Periodico della Pia unione dei Cooperatori Salesiani di Don Bosco
ANNO XXVIII N. 2 Esce una volta al mese FEBBRAIO 1904.
SOMMARIO- Veniamo alla pratica . . . 33 Pagina intima 36 Per gli emigrati italiani 37
Gli Oratori festivi 40 Per il giubileo dell'Immacolata . . 42 Della Visita del R.mo Don Albera alle nostre Case d'America. . 43 Missioni : Matto Grosso : Dagli Indi Coroados Bororos - Equatore : Una predica in lingua Kivara . . 45 Tre periodici raccomandati 49
Culto e grazie di Maria Ausiliatrice . 5o
Notizie compendiate: A Valdocco -- In Italia - Dalle isole di Malta- Dall'Oriente - Dalle Azzorre- Dalle Americhe . 57
Un nuovo laboratorio chimico . . 62 Necrologia : D. Francesco Massucco - Tono Gaetano 63
Illustrazioni : La Cattedrale di Malta, 38 -- Il porto di Malta, 44 - Collegio di Lanusei, 46 - Veduta gene cale della Valletta, 48 - Orfanelli dell'Istituto di An- gra, 58 - Alunni del collegio di Lorena, 6o. .
uno splendido volume di 300 pagine, larghe di formato e piene di energia e-di esperienza, son venuti finalmente in luce gli Atti del Terzo Congresso Internazionale dei cooperatori Salesiani.
Precede un'esatta esposizione dell'edificante lavorìo per la rapida organizzazione del Congresso : quindi viene la descrizione minutissima delle singole adunanze generali ove sono inseriti i brillanti ed efficaci discorsi degli illustri oratori : e in ultimo seguono le pratiche conclusioni della Commissione di studio e delle discussioni delle varie sezioni. L'elegantissimo volume chiudesi con una sobria narrazione delle feste trionfali per la pontificia Incoronazione di Maria Ausiliatrice, ed una bellissima tavola recante la prospettiva del Santuario di Valdocco e dell'Oratorio di S. Francesco di Sales insieme ai ritratti di Papa Leone XIII, di D. Bosco, di D. Rua, dei tre eminentissimi Cardinali e di tutti gli Eccellentissimi Arcivescovi e Vescovi intervenuti al Congresso. Insomma è un lavoro accurato e ben riuscito, che tornerà carissimo a tutti i Cooperatori, e specialmente a quelli che non poterono prender parte a quel memorando trionfo dell'Opera di D. Bosco; poiche, svolgendo l'annunziato volume, potranno provar le stesse impressioni e sentirsi l'anima accesa agli stessi entusiasmi che rapirono il cuore di tutti i presenti.
Infatti al mirare il vastissimo campo d'azione, che la Divina Provvidenza volle affidato ai Salesiani e ai loro zelanti Cooperatori, c'è da restar confusi. Indubbiamente, il bene che, mercè il vostro soccorso, possono compiere i poveri figli di D. Bosco, è pur qualcosa: ma chi non vede, che se la densa falange dei Cooperatori oltre il sostegno morale e materiale che dà continuamente alla Pia Società Salesiana, si slanciasse individualmente - come alcuni già fanno - ad un'azione locale, paziente e costante, quel bene che oggi ricevono dai Salesiani cento o duecento mila fanciulli, fin da domani potrebbe assorgere ad una prodigiosa moltiplicazione?
Veniamo ad un esempio.
Nelle colonne del nostro periodico abbiam preso a ritrarre l' ammirabile orditura organica di quella genialissima creazione di D. Bosco, che sono le sue Scuole Professionali. Ognuno, al vedere in un secolo in cui spiegasi un'audace ed energica operosità, sconosciuta ai secoli passati, al vedere una schiera di sacerdoti aprir pei figli del popolo vaste e premiate officine, pressochè in ogni parte del mondo, nobilitando così il lavoro e proponendosi di elevarlo grado grado fino alla perfezione, nel nome di Colui che lo santificò e che riprovò acerbamente l'inerte possessore del talento sepolto, di certo ognuno si sente commosso. E questa commozione cresce a mille doppi in chi è in grado di visitar una sol volta alcuna delle sullodate Scuole Professionali già quasi condotte a quel punto di perfezionamento che D. Bosco voleva. Quanti si procurano questa soddisfazione, al rilevare l'ordine che vi regna, il contegno alacre e decoroso dei giovani alunni, l'amore accurato con cui attendono al lavoro, e più di tutto l'aria serena che circonda la loro fronte, con inusitato trasporto di tenerezza si fermano a fissare il ritratto di D. Bosco, che appeso alla parete ai piedi del Crocifisso, par che vigili sempre su quel caro drappello di fanciulli. Ora, l'ammirazione è buona cosa, è un dolce e santo tributo ; ma non è vera cooperazione. Oltre le offerte direttamente inviate al Successore di D. Bosco, perchè possa provvedere ai continui bisogni delle opere da lui dipendenti ; oltre le ferventi preghiere, perchè Iddio benedica le quotidiane fatiche di tutti i Salesiani, v'è un'altra efficacissima maniera di cooperare: cioè fare, agire anche individualmente, secondo lo spirito di D. Bosco.
Voi incontrate per le vie un piccolo vagabondo : quello stesso che forse avete incontrato ieri, ier l'altro, e chi sa da quanti giorni, perchè dev'essere un mese o un anno che il poveretto fa quella misera vita.... E perchè non vi siete mai curati di lui? Avvicinatelo con bel garbo, fatelo parlare, e forse vi dirà che ha il babbo in America e la mamma all'ospedale, e che nessuno si cura di lui. E allora? Allora cercate di affezionarvelo, per indurlo a mettersi ad un mestiere; conducetelo voi stessi presso un buon padrone, continuate su lui un'alta ma amorosa sorveglianza e voi avrete salvato un fanciullo. Se tutti i Cooperatori facessero così, come scemerebbe il numero dei discoli! E perche non lo fanno?
Ancora. Nel vostro paesello c'è una officina, che ha per capo non più un cristiano, ma un... disgraziato. Guasto dalle utopie socialistiche, quel povero uomo va sognando anche lui un' èra novella senza Re, senza Papa e senza Dio: per cui odia maledettamente il prete, bestemmia Chiesa e Sacramenti... e intanto alcuni giovanetti che frequentano il suo covo d'inferno, se non riescono ad imparare il mestiere, riescono pur troppo in brevissimo tempo maestri d'empietà e d'irreligione. E perchè non sorge un buon Cooperatore, che apra gli occhi ai ciechi genitori, e per mezzo loro tolga quanto prima quei giovanetti dall'infausta officina, inviandoli magari ad un altro mestiere : o che almeno almeno, palliando il fine santo e caritatevole sotto il manto di una particolare benevolenza, riesca ad avvicinare quei poveri agnelli condotti al macello, per salvarli almeno indirettamente da certa rovina? Nei grandi centri poi, ove la pia Unione dei Cooperatori Salesiani o è sufficientemente diffusa o si può facilmente diffondere, perchè non adoperarsi ad erigere un comitato permanente di Cooperatori Salesiani, che si occupi di proposito del buon collocamento dei piccoli operai ed eserciti su loro una vigilanza speciale ed affettuosa, a quella guisa che i membri delle Conferenze di S. Vincenzo de' Paoli attendono al sollievo dei poveri bisognosi, che vanno a cercare fin nelle più alte soffitte? Se ogni Cooperatore Salesiano riuscisse a procurare ad un giovanetto un buon padrone o a strappare da un' officina corrompitrice un povero fanciullo, forse ancora innocente, chi non vede che di giorno in giorno aumenterebbe la gloria di Dio e il numero dei giovanetti salvati crescerebbe a dismisura?
Dunque bisogna farlo ! Sul vostro regolamento sta scritto in prima pagina:
Cooperatori Salesiani, ossia un modo pratico ber giovare al buon costume ed alla civile società. - È D. Bosco che lo scrisse, e la Religione e la Patria ne reclamano i frutti ; dunque tocca a voi ad agire. Più crescerà il numero dei buoni cristiani, più aumenterà la forza del buon esempio e più verrà ammortizzata la propaganda contagiosa dei pervertitori. Gesù Cristo regnerà sulla terra e in tutti i cuori, e nel mondo s'inaugurerà un'èra di prosperità e di vera grandezza. Noi, o zelanti Cooperatori, forse non vedremo quel giorno, ma ben possiamo affrettarlo e raccoglierne il merito principale, se è vero che in ogni grande impresa la gloria maggiore va attribuita a coloro che hanno saputo consacrarle l'ingegno, le ricchezze e la vita nell'ora più difficile. I vostri sforzi appianeranno la via a quelli che verranno, e l'esempio vostro darà a quelli più forte ardire.
Quindi è, che rifacendoci a quanto abbiamo accennato in queste linee circa l'assistenza ed il collocamento dei giovani operai e a quant' altri nobili voti e consigli son contenuti negli Atti del III Congresso Internazionale dei Cooperatori Salesiani (1), facciam nostro l'augurio felice dell'Eminentissimo Card. Richelmy, nostro venerato Pastore ; Fiat ! Sì, avvengano e si compiano tutte quelle belle opere di cui si è parlato tanto bene ; e voglia il Signore che a questo fiat possa seguire un'altra parola desideratissima, il factum est!
1) Presso la Direzione del Bollettino al prezzo di L. 3,oo.
Pel Rev.mo nostro Superiore.
Con lettera speciale del 6 gennaio u. s. il Rev.mo sig. D. Rua notificava a ciascuno di voi, o benemeriti Cooperatori e zelanti Cooperatrici, l'urgente bisogno che egli ha del vostro soccorso. Dopo di aver accennato ai gravi debiti contratti per le ultime spedizioni di Missionari, egli vi diceva : Monsignor Fagnano è seriamente impensierito per poter continuare la sua opera eminentemente civilizzatrice a favore dei poveri Fueghini; molti dei Missionari Salesiani della Patagonia, dell'Equatore, della Colombia, del Matto Grosso e della Tunisia, mi fanno, riguardo ai loro ricoverati, le stesse commoventi dichiarazioni. I miei Figli della Palestina, con accenti di piena convinzione, mi persuadono sempre più, che dopo la morte del compianto Can. D. Belloni quelle Case . di beneficenza aperte per tanti infelici giovanetti del Paese di Gesù, sono venute ad aggravare completamente il bilancio della carità dei nostri Cooperatori. » E un po' più innanzi « Faccia conto ognuno di voi, che invece di questo mio scritto io stesso vi sia davanti e dopo di aver picchiato alla vostra porta, col cappello in mano vi chiegga umilmente una elemosina. Son persuaso che nessuno mi rimanderebbe colle mani vuote. Or bene chi è ricco dia da ricco, chi è povero dia di meno; ma tutti mi inviino qualche cosa per amore di Gesù Bambino. » Trascrivendo questa commovente dichiarazione nella Pagina intima non intendiamo far altro che ricordarla a, quelli - che pur potendo - non sembrano ancor decisi a, venire un po' presto in aiuto del nostro Superiore. E mentre diciamo ancor una volta che accetteremo colla più viva riconoscenza qualsiasi anche minima offerta, in denaro o in generi, che tutto ci viene a proposito per le missioni, aggiungiamo per tranquillità dei più che ci sentiamo egualmente riconoscenti verso di quelli, che non potendo disporre di aiuti materiali, innalzeranno al Signore ed a Maria Ausiliatrice qualche speciale preghiera, perchè anche questa volta la Divina Provvidenza venga sollecitamente in aiuto dell'amatissimo nostro Superiore.
Notizie di famiglia.
Mentre scriviamo, non abbiamo ancor ricevuto dai nostri Missionari partiti in dicembre lettere provenienti dalle varie regioni cui erano diretti ed alle quali a quest'ora sono certamente arrivati. Noi speriamo che le singole traversate siano state felici, poìchè le, lettere che ci scrissero da alcuni porti toccati nel loro viaggio, avevano tutte notizie consolanti ; se si eccettua una forte burrasca, che nel passare lo Stretto di Gibilterra ebbe a sostenere il 16 dicembre anche la Duchessa di Genova, avente a bordo Mons. Cagliero con molti nostri Missionari e Suore di Maria Ausiliatrice. Però il Segretario di Monsignore ci scrive, che tranne molto spavento, non si ebbero altri seri inconvenienti.
Dalle nuove fondazioni di Malta, di Troy New, York, di Angra do Heroismo nelle isole Arrorre e di Costantinopoli abbiamo ricevuto notizie confortanti. Vedasi fra le Notizie compendiate.
In onore di S. Giuseppe.
E dolce tradizione paterna, quella di compiere in ogni nostro Istituto la devotissima pratica del Mese di S. Giuseppe, a datare dal 17 corr. od anche dal 1 marzo. In omaggio al Sommo Pontefice Pio X, che ebbe al S. Battesimo il nome di questo gran Santo, noi raccomandiamo quest'anno tale divoto esercizio a tutti i nostri Cooperatori, affinchè il Patrono della Chiesa Cattolica come un tempo scampò dalla morte la minacciata vita del Pargoletto Gesù, così ora mosso da tante preghiere, difenda da ogni ostile avversità la Santa Chiesa di Dio e specialmente il Sommo Pontefice.
Un pensiero di D. Bosco.
Il compimento di grandi imprese a gloria di Dio e a sollievo dell'umanità sofferente, la prima difficoltà che suol frapporsi è la deficienza dei mezzi : - Come provvedere a tanti ragazzi ricoverati, come sostenere tante opere incominciate? Ove prendere vitto, vestito, per tanti maestri ed allievi?
Rispondo che la Divina Provvidenza ha tesori inesausti. Nel passato essa non ci mancò mai; dovremo dubitare per l'avvenire?... No certamente. Facciano tutti quel poco che possiamo e Dio supplirà a quello che a manca... Mentre poi mettiamo confidenza illimitata nella bontà del Signore, non ricusiamo la nostra cooperazione. Ciascuno rifletti un momento sul precetto del Salvatore quando disse
Date e vi sarà ricambiato con abbondante misura. E altrove: Date il superfluo in elemosina. Del superfluo ne hanno tutti, e parecchi vi sono che ne hanno molto. So bene che taluno dice che questo è consiglio e non precetto. Non badiamo a questa interpretazione. O consiglio, o precetto, il fatto sta ed è, che Gesù Cristo minaccia le pene eterne a chi non dà il superfluo in limosina.
(Dalla lettera ai Coop. del gennaio 1881).
Per la Quaresima
Raccomandìamo vivamente ai genìtori d'inviare i loro figliuoli ai quotidiani catechismi che si fanno in quaresìma; e preghiamo quelli dei nostri Cooperatori che possono esserne in grado a coadìuvare con zelo i RR. Parrochi in quest'opera assai importante.
Rìcordiamo che è uno dei doveri maggiormente inculcati dal nostro regolamento.
Una delle due opere in special modo raccomandate dal Successore di D. Bosco nella sua lettera rendiconto-programma, diretta il I gennaio dell'anno in corso a tutti i Cooperatori Salesiani, è appunto questa : - Aiutare gli emigrati.
In omaggìo a tale raccomandazione, il Bollettino aprirà più spesso le sue colonne a questa interessante rubrica, come quella che esponendo i molteplici bisogni de' nostri connazionali all'estero e il po' di bene che fanno a loro e potrebbero fare anche più se abbondassero di mezzi i figli di D. Bosco, è così acconcia a commuovere il cuore di molti buoni Cooperatori. Per questa volta, riferiremo dapprima le belle deliberazioni e i voti emanati in proposito dal Terzo Congresso internazionale Salesiano, e poi riporteremo integralmente una lettera del Direttore dell'Istituto Salesiano di Cape Town, richiamando fin d'ora l'attenzione del lettore sulla raccomandazione ch'egli fa verso la fine.
DELIBERAZIONI DEL III CONGRESSO.
Scuole, Collegi, Chiese e Missioni per gli emigrati italiani - Comitato di Patronato pei medesimi.
Il terzo Congresso considerando:
che la carità cristiana deve avvivare e penetrare della sua luce tutte le opere salesiane secondo lo spirito del loro fondatore ;
che, sebbene dapprincipio l'opera caritatevole delle istituzioni salesiane sembrasse circonscriversi ad assicurare una buona educazioni ed istruzione cristiana dei giovanetti e delle giovanette, non tarde poi, seguendo l'impulso del suo fondatore, ad allargarsi ad altre sfere e a riprodursi sotto altre forme di sviluppo in accordo coll'indole sua e coi pìù spiccati bisogni dei tempi e dei luoghi ;
che in questi ultimi anni la protezione dei nostri emigrati entro e fuori d'Europa e segnatamente nelle regioni americane sotto l'aspetto religioso, morale e civile, venne già avviata di fatto e ottenne pure largo campo negli statuti della Pia Società Salesiana ;
che l'esperienza quotidiana e le attestazioni dei Missionari provano che a mantenere salda e integra la fede negli emigrati giova potentemente l'uso della lingua nazionale, per quel naturale vincolo che l'una e l'altra fra di loro collega ;
che la conoscenza di tale lingua è aiuto non indifferente ad avvicinare e tenere sempre più uniti i popoli fra di loro e alla Chiesa, e all'opera salesiana i Cooperatori di tutto il mondo ;
che i Cooperatori Salesiani e le Cooperatrici debbono aiutare ed imitare anche in questo nobile apostolato i figli di D. Bosco ;
fa voti ardentissimi:
I° perchè i Cooperatori e le Cooperatrici salesiane d'America prendano parte ai sodalizii colà esistenti per l'opera di patronato a vantaggio di emigrati italiani, ovvero organizzino e diano impulso vigoroso a sodalizi novelli, quali i Comitati di S. Raffaele, secondo le pratiche possibilità e convenienze, onde nel fatto pratico ne risulti una efficace tutela degl'interessi religiosi, morali e materialì dei nostri Italiani
2° perchè eguale lavoro s'inizi e componga fra i Cooperatori e le Cooperatrici anche in altri continenti (Africa, Asia) e nei vari paesi d'Europa che sieno centri più importanti d'immigrazione temporanea e dove possa giungere più feconda e più attiva l'opera salesiana ;
3° perchè allo stesso scopo e con uno stesso intendimento concorde fioriscano anche in Italia i Comitati di S. Raffaele e i Cooperatori Salesianii abbiana parte illuminata e vigorosa nel fondarli e nell'animarne l'attività ;
4° perchè i sodalizi che venissero fondati dai Cooperatori salesiani e dalle Cooperatrici con carattere autonomo, si stringano con vincoli più intimi di alleanza con le altre società di S. Raffaele preesistenti nelle varie regioni e che convergano la loro azione agli identici scopi, onde raccogliendo in un fascio le varie energie ordinatamente operanti, si accresca notevolmente il sommo dei beni a vantaggio dei nostri connazionali ;
5° che le famiglie che emigrano nell'America affidino di preferenza l'educazione e l'istruzìone dei loro figliuoli alle Scuole ed ai Collegi tenuti dai Salesiani e dalle Figlie dì Maria Ausiliatrice ìn ogni Repubblica dell'America ;
6° che dette famiglie frequentino le Chiese dei Salesiani, dove si fanno per esse speciali funzioni ed istruzionì in lingua italiana.
Il Congresso inoltre
a) plaude alle saggie disposizioni emanate dal R.mo Rettor Maggiore per le case salesiane e delle Figlie di Maria Ausiliatrice, intorno al promuovere efficacemente e diffondere largamente l'amore e lo studio della lingua italiana in pro dei nostri connazionali all'estero e per la più larga propagazione di essa lingua fra gli indigeni stessi : disposizioni che valsero loro vivi e ripetuti encomi dal R. Governo ;
b) invia un saluto fraterno ed un plauso speciale ai Cooperatori salesiani di Lima (Perù) che nella loro adunanza preparatoria al nostro Congresso, presieduta dalle L.L. E.E. Rev.me Mons. Alessandro Bavona, Delegato Apostolico ed Inviato Straordinario del Perù, e Mons. Emanuele Tovar, Arcivescovo in Lima e da altri insigni personaggi del clero e del laicato cattolico, nella VIIIa deliberazione stabilirono di « Appoggiare l'opera salesiana di Lima, specialmente nel ramo dell'agricoltura, della scuola d'italiano ecc... »;
c) fa voti che le disposizioni del Rev. mo D. Rua siano sempre osservate e che il nobile esempio dei Cooperatori Peruviani trovi ovunque imitatori
d) per una più larga attuazione di queste deliberazioni si affida alle Case salesiane, specie dell'estero ed a quelle del cotanto benemerito Istituto Cristoforo Colombo di cui è fondatore e padre provvidentissimo S. E. R.ma Mons. Scalabrini, Vescovo di Piacenza ;
e) infine, poichè la carità cristiana è per sua natura universale e di carattere pure universale è l'istituzione di Don Bosco, composta di membri di ogni nazionalità e mirante al bene di tutti, così il Congresso raccomanda che ugual assistenza cristiana e civile si abbia per gli emigrati di qualsiasi nazionalità, sopratutto dove esistono ed abbiano ad esistere Case salesiane.
Fin qui il III Congresso. Ora, ecco una prova dell'assistenza che prestano i Figli di D. Bosco agli emigrati italiani.
Scuola d'inglese per gli Italiani a Cape Town. - Biblioteca circolante " D. BOSCO" - Un avviso importante.
Rev.mo Sig. D. Rua,
L'esempio dei nostri confratelli di America, del Nord Africa e dei vari Stati d'Europa, che si dedicano con tanto zelo a vantaggìo degli emigrati italiani, e le sue continue raccomandazioni hanno spronato noi pure dell'estremo lembo del Sud Africa a lare altrettanto.
Il I° novembre, con la solenne distribuzione dei premi, si chiuse il secondo anno delle scuole stirai d'inglese per gli Italiani, che secondo l'uso del paese verranno riaperte in febbraio. Gli alunni che le frequentarono furono 126 e tutti adulti, perchè ad eccezione di alcuni industriali e di alcuni marinai qui stabiliti colle loro famiglie, gli altri italiani che vengono a Cape Town sono per lo più uccelli di passaggio.
Il Governo Italiano approvò benignamente la scuola d'inglese, promise aiuti per la futura scuola erigenda d'italiano e a mezzo dell'ill.mo Console Generale Cav. Bruni-Grimaldi mandò il primo premio per la scuola serale d'inglese, in due volumi elegantemente rilegati, l'uno i Promessi Sposi in italiano, l'altro la relativa traduzione in inglese.
Pertanto, verso le 4 pomeridiane del giorno suddetto, presente una gran parte della colonia italiana che è una delle più numerose al Capo, la nostra scuola di musica istrumentale accolse al suono dell'inno l'ill.mo Signor Console che presiedette alla distribuzione dei premi. Aprì l'adunanza il Rev. Dott. Sidney R. Welch, che mostrò con frasi incisive come sia inseparabile l'amore della. Religione da quello della Patria e il buon cristiano sia buon cittadino; e con parole assai lusinghiere pei Salesiani caldeggiò la frequenza alle nostre scuole serali, dove col sapere si attinge l'onestà cd ogni bella virtù. Seguì uno svariato programma di canti suoni e recite di brani inglesi fatte dagli alunni della scuola serale. L'egregio Sig. Console, prima di distribuire i premi, in un forbito discorso rievocò patrie memorie, animò i Salesiani nel bene intrapreso e li esortò ad aprire anche scuole d'Italiano per tanti loro connazionali. Cogli alunni poi si congratulò vivamente del progresso fatto, ed animò i più facoltosi degli italiani a continuarci amorevolmente la loro assistenza.
Alla fine, io ringraziai brevemente il Sig. Console del grande interesse che egli ha per la nostra scuola serale, e con parole di riconoscenza annunziai ai presenti come l'egregio Sìgnore ci avesse ottenuto dal Governo Italiano una contribuzione per la Biblioteca Circolante « Don Bosco » che abbiamo fondato poc'anzi pei nostri connazionali. Ringraziai anche tutti i presenti, specialmente l'ottimo Sig. Oreste Nannucci, il cui nome è sempre unito ad ogni opera buona che riguardi il benessere degli italiani e dei Salesiani al Capo.
Creda, amatissimo Padre, che non ci ritiriamo davvero, allorchè si tratta di rendere un servizio a taluno dei nostri connazionali. Ma per far meglio le nostre cose; abbiamo bisogno di altre braccia. La casa è gremita di giovanetti e omai è insufficiente al bisogno. Gli italiani sono numerosi e crescono ogni giorno ; e noi dobbiamo cercar lavoro per molti che non sanno ancor parlare l'inglese, visitare i più poveri e far sentire la voce del Vangelo a questi nostri fratelli in ogni guisa. Ci sarebbe bisogno di un prete ancora, che si occupasse interamente degli Italiani. Mons. Vescovo c'incoraggia a far per essi quanto possiamo : e noi facciamo tutto quello che ci permettono le nostre forze.
La Colonia si trova ora in un'acuta crisi finanziaria : a centinaia in città sono i disoccupati e le campagne sono avvolte nella miseria. Strano contrasto colla prosperità fino ad ora goduta da questa ricca colonia !! La crisi in parte è effetto naturale della guerra prolungata, di più una prolungata siccità di tre anni ha cambiato gli ubertosi altipiani dell'interno in altrettanti deserti. Aggiunga la lite pendente dei direttori delle miniere che senza considerazione per le migliaia di disoccupati insistono ancora nel volere importare operai cinesi... e giudichi se non sarebbe opera di squisita carità pubblicare anche nel Bollettino, che gli emigranti si astengano dal venire nella colonia, finchè non sia cessata la crisi, se non vogliono soffrir la miseria ed accrescere quella di altri loro connazionali.
Gradìsca, amatissimo Padre, gli ossequi di tutti i confratelli e dei nostri giovanetti, e si assicuri che facciamo di tutto perchè anche qui il nome di D. Bosco sia pronunziato con riconoscenza.
Cape Town, 59 Buitenkant Street, 18 novembre 1903.
Umilissimo figlio Sac. ENEA M. Tozzi Salesiano.
Il premuroso avviso del buon direttore del Salesian Institute di Cape Town ci ricorda le amorose sollecitudini dei nostri confratelli del mezzogiorno d'Italia a favore d'infelici emigranti. Ecco come le accennò al III Congresso Salesiano uno dei nostri primari. Superiori, il Ch.mo Prof. D. Francesco Cerruti : - Io non dimenticherò mai la scena, dolorosa ad un tempo e sconfortante, che mi si parò dinanzi nell'occasione del mio viaggio per l'Italia meridionale e la Sicilia nell'inverno u. s. La filossera aveva orribilmente rovinato i vigneti poco innanzi fiorenti ed ubertosi di un grosso borgo di quelle regioni ; la fame si faceva sentire tremenda ed una gran parte di quei poveri abitanti stavano per emigrare alla volta degli Stati Uniti, in cerca di pane, per isfamar sè e le loro famiglie. Quand'ecco diffondersi rapida come il baleno la notizia, che i porti dell'America del Nord erano chiusi agli analfabeti. Ah !... bisognava vedere a questa notizia la desolazione, il pianto, la disperazione di quegli infelici ! Poichè si può ben discutere sulla convenienza o no dell'emigrazione, sulle sue forme, sulle sue conseguenze, ma... colla fame non si ragiona. Ma viva Dio ! che i figli di D. Bosco avevano aperto colà da pochi mesi, oltre all'oratorio festivo e le scuole diurne pei fanciulli e giovanetti, anche scuole serali e festive per adulti, in ispecie analfabeti. Io le visitai quelle scuole, vidi quei contadini scarni e cenciosi che riempivano quelle troppo anguste aulette, udii la parola della riconoscenza che erompeva semplice ed infocata dal petto loro per la carità che ricevevano, e benedissi alla memoria di Don Bosco che quest' opera eminentemente cristiana e civile iniziò e trasfuse nei suoi figli !
Lettera aperta agli amanti della gioventù * (Vedi BOLLETTINO di dicembre u. s.)
§. VI. Dell'utilità degli Oratori.
ED eccoci ad un punto fuori di discussione e tuttavia poco apprezzato. Sentite : io la penso così : - Se l'Oratorio festivo è per la maggior parte dei giovani l' unica tavola di salvezza, perchè non si aprono Oratori festivi in ogni città, in ogni paese, e vorrei dire in parrocchia? E come si oserà gridare alla speciale tristezza dei tempi, se avendo in mano dei pronti rimedi, non ci diamo premura di usarli? Ecco una cosa incomprensibile ! Ma poichè, dice un proverbio, dàlli oggi, dàlli domani, anche le goccie d'acqua riescono a forare una pietra, eccomi nuovamente ad insistere sull'utilità immensa, che dagli Oratori ridonderebbe ad ogni città, ad ogni paese ed anche ad ogni parrocchia di campagna.
Bisogna anzitutto che ci persuadiamo di una cosa: i tempi cambiano, e coi tempi gli uomini; e quindi più che si può, bisogna che gli uomini si adattino ai tempi. La dottrina cattolica è una: eppure si predica a tutti i popoli, in tutte le lingue e si adatta a tutte le intelligenze. Ora i tempi son mutati, e son nati nuovi bisogni; dunque son necessarie opere nuove: nuove nella forma, non nella sostanza : questa rimane la stessa: sono le modalità che si debbono invertire. Un tempo era il popolo che andava alle chiese; oggi invece è la Chiesa che deve andare al popolo! E bisogna far così ! Andiamo al popolo, seguiamolo nelle sue officine, interessiamoci anche del suo pane quotidiano, se vogliamo che esso torni a cibarsi del pane celeste. Andiamo al popolo in ciò che è suo interesse materiale, benessere sociale, prosperità civile, ed esso sarà con noi nelle cose nostre, cioè nella pratica della Religione.
Se il popolo non viene più nel tempio, invitiamolo ad ascoltarci sotto un tetto più umile e se qualcuno ancora resta fuori, parliamogli nei vicoli e nelle pubbliche vie. Pur troppo, quei tempi in cui nelle famiglie rispecchiavasi la pace, la giocondità e il sacrifizio della Sacra Famiglia di Nazareth, sono passati; e i fanciulli del giorno non pensano davvero ad imitare il Divin Adolescente di Nazareth ! Ma - in generale questo è pur vero, che i genitori lasciano fare; quando si avvedono che uno si interessa dei loro figliuoli, guardan poco se questi è prete o borghese: l'utile c'è, e a loro basta ! malattia anche questa del tempo. Ed è parimenti indebitato, che qualunque giovinetto, anche il più rozzo ed ignorante, non resta mai insensibile verso chi lo ama. Amateli questi poveri giovani, chiamateli, intra teneteli, divertiteli; ed ecco pieno di giovani un Oratorio. Voi li avrete tutte le feste; almeno una volta la settimana potrete rivolgere loro una buona parola che valga a illuminare la loro mente, a sanare il loro cuore, a formare in loro il carattere: insomma, un po' alla volta, voi li renderete buoni, rispettosi con tutti, ubbidienti al babbo, alla mamma, ai padroni e ai maestri li avvezzerete a frequentare con amore i Sacramenti, e il resto lo farà il Signore. Quanti prodighi figli ritroveranno la casa paterna !
Intanto guardate ! quella città, quel paese, quel sobborgo, quella parrocchia, ove prima non poteva passare un prete o un galantuomo senza che gli si lanciasse un insulto o magari una pietra, dopo che vi fu aperto l' Oratorio, in pochi anni, quei luoghi mutaron d'aspetto. Passa per le vie un ministro di Dio ?... I fanciulli corrono a lui, convinti di correre a salutare il loro amico migliore, mentre i parenti non finiscono di benedire quel giorno che i figliuoli presero a recarsi all' Oratorio ! E i parroci, che prima non potevano esser mai sicuri, se questo o quel fanciullo portasse i piedi in chiesa, ora si recano all'Oratorio - che è divenuto il ritrovo delle loro maggiori consolazioni e speranze - e o ve li trovano, o fra quella schiera di baldi fanciulli c'è sempre qualche loro amico, per mezzo del quale faran giungere all'orecchio degli assenti un amorevole ed efficace invito. Chi non apprezza l'efficacia dell'apostolato dei giovani? Val più una loro buona parola lanciata fra un crocchio di amici, che una mula di esercizi spirituali. Ed è così, che scompaiono gradatamente certi pregiudizi, si combatte il rispetto umano, e s'introduce l'aperta professione del vivere onesto e religioso. Altrimenti, potete predicare dal piattino alla sera, ed avrete gridalo al vento,
Che volete ? è l'indole dei tempi. Oggi, ovunque sorgono associazioni. Non v'è luogo, età e professione che non abbia le sue ed anche i giovani le hanno !... Ma pur troppo, invece di aiutare e avvalorare, molte di esse riescono ad abbattere e corrompere. Quante non ve ne sono di simili associazioni ! Ora, perchè non adoperarci con ogni sacrifizio per raccogliere le forze giovanili in quell'una, che per l'intrinseca organizzazione e per la fisionomia impressale da Don Bosco regge maravigliosamente il confronto con ogni altra associazione, anzi le supera tutte di gran lunga? E questa una via per andare direttamente ai figli del popolo, e noi preferiremo rincantucciarci indecisi nella nostra dimora, aspettando che Dio operi quel miracolo, che egli vuole assegnato ai suoi cooperatori ?... Fa stupore che abbiano intuito il fascino degli Oratore festivi i figli delle tenebre, i quali a paralizzarne l'inestimabile influenza per la vera propaganda cattolica, aprono dei ricreatori a vantaggio della causa loro... e alcuni, che dovrebbero chiedere ogni dì al Signore la grazia di poter fondare un Oratorio, guardano invece con diffidenza quest'istituzione provvidenziale! Ah! che quasi vorrei riportar quel grido di Mons. Ireland: « Cantare belle antifone negli stalli della cattedrale e portar pianete d'oro, quando la moltitudine non ne affolla le navate o la crocera, quando di fuori si muore di fame spirituale e morale, questa non è la religione che ci serve oggigiorno! »
E ciò si dica, fatte le debite proporzioni, non solo delle grandi e piccole città ma anche dei paesi - ove il sacerdote, mediante un Oratorio festivo, può diventate l'idolo della popolazione - ed anche delle parrocchie di campagna. Ecco, in proposito, un'attestazione del
Teol. Amateis, Prevosto di Mezzenile nell'Archidiocesi di Torino, che tolgo ad litteram dalla relazione da lui letta al Congresso degli Oratori festivi del 1902.
« Vedevo io stesso, così egli, che a rendere stabile e duraturo fra i parrocchiani il miglioramento religioso e morale, mi era duopo rivolgere particolarmente e consecrare le più attente cure ai giovinetti, per informarli a soda virtù, pria che il mondo li perverta, vedevo che all'uopo occorreva un apposito locale, ove attrarre coi divertimenti questi ragazzi e poi catechizzarli bene; vedevo in pari tempo ancora le gravi difficoltà - sia finanziarie e sia logistiche - che si frapponevano al compimento del pio disegno. Ma educato alla scuola di D. Bosco, che povero operò mirabilia; antico allievo di questo grande Oratorio, che nacque e si regge sulla pubblica beneficenza io, povero in alpestre parrocchia, non indietreggiai di fronte alle difficoltà. Richiesi qua e colà sussidi ad estranei : ma soprattutto chiamai a contributo della spesa i parrocchiani, che con vero slancio mi secondarono. E l'edificio necessario venne su, e l'Oratorio vagheggiato fu eretto, e fu eretto, si può dire, a base di piccole quote. Sì, per popolari oblazioni; e questo universale concorso dei parrocchiani è inciso a lettere d'oro sulla marmorea lapide, che venne posta a perpetuo ricordo della fondazione. L'Oratorio, ripeto, fu eretto ; e, proprio nell'Anno Santo 1900, venne, a nome dell'Em.mo Cardinale Richelmy Arcivescovo, solennemente inaugurato dal suo Ausiliare, Monsignor Luigi Spandre...
Da quell'epoca adunque - dal 1900 - il modesto Oratorio divenne il geniale ritrovo, il caro nido della gioventù di Mezzenile. Non sono ancor passati due anni dalla sua apertura; eppur già diedemi frutti consolanti « ch'era follia sperar. »
a) I Catechismi parocchiali, che erano prima pressochè abbandonati anche in quaresima, divennero tosto fiorenti per affluenza ognor crescente di ragazzi : due mesi fa parteciparono alla Comunione pasquale duecento settantacinque fanciulli.
b) Sotto la benefica influenza dell'Oratorio i miei piccoli ma fieri alpigiani, figliuoli di rustica progenie, si abbonirono e si affezionarono al Sacerdote; indi molti appresero a servir la S. Messa ed a prestarsi all'uopo con amore, mentre prima si durava fatica per trovare inservienti a pagamento.
c) Tra i frequentatori dell'Oratorio ebbi comodo di scegliere ; più docili e garbati per istituire il piccolo clero, e formare la bella fila di Chierichetti, che tanto lustro aggiungono alle sacre funzioni.
d) L'Oratorio è diventato per me il sostegno, la vita del Comitato Parrocchiale, inquantochè i fanciulli più grandicelli passano a formarmi la Sezione-giovani, che è il semenzaio dei Membri del Comitato.
e) In seno allo stesso Oratorio, coll'opera intelligente del mio volenteroso Coadiutore Teol. Frola, distinto musico, potei ancora dar vita a due altre piccole istituzioni, che sommamente piacciono ai parrocchiani, e cioè il Teatrino per le pubbliche recite e la Scuola di canto, mercè la quale possiamo ora condecorare con buona musica le religiose solennità.
» Questi, in succinto, i consolanti frutti, recati dal mio Oratorio alla gioventù di Mezzenile. - E questi frutti si ripercossero sui parrocchiani adulti e ne generarono altri non meno buoni e preziosi : conciliarono al prete il rispetto, la simpatia dei più ritrosi; e, quel che più monta, determinarono una maggior frequenza di tutti alla Chiesa ed ai Sacramenti. Vi basti sapere che nella mia parrocchia dove, anni addietro, non si facevano pii di cento comunioni pasquali, quest'anno esse superarono di molto il migliaio.
Ed eccomi, o Signori, già alla fine della mia relazione... termino proclamando altamente l'utilità degli Oratori festivi, mezzo efficacissimo a rigenerare le parrocchie. »
E perchè non si potrebbero raccogliere ovunque frulli così consolanti?
D. SIMPLICIO.
(Continua).
I NOSTRI lettori già sapranno, come il Santo Padre PIO X avesse già disposto che in tutte le chiese e cappelle, in cui nel giorno otto di ciascun mese dell'anno giubilare si compissero particolari funzioni in onore dell'Immacolata, si potesse cantare o leggere una Messa votiva dell'Immacolata, esclusi i doppi e le domeniche di prima classe e le ferie ed ottave privilegiate, e nelle altre messe si potesse fare la commemorazione de Immaculata Conceptione.
Ora la stessa Sua Santità, con venerato suo breve, ha concesso varie indulgenze per tali funzioni del giorno 8 di ogni mese, e pei pellegrinaggi che si faranno a Roma durante il 1904, 50° anniversario della solenne definizione del Dogma dell'Immacolata.
Ecco le indulgenze
I fedeli d'ambi i sessi che assisteranno abitualmente alle dette funzioni nell'anno giubilare, potranno lucrare 7 anni di indulgenza ed altrettante quarantene. Inoltre agli stessi fedeli che almeno tre volte nel corso dell'anno abbiano assistito alle dette funzioni, e confessati e comunicati innalzino devote preghiere a Dio per la concordia dei principi cristiani, per l'estirpazione delle eresie, per la conversione dei peccatori e per l'esaltazione della Chiesa, il Santo Padre concede l'indulgenza plenaria da lucrarsi una volta soltanto da ognuno di essi.
L'indulgenza plenaria e la remissione di tutti i peccati è pure concessa a coloro che dentro il 1904 o in comitiva, o isolatamente si recheranno in pellegrinaggio a Roma, e quivi con spirito di vera penitenza confessati e comunicati visiteranno devotamente le Basiliche Vaticana e Liberiana. Dette indulgenze sono applicabili anche ai defunti.
In Torino la signorina LORENZINA MAZÈ DE LA Roche si è fatta iniziatrice, presso tutte le Congregazioni delle Figlie di Maria, di un grande Pellegrinaggio Internazionale a Roma per solennizzare il 50° Anniversario dell'Immacolata, e in omaggio a SS. Pio X.
La nobile iniziativa è stata benedetta dal Santo Padre con queste parole
Lodiamo la signorina Lorenzina Mazè de la Roche, che invita le sue consorelle, le Figlie di Maria, a riunirsi in quest'Alma Città nell'anno cinquantesimo della proclamazione del Dogma dell'Immacolata, e col voto che molte possano rispondere all'appello impartiamo di cuore a tutte le Figlie di Maria di ogni Congregazione del mondo l'Apostolica Benedizione.
Dal Vaticano li 2 ottobre 1903. PIO PP. X.
NB. - Per qualunque schiarimento riguardo al suddetto invito, come per copie del medesimo, rivolgersi alla sullodata signorina MAZÈ DE LA ROCHE - Corso Vinzaglio, 25 - Torino.
(Relazione del Sac. Calogero Gusmano
NEL PERU'.
Lasciando la Paz.
Martedi mattina di buon'ora lasciammo La Paz. I giovani ci vollero accompagnare per lungo tratto fin sopra l'altipiano : là ci diedero l'addio e noi spronammo i cavalli della nostra vettura. Questi però, fatti alcuni passi, ritornano indietro e ciò per più volte. I giovani guidati dal loro affetto per D. Albera, volevano vedere nel capriccio dei cavalli una disposizione della Divina Provvidenza ed insistevano affinchè il Rappresentante del Rettor Maggiore si fermasse anoora qualche tempo in Bolivia, andasse a visitare la Casa dì Sucre, Capitale della Repubblica, a cinque giorni di distanza a cavallo. Là ben 200 giovani frequentano il nostro collegio, parte applicati agli studii, altri distribuiti neì laboratorii dei sarti, calzolai, falegnami, fabbri ferrai ecc. La Chiesa, grande più che il Santuario di Maria Ausiliatrice in Torino, è frequentatissima e vi si fa un bene immenso ; il personale per altro è molto scarso e si voleva che D. Albera potesse constatarlo coi proprii occhì. Omaì però conveniva continuare il viaggio: l'itinerario era tracciato e poi D. Albera soffriva immensamente a quell'altezza. L'aria forse troppo rarefatta gli produceva degli effetti strani e più non sentivasi voglia di nutrirsi; faticoso gli si faceva il respiro, provava forte dolore al capo tanto che dovette privarsi della consolazione di celebrar il sabbato santo e quel sacrificio, per noi che conoscevamo D. Albera e sapevamo a quali non lievi fatiche s'era sottoposto, pur di celebrare la S. Messa, durante il lungo viaggio, diceva assai. Non bisognava adunque abusare della Provvidenza e pregato un uomo che conducesse a mano i nostri cavalli, seguimmo il cammino rifacendo la medesima via.
Al Callao.
Ad Arequipa i confratelli fecero una cara improvvisata, ultimando, durante la breve assenza di D. Albera, un gran salone destinato per varìi laboratorii ; D. Albera lo benedisse; demmo il saluto ai confratelli, che per qualcuno pur troppo fu l'ultimo, e si partì. Infatti, D. Sani, direttore del Collegio di Callao, città di circa 40.000 abitanti , principale porto del Perù, unita alla capitale per un tratto di 2o minuti di ferrovia, moriva durante il nostro tragitto e noi arrivammo a tempo al Callao per vedere quanto lo amassero e constatare il bene immenso da lui operato nel breve lasso di tre anni in quella città assai difficile. Era voce unanìme che D. Sani si fosse accorciata la sua vita per troppo lavoro, per lo zelo ardente che lo divorava della salute di quelle anime. Non mi si crederebbe, se qui volessi ripetere quanto fece quest'uomo in mezzo ad una città che non troppo pensava alla vita futura.
Quando Mons. Macchi obbligava dolcemente Mons. Costamagna a fondare una casa salesiana al Callao, questi non seppe far di meglio che distaccar dal suo fianco il fido segretario che da anni l'accompagnava e metterlo a capo di quella fondazione e certo non sospettava che non l'avrebbe più visto : il caro D. Sani morì a 33 anni.
Al Callao, oltre la cura di 25o giovani che frequentano le scuole, i Salesiani ufficiano una Chiesa, vicino al porto, assai frequentata - dànno missioni, attendono alle carceri ed al; l'ospedale detto dei Cinesi perchè vi sono in maggior numero. La colonia cìnese reclamerebbe senza dubbio un ospedale proprio e sopratutto una chiesa, ma questo chi sa per quanti anni resterà un pio desiderio. Tra Lima e Callao si calcola che i Cinesi ascendano a 20.000 e quanto non è misera la loro condizione ! Trasportati al Perù durante la tratta degli schiavi, che qui in realtà non cessò che poche decine di anni fa, continuano a menare la loro vita abbietta. Non hanno più il titolo di schiavi; ma che importa ! Si dice che la moralità non sia il loro forte ; ma non si pensa che non hanno una chìesa ove istruirsi, che non v'è un recinto, un tetto qualunque ove possano apprendere i loro doveri religiosi. Per un credente è una meditazione straziante e pochi potranno comprendere appieno, quanto bene si potrebbe fare in mezzo a loro. Certo le difficoltà sono grandi ; ma non insormontabili coll'aiuto divino. Al Callao anche le Figlie di Maria Ausiliatrice, oltre al fiorente noviziato, hanno un numeroso educandato con annesse scuole esterne ed il bene che si fa a quelle 200 e più figlie è incalcolabile : si pensi che son sottratte ai pericoli di un porto di mare.
Triste condizione del Perù.
Erano le 10 ant. quando entravamo nel porto del Callao, porto grandìoso e naturale, difeso dai venti, ampio : uno dei migliori sul Pacifico. Peccato che la guerra dell'8o col Chilì gli abbia tolto quasi tutto il commercio. A chi viaggia pel Perù non è difficile accorgersi dall'aspetto generale che quella Repubblica soffre o per lo meno, vorrei dire, trovasi in convalescenza. Poveri Peruani ! sì vedono accasciati sotto il peso dell'immane sventura. Perdettero quasi tutti i porti del Pacifico ; furono loro tolte le migliori e più ricche provincìe, spogliati i musei e asportate le opere d'arte ; spaventati gli stranieri, e resi trepidanti nell'affidare al Perù le loro industrie ed i loro capitali, cosicchè ìl porto del Callao, poco tempo addietro il più fiorente sul Pacifico, ora vede poche navi solcare le sue acque mentre potrebbe ospitare comodamente la più grande flotta europea. Iddio però, speriamo, benedirà di nuovo quella Repubblica, ove il giorno del Signore è rispettato, e di domenica non salpa vapore alcuno, perchè nessuno si presterebbe nè a caricare, nè a scarìcare : è un sciopero assai beninteso, che meriterebbe di essere imitato.
Ma nonostante le sue disgrazie il Perù potrebbe facilmente rialzarsi se non fosse travagliato dalla piaga delle Repubbliche Sud-Americane, voglio dire la guerra civile, che si può considerare permanente. Sono pochi i presidenti che possono compiere il periodo del loro mandato, poichè uno scalza l'altro. L'ambizione del potere rovina il paese. I ministri del governo si cambiano con tanta facilità che è raro si faccia nel Perù un viaggio di qualche considerazione, senza imbattersi in un ex-ministro, quasi sempre oppositore del Governo presente e possessore del segreto infallibile per rialzare le sorti della patria !
Come si conobbe D. Bosco a Lima.
Assistito al saluto dato dai giovani e dai confratelli al rappresentante del sig. D. Rua, a quello ingegnoso preparato dalle Figlie di Maria Ausiliatrice e loro alunne, in mezz'ora dal Callao fummo alla Capitale, città pulita, regolare, all'Europea; un tempo ricca deì migliori monumenti del Sud-America, conta al presente circa 105,000 abitanti. A Lima l'opera salesiana era sconosciuta; ed ecco quanto il nostro confratello, D. Evasio Rabagliati, l'apostolo dei lebbrosi, passando nel 1890 per quella città, diretto alla Colombia, ci narra di aver appreso.
A bordo di una nave che faceva vela verso il Perù viaggiava un frate francescano scalzo del convento di Lima. D'improvviso si oscura il cielo, si scatenano i venti, fremono le onde e la nave barcolla sbattuta, la burrasca s'avvicina, anzi gìà infuria così terribile che il naufragio è imminente. Tutto è scompiglio sul bastimento; le onde frequenti allagano il ponte, ed obbligano i passeggeri a cercare uno scampo nelle proprie cabine, ove si ricoverano tremando, o piangendo, ed invocando tutti il soccorso del cielo. Il più calmo di tutti è il povero figlio di S. Francesco. In buon'ora si ricorda di aver letta la vita di Don Bosco e rammenta tutte quelle grazie straordinarie ottenute dalla Vergine Ausiliatrice, per le preghiere dell'uomo di Dio. Fu una inspirazione : all'istante si getta in ginocchio, e : « Signore, dice, per i meriti del tuo servo D. Bosco, salvaci ! E tu, o Maria, Aiuto dei Cristiani, intervieni adesso ed aiutaci in questo terribile frangente, salvaci per l'amore che porti al tuo servo D. Bosco ; io Ti prometto, che, appena posto piede a terrà, farò di tutto per far pubblicare la vita di D. Bosco e spargerla tra il popolo, perchè sia conosciuto ed amato quest'uomo ammirabile. La salvezza io l'attribuirò a Te, o Signore, ma per l'intercessione della tua Madre SS. Maria Ausiliatrice e del tuo servo D. Bosco ». - Cessò la preghiera e cessò pure il pericolo, si acquetarono d'un tratto i venti, ritornarono tranquille le acque, e la nave potè entrare sicura nel porto del Callao, ed il frate, riconoscente, senza por tempo in mezzo, adempiva la fatta promessa ; cosicchè D. Bosco a Lima è noto come in Italia ; la divozione della Vergine Ausiliatrice vi è diffusa assai ed i Salesiani vi rinnovano le meraviglie dei primi anni di D. Bosco; chè qui pure hanno la cura delle carceri, ove fanno un bene rilevante.
(Continua).
Matto Grosso
Nuove consolanti notizie della missione degli indii Coroados Borörös.
(Lettera del Sac. Giov. Balzola).
Barreíro (Cuyabà), Colonia del S. Cuore, 31 agosto, 1902.
REV.m° SiG. D. RUA,
Grazie alla visibile e continua protezione del S. Cuore di Gesù e della nostra buona Madre, Maria SS. Ausiliatrice, anche questa volta le posso inviare belle e consolanti notizie. In giugno le diedi ragguaglio dell'arrivo di 140 indii, che presero accanto a noi stabile dimora.; ed ora le posso dire che in questi due mesi e mezzo che hanno passato con noì, ci hanno fatto concepire le più liete e lusinghiere speranze. Ne sia benedetto il Signore, ed abbiano ì nostri sentiti ringraziamenti tutti quelli che ci assistono quotidianamente colle loro preghiere !...
Di lavoro se n'è già fatto parecchio. Anzitutto abbiam eretto una piccola dimora per Gesù Sacramentato, che ora sta fra noi continuamente quattro paretì di mattoni crudi e nel mezzo un piccolo altare. Abbìamo tracciato quattro file di capanne ai lati di un quadrilatero, cosicché nel mezzo vi resta una magnifica piazza di 100 metri di lunghezza per 8o di larghezza, e già ben venti capanne ornai sono all'ordine. Nel mezzo della piazza si è fabbricato un grande capannone chiamato Bryito, dove si radunano nelle feste tutti gli uomini, e. che serve regolarmente di dormitorio per tutti i fanciulli.
Abbiamo anche atterrato un bel pezzo di foresta, e nel terreno rimasto all'aperto, diviso in tanti piccoli lotti, ogni famiglia dei nostri neofiti comincia a far le sue prove in agricoltura. I fanciulli frequentano tutti la scuola, ed alcuni di loro hanno già imparato insieme col segno della S. Croce anche l'Ave Maria, e conoscono tutte le lettere maiuscole e minuscole dell'alfabeto. E poca cosa, ma dànno a vedere che sono intelligenti ; anzi, avendo ricevuto in questi giorni una copia dell'elegantissimo Invito Sacro per le feste dell'Incoronazione di Maria Ausiliatrice, feci compitare ad alcuni le parole che ho qui avanti sottolineate, e non può credere che impressione mi fecero a sentirli leggere quelle quattro parole in italiano. Lo stesso avviene delle ragazze, che frequentano la casa delle Suore : hanno già imparato a cucire un pochino, e a far quei piccoli servizi proprii delle fanciulle.
Ancora non abbiamo amministrato battesimi tranne ad alcuni neonati, perchè, grazie a Dio, ci sembra che potremo, con un po' di tempo ancora, istruirli in modo che abbiano a comprendere meglio la grazia grande della Redenzione. Che giorno sarà quello per tutti! L'affrettiamo nelle comuni preghiere e speriamo di essere presto consolatì !
Quello che ci addolora un po' è il non avere il necessario per vestirli. Abbiamo ricevuto dal nostro Collegio di Cuvabà diverse coserelle ed anche qualche camicia con un po' di stoffa, ma è sempre troppo poco per tanta gente. Speriamo tuttavia di riuscire almeno a dare loro una lunga camicia ciascuno. Anche in questo si lavora a gran forza, e man mano che le lunghe camicie son pronte si distribuiscono ordinatamente a chi non l'ha ancor ricevuta e tutti la ricevono come fosse un tesoro. Buon segno anche questo delle benedizioni di Dio. Un vecchietto, ex- cacico, ebbe anche lui la sua brava camicia, ma mi volle far notare che per lui, già cacico, era troppo poco.
-Imi capitan! imi capitan! Io sono capìtano!
Non avendo nè un paio di calzoni ne una giubba qualsiasi disponibile, gli diedi un mio gilet e un paio di mutande ! Non può credere, amatissimo Padre, com'egli sia rimasto contento. In seguito gli diedi anche un paio di calzoni vecchi, ma sì, mi era sempre d'intorno per dirmi
- Imi capitan Lulú! arroia pega! Io sono il capitano Lulù ed ho i calzoni rotti !
E quindì mi determinai a farglieli aggiustare ed ora li tien molto da conto ; perchè è sempre in giro in casa nostra in camicia, gilet e mutande, e quando va alla caccia, generalmente veste solo il gilet. Cosa mai ! ci vuole un po' di pazienza con questi poveri figliuoli ; e c'è da ringraziare il Signore, che siano già così docili.
Da quanto Le ho detto, Ella avrà compreso, amatissimo Padre, come stiano volentieri con noi questi buoni Bororos : ed è vero, ci stimano molto e ci obbediscono in tutto : ma per quel massacro che fece dei loro compagni quel tal Clarismondo, com'è narrato nel Bollettino di ottobre del 1902 nella splendida relazione del nostro amatissimo Ispettore Don Antonio Malan, tutte le volte che vedono all'infuori di noi qualche altro civilizzato restano spaventati e scappano lontano. E così capitò la mattina del 13 corr. Mentre stava preparandomi per celebrare, arriva il Capitano Joaquin e mi dioe :
- Padre, mentre io dormiva, i Boròros sono tutti fuggiti !
- E perché? gli domandai.
- Perchè questa notte arrivarono dei soldati là in basso ed essi ebbero paura.
Mi pareva una cosa impossibile e volli andare a vedere. Non v'erano rimasti nelle capanne che alcuni uomini e i cani.
Allora mi volsi al capìtano e gli dissi
- Capitano Joaquin! hanno fatto male ! Stando con noi, nessuno oserà toccarvi ; lontani invece da noi, potrebbe incogliervi qualche disgrazia. Falli chiamare.
Egli capì il mio discorso e mandò subito alcuni di quei pochi rimasti a richiamarli. Questi salirono sopra un colle e di là cominciarono a gridare : ben sapevano che si erano nascosti in mezzo alle roccie. Infatti dopo la Messa li vidi ritornar tutti ; tranne una famiglia che si era allontanata di molto e tornò verso sera. Chiamatine allora alcuni, andai a vedere chi fosse mai giunto nei dintorni; e trovai il nostro buon amico e Cooperatore Callisto Barboza, che gli indii quasi tutti conoscevano, con un ufficiale e due soldati diretti al distaccamento dell'Araguaya. Il buon Callisto ci aveva condotto tre bestie da soma, cariche di oggetti inviati dal Collegio di
Cuyabà : ma essendo giunti di notte, per non mettere paura agli indii, si erano fermati presso un torrente della Colonia e gli indii che se n'erano accorti ne avevano preso maggior spavento.
Tuttavia anche questo fu provvidenziale perchè servì per togliere loro un po' di quella trepidazione in cui stavano continuamente, e per animarli a prestar più fede alle nostre promesse. D'allora in poi, per mettere in ridicolo la loro paura, quando vedo talvolta arrivare alcuno : « Fuggite, fuggite, io grido loro, perchè vengono i soldati ! Ritornerete domani ! » Ed essì si mettono a ridere, dicendo : « No, non andiamo più via ! » Però questi scherzi avvengon di rado, chè ordinariamente non passa di qui anima viva, ed appena una volta al mese riceviamo la posta.
La sua ultima lettera del 23 maggio ove Ella, sig. D. Rua, mi dava tanti bei consigli riguardo aglì indii, e di cui la ringrazio con tutto il cuore, giunse alla colonia in agosto (1). La notizia della morte di S. S. Leone Papa XIII l'abbiamo appresa per mezzo dei giornali del Matto Grosso quasi un mese dopo, cioè appena a tempo per celebrare in suffragio dell'anima sua la Messa di trigesima, cui furono presenti molti indii. Il 17 luglio, mentre il S. Padre era agonizzante, nacque nella colonia il primo bambino : al quale, tanto pìù che ricorreva la festa di S. Leone Papa IV, in omaggio al S. Padre, imposi il nome di Leone Pecci : e ad un altro bambino nato oggi, imposi il nome di Pio, in omaggio al nuovo Pontefice, di cui ci è finalmente arrivata la novella.
Uno dei due bari (o sacerdoti loro) è l'indio Michele Rua, bravo, valente : prese parte a molte scorrerie, e si salvò colla fuga nell'attacco di Clarismondo. Io gli uso molta confidenza e da lui ho potuto sapere alcun poco della loro superstiziosa religione. Credo che non le tornerà noioso il racconto.
Il diavolo, a quanto pare, si trasforma in angelo di luce fra queste foreste e si fa realmente adorare in luogo di Dio. Mi disse adunque che il costume di benedire certi animali o certi pesci, com'essi fanno, gridando a squarciagola, morsìcando come cani rabbiosi quelle cose che benedicono, e tremando con tutto il corpo come altrettanti ossessi, sì è perchè devono invitare il Marebba buono a venire a mangiare un po' dì quella caccia o di quella pesca, affinchè gli Indii possano poi cibarsene impunemente. Mi aggiunse che debbono gridar molto perchè il Marebba buono è uno solo e sta al quarto cielo. Nel primo, secondo e terzo cielo, vi sono molti Bope e Marebba, ma non son buoni e cercano la morte degli Indii. Col Marebba buono v'è pure una donna molto buona, e vi è pure il Marebba figlio. Che abbiano relazione col Marebba buono vi sono solamente due Bari (di cui uno come Le ho detto, è l'indio Michele Rua): mentre altri possono comunicare col Marebba figlio. E come il Marebba buono è invocato ad assaggiare della loro caccia e della loro pesca, così il Marebba figlio, è invocato per sanare i malati , un'altra cerimonia stravagante. Il tremare che essi fanno è perchè il Bope sta con loro faccia a faccia, braccia con braccia, gambe con gambe. Finita la cerimonia, il dio si ritìra ed essi tornano tranquilli. Dopo morte solo i Bari salgono al cielo ove sta Marebba, gli altri rimangono in terra : e per questo, allorché vedono una stella cadente, dànnó in urla e pianti disperati, perchè dicono : « Il Bari è arrabbiato con noi, e discende in terra per farci morire!. »
Tutti notammo, che mentre mi faceva contare queste cose, il povero indio cominciò a tremare, finchè dovetti desistere e lasciarlo in pace. Rimetto altre cose ad altra volta, per non annoiarla, amatissimo sig. D. Rua. Ma ciò che le ho detto, mi pare che si possa rivolgere benissimo in utilità della nostra S. Religione predicando a questi poveri Indii dell'unità di Dio (il Marebba buono), dell'incarnazione del suo Divin Figliuolo, (il Marebba figlio) e della divina maternità di Maria SS.ma (quella donna molto buona, che sta al quarto cielo con Marebba). Che la Vergine Ausiliatrice e il Sacro Cuor di Gesù benedicano le nostre parole e le nostre fatiche.
Termino, pregandola di ricordarsi di noi. La famiglia è grande : e abbiamo bisogno di ogni aiuto. Ma poichè cercando il regno di Dio tutto il resto ci sarà dato per giunta, noi Le promettiamo, amatissimo Padre, di conservarci tutti veri e degni Figli di D. Bosco, ed Ella preghi per noi, ci raccomandi alla carità ed alle preghiere dei nostri benemeriti Cooperatori e ci benedica tutti ma specialmente il suo
Dev.mo ed Obbl.mo figlio in Corde Jesu
Sac. Giov. BALZOLA Missionario Salesiano.
Nota della Redazione. - Il 29 settembre u. s. festa di S. Michele Arcangelo, partì da Cuyabà alla volta della Colonia di Barreiro una nuova spedizione di Missionari, guidati dal caro D. Turriccia; il quale tornato alla sua casa di Assunzione, ci ha inviato un'interessantissima relazione del suo viaggio. Per questa nuova spedizione l'ill.mo Presidente dello Stato del Matto Grosso, sig. Antonio Paes de Barros gentilmente pose a disposizione della comitiva gli animali necessari. Si abbia l'eminente signore gli umili nostri ringraziamenti.
(1) E questa lettera di D. Balzola, scritta il 31 Agosto, giunse al Signor D. Rua il 19 dicembre (N. d. R.).
Una predica in lingua Kivara
(Da un manoscritto del Sac. Felice Tallacchini)
Il linguaggio Kivaro si crea, si arricchisce e si spegne anche a capriccio nella bocca d'ognuno. E necessario scoprire le regole e le eccezioni in mezzo ad una burrasca di suoni irregolari, che quasi mai escono uniformi da più bocche. La cosa più facile, dirà taluno, sarà distinguere fra quei suoni un sostantivo da un verbo o da un aggettivo ! Invece non ci si riesce che dopo ripetute domande e prove dirette e inverse. L'idea del Kivaro non dà più importanza all'azione, o a coluì che l'esercita, o ad una qualità di questo. Per lui tutto è una stessa idea, plasmata in vario modo a seconda del gesto, dello sguardo, dell'accento, della posizione della parola e specialmente dell'enfasi, di cui fa grand'uso.
Qualcuno ha detto che la lingua Kivara è fra le più ricche e le più poetiche. Che sia poetica non v'ha dubbio, per il frequente uso della metafora e dell'enfasi : la qual cosa si osserva ancor più nella lingua Kiciua. Ma queste due note caratteristiche dimostrano precisamente la povertà di un linguaggio che ha bisogno dì traslati e di gesti per esprimere il pensiero. Se fosse davvero ricco, i Kivari non avrebbero bisogno di ripetere cinque o dieci volte di seguito la stessa parola, come fanno nelle loro classiche conversazioni. Però se alla lingua Kivara si dovesse concedere l'onore della ricchezza, questa sarebbe solo nei termini particolari delle numerosissime specie della flora e della fauna amazzonica. Sotto questo aspetto i Kivari meritano il titolo di naturalisti, perchè non lasciarono innomìnato nè il più minuto insetto, nè l'erba dal filo invisibile. Ma non troverai termini generali nè astratti. Se, per esempio, domandi al Kivaro come egli esprima l'idea di castigo, ti dirà bastonare; di premio, regalare; - per fiore tradurrà rosa o viola; per animale, tigre o cane; - per virtù, prosperità e simili, ti dice bene; - per vizio, disgrazia, peccato ecc., male.
Se poi brami numerare gli oggettì, dovrai cucìre il nome delle cifre dal dieci in su, con tutta la probabilità che il selvaggio non ne intenda nulla, perchè non ha mai avuto bisogno di contare più di una decina.
La sintassi è pressoché nulla in questa lingua. La posizione del soggetto, del verbo e dei complementi è arbitraria. E se si tratta di sintassi composta, un nostro confratello che vi ha sudato sopra, sfiderebbe chiunque a trovare una frase relativa, o una sola congiunzione che non sia la copulativa e (scia), la quale nei più dei casi significa anche, o la avversativa ha che molte volte è un articolo. Di guisa che è impossibile, parlando, formare se non proposizioni brevi e indipendenti. E questo pure rivela la conversazione dei selvaggì, nella quale, sebbene parlino velocissimamente , fanno cadenze finali ad ogni quattro o cinque parole.
Di leggeri si capisce che per parlare il Kívaro bisogna kivarizzarsi, e che il missionario ha bisogno di una gran dose di pazienza per isciogliere l'arruffatissima matassa di quella lingua.
I Kivari per lo più, mentre dànno un bandolo arruffano tutti gli altri. Impazienti , rumorosi e vogliosi come i bimbi mal educati, rispondono quasi sempre senza aver bene intesa la domanda.
E questa bisogna fare in mezzo al tafferuglio che sempre regna fra loro, per iscrivere subito la parola o la frase; indi correggere, aggiungere, togliere, cancellare e forse tornar a scrivere la prima versione. Ed ad ogni termine nuovo bisogna promettere un nuovo regalo, per non sentirsi suonare nelle due orecchie : « Addio, addio, io me ne vado perchè ho molto da camminare.
Tuttavia si è riusciti a far collezione di circa 400 sostantivi, 15o aggettivi, 30 forme pronominali, 6o avverbiali, 450 verbì, parecchie preposizioni (o posposizioni), e varie particelle di dubbia natura. Con questo museo si abbozzò un catechismo.
Ma la prima produzione letteraria, che non dovranno dimenticare i futuri letterati delle selve si è la predica scritta e studiata a memoria dal sullodato confratello : predica che per compendiare i misteri della fede, fu pronunciata dall'oratore in diverse circostanze, e di cui riproduciamo un brano, come modello per ì predicatori dell'avvenire.
Wínia sciuóra yátzuru, éiscmanscia, nuuánscia,
Miei Kivari fratelli, uominì, donne,
uciícscia: asci antataarum.
fanciulli, tutti udite !
Yusa cikicíki puháwai: wínia ascí apáru.
Dio uno solo è, nostro tutti padre, Yúsa ti puingaraitií, ti carmuaitii. Ahú ascí Dio molto buono è, molto potente è. Egli tutto takámiawi.
fece.
Wi attúmscia áhunu uciirisciáithi. Yúsa,
Io voi anche suoi figli siamo. Dio
nungun, itzán, nandún, yascián nahanámiawai,
la terra, sole, luna, stelle fece ;
wiscia ascí nahámiawei.
noi tutti fece.
Hugnik wiscia ascí yatzurusciáitji.
Così noi tutti fratelli siamo.
Gualaquiza sciuora, Indanza sciuora,
Di Gualaquiza il Kívaro, di Indanza il Kívaro
Mendez sciuora, apaciscia ascí
di Mendez il Kívaro, i cristiani anche tutti
yátzuru yátzuru.
fratelli fratellì.
Yúsa hi ascí ímmuii; ánnerdainscia
Di Dio l'occhio tutto vede, cuore anche
ímmuii; ahú ashí nekáwaitam.
vede, egli tutto sapiente.
Sciuórci yatzúruciru! Amue maátciaitam ?
Kívaro fratellino mio ! Tu cattivo sei?
Yúsa assuéttawai. Amúe puíngaraitam ? Yúsa
Dio ti batte. Tu buono sei? Dio
wachérawai; quociat quociat zsuzsáttawai.
ti ama ; molto molto ti regalerà.
Sciuórascia! Attum námank, yameika puhawai
Kívari ! Di voi il corpo, oggi vive,
Káscin hakáttawai. Attum wakáni ha, attact
domani morrà. Di voi l'anima però, ancora
puhattawai: hakátciàwai.
vivrà : non muore.
Sciuorascia yatzúciru! antatáarum: Yúsa,
Kívari fratellini ! Udite : Dio,
yekí, nunguá, huínc, haátcia puháwai; ashí
disopra, di sotto, qua, là vive ; tutto
puháwai. Yúsa héea, paraísuitii.
vive. Di Dio la casa, paradiso é.
Iguánci nunguá puhawai. Ahú tí
Diavolo di sotto vive ! Egli molto
maátciaítii, amignu manáitiram. Iguanci
cattivo è, tuo nemico. Del diavolo
héea, inhiérnuitii. Puingara sciuóra, urúm
la casa, inferno è. Buon Kívaro, dopo
gnasci hakam, Yúsaheim Paraísu
corpo morto, con Dio al Paradiso
wisciatawai. Puingartcia sciuóra, urúm gnasci
ascenderà. Cattivo Kívaro, dopo corpo
hakám, Iguánciheim, inhiernu untátawai....
morto, col diavolo all'inferno discenderà....
Yúsa cikicikitii; Yúsa manaindiuitii; Yúsa
Dio uno è ; Dio tre è ; Dio
aparitii, Yúsa ucignitii, Yúsa Espiritu santoitii
padre è , Dio figlio è, Dio Spirito Santo è.
Cikiciki Yúsa, manaindiu aentzu
Un solo Dio, tre persone...
Yúsa ucígnuri, éiscmangántii; Santa
Dio figlio, uomo si fece ; Di Santa
Maria niheitciu ambuh ignit hurermiawai
Maria vergine nel seno dentro nacque ;
puhamiawai; quociat nahnámiawai; wignángari
visse; molto soffrì; croce
hakámiawai; manaíndiu tzáwai urúm, attact
morì : tre giorni dopo, altra volta
puhámiawai; núke hacáciatawai. Húgnik
visse, sempre non morirà. Così
Yúsa Ucignuri wiscia attimámiawi, esci
Dio figlìo noi liberò, tutti
éiscmangan nuuánscia cahinmatkimiawai
uomini donne perdonò.
Yúsa uciri eiscmang, Hesu Cristoitii. Ahú
Dio figlio uomo, Gesù Cristo è. Egli
ascí kèptènitii. Ahú winia úunta
di tutti capitano è. Egli nostro grande
yátzoruitii. Ahún nikáhai; ahún waháshai;
fratello è. Lui credo ; lui spero ;
ahún wachérahai. Húgnik ahúheim Paraísu
lui amo. Così con lui in Paradiso
maágke puhátahai. Hádkhiala.
bene starò. Così si faccia.
A Bologna si stampa un periodico intitolato : IL Secolo del S. Cuore di Gesù, assai ben redatto e fregiato mensilmente di qualche prezioso scritto dell'Em.mo Card. Domenico Svampa. Contiene anche un'ampia rubrica pei fanciulli, per cui lo raccomandiamo vivamente non solo ai Seminari ed alle Comunità Religiose ma anche a tutti gli Istituti di educazione. - Cartolina-vaglia da L. 3 alla Tipografia Arcivescovile di Bologna.
A Firenze esce un altro simpatico periodico, intitolato: La Sacra Famiglia, che dà mensilmente un articolo di argomento religioso dettato dal piissimo e dotto Vescovo di S. Miniato, Mons. Pio del Corona, un altro sulla Famiglia del ch.mo P. Bassi Barnabita, e in una rubrica speciale i brani migliori che i più insigni pensatori moderni hanno scritto sullo stesso argomento. La parte letteraria ed artistica ha valenti collaboratori. È indicatissimo per tutte le buone famiglie. - Cartolina-vaglia da L. 2 alla Direzione, Via Fra Giovanni Angelico, 16, Firenze.
Il terzo periodico è il Don Bosco di Milano, che prende il nome dal nostro venerato Fondatore, e serve mirabilmente a consolare e ad incoraggiare tutti coloro che in qualche modo attendono ai fanciulli e rende loro più leggiero, più proficuo e meritorio il loro nobile ufficio. Ci auguriamo che abbiano a divenire suoi abbonati tutti gli educatori. - Cartolina-vaglia da L. 2 alla Direzione, Via Copernico 9, Milano.
NEL SANTUARIO DI VALDOCCO
Solennissima riuscì nel Santuario di Valdocco
la Novena del S.Natale, con discorsi al mattino e alla sera dei RR. D. Tomatis e D. Pentore. « Si racconta, così esordiva D. Pentore, che fra Giovanni Angelico, quando si accingeva, nei suoi quadri divini, a dipingere il volto di Gesù, si gettava ginocchioni, e ginocchioni lavorava, cogli occhi pieni di lagrime, il cuore riboccante di ancore, la mente sollevata ai più sublimi ideali; ma il pennello non sapeva ubbidire alle concezioni del Beato... e inerte cadeva dalle mani di lui che muto rimaneva in dolcissima estasi. Ed era in quel frattempo, come racconta la leggenda, che gli Angeli raccoglievano il pennello e finivano il quadro. » Qualcosa di consimile accadde anche in noi. I predicatori ci presentarono in quadri veramente stupendi il Bambino Gesù che lasciava i cieli per venirci a salvare ; ma ciò che ci faceva gustare tutta la ineffabile dolcezza del mistero del S. Natale, e ci poneva sott'occhi quel quadro di paradiso, era la Taumaturga Immagine della Madonna, che vestita di luce da potenti riflettori, sembrava distaccarsi dal prodigioso dipinto quasi volesse avanzarsi dolcemente nella luce del tempio, per mostrare a tutti il suo grazioso Bambinello ! E come commovevano quei canti ispirati delle profezie , uscenti in un grandioso unissono dal labbro di tanti fanciulli! ...
- È, quindi facile il comprendere la divozione ed il raccoglimento che spirava nel Santuario alla Messa di mezzanotte. Celebrò solennemente il Rev.mo nostro Superiore Generale. La distribuzione della SS. Eucaristia fatta contemporaneamente da due altri sacerdoti durò fino al Sanctus della terza Messa. Non ci dimenticammo davvero dei nostri generosi oblatori e di tutti i devoti di Maria Ausiliatrice nè in quella notte memoranda nè il giorno seguente; nel quale, come in tutta la novena, fu enorme il concorso dei fedeli alle singole funzioni. Alle 9 1/2 si cantò nuovamente Messa solenne ed alle 3 pom. cominciarono i vespri, cui presero parte gli 800 alunni dell'Oratorio, tenendo in piano il piccolo e praticissimo Vesperale dei M. Dogliani.
- Il 1° gennaio, dalle 6,3o del mattino alle 6,3o di sera si tenne religiosamente esposto Gesù Sacramentato all'altare di Maria Ausiliatrice, in ringraziamento delle grazie ricevute nell'anno decorso particolarmente per l'esito solennissimo delle feste dell' Incoronazione com' anche secondo l'intenzione dei nostri benefattori e per ottenere dalla Madonna altre persone benevole che vengano in aiuto dell'Oratorio, presentemente in gravi strettezze. Si chiuse la divotissima giornata con un magnifico discorso del Prof. D. Albino Carmagnola e la benedizione col SS. Sacramento.
- Anche nella solennità dell'Epifania vi fu grande concorso di divoti, e singolare frequenza ai SS. Sacramenti.
Ci arrivano da ogni parte lettere di pie persone che si raccomandano alle preghiere dei nostri giovinetti. Queste raccomandazioni vengono ordinariamente eseguite, e con gran fervore, alle due Messe che si celebrano per gli alunni artigiani e per gli studenti, nonchè alla benedizione col SS. Sacramento, che si dà ogni sera. Tanto per norma delle pie persone.
NELLE ALTRE PARTI DEL MONDO
Tornando dall'America ai nostri paesi d'Europa, segnaliamo con gioia il trionfo che nel maggio u. s. ebbe la Madonna di Don Bosco nella città di Saragozza nella Spagna. Un giornale locale ce n'inviò un'ampia ed entusiastica relazione che vorremmo regalare per esteso ai nostri lettori, se la mancanza di spazio non ci costringesse a dover tacere di tutti gli altri festeggiamenti, che con uno slancio di particolare divozione ebbero luogo contemporaneamente nelle singole case salesiane della stessa nazione, specie a Sarrià di Barcellona.
- Solennissime, quantunque improntate ad alta mestizia, furori pure le intime feste celebratesi dai poveri Salesiani di Francia. A Lilla, a Montpellier, a S. Pierre de Canon, a Rueil e altrove si alternò la giornata fra inni e preghiere; e la sera, calata la notte, si svolsero nell'interno dei singoli istituti le belle e poetiche processioni aux flambeaux, col cuore commosso, e colla mente assorta nella preghiera, chè imminente era lo scoppio della procella. Eppure quanta soave consolazione e quanta calma ispirava in tutti il trionfo dell'Ausiliatrice.
- Dando ora uno sguardo all'Oriente, registriamo anzitutto i nomi di Beitgemal, Cremisan, Nazareth e Betlemme, ove per lo zelo dei figli di D. Bosco, la divozione alla pietosa Regina di Valdocco va sempre più dilatandosi, e ci fermeremo un istante nella cattedrale di Smirne. ove il 24 maggio, grazie alle premure di quel Rev.mo Curato, fu un vero trionfo per la nostra miracolosa Regina. Un magnifico quadro, inviato dal sig. Don Rua, fu esposto nella basilica-cattedrale fin dal primo giorno del mese mariano, che fu predicato con gran zelo dallo stesso curato D. Longinotti. Per la prima volta in Smirne, si fece precedere una novena alla festa del giorno 24, che riuscì imponente. Più di mille comunioni si distribuirono in quel mattino. Alla Messa solenne, celebrata dall'Ecc.m° Mons. Rusica, il tempio era gremito. Dopo i vespri si portò in processione l'Immagine dell'Ausiliatrice, con l'intervento di tutto il clero della città e di una gran folla raccolta e commossa. Alla chiusura del mese si ripetè lo stesso spettacolo : ed è da notare che, dopo di aver piovuto in abbondanza tutto il giorno, il cielo si rasserenò appena cinque minuti prima della funzione. All'altare di Maria Ausiliatrice continuano ad accorrere numerosi i fedeli per implorare ogni sorta di grazie e già numerosi ex-voti sono stati appesi attorno alla sua immagine Compia l'Ausiliatrice anche il gran voto della Chiesa Cattolica, di ricondurre all'unità della Fede le Chiese Orientali. Ecco una preghiera che dovrebbero rendersi famigliare tutti i divoti di Maria Ausiliatrice.
- Finalmente, annunziamo con giubilo, che la Santità di N. Signore Papa Pio X, con rescritto della S. Congregazione dei Riti del 7 settembre u. s. elevando a rito doppio di seconda classe con ottava la festa di S. Francesco di Sales per tutte le chiese e cappelle dei Salesiani e delle Suore di Maria Ausiliatrice, degnavasi di elevare allo stesso rito doppio di seconda classe per le stesse chiese e cappelle anche la festa di Maria SS. Ausiliatrice. È un' altra pietra origliare nella marcia trionfale della nostra Incoronata Regina.
ORARIO pel Santuario di Maria Ausiliatrice IN TORINO a datare dal 1 Marzo.
a) NEI GIORNI FERIALI: - dalle 5 alle 10 1/4,
celebrazione di S. Messe - alle 6 messa per gli alunni artigiani dell'Oratorio Salesiano ed alle 7,1/2 messa per gli alunni studenti, con la recita delle preghiere del mattino e della terza parte del S. Rosario - Alle ore 19,30 (7,30 pom.) breve lettura sulle gesta del Santo del giorno, canto dell'Ave maris stella, e benedizione col SS. Sacramento.
b) NEI GIORNI FESTIVI: -- dalle 5 alle 11,1/2
celebrazione di S. Messe - Alle 6,1/2 messa per gli artigiani ed alle 7,1/2 messa per gli studenti, colla recita delle preghiere come sopra - Alle 9,1/2 mattutino e lodi dell'ufficio della Madonna e Messa: indi , Spiegazione del S. Vangelo - Alle 14,30 (2,30 pom.) Vespri, predica e benedizione col SS.mo per gli alunni artigiani; alle 16,30 (4,30 pom.) la stessa funzione per gli alunni studenti.
c) NELLE SOLENNITÀ : - alle ore 10, messa cantata con assistenza del piccolo clero - ed alle 3,30 pom. Vespro, predica e benedizione per tutta la comunità, con assistenza del piccolo clero.
Avvertenze: I) Ogni sera, dopo la benedizione col SS.mo Sacramento, i devoti di Maria Ausiliatrice si fermano nel Santuario a recitare insieme il S. Rosario - II) Il Santuario sta aperto tutto il giorno, dalle 4,3/4 del mattino alle 8,30 di sera.
Sacre funzioni nel mese di Marzo.
2, 3, 4 - Corte di Maria, Alle 6 Messa, predica, benedizione solenne - 7.30 Messa della comunione generale per i giovani studenti. Dalle 9 alle 18 gli alunni studenti ed artigiani divisi per classe e per laboratorio faranno preghiere speciali pei loro benefattori ai piedi della Taumaturga Immagine - Ore 19 ( 7 pom.) Tantum Ergo in musica, benedizione solenne.
4 - Alle 6, funzione del 1° Venerdì del mese in onore del S. Cuore di Gesù.
8 - Alla messa delle 6 ed alla sera alle 7,30 breve funzione per il Giubileo dell'Immacolata.
16, 17, 18 - Triduo solenne in preparazione alla festa di S. Giuseppe. Alle 6, messa e benedizione. Ore 19,30 Inno Te Joseph e benedizione.
19 - Festa di S. GIUSEPPE. Ore 6,30 e 7,30 messa
della Comunione generale ; alle 10 messa solenne. alle 15,30 Compieta, panegirico e benedizione solenne.
24 - Solenne commemorazione mensile di Maria Ausiliatrice - la devota funzione si compirà alla messa delle 6 ed alle ore 19,30 (7 pom.).
25 - SS. Annunziata - Ore 6 Messa, predica e benedizione - Ore 19 (7 pom.) Compieta, predica e benedizione.
27 - Domenica delle Palme - Alle 9.15 benedizione delle palme. Messa, canto solenne del Passio.
30, 31, 1 Aprile - Ore 17, canto solenne del Mattutino delle tenebre.
31 Giovedì Santo - Alle 6,30 messa solenne - Adorazione al Sepolcro - Alle 14 Solenne Via Crucis - Ore 19 La « Lavanda dei piedi ».
NB. - In tutti i Venerdì di Marzo alle ore 17 e 19, Via Crucis e Benedizione.
Quanto è buona Maria Ausiliatrice !
Da quindici anni soffriva acuti e dolorosissimi dolori interni quantunque intermittenti, senza conoscerne la vera cagione: quando nella scorsa primavera il dolore si fece continuo e più straziante. Allora mi trovava in Spagna. Consultai alcuni medici di Barcellona, i quali mi consigliarono di tornare in Italia. Venni, e i dolori continuavano sempre colla stessa violenza. Finalmente il 6 novembre u. s., mercè i buoni uffici del ch.mo Dott. Calvini, venni accolto nell'ospedale di San Giovanni, qui in Torino, e seppi che la mia malattia era una calcolosi renale: per cui o sottomettermi ad una dolorosissima operazione, o assoggettarmi fino alla morte a quelle tremende fitture. Pieno di fiducia in Maria Ausiliatrice decisi di assoggettarmi all'operazione. Il ch.m° Comm. Carle, della clinica di questa città; decise di operarmi egli stesso. Il giorno 2 dicembre intervenni anch'io alla lezione, che fece il professore agli alunni dell'Università sul mio caso ; e il giorno 3 venni operato. Mi estrassero un callo dal rene, duro, cristallino, grosso come una ghianda, la causa dei miei tormenti, poichè ad ogni movimento mi tagliuzzava la carne intorno ed avrebbe poi finito di provocarmi un'emorragia interna e mandarmi all'altro mondo. Ma per estrarmelo dovettero farmi un taglio lungo 35 centimetri e spaccarmi in tre punti il rene. Finchè io viva, serberò riconoscenza eterna per la mano maestra che mi operò, ma ringrazierò ogni giorno anche Maria Ausiliatrice, che mi diede la forza di subire la dolorosissima operazione e che mi volle salvo!... Infatti per un incidente avvenuto ad operazione compita, anche i medici avevano perduto ogni speranza; ma quando mi furono comunicati i loro timori, tornai col pensiero alla Madonna di Don Bosco e Le dissi: « Se voi volete guarirmi, il miracolo resterà maggiore! » Il fatto è che oggi, appena dopo un mese, son già uscito dall'ospedale e mi trovo qui nel Santuario di Valdocco, ove domani farò la S. Comunione. Quanto è buona Maria Ausiliatrice!
Torino, 4 gennaio 1904.
Ch. BARTOLOMEO DOLCE.
Liberata dalla palpitazione di cuore.
Come è buona la Madonna di Don Bosco! La signora Montagnini Rosa da più mesi soffriva tale palpitazione di cuore, che talvolta le toglieva perfino il respiro. Non sapendo più a qual rimedio appigliarsi, essa, Cooperatrice salesiana da molti anni e devotissima dell'Ausiliatrice, si rivolse a questa nostra comune Madre. Fece celebrare una s. Messa al suo altare nella nostra chiesa del Sacro Cuore di Gesù, fece un'offerta con promessa di altra offerta se otteneva la grazia e cominciò una novena colla recita di 3 Pater, Ave e Gloria a Gesù Sacramentato e di una Salve Regina; novena che si fece pure in Collegio dai nostri ottanta bambini, a cui ho raccomandato tal cosa. O potenza di Maria ! Al terzo giorno della novena l'ammalata si sentì meglio, e prima che la novena fosse finita, era perfettamente guarita. Riconoscente, adempie la promessa.
Trino Vercellese, 6 dicembre 1903.
Sac. ERMENEGILDO BIANCO Direttore del Collegio.
Grazie, o Maria Ausiliatrice !
In sul finir di dicembre dell'anno 1901, caddi vittima di una infermità che, tredici anni addietro, mi aveva già fatto soffrire acutissimi dolori; un ulcere nella gamba sinistra. Con ciò mi vidi obbligata al letto per lo spazio di più mesi, soffrendo acerbi dolori.
Fin dal principio, consultai il dottore il quale fece tutte le esperienze che l'arte medica poteagli indicare, ma vedendo che il metodo che adottava era infruttuoso, mi fece conoscere che questo mio male era ribelle e quasi senza speranza di guarigione. Un poco disanimata, mi assoggettai ad un consulto medico.
Nel giorno stabilito, si presentarono tre rinomati medici di questa capitale che finirono per prescrivermi dei rimedii, cambiandoli qual volta non facessero effetto. Tutto invano, tanto che i medici, già esasperati, senza capir nulla di questa strano ulcere, decisero, in ultimo, di applicare il termo cauterio. A questo non mi volli assottomettere, già che i Superiori non mi obbligavano. Mi assicuravano i medici la guarigione, con tutto ciò non mi sottomisi, pronta anche a morire, se così il Signore disponeva.
Conformata e disposta a fare il sacrificio della vita, cambiai di luogo, lasciai d'un lato i rimedii ordinati dai medici, e presi ad applicarne solamente dei semplicissimi, preparati in casa, coi quali subito notossi un miglioramento. A questo univasi la mia confidenza in Maria Ausiliatrice e le orazioni che le mie consorelle continuamente innalzavano al buon Dio.
Prontamente vidi la protezione di Maria SS.
Dopo sei mesi di semplicissimi rimedii, mi sento completamente ristabilita. Grazie, o Maria Ausiliatrice, ti sarò grata per tutto il corso di mia vita!
Coxipó da Ponte, 15 ottobre 1903.
Suor D. V. Figlia di Maria Ausiliatrice.
Mi ha salvato la figlia.
La sera del 20 gennaio u. s. la mia figliuola Teresina cadde disgraziatamente sulla via con un bottiglione che andò in frantumi rimanendone intera la base con una punta in forma di lancia, la quale le si conficcò nel ventre, producendole una larga e profonda ferita. Temendo che il caso fosse grave, senza frapporre indugio la condussi all'Ospedale Pammatone. Pur troppo il dottore di . guardia confermò le mie previsioni, e mandò sul momento a chiamare il dottore primario per eseguire l'operazione. Questi dopo aver operato, mi dichiarò che la guarigione era disperata ; e ad una suora assistente disse senz'altro : « È impossibile salvarla; se si salva è un miracolo ». Il mattino seguente sua madre si recò all'ospedale per visitarla; ma il dottore di guardia, prima di lasciarla passare, mandò un infermiere a vedere se la figlia era ancora viva. Venne intanto l'ora della consueta visita giornaliera, e il dottor primario trovò la povera bambina molto aggravata, essendosi manifestata per giunta la bronchite. Applicati i rimedi opportuni, mandò subito un infermiere a chiamarci d'urgenza, perchè potessimo vederla in vita ancor una volta, persuaso che da un momento all'altro dovesse morire.
Solo Dio sa quanto soffrisse la povera piccina, e quale fosse la nostra ansietà ; ma la Madonna di D. Bosco, cui ci volgemmo con fede, volle consolarci. Dopo un mese, la figliuola entrava in convalescenza ed ora è perfettamente guarita. Sciolgo il voto fatto, inviando una tenue offerta di ringraziamento.
Genova-Marassi, 12 novembre 1903.
EMILIO RUGGERI Cooperalore salesiano.
Palazzo Canavese. - Un mio fratello, capo-meccanico, gravemente ammalato di appendicite complicata con tumore esterno, fu collocato per la cura chirurgica nella Casa di salute di S. Giuseppe diretta dai benemeriti RR. Padri Fatebenefratelli di Milano, ove dovè subire due difficilissime operazioni. Invitato da me e da una sorella, Suora Salesiana, a raccomandarsi a Maria SS. Ausiliatrice, ed a mettersi sotto la potente protezione di Lei, la mattina del 26 dello scorso settembre, in cui doveva subire la seconda e più difficile operazione; si portò ad ascoltare la S. Messa nella vicina chiesa monumentale di S. Ambrogio, e precisamente all'altare di Maria Ausiliatrice colà eretto, per invocare la sua materna assistenza ; e venuta l'ora stabilita, sentendosi venir meno le forze e morire addirittura sotto l'azione del cloroformio, per un'ultima volta mise tutta la fiducia nella Madonna di D. Bosco, sforzandosi a pronunziare a viva voce l'invocazione
Maria, Auxilium Christianorum, ora pro nobis. Quindi recitò l'Ave Maria; e queste furono le ultime parole. Apertagli intanto la primitiva ferita, l'operazione a farsi si presentò così difficile e pericolosa che i signori chirurgi sgomentati si guardarono l'un l'altro in faccia : l'appendice, che si doveva asportare aveva aderito al peritoneo, che assolutamente non si doveva intaccare pel troppo facile pericolo d'infezione e quindi della conseguente peritonite. Disposti tuttavia a fare quanto era umanamente possibile, tentarono egualmente l'audace operazione che durò un'ora e cinquanta minuti, mentre pure per lo spazio di un'ora e mezzo si protrasse l'opera della cloroformizzazione ; ed ecco che contro la speranza degli stessi sanitari ogni cosa procedette a meraviglia. Sebbene abbattutissimo per qualche giorno in seguito alla grave operazione subita, e massime per l'effetto del cloroformio, pure l'infermo non ebbe mai neppure il minimo grado di febbre, e quando pochi giorni dopo il chirurgo lo sfasciò, al riscontrare la larga ferita quasi del tutto cicatrizzata e senza bisogno di ulteriori cure, non potè trattenersi dall'esclamare verso il frate infermiere : « Padre, questo è un vero miracolo della chirurgia moderna. » Benissimo, ma tale miracolo che tanto torna ad onore dell'abile operatore, considerate tutte le circostanze che accompagnarono la difficile operazione, a noi pare che sopratutto si debba ascrivere alla protezione di Maria Ausiliatrice. Qual segno di filiale e profonda riconoscenza unisco l'offerta per una messa di ringraziamento nello splendido e divoto Santuario di Torino.
23 ottobre 1903.
Sac. ERNESTO D. SAVINO, Rettore.
Hinojo F. C. S. (REPUBBLICA ARGENTINA. - Non ho parole per narrare le molteplici grazie a me concesse da Maria SS. Ausiliatrice ; pure, svolgendo le pagine del Bollettino, ove sono registrati i documenti di tanti suoi materni favori, ho sempre sentito una voce interna, che m'invitava a rendere questo pubblico attestato di riconoscenza alla cara Madonna di Don Bosco. Invito quindi tutti i suoi divoti ad unirsi con me a ringraziarla, specialmente per la guarigione implorata nel 1900 al mio unico figliuolo, allora dodicenne e alunno di un collegio salesiano di questa repubblica, nonchè per la singolare benedizione accordata ai miei interessi. Unisco un'offerta pel culto di cotesto Santuario.
14 giugno 1903.
ISMAEL BONETTI.
Casalsabbione di Fontanellato Parmense. - Il giorno 3 marzo u. s. fui colto improvvisamente da un malessere generale, e tale abbattimento e prostrazione di forze, che dovetti ricorrere al medico, il quale dichiarò trattarsi di una cistite, malattia molto grave data la mia età. Il professore Monguidi per volontà stessa del medico curante e dei miei figli, chiamato a consulto, confermò tale diagnosi, per cui dovetti assoggettarmi per ben sette volte alla lavatura della vescica. Tra il lungo alternarsi di speranze e timori, apparve al fine un leggiero miglioramento : ma fu cosa passeggiera, giacchè successe ben presto una nuova complicazione alla malattia stessa. In questo frattempo lessi sul Bollettino Salesiano, che ai 17 di maggio sarebbe avvenuta la solenne incoronazione di Maria Ausiliatrice. Vedendo che il mio male anzichè diminuire si complicava, animato da viva fede, rivolsi gli occhi ad un'immagine di M. Ausiliatrice, che m'era procurato quando frequentavo il collegio salesiano di Parma, e promisi che se mi fossi trovato ristabilito in salute, mi sarei recato in pellegrinaggio al suo Santuario, ed ai suoi piedi, pieno di riconoscenza, avrei deposto colle mie stesse mani una tenue offerta. Ed ora completamente ristabilito, adempio il mio voto col cuore compreso della più viva riconoscenza, e rendo pubblica testimonianza di tanto favore.
5 luglio 1903.
FORZANi FELICE.
Ivrea. - Alla vigilia del Santo Natale dell'anno 1902 fui colpito da pleuro-polmonite. I medici, dopo due consulti, mi giudicarono inguaribile, ma una pia signora, mia vicina, saputo del mio triste stato, si avvicinò al letto dei miei dolori e, tra le più belle parole di celeste conforto, mi suggerì come rimedio sicuro una fervorosa novena alla Madonna di D. Bosco, la cui effigie si venera pure all'Oratorio salesiano di Carmagnola, ove allora mi trovavo. La buona signora pronunziava le stabilite preghiere, ed io, col maggior fervore che mi era possibile, vi univa la mia intenzione. Un vero prodigio avvenne al terzo giorno della novena. Come per incanto ottenni quanto i medici avevano disperato di ottenere, cioè la liberazione nei miei organi respiratori di una grande quantità di materia che mi soffocava. Ebbi libera la parola ed il miglioramento continuò rapidamente. Al quinto giorno ero fuori di pericolo ed al fine della novena ero guarito perfettamente. Pieno di stupore e gaudio feci una novena di ringraziamento, e promisi di pubblicare la grazia nel Bollettino e di appendere un cuore d'argento ai piedi dell'effigie della nostra dolcissima Madre. Ed ora compio la mia promessa.
Colonia Agricola Salesiana, 6 ottobre 1903.
FALCONE ZEFFIRINO.
Curiglia (Como). - Nell'aprile 1902 mi ammalai gravemente di affezione cardiaca , con pericolo di congestione cerebrale. Per tre lunghe settimane dovetti stare a letto, quindi mi alzai e pareva già in convalescenza, quando alla metà di giugno ricaddi e peggio di prima. Il medico giudicò gravissima la mia malattia ed infatti crescevano ognora le palpitazioni del cuore e un'ardentissima febbre che mi bruciava. La vigilia di S. Pietro fui confortata dai SS. Sacramenti, ma poi, bevuta una goccia della miracolosa acqua di Lourdes, mi si spense subito la febbre sì da sembrare perfettamente guarita. Eppure passarono nove mesi senza che io potessi fare il minimo lavoro! Oh! quanto desiderava la guarigione, se così fosse piaciuto al Signore. Ma nel marzo di quest'anno fui nuovamente colpita di catarro brochiale, che mi tenne a letto tutto il mese. Allora leggendo nel Bollettino Salesiano delle grandi feste che si stavano preparando per l'incoronazione di Maria Ausiliatrice in Torino vinsi ogni titubanza ed esclamai : « Cara Madre, oh! quante grazie dispensate in questi giorni a tutti i divoti ! Fatene una a me pure : Voi vedete, come io abbia bisogno di guadagnarmi il pane Se la otterrò, la farò pubblicare sul Bollettino ». Non appena ebbi terminata la novena, io fui pienamente guarita, sicchè lavoro e sostengo anche fatiche senza disturbi. Viva Maria Ausiliatrice !
21 ottobre 1903.
Rossi LIBERATA.
Cavaiore Vercellese. - Nel principio della scorsa primavera, l'unica nostra figliuoletta fu colta da una malattia che ci mise in seria apprensione. Ricorremmo al parere di valenti sanitari di questa provincia e dell'Università di Padova e tutti concordemente dichiararono trattarsi di un carcinoma in bocca.
Nella disperazione in cui eravamo piombati ci resse solamente la fede nella potenza della Madonna Ausiliatrice ; e fummo esauditi ! Maria ascoltò le nostre preghiere ridonandoci completamente ristabilita la nostra adorata bambina con indicibile nostra consolazione, ed immenso stupore dei molti medici che prima l'avevano visitata. Ed ora sciogliamo il voto di grazie alla Madonna Ausiliatrice inviando la promessa offerta per la grazia singolare ottenuta.
7 novembre 1903.
PASQUALINI Dott. GIACOMO e GASPARI STELLA, coniugi.
Caramanico (CHIETI). - Col cuore pieno di riconoscenza rendo grazie alla potente Ausiliatrice, per aver dato ascolto alle suppliche dei nostri cuori che palpitavano nella più crudele incertezza. Cosa singolare ! Proprio il giorno 10 ottobre, cioè quando meno ce io aspettavamo, essendosi le difficoltà e gli intrighi aumentati a nostro danno, la Vergine Benedetta, invocata col nome di Madonna di Don Bosco, ci concedeva la sospirata grazia. Invio una tenue offerta colla speranza che una Madre così pietosa e benefica vorrà sempre continuarci il suo potente aiuto.
22 novèmbre 1903.
FRANCESCA COLACITO
Cooperatrice Sales.
Lugagnano. -- Era già un pezzo che la mia carissima mamma giaceva gravemente inferma e tutti della famiglia eravamo in gran timore di perderla. Questo timore a me, lontana , fece più volte versare amare lacrime. Un giorno in cui mi sentiva più afflitta, perché priva di notizie, mi volsi con tutta fiducia a Maria SS. Ausiliatrice pregandola a guarire la mamma mia, e promettendo di pubblicare la grazia qualora me l'avesse concessa. Ed oh ! bontà di Maria ; la mamma cominciò tosto a migliorare, e con tal rapido progresso, che i medici stessi ne furono meravigliati. Ora sta benino e come dice il babbo, è tornata da morte a vita. Adempio quindi il voto e rendo pubbliche grazie a Maria Ausiliatrice.
29 novembre 1903.
Suor GIUSEPPINA PIZZUTO F. di M. A.
Caresana (VERCELLI). - E da tempo che sono conduttore di fondi, e la mia assicurazione contro la grandine ha sempre consistito in preghiere ed offerte a Maria Ausiliatrice. Anche quest'anno, in un momento di pericolo grandissimo, ricorsi con fiducia alla cara Madonna di Don Bosco, promettendo di pubblicare la grazia sul Bollettino ; ed essendo stato perfettamente libero dalla tempesta, con somma riconoscenza sciolgo il mio voto.
10 novembre 1903.
CONTI GIORGIO.
Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice, e pieni di riconoscenza inviarono offerte al Santuario di Torino, o per la celebrazione di S. Messe di ringraziamento, o per le Missioni Salesiane, o per le altre Opere di Don Bosco, i seguenti.
A*) - Agliano (Alessandria): Trinchero Costantina Luigia 10, per la celebrazione di 3 Messe di ringraziamento per grazia ottenuta. - Airasca (Torino) : S. E. G. 5, per grazia. - Alba (Cuneo): Sac. Gerolamo Bucciotti Parroco 5, per una messa di ringraziamento a Maria Ausiliatrice. - Albino (Bergamo) : 5, offerta per la celebrazione di 2 messe all'altare di Maria Ausiliatrice per una persona che chiede una grazia. - Alessandria: Giovannina Pavese 5, per messa di grazie. - Ilario D. Perpetuo Bruno, Canonico di S. Lorenzo, a nome della signora Andrietti Catterina di Solero, che per l'intercessione di Maria Ausiliatrice ebbe salvo il padre da grave malattia. - Ariano di Puglia: Il Sac. Gennaro Ciccarelli, per una grazia segnalatissima ottenuta da Maria Ausiliatrice. - Asti: N. N. ringrazia Maria SS. Ausiliatrice per il felice esito di pericolosa operazione.
B) - Bagolino (Brescia): Lombardi Maria 2, per grazia. - Barano d'Ischia (Napoli) : Conte Agnese 5, per messa di grazie. - Barcellona (Messina): Sac. Nunziato Fr. Bonsignore 5, per messa di grazie. - Maria Rugolo Bonsignore 2, come offerta al Santuario di Maria Ausilatrice. - Bergamo. Servalli Andrea, offerta per grazia. - Bogliasco (Genova) Mezzano Teresa 25, per grazia. - Bologna : B. Anna Finelli Ranuzzi, ringraziando ed implorando un nuovo favore da Maria Ausiliatrice. - Borgo manero (Novara) : Parr. S.ta Cristina. - Angela Mora 5, per grazia. - Brugnato (Spezia) : Francesca Ricchetti invia un'offerta di ringraziamento per la guarigione ottenuta alla sua bambina. - Buriago di Campo S. Martino (Padova) : Marcato Virginio, per la guarigione della mamma da pleuro-bronchite.
C) Calascibella (Caltanissetta) : Carvoja Elisa Tita 2. per messa di grazie all'altare di Maria SS. Ausiliatrice. - Carmagnola (Torino) : Ferrero Margherita per grazia. - Carpeneto (Acqui) : N. N. 3, per grazia offre alla Vergine. - Castelnuovo d'Asti: La signora B. 2, per grazia. - Castello di Godego (Treviso) : R. Meneghetti 2, per messa di grazie per guarigione di persona inferma. - Castel Rosso (Torino) : Santi Barbara 2, per grazia. - Ceres (Torino): Teppati Pietro 5, per messa di grazie. - Chaux de Fond: R. M. per aver ottenuta la converzione di una persona a lui carissima, la quale fece l'abiura solenne e ricevette il S. Battesimo e la Prima Comunione nella Chiesa esterna delle Suore Orsoline in Cannobio il 6 settembre u. s. - Cherasco (Cuneo) : Coniugi Giovanni e Margherita Giachele, offerta per grazia ricevuta. - Cola di Lazise (Verona): Silvio De Carli, offerta p. g. r. - Collegno (Torino) Villata Giovanni Battista, per la guarigione, ornai disperata, del suo figlio Giacinto. - Cortiglione (Alessandria) : Baculla Maria, per grazia. - Crescentino Vercellese: Bosso Francesco, per grazia.
D) - Duemiglia (Cremona) : Miglioli Andrea, per implorare la guarigione della sua primogenita. - Dova Superiore (Alessandria) : Sac. Daniele Guidobono prevosto 25, a Maria SS. Ausiliatrice in rendimento di grazià ottenuta e per implorare una benedizione al suo caro fratello infermo.
E) - Esine (Brescia) : Guadagnini Marietta fu Battista, riconoscentissima ringrazia Maria SS. Ausiliatrice per molteplici favori ricevuti da lei e da altre persone conoscenti che invocarono l'Ausiliatrice.
F) - Faenza (Ravenna) : Ghinassi Donna Cunegonda, 5, da quattro anni assai inferma dopo di aver ricorso a Maria Ausiliatrice con una novena si ristabilì prima ancora di terminarla. - Fara di Soligo: Savoini Vittoria Ved. Spironelli, 35, per le Missioni. - Firenze: Suor Piccioli Battista 15, in ringraziamento per messa all'altare di Maria Ausiliatrice. - Fobello (Novara): Ada Giacobino 2, per messa di grazie per ottenuta guarigione da febbre tifoidea. - Forli: Nicola Dall'Osso 2, per messa di grazie a Maria SS. Ausiliatrice p. g. r. - Fossano (Cuneo) : N. N. 5, per grazia.
G) - Galbiate (Brianza) : Teresa Longhi 5, in ringraziamento a Maria SS. Ausiliatrice della prodigiosa guarigione di sua figlia Rachele, già spedita dal medico. - La famiglia Spreafico invocò il potente patrocinio di Maria Ausiliatrice per una guarigione e fu esaudita; perciò in ringraziamento e ad ottenere la continuazione di un tanto patrocinio, invia un'offerta pel suo Santuario e per una messa di ringraziamento. - Gallarate (Milano) : Antonio Rabito 3, per grazia. Gambola (Pavia) : Turrina Marianna 2, in ringraziamento a Maria Ausiliatrice per la ottenuta guarigione del fratello affetto da asma, bronchite e pleurite. - Genova: Adele Lertora 2, per grazia. - Ratto Eugenia 25, per grazia. - Il sacerdote V. S. al termine di una novena ad onore di N. S. Ausiliatrice sentendosi assai migliorato in salute, adempie alla promessa fatta pubblicando sul Bollettino Salesiano il proprio ristabilimento ed invia un'offerta per la celebrazione di una messa all'altare di Maria Ausiliatrice.
I) - Ivrea (Torino) : Ch. Carlo Ughetti 2, in ringraziamento di molteplici favori ottenuti, specie nei suoi studi.
L) - Lavariano (Udine): Brida Luigi 5, per messa di grazie. - Lecco (Como) : Un cooperatore. « Cori viva fede prostrato davanti all'immagine della Cara Madonna Ausiliatrice faccio la mia piccola offerta implorando che continui la sua benedizione sul mia amato figlio, gli ridoni la completa salute e lo liberi per sempre da qualsiasi male. » - Lesignana (Parma) : Canali Mario gravemente infermo e versando in pericolo imminente di caso disperato, a nulla valendo i soccorsi dell'arte, implorò l'intercessione della Vergine Ausiliatrice incominciando una novena e riconoscente per la repentina e prodigiosa guarigione ottenuta invia un'offerta pel Santuario. - Lequio Tanaro (Cuneo) : Borzone Maria riconoscentissima per segnalata grazia. - Lodi (Milano): Maria F. 2, per messa all'Ausiliatrice in ringraziamento d'un buon esito ottenuto ed implorando la benedizione e speciale assistenza sopra i suoi figli. - Lugo (Ravenna): Una Religiosa dell'Istituto S. Gaetano di Lugo, per aver ottenuto la guarigione da malattia mortale.
M) - Malito (Cosenza) : Dottor Gesualdo Gagliardi 4, per messa di grazie. - Melazzo (Alessandria) : Bodrito Guido 10, per grazia. - Melzo (Milano) : Elisa Tagliani, cooperatrice Salesiana, per la completa guarigione d'un suo figliuolo. - Milano: Ermenegildo e Rachele Frattini, per la guarigione della loro figliuoletta Amanda, dopo un'offerta fatta al locale Istituto Salesiano e cinque messe celebrate a quell'altare di Maria Ausiliatrice. - Moasca (Alessandria) : Cocco Battista di Giuseppe 3, per grazia. - Mombercelli (Alessandria) : Maria Barbero 2, riconoscente per celebrazione di una messa nel Santuario di Maria Ausiliatrice per grazia ricevuta. - Mondovì (Cuneo) : Giov. vedova Porro 3, per ringraziamento di un segnalato favore. - Moncucco (Alessandria) : Regis Maria, per grazia.
N) - Nebbiuno (Novara) : La signora de Antoniis vedova Bellosio, Dama d'onore di Maria Ausiliatrice, racconta molte grazie spirituali e temporali ottenute da persone di sua conoscenza, mediante l'invocazione di Maria Ausiliatrice. - New-York (America) : Vogliano Teresa io, per ottenuta guarigione mediante l'intercessione della Madonna di D. Bosco: - Vogliano Margherita 5, per impetrare sempre nuove grazie per sè e per la sua famiglia. Nova Trento (Rio Grande do sul-Brasile) : Nazzareno Piccoli 10, per una grazia singolare, ottenuta in capo a poche settimane.
O) - Occimiano (Alessandria) : Di Provera Carolina 2,50, per messa di grazie a Maria SS. Ausiliatrice.
P) - Padova: Elisa Covi 5, per 2 messe di grazie all'altare di Maria Ausiliatrice. - Pamparato (Cuneo): Pittavino Giovanni, maestro e segretario comunale 6, per grazia. - Pavia: Ida Bossi 5, per una messa di ringraziamento all'altare di Maria Ausiliatrice. - Piacenza: Barbetti Savina 5, per segnalatissima grazia. - Pinerolo: N. N. 2, per messa di grazie. - Polonghera (Cuneo) : T. Bartolomeo, per grazia ricevuta. - Portomaurizio : Rosa Aschieri per due grazie ottenute da Maria Ausiliatrice, specialmente per la guarigione della sua sorella.
R) - Rivarolo Canavese (Torino): Bertinetti Clara, per grazia ricevuta. - Robella (Trino) : Due padri di famiglia inviano un'offerta per un segnalato favore ottenuto nella loro parrocchia. - Roma: E. C. D. F. T. ringrazia Maria SS. Ausiliatrice per averlo benedetto ne' suoi esami di laurea.
S) - Sant'Ambrogio (Torino) : Favretti Luigi per grazia. - Sant'Antonio Casalese (Alessandria: Calvo Antonio 1, in ringraziamento a Maria Ausiliatrice. - S. Giovanni in Marignano (Bologna) : G. C. M. 5, riconoscente a Maria Ausiliatrice per grazia concessa invia l'offerta per messa di ringraziamento al suo altare. - S. Marzanotto d'Asti: Vandero Metilde 3, offerta a Maria SS. Ausiliatrice in ringraziamento di grazia ricevuta. - S. Stefano (Ravenna) : Costa Luigi 3, per una messa a Maria Ausiliatrice per grazia ricevuta. - Serravalle Scrivia (Alessandria) : Rev.mo Can. Ruggero D. Pallavicini 5, per grazia. - Sopramonte (Trento) : Enrico Nardelli, bambino, affetto da grave malattia grandulare e in procinto di subire analoga pericolosa operazione, fu guarito quasi improvvisamente in seguito a ricorso ed offerta fatta a Maria Ausiliatrice. - Suzzara (Mantova) : Lorenzini Adalgisa 7, offerta alla Vergine SS. per grazia ricevuta.
T) - Teglia (Massa Carrara) : Ferdani Giuseppe 3, in ringraziamento per l'intercessione di Maria SS. Ausiliatrice durante il corso pericolo per catarro bronchiale. - Torino: Badino Paolina, per ricuperata salute. - Amalia Corino in ringraziamento di essere stata liberata da grave emicrania il giorno dell'Incoronazione di Maria Ausiliatrice: - Gallino Caterina 2, per una messa di ringraziamento: - M. Giorcelli, muratore e costruttore, rende pubbliche grazie a Maria SS. Ausiliatrice per varie segnalatissime grazie, specialmente per una elargita alla sua figliuola alcuni anni addietro: - Maffeo Giacomo e Caterina Vogliotti, ringraziano Maria Ausiliatrice che salvò la loro figliuola dal tifo e da una pleuro-polmonite: - Oriotto Margherita ringrazia Maria Ausiliatrice pel visibile aiuto prestato a suo fratello gravemente ammalato ed invia un'offerta. - Rossi Rosalia 5, in adempimento di promessa fatta e per ringraziamento a Maria Ausiliatrice per aver ottenuto di ricoverare la nonna in un asilo dei vecchi. - Troja (Foggia) : Barbato Alessandrina 5, in ringraziamento di ottenuta guarigione per intercessione della SS. Vergine da lunga e complicata malattia. - Tuili (Cagliari) : Zucca Angelina 1, per segnalata grazia ricevuta dalla SS. Vergine invocata sotto il titolo di Maria Ausiliatrice.
V) - Varazze (Genova) : Lucia Marchese Bonalumi invia una lunga relazione sulla particolare assistenza, che in dolorose circostanze ottenne a: suo marito da Maria Ausiliatrice. - Venaus (Torino) Marzo Angela 2, per grazia ricevuta. - Venezia: Mondrini Iovan Vittoria 10, rendendo grazie a Maria SS. per impiego ottenuto per la figlia. - Verona: Lucia Ronca Capobianco 5, per la celebrazione di una messa di ringraziamento a Maria SS. Ausiliatrice per grazia ricevuta. - Vialfrè Canavese (Torino) : N. N. maestra, per una messa di grazie. - Vigliano Biellese (Novara) : Biasetti Quinta ringrazia con le espressioni più affettuose Maria SS. Ausiliatrice, che, mesi addietro, le guariva la mamma. - Vische Canavese (Torino): Bertone D. Eusebio e Faglino Luigia 15, per grazia. - Villar Perosa (Torino) : Micca Teresa 5, per una messa ed offerta di ringraziamento per l'incominciata guarigione di un suo nipotino. - Viù (Torino) : Giuseppina e Santina Enrico 3, per una messa di grazie.
X) - Maria Antonia Mosini, per grazia ricevuta. - Anne Angiolina colpita da forte pleurite e raccomandatasi a Maria Ausiliatrice fu esaudita e riconoscente di tanto benefizio rende pubblica la grazia. - Talia Ernesta, rendendo grazie per favori ottenuti implora la protezione della Vergine Ausillatrice. T. M, 15o in adempimento di voto per g. r.
A Valdocco.
L'Albero del Natale. - La domenica 27 dicembre, tutta la comunità dell'Oratorio radunavasi nel teatrino interno per godere dei frutti dell'Albero del Natale. Ma quello non era un albero, era una foresta che copriva tutto il palco, il proscenio e parte della platea ! «Come si è potuto raccogliere tanta roba? » si andava da tutti esclamando. E sorse subito il Direttore D. Marchisio, il quale, in linguaggio semplice e alla buona, disse, come un giorno recitando il breviario ai piedi di Maria Ausiliatrice, avesse avuto una distrazione. Una voce insistente gli diceva che il Bambino Gesù doveva pagare la festa a tutti gli abitanti dell'Oratorio, in compenso delle belle corone con cui Egli era stato fregiato insieme con la Madre sua. Il Natale dell'anno dell'Incoronazione doveva essere festeggiato in modo al tutto speciale. L'idea non era cattiva, ma come effettuarla? « Si scrisse ai nostri fornitori, pregandoli di una strenna pei giovani alunni. Ed essi, così buoni, sebbene avessero piuttosto da ricevere che da dare, avendo l'Oratorio forti debiti verso di loro, tuttavia ci mandarono tutto quel ben di Dio che voi vedete. Ne sia ringraziato il Signore, ed anche quei cari benefattori si abbiano i nostri ringraziamenti. Ma come potremo compensarli ? Non vedo modo migliore d'incominciare questa festa che di recitare tre Ave Maria secondo la loro intenzione. Siamo in mille ! conchiuse ; sono quindi tremila Ave Maria che si alzeranno dai nostri cuori per implorare le grazie più elette su quelli che ci vollero così beneficati. » Tutti si levarono in piedi e recitarono con slancio le tre Ave Maria. E poi? Uno sguardo ai premi, un altro al proprio numero e l'orecchio al banditore. L'estrazione fu piuttosto lunga, dovevano presentarsi mille persone ! ma passò in un baleno allietata da frequenti risate e da qualche fragoroso battimano, allorchè lo scherzo della fortuna faceva capitare una bella cravatta di seta a qualche reverendo ! Anche il Revmo nostro Superiore Maggiore si degnò di presenziare la festa circondato dagli altri membri del Capitolo Superiore ; ed ebbero tutti anch'essi il loro piccolo dono. Fu insomma un'idea geniale, che fruttò una lieta serata.
In Italia.
La domenica 2o dicembre facevano il loro ingresso solenne nelle rispettive diocesi le LL. EE. RRme
Mons. LoDOVICO DEI MARCHESI GAVOTTI, Vescovo di Casale Monferrato, e Mons. CARLO MAROZIO,
Vescovo di Susa. Alla stazione di Borgo S. Martino ossequiarono Mons. Gavotti i nostri alunni del Collegio S. Carlo, eseguendo un inno con accompagnamento della musica del paese. L'accoglienza che ebbero ambedue i veneratissimi Presuli non poteva essere più cordiale e grandiosa. Presentiamo alle LL. Eccellenze i nostri umilissimi ossequi e i più ferventi auguri di lungo e glorioso episcopato.
Solennissima fu pure l'accoglienza che la gentile città di Pisa fece nel giorno 10 gennaio al suo nuovo ed illustre Arcivescovo, S. E. Rev.ma Mons. PIETRO MAFFI. Cuor d'oro, mente eletta, modello. di sacerdote e di scienziato, Mons. Maffi fu amatissimo a Pavia e a Ravenna. Promosso alla Primazíale di Pisa, si è già acquistato l'amore del nuovo suo gregge. Ci permettiamo di presentare pubblicamente a S. E. l'umile omaggio della nostra profonda ammirazione e riverenza. -
FOSSANO - Solenne commemorazione del primo cinquantenario della morte di Silvio Pellico. - La sera del 10 Gennaio nell'aula dell'Accademia municipale elegantemente adobbata, presente tutto il fior fiore della città, tutte le Autorità civili, ecclesiastiche con a capo l'Ecc. Mons. Manacorda e militari, tutti i professori delle regie scuole e gli alunni, ebbe luogo la suddetta commemorazione fatta dal rettore del Convitto, che ottenne un vero subisso d'applausi. Dimostrò come in Pellico erano concordemente riuniti e perfetti l'amore ardente di patria e la fede religiosa. Gli allievi del Convitto declamarono poscia con molta grazia ed arte parecchie poesie e brani di prose e l'Atto 2. del « Tommaso Moro ».
FOGLIZZO CANAVESE. - Per l'Immacolata. - Togliamo dal Pensiero del Popolo d'Ivrea: - « Nella facciata della casa dei Salesiani, così il nostro corrispondente di Foglizzo, posa entro apposita nicchia da circa un secolo un simulacro della Santissima Vergine Immacolata, il quale può considerarsi un prezioso lavoro d'arte. Noi abbiamo sempre avuto per questa cara Madonna una speciale venerazione ; e i Salesiani, cooperati dalle oblazioni di pie persone, certi di farci cosa gradita, vollero, all'alba di quest'anno giubilare, abbellire col pennello il simulacro, adornare di fregi la nicchia e arricchirla tutta all'intorno di tante lampadine elettriche a varii colori. Fu come la scintilla che destò nei nostri cuori il desiderio di dare, quest'anno alla novena ed alla festa dell'Immacolata un carattere solenne ed attraente. E così alla sera, prostrati innanzi alla Vergine, si recitava il Rosario, si cantavano devote canzoncine, poi l'animo nostro s'apriva alla calda e vibrata parola d'un Salesiano, che tesseva l'elogio della nostra Madre Celeste. Il. dì della festa fu per noi una giornata di paradiso. Verso le otto si celebrò con Comunione generale la Messa, rallegrata dal canto, soave delle Figlie di Maria accompagnato dal nostro bravo organista. Susseguirono solenni funzioni con discorso analogo alla fausta circostanza. Alla sera si volle terminare la festa innanzi all'Immacolata dei Salesiani, che, in mezzo ad un'aureola di luce, ci sorrideva dolcemente. I nostri cuori si abbandonavano alla più santa poesia, e le nostre labbra innalzavano inni d'amore a Colei ch'è tutta bella, tutta pura, tutta santa. »
INTRA. - Un nuovo Oratorio festivo. - Ci scrivono « Il giorno 8 novembre u. s. si apriva qui in Intra l'Oratorio festivo col concorso di una sessantina di giovanetti. Fu una cosa quieta, ben lontana dal chiasso, e quasi di famiglia. Si condussero i giovani ìn cappella, si spiegò loro il programma attraentissimo dell'Oratorio, e dopo qualche buona raccomandazione si impartì la benedizione col SS. Sacramento. La domenica dopo si cominciò il catechismo e i giovani erano già più di cento. In seguito passarono i 150, anzi toccarono una volta i 200, di cui una quarantina dai 14 ai 17 anni. La benedizione di Dio ci accompagna. La distanza del luogo e il tempo brutto non riescono a tenerli lontani. Alcuni dei più grandicelli fanno già da catechisti ai più piccini. La necessità di un Oratorio in Intra era sentita: e noi speriamo che quando si vedranno i frutti dell'opportuna istituzione non mancheranno di venirci in aiuto molti benefattori.
IVREA. - Conferenza Salesiana e Comitato femminile per le Opere Salesiane. -- Il 17 dicembre il nostro Don Stefano Trione, teneva nel duomo d'Ivrea una conferenza sulle missioni estere di D. Bosco coll'intervento dei Cooperatori salesiani della città e gran folla di altri uditori. L'adunanza era presieduta da S. E. Revma Monsignor Vescovo, circondato dal venerando Capitolo. Vi intervennero pure il Seminario Vescovile ed il Seminario Salesiano. In detta conferenza si lanciò l'idea di un Comitato permanente di Patronesse delle Opere Salesiane in Ivrea : e il 16 gennaio, con l'approvazione di Monsignor Vescovo, ebbe luogo in casa del Rev. Don Bellono un'adunanza alla quale intervennero numerose le signore eporediesi. Presiedeva lo stesso Don Trione, che con quel fervore che gli è proprio e colla sua convincente parola spiegò ampiamente lo scopo della riunione, cioè la formazione in Ivrea di un Comitato femminile permanente di Zelatrici Salesiane. Le basi del Comitato furono gettate, si può anzi dire che la creazione del Comitato è un fatto compiuto.
LEGNAGO. - Una lodevole iniziativa. - A compimento della notizia da noi data lo scorso mese, riportiamo dalla Verona Fedele: « Nelle recenti e tradizionali feste di S. Lucia i Salesiani di qui hanno fatto, in forma assai modesta, quella che diremo l'inaugurazione ufficiale di una nuova e duplice opera di assistenza morale e scolastica a vantaggio della nostra gioventù operaia e studiosa. Cedendo finalmente alle vive insistenze del Revmo Arciprete, Mons. Davide De-Massari, essi hanno assunto da qualche tempo la direzione di un Ricreatorio festivo pei figli del popolo e da pochi giorni iniziata l'opera opportunissima dell'Avanti e dopo scuola per gli studenti delle R. Scuole Tecniche che si recano a Legnago dai vicini paesi e restano come abbandonati a se stessi nelle ore libere fra una lezione e l'altra, e per quelli della città che vengono assistiti per l'esatto adempimento dei loro doveri scolastici. E inutile il dire che le due nuove istituzioni, rispondendo ad un sentito bisogno, hanno incontrato il plauso dell'autorità civile e scolastica ed il generale favore della cittadinanza. Il Ricreatorio e l'Avanti e dopo scuola hanno sede nei locali già appositamente costrutti ed ultimamente migliorati con nuova tettoia, con varii giuochi, ecc. dalla inesauribile carità di Mons. De-Massari. Le funzioni religiose speciali pei giovani hanno luogo nell'annesso elegante Oratorio di S. Rocco, dove nella festa di S. Lucia si fecero le prime solenni funzioni con grande affluenza di giovani.
MILANO. -- All'Istituto Salesiano. - Il giorno 2 dicembre u. s., scrive la Lega Lombarda, come venne annunziato da apposita circolare del Comitato per le Opere Salesiane Milanesi, nella cappella dell'Istituto di S. Ambrogio, venne celebrato un solenne funerale a suffragio dei pii benefattori e benefattrici che furono in vita così larghi di loro carità verso quei poveri fanciulli. Celebrava il M. R. D. Lorenzo Saluzzo, Direttore dell'Istituto, e quei bravi giovanetti eseguirono con tutta grazia e sentimento la bellissima Messa funebre dell'Hanisch. Ottima specialmente l'esecuzione in canto gregoriano del Dies irae... Ma non solo ai poveri morti; anche a noi che ancor ci aggiriamo in questa calle di dolore... è dolce il sentimento della gratitudine, e ogni dì più ci convinciamo come i figli di D. Bosco sappiano veramente adornare il cuore dei loro giovanetti di questo nobile sentimento. » - II Rev.mo Mons. Balconi, il 18 dello scorso novembre, assumeva la direzione del Comitato Salesiano milanese in sostituzione di S. E. Mons. Morganti, Vescovo di Bobbio. Omaggi e ringraziamenti.
ORVIETO. - In onore di S. E. Mons. Fratocchi. -La sera dell'8 dicembre u. s. nell'Istituto Leonino d'Orvieto si raccolse il fior fiore della cittadinanza per assistere ad un trattenimento musico-accademico-drammatico in onore del novello Vescovo Ausiliare d'Orvieto, S. E. Revma Mons, Salvatore Fratocchi, il quale si è già acquistata la benevolenza e la simpatia dei cittadini. E il gentile ed ossequioso pensiero ebbe, al dire dei giornali locali, un successo assai brillante.
ROMA. - - Oratorio festivo femminile di S. Giuseppe. - Dalle Figlie di Maria Ausiliatrice è stato inaugurato in via della Lungara, presso Porta Settimiana, un oratorio festivo femminile intitolato a S. Giuseppe. Vi assisteva, scrive l'ottimo Osservatore Romano, l' Eminentissimo Cardinal Vicario, ch'ebbe parole d'incoraggiamento per le Suore che con tanto zelo hanno potuto, in quei quartieri popolari, dar vita ad una istituzione veramente benefica e santa. Accompagnava l'Emmo il benemerito e zelantissimo Parroco di S. Dorotea, P. Semplicio Bonafede, alle cui premure si deve se questo Oratorio che non poteva, per la ristrettezza dei locali, rimanere più al Bosco Parrasio ove finora aveva avuto sede, ha potuto trovare sede più spaziosa e più adatta, rimanendo nel Trastevere ad esercitarvi la sua benefica influenza sotto le cure intelligenti e amorose delle Suore. Erano presenti pure varii sacerdoti, religiosi ed altre persone distinte, che insieme al numeroso pubblico intervenuto applaudirono il grazioso programma musicale, eseguito egregiamente dalle giovinette. In questa circostanza oltre ad un lavoro di componimento d'occasione del bravo Salesiano Sac. Antolisei, si volle cantare anche l'Inno cattolico italiano del maestro Pompeo Carnevali, che fu applauditissimo...
SARDEGNA - Collegio-Convitto S. Eusebio in Lanusei. - Collocato sopra un amenissimo poggio, questo nostro Collegio-Convitto, gode di una bellissima vista. Lontano da tutti i rumori del mondo, somministra agio e sicurezza ai parenti che i loro figli, affidati alle cure amorevoli dei figli di Don Bosco, possono attendere agli studii e coltivare la pietà. Il clima vi è temperato ed è in una condizione la più favorevole sia in estate, sia nell'inverno. Non ci fa quindi meraviglia che in questo primo anno in cui trasportò le sue tende in terreno proprio, siano stati occupati subito tutti i posti disponibili. Il numero principale di quei convittori sappiamo che è fornito da Cagliari, e che quei giovanetti dimostrano un'aurea indole e piegano con docilità il loro spirito a seconda delle cure dei loro institutori. Uno dei nostri Superiori, mandato colà in questi ultimi tempi, dopo una carriera compita in tanti altri luoghi, ebbe a confessare, che quei giovanetti corrispondevano con ammirabile docilità alla educazione ed all'istruzione loro impartita.
Sappiano che di quando in quando dànno un bel saggio di declamazione nel loro teatrino, a cui intervengono numerosi i signori di quella piccola terra e così ospitale. Voglia il Signore tener sempre l'occhio di padre su quei nostri carissimi allievi e che lo spirito di Don Bosco aleggi continuamente in mezzo ad essi. Qui in apposita incisione rappresentiamo il Collegio dalla parte che prospetta il mare che gli si distende in breve lontananza con tutto il suo incantesimo.
La ferrovia, che rete secondaria, gli passa sotto, è quella che dal mare, presso a Tortoli, traversa tutta la Sardegna e va fino a Cagliari. Tutto il lungo tragitta si compie nello spazio di circa tredici ore. Possa questo Collegio mettere un santo entusiasmo tra quei generosi figli della Sardegna, che sviluppandosi e diffondendosi porti nuovo soffio di vita nella crescente generazione.
Dalle Isole di Malta.
SLIEMA (MALTA). -, Una nuova fondazione salesiana. -- Rileviamo da una lettera inviataci dal nostro confratello D. O'Grady queste notizie : « Nell'anno giubilare della Regina Vittoria, come ricorderanno i lettori. del Bollettino, uno dei nostri più insigni benefattori e Cooperatori Maltesi, il sig. Alfonso Maria Galea, si adoperò presso il Governo britannico perchè sorgesse in Malta una Casa salesiana, che a ricordo del fausto avvenimento servisse di Riformatorio per quei giovani i quali o per la piccolezza del reato, o per la loro tenera età non sono da inviarsi alle carceri, ma meritano un castigo minore. Il Governo accolse favorevolmente la felice idea e il sig. Galea faceva allora la generosa offerta del terreno per l'erigendo edifizio e della somma di lire 1000 sterline. Contemporaneamente altre 1000 sterline offriva la Damigella Pullicino, insigne Cooperatrice salesiana.
» Or sono 5 anni, in un'amenissima posizione di questa nascente cittadina, La Sliema, Mons. Farrugia, Direttore diocesano dei Cooperatori Salesiani Maltesi, quale rappresentante di S. Ecc. Revma Mons. Arcivescovo di Malta, alla presenza di un numero considerevole di persone, di molti magistrati, nonchè dello stesso Governatore d'allora Freemantle , accompagnato dal suo aiutante di campo colonnello Biancardi, benediceva la prima pietra del suddetto Riformatorio. Due voti dei Maltesi erano quasi appagati : l'erezione del Riformatorio e la venuta dei Salesiani. Difatti, trascorsero, è vero, cinque anni, ma ora sorge già una buona parte dell'Istituto, la Cappella è in costruzione, i Salesiani sono arrivati.
» È impossibile dire con quale gioia fummo accolti da tutti i Maltesi e in ispecial modo dai nostri Cooperatori. Non avevamo ancora posto piede nell'Isola, che già tutta Malta sapeva del nostro arrivo, poichè quasi tutti i giornali locali e italiani e inglesi ci preannunziarono, dandoci il benvenuto. Era la mezzanotte del 12 novembre quando mettevamo piede in Malta, e subito all'indomani, dopo aver celebrato in una cappelletta attigua al nostro Istituto, ci si presenta per primo la simpatica figura del sig. Alfonso Maria Galea, il quale con tutto quell'amore che inspira la vera carità cristiana ci condusse a casa sua, ove godemmo della sua ospitalità per varii giorni, non essendovi ancora in casa nostra nè cuoco, nè vivande. Egli stesso ci presentò a molti altri dei nostri Cooperatori, fra i quali a Mons. Arcivescovo, Pietro Pace, che ci accolse paternamente ed ebbe per noi parole d'incoraggiamento ; a Mons. Farruggia che ci trattò come persone da tanto conosciute ; alla Damigella Pullicino che fu lietissima di vedere finalmente arrivati i Salesiani in Malta, all'Onor. Zammut, una vera anima di apostolo che tanto ha lavorato e continua a lavorare a favor nostro presso il Governo; al Dr. Paolo De-Bono, Giudice di Sua Maestà, illustre conferenziere salesiano ; al Revmo sig. Parroco della Sliema e molti e molti altri. Anzi non esagero nel dire che rimasi meravigliato del numero veramente consolante di Cooperatori in quest'Isola. Di più, entrando in casa loro sembra di entrare in casa salesiana. La grande oleografia di D. Bosco tratta dal dipinto del Rollini occupa il posto più distinto delle loro abitazioni. Così il quadro di D. Rua, di Maria Ausiliatrice. ecc., ecc. L'ambiente insomma ci fa sperare che non ci verrà meno davvero l'aiuto di tanti buoni Cooperatori.
» L'edificio del Riformatorio nella sua ampia mole, bene arieggiato, con bei saloni e spaziosi corridoi, attesta molto bene la grande perizia e il gusto fine dell'architetto che ne fece il disegno. Com'è ora, può già contenere una quarantina di giovani e siccome di ragazzi condannati non ve n'è un gran numero, forse si accetteranno anche degli orfanelli, così che si avrebbero due sezioni : Riformatorio ed Orfanotrofio insieme. Speriamo che fra poco tempo la casa sarà fornita di tutto e allora se ne farà l'inaugurazione colla maggior solennità possibile. Anche il Governo pare molto disposto ad aiutarci in quest'opera che ci volle benignamente affidata, perciò dobbiamo ringraziare di cuore il Siguore che ci die' di piantare le nostre tende a Malta sotto così consolanti auspici. »
Dall'ottimo giornale quotidiano locale Malta e sue dipendenze, abbiam appreso con piacere di una bellissima gita che gli orfanelli del Rev.mo D. Emmanuele Vassallo, grazie alla gentilezza del sig. Alfonso Maria Galea e della sua degnissima signora, fecero al nostro Riformatorio, dando alla presenza di non pochi signori e signore e fanciulli un applaudito concerto sull'alto di una vasta terrazza. Al suono della banda molte persone si raccolsero attorno al Riformatorio, credendo che se ne solennizzasse l'apertura, la quale in realtà non tarderà molto a farsi e allora ne daremo tosto contezza ai nostri lettori, poichè sentiamo veramente una speciale riconoscenza verso tutti i buoni Maltesi.
Dall'Oriente.
COSTANTINOPOLI. - Ci scrivono: - Il. giorno 9 di ottobre u. s. accompagnati dal nostro sig. Ispettore D. Luigi Nai arrivammo a Costantinopoli, accolti cordialmente da Sua Ecc. Rev.ma Monsignor Bonelli, Arcivescovo titolare di Palmira, Vicario Apostolico e Delegato della Santa Sede a Costantinopoli, e fummo ospitati provvisoriamente dai benemeriti Padri Domenicani. Cominciammo subito a cercarci un luogo ove posare le nostre tende, e anche in questo abbiamo visto la mano provvidenziale di Maria Ausiliatrice. A poca distanza dalla Cattedrale, in via Pancaldi, . si trovò un'abitazione a 3 piani con 11 camerette ed annesso cortiletto, tale insomma che per cominciare l'opera nostra serviva a meraviglia. Consigliatici con Mons. Delegato, si strinse il contratto di affitto per 1700 lire annue, che abbiamo già pagate anticipatamente, essendosi degnato d'imprestarcele Mons. Arcivescovo stesso. Dipoi provviste un po' di masserizie, ringraziammo cordialmente i buoni PP. Domenicani, e il 3 novembre entrammo nella nostra abitazione. Si misero a posto due tavolini, quattro letti, qualche sedia, qualche pentolino e la casa fu sufficientemente ornata. Quindi ordinammo alcune tavole, alcuni banchi e un altarino, e anche le scuole e la cappella furono provvisoriamente all'ordine. Le quattro camerette , destinate per le scuole, potranno contenere una cinquantina di ragazzi e non di più : ma per cominciare son più che sufficienti. Abbiamo anzi da ringraziare la Divina Provvidenza che ci assiste visibilmente.
Dalle Azzorre.
ANGRA DO HEROISMO (AzzoRRe.). - La nuova fondazione salesiana.. - Riceviamo dai nostri confratelli mandati ad aprire una nuova casa nell'Arcipelago delle Azzorre: - Nel giorno 20 novembre partimmo da Lisbona. Dopo d'aver toccato la ridente isola isola di Madera, dove avemmo la fortuna di riverire il valoroso vescovo diocesano Mons. Emmanuele Agostino Barreto, nostro insigne ammiratore e cooperatore, proseguimmo il viaggio alla volta delle Azzorre. Ben presto scomparve dalla nostra vista il gigante Pico Ruivo, alto più di duemila metri, e dopo due giorni circa di navigazione giungemmo all'isola S. Michele la più ricca e popolata fra le nove isole dell'Arcipelago. Sbarcati in PontaDelgada, la capitale del distretto amministrativo del gruppo orientale, anche qui avemmo la fortuna di poter baciare l'anello al nostro vescovo diocesano Monsignor Josè Manuel de Carvalho che era in visita pastorale, ed ospitammo dai Rev.di Padri dello Spirito Santo. Dopo una notte di viaggio il nostro vapore gettava l'àncora nella baia di Angra do Heroismo. L'accoglienza fu superiore ai nostri meriti. A bordo ci vennero a dare il benvenuto alcuni membri della Commissione amministratrice dell'Orfanotrofio del Beato Giovanni Battista Machado , che noi andavamo a dirigere, ed altri nostri amici cooperatori. All'ingresso dell'Orfanotrofio ci stavano aspettando i 13 alunni già ricoverati, che ci ricevettero con segni di allegria. La casa è piccola e poco adatta per un Collegio, ma la Divina Provvidenza si deve incaricare di ampliarla a profitto di tanti fanciulli che aspettano il momento per entrarvi. Le opere di Dio incominciano dal poco, e solamente dopo sforzi generosi arrivano a svilupparsi in modo sorprendente. E noi speriamo che anche qui si ripeteranno i miracoli che si vedono in tante altre città dove sono stabiliti i figli di Don Bosco. Angra è una bella cittadina con strade larghe e pulite, palazzi ben tenuti ed artistici. È sede di Vescovo, suffraganeo alla sede di Lisbona, e capitale del gruppo centrale delle Azzorre e dì un distretto amministrativo. Nel dì seguente il nostro arrivo, andammo a far visita alle Autorità religiose e civili e con questo atto assumemmo ufficialmente la direzione dell'Orfanotrofio, sul quale invochiamo la benedizione di Maria Ausiliatrice
Dalle Americhe.
LORENA (BRASILE) - Visita del Nunzio Apostolico. - Nella prima metà dello scorso ottobre l'Ecc.mo Mons. Giulio Tonti, Nunzio Apostolico del Brasile, accompagnato dal suo Segretario e dal Direttore del Collegio salesiano di Nictheroy, si degnò onorare le nostre case di Lorena di una sua graditissima visita.
Visitò minutamente il nostro fiorente Collegio di S. Gioachino, di cui riportiamo il gruppo degli alunni, l'Oratorio festivo e l'Esternato di Maria Ausiliatrice, diretto dalle nostre Suore. Sua Eccellenza constatò con vivo piacere il grande bene che va facendo l'opera salesiana in quella città ed ebbe parole d'incoraggiamento e di lode per tutti.
Da Lorena, salutato nella stazione centrale dai Superiori e alunni del Collegio S. Gioachino, dalle rappresentanze dell'Oratorio, festivo, dell'Esternato da una grande folla di popolo, partì in compagnia dell'Ispettore D. Carlo Peretto e del Rev.do D. Zanchetta alla volta di Guarantiguetà, dove si degnò di visitare il Collegio del Carmine, diretto dalle Suore di Maria Ausiliatrice.
Quelle educande fecero del loro meglio per onorare il degno Rappresentante del Santo Padre con una applauditissima Accademia ; dopo la quale Mons. Nunzio tenne loro un discorso, avendo la soddisfazione di poter parlare in italiano ed essere da tutti compreso. Arricchì d'indulgenze l'edicola di Maria Ausiliatrice. che sorge nel cortile dell'Istituto, e partì acclamatissimo, lasciando la più soave memoria.
SANTIAGO (CHILì) - Al nostro Collegio « Patrocinio dl S. Giuseppe ». - Rileviamo dai giornali di quella capitale, che la 3a domenica di ottobre p. p. i 250 alunni del Patrocinio di San Giuseppe diedero un pubblico saggio di ginnastica, eseguendo sotto il comando del loro maestro, il signor tenente Garzia Huidobro, tanti e tanto svariati esercizi ginnici da riscuotere un vero subbisso di applausi.
Segnalando volentieri questa notizia, assicuriamo i nostri lettori, che nelle scuole di D. Bosco, mentre non si trascura nulla che possa contribuire al profitto nella virtù, così non si tralascia nulla di quanto serve mirabilmente a rafforzare e completare lo sviluppo fisico degli alunni.
PONTE-NOVA (Brasile) - Alla Scuola Normale, pareggiata con Decreto governativo e diretta dalle Suore di Maria Ausiliatrice, solennissima riuscì la chiusura dell'anno scolastico. Il Rev.mo Ispettore D. Carlo Peretto consegnava il diploma di maestre a dieci normaliste, che uscivano dal collegio per portare in mezzo al popolo e in seno delle loro famiglie, insieme ad una soda istruzione, l'amore e la pratica della religione.
TROY NEW-YORK (Nord-America) - Al nuovo Istituto Salesiano per gli Italiani. - Come abbiano annunziato, Sua Ecc. Rev.ma l'Arcivescovo di NewYork affidò ai Salesiani il magnifico edifizio che sorge a cavaliere della graziosa città di Troy-N. Y. perchè ne facessero un collegio per i giovani italiani aspiranti al sacerdozio : e il Successore di Don losco inviava da Torino alcuni suoi figli per aprire il nuovo Istituto. Guidava la piccola schiera il Rev. D. Piovano, uno dei primi missionarii spediti da D. Bosco ai lidi americani. I nostri connazionali della parrocchia di S. Brigida, la sera della festa di tutti i Santi, tennero con mirabile sentimento di affetto e di gratitudine un bel trattenimento accademico nel teatrino della Trasfigurazione per dare il benvenuto ai nuovi Missionarii. Numerosi furono gli intervenuti, tra i quali notossi l'Assemblyman Smith. Dopo alcune parole di Don Coppo ed un bellissimo discorso del sig. Smith, prese la parola D. Piovano. Commosso per le accoglienze ricevute, disse che i figli di Don Bosco si sarebbero dedicati con grand'animo alla nobile missione, che porterà a tanti loro connazionali indiscutibili vantaggi. Il trattenimento durò circa due ore e mezzo e la Schola Cantorum della Trasfigurazione si fece veramente onore.
- Il 17 novembre fu un giorno di festa pel nuovo Istituto. S. E. Rev.ma Mons. Diomede Falconio Delegato Apostolico agli Stati Uniti, e S. E. Monsignor Burke, Vescovo di Albany, avevano promesso una visita alla nuova fondazione e fu precisamente il dì suddetto che ebbero la bontà di farle quest'onore. Don Coppo, in qualità di Direttore, dopo avere esposto brevemente lo scopo dell'Istituto, presentava agli eccellentissimi ospiti i giovani alunni, invocando la loro benedizione. Mons. Delegato rispose con parole soavi ed eloquenti, augurandosi - che gli alunni si abbiano ad ispirare ai sublimi esempi del grande D. Bosco, fondatore dei missionari loro maestri; poiché studiando alla scuola di D. Bosco ed imitando D. Bosco, non avrebbero mancato di onorare sempre e dovunque la Religione e la Patria e di fare un bene immenso in quella grande Repubblica. - Il magnifico fervorino dell'Eccellentissimo Delegato venne accolto con una salve di cordialissimi evviva, come altrettanto devotamente venne ricevuta la benedizione che Sua Eccellenza impartiva subito dopo - Mons. Tommaso Burke, Vescovo di Albany, si compiacque di far seguito con un discorso sì eloquente e cordiale, che certo non sarà mai dimenticato nè dai professori, nè dagli alunni dell'Istituto Italiano di Troy N. Y. II numero degli alunni è già consolante : ma i sacrifizi che c'impongono sono rilevanti: il successore di D. Bosco spera nella carità di tutti i Cooperatori.
Un nuovo laboratorio chimico
La Rivista di Agricoltura di Parma, incoraggiata dal numero ognora crescente dei proprii abbonati, per attestare ad essi la propria riconoscenza ha pensato ad una istituzione, che le permetta di compiere nel modo migliore la missione impostasi fin dal suo sorgere, ed ha curato e condotto a termine in questi ultimi mesi l'impianto di un Laboratorio Chimico con speciale indirizzo agrario.
Ecco una notizia che speriamo tornerà gradita ai nostri lettori.
Oramai il Laboratorio Chimico si era imposto a noi come una necessità. L'agricoltura va ogni giorno più prendendo consistenza scientifica essa si è maravigliosarnente trasformata in pochi anni mercè l'aiuto della chimica che tante leggi prima ignorate ha posto in piena luce, e tanto materiale prima mancante ha messo a disposizione dell'uomo. E come la chimica fu fattore primo e necessario di rinnovamento, così essa è pure per l'agricoltura condizione indispensabile di florido mantenimento e di progresso.
Sono verità queste che i nostri predicarono da molto tempo; e se, con tutto l'amore che ei ha sempre legati all'agricoltura nostra, essi hanno aspettato fino ad oggi a far sorgere vicino alla Rivista un Laboratorio Chimico, non fu certo perchè non ne sentissero il bisogno, ma perchè troppo gravi erano le difficoltà da superare.
Però a poco a poco, coll'aiuto degli agricoltori italiani, che mai lor venne meno, tutte le difficoltà sono state superate, e il Laboratorio è sorto ed è pronto a funzionare.
Così ora la Rivista di Agricoltura senza discostarsi da quel carattere di praticità, che la rende agli agricoltori utile e cara, potrà nelle trattazioni teoriche portare la nota sicura che ha per base l'esperimento scientifico e da esso riceve autorità e forza. E così quei lettori che tante volte non hanno potuto avere per l'addietro risposte esaurienti alle loro domande implicanti la necessità di un'analisi chimica, potranno d'ora innanzi essere pienamente accontentati anche in questo campo.
Il Laboratorio è fornito di tutti gli apparecchi per analisi agrarie e bromatologiche ed è affidalo alla direzione del Dr. Adolfo Contini, valente collaboratore , e del Dr. Carlo Pedrelli. fa altro numero comunicheremo ai lettori la tariffa delle principali analisi; essi poi, se vorranno servirsi del suddetto Laboratorio, avranno diritto ad uno sconto del 10% sui prezzi della tariffa.
Per lettere, campioni e pagamento delle analisi rivolgersi all'amministrazione della Rivìsta di Agricoltura, oppure inviare al seguente indirizzo: Laboratorio Chimico -- Via Aurelìo Saffi 65 - Parma.
Don Francesco Massucco Arcipr. di S. Giorgio Canavese
CoMPIANTO da quanti ebbero la fortuna di conoscerlo, e specialmente dai suoi parrocchiani, terminava la sua carriera addì 17 dicembre dell'anno passato. Il dire quanto Egli fece per il bene della sua chiesa nel lungo periodo di 34 anni che la resse, fu argomento specialmente dell'orazione funebre recitata dal salesiano Don G. B. Francesia e del Sindaco locale e dei giornali di Torino e d'Ivrea. A noi tocca ricordare quanto promosse fra i suoi parrocchiani l'opera salutare dei Cooperatori salesiani, e con quanti modi egli si industriava di venire in soccorso alle nostre Missioni. Ogni anno, e ciò lo sappiamo di certa scienza, come suol fare ogni buon massaro, metteva in disparte ciò che poteva destinare in elemosina, ed una porzione era sempre per le Missioni salesiane. Desiderava promuovere l'opera santa tra i suoi parrocchiani, ma conoscendo la povertà di certe famiglie, ove si leggeva con profitto il Bollettino, egli stesso annualmente voleva soddisfare per questo e quello la piccola elemosina, senza fraudarne, come diceva, la spesa alla nostra amministrazione. Zelante promotore delle Letture Cattoliche, sapeva sempre trovare qualche occasione per acquistare nuovi associati e diffonderle tra il suo popolo.
Per evitare che questo leggesse anche i giornali irreligiosi si abbonava ai buoni e poi li regalava nei pubblici ritrovi, perché servissero di buon nutrimento alle loro menti. Erano queste pietose e sante industrie che lo rendevano caro al suo popolo, e che fecero considerare come un lutto di famiglia la sua dipartita per l'eternità. Riposi in pace la sua anima e preghino anche i nostri Cooperatori perchè il Signore l'accolga nei suoi celesti tabernacoli. Era nato a Locana nel 1828, e moriva a S. Giorgio nel dicembre del 1903.
Tono Gaetano.
IN sul principio del nuovo anno 1904 moriva nel bacio del Signore il Cooperatore salesiano Tono Gaetano in Este.
Uomo d'intima fede religiosa, coordinò a questa le sue opere. Studiavasi d'obbedire al comando del Redentore divino esercitandosi nell'umiltà e nella mitezza, per cui era amato anche dai pieno credenti. Per i poveri nutriva particolare affetto, ed oltre l'elemosina del proprio, occupavasi con tutta sollecitudine nell'economato della Pia Casa di Ricovero e dell'ospedale. Di pietà esemplare frequentava la scuola della Dottrina Cristiana e le funzioni della parrocchia cercando pure lo splendore del culto quale fabbriciere. I suoi concittadini gli tributarono in morte quell'onore di cui egli erasi sempre mostrato schivo. Sia pace alla sua bell'anima.