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ANNO XVIII . N . 6 -- Esce una volta al mese
GIUGNO 1894
BOLETIN
SALESIANO
SOMMARIO .
Pag .
VIVA il S . CUORE di GESU' . .
. 117
LE FESTE di MARIA AUSILIATRICE IN
TORINO E LA PARTENZA di ALTRI MIS-
SIONARI SALESIANI
120
UNA NUOVA BELL' INDUSTRIA per soc-
correre gli orfanelli di DON Bosco . 122
UN ALTRO PREZIOSO DOCUMENTO in lode
del nostro MESSALE ROMANO
. . ivi
NOTIZIE DEI MISSIONARI DI DON Bosco :
- La nuova Missione della Candelara
nella TERRA DEL Fuoco - REPUBBLICA
ARGENTINA : Sempre avanti! Bravi Ita-
liani ! Salvate per miracolo . - Una
nuova pagina nella Storia della PATA-
GONIA
123
GLI ANTICHI ALLIEVI DEL COLLEGIO DI
VALSALICE sulla tomba di Don Bosco . 130
AZIONE SALESIANA : -Da Faenza a Pola
- Nel Piemonte e Lombardia . . . 131
GRAZIE DI MARIA AUSILIATRICE . . . 132
ECO DEGLI ORATORII FESTIVI
..
134
VARIETÀ
ivi
COOPERATORI DEFUNTI
135

1.2 Page 2

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VIVA IL SACRO CUORE DI GESÙ'
SON CELEBRI nella Storia della Chiesa
i doni al tutto straordinarii, onde il
Signore volle favorire S. Geltrude, nativa
d'Islebio nell'alta Sassonia e morta nel
1334. Le sue Rivelazioni sono anche ora,
dopo quelle di S . Teresa, l'opera più ac-
creditata e più adatta ad alimentar la
pietà nelle anime, dedite alla vita con-
templativa . Or bene, questa gran Santa
ebbe, nell' ebbrezza di una purissima e-
stasi , il favore segnalato di posare il
capo sul petto sacratissimo di Gesù . Le
pulsazioni vive, frequenti e gagliarde di
quel Cuore adorabile la scossero poten-
temente . E come la carità è per sua na-
tura diffusiva, oh ! perchè, disse ella al-
l'apostolo S . Giovanni che nella visione
accompagnava Gesù, perchè non farne
menzione nel vostro Vangelo? Certo le
anime ne avrebbero ricavato i più grandi
e salutari vantaggi. - Ma ne ebbe in
risposta che una più piena e larga co-
noscenza dei tesori , che si nascondono
nel Cuore di Gesù, era riservata ad altri
tempi, quando cioè i cuori degli uomini,
raffreddati pel sovrabbondar dell'iniquità
nella fede e nella carità, avrebbero in
quella conoscenza ritrovato la scintilla
della vita, il fuoco rianimatore dell'a-
more, il rimedio infallibile a' malóri degli
individui, delle famiglie, della società .
Ebbene, questa conoscenza venne di fatto
per opera della B . Margherita Alacoque
nella seconda metà del secolo XVII . E
da quel tempo, qual largo e potente svi-
luppo non ha essa presa questa cono-
scenza! Quanti e quanto grandi effetti
non ha essa prodotto! Di piccolo rigagnolo,
qual fu ne' suoi principii, si è ormai la
divozione al S . Cuor di Gesù trasformata
in un immenso fiume, che delle acque
sue feconda ed abbella l'universo intero .
Certo è tale uno spettacolo a cui non si
può assistere senza esserne compresi, come
non si può senza la più viva commozione
contemplare quell' incremento di fede e
di pietà, che va operando ai giorni nostri
il culto del Cuore sacratissimo di Gesù .
Il secolo XIX andrà tristamente fa-
moso per la sua apostasia dal Creatore .
La scienza si ribellò alla fede, che l' ha
generata, e se ne andò, prodiga figlia,
raminga pel mondo ; gli Stati bandi-

1.3 Page 3

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rono Dio dalle loro legislazioni, dalle
loro scuole ; la borghesia credette di po-
ter fare a meno della religione sostituen-
dovi il lavoro . Or bene quali furono le
conseguenze di questa apostasia ? La
scienza così pervertita si vede dagli stessi
suoi ammiratori di ieri rinfacciate le
ruine, che si fabbricò di sua mano, e le
ghiande, onde si è pascolata . È tempo
di finirla, grida, contro il corifeo dell'e-
voluzionismo, il Ward, uno de' suoi stessi
seguaci, sì, bisogna finirla con questo in-
cessante negare e distruggere ; l'opera - vo-
stra è un nichilismo amministrativo ; il
vostro vangelo non è che un saggio d' insi-
pienza e di vigliaccheria. - Il vostro si-
stema, esclama il fisiologo James, rivolto
ai materialisti dei nostri giorni, il siste-
ma che voi pretendete sostituire a quel che
finora ha creduto l' umanità intorno alla
creazione, ha per punto di partenza l'ignoto,
per documenti giustificativi l' introvabile,
per conseguenze necessarie l' assurdo ed il
fisicamente impossibile .
I Governi non vollero più sapere del-
l'autorità di Dio, ed or si vedono minac-
ciati nell' autorità propria ; un nemico
potente, tremendo li fa servi, essi che
scossero il giogo soave di G. C ., della
tirannide della democrazia.
La borghesia, che pretese crescere i
suoi operai senza la fede, si vede ora
innanzi questi stessi operai, potentemente
organizzati, contestarle pur essi il diritto
de' suoi capitalii e imporle con la logica
della rivoluzione, vale a dire con la forza,
che la proprietà acquistata sia distribuita
fra il popolo . Il razionalismo insomma
degenerò in una negazione assoluta, an-
che di quelle verità, che sono le più indi-
spensabili per la stabilità e saldezza della
vita individuale e sociale ; l'indipendenza
si tramutò in anarchia ; la libertà in li-
cenza. Ecco i frutti della rivoluzione .
Per tal modo doveva avverarsi anche
ora la parola del Salmista : lontano da
Dio non esservi che morte e ruina .
Ora a tutto questo non vi ha riparo
se non nel ritorno puro e semplice ai
principii e alle pratiche del Cristianesimo
cattolico ; bisogna rinnovar tutto in Cri-
sto (1). Noi domandiamo, scriveva sapiente-
mente in una recente Pastorale il Cardinal
Thomas , rapito or son tre mesi alla re-
ligione e alla scienza , noi domandiamo
alla Francia che la guerra cominciata nel
1789 con la dichiarazione de' diritti del-
(1) Eph . I . 10.
l'uomo termini una buona volta con la di-
chiarazione dei diritti di Dio .
La qual domanda noi ripetiamo pure
per la nostra Italia, dove son così tre-
mendamente sentiti nelle idee e nei co-
stumi , nelle menti e nei cuori gli ef-
fetti disastrosi di quella guerra . Si, cessi
il dispotismo dell'orgoglio e dell'odio , e
torni il regno dell' umiltà e della carità,
personificate nel Cuore di Gesù, Dio e
Uomo .
Certo, a chi non è addentro nelle cose
di Dio, parrà la divozione al Cuor di
Gesù un mezzo sproporzionato assoluta-
mente al conseguimento di un fine così
grande . Non mancarono e non manche-
ranno forse neppur ora di quelli, che
ridono che una pratica di pietà possa
essere valevole rimedio ai malori sociali .
Ma chi così pensasse, darebbe a divedere
che non conosce la virtù che hanno le
opere di Dio, e come le cose in appa-
renza più deboli siano di preferenza scelte
da Lui a strumento della sua gloria e
ad abbattimento dell'impero del male .
Il mondo fu conquistato al Cristianesimo
non da eserciti, ma dalla parola di poveri
pescatori, fatti strumenti della grazia di
Dio. E quando nei primordii di questo se-
colo Pio VII riacquistò la sua libertà,
l'immortale Pontefice, che conosceva me-
glio d'ogni altro come fossero andate le
cose, dichiarò apertamente che il termine
della sua prigionia era dovuto più alla
potenza di Maria Ausiliatrice, che alle
armi delle Potenze alleate contro il primo
Napoleone .
Or bene un somigliante fatto, ugual pro-
digio vediamo avverarsi ai giorni nostri
per mezzo della divozione al Sacro Cuore
di Gesù . Tale è il sentimento che espri-
meva, nove anni or sono, il non mai abba-
stanza compianto Card . Alimonda nell'ap-
pello al popolo cattolico d'Italia per contri-
buire, qual monumento di voto nazionale,
alla spesa della facciata della Chiesa
del S. Cuore di Gesù in Roma, Chiesa
eretta fra tante fatiche e dolori dal no-
stro D. Bosco di sempre carissima me-
moria. « Pare, scriveva il pio e dotto
Porporato, che Dio voglia al certo che,
mentre il presente secolo con le molte
sensualità, con tutti i suoi orgogli e
con le sue nuove miscredenze più e
più distoglie dal pensiero della vita
eterna il cuore dell'uomo, al benedetto
e divino Cuore di Gesù, così fervoro-
samente amato e venerato dalla Chiesa

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Cattolica, sia riservato di salutarmente
influire sulle miserie di esso secolo e
ricondurre l'uomo all'amore delle cose
spirituali e celesti. L'Episcopato catto-
lico andò persuaso di questo, maggior-
mente negli ultimi anni passati, quando
operavasi a mano a mano la consacra-
zione delle Diocesi al Cuore di Gesù ;
sentì in quell'atto divoto di procurare .
a se stesso ed ai fedeli un sicuro asilo
nei pericoli, la forza nei combattimenti
e l'opportuno conforto nella desola-
zione » .
E a novella conferma di questo pensiero
basterebbero le due auguste Chiese di
Montmartre a Parigi e del Castro Pre-
torio in Roma, dedicate l'una e l' altra
al Cuore Sacratissimo di Gesù . Mirabile
Provvidenza di Dio ! Mentre la Francia
penitente e devota (Gallia poenitens et
devota) riafferma col più splendido mo-
numento la sua fede, la sua qualità di
figlia primogenita della Chiesa di fronte
all' empietà e al vizio signoreggianti ,
Roma , la storica sede di S . Pietro , la
metropoli del cattolicismo, leva alta la
voce a tutti i popoli del mondo richia-
mandoli con ugual monumento alla fede
ed all'amore . E a strumento di quest'o-
pera santamente ardimentosa sceglie la
Divina Provvidenza un povero prete ; a
lui il Vicario di G . C. affida l' effettua-
zione di un così grande disegno, ed egli
vi si accinge e lo compie . Le acque del
Po e della Dora videro il giovane Bosco
arrivar sulle loro sponde e operarvi,
sacerdote , le più stupende maraviglie
ad onore di Maria Ausiliatrice ; le acque
del Tevere, non meno fortunate, videro
quest'umile prete coronare la sua mara-
vigliosa carriera mortale con uno dei
più stupendi monumenti al Cuore ama-
bilissimo di Gesù: ad Iesum per Mariam .
E questo monumento innalzarlo colà, dove
maggiore era la necessità, in quella parte
nuova della Città più esposta alle insidie
dell' eresia e più bisognosa di aiuti re-
ligiosi e morali ; anche un' altra volta
l'Arca santa si trovò dirimpetto a Dagon .
Oh! vedete adunque, o benemeriti Coo-
peratori e Cooperatrici, se non abbiamo mo-
tivo, noi specialmente, di santificarlo in
modo particolare questo bel mese, dedi-
cato al S. Cuore di Gesù ; se non ab-
biamo ragione di adoperarci in ogni
modo con la parola e più ancora coll'e-
sempio perchè questa divozione si dif-
fonda, si propaghi vie più largamente, e
soprattutto perché ne sia ben compreso
e praticato lo spirito. Poichè , o cari
Cooperatori, per essere veri divori del
Cuor di Gesù, non basta con -tentarci
d'un qualunque amore di sensibilità, ma
bisogna elevarci ad un amor generoso,
pratico, consistente nell' osservanza co-
scienziosa della legge di Dio ; ad un
amore pronto al sacrifizio e che sovrat-
tutto faccia vivere in noi le virtù di
Gesù, la sua' umiltà, la sua carità, la
sua illibatezza, il suo distacco dalle cose
del mondo ; ad un amore insomma che
formi di noi, . per quanto la nostra de-
bolezza lo consente, vive e vere imma-
gini di G . C. Qui sta l'essenza della di--
vozione al Cuor di Gesù . Il mondo apo
statò da Dio ; il Cuor di Gesù, ben com-
preso, ben amato, ve lo riconduce . Per
tal modo il cuore dell' uomo, principio
della vita, fonte dell'amore e centro del-
l'organismo umano, veniva per mezzo di
G. C. elevato alla più alta grandezza ed
assunto al più nobile degli uffici ; la re-
staurazione dell'ordine sociale, il ritorno
ad un miglior avvenire sta riposto nella
divozione al S . Cuor di Gesù .
O Salvatore amabilissimo, eccoci pro-
strati innanzi al Vostro Cuore . Deh ! da
questo focolare di giustizia e . di amore
spandete sulle nostre piaghe il balsamo
riparatore del Vostro Sangue prezioso .
Volgete uno sguardo a questa povera
società , avvolta, qual' altra figliuola di
Sionne , nel , disonore e nell' ignominia .
Un nemico crudele distese audacemente
la mano su quanto vi aveva in lei di
più prezioso, e le rapì con la fede e col-
l'onore la sua potenza e la sua gloria ;
novelli figli di Menfi e di Tafnes, più
spietati di quegli antichi, la copersero
fino al vertice d'obbrobrio e di vergogna.
Deh! rialzatela, o buon Gesù, dal lezzo
delle sue brutture ; riavvivatela della fede
degli avi suoi . Dite a questa grande
malata la parola taumaturga, che un dì
volgeste all'inferma del Vangelo : Figlia,
alzati animosa ; la tua fede ti ha salvata ;
Confide, filia, fides tua te salvam fecit (1).
(1) MATTH . IX, 22 .
La Pia Opera del Sacro Cuore di Gesù eretta
in Roma, di cui più volte abbiamo avuto oc-
casione di parlare, continua a ricevere sotto-
scrizioni . Ricordiamo ch'essa, mentre è de-
stinata ad onorare il Sacro Cuore di Gesù,
torna pure di grande vantaggio alle anime
nostre ed alle anime dei nostri defunti .

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LE FESTE
DI MARIA AUSILIATRICE
IN TORINO
di Don Bosco il buon Vescovo di Mondovì,
Mons . Placido Pozzi, si degnò fermarsi fra
di noi fino a quel giorno e con grande suo
sacrifizio sobbarcarsi anche quelle ultime
funzioni . Il discorso di chiusura fu recitato
dal Rev . Can . Bertoglio, Direttore Diocesano
dei Cooperatori Salesiani di Fossano .
QUANDO il venerando Pontefice Pio VII
di felice memoria istituiva la solennità
di Maria Ausiliatrice , nasceva Don Bosco
che di questa solennità doveva essere zelan-
tissimo apostolo . Era l'anno 1868, ed inau-
gurandosi in Torino il santuario di Maria
Ausiliatrice , contemplavasi un tale spetta-
colo di fede e di divozione verso la celeste
Ausiliatrice della Chiesa e del popolo cri-
stiano, che Vescovi e fedeli intervenutivi ne
rimanevano grandemente edificati e compresi
di alta meraviglia . Da quel giorno in poi
quello spettacolo si ripete e si accresce ogni
anno ; da Torino la divozione a Maria sotto
il bel titolo di Aiuto dei Cristiani sì dif-
fuse in mille altre città e paesi, dovunque
vi sono Figli di Don Bosco, Cooperatori Sa-
lesiani e Suore di Maria Ausiliatrice ; e da
ogni parte in questa circostanza si accorre
a Torino per partecipare alle belle feste di
Maria Ausiliatrice e per rendere più solenne
il trionfo qui in terra di questa nostra dol-
cissima Madre .
Anche quest' anno, quantunque il tempo
non ci fosse troppo favorevole, le sacre fun-
zioni da noi annunziate nel numero prece-
dente per solennizzare questa cara festività
riuscirono splendide e di grandissima edifi-
cazione e soddisfazione di tutti .
La novena si poteva chiamare una conti-
nua festa sì per il concorso della gente,
come per lo splendore onde erano celebrate
le sacre funzioni. Durante il mese predicò il
nostro sacerdote Don Gio . Maria Colussi e
nella novena il già noto Prof . D . Gio. Bat-
tista Francesia, Ispettore delle nostre Case
del Piemonte e Lombardia . La benedizione
col Santissimo veniva impartita da distinti
Parroci e Canonici della città .
I giorni 20 (domenica), 24 (Corpus Domini),
e 27 (domenica) parevano altrettante solen-
nità di Maria Ausiliatrice . Per non dilun-
garci di troppo, ci limiteremo a parlare solo
della festa principale che si celebrò il ve
nerdì 25 maggio . Tuttavia non possiamo tra
lasciare di dire come la Messa solenne ed i
Vespri del giorno 20 furono celebrati ponti--
ficalmente da S . E. Rev.ma Mons . Giuseppe
Re, Vescovo di Alba, e che la musica del mae-
stro Sillas fu eseguita in queste funzioni con
vera arte e precisione . L' assistenza pontifi-
cale poi dell' ultimo giorno, 27, doveasi te-
nere da S . E . Rev .ma Mons . Vescovo di
Fossano ; ma, non avendo questi potuto in-
tervenire per casi imprevisti , con tratto di
squisita gentilezza inverso dei poveri figli
La solennità principale .
(25 Maggio) .
Benchè il tempo fosse molto piovoso, fin
dalle prime ore di questo mattino uno stermi-
nato numero di fedeli accorse al santuario di
Maria Ausiliatrice in Torino per accostarsi
ai SS . Sacramenti della Confessione e della
Comunione . Qui si notava l' artiere che vo-
leva rendere omaggio alla grande Regina
del Cielo, prima che venisse l'ora di recarsi
al lavoro ; qui il padre, la madre di fami-
glia, qui il figlio, la figlia, che più tardi .
doveano attendere agli impieghi ed alle do-
mestiche faccende . Poi venne la borghesia,
la nobiltà torinese ; quindi a gruppi a gruppi
i varii pellegrinaggi che da varii paesi vi-
cini e lontani venivano sulle ali della loco-
motiva portati a Torino . Intanto agli otto
altari succederonsi senza interruzione fino
alle 10 le Messe che un bel numero di sa-
cerdoti qua vennero a celebrare chi per scio-
gliere voti fatti, chi per ringraziare la Ver-
gine Santissima di favori ottenuti e chi per
impetrare da Dio mediante la sua interces-
sione grazie spirituali e temporali .
Affollatissimo fu il santuario specialmente
alle Messe delle Comunioni generali, alle
5,30 ed alle 7 . Oltre ad altre Associazioni e
Rappresentanze, intervenne pure ufficial-
mente il Comitato regionale dell' Opera dei
Congressi Cattolici . Ma il tempo della mag-
gior calca fu alla Messa solenne ed alle fun-
zioni della sera .
Alla Messa solenne pontificò S . E . R .ma
Mons . Placido Pozzi , Vescovo di Mondovì,
successore nella sede vescovile a S . Pio V,
illustre Papa, i cui fasti ricordano la memo-
rabile vittoria di Lepanto, donde tanto s'ac-
crebbe nella Chiesa la divozione a Maria SS .
Ausiliatrice .
Stupenda sovra ogni dire riuscì la musica .
Il Kyrie ed il Gloria erano della Messa di
Giovanna d'Arco ed il Credo di quella di
S. Cecilia del Gounod . Gli a soli erano scel-
tissimi e i cori poderosi e ben esercitati . Ne
dirigeva l'esecuzione il nostro maestro Giu-
seppe Dogliani ; sedeva all' organo il gio-
vane chierico Giovanni Pagella, anch' esso
salesiano . Più maestri ed artisti torinesi e
di altre importanti città che vi erano inter-
venuti rimasero entusiasmati di tale esecu-
zione .
L'Introito, il Graduale, l' Offertorio ed il
Communio furono eseguiti dal coro in canto
gregoriano .

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Non meno felice e grandiosa riuscì la ese-
cuzione della musica che accompagnò le sa-
cre funzioni del pomeriggio . Fu un solenne
e trionfale omaggio di questa divina arte
alla gran Regina del Cielo Maria SS . Au-
siliatrice . Le Antifone vennero cantate dalla
cupola da un bel coro di sole voci bianche .
Dopo i Vespri saliva in pulpito S . E . R .ma
il nostro veneratissimo Arcivescovo, Monsi-
gnor Davide dei Conti Riccardi, il quale
con quella eloquenza inspirata e scultoria
che gli è propria, sollevava le menti ed i
cuori della sterminata udienza alle ineffabili
dolcezze della divozione a Maria .
Esordì con sublimi pensieri sull'Eucaristia
e sulla Madonna, i due doni più grandi lar-
giti all' umanità dalla divina misericordia .
Tra i titoli più splendidi della Madonna,
esclamava l' Eccellentissimo Oratore, vi ha
quello di Ausiliatrice dei Cristiani ; e qui
passava quindi a parlare di Maria SS . con-
templata sotto questa speciale prerogativa .
Maria è Madre di Gesù, ma è pure Madre
nostra . Che fa la madre pei figli? L'Eccel-
lentissimo Oratore enumera le cure materne
di Maria a pro' dei Cristiani . Con richiami
storici ricorda gli aiuti di Maria a pro della
Chiesa e dei Papi , a pro dell' Italia e spe-
cialmente di Torino, e termina infervorando
tutti a confidar molto in Maria, ad invocarla
per la Chiesa e per la patria, pel Papa, pel
clero e pel popolo, pei giusti e pei pecca-
tori . Con parole improntate di paterno af-
fetto ricordando Don Bosco, Don Rua e le
Opere Salesiane, raccomanda alle preghiere
dell'affollatissima udienza i figli di D . Bosco,
sui quali pure invoca la benedizione di Maria
SS. Ausiliatrice .
La sacra funzione terminava solennissima
con la benedizione del SS .mo Sacramento,
impartita da S . E . R.ma il Vescovo di Mon-
dovì .
Prima e dopo le sacre funzioni la banda
musicale dell'Oratorio interno allietava con
scelti pezzi la folla che si accalcava nell'an-
nesso cortile, ove eravi la fiera di benefi-
cenza per le Missioni di Don Bosco . Quei
bravi giovanotti ci fecero gustare bellissime
armonie, eseguite con mirabile spontaneità
ed espressione . Nelle altre feste sentimmo
pure con vero piacere la banda del Collegio
di S . Benigno e quella del primo Oratorio
festivo di D . Bosco .
La questua in chiesa fu coadiuvata dal
benemerito Circolo della Gioventù Cattolica
di Torino, che prestò pure servizio d'onore
alla Benedizione del SS . Sacramento.
La Conferenza
e la partenza di altri Missionari Salesiani .
(26 Maggio) .
Nel mattino del sabato, 26 maggio, vi fu
Messa con Comunione generale ed altre pra
tichedpànsufragiodentC
peratori e Consorelle di Maria Ausiliatrice,
Verso le ore 14,30 incominciò la commoven--
te funzione per la partenza di altri dodici
Missionari Salesiani per l'America del Sud .
Dopo breve lettura ed il canto di un mot-
tetto , saliva in pulpito il missionario Don
Michele Unia, il quale dopo essersi alquanto
ristabilito della malferma salute, ora fa ri-
torno con un compagno chierico al paese dei
lebbrosi della Colombia .
Ecco la relazione che di questa conferenza
fa il Corriere Nazionale, giornale cattolico
di Torino
« D . Unia dapprima domanda venia se
non parlerà con rettorica e con molta pro-
prietà, dichiarandosi inesperto nell'arte ora-
toria e di aver salito il pulpito per ubbidire
al venerato superiore D . Michele Rua . Dopo
tale esordio descrive il viaggio che dovrà
fare per recarsi alla sua missione . Parla
della condizione dei popoli civilizzati e dei
popoli selvaggi dell' America . Fermasi spe-
cialmente a descrivere lo stato morale e re-
ligioso dei paesi già cattolici, nei quali però
manca il Sacerdote . - Oh, esclama con ac-
cento di spavento, guai a Torino , guai al-
l'Italia, se stesse trenta, quaranta o cinquan-
t'anni senza i ministri di Dio, come accadde
a tanti paesi di quelle lontane regioni, a cui
volgono il passo i Missionari Salesiani !
» Parla quindi dei lebbrosi di Agua de
Dios . Tutti siamo sotto il peso del dolore ;
il dolore ci accompagna dalla culla alla
tomba ; ma per quanto siamo addolorati noi
quaggiù, Don Unia ci parlò di altri fratelli
assai più addolorati ancora . Dopo due anni
dacchè egli era coi Salesiani di Bogotà ebbe
notizia di quel vastissimo lazzaretto . Vi si
recò per visitarlo attiratovi da sentimento
di pietà misto a curiosità, ma non seppe
più pensare ad altro . Lo stato miserando di
quegli infelici lo commosse tanto, che ne
volle essere l'amico, il consolatore, l'apostolo .
» Fa una viva descrizione di quell' infer-
mità e di quegl' infelicissimi tra tutti gl' in-
fermi che si abbiano al mondo . - Quella
colonia o lazzaretto, osserva egli, fu descritta
un dì da un letterato lebbroso che vi passò
colà gran parte della vita e colà morì, e quella
descrizione che veniva stampata e larga-
mente diffusa, portava per titolo : La valle
del dolore . Orbene, osserva il conferenziere,
io all'ingresso di quella valle vi scriverci i
versi di Dante
Per me si va nella città dolente,
Per me si va nell'eterno dolore .
» Ma entrato il missionario , ravvivato il
sentimento religioso e la pratica dei Santi
Sacramenti, quella valle diviene un giardino
di rassegnazione e di salvezza morale . -
Racconta fatti interessantissimi che com-
muovono profondamente, e termina ringra-
ziando i Cooperatori e le Cooperatrici Sale-

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siane per gli aiuti con cui sostengono le
Missioni Salesiane . Saluta tutti commosso e
dà a tutti l'appuntamento di trovarsi nell'e-
ternità in Cielo .
» Dopo la benedizione del SS . Sacramento
e le preci. dei pellegrinanti, S . E. Rev .ma
Mores. Vescovo di Mondovì con accento com-
mosso dà l'addio ai Missionari . « Un grande
e nuovo sentimento invade l'anima mia, così
l'Eccellentissimo Pastore, e sono ancor tutto
compreso delle profonde impressioni che pro-
vai stamane nel visitare la tomba di Don
Bosco . Il sentimento che ora mi fa parlare
sarà il sentimento di Don Bosco così larga-
mente trasfuso in Don Rua ; quindi io vi
parlo, o cari Missionari, in nome di Don
Bosco e di Don Rua .
» La commozione dell'Oratore invade l'u-
dienza e molti si vedono a piangere .
» L' Oratore ricorda alcuni detti di Gesù
Cristo riguardo all'eroismo dell'apostolato, e
poscia viene all' addio . Piange allorquando
rivolge particolare addio al suo diocesano
D . Michele Unia, nome che egli terrà sem-
pre stampato con particolari caratteri nel-
l' elenco del suo clero , e pel quale ogni
giorno si farà speciale preghiera nel suo Se-
minario Vescovile .
» Grande è la commozione di tutta l'u-
dienza e più grande ancora è quella dell'Ec-
cellentissimo Oratore che termina quasi sof-
focato dal pianto e benedicendo .
» I Missionari passano quindi ad abbrac-
ciare il successore di D . Bosco, il Rev .mo
D. Michele Rua, e gli altri principali supe-
riori che si sono radunati nel presbiterio, e
poscia attraversano il tempio tra l'immensa
folla che li saluta con sentimenti di commo-
zione e di ammirazione .
» Partite, o valorosi apostoli di Gesù Cri-
sto . Noi vi seguiremo col nostro affetto e
colle nostre preghiere, e voi non scordatevi
di noi e della comune patria che tanto ha
bisogno dei celesti aiuti . »
colgo dalle mie amiche e conoscenti, anzi da
tutte le persone che mi riesce di poter avvici-
nare, la tela e la carta che serve per imbal-
lare mercanzie , e quando ne ho una certa
quantità, la vendo e porto qui a lei il de-
naro ricavato ; e la somma che le ho conse-
gnato è frutto di questa mia industria . Due
altre persone dietro il mio esempio si diedero
a fare altrettanto, ed ho il piacere di pre-
sentare anche il. frutto della loro carità . »
Così dicendo trasse fuori altre L . 7 dell'una e
L. 5,50 dell' altra .
Il Superiore, commosso dall' ingegnosa ca-
rità di questa signora, la ringraziò di cuore
e l' assicurò che egli ed i suoi cari orfanelli
avrebbero pregato per lei e per le sue amiche,
onde ottener loro dal Signore le più copiose
benedizioni sopra i loro interessi spirituali
e temporali, una vita lunga e felice ed un
bel posto in paradiso .
Se si fosse solleciti ad approfittare anche
delle piccole cose, quanti orfanelli di più
non si potrebbero soccorrere! quant'aiuto
non si potrebbe dare alla Pia Società Sale-
siana! e quanto maggiore sarebbe il bene
che questa potrebbe fare! Facciamo voti che
il lodevolissimo esempio della pia signora
sullodata trovi molti imitatori e molte imi-
tatrici .
UN ALTRO PREZIOSO DOCUMENTO
IN LODE DEL NOSTRO MESSALE
Ancora a proposito del nostro Messale Ro-
mano, nel mese di Aprile il Rev . D . Cesare
Dott . Cagliero, nostro Procuratore Generale
a Roma, riceveva la seguente graditissima
lettera di S . Em . R .ma il Cardinale Rampolla:
MOLTO REV . SIGNORE,
UNA NUOVA E BELLA INDUSTRIA
per soccorrere gli orfanelli di D . Bosco
Ai primi giorni del p . p . maggio una pia
persona presentavasi al Successore di Don
Bosco, Sig . D . Rua, e consegnandogli la sua
offerta di lire 52 gli diceva : « Sig . D . Rua,
io amo molto le Opere Salesiane, le vorrei
soccorrere generosamente, perchè so che non
c ' è denaro meglio speso di quello che s'im-
piega a sostenere queste opere che fanno
tanto bene in ogni ordine di persone . Ma
non potendo soccorrerle come desidererei ,
son ricorsa ad uno spediente per fare almeno
qualche offerta a quando a quando . Rac-
TRA le molte lodi che vanno date al be-
nemerito Istituto dei Salesiani , nel
quale la S . V . Rev . occupa l'elevato grado
di Procuratore Generale, avvi pur quella
di tenere alto l' onore dell' arte cristiana,
che fu mai sempre, come lo è tuttora, sì cara
al cuore dei credenti, e che tanto contribui-
sce al decoro della nostra santa religione .
Il Messale non ha guari uscito, con sì squi-
sita cura e perizia, dai torchi della Tipogra-
fia Salesiana di Torino, da Lei così bene
descrittomi colla sua lettera del 5 corrente,
e che mi ha offerto a nome del Superiore
Generale R .mo Don Rua , costituisce una
nuova e chiara prova del mio asserto . Non
è a dire pertanto se di questo bello e gra-
zioso dono io pure mi sia compiaciuto, am-
mirandone i pregi veramente speciali .
Perciò nel renderne grazie anche alla cor-
tesia di Lei, La interesso a voler partico-

1.8 Page 8

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larmente essere interprete presso il lodato
Superiore Generale del sincero mio gradi-
mento e riconoscenza .
Mentre adempio così ad un mio debito
godo profittare dell' opportunità per confer- -
marmi con distinta stima
Di V . S .
Roma, 8 Aprile 1894 .
Aff.mo per servirla
M . Card . RAMPOLLA .
NOTIZIE DEI MISSIONARI DI D . BOSCO
TERRA DEL FUOCO
ritentò la prova, e, dopo indicibili sforzi e
non poche peripezie, verso la metà di no--
vembre poterono felicemente sbarcare al luogo
designato ed ivi incominciare l'impianto della
nuova Missione, la quale vogliamo sperare
avrà già ottenuto di raccogliere alcuni sel-
vaggi da istruire e civilizzare .
Queste notizie ci furono comunicate dalla
lettera qui sotto di D . Beauvoir . Siccome i
primi tentativi di questa Missione furono
intrapresi nel principio di febbraio del 1893,
mese in cui capita la festa della Purifica-
zione di Maria SS ., volgarmente detta della
Candelara , così questa denominazione fu
data alla nuova Missione Salesiana dell'I-
sola grande nella Terra del Fuoco . Ecco la
lettera di D . Beauvoir :
VENERAT .MO SIG . DON RUA,
Dal Rio Grande della Terra del Fuoco
14 Dicembre 1893.
La nuova Missione di N . S . della Candelara .
I nostri lettori e Cooperatori ricorderanno
il viaggio fatto, sul principio dello scorso
anno 1893 , da D . Giuseppe Fagnano, Pre
fetto Apostolico della Terra del Fuoco, nel
l'Isola grande magellanica a fin di cercare
un sito conveniente e centrale per istabilire
una nuova Missione, sul modello di quella
dell'Isola Dawson, tutta però a favore degli
Onas, i selvaggi che ancor numerosi abitano
le ultime punte dell'America Meridionale (1) .
Nell'ultima lettera che lo stesso D . Fagnano
ci scrisse e che noi pubblicammo nell'ottobre
scorso, ci annunziava come in Puntarenas,
la Casa principale della Missione Salesiana
della Terra del Fuoco, si stava preparando
quanto può abbisognare per dar principio
alla fondazione di un piccolo paese sulle
sponde del Rio Grande, tra il Capo Sunday
ed il Capo Peña . Ai primi di giugno tutto
l'occorrente era già caricato sul vapore Ame
deo, il quale salpava da Puntarenas ai 9 dello
stesso mese, portando seco i nostri sacerdoti
D . Giuseppe Beauvoir, D . Gio. Bernabè, i
confratelli Bergese, Ferrando e Ronchi , i
giovani Cesario Villabos, Michele Calafate,
Roberto Aravena con quattro altri operai
stipendiati .
La prima spedizione non riuscì troppo fe
lice, giacché, giunti presso al Rio Grande,
stante l'imperversare continuo delle onde,
non fu loro possibile entrare in esso, nè get
tare le ancore, ma con un mare sempre bur
rascoso furono costretti a ritornare indietro
fino alla Bahia S . Sebastiano, dove a gran
fortuna ancorati dovettero fermarsi per più
di quattro lunghi mesi aspettando nuovi
soccorsi da Puntarenas . Venuti i quali, si
1 . Bollettino di Luglio 1893 .
Deo gratias, Deiparaeque Virgini Mance
nostrae Autxiliatrici !Finalmente, dopo innu-
merevoli peripezie, dopo quasi sette lunghi
mesi passati peggio che gli Ebrei nel de-
serto, finalmente giungemmo al luogo desi-
gnato dall'amatissimo nostro Prefetto Apo-
stolico Don Giuseppe Fagnano per impian-
tarvi la nuova Missione Salesiana di N . S .
della Candelora .
Se volessi descrivere minutamente la lunga
serie delle peripezie che senza interruzione
si succederono in questo lasso di tempo, fa-
cendoci soffrire Dio sa quanto, non la finirei
così presto . L'inferno, prevedendo forse l'im-
menso bene che la nuova Missione avrà da
fare alle disgraziate anime di questi poveri
selvaggi che vanno errando in queste isole
fueghine e lo scorno grande che a lui quindi
ne verrebbe, tutti adoperò i suoi perversi
conati contro di noi, suscitando nell'infido
elemento spaventose e tremende tempeste e
nell'aria impetuose, formidabili ed incessanti
bufere. Ma viva Dio! che sempre trionfa
dell'infernal nemico . La forza, il coraggio e,
la costanza che mai perdemmo in mezzo a
tante prove, sono segni certissimi della con-
tinua sua assistenza .
Primo tentativo fallito .
Il giorno 9 giugno, festa del Cuore Sa-
cratissimo di Gesù , il vapore Amedeo era
carico di centocinquanta tonnellate di mate-
riale per la nuova Missione, oltre a sei
buoni cavalli e ad altri animali indispensa-
bili per le escursioni ed il mantenimento
della Missione stessa . Vi entrammo D . Ber-
nabè ed io, con tre confratelli , tre giovani
e quattro operai assoldati e si partì alla
volta del Capo Peña . Ci accompagnava no
le preghiere dei nostri confratelli e giova-
netti di Puntarenas.

1.9 Page 9

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Trasportati da un forte vento , in pochi
giorni ci trovammo alla barra dei Rio Grande .
Prima io, poi D . Bernabè discendemmo nello
schifo a perlustrare la barra, il canale, la
bocca del fiume, poi il porto Golondrina,
ma non fu possibile entrarvi col vapore e
gettare le ancore . Il vento era tanto violento
e contrario e le acque sì burrascose, che
andammo più volte ad un pelo di essere tra-
volti dalle onde . Ci rifugiammo sull'Amedeo,
avevamo ideato tanti bei progetti pel bene
dei poveri selvaggi, fu una prova troppo
dolorosa pel nostro cuore . Entrammo nella
Bahia S . Sebastiano e sbarcammo sopra al
ruscello Gama, dove ci fermammo aspettando
che ci venisse in aiuto un nuovo imbarco .
Col vapore Amedeo che ritornava a Punta-
renas rimandammo D . Bernabè, perchè rife-
risse appuntino quanto ci era accaduto e
sollecitasse l'invio di qualche soccorso .
il quale, dopo aver usato mille manovre,
dovette, nostro malgrado, rivolgere prora e
ricondurci indietro per quasi metà del cam-
mino percorso .
Si può immaginare, o amatissimo Padre,
qual fosse la nostra desolazione in quel mo-
mento . Dopo tante spese incontrate per que-
st'imbarcamento , dover ritornare indietro
senza aver potuto fare niente, dover voltare
le spalle a quel luogo tanto sospirato, dove
Stazione provvisoria .
Intanto per ricoverarci dalle intemperie,
là su quella sterilissima spiaggia , a pochi
metri di distanza dal punto dove arrivano
le alte maree e a circa duecento dalla laguna
formata dal ruscello Gama con altri due ru-
scelletti, fabbricammo alla bell'e meglio sopra
d'un'estensione d'arena due capannuccie ,
una per noi e l'altra per le bestie : accanto

1.10 Page 10

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alla prima costruimmo pure una stanzetta ,
che mentre ci servisse di deposito per le
cose più delicate, ci tenesse pure luogo di
cappella .
Tutta questa nostra costruzione in legno
veramente ci riparava poco dai venti , che
spesso, anzi quasi del continuo soffiavano
furiosamente, e dalla pioggia e dalla neve e
dalla minuta arena che sollevata dal vento
a nugoli veniva sbattuta contro la povera
nostra capanna . Ciononostante dovemmo aver
pazienza ed aspettare in questa dimora per
quattro lunghi mesi, calcolando le settimane
ed i giorni che avrebbe potuto impiegare
D . Bernabè ad arrivare a Puntarenas, par-
lare con D . Fagnano, preparare un nuovo
imbarco e correre in nostro aiuto . In questo
frattempo spedii pure alcune lettere a Pun-
tarenas per mezzo di minatori che qui veni-
vano e ritornavano per terra ; ma non ebbi
alcuna risposta, nè vedemmo alcun vascello
venire alla nostra volta . Intanto i viveri dimi-
nuivano e per noi e per le bestie, le quali,
oltre al scemare di numero per averne do-
vuto uccidere pel nostro sostentamento, di-
magrivano tutte a vista d'occhio . Non ave-
vamo cani per la caccia del guanaco, le
palle da schioppo non potevano servire che
per prendere uccelli, ed a godere questi ave-
vamo la fortuna di essere sempre in molti
e, grazie a Dio, sempre con buon appetito ;
chè talvolta a noi s'univano gli impiegati
del Commissariato del Filaret (una Società,
crediamo, di esploratori), sovente capitavano
dei minatori, alle volte ci trovavamo in più
di venti, e con tutta questa gente bisognava
condividere famigliarmente il pasto prepa-
rato . Questo per parte nostra si faceva molto
di cuore e con molto piacere ; ma d'altronde
non sapevamo più come si sarebbe potuto
andare avanti ancora molto tempo . Decisi
pertanto di andare io stesso a Puntarenas
per terra. Eravamo sulla fine di settembre .
Presi in imprestito dei cavalli dall'Incari-
cato del Paramo, e con essi mi portai fino
all'Azienda dei sigg. Montes e Wales presso
la Punta Anegada nello Stretto di Magel-
lano, e, passato questo, in quattro giorni
arrivai a Puntarenas .
Altra ardita prova riuscita felicemente .
Quivi non trovai alcun bastimento che vo-
lesse lanciarsi in mare in una stagione così
cattiva ; per questo D . Bernabè non aveva
potuto recarci alcun soccorso . Ma io che sa-
peva lo stato miserando in cui aveva lasciato
i nostri poveri confratelli ed operai , non
potei tranquillizzarmi . Quantunque tutti a
Puntarenas cercassero di dissuadermi, presi
la nostra goletta Maria Ausiliatrice, ne
noleggiai un' altra detta King-Fischer, le
caricai di viveri, tavole e cavalli, e racco-
mandatomi alle preghiere dei cari confra-
telli e giovanetti, in nomine Domini mi misi
in viaggio il 27 di ottobre .
Malgrado l'imperversare della stagione ed
i fortissimi venti che continuamente si sca-
tenarono contro di noi, le nostre due povere
golette, guidate certo da Maria Santissima,
poterono superare varie burrasche , fuggire
i molti scogli ed arrivare felicemente alla
Bahia S . Sebastiano , dove eravamo aspet-
tati come angeli salvatori . Quivi prendemmo
i confratelli e gli operai, caricammo la mag-
gior quantità di roba possibile e poi ci slan-
ciammo alla volta del Rio Grande . Vole-
vamo assolutamente riuscire nell'impresa af-
fidataci dall'ubbidienza .
Le difficoltà, gli ostacoli incontrati ancora
all'entrata del Rio non furono minori della
prima volta ; ma finalmente coll'aiuto di Dio
e di Maria SS . potemmo riuscire a gettare
le ancore nel porto di Golondrina . Questo
avvenne alle 7 del mattino 11 novembre ,
festa di S . Martino e vigilia del Patrocinio
della nostra cara Madre Maria .
All'indomani, domenica e festa del Patro-
cinio di Maria, ci riposammo nel porto di
Golondrina, ed io potei per la prima volta
celebrare la messa su questa spiaggia , che
d'ora innanzi sarà il centro della nostra cara
Missione .
Al lunedì feci levare le àncora e con una
marea sempre crescente ci avanzammo colla
due golette per circa tre miglia fino ad ar-
rivare ad alcune spaccature, dette nere, dove
mi parve luogo comodo e buono per gettare
le ancore . Così si fece, ed abbassatasi poi
la marea, potemmo comodamente discendere
e quasi sicco pede scaricare quanto avevamo
portato .
L'impianto della nuova missione .
Diedi tosto ordine ai falegnami di innal-
zare un capannone di metri 10,20 di lun-
ghezza per 4,50 di larghezza e 3,60 di al-
tezza, con tre finestre , un portone ad est
ed una porta ad ovest. È diviso in due piani,
terreno e superiore ; questo serve per dor-
mitorio e deposito di viveri, l'inferiore per
cappella ed ufficio . È situato in una bella
posizione, ad un cinquanta passi dal Rio ,
nel porto di Maria Ausiliatrice, così chia-
mato per essere stata la nostra goletta la
prima che quivi ancorasse felicemente . A
cinquanta metri a nord-ovest feci pure in-
nalzare un'altra capanna che serve di stalla
per le bestie, con davanti un bel cortile
cintato .
Dopo aver date queste disposizioni, la go-
letta King-Fischer partì per la Colonia del-
l'Isola Dawson e la M aria Ausiliatrice per
la Bahia S . Sebastiano, dove mi recai io
pure a cavallo per disfare quelle capanne
improvvisate e prendere tutto il materiale
che là avevamo lasciato .
Tutto questo si sarebbe potuto compiere
in poco più di una settimana, se i venti e
le procelle non avessero costretta la nostra

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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povera goletta a stare legata nella Bahia
S . Sebastiano per circa un mese . Essa ar-
rivò per la seconda volta in questo porto il
giorno 22 corrente mese .
Ecco, o amatissimo Padre, quanto si è
potuto fare in sette mesi di tempo per questa
nuova Missione . Qui siamo attorniati da
Indii : da tutte parti si innalzano immensi
falò forse per ispaventarci . A poca distanza
da noi vi sono una dozzina di capanne o
tane, ma gli abitanti loro al nostro arrivo si
sono allontanati . Andremo noi ora a cercarli .
Voglia il Signore aiutarci a conquistarli .
Preghi e faccia pregare, venerato signor
D . Rua, per noi e per questi poveri sel-
vaggi . Appena saremo rìusciti a far loro un
po' di bene, vedrò di tenerla informata, af-
finchè voglia poi unirsi con noi a rendere
grazie al Sommo Datore di ogni bene ed
alla nostra buona mamma Maria Ausilia-
trice .
Per ora voglia benedirmi e mi creda sem-
pre nei SS . Cuori di Gesù e di Maria
Dev .mo obbl .mo figlio
Sac . GIUSEPPE M . BEAUVOIR .
REPUBBLICA ARGENTINA
Sempre avanti!
Monsignor Cagliero di ritorno dall'Europa
era aspettato a Buenos Aires per porre la
prima pietra di una colonia agricola in Uri-
belarrea, paese fuori di Buenos Aires quasi
due ore e mezzo, e benedire la cappella di
S. Francesco di Sales, testè innalzata per i
giovanetti esterni dell'Oratorio festivo di
Almagro, e la chiesa di Maria Ausiliatrice,
pure di fresco eretta in S . Nicolàs de los
Arroyos (1).
I.
Verso le ore 10 1/2 della domenica 28 gen-
naio scorso, S . E . R .ma Monsignor Cagliero,
accompagnato da buon numero di sacerdoti
salesiani, che si erano radunati in Buenos
Aires per gli esercizi spirituali, dai giovani
musici del collegio Pio IX di Almagro e da
una numerosa comitiva di signori e signore
di quella città, con un tempo poco favore-
vole, arrivava in treno speciale ad Uribe-
larrea . Quivi giunti, tutti si recarono alla
bella chiesa del paese, dove assistettero ad
una solenne Messa in musica , cantata dal
Rev. P . Moyano, Priore del convento dei
Predicatori di Buenos Aires, con l'assistenza
(1) V. Bollettino di Febbraio e Settembre 1893 .
pontificale di Monsignor Cagliero . Il R. P.
Becco poi, prendendo per testo le parole del-
l'angelico canto : « Gloria a Dio nel più alto
dei cieli e pace sulla terra agli uomini di
buona volontà », e le altre della Vergine
dove . dice che la « chiameranno beata tutte
le generazioni », tessè uno stupendo discorso
sulla Vergine di Lujan, patrona del paese,
e sull'apostolato salesiano, rivolgendo infine
ampii, entusiastici elogi al signor Michele N .
de Uribelarrea .
È costui che, con disinteresse degno di
ogni encomio, aveva ceduto a' Salesiani una
estensione di terreno di 202 ettari, perchè
vi stabilissero la colonia agricola che si ve-
niva per incominciare, affin di raccogliervi
i giovanetti poveri e derelitti della Repub-
blica per istruirli ed addestrarli ai lavori
campestri .
Nel pomeriggio, dopo aver Monsignor Ca-
gliero amministrata la Cresima ad un bel
numero di fanciulli del paese, tutti si por-
tarono al campo pel solenne collocamento
della prima pietra della colonia agricola .
Quivi si presentò l'atto di fondazione, scritto
in elegante calligrafia su pergamena dal
sig . Carlo Vespignani, che venne firmato da
Monsignor Cagliero, dal sig . Michele N . de
Uribelarrea e da sua sorella donna Antonia
U .d. eLahit,nomdeparil'Ec mo Pre-
sidente della Repubblica e sua consorte, e
da parecchi altri signori e signore.
L'Eccellentissimo Presidente della Repub-
blica, il sig . Luis Saenz Peña, aveva di buon
grado accettato l'incarico di far da padrino
colla propria consorte ; ma per affari del
Governo non avendo potuto intervenire alla
funzione, all'indomani, 29 gennaio, mandava
da Monsignor Cagliero il suo aiutante di
campo, signor Marambio Catan, colla lettera
seguente :
« ILL .MO MONSIGNOR CAGLIERO,
CIRCONDATO da grandi affari nel Governo,
mi affretto a chiederle scusa per non a-
ver mandato a salutarla prima, ed ora inca-
rico uno dei miei aiutanti di campo, il
latore della presente, perchè le faccia una
visita a mio nome, porgendole un cordiale
e sincero benvenuto a questo nostro paese
a continuare le opere tanto benefiche del
suo Istituto, reiterandole una volta di più
l'alta mia simpatia per la Congregazione
Salesiana che tanto bene irradia coi grandi
suoi progetti .
Coll' occasione godo di poterla salutare
coi sensi della più distinta stima e vene-
razione .
Luis SAENZ PEÑA » .
Firmato l'atto dai principali signori pre
senti e depostolo con medaglie, monete e ri--
tratti nella pietra fondamentale, Monsignor

2.2 Page 12

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Cagliero, presa la cazzuola d'oro e d'argento
regalatagli per questa circostanza, con calce
sigillò la pietra stessa, in mezzo alla gioia
e l'allegria di quell'immensa moltitudine ac-
corsa, la quale rendeva così solenne prova
di gratitudine verso del generoso donatore,
il signor Michele N . Uribelarrea, pel cui
mezzo sorride a quel paese un felice av-
venire .
II .
Spuntò il lunedì 29 gennaio, giorno di
gioia per i Salesiani per essere sacro a San
Francesco di Sales, glorioso loro Patrono, e
Monsignor Cagliero passò a benedire una
chiesa di stile dorico puro, eretta in Buenos
Aires , poco distante dalla parrocchia sale-
siana di Almagro, per i giovanetti dell'Ora-
torio festivo di quel quartiere, lunga m . 35,45
per 10,15 di larghezza ed 11 di altezza . Ar-
chitetto ne fu il sig. Luigi Petroni .
Quel giorno fu quindi doppiamente solenne
per quel quartiere .
Ed ora i circa 1000 giovanetti di Almagro
che alla festa si divertono in vasti cortili,
sotto la sorveglianza dei Salesiani, hanno
colà appositamente per loro una casa di ora-
zione ed una scuola di virtù .
Oh! se in ogni quartiere delle città più
popolate vi fosse un Oratorio festivo, quanto
bene sarebbe provvisto ai bisogni della pre-
sente società . Insinuando alla gioventù, coi
sani principii della religione cattolica, l'amore
al lavoro, certamente guarirebbero tutte le
piaghe dell'età nostra, e noi ci sveglieremo
al domani in un' aere più spirabile, in un
cielo più ridente .
III .
La domenica 11 febbraio poi Monsignor
Cagliero benediva solennemente la nuova
chiesa di Maria Santissima Ausiliatrice in
S. Nicolas de los Arroyos . La festa, mal-
grado la pioggia, riuscì imponente, e vi as-
sistette un grandissimo numero di fedeli .
La banda e gli alunni della scuola d'arti e
mestieri di Almagro, a cui la Compagnia di
quelle strade ferrate concesse gratis il viaggio
di andata e ritorno, disimpegnò con grande
abilità la parte musicale .
Di quanto vantaggio potrà riuscire questa
nuova chiesa salesiana lo dirà una corrispon-
denza di quei cari coloni, quasi tutti Italiani,
che noi vogliamo riportare subito qui sotto .
Bravi Italiani !
Dal Cristoforo Colombo, rivista settimanale
italiana, che si stampa in Buenos Aires,
ricaviamo la seguente corrispondenza da
San Nicolas de los Arroyos, in data 26 marzo
1894
«Ella saprà, signor Direttore, che l'opera
di Don Bosco ha qui (in S . Nicolas) da pa-
recchi anni una fiorente casa di educazione
per la gioventù, cui è annessa una cappella
pubblica frequentata quasi esclusivamente
da noi Italiani fatti alla buona e amanti di
pregare in pace, a tutto nostro agio, senza
soggezione, e dirò anche senza il pericolo di
sentirei brulicar le mani per lo sdegno al
vedere certi scandali che nelle chiese grandi
e centrali .si permettono alcuni bellimbusti e
scredentelli smaccati, i quali, senza un ros-
sore al mondo, convertono la santa Casa di
Dio in ghetto di Giudei e spelonca di fara-
butti, per non dir peggio .
» Ed alla cappella del collegio salesiano
accorsero a frotte, a centinaia i credenti in
tutta la settimana dedicata al ricordo della
Passione del Salvatore ; ed accorsero non solo
portati dalla lor fede ingenua ed antica, ma
attratti ben anco dalla compostezza, gravità
e precisione con cui sono usi compire le com-
moventi cerimonie della Chiesa quel buoni e
zelanti sacerdoti salesiani . Io che fui del bel
numero uno degli accorrenti ( e non manco
mai perchè, cosa vuole? ... sono italiano
anch'io e la capra tira sempre a' suoi monti)
le posso assicurare che fu per me uno spet-
tacolo ammirabile, un incanto dell'anima
quei salmi pausati che suonavano mesti
mesti, quelle voci gemebonde de' profeti
esprimenti un ineffabil dolore, quelle pro-
strazioni ricordanti l'abbattimento, la tri-
stezza, l'umiltà di Gesù Cristo nell'Orto, nel
Pretorio e sul Calvario mi ferirono le fibre
più intime e nascoste del cuore, tanto che
non potei trattenermi dal piangere, e sì che
il cuore non l'ho molto tenero io ! eppure . . .
ah il bel dono di Dio che è mai la fede !
» La predicazione fu buona assai in tutti
i giorni, la calca tale che quasi sempre un'ora
prima della segnata per le funzioni già la
cappella era invasa ; il Venerdì Santo in modo
particolare era piena zeppa che sbottava
c'era gente da per tutto, nel presbiterio, nella
sagrestia, nel coro, ovunque poteva capire
un corpo . L'oratore della settimana fu il
D . Isabella, già noto in Buenos Aires e
altrove ; con parola facile e fervorosa espose
nei suoi discorsi l'amore di Gesù in Sacra-
mento e la misericordia che usò col mondo
Iddio dandogli il suo Figliuolo per Redentore .
Io me ne stava lì pigiato, oppresso e scon-
torto nell' angustia dello spazio, ma quan-
tunque la durasse circa un'ora e mezza, non
ne perdetti sillaba, e l'assicuro che le sue
parole mi fecero del bene ; la stessa cosa ri-
petevano molt'altri in sull'uscire .
» Un po' di tempac io che si levò la sera del
venerdì non trattenne i più fervorosi di re-
carsi alla cappella ad ascoltare la predica
sull'abbandono della Madonna dopo la morte
del suo benedetto Figliuolo, che con bei pen-
sieri e molto calore fece il D . Milano, ed as-
sistere all'esercizio della Via Crucis . Io senza
essere dei più fervorosi non mancai .
» Il giorno di Pasqua poi fu splendido oltre
l'usato con Messa cantata in musica solen-

2.3 Page 13

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nissima e nuovo discorso del D . Isabella sulla
Risurrezione e le soavi speranze che questo
misterio racchiude per noi cristiani cattolici ;
ed in ultimo la benedizione solenne col SS .
Sacramento pose il suggello a questi santi
giorni, vecchi di diciannove secoli, eppur
sempre nuovi pei fatti che rappresentano e
per l'impressione salutare che lasciano nello
spirito dei credenti .
» Per dir tutto in poche parole, noi Italiani
siamo contentissimi d'avere in paese i Sale-
siani di Don Bosco, e ci sentiamo orgogliosi
anzi che no d'aver cooperato al loro stabili-
mento in mezzo a noi . Io non sono teologo
e forse in ciò che dico fa capolino la super-
bia, ma se ella, signor Direttore, potesse ve-
dere il gran bene che fanno son, sicuro che
direbbe con noi : Dio ce li tenga sempre . »
Salvate per miracolo !
R.EmVo SIG. D. RuA
VENUTE le nostre autunnali vacanze, il
giorno 12 gennaio scorso, pensammo
di fare tutta la comunità insieme (eravamo in
sette) una gita al cimitero, distante alcune
ore dalla città .
Soddisfatta la nostra divozione verso dei
poveri morti, discendemmo al fiume per fare
una piccola merenduola . Il cielo era limpi-
dissimo ed il sole ci aveva fino allora dar-
deggiato per bene . Quand'ecco d'un tratto
s'alza un nero nuvolone di polvere e sabbia,
che, trasportato da una forte bufera, tutte
ci avvolge in dense tenebre non lasciandoci
tempo di fare che pochi passi . Dovemmo tosto
gettarci per terra, aspettando che il turbine
si scaricasse a suo talento .
Erano le 6,20 pom .; alle 9 ci trovavamo
ancora là ferme, in mezzo a tenebre sempre
fitte e, quel che è peggio, tutte bagnate.
Finalmente scorgemmo un lumicino lon-
tano lontano : ci alzammo e barcollando ten .
tammo di avviarci a quella volta . Passammo
uno steccato di fil di ferro, io avanti e le
altre seguendomi, tenendosi l'una attaccata
al vestito dell'altra. Ma ecco che di repente
sento mancar terra di sotto i piedi, mando
un forte grido, ed in men che noi dico , io,
suor Martense e suor Gandolfo ci troviamo
nel profondo di un pozzo .
Può immaginarsi lo spavento che ci prese
in quell'istante, sì noi sprofondato, come
le altre che alle nostre grida ed al tonfo
nell'acqua s'arrestarono a riva dell'abisso .
Noi colaggiù, immerse nell'acqua per più
di un metro, senza quasi più un fil di vita
indosso, ci credevamo perdute e già ci ras-
segnavamo a dover morire là entro . Ma non
così era delle nostre buone sorelle rima-
ste in salvo, delle quali una svenne per
lo spavento. Esse si diedero dapprima ad in-
nalzare forti giaculatorie a Dio, a Maria SS .,
a tutti i Santi del cielo, poi a gridare aiuto,
pietà, misericordia, poi a battere le mani e-
di tratto in tratto a rivolgere a noi parole
d'incoraggiamento e di speranza . Scorgendosi
ancora quel lumicino in distanza, alzarono
sempre più la voce, fecero capire la nostra
disgrazia ed il nostro pericolo, e dopo un
lungo aspettare, finalmente sentimmo al di-
sopra la voce di quattro uomini accorsi in
nostro aiuto . La speranza ed il coraggio, fe-
cero ritorno nel nostro cuore . Ci calarono una
lunga corda, alla quale ci legammo e ci ag-
grappammo una dopo l'altra, finchè tutte più
o meno malconcia fummo di là estratte . Quel
pozzo misurava diciasette metri di profondità
ed era senza parapetto .
Quella buona gente, dopo averci così
tratto a salvamento, ci condussero alle loro
case, portandone due quasi di peso , e là ci
prodigarono ogni sorta di cure . Un'ottima
famiglia inglese ci aveva già preparata l'o-
spitalità in sua casa per tutta la notte ; ma
avendo poi trovata una carrozza, colà sopra
ci adagiarono e ci fecero trasportare al no-
stro collegio. Vi arrivammo a mezzanotte
in punto .
Noi non abbiamo parole sufficienti per rin-
graziare questi nostri benefattori, questi no-
stri salvatori . Li raccomandiamo di tutto
cuore a Maria SS . Ausiliatrice, perchè voglia
Essa ringraziarli e rimunerarli quanto si me-
ritano, coprendoli sempre della sua valida
protezione .
Della quale una prova lampante noi ravvi-
siamo in questa nostra disgrazia stessa . Cadute
in quell'abisso così profondo e così mala-
mente una sopra all'altra, riportammo bensì
parecchie contusioni e ferite, ma nessuna
rottura o malanno di lunga durata . A Maria
Ausiliatrice, di cui siamo indegne figlie , ci
eravamo consacrate, secondo il consueto,
anche in quel mattino : a Maria ci eravamo
raccomandate prima di uscir di casa : a Maria
poi è volato tosto il nostro pensiero in mezzo
al pericolo . È quindi ben giusto che a Lei
rendiamo le più sentite grazie per averci
scampata la vita . Ci aiuti anche lei, o ama-
tissimo Padre, ad adempiere questo nostro
dovere li nel tempio dedicato alla nostra
Grande Regina in Torino .
S . Nicolas de los Arroyos, Febbraio 1894 .
Suor GIULIANA PREVOSTO
Una nuova pagina
nella storia della Patagonia .
Dopo d'essersi intrattenuto per quasi due
mesi nell'Argentina e nell' Uruguay, det-
tando ed assistendo agli esercizi spirituali

2.4 Page 14

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dei Salesiani colà stabiliti, Mons . Cagliero, glorie, inspirazioni, trionfi, civilizzazione
al 25 di febbraio s'imbarcava a Buenos Aires e progresso ; disinteressato missionario ,
sul piccolo bastimento El Litoral, che in compìto cavaliere ed eccellente amico » .
tre giorni lo portava a Viedma, la capitale A nome di tutti, signore e signori, popolo
della sua diletta Patagonia, dove l'attende- e autorità, poveri e ricchi, vecchi e giovani,
vano feste non mai viste per l'avanti nel si dice : « disposto a secondare l'opera mo-
territorio del Rio Negro .
ralizzatrice, di prosperità e di grandezza,
Appena il bastimento fu in vista dei due che i Salesiani da più di quindici anni
paesi che sorgono di fronte alle sponde del hanno intrapresa a favore di quelle vaste
Rio Negro, Viedma e Patagones, un lieto regioni che Don Bosco sceglieva per teatro
scampanìo dalle due torri annunzia l'arrivo della vera civilizzazione, e che coll' aiuto
dell'amato Pastore . Il popolo tutto, grandi de' Salesiani fra non molto risplenderanno
e piccoli, a quell'annunzio col collegio sale- sopra tutte le altre come emporio di col-
siano si riversa al mare . La banda musicale tura e di civiltà . »
incomincia a far risuonare l'aria di melodiosi A questo nobile indirizzo risponde Mon-
concenti, mentre una scialuppa si stacca dal signor Cagliero assicurando che gli torna
molo e va a ricevere Monsignore . Su di essa assai gradita quella cordiale manifestazione
vi è una speciale Commissione, composta del popolo di Viedma : popolo delle sue più
dei signori D . Mario Migone, direttore del- grandi affezioni e che ha ricordato in ogni
l'Istituto Salesiano, del Governatore interino, istante della sua lunga assenza nei lontani
del Delegato di polizia, del Sindaco e della paesi d'Europa. Dice come genuflesso ai
Giunta Municipale . Pochi minuti dopo ri- piedi del Vicario di Gesù Cristo, ha implo-
torna alla spiaggia conducendo seco Mon- rato l'apostolica benedizione pel territorio
signor Cagliero .
del Rio Negro e come il Santo Padre si
Questo è un momento indescrivibile . L'im- è molto compiaciuto di sentire che anche
mensa moltitudine che applaude e si preci- nella Patagonia vi sono cristiani di buon
pita verso di Monsignore, ciascuno dispu- volere . Ed infine ringraziando della bella
tandosi l'onore d'essere il primo a salutarlo, manifestazione fattagli e più della coopera-
a toccargli la mano, a baciargli l'anello ; il zione che hanno promesso di prestargli, as-
rombo del cannone, la musica, le campane, sicura che egli è ritornato nella Patagonia
le voci argentee dei cari fanciulli, tutto .ma- per continuare a consacrare le sue fatiche
nifesta gioia e tripudio pel ritorno dell'il- e la sua stessa esistenza pel progresso mo-
lustre prelato .
rale e materiale di quei paesi .
Monsignore è visibilmente commosso . Li- Fragorosi applausi soffocano l'eco delle
berato alfine da quella calca immensa, s'or- sue ultime parole .
ganizza il corteo . Precede la musica, il col- All'indomani verso sera fu pur ricevuto
legio salesiano, tutto il popolo di Viedma, colla stessa solennità e concorso di popolo
quindi il Vescovo circondato dalla Commis-
e di autorità in Patagones .
sione suddetta. Il viale che dalla spiaggia Queste sono a grandi tratti le solenni ed
mette a Viedma, poi la via, la piazza prin- imponenti accoglienze che il nostro Monsignor
cipale, tutto è messo a bandiere d'ogni ge- Cagliero si ebbe questa volta nella Patagonia,
nere e colore, a fiori e ad archi trionfali . accoglienze che formeranno epoca nella storia
Sopra del primo arco che sta di fronte al di quei popoli .
molo si legge : Benvenuto Monsignor Cagliero ; Il Rio Negro, giornale di quel territorio,
nell'ultimo che mette al paese : Il popolo di che ci ammannisce un lunghissimo articolo
Viedma, stima, ancore, gratitudine .
di queste feste, associando i proprii ai senti-
Tra il suono giulivo delle campane, le liete menti di quegli abitanti, affinche i lontani
sinfonie della banda, il continuo rombo del non avessero da crederlo clericale, oppure
cannone e le salve incessanti di applausi si dai clericali a ciò sovvenuto, protesta di
arriva alla chiesa . Questa par divenuta pic- essere «,giusto, schietto, franco e riconoscente
cola per accogliere tutta la gente accorsa , verso di una istituzione nobile, generosa, di
della quale una gran parte deve rimanersi abnegazione, la quale tutta si è dedicata
fuori .
non solo nello stabilire missioni civilizzatrici
Terminata la solenne funzione in rendi- in tutto il vasto territorio del Rio Negro,
mento di grazie al Signore, si passa nell'isti- ma nella capitale di esso è il fattore prin-
tuto salesiano, pur esso messo a festa . Ed cipale del progresso morale ed intellettuale» .
il Delegato di polizia, signor Martino Gras, Poi continua dicendo come nei Salesiani « non
incaricato dalla Commissione di esprimere a vi è ipocrisia, non doppiezza, non vile specula-
Monsignor Cagliero i sentimenti del popolo zione : tutto sta alla vista di tutti, i loro lavori,
viedmese verso dell'illustre e cara sua per- le loro opere, e perfino la loro ordinata vita .
sona, legge un indirizzo pieno di alti senti- Presso di loro il povero, il derelitto, l'infermo
menti di stima, d'affetto e di riconoscenza trova assistenza medica, alloggio e alimento ;
verso dei Salesiani e specialmente verso di l'orfano di genitori e di fortuna, vestito e con
Monsignor Cagliero, che chiama « il mes- forto ; le famiglie, la luce civilizzatrice poi
saggiero della fede, la cui bandiera incarna loro fidi ; il popolo, esempio vivo di onesto

2.5 Page 15

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e perseverante lavoro . In una parola i Sa- Il buon Canonico Luigi Rondolino, supe-
lesiani sono i veri operai del progresso più rando ogni difficoltà, volle venire da Pine-
positivo di queste regioni recentemente nate rolo per celebrare la santa Messa nella cap-
alla vita sociale, le quali, se non fosse stato pella della Pietà, attigua alla tomba di Don
per loro, ancor oggi rimarrebbero nel pri- Bosco, e ritornando anch' egli a dieci e più
mitivo stato di continua decadenza gemendo anni addietro con visibile commozione cele-
sepolti nella barbarie . » E qui il suddetto brava assistito dagli antichi suoi compagni .
giornale esprime la sua alta meraviglia nel Terminata la messa, si recitò il Deprofundis
contemplare l'opera colossale dell'edifizio dei per la bell' anima di D . Bosco ; quindi si
Salesiani e la loro incessante perseveranza prese posto intorno alla tomba per assistere
nell'impiegare tanto capitale, tanti sacrifizi, allo scoprimento della lapide . Essa fu lavo-
tante esistenze , perseveranza dovuta alla rata su disegno dell'ing . Stefano Molli, che
grande fiducia che essi hanno nella Prov- aveva lasciata in Valsalice così chiara ed
videnza ed a quella mano invisibile che affettuosa memoria, e l'inscrizione era stata
sempre li guida, la fede e l'amore di Dio . inspirata dal pio nostro allievo ed ora reli-
Queste confessioni dell'organo della Pata- gioso della Compagnia di Gesù , Bonifacio
gonia nient'affatto sospetto di clericalismo , Didonato .
con cui noi chiudiamo la relazione delle Appena scoperta la lapide, e salutata con
feste fatte a Monsignor Cagliero, alle quali riverente ossequio , il cav . Enrico Balbo di
prese parte ogni ordine di persone, ci prelu- Vinadio, presidente del Comitato per la di-
dono un nuovo periodo nella storia della mostrazione di riconoscenza a Don Bosco,
Patagonia . Oh! voglia il Signore che tutti lesse con affetto un discorso su D . Bosco,
quegli abitanti, dalla più alta autorità al più sul gran bene da lui fatto a quei molti gio-
piccolo tra il popolo, spettatori delle fati- vanetti educati nel Collegio Valsalice, del
che e degli sforzi del missionario , deposto dovere che avevano di testificare ai presenti
ogni alieno sentimento, ascoltino la verace ed ai futuri la gratitudine ch'essi sentivano,
sua parola, ne assecondino la benefica azione, grandissima per lui valendosi del marmo,
affinchè presto si possa dire che il popolo simbolo d'inflessibilità e d'eternità, e adot-
della Patagonia è veramente cristiano e ve- tando per l' inscrizione il carattere di color
ramente civile !
rosso ad indicare l' ardenza dei loro senti-
menti . Chiudeva con un caldissimo saluto al
successore di D . Bosco ed a tutti i Salesiani,
perchè non volessero mai dimenticare nelle
loro preghiere questo piccolo manipolo di
allievi educati a Valsalice, i quali sparsi per
varii lidi si erano in quel giorno dato il ri-
trovo alla tomba del loro Padre e Maestro .
Il suo dire improntato a pietà fu ascoltato
con piacere ed accolto alla fine con generale
approvazione .
Era stato incaricato a ricevere questi an-
tichi allievi il sac . G . B . Francesia, già di.
rettore di quel Collegio, il quale rispose ac-
cettando quel ricordo di D . Bosco . Disse
come tante volte aveva provato rincresci-
mento prostrandosi a pregare sulla lacrimata
tomba del padre, per non vedere alcun se-
gno d' affetto dei suoi diletti alunni, ma che
ora al rincrescimento succedeva il piacere
perchè era appagato largamente il suo desi-
GLI ANTICHI ALLIEVI
derio . Egli manifestava la speranza che Don
del Collegio di Valsalice
Bosco continuava così la sua santa missione
tra loro, mettendoci in bel quadro D . Bosco
SULLA TOMBA DI DON BOSCO
fanciulletto tra i campi di Castelnuovo, poi
studente a Chieri, a Torino, sempre in cerca
Addì 23 maggio alle ore 9 1/2, com' era
di Dio e di farlo conoscere ed amare dal
mondo. Non si potrebbe meglio delineare la
stato annunziato, si raccolsero nel Seminario vita di Don Bosco , chè, in un tempo tutto
delle Missioni in Valsalice gli antichi alunni materia e guadagno, egli si presenta coll'a-
di quel Collegio . Il loro numero considere- mabile nome di Dio sul labbro, e rinnova
vole, la gioia che tutti manifestavano nel gli esempi di san Filippo Neri a Roma, di
rivedersi dopo varii anni ed in un sito dove san Giuseppe Calasanzio a Firenze, e poi
avevano passati i più bei giorni della loro spingendo, o come l' oratore diceva, lascian-
vita, aumentava decoro e splendore alla dosi spingere dalla voce di Dio varcava i
mesta insieme e gioconda commemorazione . mari, si dilatava dalle aduste spiagge del

2.6 Page 16

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Messico alle inesplorate ed aride terre della gioso e fioriscono in tanti punti d'Italia, Francia,
Patagonia per andare a portare il nome di
Dio tra i poveri abitatori della Terra del
Fuoco .
Questa soave adunanza dei nobili ed egregi
signori allievi di Valsalice fu rallegrata
pure da Don Rua, da varii esimii professori,
tra cui ci piace ricordare a titolo di onore
Spagna, Austria, Belgio, Inghilterra, Svizzera,
Messico, Colombia, Equatore, Perù, Chilì, Bra-
sile, Uruguay, Argentina, Patagonia, Isola Daw-
son, Terra del Fuoco, Isole Malvine, e finalmente
già in qualche lembo d'Africa e d'Asia .
Don Bosco volle santificare il lavoro . Qui l'o-
ratore fa un ritratto dell'ambiente antimorale e
antireligioso, nel quale viene educato l'operaio
e di ossequio Mons . Marco Pechenino , de- ai nostri dì in tantissime officine . La bestemmia,
coro della scienza e splendido ornamento del
sacerdozio torinese e fervoroso nostro Coo-
peratore .
Da parte poi di tutti i Salesiani si ab-
biano quei cari e ricordevoli alunni la no-
stra ammirazione, ed il loro illustre esempio
resti di nobile lezione a mantener saldi e
il turpiloquio, lo spirito di ribellione ed altri
mortali veleni ammorbano il giovanetto in mezzo
al lavoro per anni interi con lena incessante . Un
poeta esclamava un dì : Tre cose ci rimasero del
Paradiso terrestre : « I fiori, le stelle e lo sguardo
santo del fanciullo . » Gettate in quelle officine
pestilenziali l'anima angelica di tanti figli del
popolo e ne usciranno orribilmente trasformati .
costanti gli insegnamenti appresi colà
Chi può enumerare le spaventevoli conseguenze
Ove il Salice stride in breve sponda .
di tanto veleno?
Alle officine empie Don Bosco pone di fronte
le officine Salesiane . Le medesime macchine, gli
stessi lavori, ma oh! quale diverso ambiente per
la mente, pel cuore, per l'educazione morale e
civile dell'operaio!
All'Esposizione nazionale di Torino del 1884
AZIONE SALESIANA
leggevasi sovra una grande galleria il nome di
D . Bosco . - Oh ! esclamavano molti, anche i
preti all'Esposizione? Vedremo candelieri e stole .
Da Faenza a Pola .
- Era un'accademia stupenda di lavoro , a cui
erano intenti gli allievi di Don Bosco . Cartiera,
Nel maggio scorso il nostro D . Stefano
Trione visitava i nostri benemeriti Coopera-
tori e Cooperatrici di Faenza, Ferrara, Pa-
dova , Venezia, Treviso, Gorizia, Trieste,
compositoria, stamperia e legatoria in pieno e
perfetto esercizio . A destra entrando vedevi la
rude pasta, con cui si ha la carta, poscia seguendo
ne vedevi la trasformazione, e nell'uscire ne avevi
già il libro artisticamente legato .
Capodistria, Pirano, Parenzo, Rovigno e Qui l'oratore enumera le officine Salesiane di
Pola . In tutte queste città ebbe accoglienze D . Bosco e specialmente parla di quelle di To-
cordialissime e vi potè anche tenere ove con-
ferenze private, ove pubbliche con grande
intervento di fedeli . Non potendone parlare
di tutte, ci limiteremo a riprodurre un sunto
di corrispondenza sulle due conferenze che
questo nostro conferenziere tenne nella in-
rino, Parigi, Marsiglia, Barcellona e di quelle che
sono nelle capitali della Colombia, dell'Equatore
e dell'Argentina . - D . Bosco, prosegue l'oratore,
nel giorno solenne della sua prima Messa, salendo
il santo altare, diceva al Signore: « Mio Dio, in
questo più bel dì della mia vita vi domando una -
grazia grande assai : mio Dio , io umilmente vi
signe cattedrale della più lontana tra le sud- domando l'efficacia della parola . » E questo gran
dette città da lui visitate, vogliamo dire di dono D . Bosco lo ebbe . D . Bosco fu oratore che
Pola nell'Istria
attirava, convinceva, convertiva . Chi potrebbe
enumerare i trionfi riportati dalla parola viva ! di
L'oratore, dopo aver esordito la sua prima con- D . Bosco . - L'efficacia della parola! E Don Bo-
ferenza col narrare un fatto storico sull'impor- sco l'ebbe nella penna, da cui uscirono settanta
tanza ed efficacia della educazione della gioventù, e più operette ed un'onda incessante e larghis-
passa ad enumerare i principali bisogni e peri- sima di epistolari corrispondenze con innumere-
coli che nel secolo nostro specialmente circondano voli persone d'ogni grado sociale . - L'efficacia
i giovanetti ; bisogni e pericoli cui Don Bosco ri- della parola ! E Don Bosco l'ebbe nella stampa .
spose col mirabile suo apostolato .
L'oratore parla a lungo delle tipografie e li-
D . Bosco studiò la gioventù nelle prigioni dello brerie di D . Bosco, delle pubblicazioni periodiche
Stato, nelle famiglie del popolo, nelle pubbliche e non periodiche, delle edizioni per le scuole e
scuole, nelle officine, per le pubbliche vie e piazze pel popolo fatte da Don Bosco .
delle grandi città .
Il secolo nostro fu chiamato il secolo della
Il fanciullo tende alla luce come il fiorellino al scuola, il secolo del lavoro, il secolo della stampa .
sole . Il secolo nostro lo sa e moltiplica le scuole . Orbene D . Bosco è stato grande apostolo di queste
Non mai come oggi si videro moltiplicarsi co- tre grandi potenze e le rese coefficienti non di
tanto le scuole . Ma le scuole senza Dio e senza peste e ruina, ma di sana civiltà e morale pro-
religione non educheranno giammai . Don Bosco gresso e diede alla società nuova falange di co-
impianta le sue scuole diurne e serali pei fan- stumata gioventù, di virtuosi ed intemerati cit-
ciulli ed anche per gli operai già adulti, e vuole tadini .
che siano scuole che, illuminando la mente, non L'oratore passa quindi a dire dei mezzi adope-
dimentichino il cuore, anzi, risanandolo da ogni rati da D . Bosco per condurre a tanto sviluppo
ferita già toccata, lo infiammino e lo arricchi- le sue opere ed in particolare ne spiegò due : la
scano delle più sode virtù .
fondazione cioè della Pia Società di S . Francesco
L'oratore dà cenni storici delle scuole di Don di Sales e l'intercessione di Maria SS . Ausiliatrice .
Bosco che oggi si moltiplicarono in modo prodi- E conchiuse col narrare qualche grazia di Maria

2.7 Page 17

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Ausiliatrice per dimostrare l'intervento di questa
buona Madre nelle Opere di D . Bosco .
Alla seconda conferenza l'uditorio era cresciuto .
Ben oltre a cinquemila uditori affollavansi nelle
tre ampie navate di quella magnifica cattedrale .
L'oratore dopo breve esordio entra a parlare
delle Missioni estere di D . Bosco . - Dapprima i
Missionari Salesiani di D . Bosco si occupano degli
Europei sbarcati nell'America in cerca di lavoro
e pane. L'oratore descrive la condizione materiale
e spirituale di tanti fra questi infelici operai
sparsi nelle città e nelle campagne di quelle Re-
pubbliche, e narra fatti commoventissimi descri-
vendo l'apostolato del Missionari di Don Bosco a
pro di quei lontani fratelli . Poscia senza dimen-
ticare questo vasto campo di sacrificio e di uber-
toso lavoro, i Salesiani intraprendono Missioni a
pro degli Indii o selvaggi americani . L'oratore
descrive la Patagonia e la Terra del Fuoco e le
difficoltà di tali Missioni, accenna molti fatti e
ne racconta in disteso due o tre , descrivendoli
eloquentemente .
Nell'ultima parte della conferenza parla del-
l'Associazione internazionale dei Cooperatori e
delle Cooperatrici Salesiane . Ne ricorda l'origine
ed il pronto sviluppo, ne spiega lo spirito e lo
scopo . I Cooperatori e le Cooperatrici Salesiane,
dice l'oratore, si propongono in particolare di
imitare D. Bosco nell'adoperarsi a educare cri-
stianamente quanti più giovani possono, favorire
le vocazioni ecclesiastiche e religiose e promuo-
vere la buona stampa ; in generale poi fanno tutto
ciò sostenendo con aiuti morali e materiali le
Opere e le Missioni Salesiane .
L'oratore termina salutando e ringraziando com-
mosso l'affollata udienza e raccomanda alle loro
preghiere ed alla loro carità le Opere e Missioni
di D . Bosco .
Noi sentiamo il dovere di ringraziare con la
più viva riconoscenza tutti i nostri benefattori
che ci vennero in aiuto a favorire questi viaggi
e conferenze ; ringraziamo le rispettive Autorità
locali tanto ecclesiastiche che civili , le quali ci
dimostrarono anche in questa occasione paterna
benevolenza ; ma ringraziamo poi con particolare
riconoscenza gli Eccellentissimi Vescovi ed altri
degnissimi ecclesiastici religiosi che vollero ospi-
tare con splendida carità il conferenziere ed il
confratello che lo accompagnava . Iddio ne li ri-
meriti tutti come e quanto lo desidera il nostro
cuore .
Altre adunanze.
CUNEO, 14 Maggio . - Nell' Oratorio della
Cattedrale, alle ore 14, fu tenuta in forma privata
una Conferenza dal zelante Direttore Diocesano
D . Pier Felice Biglia, a fine di costituire anche
in questa città un Comitato di Cooperatori e Coo-
peratrici per provvedere al buon andamento del-
l' azione salesiana .
MANDELLO ed ABBADIA (Diocesi di Como),
14 Maggio, ed ERBA d'INCINO (Diocesi di Mila-
no), 20 stesso mese . - Vi teneva conferenza sulle
Missioni di D . Bosco il nostro Missionario Don
Fedele Riva . L'udienza fu in tutti questi luoghi
numerosissima ; ciò si deve all'interesse che se ne
presero i rispettivi Arciprete, Parroco e Prevosto,
ed all'avidità di quei fedeli di sentire parlare
delle Opere dell'Apostolo del secolo XIX .
ASTI, 24 Maggio - Quel Direttore D . Gay
in sulla sera radunò i Cooperatori e le Coopera-
trici e parlò loro di D . Bosco e delle Opere Sa-
lesiane, invitandoli ad interessarsi specialmente
degli Oratorii e della buona Stampa, raccoman-
dando in modo particolare le nostre Letture Cat-
toliche .
MILANO, 29 Maggio . - Quest' oggi i Coo-
peratori e le Cooperatrici Salesiane di Milano
celebrarono solennemente per la prima volta nella
Chiesa di S . Maria Segreta la festa di Maria Au-
siliatrice . Nel pomeriggio vi fu adunanza generale,
per parlare dell'erigendo Istituto Salesiano in Mi-
lano : vi intervenne il nostro Superiore Don Rua,
S . Ecc . R .ma Mons . Mantegazza, testè consacrato
Vescovo, ed altri distinti personaggi del clero e
del laicato milanese .
GRAZIE Dl MARIA AUSILIATRICE
Riconoscenza a Maria! - Riveritis-
simo Sig . D . Rua, - Questa buona popola-
zione Castellinaldese, intimamente persuasa
che la Madonna di D . Bosco continuamente
spande su di essa le sue celesti, materne
benedizioni, seguitò per l' anno scorso a fare
tutti i giorni una preghiera colla promessa
di attestarle la propria gratitudine colla pre-
sente offerta . Ed ora si fa un dovere di in-
viare alla S . V . Reverend .ma lire 350, quale
attestato del suo animo riconoscente, mentre
la supplica a voler pregare e far pregare i
suoi ottimi figli per tutti noi .
Castellinaldo, 17 Aprile 1894 .
Sac . ToMM ASO Vico
Arciprete .
Maria aiuta chi soccorre le Mis-
sioni ! - Rev .m° Sig . D . Rua, - Alle in-
numerevoli grazie avute da coloro che hanno
fatto ricorso a Maria SS .ma Ausiliatrice nelle
più gravi infermità, aggiunga ancora la se-
guente . Il giorno 3 Marzo di questo anno si
ammalò con febbre il mio fratello maggiore
Alessandro Tucci, padre di due figli maggio-
renni e di due figlie in età minore . Fu su-
bito chiamato il bravissimo medico curante
Sig . Cav . Giulio Lippi, il quale al secondo
giorno cominciò a dubitare che si trattasse
di grave bronchite con catarro russo o soffo-
cativo . La sua diagnosi fu poi chiaramente
confermata, e il malato andava ogni giorno
peggiorando ; ma non era per anco stato di-
chiarato dal medico l'imminente pericolo . La
mattina del dì 7 Marzo trovandomi io sotto-
scritto nella Chiesa di S . Michele di questa
città avanti ad un altare , ove era esposto
all' adorazione Gesù Sacramentato e dove
eravi pure scoperto un grande Crocifisso e
una Vergine Addolorata in rilievo, pregai

2.8 Page 18

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con grandissimo fervore per la salute spiri-
tuale e anche corporale del caro mio fratello .
Nel pregare mi venne alla mente che ella,
Rev.m° Sig. Don Rua, non molto tempo ad-
dietro aveva chiesto con lettera ai Coopera-
tori salesiani dei soccorsi per le Missioni
mandare la promessa offerta per le sante
Missioni Salesiane . Sia sempre ringraziata
Maria SS . Ausiliatrice !
Lucca, 21 Aprile 1894.
GIROLAMO Tucci .
della Patagonia e d' altre regioni, e non
avendo io ancora ottemperato a questi suoi
desiderii e richieste, sebbene ne avessi sem-
pre avuto l' intenzione, mi sentii come ispi-
rato di farlo nel giorno stesso ; decisi quindi
di mandare tosto una tenue offerta per que-
sto santo scopo, e, confidando nella interces-
sione di Maria Ausiliatrice, supplicare nel
tempo stesso V . S . a far pregare anche dai
suoi buoni giovanetti per la pronta guari-
gione del detto mio fratello . Contemporanea-
mente promisi per lui che, appena ottenuta
da Maria SS .ma la grazia implorata, avrei
mandato per conto suo una maggior somma
determinata, a profitto delle sante Missioni
Salesiane . Alle 12 meridiane impostai la let-
tera con vaglia diretto alla S . V . R.ma che
feci firmare dal fratello Rev . Nicolò, e da
quel momento di mesto che io era divenni
fiducioso e calmo, come se già si fosse otte-
Maria, proteggi le nostre cam-
pagne! - Rev .m° Sig . D . Rua . - Anche
quest' anno, come nei due antecedenti, spe-
disco a V . S . R. ma una piccola offerta rac-
colta in questa mia Cura per implorare da
Maria Ausiliatrice di essere preservata dalla
grandine la campagna nel corso di questo
anno . Nei due anni antecedenti, quantunque
tante volte minacciati, siamo stati da Maria
SS. liberati . È perciò che accludo L . 33 -
perchè sia celebrata una S . Messa all' altare
della Madonna Ausiliatrice, e sia fatta una
Comunione dai giovanetti dell' Oratorio con
una novena per implorare la grazia che si
domanda .
Cisterna, (S . Daniele del Friuli)
27 Aprile 1894.
D . GIOV . BATTISTA STUA .
nuta la grazia da Maria SS . La notte stessa
verso l' una venne il medico, e trovato l'in-
fermo molto aggravato, volle con insistenza
un consulto ; per il che fu scelto e chiamato
in fretta il primario medico di questo ospe-
dale, Sig . prof. Edoardo Bonardi, il quale
disse chiaramente che l' ammalato era tanto
grave da non lasciare più alcuna speranza,
e da dovere soccombere quasi certamente du-
rante la stessa notte . Dopo di che gli fu
amministrato il SS . Viatico, e tanto il Dot-
tore curante quanto il Rev . Sig. Curato della
Parrocchia, coll'Olio santo preparato, lo ve-
gliarono tutta la notte , aspettando il Sig .
Curato il cenno del medico per dargli l' E-
strema Unzione e raccomandargli poi l'anima .
Ma questo cenno non fu mai dato dal me-
dico, perchè Maria SS . era venuta in nostro
soccorso . La mattina seguente, 8 Marzo,
l' ammalato cominciò a stare un po' meglio,
e questo leggiero miglioramento andò sem-
pre aumentando . Il giorno 10 Marzo rice-
vemmo la sua lettera annunziante che i
buoni suoi giovanetti avevano cominciato il
dì 9 una novena a Maria SS . Ausiliatrice
per il nostro infermo . Si aggiunsero per
parte nostra col maggior fervore al Rosario
di famiglia le preghiere nella sua lettera
prescritte . Il Sabato Santo (24) l' ammalato
era in piena convalescenza ; e il giorno di
Pasqua alle preghiere di famiglia si aggiunse
un Te Deum in ringraziamento a Dio ed a
Maria SS . Ausiliatrice per la grazia ricevuta .
- Tanto il guarito Alessandro, come il sot-
toscritto e tutta la famiglia ringraziano di
cuore la S . V. Rev .ma e i cari suoi giova-
Ringraziano pure Maria SS . Ausiliatrice
per segnalati favori ottenuti mediante la sua
potente intercessione i seguenti
Agost no Palmero, Bordighera . - Maria Della Chiesa
di Cervignasco, Saluzzo . - Una famiglia riconoscente,
Beinatto . - Adele Martini, Saliceto (Savona) . - Mar-
gherita Dotta, Benevagienna. - Teodora Borelli.
Maria Baratono, Vialfrè . - Pietro Gonella . - D . Pe-
rorino, Rettore, Loranzè . - Una Cooperatrice Sale-
siana, Sampierdarena . - Angela Testa, Genova . - Giu-
seppe Crande, Rufia . - Giuseppe Bernasconi, Tor-
ricella . -- Giuseppe Garatti, Pian Camuno (Brescia) .
- Catterina Abrate, Carmagnola . - Maria Visconti,
Piscina. - Lucia Albrito, Cornegliano d' Alba . -
Francesca Pilone-Vittore, Lecco. - Angela Zaffaina ,
Caldogno . - A . S . A ., Savona . - Giuseppe Gagliar-
dini, Vecre . - Fortunato Guglielmone, Pinerolo .
Emilia Frantone n . Fontana, Gassino . - Camillo
Barbieri fu A ., Genova . - Catterina Pensa, Niela
Tanaro . - M . G ., maestra . - C . C . Cooperatrice Sa-
lesiana di Borgomana . - Ch. Antonio Castilla, Spa-
gna . - Ortensia Dealexandris, Acqui . - Carlo Quin-
tiliani, Torino . - Clotilde Martini in Guidetti, Reno .
- Canonico Bernardo Leoncini col Sacerdote Giu-
seppe Macciò, Canapo Ligure . - Ch. Stefano Ferreri,
Vicoforte S. Pietro (Mondovì) . - Ch . G . G . Salesiano,
Marsala . Vincenzo Piglia, Zanco di Villa Denti. -
Giuseppe Abona, Dogliani. - Maria Chiavarino, Ca-
stelnuovo . - Letizia Jano, Bosconero. - Bartolomeo
Marchisio, America. - Antonio Negretti fu Giacomo, .
- Rosa Banchero, Montiglio . - Ferdinanda Riscaldino,
Torino . - Giorgio Sola, avalerleone . - Giacomo De-
larossa, Cavalerleone. - Gerolamo Marchisio . - Don
Pietro Pedrotta, Gambarogno . - Madame Vittoria L.
Subis, Godesberg (Prussia) . - Giovanni Delbaso, Poi
Tino . - Tommaso Botta, Cherasco . - D . Francesco
Cartevesio, Lamorra . - Giuseppe Ruasio, Costigliole.
- Vittoria Biavoni Vernetti, Novi.G- iovanni Ales-
sio, Caramagna . - Clara Barberis, Saluggia. - Teresa
Bassi, Voghera . - Orsola Zublena, Bianze . - Giovanna
Tartassa, Torino . - Giuseppe Porta, Monteneagno . -
Emma Bollano, Torino. - Felicita Anzola, Torino . -
Teresa Bargetto, Castelnuovo . - Lucia Maiolo . - Clara
netti per le efficaci preghiere da loro fatte Marcellino, Burgone . - Carolina Galetto, Cavour . -
a Maria SS . Ausiliatrice . Ed Alessandro
Giovanni Bert ., Vallardora, - Marianna Gioda, Poi-
rino . - Giacomo Elena, Valfenera d'Asti . - Giuseppina
adempie al voto da me fatto per lui col Strada Comissoni, Gropello Cairoli . - Maria Strada

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Colombani Comissoni, Cassinale Margarolo . Giu-
lietta Ropolo , Perosa . -Annetta Covolla . -Angela
Covolla . - Carolina Dellaporta . - Domenica Ciliutti .
- Maria Sala, Bianzè . - Lucia Zanoglio, Vigone . -
Margherita Masero, Villanova d'Asti . - Luigia Grimal-
di . - Maria Careggio, Castelrosso . - Ved . Teresa Neb-
bia, Casale . - Maria Icorno, Torino . - Riccardo Dones,
Valenza Po. - Maria Burgarella, Pinerolo . - Filippo
Rosso, C.avour- Gio . Batt . Porcile, Bolzaneto (Liguria) .
- Giovanna Bronzino, Rivoli . - Ved . Luigia Carbone,
Susinno .-Natalina Schiapparelli, Torino .-Guglielmo
Garelli, Trinità . - Pietro Rosso, Torino . - Costanza
Paschetta, Savigliauo . - Garrone Parr ., Ceresole . -
Antonio Negretti fu Giacomo, Ceresole. - Celestina
Bussano, Setigliano . - Giuseppe Gorleri, Bricherasio .
- Giuseppe Garzino, Sampeyre . - Domenico Ganerda
- Teresa Ponzetti, Ressalo . - Rosalia Ved . Sarso-
longo, Cosatto.
ECO DEGLI ORATORII FESTIVI
Gara Catechistica
Un bell' intrattenimento vi fu la Domenica di
Pentecoste, 13 Maggio, nell' Oratorio festivo di
S . Francesco di Sales in Torino. Quivi nelle ore
pomeridiane erano intervenuti molti signori e si-
gnore della città per assistere alla gara catechi-
stica che davano quei giovanetti esterni . Presie-
deva all' accademiola il Rev .mo Sig . Don Rua coi
primari Superiori dell' Oratorio interno . La banda
di detto Oratorio festivo ci fece sentire scelti
pezzi di musica ben eseguiti e la scuola di canto
alcune delicate romanze . La prontezza, il brio, la
vivacità con cui rispondevano alle domande che
prima dagli esaminatori e poi tra di loro veni-
vano facendosi quei cinquanta candidati chiara-
mente dimostrano quanto bene s' insegni e si stu-
dii in quest' Oratorio festivo il Catechismo, la
scienza delle scienze . Oh ! ne vada lieto il loro
Direttore Don Giuseppe Pavia ! Quei cari giova-
netti che ora, di mezzo anche ai lavori dell' offi-
cina, studiano così bene il Catechismo , certa-
mente lo sapranno praticare adesso e per l' avve-
nire, come raccomandò loro nel suo discorso di
chiusura il Sig. Don Rua, e si manterranno sem-
pre buoni cristiani ed onesti cittadini .
VARIETÀ
« Alle feste solenni di Marsiglia, così il corri-
spondente, presero parte, oltre le Autorità eccle-
siastiche, tutte le Autorità civili e militari, co-
minciando dal generale comandante l'armata delle
Bocche del Rodano, dal sindaco (maire) della città
con tutti gli altri funzionari in tutta la pompa delle
loro divise . Per la musica si volle che fosse ese-
guita la Messa di Giovanna d' Arco del Gounod,
stata eseguita qualche anno fa a Reims sotto la
direzione dello stesso autore . Il Comitato per que-
ste feste ebbe il felice pensiero di affidarne l' ese-
cuzione ai Salesiani di Marsiglia e di Torino . A
Marsiglia vi è la rinomata M aitrise de St-Joseph
diretta dal maestro salesiano D . G . Batt . Grosso,
forte propugnatore della musica veramente sacra ;
e dall' Oratorio di Torino col maestro Dogliani
partirono 40 tra soprani e contralti . La Messa fu
diretta dal maestro locale predetto Grosso ed ac-
compagnata dal maestro Dogliani .
» L' esecuzione fu perfetta e destò grande en-
tusiasmo massime per parte delle voci bianche .
Tutti i giornali cittadini d' ogni colore ebbero
espressioni di molta lode per la Messa e per
l'ottima esecuzione, ed i piccoli artisti di To-
rino furono fatti segno delle più vive simpatie .
» La funzione fu strettamente liturgica e gli
intermezzi di canto gregoriano, così maestrevol-
mente eseguiti, concordarono perfettamente collo
stile grave della Messa . Secondo le prescrizioni
sinodali di parecchie città della Francia, il Credo
si deve eseguire da tutto il popolo in canto gre-
goriano . In ossequio a queste prescrizioni Gounod
nella Messa di Giovanna d'Arco non ha composto
il Credo . E così si ebbe il magnifico e consolante
spettacolo di vedere le Autorità , gli ufficiali, le
signore col loro libro in mano alternare i ver-
setti del Credo coi seminaristi e coi musici .
» Si calcolano a più di 12 mila le persone mu-
nite di biglietto d'ingresso che assisterono alla
funzione della grande Cattedrale, e più di 30 mila
dovettero rimanere sulla piazza per mancanza di
posto in chiesa .
» L' ordine fu perfetto, l' entusiasmo immenso ;
la città per tutta quella giornata fu animatissima .
Non si può non lodare il Comitato per l'impegno
preso, e certo si sarà trovato lieto del magnifico
risultato .
» I musici salesiani piacquero assai, sicchè in
due altre chiese di Marsiglia furono invitati a dar
prova di loro valore e dappertutto riportarono
allori . Per loro il nome della patria di Bellini,
Rossini, Verdi e Palestrina risuonò a Marsiglia
onorato e rispettato . »
I cantori dell'Oratorio di Torino a Marsiglia .
I nostri Cooperatori sanno come, non ha guari,
il S . Padre Leone XIII dichiarava Venerabile la
Pulzella d' Orléans Giovanna d' Arco, concedendo
l' introduzione della causa della di lei beatifica-
zione . A quest'atto pontificio ed alla proposta
del senatore Fabre di proclamare l' 8 Maggio,
giorno del trionfo di Giovanna d' Arco, come fe-
sta nazionale della Francia, tutte le città della
grande nazione vollero manifestare la loro alle-
grezza con grandiose feste religiose e civili . In
questo non ultima fu la città di Marsiglia, dove
invitati convennero pure parecchi cantori del no-
stro Oratorio di Torino . Una corrispondenza di
colà all'ITtaliRed orino ne dirà quali fu-
rono le accoglienze loro fatte e l' impressione
colà lasciata .
A Moncrivello.
Togliamo la seguente corrispondenza da Mon-
crivello dal Vessillo di S . Eusebio di Vercelli
« La Domenica, 6 Maggio, ebbe luogo un sag-
gio scolastico nell' Asilo infantile di questo nostro
paese . Si trattava di canti, dialogi, poesie, eser-
cizii di ginnastica e piccole lezioncine intramez-
zate sapientemente, in cui doveva mostrarsi l'abi-
lità, diciamola così, coreografica di quei fanciulli
e la loro presenza di spirito sotto il bersaglio di
tanti occhi, che non si toglievano mai loro di
dosso .
» Parrà una cosa usuale e di nessun conto : ma
non l'è . L'esito fu così soddisfacente, pieno e
splendido da meritare un rilievo : se non altro
qual tenue compenso alle fatiche opprimenti delle
maestre . Io andava pensando : Come hanno fatto

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queste povere Suore di M . A . a trasformare que-
sti ragazzetti informi, rozzi, biricchini in tanti
piccoli attori , vispi , agili , briosi , se volete ma
disciplinati, ammodo e composti? Non che sfug-
gisse uno scerpellone, una parola a sproposito,
un atto sguaiato ! Altro che tramutare in gra-
ziose statue dei cepperelli informi ed irriducibili !
» Avventurati i genitori che consegnano a mani
così esperte i loro piccoli fanciulli, per riaverli
ammaestrati e dirozzati . Certo è per Moncrivello
un segnalato ed impareggiabile benefizio l' avere
in un locale ampio e ameno un istituto così ben
diretto, da cui germoglierà grande bene .
» Se non sapessi di offendere la modestia, potrei
dire grandi cose di coteste Suore, dei benefattori
di questo Istituto , specialmente della signora
Persico, madre affettuosa ed amorevole dei fan-
ciulli moncrivellesi, e di un signore noto ed
amato, che concorre col suo appoggio morale e
materiale all' incremento dell' Asilo : ma il loro
nome è già scritto nel cuore dei buoni e nel Cielo .
» Iddio benedica queste buone Suore . I nemici
degli Istituti religiosi vadano una volta in un a-
silo e vedano quante elette virtù, quanti sacrifizi,
che miracoli di carità si celano sotto quel povero
velo, quel soggolo dispregiato e deriso . Oramai
la si può dire cosa indiscussa e indiscutibile : la
Suora cattolica è la naturale educatrice dell' in-
fanzia .
» Certi sacrifizi, certe abnegazioni non si possono
avere che da persone che consacrino tutte so
stesse a Dio nella santificazione e nella educa-
zione della fanciullezza . E chi ha provato a far
scuola, chi si trovò in mezzo alla piccola marma-
glia, anche per poco tempo, non mi darà certo
torto » .
R.
Cooperatori defunti nell'Aprile e Maggio dei 1894 .
1 Albani Avv . D . Vincenzo - Pa-
lermo .
2 Albertazzi D . Pietro - Palermo-
3 Andreoli Domenico - Travagliato
(Brescia) .
4 Antonietti D . Andrea - Schilpario
(Bergamo) .
5 Antonino Angela ved . Martinolo -
Torino.
6 Arduino Margherita - Valfenera
d'Asti (Alessandria) .
7 Argenti co nmend . prefetto - Parma .
8 Armi Don Francesco -. Penne (Te-
ramo) .
9 Bacci Elena, religiosa - Città di Ca-
stello (Perugia) .
10 Baglioni di Morale cav . Bonaventura
Torino .
11 Baldini can . Angelo - Roma.
1,2 Baroli Clementina - Cremona.
13 Barolo Anna - Cherasco (Cuneo) .
14 Bellettato Don Eugeuio , capp . --
Fratta (Rovigo) .
13 Beltamio Don Giuseppe - Buriasco
(Torino) .
15 Bens Anna - Torino .
17 Bernasconi D . Carlo, parroco - Cor-
nale (Brescia).
18 Bettio Rosa - Valeggio (Verona) .
19 Bisogni Giuseppe - Siena .
20 Bocubrini Anna nata Gamba - San
Francesco d'Albano (Genova) .
21 Bongiovanni Giuseppina - Casal-
borgone (Torino) .
22 Bonzano Ch. Giovanni - Martinengo
(Bergamo) .
23 Brunati D . Giuseppe - Tenno (Ti*
nolo) .
24 Caldi Teronzia, religiosa - Onaegna
(Novara) .
25 Capri dott. Domenico- Ali Marina
(Messina) .
26 Cavalli Annetta -Montefaorito (Forlì) .
27 Censi Tenaide - Esanatolia (Mace-
rata .
28 Ciaprè . Ferdinando - Nereto (Te-
ramo)
20 Coggiola Rosa - Lu (Alessandria) .
30 Colombo Angelo - Omegna (No-
vara) .
31 Colombo D . Eugenio, prep .-parroco
- Milano .
32 Coletti Giuseppe - Perarolo (Bel-
luno) .
33 Coppello D . Pietro, cur . - Firenze .
34 Corna Don Angelo - Scanzo (Ber-
gamo) .
35 Cucavaz D . Giuseppe - Lauzzana
(Udine).
36 De-Casa Avv . Cav . Giuseppe - To-
rino .
37 Del Rio Avv. Enrico - Reggio E-
milia .
38 Del-Rio Cav. Avv. Giuseppe - Reg-
gio Emilia .
39 Duri Angiolina - Novara .
40 Ercole D . Nicodemo - Paola (Ce-
senza) .
41 Fain D . Antonio - Villese (Austria) .
42 Fanetti Antonia fu Cesare - Cam-
pello Monti (Novara) .
43 Fassoni Emilia - Lonigo (Vicenza) .
44 Ferrareto Teresa - Monticello (Vi-
cenza) .
45 Ferrari Don Giovanni - Biaceta
(Trento) .
46 Ferri Agostino - Grosseto .
47 Fietta Nob . Lorenzo - Paderno
d'Asolo (Treviso) .
48 Fontana D. Luigi, arcipr . - Quattro
Cartella (Saggio Emilia) .
49 Fornara Don Pietro - Cameri ( -No-
vara) .
50 Frizzi D . Bartolomeo - Albero (Ve-
rona) .
51 Gasparini Don Francesco - Prato
(Udine).
52 Gantier Rosa - Cuneo .
53 Giacomini D . Francesco - Annone
(Venezia).
54 Gianferrari D . Antonio, prevosto -
S. Prospero (Reggio Emilia) .
55 Givagrè Don Giuseppe, prevosto -
Solbrito ( Alessandria) .
56 Giovenola D . Giuseppe - Milano.
57 Giusti Nob . Ger . - Tarzo (Trevis o) .
58 (loggia Anna - Biella (Novara) .
59 Gneeco Don Giuseppe - Isola dei
Cantone (Porto Maurizio) .
60 Grandi Don Carlo, canonico - Pia-
cenza .
61 Grosso-Grana Gabriella - Monta-
naro Canavese (Torino).
62 Iacoboni Anna Maria - Alacerata.
63 Lanzabecchia Teresa - Predona (A-
lessandria) .
64 Larino Teresa - Torino .
65 Longon Angelo fu Francesco - A-
solo (Treviso) .
66 Lusardi Don Giuseppe, canonico -
Piacenza.
67 Maggi Giuseppina ved . Manassero
- Costigliole (Cuneo) .
68 Maggiore Giovanna nata Alessandro
- Ali Marina (Messina) .
69 Magni Mons . Giuseppe - Novara.
70 Marchetti M . - Torino .
71 Marcozzi D . Vincenzo, professore -
Ascoli Piceno .
72 Martelli D . Agostino - Monterosso
al Mare (Genova) .
73 Martini Guglielmo - Pamparato
(Cuneo) .
71. Mazzocoli D . Carlo, parroco- Man-
tova .
75 Mazzucchetti Ing . Cav. Uff. Ales-
sandro - Torino .
76 Mior D . Silvestro - Teglio (Venezia) .
77 Milesi D . G . Batt . - Pontida (Ber-
gamo) .
78 Mitri Maria ved . Valentini - San
Venanzio (Orvieto) .
79 Mombello canonico Domenico - Va
razze (Genova) .
80 Montalli Enrichetta - Cremona.
81 Morandini D . Giuseppe - Varallo
(Novara) .
82 Mughini D . Giuseppe - Modigliana
(Firenze) .
83 Murero Don Antonio - Chioggia
(Venezia) .
84 Mannini D . Michele - Verignana
(Bologna) .
85 Padaschini D . Pietro, capp .- Mione
(Udine) .
86 Padre Liberato, Min . Oss . - Pegli
(Genova) .
87 Pallanca Martino fu G . Batt . - Si-
borga (Porto Maurizio) .
88 Perazzo Secondo - l'orino .
89 Peschiera Gioconda - Mantova .
90 Petix Luigi - Palermo
91 Picca D . Celestino, arcipr. - Tur-
rita Tiberina ( Roma) .
92 Pizzolart Amalia - Volta (Mantova(.
93 Poma Lucia - Torino .
94 Pugliatti duch . Teresa -Catanzaro .
95 Quaini Maria - Locata (Cremona) . .
96 Ricci Leandra - Treviso .
97 Rigolim Amalia Mantova .
98 Roetti D . Bartolomeo, canonico . su-
periore della Piccola Casa del Cot-
tolengo - Torino .
99 Ronchieri Don Luigi - Codogno
(Parma) .
100 Rossi-Scotti contessa Eleonora -
Perugia .
101 Saracco Lucia - Torino .
102 Scherillo P . Martino - Soccavo
(Napoli) .
103 Selvaggi D . Giuseppe, arciprete
Loco rotondo (Bari) .
104 Silva-Pollini Anastasia - Gravel-
lona (Pavia) .
105 Succi lanetta nata Blano - Castel-
nuovo - Calcea (Alessandria) .
106 Tambarlini Cristoforo fu Daniole
- Amaro (Udine) .
107 Tamburini Barbieri Carlotta-Mi
lano
108 Tasca Angela - Torino .
103 Tucci Laura - Lucca .
110 Cghetto Dott . Antonio - Ventimi-
glia (Porto Maurizio)
111 Valentina Giuseppe - Casale Mon
ferrato (Alessandria) .
112 Vanini D . Iacopo- Valdibore (Fi-
renze) .
113 Vasalicò Mons . Lucio - Vidor (Tre.
viso).
114 Ventre Clotilde - San Damiano
d'Asti (Alessandria) .
115 Verona cav. Ernesto - Milano .
116 Vincenzetto Don Giuseppe, prof . -
Padova .
117
Zennato
Don
dova
Erminio .
prof.
-
Pa-
118 Zuliani Enrico - Torino.