BS 1930s|1930|Bollettino Salesiano Aprile 1930

Anno LIV.   1° APRILE 1930 (VIII)   Numero 4.

BOLLETTINO SALESIANO

PERIODICO MENSILE PER I COOPERATORI DELLE OPERE E MISSIONI DI DON BOSCO   

SOMMARIO: Nel ventennio della morte di Don Michele Rua. - Il Vicario Apostolico e un Missionario di Shiu-Chow trucidati dai pirati. - L'eco dell'assassinio alla Camera Italiana. - La semente del Vangelo. - La Crociata missionaria. - S. A. R. la Duchessa di Pistoia all'Oratorio di Torino. - Enciclica sulla cristiana educazione della gioventù di Papa Pio XI. - Dalle nostre missioni: Le Figlie di Maria Ausiliatrice nell'India. In onore del Beato Don Bosco: Italia, Francia, Portogallo, Spagna, Palestina, Inghilterra, Polonia - Grazie. --Culto e Grazie di Maria Ausiliatrice: Triduo e solennità del B. Don Bosco. - Tesoro spirituale. - Necrologio.

Nel ventennio della morte del Servo di Dio Don Michele Rua

La fama di santità che circondò in vita la persona venerata di Don Rua Michele e ne accompagna, diffondendosi ogni giorno più la pia memoria, ebbe tra i più autorevoli assertori lo stesso Beato Don Bosco, il quale soleva dire del suo prediletto discepolo che, se avesse voluto, avrebbe potuto far miracoli; e il santo Pontefice Pio X che, chiamando Don Rua reliquia vivente di Don Bosco, prendeva come pietra di paragone della santità del secondo Rettor Maggiore dei Salesiani quella del Maestro e predecessore.

Sin dai primi tempi dell'Oratorio e della Società Salesiana, era voce comune che la vita e lo spirito di Don Rua ricopiassero fedelmente la vita e lo spirito di Don Bosco. Egli stesso dichiarava di mirare unicamente a questo e si raccomandava alle altrui preghiere affinchè potesse essere « almeno la brutta copia di Don Bosco ».

Per Don Michele Rua essere figlio di Don Bosco non era soltanto un titolo di nobiltà, ma implicava il dovere di assimilarne i sentimenti e le virtù, di lavorare per la causa di Dio e la salute delle anime, come il Beato insegnava. E si deve a Don Rua, a questo suo concetto della discendenza dal Fondatore, e alla sua costanza nel ricordare ai suoi figli l'obbligo di vivere e tramandarne fedelmente lo spirito del Padre, se l'Opera Salesiana si mantenne sempre quale fu pensata e voluta da Colui che l'aveva istituita.

Nato a Torino il 9 giugno 1837, Don Michele Rua conobbe il Beato Giovanni Bosco frequentando le scuole elementari dei Fratelli delle Scuole Cristiane, ove lo ebbe suo confessore e direttore spirituale. Passato alle scuole dell'Oratorio, ne divenne subito uno dei più volenterosi catechisti, e in seguito alunno interno. Vestito l'abito chiericale, fu ben presto il più prezioso aiuto di Don Bosco sia nell'Oratorio, sia in altri uffici, nonchè in opere di carità come l'assistenza ai colerosi in un'epidemia che infierì in Torino. Quando, al principio del 1854, in un'adunanza famigliare, Don Bosco gettò le basi della Società Salesiana, Don Michele Rua fu tra i quattro privilegiati di quella primizia; come fu il primo, l'anno seguente, a pronunciare, inginocchiato innanzi al Fondatore, i voti ad annum di castità, povertà ed obbedienza, divenendo così la pietra fondamentale del nuovissimo Sodalizio. Amanuense e segretario di Don Bosco, assistente generale della disciplina dell'Oratorio, nonchè direttore delle scuole, quando nel 1859 fu costituita regolarmente la Società Salesiana, ne fu eletto Direttore spirituale, sebbene non fosse ancora sacerdote, e da quel giorno i compagni presero a considerarlo e preannunziarlo futuro e degno successore di Don Bosco.

Tutta la sua vita, trascorsa ai fianco del Fondatore, fu, si può dire, adeguata preparazione al compito di continuare l'opera. Innalzato al sacerdozio il 29 luglio 186o, Don Michele Rua non tardò ad essere, per ascendente e autorità, il primo superiore dell'Oratorio, eccellendo sugli altri, come per lo spendore delle virtù, così per profonda intuizione e piena assimilazione dello spirito del Fondatore. Don Bosco si venne giovando sempre più largamente dell'opera di lui, e gli affidava incarichi sempre più delicati, come la propria corrispondenza nei giorni di maggior lavoro e durante le sue assenze prolungate, e la fondazione a Mirabello Monferrato del primo Collegio Salesiano, per la quale opera, scorgendo in Don Rua l'uomo più adatto, non esitò a privarsi per due anni della sua immediata collaborazione.

Richiamato a Torino nel 1865 con l'ufficio di Prefetto dell'Oratorio e insieme della Pia Società, Don Rua tornò ad essere, ancora più ampiamente e intimamente di prima, il segretario, il confidente, l'alter ego e, quanto al metodo di educare, l'integratore di Don Bosco.

Nell'anno 1868 una grave malattia parve rapire a Don Bosco un così prezioso aiuto. Tutti trepidavano attorno al letto dell'infermo, meno Don Bosco, il quale disse a Don Rua che non era quella la sua ora e che aveva ancora tanto da lavorare. Infatti Don Rua guarì, e tornò alle sue occupazioni che di anno in anno si moltiplicarono. Non v'era opera nuova cui ponesse mano l'illuminata e ardente carità del Beato che non lo avesse alacre sostenitore e ausiliare zelantissimo. Così avvenne per l'istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, per l'opera delle Missioni estere, per quella dei Figli di Maria Ausiliatrice, destinata a favorire le vocazioni degli adulti allo stato ecclesiastico, e per la Pia Unione dei Cooperatori. E a lui furono affidate molte nuove fondazioni, per le quali fece parecchi viaggi in Italia e all'estero. E quando nel 1884 il Beato, vecchio e infermo, fu consigliato da Leone XIII di nominarsi lui Vicario con diritto di successione, la scelta cadde su Don Rua.

Nella circolare con cui comunicava ai suoi figli la nomina del suo Vicario e futuro successore, il Beato Don Bosco accennava all'ufficio particolare di questo, di « vigilare perchè le tradizioni finora osservate si mantenessero intatte e tali fossero conservate in perpetuo ». Morto il 31 gennaio 1888 Don Bosco, il primo pensiero di Don Rua fu di richiamare i confratelli all'imitazione delle virtù del Fondatore, ripetendo a tutti in pubblico e in privato: « La santità dei figli sia prova della santità del Padre »: mentre, per conto suo, prometteva solennemente di conservare intatte, a prezzo di qualunque sacrifizio, lo spirito, gli insegnamenti del Beato e le più minute tradizioni di famiglia.

In breve, agl' occhi dei confratelli e degli allievi, come degli ex allievi e dei benefattori dell'Opera, Don Bosco parve rivivere talmente in Don Rua, immagine vivente del Fondatore, che tutti presero ad avvicinarlo con la stessa confidenza con la quale avevano avvicinato Don Bosco, gli baciavano le mani con lo stesso affetto, ne ascoltavano con la stessa venerazione i consigli e ogni parola, si raccomandavano con la stessa fiducia alle sue preghiere e, implorandone la benedizione, ne ricevevano gli stessi effetti, talvolta prodigiosi.

Rettor Maggiore, il Servo di Dio rivolse le sue cure a sistemare le opere lasciate dal Beato, dando il necessario compimento alle iniziate, consolidando le recenti. Sull'esempio del Fondatore, allo scopo di visitare le case salesiane e di trovare i mezzi per nuove fondazioni, intraprese parecchi viaggi in Italia e all'estero, e dappertutto, sul suo passaggio, si levò la stessa voce: che egli era un altro Don Bosco, che le sue parole erano quelle di un santo, che la carità e lo zelo del primo successore non erano minori della carità e dello zelo del Fondatore.

Il Servo di Dio diede un tale sviluppo alla Società Salesiana da quintuplicarne in venti anni le fondazioni. Sotto il suo rettorato le Case e le Opere Salesiane, già diffuse in Europa e nell'America del Sud, passarono nell'America del Nord, si estesero in Asia ed in Africa; i suoi missionari fondarono dovunque nuove fiorenti cristianità.

Non mancarono per il Servo di Dio come già per il Fondatore, fosche giornate di tempeste e ore oscure di dolore. La sciagura si abbattè più volte sulle persone e sulle opere della stessa Società Salesiana, per la quale si rinnovò anche la prova della persecuzione e della calunnia trafiggendo il cuore del Servo di Dio, ma offrendogli ad un tempo l'occasione di manifestare la stessa fortezza imperturbabile di Don Bosco e la stessa fiducia incrollabile nella giustizia e nella misericordia divina.

Due furono le aspirazioni di Don Michele Rua in questa sua milizia terrena: amare Iddio e farlo amare. La seconda, ardente come la prima, gli fu sprone, guida e sostegno a compiere lui bene immerso a vantaggio del prossimo. Le sue sollecitudini furono particolarmente rivolte alle anime, e le preferenze della sua carità furono per quelle più abbandonate e bisognose, per le più povere, le più ignoranti, le più difettose, per quanti avevano bisogno di affetto, di compatimento maggiori.

L'arte sua di governare era ispirata ad un'alta prudenza, cioè a grande vigilanza e carità. Colui che Don Bosco aveva chiamato « la regola vivente », « la regola personificata » non poteva non essere di questa, oltre che il perfetto osservante, anche il più fedele custode, specialmente per quanto riguarda il culto della povertà, senza il quale, egli diceva, non si può essere veri figli di Doli Bosco.

Essere un vero figlio di Don Bosco, fu la sua santa aspirazione, il suo ambito titolo di gloria; vivere nell'ombra accanto a lui e per lui, fu la forma più spiccata della sua fedeltà. Mentre altri con la tempra di Don Rua avrebbe potuto dare all'opera propria una propria impronta, egli profondamente umile, volle seguire rigorosamente le orme del Maestro, ascrivendo al Beato, pubblicamente e nell'intimo del cuore, i grandi successi dell'attività e saggezza del proprio governo; riferendo al Beato le stesse manifestazioni grandiose che sul suo passaggio facevano, come già al suo predecessore, le moltitudini, attratte verso !'uomo universalmente proclamato santo, e le cui virtù Iddio aveva illuminate della luce di doni soprannaturali : dall'intima unione coli la Divinità all'estasi, dalla scrutazione dei cuori alla profezia, al privilegio delle grazie e dei miracoli. Intorno a Don Rua, infatti, si formò, vivente ancora Don Bosco, la stessa fama di santità che aveva circondato la persona del Fondatore.

Morì santamente, dopo lunga malattia, il 6 aprile 1910, accogliendo con un sorriso, che gli illuminò il volto di gioia, il saluto più caro al suo cuore: l'invito rivoltogli da un confratello di salutare in Paradiso Don Bosco.

I suoi funerali furono quelli di un santo. La salma venerata, esposta nella chiesa interna di San Francesco di Sales, fu per circa due giorni mèta di continui pellegrinaggi e oggetto di quelle manifestazioni che sogliono accompagnare la dipartita di un santo. Non meno di centomila persone, concordi nel rendere omaggio alla santità dell'umile e grande successore di Don Bosco, parteciparono al corteo che ne accompagnò la salma a Valsalice ove fu sepolta accanto a quella del Fondatore.

La santa memoria di Pio X, parlando di Don Rua ed esaltandone la santità, ebbe a dire che, se, durante il suo Pontificato se ne fosse iniziata la Causa di beatificazione e canonizzazione, egli non avrebbe esitato a concederle tutto il suo favore perchè giungesse al più presto al termine desiderato. Il voto di Pio X è oggi sulla via dell'adempimento con la trasmissione a

Roma del Processo che l'Autorità Ordinaria della Diocesi di Torino, indottavi dalla crescente fama di santità del Servo di Dio e dalla voce delle grazie e delle guarigioni miracolose ottenute per sua intercessione, della Causa di beatificazione e canonizzazione, secondo l'ardente desiderio non solo della Società Salesiana, ma anche della moltitudine innumerevole di quanti sono persuasi che egli fu un santo.

Siamo figli di Don Bosco; questo è titolo di nobiltà, ma implica il dovere di lavorare per la causa di Dio e delle anime, come Don Bosco ci ha insegnato.

Chi ha ricevuto o riceve grazie ad intercessione del Servo di Dio Don M. Rua, è pregato d'inviarne ragguaglio al Rettor Maggiore dei Salesiani, via Cottolengo, 32 - Torino (109).

Il Vicario Apostolico e un Missionario di Shiu Chow trucidati dai pirati

Il mattino del 28 febbraio giungeva al signor don Rinaldi un laconico telegramma da Hong Kong con la ferale notizia: « Monsignor Versiglia e don Caravario uccisi dai pirati ». Le agenzie di Londra e l'Agenzia Fides confermarono purtroppo la grande sciagura.

I nostri amici immagineranno facilmente il vivo dolore della nostra famiglia e delle famiglie dei cari missionari barbaramente trucidati, dolore tanto più acuto quanto più la mancanza di notizie dettagliate lasciava adito a tante congetture sinistre.

Altri chiarimenti successivi al Times di Londra da parte del suo corrispondente di Hong Kong e un telegramma da Macao di D. Boccassino, in data 9 marzo, ci permettono di ricostruire nelle linee generali la cattura e l'eroica morte dei nostri missionari.

Come avvenne l'assassinio.

Il corrispondente del Times metteva in rilievo alcune particolarità importanti, cioè che l'assassinio era avvenuto nei dintorni di Sui Pin mentre il vescovo risaliva il fiume per recarsi a Lin Chow, e che pretesto ne era stata l'opposizione dei due missionari al rapimento delle catechistesse che li accompagnavano.

Il telegramma di D. Boccassino precisa altri particolari impressionanti comunicando che Mons. Versiglia, Don Caravario, catechistesse e maestri, mentre risalivano il fiume verso Lin Chow, furono assaliti da una dozzina di pirati e derubati di quanto avevano. Avendo poi i pirati tentato di rapire le catechistesse, ed essendosi opposti risolutamente i missionari, i briganti si scagliarono su questi insultando la religione, e li bastonarono ,fracassando loro le braccia: indi trascinatili in una boscaglia, li massacrarono, fucilarono e seppellirono. I loro cadaveri sono stati ricuperati: sono pure state liberate le catechistesse che fanno testimonianza dell'eroica fine di Monsignor Versiglia e di Don Caravario ».

Un successivo telegramma del 12 marzo annunciava che anche i maestri erano sani e salvi.

Le figure dei Missionari uccisi Mons. Luigi Versiglia fece i primi studi all'Oratorio di Torino. Laureatosi in filosofia, trascorse la sua giovinezza sacerdotale insegnando nelle nostre scuole. Tenne per un po' di tempo la direzione della Casa di Genzano, e nel 19o6 partì a capo della prima spedizione per le missioni in Cina.

A Macao assunse la direzione dell'orfanotrofio che portò presto ad un alto grado di floridezza con l'impianto di ben attrezzate scuole professionali che destarono ammirazione in tutta la cittadinanza. Ma nel 1911, per la rivoluzione portoghese, egli vide dispersi i suoi sacrifizi e dovette rifugiarsi coi suoi confratelli a Hong Kong. Fu allora che il vescovo di Macao offerse ai Salesiani la Missione dell'Heung Shan, e don Versiglia intraprese la vera vita missionaria.

Non è questo il momento di ricordare le peripezie toccategli in quegli anni di eccessive difficoltà; diremo solo che il suo zelo fu pari ai grandi sacrifizi, e il Signore benedisse l'opera sua e gli diede la consolazione di poter fondare in vari punti dell'Heung Shan fiorenti cristianità.

Nel 1918 veniva affidata ai Salesiani una vasta regione del Kwang Tung che poi divenne il Vicariato Apostolico di Shiu Chow (Siu Ciau). Monsignor Versiglia ne fu il titolare ed ebbe la consacrazione episcopale a Canton il 9 gennaio 1921.

La nuova missione di Shiu Chow dalle basi prime agli sviluppi fiorentissimi attuali fu opera di Monsignor Versiglia, assecondato nel suo apostolico lavoro da attivissimi confratelli. Il suo fervore creativo lasciò ovunque impronte feconde; sotto il suo impulso le residenze missionarie si moltiplicavano; istituti, asili, orfanotrofi fiorivano anche nelle zone più desolate. Fra le istituzioni più importanti da lui fondate, vanno ricordate quelle dell'orfanctrofio di Ho-Si, due attrezzatissime scuole normali, e il seminario indigeno.

Mons. Versiglia ebbe veramente le doti di un buon Pastore; una grande carità, spirito di abnegazione e un coraggio singolare.

« Quattro volte - ci raccontava don Braga - il Vicario Apostolico venne catturato dai pirati. Una volta, anzi, egli venne fatto prigioniero nello stesso punto ove ora è stato trucidato. La località si presta, perchè il fiume delle Perle fa in quel punto uno stretto gomito ed i monti vicini offrono una facile ritirata in caso di insuccesso. Ma, poi, riusciva a trarsi d'impiccio. Una volta i briganti si accontentarono di spogliarlo di ogni cosa, impossessandosi di una raccolta di oggetti locali che egli aveva collezionati per la Mostra missionaria di Torino ».

In questi ultimi anni, appena ebbe notizia che un missionario del Kiang Si era caduto prigioniero dei pirati, mandò subito don Dalmasso sulle piste dei briganti per ottenerne la liberazione.

Questa razza di perturbatori egli riuscì sempre a vincerli colla sua calma tranquilla e col suo sereno coraggio: pure un presentimento egli l'aveva della fine che poi ha fatto. Ce lo espose candidamente fin dal 1922: e a chi gli donava, non è molto, un calice, accogliendo il dono con parole di bontà, dopo averlo osservato, disse al confratello: - Tu mi regali un calice che forse dovrà essere colmato del mio sangue.

La morte precoce di Monsignor Versiglia - aveva appena 57 anni - ha avuto un'aureola tutta particolare. Dalle notizie riportate appare chiaro essere stata causata dal fatto che egli volle difendere l'onore e la vita delle sue ammirevoli Kuneon: il Buon Pastore non poteva esitare per le anime care ad esporre se stesso al più grave dei rischi.

Don Callisto Caravario.

Era partito per la Cina nell'ottobre 1924 e già si era rivelato un ardente apostolo. Nella freschezza dei suoi 27 anni, vedeva dinanzi a sè aperto un orizzonte di apostolato pieno di promesse: egli ne era entusiasta e vi si era slanciato con l'esuberanza delle sue forze.

Di una rara bontà, di carattere allegro, amante del lavoro, pieno di compassione pei suoi simili più derelitti, aveva in sè le doti per riuscire un eccellente missionario.

Dio gradì le primizie di questo giovane sacerdote e segnò col sacrifizio più meritorio il tramonto della sua vita terrena cambiandola nella vita eterna del Cielo.

Un plebiscito di affetto alla loro memoria.

La notizia dell'eccidio ha prodotto in tutti la più penosa impressione. Lo stesso corrispondente del Times diceva che l'impressione nell'ambiente europeo di Hong Kong è stata « enorme ». I giornali italiani hanno avuto vivissimo compianto per le famiglie dei nostri eroi, così duramente provate, e per la nostra Congregazione. Al signor don Rinaldi giungono continuamente telegrammi e lettere di condoglianza da ogni ceto di persone e da ogni parte del mondo.

«Questo nuovo misfatto - scriveva L'Osservatore Romano del 1° marzo - strappa alla Chiesa e in modo particolare alla famiglia salesiana così benemerita della fede e della civiltà, due apostoli, uno già carico di meriti, ma pur ricco ancora di meravigliose energie, come sanno quelli che, come noi, hanno avuto la fortuna di conoscere monsignor Versiglia ; l'altro all'alba dell'apostolato, pieno di radiose promesse portate dal fedele e forte Piemonte. Le nuove vittime cadendo sotto i barbarici colpi fratricidi, spandono con un ultimo anelito di fede e di carità un seme vigoroso che saprà fecondare quel Dio al quale consacrarono la giornata della vita loro che ha avuto il purpureo tramonto del martirio ».

il Governo italiano per mezzo del suo Ministro a Pechino ha subito presentato una energica protesta al Governo di Nanchino, chiedendo adeguata riparazione al misfatto compiuto. L'interessamento del Governo italiano, in accordo colla Santa Sede, ci è di sommo conforto e dice l'alta partecipazione al dolore che ha colpito la nostra Famiglia e il Vicariato di Shiu Chow - la missione visitata con tanta simpatia nel 1922 dal Duca di Spoleto, accompagnato dal comandante Alberto Mariano e dal comandante Zappi, che vollero perennemente concorrere all'educazione di quattro orfanelli.

Mentre rivolgiamo cordiale invito ai nostri Cooperatori di suffragare piamente le anime dei cari nostri martiri e invocare il conforto della rassegnazione alle addolorate famiglie, rinnoviamo a queste l'espressione delle nostre più intime condoglianze.

Il 13 marzo nella Basilica di Maria Ausiliatrice si è svolto il solenne funerale, indetto per le vittime dal sig. Don Rinaldi. Vi presero parte le Autorità cittadine e politiche, le rappresentanze degli Ordini Religiosi e una folla straordinaria di Amici e Cooperatori.

Il missionario Don Braga, proveniente da Shiu-Chow, ha detto con cuore commosso e con vivida parola l'elogio funebre dei due martiri salesiani esaltando il loro apostolato di carità.

L'eco dell'assassinio alla Camera Italiana.

Il truce assassinio dei nostri missionari ha avuto un'eco alla Camera dei Deputati coll'interrogazione dell'on. Verga che desiderava «sapere quali passi siano stati fatti dal nostro Governo di fronte all'efferato eccidio nel territorio di Canton dei due salesiani, mons. Versiglia e padre Caravario, e quale esito fino ad oggi abbiano ottenuto ».

Tra la viva attenzione della Camera l'on. Pani, Sottosegretario agli Esteri, ha dichiarato che la notizia dell'efferato assassinio che costò la vita a mons. Versiglia e al missionario Caravario giunse a Roma il 28 febbraio: immediatamente furono impartite al nostro ministro a Pechino istruzioni di presentare una nota al Governo di Nanchino nella quale, oltre a chiedersi l'immediata cattura e l'esemplare punizione dei colpevoli, si facessero ampie riserve per ogni ulteriore domanda di riparazione. Il regio ministro a Pechino presentò la nota il 1° marzo e analoga nota fu presentata dal console generale in Hong Kong alle autorità di Canton. La questione di una riparazione adeguata viene personalmente trattata col ministro degli Esteri cinese dal nostro ministro in Cina che all'uopo si recherà a Nanchino. La vita degli apostoli di fede e di italianità non può mai essere valutata con criterio materialistico; onde la giusta riparazione verrà concretata in un'opera commemorativa delle vittime; intanto ordini sono già stati dati perchè una congrua somma sia messa a disposizione dei Salesiani di Schiangai per istituti di istruzione e assistenza sanitaria che si intitolino ai martiri caduti. Le buone disposizioni del Governo cinese si sono già manifestate. Non soltanto le autorità locali di Canton espressero subito il loro profondo cordoglio per l'eccidio ma assicurarono altresì essere in corso un'inchiesta.

L'oratore manda un pensiero commosso alla vasta e generosa schiera dei missionari. Di mons. Versiglia e di padre Caravario, come di tutti gli altri caduti nell'adempimento della loro alta missione, sarà perenne il ricordo nel cuore degli Italiani.

Le brevi dichiarazioni del sottosegretario agli Esteri, seguite dalla Camera con profonda attenzione, sono accolte alla fine da generali applausi.

VERGA dichiara di avere presentato la sua interrogazione con lo scopo preciso che il sentimento di ammirazione e di riconoscenza per i due missionari uccisi avesse la documentazione ufficiale nella Camera fascista. Il sottosegretario agli Esteri ha detto, in una felice sintesi, tutta la simpatia che circonda i missionari. « Noi conclude l'oratore - aggiungiamo, nel caso particolare di padre Caravario e di mons. Versiglia, che essi vissero pericolosamente e morirono eroicamente e hanno diritto all'ammirazione e alla riconoscenza dell'Italia fascista. Mi dichiaro soddisfatto » (Vivissimi applausi).

Una commemorazione nelle Scuole.

Segnaliamo pure, tra le altre manifestazioni di cordoglio per l'uccisione dei nostri missionari, la stupenda circolare con cui il R. Provveditore agli Studi del Piemonte ordina una commemorazione nelle Scuole degli eroici caduti.

N. 1464

OGGETTO Commemorazione Salesiana

Ai Podestà dei Comuni Autonomi,

Ai Presidi Regi Istituti Medi, Pareggiati e Parificati,

Ai RR. Ispettori Scolastici,

Ai Direttori Didattici Gov Inc. e dei

Comuni Autonomi.

Piemonte.

Il grave lutto che ha colpito in questi giorni la Famiglia Salesiana, col massacro dei due Missionari in Cina, riempiendo d'orrore il mondo civile, deve avere non soltanto un'eco nell'intimo di ogni cuore, ma una più estrinseca manifestazione nelle Scuole di quel Piemonte, culla di Don Bosco, dal quale, per ogni più lontana terra, si è irradiata la sublime opera di carità missionaria e patriottica dei Salesiani.

Due Apostoli sono caduti: l'uno, insignito dell'alto grado di Vescovo e veterano nelle battaglie per la religione e per la civiltà; l'altro, più giovane ed ancora agli inizi del duro cammino prescelto, ma già splendente di radiose promesse.

Siano essi degnamente commemorati nelle Scuole, dagli insegnanti di classe, ricordandosi che questi due nuovi martiri e tutti coloro che li hanno preceduti nel sacrificio, sono i soldati di una battaglia che è non meno nobile e meritoria di quelle che si combattono sui canapi dell'onore; una battaglia che si vince coll'amore, con la diffusione della Fede e della cultura, coll'istituzione di ospedali, fondando scuole, asili ospizi, senza nulla chiedere per sè, ma tutto donando ed offrendo nei nomi purissimi di Dio, della Patria e della Civiltà.

Il R. Provveditore Regionale

UMBERTO RENDA.

R. Provveditorato agli Studi del Piemonte - Torino

Torino, 4 marzo 193o (VIII).

LA SEMENTE DEL VANGELO

Ben disse Bossuet che la Religione Cattolica, sorta e fecondata nel sangue del suo Divin Fondatore, avrebbe avuto sviluppo e trionfi nel sangue dei suoi figli.

Gesù benedetto ha creduto degna del sacrifizio del sangue anche l'umile nostra Famiglia Salesiana; e noi mentre, col cuore straziato, piangiamo in unione delle famiglie degli eroici estinti che del proprio sangue irrorarono il campo del loro apostolato, con slancio ci offriamo a Gesù e al suo Vicario in terra, santamente orgogliosi, se avremo la sorte di colmare i vuoti lasciati dagli indimenticabili fratelli.

S. Pietro e gli Apostoli erano ripieni di giubilo perchè Gesù li aveva giudicati degni di patire per la sua causa, e noi ultimi ed umili figli della Chiesa, sentiamo ardere nel nostro cuore gli stessi sentimenti e spronarci all'agognato trionfo degli Apostoli.

Mamme di eroi.

Noi ci inchiniamo dinanzi alle madri di Mons. Versiglia e di D. Caravario e vorremmo versare nei loro cuori tutta la piena del conforto cristiano.

Allorchè il padre di D. Caravario, appresa la ferale notizia, quasi dimentico di sè, diceva alla consorte: - Coraggio, il nostro Callisto è già in cielo... L'avevamo dato tutto al Signore: Egli se lo prese: adoriamo la sua santa volontà la madre in uno slancio di fede sublime rivolgendosi al missionario D. Braga che era corso a confortarla, gli diceva: - Io voglio essere sempre la madre di un missionario: è questa la mia gloria e il mio conforto. Ho altri figli, li amo dal più profondo del cuore, ma io ho bisogno di sentirmi ancora madre di un missionario! Lei, caro D. Braga, che non ha più madre; prenda il luogo del mio figlio. Da Lei aspetterò d'ora innanzi quella lettera mensile che era il conforto, la vita mia; Lei mi scriva, come mi scriveva il mio Callisto. Da lui io non pretesi mai nè danaro, nè altri aiuti, ma solo le gioie di un figlio apostolo, tutto consacrato al bene delle anime!

Benedetta la Religione che plasma queste eroine infondendo nei loro cuori sentimenti così nobili e sublimi.

Alla memoria degli eroi.

Ci sembra opportuno far conoscere l'iniziativa suggerita ad alcune anime generose dalla grave disgrazia toccata alle nostre missioni della Cina. Ecco una bellissima lettera della

Presidente del COMITATO CENTRALE DAME PATRONESSE SALESIANE:

Torino, 4 Marzo 193o. Ven.mo Signor Don Rinaldi,

Ella conosce il sincero interesse che il Comitato nostro nutre per le Missioni del Beato Don Bosco. Da questo può misurare quale profonda pena noi abbiamo provata nel sentire la dolorosa perdita che la Congregazione Salesiana fece nella. persona del zelantissimo suo Missionario S. E. Mons. Luigi Versiglia e del giovane sacerdote Don Caravario, barbaramente trucidati sul campo del loro apostolico lavoro in Cina. Nello scorso mese di gennaio, Mons. Versiglia mi aveva scritto, sapendo del nostro lavoro per le Missioni, affinchè il nostro Comitato volesse provvedere alcuni oggetti inerenti al Sacro Culto, dei quali aveva estrema necessità per povere cappelle della sua Missione. Di conseguenza più vivo era il contatto che si aveva con questo zelantissimo Missionario e per questo appunto noi desideriamo far qualcosa oggi nella sua venerata memoria.

Se Ella, veneratissimo Padre, lo approva, il nostro Comitato Centrale desidererebbe farsi iniziatore di una Borsa di Studio Missionaria, da intitolarsi a S. E. il compianto Monsignor Versiglia, affinchè sia così perpetuato il suo sacro ricordo nella persona di un giovane missionario Salesiano. Egli che alle Missioni diede tutta la sua esistenza, tutte le sue energie con tacita abnegazione sin da sacrificare ad essa la stessa sua vita, sarà così dal cielo l'inspiratore di novelle energie in numerosi soldati di Cristo.

Per questo la prego gradire l'offerta di lire cinquemila, delle quali il nostro Comitato è ben lieto di disporre con oblazioni ricevute e destinate ad una Borsa di Studio.

Permetta, ven.mo Padre, che le rinnovi i sensi del nostro profondo, reverente compianto, ma ad un tempo osi dirle come lo sguardo di Dio si è posato sopra la benemerita Congregazione Salesiana, della, quale Ella è Padre amatissimo, volendo ch'essa pure desse il sacrificio di due suoi figli i quali vanno ad aumentare il numero glorioso dei Martiri della nostra Chiesa che furono seme fecondo di anime redente alla nostra Fede.

Mi permetta baciarle la mano, mentre col più profondo ossequio mi raffermo della S. V. ven.ma

dev.ma

LAVINIA SCATI GRIMALDI.

Contemporaneamente, altre generose persone concordi nello stesso pensiero, si sono fatte iniziatrici di una Borsa in ricordo di Don Callisto Caravario; basta accennare a questa proposta, che è l'eco di mille cuori generosi, perchè le due Borse siano un fatto compiuto.

Gli eroi sono volati al cielo, ma sono legione quelli che aspirano ad occupare i loro posti. E la carità dei buoni offrirà a tanti giovani pieni di ardore e di entusiasmo i mezzi per formarsi alla vita apostolica e perpetuare le opere di zelo dei gloriosi estinti.

La luce del Vangelo.

L'occasione ci sembra propizia per portare a conoscenza dei nostri Amici e Lettori un'altra iniziativa; quella di una Borsa Missionaria intitolata al Santo Vangelo di Gesù. Gli eroi che in tutti i tempi versarono il loro sangue per la causa della Fede, furono banditori del Vangelo: ubbidienti al precetto di Gesù, essi andarono pel mondo e predicarono a tutte le genti la dottrina del Vangelo, rigenerando nelle acque del battesimo famiglie e nazioni.

L'iniziativa è dovuta a una zelante maestra del Canavesano. Ella, seguendo le sapienti norme dell'Autorità scolastica governativa, s'è industriata, in questi ultimi anni, di far gustare, amare e studiare dai suoi scolaretti le più belle pagine del Libro divino, nel testo, edito apposta per le scuole dalla Società Editrice Internazionale, che è impreziosito da augusto auto grafo del S. Padre Pio XI.

La luce divina irraggiò abbondante su quelle semplici animuccie le quali crebbero sensibilmente nella grazia e nella conoscenza del Nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo. S'avverava così l'augurio e il voto contenuto nell'autografo papale per il testo del S. Vangelo nelle scuole.

Il S. Vangelo di Gesù spiegato nelle scuole, secondo le direttive della S. Chiesa, e dagli scolari portato nelle famiglie, è potente aiuto per la Chiesa docente a far crescere nella grazia e nella conoscenza del nostro Divin Salvatore le generazioni del domani, illuminando in pari tempo le presenti.

Questo ha toccato con mano la sullodata maestra, ed allora le brillò alla mente l'idea di una Borsa Missionaria del «S. Vangelo di Gesù ». La propose ai suoi scolari i quali gioirono al pensiero di poter cooperare a preparare a Gesù un nuovo banditore del suo Vangelo, nei futuri Missionari della Borsa del «S. Vangelo di Gesù ». E non fu loro difficile conquistare alla nobile causa di questa Borsa, i genitori e i parenti dai quali ebbero le prime offerte già, inviate.

Noi ci auguriamo che la bella iniziativa sia fatta propria dagli altri insegnanti, educatori ed educatrici della nostra gioventù, e così possa essere presto compiuta questa nuova Borsa Missionaria.

Ottima pertanto l'iniziativa: e mentre il nostro D. Anzini col suo Vangelo unificato e Don Cojazzi coi Gruppi del Vangelo contribuiscono così efficacemente a farlo conoscere sempre meglio nei paesi civili, non una, ma mille borse dovrebbero fondarsi per contribuire alla sua conoscenza tra i fratelli pagani.

Ma il Vangelo non è solo luce: è sopratutto fiamma di amore. Con piacere registrando la III BORSA EUCARISTICA MISSIONARIA, vogliamo riferire alcuni brani della lettera con cui D. Abbondio Anzini la offre al Sig. D. Rinaldi:

Rev.mo e veneratissimo Sig. D. Rinaldi,

Nell'occasione del 19° anniversario della morte del bambino Gustavo Maria Bruni, le presento la III BORSA EUCARISTICA MISSIONARIA di Lire 30 mila, formata, come le prime, quasi intieramente da offerte per grazie ricevute o impetrate.

Queste offerte, vera pioggia minuta di più numerose grazie, fanno già crescere a vista d'occhio la IV BORSA EUCARISTICA; mentre dite pie persone si assunsero l'impegno di formare ciascuna una propria BORSA EUCARISTICA; per preparare a Gesù il dono delle loro mistiche nozze. Altra nobile Signora ha pure promessa una BORSA EUCARISTICA completa per grazia implorata e in parte già ottenuta dal piccolo serafino, ma non può versarne subito la somma. Ha disposto però le cose in modo che, qualora venisse a mancare prima, le 30 mila lire siano versate tosto dagli eredi.

Finora queste BORSE EUCARISTICHE non hanno avuto altra pubblicità all'infuori della spontanea, diffusione della vita di Gustavo, tradotta nelle principali lingue, e dei foglietti ed immagini che sono mandati in ringraziamento delle offerte.

(Qui lo scrivente espone al Sig. D. Rinaldi una a fioritura di piccole grazie, provenienti da tutti i luoghi, che, spogliate di ogni loro individualità, formano un soave inno di benedizioni e di gloria al piccolo serafino » e prosegue):

Come vede, Rev.mo Padre, la memoria del bambino, da Lei assistito, 19 anni fa, nell'ultima sua malattia - che le ha permesso di constatare de visu ch'egli aveva raggiunto il più alto grado della perfezione cristiana - vive e si dilata sempre più perchè Egli continua dal cielo il suo fecondo apostolato suscitando nei cuori crescenti ardori Eucaristici; facendo piovere grazie a profusione con la naturalezza di bambino che può disporre a piacimento; ed inspirando la fattiva cooperazione alla formazione di BORSE EUCARISTICHE MISSIONARIE.

Non è forse il caso di pensare che aveva ragione la santa memoria di Pio X quando disse: Vi SARANNO DEI SANTI TRA I BAMBINI? Lo Spirito Santo può ben riempire anche queste animucce dei suoi doni, che sono come i germi dell'eroismo, in modo tale che pratichino in brevissimo tempo le virtù teologali e morali, con tutte le loro innumerevoli ramificazioni, nel grado più perfetto.

E i nostri tempi non sono forse quelli in cui pare s'avveri pienamente la divina parola del

Sinite parvulos venire ad me? (LuC., XVIII, 16).

I pargoli accorrono a Gesù con entusiasmo, e la nostra terra si abbella della graziosa fioritura di piccoli eroismi in tutte le virtù.

Il nostro Beato Padre è stato il precursore e l'apostolo di questa magnifica fioritura; ed ora rnercè il suo patrocinio il regno dei cieli, che è la Chiesa della terra e del Paradiso, apparterrà anche ai piccoli: Talium est regnum coelorum

(LUC. XVIII, 16). Sì, perchè la Chiesa militante all'ora voluta dalla Provvidenza, li inalzerà all'onore dei suoi altari a modello e patrocinio della fanciullezza, con meraviglia grande degli operai della prima ora che si vedranno pareggiati non più soltanto a quelli dell'undecima ora, ma anche a coloro che appena chiamati realizzarono in pochi minuti l'inestimabile denaro della Beatitudine eterna con l'immensità del loro amore di perfetta carità. Noi viviamo in tempo in cui con tutta facilità gli ultimi diventano i primi!

Tra costoro sarà annoverato il nostro piccolo sera fino, che fiorì e si rubò il paradiso sotto il pontificato del santo Papa Pio X; che iniziò il sito apostolato missionario dal cielo, sotto Benedetto XV; e lo continua tuttora sotto la santità del Signor Nostro Pio XI, il gran Papa delle Missioni Cattoliche e della Beatificazione di Don Bosco. Egli, fin dal principio del suo pontificato, ha voluto dimostrare la sua particolare benevolenza dettando e firmando di sua mano augusta questa espressiva approvazione delle Borse Eucaristiche:

« BENEDICIAMO L'ATTIVITÀ CHE SI SVOLGE NEL NOME DEL SERAFINO GUSTAVO MARIA BRUNI E IL SUO FECONDO APOSTOLATO PER LE BORSE EUCARISTICHE DI STUDIO PER LE VOCAZIONI MISSIONARIE.

PIUS PP. XI ».

Come la buona mamma di D. Caravario che non può rassegnarsi a vivere senza sentirsi madre di un missionario, la Congregazione Salesiana, la Chiesa stessa, ripete con accorato amor materno le parole bibliche: Da mihi liberos, alioquin moriar - Datemi figli, se non volete ch'io muoia.

Genitori, che sentite il cuore infiammato di fede, siate orgogliosi di dare a Dio i vostri figli perche li costituisca principi della sua Chiesa, apostoli del suo regno. Anime generose, contribuite coi vostri beni di fortuna alla formazione di missionari per diffondere nel mondo la luce del Vangelo tra i fratelli traviati, e procuratevi tutti la gioia di essere come i padri e le madri fortunate degli eroi della nostra Santa Religione.

E a conforto, a edificazione, a stimolo ecco le belle parole che si leggono nell'ultima lettera, mandata da D. Caravario alla madre: La morte di noi missionari? Non è nulla. Quel che conta è la vita di queste migliaia di bimbi abbandonati, senza appoggio e senza risorsa alcuna.

LA CROCIATA MISSIONARIA

Facciamo presente che il Bollettino Salesiano non può, per ragioni di spazio, pubblicare i nomi degli oblatori che contribuiscono all'allestimento delle Borse che fanno capo alle singole case o collegi salesiani. Il Bollettino pubblicherà a suo tempo la Borsa completa, lasciando alle singole case di pubblicare sui proprii periodici il nome degli offerenti.

IIIa SERIE.

76, Borsa EUCARISTICA del piccolo SERAFINO GUSTAVO BRUNI (3a) a cura del sac. Abbondio Anzini.

77. Borsa BEATO DON BOSCO (7s) fondata dall'esimia Sig.ra Barbarina Caccia riconoscente al Beato per grazia ricevuta.

78. Borsa SAN GIOVANNI EVANGELISTA offerta dai devoti frequentatori della chiesa omonima in Torino.

79. Borsa S. FRANCESCO DI SALES e S. BERNARDO fondata dal Sig. D. Cottino Francesco. 80. Borsa BEATO DON BOSCO (6a) completata

Somma precedente: L. 18.245,42.

Angela Vercellino, 5o-Teresa Bruzzetti, 5o-Elvira Moltese 5 -- Parrocchiani di Morlupo, 111 - Maria Fea Giacca, 25 - Va delli Adalgisa, 2o- Lolli Liduina, io -Chiais Maurino, io - Perrone Antonietta, 5 -- Nob. Virginia Malegno, 1oo - Prev. Ambrogio D. Pronda, 1oo -- Colombo Rosa, tono - Carlotta Alvigini V. Corona, 2oo - Ermelinda Gentile, 100. Totale L.20.031,42.

81. Borsa CORITA MARIA fondata dalla sig.ra Cora F. de Esca ada.

BORSE DA COMPLETARE.

BORSA EX ALLIEVI SICILIANI.

L'Avv. Grasso Giuseppe, ex allievo dei collegi di Sicilia, ha iniziato questa borsa con L. 2400.

Prof. Augusto Bosone, 2o - Dott. Clemente Ferraris, 5o - Avv. Colli Medaglia, 2o, Giuseppe Invernizzi, 1o.

Totale L. 2500.

BORSA D. MARCO NASSO' (2a).

Somma precedente: L. 112.

Raccolte a mezzo Sig. D. Secondo Rastello, 4812.

Totale L. 4924.

BORSA D. LUIGI NAI (2a).

Somma precedente: L. 9814,04.

Sorelle Genta, 30 - Tortarolo Giovanni, 53 - Fascio Natale, 20 - Augusto Crosazzo, 50.

Totale L. 9967,05.

BORSA D. F. GIRAUDI.

Somma precedeste: L. 630.

un ex allievo affezionato, 5oo.

Totale L.. 1130.

BORSA MADONNA DI LORETO.

Somma precedente: L. 938,50. A mezzo Conferenza, Padre Sales, 200.

Totale L. 1138,50.

BORSA D. GUIDAZIO.

Somma precedente: L. 130.

Valenti Dott. Eugenio, 25.

Totale L. 155.

BORSA DIVINA PROVVIDENZA.

Somma precedente: L. 128.

Casorati Teresa, 5oo - Emilia Candiani e M. Casali, 25 - Borroni Energin_a, 200 - Accamo Agnese, 1oo. Totale L. 953,

BORSA MARIA AUSILIATRICE (20a).

Somma precedente: L. 5554,70.

Pilletti Cristina, 5o - Chiarella Tomaso, 6 - Chiais Maurino, io - Nob. Virginia Malegno, 1oo - Prev. D. Ambrogio Pronda, ioo - E. G., 5 - Colombo Rosa, 1ooo - Barolo Mercatanti, 25 - Severina Narduzzo, 1o - D. Giuseppe De Stefani, 40 -- E. C. D., tono - Ferraris Teresa Della Torre, 1oo - Pallavicini Doralia, 100 - Felicita Benedetta V. Coassolo, 6o - Maria Giannelli Del Prete, 50 - Felicetta Del Prete (defunta), 5 - Sig. Aprili, 365, Famiglia Meani, z5 - Lodo Faustino, 25 - Pietro Colombo, 25 - Romagnolo Celestina, 25 - Tomasin Teresa, io - D. Vito Quadrini, io - Benevolo Giulia, io - Venturelli Domenica e Dina, 300. - Norina Cipollone, 5 - Molle Maddalena, io - Giulio Donda, io - Stampais Giulia, io Giuseppe Re Rinaldi, 2o - D. Bolle Andrea, 30 - Elisa V. Massarini, 95 - Anna Azario Martinetti, 3.

Totale L. 9195,70.

BORSA CAV. GARBELLONE.

Somma precedetne: L. 10.225.

Cav. Romualdo Viasco, 5o.   Totale L. 1o.275.

BORSA S. ANGELA MERICI. Un « Desenzanese », L. 485 BORSA EMIGRATI ITALIANI.

Antonio Previdente raccolse fra gli Emigrati di Hayange (Lorena), L. 2oo.

BORSA S. FAUSTINO MARTIRE.

La Sig.ra Zanini Teresa, a nome anche di altre ottime Cooperatrici, ci invia la prima sottoscrizione di L. 400. Zanini Teresa, 1oo.

Totale L. 500.

BORSA BENEDETTO XV.

Somma precedente: L. 200. D. Oreste Gambini, 15.

Totale L. 215.

BORSA MAMMA MARGHERITA.

Somma precedente: L. 9427. Una mamma riconoscente, 15.

Totale L. 9442.

BORSA DECURIONI D'ITALIA.

Somma precedente: L. 1385

Can. Sabino Titomanlio (7a offerta), 25.

Totale L. 1410.

BORSA D. BOSCO FANCIULLO.

Somma precedente, L. 115.

Giuseppe e Ferdinando Patrizi, 5 - Franchino Antonio, 10.

Totale L. 130.

BORSA D. BONETTI.

Sorelle Cerrato (in oro), 100. BORSA SAVIO DOMENICO.

Somma precedente: L. 3293.70.

Rina Feruglio, io - Scuri Maria, 100.

Totale L. 3403,70

BORSA PIER GIORGIO FRASSATI.

Somma precedente: L. 1227. Mira Cespa, 2.

Totale L. _122).

BORSA GESU' NEL PRESEPIO.

Somma precedente: L. 116,30.

Sorelle Lunaro, 5 - Giardina Galfo (per Cesare), 2o.

Totale L. 141,30.

BORSA ANIME DEL PURGATORIO.

Somma precedente: L. 5209,30.

Michele Scarano, 1o - Geronimo Andreone, 25 - A. I., 100 - Andrighetto Clori, 25 - Adele Forgiarini, 25 - Chiora Vittoria, 20.

Totale L. 5114,30.

BORSA DON RUA (2a).

Somma precedente: L. 8472,95.

D. Antonio Sparacino, 8o - Maria Sanguinetti, 50 -- D. Domenico Mariano a nome di 1z persone, 12 -- Mulassano Cav. Francesco, 25 - Marta Maria, 20 - D. Giovanni Calerri, io - Mascheroni, Stucchi G., Dombini, P., Cattaneo A.,

Cattaneo G., 32,50 - Barberis Gatta Giacomo, 200 - Francesca Campagna, 5 - Can. Costa Vicario, 92 - Giuseppe Tosi, 5oo - Sac. Musso C., arciprete, 11o - Sorelle Della Vedova, 15 - Zoppi Costanza in Manca, 1o - Toscano Carmelo, 15 - Bevo D. Luigi (raccolte e offerte), 178 - Perle Celestino, 25 - Don Gallino (Carini), 5o - Sac. Gius. Oreglia a nome del Teol. Marino (raccolte), 98,40 - Orielli Andrea, 1o-Giuseppe Bucceri, 1o-Fratelli Forestiero, io.

Totale L. 10.030,85.

BORSA CRISTO RE.

Somma precedente: L. 99o.

Anna Grossi, Angiolina Guidetti, Adalgisa Boetti, Luisa Boetti, 40 - M. V., 5.

Totale L. 1035.

BORSA MARTIRI GIAPPONESI.

Somma precedente: L. 5337.

Arciprete Gallo D. Giovanni a nome: Tortoroglio Giuseppe, 5o - Bosca Michele, 5o - Giordano Luisa, 30 -- Ciarle Giacinta, io - Ferrero Maurizio, 14 - Caimotti Rina, 5 - N. N., 5 - Cane Lucia, 5 - Busci Angela, 5 - Baldovino Francesca, 5.   Totale L. 5516.

BORSA EUCARISTIA IN PERPETUO. Somma precedente: L. 145.

Lippolis Tommasetta, 2000.

Totale L. 2145.

BORSA S. TERESA DEL R. G. (10a).

Somma precedente: L. 2742,45.

Dorotea Belliana, 1o-E. V., 5- Severa Bellotti, 1o0-Masiero Maria, 25 - Bignotti Giacomo, io -- N. N. (Vercelli), 5 - Rosa Spreafico, 2o - Sac. Alberto Santucci, 8o (D. 38596-597), - Teresa Graziani V. Morini, io - Can. P. Murru, 25 - Polo Albina, 25 - Benevolo Maria, 5 - Ruggi Anna Bertoldi, 5oo - Giardina Gallo, 20 - Taricco Teresa, 20 - Anna Azario Martinetti, 5.

Totale L. 3607,45.

BORSA « VANGELO DI GESU' ».

Ida Ghiglione insegnante a nome dei suoi scolari, 270 - D. A. Anzini (in oro), 1oo-C. R., 1oo-T. D., 5o-Ester Racca, 73,50 - N. N., 6,40 -- Nina Tomatis Ferraro riconoscente a D. Bosco per la guarigione del figlio, 450- Prof. Casilde Serra, 25 - Cerutti Margherita insegnante, 15 - Giuseppa Ida Borgialli, 2o - Angela Colline, 40 - N. N. (Garessio), 50 - .J. N., 400 - Carlo Ghiglione, 2oo.

Totale L. 18oo.

BORSA D. PISCETTA.

Sonora precedente: L. 5717

D. C. Ossola, 25 - Cav. Felice Mattana, 25 - G. F. (raccolte), 45.   Totale L.. 5812.

BORSA S. CUORE DI GESU' CONFIDO IN VOI!

Semina precedente: L. 4157,50.

Donda Vittorio, 10 - Antonio Castelli, 5o - M. E., 35 - N. N. (Goima di Zoldo), 1000 - Matis Teresa, 20 - Giardina Gallo, 20 - Sorelle Conti, 20 - Cagnola Ugolina, 20.

Totale L. 5332,50.

BORSA BEATO D. BOSCO (8").

Sacco Pietro, 100 - Carolina Foroni, 10 - Gari Pietro, 25 - Giuseppina Boglione V. Mathis, 100 - Bianca Peruggia per la buona riuscita negli studi del suo Peppino, 5o-N. N. (Torino), 5o - Aguanno Francesco, 5o - L. R., 1ooo, Allara Maria, 5o - Sacrestia Santuario, 11o - R. Fr. (Costanzana), 5o - Tilde Marchioni, 25 - Gobbi, Ernesta. 20 - Teresa Graziani V. Morini, io - Zanotti Rinaldo, z5 - Gius. Ambaldo, io - Antonio e Maria Valerio, 25 - Oddone Tullio, 15 - Panetto Giuseppa, 1o - Sig.ra Alemanni, io - G. e. I. implorando la protezione di D. Bosco e in ringraziamento, 300 -- Pompilio e Fausta Cardini, io - Castagno Francesca, 100 -- Giardina Gallo, 2o - Ri a Feruglio, io - Luzzocrea Leandro, io - Anna Azario Martinetti, 5. -Germana Bongiorno, io - Chiesurin Vittoria, io - Rossi Rosa fu Pietro, 20.

Totale L. 2240.

BORSA D. BOSCO EDUCATORE (3a)

Somma precedente: L. 11.957.

Maria Gondolo, 20 - Bianca Barelli Chiavarino, 25 - Milano Maria, 25 - Prof. Michele Pardo, 25 - D. Alfonso Facchini, 25 - Angelina Della Torre, 5 - Coni. Maria Falbo Donato, 1o0 - Cesare Bonelli, 30 -- Niny Montini Cantalupo, 6,30 - Cavanna Fanny, 2o -- Patella Matilde, 15 - Fuggi Anna Bertoldi, 5oo - Barberis Vincenzo, io - Cesira e Balduino Fambrini, io --- Dal Moro Raimondo, io.

Totale L. 14.763,30.

BORSA S. GIUSEPPE (3")

Somma precedente: L. 2315.

Borino Margherita, 25 - Rosita Cazzulini, 25 - Lunghi Giuseppina, Zoo-Gandoni Vincenzo, 5--Contessa Vittoria Tozzoni, 1oo.   Totale L. 2570.

BORSA S. CUORE DI GESU' SALVATECI!

Somma precedente: L. 4594,60.

Manessi Orsulina, 17 - Ester e Francesco Callierotti, 40 - Valiero Conte Giuseppe, 25 - Anita Gilardi, io -

Totale L. 4686,6o.

BORSA PIO X.

Somma precedente: L. 6422.

Angela Pagani, io - Giulio Buffa, 25 - Matilde Minelli Scaratti, 50 - Caprile Luigi, 15 - Eva Causacchi Davico, 5o.   Totale I.. 6572.

BORSA PENNA RICCI - PERUGIA.

Somma precedente: L. 5393.

D. G. Marchesini, 5o - A. V. Contini, 100 -- D. O. Berardi, io - D. F. Italiani, 25 - D. G. Federici, 20 - G. Locchi, i s - E. Borghi, lo - D. Giulietti, 2o - D. Baldelli Parroco Colombella, 5o - Avv. F. Mancini, 1oo - Dott. P. Barola, 1o0 - Avv. G. Pasquariello, 25 - Rag. G. Margaritoni (1' off.), 53 - Conte P. Baldeschi Addi, ioo - G. Gesanctis, 5o - Pesca Miss. organizzata dal Circolo Card. Cagliero, 500 - Can. U. Fracassini, 25 - Comm. Bertini Calossi, 5o - Perm:issi e N. N., 15 - A. ed E. Bilancini di Cerqueto, 15 - V. Coletti, 12-E. Nucci di S. Venanzio, io -G. Zaccarella, 3o - A. M. Bianchi, io - N. N., 2 - G. Brugnoli, 15 - March. Degli Azzi, 25 - Ten. S. Bosco, ioo - March. A. Marini, 150 - March. V. Marini Clarelli, 15o - L. Frascarelli V. Marinelli, io - L. Calzoni e famiglia, 20 - G. Narducci e N. N., 7 - Personale Ist. Provvidenza Sociale, 70 - raccolte dal Sig. Pietro Garzi, 65,20 - G. Giappietrini, 5 - Biscarini, 6,15 - U. Pasotti, 15 - Prof.ssa Maffiodo, 25 - Ditta Facimani, 32 - Banca Agricola Italiana Succ.le di Perugia, 250-Rag. G. Margaritoni (2a off.), 5o-Prof. Renna, 15 - V. Spezzi, 2 - Famiglia Nunzi, 20 - Comunità Fatebenefratelli, 5o - Mons. A. Fongoli, 5o - Cav. F. Cenci, 5 - Rag. G. Cecci, io - Dott. S. Mazzola, 25 - D. T. Terradura, 100- D. A. Giappesi, 25 - Professori A. e V. Merchini, 100 - G. Morrone, 74 - L. Ricca, 5 - P. e T. Ferranti, 25 - Prandolini, 15 -- C. Mezzetti, 50 - Fratelli Castellucci, 5 - Contessa P. degli Oddi, 59 - G. Ragni, 20 - Amm.ne della Provincia di Perugia, 2ooo - D. S. Bissini, 5 - D. G. Paolini, 2 - I. Scarponi, 2 - Coniugi Burdese, zo - A. Capitini, too - I. Ronconi, 2 - L. Rogioni, 15 - S. Felicioni, io - T. Felici Ved. Casavecchia, 30 - Contessa G. Galamini Nardini, zo - Prof, e Prof.ssa Zaglio (z' off-), 40 - Angeletti G. io - N. N., 5 - N. N., 30 - Gli Alunni Pampaloni Polchi e Lignani, 20 - Conte Ansidei di Catrano, eo - A. Lemmi, 5 - Ferranti, io - Coletti, 5 - Marchesa M. Carmina Rossi Scotti, 5oo - G. Pampaloni, 25 - Municipio di Perugia, Zoo - Ginevra Rizzoli (3'. Off.), 1000 - A. Contini Ved. Antonelli, 3o - E. Semeria Ved. Luciani, 100 - A. Mancini, 5 - Romeo Betti, 20 - Don Giulivi, 25 - C. Tamagnini, 5 - C. Ronconi, 6 - Munzi, 5 - Coletti, 5 - M. Lignani, 5o - Scheda 11240 Cappuccelli, 13 - Conte V. Ansidei, 1oo - Bebi Mariano, 5o-Eugenia Borghesi, io - Contessa A. Biavati Baldeschi, 5o - Prof.ssa F. Pasqui, 100 - N. B. P. Sbrocco, 40 - 13. N. Casciarri, 25 - Don Leonbruni, io - Prof. Manetti, ioo - Vincenti L., io - Prof. Don P. Pizzoni, 25 - Don Margaritoni R., 25 - M. Alimenti, io - Ginevra Desanctis, 5o - Cassa di Risparmio Perugia, 250 - Parroco e Parrocchia di Mercatale (Cortona), 270 - Paticchi Giulio, 10o - Prof. Antonio Bassotti, 21 -Giuseppe Desantis, z5 - Elisa Mignini, io - Sabina Felicioni, io - Romeo Butti, 20 - N. N., 1o., - Prof. Alfredo Manetti, 30.   Totale L, 13956,35.

BORSA MONS. GIUSEPPE NOGARA - Arciv. di Udine.

Somma precedente: L. 516,40.

Collegio Nobile Dimesse, 40 - Piva Arturo, io - Sac. Magretti Pasquale, 20 - Cont. Margherita Gropplero Beltrame, 20 - Sorelle Freschi, 1o- Dott.a Crainz Lucilla, io --Valle Annina, io - Biasutti Angelina, 2o -- Ditta Lestuzzi, io - Sonieda Clara, 100 - Latarulo Ernesto, io - Con. De l'uppi Elisa, io - Canciani Maria, 1o - Cargnelli Maria, io - Ronzoni Aleardo, io -- Zavatti Viscardo, 19,45 - Risparmi della bambina Giovannina Tomada di Federico, 70 - R va Onorio, 21,55 - N. N., 23 - Piazza Luigi, 16 - Frat. Beltrame, 10 - Don Pietro Mini, 5 - De Marco Ines, 5 - Cattarossi Luigi, 5o- Collegio Paolini, 5 - Collegio Uccellis, 5o -- De Marco Ines, 5 - Catterina Mauder, io - Piva Luigi, 5 - Businelli Maria, 2 - Tallauc Pietro, 5 - Ines De Marco, 5 - Blasich, i - Bianchi Isolina, t5 - N. N., 2 - Teresa Maria l'isehuitta, 5-Eugenio Scagnetti, 1o-Picco Alfonso, 2. - Clotilde Scagnetti, 2 - Delmestre Luigi, 2 - Cavallini Anita, 25 - Livio Battaglia, 1 - N. N. p. g. r., 5 - De Reggi Aristide, 16 --Mario Carpignano, i -Battaglia Vittorio, 17 - Turico Boschian, io - N. N., 5 - Marsan Maria, io - D. Paolino Urtovich, 48 - Ricorrenza Feste Beato Don Bosco 13-'..-1929, 18,40 - Benedetti e Querrini, io -Teresina Del Pup, in morte di Giulia Cantarutti, io -- Marsan Maria in morte di Giulia Cantarutti, 10 - - Ditta Ottacio Battaglia, 8o - Botto Avv. Annibale, 45 - Famiglia Biavaschi, 30 - De Reggi Maria, z - Querrini Mario, z - Foschiani Mario, i - Pozzo Giuseppe, i - Benedetti e Querrini, io - Luigi Gagliardi, i - Vanucchi Raffaele, 3 - Gino Druissi, 5 -- Battaglia Ottavio, 20 -- N. N. o. ~r. "., 5 - Battaglia Ottavio in morte di Lilliaca Querini, 5 - D. Celledoni Ermenegildo, 50 - a mezzo sig. Scalau Rag. Egisto, raccolte, i5o - Dal Forno Luigi Colloredo, reo - Visco Nerina Gilardi, 2 - Visco Silvana Gilardi, 2 - Mire Antonia, 3 - Lodolo Arturo, 3 - De Torna Germina, 5 - Luigina Driussi, 2 -- Famiglia Pividori di Gius. Valentino, 5 - Guio Gremese, z - Varie 8,50 - Conlazzi Luigi, 5 - Gini Giovanni, io - Fracassi Antonio, 5 -- De Gobbo Ant. 1 - Casarsa Paolo, i --- Fabris Italia, 30- Giacinto Fabbiano, so - Piva Luigi, 5 -- Piva Arturo, 5 - Cav. Del Vautisino Ignazio, i - Verzano Vincenzo, 5 - Saccavino Privato, 5 - Siccoli Raffaele, z - De Marco Ines, z - T. Caeisutti, 2 - Barbero Antonio, 5 - Biaggini Ulisse, z - Rossiti Giacomo z. - Ovan Celestino, z - Ferruccio Leonardezzi, 3 - Marchi Antonio Luigi, io - Gozzi Carlo, 5 - Antonio Picco, 5 - Zilli Teresa, 2 - Mini D. Pietro, 5 - Luigi Kuzma, z - Piva Luigi, 5 - Piva Arturo, 3 - Adele Pravisani, 2 - Cavallini Remo, 5 - Picco Antonietta, z - Ottavio Battaglia, 10,40 - N.N., 5 -- Prisacco, Tu11io, 3 - Zanetti -minia, 3 - Bacchini Giuseppe, z - Zanetti Spar`a..0, zz -- M. Pettoello, 1o - Missio Albano, z - Zanetti Gemuta,

- Zanetti Agata, 1 - Scalan Adele, 5 - Zorzini Anna, z - Polga Giovanni, 1o - Gemessi, Gius. i. - Venturir. Pietro, i - Fracassi Antonio, 5 - Ciani Antonio, i - Zanessi Spartaco, i - Amadio Ernesto, 3 -Pallini Uvaldo, I,zo - Scavacricchi Eugenio, 2 - De Lorenzi Isolina, r - Cocolo Lucia, 5 - Vieeussi Angela, 5 - Viccussi Libera, 3 - Famiglia Lunazzi, io - Maria Frascaris, io - Monti rag. Albino, 5 - Pallini Ubaldo, z - Facchini Elio, z. - Della Torre Cesare, ,.8o - Nigris Iola, 5 -- Maria Nardini, 5 - Ida Medini, 5 - Righini Guido Silvella, 2o - a mezzo sig. Moracutti, 83,30 - Suore Dimesse, 40 - Utile recita Bettiolo (Aprile 1929), 122 - Utile recita Tolmezzo (Dicembre 1928), 150 - Utile recita Tolmezzo (Maggio (1929), 203 -a mezzo sig. Cipponi, 23 -- Cantarutti Ada e Ida in miri" di Giulia Cantarutti, 5o - A mezzo sig.na Someda Micoli, 5o - Micoli, 5~ - Grosso Giulio, 15 - Codero Luigi, 10 Avv. Tessitori, 25 - Avv. Schiratti, TO - Bertoli, 1o - Stella, io - D'Agostini, 2 - Avv. Castellana, io - Avv. Respina, io - Varie raccolte Tavagnacco, 9,65 - Studio Avv. Botto, 145,50 - Goam Bartuzzi, 1o - a mezzo sig. Loria Roberto, 38.   Totale L. 3294,75.

S. A. R. la Duchessa di Pistoia all'Oratorio di Torino.

Il giorno 2o febbraio 1930 in una sala dell'Oratorio Salesiano di Torino ebbe luogo la adunanza generale del Comitato Centrale delle Patronesse Salesiane. La riunione assunse un carattere di maggior importanza per presenza di S. A. R. la Duchessa di Pistoia, presidente onoraria del Comitato stesso.

A suo lato aveva il rev. sig. don Ricaldone, essendo stato impedito d'intervenire il reverendissimo signor don Rinaldi e la presidente marchesa Scati Grimaldi-Cattaneo Adorno, dama d'onore di S. M. la Regina.

Anzitutto un giovane studente ginnasiale dell'Oratorio lesse a S. A. un gentile indirizzo, offrendo un artistico mazzo di fiori. Quindi prese la parola la segretaria del Comitato. Dopo un devoto saluto ringraziò S. A. del suo ambito intervento all'adunanza poichè l'Augusta Duchessa si dona alle Opere benefiche di Torino. Passò in seguìto ad una succinta relazione del lavoro che svolse il Comitato, sopratutto a pro delle Missioni Salesiane. Disse come in apposito laboratorio alcune Patronesse settimanalmente confezionano esse stesse gli arredi sacri e ancora quanto occorre per le svariate foggie di altari portatili.

Nei mesi addietro si attese pure a dotare di tutto l'occorrente per la celebrazione della Santa Messa un'auto-cappella destinata alla Missione del Matto Grosso, per la quale prestarono pure il loro gentile concorso la FIAT di Torino e la ditta Garavini per la carrozzeria; di più necessitando le Missioni di medicinali e materiale di medicazione, il Comitato vi provvede per quanto può, sapendo quanto si facilita il bene spirituale che i missionari e le suore possono svolgere alleviando i dolori fisici con questo mezzo di cristiana carità.

Parlò in seguito il reverendissimo sig. don Ricaldone per ringraziare egli pure la Duchessa di Pistoia, portando l'ossequio del venerandissimo sig. don Rinaldi. Constatò come l'opera che svolse il Comitato Centrale di Torino s'irradia pure in Italia ed all'estero, e ricordò che in Spagna il Comitato di Siviglia si onora della cooperazione dell'Infante Maria Ferdinanda, e quello di Madrid di S. M. la Regina.

Disse dei molteplici bisogni delle Missioni ch'egli visitò in persona non è molto tempo, e sottolineò sopratutto come l'opera degli ambulatori sia degna di aiuto per il gran bene che compie.

D'accordo col Comitato si stabilì d'inviare una circolare ai signori medici e farmacisti della città, per avere da essi un aiuto con l'invio di medicinali che talvolta hanno a disposizione, essendosi istituito ora all'Oratorio un reparto adatto a questo materiale sì utile per le Missioni.

S. A. R. la Duchessa di Pistoia, terminata l'adunanza, passò a visitare una piccola mostra di arredi sacri e cassette-altari già confezionate in quest'anno, e pronte ad essere inviate in Missione; secondo il consueto nel giugno prossimo si offrirà al reverendissimo sig. don Rinaldi un'accolta maggiore di arredi sacri allo stesso scopo destinati.

Ossequiata dalle Patronesse la Duchessa di Pistoia lasciava quindi l'Oratorio, esprimendo al sig. don Ricaldone e alla Marchesa Scati il suo compiacimento e la sua ammirazione.

Un documento dottrinario della Chiesa

Enciclica sulla cristiana educazione della gioventù di Papa Pio XI.

L'AMBIENTE DELL'EDUCAZIONE. La famiglia cristiana.

Per ottenere una educazione per fetta è di somma importanza vigilare a che le condizioni di tutto quello che circonda l'educando, durante il periodo della sua formazione, cioè il complesso di tutte le circostanze, che suole denominarsi «ambiente», corrisponda bene al fine inteso.