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1 Italia – Santa Maria Troncatti FMA: Donna di Fede, Missionaria, Costruttrice di Pace |
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18 Ottobre 2025
(ANS – Roma) - La vita di Santa Maria Troncatti, donna di montagna divenuta missionaria in Amazzonia, parla con forza al nostro tempo. La sua esperienza, pur nella semplicità delle origini, offre risposte concrete alle domande che attraversano la nostra epoca: come vivere una vita significativa? Come esercitare una leadership autentica? Come costruire ponti in una società frammentata?
LA COERENZA COME FONDAMENTO DELL’AZIONE
Maria scoprì la sua vocazione attraverso la lettura del Bollettino Salesiano. Fu una scintilla che accese una consapevolezza profonda, maturando in una decisione che avrebbe orientato tutta la sua esistenza. La scelta comportò costi personali significativi, eppure Maria aveva compreso una verità essenziale: "Ci si dona una volta sola e per sempre". Questo primo messaggio ci interpella direttamente: quando identifichiamo ciò che dà significato al nostro agire, dobbiamo viverlo con coerenza totale, senza compromessi che ne svuotino la sostanza. Maria trovava senso anche nelle azioni quotidiane apparentemente marginali, insegnandoci che l’eccellenza non consiste nel compiere gesti straordinari, ma nell’affrontare con dedizione straordinaria le responsabilità ordinarie.
LA PROATTIVITÀ COME ESPRESSIONE DI RESPONSABILITÀ
"Andiamo, vengo subito" era la risposta costante di Maria. A qualsiasi ora, in qualsiasi condizione, si rendeva disponibile. Non attendeva passivamente che i bisogni si manifestassero: li anticipava, li intercettava, li affrontava. Quando arrivò in Ecuador dichiarò: "Con tutto il cuore ci vado: il mio pensiero l’ho sempre alla missione". Quel "con tutto il cuore" rappresenta un elemento distintivo dell’agire efficace: non si opera con tiepidezza o distacco. Qualunque sia il nostro ambito di responsabilità, richiede un investimento totale della nostra energia e passione. Di fronte ai risultati eccezionali delle sue cure mediche, Maria manteneva lucidità e umiltà: "È Dio che fa tutto. Io prego e Lui guarisce. Io non sono nulla". Questa consapevolezza ci rimanda a una verità fondamentale: siamo strumenti al servizio di qualcosa di più grande, collaboratori nel promuovere contesti più umani, sani e relazionalmente ricchi. Il suo programma era chiaro: "Cuore grande, cuore di madre... cuore più buono, che giusto". In un contesto spesso caratterizzato da cinismo e durezza, questo rappresenta una sfida controcorrente: agire con generosità, con capacità di comprensione che vada oltre la mera applicazione di regole, con disponibilità autentica al dono di sé per il bene comune.
LA COSTRUZIONE DELLA PACE COME SCELTA CONCRETA
Nella selva amazzonica, Maria si trovò immersa in conflitti violenti tra coloni e popolazioni indigene. Scelse deliberatamente di farsi mediatrice, di costruire dialogo, di offrire riconciliazione. Lo fece concretamente, curando tutti senza distinzioni. Maria non si presentava come una figura priva di limiti. Con onestà riconosceva: "Non sono buona, ma voglio essere santa". Ammetteva il proprio carattere impetuoso, ma lavorava costantemente per trasformarlo. Questo messaggio è liberante: non è necessario essere perfetti per agire in modo significativo. È necessario volere sinceramente crescere, migliorare, trasformarsi. Questo processo di autenticità genera una testimonianza credibile. Suor Maria nelle varie vicende critiche comunica una determinazione frutta di una personalità matura. Questa qualità ci interpella in maniera molto vicina: in un’epoca caratterizzata da incertezze e paure diffuse, serve il coraggio della coerenza. Non il coraggio di chi è incosciente, ma di chi, pur consapevole dei rischi, sceglie di agire secondo i propri valori. La sua forza attingeva dalla dimensione spirituale, dalla preghiera, dall’Eucaristia. Se vogliamo generare trasformazioni autentiche, dobbiamo coltivare quella dimensione interiore che ci radica e ci orienta.
LA CHIAMATA CHE RISUONA OGGI
Quando le portavano bambini che secondo la "legge della foresta" dovevano morire, Maria proclamò: "Lo griderò io stessa ai quattro venti: portateli a me, tutti! Sarò madre per loro!". Oggi quella voce risuona come una chiamata universale: siamo chiamati a difendere il valore di ogni persona, a contrastare la cultura dello scarto, a testimoniare che l’amore è più forte dell’odio, che la pace è possibile, che vale la pena investire la propria vita per gli altri. Maria concluse la sua esistenza affermando: "Non ho altro da dare che me stessa". E fu più che sufficiente. Quando si dona tutto con autenticità, quell’offerta genera frutti che vanno oltre ogni aspettativa.
IL MESSAGGIO DI SUOR MARIA TRONCATTI
La vita di Suor Maria Troncatti ci comunica oggi che l’autenticità, il coraggio, la dedizione totale e la capacità di costruire ponti non sono qualità astratte, ma scelte concrete quotidiane. Ciascuno di noi ha un contributo unico e irripetibile da offrire. Siamo chiamati a scoprire questo contributo specifico e a realizzarlo con intelligenza, coraggio e speranza. Non come imitazioni di altri modelli, ma come persone autentiche che, nella propria unicità, sanno rispondere alle sfide del proprio tempo con la stessa radicalità e dedizione che caratterizzò Maria Troncatti: donna di fede, missionaria, costruttrice di pace.
Don Fabio
Attard, SDB,
Rettor Maggiore
(Discorso per l’Apertura della Celebrazioni per la Canonizzazione di suor Maria Troncatti, FMA)