ANNO I - N. 3 - NOVEMBRE 1877
O
Nell'occasione del faustissimo giubileo episcopale del glorioso Pontefice Pio IX, celebratosi nello scorso Giugno con immensa gioia in tutto il mondo Cattolico e specialmente in Roma, giungeva in Italia a capo del pellegrinaggio Argentino l'Eccellentissimo e Reverendissimo Monsignor Federico Aneyros , Arcivescovo di Buenos Ayres. L'esimio Prelato dopo di aver col suo illustre e divoto seguito ossequiato il Santo Padre, ed offertogli ricchissimi doni in attestato del suo cordialissimo affetto ed inalterabile attaccamento al successore di Pietro , recossi a Torino nell' Oratorio Salesiano a fine di parlare con D. Bosco, e stabilire con lui i necessari accordi sui mezzi da usarsi, onde effettuare più presto ed efficacemente la grandiosa impresa, di far cioè penetrare ed inoltrare i Salesiani nelle regioni dei Pampas, e della Patagonia , per evangelizzarvi e incivilire milioni e milioni d'uomini, che ancor si giacciono nelle fitte tenebre di morte, senza Dio, senza culto, senza morale. Egli pel nobilissimo scopo si fermò in Torino parecchi giorni, s'intrattenne a lunghi colloquii con D. Bosco, e combinò con lui ogni cosa per la terza spedizione Salesiana e per altre, che vi terranno dietro in quelle vaste regioni. Nel tempo stesso s'informò intorno al metodo d'istruzione usato dai Salesiani, visitò scuole e laboratori, assistette a feste ed accademie. date dai giovanetti ; e verso la metà di Luglio passando pel collegio di Sampierdarena, e di Alassio, si restituiva alla sua sede. Giunto tra le sue dilette pecorelle, l'amato Pastore diede loro contezza del lungo suo pellegrinaggio presso al trono del Santo Padre, e delle care impressioni avute in Roma e in Torino. Nè di ciò pago, scrisse di proprio pugno a D. Bosco una lettera, colla quale gli notifica il suo arrivo in patria , gli dà notizia dei Salesiani di Buenos Ayres e dell'opera loro, non che di quello che sta. egli stesso facendo per la conversione della misera Patagonia. La lettera spira una bontà di cuore veramente esimia verso i Salesiani, ed uno zelo ardente per la salute delle anime. Crediamo quindi di fare cosa gradita ai nostri buoni Cooperatori il qui riferirla per intiero , affinchè possano ancor essi gustarla, ed aver parte alla comune esultanza.
Buenos Ayres 4 Settembre 1877.
Molto Rev.do Padre ed Amico veneratissimo,
Non ho avuto un sol momento, e desidererei averne moltissimi per scrivere lungamente alla V. S. Reverenda. La rottura della macchina a vapore nel Poitou non ci produsse altro danno, che di ritardare il nostro arrivo a questa Città sino al venerdì dopo l'ottava dell'Assunzione di M. V., che visibilmente ci ha protetti. Ci hanno ricevuto qui coll' entusiasmo stesso con cui ci ricevettero in Torino quei dell'Oratorio di San Francesco di Sales. I giorni passati costì sono indimenticabili. Li ho consegnati qui alla pubblica luce, e mi obbligano ad una gratitudine profonda verso V. S. R., i suoi cari Salesiani ed amati alunni.
Mi dispiacque di non trovar qui il Reverendo D. Cagliero, a cui mi farà la grazia di presentare i miei-saluti; ma molto di più mi addolorò la morte di uno dei Salesiani di qui. Ah! essendo così pochi, e la morte portarcene via uno ! Ma sia fatta la volontà di Dio.
Ho avuto molto piacere di vedere rigoglioso il primo saggio della scuola qui aperta testé di arti e mestieri. Che Iddio la benedica ed anche la S. V. R. !
L'estensione del campo da coltivare è così grande , che sovrabbonderà il lavoro per molti Missionari. Così , sebbene i figli di San Vincenzo si dirigano e si stabiliscano nella Patagonia, quelli di San Francesco di Sales potranno fare altrettanto! Fin d' ora potrebbero andarvi. Ma! ... non abbiamo nessun mezzo pel loro viaggio e corredo ! Oggi stesso sono afflitto per le difficoltà che si trovano per stabilire i Missionari di San Vincenzo.
Cerchiamo adunque i mezzi, e quando li avremo ci metteremo in via. Iddio benedetto ci sia propizio !
Abbia la compiacenza la S. V. R. di salutare per me tutti cotesti Reverendi Salesiani dei differenti collegi, e tutti coloro che ci favorirono. Molti e molto vivi affetti a
cotesti amati giovani, che tanto ci ossequiarono. Mille saluti da tutti i miei compagni di viaggio.
Termino col dare tutto l'affetto mio ai Salesiani, ed aspettando che la V. S. R. mi scriva con piena confidenza dandomi tutte le possibili notizie della sua Congregazione, riceva Ella il cuore del
Suo affez.mo servidore ed amico
} FEDERICO Arcivescovo di Buenos Ayres.
I nostri buoni Cooperatori già sono informati dell'opera ardua, intrapresa dai Missionari Salesiani nell'America del Sud. Lo scopo loro si è di cooperare a conservare la religione di Gesù Cristo tra i fedeli della Repubblica Argentina e nel Paraguay , e di là farsi strada a propagarla tra gli stessi selvaggi, che ancor si trovano nell'ombra di morte.
Le due spedizioni, che si sono fatte nei due anni passati, si divisero la Repubblica Argentina e quella dell' Uruguay. Dio misericordioso ha benedetto e visibilmente protetto l'opera incominciata nel suo santo Nome. In poco tempo cinque chiese furono aperte al divin culto, e parecchie case, dove sono raccolti più centinaia di fanciulli educati nella scienza , nella religione , ed avviati alle arti e mestieri. Ma il lavoro è così grande , il campo così vasto , che gli attuali operai non sono più sufficienti , e corrono rischio di rimanere vittima del loro zelo , come appunto avvenne al sempre compianto D. Giovanni Baccino. Si aggiunga ancora che sono già aperte due strade , per cui si può penetrare agli Indi , barbari tuttora e ignoranti di ogni cosa di religione e di civiltà ; l'una al Carhuè , linea di frontiera di Buenos-Ayres e dei Pampas ; l'altra al Rio Santa Cruz, che è al grado 50° di latitudine meridionale sullo stretto Magellano. Ivi trattasi di inoltrarsi tra i selvaggi , e tentare di condurli alla fede e alla civiltà con catechismi, scuole, collegi ed orfanotrofi. Il sac. Don Giovanni Cagliero , come è noto , capo della prima spedizione, è ritornato testà dal1' America allo scopo appunto di organizzare ed affrettare la partenza di altri e poi altri operai evangelici, di cui venti sono già applicati allo studio delle lingue straniere, e pel 14 di novembre partiranno per recarsi a raggiungere i loro fratelli in quelle lontane e vastissime terre australi.
Già sei suore di Maria Ausiliatrice sono parimenti preparate al grande viaggio, a fine di consacrare la loro vita, il loro zelo a pro delle fanciulle indigene, povere ed abbandonate.
Ma... ! al compimento di un'opera così importante si oppone la mancanza dei mezzi necessari pel viaggio e pel corredo , per cui occorra la somma di oltre ad ottanta mila franchi. Là giunti i Missionari sperano di trovare il necessario per l'abitazione e pel vitto, confidati nel detto del divin Salvatore, che nel Vangelo assicurò nulla sarebbe mancato a chi prima di ogni altra cosa si fa a cercare il Regno del Cielo, e che il gregge avrebbe provveduto al mantenimento dei suoi pastori. Laonde tutta la difficoltà si riduce attualmente a trovare il mezzo per sopperire alle spese del viaggio e del corredo , le quali , a dir vero, non sono indifferenti, giacché per ogni missionario occorrono più di due mila lire.
Ora in tanto bisogno noi ricorriamo alla inesausta fonte della pietà dei fedeli, e specialmente a quella dei nostri Cooperatori, i quali, ne siam certi, come buoni e ferventi cattolici non si lascieranno vincere in generosità dai protestanti. Si, diciamo, dai protestanti, i quali si sono già costituiti per entro alle stesse nostre Missioni, e lavorano per diffondere l'eresia in quei luoghi stessi, dove appena comincia a suonare il nome di Gesù Cristo. Questi nemici del Vangelo, oltre un grasso stipendio e mille comodità, offrono il viaggio gratuito non solo ai ministri, ma alle loro mogli, ai loro figliuoli , ai domestici e per quanto portano seco. Egli è appunto con questi mezzi che essi poterono precedere colà i nostri Missionari, e dove non penetrò per anco il sacerdote cattolico, eglino già si trovano a fare empia propaganda di errori a danno delle anime, avverandosi così la sentenza del divin Salvatore, che disse, essere più sagaci i figli delle tenebre, che non i figli della luce.
Coraggio adunque, o buoni fedeli, e Cooperatori Salesiani ; concorrete alla grand' opera con quei mezzi, che Dio pose in vostra roano. Così parteciperete di tutto il bene che i Missionari faranno in quelle lontane contrade ; e nel dì del giudizio vedrete ancor voi a farvi gloriosa corona tutte le anime salvate dai Missionari , soccorsi ed aiutati da voi.
Qualunque oggetto in tela, in panno, in arredi di chiesa, in danaro, è ricevuto colla massima gratitudine.
Tutti i Cooperatori Salesiani sono incaricati di ricevere le offerte , e pregati di farle pervenire, col mezzo loro più„facile, all'Oratorio di San Francesco di Sales in Torino , oppure all' Ospizio di San Vincenzo in Sampierdarena.
Il Santo Padre in data del 10 p. ottobre manda l'apostolica benedizione a tutti coloro, che coll'opera o colla preghiera concorreranno a quest' opera di cristiana beneficenza.
Preghiamo ogni Cooperatore a voler comunicar il presente appello ai propri parenti ed amici.
Sono più anni da che si va lamentando il bisogno di operai evangelici, e la diminuzione delle vocazioni allo stato Ecclesiastico. Questa deficienza di vocazioni é sentita in ogni diocesi d'Italia e in tutta Europa ; é sentita nelle corporazioni religiose, che mancano di postulanti ; nelle Missioni estere, che ripetono incessantemente con s. Francesco Zaverio : Inviateci degli Operai Evangelici in aiuto. Anzi sappiamo non poche Missioni essere in procinto di estinguersi per la,sola ragione che mancano di operai Evangelici. E dunque necessità di pregare il Padrone della messe, che mandi operai nella sua mistica vigna : ma alle preghiere unire la nostra Cooperazione. Già in Germania , in Francia, in Inghilterra ed in molti paesi d' Italia si fondarono opere di beneficenza a questo fine, e se ne ottennero buoni effetti , ma insufficienti ai molti ed urgenti bisogni. Mentre noi altamente lodiamo questo opere cominciate , e di tutto cuore preghiamo Dio che le faccia ognor più prosperare a sua maggior gloria , sembra opportuno proporne un'altra che forse ci potrà più prestamente venire in aiuto. E questo un corso di studio per giovani adulti che intendono consacrarsi a Dio nello stato Ecclesiastico.
Dall'esperienza si poté conoscere come di dieci fanciulli , che cominciano gli studi con animo di arruolarsi alla milizia di G. C., in media appena uno o due giungono al sacerdozio, mentre dai più grandicelli, che hanno già ponderata e studiata la loro vocazione, sopra dieci se ne hanno otto. Si osservò pure che in uno spazio di tempo assai più breve, quindi con molto minore spesa compiono i loro corsi letterari, perciocché separati dai piccolini, che devono gradatamente percorrere le loro classi, quelli, mercè corsi abbreviati, possono assai più presto giungere alla meta. Tuttavia volendo essere sicuri di procedere secondo i principi di Santa Chiesa, si ricorse al supremo Gerarca di essa, affinchè consigliasse quanto giudicasse da farsi a maggior gloria di Dio. Il sommo Pontefice con gran bontà si degnò di benedire, commendare il progetto, arricchendolo di molti favori spirituali, siccome stanno descritti nella supplica e nel breve qui uniti.
BEATISSIMO PADRE,
La necessità di operai nella mistica vigna del Signore mosse molti Vescovi ed altri zelanti Cattolici ad aprire piccoli seminari, scuole apostoliche per le Missioni, ed altri privati Istituti o Pie opere a fine di coltivare i giovanetti nello studio, nella pietà, e conservare nei loro cuori i germi di vocazione Ecclesiastica, qualora Dio ve li avesse seminati. Agli sforzi di costoro pare si possa anche aggiugnere l'Opera di Maria Ausiliatrice per le vocazioni allo stato Ecclesiastico. - Ha questa per fine di raccogliere giovani adulti che, forniti delle qualità necessarie e di attitudine allo studio , mercé corsi per loro preparati possano compiere gli studi letterari. Terminati questi studi, e cerziorata la vocazione , gli allievi restano affatto liberi di ritornare in Diocesi presso ai rispettivi Ordinari , abbracciare lo stato religioso , oppure dedicarsi alle Missioni estere.
Molti Vescovi accolsero benevolmente questo Progetto, e colle loro Commendatizie inviarono l'umile esponente a supplicare V. S. perché si degni benedirlo e commendarlo. Tale scopo essendo affatto caritatevole e religioso , fanno umile preghiera a V. S. ad usare un grande atto di Clemenza e di aprire il tesoro delle sante Indulgenze, e concedere ai religiosi della' Congregazione Salesiana e agli Associati di quest'opera
1. Indulgenza Plenaria in articolo di morte, purché facciano sacrifizio della lor vita a Dio accettando quel genere di morte che a lui piacesse inviare.
2. Le Indulgenze e i favori spirituali dei Terziari di s. Francesco d'Assisi.
3. Le Indulgenze relative alle Chiese e alle feste di s. Francesco d'Assisi possano lucrarsi nelle feste di s. Francesco di Sales e nelle Chiese della Congregazione Salesiana.
Pieno di fiducia che V. S. si degni di benedire i deboli sforzi dell' umile esponente, e concedere gl' implorati favori, si prostra colla massima venerazione e con figliale ossequio
Di V. S.
Umile figlio di S. Chiesa,
ed Obblig.mO Supplicante Sac. GIO. Bosco.
Torino, 4 Marzo 1876.
AD ETERNA RICORDANZA DELLA COSA.
Essendosi canonicamente istituita, come ci fu esposto, una associazione di fedeli, ossia, come dicono, Pia Opera, sotto il titolo della Beata Maria Vergine Ausiliatrice , i cui membri si proposero di raccogliere giovani di buona indole inclinati ad abbracciare lo stato ecclesiastico a fine di renderli fermi in questa loro vocazione, istruirli nelle lettere e negli studi ecclesiastici; Noi affinché tale società prenda ogni dì maggiore incremento, per la misericordia di Dio Onnipotente, ed affidati nell'Autorità dei Beati Pietro e Paolo suoi Apostoli, a tutti i fedeli dell'uno e dell' altro sesso già ascritti a questa società o che si ascriveranno in avvenire , nel punto della morte di ciascuno di loro , se veramente pentiti , confessati e muniti della S. Comunione, o se non potranno ciò fare, almeno contriti invocheranno divotamente il nome di Gesù colla bocca, se potranno, se no, almeno col cuore, e riceveranno con animo paziente dalla mano del Signore la morte quale castigo del peccato, concediamo Indulgenza Plenaria ; ed anche ai medesimi soci, veramente pentiti e confessati, i quali in un giorno che loro piaccia di qualsivoglia mese, in qualche Chiesa od Oratorio pubblico si saranno accostati al Ss. Sacramento dell' Eucaristia, e divotamente visiteranno questa Chiesa od Oratorio, e quivi innalzeranno pie preghiere a Dio per la concordia dei principi cristiani, perla estirpazione delle eresie , per la conversione dei peccatori, per l'esaltazione di s. Madre Chiesa , benignamente nel Signore concediamo parimenti l'Indulgenza Plenaria e la remissione di tutti i loro peccati. La quale indulgenza per modo di suffragio potranno eziandio applicare a quelle anime dei fedeli che , unite a Dio in carità , abbiano già emigrato da questa vita. Inoltre , volendo noi dare un segno di speciale benevolenza ai sopraddetti soci, elargiamo loro tutte le Indulgenze tanto Plenarie quanto Parziali che i Terziari di s. Francesco d'Assisi possono conseguire, e coll'Autorità nostra Apostolica concediamo, che essi lecitamente e liberamente possano ottenere nelle feste di s. Francesco di Sales e nelle chiese dei preti della Congregazione Salesiana tutte le Indulgenze che i Terziari possono guadagnare nelle feste e nelle Chiese di s. Francesco d' Assisi , purchè compiano a dovere nel Signore le opere di pietà che sono ingiunte per lucrare tali Indulgenze. Nulla ostando qualunque disposizione in contrario, dovendo le presenti aver valore nel tempo avvenire in perpetuo. Vogliamo poi che alle copie trascritte od agli esemplari stampati delle presenti lettere , sottoscritte dalla mano di qualche pubblico notaio e munite del sigillo di persona costituita in Ecclesiastica dignità , si presti tutta quella fede medesima elio si presterebbe alle stesse presenti se fossero offerte o mostrate.
Scritto in Roma appo San Pietro, sotto l'anello del Pescatore nel di 9 Maggio 1876. Del Nostro Pontificato anno trigesimo.
Pel Card. ASQUINI,
DOMENICO JACOmINI Sostituto.
Luogo del sigillo.
Avuta così la benedizione e l'approvazione dei Vescovi e del supremo Gerarca della Chiesa mi sono mosso alle prime prove, raccogliendo nell'Ospizio di S. Vincenzo in Sampiedarena alcuni giovani grandicelli , che avessero intenzione di percorrere gli studi ginnasiali, unicamente per consacrarsi a Dio nello stato ecclesiastico. - Dio benedisse questi deboli sforzi e, sul finire dello stesso primo anno, 36 allievi entrarono nel chericato, di cui oltre a venti fecero ritorno nella rispettiva diocesi ; alcuni abbracciarono lo stato religioso, gli altri si consacrarono in varii istituti alle Missioni estere. - Numero maggiore di vocazioni speriamo di avere negli anni avvenire se la pietà dei fedeli continuerà il suo aiuto ad un'Opera, che non è limitata ad un paese, o ad una diocesi; ma al bene generale di tutta la Chiesa.
Non ci sono mezzi stabili, l'Opera è totalmente affidata alla pietà dei fedeli , e specialmente dei nostri Cooperatori Salesiani. Ognuno può concorrere come Oblatore, Corrispondente, Bene fattore.
1. Gli Oblatori si obbligano per due soldi al mese, oppure per un franco all' anno. Pei sacerdoti basta che celebrino una s. Messa cedendone la limosina a beneficio dell'Opera.
2. I Corrispondenti sono quelli, che in onore dei dodici Apostoli si fanno capi di una o più dodicine di Oblatori, ne raccolgono le offerte indirizzandole al Direttore dell'Opera. I corrispondenti ricevono con riconoscenza qualunque piccola offerta, fosse anche di un soldo all' anno. 3. Benefattori si appellano quelli , elle a piacimento fanno qualche offerta in danaro od in natura p. e. , in commestibili , in biancheria , in libri e simili.
Quelli che offrono fr. 300 annui possono a loro scelta inviare gratuitamente un'allievo all'Istituto. Se poi l'offerta fosse di fr. 800 l' allievo sarebbe tenuto per tutto il tempo del Corso Ginnasiale. Le offerte saranno indirizzate al Sacerdote Gio. Bosco in Torino, oppure al Sac. Paolo Albera Direttore dell'Ospizio di San Vincenzo, dove sono raccolti i novelli allievi. In fine di ogni anno si darà ai Corrispondenti un conto particolare del numero degli allievi,-delle offerte ricevute, e dei risultati ottenuti.
Quest' opera è posta sotto agli Auspizi della Santa Vergine Ausiliatrice, perchè Maria essendo dalla Chiesa proclamata Magnum et singulare in Bcclesia praesidium, si degnerà certamente proteggere un'Opera che mira a procacciar buoni ministri alla Chiesa. Di fatto Iddio in questi tempi concede innumerevoli grazie a chi invoca l'Augusta sua Madre sotto il titolo di Aiuto dei Cristiani.
Quest' opera non reca danno ad altre già esistenti ?
Non solo non reca danno, ma le sostiene. Senza preti, senza predicazione, senza Sacramenti , che diverrebbero l'Opera della Propagazione della Fede, della Santa Infanzia e di tutte le altre opere pie ?
1. Coloro, che concorrono eziandio con piccolissima offerta, ricevono una speciale benedizione del S. Padre, che benedice e raccomanda l' Opera di Maria Ausiliatrice, e concede molte indulgenze e molti favori spirituali a chi la promuove.
2. Il merito d' aver contribuito ad una grande opera di carità. Non si può fare opera migliore, dice s. Vincenzo de' Paoli , che contribuire a fare un prete.
3. Ogni giorno nella Chiesa di Maria Ausiliatrice si celebrerà la santa Messa : gli allievi l'ascolteranno facendo delle Comunioni con particolari preghiere poi loro benefattori.
4. I medesimi oblatori partecipano ai meriti di tutte le Messe, predicazioni , delle altre buone opere, e del merito grande delle anime, che i preti, formati dalla loro carità, guadagneranno a Dio nell'esercizio del sacro Ministero. Di modo che saranno per certo applicate loro le parole di s. Agostino: Animam salvasti, animam tuam praedestinasti.
Per norma degli allievi , e di coloro che se ne dovessero incaricare o che desiderano brevi notizie dell'Opera di Maria Ausiliatrice.
Scopo di quest' Opera b di raccogliere giovani grandicelli, che abbiano decisa volontà di fare gli studi letterari, mercé corsi appropriati per abbracciare lo stato Ecclesiastico.
1. Ogni allievo deve appartenere ad onesta famiglia , esser sano , robusto , di buon carattere , nell'età dai 16 ai 30 anni. Saranno preferibilmente accettati coloro, che sono sciolti dal servizio militare , oppure hanno qualche probabilità di andarne esenti (1).
2. Abbia un certificato elle dichiari la condotta edificante, la frequenza alle funzioni parochiali ed ai santi Sacramenti, la decisa volontà di abbracciare la carriera Ecclesiastica, ed abbia almeno compiuti i corsi elementari della lingua Italiana.
3. Attestato di nascita , di sofferto vaiuolo , notandosi pure se può almeno in parte pagare le spese prescritte dal Programma.
4. Non si andrà in vacanza nelle ferie autunnali. Il necessario sollievo sarà procurato nel Collegio od in altro sito scelto a quest'uopo.
5. Terminati i corsi letterari ogni allievo ù libero di farsi religioso , recarsi nelle Missioni estere o ritornare nella rispettiva Diocesi per chiedere al proprio Vescovo la facoltà di vestire l'abito chiericale. In quest'ultimo caso il Direttore dell'Opera si farà premura di raccomandare umilmente i candidati al rispettivo Ordinario, affinché secondo il merito si degni prenderli in benevola considerazione.
1. Lo studio abbraccia il Corso Classico fino alla filosofia esclusivamente ; ma 1' insegnamento si estende soltanto alla lingua italiana, lingua latina, storia, geografia, aritmetica, sistema metrico, ed agli elementi della lingua Greca.
2. Da queste Classi restano esclusi quelli, che non hanno 1' età sopra descritta , o non intendono consacrarsi allo stato Ecclesiastico.
3. La retta è fissata a fr. 25 per ogni mese , e si pagano a trimestri anticipati. Per un anno fr. 300. Per tutto il tempo degli studi letterari fr. 800.
4. Con questa retta viene soddisfatta ogni spesa di scuola letteraria , scuola di canto fermo, di musica, declamazione, vitto, alloggio, medico , parrucchiere. Restano a carico degli allievi le spese di vestiario, calzatura, riparazione , medicine e libri. Pel bucato L. 1,50 al mese.
5. Il trattamento del vitto sarà come segue A colezione e a merenda, pane sufficiente; a pranzo minestra, pietanza, vino e pane a piacimento ; a cena, minestra, companatico e pane a piacimento.
Gli allievi andranno vestiti in borghese, né avvi divisa obbligatoria. Entrando porteranno seco due mute per la stagione estiva e due per l'inverno ; delle quali una da portarsi nei giorni feriali in casa , l'altra pei giorni di festa e nei casi di uscita.
Il corredo comprende almeno 6 camicie - 4 lenzuola - Coperta e coltri per l'inverno - Guanciale con tre foderette - 6 paia calzette - 3 paia mutande - Corpetto a maglia - 8 fazzoletti - 4 asciugamani - 2 paia di scarpe - 2 cappelli o berretti - Baule - Materasso (se si vuole) lungo m. 1,75, largo 0,70.
Lo stabilimento somministra solo la lettiera e pagliericcio o saccone, per cui si pagheranno franchi 12 per una volta sola, le quali più non si ritorneranno.
NB. La domande per 1' accettazione saranno fatte al Sac. Gio. Bosco in Torino, o pure al Sac. Paolo Albera Direttore dell' Ospizio di S. Vincenzo in Sampierdarena.
(1) Si ricevono anche oltre i trent'anni, purchè abbiano già fatto qualche corso letterario.
Pregati pubblichiamo di buon grado la seguente relazione in onore di Maria Ausiliatrice e a conforto dei suoi divoti.
M. R. SIG. DIRETTORE,
Come zio di una persona, che nei giorni della tribolazione conobbe per esperienza quanto grande sia la bontà e la potenza di Maria Vergine invocata sotto il bel titolo di Aiuto dei Cristiani, mi sento in dovere di darle relazione di una guarigione straordinaria ottenuta per sua intercessione. Ad obbligo siffatto avrei già dovuto soddisfare collo scriverle prima d'ora; ma temeva di venire ad importunare la S. V., ben sapendo quanto Ella sia di continuo occupata a pro della Società, specialmente nella educazione di tanta gioventù. Ora per altro sollecitato vivamente dalla mia nipote, e desiderando ancor io di dare alla pietosissima Vergine Ausiliatrice un noli dubbio attestato di gratitudine, sono a pregare la S. V. che voglia pubblicare il qui unito racconto, nella fiducia elio possa servire eziandio ad instillar nell'altrui cuore una più tenera divozione verso l' Augusta Madre del divin Salvatore.
Grossetti Isabella da Lu, avendo avuto un figlio, venne disgraziatamente colta in conseguenza da un crudele malore, e da una così pertinace emorragia, che dal Marzo del 1876 la travagliò sino alla fine di Maggio, riducendola ad uno scheletro vivente. Per resistere al progresso del male non si risparmiarono né rimedi, né cure, nè medici non solo del paese, ma ancor forastieri, ma senza pro ; anzi sul finir di Maggio i periti dell' arte diedero per disperato il caso. Nè il loro giudizio andò errato; giacché il pericolo della vita fattosi imminente, la povera inferma domandò e ricevette con cristiana rassegnazione il Ss. Viatico. Tuttavia , malgrado che la morte si facesse ognor più vicina, la malata, il marito, i parenti tutti non cessavano d'innalzare fervide preghiere al Cielo per la sua guarigione, facendo a tal uopo celebrare messe, tridui, novene, pieni di fiducia di esserne alla fine esauditi. Ma il Signore, volendo far prova di nostra fede, fingeva di non ascoltarci, e la malata, sebbene si mantenesse in vita, non lasciava tuttavia, umanamente parlando, allargare il cuore a più lieta speranza, anzi per varie settimane e a più riprese ebbe a soffrire tutte le angustie dell'agonia. Il primo venerdì di Giugno, la morte fattasi imminente, si amministrò all'inferma l'Estrema Unzione, e si prese a raccomandarle l'anima. Fu allora che il povero marito, cogli occhi gonfi di lagrime, e il cuore pieno di fede si getta in ginocchio, e dà al Cielo un più forte assalto, ricorrendo a Maria Ausiliatrice, onorata in modo speciale nella Chiesa di Valdocco in Torino a Lei dedicata. Si scrisse pertanto al Direttore del celebre Santuario, gli si raccomandò la povera agonizzante, inviandogli in pari tempo la limosina di una Messa da celebrarsi all'altare di Maria pel giorno seguente. Ed oh ! quanto è mai buona e potente la Vergine Ausiliatrice ! Pare che Iddio per consolarci altro non aspettasse che siffatto ricorso all'Augusta sua Madre. Imperocchè la nostra lettera toccava appena le porte di Torino, che già la grazia era ottenuta nel modo il più consolante. Al domani, giorno in cui la lettera perveniva alle mani del Rev. Rettore della suddetta Chiesa, la cara moribonda, invece di chiudere gli occhi alla luce di questo mondo, e lasciare nella costernazione tutta la sua famiglia, rinviene quasi in un subito, consola gli astanti tuttora piangenti presso al suo letto, e si mostra guarita. A tal vista è impossibile il dire la consolazione da cui fu innondato il cuore del giovane marito, dei parenti, e delle persone tutte, cho avevano preso parte alla nostra afflizione. Una fu la esclamazione di tutti: oh ! quanto è mai dolce e potente Maria, Aiuto dei Cristiani ! La beneficata Isabella, la donna chiamata da tutti la guarita per miracolo, coll'animo pieno di gratitudine confessa pubblicamente l'ottenuto favore, e coll'aiuto della Celeste sua Protettrice promette e spera di passare il restante di sua vita nel servizio del Signore, nell' adempimento dei cristiani doveri, e sopratutto nella buona educazione dei suoi figliuoli.
GROSSETTI D. FILIPPO
V. C. di Grazzano Monferrato.
Nel Bollettino Salesiano del mese di Settembre alla pagina 9, linea 31, invece di leggere: oggi 29 Maggio sei giorni dopo ecc. Si legga: Oggi 29 Maggio tre giorni dopo ecc.
Dovendo fare questa rettifica crediamo bene di aggiungere che la stupenda guarigione colà riferita successe
nella camera del Rettore del Santuario di Maria Ausiliatrice, circostanza questa ommessa dai signori Longhi, preoccupati quali erano dal fatto principale. La fanciulla inferma e la madre sua furono da prima a supplicare la Pietosa Vergine nella sua Chiesa, donde passarono poscia nella vicina stanza del sacerdote per riceverne la opportuna benedizione, a cui tenne dietro la sospirata grazia.
Ci venne testè comunicato un bell'atto di carità, che vogliamo qui regalare ai nostri lettori.
Passeggiava un nostro Cooperatore lungo i viali, che fiancheggiano il giardino pubblico della città di
Alessandria , quando venne ad incontrarsi in un ragazzetto dagli 11 ai 12 anni , male in arnese,
pallido e smunto da muovere a pietà. Sembrava che il poverino volesse stendere la mano per domandare limosina , ma che dalla naturale vergogna ne venisse impedito, pago di farsi capire collo sguardo commovente. Di ciò ben si avvide il caritatevole signore, e fermatosi gli domanda : - Come ti chiami ? - Mi chiamo Luigi - Tu mi sembri malato - Non sono malato, no, ma sono infelice. La mia buona madre mi fu rapita da morte, e il mio padre... Che n' è di tuo padre ? - Mio padre vive , ma non per me. Egli mi disse : se vuoi mangiare , vattene a cercare - Da quanto tempo meni tu questa vita ? -- E da un mese, e ne sono già stanco - E che intendi tu di fare?
- Io stava qui aspettando che qualche persona vedendomi così mi avesse compassione ; altrimenti avrei aderito alla tentazione - Alla tentazione? Ma non sai che le tentazioni vengono dal maligno spirito, e non dobbiamo mai acconsentirvi? - Va tutto bene ; ma quando si sente la fame, e non si ha di che saziarla, chi può resistere? - E che tentazione ti venne? - Di unirmi a 4 miei compagni, che parecchie volte già mi sollecitarono di far lega con essi - E che lega ? - A rubare in campagna , in chiesa , in qualunque luogo si possa, e poi dividere con loro le cose rubate -
Oli ! poverino ! non commettere mica siffatto sproposito, sai ; tu andresti incontro al disonore e alla prigione, e perderesti l'anima tua - Nol farò di certo, caro signore, ma lei mi faccia la carità di comperarmi due soldi di pane , onde saziare la fame che mi tormenta. - Ragazzo mio, senza che io lo compri, tu avrai il pane che ti abbisogna : vieni con me.
Il buon Cooperatore condusse il povero fanciullo nella propria casa, e gli fece apparecchiare una discreta refezione , come se fosse stato un suo figliuolo. Poscia coll'ottima sua moglie, ancor essa zelante Cooperatrice, cercò un abito, che sebbene già usato gli adattò facilmente, per decentemente coprirlo.
Consolatolo in questo modo lo licenziò, raccomandandogli che al domani ritornasse da lui.
Intanto l'uomo dabbene s'informò intorno alla famiglia del ragazzo ; si portò dallo stesso suo padre, indegno di tal nome, e gli domandò il consenso di collocarne il figliuolo in qualche casa di educazione, per fargli imparare un'arte o mestiere, oppure intraprendere un corso di studi, a fine di renderlo un giorno utile a se stesso, ed alla società. Avutone il permesso, scrisse tosto al Direttore dell' Oratorio Salesiano in Torino, e gli ottenne facilmente un posto. Occorreva tuttavia di preparare al suo raccomandato un sufficiente corredo pel letto e pel vestito, e di sottostare a qualche altra spesuccia. Non si sgomentò il buon Cooperatore, e al tutto provvide per amor di Dio.
Presentemente egli ha il dolce conforto di aver salvato da una mala vita, e fors'anche dall'eterna perdizione, un povero fanciullo , che novello Tobiolo ringrazia, dopo Dio, il suo caro Benefattore, per averlo così caritatevolmente liberato non già da un mostro di pesce, ma dalle fauci dell'infernal serpente (1).
(1) Cogliamo questa propizia occasione per pregare i nostri lettori a volerci comunicare quei fatti edificanti , di cui furono parte essi medesimi, o che vennero a loro notizia.
Una festa Cattolica a Costantinopoli. - Nella città di Costantinopoli, capitale dei Turchi, ebbe testò luogo una festa cattolica veramente imponente. Il 23 settembre Monsignor Hassun Patriarca di Cilicia consecrava cinque Vescovi, stati poc'anzi eletti dal Santo Padre Pio IX al governo spirituale della Comunità Armeno-Cattolica. La cerimonia fu commoventissima , e vi assistevano più di tre mila persone, oltre i personaggi più notabili. La maggior parte dei rappresentanti delle potenze estere vi presero parte. Non vi mancavano nè l'Inghilterra, nè gli Stati Uniti d' America, sebbene protestanti. La Municipalità e la Questura della città vi mandarono gran numero di guardie a fare ala a tutto questo corpo di alti dignitari, e a mantenervi l'ordine. Questo avvenimento religioso compitosi nella stessa capitale della Turchia con sì magnifica pompa, con piena ed intiera libertà, e coll'ordine il più perfetto, consola ogni cuore cattolico , e fa concepire le più liete speranza di un più felice avvenire per la Chiesa Cattolica in quel vasto impero, ove nei primi secoli già fioriva la nostra Ss. Religione.
Oh! faccia il pietoso Iddio che i poveri Turchi in premio del favore, che vanno accordando ai nostri fratelli cattolici, possano presto riconoscere e detestare le impostare di Maometto loro falso profeta , e credere e adorare per vero Dio e Salvatore del mondo il Nostro Signor Gesù Cristo, che ora bestemmiano.
Costanza e coraggio. - I nostri lettori sanno che dopo il Concilio Vaticano, il quale tra le altre cose proclamò solennemente la infallibilità dottrinale del Papa, si formò una setta di eretici, chiamati Vecchi Cattolici, che non vogliono riconoscere siffatta verità, sebbene creduta e praticata in tutti i secoli da s. Pietro a Pio IX.
Or questi ribelli all' autorità della Chiesa col favore dei governi protestanti e dei frammassoni in molti luoghi, sopratutto in Germania e nella Svizzera, riuscirono a rapire le chiese e le cappelle ai Cattolici, e a commettere contro di loro ogni sorta d' ingiustizie. Ma se da una parte muove a sdegno il vedere e l' udire le iniquità di costoro , dall'altra parte consola il coraggio dei nostri fratelli e la loro costanza nella fede. Sopraffatti dalla prepotenza essi non cedono , si aiutano a vicenda, si animano e tirano avanti intrepidi. Nella città di Wiesbaden a dodici mila Cattolici fu tolta la chiesa, e data a ducento di suddetti eretici. Che fecero i Cattolici? Abbandonarono forse la loro fede per unirsi coi nemici di lei ? No, di certo. Essi affittano una casa, la trasformano in piccolo Oratorio, e colà si raccolgono col loro parroco a celebrare alla meglio le loro funzioni , come già facevano i cristiani al tempo delle prime persecuzioni. Intanto colle offerte spontanee degli uni e degli altri raccolgono cento mila lire per fabbricare una nuova chiesa degna del culto di Dio. Ma che? domandano il permesso d'innalzarla, e il governatore della provincia , piccolo tiranno , loro lo nega. E allora ? Allora ecco farsi avanti una buona Cattolica della città , che , sfidando le ire nemiche, mette a disposizione dei suoi fratelli la sua spaziosa casa, perché serva di chiesa.
A Münster in Westfalia , ove i nemici della Chiesa Cattolica abusano del loro potere a fine di pervertire nelle scuole pubbliche la nostra gioventù, si tenne non è guari un'adunanza dei rappresentanti di tutte le parrocchie cattoliche per esaminare lo stato di quelle scuole. La presiedeva il barone di Scorlemer-Alst. In essa invitaronsi i genitori a non permettere che i loro figli abbiano istruzione religiosa da maestri, che non siano Cattolici eccellenti ; e si decise di mandare in nome dei padri di famiglia una petizione al ministro dei culti. Come si scorge, colà non si teme, ed i cattolici , che sanno rispettare le leggi dello Stato, non cedono mai quando si tratta dell' anima loro e di quella dei propri figli.
Nuove Case Salesiane. - Nel mese di novembre mentre una schiera di Salesiani salperà coraggiosamente per la lontana America in cerca di anime, varii altri drappelli di loro si dirigono in altre parti di Francia e d'Italia per aprire laboratori , collegi , scuole ed oratori festivi a pro della gioventù. Sei sono le nuove Case Salesiane, che si apriranno tra poco ; quattro in Francia, a Saint Cyr presso Tolone, a Cannes, a Navarre , a Marsiglia ; una a Magliano (Sabina), ed un'altra alla Spezia , ove una turba innumerevole di poveri giovanetti, trascurati dai propri parenti, e spesso insidiati dai protestanti, stanno in pericolo di andare irreparabilmente perduti. Ivi si aprirà un ospizio poi giovani più poveri e più bisognosi, e per tutti, scuole diurne e serali, oratorio festivo con appositi trattenimenti e giuochi di ricreazione, onde viemaggiormente allettarli al bene , e renderli utili a se stessi, alla civile società, e buoni cristiani.
Come vedete, o cari Cooperatori e Cooperatrici, dai vostri fratelli Salesiani nulla si risparmia per rapire dalle unghie di Satana quante più anime si i possono. Non si bada a spese, fatiche, sudori; si sacrificano pur anche le affezioni più dolci della patria e degli amati parenti per `io meglio propagare la gloria di Dio, ed ottenere la salute delle anime specialmente della misera gioventù.
E voi dalle case vostre che farete ? Deh ! venite in loro aiuto secondo le vostre forze. Fate ancor voi quello che sapete e potete in seno alle vostre famiglie e nei vostri paesi. Custodite primieramente e salvate voi stessi e i vostri cari ; poscia cercate giovanetti e fanciulle ; istruiteli , avviateli alla pratica della virtù e della religione. Se poi vi è dato di trovarne alcuni forniti di doni il speciali, aiutateli eziandio, se potete, ad intraprendere una carriera, nella quale possano un giorno giovare ad altri, a conforto della Chiesa e della società. In fine poi non dimenticate i vostri confratelli Salesiani e le opere loro, le quali per esser bene avviate e proseguite hanno pur bisogno delle vostre preghiere e dei vostri caritatevoli soccorsi.
Indulgenza Plenaria ogni Domenica ed ogni volta che un Cooperatore celebra la s. Messa, o si accosta alla Santa Comunione.
1. Festa d' Ognissanti.
19. Santa Elisabetta d' Ungheria.
21. Presentazione della Ss. Vergine al Tempio. 26. S. Leonardo da Porto Maurizio. 30. S. Andrea Apostolo.
Con permesso dell'Autorità Ecclesiastica. FERRARi GIUSEPPE gerente responsabile.