BS 1890s|1891|Bollettino Salesiano Maggio 1891

ANNO XV - N. 5.   Esce una volta al mese.   MAGGIO 1891.

BOLLETTINO SALESIANO

DIREZIONE nell'Oratorio Salesiano -Via Cottolengo, N. 32, TORINO

Sommario.

La festa di Maria SS. Ausiliatrice. Orario della Novena e solennità di Maria Ausiliatrice. Grazie di Maria Ausiliatrice. Conferenza di Maria Ausiliatrice. Il cinquantesimo anniversario della prima Messa di D. Bosco. Viaggio dei Missionari Salesiani. Conferenze Salesiane. La Sig.ra Donna Dorotea Chopitea de Serra. Pel terzo Centenario di S. Luigi Gonzaga. Notizie dei nostri Missionari. - Una Missione alla Colonia italiana di Guariyù nell'Uruguay. Il Primato del Brasile. Notizie varie. Il Dott. Carlo D'Espiney. Bibliografia. Cooperatori defunti.

LA FESTA della Madre !

Imparammo da giovanetti ad invocarla ed a teneramente amarla; col nome di Gesù pronunziammo fin dagli albori della nostra vita il nome di Maria, dessa è la Gran Madre di Dio, la madre nostra tenerissima. Accorrete, o fedeli, al tempio di Maria, portate i fiori olezzanti al suo altare, venite, venite ad innalzare la preci fidente, venite ad offerirle l'omaggio del cuore. L'Ausiliatrice dei Cristiani ha possto qui il suo trono di grazia e quivi attende i figli suoi.

- O pellegrino, ove vai con passo così frettoloso ? -. Vado al Santuario di Maria Ausiliatrice. È la festa della mia grande benefattrice. - Qual grazia ricevesti tu! - Udite e ringraziate con me la potente Regina. Io era tanto infermo e rattratto nel corpo, che più non poteva camminare da me. Era il giorno 4 Giugno del 1874, festa del Corpus Domini, quando fui condotto al Santuario di Maria Ausiliatrice. Un buon Sacerdote mi dice: - Se avete fede in Maria SS., aprite la mano - Non posso. - Sì, che potete: incominciate dal pollice. - Tentai e lo distesi; così feci delle altre dita, ed allora tutto allegro feci un gran segno di croce gridando : - La Madonna mi ha fatto la grazia. -Il prete soggiunse - Se è così, rendete gloria a Dio alzandovi in piedi. - Qual meraviglia ! Mi scomparve la curvatura della spina dorsale, mi scomparve la contrazìone delle gambe e delle braccia; io cam minava libero e sano. Volai all'altare della Vergine, adorai Gesù in Sacramento, ringraziai la mia celeste Benefattrice. - Fortunato pellegrino ! Conoscesti per tempo la potenza di Maria e l' invocasti con fede, Essa ti esaudì...

- E che vuoi tu, o prode milite, che in mezzo all'immenso popolo dei divoti cerchi un prete nel Santuario della Madonna Ausiliatrice? - Io sono un miracolo di Maria. Era per morire, i medici nulla più speravano di me. Dopo aver ricevuti tutti i conforti religiosi nei giorni antecedenti, questa notte voleva, ancora una benedizione dal prete che regge questo santuario. Il buon prete non venne, ma fece pregare la Madonna per me e disse ai miei servi che erano andati da lui: Uomini di poca fede, andatevene contenti, il generale farà domani la Comunione all'altare di Maria. Io m'addormentai, non del sonno della morte, ma di una calma sanatrice, ed ora come risuscitato son qua pienamente e miracolosamente guarito , voglio la benedizione del prete e la Comunione all'altare della celeste Ausiliatrice.

- Fortunato signore, canta le glorie di Maria, chè la tua guarigione è un raggio della sua bontà.

- E tu piangi, o giovinetta, e preghi appiè di quell'altare... perché un tal dolore?

- Non son lagrime di angoscia, ma di riconoscenza e gioia le lagrime ch'io verso. Io era cieca da due anni e da molti altri soffrivo male d'occhi; fui condotta a Maria Ausiliatrice. Un buon prete mi benedisse e poi m'interrogò : - Vi servirete degli occhi in ben dell'anima e non per offendere Dio? - Glielo prometto con tutto il cuore. Oh come è triste la mia sorte ! - Avete fiducia che la S. Vergine vi aiuterà? - Lo spero: ma intanto io non ci vedo. - Ci vedrete - Che? vederci? - A gloria di Dio e della Beatissima Vergine ditemi : Che cosa ho io in mano? - Feci allora un grande sforzo d' occhi e guardando gridai : - Io vedo: io vedo - Che cosa ? - Una medaglia - Che medaglia ? -Della Madonna. - E dall'altro lato che cosa vi è ? - Dall'altro lato? un uomo vecchio, con in mano un bastone fiorito: San Giuseppe. Oh ! Santa Vergine, io son guarita, io vedo, io vedo! La vista mi fu ridonata ed io non fui più cieca. - Fortunata giovinetta, avesti fede nell'aiuto di Maria ed Essa ti esaudì.

- E tu, o pellegrino, eri un incredulo e come ora vieni al santuario di Maria ?

- Io, sebben medico, tuttavia era epilettico incurabile, l'arte salutare non poteva più nulla in me. Venni al santuario, ed al prete che m'invitò ad inginocchiarmi per pregare la SS. Vergine, risposi che me ne dispensasse, perchè io era incredulo e non avrei potuto far ciò con sincerità. Il buon prete. ebbe sapientissime parole e mi ridusse a pregare. Rialzatomi mi sentii mutato. Una gioia ineffabile m' inondava l' animo. Maria SS. fece un miracolo, un grande miracolo in me. Il male incurabile mi scomparve e l'anima mia, illuminata a tanto prodigio, si convertì a Dio - Fortunato medico, che invocasti Maria, Essa, che ama tanto i suoi figli, ti esaudì !

- E tu, o nobile pellegrino, commendatore e senatore del regno, che porti al santuario di Maria?-Io era moribondo, i medici più nulla speravano di une, quando invocai Maria Ausiliatrice e promisi. pel suo santuario due mila lire al mese per un semestre. Son passati appena tre giorni da quella preghiera fatta nella mia agonia, ed ora miracolosamente risanato vengo a portare la prima offerta. - Fortunato divoto, mettesti la tua fiducia nell'Ausiliatrice dei Cristiani e non pregasti invano. -

Sì, è questa la storia della potenza e dell'amor di Maria, la storia del santuario a Lei eretto coll'obolo di innumerevoli fedeli che La invocarono e furono esauditi, storia non punto immaginaria, ma reale e della realtà d'ogni giorno; storia che si ripete ogni alino, ogni mese, ogni giorno (1).

Oh! accorriamo adunque al tempio di Maria, raccogliamoci devoti e riconoscenti ai, piedi. del suo altare nell'annua festa della sua potenza e della sua bontà. La festa della madre infonde gioia ed esultanza nel cuore dei figli. Oh! che il nostro pellegrinaggio al santuario di Maria sarà come il più bel episodio della nostra esistenza. E per ottener tanto, rendiamoci meritevoli del favore e della protezione di tanta Madre. Le nostre preci non isfiorino soltanto le labbra, ma siano l' eco fedele dei più vivi sentimenti del cuore. Che questa solennità non sia sterile e vana pompa di un culto puramente esteriore, spesso in dissonanza con le intime disposizioni dell'anima; ma onorando Maria, amiamola veramente imitando le sue sante virtù.

(1) Vedi le diverse annate dei Bollettini Salesiani Italiano, Francese e Spagnuolo e lo seguenti ed altre pubblicazioni : Maria Ausiliatrice col racconto di grazie L. 0,40) - Meraviglie della Madre di Dio (L. 0,20) - Rimembranza di una solennità (L. 0,20) - La Nuvoletta del Carmelo (L. 0,15), tutto operette scritto dallo stesso D. Bosco. - L'Arca dell'Alleanza (L. 0,20) - La Città del Refugio (L. 0,20) - La Madre delle Grazie (L. 0,20) - La nostra Speranza (L. 0,25) - La Stella del mattino (L. 0,20) - La Vergine Potente (L 0,25), operette scritte per ordine di D. Bosco d sacerdote Salesiano D. G. B. Lemoyne, e contenenti tutte come le prime relazioni di innumerevoli grazie e fatti prodigiosi attribuiti all'intercessione di Maria SS. Ausiliatrice. Per brevità non accenniamo altro opere, quali sarebbero la vita di Don Bosco del D'Espiney (L. 2) - Don Bosco e la Pia Società Salesiana del Dubois (L. 2), ecc., ecc.

AVVISI.

I PELLEGRINAGGI AL SANTUARIO DI MARIA AUSILIATRICE.

Quest'anno i pellegrinaggi al Santuario di M. A. saranno numerosi, cadendo il giorno 24 di Maggio in Domenica.

Noi applaudiamo di gran cuore allo zelo delle pie persone che vanno organizzando simili manifestazioni di fede e di divozione, e vorremmo far ricevimento solenne ai diversi gruppi di devoti pellegrini provenienti da tante parrocchie e paesi, ma ci torna impossibile. Quello che non faremo noi, lo farà la Madonna medesima, col ricambiare la visita di questi devoti con celesti grazie.

Vorremmo inoltre, e specialmente alle Associazioni di Figlie di Maria, di Operai Cattolici ed altre riunioni di pellegrini portanti un distintivo personale, assegnar posti riservati nel tempio, durante il tempo delle sacre funzioni, ma ci è pure letteralmente impossibile, fatta eccezione delle sole persone che portassero bandiere o stendardi, le quali potranno aver posto o nella cappella ove sarà esposta alla pubblica venerazione la statua della Beata Vergine, o presso l'altar maggiore.

I COOPERATORI E LE COOPERATRICI COME POTRANNO IN QUEL GIORNO PARLARE CoN Noi?

Ecco un'altra spina che ci punge il cuore. Vorremmo salutar tutti personalmente, ringraziarli con le più vive manifestazioni d'affetto e di riconoscenza pel bene che ci fecero e ci van facendo ogni dì. Vorremmo poterci moltiplicare, per aver agio a trattare con tutti, invece ci dovremo limitare a far quel poco che potremo e poi di più supplicare la Madonna che faccia essa.

Per affari di Bollettino Salesiano vi saranno nella sacristia persone incaricate all'uopo. A quelle medesime persone che sederanno al tavolino per ricevere correzioni d'indirizzi o i nomi di nuovi Cooperatori, si potranno pure consegnare le offerte per la Pia Opera del Sacro Cuore di Gesù, per le Missioni, per le altre Opere nostre e pcl Bollettino. Per procedere poi con maggior precisione ed agevolezza, converrebbe assai, che si dessero per iscritto le diverse commissioni che si venissero a consegnare in questa circostanza.

PER LE GRAZIE DI MARIA AUSILIATRICE che soglionsi riferire in detto giorno, moviamo la medesima preghiera, cioè che possibilmente siano accennate in qualche scritto contenente almeno i dati principali della relazione, assicurati colla firma del relatore.

Per affari di libreria e di oggetti di divozione saranno aperti dei banchi appositi fuori del Santuario. Nella sacristia non si distribuiscono in detto giorno nè corone, nè medaglie, ma solo si benedicono.

Per affari di amministrazione dell'Istituto sarà aperto un uffizio apposito presso la portieria del medesimo.

Il SIG. DoN RUA, secondo il solito degli altri anni, si troverà in sacristia la maggior parte della giornata, perciò sarà facile consegnare nelle sue mani medesime quegli scritti e quelle offerte che a lui fossero dirette. Avvisiamo tuttavia che gli tornerà difficile in quel giorno dar risposte o ricevute per iscritto e supplirà distribuendo qualche ricordo. Chi bramasse la ricevuta dell'offerta, consegni questa presso gl'incaricati del Bollettino Salesiano.

OGGETTI DI DIVOZIONE.

Immagini di Maria Ausiliatrice da L. 0,30 a L. 1,80 la dozz.

per quadri da L. 0,30 a L. 0,60 la copia in fotografia da L. 0,10 a L. 1,50 la copia

Statue bianche L. 0,25 a L. 60,00 cad.

» colorate da L. 36 a L. 130,00 caduna

Medaglie varie da L. 0,25 a L. 1,80 la dozz.

» di argento da L. 0,45 a L. 4 caduna » di oro   a L. 15 caduna.

ORARIO DELLA NOVENA E SOLENNITA' DI MARIA AUSILIATRICE

La Novena di Maria Ausiliatrice incomincia il 15 di questo Mese. - In ciascun giorno, lungo il mattino dalle 4 1/2 sino alle ore 11, vi sarà celebrazione di Messe e comodità di accostarsi ai SS. Sacramenti della Confessione e Comunione. Nel mattino dei giorni feriali alle 5 1/2 ed alle 7 1/2 antim., come nel Mese, le Messe della Comunità colla recita del S. Rosario, Comunione, canti e preghiere ; assistendo a queste funzioni si può lucrare, per concessione pontificia, l'indulgenza di tre anni (1). Il discorso della sera sarà tenuto alle 7 dal Sacerdote Salesiano D. Tommaso Pentore.

La domenica, che occorre fra la Novena, le funzioni cangiano come segue : Al mattino, oltre le due Messe della Comunità, vi sarà alle 10 Messa solenne; alle 3 1/2 di sera, Vespri, discorso e benedizione col SS. Sacramento.

A chi non potesse partecipare di presenza a queste funzioni, noi suggeriamo un apposito libretto di Don Bosco intitolato Nove giorni consacrati all'Augusta Madre di Dio, il quale contiene una considerazione , un esempio ed una pratica per ogni giorno, ed è molto acconcio alla circostanza. Si può avere alla Libreria Salesiana di Torino al prezzo di cent. 20.

Sabato, 23 maggio.

Vigilia della festa di Maria Ausiliatrice.

Verso le 3 pom. nella chiesa di Maria Ausiliatrice si terrà la Conferenza, prescritta in questa circostanza, aì Cooperatori e alle Cooperatrici Salesiane della città e dintorni. Alle 6 1/2 vi saranno i primi Vespri, quindi il discorso e la benedizione, come negli altri giorni della Novena.

Domenica, 24 maggio.

Festa della SS. Trinità e solennità di Maria Aiuto dei Cristiani.

Indulgenza plenaria

a chi confessato e comunicato vìsiterà la chiesa di Maria Ausiliatrice, pregando per la concordia dei Principi cristiani, per l'estirpazione delle Eresie, per la conversione dei peccatori e per l'esaltazione della Santa Madre Chiesa (2).

Mattino. - Alle ore 7 Messa e Comunione; generale. - Alle 10 Messa solenne.

Sera. - Alle 6 Vespri solenni Ai Maria Ausiliatrice, Panegirico, Tantum Ergo e benedizione col Santissimo.

In questo giorno verrà eseguita da oltre 200 voci la musica del seguente programma

Missa Papae Marcelli di Pier Luigi da Palestrina, a voci sole senza accompagnamento (1).

Vespro del M.° C. Giulio Roberti.

Inno del M.° Carlo Galli.

Ave Maria corale a voci sole senza accompagnamento del M.° Cav. R. Remondi. Tantum Ergo, corale a voci sole senza accompagnamento del M.° J. Tomadini.

Lunedì, 25 maggio.

Alle ore 7 del mattino, Messa, Comunione ed altre pratiche dí pietà in suffragio delle anime dei defunti Cooperatori, Cooperatrici e Consorelle di Maria Ausiliatrice.

NB. - Chi desiderasse farsi inscrivere nell'Arciconfraternita di Maria Ausiliatrice troverà persona appositamente incaricata nella sacristia della chiesa.

(1) Breve di S. S. Pio IX di v. m. in data 26 febbraio 1875.

(2) Questa indulgenza, come la suddetta, è applicabile anche alle anime de' defunti. Per Breve dello stesso S. Pontefice Pio IX, in data 29 gennaio 1875, questa si può acquistare da tutti i fedeli in qualunque giorno dell'anno a scelta, purchè visitino la chiesa colle suddette disposizioni e preghino per i sovraesposti fui.

(1) A vie meglio solennizzare la festa della Vergine Ausiliatrice del popolo cristiano in questo anno, cinquantenario dell'Opera di D. Bosco, si stabilì che la Messa da eseguirsi in tal giorno fosse il gran capolavoro del Palestrina intitolato Missa papae.Marcelli_ Non occorre di tessere gli elogi di questa composizione che nel firmamento della musica sacra è proprio il sole. E questa una delle tre Messe colle quali il Palestrina vinse la causa della musica chiesastica, la quale era in gran forse di essere sbandita per sempre dalle soglie del tempio; come quella che, per colpa dei maestri di quel tempo, pareane divenuta affatto indegna. Imperocchè essendosi sottratti quei compositori alle ispirazioni del canto gregoriano, fonte perenne del bello e del sublime, come quello che è più celeste che umano, e lasciandosi andare in balía de' propri capricci avevano sconsacrata, deformata e resa al tutto mondana un'arte che è per sè stessa cosa tutta sacra e divina, i cui primi offizí presso tutte le nazioni erano stati quelli di celebrare la grandezza di Dio.

Ma delle tre Messe dal gran maestro presentate all'esamina che se ne dovea pigliare innanzi ad una congregazione di Cardinali, questa intitolata alla memoria di Papa Marcello, apparve più maravigliosa, sicchè il Cardinal Serbelloni, presidente della Congregazione, si sentì commosso a tanto entusiasmo, da non saperlo meglio sfogare che togliendo dall'Alighieri concetti e parole, sicché uscì in quella terzina che si legge al fine del 10° del Paradiso, là dove il poeta descrive le danze ed i canti dei beati:

Così vid'io la gloriosa ruota
Muoversi, e render voce a voce in tempra
Ed in dolcezza, ch'esser non può nota,
Se non colà, dove il gioir s'insempra.

È questa la Messa che, eseguitasi poi la prima volta pubblicamente nella cappella Sistina alla presenza di Papa Pio IV, celebrando il Cardinal S. Carlo Borromeo, strappò al venerando Pontefice un elogio che mai il maggiore poteva aspettarsi il felice compositore, il quale dovette sentirsi in qualche modo compensato di tutte le fatiche e la trepidazione che la grande impresa ed il supremo cimento, a cui si trovava l'arte sua, gli avevano necessariamente cagionato. Queste dovettero essere, così il Pontefice, le armonie del cantico nuovo, che Giovanni l'Apostolo udì nella Gerusalemme trionfante, delle quali un nuovo Giovanni dà un saggio nella Gerusalemme militante.

Sono tre secoli che il gran lavoro palestriano si eseguisce nella capitale del mondo e delle belle arti ; ma non fu mai che abbia ingenerato sazievolezza, anzi, essa, è come la luce, sempre desiderata. Ne può essere altrimenti, imperocchè concorrono in essa tutte le doti proprio di ciò che è perfetto; la semplicità, la chiarezza, la connessione, l'eleganza, la sublimità dei concetti si uniscono in un tutto bello d'una sovrana bellezza, resa più amabile dalla gravità e dalla castità dei sentimenti, onde tutto il componimento è informato. Insomma si sente che quello è il cantico che la Chiesa cattolica intona al suo sposo celeste, quando ne celebra la bellezza ineffabile e la infinita grandezza.

Non è a dire se si porranno in opera tutte le diligenze, perchè l'esecuzione risponda quanto più sia possibile all'altezza del lavoro e delle due solennità che ne ispirarono la scelta. A questo uopo si raccoglieranno in un sol corpo le scuole di canto dell'Oratorio di S. Francesco di Sales, dell'Ospizio di S. Giovanni Evangelista, del collegio delle Missioni estere di Valsalice con un eletto stuolo di professori e dilettanti della città di Torino, in gran parte antichi alunni nostri, i quali con entusiasmo hanno accettato l'invito. Avrassi pertanto un coro ben disciplinato di oltre 200 voci, le quali nel modo che segue verranno ripartite.

Ai giovani dell'Oratorio sono affidate le parti di soprano e contralto: ai signori professori e dilettanti della città, il secondo coro dei tenori primi e bassi primi, il coro dei tenori secondi e bassi secondi sarà sostenuto dalle rimanenti cantorie sunnominate.

La Messa di Papa Marcello è stata eseguita l'anno scorso a Milano nel Duomo per la solennità della Pasqua sotto la direzione del valoroso cav. Gallignani, e tutti sanno quanta ammirazione abbia destato nella capitale lombarda. Fu eseguita ancora qui a Torino nella chiesa di S. Filippo sotto la direzione dell'egregio Av. Stefano Scala e del maestro Taverna con esito pure molto felice. L'una e l'altra volta lasciò negli animi un desiderio vivissimo di poterla presto riudire: il qual desiderio vogliamo sperare che debba rimaner appagato nel giorno 24 Maggio in tutti coloro che accorreranno nel tempio di Maria Ausiliatrice. La perfetta e nello stesso tempo semplice bellezza di questo stupendo capolavoro non può non essere gustata da chicchessia, ma certo coloro, che a questo severo genere sono per istudi opportuni, o almeno per qualche uso hanno l'animo già temperato e disposto, costoro sono quelli che maggiormente ne andranno paghi e contenti.

GRAZIE DI MARÌA AUSILIATRICE.

(Dai registri del Santuario). La Benedizione di Maria Ausiliatrice.

Il giorno 27 Ottobre ultimo scorso fu condotta sovra un carro al nostro Santuario una disgraziata giovane sui 22 anni, la quale sembrava pazza o maniaca. Non fu possibile introdurla nel tempio, perché avrebbe spaventato il popolo in quel giorno accorso in folla per le Quarant'ore Solenni; perciò, fatto introdurre il carro nell'istituto, l'inferma fu violentemente trasportata in sacristia dai custodi che l'avevano accompagnata. Da circa due mesi era diventata muta e dava in tali stranezze da incutere pietà e spavento. I medici non le potevano recare alcun rimedio e non seppero dar ragione alcuna di quel male.

Introdotta l'inferma nella sacristia del Santuario, stette per breve come estatica a rimirare i quadri e le tavolette votive ; ma appena il sacerdote, impostasi la stola, incominciò a recitare le solite preci per la benedizione di Maria Ausiliatrice, si riscosse e girava smaniosa qua e colà, trascinando seco i custodi con incredibile forza. Il sacerdote la benedisse e le fece imporre al collo una medaglia di Maria Ausiliatrice. Giorni sono ritornò pienamente guarita colla famiglia portando un cuore d'argento. Con gioia indicibile raccontavano quei buoni parenti, che l'inferma, dal giorno in cui ricevette la benedizione e la medaglia di Maria Ausiliatrice, incominciò a parlare ed a riacquistare le perdute facoltà, in guisa che dopo poche settimane era pienamente guarita.

Essa non ricordava più nè punto nè poco dell'accaduto, nè del Santuario in cui era stata benedetta, ma univa tuttavia ben di cuore la sua preghiera di ringraziamento alla Celeste sua Liberatrice.

Il nome dell'inferma è Carolina Guazzo di Grana (Monferrato).

Relatore Sac. ANTONIO DAMILANO.

Nostro dolore. - Ci duole assai non poter qui per ora riportare le altre innumerevoli relazioni di grazie, per la pubblicazione delle quali ricevemmo da molti ripetutoistanze. Ve ne ha di quelle commoventi consolantissime, e che pubblicate potrebbero ravvivare a mille doppi la fede e la divozione dei lettori; ma pur ci è forza tramandar ciò ai Bollettini di altri mesi.

Tuttavia, ciò che non facciamo in questo mese in queste pagine, l'abbiam fatto in parte nel fascicolo di Maggio delle Letture Cattoliche il cui titolo è

L'invocammo e ci esaudì

È un volumetto di 150 pagine tutte spiranti fede e riconoscenza. Il compilatore Sac. Gio. Batt. Lemoyne vi premette brevi ma toccanti pensieri a mo' di prefazione, e poscia distribuisce in 64 capitoli le diverse relazioni di Grazie. Eccone qui accennati alcuni

Invocai Maria e fui esaudita - Miracolosa guarigione di un bambino - La S. Comunione ad onor di Maria SS. - La lettura delle grazie di Maria Ausiliatrice - La speranza di quelli che soffrono - Un male incurabile - Non si confida invano nella Madonna - Atto di riconoscenza alla Vergine SS. - Una malattia cronica guarita per l'intercessione di Maria Ausiliatrice - Efficacia di una novena - Maria conserva una madre all'amore dei figli - Maria SS. mia difesa - La Tesoriera delle grazie - Un voto a Maria Ausiliatrice - L'immagine di Maria Ausiliatrice - Adempi le promesso fatte - Una Messa nel Santuario di Maria Ausiliatrice in Torino - Maria. SS. ama i fanciulli - Un padre di famiglia salvato per l'intercessione di Maria Ausiliatrice -Campi preservati dall'inondazione - Un buon consiglio - Guarigione di una violenta paralisi --Un Triduo in ringraziamento a Maria Ausiliatrice per duplice grazia - Un'offerta per la facciata del tempio di Maria Ausiliatrice - Da morte a vita - Una famiglia ai piedi di Maria Ausiliatrice - Una grazia di suprema importanza - La miracolosa medaglia di Maria Ausiliatrice - Le preghiere suggerite da D. Bosco per ottener grazie da Maria - La pace in famiglia - Una conversione in punto di morte - Una fanciulla agonizzante - Convulsioni calmate - Emorragia cessata per la medaglia di Maria Ausiliatrice - Una vocazione religiosa conservata - L'onore e la libertà rivendicati per grazia della Madonna - Una visita alla Chiesa di Maria Ausiliatrice in Torino - L'innocenza scoperta e la riabilitazione d'un povero giovane - Son guarita per Maria - Un colpo di rivoltella - Che si deve fare in casi disperati? - Maria Ausiliatrice pei poveri orfani di D. Bosco - Una povera madre afflitta per la cattiva condotta del figlio - Un'irreparabile sventura.

Conferenza di Maria Ausiliatrice

Il Regolamento della nostra Pia Unione prescrive due conferenze all'anno, la seconda delle quali per la festa di Maria Ausiliatrice.

Ci raccomandiamo perciò ai Direttori, ai Decurioni ed ai Cooperatori che fossero nella possibilità di ciò fare, che si diano premura di organizzare tale conferenza. Potrebbero servire all'uopo le norme da noi date su tale argomento nel Bollettino del mese di Gennaio ultimo scorso.

Ove si credesse meglio trasferire questa conferenza per ragionevoli motivi ad altro mese, come in certi paesi di campagna, nei quali nel tempo di villeggiatura i Cooperatori sono più numerosi, se ne dia avviso ai Cooperatori della rispettiva decuria.

Il Cinquantesimo Anniversario DELLA PRIMA MESSA DI D. BOSCO

Son cinquant'anni !

Era il 1841, quando D. Bosco celebrava per la prima volta l'incruento Sacrifizio della S. Messa. Il gaudio di una famiglia, l' esultanza di tutto un villaggio, la gioia di quanti lo conoscevano lo accompagnarono al Santo Altare.

- Quis putas sacerdos iste erit? Che sarà di questo sacerdote? andava dicendo il popolo. - Chi fu? diciamo ora noi. - Ei sarà, ei fu D. Bosco! Questo nome dice assai, dice tutto pei nostri lettori.

Coll' affetto di figli affezionatissimi pensiamo al padre, al benefattore, al maestro, al duce , all' astro più fulgido di nostra vita... pensiamo a D. Bosco e ci par di vederlo, di udirlo, lo sentiamo vivo, vivissimo d'immortale vita e nell' eternità e nella nostra mente e nel nostro cuore.

Oh come sospirammo per anni molti il giorno 24 Maggio del 1891! Il giubileo sacerdotale di D. Bosco era uno dei nostri voti più ardenti e giocondi. Il sole di quel dì sarebbe stato più bello, più ridente il cielo, più lieta la terra. I figli dai lontani lidi sarebbero venuti al padre, ed il santo vegliardo circondato da mille cuori ascendere l' altare, celebrare con estasi di paradiso i Santi Misteri e pregustare quelle gioie che Dio prepara nei tabernacoli eterni a quelli che lo amano

Sognammo e sospirammo, ma Dio non ci esaudì.

E che faremo noi? Nulla c' imporrà la memoria di lui in quel giorno tanto solenne e caro, nel quale compierassi il cinquantesimo anniversario della ordinazione sacerdotale di D. Bosco?

Noi alzeremo le voci al Cielo in segno di riconoscenza immensa verso l' Altissimo che ci diede un tanto padre, circonderemo con solenne giubilo l' altare di Maria Ausiliatrice , di quella celeste Regina e Dispensiera di grazie, al cui tenerissimo amore D. Bosco aveva consecrato mente e cuore, vita ed opere, se stesso ed i figli suoi. Alzeremo sopra gli altari, e riceveremo in cuore in unione di spirito con lui l'Ostia viva di pace e di amore. Da lui imparammo a conoscere Gesù, da lui udimmo quelle solenni parole : Figli miei, la frequente Comunione e ben fatta, ecco il testamento del padre vostro. E ci benedirà, benedirà ai giovanetti alunni ed alle opere tutte dei suoi figli, benedirà ai Cooperatori ed alle Cooperatrici delle sue imprese, e saremo come un'immensa famiglia raccolta altra volta alla memoria, allo spirito, al cuore del padre.

Viva Don Bosco! Rimembranze soavi e belle di anni giocondi ritornate festose a noi. S' intuoni l' inno ed eccheggino gli armoniosi concenti. I sacri bronzi suonino a festa, i drappi preziosi rivestano il tempio, cerei e fiori inghirlandino l'al tare ed il sacro ministro incominci il rito solenne.

Gesù Benedetto, venite a noi e di. noi abbiate pietà. Kyrie eleison ! Christe eleison? Gloria all' Altissimo e pace in terra agli uomini di buon volere. Ti lodiamo, o Signore, ti benediciamo, a te siero grazie infinite. La virtù degli Apostoli discenda in noi, la parola del tuo Vangelo suoni efficace sempre sul labbro nostro e sia da noi portata alle più lontane terre, a cui sospirò il nostro buon padre. La tua fede sia la nostra vita e la vittoria nostra. A te sieno offerte le ostie immacolate sulle ali delle nostre opere. Ma deh! vieni, o Gesù, vittima incruenta ed onnipotente. Prostratevi, o genti, Egli è con noi. Contempla, o Eterno Iddio, il tuo Unigenito Gesù è nell' anima nostra, nostro alimento, e vita della nostra vita. Che abbiam da invidiare al Cielo? Si sollevino fidenti e giubilanti le nostre preci, noi siamo nei tabernacoli santi.

Il mistero è compiuto ! Iddio ci benedica e ci salvi. Ave Maria ! Il saluto a te, o Vergine Madre,, nostra speme e nostro aiuto, rifugio e conforto, arca di salute e torre di fortezza... tu prega per noi, tu ci guida sulle orme del Padre e fache un giorno possiam tutti intonare con lui gli eterni osanna colà, ove tu siedi regìna incoronata di gloria, e dove facciamo voti che viva e splenda lo spirito immortale del nostro caro D. Bosco.

Nel libro XXV del Levitico sta scritto Sanctificabis annum quinquagesimum... ipse est enim iubilaeus... Santificherai il cinquantesimo anno, perocchè egli è l' anno del giubileo. Come già altre volte ricordammo, il giorno della Santissima Trinità del 1841 D. Bosco celebrava con ineffabile divozione la sua Prima Messa. L'otto Dicembre del medesimo anno, festa dell'Immacolata Concezione, D. Bosco dava principio per un caso, che parve fortuito, all' opera degli Oratorii, perciò l' anno presente 1891 porta l' anniversario di due fatti di prima importanza per la Pìa Società di S. Francesco di Sales.

Per un incontro provvidenziale poi il giorno della Santissima Trinità cade in quest'anno al 24 Maggio, festa di Maria Ausiliatrice. Ne sia ringraziato il Cielo. Sit nomen Domini benedictum ! E ben giusto adunque che quel giorno sia doppiamente solenne per noi. Sit nomen Domini benedictum, ex hoc nunc et usque in saeculum.

Come celebrare questo cinquantesimo Anniversario.

Molti ci domandarono in qual modo pratico convenga commemorare il cinquantesimo anniversario della ordinazione sacerdotale di D. Bosco.

Noi lasciando ampia facoltà allo zelo di ognuno di fare quanto meglio si crederà nel Signore, ci limitiamo a pubblicare alcuni progetti presentatici da cuori affezionatissimi alla memoria del compianto nostro Padre.

1. Celebrare con particolare slancio di fede e di divozione la festa di Maria Ausìliatrice , che, per provvidenziale incontro , sarà in quest'anno il giorno medesimo del detto anniversario.

2. Indirizzare le sacre funzioni, le altre preci e pratiche di tale solennità, in ringraziamento al Signore ed alla Beata Vergìne Ausiliatrice, d'averci dato un Sacerdote che per noi fu motivo di tanto bene, ad implorare che le sue preziose virtù rivivano nei suoi figli e nei suoi Cooperatori e che si moltìplichi ìl numero dei Sacerdoti a lui somiglianti., a bene dell'umanità, a gloria della Chiesa ed a sostegno delle opere Salesiane.

3. Mandare aiuti al suo Successore, il sìgnor Don Michele Rua, aiuti che lo pongano in grado non solo di mantenere, ma di svìluppare ogni giorno più, con inces sante progresso, le opere lasciategli così numerose.

4. L'opera poi che in questa occasione non va dimenticata, si è quella che va compiendosi nel santuario di Maria Ausiliatrice, come monumento a Don Bosco. È opera raccomandatissima a tutti gli amici ed ammiratori di D. Bosco.

5. Infine non tralasciamo di raccomandare alla Beata Vergine in questa solenne ricorrenza la sempre cara memoria di D. Bosco, qualora avesse ancor bisogno di suffragi, e tutte le sue opere a cui è fonte di vita la protezione di Maria.

Visita alla tomba di D. Bosco.

La tomba che racchiude le mortali spoglie di D. Bosco, è, come altre volte già ricordammo, nel Collegio Valsalice, o Seminario per le Missioni Estere Salesiane.

Per chi discende in Torino alla stazione ferroviaria detta di Porta Nuova , per muovere a detto Collegio, non ha che da volgersi al vicino ponte di ferro sul Po, col quale termina il corso Vittorio Emanuele ed incomincia la via Valsalice. Su questa via, dopo cinque minuti di cammino in amena valle e lungo il rio Salice , leggesi a sinistra sopra umile porticina : Collegio Valsalice.

Questa porta si apre le mille volte lungo l'anno a molti che vengono dalla città e da lontani paesi per pregare sulla tomba di Don Bosco, e non si dovrà aprire il giorno 24 del prossimo Maggio che segna una data importantissima per la memoria del compianto nostro Padre ? Quanti perciò vorranno in detto giorno, come in altri e prima e dopo, recarsi a recitare un De profundis su quella tomba, troveranno chi farà loro fratellevole accoglienza e di buon grado potranno soddisfare la loro pietà.

Questo abbiamo scritto indotti dalle varie domande ricevute in proposito da ottimi Cooperatori e pie Cooperatrici.

VIAGGIO DEI MISSIONARII SALESIANI.

I nostri lettori, se ben si ricordano, lasciarono la nuova spedizione di Missionari Salesiani nella Chiesa di Maria Ausiliatrice in Torino la sera del 4 febbraio scorso, nel momento in cui prendevano le mosse alla volta della Francia, per imbarcarsi gli uni il 7 e gli altri il 12 di detto mese.

Il primo gruppo, più numeroso, si componeva di 19 Missionari e 5 Suore di Maria Ausiliatrice, destinati la. maggior parte per la Terra del Fuoco ed alcuni per rinforzare il personale delle nostre Case del Chili. Questi dovevano imbarcarsi a Bordeaux il 7 febbraio.

Partiti da Torino alle 11 di notte, arrivarono a Lione alle 9 antim. del 5 febbrajo, insieme con D. Rabagliati, capo della spedizione, ed un altro Sacerdote dell'Oratorio incaricati di accompagnarli fino al porto. Colà una fermata di sei ore permise loro di realizzare un programma caro al cuore del nostro Superiore D. Rua, e che recò loro non poche consolazioni. Detto programma consisteva nel fare un pellegrinaggio al Santuario di Fourvière, recarsi a ricevere la benedizione di S. E. il Card. Arcivescovo di Lione e visitare il Consiglio Centrale della Propagazione della Fede, ed il tempo benchè breve ne dava loro comodità.

Alla stazione di Perrache erano aspettati da' nostri benefattori, donde alcune vetture da questi preparate li trasportarono alla funicolare di S. Iust.

«.... Arrivati a Fourvière alle 10, scrive l'Écho de Fourvière, i Sacerdoti celebrarono la S. Messa e gli altri ricevettero la Comunione all'altar maggiore dal loro Superiore. Tra la Messa e la Benedizione del SSmo. il R. Can. Pater, rettore del Santuario, volle dar loro il benvenuto e l'addio tra l'emozione di numerosi fedeli che riempivano la vasta navata. - Io non posso, venerabili e cari religiosi, non posso lasciarvi partire, senza indirizzarvi i nostri augurii e i nostri voti. Voi siete i figli d'un Santo, la cui vita fu un continuo miracolo. Noi conserviamo di lui un prezioso ricordo. L'abbiam visto più volte a Fourvière a celebrare i santi misteri, mescolando le lagrime della sua divozione col sangue adorabile di N. S. Gesù Cristo. Le moltitudini s'affollavano intorno a lui , come intorno al venerabile Curato d'Ars, di cui egli riproduceva le virtù unitamente a quelle del vostro patrono S. Francesco di Sales. Un giorno qui egli raccontò le glorie della nostra Cappella e le grazie segnalate che hanno spinto i Lionesi ad innalzare a Maria uno de' più bei Santuarii del mondo cristiano. Voi a Torino celebrate splendide feste in onor di Maria Ausiliatrice, e noi qui cerchiamo di rivaleggiarvi nella manifestazione del nostro amore per Maria Immacolata. Prima di partire, gradirete una lettera pastorale del nostro Card. Arcivescovo, nella quale leggerete tutta la storia della S. Vergine su questa collina. Qui la Madre di Dio è particolarmente la Regina degli Apostoli e de' martiri. Diciannove mila Cristiani hanno tinto del loro sangue le fondamenta di questa Chiesa. Questo sangue fu la semente feconda, che ha prodotto, più tardi, la grand'Opera della Propagazione della Fede. Dopo di loro, i missionari che passar dalla nostra città per recarsi in lontane missioni, non mancano di venire ad inginocchiarsi ai piedi di quest'altare; tra gli altri qui venne il Beato Pietro Perboyre ed i suoi valorosi compagni. Noi ci ricorderemo sempre anche di voi. Andate a portar il Vangelo ai popoli selvaggi della Patagonia, ove v'attendono già centinaia di vostri fratelli, là condotti da una forza misteriosa. Addio; i nostri cuori vi seguono nel vostro viaggio, e voi ricordatevi pure di noi nelle vostre preghiere. Che possiamo far un cuor solo ed un'anima sola e noi pure ripetere le parole del Salmista: Ecce quam bonum et quam jucundum habitare fratres in unum. Ma quest'ora benedetta non è che l'aurora d'un giorno immortale, dove noi speriamo di trovarci nella felicità sempiterna del Paradiso. -

» Son queste le idee espresse dall'esimio Rettore del Santuario nella commovente sua allocuzione. Usciti dalla Cappella i missionari presero un po' di colazione, ben necessaria dopo il lungo digiuno del viaggio; poi furon condotti a visitare la novella Chiesa. Discendendo dalla montagna venerarono la cripta di S. Pothin. »

I numerosi fedeli, accorsi dietro avviso dell'Écho de Fourvière, quasi tutti Cooperatori, il suono dell'organo, la calda e cordiale parola del Can. Pater, l'aria devota di quella Cappella, ed in fine la benedizione del SSm°. che ha coronata questa festa di preghiere, tutto contribuì a render solenne e cara questa visita de' figli di D. Bosco alla Vergine di Fourvière.

Il prelodato Canonico ebbe poi il delicato pensiero di scrivere tutti i nomi dei Missionari, e racchiuderli in un Cuore, che resterà alla Basilica quale ex-voto de' Salesiani.

Furono ricevuti poscia benevolmente da S. E. il Cardinale Arcivescovo di quella città, il quale ebbe la bontà d'intrattenersi con loro alcuni istanti e d'impartir loro la sua pastoral benedizione.

Alla residenza del Consiglio Centrale della Propagazione della Fede furon accolti dal Presidente il Sig. de Garets, dal Segretario generale il Sig. de Bozière, e da molti altri membri del Consiglio. Pressati dal tempo i Missionari non poterono dare che un colpo d'occhio ai preziosi tesori del Museo; ma da questo pellegrinaggio alle reliquie dei martiri, partiti un giorno essi pure alla conquista delle anime, ne riportarono profonde impressioni di fede, di zelo, e se ci è permesso, di sante speranze...

Alle 3,25 pom. erano già in treno per Bordeaux. I capi-stazione e tutti gli impiegati delle ferrovie da Lione a Bordeaux si sono mostrati oltremodo gentili inverso dei nostri viaggiatori, disponendo un' apposita carrozza per loro soli ed usando molte attenzioni. Noi esprimiamo loro la nostra più viva riconoscenza, anche per parte dei nostri Missionari.

Dopo una notte rigidissima arrivarono a Bordeaux alle 8,24 antim. del 6 febbrajo. S. E. l'Arcivescovo aveva tutto ben disposto per dar loro cordiale ospitalità. Le Suore di M. A. furono ricevute presso le Dame della S. Famiglia, ed i Missionari al gran Seminario, dove, cinque anni or sono una delle prime spedizioni Salesiane per l'America del Sud veniva pure ospitata con una bontà che D. Bosco non potè mai più dimenticare.

Presentati gli omaggi di D. Rua a S. E. l'Arcivescovo Mons. Lécot e ringraziate le Dame della S. Famiglia dell'ospitalità data alle Suore, D. Rabagliati ed il sacerdote partito da Torino accompagnano sul bastimento i Missionari. Tutto è pronto per la partenza. Sono le 2 pom. del 7 febbrajo. Convien separarsi. Tra la più profonda commozione si ripete l'addio; il vapore l'Aconcagua leva l'ancora e maestosamente s'incammina.

D. Rabagliati ed il compagno commossi fino alle lagrime, ringraziati i Superiori del Gran Seminario della generosa ospitalità ricevuta, lasciano Bordeaux e tornano a Marsiglia, ove s'uniscono coll'altro gruppo destinato per la Colombia.

Viene il giorno 12. Questi pure debbono imbarcarsi. Accompagnati da' nostri confratelli dell'Oratorio della Provvidenza e di S. Margherita prendono posto sul Ferdinand de Lesseps, il quale pure alle 5 pom. leva l'àncora e s'allontana dal porto.

Addio, o valorosi Missionari! Andate fidenti, che le preghiere di migliaja e migliaja di confratelli, di giovanetti e di Cooperatori, vi accompagnano nel vostro cammino e vi seguono fin sul campo delle vostre apostoliche fatiche. Andate ad aiutare i nostri fratelli, andate a dilatare il regno di Cristo. Nelle prove e nei cimenti ricordatevi di Maria, nostro aiuto e nostra difesa. Di voi, dei vostri sudori, dei selvaggi da voi convertiti ci torneran sempre care le notizie. Mandatene, mandatecene pure sovente, che noi ed i nostri Cooperatori le leggeremo sempre con grande piacere.

CONFERENZE SALESIANE

Nella chiesa parrocchiale di S. Francesco da Paola IN TORINO.

(Dall' Unità Cattolica).

La Conferenza salesiana, tenutasi nella Real Chiesa di San Francesco da Paola dal sacerdote salesiano Trione, il quale vi predicò la Quaresima con sì grande concorso e soddisfazione, non poteva riuscire più numerosa e imponente. Recitatasi prima la corona del santo Rosario, il conferenziere incominciò la sua esposizione : accennò alla patria, infanzia e gioventù dell'uomo di Dio, che formava il suo tema, Don Bosco; descrisse in modo commovente i primi fatti del suo apostolato in mezzo alla gioventù; narrò l'o rigine, il successivo progredire dell'Oratorio salesiano in Valdocco; fece conoscere le altre innumerevoli Istituzioni sòrte quasi per incanto in moltissime città dell'Italia, di Francia, di Spagna, Belgio, Inghilterra, Austria, Svizzera; molto eloquentemente tratteggiò il grande bene che compiono i missionari salesiani nell'America del Sud e in varie isole; i fatti dal conferenziere narrati provano quanto grati debbano essere a questi missionari gli emigrati italiani in quelle lontane regioni, i quali ne ricevono spirituale e materiale assistenza negli ospedali, e nelle parrocchie, negli ospizi o collegi che essi Salesiani , coadiuvati dalle Suore Figlie di Maria Ausiliatrice , hanno in gran parte aperti in quasi tutti gli stati dell'America meridionale.

Gli emigrati italiani e i figli loro, come ben dimostrò l' eloquente conferenziere, furono oggetto di molte cure dei Salesiani fino dalla prima spedizione che fece l'immortale Don Bosco de' suoi missionari; i suoi collegi e laboratorii dell'America ne ricettano oggidì parecchie centinaia.

Sorprese l' uditorio il numero stragrande di sacerdoti, chierici, catechisti, capi d'arte, tutti appartenenti a questa mirabile pia Società, i quali in così poco dì tempo si sparsero in quelle regioni americane per evangelizzare il selvaggio o per raccogliere, istruire ed educare nel bene migliaia di giovinetti indigeni ed italiani immigrati. Non dimenticò le duecento e più figlie di Maria Ausiliatrice, che dividono le fatiche a pro del sesso femminile in quelle lontane contrade. Spiegò come Don Bosco, questo nuovo San Vincenzo de' Paoli, compiesse coraggioso tante opere di religione e di pubblica beneficenza, fidando nella divina Provvidenza, la quale noti gli venne mai meno anche nelle maggiori angustie. Espose il suo sistema educativo o pedagogico, tutto religioso, tutto morale.

È morto Don Bosco; tutte le sue opere continuano, anzi sono, ampliate ed altre nuove sorgono con meraviglia e vantaggio generale.

La parola del sacerdote Trione è spontanea, facile; nel suo dire concitato, insistente, accalorato si appalesa l'intima persuasione. Si rimane fermi, immobili l'ora intiera ad ascoltarlo; lo si segue nelle brevi, ma vive descrizioni, nei ragionamenti, nelle narrazioni, che si alternano, si collegano e poi riescono a riempirvi l'animo commosso di persuasione, senza che la mente senta fatica alcuna; il dire di questo giovane, ma eloquente oratore, non è studiato, ma ad un tempo è in lingua pura e nitida, che gli fiorisce in sulle labbra senza stento o esitazione alcuna. Si chiuse la commovente funzione colla benedizione del SS.mo Sacramento, impartita da monsignor Trucchi, curato della SS. Annunziata parroco decano della città. Sappiamo che la questua fattasi in chiesa da varii nobili giovani produsse una cospicua somma a beneficio totale delle Opere salesiane . E questo sarà un nuovo argomento per dimostrare che la carità in Torino è inesauribile, principalmente quando trattisi di apportare aiuto alle imprese di religione e di beneficenza.

G. B. A.

Le Opere di D. Bosco e il Cardinale Bausa Arcivescovo di Firenze.

Si legge nel Giorno, (corriere fiorentino)

« Domenica, 15 Marzo, all'ora prestabilita Sua Eminenza il Cardinale Agostino Bausa, nostro Arcivescovo, fece il suo ingresso nella chiesa di S. Firenze ricevuto dagli ottimi Padri di quell'Oratorio, e fatta adorazione del Santissimo Sacramento prese il posto a lui riservato; mentre il prof. Don Febraro, Direttore dell'Asilo

I Salesiano di questa città, poco dopo ascendeva, il sacro pergamo per fare all'affollato uditorio l'annunziata conferenza, che si è aggirata sulle opere della Società Salesiana compiute durante l'anno 1890 in tutto il mondo, dimostrando il gran bene che essa è destinata a fare alla Umanità e delineando i varii mezzi che a raggiunger tale bene sono necessari ad abbracciarsi.

» L'Opera di Don Bosco è una di quelle innumerevoli gemme che sfolgorano sul manto prezioso della Romana Sposa di Nostro Signor Gesù Cristo, nella quale l'impronta dì Dio vi si scorge a così chiari segni, che il volerla negare sarebbe la più stolta delle follìe che potesse commettere un uomo sebbene nato in questo secolo di vera stoltezza.

» Sorta poco prima della metà del secolo attuale, come, infatti, avrebbe potuto prendere uno sviluppo sì vasto, se la Divina Provvidenza come Madre benigna ed amorosa non l' avésse voluta per opporre un argine all'irrompente fiumana del Socialismo che minaccia terribilmente la Società?

» L'opera di Don Bosco sembra ancora destinata ad essere una smentita permanente a quella sfacciata ed empia incredulità, che si va oggi spargendo a piene mani nelle menti educate come in quelle incolte, poichè sorta e cresciuta con mezzi prodigiosi, nel prodigio vive, prospera e si dilata a gran passi.

» Infatti l'egregio Direttore ci ha fatto sapere che alla fine del 1890 esistevano, sostenute mediante le generose offerte fatte o raccolte dai Cooperatori e dalle Cooperatrici, 250 case, nelle quali i fanciulli mantenuti ascendevano a 200,000. Che nuove case sono state fondate in Italia, in Francia, in Spagna, oltre all'avere ricevuto un potente incremento le Missioni dell'America Meridionale con l'apertura di Ospizi in vari Stati di quelle lontanissimo regioni, ove i Salesiani sono destinati ad apportare gran bene. Nella Patagonia soltanto, terra di selvaggi, dopo aver superate gravi e pericolose difficoltà vi sono oggi stabiliti una cinquantina di missionarii i quali hanno già battezzato gran numero di indii.

» Lo sviluppo e il mantenimento di queste opere colossali è affidato alla Divina Provvidenza; tanto è vero, che nel giorno della morte di Don Bosco non vi era denaro per pagare il pane. E la Divina Provvidenza provvede; e le opere vivono non solo, ma si dilatano, si dilatano fino ad ingigantire; e cosa è questa se non una umiliante confusione per lo scetticismo, di cui si ama oggi far pompa, e un trionfo splendido di quella fede benefica che si vorrebbe radiata dalla faccia della terra?

» La lettura della Conferenza dello zelante Salesiano è riuscita, oltrechè interessante, di molta edificazione, perchè ha rivelato in quell' eletto stuolo di giovani apostoli tanti cuori pronti al lavoro, al sacrificio per l'onore e la gloria di Dio, per la salvezza della umana famiglia; e degni in tutto di essere coadiuvati, soccorsi abbondantemente, perchè possano compire la santa loro missione con frutto pari allo zelo da cui sono animati. È vero che essi dispongono di una schiera di centomila fra Cooperatori e Cooperatrici, dai quali ritraggono soccorso e conforto; ma la carità non ha misura ed ha bisogno sempre di espandersi. Innumerevoli sono le richieste per l'apertura di nuove case; immensi sono i bisogni che in ogni parte si riscontrano, giacendo a migliaia e milioni i ragazzi per le vie a marcire nel lezzo della più letale corruzione; perciò l'opera di Don Bosco, diretta a levare il ragazzo dalle vie del delitto e ad educarlo pel Cielo, merita, è dovere di soccorrerla.

» E che sia ciò vero lo ha dimostrato il discorso pronunziato da Sua Eminenza dopo terminata la conferenza del dottore Don Febraro, avendo dato con esso le più ampie testimonianze della sua ammirazione, della sua piena soddisfazione per opera sì eccelsa, la quale, Egli ha detto, riunisce lo spirito di carità di S. Vincenzo de' Paoli e lo spirito di dolcezza di San Francesco di Sales; ed ha promesso tutto il suo appoggio, professandosi grato ai Salesiani che gli procurano allievi religiosi, disciplinati e buoni operai. »

Ci rincresce assai di non poter avere l'intiero discorso di S. E. R.ma il Card. Bausa, che tornerebbe senza dubbio gradito a tutti i nostri lettori. Ci contenteremo di presentare loro un. sunto di ciò che disse in più di 3/4 d'ora e con vero entusiasmo delle Opere nostre.

- L'interessante relazione udita ci ha riempito di ammirazione e di gaudio.

- Ad aggiungere alcune parole mi dà occasione un detto sfuggito al relatore, quando disse : Dori Bosco è morto. Ed io dico : Don Bosco è vivo: il suo spirito vive ancora quaggiù, vive ancora nelle sue istituzioni e nei suoi figli, i Salesiani, come lo spirito di Elia rapito al cielo si raddoppiò in Eliseo, che continuò ad operare prodigi sulla terra. E qual è lo spirito dei Salesiani? Quando dodici anni or sono fui invitato ad assistere ad una adunanza nella vicina chiesa di Badia, ove una pia società si proponeva di erigere un monumento vivente alla memoria di Pio Nono, ci si domandava di qual genere d'istituto ci fosse bisogno nella nostra Firenze. C'erano i Calasanziani, c'erano gli Oratoriani, c'erano molte altre belle ed utili istituzioni. Ce ne voleva una che possedesse lo spirito di tutte, e si invitarono i Salesiani. Contava quell'istituto qualche anno fa poche diecine di alunni; ora sono ben duecento. Ma qual è lo spirito dei Salesiani? L'Europa è agitata violentemente ; e quali sono gli agitatori? Gli operai. Ed ecco Don Bosco e i suoi Salesiani accogliere i figli degli operai, perchè crescano laboriosi e morigerati. - Un altro pericolo sovrasta ai giovani nelle scuole, da cui essendo sbandito il catechismo, potranno uscire uomini dotti nelle scienze profane, ma non istruiti certo nella scienza di Dio e dello spirito cristiano. E i Salesiani accolgono nelle scuole i giovanetti, e colle scienze infondono loro la morale e la religione. - Altro pericolo ha la presente società nella gioventù abbandonata o per incuria o per impotenza dei genitori. E i Salesiani raccogliere questi fanciulli, e colla disciplina e colla sorveglianza istruirli alle costumanze civili, e colle pratiche religiose ritrarli dalla via del malfare e formarne onesti cittadini e buoni cristiani. - E per raccogliere in una sintesi verissima le cose dette, ripeterò Don Bosco vive; e il suo spirito trasfuso nei Salesiani è uno spirito vasto, multiforme nel bene come molte sono e belle e grandi le opere della Chiesa; è lo spirito operoso di S. Vincenzo dei Paoli e di S. Giuseppe Calasanzio; è lo spirito mansueto e dolce di S. Francesco di Sales nella conversione dogli infedeli; è lo spirito di S. Filippo nella istituzione degli Oratori festivi.

- Ed io perciò di gran cuore accordo ai Salesiani tutto il mio favore. Sono anzi io stesso riconoscente a loro del bene che fanno alla gioventù nella nostra Firenze, e mi congratulo ben di cuore con voi, o miei buoni concittadini, che così bene sapete apprezzare e far fiorire tra voi queste così care e benemerite opere di D. Bosco.

I Barcellonesi.

Ricaviamo dalla Revista Popular di Barcellona

« Il 16 di gennaio si tenne la Conferenza dei Cooperatori Salesiani di questa città. Si è anticipato in ossequio al Prof. D. Celestino Durando, il quale passava a visitare le Case dell'Istituto. La musica dei laboratori Salesiani rallegrò la pia funzione con scelti pezzi. Il Rev. P. Jacas della Compagnia di Gesù, con un forbito discorso fece conoscere i grandi vantaggi che godono coloro che cooperano all'Opera di D. Bosco. »

Nella Colombia.

I nostri Confratelli di Bogotà nella Colombia, per dare maggior solennità, volevano aspettare a tener la Conferenza, prescritta sulla fine di gennaio, all'arrivo del loro Direttore D. Evasio Rabagliati, che di quei giorni appunto doveva partire da Torino. Ma quei zelanti Cooperatori non vollero si ritardasse. - Ciò che è prescritto a S. Francesco, si faccia a S. Francesco ; all'arrivo del Direttore si farà altro. - Bisognò obbedire. Essi s'incaricarono di mandare i debiti inviti. Presiedette un Vescovo. Un buon signore, che non potè per infermità intervenire, mandando a fare le sue scuse, annunziava che egli aveva una bella somma a disposizione dell'Opera Salesiana di Bogotà, A condizione che si incominciasse la fabbrica di una grandiosa chiesa a Maria Ausiliatrice con a lato due Collegi, uno per i Salesiani e l'altro per le Suore di Maria Ausiliatrice. Arrivando Don Rabagliati si vedrà di scegliere un posto dove collocare la prima pietra di sì bell'edificio.

DONNA DOROTEA CHOPITEA DI SERRA

ILLUSTRE NOSTRA COOPERATRICE.

Mentre si celebravano le solenni feste Pasquali, i Salesiani tutti ed i giovanetti dei nostri Collegi, specialmente di Spagna e dell'Oratorio di Torino, trepidavamo per una preziosa esistenza da crudo malore minacciata. La Signora DOROTEA CHOPITEA di Barcellona, insigne nostra benefattrice, la Mamma, anzi l'Angelo dei Salesiani e delle Suore di Maria Ausiliatrice di Sarrià-Barcellona veniva colpita da violente polmonite, che in pochi giorni la ridusse in uno stato da fortemente temere. Per iscongiurare il pericolo e la disgrazia che sovrastava a noi ed alla diletta sua famiglia, innalzammo fervide preci a Dio ed a Maria Ausiliatrice. Ma indarno ! La Signora Dorotea non è più. Sul meriggio del 3 aprile volavasene al cielo. Ella ci ha abbandonati nel pianto, per andare a ricevere il premio delle innumerevoli opere di carità che fece a pro dei poverelli ed a vantaggio della Chiesa di Cristo.

Noi già pregammo e facemmo pregare i nostri giovanetti per la sua bell'anima; ed ora in segno di riconoscenza per quanto fece poi nostri orfanelli, ad esempio dei nostri benefattori ed a sollievo della desolata famiglia, produciamo qui una delle tante corrispondenze che di quei giorniri cevemmo da Barcellona   .

Barcellona - Domenica 12 Aprile 1891.

CARISSIMO SIG. DON RUA.

M'immagino quanto dev'essere giunta dolorosa al suo cuore la notizia che la Signora Dorotea è morta ! La mamma dei Salesiani di Sarrià, come soleva affettuosamente chiamarla Don Bosco, non è più! L'anima sua bella fu rapita, ed a noi non rimane che a piangere sul freddo marmo che racchiude la venerata salma.

Ma no; non è vero che solo ci rimanga a piangere. All'ombra della sua croce ricorderemo la carità, gli ammaestramenti, la esimia pietà di cui ci lasciò così splendido esempio; ricorderemo che la sua felicità eterna la deve al corredo di elette virtù di cui arricchì l'anima sua ; al disprezzo dei piaceri e di quelle ricchezze, che invece di godere, volle dividere coi poverelli di Cristo, volle distribuire tra le opere di religione e di carità , volle impiegare unicamente in opere di beneficenza. Non vi era pubblica o privata sciagura a cui ella non corresse in aiuto. Il suo danaro perveniva alle mani del Sommo Pontefice , agli innondati di Murcìa, alle vittime dei terremoti in Italia, alla chiese dei luoghi Santi, ai naufraghi del Cantabrico , ai missionari della Patagonia!...

E la Signora Dorotea non è più! - A noi Cooperatori suonano ancora all'orecchio le ultime parole di lei, che moriva come una santa, dopo pochi giorni di malattia.

- Vi raccomando i miei poveri!... vi raccomando gli orfanelli di Don Bosco! -

E nostro voto , caro Don Rua, sarà di succedere alla Signora Dorotea per quanto ne sia possibile, in tutte quelle opere che essa onorò del suo appoggio, favorì colle sue sostanze. Le sue parole non cadranno.

Gli onori funebri resi all'illustre defunta furono splendido testimonio di quanto ella fosse degnamente stimata e venerata.

Quanto vi ha in Barcellona di nobile, di illustre, fu concorde in tributare il supremo onore alla donna forte, alla donna che era passata su questa terra facendo il bene.

Senza alcun invito, il Vescovo della città ch' era in visita pastorale, sospese la sua missione e volle esser presente alla sepoltura. V'intervenne pure il vescovo di Aulón , il Governatore civile, il Sindaco, il Rettore dell' Università ; v'intervennero le Comunità religiose, il Clero e tutte le classi delle società.

La guardia civile regolava lo sfilare del corteo, stante l'immensa moltitudine di gente che s'era riversata nelle vie per dove questo doveva passare. Era cosa che strappava le lacrime il vedere la moltitudine dei poveri che piangenti seguiva la salma. Le Suore di Maria Ausiliatrice, più prossime al feretro, attiravano gli sguardi di tutti, e la desolazione che loro si vedeva dipinta sul volto ci forzava al pianto.

Oggi ebbero luogo in Santa Maria del Mare, la più vasta chiesa della città, i funerali in suffragio della Signora Dorotea.

Fu ottimo pensiero quello di designare detta chiesa alla mesta funzione, perchè la parrocehi a di S. Anna non avrebbe capito un quarto delle persone che v'intervennero.

Il vasto tempio era letteralmente zeppo e tra un pio silenzio solo interrotto dai mal frenati singulti, ascoltammo la Santa Messa modestamente cantata in canto fermo.

Le virtù della Signora Dorotea resteranno un ricordo imperituro anche dopo la morte sua, e uscendo dalla chiesa udimmo i poveri che dicevano : « È morta la santa ! »

Un Cooperatore Salesiano.

Pel Centenario di S. Luigi Gonzaga

Siamo prossimi al terzo Centenario della morte di quel Santo che ha un'immagine in ciascuno dei nostri templi, una festa in ognuno dei nostri paesi, che invocammo fin dai più teneri anni della giovinezza e ne ricordammo le tante volte i preziosi esempi,

S. Luigi Gonzaga è un astro risplendentissimo sull'orizzonte della Chiesa, è un Santo la cui divozione divenne oggimai popolarissima ed universale. Mirando in lui , ripensandone la vita e le virtù, impariamo a disprezzare quello che il nostro secolo adora, ad adorare quello che esso disprezza.

Il secolo non cerca che i beni della terra, che presto gli affanni avvelenano, la morte rapisce : guardiamo Luigi, che solo aspira a quelli del Cielo perfetti ed eterni. Il secolo non cerca che vani onori e terrene agiatezze e con ogni artifizio ne fa avida ricerca: solleviamo lo sguardo a Luigi che calpesta le umane grandezze, batte la via della penitenza e dell'umiltà, passa pel mondo come raggio di luce bianchissima senza perdere nulla del suo splendore e della sua purezza. Il secolo ha voltato le spalle a Dio, perseguita la Chiesa, calpesta i suoi precetti : avviciniamoci a Luigi, che, per quanto gli dura la vita, piange le suo, più che reali, immaginarie colpe, che, entrando tra i seguaci del Loiola, con solenne parola si offre alla particolare obbedienza del Papa e tutto arde e consuma in fiamma di divino amore.

Come figli di Don Bosco nutrimmo sempre in tutte le Case Salesiane devozione grandissima al Santo protettore della gioventù, perciò ne celebrammo ogni anno la festa con solennissima pompa.

Con maggiore slancio di divozione e con maggiori apparati la celebrammo l' anno scorso, perciò prossimo al detto centenario, ed a lungo ne parlammo nel Bollettino Salesiano. Che faremo pertanto in quest'anno?

Già da parecchi dei nostri collegi ed ospizi ed anche dalle lontane Missioni Salesiane d'America ci pervennero notizie di animati progetti e grandiosi preparativi che qua e colà i nostri fratelli van facendo.

Noi non possiamo che applaudire di gran cuore ed incoraggiare. Ciò abbiam fatto in particolare ad ogni occasione con amplissime lettere, ed ora rinnoviamo qui pubblicamente il nostro plauso e l'approvazione più cordiale.

Per parte nostra poi andiamo preparando, coll'aiuto di Dio, feste solennissime nel Santuario di Maria SS. Ausiliatrice, ove inneggeremo al gran Santo a nome di tutta la Pia Società Salesiana e della Pia Unione dei Cooperatori e delle Cooperatrici nostre di tutto il mondo. Ma nel tempo stesso caldamente esortiamo tutti i nostri lettori a promuovere anch'essi nella lor cerchia, per tale faustissima occasione, le maggiori onoranze e riti solenni in onore del gran Protettore della gioventù, all'Angelico S. Luigi Gonzaga.

Non lasciamoci sfuggire occasione così propizia di ridestare nel seno delle famiglie e soprattutto nel cuore dei giovani l'amore di quei nobilissimi ideali di purezza, di abnegazione, di costanza nei santi propositi, di dispregio delle vanità e delle grandezze ter rene, che si comprendono nel nome di Luigi Gonzaga, gloria fulgidissima d'Italia.

In tanta penuria di forti anime, diamo esempio memorabile di fede, di coraggio, di verace patriotismo accorrendo agli altari del Gonzaga, per ritemprarci nel bene. Assicuriamoci il patrocinio di questo inclito Santo, che ci sarà di validissimo aiuto per serbarci mondi e uscir vittoriosi dalle lotte che ci convien combattere ogni giorno a pro della virtù.

Preghiamo! E il patrocinio dell'angelico Santo scenda sopra la nostra gioventù, che tanti pericoli insidiano, tanti nemici circondano, e la difenda : ricopra le nostre famiglie minacciate nella fede e nei costumi e le salvi : si estenda su noi tutti chiamati a vivere in tanta tristizia di tempi , e ne santifichi, talchè, discesa la grazia di Dio nelle anime nostre , le fortifichi nei contrasti, le inebrii di gioia nei patimenti e ci renda capaci di por mano ad opere che l'uomo non saprebbe neppur ideare a bene e salvezza dei nostri e dei lontani paesi.

Suggerimenti opportuni.

1° Consacrare a S. Luigi le sei domeniche che precedono la sua festa. Quest'anno incominceranno colla domenica 10 maggio. Accostarsi in dette domeniche ai SS. Sacramenti e recitare speciali preghiere. È questa una divozione arricchita di indulgenze dai Sommi Pontefici. (Vedi l'aureo libro di Don Bosco : Le sei Domeniche e la Novena in onore di S. Luigi Gonzaga, con breve vita del Santo. Prezzo eccezionale : centesimi 10 la copia).

2° Leggere e far leggere la vita del Santo. Nelle comunità si potrebbe far leggere a mensa comune od in cappella.

3° Far precedere la festa da novena solenne od almeno da un triduo. In detti giorni si potrebbe invitare a tener breve sermone qualche valente oratore. Dettare, ove si possa, un triduo di santi spirituali esercizi alla gioventù nei giorni ultimi della novena.

4° Invitare specialmente i giovani e le giovanette a frequentare i SS. Sacramenti e prepararlì ad una Comunione generale pel giorno della festa.

5° S'invitino alla Comunione generale ed alle altre pubbliche sacre funzioni tutte le pie Associazioni del paese o della città.

6° Tra le sacre funzioni non manchi una solennissima processione.

7° In molti Istituti ed Oratorii si potrebbe tenere una pubblica accademia musico-letteraria in onore del Santo, coll'intervento di illustri personaggi. (Per tale accademia si possono aver bellissimi lavori letterarii dall'ottimo periodico L'Eco di S. Luigi. Milano. Prezzo L. 1,50 per l'anno scorso, e L. 2 pel corrente anno).

8° Bellissimo ed oltremodo commendevole sarebbe il progetto di lasciar memoria del Centenario di S. Luigi , coll'impianto, sotto gli auspizi del Santo, di Oratorii festivi od almeno di pie Associazioni o compagnie di giovani e di giovanette, con appositi regolamenti conformi ai bisogni ed alle circostanze dei luoghi. (Vedi esempio di ciò nel sullodato libro di Don Bosco : Le sei Domeniche. di S. Luigi Gonzaga, pagina 46 e seguenti).

9° Far stampare opuscoli, poesie, immagini, massime spirituali, preghiere, ecc. a modo di ricordi del Centenario, da distribuire al popolo od almeno ai membri delle pie Associazioni che parteciperanno alla festa.

NOTIZIE DEI NOSTRI MISSIONARI

UNA MISSIONE alla Colonia italiana di Guariyú nell'Uruguay.

Paysandú, 4 febbraio 1891. REv.m° ED AMAT.m° SIG. D. RUA,

Mentre i giovani del Collegio di N. S. del Rosario s'erano recati a passare le vacanze appresso dei parenti, i sacerdoti di questa Casa con qualche chierico e qualche catechista, come gli altri anni, ci siamo sparsi pel campo a dare Missioni. Io con D. Marchiori ed un chierico sta volta ci siamo diretti alla Colonia italiana di Guariyú. È composta di 820 persone, tutti Piemontesi , Lombardi e Veneziani.

Poveri compatrioti ! in quale stato miserando si trovano ! Uomini e donne, giovani e vecchi scalzi, laceri come tanti pezzenti e sporchi sino al collo, ributterebbero, anzichè muovere a pietà, se non si sapesse che sono cristiani, nati in paesi civili, tuoi connazionali, cui ridusse a tal punto la miseria, l'abbandono in mezzo al campo, l'oblivione d'ogni buon sentimento. Per cibo poi hanno una specie di polenta fatta di farina negra e stantia con qualche piccolo pezzo di carne e null'altro, perchè null'altro loro si passa. Povera gente !

Che dire delle loro condizioni morali? Infelici all'ultimo segno ! Senza Chiesa, senza Sacramenti, senza sacerdote per anni ed anni, diventano, se non peggiori, a guisa di bestie. I sentimenti religiosi nutriti nella diletta Italia li conservano ancora per qualche tempo e vivono dapprima onestamente ; ma poscia mancando loro i mezzi per recarsi ne' centri a farsi benedire dal prete, sovente avviene di trovare matrimoni illegali con grave scandalo di tutta la Colonia.

Il sacerdote è desideratissimo; sospirano il momento di vederlo, e appena ne sanno la venuta, corrono dov'egli pianta le tende o vogliono parlargli, riconciliarsi con Dio, udire ancora una volta la divina parola, sentire la santa Messa, ricevere il Pane degli Angeli, più nol vorrebbero lasciar partire. Poveri Italiani ! Fanno piangere di gioia e di compassione. Quanto entusiasmo ! Essendo le capanne qua e là sparpagliate alla distanza anche di parecchi chilometri, tanti ne vidi fare quattro , cinque e più ore di cammino per venire a sentire la S. Messa e ricevere i SS. Sacramenti. Un rancho rustico e senza tetto, posto quasi nel centro della Colonia , serviva di Chiesa, e lì da ogni parte convenivano e tutti vollero mettersi in regola con Dio. Di 820 che compongono la Colonia non uno volle lasciar di confessarsi e ben 300 ricevettero la S. Comunione. L'ultima volta ch'io loro parlai, uomini e donne, grandi e piccoli, tutti pìangevano come tanti bambini, e non ci volevano più lasciar partire, - perchè, dicevano, senza del prete noi diventiamo tante bestie. - Poveri compatrioti ! Per accontentarli e perchè ci lasciassero partire e recarci sul luogo dell'obbedienza, promisi loro che od io od altro prete italiano andrebbe a trovarli presto, nell'occasione della S. Pasqua. Ora attendo che ritorni il nostro Direttore D. Albanello, egli pure andato in missione pel campo, e lo pregherò che voglia appagare quei bravi Italiani. Perchè ho potuto conoscere che meno il prete si lascia vedere e più l'indifferentismo e l'immoralità si fanno strada in quei poveri cuori.

Amatissimo Padre, dovesse parlare ella con Italiani che intendono venir in America, dica loro che pensino bene ai casi loro, prima di gettarsi in queste remote regioni , che non vengano ad occhi chiusi, perchè poscia avranno senza dubbio a star male e materialmente e moralmente. Altro che venir in America a far fortuna ! In generale la più squallida miseria, i più duri sacrifizi e le pene più spinose li attendono in questi sterili e deserti paesi.

Termino, Rev.m° Sig. D. Rua, facendo un caldo appello alla sua carità ed a quella dei giovanetti di tutte le nostre Case, perchè vogliano pregare il buon Dio e Maria SS. Ausiliatrice che suscitino nuovi zelanti Missionarii da venire a soccorrere anche questi poveri Italiani, venuti qua pieni di illusioni e che ora piangono la loro sorte disgraziata. Preghi anche per chi si tien fortunato di potersi chiamare suo

Dev.m° obb.m° figlio

Sac. Gio. BERALDI.

IL PRIMATE DEL BRASILE.

Sulla fine dello scorso marzo la Chiesa cattolica perdeva uno de' suoi valorosi campioni nel Brasile, Mons. ANTONio DA MACEDO COSTA, Arcivescovo di S. Salvatore della Bahia di Tutti Santi e Primate del Brasile. Nato in Margongipe nella stessa Archidiocesi il 5 luglio 1830, percorse con lode gli studi nel Brasile ed in Francia, mostrando perspicace e profondo ingegno. Ordinato sacerdote, risplendette per virtù e dottrina; preconizzato e fatto Vescovo di Belem de Parà, per difendere i diritti della Chiesa, ebbe a sostenere terribili lotte, nelle quali mostrò sempre un coraggio sovrumano. Il 23 giugno dello scorso anno veniva elevato all'Arcivescovado di Bahia ; ancor sul campo di battaglia lo colse la morte. Egli promosse mai sempre le missioni: durante il suo Episcopato di Belem grandemente desiderava stabilire nella sua Diocesi i nostri Missionari, ne fece pìù volte domanda per lettera a D. Bosco e poi venne egli stesso all'Oratorio a ripetere le sue istanze. A malincuore non potemmo allora aderire per mancanza di personale. Noi deploriamo in lui la perdita di un amicissimo del nostro Don Bosco.

NOTIZIE VARIE

DON POTHIER ALL'ORATORIO ed al Seminario delle Missioni estere in Valsalice.

Il celebre Benedettino dell'abazia di Solesmes, nell'Aniou, Don Pothier, il restauratore del canto gregoriano, recandosi a Roma per istruire il coro dei Seminaristi di S. Luigi dei Francesi e dare un saggio di canto ecclesiastico nel Congresso che si tenne in onore di S . Gregorio Magno nell' aprile scorso, di passaggio venne al nostro Oratorio di Torino e fece una visita al Seminario delle Missioni Estere in Valsalice, ove tenne a quei nostri alunni un'interessantissima conferenza sulle Melodie Gregoriane.

Il dotto Religioso trattò delle diverse specie di canto fermo, e prima per la via dei precetti e poi per quella degli esempi mostrò il vero modo di eseguirli. Nulla al mondo di più naturale, di più semplice, di più grazioso, di più nobile che il Canto Gregorìano nella bocca di D. Pothier. Il Veni Creator, il Te Deum , il canto delle Lamentazioni , il graduale Confitemini , l'Àlleluja, ecc., che egli cantò, resteranno indimenticabili per tutti coloro che ebbero la fortuna di udirlo. Nello ascoltare queste melodie così semplici , così penetranti e rese per il modo di cantarle tanto espressive, quei giovani chierici ne rimasero altamente commossi.

Una specialità, che soprattutto attirò l'attenzione degli uditori , fu l'esecuzione. del Canto non già a note martellate, come si pratica comunemente, ma animata dall'accento ritmico. L'effetto prodotto da questo nuovo modo di esecuzione del Canto Gregoriano fu veramente grande. La melodia soave e mistica si fa sentire in tutta la sua originale bellezza : le parole spiccano assai meglio, e più ancora il senso di esse, mercè le opportune distinzioni delle frasi e dei membri della frase musicale. Riesce assai più breve e per nessun modo faticoso.

Questa visita dell'illustre D. Pothier riuscì di grande incoraggiamento per gli alunni di questo nostro Seminario, i quali pure cercano di coltivare il canto liturgico secondo i preziosi principii della scuola del Pothier. Questi è l'autore dell'opera che s'intitola Les Melodies Gregoriennes, che vien ritenuta comunemente come la migliore fra quante siano state finora pubblicate intorno all'estetica, alla storia ed alla archeologia del canto liturgico. Colla recente traduzione italiana di questa opera, già annunciata dalla Civiltà Cattolica, verrà tolta la più grande difficoltà che s'incontra nella giusta interpretazione del Canto proprio della Chiesa.

Una Messa eseguita da 800 Cantori.

Più volte il compianto D. Bosco ci aveva manifestato il desiderio che avessimo fatto eseguire una Messa in canto Gregoriano da tutti gli ottocento giovani del nostro Oratorio di Torino nella chiesa di Maria Ausiliatrice. Parve dapprima un problema di ben difficile soluzione; tant'è che per più anni il progetto rimase in desiderio. Quest'anno finalmente ci ponemmo all'opera, e coll'aiuto dei maestri delle diverse scuole di musica e di canto Gregoriano del nostro istituto, vi riuscimmo con tale facilità che ci fece stupire. Dopo le dovute prove, eseguimmo detta messa nel giorno 19 dello stesso marzo, festa di S. Giuseppe, che noi celebrammo con la massima pompa e solennità.

I cantori eran divisi in due cori che si alternavano. Duecento giovani tra soprani e contralti cantavano dall'orchestra con voce in falsetto, e gli altri, in numero di oltre seicento, rispondevano con voce pettorale dal piano della chiesa di mezzo al popolo. L'organo accompagnava gli uni e gli altri per modo da fare un tutto armoniosissimo. L'effetto fu grandioso ed imponente e superò ogni aspettazione.

Oh come è bello il canto Gregoriano ! Oh come è sublime e commovente i erano le esclamazioni che dopo uscivano spontanee e dai cantori e dal popolo, non esclusi i più schifiltosi e mondani quando trattasi del canto liturgico.

Non si omisero l'Introito, l'Offertorio ed il Communio che vennero cantati da un gruppo di voci scelte.

Questa non fu l' unica esecuzione di detta Messa, perchè, essendoci riuscita con facilità, la si volle ripetere in altre feste e sempre con felicissimo successo.

Il desiderio di D. Bosco è compiuto, e questo ci consola.

Ringraziamo di vero cuore i diversi giornali che ne parlarono; ebbero nella lor bontà, tali parole che riuscirono di grande incoraggiamento a noi ed ai nostri giovani cantori.

A San Benedetto di Parma.

Sabato sera, 21 Marzo, si poneva termine ad un solenne triduo di feste celebrato dai RR. Salesiani nella loro Chiesa parrocchiale di questa città, in onore di S. Giuseppe, San Francesco di Sales e San Benedetto. Per dirne convenientemente dovremmo fare la cronaca di tutte le funzioni dei tre giorni, ma siccome questo ci porterebbe troppo in lungo, accenneremo solo alle cose principali e che meritano veramente di essere segnalate alla pubblica ammirazione.

La Chiesa era apparata con semplicità e con decoro; il concorso dei fedeli fa straordìnario, e quello che è più consolante le comunioni furono numerosissime. Questo va considerato come frutto della predicazione fatta nella novena dal Prof. Don Albino Carmagnola, egli pure Salesiano, che con parola facile e piena di vita teneva mattina e sera come rapito l'uditorio pendente dal suo labbro, e che coronava la sua missione con tre stupendi panegirici, improntati sempre ad un sentimento eminentemente pratico. Non crediamo di esagerare asserendo che poche volte ci fu dato d'ascoltare la divina parola esposta in modo così adatto ai tempi ed ai bisogni del nostro popolo.

Nella mattina di sabato Monsignor Vicario vi si recava a celebrare la Santa Messa della Comunione generale e dopo la benedizione di sei statue, acquistate per maggior decoro della Chiesa colle oblazioni dei fedeli, vi pronunciava acconce parole, che noi non tenteremo di riassumere per non guastarne le peregrine bellezze.

La cosa però che presentava forse maggior attrattiva fu la parte musicale, sostenuta dagli alunni interni ed esterni dell'Istituto Salesiano. Se fossimo della partita, più che un accenno di cronaca avremmo da fare un articolo di critica, ma ci basti il notare che fra i pezzi eseguiti ve ne figuravano di Gounod, Haydn, Cherubini, Niedermejer, Carissimi ecc. Il tutto venne interpretato con una fedeltà ed accuratezza scrupolosa, cosa tanto più ammirabile se si considera che l'esecuzione era quasi interamente affidata a ragazzi (circa un'ottantina) una parte dei quali raccolti dalla pubblica via.

Un bravo di cuore prima al Dott. D.Carlo M. Baratta, direttore dell'Istituto, che fu l'anima di tutto, e poi al basso ed al tenore, il quale (specialmente nel Laudate Pueri del Maestro Capocci) fece sfoggio di una voce simpatica e di un'arte non comune.

Insomma queste feste ci lasciarono nel cuore un'impressione la più grata ed un desiderio vivissimo di poterle presto veder rinnovate.

Ci sia dato infine di esprimere un nostro voto, quello cioè di poter ascoltare nelle altre feste religiose della nostra città una musica che per bontà d'esecuzione e criterio di scelta rivaleggi con quella che i RR. Salesiani ci fecero ascoltare in questi tre giorni.

(Dalla Sveglia, periodico religioso politico letterario di Parma).

I NOSTRI LIBRI.

Parole di un Parroco al sig. D. Rua.

« La sua Biblioteca circolante è una vera Provvidenza : oh se tutti l'intendessero ! basta leggere i titoli delle operette di cui è formata. Ultimamente ho conosciuto da un altro fatto la necessità delle letture cattoliche. Una povera giovane della mia Parrocchia, guasta dai romanzi perversi, si gettò da un'alta finestra per uccidersi. Dio la preservò per prodigio dalla morte.

« Guarì poi d'anima e di corpo ; e come cambiò condotta? colla lettura di alcuni buoni libretti, che le imprestai. Ella stessa mi disse : Signor Prevosto, se li avessi letti prima, non avrei certo commesso quello sproposito. »

(Associaz. alle Letture Cattoliche : lire 2,25 annue.)

Il Dott. CARLO D'ESPINEY.

Mentre stiamo per mettere in macchina queste pagine, un telegramma da Nizza Marittima ci annunzia la perdita di altra persona affezionatissima, a D. Bosco, il Dott. CARLO D'EspINEY. Egli è l'autore della vita in episodii del nostro buon Padre, intitolata appunto Don Bosco. Uomo di gran fede e di molta pietà si meritò dal Sommo Pontefice il titolo di Cavaliere di S. Gregorio il Grande. Moriva coi conforti di nostra Santa Religione. - Noi lo raccomandiamo alle preghiere dei Cooperatori e delle Cooperatrici.

METODO ELEMENTARE RAGIONATO

per agevolare lo studio del Pianoforte, e dell' Organo, diviso in tre parti del Sacerdote AGOSTINO MASCARDI da Cornigliano Ligure.

Nelle famiglie agiate piace a' giorni nostri vedere i propri figli darsi allo studio del Piano-forte. Crediamo perciò far cosa grata, anzi utile a ben molti de' nostri Cooperatori e Cooperatrici l'annunziare questo nuovo Metodo , col quale per la facile e semplice orditura delle teorie unite alla pratica, uno avente ingegno e preventiva coltura letteraria, anche senza la guida di un maestro, potrà riuscire buon sonatore di Piano-forte e di Organo.

Chi del pregio singolare di quest'opera volesse formarsi un concetto, anche prima di provvedersene copia, può leggere gli autentici attestati di celebri musicisti, quali un Rossi - Bevignani - Bungort - Coccon - Mancinelli - ecc. - ecc ; non che di pubblici Istituti, quale il Regio Conservatorio di Milano, ecc. inviati all'autore, il quale pensò bene pubblicarne una collezione, unita ad un esteso programma del Metodo medesimo, della quale chi voglia, potrà aver copia gratis, anche franco di posta, facendone semplice domanda al depositario Carlo Sandroni in Cornigliano Ligure, oppure allo stesso autore.

Per quanto detto metodo porti il modesto titolo di elementare, può riuscire anche di grande interesse ai suonatori provetti, pel suo trovato della matematica Parificazione relativa alla disparità dei suoni, avutasi fin qui da tutti i Trattatisti quale un problema insoluto, riconoscendo in questo, secondo le espressioni che leggonsi in detti attestati : una lacuna colmata - un nuovo lume portato all'Arte - ecc.

Come poi egualmente con questo venga spianata e di molto abbreviata la via per coloro, i quali pensano darsi in appresso al non tanto facile e lungo studio della vera Armonia e Contrappunto, ne stanno a garanzia più d'uno degli allievi dello stesso autore, i quali, per quanto ancora giovani, non ispiace a' professori provetti averli a colleghi. (1)

Quanto possa poi cooperare detto Metodo al maggiore incremento della musica sacra, quando piacesse a' Rev.mi Vescovi ammetterne lo studio nei Seminarii, vedesi dichiarato a pagine 124-125 nel terzo volume dell'opera teste pubblicata dagli Editori Fratelli Vicentini di Venezia, portante il titolo Della Musica Sacra in Italia, essendone autore il distinto musicista e letterato Prof. Gio vanni Masutto, ben noto nel mondo musicale per altre antecedenti premiate sue opere.

A persuadersi del merito di questo Metodo , senza il detto fin qui, basterebbe leggere un articolo pubblicato il 30 Dicembre 1889 sul Periodico Artistico musicale di Genova, Il Paganini del nominato Prof. Giov. Masutto, socio onorario delle principali Accademie Italiane ed estere, come può vedersi nell'Opera suaccennata. Egli infatti, dopo averne dati i più grandi encomii, termina dicendo: « Dettai le premesse considerazioni, non per servo encomio, ma per effetto di sincero convincimento dedotto dalla esperienza, dopo avere adottato con tanto vantaggio de' miei allievi questo pregiatissimo Metodo, di cui' mi sono occupato, e del quale non può mancare apprezzamento condegno. »

Non esitiamo infine a dichiarare, come a formarci un degno apprezzamento di quest'opera del Rev. Mascardi, può bastare oltre alle tante lodi prodigate l'averne veduta accettata la Dedica dall'Eminentissimo Cardinale Alimonda.

(1) Vedansi gli Attestati.

Elenco dei Cooperatori defunti nei mesi di Marzo-Aprile

1. Airoldi Aliprandi can. D. Cesare - Milano.

2. Alberti Aimondi Emilia - Torino. 3. Arioli D. Giuseppe - S. Brigida (Bergamo).

4. Bacci D. Carlo, parroco - Piazzanese (Firenze).

5. Badini D. Donato - Arezzo.

6. Balbiano d'Aramengo cav. Ruperto - Torino.

7. Baratti D. Pietro - Cervasò (Treviso).

8. Barboneso Camilla - Torino.

9. Beccuti Luigi - Sanico (Alessandriao.

10. Benedicenti Francesco -z- Pessione (Torino).

11. Bodrero Marta - Torino.

12. Boggioni D. Giacomo - Tremezzo (Comoo.

13. Bolla D. Niccolò , canonico - Savona (Genova).

14. Bonanoni Marianna- Sotto il Monte (Bergamo).

15. Bonaventuri Beatrice - Sanico (Alessandria).

16. Bonavera Maria - Torino.

17. Brugnerotto D. Domenico - Gorgo (Treviso).

18. Camaschella D. G. B. - Zuccaro (Novara).

19. Canevelli Maddalena - Roma.

20. Canu D. Battista - Cabras (Cagliari).

21. Cappellini D. Antonio, parroco - Iolo (Firenze).

22. Carano Mons. Giuseppe, vescovo di Cava e Sarno (Salerno).

23. Carena Teresa - Mezzana Bigli (Pavia).

24. Carnielo dott. Antonio, uff. Corona d'Italia - l'oltre (Belluno). 25. Castadini dott. Felice-Cento (Ferrara).

26. Ciravegna D. Pietro Bart., parroco - Guarene (Cuneo).

27. Colombo D. Annibale - Bosisio (Como).

28. Cerchia dott. Pietro - Langhirano (Parma).

29. Cossali D. Bartolomeo, parroco - Ambivere (Bergamo).

30. Cuscò D. Michele -Mistretta (Messina).

31. Dalforno Carlotta - Soave (Verona).

32. Dalmastro Giovanni-Isobella (Torino).

33. Dapozzo Domenico - Spezia (Ge-. novao.

34. Derchi Emilia - Spezia (Genova).

35. De Lorenzi D. Costanzo, canonico - Intra (Novara).

36. De Marchi D. Luigi, parroco - Mollane (Belluno).

37. Demartini Giuseppe - Lu (Alessandria).

38. Derege Teresa contessa di S. Raffaele - Torino.

39. Farina Giuseppina n. Testore - Sale (Alessandria).

40. Filerno nob. D. Francesco, parroco - Castel Roganzuolo (Treviso). 41. Fogliani D. Pietro, arciprete-Volpedo (Alessandria).

42. Fornaro Cecilia - Soave (Veronao. 43. Fornasio Luigi - Vinovo (Torino). 44. Frangia D. Basilio, vice-parrocoSannuones (Cagliari).

45. Fuschsnecker D. Ferdin. - Riva di Vallorsa (Austria).

46. Gabbani D. Mariano - Ancona. 47. Galleani D. Roberto, canonico - Ventimiglia (Porto Maurizio). 48. Galvagno Elisabetta ved. Prato - Torino.

49. Gandolfi D. Luigi, canore., vice-parroco - Acqui (Alessandria). 50. Girando Chiaffredo - Famolasco (Torino).

51. Graziani D. Angelo, curato - Valbona (Massa Carrara).

52. Guerra Maria-Sale (Alessandria). 53. Guerrieri Concetta - Ragusa Inf. (Siracusao.

54. Ius D. Osvaldo -Oreenigo (Udine). 55. Lavaríni D. G. B., arcipr. - Belgirate (Novara).

56. Liphart, baronessa - Firenze.

57. Lissone Mons. Sebastiano, teologo - Cherasco (Cuneo).

58. Lombardi D. G. B., parroco - Terserio (Porto Maurizioo.

59. Lucchini D. Giosuè, rettore - Matta D'Este (Padova).

60. Macerella D. Giambatt., professore - Brindisi (Lecce).

61. Magni D. Angelo, parroco - Presciane (Rovigo).

62. Marzo Giuseppe - Cumiana (Torino).

63. Miller Fanny - Cles (Trentino). 64. Missirini Ruffilo - Forlimpopoli (Forlì).

65. Monteneri donna Rosa - Modica (Siracusa).

66. Moniti Chiara ved. Battilana - Genova.

67. Morivo Giovanni - Castelrocchero (Alessandria).

68. Mussi D. Mauro, priore - Savigliano (Cuneo).

69. Oggero Cecilia - Vigone (Torino)

70. P. Antonio Baldassarre, miss. ap- Torino.

71. Paoletti D. Alessandro - Ancona.

72. Partelloni D. Gio. Batt. - Meano (Trento).

73. Piva Teresa- Poggiana (Treviso).

74. Poli D. Pio, parroco - CanO (Bre. scia).

75. Putzolh D. Giovanni - Seneghe (Cagliari).

76. Quadri Caterina - Lugaggia (Svizzera).

77. Ricchiardi cav. D. Michele, rettore Ospedale S. Luigi - Torino.

78. Righini D. Giacomo, canonico - Forlimpopoli (Forlì,).

79. Ronfano D. Gio. Batt. - Trave. (Udine).

80. Rossi P. Liborio - Rho (Milano),

81. Rota nobil donna Giuseppina - Chiari (Brescia).

82. Sacchiero D. G. B., cappellano - Vicenza.

83. Salvi Carminantonia - Teano (Caserta).

84. Salvi D. Ferdinando, rettore - San Cristoforo (Cesena).

85. Salvioli D. Eugenio - Venezia.

86. Sambuy march. Luigia n. Del Car retto - Torino.

87. Scarpa D. Gabriele - Venezia.

88. Serrino D. Rinaldo, arciprete - Piove Maddalena (Reggio Emilia).

89. Sertorio march. G. B. - Genova.

90. Sessi D. Antonio Vitt., taci. coli. prev. Catt. - Asti (Alessandria).

91. Stefanelli D. Antonio - Gemona (Udineo.

92. Stefani D. Giuseppe, vie. forare. - Arsiè (Belluno).

93. Strappa D. Angelo, canonico - Pavia.

94. Sturlese D. G. B. - Campiglia((Genova).

95. Suor Alfonsina Molinari - Casalmonferrato (Alessandria).

96. Suquet Arturo - Torino.

97. Toloni D. Domenico - Precasaglio (Brescia).

98. Torchi D. Giuseppe, curato - Firenze.

99. Tordi Luigi, ingegnere - Roma.

100. Trono Salvatrice n. La Terra - Ragusa Inf. (Siracusa).

101. Troscia P. Bonfilio, dei Servi di Maria - Bologna.

102. Valetti D. Can;illo, rettore - Be. verone (Massa Carrara).

103. Zamperetti D. Faustino, parroco Poiana di Granfion (Vicenza).