ANNO XV - N. 1. Esce una volta al mese. GENNAIO 1891
DIREZIONE nell'Oratorio Salesiano -Via Cottolengo, N. 32, TORINO
Lettera del Sac. MICHELE RUA ai Cooperatori e alle Cooperatrici Salesiane. Conferenze Salesiane. Festa di S. Francesco di Sales e suffragi. Notizie dei nostri Missionari. Una visita alle Scuole Salesiane di Londra. Grazie di Maria Ausiliatrice. Notizie varie. Un Amico defunto. La CURA HOCH nelle malattie tubercolari. DoN Bosco, pel Dott. Carlo Despiney. Cooperatori defunti.
Benemeriti Cooperatori, e benemerite Cooperatrici,
La Circolare, che in data dell'8 ora trascorso dicembre vi ho indirizzata per invocare il soccorso della vostra carità a pro della prossima spedizione di Missionarii nell'America, potrebbe dispensarmi dal rivolgervi la presente lettera ; ma siccome questa ha per iscopo di mettervi sott'occhio le opere principali compiutesi nell'anno ora spirato, e segnalarvi quelle altre, che paiono più meritevoli della vostra benevolenza nell'anno in corso, così mi attengo alla consuetudine introdotta dal nostro Don Bosco, e nuovamente vi scrivo. Per altra parte mentre torna soave al mio cuore trattenermi qualche volta , almeno per iscritto, in conversazione con persone così benevole, quali voi siete, verso i figli di Don Bosco, penso che riesca a voi caro di sapere in quali opere andarono e andranno a rifondersi le vostre beneficenze, per sentirvi sempre meglio eccitati a continuarle alla maggior gloria di Dio e a sollievo della povera umanità.
Intanto sciogliamo la lingua in un vivo ringraziamento a Dio pei benefizi, che ci ha fatto nell' anno ora decorso, specialmente per averci conservati in vita in mezzo al grave malore, che afflisse presso che tutti i paesi della terra, e che a noi tolse pure ben più di mille Cooperatori e Cooperatrici. Quantunque siano già state fatte speciali preghiere in suffragio delle loro anime, tuttavia raccomando ancora a ciascuno un requiem aeternam quale tributo del nostro sincero affetto , di cui l'anno venturo forse più centinaia di noi riceveranno dai superstiti il contraccambio fraterno.
Ed ora passo ad esporvi come in uno specchio le principali opere, alle quali coll'aiuto di Dio e mediante la vostra cooperazione i Salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice hanno posto le mani con felice risultato.
Coloro che conoscono i disastri finanziarii , che l' anno scorso hanno colpito parecchie nazioni, e quindi qual più qual meno anche le famiglie dei nostri benefattori, non potranno non fare le più alte maraviglie, e ringraziare con noi la Divina Provvidenza per le opere che si poterono compiere, come sto per accennare. Per seguire un ordine passerò a rassegna le opere di Europa, poscia quelle di America.
Fra le prime mi piace annoverare la casa di Macerata. In questa pia ed illustre città si trovò un considerevole numero di Cooperatori e di Cooperatrici, i quali con grandi sacrifizi comperarono da prima un vasto terreno, poscia v'innalzarono a conto dei Salesiani un fabbricato capace di un centinaio di giovanetti. Ne abbiamo preso possesso il dì 4 di novembre, e tosto si è dato principio all'Ospizio e all'Oratorio festivo, coll'intervento di più centinaia di fanciulli, col plauso di ogni ceto di persone, specialmente dell'ottimo Clero e dello zelantissimo Vescovo.
Degna di venire pure segnalata fra le prime è la Casa di Trino nella diocesi di Vercelli. Colà un esimio e generoso ecclesiastico dell'insigne collegiata, il canonico Antonio Montarolo, dopo di aver col suo patrimonio e coll'aiuto di altre caritatevoli persone della città innalzata una bella chiesa in onore del Sacro Cuore di Gesù, con a fianco una modesta abitazione, con porticato e vasti cortili, lasciò il tutto allo scopo che i Salesiani vi tengano Oratorio festivo pei fanciulli. Se ne fece l' apertura il 19 del mese di ottobre con particolare solennità, e d'allora in poi ogni festa v'intervengono al catechismo , alla predica, alla onesta ricreazione non meno di 600 giovanetti. Ne va lieto il degno e stimatissimo parroco, che vede con tal mezzo assicurata la religiosa istruzione e la moralità della porzione più eletta del numeroso suo gregge, e se ne rallegrano i genitori e tutte le persone dabbene, augurandosi un grande vantaggio per tutto il paese.
Fu terminato in Catania l'Ospizio che l'anno scorso io raccomandava sopratutto alla carità dei Cooperatori e delle Cooperatrici della Sicilia. L'edifizio per la saluberrima sua posizione e per la solidità, l' ordine ed ampiezza dei suoi membri, riuscì stupendo e capace di 200 orfanelli. Gli si diede principio cominciando a ricevere parecchi fanciulli dei più abbandonati, applicandoli a mestieri più acconci al bisogno e più vantaggiosi. Restano ancora a pagarsi parecchie mila lire di spese fatte, ma confido che appiè dell'Etna non sia esausta la fonte della cristiana carità, e che i nostri benefattori di colà non mi lascieranno in pena per saldare gli ultimi debiti contratti a benefizio della cara gioventù della seconda città di Sicilia.
Nell'ora scorso dicembre abbiamo potuto soddisfare al vivo desiderio da più anni nutrito in cuore dal Revm°. Vescovo di Fossano, e per suo mezzo e per la sua più che paterna benevolenza il giorno 11 di dicembre si prese in detta città la direzione di una casa di educazione e di un Oratorio festivo pei fanciulli delle varie parrocchie. Ne speriamo un bene grande e duraturo, religioso e morale per quella diocesi, che si onora del santuario della Vergine, sotto il titolo della Provvidenza, e che diede i natali al beato Oddino Barotti e al beato Giovenale Ancina.
Uscendo dall'Italia siamo andati ad occupare una casa nella città di Dinan all'ovest della Francia, il cui scopo è di accogliere giovanetti bisognosi di particolare assistenza , e coll' apprendimento di un'arte o per mezzo dello studio renderli capaci a guadagnarsi onoratamente il pane della vita. L'impianto di quella Casa per più anni sospeso va attribuito allo zelo di distinti ecclesiastici ed alla carità dei Cooperatori e delle Cooperatrici della città, che nulla risparmiarono per superare gli ostacoli più volte insorti ad impedirlo.
Quasi contemporaneamente si entrava in possesso di altra Casa e terreno annesso a Ruitz, presso la città di Bethune non lungi da Lille , che un caritatevole Cooperatore salesiano cedette allo scopo di farne una colonia agricola in vantaggio di poveri fanciulli contadini.
Non debbo passare sotto silenzio che nella mentovata città di Lille, facendosi vie più sentire la necessità di dare ricetto ad un maggior numero di poveri orfanelli, si acquistò un fabbricato vicino all' Orfanotrofio già esistente; e la spesa di oltre a settanta mila franchi dovrà tra poco essere pienamente soddisfatta mediante le offerte dei Cooperatori e delle Cooperatrici della Francia, che contano tra i più generosi.
Nella nostra Casa di S. Leone in Marsiglia mancava la tipografia e questa si è provveduta; con essa si aggiunse agli altri un nuovo laboratorio, dove furono tosto occupati parecchi giovanetti ad imparare l'arte tipografica, e in pari tempo si ebbe un mezzo efficace per favorire colla buona stampa la diffusione di libri morali e a modico prezzo.
Nella Casa di Parigi si comperò a caro prezzo del terreno vicino, collo scopo di ampliarla, perchè sono più centinaia di poveri orfanelli, che battono alla porta per averne ricovero, e per mancanza di posto si è costretti a lasciarli abbandonati nella strada.
Nella Casa di Londra, sebbene situata in un quartiere poverissimo, si ampliarono le scuole già esistenti, alle classi delle allieve si aggiunsero le classi degli allievi separatamente, si fabbricò un recinto attorno al terreno adiacente alla chiesa , che ci rese possibile l' Oratorio festivo pei fanciulli, si comperò altresì altra modesta casetta vicina, ove si diede principio al bramato Ospizio, ricevendo alcuni giovanetti bisognosi e di belle speranze. Con queste opere di carità si riuscì pure ad attirare nel seno della religione cattolica un buon numero di protestanti.
Nè i Cooperatori e le Cooperatrici della cattolica Spagna stettero indietro a quelli delle altre nazioni; poichè per la loro carità e soprattutto per la generosità di una signora, che è chiamata a buon diritto la madre dei poveri, si aperse in Barcellona una nuova Casa sotto il titolo di S. Giuseppe, e alle scuole diurne e serali e all'Oratorio festivo accorrono più centinaia di fanciulli.
Le opere poi che si compirono nell'America , lo sviluppo delle Missioni, e le nuove Case aperte sono una prova luminosa della specialissima protezione di Dio, poichè le spese fatte, le difficoltà superate, i frutti riportati sono cose superiori alla industria ed ordinaria attività dell'uomo. Anzitutto per l'intervento del sapiente e zelantissimo Pontefice Leone XIII si fondò una Casa di arti e mestieri in Bogotà, capitale della repubblica Colombiana. Fin dai primi mesi gli edifizi destinati all'uopo divennero ristretti ed un altro se ne dovette preparare per più centinaia di giovani , che applicati alle arti e ai mestieri più utili, istruiti nella religione e coltivati nella morale cattolica, mentre cresceranno buoni cristiani e savii cittadini, gioveranno efficacemente al progresso artistico in quella repubblica, e si renderanno altamente benemeriti della patria.
Nella Repubblica Argentina si fondò una Casa nella città di Rosario di Santa Fé, colle scuole quotidiane e coll' Oratorio festivo pei giovanetti, buona parte dei quali appartenenti a famiglie italiane, che sono colà predominanti. Nella repubblica medesima altra Casa consimile si aperse in un sobborgo di Buenos-Aires, chiamato Barracas; e per vive istanze dello zelantissimo Arcivescovo si prese l' amministrazione della parrocchia di Bahia Blanca, che per grandi difficoltà ben quattro parrochi avevano dovuto abbandonare.
Una nuova Casa di Salesiani s'impiantò al porto di Paysandú nella repubblica dell' Uruguay, ed oltre il bene religioso e morale che si fa agli adulti, sono colà più centinaia di giovanetti, che v'imparano per tempo a divenire buoni cristiani e uomini probi, utili a se stessi, alla famiglia, alla civile società.
Anche nel Brasile, col concorso di benevole persone si fondò una casa di arti e mestieri nella città di Lorena, e si fece e si va facendo un gran bene a moltissimi giovanetti, con incremento della pubblica moralità e perciò del benessere domestico e sociale.
Tralascio di fare parola di più altre opere, alle quali si mise pur mano nell'anno passato, e che assorbirono buona parte delle nostre sollecitudini e della vostra carità, ma che per la loro importanza non si poterono ancora condurre a compimento. Tali sono l'Ospizio del Sacro Cuore di Gesù in Roma, le decorazioni della chiesa di Maria Ausiliatrice in Torino, l'Ospizio di S. Giovanni Berkmans a Liegi nel Belgio, l'ampliamento dei laboratorìi salesiani a Marsiglia, e quello della Casa di Gesù Bambino a Sarrià, e parecchie altre, delle quali darò piena contezza a suo tempo.
Ed ora dalle opere dirette precipuamente a vantaggio dei giovanetti, passando a quelle che hanno di mira la cristiana educazione delle fanciulle , sono pur lieto di notificare che le Suore di Maria Ausiliatrice, coadiuvate dai Cooperatori e dalle Cooperatrici, ebbero ancor esse la consolazione di estendere la loro azione benefica in più altri luoghi, tanto nei nostri paesi quanto nelle lontane Missioni.
Nella città di Lugo nelle Romagne, col valido concorso di una nobile non meno che caritatevole signora, fondarono un orfanotrofio per povere fanciulle, apersero scuole elementari ed un oratorio festivo ormai frequentatissimo.
Nel Comune di S. Giusto Canavese presero la direzione del nuovo asilo d'infanzia e dell'Oratorio festivo per le giovanette; e a Magenta presso Milano assunsero la direzione di un nuovo ospedale.
Scuole gratuite, laboratorio ed Oratorio festivo aprirono nel Comune di Alì presso Messina, in una casa loro lasciata da una caritatevole Cooperatrice Salesiana a vantaggio della fanciulle del luogo, le quali prima per essere lontane dalle scuole e dalla parrocchia crescevano nella ignoranza e mancavano della necessaria istruzione religiosa.
In Torino, e non lungi dalla chiesa di Maria Ausiliatrice, col concorso di pie e generose Cooperatrici Salesiane, innalzarono ed inaugurarono al divin culto una vasta e graziosa cappella in sostituzione ad un'altra, per l'ognor crescente concorso divenuta insufficiente, e nei giorni festivi vi convengono alla messa, alla spiegazione del Vangelo, al catechismo e alla predica e benedizione parecchie centinaia di giovanette della città.
Nella loro Casa-Madre in Nizza Monferrato innalzarono dalle fondamenta un tratto di fabbrica, che loro permette di accettare un più gran numero di zitelle, che, non aspirando alle terrene nozze, domandano di consacrarsi allo Sposo celeste, nell'Istituto delle Figlie o Suore di Maria Ausiliatrice, fondato da D. Bosco.
Nelle Case di Nizza Marittima e di Marsiglia diedero principio all'Oratorio festivo, e non avendo un luogo apposito tengono le ragazze nella stretta loro abitazione, assoggettandosi a molti incomodi per più ore del giorno, pur di far loro un poco di bene all'anima col catechismo e col tenerle lontane dai pericoli.
Nell'America poi impiantarono scuole ed Oratorii festivi in Barracas, sobborgo al nord di Buenos Aires , e a Bahia Blanca, nella Repubblica Argentina ; un laboratorio per giovanette operaie ed Oratorio festivo nella città di Montevideo ; ed un Ospizio di carità per le fanciulle indie dell'isola Dawson nella Terra del Fuoco.
Tutte queste opere congiunte con quelle degli altri anni fanno ognor più vasto il campo evangelico, che il Signore affidò alla cura degli operai Salesiani; e a questa rassegna, voi, miei amati Cooperatori e Cooperatrici, mentre vi sentirete in dovere di ringraziare con me il Signore che ci abbia concesso di fare un po' di bene alla maggior sua gloria e alla salvezza delle anime in tante parti del mondo, potrete convincervi altresì che ho ben ragione di far sovente appello alla vostra carità e a fare fidanza sulla vostra benevolenza per continuarlo. Ho già più volte confessato e mi è dolce confessarlo nuovamente che, dopo Dio, i Salesiani e le Suore di Maria Ausiliatrice devono alla vostra generosa bontà il principio, il sostegno e l'incremento delle loro opere di carità e di fede, e che per mezzo vostro confidano di salvare per l'avvenire un numero ognor più grande di povera gioventù.
Da più a meno voi già potete arguire quali opere io abbia da raccomandare quest'anno alla vostra bontà. In generale sono quelle degli anni scorsi ; sono il mantenimento degli Ospizi di carità, dove teniamo raccolti migliaia di giovanetti, a cui dobbiamo provvedere vitto e vestito per anni ed anni, sino a che coll'arte o collo studio non siano capaci a lavorare nel mondo e a guadagnarsi il pane ; sono le case di arti e mestieri, dove più centinaia di giovani si fermano, a fine di perfezionarsi per divenire maestri ad altri giovanetti artigiani nell'Europa e nell'America ; sono gli studentati e i Collegi delle Missioni, dove moltissimi allievi Salesiani devono passare ancor essi più anni nelle scuole di letteratura, filosofia, teologia e simili, per riuscire professori, sacerdoti, predicatori, confessori, missionarii , ministri insomma di salute e di santificazione delle anime nelle scuole e nelle chiese ; sono le Missioni di America, quelle specialmente della Patagonia , dello Stretto di Magellano e della Terra del Fuoco, dove per la lontananza dai paesi inciviliti, per difetto di commercio, per le crisi finanziarie delle vicine Repubbliche, le derrate, gli oggetti di vestiario, i sacri arredi, gli strumenti di arti e di agricoltura, non si possono avere che ad un prezzo esorbitante e favoloso ; eppure colà si ha da provvedere non solo ai Missionarii e alle Suore, ma ai loro neofiti tuttora ignari di quanto si attiene a materiale progresso , e sprovvisti delle cose più necessarie alla vita e al civile consorzio.
Ma se in generale la vostra esimia carità non deve perdere di vista le accennate opere, le resta di prendere in particolare considerazione alcune altre , che mi preme di qui segnalarvi.
Metto in prima linea l'Ospizio pei poveri fanciulli poc'anzi incominciato in Londra. In quella città di oltre a 4 milioni di abitanti, capitale del protestantesimo d'Inghilterra, noi abbiamo una piccola Casa con una parrocchia in un circondario di 20 e più mila protestanti, e con solo 2 mila cattolici, quasi tutti poveri operai. È quindi impossibile che i Salesiani possano ritrarre limosine ed offerte dalle persone del luogo in quella proporzione, che sarebbe necessaria. Speriamo in tempi migliori, giacchè ogni anno molti sono gli eretici che si convertono alla religione cattolica ; ma per ora dobbiamo riguardare quella Casa conce una Missione in paese straniero, ed impiegare a suo sostegno unii parte della carità dei Cooperatori e delle Cooperatrici dei paesi cattolici. Sì, io raccomando alla vostra bontà quella Casa, e mi sarebbe assai caro che in questo anno le vostre offerte mi procurassero il mezzo di ampliare quel piccolo Ospizio, onde albergarvi centinaia di fanciulli abbandonati, istruirli nella vera fede e nei sani costumi, e per tal modo cooperare più efficacemente al bene della innumerevole gioventù della più grande città del mondo.
Col giorno 8 di dicembre dell'anno corrente 1891 si compiranno 50 anni dacchè il nostro desideratissimo Don Bosco cominciò la sua instituzione, attirando a sè con amorevole tratto il primo fanciullo, che fu come la pietra fondamentale degli Oratorii festivi, degli Ospizi di carità e della Pia Società di S. Francesco di Sales, che doveva perpetuarli. E mio intendimento celebrare il caro avvenimento coll'inaugurare solennemente la chiesa di Maria Ausiliatrice in Torino , abbellita , pitturata, decorata come monumento alla memoria di Don Bosco. Il nostro intento non andrà fallito, se la vostra divozione alla SS. Vergine, e la vostra stima e benevolenza al suo fedelissimo servo Don Bosco, continuerà a scaldare i vostri cuori e muovere la vostra mano per raccogliere ed inviare limosine, affinchè per mancanza dei mezzi materiali non ci vediamo costretti a rallentare i lavori incominciati.
Or fa un anno io raccomandava alla vostra carità l'Ospizio del Sacro Cuore di Gesù in Roma, accennava da prima e poscia vi esponeva qual mezzo acconcio a raccogliere limosine la Pia Opera del Sacro Cuore di Gesù, cioè l'offerta di una lira italiana per fondare 6 messe quotidiane in perpetuo, secondo la intenzione degli offerenti, e voi avete fatto buon viso alla mia raccomandazione e mi avete lodevolmente assecondato. Mediante le sottoscrizioni vostre e quelle di altri. fedeli da voi procurate, noi abbiamo potuto avere di che far fronte alle prime spese della fabbrica, uscita già dalle fondamenta. Ho motivo a sperare che continuerà la vostra e l'altrui carità sino al compimento dell'Ospizio, cotanto reclamato dai bisogni dei tempi presenti, e a salvezza temporale ed eterna di centinaia di poveri giovanetti, dalle sétte nemiche di nostra santa religione insidiati nella fede e nei costumi, nella stessa capitale del mondo cattolico, e sotto gli occhi del più amorevole dei padri, del Vicario di Gesù Cristo. Sì, le parole Gioventù, Roma, Cuor di Gesù valgano per ogni raccomandazione, e siano, specialmente in questo anno, di sovrumana efficacia sul vostro caritatevole cuore.
Espostevi le cose, come portava lo scopo della mia lettera, non mi resta che di venire alla conclusione. Ma prima di finire questo mio scritto vorrei lasciarvi, come per ricordo, un qualche pensiero, che vi servisse di stimolo a promuovere le accennate ed altre opere di religione e di carità. Lascio da parte l'obbligo che tutti abbiamo di concorrere , secondo le nostre forze, alla gloria di Dio nostro Creatore, Redentore e Padre ; tralascio di far notare che la natura e la grazia predicano altamente il dovere di aiutare i nostri simili e i nostri fratelli di religione; ommetto che fatti per la società dobbiamo tutti cooperare al suo benessere morale col darle savii cittadini, formando buoni cristiani delle giovani generazioni ; passo sopra a queste e a più altre considerazioni più o meno efficaci, e mi limito a far rilevare un premio dei più ambiti al cuor umano, concesso da Dio sulla terra alle persone, che si esercitano nelle opere di beneficenza.
Una vita lunga viene generalmente giudicata un dono ed una grazia tra le temporali la più desiderata; noi vi aspiriamo per natura, e Iddio medesimo promette e concede un tal dono a chi fa bene, e lo nega e lo ritira talvolta a chi fa male.
Ora tra quelli ai quali il Signore concede una lunga vita, come per premio su questa terra, la Sacra Scrittura annovera le persone caritatevoli. Ne abbìamo tra gli altri due splendidi esempi, che giova esporre brevemente.
Il pazientissimo Giobbe erasi fatto occhio al cieco, piede allo zoppo, il difensore degli oppressi, il consolatore degli afflitti, il sostegno delle vedove, il padre degli orfani.
Or per questa sua carità verso i bisognosi il Signore, dopo di averlo provato nel fuoco della tribolazione, gli fece incontrare la più grande benevolenza tra i suoi parenti, conoscenti ed amici, poi gli diede il doppio dei beni che aveva perduti, e per giunta gli concesse una lunghissima vita. È commovente quello che lo Spirito Santo fece scrivere di questa nuova prosperità del caritatevolissimo Giobbe: E andarono a ritrovarlo , così il sacro testo, tutti i suoi parenti dell'uno e dell'altro sesso, e tutti quei, che prima lo avevano conosciuto... e ognuno di essi gli diede una pecora e un orecchino d'oro. E il Signore lo benedisse da ultimo più che in principio Dopo queste cose visse Giobbe 140 anni, e vide i suoi figliuoli e i figliuoli dei suoi figliuoli sino alla quarta generazione, e morì in età avanzata e pieno di giorni (Job., cap. xxix e XLII.).
Un altro esempio ce lo somministra la Storia Sacra nei due Tobia, padre e figlio, i quali furono tra le persone più caritatevoli dei tempi andati. Il padre soccorreva i poveri con larghe limosina, dava da mangiare agli affamati, vestiva i nudi, e in tempo di persecuzione seppelliva i morti anche con pericolo della propria vita. Istruendo il figlio, tra le altre gli faceva queste raccomandazioni: - « Di quello che hai, fa limosina, e non volgere le spalle a nessun povero, perocchè così avverrà che la faccia del Signore non si rivolga da te. Usa misericordia secondo la tua possibilità. Se avrai molto, dà abbondantemente; se avrai poco, procura di dar volontieri anche quel poco. Perocchè ti accumulerai una grande ricompensa nel dì del bisogno. Perchè la limosina libera dal peccato e dalla morte, e non permetterà che l'anima cada nelle tenebre. La limosina sarà argomento di gran fidanza dinanzi al sommo Iddio per tutti quei che la fanno... Mangia il tuo pane in compagnia dei meschini e degli affamati , e delle tue vesti copri gli ignudi » (Tob. cap. iv.). Così quell'ottimo tra i padri; e il figlio accolse e praticò fedelmente così santi precetti. - Ed or qual fu la ricompensa avuta da Dio anche in questo mondo? Anzitutto una grande stima e riputazione presso ogni ceto di persone e perfino presso del re; poi una ricchezza considerevole sino a poter prestare danano senza interesse, come fece con Gabelo , al quale senza pretendere alcun frutto diede la somma di 10 talenti di argento, che equivalevano, come si crede, a ben 60 mila franchi; poscia nel tempo della tribolazione un Angelo del Cielo in aiuto e sollievo, un matrimonio pel figlio dei più convenevoli e benedetti, la guarigione mirabile del padre dalla cecità che avevalo afflitto quattro anni, e infine dopo tale liberazione una serie ancora di ogni sorta di prosperità per anni 42, coronate da una morte invidiabile a cento e due anni dell'età sua. Lo Spirito Santo ci dice di lui: E il rimanente della SV vita lo passò nell'allegrezza, e con grande avanzamento nel timore di Dio andossene in pace.
Non meno fortunato fu il figlio suo, chiamato ancor esso Tobia, e come il padre pieno di compassione e di carità verso il prossimo. La Sacra Bibbia così finisce di parlare di questo sant'uomo:
- Egli vide i figliuoli dei suoi figliuoli sino alla quinta generazione. E compiuti 99 anni nel timore di Dio, lo seppellirono con gaudio; quasi per dire che i suoi funerali furono come la festa e il trionfo di un santo. Nè solo furono benedetti essi personalmente questi due caritatevolissimi uomini dell'antichità, ma ancora nei loro discendenti, imperocchè il sacro scrittore così termina il Libro di Tobia : Or tutta la sua parentela, e tutti i suoi discendenti perseverarono nel ben vivere, e nelle opere sante, talmente che furono cari a Dio e agli uomini e a tutti gli abitanti del paese.
Io potrei ancora riferire altri esempi consimili, essi pure eloquentissimi, tratti o dalla Sacra Bibbia, o dalla storia ecclesiastica, o dalla storia profana; potrei citarvi eziandio le longevità fortunate di parecchi benefattori e di parecchie benefattrici di D. Bosco e de' suoi giovanetti; ma per amor di brevità vi osservo soltanto che i fatti sopra narrati di Giobbe e dei due Tobia sembrano essere stati dallo Spirito Santo appositamente esposti alla considerazione di tutti gli uomini, collo scopo di persuaderci che chi fa misericordia trova misericordia, che la stessa misura di pietà che noi usiamo verso i bisognosi Iddio la usa verso di noi, e che come cantò il real profeta, beato è colui, che ha pensiero del miserabile e del povero, perché il Signore lo libererà nel giorno cattivo, cioè nel giorno della calamità e della afflizione (Salm. XL). E così sarà pure di voi, o miei buoni Cooperatori e mie buone Cooperatrici, se non verrà meno nel vostro cuore la carità verso i poverelli di nostro Signor Gesù Cristo.
Qualche tempo prima di morire il nostro amatissimo D. Bosco mostrò desiderio di scrivere ancora un'operetta, che diceva di grande utilità. La cagionevole salute e poi la morte gli impedì di scriverla , ma egli si compiacque di esporci il titolo che le avrebbe dato, che è questo : - Il Cielo aperto ai ricchi per le mani dei poveri da loro beneficati. Gli oracoli dello Spirito Santo, le sentenze dei Santi Padri, gli esempi tratti dalla vita dei Santi e dalla quotidiana esperienza, le conversioni mirabili e le morti edificanti di persone caritatevoli e via dicendo, avrebbero formata la materia del libro divisato, che sarebbe certamente riuscito non inferiore a tanti altri, che ci diede l'aurea penna del Servo di Dio.
Ma se non possediamo la prefata operetta, valga non di meno il santo pensiero di Don Bosco ad incoraggiare i facoltosi nel promuovere le opere di carità e di beneficenza. Potranno essere tra voi delle persone, le quali non amino una vita lunga su questa terra, di quelle anzi, che desiderano di uscire più presto da questo luogo di esilio, da questa valle di lagrime, da questo campo di battaglia, ragione per cui Iddio le esaudisce e se le toglie ancora in buona età; ma chi tra voi non aspira alla gloria celeste, alla eterna felicità? Chi non ama di udirsi una sentenza favorevole nel giorno del giudizio ? Chi non desidera di vedersi o più presto o più tardi aperte le porte del Paradiso? Orbene tutto questo noi otterremo per mezzo delle limosine e delle opere di carità, e ce n'è garante la parola di Gesù Cristo che non fallisce mai: Venite, o benedetti del Padre mio, dirà Egli a quei che saranno alla sua destra nel giorno finale, venite al possesso del mio eterno regno, perchè nella persona de' miei discepoli io era bisognoso, e voi mi avete soccorso (Matth. XXV).
Conchiudo coll'assicurare che in ogni giorno nel Santuario di Maria Ausiliatrice in Torino , nella chiesa del Sacro Cuore in Noma, e in tutte le chiese, cappelle e case della nostra Pia Società si prega e si fa pregare, secondo la intenzione dei benefattori e delle benefattrici dei nostri poveri orfanelli, e dei promotori e sostenitori delle opere e delle Missioni Salesiane. Ho la più grande fiducia che Iddio, per intercessione della SS. Vergine, esaudisca le nostre domande, e dopo di averci colmati de' suoi benefizi in questa vita ci apra in morte il seno della sua misericordia e tutti ci accolga nella sua gloria.
Colla più alta stima e colla più profonda gratitudine mi professo
Di Voi, benemeriti Cooperatori e benemerite Cooperatrici,
Obbligatissimo servitore
Sac. MICHELE RUA. Torino, 1° gennaio 1891.
Ci raccomandiamo caldamente ai Cooperatori e specialmente ai Direttori e Decurioni, che s'adoperino, perchè si faccia nel modo il più solenne la prescritta conferenza Salesiana nella prossima occasione della festa di S. Francesco di Sales.
Il nostro venerando fondatore e padre D. Bosco, poneva tutta la stia attività, perchè si tenessero dette conferenze, ed a molte delle medesime interveniva egli stesso con animatissimo zelo. Fu per ordinario in queste occasioni, che i Cooperatori di Torino, Roma, Firenze, Lucca, Genova, Mìlano, Casale, Nizza, Marsiglia, Parigi, Barcellona e di altre numerose città poterono vedere D. Bosco, udirlo a parlar delle sue opere, offrirgli elemosine, riceverne i cordialissimi ringraziamenti e le più affettuose benedizioni. Moltissime volte otteneva che le conferenze si facessero in pubbliche ed ampie chiese, colla presidenza ed intervento di qualche illustre dignitario di Santa Chiesa, e più volte in. Roma ebbe la consolazione di vedervi intervenire più Cardinali e Prelati insigni. Lo zelo di D. Bosco sia d'esempio e d'eccitamento a noi; adoperiamoci perciò perchè le conferenze Salesiane si tengano ogni anno nei tempi prescritti, con la maggior pompa ed in moltissime città e paesi.
Norme particolari.
Più volte ci furono chieste informazioni sul modo pratico di organizzare e tenere con facilità le conferenze Salesiane. Ripetiamo qui alcune delle norme che già suggerimmo più volte nelle risposte alle dette lettere.
I. Giova assai premettere una conferenza preparatoria, alla quale intervengano presso i Decurioni almeno alcuni dei Cooperatori più attivi e meno legati da occupazioni. Si potrà nella medesima scegliere il luogo della Conferenza Generale; proporre chi debba essere invitato a fare il discorso, qualora il Decurione trovasse difficoltà a farlo egli stesso o per altri motivi ne declinasse volentieri ad altri l'incarico.
II. Tutti i Decurioni Parroci che trovassero difficoltà ad organizzare la Conferenza, potrebbero eglino stessi in una delle Domeniche seguenti la festa di S. Francesco di Sales, invece di altra predica tenere sermone di carità a uso Conferenza, oppure invitare a far ciò nella loro parrocchia uno dei Sacerdoti Cooperatori Salesiani di loro conoscenza. Perchè poi riesca più solenne e fruttuosa, oltre al darne avviso nella propria chiesa parrocchiale qualche settimana prima, se ne potrebbe fare annunzio in qualche periodico religioso locale
III. Quando l'invito si fa per lettera, questa possibilmente sia diretta dal Decurione locale, il quale se non avrà i nomi dei Cooperatori della propria Decuria, potrà domandarli alla Direzione del Bollettino Salesiano.
IV. Quando si unissero più decurioni insieme, la lettera d'invito potrebbe essere firmata dal più anziano o da quel Parroco nella cuì chiesa si tiene l'adunanza, se in quella città non vi ha ancora il Capo o Direttore.
V. Nella lettera d'invito si raccomandi ai Cooperatori che conducano alla conferenza quelli tra i loro parenti e conoscenti che v'intervenissero di buon grado.
VI. L'ordine della pia funzione, quando questa si fa in qualche chiesa, suol essere per lo più il seguente: Breve lettura di un tratto della vita di S. Francesco di Sales - Canto di qualche lode sacra o mottetto - Conferenza - Se vi è alla presidenza qualche Dignitario Ecclesiastico, lo si invita a dire qualche parola d' occasione - Benedizione solenne col SS. Sacramento. - Quando invece l'adunanza non ha luogo in chiesa, si ommettono il canto e la Benedizione.
VII. Si deleghi qualcuno dei Cooperatori a scrivere la relazione della pia adunanza o conferenza, per darne pronta comunicazione alla Direzione del Bollettino Salesiano e, dove si credesse bene, alla stampa periodica locale.
VIII. La questua ordinariamente vien fatta alle porte della Sala o della Chiesa, ove si tiene l'adunanza, e nell'adunanza stessa, subito dopo il discorso o prima che questo sia finito ove siavi numerosissimo uditorìo.
Norme Generali pei Decurioni.
Per maggior chiarezza di quanto abbiamo detto ora e per procedere secondo il piano tracciato dal venerando D. Bosco ricordiamo qui alcune delle norme generali stampate a parte pei Decurioni.
I. I Decurioni, secondo il nostro Regolamento, sono capi di dieci o più Cooperatori o Cooperatrici del luogo.
II. Il Parroco è pregato di essere Decurione dei Cooperatori della propria Parrocchia.
III. Qualora egli non possa esercitare quest'opera di carità, potrà pregare qualche Sacerdote od anche un buon secolare di sua fiducia, il quale ne faccia le veci e prenda il nome di Vice-Decurione.
IV. Se in una Parrocchia, si possono costituire parecchie Decurie, il Parroco ne sarà Capo o Direttore: essendone impedito, ne farà le veci un Sacerdote di sua fiducia col titolo di Vice-Direttore. - Nelle città Vescovili, dietro proposta del Rev.m° M.r Vescovo, verrà scelto un membro del Capitolo, il quale presiederà a tutti i Decurioni e Cooperatori della città. - Dove esiste una Casa Salesiana, il Direttore di essa sarà pure il Capo dei Decurioni e Cooperatori di quei luogo
V. Ogni anno terrà almeno una Conferenza nella Festa di S. Francesco di Sales, e un'altra nella Festa di Maria SS. Ausiliatrice.
VI. A seconda delle circostanze, il Decurione potrà anticipare o posticipare queste Conferenze, tenendole in tempo, ora e luogo, che siano per
tornare di maggiore comodità ai Soci, di maggior vantaggio all'anima loro, e al bene della Pia Associazione. Il modo dell'invito sarà o un avviso dal pergamo, o un apposito biglietto, od un avviso personale.
VII. Il Decurione presiederà la Radunanza. I temi da trattarsi saranno il Suffragio dei Cooperatori defunti, le Missioni Salesiane Estere, la Necessità di bene educare la gioventù, il Modo di fare il Catechismo, ecc., oppure si leggerà un brano della Storia dell'Oratorio o della Vita di S. Francesco di Sales. (1)
VIII. Nelle Conferenze egli avrà di mira d'informare i Soci allo zelo per la Religione e pel buon costume, al sacrifizio, alla carità, alla dolcezza, che sono le virtù caratteristiche, onde devono risplendere i Salesiani e i loro Cooperatori.
IX. A presiedere queste Conferenze potrà anche invitare un'altra persona autorevole, o costituita in dignità ecclesiastica, o qualche Sacerdote dell'Istituto Salesiano.
X. È ancora uffizio del Decurione notare in apposito Registro le offerte, che nelle Conferenze o in altre occasioni si fanno dalle persone caritatevoli a vantaggio delle opere Salesiane, e inviarle al Superiore in Torino. Noterà l'occasione in cui furono raccolte le limosine, e, se le ebbe privatamente, tramanderà eziandio nome e cognome dell'oblatore.
Per quanto spetta alle Conferenze, in quei luoghi ove le Decurie sono parecchie, l'uffizio del Decurione sarà devoluto al Capo o Direttore, e in sua mancanza al Vice-Direttore.
XI. Il Decurione e il Capo sono pregati di presentare al Superiore le loro osservazioni ed a fare quelle proposte, che crederanno riuscire utili al buon andamento all'Opera.
Nei Seminari, Collegi ed altri Istituti.
In alcuni Seminari, collegi ed altri istituti d'educazione si organizzarono negli anni scorsi Conferenze Salesiane; si tennero, è vero, privatamente nell'interno dell'istituto, ma riuscirono a ravvivare sempre meglio la cooperazione di preghiere ed anche di soccorsi materiali a favore delle nostre Missioni e mantenere desto lo spirito della Pia Unione. - Non possiamo far a meno che encomiare questo zelo e manifestare il desiderio che tali conferenze si ripetano anche in quest'anno e si facciano anche in altri istituti ascritti alla Pia Unione de' Cooperatori ed in quelli nei quali siano in discreto numero gli ascritti alla medesima.
Brani di una Circolare ai Decurioni.
L'anno scorso colla data del 19 di Gennaìo raccomandammo l'opera delle Conferenze Salesiane ai Decurioni con apposita circolare di cui ci piace riportare due brani. Il primo riguarda l'opera dei nostri Missionari nell'America del Sud, ed il secondo un suggerimento per l'elemosina.
Quando si parla dell'America del Sud, generalmente non si ferma l'attenzione sulle innumerevoli tribù di selvaggi che vi sono ancora da convertire, fra le quali molte di antropofagi che, secondo le notizie avute dai pubblici fogli americani, distrussero, l'anno scorso, in una sola provincia del Brasile, un'intera carovana di commercianti, per cui quel Governo dovette mandar contro i selvaggi una spedizione di soldati. Trattandosi di quelle regioni, la mente si ferma soltanto sulle fiorenti e incivilito città che ne popolano le coste marittime e fluviali, ma non s'interna in quegli immensi deserti, in quelle sconfinate foreste, in quelle valli sterminate d'un'estensione uguale a quella dei grandi Stati europei, dove vivono la vita del bruto milioni ancora di Indii sparsi nella Terra del Fuoco, nella Patagonia, nell'Araucania, nel Gran Chaco, nell'alto Perù, nella Bolivia centrale, nelle provincie orientali dell'Equatore, nel centro e sui confini del Brasile, al Sud della Venezuela e della Colombia. - Ora è là che specialmente si richiede l'opera dei Missionarii, è là dove tendono i loro sforzi, è là dove lavorano, s'affaticano e spargono sudore i Missionarii Salesiani nostri fratelli, disseminati per la Terra del Fuoco, la Patagonia, il Chilì, il Brasile, l'Equatore, ed ora anche nella Colombia. - Là tutto è da farsi, e non si tratta solamente di insegnare ai selvaggi chi è Dio e farli Cristiani, che pure è il più, ma ancora di incivilirli, cioè vestirli, alimentarli, ridurli a vita stabile e fissa, insegnar loro l'agricoltura o un mestiere, secondo i luoghi, provveder perciò sementi, aratri, utensili, vestimenta,, vettovaglie, case, cappelle, con tutti gli indispensabili accessorii.
Ora vedasi se non sia argomento importante per la prossima Conferenza il pensiero di soccorrere colle preghiere e colle limosine i nostri Missionarii per aver parte ai loro meriti inestimabili dinanzi al Signore e al mondo civile ed anche alla Chiesa.
Si procuri adunque con zelo di far conoscere come tutti generalmente i signori Cooperatori e signore Cooperatrici, anche i non costituiti in troppo comoda posizione sociale, possano venir in aiuto delle opere nostre col risparmio di qualche divertimento talvolta perfin pericoloso alle anime loro, con qualche serata di meno al teatro nel carnevale, con qualche economia nella cucina e nell'imbandimento della tavola, con qualche ornamento di meno sulla propria persona, con qualche inutile spasso o viaggio tralasciato per amor di Dio e simili. Si faccia sentire che anche il soldo e il centesimo, che il bracciante o la fantesca deporranno nella tasca delle limosine, oltre il gran merito che avrà agli occhi di quel Gesù che promette premio anche al bicchier d'acqua fresca dato per amor suo, darà il suo vantaggio alla grand'opera delle Missioni, perché di soldi e centesimi vive la propagazione della fede, e soldi e centesimi formano le grosse somme necessarie per le opere grandi.
(1) Libri utili per le Conferenze Salesiane sono: Annate arretrate del nostro Bollettino. - D. Bosco e la Pia Società Salesiana del Dubois. - Vita di D. Bosco del d'Espiney. - Operette di Don Bosco sul Santuario e sull'Arciconfraternita di Maria SS. Ausiliatrice.
Ricordiamo alla pietà dei Cooperatori e delle Cooperatrici, che il giorno 29 del corrente gennaio ricorre la festa di s. Francesco di Sales, Patrono della nostra Pia Unione, ed il giorno 31 dello stesso mese cade l'anniversario della morte di Don bosco. Ove si può, si celebri la detta festa con speciali pratiche di pietà nel giorno medesimo assegnato dalla Chiesa, o nella prima domenica seguente.
Per la memoria poi del compianto nostro Fondatore e Padre si facciano quei suffragi e funebri onori che si crederanno più convenienti secondo i luoghi ed i mezzi disponibili.
Ricordiamo inoltre che il giorno dopo la festa di S. Francesco di Sales, secondo l'articolo quarto, al paragrafo settimo del Regolamento della Pia Unione , tutti i sacerdoti Salesiani e i loro Cooperatori celebreranno la s. Messa pei confratelli defunti.
Quelli che non sono sacerdoti procurino di fare la s. Comunione e di recitare la terza parte del Rosario.
Ove si può, si tenga la Conferenza Salesiana in uno dei detti giorni, od almeno breve adunanza per partecipare insieme a qualche pratica di pietà.
Ci raccomandiamo per tutto questo allo zelo dei Decurioni ed all'attività dei Cooperatori e delle Cooperatrici più ardenti.
Non rade volte negli anni scorsi avvenne che l' iniziativa, come scintilla che gran fiamma seconda, partì anche da qualche pia Cooperatrice quasi sconosciuta, o da qualche zelante giovane, già alunno dei nostri istituti, pronto ad ogni buona impresa per prontezza di cuore ed ardenza di cristiana attività. Speriamo che il nobile esempio non sia qui ricordato invano.
Mentre i figli delle tenebre sviluppano una attività febbrile ed incessante nelle società ed unioni svariata a cui appartengono, non neghittiscano i figli della luce.
Quando si tratta di far del bene, non veniamo mai meno, ma poniamo mano all'opera con cristiana alacrità.
Mons. Cagliero al Liceo del S. Cuore di Gesù in S. Paolo.
S. Paolo, 20 settembre 1890.
AMATmo. E VENERANDO PADRE,
Era da 5 anni che noi pure stavamo in aspettativa di una visita del nostro veneratissimo Vicario generale Monsig. Giovanni Cagliero. La sera del 3 agosto avemmo la fortuna di veder realizzati i nostri sogni. Alla stazione si trovarono a riceverlo colla nostra banda musicale varii superiori, un gran numero di Cooperatori salesiani, alcuni rappresentanti del Vescovo, del Seminario) di diverse comunità, i membri delle Conferenze di S. Vincenzo, dei Padri Gesuiti con scelto drappello di alunni ed una folla immensa di popolo.
All'arrivo del treno fu salutato dalla nostra banda e subito venne circondato da una calca immensa di persone che gareggiavano per avvicinarlo e baciargli il sacro anello, ed egli visibilmente commosso a tutti restituiva il saluto. Diversi tramwai e vetture accoglievano i Cooperatori salesianì , i soci delle Conferenze, i PP. Gesuiti coi loro alunni e molti signori, oltre i nostri bandìsti, ed a suon di musica Mons. Cagliero e il reverendo sig. Ispettore Don Lasagna che l' accompagnava , furono condotti alla grande piazza dos Gogauazes, che dista pochi minuti dalla nostra Casa. Quivi lo stavano aspettando i giovani del liceo interni ed esterni, disposti in due lunghissime file frammezzo a nuova moltitudine di gente, ed al chiarore delle faci, al giulivo scoppiare dei razzi ed al suono di marcie militari lo accompagnammo fino al collegio. Pareva il trionfo di un generale romano al Campidoglio.
Il ricevimento che gli facemmo nel Liceo fu tale da lasciare in tutti gratissima ed indelebile memoria. Il grandioso porticato del collegio illuminato da centinaia di luci , adorno di mille e svariate bandiere, gremito di gente offeriva un aspetto veramente imponente.
Mons. Cagliero assiso su d'un trono preparato con certo buon gusto , attorniato da distinti personaggi, assistette alla piccola accademia letterario-musicale tenuta in suo onore.
I giovani lessero in undici lingue alcune composizioni in prosa ed in verso. Tre Cooperatori pronunziarono brevi, ma entusiastici discorsi. La banda rallegrò ad intervalli coi migliori pezzi del suo repertorio, ed i nostri cento e più cantori , disposti in bell' ordine sopra d'una vasta gradinata, eseguirono ammirabilmente , con accompagnamento degli strumenti, il grandioso inno a quattro voci che lo stesso Mons. Cagliero aveva composto in tempi addietro pel venerando Don Bosco, il magnifico coro della speranza del Rossini ed il grazioso Strambotto o serenata in onore dei musici, composizìone del M° De-Vecchi. Era un destare in Mons. Cagliero vivissimi ricordi dell'Oratorio co' suoi incanti, era un richiamargli in mente gli anni di sua giovinezza; quindi, terminata l' accademia con un'eloquente e commovente allocuzione, ringraziò i Salesiani, i benefattori , i giovani tutti della cordiale e splendida accoglienza; e trasportandosi a trenta e più anni addietro parlò di quando, ancor giovanetto, prendeva anch'egli parte attiva alle feste che si facevano nell'Oratorio al nostro carissimo padre Don Bosco, che noi cercammo d'imitare.
Parlò dell'amore grandissimo e soprannaturale che Don Bosco portava ai fanciulli, amore ch'ei lasciò in eredità ai suoi figli salesiani , e dell' affezione che i giovanetti in contraccambio portavano a tanto Padre. Dìede quindi a tutti i circostanti la sua pastorale benedizione. Le sue parole trovarono la via del cuore di tutti e saranno un tesoro che conserveremo preziosissimo, perchè era il maestro Don Bosco che parlava a' suoi figli per bocca del suo discepolo Monsig. Cagliero : Filioli, diligite vos alterutrum , ripetendo le parole appunto di s. Giovanni, così familiari a D. Bosco.
Festa di S. Luigi - Sette Vescovi in casa. La prima Comunione.
La domenica seguente, 10 di agosto, celebrammo con tutta la pompa possibile la festa dell'angelico protettore della gioventù, s. Luigi Gonzaga.
Le assicuro, amatissimo Padre, che solennità somigliante non vidi , fuorchè all' Oratorio. La natura volle favorirci lino di quei giorni descritti dai poeti, in cui è limpido il cielo, puri e tepidi i raggi del sole ed i venticelli paiono scherzare a diletto di noi, mortali. La numerosissima Comunione del mattino, la folla immensa di popolo alle sacre funzioni, il gran concorso deì benefattori e la preziosa visita di sette Vescovi resero più grandiosa la festa e memoranda nei fasti di questa Casa.
Mons. Joaquin, Vescovo del Cearà, celebrò la Messa della Comunione generale. Cinquecento e più furono le persone che dalla mano del venerando Prelato ricevettero il Pane degli Angioli e ben cento e quindìci nostri giovanetti s' accostarono per la prima volta alla s. Comunione. Celebrò pure la Messa letta Mons. Pedro Lacerda, Vescovo di Rio Janeiro e nostro insigne benefattore nel Brasile, che avevamo allora il piacere di ospitare presso di noi per alcuni giorni. Pontificò solennemente Mons. Cagliero, e Monsignor Silverio , Vescovo coadiutore di Marianna, fece il panegirico di s. Luigi. Il nostro ve~ neratissimo Vescovo diocesano Mons. Lino, che ci ama come un padre i suoi figli, diede la benedizione del SS. Sacramento. Ci onorarono pure di loro presenza Mons. Manuel Vescovo coadiutore di Bahia e Monsig. Antonio de Macedo Costa illustre Arcivescovo e Primate della Chiesa tutta del Brasile.
Al mattino la Messa di san Michele, col Sanctus e l'Agnus Dei a tre voci di Monsignor Cagliero, fu eseguita con somma precisione dal coro di cento e più voci, accompagnato dalla nostra banda, coadiuvata dall' orchestra di benemeriti professori della città, ed alla sera il magnifico coro della Speranza del Rossini ed il Tantum ergo pastorale a due cori. Mons. Cagliero tenne pure una conferenza e per più d' un'ora numeroso e scelto uditorio pendeva dal suo labbro. Oh sia mille volte ringraziato il S. Cuore che ci volle regalare un giorno così bello, così fecondo di consolazioni spirituali e temporali.
Passeggiata all'Ipiranga e ad ltù.
Il 12 agosto, per invito del nostro zelante cooperatore Dr. Josè Vicente de Azevedo, i giovanetti del nostro Liceo in massa accompagnarono Mons. Cagliero e il sig. Ispettore in una bellissima passeggiata in tramwai fino all'Ipiranga. Preceduti dalla banda che ci rallegrava e attraeva l' attenzione dei vicini e dei lontani , attraversammo la città e in meno di un'ora giungemmo alla meta. Ipiranga è una delle romantiche collinette che coronano la città ed è celeberrima nella storia del Brasile, per aver Don Pedro I proclamata su questa collina l'indipendenza del Brasile il 7 settembre del 1822.
Sul luogo istorico si sta edificando un colossale monumento nazionale, opera del cavalier Bezzi, valente architetto torinese e nostro amico; sarà certo il primo monumento dell'America del Sud. E poco lungi, sul declive della collina, il Dr. Josè Vicente aveva formato il progetto d' innalzare un collegio per le ragazze del popolo, da affidarsi alle Suore di Maria Ausiliatrice. Solo aspettava il consenso di Mons. Cagliero e del signor Ispettore per mettere mano all'opera : l'ebbe e già si sta lavorando, ed in febbraio speriamo che la casa in parte potrà ricevere le dette Suore. Oh sì, vengano presto questi angeli tutelari del sesso debole, che il bisogno del loro zelo è grandissimo. Vengano a proclamare l' indipendenza di tante anime dalla schiavitù dell'ozio, dell'ignoranza e del peccato, esse che sanno inspirarsi all' amore della vera patria, il cielo !
Dirle che il nostro ottimo amico aveva fatto preparare abbondante refezione per tutti, dirle che tutti, piccoli e grandi, si sono fatto onore alla mensa è proprio cosa superflua. Non per questo fu dispensato il nostro buon cuoco dal prepararci una buona cena al ritorno , dopo di aver passeggiato, visitato il monumento e di esserci divertiti, assai.
Mons. Cagliero col sig. Ispettore e col sottoscritto in qualìtà di segretario, visitò pure il magnifico collegio di S. Luigi in Itù , diretto dai reverendi Padri della Compagnia di Gesù , ove più di uno di noi ricuperò la salute per le continue fatiche deteriorata.
Mons. Cagliero ebbe splendida accoglienza; fu ricevuto con musiche e feste ed ogni dimostrazione di stima ed affetto, quali sogliono fare ai grandi personaggi che visitano quel collegio. Monsignore parlò in portoghese, rispondendo ai complimenti che gli furono fatti da un alunno a nome di tutti : parlò poi in buon spagnuolo dopo d' aver celebrato la Messa della comunità , e piacque immensamente. Ritornammo da Itù lasciando colà parte del nostro cuore.
Al teatrino. - Undici Vescovi spettatori.
Il giorno 13 di agosto del 1890 sarà memorabile nella storia del Liceo di S. Paolo e forse della nostra Pia Società. In onore di Mons. Cagliero si eseguì in detto giorno con accompagnamento di banda-orchestra il bellissimo melodramma in due atti del M°. DeVecchi, scritto dal nostro Rev. D. Lemoyne, intitolato : Giovanni il fabbro , e la farsa, in due atti, I caratteri opposti, con varii pezzi di musica. Il nuovo laboratorio dei falegnami, sarti e calzolai, di 42 metri di lunghezza per 10,30 di larghezza, capace di 1400 persone servì di salone di teatro. Tra i numerosissimi invitati notavansi membri della pubblica Accademia, di diversi collegi, i teologi e professori del Seminario, parroci, canonici e ragguardevoli famiglie. Nella prima fila poi, disposti in bel semicerchio, facendo nobile corona all'illustre Arcivescovo Mons. Antonio de Macedo Costa ed al nostro Vescovo missionario, vi erano quasi tutti i Vescovi del Brasile, quelli di S. Paolo, di Rio Janeiro, Olinda, Cearà, Maranhao, Parà, Coyaz, Rio Grande do Sul e il coadiutore di Olinda. Un Arcivescovo e dieci Vescovi al teatrino dei figli del popolo, facendosi piccoli coi piccoli... ecco una prova di stima ai Salesiani !
Bisogna veramente confessarlo, il S. Cuore di Gesù, a cui è dedicato questo Liceo, ci protegge di un modo tutto particolare, concedendocì dìstinzioni di questa fatta. Disponeva Egli che i Vescovi del Brasile si riunìssero qui in S. Paolo per trattare degli affari della più alta importanza per questa nuova Repubblica, appunto nell' occasione della visita di Mons. Cagliero.
Al 15 di agosto, festa dell' Assunta, dopo d'averla celebrata con tutta la devozione e solennità nella chiesa, offerimmo a Monsignor Cagliero un' altra rappresentazione drammatica. Malgrado il tempo poco favorevole, numerosissimi e scelti furono gli spettatori, contando ancora quattro Vescovi.
Oltre i canti dell' inno a quattro voci, Strambotto e Speranza, del Marinaio e Ciabattino di Monsig. Cagliero, si rappresentò quel bel dramma, Le Pistrine, del mio carissimo antico direttore Don G. B. Lemoyne, rappresentato la prima volta in Lanzo nei tempi felici di mia giovinezza, prendendovi io parte attiva. Cantori, musici ed attori fecero assai bene la loro parte, riscuotendo ripetuti applausi.
Partenza di Mons. Cagliero.
In compagnia di Monsig. Cagliero e del Rev. Sig. Ispettore i giorni volavano con troppa rapidezza, giungendo presto quello della separazione. Nei 14 giorni del loro passaggio in S. Paolo furono oggetto delle più cordiali dimostrazioni di amore e venerazione.
Il gìorno 16 di agosto eglino con nostro rammarico ci lasciavano ed il 19 erano già di ritorno a Nictheroy, dove io ebbi l'ultima benedizione dal nostro veneratissimo Vicario Generale.
Questa è in succìnto la relazione delle feste fatte per la venuta fra noi di Monsignor Cagliero. Egli se ne partiva soddisfattissimo e noi in quei pochi giorni provammo consolazioni non ordinarie. I nostri Cooperatori aumentarono di numero e di zelo, e noi pure ci sudiamo maggiormente animati a lavorare per la gloria di Dio.
Questa visita di Mons. Cagliero ce ne fa desiderare un'altra, ed è quella dell'amatissimo nostro Superiore Maggiore. Monsignore ci ha date buone speranze. Sarà vero, signor Don Rua l Oh! quanto bene ci apporterebbe la sua venuta! Faxit Deus.
Onorevole invito. - Progressi nei laboratori.
Amatìssìmo sig. Don Rua, dopo la partenza di Mons. Cagliero abbiamo avuto un grazioso ed onorevole invito.
Il 31 di agosto furono consacrati i due nuovi Vescovi di Càmaco ed Eucarpia, e Mons. Antonio Macedo Costa ricevette il pallio di Arcivescovo : la nostra banda ebbe l' alto onore di essere invitata dagli stessi Vescovi a suonare nella cattedrale prima e dopo la magnifica funzione. Il Vescovo coadiutore di Marianna volle poi venìre a celebrare la sua prima Messa nel nostro umile santuario. Ricevemmo pure ripetute visìte degli altri Vescovi che si degnarono dirigere parole di incoraggiamento ai giovani ed ai Salesiani.
Ella desidererà pure avere un cenno sul progresso dei nostri laboratori. Ebbene le dirò che cominciano a mettersi all'onore del giorno, perchè specialmente in quest' anno vi si sono fatti miglioramenti d'importanza. Nella tipografia alle due macchine che avevamo ne aggiungemmo una terza fatta venire dalla celebre fabbrica di Angsburg in Germania, e questa è forse la maggiore che vi sia in S. Paolo. Il motore a gaz della forza di tre cavalli è pure uno dei più perfezionati che siano usciti l'anno scorso da Magdeburgo. Ultimamente si stamparono ventimila copie della Lettera Pastorale collettiva dei Vescovi brasiliani. Gli altri laboratorii aumentano pure di macchine, di personale e di lavoro. Ci consola veramente il cuore quando si pensa che mentre cinque anni addietro non v'era che deserto e silenzio, ora sorge un bel santuario in costruzione, magnifiche officine, scuole, cortili, dormitorii , refettorii col movimento di 200 giovani interni circa e 300 e più esterni, essendo visibile il progresso nelle arti, nella musica, nello studio e nella pietà. Come non esclamare : Digitus Dei est hic?
In questi giorni passati specialmente mentre noi facevamo sì belle feste per Monsignor Cagliero, mi consolava il pensiero che Don Bosco pure dal cielo avrà goduto nel vedere tanto bene realizzato in questa Repubblica per opera sua.
Revmo. sig. Don Rua, voglia ella benedire questa nostra Casa , affinchè possiamo proseguire alacremente nella via intrapresa e condurre a Dio mille e mìlle anime.
Coi sentimenti della più alta stima e riconoscenza mi professo
Dev.mo obbl.mo figlio Sac. RENZO Gio. GIORDANI.
Un concerto di cinque campane a Las Piedras-Uruguay.
Ci scrivono : - Nel 1888 il Parroco Salesiano di S. Isidoro in Las Piedras, D. Lorenzo Bacicalupo, faceva appello alla carità dei suoi parrocchiani a fine di ottenere elemosine occorrenti per la provvista di un concerto di cinque campane. L'appello fruttò quanto il buon Parroco desiderava. Le campane furono ordinate nella pregiata fonderia del Cav. G. B. De-Poli di Udine (Italia) e si ebbero in Las Piedras nel giugno u. s. La grande aspettazione non fu delusa. Le campane piacquero a tutti. - Il giorno 18 di Agosto venivano benedette dal Vescovo Diocesano, Mons. Innocenzo Jéregui. Fu giorno di gran festa. Vi si cantò musica scelta, e riuscì di mirabile effetto il discorso d'occasione che recitò il nostro D. Giovanni Isabella. È pur sempre vero che l'eloquenza e la musica sacra sono due mezzi potentissimi, se ben diretti, per fare del bene al popolo. La cerimonia della benedizione delle campane si eseguì con pompa solenne.
Il giorno 15 del mese seguente , festa particolare di Maria SS., le cinque campane suonavano già dall'alto campanile con soavi armonie , commovendo i cuori di tutti e chiamandoli alla Casa di Dio.
Il buon Parroco ringraziò pubblicamente più volte i suoi cari parrocchiani dell' aiuto datogli in questa impresa, ed a tramandare la memoria degli offerenti, ne fece stampare i nomi in apposito catalogo, di cui fece diffondere migliaia di copie.
Sia lode al suo zelo ed alla carità dei suoi buoni parrocchiani.
Le Letture Cattoliche Brasilene. - Riceviamo da Nictheroy una circolare in cui si annunzia che le LETTURE CaTTOLICHE stampate colà dai Salesiani in lingua portoghese, usciranno pel 1891 in formato più ricco ed elegante. Per regalo agli associati poi fu stampato un bellissimo almanacco illustrato. - Encomiamo ben di cuore l'attività di quei nostri fratelli. Il Signore li consoli con nuovi frutti sempre fecondi di grazia e di meriti pel Cielo.
Della Terra del Fuoco. - Se la ristrettezza dello spazio non ce lo vietasse, vorremmo riprodurre una bellissima lettera riguardante la Missione della Terra del Fuoco, che il nostro Prefetto Apostolico Don Giuseppe Fagnano ha inviato alla Propagazione della Fede in Lione, e che venne stampato nel N° 373 degli Annali della medesima. Ecco le parole di detto periodico che l'accompagnano.
Questa lettera ci trasporta alle estremità del mondo abitato, in quelle regioni dell' emisfero australe, in cui lo zelo dei figli di Don Bosco fa, si può dire , meraviglie. I lettori già conoscono i felici frutti del loro apostolato nella Patagonia settentrionale, e qual messe d'anime ebbero la gioia di adunare nel granaio del gran Padre di famiglia. Oggi si parlerà d'una cristianità affatto nuova, nel sud della Missione. Anche lì il frutto s'annunzia sotto gli auspici più consolanti».
Noi ci contenteremo di presentare ai nostri Cooperatori un gruppo di poveri Indii di quella rigida Terra, che ancor vivevano nel brutale stato di selvaggi, e che raccolti con sante industrie dai Missionari Salesiani, vennero trasportati nell' isola Dawson, una delle più grandi dell'Arcipelago, dove si è fondata la Missione sotto il titolo di S. Raffaele. Colà s'innalzarono per loro varie casipule di legno, e coi mezzi che ci somministrano i nostri buoni Cooperatori vestiti e nudriti, mentre s'occupano nel lavorare la terra, vengono abituati alla vita civile, la vera vita dell'uomo, e ammaestrati ne' principii della nostra S. Fede.
Riportiamo tradotto un articolo del giornale Weekly Herald del 28 novembre scorso « Un rappresentante di questo giornale ultìmamente visitò le nuove scuole erette dai Salesiani a Battersea Ovest, e fu contento di vedere un notabile miglioramento fatto in quella parrocchia. Egli fu colpito dal misero aspetto della piccola chiesa in ferro, resa ora più appariscente dalla bella scuola erettavi accanto. Il nostro rappresentante apprese come il numero dei ragazzi che frequentano quelle scuole è aumentato di un centinaio dell'anno scorso, ed è di 420. Recentemente si è dato l'esame di religione e l'Ispettore fece la seguente relazione
Sezione ragazzi. - La scuola fu ben classificata. Questa sezione speciale pei ragazzi fu fatta ultimamente. Il loro numero l'anno scorso sui registri della sezione mista era di 42 ; ora è cresciuto di 51. La scuola è in eccellenti condizioni. Gli esami si diedero con vera soddisfazione.
Sezione bambini. - La scuola sotto ogni rapporto è in istato soddisfacente. Il numero deì bambìni sui registri nell'anno scorso da 111 era cresciuto a 192. L'aumento dei bambini cattolici è di 72. Le preghiere sono ben imparate ed i bambini diligentemente istruiti.
Sezione ragazze. - I maschi quest'anno furono traslocati in un locale apposito per essi. Il numero delle ragazze è aumentato di 30. L'istruzione religiosa di questa scuola è maggiore nelle classi superiori.
Il Rev. D. Macey, parroco, ha un debito di 900 lire sterline sui nuovi fabbricati che desidera grandemente di pagare. Il suo è, speriamo, un desiderio efficace per la generosità dei Cooperatori Salesiani, ne' quali confida e spera quel buon parroco. »
« Salus infirmorum. » - La signora Ilesia Maria di Cavour, inferma di polmonite acuta, era in prossimo pericolo di morte. Il male crebbe tanto da presentarsi incurabile. Quando alle parole del medico si conobbe che non eravi più speranza nell'arte salutare, il teologo Arato colà accorso per prodigare conforti religiosi, invitò gli astanti a raccomandar l'inferma, che pareva già fatta cadavere, alla Madonna di D. Bosco. Si pregò da tutti con vivo fervore e poche ore dopo, mentre il sullodato teologo celebrando la santa Messa raccomandava a Maria SS. l'inferma, questa si riebbe all'improvviso come si svegliasse da placido sonno, riebbe libera parola, era cessata la febbre e scomparso ogni pericolo. Riconoscente a Maria veniva a ringraziarla poco tempo dopo nel suo Santuario in Valdocco.
(Dal registro delle Grazie di Maria Ausiliatrice, 20 novembre 1890.)
Sac. ANTONIO DAMILANO.
Ci rivolgemmo a Maria e fummo esauditi. - Una particolare grazia ottenemmo per l'intercessione di Maria Ausiliatrice. La mia moglie era inferma a morte. I miei figli ed io ne eravamo addoloratissimi. Il medico già le aveva consigliato gli estremi conforti religiosi ed era cessata ogni umana speranza. Ci rivolgemmo allora con fiducia ardente a Maria SS. Ausiliatrice. L'inferma pregò con noi e facemmo voto di un pellegrinaggio al Santuario di Maria Ausiliatrice e di un'offerta poi restauri che vi si van facendo. Oh quanto è buona la Madonna ! Ci esaudì e ci consolò tanto prontamente che con istupore del medico curante e di quanti conoscevano quel grave caso, l'inferma in quello stesso giorno si riebbe da ogni pericolo. In breve riacquistò le perdute forze e potè colla famiglia adempiere la fatta promessa.
Mornese, 25 ottobre 1890.
CAMPI LORENZO del fu VALENTINO.
Un impiego ottenuto. - Eran due anni che mi raccomandava ad amici ed a conoscenti per ottenere un impiego, ma sempre indarno. Un giorno fui colpito da questa domanda : Perché non ricorri a Maria o Mi balenò così viva all'anima la fiducia nell'Ausiliatrice dei Cristiani, che mi raccomandai con fervorose preghiere a questa buona Madre. Viva Maria Ausiliatrice ! Ebbi ben presto e per vie inaspettate l'impiego che desiderava e ne serberò eterna riconoscenza.
Novi-Ligure, 15 novembre 1890.
ANDREA POCHETTINO.
« Ave, Auxilium Christianorum. » Era il 24 maggio, giorno sacro a Maria Ausiliatrice, quando la mia, figlia Angela giaceva in grave pericolo di morte. Affranto dal dolore, piansi e pregai. Feci voto a Maria per la guarigione della figlia e Maria mi esaudì. La sera di quello stesso giorno il medico ritornò e non sapevasi dar ragione del miglioramento accaduto. Era stato così grande ed inatteso e veramente fenomenale, da recare forte stupore in lui ed argomento di illimitata riconoscenza a Maria in noi.
Adempii quanto promisi e non si spegnerà più in me la fiducia che nutro verso la gran Madre di Dio.
OGGERI ANsELxo.
Visto, si approva la verità di quanto sopra. Vigone, 8 dicembre 1890.
Teol. FERRERO, Prevosto.
Una colonna al Santuario di Maria. - Promisi la spesa occorrente pel ristauro di una colonna al Santuario di Maria Ausiliatrice, qualora avessi ottenuto miglioramento nella salute del fratello infermo. Maria mi esaudì-Mando la somma occorrente Del detto lavoro e ne ringrazio la Madre Ausiliatrice.
Genova, 29 novembre 1890.
TERESA TAVETO, C. S.
Ci mandarono simiglianti relazioni di grazie ricevute ed offerte con i più teneri sentimenti di fede e di riconoscenza
Vecciano (Rimini), Maria Semprini - Castagneto (Pisa), Marianna Moschetti - Como, Ch. Carovatti Giosuè - Calernato, Marcoli Candido - b'oncaglfa (S. Maurizio) - Torelli Giuseppina, maestra - San Bonifacio (Verona), Maria e Neri Capucini sorelle - Fornaoi (Brescia), Sac. Zani Giovanni parroco - Mandello Vitta (Novara), Maderna Gaudenzio - Diano d'Alba, Giacomo e Giuseppina Rizzo - Casale ~llonerrato, Poggio Vincenzina - Yla go , Ferrero Teresa - Introgna (Svizzera-Ticino), Ginseppa Fedretti - Annetta Fabris - Bergamasco, Maestro Nicolao - Male( no, Bardefa Luigi - Torino, Sac. Bolle AbbeneAmbrogio Chiaffredo -Della Porta Angela-- Ch. C hiarinotti Giosuè - Agliano (Asti), Giorgia Ferdinando - Poeapaglia (Alba), Lusso Maddalena - Piobesi Torinese, Pochettino Maria - Castagnole, Cortese Fiorenza - Rosignanzo, Berrone Giuseppe - Cavour, Avalle Andrea - Appendino Filippo - Frassinetto Po, Sorelle Ubertis - Rochetta Tanaro , Antonia Bologna nata Mogliotti - Incisa (Alessandria), Balbiano Franicesco - Nizza Monferrato, Arcangela Merlo - Costiglione, Prato Matteo - S. Gilles (Vandea-Francia), T. Glatigny - Suor Antonietta delle Orsoline di Clermont - Lannion (Francia) Giuseppina Pierre - Marsiglia, E. Court Payen - Mroezen (Gran Ducato di Fosen) Maria Wezyk T- r (Stati Uniti), Maria B. Gaenslem - Millau (Frr),in). Suor S. Fede, - St.-Geoire, Maria Fouilloud - ('arbonara Ticino , Sacerdote Filippo Re, parroco - Asolo, Serena Achille - Susa, Avv. Giulio Richard - Sondrio, Dell'Oca Giuseppe - Lamorra, Sac. Brezza Bartolomeo - Somano, D. Cortavesio Francesco, arciprete - Castelferro, Re Francesco - Carignano, Rubino Lorenzo - Mortara, Giuseppina Doglia - Verona, Don Giuseppe Boccini - Mortara, Don Vincenzo Birali, parroco - Firenze, Don Alessandro Parenti , curato in S. Ambrogio (la cui offerta è un camice preziosissimo col merletto in oro, che venne usato all'altare di Maria Santissima Ausiliatrice nella festa dell'Immacolata Concezione secondo ill pio desiderio dell'offerente) - Conegliano-Fe letto (Treviso), Carobolante Giuseppe - Tu.rrida, Fabris Maria - Gorla Minore, Bosetti Serafina - Chiavari, Saporiti Giuseppina - 8t.-Vineent (Aosta), Bich Edite - Grognardo, Soave Andrea - Moggio (Como), Invernizzi Zeffirino - Tegiano, Suor Fortunata Acquaviva - Saluzzo, Can. Giacomo Bonetti - Staffolo (Ancona), Mariano Tesei - Varese, Rosa Buzzi - Pobietto, Razzano Francesca (con testimonianza del parroco locale) - Rosasco, Antonio Castelli - Costigliole d'Asti, Baldi Candido.
Festa ed Accademie ad onore di Maria SS. Immacolata. La festa dell'Immacolata, fin dai primordii dell'Oratorio di Torino, fu mai sempre per D. Bosco e pe' suoi figli una delle più care e solenni. Anche quest'anno perciò in tutte le Case Salesiane si solennizzò con speciale slancio di figliale pietà.
Oltre alle funzioni di chiesa in molti collegi ed ospizi si fecero bellissime accademie in cui l'arte e l'affetto gareggiavano mirabilmente. Erano i figli che con svariatissimi componimenti in versi ed in prosa, in lingue antiche e moderne, patrie e straniere, cantarono le lodi della Madre celeste e le innalzavano i voti ardenti dei loro cuori.
Ce ne scrissero da più collegi ed, assistemmo con affettuoso interesse a quelle splendide e grandiose che si tennero nell'Oratorio dai giovani artigiani e dagli studenti, ed a quella di Valsalice, della quale riportiamo qui la relazione che ne fa l' Unità Cattolica « Nel Seminario delle Missioni estere a Valsalice, dove riposano le venerate spoglie di D. Bosco, la festa deli'Immacolata si celebra sempre con grande solennità. Ed è ben giusto ; poichè fu nel dì dell'Immacolata del 1841 che Don Bosco iniziò l'Opera degli Oratorii festivi poi figli del popolo; come fu nella Casa di Valsalice, la quale ha per titolo L'Immacolata, che Iddio dispose il suo buon servo fosse sepolto. Quivi, dove, attorno alla venerata tomba del Padre, si educano al suo spirito i futuri Missionarii, assistei quest'anno anch'io a questa solennità.
È impossibile esprimere appieno le dolci, soavi impressioni che quei bravi alunni seppero produrre nell'animo di tutti. Oltre le fervide preghiere e la santa Comunione, oltre alla solennissima Messa in musica eseguita a perfezione; oltre ai vespri ed allo stupendo panegirico del Canonico Cinquemani, ci fu verso sera una bellissima accademia musico - letteraria abilmente ideata e maestrevolmente condotta. Questa si aprì con la cantata sacra del cav. G. Piazzano; cantata in cui non sapresti qual cosa più si debba ammirare o la ricca vena d'invenzione o la squisitezza dell'arte musicale. Appresso furono eseguiti altri pezzi scelti di musica istrumentale e vocale. Fra questi ne piace ricordare la sempre simpatica Ave Maria del Gounod, maestrevolmente eseguita con accompagnamento di oboe, pianoforte e harmonium.
I componimenti in diverse lingue, che, in prosa ed in poesia, s'intercalarono coi pezzi di musica, furono degni di Colei che li aveva inspirati. In essi gareggiavano insieme mirabilmente la eleganza della forma, la delicatezza del sentimento e la nobiltà dei concetti. Maria Santissima Immacolata non lascierà certo di benedire e benedire largamente un Istituto dove si cantano le lodi di Lei con tanto amore. Siano lode ai figli di Don Bosco, che tanto fanno rivivere le virtù del Padre, ed in particolare siane lode all'egregio teologo Barberis, rettore di quel Seminario, che sa organizzare e così ben condurre queste belle solennità ed accademie. L. M. »
I Salesiani in Fossano. Ci scrivono da Fossano : Giovedì 11 dicembre 1890 giungevano in Fossano alcuni Salesiani chiamati da S. E.Rev.ma Mons. Emiliano Manacorda per fondarvi una nuova Casa.
Essi partirono da Torino col secondo treno del mattino e giunsero a Fossano verso le undici. Alla stazione furono a riceverli e a dare il benvenuto ai poveri figli di Don Bosco l'Ill.mo e Molto Reverendo signore D. Giuseppe Gamba, cancelliere vescovile e canonico della Basilica Cattedrale, ed il Chiarissimo e Molto Rev. signore D. Grassi, professore del Seminario vescovile.
Giunti all'Episcopio, S. E. Rev.ma venne ad incontrarli fin sullo scalone e se li strinse al cuore con affetto di padre, e pianse e li fece piangere di consolazione. Poi diede loro il benvenuto quel santo e venerando e caritatevole vegliardo che è l'Ill.mo e Molto Rev. Mons. Giorgio Oreglia, canonico prevosto della Cattedrale e vicario generale della diocesi fossanese.
Nel pomeriggio della domenica seguente , 14, S. E. Rev.ma volle Ella stessa presentare i Salesiani ai giovani che frequentano l'Oratorio festivo di S. Luigi, di cui dovevano prendere la direzione. Scelse per. questo la chiesa parrocchiale di S. Giovanni attigua al medesimo.
Non si può dire con quanta compostezza e divozione stettero in chiesa, nè con che santa avidità quei buoni giovanetti ascoltassero la parola benedetta del loro Vescovo. Essi dimostrarono colla loro pietà d'aver ben corrisposto allo zelo ed alle cure di Mons. Carlo Perucchetti , priore della parrocchia e promotore principale dell'Oratorio, ed a quelle dell'Ill.mo cav. Tesauro, generosissimo benefattore del medesimo, e questo fa ancora grandemente sperare che corrisponderanno per l'avvenire alle cure dei Salesiani.
Ora dovrei mettere in carta il commovente discorso che S. E. Rev.ma tenne ai giovanetti in quell'occasione, ma, temendo di guastarlo, mi limiterò a darne il sunto
« Miei buoni giovani (così Sua Eccellenza), sapreste voi dirmi come si chiama la terza domenica d'Avvento? La Liturgia la chiama domenica gaudete, perchè con questa parola incomincia appunto la S. Messa. La parola gaudete vuol dire godere, stare allegri. Così per esempio voi godete, siete contenti, state allegri quando giocate, scherzate e non fate male. Questo è il senso materiale della parola gaudete; ma sotto vi ha un altro senso, spirituale, ed è che praticando la virtù dobbiam godere, perché così potremo guadagnarci il Paradiso.
Ma perchè mi capiate bene, filosofiamo un poco. Quand'è che una cosa è nel suo massimo godimento ? È quando ha raggiunto il suo massimo fine. Per esempio : voi godete, siete contenti quando, dopo aver lavorato, avete lo stomaco ben disposto, andate a casa e trovate la tavola pronta e mangiate. Voi allora godete, perchè conseguite il fine del lavoro, che è il mangiare. Il mangiare allora vi dà gusto, vi sazia e voi godete. Così quel giovinetto studia bene la lezione per andar a scuola e sentirsi a dire dal maestro : Bravo, hai studiato bene, son contento di te, seguita a studiare così, alla fine dell'anno ti darò il premio. Egli gode, è contento perchè ha conseguito il fine per cui ha studiato la lezione, che era di aver dal maestro quella lode, quell'approvazione.
Ma qual è il massimo fine dell'uomo, il nostro ultimo fine ? È Dio, è Gesù Cristo. Sì, o miei buoni giovani, Gesù Cristo è nostro ultimo fine, nostro paradiso, nostro gaudio, nostra gioia, nostro premio, nostra consolazione, nostro tutto. E quanto più perfettamente uno lo ama, lo possiede, lo tiene nel cuore, tanto più gode.
Godete adunque, miei cari, anzi godiamo tutti, chè noi abbiamo ragione di godere, perchè son venuti i Salesiani per aiutarvi a conseguire l'ultimo fine. Essi, vedete, non pensavano punto alla domenica gaudete, come non ci pensava neppur io. Ma il Signore, che pensava a voi, dispose che venissero proprio nella domenica gaudete. Dunque godiamo, miei cari giovani.
Io godo immensamente della loro venuta , perchè essi vengono a lavorare nella mia diocesi, vengono ad aiutarmi a salvar le anime che tanto costarono a Gesù Cristo.
Dovete goder voi, perchè essi sono qui solo per far il vostro bene, il vostro vantaggio, per aiutarvi a conseguire il massimo godimento, l'ultimo vostro fine. Essi vi sorreggeranno, se siete deboli, vi consiglieranno se siete dubbiosi, v'incoraggieranno se pusillanimi. Essi non sono stipendiati, non vengono per mercede : sono qui pel solo fine di aiutarvi a salvare le anime vostre. No, essi non aspettano qui mercede alcuna, il loro stipendio sarà Gesù Cristo.
D'ora innanzi prenderanno la direzione dell'Oratorio, mostratevi docili, obbedienti, rispettosi: essi v'insegneranno col loro esempio e colla parola a conoscere, ad amare, a posseder Gesù Cristo.
È vero, l'Oratorio finora andò sempre bene, anzi benissimo, mediante lo zelo e le continue fatiche di Mons. Perucchetti, promotore principale di quest'Oratorio, e mediante l'assidua e costante assistenza dell'Ill.mo cav. Tesauro, tanto benemerito del medesimo. Siate a loro grati. Essi, come speriamo, seguiteranno a prestar l'opera loro a pro dell'Oratorio e a coadiuvare i Salesiani affinché d'ora innanzi vada ancor meglio.
Perciò ora tocca a voi, o cari giovani, a mostrarvi docili, a corrispondere alle cure, ai sacrifizi che i Salesiani sono pronti a fare e che faranno certamente per voi per farvi buoni, per rendervi perfetti nella virtù.
Miei cari, chi non cerca da giovane di perfezionarsi nella virtù, si perfezionerà certamente nel vizio e nei giuochi, e col crescere degli anni diverrà il disonore di Fossano, la vergogna e l'obbrobrio de' parenti, e andrà a finire, sapete dove? o nelle carceri del Castello o in quelle di S. Catterina.
Al contrario, chi cerca da giovane di perfezionarsi nella virtù diverrà sempre più perfetto, crescerà a gloria, a decoro di Fossano, formerà l'onore, la gioia, l'orgoglio dei parenti e sarà stimato e onorato da quanti lo conosceranno. E voi dovete essere di questi tali, voi siete giovani ancora, è adesso che dovete cominciare a camminare per la via della virtù. I Salesiani son venuti appunto per condurvi su quella.
A voi, adunque, o Salesiani, vi raccomando questi giovani, tanto cari al mio cuore ; che dico, al mio cuore? Questi giovani sono tanto cari a Gesù Cristo, sono la pupilla del suo occhio, ha sparso per essi tutto il suo sangue e l'avrebbe anche sparso tutto per un solo di loro. Io li consegno a voi, affinchè li salviate. Prendetevene cura ; salvateli tutti. Vedete, sono duecento e più. Essi da questo momento sono vostri. Voi dovete sacrificare per loro anche la vita. Ma no, che non resta sacrificata la vostra vita, ma santificata, perchè mentre lavorerete per santificare questi giovani santificherete voi stessi. Coraggio adunque, o Sa lesiani, pensate che sono anime redente dal sangue di Gesù Cristo ; meritano tutte le vostre cure.
Io ve li consegno acciocchè li salviate, acciocchè possano, dopo lungo e lungo tempo, conseguire l'ultimo fine, che è Gesù Cristo, che è Dio.
Oh che consolazione sarà per me in paradiso, se il Signore mi concederà di andarvi, se dopo molto tempo vedendo venirmi incontro molte e molte anime, e chiedendo: Chi siete? mi sentissi a rispondere: Noi siamo le anime dei giovani dell'Oratorio di S. Luigi di Fossano salvate dai Salesiani ! Oh come godrò allora ! Oh ! come allora godremo tutti insieme ! Allora saremo contenti per sempre, perchè avremo raggiunto il nostro ultimo fine, possederemo Gesù Cristo e la domenica gaudete durerà eternamente.
Poscia si cantò il Te Deum e S. E. Rev.ma impartì a tutti la pastorale benedizione. Per tutto quei giorno poi era bello vedere il novello Direttore, D. Davico Modesto, cogli altri Salesiani venuti fermarsi in mezzo ai giovani, rivolger loro una dolce parola e incominciare così con essi quelle relazioni che loro dovranno apportare tanto bene.
All'oratorio festivo di S. Giuseppe in Torino. « Edificantissima riuscì la festa della S. Infanzia celebratasi nell'Oratorio festivo di S. Giuseppe in via Saluzzo, 39, sotto la direzione dei Salesiani.
Un bravo di cuore spetta al Rev. sig. Direttore ed a tutto il personale che lo coadiuvava pel modo in cui venne organizzata quella solennità sia nel mattino che nel dopo pranzo.
Pel trattenimento serale, venne egregiamente eseguito dai giovani adulti dell'Oratorio il grandioso dramma sacro in cinque atti intitolato Seiano, seguito dalla farsa I miei debiti; e così fra il gaudio e la soddisfazione generale ebbe fine la lietissima festa.
Intorno alle 4 tenne un bellissimo discorso d'occasione il sacerdote teologo Giulio Barberis, Direttore del Collegio Valsalice, il quale, per la grande esperienza acquistata nell'educazione della gioventù, seppe attirarsi talmente l'attenzione dei 300 e più giovani, da lasciare negli astanti una viva impressione.» (Dall'ottimo Corriere Nazionale).
Parma. - S. E. Rev.ma Mons. Miotti pubblicò un caldo invito al Clero ed al popolo di Parma ad adoperarsi con ogni possibile cara affinchè i giovani studenti approfittino delle lezioni religiose che sono date appositamente per essi nelle aule dell'Episcopato dai RR. Salesiani. Il frutto copioso raccoltone lo scorso anno dà a sperare non minore quello dell'anno presente.
(Dal Catechista Cattolico, periodico del Comitato permanente del primo Congresso Catechistico.)
Il Monumento a D. Bosco. Grazie a Dio i lavori pei restauri e per la decorazione del tempio di Maria Ausiliatrice, intrapresi e diretti come a monumento alla venerata memoria di D. Bosco, progrediscono felicemente.
Per le Feste del S. Natale si poterono già inaugurare i lavori compiuti nella cappella dedicata a S. Pietro, che trovasi nella crociera a destra. Speriamo di poterne dare minuta descrizione in un prossimo numero del Bollettino. Il magnifico quadro del Carcano che rappresenta Gesù Cristo nell'atto di consegnare le chiavi del Regno de' Cieli al Principe degli Apostoli, vi campeggia ora artisticamente.
Dagli stupendi lavori eseguiti in questa parte, il visitatore può già farsi un'idea di quanto si va preparando in tutto il resto del tempio.
Ma quando saranno fluiti tutti i lavori?
È pur questa un' interrogazione che facciamo anche noi a noi stessi. Speriamo tuttavia che per la Festa di Maria SS. Ausiliatrice di quest'anno, nella quale ricorrerà il. cinquantesimo anniversario della Ordinazione Sacerdotale di D. Bosco si potranno inaugurare altre cappelle ed altri lavori, e per la Festa dell'Immacolata Concezione, 8 Dicembre, cinquantesimo anniversario degli umili esordii delle opere Salesiane sarà tutto compiuto. Adempia Iddio i nostri voti.
Molti dei nostri Cooperatori avran conosciuto il caro nostro confratello sig. Giuseppe Michela quando, venendo nel nostro Oratorio di Torino per affari spettanti le Letture Cattoliche ed il Bollettino Salesiano , venivan ricevuti da quel buon vecchio dalla lunga barba e dai bianchi capelli, con quell'affetto e quella giocondità che gli eran tanto proprie. Egli ora non è più. Ci abbandonava pér volare in seno a Dio la mattina del 15 dicembre u. s. La sua morte fu eco fedele della sua vita. Ricevette con religiosa pietà tutti i conforti di nostra santa Religione, ed aspettò l'estremo istante come l'aspettano i giusti.
Quanti lo circondavano confratelli ed amici ne furono edificatissimi. Possa la sua bell'anima volare presto ai gaudii celesti ad intercedere per noi. Per questo la raccomandiamo alle preghiere dei nostri Lettori.
Con questo titolo è uscita or ora coi tipi della nostra Tipografia la Relazione della Commissione medica, inviata a Berlino dagli Ospedali Cottolengo e S. Luigi e dalla Pia Società Salesiana.
Gli autori, dopo avere accennato brevissimamente alla storia della grande scoperta ed alle cause che determinarono il loro invio nella capitale della Germania, cominciano col trattare della tecnica delle iniezioni, descrivendo i diversi metodi usati dai varii clinici di Berlino, dichiarando altresì le loro preferenze a questo riguardo. Passando quindi in rassegna un certo numero di casi da loro osservati nel tempo, in cui frequentarono i diversi ospedali di Berlino, di Lipsia e di Praga, dicono del modo di reagire dell'organismo, vuoi colla febbre, vuoi con altri fenomeni soggettivi, all'azione del rimedio; passando in rivista organo per organo, descrivono in ognuno di essi gli effetti che il farmaco vi può produrre. In seguito accennano alle controindicazioni del metodo , al suo grande valore diagnostico, al suo valore terapeutico, all'aiuto che la chirurgia può ritrarre dall'uso della linfa di Koch, il tutto basato sui fatti osservati. La relazione si chiude colle parole colle quali si esprimeva a proposito il valente chirurgo di Berlino , prof. von Bergmann, « levando a Dio l'inno di gloria perchè volle far dono all'umanità sofferente del genio investigatore di Roberto Koch. »
Il libro di non grande mole, scritto in modo da essere compreso anche da chi non è medico, mentre è rigorosamente scientifico, si raccomanda da sè e sarà certamente letto con piacere da quanti si interessano della grande scoperta, di cui tanto si parla ai giorni nostri.
Trovasi in vendita nella nostra Libreria al prezzo di lire una.
Il provento sarà destinato a scopo di beneficenza.
pel Dott. CARLO DESPINEY.
Un eleg. vol. in-16° gr. di p. xvi-232, ediz. ordinaria (E) L. 2,00 Edizione distinta , (E) e 2,50
Ecco un'opera che forma da assai tempo il sospiro di tanti cuori. Accompagnarla con una commendatizia ci parrebbe cosa non che inutile, sconveniente ; parla di per sè solo il nome dell'indimenticabile Don Bosco. Ci restringeremo quindi a riprodurre le poche parole di prefazione del traduttore che la precedono:
« La vita di Don Bosco! Avremmo voluto pubblicare ben più copiosi volumi su questo fecondissimo e per noi carissimo argomento, ma per più ragioni dovemmo finora restringerci a brevi lavori.
Vivente ancor Don Bosco, fra coloro che scrissero di lui, va particolarmente ricordato il Dottor Carlo Despiney, il quale alla morte del Vicenzo de' Paoli del secolo XIX, come il Times di Londra chiamò Don Bosco, fece una nuova edizione interamente rifusa e arricchita d'un gran numero di fatti, fino allora inediti, della vita del servo di Dio.
Di questa vita, scritta in lingua francese dalla forbita penna dell'illustre Autore e novellamente riveduta ed ampliata, si fecero in breve tempo molte edizioni.
Bramando di aggiungere agli altri lavori, già pubblicati su Don Bosco nella nostra italiana favella, anche l' opera del Despiney, ne preparammo, col consenso dell'Autore, la traduzione che ora esce dalla nostra Tipografia.
Nutriamo fiducia che quest'operetta sarà bene accolta e letta con gusto e profitto, come quella che ci ripresenta innanzi, ritratta con brio, proprietà e purezza di linguaggio, l'amabile figura, la soavissima immagine di colui, la cui memoria sarà sempre in benedizione.»
1. Aldrighetti Antonio - Valgatara di Marano (Verona).
2. Arecco Ch. Angelo - Tortona (Alessandria).
3. Battaglia Francesco - Giucano (Massa Carrara).
4. Bernabei D. Pacifico - Caldarola (Macerata).
5. Berrutti D. Filippo - Tortona (Alessandria).
6. Bevilacqua Margherita - Isola della Scala (Verona).
7. Bianchivi conte Giuseppe- Venezia. 8. Boglioli D. Pietro, rettore -Leggio (Piacenza).
9. Boschetti D. Eugenio, vice-parroco Cassino Scazzoso (Milano).
10. Calcaterra Cattaneo Felicita -Macello (Milano).
11. Cardoselli D. Vincenzo, parroco - Isola (Macerata).
12. Campana D. Domenico, arciprete - Casanova (Piacenza).
13. Casamurata D. Primo, parroco - S. Pietro in Trento (Ravenna). 14. Casolari D. Filippo, rettore - Varana (Modena),
15. Ceriani D. Paolo, prevosto - Carentino (Alessandria).
16. Chiappò cav. doti. Alessandro - Nolo (Torino)..
17. Chiarletti D. Luigi, rettore - Palazzo Canavese (Torino).
18. Ciccolini D. Ubaldo, can.-Urbino (Pesaro-Urbino).
19. Clementi D. Bartolomeo - Cittadella (Padova).
20. Comoli D. Francesco, parr. vie. for. - Pella Boletto (Novara).
21. Conti Carola - Guzzano (Bologna). 22. Dallavalle D. Vincenzo - Casorzo (Alessandria).
23. Fantino Giuseppina - Nizza Monferrato (Alessandria).
24. Perni D. Francesco, parroco - Mozzate (Como).
25. Ferreri Francesca vedova Torta - Torino.
26. Gambino Maria - Poirino (Torino).
27. Gantier vedova Grisi Rodoli contessa Giuseppina - Tomino. 28. Ghione Catterina vedova - Casale Monferrato (Alessandria).
29. Gibba D. Giuseppe, can. - Masserano (Novara).
30. Gila Giacomo - Vinovo (Torino). 31. Giovenzana D. Francesco, parroco - Cene (Bergamo).
32. Granola Tommaso - Nizza Monferrato (Alessandria).
33. Grandiy Elisabeth vedova Berck - Biella (Novara).
34. Guidi D. Stefano , prof. Scm. - Tortoua (Alessandria).
35. Ionio D. Giovanni, arciprete - Cesara (.Vorara).
36. Lovisolo Maria Serra - Nizza Monferrato (Alessandria.).
37. Lucia Maria - Pellegrino Parmense (Parma).
38. Luciani D. Ottaviano - Serra San Quirico (Ancona).
39. Magnani dott. can. penitenziere - Faenza (Ravenna).
40. Mammucari D. Salvatoro- Volletri (Rogna).
41. Mancuso Simone, farmacista - Mazzarino (Caltanisetta).
42. Manfredi D. Michele - Venezia. 43. Mardegan D. Antonio, arciprete - Mussolente (Vicenza).
44. Marengo Giovanna - Torino.
45. Margarucci Virginia nata Laceri - 46. Martini Cristina nata Gribaudo - Beinasco (Torino).
47. Mussi D. Antonio - Rocca Lanzona (Parma).
48. Nicoletti D. Luigi - Transacqua (Austria).
49. Nicora Mens. Luigi, vescovo - Como.
50. OnelliD. Luca, arcipr.-Montasola (Perugia).
51. Padre Michelangelo da Urbino, Minore osservante - Pergola (Pesaro Urbino).
52. Pagani D. Giuseppe, rettore-Cola (Reggio Emilia).
53. Paltrinieri D. Antonio. - S. Felice al Panaro (Modena).
54. Paradisi Gaetano - Castel di Tora ( Perugia) .
55. Perruchini D. Giacomo - Oderzo (Treviso).
56. Piccinelli D. Luigi, rettore - Donzano (Modena).
57. Piovano Maria - Druent (Torino). 58. I'istamiglio Eugenio - Torino.
59. Paltronieri D. Filippo, arciprete - Bergantino (Rovigo).
60. Ponti D. Pietro, parr. - Osimo (Ancona).
61. Ramelli Giovanni - Corno Giovine (Milano).
62. Rovelli D. Camillo, can. - Taggia (Porto Maurizio).
63. Riberi Emilia - Torino.
64. Rolando D. Giov. Angelo, amm. - Mondrone (Torino).
65. Rossi D. Gio. Batt. - Sommariva del Bosco (Cuneo).
66. Rumero Carlotta - Castagnole Piemonto (Torino).
67. Sandri D. Giorgio - Bressino (Austria).
68. Sargiano D. Lorenzo , prevosto - Mondovì-Breo (Cuneo).
69. Sclopis-Avogadro contessa IsabellaTorino.
70. Scotton Paola nata Basso - Breganzo (Vicenza).
71. Sebastiani D. Filippo, can. - Foligno (Perugia).
72. Sebastiani D. Filippo- Marzoli (Macerata).
73. Serafini Vittoria, maestra -Fossombrone (Pesaro).
74. Spaggiari D. Fermo- Regio Emilia. 75. Steli Rosalia - Bergamo.' 76. TardianiMariaLuigia Saveria, Suora Orsolina - Parma.
77. Torresanelli nobile Silvia - Stenico (Austria).
78. Vichi D. Pietro, can. - Fossombrone (Pesaro).