BS 1890s|1894|Bollettino Salesiano Marzo 1894

ANNO XVIII N. 3. - Esce una volta al mese - MARZO 1894

BOLLETTINO SALESIANO

SOMMARIO.

CHIUSURA DEL GIUBILEO EPISCOPALE DI LEONE XIII ED I SALESIANI . . . . 45

PRESENTAZIONE DEL NUOVO MESSALE AL S. PADRE .   46

ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI D. Bosco 49

SVIZZERA: - Le due Case Salesiane del Canton Ticino    éví

INGHILTERRA: -La solennità di San Francesco di Sales; un piccolo questuante . 51

NOTIZIE DEI MISSIONARI DI DON Bosco: - Gli Italiani emigrati nel Brasile . . 52

UN BREVE DEL S. PADRE LEONE XIII a favore dell'Associazione dei Divoti di Maria Ausiliatrice, e Norme per erigerla nelle varie Chiese Salesiane . .   . 54

GRAZIE DI MARIA AUSILIATRICE   58

AZIONE SALESIANA: (Conferenze - Comitati di Reggio-Emilia e di Milano) . . 60

A PROPOSITO DELLA PUBBLICAZIONE ITALIANA DEL MANUALE BIBLICO (Due preziosi documenti)    65

VARIETÀ .

Cooperatori defunti    67

CHIUSURA DEL GIUBILEO EPISCOPALE DI LEONE XIII

IL 18 Febbraio ultimo scorso ebbero termine le feste del Giubileo Episcopale del Papa. Questo fausto avvenimento aveva eccitato in tutti i cuori tale un entusiasmo, che un anno intiero non fu bastante ai fedeli per esprimere al comun Padre le loro congratulazioni. Ogni giorno s'intuonava in tutte le lingue un nuovo inno di gioia e di ringraziamento alla Provvidenza per aver dato alla Chiesa un tanto Pontefice. Per un anno intiero si vide una non interrotta serie di feste celebrate col massimo splendore di solennità e con ineffabile divozione. Migliaia e migliaia di cattolici da ogni angolo della terra trassero a Roma per prostrarsi ai piedi di Leone XIII ed attestargli il loro figliale affetto e la loro umile sommissione. Dimenticate le lotte politiche e sociali onde sono agitati, principi e popoli parvero accordarsi nell' unico pensiero di rendere onore al Capo della Chiesa Cattolica. Quelli stessi, che non sono con noi uniti dai vincoli della fede, vollero far arrivare all'Augusto Vegliardo del Vaticano le loro felicitazioni ed associarsi alla gioia che gli arrecava il cinquantesimo anniversario della sua consacrazione episcopale. Tutti, perfino i nemici del Papato, riconobbero in Lui una mente così vasta, da veder d'un sol colpo d'occhio i bisogni della Chiesa non solamente, ma dell'intera società, un cuore così grande da tutti abbracciar i suoi figli e volerli salvare, un' autorità così forte da non aver bisogno di ricchezze o di eserciti su cui appoggiarsi. Quando mai si è meglio avverato ciò che asserisce S. Francesco di Sales, che ogni fronte deve incurvarsi dinanzi a questa grandezza, la più alta che incontri il pensiero umano discendendo da quella di Dio? Quando mai si vide trionfo sì solenne e sì prolungato ?

In sì fausta ricorrenza, in mezzo a tanta gioia delle moltitudini, fra l' universale e legittimo entusiasmo di tutti i fedeli, che facemmo noi figli di D. Bosco? Noi, a cui il dolcissimo Fondatore e Padre ha tanto inculcato di tenerci strettamente uniti alla Cattedra di Pietro, come celebrammo il Giubileo Episcopale di Leone XIII? Noi che imparammo ad aver ognor rivolto lo sguardo al Sommo Pontefice, come ad un faro luminoso che guida i nostri passi, che ricevemmo sì numerose e segnalate prove del suo paterno affetto, come gli manifestammo il nostro giubilo, il nostro amore, la nostra riconoscenza?

Non è a dire con qual gioia i Salesiani d'ogni paese d'Europa, dell'Asia, dell'Africa e delle più remote contrade d'America salutarono l'apparire di quest'anno giubilare. In ogni Istituto, in ogni Missione si festeggiò il felice avvenimento e più solennemente che si potesse. I nostri giovanetti offrirono le loro Comunioni pel Santo Padre, tutte le chiese e cappelle risuonarono delle sue lodi e di inni di ringraziamento.

Nè di ciò ci tenemmo pienamente soddisfatti. Per rendere duratura la memoria di queste feste, coll'aiuto de' Cooperatori noi fondammo varie opere permanenti enumerate dal nostro venerato Superiore nel Bollettino di Gennaio e fra esse primeggia l'Ospizio del Sacro Cuore di Gesù in Roma. Inoltre i nostri giovanetti misero mano a stampare un Messale, con caratteri espressamente fusi nella nostra fonderia, in cui gli intelligenti riconobbero qualche merito artistico; e questo lavoro dirà ai posteri il giubilo della famiglia Salesiana per la longevità che piace a Dio d'accordare al Suo Vicario in terra.

Il Procuratore Generale della nostra Pia Società aveva il 2 Febbraio l' alto onore di umiliare ai piedi di S. S. questo tenue pegno del nostro figliale affetto, e Leone XIII non solo degnavasi gradirlo, ma lasciò fondata speranza di servirsene nella chiusura delle feste. Com'è dolce il pensare che nel celebrare la Santa Messa in S. Pietro il 18 Febbraio il Santo Padre aveva sott'occhio questo Messale che gli richiamava alla memoria i figli di D. Bosco!

Dolente di non potersi unire a quell'immensa folla che nella Basilica Vaticana insieme con Leone XIII rendeva grazie a Dio pel felicemente compiuto anno giubilare, il nostro venerato Superiore invia vagli questo telegramma

SANTO PADRE LEONE XIII.

TUTTI I SALESIANI PLAUDENTI FELICE TERMINE VOSTRO GIUBILEO EPISCOPALE FANNO CALDI VOTI AL SIGNORE PERCHÈ ACCORDI GIUBILEO PAPALE A GLORIA E TRIONFO DELLA CHIESA.

RUA.

Avemmo la consolazione di ricevere la risposta seguente

REVERENDISSIMO RUA SUPERIORE SALESIANI TORINO.

IL SANTO PADRE GRATO MANIFESTAZIONE FIGLIALE VOTI BENEMERITA CONGREGAZIONE CON TUTTO IL CUORE LA BENEDICE.

M. CARD. RAMPOLLA.

Augusto Pontefice, noi Vi ringraziamo di tanta degnazione, di tanta bontà. Noi siamo di ieri ed a Voi ne andiam debitori, se potemmo fare qualche bene: Voi ci sorreggeste, Voi ci guidaste. Se nella nostra malagevole e spinosa missione fra la gioventù non venne meno il nostro coraggio, si fu perchè le Vostre parole c'infusero novello coraggio e novella virtù. Ognor più viva sarà la nostra riconoscenza, più intenso il nostro amore, più umile la nostra ubbidienza. Ai nostri giovani alunni racconteremo i prodigi del Vostro Pontificato ed a Voi li renderemo sempre più affezionati. Ai nostri neofiti i Missionari Salesiani insegneranno a pronunziare con affetto figliale il venerato Vostro nome; dappertutto e in ogni tempo noi pregheremo per la Vostra conservazione e pel Vostro trionfo.

LA PRESENTAZIONE DEL NUOVO MESSALE AL S. PADRE

REV.mo SIG. D. RUA,

Roma, 4 Febbraio 1894.

CoME è noto alla S. V. Rev.ma, ai 2 febbraio, festa della Purificazione di Maria SS., vi è la presentazione dei ceri benedetti al Santo Padre per parte dei rappresentanti o Procuratori dei Capitoli di Roma, delle Collegiate, degli Ordini ed Istituti religiosi, dei Seminari e Collegi ecclesiastici, ecc. ecc. Il Santo Padre riceve nella sala del trono circondato dalla sua nobile Anticamera e dalla Corte ecclesiastica e civile; e tutti, man mano che si prostrano al bacio del S. Piede, conforta con qualche dolce e benevola parola e colla apostolica benedizione.

Io ho pensato che questa poteva essere una buona occasione per offrire al Santo Padre, secondo l'incarico avuto dalla S. V., oltre il cero , anche il Messale che la Tipografia Salesiana di Torino ha stampato in occasione del Giubileo Episcopale di S. S., dedicato alla stessa Santità Sua, e con eleganza ed arte rilegato dai giovanetti di cotesto Oratorio. Per la bontà di Mons. Maestro di Camera, da cui ottenni il permesso, potei effettuare il mio disegno. Desiderando essere più libero, lasciai che tutti passassero avanti, ed ultimo con D. Bielli e D. Finco ebbi l'onore circa alle ore 13 di inginocchiarmi ai piedi di Leone XIII. Annunziati dal Cerimoniere pontificio come Salesiani di D. Bosco, il Santo Padre ripetè con molto affetto : di D. Bosco! Io cominciai : - Padre Santo, il nostro Superiore Generale umilia ai Piedi di Vostra Santità

- D. Rua nevvero? interruppe il Papa.

- Sì, Santo Padre, D. Rua umilia ai Vostri Piedi questo Messale stampato pel fausto Vostro Giubileo Episcopale.

- E dove fu stampato? domandò Egli.

- A Torino, dalla nostra Tipografia.

Ed in così dire, presentandogli il bel lavoro, Lo pregai di esaminare le due facciate del frontispizio con la dedica a Lui fatta. Il Santo Padre, reggendo da sè il Messale, si degnò di leggere la dedica con viva soddisfazione che trasparivagli dal volto, e fermossi ad osservare la Cena del Gaudenzio Ferrari così maestrevolmente riportata e i ricchi fregi dell' una e dell' altra facciata. Dopo avergli fatto notare le illustrazioni delle solennità maggiori e minori, le iniziali grandi e piccole, le forme elzeviriane dei caratteri, ecc., presentai alla considerazione del S. Padre, come specialità dell'arte della stampa, la Crocefissione preposta al Canone, tolta dal fac-simile della miniatura che adorna lo storico Messale del Card. Della Rovere. Avendogli fatto osservare che era un lavoro a sedici colori eseguito con mezzi puramente tipografici, vi fissò sopra gli occhi mostrandone gran meraviglia, e, quasi ad assicurarsi, vi fe' scorrere sopra più volte la sua mano, e con vivacità disse:

- È dunque questo Messale un lavoro di pregio?

- Padre Santo, risposi, abbiamo posto ogni cura, perchè riuscisse meno indegno della Vostra Augusta Persona.

Ed Egli continuò : - Fu proprio stampato di recente ?

- Sì, proprio per solennizzare il Giubileo Episcopale di Vostra Santità.

- Vi sono dunque i Santi nuovi?

- Sì, Padre Santo, anche i recentissimi.

- Bene, bene.

Vedendo che era ora di ricordarmi dei tanti che hanno lavorato per questo Messale, domandai una speciale benedizione per tutti quelli che direttamente o indirettamente hanno cooperato a questo lavoro, ed il Santo Padre si degnò di accordarla dicendo: -Sì, sì, benedico di cuore tutti quelli che direttamente o indirettamente hanno cooperato a questo bel lavoro. - Facendomi poi coraggio continuai: - Padre Santo, il signor D. Rua desidererebbe un'altra grazia.

- E quale?

- Che la S. V. si degni di usare questo Messale nel giorno 18 febbraio, in cui V. S. celebrerà la Messa in S. Pietro per chiusura dell'anno giubilare. - E il Santo Padre volgendosi ai Prelati e Signori presenti, disse sorridendo con allusione al Capitolo Vaticano: - Ma S. Pietro non si offenderà? Ad ogni caso, soggiunse verso noi con grande bontà, domanderemo i debiti permessi. - Io ringraziai come meglio mi fu possibile, dicendo che la notizia di tal favore avrebbe procurato immenso giubilo a tutti i Salesiani ed ai loro giovanetti. Il Santo Padre conchiuse allora: - Questo Messale mi è caro e intendo tenerlo proprio per me.

Prima di alzarci pregai il S. Padre che volesse pure dare uno sguardo alla legatura, facendogli osservare che era lavoro dei giovanetti legatori di cotesto Oratorio, ed Egli esaminandola disse: - È bel lavoro in stile.

In questo consegnò il Messale a Mons. Maestro di Camera , il quale ebbe agio di osservarlo e farlo osservare ai Prelati ed ai Signori che facevano nobil corona al Papa. Tutti ammirarono ed encomiarono, oltre le illustrazioni ed i fregi, la chiarezza del testo, l'eguaglianza dello stile e la squisitezza del lavoro; anzi uno di essi, lo Scalco segreto di S. S. Comm. Giulio Sterbini, intelligentissimo d'arte, raggiuntici mentre noi, dopo aver baciato l'anello che il S. Padre ci aveva pórto, ci ritiravamo, mi strinse fortemente la mano dicendo: - È veramente uno splendido lavoro; faccio le più vive congratulazioni. - E mentre sto scrivendo mi viene significato da un distinto Prelato del Vaticano che il Santo Padre tiene nella sua stanza privata il detto Messale e che, avendolo con più comodità di nuovo esaminato, si degnò confermare ed accrescere gli elogi fatti.

Ecco, R.m° signor D. Rua, come ho disimpegnato l' incarico che Ella volle affidarmi. Abbia la bontà di far conoscere questa relazione a tutti quelli che hanno cooperato, i quali certo saranno impazienti di sapere quale accoglienza il S. Padre ha fatto al Messale che loro è costato tante fatiche. Dev' essere per tutti una grande consolazione il sentire che il S. Padre non solo gradì il dono della nostra Pia Società, ma mostrò di pregiare e lodò grandemente il lavoro. La buona accoglienza poi della domanda fattagli di usare detto Messale nella Messa in S. Pietro ai 18 corrente è tal segno di paterna bontà e benevolenza, da aumentare ancora in tutti i Salesiani, se fosse possibile, quel grande affetto ed attaccamento che abbiamo pel Santo Padre Leone XIII, che Dio conservi ad plurimos annos.

Con sentimenti di profonda venerazione mi creda

Della S. V. Rev.ma

Dev.mo ed Aff.mo in G. C.

D. CESARE CAGLIERO

Procuratore Generale.

NB. Il disegno avanti riprodotto, rappresentante la S. Cena, è quello che forma la prima pagina del nostro Messale. Fu da noi descritto nel Bollettino di Settembre 1893.

ANNIVERSARIO DI d. BOSCO nel tempio di María Ausiliatrice.

NELLA Chiesa di Maria Ausiliatrice in Torino, sontuoso monumento della pietà di D. Bosco verso la Gran Madre di Dio, celebravamo il 31 dello scorso gennaio un solenne funerale in suffragio del compianto nostro fondatore e padre.

Il tempio era con larga copia di addobbi artistìcamente parato a lutto per cura di uno dei nostri sacerdoti che suol dirigere tali lavori con molto gusto ed effetto. I Cooperatori e le Cooperatrici Salesiane della città e dintorni erano accorsi in gran folla.

Tenne pontificale il Rev.mo Mons. dei Conti di Sanfermo, direttore diocesano dei nostri Cooperatori di Venezia, assistito pontificalmente da S. E. Rev.ma Mons. Basilio Leto, Titolare di Samaria. Il clero era numerosissimo. La mesta funzione riuscì oltremodo solenne ed imponente. Il canto fu strettamente liturgico, essendosi eseguita la Messa da Requiem in canto Gregoriano con l'interpretazione secondo la scuola del Don Pothier. E ciò si fece in omaggio alla devozione che D. Bosco mostrò sempre verso il canto della Chiesa e per ottemperare alle raccomandazioni fatte in apposita circolare a tutte le Case Salesiane sullo studio del Canto Gregoriano dal nostro Rettor Maggiore D. Michele Rua. L'effetto ne fu sorprendente. Agli intelligenti tale esecuzione piacque più che ogni musica ed al popolo tornò quale una vera rivelazione. I duecento e più cantori erano accompagnati con molta espressione dalle maestose note dell'organo.

Il nostro pensiero frattanto volò come sempre affettuoso a D. Bosco. La sua dolce memoria ci fe' ringiovanire lo spirito, le forze, il cuore. La lacrima, che versammo al mesto suono delle funeree note, diceva al padre l'affetto dei figli, e la prece, che da tutta l'anima ci erompeva fervente, era solenne promessa di ossequenti discepoli, cui è vanto perenne seguire gl'illustri insegnamenti di un tanto maestro.

La gloria dei giusti sia a te, o caro Don Bosco; la corona dei celesti ti cinga fulgente la fronte e siati concesso d'intercedere pei figli che cotanto ti amano. - Requiem aeternam dona ei, Domine. O Grande Iddio, donate voi la requie e la gloria al nostro amico, maestro, fondatore e padre.

SVIZZERA

DAL CANTON TICINO.

Visita di S. E. R.ma Mons. Vescovo al Collegio di Balerna. - Simpatia incontrata nel Cantone. - Ringraziamenti.

REv.m° SiG. D. RUA,

Balerna, 26 Gennaio 1894.

DA ormai quattro mesi abbiamo avviato questo Collegio, e mi par giusto darne breve notizia alla S. V. Rev.ma, che tanto interesse prende delle cose dei suoi figli e tanto gode di, sentire come Iddio li benedice anche nella Svizzera. I gravi ostacoli che abbiamo incontrati l' anno scorso e che ora sono quasi del tutto superati, vieppiù ci persuadono che la nostra presenza in questo luogo devesi unicamente alla Divina Provvidenza, sempre buona verso di coloro che in Lei si affidano.

Pochi giorni dopo aver ricevuto il consenso della S. V., si conchiuse il contratto per Balerna. Non si ebbe riguardo a gravi difficoltà insorte , specialmente pecuniarie coll'aiuto di Dio e degli uomini di buona volontà speriamo di superarle. Per detto contratto S. E. R.ma Mons. Vincenzo Molo, Vescovo ed Amministratore Apostolico dei Canton Ticino , col consenso della S. Sede, concedeva ad uso collegio il palazzo di villeggiatura vescovìle, con alcune adiacenze, in Balerna ; inoltre si impegnava di immobilizzare, contro modico fitto, la somma di franchi quindicimila pei necessarii adattamenti. Tale somma, sebbene grave pel capo di una piccola diocesi e nuova, fu ben poca cosa per un palazzo di gran mole, avviato due secoli fa e rimasto incompleto. E Sua Eccellenza, dimostrando in noi vera fiducia, ci lasciò piena libertà di direzione, amministrazione, disciplina ed insegnamento.

I lavori si cominciarono alla metà di agosto, sotto la guida e la responsabilità del signor architetto Isidoro Spinelli; il quale vista la scarsità dei mezzi, ebbe di mira in ogni lavoro la massima economia. All'aprirsi dell' anno scolastico erano pronte le scuole, la cucina e i dormitorii. Al momento in cui scrivo siamo appena riparati dal freddo: ma nel complesso delle cose necessarie alla vita è ancora più ciò che manca di quello che abbiamo. La pietà, l' allegria, lo studio e l' amore al lavoro fanno dimenticare molti bisogni, ai quali si va tuttavia provvedendo man mano che viene la possibilità.

Il giorno 14 del mese passato abbiamo avuta la fortuna di ricevere tra noi S. E. Rev.ma Mons. Vescovo, che si trattenne tutta la giornata. Diceva di restituirci la visita ; perchè due settimane prima , andando tutti insieme a vedere la Casa di Gravesano, eravamo passati ad ossequiarlo : allora si era congratulato pel buon numero degli alunni; in Balerna si consolò per la loro pietà, e pel buon contegno osservato. S. Eccellenza celebrò in Collegio la S. Messa; alla Comunione rivolse breve fervorino ai giovani che si erano preparati a ricevere Gesù per la prima volta ; vide con piacere che anche i loro compagni si accostarono tutti alla S. Mensa. - Terminato il ringraziamento, volle esaminare minutamente la sala ridotta a cappella, semplice ancora e disadorna, ma divota. Poi si degnò visitar tutto il Collegio, passando da un locale all'altro con manifesti segni di compiacenza. Si è raggiunto lo scopo da lui inteso, di rendere cioè il locale utile per collegio civile, ed allegro per villeggiatura autunnale agli alunni del Ven. Seminario, i quali in questo luogo, lontani dalle distrazioni del mondo , avranno il necessario sollievo. - Alle 11 vi fu la funzione della Cresima ad alcuni convittori. Per l'occasione di ossequiar S. E. e dar segni di benevolenza a noi, tutto il Venerando Capitolo della insigne Collegiata di Balerna salì nella cappella del collegio. - Appresso si discese nella sala che ci serve di ricreazione, dove sedettero a modesta mensa S. E. Mons. Vescovo, il Segretario Prof. D. Giuseppe Antognini, i Rev.mi Canonici, i padrini e parenti de' giovani cresimati, varii membri del Lod. Municipio, i Salesiani, alcuni altri benefattori che furono tanto gentili d'onorarci di loro presenza, e tutti gli alunni interni ed esterni. L' on. Sig. Avv. Primavesi disse belle parole d'occasione. Era presente anche il Dottore Casella, quegli che ebbe tanta parte nell' avviare e condurre a termine le pratiche per l'introduzione dei Salesiani nel Canton Ticino: quegli che per tutto il quadriennio che passammo fra mille contrasti a Mendrisio ci ha guidati quasi per mano, e nell'avvicendarsi degli ultimi avvenimenti ci ha sostenuti moralmente perchè non avessimo a cadere, ed affinchè, non giudicando opportuno fermarci a Mendrisio, potessimo avere altrove una casa conveniente : e pel suo adoperarsi una ne avemmo qui a Balerna, ed un'altra a Gravesano.

Mi pare qui il luogo di dire come il popolo Ticinese stimi l'opera nostra. Fin dal primo anno si ebbero a Mendrisio quaranta convittori , e circa sessanta esterni, ma in un fabbricato poco adatto; al quarto anno in locali ampliati e decenti venivano istruiti ed educati una settantina di convittori e più di cento esterni. Si era avviato pure l'Oratorio festivo che era una benedizione per tutti i giovani di quel borgo. Ora a Balerna abbiamo quasi settanta convittori, e quindici semi-convittori : se però il fabbricato fosse più ampio, ne avremmo oltre ad un centinaio, tante furono le domande di accettazione.

Alla Scuola maggiore di Gravesano, quantunque sia stata avviata tardi, vanno oltre a quaranta giovanetti. Debbo dire che l'opera ivi è sostenuta dall'on. Sig. Cons. Avv. Domenico Tognetti, il quale dice di compiere i desiderii del valente artista Matteo Rusca di Arosio, espressigli lungo tempo prima, che morendo gli lasciasse parte della sua sostanza. Il sullodato Sig. Avvocato è lieto della simpatia incontrata dai Salesiani nella persona del Direttore, il caro Don Pietro Chiaveri, ed è persuaso che non avrebbe trovato un modo più acconcio di provvedere ai bisogni dei suoi convalligiani e all' adempimento della volontà del pio testatore. Anche il Parroco del sito, M. R. Sig. D. Gaspare Grassi, invitato ad un discorso di circostanza quando nella cappelletta si pose l' altare, espresse la sua soddisfazione per il buon numero di giovani che là accorrono ad istruirsi.

E tornando a noi di Balerna, appena fummo qui giunti avemmo ancora da Mendrisio belle dimostrazioni di affetto. Il M. Rev. Signor D. Angelo Manghera si adoperò a fornir la nuova cappella di paramenti ; il degnissimo Prevosto Don Gaetano Pollini ci mandò la pietra sacra e il tabernacolo dell' antico altare di famiglia. Mi è stato vietato di far il nome d'altre persone, che ci vogliono e ci fanno tuttora molto del bene ; ma non voglio tacere dell'egregio Sig. Cesare Croci, il quale a molte attenzioni di affettuosa stima, aggiunse, or son pochi giorni, il regalo di una grossa campana, proprio quale era richiesta dalla massiccia costruzione di questo edifizio. Debbo pure dar ampie lodi alla buona stampa, la quale e prima e dopo l'apertura del Collegio magnificò l' opera di Mons. Vescovo e le povere nostre fatiche. Rendo quindi, anche a nome dei colleghi Salesiani , pubbliche grazie a tutti coloro che in qualunque modo si adoperarono al felice esito dell' impresa nostra nel Canton Ticino.

Termino questi cenni coi sentimenti espressi da Mons. Vescovo, nel discorso di commiato che rivolse alla comunità prima di dare la benedizione col SS. Sacramento : « L'apertura del Collegio D. Bosco in Balerna, disse S. E., fu una ispirazione di Dio. » Ognuno dei presenti fece sue le parole del Pastor della Diocesi; e noi ce le sentimmo ripetere più e più volte. Il demonio ora non mancherà di sollevarci contro aspra guerra, ma noi speriamo nell' aiuto di Colui che fu ispiratore di sì bell'opera.

Ogni volta che le scrivo, Rev.m° Padre, sono incaricato di porgerle rispettosissimi complimenti da parte di S. E. Mons. Vescovo, dell'on. signore Dottor Casella, del Rev.mo signor Prevosto di Mendrisio, del signor Avv. Tognetti, e di tutti i Cooperatori Salesiani : questo io faccio col più vivo piacere, e me ne tengo onorato. Prego voglia pure gradire gli affettuosi ossequii dei Superiori di questo collegio e di tutti gli alunni.

Sono di V. S. Rev.ma

Devotissimo figlio in G. C.

Sac. COSTANTINO CARLINI

Direttore.

INGHILTERRA

LA SOLENNITÀ DI S. FRANCESCO DI SALES.

Quest' anno i nostri confratelli di Londra , avendo a loro disposizione la nuova chiesa del S. Cuore di Gesù, poterono celebrare con insolita pompa la festa di S. Francesco di Sales. Ci è doppiamente caro darne un cenno , giacchè trattasi della festa del glorioso nostro Patrono e poi perchè le solennità della Missione Salesiana di Battersea ora pare esercitino come una specie di apostolato appresso dei protestanti che assiduamente e con piacere frequentano le sacre funzioni che si celebrano nella bella chiesa del S. Cuore.

Detta solennità fu preceduta da una novena, che incominciò il venerdì 26 gennaio, consistente nella recita del S. Rosario seguito dalla Benedizione del SS. Sacramento. La domenica fra la novena, 28 Gennaio, il Rev. Teol. Whereat, Parroco della vicina Missione di Nostra Signora del Carmine, tenne alla Messa solenne il discorso annuale in favore delle scuole della Parrocchia Salesiana. Come dappertutto, in Inghilterra la questione dell'insegnamento ha un interesse capitale ; il gran numero delle scuole governative protestanti , la comodità dei locali e la moltiplicità dei mezzi di cui dispongono queste scuole formano la continua preoccupazione dei Sacerdoti, che vedono troppo spesso genitori cattolici poco istruiti mandare colà i loro figli, dove imparano di tutto, fuorchè la propria religione. Per tener fronte a queste scuole fa d'uopo sottostare a spese enormi. E però l'eloquente oratore colla sua parola chiara, facile ed elegante, fe' toccare con mano la necessità di fondare e sostenere scuole cattoliche; e le sue parole non furono senza alcun frutto.

Nel mattino della festa, 4 febbraio, consolante fu lo spettacolo di quei fedeli nell'accostarsi ai SS. Sacramenti. Alle 11 arrivava alla chiesa del S. Cuore S. E. R.ma Mons. Butt, Ordinario di Southwark, il quale si degnava d'assistere pontificalmente alla Messa solenne di S. Francesco di Sales e fermarsi poscia per amministrare nel pomeriggio il Sacramento della Cresima ad un centinaio circa di ragazzi e ad un bel numero di adulti. La cantoria eseguì una Messa del M. Murphy, e per la prima volta con accompagnamento d'orchestra. La vasta chiesa era gremita di popolo, fra cui notavansi molti protestanti attirati dallo splendore e dalla maestà del culto cattolico.

Monsignor Butt, sempre buono verso i figli di D. Bosco, che vide da umili principii progredire fino ad aver una vasta e bella Chiesa così ben uffiziata e tanto frequentata, volle manifestare la grande soddisfazione che provava il suo cuore « Si vede, andava dicendo a quei nostri confratelli, si vede che il buon Dio è con voi; ringraziamolo di tutto cuore.

Alle 3 1/2 del pomeriggio, ebbe luogo la funzione della Cresima, alla presenza d'una moltitudine devota, dove i protestanti erano pur numerosi. Sua Eccellenza diresse ai confirmandi un bel fervorino sulla grandezza ed efficacia del Sacramento che stava per amministrare. La sua parola piena d' unzione apostolica discese in quei cuori raggianti di gioia e li commosse fino alle lagrime. Commovente riuscì pure l'intiera cerimonia.

Alle 7 della sera la chiesa del S. Cuore di nuovo si riempiva di fedeli per assistere ai Vespri, che si cantarono in musica. Uno dei nostri confratelli, D. Bonavia, disse le lodi del nostro santo Patrono, il dolce Vescovo di Ginevra. L'illuminazione elettrica della chiesa e quella artistica dell' altare davano un aspetto più solenne alla processione che seguì ai Vespri. Una sessantina di figlie biancovestite, portanti lo stendardo del S. Cuore e spargenti fiori sul passaggio di Gesù Sacramentato, vagii fanciulli formanti il piccolo clero, i sacri ministri attornianti il Divin Redentore portato sotto il baldacchino, i cantici e le armonie dell'harmoniuni, qual festa per i nostri fratelli separati, abituati alle fredde cerimonie del lor culto senz'anima!

All'indomani, la festa di S. Francesco fu chiusa coi suffragi prescritti per i nostri Benefattori defunti.

Possa il S. Cuore di Gesù fare della Missione Salesiana di Londra un focolare di luce, di buona volontà ed infine di vita cattolica per le anime bisognose del quartiere di Battersea.

UN PICCOLO QUESTUANTE.

È questi un vispo ragazzetto cattolico in sugli otto anni, il quale sentendo che si doveva edificare una vasta chiesa nel suo borgo di Battersea e che a tal uopo si richiedevano grandi somme, venne nel generoso pensiero di voler concorrere anch' egli alla gran fabbrica in modo rilevante.

Ma come ciò sarà possibile al piccolo uomo? Anzitutto metterà in serbo la monetina che papà e mamma gli regaleranno pei dolci, e così moltiplicata tante volte la porterà al Parroco della Missione. E poi... poi andrà patrocinandone la causa appresso tutte le famiglie del quartiere ed anche fuori, si farà zelante collettore di somme, che con gioia riporrà nel tesoro della edificazione del tempio cattolico. Caro bambino ! Eccolo all'opera. Nei tempi liberi dalla scuola e dalle domestiche occupazioni, con licenza dei genitori egli gira di porta in porta, passa di bottega in bottega, di bazar in bazar, e nel suo infantile linguaggio espone il progetto della erigenda chiesa, ne mostra la necessità e la gioia che provano i cattolici di Battersea e da tutti impetra l'obolo della cooperazione. L'ingenuità, la franchezza e la magnanimità di questo fanciullo commuovono i cuori : non v'è cattolico che gli neghi una piccola moneta. S'imbatte pure in chi gli dice : - Ma , bambino mio , ti sei sbagliato ; io non sono romano...

- Non importa, egli soggiunge, si tratta di innalzare una bella chiesa nel nostro borgo, nella nostra città.

- Ne alzeremo una anche noi e molto bella.

- Va tutto bene; ma ora incominciate ad aiutare ad erigere questa che è già intrapresa. - E tanto continua a dire e con sì bel garbo, che anche i fratelli dissidenti debbono cedere e accontentarlo.

Per tal modo il piccolo questuante potè concorrere molto, come si prometteva, all'erezione della chiesa del S. Cuore di Gesù in Battersea. Nelle feste della consacrazione, da noi descritte nel dicembre scorso, si tenne assai onorato di poter fare da candatario a S. E. R.ma Mons. Cagliero e di ricevere una lode da Don Rua che ravvisò in lui un vero ometto. Ora è un assiduo chierichetto di quella chiesa.

Un altro fatterello varrà a farci viemeglio conoscere le belle doti di cuore di questo vispo fanciullo. Un giorno si presenta al Parroco della Missione e vuol far celebrare un dato numero di Messe da requiem.

- Per chi vuoi tu farle celebrare? gli domanda il Parroco che già lo conosceva personalmente.

- Per l'anima del sig. Dottor N... testè morto.

- Ma che relazione hai tu col sig. Dottor N... e dove hai presi questi denari?

Mi scusi, giacchè vuole, le conterò tutto. Il sig. Dottor N... era un bravo uomo cattolico e mio amico. Egli faceva tanto del bene a tutti noi di Battersea, e mi dava ogni mese un schilling per la nostra chiesa. Ora, come lei sa, il Signore ce l'ha rapito ; egli è morto e non ha più nè parenti, nè amici. Temendo che nessuno pensasse a suffragare l'anima sua e così avesse forse a star molto tempo in Purgatorio, ho pensato che toccava a me di suffragare l'anima sua. Mi sono quindi deciso di andare di porta in porta ed ho potuto raggranellare questa piccola somma ; favorirà quindi celebrare tante Messe per lui.

- O caro bambino , bravo ! esclamò allora il Parroco ; che il Signore ti benedica e ti conservi sempre in cuore sì generosi sentimenti.

Questi sono gli angioletti della Terra dei Santi!

NOTIZIE DEI MISSIONARI DI D. BOSCO

BRASILE I nostri poveri Italiani emigrati.

Togliamo dall'Eco d'Italia la seguente lettera che Mons. Lasagna dal Brasile inviava all'egregio Prof. Luigi Olivi, docente all'Università di Modena:

CHIARISSIMO PROFESSORE ED AMICO, Guaratinguetà, 23 Novembre 1893.

Ho finito le mie escursioni nel Brasile e fra poco ritornerò a Montevideo. Ho visitato varie Colonie Italiane dello Stato di S. Paolo e mi spinsi sino a Botucatù, dove appunto trovai più di ottomila trevigiani, che si conservano ancora assai buoni , e colla loro laboriosità ed onestà sanno farsi ben volere e mettere in serbo qualche risparmio.

Trovai molti del Mantovano ad Araras e moltissimi lombardi e veneti a Campinas. In questa città si svolge ogni anno, in forma epidemica, la febbre gialla, che miete molte vittime specialmente fra i nostri connazionali. Questi sono più di ventimila e la maggior parte impiegati nelle fattorie (fazendas) di caffè. La loro condizione economica è piuttosto prospera, ma si risentono troppo dell' abbandono morale, in cui si trovano. Di più vi sono sempre i mestatori, quelli che vogliono farla da capi-popolo e ne svegliano gl'istinti meno nobili. Cosicchè questi poveri popolani vengono già iniziati ad idee socialistiche, perniciose.

Per assistere i nostri cari emigrati in questi punti importanti, ho trattato per la fondazione di Case Salesiane, e la posso assicurare che le basi sono già gittate, e fra poco spero che il Sig. D. Rua mi permetterà di mandare dei Sacerdoti in mezzo a quei cari nostri compatrioti abbandonati ed insidiati.

Quest' anno ho pur voluto visitare le colonie dello Stato di Minas Geraes e mi recai prima a Saenz de Fora, poscia a Barbacena. Quivi sono coloni veneti della provincia di Udine. Stanno bene assai e sono stimatissimi. Lo Stato di Minas Geraes è uno dei più popolati e dei più religiosi del Brasile. Ivi i nostri connazionali trovano maggior facilità di avvicinarsi a qualche buon Sacerdote e sebbene la fertilità del suolo non sia così favolosa come quella di certe parti dello Stato di S. Paolo, pure i nostri italiani trovano modo di passarsela bene.

Sono stato pure ad Ouro-Preto, che ne è la capitale, e di là montato sui muli mi arrampicai su quelle giogaie, viaggiando giornate intere fra dirupi, per giungere a visitare le celebri miniere d'oro e di diamanti. Anche colà vi trovai i nostri poveri emigrati, generalmente tirolesi e napolitani. Poverini m' hanno accolto collo sparo di fucili e di mortaretti : e non poteva più staccarmeli d'attorno. In ogni parte ho avuto accoglienze tenerissime, ma colà mi commossero assai più. Quella gente vive quasi sempre riposta nelle viscere della terra, fra le esalazioni dei gas, nell'umidità, anzi nell'acqua. Escono da quelle gallerie divenuti gialli e quasi asfissiati. Le donne ed i bambini prestano servizio attorno alle pietre scavate, alle macchine stritolatrici di sassi, ai lavamenti delle arene, ecc. ecc. Povera gente ; guadagna un buon soldo, ma a che costo! ! La Compagnia inglese però vi mantiene un medico, un ospedale ed un cappellano per la domenica.

Ascolti ora un fatto doloroso. Due mesi fa un italiano, appena giunto alla miniera, volle subito mettersi al lavoro ed entrò nelle gallerie ; ma dopo due ore fu estratto cadavere deforme, poiche un grosso masso ruinato lo aveva schiacciato. Non vi fu verso di saperne i connotati. Io ho cercato , ho interrogato tutti, ma non fu possibile sapere nulla a tale riguardo. Ho visto là appeso un sacco con pochi cenci che gli appartenevano, ma non contenevano nè carte, nè documenti, da cui si potesse sapere di che paese fosse. Poverino ! Chissà che non abbia una madre, una sposa, de' figli che l'aspettano con ansietà; e lui è morto e nessuno può avvisarne la famiglia!

Il Presidente di quello Stato è uomo di gran cuore e d'ottimi sentimenti. Mi ha colmato di onori e di gentilezze, ed io ho promesso di far pratiche presso i Superiori onde fondare una Colonia agricola per fanciulli poveri e derelitti nelle vicinanze di Ouro-Preto, in un luogo chiamato Cachoeira do Campo. Il clima è affatto mite e temperato. Mi pareva di essere in Liguria, poichè colà si è a mille trecento metri sul livello del mare. Quel Presidente ha messo a nostra disposizione mille ettari di terra fertile assai, e m'ha promesso di destinarne quanta volessi pei nostri emigrati italiani, perchè la si divida in lotti e la si distribuisca. Vedrò col tempo quello che si potrà fare.

Come vede, carissimo Professore, cerco di guadagnare tempo; viaggio, corro continuamente per portare conforti ed aiuti ai nostri cari Italiani, e per l'anno venturo spero di estendere ancora più le mie visite, senza rinunziare di penetrare in mezzo ai selvaggi, dove mi recherò in maggio.

Gradisca i più sentiti auguri per le feste natalizie e mi raccomandi alle preghiere degli amici e cooperatori salesiani, mentre mi professo

Suo aff. amico

+ LUIGI LASAGNA, Vescovo (1).

(1) Il giornale genovese illustrato, da cui abbiam tolto questa corrispondenza, fu varie volte lodato dal S. Padre per la rettitudine de' suoi principii e per il valore col quale difende la causa della vera libertà Si pubblica in Genova, via Goito, al modico prezzo di L. 16 all'anno e L. 8,50 al Semestre. Per ogni riguardo si merita l'appoggio di tutti i Cattolici.

UN BREVE DEL SANTO PADRE LEONE XIII A FAVORE DELL'ASSOCIAZIONE DEI DIVOTI DI MARIA SS. AUSILIATRICE

LA SANTITÀ di Nostro Signore Leone Papa XIII, nell'intento di vie maggiormente promovere e diffondere a vantaggio spirituale dei fedeli la divozione alla Beatissima Vergine Maria invocata sotto al glorioso titolo di Aiuto dei Cristiani, con tratto di speciale benevolenza degnossi concedere al Rettor Maggiore della Pia Società Salesiana la facoltà di erigere in tutte le nostre Chiese e pubblici Oratorii, ovunque esistano, l'Associazione dei Divoti di Maria Ausiliatrice e di aggregarla all'Arciconfraternita dello stesso nome e scopo canonicamente eretta in Torino nel Santuario a Lei dedicato.

Noi pertanto profondamente grati al Sommo Gerarca della Chiesa per quest'insigne favore, riportiamo qui il testo originale colla rispettiva traduzione del prezioso documento, in attesa di poter eziandio in un tempo non lontano appagare le molte richieste che ci pervengono e dall'Italia e dall'estero, specialmente da varii nostri zelanti Cooperatori, d'erigere cioè nei loro paesi, anche fuori delle nostre Chiese e pubbliche Cappelle, detta Associazione.

LEO PP. XIII

Ad perpetuam rei memoriam.

Cum multa ac varia pietatis, caritatis et studiorum instituta ad curandam proximorum salutem Joannes Bosco Sacerdos felicis, recordationis in pluribus locis fundaverit, tum etiam ad pia Sodalitia animum convertit, eaque ut exorirentur, ac tam Sociorum numero, quam virtute fiorerent, valde fuit auctor. Probe noverat pientissimus vir, et animarum salutis studiosissimus, plerosque homines, qui se in religiosae vitae disciplinam tradere sunt alieni, facile posse piarum Sodalitatem legibus ottemperare, et sic in virtute permanere. Quos vero ipse e vivis demigrans alumnos disciplinae suae, quasi renascentem propaginem in vinca Domini reliquit, ii vestigia pone sequuti Praeceptoris sui, et pias Sodalitates fovent, et eas propagandas diligenter curant.

Etenim dilectus Filius Sacerdos Michael Rua, Moderator Summus Salesianorum, universae christianae reipublicae benevertere opinatus est Piam Sodalitatem Mariae Opiferae, in Ecclesia eiusdem tituli Augustae Taurinorum ad Archiconfraternitatis gradum jam plures annos ante evectam, ad omnes Ecclesias Congregationis Salesianae posse proferri, seu alias Confraternitates in Eeclesiis Congregationis supradictae erigi posse, et ad memoratam Archiconfraternitatem aggregari. Nos qui nihil optare magis, acque in oculis habere solemus, quam animarum salutain aeternam, ad hanc opinionem facile accedimus, quia salutiferam proximis iudicamus. Quapropter moti precibus a supradicto Rettore Maximo ad Nos admotis, et omnes et singulos, quibus Nostrae hae Litterae favent, ab quibusvis excommunicationis et interdirti, aliisque ecclesiasticis censuris, sententiis et poenis, quovis modo, vel quavis de causa latis, si quas forte incurrerint, hujus tantum rei gratia absolveutes, et absolutos foro censentes, Apostolica Auctoritate Nostra, tenore praesentium , Sacerdoti dilecto Filio Michaeli Rua, hodierno Congregationis Salesianae Rectori Maximo, suisque in boe honoris atque auctoritatis gradu Successoribus, ut ipsi alias Sodalitates ejusdem nominis atque instituti ubique locorum domus et Ecclesiae Congregationis existant, erigere, servatis tamen forma Constitutionis Clementis PP. VIII Decessoris Nostri et Apostolicis ordinationibus desuper editis, erectasque ad Archiconfraternitatem supradìctam aggregare, et Sodalibus, dummodo per se vel per procuratorem suum aggregazioni praesentes sint, omnes et singulas Indulgentias, peccatorum remissiones et poenitentiarum relaxationes, eidem Archiconfraternitati a Sede Apostolica concessas, et aliis communicabiles impartire, et communicare licito possint, et valeant, perpetuum in modum concedimus et largimur. Pari autem Auctoritate Nostra Ecclesias singulas dictae Congregationis Apostolico privilegio decorare volentes, ut quandocumque Sacerdos aliquis cujusvis Ordinis, Congregationis et Instituti vel saecularis vel regularis, Missam ad altare ubi eretta est Confraternitas pro anima cujuscumque e Sodalibus Christifidelis, quae, Deo in charitate coniuncta , ab hac luce migraverit, celebrabit, ut anima ipsa de thesauro Ecclesiae Indulgentiam consequatur, ita ut ejusdem Domini Nostri Jesu Christi et Beatissimae Virginis Mariae Immaculatae Sanctorumque omnium meritis sibi suffragantibus, a Purgatorii poenis, si ita Deo placuerit, liberetur, perpetuo concedimus, et indulgemus. - Decernentes praesentes Litteras firmas, validas et efficaces, semper existere, et foro, suosque plenarios et integros effectus sortiri et obtinere, ac illis, ad quos spectat et pro tempore quomodolibet spectabit, in omnibus et per omnia plenissime suffragari, et irritum esse et inane, si secus super his a quoquam, quavis auctoritate, scienter vel ignoranter contigerit attentari. Non obstantibus Constitutionibus et ordinationibus Apostolicis, et, quatenus opus sit, praedictae Archiconfraternitatis etiam juramento, confirmatione Apostolica, vel quavis firmitate alia roboratis statutis, consuetudinibus, ceterisque contrariis quibuscumque.

Datum Romae apud Sanctum Petrum sub Annulo Piscatoris die xix Januarii mdcccxciv, Pontificatus

Nostri Anno Decimosexto.

(Loco sigilli.)

ALOYSIUS Card. SERAFINI

LEONE PAPA XIII

A perpetua ricordanza della cosa.

IL Sacerdote Giovanni Bosco, di felice memoria , dopo aver fondato in più luoghi molti e varii Istituti di pietà, di carità e di studii per procurare la salvezza dei popoli, rivolse pur l'animo a pie Associazioni, e grandemente s'adoperò perchè sorgessero e fiorissero tanto pel numero de' Soci, quanto per virtù. Quell'uomo religiosissimo, e zelantissimo della salute delle anime, conosceva benissimo che la maggior parte degli uomini, i quali non si sentono di abbracciare la disciplina della vita religiosa, possono facilmente osservare io regole di pie Associazioni e così perseverare nella virtù. I figli poi della sua istituzione, che egli alla sua morte lasciava quasi rinascente propagane nella vigna del Signore, seguendo fedelmente gli esempi del loro Padre, queste pie Associazioni promuovono e con diligenza si studiano di propagarle.

Difatti il diletto nostro Figlio Sacerdote Michele Rua, Rettor Maggiore dei Salesiani, giudicò che tornerebbe a bene della religione se si potesse estendere la Pia Associazione di Maria Ausiliatrice, già da molti anni elevata all'onore d'Arciconfraternita nel Santuario del medesimo titolo in Torino, a tutte le Chiese della Congregazione Salesiana , ossia erigere altre Confraternite nelle Chiese della sopradetta Congregazione ed aggregarle alla memorata Arciconfraternita. Noi che niente di meglio desideriamo ed abbiamo di mira, che l'eterna salute delle anime, volentieri assecondiamo questo desiderio, perchè lo giudichiamo vantaggioso ai prossimi. Per la qual cosa mossi dalle preghiere a Noi presentate dal sopradetto Rettor Maggiore, assolvendo e considerando come assolti tutti e singoli coloro, in favore de quali son concesse queste Nostre Lettere, per rispetto unicamente a questo, da qualunque scomunica od interdetto, e da altre ecclesiastiche censure e pene, in qualsivoglia maniera e per qualsiasi causa inflitte, se mai in qualcuna d'esse fossero incorsi, di Nostra Apostolica Autorità, a tenore delle presenti, concediamo ed elargiamo in modo perpetuo al diletto Figlio Sacerdote Michele Rita , attuale Rettor Maggiore della Congregazione Salesiana, ed a' suoi Successori in quest'onore ed autorità, che essi possano validamente e lecitamente erigere altre Associazioni del medesimo nome ed istituto in ogni luogo ove esistano Case e Chiese della Congregazione, osservando però la forma della Costituzione di Clemente Papa VIII Nostro Predecessore e le Apostoliche ordinazioni a questo proposito già pubblicate, e le erette Associazioni aggregare alla sopradetta Arciconfraternita, ed impartire e comunicare agli Associati, purchè per sè o per proprio procuratore siano presenti alt' aggregazione, tutte e singole le Indulgenze, remissioni di peccati e condonazioni di penitenze concesse alla medesima Arciconfraternita dall'Apostolica Sede, e che siano ad altri comunicabili. Polendo poi di pari Nostra Autorità onorare del privilegio Apostolico le singole Chiese della detta Congregazione, concediamo ed accondiscendiamo in perpetuo, che in qualunque tempo un Sacerdote di qualsivoglia Ordine, Congregazione ed Istituto sia secolare sia regolare, celebrerà la Messa all'Altare, dove è eretta la Confraternita, per l'anima di qualunque Fedele Associato, la quale sia passata di questa vita in grazia di Dio, quell' anima istessa acquisti del tesoro della Chiesa tale Indulgenza, che, aiutata dai meriti del medesimo Nostro Signor Gesù Cristo e della Beatissima Vergine Maria Immacolata e di tutti i Santi, se così piacerà a Dio, venga liberata dalle pene del Purgatorio. - Decretiamo che le presenti Lettere conservino ora e sempre la loro forza, validità ed efficacia, che abbiano ed ottengano i loro pieni ed interi effetti, e tornino in tutto e per tutto a pienissimo vantaggio di coloro, che esse riguardano e riguarderanno per tutto il tempo avvenire, e che sia irrito e senza valore ogni attentato in pregiudizio della presente Concessione, se mai avvenisse scientemente o per ignoranza, per opera di chiunque in qualsiasi autorità costituito, non ostante le Costituzioni e le ordinazioni Apostoliche, e, in quanto fosse necessario, gli statuti, le consuetudini della predetta Arciconfraternita, e tutte le altre cose in contrario, anche da giuramento, da conferma apostolica, o da qualsiasi altro titolo corroborate.

Dato a Roma presso S. Pietro sotto l'Anello del Pescatore nel giorno 19 Gennaio 1894, del Nostro Pontificato anno Decimosesto.

(Luogo del Sigillo.). LuIGI Card. SERAFINI.

NORME per erigere ed aggregare la Pia Associazione dei Divoti di Maria SS. Ausiliatrice all' Arciconfraternita del medesimo titolo e scopo canonicamente eretta nel Santuario a Lei dedicato in Torino.

I Direttori delle Case o Chiese Salesiane che desiderassero di far erigere ed aggregare canonicamente l'Associazione dei Divoti di Maria SS. Ausiliatrice all'Arciconfraternita omonima, secondo la Costituzione di Clemente PP. VIII e le altre Apostoliche ordinazioni accennate nel suddetto Breve debbono osservare le seguenti norme

1. Che la rispettiva Chiesa od Oratorio, dove intendono erigere ed aggregare l'Associazione, siano pubblici. I Direttori dei nostri Collegi ed Ospizi che non hanno Chiesa pubblica, possono stabilire nell'interno delle loro Case la pia Associazione per tutti i loro dipendenti, e comunicare agli stessi i favori della medesima, purchè ne mandino a registrare i nomi alla Confraternita più vicina canonicamente eretta , oppure al Santuario di Maria Ausiliatrice in Torino. ( V. Libretto dell'Associazione dei Divoti di Maria Ausil; pag 46 - 47, ovvero Cenni sulla pia Associazione ecc. pag. 16 - 17).

2. Che non si possono erigere ed aggregare nel medesimo luogo più Confraternite od Associazioni dello stesso nome e scopo « eiusdem nominis et instituti, » se non si trovano l'una dall'altra alla distanza almeno di tre miglia italiani, equivalenti a quattro chilometri e mezzo, ossia ad una buona lega. (S. Congr. delle Indulgenze 22 agosto 1842).

3. Che presentino formale domanda all'Ordinario Diocesano , in cui designino la Chiesa e l'Altare dove si vuole erigere l'Associazione, con una copia del Regolamento della medesima , onde ottenerne l' approvazione, il consenso in iscritto e la commendatizia per l'erezione ed aggregazione.

4. Ciò fatto, spediranno l' ottenuto consenso e commendatizia del Vescovo al Rettor Maggiore della Pia Società Salesiana, il quale si farà premura di far loro pervenire il relativo diploma d'erezione e d'aggregazione in un coll'elenco dei privilegi e delle indulgenze concesse all' Arciconfraternita. Il quale elenco però prima di essere pubblicato dovrà farsi vedere all' Ordinario del luogo, in cui è stabilita l'Associazione.

Avvertenze.

1. Si raccomanda vivamente ai Direttori delle singole Associazioni canonicamente erette di far pervenire ogni anno all'Arciconfraternita di Torino una nota completa dei loro novelli Aggregati, a fine di poter meglio constatare lo sviluppo ed i progressi della medesima.

2. Nei luoghi in cui, per deficienza di Chiese od Oratorii pubblici salesiani, non si potesse erigere canonicamente detta Associazione , i Direttori delle nostre Case od altri Sacerdoti delegati dal Rettor Maggiore hanno la facoltà d'ascrivervi tutti quel pii fedeli che ne fanno richiesta, purchè mandino a registrare i cognomi, nomi e luogo di dimora degli Ascritti all' Associazione più vicina canonicamente eretta, o nel libro generale dell'Arciconfraternita in Torino. Questa condizione è indispensabile per essere a parte dei favori spirituali concessi agli Associati.

3. Parimenti nei siti ove non esiste alcuna Casa salesiana, i Fedeli che desiderassero partecipare dei favori spirituali concessi agli Associati, come consta dal suesposto Breve, possono aggregarsi all'Associazione eziandio per mezzo di persona a ciò incaricata. Raccomandiamo pertanto ai nostri benemeriti Cooperatori di voler colla loro mediazione far inscrivere i nomi, cognomi e luogo di dimora dei postulanti nella Confraternita più vicina, oppure nell' Arciconfraternita di Torino.

4. In quanto alla presenza degli ascrivendi giova notare che essa non richiedesi sia personale, ma è sufficiente la loro presenza morale, essendochè l'Arciconfraternita di Maria Ausiliatrice non ha alcuna formola speciale, per cui ricerchisi la presenza fisica. Ciò non ostante la S. Congregazione delle Indulgenze ad evitare ogni inconveniente ed abuso raccomanda caldamente che le accettazioni, per quanto é possibile, si facciano tra i personalmente presenti.

5. Ricordiamo di passaggio che i Parroci ed ogni altro che abbia cura di anime, i Direttori di Collegi o delle Case di educazione o di Istituti di beneficenza, a tenore del Regolamento dell'Associazione qui sotto esposto, possono eziandio aggregare qualunque loro dipendente, purchè mandino i nomi degli Aggregati al Rettore del Santuario di Maria SS. Ausiliatrice, che è pure il Direttore della pia Arcíconfraternita.

6. In fine per avere libretti d'ascrizione alla Compagnia, Registri, immagini, quadri, statue, oleografie, medaglie e abitini di Maria Ausiliatrice ad uso dei Confratelli, o della pia Associazione, ciascuno può rivolgersi alla Libreria Salesiana o alla Direzione del Magazzino somministranze salesiane in Torino.

REGOLAMENTO DELL'ASSOCIAZIONE dei Divoti di Maria SS. Ausiliatrice (*)

I. Doveri degli Associati.

1. Nel Santuario dedicato in Torino a Maria Ausiliatrice, con autorizzazione di S. E. Rev.ma l'Arcivescovo di Torino, è canonicamente instituita una pia Associazione de' suoi Divoti, che si propongono di promuovere le glorie della divina Madre del Salvatore, per meritarsi la protezione di Lei in vita e particolarmente in punto di morte.

2. Due mezzi speciali si propongono : Dilatare la divozione alla Beata Vergine e la venerazione a Gesù Sacramentato.

3. A tale uopo si adopereranno colle parole, col consiglio, colle opere e coll' autorità di promuovere il decoro e la divozione nelle Novene, Feste e Solennità che nel corso dell' anno si compiono ad onore della B. V. Maria e del SS. Sacramento.

4. La diffusione di buoni libri, immagini, medaglie, pagelle, intervenire e raccomandare l' intervento alle processioni in onore di Maria SS. e del SS. Sacramento, la frequente Comunione, l'assistenza alla santa Messa, l'accompagnamento del SS. Viatico agli infermi, sono le cose che gli Aggregati si propongono di promuovere con tutti i mezzi compatibili al loro stato.

5. Gli Associati si daranno massima cura per sé e presso alle persone da loro dipendenti d'impedire la bestemmia e qualunque discorso contrario alla religione od ai buoni costumi, e per quanto sta in loro di togliere qualunque ostacolo che possa impedire la santificazione dei giorni festivi.

6. Ogni Associato secondo i consigli dei Catechismi e dei Maestri di spirito è caldamente esortato di accostarsi alla santa Confessione e Comunione ogni quindici giorni od una volta al mese, e di ascoltare ogni giorno la santa Messa, purchè le obbligazioni del proprio stato glielo permettano.

7. In onore di Gesù Sacramentato gli Associati ogni giorno, dopo le ordinarie preghiere del mattino e della sera, reciteranno le giaculatorie : Sia lodato e ringraziato ogni momento il SS. e Divinissimo Sacramento; ed in onore della B. V.: Maria, Auxilium Christianorum , ora pro nobis. Poi Sacerdoti basta che nella S. Messa mettano l'intenzione di pregare per tutti gli Aggregati a questa pia Associazione. Queste preghiere serviranno come di vincolo ad unire tutti gli Associati in un cuor solo ed in un'anima sola per rendere il dovuto onore a Gesù nascosto nella Santa Eucaristia ed all'augusta sua Genitrice, ed a partecipare di tutte le opere di pietà che si compieranno da ogni Associato.

(*) Quest' Associazione con Breve del 5 aprile 1870 venne eretta da S. S. Pio IX in Arciconfraternita con tutti e singoli gli onori, preminenze, prerogative, diritti e privilegi soliti e consueti, nel Santuario dello stesso titolo in Torino.

II.

Vantaggi spirituali degli Associati.

1. Tutti gli Aggregati per darsi vicendevole aiuto a camminare per la strada della salvezza intendono di fare comunione di tutte le opere buone che fa ciascuno in privato od in pubblico, nella chiesa di Maria Ausiliatrice, oppure altrove.

2. Parteciperanno eziandio delle pratiche di pietà che si compiono all'Altar Maggiore di questa Chiesa : Altare privilegiato perpetuo secondo il Breve di S. S. Pio IX in data 26 Febbraio 1875.

(In questo Breve è concesso un Altare privilegiato in ciascuna Chiesa della Società Salesiana, per tutti i Sacerdoti secolari o regolari ivi celebranti pei Defunti. Ultimamente poi S. S. Leone PP. XIII col Breve sopra riportato arricchì eziandio del privilegio quotidiano perpetuo l' Altare in cui verrà canonicamente eretta quest'Associazione, per tutti i Sacerdoti siano secolari, siano regolari ivi celebranti a pro di qualsivoglia defunto Associato).

A questo Altare nella Chiesa di M. A. fra le altre cose ogni mattino circa le ore sei nei giorni feriali, e circa alle sette nei dì festivi si celebrerà una Messa, colla recita della terza parte del SS. Rosario, con particolari preghiere e colla Comunione di tutti quelli che vi possono intervenire. Il glorioso Pontefice Pio IX con breve 16 Marzo 1869 benignamente concesse 100 giorni d'Indulgenza a tutti e per ogni volta che si prende parte a questo Esercizio di pietà.

(Quest'indulgenza con Breve del medesimo Pontefice in data 26 Febbraio 1875 venne concessa di tre anni ed estesa a tutti i Fedeli Cristiani ed a tutte le Chiese Salesiane, coll'aggiunta dell'Indulgenza di 300 giorni ogni volta che vi si ascolta divotamente la Predica od il Catechismo, esposto da qualche Sacerdote Salesiano, purchè prima e dopo fatto il segno della S. Croce, si reciti con cuore almeno contrito un'Ave Maria).

Ogni sera avrà luogo canto di laudi sacre, lettura spirituale, preghiere, benedizione col SS. Sacramento, cui terrà dietro la recita del S. Rosario come al mattino.

3. Ogni Aggregato può lucrare l'Indulgenza plenaria dai primi Vespri al tramontar del sole nelle Solennità del SS. Natale, - della Circoncisione, - dell'Epifania - e dell'Ascensione di N. S. G. C.; nella Domenica di Pentecoste - e nel giorno del Corpus _Domini. - Nelle feste dell'Immacolata Concezione della B. V., 8 dicembre, - della sua Natività, 8 settembre, - Presentazione al Tempio, 21 novembre, - Annunciazione, 25 marzo, - Visitazione , 2 luglio, - Purificazione, 2 febbraio, - della sua Assunzione al Cielo, 15 agosto ; - nella Solennità di Maria SS. Ausiliatrice, Titolare del Santuario, 24 maggio, - e una volta all'anno in un giorno a propria scelta, purchè nei detti giorni visiti la Chiesa o l'Oratorio o l'Altare dell'Associazione, pregandovi perla concordia fra i Principi Cristiani, per l' estirpazione delle eresie e per l'esaltazione di Santa Madre Chiesa. (Pio IX, coll' accennato Breve 16 Marzo 1869, e col Breve del 29 Gennaio 1875).

(Tale Indulgenza Plenaria si può eziandio guadagnare da tutti i Fedeli Cristiani nelle Feste Titolari di ciascuna Chiesa della Società Salesiana, visitandone la rispettiva Chiesa o pubblico Oratorio, e nella Festa di s. Francesco di Sales, 29 gennaio, visitando qualunque Chiesa appartenente alla medesima, se veramente pentiti, confessati e comunicati ivi pregheranno come sopra. (Pio IX, con Breve del 9 Maggio 1876). Inoltre la suddetta Indulgenza plenaria concessa agli Aggregati nelle sette Feste principali della B. V, Maria, cioè della sua Immacolata Concezione, - Natività, - Presentazione, - Annunciazione, - Visitazione, - Purificazione, - ed Assunzione al Cielo, si può anche lucrare da tutti i Fedeli Cristiani, purchè confessati e comunicati visitino nei detti giorni qualche Chiesa della Società Salesiana, ed ivi preghino come sopra. (Leone XIII, con Decreto del 28 Giugno 1884).

4. La stessa Indulgenza Plenaria nel giorno che si farà ascrivere nell'Associazione. (Pio IX con Breve 11 Marzo 1870).

5. Così pure Indulgenza Plenaria in Articolo di Morte, se, confessato e comunicato, potendo, invocherà divotamente il SS. Nome di Gesù colla bocca od almeno col cuore contrito. (Leone XIII, con Rescritto del 15 Settembre 1888).

6. Ogni Aggregato intervenendo alle pratiche di pietà che in questo Santuario compionsi nel corso dell'anno in occasione di Tridui o Novene solenni in onore di Maria, può una volta al giorno lucrare l'Indulgenza di sette anni e di altrettante quarantene. (Pio IX, col detto Breve 16 Marzo 1869). - È bene qui di notare che per l'acquisto dello suddette Indulgenze Plenarie è sempre prescritta la Sacramentale Confessione e Comunione, a meno che l'Aggregato non abbia la lodevole pratica di accostarsi ogni settimana alla Confessione. In questo caso si ricerca soltanto lo stato di grazia e la Comunione. (S. Congregazione delle Indulgenze, con Decreto 9 Dicembre 1763). Per le parziali basta fare le opere e preghiere ingiunte con cuore almeno contrito e divotamente.

7. Tutte le sopradette Indulgenze Plenarie e Parziali colla seguente di 300 giorni si possono eziandio applicare per modo di suffragio ai Fedeli defunti, eccetto quella concessa in articolo di morte. (Pio IX, cogli accennati Brevi).

8. Inoltre ogni Associato recitando con cuore contrito e divotamente la giaculatoria, « Maria, Auxilium Christianorum, ora pro nobis, » acquista 300 giorni d'Indulgenza ogni volta. Ma per lucrare quest' Indulgenza fa duopo che si frequentino eziandio le Case, Chiese od Oratorii festivi della Società Salesiana. (Leone XIII, con Breve del 22 Aprile 1879).

9. Indulgenza di cento giorni una volta al giorno, dicendo la sola invocazione : Auxilium Christianorum, ora pro nobis. (Leone XIII, col Rescritto del 15 settembre 1888).

10. Ogni anno nel primo giorno non impedito dopo la Festa di Maria Ausiliatrice si canta una Messa da Requiem con altri particolari suffragi per le Anime dei Confratelli defunti in generale e particolarmente per coloro che fossero stati da Dio chiamati alla vita eterna nel corso di quell'anno.

11. Qualora un Contratello od una Consorella cadessero ammalati, oppure a Dio piacesse di chiamarli a miglior vita, saranno in modo speciale raccomandati alle preghiere che ogni giorno si fanno all'Altare di Maria Ausiliatrice, purchè se ne dia avviso al Direttore della Chiesa.

III.

Accettazione.

1. Chiunque desidera far parte di questa pia Associazione farà scrivere il suo nome, cognome e luogo di dimora sopra apposito Registro, che si conserva nella sagrestia del Santuario di Maria Ausiliatrice. In quella occasione, se lo desidera, gli sarà data un' immagine, od un abitino, oppure una medaglia di Maria Ausiliatrice benedetta (*) col libretto dell'Associazione.

2. I Parroci ed ogni altro sacerdote che abbia cura d'anime, i Direttori di Collegi, o delle Case di educazione, o di Istituti di beneficenza possono aggregare qualunque loro dipendente: purchè mandino i nomi , cognomi e luogo di dimora degli Aggregati al Rettore della Chiesa, che è pure il Direttore della pia Associazione.

3. Non vi è alcuna annualità pecuniaria : ciascuno, se vuole, può fare ogni anno qualche oblazione per sostenere le spese che occorrono nella Novena e Festa di Maria Ausiliatrice e per tutte le altre sacre funzioni che si compiono nelle varie occorrenze dell'anno nella Chiesa dell'Associazione.

Visa suprascripta Statuta seu Capitula a Nobis firmata tamquam praedictae piae Societati ac Fidelium pietati consona approbamus, reservata Nobis Facultate eadem variandi, iuxta rerum ac temporum circumstantias.

Datum Taurini die 18 Aprilis 1869.

Firmatus + Alexander Archiepisc.

DICHIARAZIONE

Sebbene si raccomandi vivamente l'osservanza del suddetto Regolamento pei molti vantaggi spirituali che ogni Associato può procacciarsi, e specialmente per l' acquisto delle sante Indulgenze , tuttavia, a fine di togliere ogni ansietà di coscienza, si dichiara che l'osservanza del medesimo non obbliga sotto pena di colpa nè mortale, nè veniale, se non in quelle cose che fossero già in questo senso comandate o proibite dai precetti di Dio o della Santa Chiesa.

Visto nulla osta alla stampa. Torino, 27 Febbraio 1891.

MICHELE LOTTERI Prov. Gen..

(*) Si raccomanda a tutti di portare divotamente al collo questa medaglia in ossequio alla Madonna, ed anche per lucrare le molte Indulgenze che vi sono annesse. Le quali Indulgenze trovansi enumerate nell'Elenco, detto delle Indulgenze Apostoliche o Papali, approvato dalla S. Congregazione delle Indulgenze il 7 aprile 1891, e si può avere dalla Libreria Salesiana di Torino.

GRAZIE DI MARIA AUSILIATRICE

Maria Ausiliatrice consolazione degli afflitti. - Nel mese di luglio scorso una terribile polmonite secca , complicata con lesione alla pleura, minacciava di morte il mio suocero Antonio Deni, abitante in Militello. Il miglior medico di quel paese ne avea dichiarata impossibile la guarigione. Mio marito, preso da sollecitudine per l'affetto paterno, mandò ancora per un medico Professore alla nostra Università, il quale confermò lo stato serio dell'ammalato e la difficoltà di poterlo guarire. Allora io con fede mi rivolsi alla Madre Ausiliatrice de' Cristiani, e La pregai di tutto cuore a voler ottenere la guarigione a mio suocero, e così risparmiare un dolore che poteva essere fatale pel mio marito. Da quel giorno si vide incominciare il miracolo della Madonna Santissima Ausiliatrice ; la malattia fece una crisi e l'ammalato incominciò a migliorare sempre, sicchè presentemente sta benissimo ed in piena salute. - In attestato di mia riconoscenza desidero sia pubblicata la presente relazione, ed offro a Maria Santissima Ausiliatrice i miei orecchini.

Catania, 10 Dicembre 1893.

CONCETTINA LA CIURA-DENI.

Una novena a Maria Ausiliatrice. - Nella trascorsa estate venni affetto da forte neurastenia, ossia debolezza ed esaurimento nervoso, che mi aveva ridotto a mal partito ; ero sempre barcollante, avevo difficili i movimenti, penoso il camminare, ed erami impossibile dire la S. Messa in pubblico , senza sentirmi venir meno per palpitazione di cuore e tremore nella persona. Feci privatamente una novena a Maria SS. Ausiliatrice per implorare, sua mere, da Dio la guarigione, con promessa di un'offerta a cotesto celebrato Santuario. A contare dall'autunno sono progressivamente migliorato, grazie alla celeste Benefattrice de'Cristiani, dalle cui mani ho viva fede di ottenere una ben completa guarigione, se così piace al suo Divin Figliuolo. Mi do premura perciò di spedire questa mia povera offerta di lire cento, secondo il voto da me fatto, e raccomando i miei bisogni alle preghiere dei cari giovanetti dell' Oratorio.

Cosenza, 11 Gennaio 1894.

Sac. RAFFAELLO CARDAMONE.

Bontà di Maria! Dagli ultimi scorsi Marzo e Ottobre una mia parrocchiana erasi caldamente raccomandata a Maria SS. Ausiliatrice con viva fiducia di essere dalla medesima liberata da un malessere, che tanto la travagliava. Non è a dire che in tutti gli scorsi otto mesi , cioè da Marzo a Ottobre, aveva sperimentato di niun effetto ogni sussidio dell'arte medica!... Maria SS. Ausiliatrice però vegliava, quale tenera madre, alla cura e consolazione della sua divota, la quale di presente, sciolta da ogni suo malore, in segno di gratitudine alla sua celeste divina Benefattrice, gli scorsi giorni, in persona, faceva un' umile offerta a cotesto celebre Santuario.

Robella di Trino, 22 Gennaio 1894.

D. RossINo G. BATTA, Rettore.

Auxilium Christianorum, ora pro nobis! - Da tre mesi ero tormentato da un forte dolore interno, che mi ridusse nell' impossibilità di poter studiare. Senonchè, avendo letto le molte grazie che la Madonna di Don Bosco concede a chi con fede in simili frangenti L' invoca, spesso ricorreva a Lei colla breve giaculatoria : Maria, Auxilium Christianorum, ora pro nobis. E la grazia non si fe' aspettare; chè il male ben presto comparve all' esterno, sicchè conosciuto si potè curare, ed io in breve esperimentai un rapido miglioramento. Riconoscentissimo mando una tenue offerta, desiderando pure che la grazia ottenuta si pubblichi nel Bollettino Salesiano.

Capodistria, 22 Gennaio 1894.

Ch. GIUSEPPE KRAINZ.

Benedetta l'Ausiliatrice dei Cristiani! - Il 1° dicembre dell' ora scorso anno, avendo in passate disgrazie conosciuta la bontà e la potenza di Maria Ausiliatrice, pregai questa Madre Divina a coprire del celeste suo manto tutta la mia famiglia. Alle dodici di tal giorno mio fratello, percorrendo in vettura l'Adige, impauritosi improvvisamente il cavallo e tolta la mano ai due inservienti che l'accompagnavano, fu ribattuto otto metri d' altezza giù dall' argine, e per miracolo non fu travolto dalle onde, ma fermato a due passi dall'acqua. - Se non piango morto mio fratello, lo devo a Maria Ausiliatrice, che come sempre esaudì le mie preghiere. Benedetta sia questa Vergine Immacolata !

Rovigo, 22 Gennaio 1894.

Avv. FRANCESCO GIOLO.

Confidenza in Maria. - Col finire dello scorso Dicembre un bambino di mesi diciasette incirca colpito da grave polmonite versava in grande pericolo della vita. Esperimentati tutti i rimedii che l'arte possa ritrovare in consimili malattie, tutti ritornarono vani ed inutili. Oltremodo afflitti i genitori, ma ripieni di confidenza in Maria Ausiliatrice, fecero voto di una novena di preghiere a di Lei onore. Oh bontà della Vergine SS..! Al primo giorno della novena il bambinello cominciò a provare alcun sensibile miglioramento, ed in pochi giorni si sentì perfettamente guarito. Riconoscenti i genitori di una grazia così segnalata, spediscono una tenue, ma sincera e divota offerta.

Lucedio, 29 Gennaio 1894.

D. FERRARIS Prevosto.

Maria mi ha guarita la sorella - Pieno il cuore della più viva gratitudine verso Maria Aiuto dei Cristiani, La ringrazio pubblicamente d' aver esaudita la mia preghiera. L'aveva supplicata per la guarigione d'una mia sorella, madre di numerosa famiglia, e questa dolce Signora mi volle consolare. Dopo otto giorni di timori e di angoscia per la grave sventura che minacciava colpirci, la Vergine Ausiliatrice dei Cristiani, piegando il Suo sguardo pietoso verso di noi, ci ridonò, col miglioramento dell'inferma, la gioia e la pace. Ora l'inferma è perfettamente guarita e ringrazia con me la Madre Celeste. Voglia Essa gradire questo povero tributo di amore e riconoscenza e continuare ad essere il mio rifugio, la mia avvocata, la mia speranza.

Guarene, 8 Febbraio 1894.

AGNESE BARBERO.

Grazie a Maria! - Il M. R. Sacerdote D. Simone Grandis, travagliato da dolorosa e lunga malattia, con fede ricorse a Maria Ausiliatrice per implorarne la guarigione. A tal fine raccomandossi pure più volto alle preghiere dei figli di Don Bosco. Ed ora è felice di poter pubblicamente attestare la sua più sentita gratitudine alla Gran Madre di Dio , da cui riconosce la sua completa guarigione, giudicata prodigiosa dagli stessi celebri professori-medici che con amore lo curarono. Egli umilia pure un'offerta ai figli di Don Bosco in ringraziamento delle preghiere per lui fatte.

Torino, 2 Febbraio 1894.

Riconoscenti a Maria Ausiliatrice per segnalati favori ottenuti dalla potente sua intercessione mandano pure offerta al di Lei Santuario in Torino i seguenti:

Pellegrino Zannoni, Reggio Emilia. - D. Alessandro Degiorgi, Alessandria. - Battista Selva, Introbio. - C. F e D. C., Torino. - B. Antonio Baratta, Ucréa. - Teresa Stoppani, Tirano. -Don Vincenzo Mitri, Arciprete Parroco, Corbara d'Orvieto. -Una Cooperatrice Salesiana di Pinerolo. - I Coniugi Antonio Valenti.. e Maria Zaine, Por petto (Udine). - Ch. Giovanni Roccia, Torino. - Rosa Parravicini-Mangili e figlie, Calolzio. - Don Lodovico Baldi, Asti. - I Coniugi N. ed F. Toffano, Pavia. - Angiola Rimoldi-Giovanelli, Cislago. - M. R., Roma. - Giuseppina Piroja-Croce, Torino. - P. M., Morbegno. - Pedro Muriel, Mexico (America). - Bettino Bregoli di Giovanni, Pezzaze (Brescia). Artemisia Buzzi-Reschini, Viggite. - Clementino Clementi, Montebauno. - Antonio Merlo, Foglizzo. - Emma Pistono, Pbglizzo. - Carlo Dante, Carmagnola. - Sorelle Ferrero, Serralunga d'Alba. - Giuseppina Delfi-Serra, Sanico. - La famiglia Sgrassino, Vinovo. - Luigia Chiesa v. Torre, Torino. - I Salesiani di Quito (America) per la guarigione d'un loro caro confratello. - Il ch. Belisario Anicheni, Foglizzo. - Un Coadiutore Salesiano dell'Oratorio di Torino, magnificando la potenza della medaglia di Maria Ausiliatrice. - Rigoli D. Stefano, Curato, Castello Valt. (Como). - Un Parroco della Diocesi di Vercelli. - Nazaro Nodiroli, Milano. - I Coniugi Luigi ed AnnettaComazzi, Torino.-Suor Francesca Giobbia, Rivarolo Canavese. - Maddalena De Lorenzo, S. Pietro nel Cadore (Udine). - Annetta Fiandino, Noasca. - Marietta Ferraris, Capraino. - Teresa Rognoni e Pietro Invernizzi, Pavia. - Rosa Cominetti, Poirino. - Rosa Garetto, Ariascoli d'Asti. -Rosalia Pronotto, Airasca. - Margherita Grandi. - Anna Filippa, Lingotto. - Maria Meotto, Rivoli. - Genoveffa Oliani, Torino. - Marco Roggia, Badia Pinerolo. - Catterina Gallea Manassero, Macello. - Giovanna Actis, Caluso. - Giaciuta Gasca, Bricherasio. - Sebastiano Boccassino, Valfenera. - Una parrocchiana di Roccagnate (Como). - Francesco Amedei. - Filomena Bovero, Torino. - Maria Covo, Torino. - Don Leopoldo Merlino. - Luigia Falcheris, Torino. - Giovanni Gublena, Torino. - Silvestro Piuletti - Maria Martel, Torino. - Contessa Olivero di Roccabigliero, Cuneo. - Domenica Viariggi, Castiglione Torinese. - Luigi Tarco, Castelnuovo. - Angela Vola, Torino. - Antonio Cisani, Terno d'Isola (Bergamo). - Bartolomeo Gaia, Pezza d'Alba. - Paola Oddone, S. Gili. - Ballarlo Coniugi, Isola Bella. -Luigia Marchisio, Torino. - Clara Chiattono. - Giuseppina Dellavalle, Torino. - Anna Trione, Courgnè. - Ludovica Genta, Bra. - Virginia Lysabel. - Antonio Barello, Chiusa S. Michele.

AZIONE SALESIANA

Perchè le Conferenze?

« Le Conferenze Salesiane servono per fare ognor meglio conoscere lo scopo della Pia Società Salesiana, che ogni Cooperatore e Cooperatrice deve pur tener d'occhio per ben cooperare con essa; giovano a far conoscere i mezzi più adattati a tale cooperazione; giovano a far conoscere il bene che da tutti i soci si va facendo per consolarcene insieme, e il male che irrompe per impedirlo più efficacemente; giovano a vincere il rispetto umano e ad infonderci maggior coraggio, vedendo che a fare il bene non siamo soli; giovano infine ad unirci coi vincoli ognor più forti di una ben intesa fratellanza ed a farci gustare davvero quello che dice lo Spirito Santo per bocca del real Profeta, quanto buona e dolce cosa ella è che i fratelli sieno insieme uniti (1). » Queste sono le ragioni per cui noi, giunti sotto le feste di S. Francesco di Sales o di Maria Ausiliatrice, preghiamo i Direttori ed i Decurioni dei nostri Cooperatori a voler radunare a Conferenza i soci da loro dipendenti; queste son pure le ragioni che ci muovono a dar qualche resoconto di alcune delle varie Conferenze qua e là tenutesi con felice successo.

(1) Manuale teorico pratico dei Direttori e Decurioni dei Cooperatori Salesiani.

IN LIGURIA.

Diremo anzitutto come gli ultimi scorsi mesi il nostro Don Stefano Trione fa a tenere Conferenze Salesiane a Genova, Savona, Albenga, Oneglia, Porto Maurizio, S. Remo, Bordighera e Ventimiglia. Ebbe ovunque cordialissime accoglienze dalle Autorità Ecclesiastiche, dai nostri Cooperatori e molti altri benefattori ed amici. Noi ne li ringraziamo tutti con la più sentita riconoscenza e facciamo voti che Iddio ne li ricompensi copiosamente quanto lo desidera il nostro cuore.

Si poterono pertanto, a norma del Manuale Teorico-pratico dell'Associazione dei Cooperatori Salesiani, nominare per

SAVONA: Direttore Diocesano dei nostri Cooperatori di quella città e diocesi il Rev.mo MONS. PONZONE CAN. LEOPOLDO - ViceDirettore il Molto Rev. D. ANDREA MARTINENGO.

ALBENGA: Direttore diocesano il Rev.mo CANONICO ISOLA D. CARLO FERDINANDO.

ONEGLIA : Condirettore il Rev.mo CANONICO DOMINICI ISIDORO

PORTO MAURIZIO: Condirettore il Rev.mo CANONICO RAMBALDI D. IGNAZIO.

VENTIMIGLIA: Direttore il Rev.mo MONS. LAGoRIo DON FILIPPO - Vice-Direttore il Rev.mo MARZOCCO DON ANTONIO CANONICO TEOLOGO.

Ad ALASSIO la Conferenza fu tenuta dal nostro Sacerdote Dott. Don Alessandro Lucchelli. Ecco come ce ne scrive quel Direttore D. Luigi Rocca : « Al Mercoledì 31 Gennaio si è celebrato con pompa il funerale anniversario per D. Bosco e pei Cooperatori Salesiani defunti. I nostri Cooperatori onorarono di loro presenza la divota funzione; e nel pomeriggio accorsero pur numerosi alla Conferenza che si tenne nella nostra chiesa alle 15 1/2. Presiedeva il Rev.mo Prevosto, e dopo poche parole di saluto da me indirizzate ai convenuti, parlò a lungo il nostro D. Lucchelli sui bisogni attuali della nostra Pia Società e dell'aiuto che possono prestare i Cooperatori; parlò in modo speciale del nostro Oratorio festivo che può ora dirsi fiorente. La questua fruttò la somma di lire ottantadue, che col preavviso ai Cooperatori si devolsero al detto Oratorio festivo, pel quale si sono già fatte non poche spese per adattare il locale e costrurre una tettoia. Tutto finì a comune soddisfazione e ne sia lode a Dio ».

TORINO.

A tenere la Conferenza Salesiana in Torino questa volta abbiamo avuto la fortuna di avere il missionario veneziano Mons. dei Conti Sanfermo, Abate dell'Ordine militare Maltese e Direttore Diocesano dei Cooperatori Salesiani di Venezia, il quale trovavisi in Torino per una sacra missione, di cui diremo più avanti.

La Chiesa di S. Giovanni Evangelista sul Corso Vittorio Emanuele verso le ore 15 del 1° febbraio era gremita di gente accorsa per udire la calda e vivace parola del missionario intorno alle opere di D. Bosco. Vi assistevano S. E. Rev.mo Mons. Basilio Leto ed il Rev.mo Sig. D. Rua.

- La Chiesa di Dio ebbe in ogni tempo da lottare contro al nemico dell'uman genere; ma Iddio, che ha promesso che le porte dell'ìnferno non prevarranno mai contro di essa, in ogni secolo suscitò forti campioni, i quali e colla loro energia e colla loro virtù e colle loro inspirate istituzioni furono per la travagliata Sposa di Cristo conforto, sostegno e difesa. Nel secolo decimonono la lotta contro la Chiesa non fu meno accanita che negli altri secoli ; e Iddio per la grande benevolenza che porta al suo popolo diletto fe' sorgere Don Bosco, gloria torinese, colla grande e benefica Opera Salesiana in favore della gioventù. Che quest'Opera sia di Dio e non dell' uomo lo dicono l' approvazione, le benedizioni ed i favori grandissimi che si ebbe dal Sommo Pontefice Pio IX di santa memoria; lo provano i tratti di speciale benevolenza che in ogni circostanza le prodiga il sapientissimo regnante Pontefice Leone XIII, del quale è segno del più tenero e paterno affetto la stupenda Lettera diretta al Sac. Michele Rua nel settembre scorso ; lo attestano le battaglie che dapprincipio ebbe a superare, e le simpatie acquistatesi in pochi anni da varii Governi d'Europa e d'America, che vanno a gara nel chiedere un tralcio di quest'opera rigeneratrice : lo comprovano quei genitori, che pur essendo da noi alieni in fatto di religione, affidano ai Salesiani i loro figli da educare, perche anch' essi riconoscono la saviezza del loro metodo d'educazione; e infine quel prodigioso e continuo dilatarsi di quest' opera è una prova palpante ch'essa non è opera d'uomo, bensì di Dio. D. Bosco fu da Dio suscitato a porre un argine al dilagare dei mali che affliggono l'età presente. -

Questa è in breve la sostanza dell'accalorato discorso di Mons. Sanfermo, il quale ne trasse la conseguenza che ai buoni tutti tocca sostenere l'Opera Salesiana, come quella che sì efficacemente provvede al bene universale della Chiesa di Dio, ed in modo speciale ai Torinesi spetta aiutare a viemaggiormente diffondere nel mondo quest'Opera, che seco porta celebrato il nome di Torino in ogni angolo della terra. Disse dei grandi vantaggi che possono godere coloro che colle loro elemosine cooperano all'Opera Salesiana, ed invitò tutti i suoi uditori a volerne profittare mostrandosi veramente generosi, come sempre furono i Torinesi verso l'Opera di Don Bosco.

Ed a proposito di elemosina Mons. Sanfermo si fece la seguente obbiezione : - Come? ella viene a raccomandarci tanto la elemosina, a dirci di essere generosi in questi tempi di grande, di estrema miseria? Le sfuggono forse le cattive annate che corrono per le campagne, i fallimenti per ì capitali, le infermità per le persone? Com' è ancor possibile mostrarsi generosi, mentre si cammina sui trampoli e con tanto pericolo di cadere? E rispondeva : - Sì , v' è miseria, miei signori, ma sapete per chi? Non già per il mondo, chè io non veggo altro secolo vestire più elegantemente del nostro; non altra epoca gremire sì fittamente gli spettacoli ed i teatri come la presente ; non altri tempi più amanti di spassi e di costosi divertimenti come questi. V' è miseria, ma solamente per Iddio e per le opere sue. - Conchiudeva quindi raccomandando a tutti di voler impiegare le proprie sostanze nella giusta causa del bene mentre si è in vita, per isfuggire al supremo Giudizio la taccia di gretti e di avari da Gesù Cristo, che fu con noi sì liberale, da darci se stesso e tutto il suo preziosissimo Sangue.

Questa Conferenza ascoltata con religiosa attenzione, eccitò un santo entusiasmo per continuare a sostenere l'Opera Salesiana ed un vivo desiderio di udìre altre volte la dolce ed infuocata parola di questo zelante Missionario.

MODENA

La Conferenza in onore di S. Francesco di Sales, annunziata nel nostro numero di sabato, così il Diritto Cattolico del 1° Febbraio, ha avuto Domenica, 28 gennaio, un risultato veramente consolante.

Dopo la lettura di una parte della lettera di D. Rua ai Cooperatori, stampata nel Bollettino Salesiano di gennaio, saliva il pergamo il zelante Sac. Prof. Sante Ferrari, Economo di S. Vincenzo e degnissimo Vice-Direttore dei Cooperatori Salesiani, per parlare del Cooperatore Salesiano e dire quel che il medesimo è chiamato a fare in questi tempi procellosi. Esordiva egli ricordando i giorni 12 e 13 settembre del decorso anno, quando intervenne al 1° Congresso dei Cooperatori Salesiani tenuto in Torino - Valsalice. - Disse come ivi ebbe campo di studiare l'opera eminentemente cattolica e sociale promossa da D. Bosco. Saluta i giovani Polacchi in gran numero educati dai Salesiani che diverranno Apostoli di religione e di civiltà; saluta Torino fortunata per accoglier in seno tale opera, e conclude che ivi intese che voglia dire Cooperatore Salesiano.

Dopo aver accennato alla irreligione che tutta minaccia innondare la terra, evoca la memoria del Profeta Zaccaria e afferma che gli Angeli , che sulle ali loro percorrono la faccia della terra, non trovan luogo ove alla fede non muovasi guerra. Accrescesi tale condizione dal diminuito numero dei Sacerdoti e dalla indifferenza dei Cattolici. Ora il Cooperatore Salesiano deve anzi tutto in se stesso esprimere colla sua condotta irreprensibile la propria Religione, essere in una parola perfetto Cattolico. Ma questo non basta: egli deve operare, deve essere come gli Ebrei tornati con Zorobabele dalla cattività Babilonica, che con una mano lavoravano e coll'altra teneano la spada.

Parla poi dell'Istruzione dei fanciulli nel Catechismo, delle vocazioni ecclesiastiche, dei poveri orfani, delle Missioni, tutte Opere Salesiane. Ma nulla potrassi fare senza lo spirito di sacrifizio, ed il Conferenziere si dilunga a mostrarne la necessità e l'importanza. Dopo accennati i vantaggi dell'elemosina ed il precetto di farla, conchiude dicendo che nei cieli si troveranno i figli di D. Bosco, i Cooperatori loro, i salvati orfani, i convertiti pagani a sciogliere il canto di eterno Osanna a Gesù, sostegno degli orfani, rifugio dei rejetti, Padre d'infinita misericordia.

L'importante discorso, ascoltato con manifesto interessamento dagli intervenuti, lasciava in tutti gradita impressione ; ond'è a sperare che la parola viva ed infiammata del Conferenziere , caduta in buon terreno, sarà per apportare quei frutti migliori di zelo e di operosità, di cui oggidì evvi tanto bisogno. La bella funzione aveva termine col canto dell'Inno e colla benedizione colla Reliquia del Santo Dottore.

PAVIA.

È veramente edificante l'esempio che ogni anno danno i Cooperatori e le Cooperatrici di Pavia nell'occasione della festa di S. Francesco di Sales. Per onorare questo nostro glorioso Patrono meglio che per loro si possa, vi si preparano con un solenne triduo di Benedizioni nella Chiesa prepositurale di detto Santo, sede della Pia Associazione, si radunano a Conferenza e nel giorno della festa con edificante contegno si accostano ai SS. Sacramenti ed a tutte le solenni funzioni che si celebrano in quella chiesa.

La Conferenza fu tenuta il 27 gennaio dal zelante Direttore Diocesano Canonico Don Francesco Mariani , Prevosto di S. M. del Carmine, il quale si fe' premura di trasmetterci la bella somma raccolta a benefizio delle Opere Salesiane.

Nel giorno del Santo poi, alle 7 1/2, celebrò la Messa della Comunione generale Sua Eccellenza Rev.ma Mons. Magani, Vescovo di Parma, il quale dall' altare recitò un dotto ed affettuoso discorso di circostanza , pieno di amore e di zelo per le Opere nostre. Alle 11 celebrò la Messa solenne, cantata in musica, il Rev.mo Canonico Mariani, coll' assistenza del gentilissimo prefato Vescovo di Parma; ed alle 17 si cantarono i Vespri solenni, seguiti dalla benedizione dell' Augustissimo Divin Sacramento.

Chi ci scrive ci assicura che splendida è la pietà che dimostrano in queste circostanze quei nostri Cooperatori e Cooperatrici, sempre i primi ove trattisi della gloria di Dio e della santa causa del bene, e che il loro esempio è di stimolo e di edificazione agli altri fedeli, i quali pure accorrono in gran numero a tutte queste sacre funzioni.

Un plauso adunque a quei buoni Cooperatori ed un grazie di cuore per l'affetto che, portano alle Opere di D. Bosco.

GORIZIA.

Con piacere apprendiamo dalla relazione che ci inviò quel Direttore Diocesano Mons. Alpi, come bene interpretano il Regolamento i Cooperatori e le Cooperatrici Salesiane del Littorale Austriaco. Lo scopo di quest'Associazione si è anzitutto di fare del bene a se stessi mediante un tenore di vita veramente cristiana, e poi giovare agli altri in molte maniere, soccorrendo specialmente la crescente gioventù, nelle cui mani stanno i destini della civile società. E quei ferventi Cooperatori e Cooperatrici nelle loro radunanze si animano a vicenda allo spirito di vita cristiana, di preghiera e di carità, inspirandosi ai sublimi esempi dell'Apostolo del Chiablese ; ed anche quest'anno vennero a pratiche risoluzioni, ridondanti sempre in vantaggio del povero popolo e specialmente della pericolante gioventù. Essi si ricordarono pure degli orfanelli di Don Bosco, ai quali fecero pervenire il loro obolo. Si abbiano i nostri più sentiti ringraziamenti.

LORETO APRUTINO.

Anche in questa cittadina della Provincia di Teramo va prendendo incremento la Pia Associazione dei Cooperatori e delle Cooperatrici Salesiane. Lo si deve in gran parte allo zelo del Rev.mo Abate e Vicario Foraneo D. Luigi di Vestea, di recente eletto Decurione dei nostri Cooperatori. Egli già incominciò a tenere la Conferenza prescritta dal Regolamento e potè parlare delle Opere Salesiane ad un discreto numero di Cooperatori. Voglia Iddio benedire questi buoni principii e rimunerare quei Cooperatori e Cooperatrici dell'offerta inviataci.

CATANIA.

Della Conferenza tenuta la domenica 23 gennaio ai Cooperatori e Cooperatrici di Catania togliamo i seguenti brani dall'egregia Campana di quella città

« Sua Em.za Rev.ma il Cardinale Dusmet, nostro amatissimo Pastore, con S. E. Rev.ma Mores. Giovanni Guttadauro Reggio di Reburdone, Vescovo di Caltanisetta, aderendo con squisita bontà all' invito avuto , vollero presiedere colla loro presenza alla pia riunione. Verso le 10 e 112 giungevano all'Istituto Salesiano, accolti festosamente col suono della banda musicale composta dei giovanetti artigiani colà raccolti.

» Recatisi in cappella ove doveva aver luogo la Conferenza, si celebrò la S. Messa, finita la quale il Direttore dell' Istituto , Sac. G. Chiesa, volgeva la parola ai convenuti. Breve e famigliare fu il suo dire, ma franco ed animato dal più caldo zelo.

» Dopo di aver tratteggiato così come un quadro le condizioni tristi, che affliggono la presente società, specie la patria nostra, indagò quali ne fossero le cause, e fece vedere come queste si trovano nella corruzione dei principii, corruzione prodotta dall'ignoranza nelle cose di religione, in cui vien lasciata la povera gioventù operaia. A sovvenire a tanto male, ecco la mano provvidenziale di Don Bosco e de' figli suoi, i quali ovunque possono aprono Oratorii festivi, Scuole, Collegi, Istituti di beneficenza, ove si raccoglie principalmente la gioventù povera ed abbandonata , la quale mentre si educa allo studio e al lavoro, viene pure con fermi principii istruita nelle cose di nostra santa Religione. Quanti giovanetti trovano in questa l'àncora della loro salute! Quanti ne godono ogni giorno i benefizi! Ma a tale impresa non bastano le fatiche, i sacrifizi a cui si assoggettano i Salesiani; occorrono altresì mezzi materiali, mezzi che la carità dei buoni Cooperatori e delle benemerite Cooperatrici viene somministrando. Fece quindi appello alla loro carità ed al loro zelo , sopratutto a pro del novello Istituto di questa città, che nei suoi principii più d' ogni altro ha bisogno di sussidii.

» Generose furono le offerte. Molte persone anzi, che a causa del tempo poco favorevole non poterono recarsi alla Conferenza, si fecero rappresentare da altri e mandarono pure l'obolo della loro carità. Pose termine alla funzione la solenne benedizione impartita col SS. Sacramento. »

FUORI D'ITALIA.

Non la finiremmo così presto, se volessimo dar anche solo un cenno complessivo di tutte le altre Conferenze Salesiane tenutesi in Italia e specialmente fuori d'Italia. Lasciamo ai

Bollettini Francese, Spagnuolo ed Inglese il compito di parlare delle tante tenutesi nelle regioni di loro lingua. Noi diremo solamente che ci piacque assai la varietà degli argomenti trattati in relazione colla Pia Società Salesiana e coi suoi Cooperatori e Cooperatrici. I Direttori ed i Decurioni hanno mostrato davvero molta perizia e grande zelo. Ne sia lode a Dio datore d' ogni bene grazie ai nostri Benefattori.

IL COMITATO SALESIANO di Reggio Emilia.

Questo benemerito Comitato diresse per la festa di S. Francesco di Sales una stupenda lettera circolare, tutta spirante carità e zelo, ai Cooperatori Salesiani di quella illustre città e diocesi. Dopo aver parlato con grande affetto ed entusiasmo di D. Bosco e dell'Opera sua, e dell' impianto in quella diocesi del Comitato Salesiano e di diversi Decurioni, la detta circolare così continua:

« È questa la prima volta che il Comitato Salesiano si presenta ai Cooperatori della Diocesi di Reggio, ed egli osa sperare che non sia per mancargli l'appoggio dei buoni Cooperatori, per dare nuova vita alla Pia Società. S'accenda dunque, o Signori, il vostro zelo, non vi incresca di adoprarvi strenuamente a fare nuovi Cooperatori. Con quanta facilità vi si può riescire, e quanto bene si può fare ! Si studino specialmente coloro che si vorranno dare all'opera santissima di trovare nuovi Cooperatori, di togliere il pregiudizio che l'essere cooperatori richieda offrire spesso danaro per le opere di D. Bosco. Su que sto punto anzi non v'è alcun obbligo speciale: ciascuno farà ciò che la sua generosità e sopra tutto le sue forze permetteranno. Si studino di inculcare l'idea che l'Associazione dei Coopera tori Salesiani è destinata ad unire con vincoli sempre più stretti i fedeli ai loro parroci e per questi ai loro Vescovi e al Romano Pontefice. Coraggio, benemeriti Cooperatori! animiamoci di zelo, facciano pel bene almeno quanto i nemici fanno pel male. E se qualche volta saremo chiamati a sostenere con un tenue obolo le opere di D. Bosco, ricordiamoci che noi cooperiamo alla più santa delle cause, la cristiana educazione della gioventù e la propagazione della fede.: ricordiamoci che le preghiere di migliaia di cuori innocenti salgono ogni giorno al trono di Dio, invocando le più elette benedizioni sui buoni Cooperatori. Chi scrive queste parole potè vedere quelle centinaia di giovanetti raccolti sotto le auguste volte di Maria Ausiliatrice in Torino, udì da quelle centinaia di vergini petti innalzarsi al cielo i cantici della fede, la prece della riconoscenza, nè potè frenare le lagrime di una inesprimibile consolazione. »

Seguono la circolare i nomi dei rispettabili Membri del sullodato Comitato, quindi l'approvazione e la benedizione di S. E. Rev. Mons. Vescovo e Principe di Reggio, ed alcune parole di ringraziamento e di plauso del Rev.mo Sig. D. Rua.

Iddio benedica e ricompensi tanto zelo.

APPELLO ai Cooperatori Salesiani ed ai Milanesi per l'impianto d'un Istituto Salesiano in Milano.

Questo appello è mosso dallo zelante Comitato Salesiano e dal benemerito Sotto-Comitato di Dame Cooperatrici della illustre città e diocesi di Milano. Con parola animata dalla più viva carità vi sono svolti i quattro punti seguenti: L'Opera Salesiana nel mondo e specie in Italia - L' Opera Salesiana richiesta in Milano - Vantaggio pei Benefattori dell'Istituto erigendo - Mezzi pratici. Vi seguono le seguenti parole di approvazione e di raccomandazione del Rev.mo D. Michele Rua e dell'Ill.mo e Rev.mo Vicario Capitolare di Milano, ora Eccellentissimo Vescovo Ausiliare Mons. Angelo Maria Mantegazza

Il sottoscritto è vivamente grato per la stima e fiducia che l'Onor.mo Comitato e Sotto-Comitato Salesiano Milanese professano verso la Pia Società di S. Francesco di Sales e ne rende cordiali ringraziamenti. Erede dei sentimenti di affetto e riconoscenza, che l'amatissimo suo Antecessore D. GioVANNI Bosco nutriva verso la città di Milano, fin d'ora aderisce al pressante invito e si dispone a mandarvi Salesiani ad occuparsi colla miglior volontà a benefizio della gioventù appena sia preparato un locale adatto a qualche istituto od opera in di lei favore. Intanto insieme co' suoi confratelli porge fervide preci al Signore, affinchè voglia benedire lo zelo del Comitato e Sotto-Comitato e rendere fecondo di abbondanti frutti il loro caldo appello.

Torino, 2 Febbraio 1894.

Sac. MICHELE RUA.

Memore dell'affetto e della stima che il compianto nostro Arcivescovo, Mons. NAZARI DI CALABIANA sempre manifestò verso l' illustre D. Bosco e tutte le sue opere, e del voto espresso dal medesimo Prelato di veder stabilite anche nella Diocesi di Milano alcune di sì benefiche istituzioni, il sottoscritto ben volentieri appoggia il Comitato presieduto dal M. R. D. PASQUALE MORGANTi e lo raccomanda caldamente al M. R. Clero ed a tutti i fedeli.

Dalla Curia Capitolare Arcivescovile, 3 Febbraio 1894.

Can. ANGELO MARIA MANTEGAZZA Vic. Gen. Cap.

Mentre applaudiamo all'attività dei benemeriti Comitato e Sotto-Comitato Salesiano di Milano, crediamo bene a comune eccitamento ed edificazione di riportare qualche parola almeno del sullodato loro appello.

Vantaggi pei Benefattori dell'Istituto erigendo.

Il nostro appello è diretto a persone cristiane: quindi prima di accennare i mezzi pratici ed efficaci per la santa impresa, crediamo bene ricordar loro quanto in proposito ingiunge a tutti i fedeli

GESU' CRISTO, il grande amico della gioventù.

Ecco alcune delle sue stringenti raccomandazioni:

Lasciate che i piccoli vengano a me, e non impeditelo ad alcuno. Non disprezzatene neppur uno di questi piccoli, perchè di loro è il Regno de' Cieli, ed hanno ai fianchi un Angelo, che sempre vede la faccia del Padre mio. Guai a chi me ne scandolezza uno! lo sciagurato merita esser precipitato ed affogato nel profondo del mare. Invece vi protesto che quanto farete per uno di questi piccoli, lo riterrò come fatto a me stesso.» Onde anche il nostro gran Padre, S. Ambrogio, ci sollecita alla nobilissima impresa dicendo : «Accogliendo con carità il fanciullo, imagine di Cristo, voi accogliete Gesù medesimo!» Quanta non sarà quindi la soddisfazione anche in vita di chi potrà dire : Col mio obolo, con qualche risparmio, col sacrificio di un divertimento, d'un maggior lusso, colle mie influenze e raccomandazioni, colle mie industrie e preghiere ho raccolto dei poveri fanciulli pericolanti e ne ho fatto ottimi cristiani e cittadini! Ed ancor più in morte quanta consolazione recherà al cuore il pensiero d'aver in vita salvato tante anime ! Con quanta fiducia ci presenteremo al terribile rendiconto, se in espiazione delle nostre miserie avremo almeno nelle ultime nostre disposizioni contribuito ad aprire, oppure ad allargare un pio ricovero, dove fors'anche per dei secoli si seguiterà a salvar anime per opera nostra! Ecco il primo e più grande vantaggio dell'opera caritatevole, a cui qui si muove invito. Ma non possiamo tacerne un altro ragguardevolissimo, le preghiere cioè, che pei loro benefattori eleveranno perennemente al cielo tanti derelitti soccorsi e riabilitati, e non solo nella nostra Milano, ma in tutti gli angoli del mondo, ove siano giunti i Salesiani, i quali, ammaestrati da D. BOSCO, ammettono alla partecipazione quotidiana di tutte le loro opere meritorie quanti vengono in loro aiuto. Oh che davvero è assicurato e da Dio e dagli uomini il centuplo di ciò che faremo pei poveri figli del nostro popolo!....

Milanesi! Non permettiamo che si ripeta della nostra città quello che lamentavasi nella povera Gerusalemme al tempo della schiavitù : « I fanciulli domandavano pane e nessuno v'era che loro lo spezzasse! » Non mostriamoci degeneri dai nostri Padri cotanto solleciti per l'addietro e generosi nel provvedere ai bisogni della povera gioventù. Non mostriamoci meno preoccupati dei bisogni morali e religiosi dei nostri figli che delle imprese artistiche o industriali, per cui è tanto sensibile ed ardita Milano. Qui dove l'orfanello, il sordomuto, il cieco, il rachitico, il discolo hanno un apposito ricovero aperto dalla sagace carità cittadina, non manchi omai un Istituto, ove guarentire in mezzo a tanta corruzione l'innocenza dei poveri figli del nostro popolo ! Ci sproni anche l'esempio degli eroici figli di D. BOSCO, pronti ad ogni sacrificio pei figli dei Milanesi.

Pel Comitato e Sotto-Comitato Salesiano

SaC. PASQUALE MORGANTI Dirett.

A PROPOSITO DELLA PUBBLICAZIONE ITALIANA

DEL MANUALE BIBLICO DEL VIGOUROUX E BACUEZ.

Dopo l'annunzio che abbiam fatto nel Dicembre scorso di questa pubblicazione intrapresa dalla Tipografia Salesiana di Sampierdarena, fu un continuo chiederne l'Associazione per parte di ragguardevoli ecclesiastici e di interi Seminari, tanto che gli Abbonati in men di due mesi superano il migliaio. È questa una prova dell' entusiasmo suscitato dal sapientissimo Leone XIII colla sua Enciclica sugli studi biblici e del pregio singolare indiscutibile di questo Manuale. Giunsero pure al Rev.mo nostro Superiore Don Rua varie lettere di encomio e di congratulazione per l' ideata pubblicazione da parecchi eminentissimi Prelati di S. Chiesa, delle quali farem posto a due in questo numero. Intanto annunziamo agli Associati che la Libreria di Sampierdarena fa conto di far loro pervenire il primo volume nel prossimo mese di Aprile (1). Chi volesse ancora associarsi, si affretti a mandare la propria adesione a quella Libreria. L'Opera è in 4 volumi in-16° gr. di circa 800 pag. ciascuno con 280 tavole illustrative. Prezzo d'associazione: L. 12-(C); più tardi sarà di L. 14 - (E).

Due preziosi Documenti.

I.

P. GENERALE REv.mo

In ogni tempo sarebbe tornata lodevole la versione italiana del Manuale Biblico del Vigouroux e del Bacuez, con unanime plauso dei dotti giunto all' ottava edizione. Per quanto risplendano d'insigni meriti nella nostra penisola molti fra' cultori degli studi biblici , non vi è, malgrado i loro egregi sforzi, generalmente diffusa, con l'amore della tradizione, la sana critica imposta da' sinceri progressi dell'età nostra.

E di questa alleanza gli autori del Manuale Biblico son così periti e sicuri maestri, da potersi propagarne in esempio il libro anche alle scuole italiane.

Però dopo l'Enciclica - Providentissimus Deus - l'opportunità di cotale versione si rende vieppiù manifesta. Corrispondere agli inviti dell'Augusto Pontefice, infaticabile zelatore de' buoni studi, è dovere di tutti i cattolici, massime degli Ecclesiastici. - La Congregazione governata dalla P. V. non ha tardato all'appello, donando in veste italiana il Manuale Biblico, a mite prezzo, tanto da non ispaurire le stremate fortune de' nostri giorni.

Non saprei dunque meglio ricambiarle i voti di felicità, ch'Ella m'ha favorito, P. Generale Stimatissimo, nella ricorrenza del Natale e del Capo d'anno, che raccomandando a tutti i sacerdoti e chierici specialmente l'associazione ad un'opera sì vantaggiosa.

Della S. V. Rev.ma

Roma, 8 Gennaio 1894.

Dev.mo a mo in G.C.

L. M. CARD. VIC. PAROCCHI Protettore de' Salesiani.

II.

PADRE REVERENDISSIMO,

Mantova, li 22 Gennaio 1894.

Non si può applaudire abbastanza al pensiero, ch'Ella ebbe di far presentare in questo momento dal suo ven.do Istituto nella nostra lingua il Manuale Biblico, o Corso di S. Scrittura del Vigouroux e del Bacuez. A parte infatti l'atto di riverente ossequio, che il suo Istituto presta con quest'opera all'Augusto Pontefice, che colla recente Enciclica Providentissimus Deus eccita a questi studii e ne prescrive minutamente le norme, Ella dà anche il mezzo di compiere i voleri del Santo Padre offerendo un'opera a tali studii opportunissima e direi quasi necessaria.

Se purtroppo com'ebbe a dire il S. Pontefice, dolendum... multos esse qui antiquitatis monumenta, gentium mores et instituta, similiumque rerum testimonia magnis ii quidem laboribus perscrutentur et proferant, sed eo saepius consilio, ut erroris labes in sacris Libris deprehendant; ex quo illorum auctoritas usquequaque infirmetur et nutet - se è desiderio ardente del Santo Padre che a questi studi conspirent et connitantur illi etiam ex catholicis viris, qui ab externis doctrinis aliquam sint nominis auctoritatem adepti, è dovere però specialmente del Clero di confutare gli errori e dimostrare , nihil ex rerum natura, nihil ex historiae monumentis colligi posse, quod eum Scripturis revera pugnet.

Ora siccome è impossibile che il Clero, specialmente nelle campagne, possa avere quella copia di libri, che gli sarebbe necessaria per tali confutazioni, e se pure li avesse, gli mancherebbe il tempo a lunghe e pazienti ricerche, la P. V. Rev.ma ha provveduto mirabilmente a questo bisogno prestando un aiuto, che non potrebbe essere migliore.

Mentre pertanto Le presento le mie più vive congratulazioni faccio voti, perchè tutti i Sacerdoti d'Italia si associno all'opera, che per soprappiù è offerta per un prezzo così mite da renderne possibile a chiunque l'acquisto.

Intanto la prego di far notare il mio nome per dice copie e raccomandandomi alle sue ed alle orazioni di tutta la Ven.da Congregazione con vera stima mi confermo

Di Lei

Obb.mo Af.mo in G. C. + GIUSEPPE Card. SARTO.

(1) Mentre va in macchina questo Bollettino riceviamo la trista novella che un incendio ha molto danneggiato la nostra Tipografia di Sampierdarena. Forse questo disastro, le cui conseguenze sono assai gravi, sarà la cagione di ritardo nella spedizione del 1° Volume del Vigouroux. Gli Abbonati ci vogliano scusare.

UNA MISSIONE DI MONS. SANFERMO A TORINO

Dalla Domenica di Settuagesima a quella di Quinquagesima testè decorse l'esimio oratore Mons. dei Conti di Sanfermo, Direttore Diocesano dei nostri Cooperatori di Venezia, predicava una solenne Missione nella nostra vasta Chiesa di San Giovanni Evangelista in Torino, coadiuvato da due predicatori Salesiani.

I frutti che se ne ottennero furono , grazie a Dio, consolantissimi e vorremmo dire prodigiosi. Si ebbe gran frequenza non solo di buoni fedeli, ma eziandio di molti profani ad udire le prediche e ad accostarsi ai SS. Sacramenti. Vi si poterono calcolare circa quindicimila Comunioni. - Venne celebrato con gran pompa un funerale in suffragio delle anime del Purgatorio, affine d' interessarle a pro della Missione. Fu dedicato un giorno intero ad onore della Vergine Santissima Addolorata, ed un altro giorno si fece per più ore adorazione solenne avanti al SS. Sacramento per la conversione dei peccatori. - Commovente oltremodo riuscì la benedizione dei bambini. Oh! quanti vi furono portati dai loro genitori! Il tempio non era più capace di contenere tanta folla di popolo accorsovi. Mons. di Sanfermo pronunziò un tenerissimo discorso, dopo il quale intonò le preci di rito. Allorchè giunse alle parole della benedizione, centinaia di bambini erano sollevati in alto con entusiasmo di fede, e tra le preghiere e le hagrime dei genitori era implorata su quelle innoconti creature la benedizione del Creatore. - Indovinatissime pure riuscirono le conferenze che Mons. di Sanfermo teneva ogni sera ad un'affollata udienza di soli ;uomini. Ecco come ne parla la benemerita Italia Reale del 30-31 gennaio

**

« Giovedì a sera fummo alla Conferenza ai soli uomini di Mons. Sanfermo. Parlava della bestemmia. L' udienza era affollatissima ed oltremodo imponente. L'esordio è un quadro bellissimo del creato, in cui ogni ordine di creature dà lode a Dio. Ma vi ha una nota stonante. Donde mai? È una parola, un insulto, è l'uomo che bestemmia. Tale esordio interessa tutta l'udienza. - L'oratore espone quindi la dottrina dei Santi Padri sulla bestemmia. La bestemmia non solo offende la legge di Dio, ma Iddio stesso direttamente. Peccato gravissimo, meno spiegabile nell'uomo che nei demonii. Il demonio bestemmia immerso nei castighi dell'ira di Dio, l'uomo bestemmia in nn mare di benefizi, di cui il Creatore lo circonda. Stoltezza del bestemmiatore! Quale soddisfazione ricava questi dalla bestemmia? - L'oratore svolge e concatena i suoi argomenti con tanta chiarezza e spirito, che lo si udirebbe per ore intere. A quando a quando la sua parola si fa severa, la voce vibra potente, incute impressioni profonde e tutta fa comprendere la gravezza del peccato orribile che è bestemmiare il Sommo Iddio. Nel terminare racconta di un vetturale bestemmiatore, che per amore di alcune monete d'oro si astiene dalla bestemmia per un lungo cammino. - Chi è il tuo Dio? gli domanda il missionario. - È N. Signor Gesù Cristo. - Menzogna! gli soggiunge il Sacerdote. Chi è il tuo Dio? - Io sono cristiano, risponde il vetturale, il mio Dio voi lo conoscete. - Infame bestemmiatore, ecco il tuo Dio, egli è quest'oro. Per amor di Dio, della sposa, dei figli non lasciasti mai la bestemmia ; ci voleva questo oro per obbligarti a tanto...! - L'impressione nell' udienza è grande. L' oratore profondamente commosso chiama l' attenzione di tutti a pensar bene all' oggetto della bestemmia. - Chi è quel Dio che viene bestemmiato? - La risposta è data con fede ed unzione da apostolo. Infine l'oratore invita l'udienza a prostrarsi in atto di adorazione. - Chi è quel Cristo che bestemmiate? Eccovelo, o signori, in quell' altare. - In questo mentre si apre il tabernacolo, e viene estratto da un sacerdote circondato da numeroso clero il SS. Sacramento e presentato al popolo. È impossibile descrivere l'impressione che produco tale comparsa. L'oratore volge a Gesù in Sacramento una inspirata preghiera, ed invoca sugli astanti una benedizione che valga a confermarli nel santo proposito di non bestemmiare mai più. Impartita così la benedizione col SS. Sacramento , l' oratore fa recitare il Miserere, e poi esorta gli uditori alle confessioni. - Uno spettacolo di fede più vivo e profondamente sentito non lo vedemmo mai. Ci vuole il cuore e la parola di un apostolo per ottenere frutti cotanto salutari. »

Il giorno di chiusa poi riuscì un vero trionfo. La Messa della Comunione generale venne celebrata da S. E. Rev.` Monsignor nostro Arcivescovo. Alla Messa solenne assistè pontificalmente S. E. Mons. Bertagna, Titolare di Cafarnao. A tutte le sacre funzioni assistettero le rappresentanze delle Associazioni Cattoliche della città con bandiere e stendardi. La musica fu eseguita dai cantori del nostro Oratorio. - L' ultimo discorso di Mons. Sanfermo fu di ricordi e di addio. Ma chi potrebbe dire la foga, la forza con cui parlò e la commozione e l' entusiamo che suscitò nei cuori di tutti ? È un dono tutto suo, sorprendente, che nessuno può spiegare. Egli trasfonde se stesso, la stia fede, il suo amore nei suoi uditori. Le ultime sue parole sono un applauso, un ossequente e devoto saluto al Santo Padre, vero amico del popolo, lustro e decoro della Chiesa e della patria nostra. Le maestose ed artistiche volto del ricco tempio echeggiano d'un imponente, fervidissimo evviva al Papa, mentre gli applausi erompono dal cuore di tutti per il facondo e tanto convincente oratore. - Monsignore di Sanfermo quindi indossate le vesti pontificali, imparte solennemente la benedizione col SS. Sacramento, dopo aver l'affollato uditorio cantato a coro un solenne Te Deum di ringraziamento.

Noi ringraziamo di gran cuore questo nostro grande amico e benefattore. e gli auguriamo dal Cielo le più desiderate grazie, onde possa raccogliere sempre più copiosi manipoli nell'ardua sua vita apostolica. La nostra riconoscenza verso di lui sarà imperitura; e nella Chiesa di S. Giovanni Evangelista il prezioso ricordo comperato da Mons. Sanfermo con l' obolo da lui stesso raccolto tra i fedeli sarà perenne monumento di una Missione che arrecò tanto bene alle anime e tanta gloria a Dio.

BUONA STAMPA.

La Nigrizia è un periodico bimensile, che esce in fascicoli di 32 pag. in-8° con illustrazioni e carte. Conta ora dodici anni di esistenza. Edito per cura dei Missionari d'Africa di Verona, oltre le notizie dello Missioni dell' Africa Centrale, che si rendono sempre più interessanti per gli Italiani, contiene anche articoli sull'Africa di genere geografico, scientifico e morale. Dà anche relazioni dettagliate sui più importanti avvenimenti religiosi che si svolgono in Africa edha una cronaca antischiavista. L'abbonamento annuo è di L. 3,50; i numeri arretrati L. 0,40, varie copie delle annate arretrate L. 4, legate in mezza tela L. 10 di tre in tre annate. Rivolgersi al M. P. P. Procuratore delle Missioni d'Africa, Vicolo Fontana del Ferro N. 6, Verona.

Cooperatori defunti nel Gennaio e Febbraio 1894.

1. Acquadro Don Pietro Prevosto - Moltacciata (Novara).

2. Alberti Francesco - Dico di Mezzodico (Svizzera).

3. Asinari Margherita - Torino. 4. Badellino Vicino Margherita S. Vittoria d'Alba (Cuneo).

5. Bader Clotilde - Gorizia (Austria). 6. Barbaro Ferrari Contessa Alessandrina - S. Pietro Incartano (Verona).

7. Barbiè D. Felice Canonico - Carmagnola (Torino).

8. Becchis Rosa-Branclizzo (Torino). 9. Bellingeri Eugenia nata Binelli - Torino.

10. Bertola Petronilla nata Cravero - Torino.

11. Bevilacqua Don Adriano Canonico Vitorbo (Roma).

12. Bissono Sac. - Dorznno (Novara). 13. Bosso Carolina - San Bassano (Cremona).

14. Bosso Don Onorato - Collobiano (Novara).

15. Boux Benedetto - Caluso (Torino). 16. Rozzo Cav. Andrea - Camogli (Genova).

17. Briani Maria - Rovigo.

18. Calderoni Domenico - Russi (Ravenna).

19. Calisti Don Vincenzo - Battona (Perugia).

20. Calvi Parisetti - Parma.

21. Camisassa Giacomo - Caramagna (Cuneo).

22. Camuto Giuseppe - Bronte (Catania).

23. Canovari Dott. Filippo - Genova. 24. Carpano Cav. Giacinto Tool. Can. Torino.

25. Carria Giovanni - Oristano (Cagliari).

26. Cena Teresa - Caluso (Torino). 27. Chianca Giuseppina - Dolceacqua (Porto Maurizio).

28. Collina Giuseppe - Garzigliana (Torino).

29. Conti D. Pietro Parroco - Grossa (Arezzo).

30. Corazza Canonico Pietro - Montone (Austria).

31. Conio Teresa ved. Fassio - Chivasso (Torino).

32. Corsini Maria - Nocetto (Parma). 33. Cova Morando Angola - S. Bonifacio (Verona).

34. Crema voci. Francesca - Cavallermaggiore (Cuneo).

35. Cucchetti Giuseppe - Venezia. 36. Cuzzetti Luigia - Brano (Brescia). 37. D'Ambrosio l). Angelo, cappellano - Gorgo (Udine)

38. Dadone Don Andrea - Mondovì (Cuneo).

39. Della Chiesa di Cervignasco Cont. Giuseppina - Torino.

40. De-Falco D. Domenico, parroco - Ortona (Chieti).

41. Do-Paoli Carlotta - Caldare (Girgenti).

42. Durio Angiola - Novara.

43. Fedorici Marchesa Adele nata Sobreri - S. Remo (P. Maurizio). 44. Fortis-Bedono Giuseppina - Miasino (Novara).

45. Frauch Maria - Cloz (Tirolo).

46. Frutar D. Francesco Augusto - Villeneuvo (Torino),

47. Gallaman Coriolano - Cherasco (Cuneo).

48. Gambera Don Faustino - Roccafranca (Brescia).

49. Garbasso Carlo Giuseppe Notaio Castellamonte (Torino).

50. Ghiglieri D. Giuseppe Teol. Cav. - Staffarda (Cuneo).

51. Giannatasio Domenico - Barile (Potenza).

52. Giovannini Teresa - Verolengo (Torino).

53. Gregari Veronica nata Bussolino - Bra (Cuneo)

54. Grosoli Cav. Dottor Giuseppe - Ferrara.

55. Grusovin Mon. Giuseppe - Gorizia (Austria).

56. Gualchi Giuditta - Pavia.

57. Guardone D. Pietro - Giustinice S. Lorenzo (Genova).

58. Guidetti D. Giovanni - Vercelli (Novara).

59. Jocovitta Mistretta Donna Calogero - Mussomeli (Caltanisetta).

60. Imberti Delfina - Caluso (Torino). 61. Lenotti Luigia -Primolo(Sondrio). 62. Loggoro Annetta - Torino.

63. Macchi D. Pietro parroco - Campione d'Intelo (Como).

64. Maggini Maria - Maggia (Como). 65. Maggini Sabina - Maggia (Como). 66. Marelli Catterina - Moncalieri (Torino).

67.Margherita D. Gio. Battista - Spilimbergo (Udine).

68. Marocco Olimpia - Alba (Cuneo). 69. Masi D. Gio. Pacifico - Appiguano (Macerata).

70. Melfanti Luigi - Scanvicino (Svizzera).

71. Menegatti Domenico Rettore - Marega (Verona).

72. Merliui-Gaude Giuseppina - Volpiano (Torino).

73. Merlo D. Michele, prevosto - Brigherasio (t'orino).

74. Moncacci Cav. Raffaele - S. Severino (Macerata).

75. Dorando Luigia - Castiglion Tinella (Cuneo).

76. Dorando Teresa - Castiglion Tinella (Cuneo).

77. Napione Margherita - S. Gillio (Torino).

78, Negro Don Giuseppe - Roatto (Brescia).

79. Nobili-Moglia Giovannina - Breno (Brescia).

80. Ogheri Don Domenico - Valeggio ( Verona).

81. Odeppo Eugenia ved. Fiandesio - Noasca (Torino).

82. Osella D. Angelo Canonico - Carmagnola (Torino).

83. Osella Don Domenico - Casale (Alessandria).

84. Palleggi D. Francesco - Marciano (Arezzo).

85. PetichIng. Dott. Andrea -Torino.

86. Piaceri Don Aurelio Canonico - Bettona (Peropia).

87. Piotromarchi Mens. Domenico, Vescovo - Anagni (Roma).

88. Pomes D. Anacleto - Caravigno (Lecce).

89. Prigione P. Gerolamo religioso Sesto Calando (Milano).

90. Prospero D. Francesco, parroco - Codroino (Udine).

91. Ragazzi Teresa - Orsara Bormida (Alessandria).

92. Ramelli Massimino - Airolo (Svizzera).

93. RebaudengoEmilia -Benevagionna CCuneo).

94. Riva D. Mattia Arciprete - Istrana (Treviso).

95. Ronco Giuseppina - Torino.

96. Ropolo D. Giuseppe - Torino.

97. Rota D. Pietro, parroco - Ambivano (Bergamo).

98. Salvatore P. religioso -Acquaviva Piceno (Ascoli Piceno).

99. Sardi Mons. Giovanni, Vescovo - Pinerolo (Torino).

100. Sartori Giuseppina - Nograr (Verona).

101. Scansani D. Sisinio - Castelfondo (Austria).

102. Siniscalchi Nicola - Salerno.

103. Solgia Maria Giuseppa - Alghero (Sassari).

104. Sottaglia Damigella Lucia - '.rorino.

105. Tesio Margherita - Carmaguola (Torino).

106. Tricorni Cav. Antonio - Trino (Vovara).

107. Triglia D. Michele professore - Reggio Emilia.

108. Trombetta Don Gerolamo parroco - Como•

109. Ulivi D. Aurelio rettore - Corolla (Firenze).

110 Vanielli D. Giuseppe - Chioggia (Firenze).

111. Zamparo D. Alessandro - Fiumicollo (Austria).

112. Zappia D. Gioachino priore - Basiliana (Catania).

113. Zonta Giuseppe - Verona.

114. Zuverter Mons. Gralle Principe Vescovo - Gratz (Austria).