Anno LIV. MARZO 1930 (VIII) Numero 3.
PERIODICO MENSILE PER I COOPERATORI DELLE OPERE E MISSIONI DI DON BOSCO
SOMMARIO: Enciclica sulla cristiana educazione della gioventù, di Papa Pio XI. - Don Gio. Batt. Francesia. - Per la Beatificazione di Domenico Savio. - La Crociata Missionaria. - Echi della Palestina: Festeggiamenti presso il Sepolcro di S. Stefano. - In onore del Beato Don Bosco: Italia, Turchia, Francia, Africa, Belgio, Polonia, Brasile. - Grazie. - Dalle nostre Missioni : Dal Ria Negro - Progressi nell'Assam. - L'arrivo in Giappone. - Natale a bordo del "Coblenz". - Culto e Grazie di Maria Aus. - Lettera di Don Giulivo. - Conferenze salesiane. - Notizie Salesiane. - Necrologio.
Enciclica sulla cristiana educazione della gioventù di Papa Pio XI.
L'Enciclica, apparsa a breve distanza di altre due (sugli Esercizi Spirituali e sull'Anno Giubilare), è destinata a rimanere come uno dei documenti dottrinari nella Chiesa più memorabili. Essa riassume i principii supremi sull'argomento dell'educazione cristiana, ne mette in piena luce le precipue conclusioni e ne addita le pratiche applicazioni. Vorremmo riferire per intero l'importantissimo documento, ma non consentendocelo la mole di questo nostro Bollettino ci limiteremo a rilevarne le grandi linee, soffermandoci specialmente alla seconda parte.
Pigliando le mosse dalle parole del Divin Maestro Lasciate che i pargoli vengano a me essa rileva come l'attuale vario agitarsi del problema scolastico e pedagogico dei vari paesi ed il moltiplicarsi dei maestri e delle nuove teorie tesi a formare le nuove generazioni per l'agognata felicità su questa terra creando gravi errori e danni, impongano alla Chiesa il dovere d'impedire che si erri nell'educazione come nella direzione verso il fine ultimo con il quale è intimamente e necessariamente connessa tutta l'opera dell'educazione.
Infatti, poichè l'educazione consiste essenzialmente nella formazione dell'uomo, quale egli deve essere e come deve comportarsi in questa vita terrena per conseguire il fine sublime per il quale fu creato, è chiaro che, come non può dirsi vera educazione se non sia tutta ordinata al fine ultimo, così, nell'ordine presente di Provvidenza, dopo cioè che Dio ci si è rivelato nel Figlio suo unigenito che solo è « via e verità e vita », non può darsi adeguata e perfetta educazione se non l'educazione cristiana.
A chi appartiene l'educazione.
L' Enciclica, premesso che l'educazione è opera necessariamente sociale, non solitaria, precisa che tre sono le società necessarie, distinte e pure armonicamente congiunte da Dio in seno alle quali nasce l'uomo: due società di ordine naturale, quali sono la famiglia e la società civile; la terza, la Chiesa, di ordine soprannaturale.
La famiglia, istituita immediatamente da Dio al fine suo proprio, che è la procreazione e l'educazione della prole, ha priorità di natura e quindi una priorità di diritto rispetto alla società civile.
Essa però è imperfetta perchè non ha tutti i mezzi per il proprio perfezionamento; laddove la società civile è società perfetta avendo in sè tutti i mezzi al fine proprio, che è il bene comune temporale, onde per questo rispetto, cioè in ordine al bene comune, essa ha preminenza sulla famiglia la quale raggiunge appunto nella società civile la sua conveniente perfezione temporale.
La terza società nella quale nasce l'uomo, mediante il battesimo alla vita divina della grazia, è la Chiesa, società di ordine soprannaturale ed universale, società perfetta, perchè ha in sè tutti i mezzi al suo fine, che è la salvezza eterna degli uomini, e pertanto suprema nel suo ordine.
Per conseguenza, l'educazione, la quale riguarda tutti gli uomini individualmente e socialmente nell'ordine della natura ed in quello della grazia, appartiene a tutte e tre queste società necessarie in misura proporzionata, corrispondente secondo il presente ordine di Provvidenza, stabilito da Dio, alla coordinazione dei loro rispettivi fini.
Diritti della Chiesa.
Si appalesa quindi la preminenza della Chiesa nell'opera educativa per due titoli di ordine soprannaturale da Dio stesso a Lei esclusivamente conferiti.
Il primo sta nella espressa missione ed autorità suprema di magistero datale dal suo divino Fondatore: « Ogni potere è stato dato a me in cielo ed in terra. - Andate dunque ammaestrate tutte le genti, battezzandole nel nome del Padre, del Figliuolo e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto quanto vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi, tutti i giorni fino alla fine del mondo ». Al quale magistero è stato da Cristo conferita l'infallibilità.
Il secondo titolo è la maternità soprannaturale, onde la Chiesa, sposa immacolata di Cristo, genera, nutre ed educa le anime nella vita divina della grazia coi suoi Sacramenti ed il suo insegnamento. Pertanto nell'obbietto proprio della sua missione educativa, cioè nella fede, nella istituzione dei costumi, Dio stesso ha fatto la Chiesa partecipe del divisi magistero e, per beneficio divino, immune da errore; ond'è agli uomini maestra suprema e sicurissima e le è insito, inviolabile diritto, a libertà di magistero.
Di qui ne consegue l'indipendenza della Chiesa da qualsiasi podestà terrena, nell'esercizio della sua missione educativa, che gli dà titolo di promuovere direttamente lettere, scienze ed arti e di fondare scuole ed istituti di educazione; di precisare ciò che può nuocere, o meno, alla stessa educazione fisica.
Questa sua azione non reca minimo inconveniente all'ordinamento civile, perchè la Chiesa nella sua prudenza materna non si oppone a che le sue scuole ed istituzioni educative si uniformino, in ciascuna nazione, alle legittime disposizioni delle autorità civili ed è in ogni modo pronta ad accordarsi con queste ed a procedere di comune intesa dove sorgessero le difficoltà.
Inoltre è diritto inalienabile della Chiesa, e insieme suo dovere indispensabile, vigilare su tratta la educazione dei suoi figli, i fedeli, in qualsiasi istituzione pubblica o privata, non soltanto rispetto all'insegnamento religioso ivi impartito ma per ogni altra disciplina e per ogni ordinamento in quanto abbiano relazione con la religione e la morale.
Nè l'esercizio di questo diritto potrà stimarsi ingerenza indebita, ma preziosa provvidenza materna della Chiesa, nel tutelare i suoi figli dai gravi pericoli d'ogni veleno dottrinale e morale, recando così anche efficace giovamento all'ordine e benessere delle famiglie e società civili, tenendo lontano dalla gioventù quel veleno morale che in questa età inesperta e mobile suole avere più facile presa e più rapida estensione.
E qui l'Enciclica sintetizza la mirabile missione educatrice della Chiesa compiuta in tutti i secoli sino ai giorni nostri in cui le sue Missioni spargono a migliaia le scuole in tutte le regioni e nei paesi non ancora cristiani, dalle due rive del Gange al fiume Giallo e alle grandi isole ed arcipelaghi degli Oceani, dal continente nero alla Terra del Fuoco ed alla gelida Alaska.
ARMONIA DI DIRITTI. La Famiglia.
La famiglia ha immediatamente dal Creatore la missione e quindi il diritto di educare la prole, diritto inalienabile, perchè inseparabilmente congiunto con lo stesso obbligo, diritto anteriore a qualsiasi diritto della società civile e dello Stato e quindi inviolabile da parte di ogni podestà terrena.
Pertanto i genitori debbono sforzarsi ed energicamente insistere per impedire in questa materia ogni attentato ed in modo assoluto assicurare che a loro rimanga il potere di educare, come si deve, cristianamente i figli e massimamente di negarli a quelle scuole nelle quali vi è pericolo che bevano il tristo veleno dell'empietà.
L'Enciclica aggiunge ed illustra come questo diritto sia sempre stato gelosamente tutelato dalla Chiesa.
Lo Stato.
Passando al diritto e dovere delle Autorità di provvedere al bene comune in ordine temporale che consiste in quella pace e sicurezza onde la famiglia ed i singoli cittadini godono nell'esercizio del loro diritto e insieme nel maggiore benessere spirituale e materiale che sia possibile nella vita presente mediante l'unione e il coordinamento dell'opera di tutti, l'Enciclica precisa che duplice è al riguardo l'azione dello Stato: proteggere e promuovere non già assorbire la famiglia e l'individuo o sostituirsi ad essa.
Solo quando venisse a mancare fisicamente o moralmente l'opera dei genitori lo Stato deve non sostituire la famiglia, ma supplire al difetto e provvedere con mezzi acconci, sempre in conformità con i diritti naturali della prole e i diritti soprannaturali della Chiesa. In generale poi è diritto e dovere dello Stato proteggere secondo le norme della retta ragione e della Fede l'educazione morale e religiosa della gioventù, rimovendone le cause pubbliche ad esse in contrasto.
Lo Stato - aggiunge più oltre l'Enciclica - può esigere e quindi procurare che tutti i cittadini abbiano la necessaria conoscenza dei loro doveri civili e nazionali e un certo grado di coltura intellettuale, morale e fisica che, attese le condizioni dei nostri tempi, sia veramente richiesto dal bene comune, ma però deve rispettare i diritti nativi della Chiesa e della famiglia sulla educazione cristiana oltreché osservare la giustizia distributiva.
Pertanto è ingiusto ed illecito ogni monopolio educativo o scolastico, che costringa fisicamente o moralmente a frequentare le scuole dello Stato contro gli obblighi della coscienza cristiana o anche contro le legittime preferenze.
Più oltre ritiene non inutile fare altra volta rilevare come ai tempi nostri (in cui va diffondendosi un nazionalismo quanto esagerato e falso altrettanto nemico di vera pace e prosperità) si sogliono eccedere i giusti limiti nell'ordinare militarmente l'educazione cosidetta fisica dei giova (e talora anche delle giovinette contro la natura stessa delle cose umane) spesso anche invadendo oltre misura nel giorno del Signore il tempo, che deve essere dedicato ai doveri religiosi ed al santuario della vita familiare.
Non vogliamo del resto biasimare - soggiunge il S. Padre - quello che ci può essere di buono nello spirito di disciplina e nel legittimo ardimento di siffatti metodi, ma soltanto ogni eccesso quale, per esempio, lo spirito di violenza, che non si ha da scambiare con lo spirito di fortezza nè col nobile sentimento del valore militare in difesa della Patria e dell'ordine pubblico, quale anche l'esaltazione dell'atletismo che della vera educazione fisica, anche per l'età pagana, segnò la degenerazione e la decadenza.
Relazioni fra Chiesa e Sfido.
Passando alle relazioni che devono intercorrere tra i due poteri, l'Enciclica ricorda quanto in proposito ebbe a precisare Leone XIII nelle
Encicliche Immortale Dei e Sapientiae christianae.
Conseguentemente aggiunge che come lo Stato, così anche la scienza, il metodo scientifico, la ricerca scientifica, non hanno niente da temere dal pieno e perfetto mandato educativo della Chiesa. Gli istituti cattolici, a qualunque grado appartengano dell'insegnamento e della scienza, non hanno bisogno di apologie. Il favore che godono, le lodi che raccolgono, le produzioni scientifiche che promuovono e moltiplicano, e più che tutto i soggetta pienamente e squisitamente preparati che dànno alla magistratura, alle professioni, all'insegnamento, alla vita in tutte le sue esplicazioni, depongono più che sufficientemente in loro favore.
I quali fatti, del resto, non sono che una splendida conferma della dottrina cattolica, definita dal Concilio Vaticano : « La fede e la ragione non soltanto non possono nati contradirsi, ma si prestano reciproco aiuto perché la retta ragione dimostra le basi della fede e dalla sua luce illuminata coltiva la scienza delle cose divine, mentre la fede, libera e protegge dagli errori la ragione e l'arricchisce di svariate cognizioni ».
NECESSARIA CONVERGENZA DI METODI E DI AMBIENTI.
Quindi l'Enciclica parla del metodo e dell'ambiente necessari per la missione educatrice.
Soggetto dell'educazione.
Premesso che nel peccato d'origine si è determinato nell'uomo l'indebolimento della volontà a tendenza disordinata aggiunge che devesi correggere le inclinazioni disordinate, promuovere ed ordinare le buone, sin dalla più tenera infanzia, e sopratutto devesi illuminare l'intelletto e fortificare la volontà con le verità soprannaturali e i mezzi della grazia, senza di cui non si può nè dominare le perverse inclinazioni né raggiungere la debita perfezione educativa della Chiesa, perfettamente e compitamente dotata da Cristo e della dottrina divina e dei Sacramenti, mezzi efficaci della grazia.
Quindi errati sono quei metodi che, come il naturalismo pedagogico, escludono o menomano la formazione soprannaturale cristiana; ovvero chi con una pretesa autonomia o libertà sconfinata del fanciullo sminuisca o sopprima l'autorità e l'opera dell'educatore; o con nuovi codici di morale universale dimentichi l'esistenza di un decalogo o di una legge di natura scolpita da Dio nel cuore dell'uomo; o - quel che è peggio - ritenga come superata l'educazione cristiana perché si fonda sull'Autorità Divina e sulla sua santa legge.
Passando alla educazione sessuale l'Enciclica aggiunge che è massimamente pericoloso quel naturalismo, che, ai nostri tempi, invade il campo dell'educazione in argomento delicatissimo qual è quello dell'onestà dei costumi. Assai diffuso è l'errore di coloro che, con pericolosa pretensione e con brutta parola, promuovono una così detta educazione sessuale, falsamente stimando di poter premunire i giovani contro i pericoli del senso, con mezzi puramente naturali, quale una temeraria iniziazione ed istruzione preventiva per tutti indistintamente, e anche pubblicamente, e, peggio ancora, con esporli per tempo alle occasioni, per assuefarli, come essi dicono, e quasi indurirne l'animo contro quei pericoli.
Similmente rileva come sia erroneo e pernicioso all'educazione cristiana il metodo della coeducazione che scambia la legittima convivenza umana con la promiscuità ed uguaglianza livellatrice dei sessi.
Di qui il dovere che questa diversità sia mantenuta e favorita nella formazione educativa, con la necessaria distinzione e corrispondente separazione, proporzionata alle varie età e circostanze.
(La fine al prossimo numero).
Il nostro venerato Rettor Maggiore, partecipando alle case salesiane la morte di Don Francesia - avvenuta il 17 gennaio - scriveva: « Il Signore ha raccolto l'ultimo frutto dei primissimi tempi di questo Oratorio, coltivato con tanto amore dal Beato Con la morte di Don Francesia si è stroncato il filo che univa i primi tempi dell'Oratorio ai giorni nostri ». Noi tutti avevamo l'abitudine di considerare il venerando vecchio come un simbolo, e il suo aspetto sempre mite, sereno e sorridente ci faceva pensare al più genuino testimone e rappresentante delle prime tradizioni che fiorirono all'Oratorio intorno a Don Bosco.
Egli avvicinò il Beato la prima volta nel giorno dei Santi del 1850 e ne fu conquiso: da quel dì cominciò a essere assiduo all'Oratorio, dove venne da Don Bosco avviato allo studio del latino. Due anni dopo, nel 1852, entrò tra gli studenti interni dell'Oratorio e si affezionò ancor più a questa casa in cui ebbe la sorte di essere spettatore delle prodigiose trasformazioni compiute da D. Bosco, convertendola da ritrovo di malaffare nella cittadella di Maria Ausiliatrice. Nella letizia dei suoi occhi Don Francesia portò riflessa la visione delle cose e delle persone che s'avvicendarono su questo campo, che poi divenne la culla dell'Opera Salesiana: ogni angolo della casa gli ricordava un passato che nella freschezza della sua memoria assumeva palpiti come di avvenimento recente e lo sospingeva ad una spontanea rievocazione di storia domestica sempre istruttiva e sempre entusiasmante pei grandi e pei piccoli.
Dopo aver vestito l'abito chiericale nella povera cappella dei Becchi, la prima domenica di ottobre del 1853, Don Francesia svolse all'Oratorio precocemente la sua esuberante attività: aperte le scuole ginnasiali interne nell' Oratorio, mentre attendeva agli studi teologici, egli ne divenne il primo insegnante ed ebbe tra i discepoli anche Domenico Savio.
Appena ordinato sacerdote, succedette a Don Rua nella direzione delle scuole ginnasiali, frequentando nel tempo stesso l'Università di Torino e riuscendo il primo dei Salesiani laureato in lettere.
Don Bosco conoscendone l'illuminata pietà e il forte ingegno, affidava a Don Francesia la pubblicazione dei testi latini per le scuole e volle pure che entrasse nella commissione incaricata della Biblioteca della Gioventù Italiana, iniziatasi nel 1869. D'allora l'operosità di D. Francesia non ebbe soste e svolse brillantemente incarichi più alti e più difficili: nel 1869 egli fu nominato da D. Bosco direttore del Collegio di Cherasco (trasferito nel 1872 a Varazze, D. Francesia si portò colà e vi rimase fino al 1879): nel 1880 passò direttore al collegio di Valsalice, donde nel 1884 ritornò all' Oratorio, direttore degli studenti. Da quella epoca, salvo due brevi intervalli in cui fu a Lanusei e a S. Giovanni Evangelista, più non si allontanò dall'Oratorio tanto caro al suo cuore.
Quivi egli attese a mansioni diverse, e dimostrò quanto sapesse render fecondo col suo zelo il campo del suo apostolato. Ispettore delle Case del Piemonte e Lombardia fino al 1902, Direttore dell'Oratorio Femminile S. Angela Meriti e delle Letture Cattoliche, confessore e predicatore regolare in Maria Ausiliatrice, si consacrava inoltre ad altre opere di carità e di ministero: come visitare ogni settimana l'Ospedale di S. Luigi e ogni mese i confratelli nostri infermi di Rivalta, Chieri e Piossasco - confessare al Rifugio e in altri pii Istituti -- visitare ogni giorno l'infermeria delle Figlie di M. A., etc. E nelle ore libere era sempre al tavolino intento a scrivere.
Dalla sua penna sgorgarono oltre una cinquantina di opere diverse, senza contare le numerosissime poesie e articoli per vari periodici di cui era assiduo collaboratore.
Di Don Bosco fu un geniale narratore. Trovò nella vita di Don Bosco e nella storia dell'Oratorio un argomento inesauribile, e non solo ne scrisse, ma ne discorse famigliarmente ogni giorno coi suoi confratelli. In questi ultimi anni D. Francesia ci pareva incarnare in sè il personaggio che nel mirabile « Sogno della Ruota » (2 maggio 1864), D. Bosco vide come ultimo superstite delle prime schiere dei suoi figli, che « raccontava i principii dell'Oratorio e ricordava e ripeteva le cose imparate da D. Bosco ». Tutte le sere la sua parola, affascinante e persuasiva nella sua semplicità - da molti anni - ci richiamava un ricordo, un esempio, un ammaestramento del Padre, che, mentre tornava di edificazione alle nostre anime, ben diceva quanto la sua fosse piena di affetto per Don Bosco, da lui conosciuto per lunghi anni e amato sempre di un amore sovrano.
E quanto egli pure fu riamato da Don Bosco, che lo chiamò pupilla dell'occhio suo!
Don Francesia fu anche un grande divoto di Maria, alla quale professò perenne gratitudine per averlo aiutato a superare i gravi ostacoli che da giovinetto aveva incontrato nello studio del latino. E questa divozione che protesse e allietò la sua lunga vita, confortò in modo particolare gli ultimi giorni: la sua morte senza malanni, senza sussulti, con lo spirito ancor vivace, fu un'altra grazia della sua potente Protettrice. Placidamente egli spirò abbandonandosi fidente in Dio, nella Vergine e in D. Bosco che tanto tanto aveva amato in vita.
Intorno alla salma di D. Francesia, esposta nella chiesetta di S. Francesco di Sales, vi è stato un vero tributo di omaggio popolare: una folla straordinaria sfilò pregando a porgere l'estremo saluto al grande e prediletto discepolo di D. Bosco. E l'accompagnò commossa e orante ai funerali, che si svolsero con grandiosa solennità. Innumeri telegrammi di condoglianza pervennero al Sig. D. Rinaldi, dall'Italia e dall'Estero: segno indubbio dell'alta stima di cui era circondato il caro nostro D. Francesia. Eccone alcuni di speciale importanza:
Partecipo al dolore che ha colpito la famiglia dei Salesiani colla scomparsa del venerato Don Francesia, inviando le mie più sentite condoglianze.
ADALBERTO DI SAVOIA.
Con profonda commozione di affetto, di ricordi, di devozione mi inchino alla veneranda salma con un compianto che è di fede e di ammirazione.
PAOLO BOSELLI.
Torino, 20 gennaio 1930
Ho appreso con profondo dolore la notizia del grave lutto che ha colpito la Famiglia Salesiana colla morte del venerando D. Francesia.
Consenta V. S. Rev.ma che ispirandomi ai devotissimi sensi che nutrivo verso il venerando Scomparso io l'assicuri della mia cordiale partecipazione al loro cordoglio, porgendo a V. S. Rev.ma ed alla nobilissima Società Salesiana le mie vivissime condoglianze.
Con devoto ossequio
Il Podestà
CONTE PAOLO THAON DE REVEL.
Per la Beatificazione di Domenico Savio
Il giorno 9 del corr. marzo in uno dei maggiori cortili dell'Oratorio Salesiano di Valdocco s'inaugura un grazioso Monumento del Servo di Dio Domenico Savio, nel settantatreesimo anniversario della sua morte.
Prendendo occasione da questa ricorrenza, noi raccomandiamo nuovamente ai nostri lettori che vogliano pregare e far pregare per la Causa di beatificazione di questo angelico allievo del Beato Don Bosco, e che ottenendone grazie e miracoli abbiano la sollecitudine di inviarne esatta relazione al nostro Rettor Maggiore Don Rinaldi.
Nella splendida « Vita di Domenico Savio » dell'esimio scrittore Mons. Carlo Salotti, a proposito di detta Causa si legge, che l'Autore un giorno interrogò il Papa Pio X di f. m, che cosa pensasse di Domenico Savio. « Che cosa ne penso? - interruppe il S. Padre. - È il vero modello per la gioventù dei nostri tempi. Un adolescente che porta nella tomba l'innocenza battesimale, e che durante i brevi anni di sua vita non rivela mai alcun difetto, i veramente un Santo. Che cosa vogliamo pretendere di più? ». « Qualcuno obbiettava, ripresi io, che il Savio era troppo giovane per innalzarlo agli onori degli altari ». Ma il Pontefice di rimando: « Ragione di più per santificarlo. È tanto difficile per un giovanetto osservare la virtù in una maniera perfetta! E Savio vi è riuscito. La vita che D. Bosco ne scrisse, e che ho letto, nei ha dato l'idea d'un giovanetto esemplare che merita d'essere additato quale modello di perfezione. Non si perda tempo; la sua Causa si sospinga innanzi alacremente ».
Anche il Papa Benedetto XV, di sempre cara memoria, era favorevole assai a questa Causa, e soleva ricordare con compiacenza come egli fosse stato ammiratore di Domenico Savio fin dalla sua prima giovinezza, quando per ordine della mamma ne aveva letto in famiglia la vita scritta dal Beato Don Bosco. E il regnante Pontefice Pio XI ebbe più volte ad esternare la sua stima verso questo servo di Dio e volle anzi ricordarlo con il Beato Don Bosco il 13 giugno del 1926 nella Lettera Apostolica del Centenario di Canonizzazione di S. Luigi Gonzaga nei termini seguenti:
« E per citare uno fra i più recenti educatori e maestri della gioventù, Don Giovanni Bosco, non solo fu teneramente divoto di S. Luigi, ma tal devozione che egli lasciò in eredità ai suoi figli, soleva vivamente inculcare a tutti i fanciulli, che egli prendeva sotto il suo magistero educativo; e tra essi s'innalzò sopra tutti, quale imitatore di S. Luigi, l'anima candidissima di Domenico Savio, che per sì breve tempo Dio concesse e lasciò all'ammirazione degli uomini sulla terra ».
A consolazione pertanto dei divoti del Servo di Dio e perchè ne traggano argomento di pregare e di far pregare, notifichiamo che, a Dio piacendo, il 1° di luglio del corrente 1930 la S. Congregazione dei Riti terrà, presso l'Em.mo Vincenzo Vannutelli Cardinale Ponente, la Congregazione Antipreparatoria sulle virtù in grado eroico del Servo di Dio Domenico Savio.
Preghiamo! Preghiamo!
IIIa SERIE.
66. Borsa ANSELMO POMA fondata da pia persona che ama serbare l'incognito.
67. Borsa D. MICHELE RUA fondata dalia caritatevole Famiglia Orecchia.
69. Borsa D. GIOV. CANOVA a cura degli alunni, e ammiratori dell'opera, svolta per 23 anni da D. Canova nelle pubbliche Scuole e nell'oratorio festivo di Genzano.
69. Borsa Prof. NICOLA COVIELLO giurista fondata da un egregio signore siciliano alla memoria dell'insigne giurista.
73. Borsa Mons. EMILIANO MANACORDA fondata dalla cittadinanza di Fossano in testimonianza d'imperituro affetto all'illustre Vescovo che resse quella diocesi per ben 38 anni.
71. Borsa LUIGI COLLE a cura dei confratelli, novizi, aspiranti, cooperatori ed amici della Scuola Agricola di Cumiana.
72. Borsa D. EUGENIO ARMELONGHI a cura dei Confratelli, allievi, ex allievi e Cooperatori della casa salesiana di Modena.
73. Borsa « VILLA SORA » fondata dagli allievi ed ex allievi del collegio salesiano di Frascati.
74. Borsa DON PAOLO ALBERA (4a) fondata dai Confratelli e Benefattori di Francia.
BORSE DA COMPLETARE. BORSA MONS. MARENGO.
Gigi Canale, 1186 --- Idem (2a offerta), 700.
Totale L. 1886.
BORSA PIO X.
Somma precedente: L. 1804.
Giulio Buffa, 25 - Maron Pot, 5o - Un sacerdote MalteseGozitano, 1890 - Idem (2a offerta), 2552 - Stella Bentivoglio Belley, 100.
Totale L. 6422.
BORSA D. ANDREA BELTRAMI.
Somma precedente: L. 100.
Benedetto Orlandi, 5o - Ausilia Verona, 5.
Totale L. 155.
BORSA P. GIORGIO FRASSATI.
Somma precedente: L. 997.
Esterina Macchi, 20 - Pierina Castoldi, 100 - D. Gabriele Sormani, 6o - Prof. G. Ciardi Duprè (della R. U. di Catania), 5o.
Totale L. 1227.
BORSA « FERROVIERI ».
Un ferroviere inizia questa borsa, invitando gli amici ad unirsi a lui nel provvedere a nome dei « ferrovieri » un missionario alle missioni salesiane. L. 70.
BORSA MONS. LASAGNA.
Somma precedente: L. 6569,70.
Baronessa Olga Borsarelli Gianotti, 100.
Totale L. 666 ,70.
BORSA PIO XI (2a).
Somma precedente: L. 45.
Ch. Guglielmo Fracassi, 4.
Totale L. 49.
BORSA DON GIRAUDI.
Somma precedente: L. 600.
Marini Dott. Carlo, 30. Totale L. 630.
BORSA S. CUORE DI GESU' CONFIDO IN VOI.
Somma precedente: L. 3842,50.
Costa Masser Teresa Castagnotto, 25 - Angiolina Moscone, 1oo -- Maria Maranetto (per un'amica), 5o - Coniugi Cova Carlo e Luigia, 100-Artis Lugia, 10 -Mainoli Domenico, 30.
Totale L. 4157,50.
BORSA S. ANTONIO.
Somma precedente: L. 575. Antonio Ciarleglio, 10.
Totale L. 535.
BORSA SACRA FAMIGLIA
Somma precedente: L. 160. Giovanni Guardi, 20.
Totale L. 180.
BORSA DON M. NASSO' (2a).
Somma precedente: L. 105.
G. M., U - Marro Giovanni, 2.
Totale L. 112.
BORSA MONS. NOGARA. Somma precedente: L. 511,40. Botto Giuseppe, 5.
Totale L. 516,40.
BORSA REGINA DI MONDOVI'. Somma precedente: L 1oo. Giorgio D. Boetti, 50.
Totale L.. 150.
BORSA BUON SAMARITANO.
Somma precedente: L. 650. Luigi Angeli, 20.
Totale L. 670.
BORSA S. TERESA DEL B. G. (1o°).
Somma precedente: L. 2367,45.
Costa Masser Teresa Castagneto, 25 - Elisa Strada Boni, 1o - Bignotti Giacomo, 3o - Anna Talini, 50 - Frab. Alc. 100 - Ferreri Altare Caterina, 25 - N. N. (Varazze), 20 - Bigando Adelaide, 25 - Maria Agosti, 50 -- Famiglia Rosati, 5 - Tognoni Pierina, 1 - Tognoni Giacomina, 3 - Mazzuchelli Maria, 3 - Caccia Maria, 3 - Caccia Carlotta, 5 - Porzio Chiariva, 4 - Tarantola Celesta, 2 - Martelli Giovanna, 2,50 - Bertolini Pena, 1 - Bertolini Dina, 2 - Bertolini Angelina, 2 - Occhetta Angelina, 2 - Gruppetti Clara e Catt, 4,5o. Totale L. 2742,45.
BORSA MARIA AUSILIATRICE (20°).
Somma precedente: L. 4291,70.
Dalle Mogare Luigi, 1o - Prof. Angela Villavecchia, 30 - Piva Franceschina, 16 - Colucci Blesi Giacinta, 25 - Colombo Cesira, 20 - Riva Rosa, 12 - Rina V. Leoni, 20 - Minetta D. Bella, 1000 - Ditta Casagrande Giuseppe, 10 - N. N. (Guidale), 40 - Costa Masser Teresa Castagnotto, 25 - Actis Luigia, 10 - Ferrari Francesco, 10 - Sr. M. Cec. Palmisano, 1o - Soletti Rosina, 25
Totale L. 5554.70.
BORSA SAVIO DOMENICO.
Somma precedente: L. 3283,70. Dalcin Maria, 1o.
Totale L. 3293,70
BORSA S. GIUSEPPE (3a).
Somma precedente: L. 2190.
Colucci Blesi Giacinta, 25 - Gius. Colleoni, 100.
Totale L. 2315.
BORSA GESU' NEL PRESEPIO.
Viola Gelli Guidotti L. 116,30. BORSA GIUBILEO E RICONCILIAZIONE.
Somma precedente: L. 1050. Giuseppe Dott. Casalbore, 190.
Totale L. 1240.
BORSA S. MARGHERITA DA CORTONA.
Somma precedente: L. 3961,05. Lauri Lina, 50,
Totale L. 4011,05.
BORSA DON LUIGI NAI (2°).
Somma Precedente: L. 9764,05.
Mettivi Gioacchino, 50. Totale L. 9814,05.
BORSA CARD. GIUSEPPE GAMBA.
N. N. (Trana) L. 1000.
BORSA PRINCIPE UMBERTO E PRINCIPESSA MARIA,
Somma precedente: L. 1100.
Belgrano Angela, 10 - Giana Angelini, 5 - Venuti Maria, 25.
Totale L. 1140.
BORSA EUCARISTIA IN PERPETUO.
Somma precedente: L. 115.
Iside Vascellari, 30.
Totale L. 145.
BORSA S. FRANCESCO SAVERIO.
Somma precedente: L. 500.
Actis Luigia, 1o.
Totale: L. 510.
BORSA CRISTO RE.
Somma Precedente: L. 950.
Anna Franchini, 1o - Ungaro Prof. Francesco, 1o - Maria Frizzarlo, 20.
Totale L. 990.
BORSA CORTEMILIA.
Somma precedente: L. 8525.
Zarri Paolina, 520 - Famiglia Abbate Luigia, 10.
Totale L. 9055
BORSA D. BOSCO EDUCATORE (3°)
Somma precedente: L. 13.702.
Mario Manette, 1o - Oreste Cellai, 25-N. N., 1oo-Rag. Guido Betta, 10 - G. Comelli, 20 -- Maria Colombo, 20 - Maria Iulio, 50.
Totale L. 13937.
BORSA MAMMA MARGHERITA.
Somma precedente: L. 9227.
Montabone Irene, 2oo Totale L. 9427.
BORSA ANIME DEL PURGATORIO.
Somma Precedente: L. 5059,30.
Avv. Umberto Zannoni, 100 - Sorelle Garrone, 5o - Totale L. 5209,30.
BORSA S. CUORE - DON BOSCO - RITA DA CASCIA. R. L. 1000.
BORSA BEATO DON BOSCO (6a).
Somma precedente: L. 17.085,42.
Benelli Matilde, 5 - Fossi Rosa, 5 - Ciglioni Masi Laura, 50 - Elisa Botticella, 30 - Cossu D. Salvatore, 55 - Erminia Perico, 100 - Gioconda Mantelline, 15 - Benoffi Giuseppina, 25 - Bianca Morri, 25 - Costa Masser Teresa Castagnotto, 25 - Luigi Angeli, 3o - N. N. per D. Bosco Trasformatore, 200 - Giustina V. Cristofolini, 270 - Elisa Andreetta, 100 - Anna Tomasi, 6o - Bargero Felice e Caterina, 5o - Linguanti Luigina, 25 - N. N. (Guidale), 40 - Battaglia Clelia, 50.
Totale L. 18.24542.
BORSA S. MARIA MAZZARELLO.
Clotilde Guglielmini, 100 - Idem, so.
Totale L. 15o.
BORSA REGINA DEL SOGNO.
Somma precedente: L. 1200. Antonio Vella, 500.
Totale L. 1700.
BORSA DON RUA.
Somma precedente: L. 7335.35
Sceresini Elisabetta, 20 - Costantina Massioda, 25 -D. Saly. Bacchiai, 1o - D. Giov. Dall'Oglio, 1o - Maria Romeno, 1o - Sozzi Angela, 50 - Nunziata Rondinini, 100 - A mezzo D. Bertagna (B. 1916), 20,50 -- Bertacchi Ferdinando, 30 - Luigi Sebastiano, 30 - Giovanetti Caterina, 100 - D'Amico Giuseppe, 37,50 - Castellana Anna, 25 - Pezzo Emilio, 20 - Teresina Broli, 23 - Emilia Ercolini (Bl. 13.306), 126,60 - Depaoli Manetta, 500 -
Totale L. 8472,95.
BORSA D. ALBERA (3a).
Somma precedente: L. 585
Una pia persona di Marsiglia, 500 - Prof. Ferdinando Vignolo-Lutati, 500. Totale L. 1585.
Facciamo noto ai nostri benemeriti Cooperatori che le opere nostre hanno il conto corrente postale col N. 2-1355 (Torino) sotto la denominazione DIREZIONE GENERALE OPERE DI D. BOSCO - TORINO.
Ognuno può valersene con risparmio di spesa, nell'inviare le proprie offerte, ricorrendo all'ufficio postale locale per il modulo relativo.
L' inaugurazione del Martyrium, ricodificato dopo tanti secoli, su la preziosa tomba del primo Martire, era attesa con viva impazienza da tutti i figli del Beato D. Bosco, ma specialmente da quelli residenti in Palestina i quali sospiravano il momento di poter dare così un particolare attestato di devozione ed attaccamento filiale al comun Padre, il Pontefice Pio XI.
Monumento gentile e papale! doveva riuscire per noi il miglior suggello dell'anno santo. Circostanze imprevedute, tra cui non ultime le giornate torbide de l'agosto che influirono sul fallimento dell'impresario, ma sopratutto l'insufficienza dei mezzi pecuniari, ci hanno obbligati, con nostro grande rammarico, a rimandarla ad epoca ulteriore ed indeterminata.
Pur troppo per ora la costruzione del Martyrium, rimasta incompleta, spalanca i suoi muri al cielo, esposti all'inclemenza della stagione invernale, come braccia che supplicano disperatamente la carità di qualche anima generosa che venga loro in soccorso a coprirli almeno col tetto.
Non mancò tuttavia la festa di S. Stefano di rivestire un certo carattere di solennità, conferitogli specialmente dalla presenza dei Rev.mo Sig. D. A. Candela, rappresentante del Rettor Maggiore, del Sig. D. Adolfo Tornquist, dell'on. deputato Barbiellini di passaggio in Terra Santa.
Facevano degna corona ai suddetti personaggi, l'illustre Benedettino P. Maurizio Gisler, i direttori delle case salesiane vicine ed un folto manipolo d'esploratori provenienti dalla nostra scuola di Gerusalemme.
I canti liturgici furono disimpegnati con rara maestria dai chierici dello Studentato filosofico di Cremisan, diretti dal bravo maestro D. Ricatti.
Raccolti, durante le varie funzioni nella suggestiva penombra della cripta, illuminata appena dai deboli riflessi dei vetri dorati, provavamo l'illusione d'assistere ai sacri riti celebrati nel mistero delle catacombe. Eravamo compresi di profonda commozione nel sentirci presso il Sepolcro di Colui che fu il I° martire di Cristo.
Scuola e Ambulatorio Pio XI per i Mussulmani.
La mancata inaugurazione del Martyrium, ebbe il suo compenso - almeno in parte - nella posa della prima pietra di una scuola e di un ambulatorio tutti e due dedicati al gran nome di Pio XI, a vantaggio esclusivo dei Mussulmani.
La nobile idea, tutt'affatto conforme alle sapienti direttive del Vicario di Cristo, fu accolta con entusiasmo dal cuore generoso del sig. D. Adolfo Tornquist, il quale, senz'altro, dispose della somma occorrente all'opera suddetta.
La cerimonia ebbe luogo la vigilia dell'Epifania. E fu mio spettacolo quanto mai caratteristico ed interessante.
in faccia ad un gruppo numeroso di capi dei paesi circostanti a Beitgemal, avvolti pomposamente nei loro maestosi abàl e agàl nazionali, faceva un contrasto singolare la snella e sorridente figura del sig. D. Adolfo che, a voce alta, diceva il suo elevato discorso, tradotto periodo per periodo, dall'Ispettore signor D. Carlo Gatti, in lingua araba.
L'oratore ci tenne a far risaltare la fratellanza universale dei popoli, figli tutti del medesimo Padre. E sottolineò come la scuola ed il nuovo ambulatorio formano un segno tangibile dell'amore che i Salesiani hanno sempre dimostrato ai Musulmani di questi paesi. E annunziò che un reparto speciale dell'ambulatorio sarà destinato alla donne ed ai bambini, assistiti da una suora infermiera: mentre nell'altro, ampliato e più modernamente attrezzato, continuerà l'opera sua indefessa il coad. salesiano Srugi, nativo di Nazareth, il quale, da oltre 30 anni cura giornalmente, a volte, centinaia di ammalati mussulmani. Il solo nome di quest'umile figlio di D. Bosco, suona benedizione in una vasta periferia di villaggi, i cui sofferenti accorrono a lui da distanze inverosimili.
Il discorso fu più volte interrotto da applausi. Il notabile Abd-el-Latif del paese di Zaccaria, si fece interprete dei sentimenti degli altri capi, ringraziando con cordialità calorosa.
Le note allegre del concerto dell'Istituto chiusero la simpatica cerimonia che si svolse in una serena atmosfera di scambievole amicizia tra cristiani e mussulmani. E fu una bella riconferma all'idea del S. Padre Pio XI che l'anima mussulmana non è impenetrabile qualora si cerchi di avvicinarla con vera carità cristiana
Non tralasciate di leggere e di far leggere il Bollettino Salesiano, la Gioventù Missionaria, La Propagazione della Fede e altri consimili periodici. La stampa missionaria è dilettevole e molto edificante.
CARPANETO PIACENTINO. - Nella lieta circostanza dell'ingresso delle Figlie di M. A. in Carpaneto, sì vivamente attese, gli ex allievi capitanati dall'ottimo sig. Segretario Angelo Periti promossero una solenne commemorazione del Beato. Un sacerdote salesiano svolse in preparazione un triduo nella chiesa parrocchiale e la sera del 13 dicembre nel Teatro cittadino, presenti Autorità e gran folla di popolo, fu commemorato il Beato e proiettata la pellicola « Il trionfo di D. Bosco e, suscitando in tutti grande entusiasmo. Un'orchestrina di Piacenza rallegrò la brillante serata.
ASTI.-La benedizione del quadro del Beato Don Bosco all'Oratorio femminile delle Figlie di M. A. di via Natta, riuscì una cerimonia solenne e devota. La compì il Rev. Parroco della Cattedrale, Teol. D. Gabriele Gamba, che diede con la sua eloquente parola rilievo alla figura del Beato, e vi assistettero numerosissime persone. Dopo la benedizione e il bacio della Sacra Reliquia, si svolse una riuscitissima accademia nel salone dell'Oratorio, alla quale recò la sua parola il salesiano Prof. D. Rossi, incitando i presenti ad onorare con fervore il Beato e a meritarsi la sua protezione coll'intensità dell'affetto e del culto.
S. BENIGNO CANAVESE. - Il cinquantesimo di fondazione e la glorificazione di Don Bosco Beato ebbero nello scorso ottobre un ciclo di feste entusiastiche nelle Scuole Professionali di S. Benigno.
Le feste si aprirono il 17 con un convegno della gioventù e del clero Canavese: da tutti i paesi della plaga accorsero allegre comitive di ex allievi, di insegnanti e alunni, con a capo i loro pastori per offrire l'omaggio al Beato. Il 18, nella maestosa chiesa parrocchiale addobbata sontuosamente dalla Ditta Oberto di Torino, Mons. Coppo diede principio al triduo solenne con il concorso di tutta la popolazione. Le feste furono chiuse con l'intervento di S. E. Mons. Filipello, Vescovo Diocesano, e di Don Giuseppe Vespignani, in rappresentanza del Rettor Maggiore.
La giornata fu veramente di vivo entusiasmo: molti ex-allievi intervennero col sig. D. Notarlo - il primo salesiano di S. Benigno che celebrò la sua Messa d'oro - partecipando alle funzioni sacre e specialmente alla processione che riuscì imponente e devota.
Nel pomeriggio ebbero pure luogo la inaugurazione della « Via D. Bosco » fatta con solennità dal sig. Podestà, presente il popolo, gli ex-allievi con l'on. Redaelli - la benedizione del vessillo degli ex allievi con discorso di S. E. Mons. Filipello - la commemorazione del cinquantenario fatta dalla vibrante parola del Comm. Gigi Michelotti, e dal Comm. Avv. Felice Masera.
NIZZA MONFERRATO. - Grandiosi e devoti i festeggiamenti che Nizza tributò al Beato dal 23 al 26 gennaio, colla cooperazione più cordiale di tutte le autorità locali. Il fervido interessamento del R. Direttore Scolastico animò gli insegnanti e le insegnanti a disporre convenientemente per la circostanza i propri alunni e alunne che vi parteciparono con viva devozione.
Il triduo solenne si svolse nella Vicariale di S. Giovanni, artisticamente addobbata e illuminata. L'ampia chiesa accolse dapprima le educande delle Figlie di Maria Ausiliatrice, poi le alunne delle scuole femminili, e infine gli alunni delle scuole maschili: alla sera del triduo la popolazione gremì completamente il tempio ed ascoltò con religiosa attenzione la parola di D. Guido Favini rievocante con amore la dolce e cara immagine patera.
Particolarmente grandiosa e solenne riuscì la giornata di chiusura per l'intervento di S. E. Mons. Del Ponte; vescovo di Acqui. La messa solenne pontificale di S. E. ebbe presenti tutte le autorità civili e militari, e una folla inverosimile di popolo con bandiere, tra le quali spiccava il gonfalone del Municipio. Di D. Bosco parlarono eloquentemente D. Favini infra missam e S. E. Mons. Del Ponte dopo i vespri.
Avrebbe dovuto aver luogo la processione, ma fu impedita dalla nevicata. Il popolo per altro non si stancò di sfilare pregando presso la S. Reliquia, e cantare trionfalmente l'inno al Beato che Nizza considera ormai come suo protettore.
BORGOMANERO. - Il 17 Novembre scorso si svolse imponentissima la celebrazione del Beato Don Bosco, preparata da un triduo di predicazione del Vescovo Salesiano Mons. Coppo.
Frequentatissime le funzioni in Collegiata, nella quale alla Messa in canto con assistenza di Mons. Coppo ed ai Vespri venne eseguita musica classica della Corale nostra, diretta dal Can. Gerli, sedendo all'organo il maestro Villa di Borgosesia. Particolarmente interessante ed eloquente fu ai Vespri Mons. Coppo che illustrò l'Istituto Missionario Salesiano annesso al Collegio salesiano e l'importanza di questo nella vita e nell'incremento Borgomanerese, illustrando di poi l'opera delle Missioni del Beato Don Bosco.
La magnifica affermazione è ben consolante, preludio di un'altrà festa civile, e religiosa che sarà celebrata nel maggio dell'anno prossimo.
OCCIMIANO. - Festante dei suoi colli rigurgitanti di verdi pampini, sprigionava nel tramonto dello scorso settembre, la sua gioia, i suoi canti di giubilo, d'esultanza. Don Bosco, come un giorno lontano, passava ora tra le vie assiepate di popolo, sotto archi di trionfo, tra drappi e fiori. Anche Occimiano vanta di aver ospitato Don Bosco coi suoi birichini nelle gioiose gite autunnali; ed oggi, come allora, volle tributargli l'omaggio dell'affetto e della riconoscenza.
Preparato da un solenne triduo, predicato dall'Eccellentissimo ed amato Mons. Colli, Vescovo di Acireale, che con la sua alata e dolce parola intessè le glorie del grande educatore, sorgeva il giorno del trionfo. Tutti i terrazzane parteciparono con l'entusiasmo dei loro cuori. Numerose comunioni distribuite contemporaneamente da vari sacerdoti furono sigillo delle benedizioni di Don Bosco.
Giovani pieni d'ardore, uomini maturi, donne, ragazze, tutti in gara commovente cercarono di rendere bella l'indimenticabile festa.
Le autorità civili e militari presero parte ufficiale all'imponente corteo, e scorta d'onore, seguivano l'illustre Presule che a sè volle l'onore di portare la reliquia. La giornata si chiuse con solenne benedizione, auspicando che gli opimi frutti di bene suscitati tra gli ottimi Occimianesi sempre perdurino, arra sicura dell'affetto di D. Bosco.
GIAROLE. - Anche a Giarole la festa in onore di D. Bosco suscitò entusiasmo e diede copiosi frutti. Il triduo predicato dal prof. D. Secondo Rastello popolò per tre giorni la vasta chiesa parrocchiale, e dispose gli animi a glorificare il Beato con atti devoti di pietà.
ALBA. - I festeggiamenti che ad iniziativa del Rev. Sig. Can. Chiesa, Direttore Diocesano dei Cooperatori Salesiani, si svolsero nella chiesa dei Ss. Cosma e Damiano, riuscirono una solenne manifestazione di pietà. Il triduo predicato dal Prof. D. Luigi Ricaldone ebbe concorso straordinario di fedeli, tanto più nel giorno di chiusura, 17 novembre, in cui Mons. Giov. Molino benedisse e inaugurò solennemente il quadro del Beato, e si permise all'immensa moltitudine di baciarne la reliquia.
A complemento della celebrazione fu proiettata nel politeama Carino la film « La gloria di D. Bosco », davanti a un pubblico straordinario.
DIANO D'ALBA - L'omaggio che la buona popolazione di Diano ha voluto tributare a Don Bosco nei primi del novembre, è stato improntato a viva pietà e riconoscenza. Mons. Mathias e D. Lettiere si alternarono nella predicazione del triduo, e la loro apostolica fatica fu coronata da consolazioni abbondanti. Nel giorno di chiusa fu dedicato solennemente al Beato un altare marmoreo, eretto per iniziativa dello zelante Mons. Falletti e colle generose oblazioni dei devoti.
RIETI. - Nella cattedrale di Rieti il triduo del Beato predicato dai salesiani Don Gavinelli e Don Gaggino, si chiuse fruttuosamente il giorno dell'Immacolata con un numero straordinario di Ss. Comunioni. Al pontificale solenne di S. E. Mons. Vescovo e nelle funzioni pomeridiane il popolo intervenne in folla, avido di ascoltare la fervida parola dei predicatori e glorificare Dio col Te Deum per aver dato un protettore di più all'umanità nella persona del nuovo Beato.
INTRA. - Nel bel S. Vittore di Intra si svolse la solenne celebrazione in onore di D. Bosco alla presenza delle autorità cittadine, e colla partecipazione di tutte le Associazioni e di larga rappresentanza del Clero, anche dei paesi vicini. Alla messa, ai vespri e benedizione la insigne Collegiata di S. Vittore fu straordinariamente affollata da fedeli che assistettero devotamente alle varie funzioni ed ascoltarono con viva attenzione il panegirico che del Beato tessè il salesiano D. Favini.
Alla sera si ebbe una magnifica accademia nel grande salone salesiano di Via Giovanni De Lorenzi, alla quale presenziarono tutte le autorità cittadine. Il trattenimento fu aperto da esecuzioni corali delle operaie dell'Unione Manifatture, alternate con discorsi del Cav. Carganico e di D. Favini e col bozzetto « I birichini di D. Bosco »: tutti ne furono vivamente soddisfatti.
SAMARATE - Previo un triduo di preparazione predicato dal nostro D. Braga, la festa in onore di D. Bosco ebbe un esito veramente splendido. Comunione generale, messa solenne con partecipazione straordinaria di fedeli convenuti anche dai paesi vicini e finalmente una processione imponente. Tutto il paese ha fatto del suo meglio per onorare il Beato, pavesando le case e pigliando parte attiva a tutte le manifestazioni. Le autorità furono in ciò di buon esempio e di incitamento. A sera nei locali delle Figlie di Maria Ausiliatrice fu aperta una mostra missionaria, seguita da una conferenza sulla Cina tenuta da D. Braga e da fuochi artificiali di grande effetto.
CANNARA (Umbria). - Le feste di Cannara ebbero un preludio nella forbita conferenza che la Contessa Amalia Cappello tenne davanti a scelto uditorio nel illese di Ottobre. Poi il 17 novembre si svolse il triduo, predicato dal zelante Arciprete, nella chiesa principale riccamente addobbata, dove a tutte lè funzioni accorse un numero straordinario di devoti. La festa culminò in un imponente corteo cui presero parte le varie associazioni e le autorità locali.
MEDE. - La gioventù femminile di Mede, sotto la guida delle Figlie di M. A. si preparò a celebrare la beatificazione di D. Bosco con adunanze domenicali, nelle quali vennero trattati argomenti della vita di D. Bosco, e con un triduo predicato dal Rev.mo D. Gius. Cavagna del seminario di Casale. Il 24 novembre la festa del Beato riuscì un omaggio della Gioventù; nella messa della comunione centinaia e centinaia di giovani e di giovinette si appressarono al santo banchetto, e furono ancora l'anima delle altre fruizioni con la loro partecipazione e coi loro canti entusiastici. Coronò la bella giornata una indovinata accademia con un discorso commemorativo del Prof. D. Lavagna. Un cordiale ringraziamento all'ottimo Sig. Prevosto che tutto organizzò in modo decoroso e splendido.
TURCHIA.
SMIRNE. - I festeggiamenti si svolsero nella magnifica chiesa del S. Rosario, gentilmente concessa dai PP. Domenicani e artisticamente addobbata per l'occasione. Nel triduo si alternarono per la predicazione in italiano e francese il P. Francesco da Scandiamo O. M. C. curato di Bayrakli e P. Constant, del medesimo ordine, curato di S. Policarpo. Intervennero successivamente alle funzioni, il 29 dicembre le Scuole Femminili Italiane dirette dalle Suore di Ivrea - il 30 dicembre le Scuole Francesi dirette dai Frères e dalle Suore della Carità - il 31 dicembre la R. Scuola Maschile Italiana, diretta dai Salesiani.
Il primo gennaio alla Messa solenne, cantata da S. E. Rev.ma Mons. Edoardo Tonna, Arcivescovo eletto di Smirne, assistevano il R. Console Gen. d'Italia, Conte Luigi Provava del Sabbione in alta tenuta, col personale del Consolato, il Fascio, molti Religiosi e Religiose, alunni, ex-alunni, Cooperatori e numerose notabilità della Colonia. La funzione terminava col canto solenne e suggestivo del Domina, salvum fac Regem nostrum Victorium Emanuelem..., eseguito come la Messa dalla « Corale » dei PP. Domenicani con accompagnamento del quartetto Guido Partel. Seguì nel convento un ricevimento e un rinfresco offerto signorilmente da P. Grosso, superiore e parroco dei Domenicani.
Imponente fu pure la funzione della sera, con intervento di numerosissimi fedeli, specialmente giovani, ai quali Mons. Tonna presentò a baciare la reliquia del Beato.
A corona delle feste, nei locali del R. Consolato d'Italia, presente il Console, il Fascio, molte Notabilità e genitori, si svolse la solenne distribuzione dei pregni per l'anno scolastico 1928-29 ai giovani della R. Scuola Maschile Italiana. II R. Console Generale, dopo un intreccio di declamazioni e canti inneggianti a D. Bosco e alla Patria lontana, distribuì medaglie, menzioni e libri agli alunni premiati e conchiuse con parole di sentito elogio e cordiale rallegramento.
FRANCIA.
HAYANGE (Francia). - Nella chiesa della Missione Cattolica Italiana la sera del 26 ottobre alla presenza di numerosi emigrati veniva benedetto un bellissimo quadro del Beato Don Bosco. Tenne un discorso d'occasione il Rev. P. Anselmo da Nizza, guardiano del convento S. Cuore in Torino, recatosi espressamente dall'Italia per predicare il Giubileo. Dopo la benedizione col Santissimo i nostri emigrati baciarono con venerazione la reliquia del Beato.
ROMANS. - Grandiose e ben riuscite le feste svoltesi a Romans, con la partecipazione del Vescovo Diocesano: alle funzioni del mattino e della sera compiutesi alternativamente nella cappella di S. Marta, nella chiesa di S. Nicola, nella chiesa di M. Ausiliatrice e nella Collegiale di S. Bernardo, assistettero folle di giovani e di fedeli. Valenti oratori come il Can. Rostaing, il Can. Villard e l'ab. Guerry fecero rivivere alla memoria del folto pubblico le glorie del Beato D. Bosco con la maestria affascinante della loro calda parola.
AFRICA.
TUNISI. - Il triduo alla chiesa del Rosario, la chiesa più curiosa e più frequentata di Tunisi, riuscì splendidissimo. Le belle funzioni, cui presero parte attiva Mons. Lemaitre, arcivescovo di Cartagine, Mons. forconi, Monsignor Chàtelain, attrassero una folla straordinaria, di italiani specialmente.
BELGIO.
TOURNAI. -- Organizzato dagli Antichi Allievi e dalla Gioventù cattolica il triduo in onore del Beato D. Bosco ebbe uno svolgimento festoso nell'insigne cattedrale. Migliaia di giovani e di fedeli raggruppati intorno ai loro vessilli vi assistettero con edificante divozione, insieme alle autorità locali. Mons. Rasneur e Mons. Méderlet si alternarono nei pontificali solenni, nei quali valenti oratori dissero eloquentemente le lodi del Beato.
BRUXELLES. - Alla chiesa del Sablon le giornate del 15, 16, 17 novembre segnarono un bel trionfo in onore di D. Bosco. A tributarglielo concorsero S. E. il Nunzio Pontificio, S. Em. il Card. Van Roey, Mons. Courcoux, vescovo d'Orléans, Mons. Marinis - i più celebri oratori del Clero secolare e regolare - e una enorme folla di giovanette, di giovani e di fedeli.
VERVIERS. - Anche a Verviers il triduo assunse il carattere di una apoteosi al Beato
D. Bosco alla quale contribuirono tutte le varie Comunità religiose. Mons. Coureoux, vescovo di Orléans, volle con squisita condiscendenza prendervi parte e tenere una brillante Conferenza sul Beato, con Mons. Peters, vicario gen. e Mons. Kerkhofs, vescovo di Liegi.
POLONIA.
PRZEMYSL. - Le feste, svoltesi dal 9 al 12 novembre, riuscirono grandiose e furono accompagnate dall'inaugurazione della facciata della chiesa salesiana e da un grazioso monumento al Beato, eretto dalla generosità di Mons. Nowak. È il primo monumento sorto nella Polonia in onore di D. Bosco. La partecipazione di tutte le autorità e di numeroso popolo alle cerimonie, conferì alle stesse un carattere di fastosità, veramente onorifica pel B. Don Bosco.
VARSAVIA. - La venerazione con cui Varsavia cattolica ha accolto le Reliquie del B. D. Bosco dimostra come l'opera del grande apostolo e taumaturgo sia largamente conosciuta in Polonia e come siano altamente apprezzati i suoi figli, che in breve tempo, dopo la guerra, sono riusciti a sviluppare ed accrescere le case salesiane polacche, ora in numero di 28, le quali tanto contribuiscono alla educazione della gioventù ed al suo avviamento verso la laboriosa vita cattolica.
Molto prima dell'arrivo del treno recante le reliquie, una gran folla di fedeli gremiva la stazione. Erano presenti ad attenderle l'arcivescovo Mons. Ropp, Padre Kopa, rettore dei Salesiani, numerosi ecclesiastici, e le rappresentanze delle associazioni e dei circoli cattolici con bandiere, come pure largamente rappresentata era la stampa.
Subito dopo l'arrivo del treno, le reliquie furono poste sopra un altare espressamente eretto e ricevettero la prima venerazione della folla. Si formò quindi il corteo che mosse verso la chiesa di Santa Croce, dove attendeva l'Arcivescovo di Varsavia, S. Em. il Card. Kakowski, assistito dal Clero Capitolare. S. Em. il Card. Kakowski celebrò una funzione religiosa dinanzi alle reliquie, durante la quale il padre Norberto dei PP. francescani pronunciò un ispirato sermone di circostanza. Dopo la funzione il Cardinale impartì la benedizione con le reliquie.
Dalla chiesa di S. Croce il corteo, formatosi nuovamente, si diresse alla chiesa dei Salesiani dedicata alla Sacra famiglia, dove le reliquie sono state deposte definitivamente.
Nell'istituto i Salesiani offrirono in seguito un pranzo, al quale intervennero circa 200 invitati. Sedevano ai posti d'onore S. Em. il Card. Kakowski, l'uditore della Nunziatura di Varsavia Monsignor Colli, i rappresentanti del Capitolo, quelli del Governo, delle organizzazioni cattoliche e della stampa. Durante il pranzo parlò S. Em. il Card. Kakowski, ricordando la grandezza spirituale del nuovo Beato e facendo risaltare i meriti dei Salesiani.
Nel pomeriggio ebbe luogo una solenne Accademia, con l'intervento di tutte le Autorità ecclesiastiche e civili e di un numeroso pubblico. Un applauditissimo discorso fu pronunciato dal prof. Czerniewski, che parlò su « Il Beato D. Bosco e la sua Opera ».
(Da L'Osservatore Romano, del 6 nov.).
BRASILE
NICTHEROY. - Tre giorni di feste splendidissime furono dedicati in omaggio al Beato Don Bosco: il 23, 24, 25 agosto u. s. Grande fu il concorso di fedeli al Santuario di Maria Ausiliatrice alle funzioni del mattino e della sera: tre Vescovi con Monsignor Pereira Alves, vescovo diocesano, si alternarono nei solenni pontificali e nell'esaltare i meriti del Beato. Il giorno di chiusura una grande riunione degli ex allievi dei diversi collegi del Brasile portò alla festa una nota speciale di entusiasmo.
Una prodigiosa guarigione.
Nel 1916 fui colpita da grave bronchite che mi lasciò dei resti cronici. Frattanto per ben tredici anni, cioè da quell'anno fino al giugno del passato 1929, non godetti più salute, fui travagliata da parecchi usali e specialmente da palpitazioni, dipendenti, come dissero i medici, da stato neurotico; stentavo assai a salire le scale, non potevo più attendere normalmente alle mie occupazioni, a quando a quando ero colpita da svenimenti, la mia esistenza era una continua tribolazione. Consultai parecchi abili e celebri medici, quali il professore senatore Pescarolo, il prof. Battistini, i dottori Mercandino, Lanza, Marchesi, Bima, Guglielmo Bracco Juniore, ecc., ma non ne trassi che lievi e passeggeri miglioramenti. Non vi era nè medicina, nè suggestione che lui ridonasse la salute.
Quand'ecco il 9 giugno ultimo scorso, compiendosi il trionfale trasporto della venerata Salma del Beato Don Bosco da Valsalice alla Basilica di Maria Ausiliatrice in Valdocco, mi invase fortemente una viva fiducia nel nuovo Beato, e mi raccomandai a lui con fervente preghiera. - Il 12 dello stesso mese, il 3° giorno dei grandi festeggiamenti del Beato nella Basilica di Maria Ausiliatrice, mi recai colà alla sua urna. I Sacerdoti che regolavano l'accostarsi della folla, vistami cotanto sofferente, mi aiutarono con carità ad avvicinarmi anch'io a quella venerata Salma. Potei toccare quell'urna, e per divozione raccolsi una rosa e un garofano tra i fiori che la circondavano.
La notte seguente con mia gran consolazione vidi comparirmi in sogno il Beato Don Bosco, con le mani giunte e lo sguardo sorridente; ani disse che la nostra vita quaggiù è una lotta, che non v'ha rosa senza spine, mi fece animo a sperar bene, mi assicurò che sarei guarita e mi raccomandò di perseverare nel bene da meritarmi di andare poi con lui in paradiso; poscia sparì.
Io subito mi svegliai, erano le ore 2 dopo mezzanotte. Istintivamente, come ispirata da interna fiducia, mi alzai a prendere la rosa che avevo raccolto dall'urna del Beato e la mangiai. Oh consolazione! Sull'istante io mi sentii pienamente guarita. Ritornai alla Basilica di Maria Ausiliatrice, all'urna del Beato, portando un gran quadro votivo e pregando. Narrai il fatto all'incaricato della registrazione, il quale mi raccomandò di portargli un resoconto del medico curante e di chiedergli se questa guarigione poteva essere un puro effetto di suggestione.
Il medico mi rilasciò un prezioso documento che termina con queste parole: « Si vuol sapere se la signora Necchi guarì per suggestione o per grazia? Ma certamente, se per suggestione nessun medico fu tanto influente da poterla esercitare ».
Difatti se io fossi suggestionabile, nei 13 lunghi anni della mia malattia perche i molti e valenti medici che mi curarono non mi suggestionarono da guarirmi per suggestione? Io sono invece convinta che si tratta qui di una segnalata grazia di Dio per intercessione del Beato Don Bosco a cui avrò eterna riconoscenza.
Torino, 15 gennaio 1930.
Ved. NEcchi GIUSEPPINA
La protezione del Beato D. Bosco.
Il 12 settembre con la nostra automobile, che mio marito stesso guidava, partimmo da Monte Carlo (Monaco) col figlio primogenito, di 8 anni, per recarci ad Asti a raggiungere due altri miei bambini che da qualche mese erano ospiti di mia sorella.
Prima di partire scorsi sul tavolo da notte l'immagine del Beato D. Bosco e, dopo avergli rivolto una breve preghiera, la presi e, mettendola nella borsetta, dissi con fervida fiducia: - Papà Don Bosco, proteggici nel nostro lungo viaggio e fa' che nessuna disgrazia abbia a colpire le nostre anime e i nostri corpi.
Il tempo era ottimo. Percorremmo la strada Ventimiglia, Breil, Col di Tenda, Cuneo, Bra. Nei pressi di questa cittadina, mentre eravamo in discesa e in una curva, per lo scoppio di una gomma la macchina si rovesciò e con essa tutti noi. I contadini allo scoppio accorsero convinti di trovarci tutti morti. Don Bosco era con noi e nessuno fu ferito; il nostro figliuoletto fu il primo a sgusciare di sotto la vettura, gridandomi: - Mamma io son dritto e tu? -
Gli accorsi stupirono della nostra prodigiosa incolumità ed aiutarono mio marito a condurre la macchina in un garage per le opportune riparazioni: noi col treno proseguimmo per Asti grati al nostro Protettore.
Dodici giorni dopo ripartivamo con la stessa automobile... Ci raccomandammo ancora alla protezione del Beato, e, benche il radiatore per via facesse perdita di acqua, si giunse felicemente a casa.
Monaco.
BICE RATTI AMBROSI, ex-allieva
Non ho pregato e sperato invano.
Da parecchi mesi aspettavo dalla Divina Provvidenza una grazia per sistemare alcune partite dei miei interessi. Non certamente avevo finora pregato invano, quando sentii in me un'ispirazione di rivolgermi al Beato Don Bosco, di cui ho sempre avuto una venerazione speciale essendo stato suo ex-allievo. Quando ormai credevo che tutto dovesse essere perduto, non ancor terminata una novena in onore del Beato, in quarantott'ore eccomi compiuta la grazia che da mesi e mesi attendevo.
Nessuno potrà immaginare l'inno di riconoscenza ch'io innalzai al Beato : da Lui attendo ancora altre grazie materiali e spirituali per me e per altri, ma in modo speciale per una persona che tanto, tanto mi sta a cuore. Anzi, proprio mentre sto scrivendo questa relazione di ringraziamento al Beato, è già in corso un'altra grazia che spero sia presto compiuta.
Ferrara. S. S.
Guarito da Don Bosco.
L'inverno scorso fui colpito ai piedi e alle gambe da un malessere che mi fu causa di grave sofferenza e di non lieve preoccupazione. L'attribuii al freddo e tentai di ripararmi con ogni mezzo, ma persisteva la sensazione di gelido e le vene ingrossavano, causandomi dolori da costringermi a sospendere spesso il lavoro.
Il medico di famiglia, consultato, disse trattarsi di vene varicose, prescrisse rimedi che però riuscirono vani. Consultai un altro dottore e feci la sua cura senza il più piccolo miglioramento.
Speravo nella bella stagione di rimettermi, ma persistendo il mio male, ricorsi a un valente professore che giudicò trattarsi di un deperimento organico generale. Feci la cura prescritta; invano.
Pensai allora di intensificare la preghiera e rivolgermi per la guarigione al nuovo Beato D. Bosco con una novena che incominciai con mia moglie con gran fede. Sentii subito un miglioramento e dopo alcuni giorni piedi e gambe erano allo stato normale, cioè perfettamente guariti. Sono trascorsi tre mesi dal giorno della grazia e mai dovetti accusare il più piccolo male.
Torino, 22-11-29.
AUGUSTO PELLISSIER.
Guarita da malattia della pelle.
Una mia bimba di un anno era da otto mesi affetta da una malattia della pelle, 'e vane erano riuscite tutte le cure.
Lessi sul Bollettino i due miracoli operati da D. Bosco e a lui mi rivolsi per la guarigione della figlia. La grazia mi è stata concessa e la bimba è risanata.
Ardisio. ATTILIo BIGONI.
Dall'agonia alla vita.
Rottero Anna il 5 aprile fu colpita da broncopolmonite acuta bilaterale, e andò rapidamente aggravandosi sicchè la sera del 12 successivo il Parroco recitò le preghiere dell'agonia, vedendola ormai agli estremi. Il mattino seguente il padre, volto al quadro di Don Bosco che pendeva alla parete, lo pregò con viva fede per la guarigione dell'inferma. Poche ore dopo il medico la visitava e con meraviglia constatava che l'ammalata era senza febbre e in ottime condizioni. D. P.
Risanato da grave malattia.
Colpito l'anno scorso da dissenteria tropicale, vi ricaddi quest'anno altre due volte. Dopo soli dieci giorni dalla seconda ricaduta, per la terza volta e più gravemente fui ancora colpito dalla stessa malattia.
Da 18 giorni tenevo il letto e la malattia invece di andarsene, rincrudiva sempre più e minacciava di complicarsi. Il dottore non riuscì dapprima a scoprire la specie della dissenteria e temeva fondatamente che mi venisse un ulcere.
I miei superiori allora mi esortarono a confidare nella protezione di D. Bosco e fecero incominciare subito una novena. Al sesto giorno la malattia non accennava ancora ad andarsene: pure quel giorno la grazia venne e piena. Alla sera di quel giorno sesto istantaneamente cessò ogni dolore, scomparve la malattia, così che all'ultimo giorno della novena potei alzarmi, completamente guarito e unirmi ai compagni per sciogliere l'inno della riconoscenza e del ringraziamento a Dio e al suo servo D. Bosco.
Shillong. Un chierico missionario salesiano.
Liberato da febbre.
Nello scorso dicembre caddi ammalato: la febbre dopo alcuni giorni crebbe in modo impressionante e temetti di non poter sopportare a lungo tanto male per la mia piuttosto debole complessione.
Mi venne la buona ispirazione di raccomandarmi con una novena al Ven. D. Bosco, promettendo un'offerta per le Opere Salesiane. Subito mi sentii sollevato ed ebbi la sicurtà della guarigione... Infatti la febbre, il giorno dopo, cessò e più non ricomparve. Riconoscente adempio ora la mia promessa.
Virle. D. FRANCESCO MARTINEnGO.
Guarita da sciatica.
Il 25 luglio si presentava in sacristia la sig.ra Gnocchi Giannina, ostetrica di Crescentino, a raccontare che soffrendo da parecchi mesi acutissimi dolori per una sciatica, il 2 giugno, mentre si beatificava D. Bosco, si raccomandò al nuovo beato colla promessa di un'offerta per le Opere Salesiane. Dopo due ore di sonno profondo si svegliò libera dai suoi dolori, nè più li ebbe.
Dopo cinque mesi di lette...
Avevo già subito due operazioni in una clinica di Torino, e anziche migliorare peggioravo sempre più. I medici, che in quei giorni mi visitarono, dichiararono il mio caso disperato.
Prima che i parenti mi trasportassero a Malesco un sacerdote salesiano mi incoraggiò a raccomandarmi al B. D. Bosco. Cominciai subito la novena; a questa ne seguirono altre. Risentii un primo benefizio nel diminuire dei miei dolori, e continuai a pregare: il miglioramento aumentò e potei nutrirmi meglio. Dopo cinque mesi lasciai il letto e ripresi alquanto le mie forze da poter sottostare a una terza operazione indispensabile. Ora, risanata, sciolgo il mio voto di riconoscenza al B. Don Bosco implorando ancora per l'avvenire la sua valida protezione.
Malesco. ERMINIA CASSANI.
Guarito da gastrite.
Da 14 anni soffrivo di gastrica allo stomaco, ritenuta dai dottori incurabile. Il 2 giugno andai a Valsalice a pregare sull'urna del Beato e vi deposi una camicia che portava con me: un'intima voce mi diceva che sarei stata risanata indossandola dopo che avesse toccato l'urna benedetta. E avvenne così. Appena giunta a casa e indossata la camicia sono stata liberata dai miei incomodi.
Torino.
P. E.
Liberato dalla paralisi.
Da parecchio tempo mia cognata era costretta a letto da mal di cuore, aggravato da una paralisi che aveva immobilizzata la parte sinistra del corpo. Nel giorno della Beatificazione di D. Bosco, mentre a Roma si svolgevano le grandiose funzioni, con fervore pregai il nuovo Beato di voler ottenere da Dio la guarigione della cognata.
In parte la grazia è stata concessa. La paralisi da quel momento scomparve, riacquistando l'ammalata il movimento della parte perduta. Resta ancora il mal di cuore, e confido che Don Bosco vorrà rendere completa la guarigione.
Tortona. ERNESTINA MUTTI.
Ha ridonata la parola a mio nipote.
Mio nipotino da qualche tempo aveva perduto la voce in modo così strano e preoccupante che lo stesso dottore non riusciva a spiegarsi la causa del male.
Di ritorno da Torino, ove avevo assistito all'apoteosi del Beato D. Bosco, gli misi al collo una medaglia che aveva toccato l'urna santa e con meraviglia di tutti il giorno seguente il bambino incominciò a parlare con la voce perfettamente normale.
RoGGERO CATERINA.
Dopo 14 anni di malattia.
In seguito a un'indigestione di acqua fui colpito da grave malore che mi ridusse a uno scheletro, e fui viaticato due volte. Consultai medici, presi medicine ma senza risultato: solo dai lavaggi giornalieri dell'intestino ebbi qualche sollievo - cura che durò per 14 anni. Quando venni a conoscenza dei miracoli operati da D. Bosco mi rivolsi a Lui durante la sua apoteosi in Torino e da quel punto non sentii più alcun disturbo e lasciai l'uso della sonda pel lavaggio. Invio ora con riconoscenza la mia offerta per le Opere Salesiane.
Tassarolo.
FAVA GIOVANNI fu CARLo.
Guarita all'istante.
Soffrendo gravissimi disturbi nell'organismo, a cui gli specialisti non potevano portare rimedi, per suggerimento del missionario salesiano D. Congiu, mi rivolsi a Don Bosco. Un giorno dopo averlo pregato in ginocchio, mi rialzai pienamente guarita..
Cagliari. EGIDIA CONCIO.
Guarita anch'io.
Ammalata di bronchite gravissima con complicazione polmonare ed in letto da più di un mese con altissime febbri mi rivolsi al Beato Don Bosco nel giorno della traslazione della sua venerata salma invocando la guarigione e promettendo un'offerta. Seguì a questa mia preghiera un miglioramento che accentuandosi mi portò a guarigione completa.
Genola. ELENA GALATERI.
Conseguenze d'una caduta.
Per la caduta da una sedia, sentii atroci dolori. Il medico mi consigliò di farmi esaminare ai raggi X e fu scoperto lo spostamento dell'ultima vertebra lombare. In conseguenza mi fu detto che più non sarei guarita e avrei dovuto tenere sempre il letto. Allora incominciai con fede una novena a D. Bosco promettendo anche un'offerta per le Opere sue. Ora sono quasi guarita e già attendo al disbrigo delle mie faccende.
Torino.
CAssoLA MARGHERITA.
Completamente guarito.
Il giorno 19 dicembre 1928, mentre prestavo la mia opera di decoratore in Petralia Soprana nel Palazzo del Marchese Pattino, caddi dall'altezza di metri otto, su dei macigni taglienti che si trovavano al suolo, riportando la frattura di due costole con lesioni ai polmoni, e frattura al cranio. Raccolto subito dagli operai, ebbi prestati i soccorsi urgenti dai medici i quali mi dichiararono in pericolo di vita. Dopo ben quattro mesi di sofferenze inaudite, oggi grazie a Dio e al Beato Don Bosco posso dirmi completamente guarito, tanto che ho ripreso il quotidiano lavoro.
Petralia Sottana.
TEDESCO MARIANO CALoGERO.
Il Beato aiuta le sue figlie.
Nel marzo 1927, mentre visitava questa regione Madre Teresa Pentore, fu acquistata la Casa di Valparaiso. Appena si fece l'atto, si intrapresero i lavori di adattamento e, aumentando il numero delle alunne, si iniziò la costruzione di un nuovo braccio per scuole e dormitori. Per questa costruzione si dovette fare un prestito presso il Banco Ipotecario e durante le trattative per concluderlo si venne a scoprire una grave irregolarità nell'atto di compera della casa e della quale non si era accorto il notaio. Se la dimenticanza fosse dovuta a involontaria ignoranza o fosse un inganno combinato dal venditore non saprei: noi però ci trovavamo con un atto nullo in mano e in una casa donde potevano sfrattarci dopo tante spese fatte.
Ricorsi al B. Don Bosco perche ci facesse trovare la via per appianare le difficoltà che si presentavano alla regolarizzazione del nostro acquisto. E dopo quattro mesi di pratiche si riuscì a indurre il venditore a rilasciare il documento necessario il 2 luglio. Libera ora da ogni angustia, ringrazio vivamente il buon Padre della protezione accordata a questa casa.
Valparaiso.
Suor MARIA CAPELLI,
Direttrice.
Una grazia segnalata.
Da un anno e mezzo, soffrivo mal di stomaco con sforzi di vomito replicati giornalmente, e tali da non darmi pace nè giorno nè notte. Visitata da diversi Professori, dissero essere necessaria un'operazione : preferii rivolgermi con tutta fede al Beato Don Bosco, mettendomi nelle sue mani, e incominciai una novena in famiglia, ponendomi al collo una sua reliquia. L'ottavo giorno alzandomi mi trovai completamente guarita.
Croce di Montecolombo, 11-12-29.
GENGHINI DINA in BUFFONI.
Efficacia d'una piccola reliquia del Beato.
La cara e divota immagine del Beato D. Bosco, portante una reliquia d'indumenti di lui, ebbe già a farmi una segnalatissima grazia.
Una mia nipote maritata ha una bambina, di circa un anno, che da qualche tempo era stata colpita da un postema all'orecchio destro. Il medico con iniezioni fece scomparire il pus dall'orecchio, ma fu un errore. Ecco gonfiarsi enormemente sotto l'orecchio e al fatto il medico si avvede della suppurazione, che si agglomerava in modo impressionante. Tentò un taglio sulla parte rossa, ma il pus non uscì che in piccola parte. La bambina dobrava assai.
Io allora consigliai la nipote di pregare il Beato D. Bosco, di prendere l'Immagine-Reliquia e applicarla alla parte inferma. Così fu fatto. Alcun tempo dopo aver pregato e toccata con la reliquia la parte dolente, il pus uscì in quantità enorme, senza bisogno di nuovo taglio.
Finalmente la bambina si acquietò e dormì; il giorno seguente era vispa e guarita: la cicatrice rimasta è piccola e il collo ritornato allo stato normale. La madre è esultante della grazia e ad occasione propizia non mancherà di recarsi a Torino per ringraziare il Beato proprio al suo Altare e soddisfare alle sue promesse. La bambina sta benissimo e al pallidissimo colore di prima è subentrato quello roseo della perfetta floridezza.
Locarno (Svizzera), 15-11-29.
Sac. GUGLIELMO BUETTI
Prevosto dei Borghesi. Una suora di 81 anno risanata.
Siano rese grazie a Dio che per intercessione del taumaturgo Don Bosco si è degnato operare uno dei tanti prodigi a favore della nostra ottantunenne consorella Suor Maria Blandina, la quale nonostante l'età avanzata, è guarita perfettamente e può ancora, come prima, con la sua vita attivissima, esserci modello di serena volonterosa operosità.
Cinque mesi fa, disgraziatamente cadde dalle scale. Si chiamò d'urgenza il dottore che, dichiarata la frattura della tibia destra, fece trasportare la Suora all'Ospedale. La gamba fu ingessata e per tre mesi Suor Maria Blandina dovette rimanere immobile a letto; quando fu sgessata, il medico chirurgo riaffermava essere impossibile la guarigione, data l'avanzata età della paziente.
La povera Suora ne era afflittissima.
La consigliammo di rivolgersi a Don Bosco, la cui fama era divenuta mondiale per la prossima Beatificazione, dovuta ai miracoli ed alle grazie segnalate.
Caso singolare: da giovane Suor Maria Blandina (francese) aveva avuto a Lione, sua città natia, la possibilità di vedere Don Bosco, acclamato con venerazione da un'immensa folla ma, indifferentemente, non se ne era curata ; nonostante gl'inviti persuasivi del suo stesso genitore.
Nel presente caso si convinse che decisamente a Lui, al novello Beato avrebbe dovuto ricorrere ed in Lui pose tutta la fiducia, mentre consorelle ed alunne innalzavano replicate novene.
Approssimandosi la solenne Beatificazione, la domenica 2 giugno, la qual festa coincideva coll'onomastico dell'inferma, Ella si sentiva raddoppiare la fiducia. Il mattino dei giorno trepidamente atteso, la Suora potè essere condotta, per la prima volta, su di una carrozzella, alla vicina cappella per assistere alla S. Messa. Recatami in seguito a farle visita la trovai un po' triste e mi accorsi che la povera Suora avrebbe voluto, in quel giorno, essere perfettamente guarita. La incoraggiai allora ad aver fede, perchè la grazia era già in parte concessa e, senza dubbio, il Beato l'avrebbe consolata nella domenica seguente, in cui si doveva festeggiarlo nella nostra piccola città d'Ismailia.
La vidi rasserenarsi e piena di fiducia. Nel suddetto giorno, andata come il solito a farle visita, non la trovai nella sua cameretta e voltandomi, la vidi rientrare e buttare il bastone sul letto. Stupefatta l'interpellai ed Ella, sorridente e felice, mi raccontò che anche alcune ore prima, era uscita appoggiandosi al bastone, e, dopo alquanto tempo, ritornata senza fatica, si era accorta di aver dimenticato il suo sostegno abbastanza lontano ed aveva dovuto andare a riprenderlo. Entrambi constatammo che la grazia era completamente ricevuta. Difatti la nostra buona Suora continuò a camminare quasi sempre senza bisogno d'alcun appoggio.
Il medico chirurgo, meravigliato di tale guarigione, prima di rimandarla al convento, volle visitarla ai raggi e non trovando più alle ossa segno di avvenuta lesione, non credendo a se stesso, invitò la Suora Infermiera a osservare essa pure.
La Religiosa, con grande stupore, potè confermare il detto del chirurgo. Suor Maria Blandina era stata graziata da Don Bosco.
Infatti, dopo alcuni giorni, se ne tornò al nostro Istituto acclamando al Beato.
Ismailia (Egitto).
La Superiora
Suor MARIA GENEROSA TORNACHE.
Guarita da periostite.
Una periostite mi causava sofferenze grandissime e, a parere del medico, sarebbe stato necessario un atto operatorio. Piena di fiducia mi rivolsi al Beato Don Bosco e applicai sul mio viso dolorante una di Lui sacra reliquia. I dolori cessarono per incanto e al domani, il medico, meravigliato, constatò che il male si era risolto da sè e che nessun intervento chirurgico era ormai necessario.
Luglio 1929. O. FELLI.
Una novena a Don Bosco.
Mi ammalai improvvisamente il 31 ottobre u. s. soffrendo gravi disturbi cardiaci.
La mattina dei Santi il medico di casa, accorso, diagnosticò il mio male per polmonite con dubbio di tifo. D'urgenza fu invitato il Direttore dell'Ospedale d'Urbino a visitarmi; egli confermò la polmonite escludendo il tifo, ma dichiarò trovarmi in gravissime condizioni per lo stato asmatico del mio cuore.
Tra i figli che mi assistevano amorosamente, il più grande, essendo stato alunno dei Salesiani a Faenza e al corrente di tante grazie fatte dal suo amato D. Bosco, a lui si rivolse per me ordinando senz'altro una novena. Io non so se il male abbia fatto il suo corso, certo è che cominciata la novena da molti fedeli, mi sentii meglio e continuai a migliorare di giorno in giorno così sensibilmente che l'8 di novembre era in grado di alzarmi per la prima volta, con vivo stupore del medico curante e del Direttore dell'Ospedale.
Quando cominciò la novena mi fu posta al collo una medaglia di Maria Ausiliatrice che era stata fatta passare sull'urna di D. Bosco e questo particolare valse ad accrescere la mia fede nell'intercessione del Beato e infondermi coraggio e speranza nella sua efficace protezione.
Urbanìa (Pesaro).
MADDALENA FELIGIOTTI.
Esprimono riconoscenza al Beato D. Bosco:
TERESA BARBIERI (Pomaro) per la guarigione da un'ulcera varicosa ribelle ad ogni cura.
Marchesa AMALIA DELLA FERLA TRIGONA (Noto) per intercessione di D. Bosco riebbe la salute e la riebbe pure la nipotina Lina Rau Tasca affetta da gravissimo tifo. In un dormiveglia parve alla Marchesa di vedere il Beato che agitava sulla sua abitazione il mantello in segno di altissima protezione.
CONCETTINA GALFO LOREFICE (Modica) per forte colica appendicolare rimase due mesi nell'immobilità assoluta soffrendo dolori atroci ai reni: temendosi un ascesso renale, fu esaminata ai raggi, ma nulla si constatò. L'operazione frattanto fu differita di giorno in giorno. L'ammalata si raccomandò a D. Bosco perchè le ottenesse una buona morte o illuminasse i medici sul suo male. Il 29 giugno le fu annunziata l'operazione per l'indomani, e durante questa i medici scoprirono il vero male. Per la protezione di D. Bosco l'atto operatorio riuscì bene e l'ammalata potè riprendere le sue forze.
UN SACERDOTE SALESIANO (Malta) colpito da un attacco di calcoli renali, ne guarì in tre giorni applicandovi un'immagine di Don Bosco - poi colpito da un principio di pleurite, si riebbe prontamente collo stesso rimedio - seguì immediatamente lo sviluppo di una flebite trombosi che lo tenne immobile per 5 mesi nel letto, e da questa ancora guarì coll'intercessione di D. Bosco.
CAROLINA GALLI DELLA MANO (Bellano) per la guarigione del nipotino affetto da una forma difterica molto grave. D. EMILIANO M. per grazia ricevuta.
GHIOTTI DOMENICO (Stazzano) per l'ottenuta guarigione della figlia, sofferente da due anni di male di petto.
N. N. (Valparaiso) dopo essersi sposata civilmente, il marito ricusava la benedizione sacramentale: si raccomandò con preghiere al Beato e il marito non tardò a legittimare la sua unione.
MARIA SECONDO (Torino) ringrazia per esser guarita da gravissima bronchite e per aver D Bosco protetto miracolosamente una sua sorella caduta sotto un'automobile, senza alcuna conseguenza.
PALUMPo PIETRO indossando biancheria che aveva toccato l'urna del Beato, fu libero dai dolori di schiena che l'opprimevano.
GIACOMO DENTELLA (Bergamo) con una novena e colla reliquia del Beato ottenne subito alla moglie la voce perduta che i medici dicevano sarebbe ritornata, ma dopo molto tempo.
MARIA FAEN7A per guarigione della nipotina Maria Morea da male pericoloso.
CATERINA RUBATTO (Pino) per la scomparsa di una grave infezione per la puntura d'un ago.
V. M. (Saluzzo) per scongiurato pericolo di un'operazione all'occhio.
Una Figlia di Maria colpita da male inesplicabile e refrattario ad ogni rimedio ne ottenne la guarigione da D. Bosco con una novena.
PAOLINA MOSCATO (Campobasso) affidò a D. Bosco il figlio Archimede colpito da otite purulenta di origine tubercolare e l'ebbe risanato completamente.
D. S. MANGIONE (Palermo) per la guarigione da infezione intestinale.
SEBASTIANO CALTABIANO (Riposto) durante l'invasione lavica del 1928 pregò D. Bosco perchè la sua casa e proprietà fosse salva: ed ebbe il favore.
A. A. colla protezione di D. Bosco vide il fratello promosso in un difficile esame.
MARIA P. (Saluzzo) per la felice soluzione di un grave affare.
PIERINO P. (Bindo) colpito da un'ulcera all'occhio ed esasperato dell'inutilità dei rimedi si rivolse al Beato e al termine della novena il male si risolse rapidamente.
N. N. (Monforte) in un delicato affare si raccomandò a D. Bosco e vide appagati i suoi desideri.
GINA GHISOTTI preoccupata per la caduta del figlio e temendo si fosse rotto un braccio, lo raccomandò fiduciosa a D. Bcsco, e lo vide presto risanato.
LUISA M. (Torino) per la guarigione del nipote.
TERESA CAGNONI (Apecchio) trepidante per le sorti e l'avvenire di una persona carissima, si rivolse con fiducia e speranza al B. Don Bosco. Ella è stata esaudita ottenendo la grazia che desiderava
FRANCIA GIOVANNI (Bagnone) preoccupato di un'infezione al piede sinistro si raccomandò al Beato per averne la guarigione: in quindici giorni si trovò risanato.
CLERICI VIRGINIA (Fenegrò) per la rapida guarigione del fratello colpito da grave polmonite, ottenuta invocando il B. Don Bosco.
CELINE CASTELLASI Ved. LANZA (Fobello) angosciata per le febbri violenti che colpirono il suo unico figliuolo Michele, lo raccomandò al Beato e fin dal primo giorno lo vide migliorare nel modo più rapido e con ottante.
PIETRO MARTANI (Mede Lom.) raccomandò a D. Bosco la moglie gestante, ridotta da nefrite in condizioni disperate: due giorni dopo l'ammalata fu dichiarata fuori pericolo.
MARIA C. BORELLA (Verrès) per l'esito favorevole di un atto operatorio pel quale aveva invocato la protezione del Beato.
IDA e DOMENICO CAMPOGRANDE (Milano) per grazia ricevuta ricorrendo a M. A, e al Beato dopo molti mesi di viva angoscia.
D. Garelli ci dà queste altre due fotografie che rappresentano la stalla dove si rifugiò coi suoi orfanelli proprio un anno fa, al mese di gennaio. Uno dei fanciulli vi morì di freddo. Eppure quella stalla era una reggia in paragone della capanna di stuoie, che noi abbiamo riportata nel Bollettino del mese di dicembre dell'anno scorso.
Mentre ringrazia di cuore tutte quelle persone generose che gli hanno già mandato qualche mattone per la costruzione del nuovo edificio nel territorio protetto della concessione internazionale di Shanghai, prega il buon Dio ad ispirare molti altri nobili cuori ad emularne l'esempio. Il Signore, supplicato dai cari orfanelli cinesini, non potrà fare a meno di dare ai generosi benefattori la ricompensa del cento per uno, e il più bel premio nel Cielo.
Ricordiamo che il 23-24-25 aprile avrà luogo nel Santuario di Maria Ausiliatrice in Torino il triduo solenne in preparazione alla FESTA DEL BEATO DON BOSCO, fissata per il 26 aprile. Fervono i preparativi perchè la prima celebrazione ufficiale riesca degna del Beato e del gran numero di anime che gli sono particolarmente devote.
Gli indi di Taracuà a Manaos.
I nostri indietti di Taracuà hanno preso parte attiva alle grandiose feste svoltesi a Manaos per la beatificazione di D. Bosco. Porse la notizia le recherà sorpresa perche non ignora l'enorme distanza che corre tra Manaos e Taracuà (circa 1600 km.) e le difficoltà dei tragitto - tutto su barche o canoe -; ma bastò che il nostro D. Ghislandi ci invitasse, perchè noi e i nostri Tucanos accogliessimo l'invito col più lieto entusiasmo, sicuri che avremmo colla nostra presenza contribuito a far maggiormente amare il nostro Beato.
Il I° ottobre, col coad. Francesco Ribeiro e 30 indetti partimmo da Taracuà. Il fiume era in forte decrescenza e stava per cominciare il periodo delle febbri malariche; per ciò io mi preoccupava alquanto dei nostri indietti, ma fu un motivo di più per sperare nella protezione del Beato che la Chiesa ha glorificato.
Partimmo e dopo 13 giorni di viaggio, parte in canoa e parte in vaporini, giungemmo felicemente a Manaos. Era la prima volta che i nostri indi lasciavano le loro selve, per andare in una città civilissima; i parenti, fidando nel missionario, non avevano opposto difficoltà e i nostri frugoletti Tucanos erano impazienti di vedere e conoscere tutto ciò di cui avevano sentito parlare. È quindi più facile immaginare che descrivere le impressioni da essi provate, quando videro i grandi vapori mercantili, gli automobili, i trams, le biciclette, le case e i palazzi a vari piani e di così vaste dimensioni. Ebbi occasione di rilevare ancora una volta la psicologia dei nostri indi: quando erano visti, essi non davano segno di meraviglia e di stupore, mostrandosi come vecchi conoscitori, ma appena soli la loro natura riprendeva il sopravvento ed allora - bisognava sentire - le grandi meraviglie che facevano ricordando e commentando le cose vedute.
Anche i nostri indietti furono oggetto di ammirazione e di curiosità simpatica da parte dei 500 alunni del collegio salesiano di Manaos, coi quali fraternizzarono come vecchi amici, ed ebbero da essi tanti regali. Erano i beniamini di casa. Quanto avrà gioito Don Bosco dal cielo al vedere uniti in un sol vincolo di affetto civilizzati e indigeni! Le autorità civili e religiose si interessarono grandemente dei nostri indi: il Presidente dello Stato, sig. Dott. Ifigenio De Salles, concesse loro un'udienza nel palazzo del governo, ne rimase assai soddisfatto della loro disinvoltura e accordò loro il team presidenziale per girare a piacimento la città. Le autorità ecclesiastiche poi furono entusiaste, quando li sentirono cantare con tanta espressione sacri mottetti (alla messa di Mons. Basilio Pereira, vescovo di Manaos) e il Te Deum dopo il solenne pontificale.
Nel Politeama della città, ben cinque volte comparvero sul palcoscenico per eseguire canti patriottici e dare saggi ginnastici con molta precisione: benchè per la prima volta si trovassero abbagliati da tanto sfarzo di luce elettrica e al cospetto di un pubblico molto numeroso, tuttavia svolsero imperterriti il loro programma riscuotendo ammirazione e lodi.
Il 25 ottobre, ricorrendo l'anniversario della consacrazione di Mons. Pereira, i nostri indietti eseguirono in cattedrale la messa corale del Magri alla presenza di tutte le autorità e di una folla immensa di popolo, ottenendo un vero successo. Terminate le feste, i nostri indii furono a visitare gli ospedali, le fabbriche di gomma, il quartiere militare, tipografie e panetterie, ovunque accolti con squisita cortesia dai padroni e dagli impiegati, e colmati di doni.
La nostra missione ha presentato i primi frutti al mondo civilizzato. Il viaggio a Manaos riuscì pure di gran profitto agli alunni, i quali conobbero meglio che i missionari ricercano il loro bene materiale e morale: al ritorno tutti gli indi di Taracuà ci accolsero con un trionfo di allegria e di espansività.
Voglia il Beato D. Bosco benedire le nostre fatiche e ottenerci una più rapida evangelizzazione dei poveri indi del Rio Negro.
Taracuà, 29 novembre 1929.
Sac. ANTONIO GIACONE.
II.
La Missione S. Miguel-Javareté.
Amatissimo Padre,
Le scrivo dalla nuova Missione di S. Michele, dove mi trovo quasi stabile, non tralasciando di fare ancora qualche visita a Taracuà e offrire il mio aiuto a quei carissimi amici sopraffatti dall'eccessivo lavoro. Qui non mancarono sacrifizi e difficoltà, già in gran parte superati.
Si è messo mano alle costruzioni delle scuole e della chiesa, ma probabilmente dovrò sospendere di nuovo i lavori per andare a Taracuà, dove è necessario un aiuto. La missione di Taracuà e questa di S. Michele, più grandiosa di quella, sono veramente promettenti: ma occorre un po' di personale per giungere ad un risultato.
Gli indi di S. Michele sono alquanto indolenti, dediti all'ubbriachezza e di rozzi costumi; ma ora che si conoscono la loro lingua e le loro usanze, si può prevedere che insieme ai piccoli si convertiranno anche gli adulti.
Sono qui con alcuni ex alunni e indi di Taracuà: essi compongono la mia cara famigliola e trascorrono al par di me la giornata nel lavoro e nella preghiera. Mi tengono ottima compagnia, e servono di buon esempio agli altri che, poveretti, non sanno nulla di nulla: alcuni provvedono il legname per le costruzioni che abbiamo incominciate, servendosi all'uopo della segheria impiantata nella foresta, altri preparano in casa i vestiti per gli indi ignudi che vivono qua.
Anche a S. Michele è caduta la grande maloca, sostituita da tante piccole casette ben allineate, quante sono le famiglie. Il terreno destinato alla futura missione è sgombro dall'enorme quantità di tronchi d'alberi abbattuti e già sono aperte larghe strade e tracciati i campi di coltura. Gli indi si sono entusiasmati ai nostri lavori e affluiscono dalle vicinanze: la nostra abitazione è sempre piena di visitatori. Ieri è venuta una povera donna a presentarmi i suoi bambini e uno di questi in uno slancio di gioia mi baciò la veste.
Quando sono andato a Taracuà per la festa di Maria Ausiliatrice, i nostri indi al vedermi partire credettero ch'io abbandonassi definitivamente la loro tribù e si mostrarono molto afflitti, e solo si tranquillizzarono quando li assicurai che la mia assenza sarebbe stata di pochi giorni. Da Taracuà - dopo la festa che riuscì assai solenne con numerosi battesimi e prime comunioni - mi spinsi fino a S. Gabriel per trattare alcune faccende riguardanti la Missione di S. Michele. Anche a S. Gabriel ho trovato i confratelli in salute, ma sovraccarichi di lavoro.
A nome di tutti chiedo a Lei pel nuovo anno un valido aiuto di personale missionario e di Figlie di Maria Ausiliatrice per raccogliere l'abbondante messe che Dio fa biondeggiare in questo campo. Ci raccomandi tutti a Maria Ausiliatrice e al nostro Beato Padre.
San Michele, 29 novembre 1930.
Sac. GIovANNI MARCHESI.
Shillong, 31 - 12 - 1929. Amatissimo Padre,
Sono arrivati i nuovi missionari e tutti sono contenti e felici perche hanno trovato a Shillong la vita salesiana coree in Italia.
Nella sua lettera ai Cooperatori, ella esprimeva il desiderio che ogni casa salesiana non mancasse del suo Oratorio: Shillong ha aperto, quest'anno, ben sette oratori festivi nei villaggi che circondano la città. I nostri allievi missionari sono tutto zelo in questi oratori, dove accorrono fanciulli pagani e protestanti e ove si spera di mietere frutti abbondanti.
Terminando l'anno sentiamo il bisogno di ringraziare Maria Ausiliatrice che ci protegge in modo singolare. L'opera nostra in Shillong è guardata con benevolenza dalle autorità, prima fra tutte il Governatore inglese: è temuta dai protestanti e ammirata dai pagani. Nel dicembre più di 20 orfanelli nostri ricevettero il battesimo; nella parrocchia la notte di Natale ben 8o furono rigenerati nelle acque battesimali, e fra questi 20 protestanti. A Santo Stefano ebbe luogo l'agape di tutti i cristiani: 2500 e più persone!
E non soltanto a Shillong il Signore benediceva il nostro lavoro. Don Igino Ricaldone si recava nella Bhoi Country, regione selvaggia distante tre giorni di cammino a piedi, per soddisfare il desiderio di quei poveri cristiani che vedono il missionario una volta all'anno. Là il bravo catechista Andreas, ex allievo dell'Orfanotrofio di Shillong, aveva preparato 20 uomini al battesimo. La miseria di quella popolazione è cosa che strazia il cuore: parlano lingua diversa dal Khassi, coltivano soltanto il riso e devono lottare contro la malaria, la fame e le bestie feroci. Quanto bene si potrà fare tra questo popolo quando avremo numerosi catechisti! Un villaggio intero desiderava ricevere il battesimo, ma il missionario preferì ancora aspettare lasciando ad Andreas il compito di meglio istruirli.
A Laintkhynsew si recarono 20 chierici con D. Farina e D. Scuderi suscitando il più grande entusiasmo. In mezzo a tanto fervore di opere è consolante pensare che il nome di Don Bosco sempre più si diffonde e si ama.
A Cherraponjee è in costruzione una teleferica che unirà le colline alla pianura; è un'opera grandiosa che permetterà di sfruttare la regione così ricca di minerali. Il presidente della Società, bravo cattolico inglese, ha voluto consacrare la teleferica al Beato e farla benedire col nome di Don Bosco. Anche il direttore generale delle scuole assamesi, per la gradita impressione avuta dagli orfanelli di Shillong, ci ha promesso tutto il suo appoggio e aiuto.
te comunità crescono di anno in anno, e crescono anche i bisogni e il lavoro. Abbiamo comunità distanti 40 km. da Shillong circondate da pagani; vanno avanti da sole con una fede che intenerisce. Ma anche la stessa opera salesiana di Shillong per la sua multiforme esplicazione (parrocchia, catecumenato, dispensari, orfanotrofi, scuole, associazioni, noviziato, studentato filosofico e teologico, scuole industriali, ecc.) risente sempre più vivo il bisogno di preghiere, di aiuti d'ogni fatta e di personale. In essa è il cuore di Don Bosco che pulsa e prepara un lieto avvenire per l'avvento di Cristo in Assam.
Sac. FERRANDO STEFANo,
Missionario Salesiano.
Rev.mo Sig. D. Rinaldi,
Eccoci finalmente alla nostra residenza! Abbiamo fatto il nostro ingresso trionfale a Miyazaki dopo essere passati per Nakatsu e Oita.
A Kobe vennero a darci il « benvenuto » il procuratore P. Fages, D. Tamgui, D. Piacenza e un sacerdote giapponese: ormai eravamo in buone mani e da quell'istante svanirono tutte le nostre preoccupazioni. Ci restava ancora da passare la ... dogana, ma, contrariamente all'idea terribile che ci eravamo fatta, trovammo anche qui gentilezze squisite. Mentre i facchini facevano saltare i coperchi delle casse, noi aprivamo i nostri bauli e ci sottoponemmo all'operazione. Fu aperta e presentata per la prima una valigia che conteneva una statua di Maria Ausiliatrice: i doganieri furono subito intorno per osservare ed ammirare...
- Oh! bella!.., dovrebbe pagare... ma... involgetela bene nella carta perchè non abbia a rompersi.
Una cassa conteneva matasse di lana, di seta, panno, giocattoli, ecc.
- Questo deve pagare, ci dissero con amabile sorriso; ma... non vi faremo pagar nulla!
Poi videro in un'altra cassa una macchina, alta un metro e mezzo...
- A che serve questa macchina?
- Per insegnare a confezionare maglie, calze, ecc.
Bene! dovrebbe pagare... ma voi procurate d'insegnare molto e bene...
Più gentili di così non potevano essere i doganieri giapponesi e noi li ringraziammo dal profondo del cuore e benedicemmo il Signore di essercela cavata in due ore appena e con tanta soddisfazione.
Per due giorni fummo ospiti della Missione Cattolica dei PP. delle Missioni Estere di Parigi ed ebbimo l'opportunità di far visita al vescovo di Osaka, Mons. Castanier, grande amico e benefattore delle nostre Opere; egli ci volle a cena presso di sè e con lui passammo alcune ore in conversazione famigliare sul lavoro già fatto e sul molto ancora da farsi nella nostra missione. Il giorno dopo, domenica, assistemmo alla messa solenne nella chiesa giapponese, dove ci fu dato gustare ima perfetta esecuzione di canto gregoriano a cori alternati di cantori e di popolo.
A Nakatsu ci accolsero entusiasticamente con funzioni religiose e discorsi ; ad Oita diedero in nostro onore un trattenimento accademico con discorsi, dialoghi e canti. In fine Miyazaki fu l'ultima tappa. Si passò di meraviglia in meraviglia: che fiorente organizzazione! che entusiasmo fra i cristiani! Le Figlie di Maria Ausiliatrice furono accolte con vivissima gioia dalle fanciulle che cantavano e danzavano ritmicamente. La festa si chiuse con una devota funzione in chiesa, dove ci fu data grande edificazione dalla pietà e dal contegno di questi cristiani.
Quanto lavoro han già compiuto questi nostri confratelli! Questo ci incoraggia a fare altrettanto, se non coi egual frutto, almeno con ugual zelo.
Ci benedica tutti.
D. MAREGA,
Missionario Salesiano.
D. Cimatti scrive al sig. D. Rinaldi:
« È Natale! Un'unica cosa ci addolora, non potere, nella povertà e nelle condizioni in cui ci troviamo, celebrare con pompa esterna la bella festa. La novena predicata, canti, suoni, un minuscolo presepio in cabina, un'accademia commemorativa in comune coi passeggieri di seconda classe, la messa solenne cantata (composta per l'occasione su temi liturgici pastorali e sulla cara canzone del Beato « Ah si canti in suon di giubilo »), la comparsa e scomparsa di qualche panettone e di un po' di vino generoso, che buone mamme e benefattori gentili ci avevano regalato prima della partenza, alcune tombole a premio furono le cose più salienti di cronaca. Ma quello che nessuna penna può descrivere, perchè segreti di anime, e nessuna cronaca può registrare, la buona volontà di tutti per adorare e ringraziare Gesù dell'immenso dono di se stesso all'umanità, un rinnovato desiderio di apostolato missionario e la povera ma generosa consacrazione di noi suoi servi a Lui ».
1) Pregare, ogni giorno, per i Missionari e per le anime ad essi affidate.
2) Diffondere, mediante conferenze missionarie, giornate missionarie, trattenimenti missionari, la conoscenza e i particolari bisogni dei campi di Missione affidati ai figli di Don Bosco.
3) Favorire, aiutare nuove vocazioni missionarie; indirizzare nuovi aspiranti missionari ai nostri Istituti per le Missioni Estere Salesiane.
4) Raccogliere ed inviarci stoffe e indumenti per i neofiti ed i catecumeni, e sete, lini e tele per paramenti e indumenti sacri.
5) Divulgare le varie serie di cartoline illustrate dei vari centri delle Missioni Salesiane.
6) Inspirare, infondere, accendere anche in altri lo stesso spirito di carità e di zelo.
Il nostro piccolo Michele salvato.
Nello scorso inverno una fortissima polmonite ebbe a colpire il nostro bambino che contava allora appena quindici mesi di vita. Il dolore era fortissimo ed al piccolo corpicino mancavano ad ogni momento sempre più le forze per poterlo sopportare. Da più di due giorni egli quasi non dava più segno di vita e ad ogni istante sembrava che la morte ne dovesse troncare l'esile esistenza. Anche il medico che lo curava aveva perduta ogni speranza.
Più nulla a noi restava se non confidare in Colei che sola poteva in quell'istante dare aiuto a noi afflitti e senza speranza, e perciò incominciammo la novena a Maria Ausiliatrice. Non erano ancora trascorsi due giorni che già il piccolo sofferente cominciò a migliorare ed in breve tempo si ebbe a rimettere completamente.
RINA GIRAUDI.
Una famiglia consolata.
Da circa sette anni mio marito, invalido di guerra, aveva fatto domanda di rientrare nel servizio militare, ma la risposta alla sua domanda si fece lungamente attendere. Nel frattempo io non cessavo di pregare e implorare la grazia con novene. Finalmente coi miei bambini cominciai la novena in onore di Maria Ausiliatrice, e al settimo giorno veniva comunicato a mio marito l'ordine di riassunzione in servizio e il luogo di destinazione. Così Maria ci ha consolati.
Santulussurgiu.
A. R.
Guarito da un vespaio alla testa.
Nel febbraio 1929 fui colpito da un formidabile vespaio alla testa. Fui operato ripetutamente, ma, estendendosi il male spaventosamente, un giorno i dottori si trovarono nella impossibilità di operare ancora senza ledere il cervello: e per complicazioni sopraggiunte mi si dava poche ore di vita. Mia moglie e mia sorella, ex allieve delle Figlie di Maria Ausiliatrice, corsero dalle Suore per far incominciare un triduo alla Madonna, ma, precedute dalla voce della mia morte, trovarono le suore molto incerte sul da farsi. Tuttavia il triduo di preghiere ebbe principio. L'indomani cominciò pure il mio miglioramento, e fu così rapido che al termine del triduo ero fuori di ogni pericolo.
Sanluri.
Cocco SALVATORANGELO.
Salva dalla difterite.
La mia bambina di 19 mesi colpita da grave difterite doveva essere sottoposta ad una operazione. Nella trepidazione di quel momento una cugina ci consigliò di ricorrere a Maria A. e al B. Don Bosco con una novena. L'operazione avvenne al secondo giorno e riuscì ottimamente, così che in breve la bambina guarì a perfezione.
Sia benedetta la Madonna.
Belgioioso.
SCARVATTI ROSA.
Protegge e consola.
Una mia figlia, gravissimamente ammalata, era ritenuta spacciata da illustri chirurghe che non volevano neppur tentare un'operazione estrema, giudicandola ormai inutile. Alle insistenze della famiglia intrapresero l'atto operatorio, che non potè essere completato, e dovettero riprenderlo e ultimarlo in un secondo tempo. I valorosi chirurghe ebbero giorni di trepidazione per la sorte della paziente, la quale colla protezione di Maria Ausiliatrice è oggi miracolosamente salva.
Mineo.
ANTONIO BALBA.
Rimette la pace in casa.
Turbata la pace della mia famiglia da una penosa questione d'interesse, ricorsi e tanto implorai da Maria Ausiliatrice per intercessione di D. Bosco la grazia della soluzione che sembrava incontrare le più spinose difficoltà. Oggi vedo accolte le mie preghiere essendosi risoluta improvvisamente in modo insperato la vertenza. A. V.
Una bella guarigione.
Una giovane di nome Eva Baldacchino dimorante in Sidney (Australia), cadde ammalata di una malattia assai complicata e penosa, poco tempo dopo il suo arrivo a Sidney da Malta.
Per quasi due mesi essa fu priva della loquela, con tutto il corpo paralizzato e senza poter mangiare nè bere, e senza conoscere nessuno.
La sua famiglia fu consigliata da me di fare la novena raccomandata da D. Bosco e le mandai pure una medaglia della Vergine Ausiliatrice.
Poco tempo dopo mi informarono di un grande miglioramento, e in meno di un armo la giovane riacquistò tutte le sue forze e anche prese marito.
Malta.
ANTONIO VELLA.
Grazie, o Maria.
Il 9 Novembre fui colpita contemporaneamente da nefrite, intossicazione intestinale e da bronco-polmonite con febbre altissima. Il mio stato era sì grave che lo stesso medico curante disse il caso disperato e imminente la catastrofe. Ricevetti il tanto Viatico. In famiglia intanto si facevano i più tristi pronostici sulla mia omai perduta esistenza. Io, però, non disperavo, perche fin dagli inizi della malattia avevo inviata un'offerta per la celebrazione di una santa messa all'altare dell'Ausiliatrice dei cristiani, e tratto tratto rivolgendomi verso l'Immagine di Lei che conservo devotamente nella camera da letto, le dicevo: « O Vergine Santa, non per me, ma per questi miei teneri figliuoletti che rimarrebbero senza di me, orfani sulla terra, Te ne prego, ridonami la primiera salute perchè io possa continuare ad educarli nella via del bene ». Dopo aver fatta la Santa Comunione mi sentii alquanto sollevata e più libero il respiro. Il prodigio era compiuto; lo affermano quanti ebbero ad avvicinarmi in quegli estremi momenti. Io continuai sempre a migliorare. Ed ora che sono fuori di pericolo con l'animo pieno di riconoscenza invio un'offerta per le Opere Salesiane.
Brusatasso (Mantova).
PASQUA CARAMASCHI.
Esprimono pure la loro riconoscenza a Maria Ausiliatrice e al Beato Don Bosco:
MARIA MAURI Ved. BOTTA (Oleggio) offrendo una catena d'oro e implorando la guarigione dell'unica figlia da 2 anni soggetta a non lievi disturbi.
BARCELLINI ADELINA (Borgomanero) per guarigione da grave malattia.
E. B S. per la ristabilita salute del marito.
Cooperatrice (Cavallermaggiore) per grazia ottenuta. TORELLO RENATO (Mortara) per grazie e favori conferitigli in occasione di grave e dolorosa contingenza.
Cooperatrice (Pomaretto) per grazia istantanea ottenuta alla figlia agonizzante con altissima febbre.
Anima riconoscente, trattenuta nel mondo da tante difficoltà che si opponevano alla sua vocazione, le vide dileguare con una novena e potè rispondere con slancio alla chiamata del Signore.
P. P. dichiarata affetta da tubercolosi polmonare, con sbocchi sanguigni, dopo varie novene a M. A. fu visitata da uno specialista di Milano e trovata incolume. Anche ai raggi le lesioni apparvero cicatrizzate: ringrazia pertanto la Madonna della grazia ottenuta.
Cooperatrice (Salassa) chiese con una novena a M. A. e a D. Bosco che il figlio potesse seguire la sua vocazione religiosa e ottenne la grazia desiderata.
MoTTIS CALONICO per l'esito felice di operazione difficilissima al piloro.
ReBAUDo PETRONILLA per guarigione da polmonite acuta. PINO GIOVANNA (Alcara) per la guarigione della mamma da otite all'orecchio sinistro.
ALICE VAGLIO IoRI per l'ottenuta guarigione delle due figliuole gravemente ammalate in Aix-les-Bains nell'inverno decorso.
CesiRA LOTTI MAZZONI (Rimini) a nome di una povera vedova, per la liquidazione di indennizzo, ottenuta facilmente dopo essersi raccomandata a M. A., mentre prima si opponevano mille difficoltà
FARANDA CATENA (Sinagra) per essere stata protetta nel momento per lei assai critico del parto.
MARIA CasucCI (Acquaviva) vide in pericolo di mate la sua bambina di 18 mesi per scarlattina e complicazioni aggiuntesi: quattro medici nel consulto la giudicarono per morta. Consigliata di raccomandare alla protezione di Maria A. la sua bimba, ebbe subito la consolazione di vederla riaversi e migliorare fino a guarigione completa.
MANETTA CaRLo (Casteldannone) per la guarigione del bimbo di 9 mesi colpito da forte bronchite che aveva messo in pericolo la sua esistenza.
DE BENEVELLO PHIL (Parigi) trovandosi gravemente ammalata e sentendo della Beatificazione di D. Bosco ebbe l'ispirazione di raccomandarsi a M. A. e al Beato con una novena, ai termine della quale non sentì pia alcun dolore.
Una cooperatrice (Champorcher) per esser guarita presto e senza conseguenze dopo la rottura di una gamba.
Suor MARIA CATELLI, F. M. A. (Valparaiso) ricorse a D. Bosco per avere mezzi da estinguere i debiti contratti per la fondazione del Collegio di M. A.: la sua speranza non fu delusa. Generose persone le porsero aiuti copiosi da soddisfare a tutti gli impegni.
TRAVAINI MARIA Ved. SACCHI (Borgomanero) raccomandò a D. Bosco il figlio colpito da una spranga d'automobile all'occhio sinistro e vide tosto dileguata la minaccia della perdita dell'occhio.
VINCENZO e MeRCeDes VIALE (Cagliari) ringraziano M. A. e D. Bosco di averli confortati in momenti di gravi strettezze con la conclusione di un affare, che permise loro di far fronte alle svariate necessità.
DONAT M. TRicARico (Troia) minacciata da paralisi al piede sinistro, coll'invocazione di M. A. e del B. D. Bosco si vide liberata dal grave pericolo.
ERNESTA MoNTICONE (Asti) per essere stata risanata da una grave bronco-polmonite doppia.
N. N. tormentata da continuo malessere si rivolse al Beato con una novena e 12 giorni dopo era perfettamente guarita senza intervento di nessun dottore
P. V. (Alessandria) per grazia segnalatissima ricevuta, implorando altra grazia.
ANGELA ed EMILIA PERSOGLIO (Alessandria) per l'ottenuta guarigione del fratello mediante l'intercessione del Beato.
LUISA RAVIOLA CASALE (Torino) alla dichiarazione del dottore di esser vana ogni speranza di salvezza, il 9 febbraio, ricorse a D. Bosco, potè superare la crisi e migliorare fino a guarigione come era.
PEZZANA FELICE (Arignano) ebbe la mamma ridotta agli estremi per polmonite, pleurite e risipola; ricorse con una novena al Beato e applicandone a reliquia sulla parte malata, vide subito l'inferma migliorare e in breve guarire.
MaRIa GANDOLFO (Vizzini) per la rapida guarigione della sorella colpita da nefrite acuta, mediante ricorso al Beato.
G. T. colpita da suppurazioni al rene, dopo due mesi di sofferenze, coll'invocazione del B. D. Bosco guarì perfettamente.
Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice o dal Beato D. Bosco, e alcuni, pieni di riconoscenza, inviarono offerte per la celebrazione di Sante Messe di ringraziamento, per le Missioni Salesiane o per altre opere di D. Bosco, i seguenti:
Abbate Maria, Accornero Raimondo, Albarelli Francesco, Alliod Margherita, Ambrosini Luisa, Anelato Ines, Ardito Angela, Arduino :Margherita, Arnaldi Luigino, A. A. (Carmagnola), Audisio Lucia, Alterno Luisa, Artico Rosa, Amico Can.co C., A. F. D. G., Audisio Fiorentino per gr. ric, e in suffragio di Goitre Laura, Advenati Maria Dighera (L. 25) per gr. rie., Amati Alberta, Aceto Luigi, Armilla Maria, Alessio Giuseppina.
Badino :Maria, Balbo Rosalia, Balducci Antonietta, Baliadirsi Arduino, Balzani Assunta, Bandivi Rosa, Bendino Antonia, Bandivo D. Giovanni, Baratti Laura, Barbero Giuseppe, Bardossi Renzo, Bartolazzi Anna, Beccuzzi Laura, Alba Bernardis, Bessone Adelina, Bettega G. B., Bisogni Marcella Negri, Bonelli Giuseppina, Bongiorni Giuseppina, Borghetti Enrico, Borioli Rosa Bianchi, Bovio Anna, Brunelli Maria, Bruno Caterina, Lina Attira Bruno, Bufalo D. Vincenzo, Busi Luigi, Bussi Donna, Olimpio Bertola, Bardino Maria Savino, Ilagiardi Margherita, Bianchi Martina Paolana, Bortoli Emilia, Bricalli Assunta, Bricalli Silvia, Balbo Natalino, Boetti D. Luigi, Bontacchio D. Antonio, Boson Giuseppe, Barbero Carolina, Basavi Carlo, Bugo Bernardi Eleonora, Bianco Caterina, Bontempi avv. Felice, Ballano Pisa, Beccuti Luigino, Bagnami Alice, V. Moro, Brachette Maria, Buzzi Famiglia, Barbieri Pietro, Brusa Dina, Bellini Eurosia, Bertola Dina, Bialetti Teresa, Battaglia Clelia.
Calci Anna, Cappellini Ada, Giuseppe Caputo Nicolasi, Caricci Marietta, Coniatore Francesco, Caruso Mariantonia, Casolone Maria, Catalani Amalia, Cavassini Mario, Cenerino Edoardo, Chiaffoni Clelia, Ciancio Marino, Ciappa Felicia, Casi Rosa, Clorici Anna, Cocchiera Emanuele, Teresita Colombo Bolla, Fratelli Cominotti, Concedo Rosa, Consiglio Salvatore, Coppolino Michelangelo, Corbetta Lina, Cossu Can.co Giovanni, Corso Letizia, Corna Francesco, Ernesto Culacciati, Ceresero Orsola, Carbone Nicola, Cricca Settimia, Calzinari D. Federico, Ceresa Sartina, Carpenè Giuseppina, Cartella Fede, Cimino Angelina, Caligaris Maria, Caligari Maria, Campvillair Constante, Calcamuggi Urbano, Correr Angela, Chiodini Piero, Cestele Massimino per gr. rie., Chiesa Lucia, Crippa Andreina per gr. ric., Chialambrero Rina, Catino M., Conti Marianna, Cumino Antonio, Cavaliere Maria, Calvari Annetta Roccati, Cavetto Angiolina, C. E., Craveri Nina (con anello e brillante).
D'Amato Filippo, De Ceseo Edvige, De primo Margherita, Demarchis Anna, Demaria Luisa, De Mayda Amelia, De Santis Luigino, Di Donato Maria, Di Rienzo Ch. Gaetano, Donadoni Anna, Dosi Marina, Desio Elisa, Dragone Salette, Drisaldi Teresa Ved. Fossati, De Marzo Marina, D'Erario Anna, Di Bella Antonino, Diemoz Lodovina, De Rosa Felicetta, De Maria Avv. Ignazio, Delpino Giuseppina, Darbesio Maria, Daghero sorelle per gr. rie., De Valle Anna.
E. M. (Asti).
Fiumi Fioriva, Fogliano Giovarmina, Fossa Colomba, Fracchia Marianna, Francia Giuseppina, Franco Annata, Facchini D. Alfonso, Faina Rosa, Fava Ing. Roberto, Ferrara Pietro, Ferrare Maria Bosco, Ferro Pietro, Favre Luigi, Ferrero Giovarmina, Faillaci Giuseppe, Fugazza Antonio, Feltri,, Giovanni, Fantanchè D. Albino, Fintolo Maria, Fazio Franca Biglietto, Femore Amalia per guarigione, F. B. (Palestre), Ferraris Anna, Forte Rosa.
Gaeta Antonino, Gaggi Albina, Gai Cavallo Angela, Gazzano Caterina, Gasparini Annunziata, Giacchè Margherita, Giacconi Maria, Giannuzzi Giuseppina, Giorcelli Enrico, Giustiniani Eugenia, Goitre Camilla, Gola Prassede, Grassi Rachele, Greppi Lorenzina, Guereschi Maria, Guerrera Pasquale, Guida Margherita, Gregori Alberto, Giachesi Emma, Gallizioli Angelo, Grossi Carmela, Gatti Lucia, Guercio Ignazio, Giusterto Rosina per gr. ric., Corbelli Luigi, Gramaglie Antonio, Giro Bisi Maria, Genco Rosalia, Garner Emilia, Getta Rosa, G. R. C. per gr. ria, Gratino Luigia, Gottardi Maria, Guglielminetti, Galducco Emma, Grogno D. Agostino per guarigione del fratello, Camere lercia, Galletti Cesarina, Illiani Maria, Invernizzi Natalino offre lire mille, Ivaldi Virginia, Jachuenet Oreste, Jurcovich Clementina, Julio Maria, Isola Giacomo, Introìni Giuseppe.
Lantermoz Famiglia, La Rosa Gina, Luciano Limosa, Loi Saba Maria, Lotto Lucia, Luci Matilde, Luraschi Rina, Lista Augusto, Lerafìci Maria, Longo Toro Marietta, Ledici Anodante, Lombardi Caterina.
Magnani D. Giov., Magno Aceto Mannina, Malgrati Maria, Marcoli Giuseppina, Maspero Maria, Adele Massimo Bianco, Mazzini Giuseppina, Melzani Giorgio, Mesiana Caterina,
Minghetti Antonietta, Mirabile Maria, Mitolo Emanuele, Molineris Rosa, Mongelli Carlo, Morbioli Annunziata, Morelli Giulia, Moretti Risa, Mura Cav. Raffaele, Musazza Pasquale. Muzzo Andrea, Modani Maria, Mangiasi Sorelle, Manzoni Pierino, Migliorini Margherita, Moina Serafino, Mussotto Maria, Maiolatesi Asteria, Martin Valentino, Agostino Musso, Marchiando Treves Rosa, Meiranesio Anna Maria, Musso Luigia, Mezzani Celane, Monti Celestina, Merolla rag. Ciro, Manzoni Chiariva, Morelli Oliva, Mombelli Maria, Mora Angela, Meineri Caterina, Massimino Caterina Ved. Aimaretti, M. V., Manzone Maria, Mosso Maria, Momo Teresa, Mongini Ernesto, Migliori Margherita, Muzio Carolina, Mattiuzzo Ernesto.
Nobili Berte, Nocella Maria, Nodari Regina, Napoli Vincenzo, Nogara Maria, Nicoletta Basilio, N. N. (Centello), N. N. ('Travagliato), N. N. (Mandriole), N. N. (Sardegna) per scomparso pericolo, N. N. per conseguiti esami del nipote, N. N. per gr. rie, de D. B., N. N. (Torino).
Onesto Maria, Opezzo Angelica, Orbelli Ida, Orenzo, Maria Adolfo Ottazzi, Oberto Giovanni.
Petazzi Gina, Pianta Antonio, Piazzola Gaetano, Podda Giuseppina e Nona, l'orna Dolores, Pozzi Rosa, Prati Maria, Pregliaschi Luigi, Provera Italo, P. C. F.