ANNO XV - N. 6. Esce una volta, al. mese. GIUGNO 1891.
DIREZIONE nell'Oratorio Salesiano - Via Cottolengo, N. 32, TORINO
Avviso per la Pia Opera del Sacro Cuore di. Gesù in Roma. (V. programma dell'Opera stessa a metà del Bollettino in foglio staccabile). Una lieta novella. Il Cuore di Gesù. Grazie di Maria Ausiliatrice. Terzo centenario di S. Luigi Gonzaga. Don Bosco e Don Rua. Gli allievi di Don Bosco. Notizie dei nostri Missionari. Viaggio dei Missionari Salesiani. Don Rua in visita alle Case Salesiane. Solennità di Maria Ausiliatrice. Notizie varie. La morte del Cardinale Alimonda. Carlo Buzzetti. Cooperatori defunti.
Raccomandiamo nuovamente e specialmente in questo mese di Giugno a tutti i nostri lettori e pie lettrici la Pia Opera del Sacro Cuore di Gesù, di cui già più volte parlammo, e che consiste nel raccogliere elemosine per l'erezione dell'Ospizio del. Sacro Cuore al Castro Pretorio in Roma. Molti Cooperatori e Cooperatrici si adoperarono già per quest'Opera con uno zelo grandemente commendevole. La loro paziente e generosa carità non venga meno ora, anzi si moltiplichi e sia da altri moltissimi imitata. Valga poi d'eccitamento a tale santissima opera l'urgenza che abbiamo di presto veder condotti a termine i lavori per il detto Ospizio e quelli ai quali dovemmo prontamente por mano per riparare ai danni recati all' annesso ricchissimo tempio del Sacro Cuore dal noto scoppio della polveriera Romana.
Più ampio spiegazioni alla Pia Opera si avranno nel programma della medesima, che riproduciamo in questo numero.
Il giorno 6 di questo mese partono da Marsiglia alcuni Sacerdoti Salesiani con qualche artista, guidati dal Can. Belloni, per andare a stabilirsi in Terra Santa. Fisseranno la loro dimora in Bet lemme, ove altri compagni non tarderanno a raggiungerli. Il loro scopo è l'educazione della gioventú. povera nell'Orfanotrofio eretto dallo zelo infaticabile del Can. Belloni, il quale con questi nuovi ausiliarii vuol dare più ampio sviluppo alle sue opere di carità. Ci affrettiamo a dare questa notizia ai Cooperatori, i quali saranno lieti di sapere che i Salesiani hanno stanza presso la culla del Divin Salvatore. In un prossimo numero parleremo più distesamente su questo argomento.
Al mese di Maria, che abbiamo or ora celebrato , succede il mese del Cuor di Gesù. Cari Cooperatori, come è mai grande ne' suoi insegnamenti la Chiesa Cattolica ! Come è sapiente nel suo zelo di educatrice, e ingegnosa nel suo affetto di Madre ! Miei figli, par che ci dica questa buona madre, voi avete fino ad ora contemplato la più grande e luminosa stella, che brilli nel cielo de' beati comprensori; ora affisatevi nel sole. I gigli di Maria, le sue rose, le sue palme, il suo velo, la sua ghirlanda di regina , le sue tenerezze di madre, gli amaranti del Calvario trasformati in fiori di Paradiso, tutte queste care visioni hanno inebriato l'anima vostra nel mese testè tramontato; or su, più in alto lo sguardo, e contemplate il suo Divin Figlio. È ben vero che Gesù ha la corona di spine, i flagelli, i chiodi, la Croce; ma spine, flagelli, chiodi e croce, tutto è splendido e caro per chi crede ed ama. E poi, non vedete quel Cuore che sta aperto ? L'è per voi, o miei figli ; colà entro è la stanza dell'amore, la vita del mondo, la salvezza dell'umanità.
Tali son le parole, che ci fa sentire la Chiesa in questi giorni. E veramente, se noi dobbiamo in ogni tempo dell'anno onorare, imitare il Cuore di Gesù, lo dobbiamo tanto più in questo mese, in cui ricorre la sua festa, in questo mese destinato in modo speciale a studiarlo questo Cuore adorabile , a misurarne , per così dire con S. Paolo (1), la larghezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità; a comprendere quella, che ogni scienza sorpassa, cioè la carità, l'amore di Gesù Cristo. E quest'amore è appunto quello che forma l'oggetto invisibile o sovrasensibile, che si voglia dire, della divozioue ai Cuore di Gesù. L'amore, sole dell'anima, da cui si diramano i diversi raggi, che sono l'umiltà, la pietà, la castità e simili; l'amore, che della sua divina fiamma e della sua potenza sovrannaturale scalda e sorregge tutto quanto il Cristianesimo; l'amore, principio e centro di tutta la vita divina ed umana di Gesù, ed a cui è dovuto tutto quello che noi ammiriamo così nel mondo dello spirito, come nel mondo della materia.
Infatti, o cari Cooperatori, chi è mai, se non il Cuore di Gesù (2), che ha creato questo mirabile mondo, e con esso l'uomo, signore e sovrano della terra? Chi, se non Esso, l'ha salvato fra le tante e orribili aberrazioni di questa povera umanità, dalla creazione alla redenzione? E quando spunta la pienezza de' tempi, non è desso il Cuor di Gesù, non più solo Dio , ma anche uomo, che si offre con generosità infinita al suo riscatto , alla sua salvezza ? Nè crediate che con la salita al cielo di Gesù abbiano fine le manifestazioni dell'amore , che anima ed abbella il suo Cuore sacrosanto. No per certo. La vita di Gesù è vita di amore, e l'amore è eterno come il principio, che è Dio, da cui deriva. Ed ecco perciò continuarlo quest'amore colassù alla destra del Padre coll'invio dello Spirito Santo, e con la creazione della Chiesa Cattolica. L'Eucaristia, la Madonna, la Chiesa, i tre grandi doni del Cuor di Gesù, quale sublime e consolante meditazione per noi , o cari Cooperatori, in questo mese !
Ma la meditazione va compiuta con l'imitazione. Bisogna cioè che noi ci adoperiamo in tutti i modi a trasfondere nelle nostre opere, a far nostro, per così dire, il suo ardore di carità , il suo spirito di sacrifizio, la sua purezza , la sua mansuetudine e simili. Probatio dilectionis exhibitio est operis (Hom. XXX in Evang.), dice S. Gregorio Magno. Vale a dire, il vero amore si manifesta a' fatti, e fra questi fatti van soprattutto annoverate la preghiera e la limosina. Le tue orazioni e le tue limosine son salite a memoria nel cospetto di Dio, disse già l'Angelo al centurione Cornelio (Act. X; 4.), e Cornelio con tutta la sua famìglia e con tutti i suoi dipendenti e amici ebbe la grazia della fede e la salvezza eterna. Procurate anche voi, o cari Cooperatori e benemerite Cooperatrici, specialmente in questo mese del Cuor di Gesù , che le vostre preghiere siano più fervorose e le vostre limosine più abbondanti , e Dio verserà pure le sue grazie sopra di voi, sopra le vostre famiglie e sopra tutti i vostri cari , come già un giorno sulla casa del centurione di Cesarea. Fra questi esercizi di carità raccomandiamo particolarmente al vostro buon cuore la Pia Opera del Sacro Cuore di Gesù , di cui vi abbiamo spesso parlato, come quella che per la sua natura merita in questo mese di essere più particolarmente ricordata e sostenuta. Amatela quest'Opera, così desiderata dal nostro Don Bosco di sempre carissima memoria e destinata a compiere i suoi santi disegni ; sostenetela cori tutte le vostre forze, fatela conoscere, diffondetela dappertutto. Il Cuor di Gesù non mancherà di largheggiare verso di voi e verso le persone a voi care con le sue più grandi ricompense, la prima delle quali è che ci troviamo un giorno tutti insieme a lodarlo e goderlo per tutta l'eternità.
(1) Eph. III, 18, 19.
(2) L'attribuire a Gesù in quanto Dio i fatti del Vecchio Testamento non è cosa nuova. È anzi un seguire lo spirito della Chiesa e l'uso stesso delle Scritture, dove queste medesime cose sono attribuito alla Divina Sapienza. S. Paolo (Cor. I, 10) in tutto quello che accadde agli. Israeliti nell'uscir dall'Egitto o nel passaggio del Mar Rosso ravvisa Cristo Gesù. E San Giuda Apostolo nella sua Lettera Cattolica attribuisce a Gesù la punizione degli angeli ribelli, il castigo de' sozzi abitatori della Pentapoli, la salvezza del popolo ebreo dall'Egitto e lo sterminio di quelli che non credettero. È sempre il gran principio di San Paolo, che tutto quello, che è nell'antica Legge, riguarda Gesù Cristo e la sua Chiesa.
La nuvoletta del Carmelo.
Parole scritte da D. Bosco l'anno 1877 nel pubblicare un volume di numerose relazioni di grazie di Maria Ausiliatrice. Da tre anni più non cadeva nè rugiada nè pioggia sulla terra d' Israele. Ogni filo d'erba, ogni virgulto e pianta era intieramente bruciata dai roventi raggi del sole; la campagna presentava l'aspetto di un vasto deserto. Era questo un giusto castigo contro al popolo infedele, che aveva, abbandonato il culto del vero Dio per darsi all'adoraziono di false divinità.
Un flagello così grande, e così prolungato, fece finalmente aprire gli occhi ai peccatori, che rientrati in se stessi cercarono di riconciliarsi col Cielo. Fu allora che il profeta Elia a nome di Dio si presentò ad Acabbo, promettendo pioggia in abbondanza ed ogni bene, se egli e il suo popolo ritornava ad amare e servire il Signore, rovesciando gli altari de' falsi Dei. Accettata la proposta, Elia sale sull'alta cima del monte Carmelo, e prega Dio che apra le cataratte del Cielo, e versi la benefica pioggia sull'arsa e desolata terra d' Israello. Ed ecco farsi tosto vedere dalla parte del mare una leggiera nuvoletta, che alzandosi gradatamente e distendendosi ad ogni istante, in breve ora yiene a coprire tutto il firmamento. Comincia a cadere acqua dirotta; ne beve la terra assetata, si riempiono i ruscelli, i fiumi e le fonti. In seguito a pochi giorni tutta la campagna rifiorisce a novella vita, e dà in tempo opportuno una raccolta abbondante (III. Req. XVIII).
Alla nuvoletta veduta dal profeta Elia è giustamente paragonata in questi ultimi tempi la divozione a Maria Ausiliatrice. Di fatto, non sono che pochi anni, dacchè in Torino fu dedicata una Chiesa all'Augusta Madre del Salvatore sotto il titolo di Aiuto dei Cristiani, e che incominciossi ad onorarvela e farvi ricorso invocandola con questo grazioso nome ; eppure siffatta divozione si è già di tanto divulgata, che ormai non vi è più paese d'Italia, in cui non sia conosciuta. A Maria Ausiliatrice venerata in ispecial modo nella sua Chiesa di Torino si ricorre da ogni classe di persone, dai grandi e dai piccoli, dai ricchi e dai poveri, dai sani e sopratutto dai malati e dagli affitti; s'invoca dagli individui, dalle famiglie, dalle comunità, dalle parrocchie e dalle intere città non solo nei nostri paesi, ma nelle più rimote contrade della terra. Giorno non passa che non arrivino o persone, o lettere e suppliche dei divoti per domandare grazie nel detto Santuario, come al trono della celeste e misericordiosa Regina. Siffatta divozione, vale a dire questo amore, questa fiducia, questo trasporto e ricorso a Maria Auxilium Christianorum si va aumentando ogni di più tra il popolo fedele, e porge motivo a pronunziare che tempo verrà, in cui ogni buon Cristiano insieme colla divozione al SS. Sa cramento, e al Sacro Cuore di Gesù farassi un vanto di professare una divozione tenerissima a Maria Ausiliatrice.
Ci spronano poi a pensar così le grazie di ogni genere anche più strepitose, che il buon Dio comparte ogni giorno a coloro, che invocano Maria col bel titolo di Ausiliatrice, quasi che Ei voglia con ciò dimostrare tornargli questo graditissimo; grazie così numerose, che, se si dovessero pubblicare tutte quelle di cui si riceve relazione, se ne potrebbe comporre ogni anno un bel volume. Nè della loro veracità si può muovere dubbio veruno, sia perchè si conservano gelosamente gli originali manoscritti negli archivii del Santuario, sia perchè le relazioni di grazie siffatte sono quasi sempre accompagnate da offerto a beneficio di detta Chiesa, sia ancora perchè coll'offerta materiale va sempre congiunta la preghiera, la confessione e comunione di coloro che , furono beneficati. Ora ognun sa, che specialmente ai tempi nostri una persona non s'induce a cotali sacrifizi, se non da un forte motivo, che nel caso nostro altro non può essere fuorchè l'esperienza di essere stati favoriti da Dio ad intercessione di Maria Ausiliatrice. Nè dalle fedeli relazioni delle grazie ricevute puossi tuttavia fare un'idea adequata in quanto gran numero siano i favori che Maria Ausiliatrice ottiene tuttodì a' suoi divoti; imperocchè la maggior parte di questi è nota a Dio solo, or perchè chi li riceve non sa scriverli, o non può recarsi personalmente al Santuario per riferirli, or perchè sono grazie spirituali, e talora eziandio perchè non si ha piacere di far conoscere certi mali e tribolazioni, da cui si fu liberati, per essere segreti di famiglia, e via dicendo. Ma intanto meglio che la nuvoletta vista dal profeta sul monte Carmelo questa divozione spande sulla terra una vera pioggia di benedizioni, le quali la faranno amare e dilatare viemaggiormente. E così mentre solleverà dai mali di spirito e di corpo i Cristiani afflitti e tribolati, farà pur fiorire in mezzo a loro le virtù più belle , e produrre ubertosi frutti di Paradiso, che è lo scopo principale di questa divozione.
La preghiera d'una desolata famiglia. - La damigella Caterina del Campo tre mesi fa venne assalita da infermità nervosa così acuta, da far temere fortemente della sua vita. In famiglia essendosi fatta talvolta parola delle grazie di Maria Ausiliatrice , si ricorse, quando il caso parve disperato, con preghiere ardenti di fede alla buona Madre Celeste. Poco dopo, in quel medesimo giorno, il male scomparve interamente e l'inferma riebbe piena salute. In segno di riconoscenza mandano un'offerta al Santuario dell'Ausiliatrice in Torino.
Da una lettera scritta al Cardinale Alimonda , veneratissimo nostro Arcivescovo , il giorno 1° maggio del corrente anno dal
M. R. Sac. GIusEPPE Torrisi Capp. Cur. di Fiumefreddo (Sicilia)
Dalla morte alla vita. - Dopo lunga e penosa malattia la mia povera Maria era ridotta agli estremi. Ogni umana speranza ormai era svanita, quando un giorno il male tanto si rincrudì che la mia povera bimba parve morisse. Per somma ventura alcune pie persone n'avevano dato in quel giorno stesso una medaglia di Maria Ausiliatrice e mi esortarono ad invocare sì buona Madre. Quando la mia figlia parve morire le posi al collo detta medaglia e col cuore infiammato da viva fede piansi e pregai. Oh bontà ineffabile della Vergine Ausiliatrice. La piccola inferma s'addormentò e dopo breve sonno, appena destatasi parve risuscitare, con insistenza ed avidità domandava cibo, bevanda, giocattoli... sorrideva tutta contenta , ogni male le era scomparso come per incanto ; era perfettamente guarita.
Il medico che da circa un mese veniva a visitarla quasi sempre due volte al giorno, quando vide tanto mutamento esclamava meravigliato : Oh come le ha fatto bene la medicina che ìeri le prescrissi! - - E non sapeva che quella medicina io non l' aveva somministrata alla mia figlia, anzi era ancor là intatta sul tavolo.
La vera medicina che ridonò consolazione a tutta la desolata famiglia e la salute alla morente fu la invocazione a Maria Ausiliatrice.
Piena della più viva riconoscenza mando offerta al Santuario della nostra grande Benefattrice.
GIBELLINO MARIA.
Cuorgnè, 9 maggio 1891.
Le 100 lire promesse. - La signora di cui parlammo nel Bollettino di novembre u. s., avendo ottenuto, con grande consolazione sua e della famiglia, di passare tutto l'inverno di quest'anno senza le solite infermità che da più inverni la obbligavano dolorosamente a letto, manda di gran cuore le 100 lire promesse ed altre offerte in riconoscenza vivissima a Maria Ausiliatrice.
Un'offerta per i ristauri della chiesa di Maria Ausiliatrice.
Rendo grazie a Maria Ausiliatrice che mi guarì mio figlio colpito da grave malattia e faccio l'offerta di lire cento per i ristauri della sua chiesa.
VITTORIA VARESE.
Torino, 5 aprile 1891.
Scrissero riconoscenti altre relazioni e mandarono offerte al Santuario per grazie ricevute: Trenaezze, Rosa Boggioni Ravo -- Marsiglia, E. de Rossi - J rignano (Friuli) , Ottelio Settimio - Nizza, Guidone Pierre - Acquappesa (Cosenza), Sac. Giuseppe De Pasquale - Alassio, Vincenzina De-Cutis - Bellestar (Spagna), Vincenzo Asso - Milano, Di Micheli Luigia - Groppello Cairoli, Sacchi Camilla-Calcinato (Brescia), Marcoli Candido - St-Raphael (Var), Arclier Marie - Chuiteau-du-Loia• (Sarthe), Darot M.me V.ve - Clermont, Seeur Marie-JoseT-lh - Galbiate, Brizzolari Angiola. -Tono, Fumo Angelina-Reims (Marne), V.ve F.tt Ballot - Castelletto Scazzoso (Alessandria), Facino Serafino - Paey, Marie Guillaume - Montepulciano (Siena), Maria, Forti - Saluzzo, Antonio 0. - Livorno (Toscana), Livia Biancheti - Cajonvico (Brescia), Trivella Antonio - Ile de Nonnenwerth près Rolandsect (Prusse Rhenane), S. M. Amélie - Orléans, Bechard Langliais - Salon, Marie Accard - Gussin , L. Raymond - Villenaar (Haute Garonne), M.me Roques-Brusson - Soriasco (Pavia), Maggi Cesare - Napoli, Marianna Quercia Cutilio - _Domodossola, Alvazzi Carolina - Serrevalle Senivia (Alessandra), Aragone Carlo - Arona, Tacchi Giovanni, Can.' - Biella, Tirinanzi De-Medici Eugenia - Monza, Ch. F. De-Capitani - 'Torino, Can. Giuseppe Monetti - .Travalle (Firenze), Domenico Paci-Noventa Vie, Sac. Gresele Emidio- _Rivoli, Giuseppe Pollonero -- Torino, Facenda Carolina - Carmagnola, Sola Michele - Carignano, Smeriglio Bartolomeo - Torino, Cesare Ponsetti Cavctllerleone, Appendino Filippo - Robbiate, P. Giudici Giuseppe -- S. Martin.o Vallata, Don Luigi Saielli, parroco - Dolcedo, Ottavia Ramise - Verona, Teresa Zoppi - Chieri, Suor Caterina Succi -Potenza Piana, Germano Fuselli Alessandria, D. Paolo Mantelli vice-parroco - Riccò del Golfo di Spezia, Paolo Pellegrini fu Giovanni - Granaglione, Brizzi Margherita - Bitonto, Giovanna Bovio - Castellucchio, D. Giacinto Ferrari, parroco - Fermo, Zenaide Giannini - Castelletto Scazzoso, Francesco Maestri, Coop. Sales. - San drigo (Vicenza), Don Giuseppe Masetto, Cooperatore Salesiano - Vergosa, Avogadro Giuseppe - Genova, Mons. Stefano Rumi, Cam. Segr. di S. S., Rettore del Seminario Arcivescovile.
Che cosa faremo
Ci giungono consolanti notizie dei grandi preparativi che si van facendo in tutte le Case Salesiane per le prossime feste centenarie di S. Luigi Gonzaga. Questo movimento religioso ci consola e ci commuove. Oh il santo dal Cielo stenda sopra tutte le nostre Case e sopra la gioventù ivi raccolta la sua potentissimi protezione e c'implori da Dio e dalla Vergine Ausiliatrice l'imitazione delle sue preziose virtù.
S. Luigi ! Qual modello sublime di perfezione e di santità ! In lui elevato spirito di orazione e profondo sentimento di umiltà profumo celeste di mansuetudine e di castità. In Luigi le virtù del principe cristiano e dell'austero religioso ; lo zelo dell'operaio evangelico e le sublimi elevazioni dell'asceta. Nel Gonzaga la carità operosa a sollievo dei poverelli e degli appestati e le estasi celestiali della vita contemplativa; ogni suo passo nella vita segna nuovi acquisti per la gloria, e sopra la sua tomba la posterità riverente potrà scrivere con verità brevi vivens tempore, explevit tempora multa.
Meritò i doni dell'Altissimo ed i prodigi circondarono il suo nome di venerazione e di gloria. Sono tre secoli che ei lasciò la terra, ma il mondo intero lo ricorda, lo venera, lo invoca.
O giovani , e non vi sentite in cuore la fiamma dell'entusiasmo e l'ardore di santa emulazione? L'invito del Papa per le prossime feste centenarie fu rivolto specialmente, a voi, ed a voi fu diretta una sua particolar parola per animarvi allo studio ed alla pratica di quella virtù di cui fulgidissimo esempio risplendette il Gonzaga.
Animo adunque, la terra ed il Cielo vi contemplano, il Papa ed il Santo vostro Protettore s'aspettano prodigi dal vostro giovanile valore.
Le Feste in Torino.
il giorno 21 Giugno i giovani studenti del nostro Oratorio Primario parteciperanno con altri studenti innumerevoli della città di Torino alla solenne festa che sarà celebrata in onore di S. Luigi nella chiesa Metropolitana. Al mattino v'interverranno alla Comunione generale, e nelle altre sacre funzioni i nostri cantori eseguiranno scelta musica. I nostri artigiani poi interverranno alla solenne Comunione generale coi giovani operai cattolici Torinesi nella chiesa parrocchiale dei SS. Pietro e Paolo.
Il giorno 24 solennizzeremo tal festa nel Santuario di Maria Ausiliatrice. Le sacre funzioni saran celebrate col massimo splendore, e nel pomeriggio, prima della Benedizione, avrà luogo fuori del tempio una grandiosa processione col simulacro del Santo.
Nelle domeniche seguenti poi la festa di S. Luigi sarà celebrata negli Oratorii festivi di S. Francesco di Sales, di S. Luigi, di S. Giuseppe e di S. Agostino, diretti dai Salesiani.
Vagheggiammo per qualche tempo l'idea di raccogliere tutti quanti i giovanetti dei nostri Istituti ed Oratorii della sola Torino per celebrare insieme detta festa, ma ove trovare un tempio tanto vasto che li avesse potuto contener tutti ? Facemmo allora il progetto di trasformar in tempio il più ampio dei cortili interni dell'Oratorio di S. Francesco, ma neppure questo progetto fu attuabile; perciò fummo costretti a limitarci nei nostri desiderî e dar campo ai singoli Ora torii che gareggino tra loro con sacre funzioni, ricchi apparati, processioni, accademie e quant'altro saprà suggerire uno zelo vivo ed intraprendente per festeggiare il grande protettore della gioventù.
Divozione dell'Oratorio Salesiano di Torino verso San Luigi Gonzaga.
Ricaviamo quanto segue da un opuscolo tutto spirante unzione e vita, pubblicato dal Sacerdote Salesiano Don Francesco Piccollo, per le Feste Centenarie, che ad onore di S. Luigi celebrerà l'Oratorio Salesiano di Catania.
Crediamo non inopportuno qui ricordare che tra gli illustri personaggi che, in questo secolo specialmente , cercarono di propagare la divozione verso San Luigi Gonzaga, ha il primo luogo il nostro venerato Padre D. Bosco. Egli si è servito sempre di questa divozione come di un mezzo efficacissimo per santificare la gioventù. Fin dal 1847 , quando era ancor nei principi delle sue fondazioni, ideò e stabilì, coll' approvazione dell'Arcivescovo di Torino, la Compagnia di S. Luigi, la quale eccitò in quei tempi tra i giovani dell'Oratorio un salutare entusiasmo e diè fin d'allora i più felici risultati. In quell'anno medesimo incominciossi da quei giovani la pratica delle sei domeniche ad onor di questo Santo, e nel 29 Giugno se ne celebrò con gran pompa per la prima volta la festa. L'intervento dell'Arciv. Monsignor Fransoni, la graziosa e divota processione fattasi in quel dì, i canti, i suoni, i fuochi pirotecnici e mille altre circostanze, resero quel giorno così solenne, che, come l'hanno ancora impresso nel cuore quelli che lo videro, così non sarà dimenticato, se non si dimenticheranno la Storia dell'Oratorio e la Vita di Don Bosco. Più tardi, ma nello stesso anno, quando per l'insufficienza del primo Oratorio di Valdocco se ne dovette aprire un secondo, Don Bosco il volle dedicato e consacrato a S. Luigi Gonzaga. Il che avvenne l' 8 Dicembre del 1847, in cui D. Bosco stesso benedisse la cappella ad onor di questo Santo. S. Luigi protesse in modo speciale quella casa; la difese da mille persecuzioni mosse contro Don Bosco ed i suoi preti, salvandoli più d'una volta fin dalla morte minacciata non solo, ma tentata contro di loro da mano sicaria e venduta al demonio. La Compagnia di S. Luigi dall'Oratorio trapiantata in tutte le Case Salesiane diventò come un vasto giardino dal quale si raccolsero i fiori più profumati di candore e di virtù. Non vi nomino persone viventi, che ebbero in essa i primi germi della pietà, e che le farebbero molto onore, non non posso tacere il nome di tre giovanetti che imitarono sì bene S. Luigi, da meritare che lo stesso Don Bosco di loro scrivesse la vita, e sono : Savio Domenico, il quale dopo aver dato in freschissima età prove dello zelo più illuminato e fervente che in cuor giovanile potesse albergare , si rese pur celebre dopo morte per le grazie che si ottennero a sua intercessione: Magone Michele, che fece rivivere ai nostri sguardi esempi di penitenza datici da Agostino, senza averne commessi gli errori e le colpe; Besucco Francesco, il quale , innocente in fin di `vita come era uscito dal fonte battesimale, passò all'altra vita circondato di luce misteriosa e cantando le lodi di Maria. Questi ed altri molti santi giovanetti attirarono sempre sulle nostre case e sui nostri Oratorii la benedizione di San Luigi, il quale si è sempre dimostrato molto impegnato in nostro favore. A questo riguardo potrei scrivere molto, ma basti per tutti il fatto seguente: Gabriele Fassio, giovane artigianello dell'Oratorio di Torino, di pietà esimia e di aurei costumi, trovavasi in letto infermo della malattia che doveva condurlo al sepolcro, già aveva ricevuti i sacramenti, quando un giorno, quasi fosse ispirato dal Cielo, si pone a gridare : - Guai a Torino ! Guai a Torino !
E perchè guai? - gli domandarono alcuni compagni.
-Perchè è minacciata di una grave disgrazia.
- E quale ?
- Un terremoto. - Per quando ?
- Per un altr'anno. Oh povera Torino il 26 aprile.
- Che dobbiamo fare noi
- Pregare San Luigi che protegga l'Oratorio e chi vi abita.
Pochi giorni dopo il fanciullo era tornato in seno a Dio; ma il giorno predetto del 26 Aprile del 1552, il terribile scoppio della polveriera, posta presso l' Oratorio, scosse davvero tutte le case di Torino e venti operai vi lasciarono la vita. E sarebbe venuto di peggio se, come tutti sanno, il sergente Paolo Sacchi, già allievo di D. Bosco, non avesse salvato la città e l'Oratorio dallo sterminio, sottraendo all'incendio ben 800 barili di polvere. I fanciulli dell'Oratorio colpiti dalla predizione del Fassio, avevano per suo consiglio recitato ogni sera un Pater, Ave e Gloria ad onor di San Luigi, pia pratica che si perpetuò nei nostri collegi ed oratorii fino ai giorni nostri, e San Luigi li ha salvati. Seguitiamo adunque ad invocare con fede questo glorioso Santo, ma specialmente procuriamo d'imitarne le virtù.
Ultime parole. - Nella ricorrenza del terzo centenario della sua beata morte, il mondo intero si è commosso e lo stesso Sommo Pontefice Leone XIII si è messo a capo di sì salutare movimento. Deve essere quindi impegno d'ognuno di ricopiare le preziose virtù di S. Luigi e dapprima quelle dal S. Padre indicate, che sono: la purezza di vita , la mortificazione, il disprezzo delle ricchezze e degli onori e sopratutto l'adempimento dei propri doveri.
Così, mentre la S. Chiesa nel dì della festa di San Luigi, per bocca dei Sacerdoti invita gli angeli e le virtù del Cielo a glorificare questo Santo di poco inferiore agli angeli, noi informando il nostro cuore a purezza ed a perfetto amor di Dio, formeremo come un altro coro di angeli terreni, degno d'unirsi a quello celeste per celebrare le lodi di questo purissimo e fortissimo Eroe, gloria e vanto dell'Italia nostra, anzi del mondo cristiano.
Vita breve di S. Luigi Gonzaga.
A viemeglio animare i giovanetti del nostro Oratorio alla divozione ed alla pratica delle preclare virtù di S. Luigi Gonzaga, nell'occasione del terzo centenario della di lui morte, il Sac. G. B. Francesia presenta loro la VITA del Santo in un bel volumetto di 130 pagine, edito dalla nostra Tipografia di S. Benigno.
Con semplicità e purità di dettato (come s'esprimono parecchi giornali che ne parlarono) l'autore rappresenta al vivo l'amabile figura dell'angelico giovane colle varie fasi della breve sua carriera mortale, esemplare ammirabile di purezza, di mortificazione, obbedienza e carità. Scorrendo queste pagine tu ti senti come trasportare in un aere sovrannaturale, dove l'animo ti si pascola di salutare pietà, mentre l'autore non s'allontana punto dal suo scopo principale qual è l'edificazione della gioventù de' giorni nostri.
Il volumetto porta in fronte un'immagine del Santo ed al racconto della vita tiene dietro una serie di opportune Considerazioni, Giaculatorie e Pratiche per le Sei Domeniche o per la novena in preparazione alla festa del Santo. Nulla lascia a desiderare per l'eleganza del formato , la bontà della carta e la nitidezza dei caratteri, e si vende presso le Librerie Salesiane al modico prezzo di cent. 25.
Lo leggano i giovani dell'Oratorio di Torino e di tutti i nostri Collegi, e si alletteranno davvero alla divozione del giovane Gonzaga ed alla pratica di quelle sue preziose virtù che tanto raccomandava l'amato nostro Don Bosco; lo leggano i giovani tutti d'Italia e vi troveranno una fonte di virtù, una sorgente di edificazione per l'età loro.
È cara consuetudine nei nostri Istituti il celebrare ogni anno l'onomastico del Superiore con religioso funzioni, regali, suoni, canti ed altre manifestazioni di affetto e di riconoscenza. Son festicciuole di famiglia che partono dai cuore e riempiono l' animo di soave contento. Don Bosco le approvava di gran cuore ed accoglieva con riconoscente soddisfazione le feste che noi celebravamo nella fausta ricorrenza del suo giorno onomastico. Chi sa ridire la gioia che era stampata sui nostri volti, quando in quelle accademie che celebravamo in suo omaggio, l'affetto nostro erompeva nei fragorosi Evviva Don Bosco ! Quanta vita nelle declamazioni, nei suoni e nei canti , quanta copia ed ardenza di affetti negli svariatissimi componimenti... e poi quando tutto era finito pareva che fossimo da princìpio, era una pioggia di lettere che portavamo nelle mani del padre e colà erano i nostri pensieri, i nostri cuori , si ripetevano gli evviva, e le parole, colle quali soleva egli coronare tanta festa, ci penetravano profonde nell'animo e pareva che la grazia di Dio tanto le animasse, da esser per noi sprone potentissimo a farci vanti.
II primo anno dopo la morte di Don Bosco il 24 Giugno fu per noi giorno di somma mestizia. Ricordammo le antiche feste del Padre; non più quei suoni, non più quegli evviva, l'animo si commosse ed il cuore ne pianse.
Ma non ci disse Don Bosco che avremmo avuto un altro Padre? Ed il novello Padre l'avemmo e tutto secondo il suo cuore.
Cessato perciò l'anno di lutto, incominciammo ad esclamare Evviva Don Rua !
Ma come unire il nuovo evviva con la indimenticabile memoria di Don Bosco ? Cosa semplicissima ! Fu allora che deliberammo trasportare la festa dell'onomastico di Don Rua al giorno 24 di Giugno. La felice idea piacque a tutti ed anche in quest'anno il 24 del corrente Giugno si ripeteranno le feste che resero questo giorno carissimo al nostro cuore.
Facciamo perciò caldo appello ai nostri Collegi ed Ospizi ed a quanti amano il nostro Rettor Maggiore Don Rua, perchè s'uniscano con noi nel sollevare al Cielo in detto giorno ferventi preghiere per implorare sopra di lui particolari benedizioni e grazie dell'Altissimo.
Come gli altri anni anche in questo l'Associazione degli Allievi di Don Bosco concorrerà per la solita dimostrazione figliale alla cara memoria di sì caro Padre. Al comitato direttivo della medesima si sono testè aggiunti gl'illustri e molto reverendi Anfossi cav. prof. Don Giovanni e Berrone can. Don Antonio.
Quanti allievi di D. Bosco volessero unirsi con quelli che già da più anni aderirono a questa carissima dimostrazione , non avrebbero che da mandare i loro nomi al sig. Carlo Gastini, via Cottolengo, n. 32, Torino.
Un monumento della Divina Provvidenza e della protezione di Maria Ausiliatrice.
REVERENDISSIMO SIG. D. RuA,
Quanto è mai. provvido Iddio, quanto è mai buona la Madonna inverso delle sue Figlie, le Suore di Maria Ausiliatrice e le giovanette all'e loro cure affidate ! La Casa di S. Isidro, di cui le voglio parlare e di cui indegnamente sono Direttrice, è e sarà sempre monumento perenne della divina Provvidenza e della protezione della cara nostra Madre, Maria SS. Ausiliatrice.
Come le è ben noto, le Figlie di Maria Ausiliatrice, invitate da. alcune pie signore che da Buenos Aires recansi a passare la stagione estiva a S. Isidro, vennero a prendersi cura di tante povere giovanette abbandonate il 6 di gennaio 1881. Ma il locale ceduto allora in uso era troppo ristretto relativamente al bisogno che ogni dì più si andava manifestando , e le povere Suore , benchè desiderose di prestar l'opera loro a maggior numero di giovanette derelitte, si trovavano per tal modo colle mani legate, e peggio ancora, perchè non essendo in casa propria sorgevano difficoltà ad ogni piè sospinto. Che fare? Dopo qualche anno si era quasi del parere di invitare le giovanette a Bahia Blanca, dove pure eravam chiamate e dove si presentavano maggiori-comodità, e là trasportare la residenza. Ma no , il Cuor di Gesù e Maria Ausiliatrice volevano che noi ci fermassimo. Essi ci inspirarono di iniziare tra le persone ricche e ben pensanti di Buenos Aires e dintorni una sottoscrizione, che fruttò di che comprare un bel tratto di terreno ed innalzarvi un comodo fabbricato, nel. quale ci trasferimmo con tutte le ragazze il 6 gennaio di quest'anno 1891, il giorno stesso del decimo anniversario della nostra venuta in questo sobborgo.
Per altro se dovessi dirlo del vario e lento procedere di tal sottoscrizione, delle penose vicende a cui fummo soggette per continuarla, ella, signor Don Rua, avrebbe da ammirare la nostra costanza (scusi alla mia poca modestia) e la manifesta protezione della Vergine Ausiliatrice, nella quale confidammo in ogni congiuntura. Le prime raccolte furono soddisfacenti, e avremmo potuto far principiare la fabbrica con speranza di tirarla a termine, mediante altre risorse europee , se avessimo avuto il terreno. Ma il busillis era che questo ci mancava e che per acquistarlo non sarebbero bastati i primi frutti della colletta, la quale andava sensibilmente rallentandosi fino a cessare del tutto. Pensammo allora di girare noi povere figlie di Maria per la città, le ville ed i paesi circonvicini e rappresentare ai benestanti le necessità d'un tal fabbricato ed i vantaggi che ne deriverebbero a tutto il paese, a tutta la popolazione. Fidenti in Dio ed in Maria Santissima ci ponemmo all'opra. Oh! quanti rifiuti dovemmo sentire, quante figure sopportare ! Non ci scoraggiammo. Elemosinavamo non per noi, ma per tante povere anime redente da Gesù Cristo e che andavano tuttavia a perdizione ; questo pensiero ci faceva tollerare qualunque fatica, qualunque insulto e ci rendeva vieppiù forti.
Quante porte bussate e aperte per niente ! Quante volte ci capitò di girare le intere giornate senza raccogliere neanche un centesimo. Pazienza ! La Vergine Ausiliatrice, nostra Patrona , voleva mettere alla prova la nostra fede, ma alla fin fine ci esaudiva. - A che girar tanto? - talvolta ci dicevamo a vicenda. - È più quello che perdiamo nella rottura delle scarpe che non ciò che possiam raccogliere per le giovanette. - Ma no, soggiungevamo subito , non perdiamoci d'animo ; avanti, Maria ci guidi, Essa ci deve aiutare. - E infatti sovente ci accadde di arrivare a sera senza alcun frutto e, mentre si stava per decidere di ritornare alla residenza , capitare d'innanzi a qualche casetta, entrare ed uscirne con in tasca una non lieve sommetta. Oh ! quante grazie innalzavamo allora a Maria Ausiliatrice e quanto s'accresceva la nostra fiducia in Essa !
Un giorno , dovendo pagare una grossa somma per i lavori già incominciati nè avendo nel borsellino che pochi soldi, mi diedi a girare per le ville di S. Isidro da persone conosciute; vennero le 7 della sera ed io mi trovai in tasca poche lire. Il tempo si imbruniva e bisognava ritornare a casa; ma io non mi sapeva decidere, perchè quelle poche lire erano un nulla rispetto alla somma che l'indomani doveva sborsare. Nella titubazione sempre camminando mi abbatto ad un giardino di persona a me sconosciuta, in mezzo del quale v'era una graziosa villetta, alla cui porta non aveva per l'addietro ancor bussato. Mi faccio ardita , m'avanzo , busso, sono accolta. Dopo aver esposte le nostre necessità, al padrone, ne ho in risposta, che la fede non è sufficiente per innalzare fabbricati, ma che ci vogliono danari e che noi ci azzardiamo troppo. Basta ; per le brevi , finì per sottoscriversi e consegnarmi una busta. Lo ringrazio di tutto cuore, esco, osservo con ansietà. Oh ! miracolo , c'eran cinque mila lire, proprio la somma necessaria pei lavoranti e più ancora per far fronte ad altre spese incontrate. Non si può immaginare la gioia che innondava in quel momento il mio cuore. Grazie, o mio Dio, grazie della degnazione che mi usate di rendermi sicuro testimonio di sì segnalati favori.
Per tal modo potemmo nel febbraio del 1890 far acquisto di un terreno di 5000 metri quadrati, il 21 Marzo seguente porre la prima pietra del fabbricato e dopo dieci mesi, il 6 gennaio del corrente anno, portarci ad abitare la nuova Casa miracolosamente sorta , dove potremo raccogliere un molto maggior numero di povere giovanette.
Quel giorno sarà memorando per S. Isidro. Un' allegria , un giubilo indescrivibile animava tutto il paese. Si passò la notte intiera lavorando per adornare il cortile e la cappelletta provvisoria che pareva un piccolo paradiso. Al mattino per tempo la popolazione affollavasi alla porta per accostarsi ai Ss. Sacramenti.
Vennero da Buenos Aires l'illustm° Ispettore dei Salesiani dell'Argentina, il sig. Don Giacomo Costamagna, ed il Rev.m° Monsignor Antonio Espinosa rappresentante di S. E. Monsignor Arcivescovo. Il primo celebrò la Messa della Comunità. Innanzi la Comunione, disse alcune brevi ma infuocate parole, dimostrando quanto Maria Ausiliatrice protegga questo paese, dal quale non permise partissero le povere. Suore che vi aveva chiamate dicei anni or sono , ringraziando quelle pie persone che avevano concorso ad innalzare un'Opera di tanto vantaggio della gioventù ed esortando le giovanette a voler mostrarsi grate col pregare ogni giorno e specialmente allora che avrebbero ricevuto Gesù in Sacramento per sì buoni benefattori e pie benefattrici. La Comunione fu numerosissima ed un bel drappello di angiolette s'accostavano per la prima volta al banchetto dell'immolato Agnello. Per la Messa solenne, celebrata da Monsignor Espinosa, il quale tenne pure un interessante discorso, venne la banda musicale di Almagro, che contribuì non poco a render più giuliva sì bella festa.
Nelle ore pomeridiane , dopo la Benedizione del Santissimo, ebbe luogo un piccolo trattenimento musico-letterario-drammatico. Alcune vispe giovanette rappresentarono con disinvoltura la commediola del Sac. G. B. Lemoyne intitolata l'Onomastico della Madre, intercalata da canti e declamazioni di varie composizioni ìn versi ed in prosa. Tenne dietro la distribuzione dei premii alle giovanette del Collegio di N. S. Ausiliatrice e si pose termine lasciando a tutti i presenti un ricordo di sì memoranda festa.
Nei giorni susseguenti vennero a visitare il nuovo Collegio le educande di Almagro e la numerosa schiera di settanta Figlie dell'Immacolata (esterne di Almagro) in compagnia di parecchie Suore di varie Case circostanti a Buenos Aires.
Il nuovo Collegio, che contiene in più vaste proporzioni scuole, laboratori e Oratorio festivo per ragazze, s'appella come l'antico lasciato di N. S. Ausiliatrice, e meritamente, giacchè ogni palmo di terreno ed ogni mattono dell'edifizio è un segno palese della potente protezione della nostra Celeste Patrona. Ne sia in eterno ringraziata e lodata la Vergine Ausiliatrice.
Ora si sta ideando il disegno per la nuova cappella, giacchè presentemente le funzioni si tengono in un salone trasformato a tempietto. Confidiamo che la nostra buona Madre che ha fatto trenta farà anche trentuno, come si suol dire, perocchè ora trattasi più direttamente del suo maggior onore e della maggior gloria del suo Divin Figlio.
Ella, o Rev.mo signor Don Rua, ci voglia raccomandare nelle sue preghiere alla Vergine Ausiliatrice , perché colla nostra condotta non demeritiamo le sue grazie e la sua valida protezione. Preghi poi in modo spe ciale per chi colla più alta stima e venerazione si professa della S. V. Rev.ma
Dev ma obbl.ma serva
Suor NAZZARINA GALLI dell'Istituto di Maria Ausiliatrice. S. Isidoro, 9 febbraio 1891.
I Missionari diretti al Chili ed alla Terra del Fuoco ebbero un viaggio assai favorevole. Felicemente giunti sul campo del lavoro, furono tosto dispersi nelle varie missioni, donde gia ci pervennero consolanti notizie dei principii delle loro apostoliche fatiche.
GRUPPO DIRETTO ALLA COLOMBIA Lettere di D. Evasio Rabagliati.
Oceano Atlantico - Fort-de-France. 28-2-91 AMAT. E VENERAT. Padre,
Eccoci a Fort-de-France fin da ieri notte. Che tirata! quasi sedici giorni consecutivi senza fermarci, e senza mai veder più terra, appena usciti dal Mediterraneo! Meno male che il viaggio fu quasi fin' ora veramente eccellente. Tranne le solite crisi ed i soliti tributi al mare, tutto andò bene, mare tranquillo, venti favorevoli; onde placide; ne sia ringraziato il Signore che ci protegge così visibilmente. Quasi ogni giorno potemmo celebrare i preti la santi Messa e gli altri fare la loro Comunione. In momenti convenuti si studia, si prega, si fanno le letture spirituali, si suona e si canta, si conversa allegramente, quasi tutto colla stessa regolarità delle nostre case; così le giornate non sono noiose, e passano rapidissimamente.
Una sepoltura in alto mare.
L'unica novità del viaggio fu una funzione di nuovissimo genere per tutti, anche per me, e fu una sepoltura a bordo. La sera del 24, fui pregato dal 1° Comandante di fare l'assoluzione del cadavere di un povero giovane mozzo, morto quasi improvvisamente nella mattinata. Accettai volontieri: e verso la mezzanotte, che era l'ora indicata, rivestito io di cotta e stola, seguito da tutti i Missionari che vollero prender parte nella funzione per così renderla più solenne, mi presentai nello stanzotto dove si trovava il cadavere. Era questo ravvolto in un sacco di tela greggia, legato strettamente alla bocca. Fatte le assoluzioni e recitate le preghiere di rito, si portò il morto sul ponte , dove venne circondato da altri passeggieri e da tutto l' equipaggio , numerosa, famiglia di, più di 60 persone. Messo il cadavere su di un tavolato ben liscio, gli si legarono sulla persona, dalla parte dei piedi, varii grossi pezzi di ferro, per renderlo pesante, e poi si collocò il tutto sulla ringhiera che circonda il bastimento. Ad un segnale convenuto dato dal 1° Comandante, il secondo diede l'ordine della sepoltura. Envoyez, gridò: un tonfo sepolcrale gli fece eco; il cadavere era giù nelle onde viaggiando verso il fondo del mare, che in quel sito aveva una profondità di circa 5000 metri. Che lungo cammino per un povero morto! Ma io credo che neppure sia arrivato sino alla metà del viaggio; qualche pesce cane, dei molti che sempre seguono i bastimenti, l'avrà fermato per via e datagli più pronta sepoltura.
Tutto questo fatto in mezzo all' oceano, nella metà della notte, tra un silenzio profondo e misterioso, senz'altra luce che quella della luna che in quel momento risplendeva in tutta la sua pienezza, rischiarando così quel quadro di morte, tutto questo, dico, fatto in simili circostanze, è una scena capace d'impressionare anche l'uomo più scettico. Per me l'assicuro, Sig. D. Rua, che non potei conciliare il sonno in tutta quella notte, tanto vive erano le impressioni sentite; e pregai ben di cuore il Signore che tenesse lontano da me e da ogni Salesiano simile disgrazia, quale è di morire e di essere sepolto in mare. E pensare che un anno fa appena, nello stesso mare e quasi nello stesso punto di latitudine, corse pericolo di restarci il caro nostro Giuseppe Eterno, morto poi alla Guaira alcune ore dopo d'aver messo piede a terra. Là almeno il caro confratello riposa in terra benedetta, coperto dalla croce, che con bel pensiero gli innalzarono gli zelanti Cooperatori della Venezuela , fra le cui braccia spirò l'anima sua beata. Fra pochi giorni, speriamo aver tempo di discendere a quella tomba, d'inginocchiarci davanti a quella croce per pregare pace all'anima del primo Salesiano morto in viaggio, diretto alle missioni.
Domani mattina, 1° di Marzo, seguiteremo il nostro cammino che, secondo i miei calcoli, durerà ancora non meno di 30 giorni. Sarà questa la parte più molesta e più faticosa del viaggio, adesso a causa del calore tropicale che ci sferza senza compassione, più tardi, nel fiue Maddalena, per i moscherini e le zanzare che si uniranno al calore per punzecchiarci senza pietà, e poi saranno le mule che ci molesteranno altrimenti , mentre ci presteranno il bel servizio di portarci a traverso quelle montagne fino al nostro nido di Bogotà. Non importa, purchè vi arriviamo sani e salvi e vi arrivìno i nostri 175 cassoni, le sofferenze del viaggio si fa presto a dimenticarle...
Mar delle Antille-Porto Cabello 6-3-91. RE, vm°. SIG. D. RUA,
Il viaggio procede di bene in meglio. A quella monotonia dell'Oceano , è successo una varietà che incanta. Abbiamo toccato e, visitato Fort-de-France nella Martinica, Trinidad, Carupano e Guaira.
Una visita a Fort-de-France nella Martinica ed alla Trinidad.
Fort - de - France l' abbiamo trovato ancora quasi tutto distrutto, in conseguenza del terribile incendio dell' Aprile passato. Sono due terze parti di una città di 13 mila anime tutte in rovina ancora. S'incomincia a riedificarla, ma adagino, perchè si ha paura di qualche altra catastrofe. Gli edifizi in legno sono un pericolo dovunque. ma nei porti delle isole, sempre esposti ai forti venti, il pericolo è assai maggiore; eppure per gli ardenti calori del tropico, non si può vivere in altre case che non sieno di legno. -- S'interrogò un giovanetto moro, come mai fosse avvenuto un così generale incendio, ed egli innocentemente si fe' a rispondere: - Oh Padre, fu l'ira di Dio che piombò visibilmente su questo porto ; vi si commettevano grandi peccati, ed il Signore mandò grandi castighi, certe macchie hanno bisogno del fuoco per essere cancellate. - Risposta che data da un giovinetto moro sui 13 anni, orfano di padre e di madre, e che vive assolutamente in balìa di se stesso, ma che manifesta una pietà singolare, ci fe' tutti strabiliare.
L'isola della Martinica, alla quale appartiene Fort-de-France, è tutta della Francia; il linguaggio, i costumi sono francesi: ma il grosso della popolazione è formato da neri portati qui espressamente dall'Algeria, per il servizio del porto. Fort-de France ha bella cattedrale, distrutta pur essa nell'incendio e poi ricostrutta in parte.
Dopo tre giorni di fermata, si passò all'isola Trinidad, assai maggiore in estensione ed in popolazione; quivi discendemmo per comprar cera. Questa appartiene all'Inghilterra. Linguaggio, costumi degli abitanti sono all' inglese, ma anche colà abbonda la razza nera, la più a proposito per vivere in quelle terre di fuoco. Ha una magnifica cattedrale officiata da una Comunità di PP. Domenicani, alla cui famiglia appartiene pure l'Arcivescovo. Vi sono belle e spazioso vie, percorse da tramway, con magnifici giardini pubblici; vi sono pure ferrovie , delle quali una mette la costa in comunicazione con un lago di asfalto trovato nel centro dell'isola e che si crede essere inesauribile. La popolazione in parte è protestante ed in parte cattolica ed arriva sino a 200 mila abitanti; parlo del complesso dell'isola. Il gran commercio che si fa in tutte queste isole delle Antille, consiste nell'esportazione di zucchero, caffè e cacao. Si toccò appena un'altra isola, Carupano, che appartiene alla repubblica della Venezuela, ed il 4 Marzo alle 7 del mattino eravamo già nel porto della Guaira. Il più grande nostro desiderio in questo viaggio, era arrivare a questo porto, e discendere a terra.
Ci attendevano due grandi amici dei Salesiani; l'anima della famiglia dei Cooperatori in questa Repubblica, il Dott. Arteaga, venuto espressamente dalla Capitale Caracas, ed il Dott. Monteverde.
(Continua).
Era uso di D. Bosco, finchè le forze glielo permisero, di passare ogni anno il frattempo che corre dalla Pasqua alla Novena di Maria Ausiliatrice in visita nelle varie Casa Salesiane d'Europa. In queste circostanze egli, il nostro buon Padre, soleva tenere conferenze ai Cooperatori, ricevere in udienza le pie persone che gli volevano parlare ed anche quelle che a a lui desideravano consegnare le proprie limosine. D. Rua, che segno in tutto le pedate del Padre, dopo essere stato l'anno scorso a Londra, nel Belgio, in Ispagna, in Francia, quest'anno, visitate ancora alcune Case di quest'ultima nazione, recossi per la prima volta come Rettor Maggiore a Mendrisio nel Canton Ticino, a Trento nel Tirolo ed in Italia a Mogliano Veneto, Este, Lugo, Faenza e Parma.
Quello che egli abbia fatto in queste visite e le accoglienze avute dai nostri confratelli e Cooperatori, lo lasciamo ai giornali locali il raccontarlo.
Una consolazione per D. Rua a Mendrisio.
Quivi D. Rua fu assai consolato nel vedere il bene che i figli di D. Bosco fanno per la povera gioventù coll' Oratorio festivo. questa una mirabile istituzione, che loro attira non solo l'affezione dei giovani, sibbene anche la benevolenza di tutta la popolazione.
Mentre i giovanetti si divertono, si instillano loro quei sani principii di moral cristiana e di religiosa educazione, che soli possono renderli tali, da essere le future speranze della società.
Arrivo e feste a Trento. (Dalla Voce Cattolica , periodico trentino.)
La sera del 13 aprile col treno delle 8 1/4 arrivava nella nostra città, accolto alla stazione da un'eletta di cittadini del clero e del laicato, il Rev.mo Don Michele Rua, Superiore generale delle case Salesiane, primo successore di Don Bosco.
È impossibile descrivere la grata impres sione che lasciò nell'animo di quanti ebbero l'onore di avvicinarlo. Il suo aspetto macilente e grave, la fronte ampia e serena, le sue labbra atteggiate al sorrìso, le sue parole ripiene di una affabilità e unzione affascinante rivelano in Don Rua l'uomo provvidenziale, scelto da Dio a perennare le opere di carità e beneficenza sovratutto pella gioventù, attivate dall'indimenticabile Don Bosco, del quale egli fu per 40 anni indivisibile coadiutore.
Una scena veramente commovente avvenne nell'atrio dell' Orfanotrofio Crosina-Sartori, diretto con zelo sapiente dai Salesiani.
L'atrio sfarzosamente illuminato con globi presentava un magnifico trasparente a colori colla scritta : Viva Don Michele Rua ! Al primo apparire del venerando Superiore tutti i giovani dell'orfanotrofio che erano bellamente schierati in due file, si slanciarono verso di lui, chi a baciargli la mano, chi a pigliarlo per la veste come se tutti il conoscessero, come se di tutti fosse il Padre, l'amico, il fratello. Ed egli il buon uomo a stringersi al seno quei buoni orfanelli, a dire a tutti e ad ognuno una soave parola chiamandoli, cari amicì, miei cari fratelli. In quel momento la maestà di quell'uomo apparentemente austero faceva uno strano contrasto colla sua affabilità e dolcezza; gli occhi di tutti brillavano di viva commozione.
È un secreto proprio dei Salesiani quello di sapersi conciliare l'affetto e la venerazione insieme dei giovani anche più discoli. Chi ha visitato anche solo qualche casa che è sotto la direzione dei Salesiani, può di leggieri testificarlo. Sotto la loro direzione i giovani come sono ubbidienti! come rispettosi! come gioviali !
La sera seguente una gran folla di popolo era stipata nel cortile dell'Istituto per festeggiare l'illustre ospite. In un luogo apposito un scelto gruppo di cittadini del clero e del laicato faceva, riverente corona al Rev.mo D. Rua. Anche Sua Altezza Rev.ma il nostro Principe Vescovo e il Preside della Congregazione di Carità, il Sig. Avvocato Taddei, onorarono della loro presenza la interessante festiccìuola. La banda dell'Oratorio P. V. suonò varii pezzi che furono meritamente applauditi. Fra gli intervalli si recitarono dai piccoli orfani delle appropriate poesie in latino e in italiano. Sul finire del trattenimento il venerando successore di Don Bosco diresse ai giovani e alla moltitudine stipata intorno a lui, con semplicità veramente evangelica, affettuose parole. Ringraziò Sua Altezza R.ma, i Sacerdoti e Signori che vollero onorarlo col loro intervento. Ringraziò i giovani della banda, che encomiò ripetutamente. Ricordò l'affetto di Don Bosco verso i Trentini, dei quali un rilevante numero già fin dal 1860 in poi accolse ne' suoi Collegi e che divennero in seguito zelanti Sacerdoti, Capi-operai, Missionari ed anco direttori di Missioni nella Patagonia, nel Chili e nella Terra del Fuoco. Rammentò la viva riconoscenza di Don Bosco verso i benefattori Trentini, singolarmente pel battistero donato nella ricorrenza del Giubileo del Papa alla Chiesa Salesiana del S. Cuore in Roma. Ricordò il vìvo desiderio di Don Bosco di fondare una Casa Salesiana a Trento, e finalmente la benedizione impartita da Don Bosco in punto di morte a questa città.
Ed a questo proposito, narrò come anche a Nizza nel testè scorso febbraio i Salesiani ricoverarono presso di sè, ove dimora tuttora, un giovinetto undicenne del Trentino, che trovarono di notte tempo quasi intirizzito dal freddo davanti alla porta d'una casa signorile, ove era stato abbandonato da un suo fratello. Chiuse il suo breve discorso proponendo un evviva a Sua Altezza Rev.ma, ai signori presenti e alla banda dell'Oratorio.
Il 15 poi il Rev.mo D. Rua tenne una conferenza ai Cooperatori e Cooperatrici Salesiani di Trento, che vi intervennero in buon numero. Il Rev.mo Conferenziere intrattenne per più di mezz'ora l'uditorio narrando l'esordio e lo sviluppo delle opere Salesiane, alle quali bene s'attaglia la similitudine del grano di senapa. Ebbe parole lusinghiere per la casa di Trento e per la nostra città, sopra la quale invocò la benedizione del Signore.
Il Rev.mo D. Rua ebbe pure in questo giorno una visita dal Sig. Conte Brandis, Capitano della Provincia, venuto appositamente da Innspruk per chiedere al Superiore de' Salesiani che volesse aprine una casa anche colà
Conferenza e piacevole intrattenimento pei Cooperatori di Mogliano Veneto.
(Dalla Difesa di Venezia.)
Il 20 aprile dopo pranzo fummo a Mogliano a passarvi nell'amabile edificantissimo consorzio di D. Rua, de' figli di lui, di molti ammiratori, di moltissimi giovanetti cresciuti all'ombra, di quella casa, le ore più liete e soavi.
I Cooperatori Salesiani del laicato e del clero in buon numero, trovammo là raccolti per sentirsi parlare dei progressi, dello sviluppo, dei bisogni delle opere dell'immortale Don Bosco, per la voce di quell'uomo tutto soavità, compostezza e nobilissima carità, ch'è l'attuale superiore generale dei Salesiani, Don Michele Rua.
Poco dopo le 6, tutti i Cooperatori convenuti furono raccolti nella Cappella del Collegio, dove appunto doveva aver luogo la conferenza. V'erano distinte persone del clero e del laicato, delle quali ci piace ricordare l'Ill.mo Mons. Arciprete Mitrato di Bassano, Mons. Jacopo Scotton di Breganze, Mons. Domenico Zarpellon Canonico di Venezia, l'egregio ingegnere dott. Pietro Saccardo, l'Arciprete di Mestre, etc.
Dopo il canto, bene eseguito, del Laudate pueri di Mons. Cagliero, cominciò la conferenza nella quale l'oratore con un fare semplice, ingenuo, confidente, ma insieme tutto ordine ed unzione di zelo e di carità che innamorava ogni anima ben fatta, venne esponendo le opere ideate ed attuate dalla multiforme attività di Don Bosco, per l'educazione della povera gioventù e per la propagazione del Vangelo.
Queste opere di D. Bosco si rannodano in quattro gruppi : le radunanze festive per i giovani del popolo; i collegi in cui si provvede all'educazione dei fanciulli più abbandonati ; gl'istituti in cui si preparano i sacerdoti che attendono alla direzione dei fanciulli e le Suore di Maria SS. Ausiliatrice e finalmente l'opera delle Missioni.
Conchiuse raccomandando a tutti i zelanti Cooperatori le imprese di D. Bosco, le quali giorno per giorno tirano innanzi contando unicamente sull'aiuto della Divina Provvidenza.
Al discorso tenne dietro l'esposizione del SS. Sacramento col canto del Tantum ergo e la benedizione impartita da Mons. De Gobbi Abate Mitrato di Bassano.
Finita la funzione ecclesiastica, quei gentili ed amabilissimi Salesiani vollero apprestare ai Cooperatori un bel trattenimento, consistente in un graziosissimo Dramma : La pietà figliale, accompagnato negl'intermezzi da pezzi musicali suonati dalla banda dell'Istituto e diretti da valenti maestri.
Tanto i giovanetti che recitarono con grande disinvoltura e sentimento, come la buona orchestrina riscossero ripetutamente applausi generali.
Ciò per altro che destò in tutti il maggior entusiasmo, fu la lettura fatta da un Salesiano prima che cominciasse il Dramma, di un indirizzo pieno di affetto e di nobili e generosi pensieri, col quale i giovanetti dell'Istituto di Mogliano felicitavano Don Rua della sua venuta, e gli promettevano fedele corrispondenza alle cure paterne di Lui e dei suoi figli.
Alla lettura di questo indirizzo erano commossi tutti gli astanti, e specialmente il Rev. Don Rua, nel cui cuore rivive certamente la pietà e la grandezza del cuore del suo predecessore.
Nel prossimo numero daremo copiose notizie della solennità di Maria Ausiliatrice. Fu un vero trionfo di fede e di devozione per la Gran Madre di Dio. Il concorso dei fedeli, la frequenza ai Santi Sacramenti, lo slancio di pietà ebbero dell'incredibile. Prevedendo tanto concorso si era presa la savia deliberazione di far doppia festa. Fu annunziata tale disposizione in parecchi giornali e negli avvisi sacri della città, perciò il Lunedì 25 Maggio si ripeterono le medesime sacre funzioni del giorno 24.
La maestà dei sacri riti, la sceltissima musica, la ricchezza artistica degli addobbi, la parola inspirata dei facondi oratori, tutto concorse per sollevare l'animo a cose divine ed a far provare quelle celestiali impressioni che solo si pregustano nei tabernacoli del Signore.
Non potevamo celebrare meglio la festa di Maria Ausiliatrice ed il cinquantesimo anniversario dell'ordinazione sacerdotale di Don Bosco. Oh il buon Padre come avrà gioito dagli eterni riposi ! e noi la sua memoria la sentimmo vivissima ed applaudimmo a Don Bosco con tutto l'entusiasmo del cuore.
Ne sian lodi a Dio e rese infinite grazie alla Regina Ausiliatrice.
Durante tutto il mese e specialmente nella novena vi fu grande concorso di fedeli. Alle sacre funzioni della sera il vasto tempio era sempre affollatissimo. La viva e fiorita eloquenza del Salesiano D. Tommaso Pentore riuscì graditissima e grandemente fruttuosa.
Il giorno 23 il Sig. D. Rua teneva conferenza Salesiana ai Cooperatori ed alle Cooperatrici di Torino e dei paesi limitrofi. Non ostante il tempo minaccevole, gli accorsi erano numerosissimi. D. Rua parlò della provvida protezione di Maria SS. Ausiliatrice su D. Bosco e sovra le Opere Salesiane.
Il giorno 24 dalle ore 3 1/2 antimeridiane fino a tarda sera il sacro tempio presentò spettacolo della più ardente fede. Celebrò la Messa della Comunione generale il neo sacerdote Salesiano D. Lorenzo Grana. Alla Messa Solenne pontificò Monsignor Valfrè Vescovo di Cuneo. Vi si eseguì la Missa Papae Marcelli del Palestrina con un successo portentoso. Facevano corona al presbiterio varie rappresentanze di Associazioni cattoliche con stendardi e bandiere. Bello poi il pensiero della rappresentanza di Marsiglia, di portare cioè colombi viaggiatori, che al canto del Gloria si fecero partire ed in appositi biglietti recarono ai compagni lontani le prime notizie della festa.
Per il pranzo non mancarono i regali e gli aiuti dei benefattori. Nel pomeriggio alle ore 5 intervennero a modo di pellegrinaggio i giovanì del nuovo Oratorio festivo di S. Agostino. Il loro predicatore tenne breve discorso che riscosse un immenso evviva a Maria Ausiliatrice da tutti i giovanetti e dal popolo affollatissimo.
Alle 6 1/4 vespri pontificali, panegirico detto dal Sac. D. Tommaso Pentore e benedizione solenne col SS. Sacramento.
Il tempo che si conservò bellìssimo tutto il giorno permise alla sera la illuminazione artistica della cupola e del cortile interno dell'Istituto.
La dimane, 25, si ripeterono le medesime sacre funzioni, con un concorso grandissimo di fedeli.
Vi erano pellegrini che eran partiti più giorni prima facendo lunghissimo cammino a piedi. Tra gli altri non van dimenticati quelli di Terranuova di Casale, alcuni dei quali per giungere la Domenica a Torino dovettero partire di casa il Venerdì a sera. Il loro buon Parroco D. Leopoldo Banchiero ce ne parlava commosso ed edificato.
La Messa solenne fu assistita pontificalmente da Monsignor Bertagna, Ausiliare del veneratissimo Cardinale Alimonda.
Ai Vespri ed alla Benedizione pontificò Monsignor Basilio Leto, Titolare di Samaria. Il panegirico fu detto dal facondo oratore D. Elena da Brescia.
Nell'istante in cui le campane annunziavano la Benedizione del SS. Sacramento, il popolo affollatissimo che riempiva il tempio e l'ampia piazza, prostravasi riverente e silenzioso e Gesù Benedetto dall'altare di Maria benediceva quei cari figli che erano venuti con tanto amore ad onorare la Celeste Madre.
Abbiam ricevuto relazioni di grazie ottenute per l'intercessione di Maria Ausiliatrice, tra le quali ve ne ha di strepitose. Ne daremo cenno nei prossimi numeri.
I devoti accorsi non si dimenticarono di D. Bosco e portarono perciò elemosine per le sue opere. Parecchi si recarono a pregare presso la tomba di Valsalice, e molti sacerdoti vi celebrarono la S. Messa, augurando gli eterni gaudii a quell'anima che tanto seppe fare ad onore e gloria di Maria SS. Ausiliatrice.
Ringraziamo la stampa periodica che parlò ampiamente di questo feste, annunziandone il programma, invitandovi i fedeli e pubblicandone poi ampie relazioni. Ringraziamo i reverendi parroci e predicatori del mese Mariano che ne parlarono al popolo. Ringraziamo le diverse Associazioni che vi si fecero rappresentare e tra queste in modo particolare ricordiamo la Unione Cattolica Operaia di Nizza Monferrato, tanto bene rappresentata dal valoroso Presidente Sig. Carlo Brovia, antico allievo di D. Bosco, giovane di spirito ardente e di sentimenti altamente cattolici e dal socio Signor Ariulfo. Questa Società non mancò mai all'appello ogni volta si trattò di feste o dimostrazioni Salesiane.
Non ultima poi fu tra gli operai cattolici Torinesi la benemerita sezione di S. Gioachino, che appendeva all'altare della Beata Vergine un ricco quadro con cuore d'oro alla cui base leggesi a chiari caratteri
A MARIA SS. AUSILIATRICE NEL GIUBILEO SACERDOTALE DI D. BOSCO GLI OPERAI CATTOLICI SEZIONE SAN GIOACHINO 24 MAGGIO 1891.
Ci riserbiamo nel prossimo numero a pubblicare più ampie notizie ed analoghi articoli.
Gara Catechistica nell'Oratorio di San Francesco di Sales in Torino. - Il giorno 17 dello scorso Maggio, . solennità della Pentecoste, si teneva dai giovani artigiani del nostro Oratorio interno di S. Francesco in Torino una importante Gara Catechistica. S. S. il Papa Leone XIII la onorava di sua speciale benedizione ed a renderla più solenne v'intervenivano ragguardevoli personaggi. Uno degli spaziosi cortili dell'Istituto erasi parato a festa con gusto e squisitezza di arte per l'occasione ; sedeva sotto ampio baldacchino S. E. Monsignor Leto, Titolare di Samaria con ai lati i principali Superiori dell'Oratorio ed i signori invitati.
In apposito palco erano distribuiti in ordine di statura come in due schiere di fronte l'una, contro l'altra i numerosi giovani partecipanti alla gara.
Non si sa se fosse più grande la trepidazione loro o l'aspettazione degli astanti, tra cui mostravansi attentissimi gli altri giovanetti artigiani ed i numerosi studenti.
I primi tre esperimenti furono sopra il Catechismo diocesano. Dapprima vennero interrogati tutti dal Direttore della Gara con domande estratte a sorte. Di poi si ripetè la prova con domande che alternativamente venivan fatte tra loro gareggianti a scelta e gusto dei singoli interroganti in qualunque parte del catechismo che tenevano in mano ed aprivano per la lettura delle domande.
Si ripetè poscia la seconda prova, ma senza l'aiuto del Catechismo , recitando perciò a memoria anche le domande.
Ad ognuna di queste tre prove erano invitati a ritirarsi quanti non rispondevano con prontezza e precisione.
Venne in fine l'ultimo esperimento e consisteva questo nel rispondere con parola libera ad alcuni quesiti sopra varii punti della Dottrina cristiana, che erano stati consegnati agli aspiranti alla Gara tre giorni prima. A quest'ultimo esperimento erano ridotti a cinque i gareggianti, furono più volte interrogati e ad ogni volta fu loro dato il voto secondo il merito delle risposte. In fine, fatte le somme dei voti da ciascuno meritati, tra salve d'applausi se ne proclamarono i risultati.
Ci piace qui riportare i nomi di questi bravi giovanetti che diedero tanta prova di studio e d'ingegno, e sono Villasco Giovanni, che ottenne il titolo di Principe della Gara - Barberis Michele, proclamato 1° Console - Coppieri Carlo, 2° Console - Arbuffi Giovanni Battista, Legato - Manganini Carlo, Alfiere.
Il trattenimento fu intercalato con varie suonate della nostra banda musicale e rallegrato di quando in - quando da generali applausi e clamorosi evvìva.
Il tutto riuscì mirabilmente e con soddisfazione piena dei Superiori, tra i quali non poteva non esserne contentissimo l'ottimo Catechista D. Ghione, anima e vita di queste feste accademiche, delle quali s' allieta di quando in quando il nostro Oratorio.
Una medaglia d'argento alla nostra Colonia Agricola della Navarra in Francia. - La Società di Agricoltura del Varo (Francia), il 10 Maggio ultimo scorso consegnava al Direttore della nostra Colonia Agricola della Navarra una medaglia d'argento per importanti piantagioni ed eccellente direzione dell'Agricola stessa. Il Presidente della Società nel distribuire dette medaglie faceva innanzi ad un'affollata moltitudine di popolo ampli elogi della coltivazione praticata in quest'Agricola, cui sono addetti più di un centinaio di giovanetti.
Una visita all'Ospizio del Sacro Cuore a Roma. - Il 15 dello scorso Aprile l'Ospizio del Sacro Cuore di Gesù in Roma riceveva una di quelle care visite che lasciano incancellabile memoria nell'animo nostro e de' nostri giovanetti. S. E. il Principe D. Paolo Altieri, Sopraintendente alle Scuole Pontificie, già tanto benevolo inverso del nostro Don Bosco , degnavasi colà recarsi e visitare una per una tutte le classi, passare per i singoli laboratorii ed interessarsi anche del tratto di fabbrica in costruzione. Quei nostri giovanetti presero occasione per complimentarlo con alcune composizioncelle in prosa ed in poesia ed i musici vollero dar saggio del progresso fatto eziandio nell'arte musicale con allegre suonatine. L'illustre personaggio si mostrò assai soddisfatto non solo dell'accoglienza avuta, ma sì dell'ordine che vi si trova , della istruzione ed educazione che vi apprendono i giovanetti, e partì encomiando ed incoraggiando quei nostri confratelli.
Una serata pasquale a beneficio della nostra Missione di Londra. - I nostri Missionari dì Londra, dopo aver passata la Settimana Santa in continuo lavoro sì nel presbitero, come sul pergamo e nel confessionale e con gran frutto di quei poveri cattolici, diedero il martedì di Pasqua una serata d'onore a molti invitati, a benefizio dei nuovi fabbricati fatti per le scuole, e dell'altro che si vuol innalzare per una nuova Chiesa, tanto necessaria in quella Parrocchia ; giacchè quella esistente , di ferro , oltre l' essere ormai divenuta indecente pel culto e ristretta pel numero sempre crescente di cattolici, presenta tanti altri gravi incomodi, quali di concentrare intenso calore d'estate e rigidissimo freddo d'inverno, sicchè invece di allettare i fedeli, ne li allontana e l' opera del ministro cattolico, già per altro inceppata in paesi protestanti, è resa per questa indigenza vieppiù difficile e di molto minor vantaggio. Don Macey, Superiore di quella Missione, spettatore suo malgrado di sì estrema necessità, mentre importuna con suppliche la Casa Madre di Torino, tenta ogni altra via per aver mezzi, onde poter innalzare un tempio più decente e più comodo pel popolo, ed il martedì dopo Pasqua-radunò un bel numero di Signori e Signore, tra cui intervennero anche de' protestanti, i quali ne fecero lusinghiere parole nel loro giornale il South London Record.
I nostri Cooperatori e le nostre Cooperatrici avranno già a quest'ora saputo della morte dell'amatissimo nostro Arcivescovo , il, Cardinale Gaetano Alimonda, avvenuta a Genova alle ore 9.50 pom. del 30 maggio or ora scorso. Benchè purtroppo preveduta, questa notizia riuscì profondamente dolorosa a quanti conobbero l'illustre Porporato, nel quale la scienza e la pietà, l'ingegno e la virtù, l'altezza della mente e la grandezza del cuore brillarono così vivamente e così armonicamente congiunte.
Riserbandoci di parlarne più diffusamente nel prossimo Bollettino, ne raccomandiamo intanto la bell'anima alle loro preghiere.
Il corso S. Martino in Torino il giorno 22 di maggio era gremito da una enorme folla che assisteva al trasporto della salma del signor Carlo Buzzetti , impresario capomastro costruttore, morto alle ore 12 pom. del giorno 20, munito dei conforti di nostra santa Religione, dopo una lunga e dolorosa malattia sopportata con santa rassegnazione. Il carro funebre, innanzi al clero, era preceduto dalla banda musicale dell'Oratorio di S. Francesco di Sales e seguito dalle rappresentanze del Municipio, degli Ingegneri, dei Capi Mastri e da altri moltissimi. Era un onore giustamente reclamato dai meriti del defunto. Egli da semplice operaio aveva saputo crearsi, col suo ingegno, la sua attività ed una onestà senza pari, la propria posizione sociale. Ben sette chiese furono da lui costrutte in Torino, senza contare gli edifizi pubblici e privati innalzatì da lui in gran numero anche in altre città, coadiuvato dal fratello Giosuè e dai proprii figli, che come lui Seppero guadagnarsi colle loro virtù la stima universale. Carlo Buzzetti fu uno di quei primi fanciulli, ai quali D. Bosco nel 1841 fece il catechismo nella chiesa di S. Francesco di Assisi, e da quel punto si strinse fra loro un vincolo di affetto che non doveva più sciogliersi. Se D. Bosco fu l'uomo della Provvidenza, Carlo Buzzetti colla viva fiducia nella Provvidenza fu il suo principale sostegno nell'edificare chiese ed ospizi, poi - chè nell'ora della prova, mancando talora i mezzi materiali, egli si accingeva a quelle imprese colossali, dicendo : - Un cenno di Don Bosco è per me una cambiale sicura che Sarà pagata a scadenza. - E al venerando amico suo egli a proprie spese faceva innalzare quella magnifica tomba nel Collegio delle Missioni a Valsalice.
La Pia Società Salesiana , mentre prega per lui e porge le sue vive condoglianze alla sua cara e desolata, famiglia, s'inchina dinanzi al sepolcro di chi fu modello dei padri e degli operai cristiani,
Raccomandiamo alle preghiere dei nostri lettori l'anima del Sac. D. GIOVANNI BONETTI da Caramagna, Superiore Salesiano , volata a Dio la mattina del 5 Giugno, festa del Sacro Cuore di Gesù. Nel prossimo numero ne daremo un'estesa biografia col ritratto e colle particolarità della sua malattia e della sua morte.
1. Allochis D. Francesco, curato - Passerano (Alessandria).
2. Barberis D. Enrico, S. Pietro Martire - Venezia.
3. Bastardi D. Giuseppe - Castellarano (Reggio Emilia).
4. Bellegotti D. Francesco - Gabbiano (Massa Carrara).
5. Benassi D. Innocenzo, priore - Castelvecchio (Reggio Emilia).
6. Bertacca dottor Andrea - Firenze. 7. Bertoli D. Bartolomeo, parroco - Poggio (Massa Carrara).
8. Bianchi D. Alessio - Pistoia. 9. Borri Adelina - Parma.
10. Brighetti D. Raffaele - molo (Bologna).
11. Businelli Marino - Legnago (Verona).
12. Campus mons. Filippo, vescovo - Sgssari.
13. Canova Valentino - Siviera di Sehio (Vicenza).
14. Carbonino Bibiana - Tromello (Pavia).
15. Canotto Gius. detto Bolea - Bianzr? (Novara).
16. Cipani Domenica - 'Fasano (Brescia).
17. Cavalchini Roero di S. Severino barone Gregorio Guidobono- Torino. 18. Comielo Antonio - Feltre (Belluno). 19. Cominelli Teresa - Garda (Verona). 20. Corana Carlo, farmacista - Torino. 21. Corte Alessandrina contessa di Montanaro - Torino.
22. Costa Teresa - Cherasco (Cuneo). 23. Costantino D. Giuseppe, canonico - Nepi (Roma).
24. Cristofanelli D. Annibale, canonico - Apiro (Macerata).
25. De-Rosa nobile Aquilina - Varese (Como).
26. De-Rodaretto contessa Anastasia - Torino.
27. Draghi avv. Giovanni - Venezia. 28. Fenoglio D. Arnolfo, pievano - Villareto Bagnolo (Cuneo).
29. Ferrari Antonio - Roncà (Verona). 30. Floris D. Giuseppe -Zeppara (Cagliari).
31. Fontana Antonio, calzolaio - Cureggio (Novara).
32. Gherra Caterina - Torino.
33. Gialdroni D. Emilio - Stradella (Pavia).
34. Gianetti ing. Salvatore - Napoli. 35. Guglielmi D. G. B., rettore - Scardevara (Verona).
36. Jonson ved. Anna - Firenze.
37. Lanari prof. Lodovico - Chiaravalle (Ancona).
38. Laureati Caterina - Torino. 39. Liphart, baronessa - Firenze.
40. Marchi Lucia fa Stefano - Moruri (Verona).
41. Marras D. Giacomo - Tramatza (Cagliario.
42. Marsiglia Ersilia - Lucca.
43. Martinengo D. Innocenzo - Martiengo (Bergamo). 44. Nicolis Resa Verona.
45. Oddone-Armissoglio Rosa - Pancalieri (Torino).
40. Pagnoni Paolo - Monza (Milano). 47. Paolozzi D. Nicolò-Ipplis (Udine). 48. Perego Abramo - Arcore (Milano). 49. Pizzardo D. Giuseppe, canonico - Savona (Genova).
50. Polli Marietta-Corrnons (Austria). 51. Radicchi D. Crispino - Montepescale (Grosseto).
52. Ramoni Domenica fu Bartolomeo - Finero (Novara).
53. Sabaini D. Pietro - Negra, (Veronao. 54. Sala Torello, abate-Pescia (Lucca). 55. S. Martino di Valporga contessa Emilia - Torino.
56. Sannibale mons. Innocenzo, vescovo - Gubbio (Perugia).
57. Sassi D. Luigi, provosto - Casola (Modena).
58. Schiaffani D. Francesco - Cesarò (Messina).
59. Sciolla D. Giuseppe - Chiusa Pesio (Cuneo).
60. Sergianotto D. Giuseppe - Levada (Padova).
61. Suor Innocente Galli, religiosa conversa Monache Orsoline - Sesto Calende (Milano).
62. Tagliarmi cav. uff. avv. Antonio - Breno (Brescia).
63. Termine Antonia - Castelletto di Brenzone (Verona).
64. Vesco D. Giuseppe - Marino (Venezia).
PIA OPERA DEL S. CUORE DI GESÙOSSIA OFFERTA DI UNA LIRA ITALIANA A FAVORE DELL'OSPIZIO DEL S. CUORE DI GESÙ AL CASTRO PRETORIO IN ROMA CORRISPOSTA COLLA PARTECIPAZIONE AL FRUTTO DI 6 MESSE QUOTIDIANE PERPETUE e al vantaggio spirituale DI MOLTE ALTRE OPERE BUONE PROGRAMMA. 1° Ai benefattori della Chiesa del Voto Internazionale, dedicata al Sacro Cuore di Gesù al Castro Pretorio in Roma, era già stata promessa, quando detta Chiesa fosse compiuta, la celebrazione di una Messa ogni venerdì dell'anno, e la recita quotidiana del S. Rosario con altri esercizi di pietà. Ad ampliare questi vantaggi spirituali e farvi partecipare più altre persone, venne stabilita nella suddetta Chiesa la Pia Opera del Sacro Cuore di Gesù, per la celebrazione in perpetuo di 6 Messe quotidiane, secondo le intenzioni di chi offre una lira italiana per una sola volta. 2° Queste sante Messe verranno celebrate due all'Altare del Sacro Cuore di Gesù, due a quello di Maria SS. Ausiliatrice e due a quello di S. Giuseppe, ai quali due ultimi Altari è anche legata la veneranda memoria di D. Bosco, che vi celebrò durante la sua ultima dimora in Roma. 3° Gli inscritti vivi e defunti, oltre al vantaggio delle sei Messe, partecipano in perpetuo a) alla recita del Santo Rosario ed alla Benedizione col SS. Sacramento, che ha luogo ogni giorno nella stessa Chiesa ; b) alle stesse funzioni, che hanno luogo quotidianamente nella Cappella dei giovanetti dell'annesso Ospizio; c) alla Messa, che viene ascoltata ogni giorno dagli stessi giovanetti ; d) a tutte le' altre funzioni, novene, feste e solennità (che sono moltissime), le quali si celebrano nella suddetta Chiesa e Cappella; e) a tutte le orazioni e buone opere , che vengono fatte dai Salesiani e dai loro giovanetti in tutte le loro Case, Collegi, Ospizi, Oratorii festivi, Missioni, ecc., in Italia, in Francia, in Inghilterra, in Spagna, in Austria, nella Svizzera in America, e dappertutto dove sono stabiliti e si stabiliranno. 4° La celebrazione delle Messe verrà fatta man mano che giungono le offerte (1). A tutti gli altri vantaggi sudescritti si partecipa fin dall'atto dell'iscrizione. 5° Col versare una sol volta l'elemosina di una lira italiana l'offerente ha diritto di formare l'intenzione per tutte lo sei Messe, e per tutto le altre pie opere così a proprio come a vantaggio, de' suoi cari vivi e defunti, e di cambiar l'intenzione in ogni circostanza secondo i particolari bisogni e desiderii. 6° Ciascuno può con eguale limosina iscrivere i bambini, gli assenti, e qualsiasi altra persona anche a sua insaputa, nonchè i defunti, 7° Desiderando partecipare o far partecipare più abbondantemente al frutto della Pia Opera , ognuno può, col ripetere detta elemosina di una lira, moltiplicare quanto gli aggrada le iscrizioni, tanto per sè quanto per altri, vivi o defunti. 8° Le offerte vengono erogate primieramente per la fabbrica, e poscia pel mantenimento dei giovanetti dell'Ospizio annesso alla Chiesa del Sacro di Gesù, rimanendo a carico dei Salesiani l'obbligo di far adempiere tutti i pesi della Pia Opera. 9° I nomi degl'iscritti verranno raccolti in tanti volumi e conservati nel Tempio del Sacro Cuore di Gesù a perpetua memoria. 10° La Pia Opera ha due centri, l'uno a Roma, l'altro a Torino. - A Roma l'indirizzo è il seguente : Molto Rev.do Direttore dell'Ospizio dei Sacro Cuore, via Porta S. Lorenzo , n. 42. - A Torino: Reverendissimo Sac. Michele filia, Superiore generale dei Salesiani, via Cottolengo, n. 32. Approvazione ecclesiastica. Pium Opus adprobamus, eidemque largissimam fidelium opem ominamur. Ex Aed. Vic. die 27 Iunii 1888. L. M. PAROCCHI Card. Vic. benedizione del Santo Padre. Dal Vaticano, 30 Giugno 1888, Il Santo Padre si è degnato di accordare la Benedizione implorata per la Pia Opera. RINALDO ANGELI Capp. Segr. di S. S. (1) E già cominciata la celebrazione delle sei Messa quotidiane. ISTRUZIONEI. Nobile pensiero di Don Bosco. - Fin dal giorno in cui ebbe l'incarico di costruire la Chiesa del S Cuore di Gesù in Roma, Don Bosco concepì il nobile pensiero d'innalzarle accanto un Ospizio per raccogliervi più centinaia di fanciulli di qualunque nazione, i quali o perchè poveri orfanelli, o perchè di genitori lontani, si trovassero nella Capitale del Cristianesimo conio abbandonati e in pericolo di morale pervertimento. A tal uopo acquistava tosto un terreno attiguo per rendere la Chiesa più ampia e per mettere mano alla fabbrica dell'Ospizio appena gli fosse possibile. Grandemente divoto del Cuor di Gesù, il Servo di Dio godeva al pensiero di accrescere al divin Salvatore in Roma quella gioia che Egli gustava, quando in sua vita mortale, nelle città della Palestina, vedevasi circondato da larga corona di giovanetti ed esclamava Lasciate che i parvoli vengano a me : Sinite parvulos venire ad 7ne (Matt. x, 11). Pareva a Don Bosco che il suo disegno sarebbesi effettuato, quando nel divisato Ospizio fossero raccolti da 400 a 500 fanciulli, i quali, mentre collo studio o coll'apprendimento di un'arte o mestiere rendevansi capaci a giovare alla Religione e alla civile società, si educassero cristianamente e facessero nobil corteggio a Gesù sulla terra, per fargli poi un giorno splendida corona in Cielo. Il sant'uomo cominciò quest'opera benefica, ma la morte gl'impedì di condurla a compimento. II. I Collettori e le Collettrici. - Il buon esito dell'Opera dipende in gran parte dai Collettori e dalle Collettrici. Certamente in tutte lo città e borgate vi sono molto persone, che si trovano in grado di offerire una limosina di una lira; tutto sta nel cercarle, nel far conoscere loro l'opera benefica, e pregarlo del loro concorso. Tale uffizio noi affidiamo ai Cooperatori ed alle Cooperatrici; i quali a lorovolti potranno giovarsi di quelle altre persone della famiglia, che giudichino più atte ad aiutarli. Loro raccomandiamo elio notino esattamente nome e cognome di ogni offerente sul nodulo da trasmettersi poi a Roma e consegnarsi negli archivi, e che no tengano anche presso di sè copia sopra un foglio di carta semplice, affinché a suo tempo possano consegnare a ciascuno aggregato un cenno di ricevuta, mediante il pio ricordo che sarà inviato. III. Risposta ad un quesito. - Taluno ci ha domandato se si possano anche accettare offerte minori di una lira. - Rispondiamo di si; ma in questo caso il Collettore o la Collettrice registrerà le offerte senza scrivere alcun nome, e gli oblatori godranno del frutto della S. Messa in quella proporzione che si merita la loro carità, e che si compiace di loro concedere la misericordia di Dio, il quale gradisce anche il centesimo della vedova e lo ricompensa secondo la buona volontà. IV. Invio dei moduli e delle offerte. - Quando un Collettore od una Collettrice ha riempiuto il suo modulo in tutto ed in parte, oppure non ha speranza di presto riempirlo, è pregato di aggiungere altra fina carità, rimandandolo sottoscritto e col proprio indirizzo, franco con bollo da cent. 20 come manoscritto. Il danaro poi sia inviato in biglietti di banca con lettera raccomandata, oppure per vaglia postale in lettera chiusa con semplice affrancamento di cent. 20. L'indirizzo per Roma è: Al Rev.do Direttore dell'Ospizio del Sacro Cuore, via Porta S. Lorenzo, N. 42, Per Torino: Rev.mo D. MICHELE RUA, via Cottolengo, 32. V. I Ricordi. - Si son preparati nuovi ed eleganti ricordi che di mano in mano che si ricevono i moduli e le offerte nel modo anzidetto, si spediranno all'indirizzo dei Collettori. Il Collettore o la Collettrice avrà la bontà di consegnarne uno a ciascuno degli offerenti, il quale servirà altresì qual segno di sua aggregazione alla pia Opera. VI. Domanda di altri moduli. - Quando un Collettore od una Collettrice si trovasse in grado di riempire più di un modulo e desiderasse di averne altri, noi gli saremo gratissimi se ce ne farà dimanda, e non solo ne invieremo quanti ne occorrono, ma pregheremo il divin Cuore che non lasci di ricompensare il suo zelo con particolari benedizioni. VII. Ricompensa ai Collettori ed alle Collettrici. - Noi siamo sicuri che i Collettori e lo Collettrici ci presteranno la mano a promuovere quest'Opera per amore al Sacro Cuore di Gesù e ne aspetteranno da Lui solo la degna ricompensa: tuttavia crediamo bene di avvertire che quelli, i quali manderanno un modulo ripieno di 12 nomi e la summa relativa, avranno diritto alla partecipazione del frutto delle sei Messe quotidiane come ciascun offerente, diritto che sarà moltiplicato quanti saranno i moduli riempiuti e le offerte relative inviate. VIII. Aggregazione alle Case Salesiane. - Nelle città e nei paesi dove esiste una casa di Salesiani o di Suore di Maria Ausiliatrice i fedeli possono fare presso le medesime la loro offerta, dando il proprio nome, ed ogni Direttore o Direttrice è incaricato a farne l'aggregazione, scrivendo il nome, il paese e l'offerta di ciascuno sopra apposito registro, consegnerà il pio ricordo, e nella prima occasione che gli si presenterà invierà la somma raccolta a Roma o a Torino all'indirizzo sopra indicato. |