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diocesi del mondo cattolico (quelle di Francia ec-
cettuate) perchè tutte concorressero all'erezione
del monumentale santuario .
Il giorno 17 agosto 1878 l'E .mo Card . Vicario
Monaco La Valletta, a nome di S . S ., poneva la
prima pietra del grandioso edifizio sul disegno
del conte Francesco Vespignani . Il lavoro, conti-
nuato indefessamente fino al 1880, languiva poi
per mancanza di denaro, nè si trovava modo di
suscitare nuovi oblatori. In questo frangente si
determinò il Sommo Pontefice di affidare l'ardua
insieme ed alta impresa al nostro venerato Padre,
D . Bosco, di cui in ogni congiuntura mostrò
sempre tanta stima e fiducia . Il sig . D . Bosco te-
nendosi onorato di questo delicatissimo incarico,
per non venir meno all'aspettazione del Sommo
Gerarca della Chiesa cattolica, fin da quel mo-
mento consacrò e pensieri ed affetti a quest'opera,
veramente gigantesca per la nostra povera So-
cietà. Pure al suo animo grande essa non parve
assai . Esaminatine i disegni, trovò la chiesa troppo
angusta ai bisogni presenti e futuri, onde ordinò
tosto che ne venissero considerevolmente ampliate
le fondamenta .
Un altro pensiero inoltre, non punto men grave,
preoccupava in questa congiuntura più che mai
la mente di D. Bosco . Fin da quando aveva in-
cominciato a conoscere alcun po' la città eterna,
la sua carità apostolica anelava ad un provvedi-
mento per tanta pericolante gioventù, specie stra-
niera, di ogni nazione , che a se stessa abbando-
nata ne correva le vie e le piazze . Ora pareva a
lui venuto il momento di fondare un ampio ospizio,
rispondente al bisogno . Si diede pertanto con tutte
le sue industrie a raccogliere elemosine da ogni
parte del mondo cattolico ; aperse inoltre una
grandiosa lotteria, e potè così comprare anzitutto
5500 m . q . di terreno adiacente alla chiesa pel
progettato Ospizio ; potè in seguito condurre a
termine l'erezione della chiesa che veniva solen-
nemente consacrata al divin culto il 14 maggio
1887 dall'E .moP.riLMnacpeloChd,
Vicario degnissimo di S . Santità .
È degna di special menzione una circostanza
che altamente onora la cattolica Francia . Le dio-
cesi di questa nazione, nell'invito del Sommo
Pontefice a tutti i cattolici per concorrere all'e-
rezione della chiesa al Sacro Cuore, erano state
eccettuate, come accennai poco sopra ; perchè ben
conosceva il S . Padre a quali eroici sacrifizi già
si fossero sobbarcati i Francesi per altra chiesa
monumentale, pure al S . Cuore, ma di ben più
considerevole mole , in Montmartre a Parigi .
Ciò non ostante la Francia mostrò tale generosità
e favore in queste opere dirette da D . Bosco, che,
senza trascurare il superbo monumento nazionale,
concorse in effetto colle più cospicue somme di
denaro all'erezione e della chiesa e dell'ospizio
che formano oggi, o Signori, la vostra ammira-
zione nella capitale del mondo cattolico . Anzi tra
questi larghi e generosi oblatori francesi non
posso in questa solennità non ricordare a titolo
di alto encomio la nobile famiglia dei signori
Conti Colle, la quale fa pel signor D. Bosco e pel
suo successore tal provvidenza quale dirà ai po-
steri una ben meritata lapide marmorea, murata
di questi giorni nell' ambulacro laterale della
chiesa, sull'ingresso alla sacrestia .
Or torniamo alla narrazione . Consacrata la
chiesa, non posava l'animo a quell'Apostolo della
gioventù, che si era D . Bosco : stava a lui fitta
in mente o profondamente scolpita nel cuore la
fondazione dell'Ospizio, seconda parte del suo
vasto disegno in Roma . - Già però fin dal 1881
aveva D . Bosco acquistata una casa in costru-
zione sull'angolo di via Porta S . Lorenzo e di
via Marghera, adattandovi una cappella provvi-
soria al S . Cuore di Gesù, la quale faceva pure
le parti di parrocchia . Poi nel 1883 s'incomin-
ciava e contemporaneamente alla chiesa s'inau-
gurava quel braccio dell'Ospizio che prospetta la
via Porta S . Lorenzo : cosicchè con questi due
edifizi già si potevano ricoverare oltre a 100 gio-
vinetti che venivano avviati agli studii, a un'arte
o ad un mestiere. Non bastava a D. Bosco . Egli
vagheggiava l'Ospizio intiero, capace di ben 500 or-
fanelli . Questo, il frequente argomento dei suoi
ragionamenti, nei quali divisava con tanta evi-
denza i vantaggi e morali e materiali tanto de' ri-
coverati quanto delle famiglie, della Chiesa e
della società .
Vero è che altri erano i disegni della Divina
Provvidenza : il Padre di tanti bambini abban-
donati passava all'eternità a cogliere il premio di
tante fatiche e virtù ; mentre al suo successore
era riserbata la erezione del vasto edifizio, di cui
oggi celebriamo l'inaugurazione . Ma ciò non si
potè così tosto effettuare per le gravi e svariate
difficoltà che incalzavano da ogni parte in quei
dì . Solo nel 1891 il signor D . Michele Rua, me-
more della volontà e delle disposizioni di Don
Bosco, e in vista dell'ognor crescente bisogno ,
dopo estinti buona parte de' gravosi debiti rimasti
dalla costruzione della chiesa, confidando nella
Divina Provvidenza e nell'efficace aiuto dei signori
Cooperatori e delle signore Cooperatrici e di tutti
i buoni, ordinava la costruzione regolare dell'O-
spizio, sopra il disegno dell'ingegnere Giacomo
Cucco . Nel maggio dell'anno stesso s'incomin-
ciavano i lavori di fondazione . - Ora l'Ospizio è
terminato e il voto di D . Bosco compiuto . Uni-
tamente alla chiesa del Sacro Cuore, con cui
forma come un corpo solo di edifizio, misura oltre
7,000 m . q ., ha tre piani, oltre il terreno e i sot-
terranei ; e conforme ai desiderii e le previsioni
del nostro venerato Fondatore, è capace di ben
500 giovanetti .
Se non che un grazioso pensiero in questi ul-
timi tempi era balenato alla mente del nostro
Superiore, mentre pure attendeva con tutta l'e-
nergia del suo spirito e tutto s'adoperava pel fe-
lice proseguimento di questi lavori . « Il Giubileo
Episcopale del S . Padre si avvicina a gran passi,
diceva l'amatissimo nostro D . Rua : la chiesa del
S . Cuore fu dedicata, secondo l'augusto intendi-
mento dello stesso regnante Pontefice, a monu-
mentodel'imortalePioIX,chel'avevaideata ;