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ANNO XIV - N . 7 .
Esce una volta al mese .
LUGLIO 1890
BOLLETTINO SALESIANO
DIREZIONE nell'Oratorio Salesiano - Via Cottolengo, N . 32, TORINO
Sommario . - L'Ausiliatrice di Torino nel 25° anniversario
della fondazione del tempio a Lei dedicato presso il primo
Oratorio di Don Bosco . - La solennità di Maria SS . Ausi-
liatrice e il monumento di Torino a D . Bosco . - La confe-
renza di Don Rua alla vigilia della festa o la benedizione
della Cartiera di S . Francesco di Sales in Mathi . - Domanda
e risposta. - Grazie ottenute per intercessione di Maria Au-
siliatrice . - Don Rua . - Norme pei collettori delle offerte .
per la Pia Opera del Sacro Cuore di Gesù in Roma .- Cor-
rispondenze Lucchesi . - Notizie dei nostri Missionari : dalla
Patagonia. - Festa di Maria Ausiliatrice o conferenze Sale-
siane in varie cit à o paesi .-EsercizptualerMst
ed altre pie Signore e Cooperatrici Salesiane . - Bibliografia.
- Cooperatori defunti .
L'AUSILIATRICE DI TORINO
NEL 25° ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE
DEL TEMPIO A LEI DEDICATO
presso il primo Oratorio di Don Bosco
La solennità di Maria SS . Ausiliatrice
in Torino riusciva quest'anno oltremodo
consolante ed imponente .
Vi ammirammo tanto concorso di po-
polo, tanto entusiasmo di fede da dover
esclamare : È un trionfo per la nostra
Madre Ausiliatrice !
Un pensiero al passato .
Venticinque anni fa che vi era di que-
sto tempio? Se ne eran gettate appena
le fondamenta . Parevano sogni le predi-
zioni che il venerando D . Bosco faceva
allora sullo sviluppo di divozione che si
riprometteva per Maria in quel futuro
santuario . Il 27 aprile pertanto del 1865,
alla presenza di S. A. R. il Principe
Amedeo di Savoia, Duca d'Aosta ; del
conte Costantino Radicati, prefetto di
Torino ; della rappresentanza della Giunta
municipale, e di altri ragguardevoli si-
gnori, Monsignor Antonio Odone, vescovo
di Susa, avuta facoltà dal Vicario Capi-
tolare di Torino essendo vacante la sede
Arcivescovile Torinese, benediceva so-
lennemente le fondamenta del nuovo tem-
pio e collocava la pietra angolare del
medesimo . I lavori progredirono alacre-
mente e nel giugno del 1868, vale a dire
dopo il breve spazio di soli tre anni, la
Chiesa di Maria SS . Ausiliatrice era fi-
nita e veniva consacrata ed aperta al
pubblico culto .
Oggi ricordando il passato e raffron-
tandolo col presente, l'animo si commuove
ed il cuore grida nell'entusiasmo dell'am-
mirazione : Viva Maria Ausiliatrice !
Fin dalle prime ore del mattino del
giorno 3 di giugno, sacro in quest'anno

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a Maria SS . Ausiliatrice, nel tempio a Lei
dedicato vi era già un gran numero di
fedeli che andavano via via moltiplican-
dosi, già subito ne erano assiepati i con-
fessionali e la sacra Mensa. Alle ore 7
celebrava la Messa della Comunione ge-
nerale Mons. Basilio Leto, titolare di
Samaria, circondato da numerosissimo
Clero . Alla S . Comunione, che quasi senza
interruzione già si, faceva fin dalle prime
ore del mattino, quando vi prese parte
il Vescovo per comunicare il Clero, si
dovettero delegar tre sacerdoti per co-
mu.nicare l po
Alle ore 10 il Clero ed il servizio di-
sponevansi per la Messa solenne . Il ce-
lebrante Mons . Donato Velluti-Zati. dei
duchi di S. Clemente, Vescovo titolare
di Oropo, entrava nel presbiterio ed in-
dossava gli abiti pontificali. Alle 10 1/2
entrava S . E. il Cardinale Alimonda,
nostro veneratissimo Arcivescovo, ed a-
scendeva in soglio per l' assistenza in
cappa magna .
Per quest'occasione era stata, prepa-
rata una grandiosa Messa in musica
del Rev .doP.ierBatsdFlconar
dei Minori Osservanti . L'umile figlio di
San Francesco, che era venuto fra noi
da Roma in questi giorni, fu assai soddi-
sfatto dell'esecuzione che i nostri giovani
cantori, aiutati da ragguardevoli mae-
stri e dilettanti di musica della città, fe-
cero del suo lavoro . I cantori erano in nu-
mero di circa trecento, quindi i cori
riuscivano maestosi ed imponenti. Al
Gloria piacque e commosse l'udire, dopo
l'intonazione data dal Vescovo, l'uscita
improvvisa di un coro di soprani e con-
tralti, i quali dall'alto della cupola face-
vano echeggiar soavemente le loro voci
ripetendo da soli le prime parole del-
l'inno ed intrecciando poscia a più riprese
le loro armonie con quelle del coro mag-
giore, che era nell'orchestra sopra la porta
grande del tempio . Pareva che il Cielo
s'unisse alla terra nel cantar gloria al-
l'altissimo Dio e pace agli uomini di buon
volere.
La maestà dei sacri riti, il numerosis-
simo Clero che in contegno devoto cir-
condava coi due venerandi Prelati il sacro
altare, il ricco ed artistico apparato che
ornava tutto il tempio, il succedersi dei
soavi ed armoniosi suoni e cantici, la
vista di un affollato popolo che divoto
prostravasi ad invocar Maria, era tutto
un assieme che infondeva nell'animo le
più dolci consolazioni della fede e riem-
piva il cuore d'amore per Maria .
Nel pomeriggio fu un continuo accor-
rere di fedeli avanti all'altare maggiore,
su cui è posto il gran quadro della Ver-
gine Ausiliatrice, e presso la statua di
Lei, collocata tra un trionfo di fiori e
di cerei .
Alle ore 6 incominciarono i Vespri so-
lenni . La musica di vari autori, sempre
diretta dall'esimio maestro Dogliani ed
eseguita dai cantori del mattino, riuscì
mirabilmente . Non possiamo tacere del
maestro Galli di Milano, pur egli inter-
venuto ad onorarci della sua presenza
in questi giorni . Il suo inno ben rispon-
deva alla pompa solenne con cui festeg-
giavasi la Gran Madre di Dio . Di mira-
bile effetto riuscirono come sempre i salmi
di Monsignor Cagliero, il cui Laudate pueri
è d'una soavità inarrivabile e nella sua
sublime semplicità rapisce l'animo.
Dopo i Vespri saliva il pergamo il pio
e dotto Vescovo Mons . Donato Velluti-
Zati dei duchi di S . Clemente, che al
mattino aveva pontificato . Tesseva con
viva eloquenza uno stupendo panegirico.
In fine ebbe nobilissime parole pel gran
servo di Maria il venerando D . Bosco,
quale fondatore del tempio e di istitu-
zioni innumerevoli, che, sotto la prote-
zione di Maria Ausiliatrice , crebbero
mirabilmente e vanno prodigiosamente
sviluppandosi sempre più (1). Alla bene-
dizione col SS . Sacramento venne eseguito
un Tantum ergo in musica, prezioso la-
voro del sullodato P . Pier Battista da
Falconara
Erano le otto e mezzo di sera . Il San-
tuario rischiarato da mille faci e gremito
di gente silenziosa e divota ; l'altare mag-
giore per la pietà dei fedeli bellamente
adorno e risplendente quale una reggia ;
il Figlio di Dio immortale ed invisibile,
che dall' Ostia esposta su magnifico trono,
(1) II medesimo zelantissimo Vescovo aveva pre-
dicato con unzione pari alla sua profonda dottrina
e mirabile facondia le ultime tre sere della no-
vena . Nei primi due discorsi trattò della santità
di Maria e nel terzo del culto di Lei nell'avvi-
cendarsi dei secoli e nello sviluppo della fede
cristiana .
Negli altri giorni della novena e del mese Ma-
riano predicò con facile parola e pastorale unzione,
trattando argomenti di molta efficacia e con grande
frutto dei numerosi uditori, il Rev .m° Teol . Don
Felice Reviglio, già allievo di D . Bosco, ed ora
degnissimo Parroco di S . Agostino nella nostra
città.

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come di sotto a candido velo, riceveva
l'omaggio dell'adorazione e dell'amore di
un popolo immenso ; l'immagine di Maria
Ausiliatrice, che dall'alta ancona aveva
l'aria di una Madre sorridente agli affe-
zionati suoi figli ; un coro di trecento
voci che con isquisita armonia facevano
risuonare l' aere di soavi melodie ; tutto
questo veduto, udito, sentito ad un tempo
presentava uno spettacolo indicibile ; spet-
tacolo che risvegliava la fede, infiammava i
cuori, sollevava dalla terra, innalzava al
Cielo, dando una qualche immagine delle
arcane cose, colà preparate ai veri amanti
di Dio .
Dopo le sacre funzioni, mentre ancora
il tempio, la piazza di fronte e le vie
attigue rigurgitavano di popolo, la cu-
pola compariva artisticamente illuminata
a gaz nella sommità, ove appariva splen-
dente la grande statua di Maria (di fresco
indorata) che colà sorge in atto di bene-
dire il popolo .
Nel tempo stesso gran numero di de-
voti presero a cantare lodi a Maria sotto
le vòlte del tempio, e pareva che non
sapessero più allontanarsi dall'immagine
di Colei, che essi chiamavano nei loro
canti coi titoli più consolanti che la fede
dà alla Madre di Dio, alla Potentissima
Ausiliatrice del popolo cristiano .
Feste più belle, diceva il popolo, non
ne vedremo che in Paradiso!
LA SOLENNITÀ DI MARIA SS . AUSILIATRICE
E IL MONUMENTO IN TORINO
A D. BOSCO.
(Dall'ottimo Corriere Nazionale di Torino) .
Le splendide feste celebratesi nella maestà
deirt,nl'amoidecnt,lors
immenso del popolo, per la solennità di Ma-
ria SS . Ausiliatrice in Valdocco, hanno as-
sunto quest'anno una speciale importanza,
sia perchè in esso si compie il venticinque-
simo anno dacchè si benediceva la pietra
angolare del glorioso Santuario, sia perchè
quest' anno giubilare si vuol coronare col-
l'adempimento di un voto carissimo al cuore
di D . Bosco, cioè la decorazione interna ed
esterna del magnifico Tempio ; lavoro questo
a cui i figli di D . Bosco posero mano ala-
cremente, dedicandolo, con nobilissimo pen-
siero, come monumento a D . Bosco in Torino ;
e a noi pare che la decorazione non potrà
dirsi compiuta finchè sulla piazza che si al-
larga davanti la Chiesa non sorga la statua
del grande Apostolo di carità, simboleggiando
nel marmo ciò che egli. ha fatto per tutta la
sua vita ; chiamando cioè, invitando e con-
ducendo i pargoli, e quel gran pargolo che
è tutto il popolo, al Santuario di Maria, al-
l'altare di Dio, a' piè della Croce, unica e
vera soluzione di tutte le questioni sociali .
Quanto movimento di fede e di devozione
in pochi anni ! Era Valdocco un quartiere
quasi dimentico nella nostra città, ora invece
un popolo immenso accorre per venerare
l'Augusta Madre di Dio, e per ammirare le
opere di un suo devoto, il venerando Don
Bosco . Nel breve spazio di tre anni il gran-
dioso Santuario fu eretto e veniva solenne
mente consecrato il 9 giugno 1868 . D . Bosco,
dopo questo monumento a Maria in Valdocco,
erigeva ancora a Torino la elegante e son-
tuosa Chiesa di San Giovanni Evangelista
lungo il corso Vittorio Emanuele, il monu-
mentale Santuario del Sacro Cuore in Roma .
un secondo Santuario del Divin Cuore nel
Brasile, la Chiesa di Santa Rosa in Mon-
tevideo, la Chiesa di Maria Ausiliatrice in
Bordighera, altra in San Nicolas nell'Ar--
gentina, il Santuario del Carmine in Pata
gones, e per mezzo dei figli del suo Oratorio
primario, sparsi per tante parti del mondo,
erigeva parrocchie, cappelle ed altri sacri
monumenti in buon numero ; ma prima di
morire aveva ancora un progetto in cuore,
ed era appunto di decorare riccamente con
marmi e pitture il Santuario di Valdocco .
Il pio desiderio del padre divenne un co-
mando pei figli, che, come accennammo, po-
sero mano all'opera, dedicandola come mo-
numento a D . Bosco . La decorazione del-
l'esterno della Chiesa e della ricca facciata
è già quasi condotta a termine, e nell'interno
si lavora con alacrità .
Chi può dimenticare Don Bosco in quel
Santuario ? Ci par ancor di vederlo nell'oc-
casione delle grandi solennità circondato da
turbe di fedeli che si prostravano dinanzi a
lui per essere benedetti . Ci par di udirlo
nelle conferenze che ci teneva da quel pul-
pito ai suoi Cooperatori di Torino, parlare
di Maria con dolce ed inspirata parola . Nei
suoi viaggi in Francia, in Ispagna, nell'Au-
stria egli aveva parlato del Santuario di
Maria Ausiliatrice ed ogni anno vi si vede-
vano accorrere da quelle lontane regioni non
pochi divoti, che, riconoscenti per favori ri-
cevuti all'invocazìone di Maria, venivano a
ringraziare la Divina Madre presso il suo
altare in Valdocco ; pio concorso che non
venne meno mai e che ogni anno ancor si
ripete .
La divozione a Maria Ausiliatrice venerata
in questo Santuario prese ben presto pro-
porzioni mondiali . Negli ultimi anni di sua
vita D . Bosco riceveva lettere per raccoman-

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dazione di preghiere da farsi all'altare di Era nel nome e coll'aiuto di Maria, ripe-
Maria, non solo dall'Europa e dall'America, teva D . Rua, che sviluppavasi nelle mani
ma dall'Asia e dall'Oceania ; e ciò che pare di D . Bosco la rete di tante e sì mirabili
più curioso, non solo da Cattolici, ma da opere.
Protestanti, da Scismatici e persino da Mao- Ma vivranno esse ancora dopo la morte
mettani. Questa corrispondenza si ripete oggi del fondatore ? Alcuni amici di D . Bosco ne
col successore di D . Bosco, il Sac . Michele erano assai trepidanti . Oggi invece il cuore
Rua, che continua e rinnova i prodigi di d'ognuno si riconforta . Non solo le opere
carità dell'amatissimo Padre .
intraprese vivono, ma, come si apprendeva
La solennità di Maria SS . Ausiliatrice poi dalla detta conferenza, tutte vanno svilup-
per comodità dei divoti in questi ultimi anni pandosi con provvidenziale incremento . Mer-
si prese a celebrare in tante città e paesi coledì 4 giugno la benedizione di Dio veniva
nell'antico e nuovo continente, ove sono sparsi implorata solennemente sovra una di esse .
i figli di D . Bosco e gli innumerevoli suoi L'amato nostro Padre D . Bosco per prov-
cooperatori . Tuttavia lo spettacolo di fede e vedere la carta alle diverse tipografie sale-
di divozione che ammirasi in tale occasione siane aveva comperato una cartiera in Mathi
in Valdocco attira pur sempre il cuore dei Torinese . Lo scoppio della caldaia, avvenuto
divoti al Santuario di Torino .
poco dopo, gli porse motivo a nuovi progetti .
L'anima del venerando Don Bosco avrà Nell'Esposizione Nazionale di Torino del 1884
esultato di gioia e benedetto dall'eternità ai fu esposta la nuova grandiosa macchina per
divoti innumerevoli accorsi al grande San- la cartiera di Mathi, che Don Bosco aveva
tuario da lui dedicato a Maria .
poco prima acquistato. Si ampliarono i lo-
cali, si perfezionò e completò la macchina
cartaria, si introdusse quanto l'arte moderna
ha ritrovato di meglio per la fabbricazione
della carta, e condotta ogni cosa a termine
LA CONFERENZA DI D . RUA
con esito felicissimo, si desiderava che quel-
l'immenso opificio venisse solennemente be-
ALLA VIGILIA DELLA FESTA
nedetto .
A tal uopo il 4 giugno Mons. Di San Cle-
e la Benedizione della Cartiera di S . Francesco di Sales mente recavasi colà, accompagnato dal signor
IN M ATHI
Don Rua, da altri superiori salesiani e da
ragguardevoli signori .
Pel ricevimento, oltre alla popolazione del
paese, era intervenuto il nostro Collegio di
Il lunedì 2 giugno, nelle ore pomeridiane, Lanzo, preceduto dalla banda musicale del-
eransi raccolti in gran numero nel Santuario l'Oratorio di Torino .
di Maria SS . Ausiliatrice i Cooperatori e le Prima del sacro rito il prof. D . Cerruti,
Cooperatrici Salesiane di Torino e dei paesi direttore degli studi della nostra pia Società,
limitrofi per la conferenza che ogni anno si leggeva un discorso, in cui con mirabile elo-
suol tenere nell'occasione della festa di Ma- quenza e profonda dottrina parlò degli splen-
ria Ausiliatrice .
dori del Cristianesimo nella storia della carta,
Al e 3 1/2, dopo breve let ura ed il canto
riguardata questa nei suoi tre grandi fatti,
di un mottetto, ascendeva in pulpito l'ama- il papiro, la pergamena e la carta propria-
tissimo D . Rua . Salutò con affetto il nume- mente detta. Fu sentito con ammirazione,
roso e distinto uditorio, composto di amici come sempre, ed applaudito di cuore .
ed ammiratori del compianto Don Bosco e Dopo aver ampiamente dimostrato il suo
diede interessante relazione dei suoi viaggi assunto, porgeva invito al Vescovo per la
fatti in quest'anno nel mezzodì della Francia benedizione con le seguenti parole :
e nella Spagna, quindi al nord della Francia, « Ed ora procedete, o venerato Pontefice,
nell'Inghilterra e nel Belgio per far visita alle sublimi parole del rito cattolico ; invo-
ai diversi Istituti della nostra pia Società cate le consolazioni della fede su questa
ed ai Cooperatori Salesiani di quelle contrade . Casa santificata dalla dimora di Don Bosco
I nomi di quei paesi e di quegli Istituti non negli anni più angosciosi della sua esistenza ;
riuscivano del tutto nuovi ai Cooperatori di fate piovere su questa Cartiera le benedi-
Torino, perchè già erano stati ricordati dal zioni di quel Dio che è pure il Signore delle
venerando D . Bosco, quando in simiglianti scienze e delle arti .
conferenze soleva parlare di quelle e delle » Noi la riceveremo questa benedizione con
altro fondazioni, frutto del suo zelo fecon- fede di credenti ed operosità di cittadini .
dissimo . Ma alla mente di chi ricorda Don Noi, guardando a questo monumento innal-
Bosco, le sue parole, i suoi progetti, e quello zato dalla pietà e dall'attività di chi ci fu
che è più le sue opere sparse in tanto parti più che padre, ne attingeremo un argomento
del mondo e piene di tanta gagliardia di di più alla divina figliaziore dell'arte se-
vita, viene spontanea l'esclamazione:quat
attività, quanta operosità !
condo ìl sublime e vero concetto dell'Ali-
ghieri ; ne avremo novella prova che le

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scienze, le lettere, le arti non solo non sono
avverse alla fede, ma non hanno di essa
alleata più potente . Noi ci persuaderemo
ognor più come anche nella moderna civiltà
vanamente presume l'ingegno umano di sa-
lire a lodata altezza, se prima non si piega
innanzi agli altari . »
Dopo questo gli allievi del Collegio di
Lanzo eseguirono un grazioso inno, e quindi
il Vescovo implorava solennemente sui fab-
bricati e sulle macchine le celesti benedizioni .
Ci doleva non veder allora, come in altre
somiglianti occasioni di tempi andati, il ca-
rissimo D . Bosco . Avrebbe esultato di gioia
e riempiuto gli astanti di quel santo entu-
siasmo di cui sempre avvampava il suo cuore .
Ma dall'eternità, ove Iddio lo chiamò, avrà
certamente benedetto gli accorsi a quel sacro
rito, ed avrà unito le sue alle preghiere del
Vescovo celebrante per implorare copiose
benedizioni da Dio su quell'opera che non
fu l'ultima del suo zelo . Si passò di poi alla
visita di tutta la fabbrica, guidati dal com-
pitissimo direttore tecnico di essa, Benve-
nuto Graziano, socio operoso salesiano . Seb-
bene la visita fosse fatta in fretta, tuttavia
durò più di un'ora e mezzo, eccitando in
tutti, ma specialmente nei più intelligenti
dell'arte cartaria, grande ammirazione .
DOMANDA E RISPOSTA
Da molti ci si domanda se presto e quando
saranno finiti i lavori già ben avviati per la
decorazione del tempio di Maria Ausiliatrice .
Rispondiamo che facciamo voti perchè almeno
i principali lavori possano essere ultimati ed
inaugurati per la festa di Maria Ausiliatrice
del prossimo anno 1891, giorno in cui pure
ricorrerà il cinquantesimo anniversario del-
l'ordinazione sacerdotale del nostro fondatore
e padre l'indimenticabile Don Bosco ; od al
più tardi per la festa dell' Immacolata Con-
cezione, 8 dicembre dello stesso anno, data
per noi cara, ricorrendo in quel dì il cin-
quantesimo anniversario del principio degli
Oratorii di D . Bosco .
Fin d'ora dichiariamo che dal canto nostro
lascieremo nulla d'intentato perchè i detti
voti siano adempiuti ed al più presto .
Perchè pertanto i lavori progrediscano più
alacremente e riescano ad ornare quanto
meglio si può il tempio di Maria, ci racco-
mandiamo alla carità dei nostri benemeriti
Cooperatori e pie Cooperatrici .
Intanto notiamo che parecchi di essi già
diedero segno di loro pietà e divozione a
Maria in questa occasione facendoci perve-
nire opportunissime elemosine, od incarican-
dosi della spesa occorrente per qualche par-
ziale determinato lavoro . Noi li ringraziammo
già e qui ancora pubblicamente li ringra-
ziamo ; e implorando loro la protezione di
Maria, nutriamo fiducia che altri ne vogliano
imitare l'esempio .
GRAZIE OTTENUTE
PER INTERCESSIONE DI MARIA AUSILIATRICE
Una sospirata guarigione .
Carlino Cardamone, che conta appena
cinque anni di età, veniva attaccato da vio-
lenta pericardite, che lo aveva ridotto in
findvtaelod26marzultio
scorso .
L'occhio aveva annebbìato e semi-spento,
le labbra cianotiche, il naso affilato, il polso
aritmico, intermittente, nullo quasi, esauste
le forze . Con la maggior fede volli allora
fare una preghiera ed un voto a Maria
SS . Ausiliatrice ed alla Madonna di Loreto,
con l'offerta di 50 lire complessivamente ai
due Santuari, e obbligandomi pure di pub-
blicare la grazia sperata sul Bollettino Sa-
lesiano . Presa poi una medaglina di Maria
Ausiliatrice, già benedetta da Don Bosco,
e fattala baciare al piccolo infermo, gliela
appesi al collo, raccomandando agli astanti
di volere pregare con fiducia e con fede .
Non passò un'ora e l'infermo fu più solle-
vato ; stette meglio nel seguito della notte
e l' indomani fin del tutto fuori pericolo . Ora
è perfettamente risanato . Ne sia lode a Dio
ed alla Vergìne Santissima .
Cosenza
Sac. Prof. RAFFAELLO CARDAMONE
Cooperatore Salesiano.
La medaglia di Maria SS. Ausiliatrice.
Pochi giorni fa partii per recarmi a con
fessare un' inferma che distava 15 Chilometri
dalla mia residenza . Per via il medico che
era di ritorno non mi diede più speranza di
poterla ancor ritrovar viva . Raccomandai a
Maria quell' anima, e continuai il cammino .
Giunsi quando l'inferma oppressa dal ran-
tolo e priva di cognizione non poteva rice-
vere che l'assoluzione sub conditione e l'Olio
santo . Non potei far altro e per la premura
di giungere a Las Piedras per la Messa,
essendo Domenica , ripartii . Mentre già
era in vettura mi venne il pensiero di man-
dar all' inferma una medaglia di Maria Au-
siliatrice . Così feci e ritornai di galoppo alla
parrocchia .
Viva Maria Ausiliatrice! Appena l'in-
ferma ebbe al collo la medaglia ritornò in
sè . Il suo primo movimento fu quello di
prender la medaglia e baciarla, poscia con

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voce libera ripeteva forte : La Madonna mi
ha salvata .
Avvisato di ciò, all' indomani fui a con-
fessarla ed a portarle il Viatico . Una set-
timana dopo dovendomi recare in quella cam-
pagna per conforti religiosi ad un moribondo
fui pure a quella casa ; l'inferma venne alla
porta a ricevermi completamente guarita .
Portava al collo la medaglia miracolosa e
ripeteva con lacrime di commozione : È Ma-
ria che mi ha salvata .
Sac . GIUSEPPE SOLARI
Miss . Salesiano .
Las Piedras (Uruguay), 17 Aprile 1890 .
Una preghiera a Maria Ausiliatrice .
Il giovane Martina Giovanni da Cavour
conduceva legna dal paese suo a Pinerolo .
Nel passare sopra un . piccolo ponte del tor-
rente detto Chiamonia i due cavalli che tira-
vano il carro s' impennano e precipitano nel
torrente trascinando nell' acqua il detto gio-
vane . Il padre che lo seguiva a breve di-
stanza tentò gridare ed accorrere in aiuto,
ma gli venner meno le forze e cadde sve-
nuto . Accorre gente . Con meraviglia di tutti
il giovane esce incolume dal torrente gui-
dando i cavalli ugualmente illesi . Le cure
erano pel padre che in breve si riebbe .
Ricordansi allora che la buona madre la
sera prima della loro partenza aveva detto :
Domani vi porrete in viaggio, temo qualche
disgrazia, vi raccomando perciò alla Ma-
donna di Don Bosco (così il popolo chiama
Maria Ausiliatrice) affinché vi difenda . La
preghiera era stata efficace .
Cavour
Teol . ARATO BERNARDO
Vice parroco .
Sanità riacquistata .
Le mando un vaglia di L . 25 . Ho doman-
dato la sanità del corpo alla V . SS . Auxilium
Christianorum colla promessa di fare un'of-
ferta ai suoi diletti figli Salesiani . La sanità
mi fu concessa . Soddisfo con la più viva
riconoscenza la promessa fatta .
Cagliari . . . .
Sac . G . B . RIZZOLO
Altre innumerevoli lettere dovremmo qui
pubblicare se dovessimo appagare il desiderio
di tanti altri devoti che ci mandano relazioni
di grazie ricevute per l'intercessione della
Vergine Ausiliatrice . La brevità dello spazio
non ce lo permette per ora . Tuttavia speriamo
che quelle che non saranno pubblicate nel
Bollettino Salesiano, le potremo raccogliere
e pubblicare nei fascicoli delle Letture Cat-
toliche, come già altre volte abbiam fatto .
DON RUA
Don Michele Rua, dopo aver visitate le Case
nostre ed i benemeriti nostri Cooperatori del
Nord della Francia, dell' Inghilterra e del
Belgio, fece ritorno all' Oratorio di Torino
per celebrare la solennità di Maria Ausilia-
trice e la commemorazione dell' Onomastico del-
l' amato nostro Padre Don Bosco . Nella stessa
occasione si è pur celebrato l' Onomastico suo
con una splendida accademia . In altri numeri
ne daremo breve relazione .
NORME
PER
COLLETTORI DELLE OFFERTE PER LA PIA OPERA
Maria avvocata delle cause disperate.
Soddisfo ad un dovere di riconoscenza
verso la Madre nostra Ausiliatrice . Era afflit-
tissima senza aver ormai speranza di con-
forto . Piangeva e pregava continuamente il
Cuore SS . di Gesù e Maria Ausiliatrice in-
terponendo la mediazione di Don Bosco . Le
cose pertanto peggioravano, quando ebbi
notizia che perduta ogni speranza doveva
rassegnarmi a cruda sventura . Eppure con-
tro ogni speranza continuai a pregare per
ottenere un miracolo . Bontà di Maria !
Fu scongiurato l' uragano, la causa fu
vinta e fu vinta da Maria . In vita ed in
morte amerò sempre la mia potente Ausilia-
trice e Madre mia Maria .
L. G.
Genova
DEL SACRO CUORE DI GESÙ IN ROMA
Dobbiam mettere sull' avviso i nostri ze-
lanti signori Cooperatori e signore Coopera-
trici su certi inganni, ai quali può essere
esposta la loro buona fede . Girano qua e là
per città e paesi varie persone, uomini e
donne, che si dicono incaricate dal nostro
amatissimo Superiore Don Rua di raccogliere
offerte per la nostra Pia Opera del Sacro
Cuor di Gesù in Roma .
Si ritenga perciò che gli Ordinari Dioce-
sani, i Parroci, i Rettori di Parocchie sono
tutti pregati ed invitati a farsi Collettori in
favore della pia impresa, come tutti i Coope-
ratori Salesiani sono caldamente invitati a
far pervenire al dato indirizzo quelle sommo
che avessero a loro disposizione ; ma all'infuori
delle Autorità Ecclesiastiche e dei signori

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Cooperatori e Cooperatrici nessuno è inca-
ricato, e i predetti signori sono muniti, per
esser riconosciuti, di moduli appositamente
stampati .
È bene che le oblazioni col nome e co-
gnome degli Oblatori siano descritti nei mo-
delli appositamente preparati, a meno che
si desideri serbare l'anonimo . Questi moduli
appena siano compiuti col danaro raccolto
saranno spediti a destinazione . Tali moduli
saranno legati insieme per formare un glo-
rioso volume da conservarsi nell'Archivio
del Santuario a perpetua memoria di coloro
che concorsero alla erezione dell' Ospizio an-
nesso, pei quali si faranno in perpetuo pre-
ghiere quotidiane, come sta descritto nella
circolare appositamente diramata .
Siccome in questi nostri tempi non è tanto
facile il trovare chi sia in grado e voglia of-
ferire somme rilevanti, così verranno accettate
con gratitudine tutte le piccole offerte anche
di pochi centesimi . Si può presentare il mo-
dulo alle Case di educazione, ai Collegi, Se-
minarii, invitando a concorrere, ma sempre
col permesso esplicito dei rispettivi superiori .
Quando s' invita taluno a fare oblazioni
si può fargli rilevare che colla sua carità
promuove un' opera raccomandata, benedetta
dal Sommo Pontefice ; opera che ha per fine
di aiutare la Chiesa a sostenere la religione ;
perciocchè appunto in Roma, sull' Esquilìno,
accanto al nostro Sacro edifizio, si sono già
pur troppo stabiliti i Protestanti che in mille
modi fraudolenti minacciano il costume e la
credenza degli adulti e dell' incauta gioventù .
Si noti pure che il sacro Cuore di Gesù
è fonte inesausta di grazie e di benedizioni
e che ogni piccola offerta sarà da Lui larga-
mente rimunerata .
L' Ospizio poi, l' Oratorio festivo, le Scuole
serali, le Scuole diurne, essendo in favore
dei giovanetti provenienti da qualunque parte
del mondo, ne segue che ogni oblatore colla
sua carità aiuta a migliorare la classe più
pericolante e più pericolosa della civile So-
cietà, e non pochi giovanetti potrebbero così
essere tolti dal vestibolo delle carceri, edu-
cati colla scienza e colla religione, istruiti in
qualche arte o mestiere, per essere di poi
ridonati alla civile società buoni cristiani,
onesti cittadini, capaci di guadagnarsi ono-
rato sostentamento colle loro fatiche . Si po-
trebbe anche rilevare l' obbligo stretto che
ha ciascuno dì fare l imosina specialmente in
questi tempi, in cui sonosi in cotante guise
moltiplicati i bisogni ; ma è meglio limitarci
ad accennare i grandi favori che ci procac-
ciamo per noi, per le nostre famiglie, mentre
viviamo in terra, e più ancora quando noi
saremmo da Dio chiamati alla vita eterna .
Molti anni dopo la nostra morte forse
nessuno più si ricorderà di noi, ma nella
Chiesa del S. Cuore e nell' Ospizio annesso
vi saranno dei fedeli Cristiani, vi saranno
centinaia di fanciulli, che innalzeranno al
cielo per noi la preghiera della riconoscenza,
e non cesserà la celebrazione delle sei !flesse
quotidiane, alle quali avrem sempre diritto
di partecipare perchè vi avrem concorso col
nostro obolo .
I lavori progrediscono alacremente, ma
temiamo che siano per mancarci i mezzi se
la carità dei fedeli non ci viene efficacemente
in aiuto . Perciò ogni volta che il Collettore
ha potuto mettere insieme qualche somma,
almeno ogni mese, la faccia pervenire al
REV .mo SIG . D . MICHELE RuA, Via Cotto-
lengo, 32, Torino ; o al Sac. CESARE CAGLIERO
Via Porta S. Lorenzo, 42, Roma .
Ognuno ricordi le belle promesse che, per
mezzo della Beata MARGHERITA ALACOQUE,
il divin Salvatore fece a tutti coloro che pro-
muovono il culto del Sacratissimo suo Cuore .
Eccone le principali :
I. Io darò loro tutte le grazie necessarie pel pro-
prio stato .
II . Metterò la pace nelle loro famiglie .
III. Li consolerò in tutte le loro afflizioni .
IV. Sarò il loro asilo sicuro in vita e specialmente
in morte .
V . Spargerò abbondanti benedizioni sopra le loro
imprese.
VI . I peccatori troveranno nel mio Cuore la fonte
e l' oceano infinito della misericordia.
VII . Le anime tiepide s'infervoreranno .
VIII. Le animo fervorose giungeranno rapidamente
ad una grande perfezione.
IX. Io benedirò le case dove l' immagine del mio
Divin Cuore verrà esposta ed onorata .
X. Darò ai sacerdoti il dono di commuovere i cuori
Più induriti.
XI . Le persone che propagheranno questa divo-
zione avranno il loro nome scritto nel mio Cuore .
e non sarà cancellato giammai .
NB . Ogni spedizione di danaro, se non si hanno
altri mezzi più sicuri, è bene di farla con vaglia
postale o con lettera assicurata .
CORRISPONDENZE LUCCHESI
La passeggiata lunga e la festa di Maria Ausiliatrice .
Lucca, 22 aprile 1590 .
La tradizionale passeggiata d'ogni anno,
detta la passeggiata lunga, anche quest'anno
rallegrò i giovanetti dell'Oratorio Salesiano
di S . Croce . Ci alzammo di buon mat -
tino di un giorno bellissimo, e dopo di
aver ascoltato, secondo il solito, la S . Messa
e fatta colazione, partimmo, preceduti dalla
nostra fanfara, alla volta dei Monti pisani
che sorgono a mezzogiorno di Lucca, tra
questa città e Pisa . Dopo un'ora e mezzo
di cammino s'arrivò a S . Maria del Giudice,
bel paesetto ai piedi dei monti, che lo cir-
condano quasi da ogni parte . Cortesemente
invitati dal molto reverendo signor Pievano
Alfredo Pardocchi e dal signor Cappellano a
rinfrescarci un po', non ci facemmo pregare

1.8 Page 8

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troppo, ed avuto dalla loro carità vino ed ac-
qua in abbondanza, si calmò facilmente la sete
che cominciava a tormentarci . Si dà quindi
fiato agli strumenti, si rallegrano con alcune
suonate quei buoni paesani e poi via allegra-
mente su per l'erta del monte . Non s'era
fatto ancora mezz'oretta di salita ed ecco i
primi giunti sulla vetta del monte
Perchè i Pisan veder Lucca non ponno
batter le mani e salutare con liete grida la
vastissima pianura che s'apriva dinanzi ai
loro occhi . Le voci : Pisa, Livorno, Viareg-
gio, S . Giuliano s'alzarono senza interruzione
confuse insieme a seconda che l'affetto le
spingeva sulle labbra ; ma il nome della città
del conte Ugolino e di Galileo risuonava più
spesso e ripercoteva continuamente gli orec-
chi . Pisa infatti, a chi guarda dalla cima
del monte, s'affaccia la prima, quasi nel
mezzo del larghissimo piano ; e ne avverte
tosto l'occhio la sua bianca torre che spicca
alta e nettamente disegnata sul fondo bruno
dei tetti . Qua e là, intorno ville e case ru-
stiche sparse tra i campi ed i prati . Ecco
lontano verso ponente, in fondo all'orizzonte,
il scintillante tremolar della marina, riper-
cossa dai raggi del sole, e più giù dallo stesso
lato, nascosta tra il fumo ed i vapori, la
città di Livorno . Poi l'occhio, come per ri-
fare il cammino, ritorna a piè dei monti e
ricerca in fondo tra gli ulivi S . Giuliano,
gentil paesello su quel di Pisa . A S. Giu-
liano! si grida da tutte le parti, ed in un
batter d'occhio si è in fondo, e messici in
bell'ordine, si entra nel paese a suon della
fanfara . Il luogo destinato per noi era un
magnifico palazzo ai piedi del monte, lasciato
a nostra disposizione dall'ill .m° sig . conte Ca-
millo Carini da Pisa, nostro Cooperatore,
deputato generale delle R. Terme di S . Giu-
liano, il quale volle pure nella sua bontà
provvedere il vino per il pranzo . Dopo una
breve escursione sul monte, eccoti suonare
a raccolta . Tutto era pronto pel pranzo : un
refettorio improvvisato con gusto e dili-
genza dal nostro Prefetto, cibo abbondante
e buono che saziò il formidabile appetito
destato da quattro ore di cammino . - Dopo il
pranzo si diede un breve trattenimento musi-
cale dai nostri fanfaristi, diretti dal bravo Mae-
stro Angelo Pietrasanta, e applauditi ripetu-
tamente dal pubblico, sorpreso di tanta preci-
sione in gìovanetti di poca età . Il nostro caro
Direttore s'era poco prima avvicinato a que-
sto e a quel gruppo interrogando se avevano
le gambe buone per andare fino a Pisa . -
Sì, sì, rispondevano in coro anche i più pic-
cini, ci mandi a Pisa, andiamo a Pisa . - Fu-
rono dunque appagati i loro desiderii, e
stavano allora aspettando con ansietà il mo-
mento della partenza, quand'ecco giungere
in vettura da Pisa con altri signori il conte
Camillo Carini, il quale volle mostrare la
sua bontà e cortesia verso di noi col venire a
farci una visita, congratulandosi della piccola
fanfara e della florida salute che traspariva
dal volto di tutti. Verso le due, partenza per
Pisa, dove si giunse dopo un'ora e mezzo
di cammino sopra una bella strada ombreg-
giata da platani . - La prima visita fu alla
bellissima torre pendente . Sorge questa vicina
al Duomo all'estremità settentrionale della
città, monumento pregiatissimo per arte e per
ricchezza di marmi . Divisa esternamente in
otto piani o gallerie da 207 colonne, s'innalza
leggera e pendente così, che un sasso ab-
bandonato a sè dalla sommità cadrebbe quasi
5 metri lontano dalla base . Vi si ascende per
una scala interna di 300 scalini ed alla cima,
che sostiene sette campane nei vani degli
archi, si gode della magnifica veduta della
città, del piano e dell'Arno che vi serpeggia
infino al mare. - Si discende e si va al Duomo .
Quivi l'occhio è tosto sorpreso dalla vastità
del tempio, dalle numerose colonne che lo
dividono in cinque navate, dai marmi degli
altari, dai molti e grandi dipinti di classici
autori, e specialmente dall'antico lampadario
del Ponenti, dalle cui oscillazioni si vuole
che Galileo traesse la teoria del pendolo .
Poi passando innanzi la facciata del Duomo
ed alle sue tre porte di bronzo, sulle quali
veggonsi scolpiti molti fatti dell'antico e
del nuovo Testamento, si andò al Battisterio .
questo di forma rotonda, ricco di fuori
di colonne e di ornati di marmo, terminante
in vasta cupola, cui sovrasta la statua, in
bronzo di S . Giovanni Battista . Dentro è il
fonte battesimale intagliato nel marmo, e di
fianco il pulpito, pure di marmo, uno dei più
bei monumenti del medio evo . - Ma la visita
più cara e che più a lungo rimarrà scolpita
nel nostro cuore fu quella che si fece tutti
insieme all'amabile Pastore della Diocesi,
Mons . Ferdinando Conte Capponi, Arcive-
scovo di Pisa, grande amico di D . Bosco e
Cooperatore salesiano . Ci accolse con bontà
veramente paterna in un ampio salone del .
suo palazzo, si. trattenne e parlò con tutti
con singolare affabilità e volle distribuire di
sua mano a ciascuno di noi una bella im-
magine di S . Luigi ed un Rosario portato
da Roma e benedetto dal S . Padre . - Dopo
di che , avvicinandosi l' ora della partenza,
dopo fatta una breve suonata, ci preparammo
a lasciare la dolce compagnia del vene-
rato Pastore. Inginocchiatici tutti, ci be-
nedisse , e nell' augurarci il buon viag-
gio manifestò al nostro Direttore il suo vivo
desiderio, già espresso altre volte, di vedere
anche a Pisa una Casa di Salesiani. Avremmo
anche voluto fare una visita al Seminario,
così bene diretto dal M . R . sig . Can . P . Mar-
cocci, nostro amico e Cooperatore , ma ne
mancò il tempo . In fretta ci avviammo alla
stazione ferroviaria . Si diede adunque l'addio
alla città di S . Ranieri ! Ad ogni stazione nel
ritorno si diè fiato alle trombe allegramente,

1.9 Page 9

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finchè si discese alla città del Volto Santo,
e si rientrò nel dolce nido, che ci teneva
preparati la cena ed il letto .
Così terminò la nostra lunga e bellissima
passeggiata, la cui dolce memoria non si
cancellerà tanto presto dal cuore dei giova-
netti dell'Oratorio di S . Croce .
Lucca, 2 giugno 1890 .
Ieri, 1° di giugno, fu una cara festa nel
nostro Oratorio ad onore di Maria SS . Au-
siliatrice. La nostra piccola Chiesa ricca-
mente e artisticamente addobbata invitava
al più profondo raccoglimento e a più fervida
preghiera . Alle 7 1/2 la Messa della Comu-
nità fu celebrata dal grande banditore della
parola di Dio, il P . Agostino da Montefeltro,
venuto appositamente da Pisa . In questa
occasione otto giovanetti si accostavano per
la prima volta alla Mensa degli Angeli .
L' amabile Padre, prima della Comunione,
tenne un affettuosissimo sermoncino, che com-
mosse tutti e li accese di vivo amore a Gesù
Cristo . Alle 10 si cantò Messa solenne in mu-
sica celebrata dal nostro Direttore stesso .
Alla sera dopo i Vespri solenni in musica
il P . Agostino disse il panegirico della Ver-
gine . Mostrò che è impossibile essere sin-
ceri cristiani senza onorare ed amare Ma-
ria, perocchè Ella c' inspira una fede più
viva, una speranza più ferma, una più ar-
dente carità . Con Maria si crede più viva-
mente in Dio, perché Essa ce lo mostra, ce
lo fa vedere e conoscere più da vicino ; si
spera più fermamente, perché il cuore umano
si rivolge con più fiducia alla tenerezza di
una madre che alla severità di un padre, ed
Ella tempera la giustizia di Dio colle soavità
e ce lo mostra pronto a perdonare al prodigo
pentito ; si ama più ardentemente, perchè il
cuore di Maria è inebriato d'amor di Dio, e
amando anche ardentemente gli uomini, con
questo amore e in questo amore svela taci-
tamente a questi ultimi le arcano bellezze
del Signore, la sua bontà infinita ed attrae
il loro cuore all'unione con Dio .
La Chiesa era stipata di giovani e di scel-
tissimo e numeroso uditorio invitato apposita-
mente : sopra tutti la parola dell'umile frate
pioveva commovente ed infocata ; l'anima sua
era allora tutta sulle labbra e traspariva visi-
bilmente da tutta la persona ; e benché la
parola fosse molto rapida, non se ne per-
deva una sillaba e ad ascoltarlo si sarebbe
rimasti fino a notte .
La musica scelta fu religiosa e bene ese-
guita dai bravi giovanetti dell'Oratorio . Si
cantò la Messa di S . Cecilia a due voci del
Gounod, il Vespro di Maria Ausiliatrice di
Mons . Cagliero, il Tantum ergo del Bazen,
e tra i mottetti il Quam suavis del Falconara,
l'Ave Maria del Paisiello, quella del Fassò,
Maria Mater gratiae del Suttil . Da questa
musica vocale non va disgiunta quella istru-
mentale dei nostri buoni artigianelli, i quali,
sotto la guida del valente M . Angelo Pie-
trasanta, eseguirono a perfezione parecchi
pezzi scelti di grande effetto .
Dopo cena si fece una bella accademia ad
onore di Maria innanzi ad una cappelletta im-
provvisata nel cortile rischiarato dall'illumi-
nazione . Chiuse la carissima festa l' amato
nostro Direttore invitando tutti a gridare
Viva Maria !
Sì, viva Maria, aiuto dei cristiani ; la di-
vozione verso di Lei non venga mai meno
nei nostri cuori, nè l'affetto per D . Bosco,
che tanto lavorò alla sua glorificazione ; e
noi troveremo conforto a tanti dolori, co-
raggio nelle battaglie della vita ed aiuto
nell'ultima ora .
NOTIZIE DEI NOSTRI MISSIONARI .
Dalla Patagonia .
Il nostro Don Savio Angelo, inviato da
Mons . Cagliero ad aprire una nuova Casa a
Los Angeles del Chilì, partì dalla sponda del
Mare Atlantico e traversando tutto il deserto
della Patagonia, giunse dopo due mesi di
lungo e pericoloso viaggio al Chilì .
Ecco le sue lettere
VIAGGIO SUL RIO NEGRO .
RE V . mo E CAR . mo MONSIGNORE,
Roca, 12 settembre 1889.
È una settimana che siam giunti, dopo 9
giorni di felice navigazione, a Roca, popo-
lazione di circa duemila abitanti ed a 120
leghe distante da Patagones .
Il viaggio si fece senza notabili accidenti ;
però un forte disgusto per noi fu quello di
non poter celebrare per mancanza di altare
portatile, perché, oltre la privazione nostra,
vi fu quella dei viaggiatori ed equipaggio,
che specialmente nelle due feste avrebbero
desiderato la Messa a bordo .
Siamo discesi a Pringles per visitare i
Confratelli e le Suore che lavorano a tutta
possa nella loro nuova Missione . - A Co-
nesa visitai il Giudice di pace ed il Presi-
dente della Commissione per ricostruire la
Cappella rovinata a causa dell'uragano del-
l'anno scorso . Si aspetta il nostro D . Pietro
per combinare qualche cosa. - Anche a
Choele-Choel pare siano animati per erigere
una Cappella, essendo persuasi che grande-
mente contribuirà al loro progresso non solo
morale, ma anche materiale .
Qui a Roca, alla meglio aggiustammo il
letto nell'unica camera o rancho, che serve
di dormitorio per quattro, di scuola per una
ventina di alunni, di Cappella, di sala di

1.10 Page 10

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ricevimento e di ufficio , nonchè di refettorio . Quando vi
sarà una Cappella più decente?
Ora sto aspettando un'occasione per proseguire il viag .
gio verso le Cordigliere ; ma senza danaro mi riesce dif-
fi.cleasdunpo'cherilso
Ho comprato un cavallo per 21 pesos (un peso equivale
a quasi cinque lire), e la mia borsa non permette altre
spese forti . Mi promisero due mule per cavalcare e tra-
sportare il bagaglio ; non ho però ancor trovato in nessun
luogo i fornimenti necessarii . I Comandanti della guarni--
gione ci favorirebbero; ma non hanno selle, nè fornimenti
per carica, neppure per i soldati .
A giorni parte un negoziante per Junin, ma per Norquin
o Chosmalal, nessuno . Anche quel signore, che si presentò
a Patagones per visitarci e con cui pensava accompagnarmi,
è negli imbrogli . Preghino per me acciocchè possa supe
rare le difficoltà e compiere la Missione affidatami .
Mi dicono che fino a dicembre le
Cordigliere non danno passo . Ap-
pena ne sarà aperto uno andrò a
Los Angeles .
VIAGGIO PEL DESERTO,
Chosmalal, 5 novembre 1889 .
Spero che avrà rice-
vuto una mia lettera
con data da Roca . Im-
piegai tra camminate
e fermate a tra-
verso il de-
serto
quasi
tutto il
mese di
ottobre .
Ora scrìvo
questa da
Chosmalal,
dove sono
giunto. supe-
rando gravi
difficoltà, e da
dieci giorni vi
dimoro godendo
la compagnia dei
nostri Confratelli,
D. Panaro e D .
Gavotto .
Chosmalal è una
popolazione nascen
te ; residenza del Go
vernatore del territorio.
del Neuquen, e futura
capitale di provincia
alle falde de los Andes.
Il nostro D . Milanesio
l'anno scorso con D. Pa
naro vi hanno costruito
Casa e Cappella come hanno
potuto con materiali meschini
del deserto . Dormiamo perciò

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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nella stessa camera dove si mangia, si studia e si riceve, .
Questa camera più che disadorna, con vari puntelli al
tetto perchè non cada , serve inoltre di biblioteca , ma-
gazzino, dispensa ed anche di cantina, essendovi depo-
sitato il vino da Messa . Ho dovuto far portar via alcuni
commestibili, non potendo nella notte sopportarne l'odore .
Non ci si vede che a gran pena ; v'è un unico finestrino
assai stretto e con tela nera nera, in luogo dei vetri .
Questa lettera la scrivo parte nella Cappella, dove il
mattino v'ha più luce .
Nel giorno di Tutti i Santi e dei Morti vi fu molto con-
corso alla Chiesa ; si fecero 83 Comunioni, e molte più
Confessioni . Nell' uno e nell' altro giorno cantammo la
Messa in c- anto gregoriano . Io era il celebrante, Don Pa-
naro e Don Gavotto vestiti di cotta servivano da assi
stenti, e formavano con me il coro .
Già scrissi che in compagnia del sig . Pio Ferreyra,
buon spagnuolo che V . E . conobbe in Patagones, non per-
corsi la via del Neuquen, la quale è di
circa 350 chilometri, e ciò per ra-
gioni economiche e finanziarie .
con-
fluenza, quindi proseguii.
lungo il Limay fino a circa
.Perqu-
sto tratto il veicolo del sig .
Pio, su cui viaggiava, cam-
minò assai bene, soffrendo
solo alcuni colpi ed una
. rotualimne
nare la
strada
S .O . del
Limay e
percorrere
gli indìi che
traversano
del Limay e
Neuquen al N .
montagne, le val-
li profonde ove
rumoreggiano tor-
renti e fiumi con-
siderevoli , stanca-
rono i miei due ca-
valli e ridussero me
stracciato come un
pov. eraccio Lungo il Li-
may v'è popolazione, ma
dopo fino a Zapala ab-
biamo trovato un solo
mandriano a Plaza Huin-
cal, dove v'ha un po' di
acqua dolce . Ivi abita un

2.2 Page 12

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uomo con un ragazzo indio, non cristiano, a
cui feci un po' di catechismo . Questo povero
figlio del deserto non ha casa nè capanna, e
quando il vento soffia da un lato di una gran
pietra, egli passa dall'altro lato . Attacca la
carne e le sue vesti ad alcuni rami spinosi, e
quando piove si ripara come può, e se non
c'è mezzo di schermirsi, si arma di pazienza
ed aspetta il bel tempo ed il vento secco che
lo asciughi .
Così ho fatto pur io quando toccò la mia
volta ; però col mio quillanqo di pelle di
guanaco son ben provvisto contro la pioggia
ed il freddo . Soventi volta al mattino mi
trovai attorniato e coperto di bianchi fiori
formati nella notte dalla forte brinata, ma
raramente soffersi il freddo .
Flora e Fauna . - Plaza Huincal tro-
vasi a metà cammino tra il Limay e Zapala,
dove era diretto col sig . Pio. È una gran-
dissima depressione di terreno ondulato, for-
mante come un anfiteatro oblungo . Tutto
all'intorno vedonsi alti picchi coronanti le
montagne, ad eccezione di un breve tratto
in direzione S . E., cioè verso la confluenza
del Limay col Neuquen .
Verso N . O . vi sono due picchi altissimi,
in mezzo dei quali riuscimmo a passare, ma
dando molte giravolte per evitare avarie e
grandi fossi .
La terra è secca, arenosa, seminata di ce-
spugli per lo più spinosi . È un povero de-
serto, quasi privo di acqua . Ora vi è abba-
stanza di erba secca e vecchia chi sa di
quanti anni !
L'enorme quantità di lepri che vi abitano,
il guanaco, lo struzzo, la pernice, ecc . ecc .,
trovano pascolo senza correr tanto e senza
disturbo . Solo debbono guardarsi dal puma,
dall'aquila, dal condoro e da altri animali
carnivori .
L'uomo finora vi passò di rado, e non se
ne cura, raccogliendo solo uova di struzzo
e piches cacciati dai cani e ciò che più pre-
sto gli viene alla mano .
I giorni e le notti mi parvero lunghissimi,
perchè non si poteva far nulla ; nemmeno la
S . Messa potei celebrare sino a Zapala, per
non saper come ripararmi dal vento, che,
oltre allo spegnere le candele, mi avrebbe
gettato le tovaglie con quanto avessi messo
so.pral'tequchilometrdsanz
Missioni e pericoli . - L'altare por-
tatile che presi a Roca mi servì molto bene
a Zapala, Codihue, Juncò-Juma, Norquin,
Vilo-Mallin ed altri punti . Se la Provvidenza
non mi riserbava questo altare, chi sa quanto
tempo sarei stato senza poter celebrare?
Nella Carta geografica delle nostre Mis-
sioni Salesiane v'è notata la C añada Grande ;
essa dista 16 leghe da Plaza Huincal . Colà
v'ha un rigagnolo al bordo del quale dor-
mimmo una notte, e dopo ben 36 ore final-
mente potemmo dissetarci . Dico male : ho
bevuto una corta acqua fangosa di color
giallognolo, spessa come cioccolatte, che mi
lasciò la bocca e la gola impastata per
molte ore . Ciò avvenne perchè passando in
una grande nitriera perdemmo l'antico sen-
tiero praticato dagli indii ; e forse fu prov-
videnziale, essendovi dall'altro lato alti bur-
roni che impedivano il passo del carro, così
che avremmo dovuto poi ritornare sui nostri
passi .
Se piace sapere dove passai nella Cañada
Grande, basta fissare lo sguardo sulla Carta,
là dove il rigagnolo si divide in due, for-
mando una specie di forca, chiamata la Hor-
queta ; a 4 leghe più a N . O. v'è Zapala .
Passai una notte al vertice dell'angolo della
valle, e tre altre in Zapala, nei cui dintorni
vi sono frequenti pericolosi tremedales, estese
e profonde pozzanghere coperte di erba, dove
convìen passare con molta cautela . Se vi si
cade dentro, è difficilissimo uscirne : ho visto
vacche e cavalli morti colà ; tenevano fuori
la sola testa . Abbiamo dovuto durar molta
fatica per liberare con corde e pali un mulo
che per bere s'era approssimato troppo . D'al-
lora in poi quella bestia ebbe sempre paura
d'ogni piccola pozzanghera .
Da Zapala che è un vasto altipiano ai
piedi della prima Cordigliera, dove lasciai
il signor Pio Ferreyra, mi accompagnai con
due uomini che partivano per Codihue, sa-
lendo e discendendo montagne, tenendo sem-
pre a sinistra le alte Cordigliere coperte di
neve .
Dormii anche una notte al Rio Cohunco
in un rancho di indii cristiani . Ivi aveva già
battezzati altra volta tre fanciulli : ora ne
battezzai altri due . Il rancho suddetto sta a 15
leghe dalla confluenza del Cohunco col Neu-
quen, ed a 6 leghe circa da Zapala . E V . E .
lo ricorderà per esservisi fermato nel prin-
cipio del 1887 con D . Milanesio e D . Panaro
per farvi la quarantena, quando era scoppiato
il colera nel Chilì ed in Buenos Aires .
In una capanna, a 4 leghe da Codihue,
dimorai una settimana facendovi con solen-
nità la festa del S . Rosario . La stanza unica
del sig . Capitano, Pietro Laboccasa fu con-
vertita in Cappella. I militari in corpo assi-
stettero alla Messa . Vi furono alcune Comu-
nioni e molti Battesimi : molti di più ve ne
sarebbero stati se avessi potuto fermarmi ed
avessi avuto meco un Catechista .
Ho incominciato la Missione in questa vasta
estensione più deserta che abitata, perchè il
Rio Neuquen non si poteva passare che a
nuoto . La nuova barchetta non era termi-
nata, e la vecchia si trovava inservibile, ed
il barcaiuolo per buone ragioni se n'era an-
dato altrove . Inoltre molte persone insiste-
vano perchè battezzassi e confessassi, ed il
Missionario non deve rifiutarsi, quando può!
Poichè da due anni, dopo che ora stato a dar
Missione in questi luoghi V . E ., non eravi più

2.3 Page 13

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venuto nessun Sacerdote, anzi eravi ordinanza
presso i Giudici di arrestare il Sacerdote che
amministrasse Sacramenti, e ciò per arbitra-
rietà del Governatore del distretto, che voleva
si dipendesse da lui più che dal Vescovo .
Volendo quindi superare questi ostacoli per
i nostri Missionari di Chosmalal, io che era
nuovo, provai se poteva guadagnarmi un
posticino in domo Petri ; ma non fu così :
che anzi contentai la gente e lo stesso Go-
vernatore ne fu poi soddisfattissimo .
Terminata la mia prima Missione in Nor-
quin, dove pensava ritornare con D . Panaro
il mese seguente, risolvetti continuare il mio
viaggio, e già aveva sellato il cavallo per
venir a passare il fiume Neuquen per Chos-
malal, quando giunse il Comandante Solis
ed altri, annunziando che farei un viaggio
inutile non essendovi barca . Che fare? Pensai
di visitare prima Vilo-Mallin a 14 leghe
più a N . O . e proseguii a dar Missione .
Ma che cammino da capre e da guanaco !
Non dico di più, perchè già a V . E . sono
noti questi luoghi : noterò solo che io ed il
soldato che mi guidava c'impantanammo coi
cavalli e sprofondammo anche nella neve .
Come Dio volle non ne riportammo danno
alcuno, all'infuori di un bagno per noi e per
le poche e povere mie robe che aveva caricata
sopra una mula .
Vilo-Mallin . - In Vilo-Mallin, che è
una grande e profonda vallata in fondo alla
quale passa il rapido Rio Trucuman, restai
assediato dalla neve che cadde in copia per
un giorno ed una notte intera . Ciò nonostante
i poveri abitanti dei contorni accorsero per
le funzioni e pei battesimi e si fecero parec-
chie Comunioni proprio edificanti .
Quivi poco mancò non facessi legare un
tale che come Alcalde mandò a domandarmi
con quale autorità io dessi Missione . Risposi
che presentasse egli prima i suoi documenti
qualmente era Alcalde, e specialmente pro-
vasse il diritto di impedire il Sacerdote nel
suo legittimo ministero . Che se insisteva
nelle sue ribalderie ingannando la gente,
l'avrei fatto pigliare dal mio soldato, che
era ben armato, e fatto accompagnare dinanzi
all'Autorità competente . Vedendo la mia fer-
mezza, mise berta in sacco, e fu certamente
meglio per lui .
Ho veduto qui il gran desiderio in alcune
anime di ricevere i SS . Sacramenti . Molte
famiglie passarono il Rio Trucuman, con
grave pericolo di annegarsi, essendo molto
cresciuto . Una donna, madre di famiglia,
passando il fiume a cavallo, per paura svenne
e fu sostenuta dal marito e da un figlio, i
quali pure venivano per confessarsi e comu-
nicarsi insieme con lei . La poveretta, prima
di ritornarsene alla sua capanna tutta con-
tenta mi diceva : « Ora non ho più paura ; se
cadiamo nell'acqua, siamo tutti in grazia di
Dio ed andremo in Paradiso : ma Dio ci
proteggerà certamente da questa disgrazia . »
Altro giorno camminando verso il Rio Jume-
Jume, incontrai in sul far della sera un uomo
con un bambino di circa due anni e mezzo .
Avvicinandomisi esclamò : - « È proprio il
Sacerdote che aspettava qui da tutto il giorno.
- E che cosa volete, buon uomo, da me ?
- Ho saputo che doveva passare di qua e
venni per pregarla a dire una Messa nella mia
casa, che sta più in su ; se però ciò non fosse
possibile, battezzi almeno questo e gli altri
bambini che sono a casa . Siam poveri, ma
vogliamo conservarci cristiani . Venga e Dio
la ricompenserà, benedicendo il suo viaggio . »
- A tali pietose istanze non poteì negarmi,
e deviai il mio cammino.
Erano tre famiglie nascoste fra alte mon-
tagne, in tre casette di paglia, con una sola
cucina comune, attorniate da alcuni campi-
celli ben seminati di frumento, orzo, fave,
piselli, patate ; possedono alcuni animali
bovini e molte galline . Ciò che mi fece pia-
cere fu di trovare alberi fruttiferi, special-
mente meli molto grossi e ben tenuti . Non
tanto lungi v'erano cipressi e pini che danno
pignuoli grossissimi ed assai gustosi . Cotti,
hanno quasi il gusto delle nostre castagne .
Non parlo dell'accoglienza avuta . Mi pre-
pararono ogni ben di Dio, come meglio sape-
vano : ñaco (grano abbrustolito e macinato
a mano con due lastre di pietra ; se ne fa
una poltiglia con acqua e zucchero, quando
c'è, e serve per colazione, pranzo e cena),
caffè di orzo, pane cotto sotto la cenere, torta,
latte, uova, carne di agnello arrostita, ecc . ;
e le buone donne pensarono anche a' miei
denti non troppo spessi nè fermi . Chi stette
meglio di tutti fu il mio soldato che si fece
una buona scorpacciata d' ogni cosa .
Alla sera, dopo un po' di Catechismo ed
il Rosario, mi si mostrò il letto, un mate-
rasso posto sopra una stuoia in un angolo
di quella casa di paglia senza porte .
In fondo eravi un altarino con un quadro
della Madonna ; ivi collocai gli arredi per
la S . Messa, durante la quale al mattino
quattro fecero la S . Comunione.
Battezzai le bambine, indi feci un po' di
dottrina, e mentre s'insellava ci prepararono
una buona colazione, dopo di cui lasciandoli
tutti consolati, partii contento anch'io .
Il Rio Jume-Jume lo passammo bene ; ma
dovevasi salire una montagna rocciosa per
un sentieruolo dove il cavallo appena può
mettere il piede : se si sbaglia, poveri noi !
Eravamo già a tre quarti del cammino, quando
m'accorgo che la bestia del Governo ch'io
cavalcava, nominata Patria, s'impazienta,
sbuffa e va dimenando la testa . La sella le
feriva la spelata schiena, per esser scivolata
fuor di posto . Come meglio potei la fermai
e con precauzione balzai a terra . Era scam-
pato da un vero pericolo ! Da un lato v'era
la roccia, dall'altro grosse pietre sparse lungo

2.4 Page 14

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il sentiero, ed in fondo a spaventosa pro-
fondità il fiume che spumeggiava percuotendo
gli scogli .
Se cadeva, ne sarei andato rotolando fin
nel fiume, ove la corrente mi avrebbe tra-
scinato mio malgrado al Rio Agrio e quindi
al Neuquen . Ringrazio di tutto cuore il Si-
gnore e Maria SS .ma Ausiliatrice .
MISSIONE IN NORQUIN .
Norquin-Cordigliere de los Andes,
14 novembre 1889.
Le nevi vanno sciogliendosi, dunque è
tempo di porsi in viaggio . Pertanto salutato
il signor Governatore che mi diede lettere
pel Chili e 50 piastre pel viaggio, venerdì
scorso ho lasciato Chosmalal ripassando il
Neuquen con Don Panaro ed il catechista
Cirillo Arevalo . Rimane solo per alcun tempo
il povero D . Gavotto, con un giovanetto che
fa da sacrestano e da cuciniere .
Non toccai più Rehueve e Vilo-Mallin, ma
Truquico e Manzano, ove dormimmo solo
una notte, celebrammo la S . Messa e bat-
tezzammo . Ora v'è poca gente, essendo gran
parte partiti cogli animali pei pascoli estivi,
detti veraneada .
In Truquico vogliono costrurre una Cap-
pella perchè il Missionario venga più spesso e
vi rimanga per qualche tempo . Erano due
anni che non vedevano il Sacerdote .
Il viaggio da Manzano a Norquin fu fa-
ticoso e penoso per noi e per i cavalli : oltre
le enormi salite e discese per sentieri petrosi,
si aggiunse il cattivo tempo . Un vento fred-
dissimo, dopo un forte calore, venne a mo-
lestarci ed intirizzire le nostre povere membra .
A tre miglia dalla sommità della montagna,
quand'eravamo incassati in una stretta, tor-
tuosa ed indescrivibile gola, cominciò il tuono
a rumoreggiare lontano, il cielo si oscurava
e si faceva cupo, e noi non incontrando ri-
paro dalla vicina burrasca, eravamo forzati
a continuare la via . La bufera ci raggiunse
ben presto, e durò tre lunghissime ore, la-
sciandoci tutti bagnati da capo a piedi come se
fossimo usciti pur allora da un bagno freddo .
Un poeta troverebbe materia da descrivere
lospegiardlmpuzantie
le direzioni ; lo scrosciar del tuono, che ri-
percuotendosi nelle alte e nude roccie delle
circostanti montagne, moltiplicava lo spa-
ventoso fracasso ; la pioggia fitta fitta e sem-
pre gelata che cambiava ogni tanto direzione
e violenza ; la grandine ora fina ed ora grossa ;
la neve quando a larghi fiocchi e quando
minutissima ed asciutta .
Il mio cavallo intanto non voleva più cam-
minare, non sentiva più lo sprone, sicchè
fiuorzatscendilarneuto
meno stanco, col quale, quando piacque a
Dio, giunsi a Norquin Vecchio, aspettando
gli altri che colle stanche cavalcature veni-
vano più adagio . Ivi attorno ad un bel fuoco
facemmo asciugare le vesti e mettemmo un
po' di caldo nello stomaco . In Norquin giunse
anche il Giudice (Juez letrado) di Chosmalal,
il quale vuole aiutare la Missione in quanto
può . Desidera i Missionari a Codihue, a Nor-
quin, a Junin ed altrove : ma per ora sarà
impossibile . Faccia Iddio che ciò possa av-
verarsi presto, pel vero progresso di queste
terre abbandonate !
Qui, l'antica Cappella che Monsignore nel
1887, in compagnia di Don Milanesio e Don
Panaro, aveva benedetta, rovinò, non rima-
nendo che un mucchio di pietre e di mattoni .
I vicini vorrebbero farne un'altra, e deside
rano un Sacerdote, cui provvederebbero il
vitto .
La Missione diede qualche frutto in Con--
fessioni e Comunioni ; i bambini e le giova-
nette accorrevano alla Dottrina, gli adulti
alla Messa ed alla predica, ed alla sera molti
intervenivano al S . Rosario .
Avremmo benedetto più di 60 matrimoni,
se non esistesse la legge del così detto Ma-
trimonio Civile, il quale di certo imbarbarisce
ed inasprisce le cristiane popolazioni.Èuna
legge impossibile ad eseguirsi, e ad impos-
sibilia nemo tenetur . Chi dettò tal legge non
conosce il Territorio Argentino, ha detto il
Giudice stesso . Anch'egli lamenta lo stato mi-
serabile in cui si trovano le popolazioni in
fatto di religione e moralità .
E chi avrebbe mai detto che le sétte sten-
derebbero la loro mala influenza anche nei
deserti della Patagonia? Eppure è così! Il
Signore abbia pietà di noi e dei nostri neofiti !
Ci prepariamo pel gran passo delle Cor-
digliere e scriverò giunto al Chilì .
PASSO DELLE CORDIGLIERE .
Concepcion del Chilì, 30 novembre 1889 .
Terminata la Missione nei dintorni di Nor-
quin, aspettavamo una favorevole occasione
per valicare gli eterni e terribili baluardi che
separano l'Argentina dal Chilì, ossia le Cor
digliere, e questa venne .
Il 18 novembre un tal Pedro Burgo par-
tiva per Los Angeles, e noi approfittamno
della sua compagnia seguendo l'unico cam-
mino libero, quello di Picun-leo, più alto,
lungo e difficìle per le molte pietre su cui
passa il sentiero .
Essendo poco florido lo stato delle nostre
cavalcature, nel primo dì raggiungemmo solo
il Trucuman che V . E . conosce, a circa 7
leghe da Norquin, ed ivi dormimmo sotto
un cespuglio . Al mattino seguente, passato
il fiume abbastanza profondo, ma quasi senza
pietre, per poter proseguire il sali e scendi
delle alte Ande, fui costretto a comprare un
cavallo da un chileno che tiene animali in
quei luoghi nell'estate . Lo fece pagare 30
piastre chilene ; pazienza!

2.5 Page 15

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La notte dal 19 al 20 la passammo alle
Acque bollenti, nella profondissima valle del
Picun-leo. A 500 metri dal luogo scelto dai
nostri compagni cercammo noi il nostro ri-
fugio dal vento e dalle intemperie minaccianti .
Alti massi di pietre formanti caverna da
tutte parti davano comodità di porre quivi
il nostro giaciglio . Le acque correvano pre-
cipitosamente ad un solo passo da noi, e qua
e là dal suolo e dalle pietre sgorgava acqua
bollente per farci una buona tazza di the,
senza necessità di accendere il fuoco . Qui
sperava di riposare alquanto, ma m'ingannai,
perchè pel troppo calore non potei chiudere
occhio : ed anche questo fu per nostro bene,
poichè a notte avanzata potei accorgermi che
alcuno della comitiva venne a spiare se dor-
mivamo, ma non trovandomi nella mia tana
dove era preparato per dormire, s'allontanò .
Non so quali intenzioni potesse avere ; certo
però i discorsi uditi ed il modo di agire non
m'ispirava troppa fiducia . La mia veglia ob-
bligò gli altri al riposo, e col sonno termi-
narono le loro tresche .
Il mattino del 20 fummo presto in sella e
tutto il santo giorno camminammo sulle cre-
ste petrose delle alte montagne, per evitare
la pioggia e le nevi accumulate nei burroni .
Per qualche tratto però fu forza passare sulla
neve . Stando a cavallo, ora a destra ed ora
a sinistra, poteva colla mano pigliarne per
dissetarmi ; ed anche questo era un vantaggio .
Quando fummo alla sommità, il vento era
cresciuto con tanta violenza, che impediva la
marcia . Come Dio volle si superò anche que-
sta difficoltà, cambiando alcune volte di ca-
vallo .
Nella discesa fu peggio, più pericoloso il
sentiero, i cavalli sdrucciolavano ed il vento
ci spingeva l'arena negli occhi . D . Panaro
stimò meglio andare a piedi per una mezza
lega .
Giunti alla prima valle chilena speravamo
sollievo, ma non fu così ; chè al vento si unì
la pioggia, e così la giornata passò molto
faticosa per noi e per gli animali, che non
ne potevano più, rotti nella schiena e nelle
gambe .
Altra delusione ci aspettava per la notte .
Credevamo di essere soli entrando in una
capanna di legno, detta Mallin del gordo ;
ma già altri se n'erano impossessati ; però
furono tanto gentili che divisero con noi
il povero rifugio, quasi senza tetto, per
aver alcuni sciocchi bruciato parecchie ta-
vole . Eravamo in 18 ; un lungo giorno e due
lunghissime notti passammo colà, assediati
dalla pioggia e dal cattivo tempo . Il vento
spingeva l'acqua da tutti i lati e così ba-
gnava noi e le robe nostre .
Di giorno, ci riscaldavamo ancora ed asciu-
gavamo al fuoco acceso nella capanna, ma
di notte, sdraiati alla peggio su umide pelli,
non potemmo dormire .
Finalmente cessò la pioggia e sebbene mi-
nacciasse cattivo tempo ancora, partimmo
contenti chi per una direzione e chi per altra.
Noi volgemmo il passo al vicino Vulcano di
Antuco, che nasconde nelle nubi le altissime
e maestose vette, e presenta i suoi ondulati
fianchi vestiti di candida neve .
Qui si riuniscono in uno i tre sentieri che
vengono da Norquin, proseguendo con di-
scesa quasi costante sulla riva del Lago di
Antuco, che sta a destra, cioè a Norte .
Questo Lago fu evidentemente formato al
tempo della eruzione del Vulcano, sulle cui
basse falde camminiamo . L'enorme quantità
di grosse pietre, lapilli, arena e lava erut-
tata, chiuse in un punto la profonda vallata
e le acque che scolano dalle circostanti al-
tissime montagne riempiono continuamente
il bizzarro, lungo e stretto bacino .
Dal tempo impiegato nell'oltrepassarlo nella
sua lunghezza, calcolo sia di 40 chilometri
circa . Varia molto la larghezza, essendo di
oltre un miglio in un punto, e di appena un
200 metri in altri . Fa poi diversi bracci inol-
trandosi in sinuose vallette nelle due sponde .
Il bel fiume Laja, affluente del Bio-Bio e
che scarica nel Mare Pacifico, nasce da que-
sto Lago .
Araucania . - Qui giunto, mi trovai a
2762 metri sul livello del mare, in vista verso
il sud di Arauco o Araucania, che il Chilì
e con le armi e con la croce ultimamente
conquistò alla civiltà ed alla religione . I
bellicosi e bronzuti Araucani sono vinti, le
Tribù ed i loro Cacichi, gettate le frecce ed
abbassate le lance, deposero la loro ferocia
e perdettero ogni speranza di ricostruire o
fondare mai il loro vantato impero . Quelle
vastissime valli e quelle fertili colline e po-
polate foreste sono ora abitate da sempre
crescenti Colonie di Chileni e di stranieri .
Attorno ad ognuna di esse vive un gruppo
di Araucani, che a poco a poco, lasciata la
vita nomade del selvaggio, va accostuman-
dosi a quella semplice del pastore ed a quella
amena dell'agricoltore .
Il Governo poi promuove la loro conver-
sione e civilizzazione mediante le Missioni
affidate ai Francescani, i quali coi soggetti
preparati nei loro Conventi di Chillan e
Castro, provvedono di buoni Missionari le
loro Stazioni, specialmente quelle di Naci-
miento, di Angoli, Mulchen, Collipulli, Trai-
quen, Tircia, Temuco e Tucapel .
Pochi e scarsissimi Sacerdoti secolari della
Diocesi di Concepcion attendono al bene spi-
rituale delle città e popolazioni cristiane
sparse in quel vastissimo territorio, la cui
capitale è Angol . Essi sono coadiuvati in
parte dai PP . Francescani, intenti princi-
palmente però alla conversione degli Indii
ed alla istruzione dei loro neofiti .
Questi Araucani non debbono essere poi
in piccol numero, perchè, oltre a quelli che

2.6 Page 16

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si convertono e rimangono nelle loro ridu-
zioni, molti altri passano le Cordigliere e si
riversano nella nostra Patagonia, chi in cerca
di lavoro, chi per commerciare i frutti della
loro agreste industria . Solo l'anno scorso,
come V . E. ben sa, calarono da los Manza-
nares in Roca, al Colorado, e si sparsero
nella Pampa Argentina ben duemila di essi,
ancora infedeli la maggior parte . Fortunati
essi però che trovano da questa banda orien-
tale i Missionari Salesiani, che si prendono
cura della loro conversione, istruzione e sa-
lute eterna .
Ritornando dopo questa digressione al mio
viaggio, e tacendo altre particolarità per non
essere troppo prolisso, dirò che ci fu impos-
sibile giungere nel giorno ad Antuco, primo
paesello del Chilì . Ci raggiunse la notte e
fummo obbligati ad alloggiare in un negozio
di vino . Accanto al mio giaciglio eravi una
grossissima botte piena d'ottimo liquore, da
cui il padrone spillava per ristorarci . Al
mattino assai per tempo vennero a bussare
i viandanti per aver da bere ; perciò dovemmo
alzarci e lasciar libero il negozio .
In Antuco alloggiammo presso il buon
Parroco che ci trattò più che bene, da fra-
tello più che da amico, nei tre giorni che
fummo suoi ospiti . Presentossi casualmente
l'occasione di cantar la Messa da requiem, e
potè farlo per la prima volta, per esserci noi
ad aiutarlo . E' solo, con tre Parrocchie da
amministrare, vaste più che le Diocesi del
Piemonte ; e non ostante tutto lo zelo e buona
volontà si può immaginare come vadano le
cose religiose . Uno si ammazza correndo a
cavallo da un'estremità all'altra e molte volte
inutilmente .
Ricevemmo la visita del Presidente e del
Giudice, e la restituimmo .
Il 27 novembre sellammo nuovamente i
cavalli, diretti a Los Angeles, non più per
sentieri da capre, ma per estrada carrozza-
bile, quasi sempre in piano. Sebbene aves-
simo forzato la marcia, le nostre rovinate
bestie non raggiunsero la meta prefissa . Ad
una lega da Los Angeles, essendo notte
avanzata, domandammo alloggio ad un ricco
proprietario, che con tutta gentilezza annuì,
trattandoci molto bene . Desidera i Salesiani
colà, di accordo con molti altri che vorreb-
bero veder superate le difficoltà .
Da Los Angeles per ferrovia venimmo co-
modamente a Concepcion, accolti a festa e
con reciproca consolazione da questi cari
Confratelli .
Fui tosto a visitare il Rev .m° sig . Vicario
e gli altri principali nostri benefattori ed
amici. I Confratelli di questa Casa de Artes
y Oficios lavorano molto in casa coi giovani
interni ed esterni, e fuori in varii Istituti, ed
attendono agli ammalati dei dintorni che
spesso abbondano . Si sta terminando il fab-
bricato d'ingrandimento del Collegio, che
permetterà di aumentare assai il numero
degli allievi .
A giorni andrò a Talca e di là scriverò .
Mando a tutti i cari Confratelli di Patagonia
i miei saluti e prego l'E . V. di una parti-
colare benedizione a questo suo
Aff.m° ed ubb.m° Figlio
Sac . ANGELO SAVIO .
L'EREMITA DI CHOSMALAL .
Chosmalal, 14 dicembre 1889.
ECCELLENZA REV .ma,
Sono ormai 33 giorni che mi trovo solo in
mezzo a questa popolazione . Come V . E . sa,
sono in vista delle altissime montagne dette
Cordigliere de Los Andes . Il versante orien-
tale è dell'Argentina, il versante occidentale
appartiene al Chili che popola le spiaggia
del Pacifico .
Questa enorme catena di montagne, spesso
coperte di neve, e con le numerose gole che
scaricano le acque limpide e fresche nelle
valli della Patagonia, mi danno l'idea del
nostro Piemonte con le sue Alpi, col suo
Moncenisio, col Monte Bianco ed anche col
suo Monviso, che qui è rappresentato dalla
Sierra Velluda, che vuol dire montagna co-
perta di lana bianca .
Don Panaro andò con Don Savio al Chilì
e mi lasciò solo soletto con un giovane un
po' capriccioso . Questi, indispettito perchè
nol condusse seco, insalutato hospite, se ne
fuggì, lasciandomi lì su due piedi .
Ma grazie a Dio non ho fatto gran per-
dita ! Invero egli era assai pigro ed ogni
mese inoltre dovevamo snocciolargli 12 scudi,
che, attesa la nostra povertà, non è poco
gravame !
Ora ho meco un altro giovanetto di 11
anni, già alunno di questa Casa, che lasciò
per infermità . Questi ha un bel carattere,
ubbidiente, umile, e mi serve a meraviglia .
Fra gli alunni che frequentano il nostro
Oratorio non ne ho trovato finora alcuno che
dimostri tendenza allo stato ecclesiastico : ciò
che qui si cerca è l'interesse ! Ma speriamo
coll'aiuto di Dio, che lavorando con impegno
in questa porzione della Vigna del Signore,
spunterà alcun germoglio col tempo . Il nostro
piccolo Collegio, quantunque adagino, va
aumentando, e dalle domande fatte, pare che
l'anno venturo avremo un discreto numero
di scuolari . Dacchè sono arrivato, sempre
mi occupai nel fare scuola ed insegnar la
Dottrina ad un gruppo di ragazzi, di cui
pure preparai alcuni alla prima Comunione
per la solennità dell'Immacolata . Speravamo
eziandio buon numero di fedeli per quell'oc-
casione, ma il cattivo tempo guastò la festa .
Per dire il vero mi pare di trovarmi in un
eremo . In mezzo a queste Cordigliere, lon-
tano 200 leghe da Patagones, oh ! quanto

2.7 Page 17

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consola ricevere il Bollettino Salesiano, le
Letture Cattoliche e qualche corrispondenza
di V . E. Talvolta stiamo quasi per credere
che non apparteniamo più alla società dei
mortali !
Tornando Don Panaro, spero che potremo
dare ogni domenica la Benedizione col San-
tissimo Sacramento, che non si diede finora
per mancanza del necessario .
L'Oratorio festivo progredisce, ma lenta-
mente, pel poco numero delle famiglie vicine
alla Chiesa .
La Dottrina si fa regolarmente al sabbato
ed alla domenica . Alcune volte arrivammo
al numero di 20 tra fanciulli e fanciulle ; ma
è certo che le nostre Suore di Maria Ausi-
liatrice farebbero assai meglio, specialmente
colle fanciulle .
Nell'assenza di Don Panaro ho provato ad
entrare a spiegare il Catechismo nella scuola
dello Stato, ma pensi un poco dove trovai
difficoltà? La maestra mi negò il diritto di
entrare nella scuola, sotto pretesto che il
Presidente del Consiglio Scolastico le aveva
detto che io non era il Parroco, e quindi
non poteva insegnare la Dottrina Cristiana .
Oh!chetmpi!Mabisognapurcompatire
assai . In compenso abbiamo una consolazione
nel Giudice letrado, il quale essendo una
delle principali Autorità e buon cristiano,
assiste la Messa ogni domenica, e se occorre,
aiuta pure a vestire il Sacerdote celebrante .
Gradisca, Eccellenza Rev .ma, i miei più sin-
ceri ossequi! e benedica il povero Eremita
di Chosmalal, che si professa suo
Umil .m° Figlio in Cristo
Sac . MATTEO GAvOTTO .
FESTA DI MARIA AUSILIATRICE
Alle undici, meno cinque minuti, S . E .
il Cardinale Arcivescovo fu lì, e alle undici
in punto, giusta l' invito, cominciò la messa,
allietata dal canto del Laudate pueri del Ca-
pocci, cantato egregiamente con accompagna-
mento di harmonium dai giovanetti della
scuola serale di canto degli stessi Salesiani,
diretta da P . Nicosia . Poi lettura spirituale,
cui tenne dietro la conferenza del D . Bonetti,
che veniva da Torino a visitare i suoi com-
pagni . Con un dire facile e naturale, dopo
rese le debite lodi ai principali benemeriti
di quella nuova Casa, egli svolse il suo ar-
gomento sui vantaggi dell' Istituto già surto
ma incompleto, sui grandi soccorsi che la
Provvidenza avea dati sempre a Don Bosco
per simili fondazioni, intercalando raccontini
graziosi e simpatici, e ciò per oltre un' ora,
ascoltato sempre con attenzione e diletto .
Indi, come è prescritto in somiglianti con-
giunture, prese a dire Sua Eminenza, e con
parola affettuosa e calda confermò in bel
modo e per sommi capi quanto era stato espo-
sto dal conferenziere, parlò di Don Bosco e
delle opere sue nobilmente e sentitamente,
e infervorò gli animi degli astanti ad aiu-
tare quei lavori .
I questuanti, distinti Signori, eran pronti,
e all' ultima parola di benedizione del Car-
dinale cominciò il giro .
Poi solenne benedizione del Santissimo
Sacramento, e alle 12 e tre quarti tutto era
finito .
Cioè, finito no, poichè per un pezzo i Coo-
peratori e le Cooperatrici non si stancarono
di andar su, giù, e poi su di nuovo sino al
terrazzo che sta al di sopra sul terzo piano
(terzo oltre le sale grandissime a pian terreno),
dal quale godesi una vista che mai la più
bella .
C' eran molte Signore della nostra Ari-
stocrazia, e una scelta d'individui onorevole
davvero .
e Conferenze Salesiane in varie città e paesi
A Catania .
Leggiamo nell'ottimo periodico « La Cam-
pana » di Catania quanto segue
La Conferenza dei Cooperatori Salesiani,
nella scorsa domenica 18 maggio, annunziata
dalla Campana del 15, era stata intimata
come una seduta ordinaria e fu invece una
festa, inattesa, allegrissima, indimenticabile .
E come no? Pochissimi fra i convenuti
avean veduto quell' edifizio surto come per
incanto, ed entravano meravigliati e sorpresi .
La Conferenza, o meglio, come abbiamo
detto, la festa, fu tenuta in uno dei saloni,
largo, lungo, aereato, tramutato, per facoltà
ricevutane, in cappella .
Ed ora la coda . - La questua fu soddi-
sfacente. Non si adombri l' autorità politica ;
essa lo sa che noi osserviamo le leggi, anche
quando ci riescono noiose e dannose . Fu
questua in chiesa, i balconi eran chiusi, non
ne uscì fuori neppur l' odore . Ed odore ci
fu, poichè in sette minuti, entro quell' ora-
torio si raccolsero 745 lire, diciamo settecento-
quarantacinque .
Viva Catania e sempre così ! - Il Direttore
Salesiano Don Chiesa, l' infatigabile promo-
tore dell' Opera, ne era soddisfatto .
Ma non dubiti Don Chiesa ; il resto verrà.
Non occorre andar questuando . Tenga la
cassetta ferma lì, dov' era, al primo piano .
In Catania non c' è bisogno di far questua
fuori chiesa ; la gente ce le porta sino a casa

2.8 Page 18

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le offerte, e anche a lui verranno, molte,
consecutive. Più il lavoro andrà innanzi e
più roba troverà in cassetta .
La Campana non crederebbe completa la
sua descrizione, se non la chiudesse con una
lode all' Architetto Sig . Domenico Nicotra
Signorelli, che ha diretto i lavori con passione
e disinteresse, e all' appaltatore sig . Luigi
Ferro, del quale quei Reverendi si mostrano
a ragione oltremodo contenti .
DON BONETTI
a Roma, Macerata e Faenza .
Il medesimo Don Giovanni Bonetti, che
aveva tenuto la detta conferenza a Catania
il giorno 18 di maggio, teneva altra confe-
renza alli 22 dello stesso mese in Roma nel
tempio monumentale del S . Cuore di Gesù
ai Cooperatori ed alle Cooperatrici dell'e-
terna città .
Dopo un umile esordire l' oratore parlò
delle molteplici opere di zelo che richiedono
oggi l'aiuto dei Cattolici . Giunto a parlare
della gioventù, fa un veridico ritratto della
deplorevole condizione in cui trovansi tanti
giovanetti, tanti figli del popolo ai giorni
nostri, e soggiunge : « E' nostro dovere cu-
rare la base, se vogliamo che l'edifizio non
crolli mai . Qual carità migliore di questa?
Essi sono ignoranti dei loro doveri, anzi
doveri non ne conoscono, e chi loro li inse-
gnerà? La Religione . Ma se essi non vanno
alla Dottrina, al Catechismo, come faranno
ad impararli?
» Lasciate che crescano questi piccoli la-
droncelli, questi piccoli monelli . Alle volte
fanno ridere le loro biricchinate ; un giorno
faranno piangere a lagrime di sangue . Sen-
tirete per le vie, per le piazze le grida del
disordine : sono urla selvaggie . La pace degli
onesti viene turbata . Il Governo se ne im-
pensierisce . Ma chi sono dessi? Quelli che
un giorno voi vedevate oziosi per le piazze .
» Bisogna provvedere a questi giovani una
educazione cristiana che insegni loro a vi-
vere bene, a procurarsi onestamente il pane,
a contentarsi del proprio stato ; far loro co-
noscere insomma Dio ; ed allora oh ! quanto
di bene ci potrem pure sperare da sì fatta
gioventù . Don Bosco, quel santo Apostolo
dei giovanetti, ben capì l'importanza di que-
sta santa missione, cui consacrò tutta la sua
vita, e qualunque cosa più cara che si avesse
su questa terra . Quel cuore era, per così
dire,astoluedanim,
eccolo quindi ancor giovane prete andar. per
le strade, raggirarsi per le officine, entrare
persino nelle fabbriche, farsi in mezzo ai
fanciulli, e dopo un amorevole saluto pro-
porre loro un divertimento nel suo Oratorio .
L'appuntamento era dato ed accettato per
la domenica . Ed ecco ogni festa comparire
nuove faccia . Chi son essi? Sono i biricchini
di Don Bosco, gli invitati a divertirsi ; ma
il principale divertimento si era quello della
Dottrina, della parola di Dio, un buon con-
siglio, poi una confessione, una comunione
santa, che rendeva quei giovanetti cari al
Cuor di Gesù, docili ai parenti, pii, virtuosi.
Erano biricchini di Don Bosco che, educati
nelle pratiche della religione, crescevano
buoni cristiani, padri onesti, cittadini probi .
Quanti percorsero onoratamente le carriere
civili, e quanti più le ecclesiastiche, ove si
distinsero per la loro pietà, per il loro zelo .
E tutto questo era il frutto di quella saggia
educazione cristiana che nei teneri cuori istil-
lava Don Bosco . »
Dopo ciò l'eloquente conferenziere parla
delle istituzioni svariate ed innumerevoli che,
sorte per lo zelo di Don Bosco, vanno pro-
gredendo oggi nelle mani dei Salesiani per
l'aiuto dei Cooperatori, e non tace di Roma,
cioè del tempio, delle scuole e dell'incomin-
ciato Ospizio del S . Cuore, per cui muove
un caldo appello alla carità dei convenuti .
Il giorno 26 tenne conferenza a Macerata .
L'adunanza era presieduta dall'illustre Ve-
scovo diocesano . La pia funzione riuscì com-
movente ed imponente . Tra gli altri frutti
che se ne ebbero non è ultimo quello d'aver
fatto ripigliare i lavori per l'erezione della
nuova Casa Salesiana di colà che si erano
dovuti sospendere .
In Faenza la conferenza salesiana era te-
nuta pure da D . Bonetti il giorno 31 dello
stesso maggio, alla presenza dei venerandi
Vescovi di Faenza e di Assisi e di eletta
schiera di Cooperatori e Cooperatrici, la cui
beneficenza ebbero tante volte a sperimen-
tare i Salesiani . L'uditorio era numerosis-
simo . La pia funzione riuscì oltre ogni dire
grandiosa e consolante .
I Cooperatori di Pavia e Vizzini.
In Pavia, come gli altri anni, la festa di
Maria Ausiliatrice si celebrò con pompa spe-
ciale dai Cooperatori e dalle Cooperatrici di
quella città . Vi fu triduo solenne in prepa-
razione alla festa e si tenne imponente adu-
nanza per la conferenza, che fruttò vistosa
elemosina per le opere salesiane . Mandammo
già ringraziamenti per lettera diretta allo
zelantissimo Decurione Can . Francesco Ma-
riani ed ora li ripetiamo pubblicamente .
A Vizzini, in quel di Catania, la divozione
verso Maria era già ben radicata nei cuori
e promossa vieppiù ogni anno colla celebra-
zione solenne del Mese mariano . Ora ha fatto

2.9 Page 19

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un passo di più per opera di. un'ottima Coo-
peratrice salesiana . Leggendo il nostro pe-
riodico le venne desiderio che si celebrasse
anche colà la festa di Maria Ausiliatrice .
Detto fatto : manifesta il suo desiderio ai
Cooperatori e Cooperatrici congregati e tutti
con giubilo aderiscono . Il predicatore del
!lese mariano per tre sere parla delle gra-
zie, dei favori e delle strepitose vittorie che
i Cattolici hanno ottenuto per intercessione
della Vergine invocata sotto il bel titolo di
Ausiliatrice dei Cristiani . Nel giorno della
Pesta le comunioni sono numerosissime, fer-
vide preghiere s'innalzano alla Vergine pel
suo gran servo Don Bosco e pei suoi figli,
i Salesiani, ed il frutto prodotto nelle anime
è incalcolabile . - Ecco che possono fare i
Cooperatori e le Cooperatrici Salesiane!
La pensione è fissata a lire 20 ; per le mae-
stre o per più persone della stessa famiglia
a L . 15 per testa .
Gli Esercizi cominceranno la sera del 1°
agosto e termineranno il mattino del 10 . Essi
saranno dettati da Sacerdoti Salesiani .
Chi intende di prendervi parte è pregata
a significarlo, non più tardi del 30 luglio,
alla Superiora delle Suore di Maria Ausilia-
trice in Nizza Monferrato.
NB . Nizza Monferrato ha stazione propria sulla
linea ferroviaria di Alessandria-Cavallermaggiore .
BIBLIOGRAFIA .
In molte altre città e paesi, borghi ed Isti-
tuti si tennero simili conferenze ed in molti
posti si celebrò anche con solennità la festa
di Maria Ausiliatrice. Non possiamo qui pub-
blicare per ora le relazioni pervenuteci . -
S'abbiano qui pertanto le più vive congra-
tulazioni ed i più cordiali ringraziamenti tutti
i Decurioni e tutti i benemeriti Cooperatori
epiCoratchepomsrtalipe
di zelo e di carità od in qualsivoglia modo
vi presero parte . Il Cielo ne li rimuneri lar-
gamente e li ricolmi di benedizioni, che co-
piose discendano sopra di loro, sopra le loro
famiglie e sopra tutti i loro interessi spiri-
tuali e temporali .
ESERCIZI SPIRITUALI PER LE MAESTRE
e per altre pie Signore e Cooperatrici Salesiane .
Nella Casa di Maria Ausiliatrice in Nizza
Monferrato avranno luogo alcuni giorni di
Esercizi spirituali per le maestre ed altre pie
Signore e Cooperatrici Salesiane, che deside-
rassero di attendere colla dovuta tranquillità
di spirito alle cose dell' anima e dell' eternità .
Un buon numero di esse vi presero parte
negli anni scorsi con viva loro soddisfazione ;
e speriamo che altrettanto sia per avvenire
nell' anno presente .
Pertanto, desideroso di fare il maggior
bene possibile alle anime, il SiG . D . MICHELE
RU A, successore del compianto nostro DoN
Bosc,falrdoinvtaeri
numerose ; e qualora non potessero recarsi
quelle degli anni passati, egli le prega ad
inviarvi in loro vece le proprie figliuole o
sorelle, oppure indirizzarvi altre pie donne
o donzelle del paese, conoscenti od amiche .
La Questione di S. Bonaven- tura .
- De cognitionis humanae suprema ratione,
commentata e difesa, contro le rosminiane
interpretazioni di S . Casara, dal Sac .
Prof. EM. ZORZOLI Dott . in Teol . e filo-
sofia . Un volume in 16° grande di pa-
gine 112
L. 1,50
Il ch. Emmanuele Zorzoli oggimai cono-
sciuto pel suo valore filosofico, mostrato in
altri scritti, ha dato alla luce un nuovo opu-
scolo col titolo qui sopra annunciato . Sic-
come gli ontologi, ed ora specialmente i se-
guaci del Rosmini, si sono studiati di mo-
strare che il serafico Dottore era ontologo,
perciò lo Zorzoli ha ben ribadita la Questione
già trattata dal Cornoldi nella sua opera
Rosminianismo sintesi dell' Ontologismo e del
Panteismo (LIB . I cap . 8) . Questi ebbe po-
tid. snSemroaugl'
Bo-
naventura, e lo Zorzoli egregiamente discusse
sopra l' altro opuscolo:Decognitshumae
suprema ratione . Il ch . Professore con per-
spicua maniera fa vedere come l' Angelico
Dottor S . Tommaso e il Serafico Bonaven-
tura vadano d'accordo nella dottrina del-
l'.uCmhainocgzetlua
ha pregiudizi, che traggono la mente al
falso, resta persuaso delle dimostrazioni del
Zorzoli .
Ameremmo che il lettore facesse anche
seria attenzione sopra ciò che infine dice lo
Zorzoli intorno la fondazione di Università
cattoliche in Italia . Eccellente è il suo desi
derio ; ed esortiamo i cattolici, e in modo
peculiare il clero, a far proprio questo bel
desiderio, per salvare la nostra patria dalle
inondazioni di perniciosissimi errori che da
per tutto straripano.
Dalla Civiltà Cattolica q . N. 959 . f. 690.-

2.10 Page 20

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EVANGELIU M DOMINICALE
Il Teol . Antonio Videmari, prete della
Cappella Arcivescovile di Torino, attende
alla pubblicazione dei sermoni delle omelie,
dei commenti che i SS . Padri, i Dottori, gli
Scrittori antichi ecclesiastici fecero intorno
il Vangelo delle domeniche dell'anno .
Noi auguriamo a quest'opera importantis-
sima il più felice risultato .Esceadipn
settimanali . - Prezzo annuo L . 5 .
Il primo fascicolo già uscito contiene il
Vangelo in greco e latino della 1 a domenica
d'Avvento, e sopra questo Vangelo :
1° due sermoni di S . Tommaso d'Aquino ;
2° un sermone di S . Bonaventura ;
3° un'omelia dell' Emisseno ;
4° il commento di S . Ambrogio ;
5 ° il commento della Catena Aurea ;
6° il commento del Cornelio a Lapide .
Dirigansi le domande di abbonamento al
Teol . ANT ONIO VIDEMARI nella Curia Arci-
vescovile di Torino .
Elenco dei Cooperatori defunti nel Maggio e Giugno
1 Acquarono D . Maurizio canonico -
Savona (Genovao .
2 Alasio chierico Mario - Alinese (To-
rino) .
3 Albrito Domenico - Cornegliauo
d'Alba (Cuneo) .
4 Arrigoni D. Luigi -parroco - Corte
Nuova (Milano) .
5 Balegno Molla donna Treno - To-
rino .
6 Bandini D . Giovanni parroco - Al-
bero (Firenzeo .
7 Battistella D . Giacomo cappellano
Spilimbergo (Udine) .
8 Bellino-Bertinetti Cesarina - To-
rino .
9 Belmondo Teresa-Busca (Cuneo) .
10 Bertani D . Giuseppe arcip . vie. for .
Novellara (Reggio Emilia) .
11 Bonardi-Vaglia Maria - Idro (Ere-
scia) .
12 Beni D . Vincenzo-Tdro (Brescia) .
13 Brusetti Mons . D . Colso Cesare ca-
nonico - Vercelli .
14 Burich Giovanni segr . I . R . Tribu-
nale - Rovigno (ftustria) .
15 Bussetti Giulia - Villafranca d'A-
sti (Alessandriao .
16 Bussetti Elisa direttrice R . Educa-
torio degli Anigiolioi (Firenze) .
17 Calzi D . Michelangelo- Cremona .
18 Carità Giovanna - Torino.
19 Castellani Luigia - Fumano (Ve-
rona) .
20 Cattanei nob. Raffaele - Venezia .
21 Cerri D . Gioaehino parroco - Pi-
nerolo (Torino) .
22 Cigna Giovanni - Torino .
23 Cignacco Lucia - Firmano (. Udine)
24 Colombo D . Francesco parroco -
Vighizzolo !Creinova) .
25 Colossi D . Pietro parroco - Cor-
dovado (Udine) .
26 Cordrlla I) . Marco - Venezia .
27 Corti Mons . Prospero vescovo di
Guastalla (Reggio Emilia) .
28 Do-Angolis D . Costantino parroco
- Monte San Pietro (Ascoli Pi-
cenoo .
29 De Casa Luigi - Bordighera (Porto
Maurizioo .
80 Do Conturbia D . Celso - Cerano
(Novara) .
81 Doll'Aira I) . Francesco bonef. capp .
- Caltanisetta.
32 Di Negro Carpani cav . Cesare -
Tortona (Alessandria) .
33 Dnrini contessa ved . Perego - A .
rosio (Como) .
34 Fasoli D . Sebastiano cappell . Ospo-
dalo - S. Zmnone (Verona) .
35 Ferraris Domenico fu Giovanni -
Calice (Parma) .
36 Fumagalli Andrea - Meda (Mi-
lano) .
37 GalliniMarietta-Voghera(Yaviao .
38 Garbesi ved . Teresa nata Nardi -
Varano (Massa Carrarao .
39 Gasparini Domenico - Fumano (Ve-
rona) .
40 GattiuoniD .Angelo parroco -Nova
( 1i1ano) .
41 Gatta 1) . T'ranceseo can . arcip . -
Ilesa (Cagliari) .
42 Gendali Giuseppe oste - Lecco
(Como) .
43 Gerini D . Leonardo can . - Porto
Maurizio .
44 Gervasi Teresa Maria Vittoria -
Mezzo •edesco (Austria) .
45 Ghersi D . Niccolò - Quinto Solo
(Milano) .
46 Giolito Maria fu Ant. - Cigliano
(Novara) .
47 GiovanniniPaolo -Bruciano (risa) .
48 Giusiana vedova Dupraz Angela -
Torino .
49 Giusti 1) . Luigi - Lucca .
50 Gre tti D . Giuseppo - Ornano
(Udine) .
51 Tonni D . Luigi can . Cattedrale -
Pergola (Pesaro Urbino) .
52 Isola Teresa -Lii ( .I lessa nlria) .
53 Isola Teresa ved . Turinetti - Carrd
(Cuneo) .
54 Lonati I) . Antonio coad . - Ghirla
(Como) .
55 Marchisio Dom . fu Frane. - Cara-
magna (Cuneo) .
56 Mariotti Mons . Luigi vescovo di
Montefeltro (Pesaro Urbino) .
57 Martucci Mons . Luigi vescovo -
Penne (Teramo) .
58 Miratti D . Dario - Campomolle
(. Udine)
59 Mongiardino avv . Giuseppe - Ge-
nova.
60 Munaretti Elisabetta - Breganzo
( Vicenza) .
61 Negro Tommaso - Valfenera (Ales-
sandria) .
62 Novara Agostina - Torino.
63 Omboni I) . Francesco parroco -
Timoline (Brescia) .
64 Ottone Angelo - Alessandria .
65 Ponzo Tobia . - Moasca (Alessan-
dria) .
66 Puzzo Ginseppa - Ragusa Inferiore
(Siracusa) .
67 Re I) . Paolo vie . sp . - Vanza bello
(Mil(t no) .
68 Reineri Maddalena - Loranzò (To-
rino) .
69 Renzato D . Angelo- S . Pietro Vi-
minario (Padova) .
70 Riglietti Antonio - Fumano (Ve-
rona) .
71 Rinaldi Giuseppe - Mi (Alcoean.
dria) .
72 Ripa Giovanna - Ca.riguano (To-
rino) .
73 Riva Erminia - S . Sebastiano Cu-
rone (Alessandriao .
74 Riva D . Pellegrino prevosto - Sal-
varono Montecavolo (Reggio E-
milia) .
75 Roberti Suor Marianna sup . Istituto
S . Anna - Forlì .
76 Rolli D . Giuseppe rettore - Cor-
nolo (l'arma) .
77 Roneati 1) . Federico mansionario -
C)tnda (Rovigo) .
78 Rota D . Pietro parroco - Locatollo
(Bergamo) .
79 RUllinoniGiovanni -ilarzio(Como),
So Salino-Viarano contessa Rosalia -
Torino .
81 Sanmartino damigella Irene - 'l'o-
rino .
82 Sicher D . Carlo -Coredo (Austria) .
83 SilieaniIsabella- Stazzema(Lucca) .
84 Spreafico Luigia vedova Bracchi -
Torino .
85 Stella Fortunato- Asiago (Vicenza.)
86 Stroili Maria - Gemona Ovpeda
letto (Udineo .
87 Sughi D . Alberto rettore : Chiesa
Nuova (Verona) .
88 Tacconi Francesco - Gargagnago
(Veronao .
89 Tomacelli I+'ra.ncosco - Bagnolo San
Vito (Ilrantova) .
90 Tonegnzzo Basilio - Cordovado (U.
dine) .
91 Uboldi 1) . Andrea parroco SS. Apo-
stoli - V. enezia
92 Dlrici D . Ercole - Busseto (Parma).
93 Vestrucci D. Pietro piovano - San
Leolino (Arezzo) .
94 Nobile Vitturi conte Andrea - Tre-
viso .
95 Zavaglia Marianna - B ologna .
96 Zeni D . Bartolomeo - Termon (Au-
stria) .