troppo, ed avuto dalla loro carità vino ed ac-
qua in abbondanza, si calmò facilmente la sete
che cominciava a tormentarci . Si dà quindi
fiato agli strumenti, si rallegrano con alcune
suonate quei buoni paesani e poi via allegra-
mente su per l'erta del monte . Non s'era
fatto ancora mezz'oretta di salita ed ecco i
primi giunti sulla vetta del monte
Perchè i Pisan veder Lucca non ponno
batter le mani e salutare con liete grida la
vastissima pianura che s'apriva dinanzi ai
loro occhi . Le voci : Pisa, Livorno, Viareg-
gio, S . Giuliano s'alzarono senza interruzione
confuse insieme a seconda che l'affetto le
spingeva sulle labbra ; ma il nome della città
del conte Ugolino e di Galileo risuonava più
spesso e ripercoteva continuamente gli orec-
chi . Pisa infatti, a chi guarda dalla cima
del monte, s'affaccia la prima, quasi nel
mezzo del larghissimo piano ; e ne avverte
tosto l'occhio la sua bianca torre che spicca
alta e nettamente disegnata sul fondo bruno
dei tetti . Qua e là, intorno ville e case ru-
stiche sparse tra i campi ed i prati . Ecco
lontano verso ponente, in fondo all'orizzonte,
il scintillante tremolar della marina, riper-
cossa dai raggi del sole, e più giù dallo stesso
lato, nascosta tra il fumo ed i vapori, la
città di Livorno . Poi l'occhio, come per ri-
fare il cammino, ritorna a piè dei monti e
ricerca in fondo tra gli ulivi S . Giuliano,
gentil paesello su quel di Pisa . A S. Giu-
liano! si grida da tutte le parti, ed in un
batter d'occhio si è in fondo, e messici in
bell'ordine, si entra nel paese a suon della
fanfara . Il luogo destinato per noi era un
magnifico palazzo ai piedi del monte, lasciato
a nostra disposizione dall'ill .m° sig . conte Ca-
millo Carini da Pisa, nostro Cooperatore,
deputato generale delle R. Terme di S . Giu-
liano, il quale volle pure nella sua bontà
provvedere il vino per il pranzo . Dopo una
breve escursione sul monte, eccoti suonare
a raccolta . Tutto era pronto pel pranzo : un
refettorio improvvisato con gusto e dili-
genza dal nostro Prefetto, cibo abbondante
e buono che saziò il formidabile appetito
destato da quattro ore di cammino . - Dopo il
pranzo si diede un breve trattenimento musi-
cale dai nostri fanfaristi, diretti dal bravo Mae-
stro Angelo Pietrasanta, e applauditi ripetu-
tamente dal pubblico, sorpreso di tanta preci-
sione in gìovanetti di poca età . Il nostro caro
Direttore s'era poco prima avvicinato a que-
sto e a quel gruppo interrogando se avevano
le gambe buone per andare fino a Pisa . -
Sì, sì, rispondevano in coro anche i più pic-
cini, ci mandi a Pisa, andiamo a Pisa . - Fu-
rono dunque appagati i loro desiderii, e
stavano allora aspettando con ansietà il mo-
mento della partenza, quand'ecco giungere
in vettura da Pisa con altri signori il conte
Camillo Carini, il quale volle mostrare la
sua bontà e cortesia verso di noi col venire a
farci una visita, congratulandosi della piccola
fanfara e della florida salute che traspariva
dal volto di tutti. Verso le due, partenza per
Pisa, dove si giunse dopo un'ora e mezzo
di cammino sopra una bella strada ombreg-
giata da platani . - La prima visita fu alla
bellissima torre pendente . Sorge questa vicina
al Duomo all'estremità settentrionale della
città, monumento pregiatissimo per arte e per
ricchezza di marmi . Divisa esternamente in
otto piani o gallerie da 207 colonne, s'innalza
leggera e pendente così, che un sasso ab-
bandonato a sè dalla sommità cadrebbe quasi
5 metri lontano dalla base . Vi si ascende per
una scala interna di 300 scalini ed alla cima,
che sostiene sette campane nei vani degli
archi, si gode della magnifica veduta della
città, del piano e dell'Arno che vi serpeggia
infino al mare. - Si discende e si va al Duomo .
Quivi l'occhio è tosto sorpreso dalla vastità
del tempio, dalle numerose colonne che lo
dividono in cinque navate, dai marmi degli
altari, dai molti e grandi dipinti di classici
autori, e specialmente dall'antico lampadario
del Ponenti, dalle cui oscillazioni si vuole
che Galileo traesse la teoria del pendolo .
Poi passando innanzi la facciata del Duomo
ed alle sue tre porte di bronzo, sulle quali
veggonsi scolpiti molti fatti dell'antico e
del nuovo Testamento, si andò al Battisterio .
questo di forma rotonda, ricco di fuori
di colonne e di ornati di marmo, terminante
in vasta cupola, cui sovrasta la statua, in
bronzo di S . Giovanni Battista . Dentro è il
fonte battesimale intagliato nel marmo, e di
fianco il pulpito, pure di marmo, uno dei più
bei monumenti del medio evo . - Ma la visita
più cara e che più a lungo rimarrà scolpita
nel nostro cuore fu quella che si fece tutti
insieme all'amabile Pastore della Diocesi,
Mons . Ferdinando Conte Capponi, Arcive-
scovo di Pisa, grande amico di D . Bosco e
Cooperatore salesiano . Ci accolse con bontà
veramente paterna in un ampio salone del .
suo palazzo, si. trattenne e parlò con tutti
con singolare affabilità e volle distribuire di
sua mano a ciascuno di noi una bella im-
magine di S . Luigi ed un Rosario portato
da Roma e benedetto dal S . Padre . - Dopo
di che , avvicinandosi l' ora della partenza,
dopo fatta una breve suonata, ci preparammo
a lasciare la dolce compagnia del vene-
rato Pastore. Inginocchiatici tutti, ci be-
nedisse , e nell' augurarci il buon viag-
gio manifestò al nostro Direttore il suo vivo
desiderio, già espresso altre volte, di vedere
anche a Pisa una Casa di Salesiani. Avremmo
anche voluto fare una visita al Seminario,
così bene diretto dal M . R . sig . Can . P . Mar-
cocci, nostro amico e Cooperatore , ma ne
mancò il tempo . In fretta ci avviammo alla
stazione ferroviaria . Si diede adunque l'addio
alla città di S . Ranieri ! Ad ogni stazione nel
ritorno si diè fiato alle trombe allegramente,