tura e nulla più ; ma ora che conta omai quattro
mesi di vita, sta bene ne conosca un po' più mi-
nutamente i suoi progressi .
Umili principii e progressi .
Aperto e inaugurato, il giorno 8 Dicembre 1893,
da Mons . Edoardo Pulciano, a cui sta tanto a
cuore e per la cui larghezza e generosità l'Orato-
rio non manca ornai più di nulla, si temeva che
Novara dovesse guardare con occhio indifferente
questa bella e utilissima istituzione ; ma furono
presto dissipati questi timori . Intesa ben tosto
dai buoni l'azione benefica che avrebbe prodotto
l' Oratorio sui ragazzi, che pur troppo, causa l'edu-
cazione laica che s' imparte oggi giorno nelle
scuole, dove mai non si parla nè di Dio, nè di
religione, crescono senza principii e senza fede ;
furono solleciti fin dal principio nel mandare i
loro figli, e così già dalle prime feste se ne aveva
un buon numero . L'Oratorio, quando fu aperto,
non aveva nulla di pronto per poter intrattenere
i ragazzi, pure vi stavano già volentieri . La Chiesa
che allora era come una grande sala, dove si ra-
dunavano i ragazzi a dire le orazioni, e dove nulla
si vedeva di sacro, non altare, non imagini, fu ben
presto provveduta di tutto, e si incominciò dopo
due Domeniche a celebrarvi la s . Messa e le altre
sacre funzioni ; nello stesso tempo si pensò a
provvedere i giuochi per la ricreazione, e ora,
oltre a quello del pallone e delle palle, vi sono
due passi da gigante, varie altalene e una bella
giostra . V' è poi il teatro bello e grande che
piace tanto ai ragazzi . Può immaginarsi come an-
dasse crescendo la famiglia dell' Oratorio, quando
si vide preparata tanta copia di divertimenti, e
tanta facilità di trastullarsi ; l' ampio cortile nel
tempo della ricreazione è come un formicaio!
Un moto continuo, incessante ! Son quattrocento
e più i ragazzi che frequentano l'Oratorio : essi,
quasi conscii del bisogno che hanno di essere
istruiti in fatto di religione, con ansia aspettano
la Domenica per accorrervi ad udire dalla bocca
del Direttore la parola divina spezzata a seconda
della capacità loro, e ad imparare a pregare e lo-
dare il loro Creatore .
I primi frutti di quest'albero benefico, che bene-
detto dal cielo, e coltivato con tanta cura e amore
dalla mano esperta dello zelante D . Ferrando,
cresce rigoglioso di giorno in giorno, irrobusten-
dosi per far fronte, ove sia d' uopo, agli ingiusti
attacchi dei maligni, si colsero la festa di S . Giu-
seppe, di cui intendo parlarle .
La festa di S . Giuseppe .
È la prima festa che solennizzò l' Oratorio di
Novara e ciò fece coll'intervento anche della So-
cietà Operaia Cattolica di Mutuo Soccorso, poichè
tutto e due le istituzioni hanno per protettore San
Giuseppe .
Fin dal primo sorgere dell' aurora di quel fausto
giorno, i ragazzi vestiti a festa accorrevano nu-
merosi, e vi venivano con una compostezza a loro
inusitata ; si era perchè dovevano, fra qualche
ora, accostarsi alla sacra mensa a ricevere la Co-
munione dalle mani del Vescovo, che fa quegli
che diè il maggior lustro alla festa . Non era solo
in questo giorno ch'Egli interveniva ; già nelle
due serate precedenti la festa il buon Pastore era
venuto all' Oratorio e ivi fino a tarda ora atten-
deva a confessare ragazzi . Quanto era bello ve-
dere questo amatissimo Vescovo, che, seguendo
le traccie del buon Gesù, si faceva piccolo coi
piccoli, e non isdegnando d'abbassarsi fino ai più
meschini ad ascoltar le loro miserie, rinnovava
le scene patetiche del Nazareno quando diceva :
Sinite parvulos venire ad me ; lasciate che a me
vengano i piccoli! E Dio benedisse le fatiche del-
l'umile suo servo ; perchè fu evidentemente con-
solato, quando, durante la sua Messa, ebbe a di-
stribuire ben più di 350 comunioni, a uomini ed a
ragazzi , gran parte dei quali erano stati istruiti
a ammaestrati all'Oratorio nelle lezioni serali di
Catechismo, che impartiva loro con tanto amore
D . Ferrando . Alla fine della Messa Monsignore ri-
volse ai comunicati un fervorino, parlando con
quella dolcezza che gli è propria, e con una fami-
gliarità e semplicità che accaparra l'animo e per-
suade . Terminata la sacra cerimonia, ai fanciulli
ammessi alla 1a Comunione si diede la tradizio-
nale colazione, e quanto tripudio ne menassero,
per esser la prima volta, non può immaginarsi .
Alle 10 vi fu Messa in canto, e poiché l' Ora-
torio non è ancor provvisto di cantori, non essen-
dosi potuto fino adesso far apprendere un po' di
musica, fu eseguita dalla Società Corale di questa
città con accompagnamento d'orchestra .
Nel pomeriggio a rendere più gaia la festa e a
dar più brio alla famiglia dell' Oratorio, già vi-
vace per sè, veniva la banda di Lumellogno, di-
retta dal bravo Piazzalunga ; più tardi giunse
M ons . Vescovo che fu ricevuto a suon di musica ;
era felice nel veder tanta gioia cristiana e sin-
cera, e nel veder tanto onorato l'inclito Sposo di
Maria .
Si diè quindi principio ai Vespri, eseguiti come
al mattino, dalla Società Corale ; terminati i
quali, Monsignore parlò all'affollato uditorio, tes-
sendo in modo semplice e famigliare, ma efficace,
le lodi del Santo, rivolgendosi in ispecie ai fan-
ciulli . Impartì quindi la S . Benedizione, e chiuso
la festa ; e noi ringraziamo dal profondo del cuore
il santo Pastore, per aver voluto così benigna-
mente partecipare e illustrare la cara festicciuola,
e gli preghiamo dal buon Dio le più elette be-
nedizioni .
La banda però si fermò ancora per qualche
tempo a rallegrarci colle suo dolci armonie, che
lasciarono in tutti una graditissima impressione .
Così finiva la festa ; ma ad essa mancava qual-
che cosa, voglio dire il teatrino : ma se non si
fece, fu solo perché era il Lunedì Santo, e non
parve cosa conveniente dare un simile diverti-
mento in quel giorno ; però ciò che non si fece
allora, fu fatto il Lunedì susseguente, cioè la se-
conda festa di Pasqua, e si fece appunto come
complemento alla festa di S . Giuseppe . Si rappre-
sentò il Se jano, dramma in cinque atti del Sacer-
dote Lemoyne, da giovani che frequentano l' Ora-
torio, i quali seppero soddisfare appieno i numerosi
invitati . Si permise in quella sera l' intervento
delle signore allo scopo di far loro apprezzare
l'azione dell' Oratorio, affinché la promovessero
e la soccorressero, e vedessero come nulla si tra-
lasci di quello che può contribuire all' educazione
intellettuale e morale della gioventù . La Società
Operaia Cattolica di M . S . poi come si unì all' Ora-
torio nel festeggiare il Santo Patrono, così volle
unirsi in questa circostanza, e alcuni dei soci rap-
presentarono una farsa, ben riuscita, che pose fino
al divertimento .
Eccole, Rev. mo Sig. Don Rua, malamente esposto
quanto fece in questo breve periodo di vita l'Ora-
torio di Novara, per molti ragazzi àncora di sal-
vezza, che li trasse già dalla via del male e li in-