicilia) : Can. Salvatore lanni, 2. - Meda Brianza: Cleofe Apati, io, per due grazie. - Melazzo: Pistarino Giuseppe, 6,50, per grazie. - Mendrisio (Canton Ticino) : Rosamonda de' Torriani, 5. - Merate (Como): D. Pietro Brambilla, 40, per una pia signora. - Merlino (Paullo Lodigiano) : D. Granata Giov. Battista, parroco, io. - Id.: Bottoni Bentivoglio Erminia, 5. - Id.: Agnesi Giuseppa, 5. - Messina: Giulia Papa. - Id.: Maria Papa. - Milano: N. N., 2, pel suo nipotino. - Mineo (Catania) : Sidati Luigi, i. - Morbegno (Sondrio) : Ernesta Ronconi. - Montegrosso (Asti) : Bertolino Giuseppe.
N) - Nizza Monferrato: Suor Cassinelli Esterina. - Id.: Torello Vittorio. - Id.: Suor Sammartini Marianna invia l'elemosina per 30 Messe da celebrarsi nel Santuario in segno di riconoscenza.
O) - Occhieppo Inferiore. N. L. - Omegna Famiglia C. F., 25. - Oneglia Olga Rispetti, i.
- Ormea: Pietro Monetti. - Orsara Bormida: Pietro Risso.
P) - Padova : M. P. M., 5. -Palermo: N. N., 4. - Parma: Schenoni Angelo. - Pecetto Torinese: Cinzano Giuseppina. - Pertengo Vercellese: Luigia Bodo ved. Turchetti. - Pessinelto di Fuora. - Pianezza: Gianotti Clotilde. - Piazza Armerina: N. N., 2. - Id.: N. N., 5. - Poggio Mirteto Lucia Mattelon, 5. - Id.: G. Canzio, 5. - Poirino: Menso Maria, 5. - Pomnpiano (Mantova): Elvira Senes, per una devota persona. - Pralormo: Fogliasso Bartolomeo.
R) - Randazzo: N. N., 5. - Reggio Emilia: Gobbi Angela, i. - Riva di Chieri: Masera Albertina. - Roccafiorita: A. Occhino. Roccheita Palafea: Bocchiardo Modesto, 2. - Rodello d'Alba: N. N. - Roma: Rosa Peretti, Cooperatrice Salesiana, 2. - Ronsecco: Coggiola Giovanni. - Rovetta (Bergamo) : P. S., 20.
S) - Saluggia (Vercelli) : N. N. - Saluzzo F. T. C., 5. - S. Ambrogio (Torino) : O. E., 0, 50. - S. Antonino (Torino) : N. N., i Messa di ringraziamento. - S. Desiderio di Calliano: Comazzi Luigia e Rabezzana Carolina. - S. Germano Mon ferrato: Rosina Barbano, 2. - S. Giovanni La Punta: Motta D. Francesco, 15. - S. Petrro_ Incariano: Giuditta Graziani, 2. - San Sebastian Cerone: Giuseppe Arriata, 2. - 5. Stefano RoveroRosso Sebastiano. - Santa Lussurgia: C. M., 3.. - Id.: N. C. M., 13,50. - Somrnariva Bosco: Abrate Lucia, 2, per varie grazie. - Stroppiana (Novara) : Ferraris Giovanni, io.
T) - Tarcento (Udine) : Domenica Candolin, 5. - Tassarolo (Alessandria) : Quaglia Cesare, 2. - Tigliole d'Asti: Bussolino Michele. - Toleto-Ponzone d'Acqui: Assandri Lucia in Ivaldi, 2, PCI SUOI primogenito; Ivaldi Catterina, 2 ; giov. Ivaldi Catterina, 5 ; Ivaldi Celestina, 5. - Tonzanico Rongio Coad. D. Giuseppe Monti, 2,50, per Gatti Agnese. -- Torino: Clementina Allotti, 5. - (1.: Fassio Catterina. - Id.: Perisio Catterina Carena. - Id.: Braida Egidio. - Id.: Shapas Natalina. - Id. Alotti Clementina. - Id.: Eugenia ed Adolfo N. N.- Id.: T. F., 5. Id.: Cav. Enrico Belli. - Id. A. M. N. A. - Id.: Un'antica educanda delle Figlie di Maria Ausiliatrice, 3. - Id.: Depretis Catterina, 5.- Id.: Altan Giacomo Chierico.- Id.: Agostino Barabino, per una segnalatissima grazia, visibilmente ottenuta per l'intercessione di Maria Ausiliatrice. - Id.: Rosa e Letizia Garlanda. - Id.: N. N. - Id.: Signora Franchi, 2. - Id.: Delfina Marengo. - Id.: Ch. Cimatti Vincenzo. - Trevisaso: Gasparini Amelia, 2, per grazie. - Trignano (Modena) : Venturelli Virginia, i. - Trofarello: Erminia Giacobino.
U) - Udine: Cesare Dal Torso, 5, a nome dei Coniugi G. R. Tosolini. - Id.: N. N., i.
V) Valtournanche (Aosta) : N. N. - Venezia L. D. B., 5. - Id.: L. D. B., 5. - Id.: Anna Degan, 2. - Vicenza: Ch. Adda Roberto, 7. - Vicoforle: Pallavici Pietro, 5. Vigo di Carmignano: Rufilla Pelogalli, 5o. - Villa Talla: Carlo Senatore, 5. - Villanova d'Asti: Bianco Anna Celeste. - Vil/erdora: S. M., 2. - Villastellone: N. N. - Virle Piemonte: Garetto Adele. - Voltri. D. Tarello, 5. - Volvera : Martinengo Matilde e Maria.
X) - M. S. per due segnalate grazie temporali. --- Maffiodo Ester. - N. N., 2. - B. A. M. della Valle d'Aosta. - C. P., 2. - Cappello Teresa, S.- Clementina Cairola. - B. F. Trentino, 2. -Gatti Augusto, i. - Franceschettì Angiolina. -Sebastiano Corona.
A Valdocco.
La festa del Padre è il tripudio dei figli.
Dopo la solennità di Maria SS. Ausiliatrice, giunge col sorriso in fronte e ghirlandata di fiori la festa di S. Giovanni Battista. Quante care memorie, che passano come delicato panorama dinanzi all'occhio e che affascina il cuore, lo commove, lo solleva quasi in un'estasi di ineffabile ebrezza. Vorremmo poter qui ripetere anche una lontana eco di quel torrente di poesia che furono le acclamate parole dell'Avvocato Scala, che chiamato a parlare in memoriam di D. Bosco, ci elettrizzò per un quarto d'ora di sorpresa in sorpresa, di novità in novità, scoprendoci sempre nuovi orizzonti, suscitando pensieri e desiderii che l'anima sente ma non sa manifestare. Abbiamo però sentito che i nostri cuori battevano d'accordo, quando disse che se D. Bosco era di ieri, D. Rua era il D. Mosco di oggi. E noi ricordavamo con gioia, applicandoli ai nostri eroi, i meravigliosi pensieri di Dante, là dove vuol lodare S. Domenico e S. Francesco d'Assisi :
Dell'un dirò : perocchè d'ambedue
Si dice l'un pregiando, qual ch'uom prende Perchè ad un fine fúr l'opere sue.
E D. Rua per l'Oratorio, per i Salesiani e per i loro Cooperatori è il D. Bosco vivente, che continua le sue imprese, che ripete le medesime intenzioni, che tende al medesimo fine. E la festa di S. Gio. Battista che chiamava tanti giovani d'attorno a D. Bosco e sollevava gli spiriti alle piú gioconde aspirazioni dell'avvenire, continua ad essere il giorno del tripudio, del richiamo, della raccolta dl lontani amici che ritornano a rivedersi nell'Oratorio come fratelli sotto il tetto natio. Non fa quindi stupire se le due arti più sorelle fra loro, cioè la musica e la poesia, si uniscono stupendamente insieme ora nell'Inno del sac. G. B. Lemoyne, vestito di note dal M. Dogliani in modo nuovo ed arguto, ad elevare un cantico di gioia a Maria Immacolata nel suo anno Giubilare.
Con forma sempre inaspettata il Direttore dell'Oratorio festivo di Valdocco, D. Pavia, che così saviamente lo governa, ne viene a celebrare le glorie, ed a ringraziare D. Rua perchè vuole che l'Oratorio festivo sia l'opera principale e l'orma propria della missione dei figli di D. Bosco.
E poi con lodevole incanto si succedono le case alle case... ma vorremmo avere spazio per mettere qui tutta la poesia che « come torrente ch'alta vena preme » erompeva dal cuore di chi venne a rappresentare la casa di San Benigno. Con una parola facile, chiara e meravigliosa ci dipingeva le varie distribuzioni di quella nostra casa, richiamando al pensiero e facendoci quasi rivivere all' epoca di S. Guglielmo, quando stabiliva in riva al Malone l'opera così famosa della Fruttuaria.
Ma alla dimane verso le 9 e 1/4 suonano per l'aria i suoni festosi delle campane, poi quelli delle trombe... È una nuova vita che si spande per il nostro Oratorio. Sono gli Antichi Allievi che vengono a deporre ai piedi dell'incomparabile successore di D. Bosco l'omaggio della loro riconoscenza. Sono in breve fotografate tutte le stagioni... Anche i vecchi amici camminano baldi e spediti, quasi per richiamare un'età intieramente scomparsa, ma che non si vorrebbe ancora, ricordando quello che si era una volta.
Il loro discorse, recitato quest'anno dall'egregio sig Borgogno, ci diceva Don Bosco artista e Mecenate degli artisti. In ricordo e omaggio offrirono in unione dei giovani dell'Oratorio due grandi candelabri per le candele votive che ardono continuamente ai piedi di Maria SS. Ausiliatrice.
Ma la parte prima, e che da sola occuperebbe tutto lo spazio del Bollettino, fu quella del giorno 24, festa di S. Giovanni. É il giorno di Don Bosco, e riuscì per il contrario ad essere quello di D. Rua. Dopo il discorso dell'avv. Scala, il più bello, compito lavoro che strappò applausi d'ammirazione fu quello di D. Albino Carmagnola, intitolato D. Bosco e gli Artigiani. Suo scopo fu di mettere sott'occhio che D. Bosco volendo risanare gli artigiani li ha richiamati ai principii del Santo Vangelo con amore costante e con la semplicità dell'uomo di fede. Speriamo che il ben ideato concetto comparirà presto nelle colonne del nostro Bollettino.
Degna corona di tanta festa furono i quadri plastici che riscossero da tutti un vero subisso di applausi.
Essi furono preparati e spiegati da una canzone del più vecchio dei nostri poeti, cioè da D. Francesia. Egli, dopo aver cantato le glorie di S. Michele, come ci racconta la Storia Sacra ed in parte il Nuovo Testamento, fa una digressione sul nuovo Michele, mandato dal Signore a salute di tante anime. Non potendo dir altro, e riferire tutta la canzone come noi vorremmo, ci limitiamo a mettere questa stanza, che dice in gran parte ciò che si ha e si può dire di D. Rua
. Ed oggi che a Giovanni è sacro il giorno,
Angiolo del Signore,
T'invochiamo, o Michele, con fede e lena.
Oh! di splendor la santa fronte adorno,
Di celestial ardore,
Discendi, messaggier, luce serena.
A Te, divo Michele,
Alma sacra e fedele,
T'onora in queste mura al Ciel dilette.
Non porta il brando...
Ma dolce e venerando
A noi manda d'amor mille saette. >
Le due sere memorande si terminarono con alcune parole, degno riepilogo di mille e svariati pensieri, che il venerato D. Michele Rua indirizzava ai giovani che estasiati pendevano dal suo labbro.
Ma quest'anno le nostre feste furono giocondate non solo dalla presenza di molti egregi e nobili signori di Torino, tra cui ci piace ricordare il Barone Antonio Manno ed il Conte Olivieri, ma ancora dal Vescovo di Meliapor nelle Indie, che prima di ritornare al campo delle sue fatiche, volle salutare i giovani, ringraziare i Superiori che avevano accettato di andarlo ad aiutare in quel lontano paese, dicendo che la festa a cui aveva assistito gli pareva proprio del Signore, perchè vedeva in tutto ed in tutti la carità. E siccome in quell'istante arrivava un telegramma da Roma con cui il Santo Padre Pio X prendeva parte alla nostra esultanza e ci benediceva, unendo insieme i nomi di D. Bosco, di Monsignore e del Pontefice Pio X, si finiva la festa, gridando anche una volta. Viva San Giovanni, evviva il Papa !
Dal 4 all'11 agosto avrà luogo un corso di esercizi spirituali per le Maestre e Pie Signore nell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice in Nizza Monferrato.
Per schiarimenti rivolgersi alla Direttrice.
Dall' Italia.
CHIERI. - I festeggiamenti giubilari nella chiesa di Maria Ausiliatrice. - Preparati con cura e zelo ardente dal Rettore della chiesa e dalle Suore di Maria Ausiliatrice, questi festeggiamenti riuscirono davvero memorabili. Furono giorni pieni di santo entusiasmo cui partecipò tutta la città e di salutare eccitamento al bene per le operaie in modo particolare.
La solenne commemorazione del Giubileo dell'Oratorio femminile, celebratasi l'ultima domenica di maggio, venne onorata dalla presenza di Monsignor Vescovo di Mondovì e del Rev.mo nostro Superiore Generale, D. Rua.
Le oratoriane, animate dalla parola forbita ed efficace del Rev.mo Teol. Bartolomasi, predicatore del triduo, accorsero numerosissime ; e la mattina, alla Messa della Comunione generale celebrata da Mons. Ressia, la sola Comunione durò oltre l'ora.
Furonvi varie prime Comunioni, cui le Figlie di Maria delle P. U. di Chieri e di Riva fecero bella corona nella loro bianca divisa, e Monsignore rivolse a tutte un affettuoso discorso.
La Messa solenne venne cantata dal Rev.mo Don Rua con assistenza pontificale di Mons. Ressia, assistito dai Rev.mi Canonici Unia, Olivero e Fravega dell'insigne Collegiata di S. Maria della Scala, nonchè da vari sacerdoti della città e da alcuni PP. Gesuiti.
Nel pomeriggio Monsignor Vescovo compì il rito dell'accettazione di 12 nuove Figlie di Maria nella P. U. e poscia, dopo i Vespri pontificali, salì il pergamo e con eloquio pronto ed affascinante parlò alla moltitudine che letteralmente stipava la chiesa. Impossibile riferire la splendida allocuzione, ma essa rimarrà scolpita nel cuore delle giovani tutte cui egli rivolse la sua calda parola. All'illustre Presule vada il nostro riverente omaggio.
Alla benedizione venne letta dal Rettore la solenne consacrazione di tutti all'Ausiliatrice. A notte nel cortile dell'annesso Educatorio, ove rimase aperto per alcuni giorni un riuscitissimo banco di beneficenza che fu rallegrato dalle sinfonie delle valenti filarmoniche Excelsior e Regina Margherita, si svolse una genialissima festa popolare, cui in una fantasmagoria di luce e di colori, prese parte un vero mondo di gente, i cui sguardi si portavano con compiacenza alla statua dell'Ausiliatrice dominante la facciata della chiesa, illuminata per la circostanza da numerose lampadine elettriche.
Il 3o si celebrò la festa dell'Ausiliatrice ; e il 2 giugno, festa del Corpus Domini, dopo il canto dei Vespri coram Sanctissimo e un bel discorso del Teol. Bortolomasi, che parlò dei fiori e dei frutti di queste feste, s'intonò il Te Deum e colla benedizione col SS. Sacramento si coronò degnamente questo primo periodo dei festeggiamenti.
CATANIA. - Sua Em. Rev.ma il Card. Nava, accompagnato dal suo segretario Rev.mo Can. Licitri, il 9 maggio u. s. visitava l'Oratorio Salesiano S. Filippo Neri, accoltovi dai Superiori, dagli alunni e da buon numero di signori e dame della nobiltà catanese intervenuti per la solenne circostanza. Nel cortile parato a festa ebbe luogo una geniale e riuscitissima accademia in omaggio al venerato Pastore: e in fine, Sua Eminenza, nell'esprimere la sua compiacenza pel trattenimento oltremodo gradito, colse occasione dal mese consacrato alla Vergine per esortare gli intervenuti a perseverare nella pratica dei doveri religiosi e nella divozione a Maria, mezzo potente per mantenere accesa nel cuore la fiamma dell'amor di Dio.
- A Catania, fin dai primi di gennaio u. s. venne in luce un caro periodico educativo, dal titolo L'Amico della Gioventù. Esce il I° ed 15 di ogni mese, in 16 pagine di bel formato, ricco di ameni articoli e di svariata materia. È adattatissimo peri giovinetti, e non costa che L. 2 l'anno. Gli abbonamenti si ricevono presso l'Amministrazione - via Cibali, ,3, Catania.
FOSSANO - Al Collegio Don Bosco. - Gli alunni del Collegio Don Bosco il 9 giugno p. p. diedero una bella prova del loro attaccamento al grande educatore della gioventù con un'accademia musicoletteraria, alla quale assistettero insieme coi Cooperatori salesiani le altre persone più ragguardevoli della città, fra cui consiglieri comunali col rappresentante del Sindaco, il Colonnello e parecchi altri ufficiali. Fra gli ammiratori di D. Bosco fu comune la voce che quest'accademia tenne il posto d'una conferenza sulle opere salesiane; tutti poi si rallegrarono nel riconoscere con quale felice risultato attendono i superiori del collegio D. Bosco ad educare i loro numerosi alunni.
LUGO DI ROMAGNA. - In questa gentile e laboriosa città, sul finir dello scorso aprile, passava agli eterni riposi nel fior della vita e delle speranze il nostro confratello chierico Carlo Gambola. I suoi funerali, come scrisse il corrispondente dell'Avvenire d'Italia, riuscirono davvero imponenti : intervennero moltissime rappresentanze, numeroso clero lughese, numerosissimi amici e Cooperatori salesiani. In breve, fu una solenne dimostrazione di stima e di affetto agli umili figli di D. Bosco. Sentiamo quindi il dovere di porgere a tutti sentiti ringraziamenti, ma specialmente al Rev.mo Capitolo dell'insigne Collegiata di S. Francesco, al Rev.mo Prevosto Teol. Barelli, al Rev.mo Mons. Pompeo Petroncini, nonchè alla benemerita signora Marchesa Spreti, che con atto pietoso e gentile volle aperto. alla salma del defunto il sepolcreto della sua nobile famiglia.
MILANO. - All'Istituto Salesiano. - Il 30 maggio, u. s. in occasione del passaggio del nostro Superiore, diretto a Mogliano Veneto, Vienna, Budapest e Leopoli in Polonia, si tenne nell'Istituto salesiano di Milano un'importante radunanza salesiana, cui prese parte anche quell'Emin.mo Cardinale Arcivescovo. Ecco come ne parla l'ottimo Osservatore Cattolico del 31 maggio
«Com'era da aspettarsi, l'arrivo del sant'uomo venne festeggiato con splendide manifestioni affettuose nell'Istituto salesiano di Sant'Ambrogío, che ieri, tutto adorno di festoni rossi a liste d'oro, con centuplicati cartelli recanti : Viva Don Rua, Viva Don Bosco, Viva il Cardinale! risuonava delle esclamazioni giulive dei giovanetti, circa 350, che vi sono accolti.
» Per la fausta occorrenza vi convennero molti Cooperatori e molte Cooperatrici ; ai quali Don Rua con accento ispirato, dopo essersi dichiarato soddisfatto di quanto fu fatto e si fa a Milano, parlò efficacemente delle Opere salesiane, mostrandone l'importanza somma nei riguardi religiosi e civili e toccando della loro evidente necessità di fronte ai pericoli ai quali trovasi ogni dì esposta la gioventù. Quindi augurò che cresca il numero dei Cooperatori, onde gli aiuti sieno proporzionati ai crescenti bisogni.
» Sua Eminenza si rallegrò dello zelo che van dispiegando i figli di Don Bosco a pro della fanciullezza ; disse dell'urgente bisogno di oratorii e di istituti per la gioventù bersagliata un dì più che l'altro dalle insidie dei corruttori ; ed esortò i Cooperatori e le Cooperatrici ad essere larghi verso opere così meritorie, promettendo dal canto suo di aiutare i Salesiani nella misura dei proprii mezzi.
» Nella stessa cappella dell'Istituto ove avevano felicemente parlato Don Rua e il Cardinale veniva poi dal Prevosto Dossi impartita la benedizione. E qui gli alunni cantarono egregiamente il Tota pulcra del Mapelli, il Tantum ergo del Magri, il Salutaris Hostia del Perosi, provando la valentia dell'insegnamento avuto.
» Allontanandosi il Cardinale tra le acclamazioni festanti dei giovanetti, dei Superiori e dei Cooperatori, questi ultimi si trattennero a visitare i progrediti lavori della erigenda chiesa di Sant'Agostino, ammirandone le imponenti proporzioni e l'elegante linea architettonica, senza tralasciare le officine, specialmente quella della ceramica, ricca di pregevoli lavori meritamente lodati... »
MONTERUBIAGLIO (Orvieto). - Conferenza Salesiana. - Grazie alle premure del Parroco locale, sig. Don Antonio Sabatini, la domenica di Pentecoste il nostro D. Matteo Ottonello, Direttore del Collegio Leonino di Orvieto, recavasi in quest'ameno paese del Lazio per prescritta conferenza salesiana a quei buoni Cooperatori. Dimostrò come Iddio sempre provveda ai bisogni dei tempi e ne conchiuse che il cooperare all'Opera salesiana è un cooperare ai disegni della divina Provvidenza e che i Cooperatori devono quindi esser convinti di fare un'opera non meno gradita a Dio, che utile al civile consorzio.
NIZZA MONFERRATO. - All'Istituto delle Suore di Maria Ausiliatrice. - Dolce festa di famiglia, ma solenne per la larga partecipazione della più eletta cittadinanza, fu quella celebrata in Nizza nei giorni 11-I2 giugno. Splendido il trattenimento di sabato, 11 giugno, in cui vennero eseguiti scelti pezzi di musica italiana e straniera dalle educande e recitati versi e prose e rappresentati alcuni quadri plastici di effetto sorprendente.
Era presente il Direttore generale degli studi e delle Scuole salesiane, Prof. Francesco Cerruti, che lesse un magistrale discorso di inaugurazione, trattando della missione della donna e della provvidenziale istituzione delle Figlie di Maria Ausiliatrice.
Lesse alcuni versi il Prof. Equini, e il Prof. Miraglia pronunziò un discorso erudito in elogio delle Scuole di D. Bosco.
Parlò ultimo il Prof. D. Simonetti di Biella, il quale destò il più vivo entusiasmo per le Opere salesiane, toccando delle ampiezze di vedute della mente di Don Bosco e dell'attitudine delle instituzioni salesiane a produrre feconda armonia fra le classi sociali. L'opera degli Oratorii femminili fu dall'oratore messa in tutta la sua bella luce fra continui applausi.
Il Prof. Simonetti tenne pure adatti discorsi alle educande, alle allieve ed ex-allieve dell'Oratorio e alle novizie.
Le feste furono tutte onorate dalla presenza di Mons. Disma Marchese, zelantissimo Vescovo diocesano.
OULX - Consacrazione della Chiesa Abbaziale. - La storica Badia di Oulx, già bellamente decorata per opera dei figli di D. Bosco, veniva il 4 giugno u. S. consacrata dall'Ecc.mo Pastore della Diocesi, Mons.
Carlo Marozio, Vescovo di Susa, assistito da una rappresentanza del Capitolo della Cattedrale. La devota funzione fu presieduta da un triduo di predicazione e coronata dalla festa titolare del Sacro Cuore di Gesù, celebrata nel dì seguente con intervento di molti parroci e sacerdoti dei dintorni, e del Rev.mo D. Filippo Rinaldi, quale rappresentante del Successore di D. Bosco. Alla sera, in omaggio a Mons. Vescovo e in onore del S. Cuore, si svolse una breve accademia, rallegrata dalla banda cittadina.
PEROSA ARGENTINA (TORINO).- All'istituto Salesiano, si tenne la sera della festa di Maria Ausiliatrice, celebratasi il 29 maggio, un indovinatissimo trattenimento drammatico-musicale presieduto dal prof. D. Cerruti ed onorato dall'intervento delle persone più autorevoli del paese e di una vera folla di popolo. Bella e morale la commediola, buono il canto, bellissima la pantomina eseguita dai piccini di prima elementare. Va pur lode alla musica istrumentale, educata con pazienza da quel bravo Direttore che è anche espertissimo musico.
In complesso fu una festa ben riuscita, e degna di quest'ottimo Istituto, il quale, collocato in eccellente e saluberrima posizione, comprendendo le cinque classi elementari e le tre prime ginnasiali, in pochi anni ha saputo acquistarsi larghe simpatie.
ROMA - Al Castro Pretorio. - Il 10 giugno nella nostra chiesa monumentale del S. Cuore di Gesù al Castro Pretorio, venne con straordinaria magnificenza solennizzata la festa dell'amorosissimo Cuore di Gesù.
La Santità di N. S. Pio Papa X a testimoniare l'amore vivissimo che nutre pel Santuario e pei Salesiani, volle quest'anno arricchita questa Parrocchiale di straordinarii favori spirituali. Oltre la concessione dell'indulgenza plenaria quotidiana a tutti i fedeli che confessati e comunicati visitassero il pio santuario e il privilegio dell'altare di S. Gregorio per le messe celebrate all'altare del Sacro Cuore da qualsiasi sacerdote per le anime del Purgatorio, volle altresì concedere l'indulgenza plenaria toties quoties, come pel perdono d'Assisi, da lucrarsi da tutti quelli che confessati e comunicati visitassero la chiesa dai vespri della vigilia ad un'ora dopo il tramonto del giorno della festa.
Gli eminentissimi Cardinali Taliani, Cassetta e Nocella e le loro Ecc. Rev.me Mons. Grazioli Arciv. di Nicopoli; Mons. Pardini Vesc. di Zama; Mons. Symon Arciv. di Datalia si degnarono onorare con l'augusta loro presenza le solenni cerimonie, quali pontificando, quali dicendo messa o impartendo la benedizione col Venerabile in uno dei giorni della Novena che precedettero la festa.
Il Rev.m° Canon. Emilio Spada, oratore facile, ascoltatissimo ed efficace, tenne discorso al popolo che nella sera specialmente del 10 stipava letteralmente l'ampio tempio ; e che fin dal mattino, con edificazione ed ineffabile consolazione di tutti, si era affollato alla Mensa Eucaristica.
Lo splendido e ben netto programma musicale, in piena conformità colle ultime disposizioni pontificie sulla musica sacra, venne eseguito inappuntabilmente dalle diverse Scholae cantorum dell'Ospizio e dell'Oratorio festivo.
Notiamo specialmente l'effetto grandioso e solenne ottenuto col Tantum ergo corale di Salvatore Meluzzi, eseguito a sole voci, alla vigilia ed il giorno della festa, e la semplice ed edificante maestosità dei vespri eseguiti in canto gregoriano dai 400 alunni dell'ospizio.
Ma il vero trionfo della Schola fu riportato il venerdi mattina, alla Messa pontificale, in cui venne eseguita la Missa brevis del Palestrina, con sicurezza straordinaria d'intonazione e varietà di colorito. I sottili meandri e le grandiose volate della composizione palestriniana furono resi con artistica finezza.
Come effetto superò di gran lunga tutto il resto della Messa il Sanctus, soave e poderosa pagina interpretata non solo con giustezza d'intonazione e colorito, ma con vero amore e sentito entusiasmo.
S. M. la Regina Madre con pensiero squisitamente gentile, pari alla pietà che tanto l'onora, mandò al Santuario uno splendido dono consistente in un ricco e magnifico strato sul cui fondo di velluto verde, con squisito gusto artistico, s'intrecciano bellissime rose.
Quanto sia piaciuto il munifico dono e tornato gradito ai Salesiani, è facile considerarlo.
Commovente fino alle lacrime riuscì la cerimonia della consacrazione di alcune centinaia d'innocenti bambini al Cuore di Gesù, fatta dal prelodato Rev.mo Can. Spada, in forma semplicissima, la domenica successiva; degno e necessario complemento della festa.
- All'Istituto di Maria Ausiliatrice. - Nello scorso aprile circa un centinaio di signorine studenti del R. Magistero frequentarono un corso di Esercizii Spirituali, dettati nell' Istituto suddetto, in preparazione della Santa Pasqua. Il loro contegno fu veramente esemplare: talchè si pensò di ottenere a loro una speciale udienza dal S. Padre, la quale venne fissata per l'ultimo giorno di maggio.
Sua Santità, con bontà più che paterna, le accolse nella sala del Concistoro, e dando ad ognuna a baciare la mano ascoltò amorevolmente quanto vollero dirgli, e dopo aver fatto distribuire a tutte una bella medaglia con l'immagine di Maria Ausiliatrice da un lato e le sembianze del S. Padre dall'altro, con aspetto sorridente e paterno rivolse loro queste parole: « Mie buone figliuole , voi dovete innanzi tutto ringraziare il Signore che per mezzo di queste buone Suore vi apre un asilo dove potete rifugiarvi fiduciose in ogni triste momento della vita, per rifarvi nello spirito o per riceverne aiuto, consiglio e sprone al bene. Io non vi dirò che da per tutto vi sieno visibili pericoli per la virtù ; molto sovente però l'aria stessa che respirate è malefica, e spesso sotto l'erba si nasconde il serpente e nel fiore il veleno! Oh! andate spesso a rinfrancarvi presso le vostre buone Suore, e ringraziate, ripeto, il Signore d'avervi procurato tale asilo e tale conforto ! Quasi tutte mi avete chiesto di benedire con voi la vostra famiglia... Sì ! sì! io benedico di tutto cuore voi e le vostre famiglie ; ma ricordatevi che, se volete render queste felici e procurare a voi un lieto avvenire, dovete cercare di essere sempre buone, virtuose e pie, perchè solo la virtù e la religione vi potranno dare la pace e la serenità dell'anima e rendervi angeli consolatori di coloro che vi circondano. Mi avete pure raccomandato tutti i vostri esami. Coraggio ! Essi di lontano appaiono generalmente molto terribili, ma tali non sono da vicino. Se voi avete studiato e bene impiegato i talenti che il Signore vi ha dati, andate sicure, chè riuscirete felicemente. Intanto anche sui vostri esami invoco la Divina Benedizione! » E le cento giovani inchinate ricevettero commosse la benedizione del Vicario di Cristo, la cui figura paterna e le cui belle parole resteranno eternamente impresse nel cuore e nell'animo di quelle avventurate.
SAMPIERDARENA (GENOVA). - Il Circolo D. Bosco dell'Oratorio festivo di San Gaetano, nell'ultimo concorso internazionale ginnastico di Firenze, riportò il 2° premio e raccolse larghe simpatie e vive acclamazioni di schietta fratellanza dalla Fortitudo di Bologna, dalla Gioventù Cattolica di Firenze, dalla S. Filippo Neri di Genova e da varie altre società e circoli ginnastici. Il circolo ha quattro anni di vita, ed è già la terza volta che si presenta ad un pubblico corso ginnastico ed è la terza volta che guadagna speciali onorificenze. Merita quindi di. essere additato e vivamente raccomandato alle buone famiglie sampierdarenesi, come al suo ritorno dal concorso di Firenze fu ripetutamente applaudito dalla cittadinanza.
Dall'impero Austro-Ungarico.
VIENNA - La visita dei sig. Don Rua. - Verso la metà di giugno, e precisamente nei giorni 1o e 11, il Rev.mo nostro Superiore giungeva alla capitale dell'Impero Austriaco per visitare la nuova casa salesiana, aperta colà da pochi mesi. All'accademia tenutasi in suo onore intervenne un pubblico numeroso scelto: fra cui il Cav. Ianauschek, il Padre Guardiano dei Cappuccini, il Superiore dei Calasanziani (Piaristen), la contessa Zdenka Chotek, cognata dell'arciduca Ferdinando, successore al trono, la marchesa Pillesdorf, il prof. Giovanni Valenzano ed altre persone distinte dell'alta società viennese.
La festa ebbe impronta italiana. Si cantò lo Spazzacamino del Cagliero, il coro Santa Lucia, che i tedeschi amano tanto. Caratteristica fu la supplica, nella nostra lingua, in cui due orfanelli pregavano D. Rua di essere accettati nel Collegio salesiano tedesco a Penango, fondato esclusivamente pei giovani tedeschi che intendono abbracciare lo stato ecclesiastico. Don Rua, commosso, promise che i desiderii dei due orfanelli saranno adempiuti.
L'impressione generale, come leggiamo in una corrispondenza del valoroso Momento di Torino, fu che Don Rua, ist der wirkliche Kinderfreund, è il vero amico dei fanciulli. Il suo nome ormai è divenuto popolare anche nella capitale dell'Impero Austriaco.
Dalla Palestina.
NAZARETH. - Una cara visita - Ci scrivono: Sul finire di aprile, questo nostro Orfanotrofio che si intitola dal bel nome di Gesù Adolescente fu onorato dalla presenza dei pellegrini Italiani che in corpo vennero a visitarlo ricevuti al suono della nostra banda. Erano giunti a Nazareth la sera antecedente e l'amatissimo nostro Ispettore D. Nai Luigi venuto qua espressamente per dar loro il saluto a nome di tutti i Figli di D. Bosco in Palestina, era disceso col nostro Direttore ad incontrarli all'entrata in paese. Non dico della benevolenza manifestataci da S. E. Mons. Morganti, da Mons. Radini-Tedeschi e da tutti i pellegrini ; mi preme piuttosto di far rilevare la loro carità perchè la loro visita non si è limitata a lodare la incantevole posizione della nostra casa quasi terminata e i due giovanetti che avevano letto un componimento di circostanza ; ma una signorina romana, di cui non ho potuto sapere il nome, invitò senz'altro i pellegrini a mettere mano al borsellino e lì per lì si raccolsero 138 franchi. E vi fu meglio ; proprio a mezzodì di quel giorno il nostro Ispettore aveva dovuto accettare, gratis s'intende, perchè da queste parti non si sa che voglia dire pagare pensione, due orfanelli, che se non venivano ricoverati nel nostro
Orfanotrofio sarebbero stati fatti turchi da un loro parente. Le signore sorelle Garrone di Torino, inteso il fatto, unite ad altre buone pellegrine si obbligarono di pagare per cinque anni 15 franchi il mese all'Istituto, onde uno dei due orfanelli fosse mantenuto dalla loro carità! E così fra i cari ricordi del loro pellegrinaggio in Terra Santa avranno pur questo di avere salvato un orfano dai Turchi.
Dal canto nostro assicuriamo i caritatevoli pellegrini Italiani che li raccomanderemo ogni giorno al Signore perchè ne li ricompensi abbondantemente.
BETLEMME - Anche la casa di Betlemme fu onorata di una visita degli stessi pellegrini. La sera del 27 aprile giunse la prima parte di essi, capitanati da S. E. Mons. Morganti, vescovo di Bobbio. Al loro ingresso nell'Orfanotrofio, la banda musicale fece echeggiare l'aria delle sue armonie, eseguendo scelti pezzi d'opera, che furono assai applauditi. Quindi Monsignore ed i suoi nobili compagni sedettero alla nostra modesta mensa, e le nobili Signore passarono nella casa delle Figlie di Maria Ausiliatrice, dove furono anch'esse ospiti graditissime. Quella fu per tutti una sera di purissima gioia; perchè quantunque in paesi lontani, ci. parve di essere nella nostra carissima patria. Finita la refezione, si portarono al convento dei PP. Francescani, dove passarono la notte.
All'indomani un'altra parte dei pellegrini, con a capo Mons. Radini-Tedeschi, visitò l'istituto. La banda musicale die' il saluto ai nuovi arrivati, ed invitato dal nostro Ispettore, Mons. Radini prese la parola e da valente oratore qual'è, col suo dir facondo ed improntato di caldo affetto per i figli di D. Bosco, entusiasmò tutti quanti. Pose fine all'eloquente discorso coll'impartire la benedizione del Sommo Pontefice a tutti gli uditori, i quali uscirono in ripetute grida di gioia e di Evviva il Parta! evviva Mons. Radini!
Quindi i pellegrini passarono a visitare il resto dell'istituto e la pubblica chiesa del Sacro Cuore, e non si allontanarono senza deporre nelle mani del nostro Ispettore l'obolo della loro carità. Li benedica il Signore ! »
Da Malta.
SLIEMA (MALTA) - Inaugurazione dell'istituto Salesiano. - Il 16 maggio alla presenza di S. E. il Governatore di Malta e della sua signora M. Clarke, di S. E. Rev.ma Mons. Arcivescovo, del Col. Biancardi, del benemerito signor Alfonso Maria Galea, di Mons. Farrugia e di molti altri nobili personaggi ecclesiastici e laici ebbe luogo l'inaugurazione dell'Istituto salesiano. Dopo il Direttore, che ringraziò i convenuti con sentite parole, si alzò S. E. il Governatore inneggiando al valore del sistema educativo di D. Bosco, quindi, con tutte le cerimonie del rito Mons. Arcivescovo benedisse e collocò la prima della nuova cappella e Mons. Farrugia, zelante direttore dei nostri Cooperatori, rivolse ai presenti un gentile saluto.
Dalle Azzorre.
ANGRA DO HEROISMO - Consolanti progressi ha fatto in pochi mesi questa nuova fondazione. L'Orfanotrofio Beato Giovanni Machado ha già una cappella propria, piccola se si vuole, ma assai bella e divota. I locali sono stati già ampliati ed è pur cresciuto il numero degli alunni. Inoltre fra i membri della Commissione dell'Orfanotrofio regna un grande entusiasmo per cose maggiori. Essendo poco adatta la casa presente, stante il gran numero degli alunni che fanno istanza per entrarvi, si è venuti nel pensiero di acquistare un grandioso caseggiato che domina tutta la città, antico castello dell'illustre famiglia Canto, con spaziose adiacenze all'intorno e una bellissima chiesa che potrebbe servire a meraviglia per un Collegio. È un omaggio che i buoni Azzorriani si propongono di offrire alla Vergine Immacolata in questo anno giubilare.
Dalle Americhe.
BUENOS=AIRES - Il nuovo Arcivescovo di Sebaste. - Quello che avremmo fatto noi, se il nostro amatìssìmo Mons. GIOVANNI CAGLIERO si fosse trovato all'Oratorio nel ricevere la notizia della sua promozione alla Sede Arcivescovile titolare di Sebaste, l'hanno fatto con egual affetto e con lodevolissima riconoscenza i nostri Confratelli e i loro alunni di Buenos Aires.
Chi si fosse trovato il I° maggio u. S. nel Collegio Pio IX in Almagro avrebbe goduto il più festoso e cordiale spettacolo. Sedettero ad agape fraterna insieme con Monsignore S. E. Rev.- Mons. Internunzio, S. E. Rev.ma Mons. Arcivescovo Espinosa, S. Ecc. Rev.ma Mons. Romero, il nobilissimo ex-Presidente Dott. Giuseppe Evaristo Uriburu e molti altri insigni personaggi ecclesiastici e laici, circondati da un'eletta di ex-allievi e di Cooperatori salesiani e da tutti gli alunni di Almagro, nonchè dalle rappresentanze degli altri Collegi salesiani di quella capitale; in tutto mille persone, disposte nell'ampio cortile dell'Istituto, ridotto ad un elegantissìmo salone, adorno di fiori, d'iscrizioni e di bandiere. Dopo il banchetto, rallegrato da scelte sinfonie musicali, da lieti canti e da brindisi calorosi, si passò nel teatrino per una solenne accademia. Aperse il trattenimento S. Ecc. Rev.ma Mons. Antonio Sabatucci con queste testuali parole
« Dopo di avere notificato verbalmente a V. E. l'atto di sovrana benevolenza del Santo Padre, vengo ora a notificarglielo officialmente con la lettura dello stesso telegramma ricevuto non ha molto.
Roma, I8 aprile 19o4. A Mons. Sabatucci, Internunzio Buenos Aires.
S. Padre si è degnalo elevare Mons. Cagliero alla Sede Arcivescovile di Sebaste. V. E. partecipi egregio Prelato quest'atto di particolare benevolenza di Sua Santità.
Segr. Card. MERRY DEL VAL.
» Permetta poi che io mi rallegri grandemente con la Eccellenza V. e Le aggiunga che la notizia di questa meritata promozione mi ha prodotto lo stesso piacere, come se la sovrana considerazione si riferisse alla mia persona.
» Nella milizia della Chiesa V. E. è già un veterano ; le campagne da Lei sostenute per condurre anime a Gesù Cristo sono state molte e difficili ; la Provvidenza di Dio La ha assistito, ed ora toccava al novello Vicario di Cristo di incoraggiarla non solo con parole, ma anche coi fatti, e questo è il significato dell'alta distinzione che oggi Le si tributa.
» Segua adunque, o illustre Capitano, a combattere le battaglie di Cristo e della sua Sposa la Chiesa, che oggi più che mai sono fiere e molteplici.
» Altra significazione dell'onorificenza del Pontefice si è che Esso nell'onorare V. E. ha voluto altresì dare nella sua persona una prova del paterno affetto che ha per la benemerita Società Salesiana, di cui Ella è lustro e decoro.
» Quel che han fatto i Salesiani in questa Repubblica è a tutti noto. L'Argentina, nazione colta ed ospitaliera, li rimira con occhio di patente benevolenza e le Autorità ecclesiastiche e civili sono ad essi generose del loro appoggio e protezione.
» Iddio continui a favorirli colle sue grazie e favori : e con questi voti in nome del S. Padre a tutti benedico. »
Mons. Cagliero , vivamente commosso, rìspose inneggiando alla bontà del S. Padre, così bene rispecchiantesi nell'animo gentile del suo rappresentante, e depose ai piedi di Don Bosco e della Pia Società Salesiana il nuovo onore conferito alla sua persona. Quindi con grande affetto e con vivo interesse di tutti i presenti si svolse la genialissima e solenne accademia.
All'Eccellentissimo Mons. Cagliero, al primo Missionario di D. Bosco, che rese così celebre e venerato il nome Salesiano in America, tornino vivamente graditi anche gli umili nostri rallegramenti.
-- Mons. Cagliero dal Presidente della Repubblica. - Dopo la sua elevazione alla sede Arcivescovile di Sebaste, Mons. Giovanni Cagliero si recò a far visita all'eccellentissimo Presidente Roca, del quale fu accolto con vera ammirazione e simpatia. Accompagnava Monsignore il sig. D. Giuseppe Vespignani, Ispettore delle Case salesiane dell'Argentina, dal quale abbiamo ricevuto questi particolari: « Appena Mons. entrò, il Presidente gli andò incontro e l'abbracciò chiamandolo amico ; si scusò di non avergli scritto perchè occupato nel messaggio al Congresso che si doveva aprire il 1° maggio (la lettura del mensaje presidencial ebbe luogo il 4 successivo) : poi ricordò i viaggi, le tante fondazioni che egli stesso ha visto sorte colà, dove nel suo viaggio del 1879 tutto era deserto e barbarie. - A questo proposito volle contare ad altri due signori, che entrarono nel suo gabinetto ed ai quali presentò Monsignore chiamandolo il Civilizzatore del Sud, un sogno che disse aver fatto nel 188o o in quel torno e che narrò in altra occasione anche a Mons. Costamagna.
» Gli sembrava, disse il Presidente Roca, di trovarsi nel palazzo del Congresso Nazionale e di veder entrare Deputati e Senatori, quando lo colpì la vista di alcuni che andavano coperti di pelli e mostravano venire da luoghi assai freddi. Meravigliato domanda ai circostanti chi fossero quegli uomini, e gli fu risposto: Sono i Deputati di Santa Cruz e della Terra del Fuoco. « E come, aggiunse egli, non è quello un deserto ove regna la barbarie? » « No, no, gli rispondono, tutto è già civilizzato!... » E indicando Mons. Cagliero aggiunse : « Aquí està el civilizador de la Patagonia! »
Ringraziammo il Presidente per aver firmato pochi giorni prima il Decreto di approvazione del 4° anno normale pei nostri Chierici di Bernal, ed egli con compiacenza rispose : - Mi rallegro che avremo sacerdoti salesiani diplomati nella Repubblica! - Poi si congratulò dei progressi del Collegio San Carlos, si parlò della nuova chiesa, della quale egli è Padrino, s'informò della parte già finita, la Cripta, e promise di farci una visita.
» Mons. Cagliero fece pur visita al Dott. Gonzalez , Ministro dell'interno , dal quale ricevette eguale cordialissima accoglienza... »
- Il 17 maggio u. S. anniversario dell'incoronazione di M. Ausiliatrice s'inaugurò nella cripta del nuovo tempio di S. Carlo un nuovo organo liturgico.
PERNAMBUCO (BRASILE). - Alcuni Cooperatori e Cooperatrici di Pernambuco promossero uno splendido Banco di beneficenza in favore delle Scuole Professionali del Collegio del Sacro Cuore. A questo fine scelsero una delle piazze più centrali della città, ove s'innalzò un ricco padiglione; sotto il quale erano disposti in bell'ordine i ricchi doni offerti dalla carità dei Cooperatori. La piazza fu ornata da festoni e bandiere, e due corpi di musica accrebbero lo splendore della festa. In brevissimo tempo i biglietti furono esitati e la festa si conchiuse con una splendida illuminazione.
PUNTA ARENAS (PATAGONIA MERID.). - Sua Altezza Reale il Duca degli Abruzzi, che a bordo della Liguria ancorò nei giorni 26, 27 e 28 febbraio a Punta Arenas, ebbe l'alta degnazione di recarsi a visitare il Collegio delle Figlie di Maria Ausiliatrice, lasciando la gentile offerta di duecento lire e promettendo d'inviare il medico di bordo a visitare un'orfanella ammalata, il che fece con tutta premura. Anche i signori ufficiali della stessa nave fecero visita a quell'istituto, e vi lasciarono un attestato della loro ammirazione e carità in tre lire sterline. All'augusto Principe ed ai gentili ufficiali i più sentiti ringraziamenti.
Al Collegio di Maria Ausiliatrice si pensa di costrurre un nuovo edifizio, giudicato indispensabile. A tal fine si tenne pure in Febbraio una gran fiera di beneficenza che fruttò 1600 pesos; ma i nostri Cooperatori vogliano ricordarsi che le Missioni Salesiane contano sempre sulla provvidenza di Dio e sulla loro beneficenza.
NEW-YORK. - Alla Trasfigurazione. - La prima domenica di maggio un centinaio di fanciulle biancovestite ed un centinaio di fanciulli in cravatta e guanti bianchi e bianco nastro al braccio, scendevano giulivi nel Basement della parrocchia, donde movevano processionalmente al tempio santo per essere ammessi alla prima Comunione. Alla sera ebbe luogo la rinnovazione dei voti battesimali. E bello e confortante era il vedere quei buoni figliuoli e quelle pie figliuole con piena decisione e cognizione di quello che facevano, avvicinarsi al libro dei Vangeli, inginocchiarsi, toccarlo e poi baciarlo, in segno di perpetua adesione alla legge di Cristo. I parenti assisterono all'una e all'altra funzione assai commossi, ricordando indubbiamente il giorno della loro prima Comunione fatta nell'Italia lontana.
Sua Ecc. Rev.ma Mons. Pìetro Raff. Gonzalez Calisto Arcivescovo di Quito.
Il 27 marzo addormentavasi nel Signore quest'infaticabile Apostolo, nell'età di soli 65 anni e 27 di episcopato. La sua caratteristica fu una divozione al tutto speciale verso il S. Cuore di Gesù, da cui trasse lo zelo che l'accompagnò in ogni impresa anche in tempi meno atti all'esercizio dell'alta sua missione, e quella benevolenza paterna che dimostrò costantemente ai figli di D. Bosco.
In mezzo al profondo dolore cagionatoci dalla sua scomparsa, ci fu di non lieve, conforto l'apprendere l'imponente plebiscito di amore con cui fu accompagnato al sepolcro; sul quale ci prostriamo in ispirito, intimamente commossi, a pregare al compianto Arcivescovo il premio delle anime grandi.
D. Andrea Raìnoni di Treviglio.
La mattina di Pentecoste, 22 maggio u. S., si addormentava nel bacio del Signore il Sac. Andrea Rainoni di Treviglio, da 26 anni Direttore spirituale del Seminario di Monza. Amante della preghiera e del raccoglimento, assiduo al confessionale, vigile all'altare, e sommamente caritatevole, noi speriamo che sia già in possesso della gloria celeste. Tuttavia per l'alte sue benemerenze verso l'Opera Salesiana in genere e la casa di Treviglio in ispecie, lo raccomandiamo vivamente ai pietosi suffragi di tutti i Cooperatori.
D. Francesco Casentìnì di Malo (Schio).
Questo buon Cooperatore spirava placidamente il i 9 maggio u. S. in Malo, sua patria. Sacerdote esemplare e zelante, si adoperò continuamente per la diffusione della buona stampa. Le nostre Letture Cattoliche lo ebbero indefesso propagatore: e noi appunto per questo lo raccomandiamo in modo speciale ai comuni suffragi.
Il March. Marcello Durazzo di Genova.
Il 14 giugno, munito dei conforti religiosi e di una speciale benedizione del S. Padre, spirava nella villa Pallavicini in Pegli, il nobile Marchese Marcello Durazzo, Commendadore dei SS. Maurizio e Lazzaro, Grand'Ufficiale della Corona Prussiana e Gran Croce della Corona di Romania. Umiliamo ai suoi nobili congiunti le nostre condoglianze e la speciale raccomandazione che facciamo ai nostri Cooperatori di ricordare il venerando estinto nelle loro preghiere.
dal 15 Gennaio al 15 Marzo 1904.
Acerboni Lorenzo - Varago, Treviso.
Accomando D. Paolo - Ciminna, Palermo.
Agnello D. Santino, Parroco - S. Vitaliano, Caserta. Agnesi Cav. Luigi, Teologo- Pontedassio. Portomaurizio. Agosti D. Pietro, Arciprete Parroco - Castiglione, Mantova.
Albertazzi Battista fu Pietro - Fego di S.ta Margherita di B., Pavia.
Alcine Angelo - S. Lorenzo di Valvasone, Udine. Almici D. Angelo - Cellatica, Brescia. Amati D. Luigi, Parroco - Limito, Milano.
Amoretti Giuseppe, Professore - Oneglia, Porlomaurizio
Annoni D. Ambrogio, Coadiutore - Laveno, Como. Archetti Giacomina - Sivieno Brescia.
Archilei D. Francesco, V. Rett. Seminario - Pergola, Pesaro- Urbino.
Arona Domenico - Vignole Borbera, Alessandria. Assante Vincenzo, Pilota di rada - Porto Said, Africa. Bacciarelli D. Antonio, Canonico Parroco - Arezzo, Toscana.
Bagni Guido, Ingegnere - Cento, Ferrara. Baignerra Luigia - Ancona, Marche.
Balbi Filomena - Casale Monferrato, Alessandria. Balbo Cecilia - Casale di Scodosia, Padova.
Barale Andrea fu Giov. Battista - Saliceto, Cuneo. Barberis Margherita - Torino.
Bardelli D. Pietro, Parroco - S. Ambrogio, Torino. Barello Giuseppe - Castello Molina, Alessandria. Bargna D. Ambrogio, Coad. Ospedale - Magenta, Milano.
Baroldi D. Luigi, Curato - Pranzo, Tirolo. Baroncelli D. Felice, Canonico - Faenza, Ravenna. Battaglini D. Alessandro, Canonico - Bolsena, Roma. Bazzichi Tommaso - Ponte Stazzema, Lucca. Beccarelli Vicario, Sacerdote - Venezia. Beffa-Negrini D. Giuseppe, Canonico - Mantova. Benedetto D. Antonio, Prevosto - Cossano, Torino. Benni D. Isaia - Brigola, Bologna.
Benussi-Rossi Giuseppe - Sampierdarena, Genova. Benzoni Giacomina - Rovetta Bergamo. Berardi Angelina - Chiusa di Pesio, Cuneo.
Bertero Catterina nata Carena - Ceresole d'Alba, Cuneo, Berti Daniele - Pastovedo, Tirolo.
Berto Francesco - Mazzorno di Bottrighe, Rovigo. Bertola D. Giuseppe, Prevosto - Poggi S. Siro, Cuneo. Bertola Michele - Torino.
Bertola Rosa - Levice, Cuneo,
Bertolini D. Giuseppe, Curato - Vermiglio, Tirolo. Bertuzzo Giuseppe fu Bortolo - Sondrigo, Vicenza. Bestelli Fiora - Parabiago, Milano.
Bettili D. Alberto - Valdagno, Vicenza.
Bettinelli D. Filastrio, Curato - Breno, Brescia. Bettoni D. Andrea - Gardone Val Trompia, Brescia. Bettoni D. Domenico, V. Parr. - Foresto Sparso, Bergamo.
Bevilacqua D. Tommaso, Prevosto - Asti, Alessandria. Bianchi Angela - Belgirate, Novara. Bianchini- D. Andrea - Venezia. Biasetti D. Secondo, Parroco - Zimone, Novara. Biggi Antonio - Pralboino, Brescia. Biraghi Erminia - Oreno, Milano. Bobba Maria - Torino.
Boggio D, Tommaso, Arciprete - Rosasco, Pavia. Boggiano D. Gio, Battista, Prevosto - Genova. Bogni D, Serafino, Prevosto - Albegno, Bergamo. Boidi-Trotti Comm. Giuseppe - Torino. Bollati Francesco, Farmacista - None, Torino. Bonaccorsi Pietro, Dottore - Tremestieri Etneo, Catania. Bonanni Antonio fu Antonio - Riomaggiore, Genova. Bonardi Catterina - Iseo, Brescia.
Bonnet D. Amedeo Prefetto R. Basilica - Superga, Torino.
Bonfigli Mons. Gaudenzio, Arcivescovo - Cabasa, Egitto. Bonino-Travella Maddalena - Fossano, Cuneo. Bonomelli D. Rosildo - Monte Rotondo, Brescia. Bonomi Luigia - Milano.
Bonotti Prof. D. Antonio, Canonico - Vittorio, Treviso. Boraschi Francesca, V.• Amadio - Corno. Boschi Mons. Luigi - Bologna. Boseggia Davide - Porto Allegre, Brasile. Bosio Carlotta - Torino
Bracco Maurizio - Canale, Cuneo.
Brandoli D. Pietro, Parroco - Sammartini, Bologna. Brentarelli D. Luigi - Zevio, Verona. Bricco Pacifico - Cerano, Novara. Brignole Angiolina - Noli, Genova. Brizio Francesca - Sanfrè, Cuneo. Brizio D. Vincenzo - Sale, Alessandria. Brondolo D. Pietro Gio. - Bubbio, Alessandria. Brugnetti D. Luigi - Sorisole, Bergamo. Brunetti D. Geremia, Professore - Perugia. Bruno Chiara - Alpignano, Torino. Bruno Maria - Ormea, Cuneo. Brusori D, Leonardo - Sanchierlo, Bologna.
Buelloni D. Telesforo, Arciprete - Canedole Mantova. Buoncompagni Giovanni Roma. Busso Pasquale - Racconigi, Cuneo.
Cabrini D, Ferdinando, Arciprete - Roncoferraro, Mantova.
Calandrini D. Paolo - Morena, Perugia. Calcagnini Sofia - Fusignano, Ravenna.
Callegari D. Giovanni Arciprete - Bagnarola, Bologna. Calvi Felicita, Negoziante - Mede, Pavia. Camosso Carolina - Torino. Campagnola D. Angelo - Villafranca, Verona. Cantoni D. Alessandro Sairano, Pavia. Caonata D, Raffaello - Modica, Siracusa, Cappaccioli D. Natale, Parroco - Gusme, Siena. Cappelletti Mons. Domenico - Rovereto, Tirolo Carnevali D. Raffaele - Nocera Umbra, Perugia. Cardinali D. Raffaele A ciprete - Galiera, Bologna. Casali Elisabetta - Ghedi, Brescia. Casanova Savina - Milano. Casentini D. Francesco, Rettore - Malo, Vicenza. Casnici D. Luigi. Arciprete - Portiolo, Mantova. Castagna Mons. Giuseppe - Mantova. Castagna Luigi - Verona.
Castelli D. Sante - Offida, Ascoli Piceno. Castello Adele - Piacenza, Austria. Cattaneo D. Lorenzo - Malonno, Brescia. Caviglia Giorgio - Finalmarina, Genova. Caviglia Maddalena - Finalmarina, Genova. Cavina D. Domenico, Parroco - Marradi, Firenze. Ceccarelli D. Gaetano - Ravenna.
Cecchini D. Vincenzo, Arciprete - Carbonara, Mantova. Celebrini Nob. Damigella Giovanna - Fossano, Cuneo, Celesia Card. Michelangelo, Arcivescovo - Palermo. Cellai Giovanni - Greve in Chianti. Firenze, Cerutti Rosa, Albergatrice - Cavour, Torino.