ANNO XXXI - N. 5. MAGGIO 1907.
PERIODICO DELLA PIA UNIONE DEI COOPERATORI SALESIANI Dl D. BOSCO
SOMMARIO: Auxilium Christianorum 129 Il Congresso di Faenza 132 Il Circolo « Giovanni Bosco » di Torino . . . . 133
Il terremoto nel Messico 136 Tra gli Italiani all'Estero . . . 136 Oratori festivi: La « Fulgor » di Spezia - Gara
Catechistica - Lavoriamo! 137
Tesoro spirituale 138 Lettere di famiglia: Dal Salvador 139 DALLE MISSIONI: Matto Grosso: La Tribù dei Bororos; fine della Parte IIa - Mozambico (Africa Orientale) - Cina: Dopo il primo anno di Missione; Hong-Kong; Macao - Patagonia Meridionale: Dalla Missione della Candelara . . 142
IL CULTO DI MARIA SS. AUSILIATRICE: Tutti a Valdocco! - Ai sigg. Direttori, Decurioni, ecc. - Le nuove Indulgenze concesse agli associati all'Opera di Maria Ausiliatrice - Nel Santuario di Valdocco - Grazie e graziati - Orario . 150
NOTIZIE VARIE : A Valdocco : I funerali di D. Durando - A Torino : Nella Chiesa di S. Giovanni Evangelista - In Italia: Messina, Roma, San
Pier d'Arena - Dalle Americhe: Nictheroy, ecc. 156
Necrologio e Cooperatori defunti 159
MARIA AUSILIATRICE ! Sotto questo augusto titolo venne invocata la Madre di Dio dal Fondatore delle Opere Salesiane. L'elezione dice un programma: - « La carità per Maria ; la gioventù rigenerata per Maria!... »
Vediamo il fondamento dogmatico, su cui posa questo saluto e, a mo' d'epilogo volgendo un pensiero all'esimio Fondatore della Pia Società Salesiana, indaghiamo anche le ragion per le quali Egli di Maria Aiuto dei Cristiani abbia fatto come il motto di tutto il suo apostolato di carità.
Il fondamento della potentissima mediazione di Maria per noi, non è altro che il dogma della sua divina maternità.
La grazia dimana, come da un unico centro, da Gesù Cristo. Lo dice S. Giovanni : Gratia et veritas per Jesum Christum fatta est; e colla grazia tutti gli aiuti che ci dispongono alla giustificazione e ne rimeritano gli incrementi (1).
Tuttavia il Divin Verbo sin dall'istante in cui compiè il grande mistero dell'Incarnazione, intese consacrare un ministero subordinato di mediazione, che più facilmente potesse conciliare a Lui la fiducia e il ritorno delle anime. L'elezione della Madre non era voluta soltanto perchè nel mistero dell'Incarnazione si rispettassero, più che fosse possibile le ragioni di conformità allo svolgimento della vita umana (1), ma altresì perchè Ella fosse la Madre dell'umanità rigenerata e valesse ad ottenerle i doni più splendidi di grazia in ordine all'eterna salvezza.
Ella ebbe in se stessa i titoli dell'impetrazione... La sua elezione rese infinita, al dire di S. Pier Damiani, la sua dignità (2). Nella sua elevazione fu come trasformata. Le virtù, che già eminenti Ella avea acquisito, corrispondendo generosamente al privilegio della sua Concezione Immacolata, toccarono un grado altissimo di perfezione; mentre virtù nuove, atte a prepararla e a renderla idonea alla sua missione così singolare di maestra del suo Dio, erano trasfuse in Lei, così che Ella imperò colla sua bellezza (3). Ne derivò che Ella fu consacrata ad essere la Madre della Divina grazia, in quanto ci ha dato l'Autore della grazia, e conseguentemente la dispensatrice delle grazie, che ne sono necessarie al suo conseguimento. Sotto tale aspetto Gesù Cristo la presentava al convito di Cana e per Lei anticipava l'ora dei suoi miracoli.
Il diritto alla mediazione Maria lo acquistò direttamente col concorso all'opera dell'umana redenzione. In quella guisa che Gesù Cristo fece dei suoi dolori la sorgente inesauribile dei meriti e volle anche nello stato glorioso conservare le cicatrici delle sue piaghe come trofeo di gloria per avere in se, come insegna S. Ambrogio, la ragione pratica ed efficace della sua interpellanza per noi; così Maria nell'intima partecipazione ai dolori di Gesù Cristo avvalorò i suoi diritti di mediatrice presso l'unico Mediatore. I dolori in Maria, voluti per legge di conformità a Gesù Cristo, eccezionali per la loro diuturnità ed ignobilità, singolarissimi, sommamente eroici per la sua rassegnazione, furono meravigliosamente fecondi di bene. S. Bernardo non crede di essere temerario asserendo alla sua potente intercessione in quell'ora di spasimi la conversione così consolante di Pietro, del Ladro, del Centurione.
Su questa verità si è fondato il culto che sino dai primordii della sua vita la Chiesa le ha pubblicamente e costantemente prestato... Non vi è pagina della storia che non lo ricordi, non cessazione di flagelli, definizione di concilii, esterminio di eresie che non si ascriva frutto della sua mediazione dopo lunghe e fidenti supplicazioni del popolo cristiano, così che di lei la Chiesa canta:
Tu sola cunctas haereses interemisti.
Il saluto pertanto di Ausiliatrice dei Cristiani non è che una modalità dello stesso concetto; è un monumento di nuovi trionfi. Esso, dopo la splendida vittoria di Lepanto, venne introdotto nelle Litanie Lauretane per additare a' cristiani un nuovo presidio e quale presidio!...
Pio VII, di venerata memoria, vittima delle vessazioni napoleoniche avea posto in Maria ogni sua fiducia. Il Bonaparte, ebbro di vittoria, implacabile nelle sue vendette, non rispettando nè la maestà del Pontefice, nè ciò che pur naturalmente ci impone un senso di venerazione, e direi di terrore, la vecchiaia che si va spegnendo nell'infermità, avea trascinato a vittima delle sue nequizie il grande Pontefice di Roma, a Fontainebleau, a Savona. Tutto sembrava perito, ma Pio VII che fidava in Maria tornò glorioso, acclamato, alla sua Roma. E a legare a quel 24 maggio la memoria indelebile di Maria, Egli a perenne gratitudine istituiva per quel giorno la festa dell'Ausiliatrice. Il grido di Maria Auxilium Christianorum risuonò per tutta la terra. Niuno disperi d'aiuto sì possente!...
Quale meraviglia che quel grande Apostolo di carità che fu l'indimenticabile D. Bosco, affidando a Maria il patronato delle Opere sue la mostrasse a' suoi figli, precisamente con questo saluto di Ausiliatrice dei Cristiani l Me ne domandate le ragioni?.... Vedetele nella stessa natura intima delle Opere di D. Bosco.
Due tipi caratteristici sintetizzano l'obbiettività del suo Apostolato. Fra noi il derelitto, cui la disgrazia o la colpa privò degli aiuti naturali della famiglia ; nelle plaghe infedeli il figlio dell'idolatra, che non conosce paternità. D. Bosco si proponeva di suscitare per Maria tutto il prestigio dell'adozione... « Venite, vi farò cristiani... Siete cristiani... Per questo solo fatto avete diritto ad una Madre... La natura vi fu avara d'aiuti, ma ve n'è ben prodiga la fede ; guardate a Maria, in ogni contingenza della vita, anche allora che sarete usciti dal gremio degli istituti, esposti ai vortici procellosi della società; avete in Maria un baluardo sicuro, invocatela con questo saluto che tanto l'onora: Auxilium Christianorum ! »
L'opera di D. Bosco si instaurava nel secolo XIX°, il secolo, che noi possiamo dire del naturalismo, frutto di errori filosofici che hanno pervaso le scuole, di rivolgimenti politici che hanno trascinato una gran parte, forse la più eletta della società. Il venerando Fondatore degli apostolati salesiani mirava a spiritualizzare l'opera sua, ad opporla alla scuola laica, all'officina senza Dio, alla beneficenza che cerca l'uomo e non si cura del cristiano. Or bene il titolo di Auxilium Christianorum può dirsi un motto che sintetizza tutto il suo programma. Le avvisaglie del Bonaparte contro Pio VII, ricordate dal titolo di Maria Ausiliatrice, esprimono la lotta del naturalismo, gonfio di facilì conquiste, illuso da bastare a tutte cose contro il principio soprannaturale che si incarna nella persona del Pontefice. Il trionfo di Pio VII per la mediazione di Maria è il trionfo dell'idea cristiana,. del soprannaturale; permettetemi la parola audace, dopo i delirii napoleonici. Maria ribattezzava la società e la elevava così altra volta al lume della fede al trionfo avvezza !... Così Don Bosco per Maria intendeva di rendere le opere sue feconde di una rigenerazione veramente soprannaturale.
Ne è a trascurare che D. Bosco per assentire alle sue opere il carattere di perpetuità istituiva come due milizie di presidio, alle quali affidava per le età venture lo svolgimento del suo programma: i Sacerdoti Salesiani e le Figlie dell'Ausiliatrice. Ed a queste due milizie esposte a cimenti formidabili , sparse nell'uno e nell'altro emisfero D. Bosco presenta l'Ausiliatrice come la più alta idealità, a cui debbono informare la loro azione...
Maria Ausiliatrice dei Cristiani è il presidio più forte per chi deve affrontare tutte le aggressioni dell'empietà. per diffondere la luce del vangelo...Maria assicura il trionfo
Possa per la mediazione di Maria trionfare l'opera dei figli di D. Bosco!...
(*) Dal discorso che il rev.mo Mons. Ermenegildo Pogliani, prevosto di S. Vittore al Corpo in Milano, disse l'anno scorso alla solenne funzione di chiusura del V° Congresso, celebratasi nella nuova chiesa di S. Agostino. Con queste pagine - riserbate pensatamente a questo mese di maggio - chiudiamo la pubblicazione degli Atti del V° Congresso, implorando nuovamente sui voti del medesimo le benedizioni più copiose di Maria Ausiliatrice.
(1) De plenitudine Eius nos omnes accepimus et gratiam pro gratia. (1) Habitu inventus ut homo.
(2) Filius infinitat dignitatem Matris. (3) Concupivit Rex decorem tuum.
Cardinale DOMENICO SVAMPA Arcivescovo di Bologna
VENTI ADDI DI EPISCOPATO OPERE PASTORALI
Due grossi volumi in-8 di quasi 1400 pagine. Prezzo lire 10.
L'opera si divide in cinque parti : Gesù Cristo - Maria Santissima - I Santi - Doveri dei Vescovi e del clero Istruzioni ai fedeli ; e contiene le Omelie, Panegirici, discorsi varii e lettere pastorali composti dall'insigne Porporato nei venti anni del suo episcopale ministero.
Annunziando questi due splendidi volumi dell'Eminentissimo Cardinale Arcivescovo di Bologna, encomiati da tutte le migliori riviste ed onorati da uno splendido, Breve del S. Padre, preghiamo lvili i revv. Sacerdoti Cooperatori a volerli acquistare, non solo per l'utilitàdell'Opera ma anche in omaggio all'Em.mo Card. Domenico Svampa il quale permise che vedessero la luce unicamente a vantaggio del grandioso tempio che Egli sta innalzando in Bologna in onore del S. Cuore di Gesù.
Rivolgersi alla Tipografia Arcivescovile di Bologna od anche alle nostre Librerie.
BENEDETTO dal S. Padre, sotto l'alto patronato degli Eminentissimi Cardinali Arcivescovi di Bologna, Ferrara, Milano e Torino, e la presidenza effettiva non solo del rev.mo signor D. Rua e dell'egregio conte avv. Carlo Zucchini, ma anche di un Principe di S. Chiesa, del zelantissimo Vescovo diocesano e di varii altri Prelati, dal 25 al 28 u. s. si svolse con esito felicissimo il III° Congresso degli Oratori festivi e delle Scuole di Religione.
L'Eminentissimo, che si degnò ammantare dello splendore della porpora il Congresso, fu il signor Cardinale Domenico Svampa, Arcivescovo di Bologna, al quale si associarono con ammirabile slancio le LL. EE. RR. Mons. Gioachino Canta galli, venerando Vescovo di Faenza, Mons. Pasquale Morganti, Arcivescovo di Ravenna, Mons. Alfonso Andreoli, Vescovo di Montefeltro, Mons. Francesco Baldassarri, Vescovo d'Imola, Mons. Giovanni Cazzani, Vescovo di Cesena, Mons. Ernesto Piovella, Vescovo di Alghero, e Mons. Federico Polloni, Vescovo di Bertinoro.
Allo zelo di questi ferventi Pastori si unì il prezioso concorso di altri distinti membri del Clero e anche del Laicato, tra cui rìcordiamo il rev.mo Mons. Beniamino Nardone, direttore generale delle Scuole di Religione di Roma, delegato dell'Em.mo Card. Respighi Vicario di Sua Santità; il rev.mo Mons. Domenico Muriana direttore delle Scuole di Religione di Torino, delegato dell'Em.mo Card. Richelmy; il comm. Paolo Pericoli, presidente generale delle Associazioni giovanili italiane; il comm. Augusto Persichetti, Assessore della Pubblica Istruzione in Roma; il conte di Carpiegna, il marchese Filippo Crispolti, il cav. Augusto Grossi-Gondi, il sac. Merisio di Milano, il sig. Arturo Poesio di Roma, ecc.
Il Congresso si svolse nell'Istituto Salesiano. Le adunanze di sezione, presiedute con rara competenza da varii dei Vescovi sullodati, riuscirono di un'importanza eccezionale, e quanto mai imponenti furono tutte le adunanze generali che si tennero nella chiesa dell'Istituto trasformata in splendida sala, la quale, per la serietà degli addobbi e per lo sfarzoso impianto di luce elettrica, era di un aspetto imponentissimo.
Anche la Gara Drammatica e il Convegno Ginnastico-musicale ebbero il più brillante successo. La palestra venne preparata nell'ampio cortile dell'Istituto, ornato di trofei e di bandiere. Sopra l'ingresso principale campeggiava la seguente iscrizione:
Ai nobili intenti
di Em.mi Principi di Ecc.mi Prelati
di nobili ed illustri Membri
del Clero e del Laicato Cattolico
qui accolti in Congresso si uniscono Plaudendo
schiere numerose di giovani italiani
che in gare
ginnastiche drammatiche musicali
dimostrano come ogni buon ideale ogni onesto divertimento
benedice e santifica
la Religione.
Fin dal prossimo numero cominceremo la relazione di tutto ciò che si è opportunamente discusso e saggiamente inculcato o deliberato nelle varie sezioni, compresi gli importantissimi studi della sezione femminile, cui presiedettero con zelo indefesso ora Mons. Arcivescovo di Ravenna, ora Mons. Muriana di Torino.
Per ora ci limitiamo ad esprimere i sentimenti della più viva riconoscenza non solo a tutti gli illustri personaggi sopra ricordati, ma a quanti contribuirono alla splendida riuscita del Congresso, nonchè del Convegno Ginnastico-drammatico-musicale, pel quale inviarono tre medaglie d'argento Sua Santità Papa Pio X, una splendida medaglia d'oro Sua Maestà il Re Vittorio Emmanuele, una medaglia d'argento ed una di bronzo il Ministero della Pubblica Istruzione, due medaglie d'argento il Ministero di Agricoltura e Commercio, una medaglia d'argento il Ministero della Guerra, tre medaglie d'oro la Federazione Sportiva Cattolica, tre ricchi oggetti artistici le Signore Faentine, ecc.
L'esito del Congresso di Faenza superò l'aspettazione degli stessi promotori, ma anche la città non poteva usare maggiori gentilezze ai numerosi congressisti nè far più liete accoglienze alle squadre giovanili, che dal 25 al 30 U. S. diedero alla sera egregi saggi della loro valentia drammatica, e nella domenica 28 ottennero tanti applausi nel concorso ginnastico-musicale.
Faccia Iddio che il fausto avvenimento abbia anche ad esser fecondo di quei salutevoli frutti pei quali venne promosso.
LA domenica in Albis, 7 aprile 1907, merita di essere registrata fra le date per noi più care e memorande, non tanto per la solennità con la quale in tal giorno inaugurossi a Torino il nuovo Circolo intitolato « Giovanni Bosco », quanto per l'importanza del Circolo medesimo e pel gran bene che questo col tempo non mancherà dì produrre, ove sia pienamente conosciuto. Ci è quindi caro il ripetere, a quanti può o potrà interessare, lo scopo nobilissimo che il Circolo si propone, e meglio non potremmo farlo che col riportare le nobili parole dette dal Presidente e l'affettuoso discorso pronunciato da uno dei Soci alla presenza di numerosissimo pubblico, convenuto alla festa serale dell'inaugurazione. Ma anche di questa non tornerà discaro al lettore un brevissimo cenno.
Ab Jove principium! dicevano gli stessi pagani, e il primo atto compiuto dai membri del Circolo Giovanni Bosco fu appunto quello di recarsi in corpo verso le 11 del mattino, alla privata cappelletta di D. Bosco all'Oratorio, per ascoltarvi la santa Messa celebrata dal loro Assistente Ecclesiastico, ed una paterna allocuzione di D. Rua, il quale sintetizzando in pochi pensieri il carattere di D. Bosco disse che su quello appunto poteva egregiamente modellarsi il carattere di quanti entravano a far parte del Circolo intitolato dal nome del nostro venerato Fondatore.
Alle ore 15 si compì l'inaugurazione della sede sociale, un piccolo ma elegante appartamento in Piazza Statuto. Il sig. D. Rua, accoltovi festosamente, procedette anzitutto alla benedizione delle singole sale; quindi accettò con tutti i presenti un marsala d'onore e, subito dopo, a ricordo del giorno solenne si degnò di posare fra un gruppo dei soci e le varie rappresentanze intervenute alla cerimonia. Tra queste son da ricordare quelle del Circolo B. La Salle, della Fides et robur, del Coraggio cattolico, dell'Unione Democratica Cristiana, della Lega del lavoro, dell'Oratorio e dell'Unione degli Antichi Allievi, del Circolo Ss. Pietro e Paolo, del Circolo Universitario Cesare Balbo, del Circolo Madonna della Pace, ecc. ecc.
Ma in realtà l'inaugurazione solenne ebbe luogo alla sera e precisamente nel teatrino dell'Oratorio nostro di Valdocco, il quale si gremì di sceltissimo pubblico. Sua Eccellenza Rev.ma Mons. Luigi Spandre Ausiliare dell'Em.mo Card. Arcivescovo, che aveva ai lati il sig. D. Rua ed altri nostri Superiori, si degnò di presiedere il trattenimento drammatico-musicale. Questo riuscì quanto mai geniale e solenne, e dalla seconda e terza galleria vi presero parte anche i nostri alunni artigiani.
Il Presidente sig. Alessio Pretto, dopo aver rivolto i più vivi ringraziamenti a Sua Eccellenza, al sig. D. Rua, a tutti i Superiori ed amici dell'Oratorio, nonchè al prof. Ellena, alla signorina Borgioli, all'egregio D. Rostagno ed alla Schola Cantorum del S. Cuore di Maria che si erano degnati di venire « a rendere più solenne la festa » proseguiva:
Oggi inauguriamo il Circolo Giovanni Bosco. Qual è lo scopo del nuovo Circolo? Il socio avv. Martina vi parlerà da pari suo su questo argomento; a me sia lecito solo il dire che nel pensiero dei fondatori del medesimo esso non è e non deve essere altro che la continuazione dell'Opera dei salesiani fuori degli istituti. D. Bosco, per mezzo dei suoi figli, accoglie lo studente o l'artigiano, si può dire, in tenera età, lo istruisce, lo educa, e fatto giovanotto lo restituisce alla Società con un mestiere nelle mani, ben avviato negli studi. Còmpito del Circolo sarà quello di prendere questo giovanotto sulla porta dell'istituto ed accompagnarlo nel mondo, consigliandolo, guidandolo, aiutandolo moralmente e materialmente. Saremo noi, già allievi di D. Bosco, che prenderemo i nostri fratelli per mano e lì aiuteremo a vincere le difficoltà, ad evitare i pericoli, a superare gli ostacoli che incontreranno in una città come Torino.
Non v'ha chi non veda quanto nobile e quanto vasto sia questo programma; e francamente, noi che abbiamo assunto l'incarico di dirigere i primi passi del nuovo Circolo, spaventati quasi dalla grande responsabilità, saremmo tentati di indietreggiare e lasciare il posto a spalle ben più robuste delle nostre.
Ma... niun timore! il successore di D. Bosco, l'amatissimo D. Rua, ci ha largamente incoraggiati, e ci ha promesso il suo appoggio anche per l'avvenire; l'Eminentissimo nostro Arcivescovo ha pienamente approvato il nostro Statuto e ieri stesso ci augurava il più lieto successo... Che più? Lo stesso Sommo Pontefice Pio X, a cui abbiamo comunicata la notizia dell'inaugurazione del Circolo e gli scopi che esso si prefigge, ci ha voluto confortare con questo prezioso telegramma...
L'assemblea sorse riverentemente in piedi; e data lettura del telegramma recante gli auguri e la benedizione del S. Padre, il presidente conchiudeva:
Con la protezione di D. Rua, con l'approvazione del nostro Arcivescovo e colla benedizione del Papa, l'avvenire del nuovo Circolo si può dire assicurato ; ed è con questi tre nomi dolcissimi: D. Rua, l'Arcivescovo, il Papa! che io ho la fortuna di poter proclamare che il Circolo Giovanni Bosco è inaugurato!
Alla sua volta, l'egregio avv. E. Martina, così nobilmente parlava: Eccellenza, Signore, Signori,
Non certo attenderete stassera un discorso, nè avrei l'audacia di compierlo, perchè ben so che una voce di ben più alto ed efficace oratore la circostanza cara e solenne vorrebbe ; so che la mia povera voce riuscirebbe troppo misera cosa, quando e le divine armonie del Donizetti, o il limpido alato verso di François Coppée dovranno suscitare negli animi vostri intime e dolci commozioni.
Ma la commozione più intensa e profonda già io la veggo balenare negli occhi dei miei giovani amici e colleghi, ai quali pare la giornata d'oggi la consacrazione d'un sogno silenziosamente nutrito da molti e molt'anni. L'augurale battesimo di un Circolo che accogliesse nelle sue pareti in fraterne ed amichevoli adunanze quanti negli anni giovanili ebbero e scienza e fede ed educazione dai figli di D. Bosco, era stata per vero la nostra costante e intensa aspirazione.
Oggi... il sogno è divenuto realtà, e i sentimenti comuni di gioia e di speranza vogliono trovare una qualche libera e solenne espressione e manifestazione.
Come l'onde del mare s'incalzano innumerevoli e battono senza posa il lido, così a grandi falangi susseguentisi ininterrottamente entravamo noi negli Istituti Salesiani. Sono oramai due generazioni d'uomini : hanno già grigi i capelli gli uni ma giovane e forte sempre il cuore: gli altri ancora sono in sul limitare della vita e dell'azione.
Giova ritemprar gli animi nei ricordi di prima giovinezza. Ricordate?... i giorni sereni passati tra gli studi e i lavori fra mezzo alla tumultuosa coorte di compagni che poi si dileguarono per ogni canto di nostra terra: i noti volti degli educatori pazienti, giovani ancor essi i più, nei quali uno spirito ascoso di sacrificio e di amore suppliva all'esperienza dei maturi anni e donava pur sempre una vigile onniveggenza per ogni nostra segreta ambascia, per ogni nostro improvviso sconforto ; e la bianca chiesa nelle solenni feste cristiane adorna di fiori e splendente di ceri nella quale gli spiriti nostri, non ancora turbati dall'impetuosa onda della vita sociale, si espandevano miti e fidenti.
Passò rapida la bella visione giovanile: ci disperdemmo pel mondo, seguendo ciascuno di noi la via tracciata, vòlti a diversa méta. Ma, pur rientrati in seno alle famiglie nostre, ci pareva che una qualche cosa ci mancasse; troppo eravamo abituati a quella vita moltanime, nella quale sembrava scomparisse ciascuno di noi per fondersi in una grande anima collettiva, nella quale esisteva un'intima rispondenza segreta di pensieri e di propositi fra i compagni di giuochi e di studi. Tornò ciascuno di noi un atomo, una solitaria molecola nella gran vita sociale.
Io vidi di poi offuscarsi talora il volto sereno di un nostro dolce educatore, al quale molti di noi debbono i segreti e le maravigliose bellezze dell'antica civiltà; l'assillava il dubbio, lo sconfortava l'amara certezza che il frutto dei molti anni di educazione paziente, dovesse, in qualcuno di noi, andar smarrito per sempre.
È nei libri sacri che la impronta di tutta la vita sta nella educazione dei primi anni. Ma come il soffio del gelido aquilone spazza via anco i verzieri, custoditi con più gelosa cura, così a volte dileguano dalle incomposte energie giovanili la traccia dei primi insegnamenti.
Fra il collegio e la vita ampia, libera, universale, diffusa, occorreva uno stadio intermedio, o meglio ancora un qualche legame, un qualche vincolo di amoroso collegamento.
Questo legame, questo vincolo vuol essere il nostro Circolo che degnamente s'intitola dal nome venerato e glorioso di Giovanni Bosco.
Scopi religiosi, educativi, umanitari esso si propone.
Religiosi. - Lasciate che irridano beffardi i gazzettieri dell'oggi, che usurpano il nome di liberi pensatori e vogliono libertà per se, cancellarla, opprimerla negli altri. Elemento essenziale della vita umana è il principio religioso. Il positivismo ha fatto bancarotta, diceva or non sono molti anni un potente ingegno filosofico. E occorreva comprendere intelligentemente il motto scultorio per non collocare l'austera e grande anima di Brunetière fra gli iconoclasti e i blasfemi della civiltà moderna. E falsità, dico, la scienza che si prefiggeva di scoprire le origini fondamentali del nostro essere, e di assurgere a norma direttiva della coscienza e della condotta umana.
Il fulgido astro cui s'inchinarono con più cieco servilismo dotti e indotti, è universalmente impallidito, è prossimo a tramontare: da Kant a Mamiani, a Cappelli la filosofia è tornata credente ; da Volta a Pasteur a Galileo Ferraris la scienza più non si vanta irreligiosa. Non assistiamo noi di fronte al movimento irreligioso ad una promettente e vigorosa rinascenza cristiana?
Si fa oggi più diffusa e profonda la persuasione che nel principio religioso sta il propulsore del progresso, sta lo sforzo segreto e possente, onde potrà essere risolto il più difficile e pauroso problema, il problema sociale.
Agli scopi religiosi unirà il nostro Circolo gli scopi educativi, poichè l'argomento della coltura e dell'educazione ai di nostri, nei quali è più vera la massima che l'uomo tanto più può quanto più sa, è fondamentale e capitale argomento della vita moderna.
Lontano è dal Circolo nostro ogni ideale di lotta, ogni preoccupazione di tendenze politiche: già lo aveva bandito con sagace pensiero Giovanni Bosco dai suoi collegi intendendo esattamente esser la politica elemento perturbatore e disgregatore.
Terrà alta ciascuno di noi la propria bandiera politica e l'agiterà fervidamente a secondo dei bisogni e delle necessità del momento : il nostro Circolo vuol esser solo un medio terreno, sul quale s'incastrino tutte le migliori energie, vuol essere un organo efficace nel quale contro all'irrompere dei principi anticristiani, anticlericali, antipatriottici s'uniscano e si confondono gli sforzi di tutti gli uomini di buona volontà.
Ha il nostro Circolo scopi diremo così, sociali e umanitari. Come l'opera di Don Bosco rappresenta la vera democrazia, poichè egli ebbe veramente anima popolare, così il Circolo vuol raccogliere fra le sue pareti e professionisti e operai, lavoratori del cervello e dell'azione. Diceva un grande scienziato moderno che attentamente analizzò la moderna civiltà americana, come nel Nord America già fosse spezzata la barriera fra gli uni e gli àltri. Così vuol essere anco fra noi. Se la vera democrazia sta, siccome scriveva Cesare Balbo, non nell'abbassare i più alti ma nell'elevare i più umili, il nostro Circolo vuole appunto avere codesta schietta fisonomia democratica.
Ed è perciò che la attuale Presidenza del Circolo, sorta dal nucleo dei Soci Fondatori, la quale ha alto il culto delle idealità quanto forte il senso della realtà, vuoi subito iniziare opere di previdenza sociale, riflettano bisogni d'indole sanitaria o civile. Avrà quest'opera di previdenza sociale umili auspicii, si affermerà ed amplierà vigorosa quando sotto la bandiera del nostro Circolo s'accoglierà tutta la vasta coorte dei nostri antichi compagni.
Eccellenza, Signori,
Umile e piccola era questa casa pressochè dieci lustri or sono, come minore d'assai era la città ch'oggi è tanto operosa di commerci e d'industrie fiorenti. L'opera del pio Sacerdote ch'ebbe animo grande e tempra meravigliosa di organizzatore benefico, quale poche figure del XIX secolo, voi la vedeste crescere ora ora impercettibilmente e irresistibilmente: debole arbusto si è trasformato in quercia gigante: abbraccia ora e la vecchia Europa e la giovane America. È apportatrice di civiltà ovunque: è fiaccola luminosa di italianità per la seconda Italia d'oltre i monti e d'oltre gli oceani.
Ora quale migliore augurio posso io fare al Circolo nostro se non ch'esso partecipi di questa meravigliosa vitalità, di questa fresca energia di giovinezza ch'è propria dell'Opera Salesiana.?
Caput di questo mirabile, molteplice organismo è la regale Torino : ben era degno dunque che a Torino sorgesse il primo nucleo di associazione fra gli antichi allievi : di qui possa il moto, propagarsi e irradiarsi per ogni grande metropoli, ove i figli di Don Bosco esercitino l'alta missione di educatori.
Non può, Signori, fallire il mio augurio perchè nobile è il programma ch'esso ha assunto.
Nè io avrei pure voluto parlare : per caratterizzare la nascente istituzione e encomiarla di augurale promessa, solo sarebbe bastato ch'io ricordassi la scultoria definizione che di esso diede l'insigne e venerato successore di Giovanni Bosco: il vostro nome è un programma, il vostro programma è un programma di bontà e di amore.
Seguì la rappresentazione del Pater di F. Coppée, che ebbe un'accurata e coscienziosa interpretazione dai soci del Circolo; e con un ultimo coro eseguito, come vari altri, con precisione, affiatamento e colorito dalla Schola cantorum del S. Cuore di Maria, si chiuse il programma del simpatico trattenimento inaugurale. Prima però che il pubblico sfollasse, l'eccellentissimo Mons. Spandre disse ai soci affettuose e incoraggianti parole, benedicendo al Circolo ed a tutti i presenti.
Pur noi, chiudendo questi umili appunti di cronaca, vogliam dire una parola ai singoli Soci del Circolo Giovanni Bosco. E la nostra è una parola di vivissima congratulazione per un esordire così lusinghiero e così pieno di ridenti speranze che in così forte armonia d'intenti non mancheranno di divenir quanto prima una lieta realtà.
PRIMA ancora che i giornali ne recassero le prime notizie, il 15 u. s. giunse al sig. D. Rua, datato da Messico-Capitale il seguente dispaccio: - Terremoto danni; nessuna disgrazia personale; scrivo.
Dunque nuove disgrazie hanno colpito una o forse più case salesiane esistenti nel Messico, ma per singolare benefizio del Signore anche questa volta noi non abbiamo da piangere alcuna vittima. Ringraziamone Maria Ausiliatrice, il cui venerato simulacro, già come diffusamente narrammo, veniva incoronato con grande solennità nella nostra casa di Messico, il 16 dello scorso dicembre.
NEW YORK. - Un nuovo 'l Segretariato del po. polo ". - Una bella notizia ci è giunta dai nostri confratelli di New York, la fondazione di un Segretariato del popolo ad esclusivo vantaggio degli emigrati italiani. Così il bene che già facevasi ai nostri connazionali dell'immensa città del Nord-America, non solo verrà moltiplicandosi, ma potrà anche rispondere a certi bisogni, cui prima non si poteva provvedere in modo regolare e costante.
L'Arcivescovo di New York, S. E. Rev.ma Mons. G. Farley, cui fu sottoposto lo Statuto della nuova istituzione, non solo l'ha benedetto, ma ha pur rivolto una sua lettera nobilissima ai nostri Confratelli della Parrocchia della Trasfigurazione, in cui, rallegrandosi dell'Opera opportunissima, faceva voti perchè fosse coronata da successo consolante.
Il nuovo Segretariato trovasi al 31 Mott. Street - New York City.
Insieme col Segretariato venne pure inaugurata una Libreria italiana ed una piccola Biblioteca circolante, nell'intento di opporre una qualche diga all'irrompere della stampa malvagia.
Mentre comunichiamo queste notizie ai nostri lettori, preghiamo i nostri Confratelli degli Stati Uniti del Nord America - che si occupano esclusivamente dei nostri emigrati - a inviarci con maggior frequenza qualche notizia intorno il bene che compiono, sapendo come sia gradito ai buoni Cooperatori italiani quanto riguarda i nostri cari connazionali dimoranti all'Estero.
BUENOS AIRES - II Segretariato del Popolo eretto presso la chiesa «Mater Misericordiae» nel resoconto del suo primo semestre di vita ci dà il totale di 33 collocamenti a lavoro nel trimestre luglio, agosto e settembre e di 6o nel trimestre seguente ; e ciò esclusivamente per opera della Sede centrale. Il resoconto è preceduto da un'affettuosissima lettera agli italiani emigrati nell'Argentina, in cui si dice : « che la porta del Segretariato è sempre aperta per loro, sempre che la loro condotta sia lodevole » come pure che in ogni Chiesa e Collegio diretto dai Salesiani in quella repubblica, essi troveranno nei Salesiani « amici e padri che col consiglio e col loro sacro ministero sapranno sostenerli ed aiutarli nelle varie circostanze della vita. »
La sede centrale del nostro Segretariato del Popolo a Buenos Aires (che si occupa di qualunque immigrato europeo, ma specialmente degli italiani) trovasi presso la suddetta Chiesa Mater Misericordiae (o Chiesa degli Italiani.) - Calle Moreno, 1669.
S. FRANCISCO DI CALIFORNIA - La Parrocchia dei Ss. Pietro e Paolo e l'annessa Casa Salesiana distrutte dal terremoto e dall'incendio nell'anno passato sono felicemente risorte, e possiamo offrirne ai lettori una bella incisione. Ce ne rallegriamo davvero nell'intimo del cuore, per l'affetto che ci lega a quei nostri emigrati, a cui total vantaggio è diretta l'opera dei Salesiani addetti a quella parrocchia.
La « Fulgor » di Spezia - Nobili parole - Una lettera dell'Ecc.mo Vescovo di Sarzana - Quale deve essere la, nostra ambizione. - Al Circolo « Giovanni Bosco » - Gara catechistica. - Lavoriamo !
CONFORTANTE, amici, il vedere lo zelo con cui qua e là si cerca di rendere più attraenti e frequentati gli Oratori festivi, che oggi son l'unico porto di scampo per tanta cara gioventù.
Anche alla Spezia - nell'Oratorio che da molti anni va raccogliendo sotto il manto dell'inclita Patrona della città centinaia e centinaia di giovani - è sorto un nuovo Circolo sportivo, che si è chiamato Fulgor.
« E un nucleo di giovani (diceva il presidente del Comitato Promotore, l'egregio avv. Giambattista Borachia) è un nucleo di giovani che si presentano a noi con l'entusiasmo dei loro ideali radiosi.
» Nei giorni festivi tra le mura dell'Istituto Salesiano ove aleggia lo spirito immortale di Don Bosco, il grande apostolo della gioventù nel secolo XIX, presso il Santuario di N. S. della Neve che racchiude tante sacre memorie della nostra città, essi sono soliti raccogliersi per l'istruzione religiosa e per onesti divertimenti. E qui tra di essi è nata un'idea geniale: unirsi in circolo sportivo.
» Con la rapidità propria dei giovani l'idea fu lanciata, raccolta, attuata, e il nuovo circolo Fulgor fu costituito. Per generosa concessione dell'ottimo Direttore dell'Istituto, apposito locale fu trasformato in palestra coperta, uno dei cortili venne destinato a palestra aperta, e furono provvisti attrezzi ginnastici. L'egregio maestro di ginnastica signor Guido Casati promise l'opera sua : e così il sogno ardito di questi giovani fu un fatto compiuto».
Chi è al corrente dell'intenso e rapido svolgersi topografico della Spezia può di leggeri comprendere il prepotente bisogno di assistere moralmente tanta crescente gioventù che formicola per le vie di quella città, sede ognor più popolosa del nostro 1° Dipartimento Marittimo. E ben lo comprese il zelantissimo Vescovo di Sarzana Mons. Giovanni Carli, sotto la cui giurisdizione è pure la Spezia, il quale non appena ebbe notizia dell'accennata iniziativa, di proprio pugno, il 12 aprile u. s., scriveva al Direttore di quell'Istituto Salesiano:
« Provai grande consolazione nell'apprendere dal giornale Il Popolo di Spezia e dalla sua gentilissima lettera la formazione di un nuovo Circolo Cattolico Sportivo sotto la direzione e la paterna sorveglianza dei figli di D. Bosco. I bravi giovani i quali daranno il loro nome al nuovo Circolo, che è tanto conforme alle esigenze dei tempi nostri, troveranno un doppio alimento: il primo nelle esercitazioni ginnastiche che li renderanno maggiormente sani e robusti; il secondo nelle adunanze delle Scuole di Religione. È un'idea bella e geniale che, speriamo, porterà frutti salutari e preziosi nei cari nostri giovani dei quali potremo affermare con soddisfazione nostra e delle loro famiglie, che alla sanità della mente. uniscono la sanità del corpo: Mens sana in corpore sano. Ma essendo l'anima la parte più nobile dell'uomo, conviene anzitutto che ogni giovane si fortifichi nelle verità di Nostra Santa Religione, coll'intervenire con puntualità e costanza alle istruzioni religiose nell'Oratorio Salesiano, affinchè in mezzo ai pericoli dei tempi nostri possa tenere alta e rispettata la bandiera cattolica.
Appresi che il nuovo Circolo ginnastico prese il nome di « Fulgor ». Questa parola mi richiama alla mente lo splendore dell'Angelo che disceso dal cielo in candide vesti rovesciò la pietra del sepolcro di Cristo e vi sedette sopra annunziando la risurrezione del Nazzareno. Vorrei pertanto che i nostri giovani fossero vestiti, come scrisse l'Apostolo S. Paolo, delle armi della luce, induimini arma lucis; e si mostrassero angeli in terra. Vorrei che fossero sempre risplendenti di virtù celesti, mantenendo candida come la neve la loro anima e mostrandosi forti nella difesa della fede, della morale e della civiltà cristiana, affinchè l'Istituto Salesiano di Spezia ed il Vescovo della Diocesi avessero sempre a lodarsi e gloriarsi di loro.
Tanto spero dal Circolo ginnastico « Fulgor », a cui mando di gran cuore i miei saluti e la pastorale benedizione.
Alla balda gioventù Spezzina l'invito ad entrare nelle file del Circolo; al zelantissimo Vescovo di Sarzana, che nutre per la gioventù il più tenero affetto, vivissimi ringraziamenti.
Intanto questa notizia valga di stimolo, e di forte stimolo, a zelare l'impianto di simili Circoli negli Oratori festivi. Oggi questa dev'essere la sola ambizione di tutti gli amanti della gioventù: mostrare coi fatti che l'ideale religioso sa sposarsi a tutte le idee belle, geniali, moderne; e che, in realtà, i nostri Circoli Sportivi non hanno che uno scopo : cooperare a che la patria nostra abbia dei cittadini fisicamente sani e moralmente onesti.
Mi gode poi l'animo di segnalare alla comune ammirazione la bella usanza introdotta nell'Oratorio festivo di S. Francesco di Sales in Torino, di celebrare la più cara festa catechistica in omaggio al regnante Pontefice, che dell'insegnamento del Catechismo è indefesso promotore.
Infatti, nella festa del Patrocinio del glorioso Patriarca S. Giuseppe (il cui nome veniva imposto al S. Padre Pio X al Fonte Battesimale), or si tiene tutti gli anni la Gara Catechistica più solenne fra gli assidui all'Oratorio. Ed anche quest'anno, in detto giorno e precisamente il 21 aprile u. s., presieduto dal Rappresentante del sig. D. Rua, il sig. D.. Filippo Rinaldi, ebbe luogo il bello, utile ed edificante trattenimento.
I gareggianti - oltre una quarantina - diedero prova di vigoroso studio resistendo brillantemente nell'accesissima lotta, che venne coronata con generosi premi. Gli ultimi 12 si ebbero tutti un attestato di lode ed un bel taglio di stoffa; e gli ultimi 3, i giovanetti Cordero Stefano, Scolari Edoardo e Valerio Domenico, un bell'orologio d'argento. L'ultimo di questi, principe della gara, oltre l'orologio e la catena d'argento, potrà - secondo la bell'usanza - venir accolto gratuitamente in, qualche istituto Salesiano per compiervi la sua educazione.
La cara festa si chiuse colla lettura del seguente telegramma:
« Santo Padre compiacendosi omaggio gareggianti Catechismo codesto 'Oratorio affettuosamente benedice.
Card. Merry del Val».
Aveva promesso, nell'ultima mia, di parlare dell'inaugurazione del nuovo Circolo di Torino e Giovanni Bosco. » Poichè se ne tratta diffusamente in altra parte del Bollettino, io me ne dispenso, ma non mi dispenso dall'invocare al Circolo provvidenziale, l'augurio di una vita intensa e intensamente benefica e dal porgere ai singoli Soci le più vive felicitazioni per l'esito brillante della splendida festa inaugurale.
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Infine una preghiera !... E tornata, la bella stagione, ed è questo il tempo in cui in alcuni luoghi suole ordinariamente diminuire ed in altri suole aumentare la frequenza all'Oratorio. Ebbene, non si risparmino cure per impedire più che è possibile un esodo così doloroso, nè si perdoni a sacrifizî di sorta per accrescer sempre più la maggiore frequenza. Feste, gare, lotterie, conferenze, rappresentazioni drammatiche, brevi o lunghe passeggiate, tutto si metta in opera, pur di attirare all'Oratorio il maggior numero dei giovani. Disse bene l'Em.mo Card. Richelmy - Siccome i nemici di Gesù Cristo e della sua Chiesa non posano mai, è cosa troppo opportuna che i figliuoli della luce cerchino moltiplicare i modi di combattere l'errore e difendere l'amore della verità e della giustizia. - E il miglior mezzo di combattere l'errore e difendere l'amore della verità e della giustizia è quello, o amici, di conservare ed accrescere il sentimento cristiano nelle schiere giovanili per mezzo degli Oratori festivi.
Credete al vostro
D. SIMPLICIO.
I Cooperatori Salesiani, i quali confessati e comunicati divotamente visiteranno qualche Chiesa o pubblica Cappella o se viventi in comunità la propria Cappella privata, e quivi pregheranno secondo l'intenzione del Sommo Pontefice, possono lucrare l'INDULGENZA PLENARIA:
ogni mese:
I) in un giorno scelto ad arbitrio di ciascuno; 2) nel giorno in cui faranno l'esercizio della Buona Morte;
3) nel giorno in cui si radunino in conferenza ;
dal 10 maggio al 10 giugno:
1) il 19 maggio, domenica di Pentecoste;
2) il 24 maggio, festa di Maria SS. Ausiliatrice;
3) il 26 maggio, festa della SS. Trinità;
4) il 30 maggio, solennità del Corpus Domini.
Inoltre : ogni volta che essendo in grazia di Dio (senza bisogno di accostarsi ai SS. Sacramenti o di visita a qualche Chiesa) reciteranno 5 Pater, Ave e Gloria Patri per il benessere della cristianità ed un altro Pater, Ave e Gloria Patri secondo l'intenzione del Sommo Pontefice, lucreranno tutte le indulgenze delle Stazioni di Roma, della Porziuncola, di Gerusalemme e di S. Giacomo di Compostella.
Nel sabato poi 18 maggio, vigilia di Pentecoste, visitando qualunque Chiesa o pubblico Oratorio e quivi pregando secondo l'intenzione del Sommo Pontefice, indulgenza di 1o anni e di 10 quarantene: Nella domenica di Pentecoste e in tutti i giorni dell'ottava (19-26 maggio) indulgenza di 3o anni e di 3o quarantene.
La nostra Scuola Tipografica ha pubblicato le Rubricae Missalis Romani.
L'edizione nuovissima è in carattere rosso-nero, ed ha I Decreti e le istruzioni più recenti, con appendici sulle Messe Votive, Gregoriane, di Requiem; varie Tabelle, le Orationes ante et post Missam, con nuove orazioni indulgenziate ecc. ecc.
E l'edizione più completa. Legato elegantemente, in taglio rosso ..L. 1,30
DAL SALVADOR
Un concerto di musica sacra a S. Salvador. - Esposizione artistico-didattica a S. Tecla.
(Lettera dell'Ispettore D. Giuseppe Misieri).
S. Tecla, 15 gennaio 1907. REV.MO SIG. D. RUA,
SIAMo arrivati, grazie a Dio, al principio del nuovo anno, ma nell'accingermi a questo breve rendiconto sento più che mai quanto dobbiamo ringraziare il Signore per l'anno passato.
Il 1906 cominciò coll'apertura della nuova casa di Comavagua, nella Repubblica di Honduras.
Verso la metà di agosto mi recai nella vicina Repubblica di Costa Rica per trattare nella città di Cartago di una nuova fondazione salesiana. Trovai un bellissimo fabbricato che occupa tutto un isolato di cento metri per lato, già compiuto, e con nel mezzo una bellissima cappella dedicata a Maria Ausiliatrice. Vi siamo aspettati ardentemente... ma vi potremo andare?
Qui nel Salvador abbiamo dovuto sospendere il Collegio di Sant'Anna per motivo della guerra, scoppiata in luglio, tra il Salvador e la repubblica di Guatemala; ma la guerra fu di corta durata ed il Collegio si è riaperto nonostante la scarsità di personale.
Invece le due case di S. Salvador e di Santa Tecla non soffersero alcuna interruzione, ed anzi poterono coronare le loro fatiche con due splendidi trionfi.
Essendo la casa di S. Salvador destinata quasi esclusivamente alla formazione di Maestri di Cappella, e, quindi occupando il primo posto in essa l'insegnamento della musica sacra, procurai in occasione della distribuzione dei premi, che si desse un saggio di quanto si era insegnato; ed a tal fine si progettò un gran concerto vocale in cui eseguire varii canti sacri e classici con brevi discorsi illustrativi. L'idea incontrò subito molto favore. Il Direttore dell'orchestra nazionale si offerse spontaneamente e gratuitamente di concorrervi coi suoi sessanta e più artisti; ai cantori di S. Salvador si unirono pure quei di S. Tecla, cosicché fra tutti si potè formare un coro di novantasette voci accompagnato da sessanta instrumenti.
La tornata si dedicò all'Eccellentissimo Vescovo di S. Salvador, e invitato alla medesima vi accorse il fior fiore della cittadinanza. Vi convennero anche varii ministri, fra cui il Ministro della Guerra e della Marina. È inutile le dica che tutto riuscì bene. Tutti ne furono maravigliati, entusiasmati; ed anche il nome salesiano n'ebbe non poco onore. Per qualche giorno non si parlò altro che dell'esito felice del concerto, il quale non fu che un preludio di un altro trionfo maggiore.
*
Come le scrissi in un'antecedente, si pensava di terminare l'anno scolastico nel Collegio di S. Tecla con una Gara Catechistica e con un'Esposizione artistico-didattica. Or bene, l'una e l'altra cosa poterono avere felice compimento. La gara riuscì splendida; i giovani contendenti si portarono da veri eroi, e noti si ch'eran tutti artigiani, e perciò in realtà furono maggiormente ammirati dal numeroso pubblico presente.
Ma ciò che superò l'aspettazione mia e di tutti fu il successo dell'Esposizione. Fui a parlarne coll'Eccellentissimo Signor Presidente della Repubblica, comunicandogli che la festa dell'inaugurazione la si sarebbe voluta dedicare dai Salesiani e dai loro alunni alla Prima Autorità dello Stato ed egli si mostrò oltremodo compiacente promettendo d'intervenirvi in persona.
Avuta questa risposta, con maggior alacrità proseguimmo i lavori preparatorii, e per l'inaugurazione si fissò il 18 novembre allestendo ad hoc uno dei migliori saloni del collegio.
Per un improvviso contrattempo, facile a persone altolocate, l'Eccellentissimo Presidente non potè mantenere la sua parola ed il giorno prima me ne dava avviso per telegramma manifestandomi con rincrescimento l'ostacolo sorto; ma soggiungeva. che avrebbe mandato come suo rappresentante il Ministro degli Interni, Dott. Avv. Pio Romero, Bosque.
Infatti il giorno dopo, all'ora fissata giungeva. al nostro Collegio il Ministro accompagnato dal rev.mo Vicario Generale della Diocesi, dal Ministro di Pubblica Istruzione, dal Governatore di. S. Salvador, dal Governatore di S. Tecla, dall'Ispettore Generale della Pubblica Istruzione, dal Direttore dell'Istituto Nazionale, dai rappresentanti della stampa e da altri numerosi e distinti personaggi di S. Salvador e di S. Tecla, tra cui il figlio maggiore dell'Ecc.mo Presidente ed il Direttore Generale delle Poste.
Sotto uno degli ampii porticati del Collegio si era preparato un trono di onore, ove si assise il Rappresentante dell' eccellentissimo Presidente, circondato dagli illustri signori che l'accompagnavano. Il porticato, in faccia al trono, in tutta la sua lunghezza era occupato dagli invitati. A destra, sotto un altro braccio di porticato, si trovavano schierati in ordine i giovani del Collegio, interni ed esterni, colla nostra banda di musica.
All'apparire della comitiva si cantò all'unissono dai duecento e più ragazzi l'inno nazionale, con accompagnamento della banda. Quindi il sottoscritto lesse un discorso di occasione, dopo cui si cantò la Speranza del Rossini, poscia seguì un altro discorsetto, poi una splendida fantasia per banda, un'ode a Don Bosco, quindi un coro del Verdi, un altro discorsetto e finalmente una marcia trionfale.
Terminato il breve trattenimento, che fu come il preludio della cerimonia, accompagnai l'onorevole comitiva al Salone dell'Esposizione.
Nel momento in cui l'illustre Rappresen tante ne apriva pel primo i battenti, si intonò l'Inno Salesiano che tutti i giovani dalla galleria esterna cantarono con slanciò, accompagnati dalla banda.
Nel collocare gli oggetti s'era avuto in mira di poter dare ai visitatori un criterio esatto dell'insegnamento che s'imparte nel Collegio sia nelle scuole letterarie come nelle scuole professionali ; per cui l'esposizione restò divisa in varie sezioni.
La prima sezione, che si trovava subito alla destra di chi entrava nel salone, era la sezione didattica nella quale vedevansi svariatissimi lavori manuali assai bene eseguiti dai giovanetti studenti della prima e seconda elementare - poi varie collezioni di corpi geometrici in cartoncino, varie carte geografiche, all'acquarello ed al lapis, delle singole parti del mondo e dei varii stati di America e d'Europa - copiosi saggi di calligrafia, e per ultimo un rilievo in argilla rappresentante le cinque repubbliche dell'America Centrale, colle indicazioni dei confini, dei monti, laghi, fiumi, golfi e delle principali città che popolano l'Istmo col loro grado e meridiano corrispondente; lavori tutti eseguiti dai giovani studenti del corso preparatorio.
Seguiva la sezione del disegno lineare e geometrico del primo corso, quella di ornato del secondo corso e quindi quella di pittura.
Qui spiccava un bellissimo ritratto a carboncino, di grandezza quasi naturale, dell'Eccellentissimo sig. Presidente, eseguito da un giovane fabbro del secondo corso di disegno; un quadro ad olio rappresentante una scena araba, Il tramonto del sole in mezzo al deserto, e due magnifiche pergamene all'acquarello di disegno finissimo e delicati colori, eseguite da un giovane legatore. V'erano inoltre paesaggi di ogni fatta, fiori, capitelli, busti e maschere di differenti forme e posizioni, lavori assai diligenti dei giovani artigiani.
Alla sezione del disegno teneva dietro quella dei varii lavori in traforo, sezione del tutto nuova in questi paesi, che aveva un'infinità di gingilli di tutti i gusti... portaritratti di ogni grandezza, portagiornali ed orologi, canestrini per fiori, fruttiere da tavola, tempietti, nicchie, tagliacarta, ecc., ecc. Fra tutti questi oggetti dominava, sopra una bella base, un magnifico monumento a Vittorio E. I, alto circa un metro, circondato dai varii corpi dell'esercito piemontese e da altre statuette simboleggianti la giustizia, la carità e la patria.
In fondo al salone stava la sezione falegnami.
Un magnifico armadio per sacristia, stile Luigi XIV, tutto di cedro e mogano, con finissimi intagli e sculture, occupava il posto centrale proprio dinanzi alla porta d'ingresso, dominando tutta l'esposizione... Attorno attorno erano graziosamente disposti altri alvori: cantoniere, mensoline, un inginocchiatoio di ebano, varie seggiole e diversi altri riuscitissimi lavoretti.
La mostra dei fabbri e meccanici seguiva immediatamente quella dei falegnami. Una bellissima cucina economica, capace per una comunità di cinquanta persone attirava gli sguardi di tutti, ed un cancelletto di ferro battuto, di bel disegno ed eseguito con arte, attraeva anch'esso ampie lodi da tutti i visitatori.
A questa sezione seguiva nel giro del salone quella dei legatori e tipografi, che offriva varie mostre pregevoli per nitidezza e buon gusto.
Veniva quindi il reparto della nostra premiata pellicceria. Una gran pelle di tigre, di cira tre metri per due, conciata in bianco e col suo bel color naturale, pendeva dalla parete, circondata da altre pelli svariate, che costì per la loro finezza e pei colori delicati sarebbero preziosissime. E v'erano pure altre qualità di pelli ottimamente preparate.
Seguiva la mostra dei calzolai assai bene rappresentata. Scarpe, stivaletti, stivali, pantofole, ecc. di ogni foggia e misura, fatti con materiale preparato nella nostra conceria, davano un'idea completa di ciò che qui s'insegna e di quanto avevano imparato i giovani addetti a quel mestiere.
Nè mancavano in seguito alcuni saggi della colonia agricola, ad es., una nuova foggia di alveare, assai pregevole per la facilità che offre nel togliere il miele senza danno delle api, una collezione di semenze, ed un ricchissimo atlante di botanica.
Nel mezzo della sala, su due linee parallele, erano disposti i saggi dei sarti: vesti comuni e di società, veste talari, costumi da cacciatore ed alla marinara assai ammirati.
È inutile aggiungere che l'onorevole comitiva rimase molto soddisfatta. Ben due ore e mezzo essa impiegò nella visita della sala, esaminando tutto attentamente ed ascoltando con molto interesse le relative indicazioni.
Terminata la visita dell'Esposizione, dopo un giro per tutto l'istituto, si passò alla sala di ricevimento, ove il Ministro prese la parola per ringraziare cordialmente i Salesiani di quanto facevano in pro della gioventù Salvadoregna, congratulandosi dell'esito della Mostra e promettendo l'appoggio del Governo per un'opera socialmente così opportuna e provvidenziale.
Dopo di lui prese la parola l'Ispettore Generale dell'Istruzione Pubblica. Questi con tutta franchezza disse che fino a quel giorno aveva avuto grandi preconcetti a nostro riguardo; che anzi, non conoscendoci, colla sua autorità più volte aveva tentato di sbarrarci la via : e ma d'ora innanzi, egli disse, avendo toccato con mano di quanta utilità sia per tutti ma specialmente per la gioventù della mia patria l'Opera di D. Bosco, userò di tutta la mia influenza affinché il Governo stesso metta l'Istituto in grado di moltiplicare il numero dei giovani ricoverati. »
Intanto erano giunte le sei pom., ed il treno che doveva ricondurre quei signori a S. Salvador era pronto per partire. La nostra banda diè fiato negli strumenti e la comitiva, accompagnata dalla folla che aveva assistito alla cerimonia, si allontanava dal Collegio visibilmente soddisfatta, mentre lo scrivente si ritirava in chiesa per ringraziare il Signore di aver condotto le cose ad un termine così felice.
All'indomani, per tempo, ricevetti dall'Ecc.mo sig. Presidente il seguente telegramma:
« Rev. Don Giuseppe Misieri - S.ta Tecla.
» Le splendide relazioni dell'Atto che ebbe luogo ieri nell'Istituto con tanta abilità diretto dai Salesiani, mi fanno oltremodo spiacente di non aver potuto personalmente assistere a cotesta festa del progresso. La mia consorte verrà fra breve a partecipare di quelle nobili gioie di cui è fonte l'Esposizione inaugurata ieri. Riceva, rev. Signore, e le estenda ai suoi degni compagni, le mie più sincere felicitazioni. Di lei attento e leal servo
» Pietro Giuseppe Escalòn ».
Mi feci premura di rispondere in questi termini:
« Eccellentissimo Sig. Presidente della Republica - San Salvador.
» Le sono grato per le lusinghiere parole. Procureremo sempre meritar bene della Patria, educando a virtù e lavoro maggior numero possibile giovani operai, per vanto della Nazione che tanto generosamente ci ha accolti, e che amiamo come seconda patria. - Del Signor Presidente ossequentissimo servitore
» D. Giuseppe Misieyi ».
Come diceva il telegramma, venne in realtà la Sposa del sig. Presidente, accompagnata dal Segretario particolare, dall'Ispettore generale d'Istruzione, divenuto nostro fervente ammiratore, dal Governatore della città e da altri illustri personaggi.
La nobile Dama fu ricevuta coi dovuti onori, visitò l'Esposizione ed i laboratorii, nei quali rimase maravigliata nel vedere tanti giovanetti lavorare in gran silenzio; e volle veder anche tutta la casa, l'orto, il giardino e persino la panetteria. Prima di partire ci lasciò una graziosa offerta per gli orfanelli e promise di usare di tutta la sua influenza a nostro favore.
La domenica seguente, 25 ottobre, celebrammo la festa di S.ta Cecilia, patrona del Collegio. Venne a cantar la messa solenne il rev.mo Vicario della Diocesi. Al dopo pranzo, alle tre e mezzo, vi fu la distribuzione dei premii agli studenti ed artigiani. L'Ecc.mo sig. Presidente, in segno di stima al collegio, conferì un diploma ufficiale di maestro a due alunni sarti ed a due calzolai che avevano finito il tirocinio. I diplomi vennero firmati dal Presidente, dal Ministro degli Interni, dalla Giuria esaminatrice, composta di tre fra i più rinomati sarti e calzolai della capitale, dal maestro d'arte e dal Direttore dell'istituto, e vennero contrassegnati dal bollo della Repubblica e del Collegio.
Fu questo un grande successo; perchè antecedentemente non erasi mai conferito un titolo eguale.
Oggi tornano i giovani dalle vacanze lieti e ben animati... Li benedica, amatissimo Padre, affinchè anche il nuovo anno possa trascorrere felice.
Sito dev.mo figlio in G. C. Sac. GIUSEPPE MISTERI.
Matto Grosso (Brasile)
La Tribù dei Bororos.
(Studio del Sac. Antonio Malan) *)
Una gran battaglia nei cieli.
Anticamente i Bopi e i Mareba vivevano felici e contenti negli otto cieli di eguale bellezza, irradiati dalla gloria dell'Ente ignoto e facendo la corte a Tupá nel decimo cielo. Non esisteva ancora il cielo dei Baregues, poichè ancor non esistevano i Bororos ; e l'Hayge con i suoi tre figli e i servi dimorava nel cielo che venne poi trasformato in un antro tenebroso eternamente in tempesta.
I Bopi, i Mareba, Tupà e Hayge erano diciotto fratelli senz'alcuna discendenza. Gli spiriti all'ordine dei primi erano divisi in diciotto legioni che denominavansi Bopecogue o Bopedogue, e Marebacogue ; quelli di Tupà formavano una sola legione chiamata Tupádogue ; quelli dell'Hayge, Haygedogue. I cieli non erano divisi, e non esistevano spiriti maligni. Ma i fratelli chiamati Bópe, come quelli chiamati Mareba, credettero di abbassarsi nel fare la corte a Tupà, poichè tutti erano uguali ; onde si ritirarono nei loro cieli, colle loro corti ; cosicché Tupà restò abbandonato colla sua corte nel decimo ciel. I 17 fratelli volendo assicurare maggiormente la tranquillità nei loro regni, si divisero i cieli, dei quali la parte orientale toccò ai fratelli Bopi, l'occidentale ai fratelli Mareba.
Ma gli otto spiriti imperanti nei quattro primi cieli, invidiando la gloria dell'Ente ignoto, invitarono i loro fratelli a dar la scalata ai cieli dei Tupá-dogues, i quali conoscendo il grande potere di Tupá non li seguirono. Indispettiti per la ripulsa, riuscirono a trarre dalla loro parte i cortigiani dei loro fratelli, e di questi appena una piccola parte restò fedele a Tupá. Con Hayge restò solamente il primogenito Hayge-bororo. I ribelli stimandosi sufficientemente potenti si spinsero fino al Cielo dei Tupá-dogues, nella fiducia che, conquistatolo, avrebbero espulso dal trono anche l'Ente ignoto insieme con i fratelli che ricusarono di seguirli nella cospirazione. Ma giunti al decimo cielo furono completamente battuti dai Tupá-dogues e inseguiti fino al fondo degli abissi.
Vennero allora i castighi. I sei fratelli che erano a capo del primo, secondo e terzo Cielo, furono abbassati al grado di servi per essere stati i più fieri nella ribellione. I due capi del quarto cielo perdettero le doti naturali che avevano, eccettuata la scienza, e furono trasformati come si è detto in esseri da un sol braccio e una sola gamba, e in castigo della loro superbia ebbero il posto di capitani degli spiriti maligni. Siedono su troni di fuoco, il Bope all'occidente e Mareba all'oriente. I cortigiani ribelli di Tupà presero la forma di pipistrelli ; quelli di Hayge parte restarono nello spazio, negli alberi, nei monti, negli abissi, e parte seguirono i due figli di Hayge i quali con i servi e i figli assunsero forme strane e si stabilirono nelle vie ricordate. Tutti gli spiriti settarii dei Bopi e Mareba ribelli, eccetto quelli che stanno con Hayge, si chiamano Bopi e Mareba; e la parte che abita la terra e lo spazio prese la forma dei capitani del 4° cielo, gli altri invece la forma di civette, pipistrelli e cinghiali.
L'Ente ignoto sdegnato per la codardia dei Bopi e Mareba buoni, di Tupà e di Hayge, li privò della sua gloria e li allontanò dalla sua presenza. Scacciò Hayge dal cielo che egli abitava e gli tolse la supremazia sopra Tupà ma Tupà ricevette nel suo cielo il fratello espulso ; inoltre diede ordine che tra le regioni dei buoni e dei cattivi venisse collocata tura gran pietra nera, e finalmente riunì le armi che erano nel cielo di Hayge, convertendo questo cielo in un antro oscuro e dando ordine ad elementi mortiferi che non ne permettessero l'ingresso a nessuno che non fosse braide.
Idee sulla creazione. - Feste ed usanze. Alcuni curiosi « perché. »
Le nostre divinità, dicono i Bororos, crearono gli animali; (come noi diciamo di Dio, ma con questa differenza che le cose create, com'essi dicono, dal nostro Dio, amano i civilizzati, e le create dalle loro divinità amano gli indii).
L'Ente ignoto poi tenne quest'ordine nella creazione. Dopo aver creato tutto quello che vive e respira nell'aria, nelle acque, nelle viscere della terra, trasportò dal cielo un braide e una braide. Le divinità vedendo gli animali creati dall'Ente ignoto ne fabbricarono dei somiglianti con argilla e lo supplicarono che loro desse la vita, e l'Ente ignoto li accontentò. I Bopi, i Mareba e Tupà fecero altrettanto per gli uomini. I braide, essi dicono, possono mangiare gli animali che uccidono senza esorcismi, ma questi dopo morte non risuscitano più ; gli animali loro invece hanno stanza nel cielo ; vengono in questo mondo; ma dopo morte ritornano nuovamente al cielo, donde scendono in terra durante il giorno per mangiare, ma alla notte rimontano al cielo, perchè sono immortali.
I pesci hanno solamente la vita terrena, ma quelli che muoiono nei fiumi non appartenenti ancora ai civilizzati, dopo morte risuscitano nelle acque eterne, donde tornano in questo mondo per mangiare essendo anch'essi immortali.
Feste ed usanze. - In onore dell'Hayge buono gli indii stabilirono feste solenni chiamate haygi solenni (curixicareu) in cui mangiano e bevono a sazietà. In queste feste le piccole tavole sono ornate, invece nelle feste degli Haygi maligni restano senza ornamenti, poichè tali feste rivestono lutto e tristezza.
L'Hayge buono prende parte al banchetto e si serve di tutte le vivande, mentre i maligni prendono solamente acqua e... sigari.
Ai Bopi, ai Mareba, a Tupá ed ai Baregues son consacrati le ante, i queixadas, i capivari, i cervi, le onze, i giaguari, le iraras, i gatti, le lepri, le lontre, ecc.; i piratingas, i matrinchas, i jaús, le piranhas, i barbados, ecc. i pomi cotogni, le goiabe, le patate, l'ariticum, i caju, ecc. le colombe, le gazze, i tucano, i tuiúiú, ecc. All'Hayge i lupi, i gambás, la lontra, il pesce porco (o centrina), il delfino, ecc.; degli ultimi tre si alimentano anche gli indii. Questi però mangiano senza esorcismi (dandone solamente una parte al bari maggiore in atto di sudditanza): il paco, la scimmia, l'onza, la lepre, il tatú, il mutum, la pernice, l'anitra ; il carri, l'arancio, il conde, ecc.; il bacú, bagre, piraputanga, ecc..
E le divinità mangiano gli occhi, le labbra, le proboscidi, le orecchie, il cervello di ante, queixadas, cervi, uccelli, pesci, anfibii a loro consacrati, e frutta, fumo, miglio e le pietanze degli indii. I maligni si alimentano del cuore e delle interiora.
Perché gli indii assassinano i civilizzati. - Di tanto in tanto, nelle grandi solennità che sogliono durare parecchi giorni, in cui si commemorano le gesta gloriose degli antichi eroi della tribù e alle quali prendono parte ad invito del bari maggiore anche le anime degl'indii che vengono a bere e a fumare, le anime dei civilizzati discendono dal cielo, a simiglianza delle anime degli indii, parlando perfettamente il loro linguaggio, ed esse pure s'intromettono in queste feste. Dando acqua e sigari agli Aroes, i Tupá dogues bevono anch'essi e conservano in bocca il fumo dei sigari. Volendo gli Aroes incarnarsi nel bari, i Tupádogues si slanciano sopra di loro, strappano dalle loro mani i sigari, soffiano il fumo serbato in bocca in faccia ai medesimi uccidendoli, e obbligano gli Aroes a nascondersi nuovamente nel seno della terra, dalla quale faranno ritorno al cielo!... Ma poi, infuriati, gli Aroes si dànno ad ammazzare tutti gli indii incarnandosi in essi se non si propongono di vendicare il proprio affronto. Allora gli indii, amanti come sono di conservare la vita e timorosi di morire, obbligano il bari maggiore a dichiarar guerra ai civilizzati. Il bari dà la parola di guerra, e gli indii, in turme, con a capo i loro cacichi, si avvicinano alle fazende de' civilizzati, fingono di stringere amicizia con loro per togliere ogni sospetto, e compiono i loro famosi massacri.
I Bororos non vogliono civilizzarsi per moltissime ragioni : cioè.... perchè Bope li castigherebbe col non farli arrivare alla vecchiaia, nella quale vedranno i loro padri.... perchè Mareba distruggerebbe la loro razza.... perchè dopo morte gli Aroes non li ammetterebbero nel loro cielo.... perchè Tupá farebbe sì, che coll'andar del tempo i civilizzati s'impadronirebbero dei loro figli ed ucciderebbero i padri.... perchè i Baregues farebbero oscurare il sole e una notte eterna coprirebbe la terra e gli spiriti maligni tormenterebbero gli indii con tante molestie da indebolirne la costituzione organica a segno che non potrebbero più vivere che pochi anni !
Sac. ANTONIO MALAN.
Mozambico (Africa Orìentale).
I Missionari Salesiani partiti da Lisbona il 1 febbraio u. s. per Mozambico, dopo un viaggio felicissimo, arrivarono a Lorenzo Marques il 7 marzo, festa di S. Tommaso d'Aquino, accoltivi festosamente.
E appunto nella città di Lorenzo Marques, che essi hanno assunto la direzione di un orfanotrofio.
La relazione del viaggio al prossimo numero.
Cina.
Dopo il I° anno di Missione.
I piccoli Cinesi pei nostri Cooperatori. (Lettera del Sac. Luigi Versiglia)
Macao, 16 gennaio 19o7.
REV.MO ED AMAT.MO SIG. D. RUA,
Un anno preciso !... Proprio il 16 gennaio 19o6, dopo aver ricevuto ancora una volta la sua benedizione e salutato il Santuario di Maria Ausiliatrice, in compagnia del veneratissimo sig. D. Albera ci recavamo a Genova, donde noi dovevamo salpare per l'Oriente... Questa data non deve passare inavvertita: troppe grazie ci ha concesso il Signore nel breve giro di quest'anno, e troppo bisogno noi sentiamo di essergliene riconoscenti. Sia quindi benedetta la sua bontà e sia pur benedetta la sua ammirabile Provvidenza, fra le cui braccia noi riposiamo con quella stessa fiducia con la quale il bambino riposa sul seno amoroso della madre sua.
Davvero sentiamo il bisogno di ringraziare il Signore, che si è degnato di allietare il nostro cammino coli infinite consolazioni! L'umile sottoscritto non ha mancato, a quando a quando, di farne partecipe la S. V. Rev.ma; e la S. Valla sua volta, ha creduto di comunicarle ai nostri Cooperatori. Qualcuno, le avrà talvolta trovate umili notizie; ma nei principii tutto è importante.... e invero tante cose che in seguito passeranno inosservate, perchè sopraffatte da altre maggiori, non mancano oggi di riempirci il cuore di sì viva gioia da sentire il bisogno di comunicarla ai nostri Superiori.
Non le ho ancor scritto, ad esempio, della festa da noi celebrata in onore di Maria Immacolata. Fu ben untile cosa, ma il pensiero che era il primo 8 dicembre che i figli di Don Bosco avrebbero celebrato in Cina, spronò tutti a prepararvisi con gran fervore. E venne finalmente quel giorno che era stato fissato per una toccante cerimonia. Cinque dei nostri orfanelli, quasi sotto il manto di Maria Immacolata, avrebbero ricevuto il S. Battesimo!
L'atto solenne ebbe luogo nella nostra modesta cappella. I cinque avventurati fanciulli, convenientemente istruiti, vi si erano preparati col più vivo desiderio; e i loro compagni che nella maggior parte si erano in quella mattina accostati alla S. Comunione, li circondavano col volto acceso di gioia. La cerimonia venne compiuta dal rev.mo Mons. Josè da Costa Nunes, Vicario generale... Dire la gioia dei cinque battezzati è impossibile!... Sentirono proprio la grazia del Signore innondar loro il cuore, e quel giorno più d'una volta corsero ai piedi di Maria, di cui erano divenuti i figli Prediletti.
Erano presenti all'atto il rev. D. Atanasio Tany, parroco dei cinesi di S. Lazzaro, e S. E. il Signor Console d'Italia.
Alle 10 seguì la messa solenne. Lo stesso sullodato Mons. Vicario Generale ebbe la bontà di cantarla: e i nostri orfanelli col loro dolcissimo canto, sostenuto dall'armonium; accompagnarono assai propriamente tutta la sacra liturgia...
Alla sera non mancai di far rilevare a tutti i ricoverati l'importanza speciale di quel giorno e di quella festa per noi Salesiani, e li eccitai a pregare per lo sviluppo dell'Opera di D. Bosco in Cina e pei nostri Benefattori. La commozione che vidi dipingersi sul volto di questi piccoli Cinesi, lo slancio col quale prostrati ai piedi dell'immagine della Madonna recitarono tre Ave per tutti i Cooperatori, e sopratutto l'impegno e l'esemplarità con la quale la maggior parte si studia di compiere i proprii doveri, mi affidano completamente che la prima festa da noi celebrata ad onore dell'Immacolata Concezione non potè non tornar cara alla Madonna che si degnò premiarla coi frutti più consolanti.
All'indomani, (9 dicembre) passeggiata generale all'Isola Verde. Ella forse s'immaginerà di vederci cullati dalle onde per giungere alla mèta prefissa... No, sa, amatissimo Padre, giungemmo all'Isola Verde sempre camminando e... a piedi asciutti. L'isola, non è più isola perchè da qualche anno fu unita al continente con un istmo. E proprietà dei PP. Gesuiti del Seminario, i quali, con piacere, misero a nostra disposizione per tutta la giornata la villa che vi hanno. Il Rev. Can. Francesco Saverio Soarez, Parroco di S. Lorenzo, nel cui distretto si trova l'Orfanotrofio, si degnò di passare in nostra compagnia tutto quel lietissimo giorno, che realmente non poteva tornar più gradito ai nostri orfanelli.
Ora, dica Lei, amatissimo Padre, se non fu anche questo un nuovo titolo per ringraziare il Signore !... A Lui quindi, al compiersi del primo anno dall'addio dato ai nostri cari (che non dimentichiamo un solo istante !...) da queste terre lontane salga l'inno più fervente di lode, di amore e di ringraziamento.
Colla presente, quasi a complemento del Diario del nostro viaggio pubblicato già in gran parte sul Bollettino, le compiego alcune pagine sulle città di Hong-kong e di Macao, che mi pare debbano interessare anche i nostri lettori.
Confidando, rev.mo sig. D. Rua, nella carità delle sue preghiere per ottenere da Dio la virtù necessaria a corrispondere degnamente alla sublime missione alla quale ci ha chiamati, le stampiamo un bacio sulla mano paterna e la preghiamo a benedirci.
Una speciale benedizione al
Suo dev.mo ed obbl.mo figlio in G. C.
Sac. LUIGI VERSIGLIA.
HONG-KONG
Le conquiste della civiltà - Lo spettacolo del porto - Il tifone - Un immenso campo di lavoro.
MENTRE, ospite festeggiato, soggiorno in una quieta stanza delle Missioni di S. Calogero in Hong-kong, m'arriva alle orecchie la romba del porto sottostante.
Cosa maravigliosa ! Basta dire che sotto certi riguardi (del tonnellaggio per esempio) è il primo porto del mondo.
Spingendo abbasso lo sguardo, si scorge un lungo tratto di mare verde cupo, cinto all'intorno da una catena di monti a guisa di magnifico anfiteatro, letteralmente occupato da ogni sorta di navigli: corazzate inglesi di prim'ordine dinanzi al grande arsenale di guerra, piroscafi di tutte le dimensioni e di tutti i colori.
Se volessimo cercare un luogo che sia, per dire così, il centro della terra, io non esiterei punto un istante a indicare il porto di Hong-kong, giacché, come ho detto, qua si dànno il convegno i navigli delle nazioni più disparate, per conseguenza tutte le civiltà del mondo.
Mirabile cosa! ripeto; in questo scoglio, che cinquant'anni fa si levava brullo e solitario, sopra il ruggito del mare, unica voce che ne rompeva la quiete profonda, ora ferve la vita la più intensa e più febbrile che si possa mai immaginare. Poche colonie europee, forse nessuna, ebbero così pronta fortuna, così rapido impulso di svolgimento perfetto.
Sopra queste rupi, infatti, un tempo deserte, s'agita una città di quasi mezzo milione di abitanti.
Ogni dirupo, ogni sporgenza fu spianata e mutata in balcone superbo, da cui le ville più sontuose nuotano nell'aria pura, tra l'ombra di magnifiche piante, prospicienti nel mare.
È un colpo di vista, in ogni lato che si guardi, sempre nuovo e sempre interessante.
Qua, ogni palmo di terra è conquistato con la febbre dell'attività del lavoro e la brama di crearsi un nido di felicità. Quindi, giardini incantevoli dagli alberi più svariati e lussureggianti che possa far pullulare il potente clima tropicale; quindi, fiori sboccianti dappertutto e in tutte le stagioni.
Ma l'occhio vostro corre senza stancarsi, avidamente, sull'aereo e digradante crine del monte che sovrasta alla città di Vittoria, tutto incoronato di ville e palazzi d'una magnificenza incredibile.
Decisamente: la conquista è completa, ed il trionfo della civiltà, ricca di mezzi e di buon volere, ha raggiunto il suo apice supremo.
E, sul ripido pendio, si scorgono a quando a quando, apparire e sparire tra il folto delle piante, quasi fosse l'effetto d'un giuoco fantastico, rampicandosi a perpendicolo, le carrozze della funicolare, e, dove non basta la funicolare, le tranvie ed il convoglio a vapore. Sono magnifiche strade, che girano intorno, tagliando il monte in tre diversi piani.
E dove anche le strade furono sfogo insufficiente, per guadagnar tempo e lavoro, si scavarono tunnel che traforano il monte come un alveare.
Ma dirò cosa ancor più sorprendente. Si avvera alla lettera ciò che il santo Giobbe parve dicesse appena esagerando, per far comprendere fino a qual punto arrivi l'uomo, pur di trovare il metallo prezioso. « Egli distese la sua mano contro i vivi massi, e rovesciò le montagne dalle loro radici» (Job. XXVIII). Proprio così : sono colli interi infatti, veri monti, cui un formicolaio immenso di operai Cinesi sgretola e fa scomparire.
Tuttavia l'idea di tanta vita, di tanto infaticabile lavoro, si può avere migliore e più completa nottetempo.
Appena il sole scompare dietro il picco più alto, dopo di aver brillato in quella magnifica conca vivente, colla più attraente varietà di tinte e di riflessi, Hong-kong piglia l'aspetto di una città in preda alle fiamme.
Sopra, in giro, sulla costa, in ogni angolo, è tutto un fulminare di grosse bocce elettriche, che, tra le fronzute piante, occhieggiano con pupilla larga, scintillante. Allora, dico, più che all'aperta luce del giorno, possiamo formarci un'idea delle numerose e popolate vie della città, e delle abitazioni di coloro, i quali, non trovando spazio bastante, o disdegnando la bassura cittadina, preferiscono elevarsi sopra gli altri mortali. Sono naturalmente di quelli a cui ride maggior numero di sterline.
Insomma, si scorge di qua tutta la città come se fosse avvolta in una sola nebulosa fulgente, come se una sola fiammata mandi al cielo i suoi rossi bagliori.
Assai più bello, più vario, più interessante è lo spettacolo notturno del porto ; specie, se si ha la fortuna di contemplarlo a tarda ora dalla parte opposta.
Allora vedreste oscillare di luci vivissime le navi da guerra, sempre vigilanti alla pace comune; brillano i grossi piroscafi, le barche grandi; ogni shampan, ogni vaporino, ogni vascello ha il suo proprio occhio luminoso. Ed ogni luce cambia di colore: bianco, rosso, azzurro, verde; ed ogni colore si riflette, moltiplicandosi nel mare con lunghi, lucidi e tremoli sprazzi. Molte luci sono ferme e si confondono nelle acque con quel minuto e infinito luccichio che vi riflette un cielo tersissimo. Ma molte altre guizzano veloci in ogni lato e in ogni direzione, dicendosi che la vita qua non posa e che fra tanto romorio, la notte non è che una continuazione del giorno.
Qua, come dall'altezza sublime d'una giogaia immensa, come dall'infinito spazio d'uno sconfinato oceano, voi provate un'impressione forte, potente, che vi fa sentire la grandezza di Colui, il quale ha communicato ad esseri così piccoli la facoltà di produrre tali spettacoli. Sì, il commercio, quando assume tali proporzioni, non vi si presenta già come il meschino teatro dell'avidità umana, ma piuttosto vi si appalesa come splendida manifestazione dell'Onnipotente, che tutto agita e commove nei cieli e sulla terra.
Ed ora, sul fresco mattino, mentre vergo in tutta furia questi appunti, mi scuotono gli urli dei cento piroscafi, i quali percuotendosi con eco sonora e paurosa tra i meati popolosi della città e contro le pareti non meno abitate della montagna, mi annunziano il loro approdo o la partenza.
Ne arrivano dall'Europa; e tra gli altri scorgo il « Capri », che mi desta un palpito di affetto, recandomi il saluto della cara patria lontana, l'Italia ! Ne arrivano dal lato perfettamente opposto, dall'America, ne arrivano dal Giappone, ne arrivano dall'Oceania, insomma, da ogni parte del mondo.
Avviene inoltre che si trovano spesso radunate insieme parecchie flotte di varie nazioni. E, se in quel giorno, come capita non di rado, corre la solennità di qualche Sovrano, chiunque egli sia, ogni naviglio guerresco ha l'obbligo di sparare quel dato numero di colpi secondo la convenzione di cortesia internazionale. Figuratevi quindi, qual rimbombo, quale rintuono, quale ferrea esultanza! Si può dire allora che il porto di Hong-kong canta davvero il suo inno trionfale !
Il Signore però in pochi minuti volle umiliare tanta effimera grandezza umana, e far comprendere ch'Egli solo è veramente grande e potente. Il tifone, dopo di aver girato alcun tempo sui mari, come soffio dell'ira divina, piombò sul porto di Hong-kong. Dicesi che sarebbesi dovuto prevenire e quindi evitare la maggior parte de' malanni. Sventuratamente non fu così. E in pochi istanti tutto quello splendore di sbarcatoi e di navi, tutto fu stritolato e ridotto in frantumi.
Io potei vedere ancora la Fronde mezza sprofondata, giacere accosto a una sponda come un morto cetaceo; il Petrarch immenso, piroscafo dai fianchi squarciati, che pesa sopra un vapore più piccolo; la Fenix accasciata sulla riva, ripiegata verso le infide onde del mare.
La città poco sofferse ed anche il porto ha già ripreso, dopo alcuni giorni, l'aspetto di prima e la vita consueta.
Quando poi, fra qualche anno, sarà condotta a termine la ferrovia che metterà Hong-kong, o meglio la città opposta Kan-lun, che dista appena dieci minuti dalla prima, in comunicazione con Canton, Pekino e via via con l'Europa... incanalandosi qua gran parte del commercio d'ogni parte del globo, allora nessuna maraviglia, se avrem anche noi una nuova Londra dell'Estremo Oriente.
Ma intanto a me sembra che il nostro amato Padre D. Bosco, gettando uno sguardo di compassione sopra tante anime non peranco cristiane, che si raccolgono senza numero in questi paraggi, mi sembra, dico, che egli esclami
« Ecco un altro campo dove i miei figli potrebbero innalzare le povere tende Salesiane ! Faxit Deus l »
MACAO
Il panorama - La porta dell'Impero Celeste - Fede e civiltà - Cuor di padre - La grotta di Camoens - - Lo sguardo alla Cina.
Dopo l'intensa vita e il trambusto febbrile del porto di Hong-kong, ecco c'interniamo con singolare compiacenza nella quiete di un mare, popolato sempre d'isole e di scogli, che ci fanno compagnia fino a Macao, godendo spesso l'illusione di scivolare sulle placide onde di cerulei canali.
E dopo due ore di rotta, se il tempo è favorevole, ed una avanti il decisivo approdo, Macao comincia a disegnarcisi sul marino orizzonte, ostentando varie alture boschive, sormontate da bianchi e turriti casamenti: chiese e fortezze, congiunte in un unico connubio alla d ppia difesa della città sottostante.
La più bella prominenza, detta della Guia, dalla quale s'innalza un grandioso faro, il più antico, si dice, di tutto l'Oriente, guarda il colle opposto della Pegna, cara ed aerea solitudine, da poco tempo da luogo solitario e quasi selvatico tramutato in fresco soggiorno estivo da S. E. Monsignor Vescovo, il quale, in ogni caso di bisogno, l'apre generosamente agli istituti religiosi.
Tra queste due amene collinette s'incurva profondamente la Praia Grande, giusto orgoglio di Macao, protetta da una forte banchina, e girata tutto all'intorno da una magnifica corona di palazzi, ombreggiati da un lungo viale di grosse piante. È una bellezza !
Quella stupenda insenatura, sebbene quasi sempre ingombra di molte barche, non è il porto; questo s'apre, alquanto più a sinistra, verso ponente.
Il primo sentimento che provate, mettendo piede nella città che si onora del S. Nome di Dio, è di una calma e tranquillità grande, resa tanto più sensibile dall'ampiezza delle sue vie, pavimentate a cemento, pulitissime, e da una certa solennità elio inspirano vaste abitazioni, di un'antica opulenza.
Ma la quiete e il silenzio regnano soltanto si può dire nella parte della città più propriamente europea. In tutto il resto è un allegro e chiassoso cinguettare di vivaci Cinesi, nelle cui mani è passata quasi tutta l'attività commerciale.
Macao (devo rammentarlo per doveroso titolo di riconoscenza e ammirazione verso i suoi primi ed arditi esploratori), non solo è la più antica colonia europea, ma fu anche la prima ed unica porta cinese aperta alla civiltà e alla religione cattolica. Quest'estremo lembo di terra pertanto toccavano con cuore esultante le falangi ininterrotte di quei tanti eroi, che furono poscia martiri della fede; questo fu il rifugio sicuro dei novelli cristiani incalzati brutalmente dalle persecuzioni feroci.
Era quindi un tempo vivaio fecondo di anime elette, che disponevansi al più nobile dei combattimenti, al sacrificio più generoso. Per vera disgrazia! fin qua la cieca rivoluzione fece deserte non poche Case religiose, che vennero poi cambiate in caserme. Così, ferita nelle sue fibre più delicate, qual concetto si dovevano formare della nostra santa religione tanti poveri pagani? La conseguenza è purtroppo dolorosa: pagani erano e tali resteranno chi sa fino a quando.
Nondimeno da alcuni anni si va notando un risveglio di fede consolante. E davvero i cannoni e le baionette non bastano punto alla sicurezza e alla calma dei popoli, nelle colonie.... sopratutto. Furono quindi richiamati con viva insistenza dai buoni Macaensi gli ottimi PP. Gesuiti, sotto la cui savia direzione fiorisce un numeroso seminario-collegio. Anche le Madri Canossiane, una delle più pure glorie italiane, già da anni parecchi, sono le pietose consolatrici d'ogni sorta di malanni, e popolano il Cielo d'innumerevoli angioletti, da loro stesse battezzati (1). Anche pei giovanetti e per le giovanette di sangue europeo vi sono due splendidi istituti: l'uno a spese della grande e benefica opera della S. Casa della Misericordia, l'altro diretto dalle benemerite Suore Francescane Missionarie di Maria, le quali impartono un insegnamento di perfezione che sarebbe giustamente invidiato in non poche città dell'Europa.
E da ultimo, l'attuale Ecc.mo Vescovo Mons. Giovanni Paolino d'Azevedo e Castro, con cuore di padre, rivolse il suo pensiero affettuoso alla più numerosa porzione del suo gregge con l'istituzione del nostro Orfanotrofio, esclusivo per i piccoli Cinesi derelitti. Chi ha senso cristiano e civile, comprenderà facilmente tutta l'importanza d'una simile opera, promettitrice di tanto bene !
La città poi è divisa in tre parrocchie ; ma in molto maggior numero vi sono le chiese. Come si vede, adunque, la vita educativa e religiosa non manca. E se il drago ha il suo culto pubblico in scordate e grottesche processioni, abbiamo nondimeno. (il che accade in pochissime città dell'Oriente) il conforto di vedere portato in trionfo per le vie cittadine Gesù in Sacramento e le sacre immagini di Maria e dei Santi
Ma parlare di Macao e non accennare almeno di volo alla famosa Grotta di Camoens, sarebbe una vera mancanza. Essa è un vasto e splendido giardino, tutto a piante colossali e a fiori perenni, sopra i cui varii rocciosi rialti s'accatastano tre massi enormi, che lasciano sotto di sè un piccolo vano. Questo è indicato quale rifugio del più grande poeta portoghese, il quale confortava l'amarezza dell'esilio con la soavità dell'epico canto.
Svariate isole compiono il paesaggio macaense. Quella di Lapa, la maggiore, ne forma come lo sfondo superbo. I suoi alti monti s'infiammano del color dell'oro nei sereni tramonti autunnali, proiettando, nella città opposta un senso di cara e indefinibile mestizia.
Più lontani, nella direzione di levante, fra innumerevoli diramazioni del gran Rio di Canton, si disegnano calvi e biancastri, come cranii dissepolti. una catena di screpolati monti cinesi, quasi barriera avanzata del misterioso Impero Celeste, da cui Macao è divisa appena da una stretta lingua di terra.
Macao, anticamente, unico emporio di tutto il movimento europeo nell'Estremo Oriente, dappoichè la vicina rivale ne ha preso il posto, è rimasto il meno importante dei tre vertici del fortunato triangolo commerciale. Tuttavia, finchè Hong-kong e Canton avranno florida vida, non mancherà Macao di goderne in parte i vantaggi.
Prova ne sia la sua crescente popolazione di circa 9o.ooo abitanti, i quali hanno pure una sorgente di vita nel fiume suddetto, che, venendo a sboccare presso Macao, li mette in comunicazione diretta con l'interno della Cina.
Una ricchezza finora incontrastata possiede la città: ed è il suo clima salutare. Infatti, trascorsa l'epoca noiosa delle pioggie e del caldo, si passa a una stagione, non breve, veramente invidiabile. Lo sanno benissimo gli Inglesi, i quali piovono qua ogni domenica in numerose carovane
Un'ultima parola. Anche i poveri figli di Don Bosco hanno stabilita la loro tranquilla ed umile dimora in Macao. Essi non sono ancora definitivamente nel Grande Impero, ma di qua ne guatiamo l'infinito orizzonte con intenso desiderio. Macao anche per noi ne sarà la porta... Quando? Noi siamo persuasi che ciò sia riservato in modo particolare alle preghiere dei nostri ottimi Cooperatori, i quali non ignorano le parole del vangelo: - Chiedete e vi sarà dato, bussate e vi sarà aperto. - Quod est in votis !
Macao, 15 gennaio 1907.
Sac. GIOVANNI FERGNANI.
(1) Si parla della grande e benefica Opera della Santa Infanzia. I nostri seppero da Suor Marelli che nel solo mese di dicembre u. s., ella aveva inviati al Paradiso ben 7o bambini... E sono più di 3o anni che la buona suora esercita quel pietoso ufficio !
Patagonia Meridionale
Dalla Missione della Candelara. (Lettera di Mons. Giuseppe Fagnano)
Puntarenas, 10 marzo 1907.
M. R. E CARISSIMO D. RUA,
Ho potuto in questi giorni visitare la Missione della Candelara, dalla quale ritorno consolato, vedendo il sacrifizio dei nostri confratelli dedicati all'istruzione teorico-pratica degli indii.
Questi, puntualmente, assistono ogni festa con gran divozione alla santa Messa, recitano le loro preghiere, ascoltano la spiegazione del Vangelo, vanno al Catechismo e rispondono bene alle domande; bene, s'intende, secondo la loro intelligenza.
Anche quanto al lavoro materiale sono bene avviati e fanno quanto possono e dànno prova della loro abilità nelle aziende vicine, servendo da carrettieri, da pastori, da tosatori di pecore, da tagliatori di boschi, ecc.
Questa è la cagione per cui trovai nella Colonia poche famiglie in questa visita, e me lo diceva anche il confratello Ferrando, il quale mi diè notizie dei paraggi ove lavorano varie famiglie educate da noi.
Quindi il bisogno di adesso è di visitarli, animarli alla perseveranza nella fede, a continuare nella pietà, e ad assistere con gran cura le donne e le ragazze purtroppo in gravi pericoli.
Se si fosse potuto realizzare la nostra idea di procurarci la proprietà dei terreni e concederne alle famiglie alquanto civilizzate una parte per coltivare essi il bestiame, non si troverebbero in certi pericoli adesso, ma ora è inutile il parlarne, perchè omai il terreno è in piano di altri, tra cui una società inglese.
Il Direttore mi apparve alquanto afflitto perciò; ma io l'animai facendogli osservare che come i nostri artigiani, imparato che hanno il loro mestiere nelle nostre scuole, vanno a lavorare fuori, così avviene dei nostri indii: per cui egli doveva essere orgoglioso che la nostra Missione della Candelara sappia trasformare così bene dei selvaggi da adattarli completamente alla vita civilizzata, contribuendo efficacemente al progresso di queste regioni.
Questo è il frutto naturale del nostro lavoro. Ma se avessimo avuto mezzi per assicurare materialmente la vita ai selvaggi nel terreno ora occupato dalle grandi aziende, sarebbero migliaia di braccia utili conservate alla Società che invece furono distrutte crudelmente...
Pertanto è questa l'ora di dare maggior sviluppo ai nostri Collegi di Puntarenas, di S. Cruz, di Rio Gallegos, ecc., ed anche di pensare agli indii della Patagonia, già mezzo civilizzati ma tutt'ora raminghi e quindi nell'impossibilità di poter fare istruire ed educare i loro figliuoli.
Per questo.... abbisognano grandi spese ed un buon personale, che chiediamo a Dio, e per suo mezzo, caro D. Rua, ai nostri Cooperatori.
Mi benedica con tutti i confratelli che lavorano in questo campo e mi creda
Suo aff.mo in e G. M.
Mons. GIUSEPPE FAGNANO.
TUTTI A VALDOCCO !... Pel 24 corrente tutti i Cooperatori sono invitati ai piedi di Maria Ausiliatrice... e niuno deve mancare!
Noi accoglieremo con viva esultanza tutti quelli che pellegrineranno in persona a Torino per assistere alle feste più solenni del Santuario, poichè la loro presenza accrescerà alle medesime letizia e splendore; ma vorremmo procurare alla nostra Incoronata Regina omaggio ancor più imponente;... vorremmo cioè che tutti i Cooperatori e tutte le divote Cooperatrici nel giorno 24 peregrinassero in ispirito ai piedi della nostra dolcissima madre.
Non manchino di farlo i nostri buoni lettori, e raccomandando alla Vergine Ausiliatrice le loro particolari intenzioni, i loro bisogni spirituali e temporali, i loro cari, le loro famiglie, i loro amici e i divoti tutti della nostra cara Patrona, abbiano la bontà di pregarla fervorosamente anche secondo la nostra intenzione.
Ai sigg. Direttori, Decurioni e a tutti i Cooperatori.
Ai sigg. Direttori, Decurioni, Zelatori e Zelatrici raccomandiamo vivamente la 2a Conferenza annuale prescritta dal Regolamento, appunto per la solennità di Maria Ausiliatrice.
All'uopo invìtino qualche illustre conferenziere, o preghino l'oratore del Mese Mariano od il predicatore domenicale della chiesa principale del luogo, a voler consacrare un discorso alle glorie di Maria SS. Ausiliatrice.
E poichè siam certi, che lo zelo industre e fervente dei benemeriti Direttori, Decurioni, Zelatori e Zelatrici saprà realizzare solenni onoranze alla dolcissima Madre non solo per l'incremento della nostra Pia Unione ma anche pel maggior bene delle anime, preghiamo d'inviarci con sollecitudine il cenno delle feste compiute da inserire nel Bollettino, per non costringerci a tornare più volte sul medesimo argomento.
A tutti i Cooperatori poi torniamo a raccomandare di ascriversi all'Associazione dei divoti di
Maria SS. Ausiliatrice. Agli ascritti si propongono due cose: - Promuovere la gloria della Madre del Salvatore, per meritarsi la protezione di Lei in vita e particolarmente in punto di morte; e promuovere e dilatare la venerazione a Gesù Sacramentato. - Per l'ascrizione rivolgersi ai Dìrettori delle singole Associazioni ove sono canonicamente erette o direttamente al Rettore dell'Arciconfraternita, Via Cottolengo, 32 - Torino.
OPERA DI MARIA AUSILIATRICE fondata dal venerato nostro Padre D. Bosco allo scopo di promuovere le vocazioni degli adulti allo Stato Ecclesiastico, il 9 maggio 1876, contemporaneamente a quella dei Cooperatori Salesiani quantunque con breve identico ma speciale, veniva arricchita dal Sommo Pontefice Pio IX degli stessi favori spirituali di cui al lora godevano i Terziarii di S. Francesco d'Assisi. Venuto il dubbio se « dopo le nuove concessioni fatte ai Terziarii Francescani, ai congregati della prefata Pia Opera fosse rimasto o no il favore delle antiche » il rev.mo nostro Superiore Generale espose il dubbio al S. Padre e S. S. fece apporre alla supplica il seguente rescritto
Ex audientia SS.mi, die 14 novemb. 19o6.
Il Santissimo Signor Nostro Papa Pio X, interamente abrogando le Indulgenze e i Privilegi e gli indulti dai Romani Pontefici in qualsivoglia maniera concessi in favore degli Associati alla prefata Pia Opera, benignamente ha concesso ai detti associati le Grazie Spirituali seguenti, cioè:
1) tutte e singole le Indulgenze, tanto Plenarie quanto Parziali - non eccettuate quelle stazionali - concesse ai Cooperatori della Pia Società Salesiana con Decreto della S. Congregazione delle Indulgenze e Sacre Reliquie in data 2 ottobre 1904;
2) tutti e singoli gli Indulti contenuti nel medesimo Decreto;
3) dei Privilegi ivi stesso riferiti, quelli soltanto che trovansi al n. 1 e 2 (1);
con obbligo però di stare esattamente alle condizioni Prescritte nel più volte citato decreto.
E ciò in perpetuo, senza obbligo di alcuna spedizione di Breve, contrariis quibuscumque non obstantibus.
Dato a Roma, dalla Segreteria della stessa S. Congregazione, il 16 dicembre 19o6.
L. + S.
S. CARD. CRETONI Pref.
+ D. PANICI Arciv. di Laodicea, Segr.
Pertanto gli associati all'Opera di Maria Ausiliatrice, avendo le stesse grazie spirituali concesse ai Cooperatori Salesiani, possono ricorrere al medesimo elenco (2).
(1) Gli altri Privilegi contenuti nel citato Decreto sono riservati ai soli Cooperatori che esercitano l'ufficio di Direttori Diocesani.
(2) Gli associali od iscritti all'Opera di Maria Ausiliatrice si dividono in tre categorie:
1. Oblatori, i quali si obbligano per due soldi al mese, oppure per un franco all'anno. Pei Sacerdoti basta che celebrino una S. Messa, cedendone la limosina a beneficio dell'Opera.
2. Corrispondenti, i quali in onore dei dodici Apostoli si fanno capi di una o più dozzine di Oblatori, ne raccolgono le offerte, e le indirizzano al Superiore dell'opera. I Corrispondenti ricevono con riconoscenza qualunque piccola offerta fosse anche di un soldo all'anno.
3. Benefattori, e sono quelli che a piacimento fanno qualche offerta in danaro od in natura, p. e., in commestibili, in biancheria, in libri e simili. Quelli che offrono L. 300 annue, possono a loro scelta inviare un allievo all'Istituto, purchè desso sia nelle condizioni accennate nel programma. Se poi l'offerta fosse di L. 8oo, l'allievo sarebbe tenuto per tutto il Corso Ginnasiale.
Per altre informazioni o programmi, rivolgersi direttamente alla Direzione dell'Opera di Maria Ausiliatrice,
Via Cottolengo, N. 32, Torino.
I giovanetti dell'Oratorio, ossequenti ad una delle più vive raccomandazioni di D. Bosco, sogliono privarsi spontaneamente durante la giornata di qualche minuto di ricreazione, per fare una visita a Maria Ausiliatrice ; visita, che durante questo mese prende un aspetto commovente e imponente nello stesso tempo. I giovanetti artigiani la compiono circa le ore 13, nella ricreazione dopo pranzo, e gli studenti alle ore 17,15 precise, nella ricreazione della merenda. Uno di loro legge a nome di tutti una preghiera, nella quale son ricordati i parenti, i benefattori e tutte le intenzioni particolarmente raccomandate ; segue la recita di 3 Ave, quindi contenti ritornano ai loro trastulli. Quanta semplicità... ma quante benedizioni da questa piissima pratica!
Alle venti lampade che ardono intorno all'altare dell'Ausiliatrice, a partire dal 23 aprile u. S. si aggiunsero sette lampade-cuori, che vennero collocati ai piedi della Immagine prodigiosa. Colla loro fiamma essi ringraziano o supplicano secondo l'intenzione dei Benefattori, delle Benefattrici, dei nostri alunni, delle persone tutte che si raccomandano alle preghiere che si fanno nel Santuario.
GRAZIE E FAVORI
Una grazia strepitosa ottenuta il 24 febbraio u. S.
Da due mesi certa Cecilia Berlatto di Giovanni, di Pianiga, d'anni 28, si trovava a letto ammalata. Il male ormai l'avea ridotta uno scheletro. Colta da pleurite con intacco al polmone destro ed ormai spedita dal medico, più non dava speranza alcuna di guarigione, talchè venerdì a sera, 22 corrente, alle ore 10.30 fui chiamato io sottoscritto al suo letto insieme col medico curante, chè la poveretta era vicina a morire. La confessai, e consigliato dal medico a mezzanotte le amministrai il SS. Viatico, e verso le 3 del trattino l'Estrema Unzione e la Benedizione Papale, quindi me n'andai. Alle 8 corsero a chiamarmi nuovamente, perchè l'inferma era vicina a spirare. Invece passò anche il sabbato, sebbene con segni forieri di prossima morte. Da cinque giorni non prendeva più nulla tranne un po' d'acqua. Nella calma più tranquilla chiamò a sè tutta la sua numerosa famiglia e rivolta ai genitori disse: « Papà, mamma, sorelle, cugine, zii, non piangete la mia morte; io vado in cielo a vedere Maria mia madre e il mio Sìgnore, e pregherò tanto per voi ». Prese poscia fra le sue mani la medaglia delle Figlie di Maria e, mirata l'effigie della Madonna, proruppe in questi accenti « Maria vi ringrazio che vi siate degnata di tenermi per vostra figlia L. » Gli astanti piangevano e piangevo anch'io.
La notte del sabbato ella andò peggìorando tanto che la domenica al tocco fu nuovamente chiamato di urgenza il sacerdote. Vi accorse, in mia assenza, il rev. Vicario Foraneo. Cecilia era in agonia. Tirava il fiato ad intervalli e sembrava che da un momento all'altro dovesse spirare... quand'ecco sembra tornare un po' ìn sè, e giunge le mani, apre gli occhi e grida« Maria SS.ma Ausiliatrice mi ha risanata; il Cuore di Gesù mi ha fatto grazia. »
Gli astanti stupiscono, ma essa fa cenno che escano tutti e rimanga solo la mamma con le sorelle. E : « Mamma, dice subìto ad alta voce, dammi l'abito nero, affinchè mi vesta... »
La mamma trasalisce, crede che la figlia impazzisca, ma questa l'assicura dicendo: « Mamma, io son guarita perfettamente ! i miei polmoni respirano » e balza in piedi, si veste da sè, discende da sola le scale in mezzo alle voci di tutti gli astanti che gridavano : Viva Maria Santissima Ausiliatrice ! E da sola cammina per la casa e fuori ; s'asside a tavola coi famigliari e beve un po' di vino, da sola risale le scale, entra nella propria camera, ove fa inginocchiare tutti quanti, intona il Santo Rosario e canta le Litanie con voce altissima e robusta e fermandosi all'invocazione: Salus infirmorum « Io sono guarita... esclama, Viva Maria Ausiliatrice! »
Fu fatta ritornare a letto per precauzione, mentre una folla di persone accorreva attratta dalla notizia del prodigio.
Il fatto avvenne ieri 24 febbraio alle ore 3.30, dopo due ore e mezzo che era entrata in agonia.
Per la autenticità, affermo e giuro io sottoscritto
Pianiga (Venezia), 25 febbraio 1907.
D. PIETRO DAL MASO
Cappellano Curato.
(N. d. R). - Di fronte ad una sanzione così segnalata della pia usanza introdotta di onorare Maria SS. Ausiliatrice il 24 di ogni mese, credevamo opportuno chiedere ulteriori notizie in data 23 aprile u. s. ed avemmo questa risposta
Pianiga, 25 aprile 1907.
Rispondo subito a quanto mi si è chiesto. Da quel giorno (24 febbraio p. p.) la sig. Cecilia Berlatto è sempre stata un fiore di salute, nè della malattia rimane alcuna traccia...
Singolare poi fu lo spettacolo del giorno 3 marzo, quand'essa comparve la 1a volta dopo il prodigio avvenuto, alla chiesa, accompagnata dai genitori, parenti ed amici, e accompagnata anche dalla banda del luogo e da più di 2000 persone accorse alla festa dai paesi vicini. Vi fu messa cantata eseguita dai cantori locali, breve discorso d'occasione tenuto da me sottoscritto, Comunione generale, e l'offerta a Maria SS. Ausiliatrice di un bel cuore d'argento. Insomma Pianiga per questo prodigio è moralmente risorto e i benefici effetti di si strepitoso avvenimento si potrarranno, come spero, anche alle generazioni venture. Due grandi torcie ben dipinte coll'effigie di Maria SS. e colla data del 24 febbraio rimarranno dinanzi all'altare di Maria a perpetua memoria del fatto. Ne sia lode e gloria a Maria santissima Ausiliatrice.
In fede
D. PIETRO DAL MASO.
Ricorrete a Maria Ausiliatrice
Nel settembre u. s. il morbo contagioso del tifo colpiva a breve intervallo di tempo tre miei figli, gettando l'intera famiglia nella più profonda costernazione.
In mezzo a quell'amarezza, sopraffatto da insolito abbattimento, dolce e soave mi fu il ricordo di Colei che in diverse circostanze della vita mi si mostrò Madre benigna; di Colei che invocata sotto il titolo di Aiuto dei Cristiani, due anni or sono prodigiosamente liberava questa contrada dall'epidemia del vaiolo. Il pensiero di Maria, la sua venerata immagine di Valdocco, tutta spirante soavità ed amore, mi animò a viva fede, a ferma speranza. Senza più esitare, misi sotto la sua valida protezione i miei figli, promettendole profonda e perpetua riconoscenza qualora venissi esaudito. E Maria non tardò a compiacermi ; ben presto scomparve l'infezione ed ebbi la consolazione di vedere i miei cari figli riacquistare il primitivo vigore.
Dinnanzi a questo tratto di somma amorevolezza della Vergine Ausiliatrice, profondamente commosso sciolgo, colla più viva espansione dell'animo, l'inno del ringraziamento.
Palazzolo Veronese, 22 marzo 4907.
ANDREA FIORINI
Quanto è buona Maria Ausiliatrice !
Da circa due anni mio marito era affetto da malattia nervosa al capo, la quale lo rendeva triste e melanconico, in modo indescrivibile.
Afflitta e piangente non sapevo più a chi raccomandarmi, quando mi capita fra le mani un Bollettino Salesiano. Leggendo le molteplici grazie, che la Vergine Ausiliatrice dispensa ai suoi devoti, promisi subito di far celebrare una messa al suo Santuario in Torino e pubblicare la grazia se mi otteneva la guarigione del consorte. La buona Madre mi esaudì. La vigilia dell'Assunta, il rio male scomparve affatto, con meraviglia e stupore della famiglia e dei conoscenti, e da quel dì mio marito incominciò a godere ottima salute.
Moncrivello, 17 marzo 1907.
ELENA ANDORNO MOTTINO.
Chieri - Non ho lingua per cantar le tue lodi, Vergine Ausiliatrice, ma so ben gridare a tutti i sofferenti : « Ricorrete a Maria; Ella vi salverà ».
L'anno scorso vivevo felice quando un forte dolore della gamba destra mi obbligò ad una immobilità difficilissima per me che le mie superiore chiamavano: « moto perpetuo ». I medici annunciarono un accesso freddo e la necessità di un taglio. Io ero costernata: ai dolori terribili nella parte malata, alla assoluta impossibilità di movimento si aggiungeva l'ansia dell'operazione ed il timore di rimanere inferma, a soli 17 anni. Allora promisi a Maria Ausiliatrice, che, se fossi guarita, sarei andata a ringraziarla nel suo bel Santuario.
L'operazione andò bene, i primi passi, dopo i giorni d'angoscia, li diressi a Torino ; ed ora, completamente guarita, io grido a tutti: « Abbiate fede in Maria Ausiliatrice ».
Febbraio 1907.
VITTORINA Bosco.
Malta. - La mia moglie, colta da grave, lunga e pericolosa infermità, per ben due volte ricevette gli estremi conforti di N. S. Religione. I medici la davano spedita. In sì doloroso frangente ricorsi alla Vergine Ausiliatrice e questa buona Madre mi ha consolato. Desidero siano celebrate 20 messe in ringraziamento, al suo altare (I).
4 febbraio 1907.
ANTONIO RUGGIER.
Chieri. - A Te, Maria Ausiliatrice, il mio tributo di lode per l'immensa tua bontà. Circa due mesi or sono cominciai a sentirmi al braccio destro dolori non continui nè molto acuti dapprima, ma che poi divennero così strazianti da non poterli più sopportare specialmente di notte, sicchè gridavo disperatamente. Consultai un valente dottore, ma, anziché soddisfazione, ne ebbi molto sconforto ché disse trattarsi di una cosa lunga e di dubbia riuscita.
Dove l'uomo è impotente, il Cielo può tutto ; ed io, raccomandatami alle preghiere di pie persone, senza trascurare le prescrizioni mediche, cominciai una novena a Maria Ausiliatrice. Ora il braccio è perfettamente guarito; e l'anima mia scioglie il cantico della gratitudine de' suoi figli.
2o febbraio 1907.
MARIANNA COLLO di GIUSEPPE.
Torino. - Una sventura gravissima mi aveva colpito quasi alla vigilia dei miei esami, ed io perdetti la testa : non potevo più studiare, nè mangiare, nè dormire : piangevo continuamente. Così purtroppo mi andavo preparando ad un'altra catastrofe, alla riprovazione degli esami ed avrei perduto per sempre un cospicuo sussidio annuo che mi spetta fino al termine degli studi : moralmente poi avrei provata un'altra scossa, le cui conseguenze potevano essermi funeste.
Senonchè, disperando ornai degli umani argomenti, mi risovvenni di Maria Ausiliatrice, mi parve il momento di ricorrere a lei e senz'altro promisi di attribuire a grazia sua se avessi potuto riacquistare la calma ed avere buon esito agli esami. Ed, ecco che il giorno dopo, con mia grande meraviglia mi sentii tranquillo, potei attendere agli studi ed infine essere promosso con buoni voti. Grazie adunque a Maria, Aiuto dei cristiani. Altri vorrà vedere nel fatto una reazione del sistema nervoso, un fenomeno di autosuggestione. Non è il caso di discutere. Fortunati noi credenti che nella nostra religione troviamo un mezzo così efficace per riprendere animo e forza nelle lotte della vita.
24 febbraio 1907.
P. C. G.
Lombriasco. - In un momento di gravi angustie e di sconforto mi rivolsi pieno di fiducia alla Vergine Ausiliatrice promettendo di pubblicare la grazia nel Bollettino Salesiano. La sua materna bontà non tardò a mostrarsi in modo evidente e provvidenziale. Compio oggi pieno di gratitudine la mia promessa, e mando lire cinque per una messa di ringraziamento nel Santuario di Valdocco.
Voglia la Madonna di D. Bosco continuare a benedire me e tutti i membri della mia famiglia.
23 febbraio 1907
G. P.
Bellinzago. - Con vivissimo sentimento di gratitudine, rendo pubbliche grazie alla SS. Vergine Ausiliatrice per la guarigione accordatami. Affetta da forti dolori per tutto il corpo, catarro gastrico, infiammazione e catarro intestinale, insieme a forte anemia e con un po' di palpitazione di cuore, da parecchi anni veniva provando tutte le cure possibili, ma nulla riusciva a farmi migliorare. Finalmente mi sovvenni della potente Maria Ausiliatrice dalla quale altre volte fui esaudita. Feci varie novene in suo onore promettendole una messa di ringraziamento se mi esaudiva. La grazia è incominciata, e quindi sciolgo subito il mio voto nella speranza di ottenere più facilmente la guarigione totale.
21 dicembre 19o6.
G. B.
Rimini. - Riconoscentissimo invio un'offerta a Maria Ausiliatrice, per la particolare assistenza che Ella ebbe di mio figlio, il quale giorni sono conseguì felicemente il diploma di laurea in belle lettere. Che la benedizione di tanta Madre non si allontani mai dalla mia famiglia !
Dicembre 19o6.
TORRETTI LUIGI.
Faenza. - Nello scorso gennaio stavo gravemente ammalata di polmonite. Fui consigliata di fare una novena a Maria Ausiliatrice a fine d'ottenere la guarigione, e fui tosto esaudita. Supplico la Vergine Benedetta a continuarmi la sua benedizione e riconoscente invio un'offerta.
19 febbraio 1907.
Suor MARIA EDVIGE CARBONI, Clarissa.
Ottennero pure grazie da Maria SS. Ausiliatrice, e alcuni pieni di riconoscenza inviarono offerte al Santuario di Valdocco per la celebrazione di S. Messe di ringraziamento, o per le Missioni Salesiane, o per le altre Opere di Don Bosco, i seguenti
A*) -Agliano d'Asti: Tirello Emilio 5 - id.: Lupano Terenzia -Alba: Famiglia Eugenio Trucco 1o - Albino (Bergamo): Persico Maria 6 - Alessandria: Steffensen Amelia 2 - Alice Castello: Massara Battista 4 - Arco (Trentino): Giuliani Luigi 9,50 - Arnaz: Garda Giuseppe 5 - Arona: N. N. 3 - Asti: Cavagno Giulietta - id.: Bona Annetta ved. Rosso 2.
B) - Bagnatica: Barcella Angelo 3 - Barcellona (Sicilia): M. C. Cooperatrice - Bassano: Fischer Maria 5 - Bianzè (Novara): N. N. 1o - id.: Giovanni Costanzo 1o - Bienno (Brescia): Giudici Davide - Bobbio: N. N. 6 - Borgofranco: S. E. L. - Bra (Cuneo): Coniugi De Marchi 3 - Branzi: Pedretti Giuseppe e consorte 15 - Brienza: Melina Paternoster nata Perrelli 7, per la guarigione prodigiosa di una suocera e di un figlio - Buggerru: Rachele Murroni 5 - Butera: Ficicchia D. Luigi 5 - id.: Passaviti Luigi 20.
C) - Cagliari: Gaetano Garzia io - Calamandrana: Albertotti Giuseppina 20 - Caluso: G. M. 5 - Canale d'Alba: Maria Vico - Capo di Ponte (Brescia): D. O. Tempini 4 - Caresana: S. T. - Cardone Riviera: Pasini Elisa io - Casale Monferrato: Albano Albino 5 - Castellamonte: Giordano Lucia - Castelnuovo Veronese: Giovanna Girelli 5 - Castel S. Pietro: Opezzo Rosa - Castino (Alba): N. N. in ringraziamento io - Catania: Pavone Rosalia 5 - Cellerengo: Miletto Domenico - Chivasso: Actis Teresa - Cicagna: Noemi Casassa io - Coglio (Ticino-Svizzera): N. N. I - Cogne (Torino): Gérard Albino i I - Comprovasco (Svizzera): Toschini Maria io - Cordenons: Romanin Angela 9 - Cumiana (Torino): Giulio Raimondo io - Cuorgnè (Torino): G. C. 3
D) - Deiva: De Geromini Vittorio io - Demonte: Verra Margherita - Dignano: Costantini Pietro 2 - Druogno (Novara): Antonioli Giovannina Cheula S.
F) - Ferrere d'Asti: Merlone Vittorio - Foligno: Ersilia Bosi 3 - Fubine: Accornero Filippo 5 - Fumane: Conati Luigi io.
I) - Isili (Cagliari): L. G. Io - Ivrea: N. N. 2.
L) - Lanusei: B. A. F. 5 - Lavagna (Genova): Prof. L. G. Castello - Lodi (Milano): Borsa Ester 5 - Lerici: A. G. O. I S - Lucento: Allerino Catterina. - Levaldigi: Catterina Gerbaudo insegnante.
M) - Magenta: N. N. io; altre pie persone 3, a mezzo di Suor Natalina F. M. A. - Margarita (Cuneo): Giarletti Alessandro - Mazzola: Biacardi Biagio - Milano: Carrera Maria io - Molina di Ledro (Trentino): Rosa Bernardo e Rosina 10 - Monasterolo di Savigliano: Ratalino Maria - Murisengo: Boano Stefano.
O) - Occhieppo Inferiore (Novara): Minola Giovanni fu Bartolomeo 3 - Oggiono: Invernizzi Francesco 5 - Omegna: Cappelli Pietro 5 - Ortona a Mare: Penna Modestino 2.
P) - Padova: Rohr Paolo 6 - Palugrendra (Svizzera): Vittoria Paletti Mazza - Perdaxius: Griva Teresa i - id.: E. Cacciarru i - id.: Dessi Giovanna 3,50 - Pianazzo (Sondrio): Rossi Innocenta 2 - Piano di Campo V. M. (Svizzera): Vanzina Maddalena - Piasco: Conte Agostino - Pisogne: Famiglia Santi io - Poirino: Lisa Lucia - Pozzolo Formigaro (Alessandria): Canepa Leonilde Palenzona 5.
R) - Refrancore: Casalone Cristina - Rimini: Torretti Luigi - Riva di Trento: Illuminata ved. Farina 5 - Riva di Chieri: O. P. 4 - Rivarolo Canavese: Merlo Francesca io - Rivarossa Canavese: Tosetti Giuseppe - id.: Tosato Martino - Roana (Vicenza): Fabris Maria 5 - Rodallo: Actis
Aurelia 3 - Roletto: Losano Rosa per più grazie 5 - Rollona: Andrea Cremaschi 20 - Rossano (Cosenza): Penitenziere Nicola M. Bruno 1 - Rovereto: D. Felice Bolognesi 5 - Rovigo: V. Gabbatti nata Dall'Ara 15.
S) - Sacco (Trentino): Bolognesi D. Felice - - Sanna: Rei Anna - S. Vincent (Aosta): Mus Mastrice 1,25 - S. Giovanni Bianco: Arizzi Lucia 5 - S. Severo (Foggia): Sac. Luigi Lapsa - S. Vittoria d'Alba: D. V. 5 - Senorbi (Cagliari): Celestino Porru di S. Basilio 20 - Sassomorello: Salvatori Onorato 5 - Sigsig (Equatore-America del Sud): Sac. Giovanni M. Ginet - Siracusa: Gallito Nunzi tina 5 - Soave: Busello Bettili Carolina 2O - Staghiglione: Valle Maria 5 - Staglieno: Canale Anna 5.
T) - Tavernola (Bergamo): Capuani Perico Clorinda 5 - Teglio Veneto: Grillo Andrea 5 - Terno d'Isola: Mazzoleni Ester 7 - Terranova di Sicilia: Giulia Rosso Cipolla io - Torino: T. O - id.: Famiglia Gariglio - id.: Ghiglione Catterina - id.: R. C. - id.: Vitali Pietro 2 - id.: V. F. C. - id.: P. S. antico allievo dell'Oratorio 5.
V) - Varazze: Codino Giuseppe i - id.: Una pia persona 3 - Valletta (Malta): Enrico Suprano 5 - Venezia: M. C. D. 5 - id.: Giulia Costovich Maestra 5 - Verolengo: Vogliotti Giov. Battista 1,5o - Vesime: Roba Teresa - Vezza d'Alba: Marcellino Cecilia 5 - Vigliano d'Asti: Leonildi Graziano - Vigo Canavese: Maria Fontana - Villadeati (Alessandria): Rosa Rosario 3 - Villanovaforru (Cagliari): Ibba Cilloco Beniamino 5 - Villar Dora: Perotto Giacomo - Villa Vicentina: Virgolin Anna 13 - Villasimius (Cagliari): Pitzali Pasquale 2,50 - Vizzini (Catania): Una devota 5.
W) - Wallenstadt (Ct. St. Gallo): Domenico Rigoni.
X) - Belli Angela 5 - Ch. E. M.
TORINO
Ogni giorno, celebrazione di una santa messa esclusivamente secondo l'intenzione di tutti quelli che in qualunque modo e misura hanno concorso o concorreranno a beneficare il Santuario o l'annesso Oratorio Salesiano. Per qualsiasi corrispondenza in proposito, rivolgersi al Direttore dell'Oratorio S. Francesco di Sales - Via Cottolengo, 32 -- Torino.
Per celebrazione di S. Messe e per novene o tridui di Benedizioni col SS. Sacramento, rivolgersi al Rettore dei Santuario.
Ogni sabato, alle 7.30 speciali preghiere per gli associati all'Arciconfraternita di Maria SS. Ausiliatrice.
Dal 10 maggio al 10 giugno.
12 maggio - Terza Domenica del mese di Maria Ausiliatrice: Messe dalle 4.30 alle 11.30-Ore 5.3o e 7.30: Messa delle due Comunità - Ore io: Messa solenne - Ore 14.30 e 18: Vespri, Predica, Litanie e Benedizione solenne.
NB. - Missa S. A. G. di G. GRUBER.
15 maggio - Novena solenne: Ore 5.30: Messa, Predica del M. R. D. MITTÈ, Litanie, Benedizione solenne - Ore 7.30: Seconda messa della Comunità - Ore 20: Magnificat, Predica del Rev.mo
Teol. PIETRO COLOMBATTO, Litanie, Benedizione solenne.
15, 16, 17, 18 maggio - Nel pomeriggio di questi giorni, dalle ore 15 alle 18, si farà da valenti Maestri il collaudo del grandioso organo del Santuario, completamente ristaurato e rimodernato dalla celebre Ditta Pontificia ed Arcivescovile del Cav. Carlo Vegezzi-Bossi di Torino.
17 maggio: Anniversario della Pontificia Incoronazione di Maria SS. Ausiliatrice. Indulgenza plenaria a chi visita il Santuario dai primi Vespri del giorno 16 alla sera del 17 - Ore 5.30 Messa, Predica, Benedizione - Ore 7.15: Messa celebrata da S. Eccellenza Rev.ma Mons. COSTANZO CASTRALE, Vescovo titolare di Gaza - Ore 10: Messa solenne -Alle ore 17 (per comodità dei pellegrini): Litanie, Tantum ergo e Benedizione solenne - Ore 20: Magnificat, Predica, Benedizione solenne.
NB. - Missa solemnis in Canto Gregoriano eseguita dagli 8oo alunni dell'Istituto.
19 maggio: Solennità di Pentecoste - Quarta Domenica del mese di Maria Ausiliatrice: Tutto come la Domenica 28 Aprile, eccetto la Messa solenne che è alle 9.3o. - NB. Missa solemnis di V. GOLLER.
22, 23, 24 maggio - Corte di Maria.
23 maggio: Vigilia della Solennità di Maria Ausiliatrice: Ore 5.30: Messa, Predica, Benedizione solenne - Ore 7.30: Messa celebrata da S. Ecc. Rev.ma Monsignor LuiGi SPANDRE, Ausiliare dell'Eminentissimo Card. Arcivescovo - Alle ore 15: Conferenza ai Cooperatori ed alle Cooperatrici Salesiane, seguita dal canto delle Litanie, Tantum ergo e Benedizione solenne - Ore 19: Primi Vespri Pontificali, Discorso e Benedizione solenne.
NB. - Il Santuario si chiude alle ore 22.30.
24 maggio: Solennità di Maria SS. Ausiliatrice - Indulgenza plenaria - Il Santuario si apre alle ore 3- Ore 5.30: Messa celebrata dal rev.mo D. MICHELE RUA - Ore 7.15: Messa celebrata da Sua Eminenza rev.ma il signor Cardinale AGOSTINO RICHELMV, nostro Veneratissimo Arcivescovo - Ore io: Messa Pontificale di Sua Ecc. rev.ma Monsignor GIOVANNI OBERTI, Vescovo di Saluzzo. Infra Missam Panegirico detto dal M. R. Teol. PIETRO COLOMBATTO - Alle ore 16: (per comodità dei Pellegrini): Litanie, Tantum erano e Benedizione solenne - Ore 18: Vespri pontificati da S. E. R. Mons. Giov. ANDREA MASERA, Vescovo di Biella, Processione solenne, Trina Benedizione col SS. Sacramento impartita dall'Eminentissimo Cardinale Arcivescovo.
NB. - Missa solemnis « Auxilium Christianorum » del Maestro D. Giov. PAGELLA (prima esecuzione). Dopo le funzioni illuminazione e concerto.
25 maggio - Tutto come la Novena.
NB. - Le preghiere di questo giorno sono in suffragio degli ascritti all'Arciconfraternita dei divoti di Maria Ausiliatrice e di tutti i benefattori defunti del Santuario.
26 maggio: SS. Trinità - Solenni funzioni di chiusura - Ore 5.30 e 7.15: Messa delle Comunità - Ore io: Messa solenne - Alle ore 15: Litanie, Tantum ergo e Benedizione solenne - Alle 17: Vespri, Discorso, Te Deum e Benedizione solenne.
NB. - Messa del giorno 24.
30 maggio: Solennità del Corpus Domini - Alle 16: Esposizione del SS. Sacramento, vespri ecc.
7 giugno: Festa del S. Cuore di Gesù e primo venerdì del mese: - ad onore del S. Cuore, esposizione del Santissimo Sacramento per tutto il giorno (dalle ore 5.3o del mattino alle 8 di sera).
A Valdocco.
Il rev.mo sig. Don Rua, l'11 u. s. partiva alla volta della Liguria per visitare quelle case salesiane e raccomandare personalmente le Opere da lui dirette alla carità dei benefattori.
Del suo passaggio a S. Pier d'Arena, a Varazze, ad Alassio, a Bordighera, a Savona, alla Spezia, a Pisa, ecc., ecc., diremo nel prossimo numero, quando avremo potuto raccogliere e coordinare le più interessanti notizie di tutto il suo viaggio.
Il nostro venerato Superiore - al quale rinnoviamo con affetto figliale gli auguri di un ottimo viaggio - sarà di ritorno a Torino nella novella di Maria Ausiliatrice.
Il professore Don Francesco Cerruti, direttore generale delle Scuole Salesiane, sul finir di marzo e nella prima metà di aprile fu in Oriente in visita alle nostre case di Smirne e di Costantinopoli, e tornò lietissimo del gran bene che per la grazia di Dio van facendo colà i poveri figli di D. Bosco, segnatamente pei nostri connazionali, che costituiscono nell'Asia Minore, come nella Grecia per cui pure è passato, la maggioranza della popolazione cattolica.
Sua Ecc. Rev.ma Mons. Vincenzo Scozzoli Vescovo di Rimini, in viaggio per Lourdes, il 2o aprile sostava a Torino, rallegrandoci con una sua preziosissima visita. All'indomani, festa del Patrocinio di S. Giuseppe, Sua Eccellenza celebrava all'altare di Maria Ausiliatrice e vedendo il gran numero di fedeli e dei giovani alunni che si accostavano alla mensa eucaristica, non potè trattenersi dal rivolgere a tutti un'affettuosissima esortazione paterna.
Nello stesso giorno avemmo la fortuna di ossequiare anche l'Eccellentissimo Vescovo di S. Luiz di Maranhao, Mons. Antonio Sisto Albano, al quale rinnoviamo i nostri ossequi.
I funerali dei compianto professore D. Celestino Durando riuscirono, nella loro semplicità, molto commoventi.
Nella piccola cameretta, che da più di 3o anni ospitava quel nostro amato Superiore, cambiata in camera ardente, per tutta la giornata si recarono in mesto pellegrinaggio sacerdoti, amici, allievi, conoscenti ed ammiratori desiosi di salutare ancora una volta colui che da anni ricercavano per avere una parola buona, per udire dalla sua bocca un amoroso consiglio.
I funerali ebbero luogo dimessamente, come voleva la liturgia, la mattina del giovedì santo. Il corteo, composto d'un migliaio di persone, recitando sommessamente il Miserere, fece il giro del cortile ed uscì dall'Oratorio per entrare nel Santuario di Maria Ausiliatrice che presentava un aspetto imponente per il grande concorso dei fedeli.
Al corteo presero parte il sig. D. Rua, officiante, che cercava invano di nascondere l'emozione che lo padroneggiava, i membri del Capitolo Superiore, la Direzione dell'Oratorio, le Rappresentanze del Seminario di Valsalice, del Collegio S. Giovanni, delle Scuole Apostoliche del Martinetto, dell'Oratorio festivo di S. Francesco di Sales e di S. Luigi con bandiera, del Collegio degli Artigianelli, delle Case Salesiane di Alessandria, di Mathi, di Lombriasco, di Foglizzo, di S. Benigno e di Vienna, tutti gli alunni dell'Oratorio, le Figlie di Maria Ausiliatrice, gli Antichi Allievi, ecc., ecc.
Vi parteciparono personalmente o per rappresentante anche S. E. Rev.ma Mons. Costanzo Castrale, il comm. F. Dumontel, consigliere comunale, il comm. G. Donn, l'avv. cav. M. Cappello e contessa Amalia Cappello, l'avv. G. Giordano, presidente della Deputazione provinciale, il Rettore del Seminario Metropolitano, il pittore Reffo, il conte Callori, il prof. Allievo, il cav. Balbo, il cav. N. Bonino, il dott. Clerico, il prof. Reynaud, il dott. Eula, l' avv. cav. C. Faà, il prof. Arrò, il cav. Delborgo, il cav. Macciotta, i sacerdoti Cottino, Montefameglio, ed altri.
Il sig. D. Rua diede l'assoluzione alla salma, la quale dopo le preghiere di rito venne nuovamente alzata da vani nostri sacerdoti e trasportata fino al carro funebre, che mestamente seguito da quasi tutti i Superiori dell'Oratorio, da una rappresentanza di sacerdoti e da un centinaio di alunni scomparve lentamente nella via Cottolengo alla volta del Camposanto.
Iddio doni la gloria dei cieli all'anima retta e mite dell'indimenticabile D. Durando.
A Torino.
Nella chiesa di San Giovanni Evangelista (omai completamente restaurata) dall' 11 al 21 aprile u. s. venne predicata una Sacra Missione, della quale non si poteva desiderare un esito più consolante, sia per la frequenza dei fedeli alle singole funzioni, come per la loro affluenza ai SS. Sacramenti.
E veramente, tanto alla predica del mattino, come alla conferenza che alle 10,30 teneva il rev.mo Can. Grossi, la chiesa si veniva sempre affollando ; ma l'aspetto che presentava l'elegantissimo tempio alle 17,30 durante l'istruzione del rev.mo Mons. Gius. Alessandro dei Conti di Sanfermo, Protonotario Apost. e Canonico di S. Maria Maggiore in Roma, era addirittura imponente. Era una folla pigiata e raccolta, composta in gran parte di nobili signore e signori, che pendeva estatica dal labbro del facondo ed efficace missionario. Mons. Sanfermo ha il segreto dei cuori e questa dev'essere la ragione per cui anche alle 8 di sera la chiesa affollavasi nuovamente di soli uomini, i quali ascoltavano i più importanti ammonimenti e le più opportune istruzioni con contegno edificante.
Furono proprio dieci giorni del Signore, gli ultimi quattro in modo speciale ; infatti in questi il pontificale per le Anime del Purgatorio - durante il quale ben 18oo fedeli si accostarono alla SS. Comunione - ; la funzione di fedeltà e di riparazione innanzi alla SS. Eucaristia; la esortazione contro la bestemmia; l'elemosina raccolta dallo stesso Monsignore per soccorrere l'augusta povertà del S. Padre; la commovente benedizione dei bambini - tutto un popolo di pargoli che all'invito del Missionario stese con slancio le manine verso l'altare a promettere amore e rispetto ai genitori - ; e finalmente lo spettacolo che il tempio gremito anche nelle adiacenze presentò alla funzione di chiusura furono scene soavissime che rimarranno a lungo impresse nel cuore di molti Torinesi.
Un particolare eloquente. Le comunioni distribuite durante la Sacra Missione furono più di ottomila.
Dopo Dio, noi sentiamo di doverne ringraziare in particolare maniera l'instancabile Mons. Sanfermo, tanto caro ai Torinesi, i quali affrettano il maggio del 1908 in cui potranno nuovamente ascoltare la sua infuocata parola nel Santuario di Maria Ausiliatrice durante la novena di preparazione alla solennità titolare.
In Italia.
MESSINA - L'affettuoso rimpianto, destato dalla morte del giovane direttore dell'Istituto Salesiano di Messina, l'indimenticabile D. Salvatore Gusmano, ha raggiunto le proporzioni di un vero plebiscito di spontanea ammirazione, sommamente onorevole alla nostra Pia Società.
Distaccatosi dal suo caro Collegio per correre al letto del padre gravemente infermo e di là a quello di un fratello moribondo, il povero D. Gusmano spegnevasi, vittima forse della sua carità, poche ore prima dell'amato fratello, cui egli aveva amministrato gli ultimi conforti religiosi, immergendo nel lutto i parenti, i suoi alunni e tutta la famiglia salesiana. Attorno alla sua salma, col fratello salesiano D. Calogero partitosi da Torino, e vari nostri sacerdoti di Messina, di Catania, di Bronte e di Caserta, accorse pure commosso tutto il paese di Cesarò, con a capo il venerando Clero che le rese i massimi onori volendo financo che fosse rivestita di una cotta preziosissima per antico e fino lavoro di ricamo. Giornali d'ogni colore, di Messina, di Palermo ed anche di Roma, scrissero di lui come educatore ed oratore i più caldi elogi, e la sua morte venne con sentito affetto commemorata anche in pubblici atenei.
E lo spontaneo omaggio si rinnovò ai funerali di trigesima celebrati nella cappella del Collegio S. Luigi di Messina. L'Ecc.mo Mons. Arcivescovo che aveva sempre nutrito pel defunto la stima più grande affidandogli spesso uffici onorevoli e delicati, volle di moto proprio assistere pontificalmente alla messa cantata dall'ispettore D. Piccollo, presenti, insieme con le rappresentanze delle Case Salesiane di Catania, S. Gregorio, Alì e Bova Marina, pur quelle di quasi tutti gli ordini religiosi esistenti a Messina e molto clero secolare. Le messe dette in suffragio dell'anima del pio Salesiano furono numerosissime. Durante quella della comunità, celebrata dal fratello D. Calogero inconsolabile, si accostarono alla S. Comunione tutti i 130 convittori e i numerosi giovani dell'Oratorio Festivo, che vollero assistere tutti anche alla messa solenne. A questa seguì l'elogio funebre recitato dal Direttore del Collegio S. Filippo di Catania e, immediatamente dopo, l'assoluzione impartita dallo stesso venerando Arcivescovo assistente.
Valga una simil gara di affettuoso rimpianto a lenire anche il dolore dei tre fratelli salesiani e della desolata famiglia.
ROMA - Sua Maestà la Regina Margherita all'Ospizio del Sacro Cuore di Gesù - Una delle più belle pagine nella storia dell'Ospizio tenuto dai Salesiani al Castro Pretorio (scrive la Vera Roma) fu certamente segnata il 9 aprile u. s. nella cui vasta sala, con sobria finezza adorna di drappi e di fiori, fu celebrata una riuscitissima festa d'arte ispirata dalla cristiana beneficenza.
Teresina Tua, la regina dei violinisti, teneva l'annunciato concerto a benefizio dell'Ospizio stesso e del Protettorato di S. Giuseppe, coadiuvata dal gentile concorso della pianista signorina Iohanna von Tideboehl e del baritono signor Goffredo Oumiroff, accompagnato al pianoforte dal ben noto Ippolito Valletta (conte Franchi).
Ma uno spiccato carattere di imponente solennità era dato dalla presenza dell'augusta Regina Margherita, che con graziosa benevolenza aveva acconsentito di sovraintendere al Patronato composto dalle nobili dame marchesa Paola Pes di Villamarina, contessa Guendalina della Somaglia, donna Rosa Giolitti Sobrero, marchesa Cecilia Serlupi, donna Carolina Rattazzi, contessa Luigia Bonasi, donna Giuseppina Colmayer, nobile signorina Enrichetta Hertz, donna Bice Tittoni Antona Traversi, signora Rava, principessa Caterina Paternò, baronessa Alice Franchetti, baronessa Saporito, donna Maria Falconieri di Carpegna, marchesa Brivio, baronessa Pia de Waszkléwicz, principessa di Frasso, contessa Telfener, contessa Carrobio.
Alle 16 precise giungeva in automobile salutata dalle note della banda dell'Ospizio e dagli evviva dei 400 alunni schierati nel maestoso cortile. Erano a riceverla oltre al Direttore dell'Ospizio D. Francesco Tomasetti e la direttrice del Protettorato Suor Raffaella della Croce, il Sindaco senatore Cruciani Aliprandi, i senatori Rattazzi, Bonasi, Di Carpegna, l'on. Santini, il Patronato delle signore, i superiori dell'Istituto ed altri personaggi.
Dopo il concerto l'augusta Signora volle visitare tutto l'Ospizio in ogni sua particolarità, dai sotterranei dove agiscono le macchine elettriche, fino agli ultimi piani degli spaziosi dormitori, e dimostrò speciale interesse per i magnifici laboratori dove si intrattenne affabilmente coi piccoli operai, interrogandoli e conversando piacevolmente con essi.
Di tutti si mostrò soddisfattissima ed ebbe lusinghiere parole d'elogio verso l'istituzione salesiana che tanto bene va facendo fra la gioventù. Dopo essersi fermata ad ascoltare un piccolo programma musicale della scuola di banda, lasciava l'Ospizio alle 6 e tre quarti, esprimendo ai superiori la sua sincera soddisfazione e promettendo una seconda ed ancor più minuziosa visita all'Istituto che tanto vivo interesse Le aveva destato nelle sue molteplici e svariate funzioni.
Salutata da ripetuti evviva dei giovanetti e di una immensa folla accalcatasi nei pressi dell'Istituto, faceva ritorno al suo Palazzo, lasciando in ognuno un vivissimo entusiasmo del suo tratto sovranamente squisito e della sua bontà sovranamente materna.
Pellegrinaggio Milanese - Il 26 febbraio giunse a Roma un pellegrinaggio milanese, guidato da Sua Eminenza il Cardinale Ferrari, Arcivescovo di Milano. Fra le varie chiese prescelte da quei buoni Ambrosiani per le loro pratiche di pietà, fu il nostro Santuario del Sacro Cuore di Gesù, dove con pio e gentile pensiero vollero compiere la divota pratica del 1o venerdì del mese, che cadeva precisamente il 1o giorno di marzo.
Alle 8 giungeva Sua Eminenza il Card. che alla porta del tempio, già affollato di pellegrini, venne accolto dai sacerdoti e dal piccolo clero della parrocchia, tra il suono delle campane e le armonie dell'organo. Dopo un fervorino col quale, presa occasione dal luogo e dalla circostanza, esortò caldamente i suoi figli all'amore verso il Sacro Cuore di Gesù, salì all'altare, ed assistito dai RR. Canonici Mons. Balconi e Mons. Limonta, capi del pellegrinaggio, celebrò la santa Messa. Durante la Comunione generale, la Schola cantorum dell'annesso Ospizio eseguì varii mottetti in musica liturgica. La divota e commovente funzione, che fu di grande edificazione per la pietà dei pellegrini, si chiuse colla preghiera di consecrazione al Sacro Cuore, letta dallo stesso E.mo Cardinale.
I pellegrini passarono quindi nel cortile dell'Istituto, accolti dagli applausi fragorosi dei 400 giovanetti, e dal suono della banda musicale.
S. PIER D'ARENA - La missione tenutasi nella Parrocchia di San Gaetano, in Sampierdarena, in questa città manifatturiera chiamata a buon diritto la Manchester italiana, è stata pur essa una vera benedizione di Dio.
Annunziata da numerosi manifesti affissi in ogni angolo della città e distribuiti a migliaia di copie alle porte delle varie chiese, fu iniziata il 12 e conchiusa, il 21 aprile con una Comunione numerosissima distribuita da S. E. Mons. Pulciano, Arcivescovo di Genova.
Predicarono tre Salesiani, il Direttore dell'Oratorio di Savona, colla spiegazione del Decalogo, il Direttore dell'Oratorio di Bordighera, colla meditazione e colla parte da maestro nel dialogo, e il Dott. D. Tommaso Pentore coll'istruzione delle 9.30, colla parte del discepolo nel dialogo, e colla conferenza ai numerosissimi uomini che accorrevano alle ore 20,30.
Ce ne sentiamo sommamente lieti, anche pel conforto che n'avrà avuto il buon Parroco di S. Gaetano, Ispettore delle Case Salesiane della Liguria e Toscana, D. Luigi Bussi.
Dalle Americhe.
NICTHEROY (Brasile) - Il Presidente del Brasile, l'eccell.mo Dott. Rodrigues Alves, accompagnato dal Presidente dello Stato di Rio Janeiro, dott. Nilo Peçonhas e da altri illustri personaggi, si è recato a visitare il Monumento di Maria Ausiliatrice e la funicolare che sale al monumento. Il Capo della Confederazione ebbe le più belle parole di elogio per l'opera compiuta e gradì assai l'omaggio che gli prestarono in corpo numerosi alunni del Collegio S. Rosa.
- Nel Collegio S. Rosa il 16 dicembre ebbe luogo con pompa solennissima la distribuzione dei premi. Il 7 giugno 1903 veniva a quell'istituto conferito il pareggio con potere di rilasciare i diplomi di baccellierato : e l'anno scorso per la prima volta il Collegio usò di questo favore.
Il Prefetto della città di Nictheroy, il conte Alfonso Celso, padrino dei neo-laureandi, il dott. I. M. Lobo, delegato fiscale del Governo, il generale Pereiro, il tenente Colonnello Magalhaes, rappresentante del Ministro di Giustizia, e molti altri personaggi, illustrarono di loro presenza la cerimonia, alla quale (nonostante le gravi occupazioni di quei giorni) intervenne pure il Vescovo diocesano di Petropolis, grande amico e vero Padre di quel nostro istituto. Il programma del trattenimento fu quanto mai gradito. Piacque in modo particolare l'operetta « As cinco partes do mundo » una gara delle cinque parti del mondo che terminò coll'apparizione della Carità, che sola sa affratellare i popoli.
I primi laureati furono 4. Uno di loro, a nome dei compagni, pronunziò nobilissime parole all'indirizzo dei protettori e superiori. Parlò pure il conte Alfonso Celso ineggiando a D. Bosco e all'opera sua.
S. NICOLAS DE LOS ARROYOS (Repubblica Argentina) - Era vivo desiderio dei vecchi Quinteros di San Nicolàs, quasi tutti nati sotto il manto della Madonna della Guardia di Val Polcevera, di avere nella Chiesa del Collegio D. Bosco una bella statua, che loro ricordasse al vivo la taumaturga del monte Figogna. All'effetto si formò una commissione con a capo il sig. Carlo Campora e la sua degna consorte, ambidue divotissimi della Madonna della Guardia, ed in poco tempo si potè dar commissione del lavoro al prof. Canepa di Genova, il quale scolpì una statua veramente classica, in tutto uguale a quella del monte Figogna. La benedizione del nuovo simulacro ebbe luogo il 4 di ottobre p. p. dopo un triduo solenne. Si può dire che tutti i genovesi di S. Nicolas e dei dintorni in quel giorno si recarono alla chiesa del Collegio D. Bosco, ove le confessioni e comunioni furono numerose. Vi fu messa cantata con analogo discorso ed alla sera si compì una divota e imponente processione rallegrata dalle note armoniose della banda del Collegio salesiano di Rosario.
Un bravo di cuore ai vecchi genovesi, pieni di tanto affetto per la loro cara Madonna.
Don Costantino Rampi PARROCO DI NICORVO.
Zelante cooperatore Salesiano, amò sempre e di cordiale affetto le Opere nostre. Riconoscenti a tanta bontà, non appena ci fu comunicata la notizia della sua morte, pregammo per l'eterno riposo dell'anima sua, tuttavia sentiamo il bisogno di raccomandarlo anche ai suffragi dei nostri lettori.
Il Can. D. Giov. Batt. Bollati.
Si è spento serenamente a Cardè nella veneranda età di oltre 8o anni il 13 u. S.
Il Canonico Bollati fu il modello dei Decurioni dei nostri Cooperatori. Di una premura tutta speciale nel raccogliere offerte per le Opere salesiane, ed instancabile nel procurarci nuovi Cooperatori, si adoperava con molto zelo nel procurar lavoro ai nostri artigianelli, convinto di compiere anche in questo modo una carità fiorita.
Un suffragio speciale, o benemeriti Cooperatori, per quell'anima desideratissima !
Facciamo anche particolari suffragi per la L' sig.a VEGLIO ANGIOLINA morta il 3 marzo u. s. in Corzoneso (Svizzera) dopo una lunga malattia di quasi 4o anni;
per la Signora CAROLINA CIANCIA PILETTA, maestra per 4o anni a Caprile, zelante cooperatrice; e pei seguenti defunti dal 15 ottobre al 10 gennaio.
Herger Giuseppe - Zug, Svizzera.
Isnardi Leone - Castagnito Albese, Cuneo. Laghi Angela - Chiampo, Vicenza. Landini Bianca - Torino.
Lattuada Regina - Milano.
La Villa D. Salvatore, canonico - Palermo. Lenna D. Luigi - Gemona, Udine.
Leonardi Valentino - Marano Valpol., Verona. Lisa Margherita - Poirino, Torino. Lista Annina - Reggio Calabria. Lobati Lucia - Torino.
Lucchini Carlo - Verona.
Luiselli Giovanni - S. Gio. Bianco, Bergamo.
Lupi D. Giovanni - Varazze, Genova. Lusso Catterina - Alba, Cuneo.
Mangano D. Giovanni, parroco - Gerace, Reggio C. Manucci D. Innocenzo, arciprete - S. Andrea in Rossano. Manzotti Fedele, sacrestano - Crespi, Bergamo. Maraglio D. Lodovico, parroco - Padernello, Brescia. Marchese D. Giuseppe, parroco - Caltanisetta. Marchisio Teresa - Torino.
Marinoni D. Giacomo, priore - Gonzaga, Mantova. Massa Secondina - Buttigliera d'Asti, Alessandria. Mattioli Giovanna - Faenza, Ravenna. Mattiolo Adele - Buttigliera d'Asti, Alessandria. Mattirolo avv. Emilio - Torino. Mazzi D. Angelo - Cavigliano, Svizzera. Mazzina Giacomo - Gordona, Sondrio. Mazzini D. Alfonso - Tribano, Padova. Mediani D. Giuseppe - Casteldaldo, Reggio E. Melzi duchessa Maria - Milano.
Messina D. Antonio - Barletta.
Micheloni avv. Francesco -S. Lorenzo in Strada, Forli., Mina D. Carlo - Savigliano. Mina Teresa - Savigliano.
Molinari suor Luigia - Ventimiglia. Mombelli Primina - Morbio Inferiore. Monaco Cristina ved. Berghi - Acqui. Monte D. Alberico - Mello, Sondrio. Morghen D. Bartolomeo - Primiero, Tirolo. Morosini-Venier contessa Maria - Venezia. Mosani-Miniola Eugenia - Fonzaso, Belluno. Muttoni Antonio - Lecco Musini Antonio - Zibello, Parma. Oddone-Bonaudi Ermenegilda - Torino. Parato Agostino - Pollenzo, Cuneo
Parodini Elisabetta ved. Bernabò - Riomaggiore, Genova., Pavarini Annunziata - Spezia. Petris Rosa - Zoppola, Udine. Piccardo Federico - Varazze. Pinter Valentino - Padola, Belluno. Pirovano Luigia - Milano.
Pongelli Faustina - Rivera, Ticino. Porcu-Contini Antioco - Ghilarza, Cagliari. Portera D. Francesco, arc. - Mistretta, Messina. Pozzi D. Giuseppe, prev. - Milano. Quadri Elvezia - Balerna. Ramello Giuseppe - S. Damiano d'Asti. Rampa ved. Catterina - Poschiavo. Rampi Matilde - Faenza. Randazzini D. Litterio can. - Caltagirone. Ratto Agostino - Vobbia, Genova.
Rebella-Vadoni Marina fu Tomaso - Quiliano, Genova. Reviali Carolina - None, Torino. Riva Virginia - Balerna.
Rizzardi ved. Teresa - Coredo, Trentino. Ristagno Pietro - Carmagnola. Rotella teol. D. Giacomo, can. - Spoleto.
Sandrelli D. Domenico Garghereto, Arezzo. Sansoni D. Antonio, rett. - Viminario, Padova. Savio Luigia - Mondonio, Alessandria. Sbardellotto Bernardo - Caxias, Brasile. Scauri D. Giovanni, can. - Parma. Secchi Francesco, sindaco - Tortoli, Cagliari. Sola D. Giorgio, curato - Mezzenile, Torino. Sonzogno Amalia - Venezia. Spinelli Elena ved. Vandoni - Besozzo, Como. Stella-Grotei Domenico - Asiago, Vicenza. Stringi D. Raffello, can. - Arezzo. Succi-Cartela Luigia - Castelnuovo Calcea. Suini D. Luigi, parroco - Malvaghia, Ticino. Tamone Gio. Batt. - Orbassano. Thaz Anna - Torino.
Travella D. Aurelio, parr. - Buggiolo.
Trombi D. Achille - Fabbriche, Massa Carrara. Uggetti D. Giuseppe - S. Giacomo al Campo. Valdameri M. Antonio - Crema. Valenti Emilia - Lugo.
Vareton D. Natale, rett. - Crespano, Treviso. Vercellotti Margherita - Verolengo. Verlucca teol. D. G. Battista, can. - Torino. Viale Costanza - Torino. Viezzoli Giuseppina, maestra - Pirano. Viganò Giovanni, cassiere - Legnano. Vottan D. Francesco, parr. - Volta Berozzo.
Dal 10 gennaio al 1° marzo.
Agnese Battista - Boves, Cuneo.
Alasia Vittoria - Torino.
Allais Pietro Antonio fu Stefano - Casteldelfino, Cuneo. Aloj Domenica - Candia Canavese, Torino. Amisano Agostina - S. Salvatore, Alessandria. Angeli-Domenichetti D. Giuseppe -Acquasparta, Perugia. Angeloni D. Alberico, can. - Terracina, Roma. Anzini Antonio fu Filippo - Menzonio. Angelillo D. Michelangelo - Casamarciano, Caserta. Argentini commerc. - Gallarate. Ascheri Francesco fu Matteo - La Morra, Cuneo. Baccichetti Sebastiano - Ceneda, Treviso.