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- MAMMA
MARGHERITA
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di Pascual Chávez Villanueva
F
AMIGLIA
CULLA DELLA VITA
L’OSPITE
CON LA “O” MAIUSCOLA
La famiglia è la matrice di tutti i significati spirituali dell’esistenza. Vi si apprendono i contenuti e i “sapori” di concetti e atteggiamenti spirituali come accoglienza, ascolto, perdono, comunione, benedizione, gratitudine, dono, sacrificio…
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I bambini, più di ogni altra cosa hanno bisogno di storie che spieghino loro da dove proviene il mondo, perché vivono e dove si trova ora il nonno che è mancato da poco. Vogliono sapere per quale ragione veniamo al mondo e quando ahimè dobbiamo lasciarlo. Chiedono se Dio è uomo o donna... I bambini possono spingere i genitori oltre ogni capacità di immaginazione con le loro domande, ed è irresponsabile lasciare i figli esposti a qualunque influenza: in questo modo ingannano i loro bambini. Dio si deve “respirare”, come uno di casa, e si deve accogliere come l’Ospite con la “O” maiuscola. La sua presenza si rivela nell’importanza data all’interiorità, negli avvenimenti memorabili, nell’amore reciproco, nella responsabilità degli uni verso gli altri, nel coraggio, nel perdono, nella speranza. Dio non è un “vago sentimento” religioso, ma una persona presente. I genitori però non possono dimenticare il più semplice dei principi pedagogici: nessuno può portare un altro se non dove è già stato. I genitori non possono limitarsi a “mandare” i figli al catechismo. Devono fare la loro parte, che è la più importante. La Chiesa non è una “stazione di rifornimento” che eroga servizi. E come il dono della vita viene da Dio attraverso i genitori, così la fede viene da Dio attraverso i genitori e la Chiesa. La frase «Mio figlio deve poter decidere più tardi da solo quale religione scegliere» è completamente sbagliata dal punto di vista psicologico-evolutivo.
L’apprendimento religioso è a tre stadi. Il primo passa attraverso l’osservazione e l’imitazione: i bambini ascoltano con gli occhi. Un bambino che non vede il papà e la mamma pregare, non pregherà mai. Per la nascita e lo sviluppo dell’immagine di Dio l’influenza dei genitori è decisiva. La religiosità però viene acquisita anche attraverso l’insegnamento e l’accompagnamento: è il secondo stadio. I bambini hanno il diritto di conoscere e capire la storia di Gesù, le sue parole, la riflessione e la tradizione della comunità dei credenti; poi di essere “iniziati” a una vita “con Dio dentro”. La terza via per imparare la religiosità passa attraverso il rafforzamento che viene dall’approvazione degli altri e la conferma sociale. Questo è il compito della comunità parrocchiale. La conferma sociale derivante dalla preghiera e dalla celebrazione in comune nella chiesa o anche nei gruppi, all’oratorio, fa apparire plausibile e degno di essere vissuto ciò che viene trasmesso da genitori e catechisti.