Anno LIV. 1° LUGLIO 1930 (VIII) Numero 7.
PERIODICO MENSILE PER I COOPERATORI DELLE OPERE E MISSIONI DI DON BOSCO
SOMMARIO: Due gloriosi cinquantenari dell'Opera Salesiana. - Azione salesiana: L'XI Congresso Internazionale dei Cooperatori Salesiani. - Lettera di Don Giulivo ai Giovani. - La Crociata missionaria. Omaggi a Don Bosco. - Festeggiamenti in onore del Beato Don Bosco. - Dalle nostre Missioni: Le preghiere dei buoni propizino grazie alle nostre missioni della Cina. - Pasqua a Shillong. - Un' opportuna iniziativa. - Culto e Grazie di Maria Ausiliatrice. - Necrologio.
I. - ROMA.
La cronaca dei festeggiamenti romani ha proporzioni così ampie, che ci toglie la possibilità di aggiungere alcune rievocazioni storiche sull'Opera Salesiana in Roma, che pure sarebbero quanto mai opportune per dar rilievo allo sviluppo dell'Opera nel suo glorioso Cinquantennio. Forse avremo occasione di tornare su questo argomento: per ora limitiamoci alla pura cronaca.
Le feste si apersero l'11 maggio con un'imponente adunata di ex allievi all'Ospizio del S. Cuore di Gesù, cui parteciparono anche tutte le rappresentanze dell'Unione ex allievi della regione. Presiedeva il Rev. Sig. D. Ricaldone, rappresentante del Rev. Sig. D. Rinaldi, che si congratulò pel lavoro fecondo compiuto dai soci dell'Unione e li spronò con la sua fervida parola ad un'attività sempre più alta e più intensa. Dopo l'adunanza, nel cortile dell'Ospizio si ebbe la cerimonia dell'inaugurazione di un monumento a Don Bosco, eretto per iniziativa degli ex allievi.
Ai piedi del Papa Pio XI.
Uno dei primi atti collettivi della Famiglia Salesiana volle essere un omaggio di devozione e di riconoscenza al S. Padre. La sera dell' 11 maggio, nel cortile di S. Damaso si raccolsero nuovamente Salesiani e Figlie di Maria Ausiliatrice, ex allievi ed ex allieve, alunni ed alunne, Cooperatori - « una massa di 15.ooo persone » (scriveva L'Osservatore Romano), con due bande musicali ».
Il Rev.mo Sig. D. Pietro Ricaldone, Prefetto Generale della Società Salesiana, in rappresentanza del Rettor Maggiore D. Rinaldi, era accompagnato dai membri del Consiglio Superiore, D. Fedele Giraudi, Economo Generale ; D. Pietro Tirone, Catechista Generale; e da D. Francesco Tomasetti, Procur. Gener. Vi partecipavano pure varie Superiore dell'Istituto delle Figlie di M. A. con la Superiora Generale, Madre Vaschetti, e notevoli personalità, quali Mons. Federico Emanuel, vescovo aus. di Sabina, il comm. Eredia, l'avv. Brazioli, il comm. Ubaldo Rossi, il prof. Pulvirenti, ecc.
Appena apparso il S. Padre, fu salutato da un'interminabile ovazione, poi dall'Inno Pontificio e dalle Acclamazioni.
L'indirizzo di Don Ricaldone.
Terminati i canti si appressava al Trono dell'Augusto Pontefice il Rev.mo D. Ricaldone, il quale leggeva il seguente indirizzo:
« Beatissimo Padre. - Il nostro Beato Giovanni Bosco, quando, 5o anni fa, si stabilì in Roma, vide il coronamento di un desiderio da lungo tempo vagheggiato, che la sua Opera avesse stanza vicino al Papa, sembrandogli che sotto lo sguardo del Vicario di Gesù Cristo sarebbe stata più benedetta e santificata. A questi suoi voti venne incontro la Santità di Leone XIII, con l'affidargli l'erezione di un Tempio Nazionale al Sacro Cuore di Gesù la qual cosa duplicò la gioia del Beato, poichè gli dava modo e di glorificare il Divin Cuore e di fare atto solenne di obbedienza al Sommo Pontefice. Corse allora con la persona affranta l'Italia, la Francia e la Spagna, chiamando in aiuto i buoni per suscitare nel Centro del Cattolicismo un grande focolare della divozione al Sacro Cuore.
» L'impresa fu compiuta appena in tempo, perchè egli, ormai cadente, avesse il conforto di assistere alla consacrazione del Santuario col duplice scopo, diceva, di porgere un tributo di riconoscenza all'angelico Pio IX, suo vero Padre e Sovrano Benefattore, e di ricevere, prima di presentarsi al Tribunale di Dio, la benedizione del suo Vicario in terra.
» Oggi, Padre Santo, i Salesiani coi loro allievi, ex-allievi, cooperatori, cooperatrici, sono ai piedi del Vostro Trono per testimoniare quanto lo sguardo del Papa abbia attirato le benedizioni celesti sull'Opera del Beato Giovanni Bosco nella Città Eterna. Accanto alla chiesa del Sacro Cuore con tutte le sue attività parrocchiali è sorto l'Ospizio, che accoglie 400 giovani e un buon numero di chierici, ivi radunati, dalle varie Nazioni, per attendere, nell'alma Città, agli studi ecclesiastici. Mercè la benedizione e l'aiuto del Santo Padre Pio X i figli del Beato Giovanni Bosco hanno potuto edificare un'altra chiesa con scuole esterne ed Oratorio Festivo nel nuovo quartiere del Testaccio, nei cui pressi venne loro affidata anche la vetusta Chiesa di S. Saba con cura d'anime ed Oratorio Festivo. Dono del medesimo Pio X è il bel San Giovannino della Pigna, sede della Procura Generale. Più tardi si aperse la Scuola Agricola del Mandrione, ai margini della Città, con un centinaio di alunni.
» Anche l'altra famiglia del Beato Giovanni Bosco sperimentò gli effetti della vicinanza della Cattedra di San Pietro; le Figlie di Maria Ausiliatrice da ben nove residenze dispiegano un'azione multiforme a pro di centinaia, anzi di migliaia di fanciulle.
» Ed ecco ormai condotte a buon punto le grandi Scuole Professionali che la Congregazione Salesiana, consacrandovi l'eredità paterna di un confratello, ha voluto costruire, perchè fossero dedicate al nome della Santità Vostra, con il convincimento che questa vicinanza al Papa non solo continui a moltiplicare le divine benedizioni sulle opere nostre in Roma, ma ne estenda il beneficio anche a tutte le altre opere del Beato Giovanni Bosco nel mondo. Contemporaneamente e accanto all'Istituto Professionale « Pio XI », per desiderio e munifico incoraggiamento di Vostra Santità, sta sorgendo il grandioso Tempio dedicato alla Celeste Ausiliatrice.
» Era ben giusto che un monumento imperituro s'inalzasse alla memoria del Pontefice che, proclamando Beato il nostro Fondatore e predicandone ripetute volte coll'augusta Sua voce le virtù, ha dato all'Opera di Lui la massima benedizione ed ha comunicato in pari tempo a tutti noi la sicurezza che sulle orme del Beato Giovanni Bosco si cammina bene per le vie dell'apostolato.
» Nel fare umile omaggio alla Santità Vostra delle anzidette Scuole Professionali, dopo due anni d'intenso lavoro, in gran parte compiute, noi rinnoviamo nel nome del Beato Giovanni Bosco la protesta del nostro attaccamento fedele e filiale al Papa e in modo particolare all'Augusta Persona di Vostra Santità.
» Benedite, Santissimo Padre, le nostre buone intenzioni; accettate i voti più ardenti che noi formuliamo pel Vostro Onomastico. Domani in tutte le Case nostre di Roma e del mondo si inalzeranno fervide preghiere, perchè Iddio conservi, prosperi e consoli Vostra Santità a bene della Chiesa e a gloria del Pontificato Romano ».
La parola del Santo Padre.
Terminato l'indirizzo l'immensa folla intonava a gran voce il bell'inno popolare « Il Labaro di Don Bosco ». Cessato il canto e ristabilitosi, dopo rinnovate acclamazioni, il silenzio, il Santo Padre pronunciava un paterno affettuosissimo discorso.
L'Augusto Pontefice iniziava dicendo che come gradito giungeva al cuore del Padre l'omaggio dei figli, così, ugualmente caro e sollecito doveva giungere ai figli il plauso del Padre, per le accoglienze affettuose che essi gli avevano tributato coi loro bravi concerti, con i canti ed i cori magnifici.
Bastava avere udito, come il Santo Padre aveva fatto, il sobrio, positivo, storico racconto del loro, anzi del suo caro Don Ricaldone, relativo ai 5o anni delle opere salesiane in Roma, per comprendere come tutti i figli di D. Bosco, salesiani, salesiane, allievi ed ex-allievi, cooperatori, cooperatrici abbiano ragione di celebrare questo giubileo delle opere del caro D. Bosco, con le più legittime e consolanti soddisfazioni del cuore, con nel cuore quel fremito di « non mentita gloria », come i cari figli presenti avevano, a giusto titolo, cantato.
Il Santo Padre proseguiva il suo discorso rilevando come a ragione Egli avesse definito l'indirizzo testè letto dal Rev. D. Ricaldone « sobrio, positivo, storico racconto » perchè in quella schietta enunciazione di opere e di attività nulla v'era, neppur un cenno, del lavoro, della fatica aspra, del sacrificio, delle immolazioni che quelle opere e quelle attività avevano dovuto costare ed erano certamente costate.
Sua Santità diceva poi di avere ragioni particolari e care di partecipare a questo santo fremito di cuori a cui la celebrazione cinquantenaria dell'opera salesiana in Roma dà luogo; e tali ragioni erano offerte dai ricordi carissimi del passato.
Sua Santità era nel primo anno del suo sacerdozio, quando l'opera salesiana di Roma, iniziata con la costruzione del magnifico Santuario del Sacro Cuore, sorgeva dalle fondamenta.
Era pure, Sua Santità, nei primi anni del suo sacerdozio quando la bontà della Divina Provvidenza lo faceva incontrare personalmente con il Beato D. Bosco, e passare con lui alcuni giorni di gioia e di consolazione, che solo può valutare chi ebbe quella divina ventura.
Il Beato D. Bosco era allora - soggiungeva il Santo Padre - al tramonto della sua ciclopica vita, e già pregustava la gioia che la vita celeste di eterno premio gli avrebbe riservato.
Ma un'altra ragione rendeva il Santo Padre particolarmente partecipe della comune gioia. Dopo 5o anni di vita attiva, che la riunione dei cari figli presentì particolarmente ricordava, quella stessa divina ineffabile bontà che tutto aveva così sapientemente condotto, avrebbe concesso al Sommo Pontefice di proclamare e decretare al Beato Bosco gli onori degli altari.
Ed ora, dal posto ove la Divina Provvidenza aveva collocato il Santo Padre, Egli non poteva non volgere l'occhio a tutta quella mèsse di bene che, a cominciare da Roma, si estende per tutto il mondo cattolico.
Sua Santità non poteva non pensare alle migliaia e migliaia di figli e di figlie di Don Bosco, sparsi fra tutti i popoli nella prosecuzione di un'opera di vita cristiana, così feracemente e felicemente operosa.
Quando il Santo Padre pensava alle centinaia , e centinaia di migliaia di giovani anime che erano venute e che venivano in tutto il mondo ai Salesiani; quando immagiriava tutta questa innumerevole gioventù di ogni classe sociale, ma specie operaia a cui D. Bosco continuava ad insegnare, con il suo esempio, con la sua fede e con l'apostolica carità dei suoi figli i sentieri della vita, la nobiltà del lavoro e le ricompense materiali e morali che da esso debbono attendersi e di cui la vita ha tanto bisogno; quando il Santo Padre, in una visione sterminata di persone ed immensa di bene, pensava a tutto ciò, Egli non poteva fare a meno, nel nome dei suoi gloriosi Predecessori, e nel nome stesso di quel Dio che si era degnato chiamarlo a Suo Vicario, di ringraziare D. Bosco ed i suoi figli per tutto il bene che ovunque hanno fatto e fanno.
Il Santo Padre proseguiva dicendo che sorrideva al suo cuore e splendeva nel suo animo il pensiero di un avvenire anche più grande di bene, che non può mancare ad un passato così splendido e ad un presente così pieno di certezza.
Indi ringraziava quei cari figli di avere voluto associare il nome del venerato Doli Bosco a quello che il Santo Padre diceva « il suo povero nome » ; di avere altresì unito quello che quei cari figli potevano considerare il loro giubileo con il giubileo del Papa, prendendo così viva parte ai suoi eventi personali ed associandosi al suo onomastico.
Particolare gratitudine e riconoscenza Sua Santità esprimeva in modo tutto particolare per avere i buoni salesiani voluto unire il nome del Santo Padre al nuovo Istituto Professionale che, con accanto il tempio di Maria Ausiliatrice, vuole costituire un centro di multiforme attività, feconda di bene.
Tale Istituto il Santo Padre diceva di volerlo porre tra le più belle opere delle quali alla Provvidenza era piaciuto seminare, in questo anno, il suo giubileo ; e perciò il Santo Padre pregava Iddio di tutto cuore, perchè voglia con dismisura benedirla, la nuova opera, e benedire tutto il complesso meraviglioso delle opere salesiane: opere di glorificazione divina e di salvazione umana.
Quando si trovava di fronte ad opere così belle e così grandi il Santo Padre amava ripetere una frase che molti avevano da Lui udito: « Sempre più e sempre meglio ».
Parlando ai figli ed alle figlie di D. Bosco l'Augusto Pontefice preferiva rivolgere loro un'altra parola raccolta dal labbro stesso del Beato Fondatore.
Quando, infatti, in quel primo anno di sacerdozio, Sua Santità si congratulava con Don Bosco per la bella opera iniziata, per le scuole ed i laboratori così bene attrezzati, mediante tutti i ritrovati più completi e moderni della meccanica, il caro Beato, con quella sorridente bonomia e con quell'arguzia che tutti notavano sempre in lui, gli aveva risposto: « Ah! in queste cose D. Bosco vuole essere sempre all'avanguardia del progresso! ».
Perciò rivolgendosi ai salesiani ed alle salesiane presenti, il Santo Padre diceva loro di essere e di ambire di essere sempre all'avanguardia del progresso. Con tale sicura e consolante previsione l'Augusto Pontefice diceva di impartire la benedizione che quei cari figli erano venuti a chiedere al Padre nella sua casa, che era altresì la loro casa.
La benedizione che il Santo Padre impartiva voleva essere estesa a tutti i presenti ed a quelli che essi rappresentavano.
Quanti erano essi? si domandava a questo punto Sua Santità.
Nel mondo universo essi erano un'immensa folla, una moltitudine innumerevole, come le arene del mare.
E come le sterminate arene del mare - soggiungeva il Santo Padre - era grande il cuore del Beato D. Bosco.
Con tale mondiale visione di opere, di cose, di apostolato, di lavoro, e sopratutto di persone - tra le quali Sua Santità metteva al posto d'onore quelle che combattono alle trincee della fede, cioè i missionari e le missionarie - il Santo Padre si apprestava a dare la Benedizione Apostolica, auspicando dal Signore i più larghi favori del Beato Don Bosco e la più valida intercessione.
Terminato il discorso il Santo Padre si soffermava ancora qualche istante per salutare la folla, mentre nell'aria vibrante di rinnovate acclamazioni e di entusiasmi, salivano le note dell'Inno Pontificio.
Lunedì, 12 maggio, ricorrendo la festa onomastica del Papa, si compì con sfarzo, degno della solennità, l'inaugurazione del nuovo Istituto Pio XI offerto dai Salesiani al Pontefice come attestato di devozione e di gratitudine nell'anno del suo Giubileo Sacerdotale.
Una vasta tribuna era stata eretta nel cortile, e nella quale presero posto le autorità e gli invitati. Intervennero gli Eminentissimi Cardinali Basilio Pompili, Vicario di Sua Santità, Luigi Capotosti, Achille Locatelli, Giuseppe Mori e Donato Sbarretti; S. E. il conte De Vecchi, Ambasciatore di S. M. il Re d'Italia presso la S. Sede, S. E. il Governatore di Roma Principe Boncompagni Ludovisi; l'Ecc.mo Corpo Diplomatico e l'Ecc.ma Sorella di Sua Santità Donna Camilla Ratti. Vi erano inoltre S. E. il Governatore della Città del Vaticano, S. E. il marchese Pacelli, Mons. Caccia. Dominioni, Maestro di Carriera di Sua Santità, Mons. Venini, Cameriere segreto partecipante, numerosi Prelati, Arcivescovi e Vescovi, il Comitato pel Giubileo di Sua Santità, l'ex ministro sen. Pietro Fedele, il R. Provveditore agli Studi, l'ing. Contaldi del Ministero dell'Educazione Nazionale, il senatore Soderini, il Rappresentante del Prefetto. Erano pure largamente rappresentate le Figlie di Maria Ausiliatrice con la loro superiora Generale, e le altre famiglie Religiose di Roma.
La funzione si aperse con l'inno Salve decus Italorum e il Labaro di Don Bosco, dopo i quali il Sig. D. Ricaldone in nome del Rettor Maggiore prese la parola.
Discorso del Signor Don Ricaldone.
Partendo dal ricordo delle 33 lire inviate da D. Bosco a Pio IX, esule a Gaeta nel 1848, come primo omaggio di devozione della Famiglia Salesiana, l'oratore dice che altri ne seguirono, e ricordando l'esortazione del Beato ai suoi figli : « Amiamoli i Romani Pontefici e non facciamo distinzione di tempo e del luogo ín cui parlano: quando ci dànno un consiglio e più ancora quando manifestano un desiderio, questo sia per noi; un comando » - mette in rilievo come il « programma da Lui abbracciato, intensamente vissuto e legato nell'ora estrema come preziosa eredità ai suoi figli, fosse il rispetto, la devozione, l'amore al Vicario di Gesù Cristo.
« Non è a stupire pertanto ha proseguito - se il terzo Successore di D. Bosco, il Signor D. Rinaldi, abbia voluto, nella fausta ricorrenza del Giubileo del S. Padre, perpetuare il nome glorioso colla fondazione di questa nuova Scuola Professionale Pio XI, la quale, oggi, nel giorno onomastico del Vicario di G. C. viene inaugurata ed a Lui offerta, tra lo splendore della Porpora dei Principi della Chiesa, il fastigio delle più alte Autorità e questa folla di popolo inneggiante.
» È l'omaggio dei Salesiani al Pontefice, che il loro Padre volle inalzato all'onor degli Altari e di cui, con sovrana efficacia, ininterrottaniente, a loro stimolo e conforto, ne tesseva i migliori e più autorevoli elogi. È l'omaggio, o Signori, di figli devoti alla Chiesa, di figli amanti della Patria.
» Il nome Augusto di cui si fregia l'Istituto, è la più salda garanzia delle direttive cristianamente, salesianamente pedagogiche che regoleranno tutte le manifestazioni dei Figli di Don Bosco nella formazione dei giovinetti affidati alle loro cure. Sulle orme del Padre essi vogliono che la luce della Fede rischiari e guidi le anime alla pratica delle virtù cristiane che Don Bosco considerò e pose sempre come base e mèta delle sue attività educative. Solo così Egli giudicava possibile la rigenerazione e l'elevazione della gioventù; formandola nella fedeltà alla Chiesa era convinto - e gliene dava luminoso affidamento l'esperienza - di elevarla a quei sublimi ideali da cui traggono origine e forza le familiari, sociali e patriottiche virtù.
» L'Istituto Professionale Pio XI, nella mente del Sig. D. Rinaldi, vuole essere una palestra, un vivaio, ove si esercitino e crescano ai più nobili sentimenti di moralità e di arte gli operai destinati a rinsaldare ed accrescere le file dei cristiani coscienti e degli onesti cittadini.
» Troppe volte si è tentato di allontanare l'operaio dalla Chiesa, da Dio, strappandogli dalle mani il Catechismo, offuscandone l'intelligenza con dottrine sovversive, eccitandone la fantasia con sogni irrealizzabili, prostituendone il cuore colle bassezze della terra dopo avergli tolto la speranza del Cielo. Gli si fece luccicare dinanzi l'instabile prisma di una felicità fatua e irraggiungibile perchè terrena, mentre crudelmente lo si allontanava da Chi della felicità é l'unica vera e inesausta sorgente. Si è dimenticato che Dio solo è degno di risolvere quello che Donoso Cortes chiamava giustamente il problema della umanità e della storia.
» Solo col ritorno alla vita e alle Istituzioni cristiane disse il grande Pontefice Leone XIII, allorchè rischiarava di luce celeste il complesso problema operaio, l'umanità ritroverà la sua via. Quando il Decalogo sarà riconosciuto quale inconcusso fondamento della vita pubblica, e degli ordinamenti sociali, solo allora sarà sciolta l'ardua questione ».
Dopo aver rilevato quanto oggi l'operaio scristianizzato sia impotente ad educare la propria figliuolanza, l'oratore accenna all'inesauribile Provvidenza di Dio nel suscitare un rimedio per ogni male.
« Dio suscitò anche ai tempi nostri - prosegue l'oratore - uomini insigni, colossi di santità, strumenti della sua Provvidenza, destinati, come dice Bossuet, a ricondurci alle fonti del Vangelo, a versare il balsamo ristoratore sulle ferite della povera umanità.
» Tra questi fu il Beato Don Bosco. Con lo sguardo dei veggenti Egli non solo scorse e misurò, in tutta la loro profondità, le piaghe sociali, ma con animo audace e con cristiana sagacia si accinse a rimediare alle funeste conseguenze: comprese che urgeva ricondurre a Dio le novelle generazioni.
» Mosso da speciale e intenso amore alla classe operaia, si propose colle Scuole Professionali e Agricole di formare al progresso delle industrie e dei campi legioni di baldi giovani, che al coraggio di una vita cristianamente vissuta, sappiano accoppiare un'appropriata attrezzatura intellettuale e l'abilità tecnica del braccio. Solo ieri il Vicario di G. C. ci ricordava in un'udienza solenne e paterna, aver udito dalle labbra stesse del Beato nell'Oratorio di Valdocco che " Don Bosco in queste cose voleva trovarsi sempre all'avanguardia ,,.
» Il Vangelo, ben disse il De Maistre, divinizzò le leggi della natura. Don Bosco vuole che il lavoro, che ne soggioga e coordina le forze, santificato dalla mano e dai sudori di Gesù, non sia più palestra di odio e fucina di sovversivismo, ma oasi soave di giustizia e di pace, ambiente giocondo ove il canto della gioia cristiana s'innalzi al Cielo sposato al rombare delle macchine e al tintinnio dei martelli e dei magli.
» Questo è l'alto significato di questa inaugurazione. Lo splendido edificio che ci sta dinanzi, sorto colla generosa oblazione di un figlio di Don Bosco che ama nascondersi nel silenzio e volle offerta a Dio anche la gioia che avrebbe provato assistendo al trionfo di questo giorno; l'artistica costruzione alla quale concorsero la valentia (li provetti ingegneri e la cooperazione fattiva di rinomate ditte e abili maestranze; questo monumento di carità e di arte è l'omaggio che il Successore di D. Bosco offre oggi al Papa, nel suo giorno onomastico, come testimonianza solenne di riconoscente e indefettibae devozione, come indice e pegno della totale prestazione delle untili energie salesiane a vantaggio della grande causa cristiana.
» Seguendo le direttive della Chiesa, la quale, al dire di Sant'Agostino, procura il benessere temporale come se questo fosse l'unico suo scopo, anche la Società Salesiana intende e spera di concorrere in tal guisa al benessere e alla grandezza della Patria.
» Il Regio Governo con nuove iniziative e con sapiente lavoro vuol condurre l'Italia nostra a sempre più alte vette. L'Istituto Professionale Pio XI, al cui fianco sorge la Scuola Pratica di Agricoltura e sorgerà fra breve il grandioso Santuario di Maria Ausiliatrice, munificamente incoraggiato, benedetto e aiutato dal S. Padre, sarà un vivaio di forti operai che, sorretti dalla Fede, lavoreranno per la gloria della Chiesa e della Patria ».
La benedizione dei locali.
Quindi l'Em.mo Card. Pompili, indossata la stola, impartì la rituale benedizione all'Istituto mentre la Schola cantorum eseguiva sacri mottetti.
« L'Eminentissimo Card. Vicario - riferisce L'Osservatore Romano del 14 maggio - volle quindi manifestare la soddisfazione e il compiacimento di quanti erano presenti ad ammirare questa nuova grandiosa opera dei Figli di Don Bosco in Roma. Egli si sentiva autorizzato a dire che offerta più gradita i Salesiani non avrebbero potuto fare al Santo Padre. L'Augusto Pontefice, ricevendo al mattino gli auguri del Sacro Collegio per il suo onomastico, aveva avuto la paterna bontà di accennare di aver egli stesso visto cinquant'anni fa le primizie dell'Opera Salesiana a Roma nella Basilica del Sacro. Cuore e di avere allora conosciuto personalmente Don Bosco, che poi la Provvidenza gli avrebbe riservato di portare all'onore degli altari.
» Espresse quindi, l'Em.mo oratore, anche la sua riconoscenza come Vicario di Sua Santità in Roma per tutto il gran bene che i Salesiani fanno al popolo romano, con particolare spirito di sacrificio. Aggiunse che non solo a Roma, ma in tutta Italia i Salesiani fanno dell'immenso bene fra la gioventù e che quindi la loro opera ridonda anche a bene e a decoro dell'Italia.
» Essi sanno operare ad un tempo cattolicamente e italianamente: cattolicamente, perchè non vi può essere buona educazione se non è cristiana; italianamente perchè il buon cristiano è anche un buon cittadino. Lo stesso poeta pagano, Orazio, diceva che buoni e forti devono crearsi i cittadini; e quindi se si vuole che le giovani generazioni crescano forti, occorre anche che crescano buone. Questo fanno le opere di D. Bosco, sulle quali il Cardinale concluse con l'invocare la benedizione di Dio ».
La visita all'Istituto e un busto a Pio XI.
Le Autorità infine passarono a visitare l'amplissimo Istituto.
Nel gran salone di studio al pianterreno fu inaugurato, fra un trofeo di fiori e di bandiere, un busto del Santo Padre Pio XI. Lo stesso Em.mo Card. Pompilj tolse di sua mano il velo che lo copriva e sul quale era ricamato in oro il motto: Ardens. Tutti i presenti applaudirono e acclamarono al Papa.
Quando le autorità furono sulla terrazza soprastante all'edificio non poterono trattenere la loro ammirazione per il pittoresco panorama, che vi si ammira, dalla cupola di S. Pietro disegnata nel lontano orizzonte dal sole in tramonto ai colli di Frascati dorati dell'ultima luce.
E allorche le Autorità e gli invitati lasciarono soddisfattissimi l'Istituto Pio XI, fu dato libero accesso al popolo che aggiunse la propria compiacenza per quest'opera ad esso particolarmente dedicata.
Convegno di Cooperatori.
Un convegno di Cooperatori e del Clero fece parte dei festeggiamenti ed ebbe luogo all Ospizio del S. Cuore.
Ben 7 Arcivescovi e Vescovi vi presero parte con un centinaio di sacerdoti e laici rappresentativi, con a capo il Direttore Diocesano di Roma Mons. Faberi.
Don Fasulo spiegò ai convenuti il carattere della riunione e il Sig. D. Ricaldone recò loro il saluto del Sig. D. Rinaldi. Svolsero due opportune relazioni il P. Leone da Caluso e Mons. Olivares, cui seguì varia e importante discussione, chiusa dal Sig. D. Ricaldone con parole di ringraziamento e di saluto.
La chiusura delle feste.
Avvenne il 18 maggio. Oltre le solenni funzioni religiose nella Basilica del S. Cuore, ebbe luogo nel cortile dell'Ospizio una magnifica accademia cui presero parte alte personalità, Cooperatori, Figlie di Maria Ausiliatrice, Ex allievi e gli Istituti Salesiani maschili e femminili di Roma.
Pronunciò il discorso commemorativo il Comm. Augusto Ciriaci, presidente generale dell'Azione Cattolica, passando in rassegna le glorie delle opere di D. Bosco in Roma. Seguirono declamazioni, alternate da canti e musica eseguiti magistralmente sotto la direzione del M.° Antolisei. Anche tre alunne delle Figlie di Maria Ausiliatrice e la Presidente delle ex allieve, dissero parole ispirate dall'amore per D. Bosco.
Chiuse D. Trione ringraziando le Autorità e quanti, cooperarono alla buona riuscita dei festeggiamenti, esprimendo a tutti la riconoscenza del Rettor Maggiore Sig. D. Rinaldi,
II. - SICILIA.
Ci mandano dalla Sicilia un resoconto delle imponenti feste cinquantenarie svoltesi colà dal febbraio al maggio.
Nel pubblicarlo proviamo la più viva soddisfazione nel portare a conoscenza dei nostri ottimi Cooperatori qualche cosa dello straordinario entusiasmo con cui i Cooperatori, ex Allievi ed Amici della Sicilia hanno condiviso la gioia della Famiglia Salesiana; - ma ci punge il rincrescimento di non poter riferire tanti dettagli che conferirono nei singoli luoghi alle feste un caratteristico aspetto di celebrazione trionfale, alla quale aderì con un cuor solo la nobile Isola, dimostrando con un'evidenza meravigliosa quanto essa ami Don Bosco e le sue opere.
Di ciò vorranno scusarci i cortesi lettori pensando quanto sia malagevole condensare in poche righe il trionfo rinnovato in una settantina di località con un'impronta differente.
La data giubilare.
Cinquant'anni or sono, in un pallido tramonto d'Ottobre del 1879, un manipolo di generosi, ossequente ai cenni del Padre loro D. Bosco, che nel sogno aveva divinato i trionfi delle loro fatiche, sbarcava in Sicilia.
Era sparuto quel manipolo, ma era grande l'idea che agitava; era giovane quel drappello, ma portava in sè maturo il senso dell'apostolato e la consapevolezza d'una causa santa. Li guidava un capo: gran mente e gran cuore: D. Pietro Guidazio. C'era in lui la stoffa dei condottieri di razza, fatto, avrebbe detto Dante
Per condurre ad onor lor giovinezza.
Questa data giubilare, oggi, si fa presente e viva nella coscienza di quanti - e sono legione oramai - di quella gran mente e di quel gran cuore sperimentarono la luce e la fiamma.
Pensate. In cinquant'anni quanta messe di bene, quanto fermento cristiano non è stato lanciato a getto continuo, nella massa giovanile isolana dell'uno e dell'altro sesso, àuspici i settanta e più Istituti retti dai Salesiani e dalle Figlie di Maria Ausiliatrice ! Cosichè oggi, risalendo col pensiero da quell'alba ottobrina del 1879, ansiosa di fede e trepida di speranze, a queste giornate di fervide realizzazioni e di consolanti risultati, non si può a meno che inalzare un inno di ringraziamento al buon Dio che ha fecondato tanti sudori, benedetti tanti sacrifizi.
Da Randazzo, prima tappa del cammino ascensionale dell'Opera di Don Bosco, i suoi figli e le sue Figlie spirituali, affermatisi, attraverso una vera febbre di crescenza e d'espansione, nei centri principali dell'Isola, dovunque sono andati raccogliendo il più vivo assenso di simpatia per il loro apostolato a bene specialmente della gioventù studiosa ed operaia.
Pensiero provvido quindi ed iniziativa felice quella di commemorare la data giubilare con un ciclo di festeggiamenti che avrebbe dovuto svolgersi in tre tempi nelle tre principali città Siciliane: Palermo, Messina, Catania, dove sarebbero convenute larghe rappresentanze delle plaghe vicine.
Ad aggiungere lustro e decoro alla commemorazione aveva promesso il suo personale intervento il Rev.mo Sig. D. Rinaldi; ma impedito all'ultim'ora per ragioni di salute, egli delegò a suo rappresentante il Sig. Don Bartolomeo Fascie, autorevole membro del Capitolo Superiore, Direttore generale delle Scuole Salesiane, ben noto e stimato in Sicilia, dove aveva profuso per diciassette anni, come Direttore del Real Collegio Capizzi di Bronte prima e poi come Ispettore le sue eminenti doti di mente e di cuore. E a lui s'aggiungevano il Comm. Felice Masera, Presidente Nazionale degli ex-allievi e il Rev.mo D. Stefano Trione, Segretario Generale dei Cooperatori Salesiani, ed uno dei pochi superstiti di quel primo manipolo inviato dal Beato Don Bosco a Randazzo.
Per una felice coincidenza, anche la Superiora Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice, Rev.ma Madre Luisa Vaschetti, si degnava partecipare alla gioia delle sue Figlie, onorandole di una sua ambitissima visita.
Tutta la Sicilia Salesiana è stata mobilitata per il fausto evento. Alla sua degna celebrazione han dato la loro entusiastica adesione tutto l'Ecc.mo Episcopato Siculo, dietro l'esempio di S. Fin. il Card. Lavitrano, Arciv. di Palermo, le LL. EE. i Sottosegretari di Stato Siciliani Onorevoli Di Marzo, Russo e Pennavaria, tutti gli Ecc.mi Prefetti delle Provincie dell'Isola, i Segretari Federali e i Podestà delle città sedi di, Istituti Salesiani, e le più spiccate personalità nel campo dell'Istruzione Pubblica, della Magistratura, del Foro, dell'Esercito, nonchè i più bei nomi dell'alta cultura e dell'aristocrazia isolana.
La commemorazione solenne.
Ed è stato un trionfo: trionfo nel senso classico della parola. E il trionfatore è stato Don Bosco, portato nei cuori e nelle voci de' suoi benemeriti Cooperatori, esaltato dal plauso unanime e riconoscente dei suoi ex-Allievi, dalla fine e squisita devozione delle sue ex-Allieve, gridato nelle assemblee, nei cortei dalla giovanile esuberanza.
Malgrado le difficoltà di viaggio e di alloggio, malgrado i disagi sociali, accorsero tutti ai Convegni: chiamali dalla poesia e dal monito
Suggestivo dei ricordi, attratti, dal nome del nostro Beato e dal fascino del suo spirito, per dire al Padre e al Maestro la propria fede inconcussa, il proprio attaccamento inalterato, per portare in un fervore di intenti e di vedute, il proprio personale contributo allo sviluppo sempre crescente dell'Opera sua mediante una magnifica fioritura di ben 35 Borse Missionarie.
E i festeggiamenti giubilari furono di quest'Opera appunto un'apoteosi luminosissima e per le adesioni e i consensi autorevoli e per l'omaggio al Rappresentante del Rettor Maggiore, omaggio spontaneo di intere cittadinanze tese in uno slancio di entusiasmo vibrante, e per le cerimonie sacre svoltesi, attraverso tutto il fasto della liturgia romana, in una atmosfera di pietà fervente e per i dibattiti sereni e fecondi in seno alle adunanze, per le solenni funzioni di chiusura e per il superbo spiegamento delle forze salesiane inquadrate nei cortei.
Da Messina, dove il Rappresentante del Rev.mo Sig. D. Rinaldi dovette dall'alto del balcone del Palazzo Arcivescovile benedire la folla acclamante, a Modica, dove il Podestà lanciò un caldo appello alla cittadinanza e fece illuminare a festa gli edifizi pubblici e le vie e le Autorità Scolastiche concessero vacanza agli studenti delle scuole elementari e medie; da Catania, dove le venti parrocchie celebrarono cori un fervore di pietà e con l'intervento di cinque Vescovi un ciclo di solenni funzioni in onore del nostro Beato culminate in una grandiosa tornata accademica, a Galtagirone dove, tra lunghe teorie di automobili, ondeggiar di bandiere e sfarfallio di placards multicolori, Don Fascie ricevette l'omaggio ufficiale del Podestà e delle altre Autorità civiche e religiose; da Palermo e Messina, dove il nome di Don Bosco risuonò acclamato e benedetto nell'Aula Magna della R. Università, a Barcellona, a Pedara, a Marsala, a Canicatti e così dappertutto, dove Don Fascie passò, alla testa di imponenti cortei tra scampanii festosi, suoni di musiche ed evviva di masse di popolo; -da Canicatti che vide accorrere alla sua grandiosa celebrazione tre Vescovi e i Rappresentanti ufficiali di due provincie, a Randazzo che intitola una sua piazza a Don Guidazio e a Marsala che dà il nome di una via a Don Bosco, a Catania, a Palermo, a Pedara, e a Modica e a S. Cataldo che inalzano un monumento in onore di Lui senza contare le statue e i quadri infiniti che già ornano cappelle ed altari; - dai centri popolosi che salutarono l'élite del Clero isolano raccolto intorno ai propri Ecc.mi Presuli negli otto riuscitissimi Convegni Sale siani della Cooperazione Missionaria agli altri vibranti di innumeri falangi di ex-allievi ed exallieve nei sette affollati raduni delle loro gioiose giornate sociali; - dalle ridenti cittadine che costellano le incantevoli riviere dell'Isola ai pittoreschi paesi adagiati al piano e nicchiati tra i monti; dovunque è stato un vasto rigurgito di entusiasmo, un puro lavacro di fede, una fervida ardenza di pietà, una sana, possente volontà di vita spirituale, in nome e sotto gli auspici di Don Bosco ch'è ancora e sempre, così come lo vide Mons. Bonomelli, luce e fiamma. Luce di pensiero e fiamma di bene che rivissero, evocate dalla parola fervida ed animatrice del nostro Don Fasulo, in un ciclo di ben sessantadue conferenze da lui tenute nel giro di propaganda attraverso la Sicilia, e che portarono dovunque l'eco dei trionfi di Roma e di Torino.
Luce di pensiero e fiamma di bene che si perpetueranno, come un monumento perenne e un ricordo incancellabile di questa giubilare commemorazione, nei tre nuovi Oratori festivi aperti all'ampio respiro della giovinezza siciliana e nella posa della prima pietra delle nuove Scuole Professionali di Catania.
Ecco perche ci piace fermarlo qui, questo trionfo: a ricordanza soave di tante emozioni sante, a più lieta promessa per la causa di Dio e pel bene delle anime, a sprone di una più fervida attività missionaria, ad auspicio di nuove benedizioni celesti. Ed a conforto degli organizzatori, anche. Perchè, veder maturare in grazia l'Opera propria, coronata dal successo dopo l'ansia trepida della vigilia, è certo conforto ineffabile, che della febbre della lunga creazione compensa in un attimo di letizia.
Ora questa letizia noi la leggemmo anche sul volto delle Autorità che ai vari Comitati organizzatori furono larghe di plauso e di appoggio, nelle loro lettere di adesione, riboccanti di simpatia sentita, nella maschia eloquenza degli Oratori e degli Ecc.mi Presuli, nelle elaborate e pratiche conclusioni dei relatori e delle relatrici, nell'entusiasmo della massa dei Congressisti e nel contegno ammirativo e deferente delle varie cittadine siciliane che, ancora una volta, rivelarono il loro istintivo senso di gentilezza ospitale e il loro tradizionale attaccamento all'Opera Salesiana.
La preparazione scrupolosa del programma dei festeggiamenti, non fu ultima garanzia del successo. Successo che si delineò subito in quella sensazione di vigile assiduo controllo impresso dalla parola, dagli scritti e dall'esempio del Rev.mo Ispettore Don Orto, animatore geniale e leva dinamica di tutto il movimento.
All'attività degli Organi centrali dell'Ispettoria fece riscontro la rispondenza simpatica di tutte le forze periferiche che, agenti in seno o ai margini degli Istituti Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice, furono anch'esse artefici meravigliose della splendida riuscita della giubilare commemorazione. Laus Deo!
L'XI Congresso Internazionale dei Cooperatori Salesiani.
In Bogotà (Colombia) avrà luogo dal 14 al 17 agosto l'XI Congresso dei Cooperatori Salesiani, sotto l'alto patronato di S. E. il Nunzio Apostolico e dell'Ecc.mo Arcivescovo della Capitale.
Tre temi importantissimi formeranno oggetto delle discussioni: il 1° riguarda « Lo spirito del Cooperatore Salesiano »; il 2° « L'azione sociale » che il Cooperatore può svolgere; il 3° l' « Organizzazione della Pia Unione », perchè presenti una salda compagine e renda sempre più proficua l'Azione dei Cooperatori Salesiani.
Riservandoci di riferire sull'esito del Congresso, riportiamo due preziose Lettere inviate dagli Eminentissimi Cardinali Pacelli, Segretario di Stato di Sua Santità, e Gasparri, il Cardinale nostro Protettore:
SEGRETERIA DI STATO DI SUA SANTITÀ Dal Vaticano,
4 giugno 1930.
N°. 9I550
Rev.mo Signore,
I nobilissimi scopi del prossimo Congresso Internazionale dei Cooperatori Salesiani e i ben compilati Ordini del Giorno ne regolano fin d'ora il lavoro e lo contengono in una linea di perfetta praticità, sono evidentemente ottima garanzia di successo, ed autorizzano a concepirne le migliori speranze.
Pertanto sono lieto di assicurare la S. V. che il Santo Padre benedice largamente fin d'ora la opportunissima iniziativa; e come si congratula con i promotori per la loro intelligente ed oculata preparazione così non dubita di auspicare al Convegno i più copiosi frutti di bene, grazie alla fervorosa cooperazione dei singoli interessati.
Con tale augurio l'Augusto Pontefice saluta l'importante avvenimento, ne raccomanda al Signore la seria celebrazione e invia di cuore a Lei, Rev.mo Padre, ai suoi instancabili Figli, ai Cooperatori tutti e a quanti in qualsiasi forma lavoreranno per la buona riuscita dell'avvenimento, la confortatrice Apostolica Benedizione.
Con sensi di distinta stima mi confermo
Della S. V. Rev.ma
Aff.mo nel Signore
E. Card. PACELLI
Rev.mo D. FILIPPo RINALDI Rettore Maggiore dei Salesiani
Via Cottolengo, 32 - Torino.
Roma, 4 giugno, 1930.
Ill.mo e Rev.mo Monsignore,
Come Cardinale Protettore del Salesiani del Beato Giovanni Bosco invio la mia adesione e il mio plauso all'XI Congresso Internazionale dei Cooperatori Salesiani, che sotto la Presidenza Onoraria della Signoria Vostra si terrà in cotesta illustre Capitale della nobile Nazione di Colombia.
Un Congresso Internazionale di Cooperatori Salesiani è sempre un avvenimento di prim'ordine nel campo dell'azione non solo salesiana, ma anche cattolica, specialmente per quanto riguarda l'apostolato della gioventù, la stampa per le scuole e per il popolo, le missioni tra i selvaggi e gl'infedeli e il filiale attaccamento alla Santa Sede.
Mi auguro che cotesto importante Congresso - il quale per mezzo dei Salesiani, delle Figlie di Maria Ausiliatrice e dei loro Cooperatori ed Ex-Allievi avrà un riverbero amplissimo - susciti nuove energie di opere sante a gloria di Dio, a salute delle anime e a decoro della Chiesa Cattolica, tanto più che è il primo di tali Congressi che sarà tenuto dopo la Beatificazione del Servo di Dio Giovanni Bosco.
Benedico di cuore tutti i benemeriti Congressisti congratulandomi con loro per la provvidenziale azione che vi svolgeranno.
P. Card. GASPARRI.
All'Ill.mo e Rev.mo
Mons. ISMAELE PERDOMO
Arcivescovo di Bogotà.
Carissimi,
La sera del 6 dicembre 1876 mentre il Beato Don Bosco si trovava nel Collegio Salesiano di Lanzo (Torino) ebbe un magnifico sogno-visione, in cui gli apparve tra fulgida luce, fiori, canti e suoni una gran folla di giovani suoi allievi già volati all'eternità. Alla loro testa incedeva Savio Domenico con alcuni altri di maggior merito. Giunti dinanzi al Beato si fermarono a pochi passi da lui. Un raggio di luce più viva brillò, le musiche cessarono e si fece un profondo silenzio.
«Quei giovani, narrava il Beato, erano pieni di grandissima gioia...
« Domenico Savio si avanzò alquanto. Com'era bello ! Le sue vesti erano al tutto singolari. Una tunica candidissima, tutta trapuntata di diamanti, gli scendeva fino ai piedi. Un'ampia fascia rossa tempestata di gemme gli cingeva i fianchi; dal collo gli pendeva una collana di fiori peregrini che splendevano di una luce sovrumana, più viva del sole che in quell'istante brillava in tutto lo splendore di un mattino di primavera, e riflettevano i loro raggi su quel viso candido e rubicondo, in una maniera indescrivibile. Il capo aveva cinto di rose. La capigliatura scendevagli ondeggiante giù per le spalle e gli dava un aspetto così bello, così affettuoso, così attraente che sembrava un angelo.
» Tutti i suoi compagni erano variamente vestiti, ma tutti splendenti e tutti avevano i fianchii cinti con una eguale fascia rossa ».
Domenico Savio tutto gioioso s'intrattenne con D. Bosco, gli spiegò quella scena di paradiso, gli parlò del passato, del presente e dell'avvenire delle Opere Salesiane, dei suoi allievi, e gli fece delle profezie che pienamente si avverarono.
Mirabile sogno la cui intera narrazione potrete leggere nella stupenda vita di Domenico Savio di Mons. Salotti, e che ammirasi rievocata al vivo in un artistico affresco del Prof. Crida di Torino nel gran salone « Don Puppo » del Collegio di Lanzo, affresco che s'inaugurò il 25 maggio nei solenni festeggiamenti del B. Don Bosco celebratisi colà.
Giovani carissimi, inspiratevi sempre agli insegnamenti ed esempi del B. Don Bosco e di Domenico Savio, e raggiungerete anche voi quelle glorie di paradiso.
Addio
DON GiuLIVo.
Facciamo noto ai nostri benemeriti Cooperatori che le opere nostre hanno il Conto Corrente postale nel N. 2-1355 (Torino) sotto la denominazione DIREZIONE GENERALE OPERE DI D. BOSCO - Torino. Ognuno può valersene con risparmio di spesa, nell'inviare le proprie offerte, ricorrendo all'ufficio postale locale per il modulo relativo.
BORSE COMPLETE. (III SERIE).
98. Borsa "PRIMI MARTIRI SALESIANI., in memoria di Mons. Versiglia e di D. Caravario offerta da un distinto Dottore.
99. Borsa "SAN GIUSEPPE„ (5a) offerta da piissimi coniugi di V.
100. Borsa "GESU' NEL SS. SACRAMENTO EUCARISTICO„ offerta dal Sig. Giovanni Bellotti di Pedrengo (Bergamo) in suffragio dalle anima dei suoi defunti, nell'occasione del suo 67° genetliaco,
i. Borsa ' E. B. „ offerta da un nobile signore alla vigilia della festa di Maria Ausiliatrice, come segno di affettuosa divozione alla Madonna di Don Bosco.
2. Borse "VESUVIANA MARIA AUSILIATRICE„ a cura del noviziato salesiano di Portici col concorso sopratutto dei Cooperatori di Portici e S. Giorgio Cremano.
3. Borsa "S. ANGELO MARTIRE., offerta dal Rev.mo Arciprete di S. Angelo Muxaro (Sicilia), Sac. Giuseppe Rizzo.
BORSE DA COMPLETARE.
BORSA ANIME DEL PURGATORIO.
Somma precedente: L. 5614,30.
Natalina Bertonasco, 2o -- Teresa Prato, 5o -- S. Spinala, 40 - Teresa Astegiano con altre due cooperatrici, 30 - Magni Andrea, 15 - Michele Scarano, 19 - Fiorasi Mara, 10.
Totale L. 5789,30.
BORSA BEATO D. BOSCO (8").
Somma precedente: L. 6228.
G. Passalacqua, 25 - Rag. Pompilio Cardini, tao -- Tina De Marchi, tao - D. Ezio Turinesi per la Sig.ra Annina Forzini, 5o - Avon Angelo, 25 - Carolina Franchini, 25 - Franco Antonietta, 20 -- Carlotta Brugioni, 20 - Rina Faravelli, 10 -Chiesurin Vittoria, io - Giuseppe Mecacci, 5 - Anita Bruni, 25 - Francesco Massa, io, -- Caliari Bianca, 6o - Nones TcrcsA 30 - Elvige I valdi, 20 - Fanny Sartore, 30 - Maria MinateVi Guseo, 20 - Famiglia Galli, tS - .'Masiero Angela Rango, 15 - Agostino Filippini, 15 - Moras Ferruccio, io - Ester Topini, 5 - Cuttisa Caterina, 5 - Ferrero Giacomo, 25 - Maddalena Fulcheris, 20 - Rina e Giulio Rigoletti, 25 - Rigo Marianna, 12 - Germano Margherita, 5 - Bruno Antonio, 25 - Scavino Angelo, i,o - 1). P., io - Cavallo Tomasina, 5o -- !Merci Angela, io - Rina e Giulio Riguletti, 20 - N. N. (Sacrestia), 50 - A. B. (Genova), 1ooo -- Rabbi Carolina, 450 - Occhiena Delfina, 50 - Mattè Margherita, 5o.
Totale L. 8570.
BORSA D. ANDREA BELTRAMI.
Somma precedente: L. 155.
Clementina Perona, io. Totale. L. 165.
BORSA BUON SAMARITANO.
Somma precedente: L. 670.
Sac. Andrea Bettoli a nome di una pia persona, 1000 Totale L. 1670.
BORSA D. CIMATTI.
Somma precedente: L. 171.
Bigatti Alberto, 75. Totale L. 246.
BORSA DI COLLESALVETTI i S. QUIRICO».
Somma precedente: L. 617,55
D. Silvio Giovannoli pievano, 42 ). Totale L. 1217,55.
BORSA D. BOSCO FANCIULLO.
Somma precedente: L. 130.
Gale Cesare, n. Totale i.. 140.
BORSA GIUBILEO E RICONCILIAZIONE.
Somma precedente: L. 1240.
Dott. Francesco Casalbore, 260. Totale l.. 150o.
BORSA D. BOSCO EDUCATORE' (2").
Somma precedente: L. 15.393.30.
Niny Montini Cantalupo (offerta completa), 23,70 -- Luisa Vignoli, 100 - Bianca Barelli Chiavarino, 25 - Betta Rag. Guido, 15 - Giuseppina Vivalda, 15 -Raggi Anna Bertoldi,
500 - Novara Teresa, 5. »
Totale L. 16.077.
BORSA DIVINA PROVVIDENZA. Sonia precedente: L. 1003. Mariani Armando, 55.
Totale L. 1058
BORSA D. FRANCESIA.
Sostino precedente: L. 65o.
Maria Bianco, 5o. Totale I.. 700.
BORSA CARD. GIUSEPPE GAMBA.
Somma precedente: L. 1000.
Sac. Prospero Falletti, 100 - Una Cooperatrice, 25.
Totale L. 1125.
BORSA D. FEDELE GIRAUDI.
Somma precedente: L. 168o.
Can. D. F. Lavelli, 100 - Dott. Comm. Gottardo Angella, 500 - Un discepolo affezionato (Dr. Diomede Daina), 500 - Ex alunno Francesco Brunetti, 5o - Sac. Leone Leto, so.
Totale L. 288c.
BORSA INFANZIA ABBANDONATA.
Somma precedente: L. 11oo.
Luigi Merlo, 5o. Totale 1.. 1150.
BORSA MONS. LASAGNA.
Somma precedente: L. 6669,70.
Ernestina Mazzetti, 5o. Totale L. 6719,70.
BORSA MADONNA DI LORETO.
Somma precedente: L. 1338,50.
Can. Wandregisilo Carbonetti, so. Totale I.. 1388,50.
BORSA MAMMA MARGHERITA.
Somma precedente: L. 9657.
Contarini Checchina La Rosa, 5 - E. M.. 5 -- Una mamma, 5o - Coniugi M. S., 1550 - E. M. i s,s. Totale L. 10067.
BORSA MONSIGNOR MARENCO.
Somma precedente: L. 2791.
A mezzo Sìg. Canali, 92,50. Totale L. 2883,50.
BORSA MARIA AUSILIATRICE (20a ).
Semina precedente: L. 10.652,8o.
G. Passalacqua, 25 - Tommaso Lixi, 500 - N. N. (Torreselle,Padova), 1ooo-Camillo Siciliano, 1oo-Merusi Maria, too - Fratelli Rolanli, So - Checchina Maiorano Papavia, 50 - Giuseppina Ciarrocchi, 25 - Ferrarini Giovanni, io - Lisa Salomani, 5 - Brando America, io -- Antonietta Cavinato, 150 - Clotilde Nigra, Ved. Scavia, 5o-Pavia Angiolina in suffragio dello zio D. Francesco Cotta Ramusino, 100 - Pavia Angiolina, 130 - Sig. Negri, 200 - Ferodo Domitilla, io - Prof. Luigi Borio, 10o - Bulatich con speranza di grazia, 5o.
Totale L. 13.317,90
BORSA MARTIRI GIAPPONESI.
Somma precedente: L. 7279,50.
N. N., 19o - N. N. G., io - Chiarle Natalina, io -- Coleri Teresa, 5.
Totale L.. 7494, so.
BORSA D. L. NAI (2a).
Somma precedente: L. 11.327,05.
Da varie, 90 - D. Rosa Mortare, 50 - Sorelle Campana, 100 - Olivero Andrea, io -- Campana, 1000 - Scalvini Luigi, So - a mezzo Sig. Frano, 20 - Sig. Nai, 5o - Dal D. Bertagna (raccolte), 68,15.
Potale L. 12.765,20.
BORSA D. MICHELE RUA (29.
Somma precedente: L. 10.979,75.
Sr. Marie 'Fherese, 100 - Canello Natalia, 15 - Mons. Bracci Venturino, 15o - Russo Giuseppe, 10 - Maria Ceci, 20 -- Giulia Accornero, raccolte col Boll. 2486, 35. - Dott. Isidoro Del Boca, 1000 --- Can. Antonino Mangano, 82 - Sebastiano Imparato, 25 -- Baruero Carolina, 1o -- Odone Giacomo, io - Raccolte dalle sig.ne Anna e Paola Bergere, 115. Totale L. 12.881,35.
BORSA D. MARCO NASSO'.
Somma precedente, L. 4924,00.
Famiglia Peretti, r, 50 - C. M., o,5o - Sordello Teresa, i. --- Coniugi Fosco, e - Stoppa Rosa, z - A. M., io - R. M., 5 - Aimar Annetta, 6. Totale L. 4951,00.
BORSA MONS. GIUSEPPE NOGARA.
Somma precedente: L. 3514,75.
Fadini Francesco, 5 - Micoli-Someda Giovanna, ioo
-
Rodaro Teresa, 5 - De Anna Antonio, 5 - Fior Elisa, 5 - Avv. A. Botto, io - cassetta studio Botto, 31,05 - N. N., 5 - Gaspardo, 2,50 - Balbusso Silvio, 2 - Bolognato, 3 - Tavano, 3 - Mini Eugenia, 1 - Botto Maria, io - Lazzarini G. e Rizzi M., 25 - Don L. Venuti, 5 - N. N. ioN. N. 20 - Volpini Filomena, io - N. N. 3.
Totale L. 3776,30.
BORSA REGINA DI MONDOVi'.
Somma precedente: L. 250.
5 Famiglia Ricchiesi, 4.5 - Agnese Zoppi, 5 - Anna Montino, - Gregorio Maddalena, 5 - Danni Giovanni, 100.
Totale L. 410.
BORSA PIER GIORGIO FRASSATI.
Somma precedente: L. 1434.
Ing. Armando Conto (Chicago), 100 - Vittoria Di Alessandro, zoo, raccolte col Boli., 9o - Coccone Vittoria, 5o.
Totale L. 1874.
BORSA PIO X.
Somma precedente: L. 6907.
Caprile Luigi, i5 - Una signora romana, 6o.
Totale L. 6982.
BORSA D. PISCETTA.
Somma precedente: L. 58 r2.
Lucia Vassalli, 45 -- Gallante Francesca, ro.
Totale L. 5867.
BORSA PRINCIPI DI PIEMONTE.
Somma precedente: L. 1140.
Amalia Vassallo, 15. Totale L. r i53.
BORSA PICCOLI AMICI DI D. BOSCO.
Somma precedente: L. 950.
A. Fabbri, 100. Totale L. 105o.
BORSA D. P. RICALDONE (2a).
Per aver duplicato la pubblicazione di una lista, siamo incorsi nell'errore di accrescere il totale di L. 4.300. Correggiamo quindi la Somma precedente in L. 12.203.
Acuto Paolo, zo - Paronetto Antonio, io - N. N., 1500. - Rogna Celeste, io - Virginio Giuseppe, 5 - Ricaldone Agostino, 50 - licaldone Vincenzo, 5 - Ricaldone Pietro, 2 - Murale Giovanni, so - Raselli Pietro, io - Porta Evasio, 100 - Raiteri io --- Provera Vincenzo, 5o - San1arotto Battista, io -- Derartini Enrico, io - Sisto Giovanni, 6 - Ferrando Edoardo, 20 -- Falaguerra Aitonso, io_ Falaguerra Alessandro, io - Falaguerra Felice, I5 - Sisto Carlo, 5o - N. N. Strenna Natalizia, zoo - Garavelli Angelo, io - Volpi Paolo, 5 -- Coppo Agostino, 5 - Dottor
_. Caria Piana, 3o - Acuto Giuseppe, 5o - Rogna Pietro, 5o - Provera Andrea, 7 -- Dearbrosis Vincenzo, zo - Ricaldone Alfonso, s -- Debernardi Secondo, 1o - Rogna Giovanni e Fratello Luigi, 5o - Garavelli Carlo, 5o - Don Zavanone s Beneficiato i, io - Gatta Domenico, so - Sac. Finara D. Francesco, 5 - Provera Vincenzo, 15 - Avv. Giovanni Provera, zoo - Casco Giovanni, io - Porta Lodovina, zo - Provera Giovanni, io - Garavello Pio, 30 - Boccazzi Siro, so - Demartini Felice, 20 - Volpi Adolfo, 20 - Porta Eugenio, io - Provera Vincenzo, io - Nano Luigi, 30 - Ricaldone Luigi, 25 - Fratelli Rogna, 25 - Deambrosi Giuseppe, is - Deambrosi Pietro, 1o - Garavelli Leonino, 5o - Debernardi Giuseppe, i - Cav. Castellaro Evasio, io - Geom. Grillo Ulisse, r5 -,Margara, io - Teresa e li Isa l3auer, 200 - Porta Luigi, io - Marchese Lorenzo, io - Fratelli Ferrando, io - Sisto Isidoro, io - Ricaldone Vinc. Paolo e famiglia, 20 - Deambrosis Carolina, 5. - 13isoglio Ludovina, 5 - Sisto Lu:gi, 25 - Ferraris Carlo, roo -'t'ibaldi Carlo, io - Ricaldone Pietro, C. D., 3o - De Battisti Ernesta, 17,50 - Arzone Delfina, 20 - Porta Pietro ed Eligio, roo - Porta Vincenzo, io - Vanotti Virginia, 5 - De Anibrosis Secondino, is - Baldi Giovanni, io - Fumarco Felice, 25 - Sisto Luigi, io -- Sisto Vincenzo, io.
Totale L. 15.970,50.
BORSA D. FILIPPO RINALDI (3').
Somma precedente: L. 7684,85.
Sommariva Giovanna, 5o. Totale i,- 7734,85.
BORSA P. ANCHIETA.
Un signore di Goti (India) (P. José Lourdes), 155,90. - idem, 19o,4) - Mendez Gastone (Casa Anchieta di Virginia, Brasile), 462. Totale L. 808,30.
BORSA S. BENEDETTO.
Iniziata dal Sac. Ettore Maria Bigi di S. Polo d'Enza con L. zoo.
BORSA S. CUORE DI GESU', CONFIDO IN VOI. Somma precedente: L. 7492,50.
Maria Ferrari, 5 -- Maria Calvi, zoo - Giuseppina Vivalda, in - Selle Maria, io -- Ferraris Ottavio, io - Sorelle Bergese, 100 - Una signora di Roma (in suffragio dell'anima dello sposo), 100o. Totale L. 8827,50.
BORSA S. CUORE DI GESU' SALVATECI (2a). Somma precedente: L. 5501,6o. Coniugi Callierotti, 40 - Una cooperatrice, 25.
Totale L. 5566,6o.
BORSA SAVIO DOMENTCO (4a).
Somma precedente: L. 4.153,70.
Dalla Giusta Pietro, 10 - Garrone Luciano, 5.
Totale L. 4468,70.
BORSA S. ANTONIO DA PADOVA. Somma precedente: L. 745.
Rina Belli, 2oo - N. N., 4o - N. N., 25.
Totale L. 1710.
BORSA S. ANGELA MERICI.
Somma precedente: L. 485.
Ughetti Malvina, 15. Totale L. 5oo.
BORSA S. FAUSTINO MARTIRE.
So mina precedente: L. 5oo.
Demartini Agnese e Dionigi, 37 - Quattro pii benefattori, 15 -- La Franca Tranquillo, 1 - Demartini Enrilia, z - Selva Maddalena, 1 - Demartini Emilia E. M., 4 - Cattaneo Luigia io.
Totale L. 571.
BORSA S. FILOMENA.
Somma precedente: L. 300.
Dobrosvoling Filomena, 10oo. Totale L. 1300.
BORSA S. GIUSEPPE
Somma precedente: L. 3170
D. Gius. Arc. Neri, 5o - N. N. (Primaluna), 5o -- Clotilde Nigra.Ved. Scavia, 5o -- Ernesta Ailloud, 5o -- N. N. io.
Totale L. 3380.
BORSA S. TERESA DEL B. GESU' (10a).
Somara precedente: L. 5107,45.
Barbara Pradetto per Orsola De Pol, 5 - Ferruccio Pergolesi, rooo - Giuseppina Chiarlone, 5o- Bianca Martelli, zo - Anna Campanini, io - Ernesta Roletto nell'anniversario dell'ultimo viaggio della diletta Wilhelma, 50 - Bignotti Giacomo, io - A. Marcuzzi, io - Ruggi Anna Bertoidi, 500 - Sereile Bergese, roo - Rigo Marianna, io - Agostino Assiè, (Torino), zoo.
Totale L. 7072,45.
BORSA a VANGELO DI GESU' s.
Somma precedente: L. 18oo.
Dalla Famiglia Conti Pietro Avenuto per ricordare gli indimenticabili: Architetto Brunone Avenuto, che nella lettura del S. Vangelo Unificato trovò luce e rassegnazione soprannaturali: - e Prof. Don Puppo Giuseppe di cara familiare memoria, tono - C. R., 1ooo - P. Q.,.633,60 (collettrice) - Comm. Giuseppe Michele Atleta, 1oo - Maria Ved. Ferrero, so -- Angela Collino, 27 - Pezzana Maria, 15 - Mazzotti Lina, 15.
Totale L. 4540,60.
BORSA VERCELLI.
Somma precedente: L. 1720.
Versate dal Sig. Natale Signoretti, 1740.
Totale L. 3460,00.
BORSA MONS. LUIGI VERSIGLIA.
Somma precedente: L. 9382,50.
Giuseppe e Ferdinando Patrizi, 5o - Vagni Luigi, 25 - Cattaneo Luigia, 10 - N. N. (da Via Alessandria, Torino), io.
Totale L. 9177,50.
BORSA MONS. VERSIGLIA e DON CARAVARIO..
Sr. Angelo Carù, 50 - Cerrato Francesco, io - Vittoria Ruschenz, 100 - Bochicchio Vito (raccolte tra amici e conoscenti), 55 - Giov. Angelo Fasola, 5o - Coniugi Massobrio, 5o - S. Fantini, roo.
Totale L,. 415.
BORSA 5. VALERIO.
Sig. Scudo Giuseppe ed un suo amico, 22oo.
BORSA « D. CARAVARIO ».
Offerte dalla Mamma del martire pel missionario che prenderà il luogo del suo figliuolo 1000.
BORSA EUCARISTICA DEL PICCOLO SERAFINO G. BRUNI.
Isabella Balassi, 15 - C. S. (Catania), v.
BORSA S. RITA DA CASCIA.
Sorelle Natalina e Maria Valsecchi, io—.
BORSA SACRA FAMIGLIA.
Somma precedente: L. 230.
Gilardi Giovanni, 10o. Totale L. 330.
Un monumento a La Plata.
La provincia di Buenos Aires che tanto si è distinta nel festeggiare il B. Don Bosco (basta ricordare: S. Nicolàs de los Arrojos che prima accolse i Salesiani, intitolò a Don Bosco una delle vie principali - Ensenada fece altrettanto - la Società delle Ferrovie del Sud battezzò col nome del Beato la nuova stazione al 15° Km. sulla via Quilmes) ha aggiunto un nuovo omaggio al grande Educatore.
L'Eccellentissimo Governatore della Provincia, prevenuto dalla Società delle Ferrovie nell'omaggio che desiderava offrire alla memoria di D. Bosco, volle effettuare egualmente una sua iniziativa verso il Beato e stabili l'erezione di un monumento sulla piazza sita al punto d'incrocio fra la diagonale 73 e la 58a via. Il monumento consistente in una bella statua di bronzo su piedestallo di marmo, fu solennemente inaugurato il 28 aprile u. s. dal Governatore Sig. Dott. D. Valentini Vergara, presenti il Ministro dei Lavori Pubblici, l'Intendente Municipale, il Capo di Polizia, il R. Console d'Italia sig. Romolo Bertucioli, il Comandante del 7° Regg. Fanteria e una straordinaria folla di popolo.
Dopo l'esecuzione dell'Inno Nazionale cantato da migliaia di Alunni dei Collegi salesiani di Buenos Aires e La Plata, il Presidente della Commissione, Sig. Campodònico, esaltò con un vibrante discorso i meriti e le virtù di Don Bosco. A lui seguì il Sig. Raul Ferrando esponendo in mirabile sintesi le ragioni per cui Don Bosco è degno di essere esaltato con un ricordo imperituro. Scoperto il bel monumento una massa di oltre 600o alunni salesiani sfilò dinanzi alla statua, cantando inni di gloria.
Don Bosco commemoralo all'Augusteo.
Nell'ampio e maestoso Augusteo di Roma, alla presenza di un numerosissimo pubblico, il Comm. Prof. Nazzareno Padellaro, Provveditore agli Studi del Governatorato, ha tenuto una bella commemorazione del Beato D. Bosco. Propostosi come tema « Il messaggio educativo di Don Bosco », l'illustre oratore lo ha svolto con competenza pedagogica e con una profonda conoscenza del metodo educativo del grande Maestro, di cui si è gloriato d'essere stato allievo.
Messi di fronte il truce giovane comunista Kostia Riabtzer, che nell'autodifesa in tribunale proclama non esistere nè il bene nè il male, e l'angelico alunno di Don Bosco Savio Domenico, che tra il bene e il male pose la sua vita gridando: « La morte, ma non peccati », l'oratore afferma che questo eroico proposito del pio giovinetto è il particolare messaggio educativo, affidato dalla Provvidenza a Don Bosco, per diffonderlo tra i giovani: messaggio che è una parola di vita dettata dalla morte.
Quale posto assegnare a Don Bosco tra i pedagogisti? Per un classificatore di metodi e sistemi la cosa non è facile. Don Bosco con un atto di umiltà aveva intuito che i sistemi sono cose morte e l'educazione è cosa viva. Al Superiore del Seminario di Montpellier, che gli chiedeva il segreto della sua meravigliosa pedagogia, egli rispondeva: « Il mio sistema, il mio sistema... non so nemmeno di averne. Se ho un merito è quello di aver agito, seguendo la voce del Signore e adattandomi alle circostanze ».
Due presupposti dell'educazione.
Dopo un lucido accenno alla nuova Scuola attiva, che vuol difendere la spontaneità del fanciullo, mettendolo in condizione di esprimere liberamente se stesso, e alle antitetiche deduzioni di pedagogisti, che pongono il fanciullo sugli altari o lo trascinano nel fango, l'oratore sostiene che vi sono due presupposti essenziali ad ogni educazione: Iddio e la grazia; paurosi spettri per la sapienza moderna che si crede chiamata a difendere l'uomo da Dio e la libertà dalla grazia. Ma oggi fortunatamente si può porre il problema dell'educazione in termini più estremi e quindi più sinceri, oltre la zona grigia del compromesso e dell'astensione, come l'han posto l'Italia e la Russia: con Dio - contro Dio. Sarà dolorosissima l'esperienza della Russia, ma servirà a far vedere, come sul petto squarciato di un suicida, la forza devastatrice d'un'idea folle. Don Bosco ha mostrato la vittoriosa efficacia dell'educazione con Dio, dando alla volontà del fanciullo il sussidio più valevole, la grazia. Nemo psycologus nisi biologus, afferma Hall; - nemo paedagogus nisi biologus, integra il Ferrière; e Don Bosco per rispondere a tutti, biologi, psicologi e pedagogisti: Nemo paedagogus nisi christianus.
Dopo aver osservato argutamente che un insegnante cristiano non è per ciò stesso un educatore cristiano, l'oratore afferma che la grande intuizione di D. Bosco è questa: Non c'è vera educazione senza azione di presenza di Dio nell'anima del fanciullo. E nel far sentire questa azione di presenza di Dio rifulge tutto il genio di Don Bosco.
La pedagogia del Beato.
Egli comprese che prima che il fanciullo dica di sì a Dio, è necessario che l'educatore dica di sì alla fanciullezza. Così Don Bosco ha accettato gli schiamazzi, le importunità, le vivacità di carattere, le varietà d'indole, i difetti: ha amato i giuochi, i divertimenti fino al punto di fare della ricreazione uno degli atti più importanti della giornata. Ecco come Don Bosco ha detto di sì ai giovani.
A tutto egli domanda la nota di gioia, senza
pregiudizio di dignità da custodire. Ma lo stesso Don Bosco, che saluta i giovani in questo modo originale: sta' allegro! è il creatore di un'originale pratica religiosa tra i giovani: l'Esercizio della Buona Morte. Una volta al mese i giovani si confessano e si cómunicano come se fossero nell'ultimo giorno della loro vita. E quel giorno, dopo la pia pratica, lo schiamazzo nelle ricreazioni è più intenso con quella gioia, che sa guardare con occhio sereno, anche la morte, considerandola come il trapasso alla vera vita. C'è un modo di veder terribile il volto della morte; non guardarla mai! -osserva giustamente l'oratore. - Don Bosco intuì che l'ombra della morte si sarebbe proiettata paurosa in tutta la vita del fanciullo e volle provvedere. L'oratore non esita a definire come la più grande scoperta pedagogica questo esercizio religioso con cui Don Bosco fa traversare dai fanciulli il cono d'ombra proiettato dalla morte. È un vero atto di rivoluzione educativa, che si estenderà e pervaderà quelle dottrine che sinceraniente cercano la perfezione umana. Anche l'Italia -- osserva a questo punto l'oratore - per rinnovellarsi ha scelto il simbolo della morte, la camicia nera: e sotto questo simbolo è fiorita la gioia della rinascita. Concludendo l'oratore scioglie un alato inno alla giovinezza, conce l'ha voluta Don Bosco. La dotta e originale conferenza fu seguita con la più viva attenzione e applaudita più volte calorosamente dal numeroso e scelto uditorio.
Prima e dopo la conferenza, la Schola Cantorum dell'Ospizio del S. Cuore, sotto la direzione del Maestro salesiano D. Antolisei esegui con vera finezza d'arte e splendido colorito due madrigali a 4 voci miste senza accompagnamento. Le due poderose composizioni furono vivamente apprezzate per lo stile polifonico del secolo di Palestrina, così bene vivificato dall'arte moderna. E il pubblico espresse calorosamente la propria ammirazione al Maestro ed agli esecutori.
LANZO. - Imponenti e pel numero dei partecipanti e per vivissimo entusiasmo si svolsero le feste di Lanzo in onore di D. Bosco, il 25 maggio. Sfarzoso fu il ricevimento della reliquia, recata dal Rev. Sig. D. Bartolomeo Fascie, direttore generale delle Scuole Salesiane, e rappresentante del Rev. Sig. D. Rinaldi: erano ad attenderla S. E. Mons. Calabrese vescovo di Aosta col clero, autorità e popolo, che processionalmente la scortarono per le vie pavesate di bandiere e archi trionfali. Alla storica torre il corteo sostò, mentre il Podestà scopriva la lapide con cui viene intitolata a D. Bosco la via che dà accesso al Collegio Salesiano, fondato nel 1861.
Dopo le funzioni religiose, sulla piazzetta del Collegio, venne inaugurato un pregevole monumento a D. Bosco dello scultore Nori, alla presenza di un folto stuolo di ex allievi, delle Loro Eccellenze Mons. Milone, vescovo di Alessandria, e Mons. Calabrese, vescovo di Aosta, delle Autorità e della popolazione : vibranti furono i discorsi.
Anche nel salone D. Puppo fu molto ammirato l'affresco del Crida, del quale discorre in queste pagine il nostro Don Giulivo.
CASTELLAMMARE STABIA. - La festa della beatificazione di D. Bosco ebbe nel Duomo di Castellamare uno svolgimento grandioso e devoto. Vi parteciparono con vero trasporto le Loro Eccellenze Mous. Ragosta, vescovo diocesano, Mons. Moriondo, vescovo di Caserta, e Mons. Melchiorri vescovo di Nola e Mons. Del Bene vescovo di Cerreto Sannita, che si avvicendarono nella predicazione del triduo e nei pontificali del mattino e della sera. Le Autorità di Castellammare intervennero a rendere più sontuosa la glorificazione di D. Bosco e presero pure parte alla Commemorazione che del Beato fece con grande competenza il Cav. di Gr. Cr. Antonio Iodice, presidente della Corte d'Appello di Napoli, trattando della Fede e patriottismo nell'apostolato educativo del Beato.
Tutto il popolo partecipando alle feste del nostro Fondatore, ha da esse tratto un'altissima influenza di fervore, di pietà per la celebrazione del mese Mariano.
GUSPINI. - Per quattro giorni il valente oratore D. Paolino Bartolini nella chiesa parrocchiale di Guspini ha tracciato la complessa figura di D. Bosco e della sua santa attività davanti a una straordinaria massa di fedeli, disponendoli a una celebrazione devota ed entusiastica. La festa ebbe l'onore della presenza di S. E. Mons. Emanueli che compì le funzioni, consacrò la scolaresca al Sacro Cuore di Gesù e presiedette alla magnifica accademia organizzata dalle Figlie di Maria Ausiliatrice in omaggio a D. Bosco. Egli inoltre distribuì la prima comunione a circa 15o bambini, assistette pontificalmente alla Messa solenne e partecipò col Capitolo, colle Autorità e popolo alla grandiosa processione.
PAVIA. - Molto solenni furono le feste svoltesi nella parrocchia di S. Maria del Carmine di Pavia, dopo una sacra missione. I Cooperatori salesiani della città vi parteciparono in gran numero col popolo, e tennero anche un congresso sotto la presidenza di Mons. Prevosto. Nella bellissima chiesa, splendente di luci e di addobbi, la soave figura del Beato dipinta da Bice Sormani, esercitava un fascino speciale sulle anime.
Mons. Ballerini, vescovo diocesano, e Mons.
Manzini di Torino tennero pontificali e parteciparono alla processione riuscita assai grandiosa pel concorso del popolo.
ALASSIO. - La buona popolazione della graziosa cittadina ha partecipato con straordinario fervore alla festa dell'11 maggio in onore di D. Bosco. Sono ancora molti in Alassio che hanno personalmente conosciuto il Beato: tutti poi lo conoscono attraverso la benefica opera che svolge da tanti anni il Collegio Salesiano Municipale.
Il triduo, dettato nella Parrocchiale da Mons. Evasio Colli vescovo di Acireale, ebbe un uditorio numerosissimo e devoto, che nel giorno della festa assunse proporzioni veramente straordinarie. Mons. Cambiaso vescovo di Albenga e Mons. Bagnara, abate mitrato benedettino, gentilmente prestarono il loro attivo concorso pei pontificali solenni.
Nel pomeriggio le Loro Eccellenze presenziarono insieme a S. E. il Sen. Giovanni Celesia, al Commissario Prefettizio, alle Autorità, agli ex allievi e al popolo alla magnifica commemorazione di D. Bosco e all'imponente processione che sfilò devotissima per le vie di Alassio tra una fitta massa di popolazione.
Sul tardi nel cortile del Collegio si svolse un brillante trattenimento musicale, cui presero parte la Banda cittadina e la valorosa Corale di Spezia diretta dal M° Don Cóncina, eseguendo con meravigliosa perfezione scelti pezzi di autori.
SAN SEVERO. -- I festeggiamenti di San Severo in onore di D. Bosco ebbero proporzioni veramente imponenti. Preceduto da una commemorazione civile fatta dal Prof. Panunto al teatro « Principe Umberto » presenti le Autorità cittadine e S. E. Mons. Cuccurollo, vescovo di Bovino, il triduo si svolse solennissimo nella ricca cattedrale con la partecipazione di associazioni e di popolo. Quattro eccellentissimi Vescovi si alternarono nelle funzioni e nella predicazione del triduo e della festa, celebrata
SALE CASTELNUOVO. Devota e solenne la festa celebrata per iniziativa del Rev. Sig. Prevosto in onore del Beato il 27 aprile. Vi prese parte tutta la popolazione, e, al completo, la scolaresca coi rispettivi insegnanti. Le funzioni religiose in Parrocchia riuscirono solenni e furono completate da una magnifica accademia nell'Asilo delle Figlie di Maria Ausiliatrice alla quale intervenne tutta la popolazione.
NOCI. - La buona popolazione di Noci ha consacrato la giornata del 27 aprile in onore del Beato D. Bosco, partecipando con devota pietà alle solenni funzioni svoltesi nella antica cappella della nobile Confraternita del Purgatorio, ad iniziativa del Rev. Primicerio D. G. B. Notarnicola. Messa, discorso, Te Deum, benedizione e bacio della reliquia furono altrettante fasi della viva devozione della cittadinanza che volle dire a D. Bosco la sua fede e il suo amore.
il 27 aprile. La processione eucaristica di chiusura si svolse tra la commozione vivissima della folla con l'intervento ufficiale delle Autorità.
FERRARA. - Solenni onoranze ha tributato Ferrara al Beato Don Bosco. Le feste, iniziatesi con una conferenza del missionario D. Sante Garelli al teatro Verdi, si svolsero con tridui di predicazione in Cattedrale, a S. Benedetto e a S. Maria in Vado, e con la solennità del 4 maggio, a cui presero parte Mons. Ernesto Coppo e S. E. Mons. Bovelli arcivescovo di Ferrara con concorso straordinario di popolo. Al pontificale, presenti tutte le Autorità cittadine, Mons. Bovelli pronunciava una smagliante omelia in lode del Beato.
Nel pomeriggio, dopo i vespri pontificali, dalla Cattedrale al tempio di S. Benedetto si svolgeva una grandiosa processione cui parteciparono S. Em. il Card. Nasalli-Rocca, arcivescovo di Bologna, l'arcivescovo di Ferrara coll'Ausiliare Mons. Lotti, Mons. Mondaini vescovo missionario, Autorità, Associazioni e una folla enorme di popolo. A S. Benedetto il Card. Arcivescovo di Bologna rivolse al popolo vibranti parole e impartì la benedizione eucaristica.
Alla sera il Comm. Avv. Masera ha inaugurato un busto di bronzo del Beato offerto dagli ex Allievi; indi è stata proiettata la pellicola « La gloria di D. Bosco ».
L'indomani Mons. Anselmo Rizzi vescovo di Adria e Rovigo tenne il pontificale di chiusura con omelia in S. Benedetto. Seguì in fine la commemorazione civile del Beato al teatro comunale, con un discorso del Dott. Nello Quilici, ex allievo salesiano.
SCHIO. - Tutta la cittadinanza con una superba adunata giovanile (tra cui 4000 soci della G. C. I. con 95 bandiere) e con l'intervento dei Vescovi di Vicenza Mons. Rodolfi, di Padova Mons. Elia Della Costa, e di Chioggia Mons. Mezzadri, ha glorificato la santità di Don Bosco con una giornata tra le più memorabili della vita religiosa locale. Il triduo predicato al Duomo da Mons. Mezzadri ammirato ed efficacissimo oratore, preparò gli animi alla più entusiastica celebrazione del Beato. La processione della reliquia nella traslazione al Duomo riuscì imponentissima, seguita dal pontificale di Mons. Ridolfi che ha rievocato in una splendida omelia gli insegnamenti di D. Bosco sull'educazione cristiana. Dopo si svolse all'Oratorio la commemorazione civile fatta dall'Avv. Gelmetti alle migliaia di giovani frementi di entusiasmo. Nel pomeriggio Monsignor Vescovo di Padova disse in Duomo il panegirico di D. Bosco, religiosamente ascoltato dall'immensa moltitudine. La giornata ebbe pure una bella attrattiva nella artistica esposizione missionaria.
FIUME. - Nel Duomo di Fiume, il Beato D. Bosco ebbe onoranze vibranti di fede e di entusiasmo. L'efficace eloquenza del sac. Dott. Annibale Giordani e del P. Raffaele Radossi attrasse gran concorso di popolo al triduo nella parrocchiale del SS. Redentore e nell'Oratorio. Il giorno di chiusura tutta la Parrocchia con un corteo devoto capitanato dal Rev. Parroco, pellegrinò all'Oratorio per deporre il suo dono all'altare del Beato e fare una commovente Comunione generale.
Al pontificale di Mons. Sain, il Duomo era gremito di Autorità con a capo S. E. il Prefetto della Provincia e di popolo, che partecipò pure con slancio di devota pietà alla processione del pomeriggio, riuscita veramente magnifica.
ASSISI. - Ottimo pensiero fu quello di un gruppo di Terziari della Basilica di S. Francesco, di commemorare nella più antica chiesa di Assisi (S. Maria Maggiore) il glorioso Confratello che tanto bene operò nel mondo intero per la. Chiesa e per la società.
Premesso un triduo, la festa ebbe il 27 aprile il suo svolgimento con la partecipazione di S. E. Mons. Giuseppe Placido Nicolini, vescovo diocesano, che celebrò la Messa della Comunione Generale, disponendovi con fervide parole i giovinetti, e tessè nel pomeriggio con efficace eloquenza il panegirico di D. Bosco, impartendo quindi la benedizione col Santissimo.
Spiccava sull'altare tra luci un bel quadro del Beato, dono di un Salesiano concittadino.
La parte musicale fu eseguita a perfezione dalle giovani dell'Istituto Benedettino di San Giuseppe, gentilmente concesse dalla Superiora.
I devoti hanno rivolto al Beato un voto del loro cuore, che presto abbia a sorgere in Assisi un Oratorio Festivo per l'educazione della gioventù. Ringraziando di quanto essi hanno fatto in onore di D. Bosco, auguriamo di cuore che il loro voto si compia cori la protezione del nostro Beato.
CARDOSO DI STAZZEMA. - Da tempo ottime persone dell'ameno paese apuano pensavano a glorificare il B. Don Bosco, e loro parve giunta l'occasione propizia allorquando una pia signora di Parma regalò alla parrocchia una bella tela di Don Bosco.
Sorse allora un attivissimo Comitato che in piena armonia col parroco Sig. Don Aristide Gherardi organizzò festeggiamenti solenni e grandiosi, provvedendo a tutto; addobbi, archi di trionfo, illuminazione, musica, ecc.
Un devoto triduo, mentre preparò gli animi alla solennità, richiamò per la Domenica in Albis gran numero di gente dai paesi vicini, che presero vivissima parte alla Messa solenne, alla processione e assistettero alla luminaria e al concerto della serata. L 'effigie del Beato fu accolta con venerazione in tutte le vie del paese e, speriamo avrà diffuso ovunque grazie e benedizioni.
Giungano i nostri vivissimi ringraziamenti al Rev.mo Sig. Parroco, ai Membri del Comitato, Sig. Dario, Nello e Giulio Battelli, Deri Euro, Luigi e Beniamino Marcucci, alla Insegnante Toti Tecla, e a quanti si adoperarono per la riuscita delle feste.
LUGO. - Le feste di Lugo riuscirono animatissime. Si apersero con l'accademia tenuta nel Politeama Venturini, durante la quale il Prof. Cremonini dipinse al vivo il Beato e le sue opere. Dal Politeama la folla si riversò all'Istituto Salesiano, per partecipare al corteo del trasporto della reliquia alla Collegiata, dove si celebrò il triduo solenne e a cui presero parte in distinti giorni con speciali funzioni la gioventù femminile e maschile e il popolo.
Mons. Tribbioli, vescovo di Imola, Mons. Vettori, Vescovo di Pistoia, e Mons. Ernesto Coppo, si alternarono nei solenni pontificali del mattino e della sera, e nella predicazione. Al pontificale del giorno di chiusura tutte le autorità - che furono larghe di aiuti d'ogni genere alla bella glorificazione di D. Bosco - assistettero, con le associazioni e gli Istituti, partecipando eziandio alla magnifica processione della sera. Nel cortile dell'Istituto al ritorno della reliquia, Mons. Vettori rivolse al popolo ispirate fervidissime parole. Alle feste di Lugo presenziò come rappresentante del Rev. Sig. D. Rinaldi, il venerando D. Vespignani.
CASERTA. -- Ha scritto « Il Popolo di Roma »: - Le feste di Caserta sono state un trionfo della grazia di Dio. Don Bosco ha parlato a tutti i cuori: ha detto: - salvatevi l'anima! -Ed è stato felice chi non fece perdere nell'indifferenza la paterna parola, sussurrata, soffiata nell'orecchio dal Santo. - Così fu veramente.
Le feste si apersero con una commemorazione del Beato fatta dall'avv. Raffaele Iervolino, presidente della G. C. I., nell'ampio cortile dell'Istituto Salesiano riccamente addobbato. Parteciparono all'esaltazione di Don Bosco le Loro Eccellenze Mons. Cuccurollo, vescovo di Bovino, Mons. Del Bene, vescovo di Cerreto Sannita, Mons. Moriondo, vescovo di Caserta, Mons. Di Girolamo; tutte le autorità e le Asso ciazioni; e sopratutto la gioventù. La cittadinanza accorse alle funzioni del triduo e cooperò a dare alla processione il carattere di una vibrante manifestazione popolare verso il Beato, coll'adornare e illuminare superbamente le case.
Su proposta del Podestà on. Tescione, Caserta ha deliberato di intitolare a Don Bosco la via « Torino » dove sono le Opere salesiane.
Va ricordato inoltre che le grandiose feste Casertane diedero motivo ad una fioritura di opere artistiche sul Beato: le tele pregiate del professore napoletano Luigi Taglialatela riproducenti i due grandi miracoli di D. Bosco e Maria A. che sorride al Beato mentr'egli le offre una schiera di fanciulli: la tela del Sac. Prof. Busacca, raffigurante il Beato in gloria fra gli angeli, che fu esposta sull'altar maggiore nella chiesa salesiana; un ritratto del prof. De Core ex allievo di Caserta; la statua del prof. Delle Site e un quadro del salesiano Don Gangi - opere tutte che riscossero ammirazione e lodi.
LINGOTTO (TORINO). --Anche al Lingotto, per iniziativa delle Figlie di M. A. che dirigono un florido Asilo, si è celebrata con fervore di entusiasmo la festa di D. Bosco, preceduta dal triduo, e terminata con una magnifica conferenza con proiezioni sul Beato.
ESERCIZI PER PIE SIGNORE E SIGNORINE nell'Istituto delle Figlie di M. A. in Nizza Monferrato.
Anche quest'anno nell'Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice in Nizza Monferrato, verrà dettato, da Sacerdoti Salesiani, un Corso di Esercizi Spirituali per Maestre, Pie Signore, Signorine, Ex Allieve e Cooperatrici Salesiane.
Questi Esercizi, che da molti anni avevano luogo nel mese di Agosto sono rimandati, per insistente richiesta delle interessate, dal 3 al. l'8 di Settembre.
Le Esercitande verranno alloggiate nell'Istituto in camerate ariose e belle a letti con tende.
La retta è fissata in L. 10 giornaliere. Chi desiderasse qualche riguardo speciale, o per vitto o per camera, potrà averlo dietro richiesta e con relativo compenso.
Le domande per la partecipazione ai Santi Esercizi con la specificazione del proprio desiderio, siano rivolte alla Rev.da Direttrice dell'Istituto N. S. delle Grazie - Nizza Monferrato (Alessandria) prima del 3o Agosto.
Il missionario D. Dalmasso scrive in data 6 aprile al Sig. D. Rinaldi comunicandogli una non lieta notizia : l'improvvisa irruzione in Nam Young di reparti dell'esercito comunista che devastò poco fa il Kiang Si distruggendo varie missioni fiorenti dei PP. Lazzaristi americani.
Il Rev. P. Edoardo Young, che per scampare alle ricerche dei comunisti aveva dovuto rifugiarsi provvisoriamente a Nam Young, presso la nostra residenza, ha dovuto prendere la via per Shiu Chow, mentre i nostri si sono concentrati a Chi Hing.
Non sappiamo ancora quali danni hanno subito le varie nostre residenze del distretto di Nam Young: il missionario D. Dalmasso si è affrettato a salvare le cose più necessarie e preziose, nascondendole, ma chi può dire se, dilatandosi conce una macchia d'olio l'invasione, ritroverà poi ancora qualcosa? Oltre al danno materiale c'è quello spirituale, assai più vasto.
Ai nostri amici e cooperatori raccomandiamo pertanto di pregare in modo speciale per questa nostra missione, affinchè la bufera in sviluppo non distrugga le fiorenti cristianità, cresciute dai sacrifici e dai sudori dei missionari salesiani.
*
Con successiva lettera del 15 aprile, Don Dalmasso comunica al Sig. D. Rinaldi altre notizie:
Le scrissi del nostro esodo da Chi Hing per l'invasione da parte dei bolscevichi della nostra missione di Nam Young. Gli invasori, al comando di Chu Mao, formano una banda di circa 5 mila uomini, che ha devastato negli ultimi mesi molte città delle provincie Fouk Kien e Kiang Si. Prima d'ora non era mai penetrata nel Kwang tung. Il 1° aprile, forzato il passo del Mei Lin alto 8oo m., i bolscevichi piombarono come un fulmine su Nam Young: per sei giorni saccheggiarono la città asportando circa 20 mila dollari, 800 fucili e molte munizioni.
Il mandarinato e sei grandi case private furono incendiate; le mura della città, presso le porte, furono smantellate.
Anche la nostra missione dovette pagare il suo tributo. I bolscevichi assediarono da tre parti la residenza e saltarono entro con la spe ranza di farmi prigioniero; io però ero già lontano. La residenza di Li Heu Kiau sofferse i danni più forti. Tutto ciò che poterono trovare fu asportato o deturpato; le statue della cappella, tra cui quella al naturale di S. Francesco Saverio dono della generosa Sig.ra Schena di Donato, fu fatta a pezzi. Rispettarono il quadro di Don Bosco nel parlatorio e di Savio Domenico in una scuola, mentre infransero quello del loro Sun Yat Sen.
Certo il danno sarebbe stato assai più rilevante se non avessi avuto la precauzione di mettere in salvo i paramenti e gli oggetti di valore.
Il mio catechista e la sessantenne catechistessa furono condotti legati per la città: i bolscevichi esigevano da essi la consegna del missionario, del cavallo, del riso, ecc... Poi i poverini vennero rilasciati.
L'8 di aprile tornai alla residenza col caro D. Ruffini. Egli fu più fortunato di me. Nella loro ritirata i bolscevichi passarono in parecchie migliaia a un metro dalla sua residenza, ma nessuno vi entrò per la fretta di fuggire.
Sto ora rimbiancando i muri tutti lordi di iscrizioni a caratteri cubitali contro l'imperialismo e contro la Chiesa Cattolica. Ma neppure ora si vive tranquilli e continui sono in città gli allarmi.
Purtroppo le notizie della vicina provincia del Kiang Si sono disastrose. Il Chu Mao, orgoglioso del trionfo riportato a Nam Young, ha assalito la città di Sing Feng ed ha avuto una nuova vittoria. Entrando in città i bolscevichi hanno compiuto una carneficina di cittadini: tutte le autorità caddero prigioniere e il povero mandarino legato con filo di ferro intorno al corpo, fu tagliato lentamente a pezzi.
Povera chiesa di Sing Feng, lavoro di 25 anni del P. Bonnanate, lazzarista di Chieri! I Padri Lazzaristi americani si son visti rovinare tutte le loro residenze: resta ancora quella della città episcopale di Kan Chow, già circondata da ogni parte dalle orde bolsceviche. In essa sono rifugiati Mons. O'Shea e Mons. Du Mont con 7 sacerdoti e 6 suore americani. Il Signore li protegga e li scampi dalla crudeltà dei nuovi tiranni.
Sac. UMBERTO DALMASSO.
D. Guarona, Pro Vicario di Shiu-Chow, invia al Sig. D. Rinaldi notizie dei solenni funerali celebrati alla salma di Mons. Versiglia. Stralciamo dalla corrispondenza alcuni particolari che torneranno cari anche ai nostri ottimi Cooperatori.
Alla notizia dell'eccidio, telegrammi e lettere pervennero a Shiu-Chow da ogni parte del mondo, esprimendo l'unanime esecrazione pel delitto e la più calda simpatia per la nostra missione così duramente colpita. Accorsero pure solleciti da Hong-Kong e da Macao confratelii carissimi per consolarci e animarci: poi giunsero le Loro Eccellenze, Mons. Valtorta da
Hong-Kong, Mons. Nunez da Macao, Mons. Walsh da Kong Moon e Mons Fourquet da Canton, in rappresentanza di S. E. Mons Costantini, Delegato Pontificio a Pekino. Anche il R. Ministro d'Italia a Pekino si è fatto rappresentare dal P. Spada dell'Istituto M. E. di Milano: vi erano inoltre P. Noval dei Domenicani, P. Alves dei Gesuiti, P. Pierrat delle M. E. di Parigi, i Padri Cinesi Yeung, Lei e Si-Tu, e tanti altri.
All'alba del 13 marzo giunsero in città molti cristiani dei villaggi; anche i pagani si accalcarono intorno alle venerande figure degli illustri Prelati. Shiu-Chow non vide mai tanta gente, non assistette mai a una cerimonia così imponente. È stata infatti la prima funzione religiosa svoltasi in pubblico: per la prima volta la Croce attraversò le grandi vie, rigurgitanti di gente che ammirava lo snodarsi di una lunga teoria di bimbi, orfani, studenti, suore, clero in cotta e quattro Vescovi colle insegne; e dietro al feretro scortato da una compagnia di soldati, un forte numero di cristiani ed amici. Il Mandarino stesso circondato dalla sua guardia, accompagnò la bara e assistè al pontificale di Mons. Fourquet e all'assoluzione del tumulo impartita da P. Spada e dai quattro Vescovi.
Allora la folla pagana, trattenuta nei cortili attigui, irruppe nella chiesa per accertarsi che realmente Mons. Versiglia venisse sepolto in chiesa, vedere il sacro rito e chiederne spiegazione, e fare anch'essa il suo devoto inchino alla salma. E come vide che tutto era stato compiuto secondo la voce che era stata divulgata, fu oltremodo impressionata dei nostri strani costumi europei di voler tenere in casa la salma e non relegarla lontano nei campi solitari.
Non si fecero discorsi, panegirici. Ma tutti dicevano coll'atteggiamento del volto quel che avevano nell'anima. Il Mandarino non potè esimersi dal dire: « È meravigliosa la Chiesa che dà alla società simili uomini, vittime del dovere, pronti a dar la vita pei figli spirituali! ». E i Vescovi aggiunsero: « Benediciamo il Signore che ha glorificato i suoi servi donandoci dei martiri, dei protettori, il cui sacrificio darà incremento al lavoro evangelico ».
« Non il requiem, ma il Te Deum - esclamò Mons. Valtorta - dovremmo cantare in questo giorno solenne, memorando; non condoglianze alla missione ed ai Salesiani, ma felicitazioni, perchè se umanamente è una perdita la scomparsa dei missionari, per la Fede è una gloria, per la Religione un acquisto ».
Anche la stampa esaltò l'eroismo dei prodi missionari e protestò contro lo stato d'anarchia dominante nel Paese.
D. Giov. GUARONA.
ONORIFICENZA PONTIFICIA.
Il S. Padre nominò suo Cameriere d'Onore il Rev. Sac. Dott. Angelo Ficarra, Arciprete di Canicattì, zelante decurione salesiano.
L'onorificenza fu comunicata a nome del Vescovo di Agrigento e del Rev.mo Sig. D. Rinaldi dal nostro D. Fasulo il 5 maggio nella ricorrenza dell'onomastico del novello Monsignore prima nel Salone dell'Oratorio Festivo M. A. in presenza dei Cooperatori, Associazioni e Circoli cittadini, indi nella chiesa madre al numeroso pubblico accorso per assistere alla conferenza sulla Cina, tenuta dal missionario salesiano Don G. Cucchiara.
Amatissimo Padre,
Sento il bisogno di ringraziare il buon Dio e l'Ausiliatrice per le grazie e le benedizioni che ci furono concesse in questi giorni di Paradiso. La settimana santa nella chiesa di Shillong fu celebrata con tutti i riti della Chiesa, pontificando Mons. Mathias e assistendo i 56 chierici salesiani. La grandiosità delle funzioni è un mezzo di evangelizzazione. Dai villaggi distanti accorrono numerosi i pagani, i cristiani, i catecumeni per assistere a questi santi misteri e ritornati alle loro capanne parlano per molti giorni delle meraviglie vedute dicendo: « Era bello, come in Paradiso! ».
Sono impressioni che non si dimenticano e accrescono negli altri il desiderio di vedere e conoscere la religione dei Roman. Le comunioni distribuite a Shillong nel solo giorno di Pasqua furono 15oo, i battesimi amministrati circa 100. Moltissimi non poterono soddisfare il precetto pasquale per la scarsità dei sacerdoti.
Prima del solenne Pontificale Mons. Mathias ebbe la consolazione di benedire la veste chiericale a due giovani nativi dell'India che si sono arruolati sotto la bandiera di Don Bosco. Essi si chiamano Joseph e George; fanno ora il noviziato cogli altri generosi giovanì venuti dall'Europa. Così il nome di Don Bosco affratella tutti per la realizzazione del comune ideale: condurre l'India a Cristo. Oh! amato Padre, questa vasta e nobile India conta 320 milioni d'abitanti; i cattolici sono poco più di 3 milioni! La nostra Congregazione ha sotto le sue cure l'Archidiocesi di Madras, la diocesi di Krishnagar e la Prefettura di Assam senza contare le opere nostre a Bombay e Calcutta! Come provvedere ai bisogni spirituali di tanti milioni d'anime? Solo chi è in Missione può comprendere l'importanza del problema delle vocazioni indigene e l'urgenza di non risparmiare sacrifici per quest'opera indispensabile. Intanto negli orfanotrofi di Shillong, Gauhati, nelle nostre scuole di Madras, Bombay abbiamo dei giovani che desiderano consacrarsi al buon Dio e lavorare esclusivamente per la salvezza dell'India.
Chi, potendo, non vorrà adottare uno di questi chierici nativi, chi non vorrà contribuire alla formazione d'un sacerdote nativo che pratico della lingua, degli usi del popolo, resistente al clima, come un fratello a fratello, possa annunziare più efficacemente la buona parola?
Prima di terminare non voglio nascondere la dolce emozione provata dopo i Vespri di Pasqua quando i nostri cristiani si radunarono nel cortile di Our Lady's House per presentare i loro auguri al capo della missione Mons. Mathias. Egli dall'alto della balconata della chiesa circondato dagli altri Padri ascoltò i loro canti, indirizzi vibranti di affetto e di riconoscenza, fece distribuire le caramelle ai fanciulli e infine li benedisse tutti. Era il padre buono che gioiva nel trovarsi tra i figli; e c'era nel volto di tutti dipinta l'allegria cristiana, la gioia della Pasqua, quel sorriso, diciamo così, di Dio, che è frutto della pace dell'anima!
Benedica, o amato Padre, questi suoi lontani figli assamesi, affinchè il regno di Cristo si estenda sempre più e il buon Dio ci mandi anche i mezzi materiali per sostenere tante opere.
Sac. A. FERRANDO Missionario salesiano.
Un'opportuna iniziativa.
Per la fine di Luglio saranno nella Città del Vaticano i doni che gli industriali e commercianti d'Italia invieranno al Pontefice per le missioni come omaggio nel suo anno giubilare.
Ci piace segnalare questa fruttuosa iniziativa, ideata da un gruppo di industriali e commercianti italiani costituitisi in Comitato, per dimostrare la loro deferenza a S. S. Pio XI e nel tempo stesso soccorrere le Missioni Cattoliche così vive al cuore del Pontefice.
Il Comitato, presieduto dal Sen. Stefano Cavazzoni, ha costituito comitati provinciali nelle principali città allo scopo di raccogliere oggetti di qualsiasi genere.
Nel prossimo settembre i doni verranno esposti nella Città del Vaticano e presentati al Papa che ne disporrà per le Missioni.
L'iniziativa - che ha incontrato molto favore - tende ad una finalità elevatissima di civiltà e di religione e dimostra quali sono i nobili sentimenti dell'Italia nuova verso il Pontefice e verso le Missioni. Auguriamo il più felice successo all'iniziativa, destinata a recare ai Missionari un aiuto tanto più apprezzato quanto più concreto e adatto alle necessità che essi sperimentano nel campo dei loro sacrifizi.
La festa di Maria Ausiliatrice.
Benchè contrastata dall'imperversare del maltempo, si è svolta al consueto ritmo di solennità e di entusiasmo degli scorsi anni. Ormai è festa fissata in un programma stabile di sontuosità e di fervida divozione, che non muterà gran che col variare degli anni.
La folla dei devoti gremì all'inverosimile il Santuario di Maria Ausiliatrice per assistere alla Veglia notturna, e alle funzioni solenni.
Al pontificale del mattino e della sera le Scholae Cantorum dell'Oratorio e dell'Istituto Internazionale della Crocetta hanno svolto splendide esecuzioni musicali, che la stazione Eiar di Torino trasmise per radio ai suoi abbonati e che lasciarono in tutti la soddisfazione di un vero godimento.
L'esecuzione - scriveva il Radiocorriere, N. 22 - risultò veramente di eccezione e degna di alta lode, tanto da far desiderare più frequenti le audizioni, molto pregiate, dell'affiatatissima compagine corale, la quale dalle ore 18, 15 alle 19, 15 trasmise altri brani di De Bonis De Rause, Mattioli e Pagella, eccellendo come già al mattino, nella perfezione dell'assieme e nello stile severo ed espressivo a un tempo delle musiche eseguite ».
Ben eseguite e molto apprezzate furono le due composizioni del M° Pagella: l'antifona O Maria Virgo potens e l'inno Saepe dum Christi, entrambe squisitamente ricche di sentimento. Nelle esecuzioni del 25, fu ottimo accompagnatore il M° Cav. Giuseppe Mosso, che eseguì pure musica di Dubois e Callaerts negli intermezzi.
Il tempo permise la processione tradizionale, che si svolse secondo il consueto itinerario e con la partecipazione ormai abituale di tante decine di migliaia di fedeli e delle masse spettatrici lungo il percorso. Le Loro Eccellenze Mons. Antonio Malan, Mons. Ernesto Coppo e Mons. Pinardi onorarono con la loro ambita presenza la processione precedendo il simulacro della Vergine Ausiliatrice, alla quale furono tesi per varie ore gli occhi e i cuori di turbe divote in uno slancio di elevazione e di fervida preghiera.
Maria, non dubitiamo, avrà risposto alle folle donanti fiori e preci con le grazie divine del suo materno affetto.
Liberato dal vizio della bestemmia.
Mio padre fin da giovane aveva il brutto vizio di bestemmiare per cose da nulla. Non potendo più sopportare simili ingiurie scagliate contro Gesù e Maria, ogni sera e mattina nelle mie orazioni presi l'abitudine di recitare una Salve a Maria Ausiliatrice con la giaculatoria, domandando alla Madonna che desse a mio padre la forza di correggersi della pessima abitudine. Dopo tanto tempo sono stata esaudita; ora mio padre si diporti in tal modo che sembra non abbia mai avuto il detestabile vizio. La Madonna accetti il mio vivo ringraziamento.
Acha L. F.
Mi ha guarito.
Con grande consolazione rendo pubbliche grazie a Maria Ausiliatrice per avermi guarita da grave polmonite. All'inizio della pericolosa malattia mi apparve in sogno D. Bosco il quale mi disse: - Ti sei presa la polmonite per essere andata a comunicarti il primo Venerdì in onore del Sacro Cuore di Gesù, ma la Vergine Ausiliatrice ti guarirà. Mi spiegò le fasi della malattia e le cure da seguire, e soggiunse: - La tua fede ti salverà: andrai in punto di morte, ma guarirai e loderai Dio e la Vergine, forza potente del Cielo. Così fu realmente.
Torino. CREsTo GIusEPPINA.
Risana la figlia.
Lo scorso mese di Luglio, mia figlia, insegnante si recava a Roma per affari concernenti la sua carriera. In quella città, colta da improvviso, misterioso malore, veniva trasportata in una casa di salute. Immaginarsi la nostra angoscia, quando ci comunicarono la tristissima notizia. Era partita alcuni giorni prima in ottime condizioni di salute, e non potevamo credere al malore che ci veniva dichiarato. Nella impossibilità di vederla o di prestarle soccorso alcuno, con tutti i famigliari mi rivolsi fiduciosa alla Vergine Ausiliatrice affinchè per l'intercessione del Beato Don Bosco, mi restituisse la figliuola come era partita. E la Madonna ci ascoltò. Dopo alcuni giorni mia figlia mi scriveva che era guarita e poco dopo la riabbracciavamo sana e salva, senza traccia alcuna del male sofferto e del grave pericolo corso.
Strevi, 1° maggio 1930
CAVATORE ANGELA MARIA.
Speranze appagate.
In un affare che mi stava molto a cuore sia per la mia famiglia che per me, ho ricorso con fiducia a Maria SS. Ausiliatrice e a D. Bosco ottenendo, proprio quando tutto sembrava tramontato, la realizzazione della mia più viva speranza. Rendo pubbliche grazie.
Darfo, 9 maggio 1930.
Avv. FELICE BONTEMPI.
Un nipotino risanato.
Aveva un mio nipotino di 6 anni seriamente ammalato di polmonite. In pochi giorni la malattia aveva raggiunto un punto assai pericoloso, data la complicazione della deficenza del funzionamento cardiaco. Il medico alle nostre interrogazioni aveva risposto crollando il capo quasi a convincerci che più nulla v'era da sperare. Fu precisamente in tal momento che il mio pensiero si volse con viva fede al Beato Don Bosco ed alla Vergine Ausiliatrice, invocai il loro aiuto potente e la mia preghiera venne esaudita. Superata la difficilissima crisi il bimbo incominciò a migliorare ed ora è in via di guarigione assicurata. Riconoscente offro quanto le mie forze consentono colla promessa della mia continua devozione.
FuMAGALLI CLOTILDE. Esprimono pure la loro riconoscenza a Maria Ausiliatrice e al Beato D. Bosco i seguenti.
COnIUGI GALLARATE (Carmagnola). Il loro Paolino di 8 anni, palpito da angina, poi dalla scarlattina e dall'otite, aggravandosi sempre più dovette essere curato in un ospedale. Nel timore di perderlo i genitori pregarono con fede M. A. e D. Bosco. Dopo un anno di suppliche ebbero la desiderata grazia di veder risanato il loro bimbo.
TAVOLA MARIA. Afflitta da gravi dispiaceri, ebbe sollievo e conforto ricorrendo a Maria Ausiliatrice.
L. C. (Cowley). Da 17 anni i suoi genitori, separatisi poco dopo il matrimonio, vivevano l'uno in America, l'altra in Italia. Complicazioni d'ogni genere eressero una barriera insormontabile fra i due. Allora il figlio ricorse a Maria A. con una novena. Al quinto giorno, dopo 14 anni di silenzio, i genitori si scambiavano una prima lettera... poi venne la grazia di una completa unione, che ora presenta tutti i caratteri di una stabile felicità.
CASETTA GiuSEPPE (Pralormo). Per la cornata ricevuta da una vacca al capo, il figlio ventenne dovette essere ricoverato al manicomio con la prospettiva di una disgrazia irreparabile. La famiglia raccomandò il poveretto alla protezione di D. Bosco e di Maria A. e contro ogni speranza si rimise completamente.
B. C. (Courmayeur). Riconoscente a Maria Ausiliatrice per la grazia di una guarigione ottenuta coll'intercessione di D. Bosco.
D. SILVIo LESNA per ringraziamento di aver la sorella ricevuta una segnalata grazia.
M. M. (Riva). Colta da un male improvviso e portata all'ospedale fu trovata in grave pericolo. Ricorse alla bontà di Maria e il male dileguò rapidamente.
G. G. (Pietraperzia). Ringrazia la Madonna e D. Bosco per un contrattempo mandato opportunamente ad impedire la partenza del figlio.
N. N. (Giaveno) per grazie ricevute dopo novena e triduo.
L. ELISA. Dopo cinque anni di persecuzione da parte di una famiglia per ingiusti sospetti, non potendo più tollerare si rivolse con una novena a Maria Ausiliatrice e, prima ancora che la novena fosse finita, la persecuzione cessò.
LUIGI SCARAFFIA (Torino). Colpito da grave malattia cronica si rivolse alla Madonna Ausiliatrice ed al Beato G. Bosco per attenere guarigione per sè e per la sorella anch'essa ammalata. Essendo molto migliorati invia offerta per le Missioni.
EUFROSINA P. Per aver avuto protezione e conforto in affari finanziariamente mal avviati, e per la guarigione del marito affetto da male all'occhio.
LIVIA ROGLIATTI per protezione avuta durante una malattia.
MADDALENA Pio (Andora). In seria apprensione per la mamma, colpita da grave influenza e di avanzata età, la raccomandò caldamente a M. A, e al Beato, avendo il conforto di vederla in breve ristabilita.
Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice o dal Beato D. Bosco, e alcuni, pieni di riconoscete a, inviarono ,offerte per la celebrazione di Sante Messe di ringraziamento, per le Missioni salesiane o per altre opere di D. bosco, i seguenti:
Ameiotti Margherita, Ablutan Antonio, Allievi Angela, A. G. (Ivrea), Allasino Luigi, Assini Titina per gr. ric., A. E. M. per gr. rie., Sig-ra Adriani (Roma), Albertis Caterina.
Bestarini Pensa Felicita, Baccino Giuseppina, Baccino Rocco, Bonifacino Maria, Bormioli Buzzone Mafalda, Bellini Emma, Ilagliani Lorenzo, Borella Gina, Berguet Serafino, Benetti Santa, Bonvicini Innocenta, Blackburn Luigia, Barbareschi Carlo, Battezzati Emilia, Adele Bicego Dal Pozzolo, Blandino Candida, Bergoni Maria per gr. rie., Balocco Rosina per gr. ric., Bovo Letizia, Busso Margherita, Beneduce Maria, Barberis Teresa e Carlo, D. Beccuti Novellone.
Carbone Vincenza, Cappellin Luigi, Civran Angela, Castegini Maria, Calosso Placido, Comino Teresa, Cencigh Cav. D. Antonio, Cavalli Giulietta, Chiarot Maria, C. E., Chiappella Felicina, Cioppi Sac. Giulio, Cristoforo Domenico, Costa Benedetta, Crea Gera Nerina, Cacopardo Concettina, Cuteri Maria, Cantone Paolina, C. M. (orecchini d'oro), Cuttica Caterina, Cerrato Luigia, Croset Caterina, C. S. per miglioramento ottenuto, Cordonetto Angela, Capello Anna, Corsini Clelia, Cena Ausilio per gr. ric., Creppi Aida.
De Mercanti Emma, Del Corno Giuseppina, D'Abbraccio Concetta, De Martino Anselmo.
Emmanueli Orsolina, Eusebietto Maria, Ella Enrico, Enrico Daniele Clelia, E. G. (Crema), Eustacchio Maddalena.
Fabrini Maria, Faggioni Rosa, Fiorini Ademo, Fraternali Grilli Primo, Ferrero Emilia, Ferro Elisabetta, Fumasoli Domenica, Franzone Camilla, Forano Stefanino, Farina Romilde, Teol. Alfredo Ferrero, Francia Giovanni, Freni Domenico per gr. rie.
Giudici Battista, Ghirardi Fiorina, Gonzaga Gertrude, Geramio Alfonsina. Gabbiani Rina, Guerrini Alfredo, Guerrieri Giannina, Gnerro Carolina, Gamalero Rosa, Giavini Radice Michelina, Ghiglione Giuseppina, Guerciotti Angelo, M. I. Garelli, Gino Maddalena per gr. rie., Ganna Modesta, Gatta Domenica.
Incardona Pasqualino.
Luoni D. Aldo, Livio Paolo, Lanino Giuseppe, Lombardi Attilio, Lago Nana, Livi Emma, Laneri Famiglia (Verduno).
Monti Luigia, Marchetti Elia, Manca Marietta, Melandri Santina, Monti Lina, Montabone Rita, Maestri Maria Sozzi, Meini Serafino, Monti Elena, Mugavero Filippo, Mori Ninetta, M. C. R. (Milano), Masento Maria, Mazzola Maria, Mostaccio Concetta, Maina Teresa Ternavasio, Maffè Carlo, Martinengo D. Francesco, Molinero Cesira.
N. N. (Mendrisio), Nani Carolina, N. N. (Valduggia), N. N. (Brivio), N. N. (Langstrasse).
Pilotti Adele, Pulciano Teresa, Pellegrinelli Giuseppina, Poli Carlo, Pronzato Maria, Perano Vittoria, Pogolotti Costantina.
Quadri Rosa.
Rollandini Cecilia, Ragazzo Maria, Rubini D. Gaetano, Rossello Don Giuseppe, Ratti Grandilia Ved. Goisis, Rosetta Maria, Rotto Sabina, Famiglia Rezzato.
Sinitò Grazia.
Toniolo Isolina, Tournoud D. Anselmo, Testori Maria.
Ubaldi Celeste, Uran Mariannina.
Veirana Adele, Virando Caterina, Sorelle Veglia, Vay Elena per gr. rie.
Zoppi Cannà Giuseppina, Zattarin Maria, Zeppegno Maria.
Bar.ssa Annunziata Narducci-Boccaccio nata Angelucci.
Ricca di meriti, all'età di anni 90, spirava nel bacio del Signore, in Macerata, addì 22 Aprile 1930. Aveva sortito da natura un'indole buona e generosa che, l'esercizio delle più elette virtù, portò a una grande perfezione. Ma fu sopratutto per la sua immensa carità che brillò quale angelo consolatore delle untane miserie, quale forte sostegno di tutte le opere di bene. E tutte le istituzioni cittadine di carità, tutti, gli istituti religiosi trovarono sempre apero il suo cuore materno.
Anche l'Opera Salesiana ebbe a godere più volte della sua squisita carità. I Figli del Beato Don Bosco, commossi, depongono sulla tomba dell'insigne benefattrice il fiore della preghiera e della riconoscenza.
Sacerdote di molto zelo, rivolse costantemente a gloria di Dio e a bene delle anime le belle qualità di mente e di cuore di cui l'aveva fornito il Signore. Il ministero della predicazione svolse con molto frutto in varie parti della Sicilia e della Tunisia: curò con ogni premura il culto della chiesa dei Cappuccini di cui era Rettore, abbellendo il sacro tempio con decorosi restauri ed ornamenti, perchè riuscisse degno di Dio: ma fu scrupoloso sopratutto dei suoi doveri sacerdotali mirando continuamente all'edificazione delle anime. La città di Alcamo dimostrò quanto dolore le sia costata la perdita di quest'ottimo sacerdote, partecipando con commozione ai suoi funerali e alle preghiere di suffragio.
Cambiava la terra pel cielo il 6 febbraio u. s. dopo 7o anni di vita esemplarmente cristiana. Non ci è possibile dire qui delle sue virtù; basterà ricordare la sua fervida pietà che preparò il figlio sacerdote al santuario e ne favorì l'inclinazione alla vita apostolica; la sua carità che non solo la portò a soccorrere con tenerezza materna i poveri, ma con zelo spirituale le anime più restie alle grazie di Dio.
Dal marito, già assistente all'antico Oratorio Salesiano di Cremona, e ancor più dall'aver conosciuto personalmente il Beato D. Bosco, si formò quello spirito salesiano che essa ebbe e per cui ne parlava ogni giorno e appassionatamente seguiva le vicende delle Opere Salesiane nel mondo. Col figlio volle essere presente a Roma per la beatificazione di Don Bosco e considerò quella fortuna conte il più bel regalo delle sue nozze d'oro. In ogni ambiente della sua casa volle esposta l'immagine di D. Bosco ed altre molte distribuì a profusione nei cassetti, tra i libri, sotto il guanciale del letto, nelle tasche dei vestiti.
D. Bosco fu il pensiero devoto, l'esempio di ogni giorno per questa zelante cooperatrice che modellò la sua vita sulla virtù del Servo di Dio e spirò serenamente nella pace dei giusti dicendo: Vado a vedere D. Bosco!
Al marito, oggi invalido, al figlio prof. Don Luigi, ai parenti l'espressione più viva del nostro cordoglio coll'assicurazione delle nostre preghiere in suffragio dell'estinta.
Sac. Giuseppe M. Beauvoir.
Era oramai il decano dei nostri missionari.
Nato nel 1850 a Torino, entrò da giovanetto all'Oratorio e restò con Don Bosco aggregandosi alla Congregazione Salesiana. Nel 1875 fu ordinato sacerdote e tre anni più tardi nel 1878, mentre era insegnante nel Collegio di Alassio, Don Bosco gli propose di partire per l'America.
Partito con la spedizione del 1878, dopo una breve tappa nell'Uruguay (1878) e a Buenos Aires (1879), egli raggiunse il suo campo di lavoro nella Patagonia e nella Terra del Fuoco, dedicandosi con tutte le sue forze alla salvezza dei poveri indi. Forse Don Beauvoir fu il missionario salesiano che ha compiuto il maggior lavoro e che più a lungo si è mantenuto in contatto con quelle tribù.
Prese parte, come cappellano, alla spedizione del gen. Villegas nelle Ande (1882-83), e si meritò pel suo zelo un alto elogio e la medaglia d'argento. Poi passò 25 anni evangelizzando le frontiere del Sud e dell'Ovest della Patagonia.
Fu il braccio destro di Mons. Fagnano, ed ebbe come lui il coraggio delle imprese arrischiate e lo slancio temerario tra le difficoltà di varia natura. La missione della Candelara per gli Onas del Rio Grande basterebbe da sola ad immortalarlo per i sacrifizi che egli sostenne e pei risultati che conseguì.
L'amore per gli indi lo indusse a metter mano alla compilazione di opere, come « Il Piccolo Dizionario della lingua Fueghina Ona », rifatto e fuso poi con « Los Shelkman indigenas de la T. del Fuego » sulle tradizioni, costumi e lingue dei popoli magellanici - opere citate e lodate da illustri linguisti, quali il prof. Dott. Manuel Lafon Quevedo dell'Università di Buenos Aires, Roberto Lehman Mitsche, Otto Nordenskiold, Mitre e il ministro Le Bretón.
Don Beauvoir accompagnò pure nel 1892 il gruppo di indi magellanici che presero parte all'Esposizione Colombiana di Genova.
Colpito da una lunga e dolorosa malattia, D. Beauvoir si era ritirato nel Collegio Pio IX di Buenos Aires per prepararsi alla morte. Fino all'ultimo conservò l'impronta dell'educazione diretta ricevuta da D. Bosco, che spiccava sopratutto nella sublime modestia che in D. Beauvoir fu sempre una delle rivelazioni più simpatiche e più edificanti.
Il 29 aprile chiudeva cristianamente la sua vita fidente nel premio che gli avevano meritato le opere buone compiute in 8o anni di esistenza. Ai suoi funerali partecipò anche una commissione dei Reduci dalla Spedizione al Deserto, memori dell'affetto e dello zelo del loro antico cappellano.
Ai funerali parlarono con sentita commozione: il Colonnello Angelo Alegre a nome dei reduci del Corpo di spedizione, esaltando il pioniere che dividendo le fatiche d'una marcia lunga recò a tutti, soldati e indi, il conforto della sua parola cristiana e iniziò fin da quel giorno l'opera di civilizzazione - il Dott. Francesco Albarracin, aiutante della Marina e Generale di Brigata, a nome degli abitanti del Territorio di S. Cruz, esprimendo la loro riconoscenza e il loro affetto verso il missionario che tanto apostolato compì e la cui memoria sarà in benedizione presso il popolo Patagonico - e l'Ispettore Salesiano D. Seriè, magnificando le virtù religiose e l'eroico apostolato del defunto per la salvezza delle anime.
Nobil Donna Maria Francesca Massidda Ved. Massidda.
Di profonda pietà, tollerò per 12 anni con edificante rassegnazione la croce che il Signore le aveva mandato. Matura di meriti, spirava il 14 aprile a S. Lussurgiu, all'età di 82 anni, amorosamente assistita da tutti i suoi figli. Fra le opere di carità, prediligeva l'Opera di D. Bosco, che aiutava con i larghi olezzi che le erano consentiti.
A tutta la nobile famiglia della nostra compianta benemerita Benefattrice torni di conforto l'assicurazione delle nostre preghiere e le nostre più cordiali condoglianze.
Avv. Tito Caraffa.
Si è spento con serenità, improvvisamente, a Tolentino nel suo 71° anno di età. Uomo di fede e di alte virtù trascorse la vita intemerata nell'esercizio dei molteplici doveri con coscienza di vero cristiano, meritando l'ammirazione più viva di quanti lo conobbero. Ebbe per l'Opera del B. Don Bosco venerazione e la sostenne con squisito senso di carità e benevolenza.
Bertoia Maria in Fantin.
Spirava a Mazzinis (Udine) a 54 anni. Donna di elette virtù cristiane si profuse nell'educazione dei numerosi figli con tutto lo zelo: cooperatrice salesiana aiutò le opere del Beato D. Bosco e si adoperò per diffondere il culto di Maria Ausiliatrice, di cui era ardente divota.
Cav. Giuseppe Emanuel.
Segretario della Società Valdocco, sempre premuroso di manifestare alle Opere Salesiane il suo ardente affetto e dare tutta la sua cooperazione al loro sviluppo, è volato al Cielo nelanno della Beatificazione di D. Bosco. Speriamo che il buon Padre gli avrà ottenuto da Dio il premio di gloria, meritato con la sua vita cristiana e con le molte opere buone compiute.
Nenè Ripa Buschetti di Meana.
Spirava improvvisamente il 7 maggio dopo lunga malattia sopportata con soave e cristiana rassegnazione. Aveva appena 18 anni, ma il cuore ricco di virtù faceva concepire una vita nobilmente edificante come quella dei suoi amati genitori Marchese Gualfredo e Signora Tea Marenco, che oggi piangono la scomparsa dalla loro casa di un angelo.
Le nostre preghiere e quelle dei nostri Cooperatori ottengano ai desolati genitori il conforto della rassegnazione.
AGHEMO MICHELE, Collegno (Torino).
ANNOVAZZI MARGHERITA, Introbbio (Como). ANSELMINO ELISABETTA, Torino.
BASSO FELICITA ved. PILLA, Altivole (Treviso) BETTOIA BATTISTA, Caluso (Torino).
BERTARIONE RAVAROSSA CECILIA, Vico Canavese (Aosta). BERTOIA MARIA in FANTIN, Marzinis (Udine). BERTOIA BoREAN CATTERINA, Cevraia (Udine). BIFFI DOMENICO, Nava (Como). BINGHINOTTO Dott.ssa MARIA, Padova. BOTTASSO VERONICA n. BARALE, Peveragno (Cuneo). BOZZALLA GIORGELLI MARINA, Coggiola (Vercelli). CAPIAGHI in BFRNASCONI, Gaggino (Como).
CAMMARATA Mons. Cav. CALOGERO, S. Cataldo (Caltanissetta). CARO CARLO, Somma Lombarda (Varese). CHESI VIGILIO, Faenza (Ravenna). CHIAPPONCELLI ANTONIO, Londra (Inghilterra). CARA ROSA, Montenovo (Torino). COMUNE EDVIGE, Torino.
CONTICELLO RIZZO GRAZIA, Troina (Catania). CURCURUTO LEONARDO, Mangiuffi Melia (Messina). FRASSATI G. B., Torino.
PROVA GIOVANNA n. SGUINZIO, Confienza (Pavia). GRANDI ALBINA, Tuenno (Trento). INNECC0 RAFFAELE, Maratea (Potenza). LANDOLINA ARTURO, Castronovo (Palermo). MACCHETT MADDALENA, Ciriè (Torino). MASOERO MARIA, Carmagnola (Torino). MEAZZA ADELE, Gaggiono (Milano).
MOLINARI FRANCESCA, Cumberland Md. (U. S. A.) NALDONI GIOVANNI, Palazzuolo (Firenze).
Noero MARIANNA fu MICHELE, Farigliano (Cuneo). OPEzzi ANGELINA, Camino (Alessandria).
OPEZZI CESARINA Ved. BONZANO, Camino (Alessandria). OTTONELLO GIOVANNI, Masonc (Genova). PARMA MARIANNA, S. Albano Stura (Cuneo). PEDOTTI CAROLINA, Comerio (Varese). PESCE CATINA BARONCHELLI, Barco (Brescia). PEGOLI MARIA, Verona.
PIOLATTI SORMANI LUISA, Torino. PIZZOLI FRANCESCO, Gallarate (Varese). PIZZOTTi GIOVANNINA, Ludiano (Svizzera). SARAINI BONATI CLAUDIA, Bardoiino (Verona). SAVOINO Cav. Uff. LODOVICO, Torino. SIRACUSA MARIA, Portici (Napoli). SIRACUSA VITO, Portici (Napoli). SOLARO ANNA, Cavour (Torino).
SOLDATI MARIA fu GIOVANNI, Menzonio (Svizzera). TINTORI MARIA, Rimini (Forti). TOMASI GIUSEPPE, Osigo (Treviso).
TOSI MADDALENA Ved. FRANCINI, Vobarno (Brescia). TosTO D. GIUSEPPE, Napoli.
TRIPOLI D. DOMENICO, Arciprete. Motta S. Giovanni (R. Cal.). VALLEISE CECILIA, Arnaz (Aosta). VEZZOLI GIOVANNI, Chiari (Brescia).
Presentiamo vivissime condoglianze alle famiglie, raccomandando ai suffragi dei nostri Cooperatori gli amici defunti.