diamo bene di presentare ai nostri lettori .
È una prova di quanto assicurava D . Bosco,
cioè che la Misericordia di Dio ricompensa
in modo generosissimo chiunque aiuta un
giovanetto a percorrere la carriera ecclesia-
stica .
Il sacerdote è la pupilla dell'occhio di
Dio, ed è il ministro suo nella salute delle
anime . Quindi . un benefattore che soccorre
alla povertà di un giovanetto, che senza di
lui non potrebbe pervenire a tale altissima
dignità, è amato da Dio con amore inenar-
rabile, ed a lui restano eziandio attribuiti i
meriti dei sacrifizi delle opere di salvazione
che il giovanetto fatto sacerdote acquista
nel campo evangelico . E non è questo un
pensiero consolante in mezzo ai travagli
della vita di avere un Dio infinitamente
buono nostro debitore?
Il Sangue della Vittima immacolata of-
ferto tutti i giorni sull'ara santa, le anime
liberate dal Purgatorio , quelle tolte dalla
schiavitù del peccato e guidate alla gloria
del cielo, il frutto delle virtù seminato colle
predicazioni, le grazie dei Sacramenti che
come limpido e fecondante fiume innonde-
ranno la terra, staranno sempre alla pre-
senza di Dio intercedendo per noi, e le be-
nedizioni celesti saranno sempre preparate
in tempo opportuno per noi , per le nostre
famiglie, pei nostri cari in vita, in morte e
dopo morte .
Ed ora veniamo al fatto:
Il signor Steiner era un uomo molto ricco . Egli
abitava una magnifica casa in una grande città
della Germania.
Benchè colmato di tutti i beni della terra, non
lo era guari di quelli del cielo . Cattolico di nome,
da molto tempo non aveva adempiuto ai doveri
di ogni buon cristiano .
Vicino all'abitazione del ricco trovavasi una
misera casupola con un giardinetto . Un falegname
l'abitava con tutta la sua numerosa famiglia .
Maestro Sturm era un bravo e pio operaio, che
insegnava ai suoi fanciulli il modo conveniente
di praticare la virtù .
I due giardini non erano separati che da una
siepe ; ciò che permetteva al signor Steiner di
intrattenersi spesse volte coi figli del vicino .
Alfonso, il maggiore, un gentil biondino dagli
otto ai nove anni, diventò bentosto il suo predi-
letto.
Sovente lo richiamava in casa sua, si compia-
ceva di sentirlo chiaccherare, e non lo rinviava
mai senza dargli qualche segno della sua bene-
volenza.
Alfonso intanto cresceva e faceva così rapidi
progressi nella scuola, che tutti consigliavano i
genitori di fargli continuare gli studi . Questo era
pure il desiderio ardentissimo di Alfonso ; ma
come fare?
Egli vedeva, con dolore, che suo padre poteva
appena con gran stento sovvenire ai bisogni più
urgenti della famiglia .
Ma un giorno il signor Steiner, accorgendosi
della tristezza del suo protetto, ne domandò la
cagione, e Alfonso gli confidò il suo dispiacere .
In un subitaneo slancio di generosità, il ricco
signore decise di incaricarsi della sua educa-
zione .
Alfonso, compiuti con onore i suoi studi al
collegio, divenne un fervente sacerdote e poscia
un zelante missionario .
Trascorse molti anni in paesi stranieri, por-
tando ovunque la stia parola consolatrice .
Ma in quei paesi, per le dure fatiche dell'apo-
stolato, essendosi a poco a poco indebolita la sua
salute, i superiori lo richiamarono in patria, ed
egli ritornato andò a passare alcune settimane
nella città nativa .
Tuttociò che venne allora a sapere del suo be-
nefattore, l'afflisse profondamente .
Il signor Steiner si era del tutto allontanato
da Dio ; anzi si era affigliato ad una di quelle
empie società, il cui scopo non è altro che di-
struggere nelle anime la vera, la santa reli-
gione
Ed ora, gravemente ammalato, stava per mo-
rire, come un reprobo : i suoi complici, veri sa-
telliti di Satana, facevano la guardia attorno al
moribondo per impedire al prete di avvicinarlo .
Situazione veramente dolorosa, che angustiava il
cuore del riconoscente e zelante missionario !
Cercò ogni mezzo per entrare nella camera del
malato ; supplicò, pregò ; ma invano! . . .
Scherni, insulti : ecco tutto ciò che egli otte-
neva ! Che fare? . . .
Si rivolse al Cielo, e scongiurò l'Onnipotente
ad aver pietà dell'anima del suo benefattore
Dio esaudì la sua fervida preghiera .
Era una bella e tiepida notte d'estate . Il prete
si trovava nel piccolo giardino attiguo alla casa
di suo padre .
Triste, pensieroso, egli rivolgeva lo sguardo
addolorato alla finestra della camera ove giaceva
il povero malato .
Il muro era tappezzato di una vite selvatica, e
contemplandola, egli tutto ad un tratto si ricordò
come negli anni della sua gioventù si era arram-
picato una volta lungo quei rami con pericolo
della sua vita, ed era entrato da una finestra, .
presentandosi all'improvviso al signor Steiner,
offrendogli un mazzo di fiori per il suo onoma-
stico .
Ciò che per divertimento aveva fatto altra volta,
non poteva farlo ora per procurare al moribondo
le ultime, le supreme consolazioni?
Il suo corpo, è vero, ha perduto l'agilità della
gioventù, ma si tratta di salvare un'anima, e,
pieno di confidenza in Dio, il missionario intra-
prende la pericolosa scalata .
Raggiunge senza disgrazie la finestra socchiusa,
penetra nella camera, si avvicina lentamente al
letto del malato . . .
Il signor Steiner sonnecchiava e sembrava molto
agitato .
Si svegliò con sussulto , ed esclamò gemendo
« Un prete! un prete! ... Ah! se avessi un
prete !...»
Il sacerdote , prendendogli la mano : « Calma-
tevi, gli disse, calmatevi, amico mio, padre mio ;
un prete è presso di voi ! »
Il malato si solleva penosamente, fissando un
momento il prete senza pr of,peiral
esclama : « Alfonso, sei tu ? È forse per sollevare
il mio cuore dal suo pesante fardello, che sei ve-
nuto? Ma sai tu da quali infernali catene io sia
avvinto ? Sai tu ch'io non sono più padrone della
mia volontà ? »
« Coraggio, amico mio, soggiunse il prete, so,