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ANNO XVIII. N . 4 . - Esce una volta al mese - APRILE 1894
BOLLETTINO SALESIANO
SOMMARIO .
IL MESE DI MARIA (Avvisi)
69
SENZA RELIGIONE NON SI DA LICEALE EDU-
CAZIONE
71
PER LA CHIUSURA DEL GIUBILEO EPISCO-
PALE DI LEONE XIII (Un' accademia) 73
NOTIZIE DEI MISSIONARI di DoN Bosco :
- Il primo viaggio d' esplorazione nel
Vicariato di Mendez e Gualaquiza (Equa-
to-Ure) na nuova fondazione nella Co-
lombia - Una visita ai Cattolici della
Colonia protestante nel Chubut .
74
NECROLOGIE : - Il Conte Prospero Balbo .
- Il Can. Giacinto Carpano
82
GRAZIE DI MARIA AUSILIATRICE . . . . 84
VARIETÀ
85
COOPERATORI DEFUNTI
86

1.2 Page 2

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IL MESE Di MARIA
AVVISI-
Siccome quest'anno al 24 Maggio cade
la solennità di prima classe del Corpo
SS . di N . S . Gesù Cristo, che non per-
mette altro rito, colla dovuta licenza cele-
breremo la FESTA DI MARIA SS . AUSI-
LIATRICE nel dì seguente 25 MAGGIO .
La Conferenza, prescritta per tale oc-
casione e solita a tenersi gli altri anni
alla vigilia, questa volta avrà luogo in-
vece nel pomeriggio del Sabato 26, e la
Domenica 27 si continuerà a festeggiare,
come nel giorno 25, l'Ausiliatrice delle
Opere Salesiane . Si chiuderanno le feste
il lunedì coi suffragi prescritti pei Coope-
ratori e Cooperatrici e Consorelle defunti .
Così tutti coloro che desiderassero in-
tervenire a questa nostra cara festa, lo
potranno senza dover abbandonare le so-
lenni funzioni parrocchiali del CORPUS
DOMINI.
In seguito a questa disposizione, il
Mese dedicato alla divozione della Gran
Madre di Dio nella Chiesa di Maria Au-
siliatrice in Torino avrà principio il giorno
23 del corrente Aprile .
Ricordiamo ai Cooperatori ed alle Coo-
peratrici della città di Torino, che assi-
stendo divotamente alle funzioni della
Comunità che si tengono in detto tempio
alle 5 1/2edlamt7in1o/,2pr
concessione pontificia, possono lucrare
l'indulgenza di tre anni .
Nei giorni feriali, al mattino dopo la
Messa delle 5 1/2edalsr19dop
il canto d'una lode, si terrà un breve
discorso e si darà la Benedizione col SS .
Sacramento . Nei giorni festivi questi di-
scorsi avranno luogo dopo i vespri delle
ore 14 1/2e.dl16/
Noi invitiamo caldamente i Coopera-
tori e le Cooperatrici della città a voler
intervenire numerosi a queste pie pra-
tiche, ed esortiamo tutti gli altri a ve-

1.3 Page 3

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lersi unire coi noi in ispirito a celebrare
con divozione speciale il mese di Maggio,
per ottenere dalla Santissima Vergine
tutte quelle grazie spirituali e temporali
che ci sono necessarie .
Onoriamo tutti Maria : Essa è la Madre
di Dio e la Madre nostra tenerissima .
Nessuno in questo mese lasci passar
giorno senza rivolgere una preghiera a
Maria, senza offrirle qualche speciale
ossequio .
Chi può frequenti quelle Chiese o Cap-
pelle, dove s'onora Maria con una serie
di prediche e di benedizioni .
Bello è l'esempio di quei divoti, che
non potendo recarsi alla Chiesa tutti i
giorni, durante questo mese, sul far della
sera radunansi sotto di un porticato da-
vanti al simulacro o all'immagine di
Maria Santissima, circondata di luce e di
fiorì, e lì, dopo il canto di una lode, re-
citano il S . Rosario, fanno breve lettura
in apposito libro intitolato « Il Mese
Mariano », estraggono a sorte un fioretto
per il domani, cantano le Litanie Lau-
retane e finiscono colla recita di qualche
PATER o DE-PROFUNDIS per le Sante
Anime del Purgatorio .
Questo esempio l'abbiamo visto altri
anni darsi con gran frutto da un ottimo
signore e Cooperatore Salesiano . Dapprima
cominciò egli col radunare la numerosa
sua famiglia, i dipendenti, gli amici ; ma
poscia la comodità e la bella divozione
a Maria SS . attirò sotto a quel portico
oltre a duecento persone, e quel vasto
luogo divenne troppo ristretto, quando,
alla chiusura del mese, il Parroco stesso
vi andò a tesservi il panegirico dell'Au-
gusta Regina del Cielo .
Edificante assai ed utilissima è poi la
buona pratica da molti seguita in que-
sto mese d'accostarsi più frequentemente
del solito ai SS . Sacramenti. Maria SS .,
che con incessante ardore desidera la sa-
lute delle anime nostre e la maggior
gloria del suo Divin Figlio, oh! quanto
deve rallegrarsi nel vedere il suo diletto
Gesù entrare sacramentalmente nei no-
stri cuori fatti mondi dal Sacramento
della Penitenza! Questo fioretto, fatto al-
meno una volta nel mese, servirà per
annodare tutti gli altri e renderli meglio
accetti alla Gran Madre di Dio .
Ricordiamoci che qualunque ossequio
noi renderemo a Maria Santissima, tor-
nerà sempre in nostro vantaggio, giacchè
Essa ci assicura che quelli che La ono-
rano avranno la vita eterna : Qui eluci-
dant me, vitam aeternam habebunt.
(Eccli. XXIV, 31) .
Oggetti di divozione .
Per comodità di coloro che volessero in quest'oc-
casione far acquisto di oggetti di divozione, da-
remo qui la seguente lista
I . - L'OLEOGRaFIA DI MaRIA AusiLIaTRIce,
cui altre volte parlammo, è una stupenda, fedelis-
sima riproduzione del gran quadro di Maria Ausilia-
trice, che venerasi nel Santuario a Lei dedicato in
Torino, presso l' Oratorio primario di D . Bosco .
Quanti artisti la esaminarono ne ebbero a fare i più
grandi encomii . È lavoro riuscitissimo . imitazione
perfetta della pittura, per modo che non pare oleo-
grafia, ma opera di elegante, finissimo pennello .
Le dimensioni poi sono le più ampie possibili in
tali lavori, misurando un metro e sei centimetri
di altezza per sessantacinque centimetri di lar-
ghezza . Tale quadro magnifico può adornare qual-
siasi altare, cappella, oratorio privato, nonchè
ogni più ricca sala .
PREZZI E CONDIZIONI D'ACQUIsTO .
1.° Su buona e forte carta . . . L . 10,00
2° Incollata su tela » 12,50
3 ° Incollata su tela e fornita di telaio » 16,50
4° Con cornice semplice, o di gran lusso, prezzi
a convenirsi da L . 25 a L . 50 .
Per gli acquisti segnati al numero 3 il porto
resta a carico del committente, le spese d'imbal-
laggio invece si faranno e carico della Libreria :
per quelli poi segnati al numero 4, richiedendosi
maggior cura, l'imballaggio stesso sarà a carico
di chi l'ordina, e l'importo relativo, preventivato
in lire quattro, si dovrà unire al prezzo della
oleografia o relativa cornice che si desidera ; la
merce si spedirà pure in portoa.segnto
NB . Stante la modicità dei prezzi non si dà corso
alle commissioni non accompagnate dal relativo
importo ; è fatta eccezione a quei Signori cor-
rispondenti che già avessero conto corrente colla
nostra libreria di Torino .

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II . Litografia di M . Ausiliatrice, cent . 49X67
per quadro, color nero . . caduna L . 0,30
La stessa a più colori . » » 0,60
III . Immagini di M . Ausiliatrice, in cromo
senza merletto, centim . 11X8 al cento » 1 .50
Con merletto
» » 3,00
IV. Fotografie di M . Ausiliatrice . - In for-
mato francob ., coro merletto, al cento » 5,00
Form . visita su carton . bianco, caduna » 0 ;25
» » fino (7X12) » » 0,30
gabinetto » bianco (12X18) » 0 .50
»
»
»
» lino
» 0,60
» in quarto » » (26x35) » 1,50
SENZA RELIGIONE
NON SI DA' MORALE EDUCAZIONE .
Dov'è Religione, si presuppone ogni
bene ; dove manca si presuppone
ogni male .
MACCHIAVELLI.
ABBIAMo detto due mesi fa che lo
studio del Catechismo, lo studio
cioè della nostra santa Religione è tanto
necessario alla educazione, che un fan-
ciullo privo di tal scienza non può dirsi
ben educato, chè anzi dà molto a temere
del suo avvenire . Di questa gran verità
i nostri lettori saranno più che persuasi,
essendo pienamente convinti che la sola
Religione cattolica è efficace a farci ope-
rare virtuosamente. Ma tra gli uomini dei
nostri giorni molti vi sono, che assolu-
tamente credono si possa dare una buona
educazione ai loro figli senza il concorso
della nostra Religione santissima ; ed al-
tri moltissimi che in pratica mostrano
di aderire a questi, giacchè si contentano
che i loro figliuoli siano istruiti ed ad-
destrati ad una qualunque carriera, punto
non curandosi che il cuore e la volontà
dei medesimi lor figli siano coltivati coi
veri e sani principii educativi della Re-
ligione cattolica che pur dicono di voler
professare. Sono questi due errori perni-
ciosissimi alla gioventù, alla famiglia ed
alla civile società ; errori, contro cui noi
ci sentiamo il dovere di alzare la voce
come cristiani e come educatori cattolici .
L'educazione, diceva nell' esordire del
glorioso suo Pontificato il regnante Pon-
tefice Leone XIII, l'educazione che non
informa le tenere menti dei giovanetti e
i loro cuori pieghevoli, come cera, ai vizi,
col soccorso della dottrina e della morale
cristiana, non può generare che una pro-
genie, la quale, guidata dalle prave cupi-
digie e dalla propria ragione, reca alle
private famiglie e alla società sciagure
gravissime . Che vale infatti che un fan-
ciullo o collo studio o coll'apprendimento
di un'arte diventi capace di guadagnarsi
il pane della vita e d'occupare un posto
nel civile consorzio, se poi trascurato
nella formazione del cuore cresce con mal-
vagie insinuazioni ed abitudini, avido di
piaceri, ingiusto, violento, mentitore e
dissoluto? Oltre il detrimento dell'anima,
oltre il pericolo dell'eterna perdizione, ol-
tre i danni irreparabili al di là della tomba,
non sarà egli più che probabile che costui
diventi un infelice, insopportabile a se
stesso, il disonore ed il cordoglio de' suoi
cari, ed abbia un giorno da finire nelle
mani dell'umana giustizia? Il più delle
volte accade appunto così ; e quindi le
spese fatte per la sua istruzione, le sol-
lecitudini usate , le speranze concepite,
tutto va in fumo, succede il disinganno,
il pianto inutile e talora la disperazione .
Allorchè nella camera dei Deputati di
Francia, sotto Luigi Filippo, si discusse
la proposta di sopprimere ogni insegna-
mento religioso nelle scuole dello Stato,
un coraggioso Deputato s'alzò, e : « Per-
mettete, disse, che, prima di venire alla
votazione, io racconti un fatto di cui sono
stato testimonio . Io ho conosciuto un pa-
dre di famiglia, nobile e ricco, oggi molto
disgraziato . Educato alla scuola di Vol-
taire, non ha volato che i suoi figli rice-
vessero alcun insegnamento religioso .
Egli però ebbe dei grandi disinganni !
Poco non andò che si vide il primo dei
figli, dopo aver consumato il fatto suo,
associarsi ad una masnada di malfattori
e salire il patibolo ; la figlia divenuta la
favola della città a motivo della sua sco-
stumatezza ; ed il terzo figlio, trasformato
dai vizi in un cadavere ambulante, en-
trargli in casa per iscacciare lui, povero
vecchio, dopo averlo coperto dei più atroci
insulti . Io lo rividi quell'infelice uomo,
pochi mesi or sono, al manicomio di Cha-
renton, ove nei momenti di lucido intervallo
accusava se stesso di aver assassinato i
suoi figli ; e le sue grida spezzavano il
cuore » . Questa è press'a poco la fine di
tutti quei poveri giovani cresciuti senza
religiosa educazione e di quegli sgraziati
genitori che non si curarono di procurarla
loro a tempo debito.
Ma vediamo un poco se veramente
si possa dare buona educazione senza il
concorso della Religione . Chi ha un po'

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di sale in zucca di leggieri comprende
come la istruzione profana, i motivi u-
mani, l'interesse o il danno, l'onore o l'in-
famia, il premio od il castigo temporale
non giovano sempre, nè a tutti per far
amare e praticare il bene e far odiare e
fuggire il viale, senza di cui non vi è
moralità, non giustizia, non buon costume .
Invece i motivi religiosi sono universali
a tutte le persone, a tutti gli atti, a tutte
le virtù, a tutti i vizi, a tutte le circo-
stanze della vita pubblica e privata . Essi
impediscono non solo il male, ma per-
sino la volontà di commetterlo, persino
l'idea ed il desiderio .
Veniamo un po' più al particolare . Ed
anzi tutto per ciò che spetta alla mente,
la istruzione ed erudizione profana per
quanto vasta la si voglia, sarà sempre
monca, dimezzata, imperfetta, se va dis-
giunta dalle cognizioni religiose, vale a
dire se non comprende eziandio la scienza
delle verità rivelate da Dio e contenute
nel Catechismo . Da volere o non volere,
la Religione ha esistito fin dal principio
del mondo. Di essa sono piene le pagine
della storia sacra e profana : di essa si
interessarono e s'interessano i popoli an-
tichi e i moderni ; di essi parlano innume-
revoli monumenti che sfidarono i secoli .
Questa Religione ebbe ed ha i suoi prin-
cipii, le sue massime, le sue leggi, i suoi
sudditi ; questa Religione ebbe ed ha le
sue battaglie, le sue persecuzioni, i suoi
eroi, le sue vittorie e la sua gloria . Questa
Religione fece cangiare la faccia alla
terra ; ruppe le catene della schiavitù,
rese umani i padroni verso i servi, fu ed
è la benefattrice dell'umanità, di cui forma
e va formando come una sola famiglia,
avente per padre Iddio, per capo Gesù
Cristo, per guida e maestro il Papa . -
Questi sono fatti innegabili . E potrà egli
dirsi bastevolmente istruito, sufficiente-
mente educato nella mente colui che, pur
imbevuto di ogni altra cognizione, per
esempio di grammatica, di letteratura, di
aritmetica, di geometria, di disegno, di
architettura, di medicina, di chirurgia, di
chimica e di qualsiasi altra scienza o
mestiere, ignorasse poi afflitto o non a-
vesse che incomplete idee sulla scienza
della Religione, che ebbe tanta parte
nelle vicende del genere umano? Oh! no
di certo .
-
Che se poi si ha riguardo alla volontà,
alla pratica del bene, viemmeglio appare
che senza Religione non si dà buona,
morale educazione . Senza Religione in-
vero s'ignora buona parte di ciò che è
bene e di ciò che è male ; senza Religione
si manca degli aiuti principali per evi-
tare il vizio e praticare la virtù . Qual' è
il codice più morale che siasi conosciuto
e si conosca nel mondo e che meglio
guidi al bene ed allontani dal male ? È
il Decalogo, è la legge evangelica, sono i
precetti di Gesù Cristo. Fate che gli uo-
mini fin dalla loro giovinezza li conoscano
e li osservino, e voi avrete famiglie mo-
rigerate, avrete la società tranquilla ed
in pace e non si avrà bisogno ne di gen-
darmi, nè di tribunali . Senza la cognizione,
senza la pratica di questo codice divino
per contrario si avranno le città e le cam-
pagne piene di ribelli, di vendicativi, di
ladri, di assassini ; si avranno le famiglie
ed i popoli sconvolti . Ed è appunto la
Religione cattolica che somministra auto-
revolmente questa legge di soda mora-
lità, la quale ha ormai varcato quaranta
secoli e sopravvisse a tutte le più rino-
mate leggi dell'antichità, perchè la sola
vera, la sola divina . - Ma v'ha di più . Senza
la Religione, la quale in nome di Dio
doni autorità alle leggi civili, queste non
bastano a far praticare il bene, e far fug -
gire il male ; poichè il più delle volte la
passione è sulla volontà più potente che
non la voce dell'umano legislatore e della
coscienza . Senza la Religione che mostra
un premio immortale a chi fa il bene e
minaccia un castigo eterno a chi commette
il male, il premio ed il castigo temporale
non hanno efficacia sulla volontà . Per
altra parte il premio temporale non viene
sempre promesso, nè sempre si può avere,
ed il temporal castigo non è minacciato
ad ogni malvagia azione ed in ogni caso
si può anche evitare colla destrezza e
colla segretezza nel male operare . Per la
stessa ragione riescono altresì senza effi-
cacia l'onore ed il disonore, la buona ri-
putazione e l' infamia ; il più sovente lo
sfogo della lusinghiera passione, l'amor
della gloria, la cupidigia del guadagno
valgono più a trascinar al male, che non
ogni altro umano motivo a resistervi e
far operare il bene . È questo ciò che
esperimentano pur quelli che hanno a so-
stegno la nostra santa Religione . Se non
fosse di questa, no, nessuna legge umana
basterebbe a stimolarli al bene, nè a ri-
trarli dal male .
Adunque conchiudiamo . Senza Reli-
gione non si dà morale educazione ; chè

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ha Religione, si presuppone ogni bene, ed al
contrario dove manca la Religione, si pre-
suppone ogni male . Persuasi di questo, i
nostri Cooperatori e Cooperatrici procu-
rino ai loro figli, e quelli che sono in
grado di poterlo anche ai figli dei loro
concittadini e compaesani, una buona, re-
ligiosa educazione ; nè si contentino che
siano bene istruiti nelle scienze e nelle
lettere o che sappiano a perfezione una
arte o mestiere, ma richieggano altresì
ed anzitutto che siano bene assodati nei
principii della nostra santa Religione,
perchè questa sola è che li possa rendere
davvero bene educati , formando la loro
felicità in questa e nell'altra vita .
PER LA CHIUSURA
del Giubileo Episcopale di Leone XIII
UN' ACCADEMIA .
I nostri confratelli e giovanetti, dell'Ospi-
zio del S . Cuore di Gesù in Roma, che un
anno fa aprivano tanto solennemente l'anno
giubilare del Sommo Pontefice Leone XIII
coll'inaugurazione di quell'Ospizio, ora, per
festeggiarne la chiusura il meglio che per
loro si potesse, tennero una splendida Acca-
demia musico-drammatica, che venne onorata
d all'intervento di numerosa ed eletta udienza
di Cardinali, Arcivescovi, Vescovi, Monsi-
gnori e d'altri insigni personaggi del Clero
e del Laicato Romano.
La seguente breve relazione fatta dal pe-
riodico di Roma « Mater amabilis » dirà ab-
bastanza quanto soddisfacente sia riuscita
una tal festa
« Il Superiore dei Salesiani a Roma, Don
Cesare Dr . Cagliero, aveva diramato molti
inviti, nei quali, in eleganti versi latini,
stampati su cartoncini colorati, bellamente
era riassunto lo scopo e il programma della
simpatica festività (1) . Ne fu parte princi-
(1) Pei buon gustai ci piace riferire il forbitissimo
e simpatico invito latino qui sopra accennato
Caesar Cagliere Sacerdos
Salesianorum in urbe Procurator
Tibi in Domino salutem.
Primo die mensis proximi Martii
Hora fere tertia post meridiem,
Mei quos litteras puelli doceo,
Agent latinani recentem fabulam,
Cui Leo Tertius nomen est inditum .
Mei actitarunt iam latinam fabulam
Magna cum docti populi frequentia .
pale la recita di una Commedia latina, cui
Leo Tertius nomen est inditum, espressamente
composta per la fausta circostanza . Sì per il
modo con cui fu svolto il soggetto, come per
la elegantissima forma latina, la produzione
drammatica, egregiamente rappresentata da-
gli allievi dell'Istituto, riscosse gli applausi
del pubblico e l'ammirazione delle persone
più competenti . A costo di commettere una
indiscrezione, soddisferemo la legittima cu-
riosità dei lettori, rivelando loro il nome
dell'Autore della commedia ; egli è il sacer-
dote salesiano Dott . Francesia, Ispettore della
Congregazione, in entrambe le patrie lette-
rature poeta assai valente . Già altre sue
composizioni latine poetiche o drammatiche
furono meritamente apprezzate a Torino come
a Roma, ed in altre città d'Italia, e forse la
modestia dell'egregio salesiano non gli torrà
di riunirle un giorno in un volume a van-
taggio degl'Istituti d'istruzione classica .
» Le varie parti musicali e letterario del
programma ebbero una esecuzione perfetta,
attestando in pari tempo il profitto degli al-
lievi e lo zelo intelligente dei benemeriti
educatori .
» I Salesiani, oltre ai ripetuti applausi di
quanti ebbero la fortuna di assistere all'Ac-
cademia ed ai sentimenti di soddisfazione
manifestati da S . Em. il Cardinale Vicario,
il quale onorò colla sua presenza il solenne
convegno, ebbero altresì ciò che si può chia-
mare il massimo della soddisfazione : un e-
logio cioè da parte dello stesso Sommo Pon-
tefice Leone XIII, trasmesso al loro Procu-
ratore e Superiore in Roma, l'egregio Dott .
Don Cesare Cagliero, per mezzo della se-
guente lettera di S . Em . il Card . Rampolla
« Ill .mo Signore,
« Dopo aver posta sotto gli occhi del Santo
Padre la lettera indirizzatami ieri dalla Si-
gnoria Vostra, ho il piacere di significarle
che il devoto pensiero di cotesta Comunità
di festeggiare il felice compimento dell'anno
giubilare con una adunanza accademica e
con la rappresentazione dell'azione dramma-
Rem placuisse tunc Romanis gaudeo .
Mihi poeta nuper hanc composuit,
Et dedicari voluit Pontifici,
Suo qui totem replet orbene Nomine .
Adest et Italis decus, praesidium.
Ut belle aptetur tanto viro et commodo
Ingenio nostri virorum temporis,
Magistrum vexant qui supremum fidei,
Tute videbis, veneris si dummodo .
Nec assa voce fiunt ; more sed meo,
Stabunt cantores, stabunt et tybicines,
Qui corda numeris hilarant adstantium .
Habebis horam saltem sic laetitiae .
Nam res angustae nos premunt undique,
Adhuc nec ulla fulget spes solatii . . .
Iuvabit otio frui ergo quod facit
Bonum nobis Leo Pater Sanctissimus .
Sic annus apte iubilaris clauditur.
Qui melius possim? Tibi praesens Deus
Omen duit bonum felix in posterurn.

1.7 Page 7

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tica Leo III, composta dal Sacerdote Sale-
siano Dott . G . B . Francesia, è tornato molto
accetto a Sua Santità . Essa quindi mi ha
incaricato di farle conoscere questo suo gra-
dimento e di assicurarla che in pegno di
speciale benevolenza imparte di cuore l'Apo-
stolica Benedizione da Lei implorata per sè
e per l'autore del dramma, nonchè per i
giovanetti raccolti in cotesto Ospizio e i loro
Superiori .
Nell'eseguire il quale incarico mi è grato
confermarmi con distinta stima
Di V . S .
Roma, 28 Febbraio 1894 .
Aff.mo per servirla
M . Card . RAMPOLLA . »
NOTIZIE DEI MISSIONARI DI D . BOSCO
Il Vicariato di Mendez e Gualaquiza .
Un po' di storia .
Prima di entrare a discorrere di questa
Missione affidata ai figli di Don Bosco, cre-
diamo cosa utile far precedere alcuni cenni
storico-geografici di quei luoghi e di quel
Vicariato .
La Repubblica dell'Equatore è da nord a
sud divisa in due, dall'altissima Cordigliera
delle Ande, la quale, come si esprime un re-
cente esploratore di quelle regioni il R . P .
Pierre dell'Ordine di S . Domenico (1), si
estende come una gigautesca muraglia od un
bastione insuperabile . All'ovest, Delle fertili
valli, sugli altipiani posti fra i due rami
delle Cordigliere, poi sui pianì inclinati che
dalla catena occidentale discendono verso il
Pacifico, trovasi la parte incivilita, le provin-
cie colle loro metropoli, Esmeraldas, Guaya-
quìl, Cuenca, Loja, Riobamba, Ambato e
Quito, la regina delle provincie . All' est in-
vece c'è la barbarie : popoli numerosissimi,
abbrutiti, feroci, che giaciono tuttora nelle
tenebre e nell'ombra di morte, a malgrado
degl'indicibili sforzì fatti da innumerevoli Mis-
sionari, tra cui primeggiano i figli di S . Fran-
cesco, i primi evangelizzatori dell'Equatore
e dell'America dopo la scoperta di Cristoforo
Colombo .
Nel desiderio di trarre dall'ignoranza e
dalla barbarie queste numerose tribù sel-
vaggie, che abitano le lontane ed immense
foreste delle Amazzoni, il Governo dell'E-
quatore grandemente si adoperò perchè colà
si stabilissero pure i figli di S . Ignazio ,
quelli di S . Domenico e le Suore del Buon
Pastore (1) ; e mercè questi salutari sforzi si
ottennero le fiorenti Missioni del Napo, di
Canelos e di Macas, dove, mediante la costante
predicazione degli operai di Cristo e le scuole
infantili dei due sessi, la civilizzazione e-
vangelica va prendendo un consolante svi-
luppo . Affine però di viemaggiormente con-
tribuire e nella maniera più efficace alla
pronta ed universale diffusione della nostra
santa Fede in quelle lontane solitudini, i
Rappresentanti della Nazione, le due Camere
raccolte a Congresso, l'11 agosto 1888, de-
cretavano di supplicare la Santa Sede che
volesse erigere quattro Vicariati Apostolici
nel territorio orientale della Repubblica, il 1°
del Napo, il 2 di Macas e Canelos, il 3° di
Mendez e Gualaquiza ed il 4° di Zamorra, im-
plorando che i due primi continuassero ri-
spettivamente a carico della Compagnia di
Gesù e dell'Ordine dei Predicatori, il terzo
fosse affidato ai Sacerdoti della Pia Società
Salesiana, ovvero ad altro Istituto religioso,
ed il quarto a' Missionari Francescani, e che
gli incarichi di Vicari Apostolici fossero con-
fidati non mai a semplici sacerdoti, sibbene
a Vescovi titolari o in partibus, i quali, in
forza della pienezza dei favori sacerdotali
che godono, comunicano all'apostolato un
potere ed una forza irresistibile . Tale Decreto
Legislativo veniva spedito al S . Padre con
l'accompagnamento di una supplica di quel
Presidente Antonio Flores, in data 6 ottobre
1888, supplica tutta spirante pietà, amore
pei poveri selvaggi e devozione verso la
Santa Sede, e nella quale meglio si spiegava
che il terzo Vicariato di Mendez e Guala-
quiza fosse assegnato ai Sacerdoti della Pia
Società Salesiana di Don Bosco di felice me-
moria .
Il Sauto Padre Leone XIII, che nulla di
meglio brama che d'ampliare sulla terra il
regno di Gesù Cristo e di estendere il più
che sia possibile tra i popoli la benefica in-
fluenza della nostra santa Religione, alta-
mente encomiando la fede, la pietà e la sa-
viezza del Governo Equatoriano e con lui
congratulandosi che per tal zelo sia entrato
nella via che conduce alla vera e solida gloria,
con lettera 30 gennaio 1889 assicurava il
Presidente Flores che la domanda spórta da
quel Governo formava l'oggetto delle sue
più grandi sollecitudini e che già aveva in-
caricato persone prudenti e scelte di esami-
nare la cosa e cercare il mezzo migliore per
condurla facilmente e secondo le forme vo-
lute a felice esito . Ed infatti pochi anni
(1) Viaggio d'esplorazione fra le tribù selvagqie del-
(1) Lettera del Presidente A . Flores al S. Padre Leone
l'Equatore, Milano, Tipografia Pontificia S . Giuseppe. XIII, in data 6 ottobre 1888 .

1.8 Page 8

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dopo, l'8 febbraio 1893, la Segreteria della
S . Congregazione per gli Affari Ecclesiastici
Straordinari stendeva il Decreto d'erezione
del nuovo Vicariato Apostolico di Mendez e
Gualaquiza, che faceva pervenire a Don Rua
proprio nei faustissiini giorni dell'apertura
del Giubileo Episcopale di Leone XIII, come
annunziammo allora .
I confini generali di questo Vicariato, se-
condo il qui sopra accennato Decreto, sareb-
bero i seguenti : Al nord, il fiume Apatenoma,
che sbocca nel fiume Morona, e questo alla sua
Per quest'importante Missione si era desti-
nato il nostro compianto D . Angelo Savio, già
uso alle fatiche del campo . Ma Iddio ce lo
volle rapire! Sia fatta la volontà sua! Si è
dovuto aspettare un poco , e poi si è sup-
plito con altro Sacerdote giovane , ma ro-
busto della persona, D . Francesco Spinelli,
che, dopo aver dimorato alcuni anni a Quito,
erasi l'anno scorso stabilito a Cuenca nella
nuova nostra ca* sa . Per compagno gli si è
dato il bravo Catechista Giacinto Pancheri,
che era partito da Torino con D . Savio, e
che ora ci scrive la seguente relazione della
prima escursione fatta fino a Gualaquiza .
volta nel Marañor ; - al sud, il fiume Zamorra
che sbocca nel Santiago, e questo alla sua
volta nel Marañon ; - all'est, i fiumi Morona
e Marañon ; - all'ovest, le Diocesi di Cuenca
e di Loja . Sappiamo tuttavia da fonte sicura
che probabilmente sarà fatto qualche muta-
mento nella divisione di questi quattro Vi-
cariati .
Cuenca però è alle porte del nuovo Vi-
cariato Salesiano . Quivi i figli di D . Bo-
sco nel marzo dello scorso anno (1) pianta-
vano le loro tende per aver un sito ove
prepararsi alla difficile Missione e dove ri-
coverarsi quando, stanchi e spossati dal va-
licare quegli alti monti, attraversare le ine-
stricabili foreste e guadare gli immensi fiumi,
si sentiranno il bisogno di un po' di riposo .
(1) V . Bollettino di Giugno 1893 .
Prima viaggio d' esplorazione .
REV .mo SIG . D . RUA,
Cuenca, 20 Novembre 1893.
SIA RINGRAZIATO Iddio e gli ottimi miei
Superiori che si degnarono d'eleggere
il povero scrivente ad accompagnare, il caro
D . Spinelli nel viaggio d'esplorazione del
Vicariato di Mendez e Gualaquiza! Pieno
il cuore di gioia e di riconoscenza per un
tanto favore, m'affretto a notificare a V . S .
Rev.ma che già abbiamo compiuto la prima
escursione fino a Gualaquiza, dove siamo
stati ricevuti con entusiasmo non solo dai
cristiani ivi esistenti, ma ben anche dagli Ji-
varos (selvaggi) abitanti nei dintorni, de'
quali tre vollero accompagnarci nel ritorno
fino a Cuenca .

1.9 Page 9

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Questo primo viaggio durò trentasei giorni .
Prima di metterci in cammino e mentre
aspettavamo le necessarie cavalcature dalla
vallata di Gualaquiza (donde le aveva chieste
l'ottimo nostro amico e cooperatore Dottore
D .Matovele),perasicurarciviemegliola
protezione del Cielo, ci ritirammo a fare dieci
giorni di esercizi spirituali nella Casa degli
Oblati di Cuenca, de' quali potemmo ammi-
rare la grande pietà e la virtù onde sono
animati . Poi facemmo gli ultimi preparativi,
ed il 9 ottobre, giorno sacro al gran Missio-
nario dell'America S . Luigi Bertrandi, dopo
d'aver D . Spinelli e D . Bruzzone celebrata
la S . Messa, inforcammo le nostre bestie e
ci mettemmo in viaggio . Dico anche D . Bruz-
zone, il Direttore di questa Casa, che volle
accompagnarci fino a Sigsig.
gano, vengano in casa un momento ... c' è
anch'essa
Noi ci accorgemmo di essere capitati tra
amici. Stanchi e, direi, anche affamati, chè
non ci eravamo ancora fermati a prendere
un po' di ristoro, non ci facemmo ripetere
la preghiera, ma tosto seguimmo quel bravo
uomo che con quel suo « vengano in casa »
voleva dire tutto ciò che noi potevamo desi-
derare . La sua degna consorte è un'ottima
Cooperatrice Salesiana di Cuenca, la quale
già conosceva personalmente D . Bruzzone, ed
ora ringraziava il Cielo di averci fatto sba-
gliare la via - perchè, diceva, così mi è dato
di poter anche nel campo aiutare i figli di
D . Bosco . - Noi pure ringraziammo di cuore
la divina Provvidenza e questi buoni amici,
perchè quel po' di riposo e la eccellente re-
fezione qui presa ci ristorarono talmente le
Da Cuenca a Gualaceo - Un felice sbaglio . forze, che potemmo senza disagio poi conti-
nuare il nostro cammino fino a Gualaceo e
La nostra prima tappa era fissata a Gua- trovarci freschi all'indomani per partire alla
laceo, il giardino dell'Azuay, posto all' est volta di Sigsig.
di Cuenca ed alla distanza di un giorno. Per A Gualaceo fummo gentilmente ospitati
alcune ore il cammino fu assai buono, ma in casa del Parroco , sig . Dott. D . Nicola
giunti alla montagna incominciò a farsi dif- Cisneros, il quale volle che lo inscrivessimo
ficile . Uno stretto sentiero scavato nella ri- tra i Cooperatori Salesiani, desiderando d'es-
pidissima roccia forma la maestosa strada per ser d'or innanzi considerato come nostro fra-
cui passa la nostra comitiva : siamo nella tello e la sua casa come casa nostra ogni
profonda e dirupata gola del Gualaceo . Giù, volta che di qua passeremo . Qui potemmo
giù in fondo scorre questo grosso fiume : noi far conoscenza col padrone di molti poderi
sentiamo il fragoroso rumoreggiare delle, (entables) di Gualaquiza, il sig . Gesù Va-
impetuose onde, che rende la situazione più sques . Di quest'incantevole paese già ab-
orrida e più pericoloso il cammino .
biamo due giovani nella Casa di Cuenca .
Noto di passaggio che i paesi che incon-
treremo in questo viaggio quasi tutti si chia- A Sigsig - La Madonna di Gualaquiza .
mano collo stesso nome del fiume che scorre
loro dappresso .
Il paese di Gualaceo non si trova sulla
sponda del fiume omonimo, ma distante da
essa un venti e più metri ed all'altezza as-
soluta di 2320 metri . A mezzo la via che noi
percorriamo avvi un ponte, dopo il quale
vengono ad unirsi due sentieri : uno di essi
conduce a Gualaceo . La nostra guida, meno
pratica di noi dei luoghi, prende il falso e
ci fa camminare per buon tratto inutilmente .
Non vedendo comparire questo benedetto
Gualaceo, incominciammo a dubitare . Ci av-
vicinammo all'unica casetta che incontrammo
in quella solitudine, e veniamo in chiaro del-
l' errore commesso . - Pazienza! diciamo noi ;
sbagliando s'impara! Ritorneremo indietro .
- Ma scusino, soggiunge allora il padron
di casa, uomo gentile e di buon cuore ; sono
forse Fratelli delle Scuole Cristiane
- Amici dei carissimi Fratelli, siamo Mis-
sionari Salesiani.
- Figli di D . Bosco, del grande Don
Bosco?
- Precisamente .
- Oh! con quanto piacere sto leggendo
la vita di questo sant'uomo datami da mia
moglie . Essa è Cooperatrice Salesiana . Ven-
All'indomani per tempo, celebrata che eb-
bero D . Bruzzone e D . Spinelli la S . Messa,
ringraziammo il nostro cortese ospite e poi pas-
sammo all'altra sponda del rio Gualaceo per
riprendere la salita . - A Chordeleg dovemmo
sostare un momento, per accontentare quel-
l'ottimo Parroco che volle offrirci un eccel-
lente caffè . - Giunti sul declivio, donde si
vede nella valle il paese di Sigsig, scorgemmo
un drappello di persone a cavallo che veni-
vano alla nostra volta . Era l'eletta del paese
con a capo il Parroco D . Giuseppe Piedra che
venivano ad incontrarci per condurci quasi
in trionfo nel loro paese . - Incominciamo
male, dissi fra me stesso a tal vista ; dopo
le rose verranno certamente le spine . - Ma
poscia pensando che forse il Signore voleva
sollevarci alquanto dall'abbattimento in cui
tuttora siamo per la perdita del povero D .
Savio, mi confortai sperando nella bontà di
vina . Arrivati in paese, lo trovammo tutto
in movimento ed in festa pel nostro arrivo .
Archi trionfali, pioggia di fiori, musica e
cauto d'una turba di fanciulli acclamanti ai
Missionari, ai figli di D . Bosco, furono i se--
gni di gioia di questo buon popolo al nostro
passaggio . Ospitammo in casa del Parroco,
che ci usò ogni sorta di gentilezze .

1.10 Page 10

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Sigsig è l'ultimo paese cristiano civilizzato
sul cammino di Gualaquiza . Disterebbe so-
lamente un giorno da Cuenca prendendo la
linea diretta ; ma avendo noi presa la via di
Gualaceo, ce ne impiegammo due . Esso si
trova proprio alle falde dell' alta Cordigliera
delle Ande orientali e precisamente alle falde
del Matanga . Molti anni fa era sede della
Missione : qui stavano due Sacerdoti, i quali
alternativamente recavansi a Gualaquiza per
mesi intieri . Ora conta circa 8000 anime e
tutte battezzate : i non pochi cristiani che
trovansi al di là della Cordigliera e sparsi
nelle selve sono di questo paese . Qui poi
vengono tutti dalle selve, anche i pochi
Jivaros civilizzati per far le loro compere .
Di Sigsig abbiam pure due ragazzi nel col-
legio di Cuenca .
A Sigsig ci fermammo tutto il giorno 11
per fare ancora varii necessarii preparativi .
Intanto potemmo assistere ad uno spettacolo
di fede e di divozione verso Maria Santis-
sima e S. Giuseppe . I Cristiani di Gualaquiza
alcuni mesi addietro avevano portato a Cuenca
per riparare due statuette, una dell'imma-
colata e l' altra di S . Giuseppe . All'ultimo
di agosto poi vennero in cinque, compreso
il capo politico, per prenderle . E sentendo
che noi presto saremmo andati cola, vennero
a sollecitarci, e per farci maggior premura
ci dissero che le avrebbero lasciate a Sigsig
fino a tanto che noi non saremmo partiti alla
volta di Gualaquiza . Ora gli abitanti di Sigsig
prima di lasciar partire questi loro ospiti
celesti, li vollero portare processionalmente,
con musica e canti e con gran seguito di per-
sone, fin sopra ad una vicina collina, dove
loro presentarono varii donativi, che a Gua-
laquiza tornano di molto decoro per questi
grandi Protettori della Missione .
Preceduti da sì nobile e sì potente avan-
guardia, si può immaginare con quanta con-
fidenza ci disponemmo a partire da Sigsig .
Qui il signor Michele Moscoso di Cuenca si
impegnò per trovarci altre mule ed altri ca-
valli ; ed il nostro buon amico e benefattore
il sig. Guglielmo Vega, gran proprietario di
Gualaquiza, venne insieme con altro fervente
cristiano fino qua per prenderci ed assicu-
rarci che avremmo avuto buon alloggio in
casa sua . Ricevuta la benedizione di D . Bruz-
zone, che con suo e nostro rincrescimento
doveva tornare a Cuenca, in compagnia di
questi due buoni cristiani incominciammo la
traversata della Cordigliera e della foresta .
La traversata del Matanga . - Granadillas
- Il tambo rovinato .
Non mi fermo a descrivere il cammino del
primo giorno . Tra i viaggi che si possono
fare con bestie da soma gli Equatoriani consi-
derano questo come il più brutto della Repub-
blica ; e credo non isbaglino . Quei monti al-
tissimi da superare, quelle profonde vallate
d' attraversare, quei boschi foltissimi, quegli
erbosi altipiani, quei fiumi rapidissimi nel
loro corso rendono il cammino pessimo nel
vero senso della parola . S'incontrano, sì, tal-
volta magnifici panorami che rallegrano la
vista, ma più sovente capita d'incontrarsi
in ripidi precipizi che riempiono l'animo di -
spavento . Per soprappiù fummo tutto il giorno
accompagnati dalla pioggia .
Sul far della notte giungemmo al tambo
di Granadillas . È questo un piccolo paesuccio
mezzo rovinato, posto su d'una collinetta, al
piè della lunga e ripidissima discesa del Ma-
tanga, all'altezza assoluta di 1800 m ., ma per-
duto in una stretta valle coperta di foltissime
selve . Qui non siamo ancora nelle foreste
vergini, ma abbondano i banani, la cionta,
il caffè . In tempi addietro questo paesello
era abitato da varie famiglie di bianchi ; ora
non avvi che una sola famiglia che vi di-
mora tutto l'anno ; è quella del sig . Gesù
Maria Torres di Sigsig. Se si potrà stabilire
bene la Missione di Gualaquiza, non man-
cherà di ripopolarsi di nuovo, specialmente
da coloro che ivi posseggono terra coltiva .
Quella buona famiglia ci accolse caritate-
volmente in sua casa . Ma che casa! quattro
pareti di pali intonacati di fango, vecchie
cadenti, che fanno paura a chi entra. Pure
ci facemmo animo . Era notte, e la pioggia
continuava a cadere ; quindi qualunque stam-
berga valeva meglio a ripararci che non la
cappa del cielo .
Quivi ci aveva preceduto la nostra guida,
colui che in tanti anni d'assenza del Mis-
sionario da Gualaquiza faceva da Cura (Par-
roco), versava cioè l' acqua battesimale sui
bambini in pericolo di morte ed alla festa
radunava i pochi cristiani dei contorni per
recitare il S . Rosario . Egli aveva fatto fermare
le due statue, di cui dissi sopra, e le aveva
bellamente disposte nello scompartimento a
noi assegnato contornandole di varii lumi .
Che contrasto veder il bel simulacro della
Vergine tutta pura e quello del casto suo
Sposo circondato di luce in un orrido ed affu-
micato tugurio, nel quale scorgevansi in ogni
direzione larghe fessure e grossi spiragli
Pareva di trovarci al presepio nella faustis-
sima notte del Natale, colla differenza che a
Betlemme s'udivano i canti angelici, ed a Gra-
nadillas il gracidar di certi animali anfibii
che festeggiavano la copiosissima pioggia ca-
duta durante la giornata .
Ma la Vergine Santissima e S . Giuseppe,
a cui lasciammo accese tutta la notte alcune
candele, vollero mostrarci visibilmente la loro
protezione, tenendo in piedi il misero capan-
none fino alla nostra partenza . Noi riposammo
nel miglior scompartimento e sopra nude ta-
vole, mentre i padroni di casa si rincantuc-
ciarono in altra parte con tutti gli animali
domestici che possedevano . Al mattino per
tempo D . Spinelli desiderava celebrare la
S. Messa ; ma non essendo ancora arrivata

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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la mula che portava il vino occorrente, deci-
demmo di partire subito . Gran Dio! Appena
siamo in arcioni, il vecchio tugurio scroscia
e cade in un mucchio di rovine, lasciando
tempo a tutti gli inquilini di mettersi in
salvo .
La foresta vergine - Flora e fauna -
Difficoltà pel viaggiatore .
Poco più sotto di Granadillas, il cammino
discende bruscamente fino al Rio Blanco, che
si passa sopra un ponte di legno . In seguito
s'incontra il Rio Tigrepungo, che, non ostante
le sue impetuose acque, si può guadare senza
pericolo . Si torna a salire di alcune centi-
naia di metri per una ripida costa, e poi il
cammino va quasi sempre discendendo per
lungo tratto, mantenendosi sempre alla sini-
stra del Rio Blanco.
Qui noi ci troviamo in piena foresta ver-
gine tropicale . Alberi giganteschi d'ogni spe-
cie coprono intieramente le pendici dei monti
e le strette e profonde valli . Lunghesso il
cammino vedonsi mostruosi cedri che misu-
rano al piede più di quindici metri di circon-
ferenza ; ma a pochi metri dal suolo dimi-
nuiscono prontamente la loro corpulenza, ri-
ducendosi il loro diametro a poco meno di
due metri, e con tali dimensioni si elevano
ad enorme altezza . Questi alberi così colos-
sali però sono assai rari, perchè arrivati ad
un mediocre sviluppo, in generale vengono
soffocati da una immensa moltitudine di piante
rampicanti e parassite .
Non così abbondante trovammo la fauna .
Stando alle poetiche descrizioni di alcuni viag-
giatori, ci credevamo di trovare quelle selve
risuonanti del canto d'uccelletti e d'uccelloni,
d'ogni specie e colore ; ma restammo alquanto
disillusi . Gli uccelli che potemmo vedere
furono molto pochi : varii stormi di pappa-
galli ed un limitato numero di uccelli più pic-
coli, quasi tutti dalle piume brillanti di sva-
riati e magnifici colori . Credo che questa
mancanza di volatili si possa attribuire alle
frequenti e torrenziali pioggie, le quali deb-
bono anche impedire lo sviluppo dei ret-
tili, che nel territorio di Gualaquiza sono
rarissimi . Abitano quelle selve alcune specie
di scimmie ; vi sono cinghiali, tapiri, cervi
ed animali carnivori .
Alle nove antimeridiane dello stesso giorno
arrivammo a Chiguinda, piccola popolazione,
situata sulla sponda del fiumicello omonimo,
e formata da varii poderi poco coltivati e
quasi abbandonati . Solamente tre famiglie
vi hanno residenza fissa ; le altre vanno solo
per la seminagione e per la mietitura . Chi-
guinda si trova ad un'altezza assoluta di
1750 metri .
Seguimmo il nostro viaggio verso il sud-est,
per l' unico sentiero che attraversa quella
folta selva . Di quando in quando si trovano
anche qui cattivi passi, ripide salite e spa-
ventose discese. Enormi tronchi di alberi ca-
duti impediscono il passo, e molte volte non
potendosi transitare senza grave pericolo,
conviene deviare, salir per la costa della
montagna, passare per la intricata ramaglia
degli alberi, calpestando terreni fangosi,
sdrucciolevoli, coperti da reti di radici, che
sono un vero pericolo per le unghie delle po-
vere mule .
Sul mezzogiorno all'incirca giungemmo ad
altra piccola popolazione denominata Ro-
sario .
Una gola spaventosa
ed un orribile massacro .
Anche qui il cammino serpeggia in un pen-
dio lunghissimo e spaventoso : la strettissima
valle discende fino al Rio Blanco, il quale
si traversa per un ponte pericolosissimo, già
in cattivo stato . Si seguita per la destra -
sponda del fiume fino all'azienda di Cuchi-
pamba, sempre colle penose salite e discese
e pericolosi passaggi . A questo punto il fiume
taglia la catena della Cordigliera che univa
le montagne della sua sponda sinistra con
quelle della destra . Quest'angusta gola aperta
dalle acque del Rio Blanco avrà una profon-
dità di 1000 metri circa, calcolata dalla cima
della montagna di destra . Nella sua parto
inferiore è veramente spaventosa ; in alcuni
punti è tanto stretta, che non si riesce a scor-
gervi il fondo ; sicchè di essa si può ripetere
quello che dice il poeta
oscur profonda era e nebulosa
Tanto, che per ficcar lo viso al fondo
I' non vi discernea veruna cosa .
Solo si ode il gran fracasso delle acque, dal
cui impeto si può capire che debbono ca-
dere da considerevole altezza .
È spaventevole pel povero viaggiatore
passare per lo stretto sentiero all'orlo di
quest'orrenda spaccatura, le cui pareti in al-
cuni punti sono perpendicolari sopra l'abisso .
Ma attraversata questa pericolosa gola, l'oriz-
zonte si apre ; le montagne di destra si ab-
bassano verso l'occidente e vanno man mano
perdendosi nella grande pianura chiusa tra
il fiume Zamorra e il Bomboiza ; quelle della
sinistra seguono il corso del fiume, ma de-
primendosi molto anch'esse .
Verso la metà della discesa di Rosario
s'incontra una piccola spianata ; è in questo
punto ch'esisteva l'antica e numerosa popo-
lazione di Rosario colla propria cappelletta,
dove il Missionario, che di tanto in tanto vi
passava, celebrava la S . Messa, confessava
e predicava . Attualmente non vi sono vesti-
gia di sorta nè della cappella, ne delle abi-
tazioni . Solo vi si erge una rozza croce, or-
nata di fiori, dove si recano quei pochi
abitanti a recitare il S . Rosario, sospirando
sempre la venuta di qualche Missionario .
Questi popolani abitano in capanne (chozas)
poco distanti dalla Croce .

2.2 Page 12

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Di fronte a Rosario, sulla parte opposta
del fiume, si trova l'altra piccola popolazione
di Aguacate, poco superiore per abitanti a
Rosario . Ambidue questi paeselli, di tempe-
ratura calda e di terreni fertili, potrebbero
essere coltivati con gran profitto da coloni
che se ne prendessero cura .
Passammo una notte nel tambo di Cuchi-
pamba, ricevuti e trattati egregiamente dal
signor Quintanilla .
Saputo che quivi noi sostavamo per una
notte, accorsero tutti gli abitanti di Rosario,
Aguacate, Cuchipamba e di S . Josè - altro
paesello che vedremo in seguito - per rice-
vere la benedizio-
ne del Sacerdote e
riconciliarsi con
Dio . Non è a dire
quanta gioia pro-
vasse il caro Don
Spinelli nel soddi-
sfare a questi loro
santi desiderii! Da
or innanzi speria-
mo di poterli rive-
dere sovente e fer-
marci anche tra
loro alcuni giorni .
Cuchipamba, co-
me già dissi, è po-
sto alla destra del
Rio Blanco . Qui,
più di vent'anni.
fa, accadde lo spa-
ventoso massacro
tanto tristamente
celebre in questi
luoghi .
L'orribile avve-
nimento mi fu nar-
rato in questo mo-
do . Tre Jivaros di
Gualaquiza ave-
vano domandato
alloggio sotto il .
portico del tambo ;
parevano amici e
fu loro concesso .
Ma nell'oscurità e
nel silenzio della
notte, quando il
maggiordomo steso sulla sua amàca e i
trenta giornalieri coricati sopra del tavo-
lato si erano immersi in profondo sonno, i
tre selvaggi si levano silenziosamente, e,
impugnando le loro terribili lancie, si get-
tano come folgori sopra gli sprovveduti la-
voratori . La prima vittima fu il maggior-
domo, che col cuore trapassato da una lancia
restò quasi istantaneamente morto nella sua
amàca . Fatti audaci per la morte del capo,
gli Jivaros si slanciano come tigri sopra i
giornalieri, e ventisei di loro cadono morti
sotto le lancie dei tre selvaggi! Quattro
giornalieri soli poterono salvarsi colla fuga .
Questo tragico fatto (e un altro consimile ac-
caduto nell'azienda di Bomboiza appartenente
al signor Guglielmo Vega) riempì di spa-
ventg i coloni del territorio di Gualaquiza
e fu la causa principale del decadimento di
quelle popolazioni .
Di fronte a Cuchipamba, tra il Rio Blanco
e il Rio S . Josè, in un clima salubre e in
un terreno fertile, si trova il piccolo popolo
di questo medesimo nome, formato da circa
venti famiglie . La sua altezza assoluta è di
1150 metri . Stabilita che sia la Missione in
Gualaquiza, S . Josè si trasformerà certa-
mente in una popolazione importante .
Lasciando Cu-
chipamba, pas-
sammo all'altro
lato del Rio Blan-
co e del S . Josè
il cammino sale
verso il sud-est, fi-
no a guadagnare
la Punta delle Tre
Croci . Il Munici-
pio di Sigsig ha
fatto costrurre al-
cune leghe di
questa via, e al
nostro ritorno da
Gualaquiza incon-
trammo gli operai
del signor Gugliel-
mo Vega che sta-
vano per unire un
nuovo tronco, col
quale si eviterà
l'alta costa del
monte San Joa-
quin . Dalla Punta
delle Tre Croci si
prospetta l'ameno
panorama della
valle di Guala-
quiza .
(Continua)
COLOMBIA
Una nuova fondazione.
VENER.MO SIG. D. RUA,
Fontiban (Bogotà), 24 Novembre 1893 .
CREDO non le sarà discaro che questo suo
figlio lontano le dia alcuni ragguagli sulla
nuova fondazione di Fontiban .
È questo un villaggio di circa due mila
anime , sito alla parte occidentale di Bo-
gotà, a 10 chìlometri di distanza . Giace nel-
l'immenso altipiano, che chiamano Sabana

2.3 Page 13

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di Bogotà, a 2600 m . sul . livello del mare .
Ilsuodiqetapnur,bsigolaepr
l'altezza che misura, è tutto calcareo ed are-
noso, e questo ci fa pensare esservi stati
prima dei grandi pantani e lagune, come
tuttavia ve ne sono varie di qui poco lon-
tano . Questo e la frequenza delle pioggie e
le nebbie pure assai frequenti, che ci ven-
gono dalle montagne circonvicine, produr-
rebbero un clima molto umido e fatale, ove
non fosse alquanto mitigato dalla buona
ventilazione e dalle esilaranti brezze che di
sovente spirano su queste vette . La tempera-
tura è eccellente ; varia appena dai 10 ai 14
gradi .
Le case sono molto sparse ; il nucleo prin-
cipale è quello vicino alla parrocchia, e le
più lontane distano da questa almeno un'ora
di cammino . Molte poi anziché case, più pro-
priamente si devono chiamare capanne, per-
chè costrutte con pali, canne, fango, coperte
di paglia, molto basse e meschine . La po-
polazione si occupa nell'agricoltura e pasto-
rizia ; il latte e la patata formano il loro nu-
trimento principale . Nella cucina di queste
genti è anche molto in uso il gran turco ;
però non si pensi che abbiano bisognodi
macinarlo ; no, fan bollire le pannocchie in-
tiere; e dopo le addentano e divorano come
se fosse l'intingolo più squisito .
La fede si conserva abbastanza bene tra
questi cristiani, malgrado che molti per la
distanza, o per le pessime strade, od il cat-
tivo tempo passano mesi e mesi senza messa
e senza parola di Dio .
La chiesa parrocchiale poi-povera chiesa!
- giace mezzo ruinata, in parte, perchè es-
sendo in un terreno sedimentario e di na-
tura vulcanica, cedettero alquanto le fonda-
menta, ed in parte perchè tempo fa veniva
demolita col fine di incontrare tesori . Per il
pessimo stato in che stava detta chiesa,
circa cinque anni fa si diede principio a
poca distanza da essa ad un nuovo tempio
di grandi dimensioni ; però condotti già i
lavori a sette od otto metri fuori di terra,
si dovette desistere dall'impresa , sia per
mancanza di mezzi, sia anche perchè, essendo
in molti ad erigerla, volevano pure essere
molti a dirigere, ed accadde qui un qualche
cosa di simile che nella costruzione della
famosa torre di Babele . Ormai non resta più
nessuna speranza di terminare l'incominciata
chiesa ; quindi alcuni mesi fa presero a rie-
dificare ed a ristorare l'antica, della quale
rimangono ancora circa 10 metri di rovine,
e la facciata che dovrà innalzarsi dalle fon-
damenta .
La casa parrocchiale non si trova in istato
migliore della chiesa; come questa, conta più
di tre secoli dacchè fu fondata . Si racconta
(e qualche scritto ne fa fede) che l'architetto
della casa, che si direbbe una certosa in
miniatura, fu un bravo piemontese di Mon-
dovì . La tradizione e le memorie che tut-
tavia esistono ci apprendono che sull'esor-
dire del secolo XVII i RR . PP . della Com-
pagnia di Gesù funzionavano già essi la
parrocchia, e vi tenevano noviziato nella
casa . Credesi abbiano durato in questa re-
sidenza fino all'anno della loro espulsione
avvenuta per ordine di Carlo III nell'anno
1767 . - Fino al principio di questo secolo
questa chiesa si chiamava Parrocchia della
Real Corona, titolo che perdette colla fine
del Governo spagnuolo .
Nel 1891, poco dopo d'essere arrivata la se-
conda spedizione di Salesiani in Bogotà,
all'invito del sig . Parroco D . Alfonso Em-
manuele, che tanto stima i figli di D . Bosco,
il Superiore di Bogotà, D . Evasio Raba-
gliati, venne a fare una visita a Fontiban
ed io ebbi la sorte di accompagnarlo .
Stavamo allora cercando una casa dove
accogliere ed allevare alla vita salesiana
quelle tenere pianticelle che la Divina Prov-
videnza incominciava a mandarci in questa
fertilissima terra, e questa di Fontiban ci
pareva abbastanza a proposito . Il Parroco,
siccome voleva rinunziare , instava perchè
accettassimo la casa e ci incaricassimo della
parrocchia ; ma quest'ultimo peso non pote-
vamo accettare per allora stante la scarsezza
di personale .
Passarono due anni ed il quod differtur
non aufertur si avverò una volta più . Il 22
di ottobre dell'anno di grazia 1893, i Sale-
siani d'accordo coll'Autorità ecclesiastica
entravano in Fontiban al suono della banda
e delle campane, ricevuti da tutte le Auto-
rità del paese, accompagnati ed acclamati
da tutto il popolo .
Si cantò una grandiosa Messa, infra la
quale il sacerdote D . Leopoldo Medina, ot-
timo Cooperatore Salesiano di Bogotà, disse
un bellissimo discorso di circostanza .
Il contento di questa popolazione d'avere
con loro i figli di D . Bosco va aumentando
ogni giorno più, e speriamo che non sia per
scemare giammai .
Il giorno dopo il nostro arrivo si cominciò
a spianare un campo per farne un vasto
cortile per l'Oratorio festivo, che comin-
ciammo subito alla domenica seguente, in-
scrivendo la prìma volta
sinora andarono aumentando
5f0inroagaazszuipe,racrhee
il centinaio .
Coll'intento di fabbricarci una casa propria
per collegio, facemmo acquisto delle pareti
della chiesa incominciata col terreno corri-
spondente, ed il denaro che dobbiamo ancora
versare deve servire , secondo la conven-
zione, per ricostruire e ristorare la chiesa
antica e la casa parrocchiale .
Instarono già molto perchè ci incaricas-
simo delle scuole maschili, e forse tra non
molto le accetteremo .
Il nostro D . Tomaso Tallone, l'eletto par-
roco, lavora infaticabile nelle cure parroc-
chiali ; e, come se una sola parrocchia non

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gli bastasse, attende anche a quella di En- maggior pietà per la prima volta in questa
gativà, paesuccio a due ore da Fontiban . terra . Felice coincidenza ! Si celebrava la
Per dare tutta la comodità possibile a festa del santo Vescovo e Martire Giosafatte,
queste genti di assistere alla santa messa, celebre specialmente nei fasti della storia
mi si concesse nei giorni festivi la facoltà per le innumerevoli conversioni da lui ope-
di binare ; e così, detta la prima messa, nei rate tra gli eretici!
giorni di precetto, monto in arcioni e corro Conosciuti alcuni inconvenienti, procurai
a dirne una seconda in Engativà .
di porvi rimédio , e così , infra Missam, ri-
La nostra comunità per ora è assai piccola ; volto a' miei cattolici, raccomandai loro
ma tra alcuni mesi speriamo di raggiungere 1° Che nessuno portasse i neonati a prote-
almeno il numero del Collegio Apostolico . stanti pel s . Battesimo ; venissero da noi o
Hoc faxit Deus, e questo ci ottenga Maria mandassero a chiamarci . In caso di neces-
Ausiliatrice . ; ed arra di tanta grazia sia sità ognuno, sapendo, può battezzare ; lasciai
una copiosa sua benedizione, o veneratissimo nondimeno incaricato uno, cui feci le istru-
signor D . Rua, che umilmente imploro per zioni convenienti, e necessarie, e ne declinai
tutta la piccola famiglia di Fontiban, ed in il nome . 2 Che per gli ammalati ci avvi-
particolare per questo suo
sassero, ché noi verremo volando : del resto
in caso di premura, si rivolgessero ad un'ot-
Affezionatissimo figlio in G . C . tima signora - e ne declinai pure il nome -
D . MAGGIORINO OLIVAZZO . la quale saprà suggerire orazioni e giaculatorie
ai moribondi e prepararli al gran passaggio .
3° Che per le sepolture non chiamassero il mi-
nistro protestante : si riunissero tra loro, reci-
tassero il s . Rosario e così accompagnassero
DAL CHUBUT
il cadavere al cimitero . Procurassero che la
Croce onori e difenda sempre le spoglie deì
loro cari, nè mai si dimenticassero di pre-
Una visita ai Cattolici della Colonia protestante .
gare pel loro eterno riposo . 4° Ai fanciulli
di età conveniente per la S . Comunione in-
REV .MO Sig D . RUA,
cominciassero a far imparar bene le orazioni
Rawson, 20 Dicembre 1893 .
ed i primi elementi della nostra santa Re-
ligione . Altra volta, con più tempo e como-
TOR No da una breve escursione alla Co- dità vedremo di. prepararli noi stessi più
lonia protestante, ove fui a visitare alcune prossimamente . Ma, se credessero di man-
famiglie cattoliche, che mi desideravano da darli in Rawson, i ragazzi da noi e le bam-
lungo tempo . Mi sono fermato in Gaionan bine dalle Suore di Maria Ausiliatrice per
(parola india, che suona pietra per affilare) . una settimana, loro non costerebbe nulla e così
È un piccolo e bel paese alle falde di una si provvederebbe molto meglio alla religìosa
catena di colline e sulle sponde del Rio istruzione de' loro figli . 5° In nessun caso
Chubut, ed è il centro della Colonia . La presentassero mai per padrini o testimoni di
mia fermata non durò molto, ma mi pare sia atti religiosi persone protestanti, né comu-
riuscita di qualche vantaggio alle anime . nicassero mai con loro in cose di religione .
Appena trovato alloggio in una casa cat- Rispettassero le cose loro, ma stessero fermi
tolica, mi affrettai a visitare le mie peco- nella fede cattolica, anche in quello che sem-
relle . Non ebbi a correre molto . Fui ricevuto brasse loro meno importante . 6° Infine chia-
cordialmente da tutti . Li invitai alla funzione mai l'attenzione di quei cari cattolici al gran
pel giorno seguente ; accettarono con vivo pia- precetto della santificazione delle feste . Essi,
cere e mi promisero spontaneamente la coo- come noi in Rawson, vivono tra gente che
perazione loro per improvvisare una cappella . ha la bell' usanza di osservare, quasi direi
Difatto un commerciante pose a mia disposi- con troppo rigore, il riposo festivo . Biso-
zione una sala, se non bella, spaziosa e comoda ; gna quindi star attenti a non scandaliz-
altri portarono tappeti e drappi, ed in breve zarli . Perciò raccomandai di abbandonare
lo stanzone prese un assai regolare e deco- non solamente il lavoro, ma anche i diver-
roso aspetto . Disposto l'altare portatile su timenti troppo rumorosi, prolungati e di-
di una buona mensa, feci dare avviso del- straenti . Guai ai cattolici che fanno parlar
l'imminente funzione .
male della Religione nostra col loro mal e-
sempio! Essi ne dovranno render gran conto a
Tutti all'improvvisata cappella. - Le
esortazioni del Missionario .
Dio! - Manca la chiesa, non v'è il sacerdote . A
questo bisogno si vedrà di provvedere quanto
prima si possa. Ma intanto, un santuario
Tutti, anche i commercianti, chiusero le non manca generalmente a nessuno . Questo
loro case e colle famiglie recaronsi all'im- è la casa, è la famiglia . Lì, nella pace do-
provvisata cappella . Non eravamo molti, ma mestica, si può offrire sull'altare del cuore
ci eravamo tutti, ed il primo atto ed il più il sacrifizio dell'orazione e della lode al buon
solenne del culto cattolico si compì colla Dio . Lì vi è anche il sacerdote ; è il capo,

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il padre di famiglia, cui stringe il dovere di rustica casa del colono ; più in su, come altre
istruire i figli e coll'esempio e colla parola . piccole macchie bianche, rosse, nere .. . sono
Dove si può trovare, dopo le funzioni della gli armenti de' buoi, vacche, cavalli, pecore
chiesa, uno spettacolo più bello, più so- che stanno pascolando . È un panorama da
lenne e più venerando che quello di un restarne incantato, specialmente per chi non
padre circondato da tutti i suoi dipendenti, è solito a vedere altro che questi deserti
cui insegni il santo timor di Dio ed il ri- dell'est . Una sola stonatura vi ha in mezzo
spetto della Religione ? Di un padre gi- a tanta bellezza, e sono i varii templi delle
nocchioni avanti al Crocifisso o a qualche sétte qui stabilite . Sono casoni massicci,
altra sacra immagine che diriga le preghiere freddi, di uno stile che vorrebbe essere go-
dei suoi sudditi ?-Infie,racomdp
tico, senza alcun ornamento, isolati e chiusi
la santificazione dei giorni festivi l'esercizio tutta la settimana, che fanno un vero con-
della carità e delle opere di misericordia, trasto coll'amenità del paesaggio . Oh come
specialmente verso degli infermi . Nell'eser- l'abbellirebbe una bianca chiesuola, collo
cizio di questa carità non si deve fare di- svelto campanile, e l'eco festivo delle cam-
stinzioni nè di razze, nè di religioni, nè di pane risuonando sulle colline, nelle gole e
persone : a tutti, cui si può, si deve fare del per la vallata, chiamando l'uomo a visitare
bene, ravvisando in ognuno un fratello a- il Dio vivo e realmente tra di noi nell'au-
mato in G . C . L'elemosina ridonda sempre gusto Sacramento dell'altare ! ! . . .
in nostro vantaggio !
Tornato all'albergo, stese alcune noterelle,
preso un po' di ristoro e commiato dai miei
Progetti - Che bel panorama!
cari con mutue promesse, feci ritorno alla
-Una stonatura .
cattolica Rawson .
Eccole, Rev .m° Sig. D . Rua, la mia rela-
Dio poneva queste parole sul mio labbro, zione, e mi perdoni se ho passati i confini .
ed il mio piccolo uditorio le ascoltò con pia- Ci benedica tutti, ma specialmente l'umile
cere e buona volontà. Ne vedremo poi i ed affezionatissimo
frutti? Così piaccia a Dio! Per ora resta
sufficientemente provvisto : tanto più che
Figlio suo in G . C .
penso fare colà di tanto in tanto una scap-
pata . Ma più tardi sarà necessario prendere
Sac . BFRNARDO VACCHINA .
misure più efficaci . L'elemento, scarso ora,
aumenterà senza dubbio . La Colonia è la
risorsa ed il cuore di tutta la Patagonia
Centrale . Il movimento andrà anche aumen-
tando per l'attivazione delle mine d'oro, già
incominciata un po' più all'ovest da una
NECROLOGIE
società inglese, e per la prolungazione della
strada ferrata, che mette a Puerto Madryn
in Bahia Nueva, uno dei più sicuri rifugii
Il Conte Prospero Balbo .
per i naviganti in tutte le coste meridionali Addì 3 marzo il Signore chiamava a sè
dell'Atlantico. Ebbi un'offerta di terreno ; quest'uomo venerando alle cinque del mat-
ma non si potrà aspettar altro da questi cat- tino quando il suono delle campane saluta-
tolici, i più poveri tra i poverissimi della Colo- va la Vergine Maria . La sua morte edifi-
nia. Bisognerà fare comechessia una chie- cante ed eco verace di una vita cristiana
suola, poi una casetta per aprire una scuola, passata tutta nell'adempimento de' doveri di
perchè i fanciulli cattolici non abbiano da figlio, di padre e di cittadino, ha prodotto
frequentare le scuole protestanti . Ma e i nella città di Torino un salutare effetto .
mezzi? Ecco il problema che io presento alla Era nato a Parigi nel 1824 dal conte Cesare
considerazione sua, o mio amato Superiore . Balbo e dalla signora contessa di Villeneuve .
Prima di dar l'addio alla nascente cristia- Tutti lamentarono la sua dipartita, e pian-
nità, volli farmi un'idea della Colonia, e mon- sero e pregarono sul suo feretro ; ma più di
tai su di una di quelle vette . Che amenissima tutti ha dovuto prendere parte al compianto
vallata! Estesa a vista d'occhio ; fiancheg- universale la famiglia dei Salesiani, a cui il
giata in tutta la sua prolungazione da due caro estinto da tanto tempo si gloriava di
catene di colline (giacimenti), che le lasciano appartenere .
una larghezza da otto a dieci chilometri ; co- Era mirabile la tranquillità d'animo negli
perta da verdi ed ondeggianti messi e praterie ; ultimi giorni della sua vita, e mentre i suoi
irrigata di qua, di là, in tutte le direzioni figli e nipoti gli facevano mesta corona al
da un'infinità di canali e canaletti che hanno letto, egli diceva : « A momenti sarò con
per padre il Chubut, il quale scorre nel bel Dio! . Vedrò Dio! Oh non piangete la mia
contro, ricco d'acque e di salici piangenti, grande fortuna ! »
ed un gran canale artificiale lungo la bel- Era stato soldato ; aveva ottenuto in gio-
lezza di 72 miglia ; di tratto in tratto nere vane età alti gradi nell'esercito, e nella bat-
macchie di piante, tra le c ui frondi spunta la taglia di Novara meritata la medaglia d'oro

2.6 Page 16

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al valor militare ; e poi, per mantenere in-
tatta la sua fede religiosa, si era ritirato a
vita privata, servendo i poveri di Dio, come
prima aveva servito il suo Re, cioè con affe-
zione e sacrifizio . Ma fra tutti i poveri, dopo
l'illustre del Vaticano, cioè il Papa, aveva
scelto quelli de' nostri Oratorii, mettendo se
stesso ed i suoi studii a disposizione di Don
Bosco .
« Prima, ci diceva, intendeva fare dei sol-
dati che avrebbero un dì portata la morte ;
ora, per miglior disposizione, lavoro per dare
altri soldati alla Chiesa che daranno la vita
e la pace ai popoli . » Con ciò voleva allu-
dere alle lezioni che andava a fare alle
Scuole Apostoliche, al Cottolengo ed al no-
stro Oratorio . Ma fra tutti i varii pregi di
scienza e di zelo, con cui insegnava, era pro-
prio esemplare per la sua puntualità . Batte-
vano le ore, e la sua maschia figura si ve-
deva comparire alla porta dell'Oratorio, dopo
d'essere stato a pregare alcun poco ai piedi
della Madonna .
Riconoscente a D . Bosco, com'esso diceva,
che lo toglieva dall'ozio e dalla noia, colla
coscienza di essere fatto utile al suo pros-
simo, alla fine di ogni mese portava con
piacere l'obolo della sua carità nelle mani
del medesimo D . Bosco . « Ecco il mio sa-
lario, diceva, e grazie del favore ! »
Ma, questa occupazione non bastava an-
cora . Egli conosceva i poveri della sua par-
rocchia, e se era rigido con sè come un ce-
nobita, sapeva essere generoso con essi . I-
noltre in casa lavorava per loro, e non po-
tendo più far altro, impiegava le lunghe ore a
preparare zoccoli per l'inverno, con quella
soddisfazione che prova un padre quando
sa di occuparsi al bene dei figli .
Non fa quindi stupire se alla sua sepol-
tura, col fiore della nobiltà, con alla testa gli
ufficiali d'ordinanza dei Reali Principi, i gen-
tiluomini delle Case del Re, dei Duchi e
delle Duchesse, molti veterani dell'esercito,
i quali ultimi vollero attestare con la loro
presenza la devozione al leale e valoroso ca-
valiere della patria, intervennero in abbon-
danza i poveri ad invocargli la pace del Si-
gnore . Ma da tutta quella folla, che riverente
e commossa accompagnava alla chiesa di
S . Filippo la salma benedetta, si sentiva una
parola che commoveva il cuore e insieme
lo consolava sollevandolo all'alto premio di
Dio : « Era un santo, un vero santo ! »
Mentre invitiamo i nostri Cooperatori a
pregare per l'anima di questo illustre Coo-
peratore, preghiamo Dio che conservi tra noi
molti che gli abbiano da assomigliare nella
santità della fede, nella fortezza delle sante
speranze, e nello spirito di sacrifizio pel
Signore .
Stampiamo volentieri questa poesia che
riceviamo da un buon Cooperatore Salesiano
IL CONTE PROSPERO BALBO A' SUOI FIGLI .
Portai la spada, e nella verde etade
Un dì pugnai per l'itale contrade ;
Ed ebbi dal mio re sulla battaglia
Vanto del prode l'aurea medaglia .
Ma chiamato a giurar se al mio sovrano
Più fedele od al ciel fosse la mano,
Non esitai ; riposi sospirando
Nella vagina immacolato il brando.
Il mondo mi guardò con meraviglia . .
Ma che il Signor tenesse in in e le ciglia
Conobbi nel poter tutti educare
I figli nell'amor casto dell'are .
O Cesare, Leonzio con Enrico
Serbate il patto di famiglia antico I
Poi la vita passai solo e negletto,
Tra la polve del secolo scorretto,
Nell'amor di famiglia, e di quel Pio
Che tiene in Vatican luogo di Dio!
Per dare al poverel caldo e ristoro,
Posi la mano in ruvido lavoro,
E la pialla trattò lieta la mano
Che la spada portò pel mio sovrano .
Ora il mio vel vestito in saio aspetta
Il giorno del Signor della vendetta ;
Mentre lo spirto sciolto in paradiso
V'attende, o figli, giubilante in viso .
V'amai! per Voi, pel Re, pel mio Signore
Mi furon sacre e benedette l'ore .
Di me, di vostro padre, riparlate
Ai figli vostri di più fresca etate.
Così vivo con voi spero e desio
Di riabbracciarvi un dì tutti con Dio .
Dallo Studio storico sull'artiglieria a ca-
vallo del colonnello Volpini, testè pubblicato,
riportiamo il seguente racconto
« Alla battaglia di Novara la batteria co-
mandata dal capitano Prospero Balbo si trovò
esposta ad un micidialissimo fuoco degli Au-
striaci, nel momento in cui più accanita fer-
veva la pugna . I cannonieri, che già tante
prove di valore avevano date per lo innanzi,
erano ora un po' impressionati dalle gravi
perdite che erano toccate alla batteria . Il
loro coraggio non scemava perciò, ma cer-
tamente era messo a ben dura prova . Il
capitano Prospero Balbo, intrepido, diri-
geva il fuoco . Ad un tratto, accortosi che
alcuni cannonieri e lo stesso valorosissimo
fratello suo Ferdinando piegavano il capo
al fischio delle palle, per quel movimento
istintivo, che soltanto una lunga abitudine
può vincere, esclamò : - Cannonieri, chi
v'insegna a piegare il capo sotto il fuoco
degli Austriaci? Dieno il buon esempio gli
ufficiali! - Ed il giovane luogotenente Fer-
dinando Balbo , mortificato dall' allusione
fattagli dal fratello, come per meglio osser-
vare dove vadano a cadere i proiettili dei
suoi cannoni, s'avanza di qualche passo,
esponendosi a fronte alta nel sito più bat-
tuto . . . Una palla lo colpisce nel petto e
cade . . .
« Un'esitazione pericolosissima si mani-
festò tra i cannonieri ; il momento è assai

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critico pel capitano che deve tenere alto il
coraggio dei suoi soldati, mentre ha il cuore
straziato dal dolore per la caduta del fra-
tello . Ma in lui vince il dovere . Senza dar
segno di commozione, con uno di quei su-
premi sforzi di volontà che onorano l'uomo,
egli ordina a due serventi di trasportar via
il loro ufficiale . Non si muove dal posto, non
volge il capo, è sublime nel grande sacri-
fizio. Il forte esempio del suo valore vince
il panico momentaneo dei cannonieri . A sera,
quando tutto è finito, il capitano Balbo va
in traccia del fratello, ne chiede ansiosa-
mente a tutti notizie . E quando nella stessa
casetta, in cui tra i feriti era il luogotenente
Robilant, egli vede in un canto giacere il
cadavere di Ferdinando, non più nasconde
il suo grandissimo dolore . Anche oggi, dopo
tanti anni, quando rammenta il tristissimo
caso, gli luccicano gli occhi di pianto ; ma
sempre conclude il racconto col medesimo
pensiero, in cui si compendiano tutte le virtù
del. suo grande animo di soldato : « Dovevo
dire ciò che dissi, se tornassi indietro, in
quel momento d'angosciosa ansietà, pel con-
tegno de' miei soldati in faccia alla morte,
direi ancora lo stesso : Era il mio dovere! »
Il Can . Giacinto Carpano .
La famiglia salesiana non può dimenticare
questo buon sacerdote che compagno e col-
laboratore con D . Bosco, fin dall'anno 1844,
era testimonio oculare delle meraviglie che
il Signore aveva operato in mezzo a noi
nella formazione degli Oratorii . Giovinetto
aveva sentito a dirsi dal ven . Cottolengo :
Tu sarai sacerdote, e verrai a lavorare un
poco anche in questa casa .
Il Can . Carpano fu il primo direttore del-
l'Oratorìo di S . Luigi a Porta Nuova, ed
anch'egli dovette patire per amore di Dio
in quei principii. Come si ricava dalla storia
dei cinque lustri, egli fu salvo per miracolo,
quando i malevoli scaricarono contro di lui
l'arma da fuoco, mentre si stava per dare la
benedizione col SS . Sacramento . Comodo
di casa, ricco d'ingegno e forte di costitu-
zione, tutto metteva a disposizione di Don
Bosco, cui ubbidiva come a superiore ed
ammirava come mandato da Dio .
Destinato all'uffizio di cappellano a San
Pietro in vincoli in Torino, e non potendo più
venire ai nostri Oratorìi, mentre andava a
fare scuola al Cottolengo, non cessava di la-
vorare per la gioventù povera ed abbando-
nata . Anzi essendo stato condotto a visitare
la Generala, ove son rinchiusi centinaia di
poveri fanciulli già caduti nel vizio, egli
preso da compassione per la loro sorte, aperse
un asilo nella stessa sua casa per quelli che
volessero cambiar vita . Fu così l'iniziatore
dei Patronati per quegli infelici .
Egli fu direttore spirituale della Mendicità
istruita, ed ogni volta che si ricorreva a lui
per qualche uffizio del sacro ministero, non
si rifiutava mai . Quindi faceva volentieri le
missioni al popolo, predicava nelle quaresime
e mesi di maggio ; e meritava speciali lodi
ogni volta che qualche epidemia veniva a
desolare la nostra città . Con una vita così
operosa, non fa quindi stupire se gli amici,
i parenti, e specialmente il curato di S . Gioa-
chino vollero dargli un bell'attestato d'amore
e riconoscenza al giorno 8 del mese di marzo
coli una messa solenne celebrata dal Padre
della Piccola Casa, Can . Mons . Roetti, e
cantata dalla nostra scuola musicale .
Si volle l'orazione funebre, e fu recitata
da uno dei nostri sacerdoti . Sia pace all'a-
nima sua . Nacque a Torino nell'agosto del
1821, e morì al 26 gennaio dell'anno 1894 .
GRAZIE DI MARIA SS . AUSILIATRICE
Maria fu la mia salute? - Signor
Don Michele Rua . - Le scrivo questa let-
tera dal Chilì, mia patria . Passai quattordici
anni nella Repubblica Argentina, ove in
questi ultimi due anni fui colto da grave
infermità allo stomaco, che mi faceva sof-
frire assai . Una notte, credendomi vicino a
spirare, ricorsi alla nostra buona Madre
Maria SS . Ausiliatrice, affinchè si degnasse
ottenermi la guarigione, promettendole di
spedire costà un'offerta per la celebrazione
di una Messa in codesto Santuario a Lei
dedicato . La Vergine SS . non fu sorda alle
mie preghiere . Ottenni infatti l'implorata
guarigione .
Riconoscente invio alla S . V . trenta pesos
(eguale ora a circa L . 40) supplicandola di
voler pubblicare questa mia, se crede con-
veniente il farlo .
Chillan, 29 Giugno 1893.
LuCAS BECERRA.
Cooperatore Salesiano (1) .
(1) Lucas Becerra è un nome già noto agli antichi
lettori del Bollettino . Essi rammenteranno ancora come
nel 1887, Monsignor Cagliero, viaggiando attraverso
le Cordigliere diretto alla volta del Chilì, facesse una
terribile caduta da cavallo sulle acute punte di roc-
cia ond'era irto il sentiero ; caduta che mise in forse
quella preziosa esistenza . È indescrivibile la desola-
zione di coloro che lo accompagnavano . A chi rivol-
gersi in quelle contrade deserte? Chi poteva assumere
una cura tanto difficile? Fu il signor Lucas Becerra,
medico del campo, che la Divina Provvidenza inviò
al sofferente Prelato ; fu questo signore che lo ospitò
in sua casa e tanto seppe fare e le sue cure furono sì
intelligenti, assidue, affettuose, che in breve tempo il
caro infermo migliorò grandemente ; e qualche mese
dopo la fatale caduta poteva riprendere le fatiche
dell'apostolica sua vita . Dopo Dio benedetto, dopo
Maria Ausiliatrice, è dunque al signor Lucas Becerra
che dobbiamo la conservazione d'una vita a noi si cara
e sì utile alla Chiesa ed alla società.

2.8 Page 18

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Grazie a Maria! - Rev .mo Siq . D .
Rua. - Il 12 dello scorso gennaio cadeva
ammalata d'influenza, la nóstra cara figliuola,
e quattro giorni dopo di lei venivamo pure
colpiti dalla stessa infermità noi due sotto-
scritti suoi genitori. Ben presto il nostro
stato si fe' grave, anzi quello del marito
gravissimo, essendo la sua una polmonite
doppia e trovandosi egli all'età di oltre 78
anni . Chiedemmo il nostro confessore il 25,
e il giorno appresso ricevemmo il SS . Via-
tico, chè volevamo fare ciò che deve un cat-
tolico e in tempo di conoscere quel che si fa .
Noi però ci eravamo raccomandati alle
preghiere di cotesti suoi figli e speravamo
sempre nella intercessione di Maria SS . Au-
siliatrice . Non andammo delusi ; al termine
della novena che si faceva per noi in codesto
Oratorio, cominciammo tanto rapidamente a
migliorare, che non è possibile non iscorgere
l' intervento misericordioso del Signore .Il
- Celestina Isoardi e Marito, Savigliano - Eugenio
Cappelletti, Cigole (Brescia) - M . P . e M . C . e famni-
glia, Fezzano - D . Raffaele Scudellari, Castel di loca
Maria Teresa Baratta, nata Federico, Marina Alì
- Matilde Levra, Tintisi Canavese - D . Vivalda Ret-
tore di S. Grato (Mondovì) - Bernardino Boetti, Vil-
lanova S. Grato (Mondovì)-ACingtolap,
(Torino) - Adele Nicola, Baeehelli (Torino) - Ma-
rianna Porro - Agostino Mangiardi, Alpignano
Luigia Grassi, Orhassano - Teresa Basso, Torino -
Pasquale Icardi, Castigliole (Tinella) - Lorenzo Canta,
S. Damiano d'Asti - Agostino Sola - Luigi Peirani,
Grngliaseo - Domenica Casaris, Carmagnola - Anto-
nia Basarati, Settiozo - Francesca Allara - Giusep-
pina Mandero, Montechiaro d'Asti - Pia porsona di
Pezza d'Alba - Teresa Saracco, Vinovo - Francesco
Milanesio - Rosa Bertolini, Torino - Maria Girando
Torino - Carolina Perratone, Torino - Lucia Quaglia,
Castagnole (Piemonte) - Lucia Alessio, Caramagna -
D . Bernardini Parroco, Zeneredo (Tortora) - D . Pla-
cido Chiappone, - Francesco Davico di Gio . Bat .,
Settimo - Michele Mondino . Piossasco - Il Parroco di
Romazzi, Genova - Enrica Palan, Genova - Catterina
Chiosso, Pralormo - Giuseppe Fasano, Torino - Cri-
stina Bagnasacco, Chi cesso - Anna Regis, Cigliano -
Giovanni Costanzo, Bianzo - Maria Cerasa, Marello -
Margherita Pomatto, Torino - Michele Giraudo, Bibiana
marito va riacquistando ogni giorno le forze (Torino) .
in modo prodigioso, e la consorte già si
occupa come non fosse mai stata ammalata .
Riconosciamo dunque averci Maria Ausilia-
VARIETÀ .
trice ottenuta la guarigione per le preghiere
della S . V . Rev .ma e di tutti codesti suoi
buoni figli, e ne rendiamo pubblica testimo-
nianza . - Fu grazia puranche l'averci il
Signore conservati sani e salvi i due nostri
figli, ufficiali nell'esercito, in mezzo ai grandi
pericoli dei tumulti della Sicilia ; come pure
l'averci in queste malattie dato tali amici
quali le famiglie B** e F** ed una santa, e
carissima Suora Domenicana, che unitamente
alla nostra cara figlia e alla buona nostra
domestica vegliava al nostro capezzale con
Conferenza Salesiana a Chioggia .
Alla serie delle Conferenze pubblicate nel nu-
mero di Marzo aggiungeremo pure un cenno della
prima che tenne in Chioggia quel zelante Diret-
tore D . Francesco Naccari . Ecco come ne scrive
egli stesso al Rev .mo Sig . D . Rua :
Grazie a Dio il 1° marzo si fece anche qui
per la prima volta la Conferenza Salesiana .
S'invitarono con avviso a stampa i Cooperatori
e le Cooperatrici ed altre persone di sentimenti
religiosi : il concorso non fu grande, però suffi-
perfetta carità .
ciente . Intanto insieme all'avviso della Confe-
Novara, 25 Febbraio 1894.
renza si mandò agli invitati una copia dell'Elenco
del Comitato che cercai di formare, di cui ne
GEROLAMO E MARINA Rossi . spedisco una copia . Le persone furono approvate
dai R .mi tre Parroci della Cattedrale e delle altre
due Parrocchie della Città .
Rendono pure grazie infinite a Maria Au-
siliatrice per favori ottenuti dalla sua po-
tentissima intercessione i seguenti
» L'ordine della Conferenza fu questo : Alla mat-
tina alle ore 7, io celebrai la S . Messa in suffragio
dei Cooperatori defunti all'altare, ove si venera
l'immagine di S . Francesco di Sales, nella Chiesa
Lorenzo Lusso per la miracolosa guarigione di suo
figlio Pietro, Carmagnola - D . Francesco Rocchi, S .
Bernardino di Novellara - D .
Rosso, Arciprete,
Sesto al Reghena (10) - Luigia Vigano, Monza - I .
M . Ragusa Inferiore - Sac . Michelangelo Chiatellino,
Carignano - Ch . A . E . Masucco, Alba-Eredi Zimara,
Svazza (Svizzera) - Teresa della Croce, Tirano -
Noli . Giuseppina Graziani, Da Rizio - Not . Girolamo
Giusti, Tarzo - Un ammiratore dell'Istituto Salesiano
- Giovanni Chiocca, Grenacuore - D . Marcello Cantù,
Perana - Carlo Lomater, Villaregia - Giuseppina
Dallegre, Arquata - Marietta D'Alberti, Stabio - D.
Carlo Molle, Oneglia-Francesca l'olaoni Ved . Boralla,
Scaldasole - G . Sibona pel Ch. Luigi Sibona, Torino
- Luigi Biletta, Marisenflo-Antonio Cravotto, Bar-
bania - N . D . I . e Maria Dedi Fiusani, Lodi - M .
G. C . per la guarigione della loro manina, Prov . di
Milano - Maria Zorzi . Trealo (Schio) - Teresa Bo-
doira, Torino - La Famiglia Gariglio - Giuseppe
Zazzi Valmozzolu - D . Pietro Casagrande, Parroco,
Mori, Valle Garduneo, (Tirolo) - Fiorentino Pruzzo,
Vooeto di Ciocefcesehi - Maria Capusso, Castagnole Mon-
ferrato - Maddalena Canale, Caldogno - Giovanni
Audisio, Carisio - -Alessandro Floretta, Cloz (Tirolo)
dei RR. PP . Filippini, i quali ben volentieri accor-
darono il permesso . Alla Messa celebrata colla re-
liquia esposta e coll'altare alquanto parato a festa,
vi fu una trentina di Comunioni . Alle ore 3 pom,
esposta pur la reliquia, fatta lettura d'un Capi-
tolo della Storia dell' Oratorio, io annunziai la
mia nomina a Direttore Diocesano, spiegai bre-
vemente l'origine della Pia Unione dei Coopera-
to i Salesiani, mie manifestai gli scopi che ebbe
D . Bosco, ed accennai gli obblighi ed i vantaggi
di quest'Associazione ; e mentre lessi la bellissima
sua lettera inserita nel Bollettino di gennaio ; si
fece la colletta e si dispensarono altre copie del-
l'Elenco del Comitato assieme ad altri foglietti
ricevuti da cotesta Direzione . Infine Mons . Decano
D . Nicolò Bonaldo, Vicario Generale di questa
Diocesi, il quale onorò di sua presenza l'adunanza,
la infervorò colla sua robusta parola ringraziando
il Signore di aver dato ai grandi bisogni della
gioventù un nuovo soccorso nella Società Sale-
siana, ed esortando quindi ognuno a volerla aiu-

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tare quanto più si possa, ed a pregare istan-
temente Iddio, Maria SS . e tutti i nostri Santi
Patroni, affinche possa anche Chioggia ottenere
presto la grazia di avere un Istituto adatto alla
necessaria cristiana educazione di tanti figli del
popolo. »
L'incendio nella casa di D . Bosco
in Sampierdarena
Abbiamo lo scorso mese accennato in nota ad
un disastro avvenuto nella Casa Salesiana di Sam-
pierdarena . Ecco come ce ne dava l' annuncio il
benemerito Eco d'Italia
« Verso le 5 del mattino 23 febbraio densi nugoli
di fumo davano l'all'arme nell'Ospizio Salesiano di
S . Vincenzo de' Paoli in Sampierdarena . Il fuoco
era scoppiato nella tipografia . Tutto il personale
della casa si adoperò all'estinzione dell'incendio,
mentre per telefono erano avvisati i pompieri .
» Il fuoco durò fino alle 7, distruggendo depositi
di carta, attrezzi e guastando le macchine . I danni
ascendono a parecchie migliaia di lire . L'Ospizio
non è assicurato .
» È stata una vera fortuna che il fuoco siasi ma-
nifestato nella mattina con violenza, perche se
fosse scoppiato nella notte il grandioso fabbricato
avrebbe corso un gravissimo rischio .
» Quanto all'origine o causa del fuoco non si
fanno che congetture . Pare però che si debba il
fatto a un camino di stufa o d'altro che sia . Fu
prodigio e una vera grazia se non vennero esplo-
sioni di gaz, perchè si fusero i tubi per il grande
calore .
» Fu assai lodato il contegno dei bravi figli
di D . Bosco che si adoperarono con grandissima
attività e molto coraggio ad apprestare i primi
soccorsi per impedire la propagazione dell' incen-
dio che poteva produrre danni grandissimi . E va
poi grandemente segnalata l' opera energica e
pronta delle brave guardie del fuoco di Sam-
pierdarena .
» È una grave sciagura che colpisce questo Isti-
tuto tanto benemerito del popolo e della vera ca-
rità . Già ben sanno i nostri lettori come esso fac-
cia completo assegnamento sulla carità dei buoni
per fare la . . . carità . Ed ora a tutti i disimborsi,
alle spese, ai debiti che già lo gravano, si ag-
giunge questo nuovo bisogno, questa impellente
necessità !
» Procurino gli abbienti, i generosi, i caritate-
voli di ricordarsene . Noi per conto nostro rice-
veremo ben volentieri le offerte . »
Ricordo ai decorati
della Croce « Pro Ecclesia et Pontifice »
Pregati riportiamo il seguente annunzio tolto dal
Numero del 27-28 Febbraio del valoroso giornale Mi-
lanese l'Osservatore Cattolico :
« Affinché rimanesse ai Decorati della Croce pro Eccle-
sia et Pontifice un perenne ricordo del loro Pellegri-
naggio compiuto a Roma nella prima metà di Novembre
u. s ., e specialmente della splendida Udienza concessa
loro dal S . Padre Leone XIII l'11 del suddetto mese,
la Commissione ha voluto completare l'opera sua fa-
cendo pubblicare un Fascicolo di cento e più pagine,
nel quale viene data minuta relazione di quanto si
riferisce al suddetto Pellegrinaggio ; vi si riporta in
lingua italiana, francese e tedesca il magnifico discorso
del Papa ripieno di sagge e robuste istruzioni ai de-
corati ; si ripetono fedelmente i nomi dei singoli ade-
renti colle loro espressioni di fede e di amore al Vi-
cario di Cristo quali si trovavano nel ricco Album ;
si dà nota di tutti i presenti all'Udienza Pontificia,
si enumerano i Decorati defunti dal 1888 all'ottobre
1893 ; si parla del gruppo fotografico eseguito per la
circostanza, e infine si fa cenno di una Proposta de-
stinata ad eccitare i decorati, affinché concorrano con
generosa offerta onde porre un segno perpetuo di amore
e venerazione presso la tomba dell'immortale Ponte-
lice Pio IX .
» L'elegante fascicolo, in-8° grande, già tanto gradito
dal Santo Padre, sarà spedito innanzi tutto ai quat-
trocento decorati che hanno aderito colle loro offerte
per la Croce d'oro gemmata già presentata al Santo
Padre ; ma insieme sarà inviato a tutti quei decorati,
i quali non avendo aderito per la croce d'oro, invie-
ranno un'offerta non minore di lire 2 per il ricordo
alla tomba di Pio IX .
La Commissione nutre viva fiducia che i decorati
tutti vorranno corrispondere con prontezza e generosità
all'invito, sicuri che mentre renderanno onore alla
venerata memoria di Pio IX recheranno sentito con-
forto all'animo del Santo Padre Leone XIII g . r .
» Le richieste per la grande fotografia (centimetri 65-
5 0) della quale fanno parte Gendarmi e Guardie Sviz-
zere in grande uniforme, nonché l'offerta per il ricordo
alla tomba di Pio IX sieno spedite sollecitamente al
cassiere della Commissione signor Gerolamo Magni,
via Santa Maria Fulcorina, num . 4, Milano, il quale
si incaricherà della pronta e sicura spedizione di tutto .
LA COMMISSIONE
per la Croce d'oro gemmata
« Pro Ecclesia et Pontifice »
Cooperatori defunti nel Febbraio e Marzo del 1894 .
1 . Acerbis Martino - Cornale (Ber
gamo) .
2 . Aguggia Cav . D . Gio. Battista -
Mosso S. Maria (Novara) .
3 . Aymo Cav . Luigi - Mondovì-Breo
(Cuneo).
4. Albani D . Giuseppe - Castel S .
Elia (Roma) .
5 . Allono D . Domenico prevosto -
Fornolosa (Torino) .
6. Ariozzi D . Gio. priore -- Macerata.
7 . Asinari Paola nata Moris - To-
rino .
8 . Assarotti Catterina - Genova .
b . Bagliano Giovanni - Grana (Ales-
sandria) .
10 . Barbia Don Felice - Carmagnola
(Torino) .
11. Bellingeri Geltrude religiosa -
Fossano (Cuneo) .
12 . Benettini Don Enrico parroco -
Bollano (Genova) .
13 . Beni D . Gaspare rettore - Cascia
(Firenze) .
14 . Bergo Filippo D . Mazzorno (Ro-
vigo) .
15 . Bertinelii P . Lorenzo Camaldolese
Roma .
16 . Bevilacqua Baldassarre ufficiale in
ritiro - Bollano (Genova) .
17 . Bezzi D . Pellegrino rettore - Cro-
18.
vara (Reggio Emilia) .
Blangino Margherita -
Torino .
19 . Bonavia Giuseppe - Genala (To-
rino) .
20 . Bonora Catterina - Finalmarina
(Genova) .
21 . Boscredon Mons . Teodoro - Roma .
22. Botta D . Andrea - Lenovagienna
(Cuneo) .
23. Botta Elisabetta - Sassello (Ge-
nova)
24 . Brunati Don Giuseppe - Torino
(Tirolo).
25. Bronchi D . Giovanni - Agnellengo
(Novara) .
26. Bruni Maria Teresa religiosa -
Sarnauo (Macerata) .
27 . Bruno Mons . Luigi Vescovo-Ruvo -
di Puglia (Bari) .
28 . Buggiani Antonio Maestro Elem.
- Burgianico (Firenze) .
29 . Buratti Don Pietro - Trevi (Pe-
rugia) .
30 . Cacherano Conti Roberto - Torino .
31 . Calò Antonia - Bitonto (Bari) .
32 . Camburzano Cattorina - Chivasso
33 .
(Torino)
Camosci
.Don
Eliseo
-
Villarocca
(Cremona).

2.10 Page 20

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34 . Camusso Teresa nata Bianchi -
Cumiana (Torino) .
35 . Candia D . Carlo - Genova .
36 . Causa D . Carlo - P orana (Ales-
sandria) .
37 . Cardinali D . Lugi - Cossano (Pia -
cenza),
38 . Cassavi Don Domenico - Prato
(Bologna) .
39 . Cavagroli Edvige - Fubine (Ales-
sandria) .
40 . Celebrini Cav . Filippo - S . -Mar-
tino Metta (Cuneo) .
41 . Chicco Cav . Filippo - Torino .
42. Chionio D . Tito - Torino .
43. Ciccolini Ben Ubaldo Canonico -
U. rbino
44 . Clara Felicina - Chivasso (Torino) .
45 . Conti D . Pietro - Grosso (Arezzo! .
40 . Cordeschi D . Nazzareno - Acqua-
pendente (Roma) .
47 . Cortese D . Valente Capp . - P oz-
zoleone (Vicenza) .
48 . Corti Amalia vedova Torti - Vo-
ghera (Pavia) .
49 . Cresti Matilde religiosa - Firenze .
50 . Crosta Fortunata religiosa - Sesto
Calende (Milano) .
51 . Cuneo Maria vedova Vivaldi -
Genova .
5_ . Dallavecchia D . Ulrico Cappellano
- S Orso (Vicenza) .
53 . Dall'Ongaro Don Antonio S . Cau-
ziano - Venezia.
54 . Dalvini D . Giov . Vincenzo - Cu-
neglia (Helvetia) .
53 . Danieli D . Gaetano - S . Germane
(Vicenza) .
56. Delconte Giov . - Rosasco (Pavia) .
57 . Depaoli Carlotta - Caldana (Au-
stria) .
S0 . Dhmell Conte - Cherasco (Cuneo) .
59 . Dona Don Felice - Noventa (V i-
cenza) .
60. Durando Barbara - Farigliano
(Cuneo) .
61. Duri Angiolina - Novara.
62 . Fain Don Antonio - Villese (Au-
stria) .
63 . Falconi ContessaPaola - Piacenza .
64 . Fantoni Assunta - Alassio (Ge-
nova) .
65 . Faraggiona Chiara - Vernazza
(Genova) .
66. Farina Enrico - Pieve di Coriano
(Mantova) .
67 . Fasoli D . Luigi - Asiago (Conio) .
68 . Ferravi Barbara Cont . Alessandrina
- Verona.
69. Ferrentini D . Luigi - S . Giacomo
a Po (Torino) .
7.0 Terrori Giacomo - Pradleves (Cu-
neo) .
71. Ferrero Francesca Vedova - Mon-
bercelli (Alessandria) .
72. Filippa Giuseppa - Torino .
73 . Flei-cher Giuseppe - Trieste.
74. Forassi D. Andrea parroco - Vai
di Chio (Arezzo) .
75. Foschini Don Pasquale parroco -
Riolo (Ravenna) .
76. Frogonara Don Andrea - Varallo
(Novara) .
77 . Galante D . Gio . Arciprete - Tra-
vesio (Udine) .
78 . Gariazzo D . Francesco - Canton
di Vigellio (Novara) .
79. Garperone N. - Torino.
80 . Gaterer Don Agostino - Vezzano
(Tirolo) .
81 . Gatto Giovanni fu Pancrazio -
Mombercelli (Alessandria).
82 . Giunoni Giuseppe - Bollano (Ge-
nova) .
83. Giantini D Gaetano - Val di Pii.
biaiia (Firenze) .
84. Grandis Angela - Torino.
85 . Gratterola Maria - Stella S . Mar-
tino (Genova) .
86. Graziani Don Domenico rettore -
Casola (Parma) .
87 . Grillo Maria moglie 13osio - Bel-
forte Monf . (Alessandria) .
88 . Guastavigna Rosa - Croce Bianca
(Genova) .
89 . Guidetti D . Giovanni - Vercelli
( .Novara) .
90 . Guidotti D . Lorenzo - Cadarafa-
glio (Novara) .
91 . Imperatori D . Leopoldo - Novara.
92 . Longo Cav. Giovanni Canonico --
Asti (Alessandria) .
93 . Macchiarlotti D . Giovanni - Bru-
no (Torino) .
94 . Manara March . Ottavia Melilupi
Soragna (Parma) .
95 . Marenco Elena ved . Battaglia -
Acqui (Alessandria) .
96 . Maronco Lucia - Castiglion Ti-
nella (Cuneo) .
97 . Marchi Mose. Pietro Vescovo -
Anagni (Roma) .
98 . :lari Don Luigi - Rimini (Forlì) .
99 . Marino Giuseppina - Catania .
7 .00 . Marniroli Ch . Eugenio . - Reggio
Emilia .
101 . Marino D. Giuseppe - Milano.
102 . Martin v Bien P . Antonio - Roma .
103 . Masera Giuseppe - Torino .
104. Mattono D . Giuseppe - Miroglio
(Cuneo) .
105 . Mattordes Giacomo - Castello
(Austria) .
106 . Mazali Rosa - Paullo Frignano
(Modena) .
307 . Mazucco Camilla - Torino.
108 . Muzio D . Giov . Battista - Varzi
(Pavia) .
109 . Menegatti. Lucia - [Piazzola sul
Brenta (Padova) .
110 . Mentono Giuseppe - Lonigo (Vi-
cenza).
111 . Minello D . Vincenzo - Torino .
112 . Montarolo Domenico - Trino (No-
Movnatrai)ce. lli Angela - Poutedecimo
(Genova) .
114. Morendo Teresa vedova - Casti-
glion Tinella (Cuneo) .
115 . Morcaldi D . Michele - Badia di
Cova (Salerno) .
116 . Morini Carolina ved . ltamellini -
Oleggio ( Novara) .
117. Mozzetti Teresa vedova Marton -
S . Maria l'eletto (Cuneo) .
118 . Nani D . Leonida - Soave ( Verona) .
119 . Negri Don Giuseppe Arciprete -
Sidolo (Piacenza) .
120 . Negro D . Giuseppe - Villafranca
d'Asti (Alessandria) .
121 . P . Samuele da Vigono - Grono
(Svizzera) .
122 . Pausa Teresa vedova Griseri -
Cuneo .
123 . Papi D . Quirino - Sarnano (Ma-
cerata) .
124 . Parnisetti D . Giov . Capi) . Vesco-
vile -- Bobbio (Pavia) .
125 Pasquali Carolina - Sarnano (Ma-
cerata) .
126 . Penna Clara - Capelli (Alessan-
dria) .
127 . Pezzorassi Domenico - Bagolino
(Brescia) .
128 . Piancastelli Luigia in Conti - Bri-
sighella (Ravenna) .
129 . Pollini D . Luigi - Tortomi (Ales-
sandria) .
130 . Ratti Giuseppina - Alpiguano
(Torino) .
131 . Ratti Margherita - Alpignano
(Torino) .
122 . Rebaudengo Emilia - Deneva-
gionna (Cuneo),
133 . Reyneri Cattorina ved. Lombardi
- Torino .
134 . Romagna Don Carlo Andrea -
Vanda di Front (Cuneo).
135 . Ricci Barone Feliciano -- Torino .
136 . Riva D . Mattia Arcipr . -- Istrana
(Treviso) .
137 . Reggere Paolo - Ovada (Alessan-
dria) .
138 . Romani Don Giuseppe - Reggio
Emilia .
139 . Rossi Maria vedova - Scansano,
(Grosseto) .
140 . Sacco Elisabetta - Racconigi (Cu-
neo) .
141 . Santini D . Angiolo - Mozzi (Fi-
renze) .
142 . Sartore Avv . Valentino- Genova .
143 . Scalini Ant . - Bagolino (Brescia).
144. Sciaccaluga Francesco - Genova.
- 145 . Serafini Cardinale Luigi - Roma-
146. Serri D. Giuseppe - Gesturi (Ca-
gliari) .
147. Sobri nata Bianchini - Venti-
miglia (Porto Maurizio) .
148 . Solinas Antonia - Sassari.
149 . Sorlini Rachele - Angolo (Brescia) .
150 . Suor Maria Enrichetta - Torino .
151 . Suzzi D . Ippolito - Rovigo .
152 . Tannui D . Francesco - Piacenza,
153 . Tandura Don Giulio - F regona
(Treviso) .
154. Taricchi D . Giovanni - Cherasco
(Cuneo) .
155. Tavalla Domenico - Maiorato (Ca-
tanzaro) .
156 . Tellici Marianna - Perrero (Cu-
neo) .
157 . Torna Catterina - Varallo Sosia
(Novara) .
158 . Trinchieri Cav . Siro - Tortone
(Alessandria) .
159 . Troni-Cattani Marchesa Luigia -
Brisighella (Ravenna) .
160 . Vaccarino Ing . Enrico - Torino.
161 . Valdettaro Marchese Luigi - Ge-
nova).
162. Vescovi Don Salvatore - Ales-
sandria .
163 . Vezzo D . Domenico - Rota (Ve-
rona) .
164. Vigneti Elia- Avigliana (Torino) .
165. Vignono D . Giovanni - Chivasso
(To) tino) .
166 . Viora D . Gaetano prevosto - Ve-
rolengo (Torno) .
167 . Visco Catterina - Canale (Cuneo) .
168 . Zaccheo Antonietta - Milano .
169 . Zappalo Don Raffaele parroco -
Aiello (Salerno).
170 . Zappia D . Gioachino - Basiliana
(Catania) .