ANNO I - N. 4 - DICEMBRE 1877
La sera del 7 novembre dell'anno corrente sarà mai sempre gloriosa e memoranda per l'Oratorio di S. Francesco di Sales.
Come era stato prima annunziato , una novella schiera di ben venti Salesiani, sacerdoti, chierici e laici, prendeva le mosse per alla volta di Ronfa a ricevere la benedizione del Santo Padre Pio IX, per quindi recarsi nella Repubblica Argentina e dell'Uruguay a diffondere vie maggiormente , ed anche a portare, la luce del Vangelo.
La funzione dell' addio e del fraterno amplesso , che si celebrò a quest' uopo nella chiesa di Maria Ausiliatrice in Torino, riuscì una delle più commoventi ; una di quelle funzioni che toccano le più intime fibre del cuore , e fanno spargere tuo malgrado lagrime di amarezza e di gioia ad un tempo.
Raccolti nel vasto presbitero i giovani Apostoli assistettero al canto del Vespro, dopo cui ascoltarono un breve discorso di D. Bosco loro amato Superiore, il quale, accennate le due precedenti partenze di Missionari per quelle vaste regioni , e detto brevemente dei frutti da loro riportati nei due scorsi anni , e del bene immenso che vi rimane tuttora a fare , colla eloquenza del cuore , venne trattando tre punti molto acconci alla circostanza. Spiegò quale sia la Missione divina, fece rilevare l'eroismo del Missionario cattolico , e mostrò il divario che passa tra le Missioni cattoliche e le missioni protestanti e scismatiche ; quelle , sebbene sprovviste di mezzi materiali , vive e feconde da per tutto ; queste sterili e morte , quantunque circondate da protezione e dai più validi appoggi del mondo. I limiti, entro cui dobbiamo restringere il presente articolo, non ci consentono di qui riferire per intiero quel discorso , ma speriamo di ciò fare nei susseguenti numeri del Bollettino, con tre articoletti a parte.
Il tenero padre volgendo poscia la parola ai suoi cari figli finiva dicendo : « Prima di affidare la vostra vita alle onde del vasto Oceano e recarvi nell'America, voi andate a prostrarvi ai piedi del Vicario di Gesù Cristo per riceverne coll'Apostolica benedizione il divino Mandato di evangelizzare i popoli ; imperocchè solo il Papa ha il potere e il diritto di dirvi come il divin Maestro agli Apostoli suoi : andate ed ammaestrate tutte le genti , euntes docete omnes gentes ; Egli, cui fu dall' alto commesso di pascere il gregge intiero: pasce agnos, pasce oves. Benedetti ed inviati dal Papa, figli miei, allargate il cuore alle più liete speranze ; andate con coraggio e con fiducia a raggiungere i vostri fratelli che ansiosi vi attendono, e con loro confermate il regno di Dio in mezzo ai già fedeli , e stendetelo soprattutto nelle regioni dei Pampas e della Patagonia, ove un popolo immenso aspetta da voi colla civiltà la salute eterna. Dio vi protegga ; Maria Ausiliatrice, questa Madre amorosa , vi copra col suo manto e vi guidi felicemente al porto. In quanto a noi, miei carissimi figli, se più non ci rivedremo su questa terra, facciamo di rivederci tutti in quella patria beata, ove riuniti un dì, più non ci separeremo in eterno.
Impartitasi la benedizione col Ss. Sacramento, si lessero le belle preghiere dei pellegrinanti, domandando a Dio tranquillo il tempo e prospero il viaggio. Finite le quali, i Missionari si accostarono uno per uno ai proprii confratelli non ancor chiamati all'alta Missione, schierati in due file nel presbiterio, e diedero loro e ne ricevettero il fraterno amplesso e la parola di pace. Sarebbe abbisognato non aver avuto cuore in petto per rimanersi insensibile in quel momento solenne. È forse quello l'istante più penoso per un cuore ben fatto ; e tale per lo appunto fu pei nostri Missionari e pei loro fratelli. E come no ? Separarsi da amici, da parenti carissimi col forte presentimento di non più rivedersi su questa terra forse più mai.... A questo pensiero il cuore anche il meglio preparato si mette in sussulto , la natura fa sentire i suoi diritti e pretende pino sfogo. É allora che gli stessi più animosi si sentono spuntare sugli occhi furtive lagrime ; lagrime per altro di 'rassegnazione e di pace ; lagrime, che Dio stesso raccoglie per mutarle in altrettante perle e gemme preziose, con cui formare ognor più bella la celestiale corona dei prodi suoi.
Nè qui terminò il commovente spettacolo. Al loro uscir di chiesa non fu più possibile frenare la folla , che si accalcava sui loro passi. Chi voleva mirare da vicino gli Apostoli del Signore, chi toccarne le vesti, chi salutarli ed averne una parola, e chi dare loro l'ultimo abbraccio, e versare nel loro seno una lagrima ancora. Fu questa una sorpresa, che mise in gran pericolo la serena tranquillità dei cari confratelli. Davvero ei ti pareva di assistere alla partenza dell' Apostolo delle genti da Mileto , della quale scrivendo s. Luca così si esprime : E i discepoli gettandosi sul collo di Paolo lo baciavano, versando copiose lagrime (Att. xx, 37). « In vita mia, diceva un vecchio venerando presente a questo spettacolo, in vita mia io non mi sono mai sentito così commosso , nè ho pianto mai con tanto piacere. »
Cosa degna di essere segnalata in questa circostanza si fu il coraggio veramente apostolico mostrato dai nostri Missionari nel rompere i forti e dolcissimi vincoli dell' amicizia e del sangue , e nel sostenere con animo invitto le più vive emozioni. In mezzo alle lagrime ed ai singhiozzi di chi li circondava , non una debolezza fu vista in essi, non un vile pentimento, non uno sguardo indietro. Nessun Giovanni Marco tra loro ; ma tutti Barnabi e Paoli (Att. 13 ). Commossi , si , ma costanti a tutta prova. Laonde al fuoco dello zelo per la salute delle anime, che li spingeva nelle regioni americane , ben si poteva applicare quello che dell' anima amante fece scrivere lo Spirito Santo : Aquae multae non potuerunt extinguere caritatem (Cant. VIII). E notisi che i più di loro toccano appena i vent'anni. No, pel Signore non vi è debolezza che tenga ; anzi ad operare le sue maraviglie, Iddio sceglie appunto le cose ,.leboli , onde nessun si vanti, ma tutta la gloria a Lui solo si renda : infirma mundi eligit Deus, est confundat fortia (I Cor. I, 27).
Nè meno stupenda fu la fortezza d' animo di varii padri e madri venuti ad assistere alla commovente funzione , e dare I' ultimo abbraccio ai figli loro. Avevano gonfio il cuore , pieni di lagrime gli occhi , ma pure mostravansi contenti del duro sacrifizio che facevano per amor di Dio, col consacrare alla sua gloria e alla salute delle anime le persone più care, che possedevano sulla terra. Degna fra tutte di speciale menzione fu una madre, che vedeva a partire suo figlio unico, appena diciottenne, la più cara delizia del cuor suo. Eppure lo abbracciò e lo salutò con parole e con sentimenti così cristiani e divoti, che appena trovar si potrebbero nella vita dei Santi. Si mostrò una vera eroina. Che il buon Dio ne la rimuneri colle più elette benedizioni su questa terra, e col farle a suo tempo rivedere il figlio in' Cielo, ricco di gloriose palme, e circondato da miriadi di anime da lui salvate.
Intanto una funzione consimile , accompagnata presso che dalle stesse pietose circostanze , aveva luogo a Mornese nella casa centrale delle nostre Suore di Maria Ausiliatrice. Il pio Istituto, avente per iscopo principale la cristiana educazione delle figlie del popolo , conta ormai due centinaia di Suore, e dodici case tra Italia e Francia. Or dopo cinque anni appena di formale esistenza esso per la prima volta mandò pure sei religiose in America, destinate a Villa Colon presso Montevideo, ove apriranno un Ospizio per fanciulle orfane od abbandonate, col fine di istruirle, avviarle al lavoro e alla virtù , guadagnarle a Dio.
La Superiora generale dell' Istituto e la Direttrice colla Vice-Direttrice della novella Casa si recarono ancor esse a Roma per ossequiare il Supremo Gerarca della Chiesa, e domandare a nome di tutte una speciale benedizione sul primo saggio delI' Istituto nel suolo americano , affinché qual pianta inaffiata dalla pioggia celeste metta profonde le radici, cresca in albero frondoso , si stenda largamente, onde raccogliere sotto i suoi rami e all' ombra sua benefica molte giovanette, per allietare le famiglie, la società, la Chiesa.
Lode pertanto eziandio alle intrepide Suore, che in sul fiore degli anni loro, dopo aver già calpestate le gioie del mondo per consacrarsi a Dio solo, ora con uno slancio vie più ammirabile e sublime, superando la,debolezza del sesso, contrariando le affezioni più dolci salparono coraggiose per sì lontani lidi, a fine di guadagnare anime a Gesù Cristo, ed estendere, secondo le forze e lo stato loro, il regno dell'Amor suo sino agli ultimi confini della terra. Vere imitatrici della Vergine Ausiliatrice loro Madre e Patrona ; degne emulatrici delle Maddalene , delle Marte , delle Marie, delle donne insomma del Vangelo , esse seguirono come queste più da vicino le orme dello Sposo celeste , e quali vergini prudenti non correranno pericolo di trovarsi colle lampade vuote il dì della morte.
NB. Riferiremo nel prossimo N° del Bollettino l'udienza accordata, e le belle parole rivolte dal Santo Padre Pio IX ai nostri Missionari, il giorno 9 novembre, nel suo palazzo del Vaticano.
La partenza definitiva dei nostri Missionari dalle spiagge Europee per le lontane terre di Colombo non si fece nè insieme, nè contemporaneamente. Essi dovettero dividersi in tre squadre, e partire in giorni e luoghi diversi, a fine di godere dei posti gratuiti loro accordati sui proprii piroscafi da diverse agenzie marittime. I primi e più numerosi partirono da Genova il 14 novembre, con a capo il Rev. D. Giacomo Costamagna, maestro di musica, valente predicatore e già Direttore spirituale dell'Istituto delle Suore di Maria Ausiliatrice in Mornese, dove col suo zelo e pietà seppe formare di quell' Istituto un giardino fiorito delle più belle virtù.
Fin dal mattino di detto giorno eglino dal nostro Collegio di Sampierdarena recaronsi in compagnia di D. Bosco al porto di Genova, e salirono sul bastimento Savoie, che doveva portarli dal vecchio al nuovo mondo. Visitati gli appartamenti loro destinati , D. Bosco disse ancora ai figli suoi un'acconcia ed amorevole parola.
Era bello il vederlo in quei preziosi momenti avvicinarsi ad uno e dirgli: Sii sempre divoto di Gesù in Sacramento; ad un altro : Fa di accrescere il numero dei figli di Maria; a questo Chiunque con cui parli o tratti procura che parta da te migliorato; a quello : Nelle tue pene pensa al bel paradiso che ti sta preparato; al tal altro: In ogni cattivo incontro ricordati che Dio ti vede per aiutarti e difenderti, e perciò abbandonati nelle sue mani; a taluno: Quando ti troverai stanco incoraggiati col dire a te stesso: L'eternità sarà abbastanza lunga per riposarmi con Dio. Insomma non vi fu uno che non abbia ricevuto il suo particolare ricordo. In fine raccoltili tutti intorno a sè diede loro la sua paterna benedizione. A questo punto furono tutti visibilmente commossi, siccome teneri figli che stavano per abbandonare un padre, che ineffabilmente li ama, e dal quale fin dalla loro fanciullezza avevano ricevuto ogni sorta di benefizi spirituali e temporali. Intanto erano suonate le ore dieci, e fu d'uopo dividersi.
Allora D. Bosco insieme con D. Cagliero , il quale si ferma ancora qualche tempo fra noi, onde preparare nn' altra spedizione, discese dalla nave sotto una dirotta pioggia e al soffiare di un furioso vento.
Levata l' àncora , e dato colla bandiera il triplice saluto alla città, la macchina mandò un acuto fischio e abbandonò il porto.
- Addio patria diletta , esclamarono i Missionari e le Suore, addio compagni, amici, parenti; addio forse per sempre.
Vedutisi in balla dei venti e dell' infido elemento, quelle anime pie si affidarono tosto a quella Madre pietosa, che nè per terra nè per mare abbandona mai i figli suoi, e ne invocarono immantinente la celeste protezione. Ah ! no, al chiarore e alla guida di questa Stella del Cielo essi, speriamo, non romperanno in mare, ma sani e salvi giungeranno al sospirato lido.
La seconda squadra partì dall' Havre , e la terza andò ad imbarcarsi a Lisbona. Questa è accompagnata dal Monsignor Pietro Ceccarelli , parroco di S. Nicolas de los Arroyos , il quale venuto insieme col suo Arcivescovo di Buenos-Ayres in pellegrinaggio a Roma nella fausta occasione del Giubileo episcopale di Pio IX, e dietro preghiera di D. Bosco, a cui è devotissimo, e col consenso del suo Ordinario, fermatosi con noi in Torino per istruire nella lingua spagnuola e intorno ai costumi americani i nostri Missionari , dopo averci tutti edificati colle sue rare virtù e coli' esempio di uno zelo veramente apostolico , faceva coi nostri ritorno tra le amate sue pecorelle.
Il viaggio di tutti questi cari fratelli, lungo di oltre a sei mila miglia , durerà circa un mese. Quantunque abbiamo motivo a sperarlo felice, tuttavia lo raccomandiamo alle fervide preghiere dei nostri Cooperatori , come loro raccomandiamo in pari tempo tutte le imprese di quei generosi, che spendono la propria vita in quei lontani paesi.
Nel capo IV del nostro Regolamento, o buoni Cooperatori, tra i mezzi, che ci vengono suggeriti per ben cooperare a pro della religione e della civile società, quello pure si annovera, concepito in questi termini : « Opporre la buona stampa alla stampa irreligiosa , mercè la diffusione di buoni libri in quei luoghi e fra quelle famiglie, cui paia prudente di farlo. » Ottimo consiglio si è questo ; e della più alta importanza per noi, per la religione e per la civile società.
Ai giorni nostri raro è il trovare una famiglia, nella quale non vi sia qualche individuo che sappia leggere, e non legga difatto. Or dal padre si legge, or dalla madre, or dal figlio, or dalla figlia, dal servo e dalla serva, e talora da tutti. Se non si ha tempo di giorno si legge di notte , e quando non si può nei dì feriali, si legge nei giorni di festa.
Questa avidità , e , direi quasi, smania di lettura, se può riuscire utile, può farsi eziandio dannosa e fatale , per la colluvie di libri e stampe di ogni forma e colore, piene a ribocco di oscenità e pestifere dottrine. Talora per dabbenaggine, sovente per inganno od ignoranza, stampe siffatte si ricevono in casa, si leggono e rileggono, succhiandone il più micidiale veleno ; e spesso l'inganno non viene a scoprirsi, se non quando gli animi di una intiera famiglia ne sono già mortalmente imbevuti.
E quindi cosa del più alto rilievo il diffondere libri buoni nelle famiglie, onde chiuderne l'adito ai cattivi ; ed ogni Cooperatore adoperandovisi può impedire del gran male , e promuovere un bene immenso.
A persuaderci di questa verità basta l'osservare anche per poco quali siano in pratica i frutti della lettura, e si troverà che sono frutti di morte, se il libro è cattivo ; frutti di vita, se il libro è buono. Ciò che si dice del libro dicasi di ogni stampa , foglietto, giornale e simili.
Ed anzi tutto , qual è , e che cosa è un libro cattivo ?
Libro cattivo si è quello che contiene proposizioni, sentimenti, fatti, racconti , dottrine contrarie agli insegnamenti della Chiesa ; libro cattivo è quello pur anche , che per qualsivoglia guisa eccita ad atti ripugnanti alla naturale onestà. Il primo si chiama propriamente libro irreligioso ed empio ; il secondo, immorale. Bene spesso l' empietà e 1' immoralità si uniscono insieme da formare un impasto così ributtante, che mette ribrezzo ad ogni anima gentile. Nè, affinchè si dica e sia cattivo un libro , è d' uopo che sia affatto ripieno di empietà e di brutture, ma basta che ne contenga anche poche. Una bibita perchè sia mortale non è mestieri che sia tutta veleno ; ma è sufficiente che ne contenga solo poche gocce, fossero pur mescolate in liquore prelibato ; la prima darebbe una morte più pronta ; la seconda una morte più lenta, ma morte pur sempre. Così è di un libro, foglio, giornale e via dicendo.
Ciò posto, che cosa è un libro cattivo ? Che cosa è un libro scritto da una penna intinta nell' empietà, o nel fango della corruzione ? Quali danni ne derivano dalla sua lettura?
Libro siffatto è per la mente , pel cuore , per l'anima, quello che è pel corpo un cibo malsano, che invece di fortificarti, ti indebolisce, e ti tronca il filo della vita ; è un' aria pestifera , il cui respiro ti ammorba ; è una punta di freccia o di pugnale , la cui ferita più non si rimargina ; è una tazza di esiziale veleno, dolce al gusto , ma che entrato nelle viscere vi mena la morte ; è un traditore , che con melate parole ti si finge amico, ma di soppiatto ti rapisce le gioie più care ed ogni ben di Dio. Nè può essere altrimenti.
Generalmente l' uomo pensa e giudica come legge ; e vuole ed opera come pensa e giudica. Dalla lettura si origina il pensiero della mente , dal pensiero 1' affetto della volontà, e dall'affetto l'azione. Quindi il noto adagio : « Niente è voluto che non sia prima conosciuto : nihil volitum, quin praecognitum. » La volontà difatto ama ed abbraccia quello che la mente le presenta come vero e come buono ; ed odia e rifugge ciò che la medesima le offre come falso e cattivo. Il pensiero è il seme dell'opera ; or qual è il seme, tale ne sarà naturalmente il frutto.
Laonde fa di leggere libri e giornali cattivi ; libri e giornali che travisano i fatti e le cose della Religione ; libri e giornali che combattono le verità insegnate dalla Chiesa ; fa di leggere libri e giornali, in cui lo scrittore con belle descrizioni, con uno stile adorno e fiorito, con sofismi e cavilli, che paiono ragioni, ti mostri bianco il nero, vero il falso , bene il male , vizio la virtù , o viceversa ; ed ecco tosto la mente tua a concepire idee storte , formare giudizi falsi intorno alle cose ; ecco la tua niente presentare alla volontà le cose sotto un aspetto alterato, diverso da quello che hanno in se stesse, quindi le amabili, degne di odio, e le odiabili, degne di stima e di amore; ed ecco le tue azioni a corrispondere a siffatti giudizi. E come no ?
Non sono che pochi mesi dacchè libri e giornali irreligiosi ed empi d'Italia spacciarono ai quattro venti che un sacerdote aveva messo barbaramente in croce un fanciullo ; mentre stampe di simil genere divulgavano in Francia che una monaca aveva per castigo fatto sedere sopra una stufa rovente una povera scolara. Siffatti racconti, come 'era naturale , eccitarono lo sdegno in ogni lettore. Quindi grida di disapprovazione contro i preti e le monache ; quindi un tempestare che venissero sbanditi dalle scuole , siccome indegni di trattare colla gioventù, e per poco non si domandò che fossero bruciati vivi. Or bene, quando la gente ebbe bevute conio vere siffatte notizie ; quando si ebbero concepite le più funeste idee, e fatti i più sinistri giudizi contro i religiosi, ecco che si venne a scoprire che quei due racconti erano prette menzogne , erano invenzioni dei tristi. Scoperta la frode , le stampe cattive , che avevano spacciati quei fatti siccome verità , avrebbero dovuto smentirli onde rettificare le idee dei loro lettori ; ma la maggior parte di esse serbarono un alto silenzio, mettendo così in pratica il consiglio dato dal corifeo degli empi, Voltaire Mentite, mentite, qualche cosa vi rimarrà sempre. Il mentire , l' ingannare è lo scopo delle cattive stampe dei giorni nostri.
Or poniamo che un poverino s'imbatta in un libro, in un giornale di questa natura, che ne seguirà ? Quale il seme, tale il frutto ; e pensieri, idee, giudizi stravolti, faranno germogliare affetti ed opere corrispondenti. Dopo aver percorse le pagine di un libro malvagio, l' ingannato lettore prende a pensare e a giudicare come ha letto, e ad operare come ha pensato e giudicato. Quindi ei comincia a tenere per falso quello che la Chiesa gli dà per vero; ad avere in sospetto i ministri di Lei e i loro insegnamenti ; quindi a non riflettere più nè a Dio, nè all' anima, nè al paradiso, né all'inferno ; poscia a prendere in uggia e a tralasciare le pratiche di religione ; in seguito a deriderle , a disprezzarle , a metterle in canzone pur anche. In siffatto modo egli si toglie il freno più potente alle malnate passioni , le quali lusingate ad un tempo colla lettura di fatti e racconti seducenti , di cui sono sempre più o meno infarciti i libri e giornali irreligiosi, vie più s' infiammano , e gli producono in seno una sete inestinguibile di vietati piaceri. Allora guai al misero se comincia a porre il labbro incauto al calice infame di Babilonia ! Egli ne verrà ben presto briaco, e nella sua ebbrezza non vi sarà più disordine che egli non si senta di commettere, e non commetta difatto. Guai a lui, dico, perchè cadute o fortemente scosse le due colonne , sopra cui si poggia ogni bontà, che sono la Religione e l'onestà naturale, egli, specialmente se giovane ancora , strascinato dal peso delle proprie inclinazioni, ruinerà all'abisso. Questa è la storia dolorosa di tutti i giorni.
Non è guari fu visto un padre di famiglia a versare lagrime sopra un figlio non ancora quindicenne, già sua gioia ed ora causa di sua profonda afflizione, statogli pervertito nelle fede e nei costumi da un infame libercolo portatogli in casa da un suo cugino.
Nello scorso maggio veniva alla Chiesa di Maria Ausiliatrice in Torino una desolata madre per raccomandare alla pietosa Vergine una sua figlia, e domandare al Rettore del Santuario una speciale benedizione per essa. Era forse malata ? Di corpo no, ma di spirito era inferma a morte. Era l' angelo della casa , ci raccontava l'afflittissima genitrice, di pietà e di coscienza così delicata, che avrebbe sofferto la morte piuttosto di commettere la più lieve colpa. Si trovò parecchie volte nei più grandi pericoli; assalita con amari scherni, e pungentissime beffe ; ma tutto indarno. Io ne godeva in cuor mio e mi stimava felice. Ma ohimè ! gioia siffatta mi fu poc'anzi rapita ! Un giorno viene offerto alla mia povera Angiolina un libro ; ella lo tolse , lo lesse avidamente. Maledizione a chi glielo diede ! La lettura di quel libro fatale mutò mia figlia di angelo in demonio. Prima pia, ritirata, umile, docile ; ora irreligiosa, vana, superba, disubbidiente ; io non ne posso più fare alcun bene. Da un mese in qua io non fo che piangere, ed oggi mi sono qui portata per isfogare il mio dolore colla Madre degli afflitti, e pregarla più col pianto che colle parole che mi usi pietà, col richiamare mia figlia dalla via del disordine e del disonore. » Così parlava la desolata donna, mentre calde lagrime le cadevano dagli occhi.
Lagrime di genitori e parenti versate per siffatte cagioni, se fossero raccolte, si potrebbe oggimai farne scorrere un fiume , talmente si sono moltiplicati nelle famiglie cattoliche pervertimenti consimili. Sì, sono incalcolabili, e per lo più irrimediabili i danni di un cattivo libro. Filippo re di Macedonia soleva dire che per avere in mano una fortezza, per quantunque munita, basterebbe il farvi penetrare un asino carico d' oro ; e noi con maggior ragione possiamo dire che basta introdurre e far leggere un foglio, un libro cattivo in una famiglia, per guastarla tutta intiera , rapirle la fede, pervertirne i costumi e darla in balia del demonio.
Se da una parte è perniciosa la lettura di libri e stampe cattive , per altra parte è assai utile e feconda di salutari effetti la lettura di libri buoni. Nè avvi luogo a dubitarne.
Il buon libro , quello cioè che t' instruisce intorno ai tuoi doveri morali e religiosi ; quello che ti mostra la bellezza della virtù per fartela amare e praticare , e ti svela la bruttezza del vizio per fartelo odiare e fuggire ; questo libro, dico, ti fa da padre, da madre, da maestro e da amico, rendendoti buon cristiano ed utile cittadino. Il buon libro ti riempie la mente di giusti e santi pensieri, e quindi la volontà di preziosi affetti. Il buon libro ti è specchio all' anima, e come lo specchio ti fa rilevare le macchie del volto perchè te ne pulisca, così il buon libro ti svela i difetti della volontà perchè te ne emendi, e ti renda ognor più perfetto. Il buon libro è un amoroso consigliero, che ti parla senza adularti, che ti avvisa o ti rimprovera con libertà, senza tema delle tue rimostranze, quindi non t' inganna. Il buon libro, mettendoti sott'occhio le virtù da altri tuoi simili praticate, t'infonde in petto una santa emulazione, ti sprona ad imitarle, e ti fa ripetere quello che Agostino, al vedere tanti che abbandonavano il vizio per darsi alla virtù, diceva a se medesimo Si isti et illae, cur non ego ? Se queste persone composte di carne ed ossa come me fanno così, perchè nel potrò fare ancor io ?
Oh ! quanti alla lettura di un buon libro andarono , e vanno tuttora debitori della loro felicità temporale ed eterna ! Quanti, che, fatti ormai pietra d'inciampo altrui, divennero la edificazione del prossimo e la salvezza dei loro fratelli
Non sono ancora otto mesi, che in una delle nostre case entrava, per continuarvi i suoi studii, un giovinotto sui diciotto anni, trattovi più dal consiglio di un amico, che non dal proprio genio. Dotato di non comune talento , ma pieno di spiriti d'indipendenza ed impaziente di freno, egli da cinque anni non faceva che godersi il bel tempo, spendere e spandere, mettere in pena e in iscompiglio la famiglia : era un figliuol prodigo. Di qui puossi facilmente immaginare quali fossero i suoi portamenti morali e religiosi. La madre sua già lo piangeva come perduto , e il padre , vedendo tornare inutili i sani consigli, e a nulla riuscire le minacce , lo aveva abbandonato a sè stesso. Orbene, questo poveretto giunto nel luogo del buon consiglio, forse a causa del lungo viaggi q, venne colto nei primi giorni da una leggiera indisposizione, che lo obbligò a letto. Il male non facendosi punto minaccevole , il caro amico per fargli passare la noia delle lunghe ore gli offerse un libro a leggere. E qual libro? Non avendone altri in pronto gli presentò la Vita di Domenico Savio, piccolo fascicolo delle nostre Letture Cattoliche. Il nostro zerbinotto, che da parecchi anni non aveva più avuto buoni libri in mano, ne lesse il primo giorno quattro o cinque capi ; il secondo dì parecchi altri. La lettura di un vita così innocente e pura, così divota e pia di un giovinetto vissuto nelle stesse nostre case, e sotto la medesima direzione, gli mosse siffattamente il cuore , che egli al terzo giorno non poteva più distaccarsene. Lo lesse e rilesse ; pianse e ripianse, e dopo alcuni giorni colla salute del corpo riebbe pur anche quella dell' anima , trovandosi affatto cangiato nella mente e nel cuore. Fatta la sua confessione , ci prese a menare una vita così edificante , da riuscire un esempio di virtù a tutto il Collegio. I parenti suoi all' udire questo mutamento da prima si mostrarono increduli ; e allora soltanto finirono di persuadersene , quando le replicate lettere del figlio piene di rispetto e delle più sante e cordiali risoluzioni, non che la testimonianza dei Superiori, vennero a sgombrare ogni dubbio dal loro animo. Haec mutatio dexterae Excelsi, possiamo esclamare : ma 1' Eccelso Iddio operò questa mirabile nutazione per mezzo della lettura di un buon libro.
Testimoni oculari di un tal fatto, non ci stupisce più 1' udire i mirabili effetti di ravvedimento, operatisi in varie persone dei tempi andati per via di pie letture.
Uno dei primi magistrati di Siena, che era anche banchiere, tornava un dì a casa per desinare ; non era per anco l'ora, ma egli aveva fame. Siccome il pranzo non era allestito, egli se la pigliò sdegnato con sua moglie. Per calmarlo e fargli avere pazienza essa gli offre un libro da leggere. Il magistrato incollerisce vie maggiormente, getta il libro per terra, e grida indispettito contro tutte le persone di casa. Nondimeno brevi istanti dopo sente vergogna di se medesimo ; raccoglie il libro , erano le Vite dei Santi; lo apre a caso, e incontra la vita di s. Maria di Egitto. Lettone alcune pagine ne piglia tal piacere, che avvertito da sua moglie che il pranzo era pronto, risponde Aspettate anche voi che io abbia finita la mia lettura. La moglie tutta allegra entra in un gabinetto vicino, e cadendo in ginocchio prega Iddio di compiere la buona opera che aveva incominciata. Vana non fu la sua preghiera. Giovanni Colombini, così chiamavasi il marito , fu da quel punto un uomo tutto diverso. Preso prima dall'avarizia, e avvezzo a litigare per un soldo , diventò generoso e caritatevole. Quando comprava qualche cosa , aggiungeva sempre alcun che al prezzo che gli era chiesto ; quando vendeva diminuiva il prezzo corrente. Lontano dal fare alcun torto, riparava al triplo e al quadruplo quelli che credeva aver fatto in passato. Dava ai poveri copiose limosine, visitava gli spedali, frequentava le chiese, tutta la vita insomma spendeva per amor di Dio e del prossimo. Blasia sua moglie scongiurava il Signore a mantenerlo in questi buoni sentimenti; e fu esaudita molto più in là di quello che ne sperava ; imperocchè Giovanni Colombini si fece santo , ed è venerato sugli altari. Moriva il 31 luglio 1365. La sua santità ebbe principio dalla lettura di un buon libro.
Verso l' anno 304, mentre infieriva la persecuzione di Diocleziano e Massimiano, un vescovo per nome Narcisso fuggendo dalla sua patria venne nella città di Augusta nella Rezia (oggidì Ausburg nella Baviera), e ivi senza saperlo prese alloggio presso una donna malvivente, chiamata Afra. Or mentre costei era occupata a preparargli la cena, Narcisso si pose a leggere ad alta voce un libro santo. Afra, che non aveva mai vedute nè udite simili cose, tende curiosa l'orecchio e ascolta. Chi il crederebbe ? Le parole di quel libro penetrarono si addentro al cuore della disgraziata donna, che, inorridita di se stessa e dell'indegna sua vita, proruppe in dolorosi guai, e poscia in caldissimo pianto di contrizione. In breve : ella non solo abbandonò la mala via , ma divenne una fervente cristiana. Di lì a poco scoperta dai persecutori e tentata a rinnegare Gesù Cristo, ricusò coraggiosamente di farlo, e meritò la gloriosa palma del martirio coll'essere bruciata viva.
Più non si finirebbe se si volessero qui riferire molti altri simili fatti passati e presenti. Bastino i pochi accennati a convincerci sempre meglio dell'immenso bene che potremo fare a noi medesimi ed al nostro prossimo col bandire dalle famiglie le cattive stampe e introdurvi le buone.
Fra i buoni libri, che i nostri cari Cooperatori possono con profitto introdurre nelle proprie famiglie e diffondere eziandio tra i loro parenti, conoscenti ed amici, noi andiamo lieti di poter loro indicare le così dette Letture Cattoliche, che da 26 anni escono dall' Oratorio di S. Francesco di Sales.
Sono le Letture Cattoliche una pubblicazione periodica di un volumetto ogni mese, al prezzo di L. 2, 25 all'anno per la posta. La materia che vi si tratta è, generalmente, istruzioni morali, racconti ameni, storie, vite edificanti e dilettevoli. La loro esistenza, che conta più di un quarto di secolo, i circa undici mila associati, che la Dio mercè vanno ogni anno aumentando, sono una bella prova della bontà e utilità loro. Innumerevoli sono poi le lodi loro tributate da molti autorevoli personaggi nel vivamente raccomandarle. Noi ne diamo qui alcuni saggi a fine di fare vie meglio conoscere ai nostri Cooperatori queste Letture Cattoliche, nella fiducia che essi vogliano promuoverne le associazioni per avere così un mezzo molto facile, onde giovare a se stessi , alle loro famiglie e ad infiniti altri, secondo il nobile nostro scopo.
« Il libro intitolato Letture Cattoliche, scriveva Monsig. Gianotti vescovo di Saluzzo , sia per la scelta degli argomenti, sia per la chiarezza della esposizione e dello stile, sia finalmente per la modicità della spesa ci parve il più-adattato all'intelligenza, come ai bisogni del popolo. Persuasi del vantaggio spirituale che ne avverrebbe ai fedeli, raccomandiamo allo zelo dei signori paroci, che suggeriscano ai loro parochiani di associarsi a questa operetta. »
« All' irrompere di libri osceni e perversi, così il venerando pastore di Biella, Monsig. Losanna, è necessario frapporre libri edificanti e pii : tale scopo si propongono le Letture Cattoliche, le quali per la loro amenità e discretezza di prezzo da nessuno dovrebbero rifiutarsi. Si affrettino i signori parochi, e quanti zelano alla conservazione del buon costume nei loro paesi, a diffonderne la lettura. »
« Avvertiamo i signori paroci , diceva il martello dei Valdesi , Monsig. Charvaz , vescovo di Pinerolo, poi arcivescovo di Genova, essere nostro vivo desiderio che vogliano adoperarsi per la diffusione delle Letture Cattoliche, che coll' approvazione del Sommo Pontefice si pubblicano mensilmente in Torino. Lo scopo di cotali letture si è di contribuire a mantenere l'integrità della fede e la santità dei costumi nel popolo contro gli sforzi degli empi, che con fogli e libercoli d' ogni maniera si studiano di pervertirlo e corromperlo. »
E il Rev.mo Monsig. Moreno vescovo d' Ivrea scriveva pure a sua volta : « Rinnoviamo con viva istanza ai RR. Parochi e sacerdoti tutte le nostre esortazioni, affinchè promuovano la buona lettura coll' associazione alle Letture Cattoliche. »
A tutti questi illustri prelati, e a molti altri che per amor di brevità passiamo sotto silenzio, si aggiungono i valorosi scrittori del giornale la Civiltà Cattolica, i quali raccomandando le Letture Cattoliche ne parlano in questi termini : « Invitiamo tutti i buoni ad associarsi a questo periodico mensile, che esce sempre ricco di nuova materia per istruire ed allettare i suoi associati , ed insieme premunirli contro la profluvie dei libri perversi. Fondatore di quest' ottima opera è il Rev. D. Giovanni Bosco, sacerdote del clero torinese, il quale indefessamente lavoraa a mantenere questa associazione, unicamente per mettere un argine ai mali, che produce la divulgazione dei libri e delle massime protestanti. Le non poche lettere di Sua Santità Pio IX ad incoraggiarlo nell' impresa , le molte pastorali dei vescovi che raccomandano queste Letture, le persecuzioni mossegli in vario tempo massime dai protestanti , ed i quasi undici mila associati che ricevono i suoi fascicoli provano la bontà del lavoro, e non lasciano dubbio sopra il bene che da esse ne deriva. »
Ma per quanto preziose e valevoli siano tutte queste testimonianze per assicurarci intorno alla bontà ed utilità delle Letture Cattoliche, cionondimeno tutte di gran lunga le superano e le parole del Santo Padre Pio IX , e la raccomandazione fattane a nome suo dall' Eminentissimo Cardinal Vicario.
Il supremo Gerarca, che da circa 32 anni con somma sapienza e insuperabile fortezza d' animo regge e governa la Chiesa di Gesù Cristo, in una preziosa lettera elio degnavasi di scrivere al di
rettore delle Letture Cattoliche, dopo aver lamentato che la fede fosse messa in pericolo da una colluvie di libri e giornali perversi , essendo ad un tempo stato informato che ad allontanare siffatti pericoli, e porre ostacolo alle macchinazioni dei nemici della Religione, si pubblicavano e diffondevano i libretti delle Letture Cattoliche , se ne mostrò altamente consolato, e soggiunse: « Non v' ha cosa più eccellente di questa, non vi ha cosa più utile per promuovere ed infiammare la pietà del popolo: nihil excellentius, nihil utilius. »
Il Cardinale Vicario poi a nome del Papa stesso scriveva una circolare , da cui rileviamo queste preziose , parole : « La Santità di N. S. sempre intenta al vero bene di tutti, ed informata appieno del vantaggio riportato da queste Letture Cattoliche nei luoghi , ove sono state attivate, ha approvato e lodato il pio divisamento d'introdurle anche nello Stato Pontificio ; e a tal fine mi ha autorizzato ad invitare gli Arcivescovi e Vescovi dello Stato medesimo per l'aiuto e il sostenimento di sì bella impresa , diffondendola il più che sia possibile per tutte le città e castella, soggette alla spirituale loro giurisdizione. »
Qui noi facciamo punto , persuasi che non occorra più altro per indurre i nostri Cooperatori, sieno essi ecclesiastici, sieno laici, ad entrare nelle viste del Capo della Chiesa , e a far quanto potranno per diffondere i libretti delle Letture Cattoliche, coll'associarvisi eglino stessi e col consigliarne l'abbonamento ai loro conoscenti ed amici.
A questo fine, ed affinchè sappiano a chi, e dove rivolgersi, mettiamo qui loro sott'occhio il piano d' associazione.
I. Lo scopo di questa associazione si è di diffondere libri di stile semplice, dicitura popolare. La materia sarà : istruzioni morali, ameni racconti, storie edificanti, ma che riguardano esclusivamente la cattolica religione.
2. In ciascun mese uscirà un fascicolo di circa 108 pagine.
3. li prezzo d' associazione è di L. 1, 25 ogni semestre, e L. 2, 25 all'anno per chi vuole i fascicoli franchi di posta. All'ufficio in Torino L. 0, 90 ogni semestre, e L. 1, 80 all' anno.
4. Per fare tutte le agevolezze possibili a tutte le benemerite persone ecclesiastiche e secolari, che vorranno dar mano a questa opera di carità, saranno loro spediti i fascicoli franchi di porto per tutte le parti d'Italia dove sono attivate le ferrovie, e per l'estero sino ai confini, allo stesso prezzo di L. 0, 90 per semestre, o L. 1, 80 all'anno, purchè i soci facciano un centro ove si possano indirizzare non meno di 50 fascicoli.
5. Ove si possono spedire insieme per la posta 25 fascicoli , il prezzo di associazione sarà ridotto a L. 2.
6. Il socio s' intende obbligato per sei mesi , e qualora non intenda continuare è pregato di darne avviso un mese prima.
7. Nelle città e luoghi di provincia le associazioni si ricevono da persone designate dai rispettivi Ordinari diocesani, a cui l'opera è in particolar modo raccomandata.
8. In Torino si ricevono nell' uffizio delle medesime Letture che trovasi nell'Oratorio di S. Francesco di Sales , via Cottolengo, n. 32 ; in San Pier d'Arena nell' Ospizio di S. Vincenzo de' Paoli; in Nizza Marittima al Patronato di S. Pietro, piazza d'Armi, N. 1.
9. Attesa la modicità del prezzo d'associazione, si prega di spedire i pieghi e le lettore franche di posta.
I soci riceveranno in dono il Galantuomo, almanacco per 1' anno che segue quello della loro associazione.
Partenza di Missionari. - Iddio nella sua misericordia suscita anche ai giorni nostri or qua, or là degli zelanti operai, e li manda a lavorare nella sua mistica vigna. Prova ne sono le frequenti partenze di Missionari per varie parti della terra a portarvi la buona novella, a far conoscere agli infedeli e far loro adorare Gesù Cristo, e per questo mezzo strapparli all'inferno e guadagnarli al cielo. Al qual proposito leggiamo nella Buona Settimana: « Una bella funzione celebravasi, in Milano il 24 dello scorso ottobre, al Santuario di N. S. delle Lagrime a s. Calocero, in occasione della partenza di tre Missionari , alunni del contiguo Seminario delle Missioni estere, due per le Indie, ed uno per la China. Celebrava la messa Monsig. Agostino Riboldi , vescovo di Pavia. Il quale, distribuito ai partenti il crocifisso, toglieva argomento dalla festività di s. Raffaele per additar loro Tobia, testimonio della bontà del Signore ; per animarli di santa fiducia e di coraggio a prepararsi a pericoli e cimenti di ogni sorta, ma sempre a sperare nella guida che loro manderebbe il Padre celeste. Il R. Sasso di Ventimiglia rispondeva per tutti in modo acconcio alle belle parole del Prelato. Recitarono poscia la consueta formola di fede , e cantato il Veni Creator e lo Litanie, Monsig. Riboldi impartiva la benedizione solenne. Poscia i nuovi Apostoli si mossero, e tra una calca divota durarono fatica a giungere alla vettura, ove salirono fra i battimani festosi della moltitudine, che augurava loro le più elette benedizioni. »
Preghiamo di continuo il Padrone della messe a mandare operai nel suo campo, e colla preghiera uniamo eziandio l'opera nostra a facilitare un tanto bene. Da un buon prete di più o di meno nella Chiesa può dipendere la salute o la perdita di moltissime anime.
Indulgenza Plenaria ogni domenica ed ogni volta che un Cooperatore celebra la santa Messa, o si accosta alla s. Comunione, pregando secondo l'intenzione del Sommo Pontefice.
3. S. Francesco Zaverio apostolo delle Indie.
8. Immacolata Concezione di Maria Vergine.
16. Primo giorno della novena del s. Natale.
24. Ultimo giorno della stessa novena.
25. Natività del N. S. G. C.
27. S. Giovanni Apostolo ed Evangelista.
Moltissimi Cooperatori vedendosi giungere ogni mese il Bollettino Salesiano ci domandarono quale ne sia il prezzo di associazione.
Siccome il nostro scopo non è quello di far danaro, ma bensì d'istruire i nostri Cooperatori intorno ai mezzi da usarsi per lavorare più utilmente al bene del prossimo coi catechismi, coli' istruzione ed educazione specialmente della gioventù , e di animarci a vicenda a questo nobile fine, così avvisiamo che non intendiamo d' imporre loro alcuna obbligazione di pagamento, contenti che ognuno, per questa parte, faccia quello che le proprie forze gli permettono, secondo le norme del Diploma loro spedito, e che verranno di tratto in tratto spiegate in questo foglio medesimo.
Noi abbiamo fiducia che i nostri Cooperatori e Cooperatrici colle spontaneè offerte, che faranno come e quando crederanno bene, e con quei mezzi che la pietà e il buon volere loro suggerirà, non ci verranno meno, ma ci aiuteranno a pareggiare le spese di stampa e di posta, che occorrono per questa pubblicazione.
Tuttavia, chi bramasse dal canto suo soddisfare regolarmente a questa spesa , noi crediamo che sia sufficiente la somma di lire 3 all' anno.
Nel nuovo anno il Bollettino porterà in oltre una copertina, che servirà per l' annunzio dei libri, degni di speciale menzione.
Cogliamo volentieri questa occasione per augurare ai cari Cooperatori gioconde le Feste Natalizie, e un buon fine e capo d'anno, colle più elette benedizioni del Signore.
Con permesse dell' Aut. Eccl. FERRARI GIUSEPPE gerente respons