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CAPITOLO GENERALE XXIX
SALESIANI DI DON BOSCO
APPASSIONATI DI GESÙ CRISTO,
DEDICATI AI GIOVANI
Per un vissuto fedele e profetico
della nostra vocazione salesiana
Documenti Capitolari
CG29
Torino, 16 febbraio – 12 aprile 2025

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atti
del Consiglio generale
della Società salesiana
di San Giovanni Bosco
ORGANO UFFICIALE DI ANIMAZIONE E DI COMUNICAZIONE PER LA CONGREGAZIONE SALESIANA
N. 445
anno CVII
giugno 2025
APPASSIONATI DI GESÙ CRISTO,
DEDICATI AI GIOVANI
Per un vissuto fedele e profetico
della nostra vocazione salesiana
DOCUMENTI DEL CAPITOLO GENERALE XXIX
DELLA SOCIETÀ DI SAN FRANCESCO DI SALES
Torino, 16 febbraio – 12 aprile 2025

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Editrice S.D.B.
Edizione extra commerciale
Sede Centrale Salesiana
Via Marsala, 42
00185 Roma
Tipografia Salesiana Roma - Via Umbertide, 11 - 00181 Roma
Tel. 06.78.27.819 - 06.78.48.123 • E-mail: tipolito@donbosco.it
Finito di stampare: Luglio 2025

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PRESENTAZIONE
Carissimi confratelli,
il Documento Finale che oggi consegniamo alla Congregazio-
ne è frutto di un’esperienza spirituale e comunitaria vissuta in
maniera molto intensa. È stata un’esperienza che ha segnato
il cuore di ciascuno dei membri del CG29. Questo Documento
Finale è la memoria viva di un percorso guidato dallo Spirito, ce-
lebrato nella casa delle nostre origini, qui a Valdocco, dove tutto
è cominciato. Qui abbiamo voluto sostare in ascolto profondo,
con la consapevolezza che ogni vero rinnovamento nasce da
un ritorno autentico alle sorgenti. In questo luogo benedetto,
immersi nella presenza silenziosa di Don Bosco, abbiamo vissuto
giorni di preghiera, discernimento e dialogo sincero. Ci sentiva-
mo guidati dallo sguardo materno di Maria Ausiliatrice nella
convinzione che la nostra vocazione oggi richiede un cuore ar-
dente come il suo, una visione limpida e delle scelte coraggiose
come l’ha vissute Lei.
Il tema scelto per il Capitolo – “Appassionati di Gesù Cristo,
dedicati ai giovani” – è stato non solo lo sfondo del nostro lavoro,
ma anche il fuoco che ha animato ogni confronto e orientato ogni
decisione. Non è un tema nato a tavolino, ma è maturato nell’a-
scolto delle Ispettorie di tutto il mondo. È stato il frutto di un
processo sinodale autentico, ispirato dalla metodologia ecclesiale
della “Conversazione nello Spirito”, che ha segnato profonda-
mente il tono del Capitolo Generale. L’ascolto reciproco, l’umiltà
nel mettersi in discussione, il desiderio di lasciar emergere la
voce dello Spirito tra noi, hanno fatto maturare un clima di
comunione reale, che ha reso possibile un discernimento condi-
viso, onesto, maturo. Riconosciamo con gioia che è questo il
primo frutto del CG29: un’esperienza ecclesiale che ci ha fatto
riscoprire che, solo se camminiamo insieme sotto la guida della
Spirito, possiamo essere fedeli al Vangelo e significativi per i
giovani di oggi.

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4ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
Il Documento Finale che presentiamo si articola in tre grandi
nuclei. I primi due – “Animazione e cura della vita vera di cia-
scun salesiano” e “Insieme Salesiani, Famiglia Salesiana e laici
con e per i giovani” – sono strutturati secondo la triplice scan-
sione dell’ascolto, dell’interpretazione e della scelta. In essi si ri-
conosce un’onestà intellettuale e spirituale nell’affrontare le luci
e le ombre della nostra vita personale, comunitaria e apostolica.
Durante il CG29, non abbiamo avuto paura di nominare le fati-
che che segnano la vita spirituale di molti confratelli, la fram-
mentazione interiore che talvolta indebolisce la grazia di unità,
la crisi vocazionale che in alcune regioni interroga profondamen-
te la qualità del nostro accompagnamento, e le sfide culturali che
mettono alla prova la consistenza della nostra testimonianza. Ma
insieme a queste ombre, abbiamo riconosciuto con gratitudine
i molti segni di vita, di fedeltà, di generosità e di speranza. Le
scelte che il Documento Finale propone non sono norme astrat-
te, ma indicazioni concrete, frutto di riflessioni condivise e radi-
cate nella realtà. Esse chiedono a ciascuno di noi di rimettere
Cristo al centro della propria vita, di coltivare una spiritualità
più profonda, di vivere con autenticità la fraternità, di valoriz-
zare in particolare la vocazione del salesiano coadiutore, e di
promuovere una missione educativa sempre più condivisa con i
laici e i vari gruppi della Famiglia Salesiana.
Il terzo nucleo raccoglie le ventitré deliberazioni capitolari,
che rappresentano una risposta coraggiosa e lucida alle esigenze
di un governo della Congregazione più coerente con la missione,
più vicino alla realtà, più agile e trasparente. Alcune di esse mo-
dificano articoli delle Costituzioni e dei Regolamenti generali,
altre affrontano questioni operative fondamentali. Si tratta di
testi snelli, ma incisivi. Voglio qui ricordarne alcune, per farne
risaltare la portata. È significativa la modifica all’art. 187 delle
Costituzioni, che elimina ogni ambiguità sul rapporto tra povertà
evangelica e sostenibilità economica. Di grande importanza è la
costituzione di una seconda Regione in Africa-Madagascar, che
riconosce non solo la crescita numerica dei confratelli, ma anche
la maturità apostolica e la capacità di progettazione locale .

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PRESENTAZIONE5
Ancora più simbolica è la deliberazione che modifica l’art. 30
delle Costituzioni sulla missione salesiana, ampliando l’orizzon-
te oltre la prima evangelizzazione, per includere esplicitamente
anche la “rivitalizzazione della fede nei Paesi di antica tradizio-
ne cristiana”. È una presa d’atto lucida del nostro tempo e un
rilancio profetico della nostra identità missionaria, proprio nel
150° anniversario della prima spedizione salesiana e mentre la
Chiesa celebra il Giubileo della Speranza. In questo contesto, di-
venta ancora più forte il senso della deliberazione che inserisce
formalmente nei Regolamenti le opere per giovani in situazione
di vulnerabilità o esclusione, riconoscendole come risposta cari-
smatica e prioritaria alle ferite del nostro tempo. In modo simile,
l’impegno per il safeguarding, espresso in più momenti e rifles-
sioni, attraversa trasversalmente il Documento Finale come un
principio evangelico irrinunciabile: la tutela dei piccoli e dei fra-
gili rimane un criterio essenziale di autenticità evangelica e di
credibilità pastorale.
Accanto ai tre nuclei principali, il Documento Finale è com-
pletato da una sezione di Allegati, che non vanno considerati
marginali. Facciamo tesoro del messaggio del Santo Padre, dei
vari interventi di apertura, e del discorso finale del Rettor Mag-
giore insieme alle riflessioni settimanali che Don Pascual ha of-
ferto settimanalmente e che portano il titolo “Facendo il punto”.
Per il cammino di conoscenza del Documento Finale per i pros-
simi anni ci aiuterà il contributo che io stesso ho chiesto a Don
Pascual di condividere con tutta la Congregazione. È una sua ri-
flessione conclusiva fatta dopo la fine del CG29. Sono convinto
che il suo accompagnamento apprezzato da tutti è ulteriormente
arricchito da questo contributo finale che mentre completa le
sue riflessioni settimanali ci aiuterà a rilanciare questa memoria
che abbiamo vissuto qui a Torino e concluso a Roma.
Queste sono pagine da meditare. Sono pagine che ci restitui-
scono lo spirito con cui il CG29 è stato condotto: uno spirito di
fede, di ricerca, di fraternità e di amore per la missione.
Carissimi, questo Documento Finale è adesso affidato a voi,
alle comunità, alle ispettorie, ai laici e ai giovani che condividono

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6ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
con noi il sogno di Don Bosco. Per diventare fecondo ha bisogno
di essere letto, meditato, discusso, interiorizzato. Soprattutto,
ha bisogno di essere vissuto. Nulla di ciò che abbiamo elaborato
avrà senso, se non troverà eco nella vita concreta delle persone
e delle comunità. Il CG29 non si è chiuso con la proclamazione
dell’ultimo voto. Il CG29 comincia adesso, con la responsabilità
che ciascuno di noi assume nel ricevere questo mandato.
Affidiamo questo cammino a Maria Ausiliatrice, che la abbia-
mo sentita come una presenza discreta ma fortissima durante
il CG29. È Lei che continua a essere presente ogni giorno nella
nostra vita e nelle nostre case. A Lei, che “continua a fare tut-
to”, affidiamo il desiderio di essere oggi Salesiani davvero appas-
sionati di Gesù Cristo e dedicati ai giovani. E chiediamo a Don
Bosco, che ci ripete oggi come allora “non basta amare i giovani,
bisogna che si accorgano di essere amati”, di guidarci con la sua
intercessione e con il suo esempio, perché la fiamma della carità
apostolica non si spenga mai nel nostro cuore.
Roma, 24 maggio 2025 – Solennità di Maria Ausiliatrice
Don Fabio Attard
Rettor Maggiore

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ATTI DEL CG29
APPASSIONATI DI GESÙ CRISTO, DEDICATI AI GIOVANI
Per un vissuto fedele e profetico della nostra vocazione salesiana
Introduzione
1. Essere appassionati di Gesù Cristo e dedicati ai giovani è
il cuore della nostra identità e l’energia che muove la nostra vi-
ta. Questi due lineamenti essenziali della vocazione salesiana
non sono stati soltanto l’argomento del Capitolo Generale 29°,
ma l’anima profonda di quanto abbiamo vissuto nella condivi-
sione e nella preghiera. Sono stati la prospettiva da cui abbiamo
guardato il mondo di oggi, con le sue ricchezze che ci affascinano
e le molte sfide educative e pastorali che ci interpellano.
2. Ci siamo radunati a Valdocco, nella casa del nostro padre e
fondatore, dove abbiamo potuto sostare a lungo in preghiera e in
raccoglimento. Le meditazioni che ci ha offerto il Rettor Maggiore
emerito don Pascual Chávez durante le prime giornate, dedicate
alla spiritualità, ci hanno aiutato ad approfondire lo sguardo sulla
nostra identità carismatica. Anche la visita del Colle don Bosco,
di Chieri e di altri luoghi in cui don Bosco ha lasciato il segno
della sua presenza, ha alimentato in noi la consapevolezza delle
nostre radici e la gratitudine per quanto abbiamo ricevuto. In
particolare in questo 150° anniversario della prima spedizione
missionaria, la visita a Genova Sampierdarena e il ricordo della
partenza dei primi confratelli per l’Argentina hanno ravvivato
in noi la coscienza che il carisma di don Bosco è un dono per tutta
la Chiesa e per tutte le culture. In questo spirito, è risuonato l’ap-
pello a sviluppare ulteriormente la nostra presenza missionaria
in Oceania. Unità nelle radici e pluralità nelle espressioni sono
la grande ricchezza della nostra Congregazione che dobbiamo
custodire con saggezza e promuovere con creatività.
3. L’alto incarico che il Santo Padre ha affidato al Rettor

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8ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
Maggiore emerito don Ángel Fernández Artime mentre il suo
mandato era ancora in corso, ha anticipato di un anno la con-
sueta scadenza sessennale del Capitolo. Nonostante la sua
assenza, le prospettive della Lettera di indizione e la Relazione
sullo stato della Congregazione hanno dato un indirizzo chiaro
ai nostri lavori. Vogliamo pertanto rinnovargli l’espressione della
nostra sentita gratitudine per il servizio generoso di animazione
e governo, insieme all’augurio per la nuova missione che sta
svolgendo nella Santa Sede a servizio della Chiesa universale.
4. Il Capitolo si è svolto in un tempo segnato da grandi rife-
rimenti ecclesiali. Stiamo vivendo, anzitutto, il Giubileo della
speranza, di cui abbiamo sentito in modo speciale l’ispirazione
nella settimana delle elezioni e nel pellegrinaggio conclusivo alla
tomba di Pietro con il passaggio della Porta Santa. La recente
celebrazione del Sinodo “Per una Chiesa sinodale: comunione,
partecipazione, missione” ha offerto preziosi orientamenti eccle-
siologici e spirituali al nostro lavoro. Abbiamo cercato, infatti, di
praticare la conversazione nello Spirito come forma per realiz-
zare il discernimento comunitario. La malattia del Santo Padre
ci ha mossi ogni giorno alla preghiera per lui, con l’affetto since-
ro e filiale che don Bosco ci ha insegnato ad avere per il Papa.
5. Anche gli eventi del mondo hanno intessuto le nostre rifles-
sioni e le nostre preghiere. Le guerre che continuano a devastare
molti Paesi, il dramma dei migranti e dei rifugiati, la persecuzione
di tanti fratelli nella fede e di minoranze etniche e religiose, i
disordini e le violenze che impediscono in molte regioni la serena
e pacifica convivenza, le calamità naturali ci sono giunte non solo
attraverso le notizie dei media, ma soprattutto grazie alla testi-
monianza diretta di tanti confratelli che vivono nelle zone più dif-
ficili del pianeta e lavorano a servizio dei più poveri e bisognosi.
Ascoltare le loro parole è stata una vera lezione di vita.
6. I giovani, soprattutto, sono stati al centro dei nostri pen-
sieri. Di fronte alla freschezza dei loro sogni, alla generosità con
cui sanno impegnarsi, alla creatività con cui guardano al futuro
continuiamo a essere meravigliati. Con il loro entusiasmo ci aiu-

1.10 Page 10

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ATTI DEL CAPITOLO GENERALE 299
tano a non cedere al peso dell’abitudine e a mantenere dinami-
smo interiore e passione apostolica. Vivendo ogni giorno con loro
conosciamo da vicino anche le difficoltà che incontrano, assieme
alle fatiche e le delusioni che sperimentano per diventare adulti
responsabili. Molti di loro portano in sé ferite dolorose, di cui
spesso non sono responsabili. Per loro diamo ogni giorno la vita
e il nostro desiderio più grande è aiutarli a scoprire quanto Dio
li ama e quanto è vicino al loro cuore.
7. Nello sviluppo del tema capitolare, siamo stati ispirati so-
prattutto da due riferimenti, che con molta frequenza sono tor-
nati nei nostri dialoghi. Il mistero dell’Eucaristia, accolto, rice-
vuto e celebrato, ci ha ricordato l’amore con cui il Signore ha do-
nato la vita per noi e il suo ardente desiderio di raccoglierci nella
comunione. Ogni giorno attingiamo al suo sacrificio l’energia
per donare la vita e la forza per non cedere al male. Il mistero
della sua presenza nei segni umili e quotidiani del pane e del
vino ci ha ricordato che la nostra presenza tra i giovani deve es-
sere segno e strumento della Sua. Sostando presso il tabernacolo
dove San Domenico Savio visse la sua estasi, abbiamo pensato
a quanto l’Eucaristia e i sacramenti siano centrali nella nostra
pedagogia e vera sorgente di santità. Per questo in vari momenti
abbiamo richiamato l’esigenza di celebrarli con amore e di pro-
lungarne nella vita la grazia e il dono.
8. Insieme al tema eucaristico, l’invocazione dello Spirito
Santo ha caratterizzato, con particolare intensità, la nostra espe-
rienza capitolare. Conversare “nello Spirito” ci ha ricordato che
Lui è il grande protagonista del discernimento e che solo con la
sua luce possiamo riconoscere i segni che Dio ci dona per manife-
stare la sua volontà. Nella settimana delle elezioni, in particolare,
abbiamo sperimentato la sua guida e ci siamo rallegrati per il do-
no dell’undicesimo Successore di don Bosco, nella persona di don
Fabio Attard, e del suo Consiglio. Lo Spirito datore dei carismi e
artefice della santità è il fuoco che arde nel nostro cuore: da Lui
dipendono la passione per Cristo e la dedizione ai giovani.
9. Il Documento che abbiamo elaborato contiene i frutti del

2 Pages 11-20

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2.1 Page 11

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10ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
nostro lavoro. I primi due nuclei sviluppano rispettivamente il
tema “Animazione e cura della vita vera di ciascun salesiano” e
“Insieme salesiani, Famiglia Salesiana e laici ‘con’ e ‘per’ i giova-
ni”. Essi sono strutturati secondo i tre passi che ci sono familiari
dell’ascolto, in cui viene riportata una descrizione della realtà,
dell’interpretazione, in cui si cerca di approfondirne le ragioni e
di offrire criteri per illuminarne la comprensione, e delle scelte
proposte ai confratelli, alle comunità, alle ispettorie e al Rettor
Maggiore con il suo Consiglio. La sezione delle scelte offre un
ampio ventaglio di indicazioni, che appositamente non si è voluto
restringere. Tocca infatti alle singole ispettorie e regioni identifi-
care le priorità più urgenti e i passi concreti più opportuni per il
proprio contesto. Anche questo è un modo per salvaguardare allo
stesso tempo unità del cammino e specificità di percorsi.
Il terzo nucleo riporta le Delibere approvate dal Capitolo.
Alcune modificano articoli delle Costituzioni o dei Regolamenti,
altre chiedono al Rettor Maggiore con il suo Consiglio l’atten-
zione a questioni di particolare rilevanza. Queste delibere sono
il frutto di una riflessione ampia e articolata, che ha riguardato
anche temi rimasti in sospeso dal Capitolo Generale 28° a causa
della sua chiusura anticipata.
10. Maria Ausiliatrice è stata durante il Capitolo una presen-
za materna, discreta ma costante. Ci ha accolto nella Basilica a
Lei dedicata nelle celebrazioni più solenni e nel silenzio della pre-
ghiera personale. Presso l’altare di don Bosco abbiamo più volte
sostato, in un dialogo filiale con lui. Lo abbiamo ringraziato per
la sua presenza nella nostra vita, gli abbiamo confidato pene e
preoccupazioni pastorali, gli abbiamo parlato tante volte dei nostri
ragazzi, dei loro sogni e delle loro speranze. A Maria e a don Bosco
affidiamo i frutti del Capitolo Generale, perché possano diventare
una mappa di cammino per il futuro delle comunità e delle ispet-
torie e un dono per il nostro servizio ai giovani. Il Signore ci dia
forza per essere coerenti a quanto abbiamo qui espresso e man-
tenga viva in noi la fiamma della carità apostolica.
I Confratelli del Capitolo Generale 29°

2.2 Page 12

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NUCLEO 1
ANIMAZIONE E CURA DELLA VITA VERA
DI CIASCUN SALESIANO
A. CENTRALITÀ DI CRISTO E CURA DELLA VOCAZIONE
SALESIANA
Ascolto
11. Riconosciamo che la nostra consacrazione salesiana è
radicata profondamente in Gesù Cristo. Con animo grato consta-
tiamo che tanti confratelli, con fedeltà gioiosa, mantengono una
relazione personale e appassionata con il Signore, seguendolo con
generosità sulla strada tracciata da don Bosco. Nonostante questi
segni di speranza, appare chiaro che la società contemporanea,
segnata dalla vertigine dell’accelerazione, dall’imperativo dell’ef-
ficienza, dall’individualismo, dalla seduzione del consumismo,
tende a relegare ai margini la dimensione trascendente dell’esi-
stenza, e questo finisce per avere un impatto persino nella vita
dei consacrati. Viviamo in un tempo segnato da conflitti bellici,
incertezze economiche e profondi cambiamenti culturali e crisi
ambientali, ma vogliamo servire questo mondo con un ascolto
umile e uno sguardo cordiale, riconoscendo i tanti valori che
parlano della presenza di Dio nella storia.
12. Il Rettor Maggiore emerito nella Relazione che ha predi-
sposto per il Capitolo Generale ha evidenziato “una certa debo-
lezza o fragilità nel modo di vivere la vita spirituale e il rapporto
con Dio. È un fattore molto presente in tutta la vita consacrata,
ma anche nella nostra, come salesiani, che incide sulla nostra
identità carismatica” (A. F. ARTIME, Relazione del Rettor Maggio-
re al Capitolo Generale 29°, p. 10). Si tratta di una malattia sot-
tile, presente in tutto il corpo della vita consacrata e che, anche
tra noi salesiani, incide come ruggine che corrode la nostra
fedeltà. Si scorge in qualche parte una deriva verso una vita bor-

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12ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
ghese e conformista, che rivela mancanza di quella radicalità
evangelica che dovrebbe essere il nostro sigillo distintivo. La ge-
stione delle nostre strutture costituisce talora un fardello pesante
che rischia di assorbire troppe energie. Nonostante queste diffi-
coltà, esistono segnali positivi. In alcune regioni ed ispettorie si
registra una significativa vitalità vocazionale accompagnata da
modalità creative di inculturazione del carisma, che risultano
particolarmente significative in questo 150° anniversario della
prima spedizione missionaria salesiana.
13. L’Eucaristia, culmine e fonte della vita cristiana, costi-
tuisce “l’atto centrale di ogni comunità salesiana” (Cost. 88).
Tuttavia, il discernimento capitolare ci ha portato a riconoscere
luci e ombre nella vita liturgica delle comunità salesiane. Mentre
in alcune case la celebrazione eucaristica è vissuta con fervore e
diventa generatrice di comunione e di missione, in altre si notano
abitudinarietà e formalismo.
L’ascolto della Parola di Dio e la pratica della meditazione quo-
tidiana sono fondamenti della nostra spiritualità, ma in più di un
contesto vengono sacrificate per attività considerate più urgenti.
L’attivismo, sfida permanente della vita salesiana, continua a
minacciare l’equilibrio tra preghiera e lavoro, rivelando non solo
un problema di organizzazione del tempo, ma una più profonda
questione di interpretazione del carisma e di vita di fede.
La “grazia di unità”, quel filo invisibile che dovrebbe intrec-
ciare la nostra missione apostolica, la vita comunitaria e la pra-
tica dei consigli evangelici, rischia di sfilacciarsi, di perdere splen-
dore e forza, a seguito di una vita spirituale fioca e stanca.
14. “Da mihi animas, cetera tolle” – il motto che ha ispirato
Don Bosco – continua a interpellare la nostra identità carismati-
ca. Il Rettor Maggiore emerito ha manifestato la sua sorpresa
nel constatare che “alcuni confratelli mi hanno presentato dubbi
sulla nostra identità carismatica, o sull’identità salesiana di
noi consacrati; o su ciò che dovrebbe essere essenziale e radicale
nella nostra vita salesiana” (A. F. ARTIME, Relazione del Rettor
Maggiore al Capitolo Generale 29°, p. 10).

2.4 Page 14

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ATTI DEL CAPITOLO GENERALE 2913
Le uscite di confratelli già preti o candidati al sacerdozio, che
chiedono di passare al clero diocesano, come pure le difficoltà a
comprendere, promuovere e accompagnare la vocazione del sale-
siano coadiutore costituiscono segnali preoccupanti di una crisi
identitaria più profonda. Talora essa riguarda la comprensione
del carisma, altre volte il processo formativo di assimilazione.
In un contesto culturale in cui Dio è percepito da molti come il
grande Assente e in cui prevale il disorientamento, la nostra te-
stimonianza appare spesso sbiadita e priva di incisività. Alcuni
confratelli faticano a riconoscersi pienamente nel carisma sale-
siano, vivendo la consacrazione come un’appartenenza formale
più che come un’identità sostanziale. Questa fragilità identitaria
si manifesta anche nella scarsa capacità di trasmettere ai giovani
la bellezza della vocazione salesiana. I frequenti abbandoni in-
dicano che il processo formativo non riesce a toccare il cuore in
profondità e consolidare sufficientemente l’identità carismatica,
lasciando i confratelli vulnerabili di fronte alle sfide e alle sedu-
zioni del contesto contemporaneo. Preoccupa particolarmente la
tendenza di alcuni salesiani a cercare riconoscimento e gratifica-
zione, alimentando atteggiamenti che contraddicono la radicalità
evangelica della nostra consacrazione.
La figura del salesiano coadiutore, espressione originale del
carisma di Don Bosco, attraversa un momento di particolare dif-
ficoltà in molte regioni. Nonostante gli sforzi e le dichiarazioni
ufficiali, persiste in molti ambienti una mentalità clericalista
che non riesce a far emergere il proprium della vocazione del
coadiutore. La diminuzione drastica delle vocazioni di salesiani
coadiutori in diverse ispettorie rappresenta una grave perdita
per la ricchezza e la completezza del carisma.
Interpretazione
15. Insieme a incoraggianti elementi di fedeltà e di dedizione,
l’ascolto della vita delle nostre comunità ci ha consentito di rico-
noscere fatiche e incertezze che ci sembra di poter ricondurre in-
torno a un nucleo centrale: la difficoltà di un’esistenza realmente
unificata, in cui preghiera e lavoro, servizio ai giovani e profon-

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14ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
dità spirituale, missione e contemplazione non siano giustapposti,
ma si alimentino a vicenda. Se la grazia di unità costituisce il
dono vitale che abbiamo ricevuto nel carisma salesiano, la disper-
sione interiore si presenta come la grande tentazione da cui dob-
biamo guardarci, come singoli e come comunità.
Non è difficile riconoscere che per molti motivi questa tenta-
zione è più insidiosa oggi che in passato. L’influenza pervasiva
della tecnologia digitale, se da un lato offre opportunità di comu-
nicazione e di educazione, dall’altro presenta un serio rischio di
individualismo, superficialità e isolamento all’interno delle co-
munità. L’accelerazione dei ritmi di vita, la crescente complessità
del reale, la spinta all’attivismo e all’individualismo incidono
fortemente sulla nostra vita. Alimentano la frammentazione in-
teriore e minacciano la capacità di fare silenzio, scendere in
profondità e vivere un’autentica esperienza di Dio. A queste ra-
gioni esterne, si aggiungono però altri fattori, più legati all’an-
damento delle nostre opere e alla nostra organizzazione della vita
comunitaria, quali la sproporzione tra fronti pastorali e numero
di confratelli, l’eccesso di incarichi affidati alla stessa persona,
la trascuratezza nella cura della preghiera comunitaria, il poco
impegno nella riflessione e nello studio.
16. Non vogliamo però essere rinunciatari né cercare giusti-
ficazioni. Siamo anzi convinti che anche nel mondo frenetico di
oggi e in mezzo a tante situazioni difficili in cui molti confratelli
vivono la loro missione, Dio ci viene incontro, ci parla e ci offre
la possibilità di unificare in Cristo la nostra vita. È ciò che speri-
mentiamo ogni giorno nella preghiera e nell’ascolto della Parola,
che culminano nella celebrazione dell’Eucaristia. Alla nostra
frammentazione dunque c’è una risposta molto chiara: entrare
nella grazia che ogni giorno l’Eucaristia ci offre. Quando ci acco-
stiamo all’altare, risentiamo interiormente le parole che Gesù ha
detto nell’ultima cena: “Ho tanto desiderato mangiare questa Pa-
squa con voi” (Lc 22,15). Come ha scritto papa Francesco, attra-
verso queste parole “ci viene data la sorprendente possibilità di
intuire la profondità dell’amore delle Persone della Santissima

2.6 Page 16

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ATTI DEL CAPITOLO GENERALE 2915
Trinità verso di noi” (FRANCESCO, Lettera apostolica Desiderio
desideravi 2).
Nell’Eucaristia sperimentiamo che preghiera, fraternità e
missione nascono insieme e provengono da un dono che ci prece-
de e che non meritiamo. L’unica risposta che questo dono ci chie-
de è arrendersi all’amore, deponendo la pretesa di mettere al cen-
tro noi stessi, i nostri progetti e le nostre opere. Si tratta, come
ci ricorda Papa Francesco della “ascesi più esigente” (Ibid. 6), ma
è indubbiamente il segreto profondo di una vita consacrata au-
tentica.
Il nostro attivismo a volte pretende di trascinare il Signore
dietro di noi, ma in una direzione che non sempre è quella in cui
soffia lo Spirito. Questo avviene, ad esempio, quando ci identifi-
chiamo più con il nostro ruolo che con la nostra vocazione. L’Eu-
caristia, invece, ci fa compiere il passaggio pasquale da una vita
che si affanna a correre dietro le proprie idee a una vita che segue
con serena fiducia il soffio dello Spirito. Come afferma l’articolo
88 delle Costituzioni, “la presenza dell’Eucaristia nelle nostre ca-
se è per noi, figli di don Bosco, motivo di frequenti incontri con
Cristo”. L’adorazione eucaristica vissuta in comunità e la pratica
della “visita al Ss.mo Sacramento” raccomandata da don Bosco
alimentano l’unione con Dio e ravvivano l’amicizia con il Signore.
17. Riconosciamo perciò che alla base della dispersione e fram-
mentazione interiore non c’è soltanto il molto lavoro che abbia-
mo, ma anche – e forse soprattutto – la tendenza a viverlo in mo-
do disordinato, contando più su noi stessi che sul Signore. Don
Bosco, infatti, aveva un’attività impressionante, che si svolgeva
su più fronti e richiedeva molto impegno, eppure quanti lo incon-
travano avevano l’impressione di trovarsi di fronte a un uomo
profondamente pacificato, che irradiava la presenza di Dio. Per
seguirlo in questa strada di santità, percepiamo pertanto l’esi-
genza di approfondire la sua esperienza spirituale. Non possiamo
accontentarci di conoscere la sua storia e le sue attività, ma ab-
biamo bisogno di riscoprire il segreto della sua continua unione
con Dio, il percorso spirituale che lo ha condotto a vivere la grazia

2.7 Page 17

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16ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
di unità. Abbiamo bisogno di raggiungere, quasi toccare, il fuoco
interiore del Da mihi animas, in cui preghiera e lavoro si unifi-
cano nella partecipazione alla carità pastorale del Risorto. Questo
è essere appassionati del Signore!
Ci aiuterà in questo il prezioso insegnamento spirituale
di San Francesco di Sales, di cui recentemente abbiamo celebrato
il quarto centenario della morte. Egli ha infatti insegnato che
la santità si raggiunge nelle concrete circostanze della vita quo-
tidiana e, proponendo un’autentica mistica dell’azione apostolica,
ha posto le basi per una solida spiritualità del dono di sé. Le
parole con cui il Santo Padre ricorda la sua dottrina spirituale
nell’enciclica Dilexit nos ci incoraggiano a riscoprire i suoi inse-
gnamenti per vivere la centralità di Gesù Cristo e la cura della
nostra vocazione.
Scelta
18. Alla luce dell’ascolto e dell’interpretazione, scegliamo di
RINNOVARE CON DECISIONE LA CENTRALITÀ DI GESÙ
CRISTO, RISCOPRENDO LA GRAZIA DI UNITÀ E RIFUG-
GENDO DALLA SUPERFICIALITÀ SPIRITUALE.
Questa scelta implica per i confratelli, le comunità, le ispet-
torie e il governo centrale della Congregazione impegni concreti
che di seguito esemplifichiamo.
– Il salesiano
a. elabori il progetto personale di vita, aggiornandolo annual-
mente
b. curi la preghiera personale e comunitaria, con particolare
attenzione alla lectio divina, alla centralità dell’Eucaristia e alla
devozione mariana;
c. coltivi l’accompagnamento spirituale come elemento
essenziale di crescita, in un confronto serio e sistematico;
d. sviluppi una lettura critica, profetica e costante del conte-
sto socio-culturale in cui opera, per vivere una testimonianza
evangelica significativa, cogliendo i segni dei tempi.

2.8 Page 18

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ATTI DEL CAPITOLO GENERALE 2917
– La comunità
e. celebri l’Eucaristia come autentico “atto centrale” della vi-
ta comunitaria, proponga momenti di adorazione eucaristica e
garantisca tempi e spazi adeguati alla preghiera personale e co-
munitaria;
f. valorizzi la meditazione quotidiana, adattandola ai ritmi
apostolici senza mai sacrificarla, e programmi momenti di con-
divisione della Parola di Dio e di lectio divina;
g. rinnovi la tradizione della memoria mensile di Maria Au-
siliatrice come occasione per intensificare e diffondere la devo-
zione mariana;
h. favorisca la conoscenza approfondita di don Bosco e di San
Francesco di Sales, valorizzando la loro spiritualità;
i. testimoni con scelte concrete la povertà evangelica e la so-
lidarietà con i poveri;
j. valorizzi con convinzione la vocazione del salesiano coadiu-
tore come espressione originale e preziosa del carisma salesiano;
– L’ispettoria
k. promuova l’approfondimento dell’identità carismatica at-
traverso opportune iniziative e sviluppi percorsi formativi che
aiutino i confratelli a vivere la “grazia di unità” nel contesto con-
temporaneo;
l. valorizzi i centri di studio, all’UPS e nelle IUS, per la ri-
cerca teologico-spirituale sull’esperienza di Don Bosco;
m. garantisca che vi sia almeno un salesiano con la Licenza
in spiritualità salesiana, per l’animazione dei confratelli e delle
comunità educative pastorali;
n. investa risorse significative nella promozione e formazione
del salesiano coadiutore;
o. promuova modalità creative di inculturazione del carisma
nei diversi contesti culturali,
p. curi la qualità e l’animazione degli esercizi spirituali an-
nuali, perché siano realmente tempi di ripresa spirituale e di rin-
novamento.

2.9 Page 19

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18ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
B. FRATERNITÀ E ATTENZIONE AI POVERI
Ascolto
19. I cortili di Valdocco nelle settimane capitolari hanno por-
tato ad evidenza come la varietà di volti, colori, lingue e tradizioni
siano la fotografia più evidente di una congregazione dal volto
mondiale. In pochi giorni il desiderio di comunione e di fraternità
ha dato forma al “vivere e lavorare insieme”, alla volontà di co-
noscersi, incontrarsi ed ascoltarsi profondamente. Possiamo dire
che questa dimensione della fraternità è nel DNA della nostra
chiamata e molti confratelli sono esemplari nel vivere e testimo-
niare lo spirito di famiglia tipico della nostra spiritualità.
20. Le nostre comunità sono abitate da molti salesiani gene-
rosi e coraggiosi nel vivere la fraternità; alcune comunità si apro-
no a nuove forme di vita con i giovani manifestando il desiderio
di condivisione e di servizio, e testimoniando la gioia di stare in-
sieme. Riscontriamo che tali comunità hanno uno stile più vivace,
profetico ed attraente e permettono una condivisione tra salesiani
e laici nella spiritualità e nella missione. L’interculturalità pre-
sente in molte nostre case è vista come un dono prezioso e deli-
cato per il quale sono necessari una preparazione e un costante
atteggiamento di conversione e accoglienza.
A questo canto di gratitudine si uniscono anche alcune note
stonate della nostra identità salesiana comunitaria: la mancanza
di comunione e di correzione fraterna, la routine, l’isolamento
di alcuni in spazi privati, la rigidità al cambiamento, la trascu-
ratezza nelle relazioni e la mancanza di condivisione, alcune im-
maturità affettive, la scarsa attenzione a situazioni di confratelli
affaticati e sofferenti, il disagio nella trasformazione delle strut-
ture, la poca attenzione alla consistenza quantitativa e qualita-
tiva; l’esclusione o l’autoesclusione di alcuni confratelli per età e
salute dal lavoro con i giovani, l’impatto del mondo digitale sulla
vita comunitaria.
Alcuni confratelli portano con sé “ferite” profonde nella loro
storia di vita non affrontate e non risolte che provocano soffe-

2.10 Page 20

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ATTI DEL CAPITOLO GENERALE 2919
renza al singolo e alla comunità. Per costoro non si può improv-
visare un accompagnamento generico e spesso ci si trova impre-
parati davanti a tali situazioni.
La consistenza qualitativa e quantitativa delle nostre comu-
nità è elemento imprescindibile per una vita religiosa regolare e
la gestione seria e tempestiva dei casi di irregolarità rende sereno
ed ordinato il clima della casa.
21. In questo contesto di luci ed ombre appare evidente il ruo-
lo chiave del direttore come padre della comunità di cui è al cen-
tro come “fratello tra fratelli, che riconoscono la sua responsabi-
lità ed autorità” (Cost. 55). Egli svolge un ruolo fondamentale
nel promuovere la fraternità e assicurare la fedeltà carismatica.
Si riscontra che le condizioni nelle quali si trovano a vivere
ed operare molti confratelli chiamati al servizio dell’autorità non
sono favorevoli; spesso infatti si trovano a essere sovraccarichi
di impegni e responsabilità all’interno e verso l’esterno dell’O-
pera e non sempre sono adeguatamente preparati per il loro ser-
vizio. In alcune ispettorie la difficoltà a selezionare e formare
confratelli per questo servizio è evidente. D’altro canto strumenti
ed organismi di partecipazione ordinari come “Animazione e go-
verno della comunità – Il servizio del direttore salesiano”, il con-
siglio della casa, il consiglio della comunità educativa pastorale,
l’assemblea della comunità e altri organi di animazione non sono
sempre adeguatamente valorizzati e preparati.
22. La nostra fraternità ci apre alla missione e ci porta al ser-
vizio dei giovani. Nella Relazione al Capitolo Generale 29° il Ret-
tor Maggiore emerito scrive: “nonostante la complessità del mon-
do di oggi in termini di povertà che non accenna a diminuire,
l’opzione per i giovani, e tra questi i più poveri, si concretizza in
una grande varietà di servizi, progetti e anche opere, tutte espres-
sioni della nostra identità carismatica nel nome di Don Bosco”
(A. F. ARTIME, Relazione del Rettor Maggiore al Capitolo Generale
29°, p. 19).
Riconosciamo come il lavoro con i poveri rinnova la comunità,
avvicina a Dio e rafforza la vita fraterna. Nella Relazione del Ret-

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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20ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
tor Maggiore al Capitolo Generale 29° leggiamo: “è vero che ci
sono numerosi confratelli con una grande sensibilità. Ma non sia-
mo tutti così. (...) Ci occupiamo dei poveri, ma non stiamo “con i
poveri” né “siamo poveri”, e con poca capacità di testimonianza
personale e istituzionale. E dove – accanto a salesiani santi – ci
sono salesiani “borghesi” che desiderano più vita sociale che vita
missionaria, attratti dal carrierismo e con atteggiamenti di fac-
ciata, con distrazioni e comodità varie e – cosa peggiore – tutto è
considerato normale” (Ibid. p. 20). Questo rischia di lasciare nel
lavoro pastorale con i poveri solo pochi confratelli carismatici e
non la comunità; l’opzione per i poveri è attuata, ma manca l’au-
dacia missionaria ricadendo in una pericolosa inerzia pastorale.
Interpretazione
23. La prima comunità salesiana è nata nell’oratorio e dall’o-
ratorio. È questa la luce fondamentale che ci orienta nell’inter-
pretazione di quanto abbiamo rilevato circa la nostra vita frater-
na e l’apertura ai poveri. Nascendo dall’esperienza oratoriana
di Valdocco, le nostre comunità hanno portato fin dall’inizio in
sé il timbro del Sistema Preventivo e si sono caratterizzate per
lo spirito di famiglia che anima “il lavoro e la preghiera, le refe-
zioni e i tempi di distensione, gli incontri e le riunioni” (Cost.
51). Per noi salesiani lo spirito di famiglia è il modo concreto
di praticare l’amore fraterno insegnato da Gesù e il segno più
eloquente della presenza di Dio in mezzo a noi. La vita comuni-
taria non ha solo un valore funzionale e organizzativo, ma ap-
partiene all’anima della vita salesiana.
Prima di essere frutto dei nostri sforzi, la vita fraterna in co-
munità è un dono di Dio e un frutto dell’Eucaristia che celebria-
mo: “Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo
corpo: tutti infatti partecipiamo all’unico pane” (1Cor 10,17).
Questa affermazione di san Paolo ci ricorda che la comunione re-
sa possibile dall’Eucaristia supera infinitamente le nostre miglio-
ri disposizioni naturali, e allo stesso tempo ci ammonisce che non
possiamo illuderci di essere uniti a Cristo se siamo divisi dai fra-
telli. Ne era ben consapevole don Bosco, quando nel 1861 diceva

3.2 Page 22

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ATTI DEL CAPITOLO GENERALE 2921
al chierico Albera, futuro Rettor Maggiore: “Caro Paolino, ne
vedrai delle belle col tempo; ti toccherà vedere che sono assieme
alla stessa balaustra per la Comunione [...] e mettono assieme
odio, Sacramenti, preghiere e peccati: tutto una cosa sola!” (A.
CAVIGLIA, Conferenze sullo spirito salesiano. Conferenza n. 10).
Sono parole amare, che ci fanno riflettere sui rischi del formali-
smo, che conduce il cuore a indurirsi e a non avvertire più le con-
traddizioni in cui vive.
24. Convinti del valore della fraternità, vogliamo prendere
nuovamente coscienza che la partecipazione convinta e generosa
alla vita della comunità non è in alcun modo un optional da cui
ci si possa dispensare. “Vivere e lavorare insieme”, infatti, “è per
noi salesiani una esigenza fondamentale e una via sicura per rea-
lizzare la nostra vocazione” (Cost. 49). Nella comunità salesiana
non c’è posto per l’individualismo e per una gestione autonoma
della vita e del lavoro. Ci rendiamo conto, d’altra parte, che di
fronte ai cambiamenti intervenuti nell’assetto di molte comunità
(diverso rapporto tra comunità e opera, mutamenti nell’equilibrio
generazionale, interculturalità), per garantire le condizioni
effettive dell’incontro fraterno è necessario in alcuni casi ripen-
sare le priorità. Senza questo ripensamento comunitario, infatti,
rischiamo di essere talmente assorbiti dagli impegni, da non tro-
vare più il tempo per il dialogo, la lectio divina e la condivisione
della Parola, la verifica, lo stare insieme in maniera gratuita,
come don Bosco sapeva fare con i primi confratelli. Se crediamo
davvero alla vita fraterna, dobbiamo avere una sana immagina-
zione e custodire lo spazio per le relazioni non solo nel cuore, ma
anche nel calendario della comunità.
25. Tutto ciò riguarda anzitutto la figura del direttore, spesso
oberato di incarichi eccessivi che ostacolano la dimensione prin-
cipale del suo servizio di animazione e governo: l’accompagna-
mento dei confratelli e la cura della loro vocazione. Riguarda poi
gli organismi di partecipazione della comunità come il consiglio
della casa e l’assemblea comunitaria. Si tratta di strutture codi-
ficate nelle Costituzioni e nei Regolamenti di cui è importante

3.3 Page 23

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22ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
curare la qualità, perché non si riducano a incontri sterili che
generano disaffezione. Il documento finale del Sinodo sulla sino-
dalità offre spunti preziosi per realizzare in modo più maturo e
partecipativo i processi di discernimento per la missione, l’arti-
colazione dei processi decisionali e la cura della trasparenza, del
rendiconto e della valutazione (cfr. FRANCESCO - XVI ASSEMBLEA
GENERALE ORDINARIA DEL SINODO DEI VESCOVI, Per una Chiesa si-
nodale: comunione, partecipazione, missione. Documento finale,
parte terza). Lo stesso documento, mentre apprezza la testimo-
nianza della vita fraterna dei religiosi, li invita a non essere au-
toreferenziali e a vivere con gli altri membri del Popolo di Dio un
autentico scambio di doni all’interno delle Chiese locali.
26. La vita fraterna richiede indubbiamente un’adeguata ma-
turità relazionale, che non può mai essere considerata un dato
scontato o acquisito una volta per tutte. Di fatto, senza l’impegno
a continuare a camminare, tutti rischiamo di cedere a forme di
stanchezza, ripiegamento, disillusione e chiusura in noi stessi.
La presenza di alcuni confratelli feriti, che con il passare degli
anni diventano più rigidi e meno disponibili all’incontro, costi-
tuisce una sfida impegnativa per non poche comunità e un mo-
nito a prestare attenzione alle forme di disagio relazionale e di
immaturità affettiva che fin dai primi anni della vita salesiana
possono manifestarsi. Talvolta le difficoltà relazionali rimandano
a una crisi di fede e a un indebolimento della preghiera; altre vol-
te affondano le radici in vissuti familiari che non sono stati riletti
durante il percorso formativo e si ripercuotono sul rapporto con
l’autorità, con i fratelli, con i giovani, con il mondo femminile.
È importante che almeno a livello ispettoriale vi siano persone
preparate all’accompagnamento richiesto da immaturità più
marcate e che le comunità non si arrendano nell’aiutare chi at-
traversa situazioni difficili. La fraternità è allo stesso tempo dono
di Dio e laboratorio di umanità: curare la vita fraterna significa
favorire una maturazione umana equilibrata e armonica.
27. Lo spirito di famiglia che ci caratterizza ha anche una
profonda valenza apostolica e vocazionale (cfr. Cost. 57). La co-

3.4 Page 24

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ATTI DEL CAPITOLO GENERALE 2923
munione fraterna è il segno più eloquente dell’amore di Dio di cui
vogliamo essere segni e portatori per i giovani, soprattutto i più
poveri (cfr. Cost. 2). Proprio per questo è importante che la dedi-
zione ai ragazzi più bisognosi non sia impegno esclusivo di alcuni
confratelli, ma sia espressione di tutta la comunità e criterio delle
sue scelte. Può capitare infatti che la sola o eccessiva preoccupa-
zione per la sostenibilità economica delle opere finisca per tradursi
in scelte che allontanano dai poveri e dimostrano poca fiducia nel-
la Provvidenza. Papa Francesco però ci ha ricordato più volte che
il contatto con il Corpo eucaristico del Signore nell’Eucaristia non
può andare separato dal contatto con il corpo dei fratelli bisognosi.
Solo all’interno di questo duplice rapporto – con il Signore e con
i giovani poveri – il corpo della comunità salesiana cresce sano,
evita la mondanità spirituale e testimonia l’amore di Dio anche
nei luoghi di maggiore conflitto e sofferenza. Rimane così fedele
all’ispirazione iniziale dell’Oratorio, da cui è nato.
Scelta
28. Alla luce dell’ascolto e dell’interpretazione, scegliamo di
RIVITALIZZARE LA VITA FRATERNA NELLE COMUNITÀ E
POTENZIARE IL SERVIZIO AI GIOVANI PIÙ POVERI COME
ESPRESSIONE AUTENTICA DEL CARISMA SALESIANO.
Questa scelta implica per i confratelli, le comunità, le ispet-
torie e il governo centrale della Congregazione impegni concreti
che di seguito esemplifichiamo.
– Il salesiano
a. contribuisca a fare della comunità una vera famiglia (cfr.
Cost. 83) combattendo quanto scopre in sé di anticomunitario
e partecipando generosamente alla vita e al lavoro comune (cfr.
Cost. 52);
b. eviti ogni forma di mondanità e vita borghese, ricercando
l’autenticità evangelica nelle relazioni e nelle scelte.
– La comunità
c. garantisca un sano equilibrio tra lavoro e vita fraterna,

3.5 Page 25

▲torna in alto
24ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
preservando tempi di qualità per le relazioni e la condivisione
gratuita;
d. valorizzi l’apporto di esperienza e saggezza dei confratelli
anziani e offra loro attenzioni e cure adeguate;
e. presti particolare attenzione ai confratelli feriti e in diffi-
coltà, creando un ambiente accogliente e non giudicante; il diret-
tore in particolare si interessi, ove necessario, di offrire supporto
specialistico;
f. adotti il criterio oratoriano come stile comunitario, condi-
videndo con i giovani momenti significativi di vita quotidiana e
di crescita;
g. rilanci la giornata della comunità come occasione per celebrare
tutti insieme l’Eucaristia e vivere momenti di dialogo e condivisione;
h. curi la qualità dell’assemblea comunitaria e degli incontri
del consiglio come occasioni per la sinodalità e la corresponsabilità;
i. elabori in stile sinodale il Progetto Comunitario, in sintonia
con il Progetto Educativo Pastorale Salesiano locale e il cammino
della Comunità Educativa Pastorale, e ne preveda la valutazione
periodica.
– L’ispettoria
j. garantisca la consistenza quantitativa e qualitativa neces-
saria per una vita fraterna autentica, assicurando per quanto
possibile la complementarità tra confratelli sacerdoti e coadiutori
(cfr. Cost. 45);
k. assuma l’opzione per i giovani più poveri come criterio fon-
damentale per il discernimento comunitario e ispettoriale;
l. offra occasioni di formazione sulla dimensione affettiva e
relazionale dei confratelli e formi persone specificamente prepa-
rate per tale accompagnamento;
m. promuova un forte senso di solidarietà interna, sostenendo
concretamente le comunità più impegnate in opere di frontiera;
n. attivi processi di valutazione dell’impatto sociale delle opere;
o. promuova uno stile di vita sobrio e controcorrente;
p. favorisca l’inserimento vitale delle comunità nella Chiesa
locale, nello spirito della sinodalità ecclesiale.

3.6 Page 26

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ATTI DEL CAPITOLO GENERALE 2925
Il Rettor Maggiore con il Consiglio
q. continui l’impegno per garantire la consistenza quantita-
tiva e qualitativa delle comunità;
r. promuova comunità di frontiera per i giovani abbandonati;
s. promuova la ricezione del cammino sinodale della Chiesa;
t. promuova l’advocacy per i giovani poveri nelle istituzioni
internazionali;
u. offra orientamenti chiari per prevenire e contrastare la
vita borghese;
v. sviluppi un servizio salesiano specifico per i migranti e altri
giovani in situazione di vulnerabilità.
C. FORMAZIONE DEL SALESIANO
Ascolto
29. Riconosciamo con gratitudine che negli ultimi anni la
Congregazione ha intrapreso un cammino significativo verso la
personalizzazione dell’accompagnamento, sottolineando che
la formazione non riguarda primariamente i programmi e le
strutture, ma le persone: è un processo che mira alla crescita
dei confratelli nella loro passione per Cristo e per i giovani. Non
schemi rigidi, ma relazioni vive.
Nell’ascolto è emersa l’importanza di figure di riferimento
che sappiano essere padri, fratelli e guide. Numerose testimo-
nianze hanno evidenziato come molti salesiani debbano la loro
perseveranza vocazionale all’incontro con confratelli che sono
stati per loro maestri, capaci di far emergere i loro talenti e la
loro vocazione.
La recente istituzione della Scuola Salesiana di Accompagna-
mento, promossa dal Settore Formazione, e le altre proposte esi-
stenti per la formazione dei formatori rappresentano una risorsa
preziosa che sta producendo buoni risultati. La crescente richie-
sta di partecipazione a questa iniziativa testimonia una maggiore
sensibilità nella Congregazione a intendere la formazione in ter-
mini di accompagnamento continuo.

3.7 Page 27

▲torna in alto
26ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
Tuttavia, constatiamo che non tutti i confratelli si lasciano
accompagnare, mostrando chiusure personali e scarsa consape-
volezza dei propri bisogni. Al contempo, non sempre troviamo
guide spirituali e direttori preparati e impegnati che diano prio-
rità all’accompagnamento. In alcune realtà, l’accompagnamento
non è inteso come una relazione che desidera il bene dell’altro
con particolare attenzione alla cura e alla creazione di legami di
fiducia, ma si riduce a un adempimento formale.
30. Dio continua a benedire la Congregazione con nuove
vocazioni. La Congregazione si sta impegnando a garantire la
qualità della formazione iniziale e la preparazione dei formatori
e dei docenti, anche se molto lavoro rimane ancora da fare per
consolidare le équipes formatrici e i centri di studio. Inoltre, l’in-
ternazionalizzazione rappresenta un cammino profetico per la
formazione di confratelli provenienti da contesti diversi.
Insieme a questi aspetti positivi, permangono sfide significa-
tive. Le fatiche riscontrate da alcuni giovani confratelli nei primi
passi della vita salesiana pongono domande sulla qualità dell’a-
nimazione vocazionale nella pastorale giovanile e sulla proposta
offerta negli aspirantati e nei prenoviziati. È emersa una certa
distanza tra le comunità di formazione iniziale e le comunità apo-
stoliche, così come tra la formazione e la missione. La formazione
iniziale appare talvolta scollegata dalla realtà pastorale e dal
mondo dei giovani, poco inculturata e alcune case di formazione
risultano poco integrate nel territorio.
31. Molto rimane da fare per personalizzare i processi forma-
tivi. La formazione iniziale incontra ostacoli laddove i formatori
non conoscono in profondità i confratelli e le strutture non favo-
riscono una crescita personalizzata in libertà e responsabilità.
Un’adeguata crescita in libertà richiede, anche ai formatori, un
costante percorso di conoscenza di sé per evitare che eventuali
forme di immaturità personale entrino in conflitto con l’accom-
pagnamento dei formandi. La sfida è quella di rafforzare “l’uomo
interiore”, cioè l’attitudine alla conversione continua, evitando
un formalismo sterile che non aiuta a maturare.

3.8 Page 28

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ATTI DEL CAPITOLO GENERALE 2927
Durante la formazione iniziale è importante accompagnare
con cura i giovani confratelli nelle esperienze apostoliche, perché
imparino a maturare motivazioni profonde, a riflettere sui criteri
educativi e pastorali con cui operano e a raggiungere una sintesi
personale tra formazione e missione.
Alcuni confratelli mostrano “segnali di debolezza” fin dal-
l’inizio della formazione riguardo a fragilità specifiche ed imma-
turità (la gestione del tempo, degli strumenti di comunicazione,
la dispersione...) che non sempre vengono adeguatamente affron-
tate. Inoltre, nella formazione iniziale appare carente un progetto
di formazione affettiva e sessuale: il tema dell’affettività non vie-
ne sempre trattato in modo organico, con il rischio che gli affetti
non vengano adeguatamente educati.
Preoccupa il rischio di deresponsabilizzare i confratelli e
allontanarli dalla realtà di molti coetanei e famiglie. In alcuni
contesti, il processo formativo sembra favorire il clericalismo e
la ricerca del potere, influenzati da un ambiente socio-culturale
che esalta l’autorealizzazione e l’autoreferenzialità.
32. Si riconosce la buona disponibilità ed il grande impegno
dei confratelli che prestano servizio nella formazione, svolto con
competenza, generosità e totale dedizione. Tuttavia, emerge la
necessità di individuare con maggiore cura confratelli che possa-
no essere preparati per diventare formatori di qualità, attraverso
l’esperienza apostolica, la capacità di accompagnamento e il
radicamento nel carisma salesiano.
Una criticità rilevante è che i confratelli che hanno avuto l’op-
portunità di specializzarsi a volte non lavorano direttamente nel-
le case di formazione e nei centri di studio. In alcuni contesti la
formazione non sembra essere considerata una priorità, data la
costante rotazione dei formatori e la mancanza di stabilità delle
équipes formative. Alla radice di questa difficoltà si evidenzia la
necessità improrogabile di fare chiarezza circa il coordinamento
di questo ambito.
Un’altra tensione ancora non sufficientemente risolta riguar-
da l’equilibrio tra l’inculturazione del carisma e l’interculturalità

3.9 Page 29

▲torna in alto
28ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
dei processi formativi a livello della Congregazione. Questa sfida
richiede un coordinamento strategico da parte del Settore For-
mazione per garantire una maggiore identità carismatica nelle
diverse regioni.
33. La formazione permanente si è arricchita di proposte di
qualità a livello locale e ispettoriale, con il coinvolgimento di
salesiani e laici. A questo hanno contribuito le varie iniziative
inter-ispettoriali realizzate nelle Regioni e nelle Conferenze,
insieme alle proposte culturali e accademiche dei vari centri di
studio e delle nostre istituzioni accademiche.
Tuttavia, non c’è sempre continuità tra la fase iniziale della
formazione e quella permanente, di cui non sempre si comprende
il contenuto e il valore. Notiamo una debolezza nel vivere i mo-
menti ordinari di formazione già previsti nelle Costituzioni (me-
ditazione, ascolto della Parola, ritiro mensile, colloquio con il di-
rettore) e la giornata della comunità. Il ruolo del direttore come
animatore è spesso indebolito dalla molteplicità degli impegni e
dal sovraccarico di responsabilità. In una cultura che esalta l’au-
tonomia dell’individuo, il senso del colloquio con il direttore non
sempre è compreso e la sua pratica è spesso trascurata.
Le questioni affettive irrisolte talvolta influiscono sulla capa-
cità di servire efficacemente i giovani. La consapevolezza della
fragilità e del bisogno di guarigione all’interno degli individui e
delle comunità richiede la capacità di rispondere con empatia e
coraggio, anche con un aiuto professionale competente.
34. Non possiamo ignorare i dolorosi casi di abuso sessuale
che hanno rovinato intere esistenze, lasciando ferite indelebili,
e hanno provocato nell’ambiente civile ed ecclesiale scandalo e
sconcerto. Pur con ritmi diversi, le ispettorie hanno reagito con
coraggio e fermezza, sia nell’accompagnamento delle vittime sia
nella elaborazione di linee guida per la prevenzione. La determi-
nazione a garantire ambienti sicuri per tutti coloro che frequen-
tano le nostre opere spinge a intensificare l’impegno formativo
nei confronti dei confratelli, dei laici e dei giovani stessi, per evi-
tare ogni tipo di abuso, molestia e comportamento inappropriato.

3.10 Page 30

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ATTI DEL CAPITOLO GENERALE 2929
Interpretazione
35. “Per contribuire alla salvezza della gioventù [...], lo Spirito
Santo suscitò, con l’intervento materno di Maria, san Giovanni
Bosco. Formò in lui un cuore di padre e di maestro, capace di de-
dizione totale” (Cost. 1). Con queste parole il primo articolo delle
nostre Costituzioni presenta l’azione di Dio nella vita di don Bo-
sco e nella fondazione della nostra Congregazione. Don Bosco
non è diventato padre e maestro dei giovani da solo, ma è lo Spi-
rito Santo che ha formato il suo cuore; e ciò non è avvenuto solo
negli anni del seminario, ma lungo tutta la sua vita. Questa vi-
sione, così chiaramente espressa all’inizio della nostra Regola di
vita, costituisce il punto di riferimento per comprendere il nostro
cammino formativo e per interpretare e valutare quanto abbiamo
riconosciuto nell’ascolto. Non a caso, lo stesso articolo termina
passando dall’azione dello Spirito in don Bosco all’azione dello
Spirito in noi: “Da questa presenza attiva dello Spirito attingiamo
l’energia per la nostra fedeltà e il sostegno della nostra speranza”
(Cost. 1). L’impegno formativo quindi non è altro che la continua
corrispondenza alla chiamata del Signore. Così difatti lo presenta
l’articolo 96 delle Costituzioni: “A questo appello rispondiamo
con l’impegno di una adeguata e continua formazione, per la qua-
le il Signore dona ogni giorno la sua grazia”
Se si esce da questa prospettiva vocazionale, la formazione
viene fraintesa come una tappa preparatoria, più o meno riuscita,
che lascia poi spazio alla vita salesiana reale. È questa, probabil-
mente, la ragione profonda della resistenza o della svalutazione
dell’accompagnamento personale da parte di non pochi con-
fratelli. Fatta la professione perpetua o ricevuta l’ordinazione
presbiterale si pensa di aver raggiunto un traguardo che non
richiede più discernimento interiore e rende ormai autonomi e
indipendenti. È impressionante la distanza di questa mentalità
dall’atteggiamento di don Bosco, che divenuto prete, continua a
cercare in don Cafasso, al Convitto ecclesiastico e nel pieno del-
l’attività pastorale, la guida illuminata che lo aiuti a discernere
la voce dello Spirito. Non possiamo evitare di chiederci come mai

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

▲torna in alto
30ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
la mentalità diffusa in molti confratelli sia così lontana da quella
del nostro Padre.
36. Per superare questa mentalità, che divide in modo netto
tempi della formazione e tempi della missione, da alcuni anni ab-
biamo iniziato a parlare di “formazione nella missione”. Corretta-
mente intesa questa formula indica che la missione a noi affidata
“dà il tono” (cfr. Cost 3.) a tutto il percorso formativo, orientato a
formare un educatore pastore dei giovani, e che nell’incontro con
i giovani siamo chiamati ad apprendere concretamente l’esercizio
della carità pastorale e la grazia di unità che ci fa incontrare Dio
in loro e attraverso di loro. La formazione nella missione è dunque
un elemento che caratterizza tutto il percorso formativo, non solo
la fase iniziale. Si tratta di non accontentarsi di stare in mezzo ai
giovani con simpatia e con una disposizione filantropica, ma di con-
templare la presenza di Cristo che agisce in loro e tra loro. Ciò che
Giovannino ha visto nel sogno dei nove anni, contemplando Gesù
e Maria in un cortile, in mezzo a dei ragazzi bisognosi di aiuto,
è ciò che dobbiamo imparare a scorgere anche noi, nell’esercizio
quotidiano della carità apostolica. E poiché questa attitudine non
si sviluppa in modo automatico, abbiamo tutti bisogno di accom-
pagnamento spirituale e pastorale. La Vergine Maria, fin da quel
sogno, è stata per Giovanni la maestra che l’ha accompagnato nel
suo itinerario vocazionale. Sotto la sua guida ha imparato a obbe-
dire al Signore con un “Eccomi” totale. Anche noi, sul suo esempio,
“ci affidiamo a Lei, umile serva in cui il Signore ha fatto cose gran-
di, per diventare tra i giovani testimoni dell’amore inesauribile del
suo Figlio” (Cost. 8). Solo così raggiungeremo un’autentica sintesi
interiore e una vera identificazione carismatica.
37. Naturalmente a ciò dobbiamo essere avviati anzitutto ne-
gli anni della formazione iniziale, con una pedagogia adeguata,
attenta al cammino di ogni persona e debitamente contestualiz-
zata nel suo orizzonte culturale. È ciò che intendiamo con l’e-
spressione “personalizzare la formazione”. Tale formula talora
è stata fraintesa come se assecondasse la logica individualistica
dell’autorealizzazione; essa invece mira a coinvolgere la persona

4.2 Page 32

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ATTI DEL CAPITOLO GENERALE 2931
nella profondità delle sue convinzioni e a promuovere una rispo-
sta libera e responsabile alla chiamata di Dio.
Non possiamo in altre parole accontentarci della correttezza
formale dei comportamenti osservabili dall’esterno, ma dobbiamo
aiutare ogni confratello a rileggere il proprio vissuto, per ricono-
scere alla luce della Parola di Dio le motivazioni autentiche che
guidano le sue scelte quotidiane e a maturare una vera docilità
all’azione dello Spirito. Senza un accompagnamento personaliz-
zato, si possono attraversare tutte le tappe della formazione ini-
ziale senza raggiungere una vera sintesi interiore, che resista alle
prove della vita e che alimenti l’ardore per la missione.
Non basta pertanto offrire nella formazione contenuti solidi,
ma occorre anche fornire strumenti concreti di cammino personale.
Ciò riguarda tutti gli ambiti della vita salesiana, ma in modo parti-
colare quello della maturazione affettiva e sessuale, per vivere in
modo più gioioso e consapevole il consiglio evangelico della castità.
Si tratta di una dimensione che “tocca inclinazioni tra le più profon-
de della natura umana” (Cost. 82) e che risulta particolarmente sfi-
data dai cambiamenti della cultura affettiva. È urgente pertanto
che la Congregazione prepari maggiormente i formatori ad accom-
pagnare anche questa dimensione della crescita personale e che
rifletta sulla possibilità di offrire strumenti e percorsi specifici.
38. La formazione dei formatori costituisce da molti anni una
sfida della Congregazione. Pur essendo stata già più volte indi-
cata come una priorità, riconosciamo che, nonostante i passi com-
piuti, non si è ancora fatto un adeguato investimento formativo.
Una prima difficoltà dipende dalla poca chiarezza nell’assegna-
zione dei compiti di coordinamento di questo ambito. La natura
sempre più inter-ispettoriale delle case di formazione iniziale ri-
chiede una collaborazione nell’invio di confratelli per il ruolo di
formatori e professori che spesso si scontra con resistenze, ri-
mandi e incertezze. La stessa struttura del Curatorium, talora,
non risulta ben funzionante. È davvero urgente, quindi, definire
un sistema chiaro e ben coordinato che consenta di avviare una
nuova stagione in questo campo.

4.3 Page 33

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32ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
Scelta
39. Alla luce dell’ascolto e dell’interpretazione, scegliamo di
RINNOVARE I PROCESSI FORMATIVI CURANDO L’ACCOM-
PAGNAMENTO E LA FORMAZIONE NELLA MISSIONE.
Questa scelta implica per i confratelli, le comunità, le ispettorie
e il governo centrale della Congregazione impegni concreti che
di seguito esemplifichiamo.
– La comunità di formazione iniziale
a. favorisca la personalizzazione del processo formativo, edu-
cando a riconoscere l’azione dello Spirito nel cammino di crescita
grazie all’accompagnamento spirituale e pastorale;
b. non si limiti a proporre contenuti, ma offra strumenti
per l’elaborazione del progetto personale di vita, la crescita nella
preghiera, nella lectio divina e nella meditazione;
c. proponga percorsi specifici sul tema della maturità affettiva,
anche con l’aiuto di esperti;
d. aiuti a vivere in modo critico, etico e creativo nella cultura
digitale;
e. preveda la presenza di figure femminili idonee nei processi
formativi;
f. integri la formazione sulla tutela dei minori e delle persone
vulnerabili (safeguarding) attraverso protocolli specifici;
g. promuova la cultura del dialogo come metodologia forma-
tiva e assicuri la formazione dei giovani confratelli alla leadership
in stile sinodale;
h. sia aperta al territorio e alle realtà giovanili locali e superi
la distanza tra formazione e missione, integrando stabilmente
esperienze pastorali significative accompagnate e rielaborate;
i. prevenga il rischio di imborghesimento e clericalismo, edu-
cando alla sobrietà evangelica e alla cultura del lavoro.
– L’ispettoria
j. garantisca équipe formative consistenti, qualificate e di
qualità;
k. assicuri ai coadiutori una formazione e un titolo professio-

4.4 Page 34

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ATTI DEL CAPITOLO GENERALE 2933
nale adeguato; promuova la vocazione del salesiano coadiutore,
attraverso strategie specifiche di proposta vocazionale e valoriz-
zazione del suo contributo unico;
l. promuova la formazione congiunta di salesiani e laici;
m. organizzi la formazione dei direttori alla leadership in
stile sinodale;
n. preveda che i confratelli, tra i 40 e i 50 anni, vivano un
tempo congruo di rinnovamento spirituale e pastorale;
o. offra supporto psicologico ai confratelli che ne hanno biso-
gno e sviluppi programmi di formazione per affrontare le sfide
relazionali e affettive;
p. riveda criticamente le strutture formative per garantire
un ambiente che favorisca realmente la crescita integrale della
persona;
q. analizzi le cause degli abbandoni vocazionali e ripensi cri-
ticamente i processi di animazione vocazionale e di formazione
iniziale per rafforzare l’identità carismatica;
r. curi la stesura, l’attuazione e la verifica delle “Linee guida
di protezione dei minori e delle persone vulnerabili” per la pre-
venzione di casi di abuso.
– Il Settore Formazione
s. coordini con i consiglieri regionali compiti e ruoli nel
Curatorium e li inserisca nella nuova Ratio;
t. ampli la scuola di accompagnamento in collaborazione
con i centri regionali e prepari i formatori all’accompagnamento
spirituale e pastorale;
u. sviluppi un piano di formazione per formatori che integri
tradizione salesiana e sfide del mondo contemporaneo;
v. promuova la formazione degli ispettori alla leadership in
stile sinodale;
w. studi possibilità e contenuti della proposta di rinnovamento
spirituale e pastorale per i confratelli tra i 40 e i 50 anni;
x. elabori linee guida per la formazione sulla tutela dei minori
e delle persone vulnerabili (safeguarding) per le case di forma-
zione inziale, con l’aiuto dei settori;

4.5 Page 35

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34ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
y. elabori orientamenti per una formazione adeguatamente
contestualizzata nelle diverse regioni, rispettando le culture locali
pur mantenendo l’unità carismatica, e garantisca la continuità
tra le diverse fasi formative;
z. sviluppi strumenti specifici per l’educazione all’affettività
e alla sessualità, formando adeguatamente i formatori in questo
ambito.

4.6 Page 36

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NUCLEO 2
INSIEME SALESIANI, FAMIGLIA SALESIANA E LAICI
“CON” E “PER” I GIOVANI
A. CONDIVIDERE SPIRITUALITÀ E MISSIONE NELLA
CEP
Ascolto
40. La nostra missione a servizio dei giovani porta oggi l’im-
pronta imprescindibile della collaborazione tra salesiani e laici.
Molte delle nostre opere, infatti, non esisterebbero senza questa
comunione e condivisione che si configura come autentico segno
dei tempi. Riconosciamo che in numerose ispettorie la comunità
educativa pastorale è diventata una realtà viva e consolidata, au-
tentico spazio di crescita dove fiorisce la condivisione della vita,
della fede, della passione per Cristo secondo lo spirito di don Bosco
e dell’amore per i giovani. I laici che percorrono con noi questo
cammino sono veri e propri corresponsabili, parte integrante e
vitale di quel nuovo soggetto della missione costituito da sale-
siani, laici e giovani insieme, in una sinergia che arricchisce tutti
e dà nuovo vigore al carisma.
41. La figura di don Bosco e il nostro carisma mantengono
intatta la loro attrattiva speciale e sono capaci di suscitare sim-
patia e adesione verso la missione salesiana. In diverse parti del
mondo, assistiamo a una feconda integrazione tra carisma sale-
siano e culture locali, spesso grazie alla mediazione di laici
profondamente identificati con la missione di educare e evan-
gelizzare nello stile del Sistema Preventivo. La forza attrattiva
del carisma salesiano ha generato significative esperienze di col-
laborazione anche con persone di altre confessioni religiose e
non credenti, che riconoscono nel nostro metodo educativo un
patrimonio di valori che contribuiscono al bene dei giovani e che
proprio per questo essi sentono di condividere.

4.7 Page 37

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36ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
42. Lo sguardo attento alla realtà, però, rivela insieme alle
luci anche qualche ombra che non possiamo ignorare. Perman-
gono in alcune comunità resistenze più o meno esplicite nel
delegare reali responsabilità ai laici, con il rischio di impoverire
la vita e la missione. La fiducia e l’apertura sono necessarie per
superare l’esitazione nell’integrare pienamente i laici nei ruoli
decisionali e di leadership, pur nel rispetto del ruolo specifico del
direttore salesiano della comunità.
Dobbiamo inoltre constatare che non sempre il magistero del-
la Congregazione sul tema della comunità educativa pastorale è
conosciuto e che si continuano a sollevare interrogativi anche su
questioni che hanno già ricevuto risposte e orientamenti precisi.
Ciò è indubbiamente legato alla diversità delle situazioni locali
e dei ritmi di attuazione delle scelte della Congregazione, ma for-
se anche a processi non adeguati di accompagnamento delle
ispettorie nell’assimilare gli orientamenti dei Capitoli Generali.
43. Esiste ancora in alcune regioni una certa ambiguità
attorno al concetto di “laico” nel nostro contesto salesiano.
Quando parliamo di “laici” ci riferiamo in senso proprio ai
“Christifideles laici” ossia alla grande maggioranza dei membri
del popolo di Dio: uomini e donne che per il Battesimo sono
rinati a vita nuova e seguono il Signore come membri della co-
munità ecclesiale. In senso allargato, però, utilizziamo questo
termine per riferirci anche ad altre persone che, a diversi livelli,
collaborano con noi, spesso riconoscendosi nello stile educativo
che don Bosco ci ha trasmesso.
Il panorama laicale in ambito salesiano è quindi estremamen-
te variegato e richiede un’attenzione differenziata: ci sono volon-
tari e dipendenti assunti, adulti di lunga esperienza e giovani al-
l’inizio del loro cammino, membri della Famiglia Salesiana e ami-
ci di don Bosco, cattolici e cristiani di diverse confessioni, persone
di altre religioni o senza un’appartenenza religiosa definita.
A partire da questa complessità, che riflette la ricchezza delle
nostre presenze nel mondo, vediamo emergere tre livelli di coin-
volgimento che delineano un possibile percorso di crescita nella

4.8 Page 38

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ATTI DEL CAPITOLO GENERALE 2937
missione condivisa: la collaborazione professionale (volontari e
dipendenti che lavorano presso le nostre opere), la corresponsa-
bilità educativa (volontari e dipendenti che scelgono consapevol-
mente di aderire al progetto educativo-pastorale), e la condivisio-
ne profonda della spiritualità salesiana (coloro che, per vocazione
personale, fanno parte del nucleo animatore della CEP o della
Famiglia Salesiana). Questa distinzione non esprime una gerar-
chia di valore delle persone, ma piuttosto diversi gradi di identi-
ficazione con il carisma, che vanno riconosciuti e rispettati.
44. La formazione nel cammino di “comunione e condivisio-
ne nello spirito e nella missione di don Bosco” (CG 24) non è un
elemento accessorio ma il cuore pulsante di una missione condi-
visa che voglia essere autentica e duratura. Numerose Ispettorie
e Regioni hanno avviato programmi formativi sistematici e di
qualità rivolti sia ai laici che a salesiani e laici insieme, creando
occasioni preziose di scambio e arricchimento reciproco. Queste
iniziative, pur essendo qualitativamente valide e ben struttura-
te, necessitano di ulteriore potenziamento e continuità per di-
ventare parte integrante della nostra cultura organizzativa.
In diversi contesti, purtroppo, la formazione risulta ancora in-
sufficiente o frammentaria, impedendo un vero radicamento del
carisma oltre il gruppo dei salesiani consacrati. Tra le difficoltà
principali riscontriamo: un’attenzione prevalente all’aspetto ope-
rativo a scapito di proposte di spiritualità apostolica; una trasmis-
sione inadeguata e poco sistematica del carisma salesiano ai laici;
la scarsità di risorse umane ed economiche destinate a una for-
mazione di qualità; l’elevato turnover del personale laico che ren-
de difficile costruire percorsi continuativi ed efficaci. Va anche
onestamente rilevato che talora i confratelli stessi non sono ade-
guatamente preparati alla collaborazione con i laici, non avendo
ricevuto durante la formazione iniziale gli strumenti necessari
per valorizzare questo aspetto essenziale della missione contem-
poranea. La formazione congiunta deve andare oltre i programmi:
è un cammino di discepolato condiviso che richiede un profondo
impegno personale sia da parte dei salesiani che dei laici.

4.9 Page 39

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38ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
45. All’interno della riflessione sulla comunità educativa pa-
storale emerge anche la questione della sostenibilità delle opere
e della trasparenza economica. Il coinvolgimento di laici prepa-
rati e competenti nella gestione economica delle opere ha porta-
to maggiore professionalità, rigore e trasparenza, favorendo lo
sviluppo di una mentalità progettuale e di accountability che
trova espressione concreta e operativa negli Uffici ispettoriali di
pianificazione e sviluppo. Questo processo ha contribuito in mol-
ti contesti a rendere più solide le basi economiche delle nostre
presenze, garantendo continuità anche in tempi di incertezza.
Va riconosciuto e sottolineato con gratitudine che, nonostan-
te le recenti e diffuse difficoltà finanziarie globali, le Ispettorie
salesiane hanno mantenuto con fedeltà il loro impegno verso i
più poveri, vedendo spesso svilupparsi in modo sorprendente il
sostegno della Provvidenza attraverso benefattori e contributi
pubblici, segno che la fedeltà al carisma attira benedizioni anche
materiali.
46. In alcuni contesti geografici e sociali, si fa crescente fatica
a competere economicamente con altre organizzazioni pubbliche
e private, perdendo così preziosi collaboratori qualificati e iden-
tificati con il nostro carisma. Questo problema appare partico-
larmente acuto in alcuni settori specialistici e nelle economie più
avanzate. Su questo tema sono notevoli le differenze legate al
contesto geografico, culturale ed ecclesiale e alla presenza
numerica dei salesiani.
Emergono inoltre significative criticità organizzative che me-
ritano un’attenzione particolare: la natura e i compiti del Consi-
glio della casa (Cost. 178) chiamato a sostenere efficacemente
l’intera missione in contesti complessi; rapporti non sempre
chiari e ben definiti tra questo e il consiglio della comunità edu-
cativa pastorale, con conseguente confusione di ruoli e respon-
sabilità; e l’assenza, in alcuni contesti, di quella mentalità pro-
gettuale e partecipativa che è assolutamente necessaria per una
reale corresponsabilità.
È indispensabile crescere in una cultura di responsabilità e

4.10 Page 40

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ATTI DEL CAPITOLO GENERALE 2939
trasparenza a tutti i livelli, specialmente in un tempo storico
segnato dal cambiamento, dalla crescente sfiducia verso le isti-
tuzioni ecclesiali, in alcuni contesti, e dal rischio di perdere il
sostegno dei benefattori, con conseguente pericolo per la soste-
nibilità futura dei nostri progetti educativi, soprattutto quelli
rivolti ai più poveri.
Interpretazione
47. Per interpretare e valutare il cammino fatto nelle ispetto-
rie troviamo un riferimento solido e imprescindibile nel Docu-
mento del Capitolo Generale 24°, che ha individuato nell’espe-
rienza di don Bosco e nell’ecclesiologia del Concilio Vaticano II le
solide basi su cui si fonda la condivisione del carisma con i laici.
Come recita l’articolo 5 delle Costituzioni, “da don Bosco
trae origine un vasto movimento di persone che, in vari modi,
operano per la salvezza della gioventù”. Il nostro padre e fonda-
tore ha infatti coinvolto fin dagli inizi tanti laici nella sua mis-
sione giovanile e popolare, convinto com’era che si dovessero
unire le forze per soccorre i ragazzi più bisognosi e far loro sco-
prire l’amore di Dio. I primi ad essere coinvolti furono proprio i
giovani stessi, che don Bosco sapeva trasformare in apostoli dei
loro compagni e veri protagonisti della vita oratoriana.
Allo stesso tempo, il Capitolo Generale 24° ha assunto con
coraggio e convinzione l’ispirazione ecclesiologica del Concilio
Vaticano II, riconoscendo il compito missionario affidato ad ogni
battezzato, la natura comunionale del popolo di Dio e la recipro-
cità tra le diverse vocazioni nella Chiesa. La chiara visione con-
ciliare oggi si arricchisce del magistero offerto da papa France-
sco nell’enciclica Fratelli tutti e dell’apporto del recente Sinodo
“Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione, missio-
ne”, che del Concilio Vaticano II ha voluto prolungare l’ispi-
razione e rilanciare la forza profetica. La sinodalità risulta in
questo senso la traduzione del Concilio in uno “stile” di vita e di
azione (modus vivendi et operandi) che richiede conversione nel-
le relazioni, attuazione di processi e rinnovamento di strutture.

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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40ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
48. La prospettiva sinodale ci conduce a riconoscere anzitut-
to la necessità di convertire le nostre relazioni. Le nostre opere
non sono aziende basate su rapporti funzionali e logiche di pote-
re, ma comunità di fede che vivono dell’accoglienza reciproca,
della condivisione profonda e dell’attenzione ai più poveri. È fon-
damentale pertanto riscoprire il “gusto spirituale” (FRANCESCO,
Evangelii Gaudium 268) di camminare insieme, ossia quella
“mistica” della fraternità tante volte ricordata da papa France-
sco. La comunità educativa pastorale è viva quando in essa si spe-
rimentano le relazioni nuove generate dal Vangelo. Di tali rela-
zioni i giovani, soprattutto i più feriti, hanno immenso bisogno.
Quando le relazioni sono autentiche diventa possibile vivere
all’interno della comunità educativo pastorale reali processi par-
tecipativi e sinodali, di cui il più importante è il “discernimento
ecclesiale per la missione”. Esso consiste nella ricerca condivisa
della volontà di Dio, imparando a leggere alla luce della sua Pa-
rola le sfide che dobbiamo affrontare e i passi che siamo chiama-
ti a compiere. Il Documento sinodale offre preziose indicazioni
al riguardo, che non si limitano a indicare passi metodologici,
ma propongono una vera spiritualità da vivere insieme, nella
docilità all’azione dello Spirito. Prima di organizzare attività
e distribuire incarichi dobbiamo metterci insieme in ascolto del
Signore: questo è l’atteggiamento migliore per elaborare un
progetto educativo pastorale che nasca davvero dalla passione
apostolica del Da mihi animas.
Il discernimento comunitario in stile sinodale costituisce an-
che la leva per migliorare il funzionamento degli organismi par-
tecipativi e per riconoscere a livello locale i cambiamenti strut-
turali che sono necessari per rispondere alle esigenze dei giovani
di oggi con coraggio e creatività. La risignificazione delle nostre
presenze, che è il senso profondo del ridisegno, non può infatti
avvenire a tavolino, ma trova nel discernimento della comunità
educativa pastorale il luogo più adeguato per risultare profetica
e generativa.
49. Non è possibile condividere spiritualità e missione senza

5.2 Page 42

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ATTI DEL CAPITOLO GENERALE 2941
condividere anche la formazione. La formazione congiunta tra
salesiani e laici costituisce pertanto una priorità, su cui si devo-
no investire risorse ed energie. Lo stesso documento finale del
Sinodo ha insistito “sulla necessità di una formazione a cui
prendano parte insieme uomini e donne, Laici, Consacrati, Mi-
nistri ordinati e Candidati al Ministero ordinato, permettendo
così di crescere nella conoscenza e stima reciproca e nella capa-
cità di collaborare”, ricordando che la formazione di cui c’è biso-
gno deve essere “integrale, continua e condivisa. Il suo scopo
non è solo l’acquisizione di conoscenze teoriche, ma la promo-
zione di capacità di apertura e incontro, di condivisione e colla-
borazione, di riflessione e discernimento in comune, di lettura
teologica delle esperienze concrete. Deve perciò interpellare tut-
te le dimensioni della persona (intellettuale, affettiva, relaziona-
le e spirituale) e comprendere esperienze concrete opportuna-
mente accompagnate” (FRANCESCO - XVI ASSEMBLEA GENERALE
ORDINARIA DEL SINODO DEI VESCOVI, Per una Chiesa sinodale:
comunione, partecipazione, missione. Documento finale, 143).
Naturalmente per i credenti la formazione non è puramente
lo sviluppo dei propri talenti, ma è corrispondenza all’amore di
Dio che con il suo Spirito ci rende partecipi della vita del Risorto.
Come ha scritto papa Francesco: «La pienezza della nostra for-
mazione è la conformazione a Cristo [...]: non si tratta di un
processo mentale, astratto, ma di diventare Lui» (FRANCESCO,
Lettera apostolica Desiderio desideravi 41). Proprio per questo,
l’esperienza fondamentale da cui la comunità educativa pasto-
rale – e anzitutto il nucleo animatore – attinge formazione è la
celebrazione dell’Eucaristia: in essa il dono della comunione e
della missione sono continuamente rinnovati e nulla può sosti-
tuirne l’efficacia.
A questa radice sacramentale, si aggiunge la riflessione, lo stu-
dio, il dialogo, la condivisione su don Bosco, il carisma salesiano e
l’esperienza educativa pastorale quotidianamente vissuta. L’espe-
rienza conferma che è molto positivo affidare ad équipe miste, com-
poste da salesiani, laici e membri della Famiglia Salesiana, l’orga-
nizzazione delle diverse iniziative di formazione, in modo che essa

5.3 Page 43

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42ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
non risulti unidirezionale e integri competenze e approcci diversi.
Proprio per questo la formazione iniziale dei confratelli dovrà già
includere esperienze condivise con i laici, proporzionate agli
obiettivi delle singole tappe di maturazione, e favorire l’apporto
specifico che essi possono dare ad una sana crescita vocazionale.
50. Anche sul versante della sostenibilità economica delle
opere, l’apporto di professionisti laici ben identificati con il cari-
sma è spesso indispensabile. La fiducia nella Provvidenza, che
don Bosco ci ha testimoniato in modo eroico, e la chiara destina-
zione dei nostri beni per il servizio dei poveri sono criteri fonda-
mentali per guidare la nostra azione in questo ambito. A fronte
di normative sempre più complesse, il ricorso alla competenza
specifica di esperti del settore è un gesto di responsabilità cui
non ci si può sottrarre. Una insufficiente preparazione e una
carente progettualità possono infatti compromettere il servizio
ai poveri e mettere in difficoltà le nostre istituzioni. La compe-
tenza specialistica, però, non esime da valutazioni che, nella loro
ispirazione profonda, devono essere evangeliche e carismatiche.
Da qui deriva anche l’esigenza della trasparenza, del rendiconto
e della valutazione della gestione economica, come pure l’educa-
zione alla sobrietà di vita e alla corresponsabilità.
Scelta
51. Alla luce dell’ascolto e dell’interpretazione, scegliamo di
CONDIVIDERE IN OGNI COMUNITÀ EDUCATIVA PASTORALE
SPIRITUALITÀ, MISSIONE E FORMAZIONE CON I LAICI E
I MEMBRI DELLA FAMIGLIA SALESIANA.
Questa scelta implica per i confratelli, le comunità, le ispet-
torie e il governo centrale della Congregazione impegni concreti
che di seguito esemplifichiamo.
– La comunità
a. renda operativo il Consiglio della comunità educativa pa-
storale come organo di discernimento, formazione e correspon-
sabilità e, dove non esiste, lo istituisca;

5.4 Page 44

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ATTI DEL CAPITOLO GENERALE 2943
b. elabori un piano di formazione congiunta di salesiani e
laici che preveda la condivisione della vita e della preghiera e la
riflessione educativa pastorale;
c. promuova una cultura di semplicità, trasparenza finanzia-
ria e coinvolgimento attivo dei laici nella gestione economica,
cercando nuove e diversificate fonti di finanziamento.
d. curi la stesura dei bilanci preventivi e consuntivi e la soli-
dità finanziaria dell’opera, con la guida di amministratori sale-
siani o laici e di consulenti esterni, assicurando trasparenza e
responsabilità.
– L’ispettoria
e. incrementi l’impegno per una missione congiunta tra i
membri della Famiglia Salesiana presenti nel territorio
f. prepari un piano sistematico e differenziato di qualifica-
zione dei laici sul carisma salesiano;
g. valorizzi professionisti competenti nell’amministrazione e
nell’economia;
h. individui modi concreti e attuali per la ricerca e l’accom-
pagnamento di benefattori;
i. crei una commissione di accompagnamento dell’ispettore
e del suo consiglio per la valutazione regolare delle risorse e del-
la gestione economica e adotti strategie finanziarie etiche diver-
sificando la raccolta fondi e rafforzando l’accountability.
– Il Rettor Maggiore con il Consiglio
j. dia indicazioni per riferirsi in modo appropriato e univoco
alle diverse tipologie di laici coinvolti a vario titolo nelle nostre
opere;
k. attraverso il settore Formazione e il settore di Pastorale
Giovanile offra linee guida e strumenti opportuni per la forma-
zione congiunta salesiani e laici e coinvolga l’UPS e gli altri
centri di formazione nell’organizzazione di percorsi idonei;
l. favorisca la recezione del documento finale del Sinodo sul-
la sinodalità nella Congregazione e nella Famiglia salesiana.

5.5 Page 45

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44ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
B. EDUCARE E EVANGELIZZARE
Ascolto
52. Don Bosco non temeva di manifestare sempre e dovun-
que la sua identità sacerdotale, eppure visse il sacerdozio a favo-
re dei giovani con una profonda attenzione educativa. Confessa-
va tutte le mattine, celebrava con profonda fede l’Eucaristia,
predicava, ma nello stesso tempo percorreva le strade di Torino
in cerca di garzoni da aiutare, apriva scuole e laboratori, pubbli-
cava libretti per la istruzione popolare, scriveva il trattato sul
Sistema preventivo per la educazione della gioventù. Al seguito
di lui, la nostra vocazione salesiana è profondamente caratteriz-
zata dal binomio inscindibile di educazione ed evangelizzazione.
Sono due facce della stessa medaglia, ben sintetizzate dalla for-
tunata espressione “educhiamo evangelizzando ed evangelizzia-
mo educando”.
Con gratitudine constatiamo che, nelle sfide del contesto con-
temporaneo, molti confratelli continuano a testimoniare con
passione e creatività questa duplice dimensione del nostro cari-
sma. I contesti in cui lavoriamo non sono omogenei: alcuni seco-
larizzati, altri multireligiosi, altri ancora prevalentemente atei.
Questa pluralità di situazioni ci impone di affrontare sfide di-
verse nell’evangelizzazione e di cogliere le possibilità specifiche
di ciascun ambiente mantenendo l’unità della nostra missione
in contesti così diversificati.
53. L’universo giovanile, poi, è molto variegato. Nonostante
la globalizzazione tenda a uniformare stili di vita, ogni contesto
presenta peculiarità specifiche. Un tratto però li accomuna: tutti
i giovani portano nel loro cuore una profonda domanda – spesso
silenziosa – sul senso della vita. In modo più o meno consapevole
essi si interrogano sul loro futuro, su ciò che conta per loro, su
cosa potrà renderli felici. La tecnologia che li affascina, il flusso
continuo di informazioni, la trama di relazioni e connessioni in
cui sono immersi sono il loro mondo, che sembra ignorare o es-
sere indifferente all’annuncio della fede. I modelli familiari sono

5.6 Page 46

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ATTI DEL CAPITOLO GENERALE 2945
diventati molteplici e le relazioni che dovrebbero dare loro calore
e sicurezza spesso diventano luogo di conflitti e non di affetti.
Eppure, nonostante tutto, siamo convinti, come don Bosco
che “in ogni giovane vi è un punto accessibile al bene”. Il desi-
derio di Dio resta un bisogno fondamentale nel cuore dell’uomo,
il quale non è soddisfatto di vivere di solo pane. Crediamo che i
giovani sono aperti alla novità del Vangelo se questo è presenta-
to in un linguaggio che sappia raggiungere il loro cuore. Ma so-
prattutto siamo convinti che essi non restano insensibili dinanzi
alla testimonianza di coloro che hanno toccato con le loro mani
il Verbo della vita (cfr. 1Gv 1,1) e ne sono stati trasformati.
In questo panorama variegato di luci ed ombre, di attese e di
speranze, la pietà popolare continua ad essere uno spazio signi-
ficativo in cui molti giovani vivono la loro fede. La attrattività di
luoghi di preghiera, i cammini della fede ed i pellegrinaggi gio-
vanili, il forte impegno per l’ecologia, il volontariato nelle sue
svariate forme, ci dicono che il fuoco non è spento, ma attende
di essere ravvivato ed alimentato.
54. Come salesiani riconosciamo che la nostra missione ri-
chiede un equilibrio costante tra l’impegno per l’educazione e la
passione per l’evangelizzazione. Il trinomio di “ragione, religio-
ne e amorevolezza” non è uno slogan, ma è una fonte ispiratrice
permanente che aiuta a tenere presente la meta alta della san-
tità giovanile e la gradualità del cammino, le risorse educative
potenti dei Sacramenti e della Parola di Dio e la pedagogia del
cortile e della strada che ci fa incontrare i giovani “al punto in
cui si trova la loro libertà” (Cost. 38).
Questa sintesi vitale non sempre è presente nel cuore di tutti
i confratelli e dei membri delle nostre comunità educative-pasto-
rali. Chi ci osserva ci fa notare – non senza ragione – che rischia-
mo di ridurre la nostra missione alla gestione di attività educa-
tive o socioassistenziali. La pastorale giovanile corre il rischio di
trasformarsi in gestione di servizi per i giovani. Evangelizzare,
come ci ricorda la nostra tradizione, è accompagnare lungo un
cammino di fede nel Signore Risorto, offrendo itinerari.

5.7 Page 47

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46ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
Riconosciamo con gratitudine i punti di forza della nostra
presenza educativa e pastorale. Siamo apprezzati come buoni
educatori nella Chiesa e punto di riferimento per altre istituzio-
ni ecclesiali. In alcune realtà siamo particolarmente propositivi
e ben preparati sul piano educativo. L’accoglienza delle nostre
proposte di fede è per noi un segno di speranza in un mondo
spesso indifferente o ostile.
I laici sono apprezzati e partecipano attivamente all’evange-
lizzazione, sia in modo diretto sia indiretto, attraverso la testi-
monianza evangelica della loro vita. Molti educatori, salesiani,
laici e membri della Famiglia Salesiana continuano a sentire
passione per questa vocazione e sanno vedere le sfide come op-
portunità di crescita e rinnovamento.
55. La proposta cristiana è al centro dei nostri sforzi pasto-
rali e si traduce in molteplici iniziative diversificate in base ai
contesti e ai territori. Molti giovani incontrano il Signore Gesù
nelle nostre case e sperimentano la gioia della fede e l’apparte-
nenza ad una comunità. Non pochi collaborano con noi nell’ani-
mazione dei ragazzi, soprattutto in esperienze estive, nel servi-
zio missionario e nell’attività caritativa. Sentono che don Bosco
e la spiritualità giovanile salesiana offrono loro un’ispirazione
per la crescita e una guida per il loro futuro. Molti adulti che
hanno frequentato le nostre opere ricordano con gioia e gratitu-
dine l’educazione ricevuta e cercano di concretizzarne gli inse-
gnamenti nel quotidiano.
Riconosciamo però che talora il nostro impegno non riesce a
tradursi in itinerari sistematici di educazione alla fede. La pro-
posta evangelizzatrice appare talvolta timida e incapace di rag-
giungere in profondità il cuore dei giovani. In alcune regioni, pur
tentando nuove proposte di catechesi dell’iniziazione cristiana,
si constata con tristezza l’allontanamento dalla comunità eccle-
siale di molti adolescenti.
La gestione e l’organizzazione di numerose attività rischiano
talvolta di allontanarci dai giovani e dal contatto diretto con lo-
ro, facendoci perdere di vista la centralità della relazione educa-

5.8 Page 48

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ATTI DEL CAPITOLO GENERALE 2947
tiva che è alla base del Sistema Preventivo. La domanda di Val-
fré, l’antico allievo dell’Oratorio nel sogno della lettera da Roma
del 1884, risuona attuale ancora oggi: “Dove sono i Salesiani?”.
Interpretazione
56. Le nostre Costituzioni identificano con chiarezza il
“criterio permanente di discernimento e rinnovamento di ogni
attività e opera”, ritrovandolo nell’esperienza pastorale del pri-
mo oratorio, “che fu per i giovani casa che accoglie, parrocchia
che evangelizza, scuola che avvia alla vita e cortile per incon-
trarsi da amici e vivere in allegria” (Cost. 40). Nell’esperienza
vissuta da don Bosco con i primi ragazzi di Valdocco l’intreccio
di educazione e evangelizzazione si presenta come una felice
sintesi originaria, che chiamiamo Sistema Preventivo.
Secondo questa ispirazione, l’impegno per l’educazione è as-
sunto come espressione dell’amore di Dio che accompagna ogni
ragazzo nella sua crescita e l’annuncio del Vangelo è realizzato
con attenzione alla gradualità pedagogica delle tappe e ai lin-
guaggi giovanili. L’articolo 38 delle Costituzioni ce lo ricorda
quando afferma: “Imitando la pazienza di Dio, incontriamo i gio-
vani al punto in cui si trova la loro libertà. Li accompagniamo
perché maturino solide convinzioni e siano progressivamente re-
sponsabili nel delicato processo di crescita della loro umanità
nella fede”.
Il rapporto tra educazione e evangelizzazione è per noi così
centrale che la Congregazione vi ha riflettuto più volte, per man-
tenersi fedele alla missione che il Signore ha affidato a don Bo-
sco e per assumere le sfide proposte dal cambiare dei tempi e dei
contesti. Il Capitolo Generale 26°, ad esempio, ha richiamato
l’attenzione a “salvaguardare insieme l’integrità dell’annuncio
e la gradualità della proposta”, nella convinzione che “l’evange-
lizzazione propone all’educazione un modello di umanità piena-
mente riuscita e che l’educazione, quando giunge a toccare il
cuore dei giovani e sviluppa il senso religioso della vita, favorisce
e accompagna il processo di evangelizzazione” (Capitolo Gene-
rale 26°, “Da mihi animas, cetera tolle”, n. 25). Il “Quadro di ri-

5.9 Page 49

▲torna in alto
48ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
ferimento” della pastorale giovanile offre una visione complessi-
va della problematica e orientamenti preziosi per la prassi.
57. I riferimenti carismatici e la riflessione al loro riguardo,
dunque, non mancano. Sono anzi ricchi, abbondanti e aggiornati.
La sfida consiste nell’assumerli con coraggio e creatività attivando
percorsi graduali e differenziati e sfuggendo al rischio di moltipli-
care attività ed eventi che non sempre incidono sulla vita reale dei
giovani. Le diverse regioni in cui operiamo presentano grandi dif-
ferenze di cultura, economia, struttura sociale, esperienza fami-
liare, rapporti intergenerazionali, ma tutti i giovani sono accomu-
nati dal desiderio di essere ascoltati nella unicità della loro storia
e accompagnati ad aprirsi ad un futuro promettente.
Ciò naturalmente richiede competenza pedagogica e pastora-
le, che va costantemente aggiornata nei confratelli e nei corre-
sponsabili della missione. Richiede poi quella familiarità con i
giovani, che si acquisisce soltanto stando in mezzo a loro e con-
dividendo il loro mondo. La logica dell’incarnazione ci spinge a
partire dalla quotidianità della loro esistenza per leggerla con
sguardo educativo e saggezza pastorale. Quando condividono
con noi la loro ricerca di felicità o il loro disagio, manifestano,
spesso senza saperlo, un bisogno di salvezza che dobbiamo saper
intercettare. Nelle pieghe dell’umano un educatore pastore sa
riconoscere l’azione dello Spirito che, con gemiti inesprimibili,
conduce ogni coscienza ad aprirsi alla verità e all’amore.
Non dobbiamo poi dimenticare che nei desideri più profondi
dei giovani, nella loro sensibilità per la pace, la giustizia, l’ecolo-
gia, la dignità di ogni persona, c’è anche una profezia che dob-
biamo cogliere. I giovani che condividono la fede e si appassio-
nano a don Bosco spesso manifestano un entusiasmo da cui
abbiamo molto da imparare: loro stessi ci evangelizzano, mo-
strandoci il volto giovane della Chiesa in cui si riflette la perenne
giovinezza di Dio.
58. Alcune grandi questioni antropologiche di oggi, in parti-
colare, richiedono la nostra attenzione, perché costituiscono una
vera sfida per la nostra proposta educativa pastorale. Pensiamo

5.10 Page 50

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ATTI DEL CAPITOLO GENERALE 2949
in particolare alle trasformazioni della cultura affettiva e ses-
suale, che riguardano un ambito molto sensibile e delicato nella
crescita e richiedono nuove competenze per accogliere e accom-
pagnare con delicatezza ogni persona. Pensiamo alla cultura di-
gitale e al modo in cui essa modifica i processi di apprendimento,
la percezione del tempo, dello spazio, del corpo, delle relazioni
interpersonali e ultimamente l’intero modo di pensare e stare al
mondo. Pensiamo infine ai fenomeni migratori, spesso determi-
nati da conflitti e ingiustizie, che espongono moltissimi giovani
alla precarietà e alla necessità di vivere di espedienti, ferendo la
loro dignità. A fronte di queste situazioni, comprendiamo con
ancora maggiore consapevolezza che non si può annunciare il
Vangelo del Signore senza farsi carico dei pressanti bisogni edu-
cativi dei giovani e che non si può indicare loro una speranza af-
fidabile senza indicare la luce dell’Amore che viene da Dio e che
avrà in cielo la sua pienezza. Come diceva don Bosco, vogliamo
formare “buoni cristiani, onesti cittadini e un giorno fortunati
abitatori del cielo” (Il giovane provveduto, 1847, p. 7).
59. In alcuni contesti, fortemente secolarizzati o segnati da
diffidenza nei confronti dell’istituzione ecclesiale, si sperimenta
una certa fatica nell’annuncio della fede e c’è il rischio di rinun-
ciare a trasmettere in modo gioioso e propositivo la luce del Van-
gelo. In altre situazioni invece l’insegnamento di Gesù è accolto
con gioia, come una parola che dà speranza ai poveri e ai piccoli,
rinnova la società e apre al senso ultimo dell’esistenza. La pietà
popolare soprattutto mariana costituisce in molte regioni una
straordinaria risorsa per la trasmissione della fede incarnata nel
contesto della sensibilità di un popolo. Dove non è possibile un
annuncio esplicito di Gesù Cristo, la nostra presenza di educa-
tori cristiani assume un significato profetico e depone il seme
della Parola di Dio con la testimonianza della vita e l’esercizio
della carità. Alcune comunità operano in contesti in cui i cristia-
ni conoscono non solo ostacoli, ma persecuzione: esse dimostra-
no che nulla può impedire la testimonianza appassionata per
Cristo e il suo Vangelo. L’impegno per il dialogo tra le religioni

6 Pages 51-60

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6.1 Page 51

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50ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
e l’edificazione di una vera fratellanza tra gli uomini è, secondo
l’attuale insegnamento della Chiesa, parte della missione cristia-
na. In ogni caso, un cuore appassionato per Cristo non si vergo-
gna di parlare di Lui e di condividere la bellezza di averlo incon-
trato. Come ha scritto papa Francesco: “Parlare di Cristo, con la
testimonianza o la parola, in modo tale che gli altri non debbano
fare un grande sforzo per amarlo, questo è il desiderio più gran-
de di un missionario dell’anima. Non c’è proselitismo in questa
dinamica d’amore: le parole dell’innamorato non disturbano,
non impongono, non forzano, solamente portano gli altri a chie-
dersi come sia possibile un tale amore. Con il massimo rispetto
per la libertà e la dignità dell’altro, l’innamorato semplicemente
spera che gli sia permesso di raccontare questa amicizia che
riempie la sua vita” (FRANCESCO, Dilexit nos, 210).
Scelta
60. Alla luce dell’ascolto e dell’interpretazione, scegliamo di
OFFRIRE ITINERARI GRADUALI E SISTEMATICI DI EDUCA-
ZIONE ALLA FEDE E RINNOVARE LA PRATICA DEL SISTEMA
PREVENTIVO, GARANTENDO OVUNQUE AMBIENTI SICURI.
Questa scelta implica per i confratelli, le comunità, le ispet-
torie e il governo centrale della Congregazione impegni concreti
che di seguito esemplifichiamo.
– La comunità educativa pastorale
a. promuova itinerari graduali e sistematici di educazione
alla fede e curi con audacia il primo annuncio del Vangelo;
b. promuova una pianificazione condivisa con i giovani, offren-
do loro spazi di partecipazione attiva e responsabilità nella proget-
tazione pastorale ed educativa, secondo il metodo della sinodalità.
– L’ispettoria
c. provveda alla creazione di una scuola di formazione pe-
dagogica, spirituale e carismatica per salesiani, membri della
Famiglia Salesiana e laici per conoscere e vivere il binomio
Evangelizzazione e Educazione;

6.2 Page 52

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ATTI DEL CAPITOLO GENERALE 2951
d. sviluppi comunità missionarie nel mondo digitale, compo-
ste da giovani, laici e salesiani, che possano creare contenuti
educativi ed evangelizzatori;
e. accompagni le comunità educative pastorali ad acquisire
lo stile sinodale, valorizzando la conversazione dello Spirito e il
discernimento comunitario;
f. promuova le vocazioni alla vita consacrata salesiana.
– Il Rettor Maggiore con il suo consiglio
g. promuova una riflessione sul binomio educazione e evan-
gelizzazione che tenga conto della diversità dei contesti geogra-
fici, culturali e multireligiosi;
h. potenzi nel Consiglio generale un lavoro per progetti piut-
tosto che per settori;
i. promuova ricerche e studi per approfondire e rilanciare il
sistema preventivo come spiritualità e metodo integrale di edu-
cazione ed evangelizzazione
j. promuova la revisione e attualizzazione dei testi sulla spi-
ritualità giovanile salesiana, rendendo più esplicita la dimensio-
ne missionaria e il valore dell’accompagnamento.
C. NUOVE ESPRESSIONI DEL CARISMA
Ascolto
61. La vita della Congregazione è ricca di esperienze che rap-
presentano nuove espressioni del carisma. Tante presenze sono
autentici luoghi di salvezza per giovani poveri ed emarginati. Le
ispettorie rispondono con sensibilità ai bisogni dei più poveri: mi-
granti, rifugiati, ragazzi di strada e discriminati. In tante case sa-
lesiane esistono esperienze esemplari di accoglienza, per esempio
con la creazione di migrant desk che coordinano molteplici inizia-
tive di solidarietà. La collaborazione con organizzazioni governa-
tive e non governative ha permesso di condividere progettualità e
costruire reti a favore di minori in situazione di precarietà.
Come educatori ed evangelizzatori siamo consapevoli delle
nuove sfide che i giovani ci pongono: la mancanza di punti di ri-

6.3 Page 53

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52ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
ferimento, la solitudine e l’isolamento, l’emergenza della fragi-
lità psico-affettiva, il diffondersi di dipendenze di vario tipo, l’au-
mento del fenomeno dei NEET (Not in Education, Employment
or Training), la mancanza di un’educazione alla cittadinanza e
al pensiero politico in un mondo radicalizzato, la presenza di
ideologie che creano disorientamento.
62. Ci sono in Congregazione esperienze promettenti di rin-
novamento della vita comunitaria, caratterizzate da una maggio-
re condivisione con i giovani. Alcuni di essi vengono a vivere nelle
nostre case, partecipando con noi alla missione, alla vita fraterna
e alla preghiera. Sarebbe importante riflettere su queste espe-
rienze, valutarne la portata e riconoscere in che modo possono
arricchire la nostra vita, senza restare sporadiche e occasionali.
Nella storia delle nostre ispettorie ci sono stati confratelli
che hanno avviato iniziative pastorali innovative, ma non sempre
è stato possibile raggiungere la loro integrazione nel progetto
organico ispettoriale per assicurarne la continuità. Quando la
comunità è capace di dare spazio a nuove intuizioni, in un dialo-
go umile e in un discernimento ponderato, si sperimenta che il
rinnovamento pastorale è possibile e fecondo.
63. Riconosciamo l’urgenza di sviluppare un approccio più si-
stematico e critico alla cultura digitale, che incide in maniera
profonda sulla visione del mondo e sulle relazioni. Sebbene il mon-
do digitale e lo sviluppo dell’intelligenza artificiale abbia un gran-
de potenziale di progresso, esso pone anche interrogativi di natura
antropologica ed etica e ci sollecita a una profonda riflessione edu-
cativa. Oltre a offrire molte potenzialità di crescita, può infatti
anche causare danni e ferite, come il bullismo, la disinformazione,
lo sfruttamento sessuale e la dipendenza. I nostri confratelli in
formazione iniziale sono ormai “nativi digitali”: se accompagnati
e formati con saggezza possono aiutare tutta la Congregazione ad
aprirsi a utilizzare le nuove tecnologie per la missione. Vi sono
già in Congregazione esperienze positive di comunità digitali,
ma non pochi educatori riconoscono di non avere una formazione
adeguata e usano gli spazi digitali solo a scopo informativo.

6.4 Page 54

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ATTI DEL CAPITOLO GENERALE 2953
64. L’ecologia integrale emerge come un campo privilegiato
di lavoro educativo e pastorale. Papa Francesco ha fatto di que-
sto tema una parte consistente del suo magistero: la sua voce ci
interpella ad essere più tempestivi nell’ascoltare il grido della
terra e dei poveri e nel promuovere un’autentica spiritualità eco-
logica, che riconosca il creato come dono di Dio e educhi ad uno
sguardo contemplativo e a uno stile di vita sobrio.
Nelle comunità educative pastorali sta crescendo l’attenzione
per i temi ambientali, ma spesso manca un piano integrale e si-
stematico; per questo le iniziative rischiano di avere vita breve e
non incidere nel cambiamento della mentalità. Apprezziamo le
varie proposte di formazione in questo ambito già presenti nella
Congregazione ma riconosciamo la necessità di comprendere
meglio il cambiamento di paradigma che l’assunzione dell’ecolo-
gia integrale comporta.
65. La dimensione socio-politica dell’educazione salesiana ha
bisogno di essere rivitalizzata. È cresciuta la nostra presenza
nelle arene sociali, politiche ed ecclesiali dove vengono prese le
decisioni che influenzano la vita dei giovani attraverso nostri
rappresentanti presso Istituzioni e Organismi internazionali.
Tuttavia, non siamo ancora sufficientemente impegnati nell’aiu-
tare i giovani all’impegno socio-politico, offrendo loro una for-
mazione adeguata secondo la dottrina sociale della Chiesa.
Interpretazione
66. Le esperienze di condivisione di vita con i giovani, oltre a
rispecchiare quanto vissuto da don Bosco a Valdocco, costituisco-
no anche una risposta alla richiesta emersa nel Sinodo per i gio-
vani di offrire “un tempo destinato alla maturazione della vita
cristiana adulta”. Tale proposta dovrebbe essere costruita intor-
no ad almeno tre cardini indispensabili: “un’esperienza di vita
fraterna condivisa con educatori adulti che sia essenziale, sobria
e rispettosa della casa comune; una proposta apostolica forte e
significativa da vivere insieme; un’offerta di spiritualità radicata
nella preghiera e nella vita sacramentale” (XV ASSEMBLEA GE-

6.5 Page 55

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54ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
NERALE ORDINARIA DEL SINODO DEI VESCOVI, I giovani, la fede e il
discernimento vocazionale. Documento finale 161).
67. Davanti all’attività incontrollata dell’essere umano che
rischia di distruggere la natura, “la sfida urgente è proteggere
la nostra casa comune in una preoccupazione di unire tutta la
famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e inte-
grale, poiché sappiamo che le cose possono cambiare” (FRANCE-
SCO, Laudato si’ 13). Il grido espresso nell’enciclica Laudato si’
ci interpella come educatori e pastori dei giovani. Se nel Capitolo
Generale 23° abbiamo descritto la nostra attività educativa at-
traverso i tre nodi dell’educazione alla coscienza morale, all’a-
more e alla dimensione sociale della carità, è giunto per noi il
tempo di integrare anche la dimensione della spiritualità ecolo-
gica. Tale novità richiede “sviluppo di nuove convinzioni, nuovi
atteggiamenti e stili di vita” (Ibid. 202).
Un’ecologia che sia veramente “integrale” deve comprendere
“chiaramente le dimensioni umane e sociali” (Ibid. 137) conside-
rate non separatamente, ma nelle loro interazioni: in tal senso si
può parlare di un’ecologia sociale (cfr. Ibid.142). Non ci sarà in-
fatti una nuova relazione con la natura senza un essere umano
nuovo, alla luce di un’antropologia biblica. Si tratta insomma di
“continuare a fare di tutta questa realtà l’oggetto di riflessione e
di decisioni pratiche in ogni presenza, unendo le dimensioni pa-
storale, formativa, sociale, economica e ambientale” (A.F. ARTIME,
Relazione del Rettor Maggiore al CG29, 27).
68. Riconosciamo che il mondo digitale non è solo uno stru-
mento, ma una cultura che plasma il modo in cui i giovani inte-
ragiscono, imparano e formano la propria identità. Se da un lato
offre opportunità di istruzione, connessioni globali e contenuti
religiosi, dall’altro espone i giovani a disinformazione, cyberbul-
lismo e comportamenti di dipendenza che indeboliscono le rela-
zioni. Senza una formazione adeguata, rischiamo di lasciare i
giovani soli ad affrontare queste sfide. L’appello di Papa Fran-
cesco nell’Enciclica Laudato Si’ alla responsabilità ecologica si
estende al mondo digitale, che, come l’ambiente naturale, è in-

6.6 Page 56

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ATTI DEL CAPITOLO GENERALE 2955
quinato dalla disinformazione e dall’incuria etica. È necessaria
una solida preparazione biblica, teologica, carismatica, tecnica
per impegnarsi non solo ad utilizzare gli spazi digitali, ma a
trasformarli per quanto possibile in luoghi di verità, di incontro
autentico e di evangelizzazione. Tuttavia un approccio non ade-
guato può anche portare a una minore profondità pastorale, a
interazioni superficiali e a trascurare la vita comunitaria e di
preghiera. Senza disciplina, l’impegno digitale può gradualmen-
te cambiare le priorità, distrarre dalla missione principale e
diluire l’essenza dell’identità salesiana.
Scelta
69. Alla luce dell’ascolto e dell’interpretazione, scegliamo di
ESSERE PRESENTI NELLE NUOVE FRONTIERE DELLA
MISSIONE: L’AMBIENTE DIGITALE, L’ECOLOGIA INTEGRALE,
LE NUOVE ESPRESSIONI DEL CARISMA.
Questa scelta implica per i confratelli, le comunità, le ispet-
torie e il governo centrale della Congregazione impegni concreti
che di seguito esemplifichiamo.
– La comunità
a. conduca uno studio sulle forme di povertà emergenti nel
proprio quartiere, creando piani d’azione concreti con la propria
comunità educativa pastorale per affrontarle;
b. valuti la possibilità di accedere alle energie rinnovabili,
ove possibile.
– L’ispettoria
c. programmi la specializzazione dei salesiani e dei laici per
le nuove sfide emergenti per la missione salesiana (intelligenza
artificiale, dialogo interreligioso, bioetica, migranti, rifugiati,
safeguarding, ecc.);
d. promuova opere per giovani in situazioni di disagio ed
emarginazione, anche con i laici e con i gruppi della Famiglia
Salesiana;
e. studi un piano concreto per comunità più aperte ai giova-

6.7 Page 57

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56ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
ni, invitandoli a condividere la vita comunitaria, anche in ottica
vocazionale;
f. sperimenti forme nuove di comunità con Famiglia Sale-
siana, famiglie, giovani, e assicuri la verifica e la continuità delle
esperienze innovative già in essere;
g. promuova la formazione sull’ecologia integrale, l’educa-
zione ecologica dei giovani e la presenza nel mondo digitale come
testimonianza evangelizzatrice e azione educante.
– Il Rettor Maggiore con il suo consiglio
h. attraverso i settori della Formazione, della Pastorale
Giovanile e della Comunicazione Sociale, offra alle ispettorie li-
nee di formazione e azione per la presenza nel mondo digitale;
i. attraverso i settori della Formazione e della Pastorale
Giovanile sviluppi linee guida per l’educazione socio-politica,
ecologica ed economica nelle istituzioni salesiane;
j. promuova una piattaforma per condividere le migliori pra-
tiche di ecologia integrale, evangelizzazione digitale e risposte
alle nuove forme di povertà presenti in Congregazione;
k. favorisca una collaborazione fra ispettorie per un miglior
accompagnamento dei giovani migranti e sfollati;
l. rafforzi la nostra presenza istituzionale negli organismi
civili ed ecclesiali, così come nelle istituzioni governative a tutti
i livelli (internazionale, nazionale, reg.le e locale) per promuo-
vere l’advocacy a favore dei giovani più poveri.

6.8 Page 58

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NUCLEO 3
UNA CORAGGIOSA VERIFICA E RIPROGETTAZIONE
DEL GOVERNO DELLA CONGREGAZIONE
A TUTTI I LIVELLI
A - Modifica delle Costituzioni
DELIBERA N. 1
Il Capitolo Generale 29°
– considerata l’opportunità di assegnare al vicario dell’ispettore
un compito primario, non discrezionale;
– vista la prassi in uso in diverse ispettorie di affidare la cura
della vita e della disciplina religiosa al vicario dell’ispettore;
– tenuto conto che a livello mondiale la disciplina religiosa è
affidata al Vicario del Rettor Maggiore;
– al fine di consentire all’ispettore di mantenere il profilo pater-
no tipico della sua figura nella nostra tradizione,
DELIBERA
di modificare l’art. 168 delle Costituzioni, inserendo dopo le parole
“di cui abbia ricevuto speciale incarico.” le parole: “A lui è affidata
ordinariamente la cura della vita e della disciplina religiosa.
DELIBERA N. 2
Il Capitolo Generale 29°
– considerato che nel Capitolo Generale 28° la commissione
giuridica aveva già avviato, con l’aiuto di esperti, una riflessione
sull’art. 187 delle Costituzioni;
– considerato che la dicitura adoperata nel §2 di tale articolo
(“esclusione a solo scopo di reddito e ogni altra forma perma-
nente di capitalizzazione”) riceve interpretazioni diverse e non
corrisponde alle esigenze attuali;
– considerato che attività generatrici di reddito, eticamente le-

6.9 Page 59

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58ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
cite e con una chiara destinazione degli utili, sono state ritenute
legittime sia nel passato, che nel presente, senza che ciò abbia
generato scandalo o abbia costituito motivo di controtestimo-
nianza di povertà istituzionale;
– visto che Cost. 187 non esclude che le ispettorie promuovano
attività che generano un reddito;
– visto che Cost. 188 n. 3 permette la accettazione di eredità,
lasciti o donazioni a titolo oneroso e ciò può comportare vincoli
di impiego delle rendite, stabiliti dal donatore, tali da richiedere,
ad esempio, la conservazione dei beni immobili ricevuti;
– visto che Cost. 188 n. 4 permette la costituzione di vitalizi, en-
ti di beneficenza, fondazioni che debbono – per statuto – essere
dotati di un proprio patrimonio stabile; considerato che opere
non autosufficienti sotto il profilo economico, come le opere so-
ciali, case di formazione, case per anziani, necessitano di fonti
stabili di sostentamento;
– tenuto fermo che si escludono operazioni di carattere specula-
tivo immobiliare o finanziario,
DELIBERA
di modificare l’art. 187 delle Costituzioni, togliendo le parole
“sono direttamente utili per le opere. È da escludere l’acquisto e
la conservazione di beni immobili a solo scopo di reddito e di
ogni altra forma permanente di capitalizzazione fruttifera, salvo
quanto previsto dall’articolo 188 delle Costituzioni” e sostituen-
dole con le parole “sono direttamente utili per le finalità previste
dalle Costituzioni. È da escludere il ricorso ad operazioni pura-
mente speculative di tipo immobiliare o finanziario”.
DELIBERA N. 3
Il Capitolo Generale 29°
– considerata la trasformazione dell’idea di missione legata a
specifici territori;
– rilevato il fatto che Paesi un tempo destinatari di missionari
oggi inviano confratelli a Paesi di antica evangelizzazione,

6.10 Page 60

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ATTI DEL CAPITOLO GENERALE 2959
DELIBERA
di modificare l’art. 30 delle Costituzioni, togliendo le parole “sono
stati oggetto speciale” e sostituendole con le parole “sono sempre
stati destinatari” e aggiungendo dopo le parole “fondazione della
Chiesa in un gruppo umano” le parole “e rivitalizzazione della
fede anche in paesi di antica tradizione cristiana”.
B - Modifica dei Regolamenti generali
DELIBERA N. 4
Il Capitolo Generale 29°
– considerata la richiesta di varie commissioni capitolari;
– preso atto della diminuzione numerica dei confratelli;
– riconosciuta la difficoltà in alcune ispettorie a fondare nuove
comunità con sei confratelli;
– vista la necessità di dare consistenza giuridica alle piccole
comunità già esistenti,
DELIBERA
di modificare l’art. 150 dei Regolamenti, togliendo le parole “In
ogni casa il numero dei soci non sia ordinariamente minore di
sei” e sostituendole con le parole “In ogni casa il numero dei soci
di voti perpetui non sia ordinariamente minore di quattro”.
DELIBERA N. 5
Il Capitolo Generale 29°
– considerato che in varie ispettorie si sono sviluppate opere e
servizi per giovani in situazione di vulnerabilità o esclusione;
– ritenendo che tali opere corrispondano alla natura del nostro
carisma;
– considerato che nel capitolo III dei Regolamenti non esiste un
riferimento specifico a queste opere;

7 Pages 61-70

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7.1 Page 61

▲torna in alto
60ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
– al fine di riconoscerne istituzionalmente l’importanza e la
specificità,
DELIBERA
di aggiungere nei Regolamenti dopo il n. 14, un nuovo articolo
formulato come segue:
“Realizziamo la nostra missione anche in opere e i servizi per
giovani in situazione di vulnerabilità o esclusione per rispondere
a problematiche che derivano dall’ingiustizia sociale, dalla vio-
lazione dei diritti umani, dalla povertà economica, affettiva e
spirituale. Con proposte e progetti educativo-pastorali specifici,
operiamo per far scoprire ai destinatari la loro dignità di figli di
Dio e rendere possibile la loro piena partecipazione alla vita so-
ciale ed ecclesiale. Ogni Ispettoria, attenta a tutto ciò che genera
povertà ed esclusione, offre ambienti e servizi specifici, collabora
con altri organismi nella promozione del bene comune, realizza
azioni che incidano sulle politiche giovanili”.
DELIBERA N. 6
Il Capitolo Generale 29°
– considerata la distinzione tra l’economo della casa religiosa e
l’amministratore dell’opera;
– considerato che in alcuni casi entrambi i compiti sono svolti
da un confratello, mentre in altri l’amministrazione dell’opera
è affidata a un laico;
– considerato che tale affidamento non ha riscontro nei Regola-
menti,
DELIBERA
di modificare l’art. 190 dei Regolamenti – “È demandata ai capi-
toli ispettoriali la formulazione di norme dettagliate circa l’am-
ministrazione ispettoriale e locale. In particolare si daranno di-
rettive:” – aggiungendo il punto 4 bis con la seguente dicitura:
“sulla figura e sui compiti dell’amministratore laico dell’opera,
ove previsto”.

7.2 Page 62

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ATTI DEL CAPITOLO GENERALE 2961
DELIBERA N. 7
Il Capitolo Generale 29°
– considerata la peculiarità della figura del direttore all’interno
della comunità e dell’opera;
– considerato che l’art. 176 delle Costituzioni stabilisce che il
direttore è “il primo responsabile della vita religiosa, delle atti-
vità apostoliche e dell’amministrazione dei beni”;
– considerato che le Costituzioni prevedono una chiara distin-
zione tra la figura del direttore, che presiede il Consiglio, e l’e-
conomo che ne è membro (cfr. Cost. 178-179);
– considerato che l’art. 184 delle Costituzioni afferma: “l’econo-
mo è il responsabile immediato dell’amministrazione dei beni
temporali della casa religiosa in dipendenza dal direttore col suo
Consiglio”;
– al fine di garantire che egli “si mantenga libero da impegni
che possano compromettere i compiti fondamentali del suo ser-
vizio verso i confratelli” (Reg. 172);
– al fine di garantire maggiore trasparenza e corresponsabilità,
DELIBERA
di aggiungere nell’art. 172 dei Regolamenti dopo le parole “verso
i confratelli.” le parole “Non svolga il compito di economo”.
DELIBERA N. 8
Il Capitolo Generale 29°
– considerata la riduzione del numero dei confratelli in alcune
ispettorie;
– al fine di tenere distinta la figura e i compiti dell’economo da
quelli del direttore;
– al fine di garantire trasparenza e corresponsabilità,
DELIBERA
di togliere dall’art. 182 dei Regolamenti le parole “Ordinaria-
mente però l’ufficio di vicario non sia abbinato a quello di
economo”.

7.3 Page 63

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62ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
DELIBERA N. 9
Il Capitolo Generale 29°
in linea con la riflessione della Congregazione espressa nei
Capitoli Generali e nel magistero del Rettor Maggiore sul nucleo
animatore della Comunità educativa pastorale,
DELIBERA
di modificare l’art. 5 dei Regolamenti sostituendo le parole
“Il suo nucleo animatore è la comunità religiosa” con le parole
“Il suo nucleo animatore è composto da un gruppo di persone
che si identificano con la missione ecclesiale, il sistema educativo
di Don Bosco e la sua spiritualità. Il suo punto di riferimento ca-
rismatico è la comunità religiosa.”
C – Delibere sulla Configurazione delle Regioni
DELIBERA N. 10
Il Capitolo Generale 29°
– preso atto della rapida crescita del numero dei confratelli, delle
opere e dei fronti pastorali delle ispettorie di Africa-Madagascar;
– preso atto della richiesta degli ispettori della Regione;
– considerata l’estensione geografica della Regione e le diversità
culturali e linguistiche presenti;
– vista la proposta unanime delle commissioni capitolari;
– al fine di consentire un migliore accompagnamento delle
ispettorie e dei confratelli da parte del Reg.le
DELIBERA
la costituzione di una seconda Regione in Africa-Madagascar, a
norma dell’art. 154 delle Costituzioni.
DELIBERA N. 11
Il Capitolo Generale 29°

7.4 Page 64

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ATTI DEL CAPITOLO GENERALE 2963
– considerata la delibera con cui è stata costituita una seconda
Regione in Africa-Madagascar, a norma dell’art. 154 delle Costi-
tuzioni;
– considerato che la costituzione dei gruppi di ispettorie è di
competenza del Capitolo Generale, a norma dell’art. 154 delle
Costituzioni;
– vista la proposta dei membri del Capitolo provenienti da Africa
e Madagascar;
ISTITUISCE
i seguenti due gruppi di circoscrizioni:
– REGIONE AFRICA EST E SUD comprendente le ispettorie
AFE, AGL, ANG, TZA e le visitatorie AET, AFM, MDG, MOZ, ZMB;
– REGIONE AFRICA CENTRO E OVEST comprendente le
ispettorie AFC, AON, AOS, ANN e le visitatorie ACC, ATE.
DELIBERA N. 12
Il Capitolo Generale 29°
– vista la richiesta del Capitolo ispettoriale della Croazia;
– tenuto conto che tale richiesta non potè essere trattata nel CG 28°;
– considerata la vicinanza geografica e l’affinità culturale con la
Regione mediterranea;
– considerato che da molti anni la formazione iniziale dei con-
fratelli dell’ispettoria avviene nella Regione mediterranea,
DELIBERA
che l’Ispettoria “San Giovanni Bosco” della Croazia sia trasferi-
ta dalla Regione Europa Centro Nord alla Regione Mediterra-
nea, a norma dell’art. 154 delle Costituzioni.

7.5 Page 65

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64ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
D – Delibere per il Rettor maggiore con il suo Consiglio
DELIBERA N. 13
Il Capitolo Generale 29°
– preso atto della complessità del governo della Congregazione;
– preso atto delle indicazioni dell’art. 107 dei Regolamenti;
– al fine di favorire un’azione di governo più agile e unitaria;
– al fine di evitare la sovrapposizione di iniziative e facilitare la
loro attuazione nelle ispettorie;
– al fine di promuovere una cultura progettuale che migliori i
processi previsti nel Direttorio del Consiglio generale,
CHIEDE
al Rettor Maggiore con il suo Consiglio di promuovere un più
efficace coordinamento dei consiglieri di settore fra di loro e con
i consiglieri regionali, e di attivare un sistema di valutazione
periodica del governo centrale.
DELIBERA N. 14
Il Capitolo Generale 29°
– preso atto dei numerosi compiti affidati al Cons. reg.le nel-
l’art. 140 delle Costituzioni, negli articoli 135-140 dei Regola-
menti, e nei numeri 119-136 del Direttorio del Consiglio Gene-
rale;
– considerata la difficoltà di conciliare l’accompagnamento degli
ispettori, delle ispettorie, degli organismi inter-ispettoriali e dei
Curatorium delle case di formazione, con lo svolgimento regola-
re delle visite straordinarie,
CHIEDE
al Rettor Maggiore con il suo Consiglio di rivedere le priorità e
le modalità di attuazione dei compiti del Cons. reg.le per meglio
attuare quanto richiesto nell’art. 140 delle Costituzioni, negli ar-
ticoli 135-140 dei Regolamenti, e nei numeri 119-136 del Diret-
torio del Consiglio Generale.

7.6 Page 66

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ATTI DEL CAPITOLO GENERALE 2965
DELIBERA N. 15
Il Capitolo Generale 29°
– preso atto dei numerosi compiti affidati al Cons. reg.le nell’art.
140 delle Costituzioni, negli articoli 135-140 dei Regolamenti,
e nei numeri 119-136 del Direttorio del Consiglio Generale;
– considerata l’estensione geografica delle Regioni e la loro
diversità linguistica e culturale;
– al fine di consentire al Cons. reg.le di concentrarsi sulle prio-
rità del suo ufficio,
CHIEDE
al Rettor Maggiore con il suo Consiglio di garantire ai Consiglie-
ri regionali personale adeguato per supportare il loro servizio.
DELIBERA N. 16
Il Capitolo Generale 29°
– preso atto della diminuzione del numero dei confratelli in
Europa;
– tenuto conto della necessità di assicurare processi congiunti
di formazione iniziale e permanente;
– tenuto conto della necessità del ridisegno della presenza sale-
siana nel Continente;
– al fine di favorire il coordinamento nello studio dei problemi e
nello sviluppo dei progetti,
CHIEDE
che il Rettor Maggiore con il suo Consiglio sviluppi una rinno-
vata riflessione sulle sfide comuni che la Congregazione deve af-
frontare oggi in Europa e sulla sinergia tra le due Regioni.
DELIBERA N. 17
Il Capitolo Generale 29°
– preso atto dell’aumento delle case di formazione e dei centri
di studio interispettoriali;

7.7 Page 67

▲torna in alto
66ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
– constatata la difficoltà a precisare natura e compiti del Cura-
torium e a definire a chi spetti la presidenza e il coordinamento
dei processi decisionali;
– riconosciuta la difficoltà nell’identificare criteri per il reperi-
mento, la preparazione e la gestione del personale delle case di
formazione e dei centri di studio,
CHIEDE
al Rettor Maggiore, con il suo Consiglio, di precisare
– natura e compiti del Curatorium,
– presidenza e responsabilità decisionali,
– ruolo del Cons. Reg.le, del Cons. per la Formazione, dell’ispet-
tore locale e degli altri ispettori interessati,
– criteri per il reperimento, la preparazione e la gestione del
personale delle case di formazione e dei centri di studio.
DELIBERA N. 18
Il Capitolo Generale 29°
– constatata l’assenza di una normativa regolamentare circa la
Visita d’insieme;
– preso atto che, secondo la prassi in uso, la Visita d’insieme ha
come finalità principale la verifica dell’attuazione del Capitolo
Generale nella Regione;
– considerato che essa è un momento privilegiato e strategico di
unità, partecipazione e corresponsabilità (cfr. Cost. 123);
– vista la richiesta delle commissioni capitolari di una maggiore
incisività della Visita e che si arrivi a definire forme di collabo-
razione più efficaci all’interno della Regione;
– per favorire una maggioranza interazione tra il governo cen-
trale e il governo delle ispettorie,
CHIEDE
al Rettor Maggiore, con il suo Consiglio, di rivedere la metodolo-
gia della Visita d’insieme, così da garantire:
– un’adeguata preparazione che coinvolga gli Ispettori con i loro
consigli,

7.8 Page 68

▲torna in alto
ATTI DEL CAPITOLO GENERALE 2967
– una partecipazione attiva in stile sinodale,
– l’ascolto reciproco su specifiche problematiche della Regione,
– la valutazione degli organismi inter-ispettoriali e dei centri
regionali.
DELIBERA N. 19
Il Capitolo Generale 29°
– preso atto della molteplicità dei compiti assegnati al Cons.
reg.le;
– preso atto delle possibilità previste dall’art. 104 dei Regola-
menti;
– in continuità con la richiesta già avanzata nel Capitolo Gene-
rale 28°,
CHIEDE
al Rettor Maggiore, con il suo Consiglio, di prevedere all'inizio
del sessennio i tempi e le modalità di svolgimento più adatti per
realizzare le visite straordinarie a norma dell’art. 104 dei Rego-
lamenti, in modo da garantire:
– a ciascun confratello la possibilità del colloquio personale con
il visitatore;
– al visitatore la possibilità di conoscere a fondo il contesto in
cui l’ispettoria svolge la missione;
– al Cons. reg.le la possibilità di essere presente in alcuni mo-
menti della visita, se svolta da un altro visitatore;
– la comunicazione tra il visitatore e il Cons. reg.le per assicu-
rare l’ulteriore accompagnamento da parte del Cons. reg.le dopo
la visita;
– tempi adeguati affinché il Cons. reg.le possa svolgere i compiti
propri del suo ufficio a servizio della regione e delle singole ispet-
torie (cfr. Cost. 140 e 154; Reg. 135-137).
DELIBERA N. 20
Il Capitolo Generale 29°
– considerato che il Rescriptum ex audientia Ss.mi del Santo

7.9 Page 69

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68ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
Padre Francesco del 18 maggio 2022, ha concesso al Moderatore
supremo di un Istituto di vita consacrata clericale di diritto pon-
tificio la facoltà di nominare, con il consenso del suo consiglio,
Superiore locale un sodale non chierico,
– considerata la varietà di posizioni espresse nel ricco dibattito
capitolare,
CHIEDE
al Rettor Maggiore di avvalersi della suddetta possibilità ad
experimentum per i prossimi sei anni e di impegnare il prossimo
Capitolo Generale, previo un serio approfondimento storico,
teologico, carismatico, pastorale e giuridico, a esprimersi circa
l’eventuale cambio degli articoli relativi al direttore nelle
Costituzioni, nei Regolamenti, e conseguentemente negli altri
documenti della Congregazione (“Animazione e governo della
comunità. Il servizio del direttore salesiano”, Ratio institutionis
et studiorum, altri documenti di animazione e di governo in
vigore).
DELIBERA N. 21
Il Capitolo Generale 29°
– considerata la varietà delle esperienze in atto e la complessità
della materia,
CHIEDE
al Rettor Maggiore, con il suo Consiglio, di elaborare delle linee
guida circa il rapporto tra il Consiglio locale e il Consiglio della
comunità educativa pastorale, per quanto riguarda il governo
dell’opera.

7.10 Page 70

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ATTI DEL CAPITOLO GENERALE 2969
E – Delibere per gli Ispettori, i consigli ispettoriali
e i capitoli ispettoriali
DELIBERA N. 22
Il Capitolo Generale 29°
– considerata la necessità di consolidare anche sul piano istitu-
zionale una cultura e una politica di tutela dei minori e delle
persone vulnerabili in ogni ispettoria;
– considerata la necessità di avere un gruppo di persone compe-
tenti e aggiornate sull’evoluzione della legislazione in questo
ambito;
– vista l’esperienza maturata in varie ispettorie;
– al fine di garantire un sistema di sicurezza dei minori e delle
persone vulnerabili nel rispetto delle leggi civili ed ecclesiastiche,
DELIBERA
che in ogni ispettoria sia istituita una Commissione per la pro-
tezione e la salvaguardia dei minori e delle persone vulnerabili.
DELIBERA N. 23
Il Capitolo Generale 29°
– alla luce di quanto affermato nel n. 34 del Documento capito-
lare: “La determinazione a garantire ambienti sicuri per tutti
coloro che frequentano le nostre opere spinge a intensificare
l’impegno formativo nei confronti dei confratelli, dei laici e dei
giovani stessi, per evitare ogni tipo di abuso, molestia e compor-
tamento inappropriato”;
– in continuità con la delibera che ha chiesto a ogni ispettoria
di istituire una Commissione per la protezione e la salvaguardia
dei minori e delle persone vulnerabili;
– secondo l’ispirazione del Sistema Preventivo che don Bosco ci
ha trasmesso come l’eredità più preziosa del nostro carisma,
DELIBERA
che ogni ispettoria:

8 Pages 71-80

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8.1 Page 71

▲torna in alto
70ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
– prosegua l’impegno intrapreso per garantire ambienti sicuri
per i minori e le persone vulnerabili, adempiendo la normativa
canonica, le direttive emanate dalle Conferenze Episcopali e col-
laborando con le autorità civili, nel rispetto della legislazione dei
singoli Paesi;
– valorizzi le buone pratiche sperimentate in altre ispettorie e
sia sollecita nel condividere le proprie;
– inserisca nel Direttorio ispettoriale il proprio sistema (policy)
di protezione dei minori e delle persone vulnerabili;
– lo renda noto a tutti coloro che a qualsiasi titolo collaborano nel-
le proprie opere e servizi; predisponga misure adeguate di forma-
zione; ne esiga il rispetto e ne valuti periodicamente l’attuazione;
– preveda in particolare, all’interno del sistema, le procedure di
segnalazione, le forme di accompagnamento nei confronti di chi di-
chiara di aver subito abusi, le modalità comunicative appropriate;
– promuova percorsi di giustizia riparativa.

8.2 Page 72

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ALLEGATI
MESSAGGIO DEL SANTO PADRE
ai partecipanti al XXIX Capitolo Generale
della Congregazione Salesiana
16 febbraio – 12 aprile 2025
Cari fratelli,
non potendo purtroppo incontrarvi, vi mando questo messag-
gio in occasione del XXIX Capitolo Generale della Congregazione
Salesiana, e anche del 150° anniversario della prima spedizione
missionaria di Don Bosco in Argentina. Saluto il nuovo Rettor
Maggiore, Don Fabio Attard, augurandogli buon lavoro, e ringrazio
il Cardinale Ángel Fernández Artime per il servizio che ha reso
in questi anni all’Istituto e che offre ora alla Chiesa universale.
Seppure a distanza, desidero incoraggiarvi a vivere con fiducia
e impegno questo tempo di ascolto dello Spirito e di discernimento
sinodale.
Avete scelto, come tema per i vostri lavori, il motto: “Salesiani
appassionati di Gesù Cristo e consegnati ai giovani”. È un bel pro-
gramma: essere “appassionati” e “consegnati”, lasciarsi coinvol-
gere pienamente dall’amore del Signore e servire gli altri senza
tenere nulla per sé, proprio come ha fatto, a suo tempo, il vostro
Fondatore. Anche se oggi, rispetto ad allora, le sfide da affrontare
sono in parte cambiate, la fede e l’entusiasmo rimangono gli stessi,
arricchiti di nuovi doni, come quello dell’interculturalità.
Cari fratelli, vi ringrazio per il bene che fate in tutto il mon-
do e vi incoraggio a continuare con perseveranza. Benedico di
cuore voi e i vostri lavori capitolari, come pure i confratelli spar-
si nei cinque continenti, e chiedo per favore di pregare per me.
Maria Ausiliatrice vi accompagni sempre.
Francesco
Dal Vaticano, 2 aprile 2025

8.3 Page 73

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72ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
SOCIETÀ DI SAN FRANCESCO DI SALES
29esimo Capitolo generale, 2025
APPASSIONATI DI CRISTO, DEDICATI AI GIOVANI
Messaggio ai Capitolari
I DISCEPOLI DI EMMAUS: Lc 24, 13-35
13Ed ecco, in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un vil-
laggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalem-
me, e14 conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. 15Mentre con-
versavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava
con loro. 16Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. 17Ed egli disse loro:
«Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?».
Si fermarono, col volto triste; 18uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «So-
lo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi
giorni?». 19Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda
Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio
e a tutto il popolo; 20come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno
consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. 21Noi spera-
vamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono
passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. 22Ma alcune donne,
delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba 23e,
non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche
una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. 24Alcuni dei nostri
sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma
lui non l’hanno visto». 25Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto
ciò che hanno detto i profeti! 26Non bisognava che il Cristo patisse queste
sofferenze per entrare nella sua gloria?». 27E, cominciando da Mosè e da
tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
28Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se do-
vesse andare più lontano. 29Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa
sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro.
30Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò
e lo diede loro. 31Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli
sparì dalla loro vista. 32Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi
il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spie-
gava le Scritture?». 33Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalem-
me, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i34 quali
dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». 35Ed essi
narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto
nello spezzare il pane.

8.4 Page 74

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ATTI DEL CAPITOLO GENERALE 2973
Cari Fratelli, care Sorelle,
in apertura del 29esimo Capitolo generale dei Salesiani di
don Bosco proporrei di lasciarci illuminare dall’icona biblica dei
Discepoli di Emmaus (Lc 24, 13-35), e di lasciarci da essa intro-
durre all’arte del discernimento, che può trasformare in senso
sempre più evangelico il nostro stile di vita e che si esplicita in
modo più evidente e importante in momenti e percorsi di parti-
colare rilevanza per una famiglia di consacrati, come quello di
un Capitolo generale.
Prima di essere indicato come paradigma del processo della
Conversazione nello Spirito, fruttuoso strumento metodologico di
cui si è avvalso il Sinodo sulla Sinodalità 2021-2024 per il discer-
nimento comune, il brano del Vangelo di Luca è stato fonte di ispi-
razione e illuminazione del Sinodo su “I giovani, la fede e il discer-
nimento vocazionale”, celebratosi nel 2018. L’esempio dei Discepoli
di Emmaus, secondo Christus vivit, può essere anche modello di
quanto avviene nella pastorale giovanile, come «processo lento,
rispettoso, paziente, fiducioso, instancabile, compassionevole».
La scena ci presenta un camminare insieme. Anzi, due tipi
di cammino insieme, in quel primo giorno dopo il sabato. C’è un
percorrere insieme la via che conduce lontano da Gerusalemme,
lontano dalla comunità, lontano dall’esperienza sofferta e fati-
cosa del venerdì e del sabato, lontano dalla Croce. È un cammino
di discesa geografica e interiore, gambe e cuore pesanti di delu-
sione, lutto, amarezza, sconfitta, il passo ritmato da una conver-
sazione miope che lascia il volto triste: «Speravamo che egli fosse
colui che avrebbe liberato Israele...»
E c’è un altro camminare insieme, quello del ritorno, a notte
ormai inoltrata, verso Gerusalemme, verso la comunità, verso la
vita. Buio attorno, strada in salita ma gambe che volano, occhi
scintillanti di gioia e cuori infiammati da un incontro che libera
i sensi interiori, li apre alla Luce e suscita una incontenibile ur-
genza di comunicarla agli altri.
Fra i due cammini, appunto, un incontro. I due viandanti di-
ventano tre. Il terzo si accosta ai due, nel loro diurno avanzare

8.5 Page 75

▲torna in alto
74ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
sulla strada che porta lontano dalla vita. Non impone un cambio
di rotta ma si fa vicino, scende con loro e in loro, ascolta, fino a
quando lo spazio relazionale si apre a una domanda: «Che cosa
sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?».
È la possibilità di liberare il cuore dal dolore che lo appesan-
tisce, che impedisce la vista pur essendo giorno. La strada scorre
ora veloce sotto i piedi, il cammino lontano da Gerusalemme rag-
giunge il suo destino ma i cuori, ora accesi, sciolgono il loro desi-
derio in un caldo, insistente invito: «Resta con noi, perché si fa
sera e il giorno è ormai al declino». Dio entra e rimane. Rimane
proprio lì, con loro, lontano da Gerusalemme. E proprio lì, lonta-
no, i due discepoli si scoprono raggiunti, cercati, riscaldati, nu-
triti, guariti da Gesù disceso con loro nelle loro angosce, nella
loro afflizione, nelle loro fughe. Ristorati dal Pane spezzato, liberi
dal buio del cuore, non hanno più alcuna paura della notte esterna:
Gesù è ormai in loro, presenza interiore, e la missione urge! Urge
tornare subito a Gerusalemme, alla comunità dei discepoli. Urge
la comunione, urge riunirsi, radunarsi, ritrovarsi, camminare
insieme e comunicare a tutti che la notte è ormai luminosa.
C’è un camminare insieme lontano da Dio, introverso, auto-
referenziale, chiuso alla luce, rimuginando insieme i nostri pesi,
le nostre fatiche e le nostre malattie, prigionieri della desolazione.
È un camminare insieme che spegne i sensi interiori, che rende
il cuore incapace di riconoscere il bene, oppresso da un dolore
che degenera in male, un male che contagia, infetta. Sì, esiste
un camminare insieme, un allearsi, una solidarietà nel male,
una “sinodalità malata”, ripiegata su sé stessa, che produce un
movimento regressivo, lontano dalla vita, dall’Amore, da Dio.
Ed esiste un camminare insieme verso Dio, un camminare
missionario, in uscita, “cuori ardenti e piedi in cammino”, che
può essere faticoso, notturno, ma è animato dalla gioia di un in-
contro che mette le ali ai piedi e al cuore, che libera, guarisce,
appassiona, accende il nostro desiderio di stare con Gesù, di ac-
coglierlo in noi stessi, di essere suoi, di divenire anche noi pane
spezzato, di comunicarlo agli altri, a tutti. Questa è la sinodalità
cristiana, che è missionaria.

8.6 Page 76

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ATTI DEL CAPITOLO GENERALE 2975
«Gesù cammina con i due discepoli che non hanno compreso
il senso della sua vicenda e si stanno allontanando da Gerusa-
lemme e dalla comunità. Per stare in loro compagnia, percorre
la strada con loro. Li interroga e si mette in paziente ascolto del-
la loro versione dei fatti per aiutarli a riconoscere quanto stanno
vivendo. Poi, con affetto ed energia, annuncia loro la Parola, con-
ducendoli a interpretare alla luce delle Scritture gli eventi che
hanno vissuto. Accetta l’invito a fermarsi presso di loro al calar
della sera: entra nella loro notte. Nell’ascolto il loro cuore si ri-
scalda e la loro mente si illumina, nella frazione del pane i loro
occhi si aprono. Sono loro stessi a scegliere di riprendere senza
indugio il cammino in direzione opposta, per ritornare alla co-
munità, condividendo l’esperienza dell’incontro con il Risorto».
I verbi sottolineati da Papa Francesco individuano i princi-
pali passi di un processo di discernimento. «Il discernimento im-
pegna coloro che vi partecipano a livello personale e tutti insie-
me a livello comunitario, chiedendo di coltivare le disposizioni
di libertà interiore, apertura alla novità e abbandono fiducioso
alla volontà di Dio, e di mettersi in ascolto gli uni degli altri per
ascoltare “ciò che lo Spirito dice alle Chiese” (Ap 2,7)».
Alla luce dell’icona di Emmaus, chiedo con voi in preghiera
la grazia di un ascolto vero, profondo, attivo che vi conduca a
riconoscere il movimento dello Spirito nel vostro cuore, nei
Fratelli, nell’Assemblea. Nel Capitolo si sprigioni, vivace, lumi-
nosa e ardente, la fiamma del carisma! Questa fiamma riscaldi
i vostri cuori affinché possiate rivisitare il vostro vissuto voca-
zionale, in fedeltà creativa al dono ricevuto attraverso San Gio-
vanni Bosco, e vi renda sempre più appassionati di Gesù Cristo,
dedicati ai giovani.
Sr Simona Brambilla, MC
Torino, 16 febbraio 2025

8.7 Page 77

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76ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
Discorso del Vicario del Rettor Maggiore
Don Stefano Martoglio all’apertura del CG 29
Una parola di saluto e di benvenuto
Reverendissima Suor Simona Brambilla,
Prefetta del Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le
Società di Vita Apostolica
Eccellentissimi Arcivescovi e Vescovi salesiani
Carissima Madre Chiara Cazzuola,
Superiora Generale dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice
Carissimi Responsabili dei Gruppi della Famiglia Salesiana
Signor Sindaco e stimatissime Autorità civili
della Città di Torino e della Regione Piemonte
Autorità militari
A nome di tutti i Capitolari desidero ringraziarvi per la vo-
stra presenza e disponibilità, con le quali avete voluto accom-
pagnare in modo significativo il giorno dell’apertura ufficiale del
Capitolo Generale 29 della Società di San Francesco di Sales
(Salesiani di Don Bosco).
Sentirsi sostenuti da ciascuno di voi ci onora e ci ricorda la
responsabilità che abbiamo davanti alla Chiesa, alla Famiglia Sa-
lesiana e specialmente davanti alla Congregazione di Don Bosco.
Tutto questo ci incoraggia a iniziare i lavori con uno sguardo
profetico e pieno di speranza.
Allo stesso tempo, do il benvenuto ufficiale ai Confratelli
Capitolari provenienti da tutte le circoscrizioni giuridiche della
Congregazione: ispettori, superiori delle Visitatorie, delegati
ispettoriali, osservatori e invitati.
Ognuno di voi è essenziale. Alla luce della visione di fede
che ciascuno porta nel cuore, siamo consapevoli di un fatto: è il

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ATTI DEL CAPITOLO GENERALE 2977
Signore che ci ha riuniti qui, attraverso le “misteriose” vie della
Provvidenza, a vivere un evento molto importante. Ne troviamo
conferma nelle parole stesse di Don Bosco, pronunciate in occa-
sione del primo Capitolo Generale della nostra Congregazione:
«Noi intraprendiamo cosa della massima importanza per la no-
stra Congregazione».
Ebbene, anche noi oggi siamo chiamati a un compito molto
speciale e ciò che emergerà in ascolto dello Spirito come frutto
del nostro CG29, sarà della massima importanza per la nostra
Congregazione. Lo crediamo tutti profondamente.
La buona disposizione di tutti sarà senza dubbio decisiva per
i frutti di questa assemblea capitolare.
1. Il CG29 della Società di San Francesco di Sales
Don Bosco convocò il primo Capitolo Generale il 5 settembre
1877 a Lanzo Torinese. I partecipanti erano ventitré e il Capito-
lo durò tre giorni interi.
Seguirono altri Capitoli generali alcuni dei quali proprio qui
a Valdocco. Pertanto, non è indifferente celebrare un Capitolo
generale in un luogo o in un altro. Certamente, nella “culla del
carisma” abbiamo l’opportunità di riscoprire le nostre origini e
ritrovare l’originalità che costituisce il cuore della nostra iden-
tità di consacrati e apostoli dei giovani.
Ci affidiamo, dunque, al Signore e al suo Santo Spirito che
continua ad assistere la nostra Congregazione. Ci lasciamo pren-
dere per mano da Maria Ausiliatrice, che “continua a fare tut-
to”, ascoltando l’appello che Don Bosco ci rivolge in questo santo
luogo salesiano.
All’apertura del primo Capitolo generale, Don Bosco disse ai
nostri confratelli: «Il Divin Salvatore dice nel santo Vangelo che
dove sono due o tre congregati nel suo nome, ivi si trova Egli
stesso in mezzo a loro. Noi non abbiamo altro fine in queste ra-
dunanze che la maggior gloria di Dio e la salvezza delle anime

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78ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
redente dal prezioso Sangue di Gesù Cristo». Possiamo quindi
essere certi che il Signore sarà in mezzo a noi e che condurrà
Egli le cose in modo tale che tutti si sentano a proprio agio.
È con la stessa convinzione e con lo stesso sguardo di fede
che ho voluto rimarcare le parole di Don Bosco: sono espressioni
che ci superano e ci ricordano la continuità di visione e di cam-
mino nella fedeltà a Dio e a don Bosco.
Leggiamo nelle nostre Costituzioni: «Il Capitolo generale è
il principale segno dell’unità della Congregazione nella sua di-
versità. È l’incontro fraterno nel quale i salesiani compiono una
riflessione comunitaria per mantenersi fedeli al Vangelo e al ca-
risma del Fondatore e sensibili ai bisogni dei tempi e dei luoghi.
Per mezzo del Capitolo generale l’intera Società, lasciandosi
guidare dallo Spirito del Signore, cerca di conoscere, in un de-
terminato momento della storia, la volontà di Dio per un miglio-
re servizio alla Chiesa». È ciò che siamo chiamati a vivere.
Vogliamo e dobbiamo affrontare con questo spirito di fede
l’importante compito che tutta la Congregazione ci affida in questo
CG29.
2. Tema e obiettivo del CG29
Il Rettor Maggiore Don Ángel Fernández Artime, con lettera
del 24 settembre del 2023, convocava il Capitolo Generale 29°
facendo notare che il tema scelto era stato individuato dal
Consiglio generale, dopo un’opportuna e capillare consultazione
delle ispettorie di tutto il mondo, ricevendo da queste una gran-
de quantità di contributi.
Nonostante l’accelerazione dei tempi di convocazione e di
preparazione, il Rettor Maggiore rilevava la profonda motivazio-
ne ed il grande impegno da parte di tutta la Congregazione in
questo processo.
È stato un “quinquennio” imprevisto ed imprevedibile per
tutte le cose accadute, il grazie sentito va ai confratelli del Con-

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ATTI DEL CAPITOLO GENERALE 2979
siglio e a tutti voi per aver saputo far fronte a quanto è accaduto
in questi anni e che ci ha portato qui.
Il tema di riflessione, che tutti conosciamo, che abbiamo pre-
parato nei capitoli ispettoriali e che siamo chiamati ad approfon-
dire ulteriormente in queste settimane, è il seguente:
«Appassionati di Gesù Cristo, dedicati ai giovani»
Per un vissuto fedele e profetico
della nostra vocazione salesiana
e si articola in tre nuclei:
– Animazione e cura della vita vera di ciascun salesiano
– Insieme Salesiani, Famiglia Salesiana, e laici “con” e “per” i
giovani
– Una coraggiosa verifica e riprogettazione del governo della
congregazione a tutti i livelli.
Nel tema proposto sono evidenti la centralità e il primato di
Dio, nel quale troviamo l’energia e la motivazione per la dedi-
zione alla missione giovanile, insieme ai membri della Famiglia
salesiana, ai laici e agli stessi giovani.
Anche il riferimento alla revisione del nostro modello di gover-
no non è giustapposto, ma rientra nel cammino che, in fedeltà alla
nostra tradizione e con sguardo aperto al futuro, ci abiliterà a me-
glio operare nel campo della nostra missione di educatori e pastori.
Un punto importante e coraggioso di obbedienza alla realtà.
Infine, il sottotitolo coglie la preoccupazione attuale, sia nella
vita religiosa in generale sia nella nostra vita consacrata in par-
ticolare, della caratteristica specifica della vita religiosa che si
configura come “profetica”. Il cammino che la Chiesa sta facen-
do sotto la guida di Papa Francesco ci stimola ad esser fedeli a
Dio e profetici nelle aperture alle povertà del mondo, secondo il
cuore di don Bosco.
Come detto, ciò è frutto del lavoro svolto dal Consiglio gene-
rale in sintonia e sinergia con la ricca e convergente risposta ri-
cevuta dalle ispettorie nella consultazione dell’estate del 2023.

9 Pages 81-90

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80ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
2.1. Motivazione per la scelta del tema
Con il tema proposto per il CG29 riteniamo che la Congrega-
zione possa concretamente mettere in luce le fatiche e le man-
canze, che invece di lanciarci in avanti nel cammino di fedeltà al
Signore e nella testimonianza profetica della nostra vita, ci ral-
lentano, ci limitano, ci rendono o possono renderci incapaci di
cogliere le tante opportunità che l’attuale contesto presenta.
Nella vita della maggioranza dei confratelli, delle ispettorie e
della Congregazione ci sono molte cose positive, ma questo non
basta e non può servire da “consolazione”, perché il grido del
mondo, le grandi e nuove povertà, la lotta quotidiana di tante per-
sone – non soltanto povere ma anche semplici e laboriose – si alza
forte come richiesta di aiuto. Sono tutte domande che ci devono
provocare e scuotere e non lasciarci tranquilli. Sono tutte doman-
de che richiedono da noi risposte personali ed istituzionali.
Con l’aiuto delle ispettorie attraverso la consultazione,
crediamo di aver individuato da un lato i principali motivi di
preoccupazione e dall’altro i segni di vitalità della nostra Con-
gregazione, declinati sempre con i tratti culturali specifici di
ogni contesto.
Durante il Capitolo ci proponiamo di concentrarci su cosa si-
gnifichi per noi essere veramente salesiani appassionati di Gesù
Cristo, perché senza questo offriremo buoni servizi, faremo del
bene alle persone, aiuteremo, ma non lasceremo una traccia
profonda. La nostra identità di religiosi consacrati è il centro del
nostro esser qui.
L’espressione evangelica: «Gesù chiamò quelli che voleva con
sé e li mandò a predicare» (Mc 3,14-15), dice che Gesù sceglie e
chiama quelli che vuole. Tra questi ci siamo anche noi. Il Regno
di Dio si rende presente e quei primi Dodici sono un esempio e
un modello per noi e per le nostre comunità.
I Dodici sono persone comuni, con pregi e difetti, non forma-
no una comunità di puri e neppure un semplice gruppo di amici.

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ATTI DEL CAPITOLO GENERALE 2981
Nel momento della nostra professione, Noi, abbiamo optato
per una vera compagnia di Gesù, coinvolti totalmente in un rap-
porto da persona a persona. È proprio questo coinvolgimento
con Gesù che ci spinge verso i giovani.
La missione di Gesù continua e si rende visibile oggi nel mon-
do anche attraverso noi, suoi inviati. Siamo consacrati per co-
struire ampi spazi di luce per il mondo di oggi, per essere profeti.
Siamo stati consacrati da Dio e posti alla sequela del suo amato
Figlio Gesù, per vivere veramente come conquistati da Dio.
Perciò ancora una volta l’essenziale si gioca tutto nella fe-
deltà della Congregazione allo Spirito Santo, vivendo, con lo spi-
rito di Don Bosco, una vita consacrata salesiana incentrata in
Gesù Cristo. Se questo manca – e a volte manca – potremo offri-
re servizi, avere scuole e centri di formazione professionale, ora-
tori e centri giovanili, case di accoglienza per ragazzi..., ma se
manca l’essenziale, ossia la nostra appartenenza al Signore Ge-
sù, non onoriamo la missione ricevuta. Dunque, ritorna costan-
temente il richiamo alla fedeltà alla nostra identità consacrata.
Diverse voci nella Congregazione chiedono di affrontare ri-
scoprendo questa realtà di vita consacrata e il nostro modo di
vivere nel Signore con e per i giovani, soprattutto i più poveri.
È evidente che si vuole e si desidera una maggiore autenticità.
Ed è forte il desiderio e l’aspettativa che questo sia un Capi-
tolo generale coraggioso, in cui si dicano le cose, senza perdersi
in frasi corrette, ben confezionate, ma che non toccano la vita.
È forte il desiderio di dare una spinta di futuro alla Congre-
gazione.
In generale, i confratelli desiderano una Congregazione fe-
dele al Signore e a Don Bosco. In cui tutti, come salesiani di don
Bosco, vivessimo con questa passione intensa per Dio e per la
missione giovanile.
Fa molto male quando non si accorge che non si vive così,
quando ci sono velocità diverse nel cammino della dedizione e

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82ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
della radicalità evangelica e quando la “grazia di unità” non è
vissuta nella sua integralità, ma ridotta a intimismo o attivismo.
Ecco, questa è la posta in gioco del CG29, provocati anche –
oserei dire – dallo Spirito di Dio attraverso tante mediazioni, tra
cui, in primis, lo stesso Santo Padre con le sue decisioni.
Cari confratelli, intendo richiamare un aspetto che sicura-
mente tanti di voi hanno percepito. Mi riferisco alla continuità e
alla sintonia con l’esperienza del CG28. Infatti, il tema si con-
centra fortemente sulla nostra identità consacrata salesiana, con
un vero desiderio di crescere nella fedeltà e nel valore profetico
della nostra vita, così come sulla missione condivisa con i laici e
la Famiglia salesiana, portando sempre nel cuore i giovani e le
loro famiglie, tante volte povere e provate.
Vi è una continuità anche in riferimento ai temi riguardanti
l’animazione e il governo della Congregazione che non sono stati
trattati in precedenza. Posso assicurarvi che quasi tutte le ispet-
torie hanno chiesto di dedicare tempo nell’assemblea capitolare
– poiché nel precedente è stato impossibile – per approfondire
queste situazioni che risultano essenziali e vitali.
Riprendo nei tre nuclei tematici lo sviluppo di quanto detto
fin ora.
Animazione e cura della vita vera di ciascun salesiano:
come credenti conquistati da Dio, fissiamo lo sguardo su Gesù
e a Lui ci consacriamo. Questo è custodito in ciascuno di noi,
ogni giorno, nel prendersi cura della propria e altrui vocazione,
nella fedeltà a Dio e a noi stessi.
È importante essere fedeli a Dio, come comunità, vivendo in-
sieme l’esperienza di Dio in una fraternità semplice, concreta ed
evangelica.
È un cammino che accompagna tutta la nostra vita e non si
interrompe mai: dalla formazione iniziale all’incontro finale con
il Signore.

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ATTI DEL CAPITOLO GENERALE 2983
La nostra fraternità aperta alle povertà del mondo ci fa uma-
ni e attenti a tutti, cominciando dai più poveri ed esclusi.
«Riaccendere il dono di Dio che avete ricevuto» (2 Tim 1,6)
Insieme Salesiani, Famiglia Salesiana, e laici “con” e
“per” i giovani: siamo chiamati a completare, nella conti-
nuità, i cammini di riflessione del CG28 e crescere nella mis-
sione condivisa.
La vitalità apostolica, come vitalità spirituale, è impegno a
favore dei giovani, dei ragazzi, nelle più svariate povertà, per-
tanto non ci si può fermare a offrire solo servizi educativi, il Si-
gnore ci chiama a educare evangelizzando, portando la Sua pre-
senza ed accompagnando la vita con opportunità di futuro.
Siamo chiamati a cercare nuovi modelli di presenza, nuove
espressioni del carisma salesiano in nome di Dio. Questo sia fat-
to in comunione con i giovani e con il mondo, tramite “un’ecolo-
gia integrale”, nella formazione di una cultura digitale nei
mondi abitati dai giovani e dagli adulti.
Occorre quindi essere attenti a sviluppare un modello di be-
ne economicamente sostenibile, senza esclusione dei poveri.
«Un cuore solo e un’anima sola» (At 4,32)
Una coraggiosa verifica e riprogettazione del gover-
no della congregazione a tutti i livelli: l’obbedienza alla
realtà ci chiede di esser concreti, di guardare e verificare le
forme di animazione e governo della Congregazione, per va-
lutare e verificare se sono adeguate ad accompagnare la vita
delle persone – cominciando dai Salesiani – e la missione.
La fede ci fa concreti: nei capitoli ispettoriali abbiamo verifi-
cato le strutture di animazione e governo della Congregazione;
lo stesso ed ancora di più faremo in questo Capitolo generale.
A noi il compito di sviluppare e compiere riflessioni coraggiose
e lungimiranti su questa attività. La verifica della dimensione
istituzionale è la condizione concreta per la possibilità di vita
personale e comunitaria, nella missione e nei diversi contesti.

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84ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
Tutto questo insieme a vari temi giuridici che abbiamo af-
frontato nei capitoli ispettoriali e che, come ben sapete, siamo
chiamati a riprendere e completare come assise capitolare.
«Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasfor-
matevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la vo-
lontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto» (Rom 12,2)
Conclusione
Termino con un ultimo riferimento a Don Bosco e alla nostra
Madre Ausiliatrice.
Il nostro Fondatore, consapevole che non tutto sarebbe finito
con lui, ma che sicuramente sarebbe stato solo l’inizio di un lun-
go cammino da percorrere, un giorno del 1875, disse a Don Giu-
lio Barberis, uno dei suoi più stretti collaboratori: «Voi compire-
te l’opera, che io incomincio; io abbozzo, voi stenderete i colori
[...] adesso io faccio la brutta copia della Congregazione e lascerò
a coloro che mi vengono dopo di fare poi la bella».
Con il CG29 che iniziamo oggi, ripuliremo altre parti dello
schizzo che Don Bosco ci ha lasciato, come è sempre stato fatto
in tutti i Capitoli generali della storia della Congregazione, sicu-
ri che anche oggi possiamo continuare a essere illuminati dallo
Spirito per essere fedeli al Signore Gesù nella fedeltà al carisma
originale, con i volti, la musica e i colori di oggi.
In questa missione non siamo soli. Sappiamo e sentiamo che
la Vergine Maria è un modello di fedeltà.
È bello tornare con la mente e con il cuore al giorno della so-
lennità dell’Immacolata Concezione del 1887 quando, due mesi
prima della sua morte, Don Bosco disse ad alcuni Salesiani che,
commossi, lo guardavano e ascoltavano: «Finora abbiamo cam-
minato sul certo. Non possiamo errare; è Maria che ci guida».
Ecco Maria Ausiliatrice, la Madonna di Don Bosco, ci guida.
Lei è la Madre di tutti noi ed è Lei che ripete, come a Cana di
Galilea in quest’ora del CG29: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela».

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ATTI DEL CAPITOLO GENERALE 2985
La nostra Madre Ausiliatrice ci illumini e ci guidi, come fece
con Don Bosco, ad essere fedeli al Signore e a non deludere mai
i giovani, soprattutto quelli più bisognosi.
Don Bosco molto sovente richiamava plasticamente a chi
viveva o veniva a Valdocco, nella casa Madre: se siamo qui è
perché la Madonna ci ha portato qui.
Tutti crediamo fortemente questo, nell’ascolto per “fare ciò
che vi dirà” di Cananea memoria. Ed a questo ci affidiamo aperti
allo stupore della presenza di Dio che faremo in questa esperienza
capitolare.
Grazie del vostro ascolto.
Torino, 16 febbraio 2025
Sac. Stefano Martoglio
Vicario del Rettor Maggiore

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86ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
Saluto all’Assemblea del Capitolo generale 29°
dei Salesiani di don Bosco
Torino, 16 febbraio 2025
Carissimo don Stefano, Vicario del Rettor Maggiore,
e carissimi Confratelli Salesiani,
sono qui a nome di tutte le Figlie di Maria Ausiliatrice del
mondo che hanno accompagnato in questi ultimi anni, in modo
particolare con affetto e preghiera, la vita e la missione della
Congregazione Salesiana.
Siamo state vicine nel momento in cui il Rettor Maggiore – don
Ángel Fernández Artime –, è stato nominato Cardinale da Papa
Francesco, comprendendo tutto ciò che questa nomina comportava
a livello concreto. È una scelta che esprime stima e fiducia alla sua
persona, fa onore alla Famiglia Salesiana, a ciascuno di voi, e che ha
portato ad anticipare la celebrazione di questo Capitolo generale 29°.
Siamo vicine ora a voi con la preghiera, e ve l’assicuriamo
per tutto il tempo in cui durerà l’Assemblea capitolare.
Lo Spirito Santo scenda abbondantemente su di essa con i
Suoi doni di sapienza e di discernimento, e Maria Ausiliatrice
continui a guidare le vostre scelte e a “fare tutto”, come nella
vita di don Bosco e dei nostri Santi.
Il tema del Capitolo Generale 29° è bello e coinvolgente: AP-
PASSIONATI DI GESÙ CRISTO, DEDICATI AI GIOVANI.
Per un vissuto fedele e profetico della nostra vocazione salesiana.
Come Figlie di Maria Ausiliatrice ci sentiamo pienamente
in sintonia con la vostra esigenza di approfondimento espressa
nel sotto titolo.
Per un vissuto fedele e profetico della nostra vocazione sale-
siana, è un tema che invita a tornare all’essenziale, all’identità
carismatica centrata su Cristo e sull’educazione evangelizzatrice
dei giovani.

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ATTI DEL CAPITOLO GENERALE 2987
È una nuova chiamata dello Spirito e della contemporaneità
a rinnovare il cuore stesso della vocazione salesiana, a ravvivare
l’ardore spirituale e apostolico che ha contraddistinto il carisma
alle origini e che contraddistingue la vostra vita e missione oggi
nei cinque Continenti.
Le tre priorità che avete scelto: rinnovare la vita spirituale e la
formazione attraverso una relazione autentica con Cristo e un
profondo impegno nella missione; la collaborazione con laici e
membri della Famiglia Salesiana nella missione specifica propria
del carisma salesiano; e, infine, una revisione coraggiosa delle
strutture di animazione e di governo della Congregazione per ren-
derle più efficaci e adeguate alle sfide sempre nuove e inedite di
questo contemporaneità, sono tre grandi scelte che garantiranno a
tutta la Congregazione vitalità rinnovata, sia a livello missionario
che vocazionale, una forte scommessa sul presente e sul futuro.
Il futuro del carisma, infatti, è nelle mani di ciascuno di noi,
quali membri attivi e corresponsabili della Famiglia Salesiana,
ma in questo momento è soprattutto nelle vostre mani, come As-
semblea capitolare mondiale.
Sappiamo molto bene che il Capitolo generale è un evento di
grazia e di sinodalità di decisiva importanza nella Chiesa di oggi,
un evento di Spirito Santo. Egli può irradiare tutta la sua luce,
la sua grazia nella nostra piccola vita quotidiana per renderci
più coraggiosi, più profetici, in un tempo così complesso e fatico-
so sotto tanti punti di vista.
Penso alle situazioni sociali e politiche non facili da cui alcuni di
voi provenite. Penso alle realtà di dolore, di violenza, di povertà e di
ingiustizia, alle drammatiche situazioni causate dai vari conflitti che
affliggono il mondo, e che si ripercuotono sulle vostre Ispettorie.
Penso alle comunità in situazione di precarietà e di sofferen-
za dove vivono e operano tanti Confratelli e Consorelle che af-
frontano, con fedeltà e coraggio, la sfida quotidiana dell’educa-
zione per poter promuovere la vita delle giovani generazioni a
loro affidate e assicurare a tutti un futuro migliore.

9.9 Page 89

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88ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
La grandezza e l’ampiezza che voi abbracciate in questa
Assemblea capitolare, offre una visione meravigliosa della vitalità
e della forza del carisma, dal quale prende slancio creativo la mis-
sione della Congregazione Salesiana.
L’anno giubilare che stiamo vivendo ci proietta verso un
radioso orizzonte di speranza, radicata sul Signore Risorto e vi-
vo. Egli vi sostenga nel guardare al futuro con fiducia senza sco-
raggiarvi per le incertezze del tempo presente, per tanti aspetti
contradditorio, complesso e in continuo cambiamento.
Il vostro camminare insieme in profonda comunione, è un forte
segno di speranza per tutta la Famiglia Salesiana e per la Chiesa.
La certezza che Maria Ausiliatrice e don Bosco vi guidano, vi so-
stenga nel guardare al futuro con coraggio e lungimiranza. Tutto
il mondo salesiano, tutte le Figlie di Maria Ausiliatrice, sono con
voi, vi accompagnano in preghiera con affetto e stima. Personal-
mente, approfitto di questo momento per ringraziarvi della vostra
vicinanza, della gioia di condividere la stessa vocazione salesiana,
di sperimentare la bellezza della stessa spiritualità e missione.
Vi sono grata per la ricchezza del vostro ministero sacerdo-
tale che con generosità offrite alle nostre comunità, ai giovani,
alle giovani, ai bambini, alle famiglie che incontriamo nelle ope-
re educative in situazioni facili e, molto spesso, in quelle difficili.
L’ho potuto costatare nelle mie visite alle nostre comunità spar-
se in tante parti del mondo. Per questo mi faccio portavoce delle
Figlie di Maria Ausiliatrice per dirvi un “grazie corale”.
Vi auguro che questo evento di grazia possa generare una
rinnovata vitalità carismatica e di nuove e sante vocazioni. Affido
questo augurio ai nostri Santi e, in particolare, a santa Maria Do-
menica Mazzarello che non vi lascerà mancare la sua intercessione.
Grazie dell’invito, della possibilità di essere qui con voi e
di partecipare a questo momento così importante per tutta la
Famiglia Salesiana.
Buon lavoro e tanti auguri!
Suor Chiara Cazzuola
Superiora generale dell’Istituto FMA

9.10 Page 90

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ATTI DEL CAPITOLO GENERALE 2989
Prot.: 011/2025
Roma, 31/01/2025
È con gioia immensa e profonda emozione che mi trovo oggi
qui, per l'apertura del 29° Capitolo Generale della Congregazio-
ne Salesiana. Questo momento cruciale, che vi vede riuniti nel
nome di Don Bosco, segna una tappa fondamentale nel nostro
cammino condiviso di fede e di missione.
Questo Capitolo Generale, il CG29, si svolge in un periodo par-
ticolarmente significativo: abbiamo da poco celebrato i 200 anni
dal sogno dei nove anni di Don Bosco, ricordiamo i 150 anni dalla
prima spedizione missionaria, e gioiamo per la nomina a Cardi-
nale del nostro Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime.
Questi eventi tracciano un percorso ideale dalle origini ai
giorni nostri, e ci ricordano l’importanza di tornare al cuore del-
la vostra identità consacrata salesiana, centrata su Cristo, e di
rinnovare il vostro impegno verso i giovani.
Il tema che guiderà i lavori di questi giorni, “Appassionati
per Dio, dedicati ai giovani”, è un invito a riscoprire la pas-
sione per Cristo e a ravvivare il vostro zelo apostolico. Un tema
che vi sprona a riprendere in mano i valori fondanti del carisma,
per tradurli in azioni concrete nella vita di ogni giorno.
Come Salesiani, come figli di Don Bosco, siete chiamati a essere
“mistici dello Spirito, profeti di fraternità e servi dei gio-
vani”. Questa triplice identità è la bussola che orienta la vostra
vita spirituale, comunitaria e pastorale. Siete chiamati a vivere
la sequela di Cristo in comunità, con uno spirito profetico e coin-
volgente. Ciò implica una profonda relazione con Cristo attraver-
so la preghiera, la riflessione e l'accompagnamento spirituale.
Il tema “Appassionati per Dio, dedicati ai giovani” traccia
la rotta che la Congregazione percorrerà verso un futuro di
speranza, un futuro in cui la Famiglia Salesiana è protagonista,
proprio come Don Bosco l’aveva immaginata.
Fratelli, questo Capitolo Generale non è un evento isolato,
ma una tappa fondamentale del cammino di rinnovamento che
state per intraprendere. Ricordiamo, come sottolineato in diver-

10 Pages 91-100

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10.1 Page 91

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90ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
si documenti, che la Congregazione Salesiana ha un ruolo di
animazione all’interno della Famiglia Salesiana.
Siete chiamati ad essere “compagni di viaggio”, con uno
spirito di accoglienza, vicinanza e amicizia, prendendovi cura
della vocazione di ciascuno. La vostra animazione deve rafforza-
re l’interiorità delle persone, infondere entusiasmo per la vita
e aiutare a scoprire motivi di miglioramento, rivitalizzando il
cuore e aprendo alla speranza.
È vostro dovere mantenere viva la fiamma del Carisma di
Don Bosco, nella convinzione che il Carisma non è una proprietà
individuale, ma si incarna in una “comunità carismatica e
spirituale” formata da diversi gruppi legati da vincoli di paren-
tela spirituale e di affinità apostolica.
Come ci ricorda la Carta d’Identità della Famiglia Salesiana, l’u-
nità è parte del nostro essere e della nostra identità. Questo cam-
mino sinodale che state per intraprendere esige di lavorare insieme
per una vita fedele e profetica della nostra vocazione salesiana.
L’intera Famiglia Salesiana, come Famiglia Carismatica nel-
la Chiesa, composta da laici e consacrati, è chiamata a custodire,
approfondire e attualizzare il Carisma, creando luoghi di incontro
e di formazione condivisa.
I tre nuclei tematici fondamentali vi interpellano profonda-
mente in questi giorni di discernimento:
Rinnovare la Vita Spirituale e la Formazione
Fratelli, tornate al cuore della vostra fede, sull’esempio di Don Bosco!
Questo nucleo tematico vi invita a riscoprire l’autentica re-
lazione con Cristo, fonte inesauribile di entusiasmo e dedizione
per la vostra missione, proprio come lo era per Don Bosco. Non
è un semplice richiamo alla preghiera, ma un invito a una
profonda esperienza di fede che illumini ogni vostro passo, se-
guendo il cammino di santità di Don Bosco. La formazione non
è un percorso individuale, ma un cammino condiviso, come Don
Bosco ci ha insegnato coinvolgendo i suoi collaboratori.
Aprite le porte della vostra formazione, ispirandovi all’inclu-

10.2 Page 92

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ATTI DEL CAPITOLO GENERALE 2991
sività di Don Bosco! Coinvolgete attivamente i laici e i membri
della Famiglia Salesiana nei vostri percorsi formativi. La loro di-
versità di esperienze e di vocazioni è una ricchezza che arricchi-
sce il vostro cammino e vi aiuta a comprendere meglio le sfide
del mondo di oggi. Insieme, possiamo crescere in una formazione
integrale, che coinvolge tutte le dimensioni della persona, se-
guendo l’esempio di Don Bosco che si prendeva cura di ogni
aspetto della vita dei giovani. La “conversazione nello Spirito”
diventa uno strumento prezioso per il discernimento comunita-
rio, un'opportunità per ascoltare la voce dello Spirito e per pren-
dere decisioni che nascono da un cuore aperto e sincero, come
Don Bosco faceva nella sua opera.
Valorizzare la Collaborazione nella Missione
La missione è un’opera collettiva, un sogno che Don Bosco ha
realizzato con la sua Famiglia!
Questo nucleo tematico vi ricorda che non siete soli in questa
avventura. Siate parte di una grande Famiglia, composta da sa-
lesiani, laici e membri di diversi gruppi, tutti chiamati a collabo-
rare con gioia e generosità, sull’esempio di Don Bosco che ha
coinvolto tutti nella sua opera. La sinodalità è la vostra via, un
modo di essere Chiesa che Don Bosco ha anticipato! Questo si-
gnifica riconoscere che tutti siamo responsabili della missione
educativa e pastorale, come Don Bosco ha sempre creduto.
La Famiglia Salesiana è un tesoro da valorizzare, il frutto
della visione di Don Bosco! Incoraggiate la partecipazione e la
corresponsabilità di ogni membro, riconoscendo il valore e il con-
tributo specifico di ciascuno. Promuoviamo la formazione condi-
visa e la missione congiunta tra i vari gruppi, creando una rete
di relazioni fraterne che ci aiutano a realizzare il Progetto Edu-
cativo Salesiano, così come Don Bosco sognava. La Consulta
Ispettoriale della Famiglia Salesiana è il luogo ideale per incon-
trarsi, condividere esperienze e progettare insieme interventi
che rispondano alle sfide del territorio, ispirandoci all’approccio
pratico e concreto di Don Bosco.

10.3 Page 93

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92ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
Rivedere e Aggiornare le Strutture di Animazione e Governo
Non temete il cambiamento, ma accoglietelo come Don Bosco!
Questo nucleo tematico vi invita a guardare con coraggio
le vostre strutture di animazione e governo, con l’obiettivo
di renderle più efficaci e rispondenti alle sfide del presente. Non si
tratta di una critica al passato, ma di un’opportunità per rinnovare
le vostre modalità di leadership e per prendere decisioni coraggiose,
sempre nel bene della Congregazione e della sua missione, come
Don Bosco ha sempre fatto adattando il suo metodo ai tempi.
La verifica e l’aggiornamento sono segni di una Congregazione
dinamica e aperta al futuro, fedele allo spirito di Don Bosco che ci
spinge sempre avanti. Aprite le vostre strutture alla partecipazio-
ne, come Don Bosco ha aperto le porte del suo oratorio! Coinvolgete
attivamente i laici e i membri della Famiglia Salesiana nel processo
di revisione e aggiornamento, valorizzando le loro competenze e
la loro esperienza. Promuovete un clima di trasparenza, respon-
sabilità e partecipazione, creando uno spazio di dialogo e collabo-
razione dove tutti si sentano protagonisti del cambiamento, pro-
prio come Don Bosco ha creato un ambiente familiare a Valdocco.
Il Capitolo Generale 29 vi chiama a un viaggio straordinario,
un’opportunità unica: questo è il momento di riscoprire la vostra
identità consacrata, di rafforzare la vostra missione e di camminare
insieme verso un futuro di speranza, con e per i giovani, seguendo
l’esempio di Don Bosco.
Con fiducia e audacia, accogliete questa sfida con cuore aperto
e mente illuminata, pronti a costruire un futuro in cui l’amore
di Dio e la passione per i giovani sono al centro di ogni vostra
azione, ispirati dal cuore di Don Bosco.
Insieme, come Famiglia Salesiana, possiamo fare la
differenza, continuando l’opera di Don Bosco!
Maria Ausiliatrice vi sia compagna in questo cammino Buon
lavoro a tutti.
Sig. Antonio Boccia
Coordinatore Mondiale
Associazione dei Salesiani Cooperatori

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ATTI DEL CAPITOLO GENERALE 2993
Dichiarazione della Confederazione Mondiale Mornese
Ex Alunni FMA
29° Capitolo Generale dei Salesiani di Don Bosco
“Appassionati di Gesù Cristo, dedicati ai giovani.
Per una vita fedele e profetica
della nostra vocazione salesiana.”
Caro Vicario del Rettor Maggiore,
Membri del Capitolo e Famiglia Salesiana,
A nome della Confederazione Mondiale Mornese Exallieve/i
FMA, porgiamo i nostri più sinceri saluti e preghiere mentre vi
riunite per il 29° Capitolo Generale dei Salesiani di Don Bosco.
Il tema scelto, “Appassionati di Gesù Cristo, dedicati ai giovani.
Per una vita fedele e profetica della nostra vocazione salesiana”,
risuona profondamente con l’essenza della nostra missione
condivisa. Ci chiama tutti a rinnovare il nostro impegno per il
carisma di San Giovanni Bosco, accendendo nei nostri cuori una
passione per Cristo e una dedizione incrollabile al servizio dei
giovani, specialmente quelli più bisognosi.
Come ex alunne/i, siamo testimoni viventi della potenza tra-
sformativa della vocazione salesiana. Abbiamo sperimentato
personalmente l'impatto rivoluzionario dell'essere accompagnati
con amore, comprensione e una visione profetica che ci ispira ad
essere partecipi attivi nella Chiesa e nella società. Questo Capi-
tolo ci invita a riflettere su come anche noi possiamo vivere fe-
delmente e profeticamente la nostra missione, radicati nei valori
del nostro carisma.
Nel documento finale del Sinodo dei Giovani (2024), i gio-
vani ci hanno offerto la loro visione, i loro sogni e un percorso
che hanno sentito necessario per l'Incontro con Dio, la loro san-
tità. I giovani immaginano una comunità trasformativa dove so-
no supportati, ascoltati e guidati a realizzare il loro potenziale

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94ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
nella fede, nella famiglia e nella società, contribuendo attiva-
mente a un futuro speranzoso e inclusivo. Due delle priorità che
ho ritenuto molto significative e in sintonia con il tema del Ca-
pitolo Generale sono la ricerca di un collegamento con Dio e la
fede, una relazione personale più profonda che ispira speranza e
direzione, e un ancoraggio che aiuterà le loro vite nella fede, nel-
la preghiera e nei sacramenti - una guida nella scoperta della lo-
ro vocazione e nella vita di santità. La seconda è Relazioni Au-
tentiche e Modelli di Ruolo. È qui che i leader di oggi devono col-
tivare e analizzare la nostra santità. Non possiamo servire su
promesse o idee vuote; dobbiamo offrire ai nostri giovani un ac-
compagnamento credibile, una guida empatica e orecchie che
ascoltano senza giudizio. Quella relazione favorisce fiducia e
comprensione reciproca.
Preghiamo per la guida dello Spirito Santo durante questo
Capitolo affinché possa essere un tempo di discernimento frut-
tuoso, decisioni coraggiose e un rinnovato impegno per la visione
di Don Bosco. Possano le vostre discussioni e riflessioni raffor-
zare l'unità della Famiglia Salesiana e ispirare percorsi innova-
tivi per evangelizzare e accompagnare i giovani alle sfide del
mondo di oggi.
Siate certi delle nostre preghiere e del nostro sostegno men-
tre intraprendete questo significativo viaggio. Insieme, conti-
nuiamo a camminare nella fedeltà a Cristo e con uno spirito pro-
fetico, promuovendo una cultura di incontro, speranza e trasfor-
mazione per i giovani e il mondo.
Con cordiali saluti e preghiere,
Maria Carmen Castillon
Presidente
Confederazione Mondiale Mornese Exallieve/i FMA

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ATTI DEL CAPITOLO GENERALE 2995
Prima Buonanotte di don Fabio Attard
dopo l’elezione a Rettor Maggiore
25.03.2025
Cari confratelli,
in questo momento, così intensamente umano, desidero con-
dividere con voi tre riflessioni che nascono da un sentimento di
profonda gratitudine e consapevolezza. La dimensione persona-
le, pur reale e toccante, è solo un frammento di una realtà molto
più ampia: oggi, il centro non è la mia persona, ma la Congrega-
zione salesiana. È essa il vero soggetto protagonista, che con il
gesto compiuto oggi testimonia non solo vitalità, ma anche il de-
siderio che questa vitalità si protragga nel tempo.
Siamo parte di una dinamica più grande di noi, nella quale
uomini e donne vengono chiamati, per un tempo, a servire dove
altri seguiranno, assumendo lo stesso mandato. In questa storia
profondamente umana, lo Spirito di Dio continua a parlare, a
creare, a redimere, a santificare. È una storia abitata dal Dio tri-
nitario che ci interpella, noi salesiani di Don Bosco, affinché re-
stiamo aperti alla sua azione salvifica, che ha in Gesù Cristo il
principio e il compimento.
Questa mattina, riflettendo su ciò che poteva accadere – e
che poi è accaduto – mi sono chiesto: “Cosa sta dicendo il Signo-
re con tutto questo?”. Ho seguito, come tanti confratelli nel
mondo, il cammino di questo Capitolo Generale, riconoscendo
un desiderio autentico di ascolto dello Spirito. Fin dall’inizio, le
riflessioni di Don Pascual Chávez mi hanno molto aiutato; esse
risuonavano profondamente in me, in continuità con quanto mi
confidava Don Ángel nel settembre 2023, quando fu annunciato
il tema del Capitolo: “Appassionati di Gesù Cristo, dedicati ai
giovani, per una fedeltà profetica”.
Ricordo bene quel momento: eravamo nella scuola di accom-

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96ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
pagnamento con il coadiutore Raymond Callo, impegnato in un
lavoro eccezionale della Scuola di Accompagnamento Spirituale
Salesiano, e Don Ángel venne a salutare i partecipanti. Colsi l’oc-
casione per ringraziarlo. A mio avviso, quel titolo era – ed è –
profondamente azzeccato: riassume ciò che stiamo vivendo, ascol-
tando, cercando. È interessante osservare come gli ultimi tre Ca-
pitoli Generali abbiano affrontato, in modi diversi, la questione
dell’identità del Salesiano. Dal 2014 con “Mistici, Profeti e Servi”,
passando attraverso il tempo complesso della pandemia, siamo
giunti alla riflessione su “Quale salesiano per i giovani di oggi?”
Occorre leggere la scelta del Capitolo Generale non tanto co-
me espressione di una preferenza personale – seppur legittima –
ma come adesione a una chiamata condivisa, che interpella cia-
scuno di noi. Non è tanto rilevante chi viene scelto, quanto il mo-
do con cui tale servizio viene assunto, lo spirito con cui ci si mette
a disposizione, il desiderio che anima chi è chiamato. Che si tratti
di Fabio o di un altro confratello, la sostanza non cambia: la Con-
gregazione è più grande del suo Rettor Maggiore, pur rimanendo
vero che il Rettor Maggiore ha un ruolo significativo.
Don Pascual ha più volte sottolineato come oggi, noi Salesia-
ni, siamo chiamati a vivere il carisma in modo autentico, evitan-
do il rischio delle “fotocopie pastorali”. Papa Francesco ci ricor-
da che il semplice ripetere ciò che si è sempre fatto non è più
sufficiente. Il pericolo più grande, tuttavia, non sta nell’ignorare
questa consapevolezza, ma nel restare bloccati a livello teorico.
Sapere le cose a livello intellettuale, sociologico, analitico, non
equivale a viverle in modo profetico e fedele. E proprio in questa
tensione si colloca il mio pensiero per noi, oggi.
Insieme – e dico “insieme” come lo avrebbe detto Don Bosco
– siamo chiamati a riscoprire, prima di tutto, una passione per
Dio. Senza questa, viene meno anche la passione per l’uomo. E
poiché la natura non tollera il vuoto, quando manca la passione
per Dio, subentra inevitabilmente l’egoismo. Altro che servitori:
diventiamo persone che si servono del proprio ruolo.

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ATTI DEL CAPITOLO GENERALE 2997
Da qui nasce il secondo punto della mia riflessione, collegato
alla Parola che ci è stata proclamata: “Siamo gli ultimi chiamati
per servire”.
Da anni, ogni sabato sera, nella celebrazione dei Vespri, me-
dito il cantico della Lettera ai Filippesi: il mistero della kenosi,
lo svuotamento del Figlio di Dio, che assume la forma di servo
per servire, per immedesimarsi, per incarnarsi. Questa mattina,
provvidenzialmente, la lettura breve delle Lodi ci riportava a
questo stesso mistero, nella festa dell’Annunciazione: non cele-
briamo uno spettacolo divino che irrompe nella storia, ma con-
templiamo con umiltà e intelligenza il mistero dell’Incarnazione,
che ci coinvolge profondamente, personalmente.
Dio si è fatto carne affinché, nella mia carne, nella mia sto-
ria, possa vivere e agire quella stessa forza d’amore. Questo
amore ricevuto, oggi, nel cambiamento d’epoca di cui parla Papa
Francesco, siamo chiamati a condividerlo. È qui che si gioca il
nostro servizio educativo pastorale: in quale direzione ci muo-
viamo? In senso verticale, come se fossimo benefattori, padroni,
provveditori di servizi? O in senso evangelico, come autentici
servitori?
Ricordo con gratitudine una frase di Don Viganò in una delle
sue lettere: parlava della necessità di unire la carità pastorale
all’intelligenza pedagogica. È un binomio che ci guida, una grazia
di unità che ci mantiene fedeli alla nostra vocazione salesiana.
In questo momento particolare che il Capitolo sta vivendo,
siamo immersi nel cuore stesso del carisma. È bello constatare,
anche da chi segue da lontano, quanto il lavoro di comunicazione
stia rendendo visibile ciò che qui si sta costruendo qui. È un se-
gno molto positivo. Ora, la vera domanda che ci interpella è: riu-
sciremo a portare tutto questo nelle Ispettorie? Riusciremo a in-
carnare questa chiamata in un contesto radicalmente nuovo?
Se il tempo è nuovo, non lo è la sete di significato che lo at-
traversa. Essa è antica, costitutiva dell’uomo. E chi, come noi,
ha avuto il dono di conoscere il mondo, sa che oggi i giovani vi-

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98ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
vono realmente in un “villaggio globale”. Le domande che ho
ascoltato in Vietnam sono le stesse che ho colto in Brasile. Le
stesse domande, gli stessi interrogativi che ho raccolto lo scorso
anno a Madrid, nell’Ispettoria di Santiago il Maggiore, li ho ri-
trovati pochi mesi fa a Bangalore.
Giovani cristiani, giovani cattolici, ma anche giovani di altre
religioni o senza appartenenze religiose, che tuttavia entrano in
relazione con noi: riconosciamo che tutti portano nel cuore una
sete. La domanda che dobbiamo porci è: siamo in grado di ascol-
tarla davvero questa domanda? La risposta è sì, soltanto se ac-
cettiamo di essere servi. Solo allora potremo cogliere quella sete
e per conseguenza creare quelle condizioni – persone, luoghi,
proposte – affinché essa sia riconosciuta, accolta, e possibilmente
anche dissetata, almeno con “un bicchiere d’acqua” che rompe
la sete.
Il cambiamento d’epoca, allora, non è una minaccia, ma una
straordinaria opportunità. Durante alcune visite in contesti do-
ve i cristiani sono minoranza – paesi musulmani, buddisti, in-
duisti, agnostici – ho toccato con mano una simpatia straordina-
ria per Don Bosco. Una simpatia non superficiale o emotiva, ma
profonda, intelligente, affettivamente sana. Essa nasce da una
ricerca autentica del vero, del bello e del buono.
Ecco la novità del nostro tempo. Avanti, dunque! Non pos-
siamo perdere questa occasione. La misura della nostra passione
per Cristo indicherà il grado della nostra dedizione ai giovani.
La nostra fedeltà sarà la colonna vertebrale della nostra profe-
zia. Non ci sono altre vie.
Infine, non possiamo dimenticare i nostri fratelli salesiani
che oggi vivono in contesti di guerra. Durante l’ultima Visita
Ispettoriale che ho fatto, ho avuto il dono di trascorrere del tem-
po con padre Thomas Uzhunnalil, rimasto per 557 giorni ostag-
gio. La sua serenità, la sua profondità spirituale, la sua vita di
preghiera sono testimonianza viva. Sono persone davanti alle
quali occorre inginocchiarsi.

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ATTI DEL CAPITOLO GENERALE 2999
Abbiamo, grazie a Dio, tanti Salesiani come padre Thomas:
confratelli che non hanno abbandonato terre segnate dalla vio-
lenza e dalla sofferenza. Sono rimasti, a testimoniare che per
Gesù Cristo vale la pena essere oggi Don Bosco per i giovani. Co-
me potremmo dimenticare la martoriata Ucraina, la Palestina,
Israele, il Libano, il Myanmar, il Sudan, l’Etiopia, la Repubblica
Democratica del Congo? Questi fratelli hanno bisogno della no-
stra vicinanza spirituale. Sono i martiri del nostro tempo, testi-
moni silenziosi e fedeli della speranza cristiana.
Questa mattina, quando Don Stefano mi ha rivolto la doman-
da decisiva, tutto è sembrato aprirsi come una storia imprevedi-
bile, quasi un’avventura. Ho scombussolato ogni programma, al-
tro che ordine alle dieci e mezza che avevate preparato! Ma va
bene così. Mi sono profondamente commosso, non tanto per la
stima personale – che pure mi onora – ma per la fiducia che la
Congregazione ha voluto esprimere. Una fiducia che non nasce
da un’idea astratta, ma da un cammino condiviso. Lo dico con
libertà: non la merito. Ma questa è la nostra Congregazione.
E con questo stesso spirito vogliamo lasciarci accompagnare
nei prossimi giorni. Servire significa innanzitutto vivere ciò che
si annuncia. Deve essere visibile, credibile. E tutto questo inizia
da noi, dal Consiglio Generale. Siamo chiamati ad essere segno
di sinodalità, di comunione, di fraternità. Siamo chiamati a es-
sere padri. Siamo lì per servire. Nient’altro.
Oggi, Don Bosco siamo noi. Oggi, Don Bosco ci ripete: coraggio!
In questi giorni stavo leggendo alcune pagine del secondo vo-
lume di Don Pietro Braido, dedicate all’anno 1875 – anno che
oggi celebriamo nel centocinquantesimo anniversario delle mis-
sioni. Don Bosco, in quel tempo, aveva numerosi fronti aperti:
il consolidamento delle Costituzioni, la fondazione dell’Istituto
delle Figlie di Maria Ausiliatrice, i Cooperatori, le missioni,
l’apertura in Francia, le difficoltà con Gastaldi... Eppure andava
avanti, e andava avanti.
Questo è Don Bosco. E questo siamo noi oggi.

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11.1 Page 101

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100ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
Vi chiedo una sola cosa: pregate per me. Mi avete affidato un
peso. Ne parlavo questa mattina con il mio direttore spirituale.
Mi ha detto: “Vai, avanti. Il Signore te lo chiede. Vai.” E io vado,
ma vi chiedo: accompagnatemi con la preghiera. Questa non è
un’impresa umana.
Pregate anche per coloro che eleggerete nel Consiglio Gene-
rale: perché siamo una comunità, perché siamo fratelli, perché
possiamo davvero servire gli uni gli altri, ascoltarci, sognare in-
sieme. Entrare in quello spazio sacro dove non servono i sandali,
per essere liberi nell’ascolto e pronti a portare avanti il progetto
del Capitolo Generale con gioia e ottimismo.
Viva Don Bosco!

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ATTI DEL CAPITOLO GENERALE 29101
SOCIETÀ DI SAN FRANCESCO DI SALES
SEDE CENTRALE SALESIANA
Via Marsala, 42 – 00185 Roma
Il Rettor Maggiore
DISCORSO FINALE
Carissimi confratelli,
Arriviamo alla fine di questa esperienza del XXIX Capitolo
Generale con un cuore colmo di gioia e di gratitudine per tutto
quello che abbiamo potuto vivere, condividere e progettare. Il do-
no della presenza dello Spirito di Dio che ogni giorno abbiamo
supplicato nella preghiera matutina come anche durante i lavori
per mezzo della conversazione nello Spirito, è stata la forza cen-
trale dell’esperienza del Capitolo Generale. Il protagonismo dello
Spirito lo abbiamo cercato e ci è stato donato abbondantemente.
La celebrazione di ogni Capitolo Generale è come una pietra
miliare nella vita di ogni congregazione religiosa. Questo vale
anche per noi, per la nostra amatissima Congregazione Salesia-
na. È un momento che dà continuità al cammino che da Valdocco
continua a essere vissuto con impegno e portato avanti con zelo
e determinazione nelle varie parti del mondo.
Arriviamo alla fine di questo Capitolo Generale con l’appro-
vazione di un Documento Finale che ci servirà come carta di na-
vigazione per i prossimi sei anni – 2025-2031. Il valore di tale
Documento Finale lo vedremo e lo sentiremo nella misura che
la stessa dedicazione nell'ascolto, la stessa premura di lasciarci
accompagnare dallo Spirito Santo che hanno segnato queste set-
timane riusciamo a mantenerle dopo la conclusione di questa
esperienza di pentecoste salesiana.

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102ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
Fin dall’inizio da quando il Rettor Maggiore don Angel
Fernández Artime ha reso pubblica la Lettera di Convocazione
del Capitolo Generale 29, 24 settembre 2023, ACG 441, chiare
erano le motivazioni che dovevano guidare i lavori pre-capitolari
e dopo anche i lavori dello stesso Capitolo Generale. Il Rettor
Maggiore scrive che:
Il tema scelto è frutto di una ricca e profonda riflessione che abbiamo
portato avanti nel Consiglio Generale sulla base delle risposte ricevute
dalle Ispettorie e della visione che abbiamo della Congregazione in
questo momento. Siamo stati piacevolmente sorpresi dalla grande con-
vergenza e armonia che abbiamo trovato in tanti contributi delle Ispet-
torie, che avevano molto a che fare con la realtà che vediamo nella
Congregazione, con il cammino di fedeltà che esiste in molti settori e
anche con le sfide del presente. (ACG 441)
Il processo di ascolto delle Ispettorie che ha portato all’indi-
viduazione del tema di questo Capitolo Generale è già una indi-
cazione chiara di una metodologia di ascolto. Alla luce di quanto
abbiamo vissuto in queste settimane si conferma il valore del
processo dell’ascolto. La maniera come abbiamo prima indivi-
duato e poi interpretato le sfide che la Congregazione è determi-
nata di affrontare ha evidenziato quel clima salesiano tipico no-
stro, spirito di famiglia, che non vuole evitare le sfide, che non
cerca di uniformare il pensiero, ma che fa tutto il possibile per
arrivare a quello spirito di comunione dove ognuno di noi possa
riconoscere la via per essere il Don Bosco oggi.
Il punto focale delle sfide individuate ha a che fare con il “ri-
ferimento alla centralità di Dio (come Trinità) e di Gesù Cristo
come Signore della nostra vita, senza mai dimenticare i giovani
e il nostro impegno nei loro confronti” (ACG 441). Lo svolgimen-
to dei lavori del Capitolo Generale testimonia non solo il fatto
che abbiamo la capacità di individuare le sfide ma abbiamo an-
che trovato il modo di far emergere quella concordia e unità, ri-
conoscendo a facendo tesoro del fatto che ci troviamo in conti-
nenti e contesti diversi, culture e lingue diverse. In più, questo
clima conferma che quando noi oggi guardiamo la realtà con gli
occhi e con il cuore di Don Bosco, quando siamo davvero appas-

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ATTI DEL CAPITOLO GENERALE 29103
sionati di Cristo e dedicati ai giovani, allora scopriamo che la di-
versità diventa ricchezza, che camminare insieme è bello anche
se faticoso, che insieme possiamo affrontare le sfide.
In un mondo frammentato da guerre, conflitti e ideologie sper-
sonalizzanti, in un mondo segnato da pensieri e modelli economici
e politici che tolgono il protagonismo ai giovani, la nostra presenza
è un segno, un «sacramento» di speranza. I giovani, senza distin-
zione di colore della pelle, di appartenenza religiosa o etnica, ci
chiedono di promuovere proposte e luoghi di speranza. Sono figlie
e figlio di Dio che da noi aspettano che siamo servi umili.
Un secondo punto che è stato confermato e ribadito da que-
sto Capitolo Generale è la condivisa convinzione che “se nella
nostra Congregazione mancassero la fedeltà e la profezia, sarem-
mo come la luce che non brilla e il sale che non dà sapore.” (ACG
441). Il punto qui non è tanto se vogliamo essere più autentici o
meno, ma il fatto stesso che questa è l’unica strada che abbiamo
ed è quella che qui in queste settimane è stata fortemente riba-
dita: crescere nella autenticità!
Il coraggio mostrato in alcuni momenti del Capitolo Generale
che è una eccellente premessa per il coraggio che ci sarà chiesto
nel futuro su altri temi che da questo Capitolo Generale sono
usciti. Sono sicuro che questo coraggio qui ha trovato un terreno
fertile, un ecosistema sano e promettente e che promette bene
per il futuro. Avere coraggio significa non lasciare che la paura
abbia l’ultima parola. La parabola dei talenti ce lo insegna in
maniera chiara. A noi il Signore ci ha dato un solo talento: il ca-
risma salesiano, concentrato nel Sistema Preventivo. Ad ognuno
di noi sarà chiesto cosa abbiamo fatto di questo talento. Insieme,
siamo chiamati a farlo fruttificare in contesti sfidanti, nuovi e
inediti. Non abbiamo nessun motivo per seppellirlo. Abbiamo
tante motivazioni, tante grida dei giovani che ci spingono ad
«uscire» a seminare speranza. Questo passo coraggioso, pieno di
convinzione lo ha già vissuto Don Bosco a suo tempo e che oggi
ci chiede di viverlo come lui e con lui.

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104ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
Vorrei commentare alcuni punti che si trovano già nel Docu-
mento Finale e che credo che possano servire come frecce che
ci incoraggiano nel cammino dei prossimi sei anni.
1. Conversione personale
Il nostro cammino come Congregazione Salesiana dipende da
quelle scelte personali, intime e profonde che ognuno di noi de-
cide di fare. Allargando lo sfondo contro il quale bisogna riflet-
tere sul tema della conversione personale, è importante ricorda-
re come in questi anni dopo il Concilio Vaticano II, la Congrega-
zione ha fatto un cammino di riflessione spirituale, carismatica
e pastorale che è stato magistralmente commentato da don Pa-
scual nei suoi interventi settimanali. Questa lettura e questo
contributo arricchisce ulteriormente quella riflessione impor-
tante che ci ha lasciato il Rettor Maggiore don Egidio Viganó
nella sua ultima lettera alla Congregazione: Come rileggere oggi
il carisma del fondatore (ACG 352, 1995). Se oggi parliamo di
un «cambio di epoca», don Viganó nel 1995 scriveva:
La rilettura del carisma del nostro Fondatore ci tiene impegnati ormai
da ben trent’anni. Due grandi fari di luce ci hanno aiutato in questo im-
pegno: il primo è il Concilio Ecumenico Vaticano II, il secondo è il cambio
epocale di quest’ora di accelerazione della storia” (ACG 352, 1995).
Faccio riferimento a questo cammino della Congregazione
con le sue ricchezze e patrimonio perché il tema della conversione
personale è quello spazio dove questo cammino della Congrega-
zione trova la sua conferma e la sua ulteriore spinta. La conver-
sione personale non è un affare intimistico, autorefenziale. Non
si tratta di una chiamata che tocca solo me in maniera distaccata
da tutto e da tutti. La conversione personale è quell’esperienza
singolare da dove poi uscirà e emergerà una rinnovata pastorale.
Il cammino della Congregazione lo possiamo constatare perché
trova nel cuore di ognuno di noi il suo punto di partenza. Da qui
possiamo notare quel continuo e convinto rinnovamento pasto-
rale. Papa Francesco in una frase condensa questa urgenza:
“l’intimità della Chiesa con Gesù è un’intimità itinerante, e la

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ATTI DEL CAPITOLO GENERALE 29105
comunione «si configura essenzialmente come comunione mis-
sionaria »”1 (Evangelii gaudium 23).
Questo ci porta scoprire che quando stiamo insistendo sulla
conversione personale dobbiamo fare attenzione a non cadere,
da una parte, in una interpretazione intimistica della esperienza
spirituale e dall’altra a non sottovalutare quello che è il fonda-
mento di ogni cammino pastorale.
In questa chiamata di rinnovata passione per Gesù, invito
ogni salesiano e ogni comunità a prendere sul serio le scelte e gli
impegni concreti che come Capitolo Generale abbiamo creduto
urgenti per una più autentica testimonianza educativo pastora-
le. Crediamo che non possiamo crescere pastoralmente senza
quell’atteggiamento di ascolto alla Parola di Dio. Riconosciamo
che i vari impegni pastorali che abbiamo, le necessità sempre più
crescenti che ci si presentano e che testimoniano una povertà
che non si arresta mai, rischiano di toglierci il tempo necessario
di «stare con Lui». Questa sfida già la troviamo fin dall’inizio
della nostra Congregazione. Si tratta di avere chiare le priorità
che rafforzano la nostra spina dorsale spirituale e carismatica
che dà anima e credibilità alla nostra missione.
Don Alberto Caviglia, quando commenta il tema della “Spiritua-
lità Salesiana” nelle sue Conferenze sullo Spirito Salesiano scrive:
La meraviglia più grande che hanno avuto coloro che studiarono Don
Bosco per il processo di canonizzazione... fu la scoperta dell'incredibile
lavoro di costruzione dell'uomo interiore.
Il Card. Salotti (...) riferendosi agli studi che andava facendo, diceva al
S. Padre che “nello studiare i voluminosi processi di Torino, più che la
grandezza esteriore dell'opera sua colossale, lo ha colpito la vita inte-
riore dello spirito, da cui nacque e si alimentò tutto il prodigioso apo-
stolato del Ven. Don Bosco”.
Molti conoscono soltanto l'opera esterna che sembra così rumorosa, ma
ignorano in gran parte quell'edificio sapiente, sublime di perfezione
cristiana che egli aveva eretto pazientemente nell'anima sua coll’eser-
citarsi ogni giorno, ogni ora nella virtù propria del suo stato.
1 Christifideles laici n.32

11.7 Page 107

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106ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
Carissimi fratelli, qui abbiamo il nostro Don Bosco. È questo
Don Bosco che oggi noi siamo chiamati a scoprire:
Lo studiamo e lo imitiamo, ammirando in lui uno splendido accordo di
natura e di grazia. Profondamente uomo, ricco delle virtù della sua gen-
te, egli era aperto alle realtà terrestri; profondamente uomo di Dio, ri-
colmo dei doni dello Spirito Santo, viveva “come se vedesse l’invisibile”
Questi due aspetti si sono fusi in un progetto di vita fortemente unita-
rio: il servizio dei giovani. Lo realizzò con fermezza e costanza, fra
ostacoli e fatiche, con la sensibilità di un cuore generoso. “Non diede
passo, non pronunciò parola, non mise mano ad impresa che non aves-
se di mira la salvezza della gioventù...Realmente non ebbe a cuore al-
tro che le anime” (Cost 21).
Mi piace qui ricordare un invito di Madre Teresa alle sue
consorelle pochi anni prima di morire. La sua dedicazione e
quella delle sue consorelle ai poveri è nota a tutti. Però ci fa bene
ascoltare queste sue parole scritte alle sue consorelle:
Finché non riuscirai a sentire Gesù nel silenzio del tuo cuore, non riu-
scirai a sentirlo dire «Ho sete» nel cuore dei poveri. Non rinunciare
mai a questo contatto intimo e quotidiano con Gesù come persona viva
e reale, non solo come idea.2
Solo ascoltando nel profondo del cuore a chi ci chiama a se-
guirlo, Gesù Cristo, possiamo davvero ascoltare con un cuore au-
tentico coloro che ci chiamano a servirli. Se la motivazione radi-
cale del nostro essere servi non trova le sue radici nella persona
di Cristo, l’alternativa è che le nostre motivazioni siano nutriti
dal terreno del nostro ego. E la conseguenza è che poi la nostra
stessa azione pastorale finisce per inflazionare lo stesso ego.
L’urgenza di recuperare lo spazio mistico, il terreno sacro del-
l’incontro con Dio, un terreno nel quale dobbiamo togliere i san-
dali delle nostre certezze e delle nostre maniere di interpretare
2 “Until you can hear Jesus in the silence of your own heart, you will not
be able to hear Him saying, “I thirst” in the hearts of the poor. Never give up
this daily intimate contact with Jesus as the real living person – not just the idea”,
in https://catholiceducation.org/en/religion-and-philosophy/the-fulfillment-
jesus-wants-for-us.html

11.8 Page 108

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ATTI DEL CAPITOLO GENERALE 29107
la realtà con le sue sfide in queste settimane, è stato ribadito più
volte e in varie maniere.
Carissimi fratelli, qui abbiamo il primo passo. Qui diamo prova
se vogliamo davvero essere figli autentici di Don Bosco. Qui diamo
prova se davvero amiamo e imitiamo Don Bosco.
2. Conoscere Don Bosco non solo amare Don Bosco
Siamo consapevoli che una delle sfide centrali che abbiamo co-
me Salesiani è quella di comunicare la buona novella con la nostra
testimonianza e attraverso le nostre proposte educativo pastorali
in una cultura che sta subendo un cambio radicale. Se nell’occi-
dente parliamo della indifferenza alla proposta religiosa frutto
della sfida della secolarizzazione, notiamo come in altri continenti
la sfida prende altre forme, prima di tutto il cambio verso una cul-
tura globalizzata che sposta radicalmente le scale di valori e stili
di vita. In un mondo fluido e iperconnesso, quello che abbiamo co-
nosciuto ieri, oggi è radicalmente cambiato: in breve qui si tratta
del tema più volte accennato del cambio di epoca.
Avendo questo cambiamento i suoi effetti a tutto campo, è po-
sitivo vedere come la Congregazione fin dal CGS (1972) fino ad
oggi è in un continuo cammino di ripensamento e riflessione sulla
sua proposta educativo pastorale. è un processo che risponde alla
domanda “cosa farebbe Don Bosco oggi, in una cultura secolariz-
zata e globalizzata come la nostra?”
In tutto questo movimento riconosciamo come fin dalle sue
origini la bellezza e la forza del carisma salesiano risiedono proprio
nella sua capacità interna di dialogare con la storia dei giovani
che in ogni epoca siamo chiamati a incontrare. Ciò che noi con-
templiamo a Valdocco, in questa terra santa salesiana, è il soffio
dello Spirito che ha guidato Don Bosco e che riconosciamo che
continua a guidare anche noi oggi. Le Costituzioni iniziano pre-
cisamente con questa fondante e fondamentale certezza:
Lo Spirito Santo suscitò, con l’intervento materno di Maria, san
Giovanni Bosco.

11.9 Page 109

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108ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
Formò in lui un cuore di padre e di maestro, capace di una dedizione
totale: “Ho promesso a Dio che fin l’ultimo mio respiro sarebbe stato
per i miei poveri giovani”.
Per prolungare nel tempo la sua missione lo guidò nel dar vita a varie
forze apostoliche, prima fra tutte la nostra Società.
La Chiesa ha riconosciuto in questo l’azione di Dio, soprattutto appro-
vando le Costituzioni e proclamando santo il Fondatore.
Da questa presenza attiva dello Spirito attingiamo l’energia per la
nostra fedeltà e il sostegno della nostra speranza. (Cost 1)
Il carisma salesiano racchiude un invito innato a metterci di
fronte ai giovani nello stesso modo in cui Don Bosco si metteva
di fronte a Bartolomeo Garelli... “suo amico”!
Tutto questo sembra molto facile a dirlo, si presenta come
un’esortazione amicale. In realtà, nasconde dentro di sé l’urgen-
te invito a noi, figli di Don Bosco, affinché nell’oggi della storia,
là dove noi ci troviamo, riproponiamo il carisma salesiano in mo-
do adeguato e significativo. Però, c’è una condizione indispensa-
bile che ci permette di fare questo cammino: la conoscenza vera
e seria di bene Don Bosco. Non possiamo dire di «amare» vera-
mente Don Bosco, se non siamo impegnati seriamente a «cono-
scere» Don Bosco.
Spesso il rischio è di accontentarci con una conoscenza di
Don Bosco che non riesce a connettersi con le sfide attuali. Con
una conoscenza superficiale di Don Bosco, siamo davvero poveri
di quel bagaglio carismatico che ci rende autentici figli suoi. Sen-
za conoscere Don Bosco non possiamo e non arriviamo a incar-
nare Don Bosco nella cultura dove siamo. Ogni sforzo in questa
povertà di conoscenza carismatica risulta solamente in operazio-
ni carismatiche di cosmesi, che alla fine sono un tradimento del-
la stessa eredità di Don Bosco.
Se desideriamo che il carisma salesiano sia in grado di dialo-
gare con la cultura attuale, le culture attuali, dobbiamo conti-
nuamente approfondirlo per sé stesso e alla luce delle sempre
nuove condizioni in cui viviamo. Il bagaglio che abbiamo ricevu-
to all’inizio della nostra fase formativa iniziale se non è seria-

11.10 Page 110

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ATTI DEL CAPITOLO GENERALE 29109
mente approfondito oggi non è sufficiente, semplicemente è inu-
tile, se non addirittura dannoso.
In questa direzione, la Congregazione ha fatto e sta facendo
un enorme sforzo per rileggere la vita di Don Bosco, il carisma
salesiano alla luce delle attuali condizioni sociali e culturali, in
tutte le parti del mondo. È un patrimonio che abbiamo, ma cor-
riamo il rischio di non conoscerlo perché non riusciamo a stu-
diarlo come merita. La perdita di memoria rischia non solo farci
perdere il contatto con il tesoro che abbiamo, ma rischia di farci
anche credere che questo tesoro non esista. E questo sarà dav-
vero tragico non tanto e soltanto per noi Salesiani, ma per quelle
folle di giovani che ci stanno aspettando.
L’urgenza di tale approfondimento non è solo di natura in-
tellettualistica ma tocca la sete che esiste per una seria forma-
zione carismatica dei laici nelle nostre CEP. Il Documento Finale
questo tema lo tratta spesso e in maniera sistematica. I laici che
oggi partecipano con noi alla missione salesiana sono persone
desiderose di una più chiara proposta formativa salesianamente
significativa. Non possiamo vivere questi spazi di convergenza
educativo pastorale se il nostro linguaggio e il nostro modo di
comunicare il carisma non hanno la capacità conoscitiva e la pre-
parazione giusta per suscitare curiosità e attenzione da parte di
coloro che vivono con noi la missione salesiana.
Non basta dire che amiamo Don Bosco. Il vero “amore” per
Don Bosco implica l’impegno di conoscerlo e studiarlo e non solo
alla luce del suo tempo, ma anche alla luce del grande potenziale
della sua attualità, alla luce del nostro tempo. Il Rettor Maggiore
don Pascual Chávez, aveva invitato tutta la Congregazione e la
Famiglia Salesiana perché i tre anni che hanno preceduto il «Bi-
centenario della nascita di Don Bosco 1815-2013».3 È un invito
che è più che mai attuale. Questo Capitolo Generale è una chia-
3 Don Pascual Chávez, Aguinaldo 2012, ˘Conoscendo e imitando Don
Bosco, facciamo dei giovani la missione della nostra vita” [ACG 412]

12 Pages 111-120

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12.1 Page 111

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110ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
mata e un’opportunità per rafforzare la conoscenza storica, pe-
dagogica e spirituale del nostro Padre e Maestro.
Riconosciamo carissimi fratelli, che a questo punto questo te-
ma si collega con quello precedente – la conversione personale.
Se non conosciamo Don Bosco e se non lo studiamo, non possia-
mo comprendere le dinamiche e le fatiche del suo cammino spi-
rituale e per conseguenza le radici delle sue scelte pastorali. Ar-
riviamo ad amarlo solo superficialmente, senza la vera capacita
di imitarlo come l’uomo profondamente santo. Soprattutto sarà
impossibile inculturare oggi il suo carisma nei diversi contesti e
nelle diverse situazioni. Solo rafforzando la nostra identità cari-
smatica, potremo offrire alla Chiesa e alla Società una testimo-
nianza credibile e una proposta educativo pastorale significativa
e rilevante ai giovani.
3. Il cammino continua
In questa terza parte vorrei incoraggiare tutta la Congrega-
zione di mantenere vive le attenzioni in alcuni settori che attra-
verso le varie Delibere e impegni concreti abbiamo voluto da-
re un segno di continuità.
Il campo dell’animazione e il coordinamento dell’emargina-
zione e del disagio giovanile è stato un settore nel quale in
questi decenni la Congregazione si è molto impegnata. Credo che
la risposta da parte delle Ispettorie alla povertà crescente è un se-
gno profetico che ci contraddistingue e che trova tutti noi determi-
nati a continuare a rafforzare la risposta salesiani per i più poveri.
L’impegno della Ispettorie nel campo della promozione di
ambienti sicuri continua a trovare una risposta sempre più
crescente e professionale nelle Ispettorie. Lo sforzo in questo
campo è una testimonianza che questa strada è quella giusta per
affermare l’impegno per la dignità di tutti, specialmente i più
vulnerabili.
Il campo della ecologia integrale emerge come una chia-
mata per un maggior lavoro educativo e pastorale. La crescita

12.2 Page 112

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ATTI DEL CAPITOLO GENERALE 29111
dell’attenzione nelle comunità educative pastorali per i temi am-
bientali ci chiede un impegno sistematico per promuovere cam-
biamento di mentalità. Le varie proposte di formazione in que-
sto ambito già presenti nella Congregazione vanno riconosciute
e accompagnate.
Ci sono poi due aree che vorrei invitare la Congregazione a
considerare attentamente per i prossimi anni. Fanno parte di
una visione più larga dell’impegno della Congregazione. Credo
che siano due aree avranno delle conseguenze sostanziali sui no-
stri processi educativo pastorali.
I. Intelligenza artificiale – una missione reale in un
mondo artificiale
Come Salesiani di Don Bosco, siamo chiamati a camminare
con i giovani in ogni ambiente in cui vivono e crescono, anche
nel vasto e complesso mondo digitale. Oggi l’Intelligenza Artifi-
ciale (IA) si presenta come un’innovazione rivoluzionaria, in
grado di plasmare il modo in cui le persone imparano, comuni-
cano e costruiscono relazioni. Tuttavia, per quanto rivoluziona-
ria possa essere, l’IA rimane esattamente questo: artificiale. Il
nostro ministero, radicato nell'autentica connessione umana e
guidato dal Sistema Preventivo, è profondamente reale. L’intel-
ligenza artificiale può assisterci, ma non può amare come noi.
Può organizzare, analizzare e insegnare in modi nuovi, ma non
potrà mai sostituire il tocco relazionale e pastorale che definisce
la nostra missione salesiana.
Don Bosco era un visionario, che non temeva l’innovazione,
sia a livello ecclesiale come a livello educativo, culturale e sociale.
Quando questa innovazione serviva al bene dei giovani Don Bosco
andava avanti con una velocità sorpredente. Sfruttava la stampa,
i nuovi metodi educativi e i laboratori per elevare i giovani e pre-
pararli alla vita. Se fosse tra noi oggi, senza dubbio guarderebbe
all’IA con occhio critico e creativo. La vedrebbe non come un fine
ma come un mezzo, uno strumento per amplificare l’efficacia
pastorale senza perdere di vista la persona umana al centro.

12.3 Page 113

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112ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
L’Intelligenza Artificiale non è solo uno strumento: è parte
della nostra missione di Salesiani che vivono nell’era digitale.
Il mondo virtuale non è più uno spazio separato ma una parte
integrante della vita quotidiana dei giovani. L’intelligenza arti-
ficiale può aiutarci a rispondere alle loro esigenze in modo più
efficiente e creativo, offrendo percorsi di apprendimento perso-
nalizzati, mentorship virtuale e piattaforme che favoriscono con-
nessioni significative.
In questo senso, l'intelligenza artificiale diventa sia uno stru-
mento che una missione, in quanto ci aiuta a raggiungere i gio-
vani dove si trovano, spesso immersi nel mondo digitale. Pur ab-
bracciando l'IA, dobbiamo riconoscere che è solo un aspetto di
una realtà più ampia che comprende i social media, le comunità
virtuali, la narrazione digitale e molto altro. Insieme, questi ele-
menti formano una nuova frontiera pastorale che ci sfida a esse-
re presenti e proattivi. La nostra missione non è semplicemente
quella di utilizzare la tecnologia, ma di evangelizzare il mondo
digitale, portando il Vangelo in spazi dove altrimenti potrebbe
essere assente.
La nostra risposta all’IA e alle sfide digitali deve essere radi-
cata nello spirito salesiano di ottimismo e impegno proattivo.
Continuiamo a camminare con i giovani, anche nel vasto mondo
digitale, con cuori pieni di amore perche appassionati a Cristo e
radicati nel carisma di Don Bosco. Il futuro è luminoso quando
la tecnologia è al servizio dell'umanità e quando la presenza di-
gitale è piena di autentico calore salesiano e impegno pastorale.
Abbracciamo questa nuova sfida, fiduciosi che lo spirito di Don
Bosco ci guiderà in ogni nuova opportunità.
II. L’Università Pontificia Salesiana
L’Università Pontificia Salesiana (UPS) è l’Università della
Congregazione Salesiana, di tutti noi. Costituisce una struttura
di grande e strategica importanza per la Congregazione. La sua
missione consiste nel far dialogare il carisma con la cultura, l’e-
nergia dell’esperienza educativa e pastorale di don Bosco con la

12.4 Page 114

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ATTI DEL CAPITOLO GENERALE 29113
ricerca accademica, così da elaborare una proposta formativa di
alto profilo a servizio della Congregazione, della Chiesa e della
società.
Fin dagli inizi la nostra Università ha avuto un ruolo inso-
stituibile nella formazione di tanti confratelli per ruoli di ani-
mazione e di governo e tuttora svolge questo compito prezioso.
In un’epoca caratterizzata da disorientamento diffuso circa la
grammatica dell’umano e il senso dell’esistenza, dalla disgrega-
zione del legame sociale e dalla frammentazione dell’esperienza
religiosa, da crisi internazionali e fenomeni migratori, una Con-
gregazione come la nostra è urgentemente chiamata ad affron-
tare la missione educativa e pastorale usufruendo delle solide ri-
sorse intellettuali che si elaborano all’interno di una università.
Come Rettor Maggiore e come Gran Cancelliere dell’UPS de-
sidero ribadire che le due priorità fondamentali per l’Università
della Congregazione sono la formazione di educatori e pastori,
salesiani e laici, a servizio dei giovani e l’approfondimento cul-
turale – storico, pedagogico e teologico – del carisma. Intorno a
questi due assi portanti, che richiedono dialogo interdisciplinare
e attenzione interculturale, l’UPS è chiamata a sviluppare il pro-
prio impegno di ricerca, di insegnamento e di trasmissione del
sapere. Mi rallegro pertanto che in vista del 150° anniversario
dello scritto di don Bosco sul Sistema Preventivo sia stato avvia-
to, in collaborazione con la Facoltà “Auxilium” delle FMA, un se-
rio progetto di ricerca per mettere a fuoco l’ispirazione origina-
ria della prassi educativa di don Bosco e per esaminare come es-
sa ispiri oggi le pratiche pedagogiche e pastorali nella diversità
dei contesti e delle culture.
Il governo e l’animazione della Congregazione e della Fami-
glia Salesiana trarranno certamente benefici dal lavoro culturale
dell’Università, così come lo studio accademico riceverà linfa
preziosa mantenendo uno stretto contatto con la vita della Con-
gregazione e il suo servizio quotidiano ai giovani più poveri di
ogni parte del mondo.

12.5 Page 115

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114ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
III. 150 anni – il viaggio continua
Siamo chiamati rendere grazie e lode a Dio in questo anno
giubilare della speranza perché in quest’anno ricordiamo l’impegno
missionario di Don Bosco che nell’anno 1875 trova un momento
molto significativo di sviluppo. La riflessione che nella Strenna
2025 ci ha offerto il Vicario del Rettor Maggiore, don Stefano
Martoglio ci ricorda il tema centrale del 150° anniversario della
prima spedizione missionaria di don Bosco: riconoscere, ripen-
sare e rilanciare.
Alla luce del Capitolo Generale 29° che stiamo concludendo
ci aiuta a collocare questo invito nel sessennio che ci spetta. Sia-
mo chiamati ad essere riconoscenti perché “la riconoscenza
rende palese la paternità di ogni bella realizzazione. Senza rico-
noscenza non c’è capacità di accogliere.”
Alla riconoscenza aggiungiamo il dovere del ripensare la
nostra fedeltà, perché “la fedeltà comporta la capacità, di cam-
biare nell’obbedienza, verso una visione che viene da Dio e dalla
lettura dei «segni dei tempi» ... Ripensare, allora, diventa un atto
generativo, in cui si uniscono fede e vita; un momento nel quale
chiedersi: cosa vuoi dirci Signore?”
Infine il coraggio di rilanciare, ricominciare ogni giorno.
Come stiamo facendo in questi giorni, guardiamo lontano per
“accogliere le nuove sfide, rilanciando la missione con speranza.
(Perché la) Missione è portare la speranza di Cristo con la con-
sapevolezza lucida e chiara, legata alla fede.”
CONCLUSIONE
Alla fine di questo discorso conclusivo vorrei presentare una
riflessione di Tomas HALIK, tratta dal suo libro Il pomeriggio
del cristianesimo. L’autore nell’ultimo capitolo del libro che
porta il nome “La società della via”, presenta quattro concetti
ecclesiologici.
Credo che questi quattro concetti ecclesiologici possono
aiutarci a interpretare positivamente le grandi opportunità pa-

12.6 Page 116

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ATTI DEL CAPITOLO GENERALE 29115
storali che ci attendono. Questa riflessione la propongo con la
consapevolezza che ciò che propone l'autore si trova intimamen-
te legato al cuore del carisma salesiano. Colpisce e sorprende il
fatto che più noi ci addentriamo a fare una lettura carismatico
pastorale come anche pedagogica e culturale della realtà attuale
si conferma sempre di più la convinzione che il nostro carisma
ci fornisce una solida base affinché i vari processi che stiamo ac-
compagnando trovino la loro giusta collocazione in un mondo
dove i giovani stanno aspettando che si offra loro speranza, gioia
e ottimismo. È bene che riconosciamo con grande umiltà ma allo
stesso tempo con un grande senso di responsabilità come il carisma
di Don Bosco continui a fornire linee guida oggi, non solo per
noi, ma per tutta la Chiesa.
I. Chiesa come popolo di Dio in pellegrinaggio nella storia. Questa
immagine delinea una Chiesa in movimento e alle prese con
incessanti cambiamenti. Dio plasma la forma della Chiesa nella
storia, le si rivela per mezzo della storia e le impartisce i suoi inse-
gnamenti attraverso gli avvenimenti storici. Dio è nella storia.4
La nostra chiamata ad essere educatori e pastori consiste pro-
prio nel camminare con il gregge in questa storia, in questa società
in continuo cambiamento. La nostra presenza nei vari “cortili
della vita delle persone” è la presenza sacramentale di un
Dio che vuole incontrare coloro che lo cercano senza saperlo.
In questo contesto, “il sacramento della presenza” acquista
per noi un valore inestimabile perché si intreccia con le vicende
storiche dei nostri giovani e di tutti coloro che si rivolgono a noi
nelle varie espressioni della missione salesiana – il CORTILE.
II. La ‘scuola’ è la seconda visione della Chiesa – scuola di vita
e scuola di sapienza. Viviamo in un’epoca in cui nello spazio
pubblico di molti Paesi europei non domina né una religione tradi-
zionale né l’ateismo, ma prevalgono piuttosto agnosticismo, apatei-
smo e analfabetismo religioso... In questa epoca è urgentemente ne-
cessario che la società cristiana si trasformi in una ‘scuola’ seguendo
4 HALÍK, Tomáš, Pomeriggio del cristianesimo (p. 229).

12.7 Page 117

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116ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
l’ideale originario delle università medievali, sorte come comunità
di docenti e alunni, comunità di vita, preghiera e insegnamento.5
Ripercorrendo il progetto educativo pastorale di Don Bosco
dalle sue origini, scopriamo come questa seconda proposta tocchi
direttamente l’esperienza che attualmente offriamo ai nostri gio-
vani: la scuola e la formazione professionale. Sono percorsi
educativi come strumento indispensabile per dare vita a un pro-
cesso integrale dove cultura e fede si incontrano. Per noi oggi
questo spazio è una eccellente opportunità dove possiamo testi-
moniare la buona notizia nell’incontro umano e fraterno, educa-
tivo e pastorale con tante persone e, soprattutto, con tanti bam-
bini e ragazzi che si sentono accompagnati verso un futuro di-
gnitoso. L’esperienza educativa per noi pastori è uno stile di vita
che comunica saggezza e valori in un contesto che incontra e va
oltre la resistenza e che fa sciogliere la indifferenza con la empa-
tia e la vicinanza. Camminare insieme promuove uno spazio di
crescita integrale ispirato alla saggezza e ai valori del Vangelo –
la SCUOLA.
III. La Chiesa come ospedale da campo... Troppo a lungo, faccia
a faccia con le malattie della società, la Chiesa si è limitata a fare
la morale; ora si trova davanti al compito di riscoprire e applicare
il potenziale terapeutico della fede. La missione diagnostica do-
vrebbe essere svolta da quella disciplina per la quale ho proposto
il nome di cairologia – l’arte di leggere e interpretare i segni dei
tempi, l’ermeneutica teologica dei fatti della società e della cultu-
ra. La cairologia dovrebbe dedicare la sua attenzione alle epoche
di crisi e di cambiamento dei paradigmi culturali. Dovrebbe
sentirle come parte di una ‘pedagogia di Dio’, come il tempo op-
portuno per approfondire la riflessione sulla fede e rinnovarne la
prassi. In un certo senso, la cairologia sviluppa il metodo del di-
scernimento spirituale, che è una componente importante della
spiritualità di sant’Ignazio e dei suoi discepoli; lo applica quando
approfondisce e valuta lo stato attuale del mondo e i nostri compiti
in esso.6
5 HALÍK, Tomáš, Pomeriggio del cristianesimo (pp. 231-232).
6 HALÍK, Tomáš, Pomeriggio del cristianesimo (pp. 233-234).

12.8 Page 118

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ATTI DEL CAPITOLO GENERALE 29117
Questo terzo criterio ecclesiologico va al cuore dell'approccio
salesiano. Non siamo presenti nella vita dei bambini e dei giova-
ni per condannarli. Ci rendiamo disponibili per offrire loro
uno spazio sano di comunione (ecclesiale), illuminato
dalla presenza di un Dio misericordioso che non pone
condizioni a nessuno. Elaboriamo e comunichiamo le varie
proposte pastorali proprio con questa visione di facilitare l’in-
contro dei giovani con una proposta spirituale capace di illumi-
nare i tempi in cui vivono, di offrire loro una speranza per il fu-
turo. La proposta della persona di Gesù Cristo non è frutto di
uno sterile confessionalismo o cieco proselitismo, ma la scoperta
di una relazione con una persona che offre amore incondizionato
a tutti. La nostra testimonianza e quella di tutti coloro che vivo-
no l'esperienza educativa pastorale, come comunità, è il segno
più eloquente e il messaggio più credibile dei valori che vogliamo
comunicare per poterli condividere – la CHIESA.
IV. Il quarto modello di Chiesa... è necessario che la Chiesa istituisca
dei centri spirituali, luoghi di adorazione e contemplazio-
ne, ma anche di incontro e dialogo, dove sia possibile con-
dividere l’esperienza della fede. Molti cristiani sono preoccu-
pati del fatto che in un gran numero di Paesi si stia sfilacciando
la rete delle parrocchie, che è stata costituita alcuni secoli fa in una
situazione socio-culturale e pastorale completamente diversa e
nell’ambito di una differente interpretazione di sé della Chiesa.7
Il quarto concetto è quello di una “casa” capace di comuni-
care accoglienza, ascolto e accompagnamento. Una “casa”
in cui si riconosce la dimensione umana della storia di ogni per-
sona e, allo stesso tempo, si offre la possibilità di permettere a
questa umanità di raggiungere la sua maturità. Don Bosco chia-
ma giustamente “casa” il luogo in cui la comunità vive la sua
chiamata perché, accogliendo i nostri bambini e giovani, sa assi-
curare le condizioni e le proposte pastorali necessarie affinché
questa umanità cresca in modo integrale. Ogni nostra comunità,
7 HALÍK, Tomáš, Pomeriggio del cristianesimo. (pp. 236-237).

12.9 Page 119

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118ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
“casa”, è chiamata ad essere testimone dell’originalità dell’espe-
rienza di Valdocco: una “casa” che intercetta la storia dei nostri
giovani, offrendo loro un futuro dignitoso – la CASA.
Nelle nostre Costituzioni, Art. 40 troviamo la sintesi di tutti
questi “quattro concetti ecclesiologici”. È una sintesi che serve
come invito e anche come incoraggiamento per il presente e il
futuro delle nostre comunità educativo pastorali, delle nostre
ispettorie, della nostra amata Congregazione Salesiana:
L’oratorio di Don Bosco criterio permanente
Don Bosco visse una tipica esperienza pastorale nel suo primo oratorio,
che fu per i giovani casa che accoglie, parrocchia che evangelizza, scuola
che avvia alla vita e cortile per incontrarsi da amici e vivere in allegria.
Nel compiere oggi la nostra missione, l’esperienza di Valdocco rimane
criterio permanente e di discernimento e rinnovamento di ogni attività
e opera.

12.10 Page 120

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ELENCO DEI PARTECIPANTI AL CG29
Nome e Cognome
Ruolo
Ispettoria
Attard Fabio
Rettor Maggiore - Nuovo Eletto
Stefano Martoglio
Vicario del RM - Presidente
Alphonse Owoudou
Regolatore
Roggia Silvio
Consigliere per la formazione - Nuovo Eletto
Ivo Nicholas Coelho
Consigliere per la Formazione
Bejarano Rafael
Consigliere per la Pastorale - Nuovo Eletto
Miguel Angel García Morcuende Consigliere per la Pastorale Giovanile
Jorge Mario Crisafulli
Consigliere per le Missioni - Nuovo Eletto
Alfred Maravilla
Consigliere per le Missioni
Fidel Maria[Daza] Orendain Consigliere Per la Comunicazione Sociale
      - Nuovo Eletto
Gildásio Mendes Dos Santos Consigliere Per la Comunicazione Sociale
Stawowy Gabriel
Economo Generale - Nuovo
Jean Paul Muller
Consigliere Economo Generale
Innocent Bizimana
Consigliere per Africa Est e Sud
Juan Carlos Pérez Godoy
Consigliere Regionale per Mediterranea
Hugo Orozco Sánchez
Consigliere Regionale per Interamerica
Roman Jachimowicz
Consigliere Regionale per Europa Centro Nord
Héctor Gabriel Romero
Consigliere Regionale per America Cono Sud
Matthews William
Consigliere Regionale per Asia Est Oceania
      - Nuovo Eletto
Thinh Phuoc Nguyen
Consigliere Regionale per Asia Est Oceania
Biju Michael
Consigliere Regionale per Asia Sud
Guido Garino
Segretario Generale
Pier Fausto Frisoli
Procuratore Generale
Pascual Chávez Villanueva Rettor Maggiore Emerito
RMG - Sede Centrale
RMG - Sede Centrale
RMG - Sede Centrale
RMG - Sede Centrale
RMG - Sede Centrale
RMG - Sede Centrale
RMG - Sede Centrale
RMG - Sede Centrale
RMG - Sede Centrale
RMG - Sede Centrale
RMG - Sede Centrale
RMG - Sede Centrale
RMG - Sede Centrale
RMG - Sede Centrale
RMG - Sede Centrale
RMG - Sede Centrale
RMG - Sede Centrale
RMG - Sede Centrale
RMG - Sede Centrale
RMG - Sede Centrale
RMG - Sede Centrale
RMG - Sede Centrale
RMG - Sede Centrale
ICC - ITALIA Circoscr. Centrale
Aurelien Mwanangoy Mukangwa
Sylvain Woto Bope
Tedros Berhe Hawku
Hailemariam Medhin Tesfay
Gauthier Tshibangu Ilunga
Tryphon Kalimira Cizihira
Guillermo Luis Basañes
George Tharaniyil
Ngigi (John) Njuguna
Mojela Ntsane Colern Fihlo
Bonginkosi Timothy Nhleko
Václav Klement
Gabriel Ngendakuriyo
Servilien Ufitamahoro
José Kussama Mayengue (Mayembe)
Luis Víctor Sequeira Gutiérrez
Oriafo James Ailen
Ispettore
Delegato
Delegato
Ispettore
Delegato
Delegato
Ispettore
Ispettore
Delegato
Osservatore
Delegato
Ispettore
Ispettore
Delegato
Delegato
Ispettore
Delegato
ACC - AFRICA Congo Congo
ACC - AFRICA Congo Congo
AET - AFRICA Etiopia - Eritrea
AET - AFRICA Etiopia - Eritrea
AFC – AFRICA Centrale
AFC – AFRICA Centrale
AFC – AFRICA Centrale
AFE – AFRICA Est
AFE – AFRICA Est
AFM - AFRICA Meridionale
AFM - AFRICA Meridionale
AFM - AFRICA Meridionale
AGL – AFRICA Grandi Laghi
AGL – AFRICA Grandi Laghi
ANG - ANGOLA
ANG - ANGOLA
ANN – AFRICA Nigeria Niger

13 Pages 121-130

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13.1 Page 121

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120ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
Nome e Cognome
Jésus Benoît Badji
Appolinaire Franck Kakpo Ametepe
Kpossi Koffi Didier Eklou
Kolotcholoma Denis Soro
Eleuterio Evita Role
Roland Mintsa
Donat Jean Fabien Rakotovao
Adolfo De Jesus Sarmento
Pedro Alexandre Meia
Emilius Aloyce Salema
Augustine [Sellam] Jacob
Joseph Samson Nyondo
Michael Kazembe Mbandama
Lucas Mario Mautino
Horacio Fabián Barbieri
José Alberto García Arias
Ramón Darío Perera
Márcio José Marçal Montandon
Natale Vitali
Ricardo Carlos
Adalberto Alves De Jesus
João da Silva Mendonça Filho
Philippe Bauzière
Ademir Ricardo Cwendrych
Sérgio Ramos de Souza
Francisco Inácio Vieira Junior
José Lopes Lima Júnior
Ronaldo Zacharias
Alexandre Luis De Oliveira
Claudio Esteban Cartes Andrades
Nelson Javier Moreno Ruiz
Néstor Alejandro Ledesma Peralta
Dionisio Medina Ovelar
Francisco Lezama
Raúl Esteban García Aparicio
Pietro (Peter) Hoang Kim Huy
Philip Donald Gleeson
Antonio Leung Wai-Choi
Teng Kok (Domingos) Leong
Gerardo [Naguit] Martin
Alexander (Locsin) Garces
Rooney John (Gustilo) Undar
Ruolo
Ispettore
Delegato
Delegato
Ispettore
Delegato
Ispettore
Delegato
Ispettore
Delegato
Ispettore
Delegato
Delegato
Ispettore
Delegato
Ispettore
Delegato
Ispettore
Delegato
Ispettore
Ispettore
Delegato
Delegato
Ispettore
Ispettore
Delegato
Ispettore
Delegato
Delegato
Ispettore
Delegato
Ispettore
Ispettore
Delegato
Ispettore
Delegato
Ispettore
Delegato
Delegato
Ispettore
Ispettore
Delegato
Delegato
Ispettoria
AON – AFRICA Occidentale Nord
AON – AFRICA Occidentale Nord
AOS – AFRICA Occidentale Sud
AOS – AFRICA Occidentale Sud
ATE – AFRICA Tropicale Equatoriale
ATE – AFRICA Tropicale Equatoriale
MDG - MADAGASCAR
MOZ - MOZAMBICO
MOZ - MOZAMBICO
TZA - TANZANIA
TZA - TANZANIA
ZMB – ZAMBIA – Malawi – Zimbabwe - Namibia
ZMB – ZAMBIA – Malawi – Zimbabwe - Namibia
ARN – ARGENTINA Nord
ARN – ARGENTINA Nord
ARS – ARGENTINA Sud
ARS – ARGENTINA Sud
BBH - BRASILE Belo Horizonte
BBH - BRASILE Belo Horizonte
BCG - BRASILE Campo Grande
BCG - BRASILE Campo Grande
BMA - BRASILE Manaus
BMA - BRASILE Manaus
BPA - BRASILE Porto Alegre
BPA - BRASILE Porto Alegre
BRE - BRASILE Recife
BRE - BRASILE Recife
BSP - BRASILE São Paulo
BSP - BRASILE São Paulo
CIL – CILE
CIL – CILE
PAR - PARAGUAY
PAR - PARAGUAY
URU - URUGUAY
URU - URUGUAY
AUL – AUSTRALIA PACIFICO
AUL – AUSTRALIA PACIFICO
CIN - CINA
CIN - CINA
FIN – FILIPPINE Nord
FIN – FILIPPINE Nord
FIS - FILIPPINE Sud

13.2 Page 122

▲torna in alto
ELENCO DEI PARTECIPANTI AL CG29121
Nome e Cognome
Joseph Shoichiro Nakada
Atsushi Francesco Hamasaki
Vincentius Prastowo
Silverius Andang Kencana Aji
Marcello (Kwang Hyun) Baek
Peter (Sang Yun) Kim
Timothy Won Chol Choi
Leo Neng Khan Mang
(Bosco) Zaya Aung
Pedro Sachitula (Satchitula)
Gregorio Jr. (Encina) Bicomong
Thanad (John Baptist) Anan
Boonlert Paneetatthayasai
Plácido Teófilo Freitas
Anacleto Pires Guterres
An Phong Le
Hoang Phi (Sr) Nguyen
Ngoc Vinh Nguyen
Van Luan Bui
Ashley Miranda
Michael Fernandes
Savio Raj Silveira
Sunil Kerketta
Tomy Augustine Kumplankal
Joseph Pauria
Joseph Pampackal
Devasia Anthony Rajeesh Payamppally
Deli Kapani
Nicodim (Nicodem) Aind
Sebastian Kuricheal
Joy Kachappilly
Rajesh Salagala
Thomas Rajkumar Santiagu
Joe Tony Previnth
George Thannickal Chacko
Jose Thomas Koyickal
John Alexander Michael
Don Bosco Lourdusamy
Stanislaus Swamikannu
Augustine Albert Toppo
Davis Maniparamben John
Vijay Soy
Banzelao Julio Teixeira
Ruolo
Delegato
Ispettore
Ispettore
Delegato
Ispettore
Delegato
Osservatore
Delegato
Ispettore
Delegato
Ispettore
Delegato
Ispettore
Delegato
Ispettore
Ispettore
Delegato
Delegato
Osservatore
Delegato
Delegato
Ispettore
Delegato
Delegato
Ispettore
Ispettore
Delegato
Delegato
Delegato
Ispettore
Delegato
Delegato
Ispettore
Delegato
Delegato
Ispettore
Delegato
Ispettore
Delegato
Delegato
Ispettore
Delegato
Delegato
Ispettoria
GIA - GIAPPONE
GIA - GIAPPONE
INA – INDONESIA
INA – INDONESIA
KOR - KOREA
KOR - KOREA
KOR - KOREA
MYM - MYANMAR
MYM - MYANMAR
PGS - Papua Nuova Guinea e Isole Salomone
PGS - Papua Nuova Guinea e Isole Salomone
THA - THAILANDIA
THA - THAILANDIA
TLS – TIMOR Est
TLS – TIMOR Est
VIE - VIETNAM
VIE - VIETNAM
VIE - VIETNAM
VIE - VIETNAM
INB – INDIA Bombay
INB – INDIA Bombay
INB – INDIA Bombay
INC - INDIA Calcutta
INC - INDIA Calcutta
INC - INDIA Calcutta
IND – INDIA Dimapur
IND – INDIA Dimapur
IND – INDIA Dimapur
ING - INDIA Guwahati
ING - INDIA Guwahati
ING - INDIA Guwahati
INH - INDIA Hyderabad
INH - INDIA Hyderabad
INK – INDIA Bangalore
INK – INDIA Bangalore
INK – INDIA Bangalore
INM – INDIA Madras
INM – INDIA Madras
INM – INDIA Madras
INN – INDIA New Delhi
INN – INDIA New Delhi
INN – INDIA New Delhi
INP – INDIA Panjim

13.3 Page 123

▲torna in alto
122ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
Nome e Cognome
Clive Justin Telles
Anthony Kharkongor
John Zosiama
Jose Vettath
Agilan Sarprasadam
Robert Simon David
Amaladoss Sanjone
Angelo Sylvester Roshan Miranda
Oratious Sajeewaka Paul
Peter Johannes Rinderer
Siegfried Kettner
Dieter Verpoest
Bart Decancq
Martin Hobza
Libor Všetula
Mihovil Kurkut
Milan Ivančević
Daniel Federspiel
Xavier De Verchère
James Robert Gardner
James Gerard Briody
Simon Leonhard Härting
Reinhard Gesing
Eunan McDonnell
Cyril Aigbadon Odia
Savio Vella
Eric Cachia
Tadeusz Jarecki
Dariusz Stanislaw Mikolajczyk
Jacek Zdzieborski
Łukasz Pawłowski
Szymon Kasprzak
Tadeusz Itrych
Bartlomiej Polanski
Tomasz Hawrylewicz
Dariusz Bartocha
Marcin Kaznowski
Peter Jacko
Peter Timko
Peter Končan
Klemen Balažič
Andrii Platosh
Mykhaylo Chaban
Ruolo
Ispettore
Delegato/Supp
Ispettore
Delegato
Ispettore
Delegato
Delegato
Ispettore
Delegato
Delegato
Ispettore
Delegato
Ispettore
Ispettore
Delegato
Delegato
Ispettore
Ispettore
Delegato
Delegato
Ispettore
Delegato
Ispettore
Ispettore
Delegato
Delegato
Ispettore
Ispettore
Delegato
Delegato
Delegato
Delegato
Ispettore
Ispettore
Delegato
Delegato
Ispettore
Delegato
Ispettore
Ispettore
Delegato
Delegato
Ispettore
Ispettoria
INP – INDIA Panjim
INS - INDIA Shillong
INS - INDIA Shillong
INS - INDIA Shillong
INT – INDIA Tiruchy
INT – INDIA Tiruchy
INT – INDIA Tiruchy
LKC – SRI LANKA
LKC – SRI LANKA
AUS - AUSTRIA
AUS - AUSTRIA
BEN – BELGIO NORD - OLANDA
BEN – BELGIO NORD - OLANDA
CEP – CECA REPUBBLICA
CEP – CECA REPUBBLICA
CRO - CROAZIA
CRO - CROAZIA
FRB – FRANCIA – BELGIO SUD
FRB – FRANCIA – BELGIO SUD
GBR – GRAN BRETAGNA
GBR – GRAN BRETAGNA
GER - GERMANIA
GER - GERMANIA
IRL - IRLANDA
IRL - IRLANDA
MLT – MALTA
MLT – MALTA
PLE - POLONIA EST
PLE - POLONIA EST
PLE - POLONIA EST
PLN – POLONIA NORD
PLN – POLONIA NORD
PLN – POLONIA NORD
PLO – POLONIA OVEST
PLO – POLONIA OVEST
PLS - POLONIA SUD
PLS - POLONIA SUD
SLK - SLOVACCHIA
SLK - SLOVACCHIA
SLO - SLOVENIA
SLO - SLOVENIA
UKR - UCRAINA
UKR - UCRAINA

13.4 Page 124

▲torna in alto
ELENCO DEI PARTECIPANTI AL CG29123
Nome e Cognome
Sándor Kovács
Gábor Vitális
José Pastor Ramírez Fernández
Jorge Antonio Santiago Cartagena
Líder Justiniano Flores
Luis Adolfo Torrez Sanjines
Juan Gabriel Romero López
Julio Andrés Navarro Mora
Rubén Dario Jaramillo Duque
Rafael Andrés Lasso Castelblanco
José Ariel Guerrero Castro
José Luis Jiménez Martínez
Luis Alberto Mosquera Herrera
Marcelo Alfonso Farfán Pacheco
Morachel Bonhomme
Marc-Antoine Justable
Filiberto González Plasencia
Eduardo Lara Perez
Juan Aaron Cerezo Huerta
Hugo Herrera Rosales
Uriel Iván Jáuregui Casas
Juan Pablo Alcas Michilot
Travis Gunther
Danh Cong Dominic Tran
Kristian Kris Laygo
Melchor Trinidad
John Thomas Mass
José Liborio Escalona Uzcategui
Rafael Bernardo Montenegro Latouche
Domenico Paternò
Albert Ramadan
Roberto Colameo
Daniele Merlini
Michelangelo Dessì
Fabiano Gheller
Claudio Belfiore
Leonardo Mancini
Edoardo Gnocchini
Roberto Dal Molin
Claudio Beretta
Giuseppe Russo (Tardio)
Gianpaolo Roma
Ruolo
Ispettoria
Delegato/Supplento UNG - UNGHERIA
Ispettore
UNG - UNGHERIA
Ispettore
Delegato
Ispettore
Delegato
Delegato
Ispettore
Ispettore
Delegato
Ispettore
Delegato
Delegato
Ispettore
Delegato
Delegato
Ispettore
Delegato
Ispettore
Delegato
Delegato
Ispettore
Delegato
Ispettore
Delegato
Ispettore
Osservatore
Delegato
Ispettore
ANT - ANTILLE
ANT - ANTILLE
BOL - BOLIVIA
BOL - BOLIVIA
CAM – CENTRO AMERICA
CAM – CENTRO AMERICA
COB - COLOMBIA Bogotá
COB - COLOMBIA Bogotá
COM - COLOMBIA Medellín
COM - COLOMBIA Medellín
ECU - ECUADOR
ECU - ECUADOR
HAI - HAITI
HAI - HAITI
MEG - MESSICO Guadalajara
MEG - MESSICO Guadalajara
MEM - MESSICO Mexico
MEM - MESSICO Mexico
PER - PERÙ
PER - PERÙ
SUE – STATI UNITI EST
SUE – STATI UNITI EST
SUO – STATI UNITI Ovest
SUO – STATI UNITI Ovest
SUO – STATI UNITI Ovest
VEN - VENEZUELA
VEN - VENEZUELA
Ispettore
Osservatore
Ispettore
Delegato
Delegato
Delegato
Delegato
Ispettore
Delegato
Ispettore
Delegato
Delegato
Ispettore
CNA – Circoscrizione Nord Africa
CNA – Circoscrizione Nord Africa
ICC - ITALIA Circoscrizione Centrale
ICC - ITALIA Circoscrizione Centrale
ICC - ITALIA Circoscrizione Centrale
ICP - ITALIA Circoscrizione Piemonte
ICP - ITALIA Circoscrizione Piemonte
ICP - ITALIA Circoscrizione Piemonte
ILE - ITALIA Lombardo Emiliana
ILE - ITALIA Lombardo Emiliana
ILE - ITALIA Lombardo Emiliana
IME - ITALIA Meridionale
IME - ITALIA Meridionale

13.5 Page 125

▲torna in alto
124ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
Nome e Cognome
Lorenzo Teston
Michele Bortolato
Silvio Zanchetta
Domenico Saraniti
Arnaldo Riggi
Pier Jabloyan
Simon Zakerian
João Mendes Chaves
Tarcízio António Morais De Castro
José Luis Navarro Santotomás
Jordi Lleixá Jané
Fernando Miranda Ustero
Xabier Camino Sáez
Luis Fernando Gutiérrez Cuesta
Óscar Bartolomé Fernández
Manuel Fernando García Sánchez
Andrea Bozzolo
José Aníbal Milhais Mendonça Pinto
Francesco Marcoccio
Joan Lluis Playà Morera
Luca Barone
Ruolo
Delegato
Delegato
Ispettore
Ispettore
Delegato
Delegato
Ispettore
Delegato
Ispettore
Delegato
Delegato
Ispettore
Delegato
Delegato
Delegato
Ispettore
Delegato
Ispettore
Delegato
Osservatore
Osservatore
Ispettoria
INE - ITALIA Nord-Est
INE - ITALIA Nord-Est
INE - ITALIA Nord-Est
ISI - ITALIA Sicula
ISI - ITALIA Sicula
MOR – MEDIO ORIENTE
MOR – MEDIO ORIENTE
POR - PORTOGALLO
POR - PORTOGALLO
SMX – SPAGNA Sevilla
SMX – SPAGNA Sevilla
SMX – SPAGNA Sevilla
SSM - SPAGNA Madrid
SSM - SPAGNA Madrid
SSM - SPAGNA Madrid
SSM - SPAGNA Madrid
UPS - Università Pontificia Salesiana
UPS - Università Pontificia Salesiana
RMG - Sede Centrale
RMG - Sede Centrale
RMG - Sede Centrale

13.6 Page 126

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ATTI DEL CAPITOLO GENERALE 29125
CRONACA DEI LAVORI DEL CG29
DI DON PASCUAL CHAVEZ
Facendo il punto (1)
1. Punto di riferimento di tutto quanto stiamo facendo è
l’art. 146 delle Costituzioni, che definisce la natura, l’obiettivo
del Capitolo Generale.
146. Il Capitolo generale è il principale segno dell’unità della
Congregazione nella sua diversità. È l’incontro fraterno nel quale
i salesiani compiono una riflessione comunitaria per mantenersi
fedeli al Vangelo e al carisma del Fondatore e sensibili ai bisogni
dei tempi e dei luoghi. Per mezzo del Capitolo generale l’intera
Società, lasciandosi guidare dallo Spirito del Signore, cerca di
conoscere, in un determinato momento della storia, la volontà di
Dio per un miglior servizio alla Chiesa (1 cfr CIC, can. 631).
2. Nella preghiera di apertura nel cortile, presieduta dal Arc.
di questa Diocesi di Torino, il Card. Roberto Repole, prendendo
spunto della 2a lettura della Domenica (1Cor 15 sulla Risurrezio-
ne di Cristo, nucleo centrale della nostra fede), ha iniziato ricor-
dandoci che siamo stati convocati da Dio per celebrare la nostra
fede, ravvivare la nostra speranza e infiammare la nostra carità.
Poi nell’Eucaristia, facendo il commento delle Beatitudini in pa-
rallelo tra quelle più spirituali del Vangelo di Matteo e quelle più
sociali del Vangelo di Luca, ha rilevato che queste rispecchiano
assai bene a livello mondiale la drammatica situazione che stia-
mo vivendo oggi e ci invitava ad avere come Gesù uno sguardo
amorevole verso i poveri e profetico verso coloro che pongono
tutta la loro fiducia nell’uomo: potere, denaro, cupidigia etc. E
reagire come dice il Sal 1 ponendo tutta la fiducia in Dio.
3. Nella cerimonia di apertura in teatro, il Sindaco, oltre a
ringraziare la possibilità di salutare e augurarci una bella assise
della Congregazione Salesiana, ha condiviso la sua perplessità

13.7 Page 127

▲torna in alto
126ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
per la situazione sociale e politica mondiale e invitando a che, co-
me frutto del nostro Capitolo, possiamo rinnovare l’impegno per
i giovani attraverso l’educazione e promuovere il loro futuro.
4. È interessante costatare come sia l’autorità religiosa che
la civile ci hanno richiamato lo scenario sociale e politico del no-
stro mondo oggi, appunto per non vivere questo evento come
una ‘bolla di sapone”, ma come un vero interlocutore. Non dob-
biamo perdere mai di vista che Dio parla con una voce polifonica,
attraverso la natura e la crisi ecologica, attraverso la storia
specie attraverso il grido dei poveri in tutte le sue espressioni,
attraverso la Parola di Dio, attraverso il magistero della Chiesa
e della Congregazione, attraverso la nostra voce...
5. Da parte sua, don Stefano ha fatto un’illuminante impo-
stazione del CG29, il cui tema – formulato dal RM don Àngel
Fernández “Appassionati di Gesù Cristo – dedicati ai giovani” –
è stato frutto delle risposte di tutte le Ispettorie e del discerni-
mento all’interno del Consiglio, che portò alla definizione del
tema e ai nuclei in cui si è declinato, con una chiara chiamata
“per una rinnovata identità carismatica frutto della esperienza
di Dio, in vista di una fedele e profetica vita salesiana”.
6. Nel suo intervento Sr Simona Brambilla, Prefetta per la
Congregazione degli Istituti di Vita Consacrata e Società di Vita
Apostolica, condividendo la sua esperienza del Sinodo “per un
percorso sinodale’ ha preso l’icona dei Discepoli di Emmaus per
illustrare il dialogo spirituale nella sua doppia vertente, a livello
umano, di ciò che passa per la nostra mente e il nostro cuore,
e a livello spirituale, di ciò che accade quando infiammati dalla
Parola e illuminati dallo Spirito si cerca il volere di Dio, con
l’augurio che questo possa accadere nello sviluppo del nostro
Capitolo Generale.
Infine, Madre Chiara e Antonio Boccia, rappresentanti non
solo delle FMA e dei Salesiani Cooperatori, ma di tutta la Fami-
glia Salesiana ci hanno augurato una feconda esperienza capito-
lare, appunto perché si tratta di un evento che ha a che vedere
con l’intera Famiglia Salesiana, e assicurando la loro preghiera.

13.8 Page 128

▲torna in alto
CRONACA DEI LAVORI DEL CG29127
7. Gli Esercizi Spirituali hanno voluto creare l’atmosfera spi-
rituale nella quale vivere questa ‘pentecoste salesiana’ e, allo
stesso tempo, approfondire il criterio di riferimento con il quale
illuminare la realtà, lo stato della Congregazione, le sfide che
emergono e le priorità da prendere. Le omelie di don Eunan, di
don Fernando García e don Jorge Crisafulli hanno offerto da di-
verse prospettive spunti per un vissuto fecondo del CG in modo
che le scelte da fare rispondano a ciò che Dio si attende della
Congregazione.
8. Il pellegrinaggio a Colle Don Bosco, culla del nostro padre
e della sua vocazione e missione ricevuto nel ‘sogno dei 9 anni’,
e a Chieri, luogo dove ha vissuto i dieci anni che segnarono
profondamente la sua vita e dove fa il discernimento della sua
vocazione sacerdotale è stata l’occasione per ringraziare il dono
che ha significato e significa Don Bosco, per ricordare la sua sto-
ria ad incominciare quella dei suoi origini e quella del sogno e
tutto quanto ne derivò, e finalmente per trovare ispirazione per
rispondere alle sfide delle nuove generazioni dei giovani, stando
attenti a loro, a le loro attese, ai loro bisogni, senza fossilizzare
il carisma identificandolo con opere, programmi e progetti.
9. Dopo le giornate di spiritualità, si comincia a lavorare con
l’orario ordinario del Capitolo. L’informazione sul funzionamen-
to del tablet in modo tale di facilitare il lavoro e la partecipazio-
ne di tutti, la presentazione da parte di Don Stefano nella sua
veste di Presidente del CG29 dei tre segretari dello stesso, don
Daniele Merlini, don Fabiano Gehler e don Bortolato, la lettura
del Regolamento, conclusa con la sanatio delle procedure di al-
cuni capitoli ispettoriali, la costituzione delle Commissioni, ci
hanno messo in grado di approvare il Regolamento con le modi-
fiche richieste dall’Assemblea e di ricevere la presentazione dello
Strumento di Lavoro per il CG29, con la conseguente condivi-
sione e votazione.
10. La seconda settimana invece è stata tutta incentrata nel-
la presentazione dello Stato della Congregazione, attraverso la

13.9 Page 129

▲torna in alto
128ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
Relazione del RM, del Vicario, dei Consiglieri di Settori e dei
Consiglieri Regionali, e le Statistiche con la loro corrispondente
lettura, soprattutto attraverso l’interpretazione del tutto fatta
da don Giovanni Dalpiaz.
11. Questa importantissima parte si conclude con un inter-
vento di don Stefano nel quale ribadisce ai capitolari che le rela-
zioni presentate che ci hanno offerto lo stato della Congregazio-
ne sono una parola con cui Dio ci parla e che tocca a noi nello
studio personale e di commissione il compito di identificare le
sfide e le priorità di futuro. La compariscenza dei Consiglieri di
Settore e quella del Vicario per rispondere alle domande inviate
dai capitolari è sempre orientata verso una conoscenza migliore
dello stato della Congregazione nel suo insieme e nei suoi ambiti
e regioni, creando sempre di più senso di appartenenza e di re-
sponsabilità. L’informazione fornita non è per soddisfare curio-
sità ma rendere più corresponsabili di questa eredità di Don Bo-
sco oggi nelle nostri mani, sì da poter trasmetterle fedelmente
alle seguenti generazioni. Ben possiamo immaginare l’importan-
za di questo lavoro, il cui risultato diventa praticamente il pro-
gramma di governo del RM per il prossimo sessennio.
12. Da questo punto di vista, il lavoro in commissioni è stato
molto proficuo e, soprattutto, ha giovato a creare comunione,
e favorito la partecipazione, il tutto in vista della missione. E
così, quasi di modo naturale, siamo entrati nello spirito e nella
metodologia sinodale.
A questo punto, è chiaro che il CG29 segnerà una svolta nella
Congregazione diventata sempre più multiculturale e bisognosa
di passare dall’inculturazione del carisma in tutte le culture alla
interculturalità, il che significa una unità della Congregazione
fatta dalla diversità di espressioni dello stesso carisma, una sfida
molto grossa, non facile, ma decisiva per il futuro della Congre-
gazione. Ci troviamo con una nuova configurazione della Vita
Consacrata, anche nella nostra Congregazione, como lo dimo-
strano la diversa procedenza delle vocazioni, la cultura delle

13.10 Page 130

▲torna in alto
CRONACA DEI LAVORI DEL CG29129
nuove generazioni di religiosi, anche dei nostri salesiani, il cam-
bio di accento dalla gestione di opere alla missione educatrice,
evangelizzatrice, e il nuovo soggetto pastorale formato da Sale-
siani e Laici condividendo non solo lavoro ma carisma, spirito e
missione. Speriamo che l’adempimento del programma di lavoro
vada accompagnato dalla presa sul serio di questo cambiamento,
che tocca il tema della unità e il decentramento, in modo tale
che inculturato perfettamente il carisma nelle diverse culture,
diventi un arricchimento per tutto l’unico carisma salesiano. Lo
Spirito Santo è la fonte della diversità è Lui stesso il creatore
dell’armonia. Lasciamoci abitare e guidare da Lui. Maria la
esperta dello Spirito ci insegni gli atteggiamenti fondamentali:
ascolto - docilità - collaborazione.
Facendo il punto - 2
1. Questa volta la settimana di cui faccio il punto è iniziata
sabato scorso, quando don Andrea Bozzolo e Fr Eunan hanno
presentato e proposto all’Assemblea ciò che è la “conversazione
nello Spirito”, vissuta con eccellente frutto nel “Sinodo per un
percorso sinodale della Chiesa”, illustrato poi da tre testimo-
nianze di esperienze fatte da tre capitolari don Luis Gutiérrez
(Koldo), don Daniel Federspiel e don Gian Paolo Roma.
2. Lunedì 3, dopo la riflessione personale e in commissione
sul metodo, in aula si fece la votazione e venne approvato. E su-
bito viene messo in pratica attraverso l’introduzione spirituale
che Fr Eunan fa del primo nucleo dello Strumento di Lavoro a
partire della meditazione del testo di Mc 3, 13-16 fatto preghie-
ra. Il resto della giornata di lavoro fu dedicata allo studio perso-
nale e in commissioni del nucleo 1 nella sua prima parte, quella
dell’Ascolto. La giornata si concluse in aula con la preghiera
del vespro e la buona notte data dall’Ispettore di Argentina Sud,
P. Dario Perera ispirata al 150° anniversario della prima spedi-
zione missionaria salesiana.
3. Martedì 4, è stata una giornata di lavoro in commissioni

14 Pages 131-140

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14.1 Page 131

▲torna in alto
130ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
sempre sul primo nucleo nelle seguenti due parti: Interpretazio-
ne e Scelte. Si finì con la preghiera del Vespro e la Buona Notte
data da Fr John Zosiama, Ispettore di Guwahati, che ci presentò
la presenza salesiana nel nordest dell’India. Alla cena si fece un
po’ di festa per il carnevale.
4. Mercoledì 5, dopo la preghiera del mattino per gruppi lin-
guistici, proseguì il lavoro in commissioni sul tema A “Centralità
di Gesù Cristo e Cura della Vocazione” con la condivisione di
quello che avevano fatti i gruppi. A fine mattinata, nella Basili-
ca, abbiamo avuto la celebrazione dell’Eucaristia delle Ceneri
presieduta da don Beppe Roggia che nell’omelia, a partire dal-
l’immagine simbolo delle ceneri usate pure per rigenerare il
campo, ci invitava a fare di questa stagione liturgica una vivifi-
cazione e rifiorire, come e con il Cristo Risorto. Nel pomeriggio
si continuò il lavoro in commissioni sul tema B “Fraternità e at-
tenzione ai poveri” e poi sul tema C “Formazione del Salesiano”
fino a completare lo studio del nucleo 1. Si terminò in aula con
la preghiera del vespro e la buona notte offerta da Mons. Saro
Vella, Vescovo di Madagascar e la sua proposta della creazione
di una associazione di vescovi salesiani.
5. Giovedì 6, nella prima parte della mattina, si lavorò in
commissioni per lo studio della sintesi di tutto il nucleo 1, alla
fine del quale si fece la votazione. Dopo la pausa c’è stato studio
personale su alcuni aspetti del nucleo 3.
Nel pomeriggio, in aula, si fece la lettura e approvazione dei
verbali, dopodiché prese la parola il Presidente per ringraziare
del lavoro svolto in commissione e giustificare la scelta di passa-
re già al nucleo 3, che contiene aspetti giuridici che potrebbe
concludersi con la modifica di alcuni articoli costituzionali.
In tal caso, sarebbe necessario inviare le modifiche alla Santa
Sede chiedendo l’approvazione, prima della settimana dell’ele-
zioni del Consiglio Generale.
E subito si dà inizio al nucleo 3 con una meditazione della
Parola guidata da Fr Eunan a partire del testo di Rm 12,2; poi

14.2 Page 132

▲torna in alto
CRONACA DEI LAVORI DEL CG29131
don Chávez offre una informazione richiesta sulle Strutture di
animazione e governo della Congregazione, cui segue don Pier
Fausto Frisoli che illustra dal punto di vista giuridico i tre temi
sui quali il Capitolo dovrà decidere: l’Organizzazione delle Re-
gioni, la Composizione del Consiglio Generale e dei Segretariati
generali, e il Requisito del Sacerdozio per essere Direttore, Ispet-
tore e Rettor Maggiore, perché nel caso di cambiamenti che toc-
chino le Costituzioni si deve chiedere l’approvazione della Santa
Sede come già detto dal Presidente del Capitolo, don Stefano
Martoglio. Infine, il Regolatore presenta lo schema di lavoro su
6 punti. Dopo la pausa si torna in commissioni per il lavoro
sull’Ascolto, Interpretazione e Scelte su questi. Di nuovo si ra-
duna l’Assemblea per la preghiera del Vespro e la buona notte
offerta da don Vaclav Klement, Ispettore della AFM.
6. Venerdì 7, al mattino c’è stato lavoro in commissioni per
raccogliere le proposte dei gruppi ed elaborare tre proposte con
una motivazione da presentare all’Assemblea. Dopo la pausa, in
Aula si fece lettura e approvazione dei verbali e si presentano le
proposte di ogni commissione, con spazio per discussione in as-
semblea, anche se non c’è stato nessun intervento. Nel pomerig-
gio il Regolatore introduce il punto 3.1 più le schede 1 e 2 e si
passa alle commissioni. Poi si torna in Aula per la presentazione
delle delibere da essere votate il giorno seguente. Si concluse con
la Via Crucis.
7. Un elemento non indifferente, anzi, è stata la presentazio-
ne progressiva delle realtà della Congregazione soprattutto
attraverso le Omelie, come quella dell’Ispettore dell’Ucraina,
don Myhailo Chavan, e le ‘Buone notti”, ad incominciare dalla
prima, quella di don Guillermo Basañes sull’AFC e le altre già
indicate. Non si tratta di far conoscere per soddisfare curiosità,
ma per creare comunione, senso di appartenenza, per passare
sempre più del “io” al “noi” a livello congregazionale.
A questo punto, dopo una settimana di tipico lavoro capito-
lare, nel senso di essere incentrato sul tema “Appassionati di

14.3 Page 133

▲torna in alto
132ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
Gesù Cristo e dedicati ai Giovani” e i suoi tre nuclei, possiamo
dire che sia il lavoro fatto dalla commissione precapitolare che
elaborò lo Strumento di Lavoro, sia la Presidenza che preparò
accuratamente tutti gli aspetti del Capitolo Generale in questa
sede di Valdocco, sia l’organizzazione concreta, sia la scelta fatta
di assumere ed adoperare la ‘Conversazione nello Spirito” si so-
no dimostrati componenti tutti molto azzeccati e validi.
Ad oggi, dopo tre settimane, è ormai visibile l’atmosfera fra-
terna interculturale che stiamo vivendo e anche la familiarizza-
zione con la spiritualità e il metodo della “Conversazione nello
Spirito”, dando spazio a una conoscenza più profonda tra di noi,
ad una accoglienza vicendevole più aperta, ad una comunione
spirituale nell’ascolto dello Spirito per aprirci alla Volontà del
Padre che ci vuole sempre più fedeli a Cristo e al progetto di Don
Bosco a favore dei giovani, specialmente i più poveri e bisognosi.
È questo quanto trasforma il Capitolo Generale in una vera
‘pentecoste salesiana’.
Facendo il punto - 3
1. Questo terzo mio intervento “Facendo il punto” comincia
recuperando quanto abbiamo vissuto sabato 8, iniziato con
una Lectio sul “L’Eucaristia al centro della vita” guidata da don
Guido Errico e dalla Ispettoria del Vietnam. Nella seduta si fe-
cero la lettura e l’approvazione dei verbali, poi il Presidente, don
Stefano Martoglio, invitò don Pier Fausto Frisoli a fare alcuni
chiarimenti giuridici riguardanti le votazioni delle delibere che i
Capitolari dovrebbero fare nelle prossime settimane, dopodiché
prima di procedere alle votazioni non definitive delle delibere si
diede la parola a chi chiese qualche chiarimento, dopodiché si ef-
fettuò la votazione lasciando per lunedì la votazione definitiva.
La seduta si concluse con l’intervento “Facendo il punto” (2)
assieme a una parte del cammino interno della Congregazione
dal CGS al CG29.
2. A mezzogiorno, nell’Eucaristia in Basilica, presieduta

14.4 Page 134

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CRONACA DEI LAVORI DEL CG29133
dall’Ispettore dell’Ispettoria di Myanmar, Fr Zaya Aung conse-
gnò una toccante omelia e un saluto finale sulla situazione
drammatica che stanno vivendo da anni. Alla sera, la preghiera
del Vespro in Basilica fu presieduta da don Bonhomme Mora-
chel, Ispettore dell’Ispettoria di Haitì, che ci diede la buonanotte
parlando anche lui della difficile situazione politica e sociale che
da anni vive il Paese e dove i Salesiani hanno fatto la scelta di
stare con il popolo e condividere la loro sofferenza per testimo-
niare la vicinanza di Dio, la sua tenerezza e dare speranza a un
popolo disperato. Questi due interventi toccarono il cuore di tut-
ti i capitolari rafforzando il senso di Congregazione e invitando
alla solidarietà nella sofferenza con queste realtà, una vera sim-
patia (sym-pascho) che porta a ‘piangere con chi piange’.
3. Lunedì 10, al mattino si lavorò in commissioni sul nucleo
3.1 + schede 1 & 2 fino ad arrivare alle proposte. Successiva-
mente, in Aula si passò all’approvazione dei Verbali, seguita da
un intervento del Presidente, dopodiché le 6 commissioni pre-
sentarono le proposte sul nucleo 3.1. Alla fine, si chiese di esa-
minare le delibere da votare e preparare gli interventi sulle pro-
poste del punto 3.1. Nel pomeriggio, in Aula, si è dato tutto lo
spazio necessario per gli interventi, cha fecero sentire le diffe-
renti valutazioni sui diversi temi riguardanti la composizione del
Consiglio. A questo punto prese la parola il Presidente, che rin-
graziò la libertà con cui si sono espressi coloro che sono interve-
nuti e, nel contempo, rilevando l’importanza del tema e di quan-
to stiamo facendo non in vista di arrivare a una decisione condi-
visa ma di creare una visione comune, sempre col desiderio di
dare risposta alla richiesta del RM che, nella sua lettera di indi-
zione del CG29, invitava ad una coraggiosa verifica dell’anima-
zione e governo a tutti i livelli. Dopo una pausa, al rientro in Au-
la, si fece la votazione sulle 5 delibere riguardanti il nucleo 3.2:
1) la Costituzione di una seconda Regione in Africa-Madagascar,
2) la richiesta al Rettore Maggiore con il suo Consiglio di rivedere
le priorità e modalità di attuazione dei compiti del Consigliere
Regionale per meglio attuare quanto richiesto dalle Costituzioni

14.5 Page 135

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134ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
e Regolamenti, 3) La richiesta al RM con il suo Consiglio di ga-
rantire ai Consiglieri Regionali personale adeguato per suppor-
tare il loro servizio, 4) che l’Ispettoria “San Giovani Bosco” della
Croazia sia trasferita dalla Regione Europa Centro Nord alla
Regione Mediterranea, 5) la richiesta al Rettor Maggiore con
il suo Consiglio di sviluppare una riflessione sulle sfide comuni
che la Congregazione deve affrontare oggi in Europa e sulla si-
nergia tra le due Regioni. Tutte queste 5 delibere risultarono ap-
provate con livelli diversi tra il placet, il non placet e l’astensio-
ne. Seguirono ulteriori interventi sempre sul tema, che termi-
narono con una ulteriore parola del Presidente, il quale espresse
l’apprezzamento di quanto era stato condiviso e suggerì un libe-
ro scambio per capitalizzare quello che era il frutto dell’ascolto.
La giornata si concluse con la preghiera del vespro e la buona
notte da parte dell’Ispettore della Ispettoria di Polonia Varsavia,
don Tadeusz Jarecki.
4. Martedì 11, in Aula, si iniziò con la lettura e approvazione
dei verbali. Prese parola il Presidente per dirci che sarebbe arri-
vata la proposta delle nuove delibere da votare e offrì alcuni cri-
teri al riguardo. Il Regolatore presentò il lavoro da fare: studio
delle schede 8-9-10 sul requisito del Sacerdozio per essere Diret-
tore, Ispettore, Rettor Maggiore, e tenendo conto del Rescritto
del Santo Padre Francesco circa la deroga al can, 588 52 CIC,
del 18.05.2022 e la ‘Rilettura carismatica salesiana’ di tale Re-
scritto. Dopo queste indicazioni si è andati in commissione per
lo studio personale, la riflessione nei gruppi e le susseguenti pro-
poste elaborate in commissione. Nell’ultima parte della giorna-
ta, in Aula, la Commissione di redazione presentò le delibere sul
tema 3.1. Poi le 6 commissioni presentarono le proposte sulle
schede 8/9/10. Il materiale presentato si sarebbe letto e studiato
il giorno seguente. Si finì con la preghiera del vespro e la buona-
notte data dagli Ispettori dell’Ecuador, P. Marcelo Farfán, e del
Perù, P. Juan Pablo Alcaz, che ci hanno presentato la figura mis-
sionaria straordinaria del P. Luigi Bolla e il Centro di Formazio-
ne per il popolo Achuar.

14.6 Page 136

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CRONACA DEI LAVORI DEL CG29135
5. Mercoledì 12, tutta la mattinata in Aula per la lettura e ap-
provazione dei Verbali, una parola del Presidente per comunicarci
la conclusione della Commissione Centrale sulle delibere da votare
riguardo alla Composizione del Consiglio, dopodiché don Luca Ba-
rone ci presentò le tre delibere riguardanti la richiesta al RM e al
suo Consiglio di promuovere un maggiore coordinamento tra i Con-
siglieri di Settore e i Consiglieri Regionali, la trasformazione della
Comunicazione Sociale in un Segretariato, infine, la trasformazio-
ne delle Missioni in un Segretario, tutti e tre con risultati. Dopo
questo si passò la mattinata ascoltando gli interventi sulla scheda
8 riguardante il requisito del sacerdozio per il direttore. A fine mat-
tinata sono stato invitato ad offrire una illuminazione prendendo
spunto dalla conferenza di Don Bosco ai Novizi Coadiutori a San
Benigno Canavese nel 1883 e dalla lettera di Don Filippo Rinaldi
commentando uno ad uno tutti gli elementi di quel testo di referi-
mento. Nel pomeriggio, si è proseguto con ulteriori interventi, do-
podiché si diede la parola a don Joan Lluís Playà per presentare
una proposta di modifica dell’articolo 151 che inserirebbe tra i
membri del Capitolo Generale con diritto di voto il Delegato Cen-
trale a cui è affidata la responsabilità diretta del Segretariato per
la Famiglia Salesiana a norma dell’articolo 108 dei Regolamenti
Generali. Poi c’è stato un tempo per la riflessione personale, se-
guito da uno in commissione e si tornò in Aula. Al rientro, don Lu-
ca Barone, ci presentò le proposte per 4 delibere sulle schede 8/9/10
con due alternative sulla scheda 8 che riguarda il requisito del sa-
cerdozio per il direttore. Dopo alcuni informazioni del Presidente
e del Regolatore siamo passati alla preghiera del Vespro guidata
dalla Ispettoria dell’Angola e seguita dalla buonanotte offerta dal-
l’Ispettore del Medio Oriente, don Simon Zekarian.
6. Giovedì 13, in aula, dopo la lettura e approvazione dei ver-
bali, si procede alla votazione intermedia sulle schede 8/9/10 con
risultato positivo per la delibera sulla possibilità ad experimen-
tum per i prossimi 6 anni di nomine di Salesiani Coadiutori co-
mo Direttori di comunità. Al termine della votazione si inizia la
presentazione del Nucleo primo come elaborate dalle singole

14.7 Page 137

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136ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
commissioni. Dopo la pausa, sempre in aula, si fa la votazione
definitiva delle delibere sul tema 1 “Organizzazione del Consi-
glio generale” con questi risultati: 1°) chiedere al RM la promo-
zione di un maggior coordinamento tra i consiglieri di settore e
consiglieri regionali, 2°) mantenere invariato l’art sul Consiglie-
re per la Comunicazione Sociale, 3°) mantenere ugualmente in-
variato l’art sul Consigliere per le Missioni. Dopo queste vota-
zioni, si continuò con la presentazione del Nucleo primo. Nel po-
meriggio, in Aula, si completò la presentazione delle commissio-
ni sul Nucleo primo e si diede spazio ad interventi in assemblea
su questo nucleo. Poi si propongono all’Assemblea le proposte di
delibere 12, 13, 14, e 15 sul ‘requisito del sacerdozio”. La n. 12
riguardante la richiesta al RM di avvalersi del Rescritto del Papa
e di modificare l’art 121 delle Costituzioni così da nominare, con
il consenso del suo consiglio, un Salesiano Coadiutore come Di-
rettore di una comunità, non raggiunge la maggiore qualificata
(2/3 dei votanti). La n. 13 riguardante la richiesta al RM di av-
valersi ad experimentum del Rescritto del Papa di nominare, con
il consenso del suo consiglio, un Salesiano Coadiutore come Di-
rettore di una comunità, raggiunge la richiesta maggioranza as-
soluta (metà +1) e dunque viene approvata. La n. 14 riguardan-
te la richiesta al RM di avvalersi del Rescritto del Papa e di mo-
dificare l’art 121 e l’art.162 e di nominare, con il consenso del
suo consiglio, un Salesiano Coadiutore a Ispettore e di conse-
guenza di prevedere alla nomina di un altro confratello sacer-
dote a cui competa esercitare le facoltà attribuite dal Diritto
Canonico all’Ordinario per il servizio dell’autorità a livello ispet-
toriale, non raggiunge la maggioranza qualificata (2/3). La n. 15
riguardante la richiesta di avvalersi della possibilità del Rescrit-
to di autorizzare discrezionalmente i sodali non chierici al con-
ferimento dell’ufficio di Rettor Maggiore e, di conseguenza,
di modificare l’art 121 delle Costituzioni e l’art 127 e l’art 129 e
di eleggere anche un altro confratello sacerdote a cui competa
esercitare le facoltà attribuite dal Diritto Canonico all’Ordinario
per il servizio dell’autorità a livello mondiale, non raggiunge la
maggioranza qualificata (2/3).

14.8 Page 138

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CRONACA DEI LAVORI DEL CG29137
La giornata si conclude con la preghiera del vespro animata
dall’Ispettoria AON, e la buonanotte data dall’Ispettore P. Jésus
Benoit, che ci presentò la loro realtà, una zona fortemente mili-
tarizzata, islamica, con una parte in cui l’islamismo radicale
esercita la Sharia, e dove i confratelli, con grande coraggio e de-
terminazione, continuano a portare avanti la missione salesiana
con presenze ed opere che sono davvero luoghi di speranza in
mezzo alla situazione critica del territorio.
7. Venerdì 14, in aula abbiamo fatto la lettura e approvazione
dei verbali e, soprattutto, la bellissima meditazione guidata da
Fr Eunan, a partire dal testo di Mt 18, 20. Al termine di questo,
si passa alle commissioni per la riflessione sul Nucleo 2, lungo
tutto il giorno, che concludiamo in Aula con la Via Crucis.
Abbiamo già fatto 4 settimane di Capitolo Generale e ci tro-
viamo a metà di tutto il percorso. Facendo il punto di quanto fi-
nora abbiamo vissuto e fatto, si potrebbe riassumere dicendo che
dopo la prima settimana di spiritualità e aspetti regolamentari,
la seconda settimana ci mise dinnanzi allo stato di salute della
Congregazione con la presentazione, studio e domande sulle Re-
lazioni del RM, del Vicario e Consiglieri, e nella terza ci adden-
triamo nel Nucleo 1 con lavoro in commissioni e assemblea, per
passare in questa quarta settimana allo studio del Nucleo 3 sia
in commissioni, che nei tavoli e in aula sulle schede, proposte e
poi la discussione in aula. Se le prime tre settimane sono state
caratterizzate da argomenti pacifici, pur nella diversità di vedu-
te e posizioni, la quarta ha messo in evidenza la grande diversità
della Congregazione, il che spiega interventi più polarizzati, più
emotivi, tutti come espressione dell’ascolto dello Spirito. Se è
Lui che crea la diversità, è anche Lui che crea l’armonia, non
nel senso che tutti pensino nello stesso modo, ma nel fatto che
non si rompe la comunione e lo Spirito si apre il suo spazio.
Si potrebbe dire, ispirandoci al Vangelo, che abbiamo chiesto
e abbiamo ricevuto, abbiamo cercato e abbiamo trovato, abbia-
mo bussato e ci è stata aperta la porta. Abbiamo chiesto lo Spi-

14.9 Page 139

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138ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
rito Santo e ci è stato dato. Abbiamo cercato su tutti i cammini
quale sia il volere di Dio e abbiamo trovato. E abbiamo bussato
e la porta e ci è stata aperta – quella della mente e del cuore per
accogliere ciò che Dio vuole dalla Congregazione oggi! Lo Spirito
Santo non lo si può ingabbiare e nemmeno addomesticare, è li-
bero come il vento, dice Gesù, sempre rinnovando e creando.
Nel frattempo, le comunicazioni nelle omelie, le preghiere
nella diversità di lingue, e le buone notti sulle situazioni delle
Ispettorie hanno giovato a conoscere meglio quelle realtà e a su-
scitare un profondo senso di Congregazione nella sua varietà di
contesti sociali, politici, economici e culturali apprezzando molto
tutto quanto fanno i Confratelli in tali circostanze, portando
avanti la missione malgrado tutte le difficoltà.
Una cosa che sembra molto importante è non dimenticare
che il tutto è al servizio del tema capitolare “Appassionati per
Gesù Cristo – dediti ai giovani”, e dunque che gli interventi, i
dibattiti, le delibere etc. tutti questi non cercano altro che ri-
spondere fedelmente a Dio e ai Giovani.
Facendo il punto – 4
1. Questa quinta settimana del Capitolo Generale, cominciò
il sabato15, con una Lectio Divina “Essere in Cristo” tenendo co-
me testo d’ispirazione Gal 2, 15-21. Nella seduta del mattino si
fece la lettura ed approvazione del verbale e poi sono invitato a
presentare “Facendo il punto” (3), al termine del quale si passò
alle commissioni per portare avanti la riflessione sul nucleo 2. A
mezzogiorno abbiamo avuto la Santa Messa in Basilica presiedu-
ta dal P. Rafael Montenegro, Ispettore dell’Ispettoria di Venezue-
la. Alla sera, la preghiera del vespro in Basilica fu presieduta da
don Vaclav Klement, che alla fine diede la buonanotte sulla realtà
della sua Ispettoria AFM sottolineando gli spunti di speranza.
2. Lunedì 17, iniziamo in Assemblea con l’invocazione dello
Spirito Santo, dopodiché si fece la lettura e approvazione del ver-
bale. Poi il Presidente presee la parola a nome della Commissio-

14.10 Page 140

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CRONACA DEI LAVORI DEL CG29139
ne Centrale per fare un rinnovato richiamo alla responsabilità
personale a riguardo della comunicazione di quanto accade nel
Capitolo, informare che ci sarà un incontro aperto ai capitolari
per condividere sul tema degli abusi, e dire che la commissione
centrale presenterà una proposta sulla presentazione del nucleo
2. Al termine dell’intervento di don Stefano si passò alle com-
missioni per continuare con lo studio del nucleo 2 nella triplice
tematica A-B-C. Non c’è dubbio che la riflessione sia nelle tavoli
che nelle commissioni si è rivelata molto arricchente, e ci fece
prendere consapevolezza di quello che è davvero la esperienza
capitolare ricuperando prassi e pensiero delle ispettorie nella di-
versità di realtà, contesti e possibilità. Di sera c’è stato un in-
contro del Presidente e del Regolatore con la Regione Africa Ma-
dagascar. La giornata si è conclusa in aula con la preghiera del
vespro, guidata da confratelli dell’India, in indi ed altre lingue,
e la buona notte offerta dall’Ispettore della ICC, don Roberto Co-
lameo che ha presentato la significativa presenza di Macerata,
che sotto diversi profili incarna quanto si sta proponendo come
comunità aperte con SDB, FMA, volontari, e giovani, portando
avanti la missione salesiana in opere pienamente inserite sul
territorio.
3. Martedì 18, sin dal primo momento del giorno ci siamo ra-
dunati in aula per la lettura e approvazione dei verbali, seguita
da una proposta del Presidente sulla presentazione in modo es-
senziale del lavoro delle commissioni senza dare lettura al tutto,
proposta che viene approvata, e alla quale è seguita la presenta-
zione del lavoro di ogni commissione del nucleo 2, seguita da
tempo per la lettura personale di queste relazioni e preparazione
degli interventi.
Dopo la pausa di nuovo in aula si fece la discussione sul nu-
cleo 2 con interventi illuminanti e stimolanti, come quello di don
Reinhard Gesing sul disastro ecologico che stiamo vivendo e che
dovrebbe portarci a fare una scelta coraggiosa e operativa al ri-
guardo appunto come custodi del creato, la nostra ‘casa comu-

15 Pages 141-150

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15.1 Page 141

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140ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
ne’, e servizio alla missione specialmente dei più poveri e biso-
gnosi, o quello di chi chiedeva una dichiarazione della Congre-
gazione per la pace in un momento tanto inquietante come quel-
lo che stiamo vivendo, o quelli che chiedevano il bisogno di chia-
rire il termine ‘laico’ non solo per la diversità del tipo di ‘laici’
che lavorano con noi a motivo dei ruoli e della loro identificazio-
ne o meno con il carisma, ma anche per la diversità di contesti,
in particolare quello di contesti di religioni diverse sì da definire
bene quale grado di partecipazione nella missione e nel carisma;
o quelli che sentono il bisogno di definire meglio il grado di po-
tere decisionale dei laici nel Consiglio della CEP con ridefinizio-
ne di alcuni articoli delle Costituzioni e Regolamenti, o quelli
che hanno insistito sull’urgenza di riprendere il binomio educa-
re-evangelizzazione come due elementi inseparabili dentro della
loro autonomia; quello di abitare più decisamente la vita digitale
dei giovani, etc.
Nel pomeriggio continuò la discussione sul nucleo 2, dopodi-
ché si presentò la proposta della nuova mappa per le due Regioni
dell’Africa, frutto della grande crescita vocazionale, moltiplica-
zione di ispettorie e visitatorie ed estensione territoriale. Perciò
non si tratta di una divisione dell’unica Regione ma di una mol-
tiplicazione in due, la Regione Sud Est e la Regione Centro Ove-
st, per poter accompagnare meglio i giovani. Dopo la pausa si è
andati in commissione per discutere sulla proposta della compo-
sizione delle 2 regioni dell’Africa e sulla mozione presentata da
Don Playà d’inserire tra i membri del Capitolo Generale con di-
ritto e voto il Delegato Centrale per la Famiglia Salesiana. La
giornata finì in Basilica con la preghiera del Vespro guidata da
don Manuel Jiménez, Direttore della Comunità di Valdocco, e la
buonanotte data da don Fernando Miranda, Ispettore della
Ispettoria di Maria Ausiliatrice SMA.
4. Mercoledì 19, Solennità di San Giuseppe. Iniziamo in aula
per la lettura e approvazione dei verbali, cui seguì la parola del
Presidente che presentò due informazioni a nome della commis-
sione centrale: 1) sulla richiesta di inviare messaggi a nome di

15.2 Page 142

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CRONACA DEI LAVORI DEL CG29141
tutto il CG29 su temi diversi (la pace, i giovani...) si decide di la-
sciarle per le prossime settimane; 2) si chiede alle commissioni
di fare priorità delle scelte al fine di facilitare il lavoro della com-
missione di redazione. Dopo queste informazioni la Commissio-
ne di Redazione informò all’Assemblea sulle loro scelte fatte per
la stesura del lavoro e poi i diversi membri della commissione
diedero lettura della prima bozza del nucleo 1 presentandola sul-
lo schermo. Dopo la pausa si è andati in commissioni per la di-
scussione su codesta bozza e preparazione d’interventi per l’As-
semblea con la rispettiva votazione.
Dopo la pausa del pomeriggio si tornò in aula per l’ascolto
delle 6 commissioni sul tema della costituzione delle 2 Regioni
dell’Africa e quello della mozione di don Playà con discussione
in assemblea. Poi don Pier Fausto Frisoli fece una presentazione
sulle schede e sui temi giuridici corrispondenti il nucleo 3 da stu-
diare questa settimana (Organismi interìspettoriali; le Visite
straordinarie; Visite d’insieme; Organizzazione dell’animazione
della Ispettoria; Composizione del Consiglio ispettoriale; Uffici,
segretariati, commissioni ispettoriali; Consistenza quantitativa
e qualitativa della comunità; Durata degli incarichi di governo).
La giornata si è conclusa con i vespri guidati dalla Ispettoria di
Hyderabad, e la buonanotte data dal Superiore della Visitatoria
dello Sri Lanka, don Roshan Miranda.
5. Giovedì 20, il lavoro cominciò in aula con la lettura e ap-
provazione dei verbali, dopodiché prese la parola il Presidente,
che invitò il presidente della Commissione di Comunicazione a
informare sul modo in cui verranno fatte le comunicazioni uffi-
ciali comprese quelle dell’elezioni, cui seguì la discussione in As-
semblea sul nucleo 1 con la presentazione dei portavoci del lavoro
delle commissioni e altri interventi. Fatto questo si presentarono
e si votarono le delibere sulla costituzione delle due Regioni di
Africa e sulla mozione sul Segretario per la Famiglia Salesiana.
Mentre la prima raggiunse il numero richiesto di voti, la seconda
non li raggiunse. Dopo la pausa si è andati in commissioni per
lavoro sul terzo nucleo numeri 3.3 (Organismi inter-ispettoriali);

15.3 Page 143

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142ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
3.4 (Visite straordinarie); 3.5 (Visite d’insieme); 3.7 (Durata delle
cariche di governo). Le commissioni preparano e votano le pro-
poste di delibere. Nel pomeriggio in commissioni continua il la-
voro su nucleo 3 numero 3.6 (Uffici, segretariati, commissioni
ispettoriali); e schede 4 (Vicario dell’ispettore); 5 (Configurazione
del Consiglio ispettoriale); 6.7 (Consistenza quantitativa e quali-
tativa delle comunità). Le commissioni preparano e votano le pro-
poste di delibere. La giornata finisce in Aula con i vespri guidati
dall’Ispettoria di Dimapur nella propria lingua e la buonanotte a
carico di don Pierluigi Cameroni, Postulatore della Causa dei
Santi, che ci offrì una illuminante e stimolante presentazione del-
la santità salesiana, che concluse con una personale condivisione
di ciò che questo ministero ha significato per lui.
6. Venerdì 21, cominciamo in aula con prove del buon fun-
zionamento del tablet in vista delle votazioni da fare. Dopo la
preghiera alla Madonna di Guadalupe, si fece la lettura e appro-
vazione dei verbali, dopodiché si passò alla votazione definitiva
sulle 2 Regioni dell’Africa (Regione Africa EST e SUD e Regione
Africa CENTRO e OVEST) che raggiunse i voti richiesti e ri-
sultò approvata, e sulla mozione nº 1 che non raggiunse la mag-
gioranza qualificata. Dopo di questo don Pier Fausto Frisoli, nel
suo ruolo di Procuratore, informò accuratamente sull’andamen-
to dei processi nei casi di abuso. Dopo la pausa si è andati nelle
commissioni per lo studio della proposta di un Articolo dei
Regolamenti sulle Opere Sociali con una proposta di delibera.
Inoltre, ogni commissione completa, votò e condivise le proposte
sui punti 3.3 e 3.7. Nel pomeriggio si tornò in aula per la pre-
sentazione delle delibere e proposte relative a 3.3; 3.4; 3.5; 3.6;
3.7 + schede 4.5.6.7 fatte nelle commissioni. Dopo la pausa
ancora le 6 commissioni presentarono all’Assemblea le loro deli-
bere sull’articolo dei Regolamenti riguardanti le Opere Sociali.
Infine, c’è una presentazione delle linee metodologiche del
discernimento. La giornata finì con la Via Crucis guidata dalla
Ispettoria di Chenai e la buonanotte di don Andrea Bozzolo,
Rettore Magnifico dell’UPS.

15.4 Page 144

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CRONACA DEI LAVORI DEL CG29143
Come si può vedere, questa quinta settimana del Capitolo è
stata molto impegnativa con un’agenda a tutto campo nel senso
che da una parte si diede inizio allo studio del nucleo 2, ma allo
stesso tempo si presentò la prima bozza del nucleo 1 con studio
nelle commissioni, e, soprattutto, si terminò di affrontare quasi
tutti gli argomenti del nucleo 3.
Il lavoro fatto, frutto da una eccellente conduzione del Capi-
tolo e dalla attiva corresponsabilità di tutti i capitolari, ci ha por-
tato a un buon punto prima della importante settimana dell’ele-
zioni del Rettore Maggiore, Vicario e Consiglieri di Settore e
Consiglieri Regionali.
Lo Spirito Santo, vero protagonista di questa ‘pentecoste sa-
lesiana’, ci ha guidato finora e lo farà di modo particolare nella
delicata elezione di coloro che avranno la responsabilità di ani-
mare e governare la Congregazione Salesiana in modo tale che
essa risponda al sogno di Dio a favore dei “giovani specialmente
i più poveri, abbandonati e a rischio”.
Facendo il punto (5-6)
1. La sesta importantissima settimana del Capitolo Generale
cominciò il sabato 22, in Aula con la Lectio sulla Comunità Fra-
terna partendo dal testo di Rm 12, 9-21, guidata dalla Ispettoria
di Bombay. Nella seduta si fece la lettura e approvazione dei ver-
bali, dopodiché il Presidente prese la parola a nome della Com-
missione della Comunicazione Sociale per informare sul modo
in cui si procederà per l’elaborazione e discussione dei messaggi
e comunicazioni stando a quanto dice l’art. 35 del Regolamento
del Capitolo. Poi sono stato invitato a prendere “Facendo il pun-
to - 4”, cui seguirono diversi interventi, come quello di Fr Donell
Eunan sul lasciarsi guidare dallo Spirito, o quello di Lukasz
Pawlowski; la discussione sulle delibere relative, come al solito
con posizioni contrastate, a 3.3; 3.4; 3.5; 3.6; 3.7; + schede 4, 5,
6, 7, anche se la maggioranza degli interventi si sono riferiti alla
proposta di un articolo sulle “opere sociali”. Dopo l’intervallo ab-

15.5 Page 145

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144ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
biamo avuto in Basilica l’Eucaristia presieduta da Pé. Bonhom-
me Morachel, ispettore della ispettoria di Haiti. Di sera, in Basi-
lica, la preghiera dei vespri è stata presieduta da don Rafael
Montenegro, Ispettore di Venezuela, che nella buonanotte ci pre-
sentò la loro precaria e sfidante situazione sociale, politica ed
economica.
2. Domenica 23, nel pomeriggio, ci siamo radunati in Aula
per iniziare il processo di discernimento in vista delle elezioni,
sotto la guida di P. Amedeo Cencini, che in un primo momento,
diede uno sguardo al titolo/tema e al contesto sociale/ecclesiale
presentandoci il tema del CG29 “Appassionati di Gesù Cristo –
Dedicati ai Giovani per un vissuto fedele e profetico della Voca-
zione Salesiana” in chiave di speranza: “Un Capitolo Generale
nel Giubileo della Speranza!”, appunto perché tutto sembra por-
tare alla rassegnazione, al pessimismo, o alla disperazione. Ecco
perché sia indispensabile una fede che diventi fiducia e crei pro-
fezia e che si traduca in una visione di futuro, e terminò citando
un testo profetico di Ratzinger del 1969, sulla Chiesa del futuro,
quella che vediamo oggi!!! Dopo la pausa continuò la riflessione
già in una chiave molto più centrata sul discernimento col titolo
“Discernere è sperare – Sperare è discernere” sintetizzato nel
sottotitolo “Dalla contemplazione al discernimento”, riflessione
che finì con una preghiera che raccoglieva tutto quanto stiamo
vivendo in questo momento del Capitolo Generale. La giornata
s i concluse con la preghiera del Vespro in Basilica presieduta da
don Amedeo Cencini che, a partire dalla parabola del fico del
Vangelo, tornò ad invitare alla speranza prendendo spunto della
fiducia che il Padre ha sempre nei nostri confronti. Poi la cena e
Adorazione Eucaristica nella Chiesa di San Francesco di Sales.
3. Lunedì 24, cominciamo in Basilica con l’Eucaristia presie-
duta da P. Amedeo Cencini che nell’omelia imposta la settimana
di discernimento alla luce della Parola, una Parola inquietante
appunto perché racconta il fallimento di un discernimento e pro-
prio di coloro cui il Signore si era rivelato in modo particolare,
“i suoi”. È una possibilità anche per noi quando abbiamo la pre-

15.6 Page 146

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CRONACA DEI LAVORI DEL CG29145
tesa di sapere tutto su Dio, su Gesù, il che ci priva di metterci in
uno stato di discernimento. Questo è o dovrebbe essere l’atteg-
giamento normale, non circostanziale, che ci permette di vedere
quanto ha già fatto il Signore e quanto sta facendo, e dunque do-
mandarci cosa ci sta donando o chiedendo, o svelando. Il discer-
nimento è l’atteggiamento normale di crescere nella fede e nella
speranza del credente normale. In Aula si fece la lettura e ap-
provazione del verbale, cui seguì un’altra conferenza di P. Ame-
deo Cencini in cui presentò il “Capitolo Generale come processo
di discernimento” indicando le condizioni che lo rendono possi-
bile (libertà interiore, familiarità con il discernimento, sensibi-
lità ob-audiens), precisando il metodo e offrendo dei Criteri per
una scelta di governo oggi (criteri generici e specifici). Dopo l’in-
tervallo si è andati in commissioni in tavoli per la conversazione
nello Spirito sul servizio del RM, domandandoci alla luce del pe-
riodo 2020-24 quali fossero le nostre attese e quale il profilo per
la figura del RM per il sessennio 2025-2031. Nel pomeriggio i ca-
pitolari sono stati invitati a passare nell’Aula e deporre un nome
in un’urna appositamente preparata. Poi si continuò il lavoro
nelle commissioni per elaborare e votare la sintesi delle attese e
del profilo. Dopo l’intervallo si tornò in commissione, dove il pre-
sidente, dopo comunicare l’elenco dei nomi deposti nell’urna, in-
vitò a fare una votazione segreta. Si torna di nuovo in aula e la
guida presentò la sintesi delle attese e del profilo del futuro RM,
seguita da un tempo di silenzio e riflessione. Poi procedette alla
presentazione per ordine alfabetico dei 5 nominativi che aveva-
no presso più voti nelle commissioni. Quindi il Regolatore rea-
lizzò una prova, dopodiché si fece una votazione sondaggio. Poi
si decise di fare una seconda votazione sondaggio che viene an-
nullata per problemi tecnici. La giornata terminò con il vespro,
la cena e dopo la cena, in Basilica, il rosario e Adorazione Euca-
ristica assieme all’ADMA, essendo 24 del mese, e la buona notte
data dalla Madre, Sr Chiara Cazzuola, che espresse la gioia di
essere nella Basilica contemplando l’immagine di Maria e di es-
sere suo monumento vivo voluto da Don Bosco. Ha messo in evi-
denza l’importanza di questo momento, l’elezione del RM, per-

15.7 Page 147

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146ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
ché la sua figura è centro di unità di tutta la Famiglia Salesiana.
La sua presenza assieme alla consigliera della Famiglia Salesia-
na e dell’Ispettrice del Piemonte e Valle d’Aosta voleva essere
un segno della vicinanza, affetto, e stima per i salesiani, fa por-
tavoce di tutte le FMA del mondo che hanno scritto di portare il
loro saluto al nuovo RM.
4. Martedì 25, Solennità dell’Annunciazione del Signore. Ini-
ziamo con l’Eucaristia solenne presieduta da P. Amedeo Cencini,
che nell’omelia rileva la felice circostanza che unisce questa Fe-
sta all’elezione del RM, perché Maria incarna la risposta e gli at-
teggiamenti giusti che il Signore si attende da tutti noi, special-
mente da chi verrà eletto. In aula dopo la lettura e approvazione
dei verbali prese la parola don Amedeo Cencini, che ci invitò a
riprendere il processo di elezione. Il Regolatore, chiarito cosa
fosse accaduto ieri nella seconda votazione sondaggio che era
stata invalidata per un errore, aprì la votazione per il secondo
sondaggio su i 5 nominativi. Quindi, per essere in linea col rego-
lamento del Capitolo si fece una votazione su tutti i Confratelli
elegibili della Congregazione. E finalmente, dopo l’invocazione
dello Spirito Santo, si passò alla votazione definitiva per l’ele-
zione del RM, che ci offrì nella persona di don Fabio Attard l’XIº
Successore di Don Bosco. Il Presidente don Stefano Martoglio
chiamò per telefono a don Fabio, che non era capitolare, chie-
dendo l’accettazione dell’incarico. Don Fabio, commosso, rispose
accettando. Venne dunque invitato a raggiungerci per l’acco-
glienza formale di sera! Dopo la pausa si lavorò nelle commissio-
ni per l’elezione del Vicario con lo stesso compito: individuare
attese e profilo e arrivare ad una votazione. E si continuò nel
pomeriggio fino alla pausa, in cui cominciò lo streaming, ci ra-
duniamo in Aula per l’accoglienza del nuovo RM, che fece la pro-
fessione di fede seguita dagli auguri e regali da parte dei capito-
lari. Alla fine di questo momento ricco di gesti di vera familiarità
sia da parte delle rappresentazioni delle Ispettorie che offrivano
il proprio omaggio sia da don Fabio che è rimasto in piede, sorri-
dente, amabile con tutti, scambiando ricordi e battute, il Rettor

15.8 Page 148

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CRONACA DEI LAVORI DEL CG29147
Maggiore ci ha fatto il regalo di tre ‘parole’ che hanno attirato
l’attenzione di tutta l’Assemblea, accattivata da quanto detto e
dal tono come è stato detto: 1) il ringraziamento per la fiducia
espressa su di lui con l’elezione, che è espressione dell’attacca-
mento a Don Bosco, al suo carisma e missione; 2) la consapevo-
lezza di una nuova epoca che stiamo vivendo che chiede fedeltà
e parresia per essere capaci di rispondere ai nuovi bisogni dei
giovani di oggi nella diversità di contesti; 3) un ministero da por-
tare avanti con il supporto di tutti facendo del CG29 il program-
ma della Congregazione per i prossimi anni in continuità con
quanto ha fatto finora la Congregazione. Fini chiedendo preghie-
ra per poter soddisfare le attese deposte su di lui. La bellissima
ed indimenticabile serata si concluse con la preghiera del vespro,
la cena e poi l’Adorazione Eucaristica nella Chiesa di San Fran-
cesco di Sales.
5. Quello che abbiamo vissuto ieri è stata una giornata indi-
menticabile carica di emozioni per tutti, come quelle che sta vi-
vendo il nostro carissimo don Fabio. È stata una giornata bene-
detta da Dio e che ci ha stretto tutti fortemente, ancora una vol-
ta, a Don Bosco, con un profondo senso di comunione. È la Sto-
ria Sacra Salesiana che cammina nella storia, grazie ai nostri
“Eccomi” come quello di Maria, quello di Don Bosco, quello di
don Fabio, quello di tutti e ciascuno di noi.
6. Mercoledì 26, al mattino l’Eucaristia in Basilica presieduta
dal Rettor Maggiore, che nell’omelia – prendendo spunto della
Parola – parlò dell’ascolto come primo e fondamentale atteggia-
mento, un ascolto di Dio, dello Spirito, che diventa obbedienza,
come accoglienza della volontà di Dio, e dunque della parola da
proclamare, capace di illuminare la mente e toccare il cuore, in
forma tale da lasciare impronte, come sapeva fare Don Bosco. In
Aula si cominciò con la lettura e approvazione dei verbali. Poi il
RM tornò a ringraziare ed esortare a continuare con il clima spi-
rituale. P. Amedeo Cencini condivise la sua commozione vissuta
ieri per il senso di comunione testimoniata e porsi i suoi auguri
a don Fabio. Poi fece una introduzione per aprire alla presenta-

15.9 Page 149

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148ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
zione delle sintesi sulle attese e profilo per l’elezione del Vicario,
con la lista dei candidati prevalenti per ordine alfabetico, dopo-
diché si lasciò tempo alla possibilità di interventi e commenti, e
si passò alla votazione sondaggio. Dopo l’intervallo, c’è stato un
breve momento di silenzio con l’invocazione allo Spirito Santo e
si passò alla votazione definitiva del Vicario del RM. Raggiunta
la maggioranza assoluta venne eletto don Stefano Martoglio che,
alla domanda del RM sulla sua disponibilità, espresse la sua ac-
cettazione e fece la professione di fede. Ovviamente non si trattò
di una mera formalità, ma di una consapevole e convinta espres-
sione dell’essere Chiesa, discepoli e testimoni di Cristo. Quindi
si è andati alle commissioni, questa volta, regionali, dove si scel-
sero un coordinatore e un segretario. Nel pomeriggio, in com-
missione regionale, si lavorò nei tavoli per la conversazione nello
Spirito sul Consigliere per la Formazione, e alla luce del 2020-
2024 individuare le attese e il profilo, si riflette personalmente;
quindi, si condivisero le risonanze e si fece una votazione per un
candidato interno alla Regione e uno esterno. Dopo la pausa, an-
cora in commissione regionale, lo stesso processo per il Consi-
gliere per la Pastorale Giovanile. La giornata si concluse in Aula
con i Vespri guidati dall’Ispettoria SUE, la buonanotte data dal
Vicario, Don Stefano Martoglio, che ringraziò per la rinnovata
fiducia da parte dei capitolari, condivise l’esperienza tanto im-
pegnativa e difficile che ha segnato questo quinquennio nel qua-
le tutti i membri del Consiglio hanno fatto il loro meglio, ed
espresse la sua riconoscenza dell’ambiente tanto fraterno che si
è creato sin dall’inizio di questo Capitolo grazie alle scelte fatte,
in particolare quella della ‘Conversazione nello Spirito”, il che
ha creato una grande comunione nella diversità e riaffermando
il fatto della grazia che significa avere già un padre nella persona
del Rettor Maggiore, don Fabio Attard. Dopo la cena c’è l’Adora-
zione Eucaristica nella Cappella di San Francesco di Sales.
7. Giovedì 27, al mattino, nella Basilica, presiedette l’Eucari-
stia il Vicario, don Stefano, che considerò provvidenziale per il
nostro Capitolo la Parola di Dio che invita ad ascoltare la voce

15.10 Page 150

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CRONACA DEI LAVORI DEL CG29149
del Signore e non indurire il cuore, tenendo un esempio nella
nostra Madre che ci ha lasciato come testamento la sua indica-
zione ‘Fate quello che Lui vi dirà”. In aula, dopo la preghiera si
lessero e si approvarono i verbali. Prese la parola il Presidente
che ci invitò ad essere attenti all’ascolto alla Parola, a non per-
dere il baricentro nel nuovo contesto che stiamo vivendo, e con-
tinuare con la “conversazione nello Spirito” sottolineando che si
tratta di docilità allo Spirito. Poi don Amedeo Cencini presentò
le sintesi delle attese e profilo per il Settore Formazione e i nomi
votati consegnati dai presidenti delle commissioni regionali. Si
passò alla votazione sondaggio. Si continuò con lo stesso proces-
so riguardante il Settore Pastorale Giovanile, con la presenta-
zione delle attese, profilo e nominativi. Dopo la pausa si è andati
nelle commissioni regionali per la conversazione nello Spirito sul
Consigliere generale per la Comunicazione Sociale identificando
attese, profilo e candidati. Nel pomeriggio, sempre in commis-
sioni regionali, la conversazione nello Spirito per il Consigliere
Generale per le Missioni. E dopo l’intervallo la conversazione
nello Spirito è sull’Economo Generale. Alle ore 18:30, dietro
istanza di alcuni capitolari, si tornò in aula per una seconda vo-
tazione sondaggio per il Consigliere per la Formazione e per il
Consigliere per la Pastorale Giovanile al fine di raggiungere una
maggiore convergenza. La giornata si concluse con i vespri, la
cena e l’Adorazione Eucaristica nella Cappella di San Francesco
di Sales.
8. Venerdì 28, al mattino, in Basilica, l’Eucaristia è stata pre-
sieduta da don Ivo Coelho che, nel contesto del CG29, fa un com-
mento alla Parola sul Grande Comandamento dell’Amore a Dio
e al prossimo, offrendo due spunti: il primo comandamento non
è solo un comandamento ma il fine di tutte le cose, la Comunione
con Dio e con i santi, l’altro è che il comandamento non è solo
il fine ma anche il cammino, per cui essendo liberi siamo chia-
mati a rispondere a Dio, mendicante di amore. In aula, si iniziò
con una invocazione in inglese allo Spirito Santo guidata dal Su-
periore della Visitatoria di Malta e ragazzi. Subito dopo, il RM

16 Pages 151-160

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16.1 Page 151

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150ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
diede la parola all’Ispettore di Myanmar che ci comunicò la
sciagura del terremoto che ha colpito il Paese, già duramente
provato da una crudele ed inumana dittatura. Il RM ci chiese di
farci solidali con la preghiera e con l’aiuto economico. Poi si fece
la lettura e approvazione dei verbali, al termine delle quali Don
Amedeo presentò e commentò la sintesi sui settori e i profili e i
nominativi in ordine alfabetico per il Consigliere della Comuni-
cazione Sociale, il Consigliere delle Missioni e l’Economo Gene-
rale, e la conseguente votazione sondaggio.
Dopo l’intervallo, di nuovo in aula c’è stato un tempo di si-
lenzio orante e poi si passò alla votazione definitiva dei consi-
glieri di settore seguita dall’accettazione da parte degli eletti.
Silvio Roggia, che non era membro del Capitolo, viene eletto
e alla domanda via telefonica del RM risponde accettando e gli
si chiede di raggiungerci il più presto possibile.
Rafael Bejarano viene eletto e alla domanda del RM risponde
accettando.
A questo punto, don Amedeo propone di fare la seconda
votazione sondaggio per i Consiglieri della CS, delle Missioni e
dell’Economo Generale.
Nel pomeriggio in aula, si cominciò con una invocazione
allo Spirito e subito dopo si passò alla votazione definitiva per i
Consiglieri di settore.
Venne eletto don Fidel Orendain che alla domanda del RM
se accetta rispose positivamente.
Venne eletto don Jorge Crisafulli che alla domanda del RM
se accetta rispose positivamente.
Venne eletto Don Gabriel Stawowy, che non era nel Capitolo,
e alla domanda del RM se accetta l’elezione risponde positiva-
mente.
9. Finite le elezioni dei Consiglieri di Settore, il RM prese la
parola apprezzando il clima spirituale in cui si sono svolte queste

16.2 Page 152

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CRONACA DEI LAVORI DEL CG29151
elezioni, frutto dell’ascolto di Dio che implica discernimento; e
come un dovere di gratitudine ringrazia i Consiglieri che hanno
svolto finora il loro servizio dando il loro contributo in un quin-
quennio molto impegnativo: don Ivo Coeho, don Miguel Ángel
García, don Gildasio Méndez, don Alfred Maravilla, Sig. Jean
Paul Müller. Loro hanno continuato quello che avevano fatto co-
loro che li avevano anteceduto, ed altri lo continueranno.
Dopo l’intervallo si è andati in commissioni regionali per l’i-
dentificazione delle attese e profilo per la figura del Consigliere
Regionale, e la votazione interna dei candidati, uno interno e uno
esterno. La giornata si concluse con la Via Crucis, la cena e l’A-
dorazione Eucaristica nella Cappella di San Francesco di Sales.
10. Sabato 29, ultima giornata di elezioni, quelle dei Consi-
glieri Regionali. Al mattino in Basilica l’Eucaristia è stata pre-
sieduta da Fr Joseph Nguyen Phuoc che, nell’omelia, prendendo
spunto delle due letture, quella di Osea che invitava a tornare al
Signore con un amore che non sia come quello della rugiada del
mattino che svanisce di sera, e quella del Vangelo in cui Gesù,
raccontando la parabola dei due che sono saliti al tempio a pre-
gare, ci insegna quale sia la vera conversione. In Aula, lettura e
approvazione dei verbali, al termine dei quali il RM diede il ben-
venuto ufficiale a don Silvio Roggia, riprese l’omelia sottolinean-
do alcuni elementi, soprattutto quello dell’atteggiamento del fa-
riseo, che non solo era lontano di Dio, ma anche allontanava altri
da Dio. Invitando invece a creare un’ecologia positiva a tutti i li-
velli. Il Regolatore informò come si sarebbe realizzato il processo
elettivo dei consiglieri regionali. P. Amedeo introdusse il processo:
La prima Regione è Africa Centro e Ovest con tre candidati
presentati all’Assemblea. Si passò alla votazione definitiva. Ven-
ne eletto P. Alphonse Owoudou che alla domanda del RM rispose
positivamente.
La seconda Regione è Africa Est e Sud che presentò 4 candi-
dati. Si passò alla votazione definitiva. È stato eletto P. Innocent
Bizimana che alla domanda del RM rispose positivamente.

16.3 Page 153

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152ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
La terza Regione è America Cono Sud con 2 candidati. Si
passò alla votazione definitiva e venne eletto Gabriel Romero
che alla domanda del RM rispose positivamente.
La quarta Regione è Asia Est e Oceania con 6 candidati. Si
passò alla votazione definitiva e venne eletto Matthews William
che, non essendo nel capitolo, è stato raggiunto telefonicamente
dal RM e alla domanda del RM rispose positivamente.
La quinta Regione è Asia Sud con 3 candidati. Si passò alla
votazione definitiva e venne eletto Michael Biju che alla doman-
da del RM risponde positivamente.
La sesta Regione è Europa Centro Nord con 4 candidati.
Si passò alla votazione definitiva e venne eletto P. Roman Jachi-
mowicz che alla domanda del RM rispose positivamente.
La settima Regione è Interamerica con 3 candidati. Si passò
alla votazione definitiva e venne eletto P. Hugo Orozco che alla
domanda del RM rispose positivamente.
L’ottava Regione è Mediterranea con 2 candidati. Venne eletto P.
Juan Carlos Perez che alla domanda del RM rispose positivamente.
Il RM concluse la mattinata e tutta questa settimana di ele-
zioni apprezzando l’espressione multiculturale della Congrega-
zione, ringraziando P. Amedeo Cencini, che è stata una guida
saggia e ci ha chiamato alla speranza e ci ha comunicato con la
parola e il suo atteggiamento vicino, familiare la sua forte espe-
rienza spirituale. Per questo gli chiese di continuare la sua pre-
senza pedagogica, carismatica, profondamente “salesiana”. P.
Cencini rispose dicendo che davvero lo Spirito Santo è stato il
protagonista di questa avventura.
Di sera, vespri in Basilica guidati dal RM che ci offrì tre pen-
sieri di buonanotte come lettura della parabola del padre mise-
ricordioso: un padre in attesa, un padre pieno di amore, la gioia
della guarigione come frutto del rincontro. Seguì la cena di au-
guri al RM e ai Consiglieri.

16.4 Page 154

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CRONACA DEI LAVORI DEL CG29153
11. Lunedì 31, abbiamo cominciato la settima settimana e la
giornata in aula con un canto a Don Bosco: “Digo que Don Bosco
vive” sull’essere come lui, un vero salesiano. Poi come al solito
si fece la lettura e approvazione dei verbali, al termine di ciò pre-
se la parola il Presidente: espresse la sua gratitudine a Dio che
ci sta accompagnando, condivise la richiesta fatta a P. Cencini di
dire una parola a caldo al nuovo consiglio generale. Quello che
ha detto ha riscaldato il cuore ed è stato molto stimolante. Que-
sto suo intervento sarà disponibile. Infine, ricordò ciò che ha
detto nell’Eucaristia alla Regione Mediterranea a riguardo del
triplice atteggiamento del funzionario di cui parla il Vangelo:
cercare, trovare, mettersi in cammino. Poi Don Luca Barone,
portavoce della commissione di redazione presentò le delibere
18-27 e don Frisoli presentò le ultime schede del numero 3.8.
Dopo la pausa si è andati in commissioni per formulare dei modi
per la votazione delle delibere 18-27 e studiare le ultime schede
presentate da don Frisoli. Nel pomeriggio continuò il lavoro nel-
le commissioni con la discussione e preparazione di una delibera
per ogni scheda a presentare in Assemblea. La commissione vota
ogni delibera. C’è stato un incontro della commissione centrale,
cui seguì Assemblea per la votazione intermedia delle delibere
18-27 con iuxta modum. Poi ogni portavoce condivise il discerni-
mento sulle ultime schede. La giornata si concluse con i vespri
guidati dalla Ispettoria del Belgio-Olanda, la buonanotte in cui
don Ivo Coelho, il consigliere della formazione uscente, consegnò
la bozza della Ratio al RM, e la cena.
12. Martedì 1° aprile, 91º anniversario della canonizzazione
di Don Bosco. In Aula la preghiera iniziale è stata guidata dall’I-
spettoria di Brasile Bello Horizonte a partire della memoria della
canonizzazione di DB. Poi si fece la lettura e approvazione dei
verbali, prese la parola il Presidente esprimendo la sua gioia per
la proposta sul safeguarding e il suo apprezzamento sul lavoro
della Commissione Centrale. In seguito, il portavoce di ogni com-
missione condivise il discernimento sulle ultime schede 11-15,
dopodiché la Commissione di Redazione presentò la prima bozza

16.5 Page 155

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154ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
del nucleo 2. Dopo l’intervallo i capitolari abbiamo partecipate
all’inaugurazione del Piazzale Maria Ausiliatrice e la benedizione
dei due campanari rinnovati con il doppio gioco di campane nuo-
ve. Nel pomeriggio, in Aula, abbiamo proceduto a fare la votazio-
ne definitiva delle delibere 18-27 (sono state approvate le delibere
18.19.20.21.24.25.26.27, non sono state approvate le delibere 22
e 23), poi Fr Reinhard Gesing presentò all’assemblea la proposta
di elaborare un testo sul safeguarding e don Bejarano illustrò con
slides il lavoro fatto nel settore PG sulla tutela in questi anni in
vista di costruire “una cultura della tutela” attraverso un ap-
proccio sistemico. Fatto un sondaggio per sapere se l’Assemblea
accettava la proposta, il risultato è stato positivo per cui la com-
missione presenterà la scelta da fare. Seguirono interventi diver-
si: Ivo Coelho sul nucleo animatore, Simon Härting su C187, don
Frisoli sull’economo laico, Joan Lluís Playà, su educare ed evan-
gelizzare. Dopo l’intervallo si è andati in commissioni per la di-
scussione sulla bozza 1 del nucleo 2. Le commissioni prepararono
interventi per l’Assemblea sulla bozza e votarono il loro inter-
vento, al termine del quale pregarono un salmo del vespro. La
giornata si concluse con la cena e una serata culturale con canti
e danze dei gruppi regionali in Aula Magna, alla fine della quale
il RM ringraziò facendo vedere la bellezza dell’essere salesiano e
ricordando la storia di quel bambino povero che non si arrese alla
povertà ed altri condizionamenti negativi e divenne un segno di
amore e di speranza per i giovani più poveri, abbandonati e vul-
nerabili, il nostro amato padre Don Bosco. La cosa più importante
è non perdere le radici, dalle quali può sorgere la nuova vita.
13. Mercoledì 2, in aula, dopo una preghiera di Mons. Hélder
Camera, si fece la lettura e approvazione dei Verbali. Il Presi-
dente prese la parola ed espresse il suo ringraziamento per la
bellissima serata culturale, per la proposta sul safeguarding e il
lavoro fatto in Congregazione, infine, per la bozza 1 del nucleo
2. Dopo questo don Luca Barone presentò la proposta delle deli-
bere 28-34, e poi i relatori delle commissioni presentarono le os-
servazioni sul nucleo 2 con tempo per dibattito. Dopo la pausa,

16.6 Page 156

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CRONACA DEI LAVORI DEL CG29155
c’è stato un panel di condivisione delle esperienze delle ispetto-
rie sul safeguarding, con interventi molto illuminanti e interes-
santi di Dominic Tran (Ministry of safeguarding), Fernando
García (Giustizia reparativa), Fidel Orendain (Crisis Communi-
cation) e Daniel Federspiel (Esperienza della Chiesa in Francia)
che potranno essere di grande aiuto per tutte le Ispettorie. Dopo
pranzo, nel pomeriggio, in commissioni si lavorò sulla bozza di
una Dichiarazione e della proposta di un nuovo articolo per i Re-
golamenti sul safeguarding, e ogni commissione preparò inter-
venti per l’Assemblea sulla bozza. Dopo la pausa, in Aula, don
Marco Panero, Prof. dell’UPS, fece una breve presentazione del-
la Rivista “Salesianum” e poi don Leonardo Mancini ci offrì co-
me omaggio della Ispettoria Piemonte Valle D’Aosta un libro con
la raccolta delle Lettere più belle di Don Bosco. C’è stato un in-
contro della Commissione Centrale sulla verifica. La giornata si
concluse con la preghiera dei vespri guidata dalla Ispettoria della
Francia, la cena e, in Aula, uno spettacolo sulle Lettere di Don
Bosco sotto la guida di don Francesco Motto.
14. Giovedì 3, al mattino, in Aula, lettura e approvazione del
verbale e parola al Presidente: apprezzò la riflessione sulla di-
scussione sul nucleo 2, specie sul nucleo animatore, dicendo però
che corriamo il rischio di perdere memoria di quanto già abbia-
mo anche se dobbiamo continuare la riflessione. Si congratulò
con i Confratelli che hanno offerto la loro testimonianza nel pa-
nel su esperienze di safeguarding. Anche qui abbiamo tanti in-
terventi apprezzabili al riguardo. Esortò a continuare questo
cammino condividendo riflessione e buone prattiche al riguardo.
Infine, invitò a non abbandonare la conversazione nello Spirito.
Poi il portavoce di ogni commissione presentò il contributo sul
safeguarding, seguito da un dibattito (Eric Cachia, Symon Ka-
sprzak, Don Bosco Lourdusamy. Dopo l’intervallo, presieduto
dal Vicario don Stefano Martoglio in assenza del RM che era an-
dato a fare una visita già programmata al carcere minorile, con-
tinuò il dibattito (parlarono Eduardo Lara, Stanislaus Swa-
mikannu, Claudio Cartes, James Gerard Briody, Dominic Tran,

16.7 Page 157

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156ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
Jordi Lleixá Jané, Oscar Bartolomé, Rafael Bejarano. Finito il
tempo di interventi di 5 minuti, si continuò con quello di 3 mi-
nuti: presero la parola Domenico Paternò, Bart Decancq, Pier
Fausto Frisoli, Fidel Orendain, Alexander Garces, George Than-
nickal Chacko, Fernando García, Gildásio Mendez Dos Santos.
Al termine del dibattito don Luca Barone, relatore della Com-
missione di Redazione, fece la presentazione dell’Introduzione
del Documento e spiegò i criteri presi per la riformulazione delle
scelte. Dopo il pranzo c’è stata una sessione di fotografie ufficiali
dinanzi al monumento a Don Bosco antistante la Basilica, e, do-
po la pausa, si tornò in Aula. Si ricominciò con l’invocazione allo
Spirito Santo guidata dalle Ispettorie di Porto Alegre e Sao Pao-
lo. Il relatore della Commissione di Redazione tornò a leggere in
vista della votazione iuxta modum le delibere 28-34. Risultarono
approvate tutte le 7 delibere. Poi il Regolatore presentò una sin-
tesi di tutti gli interventi della mattinata sull’opportunità o no
della dichiarazione e dell’adizione di un articolo dei Regolamenti
attorno a 4 grandi alternative: inserirlo in un nucleo, fare una
dichiarazione, una delibera, un articolo. Si fece una votazione
sondaggio escludente sulle 4 opzioni per vedere l’orientamento
dell’Assemblea. Opzione 1: 109 placet. Opzione 2: 31 placet. Op-
zione 3: 99 placet. Opzione 4: 35 placet. Il Presidente commentò
i risultati evidenziando che ci sono due opzioni che hanno rag-
giunto quasi un centinaio, per cui propose quella d’inserire l’in-
serimento nel testo e fare una delibera, proposta che è accettata
dall’assemblea per alzata di mano. La giornata si concluse con
una parola del Presidente ringraziando il coinvolgimento di tutti
nel lavoro e la sua esperienza della visita al carcere minorile, la
preghiera dei vespri guidata dalla Ispettoria di Inghilterra e la
buonanotte offerta dall’Ispettoria di Goa.
15. Venerdì 4, al mattino in Aula cominciamo con una
preghiera a Maria Ausiliatrice guidata dall’Ispettore del Cile, P.
Nelson. Si fece la lettura e approvazione dei verbali, poi prese la
parola il Presidente: informa sulla visita del Vicario ieri sera a
Colle DB per un incontro con la comunità per comunicare che

16.8 Page 158

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CRONACA DEI LAVORI DEL CG29157
Thathi (Thathireddy) diventerà segretario personale del RM; poi
condivide l’impressione positiva dopo aver letto tutti gli inter-
venti tenuti in Aula a riguardo del safeguarding; ringrazia ancora
una volta la Commissione Centrale per la sua totale dedizione e
anche tutti i capitolari. Infine, chiede una deroga per anticipare
la votazione sulla delibera 36. Il voto dell’Assemblea è positivo.
Dopo questo don Andrea Bozzolo condivise alcune indicazioni
sulla presentazione del documento finale, le scelte sul discorso e
sulle parole usate a riguardo del safeguarding, sul tono pastorale
del documento, sul destinatario del documento, vale a dire, le
ispettorie appunto perché possa diventare programma. Dopo l’in-
tervallo c’è stato tempo personale di lettura del documento finale.
Nel pomeriggio, in Aula, siamo introdotti al lavoro con un canto
di lode e grazie, guidato dalla Ispettoria del Paraguay. Don Luca
Barone presenta le delibere 28-34 per la votazione definitiva, con
il seguente esito: tutte le delibere risultano approvate. Il Presi-
dente prende la parola rilevando che da queste delibere sono toc-
cati 3 art. delle Costituzioni che toccano la missione e facendo
vedere la serenità con cui si sono fatte; invita a non minimizzare
la comunità salesiana nel parlare del nucleo animatore della CEP;
infine, a riguardo della missione ad avere una visione ampia. Poi
si presenta per una votazione iuxta modum la delibera 35 (safe-
guarding), che ottiene la maggioranza assoluta richiesta. In se-
guito, si presenta un toccante video “The strength of the Unseen”
sulla drammatica situazione di Sierra Leone come tragica conse-
guenza della guerra civile e l’impegno tipicamente salesiano per
la ricostruzione attraverso il recupero dei ragazzi e ragazze e l’e-
ducazione, con la partecipazione visionaria di Giorgio Crisafulli.
Il video “Ecological Sustainability (Colle Don Bosco) si offre per
la visione personale. La giornata si conclude con la Via Crucis
guidata dalla Ispettoria dell’Ungheria, la cena e un Concerto
di Musica per i membri del Capitolo.
16. Carissimo don Fabio,
Innanzitutto, ci congratuliamo con te per la tua elezione
come nuovo Rettor Maggiore, XIº Successore di Don Bosco.

16.9 Page 159

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158ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
Non è casuale che questa tua elezione sia avvenuta nel gior-
no in cui tutta la Chiesa celebra piena di gioia e di riconoscenza
la Solennità dell’Annunciazione del Signore, perché Dio oggi co-
me ieri continua a cercare collaboratori con una disponibilità to-
tale, come quella di Maria, per portare avanti il suo meraviglioso
disegno di salvezza. E quello che si attendeva è esattamente
quello che ha incontrato in te, carissimo Rettor Maggiore: un
“Eccomi” incondizionato.
Tu sai bene che quando Dio sceglie una persona la arricchi-
sce di tutti i doni di cui ha bisogno per realizzare la missione a
lui affidata, in questo caso, continuare a far sì che il ‘sogno di
Dio” di vedere felici i giovani qui e nell’eternità diventi realtà.
Non sei solo. Il Signore, attraverso i capitolari, ti ha conse-
gnato il Documento Capitolare, che segna il cammino della Con-
gregazione per il prossimo sessennio, e ti ha affiancato i tuoi
principali collaboratori, il tuo Vicario, i Consiglieri di Settore e i
Consiglieri Regionali, che con te, sotto la tua guida, continuerete
a scrivere la storia sacra della Congregazione nata qui a Valdocco,
dove tutti i salesiani siamo nati.
Come Rettor Maggiore sei il padre della Congregazione,
il centro di unità della Famiglia Salesiana, il Successore di Don
Bosco, custode fedele e profetico del carisma, spirito, missione e
santità salesiana.
Mentre ti rinnoviamo i nostri migliori auguri, ti assicuriamo
la nostra preghiera e, soprattutto, la nostra disponibilità.
Con immenso affetto, stima, riconoscenza, uniti in Don Bosco,
Tutti i membri del CG29.
Valdocco,
05 aprile 2025

16.10 Page 160

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Appassionati di Gesù Cristo e dedicati ai Giovani
CGXXIX
Valdocco, 16 febbraio – 12 aprile 2026
Carissimi confratelli!
Sono lieto di poter condividere con voi il frutto di questo im-
portante momento di verifica, riflessione e progettazione che è
stato il CG29º in questo profondo ed accelerato cambio di epoca
che stiamo vivendo e che ci obbliga a saper leggere attenta-
mente tutta la realtà alla luce del Vangelo per conoscere ed ac-
cogliere ciò che Dio si attende di noi sempre al servizio della
salvezza dei giovani.
Da questo punto di vista, mi sembra molto significativo che,
dopo l’esperienza travagliata dello scorso Capitolo dovuto all’ir-
ruzione della pandemia COVID, si abbia deciso di tornare a ce-
lebrarlo a Valdocco – luogo di memoria e profezia. Qui troviamo
le risposte che Don Bosco ha saputo dare alle sfide dei giovani
delle periferie della Torino della prima rivoluzione industriale,
e qui abbiamo trovato anche l’ispirazione per quelle da dare ai
giovani della quarta rivoluzione industriale.
– Salesiani appassionati di Gesù Cristo e consegnati ai
Giovani
Il tema che era stato scelto dal RM, don Ángel Fernández,
per il nostro Capitolo tocca l’essenza della vita cristiana e
dunque religiosa, perché significa essere conquistati dall’amore
di Cristo sì da tornare a collocare Dio al centro della nostra
vita. Infatti, tutta la vita consacrata è contrassegnata dall’a-
more e va vissuta all’insegna dell’amore, per cui non la si può
vivere se non nella letizia, anche nei momenti di prova e diffi-
coltà, con la convinzione e l’entusiasmo di chi ha l’amore come
forza trainante della vita. Da qui promanano la serenità, la lu-

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160ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
minosità e la fecondità della vita consacrata, che la rendono in-
cantevole e attraente per i giovani cui siamo inviati e ai quali
per professione siamo dediti.
Nel suo messaggio ai membri del CG29, Papa Francesco
commenta il tema in forma magistrale:
“È un bel programma: essere “appassionati” e “consegnati”, lasciarsi
coinvolgere pienamente dall’amore del Signore e servire gli altri
senza tenere nulla per sé, proprio come ha fatto, a suo tempo, il vo-
stro Fondatore. Anche se oggi, rispetto ad allora, le sfide da affron-
tare sono in parte cambiate, la fede e l’entusiasmo rimangono gli
stessi, arricchiti di nuovi doni, come quello dell’interculturalità.”
Tutto ciò ci porta necessariamente alla ‘passione di Dio’ nel
Cristo Crocifisso, espressione che sta a significare sia l’amore in-
finito, incommensurabile di Cristo (‘passione’ come espressione
di un grande amore) sia la sua sofferenza immane frutto del tra-
dimento di uno dei suoi, dell’abbandono di tutti i suoi, del rinne-
gamento del capo dei ‘dodici’, del rifiuto del popolo, della condan-
na dei capi del popolo, della crocifissione a mani dei romani e del
silenzio di Dio (‘passione’ come espressione della sofferenza per
amore). Non meraviglia che non ci sia migliore espressione della
‘passione’ come amore e come sofferenza che il Cristo Crocifisso.
La ragione è molto chiara: solo se ci sappiamo, solo se ci sen-
tiamo amati infinitamente dal Padre in Cristo potremo essere
conquistati da Lui ed essere capaci di amare gli altri, i confratelli,
i giovani, tutte le persone che con noi portano avanti la missione.
È proprio questo ‘pathos’ di Dio quello che portò Paolo a con-
fessare: “Sono crocifisso con Cristo. Non sono io che vive, ma
è Cristo che vive in me. E la vita che vivo nella carne, la vivo
nella fede del Figlio di Dio che mi amò e si consegnò per me.”
(Gal 2,19-20)
Solamente conquistati dalla passione (amore e soffe-
renza) di Cristo possiamo divenire appassionati (capaci di
amore e di consegna totale col suo stesso amore).
E poiché amare è l’accettazione dell’altro senza guardare al

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ATTI DEL CAPITOLO GENERALE 29161
proprio interesse, comprende anche la potenza della compassione.
Questo rapporto tra il “pathos di Dio” e il suo popolo rende l’uomo
capace di ‘simpatia’, di sentire e di soffrire con Dio e con gli altri1.
Il contrario dell’amore non è l’odio ma l’indifferenza, la ‘a-
patia’. Questo è un segno chiaro della mancanza di esperienza
di Dio, del Dio Amore, di cui invece noi siete chiamati ad essere
‘segni e portatori’ (C. 2).
La totale dedizione alla missione a favore dei giovani, special-
mente i più poveri, bisognosi e in situazione di rischio, aiutandoli
a superare tutte le sofferenze prodotte del peccato del mondo
(l’ingiustizia, la miseria, l’ignoranza, ecc.) è la forma più concreta
nella quale al seguito di Cristo possiamo vivere l’amore cristiano
e realizzare la missione salesiana. La grandezza di Don Bosco è
stata appunto l’essersi lasciato commuovere, trafiggere dalla si-
tuazione di abbandono dei giovani e essersi mosso per alleviare
le loro sofferenze. Questo amore implicherà sempre la negazione
di sé stessi, e a volte provocherà “l’odio del mondo” (Gv 15, 18ss).
Questo è il rapporto inseparabile tra amore (passione) e sacrificio
(passione). E ci sono situazioni di persecuzione in diversi Paesi
in cui si trova a lavorare la nostra Congregazione, come abbiamo
sentito nelle “buone notte” di diversi Ispettori.
Mi piace condividere con voi alcune riflessioni che si trovano
alla fine dell’ultima Enciclica sul Cuore di Gesù che trovo in
sintonia con il nostro tema capitolare: “Dilexit nos”, perché fa
vedere che la missione è possibile solo a missionari innamorati.
209. La missione, intesa nella prospettiva di irradiare l’amore
del Cuore di Cristo, richiede missionari innamorati, che si lascino
ancora conquistare da Cristo e che non possano fare a meno di
trasmettere questo amore che ha cambiato la loro vita. Perciò li
addolora perdere tempo a discutere di questioni secondarie o a
1 MOLTMAN, Cristo Crocifisso: “Nel pathos divino l’uomo è riempito dallo
Spirito di Dio. Egli diventa amico di Dio, sente simpathia con Dio e per Dio.”
p. 320

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162ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
imporre verità e regole, perché la loro preoccupazione principale
è comunicare quello che vivono e, soprattutto, che gli altri pos-
sano percepire la bontà e la bellezza dell’Amato attraverso i loro
poveri sforzi. Non è ciò che accade a qualsiasi innamorato? Vale
la pena di prendere ad esempio le parole con cui Dante Alighieri,
innamorato, cercava di esprimere questa logica:
«Io dico che pensando il suo valore
Amor sì dolce mi si fa sentire,
che s’io allora non perdessi ardire,
farei parlando innamorar la gente». [226] (Dilexit nos)
Missionari innamorati che parlano dal cuore al cuore
210. Parlare di Cristo, con la testimonianza o la parola, in mo-
do tale che gli altri non debbano fare un grande sforzo per amar-
lo, questo è il desiderio più grande di un missionario dell’anima.
Non c’è proselitismo in questa dinamica d’amore: le parole del-
l’innamorato non disturbano, non impongono, non forzano, so-
lamente portano gli altri a chiedersi come sia possibile un tale
amore. Con il massimo rispetto per la libertà e la dignità dell’al-
tro, l’innamorato semplicemente spera che gli sia permesso di
raccontare questa amicizia che riempie la sua vita. (Dilexit nos)
Missionari innamorati che raccontano il loro incontro con Cristo
211. Cristo ti chiede, senza venir meno alla prudenza e al ri-
spetto, di non vergognarti di riconoscere la tua amicizia con
Lui. Ti chiede di avere il coraggio di raccontare agli altri che è
un bene per te averlo incontrato: «Chiunque mi riconoscerà da-
vanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio
che è nei cieli» (Mt 10,32). Ma per il cuore innamorato non è un
obbligo, è una necessità difficile da contenere: «Guai a me se
non annuncio il Vangelo» (1 Cor 9,16). «Nel mio cuore c’era
come un fuoco ardente, trattenuto nelle mie ossa; mi sforzavo
di contenerlo, ma non potevo» (Ger 20,9). (Dilexit nos)
Missionari innamorati con profondo senso di comunità fraterna
212. Non si deve pensare a questa missione di comunicare

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ATTI DEL CAPITOLO GENERALE 29163
Cristo come se fosse solo una cosa tra me e Lui. La si vive in co-
munione con la propria comunità e con la Chiesa. Se ci allonta-
niamo dalla comunità, ci allontaneremo anche da Gesù. Se la
dimentichiamo e non ci preoccupiamo per essa, la nostra ami-
cizia con Gesù si raffredderà. Non va mai dimenticato questo
segreto. L’amore per i fratelli della propria comunità – reli-
giosa, parrocchiale, diocesana – è come un carburante che ali-
menta la nostra amicizia con Gesù. Gli atti d’amore verso i fra-
telli di comunità possono essere il modo migliore, o talvolta l’u-
nico possibile, di esprimere agli altri l’amore di Gesù Cristo.
L’ha detto il Signore stesso: «Da questo tutti sapranno che
siete miei discepoli: se avrete amore gli uni per gli altri»
(Gv 13,35). (Dilexit nos)
Missionari innamorati che diventano servi dei più poveri
213. È un amore che diventa servizio comunitario. Non mi
stanco di ricordare che Gesù l’ha detto con grande chiarezza:
«Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli
più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25,40). Egli ti propone di tro-
varlo anche lì, in ogni fratello e in ogni sorella, soprattutto nei
più poveri, disprezzati e abbandonati della società. Che bell’in-
contro! (Dilexit nos)
214. Pertanto, se ci dedichiamo ad aiutare qualcuno, non si-
gnifica che ci dimentichiamo di Gesù. Al contrario, lo troviamo
in un altro modo. E quando cerchiamo di sollevare e guarire
qualcuno, Gesù è lì accanto a noi. Infatti, è bene ricordare che
quando mandò i suoi discepoli in missione «il Signore agiva in-
sieme con loro» (Mc 16,20). Egli è lì, lavora, lotta e fa del bene
con noi. In modo misterioso, è il suo amore che si manifesta at-
traverso il nostro servizio, è Lui stesso che parla al mondo in
quel linguaggio che a volte non può avere parole. (Dilexit nos)
Missionari innamorati che agiscono da amici del Signore
215. Egli ti manda a diffondere il bene e ti spinge da dentro.
Per questo ti chiama con una vocazione di servizio: farai del
bene come medico, come madre, come insegnante, come sacer-

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164ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
dote. Ovunque tu sia, potrai sentire che Lui ti chiama e ti
manda a vivere questa missione sulla terra. Egli stesso ci dice:
«Vi mando» (Lc 10,3). Questo fa parte dell’amicizia con Lui.
Perciò, affinché tale amicizia maturi, bisogna che ti lasci man-
dare da Lui a compiere una missione in questo mondo, con fi-
ducia, con generosità, con libertà, senza paure. Se ti chiudi
nelle tue comodità, questo non ti darà sicurezza, i timori, le tri-
stezze, le angosce appariranno sempre. Chi non compie la pro-
pria missione su questa terra non può essere felice, è frustrato.
Quindi è meglio che ti lasci inviare, che ti lasci condurre da Lui
dove vuole. Non dimenticare che Lui ti accompagna. Non ti
getta nell’abisso e ti lascia abbandonato alle tue forze. Lui ti
spinge e ti accompagna. L’ha promesso e lo fa: «Io sono con voi
tutti i giorni» (Mt 28,20). (Dilexit nos)
Missionari innamorati che non possono trattenere ciò che è loro
accaduto
216. In qualche modo devi essere missionario, missionaria,
come lo furono gli apostoli di Gesù e i primi discepoli, che anda-
rono ad annunciare l’amore di Dio, andarono a raccontare che
Cristo è vivo e vale la pena di conoscerlo. Santa Teresa di Gesù
Bambino lo viveva come elemento imprescindibile della sua of-
ferta all’Amore misericordioso: «Volevo dar da bere al mio
Amato e io stessa mi sentivo divorata dalla sete delle
anime». [227] Questa è anche la tua missione. Ognuno la
compie a modo suo, e tu vedrai come potrai essere missionario,
missionaria. Gesù lo merita. Se ne avrai il coraggio, Lui ti illu-
minerà. Ti accompagnerà e ti rafforzerà, e vivrai un’esperienza
preziosa che ti farà molto bene. Non importa se riuscirai a ve-
dere dei risultati, questo lascialo al Signore che lavora nel se-
greto dei cuori, ma non smettere di vivere la gioia di cercare di
comunicare l’amore di Cristo agli altri. (Dilexit nos)
Mi auguro che queste riflessioni ci aiutino ad approfondire
il motto che Don Bosco visse come esperienza dello Spirito e ci
consegnò in eredità come programma di vita: “Da mihi animas,

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ATTI DEL CAPITOLO GENERALE 29165
cetera tolle”, e di conseguenza ci aiutino a riscoprire la novità e
la profezia del suo motto.
Il suo motto è una sintesi splendida della grazia di unità.
Incrinare la quale apre un pericoloso spazio o all’attivismo o al-
l’intimismo, che costituiscono un’insidiosa tentazione per tutti
i consacrati di vita apostolica come noi. Ecco perché questo
tema, cari Confratelli, è tanto importante, perché ha a che ve-
dere con la nostra identità carismatica.
In effetti la missione altro non è che l’espressione storica
dell’amore salvifico di Dio concretizzata nell’invio del Figlio,
nell’invio che Gesù fa del suo Spirito, nell’invio dello Spirito
Santo agli apostoli. La consapevolezza d’essere inviati ci mette
in guardia contro la tentazione di voler impadronirci della mis-
sione, dei suoi contenuti, dei suoi metodi, dei destinatari speci-
fici, disponendo di essa anziché essere noi disponibili per essa.
Appunto perché annunciamo un Altro e siamo chiamati ad
offrire la sua salvezza, guai a noi se annunciamo noi stessi e i
nostri progetti: siamo suoi testimoni. Questa missione coin-
volge tutta la nostra esistenza e ci libera dal rischio non imma-
ginario del funzionalismo, dell’attivismo e del prometeismo.
Il nostro lavoro da educatori e pastori dei giovani ha, tra i
massimi compiti, quello di aiutare i nostri destinatari a trovare
il senso della vita e la vera felicità nell’imparare a non conser-
vare la vita per sé stessi ma ad essere persone per gli altri, alla
maniera di Gesù, e educare i ragazzi come Don Bosco a Val-
docco, proprio nell’oggi segnato dalla rassegnazione, dal pessi-
mismo e dalla disperanza.
Il vangelo di Giovanni esprime in modo incomparabile l’a-
more di Dio nella missione del Figlio quando, in seguito al suo
incontro con Nicodemo, Gesù afferma che “Dio non ha man-
dato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il
mondo si salvi per mezzo di lui” (Gv 3,17). Il vangelo di Marco
da parte sua conclude il brano della disputa degli apostoli sul

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166ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
problema dell’autorità con la chiave di lettura che Gesù dà
della sua esistenza umana: “Il Figlio dell’uomo non è venuto
per essere servito, ma per servire e dare la propria vita in ri-
scatto per molti” (Mc 10,45).
Questa è la missione di Gesù e anche quella della nostra
vita consacrata salesiana a favore dei giovani, specialmente i
più poveri, abbandonati e a rischio. Questo è il vangelo, questa
è la buona notizia che siamo chiamati a proclamare ed incar-
nare per riempire di speranza il mondo.
È evidente che, nella misura in cui viviamo in pienezza la
vostra Missione salesiana, non soltanto faremo sì che i sostri
ragazzi si sentano felici, ma anche noi viviamo in maniera
piena la mistica della Missione, e posiamo diventare in pie-
nezza, come Don Bosco, santi e felici.
– In un cammino ‘sinodale’
Gesù invia i suoi discepoli a due a due, perché il contenuto
della missione è proprio questo: la comunione, il far vedere che
vivono insieme, camminano insieme, lavorano insieme e hanno
una visione condivisa: il Regno di Dio, l’umanità redenta fatta
da uomini e donne che si scoprono figli e figlie di Dio, fratelli e
sorelle tra di loro.
Oggi la Chiesa ha ripreso nell’ultimo Sinodo questa moda-
lità dando ascolto a tutti, creando comunione attraverso la par-
tecipazione in vista della missione. Si tratta di qualcosa che
sembra congenita a Don Bosco che coinvolgeva tutti: sua
madre, Mamma Margherita, i suoi ragazzi, i collaboratori, i be-
nefattori, consapevole di avere bisogno di tutti per la realizza-
zione del sogno di Dio a favore dei giovani.
Perciò la missione oggi ha come soggetto tutta la comunità,
e nel caso nostro tutta la Famiglia Salesiana, nella diversità dei
suoi gruppi, consacrati, secolari, laici, il Movimento Giovanile
Salesiano con tutto il suo protagonismo, e gli Amici di Don

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ATTI DEL CAPITOLO GENERALE 29167
Bosco, persone che pur appartenendo ad altre religioni condivi-
dono con noi lo spirito, il carisma e il lavoro educativo pasto-
rale. E su questa via sinodale dobbiamo procedere con grande
decisione e convinzione.
– Per ridare speranza al mondo
La drammatica situazione che stiamo vivendo a livello mon-
diale segnata da tanti conflitti, guerre, corso al riarmo, discri-
minazioni, scandalose disuguaglianze, privazioni della libertà e
della dignità della persona, etc. stanno mettendo a rischio la
creazione, e la stessa umanità e lasciando il frutto amaro della
rassegnazione, del pessimismo e della disperanza.
Annunciando il tema del Giubileo 2025, “La speranza non
delude”, nell’omelia del 9 maggio, il Papa Francesco diceva:
“Fratelli e sorelle, il Signore, risorto e asceso al Cielo, ci dia la grazia di
riscoprire la speranza – riscoprire la speranza! –, di annunciare la
speranza, di costruire speranza. La speranza cristiana sostiene il
cammino della nostra vita anche quando appare tortuoso e faticoso; ci
apre davanti a noi strade di futuro quando rassegnazione e pessimismo
vorrebbero tenerci prigionieri; ci fa vedere il bene possibile quando il
male sembra prevalere; la speranza cristiana ci infonde serenità
quando il nostro cuore è appesantito dal fallimento e dal peccato; ci fa
sognare un’umanità nuova e ci dà coraggio nel costruire un mondo fra-
terno e pacifico, quando sembra che non ne valga la pena. Questa è la
speranza, il dono che il Signore ci ha fatto con il Battesimo.”
E se ascoltiamo in profondità i giovani constatiamo che la
speranza affiora anche dal di sotto di battute irriverenti o di al-
zate di spalle; è presente anche se repressa da una certa ideo-
logia o tradita da tristi esperienze di vita. Ma come risvegliare
la speranza?
– Far nascere sogni
Ecco la sfida per noi educatori ed evangelizzatori che ci ispi-
riamo alla fede. Aprire al futuro significa far nascere sogni, nu-

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168ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
trire attese, spalancare alle promesse di Dio, quelle già inscritte
nella personalità e nella storia del giovane; quelle che ha già
trovato e quelle che sta ancora cercando.
E questo diventa possibile se come educatori ed evangelizza-
tori sapremo fare memoria delle meraviglie di Dio e celebre-
remo, in noi stessi, la fedeltà di Dio. Promettere significa, al-
lora, far sognare quell’abbondanza di vita che mai verrà meno e
crescerà giorno dopo giorno fino alla pienezza. Solo chi ha la
memoria della fede sa donare la profezia della speranza e può
sottrarre il giovane a quella vertigine che potrebbe bloccarlo e
anche paralizzarlo.
Don Bosco non voleva dare utopie che suonano come false
promesse e diventano amare delusioni che infiacchiscono la vo-
glia di vivere e di lottare; voleva donare la speranza, quella che
si fonda sulla certa promessa di Dio, una fiducia che si radica e
cresce constatando i segni della sua fedeltà (ossia leggendo la
vita alla luce della fede); infine, voleva dare quella speranza che
è il grande segno della Pasqua del Signore.
Da eccezionale educatore, Don Bosco coltiva la speranza nei
suoi ragazzi con queste cinque strade.
Prima: quella della critica coraggiosa alla cultura domi-
nante che tendeva a negare la trascendenza e a strumentaliz-
zare la religione (laicismo illuminista/massonico, pericolo prote-
stante, capitalismo negatore dei fondamentali diritti della per-
sona); possiamo non essere d’accordo con certe analisi fatte da
don Bosco, tributario della cultura del suo tempo; ma ciò che
s’impone è il fatto che don Bosco non solo non accettava supi-
namente la cultura dominante; ma lo riteneva un elemento in-
dispensabile del suo progetto educativo. Fare scuola significa
fare cultura: ma quale? Ci limitiamo a veicolare la cultura
dominante? Educhiamo all’esercizio onesto del senso critico,
all’amore appassionato per la verità, al confronto non pregiu-
diziale con gli altri, all’ascolto della Parola di Dio, alla sintesi
interiore nella propria coscienza?

17.10 Page 170

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ATTI DEL CAPITOLO GENERALE 29169
Seconda: quella di offrire ai suoi ragazzi esperienze posi-
tive nel presente; in questo modo li faceva innamorare della vita
(“è un’avventura che merita!”) li portava a credere in se stessi
(autostima) e li allenava ad aggredire le difficoltà secondo le
loro possibilità; solo costruendo frammenti di positività si può
giungere a quel “continuum” che fa della vita una positività
meritevole di essere interpretata, progettata e resa azione.
Questo è il significato più vero dell’aggettivo “preventivo” che
caratterizza il nostro sistema educativo. Facciamo di ogni
scuola, di ogni oratorio, di ogni Centro di Formazione Profes-
sionale e di ogni opera sociale un ambiente fortemente proposi-
tivo offrendo modi d’essere, di relazionarsi, di agire che fac-
ciano toccar con mano i valori etici che illustriamo? E, per fare
questo, valorizziamo le inclinazioni positive che manifestano i
giovani d’oggi o viviamo solo di eredità, comprovate sì, ma
anche irrigidite ed intristite dall’abitudine? Sappiamo inven-
tare con i ragazzi e per i ragazzi esperienze positive?
Terza: quella di farli sognare; per questo raccontava i sogni
di Dio sulla vita (quasi come innesco ai loro sogni ed invito a
non accontentarsi) mentre spalancava davanti ai loro occhi i
sogni possibili per quei tempi e per quelle età (pensiamo alle
avventure missionarie o alle imprese per il recupero dei disa-
giati nella Torino del tempo); e ciò contro un realismo che, di
fatto, si rivelava e si rivela anche oggi, piatto pragmatismo, ob-
bedienza a criteri che misconoscono la dignità della persona
fondata sulla auto-trascendenza. Stimoliamo i ragazzi ad espri-
mere i sogni che portano dentro, quelli di conoscersi meglio, de-
siderarsi diversi, progettarsi in grande? Agganciamo i loro
sogni (spesso malati di individualismo egoista) alle grandi at-
tese dell’umanità come anche ai grandi sogni che Dio ha per
l’umanità? Qui possiamo trovare una via aperta all’orienta-
mento vocazionale in senso lato ed in senso ecclesiale.
Quarta: quella di fornire loro il linguaggio dei sogni: attra-
verso il teatrino, le recite improvvisate, i concorsi di poesia, le
bande musicali, l’invenzione di giochi, il libero sfogo alla fan-

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170ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
tasia e alla creatività. Anche questo è un problema attuale:
l’immaginario giovanile risulta sempre più povero e sempre più
infestato da mostri, immagini di violenza, volgarità, banalità,
tanto che i sentimenti più veri non trovano più un linguaggio
adeguato per esprimersi e quindi radicarsi in loro: sono pallidi
sogni o tristi sogni. Penso alle potenzialità che racchiudono i
linguaggi proprio della letteratura, dell’arte, senza dimenticare
il linguaggio moderno del web e dei social ...
Quinta: quella di promuovere l’esperienza di gruppo,
quell’aggregazione che saturava non solo il bisogno di socializ-
zazione e di amicizia, ma anche il desiderio di costruire qual-
cosa insieme nel presente, in vista del futuro, instillando così
quel sentimento di solidarietà che si sarebbe declinato poi, una
volta diventati adulti, in modelli di microsocietà solidali, fon-
dando così un robusto senso civico di responsabilità collettiva
(“buoni cristiani ed onesti cittadini” come era solito dire).
– Dalla multiculturalità alla interculturalità
Dopo 150 anni dalla prima spedizione missionaria di Don Bo-
sco in Argentina (11 novembre 1875), la nostra Congregazione
ha raggiunto tutti i Continenti, ed è ormai presente in 137 paesi
del mondo, con la corrispondente multiculturalità dei Salesiani.
Il volto della Congregazione è cambiato profondamente.
Questo dato comporta un’importante e delicata sfida: il pas-
saggio dalla multiculturalità come fatto sociologico all’incultu-
razione fedele del Vangelo e del carisma, condizione indispensa-
bile per raggiungere l’interculturalità della Congregazione,
unica risposta valida per una unità nella diversità.
Le statistiche parlano eloquentemente: mentre le vocazioni
diminuiscono in Europa e nelle Americhe, aumentano nel Sud Est
dell’Asia e in Africa. Questo passaggio da situazioni monoculturali
a multiculturali ha comportato cambiamenti nelle nostre comu-
nità religiose, mettendo in discussione i tradizionali schemi di
formazione, il che è fonte di ricchezza ma anche di tensioni.

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ATTI DEL CAPITOLO GENERALE 29171
Una vera interculturalità – afferma Aquilino Bocos – im-
plica «entrare in un processo di scambio e rispetto reciproco di
culture diverse, di storie e sensibilità, di sentimenti ed espe-
rienze di appartenenza, di costumi e tradizioni, che genera un
nuovo dinamismo e una maggiore fecondità alla vita religiosa e
alla Chiesa»2.
Affinché questa fecondità vocazionale dell’Africa e dell’Asia
diventi una linfa che rivitalizzi e ringiovanisca la nostra vita sa-
lesiana sarà necessario garantire una buona e salda formazione
a livello umano, spirituale, carismatico, pastorale, culturale che
raggiunga il cuore delle persone e purifichi elementi culturali
che non si addicono al Vangelo e al nostro carisma.
Da qui il bisogno di conoscere bene la propria cultura, la cul-
tura degli altri e la cultura congregazionale per comprendere e
assimilare le realtà multiculturali con orizzonte interculturale, e
utilizzare alcuni mezzi indispensabili per superare atrofie o
ipertrofie. Come, ad esempio, il discernimento personale e co-
munitario, la centralità della Parola di Dio e dell’Eucaristia,
l'imperativo urgente della missione, l'inevitabile formazione per-
manente e una forte spiritualità di conversione e comunione.
Questa sarà la migliore e più feconda celebrazione del
150mo anniversario della prima spedizione missionaria del
Don Bosco sognatore che continua a sognare attraverso di noi.
– A modo di conclusione
Siamo arrivati a Valdocco e ripartiamo da Valdocco, carichi
dell’esperienza vissuta, con un Documento che diventa pro-
gramma spirituale e pastorale per tutto il sessennio, sotto la
guida del padre che il Signore ci ha dato nella persona del caris-
simo don Fabio Attard, Rettor Maggiore e XIº Successore di
Don Bosco. I suoi interventi dal momento della sua elezione e,
2 A. Bocos, Herencia y profecía, Pub. Claretianas, Madrid 2006, 412.

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172ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
soprattutto, il Discorso di chiusura ci offrono i grandi elementi
del carisma di Don Bosco che più gli stanno a cuore e lo ‘spirito
salesiano’ con cui lui vorrebbe che i nostri polmoni fossero
pieni per poter consegnarci senza riserve ai “giovani, special-
mente i più poveri, abbandonati, in situazione di rischio”.
Un aspetto che io colgo e ammiro in Don Fabio, e che sarà
un grandissimo bel dono per tutta la Congregazione, è appunto
la centralità di Dio nella sua vita, oggi tanto necessaria, perché
c’è nei confratelli entusiasmo nel lavoro con i giovani, ma non è
sempre chiaro quale sia la sorgente di tutta quella attività, nel
senso che non di rado la si abbina con altri atteggiamenti che
destano perplessità riguardo al rapporto con il Signore e con la
preghiera, sì da domandarci ma siamo convinti di lavorare per
la loro salvezza, con tutto ciò che questa implica. Per Don
Bosco questo era chiarissimo e fondamentale: non cercava altro
che “la Gloria di Dio e la salvezza delle anime”.
Ci affidiamo a Maria Immacolata Ausiliatrice perché con-
tinui ad essere madre e guida come lo fu per Don Bosco.
Roma,
12 aprile 2025

18.4 Page 174

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INDICE
PRESENTAZIONE ....................................................................................................................................................... 3
ATTI DEL CG29
APPASSIONATI DI GESÙ CRISTO, DEDICATI AI GIOVANI
Per un vissuto fedele e profetico della nostra vocazione salesiana
Introduzione ....................................................................................................................................................................... 7
NUCLEO 1
ANIMAZIONE E CURA DELLA VITA VERA DI CIASCUN SALESIANO..................... 11
A. Centralità di Cristo e cura della vocazione salesiana.............................................................. 11
Ascolto 11 ....................................................................................................................................................................................
Interpretazione ................................................................................................................................................................. 13
Scelta 16 .......................................................................................................................................................................................
B. Fraternità e attenzione ai poveri................................................................................................................ 18
Ascolto 18 ....................................................................................................................................................................................
Interpretazione ................................................................................................................................................................. 20
Scelta 23 .......................................................................................................................................................................................
C. Formazione del salesiano............................................................................................................................... 25
Ascolto 25 ....................................................................................................................................................................................
Interpretazione ................................................................................................................................................................. 29
Scelta 32 .......................................................................................................................................................................................
NUCLEO 2
INSIEME SALESIANI, FAMIGLIA SALESIANA E LAICI “CON” E “PER” I GIOVANI . 35
A. Condividere spiritualità e missione nella CEP ............................................................................... 35
Ascolto 35 ....................................................................................................................................................................................
Interpretazione ................................................................................................................................................................. 39
Scelta 42 .......................................................................................................................................................................................
B. Educare e evangelizzare ................................................................................................................................ 44
Ascolto 44 ....................................................................................................................................................................................
Interpretazione ................................................................................................................................................................. 47
Scelta 50 .......................................................................................................................................................................................
C. Nuove espressioni del carisma .................................................................................................................. 51
Ascolto 51 ....................................................................................................................................................................................
Interpretazione ................................................................................................................................................................. 53
Scelta 55 .......................................................................................................................................................................................

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174ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE
NUCLEO 3
UNA CORAGGIOSA VERIFICA E RIPROGETTAZIONE DEL GOVERNO
DELLA CONGREGAZIONE A TUTTI I LIVELLI................................................................................ 57
Deliberazioni del CG 29........................................................................................................................................... 57
A - Modifiche delle Costituzioni.......................................................................................................................... 57
B - Modifiche dei Regolamenti generali...................................................................................................... 59
C - Delibere sulla configurazione delle Regioni ................................................................................... 62
D - Delibere per il Rettor maggiore con il suo consiglio................................................................ 64
E - Delibere per gli Ispettori, i consigli ispettoriali, i capitoli ispettoriali ............................ 69
ALLEGATI
1. Lettera/Messaggio del Santo Padre Francesco ai membri del CG29........................ 71
2. Intervento di Suor Simona Brambilla Prefetta del Dicastero per gli Istituti di
Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica............................................................................ 72
3. Discorso di apertura del CG29, del Vicario del Rettor Maggiore Don Stefano
Martoglio........................................................................................................................................................................ 76
4. Altri discorsi ................................................................................................................................................................ 86
5. “Buonanotte” di Don Fabio Attard la sera dell’elezione a Rettor Maggiore ........... 95
6. Discorso del Rettor Maggiore Don Fabio Attard alla chiusura del CG29................ 101
7. Elenco dei partecipanti al CG29................................................................................................................ 119
8. Cronaca dei lavori del CG29 ........................................................................................................................ 125
9. Don Pascual Chavez, Verso il futuro, una chiave di lettura del CG29...................... 159
Indice 173 ......................................................................................................................................................................................

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