SPAGNA-
GERONA.
Un altro oratorio festivo Salesiano
La domenica 8 maggio u . s ., festa del Pa-
trocinio di S . Giuseppe, i nostri confratelli
di Spagna inaugurarono anch'essi un nuovo
Oratorio festivo in un sobborgo di Gerona
detto la Manola . Di esso ecco come ne parla
poco tempo dopo un tal Aurora Lista nella
Revista popolar di Barcellona
« . . . .Pochi giorni fa, i Sacerdoti Salesiani inco-
minciarono una delle loro benefiche opere in una
villa poco distante dalla capitale, chiamata la
Manola. . .
Senza casa propria, senza locale adattato per
l'Oratorio festivo, improvvisarono in un vasto
campo alcuni giuochi, come trapezzi, altalene, passo
volante , sbarre ed altri divertimenti ginnastici, che
mentre servono di salutare esercizio al corpo e di
sollievo allo spirito, sono prue un efficace mezzo
per allettare i giovani che nelle domeniche e negli
altri giorni festivi vagano quali abbandonati per
e quali all'osteria ed in peggiori ritrovi a
sperperare quel poco che han guadagnato durante
la settimana .
Questo ricreatorio s'inaugurò l'8 maggio, con
globi areostatici, tombolina, ecc . ecc . accorren-
dovi subito più di ottanta, giovanetti d'ogni età ;
numero che nelle domeniche susseguenti arrivò
fino a duecento, contando tra loro moltissimi o-
perai delle fabbriche e laboratori di Gerona .
» Superiore ad ogni encomio è l'affetto e la ca-
rità con cui i Salesiani trattano i giovani : pareva
vedere altrettante madri circondate dai loro figli
carissimi ; e se questo spettacolo commoveva dol-
cemente il cuore, rallegravano i giovani chierici
e gli studenti dell'Istituto, lavorando infaticabili
nel far giuocare e divertire i piccolini, cooperando
'così all'opera di D . Bosco e addestrandosi essi
medesimi nel guadagnare le infantili volontà pel
giorno in cui saranno ministri di Colui che disse
Lasciate che i fanciulli vengano a me ; e questi,
figli pur di famiglie agiate e di onorata posizione
sociale, confondevansi con lieta espansione coi
poveri orfanelli laceri e malmessi e cogli umili
apprendisti dell'officina, giuocavano con loro come
fratelli o antichi amici, realizzando così il sublime
ideale della fraternità cristiana, ideale che colti-
piè l'insigne D . Bosco nel riunire giovani di di-
verse classi sociali nelle ore del piacerc, perché
fossero anche uniti nelle ore del dolore, ed il forte
fosse di appoggio al debole, il potente tendesse la
mano al misero, e chi è felice consolasse coloro
che piangono, chè tale è la norma e la legge della
società ideata da Dio .
Non vi è bisogno di dire il bene immenso
che il detto Oratorio festivo produrrà alla società
in generale, e specialmente alla povera classe ope-
raia ; pertanto noi supplichiamo , per le viscere
misericordiosissime di Gesù e di Maria, i padroni
di fabbriche e di laboratorii che non tengono occu-
pati al mattino dei giorni ,festivi gli apprendisti e
giovani operai, affinchè dalle prime ore, e al-
meno un giorno alla settimana, possano sen-
tire il dolce e salutare influsso di chi collo spirito
di carità, di lavoro e di sacrifizio, vuol fare di
essi operai cristiani, istruiti nei propri doveri, ca-
paci di sopportare all'uopo le privazioni ed i tra-
vagli, contenti della loro condizione, che il mede-
simo Figlio di Dio elesse di vivere in questo mondo .
» In poche domeniche si videro nell'Oratorio
festivo giovani di sedici e diciassette anni, che
non hanno ancor fatta la prima Comunione, ed
alcuni che non sanno neanche il Pater noster . Qual
freno potranno avere questi disgraziati, quando il
soffio delle dottrine dissolventi ed anarchiche at-
tizzeranno le passioni connaturali all'uomo senza
Religione, che, non riconoscendo altra legge che
quella del più forte, non potrà tollerare che il
ricco goda e il povero soffra, l'uno si diverta e
l'altro lavori? Dovrà forse recar meraviglia che,
giudicando la diversità delle classi e le fortune
un'ingiustizia del caso , la proprietà un furto, il
capitalista un tiranno che schiaccia ed oppri-
me , vogliano farsi giustizia di propria mano
mandando in rovina la società ?Idisegnatc
ed i malvagi propositi degli uni, la glaciale indif-
ferenza e lo sdegnoso egoismo dei più hanno pre-
parato la mina che minaccia di atterrare tutte le
nostre istituzioni : qua e là si provano già spa-
ventose convulsioni, presagi del gran cataclisma
che tutti confessano imminente .
La sapienza di Dio provvede alle necessità
di ogni epoca, inspirando opere adequate : per
questo Don Bosco moralizzando, istruendo e di-
lettando l'operaio, scongiura il pericolo di mali
irrimediabili, arresta il torrente che c'invade e
sopratutto fa crescere una generazione di giovani
onorati, laboriosi, intelligenti che a tempo debito
saranno virtuosi e degni capi di famiglia nelle
differenti sfere sociali, in cui la Divina Provvi-
denza li avrà collocati .
» Bella prova di saviezza e di buon accorgi-
mento ha dato Gerona, nel chiamare e proteggere
i figli di D . Bosco ; ma non bisogna dimenticare
che la loro pia o meno grande sfera d'azione di-
pende dalla cooperazione più o meno efficace che
tutti e ciascuno possiamo e vogliamo prestar loro .
» I nostri sono tempi di azione, di lotta acca-
nita e continua, in cui la propria opera non ba-
sta : oggi siamo in dovere di combattere uniti con
vigore e coraggio per strappare anime al nemico,
perché, questo anime traviate, illuse e disgrazia-
tamente delinquenti, sono, come la nostra, redento
dal sangue di Dio . Quando gli uomini erano buoni
o fingevano di essere tali, si poteva alla buon'ora
attendere solo alla salvazione propria, senza dover
curarci degli altri : ma oggi che si sono scatenate
le potenze infernali, per colpa in parte dell'apatia
di gran numero di cattolici, oggi a tutti noi che
siamo debitori a Dio del dono della fede, per giu-
sta ricompensa della bontà, divina, la quale ci ha
salvati dai pericoli dandoci forza per superarli e
vincerli, corre l'obbligo certo e stretto di aiutare
a conquistar anime a Gesù Cristo . Che diremmo del
marinaio, che, per sorte scampato dal naufragio,
contemplasse dalla spiaggia impavido ed indiffe-
rente i suoi fratelli lottare colle onde sconvolte e
perire, senza tender loro una fune, senza dar loro un
grido, un incoraggiamento, una parola che infonda
loro animo? Basterebbe a quest'uomo il dire che
quegl' infelici perirono per loro propria colpa .
perché furono temerari, pazzi ed anche colpevoli?
Quei disgraziati che vogliono porre fine alla loro
esistenza, cercano luoghi appartati per compiere il
loro nefando delitto, sicuri che non ci sarebbe
uomo ben nato, il quale per salvare loro la vita
non facesse sforzi poderosi e disperati, anche con
pericolo della propria esistenza . E noi mireremo