ANNO XXXII - N. I. Torino, Via Cottolengo 32. GENNAIO 1908.
PERIODICO DELLA PIA UNIONE DEI COOPERATORI SALESIANI DI D. BOSCO
SOMMARIO: Il Sac. Michele Rua ai Cooperatori ed alle Cooperatrici Salesiane
L'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice . . . 11 Per riconoscenza . . 11 Omaggi al Venerabile Giovanni Bosco: Nel Santuario di ValdocCo - A Sarriá - Altrove 12 TRA I FIGLI DEL POPOLO: Cronaca degli Oratorii festivi : Il Circolo D. Bosco di Milano - Ad Intra - A Buenos Aires 15 Tesoro spirituale . . . 16 DALLE Missioni : Colombia: La Missione annuale a Contratación - India: L'arrivo di un nuovo Missionario e una perdita dolorosa.- Patagonia Settentrionale: 8 mesi di missione nell'interno del Territorio del Rio Negro . . . . 17
IL CULTO DI MARIA SS. AUSILIATRICE: Il Santuario di Valdocco aggregato alla Basilica Vaticana - Pellegrinaggio spirituale - Grazie e graziati . 23
NOTIZIE VARIE - A Torino - In Italia: Macerata, Verona - All'Estero : Alicante, Buenos Aires, Nictheroy, Rosario 28
Necrologio e Cooperatori defunti 31
Benemeriti Cooperatori e Benemerite Cooperatrici,
L'ANNO teste decorso per più ragioni resterà memorando negli annali della Pia Società di S. Francesco di Sales, in primo luogo pei particolari benefizi onde in esso benignamente ci fu largo il Signore, in secondo luogo per la terribile prova alla quale piacque pure a Sua Divina Maestà di vederci sottoposti. Ma sì per l'uno che per l'altro motivo noi dobbiamo innalzare a Dio l'inno del più fervido ringraziamento. E poichè una breve rassegna tanto delle rose quanto delle spine incontrate sul nostro cammino nel 1907, gioverà non poco a destare nell'anima i migliori sentimenti di riconoscenza e di piena conformità alla volontà del Signore, credo bene, o benemeriti Cooperatori e zelanti Cooperatrici, di ricordarvi in proposito le cose più rilevanti.
Le benedizioni del Signore nel 1907.
Rammenterete come alla metà di aprile un grave terremoto devastasse una larga zona della Repubblica Messicana scuotendo dalle fondamenta anche il Collegio Salesiano della Capitale. Si era sulla mezzanotte. In un attimo caddero due parti del fabbricato contenenti le scale ed altre subirono contemporaneamente un tremendo sconquasso. Voi potete immaginare lo spavento e il parapiglia di quei 350 alunni, eppure non uno di loro o dei loro superiori ebbe a riportar lesione di sorta in tanto disastro; come precisamente si era già verificato anche nelle nostre Case del Chili, di S. Francisco di California e di Giamaica, visitate anteriormente dallo stesso flagello. E non vi par questo un pegno della particolare provvidenza del Signore a nostro riguardo, per cui dobbiamo essergli riconoscenti?
Sul finir dello stesso mese di aprile, in quell'illustre ed ospitale città delle Romagne che è Faenza, si tenne il III° Congresso degli Oratori festivi e delle Scuole di Religione. Non potete credere, o buoni Cooperatori e zelanti Cooperatrici, quanto abbia rallegrato il mio cuore quell'importante Convegno da noi promosso. Lo splendore che arrecò a quelle riunioni la presenza e la parola di Eminentissimi Cardinali e di vari Arcivescovi e Vescovi, la smagliante eloquenza con cui parlarono parecchi celebri oratori, il concorso di un gran numero di sacerdoti e lo zelo ammirabile onde erano animati tutti i Congressisti, mentre da un lato mi assicurarono che il Congresso avrebbe prodotto frutti consolanti, da un altro lato me lo fecero riguardare come una vera glorificazione del nostro amato D. Bosco. Infatti il vedere riconosciuta da tante illustri persone non solo l'opportunità ma la necessità degli Oratori Festivi, cioè di quell'opera colla quale D. Bosco incominciò il suo apostolato, l'udire proporci come mezzi efficacissimi per attirare i giovani « la ginnastica, lo sport, la drammatica e la musica » che già fin dai primi anni D. Bosco aveva introdotto nei suoi Oratori, quell'inculcare a nome dei S. Padre Pio X e dei Vescovi il dovere di preservare dall'errore la gioventù specialmente colle pratiche di pietà, coi catechismi e colle scuole di religione, appunto come sempre ci insegnava D. Bosco coll'esempio e colla parola: tutto ciò mi assicurò una volta di più
che il nostro Fondatore, avendo conosciuto intimamente i bisogni dei tempi e trovato il rimedio ai mali proprii della nostra età, fosse evidentemente ispirato e guidato da Dio. Oh! come io avrei goduto, se si fossero trovati presenti a quel caro Congresso tutti i nostri Cooperatori ! Certo essi ne avrebbero ricavato una stima sempre più grande del nostro Fondatore e uno zelo infaticabile nel lavorare a vantaggio della gioventù. Per cui, anche del buon esito di quelle adunanze, sia benedetto e cordialmente ringraziato il Signore.
Un altro motivo di ringraziare il Signore io lo vedo nell'entusiasmo destato in mezzo ai nostri giovani dal Cinquantenario della morte del pio alunno di D. Bosco, Domenico Savio. Fin nell' accennato Congresso di Faenza fu tanta la gioia che suscitò l'annunzio che la Rev.ma Curia Ecclesiastica di Torino aveva stabilito d'iniziare secondo le leggi canoniche il Processo informativo sulla vita, virtù e fama di santità del giovane Servo di Dio, che un voto di ringraziamento e di plauso, proposto per iniziativa del non mai bastantemente compianto Card. Domenico Svampa all'indirizzo dell'Eminentissimo Card. Richelmy Arcivescovo di Torino, fu accolto con applausi da tutta l'assemblea e subito coperto di circa 8oo firme! In vero il bene che ha compiuto e che va compiendo fra i giovani il sempre fresco olezzo delle eminenti e amabili virtù di Domenico Savio, mi affida con sicurezza che il Signore non tarderà a glorificare il suo umile Servo.
Dobbiamo poi sciogliere un ringraziamento speciale alla infinita bontà di Dio, per averci così presto concesso di salutare l' indimenticabile nostro Padre e Maestro col titolo di Venerabile! Il relativo decreto venne sancito dalla Sacra Congregazione dei Riti nell' adunanza del 23 luglio e sottoscritto dal Santo Padre il dì im mediatamente seguente, cioè il giorno 24 del mese, consecrato alla mensile commemorazione di Maria SS. Ausiliatrice nel suo Santuario. Accenno a questa particolarità, perchè penso che dobbiamo ritenere l'incominciata glorificazione di Don Bosco anche come un pegno di predilezione di Maria Santissima Ausiliatrice a nostro riguardo.
Non dirò come una sì lieta novella sia tornata gradita al mio cuore, perché voi stessi potete immaginarlo. Dirò invece, che la mia esultanza crebbe assai nel vedere che il lieto annunzio fu pure carissimo a voi; infatti molti me lo vollero benevolmente attestare con espressioni della più viva esultanza e a questi rinnovo dall'intimo del cuore i più sentiti ringraziamenti. Seppi pure con gioia che in più luoghi si celebrarono o si celebreranno per la stessa ragione solenni funzioni di ringraziamento, e non solo nelle nostre chiese o pubbliche' cappelle, ma anche in varie chiese cattedrali e metropolitane con intervento di eminenti e cospicui personaggi e di immenso concorso di popolo. Mi auguro che ovunque trovasi un certo nucleo di Cooperatori o Cooperatrici, non si tralasci siffatta funzione, per porgere sempre meglio al buon Dio le dovute azioni di grazie. Ove si credesse più opportuno o conveniente, il canto di quest'inno di ringraziamento potrebbe aver luogo in occasione della prossima conferenza che si terrà per la festa di S.. Francesco di Sales.
Le prove.
Dobbiamo pure fervidamente ringraziare il Signore per averci fatti degni di patire qualcosa pel suo santo Nome. Oh! sì, benemeriti Cooperatori e pie e zelanti Cooperatrici, anche per questa ragione dobbiamo elevare a Dio l'inno del ringraziamento.
Son note anche a voi le infami calunnie che nella scorsa estate si cercò di accumulare sul nome dei figli di
D. Bosco, le quali (con grave scandalo chi sa di quante anime!) trovarono un'eco fulminea in tutto il mondo. Noi ringraziamo ben di cuore il Signore che ci ha amorosamente confortati durante il fierissimo attacco e colla destra della sua potenza ha impedito che si realizzassero i malvagi intenti dei nemici del bene. Similmente serberemo la più profonda riconoscenza per quanti ci furono larghi di prezioso e soave conforto; e non potremo dimenticare giammai i molteplici attestati di benevolenza e di inalterata fiducia di un'intera città, nè l'aiuto prestatoci da valorosi giornali quotidiani ed anche dalla stampa locale; ma intanto non possiamo nascondere il vivo dolore che ci stringe il cuore.
Cadde presto, è vero, tutto l'infernale castello delle innominabili turpitudini, ma non risuonò ovunque così alta e leale la voce della verità e della doverosa ritrattazione, come già era risuonato forte e universalmente infamante il grido delle invereconde insinuazioni. Sento quindi il dovere di protestare altamente contro i denigratori e di adoperare ogni mezzo perché si faccia la luce e trionfi la giustizia. Giacché non si tratta soltanto o dell'onore di migliaia d'individui che hanno generosamente consacrato la vita ad un programma di carità, di sacrifizio e di riedificazione sociale ; ma si tratta altresì della sorte di tanta gioventù, la quale, ove si riuscisse ad ispirarle il menomo sospetto intorno a chi deve istruirla e dirigerla, cesserebbe di accorrere all'ombra benefica delle nostre istituzioni, o non ne trarrebbe quel frutto che sarebbe a desiderare.
V'ha di più. Voi non potete immaginare, o buoni Cooperatori, il male che tali calunnie hanno fatto all'Estero, specie fra tante Colonie di nostri connazionali, che all'ombra degli Istituti e delle Missioni Salesiane si sentivano orgogliosi di essere figli d'Italia. Non mancarono, è vero, nemmeno all'Estero comizi di protesta contro le vili diffamazioni; ma supponete che ove giunse l'eco di queste non arrivi ben chiara ed autorevole anche la voce della loro assoluta insussistenza, e ditemi se non ho ragione di accorarmi profondamente, non tanto per l'onta da noi ricevuta, quanto pel male che n'è derivato e ne deriverà al nome stesso della patria nostra e sopratutto alle anime. Quando ricordo le liete e festose accoglienze, descritte nelle lettere dei nostri Missionari, ripetutesi le mille volte all'apparire di uno di loro fra le disperse e lontane fattorie popolate di nostri connazionali unicamente per la gioia di potere in mezzo alla solitudine e fra i non rari disinganni della nuova patria attingere dal labbro di un sacerdote salesiano proprio compatriota i balsami soavi della Religione ed ogni miglior consiglio negli stessi affari temporali, e penso che là pure forse sarà arrivata l'eco delle voci calunniose ma non la voce della verità e della riparazione, credete proprio che mi sento piangere il cuore. Ma sia fatta la volontà di Dio ! t questo l'unico nostro rimpianto ; quanto a noi individualmente, vi posso assicurare, che noi ci sentiamo pieni di quella stessa spirituale allegrezza, ond'erano ricolmi gli Apostoli quando se ne tornavano dal Sinedrio, dopo di essere stati trovati degni di patir contumelie pel nome di Gesù Cristo.
Impariamo l
Ma fin d'ora non dev'essere senza nostro vantaggio l'onta che ci si voleva inflitta, per cui ecco la parola che debbo aggiungere : Impariamo!
Impariamo a conoscere che il sentiero che battiamo è una via santa, e che il bene, che la nostra Pia Società insieme colla vostra Pia Unione va incessantemente compiendo colla benedizione di Dio in mezzo alla gioventù, non dev'essere piccola cosa se valse a suscitare contro noi tanto livore per parte dei veri nemici della moralità e sopratutto della cristiana educazione della gioventù.
L'astuta tattica, sembra a me, ebbe in mira specialmente due cose : anzitutto a coprire di fango il nome salesiano per creare il discredito e formare il vuoto attorno a noi: in secondo luogo a paralizzare e a restringer per lo meno, ma fors'anche ad annientare se fosse possibile, la nostra attività e la nostra espansione.
Coll'aiuto di Dio e di Maria Santissima il primo tentativo fallì, tanto è vero che forse non si ebbero mai tante domande di ammissione nei nostri ospizi e in tutti i nostri istituti, come quest'anno. Tocca ora a noi, o benemeriti Cooperatori e zelanti Cooperatrici, il mandare a vuoto anche il secondo disegno.
Per parte dei Salesiani credo di potervi assicurare, che mai come adesso noi ci sentimmo così animati e risoluti a raddoppiare e intensificare le nostre cure ed alacrità a vantaggio dell'educazione e dell'istruzione religiosa di tanti giovanetti. Aiutateci voi pure in questo santo proposito, sia col continuarci il vostro appoggio morale e materiale, sia col procurare mercè l'azione vostra individuale di ripetere lo stesso bene nelle vostre famiglie ed anche nei vostri paesi. Se i Cooperatori Salesiani dall'attività dei figliuoli delle tenebre venissero ad imparare che, in questi miseri tempi di preoccupazione terrena e di cieco oblio degli eterni interessi, per riuscire ad opporre un argine sicuro contro la dilagante incredulità è necessario, come diceva D. Bosco, ché essi levino ben alto la fiaccola della loro fede operativa, tutto il male non sarebbe venuto per nuocere, che anzi maggiore verrebbe ad essere il bene che potremmo ricavarne coll'aiuto divino.
Opere proposte pel 1908.
Pertanto quali opere debbo proporvi in particolar maniera pel 19o8?
I. a) Diffondiamo la buona stampa.
Se consulto il vostro Regolamento, trovo ripetuto che ai Cooperatori Salesiani si propone la stessa messe della Pia Società di S. Francesco di Sales, e che uno dei loro principali doveri è quello di «opporre la buona stampa alla stampa irreligiosa, merce la diffusione di buoni libri, di Pagelle, foglietti, stampati di qualunque genere, in quei luoghi e fra quelle famiglie, cui paia prudente di farlo (1) ». Avendo negli ultimi mesi noi stessi toccato con mano il male incalcolabile che riesce a produrre la cattiva stampa, non credo di dover spendere molte parole per inculcarvi efficacemente questo dovere; mi limito pertanto ad accennarvi alcuni mezzi pratici per ben adempirlo.
Anzitutto non comprate mai alcun libro o giornale cattivo, o anche solo di cattivo spirito. Nè si dica che pochi soldi, od anche un soldo solo, non fan crescere gran che le finanze degli spacciatori. Questa non è una buona ragione ; pur troppo molti dicono così e intanto con un soldo dell'uno e con un soldo dell'altro i fautori della mala stampa proseguono a seminare rovine.
Inoltre chi ha il bisogno o il desiderio di leggere giornali, si associ esclusivamente ai buoni: anzi di questi procuriamo di moltiplicare gli abbonamenti. Se le finanze a taluno non permettono la intera spesa dell'associazione, si cerchino persone di propria conoscenza per condividerla. Letto poi il buon giornale, non distruggetelo, ma fatelo circolare gratuitamente ad altre persone, sopratutto nei luoghi di convegno e nelle famiglie dove credete che possa tornar vantaggioso. Similmente trovandovi in viaggio, alle stazioni e ai chioschi domandate sempre e solo il giornale buono, e in mancanza di questo non chiedetene nessun altro. Gli stessi capi di amministrazione, gli industriali, gli uomini di affari, e tutti quelli che hanno bisogno della réclame, preferiscano sempre i giornali buoni; e gli stessi esercenti di alberghi, trattorie e simili, non introducano nei loro stabilimenti che giornali onesti e di buono spirito.
Riguardo poi ai libri e specialmente alle pubblicazioni periodiche - tra le quali vi raccomando le nostre, ad es. le Letture Cattoliche, tanto care al venerato nostro Padre D. Bosco, i Foglietti,
Settimanali Per la gioventù e le Letture Amene ed Educative di Torino, il Don Bosco di Milano, l'Ars et Charitas di Firenze, l'Amico della Gioventù di Catania, la Collana delle Letture Drammatiche ed il Gymnasium di Roma - ogni padre e madre di famiglia, ogni capo d'istituto o di comunità sappia mettere in serbo annualmente qualche moneta per procurarsi l'abbonamento a qualche buon periodico settimanale o mensile, allo scopo di avere regolarmente un buon fascicolo da leggere e far leggere ai propri dipendenti.
Raccomando poi a tutti caldamente di leggere e di far leggere il nostro
Bollettino Salesiano. Credete, o benemeriti Cooperatori e zelanti Cooperatrici, questa lettura può bandire da molte famiglie la lettura di libri e fogli pericolosi, rassodarne i membri nella fede, infiammarli alla virtù e renderli ognor più forti contro i continui assalti dei nemici di Dio e della Religione_
b) Salviamo la gioventù.
In secondo luogo io trovo nel Regolamento che il fine Principale dei Cooperatori è « la vita attiva nell'esercizio della carità verso il prossimo e specialmente verso la gioventù pericolante ».
Quante insidie in vero circondano i n questi miseri tempi l'incauta gioventù! Se, come diceva in una sua lettera il S. Padre Pio X gloriosamente regnante, « pel mal seme contratto dalla prima colpa, l'educazione è un'opera così ardua che, anche senza ostacoli, anche col concorso di tutti, difficilmente arriva a un buon successo » come potrà un giovane abbandonato a sè e in mezzo ai mille pericoli che lo circondano, non dirò « arrivare alle sublimi e difficili altezze della virtù e della perfezione cristiana » ma conservarsi e crescere onesto, laborioso e di ben temprato carattere?
Quindi la seconda cosa che vi raccomando è questa di aver la più gelosa cura di quei giovani e di quelle giovanette su cui dovete o potete esercitare la vostra vigilanza.
Procurate che crescano morigerati e pii, vegliando sulle loro letture nonchè sulle compagnie e sui luoghi che frequentano animandoli col vostro esempio all'adempimento di tutti i doveri religiosi, e adoperandovi in tutte guise affìnchè abbiano a ricevere la necessaria istruzione religiosa. Più facilmente voi potrete adempiere un tanto dovere, se, ove esiste, procurerete che i vostri figliuoli frequentino l'Oratorio festivo , il quale colle sue scuole e speciali sezioni, massime nelle popolose città e nei grossi centri commerciali, è oggi l'unica àncora di salvezza di tanta gioventù.
Ecco quello che io vorrei che diligentemente procurasse di fare ognuno di voi. E vorrei anche, lasciatemelo dire, che queste raccomandazioni indirizzate a tutti in generale, ognuno le considerasse come scritte a lui in particolare, anzi come dette proprio a lui per renderlo un attivo e zelante Cooperatore.
Collettivamente poi, cioè alla vostra azione collettiva e generale, caldamente raccomando queste altre proposte.
II.
a) Festeggiamo il Giubileo del S. Padre.
In primo luogo insisto pel nostro solenne Omaggio al S. Padre Pio X nel suo giubileo Sacerdotale. Il 19 setsembre 1858 un giovane levita - che la Divina Provvidenza destinava a salire tutti i gradi dell'ecclesiastica gerarchia - celebrava la 1a Messa in Riese, sua terra natale. Quel novello sacerdote era Don Giuseppe Sarto, oggi Sua Santità Papa Pio X, per cui tutto il mondo cattolico si accinge ad una molteplice manifestazione di solenne e figliale esultanza nella ricorrenza cinquantenaria di quella data faustissima. Noi, fedeli agli insegnamenti di Don Bosco, non volendo rimanere gli ultimi in così nobile gara ci siamo proposti, come vi dissi in altra mia, di offrire compiuto al Santo Padre - entro l'anno del suo auspicatissimo Giubileo Sacerdotale - un gran tempio in Roma. Il nuovo tempio, veramente grandioso ed imponente, sorge nel mezzo di quel nuovo e popoloso quartiere che è il Testaccio, all'estremo lembo dell'eterna città verso Porta S. Paolo, tuttora sprovvisto di chiesa ; e verrà dedicato a S. Maria Liberatrice o Sancta Maria libera nos a poenis inferni, avrà cioè uno dei titoli più gloriosi che vanti la storia del culto di Maria SS. nella Metropoli del Cattolicismo, come quello che si collega colle memorie della chiesa di S. Maria Antiqua, recentemente scoperta al Foro Romano (cioè alla prima e più antica chiesa dedicata alla Beata Vergine in Roma) ; poichè appunto sopra di S. Maria Antiqua era stata edificata la demolita Chiesa di Santa Maria Liberatrice.
Ma per ultimare la nuova chiesa nel termine proposto, è assolutamente necessario che tutti mi veniate in soccorso prontamente. Questa è la viva preghiera che rivolgo a ciascuno di voi, mentre porgo i più sentiti ringraziamenti ai pochi che già risposero al mio primo Appello. Deh! non manchiamo, o zelanti Cooperatori, di dare una così cara consolazione al S. Padre, che tanto ci ama.
b) Soccorriamo le Missioni.
In secondo luogo vi raccomando le nostre Missioni.
Come avrete rilevato dal Bollettino, queste colla grazia di Dio vanno ognor dilatandosi; ma promovendone lo sviluppo, è necessario sobbarcarsi ai conseguenti sacrifizi. È vero che qualcuno mi potrebbe dire di frenare per qualche tempo anche in questo campo una così larga espansione. Che volete che risponda, o benemeriti Cooperatori? So quanto stava a cuore al Venerabile D. Bosco quest'opera santa ; e anch'io al vedere nell'America, nell'Africa, nell'Asia e nell'Australia tanti milioni di creature ragionevoli tuttora sepolte nelle tenebre dell'errore che aspettano da tanti secoli gli Operai Evangelici per avere la luce della verità e conoscere quella strada che conduce a salvamento, mi sento profondamente commosso e non ho cuore di lasciare incolta per altro tempo la copiosissima messe che da tutte parti ci si presenta. Temerei di mancar di fiducia nella Provvidenza Divina e nella vostra esperimentata carità, se dall'urgenza e dalia santità dell'impresa non traessi il coraggio per affrontare nuove spese, pur di affrettare la salvezza di altre anime.
Per l'anno nuovo particolarmente propongo alla vostra carità le Misssioni del Matto Grosso e dell'Equatore.
Tra i Bororos del Matto Grosso non abbiamo ancor sistemata del tutto l'apertura della terza Colonia di S. Giuseppe e l'Ispettore di quelle Missioni mi chiede di venirgli in aiuto per una quarta fondazione nel cuore delle foreste. Mi consta che il numero dei selvaggi, che in un'ultima esplorazione dei nostri Missionari per bocca dei loro capi dissero di essere disposti alla civilizzazione, sono in numero assai rilevante. Si vede che la buona f ama di ciò che compiono i nostri valorosi confratelli nelle tre Colonie già esistenti si va felicemente diffondendo in mezzo a quelle foreste. Orbene, ditemi voi, come potrei senza tema di ostacolare i disegni di Dio, negare il consenso all'impianto di una quarta Colonia?
Similmente non possiamo tardar di più a sobbarcarci a nuovi sacrifizi per la missione tra i Jivaros dell'Equatore. Il bene che si è là raccolto è già notevole, ma finora esso rimase quasi interamente circoscritto ai dintorni di Gualaquiza. È mio desiderio invece, che anche in mezzo a quegli indii feroci si abbiano dapprima ad effettuare regolarmente frequenti escursioni apostoliche e poi a fondare colonie. A tal uopo abbiamo stabilito che la casa di Cuenca sia come la Casa di provvedimento per quelle Missioni e, per ora, la principal residenza di quei Missionari. Di là in vero sarà più facile provvedere direttamente ai bisogni della residenza di Gualaquiza ed organizzare convenientemente i periodi delle ideate escursioni.
Ma per continuare questo movimento e venir presto, com'è desiderio, alla formazione di qualche Colonia, è necessario che i caritatevoli nostri Cooperatori sparsi in tutto il mondo faccian propri i bisogni e gli interessi di quella poverissima Missione.
c) Continuiamo le opere iniziate.
Finalmente non posso far a meno di ripetervi anche quest'anno che abbiamo estremo bisogno della vostra carità per continuare quel po' di bene che si è fatto fin qui. Voi pur sapete che dobbiamo provvedere ricovero , vitto e vestito a più migliaia di orfanelli, i quali senza di questo aiuto languirebbero nella più squallida miseria, perche privi di parenti, o perchè abbandonati. Dobbiamo provvedere a questi e a tanti altri giovani la necessaria istruzione ed educazione, avviando gli uni allo studio delle lettere, gli altri all'apprendimento di un mestiere in modo che divengano capaci di provvedersi un onesto sostentamento. Contemporaneamente dobbiamo provvedere alla formazione di nuovi maestri, assistenti, professori e missionari, per coprire i vuoti che la morte va facendo anche nelle nostre file e far fronte al crescente sviluppo delle Opere già esistenti. Dobbiam anche provvedere al mantenimento assai dispendioso delle nostre case, all'arredamento delle nostre aule scolastiche, alla fornitura delle varie scuole professionali, e al regolare funzionamento di tanti Oratori festivi. Dobbiamo eziandio condurre a compimento la costruzione di tante case del Signore, iniziate in tutte parti perchè di estrema necessità, che eppure nell'anno passato non fu possibile spingere innanzi per assoluta mancanza di mezzi. Come vedete, o benemeriti Cooperatori e benemerite Cooperatrici, i nostri bisogni non solo sono permanenti, ma, di anno in anno, per l'ampliamento dell'Opera si van facendo tanto più gravi che non sapremmo in vero come fare, se non aumentasse anche la vostra carità.
Opere compiute nel 1907.
Passando ora, secondo il consueto degli altri anni, a farvi un breve resoconto delle varie opere compiute nel 1907, debbo accennarvi anzitutto, come v'inculcava testè, che le vostre elemosine ci hanno aiutato a far fronte ai quotidiani bisogni. Se soggiungessi che esse sono state a questi inferiori, forse la mia parola parrebbe ingrata e irriverente, eppure, mi duole assai il dirlo, le nostre condizioni finanziarie che speravamo avessero a ricevere un po' di sollievo hanno piuttosto subito un aggravamento. Ciò dovrà forse ritenersi come un triste effetto delle calunniose voci, propalate, ma anche per questo ci sentiamo maggiormente grati verso quelli che ci hanno conservato e continuato la loro benevolenza.
Nonostante le accennate strettezze e la non meno grave scarsità di personale, unicamente per antecedenti impegni che non abbiamo potuto in alcun modo ritirare, abbiam anche posto mano a nuove fondazioni.
In ITALIA, merce la generosa carità cristiana di un'esimia cooperatrice, la Nobil Donna Francesca Negrone nata Manara, abbiamo aperto a Vigevano un istituto per poveri orfanelli. A Ravenna, grazie allo zelo di quell'Eccellentissimo Arcivescovo Mons. Pasquale Morganti e la generosità dell'illustre signora Brandolini, si è pure iniziato un nuovo istituto per giovani artigiani.
A Modica, in Sicilia, chiamati dalla bontà di Sua Eccellenza Mons. Giovanni Blandini, Vescovo di Noto, abbian potuto aprire un oratorio festivo.
Anche all'ESTERO abbiamo aperto varie nuove case. A Ruckenstein presso Radna, nella Carniola (Austria), si è fondato un collegio per la formazione del Personale; a Przemysl in Galizia si è aperto un Oratorio Festivo; presso Alicante nella Spagna un Istituto per l'Opera dei Figli di Maria Ausiliatrice per le vocazioni degli adulti allo stato ecclesiastico; a Giaffa in Palestina abbiamo accettato una nuova Scuola Italiana, affidataci dall'Associazione Nazionale per soccorrere i Missionari Cattolici Italiani.
Anche in AMERICA si ebbero delle nuove fondazioni. A Cartago nella Re pubblica di Costarica si è istituita una Colonia Agricola con alcune scuole di arti e mestieri; a Panama nel Centro America abbiamo accettato l'ufficiatura della parrocchia di S. Michele, presso la quale si è già inaugurato l'Oratorio festivo e si desidera aprir anche un istituto d'arti e mestieri ; similmente si sono aperti nuovi oratori festivi presso case già esistenti, ad esempio a Nictheroy nel Brasile e a Santiago nel Chilì.
Finalmente abbiamo anche dovuto allestire una nuova casa a Ramsey, negli Stati Uniti del Nord America, per la formazione di apposito personale, all'unico scopo di poter iniziare in seguito nuove opere a vantaggio dei tanti immigrati in quella vastissima Confederazione.
Per gli Emigrati.
A questo proposito mi piace di manifestarvi il determinato disegno di sviluppare e moltiplicare, nei limiti delle nostre forze, ogni opera di assistenza a favore di tutti coloro che per necessità o per convenienza sono indotti o allettati a mutare le terre natie con lidi stranieri.
Contando ora la Pia Società Salesiana vari membri appartenenti a molte differenti nazioni, ci sarebbe ornai più facile, ove non ci difettassero i mezzi, il poter istituire in più parti segretariati ed altre opere di assistenza per gli emigrati delle varie nazioni, come si è fatto fin qui con felice successo per gli Emigrati Italiani. Come i nostri Sacerdoti italiani si interessano all'estero dei loro connazionali, così sarebbe mio vivo desiderio che alcuni Salesiani di altre nazioni si consacrassero anche, specie ove maggiore è il bisogno, all'assistenza dei loro propri connazionali dimoranti all'estero. Quello che si va già facendo a Buenos Aires per mezzo di quel nostro Segretariato a favore di tutti gli emigrati europei, quello che si compie da varii anni ad Oakland in California per gli emigrati portoghesi, a Londra per gli emigrati polacchi, desidererei vivamente che si potesse effettuare su più larga scala, massime nei porti più frequentati e nelle città più importanti, a vantaggio e conforto di tanti altri emigrati di qualunqne nazione.
Aiutateci voi, cari Cooperatori, eziandio colle preghiere; perchè noi anche per questa parte, appena ci sarà possibile, procureremo di non venir meno alla benevolenza che ornai si è universalmente conquistata l'Opera di D. Bosco.
Conclusione.
Ed ora pongo termine a questa lettera, come faceva il Venerabile nostro Fondatore, col ringraziarvi di tutto cuore del valido appoggio che con tanta generosità ci avete prestato fin qui.
Ve ne ringrazio a nome di tanti giovanetti dei nostri Ospizi a cui provvedete pane e vestito; ve ne ringrazio a nome dei nostri Missionari, che con tanto slancio voi soccorrete nelle loro fatiche apostoliche; ve ne ringrazio a nome di tante anime, nelle nostre scuole, nelle nostre chiese, nei nostri Oratori, istruite, salvate dai pericoli, e indirizzate sulla via della virtù e della salute.
Dal canto mio vi assicuro che ogni giorno, insieme coi giovanetti da voi beneficati, innalzerò preghiere a Dio, che vi conceda, per la vostra carità, il centuplo da Lui promesso in questa vita, e in fine dei vostri giorni il premio dei giusti in Cielo.
Intanto augurando che l'anno nascente scorra per ciascun di voi felice, ho il bene di professarmi con profonda gratitudine,
Di Voi, benemeriti Cooperatori e benemerite Cooperatrici,
Obbl.mo Servitore
ANCHE l'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice potè nell'anno 19o7, con la grazia di Dio, allargare assai considerevolmente il già vastissimo campo dell'azione sua provvidenziale.
Pur tacendo delle opere sviluppatesi nelle Case già esistenti e del bel numero di Suore inviato in più spedizioni in America, è assai eloquente il semplice elenco delle nuove Fondazioni.
Accenniamo anzitutto all'assunta direzione di nuovi Convitti per operaie a COGNO, BUSTO ARSIZIO, OMEGNA, R0ssIGLIONE, MONTEBELLUNO ed ORBASSANO, opere queste di massima considerazione per chi conosce la vita che il più delle volte debbono condurre le giovanette operaie, costrette assai spesso ad accorrere molto di lontano a qualche stabilimento industriale. L'avere un asilo e un letto ospitale e il vivere regolarmente sotto la materna sorveglianza delle Suore, è per tante fanciulle una vera riabilitazione o preservazione morale, con quanto vantaggio delle loro anime e delle loro stesse famiglie è facile comprendere.
Le Suore di Maria Ausiliatrice, pur dedicandosi così largamente all'assistenza delle giovani operaie, non trascurarono l'infanzia e le scuole. A quésto fine apersero una Casa a POTENZA, ove erano state chiamate fin dal 1902 da quel zelantissimo Vescovo, che è Mons. Monterisi ; - a Rio MARINA, nell'Isola d'Elba, per le vive istanze ed i buoni uffici di quel rev.mo parroco istituirono un Educandato con scuole private ed Oratorio festivo; - a SANTULUSSURGIU, in Sardegna, invitate da S. E. Rev.ma Mons. Vinati e pressate dalle insistenze di quei buoni Cooperatori specie dall'ottimo sig. Presidente Dott. G. B. Manca, apersero un asilo d'infanzia; - e un altro asilo d'infanzia con Oratorio Festivo venne da loro aperto a S. STEFANO DI MAGRA, chiamate dal benemerito sig. Domenico Tivoli d'accordo col rev.mo Parroco locale. Così pure ad assecondare lo zelo di due ottime Cooperatrici, la signorina Nina Braga e l'ottima sua cugina Amabile desiderose di promuovere l'educazione religiosa e morale delle fanciulle, fondarono una nuova casa a FORNACI (Brescia); - un'altra ne apersero allo stesso fine a PALAGONíA, in provincia di Catania, dietro le istanze dell'egregio signor Blandini, degnissimo fratello di Sua Eccellenza Mons. Vescovo di Noto ; - e apersero pure un asilo e scuole a VIGONovo e un altro asilo d'infanzia a BOSCHETTO. Finalmente in GIAROLE, provincia di Alessandria, e in RENATE, provincìa di Milano, persuase di poter compiere egualmente un po' di bene accettarono l'incarico delle Scuole Comunali.
Come si vede il 1907 segnò un grado di espansione assai considerevole fra le buone e zelanti Figlie di Maria Ausiliatrice : e noi, mentre ne godiamo poichè essendo divenuto più vasto il campo sarà anche più copiosa la messe che esse potranno raccogliere, dal fondo dell'anima ne rendiamo grazie al Signore che si degna di prosperare così visibilmente quest'altro ramo dell'Opera di Don Bosco.
IL rev.mo sig. D. Rua nella lettera che riportiamo in questo numero accenna alle voci calunniose che ebbero un'eco dannosa anche all'Estero, specie fra i nostri connazionali. Per sentimento di riconoscenza ci piace riferire testualmente alcuni periodi del sig. G. Fransos che in vari numeri della gazzetta settimanale L'Imparziale, che si pubblica in italiano a Joannesburg, l'importante città del Transvaal ricca di miniere, egli dedica ad un emigrato italiano.
Il 3 ottobre u. s. da Simmer et Jach G. M. C. egli scriveva:
« La voglio togliere dall'ignoranza anche in quello che riguarda i Salesiani affinché altra volta non ne dica più di così marchiane.
» Non fu il Sales francese, ma il prete Giovanni Bosco di Castelnuovo d'Asti in Piemonte che nel 1847 in Torino mosso dalla grande miseria e dalle tristi condizioni di alcuni giovanetti cominciò a provvedere loro il necessario per l'educazione e per il vitto quotidiano!...
» Oggi gl'istituti salesiani di Torino, Milano, Roma, Bologna, Firenze, Parma, ecc. dànno alla patria nostra provetti artisti e cittadini istruiti ed educati.
» In tutta l'America, e in quella del Sud specialmente, i Salesiani compiono in vero un'opera di affratellamento degli emigrati italiani. Essi hanno si può dire civilizzato la Patagonia e la Terra del Fuoco senza colpo sparare (sic), ed in quei luoghi, come dalla Palestina all'India, a Macao, a Cape Town ed a Mozambico, negli istituti Salesiani si continua l'opera di D. Bosco diffondendo la civiltà, l'istruzione e la buona educazione con la buona fama del nome italiano.... »
E il 21 ottobre da Germiston replicava:
« L'insinuazione sua riguardante i Salesiani è un po' troppo bassa, mi lasci che glie lo dica... I Salesiani sono un'istituzione italiana e che fa onore alla patria nostra in tutto il mondo. Prego! non si faccia lei pure denigratore dei connazionali! »
Il sig. Giuseppe Fransos è un bravo piemontese, cooperatore salesiano ed onesto operaio nel Transvaal.
(1) Vedi Bollettino di dicembre u. s. - A rendere più attraenti questi brevi relazioni, abbiam pensato d'innestarvi qua e là qualche opportuno ricordo della vita dell'indimenticabile nostro Fondatore.
TORINO-VALDOCCO. - L'8 dicembre nel Santuario di Maria Ausiliatrice! Più che in qualsivoglia altro tempio, anche più ricco, più vasto e venerando, era doveroso che s'intonasse sotto le volte di questo Santuario l'inno del ringraziamento; in vero come questo tempio rimarrà uno dei maggiori monumenti dello zelo operoso e della mirabile fede di D. Bosco, così è già per esso un titolo di gloria nuova e singolare il poter dire Questo Santuario è stato innalzato da un Venerabile! Similmente più elle, in qualunque altro giorno era conveniente che quest'inno si sciogliesse l'8 dicembre! il giorno doppiamente memorando, sia per le benedizioni della Vergine su D. Bosco e sull'Opera sua a cominciare fin dall'8 dicembre del 1811, sia per le tenere manifestazioni di riconoscenza alla Vergine per parte del Venerabile. Infatti, è bene rilevarlo, è precisamente quell'umile e venerando sacerdote elle già vecchio e cadente, fra gli sguardi di tutto un popolo commosso, si trascinava ancora una volta la sera dell'8 dicembre 1886 a quel sacro altare per impartire la benedizione col SS.mo Sacramento, che è stato dichiarato Venerabile!... Dopo le funzioni egli radunava in quella medesima sera tutti i Salesiani nel coro di questo stesso Santuario e diceva loro: «Innalziamo il cantico della riconoscenza a Maria Immacolata ! Pensate, o miei cari figli, quello che era l'opera di D. Bosco l'8 dicembre 1841 e guardate quale è oggi ! Chi ci ha tanto benedetti? La Madonna!... L'8 dicembre fu e sarà sempre un giorno di speciali benedizioni per l'opera Salesiana ! » Ebbene in questo dì benedetto noi pure alziamo al ciclo il voto più fervente: - Maria Santissima ci conceda di veder presto onorato sugli altari il nostro Venerabile Fondatore!
Questi furono i pensieri che svolse dopo i vespri solenni il nostro confratello D. Stefano Trione ad un'imponente accolta di ogni ceto di persone, ecclesiastici, nobili e popolani, che gremivano il vasto tempio di Maria Ausiliatrice.
Terminato il discorso, si avanzò all'altare in abiti pontificali Sua Em.za Rev.ma il sig. Card. Agostino Richelmy, nostro venerato Arcivescovo. Precedevano l'Em.mo Porporato due lunghissime file di giovani, chierici e sacerdoti, recanti torce accese, e chiudevano l'imponente corteo due altre file di laici anch'essi con torce ardenti. Nel mezzo del Santuario aggiungevano lustro all'imponente cerimonia numerose rappresentanze delle Associazioni Cattoliche della città, di cui ben 22 con bandiera.
Il Santuario, parato a festa cogli stessi drappi della solennità dell'Incoronazione di Maria SS.rna Ausiliatrice e splendidamente illuminato, presentava un colpo d'occhio stupendo. L'altare era avvolto in un mare di luce.
Esposto il S.mo Sacramento, mentre le campane del Santuario suonavano a gloria, l'Em.mo intonò il Te Deum." Il canto fu proseguito da oltre ottocento voci secondo la notazione gregoriana della nuova edizione pontificale. L'effetto è stupendo : un fremito di commozione invade tutti i presenti, molti dei quali, nel ricevere la benedizione impartita dall'Eminentissimo Principe, ripensavano ancora, attese le vive ricordanze rievocate dall'efficace oratore, alle ultime volte che a quel medesimo altare officiava lo stesso Venerabile.
A corona di tanta festa si tenne nel teatrino una breve accademia in onore della Celeste Ispiratrice di D. Bosco, e nell'interno dell'Oratorio si svolse una bella illuminazione.
BARRANQUILLA Colombia - Si cantò un solenne Te Deun nella chiesa di S. Rocco il 29 ottobre. Per la circostanzia l'ispettore don Antonio Aime tenne una conferenza ai cooperatori, e il giornale El Progresso, dandone conto, univasi con espressioni piene di grande benevolenza alla nostra letizia.
CHIERI - All'Istituto S. Teresa il giorno dell'Immacolata. - Durante la novena le giovani dell'Oratorio accorsero numerosissime ai SS. Sacramenti e ad ascoltare la parola di Dio, predicata dal rev.mo Can. D. G. Chiaffrino, Economo del Seminario.
La mattina dell'8 dicembre in numero di 5oo si accostarono alla S. Comunione, e nel pomeriggio con largo intervento di Cooperatori e Cooperatrici, dopo il discorso del sullodato sig. Canonico, intonarono e proseguirono il canto del Te
Deum con uno slancio che commosse.
Dopo le funzioni ebbe luogo l'Accademia-omaggio, presieduta da numeroso Clero con a capo il rev.mo sig. Arciprete del Duomo Can. Cav. Don Giovanni Rho, la quale si svolse tra l'ammirazione e l'esultanza di sceltissimo pubblico.
GIAVENO. - Presenti molti del Clero, numerose signore ed altre distinte persone, il giorno 12 dicembre nell'Educatorio Maria Ausiliatrice tenevasi un'accademia musico-letteraria, dedicata all'Immacolata ed alla memoria di D. Bosco. Numerose le educande che si distinsero nella declamazione di eleganti componimenti e nell'interpretazione di scelti pezzi musicali, comprovando il loro affetto alla Madonna e a D. Bosco, e la serietà con cui vengono educate. Nella domenica precedente, cioè il giorno stesso dell'Immacolata, si era svolta la funzione religiosa col canto solenne del Te Deum non solo nell'Educatorio suddetto, ma anche nel vicino Oratorio festivo.
Registriamo con gioia queste affettuose dimostrazioni di giubilo che si svolsero in Giaveno, pensando all'affetto che anche il nostro Venerabile Fondatore nutrì per quella gentile città, ove nei primi tempi del suo apostolato condusse più volte in spirituale ritiro i suoi più cari alunni, precisamente in quel vetusto Seminario che in seguito fu pur campo del suo fervido zelo. Infatti (ci sia lecito un breve ricordo) nel luglio del 186o il rev.mo Can. Vogliotti, Pro-Vicario Generale, a nome dell'Arcivescovo Mons. Fransoni esule a Lione, invitava D. Bosco ad assumere la direzione di quel Seminario, ove l'anno scolastico 1859-6o si chiudeva con pochissimi alunni ; e D. Bosco si mostrò subito pronto a voler cooperare anche in quel modo al bene dell'Archidiocesi. In merito appunto a tali trattative il Provicario Vogliotti e il Teol. Innocenzo Arduino Can. Prevosto di Giaveno furono in persona all'Oratorio per supplicarlo colle più commoventi ragioni ad affrettarsi a soccorrere quell'Istituto, e D. Bosco accettò, riserbando per sè l'alta direzione del Seminario, proponendo a Rettore interno il sac. D. Grassino Giovanni viceparroco a Cavallermaggiore che aveva dimorato sei mesi nell'Oratorio e conosceva il suo metodo di educazione, e inviandovi non solo vari chierici appartenenti alla nascente Società Salesiana che vi facessero da maestri ed assistenti, ma fornendolo anche degli stessi alunni. Egli aveva presentato e il Provicario aveva fatto stampare e diramare a tutti i parroci dell'Archidiocesi il programma per l'anno scolastico 186o-61, ma dopo venti giorni che era stato diffuso non si aveva alcuna dimanda. Che fare? Avendo centinaia di richieste per ammissione di giovanetti nell'Oratorio, il Venerabile decise di mandarne un bel numero al Seminario di Giaveno, assicurando i parenti che vi si sarebbe seguito lo stesso metodo di educazione che all'Oratorio e scegliendo i più agiati sicchè tutti pagavano l'intiera pensione, con non leggero scapito delle nostre povere finanze. La prima squadra inviata dall'Oratorio a Giaveno fu di 22 giovani, e in seguito, per varie settimane, ve ne vennero accompagnati ora 15, ora 20, ora 30 per volta; sicchè alla fine di novembre il numero degli allievi era di 11o e al fine dell'anno scolastico di 15o. I corsi si apersero pel tempo stabilito, cioè il 4 novembre, cominciando a regnarvi perfetta disciplina, moralità, studio e religione. Fu questo il primo esperimento del suo sistema di educazione fatto da D. Bosco fuori di Torino. Il ch. Giovanni Cagliero (oggi Arcivescovo tit. di Sebaste) da lui mandato sul finir di novembre a, visitare ufficialmente il piccolo Seminario, dopo aver esaminato ogni cosa, ne fece un rapporto il più consolante. Il Vicario Generale, il Provicario, i Canonici del Duomo di Torino, il Clero della parrocchia di Giaveno, il paese intero ne erano meravigliati. Non bastavano le parole per levare alle stelle D. Bosco! Il prevosto Arduino, che, nonostante la stima che aveva di D. Bosco, aveva giudicato così difficile una ristorazione completa del piccolo Seminario da ripetere che, se D. Bosco fosse riuscito a portare a 5o il numero degli alunni, ne avrebbe fatto collocare il ritratto tra quelli dei più insigni benefattori del Seminario e di Giaveno, vedendo come l'evento avesse superato la sua e l'altrui aspettazione, esclamò: Non solo un ritratto ma una statua si deve a D. Bosco! Anche il Can. Vogliotti fu a visitare il Seminario essendo già l'anno inoltrato e fu contento e stupito di quella ristorazione, e vedendo schierati in cortile l'altalena, il passo volante, le parallele e altri attrezzi di ginnastica: « Si vede, disse, che qui è entrato D. Bosco ! » Anche D. Bosco, in quell'anno 186o-61, in qualità di superiore fece due visite agli alunni di quel piccolo Seminario, che poteva a buon diritto chiamare suoi figli, ricevendovi le accoglienze che meritava un padre amatissimo. Quelle visite furono veri trionfi. Il Venerabile predicò, parlò ai giovani dopo le orazioni della sera, e essendosi in ambedue le circostanze compiuto l'Esercizio della buona morte, fu circondato con tenerezza figliale da tutti gli alunni che da lui volevano un buon consiglio. Così pure sul finir d'ottobre del 1861, per opera di D. Bosco, come ricordano ancora varii chierici inviati da lui alla ristorazione di quel piccolo Seminario, gli alunni erano 216, e, nei mesi seguenti, salirono fino a 24o. D. Bosco, in seguito, lieto di vederlo prosperare, si ritirò da ogni ingerenza da quel pio Istituto che poi continuò ad essere oggetto delle più amorevoli cure di tutti gli Arcivescovi di Torino.
Abbiam voluto ricordare la memoria di questo fatto, unicamente per dare ai nostri lettori una prova di più dello zelo sacerdotale del Venerabile nostro Fondatore e per far comprendere ai buoni Cooperatori di Giaveno la viva soddisfazione che proviamo nel registrare l'esultanza che destava, anche fra loro la proclamazione della Venerabilità di D. Bosco.
LA PAZ (Bolivia). - Festa solenne l'8 settembre u. s. L'accademia in onore del nuovo Venerabile, grazie alla presenza dei principali amici e benefattori di quell'Istitto Salesiano, riuscì veramente degna della circostanza.
NIZZA MONFERRATO. - Nella casa madre delle Figlie di Maria SS. Ausiliatrice, acquistata l'anno 1878 da D. Bosco e da lui stesso scelta a nuova sede del religioso Istituto che era sorto pochi anni prima a Mornese, il dì stabilito per la manifestazione della più pura esultanza per l'incominciata glorificazione del Venerabile Fondatore fu il 15 dicembre, ottava dell'Immacolata Concezione. La data fu resa più solenne dall'inaugurazione dei radicali restauri e della splendida decorazione della Chiesa dell'Istituto, nonchè del nuovo organo. Le sacre funzioni furono accompagnate da scelta musica ed onorate dall'intervento di Sua Ecc. Rev.ma Mons. Disma Marchese, Vescovo di Acqui e Principe del S. Romano Impero, e del nostro veneratissimo Superiore D. Rua.
Nel pomeriggio, dopo il canto del Te Deum e la benedizione col SS.mo Sacramento, vi fu una brillante accademia. Le valorose alunne delle annesse scuole elementari, complementari e normali, fecero prodigi. Disse il discorso, interrotto da frequenti applausi, l'egregio avv. E. Martina il quale lumeggiò splendidamente l'opera esplicata dal Venerabile per mezzo dell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice.
RIVA di CHIERI - Anche nella Chiesa Parrocchiale di questo ameno paese, patria di Savio Domenico, il giorno dell'Immacolata si rese gloria a Dio per la dichiarazione di Don Bosco a Venerabile.
Dopo i Vespri, il rev.mo Teol. Giacomelli nel tessere con affascinante parola le lodi di Maria conchiudeva accennando alle opere di Don Bosco iniziate appunto l'8 dicembre ed invitava tutti a cantare un solenne Te Deum innanzi a Gesù Sacramentato.
Allo zelante Clero di Riva la nostra sincera, riconoscenza !
RODEO DEL MEDIO (Republica Argentina). -- Il 9 settembre; con intervento di Sua Ecc. Rev. Mons. Marcellino del Carmelo Benavente, Vescovo di Cuyo, il quale celebrò la messa distribuendo la S. Comunione a molti cooperatori salesiani. Alla sera, presente Sua Eccellenza, accademia musicoletteraria e a notte illuminazione e fuochi artificiali.
SAMPIERDARENA. - Qui pure fu scelto assai opportunamente per l'imponente funzione di ringraziamento il giorno 8 dicembre. Al canto del Te Deum nella Parrocchia di S. Gaetano seguì la Benedizione col SS.mo Sacramento impartita dal rev.mo Mons. Francesco Olcese, Protonotario Apostolico ed arciprete della città. Anche nel teatrino dell'Ospizio S. Vincenzo de' Paoli, alla presenza di un'eletta schiera di egregie persone fra cui molti parroci e sacerdoti, una rappresentanza del Collegio delle Scuole Pie di Cornigliano e diversi Consiglieri Comunali, si tenne la commemorazione civile. Pronunziò un dotto discorso l'attuale Ispettore delle Case Salesiane della Liguria e Toscana dott. D. Tommaso Laureri sul Sistema educativo di Don Bosco; cui tennero dietro prose e poesie e canti in un insieme assai grazioso ed applaudito. Negl'intermezzi vennero distribuiti menzioni e premi ai migliori tra gli alunni studenti ed artigiani dell'anno scolastico 19o6-07. Infine, inneggiando a D. Bosco, dissero brevi parole alcuni degli intervenuti alla festa ed un antico allievo dell'Istituto che riscosse entusiastici applausi.
S. FRANCISCO DI CALIFORNIA. - Il 24 ottobre fu giorno di festa nella risorta chiesa italiana dei SS. Apostoli Pietro e Paolo.
« Al mattino, scrive la Tribuna di S. Francisco, saliva l'altare il venerando parroco D. Raffaele Piperni, attorniato da numerosi sacerdoti che festeggiavano il suo onomastico. I ragazzi della scuola italiana assistevano in corpo con molti ammiratori ed amici del bravo ministro di Dio. La sera poi, alle ore 7 1/2, vi furono solenni funzioni di ringraziamento per il titolo di Venerabile concesso al fondatore della Pia Società Salesiana D. Giovanni Bosco. Dopo il discorso di circostanza, pronunciato dal P. M. Raimondo, parroco della Chiesa Italiana dell'Immacolata Concezione a Los Angeles, si cantò solennemente il Te Deum e poscia venne impartita la benedizione del SS. Sacramento dal rev. D. Piperni. A questa funzione la chiesa era gremita di fedeli, e numerosissimi Sacerdoti vi presero parte ».
SARRIA (Barcellona-Spagna). - Degna di stare a pari delle feste celebratesi a Torino e a Buenos Aires fu quella che si svolse in Sarrià il 17 novembre u. s. Da Torino vi si recava quale rappresentante del nostro Superiore Generale, il prof. D. Paolo Albera, che celebrando la Messa della comunità distribuì la S. Comunione ad una folla di fanciulli e Cooperatori. La messa solenne fu cantata dal Rev.mo P. Michele de Esplugas, Provinciale dei RR. Cappuccini, essendo presenti, per la Giunta Municipale di Sarrià i Sigg. Urpí y Piera e il signor Sans y Brigans collo stesso Alcalde sig. Daura e il Giudice Municipale, e le rappresentanze dei PP. Scolopi, dei Carmelitani, dei Francescani, dei Fratelli delle Scuole Cristiane, e di altri religiosi istituti, ed un'imponente moltitudine composta di ogni classe e di ogni ceto, accorsa da Barcellona.
La folla crebbe alle 4 1/2 di sera per presenziare la tornata accademica. Presiedeva Sua Eminenza Rev.ma il sig. Card. Salvatore Casañas ai cui lati sedevano l'Ecc.mo Governatore di Barcellona signor Osorio, il Consigliere Sagura, il deputato Aloò y Martí, il Rappresentante di D. Rua, i nobili Marchesi de Pascual e de Julià, i signori Colom e Martí Codolar con altri illustri personaggi.
Tra i discorsi, degno di nota particolare fu quello del pio e dotto Marchese de Pascual che trattò di D. Bosco e il suo secolo. « D. Bosco egli disse, non fu un uomo qualunque, ma un messo della Divina Provvidenza, come Giovanni Battista, come Francesco d'Assisi, Domenico, Ignazio, e simiglianti. Come tale, egli ebbe le doti necessarie alla missione che gli era affidata. Per questo fu sociologo, scrittore, apostolo, e fondò e svolse molteplici opere di riabilitazione pei figli del popolo, in conformità-dei bisogni del secolo. » Accennò anche alle relazioni avute da D. Bosco colla Spagna, e conchiuse augurando che il nuovo tempio al S. Cuore di Gesù in costruzione sul Tibidabo, tanto caro al Venerabile, sorga quanto prima.
Caro è il ricordo. Quando D. Bosco fu nel 1886 a Barcellona, alla vigilia della sua partenza e precisamente il 5 maggio, fu a visitare il Santuario di N. Signora della Mercede. Verso le 4 pom. prima ancora che egli giungesse, già la Chiesa, la piazza e le vie attigue erano gremite di gente che attendevano il suo arrivo e ci volle fatica e pazienza prima che la vettura potesse giungere sul luogo. D. Bosco fu accompagnato dal clero e da varii illustri signori nel presbiterio, e là uno scelto coro di fanciulletti del piccolo clero intuonò una magnifica Salve Regina, che da alcuni di essi era accompagnata cogli accordi del violino. Quindi il Presidente della Società di S. Vincenzo de' Paoli, insieme ad altri undici Signori, si presentò a D. Bosco e gli disse:
« A perpetuare il ricordo della vostra venuta in questa città, questi signori si sono consigliati e di comune accordo hanno deliberato di cedervi la loro proprietà del monte Tibidabo, affinchè la cima di esso, che minacciava di venire un semenzaio d'irreligione sia consacrata con un Santuario al Sacro Cuore di Gesù, a mantenere ferma e incrollabile quella religione che con tanto zelo ed esempio voi ci avete predicata, quella religione che è il retaggio dei padri nostri. »
D. Bosco, profondamente commosso, rispondeva
« Sono confuso dell'inaspettata e novella prova che mi date della vostra religione e pietà. Ve ne ringrazio, ma sappiate che in questo istante voi siete lo strumento della Divina Provvidenza, voi compite i suoi imperscrutabili disegni. Quand'io lasciava Torino per venire a questa volta, pensava tra me : « Ora la Chiesa del Sacro Cuore a Roma è pressochè terminata; bisogna che studii qualche altro mezzo per onorare e propagare questa salutare divozione. Ed una voce interna mi rendeva tranquillo pensando che io qui avrei potuto soddisfare al mio voto; era una voce che mi ripeteva: Tibi dabo! » Interrotto dal pianto suo e degli astanti D. Bosco continuò: « Sì, o signori, voi siete lo strumento della Divina Provvidenza; col suo aiuto ben presto sorgerà su quel monte un maestoso Santuario dedicato al Sacro Cuore di Gesù; là avranno tutti comodo di accostarsi ai Santi Sacramenti, e ricorderà in eterno la vostra carità e la divozione alla religione cattolica di cui mi avete dato tante e così belle prove. »
Il vagheggiato Santuario è già da varii anni in costruzione, ma l'apposito Comitato lo volle di così grandioso disegno, che non si può dire quando potrà essere compiuto. Questo il ricordo.
In mezzo poi alle più entusiastiche acclamazioni l'imponente assemblea inviò un caldo applauso all'Em.mo Card. Vives, Ponente della causa di Beatificazione di D. Bosco, e fu raccolta con slancio la proposta di celebrare in Barcellona il VI Congresso Internazionale dei Cooperatori Salesiani.
L'Em.mo Card. Casañas, sul finir dell'atto, rese anch'egli uno splendido omaggio alla memoria di D. Bosco, e commendò assai benevolmente la proposta del VI Congresso, dichiarando che ben volentieri ne terrà la presidenza e gli sarà largo di tutto il suo appoggio.
La Schola cantorum, la brava banda e tutti i-giovani dell'Istituto andarono a gara coi Superiori perchè riuscisse veramente solenne la descritta commemorazione e vi riuscirono egregiamente.
VIGO (Spagna). - Il 24 novembre, nel Collegio Salesiano, con entusiastica partecipazione degli alunni e dei Cooperatori. Celebrò il rev. D. Angelo Pita e tenne il discorso di circostanza il rev. Don Giulio Pammico. Nelle ore pomeridiane si tenne una bella accademia nel nuovo salone appositamente innalzato per consimili adunanze, cui per essere inaugurato non poteva toccare una circostanza più solenne.
Cronaca degli Oratori festivi.
La « D. Bosco » di Milano a Novara - All'Oratorio di Intra - Il XXV° della Pia Unione delle Figlie di Maria ad Almagro in Buenos Aires.
UNA cinquantina di giovani del Circolo sportivo D. Bosco dell'Oratorio di Via Copernico in Milano la domenica 24 novembre, in bianca divisa, preceduti dalla loro bandiera e al suono della fanfara, entravano in Novara.
Ricevuti alla stazione dai superiori dell'Istituto Salesiano locale, dal cav. Oldani che portò loro il saluto delle associazioni cattoliche novaresi e da molti giovani, passarono sonando per le vie più frequentate della città, recandosi al Vescovado, ove andarono a rendere omaggio di ringraziamento a S. Ecc. Rev.ma Mons. Giuseppe Gamba per la visita fatta loro a Milano nel luglio u. s. Mons. Vescovo colla consueta sua affabilità li accolse tutti in un salone del Vescovado e diresse loro brevi parole di ringraziamento e di augurio per la splendida organizzazione sportiva milanese, facendo voti che anche a Novara si possa fondare presto qualche circolo sportivo. Uno dei gitanti lesse un complimento di omaggio a Sua Eccellenza che nella sua grande bontà volle si distribuissero a tutti i tradizionali biscottini di Novara bagnati in un buon bicchiere di vino. Il simpatico drappello si recò quindi al Collegio Salesiano, dove venne ricevuto entusiasticamente dai superiori, dalla musica dell'Istituto e dai giovani collegiali. Nel pomeriggio si recò a visitare le Scurolo di San Gaudenzio, indi con bandiera e musica si avviò alla Bicocca ove venne ricevuto festosamente da molte persone colà convenute. Al ritorno in città si diede nel teatrino del Collegio Salesiano una rappresentazione d'onore pei bravi giovani milanesi, i quali accompagnati da una numerosa schiera di giovani si recarono quindi alla stazione per far ritorno a Milano, lietissimi della splendida gita. Al momento della partenza si scambiarono i più cordiali evviva tra l'una e l'altra schiera, tra l'ammirazione di tutti i presenti.
Ad Intra, presso il Collegio Salesiano, si è riaperto da parecchie settimane anche l'Oratorio festivo pei fanciulli della città, che vi accorrono in numero sempre crescente e vi passano, lietissimi, nei giorni di festa, in onesti divertimenti ed in trattenimenti istruttivi ed educativi . le molte ore che invece passerebbero per le piazze od in pericolosi ozii, senza guida e custodia alcuna.
L'8 dicembre, festa dell'Immacolata, circa 300 giovanetti presenziarono in Collegio le sacre funzioni di circostanza, ed un bel numero di essi partecipò anche alla messa dei collegiali, accostandosi con molta pietà alla S. Comunione.
Alla sera vi fu un trattenimento drammatico nel teatrino. Il Direttore del Collegio, prima della rappresentazione, rivolgeva appropriate parole a quell'irrequieto piccolo mondo di giovani, facendo loro conoscere la soave figura di Don Bosco, il quale appunto nella festa dell'Immacolata del 1841 iniziava la sua grande opera di carità a pro' della gioventù.
Nell'Oratorio delle Figlie di Maria Ausiliatrice ad Almagro in Buenos Aires l'8 settembre si celebrò il XXV° anniversario della fond azione della Pia Unione delle Figlie di Maria. Cantò messa il nostro confratello D. Valentino Cassinis, uno dei primi io Missionari partiti nel 1875 per l'Argentina; ed alla sera furono 8oo le Figlie di Maria che intervennero alla conferenza tenuta dallo stesso Missionario, ed alla benedizione. La ben riuscita commemorazione si chiuse con un trattenimento accademico drammatico intercalato da scelti pezzi di musica. La signorina Amalia de la Peña, Consigliera della Pia Unione, disse il discorso di circostanza. Rilevò come nei 25 anni passati, centinaia e centinaia furono le giovani che militarono esemplarmente sotto il candido vessillo e ben 63 di esse si consecrarono alla vita religiosa in vani istituti, ad esempio delle Figlie di Maria Ausiliatrice, di S. Teresa, della Visitazione, di N. S. della Mercede, delle Domenicane, delle Adoratrici, di N. S. dell'Orto, delle Serve di Gesù, del Buon Pastore, ecc.
Nobili signore presero parte come madrine all'imponente cerimonia. La festa era pure onorata dalle rappresentanze delle Pie Unioni delle Figlie di Maria di La Boca, Calle Brasil, La Plata, S. Isidoro, Barracas, Maldonado e Moron : come pure tutti i Collegi delle Figlie di Maria Ausiliatrice mandarono telegrammi di auguri e congratulazioni. In breve gli accennati festeggiamenti riuscirono una splendida prova del gran bene fatto dalle Figlie di Maria Ausiliatrice a Buenos Aires, mentre segnarono un'epoca di nuovo sviluppo non solo per l'Unione delle Figlie di Maria ma anche per gli Oratori Festivi retti dalle Suore del medesimo Istituto, dei quali dette Pie Unioni costituiscono il principal mezzo di sostegno, di propaganda e di azione.
Riserbando l'antica rubrica degli Oratori Festivi a trattazioni e comunicati relativi alla vita organica ed al funzionamento regolare dei medesimi, apro col nuovo anno la Presente rubrica, fiducioso di Poter Pubblicare ogni mese, a comune eccitamento ed edificazione, molte belle notizie dei cari Oratori.
D. SIMPLICIO.
I Cooperatori Salesiani, i quali confessati e comunicati divotamente visiteranno qualche Chiesa o pubblica Cappella o se viveuti in comunità la propria Cappella privata, e quivi pregheranno secondo l'intenzione del Sommo Pontefice, possono lucrare l'INDULGENZA PLENARIA:
ogni mese:
1) in un giorno scelto ad arbitrio di ciascuno;
2) nel giorno in cui faranno l'esercizio della Buona Morte;
3) nel giorno in cui si radunino in conferenza.
dal 10 gennaio al 10 febbraio:
1) il 18 gennaio, Cattedra di S. Pietro in Roma; 2) il 19 gennaio, SS. Nome di Gesù; 3) il 23 gennaio, Sposalizio di Maria Vergine; 4) il 25 gennaio, Conversione di S. Paolo Apostolo ;
5) il 26 gennaio, Festa della Sacra Famiglia;
6) il 29 gennaio, Festa di S. Francesco di Sales (visitando però una Chiesa Salesiana ove esiste, altrimenti la propria Parrocchia , o, se viventi in comunità , la propria Chiesa o Cappella privata, come sopra);
7) il 2 febbraio, Purificazione di Maria SS.ma.
Inoltre: ogni volta che essendo in grazia di Dio (senza bisogno di accostarsi ai SS. Sacramenti o di visita a qualche Chiesa) reciteranno 5 Pater, Ave e Gloria Patri per il benessere della cristianità ed un altro Pater, Ave e Gloria Patri secondo l'intenzione del Sommo Pontefice, lucreranno tutte le indulgenze delle Stazioni di Roma, della Porziuncola, di Gerusalemme e di S. Giacomo di Compostella.
Torniamo a ricordare che tutte le indulgenze concesse ai Cooperatori:
I) sono applicabili alle anime sante del Purgatorio.
II) che pel loro acquisto è richiesta per tutti la recita quotidiana di un Pater, Ave e Gloria Patri, secondo l'intenzione del Sommo Pontefice coll'invocazione: Sancte Francisce Salesi, ora pro nobis.
Colombia.
La Missione annuale a Contratación. - Nuove benemerenze del Governo e del Capo della Repubblica.
(Lettera del Sac. Evasio Rabagliati).
Contratación, 30 settembre 1907. REV.MO ED AMAT.MO SIG. D. RUA, Sono alla vigilia della mia partenza per la Capitale dopo due mesi di fermata in questo lazzaretto. In tanti anni dacchè sono solito a visitarlo, non mi era mai fermato tanto tempo e fui a un pelo di esservi venuto inutilmente cioè senza poter fare quello che mi era prefisso.
Al mio giungere qui ai primi di agosto, allo scopo principale di dettare la Missione annuale a questi cari lebbrosi, trovai che infierivano varie malattie che ne tenevano inchiodati in letto moltissimi. Fu necessità temporeggiare attendendo giorni migliori, ma questi non si presentavano mai; gli ammalati gravi invece di diminuire aumentavano ogni giorno, e i due sacerdoti addetti al lazzaretto erano sempre occupatissimi nell'assistenza di quelli che li chiamavano al loro letto di dolore e nell'amministrare i Sacramenti ai moribondi. D'altronde pioveva continuamente, e l'umidità fa tanto male al povero lebbroso che l'obbliga a starsene chiuso in casa.
In simile stato di cose come era possibile dare una missione con qualche risultato? Pertanto si continuò a temporeggiare, nella speranza che le cose piglierebbero una piega migliore, fissando il 12 settembre pel principio della missione; e si pubblicò la determinazione perchè si preparassero anche quelli che vivono nei dintorni del lazzaretto.
Ma l'uomo propone, e Dio dispone. Proprio la vigilia, il sottoscritto che doveva predicare fu colto da un grippe così forte che lo costrinse a mille precauzioni, e fu fortuna secondo quel il proverbio che dice: « Ogni male non vien per nuocere! »
Infatti dal giorno 12 al 17 settembre, precisamente i giorni stati destinati per la Missione, le malattie invece di battere in ritirata aumentarono di numero e di fierezza. Una predicazione in simili circostanze sarebbe stata interamente inutile, tanto più che le piogge, andando di pari passo colle malattie, si erano fatte torrenziali.
Che fare? Aspettammo ancora. Ma si era all'ultima settimana di settembre, la sola delle quali io ancora potessi disporre dovendo tornare a Bogotà per recarmi assolutamente al lazzaretto di Agua de Dios, attesi gl'impegni presi in antecedenza; per cui mi arrischiai a riannunziare che la missione si sarebbe cominciata il 22 e chiusa il 29.
Così si fece. In quello stesso dì ebbi l'ispirazione di applicare la S. Messa in suffragio delle anime dei defunti del lazzaretto specie di quelli morti recentemente, raccomandando loro il buon esito di quella missione ed applicando preventivamente in loro suffragio anche tutto quel poco o molto frutto che se ne sarebbe ricavato. Lo si crederebbe? Da quel giorno non si ebbero più ammalati gravi; il tempo si rimise a bello, il predicatore restò perfettamente libero dal grippe che lo travagliava e i due sacerdoti Salesiani poterono, senza interruzione, dedicarsi anima e corpo al ministero delle confessioni. Si aggiunga che contro ogni previsione, proprio il 22 in cui si incominciava la missione, un eccellente parroco di un paese vicino venne ad offrirci l'aiuto del suo ministero, che esercitò con sua grande abnegazione e nostra ammirazione durante tutti gli otto giorni servendo come confessore straordinario. Così la missione riuscì forse la più consolante e fruttuosa di quante se ne diedero in questo lazzaretto, dal 1894 a questa parte.
Infatti si ebbero duemila e, duecento comunioni, cifra non mai raggiunta per l'addietro. Ieri poi che fu l'ultimo giorno, si amministrò il Sacramento della Cresima a tutti quelli che non l'avevano ancora ricevuto, cosicchè il lazzaretto restò spiritualmente rinnovato. Deo gratias et Mariae !
Ma dopo aver pensato alle anime bisognava pensare anche al corpo di questi poverini, e lo si fece dando a tutti un bel vestito nuovo. Della grossa spesa si incaricò il Governo che non lascia mancar nulla del necessario ai degenti nei lazzaretti.
Finisco con un ultima splendida notizia. Oggi stesso è qui giunto un medico mandato dal Governo, non per visitare, osservare e poi fuggire come successe altre volte, ma per restare definitivamente nel Lazzaretto. Egli fu già per quasi 3 anni ad Agua de Dios recando a quei cari amici mille opportuni servigi. Mi piace notare che egli è il primo medico sano che osi chiudersi nei lazzaretti per convivere cogli ammalati! Ora che se ne sono trovati altri, i quali imitando il suo esempio accettarono di fermarsi in Agua de Dios, egli, il dott. Beniamino Osorio, accettò la proposta fattagli dal Governo di passare a Contratacion, ed è qui giunto oggi stesso. In 6o anni e più di esistenza che ha questo lazzaretto egli è il primo medico sano che viene a prestar qui l'opera sua. È questa una nuova benemerenza dell'Eccellentissimo General Reyes Presidente delle Repubblica, della quale è facile comprendere tutta l'importanza.
Vorrei anche dire una parola del gran bene che fanno qui i suoi figli salesiani (i quali sono 4, 2 sacerdoti, un chierico ed un coadiutore) come pure le 6 Figlie di Maria Ausiliatrice, coll'attendere alla parrocchia, alle scuole di ambo i sessi, agli oratori festivi, agli ospedali. Ma queste son cose a lei già note da molto tempo, ed io le tralascio per non ripetere cose già dette.
Ci benedica tutti, amatissimo Padre; benedica i Salesiani, le Figlie di Maria Ausiliatrice, e gli ammalati tutti che le sono riconoscentissimi per la lettera che ha loro indirizzato e che è giunta proprio oggi. Benedica poi in modo speciale questo tutto suo
Dev.mo ed Aff.mo Figlio
Sac. EVAsio RABAGLIATI Cappellano dei lebbrosi della Colombia.
India.
I.
L'arrivo di un nuovo Missionario ed una dolorosa perdita.
(Lettera del sac. Eugenio Méderlet).
Tanjore, 19 novembre 1907.
VENERATISSIMO SIGNOR D. RUA,
PER obbedire al suo invito paterno e soddisfare il bisogno che sente il mio cuore, mi affretto ad inviarle la presente.
Il mio viaggio non poteva essere più felice. Salito a Genova a bordo del Raffaele Rubattino il 18 ottobre, mi toccò in sorte di trovarvi alcuni religiosi provenienti dall'America e diretti parte a Bombay parte a Calcutta, in compagnia dei quali passai la maggior parte del tempo. Vari giorni, come il 1 e il 2 novembre, furono per noi consolantissimi, poichè ci fu concesso di celebrare anche pei passeggeri di terza classe e di dare alla cerimonia quell'impronta più solenne che ci fu possibile. I molti protestanti che si trovavano a bordo e che compivano dopo di noi il loro ufficio religioso, ne rimasero sempre edificati. Certo di farle piacere, voglio pure manifestarle come il viaggio di mare mi parve più veloce anche per l'impegno che mi assunsi di dar lezioni di francese a tre degli accennati religiosi, che non finivano di ringraziarmene. D'altro di particolare, nulla; dovrei ripeterle cose che già conosce anche per le lettere dei primi nostri Missionari che compirono il medesimo viaggio.
Giunto a Bombay il 5 novembre, fui ospite di Sua Eccellenza Rev.ma Mons. Arcivescovo, che mi colmò di ogni gentilezza. Della stessa sera salii in treno alla volta di Mylapore. Era con me un rev.mo Prefetto Apostolico, cappuccino, col quale viaggiai fino al mattino del 7, in cui giungemmo a Madras.
Alla stazione trovai il segretario di Monsignor Vescovo di S. Thomé di Meliapor che mi attendeva. Che feste cordiali non mi fece questo santo ed amabile Pastore !
« Voi siete il figlio della Provvidenza ! » mi disse, alludendo ai bisogni della nostra casa di Tanjore.
Poi mi abbracciò teneramente, mi disse che mi voleva con sè qualche giorno e subito avvisò telegraficamente D. Tomatis del mio arrivo, e lo fece sapere anche al nostro caro D. Vigneron che si trovava per un'operazione all'ospedale e che venne a trovarmi nel pomeriggio.
Sua Eccellenza mi disse che desidera una casa salesiana anche a Mylapore, e aggiunse che il locale a ciò omai è all'ordine. Le scriverà Egli stesso in proposito e le dirà anche di un'altra grande missione che vuol affidare ai Salesiani qui nelle Indie.
All'indomani, in compagnia del rev.mo Rettore del Seminario, fui a visitare le care memorie dell'Apostolo S. Tommaso, mentre giungeva D. Tomatis desideroso di essere mia guida nel rimanente del viaggio e di vedere il caro Don Vigneron. Fummo insieme a visitarlo il dì seguente e lo trovammo occupato presso il letto di un moribondo ; era il secondo malato cui nella sua permanenza in quella casa benefica prestava gli ultimi conforti. A noi apparve allegro ; ci disse che l'operazione che doveva subire era cosa da poco, e che pel 15 sperava di raggiungerci a Tanjore.
Noi abbandonammo Mylapore il giorno 11, commossi della bontà di Mons. Vescovo a nostro riguardo e delle soddisfacenti condizioni di salute di D. Vigneron. Il nostro arrivo a Tanjore non fu inosservato. Alla stazione si trovava il rev.mo sig. Parroco con vari Cooperatori Salesiani e i più grandicelli degli alunni dell'Orfanotrofio. Dopo la refezione, versi e canti in varie lingue salutarono l'arrivo del nuovo Missionario.
Ma eccomi pur giunto, o amato Padre, a confermarle una triste notizia che forse anche a Lei sarà già stata comunicata (1). Un telegramma di Mons. Vescovo di Mylapore ci annunzia la morte inattesa del nostro caro D. Vigneron ! Noi avevamo avuto anche questa mattina notizie rassicuranti a suo riguardo. Il buon Rettore del Seminario ci aveva scritto che il povero malato aveva dovuto subire tre operazioni, ma ci ripeteva che a detta degli stessi medici non dava nulla a temere... Invece noi abbiamo già un Confratello di più in paradiso!... Buono come era, deve aver fatto la morte dei santi. I nostri orfanelli ai quali è stata comunicata la notizia, piangono tutti come se a ciascuno si fosse detto che è morto qualcuno dei loro genitori. Il povero D. Tomatis è costernato, ed anch'io mi sento proprio spezzare il cuore. Era partito sì per venire in aiuto di questi cari confratelli, ma non mi sarei mai immaginato di giungere appena a tempo a rivedere il caro Don Vigneron e a prendere il suo posto! Con questa perdita i bisogni della Missione, pur calcolando quel poco che potrà fare l'umile sottoscritto, rimangono in gran parte scoperti ! Sia fatta la volontà di Dio!
Raccomandandomi alle sue orazioni e chiedendole la Santa Benedizione, mi creda quale mi professo di Lei, amato Padre,
Dev.mo Figlio in C. J.
Sac. EUGENIO MÉDERLET Missionario Salesiano,
(1) E in vero grazie alle premure paterne di Sua Ecc. Rev.ma Mons. Vescovo di Mylapore, la triste notizia cui allude il Missionario, giunse anche al sig. D. Rua telegraficamente.
II. Altri particolari.
Mylapore, 21 novembre 1907.
SONO a Mylapore, ove venni per la sepoltura di D. Vigneron morto l'altro ieri nell'ospedale di Madras, 8 giorni dopo che aveva subita l'operazione.
Ella potrà facilmente immaginare il dolore che ci apportò questa gravissima perdita. Ci dicevano che l'operazione era proprio delle più semplici, che non vi era nulla da temere, e così sembrava veramente; ma in seguito fu scoperto nel povero infermo un altro male e non si fu a tempo a scongiurarlo. Però a conforto suo e di tutti gli amici del caro estinto posso assicurarla che la morte non fu del tutto improvvisa, poichè potè avere più visite di un buon sacerdote, confessarsi e morire assistito dal dottore del Seminario di Mylapore, che andava spesso a vederlo. Noi ricevevamo ogni giorno sue nuove e nulla ci faceva prevedere la prossima catastrofe, quando martedì scorso ci giunsero due telegrammi di Mons. Vescovo, annunzianti l'uno la gravità della malattia, l'altro la fine. Avevano detto al povero infermo se voleva che mi chiamassero ed egli non lo volle per non darci cattive nuove; ma poi venne la nuova ben dolorosa.
La sepoltura fu imponente. La sera stessa della sua morte si trasportò la salma alla Cattedrale, ove accorsero tutti i sacerdoti per recitare l'uffizio dei morti. Il giorno dopo vi fu l'uffizio solenne. Cantò messa Mons. Vicario Generale con assistenza di Mons. Vescovo che diede in fine l' assoluzione. Vi assistevano molti preti e molto popolo. Quasi tutti i sacerdoti celebrarono pel caro confratello. Requiescat in pace
Amato Padre, ci mandi presto un altro missionario buono come il caro defunto, ne abbiamo estremo bisogno; e intanto preghi per questa missione già tanto provata dal Signore e non dimentichi il suo
Aff.mo Figlio in C. J.
Sac. G. TOMATIS.
(N. d. R.) - A Sua Ecc. Rev.ma Mons. Vescovo di Mylapore, al rev.mo Vicario Generale ai sacerdoti e a tutti i pii fedeli che suffragarono l'anima del buon Missionario, torni gradita l'espressione cordiale della nostra commossa riconoscenza..
Patagonia Settentrionale
Otto mesi di missione nell'interno del Territorio del Rio Negro.
(Lettera del Sac. Andrea Pestarino a S. E. R.ma Mons. Giovanni Cagliero *)
Mercedes de Viedma, 7 agosto 1907. ECCELLENZA REVERENDISSIMA,
Ho il piacere, anzi il conforto, d'inviare all'E. V. Rev.ma la relazione di una lunga escursione compiuta per incarico del suo Rappresentante nella parte interna del Territorio di Rio Negro. Era mio desiderio di inviarle una minutissima descrizione del nostro viaggio, ma vedendo che ne veniva fuori un libro, ho creduto bene di limitarmi ad una breve rassegna delle cose più importanti, dando il primo posto alle notizie religiose e non omettendo le informazioni di maggior interesse circa il progresso intellettuale, industriale, ed agricolo dei punti principali. Son certo che l'E. V. R.ma n'avrà grande piacere, poichè i successi del Territorio del Rio Negro sono un buon augurio per tutta la Patagonia Settentrionale, di cui il Territorio del Rio Negro è la parte la più estesa e promettente.
Da Viedma a S. Antonio.
Il 7 settembre 19o6 a tal fine partivano da Viedma il catechista Giuseppe Quaranta e il sottoscritto. Pernottammo a S. Javier in casa dell'ottimo cooperatore Salesiano Cecilio Lucero, che si vanta di aver dato una figlia all'Istituto delle Suore di Maria Ausiliatrice e di essere stato il primo ad ospitare in casa sua i Missionari Salesiani che si accingevano a cominciare la loro opera evangelizzatrice in Patagonia. E fu appunto nel 1902, cioè nell'anno XXV dalla fondazione di queste missioni, che il buon Cecilio desideroso di perpetuare il giocondo avvenimento concepì l'idea d'innalzare nella sua proprietà un tempietto in onore di Maria Ausiliatrice, il quale per la sua grazia artistica e pel numeroso concorso di fedeli di cui è meta, cominciò a chiamarsi giustamente il piccolo santuario di Maria Ausiliatrice. Vi celebrai la Santa Messa il giorno della Natività di Maria Vergine, amministrando infra Missam trenta comunioni a persone la maggior parte adulte. La festa, trascorsa felicemente e consacrata la maggior parte in atti di pietà, c'infuse nuova lena a proseguire animosamente il viaggio, pronti a qualunque sacrifizio pur di poter fare del bene a molte anime.
Partimmo il 10 in direzione di Las Aguadas, un luogo incantevole, il quale sebbene difetti di coltivazione, pure è circondato da colline rivestite di arbusti, e da piccole valli ricche di dolci sorgenti. Las Aguadas è un luogo veramente gradito anche per le numerose famiglie che ci era particolarmente caro di rivedere, poichè in gran parte esse erano nostre vecchie conoscenze della Colonia San Javier e di Viedma.
Presso Las Aguadas havvi una gran laguna chiamata La Invernada, circondata di terreni molto ondulati, ove si ferma con gioia l'occhio del viandante per ammirare la fertilità di quelle collinette che si prestano egregiamente alla coltivazione e promettono il più ubertoso raccolto a chi sapesse coltivarle con giusti criteri. La Invernada è proprietà dei Signori Ortúzar e Ca.
La Colonia di Laguna Coronada, che potrebbe chiamarsi una tolderia di famiglie indigene, ci offerse la consolazione di tenervi un corso regolare di. catechismo che venne coronato da 18 battesimi, tra cui quello di un adulto di 8o anni. Questi ci andava ricordando le battaglie a cui aveva preso parte; e ci narrò vari episodi della guerra combattuta dalle milizie nazionali per la conquista del deserto, episodi avvenuti nei forti di Guaminí, Bolivar, Carhué, un cinquanta anni fa. Il bravo vecchio fu ammesso con cinque altri alla prima Comunione, restandone intimamente commosso e consolato.
Prima di giungere al porto S. Antonio ci fermammo nelle cascine indigene di Gualicho Chico e nei dintorni delle lagune di Cuero del Caballo, Esperanza e Barro. Qui pure apparecchiammo alcuni adulti indigeni a ricevere degnamente i Sacramenti del Battesimo e della Cresima; e vari si confessarono anche e si comunicarono.
Dopo di aver trascorso alcuni giorni a La Invernada, battezzando, cresimando e catechizzando, attraversando le proprietà di Sassemberg e C.a ci recammo alla nuova cascina di
Pozo Moro, la quale sebbene sia di recente fondazione, tuttavia è già provvista di due grandi molini e di una ricca bottega con ogni specie di mercanzie. Qui fummo addirittura confusi dalle attenzioni onde ci colmò il signor Baldomero Garcìa, agente della Casa; il quale nel sentire che andavamo a percorrere per la prima volta molti tratti del Territorio appena appena conosciuti, ci regalò una bella bussola perchè ci potessimo orizzontare in casi dubbiosi e in momenti di pericolo di perderci. A dir il vero, noi avevamo riposto la nostra confidenza nella bussola del cristiano, che è la preghiera e la fiducia nella Divina Provvidenza ; ma come questa ha illuminato l'uomo a valersi di un mezzo naturale così utile a chi viaggia in terre sconosciute, così noi accettammo con grande riconoscenza quel dono, che ci tornò molto a proposito in varie occasioni.
Porto S. Antonio! :R questo un futuro emporio commerciale delle terre meridionali della Repubblica Argentina, che fa passi da gigante nella via del commercio e dell'industria. Il Porto S. Antonio, come diceva il dotto ingegnere Luigi Luiggi, attesa la sua vastissima entrata e il posto strategico che occupa nella costa centrale degli estesi territori del Sud, è la gran porta naturale per cui sboccheranno tutte le ricchezze dell'interno. Il primo a stabilirvisi, senza lasciarsi spaventare da gravissime difficoltà, come la distanza, la mancanza di comunicacazioni, la scarsità di acqua, ecc., fu il sig. Peirano, antico vicino di Carmen di Patagones, dove dimorò alcuni anni per poter educare i suoi figli nel nostro Collegio. Il signor Peirano gode attualmente una posizione invidiabile e gli sorride il più lieto avvenire per la cooperazione che prestano alle sue iniziative i suoi figli intelligenti e laboriosi. Dopo lui si stabilirono altri in S. Antonio, e siccome furono tutti uomini infaticabili e intraprendenti lavoratori, il deserto della costa di S. Antonio venne presto cambiato in un centro di commercio. Tre grandi caseggiati si estendono a poca distanza l'uno dall'altro nel punto più attivo del porto, e non mancano altre case importanti.
Il nuovo centro ha già l'aspetto di un porto commerciale in piena attività, poichè i signori Peirano, Benito, Podestà e C.a oltre i caseggiati centrali contano circa dodici case succursali sparse dell'interno. La casa Sassemberg e C.a ha anche essa varie succursali ad est del porto, come quella di Lauser e C.a conta varie succursali in Corral Chico.
Noi ospitammo in casa del signor Augusto Yanzon che fu il primo telegrafista in S. Antonio. Egli, intuendo l'avvenire del porto, acquistava larghi terreni nel punto migliore, essendo l'unico ove s'incontrano sorgenti d'acqua dolce. I saggi di agricoltura e di pastorizia da lui iniziati dànno un prospero risultato. Anche i suoi figli, educati nel nostro Collegio di Conesa si occupano alacremente dell'industria agricola. L'ospitalità che essi offersero a noi fu cordialissima, essi si adoperarono davvero in ogni guisa perchè la nostra dimora fosse utile a tutto il vicinato. Essi stessi si presero l'incarico di notificare il nostro arrivo agli abitanti dei dintorni, e questi corrisposero tutti ben volentieri agli inviti del Missionario, accostandosi ai SS. Sacramenti. Qui pure amministrai molti battesimi e un numero ancor maggiore di cresime. La nostra riconoscenza per la stimata famiglia Yanzon non verrà mai meno: il Signore la assista e la prosperi con ogni sua benedizione.
Dal Porto S. Antonio a Valcheta.
Il 2 ottobre partivamo dal porto S. Antonio, alla volta di Sierra Grande che è lungi 30 leghe. Ci fermammo il tempo strettamente necessario per dare una breve missione a Los Jaguelitos e a La Bombilla: le rimanenti 16 leghe le percorremmo in un giorno. E perchè ? Un errore di calcolo ci aveva ridotti impensatamente senza provvigioni; sicchè per non rimanere del tutto digiuni fummo costretti a cibarci per alcuni giorni di carne di potro, la. quale è assaissimo ripugnante, quando è cotta in semplice acqua senza condimento alcuno. Tuttavia percorremmo un venti leghe di sorpresa in sorpresa ammirando la fertilità di quelle terre così lontane, che fino a ieri erano credute sterili deserti. Però, a dire il vero, il loro guaio ce l'hanno ed il guaio è la prolungata siccità che troppo spesso manderebbe a male ogni raccolto. Le pioggie qui non sono troppo frequenti e finora non si ha altro mezzo d'irrigazione.
Entrando in Sierra Grande, la vidi completamente trasformata; e dire che vi era stato cinque anni or sono. Invero, allora non vi era che una baracca di legno, ed oggi vi son molte case, disperse sì ma ben costruite. Sono circa 40 le famiglie venute a stabilirsi in questo punto, la maggior parte vecchie conoscenze di Viedma e Carmen de Patagones, e alcune anche di Rio Colorado. Di queste famiglie due sole attendono all'agricoltura. Le altre non la curano nè punto nè poco, per mancanza di acqua. È vero che s'incontrano in varie parti delle sorgenti, ma queste, come ho accennato, sono insufficienti per l'irrigazione.
(Continua).
Al sorgere del nuovo anno il pensiero dei Tuoi divoti s'innalza con infinita tenerezza all'eccelso tuo soglio, o Madre avventurata del Salvatore e Presidio di tutti i cristiani !
O Benedetta da tutte le genti e potentissima fra i Celesti, piega i tuoi occhi misericordiosi sul mondo, raddoppia le tue cure materne intorno l'Ovile di Cristo, e benedici affettuosamente al Supremo Pastore...
Deh! o Piissima, che l'Anno Cinquantesimo delle tue miracolose manifestazioni dalla romita Grotta di Lourdes e della 1a Messa dell'umile Sacerdote di Riese, segni, al cospetto del mondo, nuovi immmortali trionfi del Tuo Culto dolcissimo, del Romano Pontificato, e di tutta quanta la Chiesa !
Orsù, o gloriosa Regina, letizia, ornamento e difesa del Popolo Cristiano, mostra all'uman genere in tutto il fascino delle sue perfezioni il tuo Divino Infante, impugna ed alza sul mondo intero lo scettro regale, e su di esso regna e trionfa !
Il Santuario di Maria Ausiliatrice aggregato alla Basilica Vaticana
L'ANNO scorso abbiam dato l'annunzio di questa preziosa aggregazione. Essendosene ora fatta la dovuta pubblicazione nell'interno del Santuario, pensiamo di far piacere a tutti i lettori col pubblicarne il prezioso documento.
MARIANO del tit. di S. Cecilia, della S. Chiesa Romana Card. RAMPOLLA DEL TINDARO, Arciprete della S. Patriarcale Basilica di S. Pietro in Roma, Prefetto della S. Congregazione della rev. Fabbrica, nonchè il Capitolo e i Canonici della stessa Basilica.
Al rev.mo e dilettissimo in Cristo D. MICHELE RuA, Superiore Generale della Pia Società di S. Francesco di Sales, salute nel Signore sempiterna.
AFFETTO di singolar devozione, che tu dimostri per la nostra Sacrosanta Basilica, ben si merita che noi, per quanto è in nostro potere grazie alla benignità della S. Sede Aposto lica, favorevolmente assecondiamo i tuoi voti diretti all'incremento del divin Culto ed a procurare la salute delle anime.
Ci venne infatti umiliata una supplica colla quale Ci chiedi di voler aggregare alla nostra Patriarcale Basilica il Tempio di Maria SS. Ausiliatrice eretto in Torino dal Servo di Dio Giovanni Bosco Fondatore della Pia Società Salesiana, per modo che da Noi vengano communicate al prelato Tempio di Maria SS. Ausiliatrice tutte le Indulgenze e Grazie spirituali, concesse dai SS. Pontefici alla Sacrosanta Basilica di S. Pietro in Roma. E Noi che non solo desideriamo ma siam anche tenuti a promuovere più che ci è possibile la maggior gloria di Dio, lo dovuta venerazione verso il Principe degli Apostoli S. Pietro e la sua Cattedra e S. Paolo, nonchè la salute delle anime, prendendo in considerazione una tale pia domanda e riputandola assai utile alle anime cristiane, dietro le tue suppliche, il 9 dicembre di quest'anno (seconda domenica di Avvento), radunati siccome siamo soliti, e legalmente, nell'aula Capitolare, avuto riguardo sopratutto alla relativa speciale commendatizia dell'E.mo e Rev.mo sig. Agostino della S. Romana Chiesa Card. Richelmy Arcivescovo di Torino, con Autorità Nostra Ordinaria di cui godiamo in vigore degli indulti e Privilegi Apostolici dei quali siamo in possesso e specialmente in vigore di tale facoltà confermataci dalla felice memoria di PP. Benedetto XIV con speciale sua Costituzione data presso S. Maria Maggiore l'8 aprile 1752 che incomincia: Ad honorandam, e in ogni altra miglior maniera a Noi possibile, annuiamo alla chiesta aggregazione, sommissione, unione ed incorporazione all'eletto di cui sopra, giusta le facoltà dai Romani Pontefici a Noi concesse e giusta i Decreti del Sacrosanto Concilio di Trento e le Costituzioni dei Sommi Pontefici, cosicchè tutti i fedeli cristiani dell'uno e dell'altro sesso che converranno a visitare il suddetto Tempio, ben inteso colle dovute disposizioni, possano ed abbiano a partecipare, acquistare e godere delle Indulgenze, Privilegi e Grazie Spirituali come se personalmente visitassero la nostra Basilica Vaticana, purchè nella stessa località o in altra più vicina di tre miglia non si trovi già siffatta partecipazione d'Indulgenze da Noi concessa, ed il predetto Tempio non sia aggregato ad alcun Ordine, Istituto, ecc., dal quale goda della medesima comunicazione o partecipazione d'Indulgenze.
Vogliamo poi che a rendere testimonianza della presente Aggregazione in luogo patente di detto Tempio di S. Maria, su lapide marmorea, insieme con l'iscrizione di quest'aggregazione si apponga lo Stemma della nostra Sacrosanta Basilica Patriarcale, e dentro il medesimo Tempio si conservi esposto in perpetuo alla vista di tutti l'Indice o Catalogo delle Indulgenze e Grazie Spirituali, di cui uniamo un esemplare a queste lettere.
In testimonianza di quanto sopra, abbiamo ordinato di stendere ed inserire negli atti queste nostre Lettere, sottoscritte dal rev.mo signor Cancelliere del nostro Capitolo e munite del nostro Sigillo Capitolare.
Dato a Roma, dall'Aula Capitolare, l'anno dell'Incarnazione del Signore 19o6, Indizione Romana IV, il giorno 9 dicembre, del Pontificato del SS. Signor Nostro Pio Papa X l'anno quarto.
L. + S.
CESARE SPEZZA CANONICO CANCELLIERE.
CATALOGO delle Indulgenze concesse al Santuario di Maria SS. Ausiliatrice in virtù del riferito Decreto.
1) Nel giorno dell'Epifania del Signore, Indulgenza Plenaria.
2) Nella Domenica di Pentecoste, Indulgenza Plenaria.
3) Nella Festa de' SS. Apostoli Pietro e Paolo, Indulgenza Plenaria.
4) Nella Festa della Consecrazione della Basilica Vaticana, 18 novembre, Indulgenza Plenaria.
5) In uno dei venerdì di Marzo ad elezione, Indulgenza Plenaria.
6) Negli altri venerdì di Marzo, Indulgenza di 7 anni e 7 quarantene.
7) Nella Festa di S. Andrea Apostolo, fratello di S. Pietro, 3o novembre, Indulgenza di 7 anni e 7 quarantene.
8) Nella Festa dei Ss. Apostoli Simone e Giuda, Indulgenza di 7 anni e 7 quarantene.
9) Nella Festa della Cattedra Romana, 18 gennaio, Indulgenza di 7 anni e 7 quarantene.
10) Nella Festa della Cattedra Antiochena, 22 Febbraio, Indulgenza di 7 anni e 7 quarantene.
11) Nella Ottava della Festa dei Ss. Apostoli Pietro e Paolo, Indulgenza di 7 anni e 7 quarantene.
12) Nella Festa di S. Pietro in Vincoli, 1 agosto, Indulgenza di 7 anni e 7 quarantene.
13) Nella Commemorazione di S. Paolo, 3o giugno, e nella Festa della sua Conversione, 25 gennaio, in ciascun giorno Indulgenza di 7 anni e 7 quarantene.
14) Nella Festa di S. Marco Evangelista, 25 aprile, Indulgenza di 7 anni e 7 quarantene.
15) Dal giorno dell'Ascensione di N. S. fino al io giorno di agosto, ogni giorno Indulgenza di 4 anni e 4 quarantene.
16) In tutti gli altri giorni dell'anno, Indulgenza di 1oo giorni.
17) Nei giorni delle Stazioni della Basilica Vaticana si acquistano le indulgenze concesse a coloro che visitano la suddetta Basilica, cioè in tutti i sabbati delle quattro tempora (di 10 anni e 10 quarantene, nel sabbato dei quattro tempi di quaresima ; di 3o anni e 30 quarantene nel sabbato avanti la Trinità ; di 10 anni e 10 quarantene nel sabbato dei quattro tempi di settembre; di io anni e io quarantene nel sabbato avanti la quarta Domenica dell'Avvento); nella Domenica terza dell'Avvento di 15 anni e 15 quarantene: il giorno del Natale del Signore alla terza Messa e nel restante di detto giorno Indulgenza Plenaria: nella Epifania del Signore di 3o anni e 30 quarantene: nella Festa di S. Marco Evangelista idem: nel Mercoledì delle Rogazioni idem: nella Festa dell'Ascensione del Signore, Indulgenza Plenaria: nella Domenica di Pentecoste di 3o anni e 3o quarantene.
18) Finalmente Indulgenza dei sette altari della
Basilica Vaticana in dodici giorni dell'anno. Ogni cristiano che colle debite disposizioni (specialmente della Confessione e Comunione per l'acquisto dell'Indulgenza Plenaria) divotamente visiterà i 7 altari del Santuario nei giorni stabiliti, potrà conseguire molte Indulgenze concesse da più Sommi Pontefici.
NB. - I giorni fissati sono: il 10 giorno dell'anno, il 2o e il 30 gennaio, il I9 marzo, la terza domenica dopo Pasqua, il 23 e il 25 maggio, il I° giugno, il 26 luglio, il 1 e il 2 novembre, l'ultimo giorno dell'anno.
Pellegrinaggio spirituale pel 24 corrente.
INVITIAMO i devoti di Maria SS. Ausiliatrice a pellegrinare in ispirito al Santuario di Valdocco il 24 corrente e ad unirsi alle nostre preghiere.
Oltre le intenzioni particolari dei nostri benefattori, nelle speciali funzioni che si celebreranno nel Santuario avremo anche quest'intenzione generale
Implorare fin d'ora le bramate benedizioni dell'Ausiliatrice su tutti quelli che faranno a Lei ricorso nell'anno incominciato.
GRAZIE E FAVORI
È Maria Ausiliatrice che l'ha salvato.
Verso la metà di marzo u. s. il nostro figliuoletto Peppino cadde ammalato. Credendo che patisse disturbi viscerali, si pensava a curargli lo stomaco, ma i giorni passavano ed egli non migliorava punto. Due dottori, chiamati a visitarlo, constatarono che era affetto da pleurite piuttosto grave, per cui gli ordinarono un vescicante e lo bruciarono tutto sulla spalla e nel petto con continue tinture di jodio, quantunque sempre inutilmente. Vedendo inutile ogni rimedio, alla fine i medici ci fecero capire che essi disperavano di salvarlo, tuttavia per esimersi da ogni responsabilità chiesero un consulto con i migliori professori. Il fatale responso ci disse che era necessaria un'operazione per estrarre il liquido dal polmone ma stante l'età tenerissima del bambino (due anni e tre mesi) e la sua complessione gracile e linfatica, l'operazione era impossibile e quindi impossibile anche il salvarlo.
S'immagini il nostro dolore! Il bimbo pareva un cadavere. Noi si girava come impazziti per la casa, piangendo e dolorando, ed io suo padre- n'usciva solo per chiamare qualche nuovo dottore, ma i responsi erano sempre i medesimi: « E impossibile che guarisca; anzi c'è pericolo che il male degeneri in tubercolosi, per cui è meglio che muoia! » Perduta ogni speranza di salvarlo, insieme con mia moglie mi gettai ai piedi di un quadro di Maria Ausiliatrice e concordemente promettemmo di pubblicare la grazia, qualora l'avessimo ricevuta, e d'inviare un'offerta al Santuario di Valdocco. Fatto il voto , non volli perder tempo, ma corsi sull'istante a spedire un piccolo acconto dell'offerta promessa e andai pure dal Direttore dell'Oratorio Salesiano della città per avere una medaglia di Maria Ausiliatrice. Tornato a, casa presento la medaglia alle labbra del nostro Beppinello, e il poverino sebbene così piccolo la bacia ed esclama: Metti a Marunnuzza, metti a Marunnuzza : « Mettimi la Madonnina! » Allora richiamo i medici, dicendo che se me lo guarivano avrei dato ad essi un premio, ma tutti mi ripetono chiaro e tondo: « Vostro figlio è morto ; dategli quel che volete, tanto è spedito! » Invece, dopo fatto il voto, il male cessò subito d'inferocire. Faccio esaminar le salive, chè m'avevano detto che la malattia si sarebbe trasformata in polmonite tubercolare, e il Dottore mi dice: « Non ci sono bacilli ! » ma aggiunge: « Tenteremo di guarirlo mettendogli dodici mosche di Milano ! » Dodici nuove piaghe su quel corpicino ridotto agli estremi ? Non lo permisi assolutamente, non volli che si torturasse più oltre il meschinello e dissi fra me: « Ripongo ogni speranza in Maria Ausiliatrice; Essa di certo me lo saprà guarire ! » Difatti comincia di botto il miglioramento, il quale ognor continua ; torna al bimbo l'appetito ed in breve è più florido di prima che cadesse ammalato. E proprio Maria Ausiliatrice che l'ha salvato ! Noi genitori dobbiamo confessarci e comunicarci perchè così fu il voto e lo scioglieremo; ma anche i buoni orfanelli che crescono all'ombra del benedetto Santuario, di Valdocco, come implorarono insieme con noi il prodigio, cosi innalzino insieme con noi una prece di ringraziamento.
Catania, 18 novembre 1907.
CARMELO GEMMA SAITTA e FRANCESCA CUSMANI.
Una segnalata guarigione.
Quattro anni addietro il nostro piccolo Arturo, in seguito a febbri infettive e per causa di esse, si ammalò di tubercolosi multipla ossea ed articolare, ed in breve il suo corpicino fu terribilmente invaso di focolai gravidi di pus, che faceva pena a guardarlo. Descrivere tutte le sofferenze patite dal nostro disgraziato figlio e le operazioni subite quasi quotidianamente e sempre con raschiamento delle ossa sarebbe troppo lungo e doloroso.
Solo diciamo che il periodo acuto della malattia è durato circa quattro anni , e che la continua riproduzione dei focolai, che nessuna cura valse ad arrestare, fece dubitare il buon Dottore della salvezza del nostro caro figlio, ed anche noi entrammo nel convincimento che la scienza fosse insufficiente a combattere un male così ostinato , e che il nostro Arturo fosse inesorabilmente condannato a morte!
Ma durante la terribile malattia, non tralasciammo di rivolgerci con fede immensa a Maria Santissima Ausiliatrice. Che anzi non mancarono mai le novene e le calde preghiere alla Madonna durante sì lungo, triste e dispendioso periodo, fiduciosi attendendo da lei la salvezza del nostro bambino. Oggi il nostro caro figlio trovasi quasi guarito e fuor di pericolo, e noi sentiamo vivo ed imprescindibile il dovere di adempiere alla promessa pubblicazione per rendere manifesta la grazia ricevuta dalla nostra potente Ausiliatrice. A Lei dunque tutte le espressioni sincere della nostra riconoscenza ed una piccola offerta in segno di omaggio.
Avola, 5 dicembre 1907.
M. GUARINO e C. BARLOTTA coniugi. Airolo. - Rendo pubbliche azioni di grazie alla
potente Ausiliatrice dei Cristiani, per l'insigne grazia che ci ha fatto testè, colla prodigiosa guarigione d'una mia carissima allieva , Sila Genoni. La poverina il 30 ottobre u. s. ammalò di fiera polmonite, con altissima febbre che la ridusse in pochi giorni agli estremi. Infatti la sera del 5 corrente la povera Sila era così aggravata , che si giudicò opportuno amministrarle l'Olio Santo. Fu allora che, coll'animo angosciato, iniziai una fervorosa novena all'Ausiliatrice. E chi l'avrebbe potuto sperare? La crisi fu felicemente superata, la febbre grado grado andò diminuendo e l'ultimo giorno della novena, la carissima Sila era dichiarata fuori di pericolo. Ora, che scrivo, ella è entrata in convalescenza : s'alza , mangia , sta benissimo. Lode pertanto e riconoscenza eterna a Maria SS. Ausiliatrice che consola in tal modo una religiosissima famiglia , ridona una diletta figlia ai genitori che già la piangevano perduta ed una beneamata allieva a chi ha l'onore di firmarsi,
3o novembre 1907.
ELISA PEDRINI
Maestra di IIIa e IVa femm.
Besazio (Mendrisio). - Il sottoscritto sarà sempre riconoscente a Maria SS. Ausiliatrice per una grazia ricevuta.
Fin dalla giovinezza andava soggetto ad un forte mal di gola, ma il 15 novembre del 1902 fu colpito dallo stesso male in modo più grave. Allora si rivolse alla Vergine SS. Ausiliatrice, la quale nessuno abbandona e tutti esaudisce, ed infatti esaudì pur anche la sua preghiera. Poco dopo si trovò guarito perfettamente, e d'allora in poi fu sempre immune, e confida in questa buona Vergine anche per l'avvenire.
Trascorsi or sono cinque anni, e conforme la promessa fatta invia una tenue offerta al Santuario di Valdocco, con preghiera di pubblicare la grazia nel Bollettino Salesiano , acciò sémpre più cresca nei fedeli la fiducia in una Madre così buona e potente.
21 novembre 1907.
BOLDINI SECONDO Maestro.
Portacomaro d'Asti. - Il 2o novembre ero assai ammalata; e tutta la mia famiglia non sapeva a qual partito appigliarsi , quando fui consigliata da una cugina di rivolgermicon una novena a Maria SS. Ausiliatrice e nello stesso tempo di far celebrare una messa al suo altare. Così feci ; fin dal quarto giorno della novena cominciai a star meglio e ora sono perfettamente guarita. Ai piedi del vostro altare, o buona Madre , lascio tanti ringraziamenti, sicura che sarete sempre la nostra Ausiliatrice.
1 dicembre 19o7.
MASSIRIO TERESA.
Monza. - La mia Teresina all'età di 2 anni venne operata alla gamba sinistra per periostite, e dopo d'allora per quattro anni continui sofferse sempre ad intervalli dei continui spurghi e dolori, finchè ultimamente aggravatosi il male, ella ne fu così prostrata di forze da far temere della vita. In uno slancio di fede ricorremmo a Maria Ausiliatrice cominciando una novella con la promessa di un'offerta e di pubblicare la grazia.
Il giorno dopo la bambina, come per incanto, apparve in salute, diminuirono tosto gli spurghi e la piaga andò rimarginandosi, sicchè oggi non solo è completamente ristabilita, ma va rinforzandosi sempre più.
Compio il mio dovere ringraziando dall'intimo del cuore la Madonna di D. Bosco.
2 aprile 1907.
Amos VERDA.
S. Damiano d'Asti. - Verso i primi dello scorso mese di marzo mi trovava in grandi angustie e temeva fortemente di andare incontro a muovi dispiaceri. Addolorata feci ricorso alla cara nostra Madre, invocata sotto il titolo di Maria Ausiliatrice, cui promisi che avrei fatto inserire nel Bollettino la grazia. Avendomi, la buona e SS. Madre consolata, riconoscente adempio la promessa fatta, pregando la Vergine Ausiliatrice a volerci continuare la sua protezione.
12 maggio 1907.
M. TERESA.
Figline Valdarno. - Il mio caro consorte quasi improvvisamente fu colto da un terribile- ascesso alla gola che estendendosi rapidamente a tutta la faccia e al capo lo ridusse in condizioni gravissime. A nulla valsero le cure dei più valenti medici del Valdarno non solo, ma anche di Firenze : il povero nomo peggiorò talmente che era vicina la catastrofe... ed io sarei rimasta vedova infelice con dieci figli ! Fu allora che con un fervore che mai ricorsi a Maria Ausiliatrice promettendo un'offerta alle Opere Salesiane. Or bene, contro ogni umana speranza e con stupore dei medici curanti, il male prese a diminuire sensibilmente, finchè in breve disparve. Sia benedetta in eterno la Madonna di D. Bosco!
Luglio 1906.
N. N., Cooperatrice Salesiana.
Vittorio. - Sento il dovere di rendere pubblica una grazia ottenutami dalla mia buona Madre Maria Ausiliatrice.
Ammalatami d'un influenza infettiva e vedendo che nessun rimedio umano era valido a farmi cessare la febbre, ricorsi a Maria Ausiliatrice, promettendole di pubblicare la grazia, qualora alla fine della novena incominciata, mi avesse guarita. Bontà di Maria! L'ultimo giorno della novena, fui affatto senza febbre, e sciolta da qualsiasi male.
Grazie adunque sieno rese a Maria!
23 marzo 1907.
FILOMENA DE CARLO ved. FRFZZA.
Oneglia. - Sul principio del mese di febbraio il mio conoscente Cesare Richini capo-stazione venne colpito da paralisi ; subito ricorsi a Maria SS.ma Ausiliatrice, mi recai alla camera dell'infermo, e feci deporre sotto il capezzale l'immagine della cara Madonna di D. Bosco con questo pensiero: « Ella sola lo può salvare ». Scrissi intanto a Torino per una novena al suo altare col cuore straziato ma pieno di speranza, promettendo anche la pubblicazione della grazia sul Bollettino. Oh Vergine benedetta dopo quattro giorni di dolorosa ansietà si notò nell'infermo un lieve miglioramento che andò sempre progredendo, finchè riacquistò piena salute. Riconoscentissimo adempio la mia promessa per la grazia ricevuta. In fede
4 aprile 1907.
Cari. PELATO D. GIOVANNI.
Castiglionfiorentino Caprile. - Essendo in letto colpita da forti convulsioni, tutta la famiglia n'era costernata per vedermi tanto soffrire. Fiduciosa in Maria Ausiliatrice, il babbo disse: « Ricorriamo al santuario di Maria Ausiliatrice, chè chi ricorre alla Madonna di D. Bosco è certo di ottenere la grazia ». E diffatti, non appena spedita l'offerta, mi trovai libera dal male che mi affliggeva, per cui rendo grazie a Maria SS. per il gran dono della salute riavuta.
22 novembre 1907.
GIUSTI ANNITA.
Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice, e alcuni pieni di riconoscenza inviarono offerte al Santuario di Valdocco per la celebrazione di S. Messe di ringraziamento, o per le Missioni Salesiane, o per le altre Opere di Don Bosco, i seguenti
A) - Albino (Bergamo): Rossi Sac. Cristoforo 5 a nome di Carrara Giuseppina - Acqui: Garbanno Bistolh Carolina 6 - Antagnano (Udine): Rupis D. Paolo 9 - Arance Sesia (Novara) : De Giorgis Alessandro - Araras (S. Paulo, Brasile): A. R. - Arquata Scrivia (Alessandria) : Dallegri Giuseppina 5 - Asti: Catterina Caffano 20-AMens (Illinois S. U. N. A): Paglia Giacomo io.
B) - Bagni Canicattuci (Siracusa): Rosario Rossitto ed Elvira De Zanelli - Bagolino (Brescia): Fusi Pietro fu Giorgio io - Banco Perde (Minas Geraes, Brasile): Ferrara Leopoldina - Barbania (Torino): Famiglia Pezani - Barge (Cuneo): Vittoria Serya - Bari Sardo (Cagliari): Pintus Massimina 2 - Barrafranca : Giuseppina Mattina Corvo 5 '-Bergamo: Quadri D. Natale ed Emilia Marchesi n. Quadri - Bologna: E. Brazioli 5 - Bollano (Genova): Santini Carlo 17 - Borgaro Torinese: Cumino Barbara. - Borghetto di Borbera: Bono Ferdinando 2,50 - id.: Barella Emilia 2 - Bosa: Paolino Macci, 5 - Brescia: Sorelle Girelli io - Brienza (Potenza) : Paternoster Melania 2 - Bronte (Catania) : Suor Claudina Baserga 5 a nome di una pia persona - Buenos Aires: Giacinta Madia di Vincenzo - Busca (Cuneo): G. Berardo 2 - Busseto (Parma): Famiglia Rebecchi - Bussolino di Gassino: Borgo Giuseppe.
C) - Cachoeira do Campo (Brasile): D. Bernardo C. - Cagliari: Eugenia M. i - id.: Gaetano Garzia 6o - id.: Nossardi Carolina i - Calascibetta: Elisa Tita Corvaia io - id.: Rindone Marietta 5 - Caltanisetta: Titina Aiala 5 - id.: Cav. Enrico La Pera 5 - Candiolo: Ing. Rodolfo Sella - Capo di Ponte: N. N. 5 -- Carignano: Sibona Remigia Carmagnola : Vaudagna Rosa n. Pautasso Cartasegna (Alessandria) : Scapulla Santina 5 Casalgrasso Ceresio Lucca - Casalrosso: R. D. Casteggio (Pavia): N. Campanini 5 - Castagnara Pietra de' Giorgi: D. Giuseppe Massoni 5 a nome di pia persona - Castellaro di Sala Baganza (l'arma): Cavatorta Maria veda Merusi 5 - Castelcerino: M. L. 2 - Castello di Codego: Rosina Favrin, 5 - Castelnuovo Calcea: Carelli Francesco io - Castelrosso: Susso Giuseppe - id.: Chiavarino Anna - id.: Barbero Vincenza -- Cavallerleone: Enria Anna - Challant S. A nselme (Aosta): Sac. G. Favre, a nome di pia persona 2.50 - Chieri: S. G. N. - Ciciavenna:' D. Giuseppe Giovanni Parroco di Menarola 5 - Chicago : Arnone Antonino 6 - Chignolo Po : Rigamonti Bice 2 - Chiuduno (Bergamo) : Luigia Sterca io - Cisterna: Lovero Maria - Cittadella: Mazzonetta Amalia 13 - Cividale del Friuli: Amalia Agricola Carli 5 - Clavesana : Michele Devalle - Collegno (Torino): Laura Garabello - Colonia Bica (Cordoba, Rep. Ar-.): Frola Giacomo 5 - id.: Garione Giacomo 5 - Como : P. M. 25 - Contano (Alesandria): Scagliotti Maria 4 - Costigliole d'Asti: Corino Margherita - Creazzo (Piacenza) : Padovan Pietro 5 - Cuneo: Audisio Teresa n. Oggero 2 -id.: Rina P. 20- Cusano: M. G.
E) - Enego: Sisto dalla Palma ed Amalia Frino Dalla Palma 5.
F) - Ferrara: Una pia persona (E. M.) 2 - Fusignano: Gullamino Vittoria 2.
G) - Gallipoli Borgo : Marzo Vincenza ved. Massa 5 - Garbagnate Milanese: Famiglia Vismara io - Gorizia: Pierotti Maria - Grugliasco (Torino): Raimondo Paolina i.
I) - Iglesias (Cagliari): A. P. G. 2 - Incisa Belbo (Alessandria): Ginevra V. 5 Isola della Scala: N. N. 10.
L) - Lacchierella: Sacchi Maria 10 - Legnano: Donelli Palmira 1 - Legnanello: Croci Luigia 5 - Legnano : Lina de' Stefani - Lombardore Canavese: Angela Paitol 2 - Lombriasco: H. N. - Lonigo: Sozo Giovanni Battista, 15 - Lu Monferrato: Boccalatte Giuseppe.
M) - Moccio (Como): P. Caccia Scacchi 2 - Mantova: Ferrari Ch. Giosuè 2,50 - Marenà di Piave: S. R. io - Mansuè: Elisa della Colletta Catorzi io - Messina: Munazzò G. P. 2 - id.: Alberto de Leo, 1 - Molina di Fiemme: D. Daprà Curato Giuseppe 21 - Mombarcaro (,Cuneo) : Prato Costantina 2 - Membollo: Gianasso Margherita - Montelepre (Palermo): Di Misa Sac. Federico 5 - Montorso: Pagani Amalia 6 - Morgex (Valle d'Aosta): G. T. - Murisengo (Alessandria): Martini Rosa in Gino 10.
N) - Nembro (Bergamo): Ghilardi Anna 5 - Nebbino: Angela Cariletti 3.
O) - Oleggio (Novara): Creola Rosa 5 - Ozieri (Sassari): Sac. Leonardo Sieri, io.
P) - Pavia: De Paoli Stella Fietta, 11 - Pellestrina: Antonia Tambossi 1 - Pellezzano (Salerno): Pellegrino Giuseppe 10 - Pietraperzia (Caltanisetta): Corvo Marianna 10 - Pinerolo: B. R. -- id.: N. N. - Poirino: Minchianto Lucia - Porto Maurizio: D. Thomatis Andrea 5 - Pozzano (Brescia): D. Giacomo Panizza, 5o - Pozzuoli: A. C. Artiaeo 20 - Preghena: Alessandri Rosa 5 - id.: Vielmetti Maddalena 10.
R) - Reazzino (Svizzera): S. C. io - id.: Ghiggiolli Vincenzo 5 - Revigliasco: Gallea Catterina --- Rimini: Ester Fabbri io - Roma: Cosenza Filippo - id.: Adele ved. Annibali 5 - Rosignano Monferrato: Patrucco Angiolina - Rosafuori (Bergamo): Conjugi Locarmi Giovanni e Maria 20.
S) - Scaldasole (Pavia) : Chiapuzzi Rosa - S. Albano (Varzi): Dimattei Maria 5 - id.: Sac. Gioie Castagnole, parroco 7 - S. Antonino di Susa: Delfino Pent - S. Biagio della Cella (Porto Maurizio): Maccario Marietta 5 - S. Cipriano (Treviso): La popolazione unitamente al suo rev. Arciprete 100 - S. Giovanni Gemini (Girgenti). Giambattista Alessi - S. Lorenzo de Villas Boas: Gandi Igino 2 - id.: Pedrotti Giuseppe 5.50 - Sanluri: Ignazia Ferru M. Garau - S. Marco in Lainis (Foggia): Nardella D. Antonio 5 - San Martino Siccomano (Pavia): Arc. Attilio Bangi 5 - S. Michele Extra: Vanzo Fiordaliso 5 - San Pietro Incariano (Verona): Righetti Luigia 5 - S. Salvatore Monferrato: Ernesta Carrara 2.50 - S. Vittoria d'Alba: Valsiga Andrea 2.25 - id.: Ferrero Giulia nata Sporta 2,25 - Sarola (Porto Maurizio): Agnese Bianca ved. G. 2 - Sassomorello (Modena) Ranuzzini Luigia io - Selargius: Raffaella Ledda 5 - Selva dei Rocchi (Parma): Celestina Valenti 2,60 - Seneghe (Cagliari): Zoccheddu Fannyl 2 - Settimo Torinese: Arduino Maria - Sommaggia (Sondrio) : Paggi Clotilde 3 - Sordevoto: Ebba Vercellone 7 - Sorrenti (Cagliari) Musio Pietrina 5 - Soverato (Catanzaro): Elena Camineti, 5 - Stradella: D. Eugenio Arignoni io Suno (Novara): Prandi Rachele 2.
T) - Tarcento (Udine): Armano Luigia 2,30 - id.: I. G. Pittini i - Teglio Veneto: Borghesaleo Maria - Torino: Rina Rocca 1 - id.: Bonelli Eugenio, 7 - id.: N. N. 10 - id.: Rocco Giuseppe - id.: Un ex-allievo dei Salesiani 5 - id.: Costanza Ballario -- id.: N. N. - id.: Amalia Grillo - id.: T. -- Tortona: Coniugi Maria e Alberto Cantù 1oo - Trento: Ch. Rippa Giuseppe 9 - Trevisio (Sondrio): Menatti Cesarina 5 - Trinità (Cuneo): Lucia Teobaldi 10 -Troia (Foggia): Cornelia Lombardi di Urbano 10 - Tunisi: Oliva Averso io.
U) - Udine: C. I. 3.
V) - Valeggio sul Mincio (Verona): Fonolli Luigia 10 - Vanzone con S. Carlo (Novara): Boggi Maria fu Giov. Battista 25 - Varazze (Genova): Giulia Rosciano 6.90 - id.: Famiglia Guastavino 5 - Varnone: Arduino Cesare - Venezia: Maestra Giuseppina Morandi- Verciano (Romagna): Casicei Marianna ved. Faitanini 5 - Verona: Tosi Genoveff a, 4 - Villanova d'Asti: N. N. della Borgata Savio - Villafranca: Olivazzo Biagio -- Villanova Forni (Cagliari): Sac. Giovanni Battista Fenu parroco io - Villanova di Mondovi: Marabutto Maddalena - Vimercate (Milano): Nice Sironi 3 - Vinzaglio: Pezzana Bartolomeo 5 - Vizzimi (Catania): Garra Marianna 5 - Vobarno (Brescia): Crescimbene Paolo 2 - Voghera (Pavia): G. B. D. 5
Z) - Zavatterello: Percivalle Gemina 5 - Zinella: Fin Giovanni 20.
X) - Elena Gabriella Reta - La Famiglia Dufour - Una devota 3.50.
Santuarìo di Maria Ausiliatrìce
TORINO
Ogni giorno, celebrazione di una santa messa esclusivamente secondo l'intenzione di tutti quelli che in qualunque modo e misura hanno concorso o concorreranno a beneficare il Santuario o l'annesso Oratorio Salesiano. Per qualsiasi corrispondenza in proposito, rivolgersi al Direttore dell'Oratorio S. Francesco di Sales - Via Cottolengo, 32 -- Torino.
Per celebrazione di S. Messe e per novene o tridui di Benedizioni col SS. Sacramento, rivolgersi al Rettore del Santuario.
Ogni sabato, alle 7.30 speciali preghiere per gli associati all'Arciconfraternita di Maria SS. Ausiliatrice.
Dal 10 gennaio al 10 febbraio.
15 gennaio, S. Maurizio - Ore 6, Messa, predica, benedizione - Ore 17, Vespro, predica e benedizione.
24 gennaio - Solenne commemorazione di Maria SS. Ausiliatrice.
26-27-28 gennaio - Triduo in preparazione alla Festa di S. Francesco di Sales - Dopo la Messa delle 6, predica e benedizione - Alle 17, lode, predica e benedizione.
29 gennaio - Festa di S. Francesco di Sales. - Messe dalle 4.30 alle 11.30 - Ore 10, Messa pontificale -- Ore 15.30, Vespri pontificali, panegirico e benedizione.
30 gennaio - Tulle le preghiere fatte nel Santuario sono applicate in suffragio dei Salesiani, Cooperatori e Benefattori defunti.
1 febbraio - Primo venerdì del mese - Ad onore del S. Cuore di Gesù, Esposizione del SS. Sacramento per tutto il giorno.
2 febbraio - Purificazione di Maria SS. - Ore 6, messa, predica, benedizione. - Ore 17, vespro, predica, benedizione.
3 febbraio - S. Biagio: benedizione della gola.
NB. - Nel pomeriggio dei giorni festivi si celebrano due funzioni : la prima alle ore 3, la seconda alle ore 4.30.
A Torino.
L'Unione Antichi Allievi del primo Oratorio festivo di D. Bosco, l'8 dicembre u. s., celebrò la benedizione del suo vessillo sociale, con feste memorabili pel concorso di numerose rappresentanze e per la loro intimità veramente cristiana. Le funzioni religiose ebbero luogo parte nel mattino e parte nel pomeriggio, nella cappella dell'Oratorio e nel Santuario di Maria Ausiliatrice. La ricca bandiera, opera delle note sorelle Piovano, venne benedetta dal sig. D. Rua, fungendo da padrino l'ing. Adolfo Sella e da madrina la signora Margherita Alloatti.
Inviarono numerose rappresentanze le associazioni cattoliche torinesi, tra cui notammo con bandiera quelle dell'Unione Cattolica operaia, sezioni di S. Dalmazzo, S. Agostino, S. Barbara, S. Gioachino, S. Secondo, S. Donato, N. S. del Carmine, S. Gaetano, Ss. Pietro e Paolo, quelle del circolo Madonna della Pace e di Pio X della barriera di Milano, del Circolo Vittorio Amedeo II della Madonna di Campagna, dell'Unione Antichi allievi dell'Oratorio di S. Martino, la Società Cattolica di S. Stefano, il Circolo Pio X di Pino Torinese, il Circolo S. Mauro di Mathi, le Società Cattoliche Operaie di Moncalieri e di Trofarello e il Comitato parrocchiale di S. Giovanni Battista di Ciriè.
Dopo la funzione del mattino, la direzione dell'Unione offerse agli intervenuti un vermouth d'onore. Il Direttore D. Pavia disse una splendida ode; tenne il discorso di circostanza il signor Arduino Pietro e il sig. D. Rua rivolse ai presenti parole di vivo ringraziamento per l'affetto dimostrato verso le opere salesiane. All'agape fraterna parteciparono numerosi soci e un buon numero di invitati. Sul levar delle mense parlarono, applauditi, il consigliere comunale avvocato Saverio Fino, l'avv. Aloatti, il sig. Arduino, il direttore D. Pavia ed altri, mentre l'egregia banda dello stesso Oratorio si apprestava ad un ben riuscito concerto. La festa si chiuse con una solennissima funzione religiosa nella Chiesa di S. Francesco di Sales.
La festa sociale del Circolo « Giovanni Bosco». -Nello stesso giorno con vario e ben riuscito programma il fiorente Circolo « Giovanni Bosco» celebrava la sua prima festa sociale. Dopo una solenne cerimonia compiuta al mattino nel Santuario di Maria Ausiliatrice, i soci in gran numero si riunirono all'Albergo del Gran Cairo ove fu servito uno squisito banchetto.
Al dessert fecero applauditissimi brindisi all'avvenire del Circolo il presidente signor Alessio Pretto, gli avv. Martina e de Lauso, il signor Fassio ed il cav. Bonino in versi, il signor Lorenzo Alpino che comunicò fra entusiastici applausi un nuovo attestato di simpatia dato al Circolo dal S. Padre, il dott. Clerico, il prof. Novasio e in fine il socio onorario prof. can. Anfossi e l'Assistente ecclesiastico. Avevano mandato la loro adesione cospicue personalità, fra cui molto applaudita quella di Mons. L. Spandre. Alla sera, nel salone Umberto I in corso Oporto, la sezione filodrammatica del Circolo, rappresentò innanzi a numeroso pubblico ed assai applaudita il dramma : La gerla di Papà Martin.
-Nei locali del Circolo «Giovarmi Bosco» si è già iniziato un opportunissimo corso di conferenze sociali per la coltura dei soci. Quanto prima vi s'inizieranno anche vari corsi di lingue estere e si porrà mano ad altre opere di eccezionale importanza, che non mancheremo di comunicare ai lettori. Intanto richiamiamo sul benemerito Circolo l'attenzione e la benevolenza, di quanti possono promuoverne il più florido sviluppo, assicurandoli che faranno un'opera buona e singolarmente proficua.
In Italia.
MACERATA - Pro Calabria - Il giorno 11 novembre per iniziativa della Società sportiva Robur, si svolse nel teatrino dell'Istituto Salesiano un attraentissimo trattenimento drammatico-musicale a beneficio dei poveri Calabresi nuovamente colpiti dal terremoto. L'idea geniale, approvata da S. E. Monsignor Vescovo, fu accolta favorevolmente dalla cittadinanza. Alle 16 la vasta sala era affollata di gentili e caritatevoli persone, tra cui il generale Ritzu colla sua signora Marchesa Ciccolini, la Contessa Tomassini e famiglia, la Contessa Zorli e Panta leoni, le nobili signore Vassallo e Pianesi con molte altre stimatissime signore e signori sempre pronti ad accorrere dove si compie un'opera di carità. I giovani dell'Istituto ed alcuni egregi dilettanti eseguirono splendidamente la commedia moderna del Berton: « Ciò che più vale» ed i giovani del Circolo Pergolesi del Ricreatorio festivo una graziosa operetta in due atti del M.° Liviabella: « Un pesce d'Aprile ».
Il tutto riuscì egregiamente, e attori e musici si ebbero meritati applausi ed elogi.
Il ricavo della simpatica e riuscitissima festa in L. 120 fu spedito dal Direttore dell'Istituto a S. E. R, il Card. Portanova, Arcivescovo eli Reggio Calabria, il quale si degnò di rispondere con la seguente nobilissima lettera.
Arcivescovado di Reggio Calabria.
Molto Rev.do Signore,
Gradisca e faccia gradire le mie più vive azioni di grazie ai bravi giovanetti della .Societa ginnastica Robur, ai convittori di colesto Istituto, e a quanti concorsero col loro obolo per sollevare le miserie dei poveri calabresi colpiti ancora una volta dal flagello del terremoto. Non potrebbero cotesti giovanetti corrispondere meglio alle paterne care dei Salesiani, i quali ne educano insieme la mente e il cuore.
Fo voti ardenti al Signore perché nella loro vita sempre più manifestino i frutti della cristiana educazione avuta nei loro anzi più verdi e il timor santo di Dio ne guidi i passi costantemente. E di cuore a quanti sono cotesti brani giovanetti e in ispecie a Lei, signor Direttore, invio la mia benedizione.
Con sensi di stima
Reggio Calabria, 15 novembre 1907.
Devotissimo
+ G. Carri. PORTANOVA, Arcivescovo.
VERONA - L'Em.mo Card. Bacilieri all'istituto Don Bosco -- Il 2o novembre si benedisse e inaugurò con festa solenne il nuovo corpo di fabbrica richiesto dal continuo sviluppo di quell'Istituto Salesiano. Alle 15,45 i 250 convittori si schieravano in doppia fila in attesa dell'Eminentissimo Vescovo diocesano, il sig. Card. Bacilieri, che giunse accompagnato dal segretario Mons. Tomba. S. E. fu accolta al suono della marcia reale ed ossequiata dal benemerito Comitato Salesiano con a capo Monsignor Serenella, Mons. Grancelli, il cav. Zaglio, il sig. Schiavoni, dal rev.mo abate di S. Zeno, dai Vicarii di S. Giovanni in Foro e di S. Maria Antica, dai RR. PP. Minori, dal ven. Conte Teodoro Ravignani, dal dott. Cazzarolli e da molti altri ragguardevoli ecclesiastici e laici. Appena entrato nella nuova fabbrica, l'Em.mo indossò rocchetto e stola, e compì il breve rito della benedizione. Indi si recò alla Chiesa già stipata di alunni e devoti, ove con l'assistenza di Mons. Serenelli e di Mons. Abate imparti la trina benedizione. La Chiesa era addobbata come nelle maggiori solennità. Compiuta così la funzione religiosa, Sua Em.za passò a visitare i laboratorii, il refettorio, la cucina ; accettò quindi un rinfresco insieme cogli altri del seguito nel refettorio dei superiori, e compiuta la visita della nuova ala del fabbricato, ripartiva verso le 17 e 1/4.
Nell'accomiatarsi Sua Eminenza ebbe parole cordiali di congratulazione e d'incoraggiamento, chè - disse - si può far tanto bene qui dove è raccolta tanta gente; così pure mostrò più volte la sua soddisfazione nella visita dei laboratorii, essendo troppo importante che aumentino gli operai bravi ad un tempo e cristiani.
Alla cerimonia era presente insieme con D. Veronesi anche il nuovo ispettore delle Case Salesiane del Veneto e dell'Emilia Don Carlo Farina. La lietissima festa ebbe termine con un trattenimento accademico nel quale Mons. Grancelli, tessendo la storia dell'Istituto D. Bosco di Verona, ebbe parole di sommo elogio pei benefattori ed inculcò ai giovani alunni il sentimento della riconoscenza e la preghiera pei loro benefattori.
All'Estero.
ALICANTE (Spagna) -- Una nuova casa per le vocazioni degli adulti allo stato ecclesiastico si è aperta presso Alicante nella Spagna. La nuova fondazione è dovuta alla munifica generosità della nobilissima donna Piedad Téllez Giròn, Duchessa di Medina di Rio Seco. La nuova casa sorge a mezzo chilometro dal mare in luogo assai climatico e tranquillo. Fu inaugurata il 24 ottobre con una solenne accademia alla quale convennero insieme con molti altri sacerdoti e signori ìl Parroco di S. Juan e l'Alcalde e il Parroco di Campello, che disse in uno splendido discorso dei caratteri e dell'importanza sociale dell'Opera di D. Bosco.
BUENOS AIRES - Gli alunni dei Collegi Salesiani il 24 ottobre in numero di due rasila si recavano in treno speciale al Santuario di N. S. di Lujan. Giunti alla stazione della Basilica, a otto a otto in un'unica imponente colonna marciarono tutti uniti alla volta del Santuario. Là ascoltarono la S. Messa e molti, nonostante l'ora un po' tarda, si accostarono alla s. Comunione, infatti tre sacerdoti ebbero da comunicare contemporaneamente per 2o minuti. A mezzodì si raccolsero ad un modesto banchetto ed alle 3 pom. tornavano al Santuario , ove dopo una breve esortazione dell'Ispettore D. Giuseppe Vespignani ricevevano devotamente la benedizione di Gesù Sacramentato. Prima di uscir del Santuario salutarono tutti la B. Vergine con un soave canto di addio, e quindi lieti e soddisfatti della splendida gita tornarono alla capitale.
- Anche gli ex-alunni, in numero di circa 300 e accompagnati dal zelante Ispettore, compivano in corpo e in treno speciale il medesimo devoto pellegrinaggio, il giorno 28 dello stesso mese.
NICTHEROY -- Dal Collegio Salesiano S. Rosa di Nictheroy ci giungono continuamente le migliori notizie. Il bene che si compie, colla grazia di Dio, in quell'importante Istituto è davvero consolante, ma dobbiam dire che non si tralascia proprio nulla da quei cari confratelli di quanto può giovare direttamente e indirettamente all'educazione dei loro al - levi. Ne abbiamo una prova nelle belle illustrazioni che pubblichiamo, ricordo di una gita al Forte di S. Giovanni, all'entrata del porto di Rio Janeiro, ove gli alunni ebbero da tutta l'ufficialità le più festose accoglienze e passarono un giorno di svago.
ROSARIO (Rep. Argentina) - Gli ex-allievi dei Collegio Salesiano di Rosario si sono uniti anch'essi in associazione. Com'abbiamo accennato altra volta nella Repubblica Argentina siffatte nuove associazioni fra antichi allievi dei nostri collegi furono uno dei modi con cui quei figli ed ammiratori di Don Bosco vollero festeggiare l'introduzione della Causa di Beatificazione del nostro buon Padre. La nuova associazione ha già eletto la sua Presidenza e cominciato la sua vita di azione: tra l'altro , ha costituito una Sezione Drammatica.
Ci auguriamo che simili associazioni abbiamo a moltiplicarsi, poichè è noto il bene che apportano ai singoli soci, avendo per iscopo noti solo l'affratellamento degli antichi compagni di collegio , ma altresì il mutuo soccorso , la propaganda di ogni sana idea e il pubblico omaggio alla memoria di chi fu meritamente chiamato Apostolo della gioventù e Padre del popolo.
- Ai primi di settembre la città di Rosario vestivasi a festa per accogliere degnamente il Presidente della Repubblica , che vi si recava ad inaugurare. un'esposizione industriale. Accompagnava il Dottor Figueroa Alcorte , in rappresentanza del corpo diplomatico, Sua Ecc. Rev.ma Mons. Achille Locatelli, Internunzio Apostolico, il quale si compiacque di recarsi fino al nostro Collegio, visitandone le scuole e avendo parole d 'encomio e d'incoraggiamento per l'indirizzo dell'opera. A lor volta i nostri giovani vollero portare il loro saluto al Presidente, recandosi al palazzo della municipalità , mentre la loro scuola istrumentale eseguiva i migliori pezzi del suo repertorio. Il dì seguente, recatisi anch' essi a visitare l'esposizione , toccò ai piccoli musici una vera distinzione , poichè a preferenza di altre bande venne ad essi ceduto il posto migliore, presso il palco presidenziale.
D. Valeriano de Probizer.
Raccomandiamo ai suffragi dei Cooperatori, specialmente del Trentino, l'anima buona di questo venerando sacerdote che fu per trentacinque anni maestro e direttore zelantissimo del Principesco-Vescovile Istituto dei Sordomuti di Trento.
Egli, fin dall'inizio delle opere salesiane in quella nobile città, circondò di affetto veramente fraterno i figli di D. Bosco, rendendo loro preziosi aiuti di consiglio e di conforto. La sua morte è quindi un lutto non solo pei suoi amati orfanelli sordo-muti, ma anche pei Salesiani dell'Istituto di Maria Ausiliatrice e dell'Orfanotrofio, che per nostro mezzo implorano per lui un suffragio da tutti i Cooperatori.
Il sig. Giuseppe Morganti.
Il 23 novembre l'Angelo della morte scendeva nel palazzo Arcivescovile di Ravenna per chiamare all'eternità l'anima bella di Giuseppe Morganti, fratello amatissimo di Mons. Arcivescovo.
Pei tanti vincoli di riconoscenza che la Pia Società Salesiana e la Pia Unione dei Cooperatori hanno verso Mons. Morganti, non sia discaro ai nostri confratelli e lettori d'implorare dal Signore la requie eterna al compianto estinto, a conforto dei suoi addolorati parenti.
FACCIAMo anche particolari suffragi pei seguenti defunti dal 2o novembre al 10 dicembre 1907.
Avenati-Bassi Giovanni - Torino.
Bebegatti D. Giuseppe can. - Reggio Em. Bruno D. Timoteo pievano - Rubiana, Torino. Consenti Mons. Giuseppe vescovo - Lucera, Fòggia, Curtoni Giuseppe - Gerola, Como. Fedrigo Teresa - Negrar, Verona.
Gervasini D. Angelo parroco - Bulgaro Grasso, Como, Gioccani Enrico - Torino.
Girodo Cecilia - Rubiana, Torino.
Gros D. Carlo Parroco cm. - Pomeretto, Pinerosa. Mazzone D. Antonio, prevosto - Ailocche, Novara. Merzagora D. Luigi, priore - Oleggio Castello, Novara. Pallavicini march. Eleonora dei Principi di S. Maurizio.
- Parma.
Prandina Giovanni - Borgogno, Novara. Revello cav. Antonio - Muggiano, Genova. Revial Costantino - Perosa Argentina.
Voli Avena cav. Giuseppe - Torino.
NB. - Teniamo a dichiarare che nel presente Necrologio facciamo menzione soltanto di quei Cooperatori e di quelle Cooperatrici di cui ci viene comunicato il decesso direttamente o per lettera o cartolina postale o mediante annunzio funebre a Stampa - e ciò pel non poterci fidare della semplice scritta morto o defunto che troviamo talvolta in Bollettini rinviati alla Direzione.