derlo prendere l' abito religioso, ed assisterlo
alla celebrazione della prima Messa .
Eccoci ora finalmente a Maretto ! O il gran
paese! Forse un migliaio appena di abitanti
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custodita e pulitissima, con alcune case che
le facevamo corona , formava il nucleo prin-
cipale del paese ; il rimanente era sparpa-
gliato senz' ordine qua e là, nei contorni di
una soavissima valle, al fondo della quale vi
è un torrentello, il più delle volte asciutto ,
che ne dà e ne piglia il nome di Valle di
Maretto . Il buon parroco di allora amava te-
neramente Don Bosco, per il suo sistema di
carità e di. educazione ; ed anzi avrebbe voluto
ritirarsi da quella popolazione, che davvero
lo adorava , ed al cui bene tanto faceva , a
fine di unirsi con Don Bosco per aiutarlo
nell'opera sua . Allora l'Oratorio era ben poca
cosa. Una casa capace di duecento giovani,
una chiesa, in cui potevano stare cinquecento
oseicento, un cortile poi dove potevamo cor-
rere e spaziare, a piacimento . E qui fine ! Im-
perocchè allora di Società e di Salesiani, di
collegi ed ospizi fuori di Torino, non esisteva
che il germe nella mente di Don Bosco, e di
pochi altri suoi figli, più affezionati e divoti,
a cui egli si rivelava . Ma si era ben lontani
dall'imm aginarci, che dovesse poi dilatarsi
tanto da non bastare più il mondo vecchio,
da abbisognare il nuovo, per dare sfogo allo
zelo del cuore di sì gran padre, che in quei
giorni andava con noi, suoi figli, a zonzo per
il Monferrato, e capitava appunto dal parroco
di Maretto . Il quale, animato dal desiderio
di farsi religioso, dopo mille prove senza
risultato, finalmente ottenne a suo tempo di
rinunziare alla parrocchia, e si ritirò con
rammarico de'suoi, tra i figli di S . Vincenzo .
Sebbene militasse con altra divisa, il pio, il
tenero, il zelante D . Ciattini, ci volle sem-
pre un gran bene, e noi gliene eravamo allora
come glie ne fummo dopo riconoscenti, ed ora
già morto, gli preghiamo il riposo ed il premio
meritati con le sue fatiche, con i suoi sacrifizi
e con il suo ardentissimo zelo .
Perchè Don Bosco pensò di condurre i
suoi figli a Maretto? Il buon parroco aveva
messo su una divota Compagnia di S . Luigi
per i giovanetti e giovanette, e volle che
Don Bosco venisse a benedire un bello
stendardo, e raccomandare ai nuovi con-
gregati quali doveri avevano incontrato, con
l'ascriversi a tal sodalizio . Don Bosco venne,
esicombnòhavremonchtl
altre cose fatta una funzione funebre, per i
cari morti della parrocchia . Si arrivò alle tre
circa dopo mezzodì con una stanchezza, con
una fame e sete proprio da poeti . La previ-
denza del nostro buon amico ci fece trovare
tutto a posto ; non si ebbe che a metterci a
tavola, come si narra nelle novelle fantastiche
delle nostre nonne . Oh come facevamo scric-
chiolare sotto i denti le famose ghërse dell'a-
stigiano, e come tutto sfumava rapidamente
sulla tavola ! Finito questo primo dovere,
D . Bosco manifestò il desiderio, che in quella
sera, qualche cosa si doveva pur immaginare,
per trattenere quei molti villici, che erano ac-
corsi a sentirci, a vederci ed a godere quanto
la fama pubblica ripeteva già sul nostro
conto . Alla sera si preparò dunque un po'
di teatro entro una rimessa dei carri ville--
recci, e Gianduia fece la sua prima com
parsa .
Quando quei contadini sentirono Gianduia,
Girolamo, Callianetto e la Valdondona, se la
ridevano con gran gusto . Si deve sapere che
Callianetto era ancora a quei tempi abba-
stanza noto sino ai bambinelli tant' alti, che
ne sentivano su per i teatri, nelle baracche
e nei circoli, a narrare le bellezze e la rarità,
per essere la patria di Gironi (Gerolamo) la
maschera del Piemonte d'allora. A Callia-
netto poi, già si sa che da cosa nasce cosa,
si solevano attribuìre tutte quelle mirabili
cose che pel Piemonte succedono a Cuneo,
per Toscana a Prato, e via di questo passo .
Quindi quei di Maretto si esilaravano nel
solo sentire a pronunziare quei nomi (1).
Ed il nostro compagno, felicissimo imita-
tore di Gianduia, dalla faccia rubiconda e
tozza, con un naso grossetto e schiacciato, e
con una vena inesauribile di bei motti friz-
zanti e arguti , li faceva ridere , e ridere di
cuore, quando loro diceva che veniva
Sensal da fruta e negossiant d' subiet .
Lo spettacolo durò abbastanza ; si rise, si
scherzò con immenso gusto di quei conta-
dini, che non finivano di applaudire alla pia-
cevolezza del nostro Gianduia . Il buon pre-
vosto, che era l'anima della brigata, godeva
nel vedere come i suoi cari figli erano con-
tenti di quella poca ricreazione, che egli aveva
così loro procurata . Alla fine poi disse con
bellissimo modo ed insinuante quasi queste
medesime parole : « Miei cari, dopo il diver-
timento pensiamo anche noi a cose serie . Do-
mani sapete, che si fa il funerale per i nostri
poveri morti, e bisogna che noi siamo nume-
rosi a partecipare agli uffizi divini. Vi a-
spetto presto per le confessioni, ed il nostro
buon ospite, Don Bosco, sarà ben contento di
prestar l'opera sua ed il suo santo consiglio .
(1) Devo qui dire che da Callianetto era venuto a
Torino e poi si era diffuso in tutto il Piemonte, la
maschera Gironi, cioè Girolamo, rimasto così famoso
fino al principio del nostro secolo, per la sua fina
ironia e per la proverbiale sua bonarietà, piene di
arguzie ora pungenti ed ora ridevoli. Fu proibito dal
governatore di Torino , che era a quei dì Girolamo,
anch'esso fratello di Napoleone e padre al più fa-
moso principe, noto ai nostri dì col nome di Plon plon.
Ma morendo Gironi venne su Gianduia suo figlio, cioè
Giovanni della bottiglia, di cui, come ogni buon asti-
giano, si mostrava tenero ed appassionato bevitore .
Dibafrteosuqlcinevlapùrobust
così ricercata ora per tutta l'Italia, e con il vino è
naturale la giovialità, il frizzo e la indipendenza di
quegli abitanti .