CONSOLAZIONI DI FAMIGLIA pag. 29
MARIA SS. AUSILIATRICE E DON Bosco (Discorso pronunciato dall'Avv. Rondolino al terzo Congresso Mariano) 32
MISSIONI: - EQUATORE : Nelle foreste orientali dell'Azuay. - PARAGUAY: Nuovi motivi di conforto e speranza. - VENEZUELA: Fine del vajuolo e trionfo de' Missionari di Valencia » 34
GRAZIE DI MARIA AUSILIATRICE . . » 44
AI GIOVANETTI: Un pensiero ai piccoli lebbrosi . » 47
NOTIZIE VARIE : - I Salesiani a Lanusei in SardegnaLa solenne benedizione della Chiesa Salesiana di Caserta- Un nuovo Oratorio festivo a Messina -L'Arcivescovo di Montevideo e l'Omaggio internazionale - La Pianeta Artistica delle Suore di M. A. premiata all'Esposizione d'Arte Sacra - Congratulazioni Una Cappella a M. A. in Genola - Giubileo dell'Oratorio di S. Luigi in Torino » 48
RIVISTA BIBLIOGRAFICA » 52
COOPERATORI DEFUNTI . . » 56
ILLUSTRAZIONI: Valle del Rio Negro (panorama) pag. 37. Casa della Missione Salesiana di Viedma (Patagonia), 40 - Casa delle Suore di M. A. in Viedma, 49 - Pianeta delle. Suore di M. A. premiata all'Esposizione d'Arte Sacra in Torino, 51.
Ci è grato poter cógliere tutte le occasioni per dimostrare ai nostri Cooperatori e Cooperatrici che essi con noi e con le Suore di D. Bosco formano un'unica grandiosa famiglia, animata da un medesimo spirito nei vincoli soavissimi della cristiana fratellanza. Per questo non possiamo senza colpa passare sotto silenzio alcune consolazioni avute in questi ultimi mesi e che sono tutte proprie della nostra famiglia. Non intendiamo parlare di quanto il R.mo nostro Superiore ha accennato nell'ultima sua lettera annuale, nè degli innumerevoli attestati di fiducia che da tutte parti ci pervengono per opera sopratutto degli ottimi nostri Cooperatori, ma solo dell' udienza concessa il giorno 13 dello scorso dicembre dal Beatissimo Papa Leone XIII a D. Rua, nostro venerato Superiore.
Quando ci viene l'occasione di poter parlare direttamente dell'Augusto Capo della Chiesa Cattolica, l' animo nostro è agitato da mille affetti, che lo stile non può riprodurre se non con fredde espressioni. L'amore il più vivo, la gratitudine più profonda, l'obbedienza più illimitata, tutti insomma gli affetti più gentili che albergano in un cuore ben fatto, scattano dall' animo nostro al solo nome del Successore di Pietro, nel cui affetto veramente paterno troviamo la ragione unica di questi palpiti arcani. Dopo Dio e la potente Ausiliatrice dei Cristiani, al Vicario di Gesù Cristo in terra la famiglia salesiana deve la sua esistenza, la sua vita rigogliosa e la sua crescente attività: a lui che fu la guida, la face, la pietra angolare, su cui il pio nostro Fondatore e Padre innalzò tutto quanto il suo edilizio. Non è quindi meraviglia se a questa guida, face, pietra angolare tutto riferiamo ; so crediamo esser moralmente impossibile appartenere alla nostra famiglia e non amare il Papa, non riconoscere in lui la sorgente della nostra vita, il soffio animatore di ogni nostra impresa. Per noi questo pensiero è principio sovranamente operoso; generato nei nostri cuori dagli esempi e dalle parole del Padre nostro, li agita, li rimuove ed accusa, la sua presenza coi frutti che l'Opera di D. Bosco misteriosamente diffonde sopra la faccia della terra.
Nè diversamente può essere, se ben si considera gli innumerevoli e incalcolabili vantaggi e conforti che l'immortale Successore di Pietro, vuoi nella persona di Pio, vuoi in quella di Leone elargì a noi operai dell'undecima ora, a noi che, novellini nella milizia pacifica della Chiesa, mai avremmo osato sperare di crescere sì presto tanto forti e robusti, se la mano amica di Lui, che è la personificazione più elevata della mistica Sposa di Cristo, non avesse coltivato , inaffiato e benedetto, come già un dì Iddio benedisse al gran Patriarca del popolo eletto, l'Opera di Don Bosco, promettendole una posterità numerosa come le stelle del cielo e come l' arena che è sul lido del mare. Un giorno infatti dell' anno 1877 l'angelico Pio, sotto il cui regno ed auspici aveva avuto i suoi umili inizii la Famiglia Salesiana, pronunziò quelle consolanti e fatidiche parole, che portano con sè la promessa dell'immortalità : « I Cooperatori Salesiani sono destinati a fare del gran bene nella Chiesa e alla civile società. L' opera loro, perchè mira specialmente alla coltura ed a sollievo della gioventù pericolante, sarà col tempo così apprezzata, che già mi par di vedere non solo famiglie, ma città e paesi intieri a farsi Cooperatori Salesiani. Ecco perchè io li amo e li ho cotanto favoriti ora ed in perpetuo. » Questa paterna benedizione arrecò tosto ubertosi frutti la grand'anima di Pio aveva certo penetrato le misteriose vie del futuro ed in sul morire l'Augusto Vegliardo non dimenticò la sua promessa, ma la trasmise insieme col suo tenero affetto al. proprio Successore.
Ed il sapientissimo Leone XIII, che ai 20 del corrente mese compie il 21° anno di Pontificato, quante prove d'affetto diede mai in questo glorioso periodo della sua ancor più gloriosa vita alla Famiglia Salesiana! Egli vede le profetiche parole di Pio IX diventare man mano una consolante realtà, e, per quanto sta in Lui, nulla tralascia per facilitarne l'avveramento. Dal giorno memorando della sua esaltazione alla Cattedra di Pietro, 20 febbraio 1878, ad oggi non lasciò passar anno senza arricchirci dei favori delle sue paterne sollecitudini, e gli annali della nostra Pia Unione sono pieni del suo nome e delle finezze del suo amore.
Ora fra le tante altre prove di special benevolenza date da Leone XIII alla Famiglia Salesiana nel testè decorso anno, non è certo la più piccola quella ricevuta direttamente dall'amatissimo nostro Superiore Generale nell'udienza concessagli lo scorso dicembre. I particolari di questa memoranda udienza li abbiamo raccolti dalla bocca stessa di D. Rua l'ultimo giorno dell'anno passato.
A Valdocco, questa vera cittadella di Maria Ausìliatrice, l'ultimo dì dell'anno porta seco un carattere speciale. Venuta la sera, prima dell'ora del riposo, tutti i membri della famiglia, un buon migliaio, a differenza delle altre volte, in cui le comuni preghiere si dicono raccolti in varie categorie e particolari locali, seguendo l'antica tradizione lasciata da D. Bosco medesimo, s'adunano nel gran Santuario dell'Ausiliatrice, per poter, dopo le preghiere, ricevere tutti la strenna del comun padre, il venerando Don Rua. Lo spettacolo è imponente. Il Santuario illuminato da mille luci, una moltitudine di sacerdoti, di giovani e di Confratelli secolari, che, prostrati dinnanzi al quadro miracoloso di Maria, pregano in devotissimo contegno... È l'ultima preghiera che i figli di D. Bosco innalzano a Dio al compiersi d' ogni anno, ed oh! qual armonioso mormorio sgorga da tutti quei petti! oh! l'odoroso incenso che esala da tutti quei cuori ! È l'adorazione che si piega davanti all'Altissimo ; è il ringraziamento, che scatta in inni di riconoscenza per gli innumerevoli benefizi ricevuti nel corso dell'anno; è l'universale indigenza, che domanda il pane del corpo e dell'anima pel nuovo anno; è la fede, che, volando oltre le frontiere di questo mondo, cerca le luminose rive della vita futura; è l' obbedienza, che proclama i divini comandamenti per sottomettersi; è il pentimento, che confessa le colpe, implora il perdono e promette fedeltà più attenta; è l'amore prigioniero, che impaziente si spiega nell'entusiasmo dei religiosi e nascosti sacrifizi; è la sofferenza, che piange e si rassegna; è l' inquietudine, che sospira e si tranquillizza... Ma chi potrebbe numerare tutte le voci che salgono da questa preghiera, in cui tutta la Salesiana Famiglia concentra gioie e pene, timori e speranze, desideri e suppliche?... Chi potrebbe distinguere tutti gli infocati sospiri che escono da quelle labbra ognor più frementi e che dolcemente vanno a terminare nel cuor di Dio ?...
Intanto nel sacro tempio succede profondo silenzio... Il Padre sale il pulpito; colla veneranda maestà del suo sembiante, col sorriso delle sue labbra, col fascino della paterna sua voce in sè converge tutti i cuori; è il momento, in cui ben si può asserire, che mille cuori ne formano uno solo... Egli parla ed annunzia a tutti l'annua strenna, che nel medesimo istante in mille Case ed a 300,000 cuori vien ripetuta dai superiori di ciascheduna di esse. Esordisce dal pensiero che ci troviamo quasi al tramonto del secolo decimonono, e, dato un breve sguardo alle molteplici vicende da cui fu agitato questo secolo, annunzia la strenna, o meglio l'intenzione generale che dobbiamo porre in tutte le nostre azioni del futuro anno. Nel secolo che muore, Gesù, il dolce maestro dei nostri cuori, venne offeso, oltraggiato in mille guise... Ebbene, dice il Successore di D. Bosco, la strenna dell'ultimo anno del 1800 sia questa: « Mettere in tutte le nostre azioni una speciale fervida sollecitudine per risarcire il Cuore Sacratissimo di Gesù dei tanti oltraggi che ricevette nel corso dell'agonizzante secolo. »
Suggerì quindi alcuni mezzi per renderne facile la pratica. Tra questi ci piace ricordare quelli che possono essere di eccitamento anche ai nostri lettori: Animarci ad accrescere nei nostri cuori la divozione al Cuore di Gesù con la frequenza dei SS. Sacramenti, con la visita quotidiana a Gesù Eucaristico, con la puntuale e devota assistenza alle religiose funzioni, con pregare e molto pei traviati fratelli, con diffondere ed estendere con tutte le nostre forze la divozione al Cuore SS. di Gesù, e finalmente con compiere molte opere buone, che compensino in certo modo le tante malvage azioni compiutesi nel corso del nostro secolo; ecco i principali mezzi inculcati da D. Rua.
In seguito l'amatissimo nostro Superiore passò a narrarci l'udienza avuta dal Santo Padre; e qui la sua voce divenne, siam per dire, più armoniosa: pareva che ad ogni sillaba volesse trasfondere ne' suoi uditori tutta la venerazione e l'amore ch' egli nutre verso il Vicario di G. C. insieme alle consolazioni ineffabili provate alla presenza dell'immortale Successore di Pietro. Don Rua da circa sei anni non aveva più visto il grande Pontefice: ma lo trovò immutato. Sta bene, parla con vigore e presenza di spirito ammirabile. Volle avere da D. Rua minate informazioni dello stato della nostra Pia Società, dei nostri giovanetti, dei nostri Collegi, delle nostre Missioni e dello sviluppo della Pia Unione dei Cooperatori Salesiani. Con assai lusinghiere espressioni Leone XIII mostrò quanto gli stia a cuore l'incremento delle Opere Salesiane, la cui bontà è meritamente apprezzata, come lo provano le molteplici suppliche di Vescovi e Governi, i quali al Papa si rivolgono per ottenere più facilmente che i Salesiani aprano Case nelle loro giurisdizioni. Ma egli va lento nel far pervenire al Successore di D. Bosco questi nobili desideri con la sua approvazione : il Papa non desidera aggravare la Società Salesiana di troppe fondazioni, ma vuole che siano ben stabilite e fornite di forte personale le già esistenti. Parlò a lungo delle nostre Missioni, ed assai si compiacque dello sviluppo che presero in questi ultimi anni. D. Rua rispose a tutto con semplicità figliale, ed infine implorò una specialissima benedizione per sè, per i suoi Confratelli di religione, pei giovani educati nelle nostre Case, per tutti i nostri Cooperatori e Cooperatrici ; benedizione che il Sommo Pontefice impartì con affetto indicibile.
Questi, in pallido sunto, i punti principali della narrazione di D. Rua, il quale terminò la sua Conferenza con un caldo invito a voler sempre esser uniti in tutto e per tutto al Capo Supremo della Chiesa.
O Padre dei Credenti, o Maestro infallibile di verità e di virtù, o sostegno incrollabile della Chiesa e della Salesiana Famiglia, grazie ti rendiamo per la somma bontà che sempre ci addimostri, per la felicità che ci procuri coi tuoi eccitamenti, per l'ispirazione ed il coraggio che c'infondi nell' animo al lavoro per il bene della gioventù. A te giuriamo amore e fedeltà incrollabile, in Te salutiamo il Supremo Reggitore della Chiesa Cattolica, il Successor di Simon Pietro, il Vicario di Gesù Cristo. Vivi lungamente al nostro affetto, al nostro bene, o, meglio dell'antico Tito, delizia del genere umano. Ti conservi il Cielo a salutare l'aurora di giorni migliori, a raccogliere i frutti di un Pontificato che rimarrà glorioso, più ancora che nella storia, nella memore riconoscenza di tutti i Cattolici, ma specialmente della gran Famiglia Salesiana. È questo il voto unanime, l'augurio fervido che nel ventesimo secondo anniversario di tua esaltazione alla Cattedra di Pietro, a Te inviano i figli di D. Bosco, i giovani raccolti nelle loro Case e tutti i loro Cooperatori.
MARIA SS. AUSILIATRICE E DON BOSCO
Discorso pronunciato dall'Avv. Rondolino nel terzo Congresso Mariano
Tra le esultanze di questo Congresso che echeggiano dalle gelide Alpi all'Etna infocato per entro ai cento santuarii della Vergine Madre; fra le speranze che spuntano, quasi fiori olezzanti, ai piedi della Gran Donna e Le preparano corone immarcescibili di gloria pel secolo futuro ; fra gli entusiasmi che quasi colonna di fuoco si accendono e divampano a rischiararne la via fra i severi recessi di questo santuario, emulo dei migliori tempi; fra il secolo che muore legando al suo figlio la definizione della Immacolata ed i miracoli di Lourdes e di Pompei, e il secolo che proclamerà il trionfo della Vergine mite e pura sulla Rivoluzione feroce e svergognata; ecco sorgere dall' avello, cosparsa di fiori e di lagrime, l'immagine cara e venerata d'un defunto che siede tuttora maestro di vita all'uno ed all'altro secolo ; ecco insinuarsi nei nostri cuori il mesto rimpianto dei figli che hanno perduto il padre e ne rievocano le virtù !
Ma non è dolore che ferisca, non è rimpianto che accasci: è dolore benedetto da Dio, santificato da Maria ; è mestizia questa e solenne, quasi rapimento celestiale; è meditazione che raccoglie l'anima nel pensiero per farla palpitare di gioie recondite e di speranze immortali.
Qui, fra mezzo a noi che piangiamo, preghiamo e speriamo genuflessi ai piedi della Madre nostra, di mezzo al clero che ne conforta e sorregge, nel fulcro di questi illustri prelati che danno vita, senno e cuore alla redenzione delle anime, alla pacificazione sociale ed alla futura grandezza della patria, qui manca uno dei figli più cari a Maria, una di quelle anime elette che attinsero a lei tutta la potenza del loro intelletto e del loro cuore. Dolore caro e santo, rimpianto dolce e doveroso di figli e di concittadini ! Don Bosco. il figlio di Maria Ausiliatrice, non è più qui a dividere questi trionfi della Madre, che sono pure trionfi suoi ; non è più qui a recarci quel sorriso buono, arguto, ammaliatore della sua grande anima ; non è più qui a dischiuderci i segreti di operosità, gli slanci di fiducia, le battaglie combattute e vinto sotto l'orifiamma di Maria Ausiliatrice per ricondurre l'Italia pentita e rabbellita di nuova giovinezza fra le braccia di colei che vi dimora rediviva nell'umil casetta di Nazaret.
Ma se l'impresa dell'uomo ha tocco il vertice segnatole da Dio, l'opera di Maria continua a fecondare la terra che Don Bosco ha seminata dei suoi ricordi e delle sue fatiche. Se ci è venuta meno la parola viva del maestro, sopravviverà ai secoli la scuola perenne di questo apostolo, che ha emulate e ringiovanite le santo industrie di Vincenzo de' Paoli e ridato vita in nuove forme alla, carità democratica di san Francesco.
Maria è provvidenza che mai non si spegne, perché è la destra del suo Figlio divino. E dalla fede in questa provvidenza Don Bosco ha tratto il vigore meraviglioso, stupefacente che lo ha sorretto dall'imo al sommo della sua mortale carriera iu tutte le imprese sue, terrore dei genii e degli atleti, in tutto ciò che egli ha compiuto a sconfitta dei demoni e dei tristi, a confusione degli increduli, a confutazione degli scettici, a glorificare l'invisibile, ma indefettibile assistenza di Dio creatore, di Gesù redentore, di Maria creatura perfetta nell'eternità e corredentrice vaticinata.
Maria è maestra divina di educazione nell'umil casetta deliziata dalle grazie di Gesù. Dal seno della sua famigliola essa dischiude a chi la invoca il gran segreto di convertire la famiglia in tempio di pace e di amore, il lavoro in opera che redime e sublima fino al creatore, il dolore nella scala simbolica di Giacobbe che unisce la valle alla vetta, gli uomini agli angeli, la povertà in ricchezza morale ed in dignità che vince ogni terrena grandezza e confonde nella loro inanità i tronfii insulti della ricchezza pavoneggiantesi.
E da questa scuola soave e invidiata dagli angeli, Don Bosco ha tratto l'arte insuperabile, divinatrice di educare il popolo, l'operaio, il pezzente, il derelitto fino a redimerlo in faccia a Dio, agli uomini ed a se stesso.
Maria è madre che tutto ha provate le gioie e le pene, le speranze e le ansie della maternità. Dalla culla al Calvario, tutta la tregenda del dolore si è svolta intorno al divin suo Figlio, il proscritto, il vilipeso, il crocefisso.
E scrutando questo cuore trafitto di Madre, sviscerandone i palpiti e le grandezze, cercando nel disonorato del Golgota il redentore di quanti il vizio, la povertà, l'abbandono, il dileggio ha prostrati nell'imo fondo della società, Don Bosco ha sentito accendersi in seno reperite la vampa di quella carità che in lui piè non si è spenta fino all'ultimo suo anelito, di quella carità che attraversa i corpi per giungere all' anima, strapparla alla colpa presento o futura e rifarla degna dell'opera divina.
Chi meglio di questo figlio di Maria ha studiato e confortato il fanciullo, adoprandosi a trasfondervi l'opera redentrice di Gesù.
Il figlio del popolo ignora spesso l'infanzia innocente e difesa che aleggia intorno alla culla del ricco. La sua povera anima, prima infranta che dischiusa alle lotte della vita, non ha tempo da conoscere l' ingenuità del cuore. Quel salto spaventoso che lo precipita dall'inconscio alla vita, quel salto che i genitori ricchi temono pei loro figli quando escono dal collegio o si avviano alla milizia, questo passo difficile incombe sul figlio del popolo quando appena ha tocco il decimo anno. Ah! signori, chi di voi ha pensato mai a questo fanciullo, che non ha forse mai conosciuto l'innocenza, che non ricorda forse mai di essere stato puro, che forse è divenuto vizioso prima di aver conosciuto il vizio?
Anche il figlio del ricco può correre questa china; ma quanto mai è dessa più sdrucciola per chi nasce e cresce nell'abbandono della povertà! L'esempio che lo avvolge è più universale e contagioso per lui, che per l'invidiato figlio di Tobia; l'opinione gli si mostra più indulgente alle colpe ed al vizio ; il temperamento è peggiorato in lui dall'eredità e dall'ambiente; gli incentivi lo accompagnano ogni giorno e lo stringono in una cerchia invincibile; il denaro stesso può divenire per lui mezzo e profitto del vizio e del delitto. Onta suprema al piacere vizioso, che si offre al fanciullo povero e derelitto come mezzo di ottenere un piacere innocente !
Non la famiglia, non il collegio, non l'amicizia, non l' opinione dei coetanei, non la religione e la vigile tenerezza dei genitori, nulla circonda questa creatura abbandonata alla bufera che lo travolge e lo atterra nel fango. La famiglia stessa è per lui molte volte il primo focolare di corruzione, e le sue strette pareti non lasciano intatta neppure l'innocenza della prima età. La scuola non suffragata dalla educazione, può divenire per lui strumento d'incredulità ed arma aguzzata pel delitto. L'amicizia non riesce soventi che il limosus limes amicitiae di sant'Agostino.
Ebbene lasciate che Don Bosco s'inginocchi ai piedi di Maria, che con i suoi voti, con i suoi sospiri infocati, con il sacrifizio di se medesimo le strappi il segreto della conversione. L'opera appena ideata è iniziata, appena iniziata è compiuta. Ciò che la scienza superba, la politica menzognera, la morale civile, la vanitosa filantropia, la rivoluzione con le baionette e coi cannoni, con la caccia sui tetti, con i giudizi statarii e con le mille industrie della paura non riesce a reprimere, Don Bosco ha conquistato con l'arte divina del prevenire che s'impernia sulla confessione frequente e sull' amore di Maria. Ciò che appare opera impossibile al braccio armato della giustizia e del potere, diviene per Don Bosco opera di fanciullo a fanciullo, di ignorante ad ignorante, di proscritto a proscritto.
La scuola popolare vivificante, sana, allegra ed educatrice, la diffusione dei buoni libri, la stampa, l'officina, l'oratorio, tutto l'ingegnoso e semplice edifizio in cui egli ha tesoreggiato i segreti metodi di Dio, tutto egli depone ai piedi di Maria Ausiliatrice, come trofeo delle grazie che gli sono discese da quel grembo di Madre, e tutte le vuole effigiate con l'eccellenza dell'arte nella cupola che sorregge la statua quasi volta di cielo.
Vero eroe, tutto egli dà, e nulla vuole per sè ; non onori, non encomii, neppure la gioia ed il riposo delle sudate fatiche ; vero crociato e figlio dì Maria, tutto depone ai suoi piedi immacolati per averne uno di quegli sguardi amanti che sono il premio e la delizia dei santi.
Vero eroe dei due mondi, più che un'isola od una penisola, egli congiunge con laccio d'amore due continenti e due secoli, e muore povero ed umile legando a Maria quel vasto impero dei cuori e delle anime, che egli poteva a ragione chiamare con entusiasmo di conquistatore l'impero di Maria Ausiliatrice, stella dei mari, regina dei Cieli.
La memoria di questo grande cattolico ed italiano ci rinfranchi ad esclamare in faccia a chi crede ed a chi dispera, a chi fatica per Dio ed a chi poltrisco con satana, a chi blandisce o ci minaccia per averci a vili ed a schiavi: Ave, Maria, auxilium italorum.
Salve o fulgida stella viatrice di Don Bosco, tu no guida il pacifico esercito, memore di sue vittorie, fino agli estremi confini della terra che egli morendo additava ai suoi discepoli. Hora ruit per la patria nostra, i cui destini, buoni o tristi, sono nelle mani di Dio ; hora ruit per la rivoluzione che già ritrova in fondo al nappo dei suoi trionfali banchetti l'amaro che essa stessa vi ha deposto.
E tu, Vergine benedetta, conforta Don Rua, onde possa spandere dovunque i tesori legatigli da Don Bosco a redenzione de' suoi fratelli.
Salve, o Maria Ausiliatrice, e da quel declivio di Valdocco che mena dolcemente alla santità; da quel piano ove la tua immagine consolatrice ha sgominato l'ultimo schiere di Francia soprastanti a Torino ; da quella solitudine di Valdocco che hai mutata in città di apostoli invitti, di operai infaticati, di scienziati credenti ed oranti e di veri aulici e redentori del popolo e della patria ; da quella cupola ove i raggi del solo riflettono la tua maestà di regina dei cieli, scendi sulla terra, ti degna regnare fra noi mortali e peccatori, e sollevandoci con tuo mistico cenno di grazia, ne chiama coi benedetti tuoi Salesiani a cantare in eterno le note armoniose consecrate in tua gloria da Bernardo, da Francesco, da Dante e da Leone XIII.
EQUATORE Nelle foreste orientali deil'Azuay.
(Dall'Epistolario di D. Francesco Mattana).
GIÀ dal dicembre 1897 non si è più parlato a lungo nel Bollettino dell'importante nostra Missione in mezzo agli Jivaros dell'Equatore.
È quindi giusto che ora spigoliamo alcune notizie interessanti dalle poche lettere di Don Mattana che, nonostante le sempre difficili comunicazioni, pervennero alla loro destinazione.
Collocamento della prima pietra della Chiesa di Maria Ausiliatrice a Gualaquiza- Le speranze del Missionario.
15 AGOSTO 1897. - Veramente memoranda pei fasti, della nostra Missione nelle orientali foreste dell'Equatore è questa data! Oggi in Gualaquiza, con solenne e commovente funzione si benedisse e collocò la prima pietra della bella Chiesa che in onor di Maria Ausiliatrice stiamo erigendo definitivamente. Fu una funzione indimenticabile, ed il sorriso del nostro limpido cielo parve persino si abbellisse di più rosei splendori per godere di tutta la gaiezza della giornata. Le vie di Gualaquiza, che a poco a poco van formandosi, rigurgitavano fin dalle prime ore mattutine di bianchi, d'indigeni e di Jivaros nei loro rispettivi costumi. Il luogo, su cui deve sorgere la Chiesa, preparato bellamente, è nel centro del paese, e colà ognuno volgeva i passi, di guisa che prima dell'ora stabilita era tutt'all' intorno gremito di gente. All'ora stabilita e secondo il Rituale Romano ebbe luogo la funzione fra la generale attenzione e divozione.
Quanto significante è questo avvenimento! Come dimostra una volta più la veracità della profezia di Malachia che verrà giorno, in cui il nome del Signore sarà benedetto dappertutto ed in tutti i luoghi si offrirà l'Ostia pacifica ! In queste lontanissimo ed inesplorate regioni, per opera di un gruppo di animosi cattolici, sotto la protezione della Madonna di Don Bosco e con cuore unisono, iniziasi quest' opera per la gloria dell'Altissimo. Or non è questo un avvenimento degno di esser tramandato a' posteri con eterna memoria? Non è questo un nuovo trionfo della potenza dell'Ausiliatrice da perennarsi nei fasti della nostra Pia Società? Circondata da tutte parti di secolari foreste, in cui regnano molteplici tribù selvagge, questa Chiesa sarà il focolare della loro rigenerazione civile. Da essa, in giorno non lontano, usciranno come per incanto la religione e la civiltà insiem unite, e le foreste dell'Azuay si convertiranno in ridenti campagne ed i selvaggi in generosi lavoratori. Questo magnifico ideale mi par di vederlo già compiuto nell' avvenimento di questo giorno.
La prima pietra, solennemente benedetta e collocata oggi, contiene in sè il documento descrittivo di questo fatto e molti oggetti dell'epoca, la qual cosa serve a meglio tramandare alle future generazioni le opere presenti.
Se poi si domandasse quali siano le speranze che danno tanto ardire al Missionario di Gualaquiza da intraprendere senza mezzi una tanta fabbrica, risponderei che sono le stesse avute un tempo da D. Bosco, quando con 40 centesimi iniziò la Chiesa di Maria Ausiliatrice in Valdocco. Le mie speranze si fondano sulla divina Provvidenza, che non manca per quelli che in Lei confidano, e sopra la generosità dei nostri buoni Cooperatori e Cooperatrici. In queste lontane terre e barbare regioni, molte volte ci vengono a mancare le cose più necessarie alla vita, ma ci conforta e ci anima il pensiero che si lavora per la maggior gloria di Dio, con la sicurezza di premio eterno.
Riapertura della Casa di Cuenca - Festa dl Maria Ausiliatrice - Le simpatie della barba - Attività - Mutamenti di scena - società protettrice delle nostre missioni.
24 MAGGIO 1898. - Mi trovo a Cuenca da alcuni dì per ultimare tutte le cose riguardanti la riapertura della nostra Casa del Corazón de Maria, e quindi ho voluto preparare la festa della nostra grande Patrona con tutta la pompa possibile. Predicai durante tutta la novena e l'Ill.mo e Rev.m° Sig. Amministratore Apostolico, Mons. Benigno Palacios, col suo intervento volle rendere la nostra festa solennissima. Numerose le sante Comunioni, buona la musica, edificante il contegno di tutti. Ma qui non posso tacere di un insperato e mai più previsto mezzo per attirarci le simpatie di tutti. Io ne feci esperienza in Cuenca, e posso assicurare che la mia folta e lunga barba ebbe l'onore di non poche simpatie, perchè la gente nell'andarsene esclamava: Quanta valentia hanno questi Salesiani con barba! Ma se la mia barba era diventata tanto simpatica, lo si deve pure all' attività spiegata, all'entusiasmo, all'audacia, sto per dire, con cui si lavora dai figli di D. Bosco. Questo più di tutto contribuisce ad attirarci l'ammirazione e la stima del. pubblico. Lo stesso Rev.m° Amministratore Apostolico ed il M. R. P. Matovelle mi dìssero, pieni d'entusiasmo: « Così ci piace, P. Francesco, e così piacerà a tutti i Cuencani ! »
Degno poi di osservazione è il mutamento di scena che avviene in queste regioni. Nei tempi passati da Cuenca partivano Religiosi, Parroci, Missionari per Gualaquiza, territorio orientale, ma poco o nulla poterono fare, perchè i figli della foresta, i battaglieri. Jivaros sì sono sempre mostrati ribelli. In quest'anno invece (è proprio vero che Deus ludit in orbe terrarum !) da Gualaquiza si mandarono Salesiani a Cuenca, non già per civilizzare questa provincia colta, ma per educare la gioventù Cuencana. Tale cambiamento di cose è la più bella prova dell'assistenza ed aiuto divino a tutte le nostre opere.
In Cuenca ebbi pure un'altra grande consolazione. Le principali matrone della città e delle popolazioni Azuaye, si costituirono in Società protettrice delle Missioni Salesiane di Mendez e Gualaquiza e vollero che dettassi loro il Regolamento e che tenessi conferenza pubblica nella Chiesa Cattedrale. L' ideale di questa Società è nobilissimo, ma l'ardore e lo zelo di ciascuna socia corrisponde appieno. Io spero che da tutto ciò ne verrà alle Missioni per gli Jivaros un gran bene.
15 GIUGNO. - Mi. trovo ancora a Cuenca. Ma verso la fine del mese, ultimate le cose, intendo far ritorno alla mia diletta Gualaquiza. Per me quelle foreste, quegli Jivaros dagli occhi scintillanti, dall'animo ardimentoso e belligero hanno un fascino inesplicabile. Quella è la mistica vigna affidatami dal Signore: è questo il segreto che mi rende cara la solitudine della foresta con le sue privazioni e con la mancanza di una parola amica nelle ore dello sconforto... Cari Jivaros, a voi corre sempre la mia mente e quando dormo dolce visione accarezza la mia fantasia... Mi par di vedere le vostre orientali foreste ammantate di nuove bellezze, nelle vie comode e facili, che vi metteranno in comunicazione coi popoli civili, nei paesi e nelle vaghe cittadine che occuperanno il posto delle presenti secolari piante, e soprattutto nei suoi abitanti che, divenuti laboriosi cristiani, emuleranno gli altri popoli nell'industria e nel commercio... O Gesù Redentore, affretta quest'ora tanto sospirata : fa che tanti poveri Jivaros vengano presto ammessi a godere delle inesauste delizie del tuo regno ! Servire Deo regnare est!
Ritorno e progressi della Missione - A rotoli - Tutti salvi per Maria
10 LUGLIO. - Continuo i miei appunti a Gualaquiza, dove se giunsi è un vero miracolo. Il caso che narrerò più sotto spiega tutto. Le cose della Missione vanno benissimo. Feci già fare quattro nuove e belle campane, tre per la chiesa parrocchiale ed una per la cappella S. Josè distante un giorno da Gualaquiza. Ho pure iniziata una piccola fanfara, aumentate le ferramenta dei laboratori ed auche gli artigianelli. Già dieci giovanetti studiano con l'intento di abbracciar la carriera ecclesiastica : di questi due vestiranno l'abito chiericale in settembre e gli altri in seguito. Sia benedetto in eterno il Signore!
Confrontando Gualaquiza d'oggi con quella dell'anno, in cui la Provvidenza l'assegnava a campo delle mie fatiche, quanti motivi ho mai di benedire alle misericordie di Dio Quante mutazioni, quanto progresso in sì poco tempo !
Tutto l'Equatore sorpreso ha gli occhi rivolti sopra questo Vicariato, tutti fanno le più alte meraviglie dell'entusiasmo che i Salesiani suscitano nelle popolazioni Equatoriane. Le conferenze tenute nelle principali città e popolazioni, le circolari, le Società Protettrici delle nostre Missioni fondate a Cuenca ed a Gualaceo, hanno fatto crescere il piccolo seme salesiano lanciato in queste contrade. Tutti i giornali della Repubblica parlano in nostro favore e ci usano ogni deferenza. Le spese fatte dopo l'incendio del 1894, che ci distrusse tutto, ascendono a 15000 sucres somministratici dalla pubblica carità dei popoli dell'Azuay.
16 LUGLIO. - Oggi la mia penna intuoni un cantico alla nostra cara Ausiliatrice e le mie parole siano nella festa di Lei, Regina e decoro del Carmelo, consacrate alle sue glorie ed ai suoi prodigi. Scrivo con l'animo riboccante di gratitudine, perchè ben posso dire che di questi prodigi io stesso magna pars fui. Ai primi di luglio, come aveva stabilito, partii da Cuenca in compagnia del carissimo nostro neo-sacerdote D. Adolfo Garcia e di sei forti giovanotti che desideravano dedicarsi alle Missioni. Dopo due giorni di viaggio e sotto una dirotta pioggia giungemmo a S. Josè. Quivi sostammo ed al mattino, celebrata la S. Messa, predicato e conferita la Cresìma ad alcuni giovani e fanciulli della borgata, continuammo il nostro cammino, desiderosi di giungere a Gualaquiza prima del tramonto del sole. Qui è bene notare tutti i particolari, perchè tutto fa vedere la visibile protezione di Maria Santissima.
Noi eravamo in otto; dagli uni si cavalcava una forte e bella mula e dagli altri un buon cavallo. Per il cambio e per il porto dei pochi viveri necessari si menavano pure tre altre mule. Nei quattro anni e mezzo dacchè siamo nelle foreste Orientali, era questa la carovana più numerosa e meglio equipaggiata. Dopo mezz'ora di cammino, là dove la salita era più ripida e pericolosa, non so come, la valente e forte mia mula perde l' equilibrio, e, senza ch' io abbia pur tempo a liberarmi i piedi dalle staffe, rotola per venti e più metri giù per la china, colla velocità d'una grossa pietra che, staccata dalla cima della montagna, precipita a valle. Figurisi chi può tanto lagrimevole caso... Coi piedi impigliati nelle staffe, io dal peso della mula era costretto a rotolare come una sol cosa con essa, di maniera che ora era la mula che baciava la terra traendo me sopra il suo dorso ed ora io a terra e la mula gravitar tutto l'immane suo peso sopra il mio corpo... I miei compagni di viaggio al vedere una ridda sì spaventosa, impossibilitati a venirmi in aiuto per la ripidità del sito, mi avevano spacciato e già mi piangevano morto... Io però, mentre rotolava, aveva potuto conservare il pieno possesso di me stesso, ed aspettandomi la morte da un momento all'altro, mi raccomandai a Maria SS. e meco stesso mi meravigliava di non sentire alcun dolore ne, del peso della mula, nè delle pietre e de' tronchi che mi venivano addosso.... Finalmente, come a Dio piacque, si spezzarono le staffe e potei liberarmi dalla mula, ma non mi riusciva di fermarmi causa la spinta presa... Pochi metri ancora che avessi. così rotolato, sarei inevitabilmente caduto nel fiume Cuchipamba. Questo fiume, che sotto Gualaquiza prende il nome di gran Bomboiza, cresciuto assai per le pioggia, umanamente parlando, non dava speranza alcuna di salvamento a chi fosse caduto ne' suoi gorghi Ma anche qui sia benedetta la visibile protezione della Madonna di D. Bosco ! Proprio pochi passi. dalla sponda di detto fiume mi venne fatto di rialzarmi, e come se nulla fosse stato, mi posi tosto in cerca della mula, la quale era giunta anch'essa quasi al. fiume... l'aiutai a liberarsi da ogni impedimento ed al grido di W. Maria Ausiliatrice ! e W. D. Bosco ! raccolsi la fornitura della mia sella dispersa qua e là Tanto io che la mula rimanemmo perfettamente illesi; non una scalfittura, non una goccia di sangue, non una rottura. Anzi, con un coltellaccio che si custodisce sempre nella sella, mi posi subito a farmi un po' di sentiero per risalire ai compagni, che, muti e più spaventati di me, pieni di trepidazione attendevano... Ci volle del buono a persuaderli che nè io, nè la mula eravamci fatto male alcuno; ma non potendo negare la realtà del fatto, tutti sono concordi nel dirlo una grazia segnalatissima di Maria. Io poi non dubito asserire che è un vero miracolo... Forse il demonio, arrabbiato di quel po' di bene che si va facendo con l'aiuto di Dio, aveva cercato di farmi un brutto tiro; ma chi è sotto il manto di Maria SS. non ha nulla a temere. Una simile caduta, in luogo sì scosceso, e coli tante circostanze, senza l'intervento divino, avrebbe ridotto in mille pezzi me e la mula...; invece, risalita l'erta meco traendo la mula, confortati i compagni e con essi intuonato il cantico del ringraziamento, pieno di vita cavalcai la stessa mula fino a Gualaquiza. Questa grazia val più di qualunque ragionamento per animarci a confidare in Maria Ausiliatrice. Chi desiderasse accertarsi coi suoi propri occhi della veridicità dell'esposto, venga e Gualaquiza ed io, pieno di vita, lo condurrò a misurare il precipizio in compagnia degli altri sette compagni di viaggio e testimoni oculari del fatto.
La nostra Missione convertita in ospedale - Nuove guerre tra gli Jivaros - Astuzie e tradimenti - Santiago Visuma..
8 AgosTO. - Durante la mia assenza si sviluppò tra gli Jivaros un' epidemia contagiosa ed allora il Collegio si convertì in Ospedale ambulante. Ma la protezione di Maria non venne meno, e tutti- quelli che furono curati dal carissimo D. Luigi Giaccardi, guarirono in poco tempo. Ora questo contagio è quasi scomparso.
Ne rimane però un altro assai peggiore e di più difficile cura, ed è la continua inimicizia che regna fra i due partiti, in cui sono divisi gli Jivaros. Poveretti ! Pieni di vita come sono, intelligenti e forti, potrebbero fare sensibili progressi in più cose, se le due fazioni non si odiassero mortalmente. Dopo la morte del brujo (medico) Andrea, parente di Ramon (capo della fazione nemica di quella del vecchio Naranza), questi sempre cercò di vendicarsi con qualche tradimento. Mesi sono riuscì a far uccidere un Jivaro della parte di Naranza. Di qui ebbero principio nuovi tradimenti e più forti inimicizie.
Il 28 passato luglio arrivano al Collegio della Missione una ventina di Jivaros della parte di Naranza, con a capo il celebre Santiago Visuma, parente del Naranza, cattivissimo soggetto ed acerrimo nemico di Ramon. Capii tosto che si macchinava qualche tradimento, perche il Ramon, essendo ammalato, già da tre giorni era ospitato con la famiglia nel Collegio della Missione... Appena Ramon vide giungere Visuma, montato su tutte le furie, voleva ad ogni costo ucciderlo ; ci volle tutta la mia autorità, per impedire un tanto delitto; anzi, per esser più sicuro, chiusi Ramon nella stanza ove era coricato, ed io, fingendo massima sicurezza, feci gli onori di casa ai nuovi venuti. Ma Ramon vedendosi impedito, per mezzo di segni ed a mia insaputa ordinò ad uno della sua famiglia di avvisare tutti quelli del suo partito che il Santiago coi suoi stava in Collegio, che l'attendessero per via e l' uccidessero. Santiago , nulla sospettando, stette con noi fin verso le tre ore di sera, discorrendo di molte cose e con molta tranquillità. Per dimostrarmi che non aveva alcuna cattiva intenzione, mi diceva: - Ah ! Padre Francisco, él (Ramon) malo estando ; él a mi matando querendo; él cabeza á mi cortando mucho querendo; vos, o P. Francisco, mucho bueno commigo estando ; yo á vos mucho querendo; vos á Ramon avisando à mi no matando, sino por se haciendo bueno.
Io cercai di infondergli più umani sentimenti, assicurandolo che Ramon non gli avrebbe fatto alcun male, poichè era ammalato, ed alla bell'e meglio lo congedai. Mezz'ora circa dopo la sua partenza, vengo avvertito che nella foresta gli Jivaros di Ramon avevano assalita la compagnia di Visuma, uccidendone due e ferendone molti : e che lo stesso Santiago, ferito mortalmente in più parti, dopo essersi sforzato di camminare ancora verso casa, aveva dovuto soccombere. Il Ramon, appena seppe che i suoi avevano compito l'atroce delitto, disperato, se ne fuggì dal Collegio. Chi mi metteva al corrente di questi tristi fatti era il Sìg. Leonida Moscoso, figlio del Sindaco attuale del Municipio di Sigsig, il Sig. Michele Moscoso, che tutto agitato corse al Collegio gridando: - P. Francesco, corra presto nella foresta, perchè vicino alla mia azienda gli Jivaros si battono e vi sono già dei morti. - In tutta fretta, senza aspettare né cavallo, nè mula, accompagnato dal Sig. Moscoso medesimo, mi recai sul luogo per vedere se poteva ancor salvare qualche anima. Mi esponeva a non piccolo pericolo, perchè gli Jivaros di Ramon potevano sospettare che andassi per sostenere le parti di Santiago. Trovai però tutto deserto ed il povero Santiago tutto coperto di ferite e cadavere. Lo benedissi, e coadiuvato da alcuni Indii (cioè quelli già civilizzati e cristiani) improvvisai con pali e frasche una rustica portantina, sopra cui collocato il cadavere, lo feci trasportare alla chiesa per le esequie, essendo Visuma stato battezzato anni sono.
Se non che a notte fatta, successero nuove barbare scene. Numerosi Jivaros, parenti e partigiani del defunto, si presentarono bene armati al Collegio, e piangendo, urlando e minacciando, ci incolpavano di non aver impedita la morte di Santiago. I giovani del Collegio si diedero alla fuga e gli arrabbiati Jivaros andavano urlando : - En donde estando el P. Francisco; parecendo P. Francisco, mucho hablando, mucho conversando querendo, porqué à nuestros Jivaros mutando dejando P. Francisco. - Saputo che mi trovava in Chiesa a pregare, armati com'erano si precipitarono all'entrata di essa per entrarvi; ma io, non potendo permettere una tanta profanazione della Casa di Dio, fatto il segno della croce ed invocato l'aiuto del cielo, con animo tranquillo mi diressi loro alla porta, intimando loro ordine e silenzio... Con tutta autorità, mostrando di non curare le loro minaccie, li obbligai a deporre fuori della Chiesa le armi. Allora, un tal Antonio Visuma, parente del defunto e capo della comitiva, s'avanzò verso di me, mi strinse e baciò la mano, dìcendo - Nada teniendo con vos, P. Francisco, nada à vos malo haciendo, solo conversando, no mas - e continuava: - Aquí Ramon estando,porqué à Jivaros mios muchos matando ? Que haciendo á caso nosotros d Jivaros de Ramon por matando... Corazon de Ramon mucho malo estando pensando ...Porqué así matando...- Mentre questi così parlava, tutti gli altri pure gridavano sì che pareva un finimondo. Cercai di persuaderli coi segni e colle parole che io pure era addolorato per l'accaduto, che tutto successe indipendentemente dalla nostra volontà, e che, appena saputo ciò che avveniva, corsi tosto sul luogo vuoi per impedire maggiori disgrazie, vuoi per aiutare i feriti ed anche per condurre i morti alla Chiesa e dar loro religiosa sepoltura. Presero la cosa pel loro verso, mi ringraziarono nel miglior modo, e così calmati mi feci promettere che sarebbero venuti tutti il mattimo seguente per assistere alle esequie di Visuma. Mantennero la parola e di buon mattino Naranza coi suoi Jivaros venne al Collegio. Mi fecero avvertito che v'era un altro cadavere nella foresta... Mandai tosto a prenderlo per far un unico funerale.
E qui non tento neppure di descrivere la scena straziante degli Jivaros intorno ai loro morti. Tutte le passioni umane agitavano quegli infelici, perchè ai pianti andavano pur mescolate imprecazioni, maledizioni e giuramenti di vendetta, sì che mi pareva d'esser sulla porta della città dell' eterno dolore Del resto alla lor maniera ben mostravano la sincerità del loro dolore. Gli uomini si schierarono in ben ordinata fila con tutte le loro armi, lancie, schioppi e scudi; le donne invece disperate depositavano le cose più care attorno ai morti. Mi dicevano : - Así haciendo, así mucho rezando vos, P. Francisco, mucho bueno estando; P. Francisco, vos muchas Misas cantando, y mucho á Taita Dios pidiendo bueno estando; nosotros á vos mucho queriendo, porque vos corazon mucho bueno teniendo. -
Intanto (cosa mirabile!) durante le sacre cerimonie si calmarono tutti e la religione lenì pure il dolore degli Jivaros. Poveri selvaggi ! Pareva che uno spirito soprannaturale s'impossessasse di loro man mano che si compiva la mesta funzione.
Dopo le esequie li volli ristorare alquanto nelle forze e diedi loro abbondante refezione; poscia ebbe luogo la sepoltura, che riuscì imponente. Intervenne tutta la popolazione di Gualaquiza e gran numero di Jivaros, cui prima di uscire dalla chiesa riuscii a far recitare distintamente, parola per parola, il Pater noster, l'Ave Maria e Requiem... Oh Chiesa Santa, come è grande il tuo potere Quanto consolante è per il povero Missionario un simile istante ! Egli dìmentica tutte le fatiche e tutti i disagi sofferti e si dichiara felice... Come sarà stato scornato il demonio al contemplare i suoi seguaci (chè tali sono ancor gli Jivaros) prostrati nel tempio del Signore, riconoscere l'immortalità dell'anima e pregare per i defunti ! Finito tutto, gli Jivaros se ne partirono contentissimi dell'opera nostra. Che il buon Dio ci conceda di poterli presto convertire e salvare !
In questi giorni, nonostante questi tristissimi episodii, abbiam potuto celebrare con pompa magna la festa del nostro glorioso Patrono S. Francesco di Sales. Si è dovuta differire fino ad oggi per la mia assenza da Gualaquiza. Tutto riuscì alla maggior gloria di Dio e per il bene delle anime. Numerose furono le S. Comunioni dei civilizzati; buona la musica eseguita alle sacre funzioni, generale il contento e la comune letizia. Fu una festa memorabile.
Nuove inimicizie - Altri morti - Posizione difficile - Gli Jivaros di Mendez - Proposte di tre nuove Case - Uno sguardo all'avvenire.
13 AGOSTO 1898. - Sono appena trascorsi pochi dì dai tristi fatti sopra registrati e già sono costretto a scrivere nuove scene di sangue. La fazione di Naranza, esacerbata per la morte del suo caro Santiago Visuma, domandò aiuto alle altre tribù interne, ed in questi giorni Naranza coi suoi e con molti selvaggi diede l'assalto alla casa di Ramon, uccidendo due Jivaros di Ramon, ferendone molti e bruciando le case. Anche Ramon non rimase inoperoso, ma, aiutato anch'egli da altre tribù, resistè fortemente. Così guerra feroce continua fra le due fazioni. Noi Missionari dobbiamo usare molta prudenza per mettere la pace tra di loro e per impedire nuovi disordini, perché non dobbiamo esser partigiani di nessuna delle due fazioni, bensì amici di tutte due e soccorrerle ugualmente con generosa neutralità. Poverini ! Sono degni di tutta la compassione, ed a vero dire, stimano, rispettano ed amano il Missionario, ma non possono deporre i loro reciproci odii.
Ier sera siamo andati a prendere il cadavere d'un giovane Jivaro di 18 anni, vittima di atroce vendetta: già da due giorni era stato ucciso ed andava in putrefazione per le moltìssime ferite ricevute. Quest' infelice spesso veniva al Collegio e con piacere divideva la ricreazione coi giovani interni e coi Missionari, cui si mostrava affezionatissimo. Si chiamava Giuseppe Mario ed il buon Dio forse gli avrà computato a merito la sua condotta che fu sempre corretta. Solenne fu pure il funerale. Degli altri Jivaros morti non s'è ancor potuto trovare il cadavere... Preghiamo il Signore, affinchè usi misericordia a questi infelici e faccia cessare da loro gli odii, le guerre e le uccisioni che li rendono cotanto infelici !
Poi Missionari e poi Cristiani che vivono in Gualaquiza per ora non c'è alcun pericolo, però da un momento all' altro si può esser travolti dalle orde dei sospettosi selvaggi, perchè umana cosa piccioli tempo dura.
Ora una parola sopra gli Jivaros di Mendez. Essi invidiano la sorte di quelli di Gualaquiza, che godono della presenza e dell'assistenza del Missionario. Nel corso di sei mesi sono venuti già tre volte per condurmi colà:
- Vos, P. Francisco, dicevano, parejo Mendez yendo, allá muchos huertos por vos haciendo, mucha yuca con mathe, platano habiendo, muchos puercos, gallinas, jabalí por vos matando... tambien casa, convento por vos haciendo. - Io per accontentarli promisi loro che appena mi sarebbe possibile, sarei andato a trovarli e che, col tempo stabiliremo pure una casa fra di loro.
In Mendez sono assai numerosi gli Jivaros. Forse in un tempo non lontano formeremo anche colà un buon centro delle nostre Missioni Orientali. Pochi mesi fa ho indotto il Municipio di Pante (distretto che abbraccia i paesi di Guachapala, Pan, Palmos che confinano col nostro Vicariato) a pagare un tanto alle varie popolazioni, perchè si obblighino con documento ad aprire la strada da Palmos a Mendez, promettendo che, appena compiuta la strada, andrò a visitare gli Jivaros di Mendez. Grande è l'entusiasmo delle popolazioni per questa strada, e se non si raffreddano, spero che si potrà entrare in Mendez verso la fine dell'anno.
Da persone alto locate ho ricevuto pure domando insistenti per l'apertura di tre nuove Case a Cañor, a Gualaceo ed a Sigsig. Sono tre grossi centri dove si potrà far molto bene, uria per ora manca il personale. Spero però di poter presto annuire ai loro giusti desideri. In questi due ultimi anni ho girato ampiamente per Conferenze e Missioni Sacre le Provincie dell'Azuay e mi persuasi una volta più che ci attendo uno splendido avvenire. Qui potremo fare assai bene e le popolazioni man mano che conoscono l'Opera Salesiana, vi si affezionano in modo straordinario. Non sta a me leggere nel futuro, ma so dal poco finora fatto è lecito arguire il molto più che si può fare in seguito, asserisco che le Provincie Azuayo si metteranno arditamente sulla via del vero progresso e della cristiana civiltà per opera dei figli di D. Bosco. Compia il misericordiosissimo Iddio i miei voti e l'Equatore benedirà in eterno al Padre e Fondator nostro desideratissimo.
PATAGONIA Nuovi motivi di conforto e speranza.
(Da una Corrispondenza di D. Bernardo Vacchina).
L'ANNO testè decorso abbiamo riferita l'interessantissima relazione dell'escursione fatta nella Pampa Centrale dall' Ecc.mo Mons. Cagliero, dalla quale luminosamente appariva la protezione singolare che la nostra potente Ausiliatrice esercita su quest'importante nostra Missione. Ora da altra corrispondenza del carissimo nostro Confratello Don Bernardo Vacchina ci piace raccogliere alcune notizie su Viedma, capitale del Territorio del Rio Negro e sede centralo delle nostre Missioni Patagoniche. Esse costituiscono tanti nuovi motivi di conforto e speranza per la maggior diffusione del regno di Gesù Cristo e saranno gradite da tutti i nostri buoni Cooperatori e Cooperatrici.
Il nuovo Governatore del Rio Negro - Solenne ricevimento - Nobile professione di fede cattolica - Allegria generale - Un Governatore modello - Fondate speranze per un'avvenire più lusinghiero della Missione.
La prima notizia è la nomina dell'Ill.m° Sig. Tello a Governatore del Territorio del Rio Negro ed il solenne ricevimento fattogli in Viedma, capitale del suo governo.
L'Ill.m° Sig. Tello è un eccellente cattolico, attivo Cooperatore Salesiano e deciso protettore dello nostre Missioni. Di lui D. Bernardo Vacchina parlò già più volte nelle sue relazioni sopra il Chubut, e gli assidui lettori del Bollettino lo conoscono da vari anni. Per la sua attività, rettitudine e fino criterio addimostrato nel governare il Territorio del Chubut, si meritò dall'Ecc.m° Sig. Presidente della Repubblica di venire traslocato all' importantissimo Territorio del Rio Negro, dove fece il suo ingresso lo scorso gennaio.
Il ricevimento preparatogli fu imponente e rivestì il carattere di una vera apoteosi. La stampa liberale salariata dal governo scaduto, tentò invano di offuscare questa indimenticabile dimostrazione. Tutto il popolo rispose con entusiasmo all'appello della Commissione dei festeggiamenti, dimostrando spontaneamente le simpatie che nutre per il nuovo Governatore.
Il capo della squadra navale del Rio Negro mise a disposizione delle Commissione le sue navi di gala; il Municipio imbandierò a sue spese le vie principali, lasciando le altre a carico dei cittadini, i quali emularono per gusto ed. eleganza il Municipio, e Viedma tresentava un aspetto nuovo e poetico sventolando dai balconi e dalle finestre le bandiere di tutte le nazioni.
Quando il Sig. Governatore Tello sbarcò al molo di Viedma, fu salutato da una salva di applausi per parte degli illustri cavalieri accorsi a riceverlo, i quali fra le armonie della banda della Missione Salesiana ed il fragoroso sparo delle bombe lo accompagnarono fino al Palazzo del Governo. Prese tosto possesso del suo ufficio e, dopo un eloquente discorso che il Sig. Molina pronunciò in nome della popolazione, si diresse alla Chiesa, nel cui atrio fu rìcevuto dall'Ecc.m° Mons. Cagliero che pontificò nel solenne Te Deum.
In un salone della Casa della Missione si volle tenere il banchetto di ottanta coperti, che la Commissione dei festeggiamenti aveva organizzato in onore del nuovo Governatore. Nella prima tavola presero posto Mons. Cagliero, il Signor Governatore, il Giudice di 1a istanza, il Colonnello Ispettore delle milizie territoriali, il Giudice di pace, il Sindaco, il Comandante la squadra del Rio Negro , il Capo del Partito, il Procuratore fiscale, la Commissione dei festeggiamenti ed altre notabilità del paese. Nelle altre tavole venivano tutti i rappresentanti dei distretti del Territorio, i Commissari di Polizia, gli impiegati del Governo e molti commercianti. Inutile dire che durante il pranzo regnò la massima cordialità ed allegria. Vi furono brindisi e discorsi applauditissimi. Parlando il Governatore , espose il suo programma modesto e pratico, e quando accennò alle sue credenze e pratiche religiose, non molto comuni negli uomini pubblici di questi paesi, disse testualmente : - La mia vita privata non deve discordare dalla pubblica: ho profonde convinzioni e son disposto a difenderle a costo della mia vita, perchè sono in possesso della verità e perchè la Costituzione patria mi protegge - parole che strapparono fragorosi applausi da tutti i presenti, tra cui vi erano protestanti ed altri di diverse opinioni.
La banda del nostro Collegio rallegrò i commensali con scelti pezzi di musica. Un italiano calabrese, non potendo più star nella pelle per la troppa allegrezza, di tratto in tratto si alzava col bicchiere in mano gridando: Viva lo nostro Monsignure! Viva lo Signur Gubernature ! la qual cosa esilarava tutti.
Alla sera i giovanetti del Collegio Salesiano rappresentarono un dramma in cinque atti e la banda del Collegio ed il celebre violinista ungarese Roberto Dainen suonarono negli intermezzi con assai buon gusto.
La Commissione ringraziò sentitamente Mons. Cagliero, anima della festa, che pose a disposizione del popolo tutto il personale della Casa e Missione.
Alcuni giorni dopo visitando il Sig. Governatore il Collegio delle Suore di Maria Ausiliatrice, ebbe la grata sorpresa di una riuscitissima accademia musico-letteraria.
Il Sig. Tello non venne meno alle speranze dei suoi nuovi sudditi, perchè ha già pubblicato alcuni decreti di somma importanza, i quali gli meritarono le felicitazioni di tutti i superuomini della Repubblica. La nostra Missione spera. molto dal governo attuale. Quando la croce e la, spada camminavano di conserva alle conquiste della civiltà, riportarono i più splendidi trionfi, procurando ai popoli tutta la felicità possibile in una vita elio si chiama una lotta perenne e in un inondo che l'esperienza quotidiana ci conforma essere una vera valle di lagrime.
Campo ubertoso per l'Apostolato cattolico Due battesimi - Deliziosa passeggiata - Una famiglia patriarcale - Vantaggi di queste escursioni.
Nei dintorni di Viedma vi sono molte famiglie indigene, che, separate dalle loro tribù, vivono mantenendosi con quello che guadagnano come giornalieri, muratori, acquaiuoli, ecc. I Missionari, che non possono esercitare nel campo il loro ministero, ed una Società di Signore, stabilita da Mons. Cagliero, visitano questi poveri lndii nelle loro capanne, cosa che parimenti fanno le Suore di Maria Ausiliatrice, le quali sono un potentissimo aiuto alla Missione. Pochi mesi fa, preparati da esse, si è potuto battezzare una madre di 70 anni col proprio figlio di anni 40. I due battezzati fecero ritorno alla loro capanna nella Pampa, dove il carissimo Don Boido, che scorre quelle sterminate pianure, loro amministrò poscia gli altri Sacramenti. Gli Indii che in questo modo si potrebbero battezzare sono innumerevoli.
Anche nella Patagonia si cerca di seguire le tradizioni di D. Bosco e di quando in quando si fanno fare agli alunni grandi passeggiate. Sul principio dell' anno se ne fece una con tutto il personale della Missione. Meta della passeggiata era la casa del Sig. Cecilio Lacero, distante sei miglia da Viedma, grande amico de' Salesiani, padre di uno dei nostri chierici di Bernal, di una Figlia di Maria Ausiliatrice e di due alunne del Collegio di Viedma. Il sito era incantevole per la Patagonia; i nostri fanciulli raccolsero quantità di fasci per affumicare ed arrostire la carne con pelle e senza e per mangiare con invidiabile appetito i molti abbondanti piatti che loro fornì quell'egregia famiglia, la quale più che cooperatrice si può chiamar famiglia salesiana ha nella sua azienda una piccola Cappella, dove osserva l'orario salesiano per le orazioni e dove i nostri Missionari vanno a riposare come il Salvatore a Betania. La figlia maggiore ha lo zelo d'un apostolo, poichè essa. insegna le verità di nostra santa religione ai vicini sparsi per quei dintorni e li prepara a ricevere i Santi Sacramenti. Mons. Cagliero, il quale, come faceva D. Bosco, accompagnava l'allegra comitiva, volle che la mattina seguente si dicesse Messa e si offerissero le Sante Comunioni per quei benefattori dopo di che amministrò il S. Battesimo ad un indio di 24 anni, molto ben preparato e meglio curato da quella famiglia patriarcale.
Omne tulit punctum, qui miscuit utile dulci. Queste passeggiate sono una potente scuola di educazione per i nostri ricoverati, la cui pietà e buona condotta aumenta in proporzione della allegria e contentezza dei loro cuori .
Ospedale S. Giuseppe -Beni grandi che produce ai corpi e, quel che più importa, alle anime - :Missione permanente e fruttifera - Una morte edificante - Filantropia ed amore degli empi pei poveri - Funesta ostinazione.
Un volume ci sarebbe da dedicare all'Ospedale S. Giuseppe della Missione, che, posto sotto gli auspici del Sacro Cuore di Gesù, quotidianamente ruba le anime all'inferno per inviarle al cielo; però il tempo e lo spazio non consente che poche righe. Non si sa qual peste infesti quest'atmosfera, poichè le infermerie sono quasi sempre piene, specialmente di uomini di tutte le età e condizioni. Il carissimo nostro medico D. Evasio Garrone ed il farmacista Masini fanno di tutto per guarire i corpi, mentre i Sacerdoti e le Suore cercano di guarire lo spirito. Assai spesso le anime di questi disgraziati sono in peggior stato del corpo.
Mons. Cagliero. nel tempo che dimora in Viedma, visita gli infermi pressochè ogni dì, compiacendosi d'intrattenersi con loro per raccomandar loro l'adempimento dei propri doveri. Settimanalmente si preparano per la prima Comunione fanciullini di 30, 40 ed anche di 60 anni. Bello è vederli fare le loro divozioni guidati da uno dei Confratelli, ripetere parola per parola, guardando fisi fisi il maestro, ed imitarlo perfin nelle sue involontarie smorfie. Difficilmente partono dall'Ospedale della Missione senza prima comunicarsi e senza aver ben impresso in cuore i fondamenti di nostra santa Religione. Quanto dolce e soave è l'irrigamento della carità!
Le Suore di Maria Ausiliatrice, quali angeli tutelari, passano sollecite di camera in camera, attendendo agli infermi, dicendo in pari tempo ad alta voce le orazioni che questi ripetono con amore e divozione. Quante volte osservo questo attraente quadro, mi ritornano alla mente i giorni della mia fanciullezza, in cui la pia mia madre, mentre accudiva alle domestiche faccende, m'insegnava le orazioni del cristiano insieme agli altri fratelli e nipotini... Le Figlie di Maria Ausiliatrice fanno i letti agli ammalati e non schivano lavoro per ripugnante e basso che sia. Gli infermi le accompagnano con l'occhio e pieni di gratitudine ed affetto, dinanzi a questi. sì consolanti spettacoli, si commuovono e piangono talvolta di tenerezza e gratitudine.
Anche il Missionario ha la sua ora per la seminagione. La verità cattolica ha tanta attrattiva per i cuori sensibili e visitati dalla sventura, che basta annunziarla con la naturalezza e semplicità del Catechismo, perchè s'imponga. I nostri poveri infermi la bevono con avidità e le loro anime partono illuminate, alimentate e fortificate per le lotte della vita. Varie volte vennero in quest'Ospedale rabbiosi pretofobi e ne son partiti baciando il lembo della loro sottana e tanto amici dei Missionari quanto prima ne erano stati nemici.
In questi ultimi mesi morirono due Indietti venuti dalla lontana Missione del Chubut, un fanciullo di 11 anni ed una ragazza di 13. Pedrino Josè, fanciullo docile, affettuoso e pietosissimo, morì di endocardite. In poco più d'un anno imparò a leggere e scrivere correttamente ; sapeva a memoria e capiva molto bene il piccolo catechismo e si comunicava con la divozione e pietà di un S. Luigi. Quando parlava coi suoi superiori, sorrideva sempre, tenendo ognora fissi sopra di essi i suoi grandi occhi, immagine fedele dell'innocenza e del candore della sua anima. Era veramente un delicato e fragrante fiore del deserto! Prima che la sua anima volasse in Paradiso, desiderò confessarsi e comunicarsi più volte; teneva sempre fra le mani il crocefisso, e non cessava dal fare atti di amor di Dio. Spirò placidamente l'anima sua bella, e noi abbiamo fondatissima speranza che è già in cielo a pregare il Signore per la Missione del Chubut presentemente tanto tribolata dalle malattie e visitata dalla morte. Questa ed altre morti premature non lasciano di esser una prova per la Missione del Chubut, poiché i poveri Indii ignoranti, superstiziosi, come sono , difficilmente le attribuiscono alle loro cause naturali ed alle disposizioni divine. Dio ci assista!
L'anno scorso quest'Ospedale corse gran rischio di esser chiuso per la malevolenza dell' antecedente Governatore; però S. Giuseppe, che potentemente aveva contribuito alla fondazione, insieme con Maria Ausiliatrice l'ha protetto e ci diede un Governatore cristiano, per cui speriamo allontanati i pericoli, sicché possiamo continuare a dedicarci al sollevamento corporale e spirituale di tanti disgraziati. Per parte nostra siamo disposti a star sulla breccia usque ad aras e a procurare continuamente di migliorare le condizioni e dare maggior sviluppo all'Ospedale stesso. È vero che per ottener ciò abbisogneremo di grandi soccorsi, di cui assolutamente manchiamo, ma la divina Provvidenza non cesserà di aiutarci, come ha fatto sin qui.
Non si creda però che tutte le cose vadano a seconda dei nostri desiderii. Da poco tempo entrò nell'Ospedale un protestante Svizzero, infermo di mal di milza, da cui disgraziatamente non si potè ottener nulla. Invano la Suora tentò tutti i mezzi della carità per piegare il suo cuore ; perocchè l'infermo la rimandava sempre con indegno e brusche maniere. Così pure furono inutili i mezzi impiegati dal Missionario, chè anzi il disgraziato cercava sempre di evitarlo. Che il Signore abbia pietà di lui e lo converta!
Casa centrale della. Missione - Le Figlie di Maria Ausiliatrice - Istituzione di Santa Marta - Bene che produce.
In Viedma il Collegio e la Casa centrale della Missione, paragonati con gli altri edifizi dei popolo, che hanno un sol piano, sono molto elevati. Però, quando si fabbricarono, molto furono le mormorazioni, perchè da' più si credeva che ciò si facesse per ostentazione e lusso. Mons. Cagliero fece orecchio da mercante, confidando nel tempo, ed oggi crebbero tanto i fanciulli, che è necessario pensare a far nuovi dormitori, laboratori, e, se la va di questo passo, si dovranno ingrandire le opere, poichè ora siamo già 230 persone.
La maggior parte dei nostri giovani sono campagnuoli e senza alcuna istruzione specialmente religiosa; per la qual cosa i nostri poveri maestri e catechisti han da sudare e logorarsi a forza di pazienza per dirozzarli ed educarli alquanto. Un 15 di questi alunni, alcuni anche indigeni, vengona educati nel nostro Studentato di Bernal alle fatiche dell'apostolato cattolico e promettono assai bene.
Le Suore di Maria Ausiliatrice sono vere madri degli infermi, dei poveri e dei fanciullini. I sacrifizi, che continuamente s'impongono per far progredire la Missione, sono per certo scritti dai loro angeli custodi a caratteri d'oro nel libro della vita per ricompensarle munificamente a suo tempo.
È bene anche accennare all'istituzione di S. Marta, fondata anni sono da Mons. Cagliero, con casa propria intieramente separata da quella delle figlie. In quest'Istituzione si raccolgono le giovani che la carità potè strappare dalle braccia della moderna corruzione, in cui inconscientemente o volontariamente erano immerse.
Quando vi entrano sono per lo più discole e rivoltose, perciò le povere Suore hanno da trangugiare in silenzio amari bocconi. Però, più disgraziate che colpevoli, le ricoverate a poco a poco cedono alla grazia, abbracciano la vita laboriosa con spirito di penitenza, pregano molto, lavorano abbastanza facendo il pane, lavando e rammendando quanto rompono i nostri ricoverati. Il demonio, che non poteva veder di buon occhio il bene che si fa da queste infelici, cominciò ad inventar calunnie, che passarono come una nube d'uragano. Quanto amarezze si ha da soffrire in questo mondo, ma infinitamente assai più sofferse Gesù per distruggere il peccato ! E quanti peccati furono evitati collo stabilimento Santa Marta !
Dame della Conferenza di S. Vincenzo de' Paoli - Benefizi che recano - Pia Unione del Sacro Cuore e l'Apostolato della preghiera - Oratorii festivi - Visite alle carceri - Conclusione.
Le Dame della Conferenza di S. Vincenzo sono pur quelle che asciugano le lagrime dei poveri di questa Missione della Patagonia. Tengono settimanalmente le loro riunioni per distribuire i diversi quartieri dove esercitare le opere di misericordia, di cui abbonda la santa istituzione. Tutti i giorni si vedono, quali angeli di carità, visitare le capanne de' poveri per alleviarli nelle loro necessità materiali e spirituali. Alle volte si veggono venire al nostro Ospedale sostenendo un infermo abbandonato che han raccolto, ed è un piacere udirle come lo raccomandano e lo proteggono. Non è possibile enumerare il bene che vanno facendo : basta dire che in queste popolazioni difficilmente muoiono gli infermi senza i conforti religiosi per la provvidenza di queste Dame. È un'istituzione provvidenziale, in cui possono entrare ricchi e poveri.
Sono pur numerose le signore ascritte all'Associazione del Sacro Cuore, le quali con le differenti pratiche e devozioni costituiscono l'Apostolato della preghiera. Posero in chiesa una preziosa immagine del Redentore, il cui altare adornano e provveggono di lumi con ogni premura. Alla fine del mese di giugno, dedicato anche qui al Sacro Cuore, si tengono le SS. Quarantore con grande vantaggio delle anime. La nostra fiducia nel Sacro Cuore è illimitata e noti andrà delusa.
Sostenere gli Oratori festivi nelle Missioni è cosa assai difficile, perchè tutti gli anni durante le vacanze i fanciulli vanno al campo, dove non avendo comodità nè di chiesa, né di sacerdote, tralasciano la pratica dei santi Sacramenti e le funzioni religiose. Perciò avviene che al nuovo anno si ha da lottare con le medesime difficoltà. Tuttavia gli Oratori festivi di Bahia, Patagonia, Viedma e Chubut hanno dato finora un assai soddisfacente risultato e si spera a poco a poco di ottenere molto di più.
Altro vasto campo per l'opera del Missionario sono le carceri. Tutte le domeniche e feste di precetto va un Sacerdote a celebrare la santa Messa, che i poveri reclusi ascoltano, accompagnati dal Direttore delle carceri, dal carceriere e da un picchetto di soldati. Durante il santo Sacrifizio un nostro confratello recita ad alta voce le orazioni del cristiano, che i carcerati ripetono con discreta divozione. Che il Signore tocchi i loro cuori e li restituisca alle loro famiglie onesti e morigerati !
Il bene che si può fare nella Patagonia è veramente grande e noi ci affidiamo alla nostra buona Madre Maria SS., perchè ci dia e forza e mezzi necessari per sempre più estendere il regno di Gesù Redentore in tante povere anime.
VENEZUELA
Fine del vajuolo e trionfo dei Missionari a Valencia.
Iddio misericordioso si è mosso a pietà dei poveri Valenciani. Finalmente il vajuolo é cessato, ed il nostro carissimo Confratello D. Bergeretti colle Suore di Carità di San Giuseppe di Tarbes hanno lasciato i Lazzaretti e sono tornati alle ordinarie occupazioni nelle rispettive loro Case.
Al loro ritorno in città, il 29 ottobre passato, furono accolti come in vero trionfo da tutte le Autorità e popolo unito. - Alle 4 pom. tutta Valencia s'era riversata sulla piazza del mazzatoio, all'ingresso della città. All'apparire di D. Bergeretti e delle Suore, circondati dalle Autorità Municipali che si erano avanzate ad incontrarli, scoppiò un immenso uragano di evviva, battimani, scoppio di mortaretti, sparo di razzi... - Tosto formossi il corteo. Precedevano e circondavano le Suore in vetture scoperte varie Comunità religiose; D. Bergeretti a cavallo era attorniato dal - Clero e dalle Autorità cittadine; seguiva una lunga sfilata di carrozze ed un'interminabile moltitudine di popolo a piedi. Per le vie principali della città si ripeterono i segni di gioia e di festa. - Giunti al Collegio Salesiano, la banda li accolse con una marcia trionfale. Entrati in Chiesa, il Vicario della città salì il pergamo, e con parole piene di sentimento invitò tutti a render grazie infinite al Signore per il cessato flagello. S'intonò il Te Deum in musica, e D. Bergeretti impartì la benedizione col SS. Sacramento.Nel Collegio poi v'ebbe accademia, musica, discorsi, ecc. Tutte le principali famiglie di Valencia erano quivi rappresentate. - In breve, i buoni Valenciani hanno saputo apprezzare il vero eroismo e dimostrare appieno quanta riconoscenza nutrano per questi atleti del Cristianesimo, che impavidi hanno affrontato pur la morte per amore di Dio e pel bene della umanità sofferente.
Sospirata guarigione.
Già da dieci anni fui colpito da gravissima malattia bronchite capillare, polmonite, infiammazione al ventricolo, ecc. Tentai tutti i rimedi dell'arte salutare; ma inutilmente. Disperato quindi da più valenti medici lo stato di mia salute e ridotto agli estremi di vita, con grande mia consolazione mi furono amministrati i SS. Sacramenti. Io però sin dal principio di questo mio serio malore mi rivolsi con fede alla pietosa Regina degli afflìtti, alla gran Madre nostra Maria SS. Ausiliatrice, ed Ella mi preservò dal presente pericolo di morte. Da quel tempo in poi gli occhi miei furono sempre rivolti inverso di Lei. - La Madonna mi guarirà, se sarà il mio maggior bene. - Scrissi più volte al degnissimo successore dell'immortale D. Giovanni Bosco, perchè celebrasse il Santo Sacrificio della, Messa all'Altare dell'Ausiliatrice, e perchè facesse pregare per novenari i suoi orfar velli per me, onde ricuperassi la pristina salute, sempre a gloria di Dio ed a salute delle anime. Sperimentai a più riprese il potentissimo patrocinio della celeste mia Madre Maria, calmando gli acutissimi miei dolori e consolandomi nel lungo patire. Non potei però mai rimettermi in perfetta salute. Cionulladimeno perseverai, insistetti nel ricorrere a Lei fervorosamente. Ed oh ! potenza della Vergine! oh bontà di Maria ! Quand'ecco, senza più prendere medicina alcuna, nel maggio passato non solo mi ottenne la tanto sospirata grazia della mia primiera salute, ma me ne ottenne si da vantaggio, che tale buona salute non ebbi giammai in vita mia. Quindi è impossibile esprimere a parole la grande meraviglia de' mieì compaesani e di quanti mi conobbero, nonchè la consolazione mia e la riconoscenza che debbo a Maria SS. Ausiliatrice per queste ed altre non meno grandi grazie a me ottenute. Grazie infinite pertanto siano rese alla gran Madre di Dio e nostra Maria SS. Ausiliatrice! Mio dovere sarà poi di recarmi nel venturo autunno a Torino per celebrare la S. Messa al suo altare e per deporre ai suoi piedi un umile tributo della più viva mia riconoscenza. Spontaneo, naturale m'è adungne esclamare: Ohi voi tutti che siete afflitti e sofferenti, ricorrete fiduciosi a Maria, e sarete certamente esauditi !
Costa Imagna (Bergamo), 15 Giugno 1898..
Sac. PIETRO MAZZOLENI.
Potenza dell'intercessione di Maria Santissima Ausiliatrice.
Invio qui accluse lire cinque per la celebrazione di una S. Messa all'altare di Maria SS. Ausiliatrice, in ringraziamento di ottenuta grazia per una novena fatta alla Beata Vergine predetta.- Vincenzo, unico figlio maschio del Cav. Avv. Alessandro Cocchi e di Adele Chiappini, di anni sette, fu colto da fiera difterite, che si cambiava poscia in grup. Gli furono ben fatte sei iniezioni di siero antidifterico; ma il male non cedeva, ed i medici lo dichiararono in imminente pericolo di vita, e come unico rimedio proposero di Montare la tracheotomia, che doveva essere fatta il venerdì, 7 dello spirante mese; ma fu rimandata al sabato 8, nella speranza sempre di un miglioramento, che i parenti si ripromettevano dalla gran Madre di Dio, alla quale avevano cominciato a fare una novena di preghiere. Questa procedeva, ma il bambino non dava segni di miglioramento. I medici insistevano per la operazione, ma i parenti cercavano sempre di rimandarla. Il sabato sera, terzo giorno della novena, si cominciò a notare un miglioramento nel bambino, e però crebbe la fiducia di tutti nella Regina dei Cieli, e fu rimandata la operazione, estremo rimedio della scienza medica, alla domenica successiva. Il bambino frattanto, fino dal giovedì, a forza di cenni, aveva voluto farsi portare avanti ad un'immagine di Maria Santissima, e, sempre con cenni, aveva fatto capire che voleva il quadro staccato dal muro; il che fu fatto. Esso vi si slanciò contro, lo afferrò e baciò forte forte, e poi contento si fece ricondurre in letto, ove aveva altra immagine, quella del SS. Rosario di Pompei, che non abbandonò mai, fuorchè quando, sentendosi soffocare, cercava fuggire dal letto per prendere aria e con questa il respiro. Intanto il male tendeva sempre al miglioramento. La domenica mattina, quarto giorno della novena alla SS. Vergine Ausiliatrice, il miglioramento fu rapidissimo, meraviglioso, con stupore dei medici, i quali dichiararono ormai vinto il male e guarito il bambino. Per precauzione ed abbondanza gli fecero la domenica stessa una settima iniezione, ed un'ottava il lunedì successivo; ma il bambino già respirava bene, era tranquillo, dormiva e cominciava a nutrirsi. I genitori, le sorelle ed i parenti, in ispecie la zia Assunta Cappelli, maestra a Vecchietto, che propose la novena alla SS. Vergine Ausiliatrice, ne rimasero commossi e piansero di gioia, perchè troppo chiaramente videro in ciò l'intervento mirabile della Gran Madre di Dio Maria SS. Ausiliatrice; e perciò pregano il Rev.m° Sig. Don Rua ed i figli di D. Bosco a volerla ringraziare e con la celebrazione della S. Messa, di cui sopra, e col rendere, a sempre maggior gloria di Maria Santissima, di pubblica ragione nel Bollettino Salesiano una tanta grazia, senza dubbio ottenuta merce la potentissima sua intercessione.
Terrarossa, 31 Ottobre 1898.
A. Cocchi.
Calliano (ALESSANDRIA). - Disperando di poter aver un credito di lire cinquecento, feci ricorso a Maria SS. Ausiliatrice promettendole che, se mi otteneva di poter ritirare tal somma, avrei regalato il dieci per cento al suo santuario in Torino. Trovandosi ora, con mia grande consolazione, il debitore nella possibilità di poter soddisfare al suo dovere, compio la mia promessa a Maria SS. Ausiliatrice inviando l' offerta di L. 50, pregandola a volermi tenere sempre colla mia famiglia sotto la sua valida protezione.
8 Dicembre 1898.
LUIGI BONVICINO.
Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice, e pieni di riconoscenza inviarono offerte al santuario di Torino o per la celebrazione di S. Messe di ringraziamento, o per le Missioni Salesiane, o per le altre Opere di D. Bosco, i seguenti
A*) - Acqui: Violante Rossi, con Lire 20 per provveder pane ai giovanetti dell'Oratorio, ed Ortensia Dealexandris, 10. - Alassio: L. Parascosso. - Alessandria-Piemonte: Rosina Volpini, 2 per una S. Messa, e Maria Franzini. - Alice Castello: Francesco e Maria Massara. - Alì (Messina): Francesco Ungaro, 5. - Auressio (Svizzera): Carolina Beda, 10.
(*) L'ordine alfabetico qui segnato è quello delle città e paesi, cui appartengono i graziati da Maria Ausiliatrice.
B) - Bagnacavallo (Ravenna): Achille Melandri, 5 per le Missioni nostre. - Balangero (Torino): Bartolomeo Data, 5. - Barzio (Como): Giuseppina Selva a nome di una Cooperatrice. - Bedon.ia (Parma): Costanza Silva, 3. - Parco di Pravisdomini (Udine): Luigi Zaghio, 1. -Benegorra : D. Giuseppe Bongioanni, 5 anom e di pia persona. - Benevagenna: Bernardino Ramolfo, 5 per essere stato preservato dalla grandine ne` suoi poderi- Bianzè : Eusebio Bussi, 10.- Bissaga (Como): Maria Barassi, 12 per tuia S. Messa a nome di pia persona. - Borgo S. Donnino: G. Pettenati., Seminarista - Borgomanero (Novara): Carlo Ojoli, 20 per S. Messe; e certa N. N. 5 pure per Messa. - Boscomarengo: Francesco Moccagatta, 5. - Bosconero Canavese: Margherita Pagliassotti, 5. - Breguzzo (Tirolo): Maria Ved. Manfredini a mezzo del Rev. D. Eligio Maestri Curato, 6 fiorini. - Briona (Novara): Carlo Basati, 5. - Basca (Cuneo): Angela Rosa e Catterina Beltramo.
C) - Cabras (Cagliari) : D. Raimondo Ortu, 20 per due S. Messe di ringraziamento. - Cagnano - Varano: Sac. Pietro di Pumpo, 5 per Messa. - Calascibetta: Elisa Tita, 10 per due grazie, ed Aurora Tita Billotti, 5 a mezzo del Sig. Antonino Tita Billotti. - Caltanisetta: Calogero Riccobene per suo figlio. - Canipiglia: Elinda Vanni 10 per la guarigione di un suo cognato e 40 pel miglioramento d'una nipote coll'obbligo della celebrazione d'una S. Messa. - Carniglia (Parma). Davide Mazzardi, 5 per una Messa. - Caronno Milanese: Giuditta Bertani, 2 per una S. Messa.Carpignano: B. R., 12 per Messe di ringraziamento per l'ottenuta guarigione di sua mamma. - Carrit (Cuneo): Maddalena Burdisso, 5, ed Anna Gallino, 7, coll'obbligo della celebrazione di una S. Messa, a mezzo della Sig.a Beatrice Reyneri. - Casale Monferrato: Sac. Pietro Ferretti, a nome di un Chierico Seminarista, 3 per Messa; S. S. G. 2 per ricuperata guarigione da grave malattia nervosa; ed una famiglia del circondario, 12,50. -Casatenovo (Como): Giovanni Perego, 1 - Casorate Sempione (Milano): Antonietta Milani, 3. - Cassano Magnago : Ferdinando Marelli, 15 per essere scampato da gravissimo pericolo. - Castano Primo: Maria Caimi, 5; Emilia Nessi e Maria Tosi, 4 per due S. Messe a mezzo della Direttrice di quell'Asilo Infantile Suor Catterina Tamagnone. - Castellaneta (Lecce): Ch. Giovanili Nigro, Seminarista, 2. - Castrogiovanni (Caltanisetta): Can. Gaetano Ragusa. - Cento (Ferrara): Eulalia Zamboni, 5 per la guarigione di persona da lei raccomandata; Can. D. Angelo Botti, 10. - Cerami (Alessandria): Marianna Casabone, 5. - Cerda Villaurea (Palermo): Sac. Agostino Azzarello, 5 a mezzo del Sac. Calogero Marotta. - Cevio (Svizzera): Una Cooperatrice Salesiana, 5. - Chivasso: Marcellina Bagnasco, 4 per due S. Messe. - Claujano di Palmanova (Udine): Sac. G. B. d'Agostina, 10 per essere stati liberati dalla grandine. - Cloz (Tirolo): Anna Rizzi, 2 a mezzo della zelatrice Maria Floretta. - Collesalvetti: Adolfo Puccini, 20 per riconoscenza; N. N., 2,50. - Collesano : Rosaria Pontani Ved. Frigoni, 10. - Concordia : Sorelle Brusadini. - Cornegliano d'Alba: Enrico Mattei, 10. - Cremona: Ch. Enrico Giudici, 2. - Cuneo: Maria Pellegrini, 1 per incarico di una pia giovanetta.
D) - Darfo (Brescia): Laurina Bontempi, 10. - Diano d'Alba: Maria Costella e S. P. C. - Dignano (Udine): Giuseppe Costantini. - Dorgali: D. Antonio Stefano Nonnis, 5 per Messa. Fnvie (Cuneo): Sac. Giuseppe Ricolfi, 5. -
F) - Faenza: Maria Savini, che trovandosi per gravissima malattia già viaticata, fece celebrare una Messa all'altare di Maria Ausiliatrice in Torino col voto di pubblicare la grazia, ove l'ottenesse: guarita, adempie al voto fatto;- Teresa Marini Ved. Gianasi, 15 per essere stata preservata dalla grandine nelle sue campagne. - Fermo: Rosmunda Bartoluni, 3 per una Messa. - Fiosso Umbertiano: Enrico Ferrari guarito dell'epilessia. - Firenze: Emira Romanelli, 5 per una Messa. - Foglizzo Canavese: Giulio Dati e Pietro Squarzon. -Fonte Treviso: Contessa Antonietta Garbini, 7 per una Santa Messa. - Forlì: Aldo Luzzi. - Forotondo (Alessandria): Sac. Carlo Guggione, 2 per un giovane guarito per aver fatto ricorso a Maria. - Frassino (Modena): Antonio Battani, 1,50.
G) - Genova: Colombo Gazzolo, Capitano del Veliero Lazzarito, per grazia implorata ed ottenuta nel mese di luglio scorso nell'Oceano Atlantico Australe, offre, come promise, L. 10 in omaggio a Maria Ausiliatrice pel santuario di Torino a Lei dedicato. - G. T., 3 per una S. Messa. - Giais d'Ariano: D. Vincenzo Norio, Parroco, 20. - Giarratana (Siracusa): Raffaela Indica Ved. Piazza, 7 per una Messa. - Gorro (Parma): Metilde Bianchinotti, 5. - Grande Monferrato: C. C. Oddalengo. - Grimasco (Alesssandria): Antonietta Balagna, 10 per una S. Messa. - Grinzane (Cuneo): Francesca Pelissero, 3 per due S. Messe. - Guastalla: Annunziata Aldrovandi, 5.
I) - Invorio Inferiore (Novara): Ch. Pier Paolo Preti, 1. - Ierzu (Cagliari) : Battistina Usai n. Corda, 5 a mezzo di suo Parroco Sac. Priamo M. Spano, Decurione de' nostri Cooperatori.
L) -- Langhirano-Pastorello (Parma): Teresa Cavatorta, 10 per essere stata preservata dalla grandine. - Lavagna: Luigi Giacomo Castello, Maestro Norm. Sup. Pro£ di Calligrafia e Segr. Com., 5. - Legnaia (Firenze): La familia Berti per la guarigione d'un figliuoletto di due anni. - Lentini (Siracasa): Gli. Alfio Sferrazzo Cicirata di Vincenzo, 6 per una Santa Messa. - Lercara Friddi (Palermo): Don Salvatore Giardina, 10 per nna S. Messa. - Lizzano (Cesena) D. Eugenio Amaducci Parroco, 5 per una S. Messa, a nome della sua parrocchiana Virginia Vivoli. - Lodi: Teresa Bertoli, 2 per una S. Messa, e Giuseppina Zanaboni, 50 per aver potuto curare in casa suo marito. - Lu Monferrato : Maddalena Albera Ved. Scamussi per due segnalatissime grazie.
M) Madonna del Canipiglio: Marco Ferrazzi., 10. - Marano Ticino: Bernardo Clerici, 5. - Mavendole di Monselice: Moisè Mingardo a mezzo di suo parroco D. Antonio Gallerani. - Mede Lomellina: N. N., 6 per due S. desse. - Mercallo: Ch. Giuseppe Balconi, 2. - Merlara (Padova): Luciano Rizzo, 5. - Messico: D. Angelo Piccono , per aver Maria Ausil.iatrice, invocata con una novena, salvato quel Collegio Salesiano da imminente inondazione.- Messina: Cav. Gennaro Squillace, 5.-Miasino: Bernardo Poltroneni, 20.-Milano: Amalia Rosso, 10 per una S. Messa; Giovannina Chiesa, 7 ; Ch. Enrico Brianza, 1; una divota che, facendo una novena a Maria SS. Ausiliatrice, ottenne una desideratissima grazia, 5.-Mondovì: Iride Borsarelli, 5. - Monesterolo Casetta: Anna Degiovauniui, un cuore d'argento. - Mongardino d'Asti: Lucia Oddone e Maddalena Portacolonne, 5. - Monte Porzio Catone: Le Figlio della Croce. - Montevideo: D. Giuseppe Gamba, Missionario Salesiano.
N) - Nicorvo: Andrea Landra, 10 per due S. Messe. - Nizza Monferrato: Suor Margarita Migliore, 2 per un suo parente.
O) - Oristano: Brigida Massidda, 5. - Orsago (Treviso): Angela Zanin Licini, 5 per aver avuti i suoi raccolti miracolosamente preservati dalla grandine, mentre i poderi vicini ne furono grandemente infestati - ed un fanciulletto prodigiosamente guarito. - Osagna: Catterina Manibretti, scampata da gravissimo pericolo, 3. - Ostra. (Ancona): D. Francesco 51. Agostinelli. - Ovada: Rosa Nervi, 2.
P) - Pavia: M. F. 50. - Peveragno: T. B., 5. - Piano di Sorrento: D. Edoardo Jaccar.ino, a nome di una famiglia graziata nella guarigione d'un bambino, 5. - Piazzano (Alessandria): Ottavia Ullio, 3. - Pieinino (Caserta): D. Agostino Arcari, 4 per due Sante Messe. - Pieve Pagliaccia (Perugia): Don Giacomo Ghirga, 5. - Pinerolo: Marianna Marengo e Fortunato (lnglielrnone.- Piobbico (Pesaro): GiuseppeRinaldini, 2 per una S. Messa. - Pontedecimo : Giuseppina Curletto, 2 per una S. Messa. - Pozzolo Formisano: Matteo Tavella a mezzo del Sac. Bartolomeo Gavazza, per la guarigione di sua figlia. - Preseglie: Giorgio Mascadri (3 consorte, 10.
R) - Ragusa Inferiore: Giuseppina Castellet di Luigi, 2. - Ranno di Palo (Rovigo) : Giovanni Paochioni, 10. - Recoaro (Vicenza): Lucia Gaspaci, 10 per una S. Messa. - Rimini : Guglielmo Colli, 10 per una S. Messa. - Riopetroso (Firenze): Chiara Pretoloni, 10 a mezzo del Sac. Domenico Mariani, Parroco. 5. - Rivalta Scrivia: Guido Paolo Tortona, 5. - Roncadella (Brescia) : D. Giulio Tadini, Parroco, 5. - Roncojtto (Padova) : Stella Marcella,,, 5. - Rosia (Siena): Sac. Umberto Calvani, 2. - Jlosignano Monferrato: Maria Boltri-Cantamessa, 5, e Rosa Ricci, 4.
S) - Sagliano Micce (Biella): Giovanni B., 4 per una S. Messa. - Saluzzo: Anna Barale, 5. - S. Antonino di Susa: Enrichetta Qualio, 2. - S. Giovanni Marignano (Forti): Costantino Vanni, 10. - S. Martino di Venezze (Rovigo): Virginia Piccinali, 2 per una S. Messa. - S. Michele di Canelli: Tommaso Savina, 10. - S. Michele Extra (Verona): Gelmino Giuliari, 3 per una S. Messa in ringraziamento d'aver avuto la campagna preservata dalla grandine. - S. Miniato al Tedesco: Ch. Virgilio Monti, 2. - Sannazzaro: Rosa Terenzi, Esterina Capettini, Carolina Veronelli, che offrono vari oggetti di biancheria per lo Missioni. - S. Nicolas de los Arroyos (Argentina): Letizia Berti. - Sanremo: Linda Poggi, 5 per due S. Messe. - San Pellegrino (Massa): Roberto Lunardi per grazie ricevute da sua famiglia e da altra pia persona, 7. - S. Pietro Incariano: D. Arcadio Fasoli, che spedì uno spillo d'oro per guarigione di una ragazza. - S. Croce di .Ragliano: Il Rev., Parroco, 10 per le Missioni Salesiane. -- Savona: Francesco Pastorino per la guarigione miracolosa di un suo cugino. - Scarnago: Teresa Ghiggia 1,20 per una S. Messa. - Sennione (LocarnoCanton Ticino): Suor Maria Teresa del Monastero di S. Caterina, 30 per voto e 10 per ringraziamento. - Settala: D. Giuseppe Gatti, 5. - Suni: Pasqualino Usai, 1,25 per una S. Messa.
T) - Tarsogno (Parma): Ernesto Ponzini. - Thiene: La Famiglia Scampani, 20. - Torino: Contessa Clotilde Bosco di Rullino, 25; Caterina Balbis Liprandi e figlia Natalina; Lorenzo Rossi, 4 per due S. Messe; Salvatore e Carolina Toffonetti; un Cooperatore Salesiano guarito da congiuntivite granulosa, 5; F. Cantà; R N. 5. - Tortona: Ch. Carlo Rosa a nome di piissima persona graziata, 5.-Trieste: Sac. Giuseppe Furlan.l'rino Vercellese: E. V. P., 3 per una S. Messa.
U) - Udine: -Maria Pia Petruzzi, 5 per una Santa Messa. - Uscio (Genova): Ch. Giovanni Tubino, 8,50 per una S. Messa.
V) - Valfanera d'Asti: Filippina Molina, 7. - Vallese (Verona): - Giovanna Tronco, 2 a nome di pia maestra. - Varago (Treviso): Lorenzo Acerboni, 5. - Venezia: Antonio Pessari, 2; D. Francesco Bellia, 10; Can. Mores. Luigi Angelini; Maria Rosada, 5; G. B. Boaro, 3. - Verona: Narciso Squazzoni, 1. - Vigevano: Maria Cesani, 5 per le Missioni. - Vignale Monf.: Maria Monzeglio, 2 per una S. Messa. - Villa di Chiavenna (Sondrio): Giuseppe Tam, 24,60 per la guarigione portentosa di suo figlio Orsino da una caria maligna al piede. - Villadossola: Luigi Motta, 2 per una g. Messa. - Villate: Giulia Bardessono, maestra, 1,50 per una Messa a favore di pia persona graziata. - Viserba di Rimini: Artemisia Tomacelli perla guarigione della fanciulletta Maria Faini. - Vittorio (Treviso): I fratelli Sacerdoti Can. Antonio e D. Daniele Bonotto, 20 per una S. Messa in ringraziamento dell' ottenuto miglioramento del loro fratelloIng. Luigi. - Vo (Vicenza): Vincenzo Rossi, 10. - Volpedo: Luigi Capelli, 10. - Volvera: Filippo Garrone.
Z) - Zimella: Guerino Faggionato; Giovanni Ziu, 20 per una S. Messa. - Zinasco Nuovo (Pavia): Adelaido Baggini, 10. - Zorlesco (Milano): Sac. Giuseppe Tinelli, 10.
X) - Catterina Berbotto, 2 per una S. Messa. - Giuseppe Mora, 5. - Una Figlia di Maria Ausiliatrice. - Carolina Fossati. - Marta Avanzato-Amosso. - Giuseppe Graziani, 5.
UN PENSIERO AI PICCOLI LEBBROSI.
Miei nari amici,
VOI che leggete con amore non solo quanto io vi vengo scrivendo in questa breve pagina del Bollettino, ma divorate altresì con somma avidità quanto vi reca mensilmente questo caro periodico, già sapete qual malore sia la lebbra. E dessa l'infermità piu orribile che affligga il genere umano. I poveretti, che ne sono infetti, presentano il più triste spettacolo che siavi: il loro corpo si converte in una sola piaga, le carni vanno cadendo a brani a brani e da tutto il loro essere emana un fetore insopportabile. In sì miseranda condizione passano anni ed anni, soffrendo dolori indicibili, e, quello che è più terribile, privi affatto della speranza di guarigione, giacchè il loro male è incurabile.
Tra i lebbrosi sonvi pure molti fanciulli. Poverini ! Per loro più non ha attrattive la natura. La fiorita primavera della vita, che a voi porge innanzi tutto un mondo di grate illusioni e di incantevoli sogni, a loro non iscopre che un vasto orizzonte, da densi nebuloni ottenebrato, donde spunta il dolore, unico sole che illumina co' suoi languidi e sinistri raggi il cammino, attraversato in ogni direzione da orridi e spaventevoli fantasmi, seminato tutto di spine e triboli, arido e deserto, senza un albero, sotto i cui benefici rami rifugiarsi per temperare i rigori del tempo, senza una goccia d'acqua pura e cristallina per mitigare gli ardori dell'intensa febbre che di continuo abbrucia e consuma la loro esistenza.
Il vostro cuore naturalmente tenero e compassionevole, non può a meno di commuoversi al pensiero di questi esseri, i più disgraziati sopra la terra. Però non dovete contentarvi di una sterile compassione; è necessario che secondiate i generosi impulsi del vostro cuore mosso dalla carità cristiana; dovete fare qualche cosa di pratico, che possa tornare di sollievo e di conforto ai poveri lebbrosetti.
Ma che far potrete voi altri, miei cari amici, in favore dei piccoli lebbrosi?
Eccovelo : anzitutto pregare per essi. La preghiera è onnipotente; e voi sapete come per la preghiera furono guariti dal Divin Salvatore eziandio parecchi lebbrosi. La preghiera , che parte da un cuore puro ed innocente, come il vostro, è come un incenso odoroso, che sale gradito al trono di Dio e ridiscende apportatore delle divine misericordie. Accoppiate adunque ai gemiti, alle lagrime ed ai sospiri dei poveri lebbrosi le vostre ingenue preci, e le celesti benedizioni, quale rugiada benefica, in copia cadranno sopra di quegli infelici a liberarli dal fatal morbo, se così piaccia a Dio, o a mitigarne gli immensi dolori ed a renderli rassegnati agli imperscrutabili disegni di colui che tutto vede e tutto modera.
Questo è a tutti possibile, e voi me lo dovete promettere.
In altro modo ancora però voi potete giovare a quei poveretti. Avete letto negli scorsi mesi come essi, in mezzo alle infinite loro miserie, hanno pure sovente da soffrire fino la fame. Orbene io invito pur voi, miei cari giovanetti, a concorrere per isfamare quei miserelli. Ed in qual maniera? Udite il seguente fatterello.
Don Evasio Rabagliati, Superiore dei Salesiani di Colombia, il grande patrocinatore della causa degli infelici lebbrosi di quella Repubblica, colui che in loro favore intraprese un'attiva ed energica campagna, scuotendo i grandi ed i piccoli e tutti muovendo alla generosa impresa, predicava un giorno nella città di Pamplona. Tra il numeroso uditorio si trovava un fanciulletto, che in quel dì medesimo aveva fatta la sua prima Comunione. Pendevagli dal petto una preziosa medaglia d'oro, che la buona mamma avevagli regalato come perenne ricordo di quel fortunato giorno, il più bello di sua vita. Al sentire l'eloquente oratore parlare degli innumerevoli patimenti fisici e morali che soffrono i poveri lebbrosi nei lazzaretti , all'udire che fra essi si trovano pure molti teneri bambini che patiscono la nudità, la fame ed ogni sorta di miserie, il buon fanciullo s'intenerì, gli si gonfiarono gli occhi di lagrime, e nell'interno del suo cuore compassionevole risolvette di fare anch'egli qualche cosa a vantaggio di quei cari fratellini vittime dell'orribile fagello. Prima che terminasse la conferenza, più la medaglia non pendevagli dal petto, egli la rivolgeva fra le sue mani, come se meditasse l'impiego che ne dovesse fare. Al fine: - Papà... - disse timidamente - papà, mi permettete.... ?
- Che cosa, figlio mio?
- Desidererei dare questa medaglia al Sacerdote, perchè la converta in pane a sollievo di qualche fanciullo lebbroso.
- Ma, figlio mio....!
- Sì. papà....; lo faccio molto volentieri; io non ho danaro, eppure desidererei dare qualche cosa di valore per i lebbrosi. Io ho un padre ed una madre che non mi lasciano mancar nulla; essi invece i poverini nulla posseggono di tutto sono privi. Permettetemi adunque che io dia questa medaglia; l'occasione non può essere più propizia: oggi è il giorno della mia prima Comunione, e Gesù Bambino ne sarà contento di certo.
Intenerito l'avventurato genitore, non potè trattenere le lagrime di consolazione; e, ringraziato il Signore di avergli concesso un figlio così buono e di cuore così tenero e compassionevole: - Sì, figlio mio, rispose; fa pure quanto desideri. Però la medaglia è un regalo di tua buona madre, e lei ed io desideriamo che tu la conservi come ricordo di questo bel giorno. lo ti darò in cambio il doppio del valore della medaglia, perchè tu possa assecondare il tuo generoso proposito. Accetti il cambio....?
- Oh! sì, padre mio, che il Signore vi ricompensi di tanta bontà!
Ecco o miei cari, un bell'esempio che voi potete imitare. Siate generosi; non temete di fare qualche sacrifizio di alcune spesuccie superflue ed inutili o di privarvi di qualche trastullo. La carità è industriosa, ed io son persuaso che in questo istante a voi si presenteranno mille maniere di poter raggranellare qualche cosa per i poveri lebbrosi. Gesù Bambino vi ricompenserà abbondantemente; e mentre avrete la consolazione di sovvenire in qualche modo alle infinite miserie fisiche e morali di tanti poveri fanciulli, procurerete pure la vostra felicità in questa e nell' altra vita.
Vostro aff.mo amico DON GIULIVO.
I SALESIANI A LANUSEI IN SARDEGNA.
Un po' in ritardo, ma con l'animo pieno di riconoscenza, registriamo questo fausto avvenimento . Ecco come un nostro benemerito Cooperatore di Lanusei ne mandava relazione al R.mo D. Rua
« La notte del 26 ottobre, accompagnati dall'ottimo D. Luigi Rocca, sbarcarono a Tortolì, i benemeriti Salesiani, da noi lungamente attesi e da lei qui inviati per l'impianto del 1° Collegio Salesiano in Sardegna.
» Furono a riceverli al porto gli Avv. Antonio Giua e Francesco Piroddi, non che il Rev. Can. Teol. Raffaele Chillotti, appositamente inviato dal Vescovo.
» Per squisita gentilezza del Sig. Cav. E. Sangiust, Ingegnere capo del Genio Civile a Cagliari, fu offerto loro per quella notte un bello e comodo alloggio, ove tutti poterono alquanto riposare. Se non che, dopo poche ore, dovettero rimettersi in viaggio prendendo il treno delle cinque.
» Giunsero a Lanusei alle 7 e s'ebbero un'accoglienza sì cordiale ed imponente, da superare qualsiasi altra. Oltre a S. E. Rev.ma Mons. Salvatore Depau; Vescovo di Tortolì, al Sindaco Avv. Cav. Uff. Luigi Mameli con tutto il Consiglio Comunale, al nostro Parroco e Viceparreco e Sacerdoti viciniori, trovavansi a riceverli alla stazione la Banda cittadina, la Società Operaia con la bandiera, tutti i Signori e Signore di Lanusei, non che un grande stuolo di popolo da gremire le adiacenze della stazione ferroviaria.
» Recatisi prima di tutto alla Parrocchia, seguìti dalla popolazione, Mons. Vescovo parlò a lungo visibilmente commosso. Porse ai nuovi arrivati il suo saluto affettuoso e paterno; disse dell'importanza dell'educazione religiosa, del metodo insuperabile adottato dall' immortale Don Bosco nell'educare la gioventù e del bene che i Salesiani, coll'aiuto di Dio e di Maria SS. Ausiliatrice, faranno alla povera Sardegna. - Indi volle egli stesso intonare il Te Deum, che fu poi seguito dalla benedizione col SS. Sacramento.
» Non so dirle, Rev.m° Sig. Don Rua, quale e quanta sia stata la nostra gioia per sì lieto e memorando avvenimento, e quanto profonda sia la nostra gratitudine verso tutti coloro che hanno cooperato a procurarci un sì gran bene; specialmente verso il Sindaco, la Giunta e Consiglio Comunale, il Rev.mo Mons. Salvatore Depau col nostro Parroco Rev. D. Giuseppe Manunta, e il Deputato On. Luigi Merello, il quale, oltre al congratularsi telegraficamente dell'arrivo dei Salesiani, inviava loro una cospicua somma, molto opportuna per poter far fronte alle gravi opere d'impianto.
» Che dovremo dire di lei, Rev.m° D. Rua? di lei, che non badando alla nostra piccolezza e alla nostra miseria, seppe sì saggiamente e sì generosamente attuare uno dei tanti suoi nobili ideali? Null' altro potendo, ci studieremo di secondare sempre le sante fatiche dei Salesiani e pregheremo il Cielo per lei e per tutta la Pia Società Salesiana. Oh il Signore e la Madonna la compenserà a mille doppi dei sacrifizi che ha fatto e che (ne siamo certi) continuerà a fare per noi, accrescendo il benessere della Società Salesiana, e moltiplicandone i frutti ed i trionfi. Ci benedica e riceva il figliale e reverente saluto dei Cooperatori Sardi. »
LA SOLENNE BENEDIZIONE della Chiesa Salesiana di Caserta.
Il 14 giugno 1896 l'Ecc.m° Mons. Gennaro Cosenza, Vescovo di Caserta, benediceva la Ia pietra della Chiesa, che, circondata da ampio caseggiato per Istituto ed Oratorio festivo, doveva esser dedicata al Sacro Cuor di Maria; ed ivi appena due anni e mezzo dopo questa prima pietra erasi tramutata in bellissima Chiesa, che venne benedetta solennemente il 15 dello scorso dicembre.
I preparativi di questa seconda funzione, compimento naturale di quella del 1896, furono degni della circostanza. Il Rev.m° Sig. D. Rua stesso (che in quei dì si trovava a Roma) con apposita circolare ne dava il felice annunzio ai cittadini di Caserta, invitandoli per il 15 di dicembre a prender parte alla solenne benedizione del nuovo tempio, alla consacrazione dell'altar maggiore ed alla benedizione dell'artistica statua del Cuor di Maria. Nella sua circolare D. Rua notava pure bellamente che si ora fatto di tutto per aprire questa nuova Chiesa al culto nel più breve tempo possibile, corrispondendo per tal modo al vivo desiderio dell'inclito Pastore della Diocesi, il quale vedeva la necessità d'una Chiesa in quella parte popolatissima di Caserta.
I buoni Casertani corrisposero largamente all'invito del venerato nostro Superiore e la mattina del 15, disposto tutte le cose, e dinanzi a numerosissimo popolo, Mons. Vescovo, assistito dai Rev.mi Can.ci del Duomo Michitto e Minozzi, accompagnato da numeroso Clero, dai Seminaristi e dai Sacerdoti ed alunni dell'Istituto Salesiano colà sorto contemporaneamente alla Chiesa, incominciò alle ore 8 la grandiosa funzione della benedizione della Chiesa, della consecrazione dell'altar maggiore e della benedizione della Statua. Alle 10 il Rev.mo Rettore del Seminario celebrò la Messa solenne con accompagnamento di musica a piccola orchestra della Schola cantorum della nostra Casa di Castellamare. Dopo la Messa il Rev.mo D. Rua dal pulpito rivolse all'affollato uditorio un attraente discorso sulle Opere Salesiane, fermandosi in ispecial modo a parlare di quanto si fa e si farà in seguito a vantaggio dei cittadini di Caserta. Invocò il concorso di tatti per aiutarlo a coprire le gravi spese incontrate. La colletta fatta dimostrò che la sua parola non era caduta in terreno sterile. Alla sera si cantarono i vespri in musica e la benedizione solenne col SS. Sacramento chiuse la memoranda solennità, che lasciò in tutti ottima impressione, sicché in città non si faceva che parlare della bella Chiesa del Sacro Cuore di Maria. Quanto è grande, andavan dicendo, quanto gentile e geniale! Oh! la bella statua dei Cuor di Maria che ci obbliga alla preghiera con maggior divozione. Come Mons. Vescovo godeva nel benedire la Chiesa! Che musica ci hanno fatto gustare quei giovanetti convittori ! Quanta gente e come parlò bene D. Rua! Tutti lo capivamo... In Caserta insomma era l'argomento del giorno !
Ed ora noi facciam voti che l'artistica e spaziosa Chiesa possa divenire un vero santuario, dove il Cuor di Maria imparta in abbondanza le sue grazie. Da questo santuario la nostra buona Madre benedica in eterno a quegl'insigni benefattori che col loro obolo concorsero alla erezione della Chiesa e dell'Istituto... Benedica al dotto e savio Pastore della Diocesi; benedica all'illustre Coram. Silvestri, benemerito Sindaco della città, ed a tutte le Autorità civili; benedica all'egregio Ing. Domenico Santangelo, che non solo gratuitamente diresse la costruzione di tutto il fabbricato, ma ancora per circa due anni diede caritatevolmente alloggio e vitto in casa sua ad un sacerdote salesiano; benedica a tutti i Casertani ed ai Salesiani colà stabiliti, affinché questi con amore e zelo possano proseguire anche qui a far conoscere l'opera benefica di D. Bosco con istruire nell'Istituto i figli di civile condizione, nelle scuole serali gli operai, nell'Oratorio festivo i figli del popolo e con prestarsi nel Santuario a tutte le funzioni religiose che possano essere vantaggiose a quella pia popolazione.
UN NUOVO ORATORIO FESTIVO a Messina.
Il 18 dicembre dell'anno testè scorso, venne iniziato nella città di Messina un secondo Oratorio festivo. Esso sorge in popoloso quartiere, in mezzo a vasta piazza e nel terreno ove un dì esisterà la Parrocchia della S. Famiglia, omaggio dei Messinesi al loro nuovo Arcivescovo Monsignor D'Arrigo.
La funzione inaugurale fu splendida e commovente. Alle ore 8,30 gli Ec.mi e R.mi Mons. D'Arrigo, Arcivescovo della città, e Mons. Guglielmo Stagno, titolare d'Arabisso, circondati da numeroso seguito di Canonici, signori e signore, entrarono nel cortile dell'Oratorio, stipato di giovani e di popolo, e quindi nella Cappella, mentre i giovani cantori intuonarono l'Inno cattolico italiano.
Mons. D'Arrigo fra il canto di vari mottetti religiosi celebrò la S. Messa, dopo la quale pronuziò un bellissimo discorso, degno della stia mente eletta e del profondo conoscimento che ha dei nostri tempi. Esordì parlando del nuovo quartiere, in cui sorge l'Oratorio, dove si innalzano case e palazzi, ma non si pensa a fabbricare una Chiesa, tanto necessaria per la conservazione della fede nel popolo. Con viva descrizione mise in bella luce gli effetti perniciosi dell'irreligione nella città di Messina e più specialmente in questo quartiere, dove lo scorso maggio ebbero impulso i disordini che funestarono la città. Di qui la necessità di una nuova Chiesa in questo luogo, e non potendola avere subito si è pensato di cominciare con un Oratorio festivo, nella speranza che, raccogliendosi le offerte dei ricchi proprietarii e dei poveri operai della regione, si possa avere la Chiesa da erigersi in Parrocchia. Con slancio e con parole piene di affetto parlò di D. Bosco e dell'opera dei suoi figli, a cui è affidato il nuovo Oratorio, e finì con raccomandarlo caldamente ai padri ed alle madri di famiglia. Questo discorso produsse una profonda impressione nel numeroso uditorio e se ne videro subito gli effetti nell'abbondante questua che si fece dopo di esso. Cantato il Te Deum ed il Tantum Ergo in musica, Mons. Stagno impartì la benedizione col SS.mo Sacramento e così ebbe fine la bella funzione, cui oltre il numeroso popolo presero parte i più distinti personaggi del clero e laicato Messinese.
Alla sera nel teatrino del nuovo Oratorio i giovani dell'altro Oratorio della città, pure diretto dai Salesiani, diedero una rappresentazione onorata dalla presenza del veneratissinio Arcivescovo, di molti Rev.mi Canonici e Sacerdoti e di scelto pubblico. L'esito del trattenimento fu ottimo e di questa giornata rimarrà grata memoria nel cuore degli intervenuti. L'infaticabile Comitato promotore del nuovo Oratorio, vide le sue fatiche ben coronate e ne può andar lieto oltremodo.
Ora l'Oratorio festivo procede regolarmente, ed è frequentato da un numero stragrande di giovani del quartiere, e noi speriamo che, mercè le generose oblazioni dei Messinesi, si potrà presto avere anche la desiderata Parrocchia della Sacra Famiglia.
L'ARCIVESCOVO DI MONTEVIDEO e l'Omaggio Internazionale.
L'Italia Reale - Corriere Nazionale del 5, 6 dicembre scorso scrive : Con vera soddisfazione andiamo constatando come quest'Omaggio monumento della stampa cattolica diventi ogni dì più popolare in Italia, Francia, Spagna, Germania non solo, ma anche nelle Americhe. Sappiamo infatti come fin dallo scorso luglio, S. E. R.ma Mons. Mariano Soler, Arcivescovo di Montevideo, così ne scriveva al R.mo D. Gamba, Superiore dei Salesiani dell'Uruguay e Paraguay
« Con la più entusiastica adesione applaudo all'idea di erigere in Valsalice un tempio come Omaggio internazionale all'Opera Salesiana nella commemorazione del primo decennio della morte dell'illustre D. Bosco, da cui anche noi abbiamo ricevuto molti benefizi per opera dei suoi benemeriti Istituti. Pertanto mentre son certo che il sullodato progetto incontrerà in questa Repubblica forte cooperazione e generoso concorso, mi è grato impartire la pastorale benedizione a tutti gli aderenti e contribuenti. Colgo poi l'occasione per rinnovare i sensi della mia stima e gratitudine verso la benemerita Istituzione Salesiana, di cui la S. V. è degno Superiore nella nostra Repubblica.
Della S. V. R.ma
Aff.mo in G. C.
+ MARIANO SOLER
Arcivescovo di Montevideo.
N. B. Fin d'ora prego la S. V. a concedermi l'onore di figurare come il primo aderente per la modesta cifra di 20 adesioni.
+ MARIANO, Arcivescovo.
LA PIANETA ARTISTICA delle Figlie di M. A. premiata all'Esposizione d'Arte Sacra.
Questa pianeta era esposta in vetrina addossata ad una parete della gran sala dei lavori a ricamo concorrenti al premio speciale delle dame Patronesse. - Dessa è in seta candida ed a sfoggiati e variopinti rabeschi, che si aggirano alla raffaellesca su pei due lati del dorso e del dinanzi. - Nella gran lista centrale del dorso spicca la soave immagine di Maria SS. Ausiliatrice, Patrona dell'Istituzione di D. Bosco, collocata entro un elegante edicola, la quale si eleva su di un leggiero e grazioso piedestallo. Ai lati stanno sospesi in atto di venerazione due bellissimi profili di figure d'angeli. Stilla lista mediana in avanti è raffigurato un altro angelo recante su di un cartello l'anagramma della Vergine. Il tutto con arte e pazienza mirabile è ricamato in seta a colori sia nei volti, a punto rasato, che nei panneggi, a punto gobelins, da parere una miniatura.
L'oro vi è usato con parsimonia, ma in compenso con singolare grazia e finezza si introdussero fiori gentilissimi e variopinti insetti.
Il nitido contorno, la snellezza delle curve e delle volute -fra tutti i pregi sono il più bel vanto di questo lavoro, che lo caratterizzano fra i più leggiadri ed eleganti di stile classico del 500.
Tali pregi debitamente riconosciuti dalla Commissione aggiudicatrice, procacciarono al Pio Istituto il premio di Diploma d'Onore e L. 250, premio delle sullodate Dame Patronesse.
CONGRATULAZIONI. Riconoscenza vuole che noi porgiamo al zelantissimo nostro Cooperatore, il Rev.mo Sig. Arciprete di Broni (Tortona) le nostre più vive e sincere congratulazioni per la sua elevazione all'alta dignità Episcopale della Diocesi di Vigevano. Mons. PIETRO BERRUTI ha sempre amato di grande affetto le opere del Padre nostro D. Bosco, e noi l'assicuriamo che non mancheremo in questi dì sopratutto dall' umiliare ai piedi dell'altare di Maria SS. Ausiliatrice fervide preghiere per lui e per l'importante Diocesi affidatagli dal sapientissimo Leone XIII. Il popolo della Diocesi di Vigevano è devotissimo della Madonna di D. Bosco, ne abbiamo avuto solenne prova nel grandioso pellegrinaggio dello scorso viaggio. Quindi siam sicuri che questa nostra buona Madre non mancherà dal benedire largamente al Pastore Novello, il quale nell'operoso suo zelo accrescerà sempre più il numero dei devoti di Maria SS. Ausiliatrice Ad multos annos !
UNA CAPPELLA A MARIA AUSILIATRICE in Genola.
Il 13 dello scorso ottobre ebbe luogo in Genola (Piemonte) una semplice, ma simpatica funzione. Tre sorelle orfane vollero dare un pubblico attestato della loro divozione a Maria Ausiliatrice con far erigere, per grazia ricevuta, e dipingere una cappella a suo onore nelle vicinanze del paese.
Maria SS. campeggia graziosa in mezzo ad uno stuolo di angioletti, fra cui uno, alla destra, tiene in mano una fascia svolazzante con le parole Lepanto-Vienna per ricordare quelle due date gloriose per la Chiesa. Tutta la cappella poi è convertita in un vero giardino di eletti fiori.
Il R.mo Prevosto locale, circondato da una eletta schiera di devoti, benedisse solennemente la cappelletta e, recitato il santo Rosario, s'intuonarono le Litanie Lauretane ed altre lodi sacre.
La semplice, ma cara funzione lasciò profonda impressione in tutti, ed ora quella benedetta cappelletti è visitata continuamente da devoti che, specie nelle domeniche, vanno per recitare il santo Rosario. Quanto è desiderabile che un sì bell'esempio venga imitato in tutti i paesi e che nelle nostre campagne sorgano numerose queste devote cappellette, perche attirano sopra tutti copiose le celesti benedizioni.
GIUBILEO DELL'ORATORIO S. LUIGI in Torino
L'8 dicembre del 1847, D. Bosco nel desiderio di aumentare ed estendere a maggior numero di giovanetti il bene, che da più di un lustro si andava operando nell'Oratorio festivo di S. Francesco di Sales, un secondo ne apriva in Torino, nei pressi di Porta Nuova, sul Corso Vittorio Emanuele Il, dedicandolo all' angelico Protettore della gioventù buona, S. Luigi Gonzaga. Le difficoltà incontrate in sul bel principio, le lotte veveramente diaboliche dovuto sostenere dal venerato nostro Padre e da' suoi zelanti Collaboratori, fin d'allora facevano presagire il bene immenso che ne sarebbe provenuto alla crescente popolazione in quei paraggi, privi affatto di chiese ed invasati da tutte le sette piombate in Torino colla famosa emancipazione e libertà de' culti (1). Senza numero sono infatti i giovanetti quivi strappati dalle fauci del demonio, salvati dal naufragio nella fede e messi sulla retta via dell'onestà, della virtù, della loro eterna salvezza. Oli ! quanti padri di famiglia, quanti onesti cittadini, ripensando agli anni loro giovanili, piangono di consolazione e dal più profondo del cuore ringraziano del continuo D. Bosco d'aver aperto in Torino l'Oratorio di S. Luigi !
L'8 dicembre del 1897 compievansi cinquant'anni da quella data memoranda. Era quindi ben giusto e doveroso che se ne facesse una solenne commemorazione, vuoi per ringraziare il Signore delle strepitose meraviglie operate in quell'Oratorio a vantaggio di tanta gioventù, vuoi per impetrare sopra l'opera benefica novelle benedizioni.
Per impedimenti di fabbricazione, gli attuali superiori dovettero, loro malgrado, trasferire di un anno la giubilare solennità; non per questo scemò d'importanza e di splendore. Ne diamo un breve cenno a soddisfazione ed a conforto di quell'eletto stuolo di zelanti Ecclesiastici e di nobili Signori Torinesi, tuttor viventi , che in passato col loro concorso personale e materiale hanno legato il loro nome a questo caro Oratorio Salesiano.
La solennità fu preceduta da un divoto triduo di predicazione.
Alla Messa della Comunione generale, un trecento giovanetti - su quattrocento che frequentano assiduamente l'Oratorio - si cibarono del Pane degli Angeli, mentre gli alunni della Scuola di canto eseguirono scelti mottetti.
Dopo, con gentile pensiero, l' allegra e vispa comitiva, in lunga squadra ordinati, con la banda alla testa ed i loro vessilli spiegati, si portarono a Valsalice, sulla tomba del venerato Fondatore e Padre per pregargli il riposo eterno e testimoniargli così la comune riconoscenza. Quivi discorsi e preci, come alla Messa un caldo fervorino aveva raddoppiato nel cuore di quei cari giovanetti le vampe del divino amore.
Nel pomeriggio, concerto, lotteria, salita di palloni areostatici, prima delle funzioni religiose ; e dopo queste, celebrato colla maggior solennità o divozione possibile, una riuscitissima rappresentazione drammatica, intramezzata da canti, suoni e declamazioni e dalla distribuzione de' premi ai più assidui frequentatori dell'Oratorio, tutti li rimandava alle loro caso colla gioia piena nel cuore e con un vivo desiderio di continuare a frequentare questa santa palestra, ove i giovanetti ricreandosi s'addestrano alle sante battaglie della vita ed all'esercizio delle più belle virtù cristiane.
Di cuore porgiamo le nostre sentite congratulazioni a quanti concorsero alla felice riuscita di queste feste giubilari, mentre innalziamo fervidi voti al cielo per il maggior incremento e prosperità di questo secondo Oratorio Salesiano.
(1) V. Cinque, Lustri dell'Oratorio Salesiano - Libreria Salesiana in Torino. L. 3.
La Consolata. - Periodico mensile del Santuario della Consolata in Torino. Anno 1° - Direzione Sacrestia del Santuario della Consolata. Torino.
Diamo uno speciale benvenuto a questo gentil periodico destinato a cantare le glorie di Maria SS. Consolatrice di tutte le miserie umane ed a preparare gli animi alle grandiose feste centenarie, che avranno luogo nel 1901, nel qual anno ricorro appunto l'ottavo centenario del miracolo del cieco di Brianzone. Non ò fissato il prezzo d' abbonamento, perchè la Direzione fa assegnamento stilla generosità delle persone che ne accettano la spedizione, persuasa che vorranno concorrere con offerte, anche tenui, ai lavori d'ingrandimento del Santuario, i quali dovranno esser terminati per l'epoca del centenario.
E poichè si tratta di onorare la nostra Comune Madre, lo raccomandiamo vivamente ai nostri lettori, ma meglio non possiamo farlo che con riferire le parole stesse del veneratissimo nostro Arcivescovo: « Sia benedetto il nuovo periodico, che risponde insieme alle vive aspirazioni dei miei figli prediletti e ai desideri ardenti del mio cuore. Che nessuno guardi con diffidenza all' appello, che vien fatto alle persone ricche e generose, quasi sia posto ostacolo allo svolgersi delle molto opere pie e caritatevoli che sono gloria di questa città augusta: l'amore alla Consolata varrà ad attutire sempre più i sensi di egoismo e di indifferenza religiosa, ed a riempire gli animi di operosità e di zelo. Come Torinese e come Arcivescovo io non solo dono approvazione e lode alle sollecitudini di quegli egregi sacerdoti e laici, che si accingono alla pubblicazione del Periodico e alla preparazione delle feste centenarie del più insigne nostro santuario , ma vi aggiungo i più sinceri augurii e le più calde raccomandazioni, perchè appagati i voti comuni , con pienezza di giubilo possiamo nel nuovo secolo inneggiare alla Madre di tutte le consolazioni, alla Beatissima Vergine Maria. »
Giornale Arcadico di scienze, lettere ed arti. -
Serie III. - Periodico mensile. - Anno II. - Abbonamento L. 10 annue - Rivolgersi all'Amministrazione, Via Porta S. Lorenzo, 41, Roma.
Il plauso, con cui la prima annata della 3a Serie dei Giornale Arcadico fu ricevuta dalla comune dei dotti, gli elogi e le congratulazioni che ebbe da altissimi personaggi, i nomi illustri dei collaboratori, nonchè l'importanza delle materie trattate, sono pegno sicuro dell'incontestabile superiorità del periodico.
Il S. Padre medesimo degnossi dimostrare il sovrano suo gradimento a questa pubblicazione colla seguente lettera dell'E.mo Card. Segretario di Stato, indirizzata al Procuratore Generale dei Salesiani.
« Rev.mo Signore,
» La pubblicazione del Giornale Arcadico è buona prova che la Congregazione Salesiana di Don Bosco non si rende benemerita solo colle opere di apostolato, ma eziandio col favore che presta all'incremento e sviluppo dei buoni studi. Ciò riesce di speciale soddisfazione al Santo Padre, il Quale nulla meglio desidera che di vedere accoppiata la coltura del vero e del bello alla pratica della cristiana virtù. Sua Santità pertanto desidera che i redattori del suindicato Giornale prendano nuova lena, e, colla certezza di fare opera vantaggiosa, spendano volontieri le loro cure a renderlo ognor più accetto ai cultori delle storiche discipline. A confortarli in questa nobile palestra la stessa Santità Sua si è degnata d'impartire l'apostolica benedizione ai direttori e collaboratori dell'encomiato Giornale Arcadico.
» Mentre godo rendere di ciò consapevole la S. V. colgo l'occasione di raffermarmi con sensi di sincera stima
D. V. S. R.
Roma, 16 Dicembre 1898.
Rev.mo Signor
D. CESARE CAGLIERO Aff.mo nel Signore
Procuratore Generale dei Salesiani
ROMA. M. Card. RAMPOLLA.
Letture amene ed educative. - Pubblicazione periodica bimestrale della Libreria Salesiana di S. Giov. Evangelista in Torino. Anno IV. Abb.° lire 4,50 all' anno (estero 5,75). Amministrazione: Via Madama Cristina, 1, Torino.
Le generali simpatie acquistatesi in solo quattro anni di vita assicurano a questa pubblicazione periodica una vita duratura e sempre più rigogliosa. Il genere stesso della pubblicazione ha in sè il germe della longevità, poichè se ben osserviamo i gusti e le tendenze pressochè universali di ciascun popolo, tosto ci dobbiamo persuadere che l'uomo propende continuamente a ciò che reca in fronte la nota dell' amenità e del diletto. Tale è l' inclinazione nostra: con incessanti sforzi ci affanniamo a fuggire ciò che può renderci la vita triste e melanconica per ingolfarmi nelle cose piacevoli.
Non è quindi a meravigliare se in questa fin di secolo, in cui la letteratura è divenuta una necessità per tutti, anche in essa si cerchi il piacevole e l'ameno piuttosto che l' utile e vantaggioso. Quindi è che dai più si scrive e si stampa solo per piacere e per far passare un'ora ameni ai lettori; quindi è che di LETTURE AMENE oggidì è pieno il mondo; ma in realtà è impossibile che sia AMENO ciò che tende, non ad edificare, ma a distruggere; epperò le letture, che non sono EDUCATIVE , non saranno mai realmente AMENE. Trovare perciò una collezione che le due cose bellamente armonizzi è una vera provvidenza, specie per la gioventù nostra, in favore della quale molti parlano, ma pochi operano. Ora a giudizio delle personalità più eminenti del secolo, la presente pubblicazione periodica è mirabile per l'armonia che fa regnare fra l'educativo e l'ameno, fra l'utile e il dolce. Tutti i giornali assennati della penisola ne parlarono con entusiasmo ed i numerosissimi giudizi assai lusinghieri delle operette pubblicate nelle tre prime serie formano non, prova palmare del nostro asserto. Sono solo 18 i volumi usciti finora, ma tutti ebbero un felicissimo esito, anzi di molti si dovette fare parecchie edizioni. Diremo di più (non per adulazione di famiglia, ma per sincerità di comunicazione d'idee) che queste letture possono entrare in qualsiasi Istituto d'Educazione senza alcun'ombra di pericolo anche lontano, perchè la Commissione incaricata di esse ha per iscopo principale di procurare piacevoli letture di racconti, romanzi, novelle, bozzetti ecc. che possano correre per le magni dei giovani educati nei Collegi di Don Bosco. Ora chiunque abbia appena un'idea del sistema educativo che il venerando D. Bosco lasciò in eredità ai figli suoi, si persuaderà senza dubbio della singolare bontà di questa periodica pubblicazione. Con tutta sicurezza adunque possiamo raccomandarle vivamente agli Istituti cattolici, d'ambo i sessi, alle famiglie ed agli operai, i quali tutti possono con profitto far abbonare i loro alunni e figli ad occhi chiusi.
Se poi a tutte queste riflessioni si volesse ancor aggiungere la modicità del prezzo (sei volumi di circa 1800 pagine complessive per sole 4 lire e 50 centesimi), l'eleganza del formato e le non dispregevoli illustrazioni, si avrà facilmente una moltiplicità tale di ragioni da rendere preferibile questa pubblicazione a molte altre di genere affine. E qui ci sia permesso porgere sentite grazie a quanti vi prestano la loro benefica cooperazione, vuoi scrivendo racconti corrispondenti allo scopo nostro, vuoi facendo equa recensione e vuoi infine diffondendole con procurare in tutte le occasioni nuovi abbonati. I genitori abbonino i loro figli a titolo di premio per studio e condotta; le biblioteche circolanti istituito per le sezioni giovani le inscrivano nel loro bilancio, e le persone amanti d'ogni cosa bella e buona le diffondano tra i proprii dipendenti e conoscenti, poichè a tutti assicuriamo che con l'aiuto di Dio non verranno deluse le loro speranze. Ialine ognuno faccia la prova con abbonarsi alla quarta serie e vedrà se le nostre son parole soltanto.
Per tutto ciò che riguarda le Letture amene ed educative rivolgersi alla Libreria di S. Giovanni Evangelista, Via Madama Cristina, 1, Torino. Chiedendo si ha gratis il Programma d'Associazione di 80 pagine.
Don Bosco. - Periodico Mensuale. Anno II° Abb. lire 2,00 amino; per l'estero 2,80. Rivolgersi alla Direzione : Via Copernico 9, Milano.
È un periodico pedagogico indispensabile a quanti si dedicano all'educazione della gioventù. In un sol anno di vita si è acquistato le simpatie e la cooperazione di. esimii maestri e maestre di tutta Italia, perchè non è uno dei soliti periodici scolastici, ormai troppo numerosi, il citi fine precipuo si ò quello di venir alleviando le fatiche lunghe e noioso del povero maestro.
Il D. Bosco ha un fine più nobile: egli tende a rialzare, coll'influsso salutare della fede, la missione dell'educazione alla primitiva sublimità e santità comunicatale da Gesù Cristo. 1 Maestri e le Maestre anche delle scuole secondarie dalla lettura del D. Bosco apprenderanno ad educare i loro allievi con amore e pazienza costante, sicuri di poter anch' essi in un tempo non lontano dare alla patria, come già il venerato nostro Padre D. Bosco, onorati ed illustri cittadini.
I nostri Cooperatori e Cooperatrici, per quell'affetto vivo che hanno a tutte le Opere Salesiane, lo diffondano anche tra il popolo, che sarà un mezzo salutare per riformare tante false massime in fatto di educazione.
La Sacra Famiglia. - Bollettino Mensile della Sacra Famiglia in Firenze. Anno II° Abbonamento lire 1,50 annue. Direzione: Via Fra Angelico 8, Firenze,
Di questo periodico che entra nel secondo anno di vita diciamo solo che è destinato a far molto bene. Forse nn giorno (e glielo auguriamo ben di cuore) diverrà l'organo ufficiale dell'Associazione Universale della sacra Famiglia tanto inculcata dal sapientissimo Leone XIII. Tratta argomenti svariati e piacevoli. Tra gli scrittori notiamo con riverenza il Prof. Augusto Conti, l'Alfani, R. Puccini, ecc., ecc.
SAC. PROF. A. CARMAGNOLA. - Il Custode della Divina Famiglia S. Giuseppe. Ragionamentí.
Tipografia e Libreria Salesiana. l'orino. Prezzo L. 1. 70 (E).
I Ragionamenti sopra S. Giuseppe, sono utilissimi per il prossimo mese di marzo. L'esimio autore disse questi suoi ragionamenti nella Chiesa di S. Carlo in Torino nel 1896 e ci presenta S. Giuseppe modello, maestro e protettore dei cristiani. Tutte le principali virtù necessarie ad un buon cristiano sono messe in bella luce cogli esempi della Vita di questo Custode della divina famiglia, dimodochè i sacri oratori possono attingervi utili istruzioni per le più svariate circostanze della vita. Per questo richiamiamo l'attenzione dei lettori sopra la sullodata opera e crediamo di non sbagliare dicendo che fra i nobilissimi scritti intorno a S. Giuseppe questo del Carmagnola tiene un posto assai cospicuo.
Il Vangelo delle Domeniche spiegato alla gioventù ed al popolo. - Vol. 2. Tipografia Salesiana. Torino. Prezzo L. 2,80 (E).
- I due volumi del Vangelo delle Domeniche, di circa 700 pagine complessive sono una vera provvidenza per quanti hanno da spiegare il Vangelo ad un uditorio dose prevale la gioventù, cui certe spiegazioni possono alle volte esser per lo meno inopportune. Sotto quest'aspetto il Carmagnola ha fatto una ceca nuova, di cui gli sapranno grado quanti faranno uso della sua fatica.
SAC. L. CHIAVARINO. - li Piccolo Mese di Marzo.
Facili Letture. - Libreria Salesiana, Torino. - Lire 0,20 (E).
Le famiglie che desiderano offrire in ciascun giorno del mese di Marzo un gradito fioretto al caro S. Giuseppe, si provveggano di questo libriccino, ed ogni sera, radunati tutti i membri intorno al capo di casa, si legga pubblicamente la lettura stabilita. Al Protettore della Buona Morte questo pio esercizio non solo tornerà accetto, ma quel che è più gli farà dolce violenza a diffondere le sue grazie sopra le famiglie.
Teol. FRANCESCO PAGLIA. - Compendio dell'Opera "La Ragione guida alla Fede„ redatto dallo stesso Autore. - Edizione 3 °. 'tipografia e Libreria Salesiana, Torino. Prezzo dei 2 voi. L. 2 (E).
Diamo di cuore il benvenuto alla terza edizione di questo Compendio, perchè il rapido spaccio delle due prime è la più bella prova della bontà ed utilità di esso. I giovani delle Scuole Superiori di Religione un giorno saranno certo grati all' esimio autore della sodezza di dottrina attinta con intelletto d' amore a questo suo Compendio.
PIETRO LAURENTI d. C. d. G. - Le Meraviglie del SS. Sacramento, narrate ai fanciulli che si preparano alla 1a Comunione. - 4.a Ed. notevolmente accresciuta L. 0,50 (D). Scuola Tip. Sales. Firenze.
Avvicinandosi il tempo sacro della Quaresima, in cui hanno luogo le date e le feste più memorande degli anni giovanili, presentiamo ai nostri lettori quest'aureo librettino del P. Laurenti, perchè è un Vademecum indispensabile a quanti preparano o si preparano alla 1. Comunione. Il libro è diviso in quattro parti. Nella La sono esposte le verità da credere in semplice, chiara e soda istruzione, cui seguono 42 esempi storici comprovanti la reale presenza di Gesù nell'un caristia; la 2a dichiara gli impedimenti da rimuovere per far bene la 1.a Con unione, cui tengono dietro 10 esempi per ottenere l'intento; la 3.a svolge le disposizioni da procurare con materia abbondante per varie istruzioni ed otto esempi; la 4." contiene quanto si deve inculcare ai fanciulli dopo la 1.a Comunione con sedici esempi d'occasione. Infine vi sono varii esercizi di pietà per prepararsi alla Confessione e Comunione, alcune canzoni ecc. li tutto costituisce un gioiello di 230 nitide pagine che ci pare possa essere il miglior regalo che si possa fare ai giovanetti ed alle giovanette della 1.a Comunione. Il modicissimo prezzo di Cent. 50 va a totale benefizio d'un Opera pia.
UGO MIOMI. - Il Rinnegato. Viaggi ed avventure nel vecchio mondo. - Libreria di San Giovanni Evangelista. Torino. L. 1.00. (E).
Questo ben condotto ed interessante racconto è il 18.° volume della Collezione delle LETTURE AMENE ed EDUCATIVE, e corona degnamente la terza serie. Sotto la viva forma di chi prese gran parte a queste curiose avventure nel vecchio mondo, l' autore fa la storia di un disgraziato che la passione rende omicida del suo benefattore e che poscia, per sfuggire la giustizia umana, in Turchia, apostata dalla vera fede, abbandona Gesù per passare alla bugiarda setta di Maometto. Ad Adrianopoli funge da monaco turco, nel deserto diviene traditore ed osa insultare il Cristo nella città stessa, ove Egli, il Redentore, aveva sparso tutto il suo sangue per noi. Là vuole aggiungere un nuovo delitto a' delitti commessi , tenta di uccidere l'autore che nelle sue escursioni fu sempre il verme roditore dell' infelice rinnegato... Ma ivi la giustizia divina dice basta; una palla lo colpisce e muore invocando la misericordia di Dio. Il racconto è ben condotto e si fa leggere d'un fiato. Le nostre congratulazioni coll'esimio autore
SILVIO LESNA. - Aurelia, ossia Speranza e conforto. Episodio dell' ultima guerra d' Africa. - Prezzo 0,20. Ufficio delle Lett. Cattol. Torino.
È il 1.° fascicolo del 47.° anno delle Letture Cattoliche di D. Bosco. Il racconto, emozionante e pieno di diletto, ha il suo fondamento nella verità, ed ha per issopo di far vedere l'efficacia della protezione che la medaglia della Madonna di D. Bosco esercita sopra quelli che divotamente la portano al collo. I bellissimi episodi, con cui l' autore vestì una grazia pubblicata nel Bollettino Salesiano del 1896, ne rendono la lettura piacevolissima. Si diffonda fra il popolo questo libretto e crescerà ognor più l'amore e la fiducia in Maria Ausiliatrice. Le Letture Cattoliche in 46 amni di vita hanno già fato un bene immenso e queste bene ed anzi maggiore continueranno, se ognor più si diffondono tra il popolo. L' abbonamento costa 2,2 F all'anno.
CAMILLI NICOLAS .JOSEPH, Eveque Titulaire de Gadara. Retraites et allocutions préchées aux religieuses de N.-D. de Sion. - Ecole Typographique Salésienne. Rome 1898. Prix: 5 frs.
La nostra Scuola Tipografica di Roma con questa pubblicazione ha reso un grande servigio agli studiosi di Sacra Eloquenza: Sono trenta meditazioni sulla vita religiosa, molto succose e piene di affetto, cui si aggiungono pure 14 allocuzioni di circostanza. Quello però che più ci piace si è che l'Opera tornerà specialmente proficua a tante anime gentili e colte che nella vita del secolo vogliono avviarsi alla perfezione. La raccomandiamo perciò non solo a' Sacerdoti secolari e regolari, alle religiose, ma eziandio ai giovani ed alle donzelle di nobil condizione, che vogliono approfondirsi nello studio della salvezza dell'anima.
Le Missioni Cattoliche Italiane all'Esposizione di Torino. Maggio-Novembre 1898. - Numero unico a beneficio delle Missioni.
Veramente bello, splendido e pieno di interesse è questo numero unico sulle Missioni Cattoliche Italiane tanto dal lato artistico quanto da quello letterario. Leggendolo ci parve di assistere ad un grandioso e vivo panorama riproducente lo zelo e l'eroismo sublime dell'Apostolato Cattolico attraverso i secoli, perchè vi sono ricordate tutte le Missioni dei vari Ordini Religiosi, Francescani, Cappuccini, Gesuiti, Missionari di S. Calocero , Salesiani , Missionarie di Maria, Canossiane, ecc. Certo che non era consentito dai ristretti contini di un semplice miniera unico, dare una storia particolareggiata di ciascuna Missione: qui si trovano soltanto le cose più importanti, in multiformi bozzetti dovuti alla penna di illustri autori cattolici. Delle nostre Missioni si accenna solo a quelle che abbinino nella Patagonia e nella Terra del Fuoco, e sarebbe stato impossibile per la limitazione dello spazio parlare eziandio delle molte altre che in questi ultimi anni il Sommo Pontefice Leone XIII volle affidare alla nostra Pia Società. Tutti i nostri lettori conoscono l' importanza somma delle Missioni Salesiane fra i selvaggi del Matto Grosso nel Brasile, fra gli Jivaros dell' Equatore, fra i Tobas nel Paraguay, ecc., ecc. V'è pure accennata l'emigrazione degli Italiani al Brasile, ed anche noi siam lieti di poter far notare quanto bene operino eziandio i nostri Missionari in favore degli emigrati italiani pressochè in tutte le Repubbliche dell'America del Sud.
Noi siam sicuri che questo numero unico resterà un degno ricordo della 1° Esposizione d'Arte Sacra e Missioni Cattoliche tenuta a Torino il 1898. La pubblicazione venne fatta per cura della benemerita Associazione Nazionale per soccorrere i Missionari Cattolici Italiani, fondata in Firenze nel 1887 dall'illustre Prof. Angusto Conti ed altri valentuomini, ed edita coi tipi di Enrico Ariani, Firenze. Le illustrazioni sono assai ben riuscite e l'arte tipografica non lascia nulla a desiderare. Si può averne copia offrendo Lire tre per le Missioni. Rivolgersi all'Associazione Nazionale, Via Ghibellina 55, Firenze.
II 76° Natalizio di Augusto Conti ed il suo 50° anno di pubblico insegnamento. - Cenni del Sac. Luigi Manzoni Lettore di lingua italiana nella Regia Università Francesco Giuseppe I° - Zagabria 1898.
È un bellissimo opuscolo dovuto alla penna del Prof. Manzoni, il quale intese due scopi : 1.° di onorare in Augusto Conti il cattolico a tutta prova, il forte e leale cittadino, il filosofo e poeta, il letterato ed artista insigne di questa fin di secolo; 2.° di porgere a tutti una facile occasione di fare un po' di strenna agli orfanelli di Betlemme raccolti negli Ospizi del Canonico Belloni ora Salesiano. L'opuscolo infatti costa solo Cent. 20 a benefizio degli orfanelli di Betlemme.
Il Rosario-Memorie Domenicane.- Periodico bimensile illustrato di pagine 32 in 16° grande.
Anno XVI, Serie IIa, Vol. I. Abbonamento annuo L. 4. Estero L. 5,50. Numero separato cent. 30.
Questo caro periodico si raccomanda a tutti per l'importanza delle sue trattazioni Mariane, di pietà cristiana, di sacra liturgia, di storia, ecc.; ma principalmente perchè è un'eco fedele della potente crociata bandita dal sapientissimo Leone XIII° contro il moderno naturalismo coll' arma infallibile del Santo Rosario. L'inclito Ordine di San Domenico in questi ultimi tempi meglio e con più slancio non avrebbe potuto perpetuare e diffondere dappertutto, il sacro tesoro ricevuto in deposito dal grande suo Patriarca.' Questo periodico è proprio adatto ai tempi e corrisponde adeguatamente ai bisogni della società. La sua diffusione sarà mai sempre una vera provvidenza per i devoti della Regina del Sacratissimo Rosario.
Il R.mO Direttore del Rosario - Memorie Domenicane si abbia i nostri ringraziamenti per averci voluto favorire di tutta l'intiera collezione di questo, come scrisse la Civiltà Cattolica, « piccolo, ma ben fatto periodico. »
SAC. GIOVANNI PAGELLA. - Stabat Mater a due voci bianche con accompagnamento d'organo e d'harmonium - Prezzo L. 1,10.
Per la prossima quaresima, in cui il pietoso esercizio della Via Crucis suol esser dovunque fatto Coi maggior solennità, richiamiamo l'attenzione sopra questo Stabat del Pagella. Esso è inspirato a quella serietà di tecnica e di pensiero proprio della musica ecclesiastica, ma nello stesso tempo è melodica. facile, espressiva e commovente per la fedele ed appassionata interpretazione del testo. Di questo Stabat è pressochè esaurita l'edizione, epperò chi desidera averla per la prossima quaresima se lo provvegga per tempo. Le pubblicazioni musicali di questo nostro carissimo confratello sono affatto originali e senza esempio. La sua è una musica che basta averla sentita una volta per innamorarsene da non distaccarsene mai più. Profondo conoscitore dell'arte polifonica, lavora assiduamente per dare all'arte musicale un ricco patrimonio di nuove idee e manifestazioni e miei ci auguriamo che l'opera sua abbia a tornare di vantaggio alla Chiesa di G. C. ed alla nostra Pia Società.
IL M.° A. GARLASCHI ci ha dato quattro nuove composizioni di argomento vario. Egli studia i bisogni, le necessità dei no otri Istituti e per essi in particolare esercita la sua facile vena musicale.
- La Preghiera della Vergine venne scritta per l'Accademia dell'Immacolata a Valdocco ed è veramente bella vuoi per il concetto sinceramente cristiano, vuoi per la forma affascinante. Nelle accademie può venir eseguita sempre con grande effetto.
- La Bandiera di D. Bosco e l'Inno del Salesiano due canti all'unisono pieni di brio e di sentimento destinati a divenir popolari nei nostri Collegi ed Ospizi. Venne pure stampata la partitura per banda, cosa questa di molta utilità pratica per chi non ha tempo a far le necessarie riduzioni.
- L'Artigianello piccola romanza per mezzo soprano, nella sua elegante semplicità è commovente e verace descrizione delle vicende di tanti giovanetti raccolti nelle Case di Don Bosco.
Tutte queste composizioni nuove e indovinatissime del Garlaschi sono vendibili presso la nostra Libreria ai seguenti prezzi:
Partiture per piano e canto L. 1,50
» » banda » 1,00
Partine del canto al cento » 5,00
L'autore continui nella sua iniziativa ed un giorno i suoi Confratelli lo ringrazieranno per aver arricchita la nostra Pia Società di un completo repertorio di canti popolari veramente salesiani.
Vittorino da Feltre. Conversazioni Bimensuali ed educative. Prezzo d'associazione L. 4,00 annue. Rivolgersi alla Direzione de! Vittorino da Feltre in Feltre.
Questo periodico che conta già 28 anni di vita lo raccomandiamo per la sua importanza e perchè desideriamo che il grande Educatore che fu Vittorino da Feltro sia sempre più conosciuta ed amato. Coraggio ed avanti !
Annali Francescani. - Periodico dedicato agli Ascritti del Terz'ordine. Esce due volte al mese. - Per abbonamenti rivolgersi alla Redazione in Viale Monforte 2, Milano..
La Crociata religiosa e scelse. - Si pubblica ogni settimana.- Direzione Torino, Via Principe Amedeo, 20 - Abbonamento annuo L. 5,00: per l'estero spese postali in più - Quest'anno è entrata nel 30° annodi vita osi presenta ai lettori in piena virilità per formato ed argomenti trattati. Le nostre congratulazioni vivissime.
La Buona Settimana, periodico settimanale, religioso; popolare, interessantissimo, che si pubblica da ben 44 anni in Torino al prezzo di L. 3 annue. Rivolgersi agli Editori Speirani, Via Genova, 3, Torino.
Il Calvario della Vergine, periodico mensile religioso, di bel formato; prezzo L. 1,50. Via S. Domenico, 28, Torino. li Servo di Maria, periodico religioso che si pubblica due volte al mese. L. 5 all'anno. Bologna.
Il Redentore è un piccolo periodico religioso, settimanale, illustrato, sorto per iniziativa del Comitato Internazionale per l'Omaggio a N. S. Gesù Cristo in occasione della chiusa del presente secolo ed apertura del nuovo. So ne può avere l'abbonamento per l'anno 1899 per una lira.
Chi potendo non si adoprerà per far entrare in tutte le famiglie questo caro periodichino che certo farà del bene, e se non fosso altro, potrà paralizzare almeno in parte gli effetti della cattiva stampa `t
Dirigere cartolina-vaglia al Periodico: IL REDENTORE, Vicolo Leoncino, 1, Verona.
Vox urbis. - È il titolo di un nuovo Periodico edito a Roma in lingua latina per cura del Cav. Aristide Leonori. Esce duo volte il melo, formato in foglio di 8 pagine di testo con illustrazioni e 4 di copertina. L' abbonamento annuo è di Lire 10.
Scrittori sono i migliori latinisti dell'epoca nostra. Con sommo piacere abbiam letto nel numero IV un bellissimo articolo dovuto alla penna di Aurelio Galli, sopra l'inaugurazione del Monumento eretto a D. Bosco in Castelnuovo d'Asti. Noi crediamo che questo periodico tornerà utilissimo per risvegliare l'amore e lo studio serio della lingua latina; perciò lo raccomandiamo a tutti, specie ai nostri confratelli di ministero. Rivolgersi al Cav. Aristide Leonori, Via Alessandrina 87, Boma..
L'Aurora del Secolo del Sacramento.- Organo della S. Lega Eucaristica, Anno 3°. Esce una volta al mese. Abb. Lire 3,00. Rivolgersi al P. Gerardo Beccano, Chiesa del Corpus Domini, Milano.
La Croce. - Periodico Cattolico Settimanale illustrato. Abb, annuo L. 3,00. Direzione: San. D. Alfonso Ferrandina, Salaiolo alla marina 3, Napoli.
Il Mescitore Liturgico. - Il Periodico esce il 1 e il 15 di ogni mese in fascicoli di 16 pagine, I1 prezzo di abbonamento è di L. 3,50 per l'Italia e di L. 4,50 per l'Estero. Per abbonarsi rivolgersi al Direttore del Monitore Liturgico R.mo Mons. Aristide Gasparri , Macerata. Questo eccellente Periodico è entrato nel suo 13° anno di vita.
Nessuno degli Ecclesiastici dovrebbe mancare di arricchirne la sua Biblioteca e specialmente se ne dovrebbero provvedere i Rev. Parroci e Cappellani Curati, i Ceremonieri Vescovili e dello Cattedrali ed il giovane Clero dei Seminari.
La Madonna della Guardia. - Bollettino del Santuario di N. S. della Guardia in Valpolcevera presso Genova. Abb. annuo L. 1 Direzione: Santuario di N. S. della Guardia,. Bolzaneto (Genova).
Fede e Scuola. - Periodico dell' Opera per la conservazione della fede nelle scuole d'Italia. Organo ufficiale del III Gruppo. - Istruzione ed educazione - dell'Opera dei Congressi e Comitati cattolici. - Anno VI. Curia Vescovile, Brescia. L. 2.
Tutti quelli che lavorano perla conservazione della fede nelle scuole meritano encomio e plauso sommo, specie oggidì perchè gli sforzi dei cattivi si risolvono in potente congiura contro quanto i popoli possono avere di più caro, cioè la fede dei padri loro. Ora questo periodico mensile che valorosamente combatte per la Conservazione della fede nel cuore della gioventù, dovrebbe esser lotto costantemente in tutte le famiglie cattoliche, perchè ci pare destinato a portare un grande bene morale-sociale dovunque sarà conosciuto.
La Scuola cattolica e in scienza italiana. - Periodico Mensile. Anno VIII. Esco l'ultimo d'ogni mese in quaderni di 100 pagine. Prezzo d'abbonamento L. 12. Direzione: Piazza S. Pietro in Gessate, 2, Milano.
È questo uno dei più importanti periodici che onorano l'Italia a giudizio della Stampa cattolica anche estera e noi lo raccomandiamo di cuore.
L'Araldo. - Esce il Giovedì, Un anno Lire 300. Direzione Tipografia Vescovile, Mondovì-Piazza.
il Movimento Cattolico. - Bollettino dell'Opera dei Congressi e dei Comitati Cattolici in Italia. Si pubblica in fascicoli mensili di 48 pag. Anno XIX. Lire 3,00. Venezia.
L'Araldo Canonico Mariano. - Rassegna Mensile ad uso del Clero e delle famiglie cristiane. Lire 3,00 all'anno. Direzione : Maratea (Potenza).
Fiori Cattolici e Bollettino Ecclesiastico. - Opera periodica. Direzione : Largo Trinità Maggiore, 9, Napoli. L. 2 annue.
li Sacro Speco dl S. Benedetto di Subiaco. - Periodico Mensile. Abb. lire 1 annua. Direzione: Priore del Sacro Speco, Subiaco (Roma).
Le Missioni Cattoliche. - Bollettino Settimanale dell'Opera K La Propagazione della Fede ». Abb. L. 10 annuo. Direzione: Via S. Calocero 9, Milano.
Opera delle Scuole d'Oriente. - Bollettino che si pubblica ogni due mesi. - Direzione : Via Zebedia 2, Milano.
La NIGRIZIA. - Periodico Mensile illustrato, organo della Missione dell'Africa centrale. Direzione: S. Giovanni in Valle, Verona. L. 2,00 annue.
L'Amico delle famiglie. - Periodico settimanale illustrato, L. 2,50 annue. Direzione: Tipografia della Gioventù, Genova.
Vita nova. - Rivista universitaria quindicinale. Organo della Federazione universitaria cattolica italiana - Associazione annua L. 3. Direzione: Toledo 413, Napoli.
L'Amico della Gioventu. - Periodico settimanale educativo, letterario, ameno illustrato. L. 2,30 annue. Direzione del Periodico, Verona.
Alessandro Volta. - Periodico scientifico letterario. Abb. annuo Lire 300. Direzione : Tip. dell' Oratorio, Como Esce due volte il mese.
Il Risveglio. - Periodico settimanale. L. 3,00 annue. Direzione ; Can. Francesco Bruno, Seminario, Messina.
L'Eco del Santuario di Oropa, è entrato nel suo secondo anno. Esce una volta al mese da gennaio ad aprile, novembre e dicembre, e due volte da maggio ad ottobre. L. 2. Rivolgersi alla Tipografia Testa, Via S. Filippo, Biella.
1 Accornero Felice - Viarigi (Alessandria).
2 Albini D. Ettore, Arcip. V. F. - Cingia dei Botti (Cremona).
3 Antonielli Ved. Angela n. Chiesa - Zavatterello (Pavia).
4 Barberis Clara n. Varvello - S. Martino Alfieri (Alessandria).
5 Baselga D. Giovanni - Verona.
6 Bastia Amalia Ved. Fabre-Pinerolo. 7 Battaglia D. Carlo, Arciprete - Lesegno (Cuneo).
8 Banchiere Maria n. Ferrero - Terranova (Alessandria.
9 Bezzi Catterina, Sup. Collegio B. V. - Cremona
10 Bellocchio Chier. Domenico - Bobbio (Pavia).
11 Benedetti-Valentina Can. Filippo - Trovi (Perugia).
12 Bergonzi Caterina n. Rinaldi - Langhirano (Parma).
13 Bertoia De Paola Domenica - S. Lorenzo (Meline).
14 Beggero Francesca n. Aisola - Torino.
15 Bordiga Margherita- Bagolino (Bresciao.
16 Bordiga Salvatore - Bagolino.
17 Bosio D. Pietro - Volpino (.Brescia). 18 Botta Comm. Giuseppe - Roma.
10 Bovio Giacomo - Bellinzago (Novara).
20 Brunelli Marianna - Negrar (Verona).
21 Caffàrelli Luigia in Caffarelli - Virzini (Catania).
22 Caligaris Clara - Moncalvo (Alessandria).
20 Camugnan Giov. Batta - Tribano (Padova).
24 Canta Rosa - Clef (Trento).
25 Carena Sebastiano - Cascignola (Pavia).
26 Gavettoni D. Francesco, Parroco - Ponte di Legno (Brescia).
27 Cavaglià Padre Sigismondo - Torino. 28 Claudano Giustina Ved. Tappi - Torino.
29 Clementi Antonio - Mezzolombardo (Trento)
30 Colle D. Giuseppe -Valla(Treviso). 31 Contardi Adelaide in Frasi - Zavatterollo (Pavia)
32 Dal Forno Angelo - Vittorio (Treviso).
33 Dellantoriia Brigadori Rosa - Pudazzo (Trento).
34 Da Peruta Donna Maria Giuseppa - Napoli.
35 Farioli Francesco -- Pantano (Reggio Emilia).
36 l'avalli Arturo - Carrara (Massa Carrara)
37 Fontana Chiara - Torino.
38 Formentano D. Giuseppe - S. Gaudenzio (Pavia).
39 Formica avv. Carlo, Notaio - Torino.
40 Formigini Cav. Filippo - Modena. 41 Franchino Caterina - Rubiana (Torino).
42 Galbani Carlo - Baiedo (Como).
43 Gallina Margherita - Bosco Marengo (Alessandria).
44 Gambino Elisabetta - Poirino (Torino).
45 Garavelli Angela Teresa - Cerano (Como).
46 Garegnani D. Gustavo - Amate (Milano).
47 Gavuzzi Giuseppe - Torino.
48 Genova D. Giov. Batt. - Auronzo (Belluno).
49 Ghiglioni Maria - Sampierdarena (Genova).
50 Giordani Giuseppe - Fossombrone (Pesaro).
51 Girola Sebastiano - Buttigliera (Alessandria).
52 Jacobini Marianna-Genzano (Roma). 53 Jacobini Cav. Flavio - Genzano (Roma).
54 Lasagne Ester n. Bastone - Torino. 55 Lemoyne Ignazio -Genova.
55 Longanesi Ferruzzi Giacomina - Bagnacavallo (Ravenna).
56 Lunganesi Lucrezia Ved. Mondani - Argenta (Ferrara).
57 Lurati Ch. Pietro - Mezzovico (Svizzera).
58 Masconi Francesco fu Pietro - Costa Imagna (Bergamo).
59 Mandino Giustina - Torino.
60 Manfredi Carlo fu Francesco - Torino.
61 Marangoni Costanza - Mirano (Venezia).
62 Massel di Caresana March. Luigia n. Callosi Pico Gonzaga - Casale (Alessandria).
63 Matteucci D. Silvestro - Rieti (Perugia),
64 Mazzoleni Lorenzo - Pasturo (Milano).
65 Medolaghi Albano Co. Federico - Medolago (Bergamo).
66 Merlino D. Giov. Batt. - Viarigi (Alessandria).
67 Mondani D. Francesco - Este (Padova).
68 Montanari Giovanni - Mantova.
69 Nicola Arbasini Maria Italia - Voghera (Pavia).
70 Nicolini Petronilla - Ghemme (Novara).
71 Offredi Bortolo - Berbenno (Bergamo).
72 Orango Cecilia Ved. Orango - Costei Vittorio (P. Maurizio).
73 Pagani Mariannina in Cottignolo - Piangipane (Udine).
74 Pasini Matilde - Fogliano (Udine). 75 Pecollo Giuseppe - Monbasilio (Cuneo).
76 Perini Pasquale - Chioggia (Venezia).
77 Peruzzi D. Giov. Batt. - Verona. 78 Piana Carolina, Ved. Reffo - Torino. 79 Piana Comm. Giovanni. 80 Pisodoli Antioco-Lanusei (Cagliari). 81 Pistoresi Carolina- Castel S. Pietro (Bologna).
82 Plumari Angela - Troina (Catania). 83 Pola Bertolotti Leopoldo - Torino. 84 Provò Anna - Torino. 85 Righetti Santo - Negrar (Verona). 86 Rinetti Stefano fu Luigi - Montemagno (Alessandria).
87 Rollo Giuseppina Ved. Nasi - Torino).
88 Ronchetti Davide - Lorino (Trento). 89 Roncalli Salvi Elena - Berbenno (Bergamo).
90 Rossi Giuseppina Ved. Vergnasco - Cantù (Milano).
91 Rossi Pietro - Bobbio (Pavia). 92 Saccardo Dott. Antonio, Notaio - Venezia.
93 Salvi Albina - Bologna. 94 Sartori Anna - Saliceto (Cuneo).
95 Savio Carlotta -Novi Ligure (Alessandria).
96 Semitecolo Cav. Antonio - Roma. 97 Sereno Margherita, Maestra- Chiusa Pesio (Cuneo).
98 Serra Giovanna n. Rossi - Chivasso (Torino).
99 Siri D. Bartolomeo - Ovada (Alessandria).
100 Stavorengo D. Giovanni - Gargarengo (Novara).
101 Stoffalato Antonio - Pugnetto (Vicenza).
102 Tonengo Ved. Maria - Chivasso (Torino).
103 Torsero Giò. Marco fu Stefano - S. Vittoria (Cuneo).
104 Transillo Elisa - Castel S. Giorgio (Cuneo).
105 Trua Maria - Riace (Reggio Cal.) 106 Turbiglio D. Luca - Torino.
107 Tussamy Frate Converso - Settefonti (Ravenna).
108 Vizzone D. Tommaso Can. Cancelliere - Nodica (Siracusa).
109 Zandron Remedio- Coredo (.Tento). 110 Zanolli Alessandro - Civezzano (Trento).
111 Zechetto Giuseppe - Isola della Scala (Verona).
112 Zunnui Casula Monsignor Francesco, Arcivescovo - Oristano (Cagliari).