BS 1920s|1921|Bollettino Salesiano Agosto 1921

BOLLETTINO SALESIANO

PERIODICO MENSILE DEI COOPERATORI DI DON BOSCO

ANNO XLV - N. 8   AGOSTO 1921

SOMMARIO

lnsistiamo sui Convegni locali per l'incremento della Cooperazione Salesiana. - Un bell'esempio del Comitato d'azione di Parma.

Intime gioie di famiglia.

Conferenze di propaganda.

Posa della pietra angolare della Chiesa dell'Oratorio „Michele Rua".

Il Servo di Dio Andrea Beltrami: Discorso del Cardinale Arcivescovo di Firenze. - Ad Omegna. Dall'Argentina: Una nuova residenza e le previsioni di Don Bosco sulla Patagonia. Una grave perdita.

Culto di Maria SS. Ausiliatrice. - Per il 24 corrente

- Echi delle Feste Titolari - Grazie e graziati. Associazioni Ex-Allievi: - Associazione Nazionale Italiana, Regionale Toscana, Regionale Calabro-Sicula, Regionale Ligure, Convegni locali.

Commemorazioni dantesche: - a Torino, ecc.

Note e Corrispondenze: - La Festa del Papa -- Negli Istituti delle Figi e di M. A.: Convegno Regionale Piemontese - Novara -- Notizie varie: In Italia: Torino - Roma - Frascati - Bari - Busto Arsizio - All'Estero: Viedma - Cape-Town. Necrologio e Cooperatori defunti.

REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE - VIA COTTOLENGO, 32. TORINO

INSISTIAMO SUI CONVEGNI LOCALI per l'incremento della Cooperazione Salesiana.

Come abbiam detto lo scorso mese, si è deliberato che presso ogni Casa Salesiana - in Italia e in Europa non più tardi del prossimo novembre, e altrove prima della festa di San Francesco di Sales - si organizzi un Convegno focale dei Cooperatori, con particolare invito ai più zelanti, per mettere in pratica, a mezzo di appositi Comitati d'azione, le Norme della Cooperazione Salesiana compilate in occasione dell'VIII° Congresso della Pia Unione e inserite nella nuova edizione del Regolamento, norme che i lettori conoscono, avendole noi riportate sul Bollettino (1).

Si consiglia di prestabilire all'uopo parecchi relatori: uno per illustrare la prima parte delle Norme suddette, cioè quella intitolata « Per le Opere e Missioni Salesiane »; ed altri la seconda parte che accenna al lavoro proprio dei Cooperatori, nei quattro sotto-titoli, o temi: «Azione religioso-sociale », « Vocazioni ecclesiastiche », « Buona Stampa », « Assistenza della gioventù ».

Ciascun relatore, dopo aver lumeggiato le norme del tema, o dei temi assegnatigli, è vivamente pregato d'illustrare dettagliatamente quel punto, o quell'opera particolare, che reclama pronta attuazione.

Non si sciolga il convegno, senza aver costituito un benchè minimo Comitato d'azione, che prenda per programma una qualsiasi delle norme accennate, o altr'opera religioso-sociale, ispirata da esse, e reclamata dai bisogni locali.

Ripetiamo. L'VIII° Congresso, come ha rinnovato a tutti i Cooperatori l'invito a sostenere individualmente, con quei mezzi che può e sa suggerire la carità cristiana, le Opere e Missioni Salesiane, ha esplicitamente inculcato ai più zelanti di lavorare direttamente secondo lo spirito di don Bosco. Fin dai primi tempi della Pia Unione si videro alcuni Cooperatori, i quali, pur restando nelle proprie famiglie, ripetevano con meravigliosa carità il lavoro che fanno i Salesiani. Codesti esempi, per grazia del Signore anziche diminuire, col volgere degli anni, vennero moltiplicandosi. Ora, si vuole volgarizzarli: si vuole, cioè, scegliere in ogni centro di Cooperatori alcune persone, tre o quattro, o poco più, le quali si costituiscano in Comitato d'azione al duplice scopo:

1) Di promuovere localmente l'incremento e la conoscenza delle Opere e Missioni Salesiane;

2) Di svolgere pure localmente, con qualche opera speciale, parte del programma della Cooperazione Salesiana.

Le opere, comunemente indicate come proprie deì Cooperatori, sono moltissime. Eccone alcune.

1) Coadiuvare i RR. Parroci nell'insegnamento della Dottrina cristiana.

2) Promuovere brevi corsi di Catechismi a domicilio, specie nei grossi centri operai, che ordinariamente difettano di assistenza spirituale. Non sarà difficile a un buon cooperatore l'adunare per quindici o venti giorni tutti i ragazzi di questa o quella casa operaia, in qualche angolo della stessa, per prepararli alla cresima, alla prima comunione, ecc. ecc.

3) Vegliare amorevolmente sui piccoli derelitti, e, mediante il contributo di persone facoltose, le quali, se richieste, facilmente si prestano a codste opere di carità, ricoverarli in convenienti istituti.

4) Adunare settimanalmente, e precisamente al giovedì, i fanciulli delle scuole elementari, per dar loro comodità di accostarsi ai SS. Sacramenti e di ascoltare una parola adatta a loro, specie dove il Parroco, essendo l'unico sacerdote del luogo, non può occuparsene nei giorni festivi.

5) Promuovere una comunione mensile degli stessi alunni, ad es. il 1° giovedì, anche nelle città e nei luoghi, dove hanno comodità di frequentare l'Oratorio festivo. Si è toccato con mano, che codeste adunanze mensili, destinate agli alunni delle scuole elementari, ne raccolgono molti che non frequentavano mai la chiesa e gli Oratori.

6) Stabilire, col concorso multiplo di offerte settimanali o mensili, borse regolari di studio, per il mantenimento di uno o più giovinetti, chiamati alla carriera ecclesiastica.

Codeste opere son possibili in qualunque centro, anche piccolo. Basta volere.

Nei centri maggiori, oltre le suddette, possono tornar opportune le seguenti:

1) Fondare scuole serali maschili, per dare agli operai apprendisti quella coltura di cui oggi abbisognano.

2) Aprire scuole di buona massaia per le fanciulle. Codeste scuole sono una necessità nei centri ove le figlie del popolo vengono avviate, fin dalla prima giovinezza, alle fabbriche.

3) Iniziare scuole di propagandisti, maschili e femminili, in vista dell'influenza salutare che la franca parola d'un giovane cristiano esercita sui compagni.

4) Stabilire leghe di padri di famiglia, allo scopo e nel modo che recentemente abbiamo indicato (1).

5) Allettare la gioventù ad onesti ritrovi, con sale di lettura e conversazione, e piccole società sportive, anche là dove non è possibile fondare un Oratorio festivo.

6) Diffondere largamente la buona stampa, stabilendo un apposito centro, al quale sieno invitate le famiglie cristiane a mandare i loro giornali dopo che li hanno letti, per poterli passare gratuitamente ad altre famiglie, o a ritrovi e pubblici esercizi, che altrimenti non avrebbero mai il giornale buono.

Chi non vede il bene che si verrebbe a compiere, dovunque è un nucleo di Cooperatori Salesiani, se due o tre di loro si risolvessero ad attuare una sola delle opere accennate?

Orbene, questo è lo scopo, al quale sono diretti i nostri convegni.

Nella fiducia che anche i revv. Direttori diocesani e i Decurioni se ne facciano promotori, dove non sono Case Salesiane, diciamo a tutti:

- Dateci ragguaglio di ciò che farete: diteci qual opera avete abbracciato: pubblicheremo le vostre relazioni, e tutti ne proveranno stintolo a lavorare .

Una bella iniziativa del Comitato d'azione di Parma.

Ci scrivono da Parma:

Una splendida iniziativa dovuta al benemerito Comitato delle Patronesse degli Oratori Festivi merita di essere segnalata a quanti amano questa forala di beneficenza per la gioventù. In una delle ultime adunanze mensili solite a tenersi da questo Comitato, la nuova Presidente di esso, sig.na Eugenia Solari, figlia dell'indimenticabile colonnello Stanislao, proponeva una lotteria e fiera di beneficenza, il cui provento andasse oltreché all'attuale Oratorio Festivo S. Benedetto, alla fondazione ed impianto di un altro Oratorio nei quartieri popolari dell'Oltretorrente. La proposta, per quanto si prevedesse di andare incontro a non piccole difficoltà, fu accolta con grande slancio dalle Signore Patronesse, le quali si diedero tosto all'opera, coadiuvate dall'Unione delle Donne Cattoliche della Città e Diocesi. In breve, di fronte ad una volonterosa operosità che non conosce ostacoli se non per superarli, l'ardita proposta fu un piano solidamente organizzato.

E di questo va dato lode specialmente all'instancabile e intelligente sig.ra Maria Vecchi, presidente del Gruppo delle Donne Cattoliche.

La raccolta dei premi, dovuta oltrechè all'opera della Presidente, a quella delle esimie Patronesse, tra cui è debito di riconoscenza citare la Sig.ra Cleide Balestra, in uno spazio di tempo relativamente brevissimo, fu assai soddisfacente ed assistemmo commossi alla gara degli Istituti di Credito cittadini e delle principali Ditte commerciali nel far pervenire al Comitato i loro doni.

Ma questo lusinghiero risultato è tanto più notevole, in quanto parecchie altre lotterie si annunciavano nello stesso torno di tempo; l'opera così universalmente simpatica degli Oratori attrasse la benevolenza universale. Diedero il loro appoggio efficacissimo la signora dell'Ill.mo Prefetto della Provincia, Contessa Serra Carracciolo, le sigg. Quirici e Corbellini, Brambilla, il Comm. Mattei, la sig.na Pederzini, la sig.ra Stevani Pederzini.

La domenica 5 giugno, nei locali dell'Oratorio S. Benedetto, trasformato in un ritrovo dei più geniali, non è esagerazione dire che si riversò tutta Parma benefica e intelligente.

Le signorine addette alla vendita furono letteralmente assediate in modo che i biglietti andarono a ruba, e s'incassarono circa trentamila lire.

Il giorno prima arrivava un telegramma della Segreteria di Stato di S. S. il Sommo Pontefice, annunciante, insieme colla Benedizione Apostolica un Premio speciale.

A noi non resta che ringraziare, insieme colle gentili dame Patronesse, quanti hanno voluto concorrere allo splendido successo di questa opera veramente benefica.

Un ringraziamento speciale alle Autorità Governative e Municipali per il largo e incoraggiante contributo.

A S. Ecc. Rev.ma Mons. Arcivescovo Vescovo, che primo accolse e benedisse l'iniziativa, donando per di più un artistico quadro, l'attestazione della nostra gratitudine e la promessa di voler sempre lavorare per il bene della gioventù tanto cara al Suo cuore.

INTIME GIOIE DI FAMIGLIA

Vogliamo parlare delle cordiali onoranze tributate al nostro venerando Superiore nel suo onomastico. .

Le care dimostrazioni cominciarono la domenica 26 giugno con l'inaugurazione di una piccola Mostra di arredi sacri, destinati alle Cappelle delle Missioni Salesiane. Una ventina di semplici pianete, diligentemente tagliate e lavorate a cura dalla zelante Contessina Mazzè de La Roche, con stoffa offerta da vari oblatori, e un bel numero di purificatoi, amitti, manutergi ed altri lini d'altare, facevano bella vista in un'ampia sala; ma non erano certo sufficienti per sopperire ai più urgenti bisogni dei nostri cari Missionari. La sera del 28 giugno la piccola mostra ebbe l'onore di una visita delle Nobili Dame Patronesse Torinesi delle Opere Salesiane, da cui partì l'iniziativa della stessa Esposizione annuale, alla quale è da augurare un'affermazione sempre migliore, perche il Successore di don Bosco possa soddisfare, man mano, almeno alle più urgenti domande dei numerosi centri delle Missioni Salesiane già esistenti, e provvedere convenientemente, di lini e arredi sacri, i centri nuovi.

La sera del 28 giugno.

La stessa sera del 28 giugno ebbe luogo, come già ad onore di don Bosco e di don Rua, un trattenimento musico-letterario per l'onomastico del sig. don Albera.

Il veneratissimo Padre, quantunque sofferente per lieve indisposizione, volle scendere in mezzo ai suoi figli, adunati nel teatro, per non privarli del godimento di stringersi attorno a lui. Quando la sua candida figura, tra la trepida attesa di tutti, apparve sulla soglia, fu un alto scroscio di applausi e un protendersi desioso di animi, che ad uno ad uno avrebbero voluto comunicargli in quegli istanti lo slancio e i palpiti del proprio cuore.

Sul palco, attorno il festeggiato, insieme con tutti i Membri del Consiglio Superiore della Pia Società e gli Ispettori Salesiani del Piemonte, della Lombardia e del Veneto, della Liguria e della Toscana, della Spagna, della Polonia e degli Stati Uniti, erano numerose personalità del Clero e del Laicato, come il venerando Arcidiacono della Metropolitana Can. Michele Sorasio, Mons. Domenico Muriana, il teol. avv. Milano, il rev.mo P. Cavriani, Rettore dell'Istituto Sociale; e gli Assessori Comunali, Comm. Grassi e Cav. Zanzi; i Consiglieri Comunali Marchese Corsi e comm. Barberis; e i Presidenti delle Associazioni Regionali degli Ex-Allievi del Piemonte, della Lombardia, del Veneto, della Toscana, e dell'Emilia.

Accanto al sig. don Albera sedeva S. E. Rev. Mons. Teutonio Vieira Ribeiro de Castro, Vescovo di S. Tommaso di Meliapor, venuto a supplicare il Successore di don Bosco a mandar nuovi Missionari Salesiani nella sua immensa diocesi. Abbiamo avuto, il piacere di conferire col mite e zelante Prelato, che rende assai le sembianze di S. Francesco di Sales, e siamo rimasti vivamente impressionati dell'ampio campo affidato ai Salesiani nell'India, come diremo in altro numero.

La serata fu aperta dal ven.do D. Francesia, il quale, seguendo un'antica tradizione, lesse una poesia di circostanza, che, vestita di note facili e popolari dal M° Cav. Dogliani, venne cantata da un forte coro di alunni.

Don Trione presentò gli auguri da parte dei Salesiani, delle Figlie di Maria Ausiliatrice, dei Cooperatori e delle Cooperatrici, e sopratutto di molti collegi del Piemonte, che avevano inviato i propri rappresentanti, nella fiducia che fosse loro concesso di prender la parola. Ebbe pure un particolare elogio per le Figlie di Maria Ausiliatrice, presenti in bel numero con la rev.ma Superiora Generale, le quali donarono alcuni finissimi camici.

In seguito, gli alunni interni, studenti ed artigiani, recitarono un affettuosissimo omaggio, e gli orfani di guerra di Monte Oliveto di Pinerolo, fra la commossa attenzione di tutti, dissero quali sentimenti di riconoscenza e di amore essi nutrano per chi è loro secondo padre.

Il trattenimento, che lasciava un indelebile ricordo, venne chiuso dal rev.mo D. Filippo Rinaldi, Prefetto Generale, il quale, a nome del sig. Don Albera, ringraziò degli auguri e invitò a intensificare le preghiere perchè l'amato Superiore sia conservato all'ardente affetto dei figli in multos annosi

Il 29 giugno.

Il 29, celebrandosi in tutta la diocesi la Festa del Papa, pontificò all'altare di Maria Ausiliatrice Mons. Vescovo di Meliapor, con la pompa dei rito romano.

E la sera si rinnovò la scena affettuosa del giorno innanzi, in un inno di riconoscenza a don Bosco, a don Rua, e don Albera.

Parlò per il primo il Cav. Prof. Alessandro Fabre, condiscepolo del venerando Superiore nell'Oratorio, e ricordò i giorni della comune fanciullezza attorno a D. Bosco, e i Superiori e compagni di quel tempo, in parte oggi scomparsi, in parte saliti ad alte cariche. Davanti alla nostra immaginazione passarono così le figure più salienti dei tempi eroici dell'Oratorio, rievocate con accento affettuoso, e colla mente, tutti, anche i più giovani, contemplarono quel piccolo mondo, suscitato da Don Bosco in Valdocco che in sè già racchiudeva i germi d'una opera grande. Fu un quarto d'ora, pieno di i icordi e di soavi godimenti, di cui si vedeva la soddisfazione sul volto di tutti.

Il Cav. Prof. Piero Gribaudi, Presidente della Federazione Internazionale degli Ex-Allievi, offerse quindi al sig. Don Albera le insegne dell'alta onorificenza di Gran Croce dell'Ordine Mauriziano, della quale venne insignito lo scorso anno da Sua Maestà il Re, e ne illustrava l'ampiezza del significato.

L'Avv. Perlo, nell'offrir l'obolo dei giovani allievi dell'Oratorio, presenti e passati, lumeggiò l'azione di richiamo a una vita seriamente cristiana, che l'Associazione ex-allievi deve produrre verso quelli che avessero deviato dal retto sentiero.

L'Avv. Masera - eletto il giorno stesso Presidente dell'Associazione Nazionale Italiana - tratteggiò con vibrati accenti il compito degli ex-allievi: svolgere e sviluppare i buoni ammaestramenti ricevuti, diffondere lo spirito di don Bosco, ed essere sempre dei propri educatori gaudium et corona. « La Pia Società del Venerabile don Bosco - egli disse - è albero rigoglioso, sempre in fiore... e gli ex-allievi non sono stati, non vogliono, non devono essere le foglie secche che cadono ai primi freddi, volan via ai primi venti... vogliono e devono essere foglie sempre verdi, che continuamente e intensamente assorbendo l'eterna linfa vivificatrice dello spirito di Don Bosco, intendono come le foglie ossigenare l'ambiente nel quale stormiscono e vivono; vogliono, come le foglie, generare d'intorno salubrità, dolce conforto, salubrità di vita morale e cristiana. Non foglie secche, amici, ma segni, ma energie di pulsante e febbrile attività salesiana, ma elementi vitali siano ovunque, oggi, e sempre gli ex-allievi ».

Don Trìone lesse le numerose adesioni alla festa più cara dell'Oratorio, inviate da eminenti personaggi, da insigni benefattori, e da numerose Case Salesiane d'Italia e dell'Estero. Acclamatissimi il telegramma del Card. Cagliero, e il prezioso autografo del Card. Richelmy, col quale l'E.mo Arcivescovo di Torino rinnovava al sig. don Albera gli auguri d'ogni prosperità e gli pregava dal cielo le più elette benedizioni.

Per ultimo prese la parola il sig. don Rinaldi, come la sera innanzi, per dire di quanto amore don Bosco prediligesse l'attuale nostro Superiore Generale, rievocando, tra la più viva attenzione dell'assemblea, un colloquio da lui udito nel 1877, nel quale don Bosco, fin d'allora, aveva accennato che don Albera sarebbe stato il suo secondo ... successore!

Voglia il buon Dio conservarci ancor a lungo, e in buona salute, l'amatissimo Padre, perchè l'Opera Salesiana, così sapientemente e sicuramente diretta da chi fu interamente formato alla scuola del Ven. Don Bosco, possa attingerne forte aiuto a conservare integro e puro il proprio spirito, nel quale anche i più lontani avranno da ricercare il segreto per mantenerla in fiore e così cooperare efficacemente all'espansione del Regno di Dio sulla terra!

Conferenze di propaganda.

Nel mese di giugno il nostro confratello Don Fasulo tenne varie conferenze di propaganda, con proiezioni luminose, nel Bresciano; e precisamente a Edolo nel Cinema Verdi, a Breno nel teatro Manzoni, a Darlo nel salone della casa del popolo, a Corno nel convitto Turati, ad Adro nel teatro dell'Oratorio, ad Iseo, all'aperto, nel cortile dell'Oratorio Salesiano, a Sarnico nel teatro del « Circolo Giovanile », a Palazzolo sull'Oglio nel nuovo Teatro Varietà, a Pisogne e a Lovere nei rispettivi teatri delle associazioni cattoliche.

Il conferenziere, che si era proposto di organizzare i Cooperatori Salesiani e di reclutare altri amici all'Opera di Don Bosco, ebbe una piena rispondenza, così che in tutti i luoghi dove è passato, è riuscito a nominare i dirigenti del movimento salesiano e a costituire comitati di azione. Così hanno accettato l'ufficio di Decurioni Salesiani: ad Edolo l'arciprete D. Antonio Zambonardi - a Breno l'arciprete D. Stefano Regazzoli - ad Argone Erbanno il Rev. D. Carmelo Lanfranco - a Darfo l'arciprete D. Celestino Testini - a Montecchio il parroco D. Giovanni Maria Ceseretti - a Corna di Darfo il parroco D. Cirillo Invernizzi - a Pian di Borno l'arciprete D. Tommaso Scalvinelli - ad Adro l'arciprete D. Giulio Berardi - ad Iseo l'arciprete D. Raffaele Schivalocchi - a Sarnico il prevosto D. Pietro Romani - a Palazzolo sull'Oglio l'arciprete D. Bartolomeo Bozza - a Pisogne l'arciprete D. Giuseppe Schinetti - a Lovere l'arciprete D. Giovanni Martidazzoli.

« Noi - scrive il Cittadino di Brescia - facciamo plauso di tutto cuore a questo simpatico movimento che non mancherà di portare nel nome e con lo spirito del grande educatore e santo moderno un prezioso contributo di bene religioso e sociale nel nostro popolo ed esprimiamo l'augurio che possa estendersi a tutto la regione ».

Posa della pietra angolare della Chiesa dell'Oratorio "Michele Rua ".

Il nome caro di DoN RUA cominciò a risuonar benedetto, la domenica 19 giugno, in un popoloso quartiere operaio di Torino. Verso la barriera di Milano, in regione Monte Rosa, crescono circa 7 mila fanciulli e giovinetti, bisognosi di un'opera intensa e permanente di assistenza morale. A questo compito provvide in parte, durante la guerra, la generosa carità del comm. Luigi Grassi in un locale di sua proprietà, chiamandovi i Salesiani. Ma il numero sempre crescente di fanciulli bisognosi di asstenza spinse un nucleo di zelanti Cooperatori e Cooperatrici a costituirsi in Comitato per dare all'Oratorio, o ricreatorio educativo, « Michele Rua » una sede più ampia e stabile costituzione.

Infatti la generosa benefattrice, la marchesa Thaon di Revel di Sant'Andrea-Riccardi di Lantosca, cedeva un vasto terreno di sua proprietà, permettendo così al Comitato, in meno di un anno, di costruirvi attorno un recinto ed elevare dalle fondamenta un primo inizio di edificio annesso alla chiesa ora costruenda, che permetterà di allogare tra pochi mesi, nel nuovo Oratorio, tutte le opere che più direttamente concorrono al maggior bene della gioventù, come circoli, dopo scuola, dopo officina, conferenze, biblioteca, giuochi popolari e una succursale del segretariato del popolo.

Come già pubblicammo, anche il Santo Padre, a mezzo dell'Eminentissimo Cardinale Segrecario di Stato, elargiva per la santa opera una cospicua somma, imitato, nella provvida generosità, da altri oblatori.

Così fu possibile guardare animosamente all'inizio e al proseguimento dell'impresa. Fin dalla scorsa primavera si ripresero alacremente i lavori, ed essendo questi a buon punto, si stabilì al 19 giugno la cerimonia della benedizione della pietra angolare del tempio.

Compì il sacro rito l'Eminentissimo Card. Arcivescovo Agostino Richelmy, che fu accolto al suono festoso della banda dell'Oratorio salesiano, diretta dal maestro cav. Dogliani, fra i più calorosi applausi di un numerosissimo pubblico e centinaia di ragazzi della borgata. Sua Eminenza, vestiti gli abiti pontificali, procedette alla cerimonia, assistito dal rev.mo Mons. Mossotto, Curato della Pace, e dal rev.mo don Roberto Riccardi, Curato di Maria Ausiliatrice, circondato dal sig. don Albera e dagli altri membri del Consiglio Superiore della Pia Società.

Prima di murare la pietra benedetta, venne data lettura del Verbale della cerimonia.

In Nomine Domini Amen. - L'Anno del Signore MCMXXI - VII del Sommo Pontificato di Papa Benedetto XV - XXI del Regno di S. M. Vittorio Emanuele III - essendo Arcivescovo di Torino l' Eminentissimo Sig. Cardinale Agostino Richelmy, del titolo di S. Maria in Via - alla presenza delle Autorità cittadine - del Reverendissimo Don Paolo Albera, II° Successore di Don Bosco, del Consiglio Superiore della Pia Società Salesiana, del nobile Comitato Promotore, e di gran popolo - la domenica 19 Giugno, alle ore 15,30, il sullodato Eminentissimo Cardinale Arcivescovo pose solennemente la pietra angolare di questo Tempio in stile romanico, largo metri XI, lungo XL, intitolato alla Madonna del Rosario, in memoria della divozione promossa sotto lo stesso titolo dal Venerabile Don Bosco nella borgata ov'ebbe i natali - essendo padrino della cerimonia il Comm. Luigi Grassi, Assessore municipale, madrina la Signorina Anita, sua figliuola.

L'amabilissimo Salvatore Gesù, a intercessione della sua Santissima Madre, faccia sì che questo Tempio, destinato agli alunni dell'Oratorio « Michele Rua » I° Venerato Successore di Don Bosco. ed alle famiglie della popolosa zona circostante, venga presto condotto a compimento e sia faro perpetuo di Fede e Civiltà, inspirando a tutti un amoroso trasporto per la recita quotidiana del Santo Rosario, che fu e sarà sempre la più santa, la più bella, la più cara preghiera delle famiglie cristiane.

L'atto, firmato dall'E,mo Card. Celebrante, dal sig. don Albera, e dalle principali notabilità presenti, collocato entro un tubo di vetro contenente parecchie medaglie commemorative, venne murato nella pietra.

Terminata la funzione religiosa, il marchese Amedeo di Rovasenda, presidente del Comitato promotore, con elevate e nobili parole, rivolse un omaggio al Card. Arcivescovo; ricordò l'elargizione del Sommo Pontefice, le benemerenze della marchesa Thaon di Revel, l'atto munifico del comm. Grassi; e rivolse l'omaggio della riconoscenza al sig. D. Albera ed ai Salesiani.

Pronunziò quindi un nobile discorso il comm, Carlo Barberis, rievocando la meravigliosa manifestazione di fede data la domenica precedente dai diecimila giovani sfilanti per le vie di Torino, che inneggiarono ai piedi del monumento di Don Bosco, l'apostolo della gioventù, traendone i migliori auspici per l'avvenire dell'opera.

Un alunno dell'Oratorio, con molta grazia, lesse un omaggio di devozione e di ringraziamento al Cardinale, a don Albera, e a tutti i benefattori, finchè, essendo sopravvenuto un furioso acquazzone, le notabilità si ritirarono i n una ancor rustica sala del nuovo edificio.

L'Eminentissimo, sempre tra lo scrosciare della pioggia e le note della banda salesiana, lasciò il Ricreatorío e le mura del nuovo tempio, acclamato e benedetto dalla popolazione.

Presero parte alla cerimonia, intieme coi membri del Comitato Promotore, molti egregi Benefattori e Cooperatori. Ricordiamo gli assessori Grassi, Zanzi e Casassa, il comm. Colonnetti sostituto procuratore generale, l'avv. Gabetti rappresentante il prefetto, il prof. Melzi A. ispettore per il R. Provveditore agli studi, l'economo generale comm. E. Ballerini, il generale Vialardi di Sandigliano, il cons. com. Longhi, il marchese Ottavio Thaon di Revel, l'architetto comm. C. Caselli, il cons. prov. prof. Ricaldone, i conti Carlo e Alberto Della Chiesa, l'avv. Prospero Battù, il P. Cavriani rettore dell'Istituto Sociale, il conte Emanuele di Rovasenda, il cav. Enrico Balbo, il cav. Pisani, il cav. Pavia, il cav. Nicola, il conte Olivieri, la contessa Belli di Carpenea, la sig.a Rosina Assauto, presidente on. del Comitato locale, la signora Marini-Murialdo, la signora Porazzi Bosio, la contessa Camerana, la contessa Balbo Donato, ecc. ecc.

Registriamo, a titolo di riconoscenza, i nomi dei componenti il Comitato promotore:

Di Rovasenda March. Amedeo, Presidente - Barberis Comm. Avv. Carlo, V. Presidente - Daneo Avv. Vittorio, V. Presidente - Conzani di Revignano Cont.na Paola, Segretaria - Martino Serafino, Tesoriere - Carpano-Govone Sig.a Matilde - Daneo-Daneo Sig.a Palmina - Galleani D'Agliano-Di Meana Cont.a Elena- GolzioTesta Sig.ra Camilla - Camerana Cont.na Maria - Cottino Sig.na Maria - Demorra Sig.na Isidora - Ferrero Sig.na Anna - Scapinardi Sig.a Lucia-Boccardo Canonico Prof. Luigi- Buridan Ing. Giovanni -- Di Collobiano e Della Motta Conte E. - Di Gropello Conte Ottone -Marenco Mons. Bernardo - Pivano Pietro. Consiglieri.

Il Servo di Dio Andrea Beltrami

Discorso dell'E.mo Card. Arcivescovo di Firenze

(Continuazione e fine).

Voi sapete con quanta impazienza i convittori attendono le vacanze autunnali. E Andrea le attende, e si strugge di riabbracciare i suoi cari. Ma, vi sono gli Esercizi spirituali, presieduti dal Ven. Don Bosco. Tra il pensiero di Dio e la gioia delle vacanze, non esita il nostro, e chiede in grazia ai genitori la permissione di poter fare gli Esercizi e ascoltare il Signore. E il Signore parla a quell'anima, a quel cuore di angelo. Quale cumulo di grazie scendono dal cielo in quei giorni sul giovine avventurato! figli ne esce col proposito fermo « di farsi santo, presto santo, gran santo! ». È, Signori, la grazia che lo spinge; l'Angelo apre ora l'ali, lasciamolo volare e seguiamolo nelle azzurre e mirabili ascensioni verso la perfezione e il cielo.

Al Paradiso.

Incantato delle bellezze della natura, profuse sui colli e sulle rive suggestive del suo lucido lago Cusio, coll'anima piena di poesia, la mente di ingegno, il cuore di sentimento, eccolo, o in gondola solcare il lago, o sulle vette della valle Strona abbandonarsi agli entusiasmi verginali, come il serafico Cantore di Frate Sole, davanti alle bellezze di quel lembo di paradiso, e, dagli splendori della terra prendere lena per librarsi al cielo. Vedetelo infatti nella cappelletta del monte, sacra al poverello di Assisi: mentre i suoi fratelli giuocavano allegramente, egli, genuflesso dinanzi all'altare, prega, prega, fissi gli occhi nel santo; è immobile, estatico, così che i fratelli durano fatica a muoverlo, a richiamarlo dall'estasi paradisiaca che lo trasporta. E al paradiso, infatti, egli pensa e, in quelle vacanze, dopo quegli Esercizi, fra le gioie della famiglia, egli, al lume di Dio, ha scorto del paradiso la via, breve, sicura. Ha deciso del suo avvenire, della sua vocazione. Ha pregato, ha domandato consiglio, ha chiesto preghiere: egli sarà figlio del grande Don Bosco. Così ne scrive al suo Direttore: « La grazia della vocazione fu per me una grazia affatto singolare, invincibile, irresistibile, efficace. Il Signore mi aveva messo in cuore una ferma persuasione, un intimo convincimento che la sola via a me conveniente era il farmi Salesiano; era una voce di comando, che non ammetteva replica, che toglieva ogni ostacolo, a cui non avrei potuto resistere, anche se avessi voluto... ». Ed egli, ch'era in tutto e sempre ubbidientissimo al cenno dei Superiori, ubbidisce ilare, volenteroso, e pieno di slancio alla voce di Dio.

Signori, è un magnanimo, un grande: rendiamogli omaggio!

Sulle orme di Don Bosco.

Pieno di ingegno, di agiata e cospicua famiglia primogenito, adorato dai genitori, egli ha dinanzi un avvenire florido, nulla gli manca per giungere ad una posizione invidiabile: glielo promettono i Professori, Sacerdoti autorevoli, parenti ed amici ; lo dissuadano dal suo proposito pessimi consiglieri: egli sta saldo: « Sequere Deum » e nulla lo smuove. - Quando chiede il consenso alla madre, ella scoppia in un pianto, ma è una madre santa; comprende la gravità del delitto di chi contrasta irragionevolmente la vocazione de' figli. E, vinte le resistenze paterne, egli lascia la terra per il cielo, rinuncia ad una piccola famiglia, per averne una immensa; rinunzia alla paternità per farsi padre dei poveri, degli infelici, dei fanciulli abbandonati, degli orfani; rinuncia a se stesso, alla sua volontà per far quella di Dio; posterga le ricchezze, gli agi, gli onori, per vivere nell'oscurità, nella povertà, e forse nella miseria di una missione fra i selvaggi, fra i Pampas, e, ripetendo col suo futuro Padre Don Bosco « Da mihi animas, caetera tolle », abbraccia i genitori, i fratelli, i parenti, ed eccolo, raggiante di contentezza, il 26 ottobre 1886, in noviziato, a Foglizzo, ove la madre, consegnandolo al Direttore, con lacrime di cristiana rassegnazione, esclama: « Orinai esso non è più mio: io lo consegno nelle sue piani; ella ne faccia un santo! ».

Signori, se questo non è eroismo, l'eroismo non esiste ed è un nome vano quaggiù. Il nostro giovine santo, tra i suoi pregevolissimi ed eleganti lavori, scrisse anche la « Storia di Napoleone » di cui in quest'anno si ricordò il primo centenario dalla sua scomparsa dalla scena del mondo. Innamorato del genio, ovunque ne vedesse il raggio divino, coll'immortale Manzoni esaltò l'eroe davanti a cui due secoli L'un contro l'altro armato, Sommessi a lui si volsero Come aspettando il fato.

Ebbene, Signori, al terribile fulmine di guerra che, violento e superbo, abbatte scettri e corone, e le ammonta per salire in alto e farsene un trono; che da quel trono insulta, empio, al Pontefice e fa vedere al mondo un'altra volta

... nel Vicario suo Cristo esser catto;

che fa scorrere fiumi di sangue, miete milioni di giovani vite, strazia le viscere di tante madri, ponete di fronte il venerabile Don Bosco, che illumina la terra, come un'iride di pace, e sparge per tutto tesori di beneficenza e d'amore; e poi giudicate chi dei due geni meglio ha meritato e merita dell'umanità; chi dei due, senza attendere l'ardua sentenza dei posteri, fu vero grande e degno d'una corona e d'una palma immortale.

Or bene, alla corona e alla palma immortale si avanza, sui vestigi del suo gran Padre, il nostro Beltrami.

Ardore di perfezione.

Lo avete visto Angelo in collegio; vedetelo ora Angelo, Serafino nel noviziato.

Andrea cresce sotto l'occhio di Dio, giglio irrorato dalle rugiade celesti, sorriso della Vergine Ausiliatrice, ch'egli ama con tenerezza filiale. Il pensiero di Dio lo segue ogni ora, ogni istante il dì e la notte; il dì e la notte lo domina il pensiero di farsi santo e presto santo, perchè va ripetendo sovente «il tempo non è in nostra mano », e l'anima gli dice che molto vicino può essere il suo tramonto. Per questo, secondo il suo costume, fa generosi propositi, e li mantiene: « Aprire sempre la sua coscienza al suo Direttore e Maestro; non lasciar cadere mai invano nessuna esortazione ed avviso, voce di Dio; osservanza esatta. di tutte le regole; compiere, colla maggior perfezione gli esercizi di pietà: offrire a Dio tutte le sue azioni e a sua gloria: dar sempre buon esempio ai compagni». Con tale programma, non domandate, o Signori, se il nostro Angelo vola di stella in stella nella perfezione religiosa; egli è il modello dei novizi che lo ammirano, l'amano, lo venerano come un santo. Il 4 novembre 1886, riceve dalle mani stesse del suo Venerabile Padre l'abito salesiano e rinnova in quel giorno più salde le promesse ed i voti e scrive: « Se non mi faccio santo, non posso essere degno figlio di Don Bosco; dunque, sì, sarò degno figlio di Don Bosco e mi farò santo. Bisognerà farsi violenza? E mi farò qualunque violenza. Bisognerà agonizare pro anima tua? Ebbene, agonizzerò. Dovrò, come Paolo, castigare il mio corpo? Lo castigherò. Occorrerà combattere? Combatterò; porterò nelle membra le stimmate di Gesù Cristo, a tutto risoluto, perchè lo spirito trionfi e il corpo lo serva ». Che sapienza, che fortezza, che eroismo, o signori! Alessandro Macedone riputava la più grande delle sue vittorie quando riusciva a vincere se stesso.

Con queste risoluzioni, che con energia e costanza pratica mirabilmente, non è a stupire se Iddio circonda il novizio di un'atmosfera celeste, se lo inonda di grazie speciali, efficaci, che trasportano quell'anima e la fanno progredire a passi di gigante sulla via della santità:: e, mentre i Superiori lo costituiscono assistente dei novizi, tra cui è un vero apostolo, egli è il più umile, il più dolce, il più mansueto di tutti-. ilare e volenteroso compie qualunque servizio nella Comunità, felice di poter aiutare, compiacere i fratelli che non cessano di ammirarlo commossi, quando prega come pregano gli angeli, quando, accostandosi alla Santa Comunione, il suo pallido volto si accende come quello d'un Serafino e lacrime furtive di tenerezza e di ancore gli sgorgano cocenti dal ciglio.

Con pari ardore che nella perfezione religiosa corre il nostro giovine atleta nell'arringo nobile degli studi. L'elevatezza della sua mente, accoppiata alla costante applicazione, non potevano che rendere frutti splendidi ed ubertosi; tanto che, ancora studente, i Superiori lo reputavano degno d'insegnare la filosofia, e più tardi, letteratura latina e italiana, fra il plauso dei suoi condiscepoli, che vedono in lui un esemplare insieme di scolaro e di maestro, d'umiltà e di sapere, di superiore e di suddito.

E qual gioia, o Signori, qual gioia per lui, quando, il 2 ottobre 1887, in Valsalice, in mano del venerando Don Bosco, egli fa la sua Professione religiosa! I suoi voti erano compiti. « Oli, Signore, esclama, qual grazia! Colla professione io acquisto l'innocenza battesimale. Oh consolazione! Oh, mio Dio, se dopo tanto dono io avessi ancora da offendervi! Oh, sì, io l'acquisterò questa cara innocenza, tanto più cara per me, che tanto vi offesi! »

E timoroso di perderla, supplica la mamma a pregare, a far pregare; a fare larghe elemosine ai poveri, delle visite al Santo Sacramento, per il suo figlio, perchè egli possa sempre più amare il Signore e corrispondere alle sue grazie. E altrettanto fa assiduamente coi Superiori, e co' suoi compagni. Caro Angelo! Spirito eletto e sapiente!

Poichè, o Signori, quantunque le passioni fossero dal nostro Andrea sempre ed energicamente represse, non mancavano di procurargli gravi cimenti; le sue inclinazioni non ristavano dal fargli guerra; la natura reclamava la parte sua e, sebbene tutto e costantemente in Dio, egli sentiva, come l'Apostolo, la lotta tra lo spirito e le membra, lotta assidua, vivissima, nella quale vincendo, nel nome e nella virtù di Dio, consiste appunto la grandezza e la gloria dei santi. Poichè i santi non nascono santi : si fanno: la santità è frutto di lavoro e di sacrificio, di virtù e d'eroismo: Regnum caelorum vim patitur, et violenti rapiuni illud.

In mezzo al lavoro.

Uscito l'angelo nostro dal noviziato, tutto fiamme d'amore per Gesù, tutto foco di zelo per fare il bene, si getta, con islancio, in mezzo al lavoro; compie i suoi studi letterari con uno splendido esame liceale; si inscrive e frequenta l'Università e all'Università caldeggia. e promuove la fondazione del Circolo Cattolico « Cesare Balbo »; attende alle discipline Teologiche; non si dà tregua e riposo e va ripetendo: « Sano, o malato, conviene che io lavori più che posso ora, perchè, chissà mai? Chi ha tempo non aspetti tempo! » E lavora, con pari ardore, nel campo della carità; carità che tocca l'eroismo, allorchè, affidato alle sue cure un confratello malato di petto, il principe Czartoryski, piissimo giovane, incurante di sè, sollecito soltanto di lui, non lo abbandona nè dì, nè notte; lo accompagna, in traccia della salute, ad Aix-les-Bains, ad Alassio, a San Remo, a Nizza, indivisibile Angelo consolatore, sempre, con nostalgica brama, guardando al cielo, sospiro ardente delle due anime sante.

Con tanta luce di fede, con tanto incendio di carità nel petto, nel fiore della vita e della speranza, quali corone e quali palme mieterà nel campo di Dio questo spirito privilegiato, questo giovine eroico? - Incomprensibili sono, o Signori, i divini giudizi, e investigabili le vie dell'eterna Sapienza, nel guidare le sue creature al raggiungimento de' loro alti destini. Andrea mieterà la palma del martire; troverà preparata una corona di spine; saluterà con entusiasmo, sul suo cammino, la Croce: Salve, o bona Crux, avverando così del suo nome battesimale l'arcano presagio.

Angelo del dolore.

Quindi, dopo aver contemplato l'Angelo dell'amore, contempliamo un istante l'Angelo del dolore che sale, sale, volando, verso gli altissimi cieli: esso è vie più splendido, è più meravigliosamente bello, man mano che si eleva, e si fa più conforme all'immagine del Figlio di Dio, martire di dolore e di amore.

L'arder di quell'anima consumava la fragile cera del corpo, fiammeggiando di luce sempre crescente. Al vivacissimo ingegno, al sentimento profondo, al carattere costantemente operoso, non rispondevano le forze della natura fragile, delicata. Voleva Iddio che come il giardino del meraviglioso Loiola si abbella di Luigi Gonzaga, di Stanislao Kostka, di Giovanni Berckmans, come Giuseppe Calasanzio avea il suo angelico Glicerio Landriani, e preparava a Paolo della Croce il giglio di Gabriele dell'Addolorata, il sodalizio del Ven. Don Bosco avesse, in Andrea, il suo Luigi, il suo Landriani, il suo Gabriele, e avesse insieme il mondo cristiano, nell'ora dell'egoismo, nella febbre frenetica del piacere e del godimento, nel generale abborrimento al soffrire, un esemplare insigne di carità, di penitenza, di pazienza sublime, quale forse l'agiografia cristiana non segnò mai.

Schivo sempre il nostro Angelo d'ogni cura, quando non la credeva necessaria, o imposta, dall'ubbidienza; avido di lavorare, di lavorare sempre a gloria di Dio e a vantaggio dell'Istituto che amava con ardente passione, timoroso ognora di non aver tempo a farsi un patrimonio di opere buone per il cielo, arcanamente conscio di non dover passare a lungo sopra la terra; incurante ed ignaro d'ogni pericolo, tornando, un giorno freddissimo, dall'Università, è colto dal malore donde non dovea guarire che in cielo; poichè dal cielo, più che dalla natura, traeva le sue origini. Così è, o Signori; lo confessa egli stesso al suo Direttore: sentite. « I mesi che precedettero la mia malattia, furono mesi di straordinario fervore, di generosi propositi, di un'unione continua con Dio che non era interrotta che dal sonno; di una nausea, di un distacco da tutte le cose della terra e sopratutto dalla scienza che era stata la mia passione ». - E della malattia è riconoscente e lieto. « Non si affligga, aggiunge, Padre dolcissimo, della mia malattia; anzi ne gioisca nel Signore. L'ho chiesta io stesso al buon Dio, per avere occasióne di espiare i miei peccati in questo mondo, dove il purgatorio si fa con merito... Sia dunque benedetto in eterno e Lei mi aiuti a portare la croce con gioia. Creda che, in mezzo ai miei dolori, io sono felice di una felicità piena e completa; di modo che mi viene da ridere quando mi si fanno condoglianze ed auguri di guarigione ». Eroico spirito, o Signori! - E questa tranquillità, questa felicità, questa gioia nel dolore egli conserva inalterata per sette anni; ogni anno festeggia con speciali divozioni e preghiere il giorno in cui il Signore gliela mandava e invita i Superiori, la famiglia, i fratelli a festeggiarlo con lui, e va ripetendo e scrivendo: « Il Signore disponga di me o per la vita, o per la morte; sento manifesta la grazia di Dio, perchè sono sempre tranquillo ed allegro ».

Cosi San Paolo sovrabbondava di gaudio immerso in ogni tribolazione, così sorrideva Lorenzo sulla crate infocata, perchè le fiamme dell'amor divino che entro li ardeva li rendeva tetragoni ed insensibili ad ogni maggiore tormento.

"Vivere per patire,,.

E nel dolore ardeva veramente il nostro Angelo di carità verso il Cuore di Gesù, verso la Vergine Addolorata: dalla sua cameretta che per un coretto risponde in chiesa, ore ed ore prega estatico davanti al Sacramento... tosse e tosse... e ad ogni colpo di quel tamburo della morte, ilare della ilarità dei santi, «Deo gratias » esclama, e ringrazia il Signore, e offre se stesso vittima a Dio, in unione del Sangue di Gesù Cristo, per i peccatori, per gli agonizzanti, per le anime del Purgatorio; e raccoglie tutto il mondo nel Cuore di Gesù, perchè tutti da quel cuore trovino misericordia e salute. E, scritto col sangue, porta sul petto l'eroismo della sua immolazione.

Sentite, e ammirate, o Signori. « Io mi offro vittima per il Papa, pei Cardinali, pei Vescovi, pei capi di Ordini religiosi; vittima per tutti gli uomini del mondo e per ciascuno in particolare, ed anche vittima per tutti gli abitatori delle stelle e dei pianeti del firmamento, qualora fossero abitati da esseri intelligenti e abbisognassero di soccorso ». Confessatelo meco, o Signori, questo è toccare l'apogeo della carità. Ma, sopratutto, la vittima dovea sacrificarsi per sua madre, la Pia Società Salesiana; e, qui, bisogna piangere al sentire con quale tenerezza e fervore egli si dichiara pronto a soffrire tutte le agonie e i dolori di Gesù Cristo e dei Santi dell'Antico e Nuovo Testamento, pei suoi Superiori, pei fratelli, pei Cooperatori, per le Cooperatrici, pei giovinetti e le giovinette educate dalle Figlie del Ven. Padre suo: « Signore, esclama, salvate, perdonate a tutto il mondo, colpite solamente me, che sono il più grande peccatore; a me, Signore, le maledizioni, eccetto il peccato, pronunziate da Giosuè e dai Leviti sul monte Hebal; ed ai miei fratelli le benedizioni pronunziate sul Garisin. Cuore dolcissimo di Gesù, l'amore che voi mi deste per le anime, è più forte della morte e dell'inferno! »

E il profumo della vittima saliva al cielo, o Signori, in odore di soavità, e una pioggia di grazie scendeva del pari sull'altare e sulla vittima che il foco dell'amor di Dio consumava lentamente, ma non mai stanca di amare e di soffrire. « Sarebbe per me grande misericordia, scriveva, se il Signore mi facesse campare cento anni in questo stato di sofferenza... L'unico male che esiste e il peccato. Le malattie, i patimenti non sono disgrazie, ma doni preziosi e gioie di paradiso ». E cosi era veramente per il nostro Angelo, sempre, nei maggiori dolori, tranquillo, ilare, sereno, gentile, premuroso per tutti quelli che lo avvicinavano e n'erano incantati e si staccavano da lui esclamando commossi e spesso piangendo: » Egli è un santo! ».

Sono questi i miracoli della virtù e della grazia, che l'umana sapienza, che il mondo non comprende e non può comprendere: sono i fiori che la mano di Gesù seminò tra le spine e coglie soltanto la fede; la fede che fa esclamare a Teresa: « O patire, o morire! » a Maddalena de' Pazzi: « Patire e non morire! », al nostro Angelo, che entrambe le supera e vince: «Vivere per patire ! » Oh, Signori, se un altro giovine, un genio sovrano, splendido, avesse avuto nel dolore l'anima rischiarata da questa fede, anzichè l'inno triste, sconfortante della disperazione, Giacomo Leopardi, ci avrebbe imparadisato col carme trionfale della cristiana speranza!

Consolazioni celesti.

Ma, ne' suoi patimenti, che spesso lo avvicinavano alla morte, non erano mancate al Nostro le consolazioni celesti. Il giorno 8 gennaio 1893 egli toccava l'apice della felicità. Mons. Cagliero, Vicario Apostolico della Patagonia, aveva la ventura di far salire all'altare il nostro Angelo e, nella cappella di Don Bosco, l'ordinava sacerdote di Dio altissimo. Egli s'era preparato da anni all'alto sublime, e la sua consolazione fu al colmo, conce toccava il colmo la perfezione della sua virtù. La sua fede ardente, il suo amore per Gesù Cristo, la tenerezza che, fin dai vergini anni, sentiva pel Sacramento, la sua umiltà profonda davanti alla dignità altissima, gli raggiavano nel viso pallido ogni giorno che, dopo lunga e fervorosa preparazione, offriva l'Ostia santa all'altare. Fin che le forze gli ressero, scendeva a celebrare sulla tomba del suo venerabile Padre; più non potendo scendere, fin che visse, nella cappellina presso la cella. Quanti lo vedevano estatico, trasumanato compiere il sublime mistero, non ristavano dall'esclamare: «Egli è un serafino: solo un serafino può celebrare così santamente ».

E i serafini lo guardavano invisibili e commossi quando egli, durante le notti, appoggiata la testa alla mensa dell'altare, alla languida luce della sacra lampada, guardava amoroso Gesù nel santo tabernacolo, pregando in rapimenti celesti !

Santissimo apostolato.

E dall'altare non solo attingeva, o signori, la vigoria dell'anima, tetragona ai dolori che gradatamente gli martellavano il cuore e l'appressavano al suo fine, ma, quel che è portentoso, la forza di lavorare, di lavorare assiduamente, a vantaggio delle anime. Sette anni di croce, furono per Andrea Beltrami sette anni di fecondo, santissimo apostolato. Dal luogo del suo martirio, come il suo santo patrono, non cessò di predicare Gesù Cristo. Tra la vita e la morte, egli scrive; e, in quattro anni, scrive un numero di opere che sorprende e che corrono per il inondo portando luce e aurore. Innamorato del Sacro Cuore, scrive la vita dell'Eroina Margherita Maria Alacoque: con l'eleganza e la grazia d'uno stile seducente, smagliante, versa tutta la sua anima devotissima del divin Cuore e ne predica e celebra la devozione; scrive la vita del Poverello d'Assisi, davanti al cui simulacro lo vedemmo estatico sullo Strona; scrive la storia della santa Pulzella d'Orleans; scrive la sua vita d'Angelo del dolore nella vita dell'intrepida Santa Ludovina che il dolore, per ben trentotto anni, santamente martira; e la consacra agli infermi, perchè si consolino, si allenino sul modello dell'eroica verginella olandese. Traduce dal francese i molti volumi delle Opere di San Francesco di Sales; pubblica una raccolta di racconti che intitola «Perle e diamanti » che potentemente spingono le anime al bene e così attraenti, eleganti, che il titolo prezioso pienamente giustificano. E non si stanca di lavorare e di predicare alle anime colla penna: « Qui nella mia cameretta, scrive a Don Bianchi, o dinanzi al Santissimo Sacramento, io sono l'uomo più felice del mondo, del quale non giungono qui che gli ultimi romori e si odono le prime armonie del cielo ». E rapito da queste armonie, continua a scrivere libri, e quali libri! Il peccato veniale - Tommaso Moro - L'inferno esiste - Massime di Don Bosco Vita di Napoleone I - L'Aurora degli astri e prepara altre opere poderose: L'estrema agonia del protestantesimo - La cosmogonia mosaica difesa contro le obbiezioni tratte dalle scienze naturali, ed altre di non minor lena, che non potè compiere... perchè il volo dell'Angelo era omai arrivato alla mèta.

L'ora estrema.

Il 23 dicembre 1897, celebrata con istraordinario fervore la Santa Messa, Andrea venne meno: sereno della serenità dei santi, con mente lucida e tranquilla, fa la sua confessione; si adagia sul suo letticciuolo, la sua croce; si offre al Signore pronto a patire per tutta l'eternità; sentendo avvicinar l'ora estrema, la notte del 29 fa pulizia della persona, cambia da sè la biancheria, ed esclama: «la vittima è pronta e presso ad essere immolata; debbo sempre più purificala per renderla men indegna di Sua Divina Maestà ». Alle prime ore del mattino del 30, stretto tra le mani il Crocifisso, mentre quel cuore, che aveva tanto amato Iddio, la Vergine, gli uomini, vibrava gli ultimi palpiti baciando Gesù, l'Angelo dell'amore e del dolore tocca raggiante la soglia del cielo... e nel pianto di Valsalice si ode da tutti ripetere: « È morto un santo! È morto un gran santo! »

Signori, mentre il suo velo mortale, sparso dai fiori dell'unanime venerazione, attende nel sepolcro di ricongiungersi all'angelico spirito che lo vestiva, noi attendiamo, con i Salesiani sparsi pel mondo, che l'oracolo del Vaticano lo innalzi all'onor degli altari, onde possiamo invocarlo protettore e modello dei giovani, dei sacerdoti, dei sofferenti, sicuri dell'aiuto di quel giovine cuore che non seppe che amare e soffrire, amare e soffrire per tutti!

Commemorazione ad Omegna.

Ci scrivono:

Il salone-teatro dell'Oratorio Maschile la sera del 14 giugno presentava l'aspetto delle maggiori solennità. Sul palco, a destra, spiccava la mite e cara figura del Servo di Dio D. Andrea Beltrami in prezzo a un trionfo di fiori e di bandiere, rappresentanti le numerose associazioni di Omegna, e altre di Novara, Borgomanero, Intra e Crusinallo.

Il Circolo Giovane Omegna, volendo prendere come guida e modello di fede il concittadino Don Beltrami, ebbe la felice iniziativa di commemorare il grande Sacerdote Omegnese.

Conferenziere fu l'onorevole marchese Filippo Crispolti. Il nome dell'oratore bastò a far comprendere l'importanza solenne della commemorazione, che divenne un vero avvenimento per la nostra cittadina.

D. Felice Giulio Cane ringrazia la «Giovane Omegna » e i PP. Missionari, annuncia l'adesione più affettuosa del rev.mo D. Paolo Albera, legge l'elenco delle rappresentanze e le adesioni mandate, e presenta l'oratore.

Non appena il Marchese sale sul palco, viene salutato da applausi unanimi. E tosto la sua parola lucida, incisiva, carezzevole, conquista le menti e i cuori. Egli dice, e l'animo si solleva, si sente rapito. Don Andrea Beltrami ci appare in una luce tutta propria.

Il marchese Crispolti ha fotografato magistralmente, l'ambiente in cui visse Don Andrea. Sopra tutto con l'arte d'un pennello squisitamente espressivo ha tratteggiato la bella figura del cittadino e del santo, e ci ha presentato in un magnifico quadro il nostro Don Andrea come fiore sbocciato dal tronco robusto di Omegna, e maturato nei giardini salesiani.

Bellamente, e con acutezza di fine osservazione, riscontrò il carattere del Ven. Don Bosco nel nostro Don Andrea, lumeggiandone i tratti principali.

Spesso il pubblico scoppia in applausi, e alla fine una vera ovazione saluta l'on. Crispolti.

Certo fu un'ora di vero gaudio intellettuale e spirituale. La conferenza, affatto originale e caratteristica, lascio in tutti la migliore impressione.

Quando sarà inaugurato il monumento sulla tomba del Servo di Dio, che ora é nella Collegiata, si terrà un'altra Commemorazione.

LETTERE DEI MISSIONARI

ARGENTINA

Una nuova residenza e le previsioni di D. Bosco sulla Patagonia.

(Lettera dell'Ispettore don Pedemonte)

 

il nostro don Frigerio adunque mi scriveva in data 15 marzo, che si era messo in viaggio verso S. Antonio, solo soletto, in compagnia dell'asinello attaccato alla sua biga. È una nuova residenza che si è costretti a stabilire nella Patagonia, ma Ella vede, in quali circostanze. Non è possibile lasciar così abbandonato un povero missionario: e tocca a Lei, amatissimo Padre, inviargli almeno un compagno, e ai generosi nostri Cooperatori provvederlo dei mezzi necessari per vivere e poter fare del bene.

Il caro don Frigerio, in altra lettera del 16 marzo, mi scrive: « Eccomi a S. Antonio! Ieri ed oggi ho fatto solo da sagrestano, lavorando faticosamente per ripulire la sala che trasformerò in cappella. Caro Sig. Ispettore, son venuto qua con niente: ho appena il mio altare portatile con gli arredi indispensabili per celebrare la S. Messa: e mi pare che per una cappella stabile ci voglia qualche cosa di più, come un altare decente, quattro candelieri, una croce, una pianeta di ogni colore liturgico, un camice, e qualche tovaglia... Ed io, le ripeto, ho nulla: mi mandi lei qualunque cosa: meglio qualunque cosa che niente!... D'altronde non è possibile aspettar soccorsi da queste popolazioni. Amano il sacerdote, ma sono tutti poveretti, causa il deprezzamento dei generi (lane, cuoi e carni), ed una prolungata siccità. Anche le migliori famiglie, che darebbero al Missionario l'ospitalità più cordiale, non possono farlo. Ma pazienza! il Signore provvederà Lui anche questa volta... ».

Mi trattengo, amatissimo Padre, dal trascrivere il resto della lettera, perchè non la potrebbe leggere senza lacrime. Abbiamo proprio

Roca, 9 aprile 1921. Rev.mo Sig. don Albera,

Sovente, anche in terra ferma, si deve far quarantena. Sono otto giorni che attendo di proseguire per Chosmalal, dove è aspettato S. E. Mons. Orzali. Chosmalal rivedrà finalmente un vescovo, dopo vent'anni, cioè dopo l'ultima visita dell'indimenticabile nostro Capataz, l'E.mo Card. Cagliero.

Nell'agosto del 1901 Mons. Cagliero era appunto a Chosmalal, e col pensiero rivolto alla patria lontana, alla natia Castelnuovo e al tugurio dei Becchi, dove 86 anni prima era nato il nostro Venerabile Fondatore, allargando le braccia in atto di cordiale saluto, benediceva dal profondo del cuore a Maria Ausiliatrice e a don Bosco, ai popoli d'Europa e di America, ai lontani compatrioti e a tutti gli abitanti della Patagonia. Guardi, di grazia, la fotografia che le invio. Don Brentana che gli fu compagno in quel giorno, ricorda ancora l'entusiasmo sincero e l'attività prodigiosa del primo ed ultimo Vicario Apostolico della Patagonia.

Io son qui, come le dissi, in attesa di proseguire per Chosmalal, e mi valgo dell'indugio involontario per sbrigare la corrispondenza.

Nuova Missione. - Falsi profeti. - Bisogno di aiuto.

Ho sotto gli occhi varie lettere dei nostri Missionari, che mi permettono di darle, amato Padre, qualche bella notizia. Uno dei molti punti che reclamano la stabile presenza del Missionario, proprio di questi giorni, vede compiuti i suoi voti. Il caro don Frigerio ha potuto finalmente dedicarsi all'importantissima Missione di S. Antonio Oeste, nella parte meridionale del Territorio del Rio Negro. Ai lettori del Bollettino non è sconosciuta l'importanza di Porto S. Antonio, che ha, in vero, il più splendido avvenire. È capo-linea di una strada ferrata di 485 chilometri, dall'Atlantico al Pacifico. I lavori non sono ancora compiuti, anzi sono sospesi da qualche anno: contuttociò già cinque paesi e molte famiglie, disseminate in un'estesissima campagna, aspettano dai Missionari Salesiani l'assistenza religiosa con i conseguenti vantaggi anche di ordine materiale. È così noto quanto sia atteso il Missionario in quelle parti, che uomini senza coscienza si sentirono allettati a sfruttare codesta santa aspettazione. Infatti, alcuni sconosciuti, travestiti da preti, simulando perfino l'amministrazione dei Sacramenti, si decisero di percorrerle a scopo di lucro, con qual danno, sopratutto morale, è facile comprendere. I disgraziati sono stranieri..., e precisamente arabi. Il fatto fu così grave, che intervenne la stessa autorità civile a troncarlo.

da ringraziare il Signore, che infonde nel cuore dei suoi eroi tanta generosità e tanta forza!

Le previsioni di D. Bosco. - Miniere petrolifere. - Un ruscello di petrolio. - Splendido avvenire.

E passo ad un altro fatto. Ella sa come il nostro buon Padre don Bosco, nel raccontare i suoi sogni sul lavoro dei Salesiani in America, abbia chiaramente predetto, in un tempo in cui era follia il poterlo supporre, le ricchezze di queste terre lontane. Che Egli fosse illustrato dall'alto, per me, ormai è indiscutibile. Ella sa con quali particolari, a tutti sconosciuti, parlasse della Patagonia fin dal 1883 dinanzi alla Società Geografica di Lione, che gli decretava una gran medaglia d'oro, appositamente coniata, che Ella, sig. don Albera, ebbe l'onore di ricevere in nome di Lui. Ella sa pure come il nostro Venerabile Padre, esponendo il sogno fatto nel 1883 attraverso l'America, dicesse chiaramente esservi in Patagonia carbon fossile, petrolio, piombo, rame, ferro, oro ed argento, nascosti in quelle montagne, nei siti dove furono collocati dalla mano onnipotente del Creatore a benefizio degli uomini. (1) Ebbene le miniere di petrolio, preannunziate da don Bosco, ci lasciano sbalorditi. Don Cencio, che visitò quelle di Comodoro Rivadavia, mi scrive in data 25 febbraio:

« In questi giorni si perforò un pozzo petrolifero, che sembra un vulcano. Oltre trecento operai dovettero lavorare giorno e notte, parecchie giornate, per alzar argini che contenessero il prezioso liquido che fluiva inaspettato. Si sentiva il muggito a più chilometri di distanza, poichè la colonna di petrolio saliva con una pressione di 48 atmosfere. È facile comprendere che il meraviglioso fenomeno fece volare i castelli di ferro e quanto attorniava il pozzo, provocando una vera pioggia di petrolio che si sparse a più di quattro chilometri in giro. È così che duecento e più ettari di terreno si vedono tutti anneriti, e che nelle strade si formò un fango di petrolio, che ostacola o rende difficile la circolazione. In cinque ore di effusione si ebbero mille duecento metri cubi di liquido: ed è un vero ruscello di petrolio, quello che continua a scorrere coll'abbondanza e continuità del primo momento....

Tanta ricchezza produce un continuo affluire di gente in quella regione privilegiata, che, a primo aspetto, dico superficialmente, genera sconforto: tanto è brulla e deserta. Il Governo il quale, prudentemente, conserva la proprietà delle miniere, si affretta a risolvere con praticità il grave problema, imposto all'industria nazionale dalla scarsezza di combustibile, causata dai frequenti scioperi degli inglesi addetti alle miniere.

Come provvedere all'assistenza spirituale?

Ma chi pensa alle anime?

La materia tenta sempre di prevalere sullo spirito. Noi vediamo accorrere qua, frettolosi, i commercianti d'ogni paese, avidi di ricchezze. Ma alle anime di tanti poveri operai, che per guadagnare il pane della vita col lavoro, corrono rischio di dimenticare, e dimenticano realmente, ogni idea di religione e di fede, chi pensa? Eppure sono anch'essi creati per il paradiso, e il Nostro Divin Salvatore ha predicato anche per loro quella santa Religione, che, unica e sola, può assisterli continuamente nel mortale pellegrinaggio, rinfrancarli nelle lotte, allontanarli dai pericoli, consolarli nelle afflizioni, sorreggerli, in una parola, e guidarli sul cammino della vera civiltà.

E intanto, amato Padre, il nostro drappello di operai evangelici si va diradando... Quelli della prima ora sono sfiniti e, in attesa del premio eterno, vorrebbero prima la consolazione li non veder ricoprirsi di ortiche e tornar selvagge le terre, che essi hanno evangelizzata con tante fatiche!

Come fa pena - ed erano questi i miei pensieri nel far ritorno a queste terre - come fa pena il vedere i poderosi transatlantici rigurgitanti di passeggeri, i quali, sacrificando i più santi affetti domestici ed esponendosi a indicibili pericoli spirituali e materiali, non aspirano ad altro che a procurarsi un vivere men disagiato! E i chiamati da Dio all'Opera dell'Apostolato, cioè alle Missioni Cattoliche, che hanno generato alla civiltà tante terre, dove son oggi?

Noi, qui, facciamo di tutto per sviluppare quelle poche vocazioni che, in mezzo a questo spirito mercantile, e direi metallizzato, pur germogliano per grazia di Dio. Ma nei collegi nostri d'Europa, nelle nostre Case d'Italia, particolarmente nel caro Oratorio di TorinoValdocco, nell'Ospizio S. Vincenzo di S. Pier d'Arena, e in quello del S. Cuore di Gesù in Roma... aperti dal Venerabile don Bosco per educare alla Chiesa e particolarmente alla nostra Pia Società molte e buone vocazioni, non sorgono anche per noi i nuovi apostoli di cui abbiamo bisogno?

(1) Ved. Vita del Ven. Giov. Bosco del LEMOYNE, Vol. Il. pag. 541 e 746.

(2j Comodoro Rivadavia è nella Rada Tilly, nel golfo di S. Giorgio, nella Patagonia, e precisamente tra il 67° e il 68° grado di longitudine ovest da Greenwich e il 44° e 45° grado di latitud. sud. I nostri missionari hanno a Comodoro Rivadavia un Collegio, frequentato da 5o alunni interni e 100 esterni, i quali presero parte attiva alle ultime feste patrie del 24 e 25 maggio, tra il plauso di quella industriosa popolazione.

Per la Patagonia

Chiunque leggerà questa mia, e può e vuol. fare qualcosa di concreto per la causa della Religione e della Civiltà nella povera Patagonia, assecondi la voce del cuore, ascolti la santa ispirazione che gli dona il buon Dio, e, senz'indugio, faccia avere un'offerta al Successore di don Bosco, con la scritta: « Per avviare al sacerdozio un Missionario da destinarsi alla Patagonia!...: oppure: « Per il viaggio di un Missionario in Patagonia! »

Caro sig. Don Albera, io scongiuro il Signore a suscitare molte anime che ascoltino l'invito, affinchè l'opera colossale iniziata dal Venerabile don Bosco e proseguita con tanti sacrifizi dai suoi Successori, possa, riacquistare in breve quell'energia e quel fervore di eroismo primiero, che potranno condurla alla necessaria sistemazione e a felice compimento.

Preghi Ella pure, amato. Padre, a questo scopo e voglia, in carità, mandarci anche quest'anno quel po' di aiuto che Le sarà possibile.

Benedica in fine a tutti questi lontani ma amanti suoi figli, specie a chi ne ha più bisogno, il dev.mo e obbl.mo suo in C. J. Sac. LUIGI G. PEDEMONTE, Ispettore.

Una grave perdita.

Il 7 luglio u. s. moriva improvvisamente a Bogotà il sac. Antonio Aime, Ispettore delle case salesiane in Colombia.

Era nato il 4 luglio 1861 a Cereseto Monferrato. Entrò nel collegio di Borgo S. Martino nel 1875; dopo tre anni si ascrisse alla nostra Pia Società, e. fu uno dei primi salesiani inviati dal Ven. Don Bosco a Barcellona, dove fece un gran bene e, per il suo carattere gioviale, semplice e generoso, diventò popolarissimo.

Dalla Spagna passò in Colombia nel 1910, in qualità di Ispettore. Dell'opera da lui compiuta in quella ospitale repubblica, dove continuò le sante e laboriose tradizioni di don Evasio Rabagliati, è autorevole testimonianza il telegramma inviato dal Governo al nostro venerato Superiore Generale. Eccolo, fedelmente tradotto dallo spagnuolo:

Bogotà, 10 luglio 1921. - Don Albera, Salesiani - Torino.

Reverendo don Antonio Aime moriva mattina sette corrente polmonite fulminante, aggravata da antica infermità. Ieri solennissimi funerali nella Cattedrale Primaziale con assistenza Presidente della Repubblica, maggiori autorità civili ed ecclesiastiche, immensa moltitudine. Paese intero manifesta suo dolore. Tutta la stampa proclama le virtù del benemerito Apostolo Salesiano. A nome del Governo e del Popolo Colombiano, invio codesta Santa Casa sincere condoglianze.

GARCIA ORTIz, Ministro degli Esteri.

Una prece per l'eterno riposo dell'amatissimo Confratello!

BIBLIOGRAFIA.

FRANCESCO VARVELLO, Prof. di Filosofia nel Seminario Salesiano, presso Torino - Institutiones Philosophiae. - Pars I complectens Introductionem ad Philosophiam et Logicam. -Torino, Società Editrice Internazionale, Corso Regina Margherita, 174 - Prezzo Lire 12,50.

Togliamo dall'Osservatore Romano: Con questo bel volume, che viene ora ad unirsi agli altri due, già pubblicati, precedentemente, cioè a quello sulla Metafisica e all'altro sull'Etica e il Diritto naturale, (da noi molto lodati quando uscirono in luce) l'egregio Autore compie il suo corso di Filosofia; e noi ce ne congratuliamo vivamente, di gran cuore, vedendo condotto a termine un lavoro di somma importanza e di moltissimo valore. Per dirne tutto il bene che si merita, noi dovremmo scrivere lungamente: invece lo spazio assegnatoci è breve, e perciò siamo costretti a restringere in poche parole i pregi, di cui quest'opera si abbellisce.

Prima di tutto, è una fedele esposizione delle dottrine tomistiche; poi adopera un metodo e un ordine così lucido, che ricrea la mente; unisce tal chiarezza di forma con tal precisione ed esattezza di linguaggio, che dà piacere e rende facili anche le materie più oscure. Inoltre, sa congiungere la sapienza antica con quella sana modernità, che esigeva nei filosofi Leone XIII, e che raccomandava anche Pio X al Cardinale Maffi, in occasione della settimana sociale di Pistoia; tratta ampiamente le tesi oggi più discusse, sviscera tutte le questioni più importanti, dando da pari suo uno svolgimento speciale alla Critica, come richiede il bisogno dei nostri tempi:

Se poi consideriamo che il ch. Prof. Varvello tien conto degli studi fatti dagli autori più reputati, e dà il modo di formarsi un giudizio sicuro in tuttociò che riguarda la scienza del pensiero, dovremo concludere, insomma, che questa opera riuscirà utilissima non solo ai discepoli, ma ben anco ai professori.

IL CULTO DI MARIA AUSILIATRICE

Nel Santuario, il 24 del mese, si compiono, mattina e sera, devote funzioni in onore di Maria Ausiliatrice. Al mattino, ha luogo la messa della Comunione generale, seguita dalla Benedizione Eucaristica - alla sera, alle 20, un'ora di adorazione predicata: ed è il buon popolo di Valdocco, con le associazioni della Parrocchia, che con vivissima fede accorre alla devota funzione.

Vogliano i buoni Cooperatori e le pie Cooperatrici unirvisi in ispirito.

Echi delle Feste Titolari.

In vari nostri Istituti, quest'anno, la festa di Maria Ausiliatrice fu resa più cara e solenne dall'intervento' di numerosi ex-allievi, che vollero fissato in quel giorno il loro convegno annuale. Così avvenne a Borgo S. Martino, nell'antico Collegio S. Carlo, al quale sono legate le memorie più care dei primi Superiori della nostra Pia Società; così nell'Istituto Salesiano di Lugo, il quale, dopo sette anni forzatamente trascorsi nel silenzio, riprendeva in quel giorno l'aspetto delle grandi circostanze. Le funzioni rese più solenni, le adunanze proficue e fortemente stimolanti al bene anche i giovani alunni, l'agape in comune allietata dalla più pura carità fraterna, mostrarono all'evidenza la bontà dell'idea, che non mancherà di avere imitazione.

Particolarmente cara e solenne per la partecipazione di illustri Cooperatori fu anche la festa celebratasi nell'Istituto Salesiano di Modena, il 29 maggio, con scelta musica, sotto l'abile direzione del prof. D. Urbano. Durante tutto il mese i giovani alunni gareggiarono nell'onorare Maria Ausiliatrice con visite al suo altare, con la pratica esatta dei fioretti e sopratutto con una pietà soda dimostrata nel raccoglimento in Chiesa e nel fervore della generale comunione quotidiana. A tale slancio contribuì non poco la parola efficace e viva del rev.mo D. Ricaldone, il quale nella sua breve permanenza nell'Istituto parlò ai giovani, entusiasmandoli del Culto di Maria Ausiliatrice.

Lo stesso giorno Maria Ausiliatrice venne onorata dai piccoli Orfani di guerra di Monte Oliveto, a Pinerolo, al mattino nell'intimità del collegio, nel pomeriggio con invito ai Cooperatori della città che, in buon numero, nonostante il tempo piovoso, accorsero alla bella funzione. Dopo i vespri tenne loro una chiara ed efficace conferenza il rev. Don Magno Salesiano. Seguì la processione attorno ai magnifici viali dell'Istituto. I canti devoti si alternavano con le marcie eseguite dalla minuscola fanfara degli orfanelli. Impartì la Benedizione col SS. il novello Monsignore Can. Callisto Cesano. Quindi gli orfani regalarono agli intervenuti un breve riuscito saggio ginnastico, e a sera esternarono tutta la loro intima divozione a Maria SS. in una tenera accademia, davanti alla sua immagine benedetta, invocandola, ripetutamente, a benedire ai loro padri morti in guerra, ai Superiori, alle famiglie e a tutti i loro benefattori.

Ad Ivrea, il 5 giugno, la festa celebratasi nell'Istituto Salesiano fu onorata dall'intervento di S. E. Rev.ma Mons. Matteo Filipello, Vescovo Diocesano, che celebrò la messa della comunione generale e in fine illustrò la potenza di Maria SS.ma sul Cuore di Gesù, la sua materna bontà e sollecitudine nell'accorrere in aiuto del popolo cristiano e la tenera e filiale devozione che dobbiamo avere verso Maria Ausiliatrice, che fu l'Inspiratrice e la Fondatrice dell'Opera Salesiana. Alla Messa solenne celebrata dal rev.mo Mons. Cignetti, Vicario Generale e assistita da Mons. Vescovo, la schola cantorum eseguì scelta musica. Le funzioni solenni del pomeriggio ebbero degna corona con una divota processione, alla quale presero parte gli alunni dell'Oratorio S. Giuseppe e una folla di Cooperatori. La bella giornata si chiuse con una fantastica illuminazione alla grotta dell'Immacolata.

Il Collegio S. Filippo di Lanzo Torinese volle celebrare la festa di Maria Ausiliatrice nella chiesa parrocchiale. Il Vicario cantò messa solenne, e la nostra Schola cantorum eseguì scelta musica. La sera D. Trione sintetizzò la storia delle Opere di Don Bosco, da quando 75 anni or sono avevano principio in una modesta cappella di Valdocco sino allo sviluppo d'oggi, e chiese il contributo della brava popolazione per una statua di Maria Ausiliatrice, che l'anno prossimo dovrà ornare uno degli altari della parrocchia. Dopo le funzioni, sul piazzale della chiesa, gremitissimo, diede concerto la fanfara del Collegio.

A Livorno, in Toscana, la bella immagine dell'Ausiliatrice raccolse l'omaggio di numerosi devoti dall'alto dell'altare della chiesina provvisoria salesiana, la domenica 29 maggio. Sua Eccellenza R.ma Monsignor Giovanni Andrea Masera, Amministratore Apostolico della Diocesi, celebrò la S. Messa della Comunione Generale, ammettendo anche per la prima volta alla Mensa Eucaristica 49 fanciulli e amministrando poi il Sacramento della Cresima. Alle rr celebrava la Messa solenne il rev.mo sig. Can, Prof. Mario Marcucci, Rettore del Ven. Seminario e Direttore Diocesano dei Coo peratori. Nelle ore pomeridiane la funzione di chiusura si svolse all'aperto... nell'ampio cortile, perchè troppo angusta la Chiesina provvisoria. Un altare, sul quale si ergeva un bel quadro di Marine Ausiliatrice, dominava l'immensa moltitudine dei fedeli. Vi ascese il veneratissimo Mons. Amministratore Apostolico, che parlò con caldi accenti, con cuore innamorato della Madonna di Don Bosco; e la sua fu una commovente esaltazione Mariana. Indi il Can. Marcucci impartiva la Benedizione Eucaristica alla folla devota. La festa si chiuse con uno splendido saggio sportivo della squadra ginnastica dell'Istituto.

Il 5 giugno anche Finale Emilia rese devoto omaggio a Maria Ausiliatrice, nella chiesa dell'Oratorio Salesiano. La festa fu preceduta da un mese e più di preparazione e da un solenne triduo predicato dal rev. Don Andreini della Diocesi di Pisa, con sempre maggior affluenza di popolo, specialmente di giovani. La mattina della festa assai per tempo la chiesa era già stipata di buone mamme di famiglia che si preparavano per la S. Messa e la S. Comunione fu numerosissima e divota. Alle otto la S. Messa e la S. Comunione era riservata alla gioventù maschile e femminile. Celebrò il rev.mo Arciprete D. Vittorio Dondi che ebbe, per quella numerosa schiera di giovani, parole di fede e di conforto, di incoraggiamento e soddisfazione. E invero fu soddisfacente il numero, e più soddisfacente il contegno divoto di quei baldi giovani che si accostarono alla mensa degli angeli. Alla Messa solenne, celebrata dal rev.mo signor Canonico D. Ernesto Venturini, benefattore principale dell'Istituto, fu cantata dai giovanetti dell'Oratoriò la Messa dell'Haber a due voci. Nel pomeriggio, con intervento di tutte le associazioni religiose della città, di tutto il clero e di tutto il popolo, si svolse per le vie principali un'imponentissima processione.

A Sansevero, nelle Puglie, alla festa celebratasi il 29 viaggio, coli intervento di S. E. Mons. Vescovo Pizzi, e del suo Vicario Mons. La Monaca, di cooperatori, ex-allievi e tutti i giovani dell'Oratorio, il dotto conferenziere R P. Ruggero Izzo M. F. parlò della missione di Don Bosco e dell'importanza dell'Oratorio nelle esigenze dei tempi presenti. Data la necessità di un rinnovamento dello spirito umano secondo i principii immutabili di giustizia e di amore per ottenere quella pacificazione degli animi che è nel desiderio di tutti, egli spiegò tutta la efficacia dell'operosità di Don Bosco e dei figli suoi nella formazione della coscienza cristiana della gioventù studiosa ed operaria: coscienza cristiana che determina un giusto equilibrio nella esplicazione delle energie umane e nelle aspirazioni di indole morale ed economica. Illustrò poi con forti argomenti i pregi del sistema educativo di Don Bosco in questa formazione morale e civile della gioventù; fece un eloquente raffronto coi sistemi teorici e pratici che seguono altri pedagogisti moderni e, nella esaltazione più fervida dell'Opera Salesiana, chiuse animando i presenti a perseverare nella loro generosa cooperazione. Dopo la conferenza sono state raccolte offerte per gli orfani di guerra ricoverati negli Ospizi Salesiani.

A Roma Maria Ausiliatrice venne particolarmente onorata anche nell'Oratorio S. Cecilia al Testaccio. Il rev.mo Mons. Faberi celebrò la Messa della Comunione generale, infervorando le numerose oratoriane con la sua parola, piena di santa eloquenza. Nel pomeriggio una brillante accademia presieduta dall'Eminentissimo Cardinale Sbarretti, raccolse nell'Istituto distinto pubblico, che seguì con interesse e plauso lo svolgersi d'un scelto e vario programma. Chiuse l'entusiastica festa un incorraggiante elogio di Sua Eminenza, altamente ammirato per l'opera solerte delle Figlie di Don Bosco e per la docile corrispondenza della femminile gioventù testaccina. E tanto fervore di entusiasmo non si spense col tramonto del giorno, poichè più intensificato divampò nel pomeriggio del 24, quando il bel simulacro dell'Ausiliatrice fece un duplice giro nel vasto cortile gaiamente imbandierato. L'ordinata processione sfilava al suono della banda salesiana, mentre i vessilli delle varie associazioni ondeggiavano nell'acre sereno echeggiante le lodi dell'Augusta Regina, trionfalmente portata dalle giovani del Circolo. All'imbrunire una bella luminaria e improvvisati fuochi di bengala completarono l'omaggio spontaneo d'una folla devota alla Vergine Ausiliatrice.

L'Istituto Salesiano di Lanusei -che ha recentemente restaurato i propri edifici, e che gode in tutta l'Isola meritatissima stima per unanime attestazioni delle Autorità, - aveva inaugurato da qualche anno la Cappella-Santuario a Maria Ausiliatrice in servizio della popolazione cittadina, e quest'anno in essa venne per la prima volta predicata la novena di Maria SS. Ausiliatrice, con grande concorso di popolo e con notevole frutto. Nel giorno della festa, 3 giugno, vi furono numerosissime comunioni, continuo succedersi di divoti in pio pellegrinaggio, ottima musica durante le sacre funzioni eseguita dalla Schola cantorum del Collegio, diretta dal M.° D. Catanzariti, e alla sera una vera folla accorsa ad ascoltare le glorie di Maria SS. Ausiliatrice dette con grande unzione e pietà dal salesiano D. Punita, come già nella novena. La seconda domenica di giugno poi ebbe luogo la conferenza salesiana, presieduta dall'Ispettore D. Francesco Tomasetti, che vi si era recato in visita d'ufficio, coll'intervento di quanto di più eletto ha la graziosa cittadina, a cominciare dal SottoPrefetto colla sua Signora e coi suoi principali funzionari, ed una vera folla di Cooperatori e Cooperatrici, che gremivano l'ampia sala. Dopo che l'Ispettore ebbe recato ai convenuti il saluto affettuosissimo del rev.mo D. Albera, prese la parola il Conferenziere, che fu lo stesso Direttore del Collegio prof. D. Eugenio Ceria, tanto favorevolmente noto in tutta la Sardegna. Egli, in forma concisa e densa, illustrò la vita del Ven. Don Bosco e l'Opera Salesiana, mettendo l'una e l'altra in rapporto alla evidente miracolosa e assidua protezione di Maria Ausiliatrice.

Generosa la colletta fattasi tra i presenti e tosto inviata al Superiore Generale.

GRAZIE E FAVORI (*)

Una promessa.

Da parecchi mesi una mia amica carissima era malata e i due medici che la curavano erano concordi nel dichiarare necessaria un'operazione gravissima.

Oltre alle condizioni di estrema debolezza della malata, varie altre circostanze di famiglia facevano considerare quasi impossibile la soluzione prospettata dai medici. Perciò, per parecchi giorni, ci trovammo esitanti e angosciate, incapaci di prendere una decisione, mentre la necessità pressava.

Un giorno mi venne sottomano, un numero del Bollettino Salesiano, che elenca tante grazie ottenute da Maria SS. Ausiliatrice, la Madonna di D. Bosco, come la chiamiamo noi. Mi sentii spinta quasi da una forza interiore di ricorrere a lei con fede assoluta nella sua intercessione e promisi che se pel 24 maggio si fosse otténuta la grazia, avrei fatto l'offerta, di cui rimetto l'importo, e pubblicata la grazia. Ebbene, la malata subì proprio ieri la visita decisiva e il medico la dichiarò in via di guarigione in nodo che l'operazione non è più necessaria.

Mi è caro adempiere la promessa e ripetere, con l'animo commosso di gratitudine la bella invocazione: Auxilium Cristianorum, ora Pro nobis!

Treviso, 25 maggio 1921.

A. POLONI.

TORINO - vi - 1921. - Malata di malattia che non perdona, dopo 17 anni di sofferenze, di sacrifici e di mortificazioni, quando proprio il mio stato s'era fatto gravissimo, ebbi il consiglio di portarmi a Torino per cura speciale e qui imparai a conoscere le misericordiose potenze della Vergine Ausiliatrice ed il valido patrocinio del Ven. Don Bosco, per chi si rivolge a loro con fede. Promisi di pubblicare la grazia, se avessi ottenuto la sospirata, difficilissima guarigione; e pregai, pregai tanto, portando sempre al collo una medaglietta di questa nostra tenerissima Madre, e addosso una reliquia del Venerabile.

Altri dieci anni passarono tra alternative di miglioramento e di preoccupanti nuove complicazioni; finche, in un momento di scoraggiamento per altri malanni sopravvenuti, mi portai in Valdocco, ove un degno Vescovo salesiano m'impartì la benedizione della Ausiliatrice, poi di cuore attesi, pregando e sperando.

Ora, sentendomi in buona salute, credo venuto il momento di sciogliere le mie promesse; ed eccomi di ritorno a Torino, ove ottengo una nuova benedizione che mi viene impartita dallo stesso Rettore Maggiore Don Albera. Mi son fatta, visitare dai medici, e dopo diligentissimi esami sono in vero dichiarata guarita. Sono felice di poter ascrivere la segnalata grazia alla tenerezza materna di Maria Ausiliatrice e al patrocinio del Venerabile Don Bosco Bosco. La mia illimitata e fiduciosa riconoscenza sarà eterna.

Una Cooperatrice.

PINEROLO. - 7 - VII - 1921. - A Maria Ausiliatrice e al Ven. Don Bosco devo la mia riconoscenza per aver conservata la vita a me e alla mia bambina.

Con fervore li invocai con una novena e ottenni la grazia. Ora adempio la promessa di inviare la mia offerta in ringraziamento, e prego la Beata Vergine e il Ven. Don Bosco a voler sempre tenere sotto la loro protezione la mia famiglia, mentre prometto altra offerta quando avrò ricevuto altra grazia importante.

MARIA NOBILE.

CORDIGNANO (Treviso). - Madre di tre bambini, costretta ad assoggettarmi a delicata e dolorosa operazione, ricorsi con fiducia a Maria Ausiliatrice e al Ven. Don Bosco. L'esito non poteva essere più felice. Rendo quindi grazie alla Vergine e al suo gran Servo, e, pregando tutti i buoni ad unirsi con me nella preghiera del ringraziamento, mando un'offerta per le opere Salesiane.

ANGELA LACHIN in CIVRAN.

RossIGLIONE . -- 24 - VI - 1921. - Ammalato di polmonite, feci ricorso alla bontà di Maria Ausiliatrice con tutta l'anima. La cara Vergine accolse il uno grido, e sono perfettamente guarita. Sia Ella benedetta!

Dott. T.

MILANO - 27 - VI - 1921. - Nei primi dello scorso maggio, si ammalò un mio bambino e nonostante le cure suggerite dal dottore e le mie continue preghiere, la febbre mantenevasi sempre alta; allora pensai di mandare una piccola offerta per le Opere Salesiane, promettendone anche un'altra appena ricevuta la grazia.

L'aiuto della Vergine SS. fu immediato. Dopo qualche ora la febbre cessò come per incanto ed in pochi giorni il bambino fu guarito. Grazie, grazie, o Celeste Madre mia; continua, te ne supplico, a proteggere sempre la mia famiglia.

Una Cooperatrice.

** - 2 VII - 1921. -- Grazie, Maria Ausiliatrice. Colpita da grave pleurite, ricorsi con fiducia al vostro Cuore materno e Voi, in un modo del tutto prodigioso e quasi istantaneo, mi liberaste dal terribile male, serbandomi all'affetto dei miei cari. Mentre vi rinnovo i più vivi ringraziamenti, mando un'umile offerta al vostro Santuario e faccio, come avevo promesso, pubblicare la grazia.

Una Divota.

MONSERRATO (Cagliari) - 31 - v - 1921. - Affetto da calcolo biliare mi sentivo sempre più peggiorare, quando, nel giugno dell'anno scorso, mi sottomisi ad un consulto medico. Mi fu detto essere necessaria una operazione chirurgica, ma d'altra parte non potevasi eseguire a causa della pinguedine, e fui rimandata quindi a casa senza speranza di guarigione. Passai così circa otto mesi in continuo peggioramento, abbandonandomi in tutto nelle mani di Dio e della Vergine Ausiliatrice, che invocava spesso. Fatta celebrare una Messa in onore di Lei, promisi di render pubblica la grazia nel Bollettino Salesiano, e non tardò Maria ad esaudirmi; incominciai a migliorare, ed ora a quanto hanno attestato i medici in un nuovo consulto, il male è scomparso del tutto. Compio la promessa, e dalle pagine di questo Bollettino innalzo il mio ringraziaiiiento, a Voi, o Maria Ausiliatrice, che uii avete fatto toccare con mano quanto sia potente il Vostro aiuto.

STEFANA ESPA, Cop. Salesiana.

BORGOSESIA - 6 - vi - 1921. - Grazie, o Maria Ausiliatrice, grazie! E certo un'espressione troppo meschina la mia, ma... deh! compatisci la mia pochezza e Tu, che leggi nei cuori, guarda quanto ti vorrebbe dire il mio, il mio che tu hai voluto consolare nell'ora della desolazione!

Grazie, o Maria! Ascoltando le suppliche del Venerabile Don Bosco, a cui mi raccomandai fidente, Tu, o pietosa, lui guaristi il mio Ercole da grave infezione facciale, ritenuta inguaribile. Egli ora sano e lieto lavora, dimentico del male passato ma sempre memore del tuo potente Ausilio e di quello del tuo fedel Servo. Oh, affretta, Vergine Maria, il trionfale giorno della beatificazione di questo tuo amato figlio, e continua su di me e su' miei cari la Tua speciale protezione.

MADDALENA DE PAULIS ved. BURLA.

Al Venerabile Padre Don Bosco la mia tenera, filiale, profonda riconoscenza.

Al gennaio del corrente anno fui colpita da polmonite, dichiarata mortale dal Dottore curante. Nel doloroso frangente la Direttrice con la Comunità si rivolse con una Novena al Venerabile Don Bosco promettendo di pubblicare la grazia. L'incomparabile cuore paterno ode la preghiera fidente e l'esaudisce. La malattia prende una buona piega: terminata la novena, vengo dichiarata fuori di pericolo. Ora sono completamente ristabilita.

Col più cordiale rendimento di grazie la promessa di vivere da vera Figlia di Maria Ausiliatrice e del Venerabile Don Bosco.

Una Figlia di Maria Ausiliatrice.

Alleluia! Alleluia! Furono le parole che dissi quando il medico m'annunziò che la malattia della mia cognata Rosina Di Lustro era entrata nella fase risolutiva. Una terribile polmonite ci aveva fatto trepidare, tanto che da un momento all'altro s'aspettava la catastrofe. Io, dietro consiglio del medico curante Dott. Cav. Vespasiano Praticelli, somministrai gli ultimi sacramenti all'inferma.

Fiducioso però anche nell'intercessione del Venerabile Giovanni Bosco, volli che la sua reliquia restasse sotto il capezzale della morente. Intensificai la preghiera nel momento più triste, e la parola del Dottore venne a consolarmi nel dirmi: ci troviamo nella fase risolutiva, sperando che questa continui. Infatti nella notte l'inferma sembrava aggravarsi, ma il mattino guariva. Sia lodato Dio, ripetei, e anche il Venerabile Don Bosco, al quale, a mezzo del Bollettino, rendo pubbliche grazie.

Lacca Ameno (Napoli), 22 giugno 1921. SAC. VINCENZO CLIMACO.

Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice a alcuni, pieni di riconoscenza, inviarono offerte per le celebrazione di Sante Messe di ringraziamento, per il tempio erigendo alla Sacra Famiglia, per le Missioni Salesiane, o per altre opere di Don Bosco, i seguenti

A) - A. D. di Torino, A. M. di Villa Castelnuovo, Abrate Maria, Accastelli Domenico, Adorno Francesco, Agosti Domenica in Rapetti, Agosto Vincenzina, Agugliaro Vincenza, Aiassa Paola, Airoldi Lina, Albano Maria, Albertini Nunzia, Albonio Candida, Allemandi Domenica, Alloatti Candida, Almici Elisa in Migliorati, Ambrosini Luisa, Anselmo Agostina, Antonina Giuseppe, Arena Eugenio, Arnas Ersilia, Arneriodott. Daniele, Arrigoni Maria, Aspesi Carlo, Assali Luigi, Asteggiano Giuseppe, Attardo Maria, Atzeni Speranza, Autori Fina, Avon Erminia.

B) - B. C. di Pianfei, B. M. di Rivarolo Canavese, B. M. di Torino, Baccheri Giaele, Baldino Adelaide, Baldovin Giovanni, Ballarati Carmela, Ballarino Candida, Balsano Giovanna, Bancherio Rosa, Baralis Maddalena in Bo, Baratta Maria in Manucci, Barbieri Maria, Barello Marietta, Baronchelli Luigi, Barucchi Lina, Basso Maria in Zaccaria, Battaglia Giuseppina, Battisti Teresa in Vinco, Battistini Giuditta, Baudin Agnese in Sauvin, Baudin Zita, Bazzana Antonio, Bechelli Maria, Bellia Igina, Bellintani Ida, Belloli Carolina, Belloiti Antonia, Beltrami Felicita, Benassedo Lina, Benassi Rosina, Bendotti Luigi, Bergni Rina, Bertolini Letizia, Bertolo Giovanni, Bertona Maria, Bertoni Giuseppina, Besana Laura, Bevilacqua Maria, Bezza Franca, Bianco Camillo, Bianco Teresa, Biendrate Margherita in Silva, Biglia Anna, Biscottini Bianca, Bocchio Maria, Bolini Alda, Bologna Giulio, Bonaccorsi Mansueto, Bonaiti Maria, Bonamico Gigi, Bongiovanni Anna, Boniva Antonietta in Boldrini, Bonutti Luigia, Bormida Giuseppe ed Emma, Borra Rina, Bortolozzi Clotilde, Bosio Teresa, Bossolasco Alessio, Bottazzi don Lino, Botto Basilio, Bondino Rosa, Box Cecilia, Bressanelli Maria, Briata Lucia, Bruno Genoveffa, Brunod Rosa, Bruseghini Gennaro, Bucci Anita, Buccio Domenica, Ballian don Ermenegildo, Burla Maddalena vedova in De-Paulis.

C) - C. D. di Lu Monferrato, C. R. M. di Torino, Caccia Rosa, Cacopardo Concetta, Cagno Natalina, Calabrese Antonietta, Calatuini Pietro, Calcina Pedro, Caliceti Aniceto, Calzolari Adalgisa, Camilla Ferdinanda, Campagnola Giuseppina, Camposiella Saverio, Camusso Emma, Candelo Antonietta, Caneva Carlo, Cantamessa Clotilde, Capra Clotilde, Capra Giovanna, Caracciolo Teresa, Carlini Giovanni, Carpena Augusta, Carrera Attilio, Casetta Anna, Cassanelli doti P etro, Castellari Salvatore, Castelli Irene, Casu Efisia, Cavaliere Giuseppina, Cavanna Angela, Cavatta Antonio, Cavedon Gaetano, Cellai Maria, Cerizza J., Cerrato Anna, Cesario Prospera, Cevrino Maddalena, Chessa Mariantonia, Chiandolini Irene, Chiarani Emma, Chiattone Domenico, Chierico Salesiano di Genzano, Chiti Albertina, Cigala Lorenzo, Cignetto Francesca, Cipriani Silverio, Cirla don Giovanni, Civran Angela, Climaco don Vincenzo, Cocco Paolo, Coletti Alessandro, Comazzi Francesco, Combi Angela, Comella Carmela, Coniugi Massa, Contu avvocato Giannetto, Cooperatore Salesiano di Val Burbera, Cooperatrice Salesiana di ***, di Milano, Orsara Bormida, di Torino, Cornalino Francesco, Corrado Leonilde, Corti Clelia, Corbari Palmira, Costa Ina, Costa Irene, Costa Marina, Costanzo Marta, Cravero Francesca, Cravino Ferdinando, Cravino Maria, Craviotto Maria.

D) - D. G. G. di Belveglio, D. V. di Vigone, Dagna Rosa, Dagnes Pietro, Damiani Rosa, De-Ambrosi Matilde, Debernardini Clelia, De Bozzatti Mons. Giovanni, De. ioni Marianna, Delconte Adele in Pianezza, Do Lama Ma ia in Vignuli, Del Linz Leonardo, Dellarole Andrea, Delmiglio Caterina, Delponte Marina, Dematteis Angela, De Paoli Clelia, De Simone Clelia, Deval Augusto, De Vincenzi Emilia, Divora di Maria Ausiliatrice in provincia di Alessandria, D'Alessi don Vittorio, D'Urbano Rita, Direttrice Istituto dell'Immacolata di Cuneo, Di Sant'Albano Francesca, Di Stefano Rosa, Dullean Cecilia, Donà Giovanna, Dondero Adele, Dondero avv. Agostino, Donini Leopoldo, Durio Amelia.

E) - Ellena Natalina, Emiliani Paolo, Espa Stefana, Ex-Allieva Istituto di Maria Ausiliatrice di `**, Altra dell'Istituto Maria Ausiliatrice di Chieri.

F) - F. L. M. di Schio, F.... Felice, Fabris Caterina in Baldissera, Famiglie Ansuyme, Berta, Borra, Borsani, Botta, Burzio, Delpiano, Gaj, Meliano, Magnetti-Nigro, Riva, Tencone, Dott. Tortaroli, Viola-Perotti, Fanton Angela, Fura Adele, Farina Angelina in Napolitano, Farina Giuseppe, Fasano Ferdinanda, Favaro Mirra, Fazio Bianca, Fedeli Maria, Fenoglio Giuseppina, Fenoil Rosina, Ferrari. Antonietta, Fer rari Caterina, Ferrari Emilia, Ferrari Margherita, Ferraro Giuseppe, Ferreri Anna, Ferri prof. Luigi, Ferro prof. don Pietro, Fiore Luigia, Flora Maria, Foco Maddalena, Fogliasso Albina in Segre, Foletto Carlotta, Follo Margerita, Fontana Innocenza, Fontana don Rocco, Forconi suor Raffaella, Fossato Anna, Fracchia Anna, Franco Vittoria in Oberto, Frascarolo Santina in Ferrero, Frencia Luigia, Fumagalli Anita, Fumagalli Ersilia, Furno Margherita.

G) - G. A. di Marone, G. C. di Marano (Trentino), G. M. di ***, G. R. di Piano d'Isola d'Asti, Gabrielli Isolina, Gadioli Maria, Gagliano Grazia, Gagliano Vincenzo, Gaj Lucia, Galetti Maria, Gallarate Michelina, Galleani Eugenia, Gallina Angela, Gallo Caterina, Gallo Giuseppina e Teresa, Gallo Pasqualina, Gambino Ferdinanclo, Gamondi Maria, Gandino Pietro, Gangenii Annetta, Garino Maria, Garrone Giovanni, Gasparini Tommaso, Gerbando Antonia, Gerli Virginia, Gervasi Ernesto, Gendi Angela in Siuronelli, Gliemi Teresa, Giacomazzi Caterina, Giannini Teresa, Gianolio Anna, Gili Domenica, Gili Lorenzina, Gili N., Giolito Maria, Giovanelli Enrica in Albini, Giovannini Lilia, Givogre Caterina, Gozzelino Carolina in Porrino, Grandi Martina, Graziani Rosa, Graziano Pasqualina, Greco Irene, Grizzo Eufemia, Grosso Ernesta, Guasta Ernestina in Gatti, Guerini Cecilia, Guerrero Emilia in Brussino, Guglielmo Lucia, Guidi Camilla.

H) - Herbast Raffaella in Pittiu.

J) - Jelappi Margherita in Formenti.

I) - Invernizzi Francesco, Invernizzi Giorgio, Isola L.

L) - L. A. di Oliena, L. O. di Torino, Lagostena Antonio, Lamberti Maddalena, Lana Antonietta, Landani Francesca, Laterza Antonia, Latte Maria Caterina, Lazara don Leonardo, Leo Riccardina, Leonardi mons. Antonio, Leonardi-Badalà Sebastiano, Leone Caterina, Linimento Maria, Litteri Giuseppina, Loos Maria itì Rubin, Lordo Giuseppa,. Loreto Gaetana, Lovato Laura, Lualdi Ildegonda, Lucich Vincenzo, Luti Bettina, Luzi Giulia.

M) - M. D. di *** M. G. di Torino, Maccari Antonio, Maesano Agatina in Tropea, Magliano Maddalena, Maglio Adelaide, Magnano Luigi, Magnino Agnese, Magro Maria, Magro Vincenza, Maletti Giuseppa, Malugani Maria, Mancuscio Leonardo, Manno Maria, Mantegna Amelia, Manuli Gandolta, Marata Daniele, Marchi Antonia, Marchino Mario, Marchino Rosa, Marconi Maria, Mariani Maria, Marlani Angelo, Marinoni Santina, Martignone Matilde, Martinoli Giulio, Martinolo Angelica, Marzarotto Maria, Maschi Annetta, Maseroto Giaeomina, M sinelli Maria, Masini Giovanna, Masino Luigia, Marsara Casimira, Mattè Margherita, Mazzon s Irene in Ma,enco, Mazzonis Irene, Mazzoglio Paolo, Meda Maria, Merati Augusta, Merlo Enrichetta, Merlo Felicina, Messina Anna, Micca Domenico, Micanzi Laura ed Elia, Migliavacca Giovanna, Minelli Matilde in Scuratti, Minelli Vincenzo, Mione Maria da Cerrina Monferrato, Mione Maria da Silvano di rba, Moglia Emilia in Tornari, Molteni Maria, Monti Adalgisa in Birago, Monzeglio Teresa, ATonziani Maria, Morando Lucia, Moraschini Lucia, Moricca dottor Giuseppe, Morini Eugenia, Morosoli Eugenio, Morosoli Purissima, Morteo Geronima, Motta Crocifissa.

N. C. N. di Ventimiglia, N. N. di Arena Po, Banco (Ticino), Bolognano (Trentino), Brusasco, Giaveno Mombello Torinese, Nibbiano Piacentino, None di Pinerolo, Padova, Strona, Volvera, Neglia Ernesta, Negretti Francesco, Negri Carlo, Negro Teresa, Nobili Carlo, Novarese G.

O) - Oddo canonico don Giuseppe, Oldano Giuseppe, Olivari Maria in Giorgi, Olivari Resina, Olivastri Assunta in Carosella, Olivieri Serafina, Ottobon Elena.

R) - P. F. F. A. di Ferrara, Pace Anna, Padevilla Paolo, Pagnoni Rina, Papa Maria, Peruzzi, coniugi, Pasquina Olimpia, Passalacqua Caturro, Passalacqua Elena, Pedrazzini Giuseppe, Pedrini Giuseppina in Solari, Pedroni Gina, Pelle Angela, Pellegrini Anna, Pellizzari avv. Valentino, Peluttiero Caterina, Pena Luigia, Penna Annetta, Penna M., Pernici Elisa, Perossi Carolina, Perron Anna, Perrone Rosalia, Perotti Giuseppe, Peruchier Angela, Piazza Lia, Piccardi Cecilia, Piccinini Marianna, Pighetto Giuseppina, Pinardi Maria, Pini Iginìa, Pinna Angela in Grivel, Pinna Giovanna, Piro Anna, Pisani Rachele, Pivano Pietro, Placci Francesco, Poggiaglioluni Gilola, Pollo Luigi, Poloni A., Poltroneri doti Pietro, Ponchain Bianca, Ponzone Pilade, Porta Gina, Pozzetta Maria, Puzzi Angela, Pozzi Annibale, Pozzi Giacomo, Pulazzini Savina.

Q) - Quaglia Maddalena in Pellerino.

R) - R. C. di Carmagnola, R. M. di Santhià, Rabino Alberto, Rabino Giuseppina, Ralfaglia Angela, Raimondi Concetta, Ramella Anna in Barnate, Rapis avv. Ignazio, Rava Caterina, Reforgiato Cristina, Reggiani Amedea, Reggiani Egisto, Reggiani Giuseppina, Reggiani Maria, Refraschini Ermelinda, Renzi Augusto, Restelli Luisa, Reverdito Marcellina, Revial Elisa, Richetta Confortina, Rìgamonti Ernesta, Rigotti Natalia, Rio Silvina, Rivaro Antonio, Rivotti Ignazio, Rizzoglio Mario, Rizzo Assunta, Robiano Luigia, Rubino Elvira, Rodda Maria in Salino, Roffredì Caterina, Roggero Fiorentino, Rolfo Giovanni, Romano Francesca, Roncarolo Marta, Roscio avv. Francesco, Rossetti Margherita, Rossi Emilio, Rossi Teresa in Zabaldano, Rossi Tersilla, Rossini Gaudenzio, Rossino Margherita, Rosso Stefano, Rota Giovanni, Rotero Margherita, Ruberti Angela in Jacconi, Rubià Battista, Ruffino Fortunata, Ruffino Giuseppina, Ruffinotti Delfina, Ruggero Giuseppina in Sbarra, Ruschena Vittoria, Rusconi Giuseppina.

S) - S. A. di Torino, S. G. di Villanova Canavese, Sacco Anna, Sala Dorina, Sala Emma in Vico, Salvadeo Irene, Salvaro Teresa, Salviati Maria, Sampò Maria, Sannazzaro Annetta, Saporiti Angiolina, Sardi Carlo, Sasso Caterina, Savanco Giovanni, Savin Caterina, Savio Maria, Scagliotti Giovanni, Schierano Ernesta, Sciara Giovanna, Sciarotta Maria, Scognamiglio Giuseppe, Scolari suor Dorotea, Serra Maria in Ore, Sibilla Angela, Situ onetti Celestina, Sincis Virginia, Sirtori Maria, Soave Francesco ed Erminia, Soldati don Giovonni, Sonno Elisa, Soreca Maria m. Cirillo, Sorelle Bruno, Conte, Pino, Salvi, Tono, Zitta, Sorià Angiolina in Amei, Soviti Anna in Box, Spertino Battista, Squaratti don G. B., Stefani Stefano ed Anna, Sterpi Rosa, Sticca Michelina, Strambi Maria, Suore Asilo d'Infanzia, Suor Lucia.

T) - T. M. di Torino, T. R. di Torino, Tacci Vincenza, Tartaglia don Giuseppe, Tassani Giovanni, Tassani Pietro, Tassera Giuseppina, Tavallini Matilde, Taveno Francesco, Tione Giovanna, Torregrossa canonico cav. Michele, Tradigo Giovanni, Transella Ines, Traversa Elena in Clementi, Triolo Francesco, Trivelli Maria, Tullio Gisa, Tuvini Marianna.

V) V. R. da Salemi, Vaccari Virginia, Vaja don Giuseppe, Valleise Giovanni, Valz Elmira in Gris, Varicco Anna, Vassallo Giovanna. Vassonelli Ester in Lonardi, Vecchia Caterina, Venturi Silvia, Venuti Maria, Verrusio Nìcolina ved Napoli, Vertua Francesca, Viarengo Giovanni Viganone Apollonia, Vignolo Suor Maria, Viola chierico Rocco, Virano Caterina, Virano Margherita, Virone Giuseppa, Volpe Gaetano, Volpi Martina.

Z) - Zanchi, coniugi, Zanone Giovanni, Zappelli Luigia in Cazzaniga, Zardini Maria in Montini, Zattolo Giacomo, Zotica doti Giovanni, Ziliotto Anna in Rossi, Zuech Anna.

ASSOCIAZIONI EX=ALLIEVI

ASSOCIAZIONE NAZIONALE ITALIANA.

Nell'Oratorio Salesiano di Torino, il 29 giugno u. s. venivano convocati i presidenti delle otto Associazioni Regionali che in Italia raggruppano le cento e più Unioni locali.

Erano presenti l'avv. Felice Masera, per l'Associazione regionale Subalpina, il signor avv. Francesco Brazioli per l'Emiliana, il signor Egidio Legnani per la Svizzero-Lombarda, il signor Emilio Rizzardi per le tre Venezie, il signor Valfrè Franchini per la Toscana. Scusarono l'assenza e mandarono il loro voto e le loro proposte il cav. Arturo Poesio per la Romano-Napoletana, il signor avv. A. Politi per la Calabro-Sicula. Presiedeva l'adunanza il rev. Don Filippo Rinaldi, prefetto generale dei Salesiani e rappresentante di don Albera, circondato dagli ispettori D. Alessandro Lucchelli per la Subalpina, D. Fedele Giraudi per la Lombardo-Veneta, D. Ludovico Costa per la Ligure, D. Giuseppe Binelli per la Spagna, D. Tirone per la Polonia.

I vari Presidenti riferirono sul movimento delle proprie Associazioni, e il Segretario generale su quello delle Associazioni regionali romano-napoletana e calabro-sicula.

E si venne alla costituzione dell'Associazione Nazionale Italiana. La città scelta a sede del Consiglio nazionale, per ragioni intuitive, non poteva essere che Torino; e per la designazione del Presidente l'assemblea; con nobile e gentile deferenza, proclamò con applausi l'avv. Felice Masera, già presidente della Subalpina, favorevolmente noto per l'illuminata indefessa operosità.

A segretario-cassiere venne nominato il signor Pietro Pivano e a rappresentante ispettoriale il rev. Don Gerolamo De-Martin.

Seguì una assai proficua discussione sul compito del nuovo segretariato nazionale, e si convenne sulle linee programmatiche seguenti:

« Il Consiglio Nazionale, mantenendosi in contatto continuo col Comitato Federale, e rispettando le autonomie regionali e locali, curerà quelle iniziative la cui sfera di azione va oltre l'ambito delle Unioni locali e delle Associazioni regionali, e più precisamente:

1) Convocherà ogni anno i Presidenti regionali, che sono membri nati del Consiglio Nazionale, in una città da fissarsi.

2) Coordinerà il lavoro delle Associazioni Regionali.

3) Indirà convegni o congressi nazionali.

4) Mediante il Segretariato Nazionale, che è organo esecutivo del Consiglio, curerà la redazione e l'amministrazione dell'Organo Ufficiale e Nazionale Italiano « Voci Fraterne ».

Associazione Regionale Toscana,

Venne proclamata la domenica 29 maggio, a Firenze, in occasione del convegno annuale degli ex-allievi dell'Istituto dell'Immacolata, in Via

Fra Giovanni Angelico. Sotto la presidenza dell'ispettore D. Lodovico Costa si adunarono i rappresentanti degli ex-allievi di Livorno, Firenze, Colle Salvetii, Pisa e Figline, e, proclamata l'Associazione Regionale, si passò alla nomina del Segretariato regionale, che riuscì così composto: Sig. Valfrè Franchini, presidente; Giaconi, Segretario; Beverinotti, Cassiere; Don Luigi Giudici, rappresentante dell'Ispettore.

Associazione Regionale Ligure.

Il 26 giugno u. s. a San Pier d'Arena, con i suffragi di quasi tutti i Consigli delle locali Unioni Liguri, e precisamente di S. Pier d'Arena, Alassio, Varazze, Savona, Spezia, sotto la presidenza dell'Ispettore prof. Don Costa venne costituita l'Associazione Regionale Ligure, con questo Segretariato: Presidente, Cav. Lorenzo Alpino; Vice-presidente, l'avv. Cereseto; Segretario-Cassiere, prof. D. G. B. Zerollo ; a rappresentante dell'Ispettore, Don Tomaso Kopa.

Associazione Regionale Calabro-Sicula.

Venne proclamata il 12 giugno, nell'importantissimo Convegno « giornata sociale», indetto dall'Ispettore Don Giovanni Minguzzi, e al quale presero parte i direttori di 15 Case Salesiane, i Presidenti delle Unioni di Catania, Palermo, Messina, Randazzo, Pedara, Catalgirone, Taormina e Malta, e più di 400 ex-allievi dei due Istituti di Catania. Scusarono la loro assenza, aderendo incondizionatamente, le Unioni di Marsala, Modica, e S. Gregorio.

L'ing. Giovanni Barolo svolse, egregiamente, il tema « Affiatamento fra i Soci », presentando all'assemblea un ordine del giorno, nel quale è raccomandato, tra l'altro, « di curare la diffusione degli organi già esistenti dell'Associazione Nazionale e della Federazione Internazionale, «Voci Fraterne « e « Rivista dei Giovani ».

L' Avv. Giovanni Nizza, con egual larghezza di vedute e maturità di propositi, trattò del « modo di operare con Don Bosco i, facendo voti che ogni ex-allievo sia:

a) la vivente apologia del sistema educativo di Don Bosco;

b) l'operaio attivo per l'avvento del regno di Dio sulla terra;

e) il cooperatore dei disegni di Don Bosco in mezzo alla società, e specialmente in mezzo alla gioventù.

Nel pomeriggio si precedette alla nomina del Segretariato Regionale, che risultò così composto. Presidente: Avv. Alfredo Politi, Vice-Presidenti: Barone A. Petyx, e Avv. G. Romano, Segr.-Cassiere: Cav. Dott. M. Sella; Consiglieri: Ing. Barolo, Prof. Nicolosi, Cav. Mascali; a rappresentante del l'Ispettore venne eletto D. Bonaventura Garba d'Assoro.

Così tutte le Associazioni Regionali Italiane sono costituite. A comodità degli ex-allievi, che desiderassero corrispondere con esse, registriamo esattamente l'indirizzo dei singoli Segretariati:

AssocIAZIONE REGIONALE SUBALPINA: Sede del Segretariato: Via Cottolengo, 32 - Torino.

ASSOCIAZIONE REGIONALE SVIZZERO-LOMBARDA: Sede del Segretariato: Via Copernico, 9 - Milano.

ASSocIAZIONE REGIONALE DELLE TRE VENEZIE: Sede del Segretariato: Via Antonio Provolo, 24 - Verona.

ASSOCIAZIONE REGIONALE EMILIANA: Sede del Segretariato: Via Jacopo della Quercia, 1 - Bologna.

ASSOCIAZIONE REGIONALE LIGURE: Sede del Segretariato: Via Aurelio Saffi, 23, San Pier d'Arena.

ASSOCIAZIONE REGIONALI TOSCANA: Sede del Segretariato: Via Giovanni Angelico, 16-Firenze.

ASSOCIAZIONE REGIONALE ROMANO-NAPOLETANA: Sede del Segretariato: Via Marsala, 42 - Roma (21).

ASSOCIAZIONE REGIONALE CALABRO-SICULA: Sede del Segretariato: Via Cibali, 3 - Catania.

Convegni locali.

Degni di menzione:

Il Convegno di oltre 2oo aderenti alla fiorentissima ed operosa « Sezione Giovani» dell'Unione ex-allievi dell'Oratorio Salesiano di Torino, la 1a domenica di luglio.

Il Convegno di circa 2oo ex-allievi dell'Oratorio Salesiano di Trieste, la stessa domenica.

Il Convegno di ben 17o ex-allievi dell'Istituto Salesiano di Gorizia. a Lo spirito di Don Bosco - scrive l'Idea del Popolo del Friuli - aleggiava sopra tutto il vasto Istituto, risorto a vita novella dallo spaventevole sterminio della guerra, animava i cuori degli ex-allievi convenuti da tutte le regioni della Venezia Giulia, inspirava gli oratori, che all'adunanza festiva e all'agape fraterna parlarono a nome di tutti i presenti e gli assenti, trascinava irresistibilmente quella falange di giovani e vecchi allievi dalla sala di ricevimento alla cappella, dall'aula delle adunanze festive al vasto refettorio delle grandi solennità, dal rumoroso cortile della ricreazione all'armonioso teatrino del collegio. Lo spirito di Don Bosco, spirito di bontà e d'amore, spirito di santità e di religiosità, spirito di Dio e di G. Cristo; ecco il segreto del grandioso successo delle festa degli ex-allievi salesiani»

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COMMEMORAZIONI DANTESCHE. A Torino.

Togliamo dal Momento del 24 giugno:

Il pubblico delle grandi occasioni, numerosissimo ed eletto, gremiva nel pomeriggio di ieri l'ampio teatro dell'Oratorio Salesiano in Valdocco per la solenne commemorazione del VI Centenario Dantesco indetta dai Salesiani. Era oratore ufficiale il nuovo Deputato di Genova on. prof. Achille Pellizzari, Ordinario di letteratura italiana in quella R. Università.

Al suono della Marcia Reale, eseguita dalla banda interna dell'Oratorio, giunsero in due automobili da Agliè il Principe Tommaso Duca di Genova, la Duchessa Isabella coi figli Principe Filiberto Duca di Pistoia, Principessa Maria Adelaide, Principe Eugenio Duca di Ancona, accompagnati dalla contessa Faà di Bruno, dal comandante De Grossi, primo aiutante di campo del Duca, dal conte Leonzio Balbo e dal capitano Federico Ricardi di Netro.

Poco tempo dopo giunse pure S. Em. il Cardinale Richelmy, nostro Arcivescovo, accompagnato da Don Pons e dal teologo Garavini. Vennero ossequiati e ricevuti da Don Rinaldi, prefetto generale, in rappresentanza del rettore maggiore D. Albera assente da Torino, e dalle Dame patronesse delle Opere di Don Bosco contessa d'Agliano, signora Musso-Croce, signora Losio-Ramella, contessina Canierana, contessa Belli di Carpenea; da D. Trione e dal conte Olivieri. Presso i Duchi e il Cardinale presero posto le autorità e le notabilità, fra le quali si notavano l'assessore Olivero rappresentante del Sindaco, il Regio Provveditore agli studi, conte Staffetti per il Prefetto; il senatore conte Berna d'Argentina primo presidente onorario di Cassazione; il colonnello De Seigneux per il comandante la Divisione militare, un rappresentante del Rettore della Università; l'economo generale comm. E. Ballerini, il commi. prof. Costanzo Rinaudo, l'assessore Zanzi, il cons. prov. barone Gianotti, i consiglieri comunali dottor Burzio e Longhi, ecc.

Sul palcoscenico campeggiava, sotto una ampia bandiera tricolore in mezzo a piante ornamentali, una effigie del Sommo Poeta, illuminata da proiettori di luce elettrica. Vicino, presero posto le rappresentanze dei principali istituti scolastici della città e delle associazioni cattoliche giovanili.

Don Stefano Trione, presentando l'illustre oratore, rivolse l'omaggio dei Salesiani alla Porpora Romana e alla Croce Sabauda, che bellamente s'incontrano nel rendere omaggio al divino Poeta, ed alle autorità tutte, ricordando che l'opera di Don Bosco, non solo è opera di religione e di civiltà ma opera di cultura, e che nella sua vasta espansione all'estero, ha ormai in quasi tutte le parti del inondo numerose cattedre per la diffusione della lingua e cultura italiana. Disse che l'opera salesiana istituì un Concitato Dantesco internazionale, con sezioni e sottocomitati in ben 14 nazioni, svolgendo un largo programma d'azione; e che il movimento universale ha culminato nel-

l'agusta parola del Papa, la memorabile enciclica di Benedetto XV su Dante, rilevando che al Comitato Salesiano Dantesco si sono uniti amici e ammiratori con il benemerito Comitato delle nobili dame patronesse salesiane torinesi.

L'on. A. Pellizzari, con elevata e dotta parola, dopo aver trattato di ciò che fu l'opera di Dante come creatore della lingua d'Italia e primo assertore della sincerità politica fra noi e del suo pensiero politico nazionale, passò a discorrere del suo significato morale e storico.

L'oratore, che venne frequentemente interrotto da calorosi applausi, riscosse alla fine una vera ovazione, e venne assai complimentato dai principi, dal Cardinale Arcivescovo e dalle autorità presenti.

«Poco dopo le ore 18 - scriveva la Gazzetta del Popolo - la cerimonia era compiuta; e il teatro si andava lentamente sfollando. E nella mite sera, uscendo sulla larga piazza di Maria Ausiliatrice, dove il bel monumento, così felicemente ispirato, dello scultore Cellini, ritrae l'immagine e simboleggia l'opera del pio e filantropico Sacerdote, noi eravamo tratti a ricordare la chiesa, dove l'Alighieri, e ... l'alta - fronte che Dio mirò da presso chiusa - entro le palme », « lacrimava il suo - bel San Giovanni», e a mormorare i versi carducciani:

Ave Maria! Quando su l'aure corre l'umil saluto, i piccioli mortali scovrono il capo, curvano la fronte Dante ed Aroldo ».

Altre Commemorazioni Dantesche ebbero luogo, in forma solenne, alla Spezia, nelle Scuole San Paolo - e fu la prima Commemorazione Dantesca tenutasi nella bella città; - a Verona, nell'Istituto Don Bosco, con discorso del rev.mo prof. Don Bartolomeo Fascie, direttore delle Scuole e della Stampa Salesiana; - a Frascati, nel convitto « Villa Sora » per iniziativa della fiorentissima Scuola Normale maschile pareggiata Tuscolana. La commemorazione ebbe luogo nell'ampio, arioso salone del convitto, addobbato per la circostanza, dinanzi a un pubblico eletto accorso da Frascati e da Roma, e riuscì una splendida dimostrazione dell'alta stima in cui è universalmente tenuta quella nostra Scuola Maschile Pareggiata.

Anche a Vallecrosia (Ventimiglia) la Scuola Normale femminile Pareggiata Don Bosco, diretta dalle Figlie di Maria Ausiliatrice, tenne l'11 giugno. una solenne Commemorazione. Disse il discorso il prof. Onorato Castellino del R. Liceo d'Oneglia.

Un modo, tra i più istruttivi e più degni per onorare il Divino Poeta nell'anno del suo Sesto Centenario è stato quello tenuto dalla Scuola Superiore di Religione di Parma. Anzichè ricorrere a particolari conferenze o accademie, l'intero insegnamento: dal novembre all'aprile venne dedicato a mostrare la perfetta ortodossia di Dante su tutti gli argomenti e i punti principali della Dottrina Cattolica. Il corso fu potuto giustamente intitolare: Il Cattolicismo ripassato sulle orme di Dante. Ne daremo una succinta esposizione, convinti che potrà riuscire utile per altri casi.

NOTE E CORRISPONDENZE

La Festa del Papa.

In molte città, la Festa del Papa celebrata il 29 giugno u. s. ebbe conveniente preparazione, e degna celebrazione o solenne epilogo, in Oratori ed Istituti Salesiani. Ebbene, ci consta che in più luoghi i giovinetti vennero opportunamente esortati nei giorni precedenti a celebrarla fervidamente, e che, in questo modo; molte tenere anime, venendo ad essere altamente comprese dell'eccelsa dignità del Papa, domandarono di prepararsi alla festa, con un triduo, o con una novena, di piccoli ma cordialissimi atti di virtù, nè più nè meno, come se si dovessero preparare a celebrare una festa solenne della Vergine o di Nostro Signore G. C.

Rileviamo, con gioia, codesto particolare, per raccomandare a quanti educano la gioventù, d'innamorarla devotamente al Papa, se vogliono che cresca devota alla Chiesa e di forte cristiano carattere.

NEGLI ISTITUTI DELLE FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE

Convegno Regionale delle ex-allieve delle Figlie di M. A.

Il convegno regionale delle ex-allieve delle Suore di Don Bosco, ebbe luogo la domenica 3 luglio e riuscì di piena soddisfazione per le promotrici e le convenute.

Devote e solenni le feste religiose nella Messa della Comunione Generale di S. E. mons. Pinardi; nella Messa cantata da D. Filippo Rinaldi, con esecuzione musicale correttissima da parte delle Oratorîane della Scuola S. Cecilia, della Messa a soli voci del Lotti sotto la direzione del M° D. Grosso; nell'Ora Santa predicata e nella processione col Santissimo.

Tra le funzioni religiose, due riunioni delle Presidente delle diverse Unioni locali ex-allieve con le loro delegate, ove, in forma veramente pratica, con intervento della Superiora Generale delle Suore di Don Bosco, di altre Superiore del Consiglio Generalizio e varie Ispettrici e Direttrici del Consiglio Direttivo Centrale dell'Unione Internazionale delle ex-allieve al completo, sotto l'assistenza del rev.mo Don Rinaldi e del Sac. Dott. G. B. Calvi per « Unione » (il nuovo periodico della Federazione Internazionale delle Figlie di Maria Ausiliatrice), furono trattati argomenti vitali interessantissimi, riguardanti l'azione sociale delle ex-allieve, tutti ispirati dal programma della Cooperazione Salesiana, e cioè l'« Educazione fisica per le giovinette degli Oratori festivi », dalla prof.ssa Signorina M. Rodellone; le Scuole serali di complemento » o « della buona massaia », dalla signorina M. Luigina Carpanera; «La diffusione della buona stampa », dalla signorina M. Laura, le « Conferenze di San Vincenzo de' Paoli », dalla signorina Dall'Olio; le « Pratiche di pietà », dalla signorina C. Lanzio; la « Società di Mutuo Soccorso per l'assistenza alle compagne », dalla signora Gastini; la « Comunione mensile per le alunne delle classi elementari », dalla signorina M° C. Turco, e tutti i temi vennero illustrati con altezza di forma e vera praticità di vita, di modo che l'uditorio ne rimase vivamente e santamente edificato.

E non poteva essere diversamente perchè le singole oratrici hanno esposto quanto e come già fanno direttamente. e personalmente, copie ex-allieve, in quel grande arsenale di opere buone - sempre sotto la guida del rev.mo Don Rinaldi, anima, vita e mente di tutto - ch'è l'Oratoria Femminile «Maria Ausiliatrice ».

Nella votazione, tenuta prima della riunione del pomeriggio, vennero elette, a scrutinio segreto e a maggioranza di voti, a Presidente regionale la signora Emma-Caviglione-Coppa, e a Segretaria Regionale la signorina Olimpia Peretti, ambedue dell'Unione locale di Torino.

NOVARA. - NELL' ISTITUTO DELL'IMMACOLATA il 23 giugno u. s. si tenne un saggio catechistico, alla presenza di Sua Ecc. Rev.ma Mons Giuseppe Gamba, Vescovo diocesano, dal rev. Don Albera Direttore dell'Istituto Salesiano locale, di molti Parroci della città e numerose Ex-Allieve dell'Istituto.

Il riuscitissimo trattenimento si aperse con un inno di festa e di fede; poi cominciò lo svolgimento del programma, diviso in tre parti: Credo » « Spero e «Amo», chiusa ciascuna da un quadro allegorico, rappresentante la virtù antecedentemente illustrata. Non soltanto si svolsero tutte le parti del Catechismo, ma vennero confutate con chiarezza e precisione anche le principali obbiezioni contro le virtù della Fede.

S. E. Mons. Vescovo, che seguiva con vivissima compiacenza lo svolgersi del saggio, durato due ore, complimentò in modo speciale molte alunne, e, al termine, rivolgendo al pubblico la sua parola, dichiarò che tutte le gareggianti meritavano non solo dieci con lode, ma cento lodi, per la serietà e diligenza con cui avevano coltivato lo studio della Religione, del quale fece rilevare l'importanza per tutti, ma in modo particolare per le fanciulle che, destinate all'insegnamento, dovranno essere gli angioli buoni di tanta gioventù.

NOTIZIE VARIE

In Italia.

TORINO. BORGO S. PAOLO. - LA FESTA TITOLARE DELL'ORATORIO. - L'Oratorio S. Paolo ha festeggiato, la domenica 3 luglio, il suo Santo Titolare, con l'entusiasmo caratteristico del popolo schietto e gagliardo di quel rione cittadino.

Fin dalla vigilia i preparativi fervevano da ogni parte, e il crepuscolo vide già crepitare le prime sorprese pirotecniche, e le luminarie multicolori, e fu pieno del gaio squillare di musiche su tutta una fiumana di gente che si addensava nei vasti cortili dell'Oratorio. Nella notte ancora gli ultimi ordini, le ultime disposizioni fino a quando, nel candore dell'alba, il verde parco dell'Oratorio apparve trasformato in un incantevole tempio.

Le SS. Messe si alternarono di continuo sempre all'aperto: e le Comunioni furono numerosissime. Alle otto i giovani cattolici assistevano con gran numero di vessilli alla S. Messa, quando lo squillar delle trombe avvisa dell'arrivo del signor Don Albera. La automobile fu tosto circondata e il bianco vegliardo sorridente scende in mezzo a quel popolo che egli tanto ama; s'appressa lentamente all'altare, e s'accinge a benedire la statua, mentre cantori e banda lanciano al cielo con vera valentia la grande Antifona del M° Cimatti. È un momento solenne: i serici veli che occultano la bella immagine sono tolti d'un tratto dalla madrina e dal padrino della festa, sig.na Maria e Giuseppe Ferreri, e, tra fremiti di commozione profonda, il simulacro appare nella sua maestà, e il Dott. Don Arturo Conelli, Economo Generale della Pia Società, inizia la Santa Messa. Alle dieci Messa cantata da D. Ricaldone, Consigliere professionale, con musica ben interpretata dalla scuola di canto dell'Oratorio.

Poi il banco di beneficenza e le gare sportive si alternano; la folla è sempre enorme. Alle 16.30, quando il Curato di S. Bernardino si accinge a dar la benedizione, la modesta cappella non può contenere neppure un terzo dei fedeli, ed allora solennemente, dalla porta della Chiesa, viene impartita di nuovo la benedizione a tutte le persone raccolte nei vasti cortili.

Altro colpo d'occhio veramente magnifico fu alla sera, quando tra il fantastico brillare di migliaia di lumicini e di fuochi d'artificio, tra suoni di bande e d'orchestre, si svolse un interessantissimo saggio ginnastico. Non meno di 12 mila persone fanno corona alle squadre, e interminabili sono le ovazioni.

La festa lasciò in ogni cuore una soddisfazione profonda: fu festa di popolo, festa del cuore, festa di fratellanza gioconda.'

Ma ad altro giorno pensa il popolo di San Paolo: al giorno non lontano in cui si porrà solennemente la prima pietra del nuovo Tempio da dedicarsi a Gesù Adolescente e alla S. Famiglia, a meglio implorare le benedizioni del cielo su tutti, figli e genitori, delle popolose adiacenze.

ROMA - LA FESTA DI S. MARIA LIBERATRICE. celebratasi lo scorso maggio al Testaccio riuscì anche quest'anno, un'imponente e grandiosa manifestazione di fede e un nuovo trionfo dell'ascensione morale e religiosa di quel quartiere.

Preparata dalla calda ed eloquente parola del rev. P. Migliardi, oratore mariano, e sapientemente organizzata da apposito Comitato delle locali Associazioni, la solennità fu il più bell'esponente di tutta la vitalità del rione, che si è raccolto, fin dalle prime ore, nel maestoso tempio, sontuosamente addobbato, dove le Comunioni raggiunsero il bel numero di parecchie migliaia.

L'Abate di S. Paolo rev.mo P. Schuster celebrò la Messa della Comunione generale, mentre il vasto presbitero e tutto il tempio erano tanto gremiti che il celebrante nel distribuire le Sacre Specie fu coadiuvato da due altri sacerdoti.

Altra folla gremiva il tempio per la Messa solenn e, celebrata dal rev.mo Don Manassero, Ispettore delle Case Salesiane dell'America del Nord. Il canto fu magistralmente eseguito dalla Schola Cantorum dell'Ospizio del S. Cuore sotto l'esperta direzione del Maestro Antolisei.

Nel pomeriggio, nell'ampio piazzale dell'Oratorio, organizzata dall'Associazione Popolare Testaccio, si svolse un'attraente festa campestre con lotterie e tombole, mentre il concerto « S. Maria Liberatrice », diretto dal M.° Del Bianco, eseguiva uno splendido programma musicale.

Alle 18.30, dopo il Rosario e dopo brevi parole del predicatore mariano, cominciò a sfilare la processione col simulacro della Vergine, per le vie del quartiere. Ad essa presero parte gli esploratori cattolici, le opere parrocchiali ed i circoli maschili e femminili, il concerto, quindi i sacerdoti, ed infine portata dai giovani del Circolo, e seguita da una folla immensa, la statua della Vergine. Quand'esco apparve sulla porta maggiore del tempio, il grido potente di Viva Maria, che si sprigionò da dalla moltitudine, riaffermò ancora una volta la divozione e l'amore del Testaccio per la Vergine Santa.

Il lungo corteo - tra molte migliaia di persone rispettose e divote - si snodò lentamente e solennemente nelle vie adiacenti, senza alcun incidente, fra canti, applausi ed evviva. Rientrato in chiesa, venne impartita la Benedizione Eucaristica, mentre dal piazzale giungevano le ultime note armoniose di una marcia religiosa. Più tardi, come per incanto, tutte le finestre del quartiere si andarono fantasticamente illuminando, ad attestare la pienezza di fede e di amore, che in quel giorno il Testaccio aveva dato alla sua Celeste Patrona.

FRASCATI. - AL SANTUARIO DI CAPOCROCE, ufficiato dai nostri confratelli, grazie allo zelo dei membri della Deputazione e della Pia Unione locale, dopo una lunga interruzione dovuta ai tristi anni passati, Frascati ha celebrato di nuovo con tale solennità l'anniversaria festa della Madonna da far ricordare le feste centenarie del 1913.

Molta folla, molta fede, molta commozione: ecco il consolante spettacolo dei giorni 21, 22 , 23 e 24 aprile, cioè del triduo e della festa di Maria SS. di Capocroce.

La Messa della Comunione generale fu celebrata dall'Em.mo Card. Giovanni Cagliero, Vescovo Tuscolano, che alla fine rivolse ai numerosi devoti intervenuti belle parole di circostanza. Si disse lieto di veder abbellito il Santuario di Capocroce e di vedere la casa della Madonna diventata la casa della gioventù, augurandosi che l'Oratorio salesiano sia frequentatissimo dai giovani che saranno gli uomini onesti e forti del domani, e a tutti raccomandò d'essere degni della protezione di sì tenera Madre.

Durante la messa solenne, cantata dal Vicario Mons. D. Silvio De Angelis, fu eseguita meravigliosamente la « Pontificalis » del Perosi. Tutto il giorno fu un accorrere di divoti al Santuario, anche per ammirare i restauri compiuti e le nuove decorazioni. Le funzioni vespertine furono coronate dalla Benedizione Eucaristica, impartita dall'Em.mo Card. Cagliero, che, dopo aver benedetto i devoti che avevano avuto la fortuna di occupare un posticino nel Santuario, si portò a benedire la folla immensa che gremiva il piazzale e le adiacenze. All'apparire dell'Em.mo, che portava il SS. Sacramento, una tromba squillò l'attenti e si fece un religioso silenzio. Fu un momento commovente. Mentre la benedizione del Signore scendeva su tutta quella massa di gente ginocchioni a terra, nell'aria tepida e profumata si diffondevano le note di una soave melodia religiosa, eseguita dalla banda municipale. Non si può dire l'effetto prodotto sull'animo dei presenti, e il fremito di viva e sincera commozione, provato in quell'istante. Subito un applauso fragoroso risuonò fuori e dentro al Santuario, alternato al grido di Viva Maria! e alle note dell'inno « Noi vogliam Dio », cantato a voce di popolo e accompagnato dalla banda.

Degno compimento della festa fu lo spettacolo dei fuochi di artificio sulla Piazza Romana. La musica, nel triduo e nella festa fu egregiamente eseguita, con accompagnamento d'orchestra, dalla cappella della Società corale tuscolana, diretta dal maestro Cav. Costantino Acquasanta.

BARI. - LA BENEDIZIONE DELLA BANDIERA DEL Circolo Giovanile « Giovanni Bosco » richiamava, la domenica 29 maggio, una folla di ammiratori e di benefattori all'Istituto del Redentore. Compì la cerimonia S. E. Rev.ma Mons. Del Buono, Vescovo Ausiliare, che pronunziò belle ed ispirate parole. Fungeva da madrina la nobildonna De Fabritiis, cui l'operaio Morcadello rivolse un gentile saluto. Il discorso ufficiale fu tenuto dall'On. Marino, il quale inneggiò alla carità, che è l'anima dell'Opera di Don Bosco e il segreto dei meravigliosi successi del suo metodo educativo. « La Benedizione di Dio - disse l'oratore - glorifica ed innalza l'Opera del suo Servo»: e rivolto ai soci del Circolo, «sia questa benedizione, concluse, che oggi è scesa sopra la vostra bandiera, quella che vi renda degni di esserne i più vivaci e coraggiosi assertori ».

La cerimonia fu coronata da un saggio ginnicodrammatico, al quale assistettero tutte le Autorità cittadine con a capo il Comandante del Corpo d'Armata e vari Generali, il Prefetto della Província, alcuni Assessori Comunali, molte nobili famiglie e un pubblico sceltissimo.

L'Istituto del Redentore, riapertosi per ospitare una larga schiera di orfani di guerra, è circondato dalle simpatie di tutta la cittadinanza, e sente bisogno d'ampliamento. Un apposito Comitato, sotto la guida del nobile sig. Conte Casale y Zigoroa si sta adoperando per la ricerca dei fondi: ma - come scrive l'Avvenire locale, che ha consacrato tre colonne al resoconto della riuscitissima festa con parole improntate alla più cordiale benevolenza - - « la somma occorrente è assai forte. La lotteria, che ha dei premi splendidi (basti la stanza da pranzo offerta dalla Cooperativa di Lissone, per non ricordare altri sommamente artistici e ricchi) si spera che dia un buon ricavato. In ogni modo, noi siamo persuasi, che quanti, nella nostra Puglia, tengono scolpiti nel cuore sentimenti di carità cristiana, non vorranno negare aiuto ed appoggio. L'Avvenire delle Puglie sarà ben lieto di pubblicare i nomi dei caritatevoli oblatori ».

BUSTO ARSIZIO. -UNA COMMEMORAZIONE DEL VEN. DON Bosco. - Per iniziativa del forte ed attivo gruppo di quei nostri ex-allievi, e sotto gli auspizi del Circolo Pro Fide et Patria, il 9 aprile, p. p., il Sac. Dottore Cav. Benedetto Galbiati, anima del fiorentissimo movimento giovanile milanese, commemorava il Venerabile nostro Padre, Il valente e dotto oratore, anziche esporre la vita di Don Bosco, ben nota a tutti i presenti, fece un rapido esame dell'opera educatrice del Maestro, il quale col suo Sistema Preventivo - che ha per base la religione e l'autore - seppe precorrere i tempi. Don Bosco riallaccia Vittorino da Feltre con Giuseppe Allievo. Nei suoi Collegi, ove sono paternamente uniti studenti ed artigiani, i caratteri delle nuove generazioni si vanno, nella pratica della religione, temprando al lavoro, al dovere, alla vita intesa come progresso civile e perfezione morale. L'Italia, erede della grandezza di Roma, ricca di valenti energie, trovò in Don Bosco un benefattore insigne, un apostolo prodigioso nell'orientare verso il bene le coscienze giovanili. L'educatore, il maestro, se non è un apostolo, è il più abbietto dei mestieranti, e Don Bosco fu veramente un apostolo dell'educazione.

L'oratore, interrotto da frequenti applausi, rievoca gustosi episodi della vita moderna, e conchiude ricordando che D. Bosco fu grande perche si formò alla scuola del Crocifisso, quella scuola, a cui di questi giorni è tornato l'ingegno più scapigliato e audace tra i viventi, Giovanni Papini: il bestemmiatore di ieri s'inchina oggi al disonore del Golgota.

All'Estero.

VIEDMA. - SOLENNI FESTE RELIGIOSO-SOCIALI. - Ci scrivono dal Rio Negro: In Viedma, capitale della Patagonia e già residenza di S. E. il Card. Cagliero, il cui ricordo vive in benedizione in quanti lo conobbero, per iniziativa del « Circolo Operaio Cattolico », che volle assecondare come meglio potè l'invito del Santo Padre Benedetto XV, si celebrò col più vivo entusiasmo la festa del Patrocinio di San Giuseppe.

La Commissione Direttiva del Circolo, desiderosa di diffondere sempre più tra gli operai la buona parola, e di far loro conoscere il programma socialecattolico e porre così un argine al socialismo che lavora intensamente per la propria propaganda, invitò per la circostanza il sig. Carlo Conci, Presidente Generale dei Circoli Operai Cattolici nella Repubblica Argentina.

Il sig. Conci giungeva fra noi il 15 aprile, ricevuto dal conte Dott. Emilio De Rege, Presidente del Circolo di Viedma, e dalla Commissione Direttiva. La stessa sera, nel salone del Circolo Operaio, che senza dubbio è il miglior salone della capitale, il sig. Conci tenne la prima conferenza. In forma brillante parlò della necessità dell'organizzazione, spesso interrotto da prolungati applausi.

Il giorno dopo, nella seconda conferenza, dopo di avere analizzato i mali dell'ora presente, espose i rimedi già indicati da beone XIII nell'Enciclica Rerum Novarum, e non parlò in vano.

Difatti l'indomani, festa del Patrocinio di San Giuseppe, la vasta chiesa parrocchiale presentava un aspetto imponente. Gli operai, in Massa, assistevano alla Santa Messa e si fortificavano con la SS. Eucaristia : lunga e commovente cerimonia, durante la quale la « Schola Cantorum Card. Cagliero » eseguì mottetti di ricostanza del Maestro Pagella Poi tutti i soci dei Circolo si diressero alla Biblioteca del Collegio San Francesco di Sales per la colazione; in seguito ebbero un vermouth d'onore nel salone sociale; ed alle 10, preceduti dalla banda di musica della Scuola Agricola S. Isidoro s' incamminavano un'altra volta verso la chiesa parrocchiale, dove assistettero alla Messa Solenne, alla quale la « Schola Cantorum » del Collegio San Francesco di Sales interpretò con maestria e precisione la messa a tre voci del Maestro Haller, ed il direttore del Circolo, il carissimo Don Manachino, disse intra Missam le glorie del Santo Patrono.

Alla Messa solenne tenne dietro la Processione, nella quale la statua di San Giuseppe fu portata in trionfo per le vie e attorno la piazza principale della città, finchè alle 12, dopo aver ricevuto la Benedizione con il SS. Sacramento, un'altra volta gli Operai Cattolici si radunavano nel collegio San Francesco, dove, per cura della Commissione Direttiva del Circolo era stato preparato un modesto pranzo sociale, che vollero onorare del loro intervento anche il Giudice Supremo del Territorio del Rio Negro, Dott. Luigi Zervino; il giudice inquisitore Dott. Soria Mena; e tutte le autorità locali.

Alla frutta brindarono molti, e il sig. Carlo Conci, con parola eloquentissima, espresse tutta la sua riconoscenza per le prove di stima ed affetto ricevute.

Ultimo parlò il sig. Giudice Dott. Luigi Zervino, manifestando l'intima soddisfazione per trovarsi fra tanti buoni operai, ai quali ricordò che « l'unione fa la forza ».

A sera il sig. Conci pronunciava la sua terza Conferenza, parlando, tra continui applausi, « sul programma sociale dei cattolici argentini nell'ora presente ». In fine prese la parola il Dott. Emilio

De Rege, Presidente del Circolo di Viedma, domandando all'oratore, in nome degli Operai Cattolici, altre due Conferenze. L'Assemblea sorse in piedi applaudendo ed il sig. Conci, sempre buono cogli operai, non potè ricusarsi.

E quattro furono ancora le conferenze che tenne tra noi il Presidente Generale dei Circoli Operai Cattolici: due in Viedma e due in Patagones, dove alla presenza di più di ottcento operai - tanti quanti ne poteva contenere il teatro « Garibaldi » amici ed avversari - egli parlò ascoltatissimo per quasi due ore.

In sostanza il Circolo Operaio Cattolico di Viedma celebrò la festa del suo Parono con una vera « Settimana Sociale »; e il programma dei festeggiamenti, organizzato dalla Commissione Direttiva del Circolo, ebbe un esito completo anche nei minimi particolari.

A così buona riuscita, insieme con vari confratelli, contribuirono assai gli ExAllievi di Don Bosco, che seguono i loro Maestri con tanto affetto. La loro orchestra ci rallegrò più volte, specialmente durante il banchetto sociale e la rappresentazione teatrale, con la quale si coronò la grande giornata dedicata al « Patrono di tutta quanta la Chiesa ».

Fin qui la corrispondenza. - Cordiali rallegramenti e vivi auguri d'una vita, sempre così attiva e feconda, a tutti i buoni Operai Cattolici di Viedma e al loro Consiglio Direttivo.

CAPE-TOWN. - S. A. R. IL PRINCIPE DI CONNAUGHT IN VISITA ALL'ISTITUTO SALESIANO. - Ci scrivono in data 12 maggio: - Da pochi mesi S. A. R. il Principe Arturo di Connaught è investito dell'alta carica di Governatore Generale del Sud-Africa Inglese. Egli è giovane ancora, ed è considerato uomo di tatto e di esperienza, oltrechè già conoscitore di queste contrade, avendo preso parte alla guerra Anglo-Boera.

Desideroso di conoscere le principali Istituzioni del Paese, il 28 aprile ci faceva pervenire un biglietto avvisandoci che, se nulla ostava da parte nostra, sarebbe venuto a visitare il nostro Istituto. Due giorni dopo, infatti, circa le 11, 3o, arrivava in automobile, accompagnato dal suo Aiutante di Campo.

La Banda dell'Istituto intonava il « God save the King », mentre lo ricevevano all'entrata i Superiori dell'Istituto, Mons. Giov. Rooney, Vic. Apostolico, e i signori C. W. Giovanetti, Dott. Raubenheimer e il Magg. Avv. Van Zyl, membri del Parlamento Sud-Africano.

S. A. R. visitò dapprima la piccola Mostra dei nostri Laboratorii, indi saliva ai piani superiori, ove sono i dormitorii degli alunni. La visita ai varii Laboratorii lo interessò assai; con visibile compiacenza si fermò ad esaminare i lavori in esecuzione, mentre gli si spiegava brevemente il metodo d'insegnamento e di educazione professione e morale.

Terminata la visita ai Laboratorii, tutti gli alunni, in un attimo si trovarono schierati sotto il porticato, ove fu quasi improvvisata una manifestazione di ossequio e di ringraziamento a S. A. R.

Apri la Banda Istrumentale, quindi gli alunni eseguirono un canto patriottico, al quale seguì la lettura d'un indirizzo di omaggio e di ringraziamento; e un altro pezzo della Banda chiuse la manifestazione. S. A. R. visibilmente soddisfatta parlò agli alunni dicendosi felice di questa sua visita, esortandoli al lavoro ed alla corrispondenza, e ricordando che l'avvenire del Sud-Africa è riposto nelle mani e nella mente della gioventù che si prepara alle lotte del domani.

Mentre un forte coro di voci lo acclamava e la Banda ripeteva il « God save the King », S. A. R. lasciava l'Istituto.

NECROLOGIO

Chiediamo venia a molti nostri Benefattori se la sovrabbondanza di materia non ci permette di fare conveniente menzione - come pur vorremmo - di tante anime care cui ci sentiamo uniti da vincoli di riconoscenza imperitura. Sveno tutti intimamente convinti che non le dimentichiamo un sol giorno nelle nostre preghiere.

Mons. D. Gaetano Pizzi.

Vescovo di Sansevero e Civitate, moriva a Napoli il 16 giugno u. s. in età di 65 anni. Devoto ammiratore del Ven. Don Bosco, seguiva con vivissima simpatia il salutare incremento di tutta l'opera salesiana ed incoraggiava, con paterna benevolenza, la, modesta attività dell'Oratorio aperto nella sua città residenziale. Interveniva sempre alle nostre feste e nell'ultima conferenza, quantunque oppresso dalla grave malattia di cuore, portò l'autorevole incoraggiamento della sua parola e della sua offerta per gli orfani di guerra, ricoverati nei nostri istituti. Riposi nella pace dei Santi!

Suor Luigia Antonietta Darbesio.

Orfana di madre a 4 anni, fu esempio di studio e di pietà nel collegio delle Suore Giuseppine in Torino; e a 19 anni entrava nel Convento di Santa Maria della Visitazione dove, per intelligenza, bontà ed attività, fu particolarmente cara alle Sorelle, perchè solo la malferma salute interrompeva a intervalli l'alacre opera sua, obbligandola a desistere dal bene che faceva alla Comunità.

Dio la volle a sè, perche il suo anelito verso di Lui non trovasse più ostacoli nel fragile corpo e la rapì dopo averle fatto la grazia di veder nei vispi nipoti continuata la memoria del valente e pio padre suo, il Generale Emilio Darbesio.

La defunta, al secolo Antonietta Darbesio, in religione Suor Luigia Antonietta, apparteneva all'esemplare famiglia che ebbe strette attinenze di cordiale amicizia con Don Bosco e Don Rua.

Ai Congiunti, e alle venerande sue Consorelle, l'assicurazione di memori suffragi.

Conte Dott. Cav. Francesco Deviani.

A Martignano (Udine), la sera del 15 giugno, nell'avita casa dov'era nato nell'agosto del 1844 chiuse la terrena esistenza, consacrata al culto e all'esercizio delle più elette virtù di cristiano e di cittadino, lasciando in testamento alla consorte di compiere larghe beneficenze per l'Asilo infantile, per un'eventuale Scuola professionale, per l'erigenda chiesa, per i poveri di Martignano e Villalta, per gli orfani di guerra e per alcuni suoi dipendenti. Al nobile Uomo, che simpatizzava assai per l'Opera nostra e si gloriava di esserne cooperatore, vada la prece fervida della riconoscenza, che gli affretti il godimento della gloria celeste, e doni agli addolorati congiunti rassegnazione e conforto.

Can. Gregorio Cola.

Spirò santamente in Locarno il 20 marzo u. s. dove aveva edificate con opere di zelo e pietà le parrocchie di Menzonio e Gena Verzasca. Sacerdote di rara prudenza e di grande semplicità, era desideratissimo da ogni ceto di persone core direttore di spirito. Il bene compiuto nella sua lunga carriera - morì a 8o anni-- gli ha certo procurato un bel premio in paradiso!

Preghiamo anche per:

ACCARDI Don Antonino Maria, † Vita (Trapani) ALESSIO-COLOSSOMANo Grazia, † Buia (Udine) AVESANI Alessandro, † Ginzano Veronese BIDINosT Don Domenico † Torino BoNASSO Emilia † Montiglio (Alessandria) Bosio Guido, † Settime

CATTANEo Antonio di Giuseppe, † Primaluna (Como) CONATI GAMBARDO Giuseppina, † Pescantina. COMINOLI Antonietta, † Oleggio (Novara) CORINo Don Angelo, † Solbrito (Alessandria) DE LUCA Carmelina, † Scaletta Zanglea (Messina) PENARO CICIVELLI Giuseppa, † Messina DEvoSINI Filippo † Conzano (Alessandria) Di SIMONE Vincenza, † Canicatti (Girgenti) FABBRI Suor FACCONI Paolina, † S. Bernardino FABBRI Suor Goffreda, † Pennabilli (Pesaro) FERRI CAROLIN Adele, † Schio (Vicenza) FRANCESCHINELLI Lucia, † Caprino Veronese FURNARI Filippo, † Biancavilla (Catania) GAIBISSO Bonavia DENEGRI, † Alassio (Genova) GERLERi Don Federico, † Pinasca (Torino) GINOCCHIO Teresa, † Cincinnati Ohio (Stati Uniti) GIUBBANI Don Domenico, † Firenze GRANDESSO DE PRETTO Teresa, † Schio (Vicenza) GRAZIANO Ignazio, † Crescentino (Novara) INGARAMO Cristoforo, † Torre S. Giorgio (Cuneo) MANASSERO Giovanna, † Torino MARCHESINI Antonio, † Schio (Vicenza) MARCHISONE Rina, † Torino MINGONE Maria fu ATTImIS, † Udine