PERIODICO MENSILE PER I COOPERATORI DELLE OPERE E MISSIONI DI DON BOSCO
ANNO XLIX. TORINO, NOVEMBRE 1925 NUMERO 11.
REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE: VIA COTTOLENGO, 32 - TORINO (9)
SOMMARIO: Cinquantenario delle Missioni Salesiane. - La prima spedizione di Missionari: 11 novembre 1875. - L'addio e i ricordi di Don Bosco. - Il Ven. Don Bosco e le Missioni estere. - Il Ven. Don Bosco e i suoi Missionari. - Dopo cinquant'anni di lavoro. - Due autorevoli giudizi sulle Missioni Salesiane. - La bontà di Maria Ausiliatrice per quelli che aiutano le Missioni. - L'appello del Comitato Centrale per il Cinquantenario. - Pro Missioni Salesiane. - Gioventù Missionaria,,. - Per le vocazioni missionarie. - La morte di Don Piscetta.
1875 - novembre - 1925.
Ricordare e commemorare i cinquant'anni trascorsi dalla partenza dei primi Missionari Salesiani è uno sfogo del cuore, un tributo di ammirazione, un dovere di gratitudine.
Sfogo del cuore il rievocare questa pagina gloriosa della vita del Ven. Don Bosco e della storia della Società Salesiana, intimamente unita alla vocazione al Cristianesimo di tante popolazioni.
Tributo di ammirazione ai mille e mille Salesiani e alle mille e mille Figlie di Maria Ausiliatrice, che dato l'addio a tutto e a tutti, calcando le orme degli Apostoli, si sono sparsi per la terra docili all'eco della solenne parola di Gesù: - Andate in tutto il mondo; ammaestrate tutte le genti!...
Dovere di gratitudine alla Divina Provvidenza, la quale conte infuse nel cuore del Venerabile un trasporto inestinguibile per la causa delle Missioni Cattoliche e suscitò tra i suoi figli schiere di nuovi apostoli, accese anche ed alimentò nel cuore di centinaia di migliaia di Cooperatori il più cordiale e fattivo entusiasmo per assisterli fraternamente.
Ed è insieme una rievocazione nostalgica di tanti fratelli scomparsi, che con una vita di eroica abnegazione han ricinto di un'aureola fulgidissima il nome salesiano e ricolmato i benefattori nostri di benedizioni temporali ed eterne. Come non ricordare Mons. Fagnano, Mons. Lasagna, Mons. Costamagna, don Unia, don Agosta, don Savio, don Rabagliati, don Pistono, don Milanesio, don Gavotto, ... e tanti altri?
Noi vorremmo dedicar molte pagine a questa rievocazione gloriosa, anche per suscitare nei lettori la stessa esultanza, la stessa fede e le stesse speranze che sentiamo noi, in questa data solennissima.
Cinquant'anni dalla prima spedizione dei Missionari Salesiani!...
Quante le anime evangelizzate e redente? La Patagonia è ornai interamente cristiana ed è l'indio che evangelizza l'indio, ed egual ardore e fervore si va diffondendo in altre terre. E dappertutto è il sorriso paterno di don Bosco che trionfa, è la carità del suo sistema educativo, che ad ogni mezzo di saggia previdenza accoppiando l'intima forza restauratrice delle anime e delle nazioni, propria della Grazia Divina mediante una vita di pietà, con la frequenza dei santi sacramenti, s'impone ai cuori che paiono i più irriducibili e li ammansa e li riempie di fede e li eleva perennemente a Dio: se ne hanno nobili esempi non solo tra gli indi della Terra del Fuoco e della Patagonia, ma anche tra i Bororos del Matto Grosso e i Kivari dell'Equatore, tra i piccoli Khassì dell'Assam e tra gli orfanelli del Lem-Nam-Tou in Cina.
E tutti sorridono dolcemente alla Sua mite figura, e non son rari i casi di sorprendere piccoli e vecchi, catecumeni ed idolatri, estatici dinanzi il ritratto del Venerabile; come furon visti sorridere a lui, in punto di morte, tanti indigeni della Terra del Fuoco, consolati dalla visione sua e di Maria Ausiliatrice, e non pochi Patagoni, i quali, bisognosi di medicine e di cure ed avviati al remoto ospedale della Missione da un Sacerdote comparso dinanzi a loro d'improvviso nelle immense steppe del deserto, giunti alla mèta non finivano di ripetere, fissi al ritratto di don Bosco: « Ecco, ecco il Padre buono, che mi ha mandato fin qua! »
Tanta carità e protezione del Venerabile e della Celeste Ausiliatrice per le anime che schiudono gli occhi alla Fede, hanno una documentazione amplissima anche nella perenne assistenza ai Missionari, esposti ad ogni pericolo. Lamentiamo anche noi, è vero, alcune vittime sul campo dell'apostolato, in viaggi difficili, nel guado dei fiumi, nel valico delle montagne, in assalti e attentati di gente non ancor evangelizzata, in scontri ferroviari; ma le prove tangibili dell'intervento celeste a difesa e salvezza loro, sono quotidiane ed universali.
E noi vorremmo scendere anche a questi particolari, perchè l'esposizione, pur episodica e frammentaria delle benedizioni celesti, tornerebbe di sprone a tutti, a chi lavora e a chi pensa di scendere nel campo dell'apostolato, e a chi li assiste con le preghiere e le elemosine. Nè mancheremo di farlo, appena ci sarà possibile.
Per ora c'indugeremo sui particolari della 1a Spedizione, e ricorderemo i motivi che determinarono il Venerabile a intraprenderla, l'entusiasmo con cui la compì, le parole di addio e i ricordi che diede ai primi dieci Missionari, le illustrazioni avute sul divenire delle Missioni Salesiane e la sua carità per i figli lontani, lo sviluppo che esse presero in cinquant'anni e la stima che acquistarono nella pubblica opinione.
Sarà una rievocazione semplice e modesta, perchè tutti i Cooperatori possano unirsi cordialmente a noi, quando l'11 corrente, con la parola dell'E.mo Card. Maffi - alla presenza di tutte le Autorità cittadine - commemoreremo a Torino la data cinquantenaria.
A Torino la Commemorazione Cinquantenaria s'è iniziata or ora con l'apertura al divin culto dell'artistico TEMPIO DI GESù ADOLESCENTE E DELLA S. FAMIGLIA; e l'11 corr. avrà luogo la manifestazione più solenne con l'accennata ComMEMORAZIONE, tenuta dall'E.mo Card. Maffi, e la CERIMONIA DI ADDIO ad un'ampia schiera di nuovi Missionari nella Basilica di Maria Ausiliatrice. Quest'anno sommano a più di 20o i Salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice che partono per le Missioni. Più di 40 salparono il mese scorso, e più di 16o saranno presenti alla funzione dell'11 novembre, che verrà celebrata dal venerando condottiero della prima spedizione, l'E.mo Card. Giovanni Cagliero.
Quindi « non vi sarà difficile capire, o cari Cooperatori e Cooperatrici - così don Bosco in un appello ai Cooperatori nel 1886, in analoga circostanza - che per allestire la novella, schiera di conquistatori di anime e di propagatori del regno di Dio sulla terra occorrono gravissime spese di sacri arredi, spese di vestiario e biancheria, spese di suppellettili per chiesa, scuola ed abitazione e spese urgentissime per i viaggi di mare e di terra. Epperciò non mi resta altro che riporre ogni mia speranza in Dio e nella generosità vostra, o carissimi Cooperatori e Cooperatrici, affinchè, come già mi siete venuti in aiuto nelle spedizioni antecedenti, così non indugiate a soccorrermi nella spedizione che attualmente divisiamo, malgrado la grande strettezza di mezzi materiali che ci affligge. Faccio quindi un nuovo appello alla vostra carità; ascoltate anche voi al pari di me la voce dei cari Missionari ed il grido che ci mandano tanti poveri derelitti da lontanissime contrade...
» All'Oratorio di Torino, donde prenderanno le mosse i nuovi Missionari, si riceverà con gratitudine sia a piano, o per ferrovia, o per posta, quanto la vostra industriosa carità sarà per inviare al nobile intento...
» Noi segneremo il vostro ed il loro nome nei registri del nostro pio Istituto, per ricordarli, ogni giorno nelle nostre preghiere, per implorare dal Cielo copiose benedizioni sopra di voi e sopra quelli tutti elle ci beneficheranno, sopra le loro famiglie e le opere loro, sicuri che Iddio li segnerà nel libro della vita, nel libro dei predestinati, poichè è sentenza del grande Sant'Agostino, che chi procura efficacemente la salute delle anime, mette al sicuro l'anima propria: Animam salvasti, animam team praedestinasti ».
N. B. - I caritatevoli Benefattori delle nostre Missioni sono pregati di mandare le loro offerte direttamente al sac. Filippo Rinaldi, Via Cottolengo, N. 32. Torino (9).
Fino dai primi tempi della Chiesa vi furono dei cuori magnanimi che raccolsero le parole di Gesù Cristo : Andate, ammaestrate tutte le genti! e camminando sulle orme degli Apostoli si diffusero tra le barbare nazioni, vi fecero udire la buona novella, v'inalberarono il vessillo della Croce, a fianco del quale non tarda a sventolare il vessillo della civiltà.
Anche Don Bosco raccolse generosamente l'invito di Gesù!
Il nostro Venerabile Fondatore sentì « i selvaggi nei palpiti del suo cuore e meglio che altri ne fu preso di brama divorante. Già egli per le contrade di Europa, solito a viaggi, erasi dato a fabbricar chiese, ad aprire case di educazione: aveva girato tanta parte d'Italia, erasi tante volte trasferito in Roma; e poi nella Francia, a Parigi, a Marsiglia, a Lione e in più altre città; e nella Spagna... L'Europa cristiana, vedutolo passare, poteva dire come la Palestina di Cristo: Pertransiit benefaciendo. Eppure Don Bosco non sentivasi abbastanza pago; trascorreva nei popoli, li beneficava, ma erano popoli inciviliti. Poveri selvaggi! chi porterà l'aiuto del cielo ai selvaggi? Era stanco, spossato da' suoi pellegrinaggi e dalle sue fatiche: nondimeno dalle sponde europee, dall'Italia e di qui da Torino spingeva ansiosamente gli occhi dello spirito fuor della linea transatlantica, poneasi in veduta i selvaggi - come il Saverio, gravato di stenti, stava guardando dall'isola di Sancian l'impero della Cina, sospirando di guadagnarlo a Cristo.
» Piacque a Dio che la strada dell'America si schiudesse. La fama di Don Bosco si era sparsa colà e vi fu desiderato; i sospiri di lui svegliarono i sospiri degli americani, s'incontrarono e ne venne il cominciamento delle spedizioni salesiane (1) ».
Don Bosco sentì sempre nell'anima la sete dell'apostolato. Fin dal 1848 fu udito esclamare:
- Oh! se avessi molti preti e molti chierici! vorrei mandarli ad evangelizzare la Patagonia e la Terra del Fuoco!
Il campo prescelto.
E precisamente quelle terre abbandonate dovevano essere il primo campo dei suoi Missionari. Mentre egli stava studiando qual parte doveva scegliere, venne a trovarlo il Console della Repubblica Argentina in Savona, Comm. Giov. Batt. Gazzolo, il quale, ammirato del sistema educativo seguito dai Salesiani, si recò a parlare con Don Bosco circa il modo di trapiantare in America i suoi istituti. Scrisse in seguito all'Argentina e in breve si ricevettero risposte piene di affettuosi inviti, perchè il vagheggiato progetto venisse tradotto in realtà.
Primo fra tutti, il dottore Don Pietro Ceccarelli, modenese, da varii anni stabilito in America, Parroco e Vicario a San Nicolas, importante città della provincia di Buenos Ayres, espose la cosa a Mons. Leone Federico Aneyros, Arcivescovo di quella capitale, e in data del 20 ottobre 1873 rispondeva al Comm. Gio. Batt. Gazzolo:
« ... Ho avuto la consolazione indescrivibile di parlar a lungo con Mons. Arcivescovo di Don Bosco e dello spirito veramente di Dio che dà vita all'Istituto da lui fondato. Ebbi eziandio il piacer sommo di riscontrare in Monsignore un desiderio ardentissimo di vedere in questa vastissima Archidiocesi que' zelanti operai, di cui sentesi gravissima penuria tra noi. Mi ha perciò incaricato di prendere questo assunto e procurarne il buon esito, dandomi all'uopo tutte le facoltà.
Potrebbesi cominciare qui in S. Nicolas, dove una commissione offre un bel Collegio ai Salesiani.
Èvvi anche qui un uomo veramente di Dio, ed è Giuseppe Francesco Benitez, uomo ottuagenario, ricco, padre dei poveri, sommamente cattolico ed affezionato al Papa. Ebbene quest'uomo è entusiasmato dei Salesiani, e mi dice che egli spera poter fornire del suo peculio tutto ciò di cui abbisognassero. Non parlo di me, che per essi sono disposto a dare tutto ciò che ho, anche la mia Parrocchia e Vicaria, e datone il caso saprei, coll'aiuto di Dio, per loro sacrificare la mia posizione e la vita mia ».
Anche a Don Bosco scriveva:
« La casa che abito, le masserizie, le relazioni, tutto depongo ai piedi di V. S. R. e di tutti i RR. Salesiani, che sin da questo momento saluto come cari fratelli, ed obbedisco a lei come figlio ».
Di quei giorni si facevano tre proposte alla Società Salesiana; i selvaggi delle Indie, dell'Australia, e della Patagonia. Essendo la terra più abbandonata, Don Bosco preferì la Patagonia; e siccome i Missionari che anni prima avevano tentato di penetrare tra quelle tribù eran rimasti, quasi tutti, vittima di quegli indii, fece un nuovo piano: «stabilire collegi ed ospizi nei paesi confinanti coi selvaggi; ricevere anche i loro ragazzi per conoscere la loro lingua, i loro usi e costumi, ed iniziare così le prime relazioni sociali e religiose con gli adulti». Era, quindi, necessario cominciare ad aprire un Ospizio a Buenos-Ayres, come centro di comunicazione, ed opportuna giunse anche l'offerta del Collegio di S. Nicolas.
Altro motivo che spinse il Venerabile ad accettare quella proposta fu la condizione degli Italiani emigrati in gran numero in quella vasta Repubblica. Relazioni dello stesso Console, lettere di Monsignor Arcivescovo di Buenos-Ayres e del suo Vicario il Dott. Espinosa, mettevano in chiara luce lo stato di una moltitudine di Italiani emigrati in cerca di fortuna e privi di scuole per i loro figliuoli e tutti lontani dalle pratiche di religione, un po' per colpa loro, un po' per mancanza di sacerdoti che potessero curarli; nella sola Buenos-Ayres ascendevano a 30.000: e più tristi ancora eran le condizioni dei numerosi sparsi nelle campagne.
E Don Bosco il 25 dicembre 1874 scriveva al dott. Don Ceccarelli:
Il sig. Comm. Giov. Battista Gazzolo, Console della Repubblica Argentina in Italia, nostro amico e benefattore, mi diede comunicazione della rispettabile sua lettera in cui manifesta il suo beneplacito per una Missione di Salesiani nella sua Parrocchia.
Con carità e zelo veramente disinteressato, siccome tra noi è assai noto, Ella offre la sua Casa parrocchiale ed il suo appoggio a questi miei figli spirituali, che la Divina Provvidenza mi volle affidare.
Non occorre più altro per compiere il nostro progetto, perchè l'unico nostro desiderio si è di lavorare nel sacro ministero, specialmente per la gioventù povera ed abbandonata: - catechismi, scuole, predicazioni, giardini festivi per la ricreazione, ospizi, collegi, formano la principale nostra messe...
E a Mons. Arcivescovo, che aveva entusiasticamente inviato la sua approvazione e benedizione a mezzo del Vicario Generale Mons. Espinosa, per lo stesso tramite umiliava queste pratiche proposte:
Il sig. Comm. Gio. Battista Gazzolo, Console della Repubblica Argentina in Italia, ha più volte parlato dello zelo di V. S. Rev.ma e del lavoro indefesso che S. Ecc. Rev.ma, suo Arcivescovo, sostiene a pro' di cotesta vastissima Archidiocesi. Nel tempo stesso mi accennava la grande penuria di operai evangelici, specialmente di quelli che di proposito si applicassero all'educazione ed istruzione cristiana della gioventù.
Questo benemerito signore, nello scopo di secondare lo spirito della Salesiana Congregazione e fare il maggior bene che può alla Repubblica che qui rappresenta, deliberò di scrivere alla prefata Ecc. sua, che i Salesiani non sarebbero alieni di offerirgli le deboli loro fatiche ove ne fosse stato mestieri e ciò tornasse di gradimento.
La S. V. Rev.ma ebbe la bontà di rispondere che Mons. Arcivescovo gradì il pensiero, riceverebbe volentieri i novelli Missionari e li proteggerebbe.
Premessi ora i più vivi ringraziamenti all'uno e all'altro, le dico di essere disposto ad accettare il progetto e a tale scopo intendo di trattare in modo formale con V. S., come rappresentante dell'Ordinario Diocesano.
Ad effettuare questo progetto gioverebbe assai quanto scrive il dott. Ceccarelli, Prev. di S. Nicolas, il quale è disposto di offerire casa, parrocchia e suo appoggio ai Salesiani, qualora andassero in modo stabile a compiere le molte cose che colà restano senza frutto per mancanza di operai.
Ciò posto si potrebbe venire a queste proposte che intendo di umiliare alle illuminata saviezza di Sua Eccellenza.
1) Io invierei alcuni Sacerdoti a Buenos Ayres per formare ivi un Ospizio Centrale. Al che gioverebbe assai avere una chiesa qualunque per le sacre funzioni, specialmente per fare catechismo ai fanciulli più abbandonati della città. Il prelodato Comm. Gazzolo mi dice essere assai opportuna la chiesa della Madonna della Misericordia, che dovrebbe farsi vacante. In difetto di chiesa pubblica potremmo anche servirci di qualche locale, atto in qualche modo a raccogliere e trattenere poveri fanciulli.
2) Manderei poscia a S. Nicolas quel numero di Sacerdoti, chierici, laici che saranno necessari pel servizio religioso, canto, ed anche per fare scuola ove ne sia bisogno.
3) Da questi due siti i Salesiani potrebbero essere altrove invitati secondochè meglio sembrerà all'Ordinario.
Se questi pensieri sembrano poter formare la base per concretare il nostro progetto, Ella potrebbe scrivermelo, ed io mi darò premura di venime a capo.
Per sua norma le dirò che la nostra Congregazione è definitivamente approvata dalla S. Sede, e sebbene lo scopo primario sia la cultura della povera gioventù, tuttavia si estende ad ogni ramo del sacro ministero...
(1) ALIMoNDA: Don Bosco e il suo secolo.
Dal momento che iniziava queste trattative nella mente di Don Bosco tornò a delinearsi nitidamente un « sogno » che aveva fatto qualche anno prima.
Eccone il racconto:
Mi parve di trovarmi in una regione selvaggia ed affatto sconosciuta. Era un'immensa pianura, tutta incolta, nella quale non scorgevansi nè colline, nè monti. Nelle estremità lontanissime però tutta la profilavano scabrose montagne. Vidi in essa turbe di uomini che la percorrevano. Erano quasi nudi, di un'altezza e statura straordinaria, di un aspetto feroce, coi capelli. ispidi e lunghi. di colore abbronzato e nerognolo, e solo vestiti di larghi mantelli di pelli di animali che loro scendevano dalle spalle. Avevano per armi una specie di lunga lancia e la fionda (il lazo).
» Queste turbe di uomini, sparse qua e là, offrivano allo spettatore scene diverse; questi correvano dando la caccia alle fiere; quelli andavano e portavano conficcati sulle punte delle lance pezzi di carne sanguinolente. Da una parte gli uni si combattevano fra di loro: altri venivano alle mani con soldati vestiti all'europea, e il terreno era cosparso di cadaveri. Io fremeva a questo spettacolo: ed ecco spuntare all'estremità della pianura molti personaggi, i quali dal vestito e dal modo di agire conobbi missionari di vari ordini. Costoro si avvicinavano per predicare a quei barbari la religione di Gesù Cristo. Io li fissai ben bene, non ne conobbi alcuno. Andavano in mezzo a quei selvaggi, ma i barbari appena li vedevano, con un furore dia bolico, con una gioia infernale, erano loro sopra e li uccidevano, con feroce strazio li squartavano, li tagliavano a pezzi e fissavano i brani di quelle carni sulla punta delle loro lunghe picche. Quindi si rinnovavano di tanto in tanto le scene delle precedenti scaramucce, fra di loro e con i popoli vicini.
» Dopo di essere stato ad osservare quegli orribili macelli, dissi tra me: - Come fare a convertire questa gente così brutale?... - E vedo in lontananza un drappello di altri missionari, che si avvicinano ai selvaggi con volto ilare, preceduti da una schiera di giovinetti.
» Io tremava pensando: - Vengono a farsi uccidere! - Mi avvicinai a loro: erano chierici e preti. Li fissai con attenzione e li riconobbi per nostri Salesiani. I primi mi erano noti e sebbene non abbia potuto conoscerne personalmente molti altri che seguivano i primi, mi accorsi essere anch'essi Missionari Salesiani, proprio dei nostri.
» - Come mai va questo? - esclamava. - Non avrei voluto lasciarli andare avanti, ed era lì per fermarli. Mi aspettava che da un momento all'altro corressero la stessa sorte degli antichi Missionari: e voleva farli tornare indietro, quando vidi che il loro comparire mise in allegrezza tutte quelle turbe di barbari, le quali abbassarono le armi, deposero la loro ferocia, ed accolsero i nostri missionari con ogni segno di cortesia. Meravigliato di ciò, diceva fra me: -Vediamo un po' come ciò va a finire! - E vidi che i nostri Missionari si avanzavano verso quelle orde di selvaggi; li istruivano, ed essi ascoltavano volentieri la loro voce; insegnavano, ed essi imparavano con premura; ammonivano, ed essi accettavano e mettevano in pratica le loro ammonizioni.
» Stetti ad osservare e mi accorsi che i Missionari recitavano il Santo Rosario, mentre i selvaggi, correndo da tutte le parti, facevano ala al loro passaggio e di buon accordo rispondevano a quella preghiera.
» Dopo un poco i Salesiani andarono a porsi nel centro di quella folla che li circondò, e s'inginocchiarono. I selvaggi, deposte le armi per terra ai piedi dei missionari, piegarono essi pure le ginocchia; ed ecco uno dei Salesiani intonare: - Lodate Maria, o lingue fedeli: - e quelle turbe, tutte a una voce, a continuare il canto di detta lode così all'unisono e con tanta forza di voce che io, quasi spaventato, mi svegliai ».
Chi erano quei selvaggi?
Don Bosco, dapprima, credettero che fossero i popoli dell'Etiopia. Quest'idea si collegava con una visita fatta all'Oratorio da Mons. Comboni, ancor semplice sacerdote; ma, presa notizia di quei luoghi, ne lasciava il pensiero.
Pensò ai dintorni di Hong -Kong, ed essendo venuto a Torino un missionario di quelle parti. in cerca di anime generose che volessero seguirlo, iniziò delle trattative con lui; ma poi conobbe che non eran quelli i popoli veduti.
Si volse a studiare le missioni d'Australia, e quando fu informato dello stato e dell'indole di quei selvaggi, finì per credere che non erano neppur quelli.
Dall'Australia il suo pensiero passò alle Indie; si procurò libri, parlò con sacerdoti inglesi venuti di là e, per qualche tempo, credette che il sogno riguardasse le Indie, se non l'Australia, le cui idee gli andavano ritornando nella mente. Per questo prese a parlare con trasporto, di quei paesi e raccomandò a qualcuno dei suoi di studiar l'inglese, tanto più che a Roma si pensava di affidargli un Vicariato Apostolico in quelle regioni.
Ma quando per i buoni uffici del comm. Gazzolo gli giunsero dalla Repubblica Argentina i più pressanti ed affettuosi inviti di mandare i suoi figli in quella Repubblica, venne subito a. distinguere, con chiarezza, che i selvaggi visti nel sogno erano gli abitanti della Patagonia, che da quel giorno non si allontanarono più.: dalla sua mente.
Il 29 gennaio 1875.
Giunte dall'America nuove lettere, il 29 gennaio 1875, sacro a San Francesco di Sales, dal palco del teatrino che allora s'improvvisava nella vecchia sala di studio, circondato da tutti i. membri del Capitolo e dai Direttori delle Case, presente il Console Gazzolo in grande uniforme, ne dava lettura ai giovani.
Non mancava che l'approvazione del S. Padre: e a questo fine si recò a Roma, e ne parlò, col Vicario di Gesù Cristo, che incaricò il Card Franchi di fargliene relazione, e poi, senz'altro, approvò e benedisse la nuova missione.
Ai piedi di Pio IX.
Dieci furono i scelti per la spedizione in America: il Teol. D. Giov. Batt. Cagliero, il prof, D. Giuseppe Fagnano, il Sac. Valentino Cassini,
il Sac. Domenico Tomatis, il Sac. Giovanni Battista Baccino, il Sac. Giacomo Allavena; Bartolomeo Scavini, maestro falegname, Bartolomeo Molinari, maestro di musica vocale e istrumentale, Vincenzo Gioia, cuoco e maestro calzolaio, e Stefano Belmonte, musico e attendente all'economia domestica.
Don Bosco, sul finir di ottobre del 1875, li adunò e disse loro:
- Voi, o amati figliuoli, andrete a Roma, vi prostrerete ai piedi del nostro incomparabile benefattore Pio IX, gli dimanderete l'Apostolica Benedizione. E come Gesù Salvatore inviò i suoi Apostoli a predicare il Santo Vangelo, così egli, Vicario di Gesù Cristo, Successore di San Pietro, manderà voi a predicare la medesima Religione, che, fondata da Dio, deve predicarsi e durare sino alla fine dei secoli.
E l'Augusto Pontefice, il 1° novembre, dopo aver ricevuto in privata udienza il Teol. Cagliero e il Console Gazzolo, nel presentarsi a tutti, esclamava:
- Ecco un povero vecchio, e dove sono i miei piccoli Missionari? - Voi dunque siete i figli di Don Bosco che andate in terre lontane a predicare il Vangelo: bene, e dove andrete?
- Nella Repubblica Argentina.
- Colà voi avete un vasto campo per fare gran bene. Spero che sarete ben accolti, perche le Autorità sono buone.
Voi sarete vasi pieni di buona semente e certamente lo siete, essendo stati scelti dai vostri Superiori a questa prima Missione; spanderete in mezzo a quei popoli le vostre virtù e farete molto bene. Desidero che cresciate in molti, perchè grande è il bisogno, copiosissima poi è la messe tra le tribù selvagge.
Poscia rivolse a ciascuno benevole parole; e avvicinandosi ai coadiutori e catechisti, che si distinguevano per il loro abito, li interrogò a uno a uno del loro mestiere, diede a tutti a baciare la mano, e infine benedisse tutti con affetto paterno.
L'11 novembre 1875.
Tornati a Torino, Don Bosco fissò il religioso addio ai primi Missionari per l'11 novembre, ai piedi dell'altare di Maria SS. Ausiliatrice.
Al mattino, il suono festoso delle campane li chiamò, insieme con gli alunni e molti divoti, ad assistere al battesimo di un giovane valdese, che entrato da qualche tempo nell'Oratorio, abiurava in quel giorno i suoi errori per entrare nel seno della Religione Cattolica.
Don Cagliero ne ricevette l'abiura e gli amministrò il battesimo sub conditione, cominciando così ai piedi di Maria Ausiliatrice la missione che avrebbe continuato in America.
Alla sera, il Santuario si gremì interamente di nobili famiglie e di popolo, per assistere alla funzione della partenza dei Missionari. Vi accorsero anche i Tommasini del Cottolengo e gli alunni dell'Istituto degli Artigianelli; e molti membri del Clero Torinese.
Ecco la relazione che ne dava il giornale L'Unità Cattolica del 14 novembre:
La commovente funzione chiamava alla chiesa di Maria Ausiliatrice un gran concorso di gente, fra cui, in bel numero, gli amici dei Missionari, a cui si desiderava dare un ultimo abbraccio e augurare felice il lungo viaggio e prospero l'esito della Missione. Essi erano in numero di dieci, di cui cinque sacerdoti, un chierico e quattro laici, tutti membri della Congregazione di San Francesco di Sales, la quale, nata testè, va gareggiando per numero di soggetti, per vastità d'imprese, per vigore di spirito, colle più provette istituzioni.
I novelli Missionari, reduci da Roma, dove il primo novembre erano stati paternamente accolti e benedetti dal Sommo Pontefice Pio IX, avevano pur avuto la mattina del giorno 11 la consolazione di un'amorevole accoglienza per parte di S. E. Reverendissima Mons. Lorenzo Gastaldi, Arcivescovo di Torino, il quale con tutta l'effusione del suo cuore paterno diede loro, nel suo privato Oratorio, la pastorale benedizione e con essa un prezioso ricordo da portare nella loro lontana Missione. Verso la sera del medesimo giorno, essendo già la chiesa di Maria Ausiliatrice affollata oltre all'usato, collocatisi essi, in abito già di partenza, in luogo distinto nel presbitero, insieme col commendatore Giovanni Battista Gazzolo, promotore precipuo di questa Missione, rivestito delle sue insegne di console della Repubblica Argentina, cominciò la funzione con alcune brevi ed opportunissime parole del loro superiore e padre Don Giovanni Bosco, il quale nella sua eloquenza facile ed affettuosa congedava i suoi figli, loro indicando l'origine dell'apostolato cristiano, lo scopo speciale di quella missione e i bisogni di quei nostri lontani fratelli; e mostrando speranza che alla prima spedizione altre ne succederebbero, e che l'azione apostolica dei Salesiani si sarebbe col tempo dalla Plata distesa alle regioni vicine e massime in quelle, come la Patagonia, che sono ancora quasi inesplorate dalla religione. e per conseguenza dalla civiltà, egli terminò commendando alle loro preghiere i confratelli che restano, ed alle preghiere di questi raccomandò i Missionari, affinché sieno sostenuti nelle loro apostoliche fatiche, e continui in unità di spirito a progredire la Salesiana Famiglia.
Ma ecco un ampio riassunto del discorso del Venerabile, quale venne pubblicato poco dopo nel fascicolo delle LETTURE CATTOLICHE, intitolato: Da Torino alla Repubblica Argentina: Lettere dei Missionari Salesiani pel Sac. CESARE CHIALA, con l'aggiunta di alcuni periodi, raccolti dal diligente biografo di Don Bosco, il compianto Don Giovanni Battista Lemoyne:
Il nostro Divin Salvatore, quando era su questa terra, prima di andare al Celeste Padre, radunati i suoi Apostoli, disse loro: Ite in mundum universum... docete omnes gentes... praedicate evangelium omni creaturae. Andate per tutto il mondo... insegnate a tutti... predicate il mio Vangelo a tutte le creature.
Con queste parole il Salvatore dava non un consiglio, ma un comando ai suoi Apostoli, affinché andassero a portare la luce del Vangelo in tutte le parti della terra. Questo comando, o missione, diede il nome di Missionari a tutti quelli che nei nostri paesi o nei paesi esteri vanno a promulgare o predicare le verità della fede: Ite, andate.
Salito al Cielo il Divin Salvatore, gli Apostoli posero fedelmente in esecuzione il precetto del Maestro. San Pietro e San Paolo si recarono in molti paesi, città e regni del mondo. Sant' Andrea andò nella Persia, San Bartolomeo nell'India, San Giacomo nella Spagna e tutti, chi qua chi là, predicarono il Vangelo di Gesù Cristo, a segno che San Paolo al suo tempo già scrive: Fides vestra annunciatur in universo mundo: La fede di Gesù Cristo è predicata in tutto il mondo.
Ma non sarebbe stato meglio che gli Apostoli si fossero fermati prima a guadagnare gli abitanti di Gerusalemme e di tutta la Palestina, specialmente per avere comodità di radunarsi insieme e discutere i punti più fondamentali della Cattolica. Religione e sul modo di propagarla, in maniera che più nessuno restasse in quelle regioni che non credesse in Gesù Cristo? No, non fecero così: il Divin Salvatore aveva loro detto: Ite in mundum universum: « Andate per tutto il mondo »; ed è perciò che gli Apostoli, non potendo da sè percorrere tutte le regioni del globo, si associarono altri e poi altri evangelici operai, che mandarono qua e là a propagare la parola di Dio. San Pietro mandò Sant'Apollinare a Ravenna, San Barnaba a Milano, San Lino ed altri in Francia; e così altri Apostoli nel governo della Chiesa.
I Papi, successori di San Pietro, fecero altrettanto; e tutti quelli che andarono in missioni, o partirono inviati da Roma, o andarono col consenso del Santo Padre.
È questo tutto secondo le disposizioni di Dio Salvatore che stabilì, com'era necessario, un centro sicuro, infallibile, cui tutti dovessero riferirsi, da cui tutti dipendessero, ed a cui dovessero uniformarsi tutti coloro, chè avevano a predicare la sua santa parola.
Ora studiando noi nel nostro piccolo di eseguire, secondo le nostre forze, il precetto di Gesù Cristo, varie Missioni ci si presentarono nella Cina, nell'India, nell'Australia, nell'America stessa; ma per vari motivi, specialmente per essere la nostra Congregazione incipiente, si preferì una Missione nell'America del Sud, nella Repubblica Argentina
Per seguire l'uso adottato, anzi il precetto di Gesù Cristo, appena si cominciò a parlare di questa missione subito si interrogò la mente del capo della Chiesa e tutte le cose si fecero con piena intelligenza di Sua Santità; e i nostri Missionari, prima di partire per la loro Missione, si recarono ad ossequiare il Vicario di G. C. per prendere la sua Apostolica Benedizione, e quindi partire come inviati dal medesimo Divin Salvatore.
In questo modo noi diamo principio ad una grand'opera, non perchè si abbiano pretensioni o si creda di convertire l'universo intero in pochi giorni; no; ma chi sa che non sia questa partenza e questo poco come un seme da cui abbia a sorgere una grande pianta? Chi sa, che non sia come un granellino di miglio o di senapa, che a poco a poco vada estendendosi e non sia per fare un gran bene?
Chi sa che questa partenza non abbia svegliato nel cuore di molti il desiderio di consacrarsi a Dio nelle Missioni, facendo corpo con noi e rinforzando le nostre file? Io lo spero. Ho visto il numero stragrande di coloro che chiesero di essere prescelti.
Per farvi un giusto concetto del gran bisogno di sacerdoti nella Repubblica Argentina, vi cito soltanto alcuni brani di una lettera testé ricevuta da persona amica che si trova in quei paesi: « Se mai in questi paesi si avesse la comodità, egli scrive, che si può avere, non dico nella Chiesa di Maria Ausiliatrice, ma nel più dimenticato luogo d'Italia o di Francia, oh come si terrebbero fortunati questi popoli e come si mostrerebbero pieghevoli e grati alla voce di chi per loro si affatica! Ma qui sovente, neppure in morte, si può avere alcun conforto di Nostra Santa Religione. Non pochi paesi sono assolutamente privi della Santa Messa ». Mi racconta di un suo parente, che, volendo andare alla Messa in domenica, partì al giovedì e per arrivare a tempo dovette viaggiare molto in fretta, servendosi di cavallo, di vettura, e di ogni mezzo possibile, e appena potè arrivare in quel paese la domenica mattina per l'ora della messa. I pochi preti che ci sono non bastano ad amministrare i Sacramenti ai moribondi, sia per la grande popolazione a cui si estende la loro cura, sia per la lontananza dei paesi diversi in cui dimorano.
Vi raccomando poi con insistenza particolare la dolorosa posizione di molte famiglie italiane, che numerose vivono disperse in quelle città e in quei paesi e in mezzo alle stesse campagne. I genitori, la loro figliuolanza, poco istruita della lingua e dei costumi dei luoghi, lontani dalle scuole e dalle chiese, o non vanno alle pratiche religiose, o se ci vanno niente capiscono. Perciò mi scrivono che voi troverete un numero grandissimo di fanciulli ed anche di adulti che vivono nella più deplorabile ignoranza del leggere, dello scrivere, e di ogni principio religioso. Andate, cercate questi nostri fratelli, cui la miseria o la sventura portò in terra straniera, e adoperatevi per far loro conoscere quanto sia grande la misericordia di quel Dio, che ad essi vi manda pel bene delle loro anime, per giovarli a conoscere e seguire quella strada che sicura li conduca alla eterna loro salvezza.
Nelle regioni poi che circondano la parte civilizzata vi sono grandi orde di selvaggi, tra cui non penetrò ancora nè la religione di Gesù Cristo, nè la civiltà, nè il commercio; dove piede europeo non potè finora lasciare alcun vestigio.
Questi paesi sono le Pampas, la Patagonia ed alcune isole che vi stanno attorno, e che formano un continente forse superiore a tutta l'Europa.
Ora tutte quelle vastissime regioni sono ignare del Cristianesimo, ed ignorano affatto ogni principio di civiltà, di commercio, di religione. Oh noi dunque preghiamo, preghiamo il padrone della vigna che mandi operai nella sua messe, che ne mandi molti, ma che li mandi fatti secondo il suo cuore, finché si propaghi su questa terra il regno dì Gesù Cristo.
A questo punto dovrei dire a tutti quelli che mi ascoltano che preghino pei nostri Missionari, ma spero che lo faranno. Noi non lasceremo passare mai giorno senza raccomandarli a Maria Ausiliatrice; e mi pare che Maria, la quale benedice la partenza, non potrà, a meno che benedire il progresso della Missione.
A questo punto dovrei rivolgere parole di ringraziamento a tanti benefattori, che in tanti modi si adoperarono per la riuscita di questa missione. Ma che dirò? Ci rivolgeremo a Gesù Sacramentato, che si espone ora per la benedizione e pregheremo che Egli ricompensi tutto quello che fecero in favore di questa nostra Casa, della Congregazione Salesiana, e di questa Missione,
Dovrei parlare di un illustre personaggio, il quale iniziò, proseguì e condusse a termine la pia impresa; ma di lui debbo tacere perché qui presente; mi riservo a parlarne in altri tempi.
Rivolgerò ora qualche parola a voi, amati figli, che siete in punto di partenza.
Prima di ogni altra cosa vi raccomando che nelle vostre private e comuni preghiere non dimentichiate mai i nostri benefattori di Europa, e le prime anime che riuscirete a guadagnare a Gesù Cristo offritele al Padre Celeste in omaggio e pegno di gratitudine ai benemeriti oblatori per questa missione. A tutti in particolare ho già detto a viva voce quello che il cuore m'inspirava o che io credeva più utile; a tutti poi lascio scritti alcuni ricordi speciali che siano come testamento per coloro, che vanno in quei lontani paesi e che forse non avrò più la consolazione di vedere su questa terra.
Ma la voce mi manca, le lagrime soffocano la parola. Soltanto vi dico che se l'animo mio in questo momento è commosso per la vostra partenza, il mio cuore gode di una grande consolazione nel mirare rassodata la nostra Congregazione; nel vedere che nella nostra pochezza anche noi mettiamo in questo momento il nostro sassolino nei grande edifizio della Chiesa. Sì, partite pure coraggiosi; ma ricordatevi che vi è una sola Chiesa che si estende in Europa ed in America e in tutto il mondo, e riceve nel suo seno materno gli abitanti di tutte le nazioni che vógliono venire a rifugiarvisi.
G. Cristo è Salvatore delle anime che sono qui, come di quelle che sono là. Tale è il Vangelo che si predica in un luogo, quale è quello che si predica in un altro, di modo che, sebbene separati di corpo, abbiamo ovunque unità di spirito, lavorando tutti alla maggior gloria del medesimo Iddio e Salvatore Nostro Gesù Cristo.
E dovunque andiate ad abitare, o figli amati, voi dovete costantemente ritenere che siete preti Cattolici, e siete Salesiani. Come Cattolici, voi siete andati a Roma a ricevere la benedizione, anzi la Missione dal Sommo Pontefice. Con questo fatto voi pronunciate una formola, una professione di fede, e date a conoscere pubblicamente che voi siete mandati dal Vicario di Gesù Cristo a compiere la stessa Missione degli Apostoli, come inviati da Gesù Cristo medesimo.
Pertanto quegli stessi Sacramenti, quello stesso Vangelo predicato dal Salvatore, dai suoi Apostoli, dai Successori di San Pietro fino ai nostri giorni, quella stessa Religione, quegli stessi Sacramenti dovete gelosamente amare, professare ed esclusivamente predicare, sia che andiate tra selvaggi, sia tra popoli inciviliti. Dio vi liberi dal dire una parola o fare la minima azione che sia o possa anche solo interpretarsi contro gli ammaestramenti infallibili della Suprema Sede di Pietro, che è la Sede di Gesù Cristo, a cui si deve ogni cosa riferire e da cui in ogni cosa si deve dipendere.
Come Salesiani, in qualunque rimota parte del globo vi troviate non dimenticate che qui in Italia avete un padre che vi ama nel Signore, una Congregazione che ad ogni evenienza a voi pensa, a voi provvede e sempre vi accoglierà come fratelli.
Andate adunque, voi dovrete affrontare ogni genere di fatiche, di stenti, di pericoli, ma non temete, Dio è con voi; Egli vi darà tale grazia, che voi direte con San Paolo: Da me solo non posso niente, ma col divino aiuto io sono onnipotente: Omnia possum in eo qui me confortat.
Andrete, ma non andrete soli; tutti vi accompagneranno. Non pochi compagni seguiranno il vostro esempio e verranno a raggiungervi nel campo della gloria e delle tribolazioni. E quelli che non potranno partire con voi per accompagnarvi nel campo evangelico che la Provvidenza Divina vi ha stabilito, vi accompagneranno col pensiero e colla preghiera, e con voi divideranno le consolazioni, le afflizioni, i fiori e le spine, affinchè col divino aiuto possiate riuscire fruttuosi in tutto quello che dovrete sostenere per la salvezza delle anime da Gesù redente.
Andate adunque, il Vicario di Gesù Cristo, il nostro veneratissimo Arcivescovo vi hanno benedetti, io pure con tutto l'affetto del mio cuore invoco copiose le divine benedizioni sopra di voi, sopra il vostro viaggio, sopra ogni vostra impresa, ogni vostra fatica.
Per un poco saremo separati di corpo, ma un giorno saremo riuniti per sempre. Noi, lavorando pel Signore, ci sentiremo dire: Euge, serve bone et fidels... intra in gaudium Domini lui.
Addio!... Forse tutti non potremo più vederci su questa terra; ma ho ferma speranza che per l'infinita misericordia del Signore ci vedremo tutti raccolti in quella Patria dove le fatiche della terra e i brevi patimenti della vita saranno degnamente ricompensati cogli eterni godimenti del cielo.
La partenza.
Il momento più commovente fu il saluto ai nuovi apostoli e la loro partenza. Prosegue L'Unità Cattolica:
« Datasi poi la benedizione del SS. Sacramento s'intonò il Veni Creator, dopo il quale il molto reverendo Superiore Don Bosco recossi all'altare, e disse quelle sempre care orazioni che la Santa Chiesa mette in bocca dei suoi figli, allorchè si accingono ad un viaggio, e prendono il nome di Itinerarium Clericorum, le quali si chiusero colla benedizione data dallo stesso Don Bosco ai novelli Missionari. Si fu allora che cominciò la parte più commovente della funzione, che sollevò in tutto il tempio singulti e pianti, e vinse la stessa serenità dei giovani apostoli, poichè non è virtù il non sentir pietà, chè la religione cristiana non ismorza gli affetti, ma dà il coraggio a superarli, perchè non ci trattengano dall'eseguire la volontà di Dio; il Missionario che parte, reca con sè l'amore alla patria e alla famiglia, ma nobilitato e perfezionato, nè ci vuole meno d'un cuore sensibilissimo per rinunziare ai propri comodi, alle più geniali affezioni, alla vita stessa, a fine di portare a lontani fratelli il beneficio incomparabile della fede.
» Un coro di giovinetti cantava, sull'orchestra, il Sit nomen Domini benedictum ex hoc nunc et usque in saeculum, mentre nel presbitero si procedeva al bacio ed all'abbraccio dei confratelli viaggiatori; fu un punto di sublime commozione, la quale crebbe ancora quando i dieci missionari, usciti per la balaustra, ebbero non poco a fare per isbrigarsi dalla folla che si precipitava sui loro passi, e li abbracciava e baciava con tanta tenerezza da ricordarci il magnus fletus factus est omnium, et procumbentes super collum Pauli osculabantur eum...
Di quella sera medesima, i dieci Missionari, in compagnia di Don Bosco, si recarono a Sampierdarena, dove nei due giorni seguenti gli mostravano tutto il loro affetto, non sapendo staccarsi dal suo fianco.
I ricordi supremi.
Mentre i Missionari uscivano dal Santuario di Maria Ausiliatrice, che dalla porta spalancata proiettava torrenti di luce su una gran folla che li attendeva per vederli ancora una volta e gridar loro un addio, Don Lemoyne si volse a Don Bosco sulla soglia, e gli disse:
- Ah! Don Bosco, si comincia dunque ad avverare l'Inde exibit gloria mea!
- È vero!... rispose il Venerabile profondamente commosso.
Prima che avesse un palmo di terra ove gettare le basi stabili dell'Oratorio, e proprio nel tempo in cui gli ostacoli e le difficoltà si succedevano senza tregua, Don Bosco aveva visto in sogno la Vergine che gli mostrava l'Oratorio, la Chiesa di S. Francesco di Sales e la Basilica di Maria Ausiliatrice, e nell'interno di questa una fascia bianca, in cui a caratteri cubitali stava scritto: - Hia domus mea; inde gloria mea! - E il sogno si ripetè. Vide di nuovo la maestosa Signora, che conducendolo amorevolmente Ella stessa nel luogo dove doveva sorgere la Basilica di Maria Ausiliatrice, solennemente gli disse:
- In questo luogo, dove i gloriosi martiri di Torino, Avventore ed Ottavio, soffrirono il loro martirio, su queste zolle che furono bagnate e santificate del loro sangue, io voglio che Dio sia onorato in modo specialissimo.
E nell'uscir dal tempio voluto dalla Vergine, Don Bosco consegnava ai Missionari questi preziosi ricordi:
1. Cercate anime, ma non danari, nè onori, nè dignità.
2. Usate carità e somma cortesia con tutti; ma fuggite le conversazioni e la famigliarità colle persone di altro sesso o di sospetta condotta.
3. Non fate visite, se non per motivi di carità o di necessità.
4. Non accettate mai inviti di pranzo, se non per gravissime ragioni. In questi casi procurate d'essere in due.
5. Prendete cura speciale degli ammalati, dei fanciulli, dei vecchi e dei poveri, e guadagnerete la benedizione di Dio e la benevolenza degli uomini.
6. Rendete ossequio a tutte le Autorità Civili, Religiose, Municipali e Governative.
7. Incontrando persona autorevole per via, datevi premura di salutarla ossequiosamente.
8. Fate lo stesso verso le persone ecclesiastiche o aggregate ad Istituti Religiosi.
9. Fuggite l'ozio e le questioni. Gran sobrietà, nei cibi, nelle bevande e nel riposo.
10. Amate, temete, rispettate gli altri Ordini Religiosi e parlatene sempre bene. È questo il mezzo di farvi stimare da tutti e promuovere il bene della Congregazione.
11. Abbiatevi cura della sanità. Lavorate, ma solo quanto le proprie forze comportano.
12. Fate che il mondo conosca che siete poveri
negli abiti, nel vitto, nelle abitazioni, e voi sarete ricchi in faccia a Dio e diverrete padroni del cuore degli uomini.
13. Fra di voi amatevi, consigliatevi, correggetevi, ma non portatevi mai nè inividia, nè rancore, anzi il bene di uno sia il bene di tutti; le pene e le sofferenze di uno siano considerate come pene e sofferenze di tutti, e ciascuno studi di di allontanarle o almeno mitigarle.
14. Osservate le vostre Regole, nè mai dimenticate l'Esercizio Mensile della buona morte.
15. Ogni mattino raccomandate a Dio le occupazioni della giornata, nominatamente le confessioni, le scuole, i catechismi, e le prediche.
16. Raccomandate costantemente la divozione a Maria Ausiliatrice ed a Gesù Sacramentato.
17. Ai giovanetti raccomandate la frequente Confessione e Comunione.
18. Per coltivare le vocazioni ecclesiastiche insinuate: 1° Amore alla castità; 2° Orrore al vizio opposto; 3° Separazione dai discoli; 4° Comunione frequente; 5° Usate con loro carità, amorevolezza e benevolenza speciale.
19. Nelle relazioni, nelle cose contenziose, prima di giudicare si ascoltino ambe le parti
20. Nelle fatiche e nei patimenti non si dimentichi che abbiamo un gran premio preparato in Cielo.
Amen.
A Sampierdarena Don Bosco consegnava a Don Cagliero un altro foglio, nel quale insieme con vari « pro-memoria » per la traduzione di vari libri in lingua spagnuola, tra cui il Giovane Provveduto, dava al capo della spedizione varie norme circa la direzione e l'amministrazione delle nuove fondazioni e i riguardi dovuti ai benefattori; e, in fine, scriveva alcune parole per noi eternamente memorande.
Diceva tra l'altro:
Abbi cura della sanità e della moralità di tutti, e fa' in modo che ciascuno abbia il necessario riposo.
Niuno decanti quel che sa o quello che fa: venendo alla prova, ciascuno faccia quanto a lui è possibile senza ostentazione.
Nelle vostre lettere accennate sempre alle preghiere e alla gratitudine a chi vi ha beneficati e a tutti quelli che beneficano l'Oratorio. Sii questo punto non si tema di dir troppo.
Per istrada o al termine del viaggio scrivi qualche bigliettino ai principali benefattori, come Marchese e Marchesa Fassati, Mamma Corsi e famiglia, Contessa Callori, Contessa Teresa di Bricherasio, via Lagrange 20, ecc. ecc. Queste cose gioveranno molto a voi e a noi.
E terminava così:
Fate quello che potete: Dio FARÀ QUELLO CHE NON POSSIAMO NOI. CONFIDATE OGNI COSA IN GESÙ CRISTO SACRAMENTATO ED IN MARIA AUSILIATRICE E VEDRETE CHE COSA SONO I MIRACOLI.
Io vi accompagno con le preghiere ed ogni mattina vi ricorderò tutti nella S. Messa. Dio vi benedica dovunque andate; pregate per me e per la vostra madre, la Congregazione. Amen.
Sampierdarena, 13-X1-1875
Sac. G. Bosco.
A bordo.
La partenza era fissata pel 14 novembre; e Don Bosco li accompagnò al porto di Genova e salì con essi a bordo del Savoie. Sembrava proprio che non potessero distaccarsi. Visitò con loro il bastimento e sostò nella sala di prima classe, dove uno dei missionari cominciò a suonare una marcia e intonò una lode alla Madonna, che i compagni cantarono sino alla fine.
Quel canto attirò molte altre persone. Don Cagliero si fece largo tra la folla e, presa quell'occasione, incominciò la sua missione con un sermoncino.
Ma « si avvicinava il momento della partenza ed io - narrava Don Bosco ai giovani dell'Oratorio - doveva distaccarmi dai miei figli... Mi stavano sempre tutti intorno ed ecco uno incomincia a singhiozzare di qua, l'altro a piangere di là. Vi so dire che sebbene volessi fare il rodomonte e star tutto fiero, non potei far sì che molte lagrime non scendessero dagli occhi miei. Ma devo eziandio far proprio ammirare il coraggio di tutti. È vero che si piangeva, ma era un pianto che diceva palesamente: - Le lagrime non le possiamo trattenere, ma partiamo contenti perchè andiamo nel nome del Signore a salvare anime in luoghi dov'è proprio mancanza di operai evangelici.
» Intanto era dato il segnale che i semplici visitatori scendessero dal bastimento... Oh! qui ci fu una vera scena... In quei momento tutti s'inginocchiarono intorno a me, chiamando la benedizione. Anche il capitano e alcuni signori, ivi presenti, s'inginocchiarono.
» Impartii loro la benedizione e ridiscesi nella barca che mi aspettava per condurmi a terra, portando meco il cuore dei miei figli, accompagnato dai loro sguardi e dai loro saluti, finchè disparvero ai miei occhi...
» Naturalmente - terminava il Venerabile - molti di voi sentono in questo momento gran desiderio di partire e di andare a fare il missionario: ebbene io vi so dire che se anche tutti foste in questo numero, ci, sarebbe posto per tutti, ed io saprei benissimo dove occuparvi... ».
I giovinetti dell'Oratorio restarono talmente infiammati da queste parole, che ci fu chi voleva digiunare rigorosamente tre giorni alla settimana per tutto il tempo degli studi, per ottenere la grazia di andare un giorno ad evangelizzare gl'infedeli.
Dal giorno che vide partire per il campo dell'apostolato il primo gruppo dei suoi figli, la Causa delle Missioni ebbe un posto sempre più caro e profondo nel cuore di Don Bosco. Anche negli ultimi anni fu udito esclamare: « Se non fossi tanto vecchio, mi prenderei Don Rua per compagno, e andrei a lavorare nelle Missioni! »
Ripetute illustrazioni celesti lo tenevano fisso in quest'idea e lo spingevano a zelare questo grande apostolato.
Le Missioni d'America.
Nel 1883 la notte precedente la festa di Santa Rosa da Lima fece un « sogno », in cui rivide, in una gran sala, molti amici già passati all'eternità, e uno di essi, all'apparenza poco più che quindicenne, bello di celestiale bellezza, raggiante di una luce più viva di quella del sole, si avvicinò a lui. Era il figlio d'insigni benefattori delle Opere e Missioni Salesiane, Luigi Fiorito Colle, che in un viaggio fulmineo gli additò l'immensa eredità riserbata ai Salesiani nelle Americhe, i sudori ed anche il sangue con cui l'avrebbero fecondata, e la futura prosperità di quelle terre. Il Venerabile raccontando questo sogno, complesso e meraviglioso, terminava con queste parole: «Con la dolcezza di San Francesco di Sales i Salesiani tireranno a Gesù Cristo le popolazioni dell'America. Sarà cosa difficilissima moralizzare i primi selvaggi, ma i loro figli obbediranno con tutta facilità alle parole dei Missionari e con essi si fonderanno colonie; la civiltà prenderà il posto della barbarie, e così molti selvaggi verranno a far parte dell'ovile di Gesù Cristo ».
In Patagonia, intanto, in soli quattro anni, si era amministrato il battesimo a parecchie migliaia d'indigeni. I Missionari percorrendo le sponde del fiume Limay fino al lago NahuelHuapí, e il Neuquén sino al Norquin, si erano spinti verso le Cordigliere ed avevano esplorato il Rio Colorado, il deserto di Valcheta, e tutto il Rio Negro in entrambe le sponde; vale a dire tutta la Patagonia Settentrionale, per un'estensione di oltre 35.000 chilometri quadrati, e nello stesso tempo avevano impartito l'istruzione religiosa a più di due mila fanciulli. In vista di questi felici risultati, Papa Leone XIII, il 16 novembre 1883, divideva quell'immenso territorio in un Vicariato e una Prefettura Apostolica, e con Breve del 2o dello stesso mese affidava il Vicariato al Teol. Don Giovanni Cagliero, e la Prefettura, con altro Breve del 2 dicembre, al Sac. Giuseppe Fagnano.
Apoteosi celeste.
Nel 1885, la notte dal 31 gennaio al primo febbraio, e precisamente la notte che precedette la partenza di una nuova schiera di Missionari, capitanati da Mons. Cagliero, Don Bosco ebbe un altro « sogno ». Gli parve di accompagnare i suoi figli partenti e di dar loro gli ultimi avvisi:
« Non con la scienza, non con la sanità, non con le ricchezze, ma con lo zelo e con la pietà farete del gran bene, promovendo la gloria di Dio e la salute delle anime... ».
Ciò detto, in un batter d'occhio si vede trasportato in America. Vie maravigliose conducono a tutte le case e missioni: il campo è vastissimo: e « i Salesiani - diceva - riusciranno a tutto, con l'umiltà, col lavoro, con la temperanza. Tutte quelle cose, che io vedeva in quel momento e che vidi appresso, riguardavano tutti i Salesiani, il loro regolare stabilimento in quei paesi, il loro aumento meraviglioso, e la conversione di tanti indigeni e di tanti Europei colà stabiliti...
» ... Visto il campo che ci assegna il Signore e il glorioso avvenire della Società Salesiana, mi
parve di mettermi in viaggio pel ritorno in Italia. lo era trasportato con rapidissimo corso, per una via strana, altissima, e così giunsi in un attimo sopra l'Oratorio », donde continuavano e partenze dei Missionari.
Trasportato di nuovo in America, gli si pararono dinanzi, simultaneamente, molteplici e svariate scene, mentre una voce gli diceva:
- Ecco le anime ed i paesi destinati ai figliuoli di S. Francesco di Sales.
E in un punto solo vedeva il presente, il passato, l'avvenire delle Missioni Salesiane, con tutte le fasi e i pericoli, le riuscite, le disdette e: i disinganni momentanei che avrebbero accompagnato e accompagneranno quest'apostolato.
Ad un tratto quell'immenso campo divenne una gran sala, ricca di splendide mense, meravigliosa per dimensioni e per forma, ov'entra gente in piccole schiere, cantando: « Evviva! »; ma, dopo le prime, altre schiere più numerose si avanzano cantando: « Trionfo! » E comincia a comparire una varietà di persone, grandi e piccole, uomini e donne, di molte generazioni, diverse di colore, di forme, di atteggiamenti. Da tutte le parti risuonano cantici. Si canta: Evviva! da quelli che sono già al loro posto; si canta: Trionfo! da quelli che entrano. Ogni turba che entra, rappresenta una nazione o una parte di essa, dove sono i Missionari.
« Ho dato un colpo d'occhio a quelle mense interminabili - diceva Don Bosco - e conobbi che là, seduti e cantando, vi erano molte nostre suore e gran numero dei nostri confratelli », tutti in veste bianca e pallio color di rosa. « Ma la meraviglia mia crebbe, quando ho veduto uomini di aspetto ruvido, col medesimo vestito degli altri, a cantare: Evviva! Trionfo!
» In quel momento il mio interprete disse: - Gli stranieri, i selvaggi che bevettero il latte della divina parola dai loro educatori, divennero banditori della parola di Dio.
» Osservai pure, in mezzo alla folla, schiere di fanciulli di aspetto rozzo e strano e domandai: - E questi fanciulli che hanno una pelle così ruvida... chi sono costoro? - L'interprete rispose: - Questi sono i figliuoli di Cam, che non hanno rinunziato all'eredità di Levi. Essi rinforzeranno le armate per tutelare il Regno di Dio, che finalmente è giunto anche fra noi. - Era piccolo il loro numero, ma i figli dei loro figli lo accrebbero.
In quel mentre s'ingrossarono tutte le file di coloro che entravano in quella sala straordinaria, che ogni seggio pareva occupato... E mentre si gridava da tutti: « Evviva!... Trionfo! » e a queste voci facevano eco i cori degli angeli, ecco sopraggiungere una gran turba, che festevolmente veniva incontro agli altri già entrati, cantando: « Alleluia!... Gloria!... Trionfo!... ».
Quando la sala apparve totalmente piena, e le migliaia dei radunati non si potevano numerare, si fece un profondo silenzio, e quella moltitudine incominciò a cantare, divisa in diversi cori, con un effetto così grandioso e nuovo, che parve al Venerabile di essere in paradiso.
« Il pensiero principale che mi restò impresso dopo questo sogno - concludeva Don Bosco - fu di dare a Mons. Cagliero ed ai miei cari missionari un avviso di somma importanza, riguardanti le sorti future delle nostre Missioni: - TUTTE LE SOLLECITUDINI DEI SALESIANI E DELLE FIGLIE DI MARIA AUSILIATRICE SIENO RIVOLTE A PROMUOVERE LE VOCAZIONI ECCLESIASTICHE E RELIGIOSE ».
Don Lemoyne scrive che quando Don Bosco ripeteva le parole: Evviva! Trionfo! la sua voce prendeva un suono così marcato che faceva trasalire.
*
Don Bosco ebbe ancora un altro sogno di quell'anno (1885). Gli parve di essere sopra una montagna altissima. Sulla vetta stava un angelo splendentissimo che illuminava le contrade più remote, circondato da una turba di spiriti celesti, tra i quali vide nuovamente Luigi Colle, che lo spronavano ad allargare il campo evangelico dei suoi figli; e comprese che le Missioni Salesiane avrebbero avuto un grande sviluppo.
L'avvenire delle Missioni Salesiane.
Un'altra volta ancora il Venerabile si vide innanzi il grande avvenire delle Missioni Salesiane. Nel 1886, a Barcellona, dove per varie settimane quotidianamente fu circondato dalla venerazione più devota, una notte si vide in mezzo a tranquille, vette boschive, donde, d'un tratto, lo colpì lo schiamazzo di una turba innumerevole di fanciulli, che gli corsero incontro gridando:
- Ti abbiamo aspettato tanto, ti abbiamo aspettato tanto, ma finalmente ci sei: sei tra noi, e non ci fuggirai. - Don Bosco restò confuso, ed ecco - scrive Don Viglietti, che udì dal Venerabile il racconto del sogno - « un immenso gregge di agnelli, guidati da una Pastorella, la quale, separati i giovani e le pecore, e messi gli uni da una parte e le altre dall'altra, stette accanto a Don Bosco e gli disse: - Vedi quanto ti sta innanzi?
- Sì che lo vedo!
- Ebbene; ti ricordi del sogno che facesti all'età di 1o anni?
- Ho la mente stanca; non ricordo bene presentemente.
- Bene, bene, ripigliò la Pastorella; pènsaci e te ne ricorderai.
E fatti venire i giovani con Don Bosco, gli disse: - Guarda ora da questa parte, spingi il tuo sguardo, e spingetelo voi tutti e leggete che cosa sta scritto... Ebbene, che cosa vedi tu?
- Veggo, ripigliava Don Bosco, veggo montagne, poi mare; poi colline; quindi di nuovo montagne e mari.
- Leggo, diceva un fanciullo: Valparaiso!
- Io leggo, diceva un altro: Santiago!
- Io, replicava un terzo, li leggo tutti e due.
- Ebbene, continuò la Pastorella, parti ora da quel punto, ed avrai una norma di quanto i Salesiani dovranno fare in avvenire. Vòlgiti ora da questa altra parte, tira con l'occhio una linea e guarda.
- Vedo montagne, colline e mari! - esclamò Don Bosco.
Ed i giovani aguzzavano lo sguardo ed esclamavano in coro: - Leggiamo: Pechino!
Vide Don Bosco allora una gran città, attraversata da un largo fiume, sul quale erano gittati alcuni grandi ponti.
- Bene, disse quella Donzella che sembrava la loro maestra: ora tira una linea da un'estremità all'altra, da Pechino a Santiago; fanne un centro nel mezzo dell'Africa, ed avrai un'idea esatta di quanto debbono fare i Salesiani.
- Ma come? esclamò Don Bosco; come fare tutto questo? Le distanze sono immense, i luoghi difficili, e i Salesiani pochi.
- Non ti turbare: faranno questo i tuoi figli, i figli dei tuoi figli, ma si tenga fermo (all'osservanza delle regole, commenta Don Lemoyne, ed allo spirito della Pia Società).
- Ma, replicò Don Bosco, dove prendere tanta gente?
- Vieni e guarda. Vedi là cinquecento Missionari in pronto? Più in là ne vedi altri e altri ancora! Tira una linea da Santiago al centro dell'Africa. Che cosa vedi?
- Veggo, rispose Don Bosco, dieci centri di stazioni.
- Ebbene, questi centri che tu vedi, formeranno studio e noviziato e daranno moltitudine di missionari, affine di provvederne queste contrade. Ed ora vòlgiti da questa altra parte. Qui vedi altri dieci centri dal mezzo dell'Africa fino a Pechino. E questi centri somministreranno i missionarii a tutte queste altre contrade. Là sta Hong-Kong, là Calcutta, più in là il Madagascar. Questi e più altri centri avranno case, studii e noviziati.
Don Bosco stava sempre ascoltando, guardando ed esaminando, ma poi disse:
- E dove trovare tanta gente, e come inviare Missionarii in quei luoghi? Là stanno i selvaggi che si nutrono delle carni umane; là sono gli eretici, là i pagani; come fare?
- Guarda, rispose la Pastorella, mèttiti di buona volontà; vi è una cosa sola a fare: raccomanda, cioè, che i miei figli coltivino costantemente la virtù di Maria.
- Ebbene, sì, mi pare d'aver inteso; predicherò a tutti le tue parole; disse Don Bosco.
E guàrdati, replicò la Vergine SS. (che altri non era quella Pastorella) guàrdati dall'errore che vige adesso, che è la mescolanza di quelli che studiano le arti umane con quelli che studiano le arti divine, perchè la scienza del cielo non vuol essere colle terrene cose mescolata.
Don Bosco voleva ancora parlare, ma tutta quella visione disparve innanzi a lui. Il sogno era finito ».
Mentre Don Bosco raccontava questo sogno, coloro che lo ascoltavano, piangendo, esclamarono più volte: - Oh Maria, o Maria! o Maria! »
E Don Viglietti conclude il racconto così: « Papà fu più volte interrotto nella sua narrazione dai singulti e dal pianto; e quando ebbe finito, esclamò: Quanto ci ama Maria! Non so, con quali parole più belle si possa terminare questo qualsiasi scritto ».
Don Bosco amava tanto i suoi figliuoli, che non poteva non mostrare tutta la sua carità ai più lontani.
Finchè potè, cioè sino al 1884, ogni anno - dice Don Lemoyne - scrisse di proprio pugno una lettera ai singoli missionari, sacerdoti, chierici, laici, e con qual cuore. S'interessava della salute e del profitto di tutti, come se ciascuno fosse il suo figlio prediletto, e conoscendo quanto fossero a tutti care le sue parole, dava a tutti, direttori, chierici e laici, quei consigli e quegli ammonimenti che vedeva più opportuni. Se potessimo riferirne soltanto i tratti più caratteristici, offriremmo ai lettori non poche pagine stupende, nelle quali non si saprebbe se più ammirare la paternità o la santità dell'anima sua.
Eccone un piccolo saggio: sono periodi che stralciamo dalle sue lettere ai Missionari, tralasciandone i nomi e le date per brevità:
... Tu sei sempre stato la delizia del mio cuore ed ora ti amo ancora di più, perchè ti sei totalmente dedicato alle Missioni, che è quanto a dire hai abbandonato tutto, per consacrarti tutto al guadagno delle anime...
... Io ti raccomando ogni giorno nella S. Messa, e tu prega anche per me, che sono divenuto assai vecchio e semicieco: e facciamo che, se non ci vedremo più in terra, possiamo con certezza vederci nella beata eternità...
... Non volgere indietro lo sguardo. Miriamo il cielo che ci attende. Là abbiamo un gran premio preparato. Lavora, guadàgnami anime e sàlvami la tua!
... Studio e pietà ti faranno un vero salesiano. - Ma non dimenticare che tu devi mettere al sicuro l'anima tua, e poi occuparti di salvare le anime del prossimo. L'esercizio della buona morte e la frequente Comunione sono la chiave di tutto.
... « Praebe te ipsum, exemplum bonorum operum; ma procura che questo buon esempio risplenda nella regina delle virtù, nella castità. Ogni diligenza nelle parole, negli sguardi, nelle opere, diretta alla coltura di questa virtù, non è mai troppa.
... Dio ti benedica, mio caro..., sempre pupilla dell'occhio mio. Lavora. Il premio è preparato, il cielo ti attende: ibi nostra fixa sint corda, ubi vera sunt gaudia...
Ai direttori scriveva:
... Tu hai secondata la voce del Signore e ti sei consacrato alle Missioni Cattoliche. L'hai indovinata. Maria sarà tua guida fedele. Non ti mancheranno difficoltà, ed anche malignità da parte del mondo, ma non darti pena. Maria ci proteggerà. Noi vogliamo anime e non altro... Ciò procura di far risuonare all'orecchio dei nostri confratelli. O Signore, dateci pure croci, e spine e persecuzioni di ogni genere, purchè possiamo salvare anime, e, fra le altre, salvare la nostra.
... Tu vero vigila, in omnibus labora, sicut bonus miles Christi. Ma non dimenticare che siamo salesiani: sal et lux: sale della dolcezza, della pazienza, della carità: luce in tutte le azioni esterne, ut omnes videant opera nostra bona et glorificent Patrem nostrum qui coelis est...
... Si avvicina l'epoca dei nostri Esercizi... Insisti sulla carità e dolcezza di S. Francesco di Sales che noi dobbiamo imitare, sulla osservanza esatta delle nostre regole. Sono persuaso che una muta di esercizi spirituali porterebbe ottimi frutti, se portasse il salesiano alla recita esatta della S. Messa e del Breviario...
In certe occasioni avrebbe desiderato di rivolgere a tutti la sua parola:
... Vorrei fare a tutti, io stesso, una predica, o meglio una conferenza sullo spirito salesiano che deve animare e guidare le nostre azioni ed ogni nostro discorso. Il sistema preventivo sia proprio di noi. Non mai castighi penali, non mai parole umilianti, non mai rimproveri severi in presenza altrui. Ma nelle classi suoni la parola dolcezza, carità e pazienza. Non mai parole mordaci. Si faccia uso dei castighi negativi e sempre in modo che coloro che sono avvisati, diventino amici nostri più di prima e non partano mai avviliti da noi...
Ogni salesiano si faccia amico di tutti: non cerchi mai far vendetta: sia facile a perdonare, e non richiami le cose già una volta perdonate.
La dolcezza nel parlare, nell'operare, nell'avvisare, guadagna tutto e tutti.
Quando non poteva scrivere a tutti come il cuore gli suggeriva, inviava a tutti i più cari saluti.
Non ho tempo di scrivere ad altri. Fa' a tutti sapere delle nostre notizie, dicendo che li amo tutti in G. C. e che prego assai per loro; ma che stiano fermi come colonne, e siano santi come il nostro Patrono...
... Saluta i miei figli da parte mia e tanto ad essi che ai nostri conoscenti, amici e benefattori, farai i miei ossequiosi saluti, come se teli nominassi ad uno ad uno...
Nè dimenticava gli alunni:
... Ai tuoi giovani dirai, che io prego per loro, e che ricordino sempre che il tempo è un gran tesoro.
... Dirai ai tuoi allievi che questo loro amico, dall'Europa, manda un consiglio per essere felici: « Fuggite il peccato e frequentate la S. Comunione ».
... Dio vi benedica tutti, o miei cari figli, siate allegri, ma fuggite l'offesa del Signore; frequentate la Santa Comunione.
La raccomandazione più insistente, dopo quella dell'esemplarità della vita e della fedeltà allo spirito dell'istituto, era la coltura delle vocazioni.
... Ogni sollecitudine, ogni fatica, ogni spesa per riuscire in una vocazione non è mai troppa: si calcola spesa sempre opportuna.:.
... Sono informato che la messe è molto rara e scarso è il numero degli operai; ma noi pregheremo, e l'aiuto di Dio non ci mancherà a provvederne quanti saranno necessari...
... Tu devi adoperarti a cercare dei compagni e farti delle vocazioni. Mi assicurano che queste sono molto rare, perciò se riesci a scoprirne qualcuna, dovrai fare qualunque fatica e qualsiasi spesa pecuniaria, che a noi sia possibile per riuscire...
... La cosa che ho caldamente raccomandata a coloro, cui in questi giorni ho potuto scrivere, è la coltura delle vocazioni, tanto dei Salesiani, quanto delle Figlie di Maria Ausiliatrice. Studia, fa' progetti, non badare a spese, purchè ottenga qualche prete alla Chiesa, specialmente per le Missioni...
... Come Curato, usa tutta la carità ai tuoi preti affinchè ti aiutino con zelo nel sacro ministero; ed abbi una cura speciale dei fanciulli, degli ammalati, dei vecchi. Che se nelle Missioni, od in qualunque altro modo, tu giungi a ravvisare qualche giovinetto, che dà qualche speranza pel Sacerdozio, sappi che Dio ti manda tra mani un tesoro...
... Dio faccia che tu possa farmi numerosa schiera di aspiranti, di poi ascritti, di poi professi, di poi fervidissimi Salesiani...
E a tutti faceva coraggio, ricordando le continue benedizioni celesti.
... Facciamoci tutti animo. Maria benedice e protegge la nostra Congregazione; l'aiuto del cielo non mancherà: gli operai aumentano, il fervore pare cresca: i mezzi materiali non abbondano, ma sono sufficienti...
... Dobbiamo benedire e ringraziare il Signore, che con la sapienza e potenza sua ci ha aiutati a superare molte e gravi difficoltà: da noi soli ne eravamo veramente incapaci: Te Deum; Ave, maris stella...
Dio ci aiuta, ed ogni cosa procede in modo che i profani direbbero che ha del favoloso, e noi diciamo che ha del prodigioso: Dio ci continui la sua grazia, perche ci conserviamo sempre più degni dei suoi favori...
Anche nel libretto delle ultime memorie per i suoi figli aveva un ultimo ricordo per i Missionari.
La nostra Congregazione ha davanti un lieto avvenire preparato dalla Divini Provvidenza, e la sua gloria sarà duratura, fino a tanto che si osserveranno fedelmente le nostre Regole. Quando comincieranno tra noi le comodità e le agiatezze, la nostra Pia Società ha compiuto il suo corso. Il mondo ci riceverà sempre con piacere, fino a tanto che le nostre sollecitudini saranno dirette ai selvaggi, ai fanciulli più poveri, più pericolanti della Società. Questa è per noi la vera agiatezza, che niuno invidierà e niuno verrà a rapirci. A suo tempo si porteranno le nostre missioni nella Cina, e precisamente a Pechino. Ma non si dimentichi che noi andiamo pei fanciulli poveri e abbandonati. Là, fra popoli sconosciuti ed ignoranti del vero Dio, si vedranno le meraviglie, fin ora non vedute, ma che Iddio potente farà palesi al mondo
Oggi - dopo cinquant'anni - i Missionari Salesiani che a schiere seguirono i primi da Torino, oltre mille opere rivolte all'educazione della gioventù e all'assistenza degli emigrati in terre civili, ne hanno molte altre non meno importanti in altri vasti territori da civilizzare.
Ecco l'elenco delle Missioni Salesiane:
1) La Patagonia settentrionale, centrale e meridionale;
2) La Pampa centrale, vasto territorio al nord della Patagonia;
3) Il Vicariato Apostolico di Magallanes nel Cile;
4) Il Vicariato di Mendez e Gualaquiza nell'Equatore;
5) Il Vicariato Apostolico di Shiu-Chow in Cina;
6) Il Vicariato Apostolico del Kimberley in Australia;
7) La Prelatura Ordinaria di Registro do Araguaya nel Brasile;
8) La Prefettura Apostolica del Rio Negro nel Brasile;
9) La Prefettura Apostolica dell'Assam in India;
1o) La Prefettura Apostolica del Luapula Superiore nel Congo;
11) La Missione dell'Heung-Shan in Cina; 12) La Missione del distretto di Tanjore in India;
13) La Missione del Gran Ciaco Paraguayo.
A questi vasti territori interamente affidati ai Salesiani, sono d'aggiungere altre importantissime opere missionarie:
14) in Turchia;
15) nell'Asia Minore;
16) in Palestina;
17) a Scianghai in Cina;
18) a Macau;
19) nell'Algeria;
20) in Tunisia;
21) nell'Egitto;
22) al Capo di Buona Speranza;
23) a Melbourne in Australia;
24) varie grandi lebbroserie in America;
25) altre lebbroserie in Cina; ecc. ecc.
E dovunque l'azione dei Missionari Salesiani è particolarmente rivolta ai figli ed alle figlie del popolo, e segue generosamente lo stesso programma anche tra i selvaggi e gli idolatri, coadiuvata dalle Figlie di Maria Ausiliatrice.
Presentemente le Missioni e gli altri campi di lavoro missionario affidati ai Salesiani, contano 1.169 missionari, con 1.077 opere missionarie o per la gioventù e circa 112.819 catecumeni ed allievi degli istituti eretti nei luoghi di missione; perchè ogni Missione comprende ordinariamente parecchie residenze con opere missionarie (cappelle, ospedali, farmacie, ecc. ecc.) ed opere per la gioventù indigena (oratori festivi e quotidiani, circoli, scuole di cultura, scuole d'arti e mestieri, ecc. ecc.).
Eccone uno specchio sommario:
Missio
Numero Missionari Opere Catecumeni
CONTINENTI pelle Missioni) e Missionarie narie o per la ed allievi
gioventu
Asia io 316 298 25.336 Africa 5 116 i19 10.797 America 8 721 644 74.599 Australia 2 16 16 2.087
Totali 25 1169 1077 112.819
Uno sguardo al lavoro compiuto.
A commento dell'accennato elenco schematico, vorremmo offrire ai lettori un'ampia documentazione sulle fatiche dei nostri Missionari e sull'animo buono e generoso dei loro neofiti. Non permettendocelo lo spazio, ci contentiamo di riportare due autorevoli giudizi, di un laico e di un religioso.
Teodoro Roosevelt, ex-presidente degli Stati Uniti, compì un lungo viaggio scientifico attraverso l'America Meridionale, in compagnia del ch.mo P. Zahm; e questi ne scrisse uno splendido volume, nel quale ecco come si parla delle Missioni Salesiane (1).
... Sono stato particolarmente impressionato da quanto hanno fatto i figli e le figlie di Don Bosco, i Salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice.
Benche avessi visitato frequentemente i loro istituti in molte altre parti dell'America Meridionale, il loro metodo educativo, il loro zelo a sollievo degli afflitti e abbandonati, i loro successi meravigliosi nel trattare con le tribù degli indii più selvaggi furono sempre per me una fonte di meraviglia ed ammirazione. Ma ciò che lui stupì ancor di più fu il vedere, coi mei proprii occhi, ciò che seppero compiere nel giro di pochi anni nella più difficile tra le missioni, e nelle parti più promettenti del mondo.
Il Ven. Don Bosco, Fondatore delle due istituzioni religiose or ora accennate, fu uno degli uomini più straordinari del suo tempo
Quali maraviglie egli seppe compiere durante la sua vita, e quali altre vennero compiute dai suoi figli spirituali dopo la sua morte!... Per i suoi disegni straordinari circa l'educazione e il mantenimento dei fanciulli abbandonati, fu riguardato un visionario...
Ma egli con fiducia filiale nella Divina Provvidenza era sicuro di trovare coloro che l'avrebbero aiutato nella sua impresa, e di ottenere i mezzi necessari per compiere la, nobile missione di carità che aveva disegnato su così vasta scala, cui nulla mancava di gigantesco...
Tra gli udii.
Uno dei progetti di Don Bosco, che i sapienti del inondo avrebbero considerato come prettamente fatuo, era la conversione e la civilizzazione dei miserabili Indi della Terra del Fuoco.
Pareva così impossibile ad effettuarsi. Infatti Darwin non aveva forse dichiarato che « l'uomo, in questa parte estrema dell'America del Sud, si trova in uno stato di vita più umile che in qualunque altra parte del mondo? » Non aveva egli scritto dei Fueghini, che «appena a stento si può credere che essi siano creature simili a noi ed abitanti del medesimo mondo? » (Cfr. Giornale delle ricerche, Cap. X).
Fu appunto per l'abbietta loro miseria, fu appunto per il totale loro isolamento da tutto il mondo, fu appunto perche furono considerati i paria dell'umanità, che i Fueghini si appellarono con tanta forza al cuore di Don Bosco che tutto abbracciava.
La prima missione venne stabilita nel 1889 nell'isola Dawson, che era allora una tetra solitudine. Nello stesso luogo, otto anni dopo, sorgeva il bel villaggio di San Raffaele, con una chiesa, un ospedale, vari laboratorii, un collegio per ragazzi, una casa pei missionari, le scuole per le ragazze sotto la direzione delle Figlie di Maria Ausiliatrice, e sessanta comode casette per gli Indi. Solo dopo pochi anni dalla fondazione del collegio, il popolo di Puntarenas restò meravigliato nel sentire, sulla pubblica piazza della città, un ammirabile concerto musicale, dato dai ragazzi fueghini di S. Raffaele. E questi medesimi ragazzi facevano profitto, così nella musica, come nella lingua nazionale.
Mons. Fagnano, Prefetto Apostolico della Patagonia Meridionale e della Terra del Fuoco, riferendosi alle qualità artistiche teatrali dei giovani Fueghini che avevano dato una rappresentazione drammatica in suo onore, in occasione d'una sua visita a S. Raffaele, riferisce in una lettera al Rettor Maggiore dei Salesiani: « Non temo di esagerare nell'asserire che non ho mai assistito a rappresentazioni private date in un modo così brillante, nemmeno nella casa madre di Torino ».
E poco dopo la fondazione di S. Raffaele, altre due missioni furono fondate a benefizio dei Fueghini e coi medesimi splendidi risultati...
Nel breve spazio di vent'anni, dopo la fondazione della prima missione nella Patagonia meridionale e nella Terra del Fuoco, i Salesiani avevano non meno di quattordici chiese e cappelle, sei collegi per giovanetti e sette per le ragazze e circa quaranta residenze pei missionari.
Furono eretti anche laboratorii, dove agli Indii venivano impartiti gli insegnamenti delle varie arti e mestieri, e vennero anche addestrati nell'industria agricola e pastorizia; e le nuove colonie cominciarono presto ad assumere l'aspetto di comunità civilizzate. E nientemeno che il Presidente del Chile visitò le Missioni Fueghine per esprimere la sua gratitudine ai Salesiani per l'opera loro meravigliosa, e gli esploratori della Terra del Fuoco, come Otto Nordenskiold, furono generosi di lodi a questi zelanti ministri del Vangelo, e dichiararono che la loro opera occupa un posto ben distinto tra le illustri imprese dei più grandi benefattori dell'umanità.
Il sogno di Don Bosco era realizzato. I suoi figli e le sue figlie spirituali, con pazienza infinita, contatto, lavoro e sacrifizio, avevano compiuto ciò che, gli antropologisti e gli uomini della scienza avevano positivamente asserito impossibile
(1) Following the conquistadores: Through South America's Southland: With an account of the Roosevelt scientific expedition to South America, by the reverend j. A. ZAHM C. S. C., Ph. D. (H. J Mozans) author of "Up the Orinoco and down the Magdalena", "Along the Andes and down the Amazon", "The quest of el Dorado", "Woman in Science", etc. - Sixty-five illustration - New York and London, D. Appleton and Company, 1916. pag. 429 e segg.
Ma non vorrei che si credesse che il lavoro dei figli di Don Bosco nel Sud America sia limitato alla conversione e all'istruzione degli Indii. In realtà il caso è ben lontano dall'esser tale. In questo vasto continente, come in Europa, la loro occupazione principale è l'istruzione dei poveri, non solamente nei rami ordinarii di studi collegiali ma anche, e più particolarmente, nelle diverse arti e scuole professionali, per cui godono alta e meritata stima dappertutto.
Quali siano i loro fortunati successi, si può dedurre dal fatto che essi hanno istituti in tutte le repubbliche del Sud America. Le più alte autorità, sia civili ché ecclesiastiche, di tutte quelle nazioni, richiedono continuamente l'opera di questi eminenti ed affettuosi insegnanti per averne aiuto in opere di educazione e di filantropia. Dovunque sono giovanetti da istruire, specialmente nelle arti e mestieri, sono richiesti i Salesiani. E perchè nel Sud America furono capaci di rispondere così bene al gran bisogno di lavoratori ed operai esperti, le loro scuole professionali sono in ogni dove popolari e largamente protette...
Le imprese dei figli e delle figlie di Don Bosco sono in verità meravigliose. Ma per me è ancor più meraviglioso l'accrescimento delle due istituzioni, a cui appartengono, e che col loro lavoro e colla loro virtù hanno glorificato.
Sono appena quarant'anni [oggi cinquanta] che la prima spedizione di missionari poneva piede sul suolo americano. Allora era un minuscolo seme: ed oggi è diventato un grande albero, che, quasi palma gigantesca, ha le sue radici in ciascuna repubblica dell'intero continente...
Il pastorello dei Becchi e il sognatore di Torino era un veggente e un taumaturgo, ed il mondo non lo sapeva. I suoi non erano i metodi del mondo, e le sue gesta resteranno perciò un mistero, noto a lui solo. Giammai, forse, nella storia della Chiesa l'influenza d'un fondatore d'una comunità religiosa è stata più benefica, più largamente diffusa, e più presto sentita in ciascuna parte del mondo abitato!...
Il segreto.
Il ch.mo P. Grisar S. J., nel Die Katholische Missionen di Friburgo, pubblicava vari articoli sulle Missioni dei Salesiani di Don Bosco, che vennero raccolti in elegante fascicolo dai nostri confratelli di Vienna (1). Ne togliamo le seguenti spigolature.
La giovane Pia Società Salesiana vide il suo còmpito nella salvezza e nell'educazione della gioventù abbandonata, per mezzo degli Oratorii festivi e delle scuole professionali, di istituti d'educazione elementare e superiore; ma ben presto il rapido sviluppo le favorì altri fini ed altri mezzi.
In poche decine di anni, l'istituzione di Don Bosco divenne un considerevole fattore nella grand'opera delle Missioni Cattoliche...
(1) Jos. GRISAS S. J.: Die Missionen der Salesianer Don Boscos. Verlag der Salesianer Don Boscos, Wien III, Hagenmüllergasse, 43, 1914.
Don Bosco era un geniale organizzatore, che seppe servirsi di tutti i mezzi del suo tempo per raggiungere il suo altissimo scopo. Egli ed i suoi figli hanno dato all'opera delle Missioni un impulso degno d'essere altamente apprezzato. La loro attività nei paesi di Missione per l'educazione e per il miglioramento delle arti e mestieri è degna d'encomio. Anche nella loro patria essi seppero risvegliare l'interesse per le Missioni e promuovere le vocazioni alle medesime. Alcune istituzioni, che ora sono in uso, ebbero da tempo origine dalla loro esperienza, coste i mezzi di cui altre società si servivano furono da loro accettati e perfezionati. Tutto il loro operare porta il suggello di una pronta attività, del saper trovare profitto da ogni espediente, e d'uno stabile progresso.
Don Bosco seppe usare sopratutto la condizione fondamentale per la buona riuscita delle missioni: il dar loro numerosi ed abili operai. Questo fatto merita grande considerazione, se si riflette che l'aumento della sua Società fu per lunghi anni quasi esclusivamente di persone raccolte in Italia.
Come mai questa giovane Società, malgrado il continuo e crescente lavoro in Europa, poté lasciar partire così numerose schiere per le Missioni? In primo luogo la multiforme attività dei Salesiani fra la gioventù offerse loro la felice occasione di risvegliare le vocazioni ecclesiastiche e religiose.
I « Figli di Maria » son per le Missioni Salesiane apprezzabili operai, perché di solito dànno ad esse giovani robusti, indurati alla fatica, i quali per seguire la loro vocazione dovettero già sostenere, la maggior parte, gravi sacrifici. Il gran numero degli aspiranti permette alla Società di fare una buona scelta fra loro. Il dovere - in età adulta - applicarsi allo studio delle materie ginnasiali per parecchi anni e la semplicità della vita negli istituti è per gli aspiranti una buona scuola di rinnegamento di sè stessi, mentre la loro abilità in qualche arte o mestiere viene più tardi a proposito ai futuri Missionari (1).
Gli associati od iscritti all'Opera di Maria Ausiliatrice si dividono in tre categorie: oblatori, corrispondenti e benefattori.
1. Oblatori.- Si obligano per due soldi al mese, oppure per un franco all'anno. Pei sacerdoti basta che celebrino una santa Messa, cedendone la limosina a beneficio dell'Opera.
2. Corrispondenti: In onore dei dodici Apostoli si fanno capi di una o più dozzina di oblatori, ne raccolgono le offerte e le indirizzano al Superiore dell'Opera. I Corrispondenti ricevono con riconoscenza qualunque piccola offerta, fosse anche di un soldo all'anno.
3. Benefattori: A piacimento fanno qualche offerta in danaro od in natura, p. es., in commestibili, in biancheria, in libri e simili.
Quelli che dichiarano di assumerne le spese, possono a loro scelta inviare un allievo all'Istituto, purché sia nelle condizioni accennate nel programma
Per altre informazioni e programmi rivolgersi alla Direzione dell'Opera di Maria Ausiliatrice, Via Cottolengo, 32 - Torino (9).
(1) Quest'Opera, istituita dal Venerabile Don Bosco per coltivare le vocazioni degli adulti allo stato ecclesiastico, dev'essere cara a tutti i suoi figli ed ammiratori.
La seconda cosa che occorre per il prosperamento del lavoro delle Missioni è la preghiera e i soccorsi materiali della madre patria. Don Bosco seppe assicurare ai suoi figli lontani tutte e due le cose con l'istituzione della « Pia Unione dei Cooperatori Salesiani », che ebbe nel 1876 l'approvazione della Chiesa. I Papi Pio IX e Leone XIII vollero essi stessi ascriversi a questa Unione, cui concessero numerose indulgenze.
E scopo di questa Pia Unione il promuovere tutte le Opere salesiane; e in essa i soccorsi per le Missioni prendono, secondo il regolamento, un posto assai importante. Difatti i Cooperatori Salesiani misero insieme grandi somme per le Missioni, quantunque non vi sia alcuna quota fissa, che da loro si richieda.
Per mezzo della sua organizzazione, che in molti punti ricorda la Società per la Propagazione della Fede, dove sia bene istituita e ben governata questa Unione è di grande aiuto per promuovere le Opere dei figli di Don Bosco. Ripetutamente s'incontrano, fra le notizie del Bollettino Salesiano, relazioni dei volenterosi sacrifizi a cui si sobbarcano i Cooperatori.
Questo periodico mensile presenta ai lettori in modo chiaro e popolare tutte le opere della Pia Società; ha pure pregevoli articoli sopra le Missioni, nelle quali lavorano i figli di Don Bosco, invita a soccorrere le Opere Salesiane e contiene preziose relazioni etnologiche scritte dai Missionari... Il Missionario Salesiano D. Malan per le sue pubblicazioni sopra gli Indi del Matto Grosso ottenne una medaglia d'oro dalla Società Geografica di Parigi.
Il periodico, bellamente illustrato, vien dato gratuitamente a chi lo richiede; ed anche in ciò si palesa l'ampio sguardo di Don Bosco e il suo cuore apostolico. A questo modo il Bollettino Salesiano ottenne un'immensa diffusione e nel modo il più semplice, guadagnando numerosi amici e benefattori per le Opere Salesiane. A molti poveri recò le benedizioni di una buona lettura.
Ciò che ha fatto il Bollettino Salesiano per ravvivare l'interesse per le Missioni nei paesi meridionali che molte volte si mostrarono indifferenti per le opere della Propagazione della fede, è degno di encomio.
" Soli Deo honor et gloria! „
Quando l'E.mo Card. Cagliero due anni fa, insieme con altri otto Eminentissimi Principi di S. Chiesa, assisteva in Roma ad una conferenza sulle Missioni Salesiane della Patagonia, sentendo gli elogi che si facevano all'opera da lui svolta per lunghi anni esclusivamente all'incremento di queste Missioni, scattò gridando, scandendo le parole: - Soli DEO HONOR ET GLORIA!...
Sì, la gloria e il merito dell'apostolato va unicamente a Dio! Nel ripetere noi pure: Soli Deo honor et gloria!, non possiamo non aggiungere il più vivo ringraziamento all'infinita bontà del Signore, che fu così largo d'ogni sorta d'aiuti spirituali e temporali al nostro Ven. Fondatore, sopratutto per avergli infuso tanta carità nel cuore e tanta luce di celeste sapienza, che i suoi figli finchè saranno fedeli al suo spirito, vedranno moltiplicarsi le celesti benedizioni sulle loro Opere e sulle loro Missioni.
E questo dev'essere il nostro proposito in questa celebrazione cinquantenaria.
Il nostro proposito.
« Sulle orme di Don Bosco! Sempre! »
Il santo successore di Don Bosco Don Rua era così convinto di questo dovere, che soleva radunare ogni gruppo di nuovi missionari ed anche di missionarie nelle camerette del Venerabile per inculcare ad essi più efficacemente - come supremo ricordo - lo spirito del Fondatore.
La prima grande spedizione di nuovi Missionari Salesiani, che partiva dopo la morte di Don Bosco, guidata anch'essa da Mons. Cagliero, fu raccolta precisamente là, e così parlava D. Rua.
Prima che partiate, per le lontane regioni dell'America, vi ho radunati in queste camerette, per ravvivare nei vostri cuori tante soavi rimembranze. Qui, ove Don Bosco abitò per tanti anni; qui, ove nel Santo Sacrificio della Messa raccomandava a Gesù Benedetto tutti i suoi figliuoli che tanto amava; qui, ove meditò, ordinò e condusse a compimento tante sante imprese; qui, ove per la prima volta gli brillò nella mente il grandioso pensiero delle Missioni, colla sicurezza che la Vergine SS. Ausiliatrice gli avrebbe mandati gli operai evangelici, qui desidero darvi il mio saluto e la benedizione in nome suo.
Voi partite per l'America! Ricordatevi sempre che siete i figli di Don Bosco!
Che cosa vuol dire esser figli di Don Bosco? Vuol dire seguire i suoi esempi, praticare le sue virtù, continuare la missione da lui intrapresa, animati da quello spirito di carità, di sacrifizio continuo, di lavoro indefesso, dal quale egli era compreso.
Oh quanto furono grandi e sublimi le virtù di D. Bosco! Non fa bisogno che io ve le descriva: voi ne foste testimoni; ma quella che in lui poteasi dire caratteristica fu l'ardente brama di salvare le anime. Da mihi animas, coetera tolle: aveva scritto fin nei primordii della sua carriera sacerdotale sull'uscio della sua camera. Questo fu il suo programma, ed ogni istante della sua vita fu consacrato nel metterlo fedelmente in pratica.
Ed ecco lo scopo che voi tutti dovete avere, preti, chierici e coadiutori, nell'andare in America. Non la speranza di guadagni, non la lusinga di passatempi, non la brama di onori, non la curiosità di vedere nuovi paesi, ma solo il desiderio di salvare molte e molte anime deve essere lo stimolo che affretta la partenza del Missionario. Con questo fine le vostre prediche, i vostri catechismi, le vostre scuole, la vostra assistenza, i vostri viaggi, le vostre stesse privazioni saranno fruttuose, dolci e senza dolori, poichè avrete il Dio delle consolazioni con voi e la certa speranza d'un guiderdone ineffabile ed immortale. Il vostro cuore palpiti sempre e solo per N. S. Gesù Cristo.
Questo proponimento tutti possono e debbono farlo. Però, mentre cerchiamo di salvare l'anima altrui, badiamo a non perdere la nostra!
E si diffondeva nel ricordare i santi avvisi che tante volte Don Bosco aveva ripetuto ai suoi figli e insisteva:
- Ricopiate in voi vivo Don Bosco nelle vostre opere, nella vostra mente, nel vostro cuore!
E condottili nella camera ove Don Bosco morì, e postisi in ginocchio attorno al letto sul quale il buon Padre spirava, faceva ancora questa preghiera:
O caro venerato Padre! O Don Bosco! Voi che ora, come fermamente speriamo, già godete il premio delle vostre fatiche, degnatevi di volgere uno sguardo pietoso sopra di noi, vostri figli, prostrati intorno al vostro letto di morte, ed otteneteci dal Signore che tutti possiamo compiere degnamente la nostra missione...
« Non ci riuniremo più col corpo - soleva ripetere don Rua ai nuovi Missionari - ma ci riuniremo tutti ogni giorno con lo spirito e col cuore, ai piedi di Gesù Sacramentato, nel Santuario di Maria Ausiliatrice, e sulla tomba di Don Bosco! ».
Volete grazie da Maria SS. Ausiliatrice?
Fate la novena consigliata dal Ven. Don Bosco.
In primo luogo abbiate fede, PREGATE! Pregate Gesù in Sacramento, che è il centro di tute le grazie, e Maria SS., che ne è la dispensatrice. Recitate PER NOVE GIORNI 3 PATER, AVE e GOLRIA a Gesù Sacramentato, con la giaculatoria: Sia lodato e ringraziato ogni momento il santissimo e divinissimo Sacramento, e 3 SALVE REGINA alla Madonna con la giaculatoria: Maria Auxilium Christianorum, ora pro nobis.
In secondo luogo promettete di viver sempre in grazia di Dio, e nei giorni in cui fate le accennate preghiere accostatevi - una volta almeno - AI SS. SACRAMENTI DELLA CONFESSIONE E COMUNIONE.
In terzo luogo ricordate la parola del Divin Salvatore: « Date e vi sarà dato ». Voi volete una grazia? Fate anche voi un'elemosina a vantaggio delle opere suscitate da Maria Ausiliatrice per l'educazione cristiana della gioventù e per la conversione di tanti popoli idolatri, SOCCORRETE LE OPERE E LE MISSIONI SALESIANE.
GRAZIE E FAVORI (*)
Ricorrete a Maria Ausiliatrice!
Da quattro mesi pesava sul nostro nome un'accusa gravissima. Mi affidai a Maria Ausiliatrice, perche salvasse il nostro nome. E la Madre dei cristiani accolse i nostri voti facendo sì che nel novembre 1923 mio marito, mio padre ed altri, coinvolti in un processo per ben 13 capi d'accusa, fossero assolti.
Troncai d'un colpo le mie preghiere e mi detti a vita lieta per la soddisfazione avuta, recitando appena qualche volta le mie preghiere e continuando a coltivare in cuore due padroni: il mondo e Dio! Ma la mano del Signore si appesantì nuovamente su me, facendo condannare mio marito nel ricorso presentato dal P. M. alla Corte d'Appello. Allora compresi ciò che voleva da me Maria Ausiliatrice, e promisi di vivere, sì, nella mia condizione sociale, ma evitando quanto può offendere Gesù e la sua fede. E Maria Ausiliatrice venne anche questa volta in mio aiuto, assolvendo nuovamente mio marito.
Piena di gratitudine verso la Madre de' cristiani rendo noto quest'atto di bontà di Maria, perchè serva d'esempio a chi soffre e tutti ripongano in Ilei la loro fiducia, ed aggiungo un'offerta per le Missioni Salesiane, promettendo ripetere ogni anno l'offerta che mi sarà possibile.
18 febbraio 1925.
Un'ex Figlia di Maria.
QUELLI CHE DESIDERANO GRAZIE DA MARIA AUSILIATRICE, aiutino le Missioni Salesiane, e saranno sicuri di ottenerle ». - Nel maggio scorso una mia nipotina di anni sette, Valle Orsolina, fu colpita da fiera polmonite e pleurite; e in seguito le si manifestarono anche certi sintomi di grave infezione intestinale, e temevasi seriamente una complicazione di meningite.
La piccola sofferente, ridotta da tanti mali in uno stato da fare pietà, fu trasportata per consiglio del medico curante all'ospedale in Torino, ove il professore, nell'atto dell'accettazione, lasciò ben poca speranza di guarigione ai desolati parenti.
In tanto dolore rivolsi nel mio cuore fervida preghiera alla Vergine SS. Ausiliatrice di conservare al nostro affetto quell'innocente creatura, promettendo un'offerta secondo le mie forze per le Missioni Salesiane. Dopo quindici giorni la bambina era fuori pericolo, e faceva ritorno in famiglia dove, in breve, si ristabilì completamente in florida salute.
Con la più viva riconoscenza adempio ai piedi della Vergine pietosa la mia promessa, e faccio fervidi voti ch'Ella voglia sempre continuare la sua materna protezione alla piccola graziata ed a tutti i suoi cari.
Revigliasco Torinese, 23 settembre 1925.
La nonna, Cooperatrice Salesiana.
« AIUTATE LE MISSIONI SALESIANE ». - Venni colpita da forte e persistente male ad un piede, e poco o nulla avendo giovato le diverse e replicate cure, alla fine il medico dichiarò esplicitamente essere necessaria l'amputazione. Non sapendomi risolvere al doloroso passo, con vivo sentimento di fede feci ricorso a Maria SS. Ausiliatrice pro mettendole una generosa offerta per le Missioni Salesiane e la notificazione sul Bollettino, qualora mi avesse concessa la grazia di poter scongiurare la temuta operazione.
Sono ormai trascorsi quattro anni ed è quasi scomparso ogni dolore; e, sebbene con qualche stento, continuo a camminare col mio piede intatto.
Memore della promessa fatta alla Vergine Ausiliatrice invoco costante la sua materna protezione in tutte le necessità spirituali e materiali, mie e dei miei cari.
Torino, 14-1X-25.
Una Cooperatrice Salesiana.
« AIUTATE LE MISSIONI SALESIANE. » - Aveva la figlia ammalata da parecchi mesi e il peggioramento della malattia dava a temere ai sanitari stessi che l'accudivano. Un giorno pensai di condurla in montagna, per vedere se il cambiamento d'aria le otteneva qualche miglioramento; e nel tempo istesso la misi sotto la protezione di Maria SS. Ausiliatrice e di Don Bosco, a cui si era in modo speciale raccomandata. Si partì di buon mattino, e in breve si fu sulla strada di Asti-Chivasso. Ad un certo punto l'ammalata sente un benessere generale ed esclama: « Mi sento tanto bene che mi pare di essere guarita! Dove siamo?! » Si osserva ed eravamo in direzione dei Becchi, dove nacque il Venerabile. Il caro D. Bosco ci aveva esauditi!
Siccome d'allora in poi è stata sempre bene ed oggi più che mai, perche la grazia sia compiuta ringraziamo pubblicamente Maria SS. Ausiliatrice e il Ven. Don Bosco, inviando un'offerta per il mantenimento annuo di un Missionario.
Castellalfero d'Asti, 15 - 7 - 1924
A. M.
Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice e alcuni, pieni di riconoscenza, inviarono offerte per la celebrazione di Sante Messe di ringraziamento, per il nuovo Tempio a Gesù Adolescente e alla Sacra Famiglia, per le Missioni Salesiane, o per altre opere di Don Bosco, i seguenti:
A) - A. D., A. M., A. T., Accenti Filomena, Aguglia Carmela, Albergoni Giuseppina, Alessandrini Gelsira n. Latini, Aliprandi d. Antonio, Allemand Onorina in Pellerin, Alliad Alessia in Cravel, Andreoni Maddalena, Apostolo Felice, Asperti Battista, Aspessi Apollonia in Jametti.
B) - Baudere Angelina, Bardellino Aldo, Bartezaghi Gottardo, Bassi Teresina, Bavutti Antonietta, Bellasio Giuseppe, Bellini Gemma, Berioglio Lina in Tricerri, Bertinetti Caterina, Bertola Candido, Biancotto Teresa, Binelli Teresa, Blandino Angela, Boero Palmira, Bogino Luigi, Boggio Lucinda, Bologna Giovanna in Broccardo, Bonacina Maddalena, Bonino Luigia, Bono Giovanni, Bordin Gilda, Borello Maggiorino, Borghino N., Bori Sabina, Borrello Leonardo, Bortoloni Adele, Bortignon Elisabetta, Bofetti-Quaglino, Box Cecilia in Perruchon, Branda Giovanni Battista, Brevi Anna, Brunetti Francesca, Brusa Domitilla in Cassane, Brusa Domitilla in Cassone, Brusati Maria, Bucci T. A., Burini Maria, Burzi d. Attilio.
C) - C. C., Cabano Giuseppina, Caccia Maria, Caccia Maria in Maino, Calabrese ch. Giacomo, Calliano Maria, Calvi Giuseppina, Calvi M. Consolata, Camardi Vito, Cammarata Calogero, Campagna Filomena, Canonico Luigina, Capra Lina, Caputo rag. Luigi, Cardoni Santina, Carnevali Paolina, Cassassa Maria, Castellano Giovannina, Castellotto Angela, Caviglia Rolfo, Caviglio Rosina, Ceccarelli Enrichetta, Cervetti Teresa, Chialvo Margherita, Chiamberlando Lorenzo, Chiappello Teresa, Chiatello Giorgio, Chiolero Anna, Coatti Emilia, Coglio Giuseppina, Colasanti Giacomina, Colussi Angela, Colzino Gaudenzio, Coniai Teresa, Comba Maria in Martino, Combi Angela, Combi Giovanni, Comollo Maria, Conati Virginia, Coniugi Colombini, Conterno V. Scalero, Coppo Evasio, Corazzini Maria, Corsi Giovanna, Cortelazo Maria, Cosentino Lucia, Costabloz Maddalena, Cravero Vittoria, Crusca Giovanna, Culacciati Ida, Culocchi Alba.
D) - D. M., D. R., D. S. C., Dal Fior Maria, Da Prà Pia, Darbesio Maria, De Alera d. Giovanni, De Ambro gio Mario, De Andrea Angela, De Cristina Maddalena, De Ferrari Chiara in Della Vedova, Deiana Eleonora, Deiro Domenico, Del Maestro Carmela, Dell'Osta Caterina, Demartini S., De Stefanis Quintina, Di Fede ch. Antonio, Diprima ch. Mario, Dondero Clementina, Drago Anna, Dumontel Giuseppina.
E) - Endrizzi Virginia.
F) - Falco Maria, Famiglie Beissone, Citelli, Conti, Garione, Mondadone, Monteleone, Ramella, Stradella; Fangazio Rosetta, Fantino Maria, Favagrossa Francesco, Fayre Maria, Fellini Bernardina, Ferazzi Maria, Ferrero Rosina, Filippini Lida, Filocamo Francesco, Fornara Caterina, Forti Rosa, Frachey Isolina, Franchi Bice, Frachini Cap.o Vittorio, Francia Gemma, Fucotti Angela, Fugazzi Emilia, Fumero Giovanna, Fumero Maria.
G) - G. G., Galliano Maria, Gallizioli d. Francesco, Gallo Caterina, Ghianora Antonietta, Garavaglia Regina, Gatti Vittoria in Pavarino, Gaudio Giusepina m. Ottavio, Gaveglio Angelina, Ghiani M. Cristina, Gianotti Antonia Gobbato Rodolinda, Goutier Cesarina, Grandi Ermelinda, Grossi Maria, Grossi Teresa, Guanera Antonino, Guarienti Emilia, Guerra Mario.
I) - I. G. M., Invernizzi Antonietta, Isola Giovanni, Istituto di S. Gaetano di Lugo (Romagne).
L) - Lagostena Antonio, Lattuca Giovanni, Lazzarini Prima, Lojacomo Domenico, Lorice Marianna, Lucchi Irma, Lunati Tarsilla, Lupano Cristina.
M) - M. A. G. F., M. G. O., Magnani E., Maina Giovanni Malatesta Luigia, Malatesta Rina, Malerba Santa. Manassero Lucia, Manissero Varia in Cabrera, Manfredi Vittoria, Manzeglio Evelina, Marcello Maria, Marchio Maria, Marconi Elvira, Marenzo Fiorentina, Marini Lina, Marinoni Irene, Martinez Amelia, Martini Rosa in Spinelli, Marugo Eugenia, Marzero Maria, Mascarelli Alessandra, Ma,ciari Guiseppe, Massinelli Francesco, Mattavelli B., Mattoda Antonio, Mazzoni Pasquina, Mazzotti Oda, Mazzucchi Maria, Meneguzzo O. e G., Meneguzzo Ottavio, Meregalli Carla in Vigano, Messina M. Teresa, Monasterelo Domenica, Mongardi Giovanna, Mortarotti Ermelinda, Mortarotti d. Giuseppe, Mostaccio Carmelina, Monaro-Dondero, Mottina Maria, Muroni Maddalena, Mussis Dosolina.
R) - N. N. di Campo Ligure, Perosa Argentina, Rubiana Monferrato, S. Damiano d'Asti, Rio Gallegos, Santulussurgiu, S. Paolo della Valle, Stenico, Torengo Monferrato, Neira Agnese, Nepote Domenico, Nicotera B.ssa Anna, Nilla Giustina, Nodari Giuliano, Nossano Carmelina Nucci Rosina.
O) - Olcesa Elisa, Omodei Maria.
P) - P. C. M. G., P. R., Palmas Maria Rita in Rosas, Panighetti Cherubina in Pelucchi, Pansero Carlo, Pascut Albina, Pasquariello Pietro, Passionista M. Gemma, Pastorino Geromina, Pastorino d. Salvatore, Patti Francesco, Pelato va Giovannina, Penzo Maria, Permetti Domenico, Perlo Lucia in Bertero, Perniciaro Lucia, Perucca Emilia, Peruzzo Maria in Bernardi, Petterle Francesca, Petroni Ada, Peverelli Giuseppina, Piazza Ugo, Pigazzi Maria, Piloni Angela, Pinna ch. Giov. Maria, Pirazzi Rosa, Pizzini Ermelinda, Polver Cherubina, Porrino Elisabetta, Porro Domenico, Prevedello Caterina, Previtali Geltrude.
R) - Rago Aurosa, Raimondi Emilia, Ramezzana Camilla, Rampone Remilde, Ravaglia Domenica, Re M. Giuseppe, Ribaldone Sabina, Ricci Gemma, Rinaldi Maria, Roccia Agnese, Rosti M. Camillo.
S) - S. C. Diletta, Santa Placidia, Savo Teresa, Sivelli Darolina, Sorba Agnese, Sorelle Col, Spada Ernestina, Spaini d. Mirocleto, Spinoglio Teresa, Stefani Maria in Davera, Stella Giacomo, Stuto Ambrogia.
T) - Tamburino Agrippina in Casta, Tambutto L., Tartara Emilia ed Enrichetta, Terrando Estella, Terrarolo Emilia in Borgo, Tonelli Giuseppe, Trefit Domenica in Franz, Trosello Maria.
V) - Valetti Maria, Valle Orsolina, Vallone Rosario, Valsechi Elvira, Vanzo Maria, Vandano Lucia, Vecce Domenica in Petruzzi, Venier Valentina, Viggiani Anna, Vigna Lucia.
Z) - Zeduri e Famiglia,
Ogni giorno fate vostra l'intenzione assegnata agli ascritti all'Apostolato della Preghiera e il 1° venerdì del mese, sacro al Cuore di Gesù, e il 24, sacro a Maria SS. Ausiliatrice, raccomandate anche l'intenzione speciale da noi proposta.
INTENZIONI PER IL MESE DI NOVEMBRE.
Intenzione quotidiana.
« LA SALVEZZA DEGLI AGONIZZANTI ».
Oh! quante anime, in ogni istante, partono per l'eternità! Preghiamo per i moribondi: è una preghiera che non dovremmo dimenticar mai, memori, anche in questo, della parola di Gesù: « La misura che userete con gli altri, sarà usata con voi ». Ripetiamo ogni giorno la bella preghiera, che fa la Chiesa nella Messa per gli infermi prossimi a morire:
« Onnipotente e misericordioso Iddio, che al genere umano hai conferito i mezzi della salvezza e i doni della vita eterna, volgi benigno lo sguardo sui tuoi servi travagliati da infermità corporali, e prènditi cura delle loro anime che Tu hai create, affinchè nel punto della loro dipartita possano, senza macchia di peccato, venir presentate, dalle mani dei santi Angeli, a Te, loro Creatore! ».
Per il 1° venerdì e il 24 del mese.
« LA MISSIONE DELL'HEUNG-SHAN IN CINA ».
Affidato ai Salesiani nel 1911 dal Vescovo di Macao, il distretto dell'Heung-Shan ha una popolazione di circa 2.ooo.ooo di abitanti. La sola città di Shek-ki ne conta più di 2oo.ooo. E i Missionari sono appena tre, con tre residenze e l'assistenza religiosa a due lebbrosari!
INTENZIONI PER IL MESE DI DICEMBRE.
Intenzione quotidiana:
« I GRUPPI SCELTI ».
Il buon esempio ha sempre un'efficacia maggiore della buona parola; e se il buon esempio viene a cuori e menti di buona volontà da menti e cuori che più intimamente comprendono la missione dell'apostolato, chi non ne vede l'efficacia maggiore? Ogni associazione cattolica ha la sua missione da compiere; ma se ogni associazione si forma il suo gruppo scelto (gruppo o comitato intimamente direttivo, gruppo d'azione, gruppo di propaganda, gruppo d'iniziativa, chiamatelo come volete), chi non vede, che rendendo più viva più forte e compatta l'attività dell'associazione, il bene che essa produrrà sarà sempre maggiore ?...
Per il 1° venerdì e il 24 del mese,
IL CIACO PARAGUAYO ». -
La missione del Ciaco Paraguayo venne affidata alla Società Salesiana dal Vescovo di Asunciòn per un periodo di 50 anni- Difficoltà di ogni genere resero fino ad oggi quasi inesplorato questo misero e vastissimo campo, che finalmente si è schiuso allo zelo dei nostri Missionari. Preghiamo il Signore a benedire le loro fatiche e speranze.
Cinquantenario delle Missioni Salesiane.
L'Appello, che nel « GIUBILEO D'ORO DELLE MISSIONI SALESIANE » vi lancia da Torino questo comitato Centrale, è rivolto alla vostra Fede e alla vostra Carità.
« GIUBILEO D'ORO » vuol essere, non solo perchè si compie mezzo secolo di glorie missionarie e di eroismi umili e grandi nel nome e con lo spirito di Don Bosco, ma perchè presso ogni gente ed ogni classe si rafforzi il palpito di simpatia e di solidarietà, ed una nuova messe, veramente d'oro, sorga a fiancheggiare l'opera generosa!
Viva e presente è in noi la suggestiva visione delle Missioni di Don Bosco; folte schiere selvagge ebbero la luce della Fede; barbare sponde i benefizi della Civiltà; innumerevoli sciagure morali e fisiche elevazione e conforto! Per i Salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice non vi sono genti straniere, nè terre ignote: in ogni uomo da redimere vedono un fratello, amano ogni lido come la Patria lontana!
Nel « GIUBILEO D'ORO » di così splendida attività, che è luce di cristiano apostolato e gloria di umana fraternità, il nostro è appello a raddoppiare il lavoro e renderlo ognor più efficace. Sorgano, ovunque, Comitati e iniziative pubbliche e private, espressione concreta della simpatia che ci fiorisce nell'anima, e le MISSIONI DI DON Bosco abbiano, ovunque, degna illustrazione ed aiuti, perchè ogni Missionario, anche il più lontano, piena e cordiale attorno al suo apostolato, senta la nostra cooperazione.
Nel Nome di Don Bosco, noi Vi lanciamo l'appello! Voi, nel fascino soave del suo Spirito, compite l'opera; generosi, date contributo d'azione e di carità a pro' delle MISSIONI SALESIANE!
IL COMITATO CENTRALE.
"Pro Missioni Salesiane."
1) Pregate, ogni giorno, per i Missionari e per le anime ad essi affidate;
2) Diffondete, mediante conferenze missionarie, giornate missionarie, trattenimenti missionari, la conoscenza e i particolari bisogni dei campi di Missione affidati ai Figli di Don Bosco; e procurate ad essi generose elargizioni, lasciti e legati;
3) Zelate, presso le famiglie di conoscenti e di amici, la lettura del Bollettino Salesiano, che è l'organo ufficiale delle Opere e Missioni Salesiane, e, in mezzo alla gioventù, gli abbonamenti al periodico Gioventù Missionaria, e le ascrizioni all'Associazione omonima, per educare i giovani all'apostolato missionario;
4) Favorite, aiutate nuove vocazioni missionarie; ed indirizzate nuovi aspiranti missionari all'Istituto Card. Cagliero, e agli altri Istituti recentemente aperti per preparare nuovo personale alle Missioni Estere Salesiane (ved. la 2a pagina della copertina del Bollettino);
5) Raccogliete ed inviateci stoffe, indumenti per i neofiti ed i catecumeni, e sete, lini e tele per paramenti e indumenti sacri;
6) Assumetevi, individualmente o collettivamente (ad es. con altri membri di un Istituto, di un Circolo, di un Oratorio, di una Parrocchia, ecc.) il mantenimento di un alunno degli orfanotrofi di Missione, o di un catechista, o un maestro, o una Suora, o un Missionario;
7) Educate i vostri figliuoli alla raccolta di piccole offerte, mediante il salvadanaio « Pro Missioni Salesiane »;
8) Divulgate le varie serie di cartoline illustrate dei vari Centri delle Missioni Salesiane;
9) Inspirate, infondete, accendete anche in altri lo stesso spirito di carità e di zelo.
Cercateci buoni coadiutori.
Una delle più belle celebrazioni del « GIUBILEO D'ORO » delle Missioni Salesiane di Don Bosco, dovrebb'essere il provvedere le singole residenze missionarie di scelto personale laico, che permetta ai Sacerdoti di attendere principalmente all'esercizio del sacro ministero ed alla predicazione, affidando ad abili e volenterosi aiutanti la cura delle varie opere sussidiarie indispensabili per sostenere le cristianità nascenti sulla via della fede e dell'incivilimento.
Incontrando di coteste anime generose, dite loro il nostro invito cordialmente fraterno, esponete i molteplici e gravi bisogni delle Missioni nostre, fate ad esse comprendere che potrebbero spendere la vita alla maggior gloria di Dio e alla salvezza delle anime con preziosi frutti di bene, catechizzando, insegnando e lavorando negli Orfanotrofi, nelle Scuole Professionali e nelle Colonie Agricole, prestando, insomma, in mille modi, un aiuto, prezioso e desiderato, ai Missionari.
" Gioventù Missionaria ".
Ci è caro ricordare ai Cooperatori questa nuova associazione, perchè se ne facciano promotori in mezzo alla gioventù.
Mossi dal pietoso lamento del Divino Salvatore: « La messe è certo molta, ma gli operai sono pochi » e dalle vive esortazioni dei Sommi Pontefici a favore delle Missioni, si è costituita l'Associazione « Gioventù Missionaria ». Essa è posta sotto la protezione speciale di Maria Ausiliatrice, di San Francesco di Sales e di S. Francesco Zaverio.
Scopo. - Lo scopo è: 1° di educare i giovani all'amore e al sostegno delle Vocazioni e delle Missioni con preghiere e offerte; 2° di suscitare e maturare Vocazioni Missionarie.
Soci. - Soci possono essere non solo i giovani ma anche gli adulti.
Doveri dei soci. - I doveri sono:
1° di pregare per le Vocazioni Missionarie conforme all'insegnamento di Gesù che disse: « Pregate il Padrone della messe che mandi operai nella sua vigna »; i soci quindi mettono l'intenzione che le loro preghiere quotidiane siano anche indirizzate per le Vocazioni Missionarie: inoltre offrono a tale scopo, secondo i loro desideri, Messe, Comunioni, Rosari e altre pratiche di pietà:
2° di fare l'offerta, possibilmente, di almeno io centesimi al mese a favore degli Aspiranti Missionari;
3° di fare conoscere l'opera, e la necessità e sublimità delle Vocazioni Missionarie.
Vantaggi. - I vantaggi sono:
I° di cooperare con Gesù Cristo alla salvezza delle anime;
2° di partecipare alle preghiere e opere buone che fanno gli Aspiranti e i Missionari da loro formati;
3° di godere delle numerose Indulgenze, concesse agli Associati, e i Sacerdoti delle Facoltà e Indulti speciali;
4° di assicurare sempre più per tal modo la salvezza dell'anima propria secondo quello che disse S. Agostino: « Hai salvato un'anima? Hai predestinata la tua ».
Direzione. - Il centro dell'Associazione è a Torino, Via Cottolengo, 32. - Direttore generale è il Rettor Maggiore dei Salesiani. - Direttori locali i Direttori degli Istituti e Oratori. - Propagandisti Collettori coloro che raccolgono le offerte e cooperano al nobile e santo scopo dell'Associazione.
Indulgenze concesse agli ascritti a "Gioventù Missionaria".
A) Indulgenze plenarie (da lucrarsi alle consuete condizioni).
I. Nel giorno dell'iscrizione;
2. Nel giorno dell'anniversario dell'iscrizione; 3. Una volta al mese assistendo alla Messa e pregando per le vocazioni missionarie;
4. Nei giorni di Natale, Circoncisione, Epifania, Pasqua, Ascensione, Pentecoste, Trinità;
5. Nelle seguenti feste della Madonna: Immacolata, Natività, Annunciazione, Purificazione, Presentazione, Assunzione e Maria Ausiliatrice;
6. Il 29 gennaio (S. Francesco di Sales) e il 3 dicembre (S. Francesco Saverio).
B) Indulgenze parziali (da lucrarsi almeno con cuore contrito):
I. di 300 giorni ogni volta che si dice il motto: Adveniat regnum tuum; fiat unum ovile et unus pastor.
2. di 1oo giorni ogni volta che si compie un'opera di pietà per le vocazioni missionarie o si procura un nuovo associato.
C) Facoltà pei sacerdoti associati di benedire col segno di croce:
1. Corone, annettendovi l'indulgenza dei Crocigeri.
2. Crocifissi, con l'applicazione dell'Indulgenza plenaria da lucrarsi in articulo mortis da tutti coloro che bacieranno o toccheranno il crocifisso, e, confessati e comunicati o, se ciò non è possibile, almeno contriti, pronunzieranno colle labbra o col cuore devotamente il SS. Nome di Gesù, accettando la morte in espiazione dei proprii peccati.
D) Indulto personale dell'altare privilegiato tre volte la settimana ai sacerdoti che non l'avessero per altre concessioni.
Alle Case Commerciali.
I nostri Missionari chiedono con quotidiana insistenza - non solo lini e oggetti per l'esercizio del sacro ministero - ma anche e sopratutto, tele, abiti, calzature, per vestire i piccoli alunni dei numerosi orfanotrofi e gli altri neofiti, e medicinali e mille altre cose necessarie per assitere fraternamente ed iniziare alla vita civile i nuovi cristiani.
Additiamo, quindi, anche alle Direzioni delle singole Case, Ditte, Negozi e Stabilimenti Commerciali, la grande opera di fede e di civiltà che esse possono compiere in qualunque tempo dell'anno, inviando al Rettor Maggiore dei Salesiani, sig. Don FILIPPO RINALDI, Via Cottolengo 32, TORINO (9), quanto credono di destinare alle Missioni Salesiane.
Lasciti e legati.
Vari zelanti Cooperatori ci domandano se possono tranquillamente, cioè senza pericolo che sia mutata la loro intenzione, lasciare un legato o far testamento a benefizio delle MISSIONI SALESIANE. Rispondiamo di sì, purchè, senza far nomi particolari, si attengano a questa indicazione generale: «ISTITUTO SALESIANO PER LE MISSIONI », null'altro.
Ad esempio: « Lascio un legato di... all'Istituto Salesiano per le Missioni »; oppure: « Lascio mio erede universale l'Istituto Salesiano per le Missioni ».
Faccia il Signore, che molti e molti abbiano a ricordarsi delle Missioni Salesiane, prima di partire per l'eternità. La loro carità sarà particolarmente benedetta da Dio in punto di morte.
Per le vocazioni missionarie.
A Roma si è tenuta una Settimana religiosomissionaria dagli ascritti all'Unione Missionaria del Clero, e tra i temi, tutti di somma attualità ed interessanti, si è pur trattato della NECESSITA E DEL DOVERE DI FAVORIRE LE VOCAZIONI MISSIONARIE e della stampa missionaria.
Ecco i deliberati del primo tema:
I convenuti alla Settimana Missionaria dell'UNIONE MISSIONARIA DEL CLERO:
1. - Premesso che è Dio che chiama allo stato missionario, come al sacerdozio e allo stato religioso;
2. - Constatato che Dio si serve generalmente dei mezzi umani per far conoscere la sua volontà, e che il più ordinario di questi mezzi è la parola e l'indirizzo dato dal sacerdote;
Si propongono:
a) di far conoscere, specialmente al Clero in cura di anime, il magnifico contributo che esso deve dare all'apostolato;
b) di parlare al popolo della vita del Missionario come della più bella delle vocazioni;
e) di favorire e coltivare i primi germi di vocazione che apparissero nei giovani:
d) d'incoraggiare gli aspiranti all'apostolato e facilitare loro la via al conseguimento del loro ideale, aiutandoli a superare le eventuali lotte di famiglia e mettendoli in diretta comunica rione con qualche Istituto missionario.
Ed ecco i deliberati sulla stampa missionaria: I convenuti alla Settimana Missionaria dell'Unione Missionaria del Clero:
Considerando:
1. - Che la stampa missionaria ha un'origine gloriosa e, in qualche modo, divina;
2. - Che serve a far conoscere l'altissimo valore apologetico delle Missioni, le quali dimostrano:
a) la divina vitalità e fecondità della Chiesa Cattolica;
b) la meravigliosa potenza della Croce di Cristo; e) la santità del Sacerdozio cattolico;
d) la mirabile attività degli Ordini Religiosi; 3. - Che 'è eminentemente istruttiva, così per ciò che riguarda la scienza religiosa, come per ciò che spetta le altre scienze:
4. - Che è meravigliosamente educativa perchè tempera a fortezza il carattere e forma il cuore ai più nobili sentimenti;
5. - E tende a formare delle anime apostoliche; Fanno voti:
1. - Che la stampa missionaria sia curata con tale perfezione che risponda all'altezza della sua missione;
2. - Che si procuri di darle il massimo sviluppo e la maggior diffusione, specialmente tra la gioventù e il popolo;
3. - Che per mezzo della medesima si procuri di mantenere un intimo contatto e una continua relazione tra i Missionari e il popolo fedele.
4. - Che sorga una rivista scientifica missionaria per le persone intellettuali.
L'8 ottobre u. s., alle 15,40, nell'Oratorio Salesiano di Torino, rendeva santamente l'anima a Dio il Sac. Dott. Luigi Piscetta del Consiglio Superiore della Società Salesiana e della Pontificia Facoltà Teologica e Legale di Torino.
Ci duole di non poter - per mancanza di spazio - dire ampiamente di lui in questo numero, della sua mente elettissima, del suo cuor d'oro, del prestigio che riscosse tra il Clero del Piemonte con la sua dottrina, e dell'affetto che gli nutrivano tutti i confratelli.
Non mancheremo di rendere questo tributo alla sua venerata memoria nel mese prossimo. Intanto - e questa è la cosa più importante - invitiamo e preghiamo i nostri Cooperatori ad applicare per Lui copiosi suffragi.
ATTONA Avv. Nicola, † Fasano (Bari).
BASSI D. Lorenzo, † Faenza (Ravenna). BONZANO D. Pietro, † Sala Monf. (Alessandria). BORDET Caterina, † Hone (Torino). CAROSIO Caterina, † Ovada (Alessandria). DAMILANO Lucia, † Magliano Alpi (Cuneo). DENARI Maria, † Retorbido (Pavia). FIORITO Cav. Antonio, † Cornigliano Ligure (Gen.). GIACCHETTI Caterina, † Settimo Rottaro (Torino). GILLONE Giorgino, † Villanova (Alessandria). GIORDANO D. Gian Luigi † St. Jerny Samostan. MIGLIORINi Maria, † Cologna Veneta (Verona). PRATO Giuseppina, † Torino. RATAZZI D. Achille, † S.- Damiano d'Asti (Aless.). TRAMONTANA D. Cesare, † Scacciano (Forlì). VEDOLA Giuseppe, † Brusnengo (Novara). VASSURA Anna Collina, † Faenza (Ravenna). VoLPATO Caterina, † Cittadella (Padova).