Portami con te - ITALIANO


Portami con te - ITALIANO

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A cura del
CENTRO STUDI “OPERA DEI TABERNACOLI VIVENTI”
Portami con te!
L’Opera dei Tabernacoli Viventi
nei manoscritti originali di Vera Grita
Con le presentazioni di fr. François-Marie Léthel OCD e di don Roberto Carelli SDB

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Collana SPIRITUALITÀ E PEDAGOGIA SALESIANA
Gianni Ghiglione, Santa Giovanna di Chantal madre e maestra. Lo spirito di
Francesco di Sales consegnato alle Sorelle Visitandine attraverso le lettere
Gianni Ghiglione, Santa Giovanna di Chantal mamma e madre. La vita
e il cammino spirituale nelle lettere ai familiari, agli amici e alle suore
Colette Schaumont, Da mihi animas. La vita di Don Bosco tra scelte, sfide
e passione
Giancarlo Isoardi, “Di Don Bosco si può dire tanto”
Juan José Bartolomé, Mistico, profeta, servo. Una riflessione biblica sul profilo
del nuovo salesiano
Gianni Ghiglione, San Francesco di Sales padre, maestro e amico.
La spiritualità salesiana nelle Lettere, prima parte
Gianni Ghiglione, San Francesco di Sales padre, maestro e amico.
La spiritualità salesiana nelle Lettere, seconda parte
G. Buccellato e C. Montanti, Il sistema preventivo nella vita di coppia.
Indicazioni e suggerimenti pratici ispirati agli insegnamenti di Don Bosco
Rossano Sala, Ascolto, discernimento, purificazione. Per vivere il Sinodo
della Chiesa sui giovani
Foto di copertina: ritratto di Vera con i 13 manoscritti
www.
.org
© 2017 Editrice ELLEDICI
Corso Francia, 333/3 - 10142 Torino
011 9552111 info@elledici.org
ISBN 978-88-01-06393-6

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Si concede il nulla osta per la pubblicazione del libro “Por-
tami con te!”. L’Opera dei Tabernacoli Viventi nei manoscritti
originali di Vera Grita. A cura del CENTRO STUDI “OPERA
TABERNACOLI VIVENTI” (MILANO)
Savona, 25 luglio 2017.

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Prot. 17/0297
Roma 29 luglio 2017
Ho avuto modo di conoscere l’Opera dei Tabernacoli Viven-
ti, frutto dell’esperienza mistica di Vera Grita (1923-1969), Sa-
lesiana Cooperatrice, e sono stato informato della nuova edizio-
ne del libro contenente i Messaggi a lei dettati da Gesù.
Per questo di cuore ringrazio il Signore per il dono fatto alla
Chiesa e alla nostra Congregazione Salesiana per ravvivare la
fede e l’amore nella presenza eucaristica di Gesù che desidera
raggiungere e trasformare la vita degli uomini e delle donne nel
nostro tempo.
Benedico questa Opera perché possa rispondere sempre me-
glio allo scopo per cui è stata ispirata e suscitata.
Autorizzo ed incarico la nostra Postulazione Generale ad ac-
compagnare tutti i passi necessari perché l’Opera, in collabora-
zione con il Centro Studi Opera dei Tabernacoli Viventi continui
ad essere studiata, promossa nella nostra Congregazione e rico-
nosciuta dalla Chiesa, in spirito di obbedienza e di carità.
Maria Immacolata-Ausiliatrice, Primo Tabernacolo Vivente,
e don Bosco, apostolo dell’Eucaristia, intercedano e sostengano,
perché possiamo essere segni e portatori dell’Amore eucaristico
agli uomini e donne del nostro tempo e in particolare ai giovani.

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1.7 Page 7

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Premessa
Vera Grita (1923-1969), insegnante e salesiana coope-
ratrice, fu chiamata dal Signore ad essere nella Famiglia Sa-
lesiana e nella Chiesa la “Voce” del Dio vivente, la voce di
Gesù Eucaristia che, attraverso il dono delle locuzioni inte-
riori, le dettava “l’Opera dei Tabernacoli Viventi” per la sal-
vezza delle anime. I messaggi sono stati studiati dal sale-
siano don Giuseppe Borra, che scrisse la prima biografia di
Vera.1
Nel 1989 su iniziativa delle sorelle di Vera, Giuseppina
e Liliana Grita, i Messaggi furono pubblicati nel libro Ope-
ra dei Tabernacoli Viventi,2 con l’approvazione ecclesiasti-
ca del vescovo di Savona e Noli mons. Giulio Sanguine-
ti. È merito delle sorelle di Vera e dell’Editrice Segno aver
stampato in questi anni il libro sull’Opera dei Tabernaco-
li Viventi, iniziativa questa che ha permesso fino ad oggi la
conoscenza e la diffusione del messaggio di cui Vera fu la
portavoce, nonché il conseguente formarsi dei primi grup-
pi dei Tabernacoli Viventi in Italia. A Liliana Grita va inoltre
la nostra gratitudine per aver pubblicato il libro Mia sorella
Vera di Gesù,3che contiene le lettere di Vera scritte ai sacer-
doti salesiani che la dirigevano spiritualmente: don Gabriel-
lo Zucconi, don Giovanni Bocchi e don Giuseppe Borra. La
pubblicazione del carteggio tra Vera ed i sacerdoti salesiani,
1 G. Borra, Grita Vera. Notizie biografiche, Editrice Terzo Millennio, Ca-
serta 1984.
2 L. Grita (a cura di), Opera dei “Tabernacoli Viventi”, Il grande dono di
Gesù agli uomini tramite Vera Grita, Edizioni Segno, Tavagnacco (UD) 2014
(1989).
3 L. Grita, Mia sorella Vera di Gesù, Edizione extra commerciale, Scuola
Grafica Salesiana, Torino, 1999.
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completo anche delle lettere dei tre sacerdoti, sarà oggetto
di studio per una prossima pubblicazione da parte del Cen-
tro Studi “Opera dei Tabernacoli Viventi” di Milano.
Vera scrisse i Messaggi dell’Opera dei Tabernacoli Vi-
venti in tredici quaderni che alla sua morte furono affida-
ti dalla madre, la signora Marianna Zacco della Pirrera, alla
curia di Savona dove tuttora si trovano. Per gentile conces-
sione della curia, il Centro Studi “Opera dei Tabernacoli Vi-
venti” di Milano ha fotocopiato i tredici quaderni originali
che ora vengono pubblicati integralmente per la prima vol-
ta in questo libro, arricchito dalle relazioni di due autore-
voli teologi, il carmelitano François-Marie Léthel, ed il sa-
lesiano don Roberto Carelli.4 A differenza della precedente
pubblicazione curata dalla Editrice Segno, che si basava sul
dattiloscritto consegnato a Liliana Grita dal direttore salesia-
no don Buttarelli alla morte di don Borra, l’attuale pubblica-
zione si basa sulla fotocopia dei quaderni di Vera, riportan-
done integralmente il contenuto.
In Italia in questi anni si sono formati i gruppi “Opera
dei Tabernacoli Viventi”, composti da persone che, a partire
dal messaggio di cui Vera fu l’ispiratrice e guidati da un sa-
cerdote, hanno scelto di approfondire il Mistero dell’Euca-
ristia e di conformare la propria vita spirituale e la propria
attività apostolica in relazione alla chiamata ricevuta. Sono
sorti gruppi in Lombardia, Versilia, Liguria, Piemonte, Sar-
degna, Veneto. Essi coinvolgono complessivamente più di
un centinaio di persone. Tra loro molti sono ministri straor-
dinari della Comunione. L’11 febbraio 2001, presso l’Ispet-
toria salesiana di Milano, i salesiani don Enrico Mozzanica,
4 Don Roberto Carelli SDB, Docente di Teologia sistematica presso la
Pontificia Università Salesiana, sezione di Torino; Padre François-Marie Léthel,
Docente di Teologia dogmatica e spirituale presso la Pontificia Facoltà Teolo-
gica Teresianum di Roma.
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don Ermanno Montagnoli (1928-2014) e Maria Rita Scri-
mieri, salesiana cooperatrice e consacrata nell’Opera dei
Tabernacoli Viventi, hanno dato vita al Centro Studi Ope-
ra dei Tabernacoli Viventi, dedicato a Vera Grita e a don Ga-
briello Zucconi SDB, con lo scopo di studiare la spiritualità
e realizzare il messaggio dell’Opera, di promuovere la for-
mazione spirituale dei membri attraverso le giornate men-
sili di studio e di preghiera e gli esercizi spirituali annuali, e
proponendo modelli di vita di santi particolarmente signifi-
cativi per il loro carisma eucaristico.
Nel 1999 la Curia di Torino, su iniziativa di Liliana Grita
che a Torino, aveva dato vita con il salesiano don Pietro Ce-
resa (1920-1997) al primo gruppo di fedeli riuniti intorno al
messaggio di Vera, ha approvato l’Associazione dei Taber-
nacoli Viventi come gruppo di Adorazione eucaristica. Un
ulteriore passo per la realizzazione dell’Opera, nei suoi di-
versi aspetti, è stato fatto nel gennaio 2007 presso la Curia
Arcivescovile di Milano, dove sono stati presentati dal Cen-
tro Studi gli Statuti e la Regola di vita dell’Associazione Ope-
ra dei Tabernacoli Viventi.
Dal maggio 2013 l’Opera dei Tabernacoli viventi ha una
sede in Portogallo a Balasar presso il Centro internaziona-
le salesiano di spiritualità sorto con lo scopo di studiare e
diffondere il messaggio delle due figure di salesiane coo-
peratrici particolarmente significative oggi per la loro mis-
sione eucaristica e mariana nella Famiglia Salesiana e nel-
la Chiesa, vale a dire la portoghese Alexandrina Maria da
Costa (Balasar 1904-1955), beatificata nel 2004, e l’italia-
na Vera Grita.
Nel 50° del primo messaggio scritto da Vera il 19.9.1967,
l’iniziativa del Centro Studi di pubblicare una edizione inte-
grale dell’Opera vuole essere l’espressione della nostra gra-
titudine alla Santissima Trinità per il dono di Vera e dell’O-
pera dei Tabernacoli Viventi alla Congregazione Salesiana e
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alla Chiesa. Con questa iniziativa ci auguriamo di contribu-
ire allo sviluppo e alla piena realizzazione dell’Opera nel-
la Chiesa, per la maggior gloria di Dio e il bene e la salvez-
za di tutte le anime.
Desideriamo ringraziare tutti i Membri dell’Opera dei
Tabernacoli Viventi e gli amici che con la loro preghiera ci
hanno sostenuto in questo lavoro. Un particolare ringrazia-
mento va a don Pierluigi Cameroni sdb, Postulatore Gene-
rale della Cause dei Santi della Famiglia Salesiana, che ha
seguito con vivo interesse l’iniziativa e ha collaborato nella
preparazione di questo libro.
Don Enrico Mozzanica sdb
Maria Rita Scrimieri
Centro Studi Opera dei Tabernacoli Viventi
Milano, 16 luglio 2017
Nella festa della Madonna del Carmelo
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Introduzione
L’Opera dei Tabernacoli Viventi,
dono e missione
per la Congregazione salesiana
e per la Chiesa
Maria Rita Scrimieri
Centro Studi “Opera dei Tabernacoli Viventi” Milano
1. Tabernacoli Viventi: una vocazione eucaristica
per la vita del mondo
L’Opera dei Tabernacoli Viventi si presenta come una nuo-
va via di evangelizzazione fondata sulla presenza eucaristica di
Gesù, Via Verità e Vita, che coinvolge sacerdoti, suore dedite a
opere di carità, laici e giovani chiamati a donarsi al Signore per
essere il suo nuovo tempio, la sua nuova dimora nella società in
mezzo agli uomini, per mezzo di Maria primo Tabernacolo Vi-
vente.
La grazia carismatica corrispondente al dono di sé in questa
chiamata è la “Permanenza eucaristica” di Gesù nell’anima, at-
traverso la quale Gesù promette di salvare le anime che vivono
lontane da Lui effondendo la vita divina attraverso il suo nuo-
vo Tabernacolo.
Troviamo un precedente storico nella vita dei santi del no-
stro tempo in santa Faustina Kowalska, che in diversi punti del
Diario fa riferimento alla sua esperienza in merito a questa gra-
zia eucaristica: «Oggi ho compreso molti misteri di Dio. Sono
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venuta a sapere che la santa Comunione dura in me fino alla
seguente santa Comunione. La presenza di Dio viva e sensibi-
le dura nella mia anima. Il mio cuore è un tabernacolo vivente
nel quale si conserva l’Ostia viva».1 E ancora: «Durante la san-
ta Messa ho visto il Bambino Gesù nel calice. Mi ha detto: “Di-
moro così nel tuo cuore, come Mi vedi in questo calice”. Dopo
la santa Comunione ho avvertito nel mio cuore i battiti del cuore
di Gesù. Dato che da molto tempo ho la consapevolezza che la
santa Comunione dura in me fino alla santa Comunione succes-
siva, oggi per tutta la giornata, ho adorato Gesù nel mio cuore e
L’ho pregato affinché con la sua grazia protegga i bambini dal
male che li minaccia. La viva presenza di Dio, avvertibile anche
fisicamente, mi ha accompagnato tutto il giorno non disturban-
domi affatto dall’esecuzione dei miei doveri».2
Un altro precedente storico molto significativo, lo troviamo
nel Fondatore dei Claretiani sant’Antonio Maria Claret (1807-
1870), arcivescovo di Santiago a Cuba, che nella sua autobio-
grafia descrive la Grazia eucaristica ricevuta il 26 agosto 1861,
che egli chiamava la grande Grazia: «...a la Granja, mentre pre-
gavo nella chiesa del Rosario, ricevetti dal Signore l’eccezionale
grazia di conservare nel mio petto di giorno e di notte le specie
sacramentali così che di giorno in giorno avevo in me il Santis-
simo Sacramento.
Questo prodigio mi impone un costante ed intimo raccogli-
mento, mi impone, è parola del Signore, di pregare e far fronte a
tutti i mali della Spagna».3 Quando, un anno dopo, il 16 maggio
il santo vescovo pensò di cancellare dal suo diario quanto scrit-
to sulla grande Grazia ricevuta, la Santissima Vergine glielo im-
pedì e «dopo, nella Messa, Gesù Cristo mi ha detto che mi aveva
1 F. KowalsKa, Diario di santa Maria Faustina Kowalska. La misericordia di-
vina nella mia anima, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 1992, p. 435.
2 Ivi, p. 597.
3 G. PaPasoGli, F. stano, Antonio Claret, l’uomo che sfidò l’impossibile, Libre-
ria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 1983, pp. 566-568.
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concesso questa grazia di rimanere in me sacramentalmente».
Commentando l’altissima grazia i padri Vinas e Bermejo scrivo-
no: «La grazia grande, come egli la chiama, della conservazio-
ne delle Specie eucaristiche da una Comunione all’altra, indica
l’arrivo a un grado particolare della sua conformità con Cristo.
Conviene considerare due aspetti importanti di essa: 1) questa
grazia era ordinata al compimento della sua missione, l’aposto-
lato, ora più che mai universale ed efficace; 2) questa grazia
gli fu concessa quasi certamente per intercessione della Vergine
Maria. Inoltre, il grande miracolo avviene in un momento che
coincide con il massimo prestigio umano del Santo, ma anche
in un’ora di preparazione segreta e decisiva: il santo va verso i
giorni del dolore e dello sfacelo terrestre. Avrà sempre in sé, al-
lora, il Signore e passerà, tabernacolo vivente, attraverso le tem-
peste terrene».4
Tutte le immagini relative alla sua persona lo ritraggono con
un’Ostia luminosa nel petto.
Il santo vescovo svolse un intenso apostolato missionario,
intervenendo per la moralizzazione dei costumi, per la forma-
zione del clero, aiutando i poveri.
L’Opera dei Tabernacoli Viventi si distingue anche per un
altro aspetto che, pur avendo dei precedenti nella storia della
Chiesa, negli scritti di Vera Grita assume una dimensione nuo-
va. Infatti tra i Tabernacoli Viventi vi sono coloro (sacerdoti,
suore dedite a opere di carità laici preparati) che sono chiama-
ti ad essere anche “Portatori di Gesù nelle Specie eucaristiche”,
nei luoghi di lavoro, nelle scuole, nella missione, affinché Gesù
eucaristico irradi la sua vita divina e il suo amore che salva su
quanti incontrerà e guarderà attraverso il nuovo Tabernacolo.
Troviamo un precedente storico in questa direzione nella
lettera che il Servo di Dio don Dolindo Ruotolo (1882-1970)
scrisse a Pio XI il 23 dicembre 1924 alla vigilia del Giubileo del
1925. In tale lettera il sacerdote sottopose al Santo Padre alcuni
4 Ibidem.
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desideri di Gesù quali l’aumento delle sante Messe celebrate du-
rante il giorno, la comunione dei fedeli per ogni Messa ascolta-
ta, ed infine: «Potrebbe concedere – scriveva don Dolindo – che
i Vescovi portino Gesù Sacramentato in una teca sul cuore e sia-
no così Pastori viventi in Lui e per Lui.
Vostra Santità dovrebbe essere il primo Tempio vivente di
Gesù Eucaristia. Pio IX lo portò con sé nel suo viaggio a Gae-
ta, fuggendo.
Vostra Santità lo porti con sé, per irradiare la Vita eucaristi-
ca nel mondo. Col tempo potrebbe formare anche dei sacerdo-
ti più devoti e delle anime consacrate a Dio, il tempio vivente di
Gesù…
Sia questo, Beatissimo Padre, il giubileo dell’amore di Gesù
[…]».5
Un anno prima di questa lettera, il 28 gennaio 1923 nasce-
va a Roma Vera Grita, colei che negli anni 1967-1969, sarebbe
stata per volontà del Signore la portavoce, nella Famiglia Sale-
siana e nella Chiesa, dell’Opera dei Tabernacoli Viventi, attra-
verso la quale il Signore estende ai sacerdoti, ai consacrati e ai
laici adeguatamente preparati quanto richiesto in forma ristretta
al Papa nel 1924 attraverso il Servo di Dio don Dolindo Ruotolo.
2. Tabernacoli Viventi: al servizio della Carità
e della Misericordia
L’Opera dei Tabernacoli Viventi è stata affidata in prima
istanza alla Congregazione Salesiana e quest’ultima, per espli-
cito desiderio del Signore, deve farsi promotrice per la sua rea-
lizzazione e diffusione nella Chiesa (diocesi, parrocchie, istituti
religiosi… ). In un secondo momento anche la Famiglia Carme-
5 A cura dell’aPostolato stamPa, Fui chiamato Dolindo, che significa dolo-
re…, Pagine d’autobiografia del sac. Dolindo Ruotolo, Napoli, terza edizione 1973
p.432.
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litana viene indicata, negli scritti di Vera, come destinataria dei
messaggi per la loro realizzazione.
L’Opera dei Tabernacoli Viventi può costituire un contribu-
to prezioso nella Chiesa per affrontare le sfide del terzo millen-
nio a beneficio dell’umanità: la secolarizzazione sempre più dif-
fusa, la crisi delle vocazioni, le forze disgregatrici che attaccano
la famiglia umana e la società, la pace nelle nazioni, nonché la
Chiesa stessa, sembrano richiedere, oggi più che mai, non tan-
to e non solo delle soluzioni umane quanto la forza unificante e
santificante della vita divina di Gesù Cristo nelle nostre anime,
l’irradiazione della vita eucaristica nel mondo.
Alla luce dei cambiamenti avvenuti nella società, si rende
necessario portare la fonte della Vita, Gesù eucaristico e la sua
Parola, là dove vivono gli uomini, in mezzo a loro, nella fami-
glia, nei luoghi di lavoro, nelle scuole, per le strade: Gesù ha
sete di donarsi alle anime, ha sete di donare la Vita, la vita divi-
na, e pertanto cerca anime semplici disposte a donarsi a Lui per
essere come la Vergine Maria e, in Maria, il suo nuovo Taber-
nacolo. Ha bisogno di rinnovare la potenza del suo Sacerdozio
nei sacerdoti, donando loro tutto se stesso nel Dono eucaristi-
co attraverso il quale effonderà forza, luce e soprattutto amore
che salva.
Pertanto, per questo fine e con la dovuta autorizzazione del
Papa, si rende necessario dare la possibilità ai sacerdoti, e alle
anime chiamate in questa missione, di portare Gesù nelle Sacre
Specie in una teca, nel silenzio e nel nascondimento, per esten-
dere i frutti del Dono eucaristico a quanti vivono lontani dal Si-
gnore e dalla Chiesa; con la sua presenza eucaristica Gesù può
estendere la sua azione vivificante e liberante verso tutti colo-
ro che incontrerà e sui quali poserà il suo sguardo misericordio-
so, toccando i loro cuori e attirandoli a sé con la forza del suo
amore. In altri termini, si tratta di permettere che la misericor-
dia del Signore raggiunga le anime che sono lontane da Lui at-
traverso questa “nuova via eucaristica” per mezzo dei sacerdo-
ti, religiosi e laici chiamati a condividere più da vicino con Gesù
l’opera della redenzione e l’ansia di salvezza per le anime. Que-
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sto aspetto fu l’anima di tutta la missione di san Giovanni Bo-
sco, che egli sintetizzò nella famosa espressione: “Da mihi ani-
mas, coetera tolle”.
3. Nel carisma di don Bosco: «da mihi animas,
coetera tolle»
L’Opera dei Tabernacoli Viventi è stata affidata alla Con-
gregazione Salesiana proprio per il carisma del suo fondatore:
«I Padri Salesiani – si legge nel messaggio del 30.11.67 – avran-
no modo di diffondere fra le anime questa via d’amore per pre-
pararle alla mia Lega. Sono essi i primi chiamati a rivivere Me,
e per il mio stesso Sacerdozio e per lo spirito del Fondatore di
cui è pervaso il loro apostolato». Ed inoltre: «Per tutti i Salesia-
ni, il loro Fondatore, S. Giovanni Bosco, sarà, dal luogo ove è
nella Gloria mia, Padre amorevole, protettore conforto, soste-
gno… Sì D. Bosco ritorna in voi perché Gesù vuole rinnovare
in voi la sua vita, il suo amore, il suo Sacerdozio, tutto se stesso.
Io in voi, e voi in Me, per donare “frutti” al Padre mio, per sal-
vare le anime, per morire per le anime. Io, Gesù, vostra Vita, vo-
stra Via, vostra Verità: a voi amati Sacerdoti; a voi tutto e sem-
pre Me». Messaggio 4.2.1968
A imitazione di Gesù Buon Pastore che dona la vita per le
sue pecore, il Tabernacolo Vivente è chiamato a donare tutto se
stesso al Signore affinché Egli, vivo e operante nell’anima, pos-
sa fare di questa la sua nuova dimora in mezzo agli uomini e il
suo nuovo Tempio, dal quale Egli continuamente offre se stes-
so al Padre per la salvezza degli uomini: «[…] E io, io alzerò
nelle piccole Ostie le mie Mani al Cielo per gridare ancora, dai
Miei Tabernacoli Viventi: ‘Padre, perdona loro, perché non san-
no quello che fanno’». E il Padre per mezzo vostro vedrà in cia-
scuno di voi Me: il Figlio suo; vedrà Me, tanti Gesù, tanti Figli;
vedrà un Agnello immacolato in tutti: la sua Vittima, Me! Amo
i miei Tabernacoli Viventi; li amo ora; li ho amati dal momen-
to che mi sono dato a voi quale cibo dell’anima. Vi ho visti, vi
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vedo, vi cerco. Accoglietemi: sono Gesù Eucaristia, sono l’A-
more che dona e dà». Messaggio 14.5.1968.
Ciò corrisponde pienamente alla carità pastorale, principio
interiore e dinamico, richiamato nelle Costituzioni Salesiane,
che deve animare la vita di ogni membro della Famiglia Salesia-
na: «La carità pastorale è quella virtù con la quale noi imitiamo
Cristo nella donazione di sé e nel suo servizio. Non è soltanto
quello che facciamo, ma il dono di noi stessi, che mostra l’amo-
re di Cristo per il suo gregge. È la disponibilità incondizionata
all’azione dello Spirito che consacra il cuore dell’uomo al pro-
getto di Dio, il dono di sé all’opera salvifica fino a dare la pro-
pria vita, la ricerca e la costruzione della comunione come dono
e impegno dell’amore di Cristo Signore».6
Ed è ancora dal Cuore sacerdotale di Cristo che nasce l’Ope-
ra dei Tabernacoli Viventi per portare la sua misericordia in ogni
parte del mondo. Le finalità e lo spirito che la permeano sono
ben evidenziati nel Messaggio dell’11.6.1968 inviato al papa
Paolo VI. Qui riportiamo il passaggio in cui viene dato il man-
dato ai salesiani di realizzare l’Opera, e l’invito per Paolo VI ad
essere primo Tabernacolo Vivente, portatore di Gesù Eucaristia.
Scopo: raggiungere tutte le anime, avvicinarle, toccarle, nell’in-
timo del loro cuore col mio amore di Padre.
Fine: preparare quaggiù infiniti e santi Tabernacoli Viven-
ti che ricoprano la terra . Essi saranno quei “Calici” che saranno
offerti a Dio Padre per la salvezza dell’umanità.
Programma: desidero che coloro che dovranno divenire Ta-
bernacoli Viventi, siano anime consacrate. Siano Sacerdoti di
fervente amore, di grande carità: di puro amore.(…)
Nei padri Salesiani che la mia Opera d’amore nasca, si svi-
luppi e si diffonda, poiché la mia Mamma Maria Ausiliatrice,
sarà per ogni anima, per ogni Tabernacolo Vivente, guida e ma-
estra.(…)
6 La Famiglia Salesiana di Don Bosco,Edizione extra commerciale, Roma
2000, p.19.
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Si scelgano i Tabernacoli Viventi anche fra i giovani, fra i
laici, affinchè io vada nelle scuole, nelle famiglie, e condivi-
da la vita dell’umanità. (…)
E tu, Paolo VI, tu che mi rappresenti nella Chiesa, qua-
le mio Vicario ricevi con spirito profondo di fede le mie paro-
le. […] Lega la mia Opera d’amore nell’autorità della Chiesa,
diffondila, emanala, nel mondo intero. Tu, mio primo Taber-
nacolo Vivente, che vai con Me a visitare le parti più lontane
della Terra per donare Me, fa’ che aumentino, crescano i por-
tatori di Me che, come te, sul tuo esempio segreto, raggiun-
gano la terra i mari e anche i cieli… Portami con te: è la mia
Voce d’Amore. Voglio rimanere con te: è il mio Cuore che te
lo chiede. Io in te e su te, perché tu in Me, possa portare sem-
pre grandi frutti. Io per te, mio Vicario, a tutti i Sacerdoti, ai
Salesiani, alle anime mie, alle anime piccole: piccole e umili.
Io, per te, a tutta l’umanità. Benedici ed autorizza la mia Ope-
ra d’Amore… Gesù, Sommo ed Eterno Sacerdote, al Papa Pa-
olo VI, per la Gloria sua e l’Avvento del suo Regno d’amore
nelle anime.
L’Eucaristia e la Vergine Maria furono i pilastri nella vita di
don Bosco sacerdote ed educatore: il cuore del suo sistema edu-
cativo, il cui fine ultimo era quello di instaurare e sviluppare nel-
le anime dei giovani dei suoi oratori la vita trinitaria, si basava
sulla confessione frequente, la santa comunione e la partecipa-
zione alla Messa quotidiana. Contro un sistema educativo basa-
to sulla violenza e la mancanza di rispetto per l’altro, egli incar-
nò la bontà del Padre che educa i figli con “l’amorevolezza, la
ragione e la religione”, e nel Cuore di Cristo buon Pastore che
dona la vita per le sue pecore, indicò il modello della vocazione
pastorale ed educativa propria e dei suoi collaboratori. L’Ope-
ra dei Tabernacoli Viventi si regge sulle stesse “colonne” di don
Bosco: l’Eucaristia e l’Ausiliatrice.
È a tutti noto il famoso sogno delle “due colonne in mezzo
al mare” fatto da don Bosco nel maggio 1862, nel quale l’Eu-
caristia e la Vergine Immacolata salvano la Chiesa dalle diverse
persecuzioni dopo che quest’ultima, rappresentata dalla nave, si
àncora a Gesù Eucaristico e a Maria, le colonne del Corpo misti-
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2.9 Page 19

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co di Cristo. Nel Messaggio del 3.12.68, dettato da Gesù a Vera,
viene fatto esplicito riferimento ad una profezia data alla Fami-
glia Salesiana; è nostra convinzione che si tratti proprio della
profezia delle “due colonne” di don Bosco:
[…] A te, piccola anima, Io, Gesù, ho rivelato la mia Opera
d’Amore nel dono dei Tabernacoli Viventi. Questa Opera mia
è a sé, e non va confusa con altre Opere. Essa deve rimanere
integra e nella luce di grazia con cui io l’ho desiderata e det-
tata. L’Opera d’Amore di Gesù, è il frutto del mio amore eu-
caristico. Gesù nella Parola di Grazia apre all’umanità intera la
sua misericordia per mezzo di Sé sopra le sue anime. Quest’O-
pera è quindi unica e porta il mio nome santo: Gesù. Torino,
in Maria Ausiliatrice, sarà la culla della mia Opera d’Amore.
Roma, ne sarà la Madre. I Superiori Salesiani si rallegrino nel
mio santo Nome, Gesù; esultino ché grandi sono le grazie riser-
vate a loro dal mio Cuore sacerdotale. Voglio che svaniscano i
dubbi nei loro cuori, e vedano Me; che si affrettino a lavorare
per Me. Aggiungi, figlia mia, questa rivelazione. Una profezia
è stata loro donata a suo tempo; ora la profezia è verità: è Me,
è la mia Opera, sono i miei Tabernacoli Viventi. La mia Parola
è Via, è Verità, Vita perché è Me: Gesù.
4. Paolo VI e l’Opera dei Tabernacoli Viventi
L’Opera dei Tabernacoli Viventi vide la luce negli anni ca-
ratterizzati da grandi cambiamenti sociali e dalla contestazio-
ne giovanile che divampò nella società in più parti del mondo a
partire dal 1968. Essa si colloca storicamente in un momento di
“crisi” nella società e nella Chiesa: crisi di valori, crisi di fede,
crisi di disciplina. Quella della contestazione fu, infatti, un’ora
forte e burrascosa anche per la Chiesa che da poco aveva con-
cluso il Concilio Vaticano II. La dura crisi fu pagata con un no-
tevole calo di vocazioni e con l’abbandono, da parte di molti sa-
cerdoti e consacrati, della loro vocazione.
Durante le udienze generali di quegli anni, Paolo VI non
mancò di dare voce alle inquietudini e alle tensioni del mondo
19

2.10 Page 20

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moderno e della Chiesa. Nella udienza del 25 aprile 1968 egli
così si espresse:
L’ora storica e spirituale che la Chiesa sta attraversando, spe-
cialmente in alcuni Paesi, non è serena; e ciò è, per i Pastori del-
la Chiesa e per noi, motivo di viva apprensione e talora di gran-
de amarezza. E ciò non solo perché tutto il mondo moderno va
staccandosi dal senso di Dio, tutto preso com’è dalla ricchezza
delle sue conquiste nel campo scientifico e tecnico; non già che
queste esigano “la morte di Dio” – come qualcuno ha detto con
infelice espressione, – esigano cioè una mentalità atea e lontana
da ogni religione; tali progressi caratteristici del mondo moder-
no esigerebbero piuttosto un più alto, più penetrante, più adoran-
te senso di Dio, una religione più pura e più viva, sui fastigi del
sapere umano; non solo, diciamo, per questa pratica apostasia
religiosa tanto diffusa, ma anche e, per rapporto alla sensibilità
di chi ha responsabilità nella Chiesa, specialmente per l’inquie-
tudine che turba alcuni settori dello stesso mondo cattolico. Non
è cosa ignota. Dopo il Concilio la Chiesa ha goduto, e sta tuttora
godendo, di un grande e magnifico risveglio, che a noi per pri-
mi piace riconoscere e favorire; ma la Chiesa ha anche sofferto
e soffre ancora per un turbine di idee e di fatti, che non sono cer-
to secondo lo spirito buono e non promettono quel rinnovamen-
to vitale che il Concilio ha promesso e promosso.7
E nell’udienza generale del 17 settembre 1969 osserva:
[…] non pochi sintomi sembrano piuttosto preludere a gravi
malanni per la Chiesa stessa. Ne abbiamo segnalati alcuni noi
stessi, come una certa flessione nel senso dell’ortodossia dottri-
nale, in alcune scuole e presso alcuni studiosi. E non è chi non
veda quale pericolo alla verità religiosa e all’efficienza salvatri-
ce della nostra religione sia il considerarne solo l’aspetto uma-
no e sociale a scapito dell’aspetto primario, sacro e divino, quel-
lo della fede e della preghiera. Così non si può osservare senza
7 Paolo Vi, Udienza Generale del 25 aprile 1968, http:w2.vatican.va/content/
paul-VI/it/audiences/1968/documents/hf-p-vi-aud-19680425.html
20

3 Pages 21-30

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3.1 Page 21

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apprensione la facilità con cui si contravviene a quella virtù del-
la obbedienza ecclesiale, che è principio costitutivo nel disegno
stabilito da Cristo per la stabilità e per lo sviluppo del suo cor-
po mistico e visibile, che è appunto la Chiesa. Forse si è andati
oltre il limite consentito nello sforzo, per sé lodevole, di inseri-
re il sacerdote nella compagine sociale, secolarizzando del tutto
il suo abito, il suo modo di pensare e di vivere, risospingendolo
sul sentiero non suo delle competizioni temporali, svigorendo
così la sua vocazione e la sua funzione di ministro del Vangelo
e della Grazia; troppo si è messo in libera discussione il suo ce-
libato; e troppo si va indebolendo il vigore dell’ascetica cristia-
na e il carattere irreversibile degli impegni sacri assunti davanti
a Dio e alla Chiesa… Occorrerà del tempo per estrarre ciò che
vi può essere di buono anche in queste inquiete espressioni del-
la vita cattolica e per riassorbirle nell’armonia sua propria. Vi è
perfino chi ha parlato di una sua decomposizione; noi non siamo
di questa opinione, e confermiamo ancora una volta la nostra fi-
ducia nell’assistenza di Cristo e nell’aiuto dei buoni.8
Paolo VI occupa un posto centrale nell’Opera dei Taberna-
coli Viventi non solo perché la sua benedizione e autorizzazio-
ne come Sommo Pontefice era indispensabile per la realizza-
zione dell’Opera, ma anche perché Paolo VI, come papa Pio XI
nel 1924, fu chiamato ad essere il primo Tabernacolo Vivente,
la prima “pietra” dell’Opera, come san Pietro fu la prima “pie-
tra” della Chiesa nascente. Nei quattro messaggi espressamen-
te indirizzati a lui, Gesù invita il papa ad essere il Suo primo Ta-
bernacolo Vivente, lo invita cioè a portarlo con sé, nelle Sacre
Specie, nei viaggi apostolici che il Santo Padre stava per com-
piere in Colombia (1968) e successivamente in Uganda (1969).
Riportiamo in ordine di data un sunto dei 4 Messaggi dell’Ope-
ra rivolti al papa Paolo VI.
Nel Messaggio del 14 maggio 1968, Gesù, Sacerdote Eter-
no, si rivolge al Primo Sacerdote della sua Chiesa, Paolo VI
Pontefice, per affidargli il messaggio dell’Opera, il dono d’amo-
8 Ibidem.
21

3.2 Page 22

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re e di misericordia per la Chiesa e per l’umanità attraversata e
percossa dalle tempeste sociali che proprio nel maggio 1968 ve-
dono il loro inizio storico:
Al Papa Paolo VI mio amatissimo Pastore. Paolo, figlio mio
dilettissimo, scelto dalla Beatissima Trinità, quale nocchiero
della mia Barca fra le tempeste dell’umanità percossa, metto
nelle tue mani il mio messaggio d’amore e di salvezza per tutte
le anime. La mia Opera d’Amore diretta da Me, Gesù, deve es-
sere diffusa presto e da te devono scaturire quei lumi la cui luce
deve abbracciare l’umanità. Io mi dono alle anime a me consa-
crate, e per esse Io sarò, Io andrò per le vie del mondo. Io ho
scelto nuovi templi: Templi viventi… Io, Gesù, verrò con voi,
su voi, in voi! Vado sotto le Specie Eucaristiche a cercare ciò
che sta per perdersi; vado a cercare le pecorelle che non voglio-
no cercare il mio Ovile; vado a chiamare coloro che non mi odo-
no più… Conferma la mia divina Volontà: donala alle anime
consacrate, donala al mondo, e tutto affida a Colei che con Me
ami tanto. Gesù, Sacerdote Eterno, al Primo Sacerdote della sua
Chiesa: Paolo VI Pontefice.
Un mese dopo, l’11 giugno 1968, il Signore detta a Vera il
secondo Messaggio per il Santo Padre. È il Messaggio con il
quale viene presentata l’Opera nel suo insieme, le finalità, viene
indicata la Congregazione Salesiana come iniziatrice dell’Ope-
ra e viene chiesta a Paolo VI, come Sommo Pontefice, la sua be-
nedizione e autorizzazione:
Gesù si rivolge al nostro Sommo Pontefice Paolo VI. Sono
Gesù che viene a te nel suo grande Amore Eucaristico per of-
frirti la Misericordia del mio Cuore di Padre, di Sacerdote, di
Amico, di Fratello. Essa è per l’umanità, per la salvezza dei po-
poli, delle nazioni. Scaturisce come una sorgente di acqua viva
dal mio Cuore ferito. Discende dai Cieli quale nuova ed ultima
Luce per illuminare le vie oscure del mondo, bagna la terra ari-
da, rinnova le anime nel servizio dell’apostolato, raduna i chia-
mati a Me nell’esercito della salvezza. Questa Luce, questa Ac-
qua sono Io: Gesù! Vengo a portare una “via” nuova d’Amore
22

3.3 Page 23

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sulla terra, per gli uomini che mi aspettano e mi amano. Via fon-
data sulla Verità, che è la mia Realtà divina e umana nella Pre-
senza Eucaristica; via che porterà la vita di Grazia a tante anime
da Me lontane. La mia Via sta nella Verità e dona la mia Vita.
Questa Via sono Io: Gesù Eucaristia… Io dai Tabernacoli ef-
fondo il mio Spirito d’Amore. Ora ho scelto nuove chiese, nuo-
vi Tabernacoli che mi custodiscano. Tabernacoli Viventi che mi
portino per le vie del mondo, che mi conducano fra quella gente
che non pensa a Me, che non mi cerca, che non mi ama… [Dai
Tabernacoli Viventi] verserò in larga misura la mia Grazia per-
ché i peccatori diventino sensibili ai miei richiami. Io cammi-
nerò, come una volta nella terra di Palestina, arriverò fin all’e-
stremo lembo della terra, a tutti porgerò la mia grazia, a tutti
offrirò la Salvezza. […] Deve l’Opera investire la vita e l’atti-
vità salesiana, poiché dall’Opera di San Giovanni Bosco deve
sbocciare la mia Opera d’Amore quale “continuazione” della
prima… Io per te, mio Vicario, a tutti i sacerdoti, ai Salesiani,
alle anime mie, alle anime piccole: piccole e umili… Benedici e
autorizza la mia Opera d’Amore… Gesù, Sommo ed Eterno Sa-
cerdote, al Papa Paolo VI, per la Gloria sua e l’avvento del suo
Regno d’Amore nelle anime.
Il Santo Padre è alla vigilia del nuovo viaggio apostolico che
lo porterà in Colombia dal 22 al 25 agosto 1968 per partecipare
a Bogotá al Congresso Eucaristico internazionale e a Medellin
alla Conferenza generale dei Vescovi dell’America Latina. È la
prima visita del Papa in America Latina e, ricordiamolo, nel set-
tembre 1965 egli ha donato alla Chiesa l’Enciclica “Misteryum
Fidei” inerente alla dottrina e al culto dell’Eucaristia. Gesù ha
fretta che il Messaggio arrivi al Santo Padre prima della sua par-
tenza perché desidera partire con lui, su lui, nelle Sacre Specie.
Don Gabriello Zucconi, padre spirituale di Vera, si adoperò per
far giungere al Santo Padre i due messaggi a lui rivolti, e su indi-
cazione dei Superiori si recò a Roma ai primi di agosto del 1968.
Qui tramite il parroco di Castel Gandolfo, che era un salesiano,
consegnò due lettere, una per il segretario personale del Papa,
Mons. Bossi, e l’altra per Paolo VI che furono consegnate per-
sonalmente dal parroco. Il Vaticano rispose scrivendo alla Curia
23

3.4 Page 24

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di Genova. Don Raineri, a quel tempo Ispettore dell’Ispettoria
Ligure-Toscana, richiesto di fornire notizie su don Zucconi, in-
viò alla Curia genovese quanto richiestogli.9 Due mesi dopo, il
20 ottobre, Gesù detta il 3° Messaggio per Paolo VI. Si tratta di
un messaggio di grande valore spirituale in cui emerge l’unione
mistica sacerdotale tra il Cuore di Gesù e il cuore di Paolo VI,
feriti dall’amore e dal dolore per l’umanità. Da questa ferita nel
cuore della Chiesa che è il cuore del papa nascono i Tabernaco-
li Viventi da lui benedetti.
Gesù al suo Primo Portatore Paolo VI Sommo Pontefice.
Messaggio d’amore al mio amato Vicario in Terra, Paolo. Se
i Tabernacoli Viventi dovranno essere presto l’espressione del
mio più tenero e profondo amore di Padre, di Fratello, di Ami-
co, di Sposo, tu, Paolo, sei e sarai sempre di più il mio Cuore fe-
rito dall’amore e dal dolore. I tuoi palpiti sono i miei, e già non
ci sono più due cuori, ma il mio solo Cuore che soffre, geme e
ama nel tuo. Il palpito dell’amore eucaristico col quale annun-
cio la mia Morte per gli uomini, è nel tuo cuore di Pastore di
anime. Con questo palpito d’amore tu, Paolo, donerai Me alle
anime consacrate affinché Io, Gesù Eucaristia, accresca in loro
la Grazia. Tu darai Me così come Io mi sono donato ai miei apo-
stoli nell’Ultima Cena affinché le mie anime diventino le mie
nuove dimore, i miei nuovi Templi per i quali Io, Gesù, potrò
visitare tutta l’umanità… Ho portato sulla terra una nuova Cro-
ce d’amore per donarla ai miei chiamati. Ecco, Io ora la metto
nelle tue mani di Pontefice. Benedicila, donala alle mie anime
perché esse, abbracciandola con gratitudine e rispetto e amo-
re, siano da questa Croce d’amore e di sofferenza trasformati in
Me Crocifisso che va, che cerca le sue anime per tutte le stra-
de del mondo.
Il nuovo anno, 1969, inizia con il preannuncio che i Messag-
9 M. R. scrimieri, Relazione sull’iter seguito da don Zucconi presso i Superio-
ri ed il Papa Paolo VI per l’Opera dei Tabernacoli Viventi. Centro Studi Opera dei
Tabernacoli Viventi (Inedita).
24

3.5 Page 25

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gi saranno gli ultimi. L’ultimo Messaggio per il Santo Padre vie-
ne dettato a Vera il 15 luglio, due settimane prima che Paolo VI
parta per il suo viaggio in Uganda in occasione della Prima Con-
ferenza Episcopale Panafricana (31.7 – 2.8.1969). È il primo
pellegrinaggio di un pontefice in terra africana. Il papa si recò
in Uganda in occasione della consacrazione del santuario dedi-
cato a 22 martiri ugandesi, laici, che egli aveva canonizzati nel
1964. A Vera viene preannunciato da Gesù: «Scriveremo presto
al Papa, al mio amato Vicario Paolo VI, prima del suo viaggio
in Uganda. Voglio che il mio Tabernacolo lo accompagni» Mes-
saggio 7.7.1969. Ed infatti una settimana più tardi, Gesù detta il
messaggio per il papa. In questo messaggio Paolo VI è invitato
a moltiplicare i suoi viaggi apostolici nel mondo.
Ora al mio Vicario in terra, Paolo VI, devono pervenire que-
ste mie parole: i tuoi viaggi devono moltiplicarsi perché Io,
Gesù Maestro e Redentore, in te che mi rappresenti, voglio an-
che con la mia santa Umanità visitare tutti i popoli della terra
prima che giunga il giorno in cui Dio Padre farà giustizia. Do-
mandami le grazie che Io, Gesù, ho promesso nella mia Opera
d’Amore… Desidero che tu approvi ed autorizzi, affinché Io,
Gesù, mantenga quanto ho promesso. Tu vai, mio amato Pao-
lo, e Io con te: nella Croce, nella Santa Croce che ti ho dona-
ta, e con la testa coronata per Me e in Me di spine; tu va e porta
Me, dona Me, e nella santa Eucaristia diffondimi. Raccolgo le
mie piccole vittime, e in Me, nel mio perenne olocausto, le of-
fro al Padre mio affinché a te sia data libertà di autorizzare ciò
che è palpito d’amore, ciò che è Vita, Verità, e Via: Gesù nelle
Sacre Specie nella Chiesa che va, che cammina perché avan-
zi e incontri e benedica tutti prima di quel giorno… Gesù, Sa-
cerdote Eterno, al suo Vicario in terra, Paolo VI. Ti benedico,
e in te con te benedico, nella Santissima Trinità, nella glorio-
sa Madre mia, l’Immacolata, nei miei Santi e nei miei Angeli,
tutta l’Umanità sofferente che con Me visiterai. Io, Gesù cro-
cifisso, sono con te.
Paolo VI l’anno successivo si recò in Estremo Oriente,
Australia ed Oceania (1970).
25

3.6 Page 26

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5. L’Iter dell’Opera verso Papa Paolo VI
Al Sommo Pontefice furono fatti pervenire sia i quattro mes-
saggi a lui indirizzati, un sunto dei medesimi prima e l’Opera
completa poi. Se ne occupò don Gabriello Zucconi, salesiano,
direttore spirituale di Vera, che obbedendo sia al suo Ispettore,
don Giovanni Raineri, sia al Rettor Maggiore, don Luigi Ric-
ceri, utilizzò i loro consigli e suggerimenti per far pervenire al
Santo Padre l’Opera con la richiesta della Apostolica benedizio-
ne e l’autorizzazione necessaria.
Per due volte la Santa Sede prese contatti con la Curia di Ge-
nova chiedendo informazioni su don Gabriello Zucconi e la se-
conda volta con la Curia di Savona chiedendo informazioni su
Vera Grita e l’Opera. Il Vescovo di Savona mons. Perego fece
pervenire alla Santa Sede una risposta positiva su Vera: «Perso-
na degna di fede»10. Don Formento, canonico del Duomo di Sa-
vona che conosceva molto bene Vera, garantì per lei presso il
Vescovo.
Non risultano invece documenti scritti relativi all’autoriz-
zazione in merito ai Tabernacoli Viventi “Portatori di Gesù Eu-
caristia”, mentre è documentata sull’agenda personale di don
Zucconi l’udienza privata del 22 settembre 1977, nel corso della
quale Paolo VI benedì l’Opera dei Tabernacoli Viventi. Va sot-
tolineato però che sotto il Pontificato di Paolo VI, nel 1972, ven-
nero istituiti i Ministri straordinari della Comunione, un primo
passo per portare e donare Gesù agli ammalati e agli anziani.
Altri passi saranno necessari presso il Santo Padre per rea-
lizzare pienamente l’Opera secondo i desideri espressi da Gesù
a Vera e in obbedienza alla Madre Chiesa.
10 Cf V. Grita, Lettera del 20.3.1969 a don Zucconi.
26

3.7 Page 27

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Vera Grita
nel “girotondo dei santi”
fr. François-Marie Léthel OCD
Gli scritti di Vera Grita (1923-1969) pubblicati in questo li-
bro ci offrono una splendida spiritualità eucaristica, di grande
attualità e forza profetica per la Chiesa del futuro. Essi sono
l’espressione dell’esperienza mistica da lei vissuta nei due ulti-
mi anni di vita, un’esperienza che è testimonianza, e in un cer-
to modo “verifica”, della grande verità della fede cattolica circa
la Presenza Reale di Gesù nell’Eucaristia. Nell’Ostia consacra-
ta, la Chiesa riconosce, ama e adora il vero Corpo del Figlio di
Dio, nato dalla Vergine Maria, crocifisso per noi, morto e risor-
to: Ave verum Corpus natum de Maria Virgine, vere passum, im-
molatum in Cruce pro homine! Nell’Eucaristia, Gesù chiama il
discepolo ad essere un Tabernacolo Vivente, dicendogli: Por-
tami con te! Queste sono le espressioni più caratteristiche della
spiritualità di Vera.
La forma letteraria di questi scritti è quella dei messaggi,
cioè della profezia biblica nella quale il Signore stesso parla in
prima persona per mezzo di un uomo scelto da lui. Si tratta an-
che di una modalità classica dell’esperienza mistica cristiana,
ma che bisogna interpretare bene e in qualche modo “decrip-
tare”.
Più precisamente, si tratta del tipico “profetismo femmini-
le”, tanto importante nella storia della Chiesa, con le figure em-
blematiche di santa Caterina da Siena, Dottore della Chiesa, e di
santa Brigida di Svezia alla fine del Medioevo. Attraverso que-
ste donne mistiche, Gesù parla alla Chiesa e al mondo, special-
mente al papa e ai pastori, ed è un messaggio forte e audace, di
27

3.8 Page 28

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amore e consolazione, e anche di conversione e di chiamata alla
santità (specialmente per i sacerdoti). Brigida lascia alla Chiesa
l’ampia raccolta delle sue Rivelazioni, mentre il principale scrit-
to di Caterina è il Dialogo, nel quale la santa ascolta la voce di
Dio Padre che risponde alle sue domande sul Mistero di Cristo
e della Chiesa. La stessa forma letteraria del dialogo tra Gesù e
il suo discepolo si ritrova nell’Imitazione di Cristo, il libro che
ha plasmato la vita spirituale di moltissimi santi. Poi, ci sono
tanti esempi di tale profetismo femminile, con queste modali-
tà straordinarie di locuzioni e visioni. Si possono citare i nomi
delle sante Giovanna d’Arco, Margherita Maria Alacoque, Ca-
terina Labouré, Bernardetta Soubirous, Gemma Galgani, Fau-
stina Kowalska, delle beate Dina Bélanger e Alexandrina Maria
da Costa (cooperatrice salesiana), della venerabile Louise-Mar-
guerite Claret de la Touche, ecc.
È importante interpretare bene questi messaggi, di grande
valore quando vengono da persone la cui santità è riconosciu-
ta dalla Chiesa (sante, beate e venerabili), che fanno risplendere
nell’amore le grandi verità della fede cristiana, attraverso la loro
esperienza mistica. Anche se la Causa di beatificazione di Vera
non è stata ancora aperta, i suoi scritti e le testimonianze riuni-
te in questo libro ci fanno entrare in un’anima molto bella, un’a-
nima santa,1 piena di carità verso il Signore e il prossimo, tanto
umile e obbediente, tanto segnata dalla sofferenza fisica e spiri-
tuale, e sempre seguita e appoggiata dai superiori e direttori sa-
lesiani. Meglio che “Rivelazioni Private”, questi messaggi sono
l’ascolto personale di Vera alla voce interiore di Gesù, che si fa
sentire in tanti modi diversi nella preghiera dei santi, secondo
la personalità di ciascuno, la sua sensibilità, la sua cultura. Così
Benedetto XVI spiegava il messaggio dei santi veggenti di Fa-
1 Così, padre Guido Roascio, carmelitano scalzo, che ha conosciuto Vera
nell’ultimo anno della sua vita, quando era ospite al Deserto di Varazze, non teme di
affermare: «Vera era una santa!».
28

3.9 Page 29

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tima.2 A questo proposito, bisogna aggiungere che i messaggi
pubblicati in questo volume sono la voce di Gesù ascoltata da
una tipica mistica italiana (come Caterina da Siena e Gemma
Galgani) con molte parole e ripetizioni. Invece le mistiche fran-
cesi sono spesso più sintetiche, con poche parole (come Giovan-
na d’Arco e Bernardetta Soubirous)!
Per interpretare bene questi testi, conviene prima ricorda-
re il contesto storico dell’esperienza mistica di Vera alla fine
della sua vita, e poi considerarla alla luce di alcuni santi mae-
stri della spiritualità eucaristica. I santi infatti si illuminano a vi-
cenda. Considerati insieme, non si addizionano l’uno all’altro,
ma si moltiplicano l’uno per l’altro. Così, bisogna contemplare
Vera in questo “girotondo dei santi” dipinto dal beato fra’ Ange-
lico, dove i santi e gli angeli si danno la mano, e anche ci dan-
no la mano per aiutarci a camminare verso la santità.3 Vera è vi-
cina alle sante che abbiamo appena nominate ma, riguardo alla
sua specifica spiritualità eucaristica, è ancora più vicina a san-
2 Ecco le sue parole: «Nel 2000, nella presentazione, avevo detto che un’ap-
parizione, cioè un impulso soprannaturale, che non viene solo dall’immaginazione
della persona, ma in realtà dalla Vergine Maria, dal soprannaturale, che un tale im-
pulso entra in un soggetto e si esprime nelle possibilità del soggetto. Il soggetto è de-
terminato dalle sue condizioni storiche, personali, temperamentali, e quindi tradu-
ce il grande impulso soprannaturale nelle sue possibilità di vedere, di immaginare,
di esprimere, ma in queste espressioni, formate dal soggetto, si nasconde un conte-
nuto che va oltre, più profondo, e solo nel corso della storia possiamo vedere tut-
ta la profondità, che era – diciamo – “vestita” in questa visione possibile alle perso-
ne concrete» (Benedetto XVI, Intervista nell’aereo durante il viaggio a Fatima, 11
maggio 2010).
3 Era l’icona degli esercizi spirituali che ho avuto la grazia di predicare in Va-
ticano per Benedetto XVI e la Curia romana nel 2011. Lo stesso Papa Benedetto ha
fatto riferimento a questa immagine nel suo discorso spontaneo rivolto a me alla fine
di questi esercizi: «Lei ci ha inserito nel girotondo di questi Santi e ci ha mostrato
che proprio i Santi “piccoli” sono i Santi “grandi”. Ci ha mostrato che la scientia fidei
e la scientia amoris vanno insieme e si completano, che la ragione grande e il gran-
de amore vanno insieme, anzi che il grande amore vede più della ragione sola» (Di-
scorso del 19 marzo 2011). La scientia fidei è la modalità intellettuale della teolo-
gia dei santi (per esempio in san Tommaso), mentre la scientia amoris è la modalità
mistica. Così Giovanni Paolo II ha dichiarato Teresa di Lisieux Dottore della Chiesa
come «esperta della scientia amoris» (Novo Millennio Ineunte, n. 42).
29

3.10 Page 30

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ta Teresa di Lisieux, Dottore della Chiesa, e al venerabile Cardi-
nale François-Xavier Van Thuân, che vengono a confermare in
pienezza la sua spiritualità eucaristica dei Tabernacoli Viventi.
La testimonianza di Vera
nel contesto degli anni 1967-1969
Vera vive questa esperienza mistica nei due ultimi anni del-
la sua vita (settembre 1967 – dicembre 1969), che rappresenta-
no anche un momento drammatico nella vita della Chiesa. Sono
gli anni più caratteristici della grande crisi della Chiesa dopo il
Concilio, sotto il pontificato del beato Paolo VI, principale de-
stinatario dei messaggi di Vera. Per il papa, si tratta di una pro-
fonda crisi della fede all’interno della Chiesa, e per questo mo-
tivo ha voluto indire un anno della fede che inizia il 29 giugno
1967 nella Solennità degli Apostoli Pietro e Paolo e che si con-
clude l’anno successivo per la stessa festa.
Nel maggio del 1968 esplode la contestazione nella società
e nella Chiesa, e un mese dopo, Paolo VI conclude l’anno del-
la fede con il suo grande Credo del Popolo di Dio (30 giugno
1968). È un’esposizione chiara e dettagliata delle principali ve-
rità della fede, sviluppando particolarmente quelle che erano al-
lora più minacciate: Gesù nell’Eucaristia, la Vergine Maria e
la Chiesa. Già nella sua Enciclica Mysterium Fidei sull’Eucari-
stia, firmata il 3 settembre 1965 (che era allora la festa di san Pio
X), poco tempo prima della fine del Concilio (8 dicembre), Pa-
olo VI riaffermava la fede della Chiesa, chiamando i vescovi a
promuovere il culto eucaristico, cioè la spiritualità eucaristica,
insistendo sugli aspetti inseparabili del sacrificio della Messa,
del valore della comunione quotidiana e del suo prolungamen-
to nell’adorazione eucaristica. Alla crisi della fede nell’Euca-
ristia era anche legata una profondissima crisi del sacerdozio,
con l’abbandono di migliaia di sacerdoti. Per questo, proprio nel
1967, Paolo VI ripropone un’autentica spiritualità sacerdotale
nella sua Enciclica Sacerdotalis Caelibatus. Poi, con la Marialis
30

4 Pages 31-40

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4.1 Page 31

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Cultus del 1974, il Papa offrirà alla Chiesa una bellissima propo-
sta di spiritualità mariana. Così, nel magistero di Paolo VI come
nella sua personale testimonianza di santità, di fede e di amore,
sono inseparabili Gesù nell’Eucaristia, il Sacerdozio, Maria e la
Chiesa, cioè Maria nel Mistero di Cristo e della Chiesa (Lumen
Gentium, VIII). L’Amore di Gesù ha il suo centro nell’Eucari-
stia, ed è vissuto con Maria nella Chiesa. L’autentica spirituali-
tà cattolica testimoniata dai santi è inseparabilmente eucaristi-
ca, mariana ed ecclesiale.
Laica consacrata nella famiglia salesiana come cooperatrice,
Vera vive questa spiritualità alla scuola di don Bosco, sotto la gui-
da dei suoi direttori salesiani,4 facendo anche riferimento all’in-
segnamento mariano di san Luigi Maria Grignion de Montfort
(la “schiavitù d’amore”) e alla spiritualità carmelitana (soprat-
tutto nell’ultimo anno vissuto al Deserto di Varazze). Per il Mon-
tfort come per don Bosco, Maria è per eccellenza il Tabernacolo
Vivente del Verbo Incarnato. È la Madre che dà sempre il suo Fi-
glio, frutto del suo grembo, e che insegna ai fedeli ad accoglierlo
e a custodirlo con fede e amore nell’Eucaristia. Così il Trattato
della Vera Devozione alla Santa Vergine del Montfort si conclu-
de con un finale eucaristico: vivere pienamente la santa comu-
nione con Maria e in Maria (n. 266-273). Lì si trova il Totus Tuus
continuamente respirato da san Giovanni Paolo II.5
4 Principalmente don Gabriello Zucconi, ma anche don Giovanni Bocchi e don
Giuseppe Borra che sarà il suo primo biografo (1984). Poi, lo stesso don Borra sarà il
padre spirituale di un’altra mistica, la stimmatizzata Teresa Musco di Caserta (1943-
1976) di cui scriverà la vita nel 1986, un anno prima della sua morte. Sono impor-
tanti queste figure di sacerdoti salesiani spirituali, con l’esempio eminente del vene-
rabile don Giuseppe Quadrio SDB (1921-1963), grande mistico e grande teologo.
5 È la formula breve della consacrazione a Gesù per Maria, a Maria per rice-
vere Gesù. Benedetto XVI ne ha ricordato l’importanza in tutta la vita di Giovanni
Paolo II nella sua omelia di beatificazione, il 1 maggio 2011: «Il motto “Totus tuus
corrisponde alla celebre espressione di san Luigi Maria Grignion de Montfort, nel-
la quale Karol Wojtyła ha trovato un principio fondamentale per la sua vita: “To-
tus tuus ego sum et omnia mea tua sunt. Accipio Te in mea omnia. Praebe mihi cor
tuum, Maria – Sono tutto tuo e tutto ciò che è mio è tuo. Ti prendo per ogni mio bene.
Dammi il tuo cuore, o Maria» (l.m. GriGnion de montFort, Trattato della vera de-
31

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In questi anni di crisi, troviamo la stessa testimonianza nel-
la Serva di Dio Chiara Lubich, fondatrice dell’Opera di Maria
(Movimento dei Focolari), nell’amore di Gesù, nell’Eucaristia
quotidiana, di Maria e della Chiesa, in piena comunione con Pa-
olo VI.6 Prima del Concilio e della Dei Verbum, Chiara metteva
l’accento sul cibo della Parola di Dio, “Parola di Vita”, insepa-
rabile dal Pane di Vita eucaristico.
Certo, l’Opera dei Tabernacoli Viventi iniziata da Vera in
questi anni è una realtà umanamente piccola e nascosta, ma nella
sua verità profonda è grande e profetica. È come un nuovo svi-
luppo e una nuova applicazione della fede nella Presenza Rea-
le di Gesù nell’Eucaristia. Si tratta di custodire in sé la presenza
eucaristica di Gesù ricevuto nella comunione, per portarlo agli
altri. Questo primo modo di essere Tabernacolo Vivente può già
essere vissuto da tutti nella Chiesa. Ma c’è un secondo modo che
non è ancora pienamente possibile: custodire l’Ostia Consacrata
e portarla su di sé in mezzo agli uomini. Per questo sarebbe sta-
to necessario il permesso del papa, ed è ciò che Vera chiedeva
nei suoi messaggi a Paolo VI. Vera era discretamente appoggiata
dai superiori salesiani e da alcuni teologi (salesiani, domenicani
e carmelitani) che hanno trasmesso al papa i suoi messaggi. Pa-
olo VI benedirà l’Opera dopo la morte di Vera. Invece non risul-
tano documenti relativi all’autorizzazione richiesta per portare
vozione alla Santa Vergine, n. 266). Queste parole in latino erano continuamente ri-
copiate da Karol Wojtyla sulle prime pagine dei suoi manoscritti, già quando era se-
minarista clandestino.
6 Posso anche aggiungere la mia testimonianza personale, perché questi due ul-
timi anni della vita di Vera sono stati anche i mei primi anni di vita religiosa. Mi com-
muove il fatto che Vera abbia ricevuto il suo primo messaggio il 19 settembre 1967,
mentre io sono entrato al Carmelo due giorni dopo, il 21 settembre, nella festa di san
Matteo. Ho fatto la mia professione religiosa nel 1968, e ho sperimentato personal-
mente questa grande crisi della Chiesa, ascoltando sempre la voce di Paolo VI. L’a-
dorazione eucaristica era molto combattuta, da alcuni chiamata anche “idolatria”!
Ho dovuto lottare due anni per ottenere il permesso di un’ora di adorazione davanti
al Santissimo esposto una volta alla settimana, e solo opzionale, per un piccolo grup-
po! Non si parlava più di tabernacolo, ma di “riserva eucaristica” solo funzionale per
portare la comunione ai malati, e non più come luogo di preghiera.
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4.3 Page 33

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Gesù Eucaristia ma, fatto positivo, durante il suo pontificato fu-
rono istituiti i ministri straordinari dell’Eucaristia nel 1972: uo-
mini e donne, laici e consacrati, che hanno la missione di porta-
re l’Eucaristia ai malati e agli anziani. Questi possono già vivere
in pienezza la parola di Gesù a Vera: “Portami con te”!
Vera nel “girotondo dei santi”, tra santa Teresa di Lisieux
e il venerabile Cardinale François-Xavier Van Thuân
Riguardo alla spiritualità eucaristica, conviene adesso ve-
dere come Vera, nel “girotondo dei santi”, dà una mano a
Teresa di Lisieux (1873-1897) e l’altra al venerabile Cardinale
François-Xavier Nguyen Van Thuân (1928-2002).
Teresa di Lisieux
Negli scritti di santa Teresa di Lisieux, il tema del Taber-
nacolo Vivente è molto presente ma, a differenza di Vera, senza
nessun fenomeno straordinario di messaggi o locuzioni.7 Sono
delle intuizioni spirituali, delle luci profonde, quasi sempre ri-
cevute in un contesto eucaristico, spesso al momento del ringra-
ziamento dopo la comunione. Teresa è una delle più grandi mi-
stiche, ma senza nessun fenomeno mistico.
Ricordiamo che la santa vive alla fine dell’Ottocento, quan-
do la Chiesa non si è ancora espressa definitivamente a favore
7 È un’altra modalità, forse più essenziale, dell’esperienza mistica, nell’ascol-
to della Parola di Gesù nel Vangelo: «È soprattutto il Vangelo che mi intrattiene du-
rante le orazioni, in esso trovo tutto ciò che è necessario alla mia povera piccola ani-
ma. Vi scopro sempre nuove luci, significati nascosti e misteriosi. Capisco e so per
esperienza «che il regno di Dio è dentro di noi». Gesù non ha affatto bisogno di libri
né di dottori per istruire le anime. Dottore dei dottori, Egli insegna senza rumor di
parole. Mai l’ho udito parlare, ma sento che Egli è in me, ad ogni istante mi guida,
mi ispira quello che devo dire o fare. Scopro, proprio nel momento in cui ne ho biso-
gno, delle luci che non avevo ancora visto: il più delle volte non è durante le orazioni
che sono più abbondanti, ma piuttosto tra le occupazioni della giornata» (Ms A, 83v).
33

4.4 Page 34

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della comunione quotidiana. Così, nel suo Atto d’Offerta all’A-
more Misericordioso – testo essenziale pubblicato alla fine della
Storia di un’anima 8 la carmelitana dice a Gesù:
Sento nel mio cuore dei desideri infiniti ed è con fiducia che ti
chiedo di venire a prendere possesso della mia anima. “Ah, non
posso ricevere la Santa Comunione tanto spesso come deside-
ro! Ma, Signore, non sei tu Onnipotente? Resta in me come nel
Tabernacolo: non allontanarti mai dalla tua piccola ostia!
Questo è il “grido” più profondo di Teresa riguardo alla co-
munione, con il desiderio della comunione quotidiana e di cu-
stodire in sé la presenza eucaristica di Gesù “come nel Taber-
nacolo”, cioè come Tabernacolo Vivente! È una domanda molto
significativa, di fronte a una concezione sbagliata, allora mol-
to diffusa, secondo la quale questa presenza eucaristica sarebbe
“fuggitiva”, di pochissimi istanti, scomparendo quando gli ac-
cidenti del pane si sono dissolti nel nostro corpo, con la conse-
guenza ridicola che sarebbe meglio fare la comunione con una
grande ostia che con un piccolo frammento, per godere di una
presenza più lunga! Invece, Gesù ha detto: «Chi mangia la mia
carne e beve il mio sangue rimane (o dimora: menei, nel testo
greco) in me e io in lui» (Gv 6, 56). Ed è la verità che crede e
vive Teresa.
Al Carmelo di Lisieux, Teresa non aveva il permesso di fare
8 Pubblicata adesso nel testo autentico, esattamente come l’aveva scritta la san-
ta, la Storia di un’anima riunisce i tre Manoscritti Autobiografici (Ms A, B e C, con
i numeri dei fogli), con l’aggiunta di due delle sue preghiere più importanti: La pre-
ghiera nel giorno della sua Professione (Pr 2), e la sua Offerta all’Amore Miseri-
cordioso (Pr 6). È il testo principale di Teresa che illumina tutti gli altri suoi scritti:
Lettere (LT), Poesie (P), Pie Ricreazioni (PR) e Preghiere (Pr) (È il contenuto del-
le Opere Complete, tradotte e pubblicate in Italiano nel 1997 dalla Libreria Editrice
Vaticana, a partire dall’originale francese: Oeuvres Complètes, Paris, 1992, ed Cerf/
DDB). Abbiamo recentemente pubblicato una nuova edizione della Storia di un’ani-
ma, con la Prefazione di Benedetto XVI (Roma, 2015, edizioni OCD).
34

4.5 Page 35

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la comunione ogni giorno.9 Ne soffriva molto, con la speranza
di un cambiamento nel futuro. E non era sola: in molte sante
religiose del suo tempo, si vede lo stesso desiderio e la stessa
sofferenza.10 Era stato forte l’influsso negativo del giansenismo,
decisamente contrario alla comunione frequente. Non era più
il Dio vicino dei santi, ma al contrario un Dio lontano che
non lasciava i fedeli avvicinarsi a lui. È stato un disastro per il
popolo di Dio. Tuttavia, già nel Medioevo, mentre la spiritualità
eucaristica metteva in rilievo la fede nella Presenza Reale (contro
gli errori di Berengario e dei teologi razionalisti), sotto la forma
dell’adorazione, non veniva ancora consigliata la comunione
frequente. Su questo punto santa Caterina da Siena è una felice
eccezione, come la grande profeta della comunione quotidiana,
cosa che scandalizzava i suoi contemporanei.11 Teresa di Lisieux,
le sante e i santi del suo tempo riprendono e intensificano questo
desiderio profetico, con la certezza che la Chiesa si esprimerà a
favore della comunione quotidiana, ciò che avverrà pochi anni
dopo, con i Decreti di san Pio X nel 1905. Nella spiritualità
eucaristica di Teresa, la comunione si trova dunque al centro.
9 Ci fu tuttavia un’eccezione al momento dell’epidemia d’influenza, che pro-
vocò la morte di parecchie sorelle: «Per tutto il tempo in cui la comunità fu provata
così, potei avere l’ineffabile consolazione di fare tutti i giorni la Santa Comunione...
Ah, come era dolce!... Gesù mi viziò per molto tempo, più a lungo delle sue spose
fedeli, perché permise che me Lo donassero senza che le altre avessero la felicità di
riceverlo» (Ms A, 79v).
10 Fu anche la più grande sofferenza di santa Giovanna d’Arco (la santa più
amata da Teresa di Lisieux e insieme a lei patrona della Francia): essere privata del-
la comunione durante i quattro mesi del suo processo di condanna. Più volte ne fa la
richiesta, e riceve un rifiuto. Solo la mattina della sua morte, il 30 maggio 1431, pri-
ma di essere portata al rogo, riceverà Gesù Eucaristia in carcere.
11 A questo proposito si possono citare le parole del domenicano Tommaso
Caffarini, testimone e biografo di Caterina: «Intanto dobbiamo sapere che, pure
essendo il costume dei cristiani del suo tempo orientato ad evitare la comunione fre-
quente, Caterina desiderava comunicarsi anche ogni giorno […]. Se avesse potuto,
si sarebbe comunicata tutti i giorni, in quanto sapeva che il venerando Sacramento
era l’unico mezzo per congiungersi anima e corpo col suo eterno Sposo» (Legen-
da Minor, c XII).
35

4.6 Page 36

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Per Teresa, l’Eucaristia è per eccellenza il sacramento
dell’Amore Misericordioso di Gesù, dell’Amore Divino che si
abbassa, che si fa piccolo, che desidera unirsi a noi, vivere con
noi e in noi, poveri figli peccatori. In poche parole, Teresa rias-
sume tutta la sua spiritualità eucaristica nella sua ultima lettera
scritta per un futuro sacerdote, il seminarista Maurice Bellière,
suo primo fratello spirituale. È un’immagine che rappresenta
Gesù Bambino nell’Ostia consacrata nelle mani del sacerdote,
accanto alla quale Teresa ha scritto queste semplici parole: «Non
posso temere un Dio che per me si è fatto così piccolo! Lo amo!
Perché è soltanto Amore e Misericordia!» (LT 266). In poche
parole, è come il testamento eucaristico della santa. Nell’Euca-
ristia, Gesù è il Dio vicino, il Dio Amore Misericordioso, il Dio
che si fa piccolo, che non fa paura, ma che suscita la nostra ri-
sposta di fiducia e di amore. È il vero Corpo nato da Maria Ver-
gine come Bambino, è il Crocifisso e il Risorto!
Nel racconto della sua prima comunione, Teresa esprime
l’intimità della sua unione con Gesù, come una “fusione”. La
descrive come «il primo bacio di Gesù alla sua anima». È già
l’esperienza dell’amore sponsale, con il dono totale, reciproco
e definitivo tra lo Sposo e la sposa. A Gesù che «si donava tanto
amorosamente a lei», Teresa risponde: «Ti amo e mi do a te per
sempre» (Ms A 35rv). Per la carmelitana, l’unione mistica con
Gesù, il matrimonio spirituale, non sarà altro che la comunione
eucaristica pienamente vissuta con l’aiuto di Maria.12
A Maria, Teresa dice: «Tu mi dai Gesù e mi unisci a Lui» (P
5). Contemplandola incinta, la chiama «il Tabernacolo che vela
la divina bellezza del Salvatore» (P 54). Nel momento della co-
munione, non teme di identificarsi con Maria all’Annunciazio-
12 Ne abbiamo l’esempio in queste parole della santa: «Il mio cielo è nasco-
sto nella piccola ostia / dove Gesù mio Sposo si vela per amore. / A questo focolare
d’amore vado attingere la vita, / e lì mio dolce Salvatore mi ascolta giorno e notte.
/ Ah, che felice istante quando nella tua tenerezza, / Tu vieni, o mio Amato, trasfor-
marmi in Te. / Questa unione d’amore, questa ineffabile ebrezza, / ecco il mio cie-
lo!» (P 32).
36

4.7 Page 37

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ne, quando il Figlio di Dio è disceso dal Cielo e si è incarnato nel
suo grembo verginale:
O Madre amata, nonostante la mia piccolezza,
come te possiedo in me l’Onnipotente,
ma non temo vedendo la mia debolezza:
Il tesoro della Madre appartiene al figlio.
E sono tua figlia, o carissima Madre!
Le tue virtù, il tuo amore non sono anche miei? Così,
quando nel mio cuore scende la bianca Ostia, Gesù, il
tuo dolce Agnello crede di riposare in te! (ibid).
Allo stesso modo, il sacerdote deve imparare da Maria tut-
to il suo amore verso il Corpo di Gesù.13 Come Vera, Teresa par-
la inseparabilmente di Gesù nell’Eucaristia, di Maria e dei sa-
cerdoti. Come ministro dell’Eucaristia, il sacerdote deve essere
il primo Tabernacolo Vivente che, insieme a Maria, nella fede e
nell’amore, accoglie Gesù e lo dona agli uomini. In questa luce,
la santa va al cuore della vita e della vocazione del sacerdote
quando scrive: «Sento in me la vocazione del sacerdote. Con
quale amore, o Gesù ti porterei nelle mie mani quando alla mia
voce scenderesti dal Cielo, con quale amore ti darei alle anime!»
(Ms B 2v). Teresa è patrona delle Missioni, sempre con questa
dinamica eucaristica.
Riguardo alla comunione, Teresa mette l’accento principa-
le, non sul nostro desiderio di ricevere Gesù, ma sul desiderio
di Gesù di venire a noi, di unirsi a noi e di dimorare con noi e
in noi. Gesù non vuole rimanere chiuso nel freddo Tabernaco-
lo di pietra, ma desidera venire nel Tabernacolo di carne, nel Ta-
bernacolo vivente del nostro cuore. Lo dice con grande chiarez-
za: «Non è per rimanere nella pisside d’oro che Egli scende ogni
13 Così, pregando per suo fratello spirituale il seminarista Bellière, Teresa dice
alla Madonna: «Insegnagli già con quale amore toccavi il Divin Bambino Gesù e lo
avvolgevi nelle fasce, affinché possa un giorno salire al Santo Altare e portare nelle
sue mani il Re dei Cieli» (Pr 8).
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4.8 Page 38

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giorno dal Cielo, ma è per trovare un altro Cielo che gli è infi-
nitamente più caro del primo, il Cielo della nostra anima, fatta a
sua immagine, tempio vivo dell’adorabile Trinità».14
La santa aveva già espresso questo pensiero quando era no-
vizia, nella sua lettera del 30 maggio 1889 alla cugina Maria
Guérin che aveva smesso di fare la comunione a causa dei suoi
scrupoli (riguardo alla castità). Ecco le sue parole più caratteri-
stiche:
O mia diletta, pensa dunque che Gesù è lì nel tabernacolo pro-
prio per te, per te sola, e brucia dal desiderio di entrare nel tuo
cuore. Non ascoltare il demonio, burlati di lui e va senza paura a
ricevere il Gesù della pace e dell’amore! […] Il tuo cuore è fat-
to per amare Gesù, per amarlo appassionatamente; prega molto,
affinché gli anni più belli della tua vita non trascorrano in timo-
ri immaginari. Non abbiamo che i brevi istanti della nostra vita
per amare Gesù; il diavolo lo sa bene e così cerca di consumar-
la in fatiche inutili. Sorellina diletta, comunicati spesso, mol-
to spesso! Ecco il solo rimedio, se vuoi guarire […]. Non teme-
re di amare troppo la Madonna, non l’amerai mai abbastanza
e Gesù sarà molto contento, poiché la Vergine Santa è sua Ma-
dre. (LT 92)
Questa lettera era piaciuta moltissimo a san Pio X. La Causa
di beatificazione era stata aperta sotto il suo pontificato, ed egli
stesso aveva profetizzato che Teresa sarebbe stata “la più gran-
de santa dei tempi moderni”! Era lui che, nel 1905, si era defini-
tivamente pronunciato riguardo al valore della comunione quo-
tidiana, secondo l’intenzione di Gesù stesso, che aveva scelto il
pane, l’alimento quotidiano dell’uomo. Secondo san Pio X, era
non solo permesso, ma anche consigliato, ad ogni fedele di fare
la comunione ogni giorno, se non aveva un peccato grave sulla
coscienza (in quel caso, doveva prima accogliere la Misericor-
14 Ms A, 48v. Allo stesso modo scrive: «O mistero d’amore! / Il mio pane quo-
tidiano, / Gesù, sei Tu! / […] La tua pisside dorata, / preferita tra tutte, / Gesù, sono
io!» (P 24).
38

4.9 Page 39

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dia nel Sacramento della Riconciliazione). Grazie a questo in-
tervento decisivo del santo Papa, quasi tutti i santi del XX seco-
lo, anche i laici, sono dei santi della comunione quotidiana. San
Pio X apriva anche la comunione ai bambini più piccoli. Così, la
venerabile Antonietta Meo (“Nennolina”), morta a 6 anni, ave-
va fatto la prima comunione a 5 anni!
Il cardinale Van Thuân
Il 4 maggio 2017, Papa Francesco ha riconosciuto le virtù
eroiche del Cardinale François-Xavier Nguyen Van Thuân. Que-
sto nuovo venerabile è un’eccezionale figura di santità, un testi-
mone di Cristo particolarmente vicino a san Giovanni Paolo II,
che lo aveva creato cardinale nel 2001, un anno prima della sua
morte. Il papa lo aveva invitato a predicare gli esercizi spiritua-
li in Vaticano per il grande giubileo del 2000 sul tema della spe-
ranza. È un grande mistico, testimone di una stupenda spiritua-
lità eucaristica e mariana, realizzando pienamente nella sua vita
tutto ciò che Vera aveva profetizzato riguardo ai Tabernacoli Vi-
venti. Questo fatto è tanto impressionante perché, probabilmen-
te, non ha mai sentito parlare di Vera e della sua Opera. Invece
era molto vicino a Chiara Lubich, condividendo la spiritualità
dei Focolari, ma anche profondamente influenzato da Teresa di
Lisieux e Luigi Maria Grignion de Montfort.
Proprio nel 1967, Paolo VI lo aveva nominato vescovo di
Nha Trang, nel Vietnam. Giovane vescovo di trentanove anni, si
era impegnato totalmente al servizio del suo popolo negli anni
drammatici della guerra. Molto stimato da Paolo VI, era nomi-
nato arcivescovo coadiutore di Saigon nell’aprile 1975, ma su-
bito dopo, con la vittoria dei comunisti, veniva arrestato il 15
agosto 1975 e, senza nessun processo, doveva rimanere più di
tredici anni in carcere, di cui nove in isolamento, fino alla sua li-
berazione il 21 novembre 1988. Per lui, queste due feste maria-
ne dell’Assunzione e della Presentazione avevano un profondo
significato per illuminare tutto il periodo tanto drammatico del-
la sua vita. Vive allora una profonda esperienza mistica che ha
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4.10 Page 40

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come centro l’Eucaristia in tutte le sue dimensioni di sacrificio,
comunione, presenza e adorazione.
Così, il 7 ottobre 1976, dopo un anno di carcere durissimo,
scrive questa preghiera che sintetizza la sua spiritualità eucari-
stica:
Gesù amatissimo, questa sera, in fondo alla mia cella, senza
luce, senza finestra, caldissima, penso con fortissima nostalgia
alla mia vita pastorale. […] Una volta celebravo con patena e
calice dorati, ora il tuo sangue nel palmo della mia mano […]
Una volta andavo a visitarti nel tabernacolo, ora ti porto, gior-
no e notte, con me nella tasca. Una volta celebravo la Messa da-
vanti a migliaia di fedeli; ora nell’oscurità della notte, passan-
do la comunione sotto le zanzariere. […] Una volta impartivo la
benedizione solenne con il Santissimo nella cattedrale, ora fac-
cio l’adorazione eucaristica ogni sera alle 21, in silenzio, can-
tando sottovoce il Tantum Ergo, la Salve Regina.15
Tanti altri sacerdoti hanno celebrato la Messa in condizio-
ni simili, nei campi di concentramento nazisti o comunisti. Ma
ho voluto evidenziare l’aspetto più originale, che riguarda esat-
tamente la spiritualità dei Tabernacoli Viventi, cioè di portare su
di sé l’ostia consacrata. Egli lo vive come sacerdote e vescovo
ma, nello stesso periodo di persecuzione comunista, i laici più
ferventi vivevano la stessa esperienza. Infatti, i vescovi del Vie-
tnam avevano dato ai fedeli, uomini e donne, il permesso di por-
tare con sé l’Eucaristia, per dare la comunione nei luoghi dove
i sacerdoti non potevano andare. Era lo stesso al momento della
Rivoluzione Francese.
Questo fatto di portare su di sé l’ostia consacrata aveva an-
che colpito il suo arcivescovo, che nella sua relazione mandata a
Roma nel 1978 scriveva: «Egli ha preso l’abitudine di custodire
su di sé, dopo la Messa, una piccola ostia consacrata». Allo stes-
15 Molti testi sono stati pubblicati, altri si trovano, insieme alle testimonianze,
nell’eccellente Positio per la Causa di Beatificazione e Canonizzazione.
40

5 Pages 41-50

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5.1 Page 41

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so tempo, vive momenti di sofferenza estrema insieme a Gesù
nel Getsemani. Secondo la testimonianza di sua sorella, «al ve-
dere la sofferenza dei prigionieri con lui e la sua stessa sofferen-
za, egli si era reso conto che solo la presenza di Gesù Eucare-
stia poteva dare senso e forza a quella loro situazione di vita».
Van Thuân non teme di condividere questa spiritualità eu-
caristica di Tabernacolo Vivente con gli altri. Così ne testimonia
un altro sacerdote, il Rettore del Seminario Diocesano che era
prigioniero con lui:
Come segno della speranza, egli mi fece un altro regalo che io
trovai preziosissimo, e cioè con la latta dei barattoli aveva rea-
lizzato un anello che mi consegnò chiedendomi che cosa fosse,
ed io gli risposi che era un giocattolo, ma lui mi disse che inve-
ce era un anello, in cui aveva nascosto un pezzetto di Partico-
la consacrata, affinché io portassi sempre con me Gesù Euca-
restia, e io trovai la cosa straordinaria, e tutt’ora mi commuovo
a pensare che cosa egli fece per me.
Era il compimento pieno della parola di Gesù a Vera: Porta-
mi con te! Più tardi, dopo la sua liberazione, Van Thuân ha spesso
testimoniato di questa esperienza eucaristica vissuta in carcere.
Così, a un gruppo di sacerdoti egli ha raccontato come, fin
dall’inizio della sua prigionia, fosse riuscito ad avere un po’ di
vino in un flacone di “medicine contro il mal di stomaco”, insie-
me a piccole ostie nascoste. Poteva dunque celebrare la Messa
ogni giorno con tre gocce di vino nel palmo di una mano, e un
frammento di ostia nell’altra. Nel campo di rieducazione, cele-
brava di nascosto per gli altri prigionieri, dava la comunione, e
distribuiva questi umili tabernacoli clandestini, portando anche
su di sé Gesù Eucaristia:
Fabbrichiamo sacchettini con la carta dei pacchetti di sigaret-
te, per conservare il Santissimo Sacramento. Gesù eucaristico
è sempre con me nella tasca della camicia. […] Ogni settimana
ha luogo una sessione di indottrinamento, a cui deve partecipa-
re tutto il campo. Al momento della pausa, con i miei compagni
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5.2 Page 42

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cattolici, approfittiamo per passare un pacchettino a ciascuno
degli altri quattro gruppi di prigionieri: tutti sanno che Gesù è in
mezzo a loro, è Lui che cura tutte le sofferenze fisiche e mentali.
La notte, i prigionieri si alternano in turni di adorazione; Gesù
eucaristico aiuta in modo tremendo con la sua presenza silen-
ziosa. Molti cristiani ritornano al fervore della fede durante que-
sti giorni; anche buddhisti e altri non cristiani si convertono. La
forza dell’amore di Gesù è irresistibile. L’oscurità del carcere
diventa luce, il seme è germinato sotto terra durante la tempesta.
Offro la Messa insieme al Signore: quando distribuisco la co-
munione do me stesso insieme al Signore per farmi cibo per tut-
ti. Questo significa che sono sempre totalmente al servizio degli
altri. Ogni volta che offro la Messa ho l’opportunità di stendere
le mani e di inchiodarmi sulla Croce con Gesù, di bere con lui il
calice amaro. Ogni giorno, recitando o ascoltando le parole del-
la consacrazione, confermo con tutto il cuore e con tutta l’ani-
ma un nuovo patto, un patto eterno fra me e Gesù, mediante il
suo Sangue mescolato al mio (1Cor 11, 23-25). Gesù sulla cro-
ce iniziò una rivoluzione. La vostra rivoluzione deve comincia-
re dalla mensa eucaristica e da qui essere portata avanti. Così
potrete rinnovare l’umanità.
Ho trascorso 9 anni in isolamento. Durante questo perio-
do celebro la Messa ogni giorno verso le 3 del pomeriggio: l’o-
ra di Gesù agonizzante sulla croce. Sono solo, posso cantare la
mia Messa come voglio, in latino, francese, vietnamita… Porto
sempre con me il sacchettino che contiene il Santissimo Sacra-
mento: «Tu in me ed io in te». Sono le più belle Messe della mia
vita. La sera, dalle 21 alle 22, faccio un’ora di adorazione, canto
Lauda Sion, Pange lingua, Adoro Te, Te Deum e cantici in lin-
gua vietnamita, malgrado il rumore dell’altoparlante che dura
dalle 5 del mattino alle 11 e 30 della sera. Sento una singolare
pace di spirito e di cuore, e la gioia, la serenità della compagnia
di Gesù e Maria e Giuseppe. Canto Salve Regina, Salve Mater,
Alma Redemptoris Mater, Regina coeli… in unità con la Chie-
sa universale. Malgrado le accuse, le calunnie contro la Chiesa,
canto Tu es Petrus, Oremus pro Pontifice nostro, Christus vin-
cit… Come Gesù ha sfamato la folla che lo seguiva nel deserto,
nell’Eucaristia è lui stesso che continua ad essere cibo di vita
eterna. Nell’Eucaristia annunciamo la morte di Gesù e procla-
miamo la sua risurrezione. Vi sono momenti di tristezza infini-
42

5.3 Page 43

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ta, come faccio? Guardare a Gesù crocifisso e abbandonato sul-
la croce. Agli occhi umani, la vita di Gesù è fallita, è inutile, è
frustrata, ma, agli occhi di Dio, sulla croce Gesù ha compiuto
l’azione più importante della sua vita, perché ha versato il suo
sangue per salvare il mondo. Quanto Gesù è unito a Dio, quan-
do, sulla croce, non può più predicare, curare gli infermi, visita-
re la gente, fare miracoli, ma rimane nell’immobilità assoluta!
Maria è sempre intimamente presente in questa esperienza
eucaristica. Dopo averci fatto il Dono del suo Corpo e del suo
Sangue, Gesù ci ha donato sua Madre:
Come figlio di Maria, in particolare durante la Santa Messa,
quando pronuncio le parole della consacrazione, mi identifico
con Gesù, in persona Christi. Quando mi domando cosa ha si-
gnificato Maria nella mia scelta radicale per Gesù, la risposta è
chiara: sulla croce Gesù disse a Giovanni: «Ecco tua madre!»
(Gv 19, 27). Dopo l’istituzione dell’Eucaristia, il Signore non
poteva lasciarci nulla di più grande che sua Madre. Per me Ma-
ria è il Vangelo vivente, in formato tascabile, con la più vasta
diffusione, più vicina a me che la vita di tutti gli altri santi. Ma-
ria è la mia mamma: quella che Gesù mi ha donato. La prima
reazione di un bambino quando sta male o ha paura è quella di
chiamare: «Mamma!». Questa parola, per un bambino è tutto.
Maria ha vissuto interamente ed esclusivamente per Gesù.
Egli stesso ha raccontato come nei momenti più estremi di
desolazione, riusciva solo a ripetere l’Ave Maria.16 Nel periodo
più duro dell’isolamento scrive questa preghiera di consacrazio-
ne, di affidamento totale a Gesù per mezzo di Maria:
Maria, Madre mia, Madre di Gesù, Madre nostra, per sentirmi
unito a Gesù e a tutti gli uomini, miei fratelli, voglio chiamarti
16 Nel mio ministero sacerdotale per i malati terminali e i morenti, ho potu-
to sperimentare questa potenza dell’Ave Maria, specialmente delle ultime parole:
«Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della no-
stra morte».
43

5.4 Page 44

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Madre Nostra. […] In me, o Madre, continua a operare, a prega-
re, ad amare, a sacrificarmi; continua a compiere la volontà del
Padre, continua a essere la Madre dell’umanità. Continua a vi-
vere la passione e la risurrezione di Gesù. O Madre, mi consa-
cro a Te, tutto a Te, ora e per sempre. Vivendo nel tuo spirito e
in quello di Giuseppe, io vivrò nello spirito di Gesù, con Gesù,
Giuseppe, gli angeli, i santi e tutte le anime. Ti amo, o Madre
nostra, e condividerò la tua fatica, la tua preoccupazione e il tuo
combattimento per il regno del Signore Gesù, Amen.
È la stessa consacrazione del Montfort, vissuta da Giovanni
Paolo II e da Vera, che conduce ad una «identificazione del fede-
le con Maria nel suo amore per Gesù, nel suo servizio di Gesù».17
Questa forte spiritualità eucaristica e mariana è essenzialmente
apostolica: portare Gesù con sé per comunicare il suo amore agli
uomini, amici o nemici. Van Thuân ci ha lasciato una straordina-
ria testimonianza dell’amore dei nemici. Parlando dei suoi duri
carcerieri comunisti, scrive: «Avevo deciso di amarli». E non
era lui, era Gesù sempre presente con lui che li amava e che pro-
gressivamente li faceva diventare amici!
Un messaggio profetico per la Chiesa di oggi e di domani
È la stessa Voce di Gesù che parla alla sua Chiesa attraver-
so il magistero e i santi. Il messaggio eucaristico di Vera è pie-
namente confermato e rafforzato da santa Teresa di Lisieux e dal
venerabile Van Thuân. Non sono dunque illusioni né pie esage-
razioni di una persona esaltata, ma una potente profezia per la
Chiesa, una “parola di Vita” indirizzata a tutto il popolo di Dio:
il papa, i vescovi e i sacerdoti, i diaconi, i ministri straordinari
17 È l’espressione di Giovanni Paolo II nella sua importante Lettera ai religio-
si e alle religiose delle Famiglie Monfortane del 8 dicembre 2003 (n. 5). Sulle orme
del Montfort, Chiara Lubich insisteva anche su questo aspetto: «Diventare un’altra
Maria, una piccola Maria» CIT.
44

5.5 Page 45

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dell’Eucaristia, i religiosi e le religiose, e tutti i laici che vivono
nel matrimonio o nel celibato. È un modo stupendo di riaffer-
mare la centralità dell’Eucaristia nella vita della Chiesa Pellegri-
nante. Gesù nell’Eucaristia è come il sole che illumina e riscalda
tutto il popolo di Dio in cammino verso la Patria Celeste. Così
ne parlava già santa Caterina da Siena.
Con la sua tematica dei Tabernacoli Viventi, Vera ci invita a
riscoprire la meraviglia della Presenza Reale di Gesù nell’Euca-
ristia come il grande Mistero della vicinanza di Dio Amore con
gli uomini. Come santa Caterina da Siena, Vera ascolta la voce
di questo Dio “pazzo d’amore” per noi, che si è avvicinato a noi
in modo ineffabile ed insuperabile nei Misteri dell’Incarnazione,
della Redenzione e dell’Eucaristia. È veramente l’Emmanuele,
il Dio con noi! È Lui che ci dice questa parola più caratteristica
nei messaggi di Vera: “Portami con te!”.
Ci siamo concentrati sul periodo più recente, considerando
la spiritualità eucaristica di Teresa e di Van Thuân, ma, in realtà,
c’è tutta una dinamica nel cammino storico della Chiesa per av-
vicinare sempre di più l’Eucaristia ai fedeli e i fedeli all’Euca-
ristia. E spesso sono i santi (e soprattutto le sante) che danno la
spinta all’autorità ecclesiastica per fare dei nuovi passi su que-
sto cammino di vicinanza. Riguardo alla festa del Corpus Do-
mini, la prima spinta è venuta da santa Giuliana a Liegi nel XIII
secolo. Poi verranno presto la decisione del Papa Urbano IV e
l’opera di san Tommaso d’Aquino, il grande teologo dell’Euca-
ristia. Era la risposta della fede del popolo di Dio e della vera te-
ologia, confermata dal papa, di fronte alle opinioni erronee cir-
ca la Presenza Reale.
L’altro grande passo di vicinanza è stata la comunione quo-
tidiana, tanto desiderata da Teresa e dai santi del XIX secolo e
definitivamente approvata da san Pio X all’inizio del XX secolo.
Poi, su questo cammino di vicinanza, è stato abbreviato il digiu-
no eucaristico dapprima a sole tre ore, poi a un’ora prima del-
la comunione. Prima, era a partire dalla mezzanotte, ciò che era
molto pesante per i sacerdoti e i fedeli, e rendeva praticamente
impossibile la messa della sera.
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5.6 Page 46

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Il beato Paolo VI, che aveva guidato con tanta sapienza il
Concilio Vaticano II, ha offerto a tutta la Chiesa una rinnovata
spiritualità eucaristica alla luce del Concilio, di fronte a nuovi
errori allora diffusi. Dopo gli anni della grande crisi, è rifiorita
nella Chiesa l’Adorazione Eucaristica, insieme al Rinnovamen-
to nello Spirito Santo e alla spiritualità mariana nei Movimenti
e le nuove comunità.
Sempre nella stessa direzione di una più grande vicinanza
di Gesù nell’Eucaristia, dei nuovi passi sono stati fatti da Paolo
VI e dai suoi successori, con la restaurazione del diaconato per-
manente, l’istituzione dei ministri straordinari dell’Eucaristia, le
celebrazioni comunitarie della Parola con la comunione eucari-
stica (nell’assenza del sacerdote) e il permesso della comunione
nella mano mediante la quale i fedeli possono anche loro tocca-
re con fede e amore il vero Corpo di Gesù. È la stessa familiari-
tà con Gesù, amorosa ed adorante, vissuta da Teresa e da Vera.
Oggi, molti vescovi hanno allargato il permesso di custodire
l’Eucaristia nella propria casa: per i sacerdoti (nelle loro cano-
niche), per i malati, per le piccole comunità di consacrati e con-
sacrate, per le famiglie impegnate al servizio dei poveri e del-
le persone più ferite, per le consacrate dell’Ordo Virginum, per
gli eremiti, sempre con un attento discernimento delle situazioni
per evitare gli abusi. Così la profezia di Vera riguardo ai Taber-
nacoli Viventi si sta realizzando nella vita della Chiesa, e sicu-
ramente per affrontare tempi difficili. È nella persecuzione che
Van Thuân ha potuto vivere in pienezza l’essere Tabernacolo Vi-
vente, e la persecuzione è molto presente nella Chiesa di oggi,
sotto tante forme diverse.
D’altra parte, non mancano oggi nuove difficoltà e ostacoli
che tendono di nuovo ad allontanare i fedeli dall’incontro quo-
tidiano con Gesù Eucaristia. Il più grande problema è evidente-
mente il numero insufficiente di sacerdoti, con una terribile crisi
delle vocazioni nell’Europa e nell’America del Nord, a tal pun-
to che diventa molto difficile per i fedeli di partecipare alla Mes-
sa ogni giorno. Altro problema è la scristianizzazione delle stes-
se regioni del mondo, con una vasta indifferenza religiosa. Le
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5.7 Page 47

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chiese sono vuote e spesso chiuse, perché sono rarissimi i fedeli
che vanno a pregare davanti al tabernacolo. A questo si aggiunge
il problema delle profanazioni eucaristiche, sempre più frequen-
ti, da parte delle sette sataniche, che hanno come conseguenza
il ritiro del Santissimo Sacramento in molte chiese o cappelle.
Anche se le profanazioni sono una cosa orrenda, la cosa più dia-
bolica è l’allontanamento di Gesù Eucaristia, che diventa inac-
cessibile a quelli che lo amano! Bisogna aggiungere che è più
grande il rischio di queste profanazioni nelle chiese deserte che
nelle case di fedeli o nelle piccole teche nascoste dei ministri
dell’Eucaristia.
Un altro problema viene anche da una corrente teologica e
pastorale, abbastanza diffusa oggi, che propone ai fedeli e ai sa-
cerdoti il cosiddetto digiuno eucaristico, cioè di astenersi vo-
lontariamente dell’Eucaristia almeno un giorno alla settimana.18
Questa corrente insiste giustamente sull’importanza dell’Euca-
ristia domenicale, ma relativizzando troppo l’Eucaristia quo-
tidiana, come se fosse un’esagerazione. Anzitutto, parlare di
digiuno eucaristico in questo senso è un abuso di linguaggio,
perché questa espressione tradizionale significa proprio il con-
trario: rinunciare a qualunque cibo (adesso per il tempo breve
di un’ora) per ricevere il Cibo Eucaristico! L’intenzione sareb-
be anche di evitare la routine della quotidianità, ma basta ascol-
tare i santi della comunione quotidiana (come per esempio san-
ta Gemma Galgani), per vedere tutto il contrario: è ogni giorno
la festa sempre nuova dell’Amore! La fame eucaristica, il desi-
derio della comunione quotidiana, non è una “golosità spiritua-
le” che bisognerebbe mortificare. Teresa di Lisieux ci ha mostra-
18 Ne avevo già fatto l’esperienza negli Anni Settanta, prima della mia ordi-
nazione sacerdotale (1975), in una delle nostre comunità di carmelitani in Francia,
dove era praticato questo “digiuno eucaristico” un giorno alla settimana. Ma giusta-
mente, il superiore mi ha permesso di fare la comunione da solo. Padre René Voillau-
me era molto preoccupato a causa di questa corrente, e me ne aveva parlato nel no-
stro ultimo incontro, poco prima della sua morte. Egli era stato invitato da Paolo VI
a predicare gli esercizi spirituali in Vaticano, proprio nel 1968.
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5.8 Page 48

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to che è la nostra risposta al “grande desiderio” di Gesù (cf Lc
22, 15) di unirsi a noi ogni giorno, di venire in noi e di stare con
noi. Infine, questa corrente si oppone frontalmente al magistero
di san Pio X, confermato dal Concilio e da Paolo VI, sul valore
della comunione quotidiana. Non è in nessun modo un progres-
so, ma un ritorno indietro! Penso che sarebbe importante un di-
battito fraterno con i rappresentanti di questa corrente, che sono
spesso persone spirituali ed impegnate nella vita della Chiesa.
A causa di tutti questi problemi, molti fedeli vivranno la
spiritualità dei Tabernacoli Viventi al modo di Teresa di Li-
sieux, appropriandosi della sua preghiera: «Ah, non posso ri-
cevere la Santa Comunione tanto spesso come desidero! Ma,
Signore, non sei tu Onnipotente? Resta in me come nel Taber-
nacolo: non allontanarti mai dalla tua piccola ostia!». Come Te-
resa di Lisieux, Vera ci aiuta a capire non solo quanto Gesù ci
ama, ma anche “quanto desidera di essere amato”. Così la car-
melitana spiegava il senso della sua Offerta all’Amore Miseri-
cordioso (Ms A, 84r), subito condivisa con le sue sorelle, e poi
con tutti i battezzati.
Il messaggio di Vera è attuale e prezioso per tutti, e anzitut-
to per i sacerdoti, ministri dell’Eucaristia, chiamati ad essere i
primi Tabernacoli Viventi, per aiutarli a crescere nell’Amore di
questo grande Sacramento, nella celebrazione quotidiana della
Messa, nei lunghi momenti di preghiera davanti al tabernacolo
(come facevano tutti i santi sacerdoti), nella missione di porta-
re la comunione ai malati e agli anziani. È anche una chiamata a
coltivare la fraternità sacerdotale, sulla quale insiste tanto Papa
Francesco, tra sacerdoti giovani e anziani, tra quelli più conser-
vatori e quelli più innovatori. L’Eucaristia, sacramento dell’A-
more di Gesù, è il sacramento dell’Amore fraterno, dell’Unità
della Chiesa; è per eccellenza il sacramento della fraternità sa-
cerdotale.
È un messaggio forte anche per i religiosi, le religiose e i
laici, per vivere meglio l’Eucaristia quotidiana nella parteci-
pazione alla Messa (o solo nella comunione quando non c’è
il sacerdote), e per pregare ogni giorno vicino al Santissimo
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5.9 Page 49

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Sacramento. Non c’è dubbio che il papa e i vescovi in comu-
nione con lui sapranno fare tutti i nuovi passi per avvicinare tut-
ti i fedeli a Gesù nell’Eucaristia, ogni giorno, nella comunione
e nell’adorazione.
In questa direzione, la proposta dei Tabernacoli Viventi è
dunque di grande attualità, e trova già la sua realizzazione nella
missione dei ministri straordinari dell’Eucaristia, con l’inten-
zione profondamente mistica e apostolica di Vera: Portare Gesù
con sé per donarlo ai fratelli. È una proposta ampia, aperta a tut-
ti, alle “anime piccole” che vogliono camminare verso la santi-
tà. Lì ancora, Teresa e Vera si danno la mano e ci danno la mano
per vivere pienamente l’Eucaristia come il grande Sacramento
dell’Amore di Gesù.
Avon, 6 luglio 2017
nella festa di santa Maria Goretti
49

5.10 Page 50

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6 Pages 51-60

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6.1 Page 51

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“Portami con te”!
Note teologico-spirituali
sulla spiritualità dei Tabernacoli Viventi
Don Roberto Carelli SDB
Fatti salvi gli insindacabili decreti di Dio, i cui pensieri non
sono i nostri pensieri e le cui vie non sono le nostre vie (cf Is
55,8), c’è parecchio di ragionevole nel fatto che Dio abbia scelto
di affidare ai figli di Don Bosco l’eredità della missione di Vera
Grita. Da parte di Vera la richiesta era più che esplicita, ma la
convenienza teologica è altrettanto riconoscibile. L’architettura
teologico-spirituale dei messaggi ricevuti da Vera è infatti mani-
festamente eucaristico-mariana, cioè articolata sul nucleo costi-
tutivo della Chiesa, quello che ne assicura il profilo personale ed
escatologico, e il carattere di santità e fecondità. In questo senso,
i messaggi di Vera sembrano essere il prolungamento e l’attualiz-
zazione del famoso sogno delle “due colonne”. È vero che l’asse
Eucaristia-Maria è da sempre, e specialmente nei tempi moderni,
il principale caposaldo e il più inconfondibile contrassegno del
cattolicesimo, ma la sua duplice proiezione nuziale e apostolica
è cosa dei nostri giorni. L’interesse della testimonianza di Vera
è in questo senso riconoscibile già nel fatto che il timbro stesso
dei messaggi è intimo senza essere intimistico, spiritualmente
esigente ma orientato apostolicamente; ed è un messaggio che
chiede molto ai vicini, ma mira ai lontani. C’è nella spiritualità
dei “tabernacoli” qualcosa di bello e di promettente: perché, lo si
capisce, altro è pensare alla Madonna come Baluardo della fede,
altro è pensarla come Stella dell’evangelizzazione.
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6.2 Page 52

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Il nostro intento, in queste pagine introduttive, è quello di
propiziare uno spazio teologico al tema dei “Tabernacoli Viven-
ti”, vedere in esso un’estensione dell’opera redentiva adeguata
ai tempi della nuova evangelizzazione, e in questo modo dilata-
re le potenzialità del carisma salesiano. In concreto, prevediamo
tre ordini di considerazioni ispirati ai messaggi di Vera, sintoni-
ci con le indicazioni degli ultimi pontefici, e rispondenti a nostre
personali convinzioni. Ecco il prospetto sintetico:
1. La Chiesa può riscattare il suo volto di Sposa e di Madre,
e così liberarsi dalla zavorra di un’immagine prevalentemente
istituzionale, dottrinalistica e moralistica (senza peraltro cede-
re alla tentazione contraria di sbiadire i contorni della sua realtà
di Corpo mistico e della Verità e Vita di cui è portatrice), solo se
svilupperà teologicamente e pastoralmente la convinzione che
Gesù e Maria sono insieme un unico principio di redenzione.
2. Sotto l’impulso dell’Evangelii Gaudium, sembra chiaro
l’invito a declinare in senso missionario tutto l’agire ecclesia-
le, ad intra e ad extra. Il superamento dell’arroccamento del-
la Chiesa e il potenziamento della sua estroversione missionaria
trovano il loro focus nello sviluppo teologico e pratico di ciò che
Giovanni Paolo II ha esposto nell’Enciclica Ecclesia de Eucha-
ristia, ossia la comprensione del mistero eucaristico come sor-
gente dell’evangelizzazione e primo passo della missione.
3. L’intuizione mistica di una realtà come i “Tabernacoli Vi-
venti” chiede alla teologia sacramentaria di esplorare un possi-
bile sviluppo del delicato tema della “presenza reale”, capace
di sottrarne l’ermeneutica alle secche di interpretazioni fisiciste
e alle impuntature apologetiche, onde mostrare che nel mistero
dell’Eucaristia il reale e il simbolico non si escludono ma si im-
plicano a vicenda, non sono alternativi ma si coappartengono e
si condeterminano.
1. L’Arca dell’Alleanza e i “Tabernacoli Viventi”
L’importanza delle “due colonne” dell’Eucaristia e di Maria
per la vita cristiana era per Don Bosco oggetto di visione diurna
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6.3 Page 53

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e notturna, e indubbiamente ha trovato in lui un rilievo pastorale
straordinario. Ma per sé, le due colonne sono nientemeno che il
fondamento reale della Chiesa come umanità nuova fondata su-
gli archetipi personali di Gesù e di Maria come nuovo Adamo e
nuova Eva, i due risorti nei quali ogni uomo può trovare reden-
zione e risurrezione. Ed è un dato largamente condiviso da mol-
te spiritualità.
Ogni uomo ha bisogno della Grazia di Dio e della capacità
di accoglierla e metterla a frutto. Per questo c’è bisogno di Gesù
e di Maria, inseparabilmente: Gesù è la Grazia e Maria la piena
di Grazia, la Madre della Grazia e la Mediatrice di ogni grazia.
In rapporto alla Grazia, Maria non perde mai le sue prerogative
personali di Vergine, Sposa e Madre che caratterizzano collet-
tivamente la Chiesa nei suoi modi di essere e di fare. In Maria
sono già presenti nel fiat di Nazareth, maturano dolorosamente
nel suo stabat ai piedi della Croce, sono adempiute nell’Assun-
zione al Cielo e vengono distribuite con cuore materno ad ogni
uomo che cerca Dio, o che lo ha trovato, o che lo ha perduto.
Nella Chiesa, a partire da Maria, le stesse prerogative sono ri-
spettivamente l’integrità della fede, l’obbedienza della fede e la
fecondità della fede. E qui è bene ricordare come, negli scritti di
Vera, la Madonna è immancabilmente, di volta in volta, Imma-
colata, Addolorata e Ausiliatrice, appunto i titoli corrispondenti
alla postura verginale, sponsale e materna con cui Gesù ha mo-
dellato la Chiesa e a cui vuole conformare il cuore di ogni cre-
dente.
Da un’altra angolatura, Maria, quale Madre del Sommo Sa-
cerdote, realizza in pienezza il sacerdozio comune di tutta la
Chiesa. Se infatti il sacerdozio è portare Dio agli uomini e gli
uomini a Dio, Maria realizza l’ideale sacerdotale nella sua spe-
cificità femminile, e perciò in modo verginalmente sponsale e
verginalmente fecondo, cioè sponsale e fecondo per la fede, pre-
cisamente per la fede eucaristica, la fede nella presenza reale
e operante del Signore nella storia. In questo quadro, si com-
prende la densità di quel “portami con te” che esprime il desi-
derio e la richiesta di Gesù nei confronti di Vera e di coloro che
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6.4 Page 54

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ne seguiranno le orme. È qui in gioco il mistero dell’Eucaristia
nella linea femminile-mariano-ecclesiale: “portare” Gesù in sé
e portarlo agli altri. La linea maschile-cristologico-apostolica è
differente: Gesù, colui che esiste da sempre nel seno del Padre,
non desidera operare da solo, ma con noi, e non vuole sempli-
cemente “venire” nel mondo o “andare” agli uomini, ma vuo-
le “essere portato”, custodito, osteso, condotto, riposto ed espo-
sto. Dio non agisce mai in maniera solitaria, ma trinitaria, così
come l’uomo non può agire in maniera feconda senza la don-
na. E infatti Gesù viene portato una prima volta da Maria, Arca
dell’Alleanza, portato ogni volta dagli Apostoli nel Sacramen-
to dell’Eucaristia, custodito nel tabernacolo, osteso nell’adora-
zione, portato in processione, riposto nei cuori ed esposto nel-
la carità.
A leggere attentamente i messaggi di Gesù a Vera si fa subi-
to chiaro – ed è importante sottolinearlo – che il “portami con
te” non è subito apostolico, ma anzitutto e inseparabilmente nu-
ziale: è un custodire in sé per portare agli altri. E il contrappun-
to mariano di questa richiesta eucaristica è puntuale: le disposi-
zioni d’animo, fondamentalmente l’umiltà e la carità necessarie
per portare Gesù in piena trasparenza e senza opacità, non sono
cose che si improvvisano, e senza l’aiuto di Maria non saremmo
mai capaci di dare tutto per ricevere tutto e ridonare tutto senza
riserve. Così dice Gesù a Vera:
Tu rappresenti l’umanità fragile, povera di virtù, tribolata, sof-
ferente; la misera umanità che anela a Dio, ma non potrebbe
mai sollevarsi senza di me, senza la mia Mamma […]. Doni del
Cuore della Madre mia, e li unirai alle tue miserie, alle tue nul-
lità, al tuo cuore troppo piccolo. Io prenderò tutto.
Solo grazie a Maria, la Chiesa e i cristiani possono realizza-
re in forma sempre più perfetta la dinamica fondamentale del-
la storia salvifica, ossia le forme di quell’unica polarità che è la
grazia di Dio e la corrispondenza dell’uomo: la concentrazione
del Natale e l’irradiazione dell’Epifania, l’obbrobrio e la gloria
della Croce, la dedizione che dona la vita e la Risurrezione che
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6.5 Page 55

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la ritrova, il rimanere in Gesù e il portare frutto in Lui, la sistole
e diastole di discepolato e apostolato, consacrazione e missione,
castità e carità, purezza e trasparenza.
Nei messaggi di Gesù a Vera si realizza l’ideale cristologi-
co-mariano che da Grignion de Montfort a Chiara Lubich dise-
gna la meravigliosa reciprocità dell’ad Jesum per Mariam me-
diante il per Jesum ad Mariam. Circa questa reciprocità, Gesù è
con Vera esplicito e diretto:
Ti ho detto che ti parlo nel Cuore della Madre mia, e attraver-
so quella spada che trapassa il suo Cuore di Madre, la mia Voce
giunge a Te. Da “Lei” ascoltami […]. Per “questo lavoro” tu
devi affidarti alla mia Mamma, in particolare, all’Addolorata.
Voglio che “tu sia l’umile schiava di Maria Santissima”. A Lei
ti affido, e tu con tenerezza di figlia abbandonati a Lei.
Cose simili, quando Gesù si riferisce ai Tabernacoli Viven-
ti che seguiranno:
Adesso indico la mia via. Per Maria, Madre mia e loro, esse si
abbandonino nelle braccia materne e imparino con docilità la
“schiavitù d’Amore” di questa dolcissima Madre. Si lascino la-
vorare da Lei, si lascino formare da questa mirabile Maestra di
anime. Essa preparerà i suoi figli per me, perché siano penetrati
sempre più dalla mia Grazia, dal mio Amore affinché, come ha
detto il mio Apostolo Paolo, non saranno più loro a vivere, ma
io, il Cristo in loro.
Fin qui, nient’altro che la conferma di una fede pienamente
ecclesiale. L’elemento di novità della spiritualità dei Tabernacoli
Viventi è a nostro avviso quello che potremmo chiamare un ac-
corciamento delle distanze fra il cuore eucaristico di Maria e il
cuore eucaristico del cristiano. È vero che la singolarità di Ma-
ria è quella di essere donna eucaristica già a motivo della sua in-
carnazione (cf Ecclesia de eucharistia, 53-58), e che la sua unio-
ne fisica con Gesù è ciò che la rende inimitabile; ed è anche vero
che l’unione eucaristica del cristiano è invece mistico-sacramen-
tale. Ma questa prima ed elementare considerazione non può e
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6.6 Page 56

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non deve solcare una distanza eccessiva tra noi e la Madre. Il pri-
vilegio di Maria non gioca a nostro svantaggio, ma è per noi van-
taggioso: nella sua fede anche noi possiamo aver fede, nel suo
modo di essere unita a Gesù anche noi possiamo essere uniti a
Lui, e nella sua maternità anche noi possiamo trovare fecondità.
Sono le parole stesse di Gesù a incoraggiarci. Sorprende che
Gesù non spenda neanche una parola per attenuare lo “scanda-
lo” della sua offerta eucaristica: il suo Corpo è vero cibo e il suo
Sangue è vera bevanda; il suo Corpo e il suo Sangue sono Pane
di vita e Pane del cammino, e il Pane eucaristico è davvero il
suo Corpo e il suo Sangue (cf Gv 6). C’è inoltre da considera-
re che da una parte l’Incarnazione del Verbo accade prima nel
cuore che nel corpo di Maria – prius mente quam ventre, diceva
Sant’Agostino –, e questo la rende imitabile; e d’altra parte non
va sottovaluto che lo specifico della grazia eucaristica, rispetto
alle altre dimensioni della vita di grazia, è proprio la Comunio-
ne con il Signore in tutta la sua pienezza pasquale, comprensi-
va di corpo, sangue, umanità e divinità. In questo senso l’ideale
dei “Tabernacoli Viventi” diventa una sottolineatura e un appro-
fondimento del realismo eucaristico che integra la figura bibli-
ca dell’Arca dell’Alleanza e la figura sacramentale della riserva
eucaristica con la sensibilità personale e affettiva, storica e pra-
tica che è propria del nostro tempo.
I messaggi di Gesù a Vera attestano ad ogni pagina questo
realismo soprannaturale della vita di grazia come inabitazione di
Gesù nell’anima credente e dell’anima credente in Gesù. E anzi-
tutto questo significa essere “tabernacolo vivente”. Non si tratta
di unione mentale o morale che non comporti l’intimità soma-
tica. È un’implicazione tutta da svolgere del mistero dell’Incar-
nazione.
2. “Fammi trattare con le anime”: Gesù in uscita
Come è noto, al cuore dell’opera dell’Anticristo vi è il mi-
sconoscimento di Dio nella carne (cf 1Gv 2, 22; 2 Gv 7 . E in-
fatti nei tempi moderni l’attacco del maligno ha preso la for-
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6.7 Page 57

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ma della contestazione circa gli aspetti incarnatori della fede;
in pratica, come direbbe papa Francesco, si tratta dell’attac-
co congiunto ai “tre amori bianchi”, cioè Maria, l’Eucaristia e
il papa, ossia la negazione del “Corpo di Cristo” nella sua for-
ma storica, nella sua forma sacramentale e nella sua forma ec-
clesiale. Qui è significativo che il tempo dei messaggi e il tem-
po della morte di Vera siano stati concomitanti a quella svolta,
il Sessantotto, con la quale non sarebbero state più come pri-
ma, nella Chiesa e nel mondo. La dittatura del “pensiero uni-
co”, che prolunga e acuisce le precedenti dittature del raziona-
lismo e del relativismo, cerca in ogni modo di neutralizzare il
significato dei corpi, e mira a rendere indifferenti a ogni tipo di
differenza: si può parlare di Dio, ma non di Gesù Cristo, parlare
dell’uomo, ma come se Dio non ci fosse e come se l’uomo stes-
so fosse Dio; parlare dei corpi, ma non in quanto sessuati, o de-
gli affetti, ma senza legami, o ancora della giustizia, ma senza
misericordia, e della misericordia, ma senza giustizia; perfino i
confini fra l’uomo, l’animale e l’oggetto vengono assottigliati.
Molti studiosi interpretano il nostro utilizzando la categoria del
“post-umano”: fine delle pretese di eccellenza dell’uomo su tut-
te le altre creature, fine dell’uomo come immagine e somiglian-
za di Dio. L’uomo è solo un “animale ingegnoso”, che non deve
rispondere a nessun Dio, poiché egli è semplicemente “l’espe-
rimento di se stesso”.
A questa ondata di “disincarnazione” o di “escarnazione”,
che determina una diffusa apostasia a cui corrispondono disa-
gi psichici e conflitti sociali globalizzati, Vera Grita, ispirata dal
Signore Gesù, risponde con un’indicazione luminosa: “Taber-
nacoli Viventi”! Tale rilancio del realismo eucaristico cristia-
no non è, senza un aspetto di novità, aderente ai segni dei tem-
pi. È la consapevolezza che l’Eucaristia non può valere solo
come conferma identitaria, ma va riconosciuta come sorgente
missionaria: stante l’attuale livello di scontro fra Cristo e Sata-
na, occorre riconoscere che non è più tempo di dare un segnale
prevalentemente apologetico, ma di irradiare una presenza ac-
cogliente. Gesù stesso vuole essere avvicinato a chi si è allonta-
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6.8 Page 58

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nato, perché le parole e le spiegazioni, ma spesso anche i gesti
e le testimonianze, risultano insufficienti e inefficaci. Si sa, l’e-
vangelizzazione avviene anzitutto come presenza e prossimità,
per irradiazione e contagio di santità, ma i nostri tempi richiedo-
no qualcosa in più, qualcosa come la presenza e l’irradiazione di
Gesù stesso, fonte di tutta la santità della Chiesa.
Intorno a questa dilatazione apostolica del mistero eucaristi-
co, le parole di Gesù a Vera sono abbondanti, e il loro messaggio
fondamentale è un approfondimento reale di quella prossimità
di Dio che i Padri chiamavano “condiscendenza divina” e che
qualifica radicalmente il volto del Dio cristiano. La logica sotte-
sa alla spiritualità dei Tabernacoli Viventi è in altri termini la di-
vina volontà di condividere con i credenti più sensibili e dispo-
nibili il farsi prossimo di Gesù. Si tratta, a nostro parere, di un
approfondimento dell’opera redentiva nel suo realismo eucari-
stico che si pone in continuità con i lenti e prudenti avanzamenti
storici che dalla “riposizione” tendono sempre più all’“esposi-
zione” eucaristica: una mistagogia centrifuga come necessaria
integrazione di una mistagogia centripeta, un approssimarsi del
mistero come sviluppo dell’approssimarsi al mistero.
L’idea è dunque quella di estendere i frutti del dono eucari-
stico da quelli che sono vicini a quelli che sono lontani. È pensa-
re l’Eucaristia non solo come il cibo dei forti, ma anche come il
pane dei poveri. È togliere Gesù dall’isolamento in nome della
Sua volontà di Comunione. Come ben si è espresso il card. Pa-
rolin in occasione del Congresso Eucaristico di Cesena (30 mag-
gio 2016),
Gesù, vivo e presente nel pane e nel vino consacrati, non inten-
de rimanere isolato, centrale sì nei tabernacoli e nelle chiese, ma
quasi periferico e sconosciuto al mondo. Al contrario, desidera
uscire nelle strade per essere incontrato e servito con un impe-
gno e una devozione che non possono limitarsi all’intimo del-
la coscienza, ma dovrebbero tradursi in concreta azione di cari-
tà e misericordia.
58

6.9 Page 59

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In questo senso, la novità insita nell’appassionato e suppli-
chevole “portami con te” di Gesù a Vera esprime anzitutto il de-
siderio di esporre ed estendere la grazia eucaristica da chi la ri-
conosce a chi ancora non può e non vuole farlo. È il passaggio
dal “portare a Gesù” a “portare Gesù”. Ad esempio:
O figlia mia, ho stabilito la mia dimora in te: voglio fare di te
un tabernacolo vivente per andare alle anime… Vado sotto le
Specie Eucaristiche a cercare ciò che sta per perdersi; vado
a cercare le pecorelle che non vogliono cercare il mio Ovile;
vado a chiamare coloro che non mi odono più… fammi ritor-
nare fra le anime, fammi trattare con le anime… Ecco, ritorno
nel mondo, ritorno fra le anime, per parlare loro, per avvicinar-
le, per trattarle direttamente, finché il “velo cadrà” ed esse ri-
conosceranno in ogni fratello me.
Nei messaggi di Gesù a Vera trova piena espressione il cuo-
re misericordioso del Padre:
Nessuna delle anime a Me lontana mi accoglie spontaneamen-
te perché non mi cerca, perché mi ha escluso dalla sua vita. Io
sono Padre e amo, amo tutte le mie creature; Io voglio ritorna-
re in questa terra in cerca delle anime che non cercano, non pen-
sano al mio Ovile.
Invero, il “portami con te” non rappresenta un capovolgi-
mento della logica eucaristica dall’intimità all’estroversione, ma
un auspicabile e forse necessario approfondimento. Infatti il de-
siderio di Gesù confidato misticamente a Vera è quello di radi-
calizzare la fede dei vicini per riaccendere quella dei lontani.
Perché ci vuole molta purezza e molta fede per essere trasparen-
za di Gesù e suscitare o riaccendere in altri la fede. Ecco il pro-
gramma in termini generali:
Ora ho scelto nuove chiese, nuovi Tabernacoli che mi custodi-
scano. Tabernacoli Viventi che mi portino per le vie del mon-
do, che mi conducano fra quella gente che non pensa a Me, che
non mi cerca, che non mi ama […]. Voglio passare, attraverso
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6.10 Page 60

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le anime umili e disposte, ad altre anime ancora insensibili ai
Miei richiami […]. mediante la rinuncia a se stessi, che Io pos-
sa vivere e agire in loro. La loro meta sia quella di scomparire
per far posto a Me che voglio operare nella loro anima e nelle
altre anime per mezzo loro.
La conferma della logica eucaristica di riposizione ed espo-
sizione, di intimità e fecondità, è inequivocabile:
Sono Io, Gesù, che desidero i Tabernacoli Viventi, le mie nuove
dimore eucaristiche. Io desidero abitare su di voi, per due mo-
tivi: 1. Per voi stessi, affinché Io sia guida, maestro più intimo
della vostra anima, educatore del vostro cuore, per infondervi
quella confidenza per Me, che Io desidero da ogni mia creatura.
2. Perché Io in voi e su di voi vada al mondo, alle altre anime.
Il Tabernacolo Vivente deve imparare a dare Me, perché Io sarò
su di lui per le altre anime.
La necessità di anime alimentate dall’Eucaristia, perché
l’Eucaristia possa raggiungere le anime, è comprensibile. Ci vo-
gliono disposizioni d’animo ben precise, che solo Gesù può co-
municare e Maria educare, per essere “portatori” di Cristo ai
fratelli. È lo stile della misericordia, che in concreto comporta
l’immedesimazione con il povero, quale implicazione dell’im-
medesimazione con Gesù (cf Mt 25):
Non cerchi l’incredulo, il presuntuoso, con fare pesante e osti-
nato. A volte basterà che questi si senta amato da “una” di que-
ste anime, perché la mia Grazia compia i suoi effetti.
Si tratta di un’unione mistica che richiede notevole lavoro
ascetico:
Io mi servirò del vostro modo di parlare, di esprimervi, per par-
lare, per arrivare alle altre anime. Datemi le vostre facoltà, per-
ché io possa incontrarmi con tutti e in ogni luogo. Sull’inizio
sarà per l’anima un lavoro di attenzione, di vigilanza, per scar-
tare da sé tutto ciò che pone ostacolo alla mia Permanenza in lei.
60

7 Pages 61-70

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7.1 Page 61

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2. Presenza reale e “permanenza eucaristica”
Parlando a Vera e riferendosi ai futuri Tabernacoli Viventi
Gesù si esprime così:
Deve però saperlo, perché io voglio la sua adesione alla mia
permanenza eucaristica nella sua anima; voglio che quest’a-
nima mi dia anche la sua voce per parlare agli altri uomini, i
suoi occhi perché i miei incontrino lo sguardo dei fratelli, le sue
braccia perché io possa abbracciare altri, le sue mani, per carez-
zare i piccoli, i bambini, i sofferenti.
Anche sotto questo profilo, se già il miracolo cristiano è la
“presenza del mistero”, e se la sua forma storica eminente è la
“presenza reale” di Gesù Eucaristia nel cuore dei cristiani e nei
tabernacoli delle chiese, ci sembra di scorgere un avanzamen-
to degno di nota. Alla luce dei messaggi ricevuti dalla mistica di
Savona colti nella loro interezza e nel dettaglio, sembra di scor-
gere un invito a pensare la presenza reale spostando l’accento
dalla “realtà” alla “presenza”. Il peso teologico di tale invito è
del tutto in linea con l’inclinazione del pensiero contemporaneo
a ripensare la metafisica in termini più personalistici, la sostanza
in termine di relazione e, in teologia, a ripensare il disegno cri-
stiano in ottica trinitaria. In effetti, la funzione antignostica del
realismo eucaristico è un’eredità ormai acquisita dai tempi dei
primi Padri e confermata ai tempi della Controriforma, ma lo
sviluppo dell’unione reale con Gesù in termini di presenza, per
quanto trovi le sue radici nel dettato evangelico e nell’esperien-
za ecclesiale, è solo agli inizi.
In questo campo, è proprio l’esperienza dei santi e dei misti-
ci a fare testo. Occorre ascoltare la loro testimonianza per svol-
gere tutte le implicazioni dell’invito che Gesù rivolge ai suoi
discepoli di rimanere e operare in Lui per trovare la gioia, spe-
rimentare l’efficacia della preghiera e portare molto frutto (cf
Gv 15, 4-11). L’antropologia contemporanea, da parte sua, con-
ferma quello che anche il senso comune sperimenta, e cioè che
la presenza, e soprattutto la qualità della presenza, fa davve-
61

7.2 Page 62

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ro la differenza. La presenza d’amore, talvolta anche in assenza
di parole e gesti specifici, è per sé comunicativa e operativa. La
presenza fisica della madre e quella autorevole del padre con-
solidano la fiducia del bambino, sviluppando in lui la capacità
di affermarsi e di donarsi. La semplice presenza è poi l’alimen-
to base dell’amicizia. La presenza amorevole, vigilante e indu-
striosa degli educatori è l’elemento immancabile dell’educazio-
ne preventiva di don Bosco. La preghiera di semplice presenza
e di sguardo non è inferiore a quella discorsiva, ed è l’atrio del-
la preghiera contemplativa.
Ora, se già nelle relazioni umane la presenza è ciò che fa
la differenza rispetto ad altre forme di relazione, che altrimen-
ti scadono facilmente nel funzionale e nell’assistenziale, nel di-
dascalico e nel didattico, nel paternalistico e nel maternalisti-
co, tanto più occorrerà concedere che la presenza di Gesù nella
sua pienezza eucaristica possa avere un’efficacia specifica nei
confronti di chi entra nella sua sfera di presenza. Mediante i Ta-
bernacoli Viventi, Gesù vuole dunque raggiungere i cuori più
lontani, quelli che altrimenti non sarebbero raggiungibili per le
troppe resistenze interiori o esteriori che li distanziano dall’in-
contro con Dio. L’idea è l’estremizzarsi della misericordia di
Dio nel senso di farcela con i lontani, con chi non viene a Lui,
né a Lui si lascia portare: per questi, che non lo riconoscono,
non lo adorano e non si nutrono di Lui, Gesù vuole essere por-
tato!
Ecco dunque profilarsi l’elemento di novità che l’esperienza
mistica di Vera pare suggerire: i Tabernacoli Viventi, come e dif-
ferentemente rispetto agli altri tabernacoli, realizzano e appro-
fondiscono una forma di presenza del Signore particolarmente
adatta ai tempi della nuova evangelizzazione, laddove l’impatto
di novità della prima evangelizzazione è ormai esaurito e neutra-
lizzato dal peso del giudizio storico e del pregiudizio ideologico,
dalle lenti deformanti del progressismo e del conservatorismo,
che corrompono il senso autentico della tradizione cristiana.
Questo elemento di novità è l’approfondimento della presenza
reale di Gesù non solo nella carità che Egli comunica al creden-
62

7.3 Page 63

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te, ma nella presenza della Sua stessa Carità, quindi non solo
nel fuoco apostolico che scaturisce dalla comunione con Lui, ma
dalla sete delle anime che brucia nel suo stesso Cuore.
In quest’ottica la presenza reale è compresa in maniera più
approfondita come efficacia della “permanenza” e della “pros-
simità” di Gesù in quanto tali. In fondo, si tratta di un’esplicita-
zione e di una concretizzazione del dettato del Concilio, laddove
afferma che in forza della sua Incarnazione, e a maggior ragione
della sua Pasqua e della sua irradiazione eucaristica, «Cristo si è
unito in certo modo ad ogni uomo» (cf GS 22). La direzione che
la riflessione teologica e pastorale potrebbero prendere è in que-
sto senso quello di approfondire la caratterizzazione eucaristi-
ca della vita cristiana, tracciando una linea di congiunzione fra
il dono sacramentale celebrativo e l’agire ecclesiale caritativo
mediante il protagonismo diretto del Signore, che in ogni caso è
inseparabile dal co-agonismo di coloro che credono in Lui.
63

7.4 Page 64

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7.5 Page 65

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Profilo biografico
e spirituale di Vera1
“Ti ho donato il mio Nome santo,
e d’ora in poi ti chiamerai e sarai
Vera di Gesù”.2
Vera Grita, salesiana cooperatrice, nata a Roma il 28.1.1923
e morta a Pietra Ligure il 22.12.1969, è uno di quei chicchi di
grano che il Cielo ha lasciato cadere sulla Terra per portare frut-
to, a suo tempo, nel silenzio e nel nascondimento. Di lei don
Giuseppe Borra scrisse: «L’anima di Vera con i messaggi e le
lettere entra nella schiera di quelle anime carismatiche chiamate
ad arricchire la Chiesa con fiamme di amore a Dio e a Gesù Eu-
caristico per la dilatazione del Regno».3
Vera appartiene alla schiera delle anime “piccole” e “pove-
re” ricordate da san Giovanni Paolo II nella Lettera Apostoli-
ca Divini Amoris Scientia: «La scienza dell’amore divino che
il Padre delle misericordie effonde mediante Gesù Cristo nel-
lo Spirito Santo, è un dono concesso ai piccoli e agli umili, per-
ché conoscano e proclamino i segreti del Regno, nascosti ai dot-
1 Contributo già edito come : M.R. scrimieri, Vera Grita e l’Opera dei Taber-
nacoli Viventi, Edizione extracommerciale, Milano 2000, pp.13-29 e qui aggiornato
con l’atto di offerta della vita di Vera, e le testimonianze di padre G.Roascio, don G.
Bocchi, e il contributo di don P.Cameroni per quanto riguarda la Causa di Beatifica-
zione e Canonizzazione di Vera.
2 Gesù a Vera, il 3.12.1968.
3 G. Borra SDB Grita Vera. Notizie biografiche, Ed.Terzo Millennio Caser-
ta1984, pg112.
65

7.6 Page 66

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ti e ai sapienti, per questo Gesù ha esultato nello Spirito Santo,
rendendo lode al Padre che così ha disposto (cf Lc 10, 2122; Mt
11, 25-26)».4
Proprio nella povertà e fragilità di Vera poté compiersi il
Mistero del Dono di Dio che in lei si fece “Voce” dell’anima,
“Voce” dello Spirito per dettarle, durante gli ultimi due anni del-
la sua vita terrena, i messaggi che costituiscono l’Opera dei Ta-
bernacoli Viventi.
Passò inosservata nella sua breve vita terrena
Vera non realizzò nella sua vita nulla di “grande”, secondo
l’ottica umana, non costruì scuole, ospedali, né vi fu nella sua
esperienza mistica nulla che abbia attirato l’attenzione delle fol-
le. Passò inosservata nella sua breve vita terrena, insegnando
nelle scuole dei paesi dell’entroterra ligure, dove si guadagnò la
stima e l’affetto degli alunni e dei direttori scolastici per la sua
esemplarità come insegnante e per il suo carattere buono e mite
che non mutò con il passare degli anni sempre più segnati dalla
sofferenza fisica. Visse nella semplicità e nella fedeltà agli im-
pegni della sua vita quotidiana anche l’evento straordinario che
irruppe nella sua vita: il divino Maestro la chiamava e la prepa-
rava per la missione per la quale era stata scelta dall’eternità:
essere la messaggera, la portavoce di Gesù per l’Opera dei Ta-
bernacoli Viventi. Anche la sua morte fu all’insegna della sem-
plicità e della “povertà”: morì, a 46 anni, in una cameretta degli
Ospedali Riuniti di Santa Corona a Pietra Ligure (Savona), il 22
dicembre 1969: le era accanto la mamma, ed il suo funerale si
svolse in una grigia giornata di dicembre, con la partecipazione
dei suoi cari e di pochi intimi.5
4 GioVanni Paolo ii, Lettera Apostolica Divini Amori Scientia, 19 ottobre
1997.
5 G. Formento, Lettera a don G. Zucconi, in Grita Vera. Notizie biografiche,
op. cit. p.19.
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7.7 Page 67

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Ripercorriamo le tappe principali della sua vita. Secondo-
genita di quattro sorelle, visse la sua prima infanzia in una fa-
miglia tranquilla e solida negli affetti familiari, ma turbata dal-
la crisi economica che negli Anni Trenta colpì l’Europa facendo
precipitare molte famiglie nel dissesto finanziario. Anche quella
di Vera venne colpita e il padre Amleto, fotografo da generazio-
ni, e la madre, Zacco Marianna della Pirrera, di famiglia nobile,
decisero di trasferirsi da Roma a Savona.
La perdita del benessere economico causò un ulteriore cam-
biamento nella vita di Vera: a dodici anni visse infatti il distacco
dalla famiglia dalla quale si separò insieme alla sorella Liliana
per raggiungere a Modica, in Sicilia, le zie paterne, non sposate
e affettivamente disponibili ad occuparsi delle nipoti. Poco tem-
po dopo anche Pina, la maggiore, raggiunse le sorelle; a casa con
i genitori restò Rosa, la più piccola. Con le zie, Vera visse cin-
que anni durante i quali proseguì gli studi e completò la sua for-
mazione religiosa. «Le zie furono molto attente – ricorda la so-
rella Liliana – a trasmetterci valori e princìpi di vera fede. Alla
sera, quando la famiglia era tutta riunita, si recitava il S. Rosario
e al mattino le preghiere insieme. A Modica, Vera ed io facemmo
la prima Comunione e la S. Cresima presso l’Istituto delle suo-
re di Maria Ausiliatrice. Ci accostavamo di frequente alla S. Eu-
caristia, ma prima le zie ci facevano sempre confessare. Ci pre-
paravano alla Santa Pasqua facendoci partecipare agli esercizi
spirituali. Maggio poi era tutto dedicato alla Madonna, Vera era
particolarmente devota all’Ausiliatrice».6
Nel 1940, diciassettenne, si riunì di nuovo con la famiglia a
Savona e qui l’anno successivo ottenne il diploma presso l’Isti-
tuto Magistrale della città.
Di lì a poco tempo, Vera visse una ulteriore perdita ben più
dolorosa delle precedenti: la morte del padre, avvenuta il 23 set-
tembre 1943, dopo lunghe sofferenze per un male incurabile.
Vera dovette interrompere gli studi universitari per aiutare eco-
6 L. Grita, Mia sorella Vera di Gesù, op. cit, p. 40.
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nomicamente la famiglia lavorando come impiegata presso il di-
stretto militare di Savona.
L’esperienza di spoliazione dopo aver toccato la sfera eco-
nomica, la stabilità della famiglia e la continuità degli affetti,
l’aspirazione negli studi toccò Vera anche nella sfera del corpo,
privandola per sempre della salute in modo traumatico, nel gior-
no in cui la città di Savona veniva bombardata.
4 luglio 1944 Savona viene bombardata, Vera è travolta
e calpestata dalla folla in fuga
L’Europa vive l’ora tragica della Seconda Guerra Mondia-
le. Il 4 luglio 1944 Savona viene bombardata durante una im-
provvisa incursione aerea sulla città. Vera, con i suoi colleghi di
lavoro, corse verso una galleria vicina per cercare rifugio; con-
temporaneamente, per strada, una marea di gente terrorizzata
fuggiva verso la medesima galleria. Nella confusione Vera cad-
de e nella caduta venne travolta e calpestata dalla folla in fuga:
rimase a terra per lunghe ore tra molte persone ferite e morti. A
sera, quando venne riportata a casa dalla Croce Rossa aveva «il
volto tumefatto, il vestito a brandelli, scalza, ma viva».7 Le ven-
nero in seguito riscontrate gravi lesioni lombari e dorsali.
Vera aveva 21 anni e, da quel momento, nessuna cura riuscì
a guarire i suoi mali fisici che iniziarono a far parte del suo cal-
vario, inoltre spesso non poté utilizzare alcun sollievo farmaco-
logico perché soffriva di una intolleranza ai farmaci. «Rimase a
letto diverso tempo per una pleurite bilaterale essudativa – ricor-
da la sorella Liliana –, la febbre non la lasciò più un solo giorno.
Da allora fu tutto un susseguirsi di ricoveri ospedalieri, opera-
zioni, analisi, dolori lancinanti alla testa e a tutto il corpo. Fu-
rono diagnosticate malattie terribili, si tentarono svariate cure.
Gli organi colpiti non rispondevano alle cure ed, in quell’inspie-
7 Ivi, p. 41.
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7.9 Page 69

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gabile disordine, uno dei suoi medici curanti, meravigliato di-
chiarò: “Non si capisce come sia possibile che la paziente possa
aver trovato un suo equilibrio”».8
Nel Mistero della Croce, Vera donò il suo “Fiat”
Era scoccata per Vera l’ora dell’incontro con Gesù Croci-
fisso che la preparava, attraverso il mistero della Croce, alla sua
missione: scrivere quanto negli anni successivi le avrebbe detta-
to attraverso il dono delle locuzioni interiori. E nel mistero della
Croce Vera donò il suo “fiat” nel “fiat” di Maria. «Essa si rifugiò
in lunghe meditazioni, prosegue la sorella, in prolungate adora-
zioni davanti al Santissimo Sacramento. – Sia fatta la Tua Vo-
lontà, venga il Tuo Regno. Il desiderio di Vera, ormai, era solo
quello di stare dinanzi a Gesù, adorare Gesù, contemplare la Sua
Croce… Tutto era disposta a donare a Lui in offerta e rinunzia di
sublime amore e ciò avvenne parecchi anni prima che la “Voce”
le si rivelasse».9
Ai piedi della grotta di Lourdes dove Vera si recò più volte
in pellegrinaggio, non chiese la guarigione ma offrì la sua soffe-
renza e se stessa, per la conversione dei cuori. «Ricordo ancora
quanto la mia amica si sia prodigata per la salvezza delle anime,
ricorda l’amica e collega di lavoro Maria Mattalia, l’offerta ge-
nerosa delle sue sofferenze, eroica di se stessa per la conversio-
ne di una persona, me lo confidò un giorno all’ospedale Santa
Corona di Pietra Ligure dove fu più volte ricoverata».10
Nonostante le sue precarie condizioni fisiche, Vera volle so-
stenere un concorso per l’insegnamento nelle scuole elementari.
Lo vinse e lasciò il distretto militare per iniziare a insegnare nei
paesini dell’entroterra ligure, sottoponendo il suo corpo già sof-
8 Ivi, p. 11.
9 Ibidem.
10 G. Borra, Grita Vera. Notizie biografiche, op. cit., p. 104.
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7.10 Page 70

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ferente anche alla fatica degli spostamenti necessari per recar-
si nelle sedi scolastiche lontane da Savona. Insegnò nelle scuole
elementari a Rialto, Erli, Alpicella, Deserto di Varazze.
Da lontano il Signore si è fatto vedere a me:
«di un amore eterno ti ho amato» (cf Ger 3,1).
Ad Alpicella, una frazione di Varazze, il 6 ottobre 1959 Vera
sentì per la prima volta la “Voce” che le dettava il primo messag-
gio per lei: lo sguardo di misericordia del Padre l’aveva guarda-
ta attraverso il Sacrificio del Figlio nella Santa Messa e nell’im-
mensità del suo Amore, si posava su di lei, per attirarla a sé nel
dono della chiamata:
C’è una chiamata dal Cielo: il cielo che si china su una sua crea-
tura per donarle nella tristezza la più grande Grazia. C’è Dio Pa-
dre, puro Spirito, che nella Sua Perfezione volge il Suo Sguardo
di misericordia sulla più sconcertante imperfezione e la guar-
da attraverso un Lago d’oro: il Sacrificio della Vittima innocen-
te, la S. Messa. Il cielo, manto dolce e tenero di Maria Santissi-
ma, si schiude e attira un’anima e lassù, intanto, è gran vigilia
di festa, festa dell’Amore, perché nessuna cosa trionfa in alto
che non venga dall’Amore. Una povera anima avverte questo
ineffabile dono e si smarrisce. Lontano e pur vicino si avvici-
na, si distingue il Divino che si appressa. La povera anima tre-
ma nella sua miseria che forte e immenso è il suo Dio che la de-
sta e a lei s’appressa. Altro non sa l’imperfetto che questa forza
dolce che l’ha presa oggi più di ieri, che la chiama e la condu-
ce là ove Egli è su questa terra, che la conduce a guardare las-
sù, lassù. Ed è lassù che il Padre emana, indefinito ma possente
la sua Forza, il suo Richiamo. Infinito come Lui, infinito il suo
linguaggio: scava nell’anima e lascia il suo Segno. Non sa nul-
la, l’anima cosa sia: sa che il Padre suo l’ha degnata, l’ha guar-
data. Qui è il punto travolgente. Sospesa al Suo richiamo l’ani-
ma non sa guardare, ma là dove il misterioso linguaggio, fatto
di motivi indicibili è sceso a lei. E allora vorrebbe dire: Cosa
è, Padre mio, tutto questo? “È amore, Figlia, Amore promesso-
ti per mio Figlio”. Perché mi guardi così, Padre mio? “Perché
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8 Pages 71-80

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8.1 Page 71

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nel Lago d’oro io ho visto la tua anima”. Perché vivo, Signo-
re? “Per morire due volte nel Mio Figliolo. Io sono Colui che è
stato, è e sarà; chi osserva la mia legge e mi segue avrà la vita
eterna chè Eterno e l’Eterno sono Io. Io sono il tuo Padre, il tuo
Dio, Io sono la Voce che in te parla, ti scuote, ti salva. Benedetto
Colui che viene nel mio Nome e nel Nome del mio Figliolo: Io
gli aprirò le Mie Braccia e lo chiamerò Figlio e lo metterò a ta-
vola con Me. Costui dovrà essere umile e pietoso, povero di se
stesso e ricco solo di Me. Costui dovrà presentarsi come un po-
vero perché povero egli è, Io lo pulirò e gli darò una veste nuo-
va e lo introdurrò nella mia Gloria. Allora sarà la grande festa.
Oggi è incominciata solo la vigilia di questa. Umiliati e innal-
za lodi al Cielo che grande grazia sta venendo a te in Nome del
Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, nel Nome di Colei che
pianse tanto per te.
Per la prima volta, Vera fa l’esperienza di sentirsi guardata
e amata da Dio Padre, e nell’incontro con lo sguardo divino che
le rivela l’amore di predilezione e la dignità dell’essere figlia,
inizia per lei la vigilia della festa che la introdurrà nella gran-
de festa delle nozze eterne con l’Agnello immolato. Nello smar-
rimento e nella confusione per l’abisso che Vera avverte tra la
propria miseria e l’immensità di Dio che le si è fatto così vici-
no, resta indelebile nella sua anima la certezza di quello sguardo
d’amore che da ora la legherà definitivamente e in modo specia-
le al suo Signore e suo Dio.
Essere, è essere visto da Dio, scriveva il Card. Martini. Questo
sguardo – prosegue - è creatore, come quello delle origini, che
fa la bontà che ama e ama la bontà che fa. Se uno esiste nella mi-
sura in cui è agli occhi dell’altro, essere è essere visto da Dio. In
tutte le scene di vocazione, l’evangelista Marco pone lo sguardo
prima della parola di Gesù (Mc 1, 16. 18; 2, 14). Questo sguar-
do, che scatena il dinamismo della sequela, è la porta di ingres-
so nel Regno. Solo chi incontra e accoglie questo sguardo può
conoscere chi è il Signore, amarlo con tutto il cuore e seguirlo,
perché scopre d’essere un prodigio agli occhi di chi lo ama per-
ché lo ha fatto. Diversamente, come Adamo, fugge lontano e si
71

8.2 Page 72

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nasconde da lui. All’origine di ogni risposta alla chiamata al Re-
gno c’è sempre la scoperta della perla preziosa (Mt 13,45), l’a-
more del Signore “per me”, il suo occhio in cui vedo chi è lui
per me, vedendo chi sono io per lui. Solo questo è in grado di
strapparmi alla “mia” giustizia, e mettermi alla sequela del Si-
gnore. È quanto vide il peccatore Levi (Mc 2,14) e ci testimonia
Paolo: “mi ha amato e ha dato se stesso per me”.11
Un lungo silenzio seguì a questa prima esperienza mistica
che Vera visse e conservò nel segreto del suo cuore: questo pri-
mo messaggio fu solo l’annuncio della chiamata per una missio-
ne che iniziò a realizzarsi 8 anni dopo, nel settembre 1967 quan-
do Gesù iniziò a dettarle l’Opera dei Tabernacoli Viventi.
Salesiana Cooperatrice: 24 ottobre 1967
La sua vita continuò senza subire cambiamenti, se si esclude
il progressivo peggioramento delle condizioni della salute. Ciò
non le tolse la passione e l’impegno per l’insegnamento, al qua-
le dedicò tutta se stessa senza risparmiarsi alcuna fatica, nono-
stante le notevoli sofferenze fisiche.
Quando era a Savona, prima di recarsi a scuola, Vera parte-
cipava sempre alla Messa del mattino, presso la chiesa di Ma-
ria Ausiliatrice retta dai salesiani, alzandosi alle 5,30 pur di po-
tervi partecipare. Nel 1963 venne nominato rettore di questa
Chiesa il salesiano don Giovanni Bocchi: ogni sabato Vera si
confessava da lui. In quel periodo, quando le era possibile, fre-
quentava le riunioni dei salesiani cooperatori, partecipando a
volte anche a quelle dell’Azione Cattolica e dei Devoti di Ma-
ria Ausiliatrice.
Fu però nell’estate del 1967 che la scelta di Vera si orien-
tò definitivamente verso la Famiglia Salesiana entrandovi come
11 c. m. martini, Le virtù del cristiano. Meditazioni per ogni giorno, Piemme,
Segrate (MI)1988, pp. 295-296.
72

8.3 Page 73

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cooperatrice. Avvenne nel mese di luglio, durante la settima-
na degli esercizi spirituali a Finale Ligure, guidati dal salesia-
no don Gabriello Zucconi e organizzati da don Bocchi. In quei
giorni Vera espresse a don Bocchi la sua decisione di diventare
salesiana cooperatrice, e il suo attestato di iscrizione all’Asso-
ciazione, allora chiamata Pia Unione, porta la data del 24 otto-
bre 1967. Contemporaneamente chiese a don Gabriello Zucconi
la sua direzione spirituale.12
Alla luce degli avvenimenti successivi, potremmo dire
che, da lontano, l’Ausiliatrice aveva preparato questo incon-
tro e aveva riunito per la prima volta coloro che nei mesi suc-
cessivi il Signore avrebbe chiamato nell’Opera dei Tabernaco-
li Viventi: Vera, don Bocchi e don Zucconi, tutti appartenenti
all’Ispettoria salesiana Ligure Toscana. A loro si unirà anche il
salesiano don Giuseppe Borra, all’epoca direttore a Lombria-
sco (Torino) chiamato a studiare il messaggio dei Tabernacoli
Viventi. Passata l’estate, nel mese di settembre Vera risentì la
“Voce” che, ora, non la lascerà più fino alla sua morte, avvenu-
ta due anni dopo.
Una penna in mano e Dio nel cuore
Il 19 settembre 1967 Vera risentì la “Voce” mentre era in
Chiesa, davanti al Santissimo Sacramento esposto sull’altare:
«Gesù: Il vino e l’acqua siamo noi: Io e te, tu ed io. Siamo una
cosa sola. Io scavo, scavo per costruirmi un tempio; lasciami la-
vorare, non pormi ostacoli». (L’anima invoca ora lo Spirito San-
to). «Gesù:.. E la volontà del Padre mio è questa: che Io rimanga
in te, e tu in Me. Insieme porteremo gran frutto».
Fu questo il primo dei messaggi che Vera scrisse nell’arco
di due anni circa, e che trascrisse e sottopose fedelmente a don
12 Dalla testimonianza di don G. Bocchi, in Vera de Jesus e a Obra dos Sacra-
rios Vivos, a cura di M. R. Scrimieri, Edizioni Salesiane, Porto 2000.
73

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Gabriello Zucconi. Da quel momento Vera, lottando con i timo-
ri dell’inganno e obbedendo al padre spirituale, servì il Signore
mettendosi totalmente a sua disposizione, accettando umilmen-
te la sua Voce e scrivendo quanto le veniva dettato per se stessa,
per i sacerdoti e per le anime.
Gesù. Pasqua di Resurrezione! […] Ti dono il mio Amore, il
mio Cuore ferito, le mie Mani…; porgimi le tue perché le uni-
sca alle mie. Io, Gesù Crocifisso e Risorto, donerò santità alle
tue povere mani; le legherò con l’Amore e la donazione alla
Chiesa, a Me. Tu scriverai per la Chiesa, per Me, per le anime.
Sì, questa è la Voce di Gesù nello Spirito Santo. Io ti dono que-
sti lumi. Io attiro l’anima a Me affinché tu mi oda. Verranno an-
cora giorni per te di tristezza, di dolore, affinché la tua anima
sia purificata in questo lavacro. Raccogliti nel mio Cuore qua-
le nido d’Amore e di conforto e di sollievo. Nell’attesa scrivi
per il tuo Gesù. Voglio parlare ai miei Sacerdoti Salesiani per-
ché da essi Io desidero il sorgere e il rifiorire della mia Ope-
ra d’Amore. Desidero che essi vengano a conoscenza dei miei
Messaggi d’Amore, poiché Io, Gesù, donerò grazie spirituali a
quanti mediteranno sulle mie Parole. Essi quindi preghino af-
finché il Santo Padre vi leghi alla mia Opera d’Amore. Voglio
che la mia effusione d’Amore passi dai Sacerdoti alle anime;
voglio che i Salesiani mi donino alla gioventù; voglio far dimo-
ra anche in essa, anche se breve; perché chiunque mi avrà por-
tato con spirito d’Amore, di riparazione, di donazione di sé ai
fratelli per mio Mezzo, riceverà la ferita del mio Amore. Quan-
do il “manoscritto” verrà conosciuto dai miei Sacerdoti, Io mi
comunicherò a chi voglio per mezzo di te, delle mie Mani in te.
Poi scomparirai, figlia mia, perché la mia Parola viva. Ora of-
friti a Me nella mia Immolazione. Io ti ricevo.
Gesù in Vera, Vera in Gesù, “un cuor solo un’anima sola,”
un’unica mano che scrive per la Gloria del Padre e per il bene
e la felicità delle anime. Con la penna in mano e Dio nel cuo-
re, Vera corrispose fedelmente ai desideri del Signore: continuò
a scrivere, vivendo nascosta a tutti in umile servizio. Aderì alla
volontà del Signore con il voto di obbedienza al padre spiritua-
le, don Zucconi, accettò il distacco dai suoi familiari, vivendo
74

8.5 Page 75

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presso le Suore Canossiane prima, e presso l’Eremo dei Carme-
litani poi, per meglio custodire il silenzio interiore necessario
per scrivere quanto Gesù le dettava. Accettò la triplice corona di
spine che Gesù le aveva offerto nella festa di Cristo Re nell’ot-
tobre 1967, affrontando le sofferenze fisiche, morali e spiritua-
li alle quali andò incontro, sostenuta unicamente dalla fede nel
Signore Iddio che la chiamava per i suoi disegni, dalla speranza
che Colui che aveva iniziato l’Opera l’avrebbe portata a compi-
mento, dalla carità che avvolgendola nel fuoco dell’Amore, la
trasformò in ostia vivente, la piccola vittima nella sola ed unica
Vittima Gesù Cristo.
Così scriveva a padre Gabriello Zucconi sdb nella lettera del
2 marzo 1968: «Nelle sue Mani di Sacerdote rinnovo il voto di
piccola vittima in Gesù13 per i Suoi Sacerdoti e gli offro l’obbe-
dienza dei dettati copiati. Come l’acqua e il vino: una cosa sola
nel calice offerto a Dio Padre. Non ho niente da dare a Gesù che
i Suoi stessi doni poiché i voti di obbedienza non sono che l’e-
spressione dell’Amore di Gesù per la sua indegna peccatrice.
Gesù mi ha dato tutto Se stesso ed io do a Lui tutta me stessa».14
Lungo l’ascesi che la trasformò sempre più in anima eucaristica,
Tabernacolo Vivente, Vera rimase semplice e umile, custodì nel
silenzio la sua esperienza mistica, condividendo solo con i sacer-
doti chiamati nell’Opera il segreto di quella chiamata. Nessuno
dei familiari, infatti, fu messo a conoscenza della sua esperienza
e delle sofferenze che la accompagnavano; solo Rosa, la sorella
minore, in un secondo momento condivise il segreto di Vera, vi-
vendo intensamente la spiritualità dei Tabernacoli Viventi e aiu-
tando la sorella a trascrivere i messaggi quando le condizioni di
salute di Vera peggiorarono. In parte, anche con l’amica e col-
lega di lavoro Maria Mattalia, Vera condivise il messaggio eu-
caristico rivelando all’amica il desiderio di Gesù di trovare ani-
13 Aveva emesso il voto di “piccola vittima” negli anni immediatamente prece-
denti, durante la direzione spirituale di don Bocchi.
14 L. Grita, Mia sorella Vera di Gesù, op.cit, p.88.
75

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me disposte a donarsi totalmente a Lui per essere la Sua nuova
dimora tra gli uomini. Intorno a questo desiderio, Vera raccolse
l’adesione dell’amica e di altre anime interiormente pronte a re-
alizzarlo.15 Per loro abbozzò il primo programma definendo l’O-
pera una “Lega di anime che vivono in grazia e portano Gesù nel
loro cuore»16 ed il suo fine «una risposta d’amore alla richiesta
d’amore che giunge dallo stesso Gesù».17
Ultimi anni di insegnamento: 1967-1969
Nell’anno scolastico 1967-1968, Vera insegnò a Casanova
di Varazze e ogni giorno doveva affrontare il viaggio da Savo-
na a Casanova e ritorno. Oltre alla fatica fisica per le condizioni
di salute precarie, Vera avvertiva anche la difficoltà di custodi-
re il necessario raccoglimento e silenzio interiore, quando rien-
trava in famiglia. A dicembre, provvidenzialmente, poté trasfe-
rirsi presso le Suore Canossiane di Casanova di Varazze e qui,
nel silenzio della sua camera e nel clima della comunità religio-
sa, poté attendere al compito di scrivere quanto il Signore le co-
municava: «Gesù: Ti chiamo a compiere una missione. Non te-
mere hai la mia Forza. Ti condurrò per sentieri aspri e tortuosi,
ma alla fine mi riconoscerai perché sarò là ad attenderti… Ti vo-
glio per Me, ti sottraggo al mondo, agli affetti. Metti tutto e tutti
nelle mie Mani di Padre, ed io penserò a loro; ma tu pensa solo
e sempre a Me. Dovrai “partire” da questo mondo, lasciarlo per
Me, distaccarti per Me. Una Sposa non è dello Sposo se con esso
non è crocifissa. Ti attiro alla follia della Croce. Vedi ti faccio
dono delle mie ricchezze, delle mie passioni: passione d’Amo-
15 Il 21.10.1967 Gesù aveva dettato a Vera: «Voglio passare, attraverso anime
umili e disposte, ad altre anime ancora insensibili ai miei richiami. Queste anime de-
vono purificarsi per accogliere Me; devono offrire se stesse in me al Padre mio Ce-
leste, perché Io viva in loro. Ritornerò alle anime, cercherò ancora le anime così».
16 G. Borra, Grita Vera. Notizie Biografiche, op. cit., p.72.
17 Ibidem.
76

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re, di Dolore; sacrificio, offerta, immolazione del mio Sangue».
Messaggio 16.11.1967
«Sì, nella santa Messa c’è l’incontro divino, l’Unione. Io ti
attiro a Me, ti immergo nel mio santo Sacrificio, e tu cessi final-
mente di vivere per te stessa, ma vivi, più viva che mai, per Me».
Messaggio 15.7.1968
L’anno successivo, 1968-69 le venne assegnata la sede sco-
lastica al Deserto di Varazze, presso l’Eremo di San Giuseppe
dei Carmelitani Scalzi, dove il Comune aveva affittato una stan-
za per i bambini della scuola elementare. Vera si trasferì all’E-
remo, ritornava in famiglia il fine settimana e la domenica sera
rientrava al Deserto, ospite dei Padri Carmelitani. Fu l’ultimo
anno di vita di Vera e a questo periodo si riferiscono i Messaggi
che vanno dal settembre 1968 fino a giugno 1969.
L’esperienza al Deserto di Varazze
Al Deserto di Varazze, Vera conobbe Padre Guido Roascio18,
giovane carmelitano scalzo e assistente spirituale dei ragazzi.
Nel messaggio del 28 febbraio 1969 per la prima volta Gesù
indica anche la Famiglia Carmelitana, oltre a quella Salesiana
come destinataria dei Messaggi dell’Opera. Vera parlò dell’O-
pera al padre Guido Roascio e dette anche a lui un manoscritto
con i Messaggi ricevuti.
Cosa fu l’esperienza di Vera al Deserto, lo si comprende dal-
le lettere che ella scrisse a don Gabriello Zucconi in quell’anno.
Deserto fu infatti sacrifico, solitudine, fu sofferenza fisica, fu de-
dizione totale ai bambini; fu l’incontro con la bontà e disponibi-
lità dei Padri Carmelitani, di padre Benedetto Cecconi e di padre
Guido Roascio, fu luogo di pace e di preghiera, ma soprattutto
fu l’incontro profondo con Gesù Crocifisso, cuore dell’esperien-
za mistica di Vera in questo periodo e che nel Crocifisso mira-
18 Padre Guido Roascio ocd (1937-2015).
77

8.8 Page 78

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coloso dell’Eremo ebbe una sorgente visibile resa viva e vitale
dalla “Voce” che parlava al suo cuore per attirarla a Sé e con-
durla nel “deserto” di Dio: il Cuore sacerdotale di Cristo ago-
nizzante, vittima d’amore per restituire al Padre i figli perduti e
per donare un Padre agli “orfani” di tutti i tempi. Vera fu vista
spesso, da padre Guido Roascio, inginocchiata ai piedi del Cro-
cifisso miracoloso dell’Eremo di San Giuseppe, incurante del
freddo, trascorrere parecchio tempo in raccoglimento e in pre-
ghiera. Ai piedi del Crocifisso la «piccola martire della Parola»,
come Gesù amava chiamarla, ricevette ulteriore luce sul signifi-
cato redentivo delle Piaghe, insieme all’invito a partecipare con
Gesù ed in Gesù all’Opera della Redenzione nei modi che il Si-
gnore stesso le indicava di volta in volta. Sotto la guida di Gesù
Sacerdote Eterno, Vera realizzò la sua maternità spirituale attra-
verso il dono di sé vissuto in comunione con la Vergine Imma-
colata e Addolorata, “radice e alimento” di ogni maternità spi-
rituale. Illuminanti sono, in tal senso, i 5 messaggi sulle Piaghe
che Gesù dettò a Vera a partire dal 26 settembre 1968 fino al 10
gennaio 1969, e che abbiamo chiamato “Piaghe luminose”, per-
ché in questi Messaggi viene sottolineata soprattutto la Grazia
che scaturisce dalle Piaghe stesse attraverso l’adorazione, la pre-
ghiera e la partecipazione all’opera di salvezza. Gesù, attraver-
so il dono di sé nella SS. Eucaristia, compì nella fragile umanità
di Vera l’ultimo miracolo del suo Amore sacerdotale: fare di lei
la sposa in Lui crocifissa per il ritorno dei sacerdoti che avevano
abbandonato il Sacerdozio, per la nascita dell’Opera dei Taber-
nacoli Viventi per la sua diffusione nel mondo. Tappe e date si-
gnificative del percorso spirituale di questo periodo sono quelle
del 5 novembre 1968, 3 dicembre 1968 e 6 marzo 1969.
Nella prima, il 5 novembre, Gesù le detta la bellissima pre-
ghiera di offerta della vita al Padre per il trionfo di Gesù nelle
anime, «per i Tabernacoli Viventi, per la diffusione dell’Opera
d’amore di Gesù in tutto il mondo»:
O Padre nostro clementissimo, sono una povera cosa senza di
Te, sono tutto nel tuo Gesù. Sono una creatura tua e apparten-
78

8.9 Page 79

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go a Te, sono solo per darti onore e gloria. O Padre nostro, per
le mani di Gesù, tuo unico Figlio e nostro Signore, io, davanti
alla Madre mia dolcissima, Maria Ausiliatrice, ai nove Cori de-
gli Angeli, a San Giuseppe, sposo di Maria sempre Vergine, a
tutti i Martiri cristiani, a tutti i Santi, e in special modo ai miei
Santi protettori, mi offro umilmente a te, Dio Onnipotente, nel
tuo unico Figlio Gesù, nell’unica Vittima degna di Te, nell’uni-
ca Offerta a Te gradita: ancora umilmente mi offro a Te per la
tua maggior gloria, per il trionfo dell’amore di Gesù Eucaristia,
per i Tabernacoli Viventi, per la diffusione dell’Opera d’Amo-
re di Gesù in tutto il mondo. Quando tu, Padre buono e clemen-
te, mi chiamerai a Te ricordati che nel Nome di Gesù a Te, Dio
mio mi sono donata. Accoglimi, o Padre, all’ombra delle tue ali
affinché anche la morte della più povera e indegna e miserabile
delle tue creature, possa nel Nome santo di Gesù, rendere a Te,
Dio mio, Uno e Trino, tutto l’onore e la gloria, e agli uomini di
buona volontà testimoniare la verità della tua parola. L’ultima
delle tue creature, a Te, Dio mio, nostro Creatore e Signore, per
le Sante Piaghe di Gesù nelle quali spero, per tua bontà paterna,
di vedermi e di leggermi, così come tu lasci al tuo diletto Gesù
di disporre per la gloria tua e la salvezza delle anime. O Padre
nostro, in Gesù ti prego, in Gesù ascoltami, in Gesù perdona le
mie colpe; in Gesù benedici questo poverissimo strumento che
offre a te la vita nella Vita, perché Gesù questa dona a tutte le
anime, perché Egli l’ha donata a me, ed io offro a Te la vita ter-
rena nella Vita di Gesù.19
Un mese dopo, il 3.12.1968, Vera riceve da Gesù il nome
nuovo, per la sua fedeltà ed il suo amore: «Ti ho donato il mio
Nome santo, e d’ora in poi ti chiamerai e sarai Vera di Gesù».
E nella terza tappa il 6.3.1968 Vera, per volontà di Gesù, è a
Roma per offrirsi in Lui al Padre, e per ripercorrere la Scala San-
ta preludio del ripercorrere di lì a poco con Gesù il Suo Calva-
rio, la Sua Passione.20
19 Messaggio del 5.11.1968 dettato a Deserto davanti al SS. Sacramento (è
il messaggio scritto nella semioscurità della Chiesa alla flebile luce della candela).
20 Cf Messaggio del 6.3.1969 e successivi.
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8.10 Page 80

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E infine “Deserto” fu l’agonia dell’anima di Vera, che solo
nella Santa Messa trovava la sua resurrezione in Gesù, Vita e
fiamma d’Amore: «Attraverso bui desolanti ove sono (a me
pare) fuori dalla vita intima di Gesù e fuori dal mondo, ogni tan-
to un po’ di luce durante qualche dettato ove tutto mi pare irre-
ale. Rimane la fiamma della S. Messa, la scintilla divina che mi
anima, mi dà vita, poi il lavoro, i ragazzi, la famiglia, l’impos-
sibilità di trovare, in essa, un posticino tranquillo ove isolarmi
per pregare, ovvero la stanchezza fisica dopo la scuola tutto mi
vince e sento l’anima che geme, soffocata. Come Gesù mi ha
chiesto io gli offro tutto, ma questo è davvero un “deserto”…
La domenica quando il riposo è passato ritorno al Deserto per ri-
prendere la Croce di qui».21
Verso l’offerta totale
Il mistero della Santa Messa operava quotidianamente la
morte della creatura vecchia e la resurrezione della creatura
nuova: il nuovo Tabernacolo Vivente. Durante l’ultimo ricovero
ospedaliero (giugno 1969), avuta notizia dai medici della neces-
sità di intervenire chirurgicamente per un tubercoloma intesti-
nale, Vera così si espresse nella lettera scritta a padre Gabriel-
lo Zucconi: «Questo è il dono d’amore di Gesù col quale egli
prepara la “poverina” e purifica il “suo” squallido tabernacolo.
Sono contenta di non appartenere più a me stessa, di sentire che
Egli dispone di me, secondo la Sua immensa Misericordia. Mi
conforta pensare che il Tempio d’oro dello Spirito Santo, l’Im-
macolata, riguarda con carità questo povero “tabernacolo viven-
te” e intercede presso il figlio perché sia purificato. Sono serena
e tanto, anche perché Gesù, ogni tanto, mi dice queste parole: –
Vera di Gesù, Figlia di Gesù –. Poi tace, ma io l’abbraccio for-
te, forte».22
21 L. Grita, Mia sorella Vera di Gesù, op. cit.,p. 146.
22 L. Grita, Mia sorella Vera di Gesù, op. cit., p. 149.
80

9 Pages 81-90

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9.1 Page 81

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Vera tutto soffrì e offrì al Signore per il riconoscimento
dell’Opera da parte delle Autorità Ecclesiastiche senza vedere
coronato questo desiderio in vita. Morì il 22 dicembre 1969, nel-
la cameretta dell’Ospedale dove aveva percorso l’ultimo tratto
del suo calvario restandovi ricoverata durante gli ultimi sei mesi
della sua vita. Al tubercoloma intestinale, al morbo di Addison
e all’adenomesenterite si aggiunse un ascesso allo stomaco che,
inciso, provocò una terribile emorragia causandole la morte.23 La
“piccola martire della mia Parola” come Gesù l’aveva chiamata,
aveva concluso la sua missione: scrivere quanto la “Voce” nello
Spirito Santo le aveva dettato.
Don Borra, che studiò i Messaggi di Vera, così si espresse
nella sua biografia: «Meditai alquanto sui Messaggi e ne vidi la
dottrina meravigliosa. Quante anime potranno avere grande van-
taggio da questa lettura. I Messaggi sono un’affermazione dei
23 Ricoveri di Vera Grita nei vari ospedali e cliniche:
Ospedali Civili di Genova: dal 20.2.49 al 1.3.49; dal 5.11.49 al 29.11.49; dal
27.10.51 al 28.10.51; dall’ 8.4.57 al 12.4.57; dal 25.10.57 al 20.11.57; dal 6.10.60 al
27.10.60 per sospetto morbo di Addison’ e iposurrenalismo.
Clinica Villa dei Pini di Anzio: dal 22.8.55 al 23.11.56 (morbo di Addison).
Istituto ospedalieri Santa Corona - Pietra Ligure (SV): dal 31.1.58 al 10.8.58;
dal 14.7.59 al 20.8.59; dal 7.11.60 al 20.2.61 diagnosi: processo morboso genitale
avendo come punto di partenza una lesione pleurica di vecchia data.
Ospedale Civico S. Paolo di Savona: febbraio 1959 intervento chirurgico di la-
paratomia.
Ospedale Carlo Forlarini di Roma: brevi periodi estate 1961, aprile 1962, sem-
pre il morbo di Addison, dimostrava scarsissima tolleranza ai farmaci.
Clinica Due Riviere di Savona: nel febbraio 1967 le viene tolto il dente del giu-
dizio perché incluso e le viene spaccata la mascella. Le legano la bocca e può nu-
trirsi con una cannuccia. Vuole fare la S. Comunione e, non si sa come, i legamenti
che le saldano i denti durante la notte si erano rotti. Prende la S. Comunione e. poi le
fanno un caschetto di gesso. Quando glielo tolgono la mascella si è saldata in modo
che non può più aprire la bocca e, quindi, masticare. Così altre sofferenze per riusci-
re a nutrirsi normalmente.
Ospedali Riuniti di S. Corona - Pietra Ligure (SV): dal dicembre 68 al febbraio
69 (operazione) dal giugno 69 al 22 dicembre 69 (operazione liquido dal ginocchio);
in quest’ultima data Vera muore dopo essere stata ripetutamente operata. Un ascesso
al centro dello stomaco aprirà un foro che non si richiuderà più e causerà incessante
emorragia, malgrado ogni trasfusione.
81

9.2 Page 82

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valori genuini e delle verità tradizionali della Chiesa. Il modo
espositivo è invece nuovo. Una perla così meravigliosa non po-
teva e non doveva rimanere più a lungo nascosta. Lo Spirito –
prosegue don Borra – dimora nella Chiesa e nei cuori dei fedeli
come un tempio e in essi prega e rende testimonianza della ado-
zione filiale (1 Cor 3,16; Gal 4,6). Lo Spirito Santo distribuendo
a ciascuno i propri doni come piace a lui (1Cor 12,11) dispen-
sa tra i fedeli di ogni ordine grazie speciali, con le quali li ren-
de adatti e pronti ad assumersi varie incombenze e missioni utili
alla Chiesa e al suo sviluppo. Questi carismi, straordinari o an-
che più semplici e più largamente vissuti, sono appropriati alle
necessità della Chiesa e perciò si devono accogliere con gratitu-
dine e gioia(Lumen gentium 12) L’anima di Vera con i messaggi
e le lettere entra nella schiera di quelle anime carismatiche chia-
mate ad arricchire la Chiesa con fiamme di amore a Dio e a Gesù
Eucaristico per la dilatazione del Regno».24
La vita di Vera anche come cooperatrice salesiana fu breve,
ma già da tempo, nello spirito che la animava nel lavoro, nella
vita e nella preghiera, era riflesso il raggio della spiritualità sa-
lesiana. Lo possiamo riconoscere nel ricordo della collega Ma-
ria Mattalia:
Ci siamo viste la prima volta nell’aula d’una piccola scuola
dell’entroterra ligure e subito ci siamo volute bene. Eravamo in-
sieme ai nostri alunni, ai fanciulli che Vera amò molto, vi si de-
dicò con ogni cura per il loro apprendimento e soprattutto per la
loro educazione religiosa, morale e sociale. Vera aveva fiducia
nei fanciulli e dava loro fiducia, particolarmente ai meno dotati,
col suo amore era sempre accanto al bimbo in difficoltà, a quel-
lo che soffriva per un ritardo nello sviluppo intellettivo, per una
situazione familiare difficile, a causa di una malattia o anche per
qualche piccolo cruccio che la maestra con una carezza, il suo
dolce sorriso, con la sua affettuosa delicatezza sapeva lenire.
Io seguivo e ammiravo Vera nella sua vita umile, ma tanto pre-
24 G. Borra, Grita Vera. Notizie biografiche, op. cit., p. 112.
82

9.3 Page 83

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ziosa, vedevo la sua forza di volontà nel sacrificio, con la quale
ogni giorno affrontava le preoccupazioni, il lavoro, le sue sof-
ferenze. Ho rilevato in particolare come il centro di tutta la vita
spirituale di Vera fossero l’Eucaristia, la Messa, la comunione
quotidiana; l’Eucaristia era tutto per lei, era l’amore immenso
di Gesù rimasto con noi e che dona se stesso alle nostre anime.25
L’Eucaristia fu sempre, infatti, la fonte dalla quale Vera at-
tinse quotidianamente la forza per sostenere spiritualmente una
situazione difficilmente sostenibile con le sole forze umane. Il
suo amore per Gesù Eucaristico e per l’Ausiliatrice, per la qua-
le fin da bambina Vera aveva una predilezione, vengono così ri-
cordate anche da don Bocchi:
È in confessionale che ho conosciuto lo spirito di Vera Grita: era
molto pia, semplice, serena, umile, appassionata di Gesù Eu-
caristia, zelante nel suo dovere di insegnante, devotissima del-
la Vergine Maria, fedele ai suoi impegni religiosi. Quando era
a Savona, partecipava ogni giorno alla prima Messa del matti-
no: la rivedo nel suo posto e nel banco abitudinario, lato sini-
stro dell’entrata della Chiesa, composta, assorta, contemplati-
va, a volte con gli occhi chiusi, spesso con la corona del rosario
in mano. Si confessava sempre una volta la settimana, il saba-
to. Nei tre anni in cui sono rimasto a Savona (1963-66), Vera ha
sempre frequentato la nostra chiesa (Maria Ausiliatrice): ho po-
tuto così conoscere il suo amore a Gesù Eucaristia e la sua de-
vozione alla Vergine Ausiliatrice. Vera aveva una salute molto
precaria, ma non l’ho mai sentita lamentarsi, anzi non conosce-
vo il calvario che viveva nel suo corpo da più di 20 anni. […]
Andava spesso in pellegrinaggio a Lourdes e ogni volta mi por-
tava un piccolo segno di ricordo: la corona del rosario, le meda-
gliette, le immagini della Madonna.26
Ed infine riportiamo la testimonianza del carmelitano padre Gui-
25 G. Borra Ivi, p. 103.
26 M. R.scrimieri, Vera de Jesus e a Obra dos Sacrarios Vivos, Edizioni Sale-
siane, Porto 2000, pp.170-171.
83

9.4 Page 84

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do Roascio, che durante le giornate di spiritualità, organizzate
dal Centro Studi, non esitava a ripetere : “Vera era una santa!”.
Ho conosciuto Vera Grita durante l’anno scolastico 1968-69 al
Deserto di Varazze, dove, all’interno del Convento, esisteva una
Sezione Statale di Scuole Elementari. Qui Vera ha insegnato
durante l’ultimo anno della sua vita. Io ero giunto di comunità
al Deserto nell’aprile 1968, dopo aver compiuto la Teologia a
Roma. Vera, non avendo la patente ed abitando a Savona, rima-
neva al Deserto, nella cameretta degli ospiti, dal lunedì al ve-
nerdì sera o sabato mattina, quindi ritornava in famiglia per il
fine settimana. Posso subito dire che Vera era una santa. Di lei
ho un ricordo molto positivo per quanto riguarda la manifesta-
zione della sua fede. Più che di statura piccola, era minuta, esi-
le. Aveva gli occhi sereni e luminosi, anche se da essi traspariva,
a volte, tanta sofferenza. Era dolcissima nel parlare, mai irruen-
te. Nel discorrere non aggrediva psicologicamente il suo inter-
locutore. Era calma, distensiva. Capace di smorzare tutto con un
sorriso. Io non l’ho mai vista ridere smoderatamente, forse per-
ché al Deserto c’era poco da ridere. Molto riflessiva, con cinque
minuti di colloquio si rivelava amabile, ben disposta, attenta ed
interessata ai problemi degli altri, sincera, aperta, disponibile
alla comunione con tutti. Rispettava molto il prossimo; io non
l’ho mai sentita parlare male di qualcuno, ma neppure presen-
tarlo con ruvidezza. Dolce di carattere, diffondeva miele lun-
go lo snocciolare del ragionamento. Sono convinto che durante
l’anno trascorso al Deserto di Varazze abbia sofferto parecchio
il freddo e la solitudine soprattutto durante il periodo inverna-
le. Era molto discreta, non andava a cercare qualcuno per parla-
re. Se ne stava da sola attendendo, certamente, alla preparazione
delle lezioni e della preghiera. Gracile, anemica e inferma come
era, mi pareva divorata dal freddo. Aveva sì una stufetta elettri-
ca nella sua cameretta, ma quel trespolo ben poco poteva contro
i bisonti del gelo invernale. E poi? Era sempre funzionante? E
il cibo sarà stato adatto alle possibilità del suo fegato? Non sa-
prei proprio dirlo, ma ho i miei dubbi. Eppure lei non si lamen-
tava mai. La preghiera era il suo pane quotidiano. Pregava per
lunghi periodi davanti all’Eucaristia, oppure presso un bellissi-
mo Crocifisso miracoloso, che si venera al Deserto di Varazze:
è di avorio, scolpito da anonimo artista indiano; ha sudato san-
84

9.5 Page 85

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gue ed è stato portato in Italia dal missionario Padre Michelan-
gelo della Provincia religiosa genovese. Il centro della sua pietà
era la Santa Messa con l’accoglienza di Gesù Eucaristia. Amava
tutti i ragazzi. Si dedicava al loro insegnamento con passione.
Infondeva nei loro cuori un profondo amore per l’amico Gesù,
nutrito concretamente e psicologicamente tramite un quaderno
personale che ogni bimbo aveva quale diario e colloquio con
Lui. Non ho mai sentito urla provenienti dall’aula scolastica in
cui insegnava, come invece succede un po’ ovunque, quando i
ragazzi fanno perdere ai loro insegnanti anche gli ultimi spic-
cioli di pazienza. In conclusione, ricordo quell’anno passato al
Deserto con tanto piacere, perché l’umile presenza di Vera con-
tinua ancora, dopo tanto tempo, a farmi del bene.27
Molti sono i fedeli che sperano e pregano affinché un giorno
la Chiesa possa esprimersi in merito alla santità di Vera. Noi le
siamo grati per il suo “sì” eroico alla volontà del Padre, suggel-
lato con l’offerta della vita per l’Opera dei Tabernacoli Viventi
per generare in Maria Santissima, primo Tabernacolo Vivente,
tante altri tabernacoli viventi, anime eucaristiche che la imite-
ranno nella sua vita di comunione e donazione al Signore per il
bene della Chiesa e dei fratelli. Vera è il “chicco di grano” che,
caduto a terra, non resterà solo ma genererà tante altre “Vere”, le
nuove “spose povere” di Gesù:
«Gesù Eucaristico a te, piccola sposa a Me promessa. Se-
guimi! Ed io ora cerco, cercherò “spose povere” come te. Dillo
che cerco queste spose che da te, nel tempo, prendano fede e fi-
ducia. Tu sarai il primo esempio che svelerò agli uomini. Sarà
grazia maggiore allorché per il mondo non sarai che una figu-
ra solamente rappresentativa sulla quale altre anime potranno
specchiarsi e venire a Me fiduciose, poiché il vostro Dio ha ri-
velato un Amore inesprimibile per le creature, che dalla terra
non possono sollevarsi a Me, senza che io, Gesù Eucaristia, non
27 centro studi oPera dei taBernacoli ViVenti, Magnificat! Anno 2- N.1
“Vera era una santa!” di P. Guido Roascio ocd p. 2.
85

9.6 Page 86

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“cada” con esse per rialzarle, per farle arrivare a Me». Messag-
gio del 7.8.1968
Il corpo di Vera riposa nel cimitero di Zinola, Savona, e per
la Sposa dell’Amore Eucaristico, non fiori sulla tomba ma spi-
ghe di grano come Gesù desiderava: «Poi sarà il grano, le spi-
ghe dorate, il simbolo della mia predilezione; e a voi, non fiori
sulle vostre tombe, non fiori vicino al corpo inanimato, ma spi-
ghe, grano che produce le sacre particole: quelle che voi avre-
te umilmente portato su voi, e ricevute nell’anima». Messaggio
del 7.8.1968
86

9.7 Page 87

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Circa l’introduzione della
Causa di beatificazione
e canonizzazione
di Vera di Gesù1
La testimonianza cristiana di Vera Grita, la missione a cui
Gesù l’ha chiamata e l’Opera dei Tabernacoli Viventi che in
questi 50 anni, dagli inizi del primo Messaggio dettato da Gesù
a Vera, si è diffusa, sono sempre stati accompagnati da una si-
gnificativa fama di santità circa Vera Grita, anche se finora uffi-
cialmente nessun passo è stato compiuto in merito all’apertura
della sua Causa di beatificazione e canonizzazione.
Tuttavia va osservato che nel tempo sono state raccolte nu-
merose prove testimoniali e documentali circa Vera Grita e l’O-
pera dei Tabernacoli Viventi, che rappresentano un valido pun-
to di partenza per l’eventuale apertura della causa. Inoltre merita
una particolare attenzione la nuova fattispecie nell’iter proces-
suale delle canonizzazioni, introdotta da papa Francesco l’11 lu-
glio 2017 con il Motu proprio Maiorem hac dilectionem, sull’of-
ferta della vita. Con tale atto papa Francesco ha aperto la via alla
beatificazione di quei fedeli che, spinti dalla carità, hanno offer-
to eroicamente la propria vita per il prossimo accettando libera-
mente e volontariamente una morte certa e prematura con l’in-
tento di seguire Gesù: «Egli ha dato la sua vita per noi; quindi
anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli» (1 Gv 3).
Anche Vera Grita ispirata dall’esempio di Cristo e motivata
dalla missione a cui fu chiamata, ha liberamente e volutamente
1 Contributo a cura di don Pierluigi Cameroni, Postulatore Generale della Con-
gregazione salesiana.
87

9.8 Page 88

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offerto e immolato la propria vita per i fratelli in un supremo atto
di carità, che è stato direttamente causa della sua morte. Nell’e-
sercizio ordinario di vita cristiana ha maturato la decisione li-
bera e volontaria di donare la propria vita in un atto supremo di
amore cristiano, imitando Cristo, che si è offerto al Padre per il
mondo, sulla croce.
Nel caso di Vera colpisce la sua offerta della vita e la mor-
te avvenuta a breve distanza di tempo. L’atto di offerta della vita
avviene il 5.11.1968 al Deserto di Varazze presso l’Eremo San
Giuseppe dei Carmelitani Scalzi: dal mese successivo, dicem-
bre, Vera alterna l’insegnamento ad una serie di ricoveri ospeda-
lieri sempre più prolungati. Breve parentesi fu nel mese di mar-
zo 1969, quando per volontà del Signore, si reca a Roma alla
Scala Santa con i quaderni dei messaggi stretti al cuore. «Dovevi
essere qui per offrirti in Me al Padre mio nel mio Sangue prezio-
so, per ricevere la benedizione che i miei santi Pontefici ti han-
no elargito». A giugno 1969 Vera viene ricoverata e non uscirà
più dall’ospedale: viene operata durante l’estate per due volte.
Si forma un ascesso che viene inciso e che causa la sua morte
per emorragia il 22.12.1969, ad un anno circa dall’offerta della
vita. Aveva 46 anni. Durante la lunga degenza ospedaliera Vera
aveva offerto al Signore anche la sua libertà: «Quanto rimarrò a
Santa Corona? Solo Dio lo sa! […] Io sarei felice di offrirgli la
mia libertà».2
Questo atto di offerta va compreso anche nel significato che
Gesù stesso spiega a Vera: «Io ti ho posto quale segno di pro-
va della mia Parola, e tu in Me vedrai coronato il tuo più inti-
mo desiderio di unione con Gesù, Sacerdote Eterno». Messaggio
5.11.1968
Dopo queste parole segue l’atto di offerta. Ella chiede nel-
la stessa preghiera esplicitamente che anche la sua morte pos-
sa rendere a Dio tutto l’onore e la gloria e agli uomini di buona
2 Lettera a don Zucconi del 12 agosto 1969, in Mia sorella Vera di Gesù, op.
cit., p. 151.
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volontà testimoniare la verità della sua parola (l’Opera dei Ta-
bernacoli Viventi). Ed è per questo fine che offre la vita. È inte-
ressante notare la sintonia con la preghiera sacerdotale di Gesù:
«Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi
non sono del mondo, come io non sono del mondo. Non prego
che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno.
Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Con-
sacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato
me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io
consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella ve-
rità. Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crede-
ranno in me mediante la loro parola: perché tutti siano una sola
cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi,
perché il mondo creda che tu mi hai mandato» (Gv 17,14-21).
Certamente sarà da dimostrare con le prove testimoniali e
documentali che Vera ha sigillato la sua vita con un atto eroico
di carità e pertanto può essere considerata perfetta discepola di
Cristo e, come tale, meritevole di essere proposta quale model-
lo di vita cristiana, qualora Dio stesso ne garantisca l’autenticità
e l’esemplarità mediante la fama di santità, la prova dei miraco-
li e il giudizio favorevole della suprema autorità della Chiesa. Il
documento pontificio molto opportunamente all’art. 2 precisa:
«L’offerta della vita, affinché sia valida ed efficace per la beati-
ficazione di un Servo di Dio, deve rispondere ai seguenti crite-
ri: a. offerta libera e volontaria della vita ed eroica accettazione
propter caritatem di una morte certa e a breve termine; b. nesso
tra l’offerta della vita e la morte prematura; c. esercizio, almeno
in grado ordinario, delle virtù cristiane prima dell’offerta della
vita e, poi, fino alla morte; d. esistenza della fama sanctitatis et
signorum, almeno dopo la morte; e. necessità del miracolo per
la beatificazione, avvenuto dopo la morte del Servo di Dio e per
sua intercessione» 3.
3 santa sede, Lettera Apostolica in forma di Motu Proprio “maiorem hac di-
lectionem” sull’offerta della vita, Città del Vaticano, 11.7.2017.
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9.10 Page 90

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L’auspicio è che la presente pubblicazione, la diffusione del-
la conoscenza di Vera Grita e dell’Opera dei Tabernacoli Viven-
ti, la crescita della fama di santità e di segni, aiutino a fare i passi
necessari perché la Causa di questa salesiana cooperatrice pos-
sa essere avviata.
90

10 Pages 91-100

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10.1 Page 91

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Profilo biografico
dei sacerdoti
Don G. Bocchi SDB, don G. Zucconi SDB,
don G. Borra SDB, padre G. Roascio OCD
I salesiani don Bocchi, don Zucconi, don Borra e padre Gui-
do Roascio, carmelitano, furono i sacerdoti che non solo co-
nobbero Vera durante gli anni della sua esperienza mistica, ma
furono anche i primi chiamati dal Signore ad accogliere e a rea-
lizzare l’Opera dei Tabernacoli Viventi.
Padre Guido Roascio doveva essere il primo fra i Carmeli-
tani a conoscere il “Messaggio” dell’Opera, a meditarlo e a cu-
stodirlo nel silenzio e nella preghiera.
Non mancarono nella vita di questi primi sacerdoti le diffi-
coltà e le incomprensioni che accompagnano sempre la realiz-
zazione delle Opere di Dio: «La mia Opera d’Amore entra nel
mondo per la via stretta, per la via santa. Aspettatemi: tornerò
per sorreggervi, perché io sono con voi», aveva dettato Gesù a
Vera nel messaggio del 28.9.1969. A don Zucconi e don Bocchi
il Signore aveva predetto sofferenze e croci: furono entrambi
anime vittime per la nascita dei Tabernacoli Viventi per la diffu-
sione e autorizzazione dell’Opera in unione ad altre anime vit-
time per l’Opera.
Riportiamo in questa parte un breve profilo biografico, ben
consapevoli che ciascun sacerdote merita uno studio approfon-
dito che ci riserviamo di realizzare in un prossimo futuro.
Li presentiamo in ordine di “entrata” nella vita di Vera, nella
convinzione che ognuno ha svolto in tempi e con funzioni diver-
se, un compito unico e irripetibile sia nell’aiutare Vera a compie-
re la volontà di Dio sia nell’accogliere l’Opera dei Tabernacoli
Viventi rispondendo ciascuno a una chiamata personale.
91

10.2 Page 92

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La gratitudine di Vera verso questi sacerdoti fu sempre mol-
to grande: le lettere che ella scrisse loro sono una testimonianza
di come Vera non mancasse mai di riconoscere nel sacerdote l’a-
zione soprannaturale del Signore; pertanto, non poteva che rin-
graziare sempre e comunque per i doni di grazia che attraverso
di loro riceveva. A volte, la gratitudine e la gioia si sono trasfor-
mate in canto, come nel Magnificat della Vergine Maria, e Vera
così si esprimeva in una lettera a don Bocchi : «E non finirei di
dirle “grazie” perché è un “grazie” che comincia da Gesù, pas-
sa a Lui, e ritorna a Gesù in un canto d’amore e di gloria che
non so dire ma Gesù sa capire e sentire». 1
Don Giovanni BOCCHI SDB
Pugliano di Minucciano (Lucca) 8.3.1929
Pugliano di Minucciano 1.5.2016
Don Bocchi era nato l’8 marzo 1929 a Pugliano di Minuc-
ciano (Lucca) nella corona delle Alpi Apuane, in una natura bel-
la e incontaminata.
A 13 anni, per mezzo del suo parroco entrò nella Casa sa-
lesiana di Collesalvetti (Livorno) senza «conoscere affatto i
Salesiani»2. Dopo le classi ginnasiali fu ammesso al novizia-
to di Varazze e lì pronunciò la sua prima professione il 28 ago-
sto 1947.
Successivamente compì gli studi di filosofia a Roma nella
Comunità “San Callisto”, il tirocinio tra i giovani di Alassio e,
nel 1952 , si consacrò definitivamente al Signore. La formazio-
ne per il presbiterato avvenne con gli studi teologici a Bollengo
di Ivrea, dove fu ordinato sacerdote il 1° luglio 1957. Don Boc-
chi sacerdote prestò la sua opera in varie comunità: come inse-
gnante nelle scuole salesiane e statali ed educatore a Pisa in via
1 M.R. scrimieri, Relazione “Cara figlia della Croce”– Carteggio inedito Don
Bocchi e Vera di Gesù, Centro Studi “Opera dei Tabernacoli Viventi”, Milano 2008.
2 oPera salesiana di la sPezia, Lettera mortuaria, La Spezia Maggio 2016.
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10.3 Page 93

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dei Mille (1958-1959), ma soprattutto fu attivo negli Oratori: a
Livorno (1960-1963), a Genova Sampierdarena (1968-1970) e
nelle parrocchie. Ricoprì l’incarico di Delegato ispettoriale per
gli Apostolati Sociali. Seguì corsi di specializzazione cateche-
tica presso l’Università Pontificia Salesiana di Roma nel 1969-
1970.
Dal 1964 al 1966 don Bocchi è direttore a Savona, succes-
sivamente a La Spezia Canaletto (1970-1976); quindi sempre a
La Spezia, nella Casa di Nostra Signora della Neve (1981-82).
Poi arriva la chiamata per l’Africa. Don Bocchi è tra i fonda-
tori della missione in Africa come direttore e parroco in Came-
run: a Sangmelina (1982-1983), a Ebolowa (1983-1989) e suc-
cessivamente a Yaoundè, nel secondo periodo missionario.
Nel dicembre 1989 Don Bocchi rientra in Italia per seri pro-
blemi di salute; operato per un infarto, si riprende e gli viene
chiesto di fare il direttore prima a Livorno (1990-1992), poi a
Pietrasanta (1993-1995). Ma presto ritorna in Africa nella mis-
sione di Yaoundé (1995-1996), dove è nominato Parroco (1996-
1999). Nel 1999 don Bocchi rientrerà definitivamente in Italia:
l’impegno si era fatto troppo gravoso ed il suo cuore generoso
non regge più il ritmo missionario. Va prima come aiuto nella
parrocchia di La Spezia Canaletto, poi per breve tempo nell’O-
pera di Prato, e ancora come direttore e parroco a Pisa CEP
2000-2004.
Infine Don Bocchi ritorna a La Spezia “San Paolo” nel 2004,
come aiuto nella Parrocchia-Santuario Nostra Signora della
Neve, dove si mette al servizio della Comunità con semplicità e
gioia, accogliendo continuamente penitenti al suo confessiona-
le. Si spegne il 1°maggio 2016 a 87 anni di età. 3
3 Notizie biografiche tratte dalla Lettera mortuaria della Comunità Salesiana di
“Nostra Signora delle Neve”, La Spezia, maggio 2016.
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10.4 Page 94

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Don Bocchi e l’Opera dei Tabernacoli Viventi
Don Bocchi conobbe Vera a Savona negli anni in cui fu ret-
tore del Santuario dell’Ausiliatrice (1963-1966), poco prima che
iniziasse l’esperienza mistica di Vera. In quegli anni fu suo con-
fessore e direttore spirituale.
Fu durante la direzione spirituale di don Bocchi che Vera
emise il voto di piccola vittima, valorizzando così tutta la sua
sofferenza, fino a quel momento accettata e vissuta cristiana-
mente.
Significative ed illuminanti sono a tale riguardo le lettere,
per la maggior parte inedite, che Vera e don Bocchi iniziaro-
no a scriversi alcuni mesi prima che il sacerdote salesiano ve-
nisse trasferito a Sampierdarena (1966). Esse non sono molte,
ma hanno un grande valore poiché permettono di comprendere
come, in questa fase, don Bocchi abbia sapientemente guidato
Vera ad accettarsi nella fragile umanità sofferente e l’abbia aiu-
tata a valorizzare la croce radicandosi nell’amore per Gesù Cro-
cifisso, fino a ricevere il carisma della sofferenza attraverso il
voto della piccola vittima. Non a caso tutte le lettere di don Boc-
chi iniziano con l’espressione: “Cara figlia della Croce”, o “Vera
crocifissa con Gesù”. 4
La preziosità del ministero sacerdotale di don Bocchi in
questa fase del cammino spirituale di Vera si concentra su que-
sto importante aspetto della sofferenza, che prepara Vera alla
esperienza mistica che sta per irrompere nella sua vita: accoglie-
re la nuova croce di Gesù, la Sua “Voce” che nell’intimo le det-
ta l’Opera dei Tabernacoli Viventi. Spetterà poi a don Gabriello
Zucconi, che succederà a don Bocchi nella direzione spirituale,
aiutare Vera ad accogliere il dono straordinario del Signore nel-
la Parola donata, e a “portare” questa nuova croce, per amore e
gratitudine verso Gesù. Il seme gettato da don Bocchi si svilup-
4 Il carteggio tra Vera e Don Bocchi riguarda gli anni 1966-1969 vale a dire il
periodo in cui Don Bocchi non fu più Rettore a Savona ma venne trasferito a La Spe-
zia Canaletto.
94

10.5 Page 95

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perà in pieno, di lì a poco tempo, sotto la direzione spirituale di
don Zucconi, “custode” fedele dell’Opera d’Amore e di Miseri-
cordia del Signore.5
Per don Bocchi il Signore tracciò quasi un programma per-
sonale nel messaggio del 4.2.1968: «Don Bocchi Giovanni,
sono io che ti scrivo, sono Gesù. Dammi fiducia ed io mi rive-
lerò a te. Voglio che tu inizi a Sampierdarena la mia opera d’A-
more fra le anime dei Sacerdoti; voglio che tu faccia conoscere
i miei messaggi d’Amore ai tuoi Confratelli, voglio che anche
loro portino Me, per trasformarvi in Me. Voglio che la mia lega
di anime si irrobustisca, voglio che diventi grande e che supe-
ri i confini dell’Italia, voglio che si formi in terra di missione, e
là ove il mio amato Giovanni Bosco ha fondato le sue opere, là
ove io in lui ho stabilito il regno dell’Amore». Messaggio 4.2.1968
Don Bocchi partirà in effetti come missionario in Came-
run nel 1982, dove fonda la missione salesiana appoggiando-
si unicamente a Gesù Eucaristia che porta sempre con sé, e dal
quale riceve forza, coraggio e amore nelle lunghe notti solita-
rie trascorse nella foresta: “Se non avessi avuto Gesù!...non sa-
rei sopravissuto alla fatica e allo scoraggiamento!”6. Vive inten-
samente la spiritualità dei Tabernacoli Viventi: «Io gli ho dato il
mio Cuore, detta Gesù a Vera in un altro messaggio, per donar-
lo alle anime. Io gli ho donato la mia stessa sete d’amore poiché
il mio amore non si esaurisce mai, ed io in lui continuo ad avere
sete di anime. Mi cerchi tra i peccatori, poiché fra questi io sof-
fro e piango. Egli mi dia anime, cerchi le mie anime, perché da
lui aspetto un grande raccolto». Messaggio 25.1.1968
Negli intervalli in cui rientra in Italia crea in Versilia (1994)
un primo cenacolo di laici guidandoli a vivere il messaggio dei
5 m.r. scrimieri, Relazione “Cara figlia della Croce”– Carteggio inedito Don
Bocchi e Vera di Gesù, Centro Studi “Opera dei Tabernacoli Viventi”, Milano 2008,
Inedita.
6 M.R. scrimieri, Vera de Jesus e a “Obra dos Sacrarios Vivos”,Edizioni Sa-
lesiane, Porto, 2000 p.173.
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10.6 Page 96

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Tabernacoli Viventi. Rientrato definitivamente in Italia, negli ul-
timi anni crea un altro gruppo di laici intorno alla spiritualità dei
Tabernacoli Viventi presso l’Opera Salesiana di La Spezia “ San
Paolo”.
Nel gennaio 2017 la Comunità Salesiana di La Spezia “San
Paolo” gli dedica una sala nella quale un grande murales lo ritrae
nei tre momenti significativi della sua vita sacerdotale: salesia-
no, con don Bosco e sotto lo sguardo di Maria Ausiliatrice orien-
ta nuove vocazioni per la Chiesa; missionario in Africa porta la
buona novella del Vangelo e la gioia di Cristo risorto; e infine in
adorazione davanti al Tabernacolo. Una scritta riporta un pen-
siero di Gesù tratto dall’Opera dei Tabernacoli Viventi che rac-
chiude l’unione di Gesù Sacerdote con i suoi Sacerdoti e che fu
il programma spirituale di don Bocchi. «Io in voi, e voi in Me,
per donare “frutti” al Padre mio, per salvare le anime, per mori-
re per le anime». Messaggio 4.2.1968
Don Gabriello ZUCCONI SDB
Pistoia 11 maggio 1919 – Roma 5 febbraio 1980
Direttore spirituale di Vera di Gesù
Don Gabriello Zucconi era nato a Pistoia l’11 maggio 1919,
ma visse dapprima a Novara e poi a Genova dove la famiglia
si era trasferita. Conseguita l’abilitazione Magistrale si iscrisse
alla facoltà di Magistero. Nel settembre 1940 viene ammesso al
noviziato salesiano a Varazze, che corona con la prima Profes-
sione triennale. Dal 1946 al 1949 frequenta lo studentato di Te-
ologia a Bagnolo e l’anno successivo a Bollengo per il IV anno,
quando emette i voti perpetui.
Come sacerdote sarà consigliere scolastico al pensionato di
Pisa, poi insegnante a Borgo San Lorenzo, a La Spezia, a Valle
Crosia, a Livorno a Firenze e ad Alassio dal 1965 al 1967, quan-
do viene trasferito a Firenze. Nel 1969 si trasferisce a Bova Ma-
rina dove svolge la funzione di Parroco a Condofuri. Vi rimane
fino all’ottobre 1976, quando rientra in Comunità a Roma “Sa-
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10.7 Page 97

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cro Cuore” e, dal 1977 fino alla sua morte nel 1980, è al “Don
Bosco”, come addetto alla parrocchia.
«Apostolo prediletto della mia Opera d’Amore»
Don Gabriello fu padre spirituale di Vera dal settembre
1967, quando per la prima volta Vera avvertì la “Voce” divina
che le dettava l’Opera. È grazie alla direzione sapiente e illumi-
nata di don Gabriello, se Vera continuò a scrivere quanto Gesù le
dettava; presa dai dubbi e dal timore di ingannare, Vera era ten-
tata di non scrivere, ma don Zucconi le chiese di farlo per obbe-
dienza e per amore a Gesù. Fu talmente determinante questa in-
dicazione, che Vera nella prima pagina del primo quaderno dei
manoscritti scrisse “Scritto per obbedienza a Gesù in padre Ga-
briello, sacerdote salesiano”. Lungo lo svolgersi dell’esperien-
za mistica, don Zucconi la sostenne nel portare la croce della
“Voce”, dimostrandole la sua fede nei Messaggi che riceveva, la
sua gioia per un Dio così vicino che parlava al suo cuore di sa-
cerdote attraverso Vera, e il suo dolore per non saper corrispon-
dere a tanto dono.
Per esplicito desiderio del Signore, don Zucconi fu il “custo-
de” dell’Opera dei Tabernacoli Viventi: alla morte di Vera riunì
e batté a macchina tutti i Messaggi, che fece pervenire ai Supe-
riori e a diversi confratelli. Si incaricò di far pervenire al San-
to Padre Paolo VI i Messaggi a lui indirizzati e l’Opera comple-
ta. Di don Zucconi restano oltre 150 lettere scritte a Vera, dalle
quali emerge la grandezza spirituale di questo sacerdote che dal
primo istante ha abbracciato e sposato l’Opera d’Amore e di Mi-
sericordia di Gesù, aderendovi con tutte le fibre del suo essere
umano e sacerdotale.
Don Giuseppe Borra, che per un certo periodo di tempo fu
direttore spirituale di don Zucconi, di lui scrisse: «La figura del
padre spirituale grandeggia per riflesso sia nelle lettere di Vera
sia nei Messaggi. Come sulla scena è difficile portare un per-
sonaggio perché troppo grande, ma risalta perché altri ne par-
lano e sotto varie angolature lo fanno rivivere, così don Ga-
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10.8 Page 98

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briello esce dai discorsi di Gesù e dalle lettere di Vera in una
dimensione che, non trascurando i lati umani, lo fa risplende-
re per le sue qualità di anima sacerdotale e di guida».7 Chi era
don Zucconi?
Un sacerdote che vive la sua vocazione senza deviazioni – con-
tinua don Borra –, solo gli interessi di Dio e delle anime: tale era
don Zucconi. Donde attingeva la sete di anime che tanto lo ha
contraddistinto? Dalla formazione familiare negli anni giova-
nili, dallo studio di don Bosco le cui ansie furono anche le sue,
tanto che i giovani che lo incontravano trovavano in P. Gabriel-
lo un amico, un valido direttore di coscienza. Ebbe dal Signo-
re doni che lo rendevano sensibile ai problemi di spiriti ansio-
si nella via della perfezione. Visse in vari collegi di don Bosco:
la sua predilezione, oltre la scuola, [era] il lavoro in parrocchia.
P. Gabriello fu con Vera anima vittima per l’Opera, per la sua
nascita e diffusione. Sovente Gesù si rivolge al padre e lo inco-
raggia perché non solo diffonda i “Messaggi”, ma ottenga dalle
autorità ecclesiastiche i dovuti permessi per i “Tabernacoli Vi-
venti”. Don Gabriello affronta le difficoltà e soprattutto le in-
comprensioni a lui derivanti dalla incredulità e dal sospetto. Il
cammino è irto di inciampi. Tuttavia egli scrive ai suoi Superio-
ri, scrive e si incontra con i Vescovi.8
Quando per don Gabriello inizia la notte dello spirito, della
prova e della croce per le incredulità e le incertezza che incontra,
Gesù lo incoraggia, dettando per lui due Messaggi, finora inediti
e di grandissimo valore spirituale. Gesù chiamava “lettere d’a-
more” tutti i Messaggi che dettava a Vera specificatamente per
don Gabriello e per i sacerdoti.
Riportiamo integralmente il primo, scritto da Vera alla vi-
gilia della festa di san Giovanni Bosco: Gesù manifesta il suo
Amore Sacerdotale per tutti i sacerdoti e la sua predilezione per
don Gabriello per aver creduto senza flettere nell’esperienza mi-
7 G. Borra, Grita Vera Notizie biografiche op.cit., p 73.
8 Ivi p. 67.
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10.9 Page 99

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stica di Vera. Lo incoraggia a parlare dell’Opera ai superiori sa-
lesiani, ai vescovi, a perseverare fino a che vedrà la Gloria di
Dio:
Varazze 30 gennaio 1968
Gesù, Sacerdote Eterno, per Padre Gabriello.
Io sono venuto da te col mio Cuore aperto e ferito per in-
trodurre la tua anima nel mio Costato. Ora io l’attiro a Me ed
essa si accosta a Me, è vicina al mio Cuore. La tua sofferenza,
Gabriello, è data dall’Amore, dall’Amore mio per te. Senti Me,
aneli a Me e il mio Cuore si apre, è ferito ancora dall’Amore per
introdurre la tua anima, il tuo cuore.
Così, io ti comunico il mio Amore, il mio Dolore, i miei
Desideri, la mia Volontà.
Io ti avvicino a Me, Gabriello, ti nascondo in Me e con te
soffro, con te gioisco; mi nascondo in te e con te vado per le vie,
con te cammino, con te sono, Gabriello.
Se tu sapessi l’immensità del MIO AMORE per te, per i Sa-
cerdoti che mi servono, che lottano con Me e per Me!
Se tu sapessi cosa è per Me la tua anima Sacerdotale!
Io la curo, la prevengo, l’accarezzo, la guido. Io verso in
essa i profumi della mia Santità, mentre il tuo amore mi conso-
la. Sì, cerco consolazioni, Gabriello! Dammene, dammene mol-
te per te, per quei Sacerdoti che ancora non sanno amarmi… Il
tuo amore, Gabriello, è una forza, una forza che io ti ho donato:
chiedila per i tuoi Confratelli, per tutti i miei amati Sacerdoti…
Vieni, vieni Gabriello all’Amore del Padre tuo, del tuo Dio,
del tuo Gesù e troverai sempre le mie mani ferite ma, per que-
sto, ricolme di “grazie”.
Vieni Gabriello a Me, e ti parlerò della mia Opera d’Amo-
re, della “nostra” Opera d’Amore.
Manderò anime, anime che si immolino vittime perché la
mia Opera scorra, come un fiume di misericordia per il mon-
do e voi non mancate di diffondere, di diffondermi nelle anime.
Vai a Pistoia, vai a Siena, vai dai Superiori e presentati a
Nome mio: Gesù. Io ti illuminerò. Non ho detto che “vedre-
te la mia Gloria ?”. Voi chiamati dal Padre mio, voi Sacerdoti
miei, amati e santi, andate, non esitate: Io sono con voi, è Gesù
che vuole andare, è Gesù che vuole “parlare”, è Gesù che vuole
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10.10 Page 100

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dire: voglio uscire dal Tempio, non voglio più aspettare le ani-
me che non mi cercheranno mai.
Io sono il buon Pastore, io andrò in cerca delle “pecorelle”
che non rientrano nel mio Ovile.
È Gesù che desidera camminare per cercare…
Vai, Padre Gabriello, nel mio Nome, immergiti in Me, nel-
la mia Grazia, nella mia Vita perché in te non ci sia che io che
parli, persuada e tocchi con la mia Grazia coloro che ti ascol-
teranno.
Gabriello, figlio mio, il Padre mio ti abbraccia in Me, ti be-
nedice, ti attira a Sé.
Io ti consolerò, ti sosterrò nelle lotte, nelle incertezze. Io
ti scriverò e tu sarai confortato dalle mie Parole. Sei tu che hai
avuto maggior fede nel misero braccio umano; tu hai creduto ed
io ti ricambio la fede in Me, nelle mie Parole, con queste lettere.
Tu aspettami. O Gabriello, aspettami. Io voglio ritornare a vi-
vere in te ed in te immolarmi per il Padre mio, per il Regno del-
le mie Anime.
Porto a te, Gabriello con queste parole, una sorgente di
Grazie: sgorgano dal mio Cuore ferito d’Amore per te, per i
miei amati Sacerdoti e ad essi voglio comunicare il mio Amo-
re, le mie Parole, ad essi il mio abbraccio di Sposo, di Fratello,
di Sacerdote Eterno.9
Con il secondo Messaggio, dettato a Vera due mesi dopo,
Gesù incoraggia il sacerdote a perseverare senza scoraggiarsi:
Ti vedo in pena, in pena per la mia Gloria… Sono i dubbi, le in-
certezze del momento, perché la “mia Opera d’Amore” vedrà la
luce attraverso prove e sofferenze, richiederà “vittime”, sarà ba-
gnata dal mio Sangue, perché io, Gesù Eucaristia, per donarmi
a voi sono stato immolato. Voi “portate” l’Agnello Immacola-
to sacrificato al Padre mio perché le vostre anime venissero alla
Luce e “vedessero” la Luce.
Chi “porta” Me dovrà somigliare all’Agnello e con Esso
9 Messaggio inedito – Archivio Postulazione Generale delle Cause dei Santi
della Famiglia Salesiana – Roma.
100

11 Pages 101-110

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11.1 Page 101

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essere immolato. L’Agnello immolato per voi, ora vi ha riscat-
tato, ma voi in Me dovrete essere “piccoli agnellini” miti e fidu-
ciosi che in Me si lasciano condurre al Sacrificio. Il “vostro” sta
iniziando ora. Padre Gabriello, vai a mio Nome a Siena, a Pisto-
ia, vai a Sampierdarena e bussa… Io ti farò aprire la porta delle
anime sacerdotali. Non ti scoraggi l’incredulità, non temere…
perché io sarò con te sempre. Tu mi dai gloria, ed io non ricor-
do le tue offese, io ricordo le tue sofferenze, il tuo amore, i tuoi
sacrifici… Io vedo il tuo amore.
Io, Gesù, ti ho parlato di “notte”, tu stai entrando nella notte
ed io, nel mio Amore Eucaristico sarò la tua sola “Luce”. […] Ti
scriverò, ti sosterrò e come un “fanciullo” ti prenderò per mano
nella “notte”. Il tuo Gesù che ti porta nel suo Cuore di Padre,
Cuore di Dio!”.10
Nell’estate del 1969, invitato dal Vescovo di Reggio Cala-
bria, Mons Ferro, ad operare nella sua diocesi, don Zucconi ot-
tenne dai Superiori Salesiani il permesso di trasferirsi a Bova
Marina presso la casa salesiana, e gli fu affidata la parrocchia di
Condofuri nell’ottobre dello stesso anno. Il vescovo, negli incon-
tri con don Zucconi, aveva accolto bene l’Opera dei Tabernacoli
Viventi,vedendo la possibilità di realizzarla dopo averne studia-
to il modo.11
Tre mesi dopo il trasferimento di don Zucconi a Bova Marina,
il 22 dicembre 1969 Vera si spegneva nella cameretta degli Ospe-
dali Riuniti di Santa Corona.
Don Zucconi svolse il suo ministero sacerdotale a Condofuri
per sette anni e, alla fine dei sette anni, chiese di rientrare in Comu-
nità. Non furono questi anni facili, era una terra di missione.
Rientrato a Roma nell’ottobre 1976, l’anno dopo gli venne af-
fidato l’ufficio di Vice Parrocco a Cinecittà, dove iniziò il suo mi-
nistero l’8 settembre 1977. Di lì a poco, il 22 settembre fu ricevu-
10 Ibidem.
11 Non abbiamo al momento una documentazione sull’attività svolta da don
Zucconi a Condofuri anche in merito all’Opera. Ricerca che sarà completata pros-
simamente.
101

11.2 Page 102

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to in udienza privata da Paolo VI. Obbedendo alle indicazioni che
il Signore aveva dato attraverso Vera, don Zucconi aveva fatto per-
venire al Santo Padre i Messaggi a lui indirizzati e successivamen-
te tutta l’Opera. Il 22 settembre Paolo VI benedì l’Opera dei Taber-
nacoli Viventi.
Colpito da infarto, subì diversi ricoveri ospedalieri. Dopo l’ul-
timo ricovero del 26 novembre 1979, protrattosi fino al 14 genna-
io 1980, e rientrato in parrocchia, il 17 gennaio scrisse a un confra-
tello questa lettera nella quale donava il suo “fiat” in unione a Gesù
Crocifisso, per la buona riuscita del Capitolo Ispettoriale:12
Molto Rev.do Confratello,
come se mi venisse da Dio, accolgo con gioia l’invito che
Lei mi fa di offrire, nel periodo del Capitolo Ispettoriale, pre-
ghiere e sacrifici per la sua buona riuscita.
È ben poca cosa ciò che posso offrire personalmente,
tuttavia unisco tutto me stesso alle intenzioni di Gesù
Crocifisso, e invoco ogni divina benedizione su tutto ciò che Lei
mi raccomanda. Voglia tenermi presente nelle sue preghiere.
Con fraterno affetto in D. Bosco
Suo dev.mo d. Gabriello Zucconi
La missione terrena di don Zucconi era conclusa. Il Signo-
re gradì la sua offerta e due settimane dopo, il 5 febbraio 1980,
don Gabriello passò alla vita del Cielo, per continuare a occu-
parsi in pienezza di grazia dell’Opera dei Tabernacoli viventi
con Vera di Gesù, per la salvezza delle anime, per il bene della
Chiesa e della Famiglia Salesiana. Il suo corpo riposa nel cimi-
tero del Verano a Roma.
La figura di don Gabriello Zucconi merita uno studio a par-
te, studio che faccia emergere tutto il valore e la ricchezza del
suo ministero sacerdotale svolto in anni difficili, nonché la sua
capacità di comprendere la vita mistica nelle anime e i doni che
12 Centro Studi Opera dei Tabernacoli Viventi. Lettera ritrovata tra quelle do-
nateci dal fratello Sig.Augusto Zucconi.
102

11.3 Page 103

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ricevette dal Signore durante la direzione spirituale di Vera di
Gesù.
Le oltre 150 lettere scritte a Vera negli anni 1967-1969, ora di-
sponibili presso il Centro Studi Opera dei Tabernacoli Viventi di
Milano, costituiscono una fonte ricchissima e molto significativa
per un futuro lavoro su questo grande e santo figlio di don Bosco.
Don Giuseppe BORRA SDB
Bene Vagienna (Cuneo) 5.10.1914 – Roma 8.7.1987
Don Borra era nato a Bene Vagienna (Cuneo) il 5.10.1914
da Antonio e Agnese Borgogno, che seppero donare ai loro figli
l’esempio di una vita laboriosa, onesta e ricca di fede.
Terminato il ginnasio e manifestato il desiderio di consa-
crarsi al Signore nella vita salesiana e sacerdotale, Giuseppe co-
minciò a percorrere le varie tappe della sua formazione: il no-
viziato a Monte Oliveto che coronò con la prima professione
(1931); la filosofia a Foglizzo (1931-33); il tirocinio a Valsalice
e a Valdocco (1933-39), durante il quale si consacrò definitiva-
mente al Signore con la Professione perpetua (1937) e frequen-
tò l’Università Statale, conseguendo la Laurea in Lettere (1939);
quindi la teologia a Roma presso la Pontificia Università Grego-
riana e a Torino presso lo Studentato Internazionale della “Cro-
cetta” (1939-1942), che culminò con l’ordinazione sacerdotale.
Nel 1954 fu eletto direttore, incarico che visse con l’animo di
missionario pellegrinante nelle diverse ispettorie d’Italia: a Fa-
enza (1954-1960), Alassio (1960-1966), a Lombriasco (1966-
1968), a Caserta (1968-1974) e infine al “Don Bosco” di Roma
(1982-1987), dopo una parentesi di alcuni anni al “Sacro Cuo-
re”, sempre a Roma, come preside ed economo.
Don Borra amava don Bosco quale padre e modello da imi-
tare con tutte le proprie forze: come don Bosco, egli aveva mes-
so a fondamento della vita i valori del Vangelo; come don Bosco
aveva seguito Cristo obbediente, povero e casto per partecipare
più strettamente al mistero della Pasqua; come don Bosco, si era
103

11.4 Page 104

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consacrato interamente all’Immacolato Cuore materno di Maria
per essere tutto suo per la redenzione del mondo, e in particola-
re per la salvezza della gioventù.
Molte anime, conosciuto il suo valore di sacerdote illumina-
to, lo sceglievano come padre spirituale.
Scrisse nel suo Diario: «Potessi sempre portare in cuore il
desiderio della santità e irradiarlo fuori di me, nel mondo che
mi circonda!».13 Ed ancora: «Solo l’amore può salvare le ani-
me. Noi siamo una tela povera, un nulla su cui Gesù dipinge se
stesso. Dobbiamo lasciarci possedere da Lui e amare le anime
con Lui: allora possiamo salvare. Però, uniti a Gesù, dobbiamo
pagare le anime a caro prezzo, accettando la sofferenza fisica o
morale da lui permessa…» (ibidem) E conclude: «Gesù, ti ado-
ro e ti amo: anche per quelli che non ti adorano e non ti ama-
no…Tu vedi il mio cuore, le spine ed i dolori della mia vita».
(ibidem)
«E proprio su questa linea – scriveva di lui l’Ispettore don
Ilario Spera – per imprimere cioè più chiaramente e più profon-
damente nel cuore del suo ministro il sigillo redentivo della Cro-
ce, negli ultimi diciannove anni di vita, il Signore lo mise a con-
tatto con anime privilegiate.
Nel gennaio 1968 ci fu l’incontro con Vera Grita, una crea-
tura mirabile, “…sofferente, ma colma di amore per Gesù, scris-
se don Borra nel suo diario”.
Poco tempo dopo, un altro incontro significativo con una
ex miracolata di Lourdes, Maddalena Carini, fondatrice a San
Remo della Famiglia dell’Ave Maria.
Terzo grande incontro a Caserta con Teresa Musco, la stig-
matizzata, martire per amore, crocifissa con il Crocifisso. Diven-
ne il suo padre spirituale e ne scrisse la biografia.
L’8 luglio 1987, seduto sulla sponda del mare di Torvaiani-
ca, guardava intensamente il cielo di questa terra. Ad un tratto,
13 Notizie biografiche tratte dalla : Lettera mortuaria – Don Ilario sPera -
Ispettoria Romana “San Pietro”, Roma, luglio 1987.
104

11.5 Page 105

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un lampo improvviso…, e si trovò a contemplare il cielo dell’E-
ternità…
Il Signore, puntuale, l’attendeva…».
Don Borra biografo di Vera e studioso dei “Messaggi”
dell’Opera dei Tabernacoli Viventi
Don Borra conobbe Vera nel gennaio 1968 mentre era diret-
tore a Lombriasco. Per esplicito desiderio del Signore, Vera ri-
copiò per lui i messaggi scritti dal settembre 1967 al febbraio
1968 in 4 quadernetti che fece pervenire a don Borra: 14 «Manda
i miei dettati a quei sacerdoti a cui mi rivolgo. Per loro io par-
lo, per altri, per molti, per tutti. Don Borra deve leggere tutti i
“libretti” ed essi saranno illuminati da Me a vedere». Messaggio
25.1.1968
Nello stesso anno venne trasferito presso l’Istituto Salesia-
no di Caserta.
Dalle lettere che don Borra e Vera si scrissero, seppure non
numerose e per la maggior parte inedite, emerge non solo il dono
nel trattare l’esperienza mistica di Vera, ma anche la spirituali-
tà profonda e la sua grandezza di sacerdote nel vivere il Mistero
del Sacrificio di Cristo nella Santa Messa: quasi ogni lettera di
don Borra a Vera riporta l’anelito profondo del sacerdote sale-
siano ad essere unito a Cristo crocifisso, al suo Cuore ferito d’A-
more per la salvezza delle anime.
Come don Gabriello Zucconi, don Borra era il consolatore
del Cuore agonizzante di Gesù per i sacerdoti che avevano ab-
bandonato il sacerdozio, e Gesù non mancò di fargli giungere at-
traverso Vera parole di incoraggiamento per il suo amato sacer-
dote: «Per don Borra, a te, mio amato Sacerdote, il palpito del
mio amore eucaristico; a te i battiti del mio Cuore. Vieni e ripo-
14 Lettera di Vera a don Borra del 24.2.1968 in L. Grita Mia sorella Vera di
Gesù op.cit., pg 84.
105

11.6 Page 106

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sa sul mio petto. Il tuo Gesù che ti ascolta». Messaggio 6.2.1969
Il trasferimento da Lombriasco all’Istituto Salesiano di Caser-
ta, nell’autunno 1968, gli causò non pochi problemi e sofferen-
ze. Gesù non mancò di confermare don Borra che tutto rientra-
va nella Sua volontà e attraverso Vera gli inviò il conforto della
sua parola a sostegno nelle sue fatiche:
Scrivi per don Borra: desidero che egli preghi, che egli si offra
e offra la sua sofferenza per il trionfo della mia santa Opera d’a-
more. Allora, io, Gesù, mi rivelerò a lui, mi comunicherò a lui,
e farò dimora in lui.
Desidero che egli abbracci la mia santa Croce d’amore af-
finché presto sia sposato alla mia Causa per mezzo della santa
sofferenza. Questa sofferenza che porta con tormento, diverrà
gioiosa allorché la sua anima sacerdotale vivrà per il mio trion-
fo. Egli è a Caserta per mia volontà.15 La mia santa Madre lo
guiderà sulla via che porta a sposare Me nell’Opera d’Amore.
Allora io sarò prodigo di grazie particolari per lui. Gesù al suo
amato sacerdote. Messaggio 17.10.1968
Nelle lettere che Don Borra scrisse a Vera, durante la sua per-
manenza a Caserta, le confidava le sue pene, le fatiche quotidia-
ne nel trattare con le persone, la costante preoccupazione ed at-
tenzione per non mancare di pazienza e carità nei loro confronti.
Gesù, ancora una volta, non mancò di consolare il suo sacer-
dote e per lui dettò a Vera mentre era ricoverata presso l’Ospe-
dale di Santa Corona:
15 Messaggio inedito. “ Egli è a Caserta per mia volontà”. A Caserta don Bor-
ra incontrò la mistica Teresa Musco, (1943-1976) e divenne il suo padre spirituale.
Nel 1951 la Santa Vergine aveva già preannunciato a Teresa Musco, allora bambi-
na, e fatto scrivere su un foglietto, che nel 1968 avrebbe lasciato la famiglia e sa-
rebbe andata a vivere da sola e avrebbe incontrato e avuto come padre spirituale
don Giuseppe Borra al quale avrebbe dovuto mostrare il foglietto scritto da bambi-
na. Così avvenne e nel 1968 Teresa Musco si trasferì da Caiazzo a Caserta dove in-
contrò don Borra.
Sulla profezia della Vergine Maria a Teresa bambina vedi: G. roschini – t. mu-
sco, Mistica del XX secolo, Ed. Ancora pg 62-63.
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11.7 Page 107

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Scrivi a don Borra che Gesù conosce tutti i suoi affanni, le sue
pene, e che desidera santa rassegnazione per le sue stesse mi-
serie perché sono queste che ornano l’anima sua di tante virtù,
fra cui l’umiltà.
Per il resto egli deve abbandonarsi fiducioso a Me, alla mia
divina misericordia.
Mi è caro, gradito, prezioso il suo Sacerdozio, ma desidero
che la sua anima, pur fra le croci, riposi in Me.
Egli ha la Madre mia quale Madre e Protettrice, ha il dono
più grande che io possa fare ad un amico: la mia stessa Madre.
In Lei si rifugi, ed Ella sempre nel mio santo Nome, Gesù, lo
accoglierà.
I Sacerdoti “lontani” fanno parte della Croce che io gli ho
offerto. Anche tu [Vera] prega per essi. Io, Gesù, li amo!”. Mes-
saggio 9.11.1969
Un mese dopo questo messaggio, Vera passava alla vita del
Cielo.
A Caserta don Borra si dedicò soprattutto alla direzione spi-
rituale della stigmatizzata Teresa Musco e scrisse la sua biogra-
fia. Quando nel 1982 rientrò al “Don Bosco” di Roma, don Bor-
ra ricevette da una penitente di don Gabriello Zucconi, deceduto
nel 1980, le lettere che Vera aveva scritto a don Gabriello:
Visto il contenuto delle medesime – scrive don Borra - e rian-
dando ai giorni lontani, quando conobbi Vera Grita, letti pure i
Messaggi, ebbi modo di rendermi conto della personalità spiri-
tuale di Vera e sentii come un impulso, anzi un dovere, di do-
vermi dedicare a lei.
Meditai alquanto i Messaggi e ne vidi la dottrina meravi-
gliosa.
Una perla così meravigliosa non poteva e non doveva rima-
nere più a lungo nascosta.16
Giungeva così a compimento quanto Gesù aveva preparato
anni prima, quando aveva dettato a Vera: «Don Borra deve leg-
16 G. Borra, Vera Grita, Notizie Biografiche, op.cit., p. 7.
107

11.8 Page 108

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gere tutti i libretti» e, con i sacerdoti chiamati nell’Opera, sareb-
be stato “illuminato a vedere”.
Don Borra aveva “visto”: la perla preziosa donata dal Signo-
re alla Congregazione Salesiana e alla Chiesa per il bene dell’u-
manità, era lì nelle sue mani e si mise al lavoro scrivendo la bio-
grafia di Vera, dove espose anche un primo e prezioso studio in
merito al concetto di Tabernacolo Vivente e alla spiritualità che
si delinea nell’insieme dei Messaggi dell’Opera.17
Tre anni dopo, nel 1987, conclusa la sua missione terrena, si
spense in riva al mare mentre contemplava l’orizzonte infinito.
Aveva scritto poco tempo prima:
Oggi
ho lasciato
il mio cuore
nuotare nell’infinito:
un mare mi ha ricoperto
di tiepide sabbie
sulle spiagge del tempo. 18
Il suo cuore, ferito dall’amore e dal dolore di Cristo e a Lui
unito, passava a contemplare, per l’eternità, l’infinito di Dio, ora
nel Cuore luminoso e raggiante di Cristo risorto.
Padre Guido ROASCIO OCD
16.9.1937 – 28.10.2015
Padre Guido Roascio nasce a Murialdo nell’entroterra sa-
vonese il 16 settembre 1937. Entrato nel Seminario minore del
Deserto di Varazze, dopo l’anno di noviziato a Loano (Savona)
emette la professione religiosa temporanea il 23 agosto 1955 e
17 G. Borra Grita Vera, Notizie biografiche , op. cit.
18 Don I. sPera, Lettera mortuaria, Ispettoria Romana “San Pietro”, Roma, lu-
glio 1987.
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11.9 Page 109

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quella definitiva a Sant’Anna di Genova il 7 ottobre 1958. Con-
seguita la maturità classica presso l’Istituto Arecco di Genova,
tenuto dai Gesuiti, inizia il corso di Teologia nella Facoltà Pon-
tificia “Teresianum” di Roma, dove viene ordinato sacerdote il
5 aprile 1964 e dove si laurea “cum Laude” in Teologia Dogma-
tica nel 1968.
Ritornato in Liguria, per 6 anni esercita l’ufficio di retto-
re del Seminario di Arenzano, insegnando latino e matematica.
Nel triennio 1975-1978 è priore nel Convento di Sant’Anna.
Dal 1978, per dodici anni dirige il periodico mensile del Santua-
rio di Gesù Bambino in Arenzano, frequentando nel 1981-1982
un corso di giornalismo a Milano.
Nel 1990 è Superiore nel Convento del Monte Carmelo di
Loano per tre anni. Nel 1991, su richiesta del Vescovo e licen-
za dei Superiori, pur dimorando in Convento, esercita l’ufficio
di parroco in Ranzi di Pietra Ligure (Savona). Dal 1999 è Supe-
riore e parroco del convento-parrocchia San Pietro in Savona.
Dal 2011 è ad Arenzano dove muore il 28 ottobre 2015 per
un infarto. Il suo corpo riposa nella cappella dei frati nel cimite-
ro di Arenzano.
Fu nell’anno scolastico 1968-69 che padre Guido Roa-
scio conobbe Vera al Deserto di Varazze, dove ella insegnava ai
bambini della scuola elementare presso l’eremo dei Carmelitani
Scalzi e padre Guido era giovane assistente dei ragazzi.
Fu durante i mesi di permanenza al Deserto che il Signore
per la prima volta nominò anche i carmelitani scalzi come de-
stinatari dell’Opera dei Tabernacoli Viventi, e indicò in padre
Guido Roascio colui che al momento doveva essere al corren-
te dell’Opera, meditare e custodire nel silenzio questo dono ri-
cevuto.
Nei diversi incontri annuali avuti a Savona con padre Gui-
do, ed organizzati dal Centro Studi, nella ricorrenza della na-
scita al Cielo di Vera, egli manifestò con simpatia e con un toc-
co di umorismo, insito nel suo carattere, come si fosse attenuto
a quanto il Signore gli aveva indicato soprattutto per quanto ri-
guardava il “tacere”. Conservava con molta cura e affetto il fo-
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11.10 Page 110

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glio originale che Vera gli aveva consegnato e dove aveva scrit-
to quanto Gesù le aveva dettato per lui e per i carmelitani scalzi.
Con gioia padre Guido donò al Centro Studi una fotocopia del
messaggio originale, che riportiamo integralmente:
Sv. 28.2.1969
Viva Gesù Eucaristia!
Scrivi, il mio Nome è Gesù!
… La mia Opera d’Amore dovrà poi essere estesa anche ai
“Carmelitani Scalzi” poiché Io, Gesù, sono venuto a donare il
mio Amore a tutti.
Con la sottomissione che tu devi al Sacerdote, ricevine con-
senso per parlare del “mio Dono Eucaristico” a Padre Guido.
Egli, per ora, deve ascoltare, meditare e conservare nel suo
cuore sacerdotale le mie Parole, parole di Gesù per i poveri-
ni.
Domani, quando ne sarai lontana… tutto servirà a glorifi-
carmi.
Essi devono essere partecipi di ME, per mezzo della MIA
OPERA D’AMORE al momento stabilito e voluto da Me.
Per ora è sufficiente che Uno, fra essi, sappia fino alla fine
e…taccia. Questa è la Volontà stabilita dal Padre Mio.
Dopo il consenso, l’obbedienza al Sacerdote, prepara Pa-
dre Guido e, alla fine, rendilo partecipe per mezzo di un datti-
loscritto.
In questi pochi mesi di permanenza al Deserto devi “dare
ME”, affidare ME…
Padre Guido conservava di Vera un ricordo molto vivo e in-
tenso, pur essendo stato il loro incontro breve, il tempo di un
anno scolastico; ma la presenza di Vera all’Eremo e la sua espe-
rienza mistica avevano lasciato nel giovane carmelitano un se-
gno che egli amava ricordare come un tocco di grazia e di santità
ricevute al Deserto di Varazze, che facevano bene alla sua anima
ogni volta che ricordava Vera.
110

12 Pages 111-120

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12.1 Page 111

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Un ricordo personale: sui passi di Vera e dei suoi alunni
con padre Guido Roascio19
Padre Guido Roascio non aveva dubbi sulla santità di Vera
e sperava e contava che un giorno si sarebbe potuta aprire la sua
Causa di beatificazione e canonizzazione.
Un giorno andammo insieme a Casanova di Varazze e ad
Alpicella, sulle tracce degli alunni di Vera. Non è stato difficile
in questi piccoli paesi dell’entroterra ligure scendere dalla mac-
china, chiedere della maestra Vera Grita e trovare subito chi ci
aiutasse a ricostruire la mappa degli alunni di Vera. Così è stato
a Casanova dove padre Guido ed io siamo stati accompagnati a
casa dell’ex alunno Piero Molinari, che, con la madre Ida, ci ha
accolti interrompendo i suoi lavori nei campi.
In entrambi era ancora vivo il ricordo di Vera, che con la sua
umanità semplice e accogliente sapeva “farsi dono” a scuola,
nell’incontro con le mamme dei bambini, con le colleghe.
La signora Ida conservava il rosario che Vera aveva regala-
to a Piero e che lei teneva con sé sul suo comodino e con il quale
ancora pregava. Alla nostra domanda su cosa l’avesse colpita di
più della maestra, la signora Ida rispose subito e senza esitazio-
ne: «la sua umiltà… ed i suoi occhi. Gli occhi avevano qualcosa
che ti diceva come andare avanti, che ti dava coraggio. Era mol-
to umile, ti faceva sentire bene quando eri lì a parlare. Non met-
teva soggezione, era semplice e sofferente, aveva molta fede. Io
la prego e la ricordo sempre».
Ad Alpicella, invece, dove Vera insegnò nell’anno scolasti-
co 1959-1960, fu il parroco, don Lorenzo Caviglia che incon-
trammo appena scesi dalla macchina, a parlarci di lei: anche lui
ricordava molto bene Vera, non aveva dimenticato la maestra so-
prattutto per un particolare che da bambino attirò la sua attenzio-
ne unita a stupore: durante la Via Crucis che tutti i bambini fa-
19 Testimonianza di Maria Rita Scrimieri tratta dal: Vera Grita, la “maestrina
di Savona”: testimonianze dal mondo della scuola. maGniFicat! Notiziario del Cen-
tro Studi Opera dei Tabernacoli Viventi, Anno 2, N.1 2002 p. 5.
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12.2 Page 112

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cevano con la maestra, Vera piangeva. «Allora mi stupì questo
fatto e mi sembrava persin esagerato… Dopo, più avanti, ho ca-
pito», ci confidò don Caviglia.
Il piccolo Lorenzo Caviglia, diventato sacerdote, fu quan-
to di meglio avessimo potuto incontrare come testimonianza per
concludere la nostra giornata sulle tracce degli alunni di Vera:
Vera amava molto i sacerdoti e per poterli misticamente accom-
pagnare nelle loro fatiche apostoliche Gesù le aveva donato un
amore di predilezione. Per loro accettava e offriva ogni sofferen-
za e disagio scolastico e Gesù la guidò e la condusse fino alla fe-
rita del costato, per unirla misticamente a Lui, Sacerdote Eterno,
nell’ultima immolazione, l’offerta della propria vita per la na-
scita e lo sviluppo dell’Opera e per il ritorno dei Sacerdoti che
avevano abbandonato il sacerdozio negli anni caldi della conte-
stazione. Ciò maturò durante la permanenza di Vera al Deserto
di Varazze, nell’ultimo anno della sua vita e di insegnamento.
Rientrando a Savona, ricordammo tutto questo con padre
Guido, che aveva conosciuto Vera proprio in questo ultimo suo
anno di vita e di insegnamento.
112

12.3 Page 113

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Quaderni di
Vera di Gesù
«Queste parole sono luce e,
perché mie, devono risplendere
e non rimarranno nascoste».
Gesù a Vera, Messaggio 6.3.1969
113

12.4 Page 114

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12.5 Page 115

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I LIBRETTO1
Inizio 19 settembre 1967
Termine 24 novembre 1967
Scritto per obbedienza a Gesù in padre Gabriello,
sacerdote salesiano
Per la maggior Gloria di Dio, Beatissima Trinità
“Sia fatta sempre la Tua santa e adorabile Volontà”
“O mio Gesù, venga il tuo Regno!”
1 «Primo Libretto»: termine usato da Vera per i quaderni impiegati per scrivere
i Messaggi. In totale i quaderni originali sono 13 e per gentile concessione della
Curia di Savona sono stati fotocopiati dal Centro Studi Opera dei Tabernacoli
Viventi ed ora integralmente pubblicati in questa nuova edizione.

12.6 Page 116

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19-9-1967 ore 11,05 (Davanti al Santissimo Sacramento)
G2.: «Il vino e l’acqua siamo noi: Io e te, tu ed Io. Siamo una
cosa sola. Io scavo in te, scavo, scavo per costruirmi un tempio:
lasciami lavorare, non pormi ostacoli. (L’anima invoca ora lo
Spirito Santo). G.: “...e la volontà del Padre mio è questa: che Io
rimanga in te, e tu in Me. Insieme porteremo gran frutto».
20-9-’67 ore 11,30
G.: «Portami con te, portami da Pina, da tutti. Andiamo “in-
sieme”, stiamo sempre insieme. Se sei in dubbio, rifai il segno
della Croce, e dì: “Gesù”».
22-9-’67 (in Chiesa)
G.: «Ti terrò all’ombra delle mie ali. Sei nel mondo, ma non
del mondo. Qui, nel Tabernacolo, voglio preghiere, voglio con-
solazioni da tutte le anime. Portami con te: nel tuo cuore».
22-9-’67 (ore 11, in casa)
Gesù: «Sono con te, figlia mia. Io non ti ho lasciata. Adesso
sarai tu a non lasciarmi, a non abbandonarmi nella mia solitudi-
ne: solitudine del Tabernacolo, solitudine di anime. Scrivi anco-
ra: voglio essere amato, voglio essere conosciuto da tutti. Voglio
dare, dare, darmi alle anime. Parla loro di Me; portami, dona-
mi alle anime. Figlioletta mia, come sei piccola, come sei nulla
senza di Me. Lasciami parlare, lasciami fare: voglio anime, ani-
me piccole, molto piccole, voglio conquistarle al mio Amore.
Sto cercandole nel mondo, sto radunandole sotto le mie ali. Vie-
ni con Me per il mondo».
2 Iniziale di Gesù.
116

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Anima:3 Signore, io voglio ubbidirti, io vengo, io corro da
Te, ma sai che non posso nulla senza di te: ordinami. Ti porgo
la mia mano, prendila nella tua, andiamo insieme dove vuoi Tu.
Spogliami di tutto perché non abbia che Te.
Gesù: «È tuo questo Nome, è tuo il mio Amore, tua la mia
Croce, le mie sofferenze, le mie Piaghe, il mio Sangue: prendi
le mie ricchezze, i miei Doni, sono per i peccatori, per le anime.
Nasconditi in queste ricchezze, in questi Doni, e offriti a Dio
Padre secondo i desideri del mio Cuore. Insieme andiamo per
il mondo a raccogliere anime. Ecco, tu sei in Me in ogni mia
Immolazione, su tutta la faccia della Terra. Io in te, e tu in Me,
come il vino si unisce all’acqua, come Io sono nel Padre, e il Pa-
dre è in Me, come lo Spirito Santo, Amore, risplende in Noi. Ti
faccio dono gratuito di Tutto. Sei contenta? È croce; è amore: è
la mia Croce, è il mio Amore. Vieni, seguimi! O figlia mia, ho
stabilito la mia dimora in te: voglio fare di te un tabernacolo vi-
vente per andare alle anime. Dammi tutto».
Anima: O Gesù mio, non ho niente da darti, non trovo nul-
la che i tuoi stessi Doni e te li offro, intendo offrirteli attraverso
il Cuore della tua e mia dolce Mamma insieme alla mia povera
volontà. O Gesù, fai Tu, distruggimi ma che non ti resista, rendi-
mi umile, prenditi tutto il mio cuore: che batta solo per te e possa
dirti in ogni battito che ti ama, che detesta il peccato. Vita mia,
ch’io non abbia altra Vita che la Tua, altro sospiro che il Tuo, al-
tro respiro che il Tuo.
Gesù: «Nel santo nome dell’obbedienza ascolta la mia
Voce: è Croce, è Amore. Il mio Amore e la mia Croce non ti ab-
bandoneranno mai, così sarà la MIA VOCE. Accettala per obbe-
dienza, per amore e in spirito di umiltà e di penitenza. Ecco, Io
sono in te in amore e dolore, dolore amore. Questa Voce, la mia
3 Anima: sta per Vera.
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Voce, sarà il fuoco che ti purificherà. Voglio che il MIO TEM-
PIO arda, arda, si consumi per Me. Ringraziami, figlia mia, che
l’amore del Padre mio è grande per te. Domani, alla Santa Mes-
sa, porterai i miei Doni, i Doni del Cuore della Madre mia, e li
unirai alle tue miserie, alle tue nullità, al tuo cuore troppo picco-
lo. Io prenderò tutto. Ricorda: il vino e l’acqua. In questo miste-
ro c’è l’unione, la donazione. Solo con Me l’offerta sale a Dio
Padre. O figlia mia, inabissati nel mio amore. Solo la mia gra-
zia ti sosterrà. Guardami nella Croce, amami nella Croce, fissa-
ti nella Croce: Io ti attiro a Me, Gesù. Fai tutto nel mio Nome e
per il mio amore. Quando la stanchezza ti schiaccia, invocami:
Io ti aiuterò!».
Anima: O Gesù mio, benedicimi!
22-9-’67 (ore 16)
Gesù: «Vi ho uniti in Me: p. Gab. (Gabriello)4 e d. B. (Boc-
chi)5 nel seno del Santo Padre, nelle sue sofferenze, nelle sue
Croci. Cercherò altre anime, vi radunerò sotto le mie ali, e vi
porrò ai piedi del Santo Padre. Voglio molte anime vittime: cer-
cale!».
L’Anima: Come posso fare, mio Gesù, a trovarle? Aiutami,
comandami perché voglio obbedirti.
Gesù: «Chiedile alla mia Mamma».
4 Don Gabriello Zucconi, Salesiano (Pistoia, 11 maggio 1905 – Roma, 5 feb-
braio 1980). Vera conobbe don Zucconi nel luglio 1967 durante gli Esercizi Spiri-
tuali predicati dal sacerdote salesiano. In quella occasione Vera chiese a don Zuc-
coni la sua direzione spirituale e decise anche di diventare Cooperatrice Salesiana.
5 Don Giovanni Bocchi, Salesiano (Pugliano, 8 marzo 1929 – La Spezia, 1°
maggio 2016), rettore della Basilica di Maria Ausiliatrice a Savona. Delegato dei Co-
operatori Salesiani, fu confessore di Vera. Con don Zucconi apparteneva all’Ispet-
toria Ligure Toscana, oggi Circoscrizione dell’Italia Centrale. Fondò in Camerun
l’Opera Salesiana, come gli aveva predetto il Signore nel Messaggio del 4.2.1968.
118

12.9 Page 119

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Anima: Ti obbedisco, Gesù, Ti offro il mio povero soffrire,
la mia volontà, tutto, tutto di me, accettami come sono!
Gesù: «Dammi di più».
Anima: Non trovo niente da darti, ma se Tu scorgi qualco-
sa, prendila è tua.
Gesù: «Ogni azione sia compiuta per obbedienza e per amo-
re; tu non devi appartenere a te stessa, ma a Me per mezzo del
prossimo. Non più desideri, affetti che non siano i Miei; devi
morire ora per ora alla vita terrena per avanzare in Me. Io, Gesù,
ti prometto di non abbandonarti mai».
4 ottobre, San Francesco6
Gesù: «Scrivi a Padre Gabriello. Io sono con lui, e lui è in
Me. Egli porta la fiaccola del mio Amore alle anime che lo at-
tendono. Io in lui mi dò alle anime, e lui in Me si dà al Padre
mio. Voglio che bruci di questo Amore divino. Egli è nel mio
Cuore come consolatore delle mie agonie, come fratello, amico.
Egli è lo Sposo che va incontro alla Sposa. In lui Io mi nascon-
do per cercare le mie pecore, per radunare il mio gregge. In lui
parlo, agisco, soffro e, soprattutto, amo. Vi ho radunati sotto le
mie ali (Padre Gabriello, te, povera creatura, Don Bocchi); al-
tre anime raccoglierò dai miei pascoli e ne farò una forza: la mia
Forza. Come soldati lotterete, soffrirete e da miei soldati cadre-
te sul campo, ma la vostra vittoria sarà scritta nei Cieli. Dì a P.
Gabriello che il suo Gesù tanto lo ama, e che non esiterebbe un
6 Nella Lettera del 5 ottobre 1967 a don Zucconi Vera scrive: «Ieri, giorno di
San Francesco avevo implorato Gesù perché si degnasse di dirmi quanto poteva ri-
guardarla e gli ho offerto, molte volte, l’umiltà del Santo per riparare la mia super-
bia. Sentivo che Egli era in me e, al mio rientro, ho cercato la solitudine della mia ca-
mera. Ancora ho invocato per lei e poi… ho scritto», in L. GRITA, Mia sorella Vera
di Gesù, op. cit., p. 69.
119

12.10 Page 120

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istante a ridonargli tutto il suo Sangue. Ecco, Io lo mando per il
mondo come un giorno andai Io per il mondo. Egli deve portare
Me, deve dare Me, perché egli, Padre Gabriello, è in Me. Rife-
risci quanto ti ho detto. Ecco, Io ora ti ho parlato affinché Io sia
esaudito. Non sono queste parole che gli recheranno gioia, ma
la Grazia che metto in queste parole, perché sono, saranno Me.
Tu, figlia mia, aspettami, verrò a te».
16 ottobre ’67
Gesù: «Dono di Dio, Dono d’amore. Il mio Amore non ha
confini, né barriere. Non sono le tue miserie ad impedire la mia
Grazia in te perché la mia Grazia è AMORE. Sono i tuoi dub-
bi, le tue incertezze, i limiti che tu poni all’abbandono in ME:
Gesù! Quanto sei fragile, figlia mia! Vieni a Me: Io sono la
FORZA, la tua forza. Pensa al Tabernacolo. Tu credi alla MIA
PRESENZA nel Tabernacolo. Credi a ME, il tuo Gesù non ti in-
ganna. Sono Io, Gesù! Parlerei a qualsiasi peccatore se avesse
fede in Me, se credesse in Me, nel mio Amore. Mi mostrerei a lui
come una volta, anche nella mia Santa Umanità, ma egli ancora
non crederebbe perché non ha Fede. Se la Fede è cresciuta in te,
sappi che è un mio Dono! Credi a Me che ti parlo e non chiederti
altro, non spiegarti il perché: così piacque al PADRE MIO, così
piace a Me. Tu ricevi in umiltà e gratitudine la mia Voce. Ritor-
na a Me, abbandonati al mio Amore. Senti la mia Croce, senti il
mio Giogo?! Lasciati penetrare da Me».
20 ottobre ’67 Venerdì
Gesù: «Io ti ho dato luce in abbondanza, cammina su quel-
la, non ti perderai: cerca Me, cerca Me solo. O figlia mia, figlia
della Croce, della mia Croce, ascoltami: il cammino è lungo e
breve, è lontano e vicino. Non pensare a nulla, non pensare ad
altri, pensa a Me. Staccati da te stessa, da ogni preoccupazione,
pensa a Me. Chiudi le finestre del mondo. Scrivi, figlia mia, per-
ché tu non dimentichi quanto Io ti amo. Non mi vedi ancora in
120

13 Pages 121-130

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13.1 Page 121

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te, non mi scorgi? Sono nella Croce, sono nel Dolore, sono nel
tuo nulla: un filo sospeso che io reggo con l’Amore. La mia Voce
non sale a te limpida perché poni il tuo orecchio ai tuoi affanni».
Anima: Aiutami, Gesù mio, aiutami!
Gesù: «Cerca Maria, cerca la mia dolce Madre, cerca il suo
Amore, cerca le sue braccia materne. Sì, ti peso, sono un peso,
ma non potrai farne a meno, e sarò allora il tuo Peso: Gesù! O
Vera, Vera, quanto mi ami per accettarmi così?! Sei lontana dal
vero AMORE. Eppure Io, Gesù, voglio questo Amore da te. Lo
voglio in ogni tuo respiro, nel giorno e nella notte, nel sereno e
nella tempesta. Vieni a Me, abbandonati a Me. Domani ti aiu-
terò a portare la Croce, ma dalla mia CROCE non ti devi stacca-
re perché per te è pane, luce, gioia, martirio. Dammi la tua com-
pagnia: sono solo, Io, Gesù! Proprio perché non sai darmi nulla,
voglio stare con te. Io ti darò TUTTO: ME. Porta i MIEI mes-
saggi, porta le MIE parole, esse arriveranno con la MIA GRA-
ZIA. Oggi è venerdì, e tu devi soffrire tanto per la Mia Voce.
Scrivi a Padre Gabriello. Domani alla stessa ora ti aspetto qui.
Devi morire a tutto per ascoltarmi. Non temere, non aver paura,
sono Gesù, Gesù, Gesù. Prega, figlia mia, prega perché io venga
in te, perché tu scompaia e io viva in te».
Anima: Non sono capace, Gesù, non sono capace: tutto mi
turba e ogni piccolo rumore è sufficiente per allontanarmi da Te.
Aiutami, aiutami. Tu sai come per Me è impossibile… Ma se è
la TUA VOLONTÁ io ti dico con la tua Mamma: FIAT. Da sola
no, non posso, non ci riesco…
Gesù: «Scrivi, sì, scrivi per obbedienza, per penitenza. O
anime sante in Me, venite al MIO CUORE, venite in questo
Cuore di Padre, di Sposo, di Amico, di Fratello, nel CUORE di
DIO. Anime mie, bagnate dalla rugiada della mia Grazia, purifi-
cate da una Fonte che sgorga senza posa dal mio Cuore. Anime
mie, anime di Gesù, anime follia del mio amore, venite a Me,
121

13.2 Page 122

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voglio darvi ancora molto, molto di più: io, Gesù, sempre con
voi, voi sempre con Me. Nulla separa il Padre dal Figlio, se non
l’esilio e la carne, nulla mi separa dall’anima perché io la im-
mergo in Me, incessantemente, nel mio amore. Copro miserie,
affanni, purifico, santifico, affinché l’anima rimanga in Me, ed
io in essa. No, nessun sollievo stasera per te, e quasi non ricono-
sci la mia Voce, eppure ho parlato a te, ed anche per te. Non te-
mere, hai fatto la mia volontà. Io rimango in te».
Anima: O Gesù, dammi il dolore dei peccati, un puro e san-
to AMORE, donami il dono dell’umiltà e dell’obbedienza. O
Gesù dammi “tutto” perché io non ho niente. Grazie.
21-10-’67
Gesù: «Domani P. Gabriello sarà in Comunione con Me,
io lo illuminerò su te, tu ricevi i Miei Ordini. Nel silenzio ti
parlerò, le voci del mondo non devono distoglierti da Me. Vo-
glio operare in te con la mia Grazia. Avvicinati a Me, sempre di
più a Me. Io so aspettare… l’ora della Grazia si avvicina… è
prossima. Attendila con umiltà. Prega, soffri, offri in comunio-
ne con Me, con le anime, con i Miei SACERDOTI. Soffri per la
mia Voce, soffri a scrivere, soffri. Non ti prometto consolazioni,
ma sofferenze. Tu scriverai solo per obbedienza.7 Nel tuo inti-
mo, Io, Gesù, ti sosterrò. Non sono venuto io nel mondo per gio-
ire, ma per soffrire, per fare la volontà del Padre mio. Non ritor-
no in “certe” anime che… per soffrire con Me, per fare, come
Me, la volontà del Padre Mio. Così io vado per il mondo… e
cerco anime. Andiamo, andiamo insieme, cerchiamo anime “in-
sieme”. Fammi posto, sgombra il tuo cuore di tutto: fammi veni-
7 «Tu scriverai solo per obbedienza…». Vera scrisse i Messaggi in obbedien-
za a don Zucconi, che la sostenne nel portare la croce dei dubbi, dell’incertezza, del
buio. Nella Lettera del 10.11.1967 a don Zucconi, Vera scrive: «…ancora altri Mes-
saggi anche se la mia povera anima è nel buio più profondo». In L. Grita, Mia sorel-
la Vera di Gesù, op. cit., p.73.
122

13.3 Page 123

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re in te. Dammi tutto, tutto perché tu non esista, non sia che per
Me. Io, il tuo Gesù, ti benedico. Ora va!».
Anima: Gloria a Dio!
29-10-1967 “Festa di Cristo Re”8
Dopo le invocazioni allo Spirito Santo, a Maria Ausiliatrice,
ad Alexandrina9 al mio Angelo Custode, ho letto questi brani del
Santo Vangelo, avendo aperto a caso il santo Libro: (S. Giov.)
«Non vi lascerò orfani, verrò a voi. Ancora un po’ e il mondo più
non mi vede. Ma voi mi vedete, perché io vivo, e voi pure vi-
vrete». Da un’immagine di Padre Pio di San Giovanni Rotondo,
che si trovava in quella pagina, è seguito un richiamo all’Angelo
Custode di Padre Pio per mezzo del mio Angelo Custode. Quin-
di, ancora ho chiesto una Parola di Gesù nel Santo Vangelo che
sostenesse la mia fragilità. Così ho letto: «Non temere, figlia di
Sion, ecco il tuo Re che viene sedendo sopra un puledro d’asi-
no» S. Gv. Dopo il santo Segno della Croce ed aver pronuncia-
to il Santissimo nome di Gesù, come dettomi da Padre Gabriello
ho detto: «Parla, o Signore, che la tua serva ti ascolta».
8 Festa di Cristo Re. Dalla Lettera di Vera a don Gabriello del 1° novembre
1967: «Nel giorno di Cristo Re, Gesù mi ha detto pressappoco così: “Vuoi accetta-
re la Mia triplice corona? È fatta di sofferenze, morali, spirituali e fisiche”. Sì l’ho
accettata, ma quanto sono debole e come subito si è profilata all’orizzonte un’altra
sofferenza! […]. Nel Messaggio del 7.11.1968 Gesù esplicita ulteriormente l’offer-
ta del capo per la corona di spine: «Questa offerta può essere emessa dalla “mia ani-
ma” in molte forme. Tu, ad esempio, china il tuo capo di fronte ad ogni dolore con
umiltà, offri la tua testa per una corona di spine, affinché rose di grazie fioriscano nei
pensieri degli uomini… Ho bisogno di capi che si sappiano umiliare e portare con
me, con il loro Re, la stessa corona che io portai per tutti gli uomini, che io, Gesù ho
portato per amore tuo affinché in te potesse dominare, liberamente voluto e amato
il mio Pensiero».
9 Alexandrina Maria da Costa (1904-1955), mistica portoghese, salesiana co-
operatrice beatificata da Giovanni Paolo II il 25 Aprile 2004. Don Bocchi aveva re-
galato a Vera il libro Tu sei amore che tutto vince, scritto dal salesiano don Umberto
Maria Pasquale, secondo direttore spirituale della beata Alexandrina.
123

13.4 Page 124

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E Gesù: «Voglio che tu, figlia mia, mi obbedisca, non vo-
glio interferenze, per ora. La mia Voce è un ordine, un comando,
è voce dell’anima, è Voce di Dio! A te arriva attraverso le tene-
bre del tuo essere, e cerco un cuore umile disposto ad ascoltarmi.
Vuoi ricevermi nell’Amore?! Io non mi impongo, ma voglio es-
sere cercato, ardentemente desiderato. Io sono Gesù, Gesù nella
Voce, Gesù nella Grazia Santa. Avvicinati a Me, non temere, ri-
cevi il calore del mio Cuore. Le “mie vie” sono infinite, impre-
vedibili, ed io non posso attuarle se non si ha fede in Me. Credi
in Nome mio, Gesù, credi in Nome della Santissima Trinità, in
Nome dello Spirito Santo, credi in Nome della Madre mia dol-
cissima, “Immacolata Concezione”. Padre Gabriello soffre, ha
bisogno di tanto amore, tanto Amore tutto mio, ed io, io Gesù,
lo donerò a lui in rapporto al tuo soffrire. Voglio che accetti i
“Miei” dolori, e di questi ti lasci penetrare. Verranno a te come
la rugiada sui fiori, come l’aurora che precede il mattino, come
la “morte” che precede la vera Vita. E Vita voglio donare, Vita,
Vita, Vita, tutta la mia Vita. Voglio passare, attraverso le anime
umili e disposte, ad altre anime ancora insensibili ai Miei richia-
mi. Queste anime devono purificarsi per accogliere Me, devo-
no offrire se stesse in Me al Padre mio Celeste, perché io viva in
loro. Ritornerò alle anime, cercherò ancora le anime così. O fi-
glia mia diletta, cosa mi puoi dare tu? Dammi il tuo cuore! Padre
Gabriello è là, nell’attesa di Me, delle Mie Parole. Io lo condur-
rò al Sacro Monte e gli narrerò le mie Bellezze: Luce d’Amo-
re, Luce che arde e infiamma, Luce per la sua anima, Luce per
le altre anime: Luce mia, Luce di Dio! Un Fuoco ardente vi pe-
netrerà, io penetrerò attraverso voi nelle anime, io raggiungerò
le anime, io ritornerò a voi, io ritornerò fra voi e vi unirò da un
capo all’altro del mondo, e sarete la Mia LEGA, il Mio ESER-
CITO. Padre Gabriello avrà afflizioni e dispiaceri, avrà pene e
prove, ma egli avrà in compenso solo e tutto Me. Io lo amo, oh
quanto lo amo! E amore gli chiedo, “puro e santo”, amore, tan-
to amore per Me, per le mie Cose, per le mie Anime. Il suo Gesù
lo onora del suo Sacerdozio, lo investe del suo MINISTERO.
Ecco che io sono in lui, ma lui deve diventare come Me. Voglio
124

13.5 Page 125

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servirmi di lui, del mio Sacerdozio in lui, perché “devo lavora-
re” per il mio Regno, per le Mie Anime. Egli sia nelle mie Mani
un giunco pieghevole, facile a piegarsi ai miei voleri ma non al
mondo. Io farò presto dimora stabile in lui. Egli avvertirà la mia
Forza, e lo Spirito Santo gli parlerà con lingua non umana. Sia
docile sotto la Mano di Dio, e confidi in Me: Gesù, Sacerdote
Eterno. A te, povera figlia della Croce, sia il mio ritorno segna-
to dalle ferite del mio Cuore ferito e sanguinante. Gesù nella sua
gloria ti benedice!».
10-11-1967 Venerdì
Gesù: «Scrivi: Io sono il tuo Gesù. Sì, scrivi ancora per te,
per gli altri, per tutti. Anime mie, anime sante, anime benedette
del Padre mio, dove andate? Il mio Amore vi raggiunge, vi in-
segue. Fermatevi, ascoltate la mia Voce: sono Gesù, sono il vo-
stro Gesù! Apro le mie braccia, le stendo sulla Croce, le allargo
su tutta l’umanità, e vi raccolgo, vi porto al Mio Cuore e vi uni-
sco a Me. Quanto dolore e quanto amore in questo abbraccio!
Chi mi dà tanto dolore? Chi mi dà tanto amore? E il mio Cuore
sanguina, geme, soffre e gioisce, e non cessa di ricevervi, di ac-
cogliervi. Chi condurrà le anime al mio Cuore? Chi le introdur-
rà nella Piaga del Costato? Il Sacerdote sofferente in Me. Da lui
accetto ogni sorta di anima, da lui permetto che la mia Piaga si
riapra soffrendo, morendo in Me. Quando egli sarà tutto Me, io
lo riceverò nel mio Costato con le “sue” anime, attraverserà il
mio Petto e subito il mio Cuore le accoglierà. Chi mi potrà più
separare da lui, dalle “nostre” anime? Anche tu insegna la “via”
dell’amore a tutti: grandi e piccoli, buoni e meno buoni. Gesù
Sofferente ti chiama al suo martirio: sii forte. Scriverai cose più
grandi di queste, e tu soffrirai, soffrirai in Nome mio, nel Nome
del tuo Gesù; ti riterrai pazza e ancora di più… La mia Grazia
non ti abbandonerà e sarà con te. Confida, figlia mia, nell’Amore
del tuo Gesù. Apri le braccia anche tu, stendile sulla Croce insie-
me a Me, e impara ad abbracciare tutta l’umanità con Me. Non
ti prometto aiuti, se non quelli necessari, ma un Padre sempre
125

13.6 Page 126

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ti capirà, perché qualcuno sempre ti parlerà a mio Nome. Padre
Gabriello riceverà “queste parole” a mio Nome; egli vedrà Me,
perché in queste parole io, il suo Gesù, gli parlerò. La Mia Gra-
zia lo raggiungerà con questi messaggi ed egli vi leggerà come
nel Mio Cuore. Non sarai tu a “dare” le mie Parole, ma ci sarà
chi te le chiederà: allora ubbidisci. Davanti al Santissimo Sacra-
mento donami il tuo cuore sempre, e lascialo nel calore del Mio
Cuore. Sì ritornerò a te con l’acqua della sofferenza, col Sangue
del Mio Sacrificio, con i frutti della “Mia Grazia”. Dammi tutto,
tutto, tutto perché io, Gesù, tutto ho donato e dono a te. Amen».
12-11-’67
Gesù: «Scrivi, figlia mia, un messaggio d’Amore, di Luce e
d’Amore. Io, Gesù Cristo, Figlio Incarnato di Dio, amo le “mie”
anime di un amore particolare. Per loro do in sovrabbondanza
“le mie grazie”. Essi non sono i miei servi, ma i “miei amici”.
In loro abito con la mia Grazia, e la Grazia sono io, sono Gesù.
Ecco: la mia “Lega” aumenta, il “mio piccolo esercito” sta avan-
zando e avanza con Me e per Me. Noi andiamo insieme, voi ve-
nite con Me e siete in Me. Abbandonate i richiami del mondo,
deponeteli davanti al Mio Altare. Voi che siete ancora nel mon-
do, non siate mai del mondo. Per questo vivete ancora nel mon-
do: perché siate per Me, perché veniate a Me: Gesù! L’anima tua
è ora immersa in Me, ma tosto le tenebre la ricopriranno col loro
grigiore. Guardami allora, guardami di più e fissami nella Croce.
Scrivi, figlia mia, scrivi ancora per te e per tutti. In Maria, mia
Madre, si confidi il tuo cuore. Narrale le gioie e i dolori, le mi-
serie e le schiavitù, solleva le tue mani a Lei, affinché non operi-
no che con Lei, la tua mente a Lei, affinché tu non pensi che con
Lei e come Lei; la tua anima a Lei perché appartenendo a Lei,
sia di Lei, immersa in Lei. Infine, il tuo cuore. Offrimi te stessa,
tutto di te e il tuo cuore, nel Cuore della Madre mia, Maria Im-
macolata. Figlia mia, fammi allora soffrire in te, fammi ritorna-
re fra le anime, fammi trattare con le anime. Vuoi tu? Chinati…
e ricevi la mia Croce! Il tuo Gesù».
126

13.7 Page 127

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Anima: O Gesù, Vita dell’anima mia, tutto accetto in Maria
Santissima e poiché sono un nulla e malvagia, mi nascondo nel
Cuore Immacolato di Maria. Grazie, o mio buon Gesù.
12-11-1967
Gesù: «Ti attiro a Me, non vedi?! Senti l’immensità del
Mio Amore? Ti accolgo nella Mia CASA,10 sotto il mio stesso
TETTO. Ti allontano dal mondo, sei sotto le Mie Ali, e la Mia
Ombra ti protegge. Qui con Me, devi imparare a soffrire e ad
amare come voglio io; a cercarmi, a parlarmi, a dirmi tutto. io
sono qui, con te. Sono nella Cappella, sono qui mentre scrivi,
sono nella tua povera anima. Sono Mie le tue lacrime, io te le
ho donate! Sono lacrime d’amore, di dolore, sono lacrime che
sgorgano da Me, dal Mio Amore. Qui, in questa Casa, ti si vuol
bene, ed io ti ho messa vicina alle “mie anime”. Insieme servi-
te alla mia Gloria. Sì, sei nel mondo ma non più per il mondo, e
a questo, sempre ti sottrarrò. Voglio costruirmi un Tempio d’a-
more, e ho scelto te perché sei “niente” troppo niente. Ti voglio
umile, umilissima. Questa virtù, cara al Mio Cuore, l’otterrai
dalla Madre mia, ma tu non cessare di invocargliela. Ti voglio
al “servizio di tutti”, pronta ad ubbidire a tutti, servire tutti, per-
ché così servirai Me. Ti voglio “misericordiosa e prudente” con
tutti. Ti voglio “buona e generosa”. Ti voglio martire del Mio
Amore, della mia Gloria. Ti voglio “martire” di Me. Il mio San-
gue ti purificherà, e nel tuo martirio, il Sangue versato sarà an-
cora e sempre il Mio. Allora ti consumerai per Me, e in Me, il
10 Si tratta dell’Istituto delle Suore Canossiane di Casanova di Varazze dove
Vera si era trasferita nei primi giorni di novembre: «Io gli [a Gesù] ho chiesto per me
un posticino tranquillo per attendere con serenità al mio lavoro che è il “Suo lavo-
ro” ed alla scuola. Il giorno 17 ottobre ho trovato una cameretta presso le suore Ca-
nossiane di Varazze. Nell’Istituto c’è la Cappella dell’Addolorata e si celebra la S.
Messa tutti i giorni alle ore 16. Viaggiare mi stanca troppo e ai primi di novembre mi
stabilirò da queste suore, ritornando in famiglia al sabato e qualche giorno della set-
timana per seguire mio nipotino a scuola». Lettera del 1° novembre 1967 a don Zuc-
coni, in L.Grita Mia sorella Vera di Gesù, op. cit., p. 71.
127

13.8 Page 128

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Sacrificio sarà offerto al Padre mio e consumato. Non temere,
hai e avrai sempre Me».
Varazze 16.11.67
Gesù: «Ora, figlia mia, ascoltami: è volere del Padre Mio
che tu stia raccolta, umile in attesa di Me. Ti chiamo a compie-
re una missione. Non temere, hai la mia Forza. Ti condurrò per
sentieri aspri e tortuosi, ma alla fine mi riconoscerai perché sarò
LÀ ad attenderti. Sì, è Gesù dei Tabernacoli che parla, che chia-
ma: “Io sono”. Nulla devi fare, per ora, che attendermi. Io pre-
paro le “mie vie”, per le quali tu e molte altre anime si incam-
mineranno. Ti voglio per ME SOLO, ti sottraggo al mondo, agli
affetti. Metti “tutto e tutti” nelle Mie Mani di Padre, i tuoi fami-
liari ed io penserò a loro, ma tu pensa solo e sempre a Me. Do-
vrai “partire” da questo mondo, lasciarlo per Me, distaccarti per
Me. Una Sposa non è dello Sposo se con Esso non è crocifissa.
Ti attiro alla follia della Croce. Vedi, ti faccio “dono” delle mie
ricchezze, delle mie passioni: passione d’Amore, di Dolore; sa-
crificio, offerta, immolazione nel mio Sangue. Povera figlia mia,
nulla vedi ancora di tutto questo! Io, Gesù, Via, Verità, Vita ti
annuncerò a suo tempo tante cose. Rimani nell’umiltà, nel mio
Amore, nella mia Grazia. Col perdono delle tue colpe, io ti ho
redenta, nel lavacro del Mio Sangue, ti ho purificata ieri, oggi,
sempre. Tu hai bisogno tutti i giorni di questo battesimo di San-
gue e solo nel Mio SANGUE ciò avviene. Preparati, figlia mia,
presto verrò a te. Piacque così al Padre mio, piace ancora servirsi
delle creature più povere e spregevoli, ma riscattate dal mio San-
gue, per i suoi voleri. Sei troppo “nulla” e per questo temi. Ti ho
detto che ti parlo nel Cuore della Madre mia, e attraverso quel-
la spada che trapassa il suo Cuore di Madre, la mia Voce giun-
ge a Te. Da “Lei” ascoltami. Ora prega, prega il Padre mio che si
compiaccia di esaudire le vostre preghiere. Quando arriveranno
al Trono del Padre mio, dovranno avere il profumo dell’incenso.
Chiedi a Me l’incenso nelle tue preghiere e poi uniscile a quelle
della Chiesa, del Papa; portale a P. Gabriello perché egli le offra
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13.9 Page 129

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a Me. Chiedi il Mio Regno, la mia Volontà, il mio Amore, la mia
Grazia, la mia Benedizione su tutta l’umanità. Verso sera scendo
nel mondo, fra le anime e le guardo, le cerco… Sì, scendo con la
Mia Grazia nelle anime che mi hanno servito, infondo pace e se-
renità nei loro cuori: sono il “mio tesoro” sulla terra. P. Gabriello
parlerà alle anime per bocca Mia, e la Mia Voce passerà nei cuo-
ri. Per questo il tuo cuore deve soffrire, deve sanguinare. Man-
dalo a Padre Gabriello perché egli Me lo offra nel Cuore della
Madre Mia Addolorata. Scrivi questo perché egli sappia i miei
Desideri. Ad altre anime dirò il mio Amore, di loro mi servirò
per abbracciare tutti. Concludi con questa mia particolare Bene-
dizione: Vi voglio tutti, vi voglio salvi, vi voglio nel Mio Regno.
Sì, figlia mia, sono il tuo amato Gesù, sì, sì, sì, sono Io: Gesù».
20.11.’67
Gesù all’anima: «Rimani in Me, fissa in Me, una sola cosa,
una sola Anima e vivi di Me. Ora io ti dico: l’anima che si lascia
prendere da Me soltanto, non è della terra, ma dei Cieli perché è
immersa in Me. Poi la lascio sola, la faccio camminare sola per-
ché comprenda che Amore, Santità, Umiltà, Grazia, vengono da
Me. No, non ti lascio cadere perché la Madre mia ti sostiene ma
tu devi sempre sperimentare le tue miserie per amore mio e per
il bene tuo. Resta in Me e in attesa di Me. Presto ritornerò a par-
larti, prepara il tuo cuore. Gesù, tua Vita».
21-11-’67 “Con Maria Ausiliatrice”
Gesù all’anima: «Non mi trovi, non mi senti, sperimenti
la tua nullità, i tuoi limiti, la tua incapacità a tutto. Seguimi nel
buio, nelle ombre perché conosci la “via”. Ti lascio per un po’.
Non temere, non sei sola: c’è chi ti guida. Obbedisci, obbedisci a
tutti, e così obbedirai a Me. Lascia fare al mio Amore e aumenta
la tua fede, la tua speranza. Ti darò una ricompensa: il mio
Amore! Hai bisogno di Me, del mio Amore in te per amarmi
dell’amore mio stesso, per amarmi negli altri, nelle anime; per
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13.10 Page 130

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amarmi nel Creato, per cercarmi quale Creatore, per innalzare al
Cielo le tue lodi, per adorare in spirito puro Dio, Padre tuo, Pa-
dre mio, Padre nostro. Soffri nel silenzio, nell’abbandono; of-
fri in Maria Santissima, Madre mia, Madre tua, Madre nostra.
Scrivi come ordine mio; se dubiti… sappi soffrire con umiltà,
se temi sappi confidare in “Chi” ti guida e ti ama; se ti smarri-
sci cerca Lei e cerca Me: il tuo Gesù. Rimani unita a Me. Vuoi il
mio Amore? Vuoi che io cresca in te? Sappimi attendere nel do-
lore umile e nascosto, nell’abbandono di te alla Madre Mia; sap-
pimi ringraziare e benedire nelle tribolazioni, nelle croci, perché
sono io che te le mando».
Gesù all’anima: (Dopo aver raccomandato a Gesù, secon-
do i desideri di Maria Ausiliatrice, don B. (Bocchi) e Padre G.
(Gabriello) Gesù dice: «Io farò di loro due grandi Sacerdoti.
Consolami, figlia mia, per quanto essi ed altri come loro soffro-
no a causa mia. C’è chi Mi offende in loro, c’è chi Mi perseguita
nei buoni, nei giusti. Ripara, offriti per Me, per i Miei Sacerdoti,
perché essi sono altri Me Stesso».
O Gesù, tu li aiuterai nelle loro croci, vero? E tu, mio Gesù,
li amerai tanto, tanto, vero? Ma insisto: di più, assai, assai di più
amerai don Bocchi e Padre Gariello.
Gesù: «Ricevi, ricevi la Mia Grazia, figlia mia, non ti limi-
tare nell’Amore. Chiedimi tanto Amore, e, come hai detto, “as-
sai, assai di più”, non solo per loro due, ma, allo stesso modo,
per gli altri. Un Padre non ama un figlio meno dell’altro. Verrà
tempo in cui MI CHIEDERAI “anime sacerdotali” staccate da
Me.11 Come la mia Grazia cresce in te, così quel “seme” di Amo-
11 «Mi chiederai “anime sacerdotali” staccate da Me». Riferimento ai Sacer-
doti che in grande numero abbandonarono il sacerdozio negli anni immediatamen-
te successivi al Concilio, e all’offerta di Vera come anima vittima per il loro ritorno.
Ciò avvenne un anno dopo circa, durante la permanenza di Vera al Deserto di Varaz-
ze presso l’Eremo dei Carmelitani Scalzi. Ai piedi del Crocifisso miracoloso custo-
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14 Pages 131-140

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14.1 Page 131

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re e di Dolore è già in te. Deve macerare perché cresca nel ter-
reno del tuo cuore questa pianta. Allora, solo allora per Dono di
amore, sarai Vittima in Me, MARTIRE del mio Amore di Sacer-
dote, povera di tutto e ricca solo di Me. Ti ho dato una Mamma
per il tuo esilio, per la tua anima, per tutto questo: non ti stacca-
re mai da Lei, nel suo Cuore ti incontrerò! Ora sai che sono in te,
che parlo alla tua anima; sai che Gesù emerge dall’intimo e par-
la agli umili e parla a te perché è la Mia Mamma che ti fa dono
della sua umiltà, della sua docilità. Abbi fede, sono il tuo Gesù».
24-11-’67 ore 17,20
Gesù all’anima: «È il venerdì. La Mia Passione si riflette
su di te. Il mio Cuore geme in te, io soffro ancora in te. Soffe-
renze diverse, sofferenze disuguali, che io unifico e trasformo
in Me. Opera d’Amore, opera di Grazia. Lavoro meraviglio-
so che mente umana può appena intuire, ma l’anima che di Me
già vive, sa, conosce questo mistero di fede, di purificazione,
di “entità” di dolore. “Sposa crocifissa” in Me. Questa è la mia
“Via” per te, questa è la “nostra meta”, questa è la “nostra Unio-
ne”. Non vedere nei dolori che Me, non lavorare che per Me,
non pensare che a Me, amare in tutti Me, annullarti per Me, per-
ché tu incontri sempre Me. Sono più per te, come vedi, che per
le mie Spose (le Suore), poiché le anime piccole come la tua,
hanno più bisogno di Me. Con te io vado per il mondo, io lavoro
in te per avvicinare le altre anime, io sto preparandomi una stra-
da particolare per la quale parlerò, avvicinerò e… amerò sensi-
dito nell’Eremo, Gesù le dettò: «Ora vai ai miei piedi. Devi portarmi le anime mie.
Sono i Sacerdoti che mi hanno abbandonato. A loro manca la conoscenza del divino
amore, e cioè di Me. La purezza dello spirito dà la mia conoscenza, ma essi non ve-
dono, figlia mia, l’inganno e l’errore proprio per questo motivo. I miei sacerdoti se-
parati hanno riaperto tutte le mie Piaghe, ed Io, Gesù cerco e desidero anime picco-
le, umili e generose, che si offrono in Me per il ritorno al mio Amore sacerdotale di
queste anime mie da Me sempre molto amate e attese ardentemente» (Dal Messag-
gio del 5.10.1968).
131

14.2 Page 132

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bilmente le anime. Per “questo lavoro” tu devi affidarti alla mia
Mamma, in particolare, all’Addolorata. Voglio che “tu sia l’u-
mile schiava di Maria Santissima”. A Lei ti affido, e tu con te-
nerezza di figlia abbandonati a Lei. Sì, figlia mia, tutto sia per il
mio Regno d’Amore. E tu ripeti sempre con Me: FIAT. SONO
IO, GESÙ».
132

14.3 Page 133

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II LIBRETTO
“Adveniat Regnum tuum”
FIAT VOLUNTAS TUA
Al mio Gesù “tutto”, a me niente

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29-11-1967 “Per Maria, con Maria, in Maria, da Maria… scrivo.
O Regina e Madre mia, io sono tua e tutto quello che ho è tuo”!
La tua indegnissima schiava d’amore Vera.
29-11-1967
Gesù all’anima: «Il mio colloquio con te è una preparazio-
ne della tua anima per ricevermi ed ascoltarmi. Ora sei in Me.
L’atto di fede e di abbandono in Me, mi conquista. Di’ al buon
Padre Gabriello che la “Lega delle mie anime” è pronta. Si trat-
ta di radunarla. Avverrà ai piedi del Santo Padre, a Roma. Tu
non ci sarai, ma io, Gesù, sarò con loro con le mie anime, una
cosa sola, una sola anima. Tu sei una mano che scrive, un povero
strumento che serve a darmi gloria. Staccati da te, e dammi tut-
to di te. Non importa, per ora che tu capisca tutte le mie parole.
Importante è che tu obbedisca a me, alla mia Voce. Ti dono l’a-
ridità perché tu non ti insuperbisca, ma, al tempo stesso ti dono
la mia Mamma. Non ci sono consolazioni per te se non la mia
Grazia. Io verrò a te in molti sembianti, ma la Santissima Ver-
gine ti aiuterà a riconoscermi. Tutto servirà per la mia Gloria,
per le mie anime. Padre Gabriello non tema: io, il suo Gesù, lo
ispirerò, lo guiderò. Se tu non soffrissi nello scrivere queste pa-
role, non avresti merito. Io sono Gesù! Vorrei trovarti disposta
ad accogliermi con più frequenza. Rimani raccolta in Me, e fai
ogni sforzo per non disperdere lo spirito interiore che io, Gesù,
ti dono. Presto ti darò un conforto, un fugace conforto perché la
tua fede cresca, perché la tua povera anima si apra al mio Amo-
re, alla mia Grazia, e si disponga a ricevere Me. Bisogna soffri-
re, bisogna soffrire molto perché i miei pensieri vengano comu-
nicati ad altri, perché Padre Gabriello li conosca. Io ti vedo tanto
poca cosa, ma a tutto quello che manca a te, supplisco io, Gesù.
Disponiti al raccoglimento, coltiva lo spirito interiore, io ti aiu-
terò. La mia Benedizione sia il pegno del mio amore per te. Sì,
la consolazione, benché fugace, te la donerò con la mia Presen-
za Eucaristica. Sì, dammi, dammi gloria! Sono io, sono Gesù».
Gloria tibi Domine.
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14.5 Page 135

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30-11-1967 S. Andrea, prega per noi!
Gesù all’anima: «Sono in te nella pena, sono nella tua an-
goscia, sono nella tua aridità, nel tuo dubbio. Sono, sono, sono
e so… So la tua pochezza, la tua nullità, so il tuo smarrimento.
So che mi ami, ma so che hai tanta paura. Io, il tuo Gesù, non
basto a difenderti?! O Vera, figlia mia, se conoscessi il mio gri-
do di amore e di dolore che dalla Croce rivolgo alle anime tutte,
come non temeresti di lottare per Me! Mi serve la tua pochez-
za, la tua nullità, i tuoi limiti in un cuore umile e devoto. È ope-
ra del mio Amore trarre dal nulla tutte le cose, e creare, forma-
re opere belle che diano gloria a Dio. Sono il divino Riparatore
che non cessa di rinnovare le anime per farne cose sue da uni-
re a Lui, da offrire al Padre celeste per le anime stesse. Accosta-
ti alla mia Sorgente e bevi l’acqua purificatrice, perché in questa
ti rinnovi. Io, Gesù, voglio anime umili che vivano nel mondo,
che, passate per il mondo, siano convertite a Me dalla mia Gra-
zia. Siano persone di ceto sociale umile o alto, non importa, io
guardo l’interiore, il cuore. Queste anime, perché provate dal-
la vita o dai loro stessi errori da Me perdonati e dimenticati, sa-
pranno per amore mio avvicinare altre anime da Me distolte e
lontane, sapranno comprendere, amare, aiutare, compatire. Vo-
glio anime che riproducano il mio atteggiamento di fronte all’a-
dultera. Nessuna delle anime da Me lontane mi accoglie spon-
taneamente perché non mi cerca, perché mi ha escluso dalla sua
vita. Io sono Padre e amo, amo tutte le mie creature; io voglio ri-
tornare in questa terra in cerca delle anime che non cercano, non
pensano al mio Ovile. Io voglio cercare loro attraverso le “ani-
me mie”, piccole, nascoste, insignificanti per il mondo. Esse de-
vono avere ME. Adesso indico la mia via. Per Maria, Madre mia
e loro, esse si abbandonino nelle braccia materne e imparino con
docilità la “schiavitù d’Amore” di questa dolcissima Madre. Si
lascino lavorare da Lei, si lascino formare da questa mirabile
Maestra di anime. Essa preparerà i suoi figli per Me, perché sia-
no penetrati sempre più dalla mia Grazia, dal mio Amore affin-
ché, come ha detto il mio Apostolo Paolo, non saranno più loro
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14.6 Page 136

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a vivere, ma io, il Cristo, in loro. Ecco, ritorno nel mondo, ri-
torno fra le anime, per parlare loro, per avvicinarle, per trattar-
le direttamente, finché il “velo cadrà” ed esse riconosceranno in
ogni fratello Me. Tutto questo si compie con la carità, con l’eroi-
smo, col martirio. Seguitemi, anime care e redente dal mio mar-
tirio; ricordate il Sangue che vi ho donato, il martirio che è sce-
so in voi quale secondo battesimo: il mio Sangue! Non chiudete
i vostri cuori all’egoismo, non pensate solo alle vostre anime,
ma guardate alle anime dei vostri fratelli. Fatemi ritornare nel
mondo, fra voi, in voi. Vi do il mio aiuto, il mio Amore in som-
mo grado perché il vostro cuore arda di carità. Vi do, anima per
anima, la mia Mamma tenerissima, particolare, unica. O anime
che mi ascoltate, spalancate la vostra anima alla mia Grazia, al
mio ritorno nel mondo, per nascondermi in voi, per confondermi
nell’Umanità. Vieni, anima mia, il tuo Sposo ti aspetta!».
L’anima: Gloria a Dio nel più alto dei Cieli e pace agli uo-
mini di buona volontà.
30-11-1967 ore 21,30
Gesù all’anima: «Tutte le anime sono chiamate a quest’O-
pera d’Amore ma, in particolare, quelle che hanno ricevuto il
dono della fede in grado maggiore. Sono quelle che sarebbero
perite senza il mio diretto intervento, ed io le ho tratte dalla rovi-
na per la mia Misericordia. Esse sono più grate a Me ora, più fe-
deli di molte anime che mi hanno seguito e, soprattutto, sono più
innamorate del mio Amore. Sono chiamate a quest’Opera tutte
le anime che anelano morire a se stesse per essere trasformate in
Me: Gesù in voi, ed io, attraverso voi, ad altre anime. Il Vange-
lo indicherà ad ogni anima il suo atteggiamento di fronte ad un
fratello peccatore. L’anima che assume Me deve annullarsi, con-
scia dei suoi limiti, delle sue miserie. Deve spogliarsi di sé, di
tutto ciò che costituisce ostacolo alla mia dimora nella sua ani-
ma. Essa non deve perdere i contatti con il mondo e la società,
ma pur vivendo in questa, deve trattare, parlare, amare, anima-
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14.7 Page 137

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ta da uno spirito interiore che rifletta il mio Spirito. Non cerchi
l’incredulo, il presuntuoso, con fare pesante e ostinato. A volte
basterà che questi si senta amato da “una” di queste anime, per-
ché la mia Grazia compia i suoi effetti. Come l’anima chiamata
a quest’Opera avrà amato? In misura che essa avrà fatto posto al
mio Amore in sé, avrà lasciato ch’io abbia preso dimora nel suo
cuore, nel suo animo. Questa che ho indicato è una Via misterio-
sa, un filo sottile che unirà Me all’anima chiamata alla “Lega”.
Sì, “Lega di Carità”, e “Via d’Amore”. I Padri Salesiani avran-
no modo di diffondere fra le anime questa “Via d’Amore” per
prepararle alla mia Lega. Sono essi i primi “Chiamati” a rivivere
Me, e per il mio stesso Sacerdozio e per lo spirito del Fondato-
re di cui è pervaso il loro apostolato. Tu sarai sempre una pove-
ra creatura salvata dal mio Amore, dalla mia Misericordia. Non
temere, hai la mia Grazia. Gesù, Via, Verità, Vita».
2-12-1967 Primo sabato. “O Maria concepita senza peccato
pregate per noi, che ricorriamo a voi!”
Gesù all’anima: «Se tu ti disponi al raccoglimento, io ven-
go. Credi, figlia mia, credi, credi a Me. Ora scrivi, scrivi per Me,
scrivi per le anime. Se un’anima ascolta la “mia Voce”, è già
mia delizia parlarle, è già consolazione per il mio Cuore. Chi
mi ascolta, chi mi segue? Se cerco consolazioni fra gli uomini,
è perché mentre cerco, io do. Il mio Amore è senza misura, sen-
za uguale. Se l’anima libera dai richiami del mondo, si lascias-
se penetrare dallo splendore della mia Grazia! Quanto sarebbe
luminosa e felice e santa anche quaggiù. Non te ne andare, resi-
sti alla tentazione e ascolta Me. No, non è una consolazione per
te la mia Voce. Ti dissi che era “croce” e sempre più sarà croce:
la mia Croce. È questa una Croce nuova per te, diversa ma tan-
to salutare alla tua anima perché mi darà Gloria. Sì, mi hai vi-
sto, mi hai visto con gli occhi dell’anima… Adesso sai che ero
io perché io stesso vengo, ritorno per dissipare i dubbi. Nella
“Via Crucis” di ieri mi hai riconosciuto… Guarda la mia Tunica,
guarda la mia veste, dovrà diventarti familiare e cara, preziosa,
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amata, desiderata, perché io ti vestirò del mio stesso vestito. Ti
darò un peso enorme ma santo: la mia Tunica intrisa di Sangue.
Non temere, figlia mia, perché io, Gesù, non ti abbandonerò e ti
darò la forza che a te manca, ti sosterrò con le mie consolazioni,
ti purificherò con le aridità. Ma tutto, tutto accetta da Me, per-
ché tu devi vedermi e riconoscermi nei giorni di tua vita, come
se io ti fossi sensibilmente presente. Ora vai, e poi medita le mie
Parole, stringile al cuore perché sono mie, di Me, del tuo Gesù.
Metterò la Grazia in queste parole, anche per te perché diventi-
no il cibo della tua anima. Stringimi al tuo cuore perché cerco,
desidero tanto amore: amore di anime, amore di uomini. Ripo-
sa in me, figlia benedetta della mia Croce, e trova in Me ciò che
cerchi: il mio amore, la mia pace. Sono Gesù, e Gesù è per tutti,
ma molto per te, Via, Verità, Vita».
Savona 20-12-1967
Gesù all’anima: «Chi teme non ascolta, chi crede aderisce
a Me. Non ti ho dato rose e consolazioni, ti ho dato le spine, le
incertezze, le tenebre. Io non ti ho lasciata, né abbandonata, ma
le tue miserie ti sommergono. Io ti stendo la mia mano per sol-
levarti, attrarti a Me. Ritorni la mia Luce in te! Come l’auro-
ra, come il giorno, la mia Luce avanza, ma… ritornerà presto la
sera. Aspettami in ogni ora del giorno e della notte, perché sem-
pre io sono: Gesù!»
Savona 21-12-1967
Gesù all’anima (mentre scrivevo a P. Gabriello): «Tu non
devi avvertire, devi obbedire. Tu devi portarmi alle anime. Se
tu hai dimenticato il compito che ti ho affidato, sappi che prov-
vedo io con la Grazia. Scriverai a tratti la pratica della “mia via
d’Amore”, e i lumi che ti darò vengono e verranno solo da Me.
Io ho gettato i “semi” in te, ed ora devono affondare nel terreno
dell’anima tua, marcire e mettere le radici. A poco a poco, capi-
rai. Se ho scelto te? Perché tu rappresenti l’umanità fragile, po-
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vera di virtù, tribolata, sofferente; la misera umanità che ane-
la a Dio, ma non potrebbe mai sollevarsi senza di Me, senza la
mia Mamma. Io trarrò motivo per la mia Gloria. Gli sfiduciati
potranno avvicinarsi a Me. Tutte le anime, e ogni anima che mi
riceve sotto le Specie Eucaristiche, possono diventare “Taber-
nacoli viventi”. Ecco, io sono nell’anima che mi riceve nell’u-
miltà, nella carità coi fratelli. Ora, quest’anima faccia parteci-
pi altre anime del mio dono: di Me, della mia Grazia. Sono io
nell’anima, anche per donarmi ad altre anime. Fuori delle mura
della chiesa mi porti, e in ogni fratello con cui tratta dia Me. Sì,
sorrida per me, con me, parli con carità e prudenza per Me, e tut-
to faccia con Me. Sia la giornata di quest’anima, in cui io voglio
fare dimora quale “Tabernacolo Vivente”, penetrata di Me ogni
ora di più. A sera io consolerò quest’anima che tanto posto mi ha
fatto in essa e tanto mi avrà lasciato lavorare per mezzo suo fra
le altre anime affinché io potessi raggiungerle, inseguirle e par-
lare loro. Devono vedermi, devono conoscermi, e voi, voi ani-
me benedette per mio santo mezzo dal Padre mio, siete i “tral-
ci”, siete i “semi”, siete i “portatori di Gesù”. A questa scuola ci
si prepara ogni giorno, ora per ora, ma l’anima che vorrà ricever-
mi non solo per sé, ma anche per donarmi ad altre anime, deve
ritornare “piccola” e simile ad un fanciullo che fiducioso si ab-
bandona nella braccia del Padre suo. Quanta umiltà deve esser-
ci in quest’anima! Carità, amore, umiltà, obbedienza ai miei de-
sideri. Queste virtù sono pilastri fondamentali nel “Portatore di
Gesù Eucaristia”. Al resto, a tutto ciò che manca all’anima, sup-
plirò io. Sì, Firenze, Torino, Roma… ecco un solco tracciato ove
far cadere i “semi” della mia Parola».
Varazze 22-12-1967
Gesù all’anima: «Ora il mio sguardo è su di te. Io veglio nel
dolore… Poche le anime che mi seguono, poche quelle che mi
aspettano. Lascia che io gridi a te il mio dolore, che io guardan-
doti possa piangere le anime perdute, i cuori che non mi amano,
le menti avvolte nel buio: macchine che fabbricano idee, pen-
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14.10 Page 140

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sieri che combattono e mi escludono. Chi mi cerca? Chi mi at-
tende? Ho dato la mia vita per i miei “chiamati”, per i miei elet-
ti. Sono fuggiti, continuano a fuggire.1 O anime che mi ascoltate,
che mi seguite, unitevi nel mio Nome, unitevi in me, Gesù; fate-
mi posto nel vostro cuore, nella vostra anima, perché io dimori
sempre in voi. Ricordatevi di Me, della mia Presenza Eucari-
stica nella vostra anima. Siate i miei Tabernacoli viventi, e fa-
temi andare incontro alle anime dei vostri fratelli. Tenetemi in
voi Presente in tutta la mia realtà divina e umana; quindi par-
latemi, fatemi partecipe di voi, delle vostre cose; conversate con
Me, sì, con Me, con Gesù. Quale amico, quale confidente, qua-
le amore più desiderabile del mio? Io vi prometto la mia Paro-
la nella vostra anima, vi prometto il mio “colloquio” con Me;
io scendo per dialogare con l’anima che mi fa posto. Quest’ani-
ma avrà sempre Me, e ogni giorno rinnoverò in essa la mia Pre-
senza Eucaristica, l’accrescerò attraverso la Santa Comunione.
Se l’anima è partecipe di Me, di tutto Me stesso, anch’io ane-
lo partecipare di essa perché non ci siano due esseri separati,
Creatore e creatura, o uniti per pochi istanti, ma un solo Essere,
una sola Anima. Chi mi farà tanto posto? Oh, la mia Lega! Io la
vedo. Sorge dal dolore e dall’amore, sorge dai cuori che soffro-
no e amano, sorge fra le anime che mi stanno aspettando. Voi le
radunate da ogni capo del mondo, e il Padre mio le terrà sotto le
sue Ali, perché il suo unico Figlio, Gesù, dimorerà in esse, fra
gli uomini, sulla Terra. Ecco, i chicchi di grano cadono nella mia
Chiesa, fra le anime mie. I chicchi sono la mia Parola; io sono il
Buon Seminatore, le anime il terreno. In ogni anima che mi farà
posto, farò scendere la mia Parola, e si rinnova e prenderà for-
za sempre più a misura che l’anima si fa mia, si lascia purifica-
re, penetrare dall’Amore Divino. Sono Gesù, Gesù, Amore del-
lo Spirito Santo, Gesù benedicente, Gesù che soffre e ama, Gesù
fra gli uomini, Gesù con gli uomini, Gesù qui con te. Gesù che ti
1 Chiaro riferimento ai sacerdoti che in gran numero abbandonavano il mini-
stero sacerdotale.
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15 Pages 141-150

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15.1 Page 141

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chiama, ti insegue, ti cerca, ti abbandona alle tue miserie; Gesù
che ritorna, Gesù che ti aspetta, Gesù che ti penetra e ti ferisce,
Gesù che ti ha scelta solamente perché ti ama. Se tu realizzerai
poco dei miei desideri, altri riusciranno meglio, meglio di te. Tu
servi alla Gloria del Padre mio. Devi darmi l’obbedienza, i tuoi
sforzi, la tua volontà, e accettare questa spada che è per te la mia
Voce, la mia parola in te. Ora riposati e nasconditi in Me. Il tuo
Gesù ti benedice nella sua Gloria!»
Savona 26-12-1967
Gesù all’anima: «Domani sarà giorno di festa in terra e in
cielo. La mia Opera avrà la sua pietra angolare. Ecco il “mio
Tempio”, ecco il mio Tabernacolo Vivente in voi. Noi così an-
dremo insieme verso tutte le anime. Io non rimarrò “chiuso”,
né dimenticato perché voi mi porterete nella pienezza della mia
Grazia. L’anima che racchiude nel suo intimo il Tabernacolo
Vivente deve così comportarsi nei confronti di un altro Taber-
nacolo Vivente: l’uno saluta l’altro, adorando “insieme”, Me,
Gesù, e ringraziando di tanto “dono”. Ciascuna anima riman-
ga nell’umiltà più profonda, rinunzi a se stessa per lasciare il
posto a Me. Sarò in ogni anima in misura del posto che questa
lascia a Me. La mia Grazia compirà grandi cose. Io, Vivente e
Presente nell’anima, entro nelle famiglie, nella vostra casa, ri-
mango con voi. Stamani ti ho detto di portarmi in seno alla tua
famiglia; il tuo bacio è stato il mio bacio per ciascuno di loro.
Poi saranno le “parole”, saranno le vostre parole. Io mi servirò
del vostro modo di parlare, di esprimervi, per parlare, per arri-
vare alle altre anime. Datemi le vostre facoltà, perché io possa
incontrarmi con tutti e in ogni luogo. Sull’inizio sarà per l’ani-
ma un lavoro di attenzione, di vigilanza, per scartare da sé tutto
ciò che pone ostacolo alla mia Permanenza in lei. Le mie gra-
zie nelle anime chiamate a quest’Opera, saranno graduali. Oggi
tu porti di Me in famiglia, il mio bacio; un’altra volta, qualco-
sa di più e sempre più ancora, finché quasi all’insaputa dell’a-
nima stessa, io farò, agirò, parlerò, amerò, attraverso lei quan-
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ti si avvicineranno a quest’anima, e cioè a Me. C’è chi agisce,
parla, guarda, opera sentendosi guidato solo dal mio Spirito ma
io sono già Tabernacolo Vivente in quest’anima, ed essa non lo
sa. Deve però saperlo, perché io voglio la sua adesione alla mia
PERMANENZA EUCARISTICA nella sua anima; voglio che
quest’anima mi dia anche la sua voce per parlare agli altri uo-
mini, i suoi occhi perché i miei incontrino lo sguardo dei fratel-
li, le sue braccia perché io possa abbracciare altri, le sue mani,
per carezzare i piccoli, i bambini, i sofferenti. Quest’Opera ha
però per base l’amore e l’umiltà. L’anima deve avere sempre
innanzi a sé le proprie miserie, le proprie nullità, e mai dimenti-
care di quale pasta è stata impastata. Quanto do all’anima, è un
dono, dono d’Amore del Padre mio Celeste, per mezzo mio alle
anime. È ancora il Padre mio che mi manda a voi, fra voi, per
confondermi fra voi, come una volta a Betlemme, per chiamar-
vi alle cose del Cielo. Dai tutto, tutto di te e quanto potrà con-
trariarti, non è mai opera mia. Adesso distingui gli assalti del
nemico. Stai attenta. Io, Gesù, ti darò la mia forza. Sì, le mie
Parole sono semi e devono cadere presto nel “mio solco”. I se-
minatori sono i miei Sacerdoti. A Padre Gabriello consegnerai
le mie Parole. Egli sa cosa fare. È necessario avviare subito le
anime chiamate da Me a questa scuola. Vi do una Maestra: mia
Madre. Ogni anima faccia passare se stessa dalla sua Anima, e
nel suo Cuore di Madre di Dio e degli uomini, deponga preghie-
re, offerte, consacrazioni, grazie. Io riceverò tutto dalla Madre
mia. Ogni anima si consacri a Lei nella donazione completa di
se stessa a Me per mezzo suo. Quindi mi parli attraverso il Cuo-
re della Madre mia. Deponga nel Cuore dell’Immacolata le ani-
me che va incontrando, di cui desidera con più ardore la salvez-
za. Io leggerò nel Cuore della Madre mia questi nomi: voto di
obbedienza, umiltà profondissima, spogliamento del proprio io,
purità di spirito, purità di intenzioni, semplicità e abbandono.
Tutto questo germoglia nell’Amore, dall’Amore, con l’Amo-
re, per l’Amore. Padre Gabriello riceverà le mie Parole, lavo-
rerà per la mia Opera. Io lo illuminerò, ed egli scriverà, parlerà,
tratterà, lotterà per Me, per la mia Lega. Il suo Gesù esaudisce
142

15.3 Page 143

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le sue suppliche, ed io sono con lui perché lui fa la mia volontà.
In lui devi obbedire Me, perché sono io che ti parlo in lui. At-
traverso Padre Gabriello ti chiederò quanto desidero da te. Ob-
bedisci, obbedisci, obbedisci: è la via più semplice per la quale
troverai pace, è la via per la quale ti avvicinerò alla mia Croce.
Vieni, anima mia, vieni e saliremo insieme il Monte del Calva-
rio: io e te, tu ed io, perché nulla ci divida in questa terra, ma
tutto per amore ci unisca, e faccia di noi una sola Croce, un solo
sofferente Crocifisso, sicché non si distingua più l’umana e mi-
serabile creatura dal suo Amore, dal suo Dio: Gesù. Sposa mia
diletta, io ti conduco a questo sposalizio. Lo accetti? Doma-
ni, Domani… O figlia mia, domani, domani, domani… io e te,
tu ed io e il Sacerdote. Domani, nel primo Sacerdote della mia
Opera porrò la mia pietra. Esulta, figlia di Sion, il tuo Re viene
a te, il tuo Sposo avanza. Non lasciarmi senza il tuo amore, sen-
za il tuo respiro, senza te».
Domani: 27 dicembre 1967 Per santa carità interrompi di
scrivere e va. Io ti do Me e portami di là…
28-12-1967
Gesù all’anima: «O figlia mia, presto, presto sarò con te.
Ecco tu già partecipi della mia gioia, tu sei già unita a Me in
modo singolare. O anima mia, nulla ci dividerà mai: io e te, tu
ed io, una cosa sola, un Amore solo, un Amore solo. Adesso i
nostri sguardi si incontrano, e tu dal Tabernacolo ricevi l’ondata
immensa del mio Amore. Aspetto la mia sposa ai piedi del mio
Altare, io verrò a lei in una mistica unione. Tu non sai cosa av-
verrà. Povera anima, piccola, limitata, imperfetta… La mia Ma-
dre ti sarà vicino, e da Lei riceverò te, per Lei io verrò a te, con
Lei farò dimora in te. Rendi grazie al Padre mio, e in ciò unisci-
ti a tutta la creazione, ai miei Santi, agli Angeli, ai nove Cori,
alla Chiesa purgante, alla Chiesa militante; unisciti ai miei Sa-
cerdoti, al Papa Paolo VI. Poi vieni a Me per la “via dell’amo-
re e del dolore”, poi andremo insieme per il mondo. Per Padre
Gabriello: egli lavora già per Me, per la mia Opera, rinuncian-
143

15.4 Page 144

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do alla sua volontà, all’apostolato che desidera. Egli è a Firen-
ze per volontà mia.2 Si trova nel periodo della prova, quindi get-
terà i semi della mia Parola fra i suoi Confratelli, fra coloro che
lo fanno soffrire. Egli deve, per mio mezzo, rinnovare l’Ope-
ra salesiana di Firenze. Deve dare ai suoi Confratelli Me: rico-
pi il mio atteggiamento, tragga motivo di esempio dal Vangelo,
e cioè da Me; ami, soffra, preghi per i suoi Confratelli. Egli a
Firenze ha questa missione. Deve germogliare la mia Parola là
ove vive, e con coloro con cui condivide la giornata, con colo-
ro con cui si siede a tavola a mangiare, con coloro che toccano
le mie Specie Eucaristiche. Sopporti umilmente per amore mio
e la mia Passione gli sia sempre innanzi di ammaestramento, di
insegnamento, di scuola, di lezione. Solo attraverso questa pu-
rificazione i suoi Confratelli verranno a Me e nell’unione per la
quale sono stati chiamati. Quindi col permesso dei suoi Supe-
riori, diffonda la mia Opera d’Amore, affinché sorga a Firenze,
tra i sacerdoti, la mia Lega di Anime sacerdotali. Io lo assisterò,
lo consolerò, gli invierò a suo tempo un aiuto, un collabora-
tore. Egli deve prima passare per la “via” che gli ho indicata.
Non dubiti del suo Gesù, Egli è e sarà sempre in lui. Percorrerà
questa via, assistito dalla Madre mia. Perciò si rivolga a Lei e
si metta nelle sue mani; a Lei si abbandoni come un fanciullo
umile, ubbidiente, amorevole, puro e innocente. Voglio anche
da Padre Gabriello, la “schiavitù d’amore” di Maria Santissima,
poiché in tale modo Ella sarà per lui, oltre che Madre tenerissi-
ma, Maestra, guida, conforto, riposo. Dalla Madre mia riceverà
le mie ispirazioni. Alla mia Opera d’Amore, sono chiamati tutti
i suoi famigliari poiché essi apparterranno alla mia Lega di ani-
me: nessuno escluso. A ciò dovranno pervenire dopo un’accu-
rata preparazione che conduce l’anima a Me, io l’attirerò al mio
Amore con la mia Grazia. Ci sono anime sacerdotali pronte per
la mia Opera. Bisognerà prepararle, ed io farò il resto. Tutto e
2 Don Gabriello Zucconi era stato trasferito dall’Istituto Salesiano di Alassio
a quello di Firenze.
144

15.5 Page 145

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sempre nell’amore di Maria Vergine, che quale “Maestra”, oltre
che Madre, dono a ciascuna anima sotto tre sembianti: Immaco-
lata Concezione, Maria Ausiliatrice, l’Addolorata. Cioè, purez-
za, castità per i portatori di Gesù Eucaristia; purezza, per tutti;
aiuto e sostegno nelle lotte, nelle difficoltà; dolore e sofferen-
za per tutti. La mia Opera avrà in Me le sue vittime, e per molte
Anime ci sarà una spada che trapasserà il loro cuore. Andate a
Lei, anime mie predilette, poiché io, il vostro Gesù Cristo Euca-
ristico, vi prometto un Amore indicibile e per molte, la mia pa-
rola a conforto e sostegno nelle prove, nelle tribolazioni. Padre
Gabriello trasmetterà i miei messaggi ad anime sacerdotali, ma
agisca con prudenza. La mia Opera d’Amore è quasi tutta rive-
lata. Io, Gesù, annuncerò gli altri solchi. Chiedi preghiere, pre-
ga, offriti in Me al Padre mio per la mia Opera. Voglio anime
vittime per il mio ritorno nella vita quotidiana degli uomini. Io
devo andare, devo camminare per le vie del mondo. Sì, il mon-
do: poiché io sono venuto sulla terra per tutte le anime, e per
tutti ho dato la mia vita. Sì, lotte molte lotte prima di arrivare a
Roma dal Papa. Il nemico ostacolerà, e le “mie anime” soffri-
ranno. Padre Gabriello affidi alla Santa Vergine, nel suo triplice
sembiante, la mia Opera, le mie anime. Ella vi aprirà le vie. Il
Papa vi attende, il Papa approverà, il Papa sarà con voi: poiché
io sono in lui, e lui è in Me. Gesù da tutti i Tabernacoli ti bene-
dice! Sì, a Padre Gabriello le mie Parole, il mio Amore sacer-
dotale, la mia dimora in lui. Tu rimani in Me, e nessun respiro
sia disperso senza che sia per Me».
Savona 1-1-1968
Gesù all’anima: «Al Cuore del tuo Gesù nulla sfugge e io
vengo a dirti che l’amore è sofferenza, croce, aridità, santità.
Crocifissa in Me è la mia Sposa, e chi porta Me porta la mia Cro-
ce. Ora ciascuno rifletta a se stesso questi pensieri, li mediti e ri-
conosca quanto la mia Sposa già condivide con Me, quanto deve
condividere per arrivare all’unione con Me. A Vera faccio un’e-
sortazione: perseveri nell’umiltà e nell’obbedienza, non si sco-
145

15.6 Page 146

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raggi, no, no… A Lucia un ammonimento: sia cauta e prudente.
A Padre Gabriello: il “mio Dono” porti frutti copiosi di anime
sacerdotali. La mia Mamma lo terrà come figlio tenerissimo fra
le sue sante braccia. A tutte le mie Spose il mio bacio d’amore
e di perdono. A te, figlia mia, a te che soffri e gemi sotto il peso
schiacciante della tua fragilità, a te la mia Forza ogni giorno di
più; a te il “mio Dono” perché tu ricordi sempre che chi ti ama è
con te e non ti abbandona mai».
Varazze 4-1-1968
Gesù all’anima: «Adesso io sono con te, Tabernacolo Vi-
vente del mio Amore. Io voglio istruirti, prepararti per una mis-
sione… L’anima tua deve pertanto vivere di Me immersa in Me.
Io la scioglierò dai lacci terreni, la purificherò. Io ti aspetto al
Fonte battesimale per un’altra purificazione, quella del sangue.
Ogni dono porta con sé una sofferenza, un’offerta, una rinuncia.
Ogni anima che “veste” Me, deve scomparire in Me, deve darmi
tutto, deve seguirmi nelle mie vie, fatte di sentieri o scorciatoie,
ma sempre “mie vie”. L’anima si abbandoni a Me, ed io sarò per
essa fiducia, conforto, guida, appoggio. Perché ancora tu non lo
fai? Sì, sei nella prova, una prova d’amore. Prova è la tua aridi-
tà, prova è la tua incapacità, la tua confusione, prova le tue ribel-
lioni, prova la tua fragilità. Persevera nel mio Amore, amami nel
silenzio della tua anima. Hai paura delle mie parole, Vera? Scri-
vile, sono del tuo Gesù, del tuo Gesù che non senti più, né vici-
no né lontano, eppure tanto in te… No, figlia mia, voglio resta-
re con te, non temere».
Savona 6-1-1968
Gesù Eucaristia: «Hai scritto giusto: sono Gesù Eucaristia,
vivo, presente nel santo Tabernacolo; vivo e presente con te, so-
pra di te, e in te con la mia Grazia. No, non ti lascio, non ti ab-
bandono, ci sono, non sono fuggito per le tue miserie perché an-
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15.7 Page 147

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che queste serviranno per la mia gloria. Appoggiati a Me, al tuo
Gesù: non temere, voglio darti fiducia, forza, luce. Verrai, verrai
a Me per la via che io ho scelto per te. Lasciati guidare perché io
sono la Via, la tua Via. Non è lontano il tempo in cui cammine-
remo insieme per le vie dell’amore. Ora è sofferenza e tribola-
zione, sconforto, pena. Cosa poi non ti darà il tuo Gesù?! Sì, atti
d’amore, tanti, tanti. Stamani te l’ho spiegato. Nel prossimo, nel
tuo prossimo più vicino tu incontri Me. Perciò pazienza, amo-
re, cortesia, sollecitudine, comprensione verso chiunque. Tutto
si risolva mediante atti d’amore rivolti a Me, per mezzo del tuo
prossimo. Per ora occupati di quanto ti ho detto e spiegato, per-
ché a tratti ti insegno come si indossa la mia “Veste”. Ti aspetto,
ti aspetterò per le tue debolezze. Ti ho dato un dolore che servirà
a te a non dimenticare la mia Presenza Eucaristica in te. Aumen-
terà sempre più perché io non voglio essere dimenticato. Sarà
dolore e conforto, sarà dolore crescente che investirà tutto il tuo
fisico, affinché tu non muova nessun membro del tuo corpo sen-
za di Me. L’anima riceverà gran bene da questo soffrire e si pre-
parerà a venire a Me. Non c’è ascesa di anima e di spirito senza
sofferenze sofferte in unione amorosa con Me. Sì, come al cieco
di Gerico, ti darò la vista delle cose celesti. Non temere, non
temere, perché io, il tuo Gesù, non ti lascio sola un istante. Ritor-
na… ti aspetto… ti aspetta il tuo Gesù perché vuole “dettare”».
Savona 7-1-1968
Gesù Eucaristia. «Nelle piccole come nelle grandi cose,
opero sempre io, con la mia Grazia. Io vi raduno, vi faccio in-
contrare, vi divido, ma vi tengo sempre uniti in Me, sotto l’om-
bra delle mie ali. È l’Opera mia che avanza, io che scendo fra gli
uomini, io che vado in mezzo agli uomini, io che sto nelle vostre
famiglie, io che vi chiamo. Gesù a Padre Gabriello vuole mol-
to bene. Egli mi dà gloria, e in lui io sono consolato, amato, e…
non dimenticato. Padre Gabriello non deve scoraggiarsi, ha la
mia Grazia, ha Me. Se la lotta lo schiaccia, si appoggi a Me, ami
in Me, soffra con Me. Sentirà il mio abbraccio di Padre, di Fra-
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15.8 Page 148

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tello, di Sposo. Io sono Gesù sceso dai Cieli per stare in mezzo
agli uomini, per condividere con voi la vostra vita, per vivere di
voi affinché voi viviate di Me. Come i primi cristiani, voi sie-
te i primi portatori di Gesù, e cioè i primi Tabernacoli Viventi.
Sì, è iniziata una nuova era di Me, di Cristianesimo, di Cristo in
voi. Anche per voi, quindi, le lotte, le tribolazioni, ma anche per
voi la vittoria poiché io, Gesù Eucaristia, vincerò, trionferò. Sì,
i fili tessuti con la mia Grazia nelle vostre anime stanno inizian-
do lo stupendo lavoro di unificazione sensibile e visibile: ecco il
mio lavoro nelle vostre anime. I fili della mia Grazia ora si sono
incontrati nel piano della divina Provvidenza, e il mio segreto
d’Amore viene rivelato a molti, ai chiamati dal Padre mio. Sì,
Padre Gabriello riceverà molte grazie da Me. Digli che la sua fi-
ducia in Me deve essere senza limiti, poiché la mia è un’Opera
di Fede e di Amore. Io, Gesù Eucaristia, lo benedico, lo custodi-
sco, lo immergo nel mio prezioso Sangue affinché la sua anima
rimanga in Me, qui, nel mio Costato. Questo il suo Gesù, Gesù
sofferente, Gesù Sacerdote eterno, Gesù fratello, Gesù Sposo,
ha dettato alla sua povera Vera, perché il mio amore per Padre
Gabriello, la mia predilezione, gli sia rivelata anche attraverso
l’ubbidienza e la fragilità della più povera delle sue creature. Se
questa ne è stata smisuratamente indegna, essa ora è purifica-
ta dal mio Sangue, dalla mia Passione, dalla mia Grazia. Essa è
sposa in Gesù nella sofferenza, perché Sorella Sofferenza sarà
il mio Amore costante per lei. Tragga ciascuno motivo d’amo-
re per Me, poiché tutto è sempre Opera della mia Misericordia.
Io ho scelto Vera perché essa era il “Mondo” con dolori, peccati,
sofferenza, sfiducia... Mia Madre l’ha salvata, nel mio prezioso
Sangue è stata lavata l’anima sua. Ora questa presenta agli oc-
chi di Dio le cicatrici del passato. Sì, essa è nella sofferenza e
di questa non la priverò mai, poiché è sposata alla mia Passio-
ne. Essa sa che la sofferenza è stata e sarà il primo Dono di Me.
Altro dirò solo a lei, perché solo in Me trovi conforto. Non altri,
ma solo io per lei, perché lei non abbia che Me. Gesù, Dio Uno
e Trino vi abbraccia e vi benedice. Maria Santissima, la mia dol-
ce Madre, vi ama, vi benedice, vi aspetta. Gesù».
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15.9 Page 149

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III LIBRETTO
“Lega di anime” diretta da Gesù,
per Maria, in Maria con Maria.
O Maria concepita senza peccato,
prega per noi che ricorriamo a Te.
“OPERA D’AMORE”
DIRETTA DA GESÙ

15.10 Page 150

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Varazze 8-1-1968
Gesù Eucaristia per Padre Gabriello. «I suoi Confratel-
li l’ameranno in Me. Io li voglio Sacerdoti buoni, santi; egli
sia fra loro Me, e cioè si comporti come Me fra i miei aposto-
li e discepoli, e insegni con bontà e dolcezza: ami e compren-
da e compatisca. Io sono in lui per vivere fra loro, per condivi-
dere ogni ora con loro. Io voglio assumere il suo sembiante per
parlare con gli altri miei Sacerdoti, poiché di loro desidero tut-
to il cuore, tutto l’amore. Egli, Padre Gabriello, è la mia vitti-
ma, la vittima in Me dei miei Sacerdoti. Io sono in lui anche per
essi, poiché io li amo dello stesso amore. Sull’Altare, nel mio
Sacrificio offerto da lui stesso a Dio Padre, c’è lui in Me. Nulla
ci divide perché in lui mi sono nascosto io con la mia Divinità
e Umanità. Ora egli deve riversarla sugli altri, poiché per que-
sto tralcio voglio rinnovare i frutti del mio Sacerdozio. Sono
Sacerdoti a Me cari, da Me molto amati, sono altri Me. Padre
Gabriello deve spogliarsi di sé e cioè di sentimenti personali,
umani, che Io, Gesù, non possiedo. Egli perciò deve liberarsi da
queste ultime catene umane, perché io viva e operi in lui con la
mia Grazia. È questa la mia vittima nella Vittima immacolata,
nell’Agnello di Dio. Grandi saranno le mie consolazioni per co-
lui che per amore vuol essere tutto Me e scomparire per sè. Dì
a Padre Gabriello che io l’aspetto nella notte, per le vie in cer-
ca di anime, poiché io sono il buon Pastore che va in cerca del-
le pecorelle smarrite. Fosse pure una sola anima, non so gioire
se non l’avrò nel mio Ovile. Coraggio, io sosterrò le sue forze,
io alimenterò la sua fede. Ciascuno di voi, Tabernacoli Viventi,
ha già iniziato il mio lavoro, poiché, per quanto poco sappiate
mettere in pratica i miei nuovi insegnamenti, io ora vivo vici-
no a tante altre anime, e, attraverso voi, poso i miei occhi mi-
sericordiosi su tanta umanità. Chiameremo altre anime per far-
ne altri Tabernacoli Viventi e Vera incontrerà l’altro Sacerdote
da Me preparato per quest’Opera. Ella ne riceverà gran gioia
e frutto, poiché crederà che Chi le detta, è stato, è, e sarà sem-
pre il suo Gesù. Pregate per questo “incontro” voluto dal Padre
150

16 Pages 151-160

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16.1 Page 151

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mio, perché Egli si compiaccia affrettare i tempi. Lavorate in
amore e santità, pregate, soffrite con umiltà, io sono venuto in
voi per “ripetere” la mia vita. Tutto vi chiedo per amore poiché
solo l’amore mi fece Uomo, mi fece Crocifisso, mi fece Euca-
ristico. Solo per amore accolgo un sacrificio, una rinuncia, una
lacrima, un’offerta. L’amore del Creatore e della sua creatura
vivono della mia luce, partecipano della gloria del Padre mio.
È lo Spirito Santo che fonde il Divino e l’umano, e a Dio, per
mezzo mio, Gesù, sale da ogni anima di quaggiù l’onore e la
gloria. Dove sei, figlia mia, quando ti smarrisci? Sei nelle brac-
cia del Padre, dello Sposo, dell’Amico, del Fratello. Perché mi
temi ancora? Dammi fiducia, dammi fiducia. Io desideravo scri-
vere a Padre Gabriello, e la tua obbedienza, sostenuta dalla mia
Grazia, è diventata un’opera meritoria molto gradita a Me, alla
Madre mia dolcissima. Vi unirò sotto il mio Tetto, vi farò in-
contrare, portatori di Me, di Gesù, ed io mi rivelerò a voi e cia-
scuno parlerà per bocca mia all’altro perché riconosciate che in
voi, con voi e per voi, c’è tutto Gesù. Coraggio! la Mamma mia
dolcissima vi aiuta, vi benedice, è con voi. È Lei che conduce
la mia Opera d’Amore, è Lei che forma la Lega delle mie Ani-
me: i Tabernacoli Viventi. Sappiate attendere in preghiera e in
umiltà quanto la divina Provvidenza, nei suoi piani misericor-
diosi, va predisponendo e svelando. Sì, il Papa sa, il Papa sof-
fre, il Papa aspetta, e voi con lui aspettate, come vi ho detto, il
mio ritorno fra voi, nel mondo. Sì, è una follia per la tua pove-
ra umanità, una prova che ti schiaccia… No, non impazzirai di
ciò, ma del mio Amore sì, del mio Amore, dell’Amore del tuo
Dio, del tuo Gesù. È amore la veglia della notte e io la permetto
e spesso la permetterò poiché io non voglio essere dimentica-
to. Se le occupazioni giornaliere vi hanno distolto da Me, sap-
piate che io cercherò consolazioni e veglie nella notte. Ciascu-
no dia quel che può, ma con amore, perché io raccoglierò ogni
vostro respiro. Siate umili, siate sottomessi a Me. Io sono Gesù,
Gesù con voi».
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16.2 Page 152

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Varazze 9-1-1968
Gesù Eucaristico: «Scrivi, scrivi e obbedisci a Me, e of-
fri l’obbedienza alla Mamma mia. Voglio che i Tabernacoli
Viventi aumentino, si diffondano nel mondo, nell’umanità. Io
voglio andare lontano, per le strade del mondo, da un punto
all’altro della terra, dei mari. Pregate perché si moltiplichi la
mia Misericordia, perché il mio Amore si diffonda nelle anime.
Andate, cercate anime da Me preparate alla mia Opera d’Amo-
re. Parla questa sera di Me, della mia Opera d’Amore all’altra
anima che ti è vicina, chiedi preghiere a questo fine: io la unirò
in spirito a voi, miei Tabernacoli, perché tutti possiate servi-
re alla mia causa. Dì a Padre Gabriello che approvo il suo apo-
stolato in seno alla sua famiglia e che dai suoi congiunti trarrò,
con la mia Grazia, grandi frutti. L’Opera deve essere portata
a Torino, presso i Sacerdoti Salesiani sotto la protezione della
Madre mia “Ausiliatrice”, perché Ella non manchi di donarvi
gli aiuti celesti che vi devono assistere perché io, Gesù Euca-
ristico, mi confonda in ogni tipo di anime in mezzo a voi. Pre-
gate, pregate perché le anime da Me preparate ricevano Me.
Voglio che a Torino la mia Opera si diffonda fra i Sacerdoti Sa-
lesiani, ed essi sapranno preparare altre anime che vivono nel
mondo, ma non del mondo, a ricevere Me. Queste mi porteran-
no nelle strade, nelle case, nelle famiglie, perché io viva vicino
ad altre anime lontane da Me, perché queste sentano costante-
mente la mia Presenza eucaristica: cadrà la volontà ribelle, ce-
deranno le idee sbagliate, alla “Verità”, cadrà l’ostinazione al
male, la menzogna, la falsità. Tutto questo avverrà perché io, a
loro insaputa, starò vicino a loro, e la mia Grazia picchierà con
insistenza amorosa alla porta della loro anima finché essa si
schiuderà al mio amore, alla fede. Da Torino dovranno partire
altre anime per portarmi altrove e ovunque. Ovunque: cioè in
paesi, in altre province e città. Da Firenze, alla Liguria e quindi
a Roma. Sì, il Papa vi attende, il Papa lo sa. Si preparino anime
sacerdotali per quest’Opera che voglio estesa in tutto il mon-
152

16.3 Page 153

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do. Andate a Torino.1 Presentate la “mia Opera” all’Opera sale-
siana. Voglio che là si cominci presto, si cominci subito. Manda
questi messaggi a Padre Gabriello, a Don Borra, io ispirerò loro
il da farsi. Tu lascerai tutto per Me, per la mia Opera, e questa
ferita t’accompagnerà finché vivrai. Io ti donerò allora la ferita
del mio amore ardente. Quando giungerà il momento sappimi
dare il tuo Fiat, nel Fiat della Madre mia al Padre mio Eterno.
Prega, prega perché tu riconosca e incontri il Sacerdote che io
ti manderò per lavorare, per un tratto, insieme. Chiedi preghie-
re, offri sacrifici, mortificazioni, e quello che, nelle tue miserie,
sai dare. I solchi devono allargarsi, perché la “mia Vita” vi scor-
ra e trovi sempre sentieri preparati, pronti ad accogliermi. Per
ora sono sufficienti questi messaggi che tu, figlia mia della Cro-
ce, trasmetterai a Firenze e a Lombriasco.2 I due Sacerdoti da
Me ora ricordati, saranno ispirati ad andare dove io li manderò
nel mio santo Nome, per la mia Gloria fra voi, anime mie bene-
dette. Ora va, e chiedi preghiere. Maria, la mia dolce Mamma,
non ti lascia, non ti lascerà mai. Maria, la mia Mamma, ti per-
dona. Ella ti aiuterà, ti trarrà dal basso ove ancora sei, ma attra-
verso la sofferenza, e tu sai che sofferenza è Gesù, che Gesù, il
tuo Gesù, è tutto nella sofferenza, nella Croce, nella Croce d’A-
more, nell’unione della Croce. Io vivo di te, e anelo che tu viva
presto di Me. Sì, certo, non solo il mio saluto per Padre Gabriel-
lo, per Don Borra, ma a loro il mio Cuore di eterno Sacerdo-
te, ferito, sanguinante d’Amore per loro, per tutti i miei Sacer-
doti. Ecco, io ora li nascondo in Me e li avvolgo nella Luce del
mio ardente Amore. Gesù vi ama, Gesù è felice di stare con voi,
Gesù è consolato perché sta con voi».
1 A Torino Valdocco nella Casa Madre della Congregazione salesiana vi era
anche la Sede della Casa generalizia, che nel 1972 fu trasferita a Roma in via del-
la Pisana, 1111.
2 Firenze e Lombriasco erano le sedi rispettivamente di don Zucconi e don
Borra, lì direttore. Vera per volontà del Signore e in obbedienza al padre spirituale
ricopiava i Messaggi e li inviava a don Zucconi, a don Borra e a don Bocchi, i primi
Salesiani chiamati nell’Opera.
153

16.4 Page 154

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Varazze 10-1-1968
Gesù Eucaristia. «Voglio che tu legga, che ti istruisca nel-
la mia dottrina, nella mia Misericordia, nelle mie Opere. Ti darò
i libri che devi leggere e consultare. Questo sacrificio ti è neces-
sario, e ne comprenderai dopo i motivi. Il tuo lavoro deve indi-
rizzarsi sempre più a Me, perché tu, nella tua pochezza, servi
alla gloria del Padre mio. Devi preoccuparti per ora di obbedire
a Me, alla mia Voce. Quanto ti preoccupa, sarà risolto dalla mia
Misericordia. Voglio che tu faccia un atto di fede sempre più cre-
scente perché la tua vita deve essere fondata sulla Fede. È per la
Fede che io ti ho donato in più che sei stata chiamata a lavorare
alla mia Opera d’Amore. Tieniti salda a Me perché io non ti ab-
bandono e mantengo le mie promesse. Sii umile sempre, e que-
sta virtù ti sarà data dalla Mamma mia: chiedigliela sempre, con
frequenza. Non guardare il mondo, perché a te non deve interes-
sare che come “anime”. Non ti lasciare prendere dalla sfiducia
perché non sai fare, questa tua nullità fa parte del mio disegno
d’amore, poiché io Me ne servo per attirare domani altre anime.
Non ti basto io? Sì, sono Gesù, Gesù che ti ricorda che è anche
su te. Sono “Uno” in tante Particole, sono Uno in una sola Parti-
cola. Avvertirai Me. Figlia mia, sapessi dove desidero condurti!
Ma non posso se tu non aderisci completamente alla mia Volon-
tà. Ho bisogno del tuo Fiat. Io ti dono in modo specialissimo la
mia Mamma, perché, per suo mezzo, tu venga a Me, per la via da
Me voluta. Da figlia umile e devota della Madre mia, fin da ora dì
a Lei che tu desideri metterti fra le sua braccia, dille che ti pren-
da presto, dille che lo desidera il suo Gesù. Invoca così: “Madre
di Gesù, Madre del bell’Amore, dà amore al mio povero cuore,
dà purezza e santità alla mia anima, dà volontà al mio caratte-
re, dà lumi santi alla mia mente, dammi Gesù, dammi il tuo Gesù
per sempre”. Vai a Lei in Nome mio, e presentati a Lei nel mio
amore, e poi rimani in Lei perché Ella fissi i suoi occhi santi sul-
la tua anima, e attraverso Me, per Me che sto su te, Ella non li di-
stolga più. Copia su un altro foglio questa invocazione mia, e re-
citala molte volte in un giorno e ne sentirai una santa efficacia».
154

16.5 Page 155

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O Vergine Santa, strappa da me questo povero cuore di pie-
tra e dammi il Cuore di Gesù affinché io ami con il Cuore del tuo
Gesù. Te lo chiedo umilmente nel Nome e per l’Amore del tuo
Gesù. Grazie, Madre di Gesù, Grazie Madre mia.
Varazze 12-1-1968
Gesù Eucaristia: «Io cerco anime, anime umili e ardenti
per la Gloria del Padre mio. Io cerco te perché la mia Misericor-
dia trionfi. Io solo posso darti l’eterna gloria, trarti dalle mise-
rie, dalle tribolazioni che ancora affliggono l’anima tua. Io vo-
glio farne un Santuario ove la tua anima stia in contemplazione
della Beata Trinità e in questo Santuario che io formerò in te, tu
stessa non devi entrarvi sola, ma preceduta e accompagnata dal-
la Madre mia affinché tu sia ricevuta e ammessa alla divina Pre-
senza. Questa deve essere la meta della tua anima. Quale Opera
d’amore ho preparato per te! Ringraziami, ringraziami nella Ma-
dre mia, nei miei Santi, nei miei Angeli che vedono tanta gloria
preparata per te, per la sposa del mio Martirio, per la sposa del
“Tabernacolo vivente”. Non mancare di invocare i miei Ange-
li in Cielo e quelli che ti stanno accanto sulla terra, i santi miei
del Cielo perché preghino e intercedano per te presso il Cuo-
re della Madre Mia affinché il mio disegno d’amore si compia
con pienezza su di te e sulle altre anime. La mia Grazia vi porta
luce, vi dona luce e, se pur nelle tenebre, voi camminate già nel-
la luce. Verso di Me, verso il mio amore è l’“esodo” della vostra
anima. Uscite dalla vostra schiavitù e venite a Me, venite alla
Terra promessa anche a voi: io, Gesù. In Me affondate le radici
della vostra anima. Io darò acqua a sazietà affinché le radici af-
fondino e si nutrano di Me; io vi ciberò, vi sosterrò nell’inverno,
nelle tenebre dello spirito. Verrà la Luce ad illuminarvi, e allo-
ra vedrete le nuove piante, i suoi germogli, i fiori, i frutti copio-
si. Chi di voi vuol morire al mondo per essere immersa in queste
tenebre? Tutti, tutti chiamo, ma i primi chiamati siete voi, per-
ché voi siete i miei primi Tabernacoli Viventi. Tu non hai alcuna
forza, alcuna virtù per essere immersa nelle tenebre. Ma io tan-
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16.6 Page 156

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to, troppo ti amo per privarti di tanta Grazia. Io provvederò alle
tue deficienze, io colmerò gli insondabili vuoti e abissi dell’ani-
ma tua. Cosa non può fare l’Amore?! Voglio, voglio che tu arda
per Me. Sì, per Me solo, ed io sono geloso del tuo poco amore
perché in questo ho riposto Me, tutto Me stesso. Sì, voglio che
tu scriva perché tu rilegga e non mi dimentichi. Sì, quell’“abitu-
dine” è anche una schiavitù, è una catena che stringe i tuoi pie-
di. Senza di Me non riuscirai. Io voglio la perseveranza nell’o-
razione con l’intenzione di chiedermi la tua liberazione. Solo se
perseveri ottieni, poiché ogni grazia deve essere preceduta da
una virtù. Sì, sempre la mia Mamma ti salverà. No, non pecchi,
non mi offendi, ma non sei tutta mia, non sei tutta per Me per-
ché quel “pensiero” ti distoglie. Io vedo la tua incapacità nella
lotta poiché ne conosco le cause, e perciò ti ripeto: non riuscirai
senza di Me. Io voglio questa tua liberazione e tu fai quanto ti
ho detto prima, per mezzo della Madre mia. Non è ancora giun-
to il momento che tu vada a Genova. Ancora un po’, ancora un
po’ di giorni di attesa e poi andremo insieme da chi ci aspetta.
Vorrei dettare per Padre Gabriello, ma io vedo la tua stanchez-
za e ne ho compassione, poiché i miei messaggi ti faranno sem-
pre soffrire. Figlia mia, figlia mia della Croce, io sono conten-
to per la tua obbedienza. Tieniti sempre pronta ai miei desideri,
sempre disposta, perché io faccia arrivare, attraverso te, la mia
Voce d’amore. Sì, sei il mio “portavoce”, e perché la mia Voce
si diffonda sull’umanità, tu devi tacere. Ti insegnerò a tacere, e
ti condurrò in luoghi ove io sono sempre vicino a te, sempre in-
torno a te e là, io parlerò. Io parlerò finché tu avrai respiro, poi-
ché tu non parlerai che per Me, di Me, in Me. La mia Voce nel
mondo, la mia Voce per l’umanità intera, il mio amore per te, per
l’umanità intera. Non avrai voce che la mia Voce, non avrai pa-
role che le mie parole, perché di te farò una voce: la mia Voce.
Questo è dono, dono d’amore, dono di Crocifissione. Ma allora
sulla Croce saremo insieme, io e te un solo Essere, una sola Vit-
tima, un solo Cuore, e attraverso te, ancora al Padre mio le paro-
le di allora sul patibolo: “Padre, perdona loro perché non sanno
cosa si fanno”. Sul patibolo il mio Fiat nel tuo fiat, sul patibolo
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16.7 Page 157

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della Croce il mio ultimo respiro in te, il mio Spirito a Dio Padre
in te. Lo Sposo ama la sposa, e i suoi doni sono condivisi dalla
sposa; lo Sposo trasforma la sua sposa in Sé perché non esistano
due entità, ma una sola, poiché Gesù è uno solo, poiché è sempre
Gesù che si dà, si immola e, in Lui le sue vittime, in Lui la sua
piccola vittima, la sua povera Vera ove ha stabilito la sua dimo-
ra divina. Da questa santa dimora io levo la mia Voce, e correrà
terra, mari e radunerà le anime, le abbraccerà di un solo abbrac-
cio, le rinnoverà, le amerà di un Amore che l’anima ancora non
conosce, dell’amore di un Dio, vivo e presente in essa per sem-
pre, già da questa vita quale anticipo del Regno dei Cieli. Gesù
ti ama, Gesù è contento di te, Gesù è contento dei Tabernacoli
Viventi. Gesù desidera che tu gli ripeta molte volte: “sono feli-
ce, o Gesù, che tu ti degni di stare con Me, sono felice e ti amo,
ti amo. O Gesù, insegnami ad amarti, ad amare col tuo Cuore”.
Gesù ti accarezza».
Varazze 15-1-1968
Gesù Eucaristia. «Dammi la tua anima, dammi la tua ani-
ma, la nasconderò nel sicuro rifugio del Cuore mio. Voglio di-
fenderla dagli assalti del nemico. Gesù Eucaristia ti benedice,
non ti allontana da Sé come meriteresti, non vuole infliggerti ca-
stighi perché Egli è buono. Viene a te Maria, la mia dolce Ma-
dre, per sorreggerti perché tu non cada ancora, non cada più. Ri-
alzati, figlia mia, nel suo amore materno, nella sua Misericordia.
Non venire a Me nel pianto, ma nella letizia, poiché oggi è gior-
no di letizia in Cielo. Una madre della terra è salita nei Cieli, e
ora contempla la mia Gloria. La Madre mia le ha donato l’abito
di Gesù, del suo Gesù, l’abito dell’innocenza. Ora ella è felice
con i miei Santi, con i miei Angeli, in Me. Io ho chiamato anche
te al mio Regno, e da te aspetto ogni rinuncia per la mia Gloria.
Dovessi pure crocifiggerti, io voglio tutto, tutto da te. Non ti tor-
mentare per quanto non ti ho ancora chiesto. Voglio per ora da te
la tua anima, attraverso la Madre mia l’Immacolata; voglio che
tu ricorra a Lei con frequenza così come un bimbo che, non sa-
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16.8 Page 158

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pendo camminare, né sorreggersi in piedi, chiama, per timore di
cadute, “mamma, mamma”. La tua anima crescerà nella Grazia,
solo attraverso Lei. Voglio che tu dipenda da Lei, e da Lei ti la-
sci ammaestrare. Ti voglio figlia umile e devota di Lei. In questa
sottomissione Ella ti muterà il cuore, e i tuoi desideri d’amore
saranno esauditi. Sì, sabato e domenica e ancora oggi, hai dubi-
tato di Me, del mio amore, della mia Misericordia.3 La paura ti
ha fatto volutamente dimenticare di Me. Quale errore, figlia mia!
Il deserto della tua anima è stato il castigo naturale che io non
volevo darti. Sì, Gesù è forte nell’amore, forte nel dolore che in-
fligge, Gesù ti pesa nella sua Divinità. E io sono chino su di te
con la mia Croce, respiro dalla tua anima il dolore del mio amo-
re. Vorrei liberarti dalle strette che ti soffocano, ma per questo
martirio devi vivere e soffrire, di questo martirio devi morire al
mondo, a te stessa, al tuo “io” subdolo e prepotente. Io sto lavo-
rando in te a colpi di scalpello, poiché ho un Tempio da prepara-
re per Me. Le aridità, le croci piccole e grandi, sono il mio mar-
tello. Quindi, a intervalli arriverà il colpo, il mio colpo. Devo
portar via da te molte, molte cose: la resistenza al mio amore, la
sfiducia, i timori, l’egoismo, ansie inutili, pensieri non cristia-
ni, abitudini mondane. Scrivi, scrivi che Gesù è esigente con te;
scrivi, scrivi, scrivi, è volontà mia che tu scriva fino all’ultimo».
Varazze 19-1-1968
Gesù Eucaristia. «Io ti guardo, figlia mia, negli occhi del-
la Madre mia: sono sguardi d’amore, di fiducia, di confidenza.
3 Vera aveva ricevuto un Messaggio in contrasto con i nuovi indirizzi della
Chiesa dopo il Concilio. «In Chiesa, nella spiegazione del S. Vangelo, ebbi confer-
ma che quanto il Sacerdote spiegava era all’opposto di ciò che avevo scritto. Era il
crollo. Terminata la Messa, sono andata davanti all’Ausiliatrice con il mio libretto in
mano, pronta a leggerle “quella parte contrastante” con i nuovi indirizzi della Chie-
sa. Chiedevo alla Mamma che non mi sarei mossa di lì se non mi avesse illuminata.
E così ho sfogliato il libretto per trovare quel “tratto”, ma non l’ho più trovato…».
Lettera a don Borra del 2.2.1968, in L.Grita Mia sorella Vera di Gesù, op. cit., p. 80.
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16.9 Page 159

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Non temere, non sei schiacciata da Me. Il tuo Gesù non vuole
opprimerti. Sei nella prova. Prova di fede, d’amore, di perseve-
ranza. Lei è con te perché io sono con te, e dove sono io, è Lei:
la mia Mamma. Se pensi di cadere, di vacillare nella prova, Lei
ti sorreggerà, perché io ti ho donato la mia stessa Mamma. Do-
nami la tua, perché sia attratta da Me. Verrai, Vera, verrai da
Me col cuore colmo di gioia, della mia gioia. Poi sarai felice
perché possederai Me, ma ora devi credere senza sentire, ama-
re senza sentire d’amare; rifugiarti in Me mentre sai di non tro-
vare conforti né consolazioni, perché tu sentirai di non trovare
Me. La fede in Me, nel tuo Gesù, deve essere la tua forza. No,
non parlare se non sei interrogata: io mi svelerò a te per la via
da Me stabilita. Non hai tratto, né trarrai conforto. Devi ritor-
nare serena perché tu possa essere docile alla mia Voce, a quan-
to io vado ispirandoti, allorché tu ti metti a scrivere. Solo allo-
ra riprenderò a parlare della mia Opera. Voglio che tu sia tutta e
solo per Me. Non ti smarrire se il Divino si china, si umilia sul-
la povera creatura, e scende in te, perché io cerco ogni delica-
tezza per non turbare la tua piccolezza. Ed io, Gesù, ho bisogno
proprio della tua piccolezza per le altre anime. Sì, lo so, preferi-
vi amarmi nella normalità, nella tranquillità, ma non siete voi a
scegliere, ma sono io, è il Padre che vi sceglie, e l’anima, amo-
revolmente deve obbedire. Ecco il tuo nuovo voto: obbedien-
za. Obbedienza a Me, per mezzo dei Sacerdoti, del mio Sacer-
dote, poiché attraverso questo, manifesterò a te la mia volontà,
la via che devi seguire. Non farò violenza alla tua natura poiché
io agisco con dolcezza, e vedrai… affidati a Me, non avrai più
paura perché questa non viene da Me. Scrivi a Padre Gabriello.
Egli è in pena per te, in pena per Me, per i miei desideri. Ora ho
posto un periodo, anche se breve, di silenzio per la mia Opera;
ora voglio la tua serenità, la tua fiducia, il tuo abbandono poi-
ché solo buttandoti fra le mie braccia di Padre, tu ritroverai la
tua via. E la tua via è la mia Via, poiché tu devi camminare nella
mia Via, nella via di Gesù. Fuori di Me non troverai conforto né
pace, né gioia; e se questo non senti di trovare in Me, raddop-
pia, intensifica i tuoi atti di abbandono in Me, finché il tuo pic-
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16.10 Page 160

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colo e povero cuore non mi avrà conquistato. E soprattutto cre-
di in Me, credi che Gesù è con te, che Gesù, anche se per tante
ore dimenticato da te, è con te, perché Egli, no, non ti dimenti-
ca mai. O Vera, piccola sposa mia, non senti cosa ti dico? Non
è forse questa una stupenda lettera d’amore che l’Amato scrive
alla sua Amata? Tu mi hai dato il braccio, la mano per scrivere,
ma io ti ho donato il mio Cuore per dettare questa volta solo a
te e per te. Ma tu non sei contenta d’avere uno Sposo così gran-
de? Io mi rimpicciolisco per te, mi uniformo a te in tante cose
perché tu non abbia timore dello Sposo, ma solo di Dio. Io sono
Gesù, lo stesso Gesù che rapì il cuore della Maddalena, eppure
ella non ebbe paura di Me; io sono Gesù che si manifestò visi-
bilmente a Margherita Alacoque: anch’essa non ebbe timore di
Me. Io sono Gesù di Betlemme, di Nazareth, della Galilea, di
tutta la Palestina, ma chi mi ha amato non ha avuto paura poi-
ché io ho nascosto la mia Divinità. Ora, io a te non la nascon-
do, ma nel Mistero di Fede in cui mi sono velato, tu mi cono-
sci da molto tempo, e perché non accogliere serenamente la
Voce dell’Amore? Ecco, io mi faccio piccolo, tanto piccolo per
te, ecco io mi faccio “fanciullo”, e nel sembiante del fanciul-
lo vengo a te per parlarti. Vuoi accogliermi come un fanciullo?
Sì, voglio amarti come un fanciullo, e discorrere con te come
un fanciullo e con te giocare come sanno fare i fanciulli. Prefe-
risci pensarmi cosi?! E allora cercami fra i fanciulli, fra i cuori
puri e umili, poiché fra questi mi manifesterò a te. Cercami, io
gioco; cercami, io mi nascondo; cercami finché non mi scopri
là ove mi sono nascosto. Il tuo Gesù fanciullo».
21-1-1968
Gesù: «Voglio che la tua anima mi serva, mi glorifichi: essa
è mia, appartiene a Me. Perciò in ogni tua azione abbi l’inten-
zione fervente di glorificarmi. Mi glorifichi se non temi, se fug-
gi le paure; mi glorifichi se mi ami, mi glorifichi se mi pensi, se
ti ricordi di Me. Io ti ho fatto per la mia Gloria, e questa Glo-
ria devi darmela da quaggiù, da questa valle di lacrime. Mi glo-
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17 Pages 161-170

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17.1 Page 161

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rifichi se non ti lasci turbare, se accresci la fede e la fiducia in
Me. Mi glorifichi se mi servi nell’aridità, nell’abbandono. E
sei poi certa che io ti abbandono? Le tue preghiere recitate vi-
cino a Me, non sono il segno della mia Presenza? Sì, quando
mai ti ho lasciata, abbandonata veramente? Mai. Sì, ora vai da
chi aspetta Me perché Io sarò fra voi, e voi umili, voi, miei fi-
gli, voi miei sposi, voi mie spose, voi rimpicciolite, voi fatevi e
divenite piccoli per Me, perché io desidero crescere in Voi. Io
parlo già al cuore del mio Sacerdote: don Bocchi. Tu da tempo
sai che io sono in lui, nel suo Sacerdozio con pienezza di Gra-
zia, perché egli è umile, perché egli mi ama, perché cerca la mia
gloria, dà testimonianza di Me, egli è forte in Me, e tu sei sem-
pre tanto fragile. La tua fragilità ti dà sofferenza, ma da que-
sta voglio trarre il tuo bene: l’abbandono completo in Me. Ri-
fugiati in Me, nel mio Cuore di Padre, e troverai conforto. Io
oggi ti aspetterò là, poiché mi vedrai nel mio Amore di Padre,
di Fratello, di Sposo. Oggi il mio Dono si manifesterà alla tua
pochezza, e la tua anima esulterà nell’Anima della Madre mia,
poiché nulla viene a te senza passare per Lei, e nulla Io ricevo
da te senza passare dalla Madre mia e dal Sacerdote. Tu devi
sempre essere sottomessa ai Sacerdoti e in particolare a colo-
ro dei quali io mi servo per la mia Opera. Tu in loro, nei miei
Sacerdoti, sei sottomessa a Me, Eterno Sacerdote. Perciò scri-
vi a p. Gabriello poiché io voglio recare serenità a lui attraverso
le lettere che io ti detto, poiché io ti ispiro. Si, è il mio Spirito,
e soffia dove vuole… Ti voglio nell’ubbidienza, nella docili-
tà; ti voglio pura, ti voglio fanciulla per giocare col tuo Gesù
Fanciullo. Fra i miei scolari sii paziente, umile, svestiti del tuo
“io”, e pensa a loro che sono miei. Ogni scolaro è un Gesù Fan-
ciullo: per tanti fanciulli c’è sempre un solo maestro: Io. Perciò
diventa, ritorna a essere una “fanciulla”, se vuoi che anche per
te ci sia il solo Maestro. No, il rimprovero amorevole, non il ca-
stigo; segui i miei suggerimenti, e non… quei consigli. Voglio
i tuoi scolari nel mio Cuore: dammeli! Perché vengo con te?
Perché io sto con te? Per le anime, per i piccoli, perché non di-
ventino… “adulti”, affinché essi crescano in Me. Gesù fanciul-
161

17.2 Page 162

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lo ora sarà a scuola in ogni scolaro… Lasciati guidare dal Di-
vin Maestro, e vieni a Me: scorgimi e trattami in ogni fanciullo.
Ora a scuola iniziamo una nuova vita: vita di amore, di incon-
tri, di unione. La tua aridità troverà forza e sostegno in questo
rinnovato incontrarci tra i fanciulli. Sì, Gesù Fanciullo una vol-
ta ti venne vicino, perché la tua anima l’ha visto. Io voglio stare
coi bambini. Io vengo con voi nelle sembianze di un fanciullo,
di un ragazzo. Vera, dammi amore, dammi le tue fatiche, dam-
mi tutto in quei fanciulli, poiché se la vita umana si affievoli-
sce, quella dell’anima va verso la Luce. Oggi ci incontreremo
là, e io sarò Gesù d’Amore, Gesù lo Sposo. Domani, invece, a
scuola, sarò Gesù fanciullo e Divin Maestro. Rimani in Me per
mezzo di Maria, Regina dei cuori. Io ti abbraccio nel mio San-
gue preziosissimo. Il tuo amato Bene, a te, povera creatura mia,
viene, ritorna, perché gli Occhi santi di Maria sono fissi sulla
tua anima. Io, Gesù, ti abbraccio con Lei, con la mia Mamma,
e da Lei ti ricevo. Questo, Gesù, alla più misera delle creature
che siano mai esistite in questo mondo! Questo, Gesù Miseri-
cordioso, per la sua anima, per tutte le anime povere, povere di
ogni virtù; questo, Gesù d’Amore, per questa creatura che scri-
ve per obbedienza per sé e per tutte le anime che sono e saranno
nel mondo. Queste mie Parole, piene della mia grazia saranno
sempre nuove, sempre mie, sempre per i cuori di buona volon-
tà, fonte di luce, di fiducia, di rinascita, di amore, poiché io le
scrivo per ogni anima che mi cerca, che spera di essere amata
da Me (eppure essa è già tanto amata da Me), che cerca Me. Io
vi sazierò del mio Amore, e ciascuno troverà in queste parole,
le parole che aspetta da Me. Ecco, o anime mie, io vi ho parla-
to prima ancora che mi cercaste, prima ancora che la Terra vi
accogliesse nel suo grembo; vi ho parlato, vi parlo mentre ora
voi mi cercate in questo mondo, ed io vi rispondo. Che la mia
Voce giunga presto ai confini del mondo, poiché io sto parlan-
do, sto cercandovi nelle vostre miserie, sto chiamandovi e chi
mi cerca dopo avermi dimenticato, non sa che io l’ho chiama-
to così come ho chiamato a questo compito Vera e la sua docili-
tà, la sua obbedienza e la sua povera mano cui ho donato la mia
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17.3 Page 163

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Mano per scrivere. Chi scrive è Gesù, Gesù che è Amore, Gesù
che è Fratello, Gesù che è Sposo, Gesù che è Padre per tutti.
Cosa mai non farebbe un Padre per salvare i suoi figli in peri-
colo?! Non vi sorprenda non vi irrigidisca la mano della crea-
tura, perché io con lei, per lei, scrivo; poiché lei, tanto niente, è
tutto in Me, tutta nel suo Gesù. Io, Gesù, per tutte le anime, per
chi mi ama, per chi mi cerca, per chi mi vuole seguire. Porta le
mie Parole, porta la mia Voce oggi. Il tuo Gesù, il tuo Gesù Fan-
ciullo, che aspetta una fanciulla per “giocare”: te, piccola ani-
ma mia».
Varazze 22-1-1968
«Gesù, l’Amore. Gesù Fanciullo, o Gesù Maestro? Gesù
Crocifisso, o Gesù Risorto? Se tu dovessi scegliere, come vor-
resti che io venissi a te? Sì, vengo a te come mi desideri: fan-
ciullo. Voglio farti sorridere, voglio portarti lontano fra giardini
pieni di fiori, alberi ombrosi, profumi deliziosi… Vieni, fanciul-
la, con Me. Uno stuolo di anime ci attendono, anime fanciulle.
Io sono con voi nel giardino dell’Amore. No, non ti preoccupa-
re; tu “vedi”, ed io scrivo, scrivo per te. (Io vedo tanti “Gesù”
nei loro occhi, e la mia anima non vede di più). Vieni, ti condu-
co più in alto, fra i miei Angeli. Vieni, io ti faccio bella con la
mia Grazia. Qui sono il piccolo Re, il Re fanciullo, e questi An-
geli giocano con Me. Vieni, ti porto altrove. Qui ci sono dei pic-
coli soldati: hanno combattuto per Me ed io sono il loro piccolo
condottiero. Ti porto dove ci sono tanti piccoli “fiorellini”: pro-
fumano per Me: io sono il Fiore per il quale si sono umiliati, per
Me. Dove vuoi andare? Vieni, vieni, ti mostrerò i miei giardini.
Andiamo nel giardino delle “rose”. Quali rose preferisci? (Io, a
Gesù: quella rosa con la goccia di rugiada). Eccola, ecco la per-
la che stillano tutte dai loro petali: la perla della purezza; ecco il
colore rosa fatto d’amore, di delicatezza, slancio generoso ver-
so di Me. Senti quale profumo! È la loro santità. Io sono Colui
che ha loro donato la santità: ora profumano per Me. Ti porto fra
i gigli sempre bianchi e immacolati, sempre olezzanti. Accosta-
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17.4 Page 164

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ti a loro. Essi ti guardano e vi aspettano. E poi viali, viali lun-
ghi e alberati, e profumi e cinguettii d’uccelli. Tutti cantano la
lode al Creatore. Vieni, vieni con Me, e respiri la tua anima que-
sti profumi, poiché… il tuo corpo non può. No, non sei ancora
fanciulla per giocare con Me; ma io ti insegnerò affinché tu goda
nei miei giardini, e allora là io mi nasconderò affinché tu mi cer-
chi… Poi ti lascerò “adulta” per il mondo, ma per Me sempre
fanciulla, affinché tu mi veda Maestro, il tuo Divin Maestro.
Poi, a tratti, saliremo il Golgota con mia Madre. Vedi, tutto fa-
remo insieme, finché il mio Cuore non sarà tutto nel tuo. Per ora
ti conduco per mano; vieni a giocare nei miei giardini, fra i miei
Angeli, vieni ove ci sono i miei fiori, vieni ove si respira il mio
Profumo. Vieni, ti porto lontano con Me, e rinasci in Me. Solo
così ritornerai “fanciulla”. Il tuo Gesù fanciullo».
O Gesù, quanto sei caro! Quanta delicatezza, quale amore
inesprimibile! O Gesù, fa che io impari da te a “rinascere” per
essere una fanciulla: la fanciulla che tu vuoi. Anch’io ho voglia
di giocare con Te.
Varazze 23 gennaio 1968
A Maria, Madre di Gesù, l’Immacolata,
A Maria, Madre di Gesù, l’Ausiliatrice,
A Maria, Madre di Gesù, l’Addolorata, ai piedi della Croce
offro umilmente l’obbedienza di questo “dettato” per amore del
Suo Gesù.
Gesù: «Scrivi, figlia mia, quel fiume di parole che sgorga
dal mio Cuore. Ecco, il mio Cuore è aperto per voi, per riversare
in voi, mie creature dilette, i miei pensieri, i miei desideri. Acco-
glieteli con umiltà profonda, con giubilo, con gratitudine. Parlo
a tutti i Tabernacoli Viventi che sono nel mondo, a quei Taberna-
coli che saranno nel tempo fino all’eternità. Voi siete i miei tem-
pli d’amore perché voi custodite l’Amore. Voi mi portate, voi
mi donate. No, non i tuoi pensieri per ora, ma i miei, poiché non
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17.5 Page 165

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parlo per ora per te, ma per tutti. Sì, i “miei Tabernacoli” sono il
mio rifugio fra gli uomini, la mia delizia, ed essi sanno già come
custodirmi. Ora io dico a voi che mi portate: amatemi, amate-
mi, amatemi perché io ho scelto in voi la mia dimora già da que-
sta terra. Non temete le croci, le aridità, le prove, poiché queste
sono efficaci per la vostra santificazione. Un giorno rinascere-
te in Me, poiché la vostra anima sarà investita dalla mia Luce, e
voi arriverete ad amare col mio Cuore, perché di voi io prenderò
tutto. Ogni Sacerdote, Tabernacolo vivente, prepari con pazien-
za e umiltà altri Sacerdoti a portare Me. Io ispirerò loro, poiché
io scelgo le anime ma essi siano ubbidienti alle mie ispirazioni.
Sto rivolgendomi a don Borra e don Bocchi, ad altri Sacerdoti
che portano già me.4 Padre Gabriello conosce già la sua missio-
ne. Voglio che la “mia Lega di anime”, si estenda anche fra le
anime “consacrate”, poiché è tempo che cresca. Padre Gabriello
si muove ispirato da Me, e i suoi insuccessi sono per ora la mia
Gloria. Ma io gli indicherò la via da seguire, poiché io e lui sia-
mo insieme».
25-1-1968
«Gesù, l’Amore, vuole che la tua anima riposi in Me; vuo-
le che la mia OPERA si diffonda. Preparate i miei sentieri ove
far scendere la mia Grazia. Vi sono anime, anime belle, pron-
te, preparate a ricevermi. Andate, andate dai Superiori, andate
a Torino, andate a Milano, andate, preparate le mie vie, e tutto
sottomettete al Papa. Vi aspetta, vi aspetta e prega con voi, pre-
ga con Me. A Padre Gabriello io ho spiegato cos’è la “notte”,
cosa significhi attendermi nella notte, nelle vie… Io l’ho scel-
to vittima in Me, per i miei Sacerdoti, per i miei Confratelli; ma
la mia ricompensa per lui sarà grande. Don Bocchi mi cerchi
fra le anime a lui affidate, mi scorga, mi veda, ed io mi rivelerò
a lui fra gli umili, i mansueti, i piccoli. Mi cerchi fra i peccato-
4 Portatori di Gesù Eucarestia.
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17.6 Page 166

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ri, poiché fra questi io soffro e piango. Egli mi dia anime, cer-
chi le mie anime, perché da lui aspetto un “gran raccolto”. Io
gli ho donato già il mio Cuore per donarlo alle anime. Io gli ho
donato la mia stessa sete di Amore poiché il mio Amore non si
esaurisce mai, ed io in lui continuo ad avere sete di anime, in
lui ho stabilito Me e in lui rivivrò. Tu manda i “miei dettati” a
Padre Gabriello, tutti, perché egli sappia che Gesù parla anco-
ra, che Gesù parla a te, e a te, per tante anime che sono e saran-
no. Manda i miei dettati anche a quei Sacerdoti a cui mi rivol-
go. Per loro io parlo, per altri, per molti, per tutti. Don Borra
deve leggere tutti i “libretti” ed essi saranno illuminati da Me a
vedere. Tu sii serena e calma, poiché il tuo lavoro aumenterà.
Questo piccolo sacrificio è l’atto d’amore che mi puoi offri-
re poiché tu sai che sei tanto povera. Ma io tanto vi amo, molto
vi amo che copro le vostre miserie. Ecco, io, Gesù, ti chiamo,
ti chiamo anche se sei nulla. No, non si arresta il mio Amore
di fronte al “nulla”, poiché io supero il nulla. Non ti pare? Vie-
ni, figlia mia, Gesù crocifisso ti perdona, ti abbraccia e ripara
sempre per te, per voi tutti… È col mio Sangue che ti battezzo,
col Sangue del mio Costato. Non mi vedi? Tutto il mio Corpo
è insanguinato, verso Sangue da ogni poro. Prendi, questo San-
gue mio è tuo, è vostro, è dei miei Sacerdoti, è per tutte le ani-
me. Quando mi immolo sull’Altare, al Padre mio, voi, insieme
a Me, ricevete il Battesimo di Sangue affinché il Padre mio che
è nei Cieli, vi veda in Me, nel mio Sangue, e vi riceva nel suo
Seno di Padre. Non mancate di aderire a Me, alla mia immola-
zione; non perdete i miei Doni d’Amore. Venite e immolatevi
in Me. Io cerco piccole vittime; venite e offrite in Me: io mi of-
fro per voi. Venite e datevi tutti a Me, poiché io ho dato, dona-
to tutto a voi. Amate, amatevi, dimenticatevi in Me: Gesù, vo-
stro Fratello, Sacerdote Eterno, Vittima immolata per voi. Ai
miei amati Sacerdoti mando, attraverso te, il mio sguardo d’A-
more, di dolcezza. Scrivi, scrivi a loro poiché io voglio scrive-
re a loro, perché con loro desidero ardentemente parlare. Forse
che non sarà gradito per loro ricevere una lettera dal loro Amo-
re, dal loro Gesù? Gesù scrive attraverso te, e chi mi ama ac-
166

17.7 Page 167

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coglie e aspetta e aspetterà sempre le mie lettere, finché avrò
questo povero mezzo che sei tu per scrivere. Tu vivi in questo
mondo per scrivere per Me. Obbediscimi, ascoltami, non teme-
re: sono il tuo Gesù».
28-1-1968
«Gesù, vero Dio e vero Uomo, parla alla sua piccola sposa».
(Gesù “detta”, ed io lo ascolto).
«Sto guardando la tua anima. Sto purificandola. Sto versan-
do in essa le mie grazie. Io sto penetrando in essa, ed essa in Me,
sto in te e desidero che tu viva di Me. Ho scelto la povertà: te,
la tua anima, ed io voglio darti tutto, e tutto ti darò col mio San-
gue. Voglio col mio Amore staccarti dalla terra, perché tu, mia
sposa, ti incammini verso Me, verso la mia Luce, verso l’Alto.
Quanto potrei dirti, in verità, è divino, è Paradiso. Ma anche se
ti parlo di Paradiso, tu rimani turbata, e poi, senza il mio aiuto,
non puoi rientrare serenamente nella tua pochezza. Io ti prepa-
rerò al Paradiso… Le sofferenze dei giorni scorsi, ora sono un
ricordo. Tu Me le hai date perché ormai tutto di te è mio. Non
cercare di capire i motivi delle prove, perché tu devi diventare
“fanciulla”. Altri capiranno, ma a te deve importare amarmi e
ubbidirmi. Sì, sono qui, sono con te, sono nella tua anima e sono
felice di vivere vicino a te. Io, Gesù ti guardo e mi mostrerei a
te se tu non ne soffrissi molto per ora. Questa tua fragilità, data
dall’umano, è il mezzo che conquisterà a Me altre anime, molte
anime. Voglio comunicarti la “sete” delle anime. Verserò in te
gocce dell’Acqua e del Sangue del mio Costato, perché voglio
che tu pensi alle anime. Quando saliremo il Calvario, tu mi da-
rai la tua aridità, la tua sete, io ti darò la “mia sete”. Così ci in-
contreremo nel Padre mio. Sì, fiducia e fede nel tuo Gesù. Fi-
ducia nelle mie parole, nei miei Dettati. Fede, fede, fede! Io,
Gesù, Eterno Sacerdote, confermo attraverso Padre Gabriello i
miei voleri, e da questo Sacerdote da Me scelto per la mia Opera
d’Amore riceverai Me. Presto gli scriveremo, poiché io deside-
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17.8 Page 168

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ro comunicarmi a lui per scritto. Scriveremo a Don Borra, Don
Bocchi. Noi scriveremo molto perché per i miei amati Sacerdo-
ti voglio effondere tanto amore, tanto conforto, tanto calore: il
calore del mio Cuore di Sacerdote Eterno. Anche per loro Gesù
compie un’Opera d’Amore unica: Gesù scrive ai suoi Sacerdo-
ti, ai suoi “Se stesso” sulla terra. Essi mi sentiranno così, mol-
to, molto vicino, e la mia Grazia crescente in loro, le mie lette-
re, saranno di conforto, di letizia, di pace. Sì, figlia mia, tanto li
amo, e se vuoi farmi dono gradito, prega per loro: per tutti i miei
Sacerdoti. Per essi ti ho scelta vittima, piccola vittima in me, e
tu sei per loro come essi sono per Me. Attendi in preghiera fi-
duciosa l’incontro del Sacerdote di Savona: verrà. Io lo man-
derò a Savona per la mia Opera d’Amore. Io detterei a lungo,
ma sei sottomessa al tuo dovere, e questo devi compierlo con
amore, finché io lo permetterò. Per questo desidero che tu ti fer-
mi a scrivere, ma non ti distrarre da Me. Desidero che tu riman-
ga immersa perché tu riceva da Me, forza, amore, calore. Io vo-
glio la tua anima in Me, e in questa imprimere, attraverso la mia
Grazia, il mio Sembiante. Amami, amami e riposa in Me. Il tuo
Gesù: l’Amore».
Varazze 2-2-1968
Parla, o Signore, che il tuo servo ti ascolta.
Gesù: «Scrivi per Me, scrivi, figlia mia, per la mia Gloria.
Si diramino le mie “vie” fra voi, nel mondo, fra le “mie” ani-
me. L’Opera deve svilupparsi fra voi che mi conoscete, e, per
vostro mezzo, deve arrivare alle anime che vivono nel mondo.
È tempo che le anime da Me chiamate vengano istruite sui fini
del mio “Messaggio”. A tal fine è necessario che questo sia co-
nosciuto al più presto dai Superiori Salesiani, e questi pense-
ranno a presentare al Papa la mia Opera. È Opera d’Amore, di
infinito e misericordioso Amore che io, Sacerdote Eterno, ri-
verso nei miei Sacerdoti, e per mezzo loro, nelle anime. Tutti i
dettati sono messaggi d’amore; tutte le parole, le lettere rivol-
te a te sono messaggi d’Amore, del mio Amore per te, per tutte
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17.9 Page 169

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le anime. C’è in ogni mia Parola una dottrina d’amore da leg-
gere, da approfondire ed io l’ho donata a coloro che sanno far
fruttare i tralci che sono uniti a Me. Riunitevi nel mio Nome,
invocate ed abbiate Maria, la mia dolce Madre, quale Maestra
delle vostre anime, guida ai vostri passi, luce nelle vostre in-
certezze, speranza e fede che Io sono, io voglio l’Opera d’A-
more, io la voglio diffusa. Questi libretti dovranno essere ben
ricopiati in un libretto unico e consegnato a don Borra, che do-
vrà leggere, dovrà leggere tutto.5 Tu rimarrai nell’ombra, nella
mia ombra: in Me. Tu sarai sempre la mano che scriverà sotto
la mia guida quanto io ti detterò. Voglio che si cominci; voglio
che si lotti per Me, per il trionfo della mia Misericordia. Voi
lottate per Me, voi che mi portate. Non esitate. Non temete le
sconfitte, perché io, Gesù, trionferò. I Sacerdoti che verranno
a far parte della “Lega di Anime di Gesù”, dovranno prepara-
re i giovani a “vivere” di Me, ad essere per amore, Me, perché
i giovani mi diano ad altri giovani. I giovani che faranno par-
te della Lega, secondo il giudizio dei Sacerdoti che guidano
le loro anime, potranno portare Me, e cioè divenire Taberna-
coli Viventi. Se i giovani saranno da Me chiamati ad altra via,
quale il matrimonio, essi consegneranno Me ai piedi dell’Al-
tare, al Sacerdote: è certo che io rimarrò spiritualmente più
impresso nella loro anima, nel loro sembiante. Infatti, chi mi
avrà portato e non potrà più per questo od altri motivi, avrà im-
presso nell’anima sempre Me in grado più profondo. La stes-
sa cosa valga per la gioventù femminile. Si creino gruppi di
giovani, si incontrino per amarsi in Me, e si adoperino per co-
noscere chi è il loro vero Maestro di vita, di santità, di gioia.
Ho scelto i Salesiani poiché essi vivono con i giovani, ma la
loro vita di apostolato dovrà essere più intensa, più attiva, più
sentita. Quest’Opera dovrà estendersi quindi anche fra gli al-
tri Sacerdoti, nelle Parrocchie di città e di paese, poiché ivi il
5 Per don Borra Vera ricopiò in 4 quadernetti tutti i dettati ricevuti dal settem-
bre 1967 al febbraio 1968 e glieli fece pervenire.
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Sacerdote e le anime dovranno formare un luogo di pace e di
riposo per Me stanco, per Me assetato, per Me affamato per il
mio lungo peregrinare in cerca di anime. Il Sacerdote e le ani-
me di un villaggio, anche se poche, dovranno essere una “Be-
tania”, e cioè un luogo di pace, di consolazione, di riposo per il
mio Cuore. Da queste anime desidero consolazioni, preghiere,
offerte e il dono del loro cuore. Verrò a loro per trovare que-
ste consolazioni; a loro lascerò le mie “lacrime”, per ripren-
dere il cammino in cerca delle anime fuori Ovile. Presso loro,
come un viandante, mi ristorerò, poiché in loro desidero trova-
re l’amore che non mi è dato dalle altre creature. Quindi ripar-
tirò, ma esse mi attendano pronte e gioiose perché lo Sposo ri-
torna alla sposa. Nella città l’Opera deve sorgere a gruppi, ma
tosto deve avere carattere unitario, poiché io vi voglio unite,
che vi conosciate e frequentiate poiché dovete amarvi molto
in Me. Ogni Tabernacolo è fratello all’altro più che mai, per-
ciò ciascuno si ritenga tale e agisca da fratello. Ciascuno abbia
questo programma di ascesa spirituale: assumere Me, il mio
Sembiante, affinché ciascuno di voi sia Me, sia Gesù. Quanto
ho dettato dall’inizio (settembre-febbraio), dovrà essere letto,
studiato e interpretato nella mia Luce di fede e di verità per es-
sere trattato e messo in atto. Torino e Firenze dovranno avere
un sentiero che li unisca: il Papa che vi stabilisca nella sua au-
torità e che aderisca quale Portatore di Gesù, quale Taberna-
colo Vivente già in mezzo a voi, nella mia Lega poiché della
mia Lega di anime, egli, Paolo VI, è la prima anima. Egli l’ha
già fondata nella sua vita di Pastore di anime; egli la diffonde
già, ma è ancora solo, troppo solo e per questo egli vi aspetta.
Egli sa, egli vi conosce in Me, e prega affinché voi andiate a
lui. Pregate e fate pregare perché l’ora della mia Misericordia
non tardi a venire, ma giunga presto, per tutte le anime. Sono
Gesù, Pontefice Eterno. Vittima Immacolata per le anime da-
temi dal Padre mio: Vittima per tutta l’Umanità che è stata, è,
sarà. Sono Gesù, Divin Maestro: sono la Via, la Verità, la Vita.
Sono l’Uno e trino: sono il Padre, il Figlio, lo Spirito Santo.
Sono Gesù: l’Amore infinito».
170

18 Pages 171-180

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18.1 Page 171

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Varazze 4-2-1968
«Gesù viene a te col suo Amore. Amore di Sacerdote. Vai
dai miei Sacerdoti, reca loro i miei Messaggi d’Amore; ricolma
le loro mani delle mie parole: sono nella Grazia, nella mia Gra-
zia. Mi cerchino, mi scoprano in questi Messaggi, nell’Amore
vivo che io voglio portare in mezzo a loro, in mezzo alle anime.
Vai da don Bocchi, e nelle sue mani deponi i miei ultimi dettati.
In lui io opererò con la mia Grazia perché la verità sia manife-
sta anche a lui, e mi riceva anche attraverso gli scritti. Egli è un
sentiero della mia Via, scelto dal Padre mio per il quale la “mia
parola” deve passare, diffondersi, estendersi. Prepara i “copia-
ti” anche per lui, e io, Gesù, ti benedico nell’atto stesso che ti di-
sponi a scrivere per Me poiché tu sei nell’obbedienza. Sì, parlò
a lui direttamente, e tu in umiltà scrivi. Don Bocchi Giovanni,
sono io che ti scrivo, sono Gesù. Dammi fiducia ed io mi rive-
lerò a te. Voglio che tu inizi a Sampierdarena la mia Opera d’A-
more fra le anime dei Sacerdoti; voglio che tu faccia conoscere
i miei messaggi d’Amore ai tuoi Confratelli; voglio che anche
loro portino Me, per trasformarvi in Me. Voglio che la mia Lega
d’anime si irrobustisca, voglio che diventi grande e che supe-
ri i confini dell’Italia, voglio che si formi in terre di missione, e
là, ove il mio amato Giovanni Bosco ha fondato le sue Opere,
là ove io in lui ho stabilito il regno dell’Amore. Devono pertan-
to prepararsi molti giovani, molti Sacerdoti che portino, aggiun-
gano all’Amore mio, donato nel mondo per mezzo di Giovanni
Bosco, altro Amore, altro Dono, che vi aiuterà ad assumere Me,
a diventare Me.
Io, Gesù Eucarestia, per mezzo vostro desidero raggiunge-
re le mie anime nel mondo, comunicare con le anime; io ho scel-
to un altro Tempio: abitazioni, strade, ovunque voi andate. Io ho
scelto altri Tabernacoli, non in muratura, ma “vivi”: voi! Que-
sto “dono” deve essere conosciuto dai miei amati Sacerdoti, dai
Salesiani per primi, e la mia Lega crescerà con voi; e voi con al-
tre anime, voi con la gioventù, fondete le vostre anime nel Fuo-
co dell’Amore mio perché la mia Lega sia forte, sana, gloriosa.
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18.2 Page 172

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Don Bocchi Giovanni, Gesù ti ha chiamato: ascoltalo. Don Boc-
chi Giovanni, io ti ho chiamato alla mia Opera: lavora, lavora fra i
Sacerdoti, lavora fra i giovani. Nella Luce dello Spirito Santo,
medita queste parole: sono mie, del Divin Maestro, del Sacer-
dote Eterno. Io ti farò intendere di più di quanto io faccia scrive-
re. Nel fervente dono di Amore io a te e tu a Me, io sto riviven-
do in te, ed è per te ch’io voglio rivelarmi agli altri Sacerdoti. A
te la stessa missione affidata a Padre Gabriello. Cerca l’assisten-
za materna della Madre mia: Maria Ausiliatrice. Cerca in queste
parole per te quell’amore intimo e segreto che io dono a te; cer-
cami nella verità, perché questi messaggi d’amore sono Verità,
sono Me, sono Gesù. Per tutti i Salesiani, il loro Fondatore, San
Giovanni Bosco, sarà, dal luogo ove è nella Gloria mia, Padre
amorevole, protettore, conforto, sostegno. Sì, anche Don Bosco
vuole ritornare a vivere fra voi, attraverso la mia Opera d’Amo-
re. Sì, Don Bosco ritorna in voi perché Gesù vuole rinnovare in
voi la sua vita, il suo amore, il suo Sacerdozio, tutto se stesso. Io
in voi, e voi in Me, per donare “frutti” al Padre mio, per salva-
re le anime, per morire per le anime. Io, Gesù, vostra Vita, vo-
stra Via, vostra Verità: a voi amati Sacerdoti, a voi tutto e sem-
pre Me».
Varazze 9-2-1968
«Lascio scrivere a te nel mio Nome: Gesù».
[Vera] Gesù ci unisce nel suo Santo Nome. Egli desidera che
la Lega delle sue Anime, facciano con Lui una sola anima. Le
preghiere, le offerte, i meriti che ciascuna anima può acquistare
in Gesù, non sono solo per la propria anima, ma per tutte le ani-
me della Lega; così i vuoti di un’anima più debole, vengono ri-
colmati dalle virtù dell’anima più forte. Ciò che soffre un’anima
unita a Gesù, è perché un’altra anima riceva da Gesù le grazie
particolari di cui abbisogna.
«Ecco, io ti adombro della tristezza della mia Passione.
In questa tristezza l’anima soffre in Me, perché partecipi del-
la croce di un’altra anima. Ed io vi purifico in questa sofferen-
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18.3 Page 173

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za, vi faccio una sola anima, vado formandovi un solo cuore in
Me. Ecco che la Lega si fonde, ed io vi fondo in Me, e vi puri-
fico e sono io, Gesù, che col mio Amore sto lavorando in voi,
sto trasformandovi in “tabernacoli viventi”. A voi sarà dato un
orientamento particolare da praticare con amore e fedeltà af-
finché io, Gesù, nelle sacre Specie, riceva amore, onore e glo-
ria da voi che mi portate. Io ti detterò quanto mi è caro, ma vo-
glio da te umiltà, ancora più umiltà, dolore e sofferenza. Si,
vengo a chiederti il tuo “fiat”. Ponilo nelle mani della Madre
mia, ed Ella ti sosterrà. Lo unirà a sé e Me lo donerà. Allora ti
parlerò e ti dirò come devi onorarmi, amarmi, portarmi. Ogni
mia grazia scaturirà come zampillo d’acqua pura e fresca dal-
la roccia, ma ogni grazia avrà la sofferenza, e dalla sofferenza
crescerà l’amore. Il mio Amore vi ha redenti nel mio Sangue,
ed io l’ho donato a voi soffrendo fino alla morte. Voi ricevete
il mio Battesimo di sangue attraverso l’amore e la sofferenza.
O anime mie benedette, io vi stringo al mio Cuore perché voi
siate una anima sola e un cuore solo. Così vi offro al Padre mio
in Me. Ricevete i miei Doni, i Doni che vi ho detto, e in que-
sti riceverete sempre più Me. Voi soffrite per i vostri insucces-
si: voi poveri, voi fragili, voi piccoli. Voi andate, voi perseve-
rate, voi sprofondatevi in Me; voi amatevi in Me, ed io, Gesù,
io, vostro Sposo, vostro Fratello, vostro Sacerdote, vostro Mis-
sionario, lavorerò, cercherò… chi mi ascolterà. Io aprirò i cuo-
ri umani al mio Amore, le loro menti a Me, perché al Padre mio
salga l’onore e la gloria dei chiamati dalla terra ai Cieli davan-
ti al Trono di Dio. Ecco, io sono con te. L’albero della Vita è
nella vostra anima, e in questa, verso la mia Grazia. Ecco, io
la purifico, la illumino, la preparo perché sia ricevuta nel seno
del Padre mio, allorché Amore e Dolore vi abbiano donato la
veste dell’innocenza, ed il mio Sangue vi abbia donato il mio
Martirio: il mio ultimo Battesimo. Sì: Amore, Incarnazione,
Purificazione, Luce e Tenebra; tenebre e luci, Passione, Re-
surrezione, Gloria. Fortezza di spirito. Fedeltà. Fiducia. Ab-
bandono. Ubbidienza. Umiltà. Pazienza. Innocenza. Io mi
sono rimpicciolito per voi, perché voi possiate salire e venire
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18.4 Page 174

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a Me. Altra via non c’è che l’Amore. Scomparite nell’abisso
del mio immenso Amore. Ha parlato Gesù. Dall’anima di Vera
ha versato la sua parola qui perché sia conosciuta. Sono Gesù
nella Parola».
Varazze 11 febbraio 1968
«Sono Gesù. Scrivi, scrivi: ho aperto in te un canale ove far
scorrere la mia Grazia, le mie parole. Tu sai che io sono in te,
che io parlo da te. Sì, è la mia Voce: sale dalla tua anima perché
la mia parola ha stabilito dimora in te. Tu sarai forte in Me, e la
fede nella mia Parola crescerà in te. Devi dormire ed io taccio.
Il tuo riposo mi è caro perché tu sei la mia povera e fragile cre-
atura che nell’amore e nell’obbedienza dovrà servirmi finché al
mondo la sottrarrò affinché la sua scomparsa sia per gli uomini
la testimonianza della mia Parola. Tu riposa in Me. Oggi il tuo
Gesù per te è stato glorificato nel seno del Padre mio, perché
quanto fai per Me è gloria a Dio, ed Io ti prometto che ormai
ogni tua azione, ogni tua invocazione compiuta con purezza
sarà unita e legata a Me. Ora Io comincio a vivere in Te. Spo-
sa di Sangue, del mio Sangue, abbandonati a Me: il mio Cuore
è aperto; ti aspetta… Il tuo Gesù, l’Amore Divino donatosi tut-
to alla più povera delle sue creature. Riposa in Me. Domani ri-
tornerò con la mia Parola, ma il mio Amore ti veglierà. Ora la
tua obbedienza è mia; ora sale attraverso Me, nei Cieli… Ora
sei in Me, nella mia obbedienza. Gesù ti abbraccia, Gesù ti be-
nedice».
15-2-1968
«Gesù, nell’Abisso del suo Amore. Io brucio, brucio le im-
purità, i difetti, la resistenza alle mie grazie. Brucio e in questo
fuoco attiro l’anima a Me. Quand’essa riceve questa purifica-
zione, dono del mio Amore, soffre perché è attirata dal Divino.
L’anima anela a Me, l’anima cerca ansiosa Me, il mio Amore,
e mai si sazia finché sarà quaggiù. Ha iniziato così il “Martirio
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18.5 Page 175

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d’Amore”. Voglio la tua anima piagata: io la immergo in Me, io
la rinnovo nel mio Sangue, io la rendo pura, splendente, bianca.
Sulla tua anima scenderà il mio Sangue, e le macchie saranno
le “mie”: quelle che io dono a te. Unisco a Me, alla mia Passio-
ne, il tuo soffrire; il tuo cuore al mio Cuore, finché non ci sarà
un solo Sofferente, un solo Cuore: io, Gesù. Accoglimi, perché
vengo a te come ti ho detto. Io ho iniziato il dono d’Amore, per
il quale l’Amato dovrà essere incarnato dall’amata. È lo Sposo
che prepara la sposa alla Unione mistica; è lo Sposo che dona,
mentre la sposa attende che lo Sposo venga a lei. Tu sei picco-
la per capire, ma non importa. A Me basta che tu mi ubbidisca
per amore, e che rimanga sempre molto umile nella tua pochez-
za. Abbandona il tuo “io” perché è del mondo, e tu non sei più
del mondo; lasciati sollevare dal mio Amore, e ama solo in Me,
nel mio Amore, affinché ogni affetto umano sia, per mio mez-
zo, affetto puro, santo, sia Amore mio. E così ti stacco dal mon-
do, così preparo il mio Tempio, così ti conduco a Me. Non pas-
serà un anno, non passeranno due anni, non passeranno tre anni,
prima che le mie Parole saranno manifeste a tutti. Chi renderà
testimonianza alla mia Parola in terra, troverà nei Cieli, avan-
ti al cospetto del Padre mio, la testimonianza del mio Amore.
Chi testimonierà con la vita, avrà nei Cieli la corona dei Marti-
ri della mia Parola. Chi mi testimonierà nell’apostolato, semi-
nando la mia Parola, avrà nei Cieli Me, Sacerdote Eterno, nel-
la visione gloriosa di Padre, di Figlio, di Spirito Santo. Io dico,
dunque, a Vera, povera e umile sposa mia (più povera non c’era
sulla terra) di testimoniare dinanzi agli uomini la mia Parola, ri-
cevendo in umiltà ed obbedienza quanto lo Spirito Santo detta,
per volontà di Dio, a lei; di testimoniare la mia Parola con fede
e fiducia che il suo Sposo la sorregge, la sostiene, la difende;
di rendere testimonianza alla mia Parola, accettando nell’ob-
bedienza quanto io, Gesù, desidero che ella faccia per Me, per
la mia Opera d’Amore, accettando per amore ogni dolore e sa-
crificio, ogni derisione o beffa, ogni gioia e dolore. Tu scrivi,
tu ubbidisci, tu ama, tu aspetta… lo Sposo. Io, Gesù, ho accet-
tato dalla Madre mia la tua vita e se questa io la prenderò pre-
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18.6 Page 176

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sto per la mia Gloria,6 sappi che questa ti verrà trasformata nel-
la Vita che dono Io: la Vita nei Cieli. Ora lavora: scrivi, scrivi,
porta e invia i miei Messaggi, finché avrò rivelato ai miei ama-
ti Sacerdoti l’immensità del mio Amore. Noi, Io e te, dovremo
sostenerli, incoraggiarli nelle lotte che attendono loro perché la
mia Opera venga conosciuta. Io detterò le mie lettere, tu scrive-
rai ed io inseguirò i miei Sacerdoti finché la mia Grazia sarà ac-
colta con gratitudine da essi. Tu sei qui in questa piccola stanza
per scrivere per Me. Io avrò cura che ti sia sempre assegnato un
posto tranquillo per ascoltare Me. Tu, te l’ho detto, ora vivi per
Me, per scrivere. Questo è il tuo compito e quando sarà termi-
nato tu saluterai la terra per i Cieli. Ti darò la forza per copia-
re, ma io, Gesù, voglio rimanere con te anche nella sofferenza,
perché tu devi in Me divenire la mia sposa di Sangue. Un gior-
no ti accolsi sposa della mia Passione, un giorno verrà che io,
Sacerdote Eterno, offrirò al Padre mio, nel mio Sangue, il san-
gue della creatura7 per la quale sulla Croce donai ogni goccia
del mio Sangue. La creatura in Me sarà la mia Sposa, e il Padre
mio l’accoglierà in Me. “Io ti prego, Padre mio, di accoglierla
in Me, poiché io a Te la offro in Me per la tua Gloria. Io ti prego
di riconoscere in Me l’anima che io ho lavato nel mio Sangue,
e quel povero mezzo di cui io mi sono servito per rendere ma-
nifesto agli uomini il mio messaggio d’Amore al mondo. Padre
mio, io le ho donato tutto perché povera; io le ho donato le mie
grazie e la mia Parola. Padre mio accoglila nella tua Gloria,
perché essa in Me mi ha dato l’obbedienza, l’umiltà, mi ha dato
il suo povero braccio. Padre mio, ora ti prego accoglila in Te
perché io la offro in Me, con Me, per Me, a Te, Padre mio, per-
ché quest’offerta renda Gloria a Te e testimonianza della mia
Parola quaggiù ai Sacerdoti, agli uomini, alle Nazioni, al mon-
6 «questa [...] io la prenderò presto»: Vera si spense il 22.12.1969.
7 “Giorno verrà che io, Sacerdote Eterno, offrirò al Padre mio, nel mio Sangue,
il sangue della creatura…”. Vera morì dissanguata durante l’ incisione di un ascesso
allo stomaco, un anno e mezzo dopo questo messaggio.
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18.7 Page 177

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do intero. Accoglila in Me, Padre mio, per la maggior Gloria
tua e l’avvento del mio Regno d’Amore fra le anime. Io, Gesù,
ti ringrazio per avermi esaudito”.8 Io, Gesù, ti ho rivelato il mio
Amore per te. Attendi con fiducia nelle mie Parole, e disponiti a
scrivere, a copiare per amore mio. Tu non sarai sola nello sfor-
zo, ma avrai sempre la mia Mamma vicina che guiderà la tua
vita portandola sempre più a Me. Ricorda:
Fiducia nel tuo Gesù, fiducia nella Madre mia, fiducia nel-
la mia parola.
Inizia a ricopiare per Don Borra. Non desidero altri sacri-
fici che questi, e offerti per amore e obbedienza. Altri sacrifi-
ci ti verranno risparmiati poiché tu servi a Me, in questo modo,
per la Gloria del Padre mio e la salvezza delle anime. Scrivere-
mo presto ai Sacerdoti. Quando mi immolo sull’Altare, offrimi i
tuoi scritti: i miei dettati, assieme all’obbedienza e all’amore. A
Don Borra, a P. Gabriello dì la stessa cosa poiché dai miei ama-
ti Sacerdoti, tutto accolgo. Devi dire loro così: “È Gesù che lo
desidera, ed io lo desidero tanto come Lui”. Raccogliti in Me,
nel mio Amore, perché io ti difenda da te stessa, dal mondo, dal-
le tentazioni. Rimani fra le braccia divine: non avrai paura per-
ché io sono forza, coraggio, serenità, fiducia, verità. Presto ti
manderò un conforto: un mio amato Sacerdote, quale dono d’A-
more. Gesù che ti ama e ti benedice».
8 Bellissima preghiera di Gesù al Padre perché accolga l’offerta della vita di
Vera nella Sua Offerta, per la Gloria di Dio Padre e per la testimonianza della Sua
parola nell’Opera dei Tabernacoli Viventi.
177

18.8 Page 178

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18.9 Page 179

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IV LIBRETTO
Offro l’ubbidienza alla Santa Vergine,
Maria Ausiliatrice

18.10 Page 180

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Savona 18-2-1968
Gesù: «Scrivi il mio Nome! In questo santo nome, Gesù, io
ti parlo, io detto la mia Parola. Ti ho guidata per sentieri aspri, ed
ho sostenuto la tua fragilità; ti ho alimentata con la mia Grazia,
ti ho difesa da te stessa, ti ho aiutata a camminare verso di Me.
Tutto è stato compiuto nel mio Nome: Gesù! Ora hai visto la
“Luce” nelle mie Parole; ricevile sempre nel mio Nome: Gesù.
Ora le mie Parole devono cadere nei solchi quali semi che devo-
no marcire nel terreno delle vostre anime. Ho chiamato, pertan-
to, le anime preparate, capaci di intendere la mia Parola. Il “ma-
noscritto” deve essere preparato presto e trasmesso a Don Borra.
Allo stesso modo deve essere preparato un altro per don Boc-
chi. Egli riceverà col manoscritto la mia grazia. Avrei molto da
dettare ma io desidero che tu copi e doni a Me questo lavoro che
serve e servirà per la maggior Gloria. Tu sei in famiglia per mia
volontà. Io ti aiuterò a portare la Croce, poiché è tempo di ripa-
razione, di rinunce, di offerte. La mia Opera ha le sue vittime in
Me, ma vedrà la luce fra i peccatori, donerà la pace agli umili,
conforto ai tribolati, sollievo ai sofferenti, forza e coraggio ai de-
boli, fiducia agli oppressi. Ma io vi dico che chi accoglie queste
Parole, accoglie Me, Gesù. Io sono il “Seminatore”, e i “semi”
che vengono da Me sono la Parola di Dio. Ora è tempo che voi
chiamati mi ascoltiate, mi riceviate, mi accogliate. Voglio che tu
copi, figlia mia, il tempo stringe. Voglio che tu ti congeda da Me
per copiare. Io rimarrò in te con la mia Grazia. Questo è il mio
desiderio: eseguilo per obbedienza, ed io ti donerò Me, Gesù.
Nel mio Nome, Gesù, ti benedico».
Varazze 27-2-1968
Gesù: «È da tanto che voglio dettare... Ma tu mi sei sfuggita.
Ora agisco in te più direttamente, e i miei richiami saranno più
continui, frequenti. Non ti accorgi come ti inseguo? Ora è la mia
grazia, ora la mia disapprovazione. Ora, io in te, voglio correre
presso altre anime, visitarle, e solo a tarda sera... vedi, vedi la
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19 Pages 181-190

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verità. Vedi Me in te che corri, all’insaputa di te stessa, e vai da
tua sorella sofferente. Non sai perché sei lì, non sai perché ti tro-
vi al suo capezzale a baciarla, mentre ignoravi tutto. E anco-
ra non vedi, non vedi Me che agisco attraverso te. Quando hai
intuito, per timore di essere ironizzata, non hai detto: “È stato
Gesù che mi ha portato da Pina”. Hai riferito a te, e mi hai tol-
to la Gloria.1 O misera e povera creatura! Che farò io di te?! Ora
scrivi perché tu non dimentichi! Ti darò dolore, dolore cocente
per purificarti. E la mia Voce sarà una spada che ti passerà l’a-
nima. Scrivi, scrivi in ginocchio e manifesta ai Sacerdoti la tua
indegnità. Chiudi con queste parole: io, Gesù, non voglio molte
preghiere ma opere, opere d’amore. Voglio da Vera l’umiltà, la
bontà. Voglio che si umili, e renda conto del suo operato a Me,
a padre Gabriello confessandosi per scritto. Io la rialzerò dopo
aver compiuto quest’atto di umiltà. Gesù offeso».
Varazze 28-2-1968
Gesù: «Scrivi ugualmente anche se non mi senti. Vengo a
te nell’umiltà del tuo cuore. Io l’ho visto e ora sono consolato.
Ora hai capito che i tuoi difetti sono le tue miserie. Non sarai
mai capace a correggerti senza di Me! Fissati su questo mono-
sillabo che è tutto: Me! Me, cioè, la mia Grazia. Ti ho illumina-
ta nella confessione, ti ho parlato versando nel tuo spirito la mia
Luce. Ora sai cosa devi chiedere: la mia Grazia. Devi chieder-
la come l’assetato cerca l’acqua, l’affamato, il pane, il sofferen-
te, il sollievo, il cieco, la luce, il viandante, il riposo. O Vera, fi-
glia mia diletta, solo la mia Grazia ti salverà, solo la mia Grazia
ti darà la forza per scrivere, per obbedire; solo la mia Grazia tra-
sformerà il mio Dono in atto d’amore vissuto e praticato; solo la
mia Grazia imprimerà Me nella tua anima. Allora io vivrò nella
1 Riferimento all’episodio in cui Vera era andata in ospedale al capezzale del-
la sorella Pina guidata da Gesù. Non disse alla sorella che era stato Gesù a condurla
da lei e ad indicarle il luogo e la stanza dove si trovava.
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19.2 Page 182

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tua anima. Io ti spoglierò di te perché, con la mia Grazia, la mia
Dimora in te sia completa. Sai cos’è la mia Grazia? È l’Amore
del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo. È Dio che scende nella
“sua” anima prigioniera del corpo, e vi dimora e l’attira a Sé, al
suo Amore, al suo Olocausto. Tutto fai chiedendo la mia Grazia.
Oh! Io soffro nel maltrattarti…, ma ti amo troppo, e non voglio
rinunciare ai Doni che ho stabiliti per te! Vieni anima mia, vie-
ni anima piccola piccola, e riposa sul mio Cuore. Oh, sì, vedo il
tuo soffrire... e mi è caro! Cos’è che cerchi? Sì, è il mio Amore,
è la mia Gloria, è il tuo Gesù».
(ore 21,30) Gesù: «Ti chiamo al tuo compito. C’è un
orizzonte lontano a cui io voglio arrivare per immergervi le
mie Piaghe, per effondervi il mio Sangue: Sangue dell’Agnello
Immacolato. Il mio Sangue deve essere versato dove c’è odio,
rivalità, ambizioni. Gli uomini versano sugli uomini il loro
sangue, sacrificando la loro vita, e l’odio non si spegne. Io, Gesù,
andrò a visitare quei luoghi nella rovina, quegli uomini affranti.
Io voglio donare anche a loro il Sangue dell’Agnello Immacola-
to. Andremo davanti a Dio Padre e ci offriremo a Lui per la Pace
fra i popoli. Se gli uomini hanno ordito le loro leghe per nutrire
odi e scatenare guerre, se essi si combattono e si distruggono, io
ho pena, ho pena dei poveretti, degli infelici che soffrono le ti-
rannie delle leghe. A queste voglio opporre la “mia Lega di Ani-
me”. Sì, vi radunerò, anime mie benedette, intorno a Me, e voi in
Me vi offrirete al Padre mio per la Pace fra i popoli, fra le Nazio-
ni, fra le Genti. Voi sarete sempre il mio esercito d’Amore che
voglio opporre all’esercito degli uomini: voi l’esercito che avan-
za in Me davanti al Padre mio, ed io, quale Agnello Immacola-
to, voglio impetrare con voi, con la mia Lega di Anime, la Pace,
quale messaggio d’Amore agli umili, ai poveri, ai diseredati di
beni, a coloro che amano e sperano in Me. La mia Lega è eserci-
to, esercito che combatte e lotta con Me, ed io sarò sempre con
voi il vostro Condottiero. I confini della Terra sono estesi, e tut-
ti li comprendo e li contengo nella mia Misericordia. Io, Gesù,
quale Dio e Padre, rivolgo la mia voce al mondo, ai Popoli, ai
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19.3 Page 183

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fratelli. Io passerò presto a visitarvi da un capo all’altro della
Terra, perché il mio messaggio d’Amore sia rivolto a tutti, per-
ché le anime si rivolgano a Me che sono l’Autore della Vita. Pas-
serà ancora la mia Vita fra voi, quale fremito d’Amore e di Per-
dono. Oh! preparate le mie vie perché mi aspettiate, mi riceviate,
mi accogliate! Anime mie benedette, che aspettate a far cono-
scere le mie Parole? Al Papa portate il mio Messaggio d’Amore,
e dal Papa fatevi consacrare, stabilire nell’Ordine che è: Ordine
di Grazia, di Salvezza; Ordine di Pace e di Amore. Ecco, io vi
manderò poi come una volta mandai i miei Apostoli, fra le genti,
fra i Popoli, perché ad essi giunga il Messaggio nuovo: il Vange-
lo, l’ultimo messaggio d’Amore di Gesù, attraverso i Tabernaco-
li Viventi. Ecco, io vi manderò, e in voi, con voi, per voi, io an-
drò a compiere l’Opera di Redenzione di tutta l’umanità. Inizia
la Quaresima, il tempo che mi condurrà all’Immolazione. Cerco
anime vittime, molte anime vittime, perché la mia Lega cresca,
l’esercito aumenti, perché in Me voi siate offerte a Dio per il ri-
scatto dell’umanità. Presto verrà sera, poi la notte, e resteremo
noi soli a lottare: io e la mia Lega, Gesù col suo esercito, la mia
Madre con le anime per suo mezzo a Me consacrate. Presto sarà
buio, e finché c’è luce cerco anime, anime vittime: cerco voi che
mi aspettate, che mi cercate. Io mi dono completamente a voi, e
voi a Me, e insieme ci offriremo nell’Amore del Padre, del Fi-
glio, dello Spirito Santo. Sì, dono la mia Grazia in queste Parole:
la Grazia di Gesù Eucarestia che vuole divenire il Cibo di tutte
le anime contenute nel mondo; l’alimento dell’anima, il confor-
to e la pace del mondo. Ha parlato Gesù, Gesù Eucarestia che
vuole essere conosciuto, amato, portato. Gesù, il Re delle anime;
Gesù, Re dei cuori. Gesù Re delle sue creature».
Savona 2-3-1968
Gesù: «E adesso scrivi. Io risponderò a Padre Gabriello in
particolare. Voglio la sua adesione perfetta alla mia Santa Vo-
lontà. Io sono Gesù che vi guida, che rimane con voi perché voi
siate sempre mossi da Me. Io sono in p. Gabriello per parlare
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19.4 Page 184

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alle anime, alle mie anime: i Sacerdoti. Nella mia Immolazio-
ne si abbandoni a Me, perché io attiri la sua anima e l’investa
della mia Grazia. Nell’offerta di Me al Padre mio, mi dia tutto
se stesso, e le anime che pascolano nel mio Cuore per suo mez-
zo. Mi offra la povera Vera, mi offra i miei Sacerdoti e le ani-
me vittime. Io laverò le vostre anime nel mio Sangue, e in que-
sto Battesimo di Grazia vi offrirò al Padre mio per la sua Gloria,
per la mia Opera d’Amore. Poi, padre Gabriello rimanga in Me,
nel mio Cuore di Sacerdote Eterno, ed io guiderò i suoi passi,
io muoverò i figli del mio Amore ferito perché si accostino alla
Luce della mia chiamata. Egli parli, parli nel mio Nome, men-
tre riporrà fiducioso la sua anima di Sacerdote, di Apostolo,
nell’Anima luminosa della Madre mia. Gli sarà vicina la Mam-
ma dei Fanciulli: Maria Ausiliatrice. Gli sarà di esempio, gli in-
fonderà fiducia il mio San Giovanni Bosco. Io lo sosterrò con
la mia Grazia, e il mio Spirito, Spirito d’Amore, sarà, per mio
volere, come colomba sul suo cuore di Sacerdote. Parli quin-
di, parli… e dica di Me, che cerco e voglio anime “vittime” in
Me, anime sacerdotali che aumentino la mia Lega. Dica quan-
to ho dettato, faccia leggere tutto, poiché la mia volontà, i miei
desideri non sono manifestati in un “dettato”, ma tutti conten-
gono ed esprimono nella loro continuità il mio Messaggio d’A-
more per le anime tutte, per le anime sacerdotali e consacrate, e
per loro mezzo, al mondo. Ho desiderato che la povera creatu-
ra, da Me scelta nell’obbedienza a scrivere i dettati, ricopiasse
per ordine di data quanto via via ho detto a lei, perché chi legge,
deve leggere tutto: meditare, riflettere e chiedere i miei Lumi in
santa umiltà. Padre Gabriello deve avere un manoscritto unico,
senza il quale non può completamente manifestare i miei Divini
Desideri. A Vera chiederò questo sacrificio quaresimale. Non vi
stupisca la forma semplice e puerile delle mie Parole. Io, Gesù,
ho parlato ad una povera creatura, e a questa mi sono livellato.
Chi viene a Me con fede sa vedere la profondità della mia dot-
trina d’Amore. E chi vedrà, sarà l’umile, il fanciullo, il puro,
che nel mio Cuore ha già il suo posto. Io, Gesù, Sacerdote Eter-
no, detterò ancora, ancora, perché la mia Voce giunga ai confi-
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ni del Mondo. Sì, scriverò a padre Gabriello e presto. Scriverò
a don Bocchi perché la mia voce lo scuota, lo attiri a Me. Scri-
verò, detterò io, Gesù, per mezzo dell’ultima creatura che esi-
sta, perché anch’essa nella sua povertà serve già, e servirà per
la mia Gloria. La mia voce è sofferenza quando l’anima è nel
buio. Vieni, figlia mia, saliamo insieme quel monte del Dolo-
re, perché la mia Croce emani la sua Luce di Grazia nel mon-
do. Gesù, nel Dono ti ama, nel Dono ti perdona, nel Dono ti ab-
braccia. Io benedico con la mia Mamma la tua obbedienza, e
per questa attiro la tua anima a Me: Gesù».
Varazze 3-3-1968
Gesù: «Io parlo del mio Tabernacolo Vivente: sono Gesù
Eucarestia! Tutte le Parole che io ho dettato sono i miei “semi”,
ma i terreni capaci di accoglierli non hanno sufficiente grazia.
Io chiedo offerte, anime vittime, perché nei “chiamati” discenda
abbondante la mia Grazia. Chi accoglie le Parole del mio Mes-
saggio e si immola in Me, per la mia Causa, è stato investito
della mia Grazia, e questi a sua volta preghi perché tutte le ani-
me sacerdotali ricevano ed aderiscano alla mia Opera d’Amore.
Mi rivolgo ai Sacerdoti salesiani, a coloro che sono nell’auto-
rità, poiché essi devono ricevermi nell’umiltà, nella gratitudi-
ne, nella lode a Dio Padre per mezzo di Me: Gesù. Io, dai Taber-
nacoli, effonderò la Luce dello Spirito Santo affinché le vostre
menti vedano. I miei solchi sono e rimarranno gli stessi, poiché
tale è la Volontà del Padre mio. Dio Padre ha guardato per mez-
zo mio Torino, Firenze, Sampierdarena, Roma. Da questi luo-
ghi devono aprirsi gli altri sentieri, le altre vie; ma chi è chia-
mato non deve resistere alla mia Grazia. Io Gesù vi scriverò, vi
rassicurerò, e quando io sarò venuto a bussare al vostro cuore,
non respingete il Mio: è il Cuore del vostro Gesù! Pregate, pre-
gate invece, perché io mi riveli sempre più a voi, perché possia-
te conoscere tutti i miei desideri di salvezza per l’umanità in-
tera. Io, Gesù, Pontefice Eterno, a voi miei amati Sacerdoti: in
questa Pasqua di Passione, di Morte, di Resurrezione, rinnoverò
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il mio Olocausto per voi al Padre, e accetterò, e unirò in Me le
anime vittime, quelle che la Madre mia mi offre. Questa è la Pa-
squa, il Sacrificio, l’immolazione dei Sacerdoti, per i Sacerdo-
ti. Presto verrò a voi, verrò e sarò Gesù sofferente, Gesù incoro-
nato di spine, ricoperto di sputi, di flagelli, Gesù con la Croce,
Gesù sulla Croce, Gesù che spira, muore, Gesù col costato aper-
to… per voi, amati Sacerdoti. Voglio il vostro amore, voglio es-
sere in voi, voglio che mi portiate, mi diate, poiché io vi ho fatti
altri “Me stesso”, perché io raggiunga tutte le mie anime. Leg-
gete, meditate tutte le mie Parole e vedete Me, vedete Gesù nella
sua completezza divina e umana. Portatemi, datemi, fate posto a
Me nel vostro cuore, lasciate agire Me nel vostro Sacerdozio. Io
desidero ardentemente fare dimora stabile in voi, affinché il mio
Fuoco purificatore vi riscaldi sempre, perché Sacerdote Eterno
e Sacerdote siano un solo Essere, un solo cuore, un solo Sacer-
dote. Pregate anime mie che mi aspettate, perché i miei Sacerdo-
ti vedano l’Abisso dell’Amore del loro Divin Maestro, del loro
Sposo, del loro Gesù Eucaristico che essi offrono, consacrano,
immolano. Questa povera creatura scomparirà. Ma le mie paro-
le, parole di Dio, non passeranno in eterno come il mio Amore
per voi. Gesù che soffre!».
Varazze 4-3-1968
Gesù: «Hai guardato la notte. È scesa sugli uomini. Hai
guardato il cielo: è notte, è buio, ma le stelle brillano come
fiamme d’amore. Le stelle, il cielo, la notte sono Ordine: sono
Me. I miei Tabernacoli Viventi sono stelle sulla terra, sono Or-
dine: sono Me. Essi andranno nella “notte” quali fiamme d’a-
more, perché porteranno chi è Amore e la notte dello spirito tra-
scorrerà nella Luce che vi dono io. Voi siete nella notte, nella
notte stellata. Voi rimanete in Me, abbandonatevi a Me, e date-
mi fiducia, fiducia sempre più crescente, cieca, poiché questa
voi la riponete nel vostro Gesù, Gesù Eucarestia. Perché, dun-
que, io ho desiderato venire a voi? Perché ho desiderato fare di
voi, anime mie benedette, i “miei Tabernacoli”? Perché voi, i
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primi a iniziare in questi tempi il “Dono d’Amore di Gesù”, ri-
ceviate la mia luce, il mio conforto, il mio calore che vi purifi-
chi, vi infiammi di Me. A voi sono venuto io, senza preparazio-
ne, poiché io preparerò voi. Io vi sarò di Maestro, di Amico, di
Padre ed io farò, giorno per giorno, comprendere a voi ciò che
di voi desidero, accetto, e ciò che di voi rigetto. Io vi renderò
sensibili ai miei desideri, alle mie chiamate, poiché io deside-
ro formare in voi il mio Tempio. Altre anime, in seguito, rice-
veranno una particolare preparazione, ma per i primi “Portato-
ri” di Gesù, io offro e dono tutto, perché tutto desidero operare
io con la mia Grazia. Per ora si cominci così. La mia Opera avrà
le sue vittime in Me. Ripeto l’invito rivolto all’inizio dei “det-
tati”: desidero anime piccole, vittime, e tante. Cercale, chiedile
alla mia Mamma, Maria Ausiliatrice. Non temere la derisione
umana, poiché io la permetto, e serve alla mia Gloria. Dammi
tutto: io, il tuo Gesù, ti conforterò. Altri come te soffriranno la
stessa pena, ma è allora che io trionferò. Ti ripeto: non passerà
un anno, due anni, tre anni, prima che la mia Opera veda la luce.
Sì, voi siete nella notte, miei Tabernacoli Viventi, ma è una not-
te con le stelle, poiché avete, portate Me, quale Dono d’Amo-
re. No, io non andrò via dal vostro petto, perché la mia Divina
Presenza vuole versare nella vostra anima, ogni giorno e ogni
ora, la mia Grazia; perché io desidero trasformare i vostri cuori
e a questi donare la ferita del mio Amore. Voi andate, andate e
donate le mie Parole. Io, Gesù Eucarestia, vi prometto Me e la
forza dello Spirito Santo. Tutte le tue povere sofferenze mi sono
gradite e care: esse sono già in Me, nel mio Sacrificio, nel mio
Sangue, ed io le purifico e le offro al Padre mio in Me. Sono
piccoli fiori che profumano di Me. Il Padre mio le gradisce, e ti
unisce ai Sacerdoti per i quali tu le offri in Me. Io e il Padre ver-
remo nello Spirito Santo a chiederti altri fiori affinché la picco-
la vittima possa essere immolata nell’Agnello Immacolato. Sei
sposa di sangue e non lo sai! Gesù Sacerdote Eterno ti benedi-
ce. Gesù chiede, Gesù dona, Gesù troppo ti ama!».
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19.8 Page 188

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Varazze 7-3-1968 Gesù:
«Voglio che Egli (l’Ispettore) non guardi alla creatura ma
“veda” solo la mia Misericordia. La creatura è debole, è difetto-
sa, ma ad essa comunico il mio Pensiero, la mia Parola; ad essa
rivelo e continuerò a rivelare il mio Amore per voi, per le anime
tutte. La creatura umana esprime come può il mio Amore Euca-
ristico. Io, in essa lo effondo con pienezza perché essa lo rive-
li a voi, miei Sacerdoti. Io, Gesù, ho donato alla povera creatura
nessuna capacità: ella è sempre povera. A lei io, Gesù, mi chino,
e, a lei, quale soffio di vita, arriva la grazia della mia Parola. Ella
soffre quando scrive, perché il mio Pensiero è Dio, ed ella non sa
tradurlo… Sì, sono io, sono Gesù Eucarestia che opero in lei, nel
contrasto fra il Divino e l’Umano, fra il Perfetto e l’imperfetto.
Io, Gesù, tutto armonizzo, tutto unisco, tutto unifico per virtù del
mio Amore. Ella ha scritto per obbedienza a Me nel Sacerdote.
Delle sue miserie, delle sue incapacità, io farò, trarrò motivi di
misericordia per altre anime. Vera sarà, per altre anime povere,
la fiducia, la mia Fiducia. Io, Gesù, Eterno Sacerdote, desidero
che voi, Sacerdoti salesiani, meditiate sulle parole della creatu-
ra, e, in queste, leggiate l’Abisso del mio Amore e riconosciate,
attraverso l’umano, la via che io, Eucarestia, vi ho aperto e do-
nato. Voi, miei amati Sacerdoti, mettete in pratica il mio Mes-
saggio d’Amore per le anime».
Sono Gesù Eucarestia che parla dai Tabernacoli: «Voglio
uscire dalle chiese, voglio andare per le vie, per le strade, nel-
le vostre famiglie, per avvicinare, cercare quelle anime che non
mi cercano, non vengono a Me, non vengono nella mia Casa.
Voglio raggiungere queste anime per mezzo dei miei Sacerdo-
ti, per mezzo di anime consacrate. Portatemi con voi, portate-
mi fuori: che la mia Presenza Eucaristica effonda Fede, Amore,
Pace all’umanità. Voi in Me sarete forti, voi con Me amerete di
più, amerete meglio, voi per Me sarete Templi santi. Solo la mia
Grazia vi rivelerà la profondità del mio Amore Eucaristico. Cer-
cate nel povero, nel misero, sempre Me, perché al povero, al mi-
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sero, io dono tutto Me. Io, Gesù, ve ne ho dato l’esempio”. Gesù
Eucaristia».
Varazze 8-3-1968
Gesù: «Scrivi, non temere, fai la mia volontà. Lasciami par-
lare in te. Lasciami ripetere mille e mille volte il mio Amore per
te, per le anime. Vieni nella “notte”. È quasi notte, ma le stelle
brillano. Rimane nella notte la mia luce: è sopra di te la Luce. La
notte è necessaria perché ad altri giunga la luce dell’aurora. Ap-
poggiati a Me, e rimani nel mio Amore. Io ti confermerò l’ob-
bedienza attraverso Padre Gabriello e nell’obbedienza sarai con
Me unita per sempre, per l’eternità. Gesù vuole da te ora la pro-
va del tuo amore nell’obbedienza. Sii serena, sii umile, sii sem-
pre per Me disposta ad accogliermi. Io ti ho donato e ti donerò
le mie consolazioni perché io vengo a te e la tua anima vede Me.
Non ti basta? Ora riposa in Me e ama la mia Parola resa facile
per te; ama i miei pensieri d’Amore ripetuti per te, per tutte le
anime; ama Gesù che non si stanca di cercare, di chiamare attra-
verso te, le anime sue. La Madre mia vi aiuterà: io ve l’ho dona-
ta. La mia Mamma vi sorride: andate a Lei! Io, Gesù, ti benedi-
co. Io ti do la mia Pace: la Pace del mio Cuore Eucaristico. Il tuo
amore per Me, è il “Dono” ch’io faccio e accresco in te. Gesù
amato da te».
Varazze 12-3-1968
«Gesù e la sua Santa Volontà. Voglio un altro manoscritto,
unico, da far pervenire a Padre Gabriello. Sarà l’ultimo scritto a
mano da te».
Varazze 13-3-1968
Gesù nel silenzio. «Scrivi. Inizia. Io ti aiuto a superare le
barriere degli uomini. Nel mare tempestoso spira la mia Grazia.
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Io vengo dal mare a voi che naufragate nella tempesta dell’ani-
ma. Ora discendo nella vostra anima con la Grazia, e vi infondo
Luce e Calore. Nel viaggio della notte io vi condurrò all’Amo-
re del Padre. Immolazione, purificazione, redenzione nei Taber-
nacoli Viventi per ospitare Me. Ora va nel linguaggio d’Amore
la mia Parola per le anime, e spira come alito di vento ove ripo-
sa… Io sono Gesù nel Cuore amato, ascoso e in voi cerco ripo-
so. Gesù non parla ai vostri cuori afflitti, ma in voi rimane: fiam-
ma che arde, illumina, divampa. Sono Gesù che costruisce il
Tempio! Gesù ai Tabernacoli Viventi nel silenzio della “notte”.
Guardate Maria!»
Varazze 14-3-1968
Gesù: «Scrivi, figlia mia, io sono qui. Taci e ascoltami. Io
ti dono il cuore: il mio Cuore, la mia vita. Devi scrivere quan-
to senti. Tu partecipi di Me. Io ti guiderò. Coraggio, fiducia…
è Gesù! Lo Spirito Santo è qui, nella Luce e nell’Amore. Devi
scrivere, devi… Verso in te la mia Grazia, nutro e alimento la tua
anima di Me, e a Me l’attiro. Io ti attraggo, ti rapisco a Me. Stac-
co la tua anima dalla carne e questa sanguinerà. Io voglio che
sia qui, in Me, nella mia Carne e nel mio Sangue: una sola Ani-
ma. Piccola e povera vittima immolata in Me: vittima per te, per
le anime mie! Abbandonati a Me, al tuo Gesù. Lo Spirito San-
to viene a te, discende dai Cieli e il Padre mio te lo dona. Tu non
pensare più al mondo, alla vita del mondo, ma alla vita del Cie-
lo. Vivi per il mio Amore e per il mio Regno finché io avrò detto
tutto. Io sono qui con te, e l’anima “vede”. Sono venuto dal mare
a te. Io ora rimango con te: Luce d’Amore, Messaggio del Pa-
dre mio a voi, a te, alle anime. Io rimango in te nella Luce dello
Spirito Santo. Ora arderai. Tutto si muterà. Ora tutto cambierà.
Io rimango in te, e tu sarai rapita a Me. Non c’è saluto, perché
non ti lascio, non mi allontano da te. Io in te, e tu in Me: il Vino
e l’acqua. Gesù e l’anima. Una sola offerta, una sola Immolazio-
ne, un solo sacrificio».
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20 Pages 191-200

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20.1 Page 191

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Varazze 15-3-1968
Gesù: «Voglio che tu scriva, che tu mi obbedisca, che tu
soffra in Me dell’Amore del tuo Gesù. Io sono Fuoco, fuoco
d’amore. Voglio che il mio Tempio bruci, bruci del mio stesso
Amore. Voglio rapirti al mondo, alle preoccupazioni, ai pensie-
ri, perché ti voglio per Me: nel mondo ma non del mondo! Ven-
go a te come Luce, come Forza, come Fuoco che arde: Amore
che strugge. Sì, io ti rapisco perché la tua anima venga a Me.
Io, Gesù, ho immerso la tua anima nel mio Costato…. e ti in-
trodurrò presto nella ferita del mio Cuore. Io ti sosterrò nell’A-
more della Madre mia. Presto verrò a te: aspettami. Gesù che
arde».
Varazze 20-3-1968
Gesù: «Scrivi, figlia mia, il mio Nome: Gesù. Cerca ripo-
so e pace nel mio Nome, cerca la mia Grazia, cerca l’abbando-
no. Ora è tempo che tu soffra questo, e nell’abbandono mi ami,
mi serva e mi glorifichi. Io verrò a te di tanto in tanto: è pro-
va per te, prova per le anime sacerdotali. Sì, voglio che si leg-
gano i miei Messaggi, si meditino, perché questi produrran-
no “grazie”. Ritornate a leggere, a meditare… finché io, Gesù,
non ritornerò a voi. L’amore, per essere ricevuto deve essere
desiderato. L’Amore che discende in voi, è attesa di Me, della
mia Parola. L’Amore che cerco in voi è continuità di pensieri,
di opere, di sacrifici, di gioie donate da Me a voi, e per voi alle
anime. Scrivi ai miei Sacerdoti che Gesù Eucarestia pone le sue
anime ad una prova d’amore per la quale esse passeranno: pro-
va di Fede. Non sarai esclusa nemmeno tu, ma Fede e Amore
con la mia Grazia saranno luce nelle tenebre, porto sicuro ove
devi già rifugiarti quali braccia paterne protese a te, alle ani-
me nella prova, che vi accoglieranno nelle ore difficili. Ora io
vado. È tempo di Passione, di Penitenza. Ma con Me, dietro di
Me, venite voi, anime mie perché tanto di Me partecipi nel mio
Amore eucaristico, lo siate della mia Passione. Io non ti ho det-
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20.2 Page 192

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to che non ritorno, ma è bene che tu, che i miei Sacerdoti mi ri-
conosciate nei travagli, nelle lotte, negli ostacoli, nei dolori che
andate incontrando, ricevendo, provando poiché, come vi ho
detto prima, la mia Parola per voi, per le anime è dolore e amo-
re. Ora voi vivete quanto vi ho annunziato perché riconosciate
Me. Tu, figlia mia, bramerai la mia Parola, ed essa tornerà a te
dopo la prova, come acqua sulla terra arsa, come lacrima a lun-
go desiderata. Ora è tempo di silenzio, di raccoglimento, di pre-
ghiera. Quando bramerai la mia Parola, ricordati che io te ne ho
donate tante: tante per te, per tutti. Quando ritornerò a voi, ama-
ti Sacerdoti, effonderò con larghezza il mio Spirito perché voi
“vediate” Me. Pregate, pregate perché io, Gesù, mi riveli a voi.
Pregate per la “poverina” che scrive perché la mia misericordia
e il mio amore non vengano meno; pregate per l’umanità inte-
ra, per la pace, per i deboli, per i buoni e per i “tristi”; pregate
per voi stessi perché vi amiate, vi comprendiate, vi perdonia-
te. Noi rimarremo vivi nella Immolazione, Vittima e Sacerdo-
te e Anime: incontro d’Amore, di Sacrificio. Unione di Anime,
unione e fusione di Padre con i figli per mezzo del suo unico Fi-
glio. Cielo e terra fra le braccia del Padre mio: attimi di Amo-
re in cui Dio è nelle anime, e le anime in Dio per Me. Questa è
l’effusione del mio Cuore che Gesù, Sacerdote Eterno, lascia a
voi, ai Sacerdoti “Tabernacoli Viventi” e alle anime Portatori di
Gesù Eucarestia. Ora vado, e a Vera lascio un Messaggio d’A-
more. Portati al mio Cuore con umiltà, e aspetta alla porta fin-
ché lo Sposo non aprirà. Io, Gesù, gioirò se saprai attendere con
fiducia l’arrivo dell’Amato. Ti ho detto stamani ai piedi della
Croce: “Dove è la tua fede?” Tutto devi fondare sulla fede. Co-
raggio, coraggio! Io ti aspetto, ogni giorno, nella mia Offerta; ti
ricevo, ti unisco a Me per mezzo del mio Sacerdote. Coraggio!
Sono con te, su te. Dimmi, figlia mia, quando mai Gesù ti ha la-
sciata sola? Mai! Ora è scesa la sera. Ora è notte: la notte per te,
per i Tabernacoli Viventi. Siate sempre lampade accese avanti
a Me. Lampade d’Amore. Gesù Eucarestia».
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Varazze 25-3-1968
Gesù: «Ti ho annunziato il dolore e non la gioia. Ecco il se-
gno del mio Amore per te, anima piccola; ecco la ferita nel tuo
cuore: ferita d’Amore, ferita eucaristica. In questa Ferita vedrai
me, ed io porterò questa al mio Cuore, perché ti voglio attrarre
a Me nel dolore che purifica, che infiamma… Voi, Tabernaco-
li Viventi, siete le “vittime” del trionfo di me: del trionfo di Me!
Io, Gesù, rivelo il mio ardente desiderio: voglio “essere portato”
da anime sacerdotali e consacrate. Io, Gesù, voglio andare per le
strade del mondo. Io, Gesù, voglio che le anime diano tutto per
Me, affinché io viva in esse, e per esse io cerchi, ami altre ani-
me. Gesù in voi e su voi! Io mi rivelerò ancora. Il mio Messag-
gio è sulla terra, e voglio che sia accolto perché da questo si ir-
radi nuova luce per l’umanità».
Parla la SS. Vergine: «Sono Maria, la Mamma di Gesù;
sono la S. Vergine: l’Immacolata Concezione. Vai in confessio-
ne e fatti confermare nell’obbedienza alla Voce e alle ispirazio-
ni dello Spirito Santo. Mettiti nell’obbedienza autorizzata, sen-
za la quale non saranno rivelati i pensieri e i desideri d’Amore
e di salvezza per voi del Figlio mio. Gesù nelle Specie Eucari-
stiche ritornerà a voi…, e la Chiesa si orienterà a Gesù umanato
nell’anima: nell’anima trasformata nel mio Gesù. I Tabernaco-
li si moltiplicheranno per la salvezza delle anime; i Tabernaco-
li saranno templi sacri per i quali il mio Gesù visiterà altre ani-
me. I Tabernacoli non vivranno per se stessi, ma per portare e
dare Gesù alle anime; e perciò non apparteranno più a se stessi
ma al Padre, a Dio, per mezzo del mio Gesù. Io, Maria, l’Imma-
colata Concezione, vi ho fatto un dono, quale “segno” del mio
Amore e della mia predilezione per voi che avete portato il mio
Gesù sotto le Specie Eucaristiche. Un Angelo dal Paradiso è sce-
so su voi, ed ora la vostra anima è allietata dalla presenza pura di
due Angeli: l’Angelo Custode e l’Angelo dell’Amore Eucaristi-
co. Questo, per tutti i Tabernacoli Viventi. Io, Maria Santissima,
vostra Madre, oggi ho donato a voi un conforto, una guida, un
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segno del mio amore materno. Rimanete nel mio Tempio sacro.
Rasserenati, figlia mia, sono Maria: la Mamma di Gesù. Sono
l’Immacolata Concezione. Io ti benedico, vi benedico. Confi-
da, figlia mia, io sono la tua Mamma: la Mamma della tua ani-
ma. In Me troverai forza e fiducia, ed io ti chiamerò a corrispon-
dere al Pensiero di Dio. Prima della S. Pasqua va, presentati in
confessione perché l’obbedienza ha valore se legata dal Sacer-
dote. Io ti aprirò la via. Sono Maria, la Mamma di Gesù. L’Im-
macolata Concezione, per la gloria di Dio e per la Redenzione
delle anime».
[Vera ] Scrivendo a Padre Gabriello
29-3-1968 “Forse sarà bene recitare il Magnificat della S.
Vergine e unirci a Lei nel lodare e ringraziare poiché Ella, in
questa carità, è sempre con noi. Magari quando lo recitiamo di-
ciamo a Lei che desideriamo unirci alle anime che hanno portato
il suo Gesù Eucaristia perché tutte le anime siano nelle sue Mani
una sola Anima che loda, ringrazia e magnifica il Signore con
Lei, con Maria, perché queste anime hanno già visto la “nuova
Luce” per l’umanità di ora, di domani. Se lei, quale sacerdote,
volesse comunicare questo ai Tabernacoli Viventi di Carmagno-
la, cosicché siano una sola anima sempre con la S. Vergine da-
vanti a Dio per mezzo del suo Figlio Gesù. Io comincerò que-
sta sera. Dobbiamo rimanere uniti per mezzo della S. Vergine
e offerte tutte a Gesù Eucaristia, per le Mani dell’Immacolata,
perché l’Opera di Gesù (Tabernacoli viventi) veda la luce pre-
sto. Sì, Padre Gabriello, il Magnificat poiché questo è il canto
che si deve levare dal nostro cuore a Dio! Informi Carmagnola e
don Borra. Sì, anche lui: ne sarà allietato. Io lo dirò a don Boc-
chi. E lei, quando è triste, quando soffre di più, quando si ritira
solo e guarda… la notte con le stelle, canti con la santa Vergi-
ne: “L’anima mia magnifica il Signore e si allieta il mio spirito
in Dio, mio Salvatore…”. Gesù sarà con Lei di più, di più. Gesù
le vuole molto bene e questo amore lo conforti perché Gesù è
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in lei, sempre in lei. Lei deve offrire nella Santa Messa a Gesù,
per Maria Santissima, tutti i Tabernacoli Viventi, “vittime” nel-
la Vittima unica e santa, come offre Me perché siamo la “Lega
di anime” e cioè una sola anima. Ne abbia il consenso per iscrit-
to da queste anime e poi lo faccia. Nell’attesa pregheremo. Non
siamo dieci o undici anime ma una sola in Gesù Eucaristia e in
Lui sacrificate. Gesù è amore che dona, che chiede; Gesù è amo-
re che trascina al Fuoco. Andiamo insieme a questo Fuoco, in-
sieme, Padre Gabriello, è Cielo, è Paradiso, è dolore, è esilio, è
Gesù, è Gesù. Gesù ci aiuta, ci aiuterà perché sa che siamo pic-
coli, piccoli e non vuole che fidiamo di noi ma solo di Lui e della
sua Mamma. È bella la sua Mamma, è bella tanto: ha la bellez-
za di Dio! La Santa Vergine è l’Amore di Dio. È lei che ci aiu-
ta, Lei che intercede: noi riconosceremo la Santa Vergine negli
eventi. Per ora uniamoci per mezzo dei sacerdoti! Lode, ono-
re e gloria a Dio per mezzo della santa Immacolata Concezione!
Dio, io umilmente ti lodo e ti ringrazio con tutto il creato e i san-
ti e gli Angeli perché tu sei buono”.
Varazze 18 aprile 1968
«Seguimi! Scrivi, non temere. Sono qui, sono Gesù con te.
Io ti ho fatto soffrire per la mia gloria, per il mio trionfo. La mia
Croce è pesante, ma è Croce d’Amore: io voglio donarla a te,
che sei nulla senza di Me perché io gioisco nel ricolmare i po-
veri di beni, di ricchezze. Tu sei ora partecipe di Me. Ricevi da
Me ogni sofferenza per amore. Io ho continuato e continuo a
costruirmi il mio Tempio in te perché desidero ritornare a voi.
Voi aspettatemi… nell’accettazione della sofferenza, della ri-
nuncia. Aspettatemi in preghiera fiduciosa, aspettatemi nell’of-
ferta di voi a Me. La mia Opera avrà le sue vittime, piccole vit-
time in Me. Io vi accolgo nella mia Immolazione al Padre per
la Gloria sua, perché dal Cielo discenda copiosa la mia Benedi-
zione per i Tabernacoli Viventi. Questa effusione d’Amore del
Padre mio alle anime per mezzo mio deve percorrere la terra, i
mari, i cieli… Deve raggiungere le mie anime ovunque si tro-
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vino. Va il mio invito al Papa, al Santo Padre Paolo VI, al qua-
le Gesù comunica la sua grazia, i suoi favori, i suoi desideri. Il
Papa è preparato ad accogliere il mio Messaggio. Pregate! Ripe-
to: pregate! Si, questa sera ti svelerò altri desideri; desideri che
tu non conosci».
Preparazione dell’Anima aspirante a divenire “Taber-
nacolo Vivente.
«L’Anima consacrata2 a Me riceverà un Amore particolare,
un’attrazione tutta mia verso Me, Vivo e Presente nell’Altare.
Il Sacerdote che seguirà quest’anima, rileverà un segno di chia-
mata e, pertanto, la porterà a gradi alla conoscenza del “Dono”.
Inizierà la preparazione dell’anima col distacco dalle cose del
mondo e delle creature. Egli deve attendere ad un lavoro di pu-
rificazione che lo conduca a Me, lo prepari a Me, alla mia dimo-
ra sensibile su di esso. Il periodo di preparazione varia secondo
l’anima e l’amore. Sull’inizio egli porterà Me per qualche ora,
poi la durata del tempo varierà. L’anima divenuta per mia Grazia
Tabernacolo Vivente mi porterà con sé per molte, molte ore del
giorno e, a volte, secondo i casi, della notte. Mi deporrà nel Ta-
bernacolo della Chiesa in altre ore del giorno. Però io desidero
condividere con l’anima ogni lavoro, ogni occupazione, perché
io sia la guida dell’anima che a Me tutta si dona. L’agonia del
Tabernacolo, l’agonia della solitudine in cui sono abbandonato
da tante anime, deve essere condivisa dall’anima di Me amante
e che di Me desidera divenire l’angelo confortatore, consolatore.
“Portatori di Gesù Eucarestia” sono Angeli che non abbandona-
no mai Me; ed Io non abbandonerò loro. In seguito, nel segreto e
con approvazioni speciali, quando le anime consacrate aumen-
teranno, diventeranno i miei Templi, mi deporranno nella loro
2 «L’anima consacrata..». riferimento all’anima del sacerdote aspirante Taber-
nacolo Vivente, per cui nel messaggio c’è una alternanza di termini maschili e fem-
minili a seconda che Gesù si riferisca all’anima o al sacerdote. Inoltre “anima consa-
crata” va intesa anche in senso generale per tutti i consacrati e consacrate.
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abitazione con incenso e preghiera.3 No, il mio Dono non ha un
limite nel tempo: Io desidero che sia per sempre. Quando scen-
derò dal Cielo con tutta la mia Gloria, io cercherò, col mio Cuo-
re ferito d’Amore per tutta l’umanità, i miei Tabernacoli viventi
per i quali, a loro mezzo, Io, Gesù Eucarestia, mi sarò donato a
tante, tante altre anime. Essi, i Tabernacoli Viventi, saranno quei
Calici nei quali io, fino alla fine, mi offrirò per la salvezza del-
le anime, della umanità. Mi hai ora compreso Vera?... Compren-
di il mio Messaggio d’Amore, di salvezza per le anime? No, il
mio Messaggio non è proiettato nel tempo: io parlo dell’ora at-
tuale. Voi che lavorate per Me, unitevi, vi voglio uniti: una sola
anima in Me. Pregate, offrite, soffrite per amore del mio Regno,
perché la mia Misericordia trionfi. Voglio che mi aspetti con fi-
ducia, umiltà, abbandono. Io verrò a te perché il Padre mio man-
da Me nella tua anima nell’Amore dello Spirito Santo. Tu ob-
bedisci alla chiamata come io, Gesù, obbedisco sempre al Padre
mio. Sì, ho preso le tue povere mani nelle Mie. Le ho prese da te,
da Padre Gabriello. Desidero ancora altre mani, mani consacrate
per unirle alle mie, per deporvi i miei Doni. Quanto hai sofferto
nel recente passato è stato permesso dal Padre mio. Sì, hai fatto
la mia Volontà anche se non “vedevi” Me. Tutto ora è come io
ho desiderato per te, per la tua serenità. Voglio che tu mi segua
fino alla fine. Ora, io in te, tu vivi di Me. Gesù per Vera, per tutte
le mie anime piccole, piccole, alle quali dona di più perché non
hanno nulla: dona tutto. A queste anime apro le mie braccia se
esse corrono a Me come un fanciullo che diffidando di sé cerca
il Padre suo, la sua Forza, il suo Amore, e nel suo cuore si abban-
dona sicuro che egli sa, e può dargli tutto. Anime piccole, tan-
to piccole, venite a Me: le mie braccia sono a voi protese per ac-
cogliervi. Vieni, piccola anima, vieni: nutriti di Me, ed io vivrò
in eterno in te. Gesù che ama, ama senza fine i “suoi piccoli”».
3 « Nel segreto e con approvazioni speciali…»: l’opera dovrà realizzarsi
mediante l’approvazione ecclesiastica.
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Varazze 19-4-1968
Gesù: «Io ti do i miei Lumi affinché tu scriva. I due pani
sono il simbolo delle due confessioni. Quello grigio, simile alla
cenere, si riferisce alla prima confessione ed ora non esiste più.
Il pane che io modellavo è il simbolo della seconda confessione.
Nel mio Cuore vive quest’ultima, ed io ti ho unita a Me nell’ob-
bedienza della mia Parola. Ora sei legata a Me nel Sacramento,
ed Io mi servirò ancora di te per “parlare” attraverso te ai Sacer-
doti, alle anime “mie”. Accoglimi sempre con umiltà. Devi co-
municare i miei favori agli uomini di buona volontà, e tu vivrai
solo per questo. I Sacerdoti da Me scelti sono tanti, ed ad essi
giungerà il felice annuncio. Portami con te, portami nel dolore e
nella gioia in te, portami nella vita di tutti i giorni, portami alle
altre anime. Portami ai Sacerdoti nei miei Messaggi affinché mi
aspettino. Dove sono sconfitto io trionfo, dove non mi cercano
e non mi aspettano, io vado. Dove c’è l’incredulità, donerò la
Fede che IO SONO. Voglio guidare io la tua anima affinché essa
passi per i sentieri da Me tracciati, e mi segua per dirupi e per
strade pianeggianti. Alla tua anima porgerò la mia Forza. Vieni,
figlia mia, seguimi, poiché il cammino è cominciato e noi già an-
diamo insieme. Io vi conduco… seguitemi! Gesù».
Varazze 22-4-1968
Gesù: «Pasqua di Resurrezione! Ora tu risorgi con Me alla
vita nuova della Grazia, della sofferenza e dell’amore. Figlia
mia, il mio Amore è cieco: non vede i difetti, le miserie della
creatura. È il mio Amore che trabocca, e vuole donare… dona-
re. Ti dono il mio Amore, il mio Cuore ferito, le mie Mani…;
porgimi le tue perché le unisca alle mie. Io, Gesù Crocifisso
e Risorto, donerò santità alle tue povere mani; le legherò con
l’Amore e la Donazione alla Chiesa, a Me. Tu scriverai per la
Chiesa, per Me, per le anime. Sì, questa è la Voce di Gesù nel-
lo Spirito Santo. Io ti dono questi lumi. Io attiro l’anima a Me
affinché tu mi oda. Verranno ancora giorni per te di tristezza,
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di dolore, affinché la tua anima sia purificata in questo lavacro.
Raccogliti nel mio Cuore quale nido d’amore, di conforto e di
sollievo. Nell’attesa scrivi per il tuo Gesù. Voglio parlare ai
miei Sacerdoti Salesiani perché da essi io desidero il sorgere e
il rifiorire della mia Opera d’Amore. Desidero che essi venga-
no a conoscenza dei miei Messaggi d’Amore, poiché io, Gesù,
donerò grazie spirituali a quanti mediteranno sulle mie Parole.
Essi quindi preghino affinché il Santo Padre vi leghi alla mia
Opera d’Amore. Voglio che la mia effusione d’Amore passi dai
Sacerdoti alle anime; voglio che i Salesiani mi donino alla gio-
ventù, voglio far dimora anche in essa, anche se breve; perché
chiunque mi avrà portato con spirito d’Amore, di riparazio-
ne, di donazione di sé ai fratelli per mio Mezzo, riceverà la fe-
rita del mio Amore. Quando il “manoscritto” verrà conosciuto
dai miei Sacerdoti, io mi comunicherò a chi voglio per mez-
zo di te, delle mie mani in te. Poi scomparirai, figlia mia, per-
ché la mia Parola viva. Ora offriti a Me nella mia Immolazio-
ne. Io ti ricevo».
Varazze 26-4-1968
Gesù: «Non devi fare nulla senza di Me. Io ti avvertirò
quando voglio parlare a te e alle anime. Ora tu hai il permes-
so, il mio consenso per scrivere. Nessuno verrà a te e chiederà
la mia parola se non colui che sarà ispirato da Me. Lo Spiri-
to Santo guida te e le mie anime. Tu devi rivolgerti a Me nei
tuoi affanni. Io vedo, io so… Confida in Me! Tutto attorno a te
deve essere silenzio. Non luce, non conforto, non altro che Me.
È Gesù che va isolandoti da tutti, perché tu cerchi il mio con-
forto, il mio aiuto, il mio perdono, il mio amore. Voglio che mi
cerchi! Non sei sola; non ti ho lasciata sola. (Dopo una pau-
sa). Scrivi, scrivi figlia mia. Non guardare intorno chi ascol-
ta o crede in Me. Io voglio la tua fede, la tua fiducia. Entra in
Me, nel mio pensiero d’Amore. Non devi affliggerti se le mie
Parole non scorrono come l’acqua del fiume. Hai mai visto la
terra sollevarsi e andare in alto? Il mondo tendere all’alto e i
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mari, e la natura? Hai visto il cielo chinarsi per stare sulla ter-
ra? E le stelle e i pianeti e il sole? Se ciò avvenisse l’armonia
della creazione sarebbe spezzata. Ma ciò non avviene perché
ogni cosa segue un ordine: l’ordine di Dio. Ogni cosa obbedi-
sce a una voce: la Voce di Dio. Ogni cosa obbedisce a Dio. In te
l’armonia dell’anima è confusa: non sai obbedire alla voce del-
la Chiesa, e perciò a Me. Devi abituarti alle prove, perché attra-
verso queste vedrai Me. Devi lottare contro te stessa, i dubbi,
le tentazioni, perché tu possa correre a Me. Sì, il vuoto è intor-
no a te. No, non è finito nulla perché io comincio a costruire…
in te, fuori di te. Voglio formare nel tuo povero cuore un Tem-
pio ove senta che tu mi accogli sempre. Quando è vuoto: cerca-
mi, prega perché io venga ad occuparlo. Quando io sono in te
abbi cura di cercare la compagnia degli Angeli perché suppli-
scano all’adorazione che non sai fare tu. Quando l’Amato par-
la alla piccola amata, ascolta con umiltà e gratitudine, e fa che
il mondo non penetri e turbi il nostro colloquio. Se tu mi rice-
vi così io posso manifestare il mio Amore perché io voglio l’a-
nima tua solamente nel mio Cuore, senza turbamenti, senza ti-
mori. Allora sarà il vero incontro: io e l’anima e l’anima riceve
da Me la mia Luce. Ogni giorno proponiti questo programma:
devo vivere per Gesù. Perciò cerca, procura quelle circostan-
ze che ti possano rendere libera e dedita solo a Me. Chiedimi
il tempo perché tu possa donarlo tutto a Me: per la Gloria mia.
Chiedi, insisti finché io ti concederò. Offrimi i propositi, perché
con Me diventino immolazione alla Volontà divina. Ora aspet-
tami, lavora nel tuo cuore per prepararmi un posto fatto di tan-
to amore. Io tornerò».
Varazze 3 maggio 1968
Gesù: «Devi scrivere per amore mio. Devi parlare agli uo-
mini con le mie Parole. Io sono il messaggero della Pace in voi
e fuori di voi. Io desidero che tu prenda questa croce che ti of-
fro con le mie Piaghe, perché da queste tu sia rigenerata a nuo-
va vita. Solo attraverso le mie Piaghe arriverai al mio Cuore fe-
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21.1 Page 201

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rito d’amore per te e per le anime tutte. In ogni piaga deponi i
tuoi difetti i tuoi vizi e le tue miserie. Io, nel tuo sforzo pren-
derò tutto. Devo lavorare molto nella tua anima perché veda
la Luce. Tu sei ancora nelle tenebre che per te sono prolunga-
te a causa della purificazione di cui abbisogna l’anima tua. Non
devi confidare che in Me e nella Madre mia, poiché il Bene, la
Forza, l’Amore, la Luce ti verranno da Me, dalla Madre mia.
Non ti fermare lungo la via, e non smarrirti per gli ostacoli:
sono permessi da Me, e tu con la mia Grazia devi lottare per su-
perarli. Ti voglio buona, umile, paziente. Taci con gli uomini,
e parla con me. Voglio confidenza, confidenza da te. Devi dir-
mi tutto: abbi la certezza che io sempre ti ascolto. Io ti racco-
mando l’incontro con la mia Mamma. In ogni creatura tratta la
mia Mamma, parla come se parlassi alla mia Mamma, dà come
se dessi alla mia Mamma. Difficile sarà iniziare, ma Ella tene-
ramente ti verrà in aiuto. Fissati in questa via: la via di Maria,
Madre di Dio. Inizia subito, ed Ella ti aiuterà ad assolvere quei
compiti che il Cielo ha stabilito per te. Attraverso Lei io ver-
rò a te affinché tu abbia fiducia e creda che Gesù ti ama, ti ispi-
ra, ti parla. Io non ti lascerei nell’errore dopo tante prove; non
permetterei la tua rovina: Io che ti amo fino all’impossibile per
l’uomo. Se oggi tu scrivi è perché io lo voglio, lo desidero, lo
permetto. Vieni, anima mia, vieni al tuo Gesù: lo Sposo Euca-
ristico promesso a te, ai miei Tabernacoli. Voi sarete i Calici
che io verrò a colmare; voi le Membra del mio stesso Corpo. Io
sono Gesù, e nel mio Nome santo ricevete il mio Dono: rice-
vete Me. Prega, anche senza fervore, senza luce, senza sollie-
vo. Io ti ascolto sempre. Rasserenati perché io ti do la mia Pace.
Verrà nelle consolazioni, ma queste sono fugaci, devi passare
per altre prove. Poi, noi due ci parleremo, ed io non avrò più se-
greti per te. Ora vai a Maria, vai dalla mia Mamma e comincia
la sua Via, nella quale con Lei ti incontrerai sempre sempre. Il
mio dono per te è la mia Maria, la “via di Maria”. Io ti promet-
to la mia Grazia. Cammina con Lei: pensa, credi, abbi fede di
incontrare Lei, ma tu in ogni uomo tratta Lei, finché verrà gior-
no in cui vivrai per la mia Mamma, con la mia Mamma. Gesù,
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Amore dello Spirito Santo, ti ha parlato ed ora accogli queste
Parole mie, nel Nome della mia Mamma, Madre di Dio. L’Im-
macolata Concezione è vicina a te, ed è Lei che ha fugato le tue
paure. Un giorno la vedrai perché è la tua Mamma. Io, Gesù,
voglio il tuo amore, tanto amore. Voglio tutto da te. Aspetto
tanto amore. Il tuo Gesù».
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21.3 Page 203

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V LIBRETTO
8 maggio 1968
Umilmente lo offro alla S. Vergine Maria:
Voglia ella gradirlo e prendere nelle sue
Mani di Madre questo libretto.
O Maria, mamma mia,
aiutami per amore di Gesù!

21.4 Page 204

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8-5-1968
Gesù: «Voglio che tu dica a P. Gabriello quanto segue: non
si lasci trascinare da facili entusiasmi, ma persegua il fine con
amorevole sforzo e pazienza. Le prove non sono finite, ma oltre
queste sorgerà la luce. Non desista, ma perseveri. Devo esortarlo
ad essere anche più cauto, poiché per ora gli occhi di molti sono
chiusi per mio volere. Deve mirare a Me, deve essere certo che
io ho voluto le prove, le incertezze, perché la vostra fede trion-
fi. Anche Vera ha subito la stessa scossa, ma se confidate in Me,
trionferete con Me. Io verrò a voi con la mia Parola, e tu scrive-
rai, perché questa è la mia Volontà. Per entrambi non ci sarà con-
forto, perché voi siete le vittime della mia Opera. Vera scriverà
perché io detterò, e tu Gabriello rassicurati: la mia Parola giun-
gerà a te perché tu la custodisca. Per ora fai così. Infine aprirò le
mie Vie, e tu sarai felice del mio trionfo, felice di avermi servi-
to nelle prove. Gabriello, rassicurati: Gesù ti ha parlato. Io ti be-
nedico e aspetto il tuo amore, la tua fede in Me. Vera scriverà, ti
scriverà per desiderio mio, per la Gloria mia. Gesù Sacerdote a
te, Gabriello!»
8 maggio 1968
Gesù: «Per te, figlia mia! Sì, sono Padre ed ho pena per te
che sei la mia creatura. Io voglio renderti felice, tanto felice nel
mio Regno. È bene per ora che tu soffra le agonie del mio Cuore,
che tu condivida con Me il dolore causato dal peccato. Ora devi
soffrire per te stessa, per la purificazione della tua anima. Doma-
ni soffrirai le stesse sofferenze per altre anime, ma allora sarai
più forte, e saprai vedere, pur tra le croci e le aridità, il mio Vol-
to. Asseconda la Grazia, perché io sono per te, soprattutto PA-
DRE. Perché a te parlo, e ad altre anime, anche se belle e pure,
non parlo? Io sono venuto per i poveri, per i malati, per i pec-
catori. C’è un punto dal quale tu ti senta esclusa? Sei povera,
sei malata, sei peccatrice. Il mio Amore è così immenso, che
ha cercato in questo mondo piagato chi era più bisognoso delle
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21.5 Page 205

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mie cure. Io sono il Medico della tua anima: voglio curarla! Io
sono ricco, e voglio farti partecipe delle mie Ricchezze, dei miei
Doni, poiché tu non hai nulla. Io sono la Vittima Santa che può
cancellare le tue colpe col mio stesso Sangue. Ora sai perché
ho cercato te senza alcun merito da parte tua, e tutto ti è stato
dato e ti si dà per dono gratuito. Io ti affido alla mia Mamma. Ti
porterò a Lei sempre più vicino, e tu, Vera, tu, figlia mia, amami
e confida in Me: impara a fidarti di Me. Io non ti inganno perché
queste parole scorrono dal fiume della mia Grazia. La mia Opera
sorgerà: io te lo prometto. Arriverà in ogni parte del mondo,
perché fa parte della mia Redenzione, perché è la mia Volontà.
Nel riposo custodirò la tua anima come un padre la sua creatura.
Ora Gesù è con te: riposa anima mia, povera e piccola! Sono con
te: non ti lascio in questo mese, perché io so sempre ubbidire
alla mia Mamma. Io ti mando a Lei, e Lei ti dà Me. Amala,
amala molto, onorala, falla conoscere e amare: Ella ti amerà di
più. Io ti benedico dalla Croce, dal S. Tabernacolo, dalla mano
del Sacerdote, perché tu venga a Me».
9 maggio 1968
Gesù: «e non ti lascio te l’ho promesso! Ora, pur tra i dolo-
ri e le sofferenze, sei più serena, sei meno debole, senti che io
veglio su di te. Ti guido e tu sii docile ai miei richiami. Lascia-
ti guidare anche dal tuo Angelo ed io verserò tanto amore nel-
la tua anima per gli Angeli. Ti infonderanno forza nelle prove, ti
difenderanno nei pericoli. L’Angelo che ti è vicino ti parla a mio
Nome, e ti rivela quanto Io desidero che tu faccia per Me: obbe-
disci con amore. Verrai a Torino: io ti aspetterò con la mia Mam-
ma là ci incontreremo per sua materna mediazione. Io sarò là,
e tu mi riconoscerai… Fiducia, fede, amore in Me! Ora riposa:
io ho accettato l’obbedienza alla mia ispirazione. Dovrai molto
scrivere, e portare a termine il tuo compito: il tempo per te non
è lungo, e hai ancora molto da fare. Tu confida in Me e in Lei: la
mia Mamma! Ora riposa: io rimango con te! Gesù, Vita per te!
E Vita ti dono: la mia Vita! Dammi la tua: io la desidero. Dona-
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21.6 Page 206

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mela: giorno per giorno, ora per ora... Impara a donare a Me la
tua vita così, ed io verserò in te la mia Vita. Vita per te è Gesù:
Dono».
14 maggio 1968
Gesù: «I Tabernacoli Viventi si moltiplicano nel mio Pen-
siero. Sono avanti a te nella mia Visione, e attendono la mia pa-
rola. Io ti aspetto a Torino, nella terra benedetta, e là, fra i miei
Martiri, attingerai la forza e la fede.1 Va’ ad essi perché ciascu-
no di loro dia a te fede, coraggio, santità. Essi sono ricchi di Me!
Poi porta le mie parole ai miei Sacerdoti, porta l’annuncio del
mio Dono perché non si ritardi. Il Tabernacolo Vivente, presto,
deve essere Gesù fra gli uomini, Gesù nella vostra vita quotidia-
na, affinché non mi dimentichiate, ma mi comunichiate agli al-
tri uomini. Io in voi, nella vostra anima; io su voi, in comunione
costante con l’anima! Quando sarete in molti, vi manderò lonta-
no perché il mio Dono giunga a tutti gli uomini. Si faccia un’ac-
curata scelta dei miei “Dettati”, e si facciano pervenire al Santo
Padre. Io sarò con voi con la mia Grazia».
Al Papa Paolo VI, mio amatissimo pastore.2 «Paolo, fi-
glio mio dilettissimo, scelto dalla Beatissima Trinità, quale
1 «Ti aspetto a Torino, fra i miei Martiri…»: riferimento a Torino Valdocco
(valle degli uccisi) e ai Martiri Avventore, Ottavio e Solutore che a TorinoValdocco
subirono il martirio. Facevano parte della legione tebea e furono martirizzati nel III
secolo. Qui sorse la Basilica di Maria Ausiliatrice e l’Opera Salesiana. In una not-
te del 1845 don Bosco sognò la Vergine Maria che gli disse: «In questo luogo dove i
gloriosi Martiri di Torino Avventore e Ottavio, soffrirono il loro martirio, su queste
zolle che furono bagnate e santificate dal loro sangue, io voglio che Dio sia onora-
to in modo specialissimo». (Memorie Biografiche) Dopo di ché avanzò di un passo
e con il piede indicò a don Bosco il punto esatto dove avvenne il martirio. È interes-
sante notare il legame tra l’invito di Gesù a Vera di recarsi a Torino Valdocco, nella
terra dei Martiri, e il messaggio del 7.6.1968 in cui Gesù, tra i fini dell’Opera, indica
anche quello di “creare i nuovi Martiri della Fede che sappiano preparare ed attende-
re la mia discesa dai Cieli”. Messaggio 7.6.1968
2 «Al Papa Paolo VI , mio amatissimo pastore…»: è questo il primo dei 4 Det-
tati rivolti in modo specifico a Paolo VI.
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21.7 Page 207

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Nocchiero della mia Barca fra le tempeste dell’umanità per-
cossa, metto nelle tue mani il mio Messaggio d’Amore e di Sal-
vezza per tutte le anime. La mia Opera d’Amore diretta da Me,
Gesù, deve essere diffusa presto, e da te devono scaturire quei
lumi la cui luce deve abbracciare l’umanità. Io mi dono alle ani-
me a Me consacrate, e per esse io sarò, io andrò per le vie del
mondo. Io ho scelto nuovi Templi: Templi viventi. Io prediligo
l’anima piccola perché mi consoli e mi ami e mi doni. Io anelo
l’anima forte perché muoia in Me e sia solo Me. Io formo nuovi
Templi, nuove Chiese che vivano, che partano, che lavorino in-
sieme a Me: perché io sono sempre il Maestro, la Guida, il Re-
dentore. Sono Salvatore e voglio salvare tutte le anime. Ogni
anima che porterà Me, avrà la “mia via” dischiusa alla santi-
tà. Io, Gesù, vi ho dato una vocazione: pescatori di anime. Voi
non pescate senza di Me le anime lontane. Io, Gesù, verrò con
voi, su voi, in voi! Gesù, Uno e Trino, si spande nella immen-
sità del suo Amore. Vado, sotto le Specie Eucaristiche, a cerca-
re ciò che sta per perdersi… vado a cercare le pecorelle che non
vogliono conoscere il mio Ovile; vado a chiamare coloro che
non mi odono più. Si formino presto i “miei Templi”, affinché
io prenda Dimora in loro. Tu, mio primo Tabernacolo Viven-
te, componi la mia Lega di Anime, perché con te sia la forza e
l’esercito che combatte per la mia Gloria e la salvezza dell’u-
manità. Ecco, io ritorno fra voi quale inizio dell’ora che prece-
derà la mia venuta sulla terra. Conferma la mia divina Volontà:
donala alle anime consacrate, donala al mondo, e tutto affida a
Colei che con Me tu ami tanto. Gesù, Sacerdote Eterno, al pri-
mo Sacerdote della sua Chiesa: Paolo VI Pontefice. Nel Padre,
nel Figlio, nello Spirito Santo, si compia la mia Volontà an-
che sulla Terra.
Angeli che porgete a Dio i Calici3 perché Gesù vi abiti, of-
friteli con Lui a Dio Padre, avanti al suo altissimo Trono perché
io, Gesù, mai sia separato dalla mia creatura: creatura umana e
3 Sono i Tabernacoli Viventi.
207

21.8 Page 208

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creatura divina. Si fondi l’amore, si spanda la grazia, si ricopra
la terra di Misericordia, perché io, Agnello Immacolato, ho co-
perto l’umanità di Templi, di Me. E io, io alzerò nelle piccole
Ostie le mie mani al Cielo per gridare ancora, dai miei Taber-
nacoli Viventi: “Padre, perdona loro, perché non sanno quel-
lo che fanno”. E il Padre per mezzo vostro vedrà in ciascuno di
voi Me: il Figlio suo, vedrà per Me, tanti Gesù, tanti Figli; ve-
drà un Agnello immacolato in tutti, la sua Vittima: Me! Amo
i miei Tabernacoli, li amo ora, li ho amati dal momento che mi
sono dato a voi quale cibo dell’anima. Vi ho visti, vi vedo, vi
cerco. Accoglietemi: sono Gesù Eucarestia, sono l’Amore che
dona e dà. Sono Gesù, e guardo il mio gregge attraverso il mio
Pastore Paolo VI.
Gesù, sommo Sacerdote, a te, che mi leggi e conosci e mi
aspetti e sai… Guardami: sono Gesù nell’AMORE, nella MISE-
RICORDIA, nella GRAZIA, nel PERDONO. Guardami: tu sei
ferito di Me; e in te io sono per donarmi; guardami: sono Gesù e
a te chiede il tuo: “Sì, Signore!” Per la Gloria del Padre, del Fi-
glio, dello Spirito Santo che tutto è Opera d’Amore. Mamma!
invocate: Mamma! Mamma! Le braccia aperte sono protese a
voi: chiamatela! Io vi dono, io vi dono per quest’Opera d’Amo-
re la mia Mamma, quale mai Essa è stata per l’umanità Madre di
figli perduti, e per Lei trovati, salvati, redenti. Gesù a voi, miei
Tabernacoli amati, per mezzo della Mamma mia a voi, per mez-
zo del vostro amato Papa, poiché egli legherà in terra quanto in
Cielo è volontà, amore, perdono di Dio, Creatore e Padre per tut-
te le creature sue. Così sia».
14 maggio 1968
«Gesù ti sorride, ti guarda, ti ama...; ti attira a Sé. Vuole che
tu incontri i suoi occhi, il suo Sguardo. Ti porge la sua mano:
prendila e lasciati guidare da Lui. Egli non brama che questo…
Ti ha incontrata nella Valle dell’Amore ove eri ferita e umilia-
ta. Ora ti ha presa con Sé, ora vuole te nel respiro, nel battito
del cuore, nel giorno, nella notte, nel tempo, per l’eternità. Ora
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vi siete “visti”, tu hai riconosciuto il tuo Gesù: Colui che la tua
anima “vede”. Ora lo vedi, ora sai che era Gesù. Non dubitare.
(Qui, chi scrive, annota tra parentesi: “Ho chiesto chi dettava”).
Sono Gesù nella voce dell’Angelo che ti è vicino: Egli ti riferi-
sce per Me. Confida, verrai a Torino: io ti aspetto là. Ti voglio
là perché devi abituarti a conoscermi, a riconoscermi. Ti difen-
do dai pericoli. Confida! Sì, verrai a Torino: te lo prometto! Ver-
rai per Me, e ai piedi dell’Altare della mia Mamma, tu incontre-
rai Me! Nel mio Dono è la tua forza, la tua vita, nel mio Dono è
la ferita d’amore che io ti donerò. Brama il mio Dono, annulla-
ti nelle mie ferite. Ti porto la mia Croce, questa Croce nuova e
santa per te: il libro dei dettati, dei copiati; il libro del mio Amo-
re per le anime. In questo libro io vi porrò il mio Nome, Gesù,
se tu l’avrai scritto con amore e pazienza. Da questo libro saran-
no raccolti tanti fiori: fiori di prato per le piccole anime; fiori di
giardino per anime coltivate nel mio servizio. Devi ricevere an-
cora molta Luce, molta intelligenza. Lo Spirito Santo ti inonderà
di beni a motivo della mia Opera. Ora tu sei rimasta là ove i miei
Santi, con la mamma mia ti hanno vista, e sei anche nel loro pen-
siero, perché io sono Pensiero in essi. Vivi con i miei Santi, con
i miei Martiri e da loro ricevi la forza e il coraggio. Impara ad
amarli di più, perché il loro Martirio sia la ricchezza che essi ti
offrono. Ove sono essi, là rimani tu: voglio la tua anima martire
del mio Amore. Rimani in loro per venire a Me. Vieni alla Terra
benedetta: la Santa Vergine ti aspetta!4 Chiedi in mio nome que-
sto favore unico per te alla S. Vergine, ai Santi Martiri, a S. Tar-
cisio. Aspettami. Io non ti lascio più… Tanto è il mio Amore da
non lasciarti più nelle tenebre. Ti do altri Santi come vedi, perciò
altri aiuti, altri intercessori in Cielo per te. Ama Gesù, tu l’hai
incontrato così come Egli ti aveva promesso. Ancora ci incon-
treremo in forme diverse, fino a che tu non distoglierai lo sguar-
do da Me, perché il mio sarà sempre su di Te. Il Padre guarda il
piccolo e lo sorregge, perché non cada più. Ora l’abbraccia per-
4 Nuovo invito a recarsi a Torino Valdocco nella Basilica di M. Ausiliatrice.
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21.10 Page 210

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ché era scoraggiato, forse si era ritenuto orfano, senza l’amo-
re strappatogli dal petto. Ora ti do altri due doni perché ti siano
quali ali da preparare i voli che precedono il ritorno del “Dono”
eucaristico.5 Stringimi forte al tuo cuore. Io sono in te! Gesù,
Gesù, Gesù!».
Torino 17 maggio 1968 (Nel Santuario di Maria Ausiliatrice).
(Davanti al dipinto del S. Cuore). Gesù. «Non temere: sono
con te».
Torino 18 maggio 1968 (Nella Cappella delle Reliquie: ai piedi
del dipinto dell’Apparizione).
«Di’ alle folle delle genti che il momento è grave. Si salve-
ranno solo per mia intercessione. Sono venuta a propagare e a
diffondere la devozione al mio Cuore Materno e l’Amore a mio
Figlio nella Santissima Eucarestia. Il mio Figlio Gesù si dà alle
anime perché queste vivano di Gesù. I Tabernacoli vedranno la
luce nel mio Cuore di Madre. Apritevi all’Amore, alla Grazia, al
Dono di Dio per divenire Templi del mio Gesù. La via ai Taber-
nacoli Viventi, sono io: l’Ausiliatrice. Da Torino, nell’Opera di
S. Giovanni Bosco, sorga l’Opera! Dal Papa, la luce e l’appro-
vazione. Si facciano preghiere e voti perché io venga presto su
voi per sempre. Maria Ausiliatrice a Vera per intercessione di S.
Giovanni Bosco, in questa Cappella dell’Apparizione».
18 maggio 1968 Vicino a Gesù Crocifisso, e ai suoi santi Marti-
ri. Cappella delle Reliquie.
Gesù: «E qui la culla del mio Messaggio, del mio trionfo
perché l’Opera salesiana porterà al mondo la mia luce. Da qui
partiranno i primi Tabernacoli Viventi con approvazione ec-
5 Dono Eucaristico. Vera avrà con sé Gesù Eucaristia negli ultimi mesi della
sua vita terrena durante il ricovero ospedaliero a Santa Corona, dove morirà.
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22 Pages 211-220

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22.1 Page 211

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clesiastica: martiri della Fede e di Me! Io, Gesù ho detto tutto.
Scrivi, scrivi prima di partire, per il Santo Padre: “Roma venga
donata e offerta a Me, nel Sacrificio Eucaristico, e da te, Ponte-
fice Massimo, partano e si moltiplichino per le vie del mondo
le fiamme del mio Amore, il mio Pane di Vita, vivo e presen-
te in ogni angolo della terra. Torino mandi i suoi Missiona-
ri, i suoi giovani, là ove io soffro, ove gemo sotto le ingiusti-
zie. Preparate i miei Templi, perché io, Gesù, vada a visitare, a
consolare, a soffrire con voi nell’amore. Gesù nell’Anima, con
la sua Grazia, Gesù su voi perché voi offriate il vostro corpo a
Me: unione di creatura umana e divina a Gesù Maestro, a Gesù
Eucaristico. Possa ogni Tabernacolo Vivente dire al termine
del suo esilio terreno: “non sono più io che vivo, ma è Cristo
che vive e opera nella mia anima, che muove il mio cuore alla
consumazione della carità; è Cristo che porto agli altri, che
dono ai miei fratelli, che comunico. Io gli ho donato il cuo-
re e l’anima, io gli ho prestato il mio povero corpo quale tem-
pio che Egli ha eretto fin dall’eternità per la sua dimora fra gli
uomini”. Piccola Chiesa che va, ma tutta la Chiesa, perché io,
Cristo, io sono il vostro Capo, e ciascuna anima è parte del mio
Corpo. I miei Martiri…
A te, Vera. Quando il quaderno sarà ultimato, verrà conse-
gnato e depositato nelle mani di un Superiore per la “scelta” dei
mezzi più eucaristici da portare al Papa. Io mi rivelerò nella mia
Volontà, perché ogni Sacerdote che conoscerà la mia Opera, mi
amerà di ardente amore. Io, nella grazia della Parola, della co-
munione intima con l’anima.
(ore 12,30 devo uscire perché si chiude la Cappella delle Re-
liquie)
Davanti al dipinto del S. Cuore, prima di lasciare la Basili-
ca): «Tu sei qui per mia volontà e desiderio. Domani sorgeran-
no i frutti di grazia per la Gloria mia. Gesù ti benedice e ti se-
gue…».
211

22.2 Page 212

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21 maggio 1968
Gesù: «Vieni a Me perché ti attiro all’Amore, alla Grazia.
Sei in Me. Fiducia nel tuo Gesù! Anima mia prediletta dal mio
Sangue, avremo presto la stessa ferita di Amore. Guardala: sarà
tua con la Croce che ti porgo. Vuoi prenderla con Me? La por-
teremo insieme, perché tutto faremo insieme: io, te e le anime.
Dimmi che mi ami, che aspetti sempre e solo Me. L’obbedienza
ti salva dai timori, dagli scrupoli. Sarà un’arma potente di difesa.
Io te l’ho donata perché sono obbediente. Sii serena, sii conten-
ta. Gesù è con te, fa dimora in te per mezzo della sua Mamma.
Ti aiuterò a copiare: non temere, non sarai mai sola. Gesù, tua
vita, te lo promette. Domani, e presto, verrà la luce, verrà l’al-
ba del “nostro giorno”. Raccogliti, prega, attendimi: Gesù verrà
a visitarti. Aspetta l’Amore nell’umiltà della Mamma del Cielo.
Rimani vicina a Lei, e Lei ti custodirà per Me, per te. Gesù che
ama ciò che era perduto!».
Varazze 23-5-1968
Gesù: «Figlio mio, [don Gabriello] ti ho ascoltato. Quan-
to tu mi dici nel cuore della “piccola” Vera, è bontà, è umiltà, è
pazienza. Se io mi servo di lei, tu ami servirti dello stesso pove-
ro strumento. Io, Gesù, metto questo strumento nel Cuore della
Madre mia; tu, per suo mezzo, nel mio Sacrificio, perché in Me
sia offerto e consumato per la Gloria mia nel trionfo della mia
Opera d’Amore. Ora a te, Gabriello, figlio mio, amato dal Pa-
dre, dal Figlio, dallo Spirito Santo in grande, grande misura. Tu,
dopo la Novena allo Spirito Santo, dedicatagli al seguente fine,
farai con Vera una scelta fra i “dettati” che essa avrà raccolti nel
quaderno. Sarete guidati da una saggia Maestra: Maria Ausilia-
trice! Non fate nulla senza di Lei, ma con Lei attendete alla mia
Opera. Tu sii paziente, e agisci con Me. Rivolgiti ai tuoi Confra-
telli con amore, con il mio amore, e donalo a loro. Offrilo nel-
la mitezza del mio Cuore, e attendi con Me, nella preghiera, che
essi “vedano”. Ti manderò agli altri tuoi Confratelli con cuore
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22.3 Page 213

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umile, e ricolmo d’amore, poiché la grande, potente arma che
conquista è l’Amore. Anche le vie errate sono state da Me per-
messe per i miei fini, e gli altri tuoi Confratelli sono stati mezzi
diversi, ma utili, per la mia Opera. Vi salvi sempre l’Amore per
il quale vi ho chiamati a lavorare nei miei solchi, affinché mi se-
guiate per i sentieri che vi ho preparati. Ti prometto il Messaggio
per il Papa, ti prometto il mio aiuto. Sono io, Gesù, che desidero
i Tabernacoli Viventi, sono in Cielo, nella Gloria mia, con i miei
Santi e i miei Angeli; sono sempre con la Madre mia. Sono con
voi, sulla terra, sono nelle vostre anime, sono nei Tabernacoli
delle chiese. La mia nuova dimora sarete voi, anime che aspetta-
te la salvezza vostra e dei vostri Fratelli nel mio Amore di Padre.
Io desidero abitare anche su di voi, e per due motivi; primo: per
voi stessi, affinché io sia Guida, Maestro più intimo della vostra
anima, educatore del vostro cuore, perché vi ispiri e vi infonda
quella confidenza che io desidero da ogni creatura per Me. Se-
condo, perché io, in voi e su voi, vada al mondo, alle altre ani-
me. O Gabriello, quanto bramo quest’unione con l’anima, quan-
to bramo rivelare alle mie anime questo mio ardente desiderio!
A quante anime dirò, dai miei Tabernacoli Viventi: “Portami con
te!”. A quanti dirò, dopo la Santa Comunione: “Fammi posto in
te, perché io abiti nella tua anima, perché faccia di te una picco-
la e grande Chiesa che va e cammina per le vie del mondo, che
mi porta nella sua abitazione e mi faccia partecipare alla gior-
nata sua ove essa va e s’incontra”. “Portami con te”: questo ho
chiesto a Vera fin dal settembre scorso. Questo chiederò, attra-
verso lei, alle mie anime. Portami con te, Gabriello! Non ti sco-
raggi la lotta e non permettere il turbamento alla tua anima. Que-
sto è il mio Messaggio d’Amore. Portami con te: tu calice ove
io desidero stare, tu “ostia” a Me donata nell’Ostia che è tutto e
solo Me. Vedi, l’Amore mio è tanto immenso che nulla vuol ser-
bare per sé, ma tutto vuole donare. La piccola ostia nella gran-
de Ostia: piccola vittima, nella grande, sola, unica Vittima. La
sua anima, nella mia Anima, il suo cuore, nel mio Cuore. Come
quindi non dimorare in essa?! Perché non attrarre questa piccola
anima, che tutta vorrebbe essere mia, con la potenza divina del-
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22.4 Page 214

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la mia Permanenza anche su di essa? Perché non aiutarla nelle
asprezze del giorno, non infonderle fiducia e amore con la realtà
della mia Presenza divina! Oh, sì che abito nella sua anima, ma
quante volte essa dimentica la mia Presenza! Io, con la mia Di-
mora sensibile, vi difendo, vi infondo forza, vi attiro e vi trasfor-
mo in Me. Sì, Gabriello, tu sai e conosci il mio Amore: e allora
lotta, lotta per Me, per il mio Trionfo. Io sono, sarò sempre con
te. Quando rinnovi il mio Sacrificio sull’altare della Croce, de-
poni la mia Opera nel Cuore di Maria Ausiliatrice, e tutte le pic-
cole vittime. Non importa che tu conosca chi esse siano: io le co-
nosco. Tu, con Vera, in una sola offerta: vita, sofferenza, dolore,
lavoro. Tutto ciò donami con amore. Datemi i vostri cuori per-
ché vivano solo del mio Amore, perché vivano del mio cuore. Vi
voglio donare la ferita del mio Cuore: è un dono, è Me stesso nel
vostro cuore, e voi nel mio. Ritorna rinnovata l’offerta al Padre
mio in Me: il Cielo è aperto per accoglierla, lo Spirito Santo per
donarvi i suoi doni, il Padre mio per amarvi nella sua Paternità.
A Gabriello ho già detto, per ora. A te, figlia mia, un richiamo
dal Cielo attraverso la Basilica di Torino: questa Chiesa ti acco-
glie con le sue braccia, i miei Santi, ti porta al suo cuore e nel
Cuore di Dio, Gesù, ti introduce. Tu sarai sempre in questa Chie-
sa, e in ogni Sacrificio ci sarà un Angelo che dirà a Me: “Prendi
Vera con te perché Tu possa donarla agli altri. Prendi Vera con
te perché Tu, Gesù, dica ancora a tante, tante anime quello che
tu hai detto a lei: portami con te”. Vieni in spirito là ove la mia
Mamma accoglierà l’offerta perché gli Angeli, i Martiri ripetano
per te nell’Offerta: “O Padre, mi dono tutta a Te, nel tuo Gesù,
perché Gesù sia delle anime, e fa che queste ascoltino e accolga-
no anche esse la Voce di Gesù: portami con te”».
Savona 25-5-1968
Gesù: «Avrai tutto il mio aiuto, il mio appoggio. Sarà Gesù
a dettare le parole per il Santo Padre. In nome della santa obbe-
dienza legata in Cielo come in terra dal mio Sacerdote, scriverai
il messaggio che io, Gesù, rivolgerò al Santo Padre. Ti do la mia
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22.5 Page 215

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Pace, la serenità che viene dal mio Amore: ti do Me stesso. Sei
protetta dai miei Angeli, soccorsa dai miei Santi, sei amata dalla
mia Mamma. Ora la mia Croce viene a te: prendila! La innalzo
sull’Altare del mio Sacrificio, e ti invito, figlia mia, vieni a Me:
non devi temere, non puoi temere perché io sono e sarò con te.
Sì, ti voglio benedire col braccio della mia Misericordia. Scrivi,
scrivi che ti amo, e in te, come te amo tutte le mie creature, tutte
le anime. Voglio che sappiano quanto io sappia amare. Vuoi do-
narmi la tua vita, Vera? Dammela ora per ora, dammela tutta tut-
ta: per Me, per la mia gloria, per il mio trionfo, per la mia Opera
d’Amore. Quando si andrà dal Santo Padre, tu canterai il Mise-
rere, e in Me raccolta e unita, attenderai la “mia ora”. Confida,
figlia mia, nel mio Amore: io ti salverò! Gesù, Gesù dai Taber-
nacoli, che desidera uscire, che cerca altri Tabernacoli, che cerca
te, che cerca anime povere e desiose di Me. Gesù ti parlerà anco-
ra perché ti vuole solo e per sempre con Sé. Amami, Vera, ama-
mi fino all’eroismo, amami nel Sudario della Croce ove trove-
rai tutto il Sangue che io ho donato alla tua anima. Ora riposa e
sappi che a Torino tu hai ricevuto grazia, grazia grande. In Cie-
lo vedrai. Per ora ho finito. Gesù con la Croce, con l’Amore, alla
sua povera Sposa».
Varazze 29-5-1968
Gesù: «Vieni, vieni al mio Amore… Ti circondo di cure,
mi chino su di te. Scrivi, figlia mia, cara al mio Cuore, scrivi, e
nell’obbedienza io sarò più con te: in te. La mia Opera d’Amore
scaturirà dal mio Cuore, e tutti i miei desideri si realizzeranno.
Ti ho chiamata a Me in questa via e tu devi seguirla con pron-
tezza, con generosità. Vedrai altri “chiamati” venire a Me, ed io
ora comincerò a rivelarmi attraverso le mie promesse. Tu dam-
mi il tuo lavoro, le tue fatiche, i tuoi disturbi, i tuoi pesi; dammi
le tue piccole croci, dammi quelle cose piccole che ti costano, ed
io tutto ricevo come i fiorellini che ora sono davanti al santo Ta-
bernacolo. Vedi, io li ho accettati. Il tuo amore è fatto di piccole
cose, ma con Me diventa un grande, grande amore.
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22.6 Page 216

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Sì, ora voglio parlare della mia Opera. Coloro che sono sta-
ti già Tabernacoli Viventi devono riunirsi e pregare “insieme”
per la realizzazione della mia Opera. Devono elevare a Dio Pa-
dre, per mio mezzo, fervide preghiere con tridui di adorazione a
Me nell’Eucarestia. Aspetto le offerte delle piccole vittime, che
a Me si danno, perché al Santo Padre giunga il mio Messaggio
e la mia Opera. Si preparino i “chiamati” a ricevere il mio Mes-
saggio che io dono al mondo quale ultima salvezza ad esso of-
ferta e donata dalla mia Misericordia. I chiamati sono molti e
pochi. Deve prepararsi presto l’esercito della Fede guidato da
Me. Siete già una “Lega di Anime” tutte mie, ma io voglio una
sola anima nel mio Amore. Sì, ritornerò a bussare al cuore del
mio Cuore: il mio Sacerdote! Andrò a lui, lo visiterò. Voi prega-
te perché mi riconosca. Oggi ho chiamato all’Opera mia un al-
tro Sacerdote. Il mio Spirito d’Amore ha visitato la sua anima.
Tu, aspetta con fiducia. Verranno prove e sofferenze per te, per-
ché i chiamati odano, distinguano la mia Voce, ma questa vol-
ta sarai meno debole del passato. Anche Padre Gabriello sarà
visitato dal dolore, e voi insieme offrite a Me tutto. Tutto, tut-
ti nelle Mani di Maria Ausiliatrice, vostro potente intercessore
S. Giovanni Bosco; vostro soccorso: il Papa Buono; vostra pu-
rezza e umiltà: l’Immacolata Concezione; vostro conforto nel
dolore: mia Mamma nel suo unico Dolore. E voi, Tabernacoli
Viventi, preparate il Tempio, la Chiesa al vostro Gesù! Io ritor-
nerò, ve lo prometto. Gesù ti parlerà e ti spiegherà. Vivi con la
mia Mamma, io lo desidero. Gesù a te, e per tuo povero mezzo,
a tutti i chiamati».
Varazze 7-6-1968
Gesù: «Io ti parlo: Gesù! Sono tanto, tanto addolorato! Io,
vivo e presente in voi, cerco anime che preghino e si unisca-
no a Me. Voglio prepararti a ricevere Me attraverso altre gra-
zie. Tu conosci poco, ma ti farò partecipe dei miei piani divi-
ni, perché siano svelati a molti. Devi pregare, in Me effonderti
nell’amore che io dono a te. Nulla è per te solamente, ma per
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22.7 Page 217

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tutte le anime. Io le ho viste e le vedo attraverso te. Sì, figlia
mia, non ripeterò mai abbastanza la tua nullità. E tu la vedi, la
senti e ti pesa nelle difficoltà. O Vera, solo il tuo Gesù in te sa
spianarti ogni via. Vieni a Me, ed io ti aprirò le mie braccia di
Padre. Sono venuto a te per tutte le anime; sono venuto per Pa-
dre Gabriello: egli mi aspetta, aspetta Me! Io andrò a lui, lo
soccorrerò e il mio Amore, che è Spirito Santo, guiderà i miei
pensieri fino a raggiungerlo, a chiuderlo nel mio Amore. Qui
attingerà fede, fiducia, forza, e io rinnoverò in lui la mia mis-
sione di Apostolo delle anime. Devi essere umile e sapermi at-
tendere. Io devo illuminarti sulla mia missione, perché la tua
piccola anima sia illuminata dal mio Spirito Divino. Devo pre-
pararti a compiere l’ultima missione per Me, e in questo mese
avrai un Dono d’amore che viene dal mio Cuore di Sacerdote
per i miei amati, amati Sacerdoti. Non finirò mai di amarli, di
confondermi in loro se saranno generosi, pazienti, umili. Io vi
amo, vi amo, anime mie predilette; io consumo il mio Olocau-
sto nelle vostre mani sacerdotali e sono tutto vostro. Sarete tut-
ti per Me, come io lo sono per voi? Vera vi parlerà a nome mio,
e voi ricevetemi nei miei Messaggi, nelle parole che vi perver-
ranno. Non dimenticate che io vi cerco per tante “vie”, vi chia-
mo attraverso molte “voci”, vi effondo le mie grazie in forme
impensate, incredibili, ma vere, perché partono da Me che sono
la Verità; vi animano a nuovo apostolato che è Vita, vita cre-
scente di Grazia; vi indicano una “via” nuova, se pur sempre la
mia Via. Noi dobbiamo raggiungere tutta l’umanità perché non
rimanga una parte della terra, dei mari, dei cieli senza di Me.
Io, Gesù, voglio coprire la terra di Me, e per questa missione vi
ho chiamati a generoso rinnovamento di apostolato fra le gen-
ti di ogni Paese.
Il mio fine è quello di creare i nuovi Martiri della Fede che
sappiano preparare e attendere la mia discesa dai Cieli.
Il mio fine è quello di santificare l’anima che mi “porta”, af-
finché io con essa rinnovi l’Olocausto al Padre mio.
Il mio fine è per l’anima che mi porta: essa attingerà in Me
costantemente forza, coraggio, motivo perenne d’amore. Tutto
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da Me attingerà, tutto riceverà perché l’unione mistica, sia per
quell’anima “preludio della vita dei miei Cieli”.
Il mio fine è l’amore che voglio diffondere attraverso i
“portatori di Me”. Io, lo ripeto, in voi santifico, con la mia di-
vina Presenza, le abitazioni in cui sarò ricevuto, attirerò al mio
Amore le anime che incontrerò e con le quali sarò per mezzo
dei miei Portatori: io effonderò a gradi Pace, acquieterò gli ani-
mi sconvolti, io emanerò luce di Grazia su coloro che vedrò at-
traverso voi. “Portami con te, e per te, e per le altre anime”. Al-
tri fini? Molti. Ma non tutti per ora potranno essere rivelati. A
te detterò ancora. Sii tranquilla, sii serena. Io vivo con te! Non
lo sai ancora?! Da molto tempo io sono rimasto in te, e tu, quin-
di, sei in Me. Io non t’inganno, perché sono Gesù che tu ami,
tu cerchi, tu vedi con l’anima, perché amo, ogni tanto, apparire
a questa, perché, oltre al Divino che a te sfugge, tu scorga l’u-
manità mia: Gesù, Maestro, Sacerdote, Fratello; Gesù Amore,
amore di Dio, amore che salva, che perdona, Amore che dona.
Diremo a Gesù di condurci nel suo Regno beato attraverso il
suo Amore Eucaristico. Lo diremo insieme ogni istante; e quan-
do dimenticherai questo, io ti prometto che farò per te l’invoca-
zione. È voce di Dio, è voce di Spirito Santo: non temere. Gesù
ti è vicino. Gesù si fa compagno tuo per aiutarti, per fare ciò
che non fai tu, ciò che dimentichi, ciò che trascuri… È Gesù,
è sempre Gesù, solo e tutto Gesù. Parleremo, parlerò, ti prepa-
rerò alla mia venuta, ove lo Spirito del Signore condurrà te, e
le anime, alla salvezza. Io verrò. Ti condurrò con la mia Paro-
la al Papa. Devo prepararti. Ti voglio nella Madre mia, nel suo
Cuore desidero vederti, qui incontrarti perché dal suo Cuore fe-
rito io parlerò al Papa. Gesù, nell’Amore dello Spirito Santo,
a te, alle anime tutte. Gesù, a Padre Gabriello, al mio Sacerdote
prediletto per l’Opera mia. Digli che l’amo, l’amo, lo amo, che
confidi in Me! Io sono con lui. Voglio ritornare su di lui. Apri-
mi il tuo cuore, perché io venga a te per sempre Gabriello, Gesù
ti ha parlato».
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11 giugno 1968
Gesù si rivolge al nostro Sommo Pontefice Paolo VI. «Sono
Gesù che viene a te nel suo grande Amore Eucaristico per offrir-
ti la Misericordia del mio Cuore di Padre, di Sacerdote, di Ami-
co, di Fratello. Essa è per l’umanità, per la salvezza dei popoli,
delle nazioni. Scaturisce come una sorgente di acqua viva dal
mio Cuore ferito, discende dai Cieli quale nuova e ultima Luce
per illuminare le vie oscure del mondo, bagna la terra arida, rin-
nova le anime mie nel servizio dell’apostolato, raduna i chiama-
ti a Me nell’esercito della salvezza. Questa Luce, questa Acqua
sono io: Gesù! Vengo a portare una “via” nuova d’Amore sulla
terra, per gli uomini che mi aspettano e mi amano: via fondata
sulla Verità, che è la mia Realtà divina e umana nella Presenza
Eucaristica; via che porterà la vita di Grazia a tante anime da Me
lontane. La mia Via sta nella Verità e dona la mia Vita. Questa
Via sono io: Gesù Eucarestia. Sì, sono Gesù fra gli uomini nelle
Sacre Specie, ma solo per coloro che mi cercano, che mi amano.
Io desidero ardentemente essere presente nella mia Realtà Divi-
na e Umana, in tutti i luoghi della terra; desidero percorrere le
vie del mondo, solcare i cieli e i mari e andare incontro agli uo-
mini: verso coloro che non mi cercano, non mi amano, non mi
conoscono. La Chiesa custodisce nel santo Tabernacolo le mie
Specie Eucaristiche. Io abito in essa, abito nell’anima con la mia
Grazia. Io dai Tabernacoli effondo il mio Spirito di Amore. Ora
ho scelto nuove chiese, nuovi Tabernacoli che mi custodisca-
no; Tabernacoli Viventi che mi portino per le vie del mondo, che
mi conducano fra quella gente che non pensa a Me, che non mi
cerca, che non mi ama. Io, nell’anima da Me chiamata, a Me do-
nata; io con essa, in essa, su se stessa, raggiungerò altre anime,
vivrò vicino a queste, condividerò le fatiche del loro vivere; io
le raggiungerò per mezzo dei miei Tabernacoli Viventi. Da que-
sti effonderò, giorno per giorno, ora per ora, la mia Luce affin-
ché imparino a riconoscere Dio. Verserò in larga misura la mia
Grazia perché i peccatori diventino sensibili ai miei richiami. Io
camminerò, come una volta nella terra di Palestina, arriverò fino
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all’estremo lembo della terra, e tutti visiterò, a tutti porgerò la
mia Grazia, a tutti offrirò la Salvezza. Scopo: raggiungere tutte
le anime, avvicinarle, toccarle, nell’intimo del loro cuore col
mio amore di Padre. Fine: preparare quaggiù infiniti e santi Ta-
bernacoli Viventi che ricoprano la terra. Essi saranno quei “Ca-
lici” che saranno offerti a Dio Padre per la salvezza dell’umani-
tà. Io, Padre, io, nell’Amore del Figlio, io, nel Fuoco dello
Spirito Santo, sarò in quei Calici sollevati verso il Cielo, il grido
d’Amore per i miei Fratelli, l’Olocausto perenne gradito a Dio
Padre. Io consumato nelle mie anime, io portato e racchiuso nel
Tabernacolo Vivente… Quando discenderò dai Cieli nella mia
Gloria, il Padre mio vedrà i miei Tabernacoli, e le anime attrat-
te, salvate dalla mia divina Presenza per mezzo dei miei nuovi
Tabernacoli. Oh, coprite la terra di Tabernacoli Viventi: ricopri-
tevi di Me! Programma: desidero che coloro che dovranno dive-
nire Tabernacoli Viventi, siano “anime consacrate”. Siano Sa-
cerdoti di fervente amore, di grande carità, di puro amore. Nei
padri Salesiani desidero che la mia Opera d’Amore nasca, si svi-
luppi e si diffonda, poiché la mia Mamma, Maria Ausiliatrice,
sarà per ogni anima, per ogni Tabernacolo Vivente, guida e ma-
estra. Ella insegnerà nell’intimo come amare, adorare, portare e
dare Gesù. Ella sia proclamata Madre dell’Opera, madre di ogni
anima, Madre della Vittoria perché con Lei ogni anima combat-
ta e vinca; ogni Tabernacolo Vivente trionfi su se stesso, sulle in-
sidie del nemico; Madre della Vittoria che precede il mio ritor-
no, il mio Trionfo, la mia venuta fra voi. I Tabernacoli Viventi
siano preparati con umiltà estrema alla chiamata, mediante la
rinuncia a se stessi, affinché io possa vivere e agire in loro. La
loro meta sia quella di scomparire per far posto a Me che voglio
operare nella loro anima e nelle altre anime per mezzo loro. Si
scelgano i Tabernacoli Viventi anche fra i giovani, fra i laici, af-
finché io vada nelle scuole, nelle famiglie, e condivida la vita
dell’umanità. I chiamati alla mia Opera riceveranno un fervore
particolare al mio Amore Eucaristico, che li caratterizzerà quali
prediletti dei mio Amore. Devono essere aperti i solchi per i qua-
li io desidero andare: Torino, Roma, Firenze, Genova, Savona.
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Da qui, altri sentieri, altre mete, paesi, villaggi; altre nazioni, al-
tri continenti… il Tabernacolo Vivente riceverà con Me il dono
crescente del mio Amore, e, per molti, la ferita del mio Cuore.
Egli troverà in Me, che con lui divido il Pane Divino, ogni con-
forto nella lotta, ogni distacco dal mondo, ogni completezza in
Me. Al Tabernacolo Vivente schiuderò la via alla santità, e,
nell’ascesa, egli sarà più che mai con Me. Il Tabernacolo Viven-
te non opererà mai senza di Me, ma a Me chiederà aiuto, lumi,
consiglio, perché io sarò in lui e su lui per operare insieme, per
agire insieme; noi andremo, parleremo, tratteremo con il prossi-
mo. Io in lui per la santificazione della sua anima, io su di lui,
per le altre anime. Sorgano così le anime a formare una Lega:
“Lega di anime”, ove ciascuno in Me dà ciò che sa dare con po-
vertà di spirito e profondissima umiltà. Io tutto unificherò, fon-
derò nel mio Cuore ardente. Io, Gesù, verrò per consolare chi
soffre, andrò a visitare il malato nel cuore… Io dirò, anche in si-
lenzioso linguaggio, che Dio è Amore, è perdono, è bontà per
tutti. Nasce dal mio Cuore ferito la mia Opera d’Amore per i
peccatori, per coloro che non vedono Me, non mi vogliono, non
mi aspettano. A loro io, Gesù, andrò per mezzo delle mie anime,
delle anime sacerdotali, delle anime consacrate. L’Opera, quin-
di, deve svilupparsi fra i giovani, nelle Parrocchie, negli istituti,
ma deve assumere ogni rispettoso silenzio, riserbo che sia il di-
stintivo che caratterizza il Portatore di Me. Deve l’Opera inve-
stire la vita e l’attività salesiana, poiché dall’Opera di San Gio-
vanni Bosco deve sbocciare la mia Opera d’Amore quale
“continuazione” della prima. I Sacerdoti si adoperino con fer-
vente amore a preparare i chiamati alla mia Lega. I miei Sacer-
doti mi diano la consolazione di farmi ritornare a rivivere in
loro. In ogni Tabernacolo Vivente io, Gesù, porrò la mia “pie-
tra”, e questa sarà la mia nuova Chiesa che va, che andrà, perché
io andrò, io sarò ovunque. E tu, Paolo VI, tu che mi rappresenti
nella Chiesa, quale mio Vicario ricevi con spirito profondo di
fede le mie Parole. Io, Gesù, Maestro delle anime, ho donato il
mio Pensiero al povero che nulla ha di sé, ma solo di Me. Ho ri-
velato il mio Messaggio d’Amore, l’ultimo mio Messaggio agli
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uomini, per mezzo di una creatura che è povertà, fragilità, nulli-
tà, che è… l’umanità povera, desolata, afflitta. Essa sarà per le
anime piccole e generose, fiducia, esempio di fiducia in Me,
confidenza, abbandono. Essa dirà nella sua povertà, nella sua
miseria che io cerco anime piccole piccole, anime vittime in Me,
nelle quali effondo i miei palpiti d’amore. Unione e immolazio-
ne in Me, perché Sacerdote Eterno e anima piccola piccola, sia-
no una cosa sola come il Vino, io, e l’acqua, l’anima, offerta al
Padre in un solo olocausto. Tutto ciò che avrai legato sulla terra,
sarà legato in Cielo. Tu, mio Vicario nella Chiesa, lega la mia
Opera d’Amore nell’autorità della Chiesa; diffondila, emanala
nel mondo intero. Tu, mio primo Tabernacolo Vivente, che vai
con Me a visitare le parti più lontane della Terra per donare Me,
fa’ che aumentino, crescano i portatori di Me che, come te, sul
tuo esempio segreto, raggiungano la terra, i mari e anche i cieli.
O Figlio mio dilettissimo, ascolta il mio Messaggio d’Amore! A
te, che soffri con Me il dolore dell’umanità, depongo nelle tue
mani di Pontefice l’estremo palpito d’amore per gli uomini tut-
ti. Nelle mie Parole c’è tutta la mia santa Grazia: c’è Me, c’è il
fuoco purificatore dello Spirito Santo. A te la “mia Voce”, attra-
verso un’immagine di quella umanità povera ma che aspetta
sempre Me; a te la mia Voce fatta povera perché a te giunga dal
povero che spera e crede in Me, a te la mia Parola umanizzata
nelle anime piccole. Accogli tutto in Me, Gesù, e racchiudi nel
tuo cuore di primo Pastore la mia Voce. Fa’ che giunga alle mie
pecorelle, ai miei agnelli poiché essi sapranno riconoscere la
mia Voce. Essi la seguiranno se tu farai giungere loro la voce del
loro Pastore divino. O anima mia che mi porti con umiltà e amo-
re, tu mi conosci, tu senti i miei accenti di Padre, tu vedi quanto
io sia nel mio messaggio Salvatore e Redentore. Tu “mi vedi”.
Tu sai che sono io, Gesù! Nella tua destra benedicente raduna i
chiamati, traccia i solchi stabiliti, conferma le mie anime nell’or-
dine stabilito da Dio per tuo mezzo, effondi la grazia che per te,
io, Gesù, donerò alle anime tutte. Cerca Me nei miei Messaggi
d’Amore; cerca la Via, la Verità, la Vita in quelle effusioni d’A-
more che lo Spirito Santo ha donato al povero per tutti i poveri.
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Cercami nei Messaggi che a te perverranno, affinché tu, quale
Vicario mio, mi doni all’umanità: al povero, al ricco, al forte, al
debole. È scesa la “notte”, ma io veglio con te e su te. O Pietro,
nocchiero della mia Barca, conduci a Me le mie anime, forma il
mio Esercito che con te combatta e in Me trionfi. L’ora mia non
è lontana nel tempo: io desidero essere con voi, io non voglio la-
sciarvi, io sarò con voi fino all’ultimo. “Portami con te”, è la mia
Voce d’Amore. “Voglio rimanere con te”, è il mio Cuore che te
lo chiede. Io in te e su te, perché tu in Me, possa portare sempre
grandi frutti. Io per te, mio Vicario, a tutti i Sacerdoti, ai Salesia-
ni, alle anime mie, alle anime piccole, piccole e umili. Io per te,
a tutta l’umanità. Benedici e autorizza la mia Opera d’Amore, e
raccogli ai tuoi piedi, davanti al Padre mio, le “mie anime” per-
ché per tuo mezzo siano offerte in Me al Padre mio nell’Amore
dello Spirito Santo. Chiedi, chiedi ed io, Gesù, darò a te quei se-
gni di grazia che renderanno testimonianza alla mia Parola. Essa
è Verità, essa è mia. Scenda lo Spirito d’Amore nella sua pienez-
za nel mio Messaggio, affinché tu in Me accolga, benedica tutto
quanto viene da Me. Sono Gesù, Via, Verità, Vita, a te, mio Vi-
cario in Terra. A te, consumato nel mio amore come olocausto
perenne davanti al Padre mio; a te, a cui i Cieli e la Terra si rivol-
gono perché tu dica loro: Sì, Padre! Si, figliuoli miei, vi dono
Gesù così come egli desidera ardentemente venire a voi per la
vostra santificazione e la salvezza delle altre anime. Ed io, Gesù,
potrò chiedere a tante, tante altre anime quanto ho chiesto ad
una: “Portami, portami con te”. Gesù in te, con te, su te, ti bene-
dice, e nella ferita d’Amore che fa dei nostri cuori un Cuore
solo, versa il suo Amore e il suo Dolore. Gesù, Sommo ed Eter-
no Sacerdote, al Papa Paolo VI, per la Gloria sua e l’avvento del
suo Regno d’Amore nelle anime».
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VI LIBRETTO
O Mamma mia del Cielo, offro a te,
con umiltà questo “libretto” e l’obbedienza ricevuta
quale “volontà di Dio” e a te promessa.
Dammi la santa Grazia di obbedire con umiltà
sempre più profonda a Gesù,
di fare fino all’ultimo la sua volontà.
Dammi il “dono” di amare, amare, amare Gesù
con purità ed in Gesù tutti, tutti.
Grazie.
La tua serva Vera.

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Varazze 15-6-1968
Gesù: «E tu scrivi, scrivi nel mio santo Nome: Gesù! Ti vo-
glio consolare perché io vivo in te e tu mi porti nella tua anima,
nel tuo cuore. Vivo nella Luce e nell’Amore dello Spirito San-
to, e vado alimentando la tua anima della mia Grazia. Ti parlo, ti
offro il mio Amore, ti guido, ti richiamo, ti suggerisco. Io sono
Pastore, tu la mia pecorella che io sovente raccolgo da terra e la
porto fra le mie braccia. Mentre tu credi di stringermi al tuo cuo-
re, io sono che t’abbraccio, ti tengo con tenerezza di Padre vi-
cino al mio Cuore. Ma tu non resisti a questa gioia spirituale, a
questa effusione. Quando le forze del tuo spirito prevalgono su
quelle della tua natura, tu senti di mancare, ed io velo la mia ef-
fusione. No, non ti allontano da Me. Io ho desiderato e deside-
ro fare dimora in te. Domani questa mia immensa bontà salverà,
allieterà molte altre anime. Non temere se tutto non comprendi
della mia Opera. Per ora desidero così. La mia Opera va a gradi,
e solo nello spazio di tre anni sarà completamente manifestata
agli uomini. Per ora desidero che si inizi, e che i chiamati si pre-
parino, oltre che a ricevermi quale cibo dell’anima, a portarmi,
a darmi. Il Tabernacolo Vivente deve imparare a darmi, perché
io sarò su di esso per le altre anime. La missione del Tabernaco-
lo è apostolato, è lavoro intimo e costante di spiritualizzazione,
è donazione completa di sé ai fratelli per mio mezzo. Guarda la
mia Croce, voglio che ti ispiri tanto amore, tutto l’amore che mi
ha portato ad abbracciarla. Per questa Croce santa e amata io mi
dono sempre a voi, io rinnovo il mio Sacrificio, io mi offro al Pa-
dre per le anime. Per questa Croce santa io sono con voi e verrò
su di voi. Chi porterà Me, porterà la mia stessa Croce. Ora vo-
glio che l’anima da Me chiamata sia cosciente del mio olocau-
sto in essa e che vi aderisca con amore. Desidero che, riceven-
do Me, abbracci con amore la Croce nuova che io le dono. Noi
uniremo allora i palpiti d’amore e li offriremo al Padre per i cuo-
ri che non amano ancora. Sì, io nel santo Sacrificio rinnovo la
mia Passione e la mia Morte, e mi dono a voi come nell’ultima
Cena ai miei Apostoli, nell’Eucarestia rimango fra voi e vengo a
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23.7 Page 227

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voi. Perché le anime chiamate all’Opera mia si stabiliscano nel
fine da Me voluto, devono “portarmi”. Ogni anima, ricevendo
Me nelle sacre Specie, dovrebbe donarmi alle altre anime, ma
l’uomo è povero, l’uomo dimentica, l’uomo è debole e, se an-
che conosce il mio comandamento nuovo – amore verso il pros-
simo – si lascia deviare dai suoi pensieri e affanni. Io, nell’ani-
ma e su se stesso, avrò questa Voce: donami agli altri, portami
agli altri, fammi agire in te perché altri siano partecipi, sia pure
in misura minore, di quei frutti spirituali che derivano dal Sacri-
ficio della S. Messa, per il quale il simbolo, l’Ostia che tu porti,
ora è tutto e solo Me perché consacrata. Voce d’Amore, voce di
Dio umanizzata per le mie anime piccole, voce che dona fiducia,
confidenza, speranza per sé di santità, di redenzione e di salvez-
za per le anime tutte. Ora va, il tuo Gesù ti ha parlato e ti benedi-
ce. Io rimango in te per aiutarti a venire a Me. A Padre Gabriello
sto pensando io: non temere il suo silenzio. Fiducia, fiducia, fi-
ducia. Io trionferò! Non dubitare mai di Me, delle mie grazie di
Padre. Io vedo, io ricevo i tuoi dolori, le tue offerte, la tua com-
pagnia. Io vivo in te, e questo è un Dono ch’io ho anticipato a
te perché senza di Me non avresti più scritto. Sì, sei nel Calice
che il Sacerdote offre, sei con Me, nell’acqua e nel vino, sei nel-
la mia Croce, sei nel mio Amore. Dammi la tua mano, Vera, per-
ché tu ti lasci portare dalla mia. Vieni, seguimi, cammina con
Me fino alla meta. Io non ti abbandono mai! Credi e accresci la
fede in Me: nel tuo Gesù, in Colui che vuol fare di te una sposa,
una sposa di Sangue. Gesù in te».
Varazze 23-6-1968
Gesù: «L’anima tua è visitata dalla santa Grazia, dalla mia
Luce. Io vedo in te i “piccoli” i miei piccoli e li porto al mio
Cuore. Tu sei fra questi. Ad essi rivolgo le mie tenerezze, per-
ché piccoli, e cioè bisognosi di cure. Voglio trattenerli fra le mie
braccia per difenderli perché rimangano in Me. Ora vedi perché
a voi uso tanta carità, tanta dolcezza. Io vado in cerca di anime
piccole, ed io le chiamo attraverso te. Perciò le mie Parole devo-
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23.8 Page 228

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no essere conosciute, devono correre per le vie del mondo. Ti ho
dato Me stesso, ora dammi tutta te stessa senza riserve. Dobbia-
mo “tutto” compiere “insieme”: Io e te, Gesù e l’anima picco-
la; Dio Padre Creatore e la sua povera creatura. Nel seno del Pa-
dre mio c’è Amore per tutti, e tutti esistono in Lui. In Me redime
le anime, per Me vi attrae a Sé, con Me Egli vi guarda, perché
insieme siamo una Unità: Cristo Gesù nell’umanità. Ora ti av-
vio a comprensioni più grandi. Guarda con Me: un povero è as-
siso su una barca, i venti trascinano la sua navicella alla deriva.
Egli geme, si ritiene solo… Se affonda è perché egli non ha cre-
duto nella mia Onnipotenza, non ha sperato nella mia bontà, non
mi ha cercato, non mi ha invocato. Sì, è cristiano, è battezzato
ma non crede in Me. Vedi ora dove vuole arrivare la mia Opera
d’Amore? A questo povero, a tutti i poveri. I mezzi, i tralci uniti
alla vite, a Me, sarete voi: i Tabernacoli Viventi. Io, Gesù, pro-
metto nella Gloria del Padre mio, nelle effusioni d’Amore dello
Spirito Santo, quanto segue:
A) Spargerò la santa Grazia della mia divina Presenza verso
coloro che casualmente staranno vicino a Me per vostro mezzo.
M) Le abitazioni che saranno visitate frequentemente da
Me, riceveranno nei loro ospiti, l’Ospite divino.
O) Le grazie essenziali che io donerò alle anime che mi
ospiteranno nello stesso tetto saranno: accrescimento di fede,
conversione ai peccatori, serenità e pace.
R) Nessuno di loro morirà senza di Me, poiché io sarò,
nell’ora dell’ultima chiamata, con loro.
E) Io attirerò i loro cuori umani al mio Amore divino. Pri-
ma che essi mi accolgano come loro Ospite divino desidero che
quella famiglia venga consacrata nei suoi membri al Cuore Im-
macolato della Madre mia affinché ad accogliermi, io, Gesù,
trovi e incontri sempre la mia santa Madre. Essa purificherà le
vostre anime, supplirà per le vostre miserie e vi guiderà a Me.
Quando andrete con Me nelle vie già stabilite, fatevi umili, siate
molto umili perché grande, immenso è l’onore che ricevete voi
poveri, voi morti una volta alla vita di Me, voi ora siete stati sal-
vati da Me. Questo è il mio perdono: farvi ora partecipi di Me,
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“dare e portare” Me ad altri poveri. Io in voi, su voi sarò sempre
il Buon Pastore in cerca delle pecorelle che vogliono stare fuori
del mio Ovile. Io le cercherò, io andrò loro incontro perché an-
ch’esse odano la mia Voce e mi seguano. “Portami con te”: que-
sta Voce che è mia, Voce di Gesù per le mie anime sacerdotali,
per i miei piccoli, per le mie piccole vittime, questa Voce echeg-
gerà in tante anime. Ora tu mi chiedi: “Gesù, portami con te”.
Tu non l’avresti chiesto se io non avessi donato a te questo mio
desiderio. Mentre tu nella tua miseria, potrai portare Me per mia
grazia e mia volontà, pensa che non sarai mai tu a portare Me,
ma io, Gesù, che porterò te. Voglio allora l’anima umile, sensi-
bile ai miei richiami, alle mie preferenze; voglio che essa si ab-
bandoni fiduciosamente in Me, e soprattutto nel mio Cuore divi-
no di Padre. Sì, chiedi, chiedimi fin da ora: Gesù portami con Te!
Ed io ti risponderò: dammi te stessa perché tu possa camminare
e percorrere con Me le vie del Cielo già da questa vita. Dammi
la tua volontà, dammi il tuo cuore, dammi tutte le facoltà della
tua anima, dammi le tue mani perché siano legate a Me. Dam-
mi i giorni, le ore, i minuti, gli attimi, tutto il tempo che ti lascio,
che ancora ti concedo. Dammi la sofferenza, dammi il dolore,
dammi la tua vita, affinché in ultimo questa sia, per Me, un dono
d’Amore al Padre mio. Io, Gesù, ti prometto che a te, ai miei Ta-
bernacoli Viventi, donerò la gioia della sofferenza come la do-
nai ai mio Apostolo Paolo. Domani, dopo, verrò a te. Sii forte in
Me. Gesù nella sua santa Grazia».
Savona 30 giugno 1968
«Io sono la Via, la Verità, la Vita. Io sono colui che dà e ri-
ceve le anime nella sua Immolazione perenne. Io sono Gesù che
redime! Voglio che le anime mie vengano al santo Altare per of-
frirmi i loro doni: la vita dell’anima, la loro anima, la loro vita,
il loro cuore, la loro volontà, i loro pensieri e affanni, i loro ge-
miti e le loro consolazioni. Tante, molte anime in questa unio-
ne di amore, di lavoro, di preghiere, di offerte. Io vi aspetto, vi
tendo le mie mani per dare e per ricevere, affinché l’unione con
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Me, Vittima unica, sia perfetta in Me, insostituibile; sia Grazia
che salva, Grazia che si effonde sugli altri uomini; sia Gloria
che sale dalla Terra ai Cieli. Enumero i “chiamati” a portare Me
per le vie dei mondo, e ancora li chiamo con più Voce, con più
Grazia. Essi sono: i Religiosi, Sacerdoti, Suore dedite ad ope-
re di carità in mezzo al mondo; anime consacrate a Me; gioven-
tù pura e preparata; “poveri peccatori” in Me risorti. Si prepa-
ri per i laici consacrati un piccolo tabernacolo in legno, simbolo
della mia santa morte sulla Croce, ove custodire Me nelle loro
abitazioni per opportune necessità. Io, Gesù, sarò più a lungo
nel Tabernacolo Vivente, per qualche ora in quello di legno. Ivi
saranno accesi due ceri per richiamare qualcuno della famiglia
all’adorazione. I miei santi Angeli mi faranno corona e suppli-
ranno alla eventuale solitudine. Ogni sera il Tabernacolo Viven-
te dovrà dire con Me al Padre mio: “io desidero consumarmi nel
tuo diletto figliuolo Gesù, come un cero eternamente acceso da-
vanti al Santissimo Sacramento dell’Amore, in ringraziamento
di tanto inesprimibile Dono”. Questa offerta, questa immolazio-
ne d’Amore in Me al Padre mio, dovrà attirare sull’umanità sof-
ferente la bontà di Dio perché da voi, con Me e in Me, fiamme di
carità percorreranno le vie, i sentieri. Saranno portati, donati a
chiunque i palpiti del mio Amore di Padre, di Fratello, di Amico.
Voi amerete con Me, perché da Me apprenderete cos’è l’amore,
la carità per i vostri fratelli. Voi dovete somigliare a Me, Gesù,
e in Me scomparire… Vi do un altro volto, il mio; altre mani, le
mie; vi do altro cuore, il mio. Vi do Me stesso: Gesù! Sarò prima
per voi: Amico, Fratello, Sposo, Padre… tenerissimo. Voi date-
mi il vostro cuore e la vostra volontà. Non temete chi vi farà
soffrire a causa mia, ma rendete gloria a Dio, che nella novella
Pentecoste vi ha chiamati ad un martirio nuovo e santo: il Mar-
tirio dell’Amore eucaristico. Non temete, e custoditemi gelosa-
mente su voi stessi perché la mia santa Presenza sia per voi, per
l’umanità l’ultima testimonianza d’Amore che io vengo a do-
nare ai miei figli tutti per mezzo vostro. Voi rendetemi testimo-
nianza davanti al Padre mio e agli uomini. Così manderò le mie
anime per le strade del mondo, così spargerò le mie grazie; così
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24 Pages 231-240

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24.1 Page 231

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io, Gesù, andrò, così io, Gesù, andrò con l’anima che mi è cara,
con il cuore che ama. Così “noi andremo”: Gesù e l’anima. Io,
Dio nelle Tre Persone della Trinità Santissima, Creatore e crea-
tura in cerca delle “mie creature”: tutte! Non voglio l’Opera mia
al servizio solo dei Sacerdoti, ma di molte anime da Me scelte.
Non voglio parole, ma fatti permeati d’amore. Andate, an-
date al Santo Padre. Io, Gesù, preparo la sua santa anima alla
Luce che sto a portare nel mondo. Io, Gesù, preparo il mio Vi-
cario all’incontro con la mia Opera d’Amore. Io sono con voi
io agisco già con voi. Lo Spirito Santo ti ha parlato, egli spar-
gerà ancora la Sua Parola nei solchi perché quali semi di grano
affondino nella terra, mettano le radici e diano i frutti copiosi.
Lo Spirito Santo nell’Amore col Padre e col Figlio, Cristo Gesù,
dona le sue grazie ai poveri, ai piccoli e, per loro, si manifesta ai
Grandi per affermare che Dio è Amore, è Perdono, è Pace. Lo
Spirito Santo raccoglie i figli che erano perduti, li purifica, li sal-
va e ne fa delle piccole vittime dell’Amore eucaristico.
Quando il S. Padre avrà approvato il mio ardente Desiderio
ed io nella “mia” anima e su “essa” sarò e andrò, diffonderò il
mio Spirito e (interruzione…)».
Savona 1 luglio 1968
Gesù: «Devi essere più cauta, e pronunciare il mio santo
Nome Gesù più volte in un giorno perché il mio nome, Gesù, ti
sia di richiamo al compito che ti ho affidato. Il mio Spirito d’A-
more deve ricoprire tutte le anime, e voglio che tu lo diffonda e
faccia conoscere. Questa è la volontà di Dio, e ai suoi divini Vo-
leri devi piegarti. Perciò tu devi sfuggire le distrazioni. Queste
sono vane e ti allontanano dal raccoglimento interiore, e cioè
da Me. Non temere, alle tue miserie supplisco io, Gesù! Voglio
solo trovarti pronta per Me. Voglio che tu legga la mia Passione,
e ivi mediti… perché lungo la Via dolorosa mi incontrerai. Devi
accostarti a Me, al mio dolore, perché con questa arma d’amo-
re purificherò la tua anima, le altre anime e, in particolare, le
anime dei miei chiamati. Vi leggeremo insieme. Devi scrivere
231

24.2 Page 232

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a Padre Gabriello nel mio nome Gesù, perché le tue lettere sia-
no le “mie”. Tu devi essere sempre un mezzo docile nelle mie
sante Mani, che serva alla gloria di Dio e per i suoi piani divini.
Non hai nulla di te, ma tutto di Me. Scriveremo altre lettere e,
per non turbare l’anima sacerdotale, io, Gesù, velerò Me stesso
nel tuo nome. Perciò ogni tua lettera porti subito questo scritto:
“Gesù viene a te”. Devi vivere per Me, devi servire Me negli
altri, devi cercare Me, la mia Misericordia profusa su te e sulle
anime. Trattami, accoglimi, servimi, nel prossimo, affinché l’u-
nione sia costante, affinché io viva in te con la mia Grazia e il
mio Amore. Solo così arriveremo insieme, in alto, ovunque. La
mia Parola d’ora in poi ti conforti e la mia Luce ti penetri. Chie-
di alla mia Mamma gli aiuti spirituali, quelli temporali perché
tu non sia afflitta da pesi inutili, che non devono esserci. Questi
disperdono il tempo che io ho stabilito per versare la mia Grazia
e le mie Parole su te e su tutte le anime. Figlia mia, obbedisci-
mi ed io premierò l’obbedienza con tanto Amore. Ora rileggi e
medita. Gesù ti guida, ti istruisce; Gesù ti insegna come giorno
per giorno e ora per ora ci si dona a Lui negli altri. Ti benedico
nella mia santa Mamma, ti aiuto e ti proteggo. Gesù, servo del-
le anime. Perché “Servo”? Non sono io pronto a servire le mie
anime nelle loro necessità? Non vengo incontro a voi nelle vo-
stre lotte, nei vostri travagli, nell’asprezza della vostra resisten-
za alla mia Grazia? Se io, Gesù, Maestro, non servissi le mie
anime, come fareste mai voi a poter servire Me per la vostra
eterna salvezza, per la mia Opera d’Amore? Io servo voi perché
voi con Me serviate il Padre mio; gli rendiate testimonianza con
la vostra fede, la vostra carità, perché voi siate in Me strumenti
di salvezza. Se io, Gesù, vostro Padre e Padrone, mi faccio an-
cora, per mezzo della mia santa Umanità, vostro Servo, ancora
più siate i servi di Dio, e per lui di tutte le anime. Questo servi-
zio divino vi insegni la vera umiltà: io, Gesù, in voi per un atto
d’Amore del Padre mio; voi in Me e per Me al Padre mio per un
atto d’Amore mio. Voi siete per Me. Voi fuori di Me, siete un
nulla. Nulla vi turbi, perché chi vive di Me è nella Luce, è nel-
la Vita, è nella Verità. Vi conduco ai miei pascoli. Ascoltate la
232

24.3 Page 233

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mia Voce e seguitemi. Sono Gesù. Mi rivelo a te, e per te a tutte
le anime. Manda i miei Messaggi lontano lontano. Diffondi la
mia Parola, il mio Amore prima che l’umanità sia ancora pro-
vata dalla fame e dal castigo. Affrettati, il tempo per voi è bre-
ve. Io rimango in te. Noi ci incontreremo nel santo Tabernaco-
lo, nella santa Messa. Vieni, portami le tue offerte ed io, Gesù,
tutto accetto, tutto gradisco e purifico e santifico e unisco a Me,
e faccio tutto mio. Il mio Sangue vi redime, e col mio Sangue
preparo le mie Spose. Tu, nel mio Sangue innocente, sarai la
mia prima sposa raccolta fra i poveri. Vivi di Me, Vera; vivi per
Me, figlia mia; vivi in Me, nel mio eterno Sacrificio. Gesù a te,
a tutte le anime che sono, che saranno nel tempo e che Io vedo
e amo e aspetto. Gesù a Padre Gabriello e a tutti i suoi Sacer-
doti; Gesù ai suoi chiamati; Gesù per tutti perché tutti siano in
Me, nell’Amore dello Spirito Santo una sola anima che glorifi-
chi il Padre mio. La Santissima Trinità vive, perdona e redime
nelle anime salvate dal mio Sangue, nell’umiltà e carità. Sono
Gesù, la speranza dei buoni, la fiducia di chi ama. Sono Gesù e
vivo nell’anima di Vera per lei e per le altre anime. Gesù, Spo-
so amantissimo delle anime».
Savona 5 luglio 1968
Gesù: «Devi dire a Padre Gabriello che la mia Opera d’A-
more deve essere condotta a termine da lui. Non altri siano pro-
motori per Me. Per ora io voglio che sia così. Deve affidare a Me
stesso la mia Opera perché da Me devono scaturire le mie Vie.
Si diriga con passo sicuro alla Diocesi, al Vescovo, ai Superio-
ri, finché non mi incontrerà nel Santo Padre: Paolo VI. Là sarò
io ad attenderlo ed egli mi vedrà, perché io, Gesù, mi rivelerò a
lui nella pienezza della mia Grazia e del mio Amore. Io finora ho
dettato la prima parte della mia Opera, e desidero che venga co-
nosciuta, studiata, accolta con immensa gratitudine. Io guiderò
le mie anime, e quando saranno per Me “Tabernacoli Viventi” vi
istruirò ancora. Allora inizierò la seconda parte dell’Opera mia
che vi rivelerà altri miei desideri. Nella pratica della vita quoti-
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24.4 Page 234

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diana il Tabernacolo Vivente riceverà nuove guide e program-
mi particolari, quasi individuali: caso per caso. (Sono stata in-
terrotta...)».
Savona 8 luglio1968
Gesù: «Non sei sola quando scrivi e perciò non devi teme-
re. Pensami, ti ho detto prima, come un buon Padre, affinché io,
quale tuo Dio, non ti metta timore. Ora, figlia mia, devi scrivere
i miei pensieri d’Amore. Voglio che i Portatori di Gesù Eucare-
stia ricevano Gesù dopo una santa Messa nella quale essi si sa-
ranno a Me donati totalmente. Le Sacre Specie Eucaristiche che
essi porteranno devono essere consacrate nello stesso Sacrifi-
cio. La pisside deve essere colma di ostie da consacrare, e quelle
consacrate che rimangono saranno anime piccole e anime grandi
che Io chiamerò a portarmi. Possibilmente si ripeta il Santo Sa-
crificio ogni mese per rinnovare con Me, nel Sacerdote che cele-
bra, la sacra Offerta e la mistica Unione di Me Vita vera, con l’a-
nima mia. Preparate ora le mie vie. Lavorate con fiducia perché
Io, Gesù, sono e sarò sempre con voi, e in voi, per le altre anime.
Tu, piccola, tanto piccola sposa del mio Amore Eucaristico e del
mio Martirio Eucaristico, seguirai la via che Io, Bontà infinita, ti
ho stabilito. Verrai a Me, te lo prometto, per questa via, e nem-
meno le tue miserie potranno deviarti da Me. Ora tu sei in Me ed
Io sono in te. Ora dammi alle anime; ora dai Me, il mio Cuore, la
mia Voce; ora dai quanto ti ho donato, alle anime tutte. Io sono
qui e tu già porti Me. Amo le tue fatiche umili. Le amerò di più
se le velerai col silenzio. Amo le tue preghiere perché in queste
cerchi Me. Compatisco le tue insofferenze che ricordano a te la
tua nullità. A Rosa, al bambino, devi dire che io amo loro, e mol-
to, e che voi tre siete insieme nel mio Cuore ferito d’Amore. Sì,
lo salverò: salverò Silvio perché nessuno della tua famiglia pe-
risca.1 La tua mamma verrà a Me. Le vostre mamme vi saranno
1 «A Rosa, al bambino…»: Rosa è la sorella di Vera, la minore di quattro
234

24.5 Page 235

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di aiuto in Cielo. P. Gabriello è benedetto, ed Io lo mando a te
nel mio Nome, Gesù, e tu ascoltalo da Me. Sì, il mio abbraccio
di Padre e di Sposo. Ora copia perché nelle mie Parole tu veda
che Io sono in te per scavare e preparare il mio Tempio d’Amo-
re. Gesù nell’anima. Sono Gesù, sono l’Amore. Sono Gesù nella
Parola e nella Grazia. Sono Gesù, Via Verità Vita. Sono la Pace,
sono il Perdono».
Savona 15-7-1968
Gesù: «Sono la Sorgente d’acqua viva. In Me attingerai la
santa Grazia. Ecco, Io verso nella tua anima quest’Acqua perché
ti disseti, ti purifichi. Bagnata dal mio Sangue divino è la Spo-
sa che Io conduco al mio Altare, e là siamo uniti, siamo un’A-
nima [sola] e un Cuore solo. Questo è il mio Dono per te, per le
mie “piccole vittime”. Così Noi ci prepariamo per la grande Of-
ferta, per l’ultima immolazione. Io, Gesù, in voi! No, non vi la-
scerò, sarete sempre più mie. P. Gabriello è un mio servo fedele.
Io, Gesù, trovo in lui le mie compiacenze, e in lui opero nel Mi-
stero del mio Amore. Ora egli va con la croce nuova che Io gli
ho donato. In questa Croce di salvezza, ci sono Io. Portala, Vera,
con lui, con amore e gratitudine. È vostra, è mia. Portando que-
sta croce, porterete Me, ed Io sarò con voi in questa unione, in
questo lento Calvario. E voi in Me, fino all’ultimo! A voi do tut-
to, dono tutto affinché serviate alla mia Opera. Chiedi, chiedete
sofferenza e amore, amore e sofferenza, perché questi privilegi
del mio Cuore, amante di anime, si identificano. Portatemi con
amore. Custoditemi nel vostro intimo. Io sono in voi! Voi porta-
te Me, ostie consacrate in Me. Voi, miei Tabernacoli, siete il mio
nuovo Tempio. Voi avete Me. Scende su voi il mio Spirito d’A-
sorelle; il bambino è il figlio Fabio e Silvio il marito. Per volontà del Signore,
Rosa fu l’unica sorella con la quale Vera condivise la sua esperienza mistica. Visse
intensamente la spiritualità dei Tabernacoli Viventi e si spense a Savona il 29.9.1974
a 43 anni, per un male incurabile.
235

24.6 Page 236

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more per donarvi la Fortezza. Ricevete i miei doni in umiltà. Ora
date Me, date le mie Parole d’amore e di pace. Date ai Popoli,
date alle nazioni il mio annunzio di altro Amore. Voglio che il
mio Esercito sia preparato e presto: con esso Io, Gesù, trionferò.
Anima mia, piccola e benedetta, il Padre mio, nel mio nome ti
attira a Sé. Ti benedice, ti benedice. Al Sacerdote dai l’obbedien-
za che Io ti domanderò. Per Me, per i miei Sacerdoti, sarai la mia
povera e piccola Sposa di Sangue: vi ho uniti in Me.
(Dopo una interruzione di chi scrive, il “dettato” riprende
così):
Sempre Gesù con te. Devi approfondire il mio Messaggio
d’Amore per poterlo realizzare. Devi portarmi e darmi con umil-
tà e semplicità. Non temere di nulla: Io, Gesù, ti proteggo. Sono
Padre, e so di quante grazie hai bisogno per fare la mia Volon-
tà. Tu seguimi, cercami, e quando mi avrai incontrato… abbrac-
ciami nel Sembiante in cui Io rivelo Me stesso a Te. Accoglimi
come la Mamma mia ai piedi della Croce. Da lei impara, da lei
ricevi il suo Spirito di Amore e di Immolazione per la tua e per
tutte le anime. Andremo insieme ora. Andrà p. Gabriello per la
mia Opera d’Amore, e tu in spirito, tu in Me e con Me, andrai
col Sacerdote; perché noi andremo insieme. Lascia che egli of-
fra tutto di te, e ponga la donazione totale di te stessa sull’Alta-
re in ogni mio Santo Sacrificio da lui rinnovato perché Io mi ser-
va della vostra offerta. Voglio che voi siate consumati dal mio
Fuoco d’Amore, perché altre anime siano accese dello stesso de-
siderio purificatore. Amami nel silenzio. Ricevimi da tutti e in
ogni modo. Sì, nella santa Messa c’è l’incontro divino, l’Unio-
ne. Io ti attiro a Me, ti immergo nel mio santo Sacrificio, e tu ces-
si finalmente di vivere per te stessa, ma vivi, più viva che mai,
per Me. Ah! Vera, a questa Unione voglio condurti perché nes-
suna sposa è dello Sposo se non fa così. Una santa Messa con-
tinua che non ha fine nel tempo, e che ebbe inizio con la mia
Incarnazione. Al Santo Padre Paolo VI, condurrò i miei “chia-
mati”, i miei Tabernacoli Viventi, perché Egli, nel mio Nome
santo, Gesù, nel nome glorioso della SS. Trinità, benedica le mie
anime, e ne faccia una corona di gloria da offrire al Padre mio.
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24.7 Page 237

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Poi Egli li affidi a Me, a Gesù divino Maestro, allo Spirito San-
to Consolatore, perché Io guidi le mie anime, le istruisca ora per
ora, le governi una per una, e perché per ciascuna anima io possa
dare Me stesso ad altre anime. Voi, Tabernacoli Viventi, andre-
te; e tutta la Terra dovrà essere abitata da Me. Vera, dammi il tuo
povero cuore; lo voglio solo per Me. Gesù chiede, chiede ai po-
veri perché possa dare a questi le Sue ricchezze. Ora va e porta a
loro la mia Pace, il mio Perdono. Ecco, Io offro loro il mio Cuo-
re ferito. Fa’ che mi ricevano. Io, Gesù, Guida delle mie anime;
Io, Fuoco d’Amore che non si estingue mai. Ora va’. Io sono e
sarò con te; ora va’ nel mio santo Nome, Gesù, e dì a loro che io
sarò prodigo di grazie perché io, Gesù, vi salverò. Gesù vi bene-
dice. Gesù per te, Gesù per p. Gabriello, Gesù per tutte le anime.
Va’! Io ritornerò a parlarti. Io, Gesù, ti detterò perché la mia Pa-
rola sia la nuova Luce con la quale voglio illuminare il mondo.
Gesù nella tua anima!»
Savona 20 luglio 1968
Gesù: «Di alle anime mie consacrate che io, Gesù, deside-
ro una S. Messa celebrata per la mia Opera d’Amore. Le anime
che sono vicine a Padre Gabriello aderiscano in spirito d’amo-
re e si offrano a Me nel Sacerdote celebrante per lo stesso fine.
Io voglio fare una Corona di anime consacrate da offrire al Pa-
dre mio nel mio Sacrificio allorché il Sacerdote giungerà ai pie-
di del Santo Padre. Questa corona di anime sante in Me sarà
formata da coloro che sono stati i miei primi Tabernacoli Vi-
venti, perché il Padre mio vede già in voi Me, il suo Divin Fi-
glio. Padre Gabriello mi obbedisca, ed io, Gesù, lo conforterò.
Gli assicuro che egli è guidato e sorretto dal mio Spirito d’A-
more in tutto il lavoro che egli compie per Me. Non deve man-
care di custodire nell’intimo di sé il mio Amore Eucaristico che
io gli ho donato quale premio e consolazione, quale consuma-
zione di sé in Me al Padre mio. Io verrò a parlare alle anime per
attirarle a Me, e perciò non si stupisca se altre sentiranno la mia
Voce d’Amore. Tu devi scrivere per Me, per la mia Opera d’a-
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24.8 Page 238

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more finché io ti lascerò in vita. Devi dire a Rosa che io, Gesù,
ho accolto le sue preghiere. Desidero che impari a conoscermi,
ad amarmi. Desidero che lei non mi dimentichi, ma che cerchi
sempre e ovunque Me. Io poggerò la mia Mano santa anche sul
suo capo, ma allora essa dovrà accogliere con amore immenso
la mia Volontà, affinché essa viva in Me. Desidero venire nel-
la sua anima perché in questa io cerco la mia Dimora Eucaristi-
ca. Ora Rosa sarà consolata perché sa che il suo Gesù ama mol-
to, molto anche lei. Scrivi con umiltà. Non temere, non temere i
miei Doni: io darò a te la forza per riceverli e custodirli. L’anno
in corso porterà i segni della mia Grazia nel mio Amore Euca-
ristico. L’anno si concluderà con l’inizio della mia Opera d’A-
more con la quale voi sarete autorizzati a portare Me. Con que-
sta grazia d’Amore verrà terminata la prima parte. Avrà inizio
la seconda parte nel modo e nella via che io, Gesù, Maestro del-
le anime, vi indicherò. Io traccerò poi la Via per ciascuna ani-
ma, perché io vi voglio condurre, attraverso le vie del mondo, a
Me. Tu scriverai, te lo prometto, fino all’ultimo, fino alla fine…
Sii forte! Gesù alle sue anime, alla sua povera anima, Vera.
Gesù in te, nella sua santa Grazia».
Savona 23-7-1968 ore 23.05
Gesù: «Vengo a te nella luce della santa Grazia, e ti chiamo
al tuo compito. Scrivi! Le anime piccole devono soffrire pene
piccole, ma profonde. Tu sei in queste pene. Io, Gesù, ti libererò
da questa angoscia quando avrai imparato a donarmi tutto di te,
momento per momento. Ora sei già in altre prove; ora devi ser-
vire Me con più slancio e generosità, poiché sai che io, malgra-
do le tue miserie, non ti lascio. Fidati di Me. Fidati di Gesù! Vie-
ni, povera sposa mia, e abbraccia con Me la croce che io ti dono.
Gesù, a te che soffri nell’anima! Domani raccogli le occasioni
di piccole prove che io ti andrò presentando: sono i doni che per
ora io offro a te. Ti assisterò con la mia Grazia. Ora raccogliti in
Me, ed io ti donerò forza e pazienza. Amami e cercami, cerca-
mi, chiamami, ripeti il mio nome santo, Gesù, molte volte, ed Io
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24.9 Page 239

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sarò sempre più in te. Non temere, figlia mia, se non mi senti: io
vivo con te e nella tua anima. Gesù rimane con te! Sì, ti benedi-
co dalla mia Croce. Gesù al povero!».
Savona 24-7-1968
Gesù: «Ripeti con Me: “O Dio, Padre nostro, Creatore
dell’universo, di tutte le tue creature, noi ti supplichiamo! Man-
da sugli uomini il tuo Spirito d’Amore, di fratellanza universa-
le. Unisci le tue creature nel tuo Amore di Padre, e donaci oggi
e sempre, oggi più che mai il tuo Gesù nel nostro cuore. Fa’ che
Egli sia l’Ospite d’amore a cui ogni fratello aspira… Fa’ che
Egli sia fra noi così come i raggi del sole riscaldano la terra e il-
luminano le nostre giornate; come i raggi penetrano nelle nostre
abitazioni per donarci vita e calore, fa’ che Gesù sia la Vita e la
Luce che dà vita ai nostri cuori, luce alle nostre menti, sole che
avvolge nella sua luce le nostre anime afflitte. Venga Egli nel-
le nostre anime, venga nelle nostre case; venga con noi per con-
dividere gioie e dolori, fatiche e speranze. Fa’, Padre amorevo-
le e clemente, che in ogni costruzione vecchia o moderna brilli
la Luce, quella Luce che tu, dai Cieli, ci hai donato nella Chie-
sa: Gesù Amore Eucaristico! Fa’ che Egli venga fra noi, in noi,
quale Padre, Amico, Fratello. Fa’ che noi poverini sappiamo,
per i suoi meriti, amarlo, consolarlo, onorarlo. Fa’ che a Lui tut-
to sappiamo offrirgli. Fa’ che ogni giorno, ogni ora, ogni minu-
to, ogni attimo, sappiamo offrire a Te, Padre nostro clementissi-
mo, in Gesù tuo Figlio Divino, la nostra volontà, il nostro cuore,
la nostra vita. Così, quando Tu ci chiamerai, sapremo per tua
Misericordia donarti gli ultimi palpiti del nostro cuore nel palpi-
to d’Amore del tuo Divin Figlio, la nostra vita nella Vita del tuo
Gesù, il nostro Fiat in Gesù. Padre, buono, guardaci, aiutaci! In
Gesù solleviamo le nostre povere mani, e Tu uniscile in quelle di
Gesù perché esse operino per Te, per la tua Gloria, per l’Amore
di Gesù. Padre che sei nei Cieli, perdona al mondo che non sa,
non comprende. Perdona i ricchi e i poveri, perdona le tue cre-
ature in Gesù, nostro Fratello. Noi ti preghiamo, ascoltaci. Noi:
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24.10 Page 240

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Gesù e le sue povere anime che ha unite a Sé, per il suo gran-
de Amore, nella sua immolazione di Sangue. Gesù e le anime il
vino e l’acqua; Unione, Offerta e Consumazione in Gesù: per la
riparazione di tutta l’umanità che geme, dei poveri che guardano
e aspettano da Te, Padre, il tuo Perdono ora e sempre”. Gesù cer-
ca anime piccole, cerca le sue piccole vittime da offrire in Lui al
Padre. Chi mi ama mi segue. Io vi aspetto nella mia Immolazio-
ne. Vera, mi ami tu? Seguimi! Io, Gesù, Vita, Verità, Via, aspet-
to la più povera: te!»
Savona 26-7-1968
Gesù. «Scrivi al mio servo fedele.2 Gabriello, figlio mio, ti
parlo da questo povero Tabernacolo. È giunta la mia ora. Devi
salire con Me un Calvario lento e faticoso. Dividi la tua croce
con Me. Io vengo con te, io ti accompagno e Vera e le anime pic-
cole saranno tutte con noi. La mia Mamma le dona a Me, e in
Me e per Me, tu sarai, e già lo sei, partecipe di olocausti in Me:
sola Vittima d’Amore! Dirigiti con fiducia ai Superiori di Torino
poiché San Giovanni aprirà a te le mie Vie. La mia santa Madre
ti copra col suo Manto d’Amore, e a lei tutto offri, tutto consa-
cra. Con Lei compi i tuoi passi, con Lei parla, con Lei confidati.
Di Lei fatti fedele suo schiavo. Desidero che la Madre e il figlio
siano un solo Cuore, una sola anima, un solo Amore per opera-
re insieme. Cielo e Terra sono uniti solo per mezzo Suo. Così la
mia Opera d’Amore avrà la via aperta e tracciata solo per Lei:
l’Aiuto dei Cristiani. Così il Cielo si china sulla Terra per Lei.
Io, Gesù, in te e con te; la mia Mamma, Maria Ausiliatrice, con
te per guidarti, illuminarti, confortarti. A te un Angelo che ti sor-
regga. A te un Angelo consolatore. Il tempo è breve: breve per
voi. Per Me è il presente. Vai, sposa la mia causa d’amore, spo-
2 Questo Messaggio per don Zucconi non è stato scritto nel quaderno ma ri-
entra nella corrispondenza tra Vera e don Zucconi ed è stato pubblicato nella prece-
dente edizione : cura di G.e L.Grita, Opera dei Tabernacoli Viventi,op.ct., p.107.
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25 Pages 241-250

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25.1 Page 241

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sa la mia Opera d’Amore. Ecco, io, Gesù Sacerdote Eterno, la
metto nelle tue mani di Sacerdote: è la mia Causa, il mio Dono
d’Amore. È Me! »
[A questo punto, Vera annota ]: “interrotta, tralascio per ob-
bedire a Gesù nella mia mamma”. [Poi riprende] «Gesù, anco-
ra per p. Gabriello: la mia venuta fra voi, anime mie inizierà nel
giorno che porta il mio santo Nome: Gesù. Questo anticipo del-
la mia Grazia è un Dono che faccio a te, Gabriello, perché tu nel
mio stesso santo Nome, Gesù, sia sostenuto da questa fede. Ora
vai nel mio Nome. Sia nel tuo cuore, nella tua anima di Sacer-
dote impresso il mio Nome: Gesù. Ora vai, ora andiamo insie-
me, perché io sono con te! Sì, andrai per le vie da Me segnate.
E ricorda che per ogni via devi andare e invocare la mia dolce
Mamma: sì, l’Ausiliatrice per te, per tutte le anime dei chiama-
ti. In ogni via mi sarà dolce e consolante incontrare Lei con te.
Ogni via sarà la mia via, e tutte ti condurranno all’ultimo incon-
tro della mia Opera d’Amore; dal mio Vicario, Papa Paolo VI.
Non dimenticare la Corona delle mie Anime: queste devono an-
dare con te, e voi con Me, con la Madre mia. Questa Corona di
anime affidala alla Madre mia, perché Ella la presenti col suo
amore puro al Padre mio nel mio Amore e nel mio Nome. Tu la
prepari, e la offri a Me nel Santo Sacrificio, la unisci a Me, ed
io, nell’Amore dello Spirito Santo, la bagnerò col mio Sangue
prezioso. Io ti ho parlato, Gabriello, e il mio Cuore amante delle
anime, ha cercato e cerca e cercherà sempre il tuo di Sacerdote.
Donamelo sempre di più, io voglio rivivere in te. Gesù Sacerdo-
te, al cuore del suo Sacerdote».
Savona 28-7-1968
Gesù: «Troverai solo nel mio Nome, Gesù, pace e sicurez-
za. Io ti ho donato il mio Nome santo, Gesù, perché fosse per
te la forza dello spirito che a te manca. Se il raccoglimento ti è
sempre più difficile, io desidero che questa sofferenza tu l’accet-
ti con pazienza, con umiltà, e allora offrila a Me: mettila nel ca-
lice che il Sacerdote offre, mettila in Me, affinché io la porti al
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25.2 Page 242

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mio Cuore afflitto, e la elevi con Me fino al Padre mio. Non te-
mere se non riesci a scrivere, io dispongo così affinché tu arda
dal desiderio della mia Parola. Ti dissi una volta e così sarà: la
mia Parola è per te vita, senza la mia Parola ti senti spenta. La
mia Parola è Me, è Gesù, è amore, è dolore, e tu non puoi fare
a meno di Me: di Me in te. Sii paziente e umile, io ti aiuterò, io
verrò a te, alla tua povera anima, con più luce; verserò un fiu-
me di Parole: grazia per te, grazia per le mie anime. Cerca Me in
ogni modo, ma il nostro incontro, la nostra unione, inizia, conti-
nua, è senza fine, nel mio Sacrificio. Quando tu partecipi e a Me
ti unisci per mezzo del mio Sacerdote, la “nostra Messa”, allora
non ha avuto un inizio e né ha una fine: unione continua con Me,
con le anime, col Cielo, con la Terra. Io vi abbraccio e vi conten-
go nell’Unità. Ora sei in Me, ed io in te con la santa Grazia, e per
Me, tu sei nel Padre e nello Spirito Santo. Tu, in Me, sei con tut-
te le anime dei viventi, dei purganti. Sei nei Cieli, nella terra, sei
ovunque, perché io sono ovunque. (Interrotta)
Sono in te per benedirti e donarti forza e perseveranza. Of-
frimi questa sofferenza (l’interruzione) affinché io faccia di te
un’anima piena di fervore. Non temere e lasciati guidare da Me.
Ritorna alla santa Messa, al mio Sacrificio: là attingerai la mia
Grazia, là crescerà, là io ti attiro e ti immergo nel mio Amore,
nel mio Sangue. Tu e Rosa aspettate Me, e, nell’attesa, cercate il
mio Amore. Voi seguitemi. Il tuo Gesù, ti dirà molte cose allor-
ché le prove saranno superate. Chiedi la mia Grazia e la mia For-
za affinché la tua anima domani risplenda della mia Luce. Io ti
ricevo nel mio Cuore di Padre, figlia mia, ti abbraccio, ti perdo-
no, ti conforto. Spera nel tuo Gesù sempre, sempre. Io non ti la-
scio, ti “provo”. Gesù che ama, Gesù pietoso con i poverini. Si-
ilo tu con gli altri. Gesù per tutte le anime».
242

25.3 Page 243

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VII LIBRETTO
“O Santa Vergine, Maria Ausiliatrice,
fa’ che la mia offerta sia sincera
nel Nome Santissimo di Gesù,
per il trionfo del suo Amore e
del suo Dono eucaristico”.
“O Regina e Madre mia, fa’ che io sia
sempre di più tua e di Gesù”.
La tua povera serva Vera

25.4 Page 244

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Savona 31 luglio 1968
Gesù: «Scrivi, figlia mia, sono qui. Devi sopportare ancora
altre “prove”, ma durante queste, non voglio il tuo scoraggia-
mento: è deleterio per te, per le anime! Mi basta per ora il tuo
“soffrire”. Non temere, l’offerta sarà pura, sarà sincera in Me.
Io, Gesù, ti darò la santa Grazia di amare tutte le anime: te lo
prometto, e tu verrai, verrai al mio Amore come io voglio. Do-
mani ti conforterò. Padre Gabriello è guidato dal mio Spirito
d’Amore. Egli deve confidare in Me, anche se agli uomini tut-
to per ora appare impossibile. Il Cielo è con voi, ed io con te,
Gabriello! Va’, sulla mia Parola e nel mio Nome santo, Gesù,
getta anche tu la tua rete: io ti darò Grazia. Per ora solo poche
parole. Affidati al Rosario di Maria lungo la via, affinché Ella
ti indichi la strada. Tu, Vera, va’ per la strada che conduce alla
mia Mamma santissima, e solo con Lei non ti smarrirai. Misu-
ro le vostre forze. Vedo Gabriello venire a Me, e il mio Cuore
di Padre è consolato dal suo zelo e dal suo amore. Vedo te ca-
dere… sotto la Croce, e ne sento pena, povera figlia mia! Tu
sei il “mondo” e lo ritrai nella sua miseria e nella sua sofferen-
za. Io, Gesù, ti amo anche così. Io amo tutte le anime, e quel-
le come la tua sono state il prezzo di tutto il mio Sangue divi-
no. Rialzati, figlia mia, perché così io desidero e vivi del mio
Amore, della mia Misericordia. Gesù, che ama sempre e per-
dona. Ti benedico, vi benedico con la mia Santa Madre Maria
Santissima».
Savona 3-8-1968
Gesù: «Non ti ho detto che se credi in Me vedrai la mia
Gloria? Ora credi nel mio Amore, nel tuo Gesù! La mia Gra-
zia è come un lievito che fermenta e dilata nella vostra anima il
mio Spirito d’Amore, quasi ad accrescere la mia Vita divina in
voi. Padre Gabriello deve bussare ad altre porte, deve arrivare
al Papa: presto! Voglio che aspetti, aspetti che gli aprano la por-
ta. Avrà aiuti. Aiuti imprevisti. Voglio che lasci al Papa il mio
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Messaggio, desidero e voglio che Egli, il Papa, lo riceva e leg-
ga prima della sua partenza per la Colombia. Desidero che Egli,
il Papa, porti Me, parta con Me, operi con Me: io, Gesù Euca-
restia, in Lui e su Lui. Desidero che il Papa, Paolo VI, venga a
conoscenza di questo mio Messaggio.1 Non c’è tempo per gli
indugi. Scrivi, scrivi per la mia Gloria. Non esitare! Il giorno 9
e 11 di questo mese devono portare il mio annuncio. Affretta-
ti! Padre Gabriello mi ascolti, confidi: io, Gesù, sono e sarò di
più con lui e in lui. Mi incontrerà, mi riconoscerà perché Gesù,
il suo Gesù, non lo abbandona mai. Ora obbedisci, copia le mie
Parole. Fa’ che partano e arrivino in tempo. Ora tu hai trova-
to Grazia in Me per mezzo della Madre Mia. Va’, affrettati, io,
Gesù, sono con te. Gesù Redentore».
Savona 4-8-1968 ore 18.20
«Gesù, Gesù, Gesù. Scrivi nel Nome mio: Gesù, Gesù,
Gesù! La dolcissima e beatissima Trinità: Dio Uno e Trino,
gode delle effusioni d’Amore dei suoi “piccoli”, e nelle loro
tribolazioni li visita con maggiore Grazia. Quanto ho detto e
dico a te serve e servirà per tutte le altre anime. Io, Gesù, non
ho mai parlato per te sola, ma per tutti. Le tribolazioni, le af-
flizioni, lo sconforto dovuto alla mia apparente assenza sono il
frutto del mio Amore e del mio Dolore. Tu hai parte con Me
dei miei Dolori perché il mio Amore per te è grande. Tutta-
via non è la tua anima il richiamo del mio Amore, ma è la san-
ta Grazia che tu ricevi in misura crescente per mezzo di Colei
che ti ha scelta e preferita per Amore mio. Io, Gesù, vedo nel-
la tua anima le lacrime della Madre mia e queste perle di Gra-
1 «... venga a conoscenza di questo mio messaggio»: Don Zucconi si recò a
Roma e il 6 agosto consegnò al parroco di Castel Gandolfo, un salesiano, due lette-
re: una per il segretario del Papa e una per il Papa. centro studi “oPera dei taBer-
nacoli ViVenti”, Milano.
In autunno la Santa Sede risponde chiedendo alla Curia di Genova informazio-
ni su don Zucconi e l’Opera.
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zia attirano il mio Cuore ferito. Vedi quale amore puro invoca
il mio? O Amore meraviglioso della Madre mia che tutto pre-
pari, a tutto pensi! Quale Dimora non allestisci Tu, o Madre te-
nerissima per il Figlio tuo Gesù, e per l’anima mia! Una Dimo-
ra purificata dalle tue lacrime di Martire, di Vergine, affinché il
mio Sangue divino non fosse stato sparso invano. O figlia mia,
ringraziamo insieme la nostra amata Mamma perché io, nel suo
Cuore di Madre, ti vedo, ti incontro sempre. Ora tu non devi
avere dubbi sulla mia Opera d’Amore. Devi essere certa che io,
Gesù Eucarestia, trionferò… Tu sei troppo piccola per capire,
ma devi accrescere la tua fede, la tua fiducia in Colui che viene
a te in estrema semplicità: io, Gesù! Padre Gabriello non tema!
Io, Gesù, affretterò i tempi. Pregate, pregate perché il Santo Pa-
dre riconosca in lui il mio “inviato”. È tempo di preghiere, che
eleverete al Cielo nel Cuore della Madre mia, Maria Ausilia-
trice. Lei è la vostra guida per il Santo Padre. Io, Gesù, vi riu-
nirò poi per ringraziare Lei, la mia Mamma. Il Cielo e la Terra
si incontrano nella persona del Santo Padre, il Papa, ed io rive-
lerò Me al suo spirito di Pontefice. È giunta la mia Ora, quel-
la che donerà agli uomini ancora Pace e Perdono, e ciò avver-
rà per il moltiplicarsi dei Tabernacoli Viventi. Fate che la mia
Opera d’Amore ricopra la Terra e avvolga l’umanità della mia
Misericordia. Ora scrivi e manda il mio Messaggio d’Amore
ai miei amati Sacerdoti affinché preghino, mi aspettino, si pre-
parino. Io andrò a loro. Padre Gabriello confidi! Io, Gesù, sono
con lui. Scenda su te, sui tuoi cari la mia benedizione di Pa-
dre. Al piccolo Fabio dono il mio Cuore: Cuore di Gesù, Cuo-
re di Sacerdote, Cuore di Amore Eucaristico per il mio amato
innocente. Non tema Rosa l’amore di Gesù: io dono e donerò
se fede, fiducia, amore, abbandono filiale, risiedono nei cuori
dei miei chiamati. Tu parla del mio amore, tu dona il mio amo-
re: io, Gesù lo desidero! Rimango con te nella mia santa Gra-
zia. Gesù benedicente».
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Savona 7-8-1968 2
Gesù: «Sono caduto per te, per rialzarti nella fede e nella fi-
ducia in Me, Gesù! Credi, Vera, credi all’Amore del tuo Gesù,
anche se sei tanto poco e niente senza di Me, senza il tuo Gesù.
Io, nella santa Specie della Eucarestia, sono caduto in terra, su
te per rialzare te e portarti a Me. Ora tu sei più in Me! Gesù
non ti lascia! A Roma si lotta per Me, e tu sei una sola perso-
na in Me e con loro: i miei Sacerdoti. Sono queste le “ore delle
agonie”. Tu sei nella prima con Me: tu, peccatore per te stes-
so, peccatore per i tuoi fratelli, ed io, Gesù nella Passione, con
te, con voi. Tu abbandonati a Me: non pensare ad altro. Gli al-
tri lottano e lotteranno per il mio trionfo di Misericordia, tu na-
sconditi in Me: nel mio Martirio d’Amore. Gesù Eucaristico
a te, piccola sposa a Me promessa. Seguimi: la via per te è ri-
nuncia e amore. Poi sarà abbandono ma non mai del tuo Gesù,
perché troppo ama la “povera”, ed io ora cerco, cercherò “spo-
se povere”, come te. Dillo che cerco queste spose che da te,
nel tempo, prendano fede e fiducia. Tu sarai il primo esempio
che svelerò agli uomini. Sarà Grazia maggiore allorché per il
mondo non sarai che una figura solamente rappresentativa sul-
la quale altre anime potranno specchiarsi e venire a Me fiducio-
se, poiché il vostro Dio ha rivelato un Amore inesprimibile per
le creature, che dalla Terra non possono sollevarsi a Me, sen-
za che io, Gesù Eucarestia, non cada con esse per rialzarle, per
farle arrivare a Me. Poi sarà il grano, le spighe dorate, il sim-
2 Nella Lettera a don Gabriello del 9.8.1968, Vera scrive su questo Messaggio:
«L’ultimo messaggio del giorno 7 agosto è in rapporto ad un episodio doloroso ve-
rificatosi casualmente nella distribuzione della S. Comunione a conclusione della S.
Messa celebrata alle ore 18 nella Chiesa dei Salesiani… Nel momento della distri-
buzione dell’Eucaristia, Gesù è caduto dalle mani del Sacerdote. Cosa ho provato
in quel momento non saprei spiegarmelo. Ho pianto senza sapermi frenare e senti-
vo che Egli mi diceva: “Sono caduto per te, per darti Fede…”. La mia anima era a
terra e vi rimase con Lui finché Egli, il mio amato Gesù, mi ha parlato dicendomi
di scrivere».Lettera a don G.Zucconi del 9.8.1968 in L.Grita, Mia sorella Vera di
Gesù,op.cit.,p.110.
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bolo della mia predilezione; e a voi, non fiori sulle vostre tom-
be, non fiori vicino al corpo inanimato, ma spighe, grano che
produce pane, farina di grano grezzo che produce le sacre par-
ticole: quelle che voi avrete umilmente portate su voi, e ricevu-
te nell’anima. Io in voi nel mistero del Pane ove è velato il mio
Sacro Corpo; io nel Vino frutto della vite, e voi i miei tralci, per
i quali io ho fatto scorrere la mia linfa vitale: il mio Sangue in-
nocente. Voi berrete tutti, con i miei Sacerdoti, anche dal Ca-
lice il mio Sangue, perché con i Sacerdoti sarete le mie Anime
sacerdotali con le quali andrò per le vie del mondo affinché il
mondo venga a Me, Gesù! Voi, Spose mie, voi sposate alla mia
causa, voi sarete altri sacerdoti che con i Sacerdoti “chiamati”
andrete lontano fino a toccare ogni striscia di terra, ogni lembo
di cielo. Questo è il mio Amore, che sto donando a voi, al mon-
do, e per voi stessi e per tutte le anime. Vieni, anima mia, il mio
Cuore ferito si apre ora per te. Domani ti chiamerò ove tu non
vorrai, ma verrai perché tu non puoi più vivere senza respira-
re con Me. Io, Gesù Eucarestia, ti faccio mia: per il mio Amore
immenso, per la mia Gloria. Tu, in padre Gabriello, accoglie-
rai i miei desideri, e a lui dai l’obbedienza che presto, in nome
mio, egli ti chiederà. È questa una prima chiamata alla quale se-
guiranno le altre, ed io vi unirò in Me nella stessa offerta che
egli, Gabriello, offrirà con se stesso in Me e nell’amore subli-
me dello Spirito Santo, a Dio Padre. Nel mio Olocausto unirò
a Me, unificherò, e il mio Sangue vi sposerà a Me Crocifisso, a
Me Apostolo, a Me Vittima pura, a Me Redentore. Gesù chino e
prono sulla terra per rialzare le sue creature, per portarle al suo
Cuore Eucaristico. Gesù nella perenne Immolazione per voi e
con voi affinché egli venga anche su voi. Portami con te, Vera,
povera sposa mia; portami con te, Gabriello, sacerdote fedele;
portatemi con voi: io lo desidero. Gesù ai suoi chiamati. Glo-
ria, Gloria, Gloria a Dio nell’alto dei Cieli. Pace agli uomini di
buona volontà. Pace e perdono a te, piccola vittima del mio im-
menso Amore, infinito come sono io: il tuo Dio! La mia Mam-
ma, Maria Ausiliatrice, vi è vicina, vi benedice. Gesù per te, per
tutte le anime».
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Savona 16-8-1968
Gesù: «Ecco l’annuncio della mia Gloria: io, Gesù, sono nel
Papa, e la mia Opera d’Amore e di Misericordia è già manife-
sta a Lui mediante i vostri scritti per i quali Egli ha “visto” Me:
Gesù Amore! Ora devi riferire a padre Gabriello che attenda fi-
ducioso la chiamata. La Segreteria del Vaticano lo chiamerà ad
udienza privata col Santo Padre.3 Nell’attesa: preghiere, umiltà,
amore e adorazione eucaristica, intima unione con Me nell’ab-
bandono filiale a Dio Padre per mezzo mio, Gesù!
Scrivi per te. Gesù.
O anima piccola, la mia Croce è su te e con te, ed io sono
sempre nella Croce. La mia Croce è silenzio, perché la tua sof-
ferenza sia pura. La mia Croce è quanto tu vai sperimentando.
Questa strada è stretta, angolosa. Questa è la via che conduce a
Me. Nel silenzio della sofferenza scavo il mio Tempio, prepa-
ro il posto, la mia Dimora divina, e in te imprimo il mio santo
Nome: Gesù!».
(Grazie Gesù per esserti degnato di dettarmi davanti al San-
tissimo Sacramento).
Savona 16-8-1968
Gesù. «Ai miei amati Sacerdoti. L’ora della santa Gra-
zia sta per giungere a Voi! Voi siete e sarete sempre di più i de-
positari e i custodi dei Beni della santa Chiesa. Voi distribuite
con saggezza e amorevolmente i tesori di grazia che la Mano
onnipotente e misericordiosa del Padre mio dona alle anime
per mezzo vostro. Voi effondete e diffondete il mio Messag-
gio d’Amore; raccoglietevi e riunite i “chiamati” sotto l’auto-
rità del mio Vicario, e quindi andate e portatemi, e donatemi ai
fratelli. Da Roma, dal cuore della Cristianità, dal cuore del San-
3 Don Zucconi incontrò Papa Paolo VI in udienza privata il 22 settembre 1977.
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to Padre, dirigetevi verso quelle quattro direzioni (Est, Ovest,
Nord, Sud), che formano la Croce, quella santa Croce per la
quale io, Gesù Vittima e Redentore, vi ho salvati e vi salverò.
A voi il mio Messaggio d’Amore giunga dall’amore del Santo
Padre, con le sante Grazie e le sante Benedizioni, che io, Gesù,
per mezzo suo farò discendere dai Cieli su voi, miei Sacerdoti,
e su tutti i miei chiamati. Io vi raccolgo nel mio Cuore di Padre
e vi preparo. Da voi desidero amore, tanto, molto più amore, da
voi carità, generosità, da voi che mi immolate, che mi offrite al
Padre, mi date; da voi, tutto voi stessi: come io, Gesù mi dono a
voi, come io, nelle vostre mani sacerdotali, voi Sacerdoti nelle
mie mani di Sacerdote Eterno! Voi, docili al mio invito, voi ub-
bidienti nel vostro Fiat, voi umili per Me, perché voi siete sta-
ti scelti da Dio a consolare e a donare e a portare Colui che è
Via Verità Vita. Ecco, io vengo a voi per andare con voi e su
voi, ovunque, affinché tutti i fratelli possano venire a Me! Gesù
Salvatore! Gesù Eterno Sacerdote! Ai “chiamati” che accolgo-
no il mio invito, ripeto le parole che già rivolsi ai primi chiama-
ti: “Chi vuol venire dietro di Me, rinunzi a se stesso, riprenda la
sua croce e mi segua”. Gesù chiede: amore, abbandono fiducio-
so in Lui, fede che cresce, che forgia, che irrobustisce sotto l’a-
zione della Sua grazia. Pertanto Egli chiede a noi docilità per-
ché possa operare nell’anima nostra secondo i desideri del Suo
Cuore. Gesù desidera, che ogni anima impari a parlare con lui,
perché Gesù desidera ardentemente parlare con ciascuna ani-
ma. Dica l’anima a Gesù: Gesù, parla! Gesù, insegnami a par-
lare con te, di te, perché viva solo di te! Queste sono le carezze
di Gesù. Gloria a Dio!».
Savona 17-8-1968
Gesù: «Ama il mio Nome, Gesù; ama il mio Nome, Vera,
perché io te lo dono. Ama tutto di Me, tutto per Me, e tutti ama
in Me. Sì, è Gesù che ti parla… io non lascio le mie creature,
le mie anime. Quanto io sia felice nel trovare un’anima dispo-
sta ad ascoltare Me, tu non puoi ancora capire. Da dove viene
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a te la mia Voce? La mia Voce è Grazia. Grazia particolare che
io desidero donare a tutte le mie anime se vorranno con umil-
tà ascoltarla. La mia Voce è dono dello Spirito Santo. Da dove
viene? È in te, è Pensiero, è Parola, è Amore, è Gesù nell’ani-
ma. Se tu non sai spiegarla né a te stessa né agli altri, dì, quan-
do sarai interrogata, le parole del Santo Vangelo: “... e il Verbo
si fece Carne ed abitò fra noi”. Gli altri capiranno. Io, Gesù, mi
sono infatti umanizzato per voi e continuo a umanizzarmi per
te, per tutte le anime. Io scendo in voi con la mia Grazia e vi ri-
empio di Me e l’anima allora viene ad essere immessa in Me.
La mia Parola è nella tua anima inondata dalla mia Luce; la mia
Parola è nel tuo pensiero, e il tuo povero cuore vibra del mio
sommo Amore. Io, Gesù, umanizzato nella mia povera creatu-
ra perché essa riceva da Me quanto le manca. Io così voglio di-
scendere in tutte le mie anime perché ogni creatura senta il suo
Creatore in sé; ogni figlio umile e fiducioso, l’amore del Padre
suo Celeste che lo accarezza, lo guida, lo sorveglia. Nessuno,
nessuno deve sentirsi orfano. Per costui che tale si ritenesse, io
andrò a lui col mio Tabernacolo Vivente, affinché io possa ab-
bracciarlo con le vostre braccia, possa farlo riposare sul mio
Cuore. Cerco i miei figli perduti, smarriti attraverso voi; cerco
i miei figli lontani da Me, ma tutti ancora vivi in Me finché io,
Gesù, continuo ad amarli. Io, attraverso voi, ho già cominciato
a cercare le anime che non sanno cercarmi. Ora sarò io, e sem-
pre più, che andrò a loro finché il mondo esisterà. Vengo già a
trovarvi, a visitarvi, a chiamarvi, e la mia Voce silenziosa toc-
ca le vostre anime. Apritemi. Sono io, Gesù, che busso. Sono la
Grazia, il Perdono, il Conforto. Sono il Padre che non dimenti-
ca il proprio figlio. Sono l’Amore, lo stesso Amore di un tem-
po, quello che mi fece accettare l’acerbissima Passione. Sono
l’Amore di Dio Creatore. Sono l’Amore che donai e manifestai
ad Abramo e ai Profeti. Sono l’Amore per il quale vi ho crea-
ti, vi ho redenti. Sono l’Amore che, senza interruzione nel tem-
po, si offre alla Gloria di Dio per voi, miei fratelli! Sono Gesù,
e Gesù solo è l’Amore. Ora sai come parlo in te. Ora compren-
deranno come “detto” a te. Così sarà per le anime povere e umi-
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26.2 Page 252

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li, che impareranno a cercare Me nella loro anima, a incontra-
re Me nei fratelli, a vedere ovunque io manifesto la mia Bontà,
la mia Bellezza, il mio richiamo d’Amore. Chi veramente cer-
ca Me, sa in quanti modi e in quante vie può incontrare il suo
Gesù, poiché ovunque e su tutti io riverso il mio sguardo. Cer-
catelo! È lo sguardo d’Amore».
Savona domenica 18-8-1968
Gesù: «Prepara il tuo cuore a ricevermi più intimamente.
Io, Gesù, sono in te nella misura in cui tu ami Me. Voglio che
questa “misura” aumenti e che il tuo cuore divenga per Me un
calice che trabocchi… d’amore. Allora imprimerò in questo
nuovo Calice il mio santo Nome: Gesù! Voglio che tu compia
ogni azione con Me, che impari a consultarmi prima di prende-
re ogni tua decisione. Ogni anima deve proporsi di vivere, atti-
mo per attimo, la propria giornata con Me, se essa desidera ve-
ramente essere in mia compagnia. Solo così io potrò essere il
Maestro della sua vita, il pastore della sua anima. Solo così io
la posso condurre per la via stabilita dalla divina Volontà. L’a-
nima che a Me fiduciosa si abbandona non è mai sola, perché io
sono con lei. Impari l’uomo a parlare col suo Dio. Impari a par-
lare col suo Gesù, suo Fratello. Desidero anche le preghiere che
scaturiscono dal vostro cuore: sfoghi, sentimenti espressi con il
vostro linguaggio, pensieri rivolti a Me continuamente. Io sono
Amico amorevole per ogni cuore che cerca Me. Venite, venite
a Me che vi aspetto, vi amo. Io, Gesù, non ricorderò più il tem-
po in cui a Me non avete mai pensato; il tempo in cui, pur vi-
vendo nella mia Casa, non avete saputo amare né Me, né i vo-
stri fratelli; il tempo in cui vi ho chiamati… e non siete venuti.
Io dimentico non appena voi mi cercate con purezza di spirito,
e dimenticherò ancora e sempre non appena l’anima avrà fidu-
cia in Me e imparerà, anche se balbettando, il primo linguaggio
d’amore intimo rivolto a Me: Gesù Eucarestia. Tu parla col tuo
Gesù, non tenere nulla per te, ma ogni tuo pensiero rivolgilo a
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Me. Devi dire a Me tutto, perché io viva in te, perché tu non mi
escluda dalla tua giornata nemmeno per un attimo. È questa una
Unione di Padre col figlio, di Fratello col fratello, di Amico con
chi cerca l’amico. O Vera, quale gioia immensa viene a voi da
questa unione! Già da qui, voi potete gustare le gioie del Cie-
lo. Allora le vostre difficoltà non vi appariranno, per Me, qua-
le simbolo di Croce penosa, ma di Croce gioiosa; i vostri dolori
saranno l’oggetto che vi renderà grati a Me che vi ho benefica-
ti dei miei tesori; la pace, la serenità saranno il frutto del vostro
vivere insieme a Me».
Porto Maurizio 22-8-1968
Gesù: «Oggi lascio la mia Parola al Cuore Immacolato della
Madre Mia! Ti dono la mia Mamma, ti dono il Suo Cuore. Gesù
per tutte le anime».
Porto Maurizio 22-8-1968
«Sono la Mamma di Gesù: l’Immacolata, concepita sen-
za peccato per “portare Gesù”. A voi che sarete presto i “Por-
tatori del mio Gesù nelle Sacre Specie” io, Madre di Gesù e
Madre vostra, mi rivolgo per supplicarvi di aderire alla grazia
senza misura che Egli ha preparato per la salvezza del mon-
do. Voi, chiamati e promessi a Dio Padre per Gesù, raccoglie-
tevi in fiduciosa preghiera e attesa. Io, Maria Santissima, sono
intervenuta e interverrò molto di più perché l’Amore del mio
Gesù trionfi. Io, Maria Ausiliatrice, guiderò l’Opera d’Amo-
re al Santo Padre, e darò a Lui e poi agli altri dei segni inte-
riori ed anche esteriori perché “vedano” che Chi opera è Gesù
Eucarestia, la sua Misericordia. Io, col mio Cuore di Madre,
mostrerò la verità. Al mondo sconvolto io, Madre, voglio do-
nare Colui che è Salvezza e Pace: Gesù! Tu, figlia mia, non te-
mere: io ti ascolto, ti seguo, ti vedo. So che temi l’errore, l’in-
ganno, ma io, l’Immacolata, schiaccio il capo del nemico. Sii
forte in Me, tua Madre; accresci la fede e la fiducia in questa
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26.4 Page 254

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Mamma del Cielo che accorre sempre pietosa ai tuoi gemiti.
L’Opera d’Amore del mio Gesù costa, e il mio Figliuolo chie-
de a ciascun chiamato quanto sa dare. E a chi Gesù chiede per
primo? A padre Gabriello, servitore fedele del mio Gesù. A
te, povera creatura, perché tu ascolti la Voce, ricevi i pensieri
del Figlio mio. Tu hai ricevuto molto da Dio, per il mio Gesù
e per la mia materna intercessione. Ora Egli, Gesù, ha sposa-
to te e padre Gabriello, alla sua Opera d’Amore. Verranno gli
altri chiamati, e alla parola del Santo Padre si spargerà nella
terra il seme della nuova Misericordia: i Tabernacoli Viventi.
Allora si delineeranno i solchi quaggiù, quelli stabiliti in Cie-
lo. Sarete ricevuti sotto l’autorità del Papa, perché Gesù, che è
Via, percorra le vie del Mondo. Si raddrizzino le vie tortuose,
si cancellino i vicoli bui, si purifichino le anime nella preghie-
ra e nel ravvedimento. Il mio Gesù viene a voi con immensa
grazia, quale non era mai stata donata prima all’uomo. Gesù
Eucarestia verrà su voi per cercare e salvare ciò che era per-
duto. Poi il mondo verrà purificato da una Visita di Dio, ed io,
Madre anche vostra, sarò con voi e col mio Figlio, Gesù Euca-
restia, a ricevere insieme a voi Dio Creatore nella rivelazio-
ne del Suo Amore e della Sua Giustizia. Infatti, ove è Gesù ivi
sono io, sua Madre, la Pura e la Santa, l’Immacolata per vo-
lontà di Dio. Gesù, mio Figlio, ti detterà sull’Opera sua. A Me
spetta guidarvi, incoraggiarvi nelle prove e concedere di più:
quanto manca a motivo delle vostre miserie, e soprattutto delle
tue, figlia mia. Io, Immacolata concepita senza peccato per vo-
lere di Dio, vi benedico in questa piccola comunità che voi ora
formate. Benedico i Sacerdoti, benedico, benedico padre Ga-
briello e la sua azione apostolica. Io vi benedico col mio Cuo-
re di Madre di Gesù e di Madre vostra. Ora il mio Spirito di
Grazia ti unirà di più al mio Gesù, perché io ho la missione di
preparare il tuo povero cuore ad accogliere Gesù; solo io pos-
so preparare questa dimora per Lui: un Tabernacolo intimo ove
il mio Gesù sia amato, ardentemente amato. Questa missione è
frutto dell’amore del mio Cuore di Madre rivolto a te e a padre
Gabriello. Abbandono, fiducia, fede, amore: io sono con voi!
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26.5 Page 255

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Vi unisco nel mio Cuore Immacolato, e vi offro al mio Gesù.
La Mamma vostra: l’Immacolata, perché Madre di Gesù, per-
ché vera Madre di Dio».
Sv. 26-8-1968
Gesù: «… ed io andrò a lui e farò dimora in lui. Tu mi chia-
mi, ed io Gesù, vengo a te, ti verso la santa grazia della mia di-
vina Presenza, e la tua anima è illuminata di Me. Sì, io ascolto
il grido delle mie anime come il buon pastore ode e distingue il
belare delle sue pecore e accorre a loro e le soccorre secondo le
necessità di cui abbisognano, o l’amore di cui io sono oggetto
del loro cercare, del loro gioire e morire, di cui io sono Sogget-
to nel soggetto. Gesù il Soggetto: Vita nella vita della “sua ani-
ma”, e l’anima, il soggetto che si lascia penetrare dal Soggetto
di Vita: Me. Non sempre l’anima avverte sensibilmente la mia
divina Presenza. Io mi velo per vari motivi: prove, prove! Infat-
ti chi mi segue nelle prove mi glorifica, chi persevera nella fi-
ducia cieca in Me riposta, mi consola, chi crede in Me quando
la notte è scesa e a brillare rimane l’unica stella della mia Re-
altà divina, la santissima Eucarestia, è in Me, ed io sono in lui.
Se tutte le anime fossero sensibili ai miei richiami! Parlo di ani-
me che mi conoscono, che mi amano…, ma non distinguono la
mia Voce: voce dell’anima, voce mia! Sì, figlia mia, voglio che
l’anima percepisca il suono della mia Voce. Io, Gesù, ho detto,
bada bene, l’anima, non l’orecchio! Questo dono, per ora è per
te, e per tuo povero mezzo, a tutte le anime affinché esse cono-
scano il mio Amore nell’intimità della sua effusione. Io, Gesù,
parlerei a tutte le mie anime se esse imparassero a distinguere
il mio linguaggio. Molti non credono, non hanno fede, e rifiu-
tano il vero conforto dell’Amico. Molti hanno fretta, non sanno
raccogliersi in silenzio e umiltà. Qui, nel Tempio d’Amore che
io, Gesù Eucarestia, vado ogni giorno costruendo per la mia sa-
cra Dimora, io sono. In essa io verso la Vita, e di essa sono il
Buon Pastore. Nell’umiltà io parlo all’anima, e sono per essa
il Divin Maestro. Chi ti guida, ti raddrizza, ti esorta, ti ammo-
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26.6 Page 256

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nisce, ti consola? Colui al quale tu hai aperto l’anima perché
ne fosse il Padrone assoluto: io, Gesù! Dì alle anime mie, dì al
mondo che io cerco “dimore stabili” ove non sia soltanto l’O-
spite, ma il Padrone. Infatti, tu non hai donato a Me completa-
mente la tua anima? Quindi io, Gesù, sono il padrone dell’ani-
ma tua. E il Padrone è libero di donare quanto a lui piace. Io,
Gesù, sono libero di dare un suono alla mia voce. Sì, Vera, chia-
mala pure “Voce dell’anima”. Oh, se questa umanità frettolosa
imparasse a percepire questa Voce, la voce del mio Amore! Se
almeno le “mie” anime imparassero a cercarmi nell’umiltà, en-
tro se stesse, scoprirebbero la mia Presenza divina, reale, uma-
na: Me, Gesù!».
Sv. 27-8-1968
Gesù e i poveri. «Voi li incontrate ovunque: è il fanciul-
lo che chiede rispetto per la sua innocenza; è il vecchio che sa
vedere Me; è l’umanità umile che segue Me con cuore fedele.
Vorrei che le mie anime imparassero a “vedere” con Me, per di-
stinguere i miei “poveri”. Con i loro occhi non possono, perché
queste anime, quantunque a Me care, abbracciano tutto e tutti,
ma non sanno incontrare Me nel povero che io ho messo loro
vicino. Avete un velo che annebbia la vista delle mie realtà spi-
rituali: orgoglio, presunzione… Pensate di abbracciare e di con-
tenere nello spirito del vostro apostolato, delle vostre preghiere,
tutti gli uomini, e poi non sapete accogliere il più piccolo che è
fra voi: il povero. Ho detto prima: povero è colui che è privo di
doni, di ricchezze interiori. Al povero, che fiducia e amore han-
no donato le ali del Cielo, io do, perché umile, perché genero-
so, perché grato a Dio. Questo povero ha trovato il suo tesoro
nella semplicità: Me. Io sono per lui la ricchezza, io lo vesto di
grazia come i gigli del campo. Ad esso procuro il cibo dell’a-
nima di cui nutrire il suo spirito: le mie Parole. Egli sa amare
gli altri poveri, e sa riconoscerli, poiché il suo occhio “vede”
col mio occhio. Egli rispetta tutti, sa mantenersi nel suo posto
di povero, senza aspirare ad altro che a possedere sempre più
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26.7 Page 257

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Me. E voi, anime mie, sapete distinguere questi poveri? O ani-
me sacerdotali, fermate la corsa. Non inseguite i tempi! Segui-
te Me, cercate Me, vedete Me. Io, Gesù, sono nei miei poveri.
Gesù ad una poverina».
Varazze 27-8-1968
Gesù: «Voglio carità fra i miei sacerdoti! Si amino l’un
l’altro quali prescelti dall’Amore mio per la Gloria del Padre in
eguale misura di predilezione. Amo il Sacerdote fedele e fer-
vente; amo il Sacerdote che non sa o non vuole dare allo stes-
so modo. Uno è motivo di gloria, di riparazione, di consolazio-
ne per il mio Cuore Sacerdotale, l’altro è causa di sofferenze
per altri Sacerdoti, di gloria non elevata a Dio per Me, per mio
mezzo. Ma io, Gesù, continuo ad amare, ad offrire occasioni di
ritorni al mio Cuore ferito. Il mio Amore infinito si estende ad
ogni mio Sacerdote con ineffabile tenerezza. Sono il Buon Pa-
store che con le mie pecorelle fedeli soffro per contenere nel
mio ovile le pecorelle che tramano l’abbandono, la fuga. Non
c’è Ovile in questa umanità ove sia verità che la Chiesa Cat-
tolica, apostolica. Non c’è Pastore nella mia Chiesa che il mio
Vicario: Paolo VI. Chi ascolta e mette in pratica la sua parola,
egli è con Me. Chi non segue la Chiesa nella parola del Ponte-
fice, è fuori di Me e perciò contro di Me. Voi Sacerdoti che vo-
lete abbandonare la mia Via in nome di una presunta giustizia,
badate ai vostri passi: quando avranno preso direzioni false, voi
avrete determinato lo scisma. Allora l’umanità verrà sottoposta
ai flagelli e alla rovina poiché Dio raccoglierà i “giusti” per for-
mare, con il Papa, il Cuore Sacerdotale della sua nuova Chiesa.
Venite a Me, a Gesù; venite al vostro Pastore, accostatevi al mio
Amore, e per questo attingete alle fonti infallibili del mio mes-
saggio evangelico: esso è la Via, contiene la Verità, vi porta la
mia Vita. Nulla è mutato nei suoi valori e nulla muterà, perché
questi sono eterni come eterno sono io che, per amore e volon-
tà del Padre mio, ve li ho trasmessi. Il Sacerdote “nuovo”, mo-
derno, si formi sull’esempio del Sacerdote “vecchio”. Custodi-
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26.8 Page 258

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sca gelosamente le verità infallibili alla luce della pratica della
spiritualità del Sacerdote di pensiero conservatore, affinché non
corra il rischio inconsapevole di essere egli stesso travolto dal
cattolicesimo moderno. Sappia fare un’accurata selezione del
“nuovo” per integrarlo con il “vecchio”. Il Sacerdote conser-
vatore sia guida umile, paziente, operosa, del Sacerdote giova-
ne. Accetti il buono del rinnovamento della Chiesa. Ogni vostro
pensiero che si tradurrà in attività pratica di apostolato, abbia
due fari di luce che vengono da Me: il santo Vangelo e la Paro-
la del Santo Padre. Il resto conduce all’errore. E amatevi, ama-
tevi scambievolmente se volete che io sia con voi fino all’ulti-
mo. Gesù, ai suoi Sacerdoti».
Sv. 1 settembre 1968
Gesù: «Nei tuoi discorsi ci sia carità, perdono, compren-
sione per tutti. Quando tu ami chi ti ha ferito, io, Gesù, esulto
in te. Quando dimentichi le ferite del passato per amare Me, io
ravvivo in te la mia santa Grazia. Quando diranno di te ingiu-
stamente, e tu, per amore mio, saprai tacere per morire in Me,
io vivrò in te e il mondo scomparirà per te. L’anima che a Me si
dona, vittima nella Vittima, è come un soldato nella lotta. Ogni
giorno egli deve conquistare terreno mentre deve difendersi da-
gli assalti dei nemico. Mentre avanza deve lasciare ogni giorno
parte di sé, dell’uomo vecchio che ancora in esso sopravvive, e
quando io in lui, e lui in Me, saremo una sola Anima, egli avrà
fatto rivivere Me nella sua umanità. In questa ascesa tu non sei
sola, nessuno è solo, poiché io vi dono Me. Leggere, leggere
nei cuori umani l’amore: l’amore contenuto, nascosto, incon-
scio. Leggere nell’uomo quel canto d’amore per cui io l’ho cre-
ato. Ogni essere umano è la manifestazione più concreta della
mia Onnipotenza, la rivelazione più sublime del mio amore di
Padre, avendogli donata la mia immagine. Il Figlio somiglia al
Padre, ma voi deformate il mio sembiante col peccato… Scri-
vi, scrivi ancora, non ti fermare: sono Gesù. Voglio che tu ami
coloro che non ti amano. Voglio che preghi per loro. Tu ricono-
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scerai queste anime dal modo come esse si presenteranno a te:
ingratitudine, ingiustizia, abbandono… Io, Gesù, ti dono queste
anime: apri il tuo cuore, e ricevile. Ogni anima che abbraccerai
nella sofferenza e nell’amore, riceverà da Me quanto le man-
ca: il mio Amore. È questa la prima consegna che io dono a te,
piccola anima mia. Tu sai di non essere sola perché io, Gesù, te
lo ripeto, mai ti ho lasciata e mai ti lascerò. Io vado preparando
nella tua anima la mia Dimora stabile, perché il Padre mio sia
glorificato in Me con lo Spirito Santo nella tua anima. Voglio
anime, voglio le mie anime schierate come un esercito contro il
nemico. Voi avete un vessillo di gloria: la mia santa Croce; un
nome che vi renderà forti, Gesù; una speranza che è certezza
perché è verità: possedere Me. Io sono la Verità, io sarò la vo-
stra gloria. Non vi sgomenti la lotta. Nessuno di voi è solo, poi-
ché io mi rinnovo in voi, rivivo in voi, mi incarno in voi. Fa-
temi venire in voi e lasciatemi il posto. Preparate una lampada
che arda nel vostro cuore: ove sarà accesa, io andrò e pianterò
la mia tenda, affinché il mondo sappia che io prediligo i pove-
ri e gli umili, i pazienti e perseveranti, i sofferenti e i misericor-
diosi. Per essi io ritorno a rinnovare Me stesso nella loro uma-
nità affinché essi in Me siano una sola cosa. Ora è tempo che i
poveri sappiano che io vado a loro, e che fra loro ho stabilito la
mia Dimora divina. Gesù.
Tu, Vera, hai scritto per volontà del Padre mio, per effusio-
ne dello Spirito Santo ed io, Gesù, ho donato a te il “mio Pen-
siero e la mia Parola”. Per te: tu hai una chiamata.4 Sii pron-
4 «Tu hai una chiamata… Insieme prepariamo il “dono” da offrire alla Mam-
ma nostra, Maria Santissima»: si tratta della nuova sede scolastica, Deserto di Varaz-
ze, che venne assegnata a Vera nell’anno scolastico 1968-1969, l’ultimo anno della
sua vita terrena. Nella Lettera del 5 settembre a padre Gabriello, Vera scrive: «Nel
primo messaggio Gesù parla di una “chiamata” per me, ed io non comprendevo fino
a ieri. Ho visto Deserto, il nome della mia sede di lavoro, i tanti disagi ed il lavoro
che mi aspetta. Ero depressa per la mia malferma salute. Sul ritorno, nella mia de-
solazione, ho sentito: “È per Me, per la mia Opera”». Pochi giorni dopo, per la festa
della natività della Vergine Maria, l’8 settembre, Vera offrirà alla Vergine Maria De-
serto, la sua nuova sede scolastica, in spirito di riparazione come Gesù le aveva in-
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ta, buona, misericordiosa. Sii pronta. “Insieme” prepariamo il
“dono” da offrire alla Mamma nostra, Maria Santissima. Uni-
sci le mani in preghiera, donale a Maria sempre Vergine, per-
ché operino per il sommo Bene. Gesù che ti ama, che vi ama,
vi aspetta…».
segnato: «Offri a Lei “Deserto”, per consolarla del deserto delle anime ed Ella pen-
serà alla mia Opera d’Amore». Inoltre, sempre nello spirito della riparazione, Gesù
insegna a Vera la preghiera che accompagna l’offerta: «Mentre offri il “Deserto” alla
mia Mamma con Me, Ella ti aiuterà in questo compito, in questa intenzione. Ogni
giorno parla così alla mia Santa Madre: “È per Te, per riparare con Gesù il “deserto”
delle tue anime, perché ritornino a Te. Questo lavoro, questi bambini sono per Te, e
Tu, Madre d’Amore, pensa al Papa, ai Sacerdoti, fa che ritornino “fanciulli” per la
gloria del Tuo Gesù, fa che diventino “fanciulli”, perché nella Casa del Padre mio,
c’è posto solo per i piccoli”, come gli scolari che, io, Gesù, ho affidato a te» (Mes-
saggio del 5.10.1968).
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27 Pages 261-270

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27.1 Page 261

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VIII LIBRETTO
GESÙ
Inizio della seconda parte
dell’Opera d’amore di Gesù
3-5 settembre 1968

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Sv. 5 settembre 1968
Gesù: «Voglio una Casa tutta per me, per la mia Opera d’A-
more. Essa deve sorgere a Roma come faro di luce che si effon-
da in tutto il mondo. La mia Casa dovrà accogliere i chiamati
per prepararsi a divenire i “Portatori di Me, di Gesù Eucaristia”.
Questa Casa, la “mia”, sarà luogo che ospiterà i Tabernacoli Vi-
venti per turni di esercizi spirituali da tenere aperti tutto l’an-
no. Qui verranno istruite le anime chiamate ad andare in ter-
ra di missione. Qui si rafforzerà e si affinerà la spiritualità del
Tabernacolo Vivente alla luce del santo Vangelo. I “miei det-
tati” dovranno essere integrati col mio Messaggio evangelico,
e divenire, nella loro unità, oggetto di meditazione e norma di
vita attuale per tutte le anime. Ciascuno troverà Me se si stu-
dierà di incontrarmi nei Messaggi d’Amore rivolti ai poveri. Per
ogni anima io, Gesù, ho aperto la ferita del mio Cuore affin-
ché l’anima scopra, veda la via intima, personale che conduce
a Me. Io, Gesù, sono la Via nella effusione di Parole a voi, con-
sacrati a Me. Io sono nella Parola donatavi dal Padre mio per le
anime che cercano sinceramente Me e vogliono seguire Me nel
tramonto del mondo corrotto, nello squallore dell’umanità sof-
ferente. Scrivi: la mia Casa sia luogo di orazione, di preghiere
fervide e spontanee; sia il raduno di anime in colloquio con Me.
Qui vi raccoglierò, vi unirò, e lo Spirito Santo, Spirito di Dio, vi
terrà all’ombra delle sue Ali, nel calore divino del suo Amore.
Questa sarà la Casa fondatrice della mia Opera. Altre seguiran-
no in Italia e poi in Europa, e ovunque, e avranno gli stessi fini,
gli stessi indirizzi: preparare le anime dei chiamati ad assumere
Me nell’anima, nel cuore, nello spirito di immolazione, per por-
tare e donare Me ai fratelli, a tutti i fratelli. Sacerdoti prepara-
ti attenderanno a questo alto compito. Essi riceveranno la gran-
de consegna da Vicari, Vescovi e alti Prelati affinché ciò che
sarà legato in Terra sia legato anche in Cielo. Poi i Tabernacoli
Viventi verranno inviati nelle quattro direzioni stabilite da Dio
nel segno della mia santa Croce: nord, sud, est, ovest. Susciterò
molte, molte anime affinché le mie Case siano piene. Molti Ta-
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27.3 Page 263

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bernacoli Viventi vivranno nelle loro famiglie, molti serviran-
no alla Casa; molti andranno nelle direzioni dette prima. Voglio
che la terra sia ricoperta di Me, della mia Misericordia. La mia
Casa nascerà dalla Provvidenza del Padre mio, ed io, Gesù, pro-
metto grandi grazie e favori per coloro che chiederanno a Me
per intercessione materna della S. Vergine Maria. Quanto do-
manderete a Lei, secondo la volontà e la maggior gloria di Dio,
io, Gesù, concederò a voi per mezzo della Madre mia. Voglio
che tutto passi per le mani dell’Ausiliatrice, tutto unito alle la-
crime dell’Addolorata, tutto purificato in Colei che Dio preser-
vò da ogni ombra di peccato: l’Immacolata Concezione. Si rav-
vivi la fede nella mia Mamma, si alimenti l’amore, la fiducia,
l’abbandono in Colei che tutto può presso il Cuore mio. Si stabi-
lisca la carità fra i fratelli sull’immagine della carità materna di
Maria santissima. Si preghi con Lei, si operi con Lei, ci si affidi
a Lei. E quanto avrete fatto ad un minimo dei vostri fratelli, l’a-
vrete fatto a Lei. Si liberino i cuori da ogni ristrettezza umana,
poiché il vostro cuore potrà amare, molto, molto, quando avrete
imparato a vivere con Maria santissima. Ella sarà ricca di grazie
particolari per voi, ricca per coloro che penseranno a far sorge-
re la mia Casa, la Casa della mia Opera, dell’Opera d’Amore di
Gesù. Gesù, nella pienezza dell’Amore e dei lumi dello Spirito
Santo, ad una poverina».
Sv. 14-9-1968
Gesù: «L’Amore, solo e tutto l’Amore riversa nella tua ani-
ma la dolcezza del mio richiamo. Sono in te, figlia mia, sono io,
Gesù, che ti visito e ti porto la mia forza affinché tu scriva e non
tema. I miei Messaggi devono essere rivelati perché io mi mani-
festo a te per le altre anime, per i tuoi fratelli. Non temere coloro
che devono condurre la mia Opera d’Amore. Ad essi sarà dato
un segno per il quale crederanno. Io lo rivelerò a te e lo detterò
affinché tu non possa essere presa dal tormento dei dubbi. Che
importa a te l’opinione degli altri? Tu hai la mia parola, la paro-
la di Gesù. Essi hanno bisogno di credere, di toccare per crede-
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27.4 Page 264

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re. Tu abbandonati a Me, e rimetti tutto nelle mie mani: dammi
fiducia completa. Io ho bisogno di questa per continuare a par-
lare con te. A te, come alla Maddalena, dono il messaggio del-
la mia visita, della mia venuta, del mio ritorno fra voi. Dì alle
mie anime del “Dono” nuovo che vi porto; gridalo a tutti che io,
Gesù, cerco le dimore delle mie creature, che io, Gesù, voglio
vivere la loro vita e non essere più escluso né dimenticato. Oh,
che la “mia voce” risuoni presto nell’umanità! Aprite il cuore a
Me, Gesù. Io vi amo, io vi darò la pace, la mia pace. Io mi rin-
novo, mi immolo nelle mie anime perché io, Gesù, sono Salva-
tore. Portami con te. Gesù, fatto Uomo, discende nella povera
anima e a questa manifesta il suo amore di Padre, di Fratello, di
Amico, di Sposo. L’anima è in Gesù, e in lui vive. La creatura lo
dimentica perché misera e debole, la creatura è difetto. Io, Gesù,
sovvengo a lei, come la madre per il piccolo, e le dico: “porta-
mi anche su te”. Io sarò luce nei tuoi dubbi, io, forza alle tue de-
bolezze, io richiamo al “nostro” patto d’amore. Questo io faccio
per il debole. “Donami agli altri, donami a tutte le anime”: que-
sto dirò dopo a lei “e usa con i fratelli la mitezza con la quale io,
Gesù, ho trattato e tratto te”. Vera, portami con te! Piccola anima
mia, io mi dono a te, perché tu senza Me, nulla puoi fare. Io in
te e su te, perché io, Gesù, vinca e trionfi in te. Gesù nel suo ar-
dente amore. Sì, avrai il permesso dal Papa Paolo VI, di portar-
mi. Io, Gesù, concederò questo anticipo a te e a padre Gabriello,
perché ove arriva la mia Voce, ivi deve esserci la mia Dimora,
la mia tenda».
Torino 18-9-1968 Ore 12,20
Gesù: «Il mio Nome è Gesù, Figlio dell’Altissimo e di Ma-
ria Santissima sempre Vergine. Io, Gesù, ti porto nel mio divin
Cuore, perché il tuo sia nutrito, alimentato del mio sommo bene:
l’Amore! Non tu hai scelto Me, ma io ho guardato te, e il mio
sguardo d’amore ti ha raggiunta, ti ha ferita. La ferita del mio
amore è la ferita che cerca la mia Gloria. È ferita incruenta, ma
ferita, e tu la porti. Io, Gesù, te l’ho donata. Ora i “nostri” cuori
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27.5 Page 265

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comunicano meglio perché tu vivi di Me, dei miei desideri d’a-
more, di salvezza, di perdono, di pace. Ti aspetto, ritorna!
Ora sei nella mia pace, perché io, Gesù, ti libero dai turba-
menti. La mia Mamma è con te e noi non abbandoniamo a se
stesse le nostre anime, i nostri figli. Sono proprio i poverini che
hanno più bisogno delle ricchezze del padrone. Proprio per le
piccole e deboli come la tua io ritorno ad umiliarmi e “dimenti-
co” di essere Dio. Vive in Me, Gesù, il Fratello per i fratelli, l’A-
mico, lo Sposo, il Padre. Nel sacramento della Penitenza ti ho
battezzata col mio Sangue divino e ti ho dato una nuova Luce:
luce di grazia che cresce, di grazia che fortifica. Ora ti ho spo-
sata alla mia Opera d’Amore, e come segno di questa unione di
Grazia, ricevi la mia Croce. Tu la chiamerai Croce d’Amore di
Gesù. Essa parte da Torino per le mani della mia dolcissima Ma-
dre. Lungo questa via dolorosa e gioiosa c’è e ci sarà Lei: Maria
Ausiliatrice, nel soccorso, l’aiuto, il conforto; l’Immacolata per
la purezza con cui desidero sia portata la mia Croce d’Amore.
Voi incontrerete lungo la “via” la mia Madre, e anche a voi do-
nerà conforto, gioia. Voi incontrerete molto spesso il suo Cuo-
re di Madre. Quanto dico a te vale per padre Gabriello, servito-
re fedele nel quale ho riposto la mia fiducia. Un altro messaggio
sarà rivolto a lui, poiché non solo la mia grazia, ma anche la mia
parola, fortifichi il suo spirito sacerdotale. Ecco, io sono in voi e
di voi. Del mio popolo santo mi servo per diffondere amore, tan-
to e tanto amore. Ho scelto i poveri, per confondere i potenti, ho
scelto i deboli per versare in essi la mia forza, ho scelto i fragili
per rivelare ai forti che essi, in Me... (interrotta)».
Torino 18-9-1968 (ore 16 nella Basilica di Maria Ausiliatrice)
Gesù: «Scrivi nel mio Nome: Gesù! L’Opera è qui, nelle
mani dei Superiori. Da Torino partirà il mio trionfo. Te lo pro-
metto! Vuoi scrivere nel mio santo nome, Gesù? Scrivi tre volte
il mio nome santo: Gesù, Gesù, Gesù. Quando essi richiederan-
no il segno del Cielo, io, Gesù, darò loro prova tangibile della
mia verità nell’Opera d’Amore».
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Savona 19-9-1968
«Gesù per te, Gesù per le anime, Gesù per padre Gabriel-
lo. Lo Spirito consolatore verrà a confortare l’anima in pena del
mio servitore. Io, Gesù, discendo nell’intimo del Cuore Sacer-
dotale e infondo pace e fiducia, fortezza e umiltà, scienza e in-
telletto. Lo Spirito Santo sarà luce, guida, conforto per lui. Egli,
padre Gabriello, è il mio soldato che lotta per la mia causa, ed
io, Gesù, ho donato a lui un grande Angelo. Egli apprenderà e
sperimenterà l’amore puro che io desidero sempre da lui: l’u-
miltà di spirito, e la dolcezza con cui egli deve muoversi nel mio
Santo Nome: Gesù. Tali virtù sono e saranno sempre più rive-
late a lui dal suo Angelo Custode. Si lasci guidare come un fan-
ciullo da questa Guida luminosa, perché io, Gesù, in Dio Padre,
guardi la mia anima sacerdotale nella purezza dello spirito, spi-
rito angelico, spirito di Dio. Confidi nella mia Misericordia. Ac-
cetti con fede e umiltà le prove necessarie perché la mia Opera
d’Amore veda la luce sulla terra. Partirà da Torino, dalla Ausi-
liatrice, come faro di salvezza per l’umanità che vive nell’ango-
scia,1 si diffonderà per la terra, per i cieli, per i mari. Io, Gesù,
Figlio dell’Onnipotente e della Beata Maria sempre Vergine, ve
lo prometto. Parte da Torino la mia Croce d’Amore e perché
Croce, sarà Salvezza. Il Memoriale della mia Passione e Mor-
te è la mia divina Presenza nella Santissima Eucaristia. Non c’è
il Santissimo Sacramento dell’Amore mio, senza il mio Sacri-
ficio rinnovato dal Sacerdote sull’altare. Senza offerta, non c’è
Sacrificio. Non ci sarebbe la mia Immolazione incruenta, se io,
Gesù, non vi avessi donato Me stesso fino all’ultimo, fino alla
morte in Croce. Perciò non ci sarà trionfo, senza la mia Croce.
Non ci saranno i Tabernacoli Viventi, senza immolazioni di vit-
time, piccole vittime in Me, unica Vittima a Dio accetta. Perciò
vi dico: ogni chiamato accetti la Croce d’Amore che io, Gesù,
1 Cf Sogno di Don Bosco noto come il “Sogno delle due colonne”: l’Eucaristia
e l’Immacolata salvano dalla tempesta delle persecuzioni la Chiesa e l’umanità dopo
che si sono ancorate a esse come a due colonne.
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27.7 Page 267

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gli dono, e la stringa al suo cuore con gratitudine e sincerità.
Essa è un segno di predilezione per le mie anime. Anime mie,
venite a Me: portate con Me questo segno d’Amore e lascia-
te che questa Croce d’Amore vi plasmi, vi purifichi e vi prepa-
ri a venire a Me. Dopo il sacrificio, la libertà di spirito, dopo la
morte, la risurrezione, dopo l’ultimo respiro reso a Dio Padre
nel mio stesso respiro, io, Gesù, sarò avanti a voi con la mia dol-
ce Madre, non per giudicarvi, ma per introdurvi nella Gloria del
Padre mio. Benedetto dal Padre mio, vieni: tu hai reso a Me te-
stimonianza di fede e di amore avanti agli uomini, io, Sacerdo-
te Eterno, Gesù, ti riconosco avanti al Padre mio, e non sei più
servitore ma padrone in Me nella Casa dei Cieli. Tu mi fosti fe-
dele nella missione che ti affidai, ora parteciperai della mia Glo-
ria, e quivi vedrai quanta festa si fa in Cielo per i peccatori che
si convertono, per i poveri che hanno incontrato Gesù nel fratel-
lo, per i lontani che sono stati visitati da Me mediante la santis-
sima Eucarestia portata da te. Tu, Gabriello, tu anima sacerdo-
tale che mi leggi, sei quel mezzo, quella dimora che io ho scelto
dai cieli per andare ad altre anime. Vuoi offrirmi una tenda, la
tua tenda? Sono Gesù, Dio Uno e Trino, Figlio della Immacola-
ta Concezione. Come per salvare l’umanità mi sono fatto uomo,
e, come tale per la redenzione vostra, ho avuto bisogno degli uo-
mini, della loro testimonianza per tramandare a voi il Messag-
gio di salvezza, il Vangelo, così, finché il mondo sarà, per porta-
re e donare l’ultima Misericordia, ho bisogno dell’uomo morto
al mondo, l’anima a Me consacrata, vittima nella Vittima. Ani-
ma mia, vuoi portare il tuo Gesù per sempre? Vuoi che io venga
anche su te, e per te e per le altre anime? Fammi posto, prepara-
ti, ricevimi. Accetta con generosità la mia nuova Croce d’Amo-
re. Sono Gesù, portami con te! Gesù nella santa grazia, all’ani-
ma piccola e povera. Gesù dona, Gesù dà. Venite a Me!»
Santuario di Savona “Madre della Misericordia” 22-9-1968
«Sono Maria, la Mamma di Gesù, la Mamma delle vostre
anime, di tutte le anime. Sei sotto il mio Manto. Padre Gabriel-
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27.8 Page 268

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lo è avvolto dal mio Manto. Non temete, non dubitate. Io, Ma-
ria Santissima, condurrò l’Opera d’Amore del mio Gesù: dove
c’è difetto, io porto la perfezione, ove c’è dubbio, io porto la cer-
tezza, dove c’è confusione io, misericordia divina, porto ordine.
Non si turbino i vostri cuori, ma confidino in me, Maria santis-
sima sempre Vergine, che sono Madre, e desidero gloria, amo-
re, onore, trionfo per il mio Figliolo Gesù, salvezza e redenzione
per tutte le anime. Io, Figlia dell’Onnipotente Dio, Immacolata
Concezione, Madre dell’Unigenito, Gesù, prometto per la mag-
gior gloria di Dio, il trionfo dell’Opera d’Amore di Gesù: i Ta-
bernacoli Viventi approvati e autorizzati dal Santo Padre Paolo
VI. A te Gabriello, figlio della santa Croce del mio Gesù, la mia
chiamata presso la Santa Sede, ove tu, per mia grazia, sarai in-
trodotto e ricevuto, e ivi parlerai per mia ispirazione. Io, Madre
del Buon Consiglio, sarò presente con voi. Ricevete, tu e Vera, la
mia materna Benedizione con la quale io, Maria santissima sem-
pre Vergine, rimango a pregare al vostro fianco. La mia miseri-
cordia è con voi! Maria Santissima».
Savona 25-9-1968 (nella mattinata)
Gesù: «Il mio santo Nome è Gesù, l’ho donato a te! Figlia,
figlia mia della Croce! Voglio anime, anime piccole, crocifisse
in Me e per Me. Piccoli crocifissi, crocifissi per mio amore. Tu
sei lungo la via del Calvario con la Madre mia e la mia Croce
d’Amore; tu sei in questa crocifissa in Me. Voglio perciò “cro-
cifissi” che vanno, che avanzano lungo la via. Io sono la Via!
La via della Croce è per te, per i primi chiamati, la via della mia
Opera d’Amore. Vieni avanti in questa via d’Amore ed io, Gesù,
sarò sempre più in te, poiché io sono la via! Chi è sposato alla
mia Opera è crocifisso per Me, per la mia gloria. Vorrei poter
sollevare dalla terra tutti gli uomini crocifissi caduti, e donare
loro la santa croce dell’Amore. Lungo la via dell’Opera, racco-
gliete i “caduti”, e per la Croce santa d’Amore che vi ho donata,
chiedete, chiedete i…“crocifissi” caduti. Quando ti donerò più
forza per ricevere il mio Spirito d’Amore, ti manifesterò altri de-
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27.9 Page 269

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sideri di redenzione. Ti darò forza per ricevermi. Presto verrò a
te. Gesù che ama. Gesù che non ti lascia. Gesù nella sofferenza
per te, per molte anime. Gesù ti benedice, ti assolve, ti perdona.
Gesù nei piccoli e per i piccoli. Ora scrivi: viva Gesù!»
Savona 25-9-1968 (ore 19)
Gesù: «Voglio parlare ai sofferenti. Il sofferente nel mondo
è colui che soffoca nel suo intimo il mio Spirito d’amore. Lo si
vede ovunque ormai. Lo si incontra negli occhi spenti dell’avvi-
lito, nell’atteggiamento ironico del presuntuoso e nell’uomo che
vuole fare da sé. Soffre il depresso perché è solo, non cerca Me,
soffre il credente perché non mi vede, soffre e sbaglia chi confi-
da solo in se stesso. Ci sono altri sofferenti, ma per ora rivolgo il
pensiero a queste creature. Questi sono i “crocifissi caduti” più
comuni. Per essi è più difficile la salvezza perché sono feriti da
un grave peccato: la superbia. La mia Opera d’Amore vuole ar-
rivare fino a loro per mezzo dei “miei crocifissi’. Nel Taberna-
colo Vivente voglio andare anche “crocifisso” per accostarmi a
questi peccatori. Pertanto, nel silenzio più mistico, il mio Taber-
nacolo deve vivere nella società, poiché io, Gesù, voglio la mia
Divina Presenza fra gli uomini. I Tabernacoli non eccedano nel
“numero”, ma siano i “chiamati”, e non chi non abbia ricevuto
il mio invito. Siano di spiritualità profonda anche se poveri. A
quanto manca darò io, Gesù. Essi sappiano di ricevere con Me
la mia Croce, e in questa, crocifissi per Me, per i fratelli. Questa
Croce ora è su te, su padre Gabriello. Portatela con amore e gra-
titudine, e chiedete per questo dono d’amore, i crocifissi cadu-
ti! Non dubitare: hai scritto il mio Pensiero.
Ora ti detto: Gesù! I “caduti” sono crocifissi a causa del più
grave peccato. Essi sono i più “malati”, poiché la loro anima è
tutta una piaga e non hanno né medico né farmaco. Voglio anda-
re fra questi sofferenti, voglio che essi sentano che Io sono. Vo-
glio che credano, che vedano l’inganno e riconoscano l’errore.
Mi basterà un atto di umiltà perché io mi riveli loro Padre. Così
ci saranno quei “chiamati” che andranno ove si governa, ove si
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discute per il bene dei Popoli, ove si cerca accordo e armonia.
Si discute, ho detto, ma cresce il disordine, cresce nel mondo.
O uomini di poca fede, cosa potete senza di Me? Io, Gesù, sono
la PACE. La mia pace è per gli umili, per coloro che mi seguo-
no fino all’ultimo. Fatevi umili, siate umili e misericordiosi, se
volete che il Padre mio vi usi Misericordia. Io, Gesù, nella mia
santa Croce d’amore, cerco per la mia infinita misericordia, at-
traverso i miei Tabernacoli, i “caduti” per donare loro la Croce
del mio amore: salvezza e redenzione! Questo invito è rivolto ai
chiamati più forti in Me. Gesù nella santa Grazia!»
Sv. 26-9-1968
Gesù: «Voglio che tu scriva, che tu mi obbedisca. Accosta-
ti al mio Costato, e ivi riceverai forza e grazia, e tutto il calore
del mio Amore. Mi hai visto Crocifisso. Ho mostrato i miei Pie-
di inchiodati alla Croce della sofferenza. Non tanto la sofferen-
za era visibile a te, quanto la GRAZIA, grazia di salvezza e di
perdono che io, Gesù Crocifisso, dono a quanti mi invocano e
adorano le mie Piaghe. Diffondi fra le anime questa adorazione.
Ormai nessuno ricorda né medita la profondità dell’amore che
mi portò a farmi inchiodare. Il Piede destro fisso alla Croce ha
mostrato il mio Sangue vermiglio; la luce con cui era illumina-
to il Piede veniva dal mio Sangue e perciò era rossa. Il Piede si-
nistro ha mostrato al posto del chiodo una grossa pietra prezio-
sa: la santa Grazia che voi ricevete per queste Piaghe santissime,
il conforto del perdono allorché con spirito umile vi raccogliete
ai miei Piedi. Tale la luce della Grazia, da velare la luce diffusa
dal mio Sangue: quel Sangue che io ti ho fatto vedere nell’altro
Piede. La santa Grazia è come una pietra preziosa che illumina
ed emana riflessi splendenti in tutte le direzioni. Luce viva, luce
che viene dal Cielo e porta alle vostre anime i riflessi azzurri e
tersi del firmamento. Io, Gesù, appassionato, non voglio inse-
guire l’umanità ricordando il mio sofferto amore, bensì la gra-
zia che per questo, io, Gesù, voglio a tutti donare. L’anima che
segue Me, prenda insegnamento da Me. Ogni sofferenza rima-
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ne velata se la Grazia vive e cresce in essa. La sofferenza è pas-
seggera, ma la grazia rimane. La sofferenza è sorgente di Vita in
Me, e genera la santa Grazia. Venite ai miei piedi con umiltà, io
vi darò quanto l’anima vostra abbisogna. Baciate quei Piedi san-
ti, crocifissi per amore, e ivi sostate. Farò scaturire allora dalle
Piaghe dei miei Piedi la contrizione, il perdono, l’amore. Per le
sante Piaghe dei miei Piedi, io, Gesù Crocifisso, donerò a te, a
tutte le mie anime, la grazia di divenire i veri Figli della mia Pas-
sione e della mia Croce d’Amore.
Ora hai rivelato il mio Pensiero, dopo che la tua anima l’ha
visto e l’ha sofferto in me. Queste ultime parole sono dettate da
Me: Gesù. Io ti benedico, rimango nella tua anima con la mia
Divina Presenza. Ora copia, mi manifesterò ancora a te. Aspet-
ta il tuo Gesù».
Varazze Deserto 2-10-1968
Gesù: «Nel mio santo Nome scrivi per obbedienza e per
amore. Offrimi i tuoi sacrifici, le tue sofferenze: io le vedo e
sono care al mio Cuore. Il mio Cuore è quello dello Sposo che
attende gli amplessi d’amore della sposa. Quando mi cerchi con
umiltà e sofferenza io, dalla Croce ove sono inchiodato, rice-
vo consolazione. Hai sofferto l’abbandono, lo stesso che io ri-
cevo dalle mie anime. Questo è stato per riparare il mio Cuore
desolato. Quando sarai più forte, l’abbandono sarà più profon-
do o più prolungato finché le mie anime non ritornino a Me. Non
c’è vita senza di Me, e tu sarai come morta allorché io, Gesù,
sensibilmente abbandono la tua anima. Ti sarà di conforto solo
questa certezza: io rimango sempre in te con la santa Grazia. Tu,
senza la mia Divina Presenza, sarai nell’agonia. Questa è l’ago-
nia che il mio Amore vuol donarti qui. Tu attendi con fiducia e
umiltà il mio ritorno. Senza sfiducia, mai! Ho molte rivelazio-
ni da farti riguardo la mia Opera d’Amore. Desidero che queste
siano precedute da questa sofferenza. Il tuo corpo, fragile an-
ch’esso e povero, sarà sostenuto dalla mia Grazia. Le tue tribola-
zioni quotidiane, alleviate dall’amore materno della Madre mia.
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Le tue fatiche, ora appesantite, portano il segno della mia san-
ta Croce e per essa sono benedette. Non temere, io, Gesù, ti aiu-
terò a fare la mia volontà per glorificare insieme il Padre mio.
Non verrai meno, né la tua vita sarà compiuta prima di aver as-
solto con Me, Gesù, con la Madre mia, Maria Santissima sem-
pre Vergine, il tuo compito. Tu sei sulla terra per questo motivo,
e nella scuola, per sacrificare la tua vita a Me nella Vittima inno-
cente. Ora confida e sempre di più. Io ti vedo, ti ho vista prima
in Chiesa, e le tue preghiere hanno consolato l’abbandono in cui
è lasciato il mio Cuore. Ora vai, cerca i bambini nel mio nome,
Gesù. Ti benedico dal santo Tabernacolo. Gesù che “vede”».
Deserto di Varazze 5-10-1968
Gesù: «Figlia mia benedetta, scrivi in umiltà e semplici-
tà. Scrivi per Me, per la mia somma Gloria. Vieni alla mia Cro-
ce, raccogliti ai piedi di essa e, immessa nelle mie Piaghe santis-
sime, ascoltami. Voglio portare la tua anima fino alla ferita del
mio Cuore divino attraverso la sofferenza e la grazia che io vado
donandoti per le Piaghe santissime che io ho sofferto per amor
tuo. Ora vai ai miei Piedi, devi portarmi le anime mie. Sono i
Sacerdoti che mi hanno abbandonato. A loro manca l’umiltà. A
loro manca la conoscenza del Divino Amore, e cioè di Me. La
purezza dello spirito dà la mia conoscenza, ma essi non vedo-
no, figlia mia, l’inganno e l’errore proprio per questo motivo. I
miei sacerdoti separati hanno riaperto tutte le mie Piaghe, ed io,
Gesù, cerco e desidero anime piccole, umili e generose, che si
offrano in Me per il ritorno al mio Amore sacerdotale di queste
anime mie, a Me sempre tanto care, da Me sempre molto ama-
te e attese ardentemente. Alle mie piccole vittime darò tutto Me
stesso e verrò a dimorare nei loro cuori, poiché negli umili e per-
severanti, nei “poverini”, io, Gesù, trovo la mia consolazione.
Questo è il tempo dei miseri che in grazia mia vivono per Me.
No, non è più il tempo delle anime eroiche e forti. È il tempo dei
miseri che in Grazia mia vivono per Me. È il tempo dei “pove-
retti”, e cioè dalle spighe nate e germogliate dai semi di orzo.
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Questi hanno dato e danno quel che possono, ed io, Gesù, tutto
accetto anche se misero e povero. A quanto manca, io metto, io
dono: Gesù! Perciò vi dico: venite a Me, anime povere e picco-
le, poiché io, Gesù, sono ricco e generoso per tutte le mie creatu-
re. Voglio che tu preghi per il Santo Padre con offerte particolari.
Sì, lo Spirito Santo, per intercessione della Madre mia, la Beata
Maria sempre Vergine, ti ha dato una conoscenza nuova quando
la tua anima ha visto. Adesso racconta tu: “Ho visto con l’anima
(come dice Gesù), il Santo Padre con i paramenti sacri, bianchi,
quasi avesse avuto da celebrare, o lo avesse già fatto, la Santa
Messa. Egli stava davanti alle panche ove erano seduti i bam-
bini, e dietro a lui, la statua della santa Vergine sembrava domi-
nare il quadro. Il Papa sorrideva ai fanciulli e parlava loro con
affetto commovente. Io non capivo le parole, ma intuivo dall’e-
spressione del Papa che continuava a sollevare le braccia, quasi
avesse voluto accarezzare tutti i miei scolari”».
Gesù. «I Sacerdoti devono essere come dei fanciulli che si
lasciano guidare dal loro padre. Essi devono a tal guisa unifor-
marsi alla Volontà di Dio, stringendosi con amorevole ubbidien-
za alla voce del mio Vicario: il Papa. Desidero vedere nei miei
Sacerdoti l’umiltà, l’obbedienza, la purezza quale sigillo del
loro Sacramento; l’amore quale comunione perenne fra Me e il
Sacerdote e, per suo mezzo, fra le altre anime; la ricerca della
mia Dottrina d’Amore alla luce dello Spirito Santo. Vi ho dato
una guida, vi ho dato una voce che viene da Me, che è Me, che
è Dio Padre, è Dio Figlio, è Dio Spirito Santo, nella Persona che
rappresenta Me: il Sommo Pontefice, Paolo VI. Al Papa, i sacer-
doti ritornino, come bimbi fiduciosi si lascino guidare e attraver-
so il Papa, e solo per lui, riceveranno la mia parola di fede. Il
Papa soffre per le profonde ferite della mia santa Chiesa. Tu hai
con te dei fanciulli. Chiamali nel tuo cuore “i fanciulli del Papa”,
e poi offri quanto, assistita dalla mia Grazia, fai: lavoro, lavoro
e preghiera. Tutto nell’amore, in un amore di maternità spiritua-
le, che deve trovare le radici e l’alimento nella più pura materni-
tà che sia e sarà: quella della Madre Mia, l’Immacolata Conce-
zione. Mentre “offri” il Deserto alla mia Mamma con Me, Ella ti
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28.4 Page 274

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aiuterà in questo compito, in questa intenzione. Ogni giorno par-
la così alla mia santa Madre:
“È per te, per riparare con Gesù il deserto delle tue anime,
perché ritornino a Te. Questo lavoro, questi bambini sono per
Te; e Tu, Madre d’Amore, pensa al Papa, ai Sacerdoti… fa’ che
ritornino “fanciulli” per la Gloria del tuo Gesù; fa’ che diventi-
no “fanciulli” perché nella Casa “del Padre mio – detta Gesù –
c’è posto solo per i piccoli, come gli scolari che io, Gesù, ho af-
fidato a te”.
Ora ti benedico e ti prometto una nuova visita nella rivela-
zione dello Spirito Santo. Per ora voglio serenità in te, in padre
Gabriello e, pertanto, non parlo dell’Opera mia d’Amore. Sof-
frite in Me e gioite. Vi unisco in Me, alle mie Piaghe, alle Piaghe
rinnovate nella mia santa Chiesa. Questa preghiera, offerta, con-
sacrazione, consumazione deve vivere in Me e preparare l’ac-
cesso alla mia Opera d’Amore presso il Santo Padre. Padre Ga-
briello lavori nei nuovi laboriosi incarichi che gli vengono dalla
mia santa Croce d’Amore. Presto indicherò una via particolare
da seguire. Preghi, preghi e faccia pregare perché il mio Cuore
aumenti la mia divina Misericordia. Io sono con lui. Vi benedi-
co con mano paterna. Gesù che non vi lascia mai!»
Deserto 9-10-1968
«Viva Gesù, viva Gesù, viva Gesù! Parla il mio Cuore! Per
la Gloria di Dio, per la Gloria del Padre mio, per te, per gli al-
tri, scrivi queste Parole: sono Gesù, Gesù nella sua Croce nuo-
va d’Amore; Gesù per i suoi “chiamati”, per i suoi “Tabernacoli
Viventi”. Sono Gesù, e vado alle mie anime, a quelle che atten-
dono Me. Il mio Cuore di Padre, di Amico, di Fratello, di Spo-
so, bussa ai vostri cuori umani, emana una Luce nuova che por-
ta un Fuoco purificatore, e dilaga un fiume di Grazia. Nasce dal
mio Cuore divino e scorre nei vostri cuori, irrora la carne vostra
col mio Sangue affinché siate attratti all’amore divino. Vado ai
“miei cuori” e dono, a uno a uno, il mio stesso palpito affinché
non muoia il giorno senza che il vostro cuore, divenuto mio, non
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abbia battuto all’unisono, anche se per un solo attimo, col mio
Cuore. In uno di questi battiti in cui non ci sono più due cuori,
ma un solo Cuore, il mio, io, Gesù, dirò, e già dico alle mie ani-
me: “Portami con te”! Questi cuori già mi aspettano, ma non
sanno ancora come essi potranno portare Me. Eppure mi atten-
dono. Gli elaborati! Sì, si faccia presto, molto presto! Io, Gesù,
desidero ardentemente il “tabernacolo vivente” e trovare qui la
mia Tenda, la mia nuova Dimora. Scrivi, scrivi al Papa che si
faccia presto, che si interessi, che legga il mio amore. Portate a
lui le mie Parole, le Parole di Gesù Eucarestia. Egli vedrà Me
perché io, Gesù, sono in lui, e il Papa “vede” Me. Mandate le
mie Parole, poi… arriveranno a lui i pareri dei teologi. Per ora il
mio Amore sia manifestato al Papa. Sia egli il mio “primo por-
tatore”, e vi riceva nel mio santo Nome: Gesù. A Torino, a Ge-
nova si faccia presto e non si pongano indugi. Si invochi lo Spi-
rito Santo poiché io, Gesù, sono misericordioso verso coloro che
invocano Me nella Persona dello Spirito Santo. La Pace verrà
dalla devozione, dall’amore che tutta la Chiesa nutrirà verso lo
Spirito Santo. Questi, in forma di colomba pura e bianca, por-
ta sul petto una Croce. È una Croce d’oro perché è la croce del-
la Salvezza, ma sotto alle piume dorate c’è il mio Sangue. Tosto
scenderà sugli uomini, su coloro che invocheranno il mio San-
gue divino a lavacro dell’umanità, ed io farò sgorgare ancora
fiumi di sangue sulle anime affinché si redimano e nel mio San-
gue prezioso abbiano la mia Pace. Ecco ancora lo Spirito Santo
venire a voi nel mio sangue per recarvi la Pace. Dalla mia Pace
nel vostro cuore, l’uomo ritroverà la pace nel mondo. Ecco, io vi
ho svelato la fonte alla quale attingere, perché l’umanità ritorni a
Dio. I Tabernacoli Viventi porteranno Me e saranno illuminati e
guidati dallo Spirito Santo, perché ogni portatore di Gesù agirà
e parlerà sotto la guida di questo Spirito consolatore. Desidero
che i miei portatori siano guida, luce, conforto per le altre ani-
me. Spesso, affinché rimangano nell’umiltà, non si avvedranno
dei “doni” che io, Gesù, darò loro, poiché Chi agirà in essi sarà
sempre la mia Grazia, e cioè Me, Gesù! Ora affrettatevi. Poi ri-
velerò altri miei desideri. Gesù per te, per padre Gabriello. Gesù
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per i suoi chiamati, e cioè per i Superiori di Sampierdarena e di
Torino. Ripeto con te, per la Gloria del Padre mio: “Viva, Viva,
Viva Gesù!”».
Deserto 14-10-1968 (in chiesa)
«Sono la Beata sempre Vergine Maria, la Mamma di Gesù.
Scrivi il suo santo Nome: Gesù! Io, Maria Santissima, decoro
del mio Carmelo, ti benedico, vi benedico. Non c’è cuore che mi
cerchi, che io non lo ascolti, non lo soccorra. Tu mi chiami, mi
invochi. Nella serenità ritornerò a te, e per te e per le mie anime.
La Madre del Divino Amore, Maria Santissima Immacolata».
Più tardi in camera. «È mia Madre, la Santa Vergine Maria
che ti parla. Sono Gesù. Te lo dice Gesù in Corpo, Sangue, Ani-
ma e divinità: Gesù Eucaristia. “Sono Maria Santissima, l’Im-
macolata Concezione. Sono accanto a te. Io discendo nella tua
anima piccola, e la visito e la conforto e dono forza, lumi, pace.
Ti dono il mio Gesù. Sono io, Maria Santissima che lo dono a
te, alle mie anime. Io vi preparo a riceverlo nelle Sacre Specie.
Io lo ricevo, io lo comunico. Io, Madre del Bell’Amore, vado
preparando in te, nelle mie anime, i Tabernacoli Viventi sacri
a Dio perché ospiteranno il più Santo dei Santi: il mio Gesù.
O figlia mia, vi darò Gesù, vi darò Gesù, ma voi lottate, prega-
te, soffrite, amate e cercate il mio Cuore di Madre perché io sia
la Madre dell’Opera d’Amore di Gesù. Io, per volontà di Dio,
l’ho dato agli uomini. Per misericordia del Mio Gesù e gloria
dell’Onnipotente Iddio lo darò alle anime e farò con la mia gra-
zia dei Templi sacri che ‘vedranno’ Gesù rinnovarsi nei pove-
ri, negli umili. Ameranno e porteranno il mio Gesù perché Egli,
prima che il mondo volga alla fine, sia passato per tutte le stra-
de del mondo e abbia visitato tutta l’umanità. Non temere figlia
mia, è volontà di Dio. Ora non si deve tardare l’ora della Mise-
ricordia, e questo è molto importante anche se non ti è dato sa-
perne il perché. Perciò desidero che in nome della santa obbe-
dienza, padre Gabriello prepari l’opera d’Amore per i Superiori
di Sampierdarena, e questi non pongano ulteriori indugi nel leg-
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28.7 Page 277

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gere con umiltà e gratitudine la Parola del mio Gesù fatta pove-
ra per i poveri. Si mandino al Santo Padre i Messaggi dei Taber-
nacoli Viventi. Quindi tutta l’Opera d’Amore. Prima di questo
santo Natale, il Papa, Paolo VI, deve essere al corrente dell’Ope-
ra di Gesù. Dopo si studieranno i ‘Messaggi’ alla luce e nell’A-
more dello Spirito Santo. Questa è la Salvezza che parte da me:
Maria Ausiliatrice. Dal Fondatore, San Giovanni Bosco, voi ri-
ceverete lo slancio che egli chiede ai suoi Salesiani per il trionfo
del mio Gesù. San Giovanni Bosco ritornerà a rivivere nello spi-
rito dei Sacerdoti allorché ogni Sacerdote salesiano avrà abbrac-
ciato e sposato la santa Opera d’Amore. Io, Maria Ausiliatrice,
vi sarò, ora e sempre, Madre, Guida, Maestra, Dispensatrice di
Grazie. Vi benedico e vi esorto: fate presto, per amore e gloria
del mio Gesù, fate presto per la salvezza delle anime. Il tempo
stringe e il mio Gesù cerca le sue nuove Dimore. Io vi preparo
e con Gesù vi benedico. Maria Santissima, sempre Vergine, Ma-
dre di Gesù, Madre vostra”.
Gesù a Vera nel Cuore, nell’amore della Madre sua teneris-
sima».
Col mio Angelo custode e con gli Angeli custodi di P. Ga-
briello e dei tuoi chiamati, ti ringrazio, o Gesù mio, nel Cuore
della Santa Vergine e con lei mi unisco ai nove Cori degli Angeli
e ai santi per ripetere insieme, Cielo e terra: “Santo, Santo, San-
to è il Signore, Dio dell’universo!”.
14 ottobre 1968 Deserto
Gesù “e Io verrò a lui e farò dimora in lui”. «Vieni, figlia
mia, l’ora è vicina: l’ora dell’amore, della Crocifissione, del-
la Consumazione. Io verrò anche su te. Preparati a portare l’a-
more: Me, Gesù! Credi! Credi! Credi! Aspettami con fiducia
e umiltà: Gesù Redentore».
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IX LIBRETTO
GESÙ
Si rivela ai “piccoli” e ai “poveri”
(Così ha dettato Gesù!)

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Deserto 15-10-1968
«Scrivi tre volte il mio santo nome, Gesù: a Gloria di Dio
Padre, Gesù a Gloria di Dio Figlio, Gesù a Gloria di Dio Spiri-
to Santo.
Amore a Dio Padre, Amore a Dio Figlio, Amore allo Spiri-
to Santo rivelatore di Amore, di Me, Gesù. Presto ritornerò a te
per i miei Sacerdoti. Attendimi in umiltà, preparati. Sono Gesù
nella santa Passione. Ti offro la mia Croce d’Amore, abbraccia-
la con Me. Gesù per te, per i suoi “chiamati”. Scrivi, non teme-
re, io sono Gesù e la mia Parola è Grazia!»
Deserto 17-10-1968
Gesù: «Sono Gesù! Con una mano porgo le mie sante gra-
zie, con l’altra dono la mia Croce d’amore: la sofferenza. La sof-
ferenza vissuta e portata per Me. Le mie braccia, stese sulla Cro-
ce che io, Gesù, prima avevo abbracciata e portata per amore
vostro, ora si aprono alle mie piccole vittime in questo abbraccio
di unione. Prendi, ricevi per la santa Piaga della mia Mano de-
stra la grande grazia che ti concedo: misericordia, perdono per le
vostre miserie. Io, Gesù Crocifisso, mi chino per raccogliere le
mie anime, e col mio Sangue le purifico, le elevo, le porto a Me.
Quando esse sono nel mio Amore, e cioè in Me, apro le ricchez-
ze della santa Piaga della mia Mano sinistra. Offro la mia Cro-
ce per amore. Tu accetta tutto per amore mio. Così le mie brac-
cia, stese sulla santa Croce, abbracciano le anime “piccole”. E
in questo divino abbraccio, io invito le mie piccole vittime alla
Mensa eucaristica del loro Sposo Gesù. Una Ostia grande: io,
Gesù; tante, molte piccole ostie: le mie anime piccole. Voi così
siete in Me ed io, Gesù, sono in voi; voi già vi conoscete in Me
perché siete una sola cosa con Me: Gesù. A questa Mensa io in-
vito tante, tante anime, e le aspetto con pazienza e bontà. Aspet-
to Rosa, aspetto altre anime. Tu le conoscerai in Me. A questo
invito si risponde solo per amore, poiché questo è un invito spe-
ciale del mio Cuore di Sposo. Sì, scelgo i poveri, e i perseveran-
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ti, coloro che amano con umiltà, e in verità. Io, Gesù, sono anche
e soprattutto il “Padre dei Poveri”, e sempre per questi io anco-
ra ritorno, e ho cure particolari poiché alla Casa del Padre mio
non rimanga nessun posto vuoto, e il povero quanto il ricco ser-
vano a glorificare Iddio ed amarlo eternamente. Ora tu hai scrit-
to il mio pensiero d’amore: il pensiero di Gesù. Io, Gesù, illu-
mino la tua povera anima per la Gloria del Padre mio e il bene
delle anime. Ti dissi: “se credi vedrai la mia Gloria”. Il giorno
non è lontano, ma nell’attesa desidero da te pazienza, perseve-
ranza, umiltà, amore. Io ti soccorrerò: Gesù! Scrivi nel mio san-
to Nome: Gesù. Serba nel tuo cuore quanto ti ho detto prima in
Chiesa. Ora riposa in Me: Gesù. E per finire scrivi: “Il cielo e la
terra passeranno, ma le mie Parole non passeranno in eterno”.
Scrivi, scrivi ancora, figlia mia: “Viva il santo Nome di Gesù”.
“Viva Gesù in te, viva nelle sue anime, nei suoi chiamati. Viva
Gesù nell’umanità!”. Gesù».
Deserto 17-10-1968
Gesù: «Scrivi per don Borra: desidero che egli preghi, che
egli si offra e offra la sua sofferenza per il trionfo della mia san-
ta Opera d’amore. Allora, io, Gesù, mi rivelerò a lui, mi comu-
nicherò a lui, e farò dimora in lui. Desidero che egli abbracci la
mia santa Croce d’amore affinché presto sia sposato alla mia
Causa per mezzo della santa sofferenza. Questa sofferenza che
porta con tormento, diverrà gioiosa allorché la sua anima sacer-
dotale vivrà per il mio trionfo. Egli è a Caserta per mia volontà.
1 La mia santa Madre lo guiderà sulla via che porta a sposare Me
nell’Opera d’Amore. Allora io sarò prodigo di grazie particola-
ri per lui. Gesù al suo amato sacerdote».
1 Messaggio inedito: «Egli è a Caserta per mia volontà». Don Borra a Caserta
sarà padre spirituale della stigmatizzata Teresa Musco.
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29.2 Page 282

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Savona 20-10-1968
«Figlia mia, scrivi, scrivi e non temere: sono Gesù nella san-
ta Grazia!
Gesù, al suo primo Portatore, Paolo VI Sommo Pontefice.
Messaggio d’amore al mio amato Vicario in terra: Paolo!2
Se i Tabernacoli Viventi dovranno essere presto l’espressio-
ne del mio più tenero e profondo amore di Padre, di Fratello, di
Amico, di Sposo, tu, Paolo, sei e sarai sempre di più il mio Cuo-
re ferito dall’amore e dal dolore. I tuoi palpiti sono i miei, e già
non ci sono più due cuori, ma il mio solo Cuore in te, ferito per
l’amore e l’offesa, il mio solo Cuore che soffre, geme, e ama nel
tuo. Il palpito dell’amore eucaristico col quale annuncio la mia
morte per gli uomini è nel tuo cuore di Pastore di anime. Con
questo palpito d’amore Tu, Paolo, donerai Me alle mie anime
consacrate affinché io, Gesù Eucaristia, viva e accresca la Gra-
zia. Tu darai Me così come io mi sono donato ai miei Apostoli
nell’ultima Cena affinché le mie anime diventino le mie nuove
dimore, i miei nuovi templi per i quali io, Gesù, potrò visita-
re tutta l’umanità. Io, Gesù, voglio amore, cerco amore, dono
sempre amore ai miei poveri. Donami al mondo così come io,
Gesù, ti ho detto affinché i miei piccoli, i miei poveri, nutriti e
arricchiti di Me, si diffondano sulla terra quali stelle del firma-
mento lasciate cadere dalla volta del Cielo per volontà e mise-
ricordia del Padre mio. Ecco io, Gesù, vivo in te, Paolo, e in te,
anima mia, guido il mio gregge, la mia Chiesa. In te raccolgo le
mie anime e ne formo una lega, lega di anime, e la preparo qua-
le esercito che, dalla Santa Sede, il Vaticano, partirà benedet-
to da Me in te nel segno della Santa Croce verso tutte le dire-
2 Il 25 ottobre 1968 don Zucconi invia al Papa Paolo VI una lettera contenen-
te i messaggi fino a quel momento indirizzati al pontefice, con la richiesta della Apo-
stolica Benedizione per l’Opera. In novembre il parroco salesiano di Castel Gandol-
fo conferma a don Zucconi l’arrivo del plico per il Papa. centro studi “oPera dei
taBernacoli ViVenti”, Milano.
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29.3 Page 283

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zioni: Nord, Sud, Est, Ovest. Io mi rivelerò a te in tutta la santa
Opera d’Amore che Io, Gesù, ho dettato, e lo Spirito Santo di-
scenderà in te. Ho portato sulla Terra una nuova Croce d’amore
per donarla ai miei chiamati. Ecco, io, Gesù, ora la metto nelle
tue mani di Pontefice. Benedicila, donala alle mie anime perché
esse, abbracciandola con gratitudine, rispetto e amore, siano da
questa Croce d’amore e di sofferenza trasformati in Me Croci-
fisso che va, che cerca le sue anime per tutte le strade del mon-
do. Tu, in Me, amato Paolo, abbracci la croce di tutta l’umani-
tà ed io vivo, soffro, gioisco in te. Tu conosci il linguaggio del
mio Amore, tu conosci l’amore per il povero, per il misero. Tu
sai che io, Gesù, mi servo del povero per parlare e cercare l’al-
tro povero. Io, Gesù, pertanto mi sono ancora fatto povero nella
parola affinché l’umile, l’uomo della strada comprendesse Me
e familiarizzasse col suo fratello: Gesù. Tu, Paolo, compren-
di questo linguaggio d’amore perché io vivo nella pienezza del
mio amore in te. Tu sai, tu sai già tutto e aspettavi… tu aspet-
ti. Ecco a te il mio messaggio d’amore, del tuo Gesù, di Gesù
“fatto Parola”. Che la mia Parola, parola di Dio Uno e Trino, di-
venti presto Opera, l’Opera d’Amore di Gesù. Infatti, senza le
opere, vane rimarrebbero le mie Parole. Nelle tue mani metto la
mia Opera, e desidero che questa giunga a te completa quanto
prima. Poi ricevi Me in quell’effusione d’amore che voglio do-
nare ai miei figli, affinché con essi Io possa ritornare a percorre-
re il mondo e visitarlo e salvarlo prima che questo… volga alla
fine. Con questo messaggio d’amore rivolto a te, quale mio Vi-
cario, Io, Gesù, ho aperto la via per la quale tu richiederai i miei
Messaggi. La Santissima Trinità, nel dono della Sapienza del-
lo Spirito Santo, ti sarà di Maestra, ed io, Gesù, ti dico: chiedi
alla Madre mia, Maria Santissima Ausiliatrice, il segno rivela-
tore della mia Parola, ed io, per la gloria del Padre mio, nell’a-
more dello Spirito Santo, lo donerò a te e a tutta la mia Chie-
sa. Io, Gesù Sommo Sacerdote in te, Paolo, perché tu in Me sia
una cosa sola con Me per la Gloria del Padre mio e del Regno
del mio Amore e della mia Misericordia quaggiù fra gli uomini,
miei fratelli. Parola di Gesù, Via, Verità, Vita».
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29.4 Page 284

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Deserto 28-10-1968
Gesù: «Scrivi il mio santo Nome: Gesù! Ti darà conforto! O
Vera, figlia mia, non temere, hai Me, Gesù. Nessuno potrà nuo-
certi come tu pensi: io, Gesù, non lo permetterò. Sopporta que-
ste sofferenze per Me, per la mia Gloria, per la mia santa Opera
d’Amore. I Tabernacoli Viventi devono vedere la luce, e tu devi
in questa ora di prova, di decisione, soffrire nel nascondimento
quel poco e quel tanto che io, Gesù, permetto, poiché tu in Me
sei parte viva della mia Opera. In questo buio del Deserto, in te
e intorno a te, in questa disistima, cresce e avanza la mia Luce.
Tu sei un povero soldato che combatte fermo in un posto sen-
za armi che la mia misericordia. Altri lottano da forti con Me,
Gesù. Tu sei poco, sei nulla senza Me; sei tutto in Me. Vedrai la
mia Gloria allorché uscirai dal deserto della tua anima, e sarai
felice d’aver sofferto e resistito per amore della mia Gloria, del
mio trionfo. Non temere, tu sei la mia povera pecorella e cono-
sci la mia Voce. È la voce del tuo Pastore, Gesù. Ora riposa e la-
scia fare. Io, Gesù, ti difendo se tu non cercherai di giustificarti.
Io solo conosco la verità, perché solo Io, Gesù, sono la Verità. Io,
Gesù, ti guiderò, ti ispirerò nel lavoro perché tu debba rivolgerlo
solo e sempre a Me, al tuo Gesù. Questa unione di anime, vita,
lavoro, azioni, pensieri, è un dono del tuo Gesù. Tutto è dono e
tutto sarà dono. Attendi e spera il più grande dono ch’io ancora
posso donarti quaggiù: Me! Poi io sarò con te, su te, e temerai
meno, sempre meno, finché non temerai più affatto, perché arri-
verai a capire, a sentire che chi possiede Me nell’anima, chi por-
ta Me, quale Tabernacolo Vivente, diviene un vero soldato ca-
pace di ogni lotta e di ogni immolazione per il suo re. Io, Gesù,
sono il tuo Re, e tu la mia povera sposa di sangue, Sangue mio,
Sangue del tuo Gesù. Gesù a Vera, schiacciata dal tormento del-
la scuola. Gesù ti benedice, Gesù benedice il tuo povero lavoro,
il tuo sforzo; sostiene le tue fatiche, viene in aiuto alle tue inca-
pacità. Confida, figlia mia, io ti ho sempre salvata. Confida nel
tuo Gesù: l’Amore!».
Grazie, Gesù mio!
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Deserto 29-10-1968 Viva Gesù
Gesù: «Sì, scrivi “Viva Gesù”! Sono in te nell’amore dello
Spirito Santo. Scrivi tutto quello che dico, tutto ciò che ascolti.
Sono venuto questa sera perché io, Gesù, te l’ho promesso. Ora
tu sei in Me, povera e piccola cosa. Vedi come sei nulla senza di
Me! Cosa ti insegna questo? Che tu esisti, tu sei, tu vivi ed operi
solo perché io, Gesù, lo voglio. Senza di Me sei nel vuoto, sei nel
tuo nulla. Ora che hai conosciuto Me, la mia apparente assenza
è per te il dolore più cocente poiché rimani sola, smarrita. Ed io
voglio che tu non ti adagi mai nel mio silenzio, ma che con pre-
ghiere e sofferenze tu mi cerchi, e finché io non sarò commos-
so dalle tue lacrime tu non riposerai poiché per te non c’è riposo
che in Me. Sono geloso, oh, se non sono geloso dell’amore del-
le mie anime! Persino il loro respiro emesso al di fuori del mio
pensiero mi ferisce. È vero, sono uno Sposo geloso ma io a te
ho donato tutto il mio Sangue. Guarda le mie Piaghe: le ho sof-
ferte per te, ed ora te le dono. Guarda quel Crocifisso senza Cro-
ce: viene a te per donarti tutte le sue Piaghe. Prendile, Vera, sono
tue, e impara da Me a donarle alle altre anime. Io ti insegnerò
poiché io sono maestro e dal modo come io insegno e agisco
con te, tu insegna e agisci in umiltà con le altre anime. Impare-
rai attraverso l’esperienza mistica. Ora Rosa sarà consolata dal-
le mie Parole, poiché queste sono anche per lei, sono per padre
Gabriello, sono per le anime che desiderano e anelano abbrac-
ciare la mia santa Croce d’Amore. Porto sofferenza, sofferenza
d’amore poiché non c’è amore che cresca se non nel dolore, e né
dolore puro e santo che non si libri nell’amore. Nel mio Cuore
eucaristico c’è posto per tutti. Vieni, anima mia, e riposa sul mio
Cuore. Il tuo Gesù ti chiama, ti aspetta. Vieni anima mia, anima
piccola. Io, Gesù, fin dall’eternità ti ho guardata, ti ho amata, ti
ho attesa. Vuoi ancora farmi attendere? Dimmi che aspetti Me,
dimmi che vuoi vivere solo per Me, dimmi che vuoi morire per
Me come io, Gesù, ho fatto per te. Dimmi che vuoi Me quale Re
del tuo piccolo cuore. Ecco, io scelgo un regno piccolo e mo-
desto e mi faccio piccolo per te affinché tu mi possa contenere.
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Io ti tratto da fratello, da amico; ti parlo da Sposo in dolcezza e
bontà. Dimmi anima mia se attendi il tuo Sposo, dimmi se vuoi
preparare il posto in te, su te al tuo Re. Ecco che la mia Corte di
Angeli mi fa corona, ma io scendo nell’anima in silenzio, non
visto ma circondato dai miei Messaggeri. Ecco il mio tempio:
io lo farò sacro e questa nuova dimora diverrà la mia Chiesa
ove tutti andranno, vi si intratterranno, ed io sarò visitato e visi-
terò. Io sarò con voi, e voi sarete più vicini a Me. O Vera, o ani-
ma piccola, o anime piccole: portate Me, portami con te. Io,
Gesù, Figlio del Padre, nel Padre mio lo desidero, e insieme da-
remo amore e pace nello Spirito Santo. Prima grazia per te sarà
la pace della tua anima poiché nulla più ti turberà. Prima grazia
per il mio fedele Gabriello, sarà la pazienza. Pregate, sperate,
lottate per il trionfo del vostro Re, Gesù. Io vorrò venire su voi
nella Grazia del mio santo Nome: Gesù. Gesù è stato qui, con
te. Sii certa. Egli te lo ha detto a nome di altri. Gesù ha visita-
to anche questa stanzetta.3 Tutto Egli ha benedetto, e tutto e tut-
ti porteranno frutti di bene, purché partano dalla Vite i tralci a
Lui legati. Tu sei un piccolo tralcio caro e amato dal buon Gesù
perché Egli è buono con te, con tutti. Lo Spirito Santo, lo Spi-
rito d’Amore ti ha parlato. Nel santo segno della Croce queste
Parole saranno scritte e donate a tutti, e in questo santo Segno
trionferanno. Gesù a te, a Rosa, alle piccole anime che lo ama-
no, lo attendono. Gesù a padre Gabriello, ai Sacerdoti, Gesù a
Don Borra, Gesù a don Bocchi, Gesù ai suoi Sacerdoti salesia-
ni, e per essi, un giorno non lontano ai suoi giovani “chiamati”;
Gesù agli uomini di buona volontà; Gesù alle sue anime nel suo
Vicario Paolo VI. Gesù nel Papa, per tutta l’umanità. Gesù Vita,
Gesù Vita, Gesù Vita. Gesù vive nel santo Tabernacolo, Gesù
vivrà anche nei suoi Tabernacoli Viventi. Viva Gesù in te, viva
Gesù su te, viva Gesù con te. Uno e Trino nella gloria del Padre
e dello Spirito Santo in eterno. Viva Gesù!».
3 «Stanzetta»: è la stanza di Vera presso l’Eremo S. Giuseppe dei Carmelita-
ni a Deserto di Varazze.
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5 novembre 1968 Davanti al Santo Tabernacolo al Deserto (era
quasi buio. Viva Gesù!
Gesù: «Voglio parlare agli uomini di buona volontà, voglio
ricordare loro che io, Gesù, vado alle anime affinché queste ven-
gano a Me. Cioè, io vado e andrò per distribuire i miei doni, le
mie grazie affinché tutte le anime ne siano partecipi. Perciò il
vivere con la mia santa Presenza Eucaristica anche sopra i miei
chiamati vuol dire cercare le mie pecorelle, quelle del mio ovi-
le che al momento si sono smarrite. Essere portato da voi, ani-
me mie, vuol dire andare per le vie e le strade del mondo, laddo-
ve non c’è ancora la mia Chiesa. Portare Gesù Eucarestia vuol
dire immolarsi con Gesù, per Gesù nell’Opera vivificante del-
la Redenzione. Io, Gesù, non vengo su voi per le vostre anime
solamente, poiché per questo vi basta la Grazia santificante che
voi nella santa Comunione ricevete. Portare Me significa dona-
re Me. Questo è il vostro fine, il vostro programma. Ciascuno di
voi si adoperi a “dare” nel modo in cui io sarò Maestro di cia-
scuna anima, e alla luce del santo Vangelo. Si adoperi a dona-
re Me nell’ambiente in cui vive. Ad altre anime darò le ali del
Cielo per diffondermi nell’umanità. Voglio che non rimanga un
lembo di terra senza Me: Gesù. Il “piccolo” si lasci condurre dal
“grande”: cioè l’anima piccola si lasci formare e guidare da Me,
perché davvero io, Gesù, potrò con le mie mani benedette, fare
di ogni Portatore di Me, una Chiesa che cammina, vale a dire
io divin Maestro che ritorno per le vostre strade per incontrar-
vi. Oggi è discesa la mia benedizione dal Cielo sulla mia Ope-
ra. Essa è ora nel cuore della mia Chiesa. Ora avviene l’incon-
tro tanto atteso fra Me, Gesù, e il mio Vicario. Ora egli “vede” il
mio amore, la mia misericordia e… piange. Figlia mia, io sono
a Roma, io sono qui con te, io sono con Gabriello, io sono con
le anime riparatrici che mi attendono. Io vivo nelle mie anime
perché esse possano vivere di Me: Gesù. Io sono la Vite, e voi i
miei tralci, voi i miei canali per i quali passerà la mia Grazia ad
altre anime. Non temere. Sei qui davanti a Me, davanti al Santo
Tabernacolo e quanto scrivi viene da Me, da Gesù Eucarestia. Io
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ti ho posto quale segno di prova della mia Parola, e tu in Me ve-
drai coronato il tuo più intimo desiderio d’unione con Gesù, Sa-
cerdote Eterno. Anche questo è dono del mio immenso Amore
Eucaristico. Vieni, fragile creatura mia, sostenuta solo dalla mia
grazia, dal mio amore, vieni prega con Me così: “O Padre nostro
clementissimo, sono una povera cosa senza di Te, sono tutto nel
tuo Gesù;4 sono una creatura tua e appartengo a Te; sono solo
per darti onore e gloria. O Padre nostro, per le mani di Gesù, tuo
unico Figlio e nostro Signore, io, davanti alla Madre mia dolcis-
sima, Maria Ausiliatrice, ai nove Cori degli Angeli, a San Giu-
seppe, sposo di Maria sempre Vergine, a tutti i Martiri cristiani,
a tutti i Santi, e in special modo ai miei Santi protettori, mi of-
fro umilmente a te, Dio Onnipotente, nel tuo unico Figlio Gesù,
nell’unica Vittima degna di Te, nell’unica Offerta a Te gradita:
ancora umilmente mi offro a Te per la tua maggior Gloria, per il
trionfo dell’amore di Gesù Eucarestia, per i Tabernacoli Viventi,
per la diffusione dell’Opera d’Amore di Gesù in tutto il mondo.
Quando tu, Padre buono e clemente, mi chiamerai a Te ricordati
che nel santo Nome di Gesù a Te, Dio mio, mi sono donata. Ac-
coglimi, o Padre, all’ombra delle tue ali affinché anche la morte
della più povera e indegna e miserabile delle tue creature, possa
nel Nome santo di Gesù, rendere a Te, Dio mio, Uno e Trino, tut-
to l’onore e la gloria, e agli uomini di buona volontà testimonia-
re la verità della tua parola. L’ultima delle tue creature, a Te,
Dio mio, nostro Creatore e Signore, per le sante Piaghe di Gesù
nelle quali spero, per tua bontà paterna, di vedermi e di legger-
mi, così come tu lasci al tuo diletto Gesù di disporre per la gloria
tua e la salvezza delle anime. O Padre nostro, in Gesù ti prego,
4 «O Padre nostro clementissimo…»: preghiera con la quale Vera suggella il
suo percorso di anima vittima e sposa di sangue di Gesù con l’offerta della vita in
unione a Gesù Vittima, per la maggior gloria di Dio, per i Tabernacoli Viventi, per
la diffusione dell’Opera nel mondo, per il trionfo di Gesù Eucaristia. È l’ultimo atto
d’amore di Vera, della «piccola martire della mia parola», come Gesù la chiamava,
che si spegnerà di lì a poco dopo 6 mesi di ininterrotta degenza all’Ospedale di Santa
Corona.
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in Gesù ascoltami, in Gesù perdona le mie colpe; in Gesù be-
nedici questo poverissimo strumento che offre a Te la vita nella
Vita, perché Gesù questa dona a tutte le anime; perché Egli l’ha
donata a me, ed io offro a Te la vita terrena nella Vita di Gesù”.
Discenda in te la mia grazia, e vivi di Me, del tuo Gesù. Pre-
sto verrò (interrotta perché chiamata al telefono). Riprendi. Scri-
vi “Gesù” scrivi “Viva Gesù”! Ora sono io, Gesù, nello Spiri-
to consolatore, ma sempre Gesù nella Grazia vivificante, nella
Parola, nella pazienza, nella bontà. Hai scritto così perché così
io ho voluto: non temere, non lasciarti prendere dai turbamen-
ti. Sono io che agisco e non tu. Hai capito? Ora aspettami, tor-
nerò più sovente. Tornerò, devo ritornare e dettare ancora. Ti
aiuterò nella scuola, e tu lavora per Me, per la mia Gloria.5 Tu
sei qui per Me, per scrivere, per lavorare, per essere di Me an-
che se non mi cerchi nella Parola. O figlia mia, non temere, non
temere: non sei ingannata! Aspettami, invece, aspettami sempre
di più, finché io non sarò sempre con te. Mettiti nelle mie mani
sante di Padre; affidati a Me, e fa’ che io disponga di te secon-
do il mio amore immenso per te e per tutte le anime. Il tuo Gesù
crocifisso!»
Deserto 6 novembre 1968
Gesù: «Sono Gesù, sono qui con te. Tu hai scritto il mio
Nome, Gesù, perché io l’ho desiderato. Voglio annunciarti la
mia pace: la pace che viene dal mio Cuore. Voglio donarla al
mondo, all’umanità afflitta, per la mia Opera d’Amore. Quan-
do il Santo Padre, Paolo VI, avrà donato Me alle mie anime ed
io andrò per le strade del mondo, io, Gesù, donerò la Pace, Pace
d’amore. Questo è un dono che verrà da Me agli uomini per le
5 « Ti aiuterò nella scuola…»: per le condizioni di salute molto precarie e sem-
pre febbricitante, Vera faceva molta fatica ad insegnare e a ricopiare i Messaggi da
inviare a don Zucconi, a don Borra e a don Bocchi. Gesù la sosteneva durante le ore
di insegnamento, lo testimoniano i registri di classe e gli ottimi giudizi dei suoi di-
rettori scolastici.
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29.10 Page 290

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preghiere e sofferenze del mio Vicario. A lui, al Santo Padre,
farò questo dono, e per lui, all’umanità. Questo sarà il mio gra-
zie d’amore rivolto al Papa Paolo VI, per avermi donato alle
anime. Questo è quanto volevo che scrivessi per amore del tuo
Gesù. Ed ora ti accontento col dirti: “Viva Gesù” in te, anima
mia benedetta. Ora hai ubbidito, ed io ti darò grazia, amore e pa-
zienza con tutti. Sì, scrivi: sono a Roma nella mia Opera d’Amo-
re e nelle mani del Santo Padre. Prega, pregate perché egli ora
soffre di più in Me. Il nostro colloquio ora si è aperto, e presto
egli vedrà Me. Tu, siigli vicina con la preghiera, l’offerta, il la-
voro e nella santa Messa, domani, offriti a Me, Gesù, per il mio
Vicario. Io, Gesù, tutto purificherò e trasformerò in incenso per-
ché salga nei Cieli, davanti al Padre mio. Sì, ci saranno altre ri-
velazioni, aspettale. Per ora io sono in te e fuori di te; vicino a
te così come sarà quando mi porterai nella tua anima e sopra di
te. Così per ogni anima mia. A Silvio darò la luce della mia san-
ta grazia nella Santissima Eucaristia. Questo sarà il dono per la
tua famiglia. Tu non chiedere nulla per te se non amore, amore,
amore e perdono e pace. Tu chiedi solo Me, e avrai sempre più
Me. Aspettami in tutti i modi affinché io ti porti dove intendo.
In questa settimana sei in Me, nella mia santa Opera d’Amore a
Roma e vivrai di Me e del dolore che travaglia l’anima pastorale
del mio amatissimo Vicario. Sono io, Gesù, che porto te. Tu se-
guimi: ora il cammino si abbrevia. Presto verrò a dirti: “portami
con te”. Scrivi a padre Gabriello. “Gesù ha detto: portami con
te”. Ricevetemi dalle mani del Santo Padre Paolo VI. Questa è
la mia volontà. Gesù Eucaristia».
Deserto 7 novembre 1968
Gesù: «Guarda le mie Mani, te le mostro. Osserva le mie
Piaghe. Queste emanano luce per le menti ottenebrate dai piace-
ri del mondo. Io vorrei posare le mie Mani sul capo degli uomi-
ni per dissipare le tenebre prodotte dalla materia. C’è un mezzo,
e per questo cerco anime che offrano a Me, Gesù, coronato di
spine, il capo. Questa offerta può essere emessa dalla “mia ani-
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30 Pages 291-300

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30.1 Page 291

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ma” in molte forme. Tu, ad esempio, china il tuo capo di fronte a
ogni dolore con umiltà, offri la tua testa per una corona di spine,
affinché rose di grazie fioriscano nei pensieri degli uomini. Se
la mente non è illuminata, lo spirito langue. Se i pensieri terreni
dominano nell’uomo, il cuore rimane chiuso e l’anima continua
nel mare tempestoso una intima lotta poiché la mente, la ragio-
ne non accettano queste cose. Ho bisogno di capi che si sappia-
no umiliare e portare con me, con il loro Re, la stessa corona che
io portai per tutti gli uomini, che io, Gesù, ho portato per amore
tuo affinché in te potesse dominare, liberamente voluto e ama-
to, il mio Pensiero. Ora dammi il tuo capo, figlia mia, affinché
io, Gesù, tuo Sposo, tuo Amico, tuo Fratello, disponga secondo
i miei desideri. Io ti aiuterò sempre, e mai verrà meno in te la
mia Grazia, il mio ardente amore, anche se a te sembrerà di ri-
manere sola sola, senza di Me. Sappi che io taccio per un amore
ancora più grande e fervido. Voglio l’umiltà da te, da padre Ga-
briello in massimo grado, e la semplicità. Vedi le mie mani: io,
Gesù, le offro a voi. Venite a Me come io desidero, affinché vi
porti al mio Cuore di Sposo e di Sacerdote Eterno. Sì, la mia Ve-
ste è ora bianca, e non sai perché. Un’altra volta te lo dirò. Ora
sono contento che tu mi abbia ubbidito a scrivere prontamente.
Io ti ho detto, ti ho ricordato, che ti benedico nell’atto stesso in
cui ti metti a scrivere per Me. Ho pertanto questa sera le grazie
che provengono dalle Piaghe delle mie Mani per tutti gli uomi-
ni del mondo: la Luce per le mani chiuse alle “cose del Cielo”.
Desidero che si chieda la mia Luce per le Piaghe delle mie mani,
ed io, come la tua anima ora vede, non sono davanti a te Croci-
fisso, ma Risorto, poiché desidero che l’umanità conosca le ric-
chezze della mia Passione e i doni della Risurrezione e della Re-
denzione. Sono Gesù Risorto, hai capito? Io non mostrai, tranne
che a Tommaso, le mie Piaghe poiché egli aveva bisogno di cre-
dere. Al mondo mostro i doni delle mie Stimmate perenni come
il mio Amore, eterno come Me, per le anime tutte. Ora cerco le
mie anime; quelle che desiderano rimanere attorno a Me, come
gli Apostoli per le vie della Palestina. Cerco Apostoli, Martiri,
Vittime per i “nostri fratelli” lontani. Chi vuol venire con Me in
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questa via d’amore? A te, figlia mia, chiedo il tuo capo. Dona-
melo nella santa Messa, donamelo attraverso il Sacerdote che
da Me riceve, e a te dà Me. Ora, Vera deve essere secondo i miei
desideri, crocifissa in Me, poiché essa è la sposa della mia san-
ta Opera d’Amore. A te. Gabriello, lo stesso invito d’amore dal
vostro Gesù Risorto. Ora è sera, ma verrà l’aurora del mio gior-
no, e quando io, Gesù, trionferò, tu scenderai nel mistero della
mia Coronazione. Coraggio, figlia mia, il tempo è breve per te,
e tutto deve svolgersi in fretta, come in fretta la mia Opera d’A-
more deve progredire e trionfare. Ora ti benedico ancora per do-
narti forza e coraggio e tanto tanto amore per il tuo Gesù, per le
anime, affinché tu non mi dimentichi. Io sono geloso, e non vo-
glio essere dimenticato da te che sei piccola e povera e hai biso-
gno di Me. Gesù che ti ama e ti aspetta presto…»
Deserto 12 novembre 1968 “Viva Gesù”
«Si, figlia mia, il tuo Dio nella Parola: Gesù! Ti riempia di
gaudio questo Nome santo che io dono alle anime per consola-
zione nel pianto. L’anima povera, l’anima piccola nella mia Ani-
ma, e cioè in Me. Questo io so fare di te, dei piccoli che si sfor-
zano di venire a Me, di seguire Me. A questi ho aperto la porta
del mio Cuore. Io sono la Porta per la quale stanno entrando nel
mio Ovile le mie pecorelle: i chiamati. Si preparino le anime
consacrate a ricevermi a gruppi nelle varie Diocesi. L’Opera,
dai Salesiani si estenda nelle parrocchie ove c’è vita spirituale,
intenso trasporto verso Dio e dedizione ai fratelli. Voglio che la
mia Opera sia un soffio impetuoso di grazia che scuota le anime
dei sacerdoti adagiati nell’abitudine. Voglio che rinascano alla
mia Grazia, alla vocazione del loro ministero: del mio ministero
sacerdotale. Presto, nel corso del nuovo anno, l’Opera si esten-
da nella penisola italiana. Parta da Roma, dalle mani del mio Vi-
cario Paolo VI e si dirami in tutte le direzioni dai Salesiani ai
Parroci di campagna, ai Conventi ove la vita sacerdotale e misti-
ca è ora sterile. Farò fiorire frutti di Grazia, di fervore. Desidero
una profonda preparazione dai Religiosi. Dai laici un compor-
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30.3 Page 293

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tamento esemplare, un silenzio sepolcrale poiché nessuno del
mondo deve intuire la mia Presenza Eucaristica nel Tabernacolo
Vivente, ma attraverso questo, deve ricevere la mia Luce di gra-
zia. Dopo si superi la Nazione, e i preparati d’Italia vadano in
Europa, in Asia, in America, e ovunque c’è una creatura umana,
là io desidero arrivare. I Tabernacoli delle famiglie serviranno a
santificare queste. Ciascuno ricordi che diventerà Chiesa: la mia
Chiesa d’Amore. Ora sono nelle mani di alti Prelati con la mia
Opera d’Amore a Roma. Si legge, si discute, si medita, ed io,
Gesù, nella più imprevista semplicità penetro le anime dei Con-
siglieri e rimango in essi con la mia nuova grazia. Il momento è
difficile, ma io posso, con le mie piccole vittime, rivelarmi a chi
voglio. Il Santo Padre aspetta il loro parere, ma egli non ha fat-
to attendere il suo Gesù nel suo cuore. Egli ha già detto a Me:
“Sì, Padre”. Ora dammi il tuo “sì” in quello che ti ho chiesto in
Chiesa davanti alla mia Presenza Eucaristica. Dì anche tu come
il Santo Padre: “Sì, Padre”. Ora ti benedico, vi benedico, e que-
sta benedizione raggiunga le mie piccole anime, i miei chiama-
ti all’Amore, al Banchetto Nuziale Eucaristico, e vi raduni nel
mio santo Nome, Gesù. A te, povera Sposa Eucaristica, una Cro-
ce d’amore e di dolore che porterà il nome del tuo Sposo Gesù:
Croce d’Amore Eucaristico. Discenda su di te quale segno del-
la mia predilezione e della mia misericordia. Va’ ora ad aiutare
il Padre. Io ti tengo in Me Gesù».
Padre Guido addetto ai ragazzi6
6 Padre Guido Roascio, carmelitano scalzo, assistente dei ragazzi nella Comu-
nità Carmelitana Deserto di Varazze - Savona.
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30.5 Page 295

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X LIBRETTO
Gloria a Dio nei cieli, pace ai giusti,
speranza per i poveri, giubilo per i “forti”.
Gesù!
Io vivo in te con la mia santa Grazia,
il mio Amore Eucaristico,
la mia insondabile Misericordia,
perché le anime vengano a Me,
al lieto convito dell’amore di Dio!
Gesù per te, Gesù per tutte le anime.

30.6 Page 296

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Deserto 13 novembre 1968
«Sei nella mia santa Grazia. Scrivi: Gesù, viva Gesù in te,
anima povera e piccola! Gesù viene a te. Scrivi per i miei ama-
ti Sacerdoti. Sto da un capo all’altro della terra. Sto risvegliando
il loro spirito apostolico, ma i più vicini a Me sono ancora legati
alla credenza di un “Gesù” non familiare, di un “Gesù” che non
scende fino alla sua creatura, e specialmente nel Sacerdote, per
incarnarsi e rivivere in essa. Sì, Gesù viene, Gesù scende nell’a-
nima del pellegrino che va in cerca sempre di Me. Io faccio di-
mora nell’anima, e trasformo le azioni in preghiere, le parole in
strumenti di verità, di pace. Se l’anima mia credesse alla poten-
za e alla misericordia del mio Amore… Gesù nelle lacrime…
per i Sacerdoti che non sanno accogliere il mio invito d’amore.
Gesù offre le sue lacrime al Padre perché ancora non è credu-
to dai suoi amici più intimi. Gesù trionferà, ma il Sacerdote che
avrà resistito alla mia chiamata soffrirà molto, perché io, Gesù,
ero venuto a bussare al suo cuore di amico e a lui avevo chiesto:
aprimi, sono Gesù”. Ora è tempo di offerte, di sacrifici, di ri-
nunce per i miei chiamati. Ciascuno ora dia nella misura in cui
io domando. Figlia mia, il Padre è nel Figlio: io sono il Padre,
Gesù. Così, nelle braccia del Padre abbandonati e lasciati “por-
tare da me”. I miei Sacerdoti “vedranno”, ma io soffro perché
essi, alcuni di essi, non sono ancora grati di tanto, tanto amore,
perché increduli. Anche sul loro capo dovrei posare le mie sante
mani perché la santa Grazia, che viene dalle mie Piaghe, doni la
Luce: la mia Luce, Luce di Gesù Eucaristia. Aspetto le mie pic-
cole vittime quali bianche pecorelle vicine all’Agnello Immaco-
lato. Io, Gesù, sceglierò. Ora desidero che tu non ti risparmi nel-
le fatiche anche se a te sembrano gravose. Dai, dai sempre come
puoi. Dai Me, perché io, Gesù Eucaristia, sono spiritualmen-
te sopra di te. Tu, sposa diletta del mio Amore Eucaristico, por-
ti spiritualmente il tuo Gesù. Questo è un dono che offre il mio
Cuore, a te e a padre Gabriello. Sì, ho scelto le mie Dimore, ma
quante, quante ne vede e ne contiene il mio Cuore! Verrò a pren-
derti alle 8 per portarti in Chiesa con Me. Gesù in lacrime per i
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30.7 Page 297

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suoi Sacerdoti amati. Scrivi: Gesù Eucaristia vuole amore, fer-
vore, vuole il suo amico Sacerdote abbandonato fra le sue brac-
cia di Padre. Desidera fiducia, confidenza, trasporto e tanta, tan-
tissima umiltà. L’amore cerca l’amore. Chi mi ama veramente
cerca Me e mi segue. Gesù che aspetta».
“Viva Gesù!”.
Ore 20,35 Deserto 13 novembre 1968
«Sono Gesù nella santa Grazia, nella Parola. Gesù Eucari-
stia dai suoi santi Tabernacoli, ai Sacerdoti chiamati.
Vivo con voi nelle Sacre Specie: realtà divina-umana e mi-
stica. Cerco voi, cerco in voi un amore tutto rinnovato, vivo,
fervente. Voglio che i vostri cuori si accendano d’amore per in-
fiammare le anime di altri sacerdoti, le anime dei fedeli. Voi a
tanto amore e misticismo non arrivate anche perché vivete in
tempi tristi e difficili. Anche voi, come le persone del mondo,
siete deboli e vi lasciate distrarre dal mio pensiero, da quel pen-
siero di comunione continua con Me. Io vi aiuto, io, Gesù, de-
sidero venire su voi affinché non dimentichiate il vostro Spo-
so, il vostro vero Maestro, affinché voi vi lasciate guidare da
Me, prendervi per mano e condurvi per quei sentieri di grazie e
di predilezione che, da tempo e da sempre, io, vostro Fratello e
Amico, voglio donare a voi. Ora sono io, Gesù, l’Eterno Sacer-
dote, che bussa al cuore del suo Sacerdote. Ancora una volta vi
dico: “Aprite, sono Gesù Eucaristia che parla, che chiede, che
domanda: portami con te, in te, su te. Il mio Cuore di Sposo
trabocca sempre di ardente amore per voi, amici miei. Non feri-
te il mio Cuore con la vostra incredulità o indifferenza”. Questo
io chiedo per amore. I miei occhi sono ricolmi di lacrime poi-
ché pochi mi amano di puro amore, pochi mi accettano in que-
sto imprevisto Dono d’Amore. Siate puri, siate casti, siate miei,
affinché Io sia sempre in voi, viva in voi. Ora aprite la mente
alle bellezze dell’Amore e mirate nel firmamento Dio. Da que-
sta volta celeste scenderà il vostro Sposo in un tempo non lonta-
no, e là, ove Egli sarà, sarete voi se mi avrete seguito fino all’ul-
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30.8 Page 298

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timo. Io, con i miei Sacerdoti, con le mie anime voglio visitare
tutta l’umanità. Io, Gesù, voglio essere “Chiesa” che va, che
cammina, e cerco anime generose, anime pure e piccole, anime
innamorate del mio Amore. Farò di voi un esercito, una “Lega
di anime”, per la quale potrò incontrare e abbracciare tutti gli
uomini. Il mio invito è rivolto prima ai miei amici Sacerdoti e
primi fra tutti i Salesiani, perché la mia Santa Madre, Maria Au-
siliatrice, vi è e vi sarà di aiuto, di sostegno, di Maestra e guida
individuale della vostra vita; perché San Giovanni Bosco gui-
derà le anime dei giovani al mio incontro eucaristico e prepa-
rerà questi giovani a “portare Me”; perché a S. Giovanni Bosco
dovranno essere affidati i ragazzi, e a lui, per mezzo della santa
Madre mia, la scelta dei chiamati. Il mio invito è rivolto a tutti i
Sacerdoti che anelano ad una unione, comunione e consuma-
zione continua in Me. Per essi, io passerò poi alle anime di tutti
i miei figli. Ho invitato tutti al mio Banchetto Nuziale. Chi ad-
duce pretesti per non accettare l’invito d’amore? Io, Gesù, sono
paziente e umile. Io so aspettare i “miei chiamati”. Gesù, Sacer-
dote Eterno, Gesù che invita i suoi amici alla sua Mensa. Gesù
che non vuole più rimanere solo e abbandonato nelle Chiese,
nei Tabernacoli di pietra. Gesù che cerca il Tabernacolo nuovo,
il Tabernacolo suo: te! Vera, gridalo alle mie anime: Gesù vuo-
le venire con te e su te, Gesù non vuole più essere trascurato.
Gesù vuole vivere con noi!».
O Gesù mio, vieni, ti aspettiamo, vieni!
Deserto 19 novembre 1968
«Gesù nella santa Grazia. Viva Gesù! L’hanno cantato i miei
Angeli per Me, è il coro d’amore che unisce Cielo e terra: l’ani-
ma del piccolo al suo Padre creatore e l’anima vibra perché una
Nota, quella divina, l’ha toccata. E così che l’anima trova il suo
Dio, trova Gesù nell’intimo. “Trova” perché questa l’ha cerca-
to. Ma l’anima mi ha cercato con ansia e fervore perché io cerca-
vo la “mia” anima. Tu cerchi Me perché io, Gesù, ti guardo con
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profonda tenerezza. Ti lascio affinché tu mi cerchi, ti lascio per-
ché tu riconosca sempre di più la tua nullità, il vuoto che rimane
in te senza di Me. Cosa sei mai senza di me? Povera anima pic-
cola, che farà il Padre per questa poverina? Raddoppierà le sue
cure, le sue attenzioni affinché non inciampi in scogli grossi. La
stessa ghiaia è sufficiente per farla cadere. Ora sai come sa ama-
re Gesù. Vorrei che tutte le anime piccole si lasciassero condur-
re da Me: giorno per giorno, ora per ora, momento per momen-
to. Come sarei consolato se imparassero a vivere la paternità del
loro Gesù! Mi avrebbero sempre a fianco, sempre vicino. Io ti
guido, ti correggo, ti riprendo, ti accarezzo, ti abbandono, e poi
ritorno a te, figlia mia, con più grazia di prima. Perciò non ti stu-
pire se tu “senti” che io sono qui con te, vicino a te: perché un
Padre non può andare al figlio? Sono io, Gesù, che vengo a chie-
derti di venire in Chiesa, di sostare davanti al Tabernacolo ove
io sono ancora di più. Io, Gesù, annullo il tempo: un’ora è come
un attimo, un attimo è come un’ora quando tu sei in Me. Vieni,
vieni ogni sera a trovarmi prima della notte. Io, Gesù, ritornerò
a prenderti tutte le sere. Ti porterò là ove sono solo e abbandona-
to senza anime che preghino e adorino.1 Cerco consolatori, cer-
co i cuori degli uomini per i quali io, Gesù Eucarestia, rimango
vivo e presente nella Chiesa. Chi si ricorda di Me? Chi pensa di
venire da Me? Cerco con infinito e profondo amore i miei nuo-
vi Tabernacoli. Ora capisci perché anch’io li desidero così ar-
dentemente? Non voglio più essere abbandonato, né trascurato,
né dimenticato. Le mie anime devono avere sempre Me, il loro
Sposo, l’amore eucaristico che va preparando la nuova Chie-
1 «Ti porterò là ove sono solo e abbandonato…» Vera scrive a don Borra nella
Lettera del 20 novembre 1968: «Ritorno dal Santo Tabernacolo ove Gesù rimane per
lungo tempo solo, solo. Ho sentito tutto il dolore di Gesù per questo abbandono. An-
che a lei Gesù fa provare questo dolore come mi ha scritto. […] Gesù soffre molto
per l’indifferenza dei suoi Sacerdoti, mi fa sentire questa pena tanto da farmi pian-
gere. Io li scuso perché essi, magari, non hanno conosciuto il vero amore di Gesù
e prego perché dia loro questo dono: il suo Amore». L.GRITA Mia sorella Vera di
Gesù,op.cit.,p. 121.
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sa di Dio. Io voglio annunziarti nel mio santo Nome Gesù, que-
sto dono, dono senza misura che trabocca dal mio Cuore: la san-
ta grazia della chiamata da Roma. A voi, a te, a padre Gabriello,
Gesù dona questo annuncio. Figli miei, la Parola del Papa è la
mia Parola: io, Gesù, ora la dono a voi nell’autorità della mia
Chiesa. Chi mi aspetta gioirà in Me, e presto andrò a coloro che
hanno avuto fede in Me. Presto farò dimora nelle mie anime.
Tutto bisogna fare in fretta perché l’umanità non può attende-
re… ed io mi immolo e mi consumo e, con Me, le mie anime,
perché la Misericordia salvi, perdoni, redima. Dì alle mie ani-
me che nell’attesa non mi lascino solo nel Tabernacolo. Se mi
amerete tanto, verrò in voi e su voi, e farò dimora presso di voi.
Sì, Gesù con gli uomini, Gesù con i suoi fratelli e i suoi amici,
Gesù nelle sue anime, Gesù nei vostri cuori. Gesù che aspetta,
Gesù che viene.
Scrivi, figlia mia! Ti insegno la “Rete di Gesù”. La rete di
Gesù, sono i miei “Messaggi” d’Amore, la mia Santa Opera
d’Amore. Voi siete i pescatori che gettano nel mio santo Nome,
Gesù, questa rete santa nel mare dell’umanità. Ogni qualvol-
ta diffondete un messaggio d’amore, voi avete gettato la rete.
Quando le mie anime faranno questo fra gli uomini, voi sarete
come quei pescatori che invitai a seguire Me perché divenisse-
ro “pescatori di anime”. Nel mio santo Nome, Gesù, gettate la
rete, tirate la rete e accogliete i miei nuovi chiamati nel seno
della nuova famiglia eucaristica. Questa Famiglia si compor-
rà nel seno della Sacra Famiglia ove Maria Santissima, l’Im-
macolata, la Pura, sarà Madre di ogni anima e di tutte le ani-
me eucaristiche, e San Giuseppe l’umile protettore. Entrambi
vi insegneranno come portare e custodire Me nelle vostre fa-
miglie. Entrambi faranno dei miei Tabernacoli Viventi la sacra
famiglia divina e umana che dovrà attirare grazie dal Cielo su
molte famiglie cristiane. Ora io, Gesù, ti ho spiegato la visione
dell’anima tua. Ne rivelo il significato solo al momento oppor-
tuno. Sono passati molti giorni, è vero, ma io imprimo nella tua
anima Me, i Messaggi, le rivelazioni, come a Me piace. Tu, ri-
cevi, ringrazia, rimani umile e sottomessa, e simile ad un fan-
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ciullo che accetta e accoglie tutto dal padre suo, anche se non
tutto comprende. A te basta ubbidire, amare, amare, amare e…
nel silenzio e nell’umiltà, vivere, soffrire e morire per Me. Io
accrescerò questo desiderio per amore, donandoti la sete delle
anime. Ricevi con l’aumento di grazia, questo divino Messag-
gio. Getta la mia rete a Firenze e Gabriello accolga con umil-
tà e letizia le mie Parole rivolte allo stesso modo a lui e, per lui,
ai miei amati Sacerdoti, alle mie anime. Pregate, pregate per-
ché tutta l’Opera sia diffusa, e in breve tempo. Pregate perché
la mia Misericordia giunga a tutti. Gesù dal Tabernacolo ai suoi
nuovi Tabernacoli».
Deserto 25-11-1968
«Io ti benedico nel mio santo Nome: Gesù!
Non temere non sei ingannata. Io non avrei permesso per un
tempo così lungo l’errore. Io ti do la verità, perché sono la Ve-
rità. Tu sei nella verità perché sei in Me: Gesù. Le ostie picco-
le consacrate sono vicino a Me e in Me. Pensa al santo Taber-
nacolo. Vicino all’Ostia grande ci sono tante piccole particole:
io, Gesù Eucaristia, con le mie piccole anime, spose del mio nu-
trimento d’amore. In ogni piccola ostia sono io, Gesù e la mia
anima. Io in tutte le anime. Io per tutte e con tutte le anime. Il
tormento dei miei dettati ti seguirà ovunque. Io, Gesù, non te lo
tolgo a ragione dell’umiltà in cui deve inabissarsi l’anima tua.
In cambio, figlia mia diletta, ti donerò i miei stessi desideri. Tu
desidererai ardentemente con Me i Tabernacoli Viventi e la dif-
fusione della mia Opera d’Amore. Tu anelerai di congiunger-
ti a Me, sommo Bene, man mano che il tuo povero sacrificio si
compie nel mio: Sacrificio di Gesù Sacerdote per i suoi Sacerdo-
ti, per le sue anime. Porterai Me, avrai Me, ma le mie Parole sa-
ranno gioia e dolore, conforto e angoscia. Questo a motivo del-
le tue miserie, a profitto dell’umiltà. Non spiegherò oltre come
è la mia Parola nella tua anima. Non servirebbe più. Quando sa-
rai chiamata rassicurati che la mia santa Grazia è in te. Rispondi
solo nel mio santo Nome, Gesù. Sii sempre sincera, non omet-
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tere per timore. Io, Gesù, Padre, ti sarò accanto, io, Gesù Mae-
stro ti insegnerò. Io, Gesù Spirito Santo, disceso nella tua anima
piccola, parlerò la lingua che sa parlare il povero. Ciò che deve
trionfare è il mio Amore, la mia Misericordia, ovunque e sem-
pre. Ciò che gli altri devono vedere è la verità dei miei Messag-
gi, e non la “forma”, la sostanza e non lo “stile”. No, figlia mia,
non ripeto mai abbastanza il mio Amore per le anime poiché non
lo ascoltano. Il mio Amore, il mio Pensiero per voi in questi li-
bretti come un fiume d’acqua limpida, dissetante, ed ha la sua
sorgente nella roccia, Me, Gesù! Vieni anima piccola, non teme-
re di ripetere il mio amore, il mio messaggio d’amore: è di Gesù,
del tuo Gesù. Non temere se mi dilungo: tale è la sete di parlare
alle mie anime consacrate. Domani queste mi benediranno per
l’abbondanza della mia Grazia. Non tema, Gabriello, i suoi Su-
periori: essi verranno a Me, a Gesù. Piccola martire della mia
Parola, ora Gesù ritorna nel silenzio e nel santo Tabernacolo vi
attende. Gesù Eucaristia.
A Rosa.2 Il suo Gesù l’attende ai piedi dell’altare, col suo
bambino. Gesù chiama, chiama la sua anima. Dì a Rosa: “Desi-
dero che ella viva di Me. Ho scelto il suo povero cuore e ivi de-
sidero dimorare. Rassicurala che io, Gesù, non l’ho più lasciata
sola e prometto la mia santa grazia crescente nella sua anima per
ogni atto, per ogni pensiero d’amore a Me rivolto nel santo Ta-
bernacolo, perché per amore io viva sempre in lei. Gesù (scrivi-
lo) l’abbraccia, Gesù abbraccia le sue povere anime, Gesù è del-
le povere anime. Rosa è in me: rassicurala! Gesù che ama, Gesù
che aspetta”».
Viva Gesù, trionfi Gesù per la gloria del suo santo nome,
Gesù!
2 Rosa, sorella di Vera.
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Savona 3-12-1968
Gesù: «Scrivi nell’amore e nell’abbandono dell’anima tua
allo Spirito di grazia, allo Spirito consolatore, Spirito Santo,
Amore! Non sei tu che parli ma io in te, nella tua anima. È cer-
tezza di fede invocare lo Spirito Santo, è Dono gratuito, fatto
solo per amore, manifestarmi all’anima, trattare con essa, par-
lare con essa come faccio con te. Non temere, piccola anima,
perché così piacque a Dio Padre andare all’umile, al peccato-
re per mezzo mio, Gesù, e donarsi a te nella luce dello Spiri-
to Santo. Tu, la piccola pecorella che ho raccolto tra i rovi, tu
la piccola fiamma che io ho mantenuto ardente col mio nutri-
mento d’amore. Figlia mia, quante volte il tuo Gesù ha attrat-
to l’anima tua e l’ha fatta riposare sul suo Cuore! Scrivi, desi-
dero che tu scriva ora per amore. Tutto l’Amore che io, Gesù,
ho donato e vado aumentando, crescendo in te, voglio riversar-
lo ed effonderlo nelle mie anime. La semplicità e l’abbando-
no sono le vie più facili. Devi dire che io, Gesù, mi manifesto
all’anima solo se lascia aperte a Me queste due vie dove desi-
dero incontrare un amore ardente e una squisita umiltà. Allora
è lo Sposo che va incontro alla sposa e tutto con essa compie,
tutto opera, tutto ama, tutto accetta, accoglie e sacrifica perché
in essa vive già lo Sposo. Molte anime attendono Me, la paro-
la di Gesù, la chiamata. Da Dio Padre, per Me, scenderà a te
e alle mie anime, ma il tempo è breve. A te, piccola anima, io,
Gesù, ho rivelato la mia Opera d’Amore nel dono dei Taberna-
coli Viventi. Questa Opera mia è a sé, e non va confusa con
altre Opere. Essa deve rimanere integra e nella luce di gra-
zia con cui l’ho desiderata e dettata. L’Opera d’Amore di
Gesù, è il frutto del mio Amore Eucaristico. Gesù nella paro-
la di grazia apre all’umanità intera la sua misericordia per mez-
zo di Sé sopra le sue anime. Quest’Opera è quindi unica e por-
ta il mio Nome santo: Gesù! Torino, in Maria Ausiliatrice, sarà
la culla della mia Opera d’Amore. Roma, ne sarà la Madre. I
Superiori Salesiani si rallegrino nel mio santo Nome, Gesù;
esultino ché grandi sono le grazie riservate a loro dal mio Cuo-
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31.4 Page 304

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re sacerdotale. Voglio che svaniscano i dubbi nei loro cuori, e
vedano Me, che si affrettino a lavorare per Me. Aggiungi, fi-
glia mia, questa rivelazione: una profezia è stata loro dona-
ta a suo tempo, ora la profezia è verità: è Me, è la mia Opera,
sono i miei Tabernacoli Viventi.3 La mia Parola è Via, Verità,
Vita perché è me: Gesù.
Vera di Gesù, io ti ho chiamata alla mia Opera d’Amore,
io ho fatto di te la Sposa della mia Opera. Non temere, io ti ho
scelta. Ora tu vieni sempre più a Me. Avvicinati al tuo Sposo,
a Gesù Eucaristia. Vieni piccola anima, io ti vengo incontro.
Domani, quando la mia luce di grazia sarà diffusa nel mon-
do, tu esulterai nella mia Gloria. Vera di Gesù, attendi sem-
pre il tuo Sposo, egli desidera venire a te, fare dimora in te. Ti
ho donato il mio Nome santo, e d’ora in poi ti chiamerai e sa-
rai “Vera di Gesù”.4 Stendi sul foglio questo dettato e getta la
mia rete a Firenze nel mio santo Nome, Gesù, e nel Cuore del-
la Madre mia».
Savona 13-12-1968
Gesù: «Ti dia conforto la mia Croce. Figlia mia, appoggia-
ti ad essa e vai con essa. Sei con Gesù, sei con Me. Io, Gesù,
non ti lascio, non ti abbandono. Sei nella prova, è il tempo di
“dare” in Me. Ogni sofferenza è segno di amore, ed io, Gesù,
tuo Sposo, ti conduco nella via del mio amore.5 Al termine del
3 «Profezia»: riteniamo si tratti del sogno delle due colonne di Don Bosco.
4 «Ti ho donato il mio Nome Santo…»… Nella Lettera a don Zucconi del
1° dicembre 1968 Vera descrive l’esperienza mistica nella quale Gesù le cambia il
nome: «Gesù ieri era vicino a me, si fa sempre vedere dalla mia povera anima. In-
dossa sempre i paramenti sacri da Sacerdote, ieri erano rossi. È venuto vicino al mio
letto, tenendo la Pisside colma di particole consacrate. Sentivo che la mia anima ri-
ceveva il suo Sacro Corpo. Poi Egli mi ha detto “Ti voglio dare il mio Nome, Vera di
Gesù”». Lettera in L. Grita Mia sorella Vera di Gesù, op. cit., p. 124.
5 «Ogni sofferenza è segno d’amore…»: Vera soffre per un dolore al ginocchio
e fa fatica a camminare. Dovrà ricoverarsi durante le vacanze di Natale per essere
operata. Nella Lettera a don Zucconi del 16.12.’68, scrive: «riprendo la scuola dopo
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31.5 Page 305

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cammino, “vedrai” Me, e là sarò ad attendere la mia poverina.
Coraggio, figlia mia, questo cammino non è lungo né breve, ma
prossimo. Io ti chiamo, ti chiamo a soffrire con Me. Qui, nel
mio Cuore ferito, c’è posto per tutti. Vieni al mio Cuore, mo-
strami il tuo amore: voglio vederlo, voglio sentirlo, voglio ri-
ceverlo.
I “Messaggi”, Parola di Gesù, donata al povero devono per-
venire al Santo Padre. Egli deve conoscere il disegno d’Amore
di tutta l’Opera di Gesù. I Sacerdoti Salesiani devono pregare e
offrire suppliche e novene perché io, Gesù, venga a loro e fra i
loro giovani quale lampada invisibile che dona a tutti luce e ca-
lore. Io, Gesù, sono la lampada, e voi quel Tempio ove io deside-
ro abitare. Voi la finestra aperta al mondo per la quale io vedrò.
Scrivi a padre Gabriello: “Io vengo a te nella grazia, nell’amo-
re, nella semplicità. Rimani in Me, nella mia chiamata d’amo-
re perché questa realizzi la chiamata apostolica. I frutti dell’a-
more vengono da Me. La tua sofferenza è frutto del mio amore
sacerdotale per te. Tieni il tuo sguardo fisso in Me, Gesù. Io ti
esaudirò, io ti chiamerò. Deponete i dubbi e le incertezze, e rice-
vete la mia forza, la mia sofferenza, la mia pace. Io, Gesù, pre-
sto sarò con voi. Gesù con voi!».
Savona 24-12-1968
«Viva Gesù! Sì, figlia mia, è così: Viva Gesù! Gesù ora
detta, ora parla. Scrivi nel mio Nome santo: Gesù! Tanto
silenzio nei quaderni! Ma non per te. Sofferente, ti ho custodita
nel mio Cuore di Padre, ti ho dato la manna del deserto. Tu
un periodo di cura, ho attraversato un periodo di forte sofferenza. Mentre scrivo, ri-
cordo che Gesù, ieri, accanto al mio letto posava le sue mani sopra la coperta. Io gli
chiedevo cosa volesse dirmi ed Egli, dopo un po’ ha detto: “Voglio aiutarti, faremo
insieme tutto”. Giorni fa Gesù mi ha detto: “Hai una moneta, spendila, donala a Me”.
È un intervento di poca importanza, ma doloroso, siero in un ginocchio. Pensavo di
poter migliorare con il riposo e le cure, ma nulla è cambiato, devo proprio operarmi”.
Lettera 6.12.’68 in L. Grita Mia sorella Vera di Gesù,op.cit., p. 126.
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31.6 Page 306

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però sei più viva di prima in Me, e ogni giorno avanzi nella mia
Croce d’amore. Questo silenzio è simbolo del mistero in cui
deve vivere l’anima eucaristica che va incarnando Me. Que-
sto silenzio precede la mia venuta su voi. In generoso racco-
glimento attendete la mia Ora. Padre Gabriello deve scrivere i
miei Messaggi per farli pervenire con urgenza al Santo Padre.
Siano inviati a Roma per mezzo della persona che io gli ho fat-
to incontrare.6 Io, Gesù, sono la Via, io andrò al Papa, io, Gesù,
mi manifesterò ancora di più nella Parola. Fai pregare i “pove-
rini” per la grazia che attendete. Tu prega anche con la soffe-
renza di cui ti rivesto come una sposa. Accetta tutto per amore
mio, e siine certa: io sono e sarò sempre in te e con te. Sì, do-
nerò la luce della mia grazia ai chiamati; donerò anche a te più
luce, più forza, ma tu ed altre anime piccole dovrete molto sof-
frire. Ti farò dono di Me Crocifisso. La luce verrà attraverso la
rivelazione di Me operata nei miei Messaggi, e dopo le prove
mi manifesterò in spirito di verità, e quanto per bocca del pro-
feta ho annunciato, farò. La mia grazia non avrà sulla terra con-
fine. Gli uomini, i poverini vivranno di Me e con Me. Io, Gesù,
mi annuncerò al Santo Padre con un altro Messaggio d’amo-
re.7 Vivi raccolta, in preghiera, in sofferenza, in umiltà, e atten-
di. Ti darò forza per scrivere, povertà di spirito per rimanere in
Me, sensibilità alla mia Voce perché Vera di Gesù sia sempre
quel piccolo strumento di cui Gesù possa servirsi per scrivere.
Non temere, non hai scritto per volontà mia. Il silenzio è voce
6 «Persona che io gli ho fatto incontrare»: si tratta del domenicano padre Colo-
sio. Nel febbraio 1969 don Zucconi inoltrerà al papa una presentazione dei Messag-
gi dell’Opera, accompagnati da una richiesta di benedizione e autorizzazione attra-
verso padre Colosio, indicatogli dall’Ispettore salesiano don Ranieri. Padre Colosio
farà pervenire il dattiloscritto a un suo confratello di Roma, padre Lenzetti, specia-
lista in materie teologiche che consegnerà personalmente al Santo Padre le lettere il
mercoledì delle Ceneri del 1969, dopo aver esaminato il contenuto ed espresso il suo
parere positivo (m. r. scrimieri, Relazione sull’iter seguito da don Zucconi pres-
so i Superiori Salesiani ed il Santo Padre per l’Opera dei Tabernacoli Viventi, Cen-
tro Studi, Inedita.
7 Messaggio del 15.7.1969 per Papa Paolo VI.
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31.7 Page 307

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che parla. Se tu mi amassi molto comprenderesti questo muto
linguaggio. A chi dirò il mio amore se non a te, ai poveri, ai mi-
seri, agli innocenti che vivono solo per Me?! “Se tu mi amassi
molto, mi rivelerei a te. Ebbene farò Dono, perché il mio Cuo-
re è ricco di amore. Farò Dono di capacità di più fervente amo-
re perché la “mia”8 anima sia immersa in Me. Gesù che insegna
nel silenzio. Gesù che attira, Gesù che dona la sua luce. Verrò a
te, presto, con la mia Parola».9
Santa Corona 6-1-1969 Viva Gesù!
«Sì, figlia mia, scrivi, scrivi il mio santo Nome: Gesù! Non
sei tu che parli, che pensi, ma io Gesù, in te, nella tua anima
dono la mia luce: questa è Parola, la parola di Gesù per i pove-
rini come te… Padre Gabriello continui nella strada intrapresa,
e perseveri nel mio santo Nome, Gesù. Ripeto: perseveri con
fiducia. Questa è la “notte” della prova, ed io, nel silenzio, at-
tendo che egli venga a Me per la via che gli sta dinnanzi». * Da
questo punto, mentre copiavo sul foglio il dettato, Gesù detta
quanto segue:10 «Questa è l’attesa. Io, Gesù, aspetto nel silen-
zio il chiamato. Mi stacco dalla mia Croce, e gli vado incon-
8 «Mia anima»: Vera in una nota nel quaderno specifica: «l’anima del Chia-
mato».
9 Dopo questo Messaggio Vera ha una esperienza mistica della quale parla a
don Zucconi nella Lettera del 29.12.’68: «Dopo questo messaggio ho visto con l’a-
nima due cose: l’aurora era da me osservata da una finestra in montagna. Il sole si
levava e la sua luce mi feriva gli occhi, ma tosto la luce si scostava per poter riapri-
re gli occhi. Avevo chiesto a Gesù: “O Gesù cosa fa il Santo Padre, non fa niente
per l’Opera tua?”. Ho visto, eravamo in una maestosa chiesa, una lunga tavola, una
specie di altare con una tovaglia bianca e da una parte c’era il Santo Padre seduto e
di fronte a lui, tanti Ostensori con l’Ostia Santa: erano una fila senza fine. Gesù mi
ha un po’ spiegato ma penso dirà di più. Dica lei, padre, rifletta sul significato degli
Ostensori. A lei, caro padre, buon anno con Gesù e che Gesù le faccia il dono prezio-
so: “Portami con te”. Lettera del 29.12.1968 in L. Grita, Mia sorella Vera di Gesù,
op.cit., p 128.
10 A volte mentre Vera ricopiava i Messaggi da inviare a don Gabriello Zuc-
coni, Gesù interveniva dettando ulteriormente un pensiero da integrare nel Messag-
gio, come in questo caso.
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31.8 Page 308

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tro. Anima mia, anima mia sacerdotale, vieni a Me: io, Gesù,
sono pronto ad abbracciarti. Vieni, abbandonati a Me, a Gesù
Eucaristia, a Gesù Eterno Sacerdote in te, fratello mio! Che la
forza del mio struggente amore ti conquisti! Liberati, spogliati
dai pensieri terreni e vieni a Me. Guardami, voglio che mi sco-
pri, mi veda nei messaggi eucaristici che ti ho rivolto. Vieni,
lascia tutte le cose che ti preoccupano, e seguimi, segui il tuo
maestro, Gesù. Amami nel santo Vangelo. Realizza il manda-
to che ti ho affidato e cercami nelle Parole che io, Gesù, ora ho
voluto donare ai poveri. Tu le farai conoscere, tu donerai Me
in una luce intima che metterà le anime in rapporto d’unione e
di confidenza quale non è mai stata se non per i Santi. Questo
“Dono” io voglio farlo prima a te. Vieni, e come Giovanni, ac-
costa il tuo capo sul mio petto: sentirai il mio palpito d’amore.
Io te lo dono se tu, figlio mio, fratello mio, amico mio, ti ab-
bandoni con fiducia, con fede a Me.
“Queste sono parole di Gesù per i suoi Sacerdoti salesiani
‘chiamati’. Così ha dettato Gesù”.
«Ora continua a copiare dal tratto dove io, Gesù, ho inter-
rotto il copiato per dettare ed espandere il mio amore. Si ripren-
da, perciò, da questo punto. Per ora attenda alla sua missione,
alla missione che Io, Gesù, Maestro di vita, gli ho affidata. De-
sidero che la curi in santa umiltà, ed Io mi manifesterò agli al-
tri chiamati. A Vera, Gesù promette l’amore della sua Mam-
ma, Maria SS. sempre Vergine. Vera di Gesù, rialzati! Sono Io
che te lo dico: il tuo Gesù. E aspettate fiduciosi Me. Io verrò su
voi, Io, Gesù Eucarestia, sarò presto su voi. Credete, credete,
credete! La mia Parola è grazia, è luce, è sollievo per tutti. At-
tendete con amore umile e grato. Vera di Gesù, non temere: Io
sono con te. Io sono con voi anche nel silenzio. Vera di Gesù,
il tuo amore, la tua vita, non ti ha abbandonata mai, e per que-
sto tu sei Vera in Me, Vera in Gesù, Vera per Gesù. Ora ti be-
nedico, e in te rimango Sacerdote Eterno per i miei Sacerdoti e
Sacerdoti chiamati. Ti benedico, vi benedico e vi dono la mia
Mamma, la santa Vergine Maria, affinché siate confortati nel-
le prove e nella attesa della sua amorevole Maternità. Obbe-
308

31.9 Page 309

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disci a p. Gabriello e scrivi ciò che la tua anima vede per Me,
Gesù. Io lo desidero.11 Gesù per tutte le anime! Vi raggiungerò
presto».
Santa Corona 10-1-1969
Gesù! «Io, Gesù, desidero che tu scriva ancora. Abbiamo da
“parlare”, da “trattare” con i nostri Sacerdoti. Per essi io voglio
ancora manifestare Me nell’annuncio che vi dono. Scrivi, figlia
mia diletta, scrivi che io così desidero: non sei tu ma io, Gesù,
in te, che agisco, parlo, vivifico, faccio… accetta la Santa Croce
d’amore. Io ti ispirerò come mossa da un fremito di Grazia, di
Perdono e di Luce. Tutto ciò che dono a te, voglio donarlo alle
“mie” anime, ai “miei chiamati”. Devo aprire la ferita del mio
Cuore divino, deve essere ancora lacerata perché sgorghi il mio
Sangue vivo. Io la riaprirò presto per attrarre le anime sacerdo-
tali ad un amore più nuovo, più vivo, più eucaristico. Stillerà il
mio Sangue prezioso da questa Ferita per vivificare il mio Sacer-
dote. Lo voglio nuovo, lo voglio santo, lo voglio tutto mio. Chi
vorrà ricevere questo balsamo divino, accorra a Me: io lo atten-
do! Voglio attrarre a Me le anime piccole, le anime grandi e in
Me formare una sola anima, un solo cuore. Siate preparati a que-
sto annuncio di grazia che muove dai Cieli, dalla Casa del Pa-
dre mio, percorre l’universo e scende sulla terra. Vi assicuro che
i miei Angeli in Cielo fremono di gioia e glorificano con osanna
il Padre mentre gli Angeli sulla terra attendono trepidanti questa
Ora: l’ora in cui io rivelerò Me stesso ai miei Sacerdoti. Allora
11 «Scrivi ciò che la tua anima vede per Me».: Si tratta di una esperienza mi-
stica che Vera descrive così: «Ecco l’obbedienza che desidera Gesù. Stamani dopo
circa 15 minuti dalla Santa Comunione che ricevo a letto, ho “visto” Gesù vicino al
mio letto con la pianeta nera. Scostava l’abito di sacerdote celebrante e mi mostra-
va la ferita del costato. Questa prima era chiusa, ma poi, era aperta e dopo il San-
gue, l’acqua che ne usciva brillava. Mi chiedeva di accostarmi a questa ferita». Let-
tera da Santa Corona del 6.1.1969 in Mia sorella Vera di Gesù op .cit., p.129 Santa
Corona: Ospedale dove è ricoverata Vera. Vi resterà per due mesi circa e tutti i Mes-
saggi di questo periodo indicano Santa Corona come il luogo dal quale Vera scrive.
309

31.10 Page 310

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verrà ordine: il mio ordine nelle case, nelle parrocchie, nelle as-
semblee di laici. Allora vedrete che nessuno è maestro di se stes-
so e degli altri se non è stato mio vero discepolo. Allora aprite il
Vangelo, leggetelo e meditatelo perché ivi io sono maestro. Solo
nella verità cercatemi, nell’obbedienza seguitemi, nell’umiltà ri-
vestite la vostra missione. A ciò arriverete solo per amore e amo-
re puro, amore di Gesù. Ora il mio Cuore è pronto a rinnovare
la ferita d’Amore affinché tutte le mie Piaghe siano complete
nell’offerta al Padre mio e nel dono d’Amore per i miei figli tri-
bolati, poveri e sofferenti. Ora Gesù Crocifisso vi ha rinnovato
le grazie delle sue Piaghe. Ora voi pregate e fate pregare perché
chi chiede avrà, chi bussa troverà l’uscio socchiuso, chi picchia
scorgerà una mano che aprirà la porta. Nel corso dei dettati ho
rivelato le grazie delle mie Piaghe e desidero che si preghi e si
invochi come ho detto. A Torino devono arrivare i miei messag-
gi. Al Santo Padre, tutta l’Opera d’Amore. Io sono: Gesù! Ora
Gesù ti benedice dalla sua Dimora Celeste».
Santa Corona 11-1-1969 Viva Gesù!
Gesù: «Figlia mia, figlia della mia Croce d’amore, figlia di
Gesù Eucaristia, figlia della Madre mia, Maria Santissima sem-
pre Vergine. Non sei tu che ami, ma io in te sto amando, e con
questo amore divino sradico la tua anima dalla terra e la elevo.
Solo purificandoti, solo trasformandoti in Me, conoscerai qua-
le sia il vero, il puro amore. Voglio donarti la gioia di amare,
voglio comunicarti questa delizia dei Santi. Vuoi, Vera, Vera di
Gesù, amare il tuo Sposo Eucaristico di puro amore? Lasciati
portare da ME. Padre Gabriello, lo ripeto, ha agito per mia ispi-
razione: ora non tema perché io sono con lui. Franco di Mondo-
12 scriva a Vera perché sia confermata nella fede, nella mia Pa-
rola. Vera preghi per i sofferenti e i moribondi perché almeno in
spirito mi desiderino. Rosa stia unita a Me nel Sacrificio Eucari-
12 Franco Mondino figlio spirituale di Padre Pio.
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32 Pages 311-320

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32.1 Page 311

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stico perché solo da Me trarrà luce, conforto e grazia. Non tema,
ma preghi e confidi perché io, Gesù, la vedo. Liliana, Pina, Raf-
faella,13 sono le anime in cui vorrei sempre abitare, Silvio è il ri-
chiamo del mio rinnovato Sacrificio. Per anime come la sua io,
Gesù, cerco anime piccole, anime vittime. Ora, questo messag-
gio riguarda te, ma Gabriello scorga che io sono sempre, sono,
sono Gesù e non altri. Non tu, povera creatura, non interferen-
ze, perché da Me non permesse (sei troppo fragile!); non pen-
sieri tuoi. Io in te, così, come nel santo Sacrificio, l’acqua è uni-
ta al vino: una sola cosa. Quando la mia Parola scende nella tua
anima, è impossibile scinderla da te, così come è impossibile di-
videre l’acqua e il vino che si sono mescolati formando un solo
insieme: Me. Aspettate la mia Ora, l’ora della mia Grazia. Non
annunzierò altro, anche per non turbare i deboli, ma a tutti colo-
ro che attendono Me, dico: confidate, io, Gesù, trionferò. A Vera
la pazienza nella prova. Nella sofferenza sarà in Me e più per
Me, poi le mie Piaghe brilleranno. Figlia mia, figlia di Gesù
Crocifisso, ora il mio abbraccio discende dalla Croce. Aspetta-
mi, verrò nella Parola, ti purificherò nella sofferenza e in te ri-
mango come ti ho detto prima, l’acqua e il vino del santo Sacri-
ficio. Verrò a te perché desidero rivolgermi individualmente ai
miei Sacerdoti chiamati. Sii buona, umile e fiduciosa. Padre Pio
ti protegge, siine sicura. Gesù in te ti benedice e in te rimane.
Vera di Gesù, non temere: sei con Me perché io vivo in te e in-
torno a te. Il tuo Gesù».
Santa Corona 20-1-1969
«Scrivi il mio Santo Nome tre volte a Gloria delle persone
della Santissima Trinità: Gesù nel Padre, Gesù il Figlio, Gesù
nello Spirito Santo. Io vengo a te, anima mia benedetta, e ti in-
fondo la mia Pace. Desidero che i “chiamati” Salesiani siano i
Templi dello Spirito Santo. Desidero che essi portino Me, Gesù
13 Liliana, Pina: sorelle di Vera. Raffaella: nipote di Vera.
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32.2 Page 312

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Eucaristia, su se stessi nella teca per donarmi a tutti. Ho elencato
le grazie che effonderò per mezzo dei miei Tabernacoli Viven-
ti. Vorrei che fossero meditate poiché in questo “Dono eucari-
stico” io, per mezzo vostro, incontrerò, tratterò, abbraccerò tut-
ti i poveri. Verrà tempo in cui nella Teca benedetta si porteranno
molte Particole; tempo in cui io andrò a cercare anime per do-
narmi a loro, per essere ricevuto da queste. La mia Opera d’A-
more deve cominciare presto, subito, ma i suoi sviluppi saranno
nel tempo non certo lontano. Preparatevi. Io scendo dai Cieli e
sono già con voi perché insieme si prepari l’Ora del Padre mio.
Io guido l’Opera, io guido i vostri passi verso la luce. Padre Ga-
briello si rivolga a Padre Colosio per l’inoltro dell’Opera al San-
to Padre. Egli preghi per la poverina che scrive perché sia forte,
pura e santa. A Vera ho dettato cose nuove e cose vecchie perché
siano integrate nel mio disegno d’Amore. Io, Gesù, desidero per
le anime piccole, per le anime vittime, la schiavitù di amore ver-
so la mia santa Madre.14 Ho raccolto nella mia Opera i frutti più
santi e più facili affinché voi troviate di che nutrire il vostro spi-
rito. Delle mie Piaghe vi ho donato altra luce di Grazia poiché la
mia Misericordia vuole tutti abbracciare. Ora andate e col san-
to Vangelo diffondete il linguaggio fraterno di amore fra i pove-
ri per i quali io, Gesù, sto parlando, sto dettando. A Rosa devono
pervenire le mie Parole. A Silvio la mia benedizione. Al picco-
lo Fabio un invito d’amore: vieni, anima pura, Gesù Eucarestia
vuole discendere in te! Padre Gabriello lavori con serenità e fi-
ducia. Presto sarà immerso in Me, nella mia Opera, e per que-
sta santa Croce d’Amore è immolato in Me. Al Papa andremo,
andremo e il mio Tabernacolo sarà come io, Gesù, lo desidero.
Ora tu sei qui per volontà mia. Mi rivelerò a te nella misura in
cui avrai amato i poveretti. Emilia Massoleni15 è in Me, diglielo.
Chiedi l’approvazione di padre Gabriello per averla resa parte-
14 Riferimento a L.m. GriGnon de monFort, Trattato della vera devozione
alla Vergine.
15 Scriveva a Vera a nome di Padre Pio.
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32.3 Page 313

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cipe del mio Disegno d’amore. Figlia mia, staccati, vieni a Me.
Figlia mia, Vera di Gesù, offrimi tutto: la tua indigenza, la tua
malattia, il tuo grigiore. In Cielo nel mio Sacrificio, tutto brilla,
tutto è Gloria in Me al Padre mio. Tieniti pronta ad ogni chiama-
ta, perché io, Gesù, desidero che tu accetti la mia volontà giorno
per giorno e ora per ora. Tieniti pronta, Gesù è vicino a te. Per il
Santo Padre, per i Sacerdoti, ancora messaggi: gli ultimi. Scri-
vi, scrivi ancora: Gesù viene a te. Vera di Gesù, ti attiro a Me.
Gesù che ama».
Santa Corona 2-2-1969
Gesù: «Scrivi il mio Nome Santo, Gesù. Scrivi che io, Gesù,
amo tutte le mie anime, che io vedo, che io soffro… e mi im-
molo con voi e con voi offro Me, Gesù vittima, al Padre mio.
Scrivi che le fiamme d’amore mi consumano nell’eterno Sacri-
ficio. Scrivi che l’umanità sofferente, l’umanità piagata, l’uma-
nità ribelle sarà salva solo per Me, per il mio Sacrificio, ove il
mio Sangue rinnovato e offerto a Dio Padre per voi discende su
questi che io chiamo ed amo ancora quali fratelli. Rivela questo
amore mio inesauribile col quale voglio eternare le vostre anime
nel mio olocausto. Darò da mangiare ai poveri, lenirò le soffe-
renze del malato, effonderò grazia, perdono, pace sopra gli osti-
nati. Io, Gesù, verrò su voi e per voi, e per voi vorrò andare qua-
le Chiesa che va e che cammina ovunque. Dalle mani del Santo
Padre mi poserò sui miei Tabernacoli e in questi templi vivi for-
merò il mio tempio. Ora è tenebre, ma presto saranno diradate
dalla luce. Io, Gesù, sono la luce del mondo e in voi, con voi e
per voi, noi la doneremo ai fratelli. Si preparino i Tabernacoli a
questo Dono affinché la mia venuta fra voi sia manifesta ai buo-
ni da questa unione mistica per la quale noi ci apprestiamo ad
attendere l’“Ora di Dio”. Rivelerò questo amore inesprimibile
ai miei chiamati e rivelerò loro questo mistero di fede e di amo-
re. Interverrà in questo disegno d’amore la Madre mia presso il
santo Padre e Lei vi donerà, per Paolo VI, Me. Attendete con fi-
ducia, con pazienza, con umiltà questi eventi. Le prove servo-
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32.4 Page 314

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no per la mia Opera, vi fortificano; le sofferenze sostenute dalla
mia grazia servono a purificarvi. L’abbandono è salutare perché
vi fa constatare la vostra nullità e impossibilità a servirmi sen-
za di Me. Vi voglio, pertanto, umili e misericordiosi, torno a dir-
vi: nel mondo ma non del mondo. Siate preparati ad accogliere
ogni mia chiamata che a voi viene sotto varie forme ma scatu-
risce sempre da Me, Gesù. Ciascuno la accolga con profondo
amore perché è Dono, Dono del mio Cuore per ogni mio chia-
mato e serve ad aprire le vie ai miei Messaggi, serve a rivelare
Me. Quando io mi sarò manifestato avrò donato agli uomini Me
nella loro vita giornaliera ed essi cammineranno nella mia via,
poiché io, Gesù sono la Via. Gesù ai suoi fratelli».
Santa Corona 6-2-1969
Gesù: «Scrivi: la mia Opera d’Amore sgorga dalla ferita del
mio Costato. È amore misericordioso, è Salvezza, è Opera Re-
dentrice. Scrivi che Gesù vuole, desidera la sua Opera istitui-
ta, autorizzata dal Santo Padre. Dì ai tuoi Superiori che è Gesù
a desiderare, a volere i suoi Tabernacoli Viventi. Sono io, Gesù,
che voglio donare Me, la Luce, al mondo per mio mezzo. Sono
io, Gesù Eucaristia, la luce che dissipa e fa fuggire le tenebre.
Quando io, sotto le Sacre Specie, andrò anche su voi, oltre che
in voi, io porterò la luce alle altre anime. Questo appare un mi-
stero per voi adesso, e per ora accettatelo per fede. Domani que-
sto atto di fede donerà innumerevoli grazie. Preparate le vie del
Signore, le mie vie affinché io viva con voi e insegni a voi e, per
voi, ai nostri fratelli, il precetto del mio amore. Preparate ad ac-
cogliermi, perché io, Gesù, verrò… L’ora di Dio si avvicina, e
desidero essere con voi e su di voi affinché ove io sono, e il Pa-
dre mio è, sia anche il mio servo. Preparate ad accogliermi con
amore. A ciascuno e per ciascuno io sono e sarò vostro amico,
vostro fratello, vostro Redentore. Non si turbino i vostri cuori a
queste predizioni: i buoni aspettino fiduciosi e umili, i peccatori
si ravvedano, i lontani ritornino a Me, alla mia Mensa. Io, Gesù
Eucaristia, vi attendo. A Vera di Gesù una promessa: nell’accet-
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32.5 Page 315

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tazione della mia volontà l’offerta diverrà pura e sincera e umi-
le. A Vera di Gesù la mia forza e il mio amore. A Vera di Gesù il
mio Cuore nei miei amati Sacerdoti per i quali io, Gesù, Sacer-
dote Eterno, sposo la mia piccola anima. Ora il silenzio ritorna
in te, ma la mia voce, voce di Gesù, ritornerà nell’amore gratu-
ito dello Spirito Santo, e il Padre e il Figlio saranno in te per la
gloria nostra, per la rivelazione e manifestazione del mio amo-
re verso i miei Sacerdoti. Verrò, verrò, anima povera e piccola,
per te e per tutte le anime. Verrò per abbracciarti, per abbracciar-
vi. Io, Gesù sofferente, dalla santa Croce vi guardo e vi unisco a
Me. Tu non hai niente e hai tutto in Me. Abbandonati a Me e fa’
che il tuo Gesù porti la sua sposa, Vera di Gesù. Ora io vi ho be-
nedetti, e voi vivete di gaudio, di amore, di Me, di Gesù. Questo
pensiero è rivolto anche alla Emma16 e a te. Discendo nell’intimo
dello spirito vostro e in voi rimango nella luce dello Spirito San-
to. Sono in te, sono in voi, rimango in voi: io, Gesù!»
Si riprende. “Parla, Gesù mio, e il tuo povero servo ti ascolta”.
«Gesù: Tu chiedi, perché io, Gesù, desidero “parlare”. Par-
la, figlia mia, del mio Amore, parla della mia Misericordia. Vi
voglio salvi, vi voglio redenti in Me. Scrivi, scrivi per i miei Sa-
cerdoti, scrivi per i tuoi Superiori di Torino, di Sampierdare-
na, dai quali tu ormai dipendi. In Maria Ausiliatrice, a Torino,
voglio che i miei Messaggi d’Amore siano meditati. Chiedete
l’assistenza dal Cielo della Madre mia Maria Ausiliatrice, per-
ché essa vi sia Maestra e vi insegni la semplicità e la grandiosi-
tà della mia Opera. Voglio che voi invochiate e abbiate in gran-
16 Emma, non si conosce il cognome. È una ammalata, ricoverata a S. Coro-
na. Di lei Vera scrive nella lettera a don Zucconi del 31.1.1969: “Emma… peggio-
ra: è l’anima vittima che si è offerta a Gesù, unica Vittima Immacolata per amore.
Essa è già nella pace di Gesù! Emma la ringrazia e ricambia i saluti. La prega di ri-
cordarla nelle sue preghiere come essa farà per lei. Emma lo ricorda per averla sen-
tita predicare dai Cappuccini, ad Alassio, e qualche volta dai Salesiani”. Lettera del
31.1.1969 a don Zucconi in G. Borra, Grita Vera Notizie biografiche, op.,cit.,p. 129.
Pochi giorni dopo, per Emma, Gesù detterà a Vera: «Ad Emma queste parole dello
Sposo: “Egli verrà, si manifesterà e sarà gioia, sarà luce, sarà felicità eterna”». Mes-
saggio 13.2.1969
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32.6 Page 316

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de venerazione il vostro Santo Fondatore, San Giovanni Bosco.
Egli deve essere per voi Padre amorevole che vi guida nella via
dell’umiltà a vedere Me, Gesù, nella Volontà del Padre mio at-
traverso questi scritti. La mia mano che scrive nella poveretta è
segno d’unione fra Me, Gesù, e le anime poverine. Chi scrive?
Non importa. Ciò che è scritto viene da Me, da Gesù, e perciò
è verità, è vita, è via di salvezza. A Torino si meditino gli scrit-
ti in umiltà. Invocate il Padre mio perché rinnovi in voi una no-
vella Pentecoste, e lo Spirito Paraclito diffonda luce di grazia,
luce d’intelletto, luce di sapienza, di amore. Ora, il Rettore e Vi-
ce-rettore confidino per questa grande e universale missione, nei
miei Martiri, negli Apostoli e, torno a ricordarvelo, in S. Gio-
vanni Bosco. Voi fate tridui a tal fine con l’intenzione che io mi
riveli e che la mia Volontà sia fatta. I tridui devono essere tridui
di adorazione eucaristica, collettiva e singola, poiché io, Gesù,
donerò tutte le grazie attraverso il mio amore eucaristico. Più
voi mi onorerete nel santo Tabernacolo, più voi rimanete in mia
compagnia, più io, Gesù, verrò a voi, discenderò su voi.
Per Don Borra. A te, mio amato Sacerdote, il palpito del
mio amore eucaristico, a te i battiti del mio Cuore. Vieni e ripo-
sa sul mio Petto. Il tuo Gesù che ti ascolta.
Scrivi, scrivi ancora. Nella santa obbedienza tu mi rendi
onore. Nella santa obbedienza mi glorifichi con le mie creatu-
re e i miei Santi. Nella santa obbedienza io sono in te e con te.
A Gabriello, apostolo prediletto della mia Opera d’Amo-
re. Lo sostengo, lo aiuto, lo conforto e lo illumino. Per Gabriel-
lo la mia ferita d’amore, perché lo stesso amore, la stessa sete di
bene, lo stesso ardore per le anime, ci consumi “insieme”.
A don Bocchi Giovanni rivelerò il mio amore e il mandato
d’amore che io voglio deporre nelle sue mani consacrate. An-
ch’egli con Vera dica: “Parla, o Signore, rivela la tua Volontà,
che io ti obbedisca per amore”.
E poi ancora scriveremo ai Superiori, e il Cuore di Gesù
busserà, picchierà con insistenza al cuore dei suoi chiamati per
dire loro: “Aprimi, sono Gesù! Guardami, riconoscimi: sono il
tuo Gesù!”».
316

32.7 Page 317

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Santa Corona 13-2-1969
«Gesù, per te, per tutti. Scrivi, sii forte in Me.
Ora il mio Pensiero Eucaristico è donato e rivelato agli uo-
mini. Ora deve essere accolto dai miei chiamati: essi saranno i
Calici che io, Gesù, colmerò del mio Sangue, di Me. Roma sarà
Madre nella Madre mia, poiché ogni luce viene donata agli uo-
mini dalla Vergine Purissima. Essa che ha concepito il Figlio
dell’Altissimo per l’Amore dello Spirito Santo, essa, l’Imma-
colata, ha portato e porta nel suo Cuore l’Opera della mia Mi-
sericordia e del mio Amore. Essa, la Madre che donerà ancora e
sempre la Luce al mondo, essa donerà e rivelerà Me, il suo Gesù,
la Parola di Gesù, attraverso la sua Divina Maternità: Mater-
nità di Maria Santissima sempre Vergine. Questa è la maternità
dell’Opera di Amore di Gesù, poiché nulla è donato all’umani-
tà, dall’Altissimo, se non per Maria Immacolata. A Roma la mia
Madre rivelerà Me, ma a Torino Maria Ausiliatrice formerà la
Culla dell’Opera, ove nasceranno, da dove partiranno, per le vie
del mondo, i miei Tabernacoli. Andranno, e io, Gesù Eucarestia,
sarò in loro e su loro, e mentre essi porteranno e daranno Me,
Luce del mondo, Luce per le altre anime, io, Gesù, porterò loro
così amorevolmente come un padre porta la creatura sua fra le
sue forti braccia. O anime che mi sentite e mi ascoltate, prepara-
te la culla del vostro cuore al vostro Gesù Infante, e imparate da
Colei che vi ho donato Maestra Spirituale del mio Taberna-
colo Vivente! Figlia mia, Vera di Gesù, tutto viene da Me! Con-
fida, non temere. Mi servirò ancora delle tue miserie per dona-
re misericordia, per attirare i cuori alla confidenza e alla fiducia.
Poi Gesù ti libererà dal groviglio di inquietudini umane, ti scio-
glierà dai lacci che soffocano il tuo spirito e allora vivrai di Me,
di spirito, della mia pace. Sopporta te stessa e non amareggiar-
ti. È croce la tua miseria, croce più pesante mentre vieni e pro-
cedi nella mia via, croce utile per la tua santificazione, per la tua
umiltà. Padre Gabriello deve confidare in Me di più. Io vivo nel
mio Sacerdote, e questi deve “abbandonarsi a Me”. Scrivi, scri-
vi tutte le mie parole. Scrivi e obbedisci a padre Gabriello, e fa’
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32.8 Page 318

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come egli ti dice. A Roma l’Opera mia sarà presto esaminata, e
il Papa disporrà dietro mio misericordioso intervento. Se perse-
verate nella fede, nella fiducia, io vi darò a conoscere quei moti-
vi di silenzio per cui la Santa Sede ha taciuto. Ora interverrò io,
Gesù, nella Madre mia. Che voglio da Vera di Gesù per questo?
Che creda senza timori, poiché io non permetterò che scriva ciò
che da Me non viene. Nello scritto è la verità, perché nello scrit-
to è Gesù. Obbedienza, fedeltà, perseveranza, umiltà e atti, atti
di amore continui tenendo presente che io, Gesù, sono nel suo
cuore e mai, mai la lascio. A Emma queste parole dello Sposo:
Egli verrà, si manifesterà e sarà gioia, sarà luce, sarà felicità
eterna”. Sì, scrivi, Vera di Gesù, parla al tuo Gesù, e vieni avan-
ti, e mentre avanzi per mia Grazia, mostrami il tuo cuore ferito.
Trasformerò queste ferite in ferite di amore, del mio Amore Eu-
caristico. Questo libretto è terminato e tu offri alla Gloria della
Santissima Trinità, e per ogni singola Persona, affinché il Figlio,
Gesù, sia glorificato nel Padre, e generino l’Amore, lo Spirito
santo, nell’Unità divina che discende lieve come il volo di una
colomba sulle vostre anime, ardente come il mio Cuore nell’a-
more, puro nei pensieri di cui desidero penetrate le vostre men-
ti. Ecco, io Gesù, mando ancora su voi il mio Spirito di Grazia e
in questo dono ricevete Me, Gesù Eucarestia, in voi, su voi, per
voi. Io voglio rimanere nei miei Tabernacoli fino alla fine. Gesù
che gronda Sangue».
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32.9 Page 319

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XI LIBRETTO
E tu che leggi...
Fermati... medita le parole di Gesù.
Non avere fretta!
Gesù alle anime

32.10 Page 320

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Savona 24-2-1969
Gesù: «Sono nel tuo petto, nella tua anima. Scrivi nella san-
ta obbedienza quanto vado dettando. Hai troppa paura, segno
della tua debolezza e della tua miseria. Se scrivi è perché io,
Gesù, lo voglio. Non sei tu a pensare, ad agire, ma io in te con
la mia Grazia. E Grazia significa anche luce, lume di Dio, luce
celeste, amore del mio Cuore oltraggiato dagli uomini e sempre
amante del loro cuore, del loro amore. Così io a te vengo e con-
quisto il cuore più piccolo che esista fra tutti i miei figli. Vedi,
figlia mia, cosa fa il tuo Gesù in te? Senti come Gesù Eucare-
stia pervade questo povero cuore umano di Sé, del suo amore? Il
mio amore, come senti, è anche dolore, dolore di amore. Se sof-
fri è perché io, Gesù, ti amo, e quest’amore è la fiamma che deve
consumare le mie nuove Dimore. Ora non temere, e soprattut-
to non dubitare delle mie parole. Le rivelazioni che io, Gesù Eu-
carestia, ti ho donato nella mia santa Grazia, devono vedere la
luce. Esse devono risplendere quale Faro di salvezza per la mia
Chiesa. Il silenzio del Papa. È fatto di preghiera, di raccoglimen-
to, di fiduciosa attesa della rivelazione di Me, Gesù, e cioè della
Verità. Paolo VI attende il segno dal Cielo del mio Amore Euca-
ristico, ed io, Gesù, lo darò attraverso il Cuore Immacolato della
Madre mia affinché voi comprendiate sempre di più che nulla io
opero senza di Lei. La Redenzione degli uomini è affidata al suo
Cuore di Madre. A Lei ricorrete sempre… Ora i miei Santi pre-
gano e nella Santissima Trinità vedono la mia Opera d’Amore.
Ad Essi ricorrete, nella Comunione dei Santi unitevi. Voglio che
le mie anime vivano anche dell’amore dei Santi, affinché Cielo e
Terra siano una cosa sola nell’invocare la mia Misericordia. Hai
scritto nel mio santo nome, Gesù, nell’obbedienza che ti è stata
confermata dal Sacerdote, nell’obbedienza che io, Gesù, Figlio
dell’Altissimo, ti rinnovo sempre così come rinnovo, sull’altare,
il mio Sacrificio d’Amore. Stamani in Chiesa, durante la cele-
brazione, la Madre mia ha interceduto per te, e la tua fragilità mi
ha dato pena. Nessuna sposa sarà mai debole e fragile come te:
te lo assicuro! Non temere, la Regina del Cielo ti aiuterà a com-
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33 Pages 321-330

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33.1 Page 321

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piere la tua missione per la quale devi vivere. Ti annuncio dolori
e sofferenze e, soprattutto, tanto amore. Sì, ti darò questa fiam-
ma d’amore che già arde in te ma crescerà mentre verrai a Me.
Quando sarai derisa, consolati ed esulta in Me, perché è segno
che io, Gesù, ti rendo simile a Me. Quando io, Gesù, trionferò
tu sarai nascosta e negletta, godi della mia Gloria in quel tem-
po. Presto tutto sarà finito per te. Ora è il tempo delle prove, del-
le contraddizioni che preannunciano il mio Trionfo Eucaristico.
Il Papa crede, siine certa, ma la mia rivelazione è necessaria per
donare alle mie anime il Sacramento dell’Amore. A Torino c’è
poco interesse per la mia Causa, ma nella Casa della Madre mia,
Maria Ausiliatrice, tanti cuori sacerdotali saranno “comunicati”
dalla S. Vergine Maria. Scrivi Vera, Vera di Gesù, scrivi e obbe-
disci. Le mia Piaghe ti raccolgono e ti custodiscono. Scrivi per
amore e Gloria del tuo Gesù. Domani queste parole porteran-
no tanto, tanto conforto ai cuori dei nostri fratelli afflitti. L’ago-
nia di cui soffre e nella quale vive Gabriello, è consolazione per
Me. Dì a Gabriello che io ho bisogno di queste sue sofferenze,
della fedeltà della sua anima sacerdotale, per la mia Opera d’A-
more. Dì a Gabriello, che Gesù, nel nome della santa obbedien-
za, è venuto sulla terra e si è fatto crocifiggere. Perciò, nella mia
santa obbedienza, ho chiamato l’anima più piccola che esista ad
obbedire a Me, a Gesù, scrivendo le mie rivelazioni, la mia Pa-
rola, nell’uso corrente che essa suole adoperare. Nel mio San-
to Nome, Gesù, non si dubiti più, non si dubiti più. Avevo pre-
annunciato prove, difficoltà ed altro… Siate forti e non temete.
La mia Volontà sarà fatta in Terra come è fatta nei Cieli. Gesù,
Padre vostro».
Savona 28-2-1969
«Scrivi, il mio Nome è Gesù! Povera anima mia, ti svuo-
to di te e ti riempio di Me, di Gesù, del mio ardore. La chiamata
è mia, viene da Gesù: tu la riconoscerai dai frutti. Desidero che
tu mi scopra e riconosca Me negli eventi ora lieti, ora tempesto-
si. Ricorda però che dopo la procella segue il sereno. L’Opera
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33.2 Page 322

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mia d’Amore per ora è amata solo da pochi Sacerdoti, mentre io,
Gesù, ho desiderato e continuo a desiderare che molti dei miei
chiamati fossero preparati a ricevermi mentre a Roma si legge,
si discute, si medita e si attende la mia rivelazione. Se si avesse
creduto io, Gesù, avrei rivelato ad ogni singolo chiamato il mio
piano d’amore particolare, avrei a lui parlato così, cuore a cuo-
re, e il nostro sarebbe stato un colloquio intimo d’amore eucari-
stico. Perché non mi credi? Perché non si crede a tanto inconce-
pibile amore di Padre? O uomini di poca fede, fino a quando io,
Gesù, vi compatirò? Ora vai alla Scala Santa1 e nel mio Sangue
preziosissimo assumerai il volto della piccola vittima in Me. Al-
lora io, Gesù, offrirò te al Padre mio, affinché Egli ti veda sem-
pre in Me. Io in te, e tu in Me nella Passione che presto ti donerò
per ornarti come sposa che si prepara alle nozze più mistiche del
suo Amante. (Interruzione…)
Vuoi che riveli il mio amore ai “piccoli”, così come io, Gesù,
lo rivelo a te? Fatevi una cosa sola in Me, siate uniti, siate umili,
e il fratello ami nel fratello se stesso. Vi voglio dare un confor-
to, una consolazione costante: la fiamma del mio Amore Euca-
ristico. Ogni anima che con pura intenzione continua a nutrir-
si delle mie Carni Eucaristiche sarà destata a nuova Vita, a Vita
di Unione e di intimità mistica con Me per opera della mia san-
ta Grazia. Voi avvertirete lo Spirito Santo operare nell’intimo
per accrescere in voi la fede e la carità verso i fratelli. Siate cer-
ti che quanto io, Gesù, dono a un’anima, donerò a tutte le anime
se sapranno seguirmi. La mia Opera d’Amore dovrà poi essere
estesa anche ai Carmelitani Scalzi, poiché io, Gesù, sono venu-
to a dare il mio amore a tutti.2 Con la sottomissione che tu devi
1 «Ora vai alla Scala Santa...»: Vera si recherà a Roma pochi giorni dopo, riper-
correrà la Scala Santa portando con sé i libretti scritti fino a quel momento. Riceverà
la grazia di unione con Gesù Vittima e si offrirà al Padre affinché tutti i chiamati ri-
cevano la grazia e i doni a lei elargiti: la grazia della permanenza eucaristica nell’a-
nima, il dono eucaristico, la parola interiore.
2 Per la prima volta i Carmelitani sono indicati come ulteriori destinatari del
Messaggio dell’Opera oltre ai Salesiani. Padre Guido Roascio era assistente dei ra-
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33.3 Page 323

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al Sacerdote, ricevi da lui il consenso per parlare del mio Dono
eucaristico a Padre Guido. Egli, per ora, deve ascoltare, medi-
tare e conservare nel suo cuore sacerdotale le mie parole, paro-
le di Gesù per i poverini. Domani, quando ne sarai lontana, tut-
to servirà a glorificarmi. Essi devono essere partecipi di Me per
mezzo della mia Opera d’Amore al momento stabilito e volu-
to da Me. Per ora è sufficiente che uno fra essi sappia fino alla
fine e taccia. Questa è la volontà stabilita dal Padre mio. Dopo
il consenso e l’obbedienza al Sacerdote, prepara Padre Guido e,
alla fine rendilo partecipe per mezzo di un dattiloscritto. In que-
sti pochi mesi di permanenza al Deserto, devi “dare Me”, affida-
re Me (interruzione…)».
Roma 4-3-1969 Gesù, Gesù, Gesù.
«La mia Parola è discesa in te quale frutto di grazia grande
che il “tuo Gesù Eucaristia” ti dona. Sei qui al mio servizio, per
la mia Causa. Io, Gesù, ti ho chiamata, ora sei qui perché io l’ho
voluto. Sei nella mia santa Grazia. A piedi rifaremo il cammi-
no percorso: quello che conduce al Calvario. Sei qui per riceve-
re maggiore Grazia, più forza interiore; sei qui perché io, Gesù,
desidero rivedere la tua anima in Me passare per la “via” che io,
un tempo, irrorai di Sangue per te. Ora tu puoi, per questo mio
Sangue prezioso, venire a Me e rifare la stessa strada, la “mia”
strada. Sei qui per Me, per te, per le anime piccole, per le anime
dei miei Sacerdoti. Il Cielo ti assiste: credilo! Parola di Gesù.
Figlia mia, figlia mia diletta, non c’è inganno, credilo! Io ti ho
visto con le mie Parole strette al petto, e così ti ho ricevuta in Me
nell’accettazione della mia volontà, del mandato che ti ho affi-
dato. Ora, Vera di Gesù deve difendere il Dono dell’Amato. Tu
avrai presto un Angelo che ti guiderà lungo il cammino.3 L’ho
gazzi presso l’Eremo di San Giuseppe del Deserto di Varazze, dove Vera insegnava.
3 «Tu avrai presto un Angelo»: sarà San Raffaele Arcangelo che resterà al fian-
co di Vera negli ultimi mesi della sua vita terrena, durante il ricovero ospedaliero,
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33.4 Page 324

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scelto per te affinché sostenga la tua debolezza, e presto ne sa-
rai partecipe. Dopo, rivela al Sacerdote quanto ti accadrà. Que-
sto regalo è necessario per dissipare i dubbi che formano l’og-
getto dei tuoi sgomenti. Allora sosterrai con fermezza e serenità
le altre prove, le vicissitudini, che avrai da incontrare. Non te-
mere, rimani in Me, nel tuo Gesù, poiché io ho vinto il mondo.
Domani ti attende una giornata intensa, tutta al “mio servizio”,
e tu, povera cosa, potrai con Me rendere onore al Padre mio. Ti
saranno riservate sorprese, sorprese d’amore. Fanne tesoro per
te e per le altre anime. Ora ti lascio riposare. Io rimango in te,
io, Gesù, vivo in te. Copia, e spedisci nel nome santo dell’obbe-
dienza per la quale io, Gesù, ti unisco e ti sposo alla mia Croce
d’Amore. Gesù sofferente».
Nel copiare Gesù ha aggiunto: «e ti sposo» e cioè «ti unisco
e ti sposo alla mia Croce d’Amore».
Roma 6-3-1969 Viva Gesù Eucaristia
« Figlia mia diletta, scrivi: è Gesù che lo vuole! Io sono
qui con te, davanti a te, nel Sacramento dell’Amore. Non c’è
inganno, ma Gesù: la Verità. La mia Opera d’Amore, nella sua
Croce, avanza. In Cielo i miei Angeli, i miei Santi pregano il
Padre mio in Me affinché non tardi l’ora della mia rivelazione.
Grande grazia ti è stata concessa stamani in Vaticano, nella Cit-
tà santa. I miei Apostoli Pietro e Paolo, e Giovanni XXIII e Pio
XII, ti hanno beneficato della loro protezione. Nessuno ricor-
re a loro invano, se ai miei Santi voi andate con profonda fede
e profonda umiltà. La mia volontà è questa: io, Gesù, darò alle
anime piccole e generose gli stessi doni che vado elargendo a
te. Nessuna di queste anime dovrà sentirsi sola e smarrita per-
quando per volontà del Signore Vera sarà Tabernacolo Vivente, portatrice di Gesù
Eucaristia, e in lei Gesù rinnoverà il suo Olocausto per la nascita dell’Opera. Mes-
saggio 27.1.1969
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33.5 Page 325

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ché avrà nel suo intimo Me. Porterà per i fratelli Me, nelle Sa-
cre Specie Eucaristiche. A queste anime piccole e umili, doci-
li all’azione della mia Grazia santificante, parlerò, e guiderò i
loro passi. Le aiuterò a superare le incertezze, le difficoltà, poi-
ché “tutto” faremo insieme: io, Gesù, e l’anima umile. Sare-
mo “una” cosa sola, come l’acqua e il vino nel santo Sacrifi-
cio. Io do le mie Grazie senza misura ai poverini che cercano
con purezza di spirito Me. Tu sei la prima anima sulla quale io
opero con la mia Grazia santificante, e realizzo il mio Disegno
d’Amore. Tu sai perché ti ho scelta: a motivo delle tue mise-
rie e debolezze. Non sono i tuoi peccati, perché io, Gesù, non
li ricordo più; sono le tue angosce, le tue incapacità, le tue af-
flizioni, la nullità del tuo essere, che ti spingono a Me e ti fan-
no un’anima tutta “mia”. Al tuo cuore piccolo ho rivelato l’im-
mensità del mio Cuore ed ora anche la mia ferita d’amore. E Io,
Gesù, mi chino su di te e ti apro il mio Cuore. Ora parlo a te,
domani parlerò ad altre anime pure, sante e forti. Presto Gesù
sarà con voi nella Parola, affinché il colloquio interiore sia per
ogni anima mia rivelatore di Gesù Maestro che guida, che inse-
gna, che conduce alla santità l’anima che allo Sposo tutto vuo-
le e desidera donare. O anime piccole e deboli ma tutte mie, o
anime forti e grandi in Me, io vi dono Me nella Parola interio-
re quale dono d’amore dello Spirito Santo. Non temere, Vera di
Gesù, i silenzi. I Superiori parleranno, intenderanno.4 Il Papa
chiamerà… non ti preciso le date perché la tua pace sia com-
pleta. Io, Gesù, ti darò un segno. Questo ti dirà che Roma, nel-
la sua Madre Chiesa, apre la porta. Quando scenderà in te, gio-
isci nella tribolazione poiché io, Gesù, ti assorbo, ti completo
in Me. Gesù Eucarestia ti fa dono di Sé, dei suoi meriti e ti ren-
de partecipe della sua Immolazione. L’offerta è ora nei Cieli,
4 «I Superiori parleranno, intenderanno...». Parole profetiche: la lettera del
Rettore Maggiore D. Ángel Fernández, pubblicata in questo libro per la prima volta,
apre la porta della Congregazione Salesiana all’Opera dei Tabernacoli Viventi per la
sua realizzazione e diffusione.
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33.6 Page 326

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davanti al trono del Padre mio, e la Madre mia l’accompagna
coi suoi sospiri d’amore. I miei Angeli trepidano e gioiscono, i
miei Santi lodano e ringraziano il Creatore, Dio Padre, di tan-
to immenso amore per te, per l’umanità di oggi. Padre Gabriel-
lo sia paziente e prudente. Il suo Gesù molto, molto lo ama ed
è contento del suo ministero.
Scrivi, Vera di Gesù. Agli increduli, ai dubbiosi Gesù dice:
non voi avete scelto Me, ma io, Gesù, ho scelto voi. Non sei tu
che insegui pie illusioni, ma io, Gesù, che ti comunico la mia
parola: parola di Dio per i “poveri”. Qui, davanti a Me, nel
Santissimo Sacramento del mio Amore ove io sono vivo e vero,
vero Dio e vero Uomo, confermo la mia parola, parola di Gesù,
e la mia volontà. E la mia volontà è questa: diffondere la mia
Opera d’Amore, farla conoscere alle anime piccole perché esse
aspettano Me. Queste parole sono luce e, perché mie, devono
risplendere e non rimarranno nascoste. Il mondo ha bisogno di
Me, ed io vado al mondo nei miei Tabernacoli Viventi. Io vo-
glio abbracciare tutto il mondo, perché l’uomo non mi conosce,
non mi ama, non mi desidera. Cerco i miei templi, le mie chie-
se che camminano, e che portino e donino Me. E questa è la Vo-
lontà del Padre mio: che lo Sposo riposi sul petto della Sposa.
“Tabernacolo Vivente la Sposa” e Gesù Eucaristia, consolato,
amato, glorificato, poiché Egli trova le sue delizie vivendo, sof-
frendo, lottando amando con le “sue” creature. Dio Creatore.
Tabernacoli Viventi, luce dei miei occhi, fiamma ardente d’a-
more che sale a Dio in Me, invocate la mia misericordia, dona-
tevi a Me per l’avvento del mio Regno. Io sono la luce che dis-
sipa le tenebre. Io sono la Via, io la Verità, io la Vita: Gesù!».
Roma 7-3-1969
«Sono Gesù Eucarestia. Un ultimo saluto da questa città che
nella sua Chiesa ti è stata Madre misericordiosa. Ora va e con-
tinua il tuo compito finché sarà completato. Hai fatto quanto io,
Gesù, ho voluto. Non tutti i fini per ora ti sono palesi, ma sia in te
questa certezza: dovevi essere qui per offrirti in Me al Padre mio
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33.7 Page 327

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nel mio Sangue prezioso, per ricevere la benedizione che i miei
santi Pontefici ti hanno elargito dal Cielo. Ora continua il tuo
viaggio e porta a compimento il “mio mandato”. Sì, le mie paro-
le sono queste: ti aspetto lassù, con i miei Santi, con i miei An-
geli quando avrai compiuta tutta la mia Volontà. Ti saluto così
da questa Città santa: “a rivederci in Paradiso”! Gesù che ama i
piccoli. La Santissima Trinità viva sempre in te, nelle mie ani-
me, perché io, Gesù, lo desidero per amore. Ripeti spesso e invo-
cami così: “viva Gesù Eucaristia”! Ti sia di conforto pronuncia-
re queste mie parole che esprimono tutta la mia Opera d’Amore.
Domani verrò, e tu attendimi e seguimi. Gesù».
Savona 10-3-1969
Gesù Eucaristia
« L’obbedienza che ti ho affidata è frutto della santa Gra-
zia che tu non meritavi. O Vera di Gesù, se tu capissi quale è e
quanto è il mio amore per te, per le anime povere! O figlia mia,
sii benedetta ancora nel mio Santo Nome: Gesù! Con te, larga-
mente, benedico Gabriello e coloro che credono a questo mio in-
spiegabile amore per i piccoli e poverini. Benedetto sia perciò
Don Borra che crede in Me; benedetti quei Sacerdoti che aderi-
scono in silenzio, in umiltà al mio Disegno d’amore. Benedetta
sia Rosa, tua sorella, poiché in Me ha creduto e crede. Io, Gesù,
accrescerò questa fede affinché, quando sarà giunta l’ora della
mia chiamata dal Vaticano, la vostra gioia sia completa in Me.
Tu appartieni alla mia Opera: questa è la mia Volontà, la Volon-
tà di Gesù Sacerdote Eterno. Scrivi, figlia mia, sii forte! Il San-
to Padre crede, crede a Me, a Gesù, alle mie parole, ai miei Mes-
saggi. Vera di Gesù, sii umile e paziente, e aspettami. Pazienza
nell’attesa della mia Parola, pazienza in famiglia, pazienza col
prossimo tuo. Per i tuoi fratelli scrivi, per le anime che attinge-
ranno fede e slancio di fervore eucaristico. Pazienza nell’atte-
sa dell’Angelo che io, Gesù, ti ho promesso. Sì, verrà. Verrà dal
Cielo mandato dal Padre mio perché la mia Volontà si compia
fino all’ultimo in te. Pazienza nell’attesa del “segno” rivelato-
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33.8 Page 328

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re del mio amore e della mia Volontà al Santo Padre. La pazien-
za che vi chiedo sarà virtù acquistata da voi con sofferenza, ma
meritoria. Fatevi pazienti e umili come Me! Io, Gesù, sono con
voi e in voi: vi guido, vi sostengo, vi incoraggio, vi ammaestro.
Se mi invocate con fede e con amore, io non mancherò di far-
mi sentire in voi, affinché la vostra pace, turbata, ritorni a voi
dal mio Spirito Consolatore. Ecco, io non vi lascio, sono con
voi nella santa Grazia santificante; sono con voi con la mia pa-
rola fino all’ultimo. Io sono il Buon Pastore che non abbando-
na le “sue” pecorelle. Vera di Gesù, Gabriello, mio amato Sa-
cerdote, anime mie, ascoltatemi, seguitemi. L’anima che vive
di Me e per Me nel mio mistico Sacrificio, deve essere sotto-
messa alla mia Chiesa, al Sommo Pontefice. Deve in Me donar-
si al Padre mio per mezzo della Madre mia. Deve in Me donarsi
al fratello. Ciascuno di voi mi abbracci nelle circostanze quo-
tidiane, nella carità verso i fratelli. Lo sforzo costante sia quel-
lo di vedere in tutti e in tutto, Me, Gesù. È così che io scendo
fra voi, è così che vengo e mi rivelo a voi. Allora mi porterete in
voi, e mi avrete anche su voi. Sì, voglio i miei Tabernacoli Vi-
venti perché essi saranno nell’umanità la luce per fratelli lontani
dal mio Essere, Dio, loro Padre e Creatore. Vera di Gesù, impe-
gna le tue forze le tue fatiche per Me, per i tuoi fratelli. In queste
mie parole, in questi miei Messaggi, c’è tutta la carità che puoi
donare al tuo prossimo, vivendo, soffrendo, scrivendo per esso.
Tu, per la gloria del Padre mio, tu per gli uomini tuoi fratelli. Dì
alle anime, dì al mondo intero il mio amore di Salvatore, la mia
grazia. Ripeti con Me, con i miei Angeli:
“Viva Gesù Eucarestia. Venga presto il Regno dell’amore
di Dio per Gesù Eucarestia. O Maria, Madre di Gesù, insegna-
ci ad incarnare Gesù Ostia Consacrata, a portare Gesù, a dona-
re Gesù. Maria Santissima Ausiliatrice, sii nostra Madre, nostra
Maestra, nostra Regina. Noi ti eleggiamo insieme ai tuoi San-
ti, davanti al trono della santissima Trinità, nell’adorazione de-
gli Angeli a Dio Padre, a Dio Figlio, a Dio Spirito Santo, Madre
della nostra anima eucaristica affinché tu la prepari e la dispon-
ga a divenire quel Tabernacolo vivente desiderato e voluto dal
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tuo Gesù. Nella tua mano di Regina dei Cieli e della Terra, de-
poniamo noi stessi. Abbi pietà, Maria, delle nostre debolezze,
delle nostre miserie, delle nostre incapacità. Sollevaci dalla ter-
ra affinché da qui noi viviamo e siamo per il Cielo, per il Regno
del figlio tuo. Nella tua mano è la nostra piccola offerta: lavala
con le tue lacrime, immergila nel Sangue prezioso del tuo Gesù
ed uniscila a quella dei tuoi Santi, di tutte le anime purganti, di
tutte le anime che vivono sulla terra. Allora nel tuo Fiat, o Ma-
ria, salga il nostro fiat; fa’ che sia puro fa’ che sia santo, fa’ tu che
sia degno di Gesù. Ora, Maria santissima Madre nostra, dispo-
nici ad accettare quanto Dio Padre, in Gesù Cristo, ha stabilito
per noi, perché la sua volontà sia manifesta al santo Padre, per-
ché l’Opera d’amore di Gesù, scaturita dalla ferita del suo divin
Cuore, sia manifesta ai suoi chiamati, per quella spada di dolo-
re che trapassò l’anima tua. O Maria, ascoltaci, o Maria esaudi-
scici, o Maria soccorri i tuoi figli. A te la nostra vita, affinché tu
la metta in Gesù e, in lui, sia vita che salva le anime, sia vita che
rinnovi e trasformi la vita degli uomini quaggiù. A Gesù Vita, la
nostra vita, umilmente la offriamo per Maria Santissima in unio-
ne ai nostri amati Santi, nell’unica, nella sola offerta di Vittima
che è Gesù Cristo Nostro Signore.”
Sei nella mia Santa Grazia, hai scritto nel mio Santo Nome:
Gesù! L’obbedienza viene da Me, Gesù, ed è unita alla mia ob-
bedienza al Padre mio, nel “fiat” della Madre mia. Gesù a Vera,
per rassicurarla che tutto viene da Me: Gesù!».
Savona 12-3-1969
«Scrivi nel mio Nome Santo, Gesù!
Obbedienza, carità, amore! Tre fiori della Santa Grazia con
i quali l’anima “mia” deve venire a Me.
Queste sono tre vesti, tra le più splendenti, di cui amo vedere
adorna la mia Sposa. Vera di Gesù, queste vesti non si indossa-
no, ma si assumono fino a diventare anima orante che prega con
Me e in Me, obbedendo al Padre fino a divenire Me, perché nul-
la è rimasto ormai nell’anima “vecchia”, fino a divenire “fiam-
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33.10 Page 330

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ma” che arde e brucia perché io, nella pienezza del mio amore,
vivo eternamente in voi. Rifai il cammino della tua vita trascor-
sa, e soffrirai le pene dell’agonia che io, Gesù, soffrii per amo-
re tuo. Ora, un poco alla volta, la tua anima sarà immersa nel tuo
passato di peccato perché così Io, Gesù, desidero per il bene tuo
e di altre anime. Ora che conosci il mio amore, scorgerai nel-
la mia atroce Passione e Morte tutti i tuoi peccati, e le mie Car-
ni martoriate per amore tuo, e il mio Sangue, soprattutto il mio
Sangue prezioso, che ho versato sulla terra, e cioè su te. Ti dis-
si a Roma: “rifaremo insieme il cammino della Santa Croce e
del mio Calvario”. Io ora ti immergo, sebbene nella mia luce, in
quella creatura che eri prima. Se in passato il tuo dolore e penti-
mento è stato sincero e profondo, oggi deve portarti ad agoniz-
zare con Me, per te e per i tuoi fratelli affinché anch’essi siano
partecipi di Me. Coraggio, Vera di Gesù, io sono con te. Ricevi-
mi così come io desidero unire te, povera anima piccola, a Me,
nella mia Passione. Questo rinnovamento ti donerà quella vir-
tù della umiltà che io voglio vedere brillare in te come una perla
preziosa. Pertanto ti riporto a rivivere, soffrendo, il lungo tempo
in cui, non amandomi, eri nel mondo, infangata di mondo. Risa-
liamo così, insieme, il Calvario, e la Croce di questa penosa sof-
ferenza sia, per il mio Sacrificio rinnovato per te, l’espiazione
quaggiù dei tuoi peccati. Vera di Gesù, piccola Ostia a Me con-
sacrata dal Sacerdote: non c’è olocausto senza espiazione, non
c’è offerta senza dolore, dolore che macera, che distrugge ogni
ombra di passato. Io, Gesù, ho perdonato, io, Gesù, ho dimen-
ticato, e nulla ricordo se non il tuo cuore amante. Tu non sof-
friresti la mia Passione se non soffrendo per le tue stesse colpe.
Ecco perché riapro in te le ferite del tuo passato. Quando l’ani-
ma tua troverà sollievo in Me, rivela a padre Gabriello ciò che
ho permesso di vedere alla tua anima. Non ora perché sei im-
mersa nell’agonia della mia Passione. A Vera confermo le mie
Parole per quell’obbedienza con la quale essa, poverina, è uni-
ta a Me nella santa Croce, nella Croce d’Amore del suo Gesù.
Vera di Gesù ha scritto per mia Volontà, per sé e per le altre ani-
me. Io sono la Porta per la quale le mie anime entrano nel Regno
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34 Pages 331-340

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34.1 Page 331

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del Padre mio. Io sono la Vita: rimani in Me, nella Vita affinché
la vita terrena si estingua nella mia, e doni frutti di Grazia, doni
alla vita umana la mia Vita. Altre anime fecero per te tutto que-
sto, in Me; ora tu in Me, per i miei Sacerdoti e per sempre. Gesù
ti benedice, Gesù Vittima in te, ora piccola Ostia. Gesù ti ama
tanto, tanto. Gesù vi ama. Gesù per tutti!».
Sv. 16-3-1969 Viva Gesù Eucaristia.
« Scrivi le mie Parole perché solo queste possono ridare fi-
ducia agli uomini. La mia Opera vedrà la luce se si saprà atten-
dere con fiducia e serenità. Verrà tempo in cui voi riconoscerete
l’adempimento delle mie rivelazioni. Fatevi trovare pronti e non
dubbiosi. Perché dubitate? Di chi mai dubitate! La mia Opera è
lanciata ed io, Gesù, apro la Via d’Amore. Ti ho dato, prima del-
la chiamata locale, il segno rivelatore del Papa. So che tu l’hai
creduto, ed hai atteso. So che Gabriello soffre di incertezze. Vera
di Gesù, se rimanessi sola a credere e a lottare, mi seguiresti fino
all’ultimo? Io ti darò amore, tanto amore da donare a Me, Gesù,
alle anime mie, alle anime tutte. Vieni, povera e piccola sposa, e
riposa in Me: sul mio Cuore Eucaristico. Il dattiloscritto doveva
essere preparato a suo tempo. Ma io, Gesù, sarò sempre il Divin
Riparatore. Non temere, e confida in Me, Gesù! Io sono con te.
Sarò con te fino alla fine!».
Savona 20-3-1969
Gesù: «Vera, Vera di Gesù, scrivi. Devi proclamare al mon-
do la mia Divinità e la mia Umanità racchiusa nelle Sacre Spe-
cie: l’Eucaristia! Di questo Pane voglio nutrire le vostre anime,
per questo Pane voi vivrete, perché Esso è Me: Gesù. Perseve-
rate nella mia Parola, nel mio precetto d’amore, e nutritevi di
Me. Io, Gesù, vi trasformo in Me! Sì, i chiamati alla mia Men-
sa sono molti, ma pochi raccolgono l’invito del loro Re. Pensa
Vera di Gesù, è un Re che vi invita poiché egli è Sovrano e ha il
suo Regno nei Cieli. È un Re velato nel suo splendore, umile per
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34.2 Page 332

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voi, piccolo per voi di quaggiù. Questo Re Eucaristico è Gesù,
è Dio, è la Trinità Santissima, è lo Spirito Santo, l’Amore. Ora
io sono in te, nella tua anima, Uno e Trino, e verso la mia Gra-
zia. Più l’anima è vuota di sé, libera del mondo, maggiormente
io discendo in questa e vi dimoro. Dimora in te, perciò, il Re, il
Re dell’universo e, soprattutto il Re della tua anima. Ma io non
cerco sudditi, bensì eredi del mio Regno che dono a voi median-
te la mia Croce d’Amore. La mia Croce d’Amore ora è l’Ope-
ra dei Tabernacoli Viventi. La diffonderò nelle mie anime, su-
sciterò nei miei Chiamati l’ardore eucaristico poiché gli invitati
saranno molti. Quanti accoglieranno l’invito del loro Re? Ep-
pure per la via della mia Opera d’Amore, io, loro Re, desidero
farli più partecipi di Me, eredi del Regno mio dei Cieli. Vera di
Gesù, quanti mi seguiranno? Quanti mi incarneranno? Se le mie
anime si abbandonassero più fiduciose al mio amore di Padre,
come coprirei le loro miserie con le mie ricchezze, con i miei
Doni! Non tema il Tabernacolo Vivente la nullità del suo esse-
re. Chiedo, direi quasi esigo, abbandono, fiducia in Me, e a tutto
ciò che manca al mio misero tabernacolo, darò io, Gesù! Chie-
do umiltà, generosità, amore, amore, amore. Ho scelto un taber-
nacolo forse spregevole per il mondo, ma non per Me. Io lo fac-
cio bello con la mia Grazia! A lei sto donando tutto perché io,
Gesù, gioisco nel donare. Voi svuotate il vostro cuore di voi stes-
si, perché possa discendere il mio amore. Voglio cercare e trova-
re riposo in te, figlia mia, nel tuo povero cuore. Perché ti affliggi
se non sai amare? Bisogna isolare l’anima, staccarla dalla ter-
ra perché sia immersa in Me. Allora sentirai di amarmi un po’.
Sentirai di amare Gesù di puro amore. Anche questo amore sa-
rebbe limitato poiché io attiro l’anima alla completezza dell’a-
more puro. Perciò amarmi vuol dire per ora soffrire, soffrire di
non sapermi amare. Anche questo è amore. Ora l’amore puro è
simile ad una goccia di miele che io verso nell’anima attraver-
so l’Eucarestia. Io venendo in voi, compio lavoro di purificazio-
ne, lavoro di redenzione, lavoro di sublimazione dell’anima in
Me. Ora nessuno arriverà a questo amore sensibile senza di Me,
cioè senza l’Eucaristia. Ora il mio Tabernacolo si rifugi in Me,
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34.3 Page 333

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nel suo Gesù Eucaristico: Io preparerò la sua anima a “portare
Me”. Confidi e non si turbi! Io sono Gesù!».
Deserto 25-3-1969 ore 22 e 45
«Vera di Gesù, scrivi, scrivi per obbedienza, obbedienza d’a-
more e di fede. Io sono Gesù, figlio dell’Altissimo, incarnato nel
seno della Vergine Maria. Ti do un annuncio di pace e di bene per
la tua anima: scenderà l’Angelo della promessa, e tu lo chiame-
rai l’Angelo della Croce d’Amore di Gesù. Egli ti aiuterà a por-
tare la mia Croce, e insieme verrete a Me. Io ho promesso, io,
Gesù, mantengo. Parola di Gesù alla sua povera sposa. Gesù».
Deserto 28-3-1969
«Vera di Gesù, scrivi, sono Gesù Eucaristia! Scrivi che nel-
la mia Grazia, è l’Amore. Ti do pace, ti do serenità, ti do Me:
Gesù! Ora sono consolato perché hai ascoltato la mia voce! Tu
sei la “mia” pecorella che io tengo fra le mie braccia di Padre.
Tu, povera e sofferente sei nel mio Amore. Come ti porto a Me,
come ti attiro, tu ancora non lo sai, né lo saprai mai quaggiù.
Non devi temere. Chi ti difende, chi ti protegge è Gesù. Io farò
luce ove c’è tenebra, io provvederò a tutto e a tutti. Queste tribo-
lazioni presenti sono il balsamo della mia sofferenza. Vedi, io le
ricevo nel mio Sangue prezioso, e lungo la via dolorosa del Cal-
vario, tu mi accompagnerai con la tua povera crocifissione. Ti
ho guardata allora come anima da riscattare, ti ho guardata an-
cora come anima da conquistare. Ora sei fra le “mie” Marie. Ora
così io, Gesù Appassionato, ti vedo. Vieni, anima mia, ti porgo
sempre la mia Croce d’Amore. È tua, è per le anime a Me consa-
crate, è per le anime che cercano in purità di cuore, in generosa
umiltà, Me, la mia vita intima, mistica, di fusione di anima con
Me, Gesù. Vi ho viste, anime mie, lungo il Calvario, e già da al-
lora il vostro amore mi consolò. Ora cerco questo amore che io
ho pagato col mio Sangue, chiedo questa offerta nella mia stes-
sa Immolazione al Padre. Ricorda, anima mia, e non dimentica-
333

34.4 Page 334

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re che tu oggi puoi amare in Me il Padre, essere consumata per
Me, per la mia Gloria, perché io mi sono consumato per te. Ora
guarda i tuoi fratelli, i nostri fratelli lontani, e non voler nega-
re loro quanto io, Gesù, ho donato gratuitamente a te. Non vo-
ler negare la gioia eucaristica che viene dal ricevere Me, e le ef-
fusioni di amore e di grazie che io so dare ai miei figli affranti
e travagliati. Nell’amplesso eucaristico vedranno Me, assume-
ranno Me e si salveranno. Figlia mia, tesori di Grazie riverserò
per i miei chiamati, per i miei Tabernacoli, se essi vorranno se-
guire Me, Gesù».
Savona 30-3-1969 Domenica delle Palme.
«Gesù Eucaristia in te.
Scrivi, Vera di Gesù, sono Gesù Eucarestia in te! Vivo nel-
la tua anima, in essa abito e ho fissato qui la mia Dimora. Sì, è
vero, porti Me perché hai Me. Insieme dobbiamo andare a visi-
tare i fratelli per attirarli ai pensieri di pace e di eternità. Scrivi,
Vera di Gesù, mi manifesto. Ho visitato questa Casa con la santa
Grazia. Io, Gesù, ho preso dimora nelle Sacre Specie in questo
Tabernacolo, ma c’è chi mi resiste. Io, Gesù, vi ho guardate e vi
guardo perché siete nel mio Pensiero. Ora, la Madre mia Maria
Santissima farà opera di persuasione per ogni vostra anima af-
finché voi intendiate il linguaggio di Dio! Rosa mi segua affian-
cata a te, con lo sguardo fisso alla meta. Indulgente nei limiti,
sgombri la mente e il cuore dai pensieri terreni. Si elevi a Me,
al suo Gesù, per mezzo della mia Grazia Eucaristica. Io, Gesù,
voglio trarla dalle tribolazioni che soffocano lo spirito. Io vo-
glio che venga a Me per la via che ho insegnato a te. Perciò essa,
con l’aiuto della mia grazia, rimuova con fermezza gli ostacoli
che le impediscono di venire a Me, Gesù Eucaristico. Se mi bra-
ma, mi cerchi, e se mi cerca io, Gesù, mi farò trovare. Lo sforzo
compiuto per raggiungere la meta, sarà da Gesù enormemente
ricompensato. Devi dire che io, Gesù, ho vinto anche la morte.
Chi rimane in Me e persevera sino alla fine, vincerà in Me, per-
ché insieme vinceremo lo spirito di questo mondo. Allora, come
334

34.5 Page 335

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Lazzaro, risorgerà l’anima che le è cara, che mi è cara. Ma tut-
to questo non avverrà se l’anima di Rosa non sarà in Me, non vi-
vrà che per Me, per la gloria del mio Regno. Ora Rosa ha una
guida intima da seguire, e che il suo Gesù le rivela per riversare
in essa onde di tenerezza, amore filiale, conforto e luce. Voglio
che cammini nella Luce; voglio che veda che io, Gesù, tanto la
amo perché, se pur se nelle miserie, tanto la prediligo. O Vera
di Gesù, scrivi ancora! Portami con te, Vera. Portami ai piccoli,
portami a chi muore senza di Me! Portami nei tuoi dolori, porta-
mi in umiltà e carità. Io, Gesù, resto sempre con te. Gesù in te».
Deserto 1-4-1969
Gesù: «Figlia, figlia mia, è Gesù che ti parla. Vengo a te,
scendo in te, e la mia Divina Presenza, come nel santo Taber-
nacolo, è reale. Ora, in questo momento, mi porti, e tu divieni il
mio Tabernacolo santo perché ospiti Me, Gesù Eucaristico. Que-
sto accade quando ti parlo, ti detto, mi rivelo a te. Nel mio sa-
cro Tempio cerco l’anima mia per attirarla a Me, la elevo, le do
consolazioni perché il suo spirito trovi in Me la forza, la forza
che può attingere solo dal mio amore. Venerdì Santo ti darò una
pena per amore mio. Vuoi che lo Sposo privi la sposa di sé pro-
prio in quel giorno? Tu attendimi in umiltà e in silenzio. Ciò gio-
verà alla tua anima e sarà di consolazione per Me. Devi lodare
Iddio che in Me ti ricopre di grazie, frutto della mia Misericor-
dia. Quando farò stabile dimora in te, ti manderò il mio Angelo:
l’Angelo della Croce d’Amore di Gesù! Sarà presto, perché io,
Gesù, voglio con le mie mani formare il mio Tabernacolo: un ta-
bernacolo povero per i poveri, un tabernacolo tutto mio ove di-
morare insieme ai poveri, un tabernacolo piccolo, molto picco-
lo, per andare a visitare i piccoli. Consolati, anima mia, perché
io presto verrò per te e per coloro che soffrono, che abbisogna-
no di Me. Tu mi devi “dare”, tu mi devi “portare”, perché questa
è la Volontà mia. Tu aspettami fiduciosa! Ora non sei sola: hai
Me, hai gli Angeli che adorano Me. Rimarrò ancora in te, nel-
la tua anima, sensibilmente. Preparati ad accogliermi nel Sacra-
335

34.6 Page 336

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mento dell’Eucaristia, nel mio Dono d’Amore alle anime. Scri-
vi, Gesù in te per le anime, per salvare le anime, per cercare le
anime. Gesù ti aspetta, Gesù vi aspetta. Vieni a Me, anima mia,
io, Gesù, ti cerco, ti cerco con amore. Queste parole, parole di
Gesù per i poveri, si diffonderanno ovunque, e porteranno la
mia gioia. No, non temere, tu non ci sarai poiché io, Gesù, ti di-
fenderò da te stessa. Ti sottrarrò al mondo come ti dissi, e in Me
sarà consumata la tua vita. Tanto ti ho promesso, tanto manterrò
io, Gesù. Per Gabriello valgano le stesse parole rivolte a te, Vera,
Vera di Gesù. Io sono con voi! Gesù Eucaristia».
Savona 6-4-19695
«Sono Gesù, Gesù nella santa Grazia. Scrivi. Scrivi che io
detto. La mia Presenza Eucaristica in te, è voluta da Dio che ri-
copre le sue povere creature del manto della mia Misericordia.
Perciò non temere: sei nella mia santa Grazia e nell’obbedienza.
Ora la pena cessa, ed io, Gesù Risorto, risorgerò nella tua ani-
ma per trarla dalle oppressioni alla gioia, alla mia gioia: gioia di
Gesù Eucarestia! Ora sei inferma. Hai sofferto in Me, ma l’uo-
mo vecchio stenta a morire. Vera di Gesù, fiducia! Scrivi, scrivi,
figlia mia diletta, sono io che verso la Grazia delle mie parole.
Se il mio Tabernacolo Vivente esiste,6 io vivo la mia Opera d’A-
more. Ciò non induca affatto gli altri ad estendere questo antici-
po, poiché solo per voi io, Gesù, faccio una eccezione. Gli altri
attenderanno l’autorizzazione dalla Santa Sede. Padre Gabriel-
lo e tu, siete le mie povere “pietre” sulle quali io intendo eleva-
re l’Opera dei Tabernacoli Viventi. Se queste pietre non porta-
no Me, non edificheranno la mia Opera d’Amore. Ripeto: è un
5 6.4.1969. S. Pasqua.
6 «Se il mio Tabernacolo Vivente esiste...». Don Gabriello Zucconi e Vera
come pietre fondanti dell’Opera portarono per un certo periodo Gesù nelle Sacre
Specie. Una eccezione per loro, per tutti gli altri chiamati è necessaria l’autorizza-
zione della Santa Sede.
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34.7 Page 337

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privilegio per voi poverini che lavorate per Me, e in Me. Io sono
consolato in voi, e voi siatelo in Me: in Gesù Eucaristia. Questo
Dono d’amore è per Vera, perché non si turbi più, e creda che il
suo Gesù mai l’ha lasciata e mai la lascerà. Gesù ora con te, con
le anime povere e deboli per attirarle a sé. Benedico, sì benedi-
co tutti, anche chi non mi ama. Benedico e attendo che tutti i vo-
stri cuori vengano a Me, a Gesù Eucaristia. Gesù Risorto vi dona
la Pace, la Pace che io ho acquistato col mio Sangue. Ecco io ve
la dono: si diffonda nel vostro spirito per vedere Me, per cerca-
re Me, per farvi felici in Me. Gesù Risorto con la sua Grazia in
te. Risorto per te, per tutte le anime. Va’ in pace. Io rimango in te
per attirarti, ora per ora, a Me. Gesù».
Sv. 12-4-1969
Gesù Eucaristia «Scrivi il mio amore per te, per le anime
tutte. Mi rivelo ai piccoli poiché essi hanno bisogno di Me. Al
piccolo insegno come si ama il proprio fratello, e lo aiuto a por-
tare il fardello delle sue stesse miserie. Se egli mi ascolta troverà
in Me la via che lo farà salire sino a Me: l’Amore! Dall’amore
umano, sentito e vissuto per mio mezzo, egli verrà rapito all’A-
more Divino. Allora egli sarà libero, sarà felice, sarà tutto in Me.
Il piccolo abbracci quindi con tenerezza i propri piccoli anche se
fanno soffrire, e cerchi in essi sempre e solo Me. Questo è l’u-
nico mezzo per venire a Me, per rimanere ancora nel mondo e
non essere del mondo. Vi do un precetto nuovo: “amatevi l’un
l’altro” vi dissi una volta. Vi ricordo con amore, con amore insi-
stente, lo stesso precetto poiché voi siete le anime elette del Re-
gno mio Eucaristico. Ho scelto fra i poveri la mia Dimora, e qui
vi voglio abitare nella pace e nella carità. Io sono qui per questo,
per aiutarvi nell’amore, per unirvi nell’amore, perché diventia-
te tutti “miei” come io, Gesù, sono del Padre. Sono qui per te,
sono qui per i tuoi familiari, e le mie Grazie, Grazie dell’anima,
verranno, perché i frutti matureranno a loro tempo. Io vengo a
voi per amore e vi abbraccio e vi benedico. Benedico l’anima
tua, benedico l’anima dei tuoi fratelli allo stesso modo. Bene-
337

34.8 Page 338

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dico il povero e il ricco, il giusto e il peccatore perché adesso è
l’ora della mia Misericordia. Tale e tanta misericordia, da essere
qui Pane vivo disceso dal Cielo per rigenerarvi nella mia Grazia
costantemente. Frutto dell’amore è la mia eterna consumazio-
ne nelle anime. Io voglio eternarla fra le pareti domestiche, per-
ché la mia Vita, la mia Luce non vi manchi mai, non vi manchi
più. Vera di Gesù, scrivi, scrivi: hai questo compito. Devi com-
pierlo perché sono io che detto, il tuo Gesù Eucaristico. La pena
che mi offri, io la vedo. Ti insegnerò, Vera di Gesù, ad accompa-
gnarmi, ad assecondarmi, a lasciarti portare da Me. Tu non po-
trai fare nulla senza di Me. Lasciati guidare anche nel silenzio, e
in questo attendimi umile e fiduciosa. Nel silenzio, per servirmi,
devi confidare di più in Me, e rimanere nell’umiltà. Se sei ari-
da, guarda con più amore il Cielo: questa è la Patria tua, la Pa-
tria che ti attende. Questa promessa ti sia di conforto fra le te-
nebre che ora verranno per te. Dopo sarà la luce, la luce del mio
immenso Amore Eucaristico. Vedi, Vera di Gesù, come ti guar-
do, ti seguo!? Vedi quanto e come ti amo!? Ora va’ in pace, io
sono in te, con te, e non ti lascio. Ho promesso, e con te ho stabi-
lito questo patto d’amore: Gesù e l’anima eucaristica. Io rinno-
verò questo patto d’amore per ogni anima che si nutre di Me, e
ciò sarà fino al Giudizio Universale. In questo patto, Gesù Euca-
ristia e l’anima saranno fusi. Non dimenticare, il Vino e l’acqua.
Così, ogni anima in Me, ed io in ciascuna anima, fino all’ultimo.
La mia mano benedicente ora su te, sui poveri di questa casa, sui
poveri della strada. Gesù per tutti!».
Deserto 14-4-1969
«Gesù nella santa Grazia, Gesù nell’amore, detta a te, pove-
ra. Scrivi, il mio amore è Amore Eucaristico, è Dono Eucaristi-
co. Lo rivelo a te per tutte le anime. Voglio anime “povere” che
seguano Me, che portino Me. Le cerco fra i poveri, i depressi,
i calunniati, gli offesi, i puri, i semplici. Voglio che essi abbia-
no la certezza del mio grande amore di Padre, poiché nemme-
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34.9 Page 339

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no questi piccoli io, Gesù, intendo lasciare orfani. Quante vol-
te ho ripetuto e spiegato questo mio sofferto amore per i poveri!
Non mi stancherò di ripeterlo fino a quando i miei figli avranno
bisogno di Me, fino a quando essi non avranno Me. Discenderà
ancora la notte su di te, ma tu sappimi attendere: io, Gesù Euca-
restia, ritornerò per sempre. L’anno in corso donerà anche del-
le consolazioni a voi che mi aspettate, e la luce della mia Opera
d’Amore sarà in te, sarà nei miei chiamati. Roma, in S. Pietro,
benedirà la prima pietra del mio grande Edificio eucaristico per-
ché l’anno della grande Grazia è prossimo. Verrà in quest’autun-
no la prima approvazione della Santa Sede, quando la mia Ope-
ra, nel suo contenuto, volge alla fine. Sì, figlia mia, accettami
nella Croce, accettami nel dolore, accoglimi nell’amore. Il tuo
Gesù che vive in te».
Sv. 18-4-1969
«Il mio nome è Gesù, figlio dell’Altissimo Onnipotente Dio!
Seconda Persona della Santissima Trinità, Pane vivo disceso dal
Cielo per sfamare i poveri, per alimentare i dubbiosi dei teso-
ri della verità, per condurre a compimento l’Opera di salvez-
za degli uomini, miei fratelli, consegnatami dal Padre mio. Io,
Gesù, in Cielo nella mia Gloria: Dio Uno e Trino, con la Madre
mia Santissima, la Vergine Immacolata, i miei Santi, i miei An-
geli. Io, Gesù qui con voi, in voi, su voi, per la sete di anime che
è in Me. Io sono Gesù Eucaristia. Parlo da un Tabernacolo nuo-
vo e misero. Vorrei che questo divenisse parte di Me, donando-
si totalmente a mia Madre. Ella è il Tabernacolo d’oro capace di
“portare Me”. Porta la tua anima, porta il tuo cuore, porta questo
tabernacolo a Maria.7 Ella ti riceverà nel mio amore, nell’amo-
re del Figlio suo, Gesù. Ella, Madre tua e mia, rimedierà, sup-
plirà, purificherà e con il suo amore puro preparerà il mio Nido
7 «Ella ti riceverà…»: da questo punto fino alla fine del messaggio parte
inedita.
339

34.10 Page 340

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eucaristico. In Lei verrai a Me, in Lei porterai Me ed io, Gesù,
mi lascerò cullare dalla più dolci delle madri: la mia Madre, Ma-
ria sempre Vergine. Più vivrà Maria santissima nel Tabernaco-
lo Vivente, più sarò amato lodato e glorificato. Se mi ami, Vera
di Gesù, diventa la schiava d’amore della Madre mia. Ella po-
trà e saprà esserti madre, maestra e regina della tua anima, della
tua vita terrena. Fa’ che l’Opera mia porti il nome di Maria San-
tissima. Fa’ che io viva nella mia Opera con Lei, l’Immacolata
Concezione. Ogni anima, Tempio dello Spirito Santo, può ave-
re Maria Santissima quale Tabernacolo puro e grato a Dio, se di
lei l’anima ne diviene umile ancella d’amore. Allora io riposerò
come un fanciullo fra le braccia della Madre mia. A tutto ciò ar-
riverai per grande Grazia mia, per sofferenza vissuta, per pietà
filiale di Colei che tanto, tanto ti amò e ti ama. Ora ti vede, ora
ti guarda, ora più di prima ti assiste. Raccogli tutte le tue forze
e mettile al suo servizio: Ella le governerà e le guiderà al Cielo.
Il Tabernacolo sarà santo, sarà gradito a Dio in quel Tabernaco-
lo puro e radioso che accolse il Verbo. Sono ora in te nella Pa-
rola custodita dalla Madre mia. Desidero che questa sia sempre
custodita dalla Fonte di ogni grazia perché sempre per Lei, io,
Gesù, Verbo incarnato, mi doni al mondo. Vivi la vita d’amore
e di unione con la Madre mia e vivrai di Me e per Me; annulla-
ti nel Tabernacolo d’oro che è la Madre mia e saprai “custodire
Me”. La devozione al mio preziosissimo Sangue deve essere dif-
fusa nell’Eucaristia perché la mia Carne e il mio Sangue sono il
mio Sacrificio per voi al Padre, sono l’amore mio per voi, sono
il mio Dono d’amore. Amo donarvi il mio Sangue, amo vedere
che voi cercate, desiderate, onorate il Sangue che vi dono. Invo-
catelo come benedizione amorevole sulle vostre anime: io darò a
queste lo splendore della mia Grazia, il fervore dello slancio che
vi fa salire fino a Me, alla ferita del mio Cuore. Io in te ho parla-
to e nel mio Sangue, Sangue di Gesù Cristo, benedico, benedi-
co, benedico. Trionfi il mio amore, trionfi per il mio Sangue pre-
ziosissimo. Gesù vivente in te!».
340

35 Pages 341-350

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35.1 Page 341

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XII LIBRETTO
“Viva Gesù Eucaristia”

35.2 Page 342

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Deserto 20-4-1969
«Il mio Nome Santo: Gesù! Ti do la mia Forza, la mia Bene-
dizione. Gesù nell’anima, presente in te, povera sposa di Gesù.
Ora riposa, l’obbedienza alla mia parola è terminata così per ora.
Gesù Eucaristico!»1
Savona 27-4-19692
«Sono Gesù. Viva Gesù Eucaristia! Padre Colosio deve far
pervenire la mia Opera d’Amore completa nelle mani del San-
to Padre. Desidero che sia consegnata personalmente a lui e poi
letta e vagliata dagli altri. Il santo Padre Paolo VI condurrà da
Roma la mia Opera e guiderà i “miei Tabernacoli”. Egli è il Noc-
chiero della mia Barca e fra le tempeste impetuose che si abbat-
tono su questa, condurrà al largo, in acque tranquille, i miei fi-
gli “Chiamati”. Con i miei Messaggi d’Amore, io, Gesù, intendo
mettere nelle mani del mio Vicario in terra i destini della Chiesa
di domani, della nuova Chiesa. Egli, Paolo VI, è ripieno di Me,
dello Spirito Santo; Egli “vede” e “vedrà” e nelle mie parole noi
ci riconosceremo. Ora preparate la via per Me e cioè lavorate
alacremente e donate presto al mondo, alle anime mie la Parole
di vita che io ho donato a voi. Non serbatele solo per voi, sono
per tutti. Lavorate affinché la mia Opera d’Amore venga conse-
gnata presto a Colui che, per mia volontà, nella mia Chiesa lega
e autorizza e diffonde questa Croce nuova d’Amore che è il mio
Tabernacolo Vivente.
A Vera, il mio Angelo: S. Raffaele, Arcangelo di Dio, per-
ché nel cammino sia guidata da un “inviato di Dio” col quale
essa potrà condurre a termine il compito assegnatole da Dio Pa-
dre per mio mezzo, Gesù. Questo Angelo ti guiderà, ti proteg-
gerà fino al termine della tua vita terrena, fino a condurti a Me:
nella Patria, nella Dimora mia del Paradiso.
1 Messagio inedito
2 Messaggio inedito.
342

35.3 Page 343

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Ecco3 che tu, Vera di Gesù, hai ricevuto questo privilegio per
la Gloria di Dio, perché si adempia la Sua volontà fino alla fine.
Egli ha sostituito il tuo precedente Angelo Custode, che ora, con
Me, è in adorazione della Santissima Trinità ovunque io sono
nelle Sacre Specie Eucaristiche. Ora comprendi, leggi e medi-
ta… Raffaele non parla come il tuo precedente Angelo, Raffaele
ti porta, ti guida, ti insegna ispirandoti i miei Desideri la mia Vo-
lontà. Non cercare le sue parole, saranno rare, ma renditi doci-
le alle ispirazioni buone e mistiche: vengono da Raffaele. Ora è
con te, sulla tua strada e qui rimarrà, al tuo fianco. Io, Gesù, pro-
metto e mantengo. Poi verrà la Luce, poi ti donerò la mia Luce,
quella che intendi tu perché la Luce è sacra, è santa è Me. Ti pro-
metto la mia parola più sovente. Amami, Vera di Gesù, io voglio
essere amato, molto, molto, molto. Amami e dimenticati in Me.
Io, Gesù Eucaristia, voglio rimanere in te. Sono io, Gesù, che lo
desidero. Hai la mia parola, parola di Gesù. Figlia mia, ti bene-
dico! Gesù nella Santa Grazia».
Sv. 30-4-1969
«Scrivi, figlia mia diletta, è il tuo Gesù che ti parla! Vieni,
figlia mia, accostati a Me al mio Costato. Qui c’è l’amore, il
vero amore. Sì, per obbedienza scrivi e in nome di questa santa
obbedienza verrai a Me. Ti avvicini sempre di più all’amore, al
puro amore mediante l’obbedienza e l’umiltà. Ora abbandona-
ti a Me. Non voler vedere nel mondo se non Me, attraverso Me.
Io, Gesù, ti farò grazia: vedere tutto e tutti in Me. Devo forma-
re il mio Tempio nuovo, devo purificarlo, ma a ciò varrà il mio
Sangue. Scrivi, sono io, Gesù, che guido la tua anima. Io, Gesù
Sacerdote Eterno, Pastore di anime. Io erigo il mio Tempio con
la mia Grazia dalla tua pochezza, e su questa costruisco la mia
Chiesa. Sono io, Gesù, che la formo, la adatto secondo i tem-
pi e secondo la verità. Io sono sempre la Via, la Verità, la Vita.
3 Da «Ecco…» fino a «Santa grazia»: Messaggio inedito.
343

35.4 Page 344

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Vangelo di vita, per la vita di domani ove io, Gesù, continuo a
insegnare come è sempre possibile venire a Me. Tu sei un po-
vero esempio sul quale il Padre mio si è compiaciuto comin-
ciare. Rosa tua sorella, sarà un altro esempio. E altri esempi
ci saranno per convincere le anime che io, Gesù, nell’amore e
nell’azione dello Spirito Santo, sono Colui che pasce le sue pe-
core. Vi guido, vi inseguo, e se saprete essere sensibili alla mia
Voce, non camminerete mai nel buio perché avrete Me quale
Luce. Quanto hai scritto viene da Me, tu non pensare agli al-
tri. Pensa solo che hai fatto contento Me obbedendo. Non vo-
glio in te questa preoccupazione; tu servi a Me come sei, ser-
vi alla mia Opera d’Amore. Oltre l’obbedienza ai Superiori, al
Sacerdote, non ci sarà per te comprensione, né guida, né rifu-
gio spirituale. Riferisci tutto a Me, alla mia Gloria, e convin-
citi che, già da questa terra, tu hai cominciato con Me a vive-
re per il Cielo. Se non lo vedi, io però lo preparo per te, per le
anime mie in particolare. Coraggio e fiducia! Vera di Gesù, il
mio Cuore ferito d’amore è un Cuore di Sposo perciò è anche
geloso della più povera e misera sposa quale sei tu per Me. Tu
mi porti ed io ti conduco e insieme ci avviciniamo alla Dimo-
ra celeste. Rimani in Me, sposa del mio Sangue! Io, Gesù, ho
voluto rivelare la mia Presenza Divina attraverso la mia Paro-
la, per testimoniare agli uomini di buona volontà che, attraver-
so la grazia santificante della Santissima Eucaristia, io, Gesù,
dono la mia Parola ai poveri piccoli. Gesù Uno e Trino nelle
Sacre Specie».
Deserto 6-5-1969 Viva Gesù Eucaristia!
«Vera, sono io, Gesù, non temere! Mi riconosci? Ora scrivi.
A Gabriello deve arrivare il mio incoraggiamento per il lavoro
intrapreso. Io lo assecondo con la mia Grazia, lo dirigo secon-
do la mia volontà che è desiderio di esternare il mio amore a lui
e alle anime mie. Sono prigioniero, prigioniero per amore. No,
non voglio lasciarti, lasciarvi, voglio rimanere con te, con le ani-
me, sempre. Per ora è così: silenzio, silenzio, silenzio. Cammi-
344

35.5 Page 345

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na con Me. Io sono la luce che guida la tua anima anche se non
vedi, non senti, non sai più che io in te vivo, vivo. Il mio amore
fatto di carità ti perdona, ti solleva, ti attira. Spera in Me, spera
in Gesù! Ritorna, ti aspetto, ti darò forza, ti aiuterò, e non teme-
re. Gesù a te, piccola anima eucaristica!».
Deserto 9-5-19694
«Scrivi il mio Santo Nome, Gesù! Scrivi perché io detto. Io,
Gesù, guido la tua mano come guido la tua anima. Al povero e al
piccolo vorrò sempre parlare perché per esso io parlo e mi mani-
festo. O Vera di Gesù, voglio attraverso te scrivere alle mie ani-
me. Voglio rivolgermi ai Sacerdoti che attendono Me, sono: Pa-
dre Colosio, don Borra, don Bocchi, sono coloro che hanno Me
come te. Scrivi per Padre Colosio: “Tu sei il sentiero dove la mia
Opera d’Amore deve camminare. Tu sei la via più breve per ar-
rivare a Roma. Padre Colosio è la mia staffetta: la staffetta di
Gesù! Portami nella mia Opera d’Amore a Roma, nella sede di
Pietro. Gesù che si serve di te”.
A don Borra Gesù dice: “tu sei l’avvocato delle mie anime
presso il Cuore della Madre mia. Tu perora la salvezza, la luce
mia per le anime sacerdotali. Il tuo Gesù ti preferisce nella con-
tinua immolazione della Croce per la Causa sacerdotale. Gesù
in te sempre”.
A don Bocchi un saluto, un richiamo che parte dal profon-
do del mio Cuore: “sono Gesù nella Parola ai piccoli e ai poveri,
sono Gesù nei tuoi piccoli, in quelli che mi dai, in quelli che mi
formi, in quelli che mi prepari.5 Sono Gesù nel mandato d’amo-
re che ti rinnovo. Questa è la volontà del Padre mio: accettami”.
“A te, Franco, la mia Parola, la mia Benedizione. Avrai da
fare molta strada con Me, ma io in te vivrò e vincerò.” A Franco
4 Messaggio inedito.
5 Don Bocchi aveva formato un cenacolo dei bambini che preparava per la Pri-
ma Comunione che poi continuava a seguire.
345

35.6 Page 346

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devi dire che io, Gesù, lo amo molto, molto, molto; che sono in
lui come lui è in Me. Questa certezza sia fede che cresce, sia for-
za che lo animi, sia coraggio che muova a cose più grandi. Gesù
nella Santa Croce e nell’Amore.
Ancora scriveremo, Vera di Gesù, ancora e a tutti i Sacer-
doti prima che la mia Opera d’Amore sia conclusa in Me. Gesù
oggi ti accarezza. Va’, figlia mia, resto vicino a te. Gesù nella
santa Grazia».
Santuario della Madonna della Misericordia di Savona 11-5-1969
«Scrivi, io detto: sono Gesù nel mio Sangue preziosissimo,
nella mia Immolazione al Padre per voi, per ispirare in voi pen-
sieri e desideri buoni di amore, di carità, di purezza. Sono nelle
Sacre Specie l’Eterna Vittima che si offre e ripara per voi. Oggi
la mia Misericordia si espande per Colei che presso Dio invo-
ca per te, per le anime tutte: Misericordia. Stenderò un velo col
quale (interrotta)».
Deserto 12-5-1969
«Scrivi: parla Gesù Eucaristia. Viva Gesù Eucaristia! Viva
Gesù Eucaristia, Uno e Trino! Sono qui nella mia Parola d’amo-
re per consolarti, per consolarvi. Devi dire a Rosa che io, Gesù,
la amo molto, molto. Che i miei messaggi d’amore sono rivol-
ti a lei, ad anime soprattutto come la sua. Devi dire che io, nel-
la mia immensa bontà, l’ho prescelta quale Sposa mia Eucaristi-
ca. Vera, Vera di Gesù, cerco anime che abbraccino la mia santa
Croce con Me. Cerco nei piccoli questo amore nell’offerta co-
stante in Me. Cerco te, cerco il tuo dolore, il tuo squallore, cer-
co chi mi ama; cerco gli afflitti, i sofferenti, gli oppressi; cerco
i diseredati dai beni del mondo, cerco queste anime. Con quale
esercito io, Gesù, combatterò il nemico delle anime? Siete voi,
figli miei amati, la lega di anime: sono le vostre lacrime, i vostri
dolori; è l’accettazione della mia Volontà, è Me in voi nella san-
ta Croce! Il silenzio non vi opprima, non vi scoraggi. Io, Gesù,
346

35.7 Page 347

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sono con voi. Vera di Gesù, non abbandono le anime per le loro
miserie, perché per voi sono venuto e con voi voglio rimanere. I
Tabernacoli Viventi sono la rivelazione più ardita del mio Amo-
re: il Padre che non abbandona mai il figlio, lo Sposo che non sa
staccarsi dalla sposa, l’Amico che vuole l’amico col quale con-
versare ed effondere la sua amicizia. Mentre l’umanità si perde,
io avanzo con i miei Poveri, e con essi io, Gesù, vincerò, trion-
ferò. Ti insegnerò che è Croce, Croce accettata con amore, quel-
la del Tabernacolo. L’esperienza è dura più ora che nel passato,
ma tu, attraverso le ispirazioni del tuo Angelo, imparerai. Per te
è dolore “portare Me”, e lo sarà per lungo tempo. Ti ho manda-
to un Angelo, l’Angelo della Croce d’Amore di Gesù, perché
ti aiuti a portare Me: l’Eucarestia! Essi adorano, essi riparano,
essi ti guidano. Figlia mia benedetta, vieni a Me. Il tuo Sposo
ti attende! Il nostro incontro è nel mio Santo Sacrificio. Qui io,
Gesù, ti immergo in Me, qui tu sei in Me e nella mia santa Gra-
zia, io ti offro in Me al Padre mio. Venite anime mie, lo Spo-
so attende! Vera di Gesù, sono io, sono il tuo Gesù: non temere,
non essere vittima della depressione, offrila a Me, offriti in Me.
Tutto accetto, tutto prendo e tutto purifico. Offriti per il lavoro
di Gabriello, offriti per la mia Opera, perché giunga presto nelle
mani del Santo Padre. Dopo le “offerte”, scriverai, scriveremo,
lavoreremo insieme: io e te. Tu sii umile e paziente e sii grata a
Gesù che sparge nella tua vita anche la grazia della sofferenza.
Resto in te, e ti effondo i profumi del mio Amore. Figlia mia be-
nedetta, riposa in Me. Gesù che vede!»
Deserto 13-5-1969
«Sono Io, sono il tuo Gesù nell’anima. Voglio rimanere con
te, voglio conversare con te. Io parlo alla tua anima, e tu rispon-
dimi. Vera di Gesù, scrivi il mio amore, quello che io dono a
te. Chi ti porta, chi ti conduce ai verdi pascoli? -Tu, Gesù mio.
Chi ti sostiene nelle incertezze? Ora rispondo io: la mia Gra-
zia. Nelle tenebre in cui ti lascio, come cammini? Ora rispondi
tu. – Non cammino, mi sento ferma e soffocata. Invece cammi-
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35.8 Page 348

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ni e avanzi, malgrado le tue misere cadute, perché io Crocifisso
mi offro per te al Padre mio, e prego e riparo. Se vacilli, Vera di
Gesù, io mi chino e ti rialzo. Nelle tentazioni, quando l’inquie-
tudine ti assale, io ti riconduco alla preghiera. Se non sai inse-
gnare, io ti guardo e soffro di questo amore che non sai dare. O
Vera di Gesù, quanto sei niente, quanto sei piccola e quanto ti
amo, io, Gesù! Ti rinnovo e ti purifico tutti i giorni; ti preparo
sempre per Me. È questo Dono il battito del mio Cuore Euca-
ristico. Così tu lo devi saper ascoltare perché la mia tenerezza
pervada il tuo cuore. Vuoi scrivere ancora per Me? – Sì, Gesù,
subito –. Scrivi ad un Salesiano che mi sta molto a cuore, così.
Tu non pensare chi esso sia perché il suo nome te lo rivelerò in
ultimo. “Tu mi rappresenti nella Chiesa, tu sei per mia volontà
nell’Autorità Ecclesiastica, pertanto, ogni tua parola si riflette
sugli altri miei amati Sacerdoti”. Vera di Gesù, scrivi nell’ob-
bedienza queste parole, parole di Gesù. “Si astengano dai com-
menti sfavorevoli coloro che non aprono la mente e il cuore alla
mia Opera d’Amore. Perciò vi dico: è meglio tacere che ester-
nare pensieri contrari alla mia Volontà. Ora io, Gesù Eucaristia,
vi dico: le parole rivolte ai poveri nei miei messaggi d’amore
non passeranno perché, come quelle del S. Vangelo, vengono
da Me, dal mio Amore Eucaristico. Desidero che tu e gli altri
preghiate affinché la mia Luce discenda in voi; desidero che vi
rivolgiate alla Madre mia per conseguire questo fine. Deside-
ro che voi Chiamati, i primi prescelti, veniate a Me per la Via
di Amore che io, Gesù Eucarestia, vi ho donato. Ora pregate,
pregate e siate umili, profondamente umili come Me, Gesù. A
Roma la mia Volontà sarà fatta ma io desidero che in quel gior-
no anche in voi la gioia mia sia completa. Chi mi avrà atteso,
chi avrà creduto e pregato, questi sarà più in Me, sarà una cosa
sola che io non scinderò più: l’acqua e il vino del mio Sacrifi-
cio. Ogni Sacerdote che conosce i miei messaggi riferisca a se
stesso queste amorevoli esortazioni, e venga a Me, ritorni a Me
nell’umiltà. Io lo esaudirò se sarà sincero. Vi chiamo ancora, vi
attendo. Gesù dei poveri”».
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35.9 Page 349

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Deserto di Varazze 15-5-1969 Ascensione di Gesù.
«Vieni anima mia benedetta, vieni al mio Amore Eucari-
stico. Sono in te, ti ispiro e ti parlo. Oggi attiro le mie anime
al Cielo. Oggi Io, nella mia Gloria, vi assumo in Me e, quali
piccole ostie eucaristiche, siete nell’Ostia consacrata una sola
Ostia, una Offerta davanti al Trono del Padre mio: qui e nei
Cieli. Ecco perché voi vivete già della vita dei Santi con Me.
Oggi è gran festa! Il Padre mio è glorificato in Me, e a larghe
mani effondiamo lo Spirito d’Amore su voi: ricevilo con gioia,
con umiltà. Sono in te per comunicarti i miei Pensieri affinché
tu rivolga i tuoi a Me, al Cielo, alla Mensa Eucaristica e alla Di-
mora del Padre dove Noi ti aspettiamo. Ancora un poco, Vera di
Gesù, ancora un poco e poi saremo alla meta, perché io, Gesù
Crocifisso, ti abbraccerò dalla mia Croce d’Amore. I Salesiani
verranno a Me! In Cielo si prega perché la mia Volontà sia fatta
anche in terra. Io nei miei Santi, ed essi in Me, in una sola pre-
ghiera rivolta al Padre. Io in voi, nelle mie povere spose eucari-
stiche, in una sola preghiera – offerta – consumazione al Padre:
“Venga il tuo Regno, la fusione eucaristica (Gesù e l’anima) nel
Dono e nella luce dello Spirito Santo”. Quando il mio Regno
d’Amore si sarà diffuso così, Io scenderò nei cuori più duri per-
ché le mie anime si saranno consumate in Me. Ora va’, e dona
al mondo i miei Messaggi di pace, di amore e di perdono. Vivi
la vita che ti offro, e domani tutto sarà trasformato in gioia. Ora
vai con Me e sempre poiché, attraverso te, io voglio conferma-
re la mia Volontà: quella che ho spiegato nella mia Opera d’A-
more. Sono i Tabernacoli Viventi, la luce della Chiesa che in
Me Eucarestia risorgerà rinnovata. Voi siete i primi sentie-
ri, le prime pietre ma presto si moltiplicheranno per virtù della
Madre mia che al Santo Padre condurrà ogni cosa. Voglio allo-
ra che anche la vostra gioia sia completa in Me. Gesù nel Cielo,
Gesù qui con te: nell’anima, nella mente, nel cuore, nella San-
tissima Eucaristia. Ti benedico, vi benedico, vi benediciamo
con la Madre mia! Gesù».
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35.10 Page 350

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Deserto 20-5-1969
«Scrivi, Vera di Gesù! Io sono il Padre Onnipotente e buo-
no. Io ti condono i tuoi peccati e ti rimetto nella Piaga del Sacro
Costato del Figlio Mio. Io ti voglio pura perché il mondo a te
non appartiene più, ti voglio nel mio Gesù e nel suo Cuore feri-
to per l’amore. Qui deve albergare la tua anima finché sarà pe-
regrina sulla terra. Allora non temerai, e il mio stesso Gesù sarà
la tua rocca. Ora hai pianto, ed Io, Dio tuo, ti ho mondata, ti ho
benedetta. Cammina sicura perché le mani della Santa Vergi-
ne ti guidano nella via da Me, Dio Padre, voluta. L’ombra del-
la terra è fugace, perché io mando la luce dall’Alto. Ora segui il
Figlio mio diletto nella Passione, attingi forza, virtù e meriti in
Lui. Dopo la Passione è la Morte e la Vita vera. Dopo il cammi-
no della speranza e dell’attesa ci sarà la vittoria. Io sono il Padre
del mio Figlio, e a voi lo dono nella Santissima Eucaristia per-
ché voi lo amiate sempre di più, perché voi siate trasformati per
la santa grazia, per la sua perenne Presenza, in anime sue: ani-
me eucaristiche! Portate Gesù e portate Me, il Padre, e lo Spiri-
to Santo si effonda nel vostro Spirito. Ti parlo, Vera di Gesù, nel
nome del Padre dal quale tu dipendi, dal suo amore infinito sca-
turisci e a Lui ritorni per Me, per Gesù. È il Padre provvido, lar-
gitore di Grazie, che dona le “prove”. È il Figlio che lava, puri-
fica e intercede presso il Padre. Discende lo Spirito Consolatore
perché è conforto, sollievo, amore. Quale lavoro compie Gesù
nella tua anima! Figlia mia benedetta, benedetta nel Padre, nel
Figlio, nello Spirito Santo, perché io Gesù sono l’Amore».
Deserto 20-5-1969
«Scrivi per amore e per obbedienza, tre volte il mio santo
Nome: Gesù, Gesù, Gesù. Poi ritorna a letto. Ti do un annuncio
di pace: le anime per le quali tu implori, sono nel Pensiero di Dio
Padre, e in Dio vivono. Il tuo Gesù!».
350

36 Pages 351-360

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36.1 Page 351

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Deserto 21-5-1969
«Sì, viva Gesù Eucaristia! Sono Io: Gesù per Gabriello! La-
voro con te, vivo con te e soffro con te! Tu hai Me, ed Io ho te
nel tuo sacerdozio ove ti faccio santo per Me, per il Regno del-
le anime mie Eucaristiche. Per questo Regno ti ho donato la mia
Croce d’Amore: abbracciala con struggente amore sino alla fine.
Coraggio! Ti ripeto: vivo in te e nel tuo sacerdozio mi rinnovo,
mi consumo e mi dono. Per te, io passo alle anime, e tu per Me
ti avvicini al Padre. Discenda la mia Grazia per comunicarti i
miei Doni che nella vicina Pentecoste ti rinnovo. Andate a Ma-
ria, andate a chiedere luce per i Superiori: questo sarà dono del
suo Cuore Immacolato. Pregate, invocate! Voglio che si ricor-
ra a Lei, che si onori Lei, la Mamma dell’anima. Gesù per te!»
Deserto 1-6-1969 Santissima Trinità6
«Figlia mia, figlia mia prediletta dalla mia Croce, e Cro-
ce d’Amore Eucaristico, scrivi nel santo nome della Santissi-
ma Trinità e nell’obbedienza con cui tu sei legata a Me, al mio
Dono Eucaristico nella mia sanguinante Passione. L’anima tua
è nello stato della purificazione, e le tue intime sofferenze si ap-
profondiranno. Non temere, l’anima tua viene più a Me, avan-
za se pur nelle tenebre, nella Luce. Ti do un segno: quando ame-
rai tutte le creature in Me e il mondo non ti apparterrà, perché
liberamente per amor mio l’avrai lasciato; quando, creatura an-
cora vivente, vivrai solo di Me e di Cielo, allora la mia Ope-
ra d’Amore sarà quasi ultimata nel mio Tabernacolo Vivente. Il
mio piccolo Tempio sarà purificato e offerto, vittima nella sola
Vittima, nell’ultimo sacrificio. Intendi bene, piccola sposa eu-
caristica, la purificazione del Tabernacolo. Esso è sacro, esso è
Dimora di Dio, esso è Dio. Opera d’Amore, nel mio Tabernaco-
lo; Opera d’Amore, i miei scritti, i miei messaggi. Io sono nel-
6 Festa della Santissima Trinità.
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36.2 Page 352

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la mia Opera d’Amore, come nelle Sacre Specie Eucaristiche,
per un’anima sola e per tutte le anime. Io mi dono nella Paro-
la ad un’anima sola come a tutte le anime. Io sono disceso nel-
la Parola in un’anima per confortarla, assisterla e trasformarla
in Me. Questo amore di Padre verrà rinnovato in tutte le anime
che a Me verranno nell’amplesso Eucaristico e nella Santissima
Eucaristia mi daranno onore, gloria, amore. Ho una Sposa, ho
già molte Spose Eucaristiche preparate dalla Madre mia, ma vo-
glio elargire a profusione le mie grazie su altre, su tante, moltis-
sime anime. Ora Gesù ti mostra il suo ardente desiderio: rima-
nere sempre con te, rimanere sempre con la sua creatura, nel suo
Tabernacolo anche se povero e squallido. Io, Gesù, Via – Veri-
tà – Vita, sono e sarò nell’Ostia consacrata che tu porti. Questa
sacra Particola dirà alle anime mie quanto e come io voglia uni-
re la mia Divinità e Umanità anche alla loro vita. Dirà loro che
Gesù Eucarestia è Amore infinito, è Dono, è promessa di pace,
è Pace. Oh, quante cose dirà la mia Divina Presenza in questa
stessa Ostia consacrata! Tieni questa sempre per Me, per amore
mio, per obbedienza. Riponi tutta la fiducia in Me, nel tuo Spo-
so Eucaristico, e credi a colui che è in te: Gesù! Io sono il Padre,
io lo Spirito Santo, io sono il tuo Dio. Gesù nella sua santa paro-
la a Vera, piccola Sposa Eucaristica».
Deserto 3-6-1969
«Scrivi, figlia mia diletta, sono Gesù: Ostia consacrata. Vo-
glio scendere in te e sollevarti. Ti allevio la Croce per amore.
Ti santifico con la mia Parola e ti dono la Luce. Le sofferenze
di oggi sono permesse dal Padre mio, e in Me si trasformeran-
no presto in luce di pietà. Sei nelle mie Mani sante e trafitte, ed
io ora dispongo di te, della tua vita intimamente eucaristica. Sì,
hai ascoltato bene ciò che ho detto ieri l’altro. Il braccio, tu sei
il mio braccio! Lasciami fare, e io agirò per te, attraverso te. Sei
un umile, povero ma grande strumento nelle mie mani, e tu ser-
vi a Me, alla mia Opera d’Amore. Fidati di Gesù, e sempre di
più. Dalle prostrazioni ti sollevo io, Gesù, attirando l’anima tua
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36.3 Page 353

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sempre più a Me, al mio Cuore. O Vera di Gesù, non cerchi que-
sto per amarmi? Il mio Costato va aprendosi anche per te, e un
giorno il tuo povero cuore vedrà il mio! Sarà l’incontro, sarà l’u-
nione. Ora dammi il tuo povero braccio, donamelo nel silenzio
perché così io opero, e tu sii umile, non domandarmi – come hai
fatto sinora – a cosa ti serve Signore? Io ti ripeto: serve a Me, al
tuo Gesù Eucaristico, al suo trionfo. Ora in Cielo si prega per te,
per Gabriello, per i Salesiani. Si prega per voi e con voi, perché
abbiate a obbedire e corrispondere alla mia Grazia. Non teme-
re le spine che qui ti trafiggono: anche queste sono preziose nel
mio Sangue Eucaristico. Accetta ogni sofferenza, io la permetto,
e tu donamela al mio Altare, nel mio Sangue. Poi aspetta. Gesù
è qui, è con te, è vicino a te, e l’anima tua vede Me perché io mi
mostro a te. Ti aiuterò a terminare la scuola, ti aiuterò, vi aiuterò.
Sii generosa e donami quanto ti ho chiesto. Vera di Gesù, voglio
parlarti ancora. Scrivi per amore e per obbedienza. L’acqua che
io verso dal mio Costato nel S. Sacrificio è per le anime soffe-
renti come la tua, il Sangue che ne sgorga, vi attira alle dolcezze
intime del mio Cuore. Con l’una, lavo, purifico, sollevo, infon-
do fiducia, con l’altro, vi chiamo all’Amore, all’Unione. Ora, se
mi dai la tua anima dopo l’elevazione, io farò anche con la tua
volontà quanto già faccio da Me. Vieni, venite a Me, anime mie,
perché io dono a tutte, sono per te qui, ma sono per tutti. Hai ca-
pito bene? Ti aiuterò! Gesù Padre».
Savona 8-6-1969
«Scrivi, figlia mia diletta, è Gesù che te lo dice. L’aurora di
un nuovo giorno non è lontana; le tenebre si dissipano, e lascia-
no il posto alle prime luci, ai primi chiarori di un grande gior-
no: quello dei “miei” predestinati a compiere in Me e con Me la
nuova età del Cristianesimo. Come tra le nubi più dense io vi ri-
dono il sole, vi mostro l’azzurro del mio cielo, così fra le oscu-
rità dei tempi verrà, quasi improvvisa ma attesa, la mia luce per
tutti. Io sono il sole che ho donato a te stamani; io ti ho dato il
cielo nel suo azzurro perché Me lo hai chiesto con amore filia-
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36.4 Page 354

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le. Chiedi la luce della mia Opera per le anime, chiedimi ani-
me eucaristiche e siate le fiamme dei miei Tabernacoli. Anco-
ra un po’, figlia mia, ancora un po’ e poi verrai a Me, sarai tutta
del tuo Gesù. Ti voglio buona e ubbidiente e paziente. Sii sere-
na, io agisco, lavoro in te! Vera di Gesù, sei già crocifissa con
Me, e quanto tu soffri è ora mio. Sii felice del mio Dono. Que-
sto è il primo dono del tuo Sposo Eucaristico. Ce ne saranno al-
tri di egual misura, ma l’ultimo è nel mio Cuore, nel mio palpito
di vita per te e per le anime. Sii benedetta da Me, dal Padre mio,
dallo Spirito Paraclito affinché sia Esso per te Consolatore e So-
stegno. Non ho amore più immenso che quello di radunare, sot-
to le mie ali, le mie spose eucaristiche, quello che desidero con
ardore è il mio Tabernacolo, è l’unione di Me con l’anima: la fu-
sione dell’Acqua e del Vino del Santo Sacrificio. Ardo di vivere
anche su voi per trasformarvi più in Me, per rapire i vostri cuo-
ri al mio Amore, incessantemente. Ardo, Vera, ardo! Ho un fuo-
co che brucia le vostre miserie. Ho una fiamma che vi avvolge e
vi vuole penetrare… Ardo nel mio Tabernacolo, e così sarà per
te man mano che questo va purificandosi. Ardo e attendo… Ora,
Vera di Gesù, sii sempre in Me: nell’amore, nella croce, nel-
la sofferenza, nei dolori, nelle consolazioni, nelle intense unio-
ni che io ti dono, nelle piccole manifestazioni di paterna bontà
di cui ti allieto, nella lode, nel sonno, nel riposo, nel lavoro e nel
tempo. Sii sempre con Me, Vera di Gesù, ora e sempre. Io, Gesù,
lo desidero, lo voglio. Gesù Cristo tuo Dio!»
Sv. 14-6-1969
«Vera di Gesù, scrivi: sono Gesù, Gesù Eucarestia! Scrivi:
sono qui per te, per Rosa, per Silvio, per Fabio. Sono qui per la
tua mamma, sono qui per le anime mie, per non lasciarle più, per
vivere con loro, per difenderle, per custodirle, per aprire loro i
miei sentieri di grazia. Sono Padre, sono puro Spirito, sono Dio,
Dio con voi. Vera di Gesù, ora sei sposata a Me, alla mia Cro-
ce d’Amore, e tu per essa vivi. Ancora un po’, ancora un po’ nel
tuo Gesù Crocifisso… Sei in Me, nella mia Passione, nella mia
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36.5 Page 355

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Sofferenza, nel mio Amore. Poi sarai nel mio Costato, nel mio
Cuore. Sii serena, fiduciosa, fiduciosa del tuo Gesù. Verrò pre-
sto, mi manifesterò presto per sorreggerti e confortarti. Verrò a
te, in modo nuovo e diverso, interiormente. Ti porterò con Me,
poi ti condurrò a Me. Vieni anima mia, Gesù ti abbraccia e bene-
dice tutti. Viva Gesù Eucaristia per tutti!»
Deserto 18-6-1969
«Sì, figlia mia, parlo a te che sei nella tribolazione per amore
mio, parlo a te per donarti forza, forza. Sono con te, vivo con te,
ed io, Gesù, ti porto in Me. Sei nel mio Costato, vicino alla feri-
ta del mio Cuore: presto ti farò conoscere i tesori del mio Cuore
divino. Ti darò serenità, ti darò Me più nell’intimo e per questo
giorno io, Gesù Eucarestia, ti sto preparando. Vieni a Me, al tuo
Gesù, anima mia benedetta, io ti abbraccio e ti tengo stretta a Me.
Tu non mi lasciare…Vera di Gesù, quanto Amore c’è in Me per
te, per le anime mie benedette. Tu non lo immagini nemmeno!
Vorrei manifestarlo a tutte, se esse pensassero veramente a Me.
Io dono queste parole, le mie parole, a tutte. Parlo a te, anime
piccola, parlo a te, anima grande, parlo al peccatore e al giusto.
Tutti attendo, tutti aspetto, e per questo fine ho cercato le mie
nuove dimore. Non vedo l’ora che i Tabernacoli Viventi siano
approvati dal Santo Padre. Anelo l’ora in cui sarò con tutte le
grazie promesse nei miei Portatori. Per questo fine bisogna an-
cora lottare e soffrire, ma la prova sarà presto superata per l’in-
tervento della Madre mia Maria Ausiliatrice. Essa debellerà le
forze nemiche, difenderà, quale madre, la sua creatura, la mia
Opera e il Tabernacolo nuovo. Pertanto Essa dovrà essere pro-
clamata “Madre” della mia Opera d’Amore. Ora Gesù ti abbrac-
cia, Gesù ti benedice, Gesù ti aspetta. Gesù Eucaristia».
Savona, 23-6-1969 «Il momento della conclusione lo dirò io».
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36.6 Page 356

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Santa Corona 7-7-19697
«Viva Gesù Eucaristia! Io, Gesù Sofferente, ti unisco a Me
e, nel mio Costato, ricevo te sofferente. Io ti benedico dalla mia
santa Croce d’Amore, e con essa, mi chino su di te per assolverti
e benedirti. Scriveremo presto al Papa, al mio amato Vicario Pa-
olo VI, prima del suo viaggio in Uganda. Voglio che il mio Ta-
bernacolo lo accompagni e sia».
(Interrotta per essere sottoposta ad un esame radiologico)
Santa Corona 15-7-1969
«Vera di Gesù, scrivi: sono Gesù nella Parola. “E il Verbo
si fece carne e abitò fra noi”. Proprio così, figlia mia. Anche in
te, nelle mie povere creature, giacché io, Gesù Eucarestia, abi-
to nella vostra anima e la tengo nelle mie Mani sofferenti e pia-
gate. Senti, anima mia, questo amore del tuo Dio? Sono io, sono
Gesù, che ti porto e ti accompagno verso lieta dimora. Lascia
che io ti conduca, e tu accetta in Nome mio: Gesù! Io guido tutto
e tutti. Anche la mia Opera d’Amore ha la sua guida. Non teme-
re, Vera di Gesù, è già in buone mani, in giuste mani.
Ora al mio Vicario in terra, Paolo VI, devono pervenire que-
ste mie sante Parole: “I tuoi viaggi devono moltiplicarsi perché
io, Gesù Maestro e Redentore, in te che mi rappresenti, voglio
anche con la mia Santa Umanità visitare tutti i Popoli della ter-
ra prima che giunga il giorno in cui Dio Padre farà giustizia. Do-
mandami le Grazie che io, Gesù, ho promesso nella mia Opera
d’Amore. Domandami la Chiesa nuova, rinnovata nel mio Sa-
crificio, purgata nel mio Sangue. Chiedimi le piccole e nuove di-
more che io, per amore e misericordia, mi sono scelto: i Taber-
nacoli Viventi. Desidero che tu approvi e autorizzi, affinché io,
7 Dopo una parentesi di tre mesi durante i quali Vera ha ripreso l’insegnamen-
to, nel mese di giugno è nuovamente ricoverata presso l’Ospedale di Santa Corona,
dove subirà più di un intervento chirurgico e dove morirà il 22 dicembre, dopo 6
mesi ininterrotti di degenza.
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36.7 Page 357

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Gesù, mantenga quanto ho promesso. I Sacerdoti Salesiani siano
confermati nel mio Messaggio d’Amore, e la loro incredulità sia
domani motivo di profondo rinnovamento interiore per il bene e
l’amore che essi dovrebbero a Me, Gesù. Tu vai, mio amato Pa-
olo, e io con te, nella Croce, nella santa Croce che ti ho donata,
nella tua testa coronata per Me e in Me di spine; tu va’, e porta
Me, dona Me, e nella Santissima Eucaristia diffondimi. Nei miei
Tabernacoli Viventi io desidero essere, e con essi vivere con gli
uomini, i giusti ed i peccatori. Raccolgo le mie piccole vittime, e
in Me, nel mio perenne olocausto, le offro al Padre mio affinché
a te sia data libertà di autorizzare ciò che è palpito d’amore, ciò
che è Vita, Verità, Via: Gesù nelle Sacre Specie nella Chiesa che
va, che cammina perché avanzi e incontri e benedica tutti prima
di quel giorno. Questo povero tabernacolo scelto dal Padre mio
perché il più misero, ora ti accompagna nella mia Croce d’Amo-
re.8 Io, Gesù, voglio rimanere con voi sino alla fine. Gesù, Sa-
cerdote Eterno, al suo Vicario in terra, Paolo VI. Ti benedico, e
in te e con te benedico, nella Santissima Trinità, nella gloriosa
Madre mia, l’Immacolata, nei miei Santi e nei miei Angeli, tut-
ta l’umanità sofferente che con Me visiterai. Io, Gesù Crocifis-
so, sono in te”. Gesù Eucaristia».
Santa Corona 21-7-1969
«Gesù, viva Gesù Eucaristia! C’è da scrivere poco per
l’Opera, ma da riflettere e meditare, e quindi lavorare. Ora ti
confermo nella santa obbedienza, poiché sei timorosa. Rassicu-
rati, sono Gesù vicino a te. Vuoi scrivere a Gabriello queste mie
parole, queste parole di Gesù?
Rassicurati, malgrado le prove anche dure, i miei Taber-
nacoli Viventi saranno approvati dalla Santa Sede. A te chie-
do umiltà e semplicità, soprattutto con i confratelli increduli.
Non la tua parola sarà suadente quanto gli eventi e la mia Gra-
8 «Questo povero Tabernacolo»: è Vera di Gesù ricoverata in ospedale.
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36.8 Page 358

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zia. Da te esigo fiducia nelle mie Parole, nelle mie promesse, an-
che se tarderanno a venire. È l’ora più dura per i miei Taberna-
coli, e ciascuno di voi in Me deve dare la sua parte nel modo e
nel giorno e nell’ora che io, Gesù, ho stabilito. Ora voi non ap-
partenete più a voi stessi, ma a Me. Sposati alla mia Opera d’A-
more siete immolati in Me, ciascuno nel modo voluto da Me.
Vera scriverà ancora per poco, la conclusione è prossima.9 Par-
lerò a Vera, mi servirò di lei perché della sua povertà ho fatto un
mezzo, ma i “dettati” volgono alla fine. Sono sufficienti per la
mia dottrina d’Amore rivolta alla pratica della vita dell’anima,
alla meditazione profonda e confidenziale a cui io, Gesù, voglio
suscitare le mie anime eucaristiche. Volevo raggiungere i cuo-
ri di molti amati Sacerdoti Salesiani, ma la loro incredulità do-
mani sarà motivo di profonda umiltà. Don Formento10 sia presto
un Tabernacolo Vivente, poiché in lui desidero con ardore porre
la mia Dimora. Ecco, gli dono la santa Croce, la mia santa Cro-
ce d’Amore, perché io, Gesù Eucarestia, tanto lo amo. Egli cre-
de in Me, ed io, Gesù, andrò presto a lui. Ora hai obbedito a Me,
Gesù, sei nell’obbedienza conferita a te in Nome di Dio, dal Sa-
cerdote. Hai fatto la mia santa volontà. Gesù sofferente in te,
vive nel tuo intimo con te. Amami, Vera di Gesù, amami, ama-
mi, amami. Gesù, nell’Ostia consacrata che porti! Viva Gesù
Eucaristia sempre».
Santa Corona 25-7-1969
«Sono io, Gesù! Scrivi ora e sempre: viva Gesù Eucarestia,
nelle “mie” anime, anime consacrate! Vorrei che dalle vostre
anime si elevasse un canto, un inno d’amore capace di arrivare
nei Cieli, e dinnanzi al Padre mio ascoltare da voi l’eco d’amore
9 I messaggi terminano il 9.11.1969.
10 Canonico del Duomo di Savona, conosceva Vera e garantì per lui presso il
Vescovo di Savona per rispondere alla Santa Sede che aveva chiesto informazioni su
Vera e l’Opera dei Tabernacoli Viventi.
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36.9 Page 359

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che voi dalla terra elevate al Cielo. “Gesù viva nei nostri cuori,
nel nostro spirito, riposi sul nostro petto. Viva Gesù, Gesù Euca-
restia che ha riscattato l’anima mia”. Dall’intensità, dal fervo-
re del vostro amore io, Gesù, sarò consolato per gli oltraggi rice-
vuti nella mia Chiesa, nel mio Vicario Paolo VI. Chi si offre in
Me per i peccatori e per sé, consola il mio Cuore, ed io comuni-
co Grazie di fervore per sé e salvezza per altre anime. Chi si of-
fre in Me al Padre per i miei amati Sacerdoti, questi non è solo
amico, ma Figlio dell’Amore che trabocca dal mio Costato nei
due segni esteriori: Sangue e Acqua. Che farò di questo mio po-
vero Figlio? Gli donerò Me stesso, il mio Cuore, la mia Passio-
ne, la mia Croce e la risurrezione immediata in Me. Egli cerchi
Me, solo per amore mio e delle anime, solo per la mia Gloria. Il
resto vi sarà dato sempre in sovrappiù. Vera di Gesù e figlia spi-
rituale di Padre Pio, il Cielo ti assiste ed io ti perdono, ti compa-
tisco, ti vedo e pur tanto ti amo. Coraggio, avrai da soffrire, ma
io sarò con te fino all’ultimo. Scrivi domani, scrivi finché puoi.
Gesù Eucaristia lo permette. Dì con gli Angeli: “Viva Gesù Eu-
caristia” per cinque volte quante sono le mie sante Piaghe da voi
conosciute. In queste rifugiati e qui cerca riposo. Gesù sofferen-
te in te».
Santa Corona 26-7-1969
«Vera di Gesù, figlioletta mia, scrivi. Ho promesso che avrei
dettato e parlato. Tu hai obbedito, ed io godo nel rivelarmi a te.
Dove sei non rimarrai a lungo. Presto faremo dimora altrove.
Per ora portami così. Lunedì mi deporrai. Ti manderò un mio in-
viato.11 Scrivi: Gesù è anche in te, nella tua anima. I timori ces-
seranno quando ti avrà dato Grazia… io Gesù. Gesù a padre
Gabriello dice di pregare molto per Vera di Gesù. L’Opera mia
deve concludersi col mio trionfo Eucaristico. Io, Gesù, vi esorto
a perseverare e tu dà al tuo Gesù Eucaristico la sofferenza che ti
11 Don Formento.
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36.10 Page 360

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purifica e ti unisce a Me. Poi, dalla sofferenza da te serenamente
accettata, passerai all’offerta della tua vita nella mia Vita, affin-
ché le mie Parole Eucaristiche scorrano come fiumi sulla terra.12
Vera di Gesù, sono nella tua anima e mai io ti ho abbandonata.
Sii umile e paziente. Attendi con fede che Gesù concluda col suo
Amore Misericordioso l’Opera d’Amore dei Tabernacoli Viven-
ti. Sì, detterò ancora. Ancora per un po’… poi ti parlerò. Gesù
Eucaristia nella tua anima con la S. Grazia Santificante. La mia
Mamma, l’Immacolata, ti segue e ti è vicina. Essa ti va proteg-
gendo e tu avrai il conforto gradito di scoprire e avvertire la sua
Maternità divina nelle circostanze e negli eventi che si prepa-
rano per la tua anima. Tutto deve servire per i miei amati Sacer-
doti, per il mio Paolo; tutto deve contribuire a condurre a termi-
ne il mio anelito divino: i Tabernacoli Viventi. Dì sempre così:
“è per te Gesù mio, per la tua maggior gloria!” Tu parla, parlami.
Io ti ascolto anche se pensi che io taccia, che non voglia ascoltar-
ti. Gesù è Amore, è Vita, ed io sono la Vite che comunica la lin-
fa: la mia Vita. Vera di Gesù, non temere mai, io rimarrò in te.
Gesù nella tua anima».
Santa Corona 14-8-1969
«Scrivi, è Gesù che parla. Sei in Me, ti immergo in Me, ti
assorbo nel mio amore che è Luce, è Grazia, è Vita. Cammina
ancora e andrà lontano, molto lontano, la mia Grazia trasfusa
nell’Opera d’Amore. Tale è la Volontà del Padre mio, tanto im-
mensa è la mia Misericordia che io voglio arrivare ad abbrac-
ciare e a visitare tutti prima che tutto si compia. Perciò avrai
gioie e dolori, spine e croci, perché tu, perché Gabriello sie-
te crocifissi nella mia Croce d’amore. Coraggio, io sarò sem-
pre con voi fino all’ultimo, e i vostri giorni saranno contati e
santi in Me. Ora informa padre Gabriello che io opero e agisco
12 Vera offre la sua vita nella vita di Gesù perché l’Opera nasca e si diffonda
(vedi atto di offerta della vita del 5.11.1968).
360

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37.1 Page 361

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in lui. Non tema, egli fa i miei desideri e compie la mia Volon-
tà. Vedremo anime incredule sacerdotali “tornare” a Me, al mio
Amore Eucaristico con slancio generoso. Ogni vostra soffe-
renza unita a Me porta gran frutto e i frutti che io bramo vede-
re maturare dai miei tralci sono le mie anime, i miei Sacerdoti.
Ora l’Opera è lanciata, e bisogna che i canali si moltiplichino,
affinché la mia Grazia, quale linfa, scorra fra l’umanità. Prega-
te, e siate vicini e uniti al mio Vicario Paolo VI. Io, Gesù, vi be-
nedico in lui. Gesù Sacerdote!».
Santa Corona 2-9-1969
«Sono Gesù nella mia santa Parola. Do ai poveri più di
quanto essi possano meritarsi perché il mio amore è puro e san-
to e guarda l’eternità. Do a te dei doni sublimi che vedrai solo
nella mia Dimora celeste. Ti porto nel mio Cuore come una cosa
piccola e preziosa, e ciò tu lo devi alla Mamma tua divina. Vado
con Gabriello, cammino col mio Sacerdote, e in lui mi trasfor-
mo e agisco e opero. Io sono con voi oltre che con la mia reale
Presenza Divina e Eucaristica, e albergo nel vostro cuore. Ora,
questo deve divenire completamente mio. Mi rivolgo, soprat-
tutto a te, e tu verrai così eletta mia sposa per sempre. Gabriel-
lo attenda con fiducia e pazienza le decisioni della Santa Sede.
Voi, miei primi Tabernacoli, sarete ancora provati, ma io, Gesù,
vi darò tanta, tanta grazia e forza. Vera di Gesù sia prudente nel
portare la teca, e l’Angelo S. Raffaele ti assisterà anche in ciò.
Vi ho dato due Angeli per custodirvi e per accompagnarvi nel
compito e nel cammino della Chiesa che va… Avete ricevuto
aiuti divini straordinari, e non verranno mai meno, ma secondo
le circostanze, aumenteranno. Tutto deve compiersi secondo la
volontà del Padre mio, e la salvezza di tanti, tanti miei figli. Ac-
cetta con pazienza e umiltà le prove. La sofferenza che tu provi
per l’impossibilità di raccoglierti ed attendere alla mia Parola, è
permessa da Dio affinché tu ami ancor di più, e adori le mie Pa-
role, le Parole di Gesù. Per ora è così. Domani sarai libera, sa-
rai per Me, per il tuo Sposo Eucaristico. Ma allora il tuo esilio
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sarà quasi terminato. Parlerò del lavoro che dovrà iniziare in Ca-
labria13 padre Gabriello. Io, Gesù, desidero che egli, sotto l’au-
torizzazione della Chiesa, formi i “miei Tabernacoli”.14 Questa
missione non deve essere limitata ad un centro solo, ma in tutti
i paesi d’Italia, devono sorgere questi nuclei eucaristici dai qua-
li emergeranno i Tabernacoli Viventi. Perciò ripeto a Gabriello:
non andrà solamente in Calabria, ma in molte regioni, allorché
il Santo Padre farà le prime concessioni. Tu rimani con Me nel-
la sofferenza e nell’amore. Io, Gesù, ti ho prediletta perché ti ho
donato tutta la mia Vita. Ora, Vera di Gesù, non esitare a donar-
mi la tua così come te la chiedo. Ti benedico con Gabriello, coi
miei Tabernacoli Viventi. Ti benedico con i miei chiamati – e tu
sai chi sono – ti benedico ove sei, con coloro con cui vivi e per
i quali io, Gesù, voglio rimanere. Ti benedice la Madre mia, ti
benedice Padre Pio, ti benedice Papa Giovanni. Intercedono per
voi tutti i Santi, e gli Angeli adorano anche per voi la mia Divi-
nità. Gesù ha accontentato padre Gabriello per amore, dettando
alla sua povera serva Vera di Gesù. Sono con te, sono con voi,
voglio rimanere con la mia creatura. Resto con te per sempre.
Gesù che ama follemente».
Grazie, Gesù mio, grazie! Gloria a Te!
Santa Corona 5-9-1969
«Gesù a te, alle mie anime consacrate. Voglio che il mio
amore eucaristico raggiunga i confini della terra. Voglio salva-
re i miei figli. Perciò vi dico, anime mie, siate i “miei” Portato-
ri poiché per mezzo vostro ho stabilito il mio Trionfo Eucaristi-
co per il quale molte anime verranno a Me e passeranno dalla
morte alla Vita. Abbracciate con amore e prudenza la mia Cro-
13 A Bova Marina.
14 Mons. Giovanni Ferro (1901-1992), Arcivescovo di Reggio Calabria-Bova
Marina, Servo di Dio, aveva chiamato don Zucconi nella sua Diocesi.
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ce d’Amore e cioè Me Eucaristico su voi! Venite a Me per i sen-
tieri che vi verranno segnati, e nella profonda umiltà e ricono-
scenza ricevete il “Mandato Eucaristico”, nell’obbedienza alla
santa Madre Chiesa in obbedienza al mio Vicario, il Papa. Ora
aggiungo: verrà giorno in cui la mia Chiesa sulla terra sarete voi, i
Tabernacoli Viventi. Verrà l’ora in cui il mio Sacrificio Euca-
ristico verrà offerto a Dio Padre insieme a voi, per le vie, per le
strade e ovunque ci sarà un Sacerdote preparato a celebrare. Ciò
sarà più possibile se io, Gesù, sarò con voi nelle Sacre Specie, e
per mio Divino Intervento ci sarà il vino e l’acqua. Il Vino sarà
sempre il mio Sangue, sparso per voi, l’acqua sarà l’anima mia
consacrata, che per amore mio è divenuta Tabernacolo, Tempio
dello Spirito Santo. Se l’anima eucaristica è vittima in Me, il Sa-
crificio verrà concelebrato, e per Me si troveranno gli elementi
che verranno transustanziati: il vino e l’acqua. Voi capite quanto
mi sia cara e preziosa l’anima mia, offerta in Me, con Me e per
Me. Cercate anime piccole, sofferenti, anime vittime. È quanto
di più prezioso io desideri per salvare i miei figli, tutti i miei fra-
telli, tutti gli uomini. Anime eucaristiche, preparate le mie vie.
Io sarò per voi prodigo di grazie e di consolazioni. Vera di Gesù,
hai obbedito e ti benedico. Sono in te e vicino a te. Ora andre-
mo insieme a visitare gli ammalati. Ti darà fervore e cioè forza.
Vera di Gesù, dì a padre Gabriello che Gesù Maestro lo benedi-
ce e gli donerà tanto… mare!15 Gesù, Figlio dell’Altissimo e On-
nipotente Dio e della Beata Vergine Maria».
Santa Corona 28-9-196916
«Sono le prove d’Amore, del mio Amore per padre Gabriel-
lo. Sono predilezioni che sgorgano dalle ferite del mio Costato.
Ferite che si rinnovano, si riaprono per i miei Sacerdoti… (Egli,
15 Don Gabriello, ligure, amava molto il mare e Bova Marina, dove si trasfe-
rirà, è città di mare.
16 Questo Messaggio non si trova nel quaderno, ma Vera lo ha scritto diretta-
mente nella Lettera del 28 settembre 1969 indirizzata a padre Gabriello.
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Gesù, era felice di dare queste prove…)… andrà, andrà nel mio
santo Nome. Io lo voglio, lo desidero. Il suo ardore e la sua pena
mi glorificano. Diglielo. Deve continuare ad avere fiducia in Me
che rimango Crocifisso affinché egli vada, cammini e lavori ed
operi in Me e con Me. Dai dubbi, dalle incertezze dei suoi Con-
fratelli trarrò motivo per effondere la mia Grazia sui chiamati. O
figli miei tanto amati e consumati in Me, portatemi per i vostri
fratelli e non dubitate del mio Amore Eucaristico. Nel momen-
to dell’istituzione della Santissima Eucaristia, nella mia ultima
Cena, voi eravate presenti in Me e già con Me. Voi eravate le fu-
ture lampade ardenti che già custodivano Me, e la luce del mio
Corpo e Sangue mistico vi annullava… Io vi vedevo risplende-
re della mia Luce, della mia Grazia, perché io, Gesù, amandovi
fino a consumarvi in Me, vi trasformavo in quelle fiamme d’a-
more di Cielo e di Vita che ora voglio diffondere sulla terra. Di
che cosa illuminerà questa terra se non di Me, Luce Eucaristi-
ca? Di quale fuoco brucerò i peccati dell’umanità se non del mio
fuoco d’amore? Chi mi donerà se stesso? Chi liberamente vor-
rà accettare di divenire il mio “braccio”? O anima mia eucaristi-
ca, o Gabriello, mio amato sacerdote, va’, prepara le mie anime,
dischiudi i miei sentieri. Non ti affliggano le prove, ma credi in
Colui che ti ha sposato al suo divino Sacerdozio: Gesù, tuo Eter-
no Sacerdote. Va’, figlio mio, il mio amore di Padre ti accom-
pagna, ti segue, ti benedice, ti ispira. Accetta con fede ed umil-
tà questo contrattempo. Ne seguiranno altri, ma in Me vincerai.
Ti ripeto: tutto serve per la mia Gloria. La mia Opera d’Amo-
re entra nel mondo per la via stretta, per la via santa. Aspettate-
mi, tornerò per sorreggervi, perché io sono con voi, e insieme fa-
remo tutto. Ti affido la povera Vera, conducila al mio altare per
mano, e donala a Me. La mia voce è qui, io sono qui e ho detta-
to quasi all’insaputa di chi scrive. Essa è povera, è debole: aiu-
tala! Scrivi che amo questi poveri. Sei più povera di prima, Vera
di Gesù, sei ricca di Me, solo e tutto di Me. Sì, ho dettato, ti ho
assorbito nella mia Grazia, perciò i tuoi sensi si sono annullati.
Tanto, tanto ti dono perché incomprensibile è questo amore per
te, per le mie anime. Rimani in Me, cercami in umiltà crescente.
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Verrò a te, ti isolerò dagli altri per ascoltare Me, lo Sposo dell’a-
nima tua. Ancora benedico Gabriello, mio fedele sacerdote, e la
missione che l’attende. Essa porterà ogni giorno, ogni notte, il
mio santo Nome, cosicché io, Gesù, lavorerò, amerò, mi mani-
festerò! Gesù, Gesù, Gesù! Esultate: sono con voi, sarò con voi
fino all’ultimo, e per tutta l’eternità.
Scrivi, scrivi, scrivi ai miei Chiamati. Io farò tutto, tu rimet-
ti a Me, Gesù. Rassicura e conforta Gabriello perché queste Pa-
role mie, di Gesù Eucaristico, gli porteranno la mia Grazia: ac-
crescimento di fede e di fiducia che io, Gesù, ho vinto e vincerò.
La pace, la mia Pace sia con voi sempre».
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XIII LIBRETTO
Gesù

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Santa Corona 5-10-1969
«Gesù nel suo santo Costato custodisce le “sue” anime.
Così è per Gabriello, così per i suoi seguaci, per coloro che ab-
bracciano e abbracceranno questa sublime Croce d’Amore che
è la mia Opera d’Amore Eucaristica vissuta, amata, sofferta dal
mio “Portatore e donatore di Me” alle anime. Ora il Cielo si
schiude e già lascia penetrare sulla terra la luce della misericor-
dia mia divina. Mentre qui si comincia a diffondere il mio Amo-
re Eucaristico per voi, nella Santa Sede, io, Gesù, rivivo e rin-
novo la mia Passione d’amore e di dolore in chi mi rappresenta
il Santo Padre Paolo VI. Egli è la mia amata vittima che come
Me si offre liberamente in Me al Padre perché la mia Volontà
si compia, la mia Misericordia sia manifesta, il mio Messaggio
d’Amore arrivi fino all’estremità del globo terrestre. Pertan-
to io, Gesù, vi esorto a perseverare sino alla fine. Giorni tene-
brosi potrebbero trarre in inganno la vostra fede. Voi rimane-
te saldi in Me, poiché è bene che la mia Opera d’Amore nasca,
prenda vita dalla sofferenza. Io rimarrò in voi, con voi, su voi
per aiutarvi a superare le difficoltà, poiché voi, poverini, siete
le mie creature predilette. Sì, Vera di Gesù, le prove saranno di
breve durata, ma intense. Tu soffrirai e nel corpo e nello spirito,
ma l’anima tua rimarrà qui, in Me, nel mio costato. A Gabriel-
lo darò prove, prove d’amore unitamente a tanta grazia. Gra-
zia che cresce, che lo identifica a Me. Dal nulla farò sorgere le
mie cose, alle piccole anime ispirerò l’Amore Eucaristico. Egli
raccoglierà le mie pecorelle nel mio Ovile, ed io mi donerò ad
esse per suo mezzo. Sappiate che è ora di riunirvi, di raccoglier-
vi nella mia Casa di Padre perché l’esercito col quale io, Gesù,
combatterò siete voi. Da Roma avrete molte sorprese, ma, come
nel firmamento timide e tremule compaiono le stelle, le appro-
vazioni verranno a gradi, e solo la mia santa Grazia donerà vi-
gore alle prime concessioni. Per ogni consenso donato a voi dal
Santo Padre, avrò benedizioni da elargire e frutti da far matu-
rare. Saranno questi che riveleranno misericordiosamente Me,
Gesù Eucarestia, e che diranno che io, Gesù, voglio per la sal-
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37.9 Page 369

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vezza della anime i Tabernacoli Viventi. Siamo nella terza par-
te delle mie rivelazioni che si concluderanno con l’approvazio-
ne della Santa Madre Chiesa. In questo mese, dedito alla Madre
mia, inizia a vivere, con permesso ecclesiastico, la mia Opera
d’Amore. Tutto deve portare il Nome e la benedizione di Colei
che vi assiste dal Cielo. E ora, è l’ora dei miei Tabernacoli Vi-
venti! È ora che il mio Regno si dilati, è ora che io vada con voi
per cercare “insieme” i fratelli perduti. Gesù, alle piccole Ostie
consacrate. Gesù ti benedice, vi benedice».
Santa Corona 21-10-1969
Viva Gesù Eucaristia. Mentre scrivevo a padre Gabriello.
«Dì a Gabriello queste parole: “io sono il Buon Pastore che ve-
glia sulle sue pecorelle perché il lupo non le azzanni. Io sono in
lui e con lui per operare insieme. Vera di Gesù, scrivi per la mia
gloria. Dì, ripeti che la notte è lunga e breve anche per te. Vi ho
uniti alla mia dolce Passione Eucaristica. Il vento disperde i vo-
stri pensieri perché siete poveri, ma io, Gesù, rimango in voi e
sopra di voi. Non temete, piccolo gregge mio, perché così piace
a Dio Padre scegliere fra voi coloro che diffonderanno Me. Sie-
te nella mia Via, siete in Me. Angeli e Santi vi assistono per as-
solvere al mio mandato. Ciascuno di voi mi glorifica se accet-
ta la mia Croce d’amore così come io gliela porgo. Gabriello
nell’apostolato, tu nella sofferenza a Me cara e gradita. Io ti ho
unta col crisma della sofferenza. Gabriello sia forte, sia umile,
sia povero in Me. Verrò, e con Me, le grazie desiderate, sospi-
rate e promesse. Gesù benedice voi e quanti lavorano a diffon-
dere il mio Regno d’Amore Eucaristico. Siete in Me, parte viva
di Me e nel mio Sacerdozio vi consacro. Vera di Gesù, sii for-
te. Devi vivere di Me, solo di Me. Scrivi che solo l’amore, l’a-
more vi vivifica, vi salva, vi unisce all’Amore, e vi fa Me: Gesù!
Gesù, Gesù, Gesù”».
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Santa Corona 26-10-1969 Festa di Cristo Re
«Scrivi, Vera di Gesù, io ti darò luce. L’albero fiorito in pri-
mavera ha dato i suoi frutti. Molti alberi dovranno rifiorire nel-
la stagione opportuna perché i frutti siano copiosi. È necessario
pertanto che tu ed altre mie anime consacrate diate quanto vi sto
chiedendo. Non temere povera anima, questo sacrificio è per-
messo dal Padre mio, e già vive di Me, di Gesù. Sii forte e buo-
na, paziente e umile. Io ti assisto con la mia santa Grazia. Perché
Gabriello cammini e avanzi portando la mia Croce d’Amore, il
mio Messaggio Eucaristico, è bene che tu stia ferma, sofferen-
te in Me. Questa è la mia via per la quale tu verrai purificata e,
così avanzando, ti appresserai sempre di più al mio Altare. Tut-
to qui è Croce. Ti chiedo di accettare con fede ogni prova, ogni
dolore per Me. Vedrai i frutti, i primi frutti della nuova fioritura.
Io sono Gesù, Re del tuo cuore, io sono Gesù, Re della Parola, io
sono Re, il tuo Re: Gesù. Pace, pace, pace!».
Santa Corona 9-11-1969
«Sono Gesù! Viva Gesù Eucarestia nelle mie anime picco-
le e deboli come sei tu, Vera di Gesù. Io, Gesù Sofferente e Cro-
cifisso, ti impreziosisco con i miei dolori e ti faccio partecipe di
Me. Sei nella mia Croce d’amore, nel mio Olocausto offerto da
Me, nel Sacerdote celebrante, al Padre mio Eterno. Ora ti guar-
do dalla mia Croce, e ti mando i miei sguardi d’amore e di do-
lore. Tu hai già incontrato i miei occhi, e tu li vedi perché io a
te continuo a mostrarli. Leggerai nel mio sguardo, e in questo ti
parlerò. Ti terrò vicina a Me. Poi vedrai i miei occhi, e il passato
di dolore scomparirà. Vedrai lo sguardo mio che riflette la gloria
dei Cieli, del Padre mio. Per ora, Vera di Gesù, io, Gesù Soffe-
rente, continuo a guardarti dalla mia Croce d’Amore. Ci separe-
remo per poco, perché tornerò presto a te. Abbi fiducia, e rico-
noscerai il mio intervento divino. Io, nelle Sacre Specie, vivo
su di te. Nell’intimo dell’anima tua sto formando e purificando
il mio Tempio, e la luce che vedi è il riflesso della mia Grazia,
370

38 Pages 371-380

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della mia Presenza Divina. Sono in te e con te. Ama, figlia mia,
ama quest’amore immenso che io ti vado donando. Ama i miei
Salesiani, i miei Sacerdoti, amali tutti così come sono. Essi sono
parte di Me. Scrivi a Don Borra che Gesù conosce tutti i suoi af-
fanni, le sue pene, e che desidera santa rassegnazione per le sue
stesse miserie perché sono queste che ornano l’anima sua di tan-
te virtù, fra cui l’umiltà. Per il resto egli deve abbandonarsi fi-
ducioso a Me, alla mia Divina Misericordia. Mi è caro, gradito,
prezioso il suo Sacerdozio, ma desidero che la sua anima, pur fra
le Croci, riposi in Me. Egli ha la Madre mia quale Madre e Pro-
tettrice ha il dono più grande che io possa fare ad un amico: la
mia stessa Madre. In Lei si rifugi, ed Ella sempre nel mio San-
to Nome, Gesù, lo accoglierà. I “Sacerdoti lontani” fanno parte
della Croce che io gli ho offerta. Anche tu prega e offri per essi.
Io, Gesù, li amo! Ora smetti di scrivere e offri questa rinuncia a
Me. Io la metterò nel mio Calice. Quando sei disturbata dall’am-
biente, devi tralasciare, affinché la tua anima ascolti nel silen-
zio la mia Parola. Gesù ti benedice, vi benedice. Gesù è con voi
e vive in voi!
Il vostro Gesù Eucaristia!»
371

38.2 Page 372

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38.3 Page 373

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Indice
Prima Parte
Premessa ............................................................................................. pag. 7
Introduzione ...................................................................................... » 11
Vera Grita nel “girotondo dei Santi” ................................... » 27
“Portami con te”! Note teologico-spirituali
sulla spiritualità dei Tabernacoli Viventi ......................... » 51
Profilo biografico e spirituale di Vera ................................. » 65
Circa l’introduzione della Causa di beatificazione
e canonizzazione di Vera di Gesù ......................................... » 87
Profilo biografico dei sacerdoti: don G. Bocchi,
don G. Zucconi, don G. Borra e padre G. Roascio ..... » 91
Seconda Parte
Libretto I .............................................................................................
Libretto II ...........................................................................................
» 115
» 133
373

38.4 Page 374

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Libretto III .......................................................................................... pag. 149
Libretto IV ......................................................................................... » 179
Libretto V ........................................................................................... » 203
Libretto VI ......................................................................................... » 225
Libretto VII ........................................................................................ » 243
Libretto VIII ...................................................................................... » 261
Libretto IX ......................................................................................... » 279
Libretto X ........................................................................................... » 295
Libretto XI ......................................................................................... » 319
Libretto XII ....................................................................................... » 341
Libretto XIII ...................................................................................... » 367
374

38.5 Page 375

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38.6 Page 376

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Stampa Htgraf- Mappano TO